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Ministero degli Affari Esteri Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie Ufficio II RASSEGNA STAMPA NOVEMBRE 2007

RASSEGNA STAMPA NOVEMBRE 2007 - Esteri · 2014. 12. 18. · XVI Convention delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) – Livorno 12-14 /Novembre 2007 Crescere in qualità

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Ministero degli Affari Esteri Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie

Ufficio II

RASSEGNA STAMPA

NOVEMBRE 2007

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Rassegna Stampa a cura dell’Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli Italiani all’Estero

Novembre 2007

2

INDICE DATA TESTATE ARTICOLO PAG.

1 /11 L’Italiano Prima Convention della Confederazione dei Siciliani 11

5/11 News Italia Press

Il Vice Ministro Franco Danieli a colloquio per oltre due ore con gli Italiani di Johannesburg 13

5/11 Messaggero

di Sant’Antonio

Intervista al Vice Ministro degli Esteri, Franco Danieli: “Italiani nel Mondo, una rete di relazioni 15

5/11 News Italia Press

Conclusa con successo la missione USA dei Ragusani nel Mondo 19

5/11 News Italia Press

A Mar del Plata il Primo Congresso Internazionale di Giovani Abbruzzesi rende protagonisti i giovani nel dibattito

21

5/11 L’Italiano Conversazione con una italiana all’estero 23

5/11 Fondazione Italiani

CGIE. Ecco il programma dei lavori 24

6/11 AISE

Speciale CGIE L’appello dei parlamentari eletti all’estero alla Plenaria: serve una nuova spinta alle politiche per gli italiani nel mondo

25

6/11 AISE

Speciale CGIE Il Segretario Carrozza presenta la relazione del CDP: la stagione delle riforme deve avanzare/Bene la Finanziaria ma la ristrutturazione della rete consolare al Consiglio non va giù

27

6/11 AISE Verrà Presentato a la Matanza il “Programma di tirocini di formazione – lavoro” di Italia Lavoro 30

6/11 News Italia Press

Piemontesi nel Mondo: Presentata la III Conferenza che si terrà ad Alessandria il 16 e 17 novembre 32

6/11 AISE

Speciale CGIE La relazione del Governo del Vice Ministro Danieli apre alla Farnesina la Plenaria del CGIE: le risorse per gli Italiani all’Estero tra Finanziaria e Rete Consolare

34

6/11 Pronto Italia

ADNKRONOS

Italiani nel Mondo : esce il libro “Gli Italiani di Tunisia”di Marinette Pendola 37

6/11 AGO

Agenzia Giornalistica

On-line

Tecnologie. Un’intesa per migliorare l’AIRE 38

6/11 News Italia Press

Assemblea Plenaria del CGIE – Roma 6-9 Novembre 2007-11-30 Prima giornata di Plenaria all’insegna delle chiusure dei Consolati

39

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Novembre 2007

3

7/11 AISE

Speciale CGIE La Plenaria approva il Documento sulla Conferenza Mondiale dei Giovani/Il Presidente Erio: Diamo voce e partecipazione a questa grande risorsa

43

7/11 AISE

Speciale CGIE Rete Consolare Cultura Cittadinanza e Nuove Generazioni: Presentate in Plenaria le relazioni delle Commissioni Continentali del CGIE

45

7/11 AISE Speciale CGIE I giovani italiani all’estero protagonisti della Plenaria del CGIE

48

7/11 AISE Documentazione/Il testo della convenzione stipulata tra Presidenza del Consiglio e Rai International 51

7/11 Italia Estera

Per il CGIE, nella seconda giornata della Plenaria, è il giorno dei giovani e del futuro (Intervento dell’Ambasciatore Benedetti e del suo Vice Carla Zappetti e quelli dei Vice Segretari – I giovani Italiani e di origine italiana nel mondo protagonisti – Parla il vecchio Mirko)

58

7/11 News Italia Press

Premio alle imprese venete che hanno saputo meglio perseguire l’internazionalizzazione 65

7/11 AISE L’On.Fedi : Gli Italiani all’Estero anche nel Parlamento riformato/La Finanziaria convince ma possiamo migliorarla

66

7/11 News Italia Press

Vogliamo mantenere la nostra identità italiana: i giovani italiani all’estero all’Assemblea del CGIE in vista della Conferenza Mondiale del 2008

68

7/11 News Italia Press

Molisani nel Mondo – Canada commemorano il sacrificio dei minatori di Monongah del 1907 70

7/11 News Italia Press

Assemblea Plenaria del CGIE – Roma 6-9 Novembre 2007-11-30 Commi 153 e 404 al centro del dibattito dell’Assemblea Plenaria:la perplessità dei Vice Segretari

71

7/11 News Italia Press

Assemblea Plenaria del CGIE – Roma 6-9 Novembre 2007-11-30 Per il CGIE è il giorno dei giovani e del futuro 73

8/11 Italia Estera

Il CGIE ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica

77

8/11 Inform

Assemblea Plenaria CGIE Articolo del Consigliere Oreste Motta rappresentante del CTIM: Il recupero della lingua, dell’identità italiana e dell’associazionismo

79

8/11 AISE

Speciale CGIE Le dimissioni annunciate ma non ancora presentate da Giovanni Rapanà paralizzano i lavori della Plenaria

81

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4

8/11 AISE

Speciale CGIE La Finanziaria gli Italiani all’Estero e il CGIE: Gli interventi dei Senatori ai lavori della Plenaria

82

8/11 AISE

Speciale CGIE Ripristinare la cabina di regia: la Mangione presenta in Plenaria il Documento della Commissione “Stato-Regioni- Province Autonome-CGIE”

84

8/11 AISE

Speciale CGIE Domani il voto sulla Commissione tutela sanitaria:Nestico presenta la relazione del gruppo Sanità

85

8/11 AISE

Speciale CGIE Il nuovo Bando per la Formazione nei Paesi Extra UE nella relazione di Santellocco (V Commissione)

87

8/11 AISE

Speciale CGIE L’Ambasciatore Benedetti alla Plenaria: la Riforma della Legge 153 maturata grazie al lavoro congiunto di CGIE e Direzione Generale per gli Italiani all’Estero

89

8/11 AISE

Speciale CGIE La Francesca e Benedetti alla Plenaria: le nostre Direzioni sempre più in sinergia per la promozione di lingua e cultura

91

8/11 AISE Dall’Associazione Pugliese di La Plata Il seminario laboratorio “Sviluppo locale sul territorio I”

93

8/11 AISE

Speciale CGIE La Plenaria chiede al Ministero e al Parlamento più sinergie strategiche per la diffusione della cultura italiana all’estero/La relazione del Presidente della IV Commissione Tassello

94

8/11 AISE La Camera dimezza i Deputati eletti all’estero che saranno 6 mentre 12 diventerebbero i Senatori

96

9/11 News Italia Press

Assemblea Plenaria del CGIE – Roma 6-9 Novembre 2007-11-30 Dalla Formazione all’Assistenza, il quadro delle Commissioni

97

9/11 News Italia Press

XVI Convention Mondiale delle CCIE – Livorno 10-16 novembre 2007 – Cannizzo: “La Rete principale per promuovere l’Italia all’estero dovrebbe essere quella camerale

101

9/11 News Italia Press

Assemblea Plenaria del CGIE – Roma 6-9 Novembre 2007-11-30 Forse Santellocco nel Comitato Tecnico di Valutazione dei progetti Formazione del Ministero del Lavoro

103

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Novembre 2007

5

9/11 AISE

Speciale CGIE Approvato all’unanimità l’odg sulla cessazione della retrocessione INPS di parte delle trattenute ai lavoratori frontalieri (I parte)

105

9/11 AISE

Speciale CGIE Approvato all’unanimità l’odg sulla cessazione della retrocessione INPS di parte delle trattenute ai lavoratori frontalieri (II Parte)

106

9/11 News Italia Press

Assemblea Plenaria del CGIE – Roma 6-9 Novembre 2007-11-30 Rete Consolare, finalmente i dati. La proposta del Consigliere Montanari

107

9/11 AISE

Speciale CGIE Approvare quanto prima le modifiche alla Legge 383/2000 proposte da Narducci: La Plenaria approva l’odg presentato da Tommasi

109

9/11 AISE

Speciale CGIE Approvato in Plenaria un odg per la semplificazione delle norme sulla tassazione dei passaporti

110

9/11 AISE

Speciale CGIE Approvato in Plenaria un odg sul ricordo della tragedia del traforo del Loetschberg

111

9/11 AISE

Speciale CGIE Approvato all’unanimità l’odg sulla disdetta del contratto nazionale degli edili in Svizzera

112

9/11 AISE

Speciale CGIE Legge sull’editoria italiana all’Estero e Rai International : Siddi presenta in Plenaria la relazione della I Commissione Informazione e Comunicazione

113

9/11 AISE

Speciale CGIE Il 18 % degli Italiani all’Estero sono anziani:la loro condizione nella Relazione della Presidente Arona (II Commissione Sicurezza e Tutela Sociale)

115

9/11 AISE La Consulta per l’emigrazione della Calabria a muso duro strappa alla regione una qualificata piattaforma rivendicativa

120

9/11 Inform Soddisfazione fra i giovani italo sudafricani per l’incontro con Danieli

121

9/11 News Italia Press

Assemblea Plenaria del CGIE – Roma 6-9 Novembre 2007-11-30 Pier Garcia, i giovani e il CGIE. Quale futuro? 123

9/11 News Italia Press

Assemblea Plenaria del CGIE – Roma 6-9 Novembre 2007-11-30 CGIE: scoppia il caso Canada 125

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6

9/11 L’italiano Attacco agli italiani all’estero 128

9/11 L’Italiano

Oggi in aula nella discussione alla riforma costituzionale vi è stato un tentativo di eliminare i rappresentanti eletti all’estero: fortunatamente è stato respinto - Il commento di Tremaglia

129

9/11 Inform Regione Calabria : Consulta regionale dell’emigrazione. Il documento finale 130

9/11 News Italia Press

Assemblea Plenaria del CGIE – Roma 6-9 Novembre 2007-11-30 Assemblea Plenaria: l’Italia non s’è desta 132

11/11 Piemontesi nel Mondo

Piemontesi nel Mondo - Notiziario Informativo novembre 2007 135

12/11 News Italia Press

XVI Convention delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) – Livorno 12-14 /Novembre 2007 CCIE: “siamo entrati in un circuito vizioso”

136

12/11 News Italia Press

Politici di origine italiana all’estero, Danieli: una “rete di Italicità” 141

12/11 News Italia Press

XVI Convention delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) – Livorno 12-14 /Novembre 2007 Crescere in qualità per impegnare le Istituzioni sul sistema CCIE

142

12/11 AISE Il Vice Ministro Danieli alla Convention delle CCIE: aumentare in Finanziaria i Finanziamenti statali per la promozione all’estero

144

12/11 AISE Il Comites del Cile esamina 11 progetti di formazione professionale: solo 3 quelli approvati 145

12/11 News Italia Press

XVI Convention delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) – Livorno 12-14 /Novembre 2007 Le Istituzioni e il ruolo di Assocamerestero

146

12/11 News Italia Press

Riccardo Merlo nuovo coordinatore per l’America Latina 150

12/11 AISE Il testo integrale dell’intervento del Consigliere Montanari alla Plenaria del CGIE 151

12/11 AISE “I Pugliesi nel Mondo: protagonisti e testimoni”: dalla regione Puglia un concorso per le scuole sulla storia dell’emigrazione regionale

153

12/11 News Italia Press

Convegno parlamentari eletti all’estero a Treviso 155

13/11 L’Italiano Sardegna: Trasparenza on-line - Su internet pubblicati tutti gli interventi finanziari stanziati dalla regione 156

13/11 AISE Riunito a Treviso il primo Consiglio direttivo dell’UNAIE guidato dal neo Presidente On. Narducci

157

13/11 News Italia Press

III Conferenza Internazionale “Piemontesi nel Mondo” ad Alessandria il 16-17 novembre 158

13/11 News Italia Press

Mezzo secolo dei trentini nel Mondo 159

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7

13/11 News Italia Press

XVI Convention delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) – Livorno 12-14 /Novembre 2007 Convention CCIE 2008: appuntamento a Rimini

162

14/11 ItalPlanet News

Nasce l’Associazione Imprenditori Italo-Lussemburghesi 163

14/11 Italia Estera

“Monongah 1907.Una tragedia dimenticata”. In occasione del centenario verrà presentato il volume al Ministero degli Esteri

164

14/11 AISE Dal Coordinatore Nazionale del CTIM di Biagio alcune regole per “l’Italianità” 165

14/11 Inform “Passato , Presente e Futuro”: si è svolta a Houston la terza conferenza dei Ricercatori Italiani nel Mondo 168

14/11 ItalPlanet News

A Houston, confronto tra ricercatori italiani 169

14/11 Ministero

Affari Esteri

Ministero Affari Esteri : Italiani nel Mondo Newsletter di Novembre a cura dell’ Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli Italiani all’estero

170

15/11 Italia Estera

Farnesina: Quarta Conferenza dei Direttori degli Istituti di Cultura 171

15/11 Inform Il “decalogo”di Di Biagio (CTIM) per funzionari italiani all’estero 174

15/11 Inform Franco Santellocco (CGIE): Le nuove prospettive per gli Italiani all’Estero tra formazione professionale e internazionalizzazione

177

15/11 AISE Narducci insoddisfatto della risposta del governo all’interrogazione sui corsi di Lingua italiana all’ estero 179

15/11 News Italia Press

La presentazione del libro “Monongah: dal fatto al simbolo” 181

15/11 News Italia Press

XVI Convention delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) – Livorno 12-14 /Novembre 2007 Le CCIE nel cuore della globalizzazione immateriale

183

15/11 AISE Al Professor Joseph Tropea il “Premio Monongah 2007” istituito dalla Fondazione Italia nelle americhe e da “Gente d’Italia”

187

16/11 AISE III Conferenza Piemontesi nel Mondo/ Gli interventi della Presidente Bresso e del Consultore Michele Colombino 189

16/11 Tribuna Italiana

Intervista al Sen. Claudio Micheloni: “Il mondo politico italiano non conosce la realtà degli Italiani nel Mondo” 191

16/11 AISE La rete diplomatica sempre più vicina a Roma: la Farnesina attiva il servizio VOIP (Voice Over Internet Protocol)

196

16/11 News Italia Press

I “Nuovi Mobili” – Relazione introduttiva al gruppo di lavoro, “Giovani e Mobilità”, di Maddalena Tirabassi, Direttrice scientifica del centro Altreitalie

197

16/11 AISE Il “Progetto Mediterraneo” viene arricchito da un percorso musicale – da Franco Santellocco

199

18/11 Assocamerestero

Comunicato Stampa Assocamerestero Commercio estero: Assocamerestero, il saldo del Made in Italy cresce fino a 12 miliardi (+40%) e determina l’attivo della nostra bilancia commerciale in Europa

201

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Novembre 2007

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18/11 Italia Lavoro

Italiani all’estero: Buenos Aires, al via il programma di tirocini formazione-lavoro

203

19/11 AISE

Un gruppo di lavoro congiunto tra Italia e Romania: alla Farnesina il Vice Ministro Danieli incontra il Sottosegretario romeno Gheorghiu

204

19/11 AISE Il 3 e 4 dicembre alla Farnesina la riunione del Comitato di Presidenza del CGIE

206

19/11 AISE Dalla memoria alla Formazione dei giovani:conclusa ad Alessandria la III Conferenza dei Piemontesi nel Mondo/Il testo della mozione approvata dai delegati

207

19/11 AISE Assegnata alla Commissione Affari Sociali la Proposta di Legge dell’On. Narducci sull’estenzione della 383/2000 alle Associazioni all’Estero

209

19/11 News Italia Press

Prima riunione di giovani italo-venezuelani a Maracaibo 210

19/11 News Italia Press

Imprenditori italiani ed investitori della Silicon Valley riuniti dall’Ambasciata americana in Italia 212

19/11 AISE L’INAS CISL sarà presto al servizio degli Italiani in Spagna: a Barcellona il primo ufficio del Patronato nel Paese

213

19/11 Sam

Benedetto Oggi

Marchegiani in Sud America:tirare le somme e pensare al futuro 214

20/11 News Italia Press

Tucci:formazione, ampliamento della rete degli uffici, cooperazione internazionale e nuove proposte politiche, al centro della visita della Vice Presidenza ITAL-UIL in America Latina

215

20/1 Inform ITES Argentina: dopo il lancio a La Matanza il programma di tirocini formazione-lavoro si estenderà nel Conurbano Sur

217

20/1 News Italia Press

La Sicilia in Argentina per valorizzare le comunità siciliane residenti all’estero nel processo dell’internazionalizzazione

218

20/1 AISE “Memorie Migranti”: dal Museo regionale dell’emigrazione “Pietro Conti”di Gualdo Tadino un concorso video sull’emigrazione italiana

220

20/1 AISE Eletti a Berlino i due Rappresentanti degli Abbruzzesi in Germania che siederanno nel CRAM 222

20/1 AISE Gli Italiani all’estero e l’Internazionalizzazione: alla FIT di Buenos Aires una Conferenza promossa dall’IRFS 224

20/1 Inform Marisa Bafile tra gli abruzzesi di Mar del Plata 225

21/11 News Italia Press

Un seminario per spiegare i programmi dell’Unione europea in favore delle PMI 226

21/11 Inform Visita a Mar del Plata dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi

227

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21/11 Tribuna Italiana

Finanziaria:inizia l’esame delle risorse destinate alla Farnesina 229

21/11 Inform Su tribuna Italiana del 21 novembre l’editoriale del Direttore Marco Basti – La battaglia per i giovani 232

21/11 AISE On-line due portali internet sulla cultura e l’insegnamento della lingua italiana 234

22/11 AISE Interventi/ Finanziaria 2008: risanamento sostenibilità e sviluppo per l’Italia e per gli Italiani nel Mondo 235

22/11 AISE La Regione Molise all’EXPO ITALIA di Bruxelles: gli investimenti al femminile

237

23/11 L’Italiano Riunione intercomites USA 238

23/11 AISE Sardegna - Approvato il Piano Triennale per gli emigrati sardi: finalità e destinatari dei Fondi stanziati 239

23/11 AISE A Roma la commemorazione delle vittime di Monongah promossa dai Calabresi nel Mondo 241

23/11 Inform Migrazioni: Questioni etiche – Convegno promosso da Fondazione Scalabriniani, Simi e CSER 242

23/11 Inform Lunedì 26 novembre il Prof Joseph L. Tropea riceverà alla Farnesina il Premio Monongah 2007 – “Anche due italiani sopravissero a Monongah”

244

26/11 News Italia Press

“Ancetres Italiens” racconta i mestieri “Italiani” con i quali gli emigrati hanno “contaminato” l’Europa 247

26/11 News Italia Press

Prometeo Network alla Terza Conferenza dei Ricercatori Italiani 250

26/11 Inform Ministero degli Esteri: Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli Italiani all’Estero 252

26/11 News Italia Press

Analizzati i programmi svolti dalla Regione Lazio indirizzati ai corregionali all’estero nel 2007 254

26/11 AISE Monongah 1907/ Joseph Tropea: sono 4 gli italiani che sopravvissero alla tragedia mineraria 256

26/11 Inform Regione Sardegna: Approvati il Programma annuale e il Piano triennale per l’emigrazione 257

26/11 News Italia Press

Oggi in Farnesina “Monongah, Marcinelle americana” 258

26/11 News Italia Press

“Valigia d’oro award” a 15 coppie di italiani emigrati 260

26/11 Inform A cento anni dal diastro minerario di Monongah un libro ci porta fra la sofferenza dimenticata dei nostri emigrati 261

27/11 L’Italiano Presentato alla Farnesina il libro Monongah 1907. Una tragedia dimenticata” 264

27/11 AISE La selezione dei progetti del Bando per la Formazione degli Italiani all’Estero nei Paesi Extra UE: un appuntamento decisivo – di Franco Santellocco

265

27/11 Inform CGIE - Prime riunioni delle Commissioni Giovani 267

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27/11 Inform

Franco Santellocco (CGIE): “Un appuntamento decisivo la selezione dei progetti del Bando per la Formazione degli Italiani all’Estero nei Paesi non appartenenti all’Unione Europea”

268

27/11 AISE Interventi/Finanziaria 2008: risanamento sostenibilità e sviluppo per gli italiani nel mondo 270

27/11 GRT

La selezioni dei progetti dl Bando per la Formazione degli italiani all’estero nei Paesi non appartenenti alla Unione Europea:un appuntamento decisivo

272

27/11 Corriere.com Danieli: a scuola la storia dell’emigrazione italiana 274

27/11 America Oggi Tra passto e futuro. L'Italian American Museum premia gli "Ambasciatori d'italianità"

275

27/11 News Italia Press

Franco Santellocco: CGIE e competenze nella Commissione di valutazione dei Progetti sul Bando della Formazione

277

28/11 AISE Iniziata la fase finale del programma dell’ ”Osservatorio sulla Formazione e sul Lavoro degli Italiani all’Estero del MAE

279

28/11 Inform Un Forum per gli Italiani in Germania 281

28/11 News Italia Press

Un documentario ricostruisce l’incidente numerario di Monongah 283

28/11 America Oggi

Imprenditoria. Settimo Guttilla, una success story. E' il maggior distributore di prodotti alimentari italiani negli Usa

284

28/11 Il quotidiano.it

Conferenza dei Marchigiani per il Sud America: l’identità e le nuove proposte 286

28/11 News Italia Press

II Forum delle Camere di Commercio miste ed estere in Italia Investimenti diretti esteri:l’Italia raddoppia la propria attrattività

288

28/11 News Italia Press

ICE di Instanbul promuove le biotecnologie e le nanotecnologie italiane in Turchia 291

29/11 AISE Governo italiano e provincia di Buenos Aires insieme per la formazione e l’occupazione degli italo-argentini 293

29/11 AISE Il Premio UIM 2007 alla Toscana:la Regione più attenta ai giovani corregionali all’estero 294

29/11 Pronto Italia ADNKRONOS

Italiani nel Mondo:Danieli a Elio Carrozza. Grazie al CGIE per l’impegno sui giovani 295

29/11 Inform AUDSBEF:Al MAE il centralino più efficiente 296

30/11 GRTV Montecitorio: L’On.Franco Narducci ha presentato otto emendamenti alla Finanziaria 297

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Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov01.pdf

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Il Vice Ministro Franco Danieli a colloquio per oltre due ore con gli italiani di Johannesburg

Johannesburg - “E’ stato un incontro molto interessante e molto utile. Uno scambio di informazioni e di valutazioni con una collettività che sta dimostrando maturità e capacità di rinnovamento, per questo è motivatamente riconosciuta come una delle comunità più attive e protagoniste del processo di crescita economica e civile del Sud Africa di oggi”. Così il Vice Ministro agli Affari Esteri, Senatore Franco Danieli ha commentato l’incontro, dello scorso 2 novembre, che si è protratto per due ore con gli italiani di Johannesburg e al quale hanno partecipato, oltre all’Ambasciatore Alessandro Cevese ed ai Consoli Enrico De Agostini, Ugo Ciarlatani ed Emanuela Curmis, esponenti dei Comites e del Cgie, rappresentanti di associazioni regionali, dei patronati Acli e Ital Uil, dei giovani e delle donne, i presidenti del Circolo Italiano, della Dante Alighieri e della HIP ( Hellenic, Italian, Portoguese Alliance ) e singoli cittadini.

Nelle due ore di interventi, domande e risposte sono stati illustrati al Vice Ministro i progressi nei diversi campi della collettività italiana residente in Sud Africa e i vari punti di criticità rispetto ai quali è necessario intervenire. Da parte sua il Vice Ministro Danieli ha illustrato gli interventi finanziari e istituzionali che hanno caratterizzato l’iniziativa del governo, le scelte presenti e future, compresi gli importanti interventi di sostegno e di riforma previsti nella finanziaria attualmente in discussione a sostegno dei nostri connazionali residenti all’estero. “Abbiamo riportato a livelli sostenibili i capitoli dell’assistenza diretta ai connazionali in difficoltà, capitolo che negli ultimi cinque anni era stato drasticamente tagliato di quasi un terzo” ha affermato Danieli, che ha anche presentato gli interventi per la copertura assicurativa sanitaria, quelli per il sostegno e il rilancio della rete consolare che già da oggi, e sempre più nel prossimo futuro, potrà avvalersi delle nuove strutture e metodologie informatiche per dare ai connazionali un servizio più rapido e qualificato. Il Vice Ministro ha anche assicurato ai rappresentanti di Casa Serena il contributo necessario affinchè la meritoria attività di questa associazione assistenziale possa continuare e crescere.

Rispetto alle domande su Cgie e Comites il Vice Ministro ha affermato che “è stata avviata una ricognizione delle proposte e dei pareri per arrivare quanto prima non a piccoli aggiustamenti strutturali ma ad una profonda riforma dell’intero sistema della rappresentanza dell’emigrazione all’estero, come affermato dallo stesso Cgie, per ringiovanirla e modernizzarla rendendola sempre più adeguata a rispondere alle domande reali delle nostre collettività”.

Il Vice Ministro Danieli si è poi soffermato sulle ottime relazioni istituzionali ed economico-commerciali tra Italia e Sud Africa, “relazioni al cui impulso le nostre collettività e le diverse espressioni del mondo economico e produttivo hanno dato un contributo importante”.

“Nel mondo complicato di oggi, attraversato da conflitti di natura etnica e religiosa, l’esempio del Sud Africa e il contributo che da questa esperienza può venire è centrale. Per questo l’Italia, oltre

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al rafforzamento delle relazioni, è interessata a che cresca sempre più un polo di cooperazione economica e politica anche in Africa, analogamente all’Unione Europea, che sostenga i comuni principi di equilibrata distribuzione delle risorse, di rispetto dell’ambiente, dei diritti umani e di crescita del dialogo per superare conflitti e guerre attraverso i principi del multilateralismo”.

Non poteva certamente mancare nella discussione il tema della sicurezza che ha avuto una parte centrale nel confronto. “In tutti gli incontri questo tema è stato e sarà affrontato con priorità. Noi apprezziamo gli sforzi che le autorità sudafricane stanno facendo rispetto ad un tema che rappresenta un enorme peso sulla crescita civile ed economica del paese, e, come abbiamo fatto con altri Paesi, siamo pronti a rafforzare la cooperazione anche su questo tema, mettendo a disposizione le nostre tecniche di prevenzione e di repressione del crimine così come i nostri interventi legislativi in merito”.

Il Vice Ministro Danieli ha poi incontrato i rappresentanti dei giovani italo-sudafricani, e a seguire gli italiani di Cape Town e con il Vice Ministro degli Esteri Sue Van der Merwe.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=1964&titolo=Il%20Vice%20Ministro%20Franco%20Danieli%20a%20colloquio%20per%20oltre%20due%20ore%20con%20gli%20italiani%20di%20Johannesburg

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Politica. Intervista al viceministro degli Esteri, Franco Danieli

Italiani nel mondo, una rete di relazioni

«L'Italia può avere un ruolo sullo scenario internazionale se rimane in rapporto con i suoi concittadini all'estero e con coloro che guardano con interesse al nostro Paese».

di Luciano Segafreddo

Roma Segafreddo. Durante la sua recente visita in Germania, il Ministro per l’integrazione del Nordreno Vestfalia, Armin Laschet, pur riconoscendo che i fatti di Duisburg hanno influito negativamente sull’immagine degli italiani nell’opinione pubblica tedesca, ha affermato che «gli italiani sono una ricchezza per il suo Land. Lavorano, creano posti di lavoro e sono i benvenuti». È un discorso di circostanza o, nonostante quello che è avvenuto a Duisburg, risponde a verità? Danieli. Personalmente non ho dubbi sulle dichiarazioni rilasciate dal Ministro e dal sindaco di Duisburg in occasione degli incontri avuti con la stampa e con la comunità italiana. Corrispondono sia a quanto mi hanno personalmente espresso che alle testimonianze dei nostri rappresentanti consolari. Posso solo aggiungere che il Ministro Laschet è stato anche contestato, all’interno della sua formazione politica, per le sue convinzioni. Egli lavora realmente per l’integrazione dei nostri connazionali a Duisburg e nel suo Land con una prassi positiva. Purtroppo alcuni media hanno banalizzato, facendo di ogni erba un fascio, partendo dalla strage di Duisburg. Su questo, io ho espresso la mia netta contrarietà ricordando il danno morale provocato dalla copertina del settimanale Der Spiegel, una trentina d’anni fa, quando su un

Il viceministro degli Esteri, Franco Danieli.

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piatto di spaghetti era stata appoggiata una pistola. Gli italiani in Germania sono oltre 600 mila, lavorano in maniera onesta, e i fatti di Duisburg non possono denigrare l’impegno di centinaia di migliaia di persone. Lo stesso ministro, su questo, è stato molto categorico. Tra l’altro ha affermato: «qualche giorno fa abbiamo arrestato terroristi islamici che si preparavano a compiere attentati molto gravi, e abbiamo scoperto con dolore che vi erano due cittadini tedeschi addestrati in Pakistan». A dimostrazione di una delimitazione di quanto accaduto a Duisburg, dovuto a un’organizzazione criminale – come la ‘ndrangheta – con connotati di natura arcaico-tribale che deve essere combattuta dal governo italiano e dalla reazione della società civile allo scopo di un recupero sociale e morale dei criminali. Dopo le elezioni dei deputati e dei senatori che rappresentano gli italiani all’estero, non le sembra che sia in gioco il ruolo del Cgie? Sono possibili delle convergenze tra i loro ruoli a favore di un maggiore sviluppo del «Sistema Italia» nel mondo? Il Cgie è sempre stato considerato il parlamentino e la massima espressione della rappresentanza delle comunità italiane all’estero. Ma oggi, con la presenza di 18 parlamentari eletti dalle comunità italiane all’estero, del Cgie e dei Comites, il sistema complessivo della rappresentanza va ripensato. Un’opinione, questa, che già da qualche anno si è fatta strada all’interno delle nostre comunità all’estero, del Cgie e dei Comites. Bisogna tener conto che l’emigrazione di massa italiana è cessata da alcuni decenni, anche se il flusso migratorio permane in forma minore. All’estero siamo arrivati ormai alle terze e quarte generazioni integrate nei Paesi d’accoglienza, e dobbiamo pensare a un nuovo sistema di rappresentanza che tenga conto del fatto che oggi abbiamo una mobilità intellettuale e culturale, per le ragioni più varie, che porta fuori dall’Italia 20-30 mila persone ogni anno. L’obiettivo è quello di lavorare nelle Commissioni cercando un coordinamento tra le diverse proposte presentate dai parlamentari, in modo particolare da quelli eletti all’estero, affinché maturi un accordo tra tutti i soggetti interessati, armonico e soprattutto più adeguato ai tempi. La salvaguardia dell’italianità a favore dei nostri oriundi e degli italofili residenti nel mondo è legata alla promozione della cultura e della lingua italiana. Quali sono le prospettive offerte dal progetto di riforma dalla legge 153/71 sulla diffusione della lingua e della cultura italiana? La Legge 153 del 1971 si occupava dell’insegnamento della lingua italiana agli emigranti e ai loro figli. Era un provvedimento tipicamente adottato per le esigenze dei flussi migratori nazionali. Il problema della revisione di questa legge è stato affrontato dal Ministero degli Esteri qualche tempo fa con un seminario che ha coinvolto tutti i diversi operatori. Io stesso ho partecipato, a Stoccarda, per due volte, a convegni nel corso dei quali si è riflettuto sui fenomeni del disagio scolastico dei figli dei connazionali in alcuni Länder della Germania, destinati alla frequenza presso la scuola differenziale. Una lezione, non ancora recepita dal sistema scolastico tedesco, ma che dovrebbe essere conosciuta e resa nota, è quella offerta da don Lorenzo Milani con la «Scuola di Barbiana». In alcuni Länder tedeschi si decide già in quarta elementare il destino di un bambino: se è idoneo a frequentare il liceo oppure se dovrà accontentarsi di fare, nella vita, l’imbianchino o l’idraulico. Nei convegni, abbiamo messo insieme tutti gli elementi di analisi, e oggi siamo pronti a riformare la legge 153, tenendo conto di tanti elementi. Il tempo passa, e la necessità di dare una prospettiva all’insegnamento della lingua italiana non è più una domanda posta dai nostri oriundi, ma un’istanza espressa da tanta gente nel mondo. La riforma della legge 153 non deve riguardare solo l’insegnamento della lingua e della cultura italiana, ma deve essere una «messa a punto» del sistema delle istituzioni scolastiche italiane all’estero sia come sistema pubblico che privato. Diversi milioni di discendenti di italiani sono socialmente e culturalmente integrati nei Paesi d’accoglienza. Altri, soprattutto in America Latina, desiderano riacquistare la cittadinanza italiana mettendo in crisi le strutture consolari. Anche se per la massa dei richiedenti si dovrà modificare la normativa vigente – che permette di fare richiesta a chi dimostra di avere un antenato italiano dal 1862 in poi – come può rispondere, oggi, l’Italia a queste attese? Noi abbiamo un sistema di concessione della cittadinanza italiana piuttosto vecchio, in vigore dall’inizio del secolo passato. Oggi ci sono situazioni di richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis con una ricostruzione che ci riporta a italiani nati nel 1780,

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e che avevano 81 anni nel 1860. La richiesta è molto forte: in Brasile ci sono circa 500 mila domande; in Argentina altre 500 mila; ben 20 mila in Uruguay. Più di un milione di richieste solo in questi tre Paesi di fronte al totale mondiale di domande che non supera il milione e sessantamila. E questo grava sulle strutture consolari. La modifica della legge sulla cittadinanza, che mi auguro possa essere approvata entro la prossima primavera, prevede il riacquisto della cittadinanza italiana per le donne che l’avevano persa prima del 1948, con la possibilità di trasmettere questa cittadinanza riacquistata ai loro figli. Prevediamo inoltre la possibilità di riacquisto della nostra cittadinanza da parte di tanti italiani che l’avevano perduta, costretti dalle leggi nazionali vigenti all’epoca. Questo comporterà un ulteriore aumento delle richieste, e sarà uno dei prossimi compiti del nostro Parlamento riflettere e dare una risposta all’intero meccanismo della legge sulla cittadinanza, potenziando le strutture consolari. Rimane, però, evidente che lo Stato italiano non potrà riconoscere la cittadinanza a 70-80 milioni di cittadini d’origine italiana sparsi nei vari continenti: avere cioè un’Italia di 100-110 milioni di persone di cui metà residenti all’estero. Una riflessione più generale sul tema della cittadinanza va fatta. Nei prossimi mesi, a partire dalla Legge finanziaria, si dovrà dare una svolta anche al sistema della rete consolare, sia quella statale che quella onoraria, da anni in sofferenza per quanto riguarda le risorse e il personale. Mentre in Italia i ministeri nelle strutture centrali dello Stato, nel corso degli anni hanno delegato sempre più competenze alle Regioni, sulla rete consolare è venuta a gravare una mole di nuove competenze: dal voto politico alla raccolta di firme per il referendum, dalla domanda delle cittadinanze all’aumento dei permessi, dei visti d’ingresso e delle relazioni commerciali. Il tutto in una rete che è rimasta, strutturalmente, quella di alcuni decenni fa. Rivolgendo l’attenzione agli anziani italiani residenti all’estero, se la concessione a pioggia dell’assegno di solidarietà appare irrealizzabile, quale prospettiva ritiene più realistica per aiutare tanti di loro che sono in vero stato di bisogno? Di assegno di solidarietà si parla da molto tempo. Mi ricordo che quando, dal 1999 al 2001, ero sottosegretario agli Esteri mi occupavo anche allora di italiani nel mondo. Alle riunioni del Cgie, l’onorevole Tremaglia e i suoi amici mettevano sul tavolino dei volantini con la scritta: «Sottosegretario Danieli, riconosci l’assegno di solidarietà». Nei miei due anni al governo non fui in grado di riconoscere quest’assegno, che neanche il ministro Tremaglia nei suoi cinque anni di permanenza al governo è riuscito ad approvare. Come giustamente lei osserva, c’è il problema della copertura economica con il quale dobbiamo fare i conti. Abbiamo calcolato che l’assegno di solidarietà da distribuire agli anziani residenti all’estero richiederebbe ogni anno dagli 80 ai 100 milioni di euro: una cifra di notevole portata. Stiamo lavorando, e cercherò di farlo con questa Legge finanziaria, introducendo questo assegno a una platea forse un po’ più limitata, ma ciò darebbe un segno. Voglio ricordare che, dopo l’esperienza di sottosegretario agli Esteri, lasciai il capitolo dell’assistenza diretta a 23 milioni di euro. Oggi, ritornato come vice-ministro, l’ho trovato a 13 milioni di euro. Nella Legge finanziaria dello scorso anno, l’abbiamo portato a 20 milioni di euro, utilizzando quei soldi innanzitutto per aumentare il contributo economico che i consoli danno ai nostri connazionali indigenti: era fermo da anni, e l’abbiamo portato a 1.500 euro annui. Per qualche Paese latinoamericano questo contributo è già una piccola pensione. Ma abbiamo utilizzato questo aumento di bilancio anche per stipulare polizze sanitarie per garantire ai cittadini italiani indigenti una copertura sanitaria, assicurativa e medica degna di questo nome. In un sistema sanitario, di fatto privatizzato, o uno ha i soldi per pagarsi una buona assicurazione oppure rischia di finire in strutture sanitarie che non garantiscono assolutamente una soluzione ai suoi problemi fisici. Il futuro dell’italianità nel mondo richiede il coinvolgimento delle nuove generazioni. Da parte del governo italiano c’è interesse a garantire un rapporto formativo e continuativo con tanti nostri oriundi integrati nei Paesi di residenza, ma desiderosi di rinsaldare le radici della propria identità? L’interesse delle nuove generazioni integrate nei Paesi di residenza è molto forte. Ma è utile soffermarsi e fare dei confronti anche tra il fenomeno dell’emigrazione e l’immigrazione che vi è in Italia. Quando vado negli asili e nelle scuole elementari frequentate dai miei figli e vedo che ci sono tanti bambini dalla carnagione e dai tratti somatici diversi – e che parlano il dialetto romano o bolognese – penso che la loro frequenza alle nostre scuole e agli altri ambienti

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sociali, li rende cittadini del nostro Paese, fermo restando che dovrà essere garantito il rapporto con la terra d’origine dei loro genitori o dei loro nonni. Questo vale per i futuri cittadini italiani in Italia, ma vale anche per i cittadini d’origine italiana residenti in tanti Paesi nel mondo. C’è un forte interesse, da parte nostra, a mantenere queste relazioni. Noi non possiamo immaginare che le giovani generazioni italiane o di origine italiana, adottino lo stesso sistema di rappresentanza dei loro nonni. In qualche associazione esse si integrano e si trovano bene, ma c’è bisogno di trovare nuove forme di associazionismo specifico, riflettendo con loro sulle modalità e sugli strumenti che devono adottare per rimanere in rete con la realtà italiana. L’insieme dei problemi e delle istanze delle nuove generazioni hanno motivato l’organizzazione a Roma, nel 2008, della Conferenza dei giovani italiani nel mondo. C’è la volontà politica di affrontare anche la sfida della comunicazione con l’«altra Italia», con sostegni adeguati alla stampa e agli altri strumenti di comunicazione multimediale? Anche questo è un tema in attesa di modifica. La stampa italiana all’estero è essenzialmente strutturata come stampa identitaria, di minore quantità e con circolazione limitata, ma valida fonte di comunicazione e d’informazione. Pur nei suoi limiti, essa va sostenuta attraverso le contribuzioni annuali da parte del Ministero degli Esteri. C’è, poi, la stampa più strutturata con dimensioni più ampie che ha altre fonti di finanziamento attraverso convenzioni con la presidenza del Consiglio dei ministri e le provvidenze dell’editoria. Mi riferisco ai quotidiani per gli italiani nel mondo – pochi per la verità –, e al sistema un po’ più vasto dei mensili e dei settimanali. L’obiettivo dovrebbe essere quello di rafforzare queste strutture anche a partire dalla funzione societaria. Allargare cioè le spalle delle società che fanno queste iniziative, creare dei network di strumenti informativi per gli italiani all’estero in modo da poter lavorare su una più facile raccolta di mezzi e di risorse finanziarie con la pubblicità. C’è bisogno anche qui di aggiornare la legge perché fino ad oggi i nuovi strumenti di comunicazione multimediale sono esclusi dal sostegno economico da parte dello Stato. Questo vuoto non ha più senso dal momento in cui il New York Times annuncia che entro cinque anni avverrà l’eliminazione del formato cartaceo, e la redazione e la diffusione del quotidiano sarà solo on-line. Un’affermazione che stimola una forte azione di rinnovamento e di razionalizzazione del sistema. Vede con speranza il futuro dell’«altra Italia»? Sono fiducioso perché c’è una grande richiesta d’italicità, come dice Piero Bassetti. Una richiesta che proviene dagli italiani residenti all’estero, dai loro discendenti e da decine di milioni di cittadini nel mondo che guardano all’Italia con grande interesse. C’è, però, bisogno, periodicamente e anche tempestivamente, di un aggiornamento e di una revisione del complesso degli strumenti e dei progetti per rispondere in maniera più efficace a questa «voglia d’italianità»: una voglia bi-univoca per rinsaldare e promuovere nuovi rapporti. Fonte : http://www.messaggerosantantonio.it/messaggero_emi/pagina_articolo.asp?R=Primo%20piano&ID=770

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Conclusa con successo la missione USA dei Ragusani nel Mondo Si è chiusa negli States la nuova missione culturale dell’Associazione Ragusani nel Mondo, che si è avvalsa del patrocinio dell’Assessorato Regionale all’Emigrazione.

Lungo l’asse Philadelphia, Atlantic City e Brooklyn, la delegazione iblea ha proposto due spettacoli della commedia “Le Bugie hanno le Gambe Corte", messa in scena dalla Compagnia del Teatro di Chiaramonte Gulfi, e partecipato ad Atlantic City al meeting costitutivo della Confederazione siciliana del nord America (CSNA). La compagnia è stata inoltre ospite d’onore all’88° Gala della Società dei Cittadini di Pozzallo di Brooklyn.

Gli spettacoli teatrali, rappresentati a Brooklyn e a Philadelphia, sono stati seguiti da un folto pubblico di siciliani, nonché dalle varie comunità iblee che hanno avuto modo di apprezzare la nuova proposta artistica degli Amici del teatro, alla loro sesta esperienza in terra americana.

A Philadelphia lo spettacolo è stato organizzato e promosso dalla locale Associazione Siciliana, guidata da Giuseppe Rollo,con il patrocinio della Finitalia, del Consolato Italiano e dell’Associazione dei Calabresi, mentre a Brooklyn l’allestimento è stato curato dalla comunità pozzallese, con la collaborazione di Angelo Siciliano, già Consultore Regionale per l’emigrazione e fondatore dell’ASU (Associazione Siciliani Uniti), che raggruppa svariate associazioni di corregionali siciliani dello Stato di New York. I rappresentanti degli organismi ospitanti hanno avuto parole di elogio e di apprezzamento nei confronti dell’Associazione Ragusani nel Mondo per la nuova iniziativa culturale, che rafforza i legami già da tempo esistenti e pone le premesse per un intensificarsi in futuro delle relazioni con le comunità siciliane trapiantate negli States.

Unica fra le associazioni siciliane accreditate presso la Regione nel settore dell’emigrazione, la delegazione iblea ha partecipato anche al meeting che ha sancito la nascita della CSNA, "prestigioso organismo istituito con il compito di coordinare le attività svolte dalle varie associazioni del Nord America, dal Messico al Canada" afferma Sebastiano D'Angelo, Direttore dall'Associazione Ragusani. La Confederazione, nata all’insegna dello slogan “Per unire i siciliani d’America” , ha lo scopo di creare una vera e propria “rete” tra le eccellenze, garantire una rappresentanza autorevole ai siciliani che vivono fuori dai confini nazionali, favorire e promuovere l’interazione fra i siciliani variamente attivi nel territorio del Nord America , passando da “ una politica per i siciliani all’estero ad una politica con i siciliani all’estero” "Un compito arduo ma nel contempo esaltante, se le premesse solennemente sancite ad Atlantic City troveranno conferma in una reale volontà di aggregare le varie anime della sicilianità d’oltreoceano, troppo spesso in passato divisa fra mille bandiere e singole rivendicazioni e dimentica del prestigio e della forza che solo una azione unitaria può assicurare" affermano dall'Associazione Ragusani nel Mondo. Svariati esponenti politici regionali e nazionali presenti al battesimo della Confederazione, con in testa l’Associazione Regionale al Lavoro ed Emigrazione Rino Formica, e il Senatore Enrico La Loggia, hanno

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posto l’accento sulla necessità per i siciliani d’america di fare lobby, al fine di far crescere il loro peso e l’influenza nella società del paese di residenza.

Un Gran Gala, preceduto dal solenne ascolto degli inni nazionali, ha sancito la chiusura di un evento "che appare sicuramente rivoluzionario e pieno di premesse positive per lo sviluppo della vasta comunità siciliana del nordamerica" affrmano dall'Associazione. Presente l'attrice messinese Maria Grazia Cucinotta, madrina dell’evento. Nel corso della Festa finale sono stati dati riconoscimenti ad alcune importanti personalità siciliane del nord America nel campo del sociale, del cinema e dell’imprenditoria, fra cui l’attore Ben Gazzarra, l’industriale del latte e derivati Lino Saputo, uno dei siciliani piu’ ricchi del mondo, e Salvatore Zizza, Presidente della NIAF, "l’organizzazione degli italo americani più importante e potente degli USA" ci tengono a sottolineare dall'Associazione Ragusani.

Un messaggio di entusiasmo e di ottimismo sul futuro, fatto proprio anche dalla folta comunità dei pozzallesi di Brooklyn, che quest’anno hanno celebrato, nel corso dell’annuale Gala, una sorta di rinascita della comunità, invero un po’ sotto tono nell’ultimo decennio.

Sotto la spinta di un nuovo gruppo dirigente, guidato da Giovanni Distefano, è stata data nuova linfa e dinamismo all’attività socio-culturale e ricreativa della folta comunità pozzallese di Brooklyn (ben 2.000 persone di prima generazione ), con progetti ambiziosi che vedranno nell’immediato futuro una maggiore interazione con la provincia di origine e le altre comunità iblee del New Jersey e di New York. Il Gran Gala, organizzato all’insegna della migliore tradizione americana, ha sancito il nuovo corso della comunità pozzallese trapiantata negli Usa da ben un secolo, da sempre portatrice di una storia ricca di successi, e sempre contrassegnata dalla salvaguardia e dalla tutela dei valori e delle tradizioni culturali della città di origine. Erano presenti ben oltre 500 invitati, e svariate personalità delle locali istituzioni e del mondo politico ibleo (tra tutti il sindaco di Pozzallo Sulsenti, gli Onorevoli Incardona e Leontini, l’Associazione Monte e il Consigliere Galizia in rappresentanza della Provincia). Numerosi anche i concittadini arrivati appositamente da Pozzallo per onorare l’evento.

Attestati e riconoscimenti sono stati conferiti ai vari invitati eccellenti, nonché a Frank Susino, nominato 'Uomo Dell’Anno' e recentemente premiato al premio Ragusani nel Mondo per le attività di ricerca sulla figura del compositore Pietro Floridia.

La missione dell’Associazione avuto anche significativi risvolti politici sul piano della ricerca di una maggiore sinergia fra le varie comunità iblee trapiantate in America,"nell’ottica di consolidare e potenziare la vasta rete da tempo intessuta, premessa significativa per la creazione di proficui interscambi sociali, culturali e economici anche con la provincia di Ragusa" concludono dall'Associazione.

News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=1959&titolo=Conclusa%20con%20successo%20la%20missione%20USA%20dei%20Ragusani%20nel%20Mondo

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A Mar del Plata il Primo Congresso Internazionale di Giovani Abruzzesi rende protagonisti i giovani nel dibattito

Mar del Plata- Si sono aperti lo scorso venerdi 2 novembre i lavori del Primo Congresso Internazionale di Giovani Abruzzesi a Mar del Plata (Argentina), alla presenza degli organizzatori, Giovanni Scenna, Presidente della FEDAMO (Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Argentina), Daniela Atlante, segretaria della FEDAMO. Presenti tra gli altri: il Console d’Italia a Mar del Plata, Fausto Panebianco, il Presidente del Comites di Mar del Plata, Raffaele Vitiello e Ana Maria Michelangelo, italo-venezuelana e Vice Presidente del CRAM, e il Presidente del CRAM (Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo) Donato di Matteo, il quale si ha rivolto ai giovani presenti affermando "Da questa importante riunione dovranno uscire le proposte per far capire a noi Regione Abruzzo e alle Vostre Associazioni di appartenenza di cosa avete bisogno per continuare a sentirvi orgogliosamente anche abruzzesi. Io credo che l’elemento primario per mantenere questo legame con la terra d’origine dei vostri padri o nonni sia il parlare e scrivere bene la lingua italiana e so bene

che in tutti voi c'è questo desiderio su cui la Regione e lo Stato italiano stanno facendo molto, grazie anche al lavoro dei parlamentari eletti all'estero".

Di Matteo ha chiesto ai giovani "di cominciare a fare un approfondito censimento dei giovani di origine abruzzese residenti nei vostri paesi: cercateli con ogni mezzo e coinvolgeteli nell’attività associativa, anche indirettamente, facendo capire loro che la Regione Abruzzo è vicina. Anche noi stiamo lavorando per censire gli abruzzesi in tutto il mondo, in collaborazione con i Comuni e i Consolati, anche nei nuovi paesi di emigrazione, dove ci sono perlopiù giovani professionisti, manager, imprenditori che sono emigrati per scelta ma anche giovani ricercatori scientifici che, invece, sono emigrati per necessità. Da parte nostra vi segnaleremo tutti gli under 35-40 che scopriremo ma anche voi vi dovrete dare da fare molto in questo senso, altrimenti, prima o poi, le Associazioni di abruzzesi nel mondo sono destinate a scomparire, se non ci sarà un adeguato ricambio generazionale". Fabio Marraffini, consigliere giovanile dell’Argentina nel CRAM, ha detto: “Durante il Congresso i partecipanti dovranno contribuire alle discussioni e sviluppare un progetto da implementare al rientro con lo scopo di aumentare la partecipazione giovanile nel loro Paese, una volta rientrati i giovani dovranno lavorare sul loro progetto e periodicamente aggiornare il gruppo CRAM giovani e la loro federazione sull’andamento. I partecipanti avranno il sostegno di un mentor nominato da ogni federazione”. Ai lavori è arrivato anche il saluto del Senatore Franco Danieli, Vice Ministro agli Affari Esteri con delega per gli italiani nel Mondo, il quale ha invitato gli organizzatori a raccogliere tutti gli spunti positivi e le proposte che emergeranno da questo incontro per portarle alla futura Conferenza dei giovani dell’emigrazione italiana che si terra a Roma il prossimo anno e che sara l’occasione, da una parte, per dar voce a chi oggi non c’e l’ha, e dall’altra per ascoltare e interpretare le domande di tanti giovani come

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voi che ci aiuteranno sicuramente a defenire e focalizzare un concetto di ‘italianita’ piu aggiornato e reale. Ai giovani abruzzesi è arrivata anche la lettera del Segretario della VII Commissione “Nuove Generazioni” del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), l’italo argentino Mariano Gazzola, il quale ha affermato che oggi piu che mai, è necessario aprire un dibattito sull’importanza di coinvolgere effetivamente le nuove generazioni in tutte le organizzazioni della comunita italiana nel mondo. "C’e bisogno di una strategia alla quale si può arrivare sono parlando non piu dei giovani, ma con i giovani. E in questo dialogo non possono certo mancare le associazioni e le Regioni. Sono certo che questo vostro Primo Congresso sara prezioso per incrementare la partecipazione dei giovani, il dialogo intergenerazionale ed affermare i valori dell’italianita nel mondo, contribuendo senza dubbio alla prossima Conferenza Mondiale dei Giovani a Roma”.

La consigliere comunale di Mar del Plata, Cristina Coria ha consegnato al Presidente Di Matteo il diploma di dichiriazione di Interesse Comunale per questo Congresso Mondiale.

I primi temi affrontati dai giovani in assemblea sono stati: lingua, partecipazione giovanile ai progetti comunitari. Gli interventi hanno visto protagonisti giovani dai diversi Paese: Marianina Baltar e Joaquin Negri (Argentina), Jonice Blasioli Costa (Brasile), Fabian Barros Di Gianmarino (Cile), Jacqueline Giuliani e Antonio Marino (Australia), Lisa Traficante (Canada), Aldo Di Iorio e Marco Pace (Svizzera), Olga Marrone e Claudio Manganelli (Venezuela), Sonia Marrone (Stati Uniti), Jesús Xavier Palacios Fantilli (Paraguay), Silvana Lopez Melino e Alejandro Costantini (Uruguay) Antonella Angelini dell’Associazione Abruzzesa di Firenze (Italia) e Davide Spadano dell’Associazione Abruzzesa di Torino (Italia).

Sulla domanda-tema “Che significa essere un abruzzese di seconda o terza generazione in un contesto di globalizzazione e differenze socio-economiche?” i giovani si sono ampiamente confrontati.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=1953&titolo=A%20Mar%20del%20Plata%20il%20Primo%20Congresso%20Internazionale%20di%20Giovani%20Abruzzesi%20rende%20protagonisti%20i%20giovani%20nel%20dibattito

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Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov05.pdf

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CGIE. Ecco il programma dei lavori

Da lunedì 5 a venerdì 9 novembre tornano a riunirsi il comitato degli italiani all'estero: una settimana di riunioni, commissioni, Comitato di Presidenza e Assemblea Plenaria.

Avrà inizio lunedì 5 novembre presso l'Ergife Palace Hotel di Roma, in via Aurelia 617, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Il programma del primo giorno prevede riunioni delle Commissioni Continentali dei Paesi dell'Europa e dell'Africa del Nord, dei Paesi Anglofoni Extraeuropei e dei Paesi dell'America Latina (alle ore 11), precedute dal Comitato di Presidenza

(alle ore 9) e dalle riunioni, alla stessa ora, del Gruppo Donne e del Gruppo Sanità. Martedì 6 novembre si riuniscono, invece, le sette Commissioni Tematiche (alle ore 9). fra le quali sono presenti anche i 22 rappresentanti dei giovani italiani nel mondo. Da martedì 6 a venerdì 9 novembre, poi, Assemblea Plenaria del CGIE è prevista presso la Sala Conferenze Internazionali del Ministero degli Affari Esteri. Questo l’ordine del giorno: Martedì 6 novembre, dalle ore 15 alle 18, la relazione del Governo; la relazione del Comitato di Presidenza e a seguire gli interventi della delegazione ufficiale di Camera e Senato, in particolare quelli di Franco Narducci, presidente del Comitato permanente della Camera per gli Italiani all’estero, e di Claudio Micheloni, presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato, gli interventi dei vicesegretari e dei presidenti delle Commissioni Tematiche I, III, V, VI; quindi il dibattito. Mercoledì 7 novembre dalle 9.30 alle 16.30, discussione del documento propositivo della VII Commissione Tematica in vista della Conferenza mondiale sui giovani italiani nel mondo, con l’introduzione del presidente Erio, gli interventi dei giovani, il dibattito e l’approvazione del documento. Alle ore 18 è prevista l’udienza dal Presidente della Repubblica Giovedì 8 novembre dalle 9.30 alle 13.00 è prevista la discussione del documento della IV Commissione Tematica “Riforma dell’intervento per la diffusione e la promozione della lingua e cultura italiana”, con l’introduzione del presidente Tassello, il dibattito e l’approvazione del documento. Dalle 14.30 alle 18 si parlerà di Finanziaria, con l’introduzione a cura di Amaro, Ferretti e Volpini e il dibattito. Quindi delle condizioni degli emigrati anziani, con l’introduzione del presidente Arona e il dibattito. Venerdì 9 novembre, dalle ore 9,30 alle 13, seduta conclusiva dell’Assemblea Plenaria, con l’iter della riforma della legge sulla cittadinanza, la cabina di regia Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie, il sito web del CGIE, la discussione e approvazione di ordini del giorno e mozioni e il question time. Fonte : http://www.fondazioneitaliani.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2359&Itemid=53

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SERVIZI DEL GIORNO 06 Novembre 2007 ore 23.38 Speciale CGIE L’APPELLO DEI PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO ALLA PLENARIA: SERVE UNA NUOVA SPINTA ALLE POLITICHE PER GLI ITALIANI NEL MONDO ROMA\ aise\ - "Bisogna tornare a parlare di politiche per gli italiani all’estero, che siano coinvolgenti e di sistema" e per le quali è, dunque, necessaria "l’azione parallela del governo e del parlamento" al fianco del Cgie. "voce ancora valida che deve far valere la propria forza politica". È quanto ha affermato con forza l’on. Franco Narducci, presidente della Comitato per gli Italiani all’Estero della Camera, intervenendo ai lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie, che si è aperta oggi alla Farnesina. In realtà quello del ritorno alle politiche per gli italiani all’estero è stato il leit motive degli interventi di tutti i parlamentari presenti oggi: insieme a Narducci, anche Mariza Bafile, Guglielmo Picchi e Massimo Romagnoli. Tutti deputati, perché i senatori erano impegnati in Aula nel delicato voto della Finanziaria. Con loro alla Farnesina anche Sandra Cioffi dell’Udeur, collega di Narducci nel Comitato della Camera del quale è segretaria. "Essere qui oggi", ha detto la Cioffi, "è un occasione importante per comprendere" questioni come quella dei giovani o dell’informazione e portare avanti un percorso già iniziato nel Comitato, che "intende arrivare ad una sistematica azione legislativa e politica che tenga conto degli italiani nel mondo". In effetti quello dei Comitati Parlamentari per gli Italiani all’Estero è un "campo d’azione", così lo ha definito l’on. Narducci, nel quale muovere gli interessi degli italiani all’estero, nella consapevolezza che "quanto più ampio sarà questo campo, tanto più interesse e attenzione susciteranno le questioni dei connazionali all’estero". Occorre però, ha precisato il deputato eletto all’estero, sviluppare "politiche in termini strategici e non solo assistenziali", guardando alle nuove realtà, specie quella dei giovani, e "facendo fronte a nuove problematiche ed esigenze". Nulla è immutabile, ha continuato Narducci, che però non condivide la ristrutturazione della rete consolare "così come prospettata oggi". E non è un caso, ha osservato, se il decreto per la riorganizzazione è stato bloccato in Senato. "Il debito pubblico dell’Italia è noto a tutti", ma non si può "voler essere protagonisti nel mondo, internazionalizzarsi e poi eliminare Consolati che corrispondono a bacini di utenza enormi" sia per i cittadini sia per per imprese che operano nel mondo e che hanno bisogno di servizi. "I Consolati promuovono l’intero Sistema Italia", che chiede "strumenti e possibilità". Della stessa opinione l’on. Guglielmo Picchi per il quale è incomprensibile che un Paese, qual è l’Italia, che vuole essere "protagonista in politica estera", possa poi "permettersi di chiudere una sede diplomatica". Lo stesso Picchi, come poi molti consiglieri, ha anche lamentato il mancato coinvolgimento tanto del Cgie quanto dei parlamentari eletti all’estero nella definizione del piano di riorganizzazione della rete consolare. Amareggiato si è detto l’on. Massimo Romagnoli, che ha portato avanti una strenua battaglia contro la chiusura del Consolato di Atene. "Ad Atene", ha detto, "ci sono 11mila connazionali. A Mosca solo mille. Eppure il Consolato greco è stato chiuso e quello russo sarà presto aperto". Anche "la rete diplomatica in Spagna soffre ed è stato pure chiuso il Comites di Istanbul", ha aggiunto Romagnoli, che ha conservato la carica di consigliere del Cgie per Grecia, Spagna, Turchia e Israele. E nella sua duplice veste ha ricordato: come i parlamentari eletti in Italia hanno nelle Regioni e nei Comuni i loro riferimenti, "i parlamentari eletti all’estero hanno bisogno dei Comites e del Cgie, perché sono le loro antenne". Un messaggio positivo è giunto infine dall’intervento dell’on. Mariza Bafile, che si è detta d’accordo con il colelga Narducci. Serve "una politica che guardi più al futuro per gli italiani all’estero, ma", ha avvertito, "senza perdere di vista le realtà in cui siamo impegnati".

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"In questo anno e mezzo abbiamo lavorato e dimostrato che, lavorando insieme, Cgie, parlamentari eletti all’estero e governo, si ottengono risultati", ha proseguito la Bafile. E a chi "ancora prova fastidio verso gli italiani nel mondo" la deputata ha risposto: "noi abbiamo fatto passi avanti importanti", come nel campo dell’assistenza - sua è la proposta ora al vaglio del Parlamento – e "il prossimo anno ci saranno altri frutti, come quello della cittadinanza, che, io ne sono sicura, andrà avanti". Ciò dimostra che "la politica, quando si fa con vocazione di servizio, in maniera onesta, andando dietro alle battaglie possibili, porta a risultati". (r.aronica\aise) Fonte : http://www.aise.it

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SERVIZI DEL GIORNO 06 Novembre 2007 ore 22.23 Speciale CGIE IL SEGRETARIO CAROZZA PRESENTA LA RELAZIONE DEL CDP: LA STAGIONE DELLE RIFORME DEVE AVANZARE/ BENE LA FINANZIARIA MA LA RISTRUTTURAZIONE DELLA RETE CONSOLARE AL CONSIGLIO NON VA GIÙ ROMA\ aise\ - Ha ragione il segretario generale Elio Carozza. Il Cgie ha forse ritrovato "una certa serenità", o per lo meno quell’unità di intenti indispensabile per valorizzare il proprio impegno e il proprio lavoro, al fianco del governo e del Ministero degli Esteri, come pure dei parlamentari eletti all’estero e delle comunità italiane che il Consiglio stesso rappresenta. Al fianco, si è detto, ma in maniera autonoma e, se necessario, avviando un confronto duro e deciso con gli interlocutori istituzionali. Come è accaduto oggi, nella prima sessione dell’Assemblea Plenaria del Cgie, con la relazione del Comitato di Presidenza. Una relazione, quella illustrata da Carozza, "buonissima", ottima", "incisiva", hanno commentato all’unanimità i consiglieri. Tanto che Ferretti, il "nemico buono" del Comitato di Presidenza di "centrosinistra", alla fine si è alzato per stringere la mano al segretario generale. Ciò che tutti oggi hanno apprezzato nella relazione è non solo il bilancio positivo dell’attività del Cgie dell’era Carozza, ma anche e soprattutto il coraggio di quest’ultimo, che, pur confidando nella "sensibilità" delle istituzioni ed assicurando a queste un rapporto "leale e costruttivo", non ha però lesinato critiche, a volte aspre, al governo ed alla sua azione. Al punto di chiedere alla Plenaria di esprimere un parere negativo in risposta alla richiesta avanzata dalla Direzione della Farnesina sulla ristrutturazione della rete diplomatica consolare. Ma cominciamo da principio. Perché la relazione è partita quasi in sordina, con toni più pacati e rilassati, quando Carozza ha dato il benvenuto alla delegazione dei giovani italiani residenti all'estero, i quali, dopo aver partecipato, "anche se tra mille difficoltà e spesso con molte incomprensioni da parte nostra", alle Continentali, hanno elaborato insieme alla Commissione tematica un documento che sarà arricchito dal dibattito in plenaria e se approvato trasmesso al Governo ed al Parlamento. Carozza li ha ringraziati "per l'impegno che dimostrano giorno dopo giorno", per "la capacità di mettersi al centro della discussioni, di creare collegamenti e fare rete, di far emergere il potenziale che essi sono e rappresentano e che vogliono mettere a disposizione del Paese e delle nostre comunità". Grazie a loro, ha aggiunto, "si è aperto un dibattito sulle nuove generazioni di italiani all'estero", che "ha rafforzato la consapevolezza che le nostre comunità all'estero, sempre più radicate nei Paesi di residenza, si trovano oggi a dover affrontare il delicato problema della diversità di orientamento e di cultura tra le prime generazioni e quelle successive", nate e cresciute in altri Paesi o emigrate "per ragioni legate soprattutto alle più larghe opportunità che si presentato fuori dai confini nazionali nel campo del lavoro, della ricerca e della formazione professionale". "In questo contesto", ha spiegato Elio Carozza, "si inserisce l'impegno e il lavoro intrapreso un anno fa dal Cgie", destinato non solo alla realizzazione della Conferenza Mondiale dei Giovani, ma anche alla "ricerca di strumenti e percorsi in grado di assicurare un ricambio generazionale nelle diverse fonne di rappresentanza e contribuire al rafforzamento del legame delle nuove

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generazioni di italiani all'estero con l'Italia". Si inizia dalle prossime settimane quando, ha annunciato il segretario generale, il Cgie promuoverà in ogni Paese riunioni alle quali parteciparà "almeno un giovane per Circoscrizione Consolare", con l’obiettivo di consolidare il lavoro iniziato in questi mesi e "favorire forme di autodeterminazione e di allargamento della rete". La giornata di domani sarà dedicata proprio ai giovani, ma intanto il Cgie ha compreso che a loro è affidata "la possibilità di rinnovare il rapporto del nostro Paese con le comunità italiane nel mondo". Serve però anche il contributo della classe politica. E Carozza non ha perso tempo. Rivolgendosi stavolta ai rappresentanti del governo, è arrivato al dunque. "Siamo consapevoli della delicata situazione che attraversa il nostro Paese, sotto il profilo economico/politico/sociale, ma siamo anche convinti che non ci si può più attardare a mettere in cantiere una politica di riforme sulle principali questioni relative agli italiani all'estero", ha detto. "È vero che il disegno di legge sulla cittadinanza così come le numerose proposte di legge sulla diffusione della lingua e cultura italiana sono il frutto dell'impegno e dell'attenzione che tanto il Parlamento quanto il Governo hanno profuso in questi mesi verso le comunità all'estero, tuttavia la stagione delle riforme non avanza come auspicato e desiderato". Quella del Cgie stesso, dell’editoria e dell’informazione per gli italiani all'estero,... "Il rischio che corre il nostro Paese, se non si accelera il processo di riforma, è quello di vedere allontanarsi sempre di più il rapporto ed il legame delle nostre comunità con il Paese Italia e di vanificare tutto l'entusiasmo e le attese che avevano prodotto la partecipazione della nostra comunità alle elezioni politiche". "Per far fronte a questa sfida è necessario anche l'impegno delle Regioni e delle Province autonome", ha proseguito Elio Carozza, riferendosi ora alla Conferenza Stato-Regione-Province Autonome-Cgie. "Le difficoltà riscontrate nel funzionamento della cabina di regia e la consapevolezza che la Conferenza permanente non poteva continuare ad essere uno strumento esclusivo del Cgie, ma richiedeva più attenzione e convinzione da parte dello Stato e delle Regioni", ha spiegato il segretario generale, "ha sollecitato un incontro con il Presidente Errani e con il Vice-Ministro Danieli". L’incontro è avvenuto il 31 luglio scorsoe in quell’occasione Carozza ha riaffermato "la necessità di rilanciare le attività". Errani e Danieli hanno risposto positivamente, pensando alla partecipazione dei rappresentanti del Cgie in almeno due riunioni l'anno della Conferenza Stato-Regioni. La prima dovrebbe tenrsi il 6 dicembre. Intanto il CdP e la Commissione Tematica "si adopereranno per tenere almeno i Seminari che rivestono priorità e attualità entro l'anno prossimo", tenendo conto che entro il 2008 si dovrà riunire l'Assemblea Plenaria della Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie. Problema al momento risolto. Come quello della Finanziaria, che inizialmente non aveva convinto il Cgie: prima degli emendamenti del governo e dei sentori dell’Unione, "le voci riguardanti gli italiani all'estero nello stato di previsione del Ministero degli Esteri per il 2008 registravano un taglio di circa 7 milioni di euro", a scapito soprattutto dell'assistenza diretta, di lingua e cultura e persino dei Comites. Grazie alla "significativa iniziativa del vice ministro Danieli, degli eletti all'estero e dei neo costituiti Comitati del Senato e della Camera" sarà forse possibile ottenere "un recupero delle risorse destinate agli italiani all'estero" pari a "32 milioni di euro". Si tratta per Carozza di "un segnale positivo di attenzione verso le nostre comunità all'estero, che conferma il cambiamento di tendenza iniziato con la finanziaria 2007". Certo, ha aggiunto, "c'è ancora un margine di miglioramento, nel quadro del dibattito parlamentare, affinché le voci di bilancio destinate agli italiani all'estero possono essere incrementate". Resta invece "sostanzialmente irrisolto", nonostante i 70 milioni di euro annunciati dal vice ministro Danieli, "il problema della qualificazione, riorganizzazione e rafforzamento della rete consolare, a disposizione della quale sono sostanzialmente riconfermate le risorse del 2007, mentre invece", ha rilevato Carozza, "si rende necessario prendere atto che la realtà attuale appare sempre più inadeguata a soddisfare le esigenze dei connazionali all'estero, a fornire servizi adeguati ai bisogni economici dell'Italia e alla promozione industriale e commerciale, all'assistenza alle imprese, agli accordi di partenariato, ad adeguare l'offerta culturale e linguistica, alla concessione dei visti". Quanto alla "seconda fase della razionalizzazione e ristrutturazione della rete consolare" che nel biennio 2007-2008 prevede la chiusura di alcune sedi, per "rientrare negli obiettivi di

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contenimento della spesa fissati dalla legge finanziaria 2007", Carozza non ha usato mezzi termini: "questo risparmio è imposto attraverso una forma di ricatto, che determina in caso di mancato adempimento nei termini previsti, il congelamento delle assunzioni di personale". E con un applauso la Plenaria ha fatto propria questa dichiarazione. Ma non è tutto. "L'Ambasciatore Benedetti ha chiesto, mercoledì scorso, il formale parere del Cgie, sulla già citata seconda fase in merito alla ristrutturazione della rete diplomatica consolare e sulla quale questa assemblea dovrà pronunciarsi. Il Comitato di Presidenza", ha ricordato Carozza, "aveva già espresso, in luglio, forti preoccupazioni per lo stato in cui versa la nostra rete consolare ed allo stesso tempo aveva chiesto di conoscere il piano globale predisposto al fine di fonnulare un parere sull'insieme delle misure che il Governo intende adottare. Per questo, il Comitato di Presidenza chiede all'Assemblea Plenaria di esprimere un parere negativo sulla richiesta avanzata dall'Amministrazione in data 31 ottobre, in quanto il Consiglio Generale non ha ancora ricevuto il piano globale della ristrutturazione e riorganizzazione della rete consolare". "Il Cgie", ha spiegato il segretario generale, "si trova nell'impossibilità di esprimere qualsiasi parere, anche in futuro, in assenza di un piano globale", ma è disponibile a collaborare con l'Amministrazione ed il Governo nella fase della sua elaborazione. Questo perché il Consiglio "non è contrario a priori ad una riorganizzazione della rete consolare, ma questa deve avere come effetto il potenziamento, l'ottimizzazione e la razionalizzazione delle risorse e come obiettivo principale l'erogazione dei servizi ai nostri concittadini all'estero". "Non si può chiedere ad una rete consolare ridotta molto al di sotto del minimo accettabile, con un organico stimato al di sotto del 30 per cento, di contribuire al risanamento della finanza del Paese, pena il vergognoso ricatto del blocco delle assunzioni di personale", ha incalzato Carozza, per il quale "mancheremmo al nostro dovere se non elevassimo una protesta forte e formale per non essere stati interpellati dal Governo preventivamente per esprimere il nostro parere consultivo, come prevede la Legge istitutiva del Cgie, sui capitoli relativi agli italiani all'estero". Carozza e il Cdp sono convinti che "questa consultazione sia ancora possibile e debba avvenire immediatamente proprio per rispettare la legge ed il mandato che i consiglieri del Cgie hanno ricevuto dalle loro comunità all'estero". "Siamo sicuri di poter contare sulla sensibilità del Ministro degli Esteri e del Vice Ministro Danieli, nonché dei Presidenti dei due rami del Parlamento", ha concluso il segretario generale del Cgie, assicurando infine "tutta la nostra disponibilità ed il nostro impegno per contribuire, con le nostre forze e con la nostra esperienza, a sviluppare ed ad innovare le politiche in favore delle nostre comunità". (raffaella aronica\aise) Fonte : http://www.aise.it

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SERVIZI DEL GIORNO 06 Novembre 2007 ore 19.01 Italiani nel Mondo VERRÀ PRESENTATO A LA MATANZA IL "PROGRAMMA DI TIROCINI DI FORMAZIONE-LAVORO" DI ITALIA LAVORO BUENOS AIRES\ aise\ - Grazie all’accordo internazionale promosso dall’agenzia ministeriale italiana

"Italia Lavoro", presente da qualche anno in Argentina, 150 disoccupati d’origine italiana avranno oggi

una possibilità concreta di formarsi e trovare lavoro in aziende della provincia di Buenos Aires.

Il "Programma di tirocini di formazione-lavoro" sarà presentato in un evento pubblico giovedì prossimo, 8

novembre, nella sede della Cámara de Commercio e Industria de La Matanza (Entre Ríos 3026 – San

Justo – ore 18) alla presenza dell’Agente Consolare di Morón, Giuseppe Bolognini, e del Sindaco de La

Il Programma – realizzato grazie ai contributi del progetto del Ministero del Lavoro d’Italia "Occupazione e

sviluppo delle comunità italiane all’estero" (ITES) e dei programmi di politiche attive per il lavoro della

Provincia di Buenos Aires "Bonus" e "Segunda Oportunidad" – sarà illustrato dalla coordinatrice di ITES in

Argentina, Adriana Bernardotti, dal Direttore dell’Agencia Provincial de Empleo del Ministero del Lavoro

della Provincia, Eduardo Fernández, e, in rappresentanza delle organizzazioni italiane partner del Progetto

(Patronato Inas-CISL, Patronato Ital-UIL, CIAPI, FACA, URERBA, EFASCE, FEDELAZIO, FESISUR,

ANGEER), dal Coordinatore Ital-UIL per l’America Latina, José Tucci.

Saranno anche presenti autorità dell’IMDES, dell’Universidad Nacional de La Matanza, rappresentanti del

mondo imprenditoriale e della comunità italiana. Sarà, insomma, un’interessante occasione per le

imprese con sede in Provincia che vogliono assumere nuovo personale ed un’opportunità concreta per

incrementare l’occupabilità degli italo-argentini. "Abbiamo scelto di cominciare a La Matanza – spiega

Adriana Bernardotti, coordinatrice ITES in Argentina – in primo luogo perché vogliamo offrire il sostegno

del governo italiano in un territorio dove, oltre ad una ricchissima presenza di cittadini di quest’origine, gli

indicatori sociali evidenziano l’urgente fabbisogno di azioni concrete per promuovere l’occupazione".

Comunque, molto presto il Programma sarà avviato in altri centri della Provincia. Per partecipare al

Programma, che offre possibilità concrete di impiego , è necessario possedere la cittadinanza italiana o

poter dimostrare le proprie origini italiane, avere più di 18 anni, essere disoccupato e non percepire

sussidi dal governo argentino. Il Programma offre tirocini formativi sui posti di lavoro della durata di 6

mesi presso aziende localizzate nella Provincia, una borsa di studio di $780 pesos finanziata dai due

ministeri ed un complemento di borsa da parte dell’azienda interessata alla formazione che rappresenti

un compenso adeguato alle mansioni svolte dal tirocinante, il supporto di un tutor esterno che seguirà il

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percorso formativo, la copertura dell’assicurazione dei rischi di lavoro (ART) e la tutela legale del

beneficiario attraverso l’accordo tra impresa, sindacato e Stato provinciale per la firma del contratto di

tirocinio.

Per aderire al Programma si deve accedere alla Piattaforma on-line di gestione dell’Offerta e Domanda di

candidature (www.italiani-estero.it - sezione Argentina), sistema che favorirà l’incontro tra le imprese

interessate ed i lavoratori. Saranno convocati i candidati i cui profili corrispondano ai requisiti sollecitati

dalle imprese. Il Progetto ITES si realizza in Argentina, Brasile ed Uruguay lavorando in rete con

numerose organizzazione italiane. Le sedi operative a La Matanza sono il Patronato Ital Uil/Associazione

Calabrese A. Cefaly e il Patronato Inas-Cisl. (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49252

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 208 Anno XIV,

6 Novembre 2007

Piemontesi nel mondo: presentata la III Conferenza che si terra' ad Alessandria il 16 e 17 novembre

E’ stato presentato il 6 novembre a Torino, Palazzo Lascaris sede del

Consiglio regionale del Piemonte, il programma della Terza Conferenza dei

Piemontesi nel mondo, che si terrà ad Alessandria il 16 e 17 novembre

prossimi. Alla presentazione sono intervenuti i rappresentanti delle istituzioni

che hanno organizzato l’incontro internazionale. Il presidente dell’Assemblea

piemontese Davide Gariglio ha ricordato che “i documenti splendidamente

conservati nel Museo dell’Emigrazione piemontese di Frossasco,

testimoniano che tra il 1876 e il 1927 circa 2 milioni di nostri corregionali lasciarono il Piemonte per

emigrare, in particolare verso il resto d’Europa e nelle Americhe. Attualmente i piemontesi e i loro

discendenti all’estero sono circa 6 milioni. I 133 delegati - provenienti da 23 Paesi diversi, in

rappresentanza simbolica di 120 associazioni di piemontesi presenti in tutto il mondo - si confronteranno

in questa terza Conferenza e ci daranno indicazioni su come rinsaldare i rapporti con la loro terra

d’origine”.

L’assessore al Welfare, Immigrazione e Emigrazione Teresa Angela Migliasso, che ha anche portato il

saluto della presidente della Regione Mercedes Bresso, ha affermato che “la Regione Piemonte ha creduto

fin dall’inizio nella possibilità di realizzare ad Alessandria questa importante manifestazione e grazie alla

fattiva collaborazione del Comune e della Provincia il progetto è potuto diventare realtà”. Migliasso ha

spiegato che i lavori della Conferenza si articoleranno in sedute plenarie (nelle mattinate di venerdì 16 e

sabato 17 novembre) e in gruppi di lavoro (pomeriggio di venerdì) dedicati a “L’internazionalizzazione”,

“Donne e pari opportunità” e “Giovani e mobilità” ed ha concluso sottolineando il significativo numero

delle delegate che in questa edizione raggiungono il 41,3% del totale dei delegati: “una percentuale

elevata che sale ancora al 63% tra i giovani, in quanto le donne sono 17 su 27”.

Per la Provincia di Alessandria è intervenuta la vicepresidente Maria Grazia Morando, anche a nome del

presidente Paolo Filippi, informando di una loro iniziativa in via di ultimazione: “Il ‘Registro degli

alessandrini all’estero’ che ci aiuterà a conoscere i loro tratti sociali e a migliorare la comunicazione con le

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nostre comunità all’estero. Inoltre la nostra Commissione Cultura è da tempo attenta a questi temi, e ha

deciso di cogliere l’occasione della Conferenza per lanciare un programma di attività che, già ora, e ancor

più nei prossimi mesi, coinvolgerà molti centri della provincia”.

“L’orgoglio della Città di Alessandria, antica piazzaforte con la monumentale Cittadella del sistema

difensivo sabaudo, scelta quale ‘teatro’ di questo terzo, solenne evento” è stato infine espresso dal

vicesindaco e assessore alla Cultura Paolo Bonadeo insieme all’assessore ai Gemellaggi Serafino Vanni

Lai. “Si tratta di una grande opportunità per la nostra città – hanno detto gli amministratori alessandrini

anche a nome del sindaco Piercarlo Fabbio – ci stiamo preparando con gioia ad ospitare tanti piemontesi

che non tornano da stranieri ma come figli illustri del Piemonte”.

News ITALIA PRESS

Fonte :

http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2055&titolo=Piemontesi%20nel%20

mondo%20presentata%20la%20III%20Conferenza%20che%20si%20terra

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SERVIZI DEL GIORNO 06 Novembre 2007 ore 21.01 Speciale CGIE LA RELAZIONE DEL GOVERNO DEL VICE MINISTRO DANIELI APRE ALLA FARNESINA LA PLENARIA DEL CGIE: LE RISORSE PERGLI ITALIANI ALL’ESTERO TRA FINANZIARIA E RETE CONSOLARE ROMA\ aise\ - Con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Monongah, di cui ricorre il 6 dicembre il centenario, e di Giovanna Reggiani, la donna italiana deceduta nei giorni scorsi a Roma dopo essere stata aggredita da un cittadino rom, si è aperta questo pomeriggio, nella Sala Conferenze Internazionali della Farnesina, l’Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Presente il vice ministro Franco Danieli che, prima di lasciare i lavori per correre al Senato dove erano in corso le votazioni della Finanziaria, ha illustrato ai consiglieri, ma anche ai parlamentari eletti all’estero e non ed ai giovani delegati presenti in sala, la relazione del governo. Fatti i dovuti saluti, Danieli è passato subito al dunque, illustrando l’attività del governo nei singoli punti all’ordine del giorno della Plenaria, a partire dalla Finanziaria 2008 e dalla ristrutturazione della rete diplomatico-consolare, i due temi caldi di questa assemblea di inizio inverno. "Voglio ricordare", ha esordito il vice ministro, "il positivo risultato della manovra di assestamento del bilancio che ha permesso di recuperare importanti risorse "congelate" ad inizio anno nel quadro delle disposizioni di controllo della spesa pubblica previste dalla Finanziaria 2007. Si tratta nel complesso", ha spiegato, "di 6,4 milioni di euro, un importo superiore quindi alla somma che era stata inizialmente accantonata (6 milioni di euro), a testimonianza dell'impegno del Governo in favore degli italiani all'estero". Questi fondi andranno ad integrare "sensibilmente" le risorse destinate ai capitoli della "promozione della lingua e cultura italiana all'estero ed a contratti con società locali per l'attuazione del controllo dei dati delle anagrafi consolari, entrambi con 2,5 milioni di euro". "Altre somme inferiori, ma comunque significative, si sono invece rese disponibili per le associazioni che svolgono attività di assistenza indiretta e per le attività di questo stesso Consiglio Generale", ha aggiunto. Quanto alla Finanziaria 2008 "inizialmente previsti ad alcuni capitoli di spesa" saranno non solo recuperati, ma incrementati con le risorse aggiuntive dovute a due emendamenti presentati dal Governo, il primo, e dai senatori Micheloni, Pallaro, Pollastri, Randazzo e Turano, il secondo, "entrambi già approvati dalla Commissione Bilancio del Senato" e "rispettivamente di 14 milioni di euro e di 18 milioni, per un totale di 32 milioni di euro". Nell'emendamento alla Finanziaria presentato dal Governo è prevista inoltre la copertura sia per la realizzazione della Prima Conferenza dei giovani sia per l'istituzione del Museo della Emigrazione italiana. Danieli ha comunque assicurato che "in sede di discussione sulla legge Finanziaria ci impegneremo" insieme al Ministro degli Affari Esteri "a perseguire azioni che possano migliorare questo quadro già soddisfacente", con l’augurio che "in questo sforzo, che riguarda gli interessi generali delle nostre comunità, si possano trovare positive convergenze tra gli schieramenti e, soprattutto, tra i parlamentari eletti all'estero". "Tra le priorità verso le quali indirizzare queste ulteriori risorse, c'è certamente il tema dell'assistenza", specie quella "diretta in favore dei connazionali indigenti". Il vice ministro ha ricordato che "con l'incremento dei fondi disponibili nel 2007" è stata già avviata "una serie di convenzioni assicurative in campo sanitario", a partire dai Paesi dell'America Latina in cui "le condizioni delle strutture pubbliche sono meno soddisfacenti". In questi giorni, ha reso noto Danieli, "è stata firmata la nuova convenzione per l'Uruguay, lo stesso per il Messico, mentre si sono concluse le complesse procedure di gara per l'Argentina che permetteranno di assicurare circa 8.500 connazionali". le convenzioni sono già attive in

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Venezuela e Colombia, mentre "nel 2008 valuteremo la possibilità, in base alle risorse disponibili, di estendere l'iniziativa ad altri Paesi e tra questi, il Brasile, il Sud Africa e la Tunisia". Anche se c’è chi si chiede perché siano stati al momento esclusi Paesi come l’Ecuador e il Cile. Ma soprattutto "il 2008 dovrà essere l'anno in cui, in un modo o nell'altro, si avvierà la concessione dell'assegno di solidarietà di cui si dibatte da decenni". Danieli ha ribadito "in un modo o nell'altro", perché se l’iter delle leggi attualmente in discussione alla Camera non si concluderà "tempestivamente", il vice ministro ha tutta l’intenzione di introdurre l’assegno "di fatto utilizzando le maggiori risorse che avremo a disposizione sul capitolo dell'assistenza nell'ambito della legislazione vigente e applicando la recente innovazione normativa che consente agli Uffici consolari di erogare anche in più "tranches" sussidi agli indigenti entro il limite annuo di 1500 euro, equivalenti, a regime, a 123 euro al mese per persona". Nelle scorse settimane la Direzione Generale degli Italiani all'Estero ha avviato un censimento dei connazionali ultrasessantacinquenni indigenti nati in Italia, che, ha annunciato Danieli, si concluderà entro la fine del mese e consentirà di "quantificare con una certa precisione il fabbisogno effettivo per erogare l'assegno di solidarietà". E veniamo al punto più contestato di questa prima giornata di Plenaria: la razionalizzazione della rete diplomatico-consolare, che, ha osservato Danieli, "nel suo assetto attuale e con le attuali dotazioni di personale e risorse finanziarie, registra crescenti difficoltà di funzionamento". Quanto occorrerebbe ai Consolati per fornire un livello adeguato di servizi? La "stima approssimativa" presentata oggi da Danieli parla di "un incremento dell'ordine del 30 per cento delle dotazioni attuali di personale degli uffici consolari", che "si attesta in 400 unità di ruolo e 450 unità a contratto, per un costo di oltre 60 milioni di euro annui aggiuntivi". Senza contare "le spese di funzionamento", ossia le dotazioni di ufficio e l'ampliamento e adeguamento degli spazi, per le quali servirebbero "non meno di 40 milioni di euro". Dunque, approssimativamente, la nostra rete diplomatico-consolare avrebbe bisogno di circa "100 milioni di euro annui". Un traguardo "difficilmente raggiungibile", ma non lontanissimo, per lo meno se, come ha riferito Danieli, il prossimo anno si potrà disporre di "un fondo speciale per far fronte ai consumi intermedi delle sedi all'estero, al quale sono attribuiti 70 milioni di euro, derivanti da una parte fissa di 45 milioni di euro più 25 milioni di euro attribuiti al MAE come restituzione di una percentuale delle percezioni consolari". L’intenzione è di incrementare queste risorse "per fare fronte ai compiti aggiuntivi che si profilano, specie in materia di cittadinanza e di visti". Per il governo e per la Farnesina è evidente "l'esigenza di una complessiva azione di razionalizzazione" della rete consolare, che ha già iniziato a svilupparsi lungo tre direttrici. La prima intende individuare "con attenzione e sensibilità le situazioni che permettano di procedere ad accorpamenti di Uffici all'estero, realizzando concrete economie di scala, senza tuttavia limitare i servizi ai cittadini, anzi in alcuni casi migliorandoli grazie all'introduzione di procedure informatiche". La nostra rete consolare si concentra infatti in Europa (52%) e nelle Americhe (18% nel Sud e 12% nel Nord), "riflettendo quindi la geografia della nostra prima emigrazione", che non va certo dimenticata, ma alla quale si aggiungono oggi nuove realtà che richiedono attenzione, come quella dei visti. La seconda linea direttrice sarebbe "la riorganizzazione dei processi, intesa come semplificazione e snellimento delle procedure e potenziamento della comunicazione istituzionale". La terza dotare ogni sede di "una maggiore autonomia finanziaria e gestionale" delle risorse, "attuabile grazie all'istituzione del citato Fondo Speciale, che supera finalmente la divisione in numerosi capitoli di bilancio, e all'acquisizione per le spese di funzionamento di una aumentata quota-parte delle risorse generate dalle percezioni consolari". A ciò si aggiunga "l'adempimento degli obblighi normativi introdotti dal comma 404 della legge finanziaria 2007 che prevede l'adozione di misure di razionalizzazione della rete e, in caso di mancato adempimento nei termini previsti, il blocco totale delle assunzioni di personale". Un vero e proprio "ricatto" secondo il segretario generale del Cgie, Elio Carozza. Da qui è scaturito il "piano di interventi", da attuare nel biennio 2007-2008, predisposto dal Ministro degli esteri D’Alema, che prevede eventuali accorpamenti in "missione diplomatica unificata" delle Rappresentanze permanenti nella stessa città, come pure "l'accorpamento di Uffici consolari, l'istituzione di Cancellerie consolari nelle Ambasciate di riferimento e la modifica delle circoscrizioni consolari" e, per finire, la "ristrutturazione della rete degli Istituti di Cultura", che potrebbero a loro volta essere ricondotti all'interno di Rappresentanze diplomatiche o Uffici consolari. Lo scopo di questa azione è molteplice: risparmiare, "recuperare" risorse umane e finanziarie e "unificare i servizi contabili" degli Uffici nelle stesse città. Il piano, ha spiegato Danieli, prevede tre fasi. "La prima è iniziata lo scorso 1° ottobre con l'accorpamento delle Rappresentanze Permanenti a Ginevra e si è completata il 10 novembre con gli interventi ad Atene, Il Cairo, Bastia e Lipsia". La seconda sarà attuata entro la prossima estate, mentre "sono ancora da determinare in concreto le iniziative della terza fase, che sarà comunque completata entro il prossimo anno".

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Di certo oggi è stato definitivamente chiarito che, in base a tre parametri - "carichi di lavoro, consistenza delle collettività di connazionali e qualità e numero medio di pratiche che interessano gli uffici all'estero" - queste saranno le prossime mosse: il Consolato di Esch sur Alzette diventerà Cancelleria consolare presso l'Ambasciata a Lussemburgo ed avrà anche un nuovo immobile; chiuderà il Consolato Generale ad Innsbruck, dove, accanto all'Istituto di Cultura, sarà istituito un Ufficio consolare onorario e saranno ampliate le competenze della Cancelleria consolare dell'Ambasciata a Vienna; lo stesso accadrà al Consolato Generale di Edimburgo; mentre il Consolato di Edmonton sarà sostiuito da uno "sportello permanente" per gestire i servizi consolari in loco anche attraverso il collegamento telematico con il Consolato Generale a Vancouver. A fronte di queste chiusure, apriranno il Consolato Generale a Mosca e, nel 2008, l'Ambasciata in Moldova. Sarà inoltre elevato a Consolato il Vice Consolato a Newark. Mentre "altre possibili misure di rafforzamento della rete consolare" sono al vaglio del Ministero, "con priorità in Asia ed in America Latina". Quanto alla rete degli Istituti Italiani di Cultura, in Europa chiuderà, entro la prossima estate, l'Istituto di Lilla che continuerà la sua attività culturale presso il Consolato. Tutti questi interventi, ha rassicurato Danieli, "devono essere considerati in parallelo all'impegno dell'Amministrazione sul versante dello sviluppo di servizi infrastrutturali". In parole povere la Farnesina intende puntare sulla tecnologia informatica per "sviluppare la comunicazione istituzionale, abbreviare i tempi di trattazione delle pratiche e ridurre l'esigenza per il cittadino di recarsi personalmente in Consolato". Insomma il futuro dei servizi consolare è on line. Per questo è "in fase di completamento la realizzazione del nuovo Sistema Integrato delle Funzioni Consolari", il SIFC, ossia "una piattaforma integrata" per tutti i servizi offerti agli italiani all’estero dagli Uffici Consolari, che consentirebbe, ad esempio, al cittadino di accedere comodamente da casa al proprio fascicolo personale per questioni legate all’anagrafe o allo stato civile e al Consolato di integrare i sistemi contabili. Entro poche settimane, ha annunciato il vice ministro, sarà disponibile il "prototipo" del sistema, che sarà sperimentato in alcune "sedi pilota" per poi essere distribuito a tutti gli uffici consolari nel corso del prossimo anno. Nella sua relazione il vice ministro Danieli ha poi affrontato altre importante questioni, all’ordine del giorno della Plenaria, come la riforma dell'azione di promozione della lingua cultura italiana all'estero e quella sulla cittadinanza. Sulla legge 153, che risale al lontano 1971, sono stati presentati in Parlamento numerosi disegni di legge, ma Danieli ha spiegato che è intenzione del governo vagliare "attentamente" anche il parere che il Cgie esprimerà in questi giorni per poi arrivare ad un "testo comune e il più largamente condiviso", che "consenta la realizzazione di un sistema più moderno ed efficace". Quanto alla riforma della legge sulla cittadinanza, Danieli ha auspicato la sua approvazione "entro breve termine, anche perché abbiamo ottenuto la copertura necessaria nella legge Finanziaria", ossia circa 50 milioni di euro complessivi tra Farnesina e Viminale, e"potremo assumere un certo numero di impiegati di ruolo oltre ad alcune centinaia di altri lavoratori in sede locale". Nella speranza che ciò riduca almeno un po’ le interminabili file di attesa cui si assiste ormai da troppo tempo davanti ai Consolati sudamericani . In tema di riforme non vanno dimenticate quelle del Cgie e dei Comites. E, dopo la finanziaria, ha reso noto Danieli, il governo presenterà una proposta di riforma delle due rappresentanze, che terrà conto delle indicazioni formulate di recente dallo stesso Consiglio. Un ultima questione Franco Danieli ha voluto affrontare prima di concludere il suo intervento, quella del voto all’estero, "forse la più complessa", ha osservato. Ma poi nel dibattito si sarebbe rivelata più "calda" quella della ristrutturazione della rete consolare. Il vice ministro è stato chiaro: nessuno metterà mani sul voto. Ed ha trovato in sala un inaspettato alleato. Era presente anche Mirko Tremaglia, con cui Danieli si era poco prima soffermato e trovato d’accordo. I due stanno seguendo "con grande attenzione" l'attuale dibattito politico e i lavori parlamentari sulle riforme della Costituzione. C’è chi vorrebbe abolire il voto all’estero, questo è noto. Ma stia attento: dovrà vedersela con la coppia Danieli-Tremaglia. Piuttosto, ha rilevato il vice ministro, si può intervenire sulle criticità rilevate per migliorarlo. E Danieli punta a tre "modifiche concrete": le modalità di scrutinio, che non possono essere più concentrate in un unico centro in Italia; i sistemi postali utilizzati; la definizione delle liste elettorali". (r.aronica\aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49261

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ADNKRONOS 6 Novembre 2007 ITALIANI NEL MONDO: ESCE IL LIBRO 'GLI ITALIANI DI TUNISIA' DI MARINETTE PENDOLA Perugia, 6 nov. (Adnkronos) - Una ricerca che mette in luce la presenza degli italiani in Tunisia a partire

dalla fine del XVI secolo, costituita soprattutto da ebrei sefarditi provenienti da Livorno. Ma, al tempo

stesso, un'indagine che inquadra la presenza degli italiani in Tunisia cresciuta fino a diventare, fra l'Otto e

il Novecento, la più importante comunità straniera dal punto di vista numerico. E' questo l'argomento

principale del volume ''Gli italiani di Tunisia. Storia di una comunità (XIX-XX secolo)'' scritto da Marinette

Pendola e pubblicato dall'Editoriale Umbra.

Il libro verrà presentato dall'Isuc, l'Istituto per la storia dell'Umbria contemporanea, in collaborazione con

il Museo Regionale dell'Emigrazione ''Pietro Conti'' a Perugia, l'8 novembre alle 15,30 presso il Palazzo

Cesaroni in piazza Italia. All'evento, organizzato nell'ambito della manifestazione ''Umbria Libri'',

parteciperanno l'autrice e l'antropologo Alberto Sorbini, direttore dell'Isuc e curatore della collana ''I

quaderni del Museo dell'Emigrazione''.

Il volume, oltre a ricostruire le vicende storiche della presenza italiana, analizza gli aspetti culturali e

sociali che hanno caratterizzato la comunità italotunisina. L'autrice e' nata a Tunisi da genitori di origine

siciliana e dalla sua infanzia prende spunto anche il romanzo ''La riva lontana'', edito dalla Sellerio.

Studiosa della storia, degli usi e costumi della comunità italiana di Tunisia, Marinette Pendola e' membro

attivo del gruppo di ricerca ''Progetto della memoria'', promosso dall'Ambasciata italiana di Tunisi. Per

avere maggiori informazioni e' possibile consultare il sito internet www.emigrazione.it , nella sezione

''pubblicazioni''.

Fonte : http://www.adnkronos.com/ProntoItalia/Notizie/2007/Settimana45-Notizie/italiani%20in%20tunisia.html

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6 Novembre 2007 ore 18:09 TECNOLOGIE. UN’INTESA PER MIGLIORARE L’AIRE (AGO PRESS) Implementare il sistema informatico di gestione dell’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero. E’ questo l’obiettivo del protocollo d’intesa siglato dai ministri dell’Interno, Giuliano Amato, e per le Riforme e le Innovazioni nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais. “Il documento nasce dall’esigenza di procedere all’unificazione dei dati relativi Aire con quelli contenuti negli schedari consolari per disporre, in tempo reale, l’elenco aggiornato dei cittadini ai fini della predisposizione delle liste elettorali e della rapida emissione della carta di identità da parte delle autorità consolari – si legge nella nota del Viminale -. E’ prevista, quindi, la creazione di una banca dati unitaria ministero dell'Interno e ministero degli Esteri”. L’accordo stipulato inaugura un rapporto di collaborazione che consentirà al ministero dell’Interno di pervenire più agevolmente all’evoluzione e ammodernamento del sistema informatico di gestione dell’Aire, attraverso la realizzazione di obiettivi comuni, tra i quali l’informatizzazione e l’unificazione del processo informativo relativo ai cittadini italiani residenti all’estero, con allineamento delle banche dati attualmente esistenti, e l’integrazione delle informazioni anagrafiche presenti nell’Ina, l’Indice nazionale delle anagrafi con quelle relative agli italiani residenti all’estero. Ciò consentirà di mettere a disposizione di tutte le pubbliche amministrazioni interessate, in tempo reale e da parte di un’unica fonte, le principali informazioni anagrafiche relative ai cittadini residenti all’estero e migliorare il servizio reso per l’espletamento del diritto di voto, consentendo anche agli uffici consolari il più rapido rilascio/rinnovo della carta d’identità e l’accesso, in tempo reale, alle informazioni relative al processo di iscrizione, variazione e cancellazione del cittadino in Aire.

Fonte : http://www.agopress.info/vis_news00.asp?id_news=158456

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 208 Anno XIV,

6 Novembre 2007

Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) - Roma 6-9 Novembre 2007 Prima giornata di plenaria all'insegna delle chiusure dei consolati Protagonista il dibattito, con l'intervento di un gran numero di Consiglieri sia di minoranza che di maggioranza

Roma – Si sono aperti oggi, presso il Ministero degli Affari Esteri, i lavori della seconda Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’estero del 2007: durerà fino al 9 novembre. In un clima non del tutto disteso: posti riservati ai Rappresentanti di Camera e Senato, nonché ai Presidenti delle Regioni. E i consiglieri Cgie? Al Segretario Generale Elio Carozza i saluti di benvenuto. E l’invito, ai Consiglieri, ad accomodarsi ai posti lasciati liberi dai Parlamentari e dai Rappresentanti delle Regioni non intervenuti.

Carozza parla prima di tutto di due tragedie da non dimenticare: storie di italiani in patria straniera. Il 6 dicembre si celebrerà il centenario della tragedia mineraria di Monongah, dove moltissimi Italiani emigrati hanno trovato la morte. Una tragedia che ha provocato 425 vittime certificate, mentre molti altri minatori, senza nome, mai registrati né identificati, sono scomparsi. “L’Italia, oggi, è meta d’approdo e di speranza per tanti. La tragedia di Monongah, insieme a quella di Marcinelle, devono rappresentare la direzione dell’impegno per uno stato sociale equo”. Non è mancato un minuto di silenzio per commemorare Giovanna Reggiani, la donna uccisa pochi giorni fa a Roma nella zona di Tor di Quinto.

Primo passo dei lavori: la relazione del Governo, nella persona del Vice Ministro Affari Esteri con delega per gli italiani all’estero, Senatore Franco Danieli.

Analisi delle risorse finanziarie destinate agli italiani residenti all’estero: la manovra di aggiustamento del bilancio ha reso possibile incrementare gli stanziamenti previsti

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dalla Finanziaria, passati per il 2007 da 6 a 6,4 milioni di euro. Il Sottosegretario ha descritto le prospettive per la legge di bilancio del 2008, in cui, grazie a due emendamenti, sarebbe possibile accantonare fino a 32 milioni. Una proposta governativa, che prevederebbe uno stanziamento addizionale di 14 milioni, e di un emendamento dei Senatori Claudio Micheloni, Luis Pallaro, Edoardo Pollastri, Nino Randazzo e Renato Turano (tutti eletti sulla Circoscrizione Estero) per altri 18 milioni.

L’assistenza è centrale in tema di risorse. Il Governo fa sapere che si opererà principalmente in paesi come quelli dell’America Latina, e aggiunge che l’assegno di solidarietà vedrà, dopo anni di dibattiti, la luce nel 2008. “Dovrà accadere, in un modo o nell’altro. Se va per le lunghe, è mia intenzione introdurre comunque l’Istituto dell’assegno sociale, utilizzando le risorse in aggiunta, applicando anche la normativa vigente”.

Un altro passaggio cruciale: grazie ai fondi per il 2007, sarà possibile realizzare la prima Conferenza dei Giovani Italiani all’Estero, portando in Italia 1000 giovani, confrontandosi con loro per individuare strumenti utili ad ottenere adeguata rappresentanza nel proprio paese di origine. Per il riordino degli uffici consolari e ambasciate, invece, i fondi necessari si aggirano intorno ai 100 milioni di euro. E’ necessaria una razionalizzazione delle strutture consolari, come già ricordato dall’Ambasciatore Massolo nell’audizione alla Camera. L’obiettivo è quello di evitare il blocco delle assunzioni previsto nei casi di aggravio della spesa dal comma 404 della Finanziaria 2007. In chiusura, il Vice Ministro ha voluto ricordare il progetto del Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, dovere morale nei confronti della “diaspora”: 27 milioni di italiani emigrati dal 1861 al 1975. Menzione particolare è stata fatta da Danieli sul voto degli italiani all’estero, ovvero sulle proposte di modifica della legge elettorale. Tre le proposte di modifica descritte dal Governo: modalità di scrutinio, definizione delle liste elettorali e revisione dei sistemi postali utilizzati. Governo che si dichiara in pieno accordo con il Ministero dell’Interno e con il Ministero degli Affari Esteri, sottolineando la necessità di riformare la struttura del Cgie e dei Comites, per creare una reale e organica relazione tra la rappresentanza parlamentare e gli organi consultivi.

Elio Carozza, Segretario Generale del Cgie, dà il cambio al Vice Ministro. La relazione del Comitato di Presidenza è una dichiarazione di intenti: promozione della lingua e della cultura italiana prima di tutto. Entusiasmo per la delegazione dei Giovani Italiani all’estero, in attesa della loro Prima Conferenza e presenti all’Assemblea Plenaria. E il tema chiave dell’assistenza sociale per i connazionali all’estero.

I giovani, le seconde generazioni. Secondo il rapporto annuale della Fondazione Migrantes, oggi gli Italiani espatriano per ragioni differenti: cercano migliori opportunità, contesti adeguati, hanno un livello di studio elevato. Grande interesse per la futura Conferenza Mondiale Giovani Italiani all’estero: un evento che, per il Cgie, dovrà rinnovare il rapporto tra le parti.

L’intervento del Segretario Generale è accorato, per arrivare a consegnare al Governo e al Parlamento quattro documenti propositivi di azioni concrete, nonostante l’Italia attraversi oggi “un momento che sappiamo essere delicato…”.

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“La stagione delle riforme non avanza come auspicato”. Perciò, azzarda il Segretario, alla Conferenza Stato-Regioni-Provincie Autonome, prevista per il prossimo 6 dicembre, potrebbe partecipare anche una rappresentanza del Cgie.

Il 2008 preoccupa tutti. Per impedire i tagli di 7 milioni di euro, anche all’assistenza sociale, previsti dal comma 404 della Finanziaria 2007 in caso di non raggiungimento dei parametri. Resta irrisolto il problema della qualificazione e riorganizzazione della rete consolare, per cui restano confermate le risorse del 2007 che sono, secondo Carozza, del tutto inadeguate. Il Cgie è, nelle parole del suo Segretario, disponibile a collaborare con il Governo per una seria riforma della rete consolare. Ed è qui che l’assemblea applaude.

Il Presidente del Comitato degli Italiani all’estero presso la Camera, Onorevole Franco Narducci, prosegue i lavori. “Mi pare che Danieli e Carozza non si siano nascosti dietro al classico dito. È importante per il Cgie, che può ancora rappresentare le questioni e le sfide e deve dare voce alle attese dei nostri connazionali nel mondo”. Sceglie la via della propositività: “Si è parlato troppo poco di italiani all’estero. Come può l’Italia pensare al proprio futuro, se non rivedendo il suo legame con la diaspora?”. Gli strumenti, volendo, ci sarebbero. Narducci, tra tutti, cita Rai International, volgendo lo sguardo verso il suo Direttore, Pietro Badaloni.

Il Presidente del Comitato per gli Italiani all’estero tenta di comprendere la “genesi del maledetto comma 404” della Finanziaria 2007. “Al Parlamento non ne abbiamo avuto visualizzazione”. Un emendamento che sarebbe passato all’ultimo, nella concitazione dei tempi e che oggi, in quanto legge dello Stato, comporta degli obblighi da assolvere. “Volere essere protagonisti nel mondo, e tagliare fuori le antenne del nostro paese sui territori – i consolati – non è pensabile”, conclude Narducci.

Al termine dei lavori della prima giornata si è aperto il dibattito, con il primo intervento del Consigliere di Nomina Governativa Gianluigi Ferretti, che ha espresso il proprio dissenso sulla relazione del Governo, soprattutto circa il progetto di riordino degli uffici consolari. Aspetto valutato criticamente anche dal consigliere Della Nebbia, che contesta la mancanza di una adeguata comunicazione tra il Governo e il CGIE. Il Consigliere Ferretti ha, inoltre, contestato il caricamento sui capitoli di Bilancio del Ministero degli Affari Esteri con riferimento a spese relative al Centro Internazionale di Formazione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (CIF-OIL) – come già precedentemente denunciato dalla testata diretta dal Consigliere, L’Italiano, quotidiano del centro-destra rivolto agli italiani all’estero. Subito dopo è stato il turno di Claudio Pieroni, Consigliere per il Brasile, che ha voluto portare all’attenzione dell’Assemblea, le firme di 22.268 oriundi italiani residenti in Brasile, che protestano per le difficoltà nello smaltimento delle pratiche attinenti alla richiesta di cittadinanza italiana. Allo stato attuale ci vorrebbero cinquant’anni per smaltire le circa 800.000 richieste di cittadinanza italiana nel paese. E’ stata poi la volta del Vice Segretario Andrea Amaro, che ha elogiato le linee guida della relazione del Governo, sottolineando con soddisfazione l’efficace lavoro dei parlamentari eletti nella circoscrizione estero soprattutto nella modifica dello stanziamento delle risorse finanziarie per gli italiani all’estero 2007.

Dubbi invece sono stati espressi dal Vice Presidente sulla genericità delle cifre e dei modi di recuperarle nell’ambito delle operazioni di riordino degli uffici consolari. Il Consigliere Alberto Bertali, dalla Gran Bretagna, ha, invece, criticato le parole di elogio

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del Vice Presidente. ‘ necessario, sostiene, ricominciare a vedere agli uffici consolari come una risorsa, e non un costo, come invece traspare dai tagli e dagli accorpamenti previsti per le sedi diplomatiche.

Il consigliere Augusto Sorriso, dagli Stati Uniti, denuncia invece l’impossibilità di dialogo con il Governo, reo, secondo il Consigliere di avere preso le decisioni sulle sedi consolari senza la necessaria consultazione con il Cgie.

L’Onorevole Guglielmo Picchi, eletto sulla Circoscrizione Estero, Ripartizione Europa, ha espresso il proprio disappunto per l’assenza di un rappresentante del Governo nella fase del dibattito, ritenuta fondamentale nei rapporti che l’Esecutivo deve mantenere con gli organi consultivi. Critiche inoltre sono state mosse per la decisione di eliminare la sede consolare di Edimburgo, che, secondo l’Onorevole, porterà indubbie difficoltà per gli italiani residenti in quelle zone. A chiusura del suo intervento, l’Onorevole Picchi ha sottolineato come scelte come quelle sulla riforma della Costituzione, con particolare riguardo alla connotazione federale del “nuovo” Senato. Intervento improntato all’alleggerimento da parte del rappresentante dell’Unaie, Domenico Azzia, che si è più che altro soffermato in un affettuoso ringraziamento, accomiatandosi dalla reggenza della VI commissione tematica, rientrata sotto la guida dell’Ufficio di Presidenza precedente.

Il Consigliere Paolo Castellani ha voluto palesare il proprio disappunto per un passaggio della relazione del Governo in cui, in tema di assistenza, non ha rintracciato, tra i paesi che in futuro beneficeranno del sussidio, il Cile, l’Ecuador ed il Perù; grave mancanza per il consigliere, che ha denunciato la situazione di difficoltà di molti connazionali in quei paesi. Il consigliere Filomena Narducci, dall’Uruguay, oltre ad esprimere completo appoggio sulla vicenda cilena sollevata dal consigliere Castellani, ha posto l’accento sulla necessità di superare le contrapposizioni politiche per consentire al Cgie di operare serenamente per il conseguimento di obiettivi che vanno considerati comuni. Il Consigliere, di nomina governativa, Claudio Pozzetti ha voluto porre l’attenzione sul principio della obbligatorietà dei pareri del Cgie, aspetto a suo avviso decisivo per l’efficienza del CGIE. Prima dell’ultimo intervento dell’Onorevole Massimo Romagnoli, eletto nella circoscrizione estero ripartizione Europa, è stata la volta de consigliere Domenico Marozzi, dal Canada, che ha contestato la chiusura dell’ufficio consolare di Edmonton, accorpato a Vancouver nel piano di riordino. L’Onorevole Romagnoli, fortemente critico nei confronti della chiusura delle sedi consolari, ha riassunto le critiche più forti emerse nel corso di questo primo dibattito.

Angela Gennaro e Francesco Giurato / News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2069&titolo=Prima%20giornata%20di%20plenaria%20all%E2%80%99insegna%20delle%20chiusure%20dei%20consolati

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SERVIZI DEL GIORNO 07 Novembre 2007 ore 19.40 Speciale CGIE LA PLENARIA APPROVA IL DOCUMENTO SULLA CONFERENZA MONDIALE DEI GIOVANI/ IL PRESIDENTE ERIO: DIAMO VOCE E PARTECIPAZIONE A QUESTA GRANDE RISORSA ROMA\ aise\ - "I giovani italiani all’estero sono un’importante risorsa per la proiezione dell’Italia nel mondo: sono intermediari necessari, mediatori culturali ed economici in rappresentanza del nostro Paese. È pertanto necessario riconoscere questa loro funzione e dare adeguati spazi di intervento nella partecipazione alla definizione delle politiche per gli italiani all’estero". È questa la premessa del documento proposto oggi da Carlo Erio a nome della Commissione Nuove Migrazioni e Generazioni Nuove, durante l’Assemblea Plenaria del Cgie, in corso alla Farnesina. Il documento propositivo, approvato all’unanimità al termine dei lavori odierni, recepisce il documento di indirizzo che tre esperte del gruppo giovani hanno presentato alla VII Commissione, riunita a Roma il 6 e 7 luglio scorsi, in vista della Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani nel Mondo che si terrà entro il 2008. La missione che si propone il documento è quella di dare voce ai giovani italiani e di origine italiana residenti all’estero, innanzitutto attraverso un incremento del loro interesse nei confronti della realtà e della cultura italiana. "Le giovani generazioni di italiani residenti all’estero sono rimaste per lungo tempo in una situazione di abbandono", ha spiegato Erio. "Si avverte però, oggi, una riscoperta identitaria, una nuova coscienza di diritti e doveri". Secondo il consigliere del Cgie questo fenomeno è in gran parte dovuto al voto degli all’estero per corrispondenza il quale, raggiungendo una massima percentuale di individui, tra cui i più giovani, ha aperto le porte ad una nuova "lettura della cittadinanza" quale momento di partecipazione sociale, culturale e politica. "Questo ricoscimento", ha proseguito Erio, "ha risvegliato la loro voglia di sentirsi parte di un qualcosa che prima era solo teoria, era solo evanescente memoria tramandata dai padri in senso lato". Un secondo obiettivo del documento è poi quello di facilitare la comunicazione sia tra i giovani italiani all’estero sia tra gli stessi e i giovani italiani in Italia. "La loro voglia di incontrarsi, di conoscersi e di discutere la situazione di identità diverse e differenti, le loro espressioni culturali che esprimono valori di solidarietà comuni, sono elementi forti e stravolgenti che ci debbono fare riflettere come italiani tout-court", ha commentato il consigliere, secondo il quale "la comunicazione in tutte le sue forme e l’informazione sono le basi di recupero di questa identità, basi di interculturalità sommersa e basi di interscambio per un arricchimento comune. È perciò normale trovare richieste di più media e di informazione di ritorno. L’enorme quantità di notizie provenienti dall’Italia e sull’Italia, che viaggia tramite internet o diffusa dai media tradizionali, non soddisfa, se non in parte, le richieste delle comunità italiane all’estero ed ancor meno alla grande esigenza di conoscenza dei giovani italiani o di origine italiana all’estero". Un recupero del dialogo sostenuto anche dalle nuove tecnologie che "i giovani sanno manovrare in maniera eccellente per trovarsi senza conoscersi e per parlare senza legami; coscienti che la lingua comune di cui chiedono maggiore e professionistico apprendimento è una ferma base di partenza per questo dialogo", ha chiarito il presidente della VII commissione. Il documento vuole inoltre favorire il coinvolgimento dei giovani italiani all’estero nelle strutture associative e rappresentative della società. "L’associazionismo è un’altra forma di avvicinamento alla riscoperta delle origini, un’altra forma di partecipazione sociale, civile e quindi politica", ha osservato Erio, per il quale è necessario incrementare la partecipazione a livello locale per creare una rete meglio

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organizzata anche a livello transnazionale. "Tale rete darà la possibilità di creare un vero dialogo fra tutti gli attori coinvolti, una comunicazione dinamica e pluridirezionale tra i giovani italiani all’estero, nei e fra i propri Paesi, e i giovani in Italia". Il documento approvato questa mattina è dunque considerato un elemento essenziale per il buon esito della prossima Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani nel Mondo. A tal fine, un ruolo fondamentale sarà senz’altro svolto dalla rete diplomatico-consolare e, insieme ad essa, dai Comites locali con università, associazioni, Istituti di Cultura e Camere di Commercio, con il compito di accompagnare, sostenere e motivare i giovani all’incontro, allo scambio e alla discussione. "La conferenza mondiale dei giovani italiani nel mondo è un evento che non sarà solo un punto d’arrivo, ma servirà a monitorare desideri e speranze, affinché", ha concluso il presidente Erio, "tutte le centinaia di migliaia di donne e uomini oggi giovani, a cui l’Italia avrà risposto, si chiedano domani, meno giovani, non solo cosa l’Italia può fare per loro ma anche, soprattutto, cosa loro potranno fare per l’Italia". (tommaso sampaolo\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49325

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SERVIZI DEL GIORNO 07 Novembre 2007 ore 19.18 Speciale CGIE RETE CONSOLARE CULTURA CITTADINANZA E NUOVE GENERAZIONE: PRESENTATE IN PLENARIA LE RELAZIONI DELLE COMMISSIONI CONTINENTALI DEL CGIE ROMA\ aise\ - Ristrutturazione della rete consolare, diffusione della cultura e della lingua italiana nel mondo, rilascio gratuito dei passaporti agli emigrati italiani, coinvolgimento delle nuove generazioni nella vita associativa e implementazione delle pensioni per gli italiani all’estero. Questi alcuni dei temi riportati dai presidenti delle quattro Commissioni Continentali del Cgie nelle relazioni conclusive della riunione di lunedì scorso, presentate oggi nella seconda giornata di lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie, in corso alla Farnesina. Ad aprire i lavori il presidente della Commissione Continentale Europa e Nord Africa, Lorenzo Losi, che ha spiegato come "la Commissione ritenga inaccettabile ogni forma di risparmio che tende al ridimensionamento della rete consolare, già oggi carente nell’offerta dei servizi ai connazionali. La rete consolare va al contrario potenziata, perché è una risorsa anche per lo Stato italiano". Losi ha sottolineato anche che la rete dei servizi va migliorata nella qualità e nella qualità dell’offerta e che "è assolutamente inaccettabile che il Consiglio Generale non sia stato coinvolto nei processi decisionali che riguardano i cittadini italiani all’estero". "Quando il Consiglio si ritrova a dover ratificare decisioni già prese altrove, come nel caso di Innsbruck e Vienna, la chiusura di Esch sur Alzette e di Edimburgo", ha aggiunto Losi, "viene scavalcato nelle sue funzioni e respinge con forza questa tendenza. Queste sono azioni di vera e propria delegittimazione del Consiglio stesso". Anche Francisco Nardelli, presidente della Commissione Continentale America Latina, ha riportato che "la Commissione Continentale chiede di risanare le carenze storiche della rete consolare che hanno accumulato nel tempo un continuo arretrato nelle pratiche di cittadinanza e una complessiva inadeguatezza di tutti i servizi consolari". Andrea Amaro, presidente della terza Commissione di nomina Governativa, nel suo intervento ha sottolineato che anche la sua Commissione "ha chiesto, come tutti, un progetto generale per la ristrutturazione della rete consolare. Il suo risanamento e la sua riorganizzazione hanno bisogno di grandi risorse e quindi si deve affrontare il tema in maniera generale, organico, nella quale prendere in considerazione tutti gli aspetti, positivi e negativi". Losi, continuando il suo intervento, ha riferito anche dell’altro tema affrontato dalla sua Commissione, la questione del rilascio gratuito dei passaporti. L’attuale normativa, in particolare l’art. 19 della Legge 1185/67, ha ricordato Losi, recita che "nessuna tassa è dovuta per il rilascio o il rinnovo del passaporto ordinario in Italia e all’estero da coloro che sono da considerare emigranti ai sensi della norma sulla emigrazione e dagli indigenti". Secondo il Decreto 2205/19 art. 10 "ogni cittadino che espatri esclusivamente a scopo di lavoro manuale o per esercitare il piccolo traffico o vada a raggiungere il coniuge, ascendenti o discendenti". Questa legge, però, "è interpretata con molta differenza tra consolato e consolato, in generale in maniera restrittiva a danno dell’utenza, sia per quello che riguarda i connazionali indigenti sia per l’interpretazione di cosa sia "lavoro manuale" e "piccolo traffico"". La Commissione Continentale Europa e Nord Africa ha chiesto, dunque, che "siano attuate delle linee direttiva comuni d’interpretazione della normativa in vigore per evitare che ci siano discriminazioni tra connazionali che vivono nelle diverse circoscrizioni consolari" e che ci sia inoltre "un’interpretazione

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realistica e non restrittiva della normativa che riguarda i concetti di "lavoro manuale e "piccolo traffico"". "A tutti coloro che rientrano in queste categorie", ha concluso Losi, "deve essere riconosciuta la gratuità del passaporto. Questa commissione ritiene inammissibile e perfino immorale che l’Amministrazione interpreti in maniera "furbesca" la legge dello stato". Di diversa natura le tematiche riportate da Francisco Nardelli, rappresentante della Commissione Continentale America Latina, dove si chiede soprattutto "l’implementazione del pagamento delle pensioni, l’assicurazione privata della salute, già in corso in alcuni Paesi dell’area, e l’assegno di solidarietà per gli emigrati italiani". Al centro dei lavori della Commissione, ha spiegato il suo presidente, "c’è stata anche l’analisi del coinvolgimento delle nuove generazioni". Nardelli ha riferito che la sua commissione ha "avuto un lungo scambio di idee con i giovani rappresentanti invitati qui oggi che hanno espresso la necessità della Conferenza Mondiale entro il 2008". Occorre dunque "definire politiche specifiche a loro favore per avviare un rapporto continuativo e di scambio proponendo un legame a livello internazionale perché i giovani sono una risorsa". "Abbiamo accettato la proposta dell’Intercomites dell’Argentina", ha continuato Francisco Nardelli, "poi approvata dagli altri Intercomites dell’area adiacente, di sollecitare la modifica alla legge istitutiva del Comites per consentire loro una maggiore libertà di scelta e capacità operativa sul territorio insieme alla riforma istitutiva del Cgie per garantire l’aggiornamento di tutte e due le istituzioni". Sulla stessa linea la Commissione dei Paesi Anglofoni extra europei. "I giovani che hanno partecipato alle riunioni della Commissione Continentale hanno espresso la volontà di conoscere con sufficiente anticipo gli obiettivi della conferenza e i criteri di partecipazione", ha spiegato il presidente Giovanni Rapanà. "Dobbiamo renderci conto", ha continuato, "che sono giovani di origine italiana ma cresciuti in Paesi diversi dall’Italia e con culture diverse che difficilmente comprenderebbero i motivi di un’inadeguata preparazione ad un evento di tale importanza". "I Comites del Canada, degli Stati Uniti, del Sud Africa e dell’Australia e gli stessi componenti del Cgie della Commissione Anglofona", ha concluso Rapanà, "hanno espresso l’auspicio che vengano coinvolti nella preparazione della Conferenza sia all’estero che in Italia". Nardelli, nella sua relazione ha riferito anche del tema riguardante "la riforma della legge 153 per la diffusione della lingua e la cultura italiana nel mondo e ribadito l’urgenza della riforma delle leggi istitutive dei Comites e del Cgie che devono aggiornarsi per completare la rappresentanza degli italiani nel mondo con i parlamentari eletti all’estero". Il rappresentante della Commissione Continentale America Latina ha poi sottolineato che "la commissione ritiene necessario approvare delle leggi per il riacquisto della cittadinanza da parte di coloro che l’hanno persa per motivi di lavoro, i loro figli maggiorenni, ed è auspicabile il riconoscimento della cittadinanza anche ai figli di madri italiane emigrate prima del ’48". Sulla questione delle pensioni "si sono riscontrati gravi problemi per le implementazioni in quasi tutti i Paesi dell’area con insufficienti risposte degli enti preposti al pagamento. Questa è una vera violazione della convenzione sottoscritta dall’Inps e dalla Banca di Credito Popolare", ha dichiarato Nardelli. "Questi problemi che permangono si riscontrano anche nelle condizioni di riscossione di pagamento delle pensioni, scarsa chiarezza delle informazioni, inadeguatezza dell’infrastruttura e insufficiente copertura territoriale. Abbiamo incontrato i responsabili dell’Inps che non erano a conoscenza di questi problemi e si sono resi disponibile ad una streta collaborazione con il Cgie, i Comites ed i Patronati per verificare l’adempimento delle condizioni stabilite dalla convenzione a favore dei nostri pensionati". Inoltre la Commissione "riconosce i risultati positivi del piano di assicurazione sanitaria portato avanti in Colombia con 200 beneficiari ed in Venezuela circa mille, si spera in un beneficio simile anche in Argentina e in tutti i Paesi dell’area". In attesa che venga approvata in parlamento la legge che istituisca l’assegno di solidarietà agli emigrati italiani, Nardelli "auspica che vengano messi a disposizione fondi specifici per sanare la mancanza di quest’assegno, per gli anziani i disabili e per chi vive nel disagio economico in America Latina". Sulla diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo, "la Commissione considera prioritaria la riforma della legge 153 adeguandola ai bisogni attuali, tenendo conto di garantire la qualità dell’insegnamento e la necessità di sostegno tramite nuovi contenuti e nuove tecnologie multimediali facilitando l’accesso al materiale didattico e alla formazione continua degli insegnanti in loco". Rapanà riassumendo gli altri temi affrontati dalla sua Commissione ha affermato che "è necessario che vengano fatti alcuni interventi per migliorare l’applicazione della legge 459 del 2001 sotto il profilo della garanzia di segretezza, riservatezza e di personalizzazione del voto, senza tuttavia mutare alcuni aspetti fondamentali della legge stessa come quello che assicura la partecipazione passiva ai soli cittadini residenti all’estero per corrispondenza". Si è inoltre fatto portavoce dell’esigenza di "fare in modo che l’elenco degli elettori venga costantemente aggiornato e la commissione auspica la rapida entrata in funzione dell’anagrafe integrata sulla quale potranno intervenire ed interagire i consolati ed i comuni in tempo reale con l’aggiornamento dei dati".

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Infine, "sulla complessa materia della cittadinanza, sappiamo che il Governo intende disciplinare con una legge organica i vari aspetti che riguardano sia chi ha lasciato l’Italia sia chi arriva in Italia. Il riacquisto della cittadinanza ci auspichiamo possa essere risolto in tempi brevi attraverso un percorso, se necessario, disgiunto dal progetto di legge organico anche presentando un apposito emendamento alla finanziaria. Questa legge rappresenterebbe un atto di giustizia nei confronti di tanti connazionali che hanno perso la cittadinanza italiana a seguito dell’acquisto di un nuova cittadinza", ha concluso Rapanà che, al termine del suo intervento, ha annunciato le dimissioni dalla carica di presidente della Commissione, per poter recuperare, ha detto, una "libertà di espressione e di azione che nella mia posizione sono stato costretto a far passare in secondo ordine". (federica cerino\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49323

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SERVIZI DEL GIORNO 07 Novembre 2007 ore 20.03 Speciale CGIE I GIOVANI ITALIANI ALL’ESTERO PROTAGONISTI DELLA PLENARIA DEL CGIE ROMA\ aise\ - "In molti Paesi stiamo perdendo la nostra identità italiana originaria e non vogliamo che questo avvenga. Intendiamo valorizzare e far conoscere questa importante risorsa, di cui siamo pienamente orgogliosi". È questo il leit-motif degli interventi dei 17 giovani intervenuti al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero per illustrare le esigenze scaturite dagli incontri promossi dal CGIE, Comites, Regioni e mondo dell’associazionismo, in vista della Conferenza Mondiale dei giovani italiani all’estero, preannunciata per la fine del 2008. Il tema trattato durante l’Assemblea è stato, come accennato, quello del maggiore coinvolgimento dei giovani italiani e di origine italiana all’estero nei confronti della realtà e della cultura del loro Paese di origine. Con questi sentimenti, caratterizzati da un dichiarato forte impegno, i giovani hanno dunque dato vita ad un documento contenente gli elementi da loro ritenuti "essenziali" per la riuscita del complesso progetto di recupero e di mantenimento del legame con l’Italia. Il documento è stato approvato all’unanimità al termine dei lavori odierni. "Non guardate noi italiani residenti all’estero come un investimento a fondo perso. Siamo un investimento reale, siamo la vostra pubblicità all’estero, le vostre banche: mettete 10 e potete anche raccogliere 100. Non considerateci come persone che hanno bisogno di aiuto fine a se stesso: abbiamo bisogno di aiuto per crescere per aiutare voi". Sono queste le parole espresse da Aziza Oussayef, delegata rappresentante dei giovani italiani residenti in Algeria. In Venezuela, sono molti gli italiani di seconda, terza e quarta generazione che non hanno la possibilità di frequentare scuole italiane. "Le poche scuole presenti hanno un eccessivo costo, spesso impossibile da affrontare per una famiglia normale", ha spiegato Giovanni Lombardo, delegato per il Venezuela. "Occorrerebbe un maggior impegno a favore della diffusione della cultura della madre patria. Le istituzioni italiane hanno contribuito e contribuiscono ancora allo sviluppo economico di questo Paese, attualmente però si vive una difficile situazione sociale e politica che costringe i giovani a cercare nuove opportunità di lavoro e studio per il proprio sviluppo personale e professionale. Molti di loro", ha proseguito Lombardo, "vorrebbero trovare in Italia quello spazio che circa 50 anni fa genitori e nonni hanno lasciato vuoto emigrando dal loro Paese d’origine. L’Italia è in grado di accogliere questi giovani che, orgogliosi delle loro origini, saprebbero ben integrarsi nella madre patria, impegnandosi ad aumentare questa ricchezza bilaterale?". Elena Sallusto, delegata per gli italiani in Grecia, ha invece riscontrato nella sua comunità un certo "allontanamento delle nuove generazioni italiane dal Paese d’origine"; comunità che, evidentemente, si è ben inserita nella realtà greca. Una buona integrazione nella società ospitante "sia come persone che come forza lavoro" emerge anche dall’ intervento di Andreas Vinaccia, rappresentante dei giovani italiani in Svezia.

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Dello stesso parere è Michael Donato, delegato per l’Australia, che ha però notato, in questi ultimi anni, una "rivalutazione delle origini italiane" nella propria comunità. Secondo Donato "il documento presentato oggi dalla VII Commissione e la Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani nel mondo rafforzeranno questo rinnovato interesse". L’identità italiana si sta perdendo anche nelle comunità residenti in Perù. In questo Paese "gli italiani non sono tantissimi ma sono comunque ben inseriti", ha osservato Massimo Galluzzo secondo il quale "non essendoci più le forti migrazioni di qualche decennio fa, le seconde, terze, quarte generazioni sono sempre più lontane dalla madre patria. A scuola si studia solamente la storia dell’Italia e c’è un distacco con l’Italia politica, sociale e istituzionale di oggi", ha spiegato il delegato per il Perù. Un discorso diverso va fatto invece per la comunità italiana in Canada. "L’identità italiana tra i giovani non si è persa ed è ancora forte il senso di appartenenza verso la madre patria" ha osservato Emilia Barbiero, rappresentante canadese. Francesco Tuzzolino, delegato per gli Stati Uniti, laureatosi a Palermo ed emigrato recentemente per motivi lavorativi rappresenta indubbiamente la "nuova emigrazione". "Una volta laureati si perde spesso il senso della Patria", ha riferito Ruzzolino secondo il quale per evitare un distacco totale "è necessario creare una rete di giovani all’estero attraverso il lavoro dei Comites e delle Associazioni". La Svizzera è stata considerata dalla propria rappresentante Nadia Laielli come un "isola felice" sia per quanto riguarda i servizi offerti, sia per la consistente rappresentanza italiana. "è importante però", ha riferito, "riscoprire la vera identità italiana, con i suoi valori e le tradizioni". La risposta ai bisogni di queste realtà non può dunque essere univoca ma differisce dal contesto geo-politico e sociale di appartenenza: cioè che è valido per alcuni Paesi è meno rilevante per altri. Un dato, comunque, emerge identico in tutti i contesti: la valenza che l’identità ha nella memoria delle origini ed in quella dei processi di radicamento sul territorio del Paese di residenza, come anche nell’espressione di valori e credenze che spesso incredibilmente sopravvivono nei più diversi contesti culturali. A dare il benvenuto ai giovani anche alcuni rappresentanti del Cgie, rappresentanti del Governo e delle Regioni. Tra questi anche l’on. Mirko Tremaglia, padre del voto degli italiani all’estero, che ha voluto rivolgere un ringraziamento ai giovani presenti perchè con la loro presenza dimostrano di voler "partecipare con uno spirito d’italianità a quello che è avvenuto da un secolo a questa parte, cioè l’emigrazione dei loro padri e dei loro nonni". "Oggi", ha continuato l’on. Tremaglia, "voi battendovi per questa causa d’italianità esaltate tutta la nostra emigrazione". Richiamando la questione del voto e del diritto di esercizio ad esso Tremaglia ha affermato che "se si riuscirà ad avere la legge della bicamerale significherà avere finalmente per i parlamentari e i senatori eletti all’estero la possibilità di esercitare un’azione politica sul Parlamento Italiano. Se la legge sarà approvata - ha aggiunto - noi faremo venire a Roma i 395 parlamentari eletti all’estero". Quindi "è necessaria la difesa del voto a tutti i costi perché in questi giorni ho visto operazioni di sabotaggio nei confronti degli italiani all’estero. Voi giovani dovete essere all’avanguardia per poter affermare la nostra patria. Dobbiamo essere tutti uniti nella difesa del voto", ha concluso l’on. di AN . In rappresentanza del Ministero per le Politiche Giovanili Enrico Bertoli ha voluto portare il saluto del Ministro Melandri e assicurare la collaborazione del Ministero nella preparazione della Conferenza Mondiale e per la creazione del web forum in programma. Tra i consiglieri del Cgie Giangi Cretti ha voluto sottolineare come l’obiettivo di mille partecipanti alla Conferenza Mondiale non siano una "fiera", ma un punto di arrivo. Inoltre secondo Cretti la fase più importante sarà "il percorso, come arriveremo alla Conferenza sarà la risposta alla domanda "cosa farete da grandi?". "Quello che farete", ha asserito Cretti, "dipenderà da quello che saprete seminare in questa fase, quello che vi saprete prendere. La sfida la vincerete se voi riuscirete ad intercettare quelli che non fanno parte come voi del mondo associativo. La sfida sarà intercettare quelli che ruotano all’esterno". Il consigliere Alberto Bertali, è poi intervenuto chiedendo cosa ha spinto questi giovani a "venire qui ad ascoltarci e a farsi ascoltare", dal momento che "in tutti questi anni noi abbiamo

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avuto delle esperienze fallimentari nell’avvicinare i giovani e a farli interessare al mondo associativo. La vostra presenza oggi è una piccola consolazione". A rappresentare le Regioni, Lorenzo Murgia, vice presidente del Consiglio dei Toscani all’Estero, e Silvia Bartolini, presidente della Consulta degli Emiliano Romagnoli nel Mondo, che hanno portato la loro esperienza nell’affrontare la realtà associativa con i giovani. "Finalmente stiamo iniziando a dare seguito a degli impegni presi diversi anni fa", ha dichiarato Murgia. "I giovani intervenuti ci chiedono di conoscere l’Italia in modo diverso. Noi come Regione - ha continuato - abbiamo concesso ai giovani un’autonomia organizzativa, abbiamo concesso di avere delle associazioni che non sono quelle degli adulti dalle quali non si sentono rappresentati. I problemi sono vissuti in maniera diversa, anche il rapporto con l’Italia è vissuto in modo diverso. Noi - ha concluso - abbiamo inserito nella Consulta anche i giovani, facendo partecipare di diritto a tutte le riunioni i 4 coordinatori continentali". Silvia Bartolini ha poi riportato l’esperienza fatta nella preparazione della conferenza dei giovani di discendenza Emiliano Romagnoli, spiegando che "la Regione ha chiesto ad ognuno delle nostre associazioni di segnalare un giovane tra i 18 e i 36 anni ma non tutte le associazioni hanno tra gli iscritti dei giovani al di sotto dei 36 anni". Così, "ne abbiamo in tutto 80 che hanno preso parte alla conferenza dei giovani di discendenza Emiliano Romagnoli. La conferenza è stata un successo. E la chiave del successo è stata la scelta delle tematiche avvenuta su proposte dei giovani consultori. I gruppi di lavoro sono stati produttivi perché i lavori non sono stati seguiti con spirito paternalistico. Sono stati prodotti progetti di grande interesse e di grande qualità, concreti ed innovativi. Suggerisco di preparare il Convegno mondiale – ha concluso - con strumenti telematici e con le Conferenze Continentali, e di evitare il paternalismo". Mario Tommasi, presidente della Commissione III ha espresso la speranza che "il lavoro d’indagine promossa dagli stessi giovani rappresentanti non vada disperso ma serva come base per l’organizzazione della Conferenza Mondiale". Il presidente della IV Commissione, Giovanni Tassello, ha fatto notare di aver riscontrato che "nel documento presentato dai giovani non ho visto accenno al tema della Solidarietà. Credo – ha continuato - che invece possa essere un tema che unirebbe la realtà di molti giovani italiani all’estero con i giovani che sono qui nel nostro Paese. Il dialogo che deve esserci tra noi adulti e i giovani deve essre un dialogo multigenerazionale, cioè deve portare ad uno scambio di informazioni tra diverse generazioni. Ed è per questo – ha concluso - che Comites, Cgie, Regioni e Ministero devono lavorare insieme". Tocca dunque all’Italia investire su questi giovani e lo farà attraverso la preparazione della Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani nel Mondo prevista per il 2008 che, secondo il Segretario generale del CGIE, Elio Carozza, "aprirà una nuova tappa della storia dell’emigrazione italiana nel mondo". (tommaso sampaolo\federica cerino\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49329

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SERVIZI DEL GIORNO 07 Novembre 2007 ore 17.25 Italiani nel Mondo DOCUMENTAZIONE/ IL TESTO DELLA CONVENZIONE STIPULATA TRA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E RAI INTERNATIONAL ROMA\ aise\ - Firmata lo scorso 26 luglio e divenuta esecutiva dopo il decreto del 3 agosto, la Convenzione tra la Presidenza del Consiglio e la Rai ha fissato il tracciato su cui dovrà muoversi la direzione di Rai International, canale non solo tradizionalmente dedicato agli italiani all’estero ma anche aperto ad una programmazione rivolta agli amanti dell’Italia, della sua cultura, del suo stile di vita. Di seguito pubblichiamo il testo integrale della Convenzione per utile documentazione. "Premesso che in relazione all’evoluzione dello scenario audiovisivo europeo ed internazionale, alla crescente attenzione sulle tematiche inerenti la comunicazione quale strumento di integrazione e di partecipazione al servizio dei cittadini, la Rai, Radiotelevisione italiana Spa e la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l’informazione e l'Editoria hanno attivato un nuovo rapporto convenzionale destinato a disciplinare la complessiva programmazione radiofonica e televisiva destinata all'estero oggetto dell’offerta di Rai International, sostanzialmente innovata sia nella qualità che nella differenziazione degli strumenti trasmissivi con l'aggiunta di nuovi ulteriori servizi diffusi anche per tutto l’arco delle 24 ore. Premesso che nel contesto indicato, la nuova offerta intende connotarsi per la centralità dell'impegno assunto dalla Rai a predisporre programmi radiofonici e televisivi per la diffusione della lingura e della cultura italiana nel mondo in modo da rappresentare la complessiva realtà del Paese, le dinamiche di sviluppo e le diverse prospettive culturali, istituzionali, imprenditoriali e sociali nella loro interezza; considerato che la Presidenza del Consiglio ai sensi degli articoli 19, primo comma lettera b) e 20, terzo comma, della legge 14 aprile 1975 n. 103, per il raggiungimento dei propri fini istituzionali, si avvale della società concessionaria dello Stato per la predisposizione di programma radiofonici e televisivi per la diffusione della lingua e cultura italiane nel mondo attraverso convenzioni pluriennali, le cui condizioni e modalità delle prestazioni erano rinegoziate ogni triennio ai sensi dell’art. 19 della convenzione approvata con decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 1994; all'esito dell’attuale negoziazione, le condizioni e modalità delle prestazioni sono state individuate e con la prèsente disciplinate a decorrere dakl 1 gennaio 2007 per il triennio successivo (2007/2009) e saranno comunque rinegoziate per i successivi trienni; considerato che ai sensi dell’art. 45 del Testo Unico della radiotelevisione emanato con decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 iI Ministero delle Comunicazioni e la Rai hanno rinnovato il contratto nazionale di servizio relativamente al triennio 2007/2009 avente ad oggetto l’attività che la società concessionaria svolge ai fini dell’espletamento del servizio pubblico radiotelevisivo; visto l'art. 49 comma l del Testo Unico che prevede che la concessione del servizio pubblico generale radio televisivo è affidata alla Rai Radiotelevisione italiana Spa fino al 6 maggio 2016; considerato che la RAI, ai sensi della predetta normativa, ed in particolare del Testo Unico e del contratto di servizio, è tenuta alle prestazioni oggetto della presente convenzione finalizzata alla conoscenza e alla valorizzazione della lingua e della cultura italiane; vista la nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria del 14.2.2006 n. 23293 con la quale si informa la RAI di aver preso atto del "Piano di produzione per l’anno 2007” relativo alla Convenzione per la trasmissione di programmi televisivi e radiofonici a destinati a stazioni estere (detta Rai International) con la riserva di modificare in corso di attuazione della

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Convenzione i contenuti informativi e culturali del suddetto Piano all’esito della conclusione dei lavori della Commissione tecnica congiunta tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la RAI - Radiotelevisione italiana; considerato il comune interesse alla definizione di una convenzione che nel quadro dell'evoluzione dello scenario di riferimento e del contesto tecnico-editoriale e normativo rifletta la visione condivisa sulle tematiche della promozione e valorizzazione del sistema Paese nella sua complessità, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la RAI intendono disciplinare un assetto di principi, condizioni e modalità di offerta televisiva, radiofonica e multimediale che implichino il superamento di una visione di “fornitura basata su parametri quantitativi" a favore della focalizzazione sui criteri della qualità della programmazione e della più ampia diffusione e dell’utilizzo degli strumenti della multimedialità considerato che sono rispettate le finalità previste dalla legge 14 aprile 1975, n. 103 ed il corrispettivo è stato adeguato tenendo conto delle innovazioni sotto il profilo trasmissivo e della qualità dei servizi, diffusi anche per tutto l’arco delle 24 ore, attraverso l'utilizzazione dei programmi e la diffusione delle più significative produzioni del panorama audiovisivo nazionale; considerato che è stata raggiunta una ottimizzazione del segnale di trasmissione mediante tecnologie distributive evolute come quella digitale e quella di internet; considerato l'interesse delle parti a favorire l'estensione della fruizione dell'offerta originale su tutte le aree geografiche di destinazione come individuate nello schema annuale del palinsesto di cui al successivo art. l comma 5, ed in particolare con riferimento alla diffusione in Italia o in Europa; La Presidenza del Consiglio, nella persona di Paolo Peluffo Capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, e la Rai, nella persona del Presidente Claudio Petruccioli e del Direttore Generale Claudio Cappon, si conviene e si stipula quanto segue. Articolo 1 Oggetto e finalità della convenzione 1. La convenzione ha ad oggetto l'offerta di programmazione televisiva, radiofonica e multimediale, nonché i servizi tecnologici di cui Rai abbia la disponibilità per la produzione, o per la trasmissione del segnale relativamente alla programmazione della Rai per l'estero, diffusa anche per tutto l'arco delle 24 ore, in linea con gli obiettivi del servizio pubblico radiotelevisivo e le istanze della Presidenza del Consiglio del Ministri in termini di arricchimento nei contenuti o nelle modalità di fruizione dell'offerta dedicata alla esportazione del sistema paese all'estero. L'offerta televisiva radiofonica e multimediale nonché i servizi tecnologici sopra indicati costituiscono oggetto di autonoma e insindacabile individuazione da parte della RAI, relativamente a composizione editoriale dei palinsesti, ambito territoriale di riferimento. mezzi tecnici di distribuzione, come configurati nello schema annuale di palinsesto di cui al successivo comma 5 ed eventuali successive modifiche ed adattamenti comunicati dalla Rai con i rapporti periodici e le informative di cui ai successivi artt, 3, comma. 4 e 4, comma 3. In coerenza con il carattere innovativo della convenzione, Rai si riserva, d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l'Informazione e l’Editoria - di valutare anche sulla base di specifiche analisi e studi di settore, una diversa denominazione della complessiva offerta destinata all’estero, nel transitorio della Rai International. 2. In particolare, la Rai intende promuovere la valorizzazione della lingua, della cultura e dell’impresa italiane e garantire un adeguato livello di informazione per le comunità italiane all’estero. 3. La Rai si impegna a ridefinire il target di riferimento della propria offerta internazionale in termini di comunità italiane residenti all’estero, italiani temporaneamente all’estero per motivi dì lavoro o personali e cittadini stranieri di origine italiana; a questi vanno aggiunti i cittadini stranieri interessati o interessabili all’Italia ed al suo sistema di valori, culture, stile di vita, beni artistici e paesaggistici, creatività e prodotti. 4. Per rispondere all’evoluzione in atto nel contesto dì riferimento, la Rai si impegna a: a) assicurare un’adeguata offerta informativa di intrattenimento e culturale con riferimento al target sopra individuato per contributo a mantenere solido e vitale il rapporto tra gli italiani all’estero, le persone di origine italiana e l’Italia, anche attraverso logiche di reciprocità tese a valorizzare in Italia le esperienze degli italiani all’estero, b) consentire ai cittadini italiani residenti all’estero un adeguato accesso all’informazione e alla comunicazione politica, in particolare nei periodi interessati da campagne elettorali e referendarie sulle tematiche di interesse generale e su quelle di interesse specifico (circoscrizioni elettorali di riferimento) c) realizzare nuove ed originali offerte per l’estero rivolte ad aree geografiche particolari e finalizzate a promuovere l’Italia in termini di valori, culture, stile di vita, beni artistici e paesaggistici, produzioni creative, enogastronomiche, industriali e manifatturiere e posizione in ambito internazionale; d) affermarsi come un partner-chiave nel sostegno alla promozione del sistema Italia all’estero; e) informare sulle iniziative istituzionali italiane relative ai temi delle politiche e relazioni internazionali f) verificare le potenzialità di arricchimento dell’offerta e la diffusione nell’area del Mediterraneo e dei Balcani secondo quanto previsto dal precedente comma 1.

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5. La RAI si impegna a trasmettere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, entro il mese di dicembre di ogni anno, lo schema di massima del palinsesto dell’offerta televisiva e radiofonica di cui ai successivi artt 3 e 4.• 6. La Presidenza del Consiglio dei Ministri concede alla RAI a titolo gratuito la licenza non esclusiva per l'utilizzazione e lo sfruttamento nelle sedi oggetto della presente convenzione ivi compresa quella multimediale su qualsiasi piattaforma e senza limitazione di spazio e/o territorio, della library nella propria disponibilità inerente contenuti di natura istituzionale riconducibili ai generi informazione, approfondimento, comunicazione sociale e di pubblica utilità, formazione e promozione culturale, in un’ottica di ulteriore arricchimento della complessiva offerta destinata all’estero ed in linea con le finalità esplicitate nei precedenti commi 2 e 3. Articolo 2 Qualità dell’offerta e monitoraggio La Rai riconosce come tratto distintivo della propria missione di servizio pubblico la qualità dell’offerta televisiva, radiofonica e multimediale destinata all'estero si impegna affinché tale obiettivo sia perseguito nell’ambito di applicazione della presente convenzione. 2. La Rai si impegna ad improntare la programmazione televisiva per l’estero ai seguenti criteri: a) assicurare una gamma di programmi equilibrati e vari in grado di soddisfare le esigenze democratiche, sociali e culturali della società o garantire il pluralismo; b) rispettare i principi di obiettività, completezza, imparzialità, lealtà dell'informazione, di apertura alle diverse opinioni e tendenze sociali e religiose; c) promuovere la cultura e sviluppare il senso critico dei telespettatori; d) valorizzare il patrimonio artistico e ambientale; e) rispettare la dignità della persona e l'armonico sviluppo fisico, psichico e morale del minore, evitando scene ed espressioni volgari o di cattivo gusto. 3. Al fine di effettuare il monitoraggio della programmazione per l'estero, la Rai si impegna a sviluppare un sistema che – anche impiegando strumenti ed indicatori derivanti da analisi e ricerche già presenti ( quali in particolare le osservazioni, le segnalazioni ed i suggerimenti degli italiani nel mondo in merito ai programmi televisivi per l’estero) possa consentire di effettuare adeguata valutazione in merito ai seguenti aspetti: qualità della programmazione intesa come valore "pubblico" in grado di rendere percepibile agli utenti del servizio l’offerta nel suo complesso, la programmazione per generi e contenuti di produzione e/o d’acquisto mirati rispetto al target di riferimento; qualità tecnica del segnale, in rapporto alla copertura geografica dei territori e ai canali distributivi, comprese le forme di accesso anche attraverso monitoraggi sulla distribuzione del segnale sul rispetto degli standard tecnici, nonché sul riscontro quantitativo in termini di utenti raggiunti. 4. Tale monitoraggio sarà svolto da Rai con cadenza trimestrale e le relative risultanze saranno trasmesse entro i tre mesi successici alla Commissione di monitoraggio di cui al seguente art. 6, per le valutazioni di competenza da segnalare al Comitato di cui all'art. 7, comma 5, e per l'adozione degli eventuali interventi tesi al costante allineamento dell'offerta e delle modalità di distribuzione rispetto alle finalità della presente convenzione. Articolo 3 L'offerta televisiva 1. Alla luce delle premesse di cui ai precedenti articoli, la RA1 si impegna a definire la nuova offerta televisiva per l'estero secondo logiche di flessibilità editoriale ed aderenza con le caratteristiche socio-culturali dei diversi paesi, nonché dei differenti pubblici di riferimento e le opportunità di sviluppo dell'offerta possibili in base alle differenti realtà economiche dei mercati internazionali. 2. la Rai si impegna a sviluppare una offerta televisiva internazionale che preveda, accanto al canale generalista dovunque possibile e nel tempo più breve possibile, un canale “all news”, avvalendosi per questo canale prevalentemente di Rai news 24 e dell’apporto di Euronews. Ulteriori offerte potranno essere realizzate utilizzando contenuti di archivio, programma tratti dalle reti e testate Rai e programmi originali di produzione e/o acquisto, privilegiando oin particolare sport e news. La rai si impegna altresì a un immediato potenziamento della promozione di Rai International ovunque si realizzino nuove iniziative du distribuzione. 3. La RAI, ferme restando le opportunità di differenziazione dell’offerta di cui al comma 3, si impegna a valorizzare nell’ambito della programmazione annuale dell’attuale Rai International i seguenti generi: a) Informazione: notiziari con programmazione sistematica o straordinari programmi relativi ad avvenimenti a carattere sistematico o straordinario; informazione istituzionale e parlamentare; dibattiti politici, informazione religiosa. b) Approfondimento: rubriche tematiche, inchieste e dibattiti, talk show, reportage attinenti a temi sociali, politici, economici, di costume e di attualità; rubriche e contenitori televisivi con prevalente contenuto di servizio e di ausilio alla vita quotidiana ed ai temi del benessere e della salute; c) Lavoro, comunicazione sociale, pubblica utilità: trasmissioni prevalentemente incentrato sui bisogni

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della collettività; trasmissioni a carattere sociale; trasmissioni e spazi televisivi dedicati alla attività di associazioni della società civile; comunicati che offrono servizi di pubblica utilità e campagne di comunicazione istituzionale; celebrazioni liturgiche; d) turismo e qualità del territorio: incentivazione delle esperienze di visita e di fruizione delle risorse del territorio italiano attraverso proposte di attrattive e di itinerari in rapporto a specifici target individuati per età, per esigenze e per tipologie di viaggio e di tempo libero, valorizzazione delle produzioni tipiche locali, incentivazione di proposte di turismo culturale collegato ad appuntamenti artistici, tradizioni locali, ricorrenze storiche, manifestazioni religiose; con riferimento alla rappresentazione dell’Italia nel mondo, valorizzazione degli asset culturali, storici, artistici, ambientali, imprenditoriali che rendono particolarmente significativo e influente il nostro Paese nel contesto internazionale. e) Promozione culturale, scuola e formazione: trasmissioni finalizzate a promuovere e valorizzare la storia, le tradizioni, i costumi, il patrimonio culturale del Paese e diffonderne la conoscenza; trasmissioni volte a far partecipare la società italiana alla tutela del patrimonio artistico e ambientale del Paese; trasmissione e documentari a contenuto letterario e scientifico; f) spettacolo: trasmissioni a carattere culturale e di intrattenimento con particolare attenzione alle forme artistiche dal vivo quali il teatro, la danza, la lirica, la prosa e la musica sia classica che leggera; g) Sport: manifestazioni sportive nazionali e internazionali trasmesse in diretta o registrate, di interesse generale e di settore; notiziari, ribriche e inchieste, finestre periodiche almeno settimanali sulle reti terrestrei relative agli sport dilettantistici e minori; h) Minori: programmi di tutti i generi televisivi dedicati ai bambini, agli adolescenti e ai giovani che abbiano finalità formativa, informativa o di intrattenimento, nel rispetto del diritto dei minori alla tutela della loro dignità e del loro sviluppo fisico, psichico ed etico; i) promozione dell’audiovisivo: prodotti di fiction (tv movie, serie, miniserie, serial, cortometraggi ecc) e cinematografici (film e film di animazione), cartoni, documentari di produzione italiana o europea; trasmissione, rubriche e programmi per la valorizzazione delle opere cinematografiche, italiana ed europee, dell’audiovisivo in generale, dei nuovi autori cinematografici; j) insegnamento della lingua italiana: programma mirati alla conoscenza e valorizzazione della lingua italiana, attraverso contributi editoriali in termini di formazione e divulgazione del patrimonio linguistico, anche mediante modalità didattiche interattive. 4. Il monitoraggio, di cui al precedente art. 2 si esplica anche attraverso una dettagliata informativa della programmazione trasmessa da Rai International, raggruppata secondo i generi indicati al precedente comma 3, nonché attraverso un rapporto sulla dimensione quantitativa degli utenti finali, rispetto ai diversi territori, un rapporto sulla produzione ad hoc per l’estero, specificando le percentuali per genere, per territori e specificando inoltre mezzi tecnici e modalità di distribuzione all’utente finale (tipologia di piattaforma distributiva, trasmissione in chiaro e pay). Il monitoraggio inoltre prevede un rapporto sui programmi dei canali terrestri e satellitari Rai trasmessi nei palinsesti per l'estero, con le percentuali per genere, per territori e con l’indicazione dei mezzi tecnici di distribuzione. Sulla base delle evidenze del monitoraggio di cui al precedente art. 2 , Rai attiverà specifiche iniziative di promozione dell’offerta finalizzate a valorizzare la programmazione di Rai International, rispetto al target di riferimento nei diversi territori. In particolare, Rai adotterà le opportune azioni integrative sotto il profilo della comunicazione con l’obiettivo di incrementare quantitativamente i livelli di audience, in relazione ai risultati emersi da monitoraggio ed ai parametri attesi. Articolo 4 L’offerta radiofonica 1. Alla luce delle premesse di cui ai precedenti articoli, la Rai si impegna a definire la nuova offerta radiofonica per l’estero secondo logiche di flessibilità editoriale ed aderenza con le caratteristiche socio-culturali dei diversi paesi, nonché dei diversi pubblici di riferimento e le opportunità di sviluppo dell’offerta possibili in base alle differenti realtà economiche dei mercati internazionali. 2. In particolare, la RAI si impegna a realizzare e diffondere un'offerta radiofonica che contempli i seguenti generi di programmazione: informazione: giornali radio, anche sportivi e tematici, di formato, stile e contenuto diversificato secondo il canale; informazione religiosa; b) approfondimento: programmi o rubriche di approfondimento, inchieste, reportage; dibattiti e fili diretti anche in formato di flusso; radiocronache, programmi e rubriche dedicati alle varie discipline sportive. c) Cultura: programmi di attualità scientifica, umanistica e tecnologica, anche con carattere di intrattenimento; fiction radiofonica; teatro (riprese o prodotto in studio); documentari e rievocazioni storiche anche basati su elaborazioni di materiali di archivio; trasmissioni dedicate alla musica classica, alle riprese dal vivo o differite di eventi musicali, al mondo della musica nazionale o popolare; d) Società: programmi, rubriche, inchieste e dibattiti su temi sociali e di costume, anche rivolti al mondo dei giovani e realizzati in formati innovativi capaci di rappresentare la vita comunitaria del territorio, e di ampliare il dibattito sull'evoluzione civile del Paese.

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e) Servizio: rubriche e servizi sull'attività degli organi istituzionali; programmi, rubriche e radiocronache di tema religioso; rubriche tematiche di particolare interesse sociale (lavoro, salute, previdenza) o rivolte a particolari target (minori, anziani, disabili ecc.); programmazione per non vedenti. f) Insegnamento della lingua italiana: programmi mirati alla conoscenza e alla valorizzazione della lingua italiana, attraverso contributi editoriali in termini di formazione e divulgazione del patrimonio linguistico, nonché mediante modalità didattiche interattive. 3. la rai è tenuta a trasmettere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, per ciascun semestre entro i successivi tre mesi una dettagliata informatica della programmazione radiofonica per l’estero raggruppata secondo i generi indicati al comma 2 e dei relativi mezzi tecnici di distribuzione. 4. La Rai si impegna a valutare lo sviluppo della rete di distribuzione e diffusione neui vari territori del canale radiofonico internazionale. Articolo 5 Ampliamento e diffusione dell’offerta televisiva e radiofonica La Rai si impegna ad adottare ogni opportuno strumento finalizzato a favorire la fruizione della propria offerta per l’estero anche da parte del pubblico straniero. in tale quadro la Rai si impegna, più in particolare, a verificare: gli ambiti di ampliamento e/o diversificazione della programmazione televisiva e radiofonica dell’attuale Rai International per singole aree geografiche con interesse specifico per quanto riguarda l’offerta radiofonica ed in prospettiva per quella televisiva per l’area del mediterraneo e dei Balcani; l’adozione di opportuni strumenti quali, a titolo esemplificativo, il bilinguismo o comunque di sottotitoli o doppiaggio per rendere comprensibile l’offerta televisiva e radiofonica, almeno in parte, anche a chi non conosce l’italiano. La rai si impegna ad assicurare attraverso le piattaforme digitali e satellitari nella disponibilità della Rai l’estensione dell’ambito territoriale di diffusione dell’attuale Rai International comprendendo l’Europa o per l’Italia, compatibilmente con la disponibilità dei diritti dei programmi, garantendo comunque un’adeguata programmazione complessiva. In tale contesto, la rai si impegna ad assicurare la trasmissione via internet delle produzioni originali radiofoniche e televisive per l’estero di cui abbia la disponibilità dei diritti. Articolo 6 Commissione di monitoraggio 1. Entro trenta giorni dall’entrata in vigore della presente convenzione, la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria si impegna ad istituire un’apposita Commissione permanente di monitoraggio presieduta dal Capo del Dipartimento per l'Informazione e l’Editoria e composta da 8 membri, di cui 3 rappresentanti indicati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, 1 rappresentante indicato dal Ministero degli Affari Esteri e 4 rappresentanti della RAI, con l'obiettivo di procedere anche alla luce dell'evoluzione dello scenario di riferimento, alla definizione delle più efficaci modalità operative di applicazione e di sviluppo delle attività e degli obblighi previsti nella presente convenzione, nonché di valutare/verificare i risultati raggiunti dalla presente convenzione, con riguardo specifico al monitoraggio di cui agli artt. 2 e 3 comma4. Le rispettive componenti della Commissione potranno di volta in volta definire le eventuali integrazioni della Commissione stessa in funzione degli argomenti trattati. Entro trenta giorni dalla costituzione, la Commissione approva uno specifico regolamento per il proprio funzionamento. La Commissione potrà avvalersi del Comitato Scientifico di cui all’art. 3 del Contratto di Servizio 2007-2009 per tutte le attività attinenti la definizione, l’organizzazione e l’implementazione del sistema di monitoraggio e di analisi della qualità della programmazione per l’estero, con l'obiettivo di sfruttare tutte le potenziali sinergie di carattere operativo. Articolo 7 Corrispettivo l. La Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria corrisponderà alla RAI - Radiotelevisione Italiana Spa, per le prestazioni di cui agli artt. 3, 4 e 5 come individuate nello schema di palinsesto di cui all’art.1 comma 5 ed eventuali successive modifiche ed adattamenti comunicati dalla RAI con i rapporti e le informative di cui ai precedenti artt. 3, comma 4 e 4 comma 3 – un corrispettivo annuo definito nella misura di Euro 35.000.000,00 (trentacinquemilioni/00) compresa l’Iva di legge. Solo per l’anno 2007 il corrispettivo di Euro 30.000.000,00 (trentamilioni/00) inclusa l'Iva di legge tenuto conto della graduale realizzazione delle prestazioni innovative oggetto della presente convenzione. 2. Entro tre mesi dalla scadenza di ogni esercizio finanziario, la Presidenza del Consiglio dei Ministri confermerà alla Rai le condizioni economiche alle quali intende continuare a fruire delle prestazioni di cui alla presente convenzione per l’anno successivo in relazione alla disponibilità di bilancio sull'apposito capitolo di spesa.

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3. Il suddetto corrispettivo si intenderà comprensivo di tutte le spese relative alla produzione ed alla diffusione dei programmi in esse comprese le erogazioni dei diritti d'autore, diritti connessi ed affini, nonché le spese tecniche per l’utilizzo dei mezzi satellitari, multimediali ecc. Il corrispettivo comprende inoltre la progressiva realizzazione di programmi e notiziari radiofonici e televisivi doppiati, sottotitolati, tradotti in simultanea e/o differita, volti ad arricchire e personalizzare la programmazione per l'estero destinata anche a pubblici non di lingua italiana, anche con riferimento all’area del Mediterraneo e del Balcani. 4. La RAI rimetterà alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per ciascun esercizio finanziario, una fattura posticipata, firmata dai propri rappresentanti. 5. La Presidenza del Consiglio dei Ministri per le questioni di competenza attinenti all'attuazione della presente convenzione potrà avvalersi di un apposito Comitato, presieduto dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega di funzioni relative alla informazione e all'editoria o, in sua vece, dal capo del Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria, e composto da rappresentanti della stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero delle Comunicazioni e del Ministero dell’economia e delle finanze, alle cui riunioni Potranno essere chiamati a partecipare rappresentanti della RAI e di tutti organismi interessati per le valutazioni congiunte inerenti il monitoraggio delle attività previste in convenzione. Tale Comitato valuterà, tra l'altro, le osservazioni, le segnalazioni ed i suggerimenti degli italiani nel mondo in merito ai programmi radiotelevisivi per l’estero ed al loro contenuto sotto il profilo informativo e culturale, al fine di formulare eventuali proposte e suggerimenti correttivi in coerenza con le linee guida della presente convenzione. 6. A garanzia degli obblighi assunti con la presente convenzione, la RAI deve costituire, alla data di entrata in vigore della convenzione medesima, presso la Cassa depositi e prestiti un deposito cauzionale di Euro 1.500.000,00 (unmilionecinquecentomila/00) in numerario o in titoli di Stato equiparati al loro valore nominale. 7. Qualora il deposito dovesse risultare diminuito in conseguenza di prelievi effettuati a titolo di penalità, la società concessionaria dovrà reintegrarlo entro un mese dalla data della notificazione del prelievo. 8. Gli interessi sulla somma depositata sono di spettanza della società concessionaria. 9. Ai sensi delle vigenti disposizioni di legge l'imposta sul valore aggiunto, ove dovuta, sui rimborsi per i servizi effettuati dalla concessionaria è a carico delle amministrazioni dello stato richiedenti, mentre le spese contrattuali della presente convenzione sono a carico della predetta società. Articolo 8 Arbitrato Le parti contraenti si impegnano a risolvere in via amichevole tutte le controversie che dovessero insorgere in applicazione della presente convenzione. In caso di mancato accordo, la controversia sarà deferita al giudizio di un collegio arbitrale composto da tre membri nominati, rispettivamente, uno dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, uno dalla rai e infine un terzo, con funzioni di presidente, dal Presidente del Consiglio di Stato. Il collegio arbitrale decide ritualmente. Articolo 9 Inadempimenti 1. In caso di inadempienza della Rai nell'espletamento dei servizi previsti, non dovuta a cause di forza maggiore, verrà applicata la seguente penale, salvo maggior danno: euro 5.000,00 (cinquemila/00) per ciascun giorno di ritardo nella consegna del piano annuale dell’offerta televisiva, radiofonica e multimediale di cui al precedente art. l, comma 5; 2. Il pagamento della suddetta penalità non esonera la rai da eventuale responsabilità verso terzi. 3. Il pagamento della penalità, suindicata deve essere effettuato entro un mese dalla relativa richiesta dell’Amministrazione. 4. Trascorso termine, gli importi dovuti sono prelevati dal deposito cauzionale costituito dalla società ai sensi dell’art. 7 che deve essere reintegrato nei termini previsti dallo stesso articolo. 5. A seguito di continuate inadempienze, la Presidenza del Consiglio dei Ministri dopo averlo notificato, a suo insindacabile giudizio, disporre l’immediata risoluzione della presente convenzione. Articolo 10 Durata l. La presente convenzione decorre dal 1c gennaio 2007 e avrà durata pari a quella prevista dall’art. 49, comma 1 del Testo Unico della radiotelevisione, emanato con decreto legislativo 31 luglio 2005. n. 177. 2. Le condizioni e le modalità delle prestazioni stabilite nella presente convenzione sono comunque negoziate ogni triennio. La Presidenza del Consiglio e la Rai si impegnano ad adeguare la presente convenzione alla normativa sopravvenuta nel corso del triennio di vigenza. Qualora circostanze straordinarie determinino intollerabili squilibri delle prestazioni previste nella presente convenzione, a richiesta di una delle parti potrà procedersi alla revisione degli obblighi stabiliti.

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4. La presente convenzione che viene approvata con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri diviene esecutiva per la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria dopo la registrazione da parte degli organi di controllo". (aise) Fonte : http://www.aise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49309

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7 Novembre 2007 Per il Cgie, nella seconda giornata della Plenaria, è il giorno dei giovani e del futuro L’intervento dell’Ambasciatore Adriano Benedetti e del suo vice Carla Zappetti e quelli dei Vice segretari - I giovani italiani e di origine italiana nel mondo protagonisti - Parla il vecchio Mirko

ROMA, 7 NOV. (Italia Estera) - I lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie, seconda giornata, si aprono con l’intervento dell’Ambasciatore Adriano Benedetti, Direttore Generale degli italiani all’estero del Ministero degli Affari Esteri. “Vorrei sottolineare che l’obiettivo di razionalizzazione della rete consolare di cui ieri si è discusso – ha detto Benedetti, – necessaria per un ulteriore inserimento di organico nella rete stessa, non deve essere visto come un ricatto che colpirebbe le gestione dei servizi per le nostre collettività, ma come un atto dovuto e un compito a cui, per legge, non ci possiamo sottrarre. In questi anni sono stato uno dei più convinti sostenitori dell’importanza della rete consolare al fine di garantire una

proiezione internazionale adeguata del Paese all’estero, i servizi e delle tutele per i nostri connazionali emigrati, come per coloro che si recano all’estero anche per brevi periodi, e, infine per l’immigrazione, la cui gestione dei flussi regolari richiede un grande impegno sul fronte delle pratiche di visto”. “Considero la rete – ha ripetuto Benedetti – come un investimento e non come un costo. Ribadisco che le istituzioni consolari sono in grave sofferenza e sarà necessario seguire l’andamento della legge finanziaria in Parlamento per fare in modo che i capitoli di spesa riguardanti il funzionamento della rete vengano mantenuti e incrementati. Le decurtazioni sulla spesa a favore degli italiani all’estero erano state quantificate dal ministero dell’Economia, rispetto alla legge finanziaria del 2007, di 7 milioni e 500 mila euro, ma una forte azione a livello politico ha contrastato questa tendenza, come abbiamo sentito dalle stesse parole del vice ministro Danieli ieri, facendo registrare un incremento netto della spesa di 25 milioni di euro nella legge finanziaria 2008 rispetto a quella passata”. Benedetti ha risposto alle osservazioni mosse ieri dal consigliere Gianluigi Ferretti, chiarendo che: “la direzione generale ha all’attivo due capitoli di spesa che vanno da un lato a favore dei connazionali all’estero e dall’altro ad organismi internazionali che si occupano di politiche migratorie. Si tratta di due specifiche definite dalla stessa dicitura della direzione – per gli Italiani all’estero e per le Politiche migratorie, appunto – che ci sono sempre state e le cui voci non si ripercuotono sui capitoli di spesa assegnati all’una o all’altra, come se si trattasse di una sottrazione di risorse”. Benedetti ha ricordato lo stato in cui versano le richieste della cittadinanza italiana da parte dei connazionali residenti in America Latina. “Possiamo quantificare in circa un milione le pratiche

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di richiesta ancora inevase e con le risorse attuali questo problema non può essere risolto. Se disponessimo – ha aggiunto – di 2 milioni di euro addizionali sia per l’anno 2008 che per il 2009 sul capitolo di spesa pertinente saremmo in grado di assumere digitatori per il disbrigo di queste richieste. Tutto dipenderà dalle risorse che in finanziaria saranno dedicate all’assunzione di personale con contratto interinale nelle nostre sedi consolari”. Benedetti ha precisato che il contratto assicurativo in ambito sanitario che è stato stipulato con alcuni paesi dell’America Latina - Uruguay e Messico, mentre per l’Argentina si sono appena concluse le procedure di gara preparatorie alla stipula – non può essere fatto per tutti i paesi, anche se ogni possibile soluzione sarà vagliata in futuro in questa direzione. Benedetti ha concluso il suo intervento ricordando che “la rete consolare onoraria è da me considerata necessaria per sopperire alle carenze della rete e che quindi una sua ricognizione è necessaria solo al fine di un suo potenziamento e per far sì che i finanziamenti ad essa preposti non vengano decurtati”. Prosegue il Vice Direttore Generale degli italiani all’estero del Ministero Affari Esteri, Carla Zappetti , che analizza lo stato della rete di tutta l’amministrazione italiana all’estero, insieme alla questione dei suoi possibili finanziamenti, chiarendo come le trasformazioni mantengano una rapporto tra addetti alla rete consolare e connazionali che è comunque inferiore alla media complessiva di un addetto per 1602 italiani all’estero. “La seconda fase di riorganizzazione della rete consolare - precisa ancora Carla Zuppetti - prevede la trasformazione del Consolato ad Esch sur Alzette in Cancelleria consolare presso l’Ambasciata a Lussemburgo; la chiusura del Consolato di Innsbruck con un parallelo ampliamento delle competenze all’Ambasciata di Vienna e l’istituzione di un Ufficio consolare onorario; l’attribuzione al Consolato di Manchester della competenza sulla circoscrizione consolare di Edimburgo; la creazione di uno sportello permanente ad Edmonton”. “Ribadisco che l’amministrazione, in linea con quanto già affermato dal direttore generale – ha detto Carla Zuppetti – concepisce la rete consolare come un investimento e non come un costo. Gli interventi di riorganizzazione sono dovuti ad una richiesta di maggiore razionalizzazione dei servizi erogati e dei costi sostenuti, a beneficio della rete e degli utenti. L’urgenza di una previsione anticipata delle risorse dedicate alla rete consolare, richiestaci per una previsione di bilancio, ci ha indotto a rivolgerci in estate al comitato di presidenza del CGIE, ma siamo disponibili a rivedere la seconda fase e la terza fase del riordino alla luce dei suggerimenti che il Consiglio generale vorrà indirizzarci”. Arrivando al tanto discusso Comma 404 della Finanziaria 2007, Carla Zuppetti invita i Consiglieri del Cgie a cercare e proporre dei suggerimenti in questa direzione. “I paesi direttamente toccati potrebbero approfondire la problematica, attraverso le vostre valutazioni”. A conclusione degli interventi dell’Ambasciatore Benedetti e di Carla Zuppetti, il Segretario Carozza, nel ribadire il parere negativo sulla riorganizzazione della rete, ha lasciato aperto uno spiraglio: “siamo disponibili – ha precisato Carozza - all’elaborazione di proposte e progetti per l’intera fase del riassetto organizzativo”. Gli interventi dei Vice segretari. Lorenzo Losi, Vice Segretario Generale per l’Europa e l’Africa del nord, si è dichiarato totalmente contrario al riordino delle sedi consolari, così come delineato dalla relazione del Governo. Il Vice Segretario Losi inoltre ha avanzato dubbi sulla la reale efficacia delle delibere sulle quali il Cgie è chiamato a pronunciarsi dal Governo, concludendo che il Consiglio non ha certamente bisogno di ulteriori atteggiamenti di delegittimazione. Sul rilascio gratuito dei passaporti, Losi ha ricordato come la normativa vigente (art. 19 della legge 1185/67) sia sottoposta oggi a diverse interpretazioni: “tra consolato e consolato, in generale in maniera

restrittiva a danno dell’utenza. La Commissione chiede quindi – ha proseguito Losi – delle linee direttive comuni di interpretazione in modo che non ci siano discriminazioni tra connazionali che vivono nelle diverse circoscrizioni consolari e una interpretazione realistica e non restrittiva della normativa per quello che riguarda i concetti di “lavoro manuale” e “piccolo traffico”. Riteniamo immorale che l’amministrazione interpreti in maniera “furbesca” la legge dello Stato. L’emigrazione, per

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eventuali suoi torti, ha già pagato abbondantemente per rinunciare oggi alle sue ragioni. Francisco Nardelli, Vice Segretario Generale per l’America Latina ha richiesto, in merito alla diffusione della lingua italiana nel mondo, modifiche alla 153 al fine di attualizzare gli strumenti dedicati alla diffusione del materiale didattico, prevedendo ad esempio un maggiore ricorso ai mezzi multimediali. Andrea Amaro, Vice Segretario Generale di nomina governativa, ha sollevato il problema delle risorse da destinare al riordino delle sedi consolari. Amaro ha sostenuto che la diminuzione delle sedi non corrisponderà alla riduzione della spesa. Ha inoltre sottolineato che il riordino dovrebbe essere gestito diversamente, nel senso di preferire degli interventi strutturali che siano però inseriti in un quadro di riforme organico e condiviso. Amaro si è detto favorevole ad aprire la discussione con il Governo sulla riforma del Cgie, su cui il Consiglio ha

già elaborato una bozza. Giovanni Rapanà, Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni, anch’egli si è soffermato sulla riforma della 153. A questo proposito, Rapanà ha ricordato i disegni di legge che sono stati già presentati dai parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero, augurandosi che possano presto venire approvati. Rapanà ha sostenuto di aver dovuto prendere atto delle difficoltà nei lavori della Commissione dovuti all’atteggiamento di ostilità di alcuni componenti, rei, secondo Rapanà, di non riuscire ad interpretare lo spirito che dovrebbe ispirare l’azione del Cgie. In chiusura dell’ intervento ha rassegnato le proprie dimissioni, per recuperare libertà di espressione e di iniziativa, che sono naturalmente vincolati da un incarico come quello del presiedere una Commissione continentale nell’ambito degli

scopi che dal CGIE le sono affidati. I giovani italiani e di origine italiana nel mondo protagonisti

I giovani provenienti da ogni parte del mondo sono stati chiamati a confrontarsi con il CGIE. Ad introdurli è Carlo Erio, presidente della VII Commissione tematica del CGIE, dedicata al coinvolgimento delle giovani generazioni per una riscoperta di un legame qualitativamente diverso con l’Italia e con le loro radici, nel presentare il documento propositivo redatto in vista della Conferenza in programma l'anno venturo e sottoposto all’approvazione del

CGIE.“E’ necessario riconoscere l’importanza della partecipazione dei giovani a loro spazi di rappresentanza – spiega Erio – all’interno della comunità italiana dei residenti all’estero. Da una situazione di quasi abbandono dell’interesse verso questi giovani oggi, forse innescata dal voto all’estero, abbiamo una sempre maggiore e potente richiesta di diventare partecipi e protagonisti, di far diventare una teoria realtà”. Questo progetto deve tener conto dell’universo eterogeneo costituito dai giovani italiani nel mondo: dai discendenti della grande emigrazione del secolo scorso, oramai di seconda, terza o quarta generazione, inseriti nel Paese in cui vivono ai nuovi emigrati, nella maggior parte giovani con titoli di studio che decidono di trascorrere all’estero anche solo una parte della propria vita. Tra i contenuti del documento programmatico, che costituiranno i diversi aspetti di approfondimento su cui verrà innestata la discussione della Conferenza mondiale e su cui il governo italiano sarà chiamato a dare risposte: l’informazione, l’identità, l’interculturalità, l’interscambio, la formazione professionale e il mondo del lavoro.

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“I giovani italiani all’estero – si legge nel documento – chiedono un’informazione approfondita, concreta, maggiormente obiettiva: meno giri di parole e più sostanza nelle notizie che arrivano alle comunità. Identità italiana: la risposta non può essere univoca, dipende dal contesto geo-politico. In questo contesto risulta doveroso rispondere alla richiesta di un approfondimento della conoscenza della lingua e della cultura italiana attraverso l’organizzazione di soggiorni studio e borse di studio per la frequenza delle università italiane. Interculturalità: l’invito è quello di aprire un dibattito sui flussi migratori, i loro effetti, che impegna non solo l’Italia ma tutto il mondo. Interscambio: favorire l’interscambio fra giovani italiani all’estero e giovani italiani in Italia oltre che con le rappresentanze delle organizzazioni giovanili e professionali presenti nel mondo. Formazione professionale, accademica e mondo del lavoro: si ritiene essenziale la messa a punto di un gruppo di lavoro sul riconoscimento dei titoli di studio fra i vari paesi come condizione necessaria per l’agevolazione della mobilità professionale e scolastica ormai indispensabile nella società globale e l’instaurazione di un dibattito aperto con il Ministero del lavoro”. Erio ricorda poi l’importanza dell’associazionismo per l’aggregazione giovanile, associazionismo nutrito anche in ambito telematico con la creazione di una rete dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo. “Infine vorrei rimarcare il punto di vista con cui guardiamo alla Conferenza – dice Erio – che è un punto di partenza e non solo un approdo di questi mesi di lavoro. I giovani continueranno su questo percorso chiedendosi cosa l’Italia può fare per loro ma soprattutto cosa loro possono fare per l’Italia”. Intervengono quindi i protagonisti del documento, rimarcando i punti problematici dell’aggregazione giovanile all’estero sotto il comune denominatore dell’appartenenza all’universo culturale italiano. Emilia Barbiero dal Canada dice “A Toronto si studia la lingua italiana anche se siamo ben integrati nella realtà locale e credo che l’esposizione a questo apprendimento sia una forza positiva per chiunque voglia affrontarlo e venirne a contatto. E’ responsabilità del CGIE e dell’Italia facilitare l’accesso dei giovani che vivono all’estero alla cultura italiana”. Massimo Contuso dal Perù afferma “La nostra emigrazione è di vecchissima data e per questo il rischio, nelle nuove generazioni, è che si perda l’identità italiana. E’ difficile avere anche una consapevolezza di quello che è l’Italia oggi, molto distante dai racconti che ci vengono fatti dai nostri nonni o genitori. Credo che la Conferenza sarà anche un mezzo per formare una rete di giovani con un’appartenenza comune, che possano crescere insieme e dialogare”. Brunella Voia del Cile spiega che “nonostante le diverse coloriture politiche, Comites e CGIE sono d’accordo sull’importanza del coinvolgimento delle giovani generazioni, più distanti dall’associazionismo tradizionale. Abbiamo cominciato a fare un’indagine nel nostro paese e abbiamo scoperto però che la voglia di partecipare dei giovani è tanta e speriamo di alimentarla ancora grazie alla Conferenza”. Pier Garcia dell’Ecuador insiste sulla difficoltà di un avvicinamento più concreto all’Italia di oggi. “Ci sentiamo stranieri nella nostra terra – dice – ed è difficile creare un collegamento dove è poca la volontà di partecipare. Ma ci stiamo comunque lavorando. la Conferenza Mondiale dei Giovani italiani all’estero è percepita come un momento fondamentale. In vista della conferenza, vengono sottolineati in questa sede dei punti da chiarire. “Nel documento – spiega Pier Garçia – c’è la proposta per organizzare riunioni a livello locale, nazionale, continentale, in vista di quella mondiale. E’ prevista la partecipazione di 1000 giovani alla conferenza mondiale. Ci abbiamo lavorato ieri mattina con il Cgie. Con quei numeri, qualcuno l’ha definita una fiera. E non è quello che vogliamo”. Ed ecco la proposta: riduzione del numero dei partecipanti a massimo 300, e utilizzo dei finanziamenti a quel punto risparmiati per l’organizzazione di conferenze nazionali e continentali. “Bisogna anche tenere conto – conclude Garçia – delle fasce di età: 18-35 anni, si è detto. Fino a 24 anni le esigenze

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sono di mobilità e scambi universitari. Dai 25 ai 35 subentrano necessità di stampo, invece, professionale. Due realtà diverse di cui, alla Conferenza Mondiale, si dovrà tenere conto”. Aziza Yusaief, dall’Algeria dice: “Ogni realtà locale ha la sua specificità che abbiamo cercato di manifestare con il nostro impegno. Noi in Algeria siamo moto interessati alla formazione professionale per evolvere e creare imprese. Non guardate a noi come un investimento a fondo perduto: abbiamo bisogno di aiuto ma per aiutare voi e ciò che faremo da grandi dipende anche da voi”. “Grazie perché ci avete permesso di incontrarci. Non credevamo che fosse possibile, in una realtà come questa, che può definirsi politica”. I giovani italiani in Algeria appartengono a due categorie, racconta: figli, come lei, di matrimoni misti, oppure – più numerosi – giovani lavoratori italiani che si trasferiscono in Algeria. “Non guardateci come un investimento a fondo perso, sostiene. Noi siamo la vostra pubblicità. Noi abbiamo bisogno di aiuto per crescere, per aiutare voi”. Conclude: “Sostengo il documento che abbiamo fatto perché riassume tutto. Facciamo domande e chiediamo anche il vostro aiuto. Abbiamo ambizione, non metteteci i bastoni tra le ruote”. Eduardo dall’Uruguay, sull’importanza della diffusione e dell’insegnamento della lingua italiana insiste. “Anche l’associazionismo deve cambiare – aggiunge – ma sono i giovani che devono maturare questo cambiamento”. Elena Sallusto ha detto: “Anche i giovani italiani in Grecia sono molto interessati a partecipare. Sono sicura di un vostro costante impegno qui in Italia affinché le istituzioni non ci trascurino”. Giovanni Lombardo, del Venezuela, ha ricordato la difficile situazione in cui si trova il paese, aggiungendo un interrogativo: “Molti giovani sono spinti a cercare una vita migliore altrove, ma l’Italia è disposta ad accogliere questi giovani?”. Mike Donato, dall’Australia, ha ringraziato per la possibilità offerta dal Cgie. Ha illustrato il percorso che porterà a breve alla formazione di una Federazione nazionale di giovani italiani in Australia, aggiungendo che è già in preparazione una Conferenza nazionale. Particolare orgoglio dei giovani australiani è la partecipazione massiccia ai corsi di italiano presso le università australiane, che stanno aiutando a cementare la comunità di giovani italiani. Infine, Claudio Marangoni, dal Sud Africa e Andreas dalla Svezia hanno ricordato come i giovani nati all’estero siano oggi perfettamente integrati nei rispettivi Paesi e come occorra dare una risposta diversa alle loro diverse esigenze. “Noi abbiamo preso sino ad oggi molto seriamente il nostro impegno – ha detto Claudio – e chiedo a voi e al governo di mettere altrettanta serietà nel vostro lavoro”. Lorenzo Murgia, Presidente della Consulta dell’emigrazione della Regione Toscana, è intervenuto per ricordare la necessità di mettere in sinergia le esperienze e l’impegno in ambito regionale con le iniziative a livello nazionale. “I giovani oggi ci chiedono di conoscere l’Italia così com’è – ha detto Murgia – e dietro ad ogni delegato qui presente ci sono migliaia di giovani che non chiedono altro che la possibilità di poter partecipare e di avere gli strumenti per farlo. Credo che questa Conferenza mondiale raccolga in sé molte aspettative – ha concluso Murgia – che dobbiamo cercare di circoscrivere organizzando un percorso preciso, valutato insieme proprio come oggi accade". Padre Giovanni Tassello Presidente della IV Commissione (Scuola e Cultura) ha sottolineato come dalle parole dei giovani emerga chiaramente una differenza rispetto alla tradizione dei

migranti italiani. Per Padre Tassello la capacità di interazione mostrata in occasione dell’elaborazione del documento sulla I Conferenza dei giovani italiani all’estero, rappresenta un esempio di integrazione che andrebbe replicato nel Cgie come nel Parlamento italiano. Ma necessaria, in tal senso, è anche la capacità di costruire un dialogo intergenerazionale, una contaminazione in grado di mettere in contatto i due mondi, la tradizione con la modernità, portando come esempio la Svizzera, ed in particolare il progetto dell’Università delle tre età.

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Il Dott. Alberto Cutillo, Consigliere del Ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, l’Onorevole Giovanna Melandri, ha elogiato i documenti elaborati dalla VII Commissione ed ha poi ha messo in risalto la collaborazione con il Cgie che già da un anno vede coinvolto il Ministero.

Silvia Bardolini, presidente della Consulta degli Emiliano Romagnoli nel mondo, ha ricordato come la conferenza dei giovani all’estero della sua regione, svoltasi nel mese di luglio a Buenos Aires, abbia consentito di approfondire le tematiche dell’emigrazione e della multiculturalità, della promozione della lingua italiana, della formazione, dell’occupazione e dell’emigrazione femminile. La Bardolini ha auspicato che la Conferenza mondiale dei giovani venga preparata attraverso specifici incontri preliminari, con l’ausilio dei moderni strumenti forniti dall’informatica e senza un eccessivo numero di partecipanti. Gli altri punti di forza della riunione dovrebbero essere il lavoro autogestito e la costruzione di

nuovi gruppi dirigenti delle associazioni che permettano l’avvicendamento generazionale. Gianfranco Gazzola consigliere della Svizzera è intervenuto dicendo: “Dobbiamo smetterla di sentirci eterni e colmare il distacco fra i giovani ed il Consiglio generale. Il Cgie deve continuare ad impegnarsi, anche presso i vari paesi di residenza dei consiglieri, per percorrere questa strada insieme alle nuove generazioni”. Il Segretario generale del CGIE Elio Carozza ha concluso affermando: “Ora tocca all’Italia investire su questi giovani e lo farà attraverso la preparazione della Conferenza mondiale del 2008, che apre “una nuova tappa della storia dell’emigrazione italiana nel mondo” afferma. “Tutti sono invitati, pertanto, ad intervenire per dare il loro contributo: dai giovani, in prima linea, alle istituzioni, le Regioni, le associazioni, i privati. Tutti dovranno investire, mettendo in sinergia, le risorse necessarie per il suo buon esito e l’affermazione di un nuovo rapporto con l’Italia di oggi all’estero”. Parla il vecchio Mirko

L’Onorevole Mirko Tremaglia, membro della III Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, nonché “padre” della legge sul voto degli italiani all’estero, già ministro per gli Italiani nel mondo, ha portato ai ragazzi i saluti del presidente della Commissione Esteri della Camera Umberto Ranieri. Tremaglia ha salutato positivamente la nascita della Conferenza dei giovani italiani residenti all’estero, descrivendola come una grande opportunità, in cui sfruttare l’esempio delle generazioni passate per meglio affrontare le sfide del futuro. Il vecchio Mirko ha detto che “I giovani all’estero che si battono per la causa dell’italianità esaltano tutta la nostra emigrazione che ha combattuto, sofferto e dato un senso alla nostra storia”. Tremaglia, dopo aver

ricordato la vittoria del pieno esercizio di voto per gli italiani all’estero, ha sottolineato come sia necessario difendere a tutti i costi e con una grande alleanza questo diritto che oggi è tornato in discussione a causa del confronto sulla riforma costituzionale dello Stato. “Per l’esercizio del voto - ha proseguito Tremaglia - è importante anche la creazione di una Commissione bicamerale per gli italiani all’estero. Una proposta che sarà discussa fra poche ore dalla Commissione Esteri della Camera. Se verrà approvata, secondo l’autorevole esponente di An consentirà ai deputati e ai senatori eletti all’estero di esercitare un’azione politica più incisiva attraverso l’Italia. Il primo passaggio della bicamerale - ha aggiunto - potrebbe essere quello di far venire a Roma i 395 parlamentari nel mondo di origine italiana”. Per Tremaglia i giovani

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devono essere anche l’avanguardia della battaglia culturale per l’affermazione dell’Italia nel mondo. I lavori si sono conclusi con l’approvazione, all’unanimità, del documento propositivo in vista della Conferenza Mondiale dei giovani italiani nel mondo. Nel pomeriggio, i Consiglieri e i giovani verranno ricevuti in udienza al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. (Italia Estera) - Fonte : http://www.italiaestera.net/modules.php?name=News&file=brevi&sid=4103

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Premio alle imprese venete che hanno saputo meglio perseguire l-internazionalizzazione Rovigo - Un riconoscimento all’intraprendenza di chi sa guardare oltre confine: questo è il Premio Marco

Polo, voluto e organizzato dall’Unione e dal Centro Estero delle Camere di Commercio del Veneto,

che il prossimo 16 Novembre festeggerà la sua diciannovesima edizione, presso la Sala Consiliare della

Camera di Commercio di Rovigo.

Anche quest’anno verranno premiate 14 aziende venete, due per ciascuna provincia, che si sono

particolarmente distinte nel campo dell’internazionalizzazione. Un modo per riconoscere gli sforzi di quegli

imprenditori che, sulle tracce del grande mercante ed esploratore veneziano, fanno progredire l’economia

del Veneto ampliandone i confini e moltiplicandone le prospettive.

Presenzieranno l’evento e consegneranno i premi, il Presidente di Unioncamere del Veneto e del

Centro Estero Veneto Federico Tessari, Loredano Zampini, Presidente della Camera di

Commercio di Rovigo, e Renzo Marangon, Assessore Regionale alle Politiche per il Territorio.

Contestualmente all’evento, verrà presentato anche la prima edizione di “Veneto Internazionale”, il

nuovo rapporto a 360 gradi sulle internazionalizzazione del sistema economico veneto.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2098

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SERVIZI DEL GIORNO 07 Novembre 2007 ore 11.16 Italiani nel Mondo L’ON. FEDI (DA): GLI ITALIANI ALL’ESTERO ANCHE NEL PARLAMENTO RIFORMATO/ LA FINANZIARIA CONVINCE MA POSSIAMO MIGLIORARLA ROMA\ aise\ - È approdato in Aula alla Camera il Testo Unificato 553-A di riforma costituzionale che prevede importanti novità in termini di assetto istituzionale. "Una riforma convincente – commenta oggi Marco Fedi, deputato Ds eletto in Australia - la cui principale innovazione è l’istituzione, a fianco della Camera dei Deputati che avrà funzione legislativa, di un Senato federale, il quale andrà a sostituirsi a quello attuale, con il compito di concorrere a migliorare le proposte di legge in virtù delle istanze raccolte dai territori. Le differenti funzioni delle due Camere e la riduzione significativa del numero dei parlamentari taglieranno i costi e aumenteranno l’efficienza dei lavori, soprattutto per quanto riguarda i tempi". "Nell’ambito del dibattito sulla riforma – spiega il parlamentare - noi eletti all’estero abbiamo aperto una riflessione sul nostro ruolo, giungendo a conclusione che sia importante mantenere la nostra presenza invariata sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo. Le ragioni sono diverse per i due rami del Parlamento così riformato. Alla Camera la presenza degli eletti all’estero sarà in rappresentanza di italiani che, pur vivendo fuori dai confini nazionali, hanno lo stesso titolo dei loro connazionali residenti in Italia a intervenire nella formulazione delle leggi. Nel Senato federale, invece, la circoscrizione estero potrebbe essere assimilata a una Regione italiana e concorrere così alla composizione di questa camera, a seconda delle modalità che verranno individuate attraverso l’auspicata riforma della legge elettorale". "Non va negato – riconosce Fedi - che anche all’interno della maggioranza ci sono posizioni divergenti. Ad esempio, Rifondazione Comunista chiede l’abolizione della circoscrizione estero. Una posizione legittima ma che io non condivido. Sono fermamente convinto, infatti, che la rappresentanza degli italiani all’estero dia risposta al dettato costituzionale, oltre a fornire una voce diretta agli italiani nel mondo in un’ottica di democrazia partecipata. È pertanto erroneo – sottolinea - sovrapporre la questione della circoscrizione estero a quella del voto agli immigrati regolari in Italia, come se fossero incompatibili". "Anche io – precisa il deputato diessino - sono parte della battaglia per concedere a chi vive stabilmente nel nostro Paese, producendo reddito e pagando i contributi, il voto politico. Ma come tutti sanno questo è legato alla cittadinanza, a differenza di quello amministrativo che invece dovrebbe essere connesso alla residenza, come accade in ogni Paese civile e come è previsto della riforma della legge sull’immigrazione, la Amato-Ferrero. Perciò l’invito che faccio a chi osteggia il voto agli italiani all’estero da tali posizioni, è di evitare confusioni tra materie diverse e di unire gli sforzi perché da gennaio riparta con celerità l’iter della riforma della cittadinanza, che abbrevia i tempi troppo lunghi previsti per la sua concessione". "A quel punto – osserva - ottenutala più rapidamente, anche gli immigrati potranno votare alle politiche. Ma come si vede, ciò non toglie nulla ai diritti degli italiani all’estero. Anzi, farsi carico

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della presenza degli italiani nel mondo, è utile al nostro Paese per meglio affrontare la questione della propria immigrazione interna con maggiore razionalità ed equità. Credo che la proposta della Commissione Affari Costituzionali per il mantenimento complessivo di 18 parlamentari con 6 deputati e 12 senatori possa ritenersi agganciata ai principi generali della riforma mantenendo una presenza importante nella Camera legislativa ed assicurando alle Regione Estero un rapporto altrettanto organico con il territorio. Il segnale al Paese, che include anche le nostre comunità all’estero, è quello di una riforma possibile: spero che l’opposizione possa raccogliere questo invito". Quanto alla Finanziaria che in questi giorni prosegue il suo iter al Senato, per Fedi è "una buona manovra per la centralità del sostegno economico alle classi sociali più deboli e alle famiglie, senza dimenticare la rigorosa attenzione al risanamento dei conti pubblici". Per la parte che riguarda le risorse da destinare agli italiani all’estero, il deputato ricorda che "noi abbiamo presentato in Senato alcuni emendamenti, in parte accolti e in parte modificati. C’è in generale una proposta di aumento delle risorse per i capitoli di bilancio che riguardano gli italiani nel mondo. A fronte di un maggiore sostegno agli Istituti di cultura e della promozione della nostra lingua all’estero, registro invece una forte insoddisfazione per quanto concerne la sanatoria sugli indebiti pensionistici Inps e le risorse per il potenziamento della rete consolare". "In ogni caso – conclude Fedi - io credo che questi temi debbano essere affrontati in via definitiva, aldilà delle singole Finanziarie, attraverso un percorso serio di riforme che razionalizzi l’uso delle risorse a disposizioni. Penso a quella della struttura del Ministero degli Affari Esteri, con particolare attenzione alle questioni della funzionalità per le nostre rappresentanze all’estero, e quella del loro personale a contratto, che va aumentato nel numero e va garantito nel godimento dei propri diritti sindacali". (aise) Fonte : http://www.aise.it

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 209 Anno XIV,

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Vogliamo mantenere la nostra identita' italiana: i giovani italiani all'estero all'Assemblea del CGIE in vista della Conferenza Mondiale del 2008 “In molti Paesi stiamo perdendo la nostra identità originaria e non vogliamo che questo avvenga, in altre

nazioni, dove è ancora forte il senso di appartenenza, intendiamo valorizzare e far conoscere questa

importante risorsa, di cui siamo pienamente orgogliosi.”

E’ il leit-motif degli interventi dei 22 giovani intervenuti al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero per

illustrare le esigenze scaturite dagli incontri promossi dal CGIE, Comites, Regioni e mondo

dell’Associazionismo, in quest’ultimo anno in vista della Conferenza Mondiale dei giovani italiani all’estero

(preannunciata per la fine del 2008).

Hanno fra i 22 ed i 35 anni di età, sono alla fine del corso di studi accademico ma nella maggior parte dei

casi vivono condizioni lavorative ai diversi livelli e sono vicini al mondo dell’associazionismo locale od

operano nel contesto dell’emigrazione organizzata. Un impegno, quest’ultimo, che è stato definito da

alcuni di loro una sorta di “rivoluzione” generazionale “silenziosa” all’interno delle comunità. Un percorso

necessario per avvicinare i giovani delle terze quarte e quinte generazioni di origine italiana alla

contemporaneità del nostro Paese, ben diverso dal “ricordo” tramandato dalle generazioni più anziane.

Con questi sentimenti, caratterizzati da un dichiarato forte impegno, i giovani hanno stigmatizzato in un

documento, (presentato al Governo ed al Parlamento e portato all’attenzione dell’assemblea del CGIE

riunita fino al 9 novembre), alcuni elementi da loro ritenuti “essenziale” per la riuscita del complesso

progetto di “recupero” o di mantenimento del legame con l’Italia: Informazione, Identità, Interculturalità,

Interscambio, Formazione professionale e mondo del lavoro.

“Ora tocca all’Italia investire su questi giovani e lo fara’ attraverso la preparazione della Conferenza

mondiale del 2008, che apre “una nuova tappa della storia dell’emigrazione italiana nel mondo” afferma il

Segretario generale del CGIE, Elio Carozza. “Tutti sono invitati, pertanto, ad intervenire per dare il loro

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contributo: dai giovani, in prima linea, alle istituzioni, le Regioni, le associazioni, i privati. Tutti dovranno

investire, mettendo in sinergia, le risorse necessarie per il suo buon esito e l’affermazione di un nuovo

rapporto con l’Italia di oggi all’estero”.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2106

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Molisani nel mondo - Canada commemorano il sacrificio dei minatori di Monongah del 1907 L'associazione "Molisani nel Mondo Canada" ha organizzato una settimana di eventi per la

commemorazione del sacrificio degli oltre 100 minatori periti nel disastro minerario di Monongah (West

Virgina) il 6 Dicembre 1907. Il programma, dal 2 dicembre, include la Mostra di Artigianato Molisano al

Columbus Centre, lo scoprimento presso il Columbus Centre della statua del guerriero Sannita a perenne

ricordo della presenza molisana in Canada e al contributo molisano allo sviluppo di questo grande paese

con la partecipazione del Presidente della Regione Molise l’On.le Dott.Michele Iorio, il Presidente della

Provincia Regionale di Campobasso Dott. D’Ascanio, e altre personalita’ italocanadesi del mondo politico e

imprenditoriale

Mercoledi 5 Dicembre una delegazione di circa 50 persone partira’ alla volta di Monongah(West Virginia)

per partecipare alle cerimonie commemorative ufficiali.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2104

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) - Roma 6 - 9 Novembre 2007

Commi 153 e 404 al centro del dibattito dell'Assemblea Plenaria: la perplessita' dei Vice Segretari Le relazioni dei Vice Segretari Generali Lorenzo Losi, Fransisco Nardelli, Andrea Amaro e Giovanni Rapana'

Roma - Al momento delle relazioni dei Vice Segretari Generali, il Segretario Generale rivolge all’Assemblea l’invito alla massima celerità nelle relazioni e per i successivi interventi, in modo da potere riprendere prima possibile l’ordine del giorno, che oggi prevedeva la presentazione e la discussione del documento propositivo della VII Commissione Tematica ( Nuove migrazioni e generazioni nuove) in vista della I conferenza mondiale dei giovani italiani nel mondo.

Il primo a prendere la parola è stato Lorenzo Losi, Vice Segretario Generale per l’Europa e l’Africa del nord, che ha aperto la sua relazione dichiarandosi totalmente contrario al riordino delle sedi consolari, così come delineato dalla relazione del Governo. Il Vice Segretario Losi inoltre ha avanzato dubbi circa la reale efficacia delle delibere su cui il Cgie è chiamato a pronunciarsi dal Governo, concludendo che il Consiglio non ha certamente bisogno di ulteriori atteggiamenti di delegittimazione. A seguire è stato il turno del Vice Segretario Generale per l’America Latina, Francisco Nardelli. Il suo intervento è stato caratterizzato dalla richiesta, in merito alla diffusione della lingua italiana nel mondo, di modifiche alla 153 al fine di attualizzare gli strumenti dedicati alla diffusione del materiale didattico, prevedendo ad esempio un maggiore ricorso ai mezzi multimediali. I ritmi delle relazioni dei quattro Vice Segretari sono stati serrati.

Dopo il Vice Segretario Nardelli, la parola è passata ad Andrea Amaro, Vice Segretario Generale di nomina governativa, che nella sua relazione ha sollevato il problema delle risorse da destinare al riordino delle sedi consolari. Amaro ha sostenuto che la diminuzione delle sedi non corrisponderà alla riduzione della spesa; ha inoltre sottolineato che il riordino dovrebbe essere gestito diversamente, nel senso di preferire degli interventi strutturali che siano però inseriti in un quadro di riforme organico e condiviso. Il Vice Segretario Generale Amaro ha chiuso la sua relazione dicendosi favorevole ad aprire la discussione con il Governo sulla riforma del Cgie, su cui il Consiglio ha già elaborato una bozza.

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L’ultimo degli interventi è stato quello del Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni, Giovanni Rapanà, che si è soffermato sulla riforma della 153. A questo proposito, Rapanà ha ricordato i disegni di legge che in tal senso sono stati già presentati dai parlamentari eletti presso la circoscrizione estero, augurandosi infine che possano presto venire approvati. E in chiusura di intervento, ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico, sostenendo di avere dovuto prendere atto delle difficoltà nei lavori della Commissione dovuti all’atteggiamento di ostilità di alcuni componenti, rei, secondo Rapanà, di non riuscire ad interpretare lo spirito che dovrebbe ispirare l’azione del Cgie.

Francesco Giurato

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2115

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) - Roma 6 - 9 Novembre 2007

Per il Cgie e' il giorno dei giovani e del futuro

Protagoniste le nuove generazioni e la sfida che rappresentano. Aspettando la loro Conferenza del 2008.

Roma – La seconda giornata di lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie si apre con l’Ambasciatore Adriano Benedetti, Direttore Generale della Direzione Generale degli italiani all’estero del Ministero degli Affari Esteri. Politica sociale per i connazionali all’estero, e sulla ricerca di modalità efficaci per portarla avanti: grande, infatti, è l’attenzione – e la preoccupazione – dell’Assemblea Plenaria per l’istituto dell’assegno sociale. Prosegue, entrando nel vivo dei dati, il Vice Direttore Generale della Direzione italiani all’estero del Ministero Affari Esteri, Carla Zuppetti. Analizza lo stato della rete di tutta l’amministrazione italiana all’estero, insieme alla questione dei suoi possibili finanziamenti. “Gli interventi fatti per inserire tale priorità sono prova dell’impegno del Governo. Il piano d’azione è stato indicato fin dallo scorso maggio”, afferma.

Si progettano e si studiano riallocazioni possibili per il personale a contratto: circa l’80% delle aree è già stato toccato da questa ristrutturazione. Arrivando al tanto discusso Comma 404 della Finanziaria 2007, e riprendendo l’intervento di ieri del Vice Ministro Danieli, Carla Zuppetti invita i Consiglieri del Cgie a cercare e proporre dei suggerimenti in questa direzione. “I paesi direttamente toccati potrebbero approfondire la problematica, attraverso le vostre valutazioni”.

A conclusione degli interventi dell’Ambasciatore Benedetti e di Carla Zuppetti, il monito del Segretario Carozza: “Noi vogliamo collaborare col Governo soprattutto nella fase di elaborazione”. Al momento delle relazioni dei Vice Segretari Generali, il Segretario Generale rivolge all’Assemblea l’invito alla massima celerità nelle relazioni e per i successivi interventi, in modo da potere riprendere prima possibile l’ordine del giorno, che oggi prevedeva la presentazione e la discussione del documento propositivo della VII Commissione Tematica ( Nuove migrazioni e generazioni nuove) in vista della I Conferenza Mondiale dei giovani italiani nel mondo.

Il primo a prendere la parola è stato Lorenzo Losi, Vice Segretario Generale per l’Europa e l’Africa del nord, che ha aperto la sua relazione dichiarandosi totalmente contrario al riordino delle sedi consolari, così come delineato dalla relazione del Governo. Il Vice Segretario Losi inoltre ha avanzato dubbi circa la reale efficacia delle delibere su cui il Cgie è chiamato a pronunciarsi dal Governo,

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concludendo che il Consiglio non ha certamente bisogno di ulteriori atteggiamenti di delegittimazione.

A seguire è stato il turno del Vice Segretario Generale per l’America Latina, Francisco Nardelli. Il suo intervento è stato caratterizzato dalla richiesta, in merito alla diffusione della lingua italiana nel mondo, di modifiche alla 153 al fine di attualizzare gli strumenti dedicati alla diffusione del materiale didattico, prevedendo ad esempio un maggiore ricorso ai mezzi multimediali. I ritmi delle relazioni dei quattro Vice Segretari sono stati serrati.

Dopo il Vice Segretario Nardelli, la parola è passata ad Andrea Amaro, Vice Segretario Generale di nomina governativa, che nella sua relazione ha sollevato il problema delle risorse da destinare al riordino delle sedi consolari. Amaro ha sostenuto che la diminuzione delle sedi non corrisponderà alla riduzione della spesa; ha inoltre sottolineato che il riordino dovrebbe essere gestito diversamente, nel senso di preferire degli interventi strutturali che siano però inseriti in un quadro di riforme organico e condiviso. Il Vice Segretario Generale Amaro ha chiuso la sua relazione dicendosi favorevole ad aprire la discussione con il Governo sulla riforma del Cgie, su cui il Consiglio ha già elaborato una bozza. L’ultimo degli interventi è stato quello del Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni, Giovanni Rapanà, che si è soffermato sulla riforma della 153. A questo proposito, Rapanà ha ricordato i disegni di legge che in tal senso sono stati già presentati dai parlamentari eletti presso la Circoscrizione Estero, augurandosi infine che possano presto venire approvati. E in chiusura di intervento, ha rassegnato le proprie dimissioni, sostenendo di avere dovuto prendere atto delle difficoltà nei lavori della Commissione dovuti all’atteggiamento di ostilità di alcuni componenti, rei, secondo Rapanà, di non riuscire ad interpretare lo spirito che dovrebbe ispirare l’azione del Cgie.

Si entra nel vivo dei lavori con la Relazione del Presidente della VII Commissione Tematica “Nuove migrazioni e generazioni nuove”, Carlo Domenico Erio. Si rivolge ai giovani, veri protagonisti della giornata. Sottolinea la loro particolare funzione di rappresentanza, con spazi di intervento appropriati per la loro partecipazione nelle politiche per gli italiani all’estero. “La loro voglia, le loro espressioni di solidarietà comune sono soverchianti, in un momento come questo, in cui l’Italia è terra di immigrazioni”.

L’accusa è di abbandono delle nuove generazioni. “Non so se solo il fatto del voto all’estero e quindi per corrispondenza ha risvegliato ancor di più la voglia dei giovani di sentirsi parte di qualcosa che fino ad allora era solo teoria”. Ai giovani chiede coscienza e partecipazione, perché “il patrimonio perso ci esplode in faccia”.

Erio vuole ritrovare le basi di recupero delle identità, attraverso l’interscambio e in direzione di un arricchimento comune. “Per permettere anche agli italiani in Italia di ritrovare le radici che la modernità vorrebbe nascondere”. Gli strumenti sono molti: gli scambi, la mobilità, il confronto e le sue forme, l’associazionismo. Non bisogna, per il Presidente, adagiarsi, ma chiedersi cosa fare dopo, per continuare questo percorso. E lascia la parola ai tanto attesi giovani presenti a questa Assemblea Plenaria. La più giovane viene dal Canada. E’ lei ad aprire le danze: racconti di ragazzi italiani all’estero, differenti ma con un fine comune. Emilia parla con entusiasmo della realtà dalla quale proviene: una comunità ove la realtà italiana si vive e si sente nella collettività, e senza la necessità di un grosso investimento. “L’identità italiana non si è persa nella marea di etnicità di Toronto”. Una realtà dove i connazionali si sono integrati. “Ho studiato qui a Roma, a La Sapienza” prosegue Emilia. La proposta che avanza, in base alla sua esperienza, per facilitare finalmente l’accesso dei giovani italiani nel mondo, è quella di permettere loro l’accesso alla scuola italiana e soprattutto seguire gli studi universitari proprio qui in Italia.

Seguono le voci del Perù e del Cile. La possibilità di comunicazione diretta con la realtà del Cgie viene vista da questi giovani come un’occasione finalmente reale. La preoccupazione del recupero dell’identità è corale, l’associazionismo uno strumento possibile e da recuperare. Non manca l’Uruguay: “La popolazione è di 3 milioni di persone, il 40% di origine italiana. C’è gente che aspetta ormai da anni la cittadinanza italiana. E non parlano italiano”. Il giovane punta molto sulla questione della lingua. “L’insegnamento dell’italiano è stato per quarant’anni, e fino a pochi mesi fa, obbligatorio in Uruguay. Ma tutto a spese dello stato uruguayano. Il Senatore Danieli conosce bene la situazione, ed è per questo che si è messo in contatto subito con il suo collega uruguayano. Anch’egli di origini italiane”. E conclude: “Dopo 12 anni di volontariato in un’associazione regionale domando: sono le associazioni che devono

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cambiare? O i giovani stessi che spesso mettono in atto le stesse pratiche degli anziani?”. Il giovane che viene dal Venezuela pone l’accento sulla cultura e sull’apporto bilaterale portato dai giovani italiani all’estero. L’intervento di Pier Garçia, dall’Ecuador, presenta dati e progetti. Il contributo degli italiani nel suo paese, racconta, è stato fondamentale. Attualmente la comunità raggiunge le 17000 persone. La sua analisi generazionale è lucida. “Il nostro essere di seconda, terza, quarta generazione è differente. Noi ci sentiamo stranieri in Italia. Da una parte, per noi, esiste una terra idealizzata – quella raccontata dai nostri nonni. Dall’altra, una realtà completamente diversa. Non è una questione di disinteresse da parte dell’Italia. C’è qualcosa che non riesce proprio ad arrivare ai giovani, che non riescono a sentirsi parte di questa terra”.

In questo senso, la Conferenza Mondiale dei Giovani italiani all’estero è percepita come un momento fondamentale. In vista della conferenza, vengono sottolineati in questa sede dei punti da chiarire. “Nel documento – spiega Pier Garçia – c’è la proposta per organizzare riunioni a livello locale, nazionale, continentale, in vista di quella mondiale. E’ prevista la partecipazione di 1000 giovani alla conferenza mondiale. Ci abbiamo lavorato ieri mattina con il Cgie. Con quei numeri, qualcuno l’ha definita una fiera. E non è quello che vogliamo”. Ed ecco la proposta: riduzione del numero dei partecipanti a massimo 300, e utilizzo dei finanziamenti a quel punto risparmiati per l’organizzazione di conferenze nazionali e continentali. “Bisogna anche tenere conto – conclude Garçia – delle fasce di età: 18-35 anni, si è detto. Fino a 24 anni le esigenze sono di mobilità e scambi universitari. Dai 25 ai 35 subentrano necessità di stampo, invece, professionale. Due realtà diverse di cui, alla Conferenza Mondiale, si dovrà tenere conto”.

L’intervento seguente strappa gli applausi dei presenti. La testimonianza e i sogni di una giovane che viene dall’Algeria. “Grazie perché ci avete permesso di incontrarci. Non credevamo che fosse possibile, in una realtà come questa, che può definirsi politica”. I giovani italiani in Algeria appartengono a due categorie, racconta: figli, come lei, di matrimoni misti, oppure – più numerosi – giovani lavoratori italiani che si trasferiscono in Algeria. “Non guardateci come un investimento a fondo perso – arringa – Noi siamo la vostra pubblicità. Noi abbiamo bisogno di aiuto per crescere, per aiutare voi”. Applausi. “Sostengo il documento che abbiamo fatto perché riassume tutto. Facciamo domande e chiediamo anche il vostro aiuto. Abbiamo ambizione, non metteteci i bastoni tra le ruote”, conclude.

I giovani vengono intervallati da alcuni interventi dei Consiglieri. Alberto Bertali, Consigliere eletto nella Circoscrizione Estero, Ripartizione Europa, si complimenta con loro, perché hanno lavorato, e bene, “ad un discorso che potrebbe essere tutto sommato un po’ arcano”. E prosegue: “Mi preoccupa il cercare di capire perché questi ragazzi, che potrebbero fare altro e utilizzare diversamente il loro tempo libero, vengono qui ad ascoltarci e a cercare di proporre”. Racconta della sua esperienza nel tentare di coinvolgere queste fasce di età, anche a livello di Comites. Tentativi che hanno un successo scarsissimo. “20-30 giovani oggi ci hanno seguito. Ma la politica interessa poco”.

E la volta di Elena Sallustio, Grecia. “Da un anno abbiamo avuto occasione di incontrarci più volte a Roma e a Lussemburgo. Abbiamo parlato di borse di studio per venire a studiare nelle Università italiane, o da investire per l’insegnamento della lingua”.

Parla della richiesta di presentarsi, anche per i giovani, alle prossime liste per il Comites. “Attendiamo dal Cgie disposizioni precise. Alla fine del 2007 ho organizzato quattro incontri per le comunità e i giovani italiani che vivono in Grecia”. Gli incontri saranno a Rodi, Eraclio, Patrasso e Salonicco. “Lo scopo – prosegue – è quello di avvicinare i giovani, perché, almeno in Grecia, c’è un innegabile allontanamento”. Dopo questi incontri, Sallustio intende presentare al Consiglio la lista di quelle persone che potrebbero rappresentare i giovani italiani in Grecia

Claudio Marangoni, dal Sudafrica, cita un problema tipicamente italiano. “Il Sudafrica è un paese giovane, e con molti problemi. La fuga dei cervelli, tra tutti. Proprio come qui in Italia. Dal canto mio, voglio lavorare in Sud Africa. Il nostro motto è: Rainbow nation, la nazione dell’arcobaleno. Tante culture, gruppi religiosi e razze sotto la stessa bandiera. E la futura Conferenza mondiale dei giovane italiani all’estero ha suscitato molto interesse”.

Dopo l’intervento del giovane sudafricano è stato il turno di Andreas dalla Svezia, in rappresentanza del Fais ( Federazione Associazioni Italiani in Svezia) che ha portato il saluto dei 4000 iscritti. Il giovane svedese si è soffermato sulla difficoltà che i giovani italiani residenti all’estero trovano nel rintracciare una matrice comune che li identifichi, proponendo l’esempio della Svezia che promuove per i nostri giovani

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concittadini momenti di aggregazione, più informali, magari organizzando tornei sportivi ed in cui è più facile vedere affiorare l’attaccamento alle radici italiane.

Mike Donato, in rappresentanza dell’Australia, ringraziando per la possibilità offerta dal Cgie ha esposto il percorso che porterà a breve alla formazione di una Federazione nazionale di giovani italiani in Australia, aggiungendo che è già in preparazione una Conferenza nazionale. Particolare orgoglio dei giovani australiani è la partecipazione massiccia ai corsi di italiano presso le università australiane, che stanno aiutando a cementare la comunità di giovani italiani.

E’ stato poi il turno del Presidente della IV Commissione (Scuola e Cultura), Padre Giovanni Tassello che ha sottolineato come dalle parole dei giovani emerga chiaramente una differenza rispetto alla tradizione dei migranti italiani. La capacità di interazione mostrata in occasione dell’elaborazione del documento sulla I Conferenza dei giovani italiani all’estero, rappresenta, a parere di Padre Tassello, un esempio di integrazione che andrebbe replicato nel Cgie come nel Parlamento italiano. Ma necessaria, in tal senso, è anche la capacità di costruire un dialogo intergenerazionale, una contaminazione in grado di mettere in contatto i due mondi, la tradizione con la modernità, portando come esempio la Svizzera, ed in particolare il progetto dell’Università delle tre età.

I lavori sono proseguiti con l’intervento del Dott. Alberto Contillo, Consigliere del Ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, l’Onorevole Giovanna Melandri, che ha usato parole di elogio per i documenti elaborati dalla VII Commissione ed ha poi dato conto della collaborazione con il Cgie che già da un anno vede coinvolto il Ministero.

Francesco Cuzzolino, dagli Stati Uniti, ha invece portato la sua esperienza di emigrante di nuova generazione, avendo lasciato l’Italia solo tre anni fa, dopo la laurea. Descrivendo la situazione dei giovani italiani in America, ha parlato di una realtà in continua crescita, ma anche del rischio che questo trend subisca dei rallentamenti senza un’adeguata rete di comunicazione con il paese d’origine. Il suo intervento si è chiuso con l’augurio che il Cgie possa fare sempre di più per avvicinare i giovani italiani residenti in America all’Italia e confida nella Conferenza dell’anno prossimo per proseguire la crescita della comunità.

Prima del saluto dell’Onorevole Mirko Tremaglia è stato il turno di Mariano Gazzola, segretario della VII Commissione tematica, che ha ribadito come il Cgie non vada considerato “nemico” dai giovani, e sostenuto come quella operata dal Consiglio sia una vera “rivoluzione silenziosa”. In chiusura del suo intervento, il Segretario ha poi rivolto un invito ai Consiglieri presenti, invitandoli a promuovere sempre più numerose iniziative per attrarre le nuove generazioni.

Subito dopo è stato il turno dell’Onorevole Mirko Tremaglia, della III Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, nonché “padre” della legge sul voto degli italiani all’estero. L’Onorevole Tremaglia ha salutato positivamente la nascita della Conferenza dei giovani italiani residenti all’estero, descrivendola come una grande opportunità, in cui sfruttare l’esempio delle generazioni passate per meglio affrontare le sfide del futuro. Nel suo intervento, si è soffermato poi sulla necessità di difendere l’attuale legge che regola l’elezione dei cittadini italiani residenti all’estero, a suo avviso minacciata dalle scelte che gravitano in seno al Parlamento.

Ha chiuso il dibattito l’intervento di Fernando Navarro, giovane spagnolo che ha sottolineato come l’uso di internet si sia rivelato, nel caso iberico, un prezioso strumento per mettere in contatto i moltissimi italiani presenti in Spagna.

La giornata di lavori si è conclusa con l’approvazione, all’unanimità, del documento propositivo in vista della Conferenza Mondiale dei giovani italiani nel mondo. Nel pomeriggio, i Consiglieri e ei giovani verranno ricevuti in udienza al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Angela Gennaro/NewsITALIAPRESS Francesco Giurato/News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2110

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Il CGIE ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica Napolitano:“Le Istituzioni della Repubblica ritengono essenziale il ruolo svolto dagli Istituti rappresentativi che consentano ai nostri connazionali di mantenere vivo il rapporto con la madrepatria e di far sentire adeguatamente la propria voce.”

ROMA, 7 NOV. (Italia Estera) -Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto al Quirinale i consiglieri del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) che partecipano in questi giorni all’Assemblea Plenaria in corso di svolgimento nella Sala Conferenze Internazionali della Farnesina. Con essi anche i giovani italiani che vivono all’estero, designati nei mesi scorsi dai Comites e da altre associazioni e che partecipano ai lavoro e che costituiscono la nuova linfa, anche in vista della Conferenza mondiale sui giovani italiani nel mondo in programma per l’anno prossimo. Dopo l’intervento del Segretario Generale del CGIE Elio Carozza, il Capo dello Stato nel suo indirizzo di saluto, rivolgendosi anche ai “cari giovani che portate oggi nuova linfa nell'attività del Consiglio, ha affermato: “sono lieto di potervi accogliere qui, come d'altronde hanno fatto i miei predecessori, dando continuità ad una tradizione che ha, vuole avere un significato profondo e concreto. Sono lieto, in particolare, di aver potuto ascoltare dall'amico Carozza una illustrazione puntuale delle difficoltà e delle problematiche nuove con cui oggi dovete confrontarvi, delle questioni che rimangono aperte e alle quali posso garantirvi che presterò la massima, possibile attenzione.” “Le Istituzioni della Repubblica ritengono essenziale il ruolo svolto dagli Istituti rappresentativi che consentano ai nostri connazionali di mantenere vivo il rapporto con la madrepatria e di far sentire adeguatamente la propria voce.”

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Le ultime elezioni legislative, che hanno visto la prima elezione diretta di Parlamentari espressione degli Italiani residenti all'estero – ha proseguito Napolitano - , hanno segnato il coronamento di un cammino iniziato molti anni fa”. “Ma anche prima che alle norme sul voto all'estero fosse data piena e concreta attuazione, è stato grazie al prezioso ruolo svolto da istituzioni come la vostra che gli Italiani all'estero hanno potuto perorare, presso le autorità di Governo e le supreme istanze nazionali, le cause che più stavano loro a cuore. Non è peraltro un caso, bensì un'ulteriore dimostrazione della rappresentatività acquisita, che fra i diciotto parlamentari eletti nella circoscrizione estero figurino autorevoli membri proprio del Consiglio Generale degli italiani all'estero”. I connazionali residenti all'estero costituiscono per l'Italia un patrimonio prezioso – ha affermato il Capo dello Stato-: contribuiscono al buon nome del nostro Paese, distinguendosi nel campo della cultura, dell'imprenditoria, della scienza e della politica; creano una rete di relazioni che fornisce, ovunque nel mondo, un grande sostegno all'azione internazionale dell'Italia e contribuisce allo sviluppo dei Paesi di accoglienza”. “Le nostre collettività all'estero – ha proseguito ancora Napolitano - conoscono bene, per averle affrontate con successo, le difficoltà insite nella ricerca di un equilibrio fra una sempre più efficace integrazione nelle realtà locali ed il mantenimento non retorico di legami affettivi, culturali e sociali con la madrepatria. Si tratta di una delle sfide più importanti ed attuali delle nostre società, non solo di quella italiana, nelle quali la gestione dei fenomeni migratori richiede una forte presa di coscienza ed un'assunzione di responsabilità delle Istituzioni rappresentative.” “Per un Paese come l'Italia, - ha detto il Presidente della Repubblica - che conosce storicamente il significato dell'emigrazione, si tratta oggi di concorrere, insieme ai propri partner europei, a fare in modo che il pieno rispetto dei principi di accoglienza e di asilo nei confronti di coloro che cercano al di fuori della Patria di origine un futuro migliore per sé ed i propri figli si concili con le esigenze di salvaguardia dei valori culturali della nostra società e di tutela del diritto alla sicurezza di tutti i cittadini”. Napolitanoon chiusura del suo caloroso intervento ha detto: “Signori membri del CGIE, nel rinnovarvi il benvenuto al Quirinale, desidero approfittare di questa occasione di incontro per esortarvi a mantenere ed accrescere il vostro impegno, non solo in favore dei nostri connazionali all'estero, ma dell'Italia tutta. Concludo rivolgendo a tutti voi un cordiale saluto, insieme ai più calorosi auguri per il prosieguo della vostra attività.” (Italia Estera).

Fonte : http://www.italiaestera.net/modules.php?name=News&file=article&sid=5517&mode=thread&order=0&thold=0

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INFORM - N. 208- 8 novembre 2007

ASSEMBLEA PLENARIA CGIE

Articolo del consigliere Oreste Motta, rappresentante del Ctim

Il recupero della lingua, dell’identità italiana e dell’associazionismo

Le preoccupazioni dei giovani all’Assemblea Plenaria del CGIE

ROMA - La giornata di mercoledì 7 novembre al Consiglio Generale degli Italiani all’estero (CGIE) è stata caratterizzata dagli interventi dei rappresentanti delle nuove generazioni di italiani e di oriundi nel mondo.

I lavori dell’Assemblea Plenaria si sono aperti con le precisazioni dell’Amministrazione sulla ristrutturazione ed accorpamenti di servizi consolari in varie parti del mondo, motivando la chiusura di determinate sedi con “spese di gestione esorbitanti” rispetto all’esigua consistenza sia della comunità italiana in quei luoghi, che dalle pratiche burocratiche effettuate.

L’analisi prodotta non ha convinto e lasciato attonita l’assemblea CGIE, presa da un senso di impotenza e di inutilità per non aver potuto partecipare per evitare che venissero inferti tali gravi colpi alla rete consolare esistente.

Dopo le varie relazioni dei Vice Segretari Generali, si passava all’ordine del giorno con la relazione di Carlo Erio, Presidente della VII Commissione Tematica “Nuove migrazioni e generazioni nuove”, in cui sono stati inseriti i 20 ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo.

Dopo l’introduzione, il segretario Elio Carozza lasciava la parola a questi giovani presenti all’Assemblea, concedendo a ciascuno di loro tre minuti per presentarsi e parlare dei loro paesi di provenienza.

L’assemblea, ancora sconcertata per le informazioni negative dell’Amministrazione, veniva scossa e si entusiasmava con applausi sinceri alle varie relazioni dei giovani che si presentavano, per la maggior parte di loro, per la prima volta ad un pubblico così esperto e di lunga carriera politica.

Di questi ragazzi si è ammirato la preparazione, la serietà d’intenti, la voglia di lavorare e la disponibilità a dare un contributo al “Sistema Italia”.

Il denominatore comune sembra che sia per tutti il cammino percorso insieme dal dicembre 2006, data del loro primo incontro con il CGIE che li ha fatti arricchire di nuove esperienze, sfociate in un’indagine sulla situazione dei giovani di origine italiana nel mondo.

Molti di essi non hanno nascosto la curiosità di conoscere l’Italia, questo paese che per loro (vedi Pier Garcia dall’Ecuador) è così diverso da come glielo hanno descritto i padri o i nonni.

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Tutti pensano di essere utili per il contributo che possono dare, ponendo in particolar modo l’accento sulla cultura e sull’apporto bilaterale portato dalle giovani generazioni all’estero. Molti di loro provengono da nazioni come il Canada, dove, come ha detto Emilia Barbiero di Toronto, “l’identità italiana non si è persa, grazie anche ai corsi di lingua e cultura italiana, nonostante una miriade di etnie”.

Altri hanno spiegato la procedura di scelta a cui sono stati democraticamente sottoposti prima di essere votati a rappresentanti dei giovani delle loro comunità, come Claudio Provenzano che, dopo essere stato proposto dal Comites di Hannover, di cui è membro, è stato votato a Berlino nell’ambito del Comitato dei Presidenti Comites (Intercomites) di tutta la Germania.

Riguardo la scelta dei delegati alla conferenza delle giovani generazioni, Oreste Motta, rappresentante del CTIM nel Consiglio Generale, già indicava nei lavori di Commissione VII che la via giusta sarebbe quella, se non di far scegliere, perlomeno di fare legittimare la nomina dei rappresentanti che i giovani autonomamente faranno con sistemi più diversi (vaglio dei curriculum vitae, indicazione delle associazioni, ecc.) dall’Assemblea Comites delle loro rispettive circoscrizioni, poiché ciò li dispenserà da qualsiasi critica o attacco politico.

A questa importantissima sessione CGIE non poteva mancare l’autorevole apporto dell’on. Mirko Tremaglia, ‘padre’ della legge sul voto per gli italiani all’estero, che ricordava ai giovani “l’esempio brillante dei padri, che hanno combattuto con sofferenza per emergere, per farsi sentire…”, esaltando poi le varie stagioni della politica per gli italiani nel mondo: la prima, quella della conquista del voto, la seconda, quella dell’esercizio del diritto di voto, la terza, quella attuale, la più pericolosa, la più infida, quella del mantenimento del voto all’estero. E’ qui che bisogna tenere gli occhi aperti e agire compatti, viste le operazioni di sabotaggio nei confronti degli italiani residenti fuori i confini.

“Le due riforme costituzionali volute per voi - ricorda il già Ministro per gli Italiani nel Mondo – ci mettono al sicuro da eventuali riduzioni dei deputati, poiché è sancito che i 18 parlamentari eletti all’estero tali rimarranno di numero. Anche se passasse la riforma costituzionale per un Senato federale con altre funzioni, i sei posti al Senato spettanti alla Circoscrizione Estero verrebbero aggiunti ai 12 della Camera dei Deputati”.

Tremaglia informa infine l’Assemblea CGIE che proprio in questi giorni al Parlamento verrà valutata la proposta di legge per una Commissione bilaterale del Senato e della Camera per le questioni degli italiani all’estero. Se dovesse passare, sarebbe “una grande azione politica di fondo, per il sentire ed operare italiano”.

Un auspicio che si accomuna alla serietà di intenti dei giovani qui presenti. (Oreste Motta per il Ctim-Press/Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n20830.htm

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 20.14 Speciale CGIE LE DIMISSIONI ANNUNCIATE MA NON ANCORA PRESENTATE DA GIOVANNI RAPANÀ PARALIZZANO I LAVORI DELLA PLENARIA ROMA\ aise\ - Ma Rapanà si è dimesso o no? Se lo sono chiesti tutti, questo pomeriggio alla Farnesina dove da martedì è in corso l’assemblea plenaria del Cgie. Vice Segretario generale per i Paesi Anglofoni, il consigliere del Canada, con il suo annuncio (vedi aise del 7 novembre 2007 h.19.18), ha dato il via ad un dibattito serrato e teso che, alla fine, si è risolto in un nulla di fatto. I fatti: Rapanà, che dalla sua elezione non ha mai avuto vita facile nella sua Commissione, ieri ha annunciato l’intenzione di volersi dimettere alla fine dei lavori della plenaria perché, ha spiegato, "sono attaccato personalmente da avversari politici che rendono difficoltoso il lavoro della Continentale". Il Vice Segretario aveva già ventilato tale ipotesi nell’ultima riunione della Commissione tenuta a Miami, tanto che 8 consiglieri avevano votato a favore di una mozione indicando Augusto Sorriso come suo sostituto in una consultazione che ha registrato anche 5 astenuti (tre i consiglieri assenti). Presentata al Comitato di Presidenza per farla mettere all’ordine del giorno della plenaria, la mozione non ha trovato spazio perchè, ha spiegato Carozza, "come da regolamento, le mozioni vanno presentate alla plenaria, non al Cdp". Da subito, il Segretario Generale ha espresso ai colleghi la sua ferma volontà di risolvere quanto prima la questione nell’interesse di una Commissione assai rilevante, ma che, senza Vice Segretario, sarebbe di fatto paralizzata. "Il nostro obiettivo deve essere far tornare la serenità nella Continentale Anglofona" ha detto Carozza, ma, da quanto è emerso questo pomeriggio, non sarà cosa né facile né repentina. Secondo quanto previsto dalla legge istitutiva e dal regolamento del Cgie, la plenaria non può precedere ad alcuna elezione che non sia stata messa all’ordine del giorno. E quella di Rapanà non lo è stata, anche perché le dimissioni formali, scritte e firmate, ancora non esistono. Una volta presentate le dimissioni, la plenaria deve prima prenderne atto, quindi metterle all’odg, quindi votarle. Insomma, se ne riparla da qui ad un anno. Una tempistica che Carozza non vuole neanche prendere in considerazione: per questo più volte, oggi, ha chiesto a Rapanà di anticipare a questo pomeriggio la formalizzazione delle dimissioni. In questo caso, l’assemblea ne avrebbe preso atto domani e l’elezione del "successore" sarebbe stata messa all’ordine del giorno della prossima plenaria. Ma niente da fare: Rapanà irremovibile ha ripetuto: "alla fine di questa assemblea plenaria darò le mie dimissioni che, lo ripeto, non sono un gesto tecnico, ma politico. Voglio che sia chiaro e che ci sia tempo per discuterne". A questo punto l’aria si fa tesa, i consiglieri, nei loro interventi, esprimono incredulità e frustrazione. C’è chi richiama l’importanza di attenersi alle regole per evitare ricorsi del giorno dopo (Losi) e chi stigmatizza l’atteggiamento di quanti "restano attaccati alle poltrone dimenticandosi di essere al servizio della comunità" (Bertali-Casagrande), chi invita Rapanà a dimettersi per il bene della Continentale (Della Nebbia) e chi lo apostrofa con un "ti rendi conto che ci stai tenendo in ostaggio?". Suona quasi paterno, infine, l’appello di Ferretti: "Giovanni, non metterci la tua faccia a coprire le mosse politiche degli altri! Stai dimostrando il perché ti hanno sfiduciato!". Niente. Rapanà non si muove di un millimetro. La plenaria si scioglie con un pugno di mosche in mano. E domani è un altro giorno. (m.cipollone\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49393

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 20.00 Speciale CGIE LA FINANZIARIA GLI ITALIANI ALL’ESTERO E IL CGIE: GLI INTERVENTI DEI SENATORI AI LAVORI DELLA PLENARIA ROMA\ aise\ - 41 milioni di euro, 25 in più dell’anno scorso, sono destinati agli italiani all’estero nella Finanziaria 2008 all’esame del Senato (vedi aise del 7 novembre 2007 h.10.00). A confermarlo Claudio Micheloni, Presidente del Comitato per le Questioni degli Italiani all’estero, intervenuto questo pomeriggio ai lavori dell’assemblea plenaria del Cgie, in corso alla Farnesina, insieme ai colleghi Turano, Pollastri, Randazzo, Izzo (Fi), Santini (DCA-PRI-MPA) e Trematerra (Udc), anch’essi membri del Comitato. Una partecipazione attesa, la loro, che doveva consentire un’ampia e dettagliata illustrazione delle risorse assegnate ai vari capitoli di spesa, ma che di fatto si è ridotta in una mezz'ora di interventi: richiamati a Palazzo Madama, dove è in corso la votazione degli emendamenti alla Finanziaria, i senatori si sono succeduti al microfono a spron battuto. A Micheloni, come detto, il compito di illustrare per sommi capi le risorse destinate ai connazionali all’estero, soldi, ha tenuto a sottolineare il senatore, per cui tutti si sono battuti dopo una "riflessione comune che ha coinvolto tutti e sei i senatori eletti all’estero, anche Antonella Rebuzzi di Forza Italia". E proprio la presenza della Rebuzzi, ha aggiunto Micheloni, smentisce di fatto quanti, sulla stampa e nei programmi tv, continuano a parlare di un "mercato di voti" che coinvolgerebbe gli eletti all’estero. "Non è così e non lo è mai stato", ha ribadito Micheloni che, nel suo intervento, ha voluto ricordare anche il lavoro del Comitato che "direttamente o indirettamente, o forse anche solo per il fatto di esistere, cambia il modo in cui il Parlamento vede gli italiani all’estero". Un Comitato che lavora bene, in armonia, come confermato anche dagli altri senatori, e che riprenderà a riunirsi lunedì prossimo quando Micheloni presenterà ai colleghi una tabella di marcia che vede come questione prioritaria da trattare la rappresentanza a tutti i livelli, dai Comites al Parlamento, passando per il Cgie. Infine, la ristrutturazione della rete consolare: tema che ha coinvolto anche il Cgie nella seduta di ieri (vedi aise del 7 novembre 2007 h.10.15), e che, secondo il senatore eletto in Europa, "il Ministero degli Esteri deve concordare" (vedi aise del 7 novembre 2007 h.15.01) coinvolgendo i parlamentari e il Consiglio Generale. Un "ammonimento", questo, richiamato anche da Cosimo Izzo, senatore di Forza Italia e Vice Presidente del Comitato, che ha ribadito "l’autonomia e l’armonia con cui lavora il Comitato". Quanto alle risorse, per Izzo "i 25 milioni di euro in più sono ancora pochi, e non lo dico solo perché sono all’opposizione". Infatti lo pensa anche Edoardo Pollastri, che siede nelle file della maggioranza. "Ricordo a voi tutti – ha detto – che la Finanziaria prevedeva inizialmente un taglio di 8 milioni di euro, rispetto alle risorse dello scorso anno. Un taglio recuperato dai 25 milioni ora stanziati". Anche Pollastri ha quindi parlato della "sintonia politica" all’interno del Comitato e della centralità della questione-consolati, "madre di tutti i problemi, risolta la quale – ha concluso - riusciremmo ad essere più incisivi in tutti gli altri ambiti ancora problematici". Il Comitato "parla lavora insieme parlando un solo linguaggio", ha affermato Gino Trematerra (Udc), secondo cui "troppo tempo è stato perduto negli anni" mentre è ora di soluzioni "concrete", cui, gli ha fatto eco Giacomo Santini (Gruppo Dc per le Autonomie) anche l’emigrante può contribuire usufruendo di "nuove modalità di confronto" e dunque "proponendo soluzioni a noi che potremo essere, così, più utili che in passato". Una visione, questa, che vede il Cgie ancora utile, anzi indispensabile "cinghia di trasmissione". Lo hanno ribadito, alternativamente, anche i senatori Randazzo e Turano, il primo sottolineando che "la

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rappresentanza parlamentare è un’estensione di quella del Consiglio Generale", il secondo ringraziando i consiglieri per il loro lavoro "sempre utile e apprezzato". A dimostrarlo la decisione di Micheloni di far partecipare membri del Comitato a tutte le assemblee continentali del Cgie, luogo in cui, più di altri, si riesce a sintetizzare le esigenze e, al tempo stesso, le criticità che i connazionali patiscono nei diversi angoli della terra. (ma.cip.\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49391

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 19.53 Speciale CGIE RIPRISTINARE LA CABINA DI REGIA: LA MAGIONE PRESENTA IN PLENARIA IL DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE "STATO-REGIONI-PROVINCE AUTONOME-CGIE" ROMA\ aise\ - Ripristinare la Cabina di regia tecnica-paritetica istituita dal documento finale della Seconda Plenaria della suddetta Conferenza Permanente nel 2005. questo quanto chiesto dalla VI Commissione tematica del CGIE che, riunitasi a Roma il 6 novembre scorso a ridosso della plenaria, ha approvato un documento letto oggi all’assemblea da Silvana Mangione. "Preso atto della corrispondenza intercorsa fra il CGIE, il Vice Ministro Danieli, il Presidente Errani ed il Ministro Lanzillotta, nel pieno rispetto del rapporto di assoluta parità tra le componenti della Conferenza Permanente Stato-Regioni PA-CGIE stabilita dalla legge istitutiva – si legge nel documento - si sollecita ogni opportuna azione tesa a ripristinare la Cabina di Regia". "La Commissione richiama l'attenzione dell'Assemblea del CGIE e dei rappresentanti dello Stato e delle Regioni presenti all'esigenza di adempimento delle altre direttive contenute nel documento finale del 2005. Esprimendo la propria soddisfazione per le assicurazioni ricevute dal Governo sulla realizzazione della Prima Conferenza dei giovani entro il 2008 e sullo stato di avanzamento dei lavori preparatori ad opera del CGIE e delle Regioni, ritiene urgente procedere alle riprese delle fasi organizzative dei quattro Seminari sull'Internazionalizzazione, Ambito Sociale e Tutela dei diritti, Lingua, Cultura e Formazione professionale, Riforma dello Stato avvalendosi dell'opera di approfondimento dei temi già fatta dai gruppi di lavoro costituiti dal Consiglio Generale". "Tali seminari – ha ricordato la Mangione - dovranno tenersi prima della Terza Plenaria della Conferenza Permanente, prevista entro il 2008, e potrebbero essere calendarizzati in occasione della Plenaria del CGIE". "La Commissione – si legge infine nel documento - è anche convinta che sia necessaria una maggiore sensibilizzazione, informazione e chiarimento della natura e dei compiti della Conferenza Permanente presso le altre componenti indicate dalla legge istitutiva che non sembrano averne valutata appieno l'importanza e le potenziali utili ricadute sui rapporti fra l'Italia e gli italiani all'estero". (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49390

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 19.47 Speciale CGIE DOMANI IL VOTO SULLA COMMISSIONE TUTELA SANITARIA: NESTICO PRESENTA LA RELAZIONE DEL GRUPPO SANITÀ ROMA\ aise\ - "Sono ormai 3 anni che il "Gruppo di lavoro Sanità" è stato creato durante la Prima Assemblea Plenaria del CGIE. Il Gruppo ha fatto il suo primo intervento durante l'AP del 4-8 Luglio 2005 e sensibilizzato il CGIE del fatto e della realtà che esistono all'estero indigenti nati in Italia senza alcuna copertura sanitaria". Con una sintesi del percorso compiuto negli ultimi due anni dal Comitato che presiede, Pasquale Nestico ha presentato oggi alla assemblea plenaria del Cgie in corso alla Farnesina, la sua relazione. "Il Gruppo di lavoro Sanità – ha proseguito - ha presentato il secondo intervento all'AP del 2-6 Ottobre 2006, dopo la lunga sospensione del CGIE dovuta alla sentenza del TAR di Lazio, dando una visione panoramica ma superficiale (ad eccezione degli Stati Uniti dove si è fatto un esame più approfondito) ove gli italiani risiedono e ciò, siamo certi, è servito ancor di più a sensibilizzare il CGIE e anche il governo su questo specifico ma pur vasto problema. Durante il terzo intervento nel Dicembre del 2006 il Gruppo di lavoro ha sottoposto la proposta di realizzare il Primo Rapporto di ricerca del CGIE sulle condizioni sociali e sanitarie degli Italiani all'estero. Successivamente – ha ricordato Nestico - è stato presentato ed approvato dalla plenaria un odg con il quale si chiedevano al CGIE i finanziamenti necessari per fare un censimento (mappatura) preliminare, quantificare il numero degli indigenti italiani non assicurati e, pertanto, capire il costo di un eventuale intervento da parte del Governo Italiano. Infine, un altro odg, sempre presentato dal Gruppo di lavoro Sanità è stato approvato durante la plenaria dello scorso maggio: con esso si chiedeva che "il Governo informi il CGIE sul metodo che intende usare onde preparare un piano completo paese per paese, integrale ed a lunga scadenza, anche avvalendosi dei Comites e della professionalità ed esperienza offerte dal Gruppo di lavoro Sanità del CGIE". "Il nuovo governo eletto nel Maggio 2006, rappresentato nella persona del Vice Ministro Senatore Franco Danieli come responsabile degli Italiani all'estero – ha proseguito Nestico - ha iniziato, a titolo sperimentale, una strategia di polizze assicurative complete per duecento cittadini italiani meno abbienti in Colombia. È poi toccato al Venezuela dove il governo ha avviato un nuovo sistema di assistenza diretta per mille cittadini italiani indigenti. Queste polizze sanitarie permettono ai beneficiari di ricevere adeguate cure mediche anche in strutture non convenzionate, senza linuti d'età, senza l'esclusione di patologie pregresse e includendo il rimborso delle spese sostenute per i farmaci ed il trasporto da una città o da una regione all'altra". "Dopodiché, si è passati in Argentina dove, recentemente, sono state individuate 8,320 cittadini italiani indigenti da aiutare con questo progetto e dove, onde seguire un unico standard di elevata qualità, è stata bandita una gara ed il cui bando è stato disponibile sul sito dell'Ambasciata di Buenos Aires. In questo contesto – ha sottolineato Nestico - necessita essere puntualizzato il coinvolgimento avvenuto di rappresentanti della comunità come alcuni membri di Comites, Consiglieri del CGIE e Parlamentari italiani per il distretto estero per l'Argentina. In questo caso, sono state adottate complesse procedure previste dal nuovo codice dei contratti della Pubblica Amministrazione. Tutto ciò è servito a dare garanzie e trasparenza nell'individuazione dell'impresa di servizio medico che ha vinto il contratto biennale per l'assistenza sanitaria integrale di questi nostri connazionali dell' America Latina. L'inizio di esecuzione di questo nuovo piano di assistenza sanitaria è previsto entro il primo dicembre del 2007". Quanto all’Uruguay, Nestico ha spiegato che "la polizza sanitaria è diretta a 150 cittadini italiani indigenti (inclusi 4 bambini) per un costo di 130 dollari USA per cittadino. Queste polizze sono emesse dalla ditta statunitense privata "Blue Cross" che non ha richiesto analisi preventive per l'accettazione di questi

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cittadini italiani indigenti". Ancora in Uruguay, ma anche in Messico, " di recente è stata firmata la nuova convenzione assicurativa in campo sanitario. Il Governo sta lavorando, sempre tramite il Vice Ministro Danieli, per poter fare nel 2008 altrettanto in altri paesi come il Brasile. Il "Gruppo di lavoro Sanità" auspica che altri Paesi dell' America Latina come il Cile siano al più presto inclusi in questa strategia sanitaria". "E il resto del mondo dove lo lasciamo?", ha chiesto provocatoriamente Nestico che ha aggiunto: "la realtà degli indigenti all'estero non è stata mai quantificata, è più conosciuta in America Latina ma non tanto conosciuta in altri Paesi. Ci sono Paesi dell' Africa dove la situazione dell'Assistenza Sanitaria desta forte preoccupazione. Intanto, nel 2008 il Governo si è impegnato ad estendere queste polizze assicurative al Sud Africa e Tunisia; è già un buon inizio. Inoltre ed in particolare, gli Stati Uniti dove, paradossalmente, malgrado la stragrande ricchezza e un sistema sanitario all'avanguardia, esistono milioni di cittadini statunitensi non assicurati. Non si conoscono quanti di questi sono cittadini nati in Italia e indigenti. Infine, in paesi come Canada, Australia ed Europa c'è l'assistenza sanitaria nazionale, ma – ha avvertito Nestico - dove potrebbero esistere delle nicchie d'indigenza, se non di non assicurati ma, di certo, di indigenti mal assicurati. La domanda che allora ci poniamo è: tra questi non assicurati o mal assicurati ed a rischio quanti sono gli italiani iscritti all'anagrafe? Attualmente il numero non è noto". "A questo punto – ha proseguito ancora il consigliere - il Gruppo di lavoro Sanità ha formalmente chiesto di creare la VIII Commissione Tematica del CGIE (Tutela Sanitaria). Il CdP del CGIE, alla sua ultima riunione, l'ha approvata e sarà questa Assemblea Plenaria a decidere al merito. Noi abbiamo il numero necessario di 8 Consiglieri che vogliono fare parte di questo storico cambiamento. Il Gruppo di lavoro Sanità vede questa nuova commissione composta non necessariamente solo da medici, lavorare per gli italiani all'estero a fianco della Commissione Sanità del Senato e della Camera e, quindi, a fianco del Governo. Lo scopo è di esaminare lo stato di salute e le problematiche sanitarie nella specificità di genere e nelle diverse fasce d'età nei singoli territori di emigrazione e di formulare adeguate proposte d'interventi". Nestico ha poi illustrato le proposte avanzate dal suo Gruppo: creare un piano paese per la sanità con criteri uguali per tutti senza discrepanza tenendo conto, però, dell'ineguaglianza che esiste fra residenti nei diversi paesi; creare un piano sistematico e capillare per conoscere i reali fabbisogni sanitari della comunità italiana all'estero, identificare questi indigenti, simultaneamente, prima che le risorse finiscono e, quindi, senza escludere nessuno. Un indigente di Philadelphia, USA, soffre come uno di Caracas, Venezuela. I numeri di indigenti cambiano ma la povertà è povertà ovunque. Ciò sarà possibile utilizzando, in loco, in modo coordinato e strutturato le risorse di base come le Associazioni, i Comites, i Consiglieri del CGIE, i Parlamentari eletti nella circoscrizione estero e fare loro collaborare, come sta già avvenendo in alcuni paesi dell' America Latina con i Consolati e le Ambasciate; creare un piano di "quality control" e vedere se in realtà a questi indigenti vengono realmente offerte le coperture espresse nelle polizze assicurative e se i risultati sono equiparati ai non indigenti. "Su di questo – ha commentato però Nestico - noi abbiamo delle serie perplessità". Tra le proposte del Gruppo anche quella di individuare delle modalità di assicurazione più moderne e competitive per assicurare queste persone aumentandone l'efficacia, quindi diminuire i costi e, pertanto, avere la possibilità di assicurare più persone anche quelle meno indigenti. Infine, potrebbe essere attuato un piano con il quale, possibilmente, queste persone possono essere emancipate dall'indigenza, non essere eternamente indigenti, (anche dovuto al miglioramento economico di questi paesi) e quindi a carico dello stato italiano. “Vedete, colleghe e colleghi, questi debbono essere progetti bipartisan dove tutti i gruppi, a prescindere dalle tendenze politiche, debbano incontrarsi e fare sinergia. Pertanto – ha concluso – è con questo spirito che auguriamo al CGIE una missione con un percorso comune non disgiunto dalle nostre amate comunità all’estero, per cause comuni come è la tutela della salute dei nostri connazionali all’estero. Vedete amiche e amici, la Sanità è un fondamentale diritto dell’uomo”. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49389

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 19.40 Speciale CGIE IL NUOVO BANDO PER FORMAZIONE NEI PAESI EXTRA UE NELLA RELAZIONE DI SANTELLOCCO (V COMMISSIONE) ROMA\ aise\ - "Il bando per la formazione professionale degli italiani all’estero nei Paesi non appartenenti all’Ue pubblicato nell’agosto del 2007 ha rappresentato una svolta nella programmazione degli interventi formativi previsti dal decreto legislativo 112 del 1998". Presidente della V Commissione tematica (Formazione, Impresa, Lavoro e Cooperazione), Franco Santellocco è intervenuto oggi in assemblea plenaria per presentare il documento finale elaborato dai consiglieri riunitisi a Roma il 6 novembre. Il documento, ha spiegato Santellocco, rappresenta una sintesi della relazione sul "Primo bilancio del Bando di formazione professionale del 2007" che tutta la Commissione ha approvato e di cui ha condiviso impostazioni e conclusioni. "Il Cgie – ha detto Santellocco - ha potuto partecipare alla fase di preparazione del bando ed ha potuto trasformare in azioni concrete gli indirizzi che il suo segretario generale aveva rivolto al Ministero del Lavoro fin dal 2006. Tali indirizzi sottolineavano l’importanza di porre al centro del bando le mutate esigenze delle comunità italiane all’estero che ormai rappresentano un universo molto diversificato per i passaggi storici che sono avvenuti nelle loro condizioni sociali, economiche e lavorative, nelle generazioni che si susseguono e nel mutamento dei rapporti con l’Italia". "Nel frattempo – ha proseguito - il dibattito politico sulle risorse da destinare agli italiani all’estero ha consolidato la convinzione che mentre le aree del disagio delle comunità italiane all’estero continuano a manifestare il bisogno di assistenza, altre categorie di italiani all’estero hanno l’esigenza di mantenere vivi i legami culturali con l’Italia quindi necessitano di una formazione culturale, linguistica più che professionale e di una corretta e completa formazione e informazione su quanto accade nel paese d’origine. Una conferma di questi nuovi scenari è puntualmente avvenuta dall’analisi sui fabbisogni formativi progettata dall’Isfol e realizzata con il concorso delle sedi diplomatico-consolari e dei Comites tra la fine del 2006 e i primi mesi del 2007. si è trattato di un lavoro molto impegnativo ma di grande rilevanza e per il quale bisogna dare atto degli sforzi che sono stati compiuti in tutte le circoscrizioni estere spesso con mezzi e risorse inadeguate, ma con grande spirito di collaborazione. I risultati dell’indagine – ha riassunto Santellocco - hanno tracciato le linee programmatiche del nuovo bando: la formazione professionale deve essere indirizzata verso quei paesi dove è maggiormente sentita la disoccupazione e dove manca un’offerta di formazione professionale locale adeguata e qualitativamente confrontabile con quella esistente in Italia. questi indicatori hanno portato alla elaborazione di schede Paese di riferimento per la progettazione dei corsi nelle quali al dato quantitativo della presenza di italiani è stato sostituito il dato qualitativo dei loro bisogni di formazione. L’effetto complessivo è stato quello di restituire il Bando alla finalità principale prevista dalla Legge tutta rivolta all’occupazione degli italiani all’estero ed alla riaffermazione del loro diritto di poter usufruire elle stesse opportunità formative esistenti in Italia". "In ciò è avvenuta una correzione di rotta rispetto al contestatissimo Bando del 2004 al quale erano state attribuite finalità di sviluppo e di promozione che risultano improprie rispetto a quelle a cui destinare questo tipo di interventi,. Con la conseguenza che molte risorse sono andate disperse. L’effetto visibile dei risultati dell’indagine è stata l’esclusione degli usa che ha sollevato qualche critica. Il dibattito che ne è seguito, assieme alle risposte fornite, indicano che esistono esigenze formative presenti non solo negli Usa ma anche in altri paesi avanzati come l’Australia ed il Canada, da analizzare anche con strumenti diversi da quelli rappresentati da questo bando che afferiscono a politiche di promozione del sistema

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Italia nel mondo come le politiche dello sviluppo e dell’internazionalizzazione. In queste aree di intervento esistono interi giacimenti di risorse pubbliche finora inesplorate ed alle quali gli italiani all’estero non hanno ancora sufficiente accesso. Uno spaccato di queste linee finanziarie è stato fornito nel dossier sull’internazionalizzazione e riguardano ingenti fondi destinati alle regioni e dall’Ue per il tramite del Ministero del Lavoro, il Ministero del commercio internazionale e di quello per lo sviluppo economico per il sostegno alla competitività sul territorio. In tali ambiti è possibile costruire reti con le comunità e le professionalità italiane all’estero che possono così rivitalizzare il loro legame con l’Italia attraverso relazioni produttive e parternariati imprenditoriali, culturali, scientifici e formativi, contribuendo in tal modo al miglioramento dell’occupazione non solo nei Paesi ospitanti ma anche in Italia". "È tempo, ormai – ha commentato Santellocco - che il "conto" delle risorse da destinare agli italiani all’estero venga calcolato considerando possibilmente anche le risorse dell’ue, ed in particolare quelle destinate alle competenze delle regioni, studiando iniziative atte ad aggiungere strumenti e risorse finanziarie da destinare ai connazionali residenti all’estero in aggiunta ai fondi per la formazione professionale del DL 112. in questo quadro, il Cgie deve svolgere compiti previsti dal suo ruolo istituzionale contribuendo ad una riforma del sistema della formazione professionale degli italiani all’estero che non è più rinviabile. È evidente – ha sottolineato - che da troppo tempo i bandi di formazione professionale hanno un carattere episodico mentre essi richiederebbero una regolamentazione di tipo strutturale. Gli attori istituzionali costituiti dal Ministero del lavoro e dal Mae che agisce in collaborazione con il Cgie ed i Comites, devono creare meccanismi di programmazione, selezione degli interventi e degli Enti proponenti, monitoraggio e controllo stabili ed adeguati alle trasformazioni avvenute nella domanda e nell’offerta di formazione professionale. È l’unico modo per uscire dalle polemiche ricorrenti e dai dibattiti senza sbocco". Santellocco è poi passato alla illustrazione dei punti della riforma: la rilevazione della domanda di formazione professionale. "Il sistema di rilevazione dei bisogni, che la legge affida al Mae ed al Ministero del Lavoro, dovrà prevedere l’obbligo della consultazione del Cgie e dei Comites" e la certificazione delle qualifiche e delle competenze. "Questo punto – ha spiegato - riguarda il problema di efficacia delle qualifiche o elle competenze rilasciate dai corsi all’estero dal momento che esse non sono quasi mai riconosciute dai sistemi formativi locali, come viene dichiarato dagli uffici consolari. La certificazione delle competenze rilasciate dai corsi è un aspetto fondamentale di cui non possono farsi carico gli enti che realizzano la formazione, è un problema delle istituzioni che dovrebbero pervenire ad accordi formativi con le autorità locali". Quanto all’accreditamento degli enti formativi, per il Presidente della V Commissione "questa tematica è fonte di continue lamentele da parte degli enti di formazione "storici" che vorrebbero la costituzione di un albo. La richiesta è corretta e va condivisa a condizione che sia inquadrata in una migliore regolamentazione del settore, anche sulla base di altre esperienze già presenti in Italia nell’ambito della formazione professionale. I criteri di ammissibilità dei "proponenti" dovranno essere stabiliti in modo strutturale ed organico, con procedure separate dal Bando, rispettando non solo le esigenze degli enti storici, ma anche di tutte le strutture nuove che intendono candidarsi e che sono spesso portatrici di valore aggiunto". Al quarto punto il sistema dei controlli e la congruità dei costi. "La congruità dei costi della formazione all’estero ed il sistema dei controlli – ha rilevato Santellocco - è uno spinoso problema più volte sollevato dal Mae e dalle sedi consolari. C’è la sensazione che la spesa dei corsi sia fuori controllo per la difficoltà di confrontare i costi sostenuti in Italia con quelli all’estero dove i parametri della fornitura di beni e servizi sono molto diversi dall’Italia. nel bando 2007 si è avviata qualche nuova misura in questo ambito sia attraverso la ridefinizione della guida alla gestione dei corsi, sia attraverso un’indagine, tuttora in corso, sui parametri di costo nei Paesi in cui si svolgeranno i corsi. Tale ricerca potrà anche offrire elementi di confronto in sede di selezione delle proposte". Infine, il monitoraggio della realizzazione e dei risultati della formazione. "È necessario un sistema di monitoraggio che consenta di capitalizzare l’esperienza e che faccia uscire la formazione degli italiani all’estero dal suo attuale carattere episodico. Anche in questo ambito il Bando 2007 ha iniziato un nuovo corso affidando all’Isfol l’attività di monitoraggio. È auspicabile che tale attività possa produrre modelli operativi sostenibili nel tempo". Questi punti, ha aggiunto, "dovranno essere oggetto di approfondimento da parte della Commissione già istituita tra Mae, Cgie e Ministero del Lavoro, che, in continuità con l’azione intrapresa sul Bando 2007, dovrà preparare un documento da sottoporre alla Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie secondo le competenze previste dal Decreto Legge 112. Per quanto riguarda, infine, le esigenze emerse di corrispondere meglio alle attese delle comunità italiane dei Paesi a più alto grado di integrazione e di sviluppo, gli Usa in particolare, si chiede al Segretario Generale di dare corso alla formulazione di richieste, da inoltrare ai Ministeri di competenza, di maggiore coinvolgimento del Cgie sulle linee finanziarie e sulle programmazioni relative all’internazionalizzazione, dando anche così maggiore sostegno alle proposte già formulate d’intesa con il Mae sul Fse". (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49394

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 19.35 Speciale CGIE L’AMBASCIATORE BENEDETTI ALLA PLENARIA: LA RIFORMA DELLA LEGGE 153 MATURATA GRAZIE AL LAVORO CONGIUNTO DI CGIE E DIREZIONE GENERALE PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO ROMA\ aise\ - "Dal punto di vista tecnico la relazione di Tommasi ed il documento della IV Commissione tematica ci trovano assolutamente d’accordo". Così ha esordito il Direttore generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, Adriano Benedetti, intervendo ai lavori della Plenaria del Cgie, dedicati questa mattina alla promozione di lingua e cultura italiana all’estero e alla riforma della legge 153 (vedi aise dell’8 novembre 2007 h.15.35). Benedetti ha riconosciuto non solo l’importanza della diffusione della lingua italiana nel mondo, ma anche il "rilevantissimo" ruolo che per essa svolgono le nostre comunità. "Siamo sempre favorevoli alla valorizzazione di questo canale", ha osservato il Direttore generale, condividendo l’idea che "l’integrazione nel tessuto sociale delle nostre comunità non abbia stemperato questo ruolo, anzi ha arricchito il loro lavoro di testimoni della lingua e della cultura italiana" nei rispettivi Paesi di residenza. L’Ambasciatore ha così risposto anche ai consiglieri che, in sede di dibattito, avevano lamentato il mancato coinvolgimento del Cgie nelle attività culturali della rete delle Ambasciate e degli Istituti Italiani di Cultura (vedi aise dell’8 novembre 2007 h.19.04). Una mancanza imputabile piuttosto alla tardiva "maturazione "di questa coscienza nelle sedi estere del Ministero. "Gli Istituti Italiani di Cultura", ha poi ribadito, "non si possono dimenticare delle nostre comunità e delle loro rappresentanze". Lo stretto rapporto esistente tra Cgie e Ministero è evidente anche nel richiamo, peraltro "condivisibile", alla riforma della legge 153, specie ora, ha voluto ricordare l’Ambasciatore Benedetti, che "la promozione linguistica e culturale all’estero è stata riconosciuta anche in sede di assestamento – con 2,5 milioni di euro, rispetto ai 3 milioni iniziali – e nella Finanziaria 2008", nella quale, a fronte di una richiesta di 29 milioni di euro, ne sono già stati riconosciuti 28,5 milioni. Dalla Direzione generale per gli Italiani all’Estero, in vista della riforma, è arrivato un "apporto sostanziale a questa maturazione", ha sottolineato Benedetti. "Una maturazione che è stata reciproca, tra Direzione e Cgie". E se oggi, ha aggiunto "la confluenza delle due anime è stata sostanziale" è "merito" senz’altro del presidente Tommasi e del Consiglio, ma anche, non va dimenticato, della Direzione. Venendo alle modifiche alla legge 153, "l’impianto si traduce nel mantenimento del sistema attuale, ma con una iniezione di controllo pubblico ben maggiore rispetto al passato" e "in una più attenta e dotata quantità di risorse", ha rilevato il Direttore generale. D’altra parte in molti, e tra questi il consigliere Lombardi, hanno oggi condiviso l’idea che la legge 153 abbia "consentito di instaurare una prassi costruttiva, grazie ad uno schema capace di adattarsi alle diverse situazioni". Tale esperienza non va cancellata, ma semplicemente "dotata di strumento nuovo che guidi la transizione dell’italiano da lingua materna a lingua di cultura". All’interno di questa nuova struttura Benedetti si è detto convinto che "il contingente di ruolo, recentemente ridotto, abbia ancora una sua funzione" e che "i dirigenti scolastici non vanno disgiunti dall’attività consolare vera e propria, ma la responsabilità complessiva deve restare del Console". Piuttosto, ha sottolineato, "gli inconvenienti registrati siano da ricondurre al garantismo della nostra legislazione". Tali "inconvenienti" sono stati sollevati da diversi consiglieri del Cgie. Conte ha riportato l’esperienza della Germania, dove "il concorso per l’area è stato vinto da insegnanti che non conoscono la lingua tedesca", che ora avranno per lo meno serie difficoltà di comunicazione con le autorità locali. Quanto alla Svizzera, il consigliere Cretti ha ricordato che l’attribuzione degli insegnanti da Roma giunge sempre con un ritardo di un paio di mesi, a scuola già iniziata, e questo non può che indisporre le autorità svizzere. Sono problemi, ha sostenuto Cretti, che "possono essere risolti con un po’ di buon senso". Ma non si tratta di

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casi isolati, perché la scuola italiana all’estero soffre un po’ ovunque. Anche in quesi Paesi come gli Stati Uniti in cui "la politica di espansione dell’italiano sta procedendo con successo attraverso l’introduzione dell’obbligo di insegnamento nelle scuole", grazie a "lunghi anni di trattative" poi sancite dall’APProgram. Attenzione, però, ha ammonito la consigliera Mangione. Non è si tratta di un diritto "garantito", perché "se non riusciremo ad aumentare i numeri e le risorse, potremmo vedercelo togliere". Quello delle risorse, si sà, è un problema annoso, anche per quei Piani Paese invocati da Tommasi che pure rappresentano una "esigenza legittima di stabilità e credibilità del lavoro", ha ammesso Benedetti. "Certo", ha aggiunto, "non si possono più accettare" docenti di lingua italiana che non conoscano la lingua del Paese in cui operano. Pena la possibilità di svolgere il proprio ruolo. Probabilmente il "Comitato di Coordinamento interministeriale" proposto dalla IV Commissione potrebbe risolvere buona parte di tali questioni. E l’Ambasciatore Benedetti non ha potuto che "rallegrarsi" tanto del concorso di altre Istituzioni quanto del "ruolo prioritario" affidato in questo nuovo Comitato alla Farnesina. (raffaella aronica\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49388

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 19.35 Speciale CGIE LA FRANCESCA E BENEDETTI ALLA PLENARIA: LE NOSTRE DIREZIONI SEMPRE PIÙ IN SINERGIA PER LA PROMOZIONE DI LINGUA E CULTURA ROMA\ aise\ - Anche la Direzione generale per la Promozione Culturale della Farnesina condivide l’approccio qualitativo e l’invito ad un’azione sinergica indicati nella relazione e nel documento, poi approvato all’unanimità, sulla promozione e diffusione di lingua e cultura italiana all’estero che Giovanni Tommasi, presidente della IV Commissione tematica, ha presentato oggi alla Plenaria del Cgie (vedi aise dell’8 novembre 2007 h.15.35). Lo ha confermato più volte e a chiare lettere lo stesso direttore generale Gherardo La Francesca e con lui, onnipresente ai lavori del Cgie, anche il direttore Adriano Benedetti. "Il nostro tallone d’Achille è fare squadra, ma quando ci si riesce i risultati sono importanti", ha ammesso La Francesca durante il suo intervento. "La nostra Direzione", ha ricordato, "ha a disposizione una macchina composta da 90 IIC e 163 tra Ambasciate e Consolati che portano avanti l’attività di promozione culturale in 108 Paesi del mondo". E questo con "un bilancio di poco più di 120 milioni di euro per far funzionare l’intera macchina". Nonostante le evidenti difficoltà, "il nostro prodotto è di oltre 9mila eventi l’anno tra concerti, conferenze e mostre, ma insegnamo anche l’italiano" e "dai corsi raccogliamo un introito lordo di 15 milioni di euro". "Che il sistema debba funzionare in modo più coeso e meno parcellizzato è una convinzione che nutro da sempre", ha osservato La Francesca, lasciandosi andare ad una "autocritica costruttiva". Ed è per questo che la Direzione ha avviato una serie di iniziative che puntano alla qualità, piuttosto che alla quantità, utilizzando convenienti "metodologie innovative" come nel caso delle mostre circuitanti o di quelle multimediali. È il caso ad esempio dell’esposizione su Salgari realizzata in occasione dell’ultima Settimana della Lingua Italiana nel Mondo e che, grazie alla tecnologia, è stata distribuita simultaneamente in numerosi Istituti Italiani di Cultura nel mondo. Insomma è in atto uno "sforzo concreto per far funzionare di più e meglio il sistema, in modo coeso e con un maggior scambio di informazioni tra IIC e Ambasciate". A tale scopo, ha reso noto Gherardo La Francesca, recentemente sono state indette 8 riunioni d’area in altrettanti circoli, dove tutti gli interlocutori si sono seduti intorno allo stesso tavolo per lavorare insieme. "Ad ogni circolo abbiamo chiesto di scegliere un rappresentate che partecipasse ad un follow up sulla situazione, che si terrà la settimana prossima alla Farnesina. Ci ritroveremo qui per tre giornate di lavoro intenso e molto ritmato", ha spiegato il direttore generale, certo che dall’incontro verranno fuori "energie utili per un’ulteriore spinta al lavoro di squadra". "Un lavoro coeso è il presupposto necessario per sviluppare sinergie con chi opera in questa "casa". E le sinergie", ha ribadito il rappresentante della Farnesina, "sono ogni giorno più possibili perché ci stiamo organizzando meglio al nostro interno". Ciò vale anche se si parla di scuole italiane all’estero, che La Francesca vorrebbe coinvolgere maggiormente nella politica culturale del Ministero e della sua Direzione. Quello delle scuole italiane e bilingui "è un sistema importante del quale dobbiamo fare miglior uso". Ma non è facile quando si deve far fronte a continui "ulteriori" tagli finanziari, quegli stessi che "l’anno scorso ci hanno costretto a decisioni dolorose". Il riferimento è alla riduzione del personale docente – in tutto circa 70mila unità – ed ai lettori. "Dolorose", ha spiegato il direttore generale, perché, "oltre al pur importante rapporto con le comunità, spesso i lettori sono le antenne, veri e propri bracci destri delle Ambasciate". Insomma, ha concluso Gherardo La Francesca, "al di là della riforma normativa", per la quale egli ha espresso una sostanziale condivisione d’intenti rispetto alla relazione di Tommasi, "c’è dello spazio che

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può essere riempito per aumentare l’efficienza della macchina e renderla più coesa" ed "il coordinamento di questa macchina spetta a noi funzionari". Che le due Direzioni generali della Farnesina siano in sintonia è risultato evidente dall’intervento dell’Ambasciatore Benedetti, che oltre ad analizzare la relazione di Tommasi ed il documento della IV Commissione - "dal punto di vista tecnico ci trovano assolutamente d’accordo" – ha voluto difendere l’operato del collega. Non sono state poche infatti le critiche, a volte dure, che alcuni consiglieri hanno rivolto alla gestione della promozione culturale e linguistica della Farnesina. Se il consigliere Losi ha sottolineato la "mancanza di sinergie tra le due Direzioni generali di competenza", Conte ha parlato di "vizio antico" della Direzione per la Promozione Culturale di "operare senza alcun rapporto con il Cgie", come nel caso dell’ultima Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. "Eppure", ha aggiunto, "è una Direzione che ha a che fare con gli italiani all’estero". Anche la consigliera Salvarezza ha lamentato uno scarso coinvolgimento, "se non all’ultimo momento", del Cgie negli eventi culturali organizzati dalla rete delle Ambasciate e degli Istituti di Cultura. E Amaro ha espresso la propria secca "insoddisfazione" verso la Direzione Culturale. Parole dure, non c’è che dire. Al punto che Salvatore Cilento, subentrato in Plenaria al Direttore La Francesca, ha trovato "alcune critiche eccessivamente severe e in parte infondate". "So personalmente quanto siano impegnati, giorno dopo giorno, alla Direzione per cercare un rapporto sinergico con la DGIEPM e con le nostre rappresentanze all’estero", ha riferito Cilento, che ha voluto precisare: nel caso della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo è stato inviato a tutti gli Istituti Italiani di Cultura un telegramma in cui si invitata a coinvolgere le rappresentanze presenti sul territorio nella organizzazione degli eventi. "Quando ciò non avviene, fatevi parte dirigente", ha invitato dunque Cilento, perché "noi", ha infine assicurato, "consideriamo la vostra presenza all’estero un asset strategico della nostra politica di promozione culturale". Gli ha fatto eco Adriano Benedetti, che condividendo la "maggiore integrazione delle strutture" invocata da Tommasi a scapito di sterili "percorsi paralleli", ha tenuto a riconoscere che "in questi ultimi due anni", da quando cioé la Direzione generale è nelle mani di La Francesca, "c’è uno spirito di collaborazione reciproca che prima non si registrava. Le due Direzione sono in sempre maggiore simbiosi", ha aggiunto, "ma serve una maturazione di mentalità che al centro già c’è. Forse ancora manca nelle sedi all’estero". (raffaella aronica\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49385

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 18.48 Italiani nel Mondo DALL’ASSOCIAZIONE PUGLIESE DI LA PLATA IL SEMINARIO LABORATORIO "SVILUPPO LOCALE SUL TERRITORIO I" LA PLATA\ aise\ - "Seminario - Laboratorio: Sviluppo locale sul Territorio I". Questo il nome del seminario che si terrà il prossimo 30 novembre, presso la Facoltà di Scienze Economiche – UNLP di La Plata, promosso dall’Associazione Pugliese di La Plata, dalla Scuola di Specializzazione di Marketing Internazionale (FCE-UNLP); organizzato e coordinato dall’Agenia di Coordinamento Territoriale Italia-Argentina –ACTIA. Il seminario è rivolto a funzionari, professionisti, imprenditori produttivi, equipe docenti, equipe tecnici, coordinatori di progetti, studenti avanzati, operatori ed attori territoriali nel quadro dello sviluppo locale sul territorio. Obiettivo del laboratorio è il consolidamento dei processi di sviluppo locale ed internazionale nel contesto del Corridoio Produttivo Turistico Culturale Italia-Argentina -CPTCIA. Aderiscono al CPTCIA la Camera dei Deputati della Provincia di Buenos Aires, ol Municipio di La Plata, l’Unione Industriale La Plata, Camera di Commercio e Industria La Plata, la Federazione di Impresari Provincia di Buenos Aires, l’Università Nazionale di La Plata, l’Università Tecnologica Nazionale, Regione La Plata, la Dante Alighieri, La Plata, l’Università degli Studi di Foggia; Università degli Studi di Lecce, il Politecnico di Bari, Università di Bari e Confindustria Regione Puglia, l’Associazione per il Commercio Italo-Argentino, ACIA (Roma). (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49383

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 15.35 Speciale CGIE LA PLENARIA CHIEDE AL MINISTERO E AL PARLAMENTO PIÙ SINERGIE STRATEGICHE PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA ITALIANA ALL’ESTERO/ LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA IV COMMISSIONE TASSELLO ROMA\ aise\ - Accanto al direttore generale Adriano Benedetti, al tavolo della Sala Conferenze Internazionali della Farnesina, c’era questa mattina anche il direttore generale per la Promozione Culturale, Gherardo La Francesca. Sì, perché oggi alla Plenaria del Cgie si è parlato della riforma della legge 153 e, più in generale, della diffusione e promozione di lingua e cultura italiana all’estero. Ed è stato proprio rivolgendosi ai due rappresentanti del Ministero, oltre che ai consiglieri riuniti in assemblea, che Giovanni Tassello ha illustrato la relazione elaborata dalla sua Commissione tematica Scuola e Cultura, esito dei lavori della sessione straordinaria della Commissione nel luglio scorso. La promozione linguistica e culturale come "parte essenziale della politica estera italiana". Questo l’assunto della relazione di Tassello, che ha poi riscosso l’unanime apprezzamento della platea. Sinergia negli interventi e riforme adeguate al nuovo contesto globalizzato le parole d’ordine. Ma bisogna innanzitutto partire da una consapevolezza: "è errato ritenere che l’impegno del Cgie per la promozione culturale e linguistica sia solo una difesa di ufficio degli interessi della diaspora". Piuttosto, ha osservato Tassello, tale impegno rientra in una "strategia per salvaguardare gli interessi della nazione Italia", che invece "fatica a comprendere che la cultura deve far parte di una politica internazionale lungimirante". Sino ad oggi, ha proseguito il presidente della Commissione, gli interventi in ambito culturale sono stati caratterizzati da "scarsa incisività", "parcellizzazione" e conseguente "tendenza a posticipare riforme ormai ineludibili". Per non parlare delle molte "anomalie" e delle "ingiustizie", come le "diverse interpretazioni della circolare n.13". Ciò che ora il Cgie chiede è una "politica a tutto tondo, di cui anche la promozione di lingua e cultura sia parte predominante". Pur apprezzando lo sforzo del governo e dei parlamentari per assicurare in Finanziaria una adeguata copertura anche al capitolo della cultura, Tassello si è detto "stupito dell’approccio esclusivamente quantitativo alla tematica", perché "non è una seria politica quella che ha come elemento fondante la spartizione di poche risorse". Serve piuttosto una "strategia innovativa" ed una "chiara visione" d’intervento, altrimenti "si rischia un facile approccio assistenzialistico". "Esiste un desiderio diffuso di superare la legge 153, anche se finora essa ha svolto un ruolo essenziale nella promozione della lingua e cultura italiane a motivo della sua applicazione evolutiva", ha sottolineato Tassello nella sua relazione. Non si può certo dimenticare che la "attenzione crescente" verso la lingua e la cultura italiana nella comunità globale sia "frutto soprattutto della diaspora". Anzi, "tanto più forte è l'integrazione delle nostre comunità nel contesto locale, tanto maggiore è l'esigenza di lingua e cultura italiane". Come ribadito in questi anni continuamente dal Cgie, ha proseguito Tassello, "il nuovo contesto e le nuove esigenze derivanti dall'interculturalità e dalla necessità di un plurilinguismo inducono ad una revisione profonda della normativa vigente, aprendo la strada ad una legge organica globale", che sembra ora essere giunta in Parlamento, dove si può dar seguito alle "dovute riforme". Sia alla Camera sia al Senato sono state, infatti, presentate numerose proposte di legge per la riforma della 153. "In sede parlamentare – lo ha annunciato ieri anche il vice ministro Danieli, ndr – si arriverà ad una proposta di legge unica", che, ha auspicato Tassello, potrà riorganizzare e razionalizzare il "complesso e articolato

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sistema" di promozione linguistica e culturale sin qui costruito, individuando gli "investimenti adeguati alla funzione di interesse pubblico che esso complessivamente svolge". "La legge quadro da molti invocata per una strategia ed un controllo comune sarebbe pertinente, ma non in questo periodo di transizione", ha osservato il consigliere del Cgie, che ha ribadito: "è urgente chiedere al parlamento una riforma delle legge". Intanto il documento elaborato dalla IV Commissione è stato condiviso anche dalle Continentali, compresa quella di nomina governativa – è stato risolto nel corso della mattinata odierna il "giallo" o, meglio, l’equivoco per il quale quest’ultima non si era ancora espressa –. Solo la Commissione dell’America Latina ha proposto alcuni "piccoli cambiamenti", ma nella sostanza il documento, approvato oggi all’unanimità, indica alcuni "punti qualificanti che il legislatore dovrebbe recepire per il bene comune". Vediamoli. A chi si rivolge la legge? "La promozione e la diffusione della lingua e cultura italiane sono rivolte a tutti gli italiani, con particolare attenzione alle nuove generazioni, e ai loro discendenti e a tutti coloro che desiderano conoscere il nostro patrimonio linguistico e culturale". Inoltre "la promozione e la diffusione non si limitano soltanto alla formazione di base, ma si dipanano anche nell'ambito della formazione continua, sempre legata alla evoluzione delle comunità". Chi deve attuare la riforma? "La sede più adatta per governare la nuova politica e le strategie di intervento in campo linguistico e culturale" continua ad essere il Ministero degli Affari Esteri, ma serve "un coordinamento più organico tra le due Direzioni", quella per gli Italiani all’Estero e quella per la Promozione Culturale. Il documento propone inoltre la creazione di un "Comitato di Coordinamento interministeriale" che sia presieduto dallo stesso Mae e di cui facciano parte anche il Miur, il Mibac, il Ministero del Lavoro e le Regioni. I Piani Paese. "La programmazione degli interventi deve essere effettuata con scansione pluriennale" e "partendo dal territorio", per rispecchiare "le peculiarità delle singole realtà". Lì occorre coinvolgere coinvolgere tutte le rappresentanze e le autorità locali. Il personale. Serve un "utilizzo sempre più ampio di personale che conosca il contesto socio-culturale e la lingua del posto". Troppo spesso, ha rilevato Tassello nel corso del suo intervento, giungono all’estero insegnanti di ruolo che non conoscono la lingua locale, con conseguente perdita di alunni. È dunque "tassativa la conoscenza scritta e parlata della lingua locale". Per questo motivo sarebbe utile, con il sostegno della Farnesina, "produrre sempre più in loco quadri culturali bilingui" e, al contrario, ridurre nel tempo il personale di ruolo. Per tutti il Cgie chiede, comunque, "una specifica formazione che va costantemente aggiornata". Bisogna inoltre "porre fine all’avvilente discriminazione tra insegnanti di ruolo e insegnanti assunti in loco", per i quali serve una nuova "definizione giuridica". Integrazione delle strutture. La riforma della legge 153 "deve tendere a orientare le strutture scolastiche all'estero verso una formazione plurilingue e interculturale. Essa, inoltre, deve favorire, come in altri Paesi si sta facendo da tempo – vedi la Spagna e l’Instituto Cervantes, ndr –, la creazione di percorsi compiuti e unitari di formazione, dai livelli di base a quelli più alti, da mettere a disposizione non solo dei giovani di origine italiana, ma anche di quelli autoctoni che lo desiderino". È poi necessaria "una più stretta collaborazione tra gli Uffici scolastici consolari e gli Istituti di Cultura sul piano della diffusione della lingua e della cultura italiana, come veicolo di comunicazione e di conoscenza del nostro Paese, nonché come elemento di identità europea e di fonnazione di una nuova cittadinanza, in un quadro di sviluppo e di promozione del Sistema Italia". Enti gestori. Altra nota dolente, per una struttura che va, sì, "consolidata e qualificata", assicurando "una certezza in campo finanziario" regolare e tempestiva, ma che va anche coordinata, certificata e controllata. Ciò per evitare non solo la dispersione dell’esperienza, ma soprattutto le direzioni scolastiche entrino, come a volte accade, in conflitto con i Consolati. (r.aronica\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49363

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 15.35 Italiani nel Mondo LA CAMERA DIMEZZA I DEPUTATI ELETTI ALL’ESTERO CHE SARANNO 6 MENTRE 12 DIVENTEREBBERO I SENATORI ROMA\ aise\ - La Camera , che ha iniziato in aula l'esame delle riforme istituzionali, ha approvato stamani, con l'astensione dei deputati della Cdl, una norma che dimezza il numero dei deputati eletti all'estero, che in futuro dovranno essere 6 e non piu' 12. Nel corso del dibattito in aula di stamane, su proposta del Presidente della Commissione Affari Costituzionali, Luciano Violante, è stato deciso di votare in un primo momento la prima parte dell'emendamento 2.250 della Commissione , nella sua nuova formulazione, che riguarda il numero dei deputati eletti nella circoscrizione Estero e di votare la parte consequenziale, quella che aumenta da sei a 12 i senatori, successivamente, quando sarà affrontato l’esame dell'articolo 3. Violante ha anche informato l’aula su un preciso punto politico e cioè che tutta la maggioranza, il gruppo di Alleanza Nazionale, quello di Forza Italia e quello dell'UDC sono del parere che complessivamente gli eletti all'estero debbano essere diciotto. Su questo punto l’on. Boato ha comunicato poi anche la convergenza del gruppo dei Verdi. Al termine dell’esame si è passati alla votazione che ha dato questo risultato : su 417 presenti hanno votato in 223 , si sono astenuti in 194 ( la cdl ) mentre hanno votato sì in 208 e no in 15 ; la maggioranza richiesta era di 112 , quindi la Camera ha approvato. L'aula ha terminato le votazioni di questa settimana, completando l'esame degli emendamenti all'articolo 2, che riduce a 500 il numero dei deputati. Le votazioni riprenderanno martedi' prossimo. Già ieri era stato “respinto” dalla Camera un tentativo portato avanti dai deputati di Rifondazione Comunista per l’eliminazione dei deputati eletti all’estero. Il deputato Cassola, che aveva fortemente contrastato questa scelta, aveva messo in guardia i suoi colleghi dell’Unione , sostenendo che "Il pericolo rimane visto che oggi (giovedi 8 novembre –ndr), saranno messi in voto altri emendamenti di questo genere.” Al tempo stesso , Cassola (vedi aise 8 nov h.12.59) aveva giudicato “ Molto saggio, invece, l'emendamento di compromesso proposto dalla Commissione Affari Costituzionali, anche sulla spinta del deputato verde Marco Boato, che propone che vi siano 12 senatori esteri e 6 deputati esteri alla Camera, a partire dalla prossima legislatura". Il problema, tuttavia, che si lega alla scelta dell’opzione 6 deputati e 12 senatori, che lascerebbe intatta l’attuale rappresentanza da un punto di vista numerico pur in presenza di una riduzione del numero di deputati e senatori, è legato al sistema di elezione del Senato. Questo, infatti, secondo la riforma non sarà più la seconda camera ma una sorta di Senato delle Regioni , eletto con sistema indiretto dai consigli regionali. In principio la riforma prevedeva la conferma dei 12 deputati e dei 6 senatori (vedi aise 4 ott h.14.12), durante il dibattito sia in commissione che in aula si è fatto strada l’ipotesi di invertire la consistenza numerica della due rappresentanze, ipotesi che alla fine ha trovato il consenso dell’aula, per il momento nella parte che riguarda i deputati. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49352

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) -Roma 6 - 9 Novembre 2007

Dalla Formazione all'Assistenza, il quadro delle Commissioni Relazioni delle Commissioni Tematiche Diritti civili, Conferenza Stato-Regioni, Formazione, Sicurezza ed i Gruppi di lavoro Salute e Donne

Roma - Al termine del dibattito seguito alla relazione di Padre Giovanni Tassello, Presidente della IV Commissione Tematica, sono stati “recuperate” le relazioni delle altre Commissioni Tematiche, inizialmente previste nella giornata di apertura e successivamente rinviate.

La prima relazione è stata quella del Consigliere Mario Tommasi, Presidente della III Commissione Tematica (Diritti civili, Politici e Partecipazione). Ha segnalato la richiesta, pervenuta da più parti, di ripristinare la prassi delle cosiddette “pre-assemblee”, con lo scopo di guadagnare del tempo prezioso rispetto ai lavori dell’Assemblea Plenaria. Il Presidente ha informato che il disegno di legge reso necessario dalla perdurante inosservanza della direttiva europea da parte dell’Italia in tema di cittadinanza, ha subito le necessarie modifiche, seguite alla presentazione di vari emendamenti, che hanno “unificato” la proposta in un singolo disegno di legge. Il Presidente ha aggiunto che l’esame del provvedimento è previsto dopo il varo. In tale sede si valuterà in particolar modo la disciplina dei casi di riacquisto della cittadinanza. Il Consigliere Tommasi ha poi voluto segnalare alcune presunte irregolarità legate ad alcuni incontri che una Consigliera del Comites di Atene ( ndr. Elena Sallustio) avrebbe realizzato in Grecia, utilizzando il nome e l’immagine del Cgie, della Camera dei Deputati abbinati indebitamente al logo di Azzurri nel Mondo). L’Onorevole Massimo Romagnoli, deputato di Forza Italia, eletto sulla Circoscrizione Estero ripartizione Europa, proveniente dalla Grecia, membro del

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Comites di Atene nonché responsabile della corrente politica alla quale fa riferimento la Consigliera Sallustio, interpellato sulla vicenda dal Consigliere Tommasi, come persona in qualche modo informata, si è personalmente scusato, assumendosi la piena responsabilità dell’incidente.

In chiusura il Presidente della III Commissione ha voluto esprimere i propri dubbi sul coinvolgimento, a suo avviso fin troppo marginale, nei lavori legati alla ristrutturazione delle sedi consolari, del Cgie e dei Comites, chiedendo una moratoria sulla decisione.

Al termine della relazione della III Commissione, è stata la volta del Consigliere Silvana Mangione della VI Commissione Tematica (Stato, Regioni, Province autonome e Cgie) in sostituzione del Presidente uscente, il Consigliere Domenico Azzia. Il documento presentato ha esposto l’esigenza di ripristinare la Cabina di Regia tecnica-.paritetica istituita nella Conferenza Permanente del 2005. In particolare il Consigliere Mangione ha sottolineato la necessità di dare compimento alle altre direttive contenute nel documento finale del 2005. La relazione ha poi espresso soddisfazione per le garanzie ricevute dal Governo circa la realizzazione della I Conferenza mondiale dei Giovani Italiani residenti all’estero entro il 2008. La chiusura dell’intervento è stata dedicata alla richiesta da parte della VI Commissione di chiarire definitivamente quali siano la natura e i compiti della Conferenza permanente presso le altre componenti indicate nella legge istitutiva, accusate di non avere completamente realizzato le ricadute positive che la sua opera potrebbe avere nei rapporti con gli italiani residenti all’estero.

E’ stato poi il turno del Consigliere Franco Santellocco, Presidente della V Commissione (Formazione, Impresa, Lavoro e Cooperazione) che ha presentato la relazione sui lavori della Commissione sul “Primo bilancio del Bando di Formazione professionale del 2007”. Due le linee programmatiche suggerite dalla V Commissione. In primo luogo la relazione del Presidente Santellocco ha espresso la necessità di riformare il sistema di formazione professionale per gli italiani all’estero, alla luce dei profondi cambiamenti che sono intervenuti nell’ambito delle comunità di italiani all’estero. Fondamentale in tal senso sarebbe regolamentare il sistema di rilevazione dei bisogni formativi, nonché il sistema di certificazione delle competenze e qualifiche ma anche i controlli ed infine il metodo di accreditamento dei soggetti che operano all’estero. Secondo aspetto fondamentale, come si evince dalla relazione, è quello di inquadrare la formazione professionale in una dimensione più strategica che consenta di recuperare maggiori risorse. A queste premesse dovrà poi seguire un piano operativo in grado di rendere efficaci le premesse deliberate in Commissione.

Al termine della relazione del Presidente di Commissione, il Consigliere Santellocco, la parola è passata ai gruppi di lavoro. Il primo a parlare è stato il Professor Pasquale Nestico che ha analizzato alcuni dati relativi la censimento effettuato dal Gruppo di lavoro Sanità, descrivendo la situazione degli italiani residenti all’estero. Un gruppo di lavoro, quello sulla sanità, che esiste ormai da tre anni. Un ordine del giorno approvato durante l’Assemblea Plenaria del maggio 2007, prevedeva che il Governo informasse il Cgie sul metodo per preparare un piano completo per ogni paese, “integrale e a lunga scadenza, anche avvalendosi del Comites e della professionalità ed esperienza offerte dal Gruppo di lavoro Sanità del Cgie”. A testimonianza della crescente importanza del gruppo di lavoro Sanità, il documento si

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chiude con la richiesta formale di creare una Commissione Tematica, che diventerebbe la VII Commissione tematica del Cgie (Tutela Sanitaria) a testimonianza della crescente domanda di razionalizzazione degli sforzi diretti a garantire la massima assistenza agli italiani residenti all’estero.

Dopo il Professore Nestico, è stata la volta del Gruppo di lavoro Donne Cgie che hanno preso atto dell’assenza del Ministro per le Pari Opportunità e delle Parlamentari referenti delle leggi sull’Osservatorio delle donne, alle pur brevi riunioni del gruppo.

La relazione denuncia il disinteresse del Governo sulla questione delle pari opportunità proprio nell’anno in cui la EU ha posto l’attenzione su queste questioni.

Al momento di passare la parola al Consigliere Maria Rosa Arona, Presidente della II Commissione (Sicurezza e Tutela Sociale), il Segretario Generale, Elio Carozza, ha voluto anticipare che proprio sulla relazione della II Commissione lui stesso proporrà al Comitato di Presidenza di inserirla nel dibattito della prossima Assemblea Plenaria.

La Presidente Arona, nell’affrontare il problema degli anziani italiani residenti all’estero ha segnalato la necessità di effettuare una mappatura precisa allo scopo di affrontare adeguatamente le problematiche da cui possono essere afflitti. I dati raccolti dal Rapporto Migrantes ci dicono che il 18% degli italiani residenti all’estero sono anziani; di questi troviamo con una percentuale del 58% gli ultrasessantenni in area EU, il 24% in America Latina e il 5,4% in Oceania. Sono 410.000 i titolari di una pensione Inps.

La relazione descrive una situazione in cui alta è la percentuale di italiani residenti all’estero che accusano un precario stato di salute, cagionato dalla durezza dei lavori svolti, spesso “usuranti”. A questi andrebbero aggiunti coloro che, superati i 55 anni, sono comunque da considerarsi “anziani” ma che non vengono intercettati dai sistemi previdenziali. Se si considera che ogni anno, a livello mondiale possono quantificarsi in 100 milioni le persone che scendono sotto la soglia di povertà per affrontare le spese mediche, creando una situazione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità stenta a contrastare, la relazione conclude che è necessario cercare delle nuove linee di intervento per sostenere i nostri emigranti.

Altra problematica degli anziani italiani all’estero è rappresentata dalla scarsa conoscenza che molti di loro hanno della lingua del paese ospitante, che a volte rende complicato avviare le procedure necessarie a richiedere assistenza. Peggiore è poi la situazione descritta con riguardo a quegli italiani rimasti soli, magari con figli lontani quindi impossibilitati a prestare assistenza al familiare emigrato. Le risorse disponibili, prosegue la relazione, non sono state usate nella maniera più razionale e coordinata. Nel pomeriggio si è aperto il dibattito sulle relazioni, con alcuni inteerventi tra cui quello di Padre Tassello, che ha riconosciuto la responsabilità diretta del Cgie nell'educazione permanente degli anziani all'estero. Per fare una lobby intelligente e pressante.

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Sul dibattito socio assistenziale e sui giovani torna anche il Consigliere di nomina governativa, Padre Locatelli,

che attira l'attenzione sull'operato della Chiesa in queste tematiche, poco riconosciuto. E che igiovani "prendano la penna e parlino" è il suo augurio.

Francesco Giurato / News Italia Press Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2172&titolo=Dalla%20Formazione%20all

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XVI Convention Mondiale delle CCIE - Livorno - 10 - 16 novembre 2007 Cannizzo: "La rete principale per promuovere l'Italia all'estero dovrebbe essere quella camerale" Intervista con il Presidente della Camera di Commercio Italiana in Messico, Marco Cannizzo

La Camera di Commercio Italiana in Messico è stata fondata nel 1952 ed ha ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte del Governo italiano nel 1972. Questa Camera si offre come supporto per cercare di mettere in contatto gli imprenditori locali e quelli del nostro paese. I suoi associati sono società operanti nei settori più disparati, dai servizi bancari, all’industria al turismo. Il suo operato è molto importante e sicuramente positivo visto che l’Italia da diversi anni è il secondo paese europeo per il valore delle forniture allo Stato dell’America centrale.

Assocamerestero, con la collaborazione dell'Unioncamere e dell'Unioncamere Toscana e con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Livorno e del Comune di Livorno hanno promosso, dal 10 al 16 novembre, la 16° Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all'Estero. Il tema principale dell’evento sarà il rapporto fra i territori ed il mercato globalizzato, ovvero si cercheranno le migliori strategie per poter inserire le realtà locali nell’economia ormai unificata. Ovviamente il punto di vista sarà quello del sistema camerale italiano, che dovrà definire quale potrà essere il suo ruolo in questo processo. Sulla questione News ITALIA PRESS ha sentito il parere del Presidente della Camera di Commercio Italiana in Messico, Marco Canonizzo.

Dott. Canonizzo, quali istanze la Sua Camera porterà alla Convention?

Porteremo un istanza di fare piú rete con le altre CCIE e con le camere di commercio italiane per cercare di cogliere frutti piú concreti della nostra partnership con UnionCamere in Assocamere Estero.

A quello che è l’appuntamento più importante dell’anno per il sistema camerale italiano all’estero, in questo 2007 le CCIE come ci arrivano?

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Noi sicuramente motivati, rinnovati e con voglia di fare di piú per le relazioni Italia/estero. Spero anche le altre Camere.

E’ corretto dire che da quando al Parlamento italiano siedono i parlamentari eletti all’estero (e il sistema camerale esprime ben 2 Senatori, ovvero il Presidente mondo delle CCIE, Edoardo Pollastri, e il Luigi Pallaro), anche il sistema delle CCIE si è rafforzato?

Si, ritengo di si, anche se non crediamo abbiano un lavoro facile visto che spesso in Italia il lavoro delle CCIE é sottovalutato e molti non capiscono nemmeno la differenza con l’ ICE. Veniamo al tema della convention 2007. Noi lo definiremmo un tema molto ‘glocal’, condivide? Non mi sembra una novitá. I nostri temi sono sempre legati all’ internazionalizzazione del territorio intendendosi per territorio sia l’ Italia, che le regione o specifiche aree economiche. I ‘territori’ esprimono potenzialità molto specifiche e diverse, può davvero esistere un modo standard per portare i territori all’estero?

Puó esistere un sistema di approccio generico abbastanza flessibile per essere poi modellato su realtá molto peculiari e diverse tra di loro per risorse economiche o tendenza all’ internazionalizzazione.

Sui mercati internazionali si arriva meglio con il marketing dei singoli territori (e però qualcuno parla di ‘diplomazia delle cozze’) oppure con il marketing del ‘Sistema Italia’?

In entrambe le maniere. Ci sono territori che godono di una reputazione cosí forte che non hanno bisogno di agganciarsi a un sistema Italia mentre ci sono invece territori che hanno bisogno di tutto l’ impegno congiunto del sistema Italia. All’ estero inoltre per sistema Italia si intende spesso la positiva interazione, non sempre presente, tra le varie rappresentanze italiane all’ estero (Ambasciata, ICE, Camera di Commercio, Istituto di Cultura, ecc.).

Quali le reti e le infastruttutture sono veramente in grado di portare i territori italiani con le loro ‘economie’ in pancia alla globalizzazione?

La rete principale dovrebbe essere la nostra, o no?

Bando ai luoghi comuni. Il ruolo delle CCIE in questo scenario?

In due parole: Essere un ponte di esperienze tra chi all’ estero c’é giá e chi ci vuole andare.

News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2181&titolo=Cannizzo

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) - Roma 6 / 9 Novembre 2007 Forse Santellocco nel Comitato Tecnico di Valutazione dei progetti formazione del Ministero del Lavoro

Roma – La relazione della V Commissione Tematica “Formazione, impresa, lavoro e cooperazione” all'Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), presentata dal Presidente della Commissione stessa, Franco Santellocco, ha trovato unanime approvazione da parte della Commisione stessa e dell'intera Plenaria del Consiglio. In questo contesto è stata sottolineata la novità rappresentata dal lavoro che la Commissione, e il suo Presidente in prima persona, ha svolto, portando il CGIE ad essere il referente principale del Ministero del Lavoro nella stesura del bando dello scorso agosto. Ora si guarda al Comitato Tecnico di Valutazione dei progetti presentati dai vari proponenti in conformità all'Avviso 1-07 della Gazzetta Ufficiale del 4 agosto 2007, che il Ministero del Lavoro dovrà organizzare, e il CGIE non nasconde l'auspicio che il Presidente Franco Santellocco venga scelto dal Ministero a far parte della Commissione. In gioco c'è la possibilità che per la prima volta il CGIE nel suo insieme, e la Commissione Formazione del CGIE nello specifico, vedano riconosciute, con l'ingresso di Santellocco in tale Comitato, le competenze tecniche e professionali del Presidente Santellocco e attraverso di esse quelle del CGIE e della Commissione V.

Nella sua relazione alla Plenaria Franco Santellocco ha sintetizzato i punti essenziali del “Bando di formazione professionale del 2007”: dedicato agli italiani nei Paesi extra-Europei, prevede una dotazione finanziaria di 30 milioni di euro.

Le aree disagiate hanno esigenze assistenziali, mentre per altre categorie di italiani all’estero cruciale è il mantenimento dei legami culturali con l’Italia, attraverso una formazione culturale e linguistica e una completa informazione su quanto accade nel Paese di origine. Una conferma di questi nuovi scenari è venuta dall’ “analisi sui fabbisogni formativi” progettata dall’ISFOL e realizzata con il concorso delle sedi diplomatiche e consolari e dei Comites tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007. Le linee programmatiche del nuovo bando: la formazione professionale deve essere indirizzata verso quei Paesi dove è maggiormente sentita la disoccupazione e dove manca un’offerta di formazione professionale locale adeguata e qualitativamente confrontabile con quella esistente in Italia. Questi indicatori hanno portato alla elaborazione di “schede Paese” di riferimento per la progettazione dei corsi nelle quali al dato quantitativo della presenza di italiani è stato sostituito il dato qualitativo dei loro bisogni di formazione.

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Restituire il Bando alla finalità principale prevista dalla Legge tutta rivolta all’occupazione degli italiani all’estero, dunque. Esistono esigenze formative nei paesi avanzati, come gli USA, l’Australia ed il Canada. In queste aree di intervento esistono interi giacimenti di risorse pubbliche finora inesplorate – e comunque non accessibili dagli italiani all’estero. Uno spaccato di queste linee finanziarie è stato fornito nel “dossier sull’internazionalizzazione” e riguardano ingenti fondi destinati dalle Regioni e dall’Unione Europea per il tramite del Ministero del Lavoro, il Ministero del commercio internazionale ed il Ministero per lo Sviluppo economico per il sostegno alla competitività del territorio. La proposta è quella di calcolare, nelle risorse da destinare agli italiani all’estero, anche i fondi dell’Unione Europea, ed in particolare quelle destinate alle competenze delle Regioni.

I punti della riforma proposta riguardano: la rilevazione della domanda di formazione professionale, che dovrà prevedere l’obbligo della consultazione del CGIE e dei Comites; la certificazione delle qualifiche e delle competenze; l’accreditamento degli enti formativi; il sistema dei controlli e la congruità dei costi; il monitoraggio della realizzazione e dei risultati della formazione. Una riforma che dovrà essere approfondita da parte della Commissione già istituita tra Ministero Affari Esteri, CGIE e Ministero del Lavoro, per la realizzazione di un documento da sottoporre alla Conferenza Stato, Regioni, Province Autonome – CGIE.

Angela Gennaro / News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2192&titolo=Forse%20Santellocco%20nel%20Comitato%20Tecnico%20di%20Valutazione%20dei%20progetti%20formazione%20del%20Ministero%20del%20Lavoro&imm=0

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.36 Speciale CGIE I Parte - APPROVATO ALL’UNANIMITA’ L’ODG SULLA CESSAZIONE DELLA RETROCESSIONE INPS DI PARTE DELLE TRATTENUTE AI LAVORATORI FRONTALIERI ROMA \ aise\ - L’Assemblea plenaria del CGIE, riunita a Roma dal 6 al 9 novembre, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno , presentato dal Consigliere Claudio Pozzetti, sulla cessazione, dall’1 giugno 2009, della retrocessione INPS di parte delle trattenute a carico dei frontalieri. Eccone il testo integrale. “Come è noto, dal 1° giugno 2009 la Svizzera cesserà – per effetto degli Accordi Bilaterali con l’Unione Europea – la retrocessione all’INPS della parte di contributi trattenuti sugli stipendi dei frontalieri necessari per pagare le indennità di disoccupazione ai frontalieri stessi, ai sensi della Legge 147/97. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero esprime condivisione delle richieste delle organizzazioni sindacali in materia, indirizzate ad individuare una concreta soluzione al problema e così articolate : - una prima richiesta all’INPS per conoscere anzitutto la consistenza attuale del fondo derivante dai contributi retrocessi dalla Svizzera; - il calcolo della sufficienza nel tempo, anche dopo il 1° giugno 2009, del fondo medesimo per la continuazione del pagamento da parte dell’INPS delle indennità ai sensi della Legge 147/97; - un approfondimento, anche in sede U.E., delle reali possibilità che avranno i frontalieri dopo il 1° giugno 2009 di mettesi a disposizione del mercato del lavoro svizzero in caso di disoccupazione, alla luce delle nuove Direttive U.E.; - l’impegno a promuovere l’apertura di un negoziato con le istituzioni svizzere, finalizzato al raggiungimento di un accordo che preveda una nuova forma di retrocessione parziale all’Italia dei contributi per la disoccupazione ( che continueranno ad essere prelevati dagli stipendi dei frontalieri anche dopo l’1/6/09).”. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49458

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 20.03 Speciale CGIE II Parte - APPROVATO ALL’UNANIMITA’ L’ODG SULLA CESSAZIONE DELLA RETROCESSIONE INPS DI PARTE DELLE TRATTENUTE AI LAVORATORI FRONTALIERI ROMA \ aise \ - L’Assemblea plenaria del CGIE, riunita a Roma dal 6 al 9 novembre, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno , presentato dal Consigliere Claudio Pozzetti, con il quale si condivide la decisione di confermare per il triennio 2008-2009-2010 una quota esente dei redditi dei lavoratori frontalieri pari a 8 mila euro. Eccone il testo integrale. “Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero condivide la decisione della Commissione Bilancio del Senato di confermare per il triennio 2008-2009-2010 una quota esente dei redditi dei lavoratori frontalieri pari a 8 mila euro, ovvero lo stesso importo già previsto nelle leggi finanziarie approvate negli anni scorsi. La franchigia fiscale è stata inserita in un maxi-emendamento comprendente gli interventi a favore degli italiani all’estero. Il Governo aveva abolito la franchigia fiscale nel disegno di legge finanziaria, con grave nocumento per le lavoratrici e lavoratori italiani che prestano la loro opera in Stati con i quali non è in vigore una convenzione per il lavoro frontaliero, quali ad esempio la Repubblica di San Marino e il Principato di Monaco, in cui si recano quotidianamente 12.000 nostri connazionali. Va perseguito comunque l’impegno per risolvere una volta per tutte la problematica fiscale che interessa i lavoratori frontalieri attraverso una legge specifica: il CGIE sottolinea la necessità di trovare una soluzione definitiva, affinché non venga ogni anno messa in discussione la certezza di equità fiscale per i frontalieri.” (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49460

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) - Roma 6 / 9 Novembre 2007 Rete consolare, finalmente i dati. La proposta del Consigliere Montanari Intervento all'Assemblea Plenaria di Mauro Montanari, Vice Presidente I Commissione Tematica “Informazione e comunicazione”

Roma – Nell’ultima giornata di lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie, interviene Mauro Montanari, Vice Presidente I Commissione Tematica “Informazione e comunicazione”. Porta dati assolutamente nuovi – di ieri – sulla ristrutturazione della rete consolare

“Abbiamo parlato molto in questi giorni di ristrutturazione della rete consolare e di provvedimenti di risparmio. Abbiamo ascoltato la relazione della Commissione Continentale Europa Africa del Nord, che con molta preoccupazione si riferiva ai progetti di ridimensionamento della medesima rete. Abbiamo sentito un’ottimo intervento del consigliere Tomasi, che contestava, numeri alla mano, il risparmio effettivo nel caso della chiusura del consolato di Esch.

Ricordo a me stesso, anzitutto, e a noi, che siamo qui per difendere gli interessi dei nostri connazionali, siamo il loro “sindacato”, come qualcuno ha già detto. Vorrei aggiungere che siamo soprattutto il sindacato della gente più semplice, quella con meno difese e che, per questo, non ha mai diritto di parola. Almeno così io intendo il mio mandato.

Io mi rendo conto della necessità di contenere la spesa pubblica. E’ un dovere di tutti noi in quanto cittadini di questo Paese. Mi domando tuttavia se sia lecito risparmiare sempre sulla pelle di chi non ha referenti politici o difese corporative. E mi domando infine se quelli prospettati dall’Amministrazione siano veramente provvedimenti di risparmio.

Allora vorrei ripetere qui un suggerimento che è già stato dato. Diminuire il personale di ruolo della rete consolare ed aumentare il personale a contratto locale (esterno).

Mi spiego citando alcuni dati. E cercando di confrontarli anche con gli stessi dati riferiti ad altri Paesi europei. Noi sappiamo che il personale in servizio nella rete consolare si divide tra personale con contratto locale, chiamato in termini tecnici “personale esterno”, e personale di ruolo inviato dalla Amministrazione centrale. I costi a carico dell’Amministrazione, e quindi del contribuente italiano, sono molto diversi nei

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due casi. Per personale esterno intendiamo il personale a contratto a tempo determinato, quello a contratto a tempo indeterminato, quello con contratto precario a vario genere.

La natura degli stipendi è diversa a seconda delle funzioni. Tuttavia possiamo considerare che lo stipendio del personale di ruolo è infinitamente maggiore a parità di mansioni rispetto a quello del personale esterno. Lo stipendio complessivo del personale di ruolo è così composto: c’è una cospicua indennità di sede, a cui si aggiunge lo stipendio metropolitano. Poi si aggiungono una indennità di prima sistemazione, che in genere corrisponde a 3 indennità di sede, c’è una indennità di trasloco, c’è una indennità del 20% per il coniuge a carico e del 5% per i figli, ci sono contributi scolastici e per la ricerca di un appartamento. Il tutto esente da imposte.

Per contro il personale esterno ha contratti che si riferiscono a quello del Paese di riferimento, che in genere in Euro costa poco o addirittura molto poco; basti pensare che che ci sono addetti in Algeria che guadagnano 300 euro al mese, mentre in India 200 euro al mese.

Io non sono un sindacalista del Mae. Mi sento, dicevo, un sindacalista della gente. Ho citato questi dati soltanto per far capire per quale ragione tutti i Paesi europei hanno una prevalenza del personale esterno su quello di ruolo. Al personale di ruolo è riservata in genere una funzione dirigenziale o di coordinamento. Questo non solo per la citata ovvia ragione di costi, ma anche perché il personale del posto conosce meglio la lingua e la situazione locale. Fa eccezione l’Italia. Vediamo come.

L’Italia occupa nella sua rete consolare 8.568 addetti. Di questi 5.021 sono di ruolo (quasi il 60%), mentre 3547 sono esterni.

Diversa è la situazione di altri Paesi europei, di grandezza similare.

La Francia, che non ha certamente la diaspora italiana, occupa nella sua rete consolare 16.721 addetti, di cui 6251 di ruolo (circa il 36%)

La Germania occupa nella sua rete consolare 11.201 addetti, di cui 5.781 di ruolo (circa il 52%). Il Regno Unito occupa nella sua rete 17.000 dipendenti, di cui 6.000 di ruolo (circa 35%). Come vedete, dei grandi Paesi europei, solo la Germania supera il dato del 50%, nessun Paese, come l’Italia, arriva al 60% di personale di ruolo inviato dall’Amministrazione centrale.

Ma vorrei aggiungere un altro dato interessante per capire la complessità della situazione: quanto pesa percentualmente, nel confronto tra i diversi Paesi europei, il dato della spesa della rete consolare. L’Italia spende per la sua rete lo 0,23% del bilancio. La Francia spende l’1,01 del bilancio, cioè oltre quattro volte di più di noi. Ma anche la Germania, che non ha la sua Grandeur, le va tuttavia vicino, con lo 0,93% del bilancio. Anche l’Olanda spende lo 0,94% del bilancio. Il Regno Unito, infine, spende nella sua rete consolare lo 0,40% del bilancio. Nessuno di questi Paesi ha, lo ripeto, la diaspora che abbiamo noi. Ciascuno di questi paesi, però, vede la propria rete consolare come un investimento, non come una iattura. Finisco con un riferimento al consolato di Edimburgo, di cui l’Amministrazione ha annunciato la chiusura. I 10.000 connazionali che risiedono nella circoscrizione, saranno da ora in poi costretti a riferirsi a Manchester, cioè a quattro ore di treno da luogo dove potranno richiedere i servizi che spettano loro. Sarebbe come dire che un cittadino che abita a Milano deve fare il suo passaporto a Roma”

Mauro Montanari, Vice Presidente I Commissione Tematica - Informazione e comunicazione

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2194&titolo=Rete%20consolare,%20finalmente%20i%20dati.%20La%20proposta%20del%20Consigliere%20Montanari

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.52 Speciale CGIE APPROVARE QUANTO PRIMA LE MODIFICHE ALLA LEGGE 383/2000 PROPOSTE DA NARDUCCI: LA PLENARIA APPROVA L’ODG PRESENTATO DA TOMMASI ROMA\ aise\ - Approvare le modifiche alla legge 383 del 2000 che estenderebbero la disciplina prevista per le Associazioni di Promozione sociale in Italia anche a quelle all’estero oltre che utile e vantaggioso, sarebbe anche un provvedimento che contribuirebbe al rilancio di tali sodalizi. Per questo il Cgie auspica una veloce approvazione da parte del Parlamento. Questo in sintesi, quanto espresso nell’ordine del giorno presentato da Mario Tommasi e approvato dalla assemblea plenaria che oggi ha concluso i propri lavori alla Farnesina. Di seguito riportiamo il testo integrale dell’odg. "Il Cgie ha accolto con particolare favore la proposta di Legge presentata in Parlamento che permette il riconoscimento delle associazioni di promozione sociale operanti per la comunità italiani all'estero. La proposta, i cui primi firmatari sono i deputati Narducci, Lucà, Bucchino, Fedi, Merlo, tende infatti con alcune modifiche alla Legge 383/2000, ad equipararne l'associazionismo italiano all’estero all'associazionismo di promozione sociale presente sul territorio italiano. Un riconoscimento che contribuirà certamente al rilancio delle associazioni, rafforzandone l'autonomia e il pluralismo. Il Cgie, quindi, individuando in questa iniziativa una risposta completa alle istanze più volte espresse dal Cgie stesso e dalla Consulta Nazionale dell'Emigrazione auspica che la proposta di Legge venga il più presto possibile approvata dal Parlamento, attivando l'istituto di "sede deliberante" presso le apposite Commissioni di Camera e Senato". (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49459

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.44 Speciale CGIE APPROVATO IN PLENARIA UN ODG PER LA SEMPLIFICAZIONE DELLE NORME SULLA TASSAZIONE DEI PASSAPORTI ROMA\ aise\ - Serve più chiarezza nelle norme sulla tassazione sui passaporti. questo, in sintesi, il

contenuto di un ordine del giorno presentato da Michele Schiavone e approvato dalla assemblea plenaria

del Cgie che oggi ha concluso i suoi lavori alla Farnesina. Di seguito ne riportiamo il testo integrale.

"Premesso che la disciplina sulla tassazione del passaporto quale documento di identità per i cittadini

italiani che si trasferiscono all'estero per motivi di lavoro, così come regolata dal R.D. 13.11.1919, n.

2205, convertito in legge il 19.04.1925, n.473, e successive modificazioni ed integrazioni, ad oggi non

consente una chiara applicazione sulla tassazione per i territori UE ed Extra UE, il Cgie

impegna il Governo a presentare con urgenza un provvedimento teso a semplificare e rendere univoca la

tassazione prevedendo la gratuità per i cittadini stabilmente emigrati o che abbiano colà maturato

posizione pensionistica, ai quali, come noto, tale documento serve per motivi di lavoro e residenza".

(aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49457

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.29 Speciale CGIE APPROVATO IN PLENARIA UN ODG SUL RICORDO DELLA TRAGEDIA DEL TRAFORO DEL LOETSCHBERG ROMA\ aise\ - Sono state molte le tragedie che nel mondo hanno coinvolto i nostri connazionali

emigrati. Episodi che non tutti conoscono, ma che ancora oggi testimoniano il sacrificio e il costo che in

molti hanno pagato lasciando l’Italia. Tra le tragedie dimenticate quella del Traforo del Loetschberg,

oggetto di un ordine del giorno presentato da Michele Schiavone e approvato dalla plenaria che oggi ha

concluso i suoi lavori alla Farnesina. ne riportiamo di seguito il testo integrale.

"Premesso che la grande diaspora dei cittadini italiani avvenuta nella metà del secolo scorso nel

consentire ai Paesi di forte emigrazione la realizzazione di grandi opere pubbliche, ha comportato un alto

prezzo in termine di vite umane dei nostri Connazionali deceduti nelle diverse tragedie sul lavoro, tra cui

le più note quelle di Marcinelle e Monongah, che a distanza di anni la Repubblica Italiana ha voluto

celebrare con la "Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo", che si celebrata l' 8 agosto,

il Cgie impegna il Parlamento italiano a voler valorizzare queste ricorrenze e chiede che vi sia compresa

anche quella del Traforo del Loetschberg (Svizzera) avvenuta il 24 luglio del 1908 ove persero la vita ben

25 cittadini italiani, nonché ogni altra tragedia sul lavoro in cui sono stati coinvolti nostri connazionali.

Inoltre, il Cgie, per commemorare degnamente queste vittime che con il loro lavoro e sacrificio hanno

reso grandi le varie nazioni del mondo, chiede al Parlamento italiano:

di favorire ogni utile iniziativa per il recupero documentale, testimoniale e materiale sull' emigrazione

italiana nei Paesi interessati;

di disporre presso la competente Direzione Generale del Ministero degli Affari Esteri la costituzione di

apposito fondo per le celebrazioni e per la realizzazione dell'istituendo Museo dell'emigrazione italiana a

cui il predetto materiale va destinato". (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49455

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.21 Speciale CGIE APPROVATO ALL’UNANIMITA’ L’ODG SULLA DISDETTA DEL CONTRATTO NAZIONALE DEGLI EDILI IN SVIZZERA ROMA\ aise\ - L’Assemblea plenaria del CGIE, riunita a Roma dal 6 al 9 novembre, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno , presentato dal Consigliere Claudio Pozzetti, sulla disdetta del contratto dei lavoratori edili in Svizzera. Ne riportiamo di seguito il testo integrale. “In tutta la Svizzera i lavoratori edili lottano per riavere il contratto nazionale di lavoro, disdetto unilateralmente dall’Associazione degli Impresari costruttori. Con la disdetta del contratto nazionale non sono più garantiti i salari minimi finora definiti, né la tredicesima mensilità, le ferie, l’orario di lavoro regolare e neppure la perdita di guadagno e la tutela contro i licenziamenti in caso di infortunio. La conseguenza del vuoto contrattuale è il rischio di grave peggioramento delle condizioni di lavoro nei cantieri svizzeri. Il contratto nazionale dell’edilizia, in vigore da più di 60 anni, è uno dei più importanti contratti collettivi esistenti in Svizzera. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero è pienamente solidale con le rivendicazioni dei lavoratori dell’edilizia, consapevole del fatto che sono decine di migliaia gli italiani - tra emigrati e frontalieri – che operano in questo settore in Svizzera. Il CGIE è anche allarmato per le conseguenze che il vuoto contrattuale può avere sulla politica dell’Europa , in particolare sugli Accordi Bilaterali tra U.E. e Svizzera, che tra l’altro saranno sottoposti a Referendum facoltativo in Svizzera nel 2009. Infatti, nel confermare che la libera circolazione delle persone tra Svizzera e U.E. è un passaggio importante sulla strada dell’integrazione, il CGIE rileva che il vuoto contrattuale fa cadere uno strumento Indispensabile contro il dumping salariale e sociale e così si rischia di inasprire il risentimento contro gli stranieri, già purtroppo diffuso in diversi strati della popolazione svizzera.”.(aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49456

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.15 Speciale CGIE

LEGGE SULL’EDITORIA ITALIANA ALL’ESTERO E RAI INTERNATIONAL: SIDDI PRESENTA IN PLENARIA LA RELAZIONE DELLA I COMMISSIONE INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

ROMA\ aise\ - La legge sull’editoria e la convenzione con Rai International sono stati al cento della relazione finale della I Commissione Tematica Informazione e Comunicazione del Cgie, presentata oggi dal consigliere Francesco Siddi durante l’ultima giornata di lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie che si è svolta alla Farnesina. "Ancora non si vedono risultati concreti sulle proposte fatta dal Cgie per la riforma della legge sull’editoria, ma solo segnali di movimento che dovranno essere ulteriormente promossi con attività di dialogo e confronto con le commissioni parlamentari competenti", ha dichiarato Siddi. Tra le proposte avanzate in Parlamento dal Cgie, quella riguardante l’art.2 sulla diffusione della stampa italiana per le comunità all’estero e in Italia, che però "nel testo finale non è stato inserito". Così come mancano "anche le proposte di altre parti sociali - ha specificato Siddi - che avevano richiesto modifiche organiche". "Questi – ha osservato Siddi – sono interventi di razionalizzazione che il Governo sta facendo, tentando di introdurre elementi di moralità nella distribuzione dei contributi e tenendo conto della spesa pubblica. E lo fa con dei tagli". Per la stampa all’estero periodica "la legge sull’editoria non introduce grandi cambiamenti sui contributi o penalizzazioni, ma riconferma le norme già esistenti", salvo che per i quotidiani, per i quali "la legge prevede delle modifiche sulle modalità delle erogazioni dei contributi". "La novità principale – ha spiegato il consigliere Siddi - è questa: le società editrici di quotidiani pubblicati e diffusi all’estero, che editano almeno da cinque anni, hanno diritto ai contributi per una sola testata". Parlando in cifre, i contributi previsti per i quotidiani all’estero ammontano a circa 8 milioni e 375 mila euro, mentre per i periodici circa 2 milioni 799 mila euro, "cifra giudicata insufficente". Quanto a Rai International, "è stata approvata la nuova la convenzione" e "da dicembre i suoi programmi saranno trasmessi anche in Europa ma con il palinsesto per il continente africano per ragioni di fuso orario", ha comunicato il consigliere. Altra questione, quella dei diritti sportivi "dai costi eccessivamente elevati" tanto che non "è stato possibile comprare quelli della serie A di calcio e della Formula 1". È stato però chiesto un accordo specifico per le partite della nazionale. Altro punto affrontato dalla relazione di Siddi riguarda il nuovo comitato di monitoraggio delle attività di Rai International, nel quale "c’è un unico membro del Mae e nessun membro del Cgie. Tutti i componenti appartengono alla Rai". Ad aprire il dibattito, seguito alla relazione, il consigliere Fernando Marzo, che ha richiamato l’attenzione sull’oscuramento dei canali Rai ed ha chiesto "come mai la questione non venga mai affrontata dalla commissione". Su questo punto ha detto la sua anche il consigliere Gian Luigi Ferretti, secondo il quale "il criptaggio è una grande vergogna che va assolutamente affrontata". Inoltre il consigliere non è molto sicuro che "a dicembre riusciremo a vedere Rai International in Europa. Insieme a Rai news 24 sono esperienze fallimentari, sono inguardabili!".

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Anche le reti Mediaset vengono oscurate, ha ricordato il consigliere Mario Tommasi, che ha inoltre imputato alle agenzie di stampa on line di essere "poco attente a pubblicare le notizie tratte dai quotidiani". "I finanziamenti dei giornali all’estero non devono passare attraverso i Comites", ha affermato il consigliere Claudio Lizzola prendendo la parola. A questa dichiarazione è seguita subito la precisazione del consigliere Tommaso Conte sul ruolo effettivo dei Comites perchè "in realtà esprimono solo un parere sulla erogazione dei finanziamenti e fanno solo degli accertamenti sulle tirature dei giornali". "I periodici dei Paesi Anglofoni – ha raccontato il consigliere Rapanà – stanno ancora aspettando i contributi del 2005, mentre i quotidiani hanno già ricevuto i contributi del 2007". Sulle parole di Siddi è ritornato il consigliere Michele Schiavone che ha sottolineato come "nella relazione sia emersa una vera difficoltà di sistema nell’informazione" e quanto sia necessario, "in prospettiva di referendum ed elezioni, l’intervento del Cgie per sopperire alle eventuali difficoltà" La parola è poi passata al consigliere Dino Nardi. "Rai International – ha detto – può essere un canale in più, utile per coprire la carenza di informazioni che si possono avere all’estero". Nel suo intervento, Nardi ha affrontato anche il problema del criptaggio ed ha portato come esempio la soluzione adottata in Svizzera dalle società di distribuzione delle reti via cavo che "hanno l’obbligo di mandare in chiaro almeno un canale della tv pubblica di ogni Paese". Inoltre in Svizzera "c’è l’opportunità di comprare un pacchetto di canali italiani per pochi franchi". A chiudere il dibattito non è mancata la replica di Francesco Siddi. "Gli argomenti trattati sono stati tutti dibattuti dalla Commissione. Ora dobbiamo proseguire il lavoro con i Parlamentari per la nuova legge. Il Cgie – ha concluso - dovrà sviluppare un programma nonostante i tagli previsti dal Governo". (federica cerino\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49463

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.10 Speciale CGIE IL 18% DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO SONO ANZIANI: LA LORO LA CONDIZIONE NELLA RELAZIONE DELLA PRESIDENTE ARONA (II COMMISSIONE SICUREZZA E TUTELA SOCIALE) ROMA\ aise\ - La presidente della II Commissione Sicurezza e Tutela Sociale del Cgie, Maria Rosa Arona, ha presentato ieri in Plenaria la relazione sulla "Condizione degli Anziani nel Mondo" che le era stata commissionata dal segretario generale Elio Carozza. Una relazione a tutto tondo, che, partendo dai dati Istat riportati nell’ultimo Rapporto della Migrantes - gli anziani costituiscono il 18% degli italiani all'estero - e dalla denuncia dell’Oms sulle disuguaglianze nell’accesso del diritto alla salute, affronta poi gli interventi di tipo assistenziale erogati sia dalle Istituzioni centrali e periferiche italiane sia da altre strutture associative. La relazione rivolge uno sguardo alla condizione delle donne italiane in emigrazione e, a seguire, agli interventi sanitari nei Paesi dell’America Latina, concludendo infine gli i problemi ancora "aperti": l’approvazione del disegno di legge sull’assegno di solidarietà, il pagamento delle pensioni Inps all’estero, la necessità di altri interventi sanitari ed infine il loro maggior coordinamento. Considerata la delicatezza dell’argomento, riteniamo utile riportare di seguito il testo integrale della relazione. RELAZIONE SULLA CONDIZIONE DEGLI ANZIANI NEL MONDO Nell'affrontare la problematica sulle condizioni degli anziani nel mondo, dobbiamo tenere presente le diverse variabili che influiscono nella sua analisi e definizione. Infatti sarà importante capire quanti sono, dove sono, in quali condizioni economiche, socio-sanitarie e culturali sono inseriti. Per fare il punto sulla condizione degli anziani italiani nel mondo dobbiamo partire sapendo che costituiscono il 18% degli italiani all'estero, secondo i dati dell'Istat, pubblicato nell'ultimo "Rapporto Italiani nel mondo 2007" della Migrantes, su un totale di 3.568.532. Una popolazione di ultrasessantacinquenni, di più di mezzo milione di persone distribuite prevalentemente in Europa, il 58,50%, ed in America del Sud 24,80%, America Settentrionale e Centrale, 11,30%, in Asia, Africa, Oceania ed Antartide 5,4%. Questa età presuppone, in quasi tutti i Paesi, la cessazione dell'attività lavorativa. Nei Paesi in cui è più numericamente consistente la presenza italiana, l'età media dei connazionali, secondo dati Istat, è abbastanza elevata, variabile che spiega l'alto numero di pensionati Inps nel mondo. Secondo i dati dello stesso Istituto previdenziale, sono attualmente 410.000 i titolari di una pensione Inps nel mondo con un esborso annuo pari a oltre un miliardo e 300 milioni di euro. Nel 2006, i Paesi con il maggior numero di pensionati italiani residenti sono stati il Canada, con 65.942 pensioni e un'età media di 47.5 anni, la Francia, con 56.126 pensioni e un'età media di 43.9 anni, e l'Australia con 54.575 pensioni e un'età media di 41.5 anni. Seguono, con almeno 50.000 pensionati Inps, l'Argentina, età media 49.9, e gli Stati Uniti, con una popolazione italiana dall'età media di 43.8 anni. Le persone con più di 50 anni hanno, nei Paesi a economia forte e scarso tasso di disoccupazione, una posizione molto debole sul mercato del lavoro: la perdita del posto, superata quell'età, può tradursi in una definitiva espulsione con scarse possibilità di ricollocazione, situazione tanto più drammatica laddove gli ammortizzatori sociali sono insufficienti o inesistenti come per esempio nei diversi Paesi dell'America Latina. Lo stato di salute delle persone anziane di origine straniera, in molti Paesi sviluppati di tradizionale e forte immigrazione italiana, è sovente meno buono di quello degli autoctoni della stessa classe di età a causa, tra l'altro, del lavoro svolto, spesso particolarmente usurante, che ha determinato un precoce

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invecchiamento. L'avanzare dell'età costituisce perciò un rischio, sia sul piano professionale che su quello più strettamente personale, di emarginazione sociale e di degrado dello stato di salute. Per apprezzare quantitativamente il numero effettivo di anziani, dovremmo aggiungere coloro che, già a partire dal compimento del 50° anno di età e, senz'altro, superata la soglia del 55° anno, sono da considerarsi tali pur non avendo raggiunto l'età pensionabile secondo l'Inps e i regimi locali ai quali sottostanno. Gli importi erogati solitamente non sono alti e le integrazioni percepite localmente (quando se ne ha diritto) non sempre consentono di condurre un'esistenza dignitosa, soprattutto in quei Paesi dove non c'è uno Stato Sociale che garantisce i bisogni essenziali. Infatti, se poi si aggiungono i problemi di salute, le situazioni possono diventare drammatiche. In casi di malattie gravi o di interventi chirurgici, la cura della salute ha comportato la vendita della casa e dei terreni acquistati, frutto di anni di lavoro spesso svolto nell'arco di più generazioni. È bene tenere conto che ogni anno nel mondo sono 100 milioni le persone che, poiché si ammalano e devono pagarsi le spese mediche, scendono al di sotto della soglia della povertà. Certo, questo accade soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, ma non solo, poiché succede laddove, in assenza di un sistema sanitario pubblico, l'individuo e la famiglia si trovano soli di fronte alla malattia. Infatti, recentemente l'Organizzazione Mondiale della Sanita ha denunciato il fenomeno chiamato "health inequalities", cioé la disuguaglianza nell'accesso del diritto alla salute per la quale la malattia diventa una delle maggiori cause di poverti. Il rischio di povertà è così più alto presso gli anziani. Spesso il loro reddito è garantito da rendite previdenziali parziali, per aver cominciato a contribuire tardi, e su salari bassi o bassissimi. Le donne in particolare, hanno più difficilmente una copertura previdenziale adeguata. In molti casi, la scarsa conoscenza della lingua locale, il limitato accesso all'informazione rendono difficile per tanti anziani anche la richiesta di prestazioni complementari cui avrebbero forse diritto. Molto frequentemente l'invecchiamento determina o aggrava l'isolamento sociale, con poche relazioni al di fuori della famiglia o, addirittura, senza avere del tutto relazioni, nemmeno in un ambito familiare. La situazione è ancora più grave per le vedove, e i vedovi, con figli lontani e con i quali non riescono più ad avere rapporti se non saltuariamente. Le istituzioni e le strutture che accolgono le persone anziane, come, più in generale, tutti i servizi sociali per la terza età, non sono in generale ben attrezzate per rispondere ai bisogni specifici degli stranieri, degli italiani in particolare. Questi problemi assumono uno spessore culturale particolare, si pensi, ad esempio, ad abitudini alimentari rimaste, per decenni, molto diverse da quelle locali e a modalità di rapporto sociale, anche a livello colloquiale, praticamente sconosciute agli anziani di origine italiana. Naturalmente i problemi di natura finanziaria si intrecciano con quelli socioculturali. Questi italiani, anche quando non hanno più la cittadinanza e a maggior ragione se l'hanno conservata, hanno bisogno di essere aiutati a mantenere contatti profondi e stimolanti con l'Italia. Dentro questa situazione giocano un ruolo importanti gli assistenti sociali specializzati, la diffusione di centri di giorno (e qui bisognerebbe vedere quali sostegni finanziari far avere alle associazioni italiane disposte a servire di appoggio psicosociale per i propri connazionali, ottenendo in questo modo grande vantaggio per le persone destinatarie, e nel contempo rivitalizzare le strutture associative della nostra collettività). I soggiorni o il turismo sociale organizzati dalle Regioni per i meno abbienti sono molto apprezzati e per molti anziani questi interventi costituiscono l'unica occasione per affrontare un viaggio altrimenti al di sopra delle proprie possibilità. Serve un arco più mirato di interventi culturali, con un sostegno più dinamico all'associazionismo, con progetti più concreti di partenariato economico, tenuto anche conto che sono molte le persone di una certa età a svolgere compiti importanti a livello culturale, economico e politico. L'analisi condotta sulle leggi regionali sull'emigrazione e sui relativi interventi porta a concludere che le risorse disponibili non sono state utilizzate nella maniera più razionale e coordinata. Per l'assistenza degli anziani indigenti il Ministero degli Affari Esteri ha promosso da ultimo, a partire da diversi Paesi dell'America Latina, Colombia, Venezuela, prossimamente l'Argentina e l'Uruguay, degli interventi di copertura sanitaria che risultano più affidabili per quanto riguarda la qualità delle prestazioni. Le donne italiane in emigrazione sono state le grandi protagoniste dimenticate dalla "storia ufficiale", per lo più incluse in un'analisi generale che non riconosce le differenze e quindi che impoverisce e parzializza la realtà. Esse sono 1.679.000, in prevalenza meridionali, il 47% del totale, con una quasi parità con il sesso maschile nelle Americhe e una leggera preminenza in Argentina e in altri Paesi dell'America Latina. Per lo più alla donna, almeno nella prima fase del percorso migratorio, è stata demandata la gestione della famiglia rimasta in patria dopo la partenza del capo famiglia; solo in tempi più recenti si è andata affermando anche la figura della donna emigrante per lavoro, con un suo progetto autonomo fin dalla partenza, sebbene il tasso di attività delle emigrate, anche in considerazione del loro ruolo di madri, è stato sempre inferiore a quello dei maschi. Una volta trasferitasi nel Paese estero, la donna è stata quella che ha pagato di più per favorire l'inserimento, sacrificando le proprie aspirazioni professionali per sostenere gli obiettivi del nucleo

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familiare. Indubbiamente, l'emigrazione ha pesato anche sugli uomini, ma in modo particolare sulle donne che, pur nei casi di lavoro fuori famiglia, hanno svolto il ruolo di madri e mogli e di mediatrici culturali e sociali nel Paese di accoglienza per favorire l'integrazione, rafforzando l'identità culturale dei figli. Il quadro delle donne italiane residenti all'estero è estremamente variegato, a seconda dei Paesi di destinazione e dell'anzianità migratoria. Quelle di una certa età non sempre hanno conservato la cittadinanza italiana, ma nonostante ciò sentono forte il richiamo per la loro terra di origine. A complicare situazioni, già di per sé difficili, è intervenuto il deterioramento delle realtà in diversi Paesi che ha, talvolta, reso funzionale il riacquisto della cittadinanza e anche il rimpatrio, mentre molte altre sono rimaste sul posto, pur versando in gravi situazioni finanziarie e a rischio di isolamento, tanto più se malate. Nelle numerose convenzioni in materia di sicurezza sociale che l'Italia ha firmato con molti Paesi nel mondo, spicca la totale assenza del riconoscimento di una diversita sociale, di lavoro, d'inserimento che le donne hanno nei sistemi economico-sociali. Infatti, solo dal 25 al 40% le donne possono vantare un diritto proprio alla pensione. Nella stragrande maggioranza dei casi riescono a diventare titolari di un diritto previdenziale come superstite. INTERVENTI SANITARI Gli interventi socio sanitari che si sono messi in opera fino a questo momento hanno tenuto conto dalle domande della comunità organizzata nei diversi ambiti rappresentativi come lo sono i Comites ed il Cgie, le associazioni e Patronati, i quali hanno segnalato le situazioni di bisogno nei Paesi di riferimento. Per l'assistenza degli anziani indigenti il Ministero degli Affari Esteri ha promosso da ultimo, a partire da diversi Paesi dell'America Latina, Colombia, Venezuela, prossimamente l'Argentina e l'Uruguay, degli interventi di copertura sanitaria che risultano più affidabili per quanto riguarda la qualità delle prestazioni, con criteri di omogeneità per tutto il territorio della singola nazione coinvolta nell'intevento. Il metodo utilizzato da parte delle autorità diplomatiche è stato partecipativo delle menzionate istanze della comunità. Infatti, le persone che sono assistite nei diversi Paesi dove sono già stati stipulati accordi con assicurazioni private, sono per esempio: i cittadini italiani già assistiti dai Consolati per spese mediche e/o per indigenza o la cui età e/o condizione fisiche li ponga a rischio di sviluppare patologie severe; le persone di basso reddito, malate a rischio segnalate dal Cgie, Comites, Patronati, Associazioni ed Enti di assistenza. I progetti che si sono avviati si stanno sviluppando nei seguenti Stati: 1) Colombia: copertura sanitaria per 200 cittadini italiani su tutto il territorio offre una copertura completa. 2) Venezuela: il Governo ha avviato un nuovo sistema di assistenza diretta che sta consentendo a 1.000 beneficiari di ricevere, su tutto il territorio venezuelano, adeguate cure mediche di base e specialistiche, anche in strutture non convenzionate (alle quali si potrà ricorrere in casi di emergenza), senza limiti di età. Le polizze, che non prevedono l'esclusione di patologie pregresse, né il pagamento del ticket per le visite mediche, includono il rimborso delle spese sostenute per i farmaci ed il trasporto da una città o da una regione ad un'altra che abbia eventualmente sostenuto l'assicurato. 3) Uruguay: polizza sanitaria diretta a 150 italiani che versano in condizione di bisogno. La Ditta privata "Blu Cross" non ha richiesto analisi preventive per l'accettazione dei destinatari del servizio sanitario. L'elenco delle persone è stato vagliato dalla consulenza esterna della Università cattolica di Montevideo. Il costo per ognuno dei 150 italiani è di 130 dollari Usa e nell’elenco ci sono anche bambini (4 in tutto) con malattie croniche o con disturbi psichiatrici. 4) Argentina: è stata avviata una gara di licitazione per offrire ad una platea di 8.230 cittadini italiani in tutto il territorio nazionale una copertura sanitaria. Questa è una caratteristica molto importante che si darà all'intervento sanitario, in quanto fino a questo momento le politiche socio-sanitarie operate dallo Stato italiano si sono organizzate e sviluppate nell'ambito delle circoscrizioni consolari e quindi limitatamente alle specificità territoriali e socio-economiche degli italiani ivi residenti. Possiamo mettere in evidenza che è stato tenuto conto del parere manifestato dal gruppo di lavoro della sanità ed approvato in Assemblea sulla necessità di adeguare i piani d'intervento sanitario non solo ad una mappatura territoriale che nei singoli Paesi coordinano le Ambasciate, ma anche di tenere presente le diverse variabili relative alle caratteristiche di sviluppo economico-sociale e gli ambiti legali dei diversi Paesi. In questo senso crediamo non sia superfluo menzionare l'esperienza fatta in Argentina che per il numero di destinari della copertura sicuramente costituisce una prova pilota rispetto anche alle sinergie messe in campo. Fondamentale il ruolo svolto dall'Ambasciata italiana in Argentina, per il metodo di lavoro che ha utilizzato, coinvolgendo i rappresentanti del Cgie, che hanno accompagnato da vicino le scelte che finalmente si sono fatte, iniziando dalla conoscenza della situazione nella quale si interverrà:

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MAPPATURA INDIGENTE CIRCOSCRIZIONI CONSOLARI N. TOTALE ASSISTITI Buenos Aires 2057 Moron 503 Lomas de Zamora 1362 Bahia Blanca 336 Cordoba 350 La Plata 1657 Rosario 800 Mendoza 545 Mar del Plata 740 TOTALE ASSISTITI 8350 Ci sembra importante vedere come sono stati organizzati i modi e i tempi per arrivare ad avere tutti gli elementi di valutazione e quindi prendere delle decisioni trasparenti e ponderate. SCADENZARIO PER IL NUOVO PIANO DI ASSISTENZA SANITARIA DESTINATO AGLI ITALIANI INDIGENTI RESIDENTI IN ARGENTINA 1) Entro il 12 giugno: individuazione del broker assicurativo 2) Entro il 15 giugno: fornire all'Uff. I DGIT le indicazioni richieste con messaggio 208012 per la predisposizione del bando di gara ed il capitolato d'appalto 3) 21 giugno: riunione tecnica al MAE (DGIT, Min. Salute, Consulente giuridico) per predisposizione capitolato tecnico (in base alle disposizioni del codice dei servizi pubblici approvato con DLgs 163 del 12/4/06) 4) Entro il 2 luglio: nomina membri Commissione aggiudicatrice 5) Entro il 10 luglio: predisposizione definitiva del capitolato tecnico per pubblicazione bando di gara e della bozza del contratto da stipulare (nel frattempo dovrebbe essere pervenuta l'autorizzazione del MEF per la stipula di un contratto pluriennale 6) Entro il 16 luglio: pubblicazione bando 7) Entro il 3 ottobre: chiusura bando 8) Entro il 10 ottobre: aggiudicazione 9) Entro il 17 ottobre: stipula contratto/i (se si procede distintamente per ogni Consolato in base ad una bozza uniforme) 10) Entro il 26 novembre: apposizione del visto sul contratto da parte degli organi di controllo ll)Entro il 1° dicembre: inizio esecuzione nuovo piano di assistenza sanitaria ALCUNI PROBLEMI APERTI Il Disegno di Legge Finanziaria dello Stato per il 2008 dovrà affrontare i problemi principali delle comunità italiane all'estero. Ci sembra fondamentale che Governo e Parlamento tengano fede agli impegni assunti con le comunità italiane all'estero in particolare la costruzione di un sistema di protezioni sociali e sanitario più avanzato. Le risorse, che si destineranno al Ministero degli Affari Esteri, devono essere adeguate per svolgere una coerente azione di politica estera e di servizio nei confronti delle comunità italiane nel mondo. Prendiamo atto che l'aumento degli stanziamenti relativi all'anno in corso e delle esperienze in ambito sociale e sanitario avviate dimostrano una sensibilita ed un impegno politico importante, ma non sufficiente. Passiamo ad elencare alcuni tematiche: Approvazione del disegno di legge sull'assegno di solidarietà. La discussione in questi giorni all'esame della Commissione Affari Sociali della Camera, che prevede l'introduzione dell'assegno di solidarietà per gli anziani italiani all'estero che versano in situazione di bisogno, costituisce un fatto significativo e che ci fa sperare. In questo senso è importante fare arrivare da questa assise al Governo ed al Parlamento la priorità politica che riveste l'approvazione di tale rivendicazione storica della nostra emigrazione e, pertanto, la necessità che la maggioranza e l'opposizione al parlamento trovino accordo su una proposta che costituisce una richiesta trasversale di tutta la comunità italiana all'estero. Pagamento delle pensioni Inps all'estero. Sono ormai noti i problemi evidenziati da più ambiti istituzionali. Ritardi, se non addirittura mancati pagamenti per errori negli indirizzi dei beneficiari; mancanza di trasparenza nei pagamenti utilizzando ticket precari, tipo di cambio arbitrario, addebito ai pensionati dei costi di intermediazione, in violazione al capitolato; scarsa presenza sul territorio degli sportelli bancari abilitari al pagamento delle pensioni; assenza di controlli dell'Inps rispetto all'adempimento dell'accordo da parte delle banche subappaltanti. Le pensioni all'estero, pur dovendo essere pagate in euro, spesso sono pagate in valuta locale, anche quando ciò non è regolamentato dal Paese di residenza del pensionato. La totale assenza di un monitoraggio, da parte dell'Inps, nell'adempimento delle condizioni previste dalla convenzione per il pagamento delle pensioni, del rispetto della privacy e della sicurezza dei pensionati da parte delle banche locali.

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Sappiamo come i Comitati per le Questioni degli Italiani all'estero del Senato e della Camera si stanno attivando anche per richiesta del Cgie e dei Patronati, ma concretamente si dovrà in modo sistematico sorvegliare affinché i problemi succitati siano affrontati e risolti dall'Inps: * le modalità di restituzione delle spese e degli oneri sostenuti dai pensionati a titolo di commissione bancarie per la riscossione degli importi di pensione; * fissare un tipo di cambio mensile per non rendere arbitrario il pagamento della pensione. Si potrebbe restituire eventuali differenze o recuperarle alla fine dell'anno in ambito di conguaglio; * monitorare le condizioni pattuite in ambito di licitazione (servizio-apertura di conti, carta di debito, disponibilità di moneta) ed applicare le sanzioni corrispondenti; * monitoriare il rispetto della privacy e quindi della sicurezza; * disporre e rendere disponibile una procedura informatica utilizzabile dai patronati all'estero che consenta una rapida segnalazione dei dati, verifiche e la conseguente rettifica della base anagrafica; * disporre l'aggiornamento dei dati anagrafici dei pensionati e le coordinate bancarie; * verificare l’andamento del pagamento delle pensioni e rapporto con il Comitato per le Questioni degli Italiani all'estero del Senato e della Camera. La proposta avanzata della costituzione di un osservatorio permanente presso l'Inps per condividere con i Patronati l'esame dei problemi e la individuazione delle possibili soluzioni, ci sembra possa essere di aiuto. Necessità di altri interventi sanitari. Ribadiamo quanto gia affermato dalla Commissione tematica rispetto all'opportunita d'interventi differenziati che tengano conto delle specificità locali (livello di sviluppo socio economico, dei servizi sociali locali, ecc.), che prevedano sistemi trasparenti, dove la fase del monitoraggio degli interventi stessi, consentirebbe le correzioni di percorso opportune ed una più razionale utilizzazione delle risorse. Considerando che il Consiglio Generale ha gia approvato un ordine del giorno con il quale si rappresentava l'urgenza di condurre una indagine conoscitiva sullo stato sanitario ed i più urgenti bisogni delle comunità italiane nel mondo, si rileva nuovamente la necessità di concludere nel breve tempo una mappatura da effettuarsi con criteri condivisi e univoci nei paesi dove il welfare pubblico sia meno incissivo. In questo senso si auspica che le esperienze avviate siano estese anche a Paesi come il Cile, Ecuador, Perù e in tutti gli altri Paesi in cui il rischio di carente assistenza sanitaria sia elevato. Coordinamento degli interventi socio-sanitari. Si ribadisce la necessità di un raccordo programmatico ed operativo, in ambito istituzionale, d'altra parte previsto dalla legge istitutiva n. 198/1998 che conferisce alla Conferenza Permanente StatoRegioni-Provincie Autonome-Cgie il compito di indicare linee programmatiche per dare un segnale di novità e indicare su quali nuove basi vada collocato il rapporto tra Italia e le colettività emigrate a partire dalle realtà locali ed allo stesso tempo per fondare un nuovo programma sul quale impegnare il Governo ed i parlamentari della circoscrizione estero. Questo raccordo programmatico ed operativo consentirebbe una conoscenza dei reali fabbisogni delle comunità, auspicando che le Regioni e le Province Autonome insieme costituiscano un fondo comune da gestire con criteri e modalità condivise per gli interventi specifici di tutela socio-assistenziale. Ci sembra necessario avanzare con proposte che abbiano come obiettivo fondamentale quello dell'integrazione degli anziani ed il loro benessere in un momento della vita in cui cambiano i bisogni rispetto a come utilizzare il tempo libero, a come valorizzare l’esperienza di persone che hanno un vissuto che rappresenta un patrimonio culturale per tutti. Da qui la necessità di inserimento nelle strutture collettive delle comunità all'estero ed alla valorizzazione delle associazioni italiane, che anch'esse sono la testimonianza del loro lavoro all'estero e costituiscono per noi tutti la nostra storia e la continuità al di là del territorio nazionale. In questo senso si tratta di approfondire e valorizzare il ruolo delle Associazioni e dei Patronati per far giocare loro un ruolo non solo di tutela dei diritti ma di gioiosa integrazione attraverso la cultura della solidarietà tra le generazioni. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49462

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 16.41 Italiani nel Mondo LA CONSULTA PER L’EMIGRAZIONE DELLA CALABRIA A MUSO DURO STRAPPA ALLA REGIONE UNA QUALIFICATA PIATTAFORMA RIVENDICATIVA CATANZARO\ aise\ - La Consulta Regionale della Calabria costituisce una vera rete istituzionale tra la collettivita’ calabrese nel mondo e il Governo della Regione Calabria. Attraverso la consulta, infatti, i calabresi all’estero possono esprimersi e confermarsi come un attore socio-politico. La partecipazione attiva dei Consultori, poi, risulta fondamentale, poiché sono proprio loro che, rappresentando le comunità calebresi nel mondo, evidenziano le diverse necessità che riguardano gran parte dei corregionali all’estero, puntando, quando possibile, su soluzioni fattibili, senza demagogie e con un forte spirito di servizio. Anche se va detto che ci sono alcuni che si dimenticano di questo mandato, preoccupandosi solamente dei propri interessi corporativi e partecipano ai lavori della consulta con il solo obiettivo di "comparire". Questo tipo di "falsa dirigenza" con il suo doppio discorso pregiudica la collettività. Nell’ultima sessione della Consulta, tenutasi a fine ottobre nella pittoresca città di Montepaone Lido, in provincia di Catanzaro, si è trattato, tra l’altro, proprio del tema della mancanza di comunicazione e coordinazione tra il Governo regionale, presieduto dal Governatore Loiero, e la comunità calabrese all’estero. Nell’occasione, la divisione tra Consultori e dirigenti è emersa in tutta la sua dimensione nel momento di proporre e portare a termine azioni concrete a favore dei calabresi residenti all’estero. C’è da dire, però, che Consultori come il Vicepresidente José Tucci, dell’Argentina, Antonio Galati della Svizzera e Vincenzo Volpe dell’Australia, affiancati dagli "esperti" Vincenzo Rapisarda dall’Argentina e Salvatore Macrí dalla Svizzera, si sono mostrati decisi a portare avanti il proprio mandato. In particolare, proprio nel gruppo che fa parte dell’esecutivo, la consulta è riuscita a trovare l’amalgama necessaria per agire come una vera istituzione rappresentativa di tutti i calabresi. Il tutto è successo il 29 ottobre, quando i Consultori si sono riuniti, senza funzionari della Regione né politici di turno, per dibattere i temi prioritari che interessano i calabresi all’estero. Nel corso della riunione i membri dell’esecutivo hanno proposto la realizzazione di un documento unico e di compromesso, nel quale trattare i vari punti riferiti ad una maggiore coordinazione e comunicazione tra il Governo Loiero e i membri della Consulta. Si e’ fatta anche particolare attenzione al taglio significativo del preventivo e alla sua mancata realizzazione. Tutti questi punti, avrebbero dovuto rappresentare la linea generale della futura politica, a questo punto non negoziabile, della Consulta nei confronti delle Autorita’ regionali. Il 30 ottobre, a sessione appena iniziata, il Vicepresidente Tucci ha presentato una mozione di ordine all’Assemblea, sollecitando la lettura del documento predisposto in sede di esecutivo, subito dopo gli interventi delle autorita’ presenti. Il documento è stato ,poi, letto da Antonio Galati ed accolto con un clamoroso applauso. Successivamente, dopo un forte dibattito interno, resosi necessario per rafforzare la coesione tra i membri della consulta, e’ stata affrontata la ridefinizione del documento unico per rapportarlo ad un accordo generalizzato con l’adesione delle autorita’ regionali che attraverso il Sottosegretario Falcone si sono rese disponibili a raggiungere un compromesso su diversi punti. Quello che preme sottolineare è che l’atteggiamento dei Consultori ed Esperti e’ stato chiaro e tassativo, senza concessioni sulle principali richieste dei calabresi all’estero. In questo la spinta e la forte vocazione di servizio dei consultori sono stati fondamentali. Per riassumere, possiamo dire che questa ultima Consulta e’ servita per mettere in evidenza la complessa problematica che la comunita’ calabrese lamenta, far emergere la vera natura di alcuni dirigenti, ma evidenziando anche , nel contempo, che esistono ancora dirigenti disposti a compiere le proprie funzioni andando oltre gli interessi e l’ambizione personali e il protagonismo.(j.t.\ aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49437

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INFORM - N. 209 - 9 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Missione del vice ministro agli Esteri in Sud Africa

Soddisfazione fra i giovani italosudafricani per l’incontro con Danieli

PRETORIA – Soddisfazione dei giovani italosudafricani per l’incontro con il vice ministro Franco Danieli all’Ambasciata di Pretoria nel corso della sua missione in Sud Africa .

“Oggi, 2 novembre si è scritto un capitolo storico delle relazioni italo-sudafricane con l’incontro dei dirigenti della gioventù italo sudafricana con il vice ministro degli esteri italiano Franco Danieli. Questa iniziativa è una di molte prese dal Governo italiani per dimostrare una forte volontà di coinvolgere i giovani italiani e la comunità italiana in Sud Africa in maniera più continuativa e più attiva”. Lo scrivono Josie Gaglio, presidente della sezione di Johannesburg dei GIS (Giovani italo sudafricani) e il coordinatore eventi Dino Rech.

Il resoconto dell’incontro è stato pubblicato da La Gazzetta del Sud Africa. “Erano presenti all’incontro con il vice ministro Danieli l’ambasciatore d’Italia in Sud Africa Alessandro Cevese, il console generale a Johannesburg Enrico De Agostini, il console a Cape Town Emanuela Curnis e il console a Durban Ugo Ciarlatani, assieme ai rappresentati del GIS – Giovani italo-sudafricani -, dei giovani del Comites e di varie altre associazioni italiane. Questi rappresentanti – sottolineano i due giovani - hanno avuto il privilegio di rivolgersi con il vice ministro a tu per tu intorno al tavolo della conferenza e hanno colto l’occasione per esprimere preoccupazioni e offrire idee sulle questioni che interessano la gioventù italo-sudafricana”.

Josie Gaglio e Dino Rech riferiscono i punti principali affrontati nell’incontro: “1) La prossima conferenza mondiale dei Giovani Italiani che si svolgerà a Roma nel 2008. Il vice ministro ha chiaramente espresso il desiderio di veder partecipare un grande contingente dei giovani italo-sudafricani. 2) La Coppa del Mondo del 2010. Continuare e ampliare la collaborazione avviata nel 2006 dal GIS con l’Ambasciatore Cevese attraverso varie organizzazioni sportive italiane e la gioventù sudafricana per promuovere la cultura italiana. 3) Uno scambio di programmi fra le organizzazioni mediche italiane e sudafricane diretto a servire interessi reciproci nell’assistere gli ospedali sudafricani sovraccarichi di lavoro e nell’offrire ai giovani medici italiani la possibilità di acquisire esperienza pratica. 4) Riconoscimento delle lauree e delle qualificazioni sudafricane in Italia. Vi sono attualmente 18 accordi in vigore fra varie università sudafricane e italiane nelle quali gli studenti hanno l’opportunità di partecipare a programmi di scambio e borse di studio. 5) Voli diretto fra Italia e Sud Africa al fine di promuovere gli investimenti italiani in Sud Africa e viceversa e per avvicinare ulteriormente i due paesi. 6) Partecipazione della gioventù italo-sudafricane ai Comites. L’attuale età per essere ammessi è di 25 anni e si è richiesto che sia abbassata a 18 anni”.

“L’incontro con il vice ministro Danieli – concludono soddisfatti Josie Gaglio e Dino Rech- è stato un grande successo e tutte le parti interessate restano in attesa di collaborare in futuro alla

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verifica dei punti discussi oggi e alla possibilità di impegnarsi a vicenda su molte altre questioni di reciproco interesse”. (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n20918.htm

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 211 anno XIV,

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’estero (Cgie) – Roma 6 – 9 Novembre 2007 Pier Garcia, i giovani e il Cgie. Quale futuro? Intervista a Pier Garçia, dell'Ecuador al Cgie per la I Conferenza Mondiale dei giovani italiani all'estero

Roma - Pier Garcia, giovane rappresentante degli italiani residenti in Ecuador, si è reso protagonista di un bell’intervento, nella seconda giornata di lavori della Plenaria del Cgie, all’interno dell’appuntamento riservato ai giovani. Lo abbiamo sentito per meglio comprendere come le nuove generazioni vivono il rapporto con le proprie origini. Pier, innanzitutto complimenti per il tuo italiano. Qual è il rapporto tra i giovani italiani residenti in Ecuador e l’Italia?

Grazie. L’emigrazione verso l’Ecuador, come per tutta l’America Latina, ha origini lontane. Gli italiani nel mio paese sono “partiti” centocinquanta anni fa, per cui siamo ormai arrivati alla terza o quarta generazione. Non è facile esprimere la situazione; noi riceviamo in eredità un’idea dell’Italia sicuramente non più realistica. I racconti, gli aneddoti ed i ricordi si riferiscono ad un Paese che non c’è più. Dunque molti di noi finiscono con l’immaginare l’Italia in maniera distorta. E quelli che hanno la possibilità di venire qui si scontrano con una realtà estremamente diversa da quella che credevano di conoscere. Non posso perciò nascondere che scarso è il senso di appartenenza. Esiste il desiderio da parte dei giovani italiani in Ecuador di cittadinanza? Devo dire che sono altri i desideri dei giovani, c’è poca volontà in tal senso ma soprattutto c’è un problema di associazionismo. I centri di aggregazione degli emigranti si occupano di cose lontane dal mondo giovanile; sta a noi adesso cercare di coinvolgere più ragazzi possibile. In quest’ottica, la I Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani all’estero prevista per il 2008 è un’occasione da non perdere.

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Come valuti l’atteggiamento dell’Italia nei vostri confronti?

Siamo convinti che il nostro Paese stia facendo qualcosa, le iniziative non mancano e noi siamo certi del coinvolgimento delle Istituzioni, ma credo che ci sia un difetto di comunicazione alla base. E’ difficile per noi conoscere le cose dell’Italia se il canale informativo agisce “a intermittenza”. Infine vorrei dire che è normale che la politica faccia da tramite, la politica è importante ma nel nostro caso è troppo più importante il coinvolgimento, rigorosamente trasversale, apartitico, dei ragazzi residenti all’estero nelle attività italiane.

Francesco Giurato / News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2195&titolo=Pier,%20i%20giovani%20e%20il%20Cgie.%20Quale%20futuro?

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 211 nno XIV,

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) - Roma 6 / 9 Novembre 2007 Cgie: scoppia il caso Canada Strumentalizzazione, attacco personale o impasse

dell'assemblea? Intervista al Vice Segretario Giovanni Rapana'

Roma - Il Vice Segretario Generale per l’area dei Paesi Anglofoni Extraeuropei, Consigliere Giovanni Rapanà, è stato protagonista, suo malgrado, di una polemica che ha caratterizzato i lavori della terza giornata della Plenaria del Cgie in corso di svolgimento a Roma, presso il Ministero degli Affari Esteri.

Il Vice Segretario aveva annunciato le sue dimissioni nella seconda giornata, ma al momento della discussione, le polemiche sollevate da alcuni Consiglieri hanno riscaldato gli animi, infiammando il dibattito.

Vice Segretario Generale Rapanà, cosa succede all’interno della Commissione Continentale Anglofona?

L’intenzione di presentare le dimissioni è del sette Novembre. Da quel momento c’è stata una serie di accordi politici e corporativi trasversali per colmare il posto che sarebbe rimasto vacante. Io stesso ho partecipato ad una riunione della Commissione Anglofona in cui è emersa palesemente l’intenzione dei Consiglieri Di Giovanni e Consiglio di appoggiare i Consiglieri Sorriso e Pinna in rappresentanza del Sud Africa, allo scopo di candidarli alla mia successione. Ho sentito molti commenti e ho capito che ci sono quelli che suggeriscono di rassegnare le dimissioni ma anche colleghi che mi invitano a non dare le dimissioni perché a loro avviso, non sussisterebbero le ragioni di fondo. Il rendiconto di quello che è successo a Miami la dice lunga sul clima in Cgie, con un susseguirsi di attacchi, dichiaratamente strumentali. Attacchi di natura squisitamente politica? O c’è dell’altro?

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Certamente politici, ma anche qualche opposizione di natura personale, forse per incompatibilità di carattere… Passando in rassegna i più delicati aspetti politici, voglio dire che la destra aveva già prima della Plenaria annunciato che avrebbe dato battaglia sul punto relativo alla formazione professionale; ebbene al termine della relazione del Presidente Santellocco , non è intervenuto nessuno, e dico nessuno. Io credo che questa sia una dimostrazione dell’ipocrisia che muove le scelte politiche di alcuni componenti del Cgie. Viviamo una situazione difficile. Io comprendo chiaramente che possano esistere diverse posizioni ma sinceramente quando vedo che, vuoi per ragioni politiche, vuoi per ragioni personali, votano la stessa mozione in maniera diversa a seconda delle situazioni e del proprio tornaconto; di fronte a tutto questo io penso che esistano problemi strutturali di fondo interni al Cgie che ne mortificano l’azione e gli ideali che lo ispirano.

Alla luce di quanto successo in questa Plenaria, e con riguardo alla vicenda delle sue dimissioni dalla carica di Vice Segretario Generale per i Paesi di area anglofona, ciò che stride è la tutt’altro che unanime solidarietà mostrata dalla sua stessa parte politica… È indubbio che siano in atto delle manovre trasversali, che adesso mi vedono mio malgrado coinvolto, ma in generale credo che quelli rivolti a me siano attacchi dichiaratamente strumentali, volti ad ottenere un risultato ben preciso: la poltrona di Vice Segretario Generale.

I lavori del pomeriggio della terza giornata della Plenaria sono stati caratterizzati dalla sceneggiata, francamente penosa, inscenata da alcuni componenti del Consiglio a cui lei, a nostro avviso, ha “assistito beffardo”; se la sente di aggiungere qualcosa? Ha trovato divertente il siparietto?

La situazione di ieri ci ha mostrato con grande crudezza quanto questo Consiglio abbia bisogno di essere profondamente riformato. Mi sento di dichiarare che il mio impegno ancor di più da oggi sarà quello di battermi affinché il corporativismo resti fuori dal Consiglio. Intendiamoci, ho sufficiente esperienza da comprendere che i partiti devono essere presenti e ovviamente ciascuno in tal senso opera liberamente le sue scelte, ma ciò che a mio avviso va combattuto con decisione e serietà è l’interferenza prodotta da interessi personali o di parte. A proposito di Enti Gestori, lei ha fatto nei mesi scorsi un appello a tutti i Consiglieri dell’area affinché questi diffondessero i dati relativi alla trasparenza di degli Enti stessi. Con quali risultati?

Dunque, l’Australia ha fatto pervenire dei dati molto dettagliati, e in definitiva incoraggianti: circa l’ottanta per cento degli Enti Gestori dell’area agiscono in modo trasparente, rispettando di fatto la circolare 13 del 2003. Per il Canada vale lo stesso discorso. Trasparenza non significa volontà di intromettersi nei bilanci o nelle scelte aziendali dell’Ente, ma credo che gli italiani abbiano diritto di sapere quale uso si fa dei loro soldi. Dagli Stati Uniti purtroppo non sono ancora arrivati i dati richiesti.

Argomento dimissioni. Ha deciso cosa fare?

Sono molto combattuto. E’ vero, ho prima annunciato e poi confermato le mia volontà di dimettermi dalla carica di Vice Segretario Generale, ma nel frattempo il quadro generale della situazione è certamente mutato, considerata la volontà palesata da alcuni Consiglieri del Canada di estromettere il Canada stesso dal tavolo del Comitato di Presidenza. Non credo che sia in gioco la mia credibilità; sono stato e sono tuttora molto combattuto circa le scelte da intraprendere, tra liberarmi di questo peso e lasciare decadere il Canada dal Comitato di Presidenza.

Lei ritiene che la “sceneggiata” di ieri possa rappresentare una svolta definitiva, un momento liberatorio per avviare il cambiamento necessario all’interno del Cgie? Se c’è qualcuno disponibile a garantirmi per iscritto che il mio eventuale abbandono della

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Vicepresidenza porterà ad un miglioramento sostanziale dei lavori del Cgie, io sono pronto a dimettermi subito. Un ultima domanda; se si facesse per la successione il nome di una donna, non schierata politicamente, Lei sarebbe disponibile a segnare il passo?

Assolutamente sì.

Francesco Giurato / News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2196&titolo=Cgie%20scoppia%20il%20caso%20Canada

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Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov09.pdf

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9 Novembre 2007

Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov09.pdf

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INFORM - N. 209 - 9 novembre 2007

REGIONE CALABRIA

Consulta regionale dell’emigrazione. Il documento finale

REGGIO CALABRIA - A conclusione dei lavori della Consulta regione dell’emigrazione della Calabria (v. Inform n, 203 del 31.10.2007, http://www.mclink.it/com/inform/art/07n20340.htm ), è stato approvato il documento finale, di cui pubblichiamo qui di seguito il testo.

Atteso che il riconoscimento dei Calabresi all’estero come risorsa deve essere suffragato dai fatti e non fermarsi agli enunciati.

Considerato che le necessità accumulatesi negli anni che caratterizzano il rapporto tra la Regione Calabria e la Comunità dei calabresi all' estero, qui rappresentata da consultori ed esperti, ha raggiunto livelli di difficoltà programmatica ed operativa vieppiù elevata.

Atteso che per perseguire il raggiungimento degli obbiettivi comuni a beneficio della Regione Calabria e dei Calabresi nel mondo, occorre intensificare i rapporti tra le parti.

Si stabilisce e si concorda quanto segue:

UFFICIO EMIGRAZIONE

Istituzione di un livello politico pertinente che conferisca dignità, rappresentanza istituzionale e concreta capacità operativa alle reali esigenze delle comunità Calabresi all’Estero.

CONSULTORI ED ESPERTI

Si riafferma l’importanza del ruolo dei Consultori e la coadiuvazione degli Esperti e la necessità di garantire il loro accreditamento presso le Autorità ed Istituzioni competenti.

DIRETTIVO

I membri del Comitato Direttivo operanti in seno alla comunità calabrese all’Estero saranno dotati di un Organigramma, una Segreteria e le relative risorse finalizzate ad ottimizzare la comunicazione ed il coordinamento delle attività programmate.

LEGGE REGIONALE 33/04

Revisione della Legge su proposta elaborata da apposita Commissione mista da sottoporre all’approvazione della prossima Consulta.

ALBO ASSOCIAZIONI

Aggiornamento periodico del Registro delle Associazioni da comunicare ai Consultori.

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CONSULTA

la convocazione della Consulta verrà effettuata con un congruo termine di tempo e cioè almeno 30 giorni prima;

i lavori della Consulta saranno organizzati in modo da consentire ai convenuti di operare in modo razionale e proficuo;

la scelta delle strutture di accoglienza dovrà essere oculata e volta alla tutela dell’immagine e nel rispetto dei livelli di confort previsti dalla Legge Regionale 33/04 art. 25.

FINANZIAMENTI

Si ravvisa l’esigenza di una assegnazione certa per gli anni futuri di uno stanziamento congruo che consenta l’attuazione delle attività contemplate dalla L.R. 33/04.

COMUNICAZIONE

Saranno utilizzati sistemi di comunicazione più moderni ed attuali principalmente, vie telematiche, per la divulgazione di ogni tipo di informazione con maggiore frequenza ed in tempi reali.

GIOVANI

La Regione Calabria, di concerto con il Comitato Direttivo della Consulta, si impegna alla elaborazione di un progetto per le giovani generazioni nell’ottica della valorizzazione del loro pensiero e delle loro esperienze.

CONSIGLIO REGIONALE

Proposta al Consiglio Regionale che una delegazione designata dalla Consulta venga ricevuta in Consiglio per un’ udienza annuale.

PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE

La Regione Calabria si impegna a predisporre un Documento strategico contenente metodi e strumenti operativi per la presentazione di “progetti a sportello” da finanziare, ove possibile, nell’ambito delle risorse programmate nel periodo 2007/2013.

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n20906.htm

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’estero (Cgie) – Roma 6 – 9 Novembre 2007 Assemblea Plenaria Cgie: l'Italia non s'e' desta Ultima mattina di lavori per l'Assemblea Plenaria del Cgie

Roma – La quarta ed ultima giornata di lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie si è aperta all’insegna del dibattito sugli ordini

del giorno già affrontati fino ad oggi.

Mauro Montanari, Vice Presidente I Commissione Tematica “Informazione e comunicazione”, si è espresso in merito alla legge sul riordino delle sedi consolari, con dei dati recentissimi. “Parlo solo ora, nonostante il mio intervento fosse previsto per ieri, perché solo oggi dispongo dei dati che vado a sottoporvi”.

“Abbiamo ascoltato la relazione della Commissione Continentale Europa – Africa del Nord. Una relazione preoccupata. Ricordo che siamo il 'sindacato' dei nostri connazionali all’estero, soprattutto dei più bisognosi” osserva. Sottolinea il dovere di contenere la spesa pubblica, ma esorta affinché questa necessità non ricada sempre sulla pelle di chi non ha adeguata rappresentanza. La sua proposta è chiara: “Diminuire il personale di ruolo e aumentare quello a contratto, quindi esterno. Mi sento un sindacalista della gente – prosegue – non del Ministero degli Affari Esteri”.

Riporta numeri precisi: l’Italia occupa nella sua rete consolare 8561 addetti, di cui più di 5000 di ruolo. “La Francia, che non ha vissuto la nostra stessa diaspora, ne ha il doppio, di cui il 36% di ruolo. E spende per questa voce l’1,1 % del suo bilancio. Gli altri paesi vedono nella rete consolare un investimento, e non una iattura”.

Altro punto cruciale della mattinata è l’intervento di Padre Domenico Locatelli, Segretario della I Commissione Tematica “Informazione e Comunicazione”, che presenta il Rapporto Italiani nel mondo 2007, realizzato dalla Fondazione Migrantes. “Lo stiamo presentando nelle università in Italia e all’estero. E’ frutto di un lavoro completo e complesso di ricercatori, docenti ed esperti della materia”. Il volume si compone di quattro capitoli: il primo dedicato ai flussi e alle presenze

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migratorie, per avere il quadro numerico della situazione; il secondo agli aspetti socio-culturali e religiosi; il terzo a quelli economici e sociali; e l’ultimo è dedicato agli approfondimenti tematici su alcuni paesi (quest’anno Inghilterra, Argentina e Australia, nonché un focus sulle regioni italiane). “È affidato a voi, perché non lo mettiate solo in biblioteca”, esorta.

Norberto Lombardi, DS, Consigliere di nomina governativa, invece, interviene in merito alla legge sulla cittadinanza, a lungo discussa nei giorni precedenti. “E’ una delle cose più indicative che il Cgie possa chiedere. Ho solo qualche dubbio sulla soluzione che si propone. Il governo ha assunto questo aspetto con responsabilità politica. La cosa si è fermata forse per timore, probabilmente, anche se la ragione formale è la mancanza di copertura finanziaria”. Franco Santellocco, Presidente della V Commissione Tematica “Formazione, impresa, lavoro e cooperazione”, torna sul rapporto della Fondazione Migrantes. “Un ottimo lavoro, capillare. Nella prossima edizione il rapporto non mancherà di descrivere le nuove realtà che stanno emergendo”. Sottolinea la necessità di nuova linfa nella società italiana, che sta invecchiando. Ricordando che le istanze di riforma costituiscono una battaglia comune. “Serve un rinnovo complessivo e coordinato, non parziale, del sistema dei consolati”.

L’Onorevole Marisa Bafile interviene accoratamente: “Gli italiani che tornano dopo tanto tempo in Italia vengono discriminati, così come vengono discriminati in Italia gli immigrati. Bisogna scuotere una società che è smarrita di fronte alla paura del diverso. L’italiano nel mondo è diventato oro nei paesi che gli hanno permesso di essere non solo braccia ma anche cervello”. Francesco Siddi espone poi i lavori della I Commissione Tematica “Informazione e Comunicazione”, di cui è Presidente. "Il quadro dell’editoria italiana all’estero non è roseo, e lo sottolinea. I finanziamenti sono fermi da anni. Le imprese editrici all’estero hanno finito i contributi”. Un miglioramento, sottolinea, c’è stato, nel corso dell’anno, nell’ambito dell’informazione istituzionale, concretizzatosi in un maggiore interessamento per gli italiani all’estero, anche grazie ad una campagna mirata sulla lingua. Ma sono campagne che devono essere preparate per tempo.

Ed è qui che si infervora la discussione sulla stampa italiana all’estero. Immancabile protagonista, la Rai. In attesa dell’arrivo, a dicembre, di Rai International, più di un consigliere sottolinea il fatto vergognoso che i programmi della Rai – per inciso, anche di Mediaste – all’estero siano criptati. “E’ vero, tanta gente ha visto i funerali di Pavarotti. Ma li hanno anche criptati”. L’invito, alla I Commissione, è di esporre questo problema finalmente in maniera incisiva. Siddi replica: “Siamo d’accordo, dobbiamo farla inserire dal Governo nelle sue priorità”.

Anche Gianluigi Ferretti, AN, Consigliere di nomina governativa, si esprime sulla questione Rai International: “In una recente riunione della Commissione Continentale a Londra, Rai International non è stata una tematica prioritaria. Tutt’altro. E anche Rai News 24, tanto cara al safarista (riferendosi al Vice Ministro Danieli, ndr), è un baraccone fallimentare senza spettatori”. L’Assemblea Plenaria ha chiuso poi i suoi lavori con l’approvazione degli ordini del giorno, inerenti: la copertura assicurativa sanitaria per i cittadini italiani indigenti residenti in Cile, Ecuador e Perù; la questione previdenziale dei frontalieri svizzeri; conferma di una quota in bilancio per i frontalieri nel triennio 2008-2010. Non è mancata la denuncia, da parte del Gruppo Donne Cgie, dell’assenza del Ministro Barbara Pollastrini e delle Parlamentari referenti dei testi del Disegno di Legge sull’Osservatorio delle Donne Italiane all’estero presso il Cgie; la questione della tassazione del passaporto sulla quale il Governo è sollecitato per arrivare alla gratuità per i cittadini stabilmente emigrati; proposte di modifiche alla legge 383/2000 (Disciplina delle associazioni di promozione sociale).

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Il tono minore di questa Assemblea Plenaria è stato vieppiù sottolineato efficacemente dal Consigliere Giacomo Canepa, dal Perù, che ha tuonato: “Che non succeda più di cominciare l’Assemblea Plenaria del Cgie senza l’Inno Nazionale”.

Angela Gennaro - Francesco Giurato / News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2205

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11 Novembre 2007

Fonte : http://www.piemontesinelmondo.org

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12 Novembre 2007

XVI convention delle Camere di Commercio Italiane all'Estero (CCIE) - Livorno 12-14/Novembre 2007 CCIE: "siamo entrati in un circuito virtuoso" Gli interventi della prima mattinata di lavori della Convention, che hanno visto il Presidente di

Assocamerestero nella relazione introduttiva affermare il raggiungimento dellobiettivo politico del riconoscimento da parte italiana della rete delle Camere all'estero

Livorno - La prima mattinata di lavori della XVI Convention Mondiale delle Camere di Commercio degli Italiani all’estero (CCIE) si è svolta all’insegna degli interventi istituzionali, nazionali, e del territorio. Cuore della mattinata, la relazione introduttiva del Presidente di Assocamerestero (l’associazione che raggruppa e rappresenta la rete delle 73 camere di commercio italiane all’estero, riconosciute dal Governo italiano) Senatore Edoardo Pollastri.

Per il territorio che ospita la convention hanno portato il loro saluto Roberto Nardi, Presidente della Camera di Commercio di Livorno; il Sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi; il Presidente di Unioncamere Toscana, Pierfrancesco Pacini; il Comandante dell’Accademia Navale di Livorno, Ammiraglio Cristiano Bettini; Giorgio Kutufà, Presidente della Provincia di Livorno e Federico Gelli, Vice Presidente della Regione Toscana. Gli interventi delle Autorità locali sono stati intervallati da quelli dei Senatori – il Vice Minstro agli Affari Esteri Franco Danieli, il Vice Presidente del Senato Milziade Caprilli, e il Presidente di Assocamerestero il Senatore Edoardo Pollastri - che hanno dovuto anticipare le loro relazioni a causa del contingentamento dei tempi dei lavori parlamentari.

Nel suo intervento il Presidente Nardi ha sottolineato la vocazione commerciale della realtà labronica. “La possibilità di usufruire della rete camerale italiana all’estero come importante strumento che rappresenta la naturale continuazione del lavoro delle Camere italiane. In tal senso – continua il Presidente Nardi - l’opportunità per la città

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di Livorno di intessere nuove relazioni industriali è dimostrata dai più di mille incontri che sono stati realizzati finora”.

Province marittime per eccellenza, Piombino ma soprattutto Livorno si pongono come centro logistico strategico per gli scambi, consentendo di rintracciare qui un nodo cruciale sia verso il sud del nostro paese ma soprattutto verso il nord Italia e l’Europa. "Livorno – conclude il Presidente - si propone come ponte della Toscana, dell’Italia, dell’Europa, soprattutto per quanto riguarda la razionalizzazione delle reti e trasporti”.

Dopo i saluti di benvenuto del Presidente Nardi, la parola è passata al Senatore Milziade Caprilli, Vice Presidente del Senato, il quale ha voluto porre l’attenzione sulle crescenti difficoltà che l’impresa attraversa in epoca di globalizzazione, senza un’adeguata rete che informi, vigili e fornisca gli strumenti utili per poter stare sui mercati; in quest’ottica “preziosa” viene definita la presenza e l’operato di Assocamerestero. Il Senatore Caprilli ha poi analizzato i fattori di crescita dell’impresa italiana, assegnando la centralità all’interno del sistema alle risorse umane, che combinate con le adeguate risorse tecnologiche ed una ininterrotta ricerca della soluzione migliore consentono di far fare al Paese come sistema il salto di qualità. Fondamentale però che tutta l’opera delle Camere all’estero, si innesti in una collaborazione con l’Amministrazione centrale, operando le scelte strategiche in maniera condivisa. In tal senso il Senatore ha voluto descrivere quali siano state le delibere del Governo in materia di Camere di commercio. “E’ vero, a volte i tempi della politica sono di difficile comprensione per chi è abituato a stare sui mercati, con il necessario dinamismo – “confessa” il Senatore, che prosegue – ma in questi anni, il lavoro dei parlamentari italiani eletti all’estero ha accorciato le distanze tra le due realtà e rappresentato un formidabile strumento di coesione tra le parti”.

Il Vice Presidente del Senato ha sottolineato la grande forza rappresentata dalla rete delle Camere di commercio all’estero come “preziose” per la crescita del Paese sui mercati esteri.

Dopo il Senatore Caprilli, è stato il momento del Senatore Franco Danieli, Vice Ministro al Ministero degli Affari Esteri con Delega per gli italiani all’estero.

“Riprendendo la riflessione sulle Camere di Commercio degli Italiani all’estero – afferma il Vice Ministro - credo sia importante sottolineare quale sia la rilevanza del lavoro svolto sia in entrata, fungendo da filtro informativo per chi vuole investire nel nostro paese, nonchè in uscita, per l’erogazione alle imprese di strumenti adatti a operare nel territorio ospitante in armonia con il lavoro portato avanti dall’Ice e dalla rete consolare. Solo così è possibile immaginare delle sinergie che ci consentano di continuare ad affermare i valori del Made in Italy nel mondo”.

Parlando di sistema Italia, il Vice Ministro Danieli ha richiamato l’attenzione su di un problema più volte richiamato a livello nazionale sia dal Ministro del Commercio Internazionale sia dal Ministero degli esteri sia dagli osservatori più attenti: quello relativo alla proliferazione all’estero delle rappresentanze regionali. “Le Ambasciate e i Consolati possono favorire la penetrazione delle Regioni italiane nel mondo, in tal senso però non è necessario avere le ambasciate regionali nel mondo. La moltiplicazione di sedi di rappresentanza regionale non porta vantaggio al movimento economico italiano nel suo insieme ma rappresenta piuttosto uno sperpero di risorse

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che, adeguatamente indirizzate, porterebbero alla crescita dell’intero paese”, ha affermato il Vice Ministro Danieli. “Sarebbe meglio – ironizza il Vice Ministro - avere una Torre Italia e non dieci palazzotti regionali in rappresentanza delle diverse realtà”. Diffusione e tutela del Made in Italy come parole d’ordine per la crescita del sistema. “Sotto l’aspetto delle tutele – ha ribadito il Vice Ministro - voglio dire che l’Amministrazione sta partecipando alla redazione dei decreti sul desk anticontraffazione, continuando a seguire il negoziato europeo sulla denominazione di origine che vede contrapposte le posizioni di quell’Europa mediterranea che spinge per sempre maggiori tutele e l’Europa del nord, tendenzialmente favorevole ad una normativa meno stringente” ha affermato il Vice Ministro.

“L’Italia ha bisogno di difendere la posizione conquistata nelle grandi realtà economiche, ma è necessario anche andare alla conquista dei nuovi mercati; per potere perseguire realisticamente questi obiettivi è necessario innovare, approfittando dell’attrattiva che da sempre esercita il lifestyle italiano nel mondo”. Danieli sottolinea la necessità di introdurre “procedure innovative soprattutto in tema di infrastrutture e reti di comunicazione”. Il Vice Ministro ha concluso il suo intervento richiamando l’impegno del Governo per l’organizzazione della prima Conferenza dei giovani italiani nel mondo,e annunciando la volontà di organizzare la II Conferenza dei parlamentari di origine italiana nel mondo definita dal Senatore Danieli come una formidabile “rete di italicità” con forti capacità lobbistiche ancora sottoutilizzate. A seguire è intervenuto il Sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, il quale ringraziando per la scelta di Livorno a sede 2007 per la Convention, afferma: “La città sente molto le problematiche relative all’internazionalizzazione. Le nostre esperienze di porto come nodo cruciale per secoli di incontro tra popoli e culture richiama a un nostro futuro di internazionalizzazione. Vogliamo dare futuro ai territori valorizzandoli insieme alla rete di imprenditori locali. Il Sindaco Cosimi, sottolineando lo slancio internazionale della città ha proposto ai congressisti le sfide di modernizzazione del territorio cittadino da consumare sullo scenario internazionale”. Dopo l’intervento del Sindaco, Alessandro Cosimi, è stato il turno del Presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufà. Il mondo è un unico grande mercato, ha affermato il Presidente Kutufà, e “l’Italia deve mantenersi forte all’interno di questo spazio. Indispensabile all’interno di questa sfida italiana, il ruolo delle Camere di Commercio italiane all’estero, le quali hanno la responsabilità di raccogliere le nuove sfide”, rappresentate, per quanto attiene l’area tirrenica, soprattutto dalla logistica, dove Livorno ha una collocazione internazionale importante attraverso il suo sistema integrato di porto, aeroporto ed interporto. “Livorno ha una collocazione internazionale e rappresenta un esempio non soltanto dal punto di vista economico ma anche politico di internazionalizzazione positiva, dove non esistono ghetti, non esistono barriere, bensì i ‘conflitti’ vengono gestiti in un contesto di armonizzazione”.

A seguire è intervenuto Cristiano Bettini, Ammiraglio di Divisione, Comandante Accademia navale di Livorno, il quale ha richiamato l’attenzione dei congressisti sul fatto che le navi dell’Accademia navale di Livorno vivono soprattutto all’estero, pertanto conoscendo bene la realtà delle comunità rappresentate dai congressisti. L’ammiraglio ha sottolineato come l’Accademia formi quotidianamente allievi provenienti da diversi paesi del mondo, instaurando in questo modo un continuo scambio di conoscenza e di crescita reciproche. Queste esperienze che dal mondo arrivano a Livorno conducono ad una valorizzazione della tradizione e dell’innovazione,

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tutte esperienze e “valori” che vengono gestiti di comune accordo con le Camere di Commercio locali.

Dopo l’Ammiraglio Bettini, è intervenuto , Federico Gelli Vice Presidente della giunta Regionale Toscana, il quale ha sottolineato come il territorio toscano stia valorizzando le sue potenzialità sui mercati internazionali. Gelli ha parlato di “segnali di crescita dell’export in un contesto in cui particolari settori, quali ad esempio la meccanica trovano particolare spazio sui mercati esteri. In particolare, buono è l’andamento sulle aree emergenti rappresentato da Cina e India. Gelli ha richiamato l’attenzione sulla necessita di maggiori garanzie per l’impresa e il prodotto italiano sul mercato globale. A questo proposito elementi positivi possono venire dall’utilizzo degli strumenti politico finanziari che a livello regionale vengono messi a disposizione delle imprese. Ha chiuso gli interventi delle Autorità locali, Pierfrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana. Pacini ha richiamato il grande ruolo svolto dalle CCIE nella promozione dei territori sul mercato estero. “Un sistema unico al mondo, quello delle CCIE - ha affernato Pacini - non ancora opportunamente valorizzato e utilizzato, ma anche conosciuto, sia a livello nazionale che internazionale”.

Pacini ha poi fatto la radiografia dell’economia toscana molto orientata sia all’internazionalizzazione che passa dal flusso dell’export sia all’internazionalizzazione che passa dall’attrazione di capitali di investimento delle aziende estere, a cominciare dalle multinazionali. È stato poi il momento del Presidente di Assocamerestero, il Senatore Edoardo Pollastri, che ha tenuto la relazione di apertura dei lavori. Il Presidente si è detto molto soddisfatto perché “siamo entrati in un circuito virtuoso” ha affermato. Il Presidente di Assocamerestero ha richiamato quello che ritiene essere il successo raggiunto nel 29007: il riconoscimento da parte di Governo e Parlamento del valore della rete delle 73 camere dislocate in 48 paesi del mondo. Il Senatore Pollastri oltre a richiamare i vari impegni ai quali deve far fronte il sistema camerale all’estero, a cominciare dalla necessità della continua crescita qualitativa, ha richiamato l’attenzione sulla flessibilità, l’agibilità di questa rete sia nel rapportarsi alle istituzioni nazionali e locali italiane sia a rapportarsi al sistema delle imprese. A seguire è intervenuto il Presidente di Unioncamere, Andrea Mondello, il quale ha sottolineato la necessità che il sistema camerale italiano e italiano all’estero si ponga in atteggiamento di ascolto ai bisogni delle imprese, “piccole, troppo piccole” ha affermato “imprese che per competere sui mercati internazionali devono entrare in rete, solo in questo modo possono essere autenticamente competitive”. Mondello ha parlato del “capitalismo delle reti” funzionale alla crescita dell’impresa. Altro problema posto con molta forza dal Presidente di Unioncamere è stato quello relativo al sud del paese definito come “il problema vero del paese”. E’ necessario creare infrastrutture e sicurezza nel sud d’Italia per fare in modo che su queste aree convergano le grandi imprese internazionali a cominciare dalle multinazìonali vale a dire investimenti esteri, i grandi assenti dell’economia locale.

In chiusura è intervenuto il Direttore di Rai International Piero Badaloni per presentare la convenzione che in mattinata era stata firmata con Assocamaerestero. Si tratta di una convenzione volta ad acquisire dal sistema camerale all’estero informazione di qualità da immettere nel circuito di Rai International “per realizzare finalmente quell’informazione di ritorno, di valore, della quale da anni si discute” e che finalmente diventerà una realtà con il rilancio del segnale di Rai International anche in Italia ed Europa previsto per dicembre.

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Badaloni ha sottolineato come l’informazione proveniente dalle business community italiane nel mondo rappresenti l’informazione di qualità in grado di qualificare il sistema di comunicazione diretto al pubblico italiano all’estero ma anche al pubblico italiano sul territorio nazionale.

Francesco Giurato/News ITALIAPRESS Virginia Di Angelantonio/News ITALIAPRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2264&titolo=CCIE

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Politici di origine italiana all'estero, Danieli: una "rete di Italicita'" Danieli annuncia la volonta' di organizzare la seconda conferenza dei parlamentari di origine italiana nel mondo

Il Viceministro degli Affari Esteri con delega per gli Italiani all'estero

Franco Danieli, intervenuto per portare il saluto del governo per i lavori

della XVI Convention Mondiale delle CCIE in svolgimento a Livorno, ha tra

le altre cose, annunciato la volontà di governo e parlamento di

organizzaare, previo reperimento fondi, la seconda conferenza dei

parlamentari di origine italiana nel mondo. Sulla scia della conferenza del 2000 orgazzata proprio

dall'attuale Viceministro Danieli, tale appuntamento richiamerà in Italia tutti i politici di origine italiana

all'estero che sono stati definiti come una "rete lobbistica di italicità di straordinario potenziale che

attende ancora di essere sollecitata e attivata". Da ricordare che nel 2000 il sen Danieli si fece promotore

dell'Associazione dei parlamentari di origine italiana nel mondo.

News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2246&titolo=Politici%20di%20origine%20italiana%20all

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12 Novembre 2007

XVI convention delle Camere di Commercio Italiane all’ Estero (CCIE) – Livorno 12-14/Novembre 2007

Crescere in qualita' per impegnare le Istituzioni sul sistema CCIE

Relazione del Presidente Assocamestero Edoardo Pollastri

Livorno – Con la relazione introduttiva del Presidente di Assocamerestero, Senatore Edoardo Pollastri, si sono aperti ufficialmente i lavori della XVI Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero(CCIE). Il Senatore Pollastri ha fatto un quadro dettagliato della situazione e delle proiezioni future della rete delle 73 Camere di Commercio che Assocamere riunisce e rappresenta, e che sono sparse nei 5 continenti, Camere rappresentative di oltre venticinquemila aziende italiane all’estero, e estere, che intrattengono rapporti d’affari con l’Italia.

Il Presidente si è detto molto soddisfatto perché “siamo entrati in un circuito virtuoso” ha affermato. Il Presidente di Assocamerestero ha richiamato quello che ritiene essere il successo raggiunto nel 2007: il riconoscimento da parte di Governo e Parlamento del valore della rete delle 73 camere dislocate in 48 paesi del mondo. Il Senatore Pollastri oltre a richiamare i vari impegni ai quali deve far fronte il sistema camerale all’estero, a cominciare dalla necessità della continua crescita qualitativa, ha richiamato l’attenzione sulla flessibilità, l’agibilità di questa rete sia nel rapportarsi alle istituzioni nazionali e locali italiane sia a rapportarsi al sistema delle imprese.

“Le nostre Camere di Commercio sono come antenne in attesa dell’arrivo di piccole e medie imprese alle quali danno informazioni e assistenza”prosegue il Presidente Pollastri. “L’Italia dispone di macchine per promuovere se stessa all’estero”, una di queste “macchine” è il sistema camerale, che integrandosi col sistema camerale italiano e con le altre agenzie di promozione del Made in Italy sui mercati internazionali, sta confermando la sua grande forza pro-Italia. Forza, peraltro, che gli viene dalla natura sua propria: essere pezzi di italianità fortemente radicati sul territorio ospite.

Sul problema dei contributi previsti nella legge di bilancio, in questi giorni all’esame del Senato, destinati alle CCIE, il Presidente Pollastri afferma: “Sono rimasto sconvolto, nel 2008 il contributo previsto per le Camere di Commercio è di sedicimila euro, nel 2006 era di

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trentaduemila euro, ci stavano disconoscendo, e abbiamo lavorato perché ci conoscessero nuovamente”, facendo riferimento all’emendamento che ha ottenuto il sostegno del Governo, e che se approvato porterebbe ad una copertura del 38% delle spese delle Camere da parte dell’Amministrazione pubblica italiana.

Richiamando il lavoro svolto durante i due giorni( 10-11 Novembre) di lavori interni del sistema camerale che hanno aperto la XVI Convention, il Senatore Pollastri sottolinea coen tutto il tempo sia stato dedicato alla riflessione sulla crescita e gli strumenti ad essa funzionali della qualità del servizio erogato dal sistema camerale, sia in rapporto alle singole aziende associate, sia in rapporto al sistema istituzionale italiano. “Dobbiamo migliorarci; se chiediamo, dobbiamo poi essere in grado di dare” ha affermato il Presidente Pollastri, facendo riferimento alla qualità del lavoro prestato dal sistema camerale. “Dobbiamo portare il nostro territorio all’estero, abbiamo prodotti tipici che sono il cuore dell’Italia” aggiunge poi “ con l’ICE abbiamo un rapporto sempre migliore” insistendo sulla collaborazione per facilitare la nascita di idee innovative “attraverso la collaborazione con l’ENIT riusciamo a promuovere il turismo nei paesi in cui, con l’aiuto delle Camere di Commercio, è presente il Desk ENIT. Abbiamo avuto un buon incremento di turismo verso l’Italia”, afferma il Presidente; riguardo il futuro auspica “Avremo un sistema più unito, faremo passi avanti per far capire che grande business ed opportunità è investire sulle piccole e medie imprese italiane”.

Francesco Giurato/News ITALIAPRESS Virginia Di Angelantonio/News ITALIAPRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2265&titolo=Crescere%20in%20qualita

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SERVIZI DEL GIORNO 12 Novembre 2007 ore 18.42 Italiani nel Mondo IL VICE MINISTRO DANIELI ALLA CONVENTION DELLE CCIE: AUMENTARE IN FINANZIARIA I FINANZIAMENTI STATALI PER LA PROMOZIONE ALL'ESTERO LIVORNO\ aise\ - C’era anche il Vice Ministro degli Esteri Franco Danieli alla sessione di apertura dei lavori della 16° Convention delle Camere di Commercio Italiane all’estero avvenuta questa mattina all’Auditorium della Camera di Commercio di Livorno. Oltre 160 i delegati provenienti dai 48 paesi delle 73 Camere di Commercio che hanno ascoltato il Vice Ministro che ha portato a Livorno la voce del Governo, mettendo in evidenzia, in particolare, l’impegno del suo Ministero teso ad aumentare in Finanziaria dal 38 ad almeno al 50% i finanziamenti statali per la promozione all’estero, che hanno subito negli scorsi anni forti diminuzioni. "Siamo ben coscienti – ha detto tra l’altro Danieli - della necessità di riuscire a coniugare le politiche per l’innovazione, il dialogo tra le culture ed il sostegno dell’internazionalizzazione del nostro sistema produttivo. Di fronte alle sfide che provengono dalla crescita economica dei Paesi emergenti, non è più possibile pensare di chiudersi e di arroccarsi su posizioni protezioniste". Il Vice Ministro ha poi caldeggiato un "cambio di mentalità" per governare dinamicamente la crescita imponente dei nuovi mercati sfruttando le grandi opportunità che questi offrono. Prezioso per il Vice Ministro il ruolo delle CCIE che svolgono capillarmente "un ruolo di filtro in entrata, delle informazioni sulle aziende e sui loro problemi e in uscita per l’erogazione alle imprese di quei servizi che la sola presenza istituzionale in loco (ambasciate ed Uffici ICE) non può sempre erogare direttamente". Forti gli accenti di Danieli per la valorizzazione del Sistema Italia attraverso una mirata promotion dei grandi "eventi-Paese" e affinché emerga all’estero "l’Italia delle eccellenze" in un quadro di sinergie e collaborazione. "Si tratta di evitare – ha poi concluso il Vice Ministro - che il patrimonio unico simbolicamente rappresentato dal Made in Italy venga diluito nella ricerca di imporre sui mercati internazionali e poco identificabili marchi "regionali" avulsi, dal marchio "Italia"". (aise) Fonte: http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49526

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SERVIZI DEL GIORNO 12 Novembre 2007 ore 15.14 Italiani nel Mondo IL COMITES DEL CILE ESAMINA 11 PROGETTI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE: SOLO TRE QUELLI APPROVATI SANTIAGO\ aise\ - Riunito nei giorni scorsi in seduta straordinaria, il Comites del Cile ha esaminato gli 11 progetti di formazione indirizzati alla circoscrizione consolare di Santiago, inseriti nel bando di concorso del Ministero del Lavoro. Per facilitare l’esame dei singoli fascicoli ed esprimere un parere il più possibile obiettivo, previo il dovuto lavoro in commissione, spiega il Segretario del Comites, Nello Gargiulo, sono stati individuati quattro indicatori di giudizio, una sorta di linee guida per i consiglieri. Il primo di questi "indicatori" riguardava la illustrazione delle competenze professionali da raggiungere, segnalate nei progetti e la conduzione degli studi a titoli e qualifiche che risultino essere di una effettiva spendibilità nel mercato del lavoro cileno. In altri termini, si è considerata la partecipazione del partner con la sua competenza, esperienza nel campo specifico segnalato nel progetto ed il suo riconoscimento in Cile come Ente di formazione accreditato presso gli organismi competenti del Ministero dell’Educazione o del Lavoro, così come in Italia si richiede agli enti proponenti di essere riconosciuti ed accreditati come organismi di formazione. I progetti sono stati poi valutati in base alla chiarezza ed alla linearità nelle sue differenti fasi di realizzazione, il rapporto tra ente proponente dall’Italia ed ente partner o attuante in Cile. Con questo "indicatore" è stata considerata la effettiva partecipazione del partner locale sia nella costruzione come nella fase di realizzazione del progetto. Importanza è stata attribuita alle funzioni segnalate per il partner locale ed alla coerenza con la quota di partecipazione sul totale del progetto che viene attribuita come gestione del partner locale. Ha pesato sul giudizio del Comites anche il costo del progetto e le pari opportunità e, da ultimo, la presenza di proponenti ed attuatori in più di un progetto presentato all’interno della stessa Circoscrizione Consolare, cosa che risulta incompatibile con le linee guida del Bando di concorso.In base a tali criteri, solo 3 progetti degli 11 esaminati hanno riscosso il parere favorevole del Comites. "Anche se tale parere é solo indicativo e non vincolante – scrive Gargiulo a nome del Comitato - ci si augura di poter suggerire alla commissione del Ministero del Lavoro elementi per una scelta oculata di questi intereventi di formazione professionale che vedrebbero la Circoscrizione Consolare del Cile beneficiaria di 1.300.000 euro". (aise) Fonte: http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49497

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12 Novembre 2007 XVI Convention delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) – Livorno 12-14 Novembre 2007

Le istituzioni e il nuovo ruolo di Assocamerestero

Gli interventi di Badaloni, Danieli, Caprilli e Mondello.

Livorno - In conclusione della mattinata di lavori della prima giornata della XVI Convention Mondiale delel Camere Italiane all’Estero (CCIE), è intervenuto Piero Badaloni, Direttore di Rai International. In precedenza era intervenuti il Senatore Franco Danieli, Vice Ministro Affari Esteri con delega per gli italiani all’estero; il Senatore Milziade Caprilli, Vice Presidente del Senato della Repubblica e Andrea Mondello, Presidente di Unioncamere. Il Vice Presidente del Senato, Milziade Caprilli, ha voluto porre l’attenzione sulle crescenti difficoltà che l’impresa attraversa in epoca di globalizzazione, senza un’adeguata rete che informi, vigili e fornisca gli strumenti utili per poter stare sui mercati; in quest’ottica “preziosa” viene definita la presenza e l’operato di Assocamerestero. Il Senatore Caprilli ha poi analizzato i fattori di crescita dell’impresa italiana, assegnando la centralità all’interno del sistema alle risorse umane, che combinate con le adeguate risorse tecnologiche ed una ininterrotta ricerca della soluzione migliore consentono di far fare al Paese come sistema il salto di qualità. Fondamentale però che tutta l’opera delle Camere all’estero, si innesti in una collaborazione con l’Amministrazione centrale, operando le scelte strategiche in maniera condivisa. In tal senso il Senatore ha voluto descrivere quali siano state le delibere del Governo in materia di Camere di commercio. “E’ vero, a volte i tempi della politica sono di difficile comprensione per chi è abituato a stare sui mercati, con il necessario dinamismo – “confessa” il Senatore, che prosegue – ma in questi anni, il lavoro dei parlamentari italiani eletti all’estero ha accorciato le distanze tra le due realtà e rappresentato un formidabile strumento di coesione tra le parti”.

Il Vice Presidente del Senato ha sottolineato la grande forza rappresentata dalla rete delle Camere di commercio all’estero come “preziose” per la crescita del Paese sui mercati esteri. Sono state richiamate dal Senatore “le brillanti dinamiche dell’export italiano”, che si traducono in una crescente capacità di affrontare le crescenti difficoltà della globalizzazione sui mercati internazionali. Il Senatore ha

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sottolineato come l’impegno del Presidente di Assocamerestero, Edoardo Pollastri, eletto al Senato sulla circoscrizione estero, ripartizione America meridionale, abbia grandemente favorito per un verso la “conoscenza” del sistema camerale italiano all’estero in Italia e nei palazzi della politica in particolare, per l’altro verso, proprio grazie a quest’azione, come il sistema delle CCIE sia uscito rafforzato in credibilità e capacità di attrarre finanziamenti pubblici che sono importanti per il sistema grazie a questa nuova condizione che la rete sta acquisendo.

Dopo il Senatore Caprilli, è stato il momento del Senatore Franco Danieli, Vice Ministro al Ministero degli Affari Esteri con Delega per gli italiani all’estero.

“Riprendendo la riflessione sulle Camere di Commercio degli Italiani all’estero – afferma il Vice Ministro - credo sia importante sottolineare quale sia la rilevanza del lavoro svolto sia in entrata, fungendo da filtro informativo per chi vuole investire nel nostro paese, nonchè in uscita, per l’erogazione alle imprese di strumenti adatti a operare nel territorio ospitante in armonia con il lavoro portato avanti dall’Ice e dalla rete consolare. Solo così è possibile immaginare delle sinergie che ci consentano di continuare ad affermare i valori del Made in Italy nel mondo”.

Parlando di sistema Italia, il Vice Ministro Danieli ha richiamato l’attenzione su di un problema più volte richiamato a livello nazionale sia dal Ministro del Commercio Internazionale sia dal Ministero degli Esteri sia dagli osservatori più attenti: quello relativo alla proliferazione all’estero delle rappresentanze regionali. “le Ambasciate e i Consolati possano favorire la penetrazione delle Regioni italiane nel mondo, in tal senso però non è necessario avere le ambasciate regionali nel mondo. La moltiplicazione di sedi di rappresentanza regionale non porta vantaggio al movimento economico italiano nel suo insieme ma rappresenta piuttosto uno sperpero di risorse che, adeguatamente indirizzate, porterebbero alla crescita dell’intero paese”, ha affermato il Vice Ministro Danieli. “Sarebbe meglio – ironizza il Vice Ministro - avere una Torre Italia e non dieci palazzotti regionali in rappresentanza delle diverse realtà”. Diffusione e tutela del Made in Italy come parole d’ordine per la crescita del sistema. “Sotto l’aspetto delle tutele – ha ribadito il Vice Ministro - voglio dire che l’Amministrazione sta partecipando alla redazione dei decreti sul desk anticontraffazione, continuando a seguire il negoziato europeo sulla denominazione di origine che vede contrapposte le posizioni di quell’Europa mediterranea che spinge per sempre maggiori tutele e l’Europa del nord, tendenzialmente favorevole ad una normativa meno stringente” ha affermato il Vice Ministro.

“L’Italia ha bisogno di difendere la posizione conquistata nelle grandi realtà economiche, ma è necessario anche andare alla conquista dei nuovi mercati; per potere perseguire realisticamente questi obiettivi è necessario innovare, approfittando dell’attrattiva che da sempre esercita il lifestyle italiano nel mondo”. Danieli sottolinea la necessità di introdurre “procedure innovative soprattutto in tema di infrastrutture e reti di comunicazione”. Il Vice Ministro ha concluso il suo intervento richiamando l’impegno del Governo per l’organizzazione della prima Conferenza dei giovaniitaliani nel mondo,e annunciando la volontà di organizzare la II Conferenza dei parlamentari di origine italiana nel mondo definita dal Senatore Danieli come una formidabile “rete di italicità” con forti capacità lobbistiche ancora sottoutilizzate. Il Vice Ministro ha sottolineato come la rete camerale all’estero rappresenti un esempio più unico che raro a livello internazionale, un braccio armata dell’internazionalizzazione tricolore nel mondo. Il Vice Ministro ha affrontato

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anche il problema relativo alle risorse finanziarie che il Governo italiano destina al sistema camerale. Tali risorse oggi coprono il 38% delle necessità economiche che il sistema esprime, se saranno approvati gli emendamenti che alla finanziaria sono stati proposti proprio anche dal Presidente Assocamestero Senatore Pollastri. In proiezione il Vice Ministro, personalmente e per conto del Governo si è impegnato a portare tale copertura al 50%.

Crescono le iniziative che vedono collaborare il Ministero degli Affari Esteri e Assocamerestero. Tra queste iniziative la realizzazione a breve di una newsletter che raggiungerà l’intero sistema delle imprese italiane all’estero, i cui contenuti saranno gestiti da Ministero e Assocamerestero. A seguire è intervenuto il Presidente di Unioncamere, Andrea Mondello, il quale ha sottolineato la necessità che il sistema camerale italiano e italiano all’estero si ponga in atteggiamento di ascolto ai bisogni delle imprese, “piccole, troppo piccole” ha affermato “imprese che per competere sui mercati internazionali devono entrare in rete, solo in questo modo possono essere autenticamente competitive”. Mondello ha parlato del “capitalismo delle reti” funzionale alla crescita dell’impresa. Altro problema posto con molta forza dal Presidente di Unioncamere è stato quello relativo al sud del paese definito come “il problema vero del paese”. E’ necessario creare infrastrutture e sicurezza nel sud d’Italia per fare in modo che su queste aree convergano le grandi imprese internazionali a cominciare dalle multinazionali, vale a dire investimenti esteri, i grandi assenti dell’economia locale. Il Presidente Mondello ha confermato lo scetticismo espresso dal Vice Ministro Danieli circa la proliferazione e la frantumazione dell’immagine italiana nel mondo proveniente dalle singole iniziative regionali che, non concertate a livello nazionale, rischiano di vanificare i singoli sforzi e distorcere l’immagine del prodotto italiano. In sintesi non è credibile la promozione delle singole eccellenze regionali se non in un contesto nazionale dove l’afermazione sarà quella del Made in Italy e non del Made in Toscana, Liguria etc… Il Presidente Mondello ha anche affrontato il problema aperto dell’incapacità italiana di fare del turismo la grande forza dell’economia nazionale. Anche in questo caso il problema che determina la debolezza del turismo italiano sul mercato internazionale è rappresentato dall’incapacità della realtà italiana di fare sistema, per cui le varie realtà si presentano all’estero in ordine sparso con dispendio di energie soprattutto finanziarie senza ottenere i risultati sperati. Il Presidente, a sostegno di quanto affermato, porta i dati relativamente al “sorpasso” subito dall’Italia per mano della Francia e della Spagna.

In chiusura è intervenuto il Direttore di Rai International Piero Badaloni per presentare la convenzione che in mattinata era stata firmata con Assocamaerestero. Si tratta di una convenzione volta ad acquisire dal sistema camerale all’estero informazione di qualità da immettere nel circuito di Rai International “per realizzare finalmente quell’informazione di ritorno, di valore, della quale da anni si discute” e che finalmente diventerà una realtà con il rilancio del segnale di Rai International anche in Italia ed Europa previsto per dicembre. Badaloni ha sottolineato come l’informazione proveniente dalle business community italiane nel mondo rappresenti l’informazione di qualità in grado di qualificare il sistema di comunicazione diretto al pubblico italiano all’estero ma anche al pubblico italiano sul territorio nazionale. Il Direttore richiama la necessità di svecchiare l’informazione che vede protagonisti gli italiani all’estero e individua nelle news generate dalle business community lo strumento per passare ‘al XXI secolo di rai International’.

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Francesco Giurato/News ITALIAPRESS Virginia Di Angelantonio/News ITALIAPRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2268&titolo=Le%20istituzioni%20e%20il%20nuovo%20ruolo%20di%20Assocamerestero

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Riccardo Merlo nuovo coordinatore per l’America Latina Roma - Importante riunione del comitato direttivo dell’UNAIE, presieduto dall’on. Franco Narducci, a Treviso. Erano presenti, il presidente emerito On. Dino De Poli, i presidenti onorari Mario Toros e l’avv. Domenico Azzia e gli altri membri del consiglio.

Con un voto unanime è stato scelto l’on. Ricardo Merlo, già membro del Comitato italiani nel mondo della Camera dei deputati, quale coordinatore UNAIE per l’America Latina.

L’Unaie nata nel 1966 raccoglie più di 50 associazioni con sede in Italia e presenti in Europa, Australia, nelle Americhe e in Sudafrica.

Protagonista indiscussa degli ultimi 40 anni nello scenario storico dell’emigrazione italiana, l’Unaie si è distinta nel ruolo di difesa e riconoscimento dei diritti degli emigrati, nella promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo e come mediatore culturale per il coordinamento del rapporto con l’altra Italia. L’on. Ricardo Merlo ringraziando i presenti per la fiducia accordatagli, ha così dichiarato:” A più 40 anni dalla sua fondazione, l’UNAIE continua a svolgere un ruolo centrale per il mondo dell’emigrazione. La sua presenza capillare in tutto il mondo è garantita da associazioni quali- solo per citarne alcune- Abruzzesi, Bellunesi e Campani nel Mondo, Efasce, Ente Friuli, Vicentini, Giuliani, Laziali, Lucchesi e Mantovani nel Mondo, Palermo nel Mondo, Piemontesi, Trentini e Trevisani nel Mondo, Fusie, Migrantes, SiciliaMondo, etc. etc. "Questa nomina arricchisce ancor di più il mio impegno con il mondo dell’Associazionismo, nel quale sono cresciuto e mi sono formato, e che credo sia un motore istituzionale di straordinaria efficacia proiettato verso le nuove generazioni.”

Soddisfatto il Presidente UNAIE on. Franco Narducci che ha sottolineato la necessità della presenza dei coordinatori continentali dell’UNAIE in tutto il mondo

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2257&titolo=Riccardo%20Merlo%20nuovo%20coordinatore%20per%20l’America%20Latina

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SERVIZI DEL GIORNO 12 Novembre 2007 ore 16.53 Italiani nel Mondo IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DEL CONSIGLIERE MONTANARI ALLA PLENARIA DEL CGIE ROMA\ aise\ – Nell’ultima giornata di lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie, che si è tenuta dal 6 al 9 novembre scorsi a Roma, è intervenuto il consigliere Mauro Montanari, vice presidente della I Commissione Tematica "Informazione e comunicazione". Riportiamo di seguito, per utile documentazione, il testo integrale del suo intervento. "Abbiamo parlato molto in questi giorni di ristrutturazione della rete consolare e di provvedimenti di risparmio. Abbiamo ascoltato la relazione della Commissione Continentale Europa Africa del Nord, che con molta preoccupazione si riferiva ai progetti di ridimensionamento della medesima rete. Abbiamo sentito un’ottimo intervento del consigliere Tommasi, che contestava, numeri alla mano, il risparmio effettivo nel caso della chiusura del consolato di Esch. Ricordo a me stesso, anzitutto, e a noi che siamo qui per difendere gli interessi dei nostri connazionali, siamo il loro "sindacato", come qualcuno ha già detto. Vorrei aggiungere che siamo soprattutto il sindacato della gente più semplice, quella con meno difese e che, per questo, non ha mai diritto di parola. Almeno così io intendo il mio mandato. Io mi rendo conto della necessità di contenere la spesa pubblica. È un dovere di tutti noi in quanto cittadini di questo Paese. Mi domando tuttavia se sia lecito risparmiare sempre sulla pelle di chi non ha referenti politici o difese corporative. E mi domando infine se quelli prospettati dall’Amministrazione siano veramente provvedimenti di risparmio. Allora vorrei ripetere qui un suggerimento che è già stato dato. Diminuire il personale di ruolo della rete consolare ed aumentare il personale a contratto locale (esterno). Mi spiego citando alcuni dati. E cercando di confrontarli anche con gli stessi dati riferiti ad altri Paesi europei. Noi sappiamo che il personale in servizio nella rete consolare si divide tra personale con contratto locale, chiamato in termini tecnici "personale esterno", e personale di ruolo inviato dalla Amministrazione centrale. I costi a carico dell’Amministrazione, e quindi del contribuente italiano, sono molto diversi nei due casi. Per personale esterno intendiamo il personale a contratto a tempo determinato, quello a contratto a tempo indeterminato, quello con contratto precario a vario genere.

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La natura degli stipendi è diversa a seconda delle funzioni. Tuttavia possiamo considerare che lo stipendio del personale di ruolo è infinitamente maggiore a parità di mansioni rispetto a quello del personale esterno. Lo stipendio complessivo del personale di ruolo è così composto: c’è una cospicua indennità di sede, a cui si aggiunge lo stipendio metropolitano. Poi si aggiungono una indennità di prima sistemazione, che in genere corrisponde a 3 indennità di sede, c’è una indennità di trasloco, c’è una indennità del 20% per il coniuge a carico e del 5% per i figli, ci sono contributi scolastici e per la ricerca di un appartamento. Il tutto esente da imposte. Per contro, il personale esterno ha contratti che si riferiscono a quello del Paese di riferimento, che in genere in euro costa poco o addirittura molto poco; basti pensare che che ci sono addetti in Algeria che guadagnano 300 euro al mese, mentre in India 200 euro al mese. Io non sono un sindacalista del Mae. Mi sento, dicevo, un sindacalista della gente. Ho citato questi dati soltanto per far capire per quale ragione tutti i Paesi europei hanno una prevalenza del personale esterno su quello di ruolo. Al personale di ruolo è riservata in genere una funzione dirigenziale o di coordinamento. Questo non solo per la citata ovvia ragione di costi, ma anche perché il personale del posto conosce meglio la lingua e la situazione locale. Fa eccezione l’Italia. Vediamo come. L’Italia occupa nella sua rete consolare 8.568 addetti. Di questi 5.021 sono di ruolo (quasi il 60%), mentre 3547 sono esterni. Diversa è la situazione di altri Paesi europei, di grandezza similare. La Francia, che non ha certamente la diaspora italiana, occupa nella sua rete consolare 16.721 addetti, di cui 6251 di ruolo (circa il 36%). La Germania occupa nella sua rete consolare 11.201 addetti, di cui 5.781 di ruolo (circa il 52%). Il Regno Unito occupa nella sua rete 17.000 dipendenti, di cui 6.000 di ruolo (circa 35%). Come vedete, dei grandi Paesi europei, solo la Germania supera il dato del 50%; nessun Paese, come l’Italia, arriva al 60% di personale di ruolo inviato dall’Amministrazione centrale. Ma vorrei aggiungere un altro dato interessante per capire la complessità della situazione: quanto pesa percentualmente, nel confronto tra i diversi Paesi europei, il dato della spesa della rete consolare. L’Italia spende per la sua rete lo 0,23% del bilancio. La Francia spende l’1,01 del bilancio, cioè oltre quattro volte di più di noi. Ma anche la Germania, che non ha la sua Grandeur, le va tuttavia vicino, con lo 0,93% del bilancio. Anche l’Olanda spende lo 0,94% del bilancio. Il Regno Unito, infine, spende nella sua rete consolare lo 0,40% del bilancio. Nessuno di questi Paesi ha, lo ripeto, la diaspora che abbiamo noi. Ciascuno di questi Paesi, però, vede la propria rete consolare come un investimento, non come una iattura. Finisco con un riferimento al consolato di Edimburgo, di cui l’Amministrazione ha annunciato la chiusura. I 10.000 connazionali che risiedono nella circoscrizione saranno da ora in poi costretti a riferirsi a Manchester, cioè a quattro ore di treno dal luogo dove potranno richiedere i servizi che spettano loro. Sarebbe come dire che un cittadino che abita a Milano deve fare il suo passaporto a Roma". (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49511

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SERVIZI DEL GIORNO 12 Novembre 2007 ore 11.06 Italiani nel Mondo "I PUGLIESI NEL MONDO: PROTAGONISTI E TESTIMONI": DALLA REGIONE PUGLIA UN CONCORSO PER LE SCUOLE SULLA STORIA DELL’EMIGRAZIONE REGIONALE BARI\ aise\ - "I Pugliesi nel Mondo: Protagonisti e Testimoni", ovvero una raccolta su materiale cartaceo e filmati delle vicende legate all’emigrazione pugliese. Questo il tema del concorso che il C.R.A.T.E.-Centro Regionale Assistenza E Tutela Degli Emigranti - PUGLIA NEL MONDO "Onlus", ha indetto per gli alunni delle scuole medie inferiori e superiori della Regione Puglia. Fare entrare l’emigrazione italiana nelle scuole, e quindi nello studio sistematico della storia d’Italia con il pieno diritto di un eccezionale fenomeno umano da fissare nella coscienza nazionale, è l’obiettivo del C.R.A.T.E. L’Emigrazione è una risorsa che deve essere patrimonializzata, tutelata e favorita da ogni Stato attraverso una sana e stretta cooperazione. L’obiettivo comune deve essere il favorire una crescita globale, che coinvolga il tessuto sociale, culturale ed economico di ogni Stato. A tal fine, il concorso, dopo il successo riportato dalle tematiche proposte negli scorsi anni, si rivolge a coloro che abbiano conoscenza diretta o indiretta di storie relative alle problematiche menzionate, ed in particolare dei sacrifici, delle speranze di coloro che erano rimasti in Patria. L’impegno dei partecipanti al Concorso sarà evidenziato attraverso attestati, riconoscimenti e la pubblicazione degli elaborati selezionati. L’Associazione CRATE nasce dalla volontà di rappresentare, tutelare, assistere i cittadini italiani residenti all’estero (emigranti), ed i rimpatriati, gli immigrati comunitari ed extracomunitari, gli anziani, i giovani, i rifugiati, i profughi svantaggiati sul piano fisico, sociale, culturale ed economico, nonché la collettività in generale in tutte le questioni di ordine amministrativo, economico, sindacale, sociale e morale. Tutto ciò perché tutti i soggetti sopra elencati costituiscono un patrimonio di esperienze e capacità, nonché una comunità, che la Nazione Italiana e le Nazioni Unite hanno il dovere di tutelare e potenziare per lo sviluppo sociale, culturale, economico, educativo, lavorativo e della cooperazione, nel quadro dei principi sanciti dalle Carte Costituzionali dello Stato Italiano e delle Nazioni interessate. Per il raggiungimento di questo obiettivi il C.R.A.T.E. Promuove la collaborazione e l’unità con tutte le organizzazioni e gli organismi che operano sul piano democratico e perseguono finalità analoghe alle proprie. Persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale a favore dei cittadini italiani emigrati ed immigrati. L’Associazione culturale "C.R.A.T.E. - Onlus" persegue esclusivamente, tra l’altro, finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, attraverso l’assistenza sociale e sanitaria, la prevenzione delle calamità, il primo intervento e pronto soccorso, nonché la promozione della cultura, dell’educazione e dell’istruzione, dell’economia, del progresso, degli studi e ricerche nei confronti dei soggetti immigrati ed emigrati, degli anziani, dei giovani, dei rifugiati e dei profughi svantaggiati sul piano fisico, sociale, culturale ed economico.

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Tra le iniziative nel tempo promosse, il vademecum dell’Emigrazione Pugliese, guida pratica per i pugliesi residenti fuori regione, il concorso indetto nell’anno scolastico 2004 indirizzato agli alunne delle scuole medie di 1° e 2° grado della Regione Puglia teso a sensibilizzare le nuove generazioni all’acquisizione degli eventi che hanno caratterizzato l’emigrazione pugliese nel XX secolo dal titolo "La storia…tante storie", il programma televisivo internazionale denominato "Puglia nel Mondo", sull’emittente televisiva satellitare Puglia Channel, canale 844 di Sky, il venerdì sera alle ore 20.00. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49468

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 212 Anno XIV,

12 Novembre 2007 Convegno parlamentari eletti all'estero a Treviso Come annunciato, UNAIE, Fondazione Cassamarca e UTRIM (Unione Triveneti nel Mondo) hanno organizzato lo scorso 9 novembre nella “Casa dei Carraresi” a Treviso un convegno, che ha visto una buona partecipazione di pubblico, formato soprattutto dalla folta rappresentanza di soci e dirigenti della “Bellunesi nel Mondo”. Interessanti e coinvolgenti gli interventi di Dino De Poli, presidente della Cassamarca, del parlamentare all’estero Ricardo Merlo, del presidente onorario UNAIE Domenico Azzia e soprattutto la dettagliata e profonda relazione di Franco Narducci, presidente dell’UNAIE, che si è soffermato sulle iniziative promosse in Parlamento a favore degli Italiani del Mondo e dell’Associazionismo in emigrazione. Particolare attenzione egli ha dedicato alle proposte di modifica della L. 383 e della L. 153 (vedi sopra), alla riforma della legge sulla cittadinanza, agli sgravi ICI per i residenti all’estero, alle modifiche alla rete consolare, a interventi a favore dei cittadini italiani all’estero in condizione di estrema povertà.

News ITALIA PRESS Fonte: http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2249

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13 Novembre 2007

Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov13.pdf

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SERVIZI DEL GIORNO 13 Novembre 2007 ore 17.35 Italiani nel Mondo RIUNITO A TREVISO IL PRIMO CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’UNAIE GUIDATO DAL NEO PRESIDENTE ON. NARDUCCI (PD) TREVISO\ aise\ - Si è riunito nei giorni scorsi a Treviso, il primo Consiglio Direttivo dell’Unaie, Unione Nazionale delle Associazioni degli Immigrati e degli Emigrati, guidato dall’On. Franco Narducci, eletto Presidente dall’Assemblea tenutasi a Trento lo scorso 28 settembre. Nel corso dell’incontro, cui hanno partecipato anche i presidenti emeriti Sen. Mario Toros ed l’On. Dino De Poli, sono state affrontate svariate tematiche. Prima di discutere il proprio assetto operativo, il Consiglio Direttivo ha valutato alcune iniziative a favore dell’immigrazione e dell’accoglienza e per una maggiore incisività in tal senso chiederà alle associazioni degli immigrati di nominare un proprio rappresentante nel consiglio dell’Unaie. È stato poi affrontato il tema del rapporto tra le associazioni e le Regioni, un aspetto fondamentale per la qualità delle politiche verso le comunità emigrate e per rafforzare il legame tra cittadini emigrati e le istituzioni regionali. L’Unaie al riguardo inoltrerà formale richiesta ad ogni Consulta o comitato regionale per l’emigrazione affinché inserisca nel proprio organico un suo rappresentante. Particolare interesse ed attenzione ha suscitato la discussione sulla proposta di legge volta alla modifica della legge 383/2000 (legge sulla promozione dell’associazionismo sociale); le nuove norme, se approvate, consentiranno la possibilità di estendere i benefici della legge anche ai progetti e alle iniziative di promozione sociale a favore delle nostre collettività nel mondo. L’Unaie, favorevole a dette modifiche, si impegnerà con iniziative ad hoc per sostenere un positivo percorso legislativo. Il Direttivo ha previsto per il futuro un maggior coordinamento tra i giornali delle singole associazioni, riservando molta attenzione alla comunicazione via web; il sito Unaie.it sarà riorganizzato e fungerà da rete globale tra tutte le associazioni aderenti. Il Consiglio ha provveduto poi ad eleggere i vicepresidenti, il direttore generale ed i componenti dell’esecutivo per il triennio 2007-2010. Sono stati eletti vice presidenti, Aldo Degaudenz, Trentini nel Mondo, e Daniele Marconcini, Mantovani nel Mondo; Direttore generale Patrizio De Martin, Bellunesi nel Mondo; Segretario esecutivo Gennaro Maria Amoroso, Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo. L’esecutivo si compone inoltre di Laura Bisso, Associazione Palermo Mondo, con delega alle Pari opportunità e donne in emigrazione; Giampietro Lecchi. Fondazione Franco Verga, con delega per i problemi degli immigrati; Rino Zandonai, Trentini nel Mondo, responsabile politiche per i giovani; Rino Di Bernardo, Fondazione Casa dei friulani di Udine, responsabile dei rapporti con Istituzioni e organismi internazionali; Filippo E. Luchi, Lucchesi nel Mondo, responsabile per i rapporti con le organizzazioni dell’emigrazione all’estero. Il collegio dei Revisori dei conti si compone di Lorenzo Sartori, Trevisani nel Mondo, Manuela Traldi, Mantovani nel Mondo, e Saverio Lo Russo, Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo. Il Consiglio ha nominato presidente onorario per acclamazione, Domenico Azzia, che affiancherà inoltre il Presidente Narducci nei preparativi per le celebrazioni del quarantesimo anniversario dell’Unaie, in programma nel 2008. Infine, il Consiglio ha affidato all’on. Riccardo Merlo, presente all’incontro, il compito di coordinare le Associazioni aderenti all’Unaie nel Sud America. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49591

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 213 Anno XIV,

13 Novembre 2007 III Conferenza Internazionale "Piemontesi nel Mondo" ad Alessandria il 16-17 novembre Aprirà i battenti venerdì 16 novembre ad Alessandria la III edizione

della Conferenza internazionale “Piemontesi nel mondo”,

patrocinata dalla Città e dalla Provincia di Alessandria, dalla Regione Piemonte con la collaborazione della

Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

L'evento, ospitato dal Teatro Comunale della cittadina piemontese, sarà introdotto a partire dalle ore

9.30 dai massimi esponenti locali tra cui il Sindaco Piercarlo Fabbio, i Presidenti di Provincia e Regione

Paolo Filippi e Mercedes Bresso, l'assessore regionale al welfare, lavoro ed immigrazione Teresa

Angela Migliasso ed il Presidente del Consiglio regionale piemontese Davide Gariglio.

A seguire sono in programma relazioni sui temi dei “Giovani e mobilità”, “Internazionalizzazione”,

“Donne e pari opportunità” e “Associazionismo nell'era della globalizzazione” ciascuna delle quali

coordinata da un esperto in materia.

Le tematiche affrontate in sede di relazioni verranno poi approfondite nel pomeriggio in sessioni di gruppi

di lavoro ed analisi.

Le conclusioni e i resoconti dei lavori di ciascuna équipe saranno poi illustrati il giorno successivo, seguiti

da un dibattito generale tra gli ospiti che a sua volta introdurrà l'approvazione dei documenti e degli

ordini del giorno emersi, prevista per la tarda mattinata di sabato.

In chiusura spazio alla musica da sala, con il concerto dell'orchestra d'archi del Conservatorio di musica

“Antonio Vivaldi”.

News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2304

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 213 Anno XIV,

13 Novembre 2007 Mezzo secolo dei Trentini nel mondo «Facendo costante riferimento allo spirito cristiano di servizio, nei suoi cinquant’anni di attività l’Associazione Trentini nel mondo non ha tradito il mandato dei fondatori e della comunità. Ha fatto sentire vicina la terra trentina a centinaia di migliaia di suoi concittadini lontani, ha fatto da ponte fra loro e le istituzioni ha costruito una rete di amicizie, di affetti, di rapporti umani e di interessi materiali ed immateriali di immensa portata e valore, convinta che i tanti trentini all’estero rappresentano un Trentino esteso e una grande opportunità»: con queste parole il presidente della Trentini nel mondo ha concluso la sua relazione in occasione della cerimonia con la quale questa mattina è stato celebrato il 50° anniversario di fondazione dell’Associazione.

Erano oltre trecento le persone presenti presso la sede della Federazione Trentine della Cooperazione, molte delle quali in rappresentanza degli oltre duecento Circoli trentini sparsi in tutto il mondo. E proprio parlando dei Circoli, il presidente Pisoni li ha definiti «la parte maggiore del patrimonio costruito in cinquanta anni» affermando che «costituiscono una rete mondiale di comunicazione fra conterranei, offrono punti di riferimento in ogni parte del mondo, esercitano la solidarietà, possono essere i veri gangli dell’internazionalizzazione del Trentino».

«L’azione e l’impegno dell’Associazione - ha spiegato Pisoni - sono sempre stati guidati dalla convinzione di operare per un mandato implicito conferito dalla comunità trentina che le chiedeva di porsi come suo strumento per instaurare e mantenere rapporti costanti con i concittadini all’estero, per aiutare la mediazione culturale, esercitare la solidarietà, riproporre, in nome della comune origine, storia e cultura

Pisoni ha anche ribadito con forza l’importanza dell’associazionismo precisando che «le migliaia di articolazioni all’estero delle associazioni regionali che si occupano di emigrazione, se aiutate e seguite, possono rappresentare un potenziale immenso anche per la diffusione della lingua e della cultura italiana». Nella sua relazione il presidente ha ripercorso alcune tappe fondamentali della vita dell’Associazione, fondata nel 1957 per iniziativa delle Acli di Trento e di Bolzano, dell’Azione Cattolica, della Pontificia Opera Assistenza e della Democrazia Cristiana di Trento.

Fin dall’inizio – ha ricordato Pisoni - l’Associazione si è sforzata di capire quali fossero realmente le sofferenze e le necessità di chi emigrava Attraverso incontri con i trentini emigrati, furono messi a fuoco i problemi, si fissarono le priorità e si individuarono le istituzioni alle quali rivolgersi per portarli a soluzione. Fra i momenti cruciali Pisoni ha citato il contributo dato nel 1966 dalla Trentini nel mondo alla nascita dell’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati), quando si sentì la necessità di poter contare su un soggetto a carattere nazionale capace di raccogliere le istanze degli emigrati e rappresentarle ai massimi livelli: Parlamento, Governo e Comunità Europea.

Altre pietre miliari nella storia della Trentini nel mondo sono la nascita dei Circoli, che a partire dagli Anni 70 subisce una forte spinta; nel 1975 c’è poi il varo della prima legge provinciale in tema di emigrazione

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che designava i possibili campi d’intervento diretto della Provincia; negli Anni 90 c’è l’avvio di interventi di solidarietà che dai sussidi di sopravvivenza per i più bisognosi si estesero via, via al piano case ed ai progetti di cooperazione allo sviluppo, in risposta ai problemi delle comunità di origine trentina soprattutto nei paesi del Sud America; sempre negli anni 90 all’interno dell’Associazione si dà vita al Gruppo giovani, che con le sue diramazioni in tutto il mondo ha concorso in modo determinante alla riuscita dei congressi mondiali dei giovani voluti dall’Assessorato Provinciale per l’emigrazione nel 1998 e nel 2003.

Subito dopo la relazione del presidente Pisoni, ha preso la parola Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento.

«Il mio – ha affermato con forza il presidente, non vuole essere un saluto rituale; sono qui per ringraziare per questa storia importante, scritta dall’Associazione assieme al Trentino, con tutte le sue componenti. Il grazie va prima di tutto ai fondatori, e a tutte le persone che nel mondo hanno costruito e fortificato con impegno e fiducia questa esperienza. La Trentini nel Mondo – ha proseguito Dellai – ha stabilito rapporti di qualità ed eccellenza con tutti gli emigrati nel mondo, anche perché parlare di emigrazione significa parlare dei grandi passi avanti compiuti dal Trentino. Il progresso della terra trentina non è avvenuto per caso, ma grazie anche agli emigrati, al loro sacrificio, e oggi loro si aspettano che noi siamo all’altezza di questa storia. Gli emigrati oggi, e i loro Circoli nel mondo rappresentano veri giacimenti di memoria cui il Trentino di oggi deve attingere per salvaguardare l’identità e la memoria».

Della ha poi fatto un appello alla Trentini nel Mondo, «perché possa essere custode di questa memoria» ed ha assicurato il sostegno della Provincia in un’ottica di sana autonomia e rispetto dei rispettivi ruoli fra ente pubblico ed associazione.

Viva riconoscenza verso la geniale intuizione di 50 anni fa dei fondatori della Trentini nel Mondo è stata espressa da Iva Berasi, assessore all’Emigrazione della Provincia. «L’Associazione – ha affermato - è nata per vero spirito di solidarietà, per far sentire meno soli gli emigrati; una storia lunga 50 anni e carica di difficoltà, superate attraverso l’unità e la collaborazione dei suoi soci e collaboratori. Tutto questo è oggi un patrimonio incredibile, che si declina in rapporti, amicizie, sostegno economico, formazione professionale e scolastica, supporto giuridico per la richiesta di cittadinanza, legami di solidarietà e cooperazione internazionale».

L’auspicio espresso dall’assessore è che tutto questo possa continuare, nella speranza che si possa arrivare ad unificate le due Associazioni che attualmente operano in Trentino nel campo dell’emigrazione. «Ringrazio la Trentini nel Mondo – ha concluso il suo intervento l’assessore Berasi – perché lungo tutta la sua storia ha fatto in modo che l’albero simbolo dell’emigrazione trentina diventasse grande e fecondo». Un caloroso applauso ha accolto il saluto Rino Zandonai, dal 1990 direttore della Trentini nel Mondo. «Sono momenti come questi – ha affermato con evidente commozione – che danno la carica e trasmettono la forza di continuare nel lavoro. L’Associazione, i Circoli, i collaboratori mi hanno dato tantissimo, mi hanno permesso di crescere, e spero di essere riuscito a dare qualcosa anch’io, garantendo fin da ora la volontà di voler dare tanto anche per il futuro».

All’intervento di Zandonai è seguito un altro momento particolarmente emozionante ed altamente simbolico. A nome dei Circoli del loro paese di provenienza, hanno portato il loro saluto trentini provenienti da Argentina, Belgio, Bosnia Erzegovina, Serbia, Brasile, Cile, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Messico, Nord America (Stati Uniti e Canada), Paraguay, Romania, Svizzera, Uruguay, Italia. Hanno portato il saluto anche un rappresentante dei Circoli ex emigrati e del Gruppo Giovani.

La cerimonia è poi proseguita con un omaggio a Bruno Fronza e Lino Vettori, fondatori e primi firmatari dell’atto notarile che il 10 novembre 1957 vide la nascita della Trentini nel Mondo. Prima della consegna di una targa a ricordo e a perenne riconoscenza per il lavoro profuso nell’Associazione, Bruno Fronza ha voluto salutare i presenti, indirizzando cordiali parole di ringraziamento a quanti, a Trento come nel mondo, hanno tenuto fede all’impegno di solidarietà assunto con la nascita della Trentini nel Mondo, «perché l’emigrato fosse considerato un trentino a tutti gli effetti».

«Senza risparmiarsi - ha ricordato Fronza che dell’associazione è stato vice presidente vicario e poi presidente fino al 1994- si lavorò negli anni per garantire appoggio, sostegno, garanzie e tutele a quanti emigravano, ponendosi a livello nazionale e provinciale quale voce di tutti gli emigrati e delle loro famiglie».

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«Auguro alla Trentini nel Mondo – ha concluso il presidente onorario dell’Associazione – di continuare per il meglio, non venendo meno allo spirito di umiltà, impegno ed entusiasmo con cui ha lavorato in tutti questi anni».

Prima degli interventi delle autorità presenti, un altro momento della cerimonia ha avuto come protagonisti i rappresentanti dei Circoli, che hanno consegnato dei regali alla Trentini nel mondo. «Il mio intervento – ha poi esordito prendendo la parola Dario Pallaoro, presidente del Consiglio Provinciale di Trento – si riassume tutto in due parole: grazie e ancora. “Grazie” per il cammino compiuto nel riannodare i fili della memoria e dell’identità, scongiurando l’oblio della coscienza di un popolo e “ancora”, perché l’Associazione è riuscita negli anni a buttare il cuore al di là degli ostacoli, aprendo prima un sentiero, poi una strada su cui molti oggi si incamminano a passi sicuri» Un breve saluto è stato anche portato da Franz Pahl, Presidente del Consiglio della Regione Autonoma Trentino Alto Adige. «La Trentini nel Mondo – ha detto - ha fatto di tutti i trentini dispersi nel mondo un’unica comunità, viva e aperta. Essa ha tenuto prensente al Trentino i propri figli emigrati ed ha lavorato perché essi fosse ricostruita l’identità e l’amore per la terra di origine». Gli interventi delle autorità presenti sono stati chiusi da quello di mons. Luigi Bressan, Arcivescovo di Trento, da sempre amico e sostenitore della Associazione e degli emigrati in tutto il mondo. Dopo aver letto il saluto inviato all’Associazione dal Santo Padre, mons. Bressan ha ringraziato l’Associazione per le bellissime pagine scritte in questi 50 anni. «Pagine che sono state scritte dai moltissimi emigrati, da chi ha fondato e lavorato per la Trentini nel Mondo, dalle autorità e anche dalla Chiesa trentina, che con i suoi Pastori e missionari ha fatto sentire meno lontana la terra di origine, accompagnando con il supporto della fede i migranti nelle loro vicende». mons. Bressan ha poi portato il saluto personale e un augurio caloroso all’Associazione da parte di mons. Giancarlo Bregantini, di origini trentine, da tredici anni Pastore della Diocesi di Locri- Geraci in Calabria e da pochi giorni chiamato dal Papa a seguire la Diocesi di Campobasso.

La chiusura della manifestazione è stata affidata alla proiezione del documentario “Storie di Mondo”, che è stato co-prodotto dal Museo storico in Trento e da Format – Centro Audiovisivi della Provincia autonoma di Trento.

Il documentario – con la regia di Lorenzo Pevarello e molto apprezzato dal folto pubblico presente in sala - è stato realizzato proprio in occasione del 50° della Trentini nel mondo per ricordare le esperienze che hanno accomunato moltissimi trentini negli anni ´50 e ´60 del secolo scorso.

Il documentario è suddiviso in due parti. Una parte introduttiva descrive la condizione di disagio socio-economico che affliggeva il Trentino nel secondo dopoguerra e la mancanza di possibilità lavorative che potessero permettere un futuro migliore.

Nella seconda vengono descritte alcune esperienze di emigrati: in Belgio, in Svizzera, in Argentina e in Gran Bretagna. Le testimonianze sono di Bruno Braus, Giorgio Cimadon, Cesare Fava, Guglielmo Filippi, Lina Peterlana, Lino Folgheraiter, Maria Ausilia Paolazzi e Luigi Povinelli; arricchite da estratti dai documentari “Paesi Morti”.

Il video è stato molto apprezzato dal folto pubblico presente in sala che ha anche ringraziato con un applauso il “Quartetto di ottoni della Scuola musicale di Primiero”, che aveva aperto la mattinata con l’esecuzione degli Inni d’Europa, d’Italia e del Trentino.

News ITALIA PRESS

Fonte: http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2301

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13 Novembre 2007

XVI Convention delle Camere di Commercio Italiane all'Estero (CCIE) - Livorno 12-14 Novembre 2007 Convention CCIE 2008: Appuntamento a Rimini Livorno - Durante l'ultimo giorno di lavori della XVI Convention della Camere di Commercio Italiane all'Estero (CCIE), come di rito, è

stata resa nota la sede della prossima Convention.

Nel 2008 la città che ospiterà l'appuntamento annuale delle 78 Camere Italiane nel Mondo sarà Rimini. La candidatura è stata avanzata dalla locale Camera di Commercio (CCIAA). Tra le candidature arrivate sul tavolo del Consiglio di Assocamerestero anche Perugia. Candidatura apprezzata ma che non è stato possibile prendere in considerazione in quanto Perugia aveva già ospitato di recente altri appuntamenti della rete camerale. Rimini non era stata ancora toccata dal sistema delle CCIE, e per questo il Consiglio ha accolto favorevolmente tale candidatura.

Alcuni membri del Consiglio sottolineano come sia stata fatta un'attenta riflessione sulla necessità di inserire quanto prima, nel percorso a tappe che vede il sistema camerale italiano all'estero percorrere l'Italia in tutta la sua lunghezza, il Sud del Pease, e nello specifico la Sicilia. Il Sud Italia in questo periodo sta conquistando l'attenzione nazionale e internazionale per la "primavera politica" che proprio l'impresa ha aperto con la sua chiara presa di posizione volta a "pulire" l'economia del territorio dagli inquinamenti malavitosi in favore della legalità e della sicurezza. Tali tematiche, il Consiglio di Assocamerestero le ha ritenute importanti e assolutamente degne di essere valorizzate, anche attraverso la rete camerale all'estero. Le 78 Camere si sono date dunque appuntamento per l'Autunno 2008 nella terra di Fellini.

News ITALIAPRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2343

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14 novembre 2007

Nasce l’Associazione Imprenditori Italo-Lussemburghesi

L'Associazione è stata creata per iniziativa di undici imprenditori intenzionati a rafforzare i rapporti commerciali, culturali, turistici ed imprenditoriali in genere, fra l'Italia ed il Granducato. Già ricca l'agenda per il 2008

Essere un "ponte" concreto di attività commerciali e culturali, turistiche ed imprenditoriali in genere, fra l'Italia ed il Lussemburgo. Questi gli obiettivi con cui è stata creata, nello scorso mese di giugno, la AIIL (Associazione Imprenditori Italo-Lussemburghesi), associazione senza scopo di lucro costituita da 11 imprenditori che

vivono e lavorano nel Granducato.

L'Associazione è già operativa, lavorando principalmente per favorire scambi ed occasioni d'affari tra imprese italiane e lussemburghesi, ed operando in sinergia sia con il Pubblico che con il Privato, sia in Lussemburgo che in Italia.

Già ricca, inoltre, l'agenda per il 2008: l'AIIL sarà infatti presente con un proprio stand a Vakanz 2008 (dal 18 al 20 gennaio), alla Foire du Printemps nel maggio 2008, e sta inoltre progettando numerose iniziative di carattere culturale e gastronomico che avranno luogo nei mesi a venire.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare Maria Grazia Galati, Segretario Generale dell'AIIL, via e-mail all'indirizzo [email protected] oppure telefonicamente al 00352.621.758050; sito internet www.aiil.lu. (ItalPlanet News) Fonte : http://www.italplanet.it/interna.asp?sez=105&info=10138

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14 Novembre 2007 "Monongah 1907. Una tragedia dimenticata” In occasione del centenario verrà presentato il volume al Ministero degli Esteri ROMA, 14 NOV.(Italia Estera) - Il 6 dicembre prossimo cade il centenario della tragedia

mineraria di Monongah (West Virginia - USA), una delle più gravi della storia del lavoro

nell’ultimo secolo. A seguito dell’incendio di due gallerie morirono 361 minatori, in larga

maggioranza immigrati di cui 171 erano italiani. Si tratta, per perdite di vite umane,

dell’incidente minerario più grave nel quale siano stati coinvolti lavoratori italiani, più pesante

della stessa tragedia di Marcinelle (Belgio), dove l’otto agosto 1956 perirono 136 nostri

connazionali.

In vista della commemorazione che il 6 dicembre si terrà a Monongah, il Ministero degli Affari

Esteri sta realizzando una serie di iniziative che, oltre ad onorare il nome e il sacrificio delle

vittime, consenta di recuperare pienamente i risvolti umani e storici di quella vicenda,

coinvolgendo le istituzioni italiane interessate, la comunità italoamericana e le località di

origine dei lavoratori caduti a Monongah. Una di queste iniziative è la realizzazione del volume

“Monongah 1907. Una tragedia dimenticata” promosso dalla Direzione Generale per gli Italiani

all’estero (DGIT) che ricostruisce i fatti e il contesto storico-sociale in cui essi si sono svolti e

raccogliere la documentazione disponibile.

La presentazione del libro avrà luogo il 26 novembre prossimo presso la Farnesina, nella sala

Mappamondi, dalle ore 10,00 alle ore 13,00. Interverranno il Vice Ministro agli Affari Esteri

Sen. Franco Danieli, il Direttore della DGIT Ambasciatore Adriano Benedetti, i Rappresentanti

delle Regioni direttamente interessate e alcuni importanti storici che hanno contribuito alla

realizzazione del volume. Verrà inoltre proiettato un breve documentario, dal titolo

“Monongah:la Marcinelle americana” a cura della FILEF.(Italia Estera) –

Fonte :

http://www.italiaestera.net/modules.php?name=News&file=brevi&sid=4133

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SERVIZI DEL GIORNO 14 Novembre 2007 ore 16.44 Italiani nel Mondo

DAL COORDINATORE NAZIONALE DEL CTIM DI BIAGIO ALCUNE REGOLE PER

"L’ITALIANITÀ"

ROMA\ aise\ - ""Italianità" non può e non deve essere uno slogan, ma un idem sentire ed un’identità di

cui essere, a buon diritto, orgogliosi!

A chi ha, per esigenze personali o familiari ovvero di lavoro, frequentazioni o rapporti di lavoro con Uffici

di rappresentanza dell’Italia all’estero (Ambasciate o Consolati), risulta facile rilevare come la

maggioranza dei Funzionari italiani, che operano in queste sedi o in quelle che si trovano nell’ambito del

Parlamento Europeo, assumano spesso atteggiamenti o si esprimano in termini decisamente più

europeisti che in ragione della loro "italianità"". È quanto afferma oggi Aldo Di Biagio, Coordinatore

Nazionale del CTIM, in un "decalogo ironico e un pò provocatorio", che ha l’obiettivo di far riflettere.

"Alcuni Funzionari, in parole semplici, si dichiarano e si mostrano talmente radicati, nell’animus", continua

Di Biagio, "alla Comunità europea da superare, persino, il fervore e la pulsione di fede europeista sentita

e mostrata dai Padri fondatori della Comunità del carbone e dell’acciaio, nel lontano 1952. In fondo,

oramai, nei cuori e nelle azioni ed intenzioni di tali persone il Paese di nuova, sia pur temporanea,

residenza surclassa di gran lunga quello di origine (l’Italia) come punto costante di riferimento".

Secondo il coordinatore nazionale del CTIM "ciò potrebbe risultare, in qualche modo ed in qualche misura,

comprensibile, anche se non del tutto giustificabile, se, tuttavia, questi connazionali (che sempre tali sono

e rimangono, per quanto la loro vita, umana, familiare e professionale, si svolga, temporaneamente,

all’estero) tengano costantemente in considerazione e rispettino alcuni basilari principi di Italianità".

"È fuor di dubbio", riporta Di Biagio, "che l’incarico affidato ad un Funzionario al di fuori del territorio

nazionale sia da considerarsi una vera e propria opportunità di crescita professionale ed economica (e per

alcuni anche una sorta di scialuppa di salvataggio); tuttavia, la propria attività all’estero deve, comunque

e sempre, essere rivolta e dedicata all’esclusivo, primario interesse della Nazione di origine e dei suoi

Cittadini, che si trovino, temporaneamente o definitivamente, per qualsiasi motivo, lontani dall’Italia".

Infatti "sostenere e supportare il "Sistema Italia" e lavorare, a tale scopo, di concerto e d’intesa con altri

Funzionari ed operatori italiani, non vuol dire volersi schierare per rivendicare l’italianità di Nizza e Pola,

ma significa dover tenere nella giusta considerazione le realtà e le esigenze del nostro Paese rispetto a

quelle di qualsiasi altro territorio sovrano".

Di Biagio è convinto che "anche se è cosa sicuramente opportuna, auspicabile e necessaria la più ampia

integrazione con gli usi ed i costumi del Paese di temporanea residenza", "il Funzionario è sempre e resta,

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comunque, un Italiano e l’Italia deve costituire, nel suo "animus", la Comunità di riferimento, sia pure

nell’osservanza e nel rispetto degli usi, dei costumi e delle leggi del Paese ospitante". Quindi " richiamare

o sottolineare situazioni, obiettivamente difficili e discutibili, di cui l’Italia soffre, da sempre o da recente

data, per carenze reali, strutturali, socio-economiche, geopolitiche, rispetto alle più favorevoli, moderne

ed efficienti condizioni esistenti in altre Nazioni, magari più fortunate o più favorite, non fa onore e,

comunque, non dovrebbe far parte del modo di esprimersi da parte di chi quel Paese, a qualsiasi livello,

rappresenta".

Inoltre l’immagine dell’Italia e dei suoi cittadini all’estero viene danneggiata dalle "divisioni e le barriere in

termini ideologici, politici, per provenienza territoriale e per condizioni socio-economiche diverse". "Le

distinzioni tra guelfi e ghibellini", ricorda Aldo Di Biagio, "le rivalità di campanile, oltre che le diatribe o gli

interessi "di bottega" politica (destra, centro, sinistra) non creano consenso, ma esasperano le situazioni

difficili, rendendole spesso "irrecuperabili", attirando per di più sul nostro Paese il ridicolo e lo scherno di

chi", invece, "dimostra una forte, vincente capacità di andare oltre ai personalismi, a presunte identità

irrinunciabili ed intoccabili, facendo fronte comune e superando ostacoli che, altrimenti, potrebbero far

degenerare le problematiche, mai risolverle o sanarle".

Un incarico di rappresentanza all’estero "non deve e non può dare a colui che l’ha ricevuto (per meriti

personali o per… "grazia ricevuta") la sensazione di onnipotenza e di strafottenza nei confronti del

prossimo, specie se questi è un connazionale". Chi rappresenta l’Italia all’estero, dovrebbe "agire tenendo

sempre presente la propria dimensione umana, oltre che il proprio ruolo pubblico, può aiutare ad

interpretare una funzione che è sempre molto delicata e strategica, a qualsiasi livello e nei confronti di

chiunque essa venga svolta".

Poi, "nei rapporti di lavoro e professionali con persone provenienti dal nostro Paese, non è opportuno, né

lusinghiero sfoggiare capacità ed abilità nel parlare correntemente una lingua estera (inglese, francese,

spagnolo…)", sarebbe meglio "utilizzare l’italiano, anche se non in puro "dolce stil novo", ma lasciando

magari anche trapelare una cadenza o un’inflessione dialettale che, comunque, può agevolare e rendere

più facile la conversazione ed il rapporto con il nostro connazionale, facendolo sentire, anche se lontano

migliaia di chilometri, a "casa"".

Parlando di "chi riveste ruoli ed ha compiti delicati, quanto ardui, nel dover scegliere ed indicare singoli

funzionari per posizioni ed incarichi di particolare responsabilità e di prestigio", il coordinatore nazionale

del CTIM asserisce che dovrebbe "tener sempre presente la professionalità dei soggetti prescelti, oltre

che l’interesse del nostro Paese ad essere rappresentato da persone dotate di adeguate ed idonee

competenze ed esperienze". E non "fare una scelta che derivi da un’insana ed estremamente odiosa

forma di "clientelismo" o, peggio, di "nepotismo".

Dunque, "occorre lavorare, sempre e comunque, con grande umiltà e senso dello Stato, assicurando

costante assistenza, ma anche reali possibilità di contatto e di ascolto a tutti gli italiani che abbiano scelto

di trascorrere parte o il resto della propria vita all’estero, scelta che può rivelarsi un vero e proprio inferno

dantesco, se vengono a mancare o si rivelano carenti i riferimenti elementari, ma essenziali da parte delle

istituzioni, le sole in grado di assicurare e garantire gli indispensabili, dovuti interventi e supporti di

assistenza legale, sanitaria ed economica ai nostri connazionali"

Infine, secondo Aldo Di Biagio, "è opportuno ed auspicabile che ciascuno di coloro che operano all’estero

tenga ben presente che si sta impegnando, con le proprie energie e le proprie professionalità, ma anche

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disponendo delle risorse del Paese, il cui interesse deve essere il primo ed esclusivo riferimento, se si

vogliono ottenere risultati degni dell’attività svolta, di cui, tra l’altro, essere orgogliosi e da rivendicare in

ogni caso". "Ogni personale ed effimero tornaconto", conclude il coordinatore del CTIM, "potrebbe

compromettere la personale professionalità, ma soprattutto l’immagine che si dà dell’Italia in Europa e

nel mondo". (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49676

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INFORM - N. 212 - 14 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Organizzata dal Comites con il patrocinio del Consolato Italiano di Houston (Texas, Usa)

“Passato, Presente e Futuro”: si è svolta a Houston la terza conferenza dei Ricercatori Italiani nel Mondo

HOUSTON - Organizzata dal Comites con il patrocinio del Consolato Italiano di Houston si è tenuta la terza conferenza “Ricercatori Italiani nel Mondo; Passato, Presente e Futuro” il 10 novembre presso la sala auditorium del Consolato Generale d’Italia a Houston.

Un evento aperto a tutti i ricercatori italiani e italoamericani che lavorano all'estero nei diversi campi di ricerca, dalla medicina alla tecnologia,dalla fisica all’ingegneria, e ideato come momento di incontro e di scambio di idee fra i ricercatori e la comunità italiana e italoamericana.

Ad aprire i lavori sono stati il console Cristiano Maggipinto, il presidente del Comites Vincenzo Arcobelli, ed Andrea Duchini membro del Comites e organizzatore della conferenza. Moderatori il prof.Perone, l’ing.Ballerini, l’ing.Papi, il dr.Taglialatela e il consigliere del Comites Rita Fraschini Gli estratti dei lavori sono stati inclusi in una pubblicazione ufficiale disponibili contattando il Consolato di Houston. La conferenza ha anche riconosciuto il contributo degli italiani che lavorano al Texas Medical Center di Houston, uno dei centri di medicina più importanti negli Stati Uniti, soprattutto per la loro ricerca nei campi dell’oncologia e della cardiologia. Ospite d’onore quest’anno alla conferenza il prof. Alberto Devoto , responsabile scentifico all’ Ambasciata italiana a Washington. A Devoto il ringraziamento di Comites e Consolato per aver partecipato all’evento.

(Per gli atti della conferenza :

http://www.mmpdfw.com/files/november13_01_kwbHut.zip)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21232.htm

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14 novembre 2007

A Houston, confronto tra ricercatori italiani "Ricercatori Italiani nel Mondo - Passato, Presente e Futuro" è il titolo della conferenza che

si è svolta sabato scorso, organizzata dal Comites con il patrocinio del locale Consolato Italiano

Si è svolta lo scorso 10 novembre presso la sala auditorium del Consolato Generale d'Italia, a Houston, in Texas, la terza conferenza "Ricercatori Italiani nel Mondo - Passato, Presente e Futuro", organizzata dal Comites con il patrocinio del Consolato Italiano di Houston.

Il Console Cristiano Maggipinto ha aperto la conferenza congiuntamente con il Presidente del Comites Vincenzo Arcobelli, e con Andrea Duchini, membro del Comites e organizzatore della conferenza.

La Conferenza ha costituito un'interessante occasione di incontro e confronto per i diversi ricercatori italiani ed italo-americani che lavorano all'estero, provenienti da diverse parti degli Stati Uniti, impegnati nei più diversi campi di ricerca: dalla medicina alla tecnologia, dalla fisica all'ingegneria. L'incontro è stato inoltre un importante momento per i ricercatori per farsi conoscere dalla comunità Italiana a Houston.

La conferenza ha anche riconosciuto il contributo degli Italiani che lavorano presso il Texas Medical Center di Houston, uno dei centri di medicina più importanti negli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda la ricerca nel campo dell'Oncologia e della Cardiologia. Ospite d'onore di quest'anno, Alberto Devoto, responsabile scientifico dall'Ambasciata Italiana a Washington.

Gli estratti dei lavori sono stati inclusi in una pubblicazione ufficiale disponibile contattando il Consolato di Houston.

E' inoltre possibile scaricare gli atti della conferenza al link:

http://www.mmpdfw.com/files/november13_01_kwbHut.zip

Italplanet News Fonte : http://www.italplanet.it/interna.asp?sez=105&info=10143

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14 Novembre 2007

Newsletter Osservatorio sul lavoro e sulla formazione

degli italiani residenti all'estero

Fonte : http://www.esteri.it/MAE/IT/Italiani_nel_Mondo/Progetto+ITENETs/ArchivioNewletterITENETs.htm

NOTA DI REDAZIONE

Notizie Nazionali

Ministero degli Esteri. Progetti ITENETs e PPTIE: “Buoni Esempi di Sistema” secondo una ricerca condotta

dal Formez Ministero degli Esteri. Piena soddisfazione dal MAE e dalle Regioni per la qualità dei risultati raggiunti dal

Progetto ITENETs Lavoro. Le opportunità pubblicate sul sito del Ministero degli Esteri Formazione. “Euromediterraneo: obiettivi, politiche, strumenti per il dialogo e lo sviluppo” Ministero degli Esteri. Per un’Amministrazione al servizio del cittadino: il Ministero degli Affari Esteri al

COMPA 2007 Formazione. “Diffondere il cinema italiano nel Mondo: progetti formativi per dialoghisti e doppiatori

cinetelevisi” Rassegna Stampa Italiani nel mondo

Notizie

Regionali

Basilicata: Regione Basilicata. Sportello Basilicata a Buenos Aires: pronto a partire il progetto sponsorizzato dal

Presidente Simonetti Molise: Formazione. Master di II Livello in Programmazione Comunitaria Puglia: Regione Puglia. Varato dalla Giunta Regionale il piano 2007 per gli interventi a favore dei pugliesi nel mondo

Regione Puglia. Firmato il Protocollo d'Intesa con la Camera di Commercio della Germania Osservatorio Puglia. Pugliesi pendolari nel Regno Unito C.R.A.T.E.. Concorso “I PUGLIESI NEL MONDO: PROTAGONISTI E TESTIMONI” Formazione. Corsi on-line di informatica con riconoscimento internazionale in lingua italiana Piemonte: Formazione. La Soges Spa conclude con successo il progetto di capacity building CNTC in Algeria Sardegna: Formazione. Scienziati di ventura, Storie di cervelli erranti tra Sardegna e mondo: 20 ricercatori sardi si

raccontano in un libro

Argentina: Formazione. La ricostruzione della memoria Gringa degli italo-argentini: è on line il portale realizzato

dall’Università di Santa Fè Brasile: Formazione. E’ on line la Newsletter n. 20 del Consolato di Rio de Janeiro Canada: Consiglio Generale Pugliesi nel Mondo. I pugliesi di Montreal inaugurano Casa Puglia Francia: CCIE Nice. Inaugurazione del Salone “Vivere” – l’arte di vivere e lo sviluppo sostenibile Germania: Comites. Saluto del Nuovo Presidente Dott.ssa Simonetta Donà

Formazione. Rinascita e.V. invita ai prossimi appuntamenti de “Il laboratorio dell’italiano” Irlanda: Formazione e Lavoro. Anche Campobasso e il Molise sul Sunday Business Post, prestigioso settimanale

economico irlandese. Svizzera: Formazione. I rapporti economici italo-svizzeri: la CCIE di Zurigo organizza un seminario formativo Assocamerestero: Regno Unito: continua il trend positivo del Made in Italy in vetrina al ‘Viva Italia show’ promosso

dalla Camera di Commercio Italiana a Londra Commercio estero. Bene l’export sui mercati extra ue, deficit ridotto del 26%: record di crescita in Russia con + 30,2% e ottima performance complessiva del sistema moda con il tessile che si incrementa del 94%

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15 Novembre 2007

FARNESINA: Quarta Conferenza dei direttori degli Istituti Italiani di

Cultura

Intini: “La cultura italiana è un’energia rinnovabile, ma anche un grande motore per le altre eccellenze dell’Italia”. La Francesca: “Il nostro paese è il primo ad aprire su Second Life un Istituto di Cultura virtuale”. Bafile: “Gli Istituti dovrebbero valorizzare e far conoscere all’Italia la cultura italo- estera”.

ROMA, 15 nov. (Italia Estera) - Alla Farnesina presentazione alla stampa della quarta Conferenza dei Direttori degli Istituti Italiani di Cultura nel mondo. Otto Direttori rappresentativi delle varie aree geografiche, che si ritrovano a Roma per una loro riunione operativa dedicata a fare il punto sulle priorità per la promozione della cultura italiana all’estero, e per riflettere sia sulle potenzialità della rete (ci sono 90 Istituti di Cultura in tutto il mondo) che sull’introduzione delle tecnologie innovative. Ad esempio esiste su Internet, su Second Life, un Istituto di Cultura

virtuale, in cui si sperimenta proprio oggi la possibilità di impartire lezioni di lingua italiana per studenti stranieri. Nel corso di questi tre giorni di lavoro, i Direttori avranno anche incontri con varie Autorità istituzionali e con operatori culturali: un vero e proprio momento di riflessione strategica su quello che gli Istituti di Cultura possono fare muovendo dalle attuali potenzialità della rete, ed alla luce del fatto che molti Paesi, soprattutto nei continenti extra-europei, si attendono molto dall’Italia per gli aspetti culturali. Sarà quindi oggetto di approfondimento anche il tema della più efficace gestione delle risorse. Il vice ministro degli Esteri Ugo Intini ha spiegato che: “Questo appuntamento ci consente di verificare l’efficacia dei nostri sforzi e di mettere in luce come la Farnesina abbia dato vita ad un nuovo corso e ad una riforma dal basso dell’attività degli Istituti di Cultura. "Ci stiamo impegnando per fornire alla rete degli Istituti il giusto prodotto da vendere e da distribuire. Dobbiamo sapere che la cultura italiana è un’energia rinnovabile, ma anche un grande motore per le altre eccellenze della nostra Italia. La cultura, la politica l’economia si tengono strettamente per mano e vanno avanti di pari passo”. Nel corso del briefing da registrare anche l’incontro fra gli otto direttori, scelti dai loro colleghi in rappresentanza delle macroaree geografiche in cui si suddivide la rete, e il presidente della

Commissione Esteri della Camera Umberto Ranieri. I direttori sono stati ricevuti anche dal ministro degli Esteri Massimo D’Alema.

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Previsto un incontro con il vice ministro degli Esteri con la delega per gli Italiani nel Mondo Franco Danieli. La tre giorni di lavoro, che si concluderà sabato 17 novembre, cercherà di approfondire varie arie tematiche, legate alla promozione culturale, linguistica e informativa (arte antica. moderna e contemporanea, cinema, musica, teatro e danza), e di portare avanti una dettagliata analisi dell’uso delle nuove tecnologie da parte degli Istituti di Cultura. Intini ha anche ricordato che per la promozione culturale sono a disposizione solo 20 milioni di euro. Ha aggiunto: “Oggi utilizziamo molto di più le nuove tecnologie e stiamo lavorando per passare da una fase artigianale, nella produzione dei nostri avvenimenti culturali, ad una fase industriale che, attraverso la creazione di un’economia di scala, consenta innanzitutto di promuovere grandi eventi in grado di essere circuitati fra i nostri Istituti dislocati nei vari paesi. Dobbiamo puntare – ha ancora osservato Intini - ad una forte programmazione dal centro e ad un efficace coordinamento della rete, perché adesso ciascuno va per conto proprio. E visto che il made in Italy vive di cultura, anche l’imprenditoria privata dovrebbe fare la sua parte”. Intini ha annunciato anche la firma, da parte del ministero degli Affari Esteri e del ministero per i Beni Culturali, di un’intesa volta a rafforzare la produzione delle iniziative culturali per l’estero. Fra i progetti in via di realizzazione segnalati dal vice ministro la creazione di corsi d’italiano su Cd da distribuire all’estero insieme ai quotidiani stranieri (al programma collabora la Dante Alighieri) e l’attivazione di un unico sito per tutti gli Istituti di Cultura , denominato “Indire”, che consentirà una panoramica delle attività portate avanti in 108 paesi e conterrà materiale didattico per l’insegnamento della lingua italiana. Il direttore generale per la Promozione Culturale Gherardo La Francesca ha parlato della circuitazione degli eventi. Ha sottolineato come al momento questa strategia stia risultando vincente. Ha annunciato anche che la collezione d’arte contemporanea della Farnesina a fine anno partirà per il Sud America. Un’azione culturale, quella del Ministero degli Esteri, che si orienta anche verso la realizzazione di mostre leggere, distribuite su Cd e stampate in loco dai vari Istituti di Cultura, che possono essere esposte in contemporanea da più sedi. Sono inoltre in via di realizzazione “pacchetti d’area” che consentano di portare le nostre iniziative culturali in territori, come i paesi del Golfo o l’Asia Centrale, dove non sono presenti gli Istituti Italiani di Cultura. Di estrema importanza anche la distribuzione agli Istituti di Cultura di materiale televisivo che può essere trasmesso sui canali locali dei vari paesi. Nel concludere La Francesca ha annunciato:“L’Italia è il primo paese al mondo che ha aperto un Istituto di Cultura virtuale su Second Life, la comunità tridimensionale presente su Internet. Il servizio offre agli studenti di tutto il mondo la possibilità di ammirare le nostre opere d’arte e di frequentare corsi di lingua interattivi”. Il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles Francesca Valente ha parlato in qualità di portavoce degli otto rappresentanti delle varie aree: “Gli Istituti italiani di Cultura - ha detto - concorre con il paese ospitante al processo d’integrazione e all’inserimento dei nostri connazionali nelle società di residenza. Il pubblico dell’Istituto è formato da cittadini del nostro paese che per vari motivi risiedono temporaneamente all’estero, dalla comunità locale del paese ospitante e infine dagli emigrati italiani di seconda, terza e quarta generazione, tuttora consapevoli del retaggio culturale dei loro antenati. Nei confronti di questi ultimi - ha spiegato la Valente - la missione dell’Istituto è particolarmente importante e consiste nel curare, da un lato, la loro integrazione nel contesto locale, e dall’altro il recupero e la salvaguardia della loro identità storica”. La Valente ha ricordato che il direttore dell’Istituto deve pianificare a breve e lungo termine l’azione del suo ufficio, cercare di portare sempre a compimento i progetti intrapresi,

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documentare meticolosamente la propria attività culturale, promuovere adeguata informazione e fornire occasioni e luoghi d’incontro per le nostre comunità all’estero. Dopo il saluto del presidente della “Dante Alighieri” ambasciatore Bruno Bottai, che ha giudicato molto positivo il rilancio della promozione culturale intrapresa dal Ministero degli Esteri, la deputata dell’Ulivo Mariza Bafile, eletta all’estero nella ripartizione Sud America, ha stigmatizzato come a volte il lavoro degli Istituti italiani di Cultura sia più rivolto alle comunità locali, piuttosto che alle nostre collettività. Due realtà che invece hanno eguale importanza. “A mio avviso - ha proseguito l’on. Bafile - gli Istituti italiani dovrebbero trasformarsi in un luogo d’incontro delle culture espresse dagli italiani all’estero. Troppo spesso infatti in questi uffici non c’è conoscenza delle eccellenze artistiche e culturali che esprimono le nostre comunità. Questo impedisce anche di far arrivare nel nostro Paese l’eco di quanto costruisce positivamente il meticciato fra le culture italiane e quelle locali. Un mondo molto ricco - che l’on. Bafile ha definito la cultura italo-estera - che invece gli Istituti dovrebbero valorizzare e far conoscere all’Italia”. (Italia Estera) - Fonte :

http://www.italiaestera.net/modules.php?name=News&file=brevi&sid=4152

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INFORM - N. 213 - 15 novembre 2007

ITALIANITA’

Il “decalogo” di Di Biagio (Ctim) per funzionari italiani all’estero

ROMA - Scrive Aldo Di Biagio, coordinatore nazionale del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo: “Ho voluto rendervi partecipi di questo decalogo ironico e un po' provocatorio, senza alcun intento offensivo, con la speranza che possa invitarci a riflettere”.

“Italianità” non può e non deve essere uno slogan, ma un idem sentire ed un’identità di cui essere, a buon diritto, orgogliosi! A chi ha, per esigenze personali o familiari ovvero di lavoro, frequentazioni o rapporti di lavoro Uffici di rappresentanza dell’Italia all’estero (Ambasciate o Consolati), risulta facile rilevare come la maggioranza dei Funzionari italiani, che operano in queste sedi o in quelle che si trovano nell’ambito del Parlamento Europeo, assumano spesso atteggiamenti o si esprimano in termini decisamente più europeisti che in ragione della loro “italianità”. Alcuni Funzionari, in parole semplici, si dichiarano e si mostrano talmente radicati, nell’animus, alla Comunità europea da superare, persino, il fervore e la pulsione di fede europeista sentita e mostrata dai Padri fondatori della Comunità del carbone e dell’acciaio, nel lontano 1952. In fondo, oramai, nei cuori e nelle azioni ed intenzioni di tali persone il Paese di nuova, sia pur temporanea, residenza surclassa di gran lunga quello di origine (l’Italia) come punto costante di riferimento. Ciò potrebbe risultare, in qualche modo ed in qualche misura, comprensibile, anche se non del tutto giustificabile, se, tuttavia, questi connazionali (che sempre tali sono e rimangono, per quanto la loro vita, umana, familiare e professionale, si svolga, temporaneamente, all’estero) tengano costantemente in considerazione e rispettino alcuni basilari principi di ITALIANITA’, ovverosia :

1. E' fuor di dubbio che l’incarico affidato ad un Funzionario al di fuori del territorio nazionale sia da considerarsi una vera e propria opportunità di crescita professionale ed economica (e per alcuni anche una sorta di scialuppa di salvataggio); tuttavia, la propria attività all’estero deve, comunque e sempre, essere rivolta e dedicata all’esclusivo, primario interesse della Nazione di origine e dei suoi Cittadini, che si trovino, temporaneamente o definitivamente, per qualsiasi motivo, lontani dall’Italia;

2. Sostenere e supportare il “Sistema Italia” e lavorare, a tale scopo, di concerto e d’intesa con altri Funzionari ed operatori italiani non vuol dire volersi schierare per rivendicare l’italianità di Nizza e Pola, ma significa dover tenere nella giusta considerazione le realtà e le esigenze del nostro Paese rispetto a quelle di qualsiasi altro territorio sovrano ;

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3. Anche se è cosa sicuramente opportuna, auspicabile e necessaria la più ampia integrazione con gli usi ed i costumi del Paese di temporanea residenza (come potrebbe essere - per esasperare l’esemplificazione – il mangiare la baguette a Parigi o girare a Londra, prudentemente, con l’ombrello, in caso di cielo leggermente nuvoloso), il Funzionario è sempre e resta, comunque, un Italiano e l’Italia deve costituire, nel suo “animus”, la Comunità di riferimento, sia pure nell’osservanza e nel rispetto degli usi, dei costumi e delle leggi del Paese ospitante;

4. Richiamare o sottolineare situazioni, obiettivamente difficili e discutibili, di cui l’Italia soffre, da sempre o da recente data, per carenze reali, strutturali, socio-economiche, geopolitiche, rispetto alle più favorevoli, moderne ed efficienti condizioni esistenti in altri Nazioni, magari più fortunate o più favorite, non fa onore e, comunque, non dovrebbe far parte del modo di esprimersi da parte di chi quel Paese, a qualsiasi livello, rappresenta. Quante volte si sente pronunciare (spesso a ragione e, sicuramente, con validi motivi a supporto…purtroppo!) la frase “In Italia non funziona nulla” da colui che, poco tempo prima di assumere il delicato incarico all’estero, ancora nel nostro Paese, ammetteva : “qui da noi, si vive benissimo, per condizioni ambientali, umane, di produzioni ed anche risorse alimentari naturali disponibili, come in nessun’altra parte del mondo…!”;

5. Le divisioni e le barriere in termini ideologici, politici, per provenienza territoriale e per condizioni socio-economiche diverse danneggiano la nostra Nazione ed indeboliscono, se non distruggono, l’immagine dell’Italia e dei suoi cittadini all’estero. Le distinzioni tra guelfi e ghibellini, le rivalità di campanile, oltre che le diatribe o gli interessi “di bottega” politica (destra, centro, sinistra) non creano consenso, ma esasperano le situazioni difficili, rendendole spesso “irrecuperabili”, attirando per di più sul nostro Paese il ridicolo e lo scherno di chi, invece, a casa propria, pur di fronte a problemi di grande rilievo e di grande emergenza nazionale, dimostra una forte, vincente capacità di andare oltre ai personalismi, a presunte identità irrinunciabili ed intoccabili, facendo fronte comune e superando ostacoli che, altrimenti, potrebbero far degenerare le problematiche, mai risolverle o sanarle;

6. L’aver ottenuto un incarico di rappresentanza all’estero non deve e non può dare a colui che l’ha ricevuto (per meriti personali o per… “grazia ricevuta”) la sensazione di onnipotenza e di strafottenza nei confronti del prossimo, specie se questi è un connazionale. Agire tenendo sempre presente la propria dimensione umana, oltre che il proprio ruolo pubblico, può aiutare ad interpretare una funzione che è sempre molto delicata e strategica, a qualsiasi livello e nei confronti di chiunque essa venga svolta;

7. Nei rapporti di lavoro e professionali con persone provenienti dal nostro Paese, non è opportuno, né lusinghiero sfoggiare capacità ed abilità nel parlare correntemente una lingua estera (inglese, francese, spagnolo…), ma utilizzare l’italiano, anche se non in puro “dolce stil novo”, ma lasciando magari anche trapelare una cadenza o un’inflessione dialettale che, comunque, può agevolare e rendere più facile la conversazione ed il rapporto con il nostro connazionale, facendolo sentire, anche se lontano migliaia di chilometri, a “casa”;

8. Chi riveste ruoli ed ha compiti delicati, quanto ardui, nel dover scegliere ed indicare singoli funzionari per posizioni ed incarichi di particolare responsabilità e di prestigio deve tener sempre presente la professionalità dei soggetti prescelti, oltre che l’interesse del

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nostro Paese ad essere rappresentato da persone dotate di adeguate ed idonee competenze ed esperienze. Per sdebitarsi con parenti, amici (spesso amiche…!) e conoscenti, è sufficiente un regalino…a Natale o a Pasqua, piuttosto che fare una scelta che derivi da un’insana ed estremamente odiosa forma di “clientelismo” o, peggio, di “nepotismo”;

9. Occorre lavorare, sempre e comunque, con grande umiltà e senso dello Stato, assicurando costante assistenza, ma anche reali possibilità di contatto e di ascolto a tutti gli italiani che abbiano scelto, per qualsiasi motivo personale, familiare o professionale, di trascorrere parte o il resto della propria vita all’estero, scelta che può rivelarsi un vero e proprio inferno dantesco, se vengono a mancare o si rivelano carenti i riferimenti elementari, ma essenziali da parte delle istituzioni, le sole in grado di assicurare e garantire gli indispensabili, dovuti interventi e supporti di assistenza legale, sanitaria ed economica ai nostri connazionali;

10. E’ opportuno ed auspicabile che ciascuno di coloro che operano all’estero tenga ben presente che si sta impegnando, con le proprie energie e le proprie professionalità, ma anche disponendo delle risorse del Paese, il cui interesse deve essere il primo ed esclusivo riferimento, se si vogliono ottenere risultati degni dell’attività svolta, di cui, tra l’altro, essere orgogliosi e da rivendicare in ogni caso. Ogni personale ed effimero tornaconto potrebbe compromettere la personale professionalità, ma soprattutto l’immagine che si dà dell’Italia in Europa e nel mondo. (Il Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21346.htm

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INFORM - N. 213 - 15 novembre 2007

INTERVENTI

Franco Santellocco (CGIE): le nuove prospettive per gli italiani all’estero tra formazione professionale e internazionalizzazione

ROMA - Si sono appena conclusi i lavori dell’Assemblea Plenaria del CGIE svoltasi a Roma tra il 6 ed il 9 novembre 2007. Unanime è stato il consenso che è stato registrato per la relazione presentata in materia di formazione professionale prima nella V Commissione “Formazione, impresa, lavoro e cooperazione” e poi nell’Assemblea plenaria.

I risultati ottenuti, grazie all’impegno dell’intero Consiglio, offrono a tutti gli Italiani nel Mondo ed alle loro Associazioni l’opportunità di uscire da una lunga fase di riflessione sul ruolo degli italiani all’estero nella Politica estera e nazionale dell’Italia, per entrare in una fase più operativa. E’ dalla Prima Conferenza degli italiani nel mondo del 2000 che si susseguono gli appelli per una riforma delle linee programmatiche del Governo che prendono le mosse dal mutamento epocale degli italiani all’estero dalla condizione di migranti a quella di “risorsa” per il sistema Italia nel mondo. Citiamo, ma solo per ricordare i passaggi fondamentali, le conclusioni della Conferenza permanente Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE del 2002 e poi quelle della Conferenza del 2005. Ora, il nuovo documento sulla formazione professionale approvato, nel completare lo scenario già tracciato con il “dossier” sull’internazionalizzazione approvato a luglio al quale è strettamente collegato, segna una svolta in senso più operativo e consolida una visione strategica degli italiani all’estero ricca di sviluppi.

L’elemento cardine della nuova strategia è la centralità degli italiani all’estero nei processi di globalizzazione che coinvolgono l’Italia nelle due grandi sfide: quella costituita dagli obiettivi dell’Unione Europea fissati nella Politica di Lisbona e quella dell’internazionalizazione del sistema produttivo, culturale e sociale dagli ambiti del “Vicinato” a quelli della concorrenza dei Paesi ad economia emergente come Cina, India e Brasile. Gli italiani all’estero rischiano di subire gli effetti di queste sfide: da una parte i più deboli vengono spinti verso una progressiva emarginazione, dall’altra vengono disperse le potenzialità rappresentate dal patrimonio imprenditoriale e culturale prodotto da generazioni di lavoratori che hanno affermato l’Italia nel mondo. La formazione professionale può diventare uno strumento di politica estera se riesce a dare una risposta alle attese delle comunità italiane all’estero anche quando, come nei casi citati, si presentano con segno e motivazione diversa, dalla richiesta di sostegno a quella di recupero di valori e di legami verso il Paese d’origine. Con questi obiettivi l’Assemblea plenaria ha promosso un disegno di riforma del sistema formativo degli italiani residenti nei Paesi non appartenenti all’Unione Europea poggiato su quattro direttrici:

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1) l’organico coinvolgimento del CGIE e dei Comites nella formulazione dei bandi attraverso l’analisi dei fabbisogni di formazione,

2) il riconoscimento delle qualifiche rilasciate dai corsi all’estero,

3) la costituzione dell’Albo degli enti di formazione abilitati a partecipare al Bando, 4) un sistema organico di monitoraggio e di controllo dei risultati.

Il disegno di riforma sarà oggetto di approfondimento da parte del CGIE nell’ambito del Comitato che ha preparato il bando di formazione 2007 e verrà, quindi, portato all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni-Province autonome che è deputata a dare indirizzi in questa materia al Ministero del Lavoro. Un’altra occasione di studio e di approfondimento della riforma saranno i quattro Seminari tematici la cui realizzazione è prevista per il 2008. Nello stesso tempo, il CGIE si candida a partecipare alla selezione delle domande di finanziamento che sono pervenute ai Consolati ed al Ministero del Lavoro.

E’ un piano d’azione molto intenso nel quale sarà dato grande rilievo alla situazione dell’imprenditoria italiana nel mondo. Gli imprenditori costituiscono la categoria di connazionali più sensibile agli effetti positivi e negativi della globalizzazione economica. Essi rappresentano la più grande riserva di potenzialità competitiva dell’Italia nel mondo, ma possono anche trasformarsi, se non adeguatamente appoggiata dalle Istituzioni, in una categoria a rischio di occupazione quando subisce la concorrenza internazionale essendo formata prevalentemente di aziende di piccole dimensioni e di lavoratori autonomi. Il bando di formazione 2007 prevede tra i destinatari dei corsi che saranno finanziati anche i lavoratori autonomi e gli operatori economici. Il CGIE si impegnerà nella fase di selezione affinché queste categorie vengano tenute in ampia considerazione soprattutto in quei Paesi in cui essi soffrono per l’inadeguatezza dei legami con l’Italia.

Un altro terreno di impegno del CGIE sarà il supporto al MAE per l’ottenimento dei finanziamenti per il FSE 2007-2013 che sono riservati alla valorizzazione delle competenze delle professionalità italiane all’estero attraverso l’incentivazione di iniziative di gemellaggio e di partenariato con le Regioni. Per completare il quadro delle azioni concrete del CGIE, verrà promossa una intesa con il MAE e con il Ministero dello sviluppo Economico per assicurare un adeguato coinvolgimento delle comunità imprenditoriali italiane all’estero nella programmazione dei Fondi per l’internazionalizzazione che saranno assegnati alle Regioni ed al Ministero per il commercio internazionale. Non verrà trascurato, infine, il proposito già espresso nel “dossier” per l’internazionalizzazione di luglio di sostenere l’attuazione o la riforma della Legge 56 del 2005 “Misure per l’internazionalizzazione delle imprese” d’intesa con il Ministero del commercio internazionale. (Franco Santellocco*-Inform)

* Presidente della V Commissione “Formazione, impresa, lavoro e cooperazione” del CGIE

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21308.htm

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SERVIZI DEL GIORNO 15 Novembre 2007 ore 18.09 Italiani nel Mondo

NARDUCCI (UNIONE) INSODDISFATTO DELLA RISPOSTA DEL GOVERNO

ALL’INTERROGAZIONE SUI CORSI DI LINGUA ITALIANA ALL’ESTERO

ROMA\ aise\ - Non è soddisfatto l'on. Franco Narducci della risposta del Governo alla sua interrogazione

a risposta immediata sulla gestione dei corsi di lingua e cultura italiana all'estero organizzati all'estero per

i figli dei cittadini italiani in età di scuola dell'obbligo, istituiti ai sensi della legge 153 del 1971 e

dell'articolo 636 del decreto legislativo 296 del 1994. In essa, il parlamentare eletto all’estero aveva

evidenziato le disfunzioni prodotte dall’esistenza del doppio canale Mae-Enti Gestori e soprattutto

lamentato il ritardo con cui vengono nominati ogni anno i docenti dall’Italia (vedi aise del 14 novembre

2007 h.11.28).

Per Narducci, infatti, la risposta del Ministero egli Affari Esteri, affidata ieri, 14 novembre, in Commissione

Esteri al sottosegretario Vittorio Craxi (vedi aise del 15 novembre 2007 h.10.43), "si è limitata ad

illustrare la situazione di fatto", sottolineando che "il personale scolastico di ruolo può essere nominato

all'estero sui posti di contingente statale all'inizio di ogni anno scolastico, vale a dire dal primo settembre,

non potendosi prevedere assegnazioni anticipate rispetto al calendario scolastico in vigore in Italia (1

settembre - 3l agosto)".

Nella sua interrogazione Narducci aveva fatto notare che "la prassi seguita dal Ministero degli affari esteri

per l'assegnazione del personale di ruolo, nell'ambito dell'avvicendamento previsto dalla normativa

vigente, risulta largamente tardiva rispetto alle esigenze determinate dal calendario scolastico svizzero,

ma altrettanto accade anche in Germania e in alcuni altri Paesi europei". E, aveva aggiunto, il

parlamentare, "il ritardo con cui i nuovi docenti di ruolo assumono la cattedra, crea difficoltà

organizzative estremamente controproducenti per l'esercizio scolastico e genera malcontento e

disorientamento tra i genitori dei frequentanti, ripetutamente manifestato agli organismi elettivi delle

nostre comunità e ai rispettivi consolati. Le stesse autorità scolastiche dei Paesi ospitanti hanno più volte

sottolineato questa situazione anomala che penalizza la continuità dell'esercizio scolastico, genera

l'abbandono dei corsi soprattutto in quelli a livello elementare, dove comprensibilmente si stabilisce un

vincolo anche affettivo tra i bambini frequentanti e il docente incaricato in attesa dell'arrivo del suo

collega di ruolo".

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Da questo punto di vista e nonostante la generale insoddisfazione, Narducci ha registrato un "impegno"

del MAE che in relazione, al prossimo anno scolastico 2008/2009, "ha assunto l'iniziativa di anticipare

sensibilmente rispetto agli anni precedenti la procedura per la definizione del contingente triennale 2008-

2011 del personale docente da inviare presso le istituzioni scolastiche e culturali italiane all'estero".

Questo, aveva sottolineato Craxi, "contribuirà a velocizzare le procedure di nomina".

Resta però da risolvere la questione della dualità pubblico-privato dell’attuale sistema, che negli anni "ha

alimentato e continua ad alimentare situazioni di precarietà non più tollerabili, sia tra i docenti supplenti

assunti in base alle graduatorie, sia tra i docenti degli Enti Gestori che dopo alcune settimane vedono

ridotte, spesso drasticamente, le ore di docenza loro affidate, dovendole cedere agli insegnati di ruolo, e

di conseguenza le loro esigue fonti esistenziali di reddito".

Nessuna risposta, in definitiva, dal governo su quali iniziative intenda assumere "al fine di eliminare il

doppio sistema di funzionamento operando una scelta non più rinviabile, cioè l'affidamento della docenza

ai soli insegnanti di ruolo o soltanto agli Enti Gestori, nonché tutelare la dignità professionale, le

condizioni di lavoro e l'inquadramento contrattuale dei docenti chiamati a sopperire alle inefficienze del

nostro sistema istituzionale". (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 215 Anno XIV,

15 Novembre 2007

La presentazione del libro “Monongah: dal fatto al simbolo” Con la presentazione del libro “Monongah: dal fatto al simbolo”, in programma domani 15 novembre (ore 17) al Museo “Vittoria Colonna” di Pescara, inizia il programma delle giornate commemorative italo-americane voluto del Cram – Regione Abruzzo per il Centenario della strage mineraria di Monongah (Stati Uniti ): il 6 dicembre 1907, nella “Marcinelle americana” morirono quasi mille minatori, fra cui tanti emigrati italiani e abruzzesi.

Il libro - pubblicato dalla Edizioni Tracce di Pescara per l’Associazione culturale Tholos e scritto da Claudio Palma e Dina Cianci – sarà presentato anche a Boston (Usa), nell’ambito della tre giorni celebrativi del Cram in terra americana, organizzata dalla Federazione della Associazioni abruzzesi in Usa.

Alla presentazione di domani, coordinata da Daniela D’Alimonte (presidente della Tholos), interverranno, insieme agli Autori del libro, i consiglieri regionali Donato Di Matteo (presidente del Cram), Camillo Cesarone e Giuseppe Tagliente (componenti il Cram) e Angelo Di Paolo, l’assessore comunale Massimo Luciani, Nicoletta Di Gregorio, presidente della Tracce, Enzo Fimiani, direttore della Biblioteca “D’Annunzio” di Pescara, e la giornalista Rai Arianna Di Giorgio.

Questo testo su Monongah, Monongah - la più grande tragedia mineraria americana ma anche "tragedia italiana dimenticata" - è una ricostruzione storica semplice, ma fedele e il più possibile completa di quello che accadde in quel piccolo sperduto paese della West Virginia attraverso i documenti disponibili, la ricostruzione e i commenti contemporanei e successivi, inserendola nella vicenda dell’emigrazione italiana, e abruzzese in particolare, e nella dura vita che i nostri immigrati furono “costretti” a condurre in America, nella società e nel mondo del lavoro americano di fine 800 e inizio 900, trattate anch’esse sinteticamente e in modo incisivo e significativo. L’intenzione comune degli autori è di contribuire alla conoscenza e alla diffusione più ampia possibile di un episodio umano che, aldilà degli aspetti tragici di cui è portatore, ha assunto per loro un valore emblematico; e questo valore vogliono comunicare e farne partecipe anche il lettore, soprattutto abruzzese, in quanto è la sublimazione delle sofferenze e dei patimenti sofferti da umili emigranti abruzzesi, diventati vittime incolpevoli della miseria patita in patria, e di una società, come quella americana, che a quei tempi era protesa a diventare la più grande potenza economica del mondo, utilizzando in modo cinico e spregiudicato le forze-lavoro straniere e non solo esse. “Il Cram ha voluto riportare nella giusta considerazione storica ‘l'altra’ esplosione in miniera, la prima ma meno nota, in cui morirono ‘ufficialmente’ 171 emigrati italiani e fra questi molti abruzzesi – afferma Di Matteo - In realtà, è certo che sono morte molte persone in più dei 361 totali (si parla di 956) e fra questi anche bambini e ragazzi. Una tragedia, dunque, ben più grave di quella belga di Marcinelle, praticamente

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finita nell'oblio se non fosse stato per il tenace lavoro di ricerca di un anziano religioso americano, padre Everett Briggs, ben documentato anche in Italia solo recentemente, da una serie di iniziative che vede protagonista la Regione Abruzzo, con l'ex Crei ieri e oggi col nuovo Cram, che mi onoro di presiedere durante la legislatura in cui la Commemorazione giunge al Centenario”.

Dopo Pescara, gli autori del libro e Di Matteo parteciperanno all’incontro su Monongah che il viceministro Franco Danieli (con delega agli Italiani nel mondo) organizzerà a Roma il prossimo 26 novembre. Il volume di Palma e Cianci sarà, quindi, presentato al Centro culturale della “Dante Alighieri” di Cambridge (Boston) il 6 dicembre (ore 18,45), nell’ambito della tre giorni americana (fino all'8) - organizzata da Rosetta Romagnoli, presidente della Federazione degli abruzzesi in Usa e rappresentante del Comites – a cui parteciperà Liborio Stellino, console generale d’Italia. Il Cram sarà rappresentato dai componenti Lucio Ricci (presidente della Filef Abruzzo) e Antonio D’Orazio (Cgil Abruzzo). La celebrazione “abruzzese” su Monongah si aprirà il 6 alle 18,30, con i saluti di Anna Quadri, presidente della “Dante Alighieri”. Dopo il libro, sarà proiettato un documentario sull’emigrazione italiana, con riferimenti a Monongah, del professor Carlo Cipollone, direttore didattico presso il Consolato generale D’Italia a Boston. Alle 19,30 seguirà la conferenza del professor Spencer di Scala, storico e docente all’Università del Massachusetts, noto in Usa per le sue pubblicazioni su personaggi e figure importanti della storia d’Italia. La mattina del 7 novembre sarà aperta da una conferenza sull’energia e l’ambiente tenuta dal professor Achille Renzetti, dell’Enea Abruzzo, seguita da altri incontri e dibattiti con tutti gli ospiti all’Università e all’Associazione abruzzese di Boston. Sarà allestita per l’occasione anche una mostra di immagini storiche e saranno conferite targhe commemorative alle Associazioni regionali più rappresentative delle zone colpite dalla tragedia.

News ITALIA PRESS

Fonte:

http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2427&titolo=La%20presentazione%

20del%20libro%20“Monongah%20dal%20fatto%20al%20simbolo”

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 214 Anno XIV,

15 Novembre 2007 XVI Convention delle Camere di Commercio Italiane all'Estero (CCIE) - Livorno 12-14 Novembre 2007 Le CCIE nel cuore della globalizzazione immateriale Concetti forti e innovativi hanno segnato i lavori del confronto sul business italiano nel mondo che ha impegnato oltre 180 delegati provenienti da tutto il mondo

Livorno – Soft economy, logistica della cultura, globalizzazione immateriale, progetti sfidanti, squadra, retaggio culturale da trasformare in modello di business, italicità, capitalismo delle reti, internazionalizzazione . Sono questi i concetti forti che rappresentano il filo rosso che ha percorso la XVI Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE). “L’Economia dei Territori nella Globalizzazione: Reti e Infrastrutture per competere”. Con questo tema oltre 180 delegati provenienti dalle 73 Camere di Commercio nel mondo si sono riuniti a Livorno per confrontarsi tra loro e con i rappresentanti del Sistema Italia (Aziende, Enti e Istituzioni) facendo il punto sul business italiano nel mondo, dal 10 al prossimo 16 novembre. Nei giorni 12 e 13 si sono svolte le sessioni di lavoro pubbliche; due giornate intense scandite, oltre che dagli interventi delle Istituzioni ed illustri ospiti, da cinque seminari organizzati per discutere delle nuove strategie da adottare in un mercato in continua trasformazione.

“Siamo entrati in un circuito virtuoso” ha detto aprendo i lavori lo scorso lunedì 11 Novembre il Presidente di Assocamerestero ( l’associazione che raggruppa e rappresenta le camere italiane all’estero) Senatore Edoardo Pollastri. “Finalmente l’Italia con il suo sistema istituzionale, ha imparato a riconoscerci e apprezzarci”. Sulla scorta di questa presa d’atto che qualcosa di positivo era accaduto in questi ultimi mesi, tanto da modificare il posizionamento del sistema camerale all’estero nel quadro italiano, sono iniziati i lavori della sessione pubblica che hanno visto alternarsi il Governo nazionale, il Parlamento, e i rappresentanti del Governo e degli Enti Regionali Toscani sulla passerella della XVI Convention. Il Presidente Pollastri ha richiamato l’attenzione sulla flessibilità, l’agibilità di questa rete, a rapportarsi sia alle Istituzioni nazionali e locali italiane sia al sistema delle imprese.“Le nostre Camere di Commercio

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sono come antenne in attesa dell’arrivo di piccole e medie imprese” afferma nella relazione di apertura dei lavori, e ammonisce “Dobbiamo migliorarci; se chiediamo, dobbiamo poi essere in grado di dare”. Un po’ tutti i lavori si sono incentrati sulla necessita di crescita in termini qualitativi per acquisire sempre maggiore credibilità presso le Istituzioni ed aprire un credito da riscuotere tramite il sistema di finanziamento pubblico italiano al sistema camerale italiano all’estero. A questo proposito il Presidente ha fatto riferimento alla finanziaria 2008 in cui è previsto un stanziamento che coprirebbe il 38% delle risorse finanziarie necessarie al sistema camerale italiano all’estero. Obiettivo, raggiungere il 50% entro il 2009.

Obiettivo condiviso dal Governo, presente alla Convention con il Vice Ministro agli Affari Esteri con Delega per gli italiani all’estero, Senatore Franco Danieli, il quale su questo aspetto ha condiviso in pieno la posizione del Presidente Pollastri. Il Vice Ministro ha introdotto, durante i lavori, il concetto di “italicità”. E’ proprio in quest’ottica che Danieli ha manifestato la volontà di organizzare la II conferenza dei politici di origine italiana nel mondo, definiti come “una rete lobbistica di italicità di straordinario potenziale che attende ancora di essere sollecitata e attivata". Il Vice Ministro ha inoltre posto all’attenzione dei convegnisti la duplice funzione svolta dalle CCIE, ossia quella di filtro per le aziende straniere che vogliono investire in Italia ma anche quella di fornitore di strumenti adeguati alla penetrazione delle aziende italiane sui mercati internazionali. Una rete dunque in grado di svolgere una doppia funzione, in ‘entrata’ e in ‘uscita’. Importante, per attrarre investimenti stranieri in Italia come sottolineato dal Segretario Generale della Camera di Commercio italiana in Svizzera Andrea Lotti: ”Ci sono sicuramente spazi per iniziative comuni tra CCIE CCIAA e Camere Miste, non ultimo sul fronte degli investimenti esteri in Italia”. Decisiva, soprattutto in questa seconda importante funzione, la capacità che dovranno dimostrare le imprese e gli altri protagonisti coinvolti (Enti, Consolati, Istituti di cultura) di sapere fare squadra, allo scopo di ottimizzare gli sforzi profusi. Concorde sul punto il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme Istituzionali Onorevole Vannino Chiti, che nel corso del suo intervento è tornato con decisione sull’opportunità di agire sui mercati esteri come ‘Sistema’.

Aspetto rilevante della Convention è stato inoltre quello relativo alla tutela dei marchi, su cui il Governo, per bocca del Vice Ministro si è detto impegnato, a livello nazionale e comunitario, alla realizzazione di un quadro normativo adeguato alle esigenze delle aziende e all’intero Sistema paese. In tal senso numerosi sono stati i riferimenti da parte di altri relatori ed in particolare quello fatto da Davide Cucino, Responsabile Assocamerestero per l’Area Asia e Sudafrica che ha segnalato come il problema della contraffazione sia da considerarsi anche un problema interno al paese, ricordando quanto vasto sia il giro d’affari del “mercato del falso” in Italia.

Centrale, nel corso dei lavori pubblici è certamente stato il seminario dal titolo "Innovazione e sviluppo nella distribuzione all'estero: reti internazionali e forme alternative di distribuzione" che vedeva impegnati alcuni dei protagonisti del mondo delle imprese italiane all’estero ed in cui è stato ribadita la necessità di puntare sulla qualità del Made in Italy. “L‘Italia ha un immenso patrimonio culturale, è stata la nostra storia culturale che ci ha portato all’affermazione dei prodotti, non in quanto tali, ma per la qualità della vita che essi esprimono” afferma Lucio Sacchetti, Presidente della Camera di Commercio Italiana di Vancouver, Edmonton e Calgary, e Responsabile dell’Area Nafta.

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Sempre nell’ottica di un lavoro congiunto, sinergico, da parte di tutte le componenti del Sistema, si è espresso il Presidente di Unioncamere, Andrea Mondello, che ha sottolineato la necessità per il sistema camerale italiano e per quello italiano all’estero di porsi in atteggiamento di ascolto ai bisogni delle imprese, parlando di Capitalismo delle reti, come via da seguire per far sfondare sui mercati internazionali le PMI italiane. Si innesta su questa direttrice l’accordo siglato da Assocamerestero e Rai International, descritto da Piero Badaloni. Il Direttore di Rai International ha definito l’accordo (che prevede la trasmissione sul canale satellitare della Rai di un programma sull’attività delle CCIE) come la possibilità di “realizzare finalmente quell’informazione di ritorno in grado di qualificare il sistema di comunicazione diretto al pubblico italiano all’estero ma anche al pubblico italiano sul territorio nazionale, proponendosi inoltre come lo strumento per passare al XXI secolo di Rai International”. Innovazione coniugata alla cultura dunque, nuovi strumenti, che perfettamente si inseriscono in quella logica di diffusione delle idee su scala globale che ha permeato l’intera sessione pubblica dei lavori. Molti gli interventi tesi a valorizzare questo tipo di scelte, come quello di Michele Satta, imprenditore nel settore vitivinicolo che si è soffermato proprio sull’aspetto culturale della sua attività, descrivendo il valore aggiunto che è in grado di offrire il prodotto Made in Italy, e l’appeal che questo può avere sui mercati internazionali, e sintetizzato nel concetto di logistica della cultura. Cultura non solo come prodotto ma anche come metodo imprenditoriale, strumento in grado di fare competere la galassia italiana delle PMI sui mercati. “Quando c’è un consistente comunità italiana stanziata su di un’area è ovvio che quell’area influenza d’italianità il contesto sociale nel quale vive ed è inserita” ha dichiarato John Gauci-Maistre Responsabile Assocamerestero Area Mediterraneo, sottolineando la necessità, per le aziende italiane, di non ‘rilassarsi’ in quelle aree dove la presenza italiana è forte, perché il dinamismo del mercato e l’intraprendenza dei paesi emergenti potrebbero vanificare il lavoro di anni.

E quando invece l’emigrazione più datata ha segnato il passo alle nuove generazioni, come affrontare il mutamento contestuale? “Il nostro compito è ‘ritrasmettere’ l’italianità a queste nuove generazioni, che l’italianità l’hanno persa, e farlo in chiave moderna, il che non è facile”: questa la ricetta suggerita da Manuel Ascer, Responsabile Assocamerestero Area Mercosur e Cile. Difesa del marchio, capitalismo delle reti, logistica della cultura si è detto; tutti concetti riassunti felicemente in un’unica formula da Ermete Realacci, Presidente di Symbola, che ha definito questo modo di fare impresa “Soft Economy”, intesa come un’economia in grado di coniugare coesione sociale e competitività e di trarre forza dalle comunità e dai territori in un periodo di grande trasformazione caratterizzato dal mercato globale. Proprio sui molteplici aspetti della globalizzazione, molti sono stati gli interventi, tesi ad armonizzare le esigenze d’impresa con un mercato sempre più competitivo e che sempre più spesso si manifesta attraverso dinamiche talvolta invisibili, portando i relatori a parlare di globalizzazione immateriale. Intesa come possibilità di usare le competenze acquisite nelle singole esperienze su una più vasta scala, immettendo nel circuito locale idee ed esperienze raccolte in attività di respiro internazionale. Delle competenze acquisite e del modo di renderle funzionali all’attività d’impresa, soprattutto nella dimensione sovranazionale, ha anche parlato Giorgio Trevisi, Responsabile Assocamerestero per l’Area Patto Andino e Centro America.

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Soffermandosi sulla capacità di intercettare le esigenze dei mercati, attraverso l’analisi delle esperienze, del retaggio culturale messo al servizio del business, Trevisi ha sostenuto che nell'era della globalizzazione, le prime aziende ad aver capito che il retaggio culturale - quello europeo, nella fattispecie in America Latina- può diventare un modello di business vincente sono state le grandi aziende, le multinazionali. Basti vedere quanto accaduto alla pizza piuttosto che al caffè. Intuizione determinata forse dal fatto che si tratta di strutture globali, che si muovono nel mando con una capacità spiccata di intercettare e anticipare le tendenze culturali e del mercato. "Hanno capito come intervenire anche sulle nuove esigenze primarie dei popoli, a partire dalle fasc.e povere, cioè dalle masse, consumatrici di prodotti a basso costo" E a questo proposito Trevisi porta un esempio chiaramente indicativo di questi nuovi percorsi: "Chi non ha abbastanza risorse finanziarie non ha soldi neanche per curarsi, per cui preferisce comprare prodotti a basso costo che gli permettono di allontanare il rischio di insorgenza di malattie. In tutti quei casi si lavora sulla necessità non già di acquistare il piacere, quanto piuttosto di acquistare la salute".

Si è tornati sugli aspetti legati all’internazionalizzazione delle aziende italiane, inteso non solo come approdo stabile, non episodico, delle PMI italiane all’estero, ma anche come modello organizzativo, più razionale e adeguato per stare sui mercati: "La mentalità delle piccole imprese non è adatta al mercato internazionale, riducono l’internazionalizzazione in termini di commercializzazione" sostiene Nicola Caprioni, Presidente della Camera di Commercio Italiana di Nizza, che ‘suggerisce’ la politica dei piccoli passi. Sono stati questi i temi che hanno caratterizzato i lavori del XVI Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, che ha rinviato ad una valutazione delle strategie discusse alla Convention del prossimo anno che si terrà a Rimini. Temi che sono stati analizzati da molteplici punti di vista ma che hanno portato all’unanime conclusione che la strada da seguire per competere sui mercati internazionali è senza dubbio la capacità di immettere nel circuito “progetti sfidanti”, in grado di risultare vincenti grazie alle idee ed alla capacità di affrontare le sfide della globalizzazione del XXI secolo.

Francesco Giurato/News ITALIAPRESS

Fonte :

http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2374&titolo=Le%20CCIE%20nel%20cuore%

20della%20globalizzazione%20immateriale

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SERVIZI DEL GIORNO 15 Novembre 2007 ore 13.41 Italiani nel Mondo

AL PROFESSORE JOSEPH TROPEA IL "PREMIO MONONGAH 2007" ISTITUITO

DALLA FONDAZIONE ITALIA NELLE AMERICHE E DA "GENTE D’ITALIA"

MIAMI\ aise\ - La giuria del Premio Monongah istituito dalla Fondazione Italia nelle Americhe, ente

giuridico non profit, e dal quotidiano delle Americhe, Gente d’Italia, ha deciso di assegnare all’unanimità il

prestigioso riconoscimento al professor Joseph Louis Tropea, 67 anni, titolare della cattedra di sociologia

alla George Washington University.

Il professor Tropea, figlio di un minatore italiano di origini calabresi da più di 40 anni compie ricerche sul

disastro di Monongah, la miniera del West Virginia (Usa) che è stata teatro della più grande catastrofe

della storia mineraria italiana ed americana: alle 9 e 30 del mattino del 6 dicembre del 1907 una

tremenda esplosione causata, sembra dalla mancata aerazione della miniera, provocò la morte di circa

mille minatori, tra i quali almeno quattrocento italiani, 171 accertati.

Il quotidiano delle Americhe "Gente d'Italia", nel 2003, l'ha resa nota al mondo, organizzando anche un

pellegrinaggio a Monongah dei sindaci dei paesi da cui provenivano i nostri minatori, quasi tutti dell'Italia

centrale e meridionale, e un incontro con l’allora Presidente della Repubblica Ciampi.

Il premio-riconoscimento di 5.000 dollari verrà assegnato dal direttore del giornale, Domenico Porpiglia, il

26 novembre prossimo, alla Farnesina, nella sala Mappamondi, alla presenza del Vice Ministro agli Affari

Esteri, Franco Danieli, del Direttore della DGIEPM, Ambasciatore Adriano Benedetti, e dai membri della

giuria del Premio, composta da Paolo Peluffo, Direttore del Dipartimento stampa e comunicazione della

Presidenza del Consiglio, Giampiero Gramaglia, Direttore dell’Ansa; Andrea Pucci, Direttore

dell’Adnkronos; Mauro Mazza, direttore del TG2; Alfonso Roberto Rosseti, direttore Uno Mattina e vice

direttore del TG1; Maurizio Bertucci, vice direttore Rai International; Alfonso Ruffo, direttore Il Denaro;

Mariano Benni, direttore Misna; Bruno Tucci, Presidente ordine dei giornalisti Lazio; Antonio Ghirelli,

editorialista, scrittore; Ennio Caretto, editorialista, scrittore; Federico Guiglia, editorialista, scrittore;

Giorgio Torchia, editorialista, scrittore; Claudio Angelini, direttore dell’Istituto italiano di cultura New

York; Stefania Nardini scrittrice; Nino Petrone, editorialista, scrittore; Angelo Scelso, editorialista,

sottosegretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali del Vaticano; Settembrino Nebbioso,

magistrato; Astolfo Di Amato, titolare della cattedra di Diritto ed economia dei mezzi di comunicazione

all’Università degli studi di Napoli "Federico II".

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"La coltre di silenzio e di abbandono che da circa un secolo era calata sulla vicenda di Monongah è stata

sollevata nel 2003 proprio da "Gente d’Italia", che alla tragedia mineraria ha dedicato molte pagine e,

soprattutto, ha avviato la ricerca sui fatti e sulle persone in esse coinvolte – ha detto il viceministro

Danieli - una ricerca preziosa per la memoria dell’evento e per un primo coinvolgimento delle istituzioni

italiane. Per questo, dando atto a Domenico Porpiglia del suo intuito giornalistico e della passione civile

che mette nel suo lavoro, lo ringrazio pubblicamente per quanto ha fatto e farà per i minatori di

Monongah e per tutti noi". (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-

News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49719

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SERVIZI DEL GIORNO 16 Novembre 2007 ore 18.46 Italiani nel Mondo

III CONFERENZA PIEMONTESI NEL MONDO/ GLI INTERVENTI DELLA

PRESIDENTE BRESSO E DEL CONSULTORE MICHELE COLOMBINO

ALESSANDRIA\ aise\ - "A Barcellona sono stata accolta da una hostess torinese….e la traduttrice era

una ragazza piemontese". Di ritorno da una visita ufficiale nella città spagnola, la Presidente della

regione, Mercedes Bresso ha raccontato questo aneddoto intervenendo questa mattina a conclusione

della prima sessione dei lavori della III Conferenza internazionale dei Piemontesi nel Mondo iniziata

questa mattina ad Alessandria.

Dopo essersi soffermata sulle "peculiarità" dell’emigrazione italiana rispetto ad altri Paesi di matrice

coloniale, e su quanto l’Italia negli anni abbia sottovalutato il tema linguistico, la Bresso ha sottolineato

che "il "Brand Italia", il marchio italiano, è molto apprezzato all’estero, ma c’è anche una crescita dello

studio della lingua italiana nel mondo e la voglia di conoscere la nostra cultura andrebbe maggiormente

sostenuta dalle nostre istituzioni". Importante, per la Presidente della regione, sarebbe la realizzazione di

un network delle professionalità piemontesi, attraverso il quale si potrebbero portare avanti, più

agevolmente, le politiche di internazionalizzazione proposte dalla Regione. Prendendo spunto da reti già

esistenti, come le iniziative enogastronomiche e le reti della ristorazione piemontese, la Bresso ha parlato

di "una sorta di "lobby piemontese" capace di farsi strada e promuovere gli interessi dei piemontesi". In

conclusione, la Bresso ha richiamato l’attenzione sull’America Latina, definendola un laboratorio politico e

sociale di grande interesse per l’Europa, per esempio sul fronte della valorizzazione dei talenti femminili,

citando la recente elezione alla guida dell’Argentina di Cristina Fernandez de Kirchner, dopo quella di

Michelle Bachelet in Cile.

Di associazioni ha parlato invece Michele Colombino, Vicepresidente della Consulta regionale

dell’emigrazione nonché fondatore e presidente della Federazione delle Associazioni Piemontesi nel

Mondo. "Le associazioni – ha sottolineato - vanno sostenute nella nuova dimensione della

globalizzazione: un ventaglio associativo che si è allargato, diventando un ponte privilegiato di

comunicazione. I piemontesi sono collocati ovunque, in vari ambiti: aziende, università, cultura e scienza,

una nuova forza motrice per nuovi progetti di carattere globale". L'emigrazione ora è rappresentata da

una "valigia elettronica" lontana dall'idea dell'emigrato classico. "La cultura dei nuovi rapporti

internazionali, passa attraverso i rapporti personali il cui cuore è insito nell'associazionismo".

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Colombino ha dunque dipinto l’associazionismo come interlocutore diretto delle nuove generazioni e delle

istituzioni: "un compito difficile, di amalgama tra elementi molto diversi, ridefinendo i ruoli e un sistema

di relazione aggiornato e moderno". Sarebbe il ritorno alle origini non anacronistico, dunque, la strategia

vincente del momento da attuare attraverso un dialogo attivo basato sull'innovazione e sulla

comunicazione. "Dobbiamo sviluppare insieme – ha detto in proposito il Vice Presidente della Consulta -

scambi di un sistema di servizio per i Piemontesi all'estero".

Quanto ai giovani, "ci sono, ma – ha ribadito Colombino - vanno incentivati e coinvolti

nell’associazionismo". Nel mondo che cambia, ha osservato, la Regione Piemonte ha una rete di

distribuzione che deve essere tenuta informata per "distinguersi e non estinguersi, per dare vita ad

autentici pezzi di Piemonte nel mondo con rinnovata immagine di sé verso l'interno e l'esterno, portatori

di una identità che non si vuole perdere".

In chiusura, Colombino ha annunciato il riconoscimento di due nuove associazioni di Piemontesi nel

Mondo, quella di Monterrey in Messico e di Tirana in Albania. Associazioni che rappresentato l’immagine

del nuovo associazionismo capace di mediare, puntando sui contenuti della "nostra cultura nel mondo".

Lingua e cultura, ha aggiunto, devono essere il "segno della piemontesità e dell'italianità nel mondo".

"Le Associazioni sono il cemento che tiene unite le comunità in tutto il mondo, anche dopo questa

conferenza – ha concluso - le Associazioni continueranno il loro lavoro sempre con maggior orgoglio".

(aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49815

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16 Novembre 2007

Intervista al Sen. Claudio Micheloni: 'Il mondo politico italiano non conosce la realtà degli italiani nel mondo'

di WALTER CICCIONE

Claudio Micheloni, presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato, sostiene che la Finanziaria, se verrà approvata con gli emendamenti richiesti dai senatori eletti all’estero, segnerà una svolta nella soluzione dei problemi degli italiani all’estero. In una intervista a Walter Ciccione della TRIBUNA ITALIANA, il senatore eletto nella Ripartizione Europa nella lista dell’Unione e residente in Svizzera, avverte sui pericoli che potrebbero esserci per il voto degli italiani all’estero, parla sulla cittadinanza la cui trasmissione dovrebbe fermarsi ai nipoti e del lavoro dei parlamentari

eletti all’estero. Di ce che non è stata fatta la foto di gruppo, ma che hanno garantito la governabilità del Paese.

TRIBUNA ITALIANA - Ci sono state riunioni tra i parlamentari eletti all'estero? Claudio Micheloni - Abbiamo organizzato un paio di incontri, però non al completo, sicuramente più per impegni che per mancanza di volontà. Sono stati incontri informali e non hanno avuto un grande risultato. C’era la speranza di lavorare il più unitariamente possibile, ma oggettivamente è una cosa difficile nel quadro politico italiano perché qui tutto si muove secondo le aree politiche.

Ci sosteniamo volentieri insieme su alcuni punti. Adesso sull'assegno sociale alla Camera, si è fatto un passo unitario. Per un anno siamo stati sia alla Camera che al Senato senza uno strumento operativo per lavorare nelle istituzioni e questo é stato un handicap molto forte perché alla Camera dei Deputati era previsto un sottocomitato della Commissione Esteri che è stato insediato 2 mesi fa, dopo più di un anno! C’è voluto un anno per insediare una cosa che è prevista dal regolamento. Qui al Senato, non era previsto nulla e per creare un comitato e non una commissione

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del Senato per la questione degli italiani all'estero, ci abbiamo messo 15 mesi. Nel Comitato siamo presenti i 6 Senatori dell'estero piú 11 Senatori italiani e questo è estremamente importante. In questo Comitato si ragiona con uno spirito diverso che nelle altre commissioni, parliamo dei problemi ce rcando di limitare l'influenza partitica che, però, dopo riemerge nel momento che i temi arrivano in aula dove è molto difficile lavorare con lo stesso spirito.

T. I. - Non c’è mai scappata una fotografia di gruppo, una sorte di simbolo per gli italiani all'estero per diffondere un'immagine di cordialità tra i nostri 18? C. M. - Non lo abbiamo mai fatto e, ha ragione, come immagine potrebbe essere una cosa da utilizzare. Ma il vero problema non é quello della fotografia e non é neanche quello delle riunioni dei 18. Il vero grosso problema è che il mondo politico italiano non conos ce la realtà degli italiani nel mondo, questa è la vera difficoltà. Quando in politica si affrontano temi la cui base non è conosciuta dai politici locali, diventa difficile concretizzare.

Qui non sanno cosa siamo diventati, cosa sono le nuove generazioni, non conoscono il nostro pro ce sso di integrazione, non hanno idea di quello che rappresentiamo. Ignorano questa realtà e questo rende tutto molto difficile.

Per esempio far capire ai politici che ci sono in alcune parti dei bisogni; che abbiamo ne ce ssità di promuovere la lingua italiana e la cultura e che peraltro abbiamo bisogno anche di servizi nei consolati. E soprattuto debbono capire che siamo una risorsa per il Paese, uno slogan che tutti i politici italiani utilizzano e che noi dobbiamo far diventare una realtà.

T. I. - Con la TRIBUNA ITALIANA abbiamo fatto una serie di tavole rotonde sul tema della risorsa e siamo convinti che lo siamo. Il problema è che se in Italia non lo capiscono dipende da noi farlo conos ce re e forse da voi parlamentari che ci rappresentate. C. M. - In buona parte ha ragione, è responsabilità nostra, ma nella stessa misura lo è anche delle forze politiche che hanno avuto dei contatti, legami con le comunità all'estero, che ci anno sempre visto come un oggetto politico da utilizzare e non come un soggetto politico.

Oggi siamo in Parlamento, siamo dei soggetti politici attivi nel parlamento italiano. Questa novità, non è stata ancora nè capita nè metabolizzata nel mondo politico italiano e neanche da noi.

Qualche volta mi chiedo se noi parlamentari abbiamo coscienza di questa cosa, e me lo chiedo seriamente, non è una battuta perché ho l'impressione che non ci comportiamo sempre da parlamentari della Repubblica in rappresentanza di questa straordinaria risorsa. Un po’ sarà dovuto ai nostri vincoli, un po’ alle difficoltà oggettive che si incontrano, ma questa responsabilità ce l'abbiamo. Ancora oggi, qui in Parlamento, nelle fasi di riflessioni, di discussioni che si stanno avendo sulle riforme delle istituzioni, la tentazione di rimettere in questione il voto all'estero è molto forte. E questa tentazione c’è dopo 18 mesi che i parlamentari esteri sostengono e garantiscono la governabilita del Paese. Non dimentichiamo che se non ci fosse stato il collegio Estero, non è che vin ce va un'altra parte, il Paese era ingovernabile perché

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una Camera aveva una maggioranza e l'altra ne aveva un'altra. Il Paese si sarebbe trovato nel 2006 in una situazione politica estremamente complessa e pericolosa perché bisognava tornare a votare immediatamente con estreme difficoltà. Dunque, malgrado questa realtà, noi abbiamo garantito la governabilita, non faccio un discorso di parte, si è potuto fare un governo. Malgrado questo non c’è la consapevolezza della nostra ne ce ssità in Parlamento.

Questo sarà superficialità del mondo politico italiano che è molto provinciale, che è molto chiuso in se stesso, ma in buona parte e anche responsabilità nostra, che non abbiamo fatto discorsi che ci portano dentro la politica italiana . Io dico sempre ai miei colleghi che non possiamo e non dobbiamo occuparci solo dei problema degli italiani all'estero. Se ci comportiamo in questo modo, diventeremo i rappresentanti di una riserva indiana - senza mancare rispetto agli indiani che mi stanno molto simpatici - non andremo a nessuna parte.

Ma oggi sta cambiando un po’ questo clima. Devo dire in questi giorni, nella seconda Finanziaria che stiamo fa ce ndo, tutti gli emendamenti che abbiamo proposto per gli italiani all'estero, portano le 5 firme dei Senatori, 4 della maggioranza quelli della Unione, più la firma di Pallaro.

Questo e un fatto estremamente positivo e importante. Abbiamo fatto una conferenza stampa tutto il gruppo prima della Finanziaria annunciando che saremo duri, lo abbiamo fatto assieme perché si sta ce rcando questa volta di dare un'immagine migliore, non credo che il problema sia risolto, però si sta tentando di dare un'immagine migliore.

T. I. - Cosa prevede questa Finanziaria per gli italiani all’estero? C. M. - Come era stata presentata inizialmente dal Governo, non ci riservava niente di buono e per questo non ci convin ce va. Ma abbiamo iniziato un lavoro unitario tutti e cinque, abbiamo presentato diversi emendamenti che rispondono alle esigenze urgenti della nostra comunità. Che vanno dalla rete consolare all'assistenza per gli indigenti dell’America Latina. La diffusione della lingua e la cultura. Abbiamo toccato insieme i problemi. E’ un lavoro politico il cui esito dipenderà dalla nostra capacità di difendere gli emendamenti. Le richieste fatte sono importanti. Credo che questa Finanziaria segnerà una svolta nella soluzione dei problemi degli italiani all'estero. Se il governo non dovesse accogliere queste nostre richieste, allora dovremmo fare una valutazione politica del comportamento della delegazione dei senatori della circoscrizione estero nel confronto del governo. Daremo questa valutazione il 15 novembre …

T. I. - Lei parlava delle riforme istituzionali e dei pericoli per il nostro voto... C. M. - C’è un progetto costituzionale che secondo me non ha nessuna probabilità di andare avanti in questa legislatura, però secondo me, e posso sbagliare, spero per l'interesse dell'Italia di sbagliarmi, perché l'Italia ha bisogno di questa riforma, non credo che ci siano le condizioni politiche per farla, ma se si apre questo cantiere bisognerà essere estremamente vigilanti e convin ce nti per far sì che la tentazione trasversale, di ce ntrosinistra e di ce ntrodestra di togliere il voto all’estero, non diventi maggioranza.

T. I. - Quali altri argomenti ci sono sul, tappeto?

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C. M. - Dobbiamo affrontare la riforma del CGIE e dei Comites. Abbiamo avuto una riunione nel Comitato per le questioni degli italiani all'estero del Senato , nella quale abbiamo messo come priorità il lavoro sulle riforme segnalate. Il nostro Comitato ha partecipato alle ultime tre riunioni continentali del CGIE , - Miami, Lussemburgo e Guayaquil -. Per me era importante la participazione dei Senatori italiani e non tanto di quelli dell'estero. Ed in effetti era giusta questa mia spinta perché sono tornati con la convinzione che il CGIE è un organo ne ce ssario, cosa che non credevano prima.

T. I. - Crede realmente che il CGIE sia tanto necesario oggi che abbiamo i nostri parlamentari? C. M. - Non si può prescindere del CGIE perché se lo togli, tagli la possibilità ai parlamentari di funzionare. Il Consiglio rappresenta un gruppo di persone che hanno il ruolo e la competenza di far la sintesi dei Paesi. Si tratta di uno strumento indispensabile se vogliamo essere efficaci nelle rappresentanze. E’ importante un Consiglio Generale di raccordi tra il Parlamento e le comunità nazionali. Non si può immaginare che due senatori, per parlare solo del Senato possano correttamente rappresentare le istanze dell'America Latina o altri due quelle dell'Europa. I continenti sono immensi e le realtà molto diversificate. C’è bisogno di un'altro tipo di strumenti. Il CGIE dev’essere quell'organo che ha la missione di far la sintesi delle potenzialità e delle ne ce ssità di una comunità nazionale e diventare l'interlocutore dei parlamentari e il legame fra i parlamentari e le comunità nazionali. Sono contento della reazione dei senatori italiani che finalmente ac ce ttano che c'è bisogno di un CGIE , ma questa struttura va modificata, trasformata.

T. I. - E come sarebbe questo nuovo CGIE ?

C. M. - Sull'argomento il lavoro è a l'inizio, ci sono molte idee sul tavolo

T. I. - E nel caso dei Comites?

C. M. - Rappresentano le comunità locale e anch’essi vanno modificati. Se prende la legge dei Comites, in teoria possono fare tutto, ma in realtà non possono fare niente. Questa è la situazione di oggi. Io preferisco un Comites che all'inizio gli si di ce "tu puoi fare poco, ma questo poco lo puoi fare" e dunque chiarire i rapporti fra il Consolati e i Comites che non possono essere uno strumento utile se c’è un Console intelligente o che non serve a niente se c’è uno negativo. Bisogna chiarire questi aspetti. Ripeto, dare ai Comites meno funzioni, perché in teoria ne hanno molte ma nella pratica zero, però quelle poche devono averle e devono farle.

T. I. - Un parere sulla nuova legge di cittadinanza italiana? C. M. - Due parole le dico molto volentieri. Il progetto come disegno di legge, è attualmente alla Camera dei Deputati, il lavoro si trova in commissione e riguarda tutti i casi, compresa l’acquisizione della cittadinanza da parte degli immigrati. Abbiamo deciso tutti i parlamentari di mettere dentro la legge i punti che ci toccano a noi italiani all'estero.

Per la cittadinanza degli emigranti la mia posizione, che difenderò quando arriverà al Senato, è che la cittadinanza si può richiedere se qualcuno ha un nonno italiano, e non si può andare al di là di questo. Ci dev’essere poi una corsia preferenziale, a con

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ce ssione praticamente a vista, per un cittadino nato in Italia, che ha dovuto rinunciare nel passato per motivi di leggi di altri Paesi. Risolvere l'annoso problema delle donne prima del 1948. Per me questo deve essere il con ce tto di cittadinanza e dobbiamo capire tutti, in particolare in America Latina che se noi dell'estero non siamo rigidi sulla cittadinanza ci togliamo moltissime probabilità di risolvere altri problemi, perché nel mondo politico italiano c'è una reazione, che, secondo me, è giustissima: qualsiasi legge che ci riguarda, che ha imputazioni di responsabilità dello Stato, economica, sociale, politica ecc. diventa difficile per noi difenderla, se non c'è un quadro chiaro di chi sono e quante sono le persone che a questi diritti potrebbero un giorno fare appello. Se noi continuiamo a raccontarci la favola che 15 milioni di argentini sono di origine italiana, che altri 50 milioni lo sono nel Brasile, ecc. ci raccontiamo una favola che spaventa - e giustamente - al mondo politico italiano. Ho intenzioni di battermi per questa storia. Dobbiamo avere l'onestà di presentare una visione chiara per dire: questa è la platea dei cittadini italiani e a questa viene dato il servizio, vanno riconosciuti i diritti e va valorizzata come risorsa. Per quelli di origine italiana che per altra parte hanno interesse di avere rapporti con l'Italia non hanno bisogno della cittadinanza, del passaporto.

Fonte : http://www.tribunaitaliana.com/?q=node/849

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SERVIZI DEL GIORNO 16 Novembre 2007 ore 15.59 Esteri LA RETE DIPLOMATICA SEMPRE PIÙ VICINA A ROMA: LA FARNESINA ATTIVA IL SERVIZIO VOIP (VOICE OVER INTERNET PROTOCOL) ROMA\ aise\ - Il Ministero degli Affari Esteri ha ultimato le opere infrastrutturali e di sviluppo del sistema di comunicazioni che rendono possibile la trasmissione di voce, dati e immagini via internet, garantendo prestazioni di alta qualità e riduzione dei costi. Il servizio VoIP, acronimo di Voice over Internet Protocol, è stato infatti attivato in questi giorni per le comunicazioni telefoniche tra gli Uffici del Ministero - interni ed esterni al Palazzo della Farnesina - ed un primo lotto di 15 Rappresentanze diplomatico-consolari. La fruizione della VoIP sarà progressivamente estesa a tutte le Sedi all’estero in cui sono presenti le condizioni tecnologiche minime necessarie per l’erogazione del servizio. La VoIP è una tecnologia consolidata ed affidabile e rappresenta uno strumento capace di migliorare i servizi di comunicazione, ottenendo al contempo un risparmio economico, tanto più rilevante per un’Amministrazione che utilizza essenzialmente comunicazioni su tratte internazionali. La soluzione tecnologica adottata offre qualità e livelli di servizio professionali, molto superiori alle prestazioni consentite dai prodotti commerciali comunemente disponibili sul mercato. Attualmente sono incluse le comunicazioni "on-net", cioè tra il Ministero e le Sedi presso cui il servizio è attivo. Successivamente sarà valutata, in base alla convenienza economica, la possibilità di estensione anche alle comunicazioni "off-net", cioè con ogni altro soggetto non compreso nella Rete Internazionale della Pubblica Amministrazione (RIPA). Inoltre, non appena le altre Amministrazioni avranno adottato il Sistema Pubblico di Connettività (SPC) sarà possibile utilizzare la VoIP per le comunicazioni con tutti gli altri Uffici pubblici italiani, a livello centrale e locale. (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49792

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 216 Anno XIV,

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III Conferenza Piemontesi nel Mondo, Alessandria 16 - 17 Novembre I "Nuovi Mobili" Relazione introduttiva al gruppo di lavoro, "Giovani e Mobilita'", di Maddalena Tirabassi, direttrice scientifica del centro Altreitalie

Alessandria - Maddalena Tirabassi, direttrice scientifica del centro Altreitalie delle fondazioni Giovanni Agnelli di Torino, ha presentato la relazione introduttiva al gruppo di lavoro “Giovani e mobilità”, che sarà organizzata oggi pomeriggio nella seconda mezza giornata di lavori della conferenza.

Maddalena Tirabassi cita l’importanza dei musei regionali, ed in particolare parla del museo nazionale dell’emigrazione, il quale potrebbe essere uno strumento essenziale per conoscere il fenomeno vecchio e nuovo dell’emigrazione e dell’immigrazione. Il legame della seconda e terza generazione dei giovani con la patria d’origine, passa oggi attraverso la “rete”.

“In un'epoca di identità deterritorializzate, sempre meno legate a luoghi fisici, uno dei non luoghi in cui l’identità si costruisce oggi è certamente il Web”, secondo Maddalena Tirabassi. L'identità della diaspora italiana muta e si rafforza attraverso le nuove opportunità di stabilire contatti rapidi e diretti e con il P/paese d'origine e con gli altri membri della diaspora. Come sostiene Robin Cohen – ricorda Tirabassi - uno dei principali studiosi dei fenomeni delle diaspore, "in epoca di globalizzazione i moderni mezzi di trasporto, comunicazione e di trasmissione culturale fanno sì che il mantenimento di lingua, legami familiari e i rapporti commerciali e politici tra comunità sparse in paesi diversi sia facile come non è mai stato". Hanno inoltre colto l'opportunità di estenderli attraverso nuove reti: i forum di discussione che consentono il dialogo con i membri della diaspora italiana nel mondo, acquistando prodotti italiani, usufruendo dei voli low cost per un viaggio di vacanza o studio in Italia. Maddalena Tirabassi ha definito le nuove generazioni degli immigranti italiani come i “nuovi mobili”, che attraversano le frontiere degli stati membri dell’Unione Europea. La direttrice, si è posta l’interrogativo relativo alle motivazione che spingono i giovani

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italiani ad emigrare. Si tratta di nuove motivazioni, sulle quali Tirabassi, si è soffermata, esaminando il caso della “Fuga di Cervelli”. “Per trovare una possibile risposta a questi quesiti occorre abbandonare i vecchi paradigmi migratori per analizzare in maniera più «olistica» questi nuovi movimenti che possono essere inquadrati anche in un’ottica globale”

Migrazioni interne e migrazioni estere sono state al centro del confronto fatto dalla direttrice scientifica di Altreitalie. Esiste una nuova mobilità, caratterizzata non solo da professionisti, ma anche da operai specializzati, ad esempio. Si tratta di una mobilità “difficile da rilevare statisticamente per la convenzione di Shengen”.

La maggioranza sono giovani laureati che trovano lavoro nelle capitali europee. Nuove mobilità frutto dei programmi Socrates – Erasmus. Fenomeno che merita di essere seguito. Vi sono affinità anche con i paesi d’oltre oceano. “In un questionario proposto a 1000 persone in Brasile si offriva la possibilità di viaggi studio in Italia”. E’ stata l’occasione per rilevare, sottolinea Maddalena Tirabassi, come la voglia di avere contatti diretti col proprio paese, sia molto sentita.

Negli Stati Uniti, dove resistono ancora stereotipi legati agli italiani, si fa avanti la nuova immigrazione costituita in prevalenza da studenti con alto profilo culturale e professionale. Nuovi immigrati - sottolinea Tirabassi - e quindi la necessità di un nuovo tipo di associazionismo. Il buon auspicio sarebbe quello di creare una “Summer School” dove si possono sperimentare nuovi strumenti di ricerca sull’emigrazione.

News Italia Press

Fonte :

http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2490&titolo=I%20%E2%80%9CNu

ovi%20Mobili%E2%80%9D

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SERVIZI DEL GIORNO 16 Novembre 2007 ore 13.53 Italiani nel Mondo

IL "PROGETTO MEDITERRANEO" VIENE ARRICCHITO DA UN PERCORSO

MUSICALE – DI FRANCO SANTELLOCCO

ALGERI\ aise\ - Nell’ambito di una integrazione culturale più completa da parte degli studenti facenti

parte del "Progetto Mediterraneo" ( Algeria, Marocco ed Eritrea) il Collegio degli Istitutori di Cepagatti ha

proposto di avviare il "Progetto Musichiamo": sostanzialmente fare attivamente musica.

Il Progetto Mediterraneo, dopo lunga maturazione, ha visto la luce nell’anno scolastico 2001/2002

conseguendo brillanti risultati, giacché ad oggi si sono già diplomati 46 studenti dei quali 11 hanno

intrapreso il percorso universitario. Questo Progetto dà la possibilità a ragazzi e ragazze Magrebini di

studiare in una struttura delle più qualificate nel settore dell’agro-ambiente, dunque in chiave con lo

Sviluppo Sostenibile. La formazione acquisita a fine ciclo di studi dai convittori provenienti dall’Algeria, dal

Marocco e dall’Eritrea, dà loro la possibilità di tornare nei propri paesi con un eccellente bagaglio culturale

inerente le tecniche agrarie e le loro applicazioni e quindi di poterlo sfruttare sul proprio territorio, che

sappiamo essere potenzialmente molto produttivo ma poco sfruttato, almeno fino a pochi anni fa, proprio

per la sua carenza di formazione nel settore agro-industriale.

Ed ecco che superando non poche difficoltà, anche economiche, viene adottato nell’ambito del Progetto

Mediterraneo il "Progetto Musichiamo". Il Progetto appena iniziato nella sede dell’Istituto, vede i convittori

che hanno avuto la volontà di aderirvi, coinvolti in una nuovissima realtà, quella della musica. Ai

convittori viene data la possibilità di studiare musica avendo a disposizione degli strumenti e materiale

musicale acquistati dall’Istituto e quindi fruibili anche in futuro dai convittori stessi. Il prof. Stefano

Mammarella, a cui è stato affidato il non facile compito, si occupa della loro formazione teorico-pratica e

della preparazione di un Concerto finale da tenersi prima del rientro dei convittori nel proprio paese per le

festività di fine anno.

Il Progetto rientra pienamente tra le finalità e gli obiettivi educativi del più ampio Progetto Mediterraneo,

anzi ne esalta l’orizzonte permettendo nuove possibilità educative, di integrazione, di socializzazione e

infine di divertimento.

È nota l’importanza dell’educazione musicale come educazione dell’animo e dello spirito, oltre che fisica e

mentale. Dedicarsi all’ascolto di musica, al contatto con uno strumento musicale in lezioni sia individuali

sia di gruppo e sotto la guida di un docente esperto, può aiutare in molti casi, come la statistica dimostra,

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il miglioramento della coordinazione tra corpo e mente, il raggiungimento di una più profonda capacità di

concentrazione, se non addirittura di meditazione.

La Preside Natalina Ciacio ha fortemente creduto e voluto mettere nel percorso formativo anche questo

approccio musicale: siamo certi del miglior risultato complessivo. Anche in termini del rafforzamento dei

legami della scuola con il Rotary International, nell’ambito del quale ritroviamo molti Club a sostegno (

sia italiani che della sponda sud del Mediterraneo ), in perfetta sintonia con l’A. I. E. – Associazione

Italiani all’Estero, delegazione di Algeri. (franco santellocco*\aise)

* Presidente V Commissione Cgie

Fonte: http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49757

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COMUNICATO STAMPA ASSOCAMERESTERO Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero

COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, IL SALDO DEL MADE IN ITALY CRESCE FINO A 12 MILIARDI (+40%) E DETERMINA L’ATTIVO DELLA NOSTRA BILANCIA COMMERCIALE IN EUROPA Il saldo commerciale tra l’Italia ed i Paesi europei passa da –794 milioni di euro dei primi nove mesi del 2006 agli oltre 5,4 miliardi dello stesso periodo 2007. Si dimezza (- 58,4% ) il deficit complessivo, che vale oggi 7,8 miliardi

L’incremento record dell’interscambio in Europa appare fortemente determinato dalle produzioni tradizionali del made in Italy: se queste infatti hanno raggiunto e superato i 12 miliardi, il saldo totale degli altri settori (agricoltura e pesca, chimica, prodotti petroliferi e minerari nonché il comparto energetico) presenta un deficit di oltre 6,6 miliardi. D’altronde, l’export di made in Italy tradizionale in Europa rappresenta oggi, in termini di saldi, oltre un terzo (36,1%) del valore delle esportazioni degli stessi prodotti nel resto del mondo (12 miliardi di euro su un saldo complessivo di 33,2 miliardi).

Ancora rilevanti i tassi di incremento delle nostre esportazioni verso i Paesi dell’Europa dell’Est (Polonia 29%; Repubblica Ceca 20,3%; Slovacchia 20,2%). Il dato principale però riguarda la crescita dei flussi diretti verso i nostri tradizionali partner commerciali: Francia in primo luogo, per cui la variazione dell’export passa dall’1,5% registrato nei primi nove mesi del 2006 all’8,4% del 2007, ma anche Regno Unito, dove si rileva un’inversione di tendenza (da –2,5% a +6,3%), e Spagna, dove la variazione è di cinque volte superiore a quella dell’analogo periodo 2006 (dal 3% a circa il 15%).

In Germania, che si conferma primo partner commerciale per le imprese italiane assorbendo il 13% circa del nostro export, le esportazioni crescono (+9,7% nel gennaio-settembre 2007) anche se il saldo resta negativo (-11,6 miliardi). Le vendite di prodotti italiani in Germania continueranno a crescere anche nel primo trimestre 2008 – secondo le previsioni di Assocamerestero presentate alla 16ª Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero che si chiude oggi a Livorno - pur se con differenti andamenti settoriali: il Paese rappresenta ancora un importante mercato di riferimento per le vendite di strumenti elettronici e di precisione (per cui si prevede un incremento del 13% circa) nonché per la meccanica (+11% circa). Prosegue invece il trend negativo del tessile: la variazione prevista per il primo

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trimestre 2008 (-2,7%) si inserisce in un generale contesto di progressiva erosione della quota di mercato dell’export settoriale nel Paese, con parallela riduzione del valore delle esportazioni.

Fonte : www.assocamerestero.it

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18 novembre 2007 - Newsletter Anno IV n.11 -

Italiani all'estero: Buenos Aires, al via il Programma di tirocini formazione-lavoro

Ha pochi giorni di vita il "Programma di tirocini di formazione-lavoro": nell'ambito di ITES (Occupazione e sviluppo della comunità degli italiani all'estero, l'iniziativa promossa dal Ministero del Lavoro e attuata da Italia Lavoro) e dei programmi di politiche attive per il lavoro della Provincia di Buenos Aires “Bonus” e “Segunda Oportunidad”, 150 disoccupati d’origine italiana avranno la possibilità concreta di formarsi e trovare lavoro in aziende della provincia di Buenos Aires.

“Abbiamo scelto di cominciare a La Matanza – spiega Adriana Bernardotti, coordinatrice ITES in Argentina – in primo luogo perché vogliamo offrire il sostegno del governo italiano in un territorio dove, oltre ad una ricchissima presenza di cittadini di quest’origine, gli indicatori sociali evidenziano la necessità di azioni concrete per promuovere l’occupazione”. Nelle prossime settimane il Programma sarà avviato in altri centri della Provincia. Per partecipare al Programma è necessario possedere la cittadinanza italiana o poter dimostrare le proprie origini italiane, avere più di 18 anni, essere disoccupato e non percepire sussidi dal governo argentino. Il Programma offre tirocini on the job della durata di 6 mesi presso aziende localizzate nella Provincia, una borsa di studio di $780 pesos, ed un complemento di borsa da parte dell’azienda interessata alla formazione che rappresenti un compenso adeguato alle mansioni svolte dal tirocinante; il supporto di un tutor esterno che seguirà il percorso formativo, la copertura dell’assicurazione dei rischi di lavoro (ART) e la tutela legale del beneficiario attraverso l’accordo tra impresa, sindacato e Stato provinciale per la firma del contratto di tirocinio.

Per aderire al Programma si deve accedere alla Piattaforma on-line di gestione dell’Offerta e Domanda di candidature (www.italiani-estero.it - sezione Argentina), sistema che favorirà l’incontro tra le imprese interessate ed i lavoratori. Saranno convocati i candidati i cui profili corrispondano ai requisiti richiesti dalle imprese. Le sedi operative a La Matanza sono: Patronato Ital Uil /Associazione Calabrese A. Cefaly: Ombù 3131, San Justo – Tel. (011) 4441-3474, Mercoledì 14-16,30 - Venerdì 15-19 Patronato Inas-Cisl: Juan Florio 3222, San Justo – Tel. (011)4484-7911, Mercoledì e Venerdì 10-17 Per ulteriori informazioni si può anche contattare la Sede di Italia Lavoro: tel. (011)4115- 1786/5252-2228 Email: [email protected]

Fonte : http://cat.mag-news.it/nl/a.cfm?RW.2.0.aj.GeJ.C9.y.RWY5

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SERVIZI DEL GIORNO 19 Novembre 2007 ore 15.56 Esteri UN GRUPPO DI LAVORO CONGIUNTO TRA ITALIA E ROMANIA: ALLA FARNESINA IL

VICE MINISTRO DANIELI INCONTRA IL SOTTOSEGRETARIO ROMENO GHEORGHIU

ROMA\ aise\ - "Occorre lavorare insieme per favorire l’integrazione, convivenza,

riconoscimento reciproco, tenendo però chiaro e fermo il rispetto delle leggi e sempre

condannando gli atti contrari alla legalità. Abbiamo pertanto concordato di istituire un Gruppo

di lavoro congiunto tra i responsabili delle comunità italiana e romeni presenti nei rispettivi

Paesi". È quanto stabilito in una dichiarazione congiunta per risolvere e gestire il problema

della sicurezza e dei flussi migratori dalla Romania all’Italia, siglata oggi alla Farnesina dal Vice

Ministro per gli Affari Esteri, Franco Danieli e dal Sottosegretario di Stato degli Affari Esteri

romeno, Mihai Gheorghiu, e successivamente presentata alla stampa.

Nella dichiarazione congiunta viene ribadito che il "rapporto bilaterale tra Italia e Romania ha

raggiunto una lunga consuetudine di approcci positivi e costruttivi. Eccellenti sono le relazioni

politico-diplomatiche; basti ricordare che l’Italia è stato il primo Paese fondatore dell’Unione

Europea a ratificare il trattato di adesione della Romania e che il Primo Ministro Prodi-sotto la

cui guida la Commissione Europea varò il programma di allargamento tra Romania e Bulgaria-è

stato il primo leader europeo a visitare Bucarest all’indomani dell’ingresso dell’Ue. I vincoli

economici-commerciali sono unici; quest’anno saranno superati i 12 miliardi di euro di

interscambio, oltre 20.000 imprenditori italiani operano in Romania generandovi circa 800.000

posti di lavoro, mentre centinaia di migliaia di romeni costituiscono ormai da anni la più

numerosa comunità straniera in Italia".

Danieli, leggendo la dichiarazione congiunta, ha sottolineato che i Governi di Roma e Bucarest

"intendono affrontare questa complessa problematica nello spirito di amicizia e fratellanza tra

italiani e romeni che è andato consolidandosi in tutti questi anni e che porterà presto alla firma

di un nuovo documento di partenariato strategico da parte dei due ministri degli Esteri".

Ma "all’interno di un rapporto tanto ricco e variegato", ha continuato il Vice Ministro Danieli,

"possono nascere delle criticità. Anche in questo momento, le Istituzioni dei nostri due Paesi

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stanno lavorando insieme per ottenere in breve tempo un loro superamento. In questa

direzione si colloca anche il pacchetto di specifiche iniziative adottato dal Governo romeno".

Il Sottosegratario di Stato romeno Gheorghiu, concorde con il Vice ministro Franco Danieli, ha

ribadito che "la visita di oggi dimostra la volontà di collaborazione tra Italia e Romania per

risolvere i problemi che si sono creati. L’incontro è stato occasione anche per uno scambio di

opinioni su i rapporti politici ed economici tra i due Paesi e anche sul decreto legge adottato

dall’Italia".

Nel suo intervento il Sottosegretario romeno ha ricordato che la presenza di una così folta

comunità romena nel nostro Paese possa essere un ulteriore strumento per migliorare e

rinforzare i rapporti tra Italia e Romania, partendo da un presupposto comune, il rispetto delle

leggi e della legalità. I fenomeni illegali devono essere fermati e non amplificati per evitare

impatti negativi su tutta la comunità romena. È necessari una "gestione lucida dei problemi da

entrambi i Governi", ha affermato Gheorghiu. "I problemi", ha continuato, "vanno risolti con

saggezza e legalità, escludendo ed evitando reazioni estremiste e xenofobe che

accrescerebbero le tensioni tra le due comunità". "La via della comunicazione e la soluzione del

gruppo di lavoro congiunto", ha concluso, "sono la via più giusta".

Sollecitato dai giornalisti il Sottosegretario Gheorghiu evidenziato la necessità di risolvere i

problemi rimanendo "entro il quadro della giurisprudenza internazionale e comunitaria"

ricordando anche che ai cittadini romeni che saranno espulsi dall’Italia il Governo romeno

"garantirà assistenza giuridica a coloro che reputino l’allontanamento illegale" .

(federica cerino\aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49859

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SERVIZI DEL GIORNO 19 Novembre 2007 ore 12.39 Italiani nel Mondo IL 3 E 4 DICEMBRE ALLA FARNESINA LA RIUNIONE DEL COMITATO DI PRESIDENZA DEL CGIE ROMA\ aise\ - Si terrà il 3 e 4 dicembre prossimi, presso la sala Nigra del Ministero degli Affari Esteri, a Roma, l'ultima riunione del Comitato di Presidenza del Cgie per l'anno 2007. I lavori, che inizieranno alle ore 09.30, prevedono il seguente ordine del giorno: programma di lavoro 2008; programmazione delle riunioni per l'anno 2008 di tutti gli organi interni del Cgie; Finanziaria 2008; ordini del giorno approvati dalle Commissioni Continentali, Tematiche e dall’Assemblea Plenaria tenutasi dal 6 al 9 novembre alla Farnesina; forum e sito web del Cgie, con la partecipazione del consigliere Giangi Cretti del comitato di redazione; pareri su "Assistenza indiretta. Contributi ad Enti e Patronati in Italia con Filiazioni all’Estero" e altri; situazione attuale della Segreteria del Cgie; disamina circolare n.13 "capitolo 3153", con la partecipazione del presidente della IV Commissione Tematica, Padre Giovanni Tassello; Commissione tematica "sanità"; ed infine question-time. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49837

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SERVIZI DEL GIORNO 19 Novembre 2007 ore 11.37 Italiani nel Mondo DALLA MEMORIA ALLA FORMAZIONE DEI GIOVANI: CONCLUSA AD ALESSANDRIA LA III CONFERENZA DEI PIEMONTESI NEL MONDO/ IL TESTO DELLA MOZIONE APPROVATA DAI DELEGATI ALESSANDRIA\ aise\ - "Arrivederci tra quattro anni nel 2011, nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia". Con il saluto del presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Davide Gariglio, e dell’assessore all’Emigrazione, Angela Migliasso, sabato scorso sono ufficialmente terminati i lavori della Terza Conferenza dei Piemontesi nel mondo, volta ad Alessandria alla presenza di circa 120 delegati provenienti da tutto il mondo. È stata, quella di Alessandria, una due giorni molto intensa, scandita dagli interventi delle istituzioni, di rappresentanti del mondo accademico e associativo e dalla riunione dei tre gruppi di lavori, le cui conclusioni sono state sintetizzate sabato da Alessandro Arduino, economista piemontese da anni residente a Shanghai, che ha illustrato il dibattito svolto nel gruppo Giovani e mobilità; da Marco Cavaletto, direttore regionale al Commercio e Turismo, su quello sull’Internazionalizzazione; dalla consigliera regionale Mariangela Cotto, presidente della Consulta delle Elette del Piemonte, che ha riferito sui lavori del gruppo su Donne e pari opportunità. È intervenuto alla Conferenza anche Paolo Verri, presidente della Fondazione 150° Unità d’Italia, che ha sottolineato l’importanza della collaborazione delle associazioni dei piemontesi all’estero per valorizzare le celebrazioni del 2011, già in corso di preparazione. Per Gariglio e la Migliasso, la Conferenza di Alessandria ha rappresentato un "salto di qualità" rispetto alle precedenti, anche grazie all’impegno organizzativo di Michele Colombino, presidente della Federazione dei Piemontesi nel mondo. L’assessore Migliasso, nel suo intervento conclusivo, ha voluto per altro ribadire l’importanza di "puntare sulla formazione dei giovani per attrezzarli a vivere nel mondo "globalizzato" e nel contempo a mantenere i valori della propria origine culturale e territoriale". Infine, i delegati hanno approvato all’unanimità, per acclamazione, una mozione il cui testo riportiamo integralmente di seguito. "La Terza Conferenza Internazionale dei Piemontesi nel Mondo riunita ad Alessandria il 16 e 17 novembre 2007, preso atto di quanto deliberato nella prima Conferenza Internazionale dei Piemontesi nel Mondo, tenutasi a Torino, Centro Congressi Lingotto, il 12 e 13 novembre 1999, con l’obiettivo fondamentale di "salvaguardare i valori dell’identità piemontese (lingua, letteratura, storia, tradizioni) anche come strumento per la possibile creazione di un vasto mercato dei beni e dei servizi"; preso atto di quanto deliberato nella seconda Conferenza Internazionale dei Piemontesi nel Mondo, tenutasi a Novara, Teatro Coccia, il 10 ed 11 ottobre 2003, con gli obiettivi di assumere il tema delle nuove mobilità, come questione fondamentale, con gli obiettivi in primo luogo da approfondire, monitorare e valorizzare questo fenomeno emergente e, in secondo luogo, di promuovere ed attivare reti informatiche, comunicative e di collaborazione progettuale operativa con le comunità funzionali (ricercatori, studenti, imprenditori, mondo dell’informazione e della comunicazione, volontariato ed altre) e delle stesse comunità funzionali fra di loro; di promuovere l’aggregazione, nei diversi continenti e paesi, di tutte le comunità dei piemontesi nel mondo, si quelle nate dai processi migratori tradizionali sia quelle conseguenti alle nuove forme di mobilità, nel riconoscimento della pluralità di identità ed appartenenze nonché delle radici ed esperienze condivise, riconducibili alla comune "piemontesità"; di dare rilievo al ruolo storico svolto dalle donne piemontesi in emigrazione, non solo proteggendo il nucleo familiare dal trauma dello sradicamento, ma anche favorendone l’integrazione nel Paese di

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accoglienza e mantenendo vivo il valore della memoria; di riconoscere e promuovere le professionalità espresse dalle donne e facilitarne una maggiore affermazione e partecipazione all’interno delle comunità e delle loro rappresentanze; di adoperarsi, mediante l’ideazione di opportuni progetti, per stimolare il riavvicinamento alla piemontesità da parte delle nuove generazioni, nel rispetto delle specificità dell’identità acquisite; di favorire gli interscambi di scolaresche e di docenti, i programmi di dottorato di ricerca, il riconoscimento dei titoli di studio nelle diverse realtà nazionali, la formazione degli insegnanti di lingua e cultura italiana all’estero, la traduzione e diffusione delle opere letterarie legate all’esperienza dell’emigrazione e della mobilità; di favorire l’informazione bilingue, circolare, di ritorno; costruire occasioni per un rapporto di scambio tra i media italici nel mondo e quelli in Piemonte; sostenere azioni volte alla formazione dei giornalisti e degli editori italiani nel mondo; sostenere politiche atte a favorire la ristrutturazione aziendale delle società editrici italiane nel mondo; di coinvolgerne per questi obiettivi e su questi temi, tutti gli attori in grado di contribuire al loro conseguimento, siano essi enti ed autorità territoriali e nazionali o istituzioni ed attori funzionali. Considerato che la Regione Piemonte ha in questi anni promosso e realizzato diversi interventi e progetti in materia di informazione, comunicazione, formazione, sociale e promozione della cultura piemontese che hanno visto soddisfatti gli obiettivi indicati nelle Conferenze di Torino e Novara; Considerato quanto dibattuto durante le due giornate della Conferenza sia in assemblea sia nei tre gruppi di lavoro sull’internazionalizzazione, donne e pari opportunità e giovani e mobilità; Assunte le valutazioni e le proposte emerse; impegnala Regione Piemonte, il sistema delle Autonomie locali, mondo associativo e le forze politiche e sociali che operano sui processi migratori e delle comunità piemontesi all’estero: a sviluppare e mantenere contatti tra i giovani piemontesi nel mondo promuovendo scambi, e learning per l’insegnamento della lingua e cultura italiana, borse di studio localizzate nei Paesi di provenienza; a promuovere l’inserimento dei giovani piemontesi nel mondo quali mediatori culturali e lettori di lingua madre nei licei e nelle università. Più in generale, rivolgere grande attenzione alla gestione ed alla formazione del capitale umano; a rafforzare la rete delle donne piemontesi nel mondo, sull’esempio del Foro costituito dalle donne argentine nell’ambito della Federazione delle Associazioni Piemontesi in Argentina, per formare lo sviluppo economico coniugato alla solidarietà; ad assumere iniziative volte alla formazione ed aggiornamento delle donne emigrate per favorire la loro collocazione nel mondo del lavoro nel rispetto delle pari opportunità; ad assumere quelle iniziative utili e necessarie a nuove forme di riconoscimento giuridico delle Associazioni piemontesi nel mondo e loro Federazioni, quali soggetti capaci ad interagire attivamente con gli Enti, istituzioni e organizzazioni che promuovono l’internazionalizzazione; ad avvalersi delle Associazioni piemontesi nel mondo per la promozione turistica del Piemonte, favorendo il c.d. turismo sociale atto a costituire un utile elemento di integrazione fra i nostri emigrati nel mondo; a coinvolgerne per questi obiettivi e su questi temi, tutti gli attori in grado di contribuire al loro conseguimento, siano essi enti ed autorità territoriali e nazionali o istituzioni ed attori funzionali". (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49829

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SERVIZI DEL GIORNO 19 Novembre 2007 ore 11.14 Italiani nel Mondo ASSEGNATA ALLA COMMISSIONE AFFARI SOCIALI LA PROPOSTA DI LEGGE DELL’ON. NARDUCCI SULL’ESTENSIONE DELLA 383/2000 ALLE ASSOCIAZIONI ALL’ESTERO ROMA\ aise\ - È stata assegnata alla Commissione Affari Sociali della Camera la proposta di legge presentata da Franco Narducci per estendere i benefici previsti dalla legge 383 del 2000 per le associazioni di promozione sociale anche alle comunità italiane all'estero" (vedi Aise del 18 ottobre). Cofirmato anche dagli onorevoli Lucà, Bucchino, Fedi e Merlo, il testo inizierà il proprio iter dalla sede referente, mentre competenti a fornire il proprio parere saranno le Commissioni Affari Costituzionali, Esteri e Bilancio. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49827

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Prima riunione di giovani italo-venezuelani a Maracaibo

Maracaibo - Il giorno 10 Novembre del 2007, nella Casa d’Italia di Maracaibo si é svolta la prima riunione di giovani italo-venezuelani organizzata a Maracaibo dal giovane “esperto” Johnny Margiotta, chiamato a partecipare dal CGIE alla Plenaria del dicembre del 2006 e la Continentale di Guayaquil di Ottobre 2007, con lo scopo di far conoscere le istituzioni italiane presenti sul territorio e le loro funzioni. Inoltre presentare il progetto di Comitato Giovanile Nazionale del quale é ideatore e coordinatore. "Non é la prima riunione dei giovani in Venezuela, è la prima a Maracaibo" precisa Margiotta Alla riunione hanno partecipato il Presidente dell’ INTERCOMITES Cono

Siervo, il vicepresidente del COMITES di Maracaibo Giovanni Margiotta, il Console d'Italia a Maracaibo Michele Polacco, il Presidente della Camera di Commercio Italiana in Venezuela Angelo Ragone, il Presidente del Club Casa d’Italia Cesare Marzocca e la giornalista del mensile L’Italo di Maracaibo e conduttrice del programma radiofonico “Un ora all'italiana” che si trasmette su Radio Capital 90.3 tutte le domeniche a mezzogiorno, Germana Pieri.

La riunione é cominciata con la presentazione da parte di Johnny Margiotta delle autoritá e invitati in sala. Il saluto iniziale é toccato di rigore al Console d’Italia in Maracaibo Michele Polacco, il quale si é rivolto ai giovani presenti (circa una trentina), per porre come prioritá assoluta la divulgazione di informazioni che pervengono negli uffici consolari sui benefici che il governo italiano, regioni ed enti vari mettono a disposizione dei giovani all’estero e indirizzarli sull’iter burocratico da seguire per la compilazione dei formulari d’iscrizione a Borse di studio, corsi di formazione e facilitá d’acquisto di macchinari italiani. In tal senso, si é messo a disposizione di chiunque desideri chiarimenti su tali benefici, quindi contattarlo personalmente. Di seguito ha avuto la parola il Presidente del Club Casa d’Italia di Maracaibo Cesare Marzocca, il quale ha messo a disposizione, anche ai figli di italiani non-soci, le nuove sale di riunioni e conferenze del Club per questi eventi. Marzocca, ha risaltato l’importanza dell’assistenza dei giovani a questi tipi di iniziative ma soprattutto la presa di coscienza di questi sul prossimo cambio generazionale che li riguarda da vicino. Il Presidente, ha invitato i giovani a partecipare attivamente, apportando idee all’organizzazione dei giochi FEDECIV (Federazione Sportiva dei Centro Italo Venezuelani) che si terranno il prossimo anno 2008 e che avranno come sede la Casa d’Italia di Maracaibo.

Il Presidente dell’Intercomites Cono Siervo nel suo discorso ha spiegato quali sono le funzioni dei Comites, e come si eleggono. Ringraziando il giovane Margiotta per l’invito all’incontro, Siervo commenta: “l’idea di questi incontri, é sentire le problematiche che vive la collettivitá italiana sparsa su tutto il territorio Venezuelano, per preparare un’ agenda di lavoro per il 2008 sui punti piú pressanti”. Anche il Presidente

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dell’Intercomites, crede nei giovani e stimola i presenti a continuare nella formazione del Comitato Giovanile Nazionale, affinché, attraverso questi si riscopra l’italianitá che con gli anni é andata sparendo". Il Vicepresidente del Comites di Maracaibo, Giovanni Margiotta, ha chiesto al Consolato un maggior impegno nell’informazione sui bandi di concorso e tutto ció che concerne i giovani e i benefici che l’Italia mette loro a disposizione, ed ha esortato i giovani ad una maggior partecipazione “giacché” ha detto “ il futuro é nelle vostre mani”. Ha ricordato altresí la necessitá di porsi in regola con la documentazione presso il Consolato, in particolare iscrivendosi all’AIRE, altrimenti si rischia di rimanere tagliati fuori dalle tante opportunitá di studio e di lavoro.

Il Presidente della Camera di Commercio Venezuelano-Italiana, Angelo Ragone, ha ricordato la prima Conferenza dei Giovani italiani in Venezuela che egli ha organizzato nel 2000, in cui parteciparono centinaia di giovani di tutto il Venezuela ottenendo un grande successo, e quindi si é complimentato per l’iniziativa di Margiotta di riunire a sua volta i ragazzi, questa volta con un progetto di larga portata per mantenere o ritrovare l’identitá dei loro genitori e nonni. Ha dato altresí l’ampia disponibilitá della Camera di Commercio per qualsiasi informazione ed orientamento per ogni eventuale progetto di lavoro.

A conclusione degli interventi, interrotti spesso dalle domande dei giovani che si sono dimostrati molto interessati ai temi posti sul tappeto, il giovane Margiotta ha letto il documento finale dei giovani che hanno partecipato alla plenaria del novembre scorso a Roma e ha parlato della proposta della Conferenza Mondiale del 2008 organizzata dal CGIE. A seguire Margiotta é passato a esporre per sommi capi il suo progetto della creazione di un Comitato Giovani Italiani in Venezuela, e laperto anche ai discendenti, in modo da coinvolgere il maggior numero possibile di coetanei nell’iniziativa. Ha proposto di cominciare con un Comitato organizzatore che dia ampie garanzie della massima democraticitá, per poi eleggere un Comitato a livello nazionale. Tra i propositi, quello della creazione di una pagina web con informazioni sulle borse di Studio e di Specializzazione nelle varie Universitá italiane ma anche nel resto del mondo, sulle opportunitá di lavoro, di investimenti, e che serva da interrelazioni tra i giovani italici del Venezuela, i coetanei venezuelani, gli italiani in Italia e nel resto del mondo, con iniziative sociali, culturali e sportive. E' stata infine decisa una nuova riunione il prossimo 24 novembre. Margiotta sta organizzando per l’occasione un incontro oltre che con il Console, il Comites, la Camera di Commercio e la Casa d’Italia, anche con l’Onorevole Mariza Bafile, a Maracaibo in occasione dell’Assemblea delle Associazioni Abruzzesi del Venezuela che si svolgerá nel pomeriggio, sempre nella Casa d’Italia.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2537

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Imprenditori italiani ed investitori della Silicon Valley riuniti dall'Ambasciata americana in Italia Roma - Partnership for Growth, l'iniziativa dell'Ambasciata americana a sostegno della crescita economica in Italia, riunisce insieme imprenditori italiani ed investitori della Silicon Valley per un evento da non perdere sull'internazionalizzazione delle imprese. Ci sará uno scambio in tempo reale tra gli investitori e gli innovatori sia della Silicon Valley che d'Italia.

Lo scopo principale della videoconferenza é quello di mettere in luce le risorse disponibili nella Silicon Valley ad imprenditori italiani del settore tecnologico e di riunire un gruppo di imprenditori che possano accompagnare ai primi di Gennaio l'Ambasciatore Spogli durante il suo viaggio alla Silicon Valley. La delegazione italiana avrá l'occasione di vedere come le imprese della Silicon Valley crescano con tanto successo.

Oltre all'Ambasciatore Ronald P. Spogli, alla videoconferenza parteciperanno: Giacomo Marini, co-fondatore di Logitech e VC, Ned Hooper di Head of M & A - Cisco Systems, Fabrizio Capobianco, fondatore e CEO di Funambol, Ian Sobieski, fondatore di "A Band of Angels", Kathryn McCall, Avvocato di New Ventures - Carr and Ferrell, Hanson S. Gifford III, Amministratore Delegato di The Foundry, Inc., Alberto Sangiovanni Vincentelli, co-fondatore di Cadence e Synopsis, Shel Israel di Tech Blogger, Autore di "Naked Conversation", Yoav Andrew Leitersdorf, imprenditore Seriale e Fondatore di YL Ventures, Stefano Venturi Amministratore Delegato Cisco Systems Italia e Vice Presidente Cisco Systems Inc., Luigi Orsi Carbone di First Generation Network e Angel Investor, Arturo Artom fondatore di Your Truman Show.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2564

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SERVIZI DEL GIORNO 19 Novembre 2007 ore 15.12 Italiani nel Mondo L’INAS CISL SARÀ PRESTO AL SERVIZIO DEGLI ITALIANI IN SPAGNA: A BARCELLONA IL PRIMO UFFICIO DEL PATRONATO NEL PAESE ROMA\ aise\ - L’Inas Cisl punta a raggiungere con i suoi servizi di assistenza e tutela anche aree e paesi finora non toccati, seguendo la "nuova emigrazione" dei professionisti, degli studenti, dei giovani che cercano opportunità all’estero sfruttando il diritto alla libera circolazione e i programmi europei, ma anche l’evolversi delle comunità di più antica emigrazione che oggi, con le nuove generazioni, chiedono nuove opportunità di interazione con la madrepatria e con l’Europa. Tra le mete preferite di questi nuovi flussi migratori dal nostro paese vi è la Spagna, dove la presenza di italiani attratti dalle opportunità di lavoro è cresciuta enormemente in tempi recenti: stando a dati forniti dal Consolato italiano di Madrid, negli ultimi 10 anni c’è stato un incremento del 550% dei nostri connazionali. A Barcellona, uno dei maggiori poli d’attrazione per gli italiani, l’Inas sta preparando l’apertura di un nuovo ufficio, il primo in territorio iberico. Sono sempre di più, soprattutto tra i giovani, coloro che arrivano in Spagna direttamente dall’Italia in cerca di un’esperienza formativa o lavorativa. Inoltre, molte persone di cittadinanza o di origine italiana attualmente presenti in Spagna provengono dall'America Latina. Vi è chi arriva già in possesso della cittadinanza italiana, che permette di stabilirsi più agevolmente in territorio UE; altri invece hanno presentato domanda di riconoscimento nel paese di origine prima di partire, ma nel frattempo – visti i tempi lunghi dell’iter burocratico - vivono illegalmente in Spagna; altri ancora, pur avendovi diritto, non hanno neppure presentato la domanda. Le strutture diplomatiche e consolari, per far fronte alle esigenze di queste persone, necessitano di aiuto qualificato da parte di un soggetto che conosca bene la realtà migratoria: è il caso dell’Inas, che da oltre mezzo secolo assiste gli italiani all’estero ed è impegnata ad ampliare la sua attività anche in relazione alle nuove forme di mobilità intereuropea, con tutto ciò che ne deriva in termini di informazione e tutela dei cittadini su materie come quelle pensionistiche, particolarmente delicate quando un percorso lavorativo si articola attraverso vari paesi, il godimento delle prestazioni di sicurezza sociale mentre si risiede in un altro paese UE, e così via. Il servizio dell’Inas in Spagna consisterà da un lato nel favorire l’integrazione degli emigranti "di ritorno" nel sistema Italia; dall’altro, sarà un altro passo avanti verso la costituzione di un patronato europeo, in grado di sostenere la mobilità intereuropea informando i cittadini sui loro diritti e tutelandoli ovunque scelgano di stabilirsi. L’indirizzo della nuova sede Inas sarà in Rambla de Catalunya angolo con Calle Mallorca, 87. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49854

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Sambenedetto Oggi Quotidiano on-line di San Benedetto del Tronto

19 Novembre 2007

Italiani nel resto del Mondo

Marchigiani in Sud America: tirare le somme e pensare al futuro

Tra Buenos Aires e Mendoza due appuntamenti importanti per i nostri corregionali che vivono all’estero. Assistenza sociale, strutture per il futuro, associazionismo e innovazione tra gli argomenti trattati

BUENOS AIRES – Una conferenza che coinvolge le comunità marchigiane all’estero al fine di potenziare, soprattutto nelle nuove generazioni, l’organizzazione e l’associazionismo, ma anche per riflettere sulle iniziative svolte in favore dei marchigiani che non vivono più in patria. Una due giorni importante per la nostra regione, che si è aperta sabato 17 novembre a Buenos Aires con la presenza dei rappresentanti delle associazioni marchigiane del Venezuela, del Brasile, dell’Uruguay, del Cile e dell’Argentina.

Gli argomenti trattati durante la Conferenza dei Marchigiani per l’area sudamericana riguardano l’assistenza sociale e le strutture per il futuro, l’associazionismo e l’innovazione per una nuova interazione, i giovani, le idee e le

proposte per un nuovo rapporto.

Le conclusioni ottenute da questo importante meeting e da quelli che lo hanno preceduto e lo seguiranno, serviranno di base alla preparazione della VI Conferenza Regionale dei Marchigiani nel Mondo in programma per il 2009.

All’incontro hanno partecipato il presidente del Consiglio Regionale Raffaele Bucciarelli, il presidente dei Marchigiani all’Estero, il dottore Emilio Berionni, i dirigenti del servizio, nonché le autorità argentine e i funzionari del corpo diplomatico italiano.

Lunedì 19 invece a Mendoza si è tenuto il Forum di Marchigianar, la prima associazione di imprenditori marchigiani che risiedono in Argentina.

A proposito dell’incontro di Mendoza, l’assessore regionale alle Attività Produttive, Gianni Giaccaglia, è intervenuto sottolineando quanto le attività artigiane marchigiane siano importanti in un'ottica di contributo alla ricchezza, all’occupazione, al benessere sociale e alla coesione del paese. «Ricerca, innovazione, qualità, distretti, aggregazioni aziendali, accesso al credito e capitalizzazione, artigianato di qualità e risparmio energetico - ha dichiarato Giaccaglia - sono questi i principali settori su cui abbiamo incanalato nel 2007 buona parte degli oltre 65 milioni di euro disponibili per il sostegno alle imprese della regione»

Fonte : http://www.sambenedettoggi.it/2007/11/19/46455/marchigiani-in-sud-america-tirare-le-somme-e-pensare-al-futuro/

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20 Novembre 2007

Tucci: formazione, ampliamento della rete degli uffici, cooperazione internazionale e nuove proposte politiche, al centro della visita della Vice Presidenza ITAL-UIL in America Latina Buenos Aires - Il Coordinatore ITAL-UIL per l’America Latina, Josè Tucci, è intervenuto precisando il significato della visita del Vicepresidente del Patronato ITAL-UIL e membro del CGIE, Mario Castellengo, in America Latina. L’obiettivo della visita, afferma Tucci, è la realizzazione di un corso di formazione e aggiornamento per gli operatori argentini, il quale sarà a carico della Responsabile dell’Area Internazionale Anna Ginnaneschi. "I corsi di aggiornamento e formazione riflettono l’importanza che il Patronato ITAL-UIL attribuisce alla continua formazione degli impiegati e al costante miglioramento nella qualità delle prestazioni offerte alla comunità". Tra i partecipanti alla visita anche il responsabile del UIM per l’America Latina Fabio Porta. Castellengo, oltre all'Argentina, visiterà Cile, Perù, Venezuela e Uruguay, Paesi "nei quali il Patronato rinforzerà la sua presenza avvicinandosi cosi, ancora di più, alle diverse realtà che vive la collettività italiana in Sudamerica".

Tucci sottolinea l'importanza dell'apertura e messa in funzione della sede UIM – ITAL-UIL in Cile, sotto la direzione di Massimo Mastrolonardo, esperto in cooperazione sociale. "Dobbiamo ricordare che negli anni tragici di dittatura militare in Cile, il sindacato UIL (Unione Italiana del Lavoro) ha dato asilo e assistenza a numerosi ed importanti dirigenti politici cileni. Con questa presenza si cerca di approfondire i legami esistenti tra i 2 Paesi".

“La messa in moto di una sede in Cile non fa altro che confermare il profondo legame della nostra organizzazione con gli italiani all’estero. Risulta fondamentale che gli italiani radicati in Cile abbiano un Patronato capace di offrire loro prestazioni di qualità e difendere i loro diritti nel territorio e nella Madre Patria” ha dichiarato Tucci.

Altro momento importante è la visita è Venezuela (dal 25 fino al 28 novembre). “L’obiettivo principale è potenziare ed approfondire la presenza ITAL-UIL in questo Paese dando servizi di qualità adeguati alle necessità dell'importante comunità italiana in Venezuela” ha affermato Tucci. Sono previsti contatti e accordi con le autorità politiche venezuelane e riunioni con i dirigenti della comunità italiana.

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La UIM (Unione Italiani nel Mondo) sarà rappresentata da Fabio Porta, candidato alla Camera per l’Unione nelle passate elezioni 2006. Il consolidamento e l’ampiliamento della presenza della UIM, figurano tra i principali temi dell’agenda politica. “Gli eccellenti risultati ottenuti nelle passate elezioni 2006 devono consolidarsi, stiamo lavorando in un programma politico che includa nuovi dirigenti e con una piattaforma basata su risposte concrete alle richieste degli italiani all’estero” ha continuato Tucci.

"La formazione e l’aggiornamento degli impiegati, l’approfondimento della cooperazione internazionale con l’America Latina, l’ampliamento della rete delle sedi ITAL-UIL e lo sviluppo di una rinnovata proposta politica da parte della UIM, saranno i principali punti da trattare e apriranno una nuova tappa nelle relazioni tra Italia ed il nostro Continente. Vogliamo stare in ogni luogo dove ci sia un italiano, vogliamo assicurare che le nuove generazioni possono accedere al vasto patrimonio socio-culturale che posside Italia” concludono Tucci e Porta, facendo l'elenco delle priorità di risultati attesi dal viaggio di Castellengo.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2571

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INFORM - N. 216 - 20 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Presentazione presso l’Unión Industrial di Quilmes

Ites Argentina: dopo il lancio a La Matanza il programma di tirocini formazione-lavoro si estenderà nel Conurbano Sur

BUENOS AIRES – Grazie all’accordo internazionale promosso dall’agenzia ministeriale Italia Lavoro presente già da alcuni anni in Argentina, di origine italiana avranno ora una concreta possibilità di formarsi presso imprese in Provincia di Buenos Aires. Lo sottolineano fonti Ites dell’Argentina. Dopo il lancio dell’azione nel territorio de La Matanza, il programma di tirocini formazione-lavoro viene adesso presentato, in occasione di un evento pubblico il 20 novembre nel Salone dell’Unión Industrial Quilmes (Alvear 867– Quilmes). Del programma beneficerà questa volta il territorio Conurbano Sur (Avellaneda, Quilmes, Berazategui, Lomas de Zamora eccetera).

Alla presentazione il sindaco neo eletto di Quilmes Francisco Gutierrez, il vice console di Quilmes Vicente Vezzato e il presidente dell’Unión Industrial de Quilmes (UIQ) Guillermo Gardella.

Il programma - in cui confluiscono i finanziamenti del Progetto del Ministero Lavoro italiano “Occupazione e sviluppo della comunità degli Italiani all’ estero” (ITES) e dei programmi di impiego della provincia di Buenos Aires “Bonus” “Segunda oportunidad” – sarà illustrato dalla coordinatrice di ITES in Argentina Adriana Bernardotti, e dal coordinatore dell’ Area Imprese di Ites Norberto Macchia. Il programma sarà attivato nel territorio dai due patronati italiani partners di Ites: il patronato Inas-Cisl ed il patronato Ital-Uil. All’evento a Quilmes aderiscono anche gli altri partner Ites: Ciapi, Faca, Urerba, Efasce, Fedelazio, Fesisur, Angeer, Consiglio Regionale dei Pugliesi in Argentina.

Per partecipare al programma è necessario possedere la cittadinanza italiana o documentare le proprie origini italiane, avere più di 18 anni, essere disoccupato non percepire sussidi del governo argentino. Il Programma offre tirocini formativi sui posti di lavoro della durata di 6 mesi in aziende localizzate in Provincia, borsa di studio di $780 pesos finanziata dai due ministeri, un complemento di da parte dell’azienda interessata alla formazione che rappresenti un compenso adeguato alle mansioni svolte dal tirocinante, il supporto di un tutor esterno accompagnerà il percorso formativo, la copertura dell’assicurazione dei rischi lavoro (ART) e la tutela legale del beneficiario attraverso l’ accordo tra impresa, sindacato e Stato provinciale per la firma del contratto di tirocinio.

Per accedere al programma è necessario entrare nella piattaforma per la gestione dell’ offerta e della domanda delle candidature (www.italiani-estero.it – sezione Argentina), sistema che faciliterà l’ incontro tra le imprese disponibili ed i candidati. Saranno convocati i candidati il cui profilo coincida con i requisiti richiesti imprese.

Il Progetto Ites si realizza in Argentina, Brasile, ed Uruguay con la collaborazione della rete delle numerose organizzazioni italiane presenti sui territori. (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21621.htm

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20 Novembre 2007

La Sicilia in Argentina per valorizzare le comunita' siciliane residenti all’estero nel processo dell'internazionalizzazione

Buenos Aires - Domenica 18 novembre si è tenuta, a Buenos Aires, presso l'Auditorium della FIT, una conferenza sui percorsi storico-culturali di interesse turistico promossa da Luciano Luciani, Presidente dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi.

Alla conferenza hanno preso parte lo stesso Luciano Luciani, l’Assessore al Bilancio, Programmazione economica, Ufficio Europa e Politiche per l’internazionalizzazione del Comune di Vittoria Livio Mandarà, il Sindaco del Comune di Capilla del Monte Rosanna Olmus, il rappresentante dell’Enit, il delegato dell’ICE di Buenos Aires, Pablo Pira, il Presidente della Camera di Commercio di Abruzzo Giuseppe Russo e il

rappresentante dell’Assessorato Regionale al Lavoro e alla Emigrazione Sebastiano D’Angelo. L’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi, che da tempo lavora in favore della creazione di rapporti solidi e duraturi con le numerose comunità di siciliani presenti all’estero e in particolar modo in Sud America, mediante tale iniziativa ha inteso ribadire il proprio impegno ad essere per gli emigrati siciliani in Argentina un punto di riferimento e di sostegno volto a favorire l’internazionalizzazione dell’economia siciliana. Lo scopo di tale iniziativa è stato proprio quello di valorizzare l’attività ed il ruolo della rete delle comunità siciliane residenti all’estero per meglio finalizzarle all’internazionalizzazione.

"Posto che nell’attuale contesto globale l’emigrazione può e deve essere considerata un patrimonio prezioso, unanimemente tutti i partecipanti hanno affermato l’importanza rivestita dagli italiani residenti all’estero nel costituire una risorsa culturale ed un vantaggio economico sia per il nostro paese che per tutti quelli in cui i nostri connazionali vivono" affermano dal Santi. "Gli italiani nel mondo favoriscono l’accreditamento internazionale del nostro paese e sono un ponte tra la nostra cultura, società ed economia e le realtà dei paesi di accoglienza. Al pari di quelle delle altre regioni italiane, anche le comunità siciliane in Argentina e le reti da esse costituite rappresentano importanti e insostituibili punti di riferimento per intrattenere relazioni vantaggiose con l’economia argentina ed entrare nel suo mercato finanziario". Un passo concreto verso questa direzione lo ha fatto il Comune di Vittoria avviando, per mezzo del suo rappresentante Assessore Mandarà, accordi di cooperazione con la cittadina di Capilla del Monte e di Mar de Plata, e promuovendo in Argentina i prodotti agroalimentari di eccellenza del suo territorio (primo tra tutti il Cerasuolo DOCG) insieme a quelli riguardanti le tecnologie per l’agricoltura. Vittoria dunque, come esempio di cooperazione internazionale e internazionalizzazione della sua economia attraverso l’utilizzo e la valorizzazione dei legami stabili assicurati dalla numerosa comunità vittoriese residente in Argentina e le istituzioni politiche, economiche e culturali del paese ospiti.

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News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2569

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SERVIZI DEL GIORNO 20 Novembre 2007 ore 17.20 Italiani nel Mondo "MEMORIE MIGRANTI": DAL MUSEO REGIONALE DELL’EMIGRAZIONE "PIETRO CONTI" DI GUALDO TADINO UN CONCORSO VIDEO SULL’EMIGRAZIONE ITALIANA PERUGIA\ aise\ - "Memorie Migranti", è il nome della IV Edizione del concorso che il Museo Regionale dell’Emigrazione "Pietro Conti" di Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, bandisce per la migliore testimonianza video sul tema dell’emigrazione italiana all’estero. Lo scopo dell’iniziativa è quello di favorire il recupero e la sensibilizzazione della memoria storica dell’emigrazione italiana nel mondo dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni, nonché favorire un’attività di ricerca e di studio sugli aspetti storici, sociali ed economici, legati a questo fenomeno. I video dovranno essere diretti ad illustrare il fenomeno migratorio attraverso storie individuali o familiari e comunitarie, considerando la possibilità di muoversi all’interno di un tema variegato e ricco di sfaccettature (i motivi della partenza, il viaggio, i lavori, l’emigrazione femminile, le comunità italiane all’estero, l’integrazione, gli scontri e gli incontri culturali, il ritorno, ed altro) e che abbraccia un periodo di circa cento anni. Il concorso rappresenta un’occasione per raccogliere le memorie dell’emigrazione attraverso la vita dei protagonisti, un modo creativo per favorire l’incontro ed il confronto tra studenti e docenti, che già sperimentano i linguaggi audiovisivi all’interno dei percorsi didattici ed un incentivo alla pratica degli stessi. Per i "Giornalisti", nella sezione relativa ai video già andati in onda, e per tutti i professionisti e gli amatori, nella categoria "Storie e personaggi" il concorso è, invece, un riconoscimento all’importante lavoro storico di recupero e divulgazione di cui sono stati portavoce. Il concorso prevede l’ideazione e la produzione di un audiovisivo che tragga spunto dalla tematica migratoria italiana. Ogni categoria potrà avvalersi di personale tecnico specializzato per le riprese ed il montaggio video. Il cortometraggio può essere sviluppato, a scelta, tra i seguenti format video: inchiesta, reportage o documentario fiction o docufiction. La partecipazione alla IV edizione del Concorso Video Memorie Migranti è gratuita e prevede quattro categorie di concorso. Potranno partecipare per la categoria "Scuole", gli alunni delle Primarie, Secondarie di I grado e Secondarie di II grado di tutta Italia. Per la categoria "Master" gli studenti degli Istituti Universitari, le Scuole di Cinema, di Giornalismo, Televisione e Video e i corsi di Master Post Laurea di tutta Italia. Per la sezione "Storie e personaggi", tutti coloro che sono interessati all’argomento, sia professionisti che amatori, sia residenti in Italia che all’estero, in quest’ultimo caso purchè il documentario sia sottotitolato o tradotto in lingua italiana. Per la categoria "Giornalisti" potranno partecipare gli autori dei servizi andati in onda nel periodo di tempo compreso tra il 2000 ed il 2007, sia su televisioni pubbliche che private, sia nazionali che locali. Ogni lavoro potrà essere presentato dalla classe nella sua totalità da uno studente o da un gruppo di studenti appartenenti a classi diverse dello stesso istituto o ente da un singolo partecipante o dall’intero gruppo di ricerca e lavoro nelle sezioni "Storie e personaggi" e "Giornalisti". I video dovranno essere presentati su supporto DVD e la loro durata non dovrà essere superiore ai 15 minuti (titoli compresi), pena l’esclusione, per tutte le categorie di concorso, tranne per la sezione "Giornalisti", i cui video potranno raggiungere una durata massima di 60 minuti (tempo che tiene conto degli standard televisivi). I lavori dovranno essere inviati tramite raccomandata postale, spedizioniere o consegna a mano, entro il 29 febbraio 2008. Entro 40 giorni dalla scadenza dei termini previsti per la presentazione delle domande, un apposito Comitato di selezione, nominato dal Museo Regionale dell’Emigrazione "Pietro Conti", selezionerà, in base

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ai criteri di valutazione del concorso, i prodotti ammissibili in finale. I video finalisti verranno esaminati, in una fase successiva, da una Commissione giudicatrice composta da esperti del settore audiovisivo e da esperti di storia dell’emigrazione, che esprimerà un giudizio insindacabile che premierà i video vincitori. I finalisti verranno informati direttamente e i vincitori verranno svelati pubblicamente durante la premiazione ufficiale del concorso, che si terrà venerdì 18 aprile presso il Cinema Teatro Don Bosco di Gualdo Tadino. I video finalisti e vincitori saranno pubblicati e raccolti in un DVD. Il premio in denaro, consistente in una somma complessiva di 5.000 euro, sarà assegnato ai vincitori secondo i criteri della commissione giudicatrice. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49931

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SERVIZI DEL GIORNO 20 Novembre 2007 ore 12.48 Italiani nel Mondo ELETTI A BERLINO I DUE RAPPRESENTANTI DEGLI ABRUZZESI IN GERMANIA CHE SIEDERANNO NEL CRAM BERLINO\ aise\ - Rocco Artale, 67 anni, componente nel Cram, e Matteo Conti, 29 anni (entrambi originari di Pescara), delegato al Congresso dei Giovani abruzzesi nel mondo. Sono questi i rappresentanti eletti all’Assemblea degli abruzzesi emigrati in Germania, riunita a Berlino sabato scorso, alla presenza del presidente del Cram Donato Di Matteo. È dovuto, infatti, intervenire il presidente del Cram, scegliendo Berlino quale città della "riunificazione" anche per la comunità abruzzese in terra tedesca, per risolvere un contenzioso che impediva in Germania la rappresentanza ufficiale nel Consiglio regionale degli abruzzesi nel mondo, anche a causa della crisi in cui versa l’associazionismo - non solo dei nostri corregionali - nel più grande Paese europeo, anche in termini di emigrazione italiana. Artale, pensionato, è presidente dell’Associazione abruzzese C.V. di Wolfsburg, città a forte emigrazione operaia perché sede della fabbrica automobilistica Wolkswagen, dove lavorano 60 mila dipendenti di cui 2.800 italiani attivi dei seimila residenti in totale, fra cui 300 abruzzesi. Nella città di 120 mila abitanti, Artale è anche consigliere comunale per l’Spd, dopo essere stati per molti anni segretario provinciale della Dgb-Ig/Metalmeccanici, il più grande sindacato tedesco. Conti è, invece, un giovane insegnate di lingua e cultura italiana emigrato in Germania due anni fa, che si è subito attivato anche nell’Associazione famiglie emigrate abruzzesi (Afea) di Stoccarda, dove ricopre la carica di presidente. La crisi dell’associazionismo e le soluzioni e progettualità per rilanciare le attività dei sodalizi di emigrati sono stati i punti più approfonditi dall’Assemblea berlinese, dove Di Matteo ha ridato fiducia ed energia a una comunità che negli ultimi tempi si è "sentita abbandonata dalle istituzioni" e che presenta tuttora, dopo tanti decenni di vita in Germania, problemi d’integrazione, soprattutto degli anziani e dei giovani discendenti. "Molti nostri anziani sono rimasti soli", ha spiegato il neo componente il Cram. "Dopo una vita di duri sacrifici nelle fabbriche si ritrovano soli in casa per via dei figli che, per acquisita mentalità tedesca, lasciano le famiglie una volta sposati o terminati gli studi. Tanti vanno anche a finire nelle case di riposo, subendo, in alcuni casi a me noti, anche l’umiliazione post-mortem di non avere nessun parente che ne reclami il cadavere per una degna sepoltura, né in Germania né in Italia". La rete dell’emigrazione deve, secondo Conti, "prestare attenzione e adeguarsi al fenomeno della mobilità europea dei giovani se vuole essere utile e, quindi sopravvivere, in un Paese che, come l’Italia, è nell’Ue. Come insegnante ho potuto constatare che qui il processo d’integrazione degli italiani, per via della lingua, non è ancora concluso: persino i greci sono più organizzati e integrati di noi italiani". A questo proposito, Artale ha aggiunto che i giovani di seconda e terza generazione fanno fatica a sentirsi ancora italiani e abruzzesi, e, quindi con voglia di partecipare alla vita delle associazioni, perché "si ricordano che da piccoli sono stati abbandonati dalle istituzioni italiane nel difficile processo d’integrazione scolastica: indipendentemente dall’età dovevano tutti ricominciare dalla prima elementare e solo recentemente si sono fatti anche per gli italiani i corsi scolastici differenziati". Gli abruzzesi di Germania si sono dichiarati "felici" di essere stati riuniti da Di Matteo. "Pensavamo che la Regione Abruzzo si fosse dimenticata di noi", ha detto Artale al Presidente del Cram, che ha esposto ai corregionali italo-tedeschi la grande progettualità a favore di chi ha bisogno all’estero che contraddistingue la sua gestione ma anche per promuovere gli interscambi culturali. Su proposta di Conti, si è deliberato anche di garantire presenze culturali ed eno-gastronomiche abruzzesi su invito di

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organismi come l’Istituto italiano di Cultura che già hanno organizzato con altre Regioni italiane manifestazioni in Germania. Di Matteo ha invitato i delegati all’Assemblea di recuperare le attività delle Associazioni di abruzzesi iscritte all’Albo regionale che non sono intervenute a Berlino per manifesta inattività (e capirne i motivi) ma che, comunque, potrebbero essere ancora legalmente costituite "anche per non disperdere – ha concluso il Presidente del Cram – il prezioso patrimonio storico delle famiglie abruzzesi iscrittevi". Dopo Berlino, Di Matteo ha fatto tappa a Willigen, su invito della locale Unione italiani nel mondo (Uim), associazione di 850 famiglie italiane (di cui 150 abruzzesi) iscritte molto attiva nei programmi sociali europei a favore dell’integrazione scolastica, il cui vicepresidente è l’abruzzese (originario di Casoli) Antonio Valla, che si è riunito con Di Matteo insieme al presidente Giuseppe Gnisci e Giuseppe Maggio, presidente del Comites e vicepresidente del patronato Ital-Uil, e alcune abruzzesi soci. Cram e Uim hanno concordato, per poter accedere all’Albo regionale abruzzese (disciplinato dalle legge 47/2004), ma anche a quelli delle altre Regioni italiane, di creare le "sezioni" regionali. La Uim delibererà quanto prima la sia sezione Abruzzo avviando le pratiche di richiesta iscrizione all’Albo e, quindi, poter accedere alle provvidenze e sostegni previsti dalla legge regionale abruzzese. La crisi dell’associazionismo degli emigrati in Germania – hanno concordato tutti – è, per esempio, la causa della mancata rappresentanza tedesca di deputati esteri nel Parlamento italiano. "La piccola Svizzera - ha spiegato Di Matteo – ha eletto nella Circoscrizione Europa ben tre parlamentari, fra cui i due abruzzesi Antonio Razzi e Claudio Micheloni, che provengono proprio dall’attivismo associativo abruzzese", sodalizi attivi, numerosi e federati in terra elvetica, a differenza della grande Germania, che ha, però, registrato la più alta partecipazione elettorale in tutto il mondo. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49903

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SERVIZI DEL GIORNO 20 Novembre 2007 ore 11.56 Italiani nel Mondo GLI ITALIANI ALL’ESTERO E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE: ALLA FIT DI BUENOS AIRES UNA CONFERENZA PROMOSSA DALL’IRFS BUENOS AIRES\ aise\ - Si è tenuta domenica scorsa nell'Auditorium della FIT di Buenos Aires una conferenza sui percorsi storico-culturali di interesse turistico promossa dal Presidente dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi, Luciano Luciani, a capo di una delegazione che in questi giorni è in missione in America Latina. Alla conferenza hanno preso parte l’Assessore al Bilancio, Programmazione economica, Ufficio Europa e Politiche per l’internazionalizzazione del Comune di Vittoria Livio Mandarà, il Sindaco del Comune di Capilla del Monte Rosanna Olmus, il rappresentante dell’Enit, il delegato dell’ICE di Buenos Aires, Pablo Pira, il Presidente della Camera di Commercio di Abruzzo Giuseppe Russo e il rappresentante dell’Assessorato Regionale al Lavoro e alla Emigrazione Sebastiano D’Angelo. L’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi, che da tempo lavora in favore della creazione di rapporti solidi e duraturi con le numerose comunità di siciliani presenti all’estero e in particolar modo in Sud America, mediante tale iniziativa ha inteso ribadire il proprio impegno ad essere per gli emigrati siciliani in Argentina un punto di riferimento e di sostegno volto a favorire l’internazionalizzazione dell’economia siciliana. Lo scopo di tale iniziativa è stato proprio quello di valorizzare l’attività ed il ruolo della rete delle comunità siciliane residenti all’estero per meglio finalizzarle all’internazionalizzazione. Posto che nell’attuale contesto globale l’emigrazione può e deve essere considerata un patrimonio prezioso, unanimemente tutti i partecipanti hanno affermato l’importanza rivestita dagli italiani residenti all’estero nel costituire una risorsa culturale ed un vantaggio economico sia per il nostro paese che per tutti quelli in cui i nostri connazionali vivono. Gli italiani nel mondo favoriscono l’accreditamento internazionale del nostro paese e sono un ponte tra la nostra cultura, società ed economia e le realtà dei paesi di accoglienza. Al pari di quelle delle altre regioni italiane, anche le comunità siciliane in Argentina e le reti da esse costituite rappresentano importanti e insostituibili punti di riferimento per intrattenere relazioni vantaggiose con l’economia argentina ed entrare nel suo mercato finanziario. Un passo concreto verso questa direzione lo ha fatto il Comune di Vittoria avviando, per mezzo del suo rappresentante Assessore Mandarà, accordi di cooperazione con la cittadina di Capilla del Monte e di Mar de Plata, dove in questi giorni sono stati presentati accordi di gemellaggio. Inoltre, i rappresentanti di Vittoria stanno promuovendo in Argentina i prodotti agroalimentari di eccellenza del loro territorio insieme a quelli riguardanti le tecnologie per l’agricoltura. Vittoria dunque, come esempio di cooperazione internazionale e internazionalizzazione della sua economia attraverso l’utilizzo e la valorizzazione dei legami stabili assicurati dalla numerosa comunità vittoriese residente in Argentina e le istituzioni politiche, economiche e culturali del paese ospiti. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49897

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INFORM - N. 216 - 20 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Mariza Bafile tra gli abruzzesi di Mar del Plata

MAR DEL PLATA - Nel partecipare al Primo Congresso dei Giovani Abruzzesi nel Mondo organizzato dal CRAM (Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo) in Argentina, a Mar del Plata, Mariza Bafile, deputata dell’Ulivo eletta in America Meridionale, ha particolarmente apprezzato “la passione, la voglia di far sentire la loro presenza anche all’interno dell’associazionismo. Ho potuto notare il grande entusiasmo per questo evento, e soprattutto la voglia, il bisogno da parte di tutti i giovani, di non perdere questa importante occasione.”

Proprio rivolgendosi ai giovani, Mariza Bafile li ha esortati ad offrire un forte contributo alle associazioni, “perché i giovani rappresentano una nuova linfa di cui si sente sempre più il bisogno. Per questi giovani – ha affermato l’on. Bafile – si è trattato di un’importante testimonianza del loro voler esserci e contare, hanno capito che in questo momento c’è una nuova attenzione verso le nuove generazioni da parte di tutto l’associazionismo. Lo conferma la Conferenza dei Giovani Italiani nel mondo prevista per il prossimo anno. Ringrazio quindi il Presidente del CRAM, Donato di Matteo che ha dimostrato una particolare sensibilità verso questo patrimonio che l’Italia, l’Abruzzo, non può disperdere. Ai giovani rinnovo il mio invito a farsi sentire, a continuare il loro impegno anche dopo il Congresso, e soprattutto a non perdere questo prezioso rapporto aperto con gli altri giovani con cui condividono la stessa storia, e con l’Abruzzo”.

Al termine del Congresso dei Giovani Abruzzesi, l’on. Bafile ha partecipato alla riunione organizzata per celebrare i 30 anni dell’Associazione degli Abruzzesi a Mar del Plata: “E’ stato un incontro bellissimo – ha ricordato – ed io sono orgogliosa di aver partecipato, anche perché sono un’abruzzese, e con loro ho potuto condividere e ricordare le storie della mia infanzia”. (Inform)

Fonte: http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21606.htm

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 219 anno XIV,

21 Novembre 2007

Un seminario per spiegare i programmi dell'Unione europea in favore delle PMI L'ICE, in collaborazione con la Camera di Commercio di Reggio Emilia, organizza un seminario

informativo sui nuovi strumenti di cooperazione della Commissione Europea per il periodo 2007-2013,

che si terrà a Reggio Emilia il 7 dicembre prossimo. L'organizzazione dell'iniziativa prevede una giornata

di informazione sui programmi ENPI (European Neighbourhood and Partnership Instrument) e IPA (Pre-

Accession Instrument) e sui nuovi strumenti della BEI (Banca europea degli Investimenti) in favore delle

PMI. La partecipazione per le imprese è molto importante in quanto l'evento è un ottimo strumento per

poter comprendere appieno gli stumenti che l'Unione mette a disposizione del mondo economico così da

poter avvantaggiarsi al meglio di tali opportunità.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2653

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INFORM - N. 217 - 21 novembre 2007

ASSOCIAZIONI

Visita a Mar del Plata dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi

MAR DEL PLATA – Il 19 e il 20 novembre la delegazione dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi in viaggio in America Latina ha visitato la città di Mar del Plata (a circa 400 km a sud di Buenos Aires) dove, secondo i dati dei registri dell’Anagrafe degli Italiani residenti all’Estero (AIRE), risiedono il maggior numero di emigrati vittoriesi e di loro discendenti.

Il 19 novembre si è svolto un incontro presso il Consolato d’Italia con il console Fausto Panebianco, che ha ricevuto il presidente dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi Luciano Luciani, unitamente al rappresentante del Comune di Vittoria (Ragusa) l’assessore al Bilancio, Programmazione economica, Ufficio Europa e Politiche per l’internazionalizzazione del Comune di Vittoria Livio Mandarà ed al componente dell’Ufficio di Gabinetto dell’on. Formica, assessore della Regione Sicilia al Lavoro e all’Emigrazione Sebastiano D’Angelo.

Il console Panebianco ha presentato alla delegazione il presidente della locale Camera di Commercio italiana Alberto Materia, il direttore della Unione degli Industriali (Ucip) Juan Blas Taladrid e il presidente del Comitato degli Italiani all’estero (Comites) di Mar del Plata Raffaele Vitiello. Il console – riferisce l’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi - ha molto gradito la visita - la quale si inquadra all’interno delle attività del 400° anniversario della fondazione della Città di Vittoria - al termine della quale ha messo a disposizione la struttura del Consolato agli operatori economici di Vittoria che vorranno realizzare un’esposizione nella città argentina.

Il giorno successivo la delegazione si è recata al Municipio di Mar del Plata dove l’assessore Mandarà ha consegnato all’assessore con delega ai Rapporti istituzionali Annibale Drago - di origine italiana - una lettera personale di saluto del sindaco Giuseppe Nicosia per il sindaco di Mar del Plata, la copia di una delibera con la quale la Giunta municipale di Vittoria si impegna ad avviare le procedure per un gemellaggio tra le due città e materiale promozionale del territorio di Vittoria. Il rappresentante del Comune di Mar del Plata ha garantito il massimo interesse da parte delle autorità locali e nei prossimi giorni verrà inviato al sindaco di Vittoria lo schema di protocollo per la ratifica.

Successivamente gli ospiti sono stati ricevuti dal presidente del Consiglio Comunale Luis Rech a cui il presidente Luciano Luciani ha esposto le attività dell’IRSFS nell’ambito della promozione del turismo sociale auspicando, entro il 2009, la realizzazione di un

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forum annuale organizzato fra le regioni Emilia Romagna e Sicilia da un lato e Mar del Plata dall’altro per la realizzazione di scambi economici e culturali.

All’incontro erano presenti anche due rappresentanti dei gruppi consiliari delle principali forze politiche della città, anch’essi di origine italiane, Cristina Coria e Fernando Rizzi. In questi anni la comunità italiana e siciliana è diventata parte integrante della città fino ad assumere anche importanti cariche istituzionali.

In serata si è svolta presso il Circolo Casa d’Italia una cerimonia delle celebrazioni del 400° anniversario della fondazione della Città di Vittoria alla presenza di centinaia di vittoriesi e di loro discendenti, del console d’Italia e di tutti i rappresentanti sopra indicati. Non sono mancati momenti di commozione e di sentito attaccamento alla propria terra di origine, nonché attestazioni di stima per il Sindaco Nicosia e di apprezzamento per la sensibilità dimostrata nel voler condividere anche con le comunità emigrate le celebrazioni del 400° anniversario.

Nel frattempo si è conclusa la FIT; gli operatori economici lì presenti presso lo stand dell’IRSFS hanno chiuso le contrattazioni e si riuniranno alla delegazione che proseguirà il proprio viaggio verso il Brasile, mentre l’assessore Mandarà rientrerà a Vittoria. (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21719.htm

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TRIBUNA ITALIANA

21 novembre 2007

Finanziaria: Inizia l'esame delle risorse destinate alla Farnesina

Attualitá

ROMA\ aise\ - Dopo l’approvazione al Senato, la Legge Finanziaria è approdata alla Camera dove tutte le commissioni permanenti sono chiamate in questi giorni ad esaminarne le parti di propria competenza per dare, infine, il proprio parere alla Commissione Bilancio.

Le risorse destinate al Ministero degli Esteri e, tra esse, quelle per gli italiani nel mondo sono ovviamente appannaggio della Commissione Esteri che ieri ha ascoltato la relazione di Raffaello De Brasi (Pd-U – Partito Democratico – Ulivo. ndr).

Presente ai lavori anche il Vice Ministro Franco Danieli. Nel 2008 gli stanziamenti di competenza della Farnesina saranno di 2.222,6 milioni di euro, un importo, ha precisato il relatore, che incide sul totale delle spese finali del bilancio dello Stato per lo 0,43%. La maggior parte di questi soldi è stata assegnata alla missione (così si chiamano adesso le articolazioni della manovra di bilancio) "L'Italia in Europa e nel mondo", con uno stanziamento di competenza per il 2008 di 1.892,5 milioni di euro.

A quella "Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche" competerà uno stanziamento di 279,2 milioni, e ai "Fondi da ripartire" 50,9 milioni. "L'ammontare dello stanziamento di competenza – ha detto De Brasi - è quasi interamente destinato alle spese di parte corrente (2.215,2 milioni di euro), che assorbono il 99,66% dello stanziamento. Tale ammontare si suddivide in 970,7 milioni per le spese di funzionamento (più mirate alla riproduzione della struttura) e in 1.195,7 milioni di spese per gli interventi (che propriamente consentono l'attuazione delle missioni istituzionali): completano il quadro 48,8 milioni per oneri comuni". Se rispetto all’anno scorso c’è stata una "lieve diminuzione" dello stanziamento di competenza (15,6 milioni di euro), quest’anno, a finanziaria approvata, aumenterebbero gli stanziamenti relativi alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo e, sia pure in misura minore, alla Direzione generale per gli italiani all'estero.

A riguardo De Brasi ha ricordato che il comma 6 dell’articolo 31, aggiunto durante l'esame al Senato in Commissione bilancio, "autorizza, per l'attuazione di politiche di sostegno agli Italiani all'estero e di promozione dell'immagine dell'Italia all'estero, la

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spesa di 18 milioni di euro". Tali risorse saranno ripartite così: 12,5 milioni per la tutela e l'assistenza ai connazionali; 5,5 milioni per iniziative scolastiche e di formazione professionale.

Il relatore ha poi comunicato che "entro il mese di giugno 2008, verrà adottato un decreto del Ministro degli affari esteri, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze e con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, al fine di individuare le tipologie professionali connesse con lo svolgimento dell'azione degli Uffici all'estero, al fine di ottenere una razionalizzazione della spesa destinata alle relative funzioni, e riducendo contestualmente i costi per l'utilizzazione degli esperti con incarico biennale inviati presso gli uffici all'estero".

L'articolo 33, invece, introdotto durante l'esame presso la Commissione Bilancio del Senato e modificato in Assemblea, autorizza una spesa di 14 milioni di euro (per il solo anno 2008) da destinare alle politiche concernenti le collettività italiane residenti all'estero ed alle iniziative di promozione culturale ad esse rivolte.

"Tra queste – ha precisato De Brasi – figurano la Conferenza dei giovani italiani nel mondo e il Museo dell'emigrazione italiana. Si prevedono, poi, iniziative volte alla valorizzazione del ruolo degli imprenditori italiani all'estero e misure necessarie per il rafforzamento e la riorganizzazione della rete consolare". "Agli italiani all’estero è stata riservata un’attenzione particolare", ha sottolineato nel suo intervento il Vice Ministro Danieli. "Infatti – ha aggiunto – l'iniziativa del Governo a cui si è unita in particolare quella dei Senatori eletti all'estero, ha consentito di ampliare gli interventi a loro favore: al comma 6 dell'articolo 31 sono ora stanziati 18 milioni di euro a favore delle politiche di sostegno agli italiani nel mondo, mentre l'articolo 33 autorizza una spesa di 14 milioni di euro per le politiche generali delle collettività all'estero".

Entrando un po’ più nel merito, il Vice Ministro ha ricordato anche che "in linea con le nuove misure di flessibilità introdotte dalla legge finanziaria 2007", la finanziaria prevede "alcune innovazioni di carattere strutturale miranti ad assicurare più trasparenza ed efficacia di spesa". "In particolare – ha precisato Danieli – è previsto, all'articolo 31, il potenziamento del Fondo relativo alle spese per consumi intermedi degli Uffici all'estero, che viene integrato di 45 milioni di Euro per l'anno 2008 e di 42,5 milioni a decorrere dall'anno 2009. Su tale fondo è altresì convogliato l'equivalente di gran parte delle percezioni consolari, a riconoscimento che le sedi all'estero forniscono proventi e servizi allo Stato.

Confluiscono inoltre su tale fondo una parte delle dotazioni delle unità previsionali di base dello stato di previsione, relative appunto alle spese per consumi intermedi. Diviene in tal modo possibile – ha spiegato il Vice Ministro – effettuare un'unica rimessa valutaria alle sedi per il loro funzionamento. Viene così raggiunto un traguardo importante in termini di semplificazione delle procedure, inteso a liberare risorse, anche umane, dalle funzioni di autosostentamento per rivolgerle al perseguimento delle funzioni istituzionali e di una più efficace assistenza a favore del cittadino italiano all'estero". Il Governo, ha proseguito il Vice Ministro, intende operare al fine di "garantire alle sedi maggiore autonomia sul piano gestionale e finanziario, a fronte di crescenti responsabilità in capo ad Ambasciate e Consolati, graduandone la pratica attuazione con l'emanazione di un apposito decreto applicativo. Tale obiettivo è contenuto in due disposizioni, originariamente inserite nella legge finanziaria, ore

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inserite nel disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 159, appena approvato dalla Camera".

Quanto alle risorse umane, Danieli ha detto che "in coerenza con il processo di revisione organizzativa in attuazione di specifiche disposizioni della Finanziaria 2007, l'Amministrazione degli affari esteri è chiamata a provvedere all'emanazione, entro il 30 giugno 2008, di un decreto interministeriale di carattere ricognitivo il cui ambito comprende tutte le tipologie professionali presenti presso gli Uffici all'estero, configurando un esercizio dal quale non sono necessariamente attesi risparmi, ma certamente un contributo rilevante in termini di chiarezza e riorganizzazione. I risparmi che dovessero eventualmente derivarne – ha precisato il Vice Ministro - , in particolare, come statuito dalla norma, dalla riduzione della spesa destinata all'utilizzazione degli esperti di cui all'articolo 168 del decreto del Presidente della Repubblica 18/67, confluirebbero sul fondo per le spese di funzionamento delle sedi entro il maggior limite indicato nella norma stessa.

È prevista inoltre, - ha concluso - la possibilità, mediante apposito decreto interministeriale, di una rideterminazione del contingente degli impiegati a contratto in dipendenza dalle esigenze funzionali che dovessero al riguardo essere ravvisate". (m.c.\aise)

Fonte : http://www.tribunaitaliana.com/?q=node/862

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INFORM - N. 217 - 21 novembre 2007

STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO

Su “Tribuna Italiana” del 21 novembre l’editoriale del direttore Marco Basti

La battaglia per i giovani

BUENOS AIRES - La recente Assemblea plenaria del CGIE che si è svolta a Roma, ha dato rilevante importanza al futuro Congresso dei Giovani di origine italiana, che dovrebbe svolgersi l’anno venturo a Roma. Per cominciare a dare spazio alle nuove generazioni, coinvolgendole anche nella fase di organizzazione dell’assise che da anni è in programma, ma che non è ancora decollata, sono stati invitati alla plenaria giovani rappresentanti di quasi tutti i Paesi di grande presenza italiana, come era avvenuto in precedenza per le riunioni continentali del CGIE.

La “questione giovani”, è da anni sul tappeto. Già durante la Conferenza degli Italiani nel Mondo, nel 2000, per non andare più indietro nel tempo, ci fu un Convegno sui Giovani, dal titolo “Le nuove generazioni: tendenze, aspettative, richiami, opportunità”. Da allora, decine, se non centinaia, di documenti, hanno visto la luce in numerosi congressi e convegni, di carattere nazionale, continentale, regionale, di partiti, di associazioni di volontariato, in Italia e all’estero, ecc.

Alla base di tanto interesse c’è, naturalmente, la costatazione che l’emigrazione come fenomeno di massa si è conclusa da decenni, cioè fra gli anni ‘60 e’70.

In quasi tutti i Paesi di accoglienza, dove la presenza di forti comunità di italiani, gli italiani, pur in contesti economici, politici e sociali differenti, hanno conquistato l’apprezzamento delle comunità locali, hanno raggiunto in genere posizioni di rilievo e sono diventati, se un giorno ci si deciderà a sfruttarla, una preziosa rete di presenze dalla quale l’Italia ha tutto da guadagnare, come è dimostrato, tra l’altro, dalla rete di Camere di Commercio Italiane all’estero, che contribuiscono grandemente a far crescere l’export italiano nei Paesi dove esse operano. Una realtà che è fatta in gran parte da italiani nati in Italia, ma anche da discendenti di italiani, nati all’estero, che, nonostante la noncuranza dell’Italia, si sentono legati alla terra da dove sono partiti i loro avi.

Una realtà però, che se non è curata, rischia di disperdersi. Infatti, anche se gli italiani all’estero in genere sono longevi, la loro presenza tende ad assottigliarsi come è nella natura della vita. L’Italia, arrivando quasi sempre in ritardo, ha “scoperto” (o almeno lo ha fatto un nucleo di addetti ai lavori) da non molti anni che ha una risorsa inesplorata all’estero e che rischia di arrivare tardi o di dover investire molto di più, se non ricupera terreno per conservare e sviluppare tale risorsa.

Questa è stata la ragione principale per la quale in Italia da poco più di un decennio, hanno cominciato a interessarsi delle nuove generazioni. Ma negli ultimi tempi un altro motivo ha spinto, soprattutto l’Italia dei partiti, a “scoprire” il mondo delle nuove generazioni. E tale interesse è fondato senza dubbio sulla certezza che si tratta di un campo nel quale raccogliere in tempi di elezioni, come è stato dimostrato nella prima elezione alla quale hanno partecipato gli italiani residenti all’estero, l’anno scorso.

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Come va guardata questa discesa in campo delle forze della politica per seminare e specialmente per raccogliere, nel caso specifico della nostra comunità in Argentina?

Come è noto, la comunità italiana in Argentina ha alcune caratteristiche che la rendono particolare. Anzitutto è una tra le più numerose al mondo e se i servizi consolari fossero adeguati, altre tre quattrocentomila persone nate in Argentina da emigrati italiani, avrebbero la cittadinanza italiana, costituendo la più numerosa comunità italiana all’estero, che comunque si attesta sulle seicentomila persone.

Ma oltre al numero, ci sono altri due fattori importanti che contraddistinguono la nostra comunità. Il primo è l’antica e costante immigrazione italiana in questa terra, già da prima che essa fosse indipendente e fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. Una presenza che ha lasciato un segno profondo nella storia e nel modo di essere di questa Argentina diventata “seconda patria degli italiani”, ma che allo stesso tempo ha dimostrato una profonda consapevolezza della sua identità di origine, plasmata in centinaia di associazioni di ogni tipo, accomunate dalla matrice italiana.

Questa realtà ha dimostrato di sapersi gestire anche politicamente nelle elezioni dell’anno scorso, visto che è riuscita a esprimere due parlamentari su diciotto, in una tornata elettorale dominata, come era prevedibile, dai partiti politici italiani, conquistando per loro i più alti numeri di preferenze. Ed esprimendo inoltre l’unico parlamentare fra i diciotto - l’on. Merlo - figlio di italiani e non nato in Italia.

Questa realtà ha la sua base nell’Associazionismo, quella rete di centinaia di associazioni italiane che fanno capo alla FEDITALIA.

Una FEDITALIA, presieduta da Luigi Pallaro, che in tempi non sospetti, cioè nel lontano 1980, organizzò il primo Congresso dei Giovani Italo-Argentini e che da quei tempi (come è testimoniato tra l’altro dai fondi del nostro Direttore emerito Mario Basti nelle pagine dei primi anni) dibatte la questione del trapasso alle nuove generazioni. Un argomento di dibattito in seno alla nostra comunità, quando, dieci, quindici, venti anni dopo che il flusso migratorio si era arrestato, si pensò giustamente a tramandare alle nuove generazioni il patrimonio morale e materiale che una presenza che ha poche uguali al mondo, aveva costruito.

Agli inizi degli anni ‘90, sempre su iniziativa della FEDITALIA, a quell’epoca presieduta da Gaetano Scerbo, fu avviato il ciclo, che si mantiene fino ad oggi e che giunge alla 17ma edizione, dei Congressi dei Giovani di origine italiana. Un ciclo che dagli inizi quando al centro della tematica c’era l’ingresso dei giovani nelle nostre associazioni, è evoluto fino ai giorni d’oggi, quando al centro del dibattito c’è la promozione della partecipazione in ogni sfera di attività, di giovani argentini, anche di cittadinanza italiana, che portano come valore aggiunto l’orgoglio e la fedeltà alle proprie origini, alle proprie radici italiane.

La “calata” della politica in cerca delle nuove generazioni ha degli aspetti positivi è innegabile, ma anche, se non si opera con grande senso di responsabilità, un rischio rilevante e cioè che, come è successo altre volte con le proposte arrivate da Roma, si finisca per danneggiare quello che c’è, senza benefici per la collettività, nè per l’Italia. Cioè, che si finisca con l’allontanare i giovani dalle nostre associazioni. Senza però riuscire nell’intento di assicurare un futuro alla presenza italiana in questo Paese. (Marco Basti-Tribuna Italiana/Inform)

[email protected]

Fonte: http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21726.htm

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SERVIZI DEL GIORNO 21 Novembre 2007 ore 16.50 Cultura

ON LINE DUE PORTALI INTERNET SULLA CULTURA E L'INSEGNAMENTO DELLA LINGUA ITALIANA

ROMA\ aise\ - Negli ultimi giorni hanno debuttato in rete due portali on line a supporto della promozione della cultura italiana e dell’insegnamento della nostra lingua. Si chiama www.interculturale.it il portale multilingue messo a punto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che in italiano, inglese, francese e spagnolo offre un sistema di accesso integrato alle risorse tradizionali e digitali di biblioteche, archivi ed altre istituzioni culturali italiane per promuovere e valorizzare il nostro patrimonio culturale e turistico. Allo stesso tempo, il Dipartimento di Italianistica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ha curato il sito www.insegnare-italiano.it dedicato ai docenti e più in generale a quanti sono interessati all’insegnamento dell’italiano a stranieri. I percorsi disponibili sono vari: strutture editoriali, mondo del lavoro, discipline collegate all’insegnamento della lingua, corsi di lingua italiana on-line gratuiti e biblioteche multimediali. (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=50007

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SERVIZI DEL GIORNO 22 Novembre 2007 ore 18.24 Italiani nel Mondo INTERVENTI/ FINANZIARIA 2008: RISANAMENTO SOSTENIBILITÀ E SVILUPPO PER L’ITALIA E PER GLI ITALIANI NEL MONDO – DI GENNARO SPOSATO ROMA\ aise\ - Dopo il "movimentato" voto della settimana scorsa al Senato, il percorso della Finanziaria verso la sua definitiva approvazione entro la fine dell’anno, prosegue ora alla Camera dei Deputati. I deputati saranno quindi chiamati ad esprimere il proprio voto favorevole ad un provvedimento che continua in modo deciso l’opera di risanamento delle finanze pubbliche italiane, ed i cui contenuti concreti sono – come spesso accade nel dibattito politico italiano – in gran parte stati offuscati dai proclami propagandistici su tentate spallate e agguati al Governo e alla maggioranza che lo sostiene. Tenendo ben presente la difficile situazione dei conti pubblici italiani, gravati, lo ricordiamo, da un pesante debito pubblico che non ha eguali tra gli altri Paesi europei, la Finanziaria del 2008 prosegue con la necessaria e improcrastinabile azione di risanamento avviata lo scorso anno con la prima finanziaria del Governo Prodi. In particolare, la manovra conferma gli obiettivi di legislatura per il riequilibrio dei conti pubblici e porta ad una riduzione del deficit al 2,2% nel 2008, facendo scendere il debito pubblico dal 105% al 103,5% del PIL e comportando quindi una lenta ma progressiva riduzione degli oneri derivanti dal pagamento degli interessi sul debito. Tuttavia, la Finanziaria 2008 non si limita a centrare esclusivamente i propri obiettivi di natura prettamente macroeconomica e di bilancio dello Stato, bensì prevede tutta una serie di interventi concreti a favore delle fasce deboli, a sostegno dell’occupazione, al rilancio del Mezzogiorno e – last but not least – a favore della presenza dell’Italia e degli italiani nel mondo. Nello specifico, al fine di sostenere l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, si prevede il finanziamento di 30 mila stage per neolaureati, la cui stabilizzazione da parte delle imprese viene incentivata con la previsione di un bonus di 3.000 Euro. La manovra stanzia, inoltre, 100,623 miliardi di euro (+3,583 miliardi rispetto al 2007 e +9,6 miliardi rispetto al 2006) per finanziare i livelli essenziali di assistenza. Più risorse, quindi, per ospedali, medicina di famiglia e specialistica, assistenza domiciliare. Nel quadro di un generale programma di rilancio del Sud, la Finanziaria disciplina inoltre la confluenza dei fondi nazionali e di quelli europei nel Quadro strategico nazionale 2007-2013 per un totale di 100 miliardi, con la conseguenza di un migliore e più efficiente utilizzo delle risorse che in particolare l’Unione Europea destina come fondi strutturali alle regioni più disagiate in Europa. Buone notizie anche per i tanti connazionali che annualmente, durante le vacanze estive, viaggiano sulle autostrade italiane verso la Calabria e la Sicilia. È infatti previsto un finanziamento immediato di 100 milioni per il 2007 per i lavori di manutenzione straordinaria dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. In particolare, le risorse saranno impiegate per affrontare i problemi di mobilità e sicurezza e per rafforzare il trasporto e la sicurezza nello Stretto di Messina. Come già accennato, con la nuova Finanziaria il Governo scommette in modo deciso sulla valorizzazione della presenza dell’Italia e degli italiani nel mondo. Questa scommessa prevede, da un lato, un aumento delle risorse destinate alla promozione del "made in Italy", che passa da 60 a 80 milioni di euro e corrisponde ad una crescita del 30% rispetto al 2006, con evidenti ripercussioni positive sul mercato del lavoro interno e di presenza quantitativa e qualitativa delle nostre imprese sui mercati stranieri. Per quanto attiene, invece, gli interventi a favore degli italiani all’estero, i Parlamentari – e nel caso specifico i Senatori - eletti nella circoscrizione estero, hanno nuovamente dimostrato come la loro presenza non sia solo una logica e giusta conseguenza del diritto dei connazionali nel mondo ad avere una adeguata rappresentanza politica nella aule parlamentari, bensì possa rappresentare – se esercitata

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seriamente – un importante valore aggiunto per la qualità dell’attività governativa e legislativa. Il decisivo lavoro dei parlamentari del PD eletti all’estero e lo spirito di collaborazione tra questi ed il Governo, hanno infatti fatto sì che la Finanziaria prevedesse una serie di importanti stanziamenti di natura quantitativa ma anche e soprattutto qualitativa a favore degli italiani all’estero. Nello specifico, nel corso dell’iter di approvazione al Senato, sono state accolte le proposte dei 5 Senatori di Centrosinistra eletti nella circoscrizione estero, che contengono lo stanziamento di 12,5 milioni di euro per la tutela e l’assistenza dei connazionali all’estero, nonché 5,5 milioni di euro per il finanziamento delle iniziative scolastiche, di assistenza scolastica e di formazione e perfezionamento professionali (ex legge 153 del 1971). Oltre a questi interventi mirati sono inoltre stati destinati ben 14 milioni di euro per le politiche generali degli italiani all’estero, che saranno utilizzati anche ed in particolare per rafforzare e razionalizzare la rete consolare. La somma di questi interventi, che va a sommarsi a quella già prevista nella manovra a favore delle collettività italiane nel mondo, ammonta quindi a ben 32 milioni di euro, e va a collocarsi in evidente controtendenza rispetto alla riduzione delle risorse di cui si è stata protagonista la nostra comunità durante gli anni dei governi Berlusconi. Inoltre, grazie al sollecito intervento degli eletti, l’eventuale recupero di prestazioni pensionistiche che siano state percepite indebitamente da parte di italiani residenti all’estero avverrà – a meno che non sia frutto di dolo da parte del connazionale stesso – attraverso una trattenuta diretta sulla pensione e solamente in misura non superiore al quinto dell’indebito totale e senza applicazione di interessi. Con riferimento alla riorganizzazione della rete consolare invece, la commissione programmazione economica e bilancio ha inoltre accolto un ordine del giorno a firma dei 5 senatori che sostengono il Governo di Centrosinistra (Micheloni, Pollastri, Randazzo, Turano e Pallaro), che impegna il Governo ad effettuare una verifica dei bisogni relativi alla rete diplomatico-consolare e a presentare al Parlamento una relazione dettagliata sui bisogni dei cittadini italiani residenti all’estero. Sulla base di questa relazione il Governo concorderà con le commissioni competenti, e quindi anche con i parlamentari che rappresentano gli italiani nel mondo, un piano di riforma finalizzato alla riorganizzazione e innovazione della rete consolare e diplomatica italiana nel mondo. Sempre su iniziativa dei senatori eletti all’estero il Governo si è inoltre impegnato a valutare concretamente l’opportunità di adottare una riduzione dell’ICI e della tassa sui rifiuti a carico degli immobili di proprietà di cittadini italiani residenti all’estero. Per quanto riguarda invece l’America Latina, il Governo si è assunto l’impegno a potenziarne la rete consolare attraverso l’assunzione di almeno 200 contrattisti locali. Ribadito e ufficializzato inoltre l’impegno ed il sostegno alla riforma della legge sulla cittadinanza, al fine di armonizzare la situazione di discriminazione in cui versano molte famiglie in cui un figlio è cittadino italiano mentre i fratelli nati prima del 1948 non hanno diritto alla cittadinanza, nonché per dare la possibilità di riacquistare la cittadinanza italiana a coloro che l’hanno persa per naturalizzazione per motivi di lavoro o per matrimonio con cittadini stranieri. gennaro sposato*\aise Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=50072

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SERVIZI DEL GIORNO 22 Novembre 2007 ore 16.58 Commercio Estero LA REGIONE MOLISE ALL’EXPO ITALIA DI BRUXELLES: GLI INVESTIMENTI AL FEMMINILE BRUXELLES\ aise\ - Un territorio il cui livello di sicurezza rende possibile alle attività produttive un insediamento destinato ad avere successo e a durare nel tempo. È questa l'immagine del Molise "scattata" dai partecipanti al workshop "Investire al femminile" che si è tenuto ieri nella sede istituzionale della Regione Molise a Bruxelles. Il workshop, che rappresenta una delle tante iniziative rientranti nel Programma di Marketing territoriale promosso dalla Regione per l'attrazione di investimenti, è stato inserito tra gli incontri relativi ad "Expo Italia", evento promozionale del Made in Italy, per la forte capacità dell'argomento trattato di dare impulso alle attività imprenditoriali in Molise. L'occasione si è rivelata infatti ideale per creare, tra imprenditrici italiane e belghe, una sinergia che non mancherà, secondo le dichiarazioni delle partecipanti, di avere risvolti interessanti in futuro. Le donne che fanno impresa in Molise hanno avuto modo di presentare alle colleghe belghe che svolgono la loro attività nello stesso campo i punti di forza del territorio nel quale operano. "Un contesto in cui è possibile godere della garanzia di sicurezza sociale e di strumenti, come quelli offerti dal Por 2007-2013, che favoriscono l'impresa in rosa", è stato definito il Molise dal Consigliere regionale, Sabrina De Camillis. Ed il primato vantato dalla regione conferma le parole del Consigliere. "In Molise è insediato il più alto tasso di imprese al femminile di tutta Italia. Una su tre è condotta da donne", ha ricordato la Consigliera di parità della Regione Molise Giuditta Lembo. Quest'ultima ha avuto modo di illustrare due degli strumenti messi a disposizione delle imprenditrici dall'Ufficio di Parità della Regione Molise. "Uno – ha spiegato - è dedicato alle donne che lavorano come dipendenti all'interno delle imprese: stiamo promuovendo una forma di "responsabilità sociale" per i datori di lavoro, che devono essere appunto responsabilizzati circa la necessità di offrire alle donne la possibilità di conciliare la propria vita di mogli e madri con la propria crescita professionale. Il secondo strumento – ha poi proseguito - è dato dall'intervento regionale nell'accesso al credito: per tutte quelle donne che vogliono fare impresa, ci preoccupiamo di interloquire con gli istituti di credito e perorare la causa di chi intende sviluppare e tradurre in realtà idee innovative ed interessanti". La professionalità e la voglia delle donne di costruire il proprio futuro, unite ad una serie di fattori positivi, è stato detto, costituiscono l'alchimia capace di fare del Molise un territorio dotato di forte attrattiva. Tanto è vero che, come emerso nel corso dell'incontro, è in aumento negli anni il numero di donne, comunitarie e non, che vengono a lavorare nelle imprese regionali e a fondarne di nuove. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=50062

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Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov23.pdf

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SERVIZI DEL GIORNO 23 Novembre 2007 ore 18.37 Italiani nel Mondo APPROVATO IL PIANO TRIENNALE PER GLI EMIGRATI SARDI: FINALITÀ E DESTINATARI DEI FONDI STANZIATI CAGLIARI\ aise\ - La Giunta della Sardegna, acquisito il parere favorevole della Consulta Regionale per l'emigrazione, ha approvato in via definitiva il Piano triennale di interventi in favore dei sardi emigrati e delle loro Organizzazioni per gli anni 2007-2009. Il Piano triennale, che orienterà l'attività in favore dei sardi emigrati e delle loro Organizzazioni, tiene conto della necessità di aggiornare e integrare le linee programmatiche di anno in anno, al fine di ottimizzare gli interventi e l'utilizzo delle risorse. In particolare, tra gli interventi previsti dal Piano, "attività e servizi a cura delle Organizzazioni dei sardi nel mondo; sistemi di informazione e comunicazione; progetti regionali". Quanto ai primi, è l’Amministrazione a sostenere "le attività delle Organizzazioni degli emigrati. Il relativo sostegno finanziario – precisa il documento - sarà commisurato all’impegno di ciascuna Organizzazione in funzione della qualità e quantità delle attività, programmate e realizzate. Per poter beneficiare del sostegno finanziario regionale le Organizzazioni devono: assicurare il continuo aggiornamento dei dati sulla consistenza e composizione delle comunità di riferimento di ciascuna Organizzazione, quale base per l’avvio di ogni singola attività, anche con riferimento alle relative esperienze professionali e relazionali; assicurare la compartecipazione finanziaria, anche mediante la ricerca di altre fonti di finanziamento pubbliche e private diverse da quelle regionali". Inoltre, "qualora una Organizzazione si voglia presentare come erogatrice anche di servizi dovrà dimostrare di avere competenza e capacità tecnico-organizzativa e garantire adeguati standard di assistenza nei seguenti ambiti: attività di informazione culturale ed economica, sulla Sardegna e sui paesi di residenza, agli associati e non; consulenza e assistenza legale, sociale, sanitaria, lavorativa e abitativa agli emigrati e ai sardi che le richiedano". Quanto invece ai sistemi informativi e alle reti di comunicazione, il piano dispone l’elaborazione di "un nuovo progetto editoriale ("Messaggero Sardo), capace di rispondere meglio alle esigenze attuali della domanda di informazione e alla luce delle nuove e mutate esigenze e dei più moderni mezzi di comunicazione (internet, web-tv). Al periodico cartaceo – si aggiunge - sarà affiancato il portale internet il "Messaggero Sardo", capace di veicolare in maniera diversa e più diffusamente gli stessi contenuti editoriali del periodico cartaceo e contenuti prodotti dai diversi circoli". Inoltre, "una parte delle risorse, da definirsi nel Programma Annuale, andrà, prioritariamente, a migliorare la produzione di informazione con sistemi multimediali, quali DVD e libri, e per il potenziamento e l’incentivazione della comunicazione tra le Associazioni e l’Amministrazione regionale, mediante l’utilizzo di strumenti informatici e la costituzione della rete privata virtuale dell’emigrazione". Infine, quanto al sostegno alle spese di funzionamento, il documento stabilisce che "potranno beneficiare delle agevolazioni finanziarie i Circoli dei sardi nel mondo; le Federazioni dei Circoli sardi nel mondo; le Associazioni di Tutela degli Emigrati; la Federazione delle Associazioni di Tutela; altri soggetti indicati dalla legge". "Le risorse annuali per gli esercizi finanziari 2007/2009, per le Organizzazioni dei sardi nel mondo – si aggiunge - non potranno superare la percentuale del 60,75% rispetto all’apposito stanziamento dei bilancio regionale. L’Amministrazione procederà alla quantificazione dei contributi di sostegno per le spese di funzionamento dei Circoli sulla base della funzionalità e operatività degli stessi". Sotto i riflettori del documento, anche i progetti regionali che "potranno essere realizzati anche in collaborazione con i Circoli, le Federazioni dei Circoli, le Associazioni di Tutela e/o la Federazione delle Associazioni di Tutela". "Per poter essere ammessi a contributo regionale – si legge - i progetti devono interessare un territorio nazionale o vaste regioni di esso; svolgersi in sedi e località di rilievo che possano garantire l’efficace promozione della Sardegna e la commercializzazione dei suoi prodotti; coinvolgere e interessare nel contempo la comunità sarda e quella ospitante, anche a livello istituzionale; articolarsi specificatamente secondo le peculiarità e le esigenze dei singoli Paesi, da realizzarsi in

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concomitanza con eventi e manifestazioni di particolare rilevanza del Paese e/o città interessata; coordinarsi con iniziative di altri Assessorati e/o Enti al minimo costo. Particolare attenzione sarà riservata ai Progetti che promuovono la Sardegna all’estero". Inoltre, "sarà riservata particolare attenzione ai Progetti regionali che prevedono stage in Sardegna per i discendenti degli emigrati sardi, seminari informativi e formativi, scambi culturali, borse di studio, master e altre forme di specializzazione sulla cultura e sull’economia della Sardegna. A tal fine i Programmi Annuali assegneranno almeno il 50% dei fondi regionali stanziati per l’organizzazione di progetti che prevedano il coinvolgimento delle nuove generazioni". "Il Piano – si prosegue - intende promuovere iniziative, anche su proposta dei comitati delle donne sarde emigrate presenti nelle Federazioni, al fine di rafforzare e assicurare la loro presenza attiva sia nelle Organizzazioni che nelle attività informative e formative e facilitare l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro e il raggiungimento di nuove professionalità". Altri fondi saranno destinati a "studi e ricerche sulle problematiche inerenti il mondo dell’emigrazione, con riguardo alla cultura, economia, salute, istruzione e storia, da realizzarsi anche in raccordo con gli Assessorati regionali competenti, Università, enti e istituti pubblici e/o privati"; a "sviluppare la solidarietà e l’integrazione sociale", con "interventi specifici rivolti agli emigrati sardi che si trovino in situazioni di particolare difficoltà socio-economiche e al trasporto delle salme degli stessi, deceduti all’estero o in Italia continentale", nonché a "soggiorni per anziani di origine sarda". Quanto ai soggetti deputati ad attuare il Piano, vengono indicati le Organizzazioni dei Sardi nel mondo e i Circoli dei sardi nel mondo. "L’Amministrazione regionale, - si precisa - al fine di ottimizzare l’utilizzo delle risorse, dovrà rivedere il numero dei Circoli e la loro capacità propositiva e di funzionamento. A tal fine si adopererà per la riunificazione di più Circoli operanti nella stessa circoscrizione territoriale e stabilirà i criteri per procedere alla revoca del riconoscimento delle Organizzazioni nel caso in cui verranno meno i requisiti essenziali stabiliti dalle norme". Il documento descrive poi nel dettaglio finalità e ruoli delle Federazioni dei Circoli, "deputate a coordinare l’attività dei Circoli nei rispettivi territori nazionali, a stabilire indirizzi generali per l’attività dei Circoli nei rispettivi Congressi, a fornire la necessaria assistenza tecnico-amministrativa, a vigilare sul rispetto degli Statuti da parte dei Circoli aderenti, nonché a coordinare, in sede programmatoria, le attività ordinarie e le iniziative progettuali dei Circoli presso l’Amministrazione Regionale"; della "Federazione delle Associazioni di Tutela che coordina, in sede programmatoria, le attività e le iniziative progettuali delle singole Associazioni presso l’Amministrazione Regionale"; delle Associazioni di Tutela, il cui "ruolo consisterà principalmente nel proporre iniziative sociali, culturali, formative ed informative ritenute qualificanti per gli interessi della Sardegna"; della Consulta Regionale per l’Emigrazione, "chiamata a svolgere un ruolo attivo nell’elaborazione e attuazione del Programma Triennale", e della Regione stessa, che sarà chiamata nello specifico ad adeguare "la Legge Regionale n. 7 del 15 gennaio 1991, ormai datata a causa dell’intervenuto mutamento sia del quadro politico istituzionale sia dello scenario del fenomeno migratorio. È necessario infatti rendere le norme maggiormente rispondenti ai bisogni che in questi anni si sono manifestati anche in prospettiva dello sviluppo dell’internazionalizzazione. La modifica della legge suddetta dovrà scaturire da un processo di coinvolgimento e compartecipazione di tutti i soggetti interessati che dovrà trovare la sede naturale nella 2^ Conferenza dell’emigrazione sarda nel mondo, da tenersi entro l’anno 2008". Infine, il documento approvato oggi ricorda che "attualmente sono 135 i Circoli di emigrati sardi e 7 le Federazioni, dislocati nei cinque continenti e formalmente riconosciuti dalla Regione: 77 Circoli sono presenti in Argentina, Australia, Brasile, Canada, Perù, Stati Uniti, Bulgaria, Belgio, Francia, Germania, Spagna, Olanda, Gran Bretagna, Svizzera; 58 Circoli sono quelli operativi nella Penisola, presenti prevalentemente in quasi tutte le Province e città del Centro Nord Italia". Per questo, "la Regione Sardegna intende cogliere e valorizzare le capacità propositive e l’enorme patrimonio rappresentato dagli emigrati i quali, nei diversi Paesi di accoglienza, sono i primi ambasciatori dei nostri valori e, per il perseguimento di detto obiettivo e il rafforzamento dei legami tra i sardi, ha predisposto le seguenti linee programmatiche, che andranno aggiornate e integrate di anno in anno". (aise) Fonte : http://www.aise.it/home.htm

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SERVIZI DEL GIORNO 23 Novembre 2007 ore 16.54 Italiani nel Mondo A ROMA LA COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DI MONONGAH PROMOSSA DAI CALABRESI NEL MONDO ROMA\ aise\ - L’Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo, aderente all’Unaie, ha organizzato per il prossimo 6 dicembre alle 17.45 presso la Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte in Roma (Zona Piazza di Spagna) una Santa Messa in suffragio ed in memoria delle vittime della tragedia di Monongah avvenuta il 6 dicembre 1907. Quel giorno di cento anni fa avvenne uno dei più tragici disastri nella storia estrattiva. Centinaia gli immigrati provenienti da Italia, Russia, Grecia, Irlanda, Polonia che lavoravano nella miniera del West Virginia che alle 10.30 del mattino di quel 6 dicembre fu scossa da una violentissima esplosione. Secondo alcune fonti, riportate da Luigi Rossi sul Messaggero di Sant’Antonio, circa 1000 persone persero la vita. I morti ufficiali sono sempre stati indicati in 362 persone: tra loro 171 italiani provenienti da Molise, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Puglia, Campania, Veneto e un piemontese. La Messa celebrata a Roma, così come tutte le altre iniziative promosse ai vari livelli per commemorare Monongah, vuole essere un’occasione per ricordare questi nostri connazionali, ma anche il sacrificio di tanti altri che hanno cercato all’estero una vita migliore. (aise) Fonte : http://www.aise.it/home.htm

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INFORM - N. 219 - 23 novembre 2007

CONVEGNI

A Roma presso la Pontificia Università Urbaniana il 28 novembre

Migrazioni : questioni etiche

Il convegno è promosso da Fondazione Scalabrini, Simi e Cser

ROMA – La Fondazione Scalabrini, lo Scalabrini International Migration Institute (Simi) e Il Centro Studi Emigrazione Roma (Cser) organizzano un convegno dedicato a “Migrazioni: Questioni etiche”, mercoledì 28 novembre, dalle 9 alle 13.00 presso la Pontificia Università Urbaniana.

“Di immigrazione si parla ogni giorno in Italia. E gli immigrati – rilevano gli organizzatori del convegno - non hanno molto da gioire per questo. Si parla di immigrazione quasi solo per sottolineare aspetti problematici. E ad ogni sottolineatura cresce il senso di disagio, la sindrome di invasione, i sentimenti di astio. La reazione al disagio consiste nell’eliminarlo, e quando si tratta di immigrati la via più rapida è l’espulsione. Nascono iniziative locali, dove gli sceriffi si sostituiscono alla latitanza dello Stato. Si sentono però anche voci di pacatezza, come quella del Presidente della Repubblica, e richiami al rispetto della legalità fatti anche a chi la legalità deve farla osservare”.

“In questa situazione complessa, che si vorrebbe risolvere attraverso la pur difficile scorciatoia della legalità, è importante - sottolineano gli scalabriniani - andare più in profondità per esaminare l’ineludibile domanda etica che sorge. Si tratta di una domanda che l’immigrato pone con la sua sola presenza, ma si tratta di una domanda che investe il modo di essere, di autocomprendersi e di relazionarsi di tutta la società. È l’altro che mi fa comprendere chi sono, e questa comprensione esige che mi interroghi su chi voglio essere con l’altro. Gli immigrati non sono una presenza temporanea tra noi, e ci chiedono di ricomprenderci con loro”.

E’ per iniziare un dialogo su queste tematiche che viene organizzato il convegno. Tra i molti aspetti che potrebbero essere affrontati, la riflessione si fermerà solo su alcuni. “Anzitutto – spiegano gli organizzatori dell’incontro - sul tema del dialogo etico che la globalizzazione, e al suo interno le migrazioni, richiedono, perché la crescente diversità porta al confronto sul pluralismo etico. Si occuperà di questo Aldo Vendemiati, docente di filosofia alla Pontifica Università Urbaniana, mentre Paolo Carlotti, docente di morale fondamentale alla Università Pontificia Salesiana, prenderà in considerazione un tema di fondo nella riflessione etica, quello del bene comune, in nome del quale gli immigrati potrebbero vedersi relegati a puri ospiti, oggetto di benevolenza, e la cui presenza invece richiede di espandere verso nuovi orizzonti di inclusioni. Quale è l’orientamento che deve guidare l’atteggiamento e le politiche di fronte ai migranti: benevolenza o giustizia? Cosa significa giustizia quando riguarda chi appartiene, perché vive e lavora nella nazione, ma non appartiene com pletamente, perché non ha la cittadinanza? Sono domande di cui si occuperà Martin McKeever, preside dell’Accademica Alfonsiana.

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La convivenza in una società sempre più plurale esige – rimarcano gli scalabriniani - la reciproca accoglienza non solo tra persone, ma anche tra ricchezze culturali di cui ogni persona è portatrice. Il riconoscimento dei diritti culturali ha fatto meno strada, rispetto a quello dei diritti civili, politici, economici e sociali, ma è sempre più necessario e non privo di insidie, tra chi pretende di imporre egemonie culturali e chi paventa scontri di culture. Di queste tematiche di occuperà Giannino Piana, docente di etica alla Libera Università di Urbino, mentre Francesco Viola, ordinario di filosofia del diritto all’Università degli Studi di Palermo affronterà la problematica di quali cambiamenti esige la realtà multiculturale nel processo democratico delle decisioni pubbliche, propendendo per un superamento del processo democratico puramente formale, verso la democrazia deliberativa. (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21902.htm

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INFORM - N. 219 - 23 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Da “Gente d’Italia”

Lunedì 26 novembre il prof. Joseph L. Tropea riceverà alla Farnesina il premio Monongah 2007

“Anche due italiani sopravvissero a Monongah”

MIAMI - “Alla tragedia di Monongah sopravvissero anche due minatori italiani, Orazio De Petris e suo figlio Angelo, entrambi originari di Pescocostanzo…”.

E’ l’ultima scoperta di Joseph L. Tropea, il professore emerito di sociologia della George Washington University vincitore del Premio Monongah 2007 istituito dalla Fondazione Italia nelle Americhe, ente non profit e da Gente d’Italia.

“Sì - aggiunge - fino ad oggi si era ritenuto che l’unico sopravvissuto a quel tragico evento fosse un minatore polacco, ma grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori lucani, Maria Teresa Gino, Antonella Consoli ed Angela Vietri, si è potuto stabilire che si salvarono anche De Petris e suo figlio Angelo”.

-E che fine hanno fatto ?

“I De Petris tornarono in Italia nel 1908, lasciando invece Felice, il secondogenito di Orazio, vittima del disastro e sepolto nel cimitero di Monongah…Ma ora vorrei ringraziare innanzitutto la giuria che mi ha voluto assegnare il Premio Monongah, e poi il giornale Gente d’Italia, il suo direttore Mimmo Porpiglia e tutta la redazione per aver fatto conoscere a tutto il mondo questa immane tragedia italiana e americana…”.

Joseph L.Tropea, il professore, arriverà domani in Italia, invitato dal nostro giornale, per ritirare i 5,000 dollari del Premio Monongah.

“Era giusto che toccasse a lui, al professore perchè Joseph Tropea ha passato trent’anni a fare ricerche su Monongah. Trent'anni a leggere rapporti ingialliti e consumati dal tempo, tre decenni come un topo tra vecchi volumi di biblioteche e 'piste' da battere come un segugio instancabile – ha spiegato il direttore di Gente d’Italia Mimmo Porpiglia – e sono contento che anche la giuria ha deciso all’unanimità di attribuire proprio al professor Tropea il Premio Monongah 2007»

Lunedì 26 la premiazione, alla Farnesina, nella sala Mappamondi, alla presenza del Vice Ministro agli Affari Esteri Senatore Franco Danieli, del Direttore della DGIT Ambasciatore Adriano Benedetti e dai membri della giuria del Premio, composta da Paolo Peluffo, Direttore del Dipartimento stampa e comunicazione della Presidenza del Consiglio italiano Giampiero

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Gramaglia, Direttore dell’Ansa; Andrea Pucci, Direttore dell’Adnkronos; Mauro Mazza, direttore del TG2; Alfonso Roberto Rosseti, direttore Uno Mattina e vice direttore del TG1; Maurizio Bertucci, vice direttore Rai International; Alfonso Ruffo, direttore Il Denaro; Mariano Benni, direttore Misna; Bruno Tucci, Presidente ordine dei giornalisti Lazio; Antonio Ghirelli, editorialista, scrittore; Ennio Caretto, editorialista, scrittore; Federico Guiglia, editorialista, scrittore; Giorgio Torchia, editorialista, scrittore; Claudio Angelini, direttore dell’Istituto italiano di cultura New York; Stefania Nardini scrittrice; Nino Petrone, editorialista, scrittore; Angelo Scelso, editorialista, sottosegretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali del Vaticano; Settembrino Nebbioso, magistrato; Astolfo Di Amato, titolare della cattedra di Diritto ed economia dei mezzi di comunicazione all’Università degli studi di Napoli “Federico II.

“La coltre di silenzio e di abbandono che da circa un secolo era calata sulla vicenda di Monongah è stata sollevata nel 2003 proprio da Gente d’Italia, che alla tragedia mineraria ha dedicato molte pagine e, soprattutto, ha avviato la ricerca sui fatti e sulle persone in esse coinvolte – ha detto il viceministro Danieli - una ricerca preziosa per la memoria dell’evento e per un primo coinvolgimento delle istituzioni italiane. Per questo, dando atto a Domenico Porpiglia del suo intuito giornalistico e della passione civile che mette nel suo lavoro, lo ringrazio pubblicamente per quanto ha fatto e farà per i minatori di Monongah e per tutti noi”.

Ed è proprio del lavoro svolto da questo giornale che parleremo alla Farnesina. Alle ricerche effettuate dai redattori, alle testimonianze raccolte dai nostri inviati a Monongah, Ennio Caretto, Federico Guiglia, Pietro Mariano Benni, Arianna di Giorgio, Giorgio Torchia, Mimmo Carratelli, Massimiliano Massimi, e tanti altri, nel tempo, merita un ringraziamento doveroso Joseph L. Tropea, il professore della Washington University.

“Li hanno ammazzati - racconta - non sono morti per fatalità, una delle tante fatalità che accompagnano il lavoro dei minatori. Ora posso dirlo: a Monongah non fu una disgrazia, ma un vero e proprio assassinio”, sostiene l'esperto. E aggiunge: “Lasciamo stare cosa c'è scritto nelle carte di allora. Su quanto venne determinato dalla Commissione è legittimo alla luce di tanti nuovi elementi avanzare molti dubbi”. I minatori forse erano ignoranti, “ma ci tenevano a vivere e il fatto stesso di aver scelto un lavoro così duro dice molto sul tipo di persona che a quel tempo scendeva in miniera”. Si trattava, insomma, di gente che sapeva a cosa andava incontro e metteva nel proprio sacco, ogni mattina, anche il calcolo del rischio cui esponeva momento per momento per interminabili ore di lavoro, la propria carne. Cosa è accaduto secondo la ricostruzione del professor Tropea? “Il giorno prima della tragedia si era festeggiato San Nicola. Molti minatori, soprattutto polacchi, non erano andati al lavoro perché avevano alzato il gomito il giorno prima. La miniera era rimasta chiusa. E per risparmiare energia elettrica anche gli aereatori erano rimasti chiusi. Forse si accumulò del gas…”.

Attenzione, però. “Non pensate - avverte il sociologo - che minatori esperti si facessero cogliere impreparati da una fuga di gas. No. La miniera era già satura. Gli aereatori erano stati messi in funzione poche ore prima. E il gas era tanto, tanto… “. Non finisce qui. “Oltre a questo - racconta ancora Tropea - ho scoperto anche che una buona parte dei parenti dei minatori italiani morti a Monongah non ha mai ricevuto alcun indennizzo. Ho speso anni ed anni della mia vita a cercare i figli e i nipoti delle vittime di Monongah. Volevo scoprire come avevano vissuto dopo la morte dei propri cari, ma soprattutto appurare se avevano ricevuto la somma loro destinata dalla Compagnia proprietaria della miniera”. La Faimont Coal Company istituì un fondo a favore delle vedove e degli orfani dei minatori morti nell'esplosione, “io volevo scoprire se i soldi erano veramente arrivati…”. Così nei suoi continui viaggi in Italia, il professor Tropea ha visitato tutti i paesi da cui provenivano i minatori morti a Monongah: San Giovanni in Fiore, Frosolone, ha percorso tutto il Sannio e poi Castrovillari e gli altri paesini. “Ho rintracciato - fa sapere l'esperto - dopo anni ed anni molti dei loro figli. Ho raccolto testimonianze, alcune molto toccanti. Ho scritto a sindaci e visitato tutti gli uffici dell'anagrafe per ricostruire la storia delle famiglie. Un lavoro

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bellissimo e tutto frutto dei miei risparmi. Non ho ricevuto alcun aiuto economico. Da nessuno. Ho preso un anno di aspettativa dall'Università dove insegno e sono andato in giro per l'Italia”. Cosa ha scoperto il professor Tropea? “Che lo scoppio quasi certamente venne causato da presenza di eccessivo gas nella miniera, gas che non fu espulso dai generatori d'aria perché furono messi in funzione solo poche ore prima dell'ingresso dei minatori. Ma quello che è ancora più grave è che molti, anzi quasi tutti i figli dei minatori morti non hanno ricevuto nulla dei soldi loro destinati dal fondo. Eppure la compagnia nel dosumento riassuntivo cita i nomi degli orfani e delle vedove e la corrispettiva somma di denaro loro rilasciata…”. Così ad esempio nel libro è annotato che Maria D'Aquino, vedova di Giuseppe Bonasso, con quattro figli (Luigina, Enrico, Battista e Giovanni) ricevette dalla compagnia la somma di dollari 734, 25. “Ho rintracciato il figlio di Giuseppe Bonasso, e mi ha giurato di non avere avuto alcun soldo dalla Compagnia. Nulla di nulla…”. Perché anche la beffa? “Molte donne - spiega il professore della George Washington University - le vedove dell'epoca, erano analfabete. Non sapevano né leggere né scrivere, e dunque una volta che le rimesse a loro favore arrivarono non fu difficile stornarle a qualcun altro. Bastava mettere una croce…”.

Gli orfani e le vedove di quegli uomini morti in miniera vennero crudelmente ingannati. “Ad alcuni diedero pochi dollari. A una vedova venne data una mucca al posto dei soldi…”, fa ancora sapere, con amarezza, Salvatore Tropea. A giudizio del sociologo, “la tragedia di Monongah deve comparire sui libri di scuola. Perché è una pagina della nostra storia. Della storia dell'emigrazione italiana. Come Marcinelle. Più di Marcinelle”. La Turchia, che in quella tragedia ha avuto quattro morti, “solo” quattro morti, ha fatto costruire a Monongah un mausoleo.“Solo l'Italia - accusa giustamente il professor Tropea - non era ancora intervenuta, ma grazie alla testimonianza di Gente d’Italia finalmente anche le autorità italiane si sono mosse…Grazie, grazie per aver ridato dignità a quei poveri nostri compatrioti”. (Gente d’Italia/Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21912.htm

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“Ancêtres Italiens” racconta i mestieri ‘italiani’ con i quali gli emigrati hanno ‘contaminato’ l’Europa Parigi - La biblioteca “Ancêtres Italiens” ha presentato nei giorni scorsi una ricerca-biografia dal titolo “I mestieri degli italiani in Francia ed in Europa”.

Si tratta di una bibliografia costruita utilizzando libri, inventari, opere di storia locale, guide d’archivi, tesi, ecc... volta a fare il quadro dei mestieri che hanno caratterizzato l’emigrazione italiana in Europa e nello specifico in Francia. Ne viene fuori una radiografia della vecchia emigrazione italiana che si è trasferita in Francia e nel resto dell’Europa portando con sé le competenze sulle quali costruire il proprio futuro, competenze che per altro hanno “contaminato” l’economia locale delle aree ospiti dell’economia dei territori di provenienza degli emigrati.

L’elenco è lungo e interessante: i tassisti e i lucidatori di parquet valdostani, installati nella periferia di Parigi, a Levallois-Perret e Clichè; les employés en hôtellerie, valdesi delle valli del Chisone e del Germanasca, provincia di Torino, lavorando a Lione, Marsiglia, Nizza…; i camerieri della val di Susa, provincia di Torino, a Parigi; i lattai della alta val di Susa, provincia di Torino, a Marsiglia; i “magnin”, calderai della val Soana e dell’Orco, provincia di Torino; i vetrai piemontesi della val Soana; i “pelassiers”, raccoglitori di capelli piemontesi d’Elva, provincia di Cuneo; i materassai piemontesi di Sampeyre, provincia di Cuneo; gli addetti ai confezionamento di tute da lavoro, di Pontechianale, provincia di Cuneo, scendevano a vendere la loro merce in Provenza; i fumisti spazzacamini piemontesi della val Vigezzo, provincia di Verbania; gli ombrellai dei comuni confinanti con il lago Maggiore, provincia di Novara; i vetrai nativi di Altare, in Liguria; i cavapietre della valle del Brenta al nord della provincia di Vicenza, insediati nel sud di Parigi; gli agricoltori della provincia di Tréviso, nelle regioni Aquitania e Midi-Pyrénées; le balie della provincia di Belluno; i gelatai di Longarone, provincia di Belluno; i seggiolai di Gosaldo nella val dell’Agordino, provincia de Belluno, insediati nel Limousin, centro della Francia; i mosaicisti friulani di Sequals, Spilimbergo, provincia di Pordenone; i fornacciai friulani, dei comuni nel centro della provincia di Udine; i “cramârs”, venditori ambulanti friulani delle montagne della Carnia acquistavano a Venezia le specie per venderle in Germania; i tagliatori di pietre friulani di Torreano di Cividale, installés a Guéret nel Limosino; i scaldini dell’Emilia, provincia di

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Piacenza; gli ammaestratori d’orsi dell’Emilia-Romagna, di Bedonia ed intorni, provincia di Parma; gli artigiani del legno, ebanisti dell’Emilia, lavorando a Parigi nei pressi della rue du Faubourg St Antoine; i figurinai di Coreglia Antelminelli, provincia di Pistoia; i carbonai di legno toscani e bergamaschi installati nel dipartimento del Tarn; i cappellai toscani, provincia di Firenze; i ceramisti/vetrai originari della regione Molise e della provincia di Frosinone; gli straccivendoli della provincia d’Isernia; i lavoratori del ferro in Lorena; i pescatori di corallo napolitani di Torre del Greco; i pescatori d’acciughe principalmente di Cetara, provincia di Salerno, emigrati prima in Algeria poi in Francia, a Sete; i nativi di Corato, provincia di Bari (Puglia) lavoravano la cellulosa nelle vicinanze di Grenoble; i musicisti ambulanti delle Puglie; i décolleteurs calabresi dell’Aspromonte, provincia di Reggio Calabria, installati in Savoia; i minatori sardi della region d’Iglesias, provincia di Cagliari che lavoravano in Lorena e in Belgio.

Autore di questo lavoro Marc Margarit, Presidente di “Ancêtres Italiens” Associazione che ha come obiettivo ricostruire la storia della presenza italiana in Francia a partire dai gruppi "des familles italiennes" come afferma Margarit.

Signor Marc Margarit, ci vuole innanzi tutto dire come mai ha iniziato questo lavoro? In realtà non si tratta affatto del mio lavoro. Io mi occupo di tutt’altro, questo è un mio hobby. E’ una passione nata molti anni fa, quasi venti, che è cresciuta di importanza col procedere degli anni. Ho iniziato ad interessarmi alla questione dell’emigrazione e, una volta acquisita un po’ di fama in questo campo le persone hanno cominciato a scrivermi e contattarmi per avere informazioni, così la mia attività si è allargata sempre più.

Questa sua passione per l’emigrazione è nata perché anche lei è figlio di emigranti? Sì certo, anche per questo. Io ho origini friulane e la mia passione per questo tema è nata proprio dalle ricerche che ho intrapreso per scoprire la mia origine che mi hanno portato a dover studiare il periodo napoleonico e la Repubblica di Venezia.

Ci spieghi meglio come funziona questa biblioteca e quale è il suo ruolo? Innanzi tutto va detto che io non sono un ricercatore. Aiuto la gente a ricostruire la propria storia, le proprie origini, ma non lo faccio io per loro. Insegno quella che è la metodologia per poter svolgere correttamente e con successo un tale studio e metto a disposizione la nostra banca dati. Sono le persone che si rivolgono a noi che alla fine scrivono il dossier riguardante la loro origine e questo viene poi integrato nella biblioteca. Non è comunque un compito semplice quello di aiutare a condurre tali studi. Bisogna spiegare a persone solitamente prive di esperienza in questo settore come consultare atti notarili, registri comunali e molti altri tipi di documenti. Inoltre vi è spesso l’inconveniente della lingua, perché molti di loro sono ormai pienamente integrati nella società francese e non parlano l’Italiano, anche per ragioni politiche, visto che l’alleanza fra Germania e Italia prima e durante la Seconda Guerra Mondiale ha provocato uno strappo profondo fra Parigi e Roma che ha allontanato i figli degli emigranti dal loro paese di origine. Per questo ora stiamo anche cercando di tradurre dei documenti ed alcuni volumi in francese. Infine abbiamo delle aree tematiche di maggior interesse su cui facciamo delle pubblicazioni, per esempio i protestanti valdesi, i bambini abbandonati e gli Ebrei.

La sua iniziativa sta riscuotendo successo oppure è un’attività di nicchia? L’interesse verso questo argomento è abbastanza diffuso in Francia, sempre più persone si rivolgono a noi per ricostruire la storia dei propri antenati. Ci sono tre milioni di persone che hanno origini italiane in territorio francese e l’amore per la storia che questo paese nutre è piuttosto sorprendente. In Belgio e Lussemburgo, dove pure l’emigrazione italiana è stato un fenomeno diffuso non accade nulla di analogo, in sud America lo stesso processo di ricerca avviene per motivi utilitaristici, ovvero per avere la cittadinanza italiana, mentre qui in Francia si tratta proprio di interesse personale, una sorta di piacere per la scoperta. A contribuire molto alla diffusione di questa sete di sapere è anche la buona fama di cui gode l’Italia. Ormai

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dimenticati i rancori della guerra si ammira la ricchezza culturale ed artistica dello stivale, che è una consueta meta turistica. I figli degli emigranti, però, non vanno in Italia come semplici turisti, ma prima si documentano a lungo e nasce in loro questa voglia di scoprire le proprie origini.

Il fenomeno della migrazione è spesso stato accompagnato a grandi problematiche sociali, l’esempio più classico è la diffusione della mafia negli Stati Uniti. In Francia è avvenuto qualche cosa di analogo?

Non proprio, ci sono state tensioni a metà dell’’800 perché i salari degli Italiani erano inferiori a quelli degli autoctoni, ma, per quanto le condizioni fossero dure, la criminalità è sempre stata contenuta. Inoltre si è assistito ad un grande fenomeno di ascesa sociale e di integrazione. Partendo da condizioni sociali veramente basse gli emigranti sono riusciti a far studiare i propri figli che hanno guadagnato posizioni sempre migliori. Attualmente molti frequentano le università e questo miglioramento, anche culturale, è uno degli elementi che ha contribuito al successo di questa biblioteca, visto che ora si hanno tutte le capacità per apprezzare e svolgere questo processo di ricerca. Si tratta di una meravigliosa storia di integrazione pur conservando l’orgoglio delle proprie origini.

Le prossime sfide quali saranno?

Continuare a perseguire il nostro obiettivo, ovvero diffondere la curiosità verso le proprie origini, non tanto come semplice scoperta genealogica e del proprio cognome, ma come ricostruzione della vita degli antenati. Quello che viene a galla sono delle storie estremamente interessanti. Penso alle vicende dei cappellai trasferitisi da Firenze per questioni politiche, dei gelatai di Longarone emigrati in Germania portando con sé il segreto della propria arte che li ha garantito un notevole successo, ma gli esempi potrebbero continuare a lungo. Ovviamente cercherò di migliorare sempre più gli strumenti che metto a disposizione delle persone per condurre le proprie ricerche. A questo proposito vorrei riuscire a rendere disponibili sul sito della biblioteca (http://www.geneaita.org/) molti documenti in formato Pdf, così da facilitare le operazioni di consultazione.

“I mestieri degli italiani in Francia ed in Europa” è già in parte disponibile on line.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it:80/articolo.asp?id=2813

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 222 - Anno XIV,

26 Novembre 2007 PrometeoNetwork alla Terza Conferenza dei Ricercatori Italiani Si sono conclusi con grande successo ed interesse dei

partecipanti i lavori della Terza conferenza dei ricercatori italiani

intitolata "The Contribution of Italian Researcher in the

World" organizzata dal: COM.IT.ES rappresentata dal Chairman Vincenzo Arcobelli,

Moderatore Andrea Duchini e sotto l'auspicio del Consolato Generale d'Italia in Houston

rappresentato dal Console Generale Cristiano Maggipinto che ha offerto la sede per la

realizzazione dei lavori presso il Consolato Italiano di Houston, TX.

E' stato un incontro scientifico multidisciplinare che ha visto i ricercatori italiani partecipanti

impegnati non solo nel promuovere e presentare i propri studi ma anche nel creare un network

tra le varie discipline. I rappresentanti di PrometeoNetwork che hanno partecipato al

meeting, Saverio Gentile (NeuroscienceOnLine group manager), Giovanni Abbadessa

(Fondatore e Italian Life Science Group Manager) e Davide Gianni (West Coast Group

Manager), dopo aver presentato i loro studi scientifici hanno preso parte assieme con il

Rappresentante Scientifico dell Ambasciata D'Italia Alberto Devoto ed il Global R&D

Director del Dow Chemical Company, alle discussioni svolte durante la Round Table

pomeridiana: “Development of a Network of Italian researchers in the world” in cui hanno illustato

PrometeoNetwork, gli scopi e le potenzialità, trovando grande entusiasmo tra i

partecipanti del congresso.

"Grazie alla magistrale mediazione per opera di Rita Fraschini la discussione ha toccato argomenti sia di interesse

puramente scientifici sia politico-amministrativi che hanno sempre visto PrometeoNetwork come possibile suolo di

interazione in cui trovare la soluzione ai problemi sollevati" spiega Saverio Gentile.

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Molti i commenti di ammirazione nei confronti di PrometeoNetwork tra i quali quelli del

Console Generale Cristiano Maggipinto e del presidente del COM.IT.ES Vicenzo Arcobelli i

quali hanno espresso grande entusiasmo per le iniziative promosse da PrometeoNetwork

"trovando in esso un necessario, valido ed esemplare canale di comunicazione tra i ricercatori nelle diverse discipline

scientifiche e medici".

Il meeting si è concluso con interessanti proposte in agenda tra le quali la partecipazione di

PrometeoNetwork alla realizzazione della prossima Conferenza dei Ricercatori Italiani.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2814

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INFORM - N. 220 - 26 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Ministero degli Esteri: Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all'estero

ROMA – Come noto, il Ministero degli Affari Esteri - tramite la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) - promuove il collegamento in rete delle competenze professionali tecniche e scientifiche degli italiani all'estero allo scopo di supportare i processi di internazionalizzazione delle Regioni.

L’azione si inserisce nell’ambito del Programma Operativo Nazionale "Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema"(PON-ATAS)- Asse II Misura II.1 Azione D "Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani all'estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno " cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo (FSE) per il periodo 2000-2006.

E dal mese di novembre 2007 è iniziata la fase finale del Programma che ha lo scopo di consolidare e diffondere i principali risultati conseguiti con l'Azione di Sistema.

In particolare, d'intesa con le Regioni Obiettivo 1, la Direzione Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie ha avviato il processo di trasferimento dei servizi già progettati e sperimentati dalla piattaforma ITENETs alla nuova piattaforma on line del MAE denominata “Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all'estero” (http://www.esteri.it/MAE/IT/Italiani_nel_Mondo/Progetto+ITENETs/default.htm) .

L'Osservatorio è un sistema di servizi in rete coordinato dalla Direzione Generale per gli Italiani all’estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) del Ministero degli Affari Esteri, attuato in raccordo con le Amministrazioni Regionali di Basilicata, Calabria, Campania,Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia per favorire la partecipazione degli Italiani Residenti all’Estero (IRE) allo sviluppo dei sistemi del lavoro e della formazione.

In questo quadro, l'Osservatorio supporta la cooperazione interistituzionale nell'attuazione delle politiche e dei Programmi che rafforzano i legami tra gli italiani all'estero e l'Italia.

L'obiettivo generale dell’Osservatorio è quello di valorizzare gli italiani all’estero nei processi di sviluppo regionale definiti dall’Italia nell’ambito della politica di Coesione dell’Unione Europea contribuendo così ad affiancare le Amministrazioni regionali nel rinnovamento e nel rafforzamento dei propri sistemi della formazione e dell’impiego.

Muovendo dalle sue finalità generali, l’Osservatorio ha lo scopo di: predisporre quadri conoscitivi di contesti socio-economici dei Paesi di maggiore emigrazione e delle stesse Regioni dell’Ob. 1, con particolare riferimento alla struttura del mercato del lavoro, ai sistemi di welfare, ai sistemi educativi-formativi, ai fabbisogni formativi, ai processi di introduzione e diffusione delle

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tecnologie dell’informazione e della comunicazione, alle infrastrutture, al commercio con l’estero e alle iniziative di scambi internazionali; connettere attori attraverso la costruzione di reti e di partnership con gli italiani all’estero; monitorare gli strumenti esistenti a livello regionale, nazionale, comunitario ed internazionale, per facilitare la collaborazione degli italiani all’estero nelle iniziative di sviluppo del territorio; trasferire best practice

La Rete Nazionale (coordinata dalla Direzione Generale per le Politiche Migratorie e gli Italiani all’estero

La Rete Estera: 22 Referenti Istituzionali presso le sedi delle Ambasciate e Consolati di 14 Paesi Esteri e 5 Referenti Operativi presso altrettante Camere di Commercio Italiane all'Estero. Collaborano con l'Osservatorio 311 attori socio-economici residenti in 30 Paesi

La Rete Regionale strutturata in 7 Osservatori Regionali con sede nelle Amministrazioni regionali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Collaborano con gli Osservatori Regionali 459 stakeholder locali con i quali sono stati firmati 92 protocolli d'intesa.

L’Osservatorio mette a disposizione servizi informativi, di promozione, formazione, di assistenza progettuale e di supporto operativo.

La struttura operativa del sistema comprende: Banca dati Columbus: La Banca dati delle professionalità e personalità italiane residenti all’estero.

Centro Documentazione: La Biblioteca Virtuale sugli italiani all’estero e lo sviluppo territoriale del Mezzogiorno italiano.

Studi e ricerche: Approfondimenti tematici sulle politiche regionali, nazionali e comunitarie per la valorizzazione degli italiani all’estero.

Creazione di reti: Progettazione e supporto di reti e di partenariati con gli italiani all’estero.

Formazione a distanza (FAD): La formazione on line per la promozione, orientamento e progettazione di iniziative di valorizzazione delle competenze degli italiani all'estero.

Best Practice: La Banca dati delle iniziative e dei progetti che hanno ottenuto maggiore consenso per la valorizzazione delle competenze degli italiani all'estero nei diversi settori culturali, formativi, imprenditoriali e scientifici.

Organizzazione di seminari e convegni.

Newsletter: La Newsletter mensile realizzata in collaborazione con la Rete dell’Osservatorio.

Rassegna Stampa: La Rassegna Stampa mensile sugli italiani residenti all’estero e sull’Osservatorio. (per contatti [email protected] ) (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22002.htm

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 222 - Anno XIV,

26 Novembre 2007

Analizzati i programmi svolti della Regione Lazio indirizzati ai corregionali all’estero nel 2007

Argentina: riunito il Consiglio Direttivo della FEDELAZIO

La Plata - Il 24 novembre si è svolta una riunione del Consiglio Direttivo della FEDELAZIO presso la sede del Circolo Laziale di La Plata. Alla riunione hanno partecipato rappresentanti di tutte le Associazioni.

Nel corso della riunione, i rappresentanti delle Associazioni federate hanno esaminato i seguenti argomenti: il programma della Regione Lazio indirizzato alle

comunità di laziali all’estero ed svolto nel 2007; iniziative per giovani di origine laziale la cui Sottocommisione si è riunita contemporaneamente al Consiglio Direttivo della Fedelazio, in separata sede.

Tra i vari argomenti esaminati, anche quello dei soggiorni dei giovani svolto a Fiuggi nell'agosto scorso con la partecipazione di 23 giovani della Fedelazio di tutta l'Argentina. Lo scopo: imparare la lingua italiana nell'Università, conoscere le tradizioni, la cultura laziale ed il folclore della Regione Lazio. Ai soggiorni hanno partecipato anche i giovani del Brasile, Costa Rica, Venezuela, Uruguay, Nord America e Canada.

Altro argomento affrontato è stato il soggiorno degli anziani, tenutosi a Sperlonga a ottobre con la partecipazione di 140 emigrati laziali provenienti dall'Argentina, dove i laziali sono stati accolti generosamente dal Comune e gli abitanti della suddetta città.

"Durante la riunione, tutte le Associazioni hanno pregato il Consultore Luigi Provenzani di porgere un ringraziamento sincero alll'Assessore Coppotelli ed in modo particolare, alla Dirigente dell’ Area Laziali nel Mondo Angela Leggeri e a coloro che compongono il suo staff:la Sigra.Giuseppina Cardarelli, la Patrizia Di Tullio, il Andrea Pennacchini ed il Sig. Alessandro Sartori" affermano da FEDELAZIO.

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Nella riunione della Fedelazio si è parlato anche della prossima riunione della Consulta Regionale per l’Emigrazione che si svolgerà a Roma il 12 e 13 dicembre, alla quale parteciperanno il Consultore Luigi Provenzani ed il Consultore giovane Emiliano Di Mauro, che presenteranno un elenco dei fabbisogni degli emigrati e figli di laziali.

Si è parlato anche del successo dei Progetti dei giovani e del Programma in corso per l’ insegnamento della lingua italiana mediante apposita convenzione trà la Dante Alighieri e la Regione Lazio che ha coinvolto durante gli ultimi tre anni 300 giovani di origine laziali, con grande successo.

Si è trattato inoltre della partecipazione delle Associazioni e della FEDELAZIO nei progetti del Ministero del Lavoro come partners, delle convenzioni firmate trà Fedelazio e l’INTA (Istituto di Tecnologia Agropecuaria), con l'Università Tecnologica Nazionale e sopratutto la convenzione con "Italia Lavoro" che darà la possibilità ai giovani disoccupati di inserirsi nelle imprese locali durante un anno quali stagisti remunerati. "Un problema che preoccupa i laziali dell'Argetnina, dovuto alla penosa situazione economico - sociale del paese, e alla mancanza di possibilità d'inserzione dei giovani nel mondo del lavoro, è quello dei Contributi alle Associazioni regionali che operano a favore degli emigrati iscritte al Registro regionale per svolgere dei progetti in favore dei giovani" affermano da FEDELAZIO. Sono stati presentati 56 richieste di contributo, e sono state approvate per il finanziamento solo 11, la Fedelazio ha la speranza che la Regione capisca l’importanza dello svolgimento dei progetti per i giovani e la continuità del programma dell’OICS.

Alla riunione hanno partecipato attivamente i due consultori; Luigi Provenzani ha informato ai membri del Consiglio sulle future politiche che avrà la Regione riguardo ai laziali all'estero e ha ascoltato le richieste, sia della Fedelazio sia dei numerosi giovani presenti, per portarle a Roma a dicembre.

Gustavo Velis-Lazio Oggi/News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2812

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SERVIZI DEL GIORNO 26 Novembre 2007 ore 19.03 Italiani nel Mondo MONONGAH 1907/ JOSEPH TROPEA : SONO 4 GLI ITALIANI CHE SOPRAVVISSERO ALLA TRAGEDIA MINERARIA ROMA\ aise\ - Gli italiani sopravvissuti alla tragedia verificatasi nella miniera di Monongah il 6 dicembre del 1907 sono quattro. Lo ha rivelato il professor Joseph L. Tropea, docente di sociologia alla George Washington University, al quale, oggi, nella sala del Mappamondo della Farnesina, il Vice Ministro degli Esteri Franco Danieli ha consegnato il "Premio Monongah 2007", istituito dalla fondazione "Italia nelle Americhe" e dal quotidiano delle Americhe "Gente d'Italia", diretto da Mimmo Porpiglia. "Oltre a Orazio De Petris e a suo figlio Angelo, entrambi originari di Pescocostanzo - ha spiegato Tropea – ci sono anche altri due minatori scampati alla tragedia: Donato e Leonardo D'Amico, originari di Pietracatella, in Molise". "Spero - ha, poi, aggiunto il docente italo-americano – che presto il quotidiano "Gente d'Italia" possa pubblicare anche gli atti di questa nuova straordinaria inchiesta". È stato, infatti, proprio il giornale di Porpiglia, ampiamente diffuso negli USA e in America Latina, che nel 2003, con una serie di documentati servizi-inchiesta ha fatto conoscere al grande pubblico e alla grande stampa italiana le tragiche vicende legate della più immane tragedia della storia mineraria italiana e americana. Una tragedia che provocò la morte di 956 minatori, tra i quali almeno 400 italiani, di cui 171 accertati. Della caparbietà e della professionalità con cui furono realizzati questi servizi il Vice Ministro Danieli, oggi, ha dato pubblicamente atto al direttore di "Gente d’Italia", Mimmo Porpiglia. "È un momento straordinario – ha confidato il professor Tropea subito dopo la premiazione – anche per quei lavoratori italiani, che fino a poco tempo fa erano dimenticati dal governo italiano e americano. Personalmente, poi, è una doppia soddisfazione perché vedo, finalmente, arrivare il tempo della giustizia. Sono un italiano anch'io e in questo momento penso soprattutto a mio nonno che, pensate, era un minatore". (aise) Fonte : http://www.aise.it

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INFORM - N. 220 - 26 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Regione Sardegna: approvati il Programma annuale e il Piano triennale per l'emigrazione

Slitta all’aprile 2008 la Conferenza dei sardi nel mondo

CAGLIARI - E' stato definitivamente approvato dalla Giunta della Regione Sardegna il Programma annuale 2007 degli interventi in favore dei sardi emigrati, che prevede risorse per 4.000.000 euro, per sostenere l'attività di circoli, federazioni e associazioni,per l'attività della Consulta e per la ripresa delle pubblicazioni del periodico "Il Messaggero Sardo" (per la ripartizione degli interventi: http://www.ilmessaggerosardo.com/it/index.php?page=leggi2&id=20&zoom=y).

Approvato anche in via definitiva dalla Giunta anche il Piano triennale di interventi in favore dei sardi emigrati e delle loro organizzazioni per gli anni 2007-2009 (Delibera 47/12 del 22 novembre 2007), così come deliberato in via preliminare dall' Esecutivo regionale con la deliberazione n. 40/11 del 9.10.2007. La II Commissione del Consiglio regionale aveva espresso il prescritto parere sul Piano triennale, approvato in via preliminare dalla Giunta regionale in ottobre Sul Piano, la Commissione ha espresso parere favorevole e ha rilevato che andrebbero riconsiderati i criteri di ripartizione delle risorse, soprattutto in base alle mutate condizioni del costo della vita e alla qualità delle attività effettivamente svolte dalle Organizzazioni dei sardi emigrati. Il Piano triennale, che orienta l’attività in favore dei sardi emigrati e delle loro organizzazioni nel triennio 2007-2009, tiene conto della necessità di aggiornare e integrare annualmente le linee programmatiche, per ottimizzare gli interventi e l’utilizzo delle risorse. (per la ripartizione degli interventi http://www.ilmessaggerosardo.com/it/index.php?page=leggi2&id=19&zoom=y )

Il Piano triennale aveva avuto in precedenza (mese di settembre il parere favorevole della Consulta regionale dell'Emigrazione. In quella riunione la Consulta ha anche deciso di far slittare al prossimo anno la Conferenza sui sardi nel Mondo, indicando come data la fine del mese di aprile 2008. La Conferenza era stata inizialmente prevista per il dicembre 2007. (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22005.htm

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26 Novembre 2007

Oggi in Farnesina “Monongah, la Marcinelle americana”

Roma - Oggi 26 novembre, presso il Ministero degli Esteri, la proiezione del film “Monongah, la Marcinelle americana” di Silvano Console. Il 6 dicembre prossimo cade il centenario della tragedia mineraria di Monongah (West Virginia-USA), una delle più gravi della storia del lavoro nell’ultimo secolo. A seguito dell’incendio di due gallerie morirono (ufficialmente) 361

minatori, in larga maggioranza immigrati di cui 171 erano italiani. Ma il bilancio dei morti reali è stato notevolmente più drammatico, sfiorando le 1000 unità. Si tratta, per perdite di vite umane, dell’incidente minerario più grave nel quale siano stati coinvolti lavoratori italiani, più pesante della stessa tragedia di Marcinelle (Belgio), dove l’otto agosto 1956 perirono 136 nostri connazionali. In vista della commemorazione che il 6 dicembre si terrà a Monongah negli USA e in Italia a Manoppello (accomunando nel ricordo le vittime dei due disastri minerari), il Ministero degli Affari Esteri sta realizzando una serie di iniziative che, oltre ad onorare il nome e il sacrificio delle vittime, consenta di recuperare pienamente i risvolti umani e storici di quella vicenda, coinvolgendo le istituzioni italiane interessate, la comunità italoamericana e le località di origine dei lavoratori caduti a Monongah. Una di queste iniziative è la realizzazione del volume “Monongah 1907. Una tragedia dimenticata” promosso dalla Direzione Generale per gli Italiani all’estero (DGIT) che ricostruisce i fatti e il contesto storico-sociale in cui essi si sono svolti e raccogliere la documentazione disponibile.

La presentazione del libro avrà luogo oggi 26 novembre presso la Farnesina. Interverranno il Vice Ministro agli Affari Esteri Senatore Franco Danieli, il Direttore della DGIT Ambasciatore Adriano Benedetti, i Rappresentanti delle Regioni direttamente interessate e alcuni importanti storici che hanno contribuito alla realizzazione del volume. Nel corso della manifestazione verrà proiettato il film “Monongah, la Marcinelle americana” scritto e diretto da Silvano Console per la FILEF Abruzzo.

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Intanto prosegue la serie di iniziative che la FILEF Abruzzo sta svolgendo nelle scuole di tutta la regione, con la proiezione del film e i dibattiti sul tema “Emigrazione, immigrazione, sicurezza nei luoghi di lavoro, sfruttamento minorile”

Le iniziative fino ad oggi svoltesi a Lanciano (Liceo Scientifico “Galilei”) e Teramo (Istituto Tecnico Commerciale “V.Comi”) hanno visto la partecipazione attiva (con interventi e domande sulle problematiche connesse alla ricorrenza) dei giovani studenti delle quarte e quinte classi.

News ITALIA PRESS Fonte: http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2792

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 222 - Anno XIV,

26 Novembre 2007

"Valigia d'oro award" a 15 coppie di italiani emigrati

15 coppie di italiani emigrati in Canada sono state premiate con la Valigia d'oro Award. Il premio, giunto quest anno alla sua nona edizione e ormai divenuto un appuntamento costante, è legato quest anno a dimostrazioni di straordinario coraggio che emergono da storie ordinarie di emigranti con la propria valigia di cartone e tante speranze di un futuro migliore. Un premio che è un riconoscimento ai sacrifici, non senza lacrime, di chi ha dovuto abbandonare la propria patria, per imbarcarsi verso una nuova vita, senza voltarsi

indietro. Mario Ferri, fondatore di questo premio ormai radicato nella comunità italiana, ha raccontato nel corso della festa celebrativa dello scorso 18 novembre, questi e altri significati che si celano dietro questo importante riconoscimento: "Abbiamo dato il nostro riconoscimento a trenta persone, quindici coppie di italiani che dopo essere emigrati hanno costruito la loro vita in Canada, realizzando una famiglia e crescendo i loro figli". "L’idea di premiare i nostri predecessori, gli italiani che avevano dato il via all’immigrazione in Canada è nata nel 1997 – ha raccontato Mario Ferri – in corrispondenza dell’anno internazionale dedicato agli anziani. Infatti questo evento voleva essere un modo per ringraziare i “nonni” della nostra comunità, quindi abbiamo scelto di premiare le persone partite dalla propria patria prima del 1956". "Il nostro obiettivo - continua Ferri riferendosi alle motivazioni del premio - è quello di premiare i primi emigrati, persone comuni che hanno saputo affrontare grandi sacrifici". Per i premiati si è trattato anche di un’importante occasione di raccontare la propria storia, di condividere emozioni e sentimenti dei lunghi anni vissuti da emigranti, dai primi giorni difficili e a volte dolorosi, fino ai successi, alla famiglia che cresce e diventa sempre più integrata nella comunità canadese pur continuando a sentire fortissimo il legame con l’Italia.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2823

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MEMORIA

A cento anni dal disastro minerario di Monongah un libro ci porta fra la sofferenza dimenticata dei nostri emigranti

Al docente della George Washington University, Joseph Luis Tropea il premio “Monongah 2007”

Danieli “Stiamo pensando di dare un riconoscimento collettivo alle vittime italiane della tragedia, una medaglia che possa essere collocata nel museo che si sta istituendo a Monongah”

ROMA - Sono volti di bambini anneriti dalla fuliggine e costretti a crescere troppo in fretta quelli dei piccoli minatori che ti guardano dalla copertina del libro, realizzato su iniziativa della direzione generale del Mae per gli Italiani all’estero, “Monongah 1907. Una tragedia dimenticata”. Già da questa foto, di sicuro impatto, si capisce che questo volume, curato da Norberto Lombardi, non si limita a descrivere la cronaca della tragedia mineraria di Monongah, dove il 6 dicembre 1907 persero la vita 361 uomini e ragazzi di cui 171 italiani, ma cerca di inquadrare anche il contesto storico e sociale in cui maturò il disastro minerario. Il dramma di un passato, fatto di tanto lavoro e sacrifici, che ora questo libro ci ripropone con uno sguardo a 360 gradi sui risvolti umani, diplomatici e giornalistici della tragedia. Un’analisi che si sviluppa sia attraverso il contributo di politici, esperti e studiosi, sia con una dettagliata documentazione fatta di carteggi diplomatici, documenti anagrafici e lettere dei nostri emigranti che testimoniano anche la mobilitazione e le iniziative di solidarietà che fecero seguito al disastro minerario.

“Noi saremo presenti alle celebrazioni del sei dicembre - ha detto nel corso della presentazione del libro svoltasi alla Farnesina il presidente della Regione Molise Michele Iorio - per collocare a Monongah una campana commemorativa e per chiedere scusa di questo ritardo della memoria. Abbiamo dimenticato per troppo tempo le vittime della tragedia”. Iorio, dopo aver ricordato che il Molise sta per approvare una legge volta all’istituzione del Museo regionale dell’emigrazione, ha sottolineato la necessità di continuare ad approfondire la storia della diaspora italiana che ha profondamente segnato l’evoluzione del nostro paese.

Vincenzo Spaziante, assessore al Bilancio e alle Infrastrutture della Regione Calabria, ha evidenziato come a tutt’oggi, non essendo state del tutto debellate le situazioni di disagio che spingono i giovani del sud all’emigrazione, sussista ancora in Italia una tendenza alla diaspora che però viene limitata dall’insufficienza degli sbocchi all’estero. Annarita Pagliaro, presidente della commissione per le Politiche Sociali del comune calabrese di San Giovanni in Fiore (Cosenza) ha ricordato l’alto contributo di vittime dato dal suo paese alla tragedia di Monongah e l’esigenza che le nuove generazioni prendano atto di una storia migratoria che appartiene a tutti. La Pagliaro ha anche annunciato la creazione della Consulta comunale dell’emigrazione di San Giovanni in Fiore.

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Matteo Sanfilippo, docente dell’Università della Tuscia, ha lodato il libro su Monongah per la sua capacità d’inquadrare la tragedia in un ampio contesto storico di riferimento che mostra il vissuto dei nostri connazionali in America. Realtà difficili in cui gli italiani, sul confine della nuova frontiera, spesso erano costretti a scegliere fra la miniera e l’allevamento di bestiame. Una dura lotta per la sopravvivenza e l’integrazione che di lì a poco insegnerà ai nostri connazionali come difendersi dallo sfruttamento delle grandi compagnie industriali e minerarie.

Andreina De Clementi, dell’Istituto universitario Orientale di Napoli ha spiegato come la prima grande emigrazione di massa italiana, che non ha avuto alcuna programmazione collettiva da parte delle nostre istituzioni dell’epoca, abbia portato nelle Americhe contadini operai ed artigiani che poi sono stati utilizzati, soprattutto negli Stati Uniti, come manodopera a basso costo per le miniere e la costruzione di infrastrutture. “Con il loro lavoro all’estero - ha affermato la De Clementi - i nostri emigrati - nonostante le pene e le umiliazioni, hanno investito sul domani, dando un futuro ai propri figli”. Il giornalista Francesco Durante, del Corriere del Mezzogiorno, ha segnalato lo scarso spazio dato alla tragedia dai giornali italiani dell’epoca e la mancanza di un adeguato approfondimento della notizia da parte delle stesse testate italo-americane che non inviarono corrispondenti sul luogo della tragedia mineraria. Disastri del lavoro che in quel periodo negli Stati Uniti erano molto frequenti. “Bisogna prendere atto - ha detto Durante - che se da un lato agli italiani in patria il destino dei reietti che se andavano all’estero non interessava più di tanto, dall’altro lo sguardo dei giornali italo americani sembrava più rivolto al passato in Italia che al vicino presente”.

Letizia Laurelli, dell’Archivio di Stato di Isernia, ha illustrato il progetto di ricerca, portato avanti in base agli archivi del Monongah Mines Relif Comittee pubblicato nel marzo 1910, sulle 87 vittime molisane di Monongah. Un’analisi, incrociata con i dati anagrafici dei comuni d’origine e con le informazioni dell’archivio telematico del museo di Ellis Island, che ha permesso la compilazione di schede nominative per ciascuna vittima del disastro. Prospetti con nomi completi, date di nascita e informazioni sulla famiglia, sul luogo di sepoltura e sull’arrivo in America del migrante. Le schede potranno essere consultate nel libro, edito dalla Cosmo Iannone, dal titolo “Cent’anni di Oblio”. Una pubblicazione, curata da Joseph d’Andrea, che fa parte della collana “Quaderni delle Migrazioni”.

“Tutti i fenomeni migratori portano inevitabilmente dentro di sé delle tragedie - ha affermato il vice ministro degli Esteri Franco Danieli dopo aver ringraziato tutti coloro che si sono impegnati per rompere il velo dell’oblio su Monongah - e il tempo rappresenta un elemento fondamentale per superare anche questa dimensione di tragicità . Lo Stato sta lavorando per recuperare questa parte della nostra memoria e, al di là della celebrazione, per cercare di attualizzare la vicenda da cui si può trarre qualche elemento di riflessione per l’oggi. Stiamo pensando - ha proseguito Danieli - di dare un riconoscimento collettivo alle vittime italiane della tragedia, una medaglia che possa essere collocata nel museo che si stata istituendo a Monongah. Un progetto che vede impegnato in prima persona il senatore statunitense Preziosi”.

La cerimonia si è conclusa con la consegna del premio “Monongah 2007”- istituito dalla Fondazione Italia nelle Americhe - da parte del direttore del giornale “Gente d’Italia” Domenico Porpiglia a Joseph Luis Tropea, docente di Sociologia alla George Washington University. Porpiglia, dopo aver ricordato il concreto impegno del suo giornale per l’emersione agli occhi dei media e dell’opinione pubblica della dimenticata catastrofe di Monongah, ha spiegato che il premio è stato assegnato a Tropea per i lunghi anni dedicati alla ricerca storica e alla raccolta di testimonianze sul disastro del 1907.

“Io sono nipote di lavoratori nella miniera di Monongah, alcuni vittime dell'esplosione del 1907– ha detto Tropea -. Ciò mi ha spinto ad occuparmi di questa vicenda che è stata a lungo dimenticata. Sono molto fiero dei risultati del nostro lavoro di ricostruzione storica, anche se si tratta ora di andare oltre al dato numerico e correggere eventualmente ciò che è stato

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erroneamente ricostruito con tutte le informazioni che ancora riusciremo a raccogliere, negli Stati Uniti e in Italia, grazie all'aiuto dei parenti delle vittime. Ricostruire fedelmente la vicenda - ha aggiunto Tropea - è l'unico modo per onorare la memoria di questi minatori. Io sono imbarazzato per il silenzio americano sulla tragedia, ma voi dovete esserlo per quello italiano”.

(Goffredo Morgia - Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22014.htm

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27 Novembre 2007

Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov27.pdf

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SERVIZI DEL GIORNO 27 Novembre 2007 ore 15.52 Italiani nel Mondo

LA SELEZIONE DEI PROGETTI DEL BANDO PER LA FORMAZIONE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO NEI PAESI EXTRA UE: UN APPUNTAMENTO DECISIVO – DI FRANCO SATELLOCCO

ALGERI\ aise\ - In queste ultime settimane l’attenzione dei media si è giustamente concentrata sulla Legge finanziaria del 2008 che oramai è giunta alla fase di positiva approvazione. Molti sono i risultati ottenuti a favore degli italiani all’estero grazie all’iniziativa del Senatore Danieli e dei Parlamentari eletti all’estero in stretto collegamento con il CGIE. Citiamo, ad esempio, il finanziamento per la realizzazione della Prima Conferenza dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo che, dopo anni di attesa, vedrà finalmente la luce nel 2008. Altri importanti risultati sono la realizzazione del “Museo delle migrazioni”e l’azione di valorizzazione degli imprenditori italiani all’estero ai quali il CGIE ha dedicato particolare attenzione nell’ambito delle tematiche per l’internazionalizzazione.

Si moltiplicano, dunque, le azioni dirette al sostegno degli italiani nel mondo ma non per questo deve venir meno la funzione di monitoraggio, coordinamento e di sintesi strategica di tali iniziative che il CGIE deve svolgere affinché ogni azione venga adeguatamente portata a buon fine in un quadro d’assieme organico e razionale. Per questo motivo, sentiamo la necessità di non mancare all’appuntamento decisivo della selezione delle proposte pervenute a seguito del Bando per la formazione professionale degli italiani residenti nei Paesi extra UE che è stato pubblicato in agosto ed i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti nei primi giorni di ottobre.

Al processo di selezione delle domande di finanziamento collaborano attivamente le sedi diplomatiche e consolari presenti nelle 31 Circoscrizioni territoriali individuate dal Bando che, acquisito il parere del Comites locale, si esprimono con una valutazione di idoneità sui progetti pervenuti con particolare riferimento alla coerenza con i fabbisogni formativi degli italiani residenti nell’area geografica di competenza nonché alla congruità dei costi locali preventivati.

Dobbiamo dare atto della dedizione e dello spirito di collaborazione dimostrato dai responsabili delle istituzioni e dal personale delle sedi consolari e dei Comites che devono analizzare in pochi giorni centinaia di pagine di formulario, fare confronti, acquisire dati statistici, documentarsi con norme e regolamenti. Qualche criticità causata dal carico di lavoro si sarà certamente presentata nelle sedi dove si è concentrato maggiormente l’afflusso delle domande in relazione alla maggiore disponibilità finanziaria del Bando: Buenos Aires, San Paolo, Montevideo in primo luogo, ma anche Caracas, Zurigo e La Plata. Siamo sicuri, tuttavia, che tutte le sedi risponderanno con competenza e professionalità al compito ricevuto. L’Assemblea Plenaria del CGIE di novembre si è già espressa sull’importanza storica di questo lavoro delle sedi consolari e dei Comites che rappresenta una fase decisiva per l’attuazione del Bando 2007 e dei Bandi futuri poiché concorrerà alla definizione delle graduatorie di finanziamento dei progetti. Tali graduatorie, come prevede il Bando, saranno predisposte da una apposita commissione di valutazione composta da tecnici indipendenti che saranno nominati dal Ministero del Lavoro con apposito decreto. È nostra convinzione che il Ministero del Lavoro, continuando nell’azione riformatrice avviata, saprà gestire questa ulteriore fase della selezione in modo soddisfacente ed individuerà esperti che sappiano interpretare correttamente le valutazioni delle sedi consolari e dei Comites dando loro il giusto peso nel punteggio finale. I Comites, veri sensori sul territorio, rappresentano infatti le fonti più appropriate per

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esprimere valutazioni sui progetti di formazione sia quando essi concordano sul parere consolare, sia quando espongono punti di vista differenti ma complementari. Come è accaduto nelle attività di preparazione del Bando, il CGIE non mancherà di sostenere il Ministero del Lavoro anche nel momento delicato della costituzione e dei lavori della commissione di valutazione .

Ai componenti della commissione di valutazione che verranno nominati viene richiesta la capacità di esprimere un giudizio competente sul piano tecnico alla quale va aggiunta la capacità di ascolto, di interpretazione e di risposta adeguata ai pareri pervenuti dai Consoli e dai Comites che operano sul campo e che conoscono più di ogni altro le esigenze di formazione degli italiani all’estero e le condizioni di fattibilità degli interventi formativi in Paesi spesso completamente diversi dall’Italia. L’impegno profuso nelle Circoscrizioni estere per selezionare i progetti è grande e di grande valore rispetto ai cambiamenti di indirizzo e di metodo introdotti nel Bando di formazione 2007, ci pare ragionevole ed opportuno, quindi, attenderci dal Ministero del Lavoro trasparenza nei criteri di costituzione della Commissione di valutazione ed altrettanta trasparenza nei criteri che saranno adottati per qualificare l’incidenza dei pareri dei Consoli e dei Comites nella costruzione del punteggio di valutazione finale dei progetti.

Franco santellocco*\aise * Presidente V Commissione Cgie

Fonte : http://www.aise.it

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INFORM - N. 221 - 27 novembre 2007

CGIE

Il calendario degli incontri nei diversi Paesi

Prime riunioni delle Commissioni Giovani

ROMA – Nel dicembre 2007 e nel gennaio 2008 si terranno le riunioni ristrette delle Commissioni Giovani, istituite per dare un pronto seguito alle richieste presentate dai giovani esperti in occasione dell'Assemblea Plenaria del CGIE. Il documento presentato (http://www.cgie.it/assemblea/Documento%20giovani%206%20novembre.doc )prevede momenti di incontro dei giovani delle comunità italiane afferenti alle diverse circoscrizioni consolari per permettere scambi di idee e di progetti che costituiranno apporti utili in vista della Conferenza mondiale dei giovani italiani all'estero, prevista nel 2008.

Alle riunioni presenzieranno i consiglieri del CGIE del Paese interessato, il giovane esperto presente all'Assemblea Plenaria di Roma e un giovane scelto da ogni Comites nazionale.

Il calendario previsto, fitto di incontri in diversi Paesi del mondo, non è ancora completo ma verrà costantemente integrato.

Qui di seguito si riportano le date e le sedi al momento confermate: Argentina: Lomas de Zamora, 1 dicembre; Australia: Canberra, 8-9 dicembre; Belgio: Bruxelles, 15 dicembre; Brasile: San Paolo del Brasile, 15 dicembre; Francia e Principato di Monaco: Parigi, 8 dicembre; Germania e Austria: Stoccarda, 1-2 dicembre; Gran Bretagna e Irlanda: Londra, 16 dicembre; Perù: Lima, 11 gennaio; Stati Uniti: Newark (New Jersey), 15 dicembre; Svizzera, Croazia e San Marino: Berna, 15 dicembre; Uruguay: Montevideo, 19 dicembre; Venezuela: Caracas, 28 dicembre. (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22118.htm

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INFORM - N. 221 - 27 novembre 2007

INTERVENTI

Franco Santellocco (CGIE): Un appuntamento decisivo la selezione dei progetti del bando per la formazione degli italiani all’estero nei

Paesi non appartenenti all’Unione Europea”

ALGERI - In queste ultime settimane l’attenzione dei media si è giustamente concentrata sulla Legge finanziaria del 2008 che oramai è giunta alla fase di positiva approvazione. Molti sono i risultati ottenuti a favore degli italiani all’estero grazie all’iniziativa del Senatore Danieli e dei Parlamentari eletti all’estero in stretto collegamento con il CGIE. Citiamo, ad esempio, il finanziamento per la realizzazione della Prima Conferenza dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo che, dopo anni di attesa, vedrà finalmente la luce nel 2008. Altri importanti risultati sono la realizzazione del “Museo delle migrazioni”e l’azione di valorizzazione degli imprenditori italiani all’estero ai quali il CGIE ha dedicato particolare attenzione nell’ambito delle tematiche per l’internazionalizzazione.

Si moltiplicano, dunque, le azioni dirette al sostegno degli italiani nel mondo ma non per questo deve venir meno la funzione di monitoraggio, coordinamento e di sintesi strategica di tali iniziative che il CGIE deve svolgere affinché ogni azione venga adeguatamente portata a buon fine in un quadro d’assieme organico e razionale. Per questo motivo, sentiamo la necessità di non mancare all’appuntamento decisivo della selezione delle proposte pervenute a seguito del Bando per la formazione professionale degli italiani residenti nei Paesi extra UE che è stato pubblicato in agosto ed i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti nei primi giorni di ottobre.

Al processo di selezione delle domande di finanziamento collaborano attivamente le sedi diplomatiche e consolari presenti nelle 31 Circoscrizioni territoriali individuate dal Bando che, acquisito il parere del Comites locale, si esprimono con una valutazione di idoneità sui progetti pervenuti con particolare riferimento alla coerenza con i fabbisogni formativi degli italiani residenti nell’area geografica di competenza nonché alla congruità dei costi locali preventivati.

Dobbiamo dare atto della dedizione e dello spirito di collaborazione dimostrato dai responsabili delle istituzioni e dal personale delle sedi consolari e dei Comites che devono analizzare in pochi giorni centinaia di pagine di formulario, fare confronti, acquisire dati statistici, documentarsi con norme e regolamenti. Qualche criticità causata dal carico di lavoro si sarà certamente presentata nelle sedi dove si è concentrato maggiormente l’afflusso delle domande in relazione alla maggiore disponibilità finanziaria del Bando: Buenos Aires, San Paolo, Montevideo in primo luogo, ma anche Caracas, Zurigo e La Plata. Siamo sicuri, tuttavia, che tutte le sedi risponderanno con competenza e professionalità al compito ricevuto. L’Assemblea Plenaria del CGIE di novembre si è già espressa sull’importanza storica di questo lavoro delle sedi consolari e dei Comites che rappresenta una fase decisiva per l’attuazione del Bando 2007 e dei Bandi futuri poiché concorrerà alla definizione delle graduatorie di finanziamento dei progetti. Tali graduatorie, come prevede il Bando, saranno predisposte da una apposita commissione di valutazione composta da tecnici indipendenti che saranno nominati dal Ministero del Lavoro con apposito decreto.

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E’ nostra convinzione che il Ministero del Lavoro, continuando nell’azione riformatrice avviata, saprà gestire questa ulteriore fase della selezione in modo soddisfacente ed individuerà esperti che sappiano interpretare correttamente le valutazioni delle sedi consolari e dei Comites dando loro il giusto peso nel punteggio finale. I Comites, veri sensori sul territorio, rappresentano infatti le fonti più appropriate per esprimere valutazioni sui progetti di formazione sia quando essi concordano sul parere consolare, sia quando espongono punti di vista differenti ma complementari. Come è accaduto nelle attività di preparazione del Bando, il CGIE non mancherà di sostenere il Ministero del Lavoro anche nel momento delicato della costituzione e dei lavori della commissione di valutazione .

Ai componenti della commissione di valutazione che verranno nominati viene richiesta la capacità di esprimere un giudizio competente sul piano tecnico alla quale va aggiunta la capacità di ascolto, di interpretazione e di risposta adeguata ai pareri pervenuti dai Consoli e dai Comites che operano sul campo e che conoscono più di ogni altro le esigenze di formazione degli italiani all’estero e le condizioni di fattibilità degli interventi formativi in Paesi spesso completamente diversi dall’Italia.

L’impegno profuso nelle Circoscrizioni estere per selezionare i progetti è grande e di grande valore rispetto ai cambiamenti di indirizzo e di metodo introdotti nel Bando di formazione 2007, ci pare ragionevole ed opportuno, quindi, attenderci dal Ministero del Lavoro trasparenza nei criteri di costituzione della Commissione di valutazione ed altrettanta trasparenza nei criteri che saranno adottati per qualificare l’incidenza dei pareri dei Consoli e dei Comites nella costruzione del punteggio di valutazione finale dei progetti.

Franco Santellocco*/Inform

*Presidente della Commissione Formazione Impresa Lavoro e Cooperazione del CGIE

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22121.htm

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SERVIZI DEL GIORNO 27 Novembre 2007 ore 12.17 Italiani nel Mondo

INTERVENTI/ FINANZIARIA 2008: RISANAMENTO SOSTENIBILITÀ E SVILUPPO PER GLI ITALIANI NEL MONDO – DI GENNARO SPOSATO ROMA\ aise\ - Dopo il movimentato voto della settimana scorsa al Senato, il percorso della Finanziaria verso la sua definitiva approvazione entro la fine dell’anno, prosegue ora alla Camera dei Deputati. I deputati saranno quindi chiamati ad esprimere il proprio voto favorevole ad un provvedimento che continua in modo deciso l’opera di risanamento delle finanze pubbliche italiane, ed i cui contenuti concreti sono – come spesso accade nel dibattito politico italiano – in gran parte stati offuscati dai proclami propagandistici su tentate spallate e agguati al Governo e alla maggioranza che lo sostiene. Tenendo ben presente la difficile situazione dei conti pubblici italiani, gravati, lo ricordiamo, da un pesante debito pubblico che non ha eguali tra gli altri paesi europei, la Finanziaria del 2008 prosegue con la necessaria e improcrastinabile azione di risanamento avviata lo scorso anno con la prima finanziaria del Governo Prodi. In particolare, la manovra conferma gli obiettivi di legislatura per il riequilibrio dei conti pubblici e porta ad una riduzione del deficit al 2,2% nel 2008, facendo scendere il debito pubblico dal 105% al 103,5% del PIL e comportando quindi una lenta ma progressiva riduzione degli oneri derivanti dal pagamento degli interessi sul debito. Tuttavia, la Finanziaria 2008 non si limita a centrare esclusivamente i propri obiettivi di natura prettamente macroeconomica e di bilancio dello Stato, bensì prevede tutta una serie di interventi concreti a favore delle fasce deboli, a sostegno dell’occupazione, al rilancio del Mezzogiorno e – last but not least – a favore della presenza dell’Italia e degli italiani nel mondo. Nello specifico, al fine di sostenere l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, si prevede il finanziamento di 30 mila stage per neolaureati, la cui stabilizzazione da parte delle imprese viene incentivata con la previsione di un bonus di 3.000 Euro. La manovra stanzia, inoltre, 100,623 miliardi di euro (+3,583 miliardi rispetto al 2007 e +9,6 miliardi rispetto al 2006) per finanziare i livelli essenziali di assistenza. Più risorse, quindi, per ospedali, medicina di famiglia e specialistica, assistenza domiciliare. Nel quadro di un generale programma di rilancio del Sud, la Finanziaria disciplina inoltre la confluenza dei fondi nazionali e di quelli europei nel Quadro strategico nazionale 2007-2013 per un totale di 100 miliardi, con la conseguenza di un migliore e più efficiente utilizzo delle risorse che in particolare l’Unione Europea destina come fondi strutturali alle regioni più disagiate in Europa. Buone notizie anche per i tanti connazionali che annualmente, durante le vacanze estive, viaggiano sulle autostrade italiane verso la Calabria e la Sicilia. E’ infatti previsto un finanziamento immediato di 100 milioni per il 2007 per i lavori di manutenzione straordinaria dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. In particolare, le risorse saranno impiegate per affrontare i problemi di mobilità e sicurezza e per rafforzare il trasporto e la sicurezza nello Stretto di Messina. Come già accennato, con la nuova Finanziaria il Governo scommette in modo deciso sulla valorizzazione della presenza dell’Italia e degli italiani nel mondo. Questa scommessa prevede, da un lato, un aumento delle risorse destinate alla promozione del “made in Italy”, che passa da 60 a 80 milioni di euro e corrisponde ad una crescita del 30% rispetto al 2006, con evidenti ripercussioni positive sul mercato del lavoro interno e di presenza quantitativa e qualitativa delle nostre imprese sui mercati stranieri. Per quanto attiene, invece, gli interventi a favore degli italiani all’estero, i Parlamentari – e nel caso specifico i Senatori - eletti nella circoscrizione estero, hanno nuovamente dimostrato come la loro presenza non sia solo una logica e giusta conseguenza del diritto dei connazionali nel mondo ad avere una adeguata rappresentanza politica nella aule parlamentari, bensì possa rappresentare – se esercitata

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seriamente – un importante valore aggiunto per la qualità dell’attività governativa e legislativa. Il decisivo lavoro dei parlamentari del PD eletti all’estero e lo spirito di collaborazione tra questi ed il Governo, hanno infatti fatto sì che la Finanziaria prevedesse una serie di importanti stanziamenti di natura quantitativa ma anche e soprattutto qualitativa a favore degli italiani all’estero. Nello specifico, nel corso dell’iter di approvazione al Senato, sono state accolte le proposte dei 5 Senatori di Centrosinistra eletti nella circoscrizione estero, che contengono lo stanziamento di 12,5 milioni di euro per la tutela e l’assistenza dei connazionali all’estero, nonché 5,5 milioni di euro per il finanziamento delle iniziative scolastiche, di assistenza scolastica e di formazione e perfezionamento professionali (ex legge 153 del 1971). Oltre a questi interventi mirati sono inoltre stati destinati ben 14 milioni di euro per le politiche generali degli italiani all’estero, che saranno utilizzati anche ed in particolare per rafforzare e razionalizzare la rete consolare. La somma di questi interventi, che va a sommarsi a quella già prevista nella manovra a favore delle collettività italiane nel mondo, ammonta quindi a ben 32 milioni di euro, e va a collocarsi in evidente controtendenza rispetto alla riduzione delle risorse di cui si è stata protagonista la nostra comunità durante gli anni dei governi Berlusconi. Inoltre, grazie al sollecito intervento degli eletti, l’eventuale recupero di prestazioni pensionistiche che siano state percepite indebitamente da parte di italiani residenti all’estero avverrà – a meno che non sia frutto di dolo da parte del connazionale stesso – attraverso una trattenuta diretta sulla pensione e solamente in misura non superiore al quinto dell’indebito totale e senza applicazione di interessi. Con riferimento alla riorganizzazione della rete consolare invece, la commissione programmazione economica e bilancio ha inoltre accolto un ordine del giorno a firma dei 5 senatori che sostengono il Governo di Centrosinistra (Micheloni, Pollastri, Randazzo, Turano e Pallaro), che impegna il Governo ad effettuare una verifica dei bisogni relativi alla rete diplomatico-consolare e a presentare al Parlamento una relazione dettagliata sui bisogni dei cittadini italiani residenti all'estero. Sulla base di questa relazione il Governo concorderà con le commissioni competenti, e quindi anche con i parlamentari che rappresentano gli italiani nel mondo, un piano di riforma finalizzato alla riorganizzazione e innovazione della rete consolare e diplomatica italiana nel mondo. Sempre su iniziativa dei senatori eletti all’estero il Governo si è inoltre impegnato a valutare concretamente l’opportunità di adottare una riduzione dell’ICI e della tassa sui rifiuti a carico degli immobili di proprietà di cittadini italiani residenti all’estero. Per quanto riguarda invece l’America Latina, il Governo si è assunto l’impegno a potenziarne la rete consolare attraverso l’assunzione di almeno 200 contrattisti locali. Ribadito e ufficializzato inoltre l’impegno ed il sostegno alla riforma della legge sulla cittadinanza, al fine di armonizzare la situazione di discriminazione in cui versano molte famiglie in cui un figlio è cittadino italiano mentre i fratelli nati prima del 1948 non hanno diritto alla cittadinanza, nonché per dare la possibilità di riacquistare la cittadinanza italiana a coloro che l’hanno persa per naturalizzazione per motivi di lavoro o per matrimonio con cittadini stranieri. (gennaro sposato*\aise) * PD/Italiani nel Mondo Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=50208

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GRTV

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LA SELEZIONE DEI PROGETTI DEL BANDO PER LA FORMAZIONE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO NEI PAESI NON APPARTENENTI ALLA UNIONE EUROPEA: UN APPUNTAMENTO DECISIVO

Le considerazioni di Franco santellocco (CGIE)

(GRTV) In queste ultime settimane l’attenzione dei media si è giustamente concentrata sulla Legge finanziaria del 2008 che oramai è giunta alla fase di positiva approvazione. Molti sono i risultati ottenuti a favore degli italiani all’estero grazie all’iniziativa del Senatore Danieli e dei Parlamentari eletti all’estero in stretto collegamento con il CGIE. Citiamo, ad esempio, il finanziamento per la realizzazione della Prima Conferenza dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo che, dopo anni di attesa, vedrà finalmente la luce nel 2008. Altri importanti risultati sono la realizzazione del “Museo delle migrazioni”e l’azione di valorizzazione degli imprenditori italiani all’estero ai quali il CGIE ha dedicato particolare attenzione nell’ambito delle tematiche per l’internazionalizzazione. Si moltiplicano, dunque, le azioni dirette al sostegno degli italiani nel mondo ma non per questo deve venir meno la funzione di monitoraggio, coordinamento e di sintesi strategica di tali iniziative che il CGIE deve svolgere affinché ogni azione venga adeguatamente portata a buon fine in un quadro d’assieme organico e razionale. Per questo motivo, sentiamo la necessità di non mancare all’appuntamento decisivo della selezione delle proposte pervenute a seguito del Bando per la formazione professionale degli italiani residenti nei Paesi extra UE che è stato pubblicato in agosto ed i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti nei primi giorni di ottobre. Al processo di selezione delle domande di finanziamento collaborano attivamente le sedi diplomatiche e consolari presenti nelle 31 Circoscrizioni territoriali individuate dal Bando che, acquisito il parere del Comites locale, si esprimono con una valutazione di idoneità sui progetti pervenuti con particolare riferimento alla coerenza con i fabbisogni formativi degli italiani residenti nell’area geografica di competenza nonché alla congruità dei costi locali preventivati. Dobbiamo dare atto della dedizione e dello spirito di collaborazione dimostrato dai responsabili delle istituzioni e dal personale delle sedi consolari e dei Comites che devono analizzare in pochi giorni centinaia di pagine di formulario, fare confronti, acquisire dati statistici, documentarsi con norme e regolamenti. Qualche criticità causata dal carico di lavoro si sarà certamente presentata nelle sedi dove si è concentrato maggiormente l’afflusso delle domande in relazione alla maggiore disponibilità finanziaria del Bando: Buenos Aires, San Paolo, Montevideo in primo luogo, ma anche Caracas, Zurigo e La Plata. Siamo sicuri, tuttavia, che tutte le sedi risponderanno con competenza e professionalità al compito ricevuto. L’Assemblea Plenaria del CGIE di novembre si è già espressa sull’importanza storica di questo lavoro delle sedi consolari e dei Comites che rappresenta una fase decisiva per l’attuazione del Bando 2007 e dei Bandi futuri poiché concorrerà alla definizione delle graduatorie di finanziamento dei progetti. Tali graduatorie, come prevede il Bando, saranno predisposte da una apposita commissione di valutazione composta da tecnici indipendenti che saranno nominati dal Ministero del Lavoro con apposito decreto.

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E’ nostra convinzione che il Ministero del Lavoro, continuando nell’azione riformatrice avviata, saprà gestire questa ulteriore fase della selezione in modo soddisfacente ed individuerà esperti che sappiano interpretare correttamente le valutazioni delle sedi consolari e dei Comites dando loro il giusto peso nel punteggio finale. I Comites, veri sensori sul territorio, rappresentano infatti le fonti più appropriate per esprimere valutazioni sui progetti di formazione sia quando essi concordano sul parere consolare, sia quando espongono punti di vista differenti ma complementari. Come è accaduto nelle attività di preparazione del Bando, il CGIE non mancherà di sostenere il Ministero del Lavoro anche nel momento delicato della costituzione e dei lavori della commissione di valutazione . Ai componenti della commissione di valutazione che verranno nominati viene richiesta la capacità di esprimere un giudizio competente sul piano tecnico alla quale va aggiunta la capacità di ascolto, di interpretazione e di risposta adeguata ai pareri pervenuti dai Consoli e dai Comites che operano sul campo e che conoscono più di ogni altro le esigenze di formazione degli italiani all’estero e le condizioni di fattibilità degli interventi formativi in Paesi spesso completamente diversi dall’Italia. L’impegno profuso nelle Circoscrizioni estere per selezionare i progetti è grande e di grande valore rispetto ai cambiamenti di indirizzo e di metodo introdotti nel Bando di formazione 2007, ci pare ragionevole ed opportuno, quindi, attenderci dal Ministero del Lavoro trasparenza nei criteri di costituzione della Commissione di valutazione ed altrettanta trasparenza nei criteri che saranno adottati per qualificare l’incidenza dei pareri dei Consoli e dei Comites nella costruzione del punteggio di valutazione finale dei progetti. Franco Santellocco (CGIE) Fonte : http://news.grtv.it

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27 Novembre 2007

Danieli: a scuola la storia dell’emigrazione italiana

ROMA - Nei libri di testo la storia dei 27 milioni di persone che, in oltre 100 anni, hanno lasciato l’Italia per inseguire un futuro migliore. La storia dei tanti italiani che hanno perso la vita durante le traversate, dei tanti bambini morti sul lavoro, dei disperati di allora. Non poi così diversi da quelli di oggi. Una storia da studiare proprio per questo: recuperare la memoria, ma anche riflettere sul presente. È questa la proposta del viceministro degli Esteri Franco Danieli, lanciata proprio al termine di un’iniziativa organizzata per recuperare la memoria, ricordando la tragedia mineraria di Monongah, nel Eest Virginia, dove persero la vita centinaia di italiani. Secondo le stime ufficiali 171, su un totale di 361 vittime. Ma in realtà in quella miniera rimasero sepolte almeno 900 persone. Sembra che solo 4 italiani sopravvissero e tornarono in patria.

Una proposta che Danieli ha detto di avere già rivolto al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Fioroni. «L’emigrazione italiana - ha aggiunto Danieli - ha avuto un forte impatto sulla società italiana. Ventisette milioni di persone che, dal 1861 e per oltre 100 anni lasciarono il loro Paese, rappresentano un fenomeno di grande rilievo, un elemento centrale della storia italiana degli ultimi 100 anni. Un libro di testo che non tenesse conto di tutto ciò avrebbe una visione miope». Sì perché, ne è convinto Danieli, da vicende come quelle di Monongah, o di Marcinelle (un’altra tragedia che ebbe come teatro una miniera, in Belgio), si può imparare a riflettere anche sulla società di oggi. Con problemi molto simili: «I dati delle Ong e delle agenzie delle Nazioni Unite - dice Danieli - ci parlano ancora oggi di schiavismo, sfruttamento del lavoro minorile, violazioni aberranti della dignità e sfruttamento dell’immigrazione, basti pensare alle seimila persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo per raggiungere l’Europa; allo schiavismo nelle campagne pugliesi per la raccolta dei pomodori... E la lista potrebbe essere ancora lunga». Imparare dal passato, dunque, per riflettere sul presente, facendo entrare nei libri di scuola una parte «fondamentale» della storia italiana. E il recupero del passato, ieri mattina alla Farnesina, è partito proprio da Monongah: il ministero ha organizzato una serie di celebrazioni e finanziato il restauro delle tombe dei minatori italiani, un monumento commemorativo che sorgerà nel cimitero ed il volume “Monongah 1907 - Una tragedia dimenticata”. Nella foto da sinistra: il presidente della Regione Molise, Michele Iorio, Franco Danieli e il direttore generale per l’estero, Adriano Benedetti.

Fonte : http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=68883

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27 Novembre 2007 Tra passto e futuro. L'Italian American Museum premia gli "Ambasciatori d'italianità"

di Antonino Ciappina

PUÒ UN MUSEO essere una fucina per le generazioni che verranno? La risposta al quesito dovrebbe essre positiva, stando a quanto si evince dal "libro-ricordo" del "Testimonial Party" (Gala di Riconoscimento) dato al V.I.P Country Club di New Rochelle (N.Y.), che ha visto riunite nel salone di ricevimento oltre cinquecento persone tra dirigenti, soci, amici, ammiratori e simpatizzanti della comunità italiana di New York. L'organizzazione di quella che è stata una magnifica dimostrazione di come la comunità italiana si sia affermata nel Nordest degli Stati Uniti è stata curata dal "Board of Directors", ossia il direttivo dell'Italian American Museum, che è stato aperto nel cuore di Little Italy a Manhattan: tra Mulberry e Grand Street, in un vecchio edificio, scelto per la sua posizione strategica. Il museo sarà presto restaurato, trasformato e arricchito di solenni testimonianze del passato. Cimeli in grado di ispirare il presente e in grado di generare grandi speranze per il futuro. Si tratta di un sogno di respiro sublime, che ha per base di lancio le posizioni raggiunte dalle generazioni passate, gli impegni della presente generazione e le grandi prospettive delle generazioni future. Per consolidare le fondamenta su cui si reggerà il futuro, i migliori uomini del passato e del presente sono stati premiati da un'apposita commissione con con la nomina ad "Ambasciatori d'italianità negli Usa" e relativo medaglione. Nell'attestato si legge: "First Annual Ambasciatori Award presented by the Italian American Museum honoring Italian American Organizatioins and their selected oustanding Italian-American Leaders" (che in italiano suona come, Primo attestato annuale per ambasciatori - d'italianità - offerto dall'Italian american museum in onore delle organizzazioni italoamericane e i loro leader, scelti per meriti eccezionali). Segue il nome della persone cui l'attesttao era destinato, con il nome dell'organizzazione da lui presieduta. Il medaglione reca sul dritto l'incisione "Giuseppe Garibaldi Eroe dei due mondi Usa & Italy 1807-2007 Italian Americans honoring the bicentennial of his birth" (italoamericani che onorano il bicentenario della sua nascita) e l'effigie dell'eroe. Sul retro si legge: "Italian American Museum Ambasciatori Award Little Italy N.Y. C. Mulberry & Grand St. presented to" e di seguito il nome del destinatario. Dopo che Ralph A. Tedesco, vice presidente del museo, ha letto i nomi dei componenti del direttivo e del consiglio di amministrazione del museo e quelli dei componenti del comitato organizzatore, tutti si sono alzati in piedi per ascoltare il tenore Michael Amante intonare

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gli inni nazionali d'Italia e d'America. Mario Cermele, presidente della Loggia Antonio Meucci dell'Ordine Figli d'Italia in America, ha poi pronunciato la sua perorazione/benedizione. Chiesto a tutti di inchinare il capo in segno di riverenza ha fatto riferimento a San Francesco d'Assisi, e ha aggiunto: "Signore, fammi strumento della tua pace. Dove è odio, fa che io dia amore; dove è dubbio, che io porti fede; dove è disperazione, che io porti speranza; dove è oscurità, che io porti luce; dove è tristezza, che io porti gioia". Cermele ha poi pregato per coloro che aveno appena ricevuto il premio: "Signore, ti chiedo di vegliare su questi ambasciatori del retaggio italiano nell'ambito della comunità. Ispirali a continuare il loro lavoro, affinché le generazioni future non dimentichino le loro radici. Signore, compensali nella consapevolezza che noi siamo grati per il tempo dedicato nei loro mandati e gli sforzi per le lolro realizzazioni". L'eco delle sue parole si è spento tra fragorosi applausi. Joseph Scelsa, presidente dell'Italian American Museum, ha poi mostrato attraverso un documentario lo stato attuale del museo, quello che diventerà una volta effettuati i restauri e i progetti per il futuro. Al microfono si sono poi avvicendati in molti. A rappresentare le generazioni con più esperienza alle spalle, il professore Carlo Sclafani, fondatore dell'Italian Club del Westchester Community College di Valhalla (N.Y.) e titolare della cattedra d'italiano dell'istituto, che ha intessuto un elogio a Garibaldi. Per le presenti generazioni, l'insegnante Maria Christina Lepore, che ha commosso tutti i presenti per la nostalgia mostrata nei confornti della sua terra d'origine, "che - ha detto - ho imparato ad amare dalle conversazioni in famiglia". A rappresentare le future generazioni, una bambina, Alessandra Boselli. Su invito di Ralph A. Tedesco la piccola ha letto il suo intervento: "Adoro la terra in cui sono nata, l'America, e adoro l'Italia, dove sono le mie radici. Non sono due amori: nel mio cuore è uno solo l'alito d'amore che unisce tutt'e due. Sarà un ponte finché vivrò fra Italia e America, come l'Italian American Museum che oggi ha riunito qui noi tutti". E anche in questo caso sono scrosciati gli applausi Fonte : http://www.americaoggi.info/platform/2007/11/27/2179-tra-passto-e-futuro-litalian-american-museum-premia-gli-ambasciatori-ditalianit

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 223 - Anno XIV,

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Franco Santellocco: CGIE e competenze nella Commissione di valutazione dei progetti sul Bando della Formazione

La Legge finanziaria del 2008 che oramai è giunta alla fase di positiva approvazione. "Molti sono i risultati ottenuti a favore degli italiani all’estero", tra questi "il finanziamento per la realizzazione della Prima Conferenza dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo, la realizzazione del “Museo delle migrazioni”e l’azione di valorizzazione degli imprenditori italiani all’estero ai quali il CGIE ha dedicato particolare attenzione nell’ambito delle tematiche per l’internazionalizzazione". Un moltiplicarsi di azioni "dirette al sostegno degli italiani nel mondo ma non per questo deve venir meno la funzione di monitoraggio, coordinamento e di sintesi strategica di tali iniziative che il CGIE deve svolgere affinché ogni azione venga adeguatamente portata a buon fine in un quadro d’assieme organico e razionale". Così Franco Santellocco, Consigliere

CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero) per l'Algeria e Presidente della V Commissione Tematica Formazione, impresa, lavoro e cooperazione del CGIE. Santellocco, sottolineando il merito che in questo positivo quadro è da riconoscere al Vice Ministero agli Affari Esteri con delega per gli italiani all'Estero, Senatore Franco Danieli, e ai parlamentari eletti sulla Circoscrizione Estero, richiama il ruolo forte che il CGIE deve svolgere.

In particolare Franco Santellocco richiama il CGIE sulla "necessità di non mancare all’appuntamento decisivo della selezione delle proposte pervenute a seguito del Bando per la formazione professionale degli italiani residenti nei Paesi extra UE che è stato pubblicato in agosto ed i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti nei primi giorni di ottobre".

Al processo di selezione delle domande di finanziamento collaborano attivamente le sedi diplomatiche e consolari presenti nelle 31 Circoscrizioni territoriali individuate dal Bando che, acquisito il parere del Comites locale, si esprimono con una valutazione di idoneità sui progetti pervenuti con particolare

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riferimento alla coerenza con i fabbisogni formativi degli italiani residenti nell’area geografica di competenza nonché alla congruità dei costi locali preventivati. "Dobbiamo dare atto della dedizione e dello spirito di collaborazione dimostrato dai responsabili delle istituzioni e dal personale delle sedi consolari e dei Comites che devono analizzare in pochi giorni centinaia di pagine di formulario, fare confronti, acquisire dati statistici, documentarsi con norme e regolamenti. Qualche criticità causata dal carico di lavoro si sarà certamente presentata nelle sedi dove si è concentrato maggiormente l’afflusso delle domande in relazione alla maggiore disponibilità finanziaria del Bando: Buenos Aires, San Paolo, Montevideo in primo luogo, ma anche Caracas, Zurigo e La Plata. Siamo sicuri, tuttavia, che tutte le sedi risponderanno con competenza e professionalità al compito ricevuto". L’Assemblea Plenaria del CGIE di novembre si è già espressa sull’importanza storica di questo lavoro delle sedi consolari e dei Comites che rappresenta una fase decisiva per l’attuazione del Bando 2007 e dei Bandi futuri poiché concorrerà alla definizione delle graduatorie di finanziamento dei progetti, afferma Santellocco. Tali graduatorie, come prevede il Bando, saranno predisposte da una apposita commissione di valutazione composta da tecnici indipendenti che saranno nominati dal Ministero del Lavoro con apposito decreto. "E’ nostra convinzione che il Ministero del Lavoro, continuando nell’azione riformatrice avviata, saprà gestire questa ulteriore fase della selezione in modo soddisfacente ed individuerà esperti che sappiano interpretare correttamente le valutazioni delle sedi consolari e dei Comites dando loro il giusto peso nel punteggio finale. I Comites, veri sensori sul territorio, rappresentano infatti le fonti più appropriate per esprimere valutazioni sui progetti di formazione sia quando essi concordano sul parere consolare, sia quando espongono punti di vista differenti ma complementari".

Come è accaduto nelle attività di preparazione del Bando, "il CGIE non mancherà di sostenere il Ministero del Lavoro anche nel momento delicato della costituzione e dei lavori della commissione di valutazione. Ai componenti della commissione di valutazione che verranno nominati viene richiesta la capacità di esprimere un giudizio competente sul piano tecnico alla quale va aggiunta la capacità di ascolto, di interpretazione e di risposta adeguata ai pareri pervenuti dai Consoli e dai Comites che operano sul campo e che conoscono più di ogni altro le esigenze di formazione degli italiani all’estero e le condizioni di fattibilità degli interventi formativi in Paesi spesso completamente diversi dall’Italia" continua Santellocco.

L’impegno profuso nelle Circoscrizioni estere per selezionare i progetti "è grande e di grande valore rispetto ai cambiamenti di indirizzo e di metodo introdotti nel Bando di formazione 2007, ci pare ragionevole ed opportuno, quindi, attenderci dal Ministero del Lavoro trasparenza nei criteri di costituzione della Commissione di valutazione ed altrettanta trasparenza nei criteri che saranno adottati per qualificare l’incidenza dei pareri dei Consoli e dei Comites nella costruzione del punteggio di valutazione finale dei progetti".

News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2872&titolo=Franco%20Santellocco%20CGIE%20e%20competenze%20nella%20Commissione%20di%20valutazione%20dei%20progetti%20sul%20Bando%20della%20Formazione

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SERVIZI DEL GIORNO 28 Novembre 2007 ore 13.25 Italiani nel Mondo INIZIATA LA FASE FINALE DEL PROGRAMMA DELL’ ''OSSERVATORIO SU FORMAZIONE E LAVORO DEGLI ITALIANI ALL''ESTERO DEL MAE ROMA\ aise\ - Il Ministero Affari Esteri, tramite la Direzione Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM), promuove il collegamento in rete delle competenze professionali tecniche e scientifiche degli italiani all''estero allo scopo di supportare i processi di internazionalizzazione delle Regioni. L'azione ministeriale si inserisce nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema"(PON-ATAS)- Asse II Misura II.1 Azione D "Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani all''estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno ", cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo (FSE) per il periodo 2000-2006. Da questo mese di novembre è iniziata la fase finale del Programma che ha lo scopo di consolidare e diffondere i principali risultati conseguiti con l''Azione di Sistema. In particolare, d''intesa con le Regioni Obiettivo 1, la Direzione Generale per gli Italiani all''Estero e le Politiche Migratorie della Farnesina ha avviato il processo di trasferimento dei servizi già progettati e sperimentati dalla piattaforma ITENETs alla nuova piattaforma on line del MAE denominata Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all''estero. L''Osservatorio è un sistema di servizi in rete coordinato dalla Direzione Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie, attuato in raccordo con le Amministrazioni Regionali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia per favorire la partecipazione degli Italiani Residenti all'Estero (IRE) allo sviluppo dei sistemi del lavoro e della formazione. In questo quadro, l''Osservatorio supporta la cooperazione interistituzionale nell''attuazione delle politiche e dei Programmi che rafforzano i legami tra gli italiani all''estero e l''Italia. L''obiettivo generale dell'Osservatorio è quello di valorizzare gli italiani all'estero nei processi di sviluppo regionale definiti dall'Italia nell'ambito della politica di Coesione dell'Unione Europea contribuendo così ad affiancare le Amministrazioni regionali nel rinnovamento e nel rafforzamento dei propri sistemi della formazione e dell'impiego. Muovendo dalle sue finalità generali, l'Osservatorio ha lo scopo di: predisporre quadri conoscitivi di contesti socio-economici dei Paesi di maggiore emigrazione e delle stesse Regioni dell'Obiettivo 1, con particolare riferimento alla struttura del mercato del lavoro, ai sistemi di welfare, ai sistemi educativi-formativi, ai fabbisogni formativi, ai processi di introduzione e diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, alle infrastrutture, al commercio con l'estero e alle iniziative di scambi internazionali; connettere attori attraverso la costruzione di reti e di partnership con gli italiani all'estero; monitorare gli strumenti esistenti a livello regionale, nazionale, comunitario ed internazionale, per facilitare la collaborazione degli italiani all'estero nelle iniziative di sviluppo del territorio; e trasferire best practice. La Rete Nazionale è coordinata dalla Direzione Generale per gli Italiani all'Estero della Farnesina, mentre la Rete Estera si compone di 22 Referenti Istituzionali presso le sedi delle Ambasciate e Consolati di 14 Paesi esteri e 5 Referenti Operativi presso altrettante Camere di Commercio Italiane all''Estero. Collaborano con l''Osservatorio 311 attori socio-economici residenti in 30 Paesi. Infine la Rete Regionale è strutturata in 7 Osservatori Regionali con sede nelle Amministrazioni regionali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Collaborano con gli Osservatori Regionali 459 stakeholder locali con i quali sono stati firmati 92 protocolli d''intesa. L'Osservatorio mette a disposizione servizi informativi, di promozione, formazione, di assistenza progettuale e di supporto operativo.

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La struttura operativa del sistema comprende: la banca dati Columbus, che raccoglie le professionalità e personalità italiane residenti all'estero; il Centro Documentazione, ossia la biblioteca virtuale sugli italiani all'estero e lo sviluppo territoriale del Mezzogiorno italiano; studi e ricerche, con approfondimenti tematici sulle politiche regionali, nazionali e comunitarie per la valorizzazione degli italiani all'estero; la progettazione e creazione di reti e partenariati con gli italiani all'estero; il servizio Attualità, che raccoglie le sintesi informative sulle notizie e sugli eventi di maggior rilievo; la formazione a distanza (FAD) e dunque on line per la promozione, orientamento e progettazione di iniziative di valorizzazione delle competenze degli italiani all''estero; le best practice, grazie ad una banca dati delle iniziative e dei progetti che hanno ottenuto maggiore consenso per la valorizzazione delle competenze degli italiani all''estero nei diversi settori culturali, formativi, imprenditoriali e scientifici; l'organizzazione di seminari e convegni; la newsletter mensile realizzata in collaborazione con la Rete dell'Osservatorio; ed infine la Rassegna Stampa mensile sugli italiani residenti all'estero e sull'Osservatorio. (aise)

Fonte : http://www.aise.it

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INFORM - N. 222 - 28 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Un Forum per gli Italiani in Germania

Il Media Club e la DIA Colonia vogliono stimolare il dibattito tra gli Italiani e promuovere il dialogo con i tedeschi.

COLONIA - Creare un foro di discussione sulle tematiche relative ai media e alla crescita politica e sociale della comunità italiana in Germania: Questo è quanto ha deciso il direttivo dell’associazione dei giornalisti italiani in Germania, Media Club, nell’ambito di una riunione straordinaria tenutasi ieri a Colonia, che ha visto la partecipazione di una delegazione della Deutsch-Italienische Akademie – DIA Colonia.

Tema centrale della riunione è stata la valutazione della tavola rotonda “Ein gespaltenes Bild: Italiener/innen in den deutschen Medien/ Un contrasto d’immagine: gli italiani nei media tedeschi“, preparata congiuntamente dalle citate organizzazioni.

Con questa tavola rotonda, che ha avuto luogo il 17 novembre all’Istituto Italo Svevo di Colonia, le due organizzazioni hanno voluto tematizzare le irritazioni di quanti tra gli italiani in Germania si sentono oggetto di pregiudizi da parte dei tedeschi. La particolare prospettiva dell’incontro era quella di stabilire quale ruolo hanno i media tedeschi nella diffusione di una immagine stereotipata degli Italiani.

Al dibattito hanno preso parte cinque qualificati giornalisti di origine italiana e tedesca, operanti in ambito radiofonico, televisivo e della carta stampata.

Il confronto è partito dall’analisi della risonanza mediatica suscitata dalla strage di Ferragosto a Duisburg, nella quale sono stati uccisi sei italiani di origine calabrese.

Opinione concorde tra i relatori, quella proposta da Roberto Giardina. Il corrispondente italiano a Berlino riconosce ai media tedeschi di aver presentato la vicenda di Duisburg con obiettività e senza ricorrere a stereotipi gratuiti. Di diverso parere invece numerose voci tra gli spettatori, secondo le quali alcuni media avrebbero volutamente proposto l‘equazione: italiano in Germania =mafioso.

Altro tema sollevato quello dello scarso interesse dei giornalisti tedeschi nei confronti degli italiani. “La nostra impressione - ha sostenuto Peter Seidel del quotidiano Kölner Stadtanzeiger - è che gli Italiani in Germania non abbiano problemi. Sono benvoluti e integrati.” Dal pubblico in molti hanno contraddetto questa opinione diffusa, ricordando tra l’altro l’alto numero di bambini italiani presenti nelle scuole differenziali, le cosiddette Förderschülen

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Il giornalista del WDR (emittente radiotelevisiva pubblica delle regioni occidentali della Germania) Luigi La Grotta ha invece esortato la comunità italiana a fare autocritica. “Se non siamo presenti nei media è anche perché non siamo stati capaci di organizzarci e di costruire una lobby che difenda i nostri interessi e ci renda visibili.” Ha detto il capo redattore di Radio Colonia

In chiusura il console generale di Colonia, Eugenio Sgrò, ha lamentato la mancanza di un riferimento all’eterogeneità della comunità italiana che vanta anche personaggi di rilevanza nell’ambito dell’economia, della cultura e della politica.

I molti spunti di discussione e la grande partecipazione di un pubblico di circa 90 persone hanno spinto Renzo Brizzi e Maurizio Libbi, presidenti rispettivamente del Media Club e della DIA Colonia, a guardare al futuro.

Nella riunione di ieri si è così arrivati alla decisione di creare un foro di discussione sulle tematiche relative ai media e alla crescita politica e sociale della comunità italiana in Germania. L’idea è quella di organizzare in diverse città tedesche delle tavole rotonde a tema. Centrale sarà il coinvolgimento del pubblico e la presenza di interlocutori tedeschi.

Un gruppo di lavoro si occuperà ora di elaborare un progetto e preparare un programma per il 2008. (Paola Fabbri Lipsch-Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22202.htm

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 224 - Anno XIV,

28 Novembre 2007

Un documentario ricostruisce l'incidente minerario di Monongah Monongah – Finalmente un documentario ricorderà la strage avvenuta nella miniera di Monongah

nel 1907 in cui persero la vita 171 Italiani, 52 Ungheresi, 31 Russi, 15 Austriaci, 11 Afro-Americani ed

85 Statunitensi. Quella che è stata la più grande sciagura industriale negli Stati Uniti ha colpito in

prevalenza gli immigrati italiani, che hanno pagato il prezzo più alto. Peter Argentine, documentarista

di grande fama con alle spalle oltre 30 anni di esperienza nel settore, ha deciso di rendere omaggio a

quegli uomini ricostruendo la loro vicenda. Questo incidente ha colpito la sua sensibilità anche per il fatto

che due suoi zii sono deceduti in altri incidenti sul lavoro negli Stati Uniti: Albert Ferrise, nel 1929 e

Thomas Graziani nel 1940. Il documentario ha impegnato il cinquantaduenne regista per oltre un anno

ed è incentrato oltre che sulla vicenda dei defunti anche su quella delle loro famiglie e sul loro dramma

nell’apprendere la terribile notizia.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2945

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28 Novembre 2007 Imprenditoria. Settimo Guttilla, una success story. E' il maggior distributore di prodotti alimentari italiani negli Usa di Riccardo Chioni

ELMWOOD PARK (NJ). Come fece il genio Bill Gates, anche Settimo Guttilla avviò oltre un quarto di secolo addietro la sua attività ricavandosi uno spazio di fortuna nel garage di casa e oggi la sua storia di successo equivale a quello della pasta Barilla negli Stati Uniti. Non a caso, poco più di un mese fa ad Avon nell'Upstate New York, durante la cena con la stampa

che precedeva l'inaugurazione del nuovo stabilimento, Guido Barilla ha voluto raccontare con viva passione l'avventura americana dell'imprenditore di Bolognetta divenuto il maggiore distributore sul territorio a stelle e strisce. Quando sbarcò in America nel 1972 gli misero in mano una pala e Settimo Guttilla iniziò a scavare laddove sarebbe sorta la North Tower del World Trade Center. Fino a quando scattò la molla dell'imprenditoria. Si presentò con quattro forme di formaggio sul mercato e da allora è seguita una ponderata scalata che lo ha portato a diventare il distributore più affermato e stimato che la famiglia Barilla porge orgogliosamente su un piatto d'argento. Lo spirito che anima Settimo Guttilla a distanza di 27 anni dalla fondazione dell'azienda "E & S Food" in cui è impiegata l'intera famiglia, è sempre lo stesso. Nel suo ufficio c'è di tutto un po': cimeli, una galleria di foto, l'immancabile scudetto del Palermo calcio, statuette, premi e riconoscimenti. Mostra quello che gli consegnò la Barilla nel 1998 durante una cerimonia al Windows of the World e confida che gli viene da piangere, ripensando alla sua esperienza di 35 anni fa. Oggi l'azienda "E & S Food" si attrezza ad affrontare le sfide del XXI secolo con tecnologia adeguata in un magazzino all'avanguardia con una copertura di 70 mila piedi quadrati per far fronte ad un mercato sempre più celere ed esigente. Quando Guttilla snocciola i numeri che caratterizzano la sua attività, ad esempio con la pasta Barilla, si esprime in "contenitori", per raccontare che quando iniziò nel 1993 con

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l'azienda di Parma, durante il primo anno di distributore passarono nel suo magazzino 4 contenitori che equivalgono a 10 mila scatole di 20 libbre nognuna. Da allora il numero dei "contenitori" è lievitato costantemente, fino ad arrivare ai 100 container all'anno attuali. E a dimostrazione che dopo la sua famiglia ha nel cuore la Barilla, mostra le foto che lo ritraggono con il presidente George W. Bush, il senatore Hillary Clinton e celebrità, sempre con un pin con il logo della Barilla sul bavero della giacca. "E & S Food", distributore anche di De Cecco e Prime Luci non si nutre tuttavia di sola pasta. Il piatto forte dell'azienda di Settimo Guttilla è infatti l'approvvigionamento di generi alimentari e accessori per ristoranti e pizzerie. "Provvediamo a tutto, dall'a alla zeta: pomodori, mozzarella, farina, contenitori, tovaglioli, stuzzicadenti e quant'altro" spiega. Guttilla importa prodotti dall'Italia, Spagna e California come, ad esempio, i pomodori pelati che nel suo magazzino in un anno ammontano a 1 milione e 200 mila libbre e, ancora una tonnellata di farina selezionata anche per la cottura nel forno a legna e mozzarella, un settore in cui si sofferma per spiegare che la migliore proviene dal Wisconsin. "Quella prodotta nella celebrata dairyland del Wisconsin è senza dubbio la migliore in America e qui ne passano 180 mila libbre la settimana" sottolinea. A Garfield dove avviò l'attività Settimo Guttilla è noto non solo per l'attività imprenditoriale, ma anche per il suo forte attaccamento con Bolognetta dove è stata dedicata una strada alla cittadina italoamericana nel New Jersey, che a sua volta ha ricambiato la cortesia con Bolognetta Street. Una consistente affermazione questa del rapporto di reciprocità da lui caldamente espresso. E' conosciuto inoltre per la sua passione per lo sport che promuove divertendosi. È uno degli sponsor della squadra di calcio Red Bulls e in occasione dei Mondiali - bozza già dal tipografo - promuove il soccer stampando immagini sui contenitori delle pizze che finiscono nelle case di mezza America. Se è vero che al timone di "E & S Food" c'è Settimo Guttilla, è pur vero che l'azienda è espressione della forza di tutta la famiglia: la moglie Ninetta, i figli Giuseppe, Jerry e Sandro, laureati o laureandi, ognuno con responsabilità nella azienda che il capofamiglia guida al motto di "qualità, onestà e servizio". Fonte : http://www.americaoggi.info/platform/2007/11/28/2192-imprenditoria-settimo-guttilla-una-success-story-e-il-maggior-distributore-di-prodot

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della Provincia di Ascoli Piceno Conferenza dei marchigiani per il Sudamerica: l'identità e le nuove proposte

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Ancona | Svolti i lavori in tre forum: l' assistenza sociale e le strutture per il futuro, l'associazionismo e l'innovazione per una nuova interazione ed infine, i giovani, le idee e le proposte per un nuovo rapporto.

Lo scorso 17 e 18 novembre si è tenuta a Buenos Aires, presso l'hotel Presidente, la Conferenza dei rappresentanti dell'associazionismo, senior e giovanili della comunità marchigiana operante nel sud america, la più numerosa al mondo. Oltre duecento delegati provenienti dal Venezuela, Brasile, Uruguay e l'Argentina si sono dati appuntamento

per discutere sul rapporto marchigiani all'estero - Regione, nonchè sulle nuove proposte ed iniziative da intraprendere nel contesto dell'emigrazione.

Presenti all'avvenimento il Presidente del Consiglio Regionale, Raffaele Bucciarelli, Il Presidente dei marchigiani all'estero, Emilio Berionni, il Consigliere Regionale Franco Capponi, l'Assessore alle Attività Produttive Gianni Giaccaglia, il Dirigente del Servizio Internazionalizzazione Raimondo Orsetti ed altri funzionari.

A dare il benvenuto sono stati i presidenti delle due federazioni dell'Argentina, per FEDEMARCHE Giuliano Brandi e per FEMACEL Fernando Pallotti. Hanno anche preso la parola nell' apertura dell'incontro l'on Ricardo Merlo, il Cancelliere dell'ambasciata, Fabrizio Marcelli, il Console di Buenos Aires Giancarlo Maria Curcio.

Nel pomeriggio si sono svolti i lavori in tre forum che hanno affrontato altrettanti argomenti che sono al centro dell'interesse delle comunità marchigiane in America Latina e non solo: l'assistenza sociale e le strutture per il futuro, l'associazionismo e l'innovazione per una nuova interazione ed infine, i giovani, le idee e le proposte per un nuovo rapporto.

La giornata di sabato si è conclusa con una cena conviviale allietata successivamente da una coppia di tango, poi un gruppo di musica moderna argentina ed infine dal famoso cantautore marchigiano Jimmy Fontana che si è esibito assieme a suoi tre figli eseguendo brani di grande successo come Che sarà, Il Mondo e tanti altri.

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Domenica 18 si è chiusa la conferenza con il dibattito generale, la lettura delle conclusioni e la parola ai rappresentanti dell'associazionismo i quali nel confermare il loro attaccamento alla Regione hanno fortemente sostenuto la richiesta già avanzata in occasione dell'ultimo assise continentale del 2003 e riconfermata dalla Vª Conferenza regionale dei marchigiani nel mondo nel 2005, cioè quella di avere al più presto, gli stessi diritti che hanno i marchigiani residenti nel territorio e quindi si possa votare in seno del Consiglio regionale per i propri candidati sulla base della legge nazionale n. 459.

Dall'altra parte è stato proposto l'aumento - anche tramite l'avvio di nuove fonti di risorse - del budget emigrazione, chiaramente insufficiente in relazione alla quantità di associazioni operanti nel mondo peraltro in permanente crescita. I delegati hanno condiviso nell'affermare che l'emigrazione in nessun modo comporta una spesa per il Governo ma ben si un vero e proprio investimento. In un mondo globalizzato dove le frontiere propendono a dileguarsi, i marchigiani residenti all'estero rappresentano (e hanno sempre rappresentato) un valore aggiunto per la Regione nella diffusione dei suoi prodotti, la sua cultura millenaria, le sue bellezze turistiche, ecc. Nell'ambito dell'assistenza, i convenuti si sono complimentati per la prossima entrata in vigore dell'assicurazione sanitaria integrale per gli italiani indigenti in Argentina, già in atto in Venezuela e Colombia, ma dall'altra hanno espresso loro preoccupazione per i marchigiani bisognosi in sudamerica che hanno perso la cittadinanza o ai discendenti disagiati in possesso della doppia cittadinanza, ‘categorie' che non rientrano nella suddetta agevolazione.

I giovani a sua volta, hanno manifestato il loro desiderio di essere considerati una logica espansione della realtà regionale nel mondo e propongono di rinforzare gli impegni nell'ambito del insegnamento della lingua, di favorire un rapporto più stretto con le Università delle Marche, la promozione nel territorio di una conoscenza più approfondita dalla realtà del mondo dell'emigrazione e di ripristinare quelle iniziative specifiche tese a far conoscere la regione alle nuove generazioni.

Infine, le conclusioni dell'assise di Buenos Aires assieme a quelle che scaturiranno dagli altri simili incontri in programma per l'anno venturo, saranno materia di discussione nella VI Conferenza dei marchigiani all'estero in programma per il 2009.

Fonte : http://www.ilquotidiano.it/articoli/2007/11/28/80058/conferenza-dei-marchigiani-per-il-sudamerica-lidentita-e-le-nuove-proposte

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28 Novembre 2007

II Forum delle Camere di Commercio miste ed estere in Italia

Investimenti diretti esteri: l’Italia raddoppia la propria attrattività Proposto tavolo di confronto tra Ministero, Unioncamere e tutti i soggetti istituzionali che si occupano di internazionalizzazione

Roma - Da 16 a 31 miliardi di euro. L’Italia raddoppia, tra il 2005 ed il 2006, la propria capacità di attrarre investimenti diretti esteri, la metà dei quali provenienti dai 55 Paesi in cui hanno sede le Camere di commercio miste ed estere in Italia. Ma scende sotto il 15° posto nella classifica internazionale dei destinatari di Ide, preceduta da paesi nostri

competitor come Spagna, Irlanda e Belgio.

E’ quanto è emerso nel corso del II Forum delle Camere di Commercio miste ed estere in Italia, in corso oggi a Roma. Proprio lo sviluppo dei rapporti con i paesi in cui si muovono le Camere miste ed estere in Italia, il potenziamento della collaborazione con il sistema camerale italiano ed il ruolo specifico che queste associazioni di imprese possono ritagliarsi per sostenere il sistema pubblico nello sforzo di attrazione degli investimenti esteri nel nostro paese, sono l’oggetto dell’incontro.

“Basta con la polverizzazione degli interventi di promozione all’estero”, ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello nell’ambito del Forum delle Camere di commercio miste ed estere in Italia. “Vista la disponibilità mostrata dal Ministro Bonino, propongo di realizzare un tavolo di confronto tra Ministero, Unioncamere e tutti i soggetti istituzionali che si occupano di internazionalizzazione".

E’ necessario infatti, secondo Mondello, mettere a fattor comune competenze e risorse e operare in stretta collaborazione per sostenere e valorizzare le capacità produttive e le energie imprenditoriali italiane. "Il nostro particolare modello di sviluppo, basato su un ampio tessuto di piccole e medie imprese che lavorano insieme, sta mostrando di possedere le capacità

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per affermarsi a livello mondiale ma, per poterlo fare ancora di più, ha bisogno delle reti istituzionali di supporto sui mercati internazionali”.

Le Camere miste ed estere in Italia - associazioni di imprese italiane ed estere che hanno la sede principale in Italia e collegamenti con i diversi Paesi di riferimento – riconosciute dal Ministero del Commercio Internazionale ed iscritte alla Sezione dell’Albo, gestita da Unioncamere, attualmente sono 28 e dispongono di un bilancio complessivo di 9,5 milioni di euro. Queste associazioni sono impegnate nello sviluppo di relazioni economiche tra l’Italia e un ampio numero di Paesi appartenenti alla stessa area geografica. Nel complesso, le Camere miste sono in grado di offrire servizi per l’internazionalizzazione in 55 Paesi del mondo ad oltre 6.000 associati, italiani ed esteri. La maggior parte di esse sono Camere bilaterali - 23 - a cui si affiancano 5 Camere regionali, dedicate a sviluppare le relazioni economiche tra il nostro paese e un ampio numero di paesi appartenenti alla stessa area geografica.

Le Camere di commercio miste contribuiscono con proprie risorse allo sviluppo delle relazioni economiche dell'Italia con alcuni paesi fondamentali e che in alcuni casi hanno avviato, in associazione con gli organismi camerali locali, iniziative a valenza strategica come, ad esempio, la costituzione di Camere arbitrali e conciliative in paesi prioritari come Cina e Russia, per dirimere in tempi rapidi le controversie commerciali e creare un ambiente favorevole al commercio e agli investimenti italiani nel paese. Le Camere miste non ricevono finanziamenti pubblici a fondo perduto, ma hanno accesso ai fondi messi a disposizione dalla L.1083/54, per ottenere i quali debbono presentare al Ministero per il Commercio Internazionale progetti finalizzati a sostenere azioni di internazionalizzazione del sistema produttivo italiano. Nel 2006, i progetti realizzati hanno raggiunto un valore complessivo di oltre 813.000 euro, cofinanziati al 30% dal Ministero del commercio internazionale.

L’impegno delle Camere miste ed estere in Italia per l’attrazione degli investimenti esteri sta, del resto, aumentando. Tra gli esempi specifici, l’iniziativa della American Chamber of commerce in Italy, che ha realizzato nel marzo 2007 una conferenza sugli investimenti finanziari dall'estero (Private equity) in collaborazione con la Fondazione italo-americana NIAF e la Camera di commercio di Milano e che ha destato l’interesse del Governo; la Camera di commercio Italo-cinese ha invece avanzato al Ministero dell'economia cinese la proposta di svolgere il ruolo di "sportello unico" con banca Intesa/San Paolo per favorire investimenti cinesi in Italia; la Chambre Francaise de commerce et d'industie in Italia sta lanciando uno studio con l'Agenzia degli investimenti esteri francese per analizzare l'esperienza degli investitori bilaterali e per poter presentare ai rispettivi governi la percezione e le proposte per dare avvio agli investimenti; la British Chamber of commerce for italy insieme con la Camera di commercio italiana in Gran Bretagna, sta realizzando una mappatura dettagliata degli investimenti italiani nel Regno Unito e di quelli britannici in Italia.

Il peso crescente degli investimenti esteri in Italia proviene da 5 paesi: Paesi Bassi, che si confermano anche nel 2006 il principale investitore in Italia, Francia, Spagna, Regno Unito e USA. Da segnalare il fatto che la Germania, che pure rappresenta il primo mercato di riferimento delle esportazioni e delle importazioni italiane, e che nel 2005 occupava la quarta posizione come investitore in Italia, scompare dalle prime 20 posizioni.

Riguardo agli altri paesi rappresentati dalle Camere Miste, è interessante osservare la crescente importanza del Brasile, di alcuni paesi produttori di petrolio, degli investimenti “di ritorno” provenienti dalla Polonia e da altri paesi dell’est Europa. Sebbene siano flussi ancora poco significativi in termini assoluti, essi segnalano la crescente importanza di aree del mondo diverse da quelle tradizionali e nelle quali le Camere Miste sono pronte ad operare per sostenere la crescita dei flussi di investimento diretti verso il nostro paese.

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Gli investimenti italiani all’estero, rimasti pressoché stabili tra 2005 e 2006 a poco meno di 34 miliardi di euro (dopo il raddoppio registrato tra il 2004 ed il 2005), sono stati diretti invece in prevalenza verso i Paesi Bassi, Bahama, Stati Uniti e Polonia. Anche in questo caso, la Germania, nel 2005 in cima alla classifica, perde posizioni, finendo lo scorso anno al settimo posto.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2934

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28 Novembre 2007

ICE di Istanbul promuove le biotecnologie e le nanotecnologie italiane in Turchia Istanbul - L’Ufficio ICE di Istanbul, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia ad Ankara e

l’Assobiotec, nell’ambito del Programma Straordinario per la promozione del Made in Italy in

Turchia, ha organizzato un importante evento denominato “Italy and Turkey: Opportunities

for Co-operation in Biotech & Nanotech”. L’iniziativa si è svolta ad Istanbul dal 22 al 23

novembre, articolata in due giornate dedicate rispettivamente ad una sessione seminariale

che ha illustrato i meccanismi di cooperazione industriale tra Italia e Turchia e ad una

relativa agli incontri tra Associazioni e raggruppamenti di imprese nei comparti biotech e

nanotech.

Le biotecnologie e nanotecnologie in Turchia rappresentano un settore in rapido

sviluppo, caratterizzato da una crescente interazione fra aziende e università e da un costante

accrescimento delle competenze, ottenuto attraverso l’utilizzo di fondi comunitari e il sostegno

governativo alla ricerca scientifica e la creazione di Parchi Tecnologici. Si tratta di un nuovo

settore di cooperazione del Paese con l’Italia, che potrà sfruttare questa politica

accrescendo la collaborazione con le istituzioni, le università e le imprese turche, esaminando

le proposte di collaborazione in alcuni settori di nicchia in cui le aziende italiane sono

particolarmente competitive. Secondo quanto affermato dal Direttore dell’Ufficio ICE di

Istanbul Roberto Luongo, in aggiunta ai tradizionali settori che caratterizzano gli scambi

commerciali tra i due Paesi, si è deciso di avviare nuove forme di collaborazione in quelli

dell’energia rinnovabile, delle nano e bio-tecnologie; il seminario appena concluso rappresenta

la prima iniziativa concreta al riguardo.

Le aziende italiane che attualmente si occupano di ricerca e sviluppo nei diversi settori di

applicazione delle biotecnologie sono 22, generano un fatturato totale pari a €396 milioni e

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€118 milioni di profitti. Tra i partecipanti al seminario di Istanbul nel settore delle

nanotecnologie si segnalano Bruno Kesselr-Irst Foundation, Scriba Nanotech e Selex

Sistemi Integrati mentre per quello delle biotecnologie hanno preso parte la Menarini

Biotech, la Pharma&Biotech Advisors Paolo Barbanti, il Comitato Nazionale delle

Biotecnologie e delle Scienze Naturali, il Parco Bioindustriale e la Creabilis Therapeutics.

News ITALIA PRESS Fonte: http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2889

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SERVIZI DEL GIORNO 29 Novembre 2007 ore 17.52 Italiani nel Mondo GOVERNO ITALIANO E PROVINCIA DI BUENOS AIRES INSIEME PER LA FORMAZIONE E L’OCCUPAZIONE DEGLI ITALO-ARGENTINI LA PLATA\ aise\ - Il 4 dicembre prossimo, alle ore 12, presso la Honorable Cámara de Diputados de La Plata, alla presenza del presidente Ismael Passaglia e del Console d’Italia a La Plata, Carmelina Ventriglia, sarà presentato il "Programma di tirocini di Formazione-Lavoro". Illustrerà il programma Adriana Bernardotti, coordinatrice del progetto per l’Argentina; interverrà anche il Ministro de Trabajo in carica, Roberto Moulleiron, ed è prevista inoltre la presenza del nuovo Ministro Oscar Cuartango. Il programma di tirocini si svolge nell’ambito progetto "Occupazione e sviluppo delle comunità italiane all’estero - ITES", promosso dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale italiano e sviluppato dalla sua agenzia Italia Lavoro SpA, con il cofinanziamento del Ministerio de Trabajo della Provincia di Buenos Aires. Il programma offre, a disoccupati di origine italiana, tirocini formativi della durata di 6 mesi in aziende della provincia di Buenos Aires, una borsa di studio di 780 pesos finanziata dai due Ministeri, un compenso da parte dell’azienda interessata alla formazione, il supporto di un tutor esterno che accompagnerà il percorso formativo e la tutela assicurativa e legale del beneficiario. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=50393

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SERVIZI DEL GIORNO 29 Novembre 2007 ore 17.36 Italiani nel Mondo IL PREMIO UIM 2007 ALLA TOSCANA: LA REGIONE PIÙ ATTENTA AI GIOVANI CORREGIONALI ALL’ESTERO ROMA\ aise\ - L’edizione 2007 del Premio Uim va alla Regione Toscana, dal momento che risulta essere la Regione italiana che investe maggiormente nelle politiche giovanili per i corregionali all’estero. Dall’analisi comparativa realizzata nel corso del 2007 la Uim ha infatti appurato che la Toscana è la Regione più attenta alle politiche giovanili per i corregionali all’estero. La Toscana ha stanziato più risorse economiche per i giovani di origini toscane residenti nel mondo. Ma non solo. La Regione prevede spazi importanti di rappresentanza per i giovani corregionali. Da un lato ne prevede la presenza nell’organo di rappresentanza per eccellenza, vale a dire il Consiglio dei Toscani all’estero. Per di più è una delle poche Regioni, insieme soltanto a Molise e Calabria, a prevedere anche l’esistenza di un Forum dei giovani toscani all’estero, che rende possibile il dibattito tra giovani e quindi una più facile e più democratica individuazione delle principali istanze giovanili da portare in Consiglio. La Regione cura inoltre l’organizzazione di conferenze continentali dei giovani corregionali all’estero, utili alla messa in rete dei ragazzi e una diffusa e moderna divulgazione delle informazioni inerenti le giovani generazioni. Promuove ad esempio la messa in rete di programmi radiofonici via internet. La Toscana prevede poi tutta una serie di misure ad hoc, quali ad esempio borse di studio volte a trascorrere periodi universitari in Italia e/o stage presso aziende in Regione. Finanzia poi corsi di lingua e di formazione professionale oltre che Master specialistici. Domani, venerdì 30 novembre, nel corso di un incontro ufficiale presso la sede della Regione Toscana, il segretario generale della Uim, Alberto Sera, consegnerà una targa simbolica al presidente della Regione, Claudio Martini, alla presenza del vicepresidente Vicario Lorenzo Murgia, del segretario regionale della Uil, Vito Marchiani, e di una delegazione del Consiglio dei Toscani all’estero. La Uim è impegnata da anni nell’opera di monitoraggio delle politiche e delle attività delle Regioni a favore degli italiani all’estero. Dal 2005 l’associazione ha istituito il Premio Uim, al fine di sottolineare la messa in pratica di buone prassi e fungere da stimolo alle Regioni affinché potenzino e migliorino loro stesse i propri servizi e le politiche a favore dei corregionali all’estero. Nel 2005 la Unione Italiani nel Mondo aveva assegnato il Premio al presidente dell’Emilia Romagna, Vasco Errani, e nel 2006 alla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, per il loro particolare impegno a favore dei corregionali all’estero. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=50392

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29 Novembre 2007 ITALIANI NEL MONDO: DANIELI A ELIO CARROZZA, GRAZIE AL CGIE PER L’IMPEGNO SUI GIOVANI Roma, 29 nov. (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - “Caro Segretario Generale,ti ringrazio e tramite te vorrei ringraziare tutto il Cgie per il vostro impegno sulle tematiche che riguardano i giovani italiani e di origine italiana nel mondo". Inizia così la lettera che Franco Danieli, vice ministro agli Affari Esteri con delega agli Italiani nel Mondo, ha indirizzato a Elio Carozza, segretario generale del Consiglio generale degli Italiani all'Estero (Cgie). "Ho letto con attenzione l’utile materiale uscito dai lavori delle singole commissioni e della plenaria e considero molto apprezzabile l’impegno da voi profuso in questi giorni nella promozione di momenti di confronto nei singoli Paesi - ha proseguito il senatore Danieli - La vostra collaborazione e le vostre iniziative, così come quelle attivate dai Comites, dalle Regioni, dalle scuole o da specifici gruppi di aggregazione, saranno per me un punto di riferimento fondamentale nella fase preparatoria della Prima Conferenza dei Giovani Italiani e di origine italiana nel Mondo che si terrà nel 2008 e che ha già avuto la adeguata copertura nei primi passaggi della legge finanziaria attualmente in discussione al Parlamento". "Nel presentare gli obiettivi della Prima Conferenza dei giovani, anche ai vostri lavori, ho sempre ricordato che, come governo, non vogliamo fare una politica che si ferma al giorno per giorno - ha aggiunto Danieli - Gli stessi provvedimenti economici e di bilancio che abbiamo proposto all’approvazione del Parlamento evidenziano scelte che hanno al centro risanamento e crescita, attenzione verso i ceti medio bassi e occupazione, sviluppo delle risorse umane e delle persone, innovazione del sistema d’impresa e del sistema Italia in generale, vogliamo governare in sostanza guardando non a domani ma al futuro. E nessun Paese può guardare ottimisticamente al futuro se non coinvolge e valorizza i propri giovani. Per questo importante e comune impegno vi ringrazio.” Fonte: http://www.adnkronos.com/ProntoItalia/Notizie/2007/Settimana48-Notizie/danieli%20carozza.html

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INFORM - N. 223 - 29 novembre 2007

INDAGINI

Audsbef: al MAE il centralino più efficiente

ROMA – Il telefono: la tua croce! Italiani appesi al filo per 7 minuti in media al giorno, 3,5 ore al mese, 42 ore l’anno. Secondo una indagine condotta da Adusbef su 99 centralini di uffici pubblici e privati, continuano a peggiorare i tempi di attesa e la (non) risposta degli operatori. Impossibile poi contattare il 20% del campione. Diminuiscono le musichette di attesa (da 18 a 15).

Secondo lo studio è il centralino del Ministero degli affari esteri a risultare il più efficiente.

L'Adusbef ha condotto il monitoraggio valutando cinque parametri: la caduta della linea, la presenza di musichette, i tempi di attesa totale, la presenza di dischi preregistrati, la risposta dell'operatore.

E secondo l’Adusbef, il tempo di risposta più rapido è stato proprio quello del centralino della Farnesina, con soli 2 secondi di attesa (per l’indagine Adusbef:

http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=6171&Ricerca=centralino ).

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22331.htm

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GRTV

30 novembre 2007

MONTECITORIO: L'ON. FRANCO NARDUCCI HA PRESENTATO OTTO EMENDAMENTI ALLA FINANZIARIA

Due riguardano la tutela dei diritti degli italiani all’estero in materia di proprietà immobiliare

(GRTV) Otto gli emendamenti alla Finanziaria presentati dall’On. Franco Narducci, di cui quattro come primo firmatario. Fra questi due in particolare riguardano la tutela dei diritti degli italiani all’estero in materia di proprietà immobiliare. Un argomento che interessa decine di migliaia di connazionali all’estero, come testimoniano le sempre più numerose richieste di consulenza che giungono alle sedi estere dei Patronati italiani. In particolare, sul fronte dei servizi alle abitazioni, l’on. Narducci con l’emendamento AC 3256 (Legge Finanziaria 2008), controfirmato dagli on. Bucchino, Fedi, Farina e Bafile, si prefigge di ridurre il tributo per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, la cosiddetta T.A.R.S.U. e Ta.Ri, ad un terzo del contributo annuo imposto dal Comune ai cittadini stabilmente residenti. “Si tratta, afferma Narducci, di mettere riparo ad un’ingiusta prassi verso i cittadini italiani emigrati che utilizzano il servizio solo per poche settimane nell’arco di un anno, mentre allo stato attuale vengono equiparati ai cittadini che vivono stabilmente in Italia”. L’esponente del Partito Democratico prevede che della parziale imposizione siano beneficiari i soli cittadini iscritti all’AIRE (anagrafe italiani residenti all’estero). Dal provvedimento sarebbero, tuttavia, esclusi i proprietari di immobili concessi in locazione, anche a titolo gratuito. L’on. Narducci evidenzia anche che sgravi e tariffe agevolate similari vengono già applicati da molti comuni, in particolare quelli a forte vocazione turistica, ai cittadini italiani residenti in patria, proprietari di seconde case, tramite il cosiddetto “criterio del domicilio temporaneo”. Riguarda, invece, l’accatastamento dei fabbricati rurali, il secondo emendamento. In particolare, l’emendamento (AC 3256 , Legge Finanziaria 2008) fa riferimento alla necessità di un’ulteriore proroga della scadenza dei termini - già previsti dalla conversione in legge n. 127 del decreto legge 2 luglio 2007, n. 81 ed in scadenza il 30 novembre 2007 per l’accatastamento dei fabbricati non più in possesso del requisito di ruralità ai fini fiscali. Scadenza, che aveva visto protagonista lo stesso l’on. Narducci, con un’ interrogazione urgente al Governo sulla base delle richieste avanzate dalla stessa Agenzia delle entrate, che segnalava difficoltà oggettive sia da parte dei cittadini, con particolare attenzione nei riguardi dei connazionali all’estero per mancanza di informazioni utili, che degli stessi uffici tributari, oberati dalle pratiche di accatastamento urbano. Nonostante la proroga, notizie provenienti sia dall’Agenzia delle Entrate che dai connazionali evidenziano come moltissimi cittadini italiani residenti all’estero non hanno ancora avuto modo di verificare e legalizzare la situazione dei fabbricati che possiedono in Italia. “E’ evidente – afferma l’on. Narducci – come sia indispensabile l’ulteriore proroga prefigurata nell’emendamento da me presentato, anche in considerazione del fatto che la legge prevede sanzioni, che ammontano fino a 2.000 euro, qualora debbano intervenire gli Uffici provinciali dell’Agenzia del Territorio

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in surroga del soggetto obbligato inadempiente, all’accatastamento. Sanzioni che interesserebbero decine di migliaia di cittadini, con particolare evidente penalizzazione proprio dei connazionali all’estero”. A tal proposito, l’On. Narducci fa presente che “ci sono 745 comuni nei quali sono stati individuati, anche attraverso un’attività di foto-identificazione condotta dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), fabbricati presenti sul territorio ma che non risultano dichiarati al catasto”. Ufficio stampa on. Franco Narducci Fonte : http://news.grtv.it

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Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov01.pdf

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5 Novembre 2007

Il Vice Ministro Franco Danieli a colloquio per oltre due ore con gli italiani di Johannesburg

Johannesburg - “E’ stato un incontro molto interessante e molto utile. Uno scambio di informazioni e di valutazioni con una collettività che sta dimostrando maturità e capacità di rinnovamento, per questo è motivatamente riconosciuta come una delle comunità più attive e protagoniste del processo di crescita economica e civile del Sud Africa di oggi”. Così il Vice Ministro agli Affari Esteri, Senatore Franco Danieli ha commentato l’incontro, dello scorso 2 novembre, che si è protratto per due ore con gli italiani di Johannesburg e al quale hanno partecipato, oltre all’Ambasciatore Alessandro Cevese ed ai Consoli Enrico De Agostini, Ugo Ciarlatani ed Emanuela Curmis, esponenti dei Comites e del Cgie, rappresentanti di associazioni regionali, dei patronati Acli e Ital Uil, dei giovani e delle donne, i presidenti del Circolo Italiano, della Dante Alighieri e della HIP ( Hellenic, Italian, Portoguese Alliance ) e singoli cittadini.

Nelle due ore di interventi, domande e risposte sono stati illustrati al Vice Ministro i progressi nei diversi campi della collettività italiana residente in Sud Africa e i vari punti di criticità rispetto ai quali è necessario intervenire. Da parte sua il Vice Ministro Danieli ha illustrato gli interventi finanziari e istituzionali che hanno caratterizzato l’iniziativa del governo, le scelte presenti e future, compresi gli importanti interventi di sostegno e di riforma previsti nella finanziaria attualmente in discussione a sostegno dei nostri connazionali residenti all’estero. “Abbiamo riportato a livelli sostenibili i capitoli dell’assistenza diretta ai connazionali in difficoltà, capitolo che negli ultimi cinque anni era stato drasticamente tagliato di quasi un terzo” ha affermato Danieli, che ha anche presentato gli interventi per la copertura assicurativa sanitaria, quelli per il sostegno e il rilancio della rete consolare che già da oggi, e sempre più nel prossimo futuro, potrà avvalersi delle nuove strutture e metodologie informatiche per dare ai connazionali un servizio più rapido e qualificato. Il Vice Ministro ha anche assicurato ai rappresentanti di Casa Serena il contributo necessario affinchè la meritoria attività di questa associazione assistenziale possa continuare e crescere.

Rispetto alle domande su Cgie e Comites il Vice Ministro ha affermato che “è stata avviata una ricognizione delle proposte e dei pareri per arrivare quanto prima non a piccoli aggiustamenti strutturali ma ad una profonda riforma dell’intero sistema della rappresentanza dell’emigrazione all’estero, come affermato dallo stesso Cgie, per ringiovanirla e modernizzarla rendendola sempre più adeguata a rispondere alle domande reali delle nostre collettività”.

Il Vice Ministro Danieli si è poi soffermato sulle ottime relazioni istituzionali ed economico-commerciali tra Italia e Sud Africa, “relazioni al cui impulso le nostre collettività e le diverse espressioni del mondo economico e produttivo hanno dato un contributo importante”.

“Nel mondo complicato di oggi, attraversato da conflitti di natura etnica e religiosa, l’esempio del Sud Africa e il contributo che da questa esperienza può venire è centrale. Per questo l’Italia, oltre

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al rafforzamento delle relazioni, è interessata a che cresca sempre più un polo di cooperazione economica e politica anche in Africa, analogamente all’Unione Europea, che sostenga i comuni principi di equilibrata distribuzione delle risorse, di rispetto dell’ambiente, dei diritti umani e di crescita del dialogo per superare conflitti e guerre attraverso i principi del multilateralismo”.

Non poteva certamente mancare nella discussione il tema della sicurezza che ha avuto una parte centrale nel confronto. “In tutti gli incontri questo tema è stato e sarà affrontato con priorità. Noi apprezziamo gli sforzi che le autorità sudafricane stanno facendo rispetto ad un tema che rappresenta un enorme peso sulla crescita civile ed economica del paese, e, come abbiamo fatto con altri Paesi, siamo pronti a rafforzare la cooperazione anche su questo tema, mettendo a disposizione le nostre tecniche di prevenzione e di repressione del crimine così come i nostri interventi legislativi in merito”.

Il Vice Ministro Danieli ha poi incontrato i rappresentanti dei giovani italo-sudafricani, e a seguire gli italiani di Cape Town e con il Vice Ministro degli Esteri Sue Van der Merwe.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=1964&titolo=Il%20Vice%20Ministro%20Franco%20Danieli%20a%20colloquio%20per%20oltre%20due%20ore%20con%20gli%20italiani%20di%20Johannesburg

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Messaggero di sant'Antonio - edizione italiana per l'estero

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Politica. Intervista al viceministro degli Esteri, Franco Danieli

Italiani nel mondo, una rete di relazioni

«L'Italia può avere un ruolo sullo scenario internazionale se rimane in rapporto con i suoi concittadini all'estero e con coloro che guardano con interesse al nostro Paese».

di Luciano Segafreddo

Roma Segafreddo. Durante la sua recente visita in Germania, il Ministro per l’integrazione del Nordreno Vestfalia, Armin Laschet, pur riconoscendo che i fatti di Duisburg hanno influito negativamente sull’immagine degli italiani nell’opinione pubblica tedesca, ha affermato che «gli italiani sono una ricchezza per il suo Land. Lavorano, creano posti di lavoro e sono i benvenuti». È un discorso di circostanza o, nonostante quello che è avvenuto a Duisburg, risponde a verità? Danieli. Personalmente non ho dubbi sulle dichiarazioni rilasciate dal Ministro e dal sindaco di Duisburg in occasione degli incontri avuti con la stampa e con la comunità italiana. Corrispondono sia a quanto mi hanno personalmente espresso che alle testimonianze dei nostri rappresentanti consolari. Posso solo aggiungere che il Ministro Laschet è stato anche contestato, all’interno della sua formazione politica, per le sue convinzioni. Egli lavora realmente per l’integrazione dei nostri connazionali a Duisburg e nel suo Land con una prassi positiva. Purtroppo alcuni media hanno banalizzato, facendo di ogni erba un fascio, partendo dalla strage di Duisburg. Su questo, io ho espresso la mia netta contrarietà ricordando il danno morale provocato dalla copertina del settimanale Der Spiegel, una trentina d’anni fa, quando su un

Il viceministro degli Esteri, Franco Danieli.

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piatto di spaghetti era stata appoggiata una pistola. Gli italiani in Germania sono oltre 600 mila, lavorano in maniera onesta, e i fatti di Duisburg non possono denigrare l’impegno di centinaia di migliaia di persone. Lo stesso ministro, su questo, è stato molto categorico. Tra l’altro ha affermato: «qualche giorno fa abbiamo arrestato terroristi islamici che si preparavano a compiere attentati molto gravi, e abbiamo scoperto con dolore che vi erano due cittadini tedeschi addestrati in Pakistan». A dimostrazione di una delimitazione di quanto accaduto a Duisburg, dovuto a un’organizzazione criminale – come la ‘ndrangheta – con connotati di natura arcaico-tribale che deve essere combattuta dal governo italiano e dalla reazione della società civile allo scopo di un recupero sociale e morale dei criminali. Dopo le elezioni dei deputati e dei senatori che rappresentano gli italiani all’estero, non le sembra che sia in gioco il ruolo del Cgie? Sono possibili delle convergenze tra i loro ruoli a favore di un maggiore sviluppo del «Sistema Italia» nel mondo? Il Cgie è sempre stato considerato il parlamentino e la massima espressione della rappresentanza delle comunità italiane all’estero. Ma oggi, con la presenza di 18 parlamentari eletti dalle comunità italiane all’estero, del Cgie e dei Comites, il sistema complessivo della rappresentanza va ripensato. Un’opinione, questa, che già da qualche anno si è fatta strada all’interno delle nostre comunità all’estero, del Cgie e dei Comites. Bisogna tener conto che l’emigrazione di massa italiana è cessata da alcuni decenni, anche se il flusso migratorio permane in forma minore. All’estero siamo arrivati ormai alle terze e quarte generazioni integrate nei Paesi d’accoglienza, e dobbiamo pensare a un nuovo sistema di rappresentanza che tenga conto del fatto che oggi abbiamo una mobilità intellettuale e culturale, per le ragioni più varie, che porta fuori dall’Italia 20-30 mila persone ogni anno. L’obiettivo è quello di lavorare nelle Commissioni cercando un coordinamento tra le diverse proposte presentate dai parlamentari, in modo particolare da quelli eletti all’estero, affinché maturi un accordo tra tutti i soggetti interessati, armonico e soprattutto più adeguato ai tempi. La salvaguardia dell’italianità a favore dei nostri oriundi e degli italofili residenti nel mondo è legata alla promozione della cultura e della lingua italiana. Quali sono le prospettive offerte dal progetto di riforma dalla legge 153/71 sulla diffusione della lingua e della cultura italiana? La Legge 153 del 1971 si occupava dell’insegnamento della lingua italiana agli emigranti e ai loro figli. Era un provvedimento tipicamente adottato per le esigenze dei flussi migratori nazionali. Il problema della revisione di questa legge è stato affrontato dal Ministero degli Esteri qualche tempo fa con un seminario che ha coinvolto tutti i diversi operatori. Io stesso ho partecipato, a Stoccarda, per due volte, a convegni nel corso dei quali si è riflettuto sui fenomeni del disagio scolastico dei figli dei connazionali in alcuni Länder della Germania, destinati alla frequenza presso la scuola differenziale. Una lezione, non ancora recepita dal sistema scolastico tedesco, ma che dovrebbe essere conosciuta e resa nota, è quella offerta da don Lorenzo Milani con la «Scuola di Barbiana». In alcuni Länder tedeschi si decide già in quarta elementare il destino di un bambino: se è idoneo a frequentare il liceo oppure se dovrà accontentarsi di fare, nella vita, l’imbianchino o l’idraulico. Nei convegni, abbiamo messo insieme tutti gli elementi di analisi, e oggi siamo pronti a riformare la legge 153, tenendo conto di tanti elementi. Il tempo passa, e la necessità di dare una prospettiva all’insegnamento della lingua italiana non è più una domanda posta dai nostri oriundi, ma un’istanza espressa da tanta gente nel mondo. La riforma della legge 153 non deve riguardare solo l’insegnamento della lingua e della cultura italiana, ma deve essere una «messa a punto» del sistema delle istituzioni scolastiche italiane all’estero sia come sistema pubblico che privato. Diversi milioni di discendenti di italiani sono socialmente e culturalmente integrati nei Paesi d’accoglienza. Altri, soprattutto in America Latina, desiderano riacquistare la cittadinanza italiana mettendo in crisi le strutture consolari. Anche se per la massa dei richiedenti si dovrà modificare la normativa vigente – che permette di fare richiesta a chi dimostra di avere un antenato italiano dal 1862 in poi – come può rispondere, oggi, l’Italia a queste attese? Noi abbiamo un sistema di concessione della cittadinanza italiana piuttosto vecchio, in vigore dall’inizio del secolo passato. Oggi ci sono situazioni di richieste di riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis con una ricostruzione che ci riporta a italiani nati nel 1780,

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e che avevano 81 anni nel 1860. La richiesta è molto forte: in Brasile ci sono circa 500 mila domande; in Argentina altre 500 mila; ben 20 mila in Uruguay. Più di un milione di richieste solo in questi tre Paesi di fronte al totale mondiale di domande che non supera il milione e sessantamila. E questo grava sulle strutture consolari. La modifica della legge sulla cittadinanza, che mi auguro possa essere approvata entro la prossima primavera, prevede il riacquisto della cittadinanza italiana per le donne che l’avevano persa prima del 1948, con la possibilità di trasmettere questa cittadinanza riacquistata ai loro figli. Prevediamo inoltre la possibilità di riacquisto della nostra cittadinanza da parte di tanti italiani che l’avevano perduta, costretti dalle leggi nazionali vigenti all’epoca. Questo comporterà un ulteriore aumento delle richieste, e sarà uno dei prossimi compiti del nostro Parlamento riflettere e dare una risposta all’intero meccanismo della legge sulla cittadinanza, potenziando le strutture consolari. Rimane, però, evidente che lo Stato italiano non potrà riconoscere la cittadinanza a 70-80 milioni di cittadini d’origine italiana sparsi nei vari continenti: avere cioè un’Italia di 100-110 milioni di persone di cui metà residenti all’estero. Una riflessione più generale sul tema della cittadinanza va fatta. Nei prossimi mesi, a partire dalla Legge finanziaria, si dovrà dare una svolta anche al sistema della rete consolare, sia quella statale che quella onoraria, da anni in sofferenza per quanto riguarda le risorse e il personale. Mentre in Italia i ministeri nelle strutture centrali dello Stato, nel corso degli anni hanno delegato sempre più competenze alle Regioni, sulla rete consolare è venuta a gravare una mole di nuove competenze: dal voto politico alla raccolta di firme per il referendum, dalla domanda delle cittadinanze all’aumento dei permessi, dei visti d’ingresso e delle relazioni commerciali. Il tutto in una rete che è rimasta, strutturalmente, quella di alcuni decenni fa. Rivolgendo l’attenzione agli anziani italiani residenti all’estero, se la concessione a pioggia dell’assegno di solidarietà appare irrealizzabile, quale prospettiva ritiene più realistica per aiutare tanti di loro che sono in vero stato di bisogno? Di assegno di solidarietà si parla da molto tempo. Mi ricordo che quando, dal 1999 al 2001, ero sottosegretario agli Esteri mi occupavo anche allora di italiani nel mondo. Alle riunioni del Cgie, l’onorevole Tremaglia e i suoi amici mettevano sul tavolino dei volantini con la scritta: «Sottosegretario Danieli, riconosci l’assegno di solidarietà». Nei miei due anni al governo non fui in grado di riconoscere quest’assegno, che neanche il ministro Tremaglia nei suoi cinque anni di permanenza al governo è riuscito ad approvare. Come giustamente lei osserva, c’è il problema della copertura economica con il quale dobbiamo fare i conti. Abbiamo calcolato che l’assegno di solidarietà da distribuire agli anziani residenti all’estero richiederebbe ogni anno dagli 80 ai 100 milioni di euro: una cifra di notevole portata. Stiamo lavorando, e cercherò di farlo con questa Legge finanziaria, introducendo questo assegno a una platea forse un po’ più limitata, ma ciò darebbe un segno. Voglio ricordare che, dopo l’esperienza di sottosegretario agli Esteri, lasciai il capitolo dell’assistenza diretta a 23 milioni di euro. Oggi, ritornato come vice-ministro, l’ho trovato a 13 milioni di euro. Nella Legge finanziaria dello scorso anno, l’abbiamo portato a 20 milioni di euro, utilizzando quei soldi innanzitutto per aumentare il contributo economico che i consoli danno ai nostri connazionali indigenti: era fermo da anni, e l’abbiamo portato a 1.500 euro annui. Per qualche Paese latinoamericano questo contributo è già una piccola pensione. Ma abbiamo utilizzato questo aumento di bilancio anche per stipulare polizze sanitarie per garantire ai cittadini italiani indigenti una copertura sanitaria, assicurativa e medica degna di questo nome. In un sistema sanitario, di fatto privatizzato, o uno ha i soldi per pagarsi una buona assicurazione oppure rischia di finire in strutture sanitarie che non garantiscono assolutamente una soluzione ai suoi problemi fisici. Il futuro dell’italianità nel mondo richiede il coinvolgimento delle nuove generazioni. Da parte del governo italiano c’è interesse a garantire un rapporto formativo e continuativo con tanti nostri oriundi integrati nei Paesi di residenza, ma desiderosi di rinsaldare le radici della propria identità? L’interesse delle nuove generazioni integrate nei Paesi di residenza è molto forte. Ma è utile soffermarsi e fare dei confronti anche tra il fenomeno dell’emigrazione e l’immigrazione che vi è in Italia. Quando vado negli asili e nelle scuole elementari frequentate dai miei figli e vedo che ci sono tanti bambini dalla carnagione e dai tratti somatici diversi – e che parlano il dialetto romano o bolognese – penso che la loro frequenza alle nostre scuole e agli altri ambienti

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sociali, li rende cittadini del nostro Paese, fermo restando che dovrà essere garantito il rapporto con la terra d’origine dei loro genitori o dei loro nonni. Questo vale per i futuri cittadini italiani in Italia, ma vale anche per i cittadini d’origine italiana residenti in tanti Paesi nel mondo. C’è un forte interesse, da parte nostra, a mantenere queste relazioni. Noi non possiamo immaginare che le giovani generazioni italiane o di origine italiana, adottino lo stesso sistema di rappresentanza dei loro nonni. In qualche associazione esse si integrano e si trovano bene, ma c’è bisogno di trovare nuove forme di associazionismo specifico, riflettendo con loro sulle modalità e sugli strumenti che devono adottare per rimanere in rete con la realtà italiana. L’insieme dei problemi e delle istanze delle nuove generazioni hanno motivato l’organizzazione a Roma, nel 2008, della Conferenza dei giovani italiani nel mondo. C’è la volontà politica di affrontare anche la sfida della comunicazione con l’«altra Italia», con sostegni adeguati alla stampa e agli altri strumenti di comunicazione multimediale? Anche questo è un tema in attesa di modifica. La stampa italiana all’estero è essenzialmente strutturata come stampa identitaria, di minore quantità e con circolazione limitata, ma valida fonte di comunicazione e d’informazione. Pur nei suoi limiti, essa va sostenuta attraverso le contribuzioni annuali da parte del Ministero degli Esteri. C’è, poi, la stampa più strutturata con dimensioni più ampie che ha altre fonti di finanziamento attraverso convenzioni con la presidenza del Consiglio dei ministri e le provvidenze dell’editoria. Mi riferisco ai quotidiani per gli italiani nel mondo – pochi per la verità –, e al sistema un po’ più vasto dei mensili e dei settimanali. L’obiettivo dovrebbe essere quello di rafforzare queste strutture anche a partire dalla funzione societaria. Allargare cioè le spalle delle società che fanno queste iniziative, creare dei network di strumenti informativi per gli italiani all’estero in modo da poter lavorare su una più facile raccolta di mezzi e di risorse finanziarie con la pubblicità. C’è bisogno anche qui di aggiornare la legge perché fino ad oggi i nuovi strumenti di comunicazione multimediale sono esclusi dal sostegno economico da parte dello Stato. Questo vuoto non ha più senso dal momento in cui il New York Times annuncia che entro cinque anni avverrà l’eliminazione del formato cartaceo, e la redazione e la diffusione del quotidiano sarà solo on-line. Un’affermazione che stimola una forte azione di rinnovamento e di razionalizzazione del sistema. Vede con speranza il futuro dell’«altra Italia»? Sono fiducioso perché c’è una grande richiesta d’italicità, come dice Piero Bassetti. Una richiesta che proviene dagli italiani residenti all’estero, dai loro discendenti e da decine di milioni di cittadini nel mondo che guardano all’Italia con grande interesse. C’è, però, bisogno, periodicamente e anche tempestivamente, di un aggiornamento e di una revisione del complesso degli strumenti e dei progetti per rispondere in maniera più efficace a questa «voglia d’italianità»: una voglia bi-univoca per rinsaldare e promuovere nuovi rapporti. Fonte : http://www.messaggerosantantonio.it/messaggero_emi/pagina_articolo.asp?R=Primo%20piano&ID=770

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 207 Anno XIV,

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Conclusa con successo la missione USA dei Ragusani nel Mondo Si è chiusa negli States la nuova missione culturale dell’Associazione Ragusani nel Mondo, che si è avvalsa del patrocinio dell’Assessorato Regionale all’Emigrazione.

Lungo l’asse Philadelphia, Atlantic City e Brooklyn, la delegazione iblea ha proposto due spettacoli della commedia “Le Bugie hanno le Gambe Corte", messa in scena dalla Compagnia del Teatro di Chiaramonte Gulfi, e partecipato ad Atlantic City al meeting costitutivo della Confederazione siciliana del nord America (CSNA). La compagnia è stata inoltre ospite d’onore all’88° Gala della Società dei Cittadini di Pozzallo di Brooklyn.

Gli spettacoli teatrali, rappresentati a Brooklyn e a Philadelphia, sono stati seguiti da un folto pubblico di siciliani, nonché dalle varie comunità iblee che hanno avuto modo di apprezzare la nuova proposta artistica degli Amici del teatro, alla loro sesta esperienza in terra americana.

A Philadelphia lo spettacolo è stato organizzato e promosso dalla locale Associazione Siciliana, guidata da Giuseppe Rollo,con il patrocinio della Finitalia, del Consolato Italiano e dell’Associazione dei Calabresi, mentre a Brooklyn l’allestimento è stato curato dalla comunità pozzallese, con la collaborazione di Angelo Siciliano, già Consultore Regionale per l’emigrazione e fondatore dell’ASU (Associazione Siciliani Uniti), che raggruppa svariate associazioni di corregionali siciliani dello Stato di New York. I rappresentanti degli organismi ospitanti hanno avuto parole di elogio e di apprezzamento nei confronti dell’Associazione Ragusani nel Mondo per la nuova iniziativa culturale, che rafforza i legami già da tempo esistenti e pone le premesse per un intensificarsi in futuro delle relazioni con le comunità siciliane trapiantate negli States.

Unica fra le associazioni siciliane accreditate presso la Regione nel settore dell’emigrazione, la delegazione iblea ha partecipato anche al meeting che ha sancito la nascita della CSNA, "prestigioso organismo istituito con il compito di coordinare le attività svolte dalle varie associazioni del Nord America, dal Messico al Canada" afferma Sebastiano D'Angelo, Direttore dall'Associazione Ragusani. La Confederazione, nata all’insegna dello slogan “Per unire i siciliani d’America” , ha lo scopo di creare una vera e propria “rete” tra le eccellenze, garantire una rappresentanza autorevole ai siciliani che vivono fuori dai confini nazionali, favorire e promuovere l’interazione fra i siciliani variamente attivi nel territorio del Nord America , passando da “ una politica per i siciliani all’estero ad una politica con i siciliani all’estero” "Un compito arduo ma nel contempo esaltante, se le premesse solennemente sancite ad Atlantic City troveranno conferma in una reale volontà di aggregare le varie anime della sicilianità d’oltreoceano, troppo spesso in passato divisa fra mille bandiere e singole rivendicazioni e dimentica del prestigio e della forza che solo una azione unitaria può assicurare" affermano dall'Associazione Ragusani nel Mondo. Svariati esponenti politici regionali e nazionali presenti al battesimo della Confederazione, con in testa l’Associazione Regionale al Lavoro ed Emigrazione Rino Formica, e il Senatore Enrico La Loggia, hanno

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posto l’accento sulla necessità per i siciliani d’america di fare lobby, al fine di far crescere il loro peso e l’influenza nella società del paese di residenza.

Un Gran Gala, preceduto dal solenne ascolto degli inni nazionali, ha sancito la chiusura di un evento "che appare sicuramente rivoluzionario e pieno di premesse positive per lo sviluppo della vasta comunità siciliana del nordamerica" affrmano dall'Associazione. Presente l'attrice messinese Maria Grazia Cucinotta, madrina dell’evento. Nel corso della Festa finale sono stati dati riconoscimenti ad alcune importanti personalità siciliane del nord America nel campo del sociale, del cinema e dell’imprenditoria, fra cui l’attore Ben Gazzarra, l’industriale del latte e derivati Lino Saputo, uno dei siciliani piu’ ricchi del mondo, e Salvatore Zizza, Presidente della NIAF, "l’organizzazione degli italo americani più importante e potente degli USA" ci tengono a sottolineare dall'Associazione Ragusani.

Un messaggio di entusiasmo e di ottimismo sul futuro, fatto proprio anche dalla folta comunità dei pozzallesi di Brooklyn, che quest’anno hanno celebrato, nel corso dell’annuale Gala, una sorta di rinascita della comunità, invero un po’ sotto tono nell’ultimo decennio.

Sotto la spinta di un nuovo gruppo dirigente, guidato da Giovanni Distefano, è stata data nuova linfa e dinamismo all’attività socio-culturale e ricreativa della folta comunità pozzallese di Brooklyn (ben 2.000 persone di prima generazione ), con progetti ambiziosi che vedranno nell’immediato futuro una maggiore interazione con la provincia di origine e le altre comunità iblee del New Jersey e di New York. Il Gran Gala, organizzato all’insegna della migliore tradizione americana, ha sancito il nuovo corso della comunità pozzallese trapiantata negli Usa da ben un secolo, da sempre portatrice di una storia ricca di successi, e sempre contrassegnata dalla salvaguardia e dalla tutela dei valori e delle tradizioni culturali della città di origine. Erano presenti ben oltre 500 invitati, e svariate personalità delle locali istituzioni e del mondo politico ibleo (tra tutti il sindaco di Pozzallo Sulsenti, gli Onorevoli Incardona e Leontini, l’Associazione Monte e il Consigliere Galizia in rappresentanza della Provincia). Numerosi anche i concittadini arrivati appositamente da Pozzallo per onorare l’evento.

Attestati e riconoscimenti sono stati conferiti ai vari invitati eccellenti, nonché a Frank Susino, nominato 'Uomo Dell’Anno' e recentemente premiato al premio Ragusani nel Mondo per le attività di ricerca sulla figura del compositore Pietro Floridia.

La missione dell’Associazione avuto anche significativi risvolti politici sul piano della ricerca di una maggiore sinergia fra le varie comunità iblee trapiantate in America,"nell’ottica di consolidare e potenziare la vasta rete da tempo intessuta, premessa significativa per la creazione di proficui interscambi sociali, culturali e economici anche con la provincia di Ragusa" concludono dall'Associazione.

News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=1959&titolo=Conclusa%20con%20successo%20la%20missione%20USA%20dei%20Ragusani%20nel%20Mondo

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A Mar del Plata il Primo Congresso Internazionale di Giovani Abruzzesi rende protagonisti i giovani nel dibattito

Mar del Plata- Si sono aperti lo scorso venerdi 2 novembre i lavori del Primo Congresso Internazionale di Giovani Abruzzesi a Mar del Plata (Argentina), alla presenza degli organizzatori, Giovanni Scenna, Presidente della FEDAMO (Federazione delle Associazioni Abruzzesi in Argentina), Daniela Atlante, segretaria della FEDAMO. Presenti tra gli altri: il Console d’Italia a Mar del Plata, Fausto Panebianco, il Presidente del Comites di Mar del Plata, Raffaele Vitiello e Ana Maria Michelangelo, italo-venezuelana e Vice Presidente del CRAM, e il Presidente del CRAM (Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo) Donato di Matteo, il quale si ha rivolto ai giovani presenti affermando "Da questa importante riunione dovranno uscire le proposte per far capire a noi Regione Abruzzo e alle Vostre Associazioni di appartenenza di cosa avete bisogno per continuare a sentirvi orgogliosamente anche abruzzesi. Io credo che l’elemento primario per mantenere questo legame con la terra d’origine dei vostri padri o nonni sia il parlare e scrivere bene la lingua italiana e so bene

che in tutti voi c'è questo desiderio su cui la Regione e lo Stato italiano stanno facendo molto, grazie anche al lavoro dei parlamentari eletti all'estero".

Di Matteo ha chiesto ai giovani "di cominciare a fare un approfondito censimento dei giovani di origine abruzzese residenti nei vostri paesi: cercateli con ogni mezzo e coinvolgeteli nell’attività associativa, anche indirettamente, facendo capire loro che la Regione Abruzzo è vicina. Anche noi stiamo lavorando per censire gli abruzzesi in tutto il mondo, in collaborazione con i Comuni e i Consolati, anche nei nuovi paesi di emigrazione, dove ci sono perlopiù giovani professionisti, manager, imprenditori che sono emigrati per scelta ma anche giovani ricercatori scientifici che, invece, sono emigrati per necessità. Da parte nostra vi segnaleremo tutti gli under 35-40 che scopriremo ma anche voi vi dovrete dare da fare molto in questo senso, altrimenti, prima o poi, le Associazioni di abruzzesi nel mondo sono destinate a scomparire, se non ci sarà un adeguato ricambio generazionale". Fabio Marraffini, consigliere giovanile dell’Argentina nel CRAM, ha detto: “Durante il Congresso i partecipanti dovranno contribuire alle discussioni e sviluppare un progetto da implementare al rientro con lo scopo di aumentare la partecipazione giovanile nel loro Paese, una volta rientrati i giovani dovranno lavorare sul loro progetto e periodicamente aggiornare il gruppo CRAM giovani e la loro federazione sull’andamento. I partecipanti avranno il sostegno di un mentor nominato da ogni federazione”. Ai lavori è arrivato anche il saluto del Senatore Franco Danieli, Vice Ministro agli Affari Esteri con delega per gli italiani nel Mondo, il quale ha invitato gli organizzatori a raccogliere tutti gli spunti positivi e le proposte che emergeranno da questo incontro per portarle alla futura Conferenza dei giovani dell’emigrazione italiana che si terra a Roma il prossimo anno e che sara l’occasione, da una parte, per dar voce a chi oggi non c’e l’ha, e dall’altra per ascoltare e interpretare le domande di tanti giovani come

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voi che ci aiuteranno sicuramente a defenire e focalizzare un concetto di ‘italianita’ piu aggiornato e reale. Ai giovani abruzzesi è arrivata anche la lettera del Segretario della VII Commissione “Nuove Generazioni” del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE), l’italo argentino Mariano Gazzola, il quale ha affermato che oggi piu che mai, è necessario aprire un dibattito sull’importanza di coinvolgere effetivamente le nuove generazioni in tutte le organizzazioni della comunita italiana nel mondo. "C’e bisogno di una strategia alla quale si può arrivare sono parlando non piu dei giovani, ma con i giovani. E in questo dialogo non possono certo mancare le associazioni e le Regioni. Sono certo che questo vostro Primo Congresso sara prezioso per incrementare la partecipazione dei giovani, il dialogo intergenerazionale ed affermare i valori dell’italianita nel mondo, contribuendo senza dubbio alla prossima Conferenza Mondiale dei Giovani a Roma”.

La consigliere comunale di Mar del Plata, Cristina Coria ha consegnato al Presidente Di Matteo il diploma di dichiriazione di Interesse Comunale per questo Congresso Mondiale.

I primi temi affrontati dai giovani in assemblea sono stati: lingua, partecipazione giovanile ai progetti comunitari. Gli interventi hanno visto protagonisti giovani dai diversi Paese: Marianina Baltar e Joaquin Negri (Argentina), Jonice Blasioli Costa (Brasile), Fabian Barros Di Gianmarino (Cile), Jacqueline Giuliani e Antonio Marino (Australia), Lisa Traficante (Canada), Aldo Di Iorio e Marco Pace (Svizzera), Olga Marrone e Claudio Manganelli (Venezuela), Sonia Marrone (Stati Uniti), Jesús Xavier Palacios Fantilli (Paraguay), Silvana Lopez Melino e Alejandro Costantini (Uruguay) Antonella Angelini dell’Associazione Abruzzesa di Firenze (Italia) e Davide Spadano dell’Associazione Abruzzesa di Torino (Italia).

Sulla domanda-tema “Che significa essere un abruzzese di seconda o terza generazione in un contesto di globalizzazione e differenze socio-economiche?” i giovani si sono ampiamente confrontati.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=1953&titolo=A%20Mar%20del%20Plata%20il%20Primo%20Congresso%20Internazionale%20di%20Giovani%20Abruzzesi%20rende%20protagonisti%20i%20giovani%20nel%20dibattito

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Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov05.pdf

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5 Novembre 2007

CGIE. Ecco il programma dei lavori

Da lunedì 5 a venerdì 9 novembre tornano a riunirsi il comitato degli italiani all'estero: una settimana di riunioni, commissioni, Comitato di Presidenza e Assemblea Plenaria.

Avrà inizio lunedì 5 novembre presso l'Ergife Palace Hotel di Roma, in via Aurelia 617, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Il programma del primo giorno prevede riunioni delle Commissioni Continentali dei Paesi dell'Europa e dell'Africa del Nord, dei Paesi Anglofoni Extraeuropei e dei Paesi dell'America Latina (alle ore 11), precedute dal Comitato di Presidenza

(alle ore 9) e dalle riunioni, alla stessa ora, del Gruppo Donne e del Gruppo Sanità. Martedì 6 novembre si riuniscono, invece, le sette Commissioni Tematiche (alle ore 9). fra le quali sono presenti anche i 22 rappresentanti dei giovani italiani nel mondo. Da martedì 6 a venerdì 9 novembre, poi, Assemblea Plenaria del CGIE è prevista presso la Sala Conferenze Internazionali del Ministero degli Affari Esteri. Questo l’ordine del giorno: Martedì 6 novembre, dalle ore 15 alle 18, la relazione del Governo; la relazione del Comitato di Presidenza e a seguire gli interventi della delegazione ufficiale di Camera e Senato, in particolare quelli di Franco Narducci, presidente del Comitato permanente della Camera per gli Italiani all’estero, e di Claudio Micheloni, presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato, gli interventi dei vicesegretari e dei presidenti delle Commissioni Tematiche I, III, V, VI; quindi il dibattito. Mercoledì 7 novembre dalle 9.30 alle 16.30, discussione del documento propositivo della VII Commissione Tematica in vista della Conferenza mondiale sui giovani italiani nel mondo, con l’introduzione del presidente Erio, gli interventi dei giovani, il dibattito e l’approvazione del documento. Alle ore 18 è prevista l’udienza dal Presidente della Repubblica Giovedì 8 novembre dalle 9.30 alle 13.00 è prevista la discussione del documento della IV Commissione Tematica “Riforma dell’intervento per la diffusione e la promozione della lingua e cultura italiana”, con l’introduzione del presidente Tassello, il dibattito e l’approvazione del documento. Dalle 14.30 alle 18 si parlerà di Finanziaria, con l’introduzione a cura di Amaro, Ferretti e Volpini e il dibattito. Quindi delle condizioni degli emigrati anziani, con l’introduzione del presidente Arona e il dibattito. Venerdì 9 novembre, dalle ore 9,30 alle 13, seduta conclusiva dell’Assemblea Plenaria, con l’iter della riforma della legge sulla cittadinanza, la cabina di regia Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie, il sito web del CGIE, la discussione e approvazione di ordini del giorno e mozioni e il question time. Fonte : http://www.fondazioneitaliani.it/index.php?option=com_content&task=view&id=2359&Itemid=53

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SERVIZI DEL GIORNO 06 Novembre 2007 ore 23.38 Speciale CGIE L’APPELLO DEI PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO ALLA PLENARIA: SERVE UNA NUOVA SPINTA ALLE POLITICHE PER GLI ITALIANI NEL MONDO ROMA\ aise\ - "Bisogna tornare a parlare di politiche per gli italiani all’estero, che siano coinvolgenti e di sistema" e per le quali è, dunque, necessaria "l’azione parallela del governo e del parlamento" al fianco del Cgie. "voce ancora valida che deve far valere la propria forza politica". È quanto ha affermato con forza l’on. Franco Narducci, presidente della Comitato per gli Italiani all’Estero della Camera, intervenendo ai lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie, che si è aperta oggi alla Farnesina. In realtà quello del ritorno alle politiche per gli italiani all’estero è stato il leit motive degli interventi di tutti i parlamentari presenti oggi: insieme a Narducci, anche Mariza Bafile, Guglielmo Picchi e Massimo Romagnoli. Tutti deputati, perché i senatori erano impegnati in Aula nel delicato voto della Finanziaria. Con loro alla Farnesina anche Sandra Cioffi dell’Udeur, collega di Narducci nel Comitato della Camera del quale è segretaria. "Essere qui oggi", ha detto la Cioffi, "è un occasione importante per comprendere" questioni come quella dei giovani o dell’informazione e portare avanti un percorso già iniziato nel Comitato, che "intende arrivare ad una sistematica azione legislativa e politica che tenga conto degli italiani nel mondo". In effetti quello dei Comitati Parlamentari per gli Italiani all’Estero è un "campo d’azione", così lo ha definito l’on. Narducci, nel quale muovere gli interessi degli italiani all’estero, nella consapevolezza che "quanto più ampio sarà questo campo, tanto più interesse e attenzione susciteranno le questioni dei connazionali all’estero". Occorre però, ha precisato il deputato eletto all’estero, sviluppare "politiche in termini strategici e non solo assistenziali", guardando alle nuove realtà, specie quella dei giovani, e "facendo fronte a nuove problematiche ed esigenze". Nulla è immutabile, ha continuato Narducci, che però non condivide la ristrutturazione della rete consolare "così come prospettata oggi". E non è un caso, ha osservato, se il decreto per la riorganizzazione è stato bloccato in Senato. "Il debito pubblico dell’Italia è noto a tutti", ma non si può "voler essere protagonisti nel mondo, internazionalizzarsi e poi eliminare Consolati che corrispondono a bacini di utenza enormi" sia per i cittadini sia per per imprese che operano nel mondo e che hanno bisogno di servizi. "I Consolati promuovono l’intero Sistema Italia", che chiede "strumenti e possibilità". Della stessa opinione l’on. Guglielmo Picchi per il quale è incomprensibile che un Paese, qual è l’Italia, che vuole essere "protagonista in politica estera", possa poi "permettersi di chiudere una sede diplomatica". Lo stesso Picchi, come poi molti consiglieri, ha anche lamentato il mancato coinvolgimento tanto del Cgie quanto dei parlamentari eletti all’estero nella definizione del piano di riorganizzazione della rete consolare. Amareggiato si è detto l’on. Massimo Romagnoli, che ha portato avanti una strenua battaglia contro la chiusura del Consolato di Atene. "Ad Atene", ha detto, "ci sono 11mila connazionali. A Mosca solo mille. Eppure il Consolato greco è stato chiuso e quello russo sarà presto aperto". Anche "la rete diplomatica in Spagna soffre ed è stato pure chiuso il Comites di Istanbul", ha aggiunto Romagnoli, che ha conservato la carica di consigliere del Cgie per Grecia, Spagna, Turchia e Israele. E nella sua duplice veste ha ricordato: come i parlamentari eletti in Italia hanno nelle Regioni e nei Comuni i loro riferimenti, "i parlamentari eletti all’estero hanno bisogno dei Comites e del Cgie, perché sono le loro antenne". Un messaggio positivo è giunto infine dall’intervento dell’on. Mariza Bafile, che si è detta d’accordo con il colelga Narducci. Serve "una politica che guardi più al futuro per gli italiani all’estero, ma", ha avvertito, "senza perdere di vista le realtà in cui siamo impegnati".

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"In questo anno e mezzo abbiamo lavorato e dimostrato che, lavorando insieme, Cgie, parlamentari eletti all’estero e governo, si ottengono risultati", ha proseguito la Bafile. E a chi "ancora prova fastidio verso gli italiani nel mondo" la deputata ha risposto: "noi abbiamo fatto passi avanti importanti", come nel campo dell’assistenza - sua è la proposta ora al vaglio del Parlamento – e "il prossimo anno ci saranno altri frutti, come quello della cittadinanza, che, io ne sono sicura, andrà avanti". Ciò dimostra che "la politica, quando si fa con vocazione di servizio, in maniera onesta, andando dietro alle battaglie possibili, porta a risultati". (r.aronica\aise) Fonte : http://www.aise.it

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SERVIZI DEL GIORNO 06 Novembre 2007 ore 22.23 Speciale CGIE IL SEGRETARIO CAROZZA PRESENTA LA RELAZIONE DEL CDP: LA STAGIONE DELLE RIFORME DEVE AVANZARE/ BENE LA FINANZIARIA MA LA RISTRUTTURAZIONE DELLA RETE CONSOLARE AL CONSIGLIO NON VA GIÙ ROMA\ aise\ - Ha ragione il segretario generale Elio Carozza. Il Cgie ha forse ritrovato "una certa serenità", o per lo meno quell’unità di intenti indispensabile per valorizzare il proprio impegno e il proprio lavoro, al fianco del governo e del Ministero degli Esteri, come pure dei parlamentari eletti all’estero e delle comunità italiane che il Consiglio stesso rappresenta. Al fianco, si è detto, ma in maniera autonoma e, se necessario, avviando un confronto duro e deciso con gli interlocutori istituzionali. Come è accaduto oggi, nella prima sessione dell’Assemblea Plenaria del Cgie, con la relazione del Comitato di Presidenza. Una relazione, quella illustrata da Carozza, "buonissima", ottima", "incisiva", hanno commentato all’unanimità i consiglieri. Tanto che Ferretti, il "nemico buono" del Comitato di Presidenza di "centrosinistra", alla fine si è alzato per stringere la mano al segretario generale. Ciò che tutti oggi hanno apprezzato nella relazione è non solo il bilancio positivo dell’attività del Cgie dell’era Carozza, ma anche e soprattutto il coraggio di quest’ultimo, che, pur confidando nella "sensibilità" delle istituzioni ed assicurando a queste un rapporto "leale e costruttivo", non ha però lesinato critiche, a volte aspre, al governo ed alla sua azione. Al punto di chiedere alla Plenaria di esprimere un parere negativo in risposta alla richiesta avanzata dalla Direzione della Farnesina sulla ristrutturazione della rete diplomatica consolare. Ma cominciamo da principio. Perché la relazione è partita quasi in sordina, con toni più pacati e rilassati, quando Carozza ha dato il benvenuto alla delegazione dei giovani italiani residenti all'estero, i quali, dopo aver partecipato, "anche se tra mille difficoltà e spesso con molte incomprensioni da parte nostra", alle Continentali, hanno elaborato insieme alla Commissione tematica un documento che sarà arricchito dal dibattito in plenaria e se approvato trasmesso al Governo ed al Parlamento. Carozza li ha ringraziati "per l'impegno che dimostrano giorno dopo giorno", per "la capacità di mettersi al centro della discussioni, di creare collegamenti e fare rete, di far emergere il potenziale che essi sono e rappresentano e che vogliono mettere a disposizione del Paese e delle nostre comunità". Grazie a loro, ha aggiunto, "si è aperto un dibattito sulle nuove generazioni di italiani all'estero", che "ha rafforzato la consapevolezza che le nostre comunità all'estero, sempre più radicate nei Paesi di residenza, si trovano oggi a dover affrontare il delicato problema della diversità di orientamento e di cultura tra le prime generazioni e quelle successive", nate e cresciute in altri Paesi o emigrate "per ragioni legate soprattutto alle più larghe opportunità che si presentato fuori dai confini nazionali nel campo del lavoro, della ricerca e della formazione professionale". "In questo contesto", ha spiegato Elio Carozza, "si inserisce l'impegno e il lavoro intrapreso un anno fa dal Cgie", destinato non solo alla realizzazione della Conferenza Mondiale dei Giovani, ma anche alla "ricerca di strumenti e percorsi in grado di assicurare un ricambio generazionale nelle diverse fonne di rappresentanza e contribuire al rafforzamento del legame delle nuove

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generazioni di italiani all'estero con l'Italia". Si inizia dalle prossime settimane quando, ha annunciato il segretario generale, il Cgie promuoverà in ogni Paese riunioni alle quali parteciparà "almeno un giovane per Circoscrizione Consolare", con l’obiettivo di consolidare il lavoro iniziato in questi mesi e "favorire forme di autodeterminazione e di allargamento della rete". La giornata di domani sarà dedicata proprio ai giovani, ma intanto il Cgie ha compreso che a loro è affidata "la possibilità di rinnovare il rapporto del nostro Paese con le comunità italiane nel mondo". Serve però anche il contributo della classe politica. E Carozza non ha perso tempo. Rivolgendosi stavolta ai rappresentanti del governo, è arrivato al dunque. "Siamo consapevoli della delicata situazione che attraversa il nostro Paese, sotto il profilo economico/politico/sociale, ma siamo anche convinti che non ci si può più attardare a mettere in cantiere una politica di riforme sulle principali questioni relative agli italiani all'estero", ha detto. "È vero che il disegno di legge sulla cittadinanza così come le numerose proposte di legge sulla diffusione della lingua e cultura italiana sono il frutto dell'impegno e dell'attenzione che tanto il Parlamento quanto il Governo hanno profuso in questi mesi verso le comunità all'estero, tuttavia la stagione delle riforme non avanza come auspicato e desiderato". Quella del Cgie stesso, dell’editoria e dell’informazione per gli italiani all'estero,... "Il rischio che corre il nostro Paese, se non si accelera il processo di riforma, è quello di vedere allontanarsi sempre di più il rapporto ed il legame delle nostre comunità con il Paese Italia e di vanificare tutto l'entusiasmo e le attese che avevano prodotto la partecipazione della nostra comunità alle elezioni politiche". "Per far fronte a questa sfida è necessario anche l'impegno delle Regioni e delle Province autonome", ha proseguito Elio Carozza, riferendosi ora alla Conferenza Stato-Regione-Province Autonome-Cgie. "Le difficoltà riscontrate nel funzionamento della cabina di regia e la consapevolezza che la Conferenza permanente non poteva continuare ad essere uno strumento esclusivo del Cgie, ma richiedeva più attenzione e convinzione da parte dello Stato e delle Regioni", ha spiegato il segretario generale, "ha sollecitato un incontro con il Presidente Errani e con il Vice-Ministro Danieli". L’incontro è avvenuto il 31 luglio scorsoe in quell’occasione Carozza ha riaffermato "la necessità di rilanciare le attività". Errani e Danieli hanno risposto positivamente, pensando alla partecipazione dei rappresentanti del Cgie in almeno due riunioni l'anno della Conferenza Stato-Regioni. La prima dovrebbe tenrsi il 6 dicembre. Intanto il CdP e la Commissione Tematica "si adopereranno per tenere almeno i Seminari che rivestono priorità e attualità entro l'anno prossimo", tenendo conto che entro il 2008 si dovrà riunire l'Assemblea Plenaria della Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie. Problema al momento risolto. Come quello della Finanziaria, che inizialmente non aveva convinto il Cgie: prima degli emendamenti del governo e dei sentori dell’Unione, "le voci riguardanti gli italiani all'estero nello stato di previsione del Ministero degli Esteri per il 2008 registravano un taglio di circa 7 milioni di euro", a scapito soprattutto dell'assistenza diretta, di lingua e cultura e persino dei Comites. Grazie alla "significativa iniziativa del vice ministro Danieli, degli eletti all'estero e dei neo costituiti Comitati del Senato e della Camera" sarà forse possibile ottenere "un recupero delle risorse destinate agli italiani all'estero" pari a "32 milioni di euro". Si tratta per Carozza di "un segnale positivo di attenzione verso le nostre comunità all'estero, che conferma il cambiamento di tendenza iniziato con la finanziaria 2007". Certo, ha aggiunto, "c'è ancora un margine di miglioramento, nel quadro del dibattito parlamentare, affinché le voci di bilancio destinate agli italiani all'estero possono essere incrementate". Resta invece "sostanzialmente irrisolto", nonostante i 70 milioni di euro annunciati dal vice ministro Danieli, "il problema della qualificazione, riorganizzazione e rafforzamento della rete consolare, a disposizione della quale sono sostanzialmente riconfermate le risorse del 2007, mentre invece", ha rilevato Carozza, "si rende necessario prendere atto che la realtà attuale appare sempre più inadeguata a soddisfare le esigenze dei connazionali all'estero, a fornire servizi adeguati ai bisogni economici dell'Italia e alla promozione industriale e commerciale, all'assistenza alle imprese, agli accordi di partenariato, ad adeguare l'offerta culturale e linguistica, alla concessione dei visti". Quanto alla "seconda fase della razionalizzazione e ristrutturazione della rete consolare" che nel biennio 2007-2008 prevede la chiusura di alcune sedi, per "rientrare negli obiettivi di

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contenimento della spesa fissati dalla legge finanziaria 2007", Carozza non ha usato mezzi termini: "questo risparmio è imposto attraverso una forma di ricatto, che determina in caso di mancato adempimento nei termini previsti, il congelamento delle assunzioni di personale". E con un applauso la Plenaria ha fatto propria questa dichiarazione. Ma non è tutto. "L'Ambasciatore Benedetti ha chiesto, mercoledì scorso, il formale parere del Cgie, sulla già citata seconda fase in merito alla ristrutturazione della rete diplomatica consolare e sulla quale questa assemblea dovrà pronunciarsi. Il Comitato di Presidenza", ha ricordato Carozza, "aveva già espresso, in luglio, forti preoccupazioni per lo stato in cui versa la nostra rete consolare ed allo stesso tempo aveva chiesto di conoscere il piano globale predisposto al fine di fonnulare un parere sull'insieme delle misure che il Governo intende adottare. Per questo, il Comitato di Presidenza chiede all'Assemblea Plenaria di esprimere un parere negativo sulla richiesta avanzata dall'Amministrazione in data 31 ottobre, in quanto il Consiglio Generale non ha ancora ricevuto il piano globale della ristrutturazione e riorganizzazione della rete consolare". "Il Cgie", ha spiegato il segretario generale, "si trova nell'impossibilità di esprimere qualsiasi parere, anche in futuro, in assenza di un piano globale", ma è disponibile a collaborare con l'Amministrazione ed il Governo nella fase della sua elaborazione. Questo perché il Consiglio "non è contrario a priori ad una riorganizzazione della rete consolare, ma questa deve avere come effetto il potenziamento, l'ottimizzazione e la razionalizzazione delle risorse e come obiettivo principale l'erogazione dei servizi ai nostri concittadini all'estero". "Non si può chiedere ad una rete consolare ridotta molto al di sotto del minimo accettabile, con un organico stimato al di sotto del 30 per cento, di contribuire al risanamento della finanza del Paese, pena il vergognoso ricatto del blocco delle assunzioni di personale", ha incalzato Carozza, per il quale "mancheremmo al nostro dovere se non elevassimo una protesta forte e formale per non essere stati interpellati dal Governo preventivamente per esprimere il nostro parere consultivo, come prevede la Legge istitutiva del Cgie, sui capitoli relativi agli italiani all'estero". Carozza e il Cdp sono convinti che "questa consultazione sia ancora possibile e debba avvenire immediatamente proprio per rispettare la legge ed il mandato che i consiglieri del Cgie hanno ricevuto dalle loro comunità all'estero". "Siamo sicuri di poter contare sulla sensibilità del Ministro degli Esteri e del Vice Ministro Danieli, nonché dei Presidenti dei due rami del Parlamento", ha concluso il segretario generale del Cgie, assicurando infine "tutta la nostra disponibilità ed il nostro impegno per contribuire, con le nostre forze e con la nostra esperienza, a sviluppare ed ad innovare le politiche in favore delle nostre comunità". (raffaella aronica\aise) Fonte : http://www.aise.it

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SERVIZI DEL GIORNO 06 Novembre 2007 ore 19.01 Italiani nel Mondo VERRÀ PRESENTATO A LA MATANZA IL "PROGRAMMA DI TIROCINI DI FORMAZIONE-LAVORO" DI ITALIA LAVORO BUENOS AIRES\ aise\ - Grazie all’accordo internazionale promosso dall’agenzia ministeriale italiana

"Italia Lavoro", presente da qualche anno in Argentina, 150 disoccupati d’origine italiana avranno oggi

una possibilità concreta di formarsi e trovare lavoro in aziende della provincia di Buenos Aires.

Il "Programma di tirocini di formazione-lavoro" sarà presentato in un evento pubblico giovedì prossimo, 8

novembre, nella sede della Cámara de Commercio e Industria de La Matanza (Entre Ríos 3026 – San

Justo – ore 18) alla presenza dell’Agente Consolare di Morón, Giuseppe Bolognini, e del Sindaco de La

Il Programma – realizzato grazie ai contributi del progetto del Ministero del Lavoro d’Italia "Occupazione e

sviluppo delle comunità italiane all’estero" (ITES) e dei programmi di politiche attive per il lavoro della

Provincia di Buenos Aires "Bonus" e "Segunda Oportunidad" – sarà illustrato dalla coordinatrice di ITES in

Argentina, Adriana Bernardotti, dal Direttore dell’Agencia Provincial de Empleo del Ministero del Lavoro

della Provincia, Eduardo Fernández, e, in rappresentanza delle organizzazioni italiane partner del Progetto

(Patronato Inas-CISL, Patronato Ital-UIL, CIAPI, FACA, URERBA, EFASCE, FEDELAZIO, FESISUR,

ANGEER), dal Coordinatore Ital-UIL per l’America Latina, José Tucci.

Saranno anche presenti autorità dell’IMDES, dell’Universidad Nacional de La Matanza, rappresentanti del

mondo imprenditoriale e della comunità italiana. Sarà, insomma, un’interessante occasione per le

imprese con sede in Provincia che vogliono assumere nuovo personale ed un’opportunità concreta per

incrementare l’occupabilità degli italo-argentini. "Abbiamo scelto di cominciare a La Matanza – spiega

Adriana Bernardotti, coordinatrice ITES in Argentina – in primo luogo perché vogliamo offrire il sostegno

del governo italiano in un territorio dove, oltre ad una ricchissima presenza di cittadini di quest’origine, gli

indicatori sociali evidenziano l’urgente fabbisogno di azioni concrete per promuovere l’occupazione".

Comunque, molto presto il Programma sarà avviato in altri centri della Provincia. Per partecipare al

Programma, che offre possibilità concrete di impiego , è necessario possedere la cittadinanza italiana o

poter dimostrare le proprie origini italiane, avere più di 18 anni, essere disoccupato e non percepire

sussidi dal governo argentino. Il Programma offre tirocini formativi sui posti di lavoro della durata di 6

mesi presso aziende localizzate nella Provincia, una borsa di studio di $780 pesos finanziata dai due

ministeri ed un complemento di borsa da parte dell’azienda interessata alla formazione che rappresenti

un compenso adeguato alle mansioni svolte dal tirocinante, il supporto di un tutor esterno che seguirà il

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percorso formativo, la copertura dell’assicurazione dei rischi di lavoro (ART) e la tutela legale del

beneficiario attraverso l’accordo tra impresa, sindacato e Stato provinciale per la firma del contratto di

tirocinio.

Per aderire al Programma si deve accedere alla Piattaforma on-line di gestione dell’Offerta e Domanda di

candidature (www.italiani-estero.it - sezione Argentina), sistema che favorirà l’incontro tra le imprese

interessate ed i lavoratori. Saranno convocati i candidati i cui profili corrispondano ai requisiti sollecitati

dalle imprese. Il Progetto ITES si realizza in Argentina, Brasile ed Uruguay lavorando in rete con

numerose organizzazione italiane. Le sedi operative a La Matanza sono il Patronato Ital Uil/Associazione

Calabrese A. Cefaly e il Patronato Inas-Cisl. (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49252

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 208 Anno XIV,

6 Novembre 2007

Piemontesi nel mondo: presentata la III Conferenza che si terra' ad Alessandria il 16 e 17 novembre

E’ stato presentato il 6 novembre a Torino, Palazzo Lascaris sede del

Consiglio regionale del Piemonte, il programma della Terza Conferenza dei

Piemontesi nel mondo, che si terrà ad Alessandria il 16 e 17 novembre

prossimi. Alla presentazione sono intervenuti i rappresentanti delle istituzioni

che hanno organizzato l’incontro internazionale. Il presidente dell’Assemblea

piemontese Davide Gariglio ha ricordato che “i documenti splendidamente

conservati nel Museo dell’Emigrazione piemontese di Frossasco,

testimoniano che tra il 1876 e il 1927 circa 2 milioni di nostri corregionali lasciarono il Piemonte per

emigrare, in particolare verso il resto d’Europa e nelle Americhe. Attualmente i piemontesi e i loro

discendenti all’estero sono circa 6 milioni. I 133 delegati - provenienti da 23 Paesi diversi, in

rappresentanza simbolica di 120 associazioni di piemontesi presenti in tutto il mondo - si confronteranno

in questa terza Conferenza e ci daranno indicazioni su come rinsaldare i rapporti con la loro terra

d’origine”.

L’assessore al Welfare, Immigrazione e Emigrazione Teresa Angela Migliasso, che ha anche portato il

saluto della presidente della Regione Mercedes Bresso, ha affermato che “la Regione Piemonte ha creduto

fin dall’inizio nella possibilità di realizzare ad Alessandria questa importante manifestazione e grazie alla

fattiva collaborazione del Comune e della Provincia il progetto è potuto diventare realtà”. Migliasso ha

spiegato che i lavori della Conferenza si articoleranno in sedute plenarie (nelle mattinate di venerdì 16 e

sabato 17 novembre) e in gruppi di lavoro (pomeriggio di venerdì) dedicati a “L’internazionalizzazione”,

“Donne e pari opportunità” e “Giovani e mobilità” ed ha concluso sottolineando il significativo numero

delle delegate che in questa edizione raggiungono il 41,3% del totale dei delegati: “una percentuale

elevata che sale ancora al 63% tra i giovani, in quanto le donne sono 17 su 27”.

Per la Provincia di Alessandria è intervenuta la vicepresidente Maria Grazia Morando, anche a nome del

presidente Paolo Filippi, informando di una loro iniziativa in via di ultimazione: “Il ‘Registro degli

alessandrini all’estero’ che ci aiuterà a conoscere i loro tratti sociali e a migliorare la comunicazione con le

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nostre comunità all’estero. Inoltre la nostra Commissione Cultura è da tempo attenta a questi temi, e ha

deciso di cogliere l’occasione della Conferenza per lanciare un programma di attività che, già ora, e ancor

più nei prossimi mesi, coinvolgerà molti centri della provincia”.

“L’orgoglio della Città di Alessandria, antica piazzaforte con la monumentale Cittadella del sistema

difensivo sabaudo, scelta quale ‘teatro’ di questo terzo, solenne evento” è stato infine espresso dal

vicesindaco e assessore alla Cultura Paolo Bonadeo insieme all’assessore ai Gemellaggi Serafino Vanni

Lai. “Si tratta di una grande opportunità per la nostra città – hanno detto gli amministratori alessandrini

anche a nome del sindaco Piercarlo Fabbio – ci stiamo preparando con gioia ad ospitare tanti piemontesi

che non tornano da stranieri ma come figli illustri del Piemonte”.

News ITALIA PRESS

Fonte :

http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2055&titolo=Piemontesi%20nel%20

mondo%20presentata%20la%20III%20Conferenza%20che%20si%20terra

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SERVIZI DEL GIORNO 06 Novembre 2007 ore 21.01 Speciale CGIE LA RELAZIONE DEL GOVERNO DEL VICE MINISTRO DANIELI APRE ALLA FARNESINA LA PLENARIA DEL CGIE: LE RISORSE PERGLI ITALIANI ALL’ESTERO TRA FINANZIARIA E RETE CONSOLARE ROMA\ aise\ - Con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Monongah, di cui ricorre il 6 dicembre il centenario, e di Giovanna Reggiani, la donna italiana deceduta nei giorni scorsi a Roma dopo essere stata aggredita da un cittadino rom, si è aperta questo pomeriggio, nella Sala Conferenze Internazionali della Farnesina, l’Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Presente il vice ministro Franco Danieli che, prima di lasciare i lavori per correre al Senato dove erano in corso le votazioni della Finanziaria, ha illustrato ai consiglieri, ma anche ai parlamentari eletti all’estero e non ed ai giovani delegati presenti in sala, la relazione del governo. Fatti i dovuti saluti, Danieli è passato subito al dunque, illustrando l’attività del governo nei singoli punti all’ordine del giorno della Plenaria, a partire dalla Finanziaria 2008 e dalla ristrutturazione della rete diplomatico-consolare, i due temi caldi di questa assemblea di inizio inverno. "Voglio ricordare", ha esordito il vice ministro, "il positivo risultato della manovra di assestamento del bilancio che ha permesso di recuperare importanti risorse "congelate" ad inizio anno nel quadro delle disposizioni di controllo della spesa pubblica previste dalla Finanziaria 2007. Si tratta nel complesso", ha spiegato, "di 6,4 milioni di euro, un importo superiore quindi alla somma che era stata inizialmente accantonata (6 milioni di euro), a testimonianza dell'impegno del Governo in favore degli italiani all'estero". Questi fondi andranno ad integrare "sensibilmente" le risorse destinate ai capitoli della "promozione della lingua e cultura italiana all'estero ed a contratti con società locali per l'attuazione del controllo dei dati delle anagrafi consolari, entrambi con 2,5 milioni di euro". "Altre somme inferiori, ma comunque significative, si sono invece rese disponibili per le associazioni che svolgono attività di assistenza indiretta e per le attività di questo stesso Consiglio Generale", ha aggiunto. Quanto alla Finanziaria 2008 "inizialmente previsti ad alcuni capitoli di spesa" saranno non solo recuperati, ma incrementati con le risorse aggiuntive dovute a due emendamenti presentati dal Governo, il primo, e dai senatori Micheloni, Pallaro, Pollastri, Randazzo e Turano, il secondo, "entrambi già approvati dalla Commissione Bilancio del Senato" e "rispettivamente di 14 milioni di euro e di 18 milioni, per un totale di 32 milioni di euro". Nell'emendamento alla Finanziaria presentato dal Governo è prevista inoltre la copertura sia per la realizzazione della Prima Conferenza dei giovani sia per l'istituzione del Museo della Emigrazione italiana. Danieli ha comunque assicurato che "in sede di discussione sulla legge Finanziaria ci impegneremo" insieme al Ministro degli Affari Esteri "a perseguire azioni che possano migliorare questo quadro già soddisfacente", con l’augurio che "in questo sforzo, che riguarda gli interessi generali delle nostre comunità, si possano trovare positive convergenze tra gli schieramenti e, soprattutto, tra i parlamentari eletti all'estero". "Tra le priorità verso le quali indirizzare queste ulteriori risorse, c'è certamente il tema dell'assistenza", specie quella "diretta in favore dei connazionali indigenti". Il vice ministro ha ricordato che "con l'incremento dei fondi disponibili nel 2007" è stata già avviata "una serie di convenzioni assicurative in campo sanitario", a partire dai Paesi dell'America Latina in cui "le condizioni delle strutture pubbliche sono meno soddisfacenti". In questi giorni, ha reso noto Danieli, "è stata firmata la nuova convenzione per l'Uruguay, lo stesso per il Messico, mentre si sono concluse le complesse procedure di gara per l'Argentina che permetteranno di assicurare circa 8.500 connazionali". le convenzioni sono già attive in

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Venezuela e Colombia, mentre "nel 2008 valuteremo la possibilità, in base alle risorse disponibili, di estendere l'iniziativa ad altri Paesi e tra questi, il Brasile, il Sud Africa e la Tunisia". Anche se c’è chi si chiede perché siano stati al momento esclusi Paesi come l’Ecuador e il Cile. Ma soprattutto "il 2008 dovrà essere l'anno in cui, in un modo o nell'altro, si avvierà la concessione dell'assegno di solidarietà di cui si dibatte da decenni". Danieli ha ribadito "in un modo o nell'altro", perché se l’iter delle leggi attualmente in discussione alla Camera non si concluderà "tempestivamente", il vice ministro ha tutta l’intenzione di introdurre l’assegno "di fatto utilizzando le maggiori risorse che avremo a disposizione sul capitolo dell'assistenza nell'ambito della legislazione vigente e applicando la recente innovazione normativa che consente agli Uffici consolari di erogare anche in più "tranches" sussidi agli indigenti entro il limite annuo di 1500 euro, equivalenti, a regime, a 123 euro al mese per persona". Nelle scorse settimane la Direzione Generale degli Italiani all'Estero ha avviato un censimento dei connazionali ultrasessantacinquenni indigenti nati in Italia, che, ha annunciato Danieli, si concluderà entro la fine del mese e consentirà di "quantificare con una certa precisione il fabbisogno effettivo per erogare l'assegno di solidarietà". E veniamo al punto più contestato di questa prima giornata di Plenaria: la razionalizzazione della rete diplomatico-consolare, che, ha osservato Danieli, "nel suo assetto attuale e con le attuali dotazioni di personale e risorse finanziarie, registra crescenti difficoltà di funzionamento". Quanto occorrerebbe ai Consolati per fornire un livello adeguato di servizi? La "stima approssimativa" presentata oggi da Danieli parla di "un incremento dell'ordine del 30 per cento delle dotazioni attuali di personale degli uffici consolari", che "si attesta in 400 unità di ruolo e 450 unità a contratto, per un costo di oltre 60 milioni di euro annui aggiuntivi". Senza contare "le spese di funzionamento", ossia le dotazioni di ufficio e l'ampliamento e adeguamento degli spazi, per le quali servirebbero "non meno di 40 milioni di euro". Dunque, approssimativamente, la nostra rete diplomatico-consolare avrebbe bisogno di circa "100 milioni di euro annui". Un traguardo "difficilmente raggiungibile", ma non lontanissimo, per lo meno se, come ha riferito Danieli, il prossimo anno si potrà disporre di "un fondo speciale per far fronte ai consumi intermedi delle sedi all'estero, al quale sono attribuiti 70 milioni di euro, derivanti da una parte fissa di 45 milioni di euro più 25 milioni di euro attribuiti al MAE come restituzione di una percentuale delle percezioni consolari". L’intenzione è di incrementare queste risorse "per fare fronte ai compiti aggiuntivi che si profilano, specie in materia di cittadinanza e di visti". Per il governo e per la Farnesina è evidente "l'esigenza di una complessiva azione di razionalizzazione" della rete consolare, che ha già iniziato a svilupparsi lungo tre direttrici. La prima intende individuare "con attenzione e sensibilità le situazioni che permettano di procedere ad accorpamenti di Uffici all'estero, realizzando concrete economie di scala, senza tuttavia limitare i servizi ai cittadini, anzi in alcuni casi migliorandoli grazie all'introduzione di procedure informatiche". La nostra rete consolare si concentra infatti in Europa (52%) e nelle Americhe (18% nel Sud e 12% nel Nord), "riflettendo quindi la geografia della nostra prima emigrazione", che non va certo dimenticata, ma alla quale si aggiungono oggi nuove realtà che richiedono attenzione, come quella dei visti. La seconda linea direttrice sarebbe "la riorganizzazione dei processi, intesa come semplificazione e snellimento delle procedure e potenziamento della comunicazione istituzionale". La terza dotare ogni sede di "una maggiore autonomia finanziaria e gestionale" delle risorse, "attuabile grazie all'istituzione del citato Fondo Speciale, che supera finalmente la divisione in numerosi capitoli di bilancio, e all'acquisizione per le spese di funzionamento di una aumentata quota-parte delle risorse generate dalle percezioni consolari". A ciò si aggiunga "l'adempimento degli obblighi normativi introdotti dal comma 404 della legge finanziaria 2007 che prevede l'adozione di misure di razionalizzazione della rete e, in caso di mancato adempimento nei termini previsti, il blocco totale delle assunzioni di personale". Un vero e proprio "ricatto" secondo il segretario generale del Cgie, Elio Carozza. Da qui è scaturito il "piano di interventi", da attuare nel biennio 2007-2008, predisposto dal Ministro degli esteri D’Alema, che prevede eventuali accorpamenti in "missione diplomatica unificata" delle Rappresentanze permanenti nella stessa città, come pure "l'accorpamento di Uffici consolari, l'istituzione di Cancellerie consolari nelle Ambasciate di riferimento e la modifica delle circoscrizioni consolari" e, per finire, la "ristrutturazione della rete degli Istituti di Cultura", che potrebbero a loro volta essere ricondotti all'interno di Rappresentanze diplomatiche o Uffici consolari. Lo scopo di questa azione è molteplice: risparmiare, "recuperare" risorse umane e finanziarie e "unificare i servizi contabili" degli Uffici nelle stesse città. Il piano, ha spiegato Danieli, prevede tre fasi. "La prima è iniziata lo scorso 1° ottobre con l'accorpamento delle Rappresentanze Permanenti a Ginevra e si è completata il 10 novembre con gli interventi ad Atene, Il Cairo, Bastia e Lipsia". La seconda sarà attuata entro la prossima estate, mentre "sono ancora da determinare in concreto le iniziative della terza fase, che sarà comunque completata entro il prossimo anno".

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Di certo oggi è stato definitivamente chiarito che, in base a tre parametri - "carichi di lavoro, consistenza delle collettività di connazionali e qualità e numero medio di pratiche che interessano gli uffici all'estero" - queste saranno le prossime mosse: il Consolato di Esch sur Alzette diventerà Cancelleria consolare presso l'Ambasciata a Lussemburgo ed avrà anche un nuovo immobile; chiuderà il Consolato Generale ad Innsbruck, dove, accanto all'Istituto di Cultura, sarà istituito un Ufficio consolare onorario e saranno ampliate le competenze della Cancelleria consolare dell'Ambasciata a Vienna; lo stesso accadrà al Consolato Generale di Edimburgo; mentre il Consolato di Edmonton sarà sostiuito da uno "sportello permanente" per gestire i servizi consolari in loco anche attraverso il collegamento telematico con il Consolato Generale a Vancouver. A fronte di queste chiusure, apriranno il Consolato Generale a Mosca e, nel 2008, l'Ambasciata in Moldova. Sarà inoltre elevato a Consolato il Vice Consolato a Newark. Mentre "altre possibili misure di rafforzamento della rete consolare" sono al vaglio del Ministero, "con priorità in Asia ed in America Latina". Quanto alla rete degli Istituti Italiani di Cultura, in Europa chiuderà, entro la prossima estate, l'Istituto di Lilla che continuerà la sua attività culturale presso il Consolato. Tutti questi interventi, ha rassicurato Danieli, "devono essere considerati in parallelo all'impegno dell'Amministrazione sul versante dello sviluppo di servizi infrastrutturali". In parole povere la Farnesina intende puntare sulla tecnologia informatica per "sviluppare la comunicazione istituzionale, abbreviare i tempi di trattazione delle pratiche e ridurre l'esigenza per il cittadino di recarsi personalmente in Consolato". Insomma il futuro dei servizi consolare è on line. Per questo è "in fase di completamento la realizzazione del nuovo Sistema Integrato delle Funzioni Consolari", il SIFC, ossia "una piattaforma integrata" per tutti i servizi offerti agli italiani all’estero dagli Uffici Consolari, che consentirebbe, ad esempio, al cittadino di accedere comodamente da casa al proprio fascicolo personale per questioni legate all’anagrafe o allo stato civile e al Consolato di integrare i sistemi contabili. Entro poche settimane, ha annunciato il vice ministro, sarà disponibile il "prototipo" del sistema, che sarà sperimentato in alcune "sedi pilota" per poi essere distribuito a tutti gli uffici consolari nel corso del prossimo anno. Nella sua relazione il vice ministro Danieli ha poi affrontato altre importante questioni, all’ordine del giorno della Plenaria, come la riforma dell'azione di promozione della lingua cultura italiana all'estero e quella sulla cittadinanza. Sulla legge 153, che risale al lontano 1971, sono stati presentati in Parlamento numerosi disegni di legge, ma Danieli ha spiegato che è intenzione del governo vagliare "attentamente" anche il parere che il Cgie esprimerà in questi giorni per poi arrivare ad un "testo comune e il più largamente condiviso", che "consenta la realizzazione di un sistema più moderno ed efficace". Quanto alla riforma della legge sulla cittadinanza, Danieli ha auspicato la sua approvazione "entro breve termine, anche perché abbiamo ottenuto la copertura necessaria nella legge Finanziaria", ossia circa 50 milioni di euro complessivi tra Farnesina e Viminale, e"potremo assumere un certo numero di impiegati di ruolo oltre ad alcune centinaia di altri lavoratori in sede locale". Nella speranza che ciò riduca almeno un po’ le interminabili file di attesa cui si assiste ormai da troppo tempo davanti ai Consolati sudamericani . In tema di riforme non vanno dimenticate quelle del Cgie e dei Comites. E, dopo la finanziaria, ha reso noto Danieli, il governo presenterà una proposta di riforma delle due rappresentanze, che terrà conto delle indicazioni formulate di recente dallo stesso Consiglio. Un ultima questione Franco Danieli ha voluto affrontare prima di concludere il suo intervento, quella del voto all’estero, "forse la più complessa", ha osservato. Ma poi nel dibattito si sarebbe rivelata più "calda" quella della ristrutturazione della rete consolare. Il vice ministro è stato chiaro: nessuno metterà mani sul voto. Ed ha trovato in sala un inaspettato alleato. Era presente anche Mirko Tremaglia, con cui Danieli si era poco prima soffermato e trovato d’accordo. I due stanno seguendo "con grande attenzione" l'attuale dibattito politico e i lavori parlamentari sulle riforme della Costituzione. C’è chi vorrebbe abolire il voto all’estero, questo è noto. Ma stia attento: dovrà vedersela con la coppia Danieli-Tremaglia. Piuttosto, ha rilevato il vice ministro, si può intervenire sulle criticità rilevate per migliorarlo. E Danieli punta a tre "modifiche concrete": le modalità di scrutinio, che non possono essere più concentrate in un unico centro in Italia; i sistemi postali utilizzati; la definizione delle liste elettorali". (r.aronica\aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49261

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ADNKRONOS 6 Novembre 2007 ITALIANI NEL MONDO: ESCE IL LIBRO 'GLI ITALIANI DI TUNISIA' DI MARINETTE PENDOLA Perugia, 6 nov. (Adnkronos) - Una ricerca che mette in luce la presenza degli italiani in Tunisia a partire

dalla fine del XVI secolo, costituita soprattutto da ebrei sefarditi provenienti da Livorno. Ma, al tempo

stesso, un'indagine che inquadra la presenza degli italiani in Tunisia cresciuta fino a diventare, fra l'Otto e

il Novecento, la più importante comunità straniera dal punto di vista numerico. E' questo l'argomento

principale del volume ''Gli italiani di Tunisia. Storia di una comunità (XIX-XX secolo)'' scritto da Marinette

Pendola e pubblicato dall'Editoriale Umbra.

Il libro verrà presentato dall'Isuc, l'Istituto per la storia dell'Umbria contemporanea, in collaborazione con

il Museo Regionale dell'Emigrazione ''Pietro Conti'' a Perugia, l'8 novembre alle 15,30 presso il Palazzo

Cesaroni in piazza Italia. All'evento, organizzato nell'ambito della manifestazione ''Umbria Libri'',

parteciperanno l'autrice e l'antropologo Alberto Sorbini, direttore dell'Isuc e curatore della collana ''I

quaderni del Museo dell'Emigrazione''.

Il volume, oltre a ricostruire le vicende storiche della presenza italiana, analizza gli aspetti culturali e

sociali che hanno caratterizzato la comunità italotunisina. L'autrice e' nata a Tunisi da genitori di origine

siciliana e dalla sua infanzia prende spunto anche il romanzo ''La riva lontana'', edito dalla Sellerio.

Studiosa della storia, degli usi e costumi della comunità italiana di Tunisia, Marinette Pendola e' membro

attivo del gruppo di ricerca ''Progetto della memoria'', promosso dall'Ambasciata italiana di Tunisi. Per

avere maggiori informazioni e' possibile consultare il sito internet www.emigrazione.it , nella sezione

''pubblicazioni''.

Fonte : http://www.adnkronos.com/ProntoItalia/Notizie/2007/Settimana45-Notizie/italiani%20in%20tunisia.html

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6 Novembre 2007 ore 18:09 TECNOLOGIE. UN’INTESA PER MIGLIORARE L’AIRE (AGO PRESS) Implementare il sistema informatico di gestione dell’Aire, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero. E’ questo l’obiettivo del protocollo d’intesa siglato dai ministri dell’Interno, Giuliano Amato, e per le Riforme e le Innovazioni nella pubblica amministrazione, Luigi Nicolais. “Il documento nasce dall’esigenza di procedere all’unificazione dei dati relativi Aire con quelli contenuti negli schedari consolari per disporre, in tempo reale, l’elenco aggiornato dei cittadini ai fini della predisposizione delle liste elettorali e della rapida emissione della carta di identità da parte delle autorità consolari – si legge nella nota del Viminale -. E’ prevista, quindi, la creazione di una banca dati unitaria ministero dell'Interno e ministero degli Esteri”. L’accordo stipulato inaugura un rapporto di collaborazione che consentirà al ministero dell’Interno di pervenire più agevolmente all’evoluzione e ammodernamento del sistema informatico di gestione dell’Aire, attraverso la realizzazione di obiettivi comuni, tra i quali l’informatizzazione e l’unificazione del processo informativo relativo ai cittadini italiani residenti all’estero, con allineamento delle banche dati attualmente esistenti, e l’integrazione delle informazioni anagrafiche presenti nell’Ina, l’Indice nazionale delle anagrafi con quelle relative agli italiani residenti all’estero. Ciò consentirà di mettere a disposizione di tutte le pubbliche amministrazioni interessate, in tempo reale e da parte di un’unica fonte, le principali informazioni anagrafiche relative ai cittadini residenti all’estero e migliorare il servizio reso per l’espletamento del diritto di voto, consentendo anche agli uffici consolari il più rapido rilascio/rinnovo della carta d’identità e l’accesso, in tempo reale, alle informazioni relative al processo di iscrizione, variazione e cancellazione del cittadino in Aire.

Fonte : http://www.agopress.info/vis_news00.asp?id_news=158456

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 208 Anno XIV,

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) - Roma 6-9 Novembre 2007 Prima giornata di plenaria all'insegna delle chiusure dei consolati Protagonista il dibattito, con l'intervento di un gran numero di Consiglieri sia di minoranza che di maggioranza

Roma – Si sono aperti oggi, presso il Ministero degli Affari Esteri, i lavori della seconda Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’estero del 2007: durerà fino al 9 novembre. In un clima non del tutto disteso: posti riservati ai Rappresentanti di Camera e Senato, nonché ai Presidenti delle Regioni. E i consiglieri Cgie? Al Segretario Generale Elio Carozza i saluti di benvenuto. E l’invito, ai Consiglieri, ad accomodarsi ai posti lasciati liberi dai Parlamentari e dai Rappresentanti delle Regioni non intervenuti.

Carozza parla prima di tutto di due tragedie da non dimenticare: storie di italiani in patria straniera. Il 6 dicembre si celebrerà il centenario della tragedia mineraria di Monongah, dove moltissimi Italiani emigrati hanno trovato la morte. Una tragedia che ha provocato 425 vittime certificate, mentre molti altri minatori, senza nome, mai registrati né identificati, sono scomparsi. “L’Italia, oggi, è meta d’approdo e di speranza per tanti. La tragedia di Monongah, insieme a quella di Marcinelle, devono rappresentare la direzione dell’impegno per uno stato sociale equo”. Non è mancato un minuto di silenzio per commemorare Giovanna Reggiani, la donna uccisa pochi giorni fa a Roma nella zona di Tor di Quinto.

Primo passo dei lavori: la relazione del Governo, nella persona del Vice Ministro Affari Esteri con delega per gli italiani all’estero, Senatore Franco Danieli.

Analisi delle risorse finanziarie destinate agli italiani residenti all’estero: la manovra di aggiustamento del bilancio ha reso possibile incrementare gli stanziamenti previsti

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dalla Finanziaria, passati per il 2007 da 6 a 6,4 milioni di euro. Il Sottosegretario ha descritto le prospettive per la legge di bilancio del 2008, in cui, grazie a due emendamenti, sarebbe possibile accantonare fino a 32 milioni. Una proposta governativa, che prevederebbe uno stanziamento addizionale di 14 milioni, e di un emendamento dei Senatori Claudio Micheloni, Luis Pallaro, Edoardo Pollastri, Nino Randazzo e Renato Turano (tutti eletti sulla Circoscrizione Estero) per altri 18 milioni.

L’assistenza è centrale in tema di risorse. Il Governo fa sapere che si opererà principalmente in paesi come quelli dell’America Latina, e aggiunge che l’assegno di solidarietà vedrà, dopo anni di dibattiti, la luce nel 2008. “Dovrà accadere, in un modo o nell’altro. Se va per le lunghe, è mia intenzione introdurre comunque l’Istituto dell’assegno sociale, utilizzando le risorse in aggiunta, applicando anche la normativa vigente”.

Un altro passaggio cruciale: grazie ai fondi per il 2007, sarà possibile realizzare la prima Conferenza dei Giovani Italiani all’Estero, portando in Italia 1000 giovani, confrontandosi con loro per individuare strumenti utili ad ottenere adeguata rappresentanza nel proprio paese di origine. Per il riordino degli uffici consolari e ambasciate, invece, i fondi necessari si aggirano intorno ai 100 milioni di euro. E’ necessaria una razionalizzazione delle strutture consolari, come già ricordato dall’Ambasciatore Massolo nell’audizione alla Camera. L’obiettivo è quello di evitare il blocco delle assunzioni previsto nei casi di aggravio della spesa dal comma 404 della Finanziaria 2007. In chiusura, il Vice Ministro ha voluto ricordare il progetto del Museo Nazionale dell’Emigrazione Italiana, dovere morale nei confronti della “diaspora”: 27 milioni di italiani emigrati dal 1861 al 1975. Menzione particolare è stata fatta da Danieli sul voto degli italiani all’estero, ovvero sulle proposte di modifica della legge elettorale. Tre le proposte di modifica descritte dal Governo: modalità di scrutinio, definizione delle liste elettorali e revisione dei sistemi postali utilizzati. Governo che si dichiara in pieno accordo con il Ministero dell’Interno e con il Ministero degli Affari Esteri, sottolineando la necessità di riformare la struttura del Cgie e dei Comites, per creare una reale e organica relazione tra la rappresentanza parlamentare e gli organi consultivi.

Elio Carozza, Segretario Generale del Cgie, dà il cambio al Vice Ministro. La relazione del Comitato di Presidenza è una dichiarazione di intenti: promozione della lingua e della cultura italiana prima di tutto. Entusiasmo per la delegazione dei Giovani Italiani all’estero, in attesa della loro Prima Conferenza e presenti all’Assemblea Plenaria. E il tema chiave dell’assistenza sociale per i connazionali all’estero.

I giovani, le seconde generazioni. Secondo il rapporto annuale della Fondazione Migrantes, oggi gli Italiani espatriano per ragioni differenti: cercano migliori opportunità, contesti adeguati, hanno un livello di studio elevato. Grande interesse per la futura Conferenza Mondiale Giovani Italiani all’estero: un evento che, per il Cgie, dovrà rinnovare il rapporto tra le parti.

L’intervento del Segretario Generale è accorato, per arrivare a consegnare al Governo e al Parlamento quattro documenti propositivi di azioni concrete, nonostante l’Italia attraversi oggi “un momento che sappiamo essere delicato…”.

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“La stagione delle riforme non avanza come auspicato”. Perciò, azzarda il Segretario, alla Conferenza Stato-Regioni-Provincie Autonome, prevista per il prossimo 6 dicembre, potrebbe partecipare anche una rappresentanza del Cgie.

Il 2008 preoccupa tutti. Per impedire i tagli di 7 milioni di euro, anche all’assistenza sociale, previsti dal comma 404 della Finanziaria 2007 in caso di non raggiungimento dei parametri. Resta irrisolto il problema della qualificazione e riorganizzazione della rete consolare, per cui restano confermate le risorse del 2007 che sono, secondo Carozza, del tutto inadeguate. Il Cgie è, nelle parole del suo Segretario, disponibile a collaborare con il Governo per una seria riforma della rete consolare. Ed è qui che l’assemblea applaude.

Il Presidente del Comitato degli Italiani all’estero presso la Camera, Onorevole Franco Narducci, prosegue i lavori. “Mi pare che Danieli e Carozza non si siano nascosti dietro al classico dito. È importante per il Cgie, che può ancora rappresentare le questioni e le sfide e deve dare voce alle attese dei nostri connazionali nel mondo”. Sceglie la via della propositività: “Si è parlato troppo poco di italiani all’estero. Come può l’Italia pensare al proprio futuro, se non rivedendo il suo legame con la diaspora?”. Gli strumenti, volendo, ci sarebbero. Narducci, tra tutti, cita Rai International, volgendo lo sguardo verso il suo Direttore, Pietro Badaloni.

Il Presidente del Comitato per gli Italiani all’estero tenta di comprendere la “genesi del maledetto comma 404” della Finanziaria 2007. “Al Parlamento non ne abbiamo avuto visualizzazione”. Un emendamento che sarebbe passato all’ultimo, nella concitazione dei tempi e che oggi, in quanto legge dello Stato, comporta degli obblighi da assolvere. “Volere essere protagonisti nel mondo, e tagliare fuori le antenne del nostro paese sui territori – i consolati – non è pensabile”, conclude Narducci.

Al termine dei lavori della prima giornata si è aperto il dibattito, con il primo intervento del Consigliere di Nomina Governativa Gianluigi Ferretti, che ha espresso il proprio dissenso sulla relazione del Governo, soprattutto circa il progetto di riordino degli uffici consolari. Aspetto valutato criticamente anche dal consigliere Della Nebbia, che contesta la mancanza di una adeguata comunicazione tra il Governo e il CGIE. Il Consigliere Ferretti ha, inoltre, contestato il caricamento sui capitoli di Bilancio del Ministero degli Affari Esteri con riferimento a spese relative al Centro Internazionale di Formazione dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro (CIF-OIL) – come già precedentemente denunciato dalla testata diretta dal Consigliere, L’Italiano, quotidiano del centro-destra rivolto agli italiani all’estero. Subito dopo è stato il turno di Claudio Pieroni, Consigliere per il Brasile, che ha voluto portare all’attenzione dell’Assemblea, le firme di 22.268 oriundi italiani residenti in Brasile, che protestano per le difficoltà nello smaltimento delle pratiche attinenti alla richiesta di cittadinanza italiana. Allo stato attuale ci vorrebbero cinquant’anni per smaltire le circa 800.000 richieste di cittadinanza italiana nel paese. E’ stata poi la volta del Vice Segretario Andrea Amaro, che ha elogiato le linee guida della relazione del Governo, sottolineando con soddisfazione l’efficace lavoro dei parlamentari eletti nella circoscrizione estero soprattutto nella modifica dello stanziamento delle risorse finanziarie per gli italiani all’estero 2007.

Dubbi invece sono stati espressi dal Vice Presidente sulla genericità delle cifre e dei modi di recuperarle nell’ambito delle operazioni di riordino degli uffici consolari. Il Consigliere Alberto Bertali, dalla Gran Bretagna, ha, invece, criticato le parole di elogio

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del Vice Presidente. ‘ necessario, sostiene, ricominciare a vedere agli uffici consolari come una risorsa, e non un costo, come invece traspare dai tagli e dagli accorpamenti previsti per le sedi diplomatiche.

Il consigliere Augusto Sorriso, dagli Stati Uniti, denuncia invece l’impossibilità di dialogo con il Governo, reo, secondo il Consigliere di avere preso le decisioni sulle sedi consolari senza la necessaria consultazione con il Cgie.

L’Onorevole Guglielmo Picchi, eletto sulla Circoscrizione Estero, Ripartizione Europa, ha espresso il proprio disappunto per l’assenza di un rappresentante del Governo nella fase del dibattito, ritenuta fondamentale nei rapporti che l’Esecutivo deve mantenere con gli organi consultivi. Critiche inoltre sono state mosse per la decisione di eliminare la sede consolare di Edimburgo, che, secondo l’Onorevole, porterà indubbie difficoltà per gli italiani residenti in quelle zone. A chiusura del suo intervento, l’Onorevole Picchi ha sottolineato come scelte come quelle sulla riforma della Costituzione, con particolare riguardo alla connotazione federale del “nuovo” Senato. Intervento improntato all’alleggerimento da parte del rappresentante dell’Unaie, Domenico Azzia, che si è più che altro soffermato in un affettuoso ringraziamento, accomiatandosi dalla reggenza della VI commissione tematica, rientrata sotto la guida dell’Ufficio di Presidenza precedente.

Il Consigliere Paolo Castellani ha voluto palesare il proprio disappunto per un passaggio della relazione del Governo in cui, in tema di assistenza, non ha rintracciato, tra i paesi che in futuro beneficeranno del sussidio, il Cile, l’Ecuador ed il Perù; grave mancanza per il consigliere, che ha denunciato la situazione di difficoltà di molti connazionali in quei paesi. Il consigliere Filomena Narducci, dall’Uruguay, oltre ad esprimere completo appoggio sulla vicenda cilena sollevata dal consigliere Castellani, ha posto l’accento sulla necessità di superare le contrapposizioni politiche per consentire al Cgie di operare serenamente per il conseguimento di obiettivi che vanno considerati comuni. Il Consigliere, di nomina governativa, Claudio Pozzetti ha voluto porre l’attenzione sul principio della obbligatorietà dei pareri del Cgie, aspetto a suo avviso decisivo per l’efficienza del CGIE. Prima dell’ultimo intervento dell’Onorevole Massimo Romagnoli, eletto nella circoscrizione estero ripartizione Europa, è stata la volta de consigliere Domenico Marozzi, dal Canada, che ha contestato la chiusura dell’ufficio consolare di Edmonton, accorpato a Vancouver nel piano di riordino. L’Onorevole Romagnoli, fortemente critico nei confronti della chiusura delle sedi consolari, ha riassunto le critiche più forti emerse nel corso di questo primo dibattito.

Angela Gennaro e Francesco Giurato / News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2069&titolo=Prima%20giornata%20di%20plenaria%20all%E2%80%99insegna%20delle%20chiusure%20dei%20consolati

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SERVIZI DEL GIORNO 07 Novembre 2007 ore 19.40 Speciale CGIE LA PLENARIA APPROVA IL DOCUMENTO SULLA CONFERENZA MONDIALE DEI GIOVANI/ IL PRESIDENTE ERIO: DIAMO VOCE E PARTECIPAZIONE A QUESTA GRANDE RISORSA ROMA\ aise\ - "I giovani italiani all’estero sono un’importante risorsa per la proiezione dell’Italia nel mondo: sono intermediari necessari, mediatori culturali ed economici in rappresentanza del nostro Paese. È pertanto necessario riconoscere questa loro funzione e dare adeguati spazi di intervento nella partecipazione alla definizione delle politiche per gli italiani all’estero". È questa la premessa del documento proposto oggi da Carlo Erio a nome della Commissione Nuove Migrazioni e Generazioni Nuove, durante l’Assemblea Plenaria del Cgie, in corso alla Farnesina. Il documento propositivo, approvato all’unanimità al termine dei lavori odierni, recepisce il documento di indirizzo che tre esperte del gruppo giovani hanno presentato alla VII Commissione, riunita a Roma il 6 e 7 luglio scorsi, in vista della Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani nel Mondo che si terrà entro il 2008. La missione che si propone il documento è quella di dare voce ai giovani italiani e di origine italiana residenti all’estero, innanzitutto attraverso un incremento del loro interesse nei confronti della realtà e della cultura italiana. "Le giovani generazioni di italiani residenti all’estero sono rimaste per lungo tempo in una situazione di abbandono", ha spiegato Erio. "Si avverte però, oggi, una riscoperta identitaria, una nuova coscienza di diritti e doveri". Secondo il consigliere del Cgie questo fenomeno è in gran parte dovuto al voto degli all’estero per corrispondenza il quale, raggiungendo una massima percentuale di individui, tra cui i più giovani, ha aperto le porte ad una nuova "lettura della cittadinanza" quale momento di partecipazione sociale, culturale e politica. "Questo ricoscimento", ha proseguito Erio, "ha risvegliato la loro voglia di sentirsi parte di un qualcosa che prima era solo teoria, era solo evanescente memoria tramandata dai padri in senso lato". Un secondo obiettivo del documento è poi quello di facilitare la comunicazione sia tra i giovani italiani all’estero sia tra gli stessi e i giovani italiani in Italia. "La loro voglia di incontrarsi, di conoscersi e di discutere la situazione di identità diverse e differenti, le loro espressioni culturali che esprimono valori di solidarietà comuni, sono elementi forti e stravolgenti che ci debbono fare riflettere come italiani tout-court", ha commentato il consigliere, secondo il quale "la comunicazione in tutte le sue forme e l’informazione sono le basi di recupero di questa identità, basi di interculturalità sommersa e basi di interscambio per un arricchimento comune. È perciò normale trovare richieste di più media e di informazione di ritorno. L’enorme quantità di notizie provenienti dall’Italia e sull’Italia, che viaggia tramite internet o diffusa dai media tradizionali, non soddisfa, se non in parte, le richieste delle comunità italiane all’estero ed ancor meno alla grande esigenza di conoscenza dei giovani italiani o di origine italiana all’estero". Un recupero del dialogo sostenuto anche dalle nuove tecnologie che "i giovani sanno manovrare in maniera eccellente per trovarsi senza conoscersi e per parlare senza legami; coscienti che la lingua comune di cui chiedono maggiore e professionistico apprendimento è una ferma base di partenza per questo dialogo", ha chiarito il presidente della VII commissione. Il documento vuole inoltre favorire il coinvolgimento dei giovani italiani all’estero nelle strutture associative e rappresentative della società. "L’associazionismo è un’altra forma di avvicinamento alla riscoperta delle origini, un’altra forma di partecipazione sociale, civile e quindi politica", ha osservato Erio, per il quale è necessario incrementare la partecipazione a livello locale per creare una rete meglio

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organizzata anche a livello transnazionale. "Tale rete darà la possibilità di creare un vero dialogo fra tutti gli attori coinvolti, una comunicazione dinamica e pluridirezionale tra i giovani italiani all’estero, nei e fra i propri Paesi, e i giovani in Italia". Il documento approvato questa mattina è dunque considerato un elemento essenziale per il buon esito della prossima Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani nel Mondo. A tal fine, un ruolo fondamentale sarà senz’altro svolto dalla rete diplomatico-consolare e, insieme ad essa, dai Comites locali con università, associazioni, Istituti di Cultura e Camere di Commercio, con il compito di accompagnare, sostenere e motivare i giovani all’incontro, allo scambio e alla discussione. "La conferenza mondiale dei giovani italiani nel mondo è un evento che non sarà solo un punto d’arrivo, ma servirà a monitorare desideri e speranze, affinché", ha concluso il presidente Erio, "tutte le centinaia di migliaia di donne e uomini oggi giovani, a cui l’Italia avrà risposto, si chiedano domani, meno giovani, non solo cosa l’Italia può fare per loro ma anche, soprattutto, cosa loro potranno fare per l’Italia". (tommaso sampaolo\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49325

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SERVIZI DEL GIORNO 07 Novembre 2007 ore 19.18 Speciale CGIE RETE CONSOLARE CULTURA CITTADINANZA E NUOVE GENERAZIONE: PRESENTATE IN PLENARIA LE RELAZIONI DELLE COMMISSIONI CONTINENTALI DEL CGIE ROMA\ aise\ - Ristrutturazione della rete consolare, diffusione della cultura e della lingua italiana nel mondo, rilascio gratuito dei passaporti agli emigrati italiani, coinvolgimento delle nuove generazioni nella vita associativa e implementazione delle pensioni per gli italiani all’estero. Questi alcuni dei temi riportati dai presidenti delle quattro Commissioni Continentali del Cgie nelle relazioni conclusive della riunione di lunedì scorso, presentate oggi nella seconda giornata di lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie, in corso alla Farnesina. Ad aprire i lavori il presidente della Commissione Continentale Europa e Nord Africa, Lorenzo Losi, che ha spiegato come "la Commissione ritenga inaccettabile ogni forma di risparmio che tende al ridimensionamento della rete consolare, già oggi carente nell’offerta dei servizi ai connazionali. La rete consolare va al contrario potenziata, perché è una risorsa anche per lo Stato italiano". Losi ha sottolineato anche che la rete dei servizi va migliorata nella qualità e nella qualità dell’offerta e che "è assolutamente inaccettabile che il Consiglio Generale non sia stato coinvolto nei processi decisionali che riguardano i cittadini italiani all’estero". "Quando il Consiglio si ritrova a dover ratificare decisioni già prese altrove, come nel caso di Innsbruck e Vienna, la chiusura di Esch sur Alzette e di Edimburgo", ha aggiunto Losi, "viene scavalcato nelle sue funzioni e respinge con forza questa tendenza. Queste sono azioni di vera e propria delegittimazione del Consiglio stesso". Anche Francisco Nardelli, presidente della Commissione Continentale America Latina, ha riportato che "la Commissione Continentale chiede di risanare le carenze storiche della rete consolare che hanno accumulato nel tempo un continuo arretrato nelle pratiche di cittadinanza e una complessiva inadeguatezza di tutti i servizi consolari". Andrea Amaro, presidente della terza Commissione di nomina Governativa, nel suo intervento ha sottolineato che anche la sua Commissione "ha chiesto, come tutti, un progetto generale per la ristrutturazione della rete consolare. Il suo risanamento e la sua riorganizzazione hanno bisogno di grandi risorse e quindi si deve affrontare il tema in maniera generale, organico, nella quale prendere in considerazione tutti gli aspetti, positivi e negativi". Losi, continuando il suo intervento, ha riferito anche dell’altro tema affrontato dalla sua Commissione, la questione del rilascio gratuito dei passaporti. L’attuale normativa, in particolare l’art. 19 della Legge 1185/67, ha ricordato Losi, recita che "nessuna tassa è dovuta per il rilascio o il rinnovo del passaporto ordinario in Italia e all’estero da coloro che sono da considerare emigranti ai sensi della norma sulla emigrazione e dagli indigenti". Secondo il Decreto 2205/19 art. 10 "ogni cittadino che espatri esclusivamente a scopo di lavoro manuale o per esercitare il piccolo traffico o vada a raggiungere il coniuge, ascendenti o discendenti". Questa legge, però, "è interpretata con molta differenza tra consolato e consolato, in generale in maniera restrittiva a danno dell’utenza, sia per quello che riguarda i connazionali indigenti sia per l’interpretazione di cosa sia "lavoro manuale" e "piccolo traffico"". La Commissione Continentale Europa e Nord Africa ha chiesto, dunque, che "siano attuate delle linee direttiva comuni d’interpretazione della normativa in vigore per evitare che ci siano discriminazioni tra connazionali che vivono nelle diverse circoscrizioni consolari" e che ci sia inoltre "un’interpretazione

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realistica e non restrittiva della normativa che riguarda i concetti di "lavoro manuale e "piccolo traffico"". "A tutti coloro che rientrano in queste categorie", ha concluso Losi, "deve essere riconosciuta la gratuità del passaporto. Questa commissione ritiene inammissibile e perfino immorale che l’Amministrazione interpreti in maniera "furbesca" la legge dello stato". Di diversa natura le tematiche riportate da Francisco Nardelli, rappresentante della Commissione Continentale America Latina, dove si chiede soprattutto "l’implementazione del pagamento delle pensioni, l’assicurazione privata della salute, già in corso in alcuni Paesi dell’area, e l’assegno di solidarietà per gli emigrati italiani". Al centro dei lavori della Commissione, ha spiegato il suo presidente, "c’è stata anche l’analisi del coinvolgimento delle nuove generazioni". Nardelli ha riferito che la sua commissione ha "avuto un lungo scambio di idee con i giovani rappresentanti invitati qui oggi che hanno espresso la necessità della Conferenza Mondiale entro il 2008". Occorre dunque "definire politiche specifiche a loro favore per avviare un rapporto continuativo e di scambio proponendo un legame a livello internazionale perché i giovani sono una risorsa". "Abbiamo accettato la proposta dell’Intercomites dell’Argentina", ha continuato Francisco Nardelli, "poi approvata dagli altri Intercomites dell’area adiacente, di sollecitare la modifica alla legge istitutiva del Comites per consentire loro una maggiore libertà di scelta e capacità operativa sul territorio insieme alla riforma istitutiva del Cgie per garantire l’aggiornamento di tutte e due le istituzioni". Sulla stessa linea la Commissione dei Paesi Anglofoni extra europei. "I giovani che hanno partecipato alle riunioni della Commissione Continentale hanno espresso la volontà di conoscere con sufficiente anticipo gli obiettivi della conferenza e i criteri di partecipazione", ha spiegato il presidente Giovanni Rapanà. "Dobbiamo renderci conto", ha continuato, "che sono giovani di origine italiana ma cresciuti in Paesi diversi dall’Italia e con culture diverse che difficilmente comprenderebbero i motivi di un’inadeguata preparazione ad un evento di tale importanza". "I Comites del Canada, degli Stati Uniti, del Sud Africa e dell’Australia e gli stessi componenti del Cgie della Commissione Anglofona", ha concluso Rapanà, "hanno espresso l’auspicio che vengano coinvolti nella preparazione della Conferenza sia all’estero che in Italia". Nardelli, nella sua relazione ha riferito anche del tema riguardante "la riforma della legge 153 per la diffusione della lingua e la cultura italiana nel mondo e ribadito l’urgenza della riforma delle leggi istitutive dei Comites e del Cgie che devono aggiornarsi per completare la rappresentanza degli italiani nel mondo con i parlamentari eletti all’estero". Il rappresentante della Commissione Continentale America Latina ha poi sottolineato che "la commissione ritiene necessario approvare delle leggi per il riacquisto della cittadinanza da parte di coloro che l’hanno persa per motivi di lavoro, i loro figli maggiorenni, ed è auspicabile il riconoscimento della cittadinanza anche ai figli di madri italiane emigrate prima del ’48". Sulla questione delle pensioni "si sono riscontrati gravi problemi per le implementazioni in quasi tutti i Paesi dell’area con insufficienti risposte degli enti preposti al pagamento. Questa è una vera violazione della convenzione sottoscritta dall’Inps e dalla Banca di Credito Popolare", ha dichiarato Nardelli. "Questi problemi che permangono si riscontrano anche nelle condizioni di riscossione di pagamento delle pensioni, scarsa chiarezza delle informazioni, inadeguatezza dell’infrastruttura e insufficiente copertura territoriale. Abbiamo incontrato i responsabili dell’Inps che non erano a conoscenza di questi problemi e si sono resi disponibile ad una streta collaborazione con il Cgie, i Comites ed i Patronati per verificare l’adempimento delle condizioni stabilite dalla convenzione a favore dei nostri pensionati". Inoltre la Commissione "riconosce i risultati positivi del piano di assicurazione sanitaria portato avanti in Colombia con 200 beneficiari ed in Venezuela circa mille, si spera in un beneficio simile anche in Argentina e in tutti i Paesi dell’area". In attesa che venga approvata in parlamento la legge che istituisca l’assegno di solidarietà agli emigrati italiani, Nardelli "auspica che vengano messi a disposizione fondi specifici per sanare la mancanza di quest’assegno, per gli anziani i disabili e per chi vive nel disagio economico in America Latina". Sulla diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo, "la Commissione considera prioritaria la riforma della legge 153 adeguandola ai bisogni attuali, tenendo conto di garantire la qualità dell’insegnamento e la necessità di sostegno tramite nuovi contenuti e nuove tecnologie multimediali facilitando l’accesso al materiale didattico e alla formazione continua degli insegnanti in loco". Rapanà riassumendo gli altri temi affrontati dalla sua Commissione ha affermato che "è necessario che vengano fatti alcuni interventi per migliorare l’applicazione della legge 459 del 2001 sotto il profilo della garanzia di segretezza, riservatezza e di personalizzazione del voto, senza tuttavia mutare alcuni aspetti fondamentali della legge stessa come quello che assicura la partecipazione passiva ai soli cittadini residenti all’estero per corrispondenza". Si è inoltre fatto portavoce dell’esigenza di "fare in modo che l’elenco degli elettori venga costantemente aggiornato e la commissione auspica la rapida entrata in funzione dell’anagrafe integrata sulla quale potranno intervenire ed interagire i consolati ed i comuni in tempo reale con l’aggiornamento dei dati".

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Infine, "sulla complessa materia della cittadinanza, sappiamo che il Governo intende disciplinare con una legge organica i vari aspetti che riguardano sia chi ha lasciato l’Italia sia chi arriva in Italia. Il riacquisto della cittadinanza ci auspichiamo possa essere risolto in tempi brevi attraverso un percorso, se necessario, disgiunto dal progetto di legge organico anche presentando un apposito emendamento alla finanziaria. Questa legge rappresenterebbe un atto di giustizia nei confronti di tanti connazionali che hanno perso la cittadinanza italiana a seguito dell’acquisto di un nuova cittadinza", ha concluso Rapanà che, al termine del suo intervento, ha annunciato le dimissioni dalla carica di presidente della Commissione, per poter recuperare, ha detto, una "libertà di espressione e di azione che nella mia posizione sono stato costretto a far passare in secondo ordine". (federica cerino\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49323

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SERVIZI DEL GIORNO 07 Novembre 2007 ore 20.03 Speciale CGIE I GIOVANI ITALIANI ALL’ESTERO PROTAGONISTI DELLA PLENARIA DEL CGIE ROMA\ aise\ - "In molti Paesi stiamo perdendo la nostra identità italiana originaria e non vogliamo che questo avvenga. Intendiamo valorizzare e far conoscere questa importante risorsa, di cui siamo pienamente orgogliosi". È questo il leit-motif degli interventi dei 17 giovani intervenuti al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero per illustrare le esigenze scaturite dagli incontri promossi dal CGIE, Comites, Regioni e mondo dell’associazionismo, in vista della Conferenza Mondiale dei giovani italiani all’estero, preannunciata per la fine del 2008. Il tema trattato durante l’Assemblea è stato, come accennato, quello del maggiore coinvolgimento dei giovani italiani e di origine italiana all’estero nei confronti della realtà e della cultura del loro Paese di origine. Con questi sentimenti, caratterizzati da un dichiarato forte impegno, i giovani hanno dunque dato vita ad un documento contenente gli elementi da loro ritenuti "essenziali" per la riuscita del complesso progetto di recupero e di mantenimento del legame con l’Italia. Il documento è stato approvato all’unanimità al termine dei lavori odierni. "Non guardate noi italiani residenti all’estero come un investimento a fondo perso. Siamo un investimento reale, siamo la vostra pubblicità all’estero, le vostre banche: mettete 10 e potete anche raccogliere 100. Non considerateci come persone che hanno bisogno di aiuto fine a se stesso: abbiamo bisogno di aiuto per crescere per aiutare voi". Sono queste le parole espresse da Aziza Oussayef, delegata rappresentante dei giovani italiani residenti in Algeria. In Venezuela, sono molti gli italiani di seconda, terza e quarta generazione che non hanno la possibilità di frequentare scuole italiane. "Le poche scuole presenti hanno un eccessivo costo, spesso impossibile da affrontare per una famiglia normale", ha spiegato Giovanni Lombardo, delegato per il Venezuela. "Occorrerebbe un maggior impegno a favore della diffusione della cultura della madre patria. Le istituzioni italiane hanno contribuito e contribuiscono ancora allo sviluppo economico di questo Paese, attualmente però si vive una difficile situazione sociale e politica che costringe i giovani a cercare nuove opportunità di lavoro e studio per il proprio sviluppo personale e professionale. Molti di loro", ha proseguito Lombardo, "vorrebbero trovare in Italia quello spazio che circa 50 anni fa genitori e nonni hanno lasciato vuoto emigrando dal loro Paese d’origine. L’Italia è in grado di accogliere questi giovani che, orgogliosi delle loro origini, saprebbero ben integrarsi nella madre patria, impegnandosi ad aumentare questa ricchezza bilaterale?". Elena Sallusto, delegata per gli italiani in Grecia, ha invece riscontrato nella sua comunità un certo "allontanamento delle nuove generazioni italiane dal Paese d’origine"; comunità che, evidentemente, si è ben inserita nella realtà greca. Una buona integrazione nella società ospitante "sia come persone che come forza lavoro" emerge anche dall’ intervento di Andreas Vinaccia, rappresentante dei giovani italiani in Svezia.

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Dello stesso parere è Michael Donato, delegato per l’Australia, che ha però notato, in questi ultimi anni, una "rivalutazione delle origini italiane" nella propria comunità. Secondo Donato "il documento presentato oggi dalla VII Commissione e la Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani nel mondo rafforzeranno questo rinnovato interesse". L’identità italiana si sta perdendo anche nelle comunità residenti in Perù. In questo Paese "gli italiani non sono tantissimi ma sono comunque ben inseriti", ha osservato Massimo Galluzzo secondo il quale "non essendoci più le forti migrazioni di qualche decennio fa, le seconde, terze, quarte generazioni sono sempre più lontane dalla madre patria. A scuola si studia solamente la storia dell’Italia e c’è un distacco con l’Italia politica, sociale e istituzionale di oggi", ha spiegato il delegato per il Perù. Un discorso diverso va fatto invece per la comunità italiana in Canada. "L’identità italiana tra i giovani non si è persa ed è ancora forte il senso di appartenenza verso la madre patria" ha osservato Emilia Barbiero, rappresentante canadese. Francesco Tuzzolino, delegato per gli Stati Uniti, laureatosi a Palermo ed emigrato recentemente per motivi lavorativi rappresenta indubbiamente la "nuova emigrazione". "Una volta laureati si perde spesso il senso della Patria", ha riferito Ruzzolino secondo il quale per evitare un distacco totale "è necessario creare una rete di giovani all’estero attraverso il lavoro dei Comites e delle Associazioni". La Svizzera è stata considerata dalla propria rappresentante Nadia Laielli come un "isola felice" sia per quanto riguarda i servizi offerti, sia per la consistente rappresentanza italiana. "è importante però", ha riferito, "riscoprire la vera identità italiana, con i suoi valori e le tradizioni". La risposta ai bisogni di queste realtà non può dunque essere univoca ma differisce dal contesto geo-politico e sociale di appartenenza: cioè che è valido per alcuni Paesi è meno rilevante per altri. Un dato, comunque, emerge identico in tutti i contesti: la valenza che l’identità ha nella memoria delle origini ed in quella dei processi di radicamento sul territorio del Paese di residenza, come anche nell’espressione di valori e credenze che spesso incredibilmente sopravvivono nei più diversi contesti culturali. A dare il benvenuto ai giovani anche alcuni rappresentanti del Cgie, rappresentanti del Governo e delle Regioni. Tra questi anche l’on. Mirko Tremaglia, padre del voto degli italiani all’estero, che ha voluto rivolgere un ringraziamento ai giovani presenti perchè con la loro presenza dimostrano di voler "partecipare con uno spirito d’italianità a quello che è avvenuto da un secolo a questa parte, cioè l’emigrazione dei loro padri e dei loro nonni". "Oggi", ha continuato l’on. Tremaglia, "voi battendovi per questa causa d’italianità esaltate tutta la nostra emigrazione". Richiamando la questione del voto e del diritto di esercizio ad esso Tremaglia ha affermato che "se si riuscirà ad avere la legge della bicamerale significherà avere finalmente per i parlamentari e i senatori eletti all’estero la possibilità di esercitare un’azione politica sul Parlamento Italiano. Se la legge sarà approvata - ha aggiunto - noi faremo venire a Roma i 395 parlamentari eletti all’estero". Quindi "è necessaria la difesa del voto a tutti i costi perché in questi giorni ho visto operazioni di sabotaggio nei confronti degli italiani all’estero. Voi giovani dovete essere all’avanguardia per poter affermare la nostra patria. Dobbiamo essere tutti uniti nella difesa del voto", ha concluso l’on. di AN . In rappresentanza del Ministero per le Politiche Giovanili Enrico Bertoli ha voluto portare il saluto del Ministro Melandri e assicurare la collaborazione del Ministero nella preparazione della Conferenza Mondiale e per la creazione del web forum in programma. Tra i consiglieri del Cgie Giangi Cretti ha voluto sottolineare come l’obiettivo di mille partecipanti alla Conferenza Mondiale non siano una "fiera", ma un punto di arrivo. Inoltre secondo Cretti la fase più importante sarà "il percorso, come arriveremo alla Conferenza sarà la risposta alla domanda "cosa farete da grandi?". "Quello che farete", ha asserito Cretti, "dipenderà da quello che saprete seminare in questa fase, quello che vi saprete prendere. La sfida la vincerete se voi riuscirete ad intercettare quelli che non fanno parte come voi del mondo associativo. La sfida sarà intercettare quelli che ruotano all’esterno". Il consigliere Alberto Bertali, è poi intervenuto chiedendo cosa ha spinto questi giovani a "venire qui ad ascoltarci e a farsi ascoltare", dal momento che "in tutti questi anni noi abbiamo

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avuto delle esperienze fallimentari nell’avvicinare i giovani e a farli interessare al mondo associativo. La vostra presenza oggi è una piccola consolazione". A rappresentare le Regioni, Lorenzo Murgia, vice presidente del Consiglio dei Toscani all’Estero, e Silvia Bartolini, presidente della Consulta degli Emiliano Romagnoli nel Mondo, che hanno portato la loro esperienza nell’affrontare la realtà associativa con i giovani. "Finalmente stiamo iniziando a dare seguito a degli impegni presi diversi anni fa", ha dichiarato Murgia. "I giovani intervenuti ci chiedono di conoscere l’Italia in modo diverso. Noi come Regione - ha continuato - abbiamo concesso ai giovani un’autonomia organizzativa, abbiamo concesso di avere delle associazioni che non sono quelle degli adulti dalle quali non si sentono rappresentati. I problemi sono vissuti in maniera diversa, anche il rapporto con l’Italia è vissuto in modo diverso. Noi - ha concluso - abbiamo inserito nella Consulta anche i giovani, facendo partecipare di diritto a tutte le riunioni i 4 coordinatori continentali". Silvia Bartolini ha poi riportato l’esperienza fatta nella preparazione della conferenza dei giovani di discendenza Emiliano Romagnoli, spiegando che "la Regione ha chiesto ad ognuno delle nostre associazioni di segnalare un giovane tra i 18 e i 36 anni ma non tutte le associazioni hanno tra gli iscritti dei giovani al di sotto dei 36 anni". Così, "ne abbiamo in tutto 80 che hanno preso parte alla conferenza dei giovani di discendenza Emiliano Romagnoli. La conferenza è stata un successo. E la chiave del successo è stata la scelta delle tematiche avvenuta su proposte dei giovani consultori. I gruppi di lavoro sono stati produttivi perché i lavori non sono stati seguiti con spirito paternalistico. Sono stati prodotti progetti di grande interesse e di grande qualità, concreti ed innovativi. Suggerisco di preparare il Convegno mondiale – ha concluso - con strumenti telematici e con le Conferenze Continentali, e di evitare il paternalismo". Mario Tommasi, presidente della Commissione III ha espresso la speranza che "il lavoro d’indagine promossa dagli stessi giovani rappresentanti non vada disperso ma serva come base per l’organizzazione della Conferenza Mondiale". Il presidente della IV Commissione, Giovanni Tassello, ha fatto notare di aver riscontrato che "nel documento presentato dai giovani non ho visto accenno al tema della Solidarietà. Credo – ha continuato - che invece possa essere un tema che unirebbe la realtà di molti giovani italiani all’estero con i giovani che sono qui nel nostro Paese. Il dialogo che deve esserci tra noi adulti e i giovani deve essre un dialogo multigenerazionale, cioè deve portare ad uno scambio di informazioni tra diverse generazioni. Ed è per questo – ha concluso - che Comites, Cgie, Regioni e Ministero devono lavorare insieme". Tocca dunque all’Italia investire su questi giovani e lo farà attraverso la preparazione della Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani nel Mondo prevista per il 2008 che, secondo il Segretario generale del CGIE, Elio Carozza, "aprirà una nuova tappa della storia dell’emigrazione italiana nel mondo". (tommaso sampaolo\federica cerino\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49329

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SERVIZI DEL GIORNO 07 Novembre 2007 ore 17.25 Italiani nel Mondo DOCUMENTAZIONE/ IL TESTO DELLA CONVENZIONE STIPULATA TRA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E RAI INTERNATIONAL ROMA\ aise\ - Firmata lo scorso 26 luglio e divenuta esecutiva dopo il decreto del 3 agosto, la Convenzione tra la Presidenza del Consiglio e la Rai ha fissato il tracciato su cui dovrà muoversi la direzione di Rai International, canale non solo tradizionalmente dedicato agli italiani all’estero ma anche aperto ad una programmazione rivolta agli amanti dell’Italia, della sua cultura, del suo stile di vita. Di seguito pubblichiamo il testo integrale della Convenzione per utile documentazione. "Premesso che in relazione all’evoluzione dello scenario audiovisivo europeo ed internazionale, alla crescente attenzione sulle tematiche inerenti la comunicazione quale strumento di integrazione e di partecipazione al servizio dei cittadini, la Rai, Radiotelevisione italiana Spa e la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l’informazione e l'Editoria hanno attivato un nuovo rapporto convenzionale destinato a disciplinare la complessiva programmazione radiofonica e televisiva destinata all'estero oggetto dell’offerta di Rai International, sostanzialmente innovata sia nella qualità che nella differenziazione degli strumenti trasmissivi con l'aggiunta di nuovi ulteriori servizi diffusi anche per tutto l’arco delle 24 ore. Premesso che nel contesto indicato, la nuova offerta intende connotarsi per la centralità dell'impegno assunto dalla Rai a predisporre programmi radiofonici e televisivi per la diffusione della lingura e della cultura italiana nel mondo in modo da rappresentare la complessiva realtà del Paese, le dinamiche di sviluppo e le diverse prospettive culturali, istituzionali, imprenditoriali e sociali nella loro interezza; considerato che la Presidenza del Consiglio ai sensi degli articoli 19, primo comma lettera b) e 20, terzo comma, della legge 14 aprile 1975 n. 103, per il raggiungimento dei propri fini istituzionali, si avvale della società concessionaria dello Stato per la predisposizione di programma radiofonici e televisivi per la diffusione della lingua e cultura italiane nel mondo attraverso convenzioni pluriennali, le cui condizioni e modalità delle prestazioni erano rinegoziate ogni triennio ai sensi dell’art. 19 della convenzione approvata con decreto del Presidente della Repubblica 28 marzo 1994; all'esito dell’attuale negoziazione, le condizioni e modalità delle prestazioni sono state individuate e con la prèsente disciplinate a decorrere dakl 1 gennaio 2007 per il triennio successivo (2007/2009) e saranno comunque rinegoziate per i successivi trienni; considerato che ai sensi dell’art. 45 del Testo Unico della radiotelevisione emanato con decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177 iI Ministero delle Comunicazioni e la Rai hanno rinnovato il contratto nazionale di servizio relativamente al triennio 2007/2009 avente ad oggetto l’attività che la società concessionaria svolge ai fini dell’espletamento del servizio pubblico radiotelevisivo; visto l'art. 49 comma l del Testo Unico che prevede che la concessione del servizio pubblico generale radio televisivo è affidata alla Rai Radiotelevisione italiana Spa fino al 6 maggio 2016; considerato che la RAI, ai sensi della predetta normativa, ed in particolare del Testo Unico e del contratto di servizio, è tenuta alle prestazioni oggetto della presente convenzione finalizzata alla conoscenza e alla valorizzazione della lingua e della cultura italiane; vista la nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria del 14.2.2006 n. 23293 con la quale si informa la RAI di aver preso atto del "Piano di produzione per l’anno 2007” relativo alla Convenzione per la trasmissione di programmi televisivi e radiofonici a destinati a stazioni estere (detta Rai International) con la riserva di modificare in corso di attuazione della

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Convenzione i contenuti informativi e culturali del suddetto Piano all’esito della conclusione dei lavori della Commissione tecnica congiunta tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la RAI - Radiotelevisione italiana; considerato il comune interesse alla definizione di una convenzione che nel quadro dell'evoluzione dello scenario di riferimento e del contesto tecnico-editoriale e normativo rifletta la visione condivisa sulle tematiche della promozione e valorizzazione del sistema Paese nella sua complessità, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e la RAI intendono disciplinare un assetto di principi, condizioni e modalità di offerta televisiva, radiofonica e multimediale che implichino il superamento di una visione di “fornitura basata su parametri quantitativi" a favore della focalizzazione sui criteri della qualità della programmazione e della più ampia diffusione e dell’utilizzo degli strumenti della multimedialità considerato che sono rispettate le finalità previste dalla legge 14 aprile 1975, n. 103 ed il corrispettivo è stato adeguato tenendo conto delle innovazioni sotto il profilo trasmissivo e della qualità dei servizi, diffusi anche per tutto l’arco delle 24 ore, attraverso l'utilizzazione dei programmi e la diffusione delle più significative produzioni del panorama audiovisivo nazionale; considerato che è stata raggiunta una ottimizzazione del segnale di trasmissione mediante tecnologie distributive evolute come quella digitale e quella di internet; considerato l'interesse delle parti a favorire l'estensione della fruizione dell'offerta originale su tutte le aree geografiche di destinazione come individuate nello schema annuale del palinsesto di cui al successivo art. l comma 5, ed in particolare con riferimento alla diffusione in Italia o in Europa; La Presidenza del Consiglio, nella persona di Paolo Peluffo Capo del Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, e la Rai, nella persona del Presidente Claudio Petruccioli e del Direttore Generale Claudio Cappon, si conviene e si stipula quanto segue. Articolo 1 Oggetto e finalità della convenzione 1. La convenzione ha ad oggetto l'offerta di programmazione televisiva, radiofonica e multimediale, nonché i servizi tecnologici di cui Rai abbia la disponibilità per la produzione, o per la trasmissione del segnale relativamente alla programmazione della Rai per l'estero, diffusa anche per tutto l'arco delle 24 ore, in linea con gli obiettivi del servizio pubblico radiotelevisivo e le istanze della Presidenza del Consiglio del Ministri in termini di arricchimento nei contenuti o nelle modalità di fruizione dell'offerta dedicata alla esportazione del sistema paese all'estero. L'offerta televisiva radiofonica e multimediale nonché i servizi tecnologici sopra indicati costituiscono oggetto di autonoma e insindacabile individuazione da parte della RAI, relativamente a composizione editoriale dei palinsesti, ambito territoriale di riferimento. mezzi tecnici di distribuzione, come configurati nello schema annuale di palinsesto di cui al successivo comma 5 ed eventuali successive modifiche ed adattamenti comunicati dalla Rai con i rapporti periodici e le informative di cui ai successivi artt, 3, comma. 4 e 4, comma 3. In coerenza con il carattere innovativo della convenzione, Rai si riserva, d'intesa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l'Informazione e l’Editoria - di valutare anche sulla base di specifiche analisi e studi di settore, una diversa denominazione della complessiva offerta destinata all’estero, nel transitorio della Rai International. 2. In particolare, la Rai intende promuovere la valorizzazione della lingua, della cultura e dell’impresa italiane e garantire un adeguato livello di informazione per le comunità italiane all’estero. 3. La Rai si impegna a ridefinire il target di riferimento della propria offerta internazionale in termini di comunità italiane residenti all’estero, italiani temporaneamente all’estero per motivi dì lavoro o personali e cittadini stranieri di origine italiana; a questi vanno aggiunti i cittadini stranieri interessati o interessabili all’Italia ed al suo sistema di valori, culture, stile di vita, beni artistici e paesaggistici, creatività e prodotti. 4. Per rispondere all’evoluzione in atto nel contesto dì riferimento, la Rai si impegna a: a) assicurare un’adeguata offerta informativa di intrattenimento e culturale con riferimento al target sopra individuato per contributo a mantenere solido e vitale il rapporto tra gli italiani all’estero, le persone di origine italiana e l’Italia, anche attraverso logiche di reciprocità tese a valorizzare in Italia le esperienze degli italiani all’estero, b) consentire ai cittadini italiani residenti all’estero un adeguato accesso all’informazione e alla comunicazione politica, in particolare nei periodi interessati da campagne elettorali e referendarie sulle tematiche di interesse generale e su quelle di interesse specifico (circoscrizioni elettorali di riferimento) c) realizzare nuove ed originali offerte per l’estero rivolte ad aree geografiche particolari e finalizzate a promuovere l’Italia in termini di valori, culture, stile di vita, beni artistici e paesaggistici, produzioni creative, enogastronomiche, industriali e manifatturiere e posizione in ambito internazionale; d) affermarsi come un partner-chiave nel sostegno alla promozione del sistema Italia all’estero; e) informare sulle iniziative istituzionali italiane relative ai temi delle politiche e relazioni internazionali f) verificare le potenzialità di arricchimento dell’offerta e la diffusione nell’area del Mediterraneo e dei Balcani secondo quanto previsto dal precedente comma 1.

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5. La RAI si impegna a trasmettere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, entro il mese di dicembre di ogni anno, lo schema di massima del palinsesto dell’offerta televisiva e radiofonica di cui ai successivi artt 3 e 4.• 6. La Presidenza del Consiglio dei Ministri concede alla RAI a titolo gratuito la licenza non esclusiva per l'utilizzazione e lo sfruttamento nelle sedi oggetto della presente convenzione ivi compresa quella multimediale su qualsiasi piattaforma e senza limitazione di spazio e/o territorio, della library nella propria disponibilità inerente contenuti di natura istituzionale riconducibili ai generi informazione, approfondimento, comunicazione sociale e di pubblica utilità, formazione e promozione culturale, in un’ottica di ulteriore arricchimento della complessiva offerta destinata all’estero ed in linea con le finalità esplicitate nei precedenti commi 2 e 3. Articolo 2 Qualità dell’offerta e monitoraggio La Rai riconosce come tratto distintivo della propria missione di servizio pubblico la qualità dell’offerta televisiva, radiofonica e multimediale destinata all'estero si impegna affinché tale obiettivo sia perseguito nell’ambito di applicazione della presente convenzione. 2. La Rai si impegna ad improntare la programmazione televisiva per l’estero ai seguenti criteri: a) assicurare una gamma di programmi equilibrati e vari in grado di soddisfare le esigenze democratiche, sociali e culturali della società o garantire il pluralismo; b) rispettare i principi di obiettività, completezza, imparzialità, lealtà dell'informazione, di apertura alle diverse opinioni e tendenze sociali e religiose; c) promuovere la cultura e sviluppare il senso critico dei telespettatori; d) valorizzare il patrimonio artistico e ambientale; e) rispettare la dignità della persona e l'armonico sviluppo fisico, psichico e morale del minore, evitando scene ed espressioni volgari o di cattivo gusto. 3. Al fine di effettuare il monitoraggio della programmazione per l'estero, la Rai si impegna a sviluppare un sistema che – anche impiegando strumenti ed indicatori derivanti da analisi e ricerche già presenti ( quali in particolare le osservazioni, le segnalazioni ed i suggerimenti degli italiani nel mondo in merito ai programmi televisivi per l’estero) possa consentire di effettuare adeguata valutazione in merito ai seguenti aspetti: qualità della programmazione intesa come valore "pubblico" in grado di rendere percepibile agli utenti del servizio l’offerta nel suo complesso, la programmazione per generi e contenuti di produzione e/o d’acquisto mirati rispetto al target di riferimento; qualità tecnica del segnale, in rapporto alla copertura geografica dei territori e ai canali distributivi, comprese le forme di accesso anche attraverso monitoraggi sulla distribuzione del segnale sul rispetto degli standard tecnici, nonché sul riscontro quantitativo in termini di utenti raggiunti. 4. Tale monitoraggio sarà svolto da Rai con cadenza trimestrale e le relative risultanze saranno trasmesse entro i tre mesi successici alla Commissione di monitoraggio di cui al seguente art. 6, per le valutazioni di competenza da segnalare al Comitato di cui all'art. 7, comma 5, e per l'adozione degli eventuali interventi tesi al costante allineamento dell'offerta e delle modalità di distribuzione rispetto alle finalità della presente convenzione. Articolo 3 L'offerta televisiva 1. Alla luce delle premesse di cui ai precedenti articoli, la RA1 si impegna a definire la nuova offerta televisiva per l'estero secondo logiche di flessibilità editoriale ed aderenza con le caratteristiche socio-culturali dei diversi paesi, nonché dei differenti pubblici di riferimento e le opportunità di sviluppo dell'offerta possibili in base alle differenti realtà economiche dei mercati internazionali. 2. la Rai si impegna a sviluppare una offerta televisiva internazionale che preveda, accanto al canale generalista dovunque possibile e nel tempo più breve possibile, un canale “all news”, avvalendosi per questo canale prevalentemente di Rai news 24 e dell’apporto di Euronews. Ulteriori offerte potranno essere realizzate utilizzando contenuti di archivio, programma tratti dalle reti e testate Rai e programmi originali di produzione e/o acquisto, privilegiando oin particolare sport e news. La rai si impegna altresì a un immediato potenziamento della promozione di Rai International ovunque si realizzino nuove iniziative du distribuzione. 3. La RAI, ferme restando le opportunità di differenziazione dell’offerta di cui al comma 3, si impegna a valorizzare nell’ambito della programmazione annuale dell’attuale Rai International i seguenti generi: a) Informazione: notiziari con programmazione sistematica o straordinari programmi relativi ad avvenimenti a carattere sistematico o straordinario; informazione istituzionale e parlamentare; dibattiti politici, informazione religiosa. b) Approfondimento: rubriche tematiche, inchieste e dibattiti, talk show, reportage attinenti a temi sociali, politici, economici, di costume e di attualità; rubriche e contenitori televisivi con prevalente contenuto di servizio e di ausilio alla vita quotidiana ed ai temi del benessere e della salute; c) Lavoro, comunicazione sociale, pubblica utilità: trasmissioni prevalentemente incentrato sui bisogni

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della collettività; trasmissioni a carattere sociale; trasmissioni e spazi televisivi dedicati alla attività di associazioni della società civile; comunicati che offrono servizi di pubblica utilità e campagne di comunicazione istituzionale; celebrazioni liturgiche; d) turismo e qualità del territorio: incentivazione delle esperienze di visita e di fruizione delle risorse del territorio italiano attraverso proposte di attrattive e di itinerari in rapporto a specifici target individuati per età, per esigenze e per tipologie di viaggio e di tempo libero, valorizzazione delle produzioni tipiche locali, incentivazione di proposte di turismo culturale collegato ad appuntamenti artistici, tradizioni locali, ricorrenze storiche, manifestazioni religiose; con riferimento alla rappresentazione dell’Italia nel mondo, valorizzazione degli asset culturali, storici, artistici, ambientali, imprenditoriali che rendono particolarmente significativo e influente il nostro Paese nel contesto internazionale. e) Promozione culturale, scuola e formazione: trasmissioni finalizzate a promuovere e valorizzare la storia, le tradizioni, i costumi, il patrimonio culturale del Paese e diffonderne la conoscenza; trasmissioni volte a far partecipare la società italiana alla tutela del patrimonio artistico e ambientale del Paese; trasmissione e documentari a contenuto letterario e scientifico; f) spettacolo: trasmissioni a carattere culturale e di intrattenimento con particolare attenzione alle forme artistiche dal vivo quali il teatro, la danza, la lirica, la prosa e la musica sia classica che leggera; g) Sport: manifestazioni sportive nazionali e internazionali trasmesse in diretta o registrate, di interesse generale e di settore; notiziari, ribriche e inchieste, finestre periodiche almeno settimanali sulle reti terrestrei relative agli sport dilettantistici e minori; h) Minori: programmi di tutti i generi televisivi dedicati ai bambini, agli adolescenti e ai giovani che abbiano finalità formativa, informativa o di intrattenimento, nel rispetto del diritto dei minori alla tutela della loro dignità e del loro sviluppo fisico, psichico ed etico; i) promozione dell’audiovisivo: prodotti di fiction (tv movie, serie, miniserie, serial, cortometraggi ecc) e cinematografici (film e film di animazione), cartoni, documentari di produzione italiana o europea; trasmissione, rubriche e programmi per la valorizzazione delle opere cinematografiche, italiana ed europee, dell’audiovisivo in generale, dei nuovi autori cinematografici; j) insegnamento della lingua italiana: programma mirati alla conoscenza e valorizzazione della lingua italiana, attraverso contributi editoriali in termini di formazione e divulgazione del patrimonio linguistico, anche mediante modalità didattiche interattive. 4. Il monitoraggio, di cui al precedente art. 2 si esplica anche attraverso una dettagliata informativa della programmazione trasmessa da Rai International, raggruppata secondo i generi indicati al precedente comma 3, nonché attraverso un rapporto sulla dimensione quantitativa degli utenti finali, rispetto ai diversi territori, un rapporto sulla produzione ad hoc per l’estero, specificando le percentuali per genere, per territori e specificando inoltre mezzi tecnici e modalità di distribuzione all’utente finale (tipologia di piattaforma distributiva, trasmissione in chiaro e pay). Il monitoraggio inoltre prevede un rapporto sui programmi dei canali terrestri e satellitari Rai trasmessi nei palinsesti per l'estero, con le percentuali per genere, per territori e con l’indicazione dei mezzi tecnici di distribuzione. Sulla base delle evidenze del monitoraggio di cui al precedente art. 2 , Rai attiverà specifiche iniziative di promozione dell’offerta finalizzate a valorizzare la programmazione di Rai International, rispetto al target di riferimento nei diversi territori. In particolare, Rai adotterà le opportune azioni integrative sotto il profilo della comunicazione con l’obiettivo di incrementare quantitativamente i livelli di audience, in relazione ai risultati emersi da monitoraggio ed ai parametri attesi. Articolo 4 L’offerta radiofonica 1. Alla luce delle premesse di cui ai precedenti articoli, la Rai si impegna a definire la nuova offerta radiofonica per l’estero secondo logiche di flessibilità editoriale ed aderenza con le caratteristiche socio-culturali dei diversi paesi, nonché dei diversi pubblici di riferimento e le opportunità di sviluppo dell’offerta possibili in base alle differenti realtà economiche dei mercati internazionali. 2. In particolare, la RAI si impegna a realizzare e diffondere un'offerta radiofonica che contempli i seguenti generi di programmazione: informazione: giornali radio, anche sportivi e tematici, di formato, stile e contenuto diversificato secondo il canale; informazione religiosa; b) approfondimento: programmi o rubriche di approfondimento, inchieste, reportage; dibattiti e fili diretti anche in formato di flusso; radiocronache, programmi e rubriche dedicati alle varie discipline sportive. c) Cultura: programmi di attualità scientifica, umanistica e tecnologica, anche con carattere di intrattenimento; fiction radiofonica; teatro (riprese o prodotto in studio); documentari e rievocazioni storiche anche basati su elaborazioni di materiali di archivio; trasmissioni dedicate alla musica classica, alle riprese dal vivo o differite di eventi musicali, al mondo della musica nazionale o popolare; d) Società: programmi, rubriche, inchieste e dibattiti su temi sociali e di costume, anche rivolti al mondo dei giovani e realizzati in formati innovativi capaci di rappresentare la vita comunitaria del territorio, e di ampliare il dibattito sull'evoluzione civile del Paese.

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e) Servizio: rubriche e servizi sull'attività degli organi istituzionali; programmi, rubriche e radiocronache di tema religioso; rubriche tematiche di particolare interesse sociale (lavoro, salute, previdenza) o rivolte a particolari target (minori, anziani, disabili ecc.); programmazione per non vedenti. f) Insegnamento della lingua italiana: programmi mirati alla conoscenza e alla valorizzazione della lingua italiana, attraverso contributi editoriali in termini di formazione e divulgazione del patrimonio linguistico, nonché mediante modalità didattiche interattive. 3. la rai è tenuta a trasmettere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, per ciascun semestre entro i successivi tre mesi una dettagliata informatica della programmazione radiofonica per l’estero raggruppata secondo i generi indicati al comma 2 e dei relativi mezzi tecnici di distribuzione. 4. La Rai si impegna a valutare lo sviluppo della rete di distribuzione e diffusione neui vari territori del canale radiofonico internazionale. Articolo 5 Ampliamento e diffusione dell’offerta televisiva e radiofonica La Rai si impegna ad adottare ogni opportuno strumento finalizzato a favorire la fruizione della propria offerta per l’estero anche da parte del pubblico straniero. in tale quadro la Rai si impegna, più in particolare, a verificare: gli ambiti di ampliamento e/o diversificazione della programmazione televisiva e radiofonica dell’attuale Rai International per singole aree geografiche con interesse specifico per quanto riguarda l’offerta radiofonica ed in prospettiva per quella televisiva per l’area del mediterraneo e dei Balcani; l’adozione di opportuni strumenti quali, a titolo esemplificativo, il bilinguismo o comunque di sottotitoli o doppiaggio per rendere comprensibile l’offerta televisiva e radiofonica, almeno in parte, anche a chi non conosce l’italiano. La rai si impegna ad assicurare attraverso le piattaforme digitali e satellitari nella disponibilità della Rai l’estensione dell’ambito territoriale di diffusione dell’attuale Rai International comprendendo l’Europa o per l’Italia, compatibilmente con la disponibilità dei diritti dei programmi, garantendo comunque un’adeguata programmazione complessiva. In tale contesto, la rai si impegna ad assicurare la trasmissione via internet delle produzioni originali radiofoniche e televisive per l’estero di cui abbia la disponibilità dei diritti. Articolo 6 Commissione di monitoraggio 1. Entro trenta giorni dall’entrata in vigore della presente convenzione, la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria si impegna ad istituire un’apposita Commissione permanente di monitoraggio presieduta dal Capo del Dipartimento per l'Informazione e l’Editoria e composta da 8 membri, di cui 3 rappresentanti indicati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, 1 rappresentante indicato dal Ministero degli Affari Esteri e 4 rappresentanti della RAI, con l'obiettivo di procedere anche alla luce dell'evoluzione dello scenario di riferimento, alla definizione delle più efficaci modalità operative di applicazione e di sviluppo delle attività e degli obblighi previsti nella presente convenzione, nonché di valutare/verificare i risultati raggiunti dalla presente convenzione, con riguardo specifico al monitoraggio di cui agli artt. 2 e 3 comma4. Le rispettive componenti della Commissione potranno di volta in volta definire le eventuali integrazioni della Commissione stessa in funzione degli argomenti trattati. Entro trenta giorni dalla costituzione, la Commissione approva uno specifico regolamento per il proprio funzionamento. La Commissione potrà avvalersi del Comitato Scientifico di cui all’art. 3 del Contratto di Servizio 2007-2009 per tutte le attività attinenti la definizione, l’organizzazione e l’implementazione del sistema di monitoraggio e di analisi della qualità della programmazione per l’estero, con l'obiettivo di sfruttare tutte le potenziali sinergie di carattere operativo. Articolo 7 Corrispettivo l. La Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria corrisponderà alla RAI - Radiotelevisione Italiana Spa, per le prestazioni di cui agli artt. 3, 4 e 5 come individuate nello schema di palinsesto di cui all’art.1 comma 5 ed eventuali successive modifiche ed adattamenti comunicati dalla RAI con i rapporti e le informative di cui ai precedenti artt. 3, comma 4 e 4 comma 3 – un corrispettivo annuo definito nella misura di Euro 35.000.000,00 (trentacinquemilioni/00) compresa l’Iva di legge. Solo per l’anno 2007 il corrispettivo di Euro 30.000.000,00 (trentamilioni/00) inclusa l'Iva di legge tenuto conto della graduale realizzazione delle prestazioni innovative oggetto della presente convenzione. 2. Entro tre mesi dalla scadenza di ogni esercizio finanziario, la Presidenza del Consiglio dei Ministri confermerà alla Rai le condizioni economiche alle quali intende continuare a fruire delle prestazioni di cui alla presente convenzione per l’anno successivo in relazione alla disponibilità di bilancio sull'apposito capitolo di spesa.

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3. Il suddetto corrispettivo si intenderà comprensivo di tutte le spese relative alla produzione ed alla diffusione dei programmi in esse comprese le erogazioni dei diritti d'autore, diritti connessi ed affini, nonché le spese tecniche per l’utilizzo dei mezzi satellitari, multimediali ecc. Il corrispettivo comprende inoltre la progressiva realizzazione di programmi e notiziari radiofonici e televisivi doppiati, sottotitolati, tradotti in simultanea e/o differita, volti ad arricchire e personalizzare la programmazione per l'estero destinata anche a pubblici non di lingua italiana, anche con riferimento all’area del Mediterraneo e del Balcani. 4. La RAI rimetterà alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per ciascun esercizio finanziario, una fattura posticipata, firmata dai propri rappresentanti. 5. La Presidenza del Consiglio dei Ministri per le questioni di competenza attinenti all'attuazione della presente convenzione potrà avvalersi di un apposito Comitato, presieduto dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega di funzioni relative alla informazione e all'editoria o, in sua vece, dal capo del Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria, e composto da rappresentanti della stessa Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero delle Comunicazioni e del Ministero dell’economia e delle finanze, alle cui riunioni Potranno essere chiamati a partecipare rappresentanti della RAI e di tutti organismi interessati per le valutazioni congiunte inerenti il monitoraggio delle attività previste in convenzione. Tale Comitato valuterà, tra l'altro, le osservazioni, le segnalazioni ed i suggerimenti degli italiani nel mondo in merito ai programmi radiotelevisivi per l’estero ed al loro contenuto sotto il profilo informativo e culturale, al fine di formulare eventuali proposte e suggerimenti correttivi in coerenza con le linee guida della presente convenzione. 6. A garanzia degli obblighi assunti con la presente convenzione, la RAI deve costituire, alla data di entrata in vigore della convenzione medesima, presso la Cassa depositi e prestiti un deposito cauzionale di Euro 1.500.000,00 (unmilionecinquecentomila/00) in numerario o in titoli di Stato equiparati al loro valore nominale. 7. Qualora il deposito dovesse risultare diminuito in conseguenza di prelievi effettuati a titolo di penalità, la società concessionaria dovrà reintegrarlo entro un mese dalla data della notificazione del prelievo. 8. Gli interessi sulla somma depositata sono di spettanza della società concessionaria. 9. Ai sensi delle vigenti disposizioni di legge l'imposta sul valore aggiunto, ove dovuta, sui rimborsi per i servizi effettuati dalla concessionaria è a carico delle amministrazioni dello stato richiedenti, mentre le spese contrattuali della presente convenzione sono a carico della predetta società. Articolo 8 Arbitrato Le parti contraenti si impegnano a risolvere in via amichevole tutte le controversie che dovessero insorgere in applicazione della presente convenzione. In caso di mancato accordo, la controversia sarà deferita al giudizio di un collegio arbitrale composto da tre membri nominati, rispettivamente, uno dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, uno dalla rai e infine un terzo, con funzioni di presidente, dal Presidente del Consiglio di Stato. Il collegio arbitrale decide ritualmente. Articolo 9 Inadempimenti 1. In caso di inadempienza della Rai nell'espletamento dei servizi previsti, non dovuta a cause di forza maggiore, verrà applicata la seguente penale, salvo maggior danno: euro 5.000,00 (cinquemila/00) per ciascun giorno di ritardo nella consegna del piano annuale dell’offerta televisiva, radiofonica e multimediale di cui al precedente art. l, comma 5; 2. Il pagamento della suddetta penalità non esonera la rai da eventuale responsabilità verso terzi. 3. Il pagamento della penalità, suindicata deve essere effettuato entro un mese dalla relativa richiesta dell’Amministrazione. 4. Trascorso termine, gli importi dovuti sono prelevati dal deposito cauzionale costituito dalla società ai sensi dell’art. 7 che deve essere reintegrato nei termini previsti dallo stesso articolo. 5. A seguito di continuate inadempienze, la Presidenza del Consiglio dei Ministri dopo averlo notificato, a suo insindacabile giudizio, disporre l’immediata risoluzione della presente convenzione. Articolo 10 Durata l. La presente convenzione decorre dal 1c gennaio 2007 e avrà durata pari a quella prevista dall’art. 49, comma 1 del Testo Unico della radiotelevisione, emanato con decreto legislativo 31 luglio 2005. n. 177. 2. Le condizioni e le modalità delle prestazioni stabilite nella presente convenzione sono comunque negoziate ogni triennio. La Presidenza del Consiglio e la Rai si impegnano ad adeguare la presente convenzione alla normativa sopravvenuta nel corso del triennio di vigenza. Qualora circostanze straordinarie determinino intollerabili squilibri delle prestazioni previste nella presente convenzione, a richiesta di una delle parti potrà procedersi alla revisione degli obblighi stabiliti.

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4. La presente convenzione che viene approvata con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri diviene esecutiva per la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria dopo la registrazione da parte degli organi di controllo". (aise) Fonte : http://www.aise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49309

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7 Novembre 2007 Per il Cgie, nella seconda giornata della Plenaria, è il giorno dei giovani e del futuro L’intervento dell’Ambasciatore Adriano Benedetti e del suo vice Carla Zappetti e quelli dei Vice segretari - I giovani italiani e di origine italiana nel mondo protagonisti - Parla il vecchio Mirko

ROMA, 7 NOV. (Italia Estera) - I lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie, seconda giornata, si aprono con l’intervento dell’Ambasciatore Adriano Benedetti, Direttore Generale degli italiani all’estero del Ministero degli Affari Esteri. “Vorrei sottolineare che l’obiettivo di razionalizzazione della rete consolare di cui ieri si è discusso – ha detto Benedetti, – necessaria per un ulteriore inserimento di organico nella rete stessa, non deve essere visto come un ricatto che colpirebbe le gestione dei servizi per le nostre collettività, ma come un atto dovuto e un compito a cui, per legge, non ci possiamo sottrarre. In questi anni sono stato uno dei più convinti sostenitori dell’importanza della rete consolare al fine di garantire una

proiezione internazionale adeguata del Paese all’estero, i servizi e delle tutele per i nostri connazionali emigrati, come per coloro che si recano all’estero anche per brevi periodi, e, infine per l’immigrazione, la cui gestione dei flussi regolari richiede un grande impegno sul fronte delle pratiche di visto”. “Considero la rete – ha ripetuto Benedetti – come un investimento e non come un costo. Ribadisco che le istituzioni consolari sono in grave sofferenza e sarà necessario seguire l’andamento della legge finanziaria in Parlamento per fare in modo che i capitoli di spesa riguardanti il funzionamento della rete vengano mantenuti e incrementati. Le decurtazioni sulla spesa a favore degli italiani all’estero erano state quantificate dal ministero dell’Economia, rispetto alla legge finanziaria del 2007, di 7 milioni e 500 mila euro, ma una forte azione a livello politico ha contrastato questa tendenza, come abbiamo sentito dalle stesse parole del vice ministro Danieli ieri, facendo registrare un incremento netto della spesa di 25 milioni di euro nella legge finanziaria 2008 rispetto a quella passata”. Benedetti ha risposto alle osservazioni mosse ieri dal consigliere Gianluigi Ferretti, chiarendo che: “la direzione generale ha all’attivo due capitoli di spesa che vanno da un lato a favore dei connazionali all’estero e dall’altro ad organismi internazionali che si occupano di politiche migratorie. Si tratta di due specifiche definite dalla stessa dicitura della direzione – per gli Italiani all’estero e per le Politiche migratorie, appunto – che ci sono sempre state e le cui voci non si ripercuotono sui capitoli di spesa assegnati all’una o all’altra, come se si trattasse di una sottrazione di risorse”. Benedetti ha ricordato lo stato in cui versano le richieste della cittadinanza italiana da parte dei connazionali residenti in America Latina. “Possiamo quantificare in circa un milione le pratiche

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di richiesta ancora inevase e con le risorse attuali questo problema non può essere risolto. Se disponessimo – ha aggiunto – di 2 milioni di euro addizionali sia per l’anno 2008 che per il 2009 sul capitolo di spesa pertinente saremmo in grado di assumere digitatori per il disbrigo di queste richieste. Tutto dipenderà dalle risorse che in finanziaria saranno dedicate all’assunzione di personale con contratto interinale nelle nostre sedi consolari”. Benedetti ha precisato che il contratto assicurativo in ambito sanitario che è stato stipulato con alcuni paesi dell’America Latina - Uruguay e Messico, mentre per l’Argentina si sono appena concluse le procedure di gara preparatorie alla stipula – non può essere fatto per tutti i paesi, anche se ogni possibile soluzione sarà vagliata in futuro in questa direzione. Benedetti ha concluso il suo intervento ricordando che “la rete consolare onoraria è da me considerata necessaria per sopperire alle carenze della rete e che quindi una sua ricognizione è necessaria solo al fine di un suo potenziamento e per far sì che i finanziamenti ad essa preposti non vengano decurtati”. Prosegue il Vice Direttore Generale degli italiani all’estero del Ministero Affari Esteri, Carla Zappetti , che analizza lo stato della rete di tutta l’amministrazione italiana all’estero, insieme alla questione dei suoi possibili finanziamenti, chiarendo come le trasformazioni mantengano una rapporto tra addetti alla rete consolare e connazionali che è comunque inferiore alla media complessiva di un addetto per 1602 italiani all’estero. “La seconda fase di riorganizzazione della rete consolare - precisa ancora Carla Zuppetti - prevede la trasformazione del Consolato ad Esch sur Alzette in Cancelleria consolare presso l’Ambasciata a Lussemburgo; la chiusura del Consolato di Innsbruck con un parallelo ampliamento delle competenze all’Ambasciata di Vienna e l’istituzione di un Ufficio consolare onorario; l’attribuzione al Consolato di Manchester della competenza sulla circoscrizione consolare di Edimburgo; la creazione di uno sportello permanente ad Edmonton”. “Ribadisco che l’amministrazione, in linea con quanto già affermato dal direttore generale – ha detto Carla Zuppetti – concepisce la rete consolare come un investimento e non come un costo. Gli interventi di riorganizzazione sono dovuti ad una richiesta di maggiore razionalizzazione dei servizi erogati e dei costi sostenuti, a beneficio della rete e degli utenti. L’urgenza di una previsione anticipata delle risorse dedicate alla rete consolare, richiestaci per una previsione di bilancio, ci ha indotto a rivolgerci in estate al comitato di presidenza del CGIE, ma siamo disponibili a rivedere la seconda fase e la terza fase del riordino alla luce dei suggerimenti che il Consiglio generale vorrà indirizzarci”. Arrivando al tanto discusso Comma 404 della Finanziaria 2007, Carla Zuppetti invita i Consiglieri del Cgie a cercare e proporre dei suggerimenti in questa direzione. “I paesi direttamente toccati potrebbero approfondire la problematica, attraverso le vostre valutazioni”. A conclusione degli interventi dell’Ambasciatore Benedetti e di Carla Zuppetti, il Segretario Carozza, nel ribadire il parere negativo sulla riorganizzazione della rete, ha lasciato aperto uno spiraglio: “siamo disponibili – ha precisato Carozza - all’elaborazione di proposte e progetti per l’intera fase del riassetto organizzativo”. Gli interventi dei Vice segretari. Lorenzo Losi, Vice Segretario Generale per l’Europa e l’Africa del nord, si è dichiarato totalmente contrario al riordino delle sedi consolari, così come delineato dalla relazione del Governo. Il Vice Segretario Losi inoltre ha avanzato dubbi sulla la reale efficacia delle delibere sulle quali il Cgie è chiamato a pronunciarsi dal Governo, concludendo che il Consiglio non ha certamente bisogno di ulteriori atteggiamenti di delegittimazione. Sul rilascio gratuito dei passaporti, Losi ha ricordato come la normativa vigente (art. 19 della legge 1185/67) sia sottoposta oggi a diverse interpretazioni: “tra consolato e consolato, in generale in maniera

restrittiva a danno dell’utenza. La Commissione chiede quindi – ha proseguito Losi – delle linee direttive comuni di interpretazione in modo che non ci siano discriminazioni tra connazionali che vivono nelle diverse circoscrizioni consolari e una interpretazione realistica e non restrittiva della normativa per quello che riguarda i concetti di “lavoro manuale” e “piccolo traffico”. Riteniamo immorale che l’amministrazione interpreti in maniera “furbesca” la legge dello Stato. L’emigrazione, per

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eventuali suoi torti, ha già pagato abbondantemente per rinunciare oggi alle sue ragioni. Francisco Nardelli, Vice Segretario Generale per l’America Latina ha richiesto, in merito alla diffusione della lingua italiana nel mondo, modifiche alla 153 al fine di attualizzare gli strumenti dedicati alla diffusione del materiale didattico, prevedendo ad esempio un maggiore ricorso ai mezzi multimediali. Andrea Amaro, Vice Segretario Generale di nomina governativa, ha sollevato il problema delle risorse da destinare al riordino delle sedi consolari. Amaro ha sostenuto che la diminuzione delle sedi non corrisponderà alla riduzione della spesa. Ha inoltre sottolineato che il riordino dovrebbe essere gestito diversamente, nel senso di preferire degli interventi strutturali che siano però inseriti in un quadro di riforme organico e condiviso. Amaro si è detto favorevole ad aprire la discussione con il Governo sulla riforma del Cgie, su cui il Consiglio ha

già elaborato una bozza. Giovanni Rapanà, Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni, anch’egli si è soffermato sulla riforma della 153. A questo proposito, Rapanà ha ricordato i disegni di legge che sono stati già presentati dai parlamentari eletti nella Circoscrizione Estero, augurandosi che possano presto venire approvati. Rapanà ha sostenuto di aver dovuto prendere atto delle difficoltà nei lavori della Commissione dovuti all’atteggiamento di ostilità di alcuni componenti, rei, secondo Rapanà, di non riuscire ad interpretare lo spirito che dovrebbe ispirare l’azione del Cgie. In chiusura dell’ intervento ha rassegnato le proprie dimissioni, per recuperare libertà di espressione e di iniziativa, che sono naturalmente vincolati da un incarico come quello del presiedere una Commissione continentale nell’ambito degli

scopi che dal CGIE le sono affidati. I giovani italiani e di origine italiana nel mondo protagonisti

I giovani provenienti da ogni parte del mondo sono stati chiamati a confrontarsi con il CGIE. Ad introdurli è Carlo Erio, presidente della VII Commissione tematica del CGIE, dedicata al coinvolgimento delle giovani generazioni per una riscoperta di un legame qualitativamente diverso con l’Italia e con le loro radici, nel presentare il documento propositivo redatto in vista della Conferenza in programma l'anno venturo e sottoposto all’approvazione del

CGIE.“E’ necessario riconoscere l’importanza della partecipazione dei giovani a loro spazi di rappresentanza – spiega Erio – all’interno della comunità italiana dei residenti all’estero. Da una situazione di quasi abbandono dell’interesse verso questi giovani oggi, forse innescata dal voto all’estero, abbiamo una sempre maggiore e potente richiesta di diventare partecipi e protagonisti, di far diventare una teoria realtà”. Questo progetto deve tener conto dell’universo eterogeneo costituito dai giovani italiani nel mondo: dai discendenti della grande emigrazione del secolo scorso, oramai di seconda, terza o quarta generazione, inseriti nel Paese in cui vivono ai nuovi emigrati, nella maggior parte giovani con titoli di studio che decidono di trascorrere all’estero anche solo una parte della propria vita. Tra i contenuti del documento programmatico, che costituiranno i diversi aspetti di approfondimento su cui verrà innestata la discussione della Conferenza mondiale e su cui il governo italiano sarà chiamato a dare risposte: l’informazione, l’identità, l’interculturalità, l’interscambio, la formazione professionale e il mondo del lavoro.

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“I giovani italiani all’estero – si legge nel documento – chiedono un’informazione approfondita, concreta, maggiormente obiettiva: meno giri di parole e più sostanza nelle notizie che arrivano alle comunità. Identità italiana: la risposta non può essere univoca, dipende dal contesto geo-politico. In questo contesto risulta doveroso rispondere alla richiesta di un approfondimento della conoscenza della lingua e della cultura italiana attraverso l’organizzazione di soggiorni studio e borse di studio per la frequenza delle università italiane. Interculturalità: l’invito è quello di aprire un dibattito sui flussi migratori, i loro effetti, che impegna non solo l’Italia ma tutto il mondo. Interscambio: favorire l’interscambio fra giovani italiani all’estero e giovani italiani in Italia oltre che con le rappresentanze delle organizzazioni giovanili e professionali presenti nel mondo. Formazione professionale, accademica e mondo del lavoro: si ritiene essenziale la messa a punto di un gruppo di lavoro sul riconoscimento dei titoli di studio fra i vari paesi come condizione necessaria per l’agevolazione della mobilità professionale e scolastica ormai indispensabile nella società globale e l’instaurazione di un dibattito aperto con il Ministero del lavoro”. Erio ricorda poi l’importanza dell’associazionismo per l’aggregazione giovanile, associazionismo nutrito anche in ambito telematico con la creazione di una rete dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo. “Infine vorrei rimarcare il punto di vista con cui guardiamo alla Conferenza – dice Erio – che è un punto di partenza e non solo un approdo di questi mesi di lavoro. I giovani continueranno su questo percorso chiedendosi cosa l’Italia può fare per loro ma soprattutto cosa loro possono fare per l’Italia”. Intervengono quindi i protagonisti del documento, rimarcando i punti problematici dell’aggregazione giovanile all’estero sotto il comune denominatore dell’appartenenza all’universo culturale italiano. Emilia Barbiero dal Canada dice “A Toronto si studia la lingua italiana anche se siamo ben integrati nella realtà locale e credo che l’esposizione a questo apprendimento sia una forza positiva per chiunque voglia affrontarlo e venirne a contatto. E’ responsabilità del CGIE e dell’Italia facilitare l’accesso dei giovani che vivono all’estero alla cultura italiana”. Massimo Contuso dal Perù afferma “La nostra emigrazione è di vecchissima data e per questo il rischio, nelle nuove generazioni, è che si perda l’identità italiana. E’ difficile avere anche una consapevolezza di quello che è l’Italia oggi, molto distante dai racconti che ci vengono fatti dai nostri nonni o genitori. Credo che la Conferenza sarà anche un mezzo per formare una rete di giovani con un’appartenenza comune, che possano crescere insieme e dialogare”. Brunella Voia del Cile spiega che “nonostante le diverse coloriture politiche, Comites e CGIE sono d’accordo sull’importanza del coinvolgimento delle giovani generazioni, più distanti dall’associazionismo tradizionale. Abbiamo cominciato a fare un’indagine nel nostro paese e abbiamo scoperto però che la voglia di partecipare dei giovani è tanta e speriamo di alimentarla ancora grazie alla Conferenza”. Pier Garcia dell’Ecuador insiste sulla difficoltà di un avvicinamento più concreto all’Italia di oggi. “Ci sentiamo stranieri nella nostra terra – dice – ed è difficile creare un collegamento dove è poca la volontà di partecipare. Ma ci stiamo comunque lavorando. la Conferenza Mondiale dei Giovani italiani all’estero è percepita come un momento fondamentale. In vista della conferenza, vengono sottolineati in questa sede dei punti da chiarire. “Nel documento – spiega Pier Garçia – c’è la proposta per organizzare riunioni a livello locale, nazionale, continentale, in vista di quella mondiale. E’ prevista la partecipazione di 1000 giovani alla conferenza mondiale. Ci abbiamo lavorato ieri mattina con il Cgie. Con quei numeri, qualcuno l’ha definita una fiera. E non è quello che vogliamo”. Ed ecco la proposta: riduzione del numero dei partecipanti a massimo 300, e utilizzo dei finanziamenti a quel punto risparmiati per l’organizzazione di conferenze nazionali e continentali. “Bisogna anche tenere conto – conclude Garçia – delle fasce di età: 18-35 anni, si è detto. Fino a 24 anni le esigenze

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sono di mobilità e scambi universitari. Dai 25 ai 35 subentrano necessità di stampo, invece, professionale. Due realtà diverse di cui, alla Conferenza Mondiale, si dovrà tenere conto”. Aziza Yusaief, dall’Algeria dice: “Ogni realtà locale ha la sua specificità che abbiamo cercato di manifestare con il nostro impegno. Noi in Algeria siamo moto interessati alla formazione professionale per evolvere e creare imprese. Non guardate a noi come un investimento a fondo perduto: abbiamo bisogno di aiuto ma per aiutare voi e ciò che faremo da grandi dipende anche da voi”. “Grazie perché ci avete permesso di incontrarci. Non credevamo che fosse possibile, in una realtà come questa, che può definirsi politica”. I giovani italiani in Algeria appartengono a due categorie, racconta: figli, come lei, di matrimoni misti, oppure – più numerosi – giovani lavoratori italiani che si trasferiscono in Algeria. “Non guardateci come un investimento a fondo perso, sostiene. Noi siamo la vostra pubblicità. Noi abbiamo bisogno di aiuto per crescere, per aiutare voi”. Conclude: “Sostengo il documento che abbiamo fatto perché riassume tutto. Facciamo domande e chiediamo anche il vostro aiuto. Abbiamo ambizione, non metteteci i bastoni tra le ruote”. Eduardo dall’Uruguay, sull’importanza della diffusione e dell’insegnamento della lingua italiana insiste. “Anche l’associazionismo deve cambiare – aggiunge – ma sono i giovani che devono maturare questo cambiamento”. Elena Sallusto ha detto: “Anche i giovani italiani in Grecia sono molto interessati a partecipare. Sono sicura di un vostro costante impegno qui in Italia affinché le istituzioni non ci trascurino”. Giovanni Lombardo, del Venezuela, ha ricordato la difficile situazione in cui si trova il paese, aggiungendo un interrogativo: “Molti giovani sono spinti a cercare una vita migliore altrove, ma l’Italia è disposta ad accogliere questi giovani?”. Mike Donato, dall’Australia, ha ringraziato per la possibilità offerta dal Cgie. Ha illustrato il percorso che porterà a breve alla formazione di una Federazione nazionale di giovani italiani in Australia, aggiungendo che è già in preparazione una Conferenza nazionale. Particolare orgoglio dei giovani australiani è la partecipazione massiccia ai corsi di italiano presso le università australiane, che stanno aiutando a cementare la comunità di giovani italiani. Infine, Claudio Marangoni, dal Sud Africa e Andreas dalla Svezia hanno ricordato come i giovani nati all’estero siano oggi perfettamente integrati nei rispettivi Paesi e come occorra dare una risposta diversa alle loro diverse esigenze. “Noi abbiamo preso sino ad oggi molto seriamente il nostro impegno – ha detto Claudio – e chiedo a voi e al governo di mettere altrettanta serietà nel vostro lavoro”. Lorenzo Murgia, Presidente della Consulta dell’emigrazione della Regione Toscana, è intervenuto per ricordare la necessità di mettere in sinergia le esperienze e l’impegno in ambito regionale con le iniziative a livello nazionale. “I giovani oggi ci chiedono di conoscere l’Italia così com’è – ha detto Murgia – e dietro ad ogni delegato qui presente ci sono migliaia di giovani che non chiedono altro che la possibilità di poter partecipare e di avere gli strumenti per farlo. Credo che questa Conferenza mondiale raccolga in sé molte aspettative – ha concluso Murgia – che dobbiamo cercare di circoscrivere organizzando un percorso preciso, valutato insieme proprio come oggi accade". Padre Giovanni Tassello Presidente della IV Commissione (Scuola e Cultura) ha sottolineato come dalle parole dei giovani emerga chiaramente una differenza rispetto alla tradizione dei

migranti italiani. Per Padre Tassello la capacità di interazione mostrata in occasione dell’elaborazione del documento sulla I Conferenza dei giovani italiani all’estero, rappresenta un esempio di integrazione che andrebbe replicato nel Cgie come nel Parlamento italiano. Ma necessaria, in tal senso, è anche la capacità di costruire un dialogo intergenerazionale, una contaminazione in grado di mettere in contatto i due mondi, la tradizione con la modernità, portando come esempio la Svizzera, ed in particolare il progetto dell’Università delle tre età.

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Il Dott. Alberto Cutillo, Consigliere del Ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, l’Onorevole Giovanna Melandri, ha elogiato i documenti elaborati dalla VII Commissione ed ha poi ha messo in risalto la collaborazione con il Cgie che già da un anno vede coinvolto il Ministero.

Silvia Bardolini, presidente della Consulta degli Emiliano Romagnoli nel mondo, ha ricordato come la conferenza dei giovani all’estero della sua regione, svoltasi nel mese di luglio a Buenos Aires, abbia consentito di approfondire le tematiche dell’emigrazione e della multiculturalità, della promozione della lingua italiana, della formazione, dell’occupazione e dell’emigrazione femminile. La Bardolini ha auspicato che la Conferenza mondiale dei giovani venga preparata attraverso specifici incontri preliminari, con l’ausilio dei moderni strumenti forniti dall’informatica e senza un eccessivo numero di partecipanti. Gli altri punti di forza della riunione dovrebbero essere il lavoro autogestito e la costruzione di

nuovi gruppi dirigenti delle associazioni che permettano l’avvicendamento generazionale. Gianfranco Gazzola consigliere della Svizzera è intervenuto dicendo: “Dobbiamo smetterla di sentirci eterni e colmare il distacco fra i giovani ed il Consiglio generale. Il Cgie deve continuare ad impegnarsi, anche presso i vari paesi di residenza dei consiglieri, per percorrere questa strada insieme alle nuove generazioni”. Il Segretario generale del CGIE Elio Carozza ha concluso affermando: “Ora tocca all’Italia investire su questi giovani e lo farà attraverso la preparazione della Conferenza mondiale del 2008, che apre “una nuova tappa della storia dell’emigrazione italiana nel mondo” afferma. “Tutti sono invitati, pertanto, ad intervenire per dare il loro contributo: dai giovani, in prima linea, alle istituzioni, le Regioni, le associazioni, i privati. Tutti dovranno investire, mettendo in sinergia, le risorse necessarie per il suo buon esito e l’affermazione di un nuovo rapporto con l’Italia di oggi all’estero”. Parla il vecchio Mirko

L’Onorevole Mirko Tremaglia, membro della III Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, nonché “padre” della legge sul voto degli italiani all’estero, già ministro per gli Italiani nel mondo, ha portato ai ragazzi i saluti del presidente della Commissione Esteri della Camera Umberto Ranieri. Tremaglia ha salutato positivamente la nascita della Conferenza dei giovani italiani residenti all’estero, descrivendola come una grande opportunità, in cui sfruttare l’esempio delle generazioni passate per meglio affrontare le sfide del futuro. Il vecchio Mirko ha detto che “I giovani all’estero che si battono per la causa dell’italianità esaltano tutta la nostra emigrazione che ha combattuto, sofferto e dato un senso alla nostra storia”. Tremaglia, dopo aver

ricordato la vittoria del pieno esercizio di voto per gli italiani all’estero, ha sottolineato come sia necessario difendere a tutti i costi e con una grande alleanza questo diritto che oggi è tornato in discussione a causa del confronto sulla riforma costituzionale dello Stato. “Per l’esercizio del voto - ha proseguito Tremaglia - è importante anche la creazione di una Commissione bicamerale per gli italiani all’estero. Una proposta che sarà discussa fra poche ore dalla Commissione Esteri della Camera. Se verrà approvata, secondo l’autorevole esponente di An consentirà ai deputati e ai senatori eletti all’estero di esercitare un’azione politica più incisiva attraverso l’Italia. Il primo passaggio della bicamerale - ha aggiunto - potrebbe essere quello di far venire a Roma i 395 parlamentari nel mondo di origine italiana”. Per Tremaglia i giovani

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devono essere anche l’avanguardia della battaglia culturale per l’affermazione dell’Italia nel mondo. I lavori si sono conclusi con l’approvazione, all’unanimità, del documento propositivo in vista della Conferenza Mondiale dei giovani italiani nel mondo. Nel pomeriggio, i Consiglieri e i giovani verranno ricevuti in udienza al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. (Italia Estera) - Fonte : http://www.italiaestera.net/modules.php?name=News&file=brevi&sid=4103

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7 Novembre 2007

Premio alle imprese venete che hanno saputo meglio perseguire l-internazionalizzazione Rovigo - Un riconoscimento all’intraprendenza di chi sa guardare oltre confine: questo è il Premio Marco

Polo, voluto e organizzato dall’Unione e dal Centro Estero delle Camere di Commercio del Veneto,

che il prossimo 16 Novembre festeggerà la sua diciannovesima edizione, presso la Sala Consiliare della

Camera di Commercio di Rovigo.

Anche quest’anno verranno premiate 14 aziende venete, due per ciascuna provincia, che si sono

particolarmente distinte nel campo dell’internazionalizzazione. Un modo per riconoscere gli sforzi di quegli

imprenditori che, sulle tracce del grande mercante ed esploratore veneziano, fanno progredire l’economia

del Veneto ampliandone i confini e moltiplicandone le prospettive.

Presenzieranno l’evento e consegneranno i premi, il Presidente di Unioncamere del Veneto e del

Centro Estero Veneto Federico Tessari, Loredano Zampini, Presidente della Camera di

Commercio di Rovigo, e Renzo Marangon, Assessore Regionale alle Politiche per il Territorio.

Contestualmente all’evento, verrà presentato anche la prima edizione di “Veneto Internazionale”, il

nuovo rapporto a 360 gradi sulle internazionalizzazione del sistema economico veneto.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2098

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SERVIZI DEL GIORNO 07 Novembre 2007 ore 11.16 Italiani nel Mondo L’ON. FEDI (DA): GLI ITALIANI ALL’ESTERO ANCHE NEL PARLAMENTO RIFORMATO/ LA FINANZIARIA CONVINCE MA POSSIAMO MIGLIORARLA ROMA\ aise\ - È approdato in Aula alla Camera il Testo Unificato 553-A di riforma costituzionale che prevede importanti novità in termini di assetto istituzionale. "Una riforma convincente – commenta oggi Marco Fedi, deputato Ds eletto in Australia - la cui principale innovazione è l’istituzione, a fianco della Camera dei Deputati che avrà funzione legislativa, di un Senato federale, il quale andrà a sostituirsi a quello attuale, con il compito di concorrere a migliorare le proposte di legge in virtù delle istanze raccolte dai territori. Le differenti funzioni delle due Camere e la riduzione significativa del numero dei parlamentari taglieranno i costi e aumenteranno l’efficienza dei lavori, soprattutto per quanto riguarda i tempi". "Nell’ambito del dibattito sulla riforma – spiega il parlamentare - noi eletti all’estero abbiamo aperto una riflessione sul nostro ruolo, giungendo a conclusione che sia importante mantenere la nostra presenza invariata sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo. Le ragioni sono diverse per i due rami del Parlamento così riformato. Alla Camera la presenza degli eletti all’estero sarà in rappresentanza di italiani che, pur vivendo fuori dai confini nazionali, hanno lo stesso titolo dei loro connazionali residenti in Italia a intervenire nella formulazione delle leggi. Nel Senato federale, invece, la circoscrizione estero potrebbe essere assimilata a una Regione italiana e concorrere così alla composizione di questa camera, a seconda delle modalità che verranno individuate attraverso l’auspicata riforma della legge elettorale". "Non va negato – riconosce Fedi - che anche all’interno della maggioranza ci sono posizioni divergenti. Ad esempio, Rifondazione Comunista chiede l’abolizione della circoscrizione estero. Una posizione legittima ma che io non condivido. Sono fermamente convinto, infatti, che la rappresentanza degli italiani all’estero dia risposta al dettato costituzionale, oltre a fornire una voce diretta agli italiani nel mondo in un’ottica di democrazia partecipata. È pertanto erroneo – sottolinea - sovrapporre la questione della circoscrizione estero a quella del voto agli immigrati regolari in Italia, come se fossero incompatibili". "Anche io – precisa il deputato diessino - sono parte della battaglia per concedere a chi vive stabilmente nel nostro Paese, producendo reddito e pagando i contributi, il voto politico. Ma come tutti sanno questo è legato alla cittadinanza, a differenza di quello amministrativo che invece dovrebbe essere connesso alla residenza, come accade in ogni Paese civile e come è previsto della riforma della legge sull’immigrazione, la Amato-Ferrero. Perciò l’invito che faccio a chi osteggia il voto agli italiani all’estero da tali posizioni, è di evitare confusioni tra materie diverse e di unire gli sforzi perché da gennaio riparta con celerità l’iter della riforma della cittadinanza, che abbrevia i tempi troppo lunghi previsti per la sua concessione". "A quel punto – osserva - ottenutala più rapidamente, anche gli immigrati potranno votare alle politiche. Ma come si vede, ciò non toglie nulla ai diritti degli italiani all’estero. Anzi, farsi carico

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della presenza degli italiani nel mondo, è utile al nostro Paese per meglio affrontare la questione della propria immigrazione interna con maggiore razionalità ed equità. Credo che la proposta della Commissione Affari Costituzionali per il mantenimento complessivo di 18 parlamentari con 6 deputati e 12 senatori possa ritenersi agganciata ai principi generali della riforma mantenendo una presenza importante nella Camera legislativa ed assicurando alle Regione Estero un rapporto altrettanto organico con il territorio. Il segnale al Paese, che include anche le nostre comunità all’estero, è quello di una riforma possibile: spero che l’opposizione possa raccogliere questo invito". Quanto alla Finanziaria che in questi giorni prosegue il suo iter al Senato, per Fedi è "una buona manovra per la centralità del sostegno economico alle classi sociali più deboli e alle famiglie, senza dimenticare la rigorosa attenzione al risanamento dei conti pubblici". Per la parte che riguarda le risorse da destinare agli italiani all’estero, il deputato ricorda che "noi abbiamo presentato in Senato alcuni emendamenti, in parte accolti e in parte modificati. C’è in generale una proposta di aumento delle risorse per i capitoli di bilancio che riguardano gli italiani nel mondo. A fronte di un maggiore sostegno agli Istituti di cultura e della promozione della nostra lingua all’estero, registro invece una forte insoddisfazione per quanto concerne la sanatoria sugli indebiti pensionistici Inps e le risorse per il potenziamento della rete consolare". "In ogni caso – conclude Fedi - io credo che questi temi debbano essere affrontati in via definitiva, aldilà delle singole Finanziarie, attraverso un percorso serio di riforme che razionalizzi l’uso delle risorse a disposizioni. Penso a quella della struttura del Ministero degli Affari Esteri, con particolare attenzione alle questioni della funzionalità per le nostre rappresentanze all’estero, e quella del loro personale a contratto, che va aumentato nel numero e va garantito nel godimento dei propri diritti sindacali". (aise) Fonte : http://www.aise.it

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 209 Anno XIV,

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Vogliamo mantenere la nostra identita' italiana: i giovani italiani all'estero all'Assemblea del CGIE in vista della Conferenza Mondiale del 2008 “In molti Paesi stiamo perdendo la nostra identità originaria e non vogliamo che questo avvenga, in altre

nazioni, dove è ancora forte il senso di appartenenza, intendiamo valorizzare e far conoscere questa

importante risorsa, di cui siamo pienamente orgogliosi.”

E’ il leit-motif degli interventi dei 22 giovani intervenuti al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero per

illustrare le esigenze scaturite dagli incontri promossi dal CGIE, Comites, Regioni e mondo

dell’Associazionismo, in quest’ultimo anno in vista della Conferenza Mondiale dei giovani italiani all’estero

(preannunciata per la fine del 2008).

Hanno fra i 22 ed i 35 anni di età, sono alla fine del corso di studi accademico ma nella maggior parte dei

casi vivono condizioni lavorative ai diversi livelli e sono vicini al mondo dell’associazionismo locale od

operano nel contesto dell’emigrazione organizzata. Un impegno, quest’ultimo, che è stato definito da

alcuni di loro una sorta di “rivoluzione” generazionale “silenziosa” all’interno delle comunità. Un percorso

necessario per avvicinare i giovani delle terze quarte e quinte generazioni di origine italiana alla

contemporaneità del nostro Paese, ben diverso dal “ricordo” tramandato dalle generazioni più anziane.

Con questi sentimenti, caratterizzati da un dichiarato forte impegno, i giovani hanno stigmatizzato in un

documento, (presentato al Governo ed al Parlamento e portato all’attenzione dell’assemblea del CGIE

riunita fino al 9 novembre), alcuni elementi da loro ritenuti “essenziale” per la riuscita del complesso

progetto di “recupero” o di mantenimento del legame con l’Italia: Informazione, Identità, Interculturalità,

Interscambio, Formazione professionale e mondo del lavoro.

“Ora tocca all’Italia investire su questi giovani e lo fara’ attraverso la preparazione della Conferenza

mondiale del 2008, che apre “una nuova tappa della storia dell’emigrazione italiana nel mondo” afferma il

Segretario generale del CGIE, Elio Carozza. “Tutti sono invitati, pertanto, ad intervenire per dare il loro

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contributo: dai giovani, in prima linea, alle istituzioni, le Regioni, le associazioni, i privati. Tutti dovranno

investire, mettendo in sinergia, le risorse necessarie per il suo buon esito e l’affermazione di un nuovo

rapporto con l’Italia di oggi all’estero”.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2106

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Molisani nel mondo - Canada commemorano il sacrificio dei minatori di Monongah del 1907 L'associazione "Molisani nel Mondo Canada" ha organizzato una settimana di eventi per la

commemorazione del sacrificio degli oltre 100 minatori periti nel disastro minerario di Monongah (West

Virgina) il 6 Dicembre 1907. Il programma, dal 2 dicembre, include la Mostra di Artigianato Molisano al

Columbus Centre, lo scoprimento presso il Columbus Centre della statua del guerriero Sannita a perenne

ricordo della presenza molisana in Canada e al contributo molisano allo sviluppo di questo grande paese

con la partecipazione del Presidente della Regione Molise l’On.le Dott.Michele Iorio, il Presidente della

Provincia Regionale di Campobasso Dott. D’Ascanio, e altre personalita’ italocanadesi del mondo politico e

imprenditoriale

Mercoledi 5 Dicembre una delegazione di circa 50 persone partira’ alla volta di Monongah(West Virginia)

per partecipare alle cerimonie commemorative ufficiali.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2104

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) - Roma 6 - 9 Novembre 2007

Commi 153 e 404 al centro del dibattito dell'Assemblea Plenaria: la perplessita' dei Vice Segretari Le relazioni dei Vice Segretari Generali Lorenzo Losi, Fransisco Nardelli, Andrea Amaro e Giovanni Rapana'

Roma - Al momento delle relazioni dei Vice Segretari Generali, il Segretario Generale rivolge all’Assemblea l’invito alla massima celerità nelle relazioni e per i successivi interventi, in modo da potere riprendere prima possibile l’ordine del giorno, che oggi prevedeva la presentazione e la discussione del documento propositivo della VII Commissione Tematica ( Nuove migrazioni e generazioni nuove) in vista della I conferenza mondiale dei giovani italiani nel mondo.

Il primo a prendere la parola è stato Lorenzo Losi, Vice Segretario Generale per l’Europa e l’Africa del nord, che ha aperto la sua relazione dichiarandosi totalmente contrario al riordino delle sedi consolari, così come delineato dalla relazione del Governo. Il Vice Segretario Losi inoltre ha avanzato dubbi circa la reale efficacia delle delibere su cui il Cgie è chiamato a pronunciarsi dal Governo, concludendo che il Consiglio non ha certamente bisogno di ulteriori atteggiamenti di delegittimazione. A seguire è stato il turno del Vice Segretario Generale per l’America Latina, Francisco Nardelli. Il suo intervento è stato caratterizzato dalla richiesta, in merito alla diffusione della lingua italiana nel mondo, di modifiche alla 153 al fine di attualizzare gli strumenti dedicati alla diffusione del materiale didattico, prevedendo ad esempio un maggiore ricorso ai mezzi multimediali. I ritmi delle relazioni dei quattro Vice Segretari sono stati serrati.

Dopo il Vice Segretario Nardelli, la parola è passata ad Andrea Amaro, Vice Segretario Generale di nomina governativa, che nella sua relazione ha sollevato il problema delle risorse da destinare al riordino delle sedi consolari. Amaro ha sostenuto che la diminuzione delle sedi non corrisponderà alla riduzione della spesa; ha inoltre sottolineato che il riordino dovrebbe essere gestito diversamente, nel senso di preferire degli interventi strutturali che siano però inseriti in un quadro di riforme organico e condiviso. Il Vice Segretario Generale Amaro ha chiuso la sua relazione dicendosi favorevole ad aprire la discussione con il Governo sulla riforma del Cgie, su cui il Consiglio ha già elaborato una bozza.

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L’ultimo degli interventi è stato quello del Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni, Giovanni Rapanà, che si è soffermato sulla riforma della 153. A questo proposito, Rapanà ha ricordato i disegni di legge che in tal senso sono stati già presentati dai parlamentari eletti presso la circoscrizione estero, augurandosi infine che possano presto venire approvati. E in chiusura di intervento, ha rassegnato le proprie dimissioni dall’incarico, sostenendo di avere dovuto prendere atto delle difficoltà nei lavori della Commissione dovuti all’atteggiamento di ostilità di alcuni componenti, rei, secondo Rapanà, di non riuscire ad interpretare lo spirito che dovrebbe ispirare l’azione del Cgie.

Francesco Giurato

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2115

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) - Roma 6 - 9 Novembre 2007

Per il Cgie e' il giorno dei giovani e del futuro

Protagoniste le nuove generazioni e la sfida che rappresentano. Aspettando la loro Conferenza del 2008.

Roma – La seconda giornata di lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie si apre con l’Ambasciatore Adriano Benedetti, Direttore Generale della Direzione Generale degli italiani all’estero del Ministero degli Affari Esteri. Politica sociale per i connazionali all’estero, e sulla ricerca di modalità efficaci per portarla avanti: grande, infatti, è l’attenzione – e la preoccupazione – dell’Assemblea Plenaria per l’istituto dell’assegno sociale. Prosegue, entrando nel vivo dei dati, il Vice Direttore Generale della Direzione italiani all’estero del Ministero Affari Esteri, Carla Zuppetti. Analizza lo stato della rete di tutta l’amministrazione italiana all’estero, insieme alla questione dei suoi possibili finanziamenti. “Gli interventi fatti per inserire tale priorità sono prova dell’impegno del Governo. Il piano d’azione è stato indicato fin dallo scorso maggio”, afferma.

Si progettano e si studiano riallocazioni possibili per il personale a contratto: circa l’80% delle aree è già stato toccato da questa ristrutturazione. Arrivando al tanto discusso Comma 404 della Finanziaria 2007, e riprendendo l’intervento di ieri del Vice Ministro Danieli, Carla Zuppetti invita i Consiglieri del Cgie a cercare e proporre dei suggerimenti in questa direzione. “I paesi direttamente toccati potrebbero approfondire la problematica, attraverso le vostre valutazioni”.

A conclusione degli interventi dell’Ambasciatore Benedetti e di Carla Zuppetti, il monito del Segretario Carozza: “Noi vogliamo collaborare col Governo soprattutto nella fase di elaborazione”. Al momento delle relazioni dei Vice Segretari Generali, il Segretario Generale rivolge all’Assemblea l’invito alla massima celerità nelle relazioni e per i successivi interventi, in modo da potere riprendere prima possibile l’ordine del giorno, che oggi prevedeva la presentazione e la discussione del documento propositivo della VII Commissione Tematica ( Nuove migrazioni e generazioni nuove) in vista della I Conferenza Mondiale dei giovani italiani nel mondo.

Il primo a prendere la parola è stato Lorenzo Losi, Vice Segretario Generale per l’Europa e l’Africa del nord, che ha aperto la sua relazione dichiarandosi totalmente contrario al riordino delle sedi consolari, così come delineato dalla relazione del Governo. Il Vice Segretario Losi inoltre ha avanzato dubbi circa la reale efficacia delle delibere su cui il Cgie è chiamato a pronunciarsi dal Governo,

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concludendo che il Consiglio non ha certamente bisogno di ulteriori atteggiamenti di delegittimazione.

A seguire è stato il turno del Vice Segretario Generale per l’America Latina, Francisco Nardelli. Il suo intervento è stato caratterizzato dalla richiesta, in merito alla diffusione della lingua italiana nel mondo, di modifiche alla 153 al fine di attualizzare gli strumenti dedicati alla diffusione del materiale didattico, prevedendo ad esempio un maggiore ricorso ai mezzi multimediali. I ritmi delle relazioni dei quattro Vice Segretari sono stati serrati.

Dopo il Vice Segretario Nardelli, la parola è passata ad Andrea Amaro, Vice Segretario Generale di nomina governativa, che nella sua relazione ha sollevato il problema delle risorse da destinare al riordino delle sedi consolari. Amaro ha sostenuto che la diminuzione delle sedi non corrisponderà alla riduzione della spesa; ha inoltre sottolineato che il riordino dovrebbe essere gestito diversamente, nel senso di preferire degli interventi strutturali che siano però inseriti in un quadro di riforme organico e condiviso. Il Vice Segretario Generale Amaro ha chiuso la sua relazione dicendosi favorevole ad aprire la discussione con il Governo sulla riforma del Cgie, su cui il Consiglio ha già elaborato una bozza. L’ultimo degli interventi è stato quello del Vice Segretario Generale per i Paesi Anglofoni, Giovanni Rapanà, che si è soffermato sulla riforma della 153. A questo proposito, Rapanà ha ricordato i disegni di legge che in tal senso sono stati già presentati dai parlamentari eletti presso la Circoscrizione Estero, augurandosi infine che possano presto venire approvati. E in chiusura di intervento, ha rassegnato le proprie dimissioni, sostenendo di avere dovuto prendere atto delle difficoltà nei lavori della Commissione dovuti all’atteggiamento di ostilità di alcuni componenti, rei, secondo Rapanà, di non riuscire ad interpretare lo spirito che dovrebbe ispirare l’azione del Cgie.

Si entra nel vivo dei lavori con la Relazione del Presidente della VII Commissione Tematica “Nuove migrazioni e generazioni nuove”, Carlo Domenico Erio. Si rivolge ai giovani, veri protagonisti della giornata. Sottolinea la loro particolare funzione di rappresentanza, con spazi di intervento appropriati per la loro partecipazione nelle politiche per gli italiani all’estero. “La loro voglia, le loro espressioni di solidarietà comune sono soverchianti, in un momento come questo, in cui l’Italia è terra di immigrazioni”.

L’accusa è di abbandono delle nuove generazioni. “Non so se solo il fatto del voto all’estero e quindi per corrispondenza ha risvegliato ancor di più la voglia dei giovani di sentirsi parte di qualcosa che fino ad allora era solo teoria”. Ai giovani chiede coscienza e partecipazione, perché “il patrimonio perso ci esplode in faccia”.

Erio vuole ritrovare le basi di recupero delle identità, attraverso l’interscambio e in direzione di un arricchimento comune. “Per permettere anche agli italiani in Italia di ritrovare le radici che la modernità vorrebbe nascondere”. Gli strumenti sono molti: gli scambi, la mobilità, il confronto e le sue forme, l’associazionismo. Non bisogna, per il Presidente, adagiarsi, ma chiedersi cosa fare dopo, per continuare questo percorso. E lascia la parola ai tanto attesi giovani presenti a questa Assemblea Plenaria. La più giovane viene dal Canada. E’ lei ad aprire le danze: racconti di ragazzi italiani all’estero, differenti ma con un fine comune. Emilia parla con entusiasmo della realtà dalla quale proviene: una comunità ove la realtà italiana si vive e si sente nella collettività, e senza la necessità di un grosso investimento. “L’identità italiana non si è persa nella marea di etnicità di Toronto”. Una realtà dove i connazionali si sono integrati. “Ho studiato qui a Roma, a La Sapienza” prosegue Emilia. La proposta che avanza, in base alla sua esperienza, per facilitare finalmente l’accesso dei giovani italiani nel mondo, è quella di permettere loro l’accesso alla scuola italiana e soprattutto seguire gli studi universitari proprio qui in Italia.

Seguono le voci del Perù e del Cile. La possibilità di comunicazione diretta con la realtà del Cgie viene vista da questi giovani come un’occasione finalmente reale. La preoccupazione del recupero dell’identità è corale, l’associazionismo uno strumento possibile e da recuperare. Non manca l’Uruguay: “La popolazione è di 3 milioni di persone, il 40% di origine italiana. C’è gente che aspetta ormai da anni la cittadinanza italiana. E non parlano italiano”. Il giovane punta molto sulla questione della lingua. “L’insegnamento dell’italiano è stato per quarant’anni, e fino a pochi mesi fa, obbligatorio in Uruguay. Ma tutto a spese dello stato uruguayano. Il Senatore Danieli conosce bene la situazione, ed è per questo che si è messo in contatto subito con il suo collega uruguayano. Anch’egli di origini italiane”. E conclude: “Dopo 12 anni di volontariato in un’associazione regionale domando: sono le associazioni che devono

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cambiare? O i giovani stessi che spesso mettono in atto le stesse pratiche degli anziani?”. Il giovane che viene dal Venezuela pone l’accento sulla cultura e sull’apporto bilaterale portato dai giovani italiani all’estero. L’intervento di Pier Garçia, dall’Ecuador, presenta dati e progetti. Il contributo degli italiani nel suo paese, racconta, è stato fondamentale. Attualmente la comunità raggiunge le 17000 persone. La sua analisi generazionale è lucida. “Il nostro essere di seconda, terza, quarta generazione è differente. Noi ci sentiamo stranieri in Italia. Da una parte, per noi, esiste una terra idealizzata – quella raccontata dai nostri nonni. Dall’altra, una realtà completamente diversa. Non è una questione di disinteresse da parte dell’Italia. C’è qualcosa che non riesce proprio ad arrivare ai giovani, che non riescono a sentirsi parte di questa terra”.

In questo senso, la Conferenza Mondiale dei Giovani italiani all’estero è percepita come un momento fondamentale. In vista della conferenza, vengono sottolineati in questa sede dei punti da chiarire. “Nel documento – spiega Pier Garçia – c’è la proposta per organizzare riunioni a livello locale, nazionale, continentale, in vista di quella mondiale. E’ prevista la partecipazione di 1000 giovani alla conferenza mondiale. Ci abbiamo lavorato ieri mattina con il Cgie. Con quei numeri, qualcuno l’ha definita una fiera. E non è quello che vogliamo”. Ed ecco la proposta: riduzione del numero dei partecipanti a massimo 300, e utilizzo dei finanziamenti a quel punto risparmiati per l’organizzazione di conferenze nazionali e continentali. “Bisogna anche tenere conto – conclude Garçia – delle fasce di età: 18-35 anni, si è detto. Fino a 24 anni le esigenze sono di mobilità e scambi universitari. Dai 25 ai 35 subentrano necessità di stampo, invece, professionale. Due realtà diverse di cui, alla Conferenza Mondiale, si dovrà tenere conto”.

L’intervento seguente strappa gli applausi dei presenti. La testimonianza e i sogni di una giovane che viene dall’Algeria. “Grazie perché ci avete permesso di incontrarci. Non credevamo che fosse possibile, in una realtà come questa, che può definirsi politica”. I giovani italiani in Algeria appartengono a due categorie, racconta: figli, come lei, di matrimoni misti, oppure – più numerosi – giovani lavoratori italiani che si trasferiscono in Algeria. “Non guardateci come un investimento a fondo perso – arringa – Noi siamo la vostra pubblicità. Noi abbiamo bisogno di aiuto per crescere, per aiutare voi”. Applausi. “Sostengo il documento che abbiamo fatto perché riassume tutto. Facciamo domande e chiediamo anche il vostro aiuto. Abbiamo ambizione, non metteteci i bastoni tra le ruote”, conclude.

I giovani vengono intervallati da alcuni interventi dei Consiglieri. Alberto Bertali, Consigliere eletto nella Circoscrizione Estero, Ripartizione Europa, si complimenta con loro, perché hanno lavorato, e bene, “ad un discorso che potrebbe essere tutto sommato un po’ arcano”. E prosegue: “Mi preoccupa il cercare di capire perché questi ragazzi, che potrebbero fare altro e utilizzare diversamente il loro tempo libero, vengono qui ad ascoltarci e a cercare di proporre”. Racconta della sua esperienza nel tentare di coinvolgere queste fasce di età, anche a livello di Comites. Tentativi che hanno un successo scarsissimo. “20-30 giovani oggi ci hanno seguito. Ma la politica interessa poco”.

E la volta di Elena Sallustio, Grecia. “Da un anno abbiamo avuto occasione di incontrarci più volte a Roma e a Lussemburgo. Abbiamo parlato di borse di studio per venire a studiare nelle Università italiane, o da investire per l’insegnamento della lingua”.

Parla della richiesta di presentarsi, anche per i giovani, alle prossime liste per il Comites. “Attendiamo dal Cgie disposizioni precise. Alla fine del 2007 ho organizzato quattro incontri per le comunità e i giovani italiani che vivono in Grecia”. Gli incontri saranno a Rodi, Eraclio, Patrasso e Salonicco. “Lo scopo – prosegue – è quello di avvicinare i giovani, perché, almeno in Grecia, c’è un innegabile allontanamento”. Dopo questi incontri, Sallustio intende presentare al Consiglio la lista di quelle persone che potrebbero rappresentare i giovani italiani in Grecia

Claudio Marangoni, dal Sudafrica, cita un problema tipicamente italiano. “Il Sudafrica è un paese giovane, e con molti problemi. La fuga dei cervelli, tra tutti. Proprio come qui in Italia. Dal canto mio, voglio lavorare in Sud Africa. Il nostro motto è: Rainbow nation, la nazione dell’arcobaleno. Tante culture, gruppi religiosi e razze sotto la stessa bandiera. E la futura Conferenza mondiale dei giovane italiani all’estero ha suscitato molto interesse”.

Dopo l’intervento del giovane sudafricano è stato il turno di Andreas dalla Svezia, in rappresentanza del Fais ( Federazione Associazioni Italiani in Svezia) che ha portato il saluto dei 4000 iscritti. Il giovane svedese si è soffermato sulla difficoltà che i giovani italiani residenti all’estero trovano nel rintracciare una matrice comune che li identifichi, proponendo l’esempio della Svezia che promuove per i nostri giovani

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concittadini momenti di aggregazione, più informali, magari organizzando tornei sportivi ed in cui è più facile vedere affiorare l’attaccamento alle radici italiane.

Mike Donato, in rappresentanza dell’Australia, ringraziando per la possibilità offerta dal Cgie ha esposto il percorso che porterà a breve alla formazione di una Federazione nazionale di giovani italiani in Australia, aggiungendo che è già in preparazione una Conferenza nazionale. Particolare orgoglio dei giovani australiani è la partecipazione massiccia ai corsi di italiano presso le università australiane, che stanno aiutando a cementare la comunità di giovani italiani.

E’ stato poi il turno del Presidente della IV Commissione (Scuola e Cultura), Padre Giovanni Tassello che ha sottolineato come dalle parole dei giovani emerga chiaramente una differenza rispetto alla tradizione dei migranti italiani. La capacità di interazione mostrata in occasione dell’elaborazione del documento sulla I Conferenza dei giovani italiani all’estero, rappresenta, a parere di Padre Tassello, un esempio di integrazione che andrebbe replicato nel Cgie come nel Parlamento italiano. Ma necessaria, in tal senso, è anche la capacità di costruire un dialogo intergenerazionale, una contaminazione in grado di mettere in contatto i due mondi, la tradizione con la modernità, portando come esempio la Svizzera, ed in particolare il progetto dell’Università delle tre età.

I lavori sono proseguiti con l’intervento del Dott. Alberto Contillo, Consigliere del Ministro per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, l’Onorevole Giovanna Melandri, che ha usato parole di elogio per i documenti elaborati dalla VII Commissione ed ha poi dato conto della collaborazione con il Cgie che già da un anno vede coinvolto il Ministero.

Francesco Cuzzolino, dagli Stati Uniti, ha invece portato la sua esperienza di emigrante di nuova generazione, avendo lasciato l’Italia solo tre anni fa, dopo la laurea. Descrivendo la situazione dei giovani italiani in America, ha parlato di una realtà in continua crescita, ma anche del rischio che questo trend subisca dei rallentamenti senza un’adeguata rete di comunicazione con il paese d’origine. Il suo intervento si è chiuso con l’augurio che il Cgie possa fare sempre di più per avvicinare i giovani italiani residenti in America all’Italia e confida nella Conferenza dell’anno prossimo per proseguire la crescita della comunità.

Prima del saluto dell’Onorevole Mirko Tremaglia è stato il turno di Mariano Gazzola, segretario della VII Commissione tematica, che ha ribadito come il Cgie non vada considerato “nemico” dai giovani, e sostenuto come quella operata dal Consiglio sia una vera “rivoluzione silenziosa”. In chiusura del suo intervento, il Segretario ha poi rivolto un invito ai Consiglieri presenti, invitandoli a promuovere sempre più numerose iniziative per attrarre le nuove generazioni.

Subito dopo è stato il turno dell’Onorevole Mirko Tremaglia, della III Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, nonché “padre” della legge sul voto degli italiani all’estero. L’Onorevole Tremaglia ha salutato positivamente la nascita della Conferenza dei giovani italiani residenti all’estero, descrivendola come una grande opportunità, in cui sfruttare l’esempio delle generazioni passate per meglio affrontare le sfide del futuro. Nel suo intervento, si è soffermato poi sulla necessità di difendere l’attuale legge che regola l’elezione dei cittadini italiani residenti all’estero, a suo avviso minacciata dalle scelte che gravitano in seno al Parlamento.

Ha chiuso il dibattito l’intervento di Fernando Navarro, giovane spagnolo che ha sottolineato come l’uso di internet si sia rivelato, nel caso iberico, un prezioso strumento per mettere in contatto i moltissimi italiani presenti in Spagna.

La giornata di lavori si è conclusa con l’approvazione, all’unanimità, del documento propositivo in vista della Conferenza Mondiale dei giovani italiani nel mondo. Nel pomeriggio, i Consiglieri e ei giovani verranno ricevuti in udienza al Quirinale dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Angela Gennaro/NewsITALIAPRESS Francesco Giurato/News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2110

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Il CGIE ricevuto al Quirinale dal Presidente della Repubblica Napolitano:“Le Istituzioni della Repubblica ritengono essenziale il ruolo svolto dagli Istituti rappresentativi che consentano ai nostri connazionali di mantenere vivo il rapporto con la madrepatria e di far sentire adeguatamente la propria voce.”

ROMA, 7 NOV. (Italia Estera) -Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha ricevuto al Quirinale i consiglieri del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) che partecipano in questi giorni all’Assemblea Plenaria in corso di svolgimento nella Sala Conferenze Internazionali della Farnesina. Con essi anche i giovani italiani che vivono all’estero, designati nei mesi scorsi dai Comites e da altre associazioni e che partecipano ai lavoro e che costituiscono la nuova linfa, anche in vista della Conferenza mondiale sui giovani italiani nel mondo in programma per l’anno prossimo. Dopo l’intervento del Segretario Generale del CGIE Elio Carozza, il Capo dello Stato nel suo indirizzo di saluto, rivolgendosi anche ai “cari giovani che portate oggi nuova linfa nell'attività del Consiglio, ha affermato: “sono lieto di potervi accogliere qui, come d'altronde hanno fatto i miei predecessori, dando continuità ad una tradizione che ha, vuole avere un significato profondo e concreto. Sono lieto, in particolare, di aver potuto ascoltare dall'amico Carozza una illustrazione puntuale delle difficoltà e delle problematiche nuove con cui oggi dovete confrontarvi, delle questioni che rimangono aperte e alle quali posso garantirvi che presterò la massima, possibile attenzione.” “Le Istituzioni della Repubblica ritengono essenziale il ruolo svolto dagli Istituti rappresentativi che consentano ai nostri connazionali di mantenere vivo il rapporto con la madrepatria e di far sentire adeguatamente la propria voce.”

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Le ultime elezioni legislative, che hanno visto la prima elezione diretta di Parlamentari espressione degli Italiani residenti all'estero – ha proseguito Napolitano - , hanno segnato il coronamento di un cammino iniziato molti anni fa”. “Ma anche prima che alle norme sul voto all'estero fosse data piena e concreta attuazione, è stato grazie al prezioso ruolo svolto da istituzioni come la vostra che gli Italiani all'estero hanno potuto perorare, presso le autorità di Governo e le supreme istanze nazionali, le cause che più stavano loro a cuore. Non è peraltro un caso, bensì un'ulteriore dimostrazione della rappresentatività acquisita, che fra i diciotto parlamentari eletti nella circoscrizione estero figurino autorevoli membri proprio del Consiglio Generale degli italiani all'estero”. I connazionali residenti all'estero costituiscono per l'Italia un patrimonio prezioso – ha affermato il Capo dello Stato-: contribuiscono al buon nome del nostro Paese, distinguendosi nel campo della cultura, dell'imprenditoria, della scienza e della politica; creano una rete di relazioni che fornisce, ovunque nel mondo, un grande sostegno all'azione internazionale dell'Italia e contribuisce allo sviluppo dei Paesi di accoglienza”. “Le nostre collettività all'estero – ha proseguito ancora Napolitano - conoscono bene, per averle affrontate con successo, le difficoltà insite nella ricerca di un equilibrio fra una sempre più efficace integrazione nelle realtà locali ed il mantenimento non retorico di legami affettivi, culturali e sociali con la madrepatria. Si tratta di una delle sfide più importanti ed attuali delle nostre società, non solo di quella italiana, nelle quali la gestione dei fenomeni migratori richiede una forte presa di coscienza ed un'assunzione di responsabilità delle Istituzioni rappresentative.” “Per un Paese come l'Italia, - ha detto il Presidente della Repubblica - che conosce storicamente il significato dell'emigrazione, si tratta oggi di concorrere, insieme ai propri partner europei, a fare in modo che il pieno rispetto dei principi di accoglienza e di asilo nei confronti di coloro che cercano al di fuori della Patria di origine un futuro migliore per sé ed i propri figli si concili con le esigenze di salvaguardia dei valori culturali della nostra società e di tutela del diritto alla sicurezza di tutti i cittadini”. Napolitanoon chiusura del suo caloroso intervento ha detto: “Signori membri del CGIE, nel rinnovarvi il benvenuto al Quirinale, desidero approfittare di questa occasione di incontro per esortarvi a mantenere ed accrescere il vostro impegno, non solo in favore dei nostri connazionali all'estero, ma dell'Italia tutta. Concludo rivolgendo a tutti voi un cordiale saluto, insieme ai più calorosi auguri per il prosieguo della vostra attività.” (Italia Estera).

Fonte : http://www.italiaestera.net/modules.php?name=News&file=article&sid=5517&mode=thread&order=0&thold=0

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INFORM - N. 208- 8 novembre 2007

ASSEMBLEA PLENARIA CGIE

Articolo del consigliere Oreste Motta, rappresentante del Ctim

Il recupero della lingua, dell’identità italiana e dell’associazionismo

Le preoccupazioni dei giovani all’Assemblea Plenaria del CGIE

ROMA - La giornata di mercoledì 7 novembre al Consiglio Generale degli Italiani all’estero (CGIE) è stata caratterizzata dagli interventi dei rappresentanti delle nuove generazioni di italiani e di oriundi nel mondo.

I lavori dell’Assemblea Plenaria si sono aperti con le precisazioni dell’Amministrazione sulla ristrutturazione ed accorpamenti di servizi consolari in varie parti del mondo, motivando la chiusura di determinate sedi con “spese di gestione esorbitanti” rispetto all’esigua consistenza sia della comunità italiana in quei luoghi, che dalle pratiche burocratiche effettuate.

L’analisi prodotta non ha convinto e lasciato attonita l’assemblea CGIE, presa da un senso di impotenza e di inutilità per non aver potuto partecipare per evitare che venissero inferti tali gravi colpi alla rete consolare esistente.

Dopo le varie relazioni dei Vice Segretari Generali, si passava all’ordine del giorno con la relazione di Carlo Erio, Presidente della VII Commissione Tematica “Nuove migrazioni e generazioni nuove”, in cui sono stati inseriti i 20 ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo.

Dopo l’introduzione, il segretario Elio Carozza lasciava la parola a questi giovani presenti all’Assemblea, concedendo a ciascuno di loro tre minuti per presentarsi e parlare dei loro paesi di provenienza.

L’assemblea, ancora sconcertata per le informazioni negative dell’Amministrazione, veniva scossa e si entusiasmava con applausi sinceri alle varie relazioni dei giovani che si presentavano, per la maggior parte di loro, per la prima volta ad un pubblico così esperto e di lunga carriera politica.

Di questi ragazzi si è ammirato la preparazione, la serietà d’intenti, la voglia di lavorare e la disponibilità a dare un contributo al “Sistema Italia”.

Il denominatore comune sembra che sia per tutti il cammino percorso insieme dal dicembre 2006, data del loro primo incontro con il CGIE che li ha fatti arricchire di nuove esperienze, sfociate in un’indagine sulla situazione dei giovani di origine italiana nel mondo.

Molti di essi non hanno nascosto la curiosità di conoscere l’Italia, questo paese che per loro (vedi Pier Garcia dall’Ecuador) è così diverso da come glielo hanno descritto i padri o i nonni.

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Tutti pensano di essere utili per il contributo che possono dare, ponendo in particolar modo l’accento sulla cultura e sull’apporto bilaterale portato dalle giovani generazioni all’estero. Molti di loro provengono da nazioni come il Canada, dove, come ha detto Emilia Barbiero di Toronto, “l’identità italiana non si è persa, grazie anche ai corsi di lingua e cultura italiana, nonostante una miriade di etnie”.

Altri hanno spiegato la procedura di scelta a cui sono stati democraticamente sottoposti prima di essere votati a rappresentanti dei giovani delle loro comunità, come Claudio Provenzano che, dopo essere stato proposto dal Comites di Hannover, di cui è membro, è stato votato a Berlino nell’ambito del Comitato dei Presidenti Comites (Intercomites) di tutta la Germania.

Riguardo la scelta dei delegati alla conferenza delle giovani generazioni, Oreste Motta, rappresentante del CTIM nel Consiglio Generale, già indicava nei lavori di Commissione VII che la via giusta sarebbe quella, se non di far scegliere, perlomeno di fare legittimare la nomina dei rappresentanti che i giovani autonomamente faranno con sistemi più diversi (vaglio dei curriculum vitae, indicazione delle associazioni, ecc.) dall’Assemblea Comites delle loro rispettive circoscrizioni, poiché ciò li dispenserà da qualsiasi critica o attacco politico.

A questa importantissima sessione CGIE non poteva mancare l’autorevole apporto dell’on. Mirko Tremaglia, ‘padre’ della legge sul voto per gli italiani all’estero, che ricordava ai giovani “l’esempio brillante dei padri, che hanno combattuto con sofferenza per emergere, per farsi sentire…”, esaltando poi le varie stagioni della politica per gli italiani nel mondo: la prima, quella della conquista del voto, la seconda, quella dell’esercizio del diritto di voto, la terza, quella attuale, la più pericolosa, la più infida, quella del mantenimento del voto all’estero. E’ qui che bisogna tenere gli occhi aperti e agire compatti, viste le operazioni di sabotaggio nei confronti degli italiani residenti fuori i confini.

“Le due riforme costituzionali volute per voi - ricorda il già Ministro per gli Italiani nel Mondo – ci mettono al sicuro da eventuali riduzioni dei deputati, poiché è sancito che i 18 parlamentari eletti all’estero tali rimarranno di numero. Anche se passasse la riforma costituzionale per un Senato federale con altre funzioni, i sei posti al Senato spettanti alla Circoscrizione Estero verrebbero aggiunti ai 12 della Camera dei Deputati”.

Tremaglia informa infine l’Assemblea CGIE che proprio in questi giorni al Parlamento verrà valutata la proposta di legge per una Commissione bilaterale del Senato e della Camera per le questioni degli italiani all’estero. Se dovesse passare, sarebbe “una grande azione politica di fondo, per il sentire ed operare italiano”.

Un auspicio che si accomuna alla serietà di intenti dei giovani qui presenti. (Oreste Motta per il Ctim-Press/Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n20830.htm

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 20.14 Speciale CGIE LE DIMISSIONI ANNUNCIATE MA NON ANCORA PRESENTATE DA GIOVANNI RAPANÀ PARALIZZANO I LAVORI DELLA PLENARIA ROMA\ aise\ - Ma Rapanà si è dimesso o no? Se lo sono chiesti tutti, questo pomeriggio alla Farnesina dove da martedì è in corso l’assemblea plenaria del Cgie. Vice Segretario generale per i Paesi Anglofoni, il consigliere del Canada, con il suo annuncio (vedi aise del 7 novembre 2007 h.19.18), ha dato il via ad un dibattito serrato e teso che, alla fine, si è risolto in un nulla di fatto. I fatti: Rapanà, che dalla sua elezione non ha mai avuto vita facile nella sua Commissione, ieri ha annunciato l’intenzione di volersi dimettere alla fine dei lavori della plenaria perché, ha spiegato, "sono attaccato personalmente da avversari politici che rendono difficoltoso il lavoro della Continentale". Il Vice Segretario aveva già ventilato tale ipotesi nell’ultima riunione della Commissione tenuta a Miami, tanto che 8 consiglieri avevano votato a favore di una mozione indicando Augusto Sorriso come suo sostituto in una consultazione che ha registrato anche 5 astenuti (tre i consiglieri assenti). Presentata al Comitato di Presidenza per farla mettere all’ordine del giorno della plenaria, la mozione non ha trovato spazio perchè, ha spiegato Carozza, "come da regolamento, le mozioni vanno presentate alla plenaria, non al Cdp". Da subito, il Segretario Generale ha espresso ai colleghi la sua ferma volontà di risolvere quanto prima la questione nell’interesse di una Commissione assai rilevante, ma che, senza Vice Segretario, sarebbe di fatto paralizzata. "Il nostro obiettivo deve essere far tornare la serenità nella Continentale Anglofona" ha detto Carozza, ma, da quanto è emerso questo pomeriggio, non sarà cosa né facile né repentina. Secondo quanto previsto dalla legge istitutiva e dal regolamento del Cgie, la plenaria non può precedere ad alcuna elezione che non sia stata messa all’ordine del giorno. E quella di Rapanà non lo è stata, anche perché le dimissioni formali, scritte e firmate, ancora non esistono. Una volta presentate le dimissioni, la plenaria deve prima prenderne atto, quindi metterle all’odg, quindi votarle. Insomma, se ne riparla da qui ad un anno. Una tempistica che Carozza non vuole neanche prendere in considerazione: per questo più volte, oggi, ha chiesto a Rapanà di anticipare a questo pomeriggio la formalizzazione delle dimissioni. In questo caso, l’assemblea ne avrebbe preso atto domani e l’elezione del "successore" sarebbe stata messa all’ordine del giorno della prossima plenaria. Ma niente da fare: Rapanà irremovibile ha ripetuto: "alla fine di questa assemblea plenaria darò le mie dimissioni che, lo ripeto, non sono un gesto tecnico, ma politico. Voglio che sia chiaro e che ci sia tempo per discuterne". A questo punto l’aria si fa tesa, i consiglieri, nei loro interventi, esprimono incredulità e frustrazione. C’è chi richiama l’importanza di attenersi alle regole per evitare ricorsi del giorno dopo (Losi) e chi stigmatizza l’atteggiamento di quanti "restano attaccati alle poltrone dimenticandosi di essere al servizio della comunità" (Bertali-Casagrande), chi invita Rapanà a dimettersi per il bene della Continentale (Della Nebbia) e chi lo apostrofa con un "ti rendi conto che ci stai tenendo in ostaggio?". Suona quasi paterno, infine, l’appello di Ferretti: "Giovanni, non metterci la tua faccia a coprire le mosse politiche degli altri! Stai dimostrando il perché ti hanno sfiduciato!". Niente. Rapanà non si muove di un millimetro. La plenaria si scioglie con un pugno di mosche in mano. E domani è un altro giorno. (m.cipollone\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49393

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 20.00 Speciale CGIE LA FINANZIARIA GLI ITALIANI ALL’ESTERO E IL CGIE: GLI INTERVENTI DEI SENATORI AI LAVORI DELLA PLENARIA ROMA\ aise\ - 41 milioni di euro, 25 in più dell’anno scorso, sono destinati agli italiani all’estero nella Finanziaria 2008 all’esame del Senato (vedi aise del 7 novembre 2007 h.10.00). A confermarlo Claudio Micheloni, Presidente del Comitato per le Questioni degli Italiani all’estero, intervenuto questo pomeriggio ai lavori dell’assemblea plenaria del Cgie, in corso alla Farnesina, insieme ai colleghi Turano, Pollastri, Randazzo, Izzo (Fi), Santini (DCA-PRI-MPA) e Trematerra (Udc), anch’essi membri del Comitato. Una partecipazione attesa, la loro, che doveva consentire un’ampia e dettagliata illustrazione delle risorse assegnate ai vari capitoli di spesa, ma che di fatto si è ridotta in una mezz'ora di interventi: richiamati a Palazzo Madama, dove è in corso la votazione degli emendamenti alla Finanziaria, i senatori si sono succeduti al microfono a spron battuto. A Micheloni, come detto, il compito di illustrare per sommi capi le risorse destinate ai connazionali all’estero, soldi, ha tenuto a sottolineare il senatore, per cui tutti si sono battuti dopo una "riflessione comune che ha coinvolto tutti e sei i senatori eletti all’estero, anche Antonella Rebuzzi di Forza Italia". E proprio la presenza della Rebuzzi, ha aggiunto Micheloni, smentisce di fatto quanti, sulla stampa e nei programmi tv, continuano a parlare di un "mercato di voti" che coinvolgerebbe gli eletti all’estero. "Non è così e non lo è mai stato", ha ribadito Micheloni che, nel suo intervento, ha voluto ricordare anche il lavoro del Comitato che "direttamente o indirettamente, o forse anche solo per il fatto di esistere, cambia il modo in cui il Parlamento vede gli italiani all’estero". Un Comitato che lavora bene, in armonia, come confermato anche dagli altri senatori, e che riprenderà a riunirsi lunedì prossimo quando Micheloni presenterà ai colleghi una tabella di marcia che vede come questione prioritaria da trattare la rappresentanza a tutti i livelli, dai Comites al Parlamento, passando per il Cgie. Infine, la ristrutturazione della rete consolare: tema che ha coinvolto anche il Cgie nella seduta di ieri (vedi aise del 7 novembre 2007 h.10.15), e che, secondo il senatore eletto in Europa, "il Ministero degli Esteri deve concordare" (vedi aise del 7 novembre 2007 h.15.01) coinvolgendo i parlamentari e il Consiglio Generale. Un "ammonimento", questo, richiamato anche da Cosimo Izzo, senatore di Forza Italia e Vice Presidente del Comitato, che ha ribadito "l’autonomia e l’armonia con cui lavora il Comitato". Quanto alle risorse, per Izzo "i 25 milioni di euro in più sono ancora pochi, e non lo dico solo perché sono all’opposizione". Infatti lo pensa anche Edoardo Pollastri, che siede nelle file della maggioranza. "Ricordo a voi tutti – ha detto – che la Finanziaria prevedeva inizialmente un taglio di 8 milioni di euro, rispetto alle risorse dello scorso anno. Un taglio recuperato dai 25 milioni ora stanziati". Anche Pollastri ha quindi parlato della "sintonia politica" all’interno del Comitato e della centralità della questione-consolati, "madre di tutti i problemi, risolta la quale – ha concluso - riusciremmo ad essere più incisivi in tutti gli altri ambiti ancora problematici". Il Comitato "parla lavora insieme parlando un solo linguaggio", ha affermato Gino Trematerra (Udc), secondo cui "troppo tempo è stato perduto negli anni" mentre è ora di soluzioni "concrete", cui, gli ha fatto eco Giacomo Santini (Gruppo Dc per le Autonomie) anche l’emigrante può contribuire usufruendo di "nuove modalità di confronto" e dunque "proponendo soluzioni a noi che potremo essere, così, più utili che in passato". Una visione, questa, che vede il Cgie ancora utile, anzi indispensabile "cinghia di trasmissione". Lo hanno ribadito, alternativamente, anche i senatori Randazzo e Turano, il primo sottolineando che "la

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rappresentanza parlamentare è un’estensione di quella del Consiglio Generale", il secondo ringraziando i consiglieri per il loro lavoro "sempre utile e apprezzato". A dimostrarlo la decisione di Micheloni di far partecipare membri del Comitato a tutte le assemblee continentali del Cgie, luogo in cui, più di altri, si riesce a sintetizzare le esigenze e, al tempo stesso, le criticità che i connazionali patiscono nei diversi angoli della terra. (ma.cip.\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49391

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 19.53 Speciale CGIE RIPRISTINARE LA CABINA DI REGIA: LA MAGIONE PRESENTA IN PLENARIA IL DOCUMENTO DELLA COMMISSIONE "STATO-REGIONI-PROVINCE AUTONOME-CGIE" ROMA\ aise\ - Ripristinare la Cabina di regia tecnica-paritetica istituita dal documento finale della Seconda Plenaria della suddetta Conferenza Permanente nel 2005. questo quanto chiesto dalla VI Commissione tematica del CGIE che, riunitasi a Roma il 6 novembre scorso a ridosso della plenaria, ha approvato un documento letto oggi all’assemblea da Silvana Mangione. "Preso atto della corrispondenza intercorsa fra il CGIE, il Vice Ministro Danieli, il Presidente Errani ed il Ministro Lanzillotta, nel pieno rispetto del rapporto di assoluta parità tra le componenti della Conferenza Permanente Stato-Regioni PA-CGIE stabilita dalla legge istitutiva – si legge nel documento - si sollecita ogni opportuna azione tesa a ripristinare la Cabina di Regia". "La Commissione richiama l'attenzione dell'Assemblea del CGIE e dei rappresentanti dello Stato e delle Regioni presenti all'esigenza di adempimento delle altre direttive contenute nel documento finale del 2005. Esprimendo la propria soddisfazione per le assicurazioni ricevute dal Governo sulla realizzazione della Prima Conferenza dei giovani entro il 2008 e sullo stato di avanzamento dei lavori preparatori ad opera del CGIE e delle Regioni, ritiene urgente procedere alle riprese delle fasi organizzative dei quattro Seminari sull'Internazionalizzazione, Ambito Sociale e Tutela dei diritti, Lingua, Cultura e Formazione professionale, Riforma dello Stato avvalendosi dell'opera di approfondimento dei temi già fatta dai gruppi di lavoro costituiti dal Consiglio Generale". "Tali seminari – ha ricordato la Mangione - dovranno tenersi prima della Terza Plenaria della Conferenza Permanente, prevista entro il 2008, e potrebbero essere calendarizzati in occasione della Plenaria del CGIE". "La Commissione – si legge infine nel documento - è anche convinta che sia necessaria una maggiore sensibilizzazione, informazione e chiarimento della natura e dei compiti della Conferenza Permanente presso le altre componenti indicate dalla legge istitutiva che non sembrano averne valutata appieno l'importanza e le potenziali utili ricadute sui rapporti fra l'Italia e gli italiani all'estero". (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49390

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 19.47 Speciale CGIE DOMANI IL VOTO SULLA COMMISSIONE TUTELA SANITARIA: NESTICO PRESENTA LA RELAZIONE DEL GRUPPO SANITÀ ROMA\ aise\ - "Sono ormai 3 anni che il "Gruppo di lavoro Sanità" è stato creato durante la Prima Assemblea Plenaria del CGIE. Il Gruppo ha fatto il suo primo intervento durante l'AP del 4-8 Luglio 2005 e sensibilizzato il CGIE del fatto e della realtà che esistono all'estero indigenti nati in Italia senza alcuna copertura sanitaria". Con una sintesi del percorso compiuto negli ultimi due anni dal Comitato che presiede, Pasquale Nestico ha presentato oggi alla assemblea plenaria del Cgie in corso alla Farnesina, la sua relazione. "Il Gruppo di lavoro Sanità – ha proseguito - ha presentato il secondo intervento all'AP del 2-6 Ottobre 2006, dopo la lunga sospensione del CGIE dovuta alla sentenza del TAR di Lazio, dando una visione panoramica ma superficiale (ad eccezione degli Stati Uniti dove si è fatto un esame più approfondito) ove gli italiani risiedono e ciò, siamo certi, è servito ancor di più a sensibilizzare il CGIE e anche il governo su questo specifico ma pur vasto problema. Durante il terzo intervento nel Dicembre del 2006 il Gruppo di lavoro ha sottoposto la proposta di realizzare il Primo Rapporto di ricerca del CGIE sulle condizioni sociali e sanitarie degli Italiani all'estero. Successivamente – ha ricordato Nestico - è stato presentato ed approvato dalla plenaria un odg con il quale si chiedevano al CGIE i finanziamenti necessari per fare un censimento (mappatura) preliminare, quantificare il numero degli indigenti italiani non assicurati e, pertanto, capire il costo di un eventuale intervento da parte del Governo Italiano. Infine, un altro odg, sempre presentato dal Gruppo di lavoro Sanità è stato approvato durante la plenaria dello scorso maggio: con esso si chiedeva che "il Governo informi il CGIE sul metodo che intende usare onde preparare un piano completo paese per paese, integrale ed a lunga scadenza, anche avvalendosi dei Comites e della professionalità ed esperienza offerte dal Gruppo di lavoro Sanità del CGIE". "Il nuovo governo eletto nel Maggio 2006, rappresentato nella persona del Vice Ministro Senatore Franco Danieli come responsabile degli Italiani all'estero – ha proseguito Nestico - ha iniziato, a titolo sperimentale, una strategia di polizze assicurative complete per duecento cittadini italiani meno abbienti in Colombia. È poi toccato al Venezuela dove il governo ha avviato un nuovo sistema di assistenza diretta per mille cittadini italiani indigenti. Queste polizze sanitarie permettono ai beneficiari di ricevere adeguate cure mediche anche in strutture non convenzionate, senza linuti d'età, senza l'esclusione di patologie pregresse e includendo il rimborso delle spese sostenute per i farmaci ed il trasporto da una città o da una regione all'altra". "Dopodiché, si è passati in Argentina dove, recentemente, sono state individuate 8,320 cittadini italiani indigenti da aiutare con questo progetto e dove, onde seguire un unico standard di elevata qualità, è stata bandita una gara ed il cui bando è stato disponibile sul sito dell'Ambasciata di Buenos Aires. In questo contesto – ha sottolineato Nestico - necessita essere puntualizzato il coinvolgimento avvenuto di rappresentanti della comunità come alcuni membri di Comites, Consiglieri del CGIE e Parlamentari italiani per il distretto estero per l'Argentina. In questo caso, sono state adottate complesse procedure previste dal nuovo codice dei contratti della Pubblica Amministrazione. Tutto ciò è servito a dare garanzie e trasparenza nell'individuazione dell'impresa di servizio medico che ha vinto il contratto biennale per l'assistenza sanitaria integrale di questi nostri connazionali dell' America Latina. L'inizio di esecuzione di questo nuovo piano di assistenza sanitaria è previsto entro il primo dicembre del 2007". Quanto all’Uruguay, Nestico ha spiegato che "la polizza sanitaria è diretta a 150 cittadini italiani indigenti (inclusi 4 bambini) per un costo di 130 dollari USA per cittadino. Queste polizze sono emesse dalla ditta statunitense privata "Blue Cross" che non ha richiesto analisi preventive per l'accettazione di questi

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cittadini italiani indigenti". Ancora in Uruguay, ma anche in Messico, " di recente è stata firmata la nuova convenzione assicurativa in campo sanitario. Il Governo sta lavorando, sempre tramite il Vice Ministro Danieli, per poter fare nel 2008 altrettanto in altri paesi come il Brasile. Il "Gruppo di lavoro Sanità" auspica che altri Paesi dell' America Latina come il Cile siano al più presto inclusi in questa strategia sanitaria". "E il resto del mondo dove lo lasciamo?", ha chiesto provocatoriamente Nestico che ha aggiunto: "la realtà degli indigenti all'estero non è stata mai quantificata, è più conosciuta in America Latina ma non tanto conosciuta in altri Paesi. Ci sono Paesi dell' Africa dove la situazione dell'Assistenza Sanitaria desta forte preoccupazione. Intanto, nel 2008 il Governo si è impegnato ad estendere queste polizze assicurative al Sud Africa e Tunisia; è già un buon inizio. Inoltre ed in particolare, gli Stati Uniti dove, paradossalmente, malgrado la stragrande ricchezza e un sistema sanitario all'avanguardia, esistono milioni di cittadini statunitensi non assicurati. Non si conoscono quanti di questi sono cittadini nati in Italia e indigenti. Infine, in paesi come Canada, Australia ed Europa c'è l'assistenza sanitaria nazionale, ma – ha avvertito Nestico - dove potrebbero esistere delle nicchie d'indigenza, se non di non assicurati ma, di certo, di indigenti mal assicurati. La domanda che allora ci poniamo è: tra questi non assicurati o mal assicurati ed a rischio quanti sono gli italiani iscritti all'anagrafe? Attualmente il numero non è noto". "A questo punto – ha proseguito ancora il consigliere - il Gruppo di lavoro Sanità ha formalmente chiesto di creare la VIII Commissione Tematica del CGIE (Tutela Sanitaria). Il CdP del CGIE, alla sua ultima riunione, l'ha approvata e sarà questa Assemblea Plenaria a decidere al merito. Noi abbiamo il numero necessario di 8 Consiglieri che vogliono fare parte di questo storico cambiamento. Il Gruppo di lavoro Sanità vede questa nuova commissione composta non necessariamente solo da medici, lavorare per gli italiani all'estero a fianco della Commissione Sanità del Senato e della Camera e, quindi, a fianco del Governo. Lo scopo è di esaminare lo stato di salute e le problematiche sanitarie nella specificità di genere e nelle diverse fasce d'età nei singoli territori di emigrazione e di formulare adeguate proposte d'interventi". Nestico ha poi illustrato le proposte avanzate dal suo Gruppo: creare un piano paese per la sanità con criteri uguali per tutti senza discrepanza tenendo conto, però, dell'ineguaglianza che esiste fra residenti nei diversi paesi; creare un piano sistematico e capillare per conoscere i reali fabbisogni sanitari della comunità italiana all'estero, identificare questi indigenti, simultaneamente, prima che le risorse finiscono e, quindi, senza escludere nessuno. Un indigente di Philadelphia, USA, soffre come uno di Caracas, Venezuela. I numeri di indigenti cambiano ma la povertà è povertà ovunque. Ciò sarà possibile utilizzando, in loco, in modo coordinato e strutturato le risorse di base come le Associazioni, i Comites, i Consiglieri del CGIE, i Parlamentari eletti nella circoscrizione estero e fare loro collaborare, come sta già avvenendo in alcuni paesi dell' America Latina con i Consolati e le Ambasciate; creare un piano di "quality control" e vedere se in realtà a questi indigenti vengono realmente offerte le coperture espresse nelle polizze assicurative e se i risultati sono equiparati ai non indigenti. "Su di questo – ha commentato però Nestico - noi abbiamo delle serie perplessità". Tra le proposte del Gruppo anche quella di individuare delle modalità di assicurazione più moderne e competitive per assicurare queste persone aumentandone l'efficacia, quindi diminuire i costi e, pertanto, avere la possibilità di assicurare più persone anche quelle meno indigenti. Infine, potrebbe essere attuato un piano con il quale, possibilmente, queste persone possono essere emancipate dall'indigenza, non essere eternamente indigenti, (anche dovuto al miglioramento economico di questi paesi) e quindi a carico dello stato italiano. “Vedete, colleghe e colleghi, questi debbono essere progetti bipartisan dove tutti i gruppi, a prescindere dalle tendenze politiche, debbano incontrarsi e fare sinergia. Pertanto – ha concluso – è con questo spirito che auguriamo al CGIE una missione con un percorso comune non disgiunto dalle nostre amate comunità all’estero, per cause comuni come è la tutela della salute dei nostri connazionali all’estero. Vedete amiche e amici, la Sanità è un fondamentale diritto dell’uomo”. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49389

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 19.40 Speciale CGIE IL NUOVO BANDO PER FORMAZIONE NEI PAESI EXTRA UE NELLA RELAZIONE DI SANTELLOCCO (V COMMISSIONE) ROMA\ aise\ - "Il bando per la formazione professionale degli italiani all’estero nei Paesi non appartenenti all’Ue pubblicato nell’agosto del 2007 ha rappresentato una svolta nella programmazione degli interventi formativi previsti dal decreto legislativo 112 del 1998". Presidente della V Commissione tematica (Formazione, Impresa, Lavoro e Cooperazione), Franco Santellocco è intervenuto oggi in assemblea plenaria per presentare il documento finale elaborato dai consiglieri riunitisi a Roma il 6 novembre. Il documento, ha spiegato Santellocco, rappresenta una sintesi della relazione sul "Primo bilancio del Bando di formazione professionale del 2007" che tutta la Commissione ha approvato e di cui ha condiviso impostazioni e conclusioni. "Il Cgie – ha detto Santellocco - ha potuto partecipare alla fase di preparazione del bando ed ha potuto trasformare in azioni concrete gli indirizzi che il suo segretario generale aveva rivolto al Ministero del Lavoro fin dal 2006. Tali indirizzi sottolineavano l’importanza di porre al centro del bando le mutate esigenze delle comunità italiane all’estero che ormai rappresentano un universo molto diversificato per i passaggi storici che sono avvenuti nelle loro condizioni sociali, economiche e lavorative, nelle generazioni che si susseguono e nel mutamento dei rapporti con l’Italia". "Nel frattempo – ha proseguito - il dibattito politico sulle risorse da destinare agli italiani all’estero ha consolidato la convinzione che mentre le aree del disagio delle comunità italiane all’estero continuano a manifestare il bisogno di assistenza, altre categorie di italiani all’estero hanno l’esigenza di mantenere vivi i legami culturali con l’Italia quindi necessitano di una formazione culturale, linguistica più che professionale e di una corretta e completa formazione e informazione su quanto accade nel paese d’origine. Una conferma di questi nuovi scenari è puntualmente avvenuta dall’analisi sui fabbisogni formativi progettata dall’Isfol e realizzata con il concorso delle sedi diplomatico-consolari e dei Comites tra la fine del 2006 e i primi mesi del 2007. si è trattato di un lavoro molto impegnativo ma di grande rilevanza e per il quale bisogna dare atto degli sforzi che sono stati compiuti in tutte le circoscrizioni estere spesso con mezzi e risorse inadeguate, ma con grande spirito di collaborazione. I risultati dell’indagine – ha riassunto Santellocco - hanno tracciato le linee programmatiche del nuovo bando: la formazione professionale deve essere indirizzata verso quei paesi dove è maggiormente sentita la disoccupazione e dove manca un’offerta di formazione professionale locale adeguata e qualitativamente confrontabile con quella esistente in Italia. questi indicatori hanno portato alla elaborazione di schede Paese di riferimento per la progettazione dei corsi nelle quali al dato quantitativo della presenza di italiani è stato sostituito il dato qualitativo dei loro bisogni di formazione. L’effetto complessivo è stato quello di restituire il Bando alla finalità principale prevista dalla Legge tutta rivolta all’occupazione degli italiani all’estero ed alla riaffermazione del loro diritto di poter usufruire elle stesse opportunità formative esistenti in Italia". "In ciò è avvenuta una correzione di rotta rispetto al contestatissimo Bando del 2004 al quale erano state attribuite finalità di sviluppo e di promozione che risultano improprie rispetto a quelle a cui destinare questo tipo di interventi,. Con la conseguenza che molte risorse sono andate disperse. L’effetto visibile dei risultati dell’indagine è stata l’esclusione degli usa che ha sollevato qualche critica. Il dibattito che ne è seguito, assieme alle risposte fornite, indicano che esistono esigenze formative presenti non solo negli Usa ma anche in altri paesi avanzati come l’Australia ed il Canada, da analizzare anche con strumenti diversi da quelli rappresentati da questo bando che afferiscono a politiche di promozione del sistema

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Italia nel mondo come le politiche dello sviluppo e dell’internazionalizzazione. In queste aree di intervento esistono interi giacimenti di risorse pubbliche finora inesplorate ed alle quali gli italiani all’estero non hanno ancora sufficiente accesso. Uno spaccato di queste linee finanziarie è stato fornito nel dossier sull’internazionalizzazione e riguardano ingenti fondi destinati alle regioni e dall’Ue per il tramite del Ministero del Lavoro, il Ministero del commercio internazionale e di quello per lo sviluppo economico per il sostegno alla competitività sul territorio. In tali ambiti è possibile costruire reti con le comunità e le professionalità italiane all’estero che possono così rivitalizzare il loro legame con l’Italia attraverso relazioni produttive e parternariati imprenditoriali, culturali, scientifici e formativi, contribuendo in tal modo al miglioramento dell’occupazione non solo nei Paesi ospitanti ma anche in Italia". "È tempo, ormai – ha commentato Santellocco - che il "conto" delle risorse da destinare agli italiani all’estero venga calcolato considerando possibilmente anche le risorse dell’ue, ed in particolare quelle destinate alle competenze delle regioni, studiando iniziative atte ad aggiungere strumenti e risorse finanziarie da destinare ai connazionali residenti all’estero in aggiunta ai fondi per la formazione professionale del DL 112. in questo quadro, il Cgie deve svolgere compiti previsti dal suo ruolo istituzionale contribuendo ad una riforma del sistema della formazione professionale degli italiani all’estero che non è più rinviabile. È evidente – ha sottolineato - che da troppo tempo i bandi di formazione professionale hanno un carattere episodico mentre essi richiederebbero una regolamentazione di tipo strutturale. Gli attori istituzionali costituiti dal Ministero del lavoro e dal Mae che agisce in collaborazione con il Cgie ed i Comites, devono creare meccanismi di programmazione, selezione degli interventi e degli Enti proponenti, monitoraggio e controllo stabili ed adeguati alle trasformazioni avvenute nella domanda e nell’offerta di formazione professionale. È l’unico modo per uscire dalle polemiche ricorrenti e dai dibattiti senza sbocco". Santellocco è poi passato alla illustrazione dei punti della riforma: la rilevazione della domanda di formazione professionale. "Il sistema di rilevazione dei bisogni, che la legge affida al Mae ed al Ministero del Lavoro, dovrà prevedere l’obbligo della consultazione del Cgie e dei Comites" e la certificazione delle qualifiche e delle competenze. "Questo punto – ha spiegato - riguarda il problema di efficacia delle qualifiche o elle competenze rilasciate dai corsi all’estero dal momento che esse non sono quasi mai riconosciute dai sistemi formativi locali, come viene dichiarato dagli uffici consolari. La certificazione delle competenze rilasciate dai corsi è un aspetto fondamentale di cui non possono farsi carico gli enti che realizzano la formazione, è un problema delle istituzioni che dovrebbero pervenire ad accordi formativi con le autorità locali". Quanto all’accreditamento degli enti formativi, per il Presidente della V Commissione "questa tematica è fonte di continue lamentele da parte degli enti di formazione "storici" che vorrebbero la costituzione di un albo. La richiesta è corretta e va condivisa a condizione che sia inquadrata in una migliore regolamentazione del settore, anche sulla base di altre esperienze già presenti in Italia nell’ambito della formazione professionale. I criteri di ammissibilità dei "proponenti" dovranno essere stabiliti in modo strutturale ed organico, con procedure separate dal Bando, rispettando non solo le esigenze degli enti storici, ma anche di tutte le strutture nuove che intendono candidarsi e che sono spesso portatrici di valore aggiunto". Al quarto punto il sistema dei controlli e la congruità dei costi. "La congruità dei costi della formazione all’estero ed il sistema dei controlli – ha rilevato Santellocco - è uno spinoso problema più volte sollevato dal Mae e dalle sedi consolari. C’è la sensazione che la spesa dei corsi sia fuori controllo per la difficoltà di confrontare i costi sostenuti in Italia con quelli all’estero dove i parametri della fornitura di beni e servizi sono molto diversi dall’Italia. nel bando 2007 si è avviata qualche nuova misura in questo ambito sia attraverso la ridefinizione della guida alla gestione dei corsi, sia attraverso un’indagine, tuttora in corso, sui parametri di costo nei Paesi in cui si svolgeranno i corsi. Tale ricerca potrà anche offrire elementi di confronto in sede di selezione delle proposte". Infine, il monitoraggio della realizzazione e dei risultati della formazione. "È necessario un sistema di monitoraggio che consenta di capitalizzare l’esperienza e che faccia uscire la formazione degli italiani all’estero dal suo attuale carattere episodico. Anche in questo ambito il Bando 2007 ha iniziato un nuovo corso affidando all’Isfol l’attività di monitoraggio. È auspicabile che tale attività possa produrre modelli operativi sostenibili nel tempo". Questi punti, ha aggiunto, "dovranno essere oggetto di approfondimento da parte della Commissione già istituita tra Mae, Cgie e Ministero del Lavoro, che, in continuità con l’azione intrapresa sul Bando 2007, dovrà preparare un documento da sottoporre alla Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie secondo le competenze previste dal Decreto Legge 112. Per quanto riguarda, infine, le esigenze emerse di corrispondere meglio alle attese delle comunità italiane dei Paesi a più alto grado di integrazione e di sviluppo, gli Usa in particolare, si chiede al Segretario Generale di dare corso alla formulazione di richieste, da inoltrare ai Ministeri di competenza, di maggiore coinvolgimento del Cgie sulle linee finanziarie e sulle programmazioni relative all’internazionalizzazione, dando anche così maggiore sostegno alle proposte già formulate d’intesa con il Mae sul Fse". (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49394

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 19.35 Speciale CGIE L’AMBASCIATORE BENEDETTI ALLA PLENARIA: LA RIFORMA DELLA LEGGE 153 MATURATA GRAZIE AL LAVORO CONGIUNTO DI CGIE E DIREZIONE GENERALE PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO ROMA\ aise\ - "Dal punto di vista tecnico la relazione di Tommasi ed il documento della IV Commissione tematica ci trovano assolutamente d’accordo". Così ha esordito il Direttore generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, Adriano Benedetti, intervendo ai lavori della Plenaria del Cgie, dedicati questa mattina alla promozione di lingua e cultura italiana all’estero e alla riforma della legge 153 (vedi aise dell’8 novembre 2007 h.15.35). Benedetti ha riconosciuto non solo l’importanza della diffusione della lingua italiana nel mondo, ma anche il "rilevantissimo" ruolo che per essa svolgono le nostre comunità. "Siamo sempre favorevoli alla valorizzazione di questo canale", ha osservato il Direttore generale, condividendo l’idea che "l’integrazione nel tessuto sociale delle nostre comunità non abbia stemperato questo ruolo, anzi ha arricchito il loro lavoro di testimoni della lingua e della cultura italiana" nei rispettivi Paesi di residenza. L’Ambasciatore ha così risposto anche ai consiglieri che, in sede di dibattito, avevano lamentato il mancato coinvolgimento del Cgie nelle attività culturali della rete delle Ambasciate e degli Istituti Italiani di Cultura (vedi aise dell’8 novembre 2007 h.19.04). Una mancanza imputabile piuttosto alla tardiva "maturazione "di questa coscienza nelle sedi estere del Ministero. "Gli Istituti Italiani di Cultura", ha poi ribadito, "non si possono dimenticare delle nostre comunità e delle loro rappresentanze". Lo stretto rapporto esistente tra Cgie e Ministero è evidente anche nel richiamo, peraltro "condivisibile", alla riforma della legge 153, specie ora, ha voluto ricordare l’Ambasciatore Benedetti, che "la promozione linguistica e culturale all’estero è stata riconosciuta anche in sede di assestamento – con 2,5 milioni di euro, rispetto ai 3 milioni iniziali – e nella Finanziaria 2008", nella quale, a fronte di una richiesta di 29 milioni di euro, ne sono già stati riconosciuti 28,5 milioni. Dalla Direzione generale per gli Italiani all’Estero, in vista della riforma, è arrivato un "apporto sostanziale a questa maturazione", ha sottolineato Benedetti. "Una maturazione che è stata reciproca, tra Direzione e Cgie". E se oggi, ha aggiunto "la confluenza delle due anime è stata sostanziale" è "merito" senz’altro del presidente Tommasi e del Consiglio, ma anche, non va dimenticato, della Direzione. Venendo alle modifiche alla legge 153, "l’impianto si traduce nel mantenimento del sistema attuale, ma con una iniezione di controllo pubblico ben maggiore rispetto al passato" e "in una più attenta e dotata quantità di risorse", ha rilevato il Direttore generale. D’altra parte in molti, e tra questi il consigliere Lombardi, hanno oggi condiviso l’idea che la legge 153 abbia "consentito di instaurare una prassi costruttiva, grazie ad uno schema capace di adattarsi alle diverse situazioni". Tale esperienza non va cancellata, ma semplicemente "dotata di strumento nuovo che guidi la transizione dell’italiano da lingua materna a lingua di cultura". All’interno di questa nuova struttura Benedetti si è detto convinto che "il contingente di ruolo, recentemente ridotto, abbia ancora una sua funzione" e che "i dirigenti scolastici non vanno disgiunti dall’attività consolare vera e propria, ma la responsabilità complessiva deve restare del Console". Piuttosto, ha sottolineato, "gli inconvenienti registrati siano da ricondurre al garantismo della nostra legislazione". Tali "inconvenienti" sono stati sollevati da diversi consiglieri del Cgie. Conte ha riportato l’esperienza della Germania, dove "il concorso per l’area è stato vinto da insegnanti che non conoscono la lingua tedesca", che ora avranno per lo meno serie difficoltà di comunicazione con le autorità locali. Quanto alla Svizzera, il consigliere Cretti ha ricordato che l’attribuzione degli insegnanti da Roma giunge sempre con un ritardo di un paio di mesi, a scuola già iniziata, e questo non può che indisporre le autorità svizzere. Sono problemi, ha sostenuto Cretti, che "possono essere risolti con un po’ di buon senso". Ma non si tratta di

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casi isolati, perché la scuola italiana all’estero soffre un po’ ovunque. Anche in quesi Paesi come gli Stati Uniti in cui "la politica di espansione dell’italiano sta procedendo con successo attraverso l’introduzione dell’obbligo di insegnamento nelle scuole", grazie a "lunghi anni di trattative" poi sancite dall’APProgram. Attenzione, però, ha ammonito la consigliera Mangione. Non è si tratta di un diritto "garantito", perché "se non riusciremo ad aumentare i numeri e le risorse, potremmo vedercelo togliere". Quello delle risorse, si sà, è un problema annoso, anche per quei Piani Paese invocati da Tommasi che pure rappresentano una "esigenza legittima di stabilità e credibilità del lavoro", ha ammesso Benedetti. "Certo", ha aggiunto, "non si possono più accettare" docenti di lingua italiana che non conoscano la lingua del Paese in cui operano. Pena la possibilità di svolgere il proprio ruolo. Probabilmente il "Comitato di Coordinamento interministeriale" proposto dalla IV Commissione potrebbe risolvere buona parte di tali questioni. E l’Ambasciatore Benedetti non ha potuto che "rallegrarsi" tanto del concorso di altre Istituzioni quanto del "ruolo prioritario" affidato in questo nuovo Comitato alla Farnesina. (raffaella aronica\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49388

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 19.35 Speciale CGIE LA FRANCESCA E BENEDETTI ALLA PLENARIA: LE NOSTRE DIREZIONI SEMPRE PIÙ IN SINERGIA PER LA PROMOZIONE DI LINGUA E CULTURA ROMA\ aise\ - Anche la Direzione generale per la Promozione Culturale della Farnesina condivide l’approccio qualitativo e l’invito ad un’azione sinergica indicati nella relazione e nel documento, poi approvato all’unanimità, sulla promozione e diffusione di lingua e cultura italiana all’estero che Giovanni Tommasi, presidente della IV Commissione tematica, ha presentato oggi alla Plenaria del Cgie (vedi aise dell’8 novembre 2007 h.15.35). Lo ha confermato più volte e a chiare lettere lo stesso direttore generale Gherardo La Francesca e con lui, onnipresente ai lavori del Cgie, anche il direttore Adriano Benedetti. "Il nostro tallone d’Achille è fare squadra, ma quando ci si riesce i risultati sono importanti", ha ammesso La Francesca durante il suo intervento. "La nostra Direzione", ha ricordato, "ha a disposizione una macchina composta da 90 IIC e 163 tra Ambasciate e Consolati che portano avanti l’attività di promozione culturale in 108 Paesi del mondo". E questo con "un bilancio di poco più di 120 milioni di euro per far funzionare l’intera macchina". Nonostante le evidenti difficoltà, "il nostro prodotto è di oltre 9mila eventi l’anno tra concerti, conferenze e mostre, ma insegnamo anche l’italiano" e "dai corsi raccogliamo un introito lordo di 15 milioni di euro". "Che il sistema debba funzionare in modo più coeso e meno parcellizzato è una convinzione che nutro da sempre", ha osservato La Francesca, lasciandosi andare ad una "autocritica costruttiva". Ed è per questo che la Direzione ha avviato una serie di iniziative che puntano alla qualità, piuttosto che alla quantità, utilizzando convenienti "metodologie innovative" come nel caso delle mostre circuitanti o di quelle multimediali. È il caso ad esempio dell’esposizione su Salgari realizzata in occasione dell’ultima Settimana della Lingua Italiana nel Mondo e che, grazie alla tecnologia, è stata distribuita simultaneamente in numerosi Istituti Italiani di Cultura nel mondo. Insomma è in atto uno "sforzo concreto per far funzionare di più e meglio il sistema, in modo coeso e con un maggior scambio di informazioni tra IIC e Ambasciate". A tale scopo, ha reso noto Gherardo La Francesca, recentemente sono state indette 8 riunioni d’area in altrettanti circoli, dove tutti gli interlocutori si sono seduti intorno allo stesso tavolo per lavorare insieme. "Ad ogni circolo abbiamo chiesto di scegliere un rappresentate che partecipasse ad un follow up sulla situazione, che si terrà la settimana prossima alla Farnesina. Ci ritroveremo qui per tre giornate di lavoro intenso e molto ritmato", ha spiegato il direttore generale, certo che dall’incontro verranno fuori "energie utili per un’ulteriore spinta al lavoro di squadra". "Un lavoro coeso è il presupposto necessario per sviluppare sinergie con chi opera in questa "casa". E le sinergie", ha ribadito il rappresentante della Farnesina, "sono ogni giorno più possibili perché ci stiamo organizzando meglio al nostro interno". Ciò vale anche se si parla di scuole italiane all’estero, che La Francesca vorrebbe coinvolgere maggiormente nella politica culturale del Ministero e della sua Direzione. Quello delle scuole italiane e bilingui "è un sistema importante del quale dobbiamo fare miglior uso". Ma non è facile quando si deve far fronte a continui "ulteriori" tagli finanziari, quegli stessi che "l’anno scorso ci hanno costretto a decisioni dolorose". Il riferimento è alla riduzione del personale docente – in tutto circa 70mila unità – ed ai lettori. "Dolorose", ha spiegato il direttore generale, perché, "oltre al pur importante rapporto con le comunità, spesso i lettori sono le antenne, veri e propri bracci destri delle Ambasciate". Insomma, ha concluso Gherardo La Francesca, "al di là della riforma normativa", per la quale egli ha espresso una sostanziale condivisione d’intenti rispetto alla relazione di Tommasi, "c’è dello spazio che

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può essere riempito per aumentare l’efficienza della macchina e renderla più coesa" ed "il coordinamento di questa macchina spetta a noi funzionari". Che le due Direzioni generali della Farnesina siano in sintonia è risultato evidente dall’intervento dell’Ambasciatore Benedetti, che oltre ad analizzare la relazione di Tommasi ed il documento della IV Commissione - "dal punto di vista tecnico ci trovano assolutamente d’accordo" – ha voluto difendere l’operato del collega. Non sono state poche infatti le critiche, a volte dure, che alcuni consiglieri hanno rivolto alla gestione della promozione culturale e linguistica della Farnesina. Se il consigliere Losi ha sottolineato la "mancanza di sinergie tra le due Direzioni generali di competenza", Conte ha parlato di "vizio antico" della Direzione per la Promozione Culturale di "operare senza alcun rapporto con il Cgie", come nel caso dell’ultima Settimana della Lingua Italiana nel Mondo. "Eppure", ha aggiunto, "è una Direzione che ha a che fare con gli italiani all’estero". Anche la consigliera Salvarezza ha lamentato uno scarso coinvolgimento, "se non all’ultimo momento", del Cgie negli eventi culturali organizzati dalla rete delle Ambasciate e degli Istituti di Cultura. E Amaro ha espresso la propria secca "insoddisfazione" verso la Direzione Culturale. Parole dure, non c’è che dire. Al punto che Salvatore Cilento, subentrato in Plenaria al Direttore La Francesca, ha trovato "alcune critiche eccessivamente severe e in parte infondate". "So personalmente quanto siano impegnati, giorno dopo giorno, alla Direzione per cercare un rapporto sinergico con la DGIEPM e con le nostre rappresentanze all’estero", ha riferito Cilento, che ha voluto precisare: nel caso della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo è stato inviato a tutti gli Istituti Italiani di Cultura un telegramma in cui si invitata a coinvolgere le rappresentanze presenti sul territorio nella organizzazione degli eventi. "Quando ciò non avviene, fatevi parte dirigente", ha invitato dunque Cilento, perché "noi", ha infine assicurato, "consideriamo la vostra presenza all’estero un asset strategico della nostra politica di promozione culturale". Gli ha fatto eco Adriano Benedetti, che condividendo la "maggiore integrazione delle strutture" invocata da Tommasi a scapito di sterili "percorsi paralleli", ha tenuto a riconoscere che "in questi ultimi due anni", da quando cioé la Direzione generale è nelle mani di La Francesca, "c’è uno spirito di collaborazione reciproca che prima non si registrava. Le due Direzione sono in sempre maggiore simbiosi", ha aggiunto, "ma serve una maturazione di mentalità che al centro già c’è. Forse ancora manca nelle sedi all’estero". (raffaella aronica\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49385

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 18.48 Italiani nel Mondo DALL’ASSOCIAZIONE PUGLIESE DI LA PLATA IL SEMINARIO LABORATORIO "SVILUPPO LOCALE SUL TERRITORIO I" LA PLATA\ aise\ - "Seminario - Laboratorio: Sviluppo locale sul Territorio I". Questo il nome del seminario che si terrà il prossimo 30 novembre, presso la Facoltà di Scienze Economiche – UNLP di La Plata, promosso dall’Associazione Pugliese di La Plata, dalla Scuola di Specializzazione di Marketing Internazionale (FCE-UNLP); organizzato e coordinato dall’Agenia di Coordinamento Territoriale Italia-Argentina –ACTIA. Il seminario è rivolto a funzionari, professionisti, imprenditori produttivi, equipe docenti, equipe tecnici, coordinatori di progetti, studenti avanzati, operatori ed attori territoriali nel quadro dello sviluppo locale sul territorio. Obiettivo del laboratorio è il consolidamento dei processi di sviluppo locale ed internazionale nel contesto del Corridoio Produttivo Turistico Culturale Italia-Argentina -CPTCIA. Aderiscono al CPTCIA la Camera dei Deputati della Provincia di Buenos Aires, ol Municipio di La Plata, l’Unione Industriale La Plata, Camera di Commercio e Industria La Plata, la Federazione di Impresari Provincia di Buenos Aires, l’Università Nazionale di La Plata, l’Università Tecnologica Nazionale, Regione La Plata, la Dante Alighieri, La Plata, l’Università degli Studi di Foggia; Università degli Studi di Lecce, il Politecnico di Bari, Università di Bari e Confindustria Regione Puglia, l’Associazione per il Commercio Italo-Argentino, ACIA (Roma). (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49383

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 15.35 Speciale CGIE LA PLENARIA CHIEDE AL MINISTERO E AL PARLAMENTO PIÙ SINERGIE STRATEGICHE PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA ITALIANA ALL’ESTERO/ LA RELAZIONE DEL PRESIDENTE DELLA IV COMMISSIONE TASSELLO ROMA\ aise\ - Accanto al direttore generale Adriano Benedetti, al tavolo della Sala Conferenze Internazionali della Farnesina, c’era questa mattina anche il direttore generale per la Promozione Culturale, Gherardo La Francesca. Sì, perché oggi alla Plenaria del Cgie si è parlato della riforma della legge 153 e, più in generale, della diffusione e promozione di lingua e cultura italiana all’estero. Ed è stato proprio rivolgendosi ai due rappresentanti del Ministero, oltre che ai consiglieri riuniti in assemblea, che Giovanni Tassello ha illustrato la relazione elaborata dalla sua Commissione tematica Scuola e Cultura, esito dei lavori della sessione straordinaria della Commissione nel luglio scorso. La promozione linguistica e culturale come "parte essenziale della politica estera italiana". Questo l’assunto della relazione di Tassello, che ha poi riscosso l’unanime apprezzamento della platea. Sinergia negli interventi e riforme adeguate al nuovo contesto globalizzato le parole d’ordine. Ma bisogna innanzitutto partire da una consapevolezza: "è errato ritenere che l’impegno del Cgie per la promozione culturale e linguistica sia solo una difesa di ufficio degli interessi della diaspora". Piuttosto, ha osservato Tassello, tale impegno rientra in una "strategia per salvaguardare gli interessi della nazione Italia", che invece "fatica a comprendere che la cultura deve far parte di una politica internazionale lungimirante". Sino ad oggi, ha proseguito il presidente della Commissione, gli interventi in ambito culturale sono stati caratterizzati da "scarsa incisività", "parcellizzazione" e conseguente "tendenza a posticipare riforme ormai ineludibili". Per non parlare delle molte "anomalie" e delle "ingiustizie", come le "diverse interpretazioni della circolare n.13". Ciò che ora il Cgie chiede è una "politica a tutto tondo, di cui anche la promozione di lingua e cultura sia parte predominante". Pur apprezzando lo sforzo del governo e dei parlamentari per assicurare in Finanziaria una adeguata copertura anche al capitolo della cultura, Tassello si è detto "stupito dell’approccio esclusivamente quantitativo alla tematica", perché "non è una seria politica quella che ha come elemento fondante la spartizione di poche risorse". Serve piuttosto una "strategia innovativa" ed una "chiara visione" d’intervento, altrimenti "si rischia un facile approccio assistenzialistico". "Esiste un desiderio diffuso di superare la legge 153, anche se finora essa ha svolto un ruolo essenziale nella promozione della lingua e cultura italiane a motivo della sua applicazione evolutiva", ha sottolineato Tassello nella sua relazione. Non si può certo dimenticare che la "attenzione crescente" verso la lingua e la cultura italiana nella comunità globale sia "frutto soprattutto della diaspora". Anzi, "tanto più forte è l'integrazione delle nostre comunità nel contesto locale, tanto maggiore è l'esigenza di lingua e cultura italiane". Come ribadito in questi anni continuamente dal Cgie, ha proseguito Tassello, "il nuovo contesto e le nuove esigenze derivanti dall'interculturalità e dalla necessità di un plurilinguismo inducono ad una revisione profonda della normativa vigente, aprendo la strada ad una legge organica globale", che sembra ora essere giunta in Parlamento, dove si può dar seguito alle "dovute riforme". Sia alla Camera sia al Senato sono state, infatti, presentate numerose proposte di legge per la riforma della 153. "In sede parlamentare – lo ha annunciato ieri anche il vice ministro Danieli, ndr – si arriverà ad una proposta di legge unica", che, ha auspicato Tassello, potrà riorganizzare e razionalizzare il "complesso e articolato

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sistema" di promozione linguistica e culturale sin qui costruito, individuando gli "investimenti adeguati alla funzione di interesse pubblico che esso complessivamente svolge". "La legge quadro da molti invocata per una strategia ed un controllo comune sarebbe pertinente, ma non in questo periodo di transizione", ha osservato il consigliere del Cgie, che ha ribadito: "è urgente chiedere al parlamento una riforma delle legge". Intanto il documento elaborato dalla IV Commissione è stato condiviso anche dalle Continentali, compresa quella di nomina governativa – è stato risolto nel corso della mattinata odierna il "giallo" o, meglio, l’equivoco per il quale quest’ultima non si era ancora espressa –. Solo la Commissione dell’America Latina ha proposto alcuni "piccoli cambiamenti", ma nella sostanza il documento, approvato oggi all’unanimità, indica alcuni "punti qualificanti che il legislatore dovrebbe recepire per il bene comune". Vediamoli. A chi si rivolge la legge? "La promozione e la diffusione della lingua e cultura italiane sono rivolte a tutti gli italiani, con particolare attenzione alle nuove generazioni, e ai loro discendenti e a tutti coloro che desiderano conoscere il nostro patrimonio linguistico e culturale". Inoltre "la promozione e la diffusione non si limitano soltanto alla formazione di base, ma si dipanano anche nell'ambito della formazione continua, sempre legata alla evoluzione delle comunità". Chi deve attuare la riforma? "La sede più adatta per governare la nuova politica e le strategie di intervento in campo linguistico e culturale" continua ad essere il Ministero degli Affari Esteri, ma serve "un coordinamento più organico tra le due Direzioni", quella per gli Italiani all’Estero e quella per la Promozione Culturale. Il documento propone inoltre la creazione di un "Comitato di Coordinamento interministeriale" che sia presieduto dallo stesso Mae e di cui facciano parte anche il Miur, il Mibac, il Ministero del Lavoro e le Regioni. I Piani Paese. "La programmazione degli interventi deve essere effettuata con scansione pluriennale" e "partendo dal territorio", per rispecchiare "le peculiarità delle singole realtà". Lì occorre coinvolgere coinvolgere tutte le rappresentanze e le autorità locali. Il personale. Serve un "utilizzo sempre più ampio di personale che conosca il contesto socio-culturale e la lingua del posto". Troppo spesso, ha rilevato Tassello nel corso del suo intervento, giungono all’estero insegnanti di ruolo che non conoscono la lingua locale, con conseguente perdita di alunni. È dunque "tassativa la conoscenza scritta e parlata della lingua locale". Per questo motivo sarebbe utile, con il sostegno della Farnesina, "produrre sempre più in loco quadri culturali bilingui" e, al contrario, ridurre nel tempo il personale di ruolo. Per tutti il Cgie chiede, comunque, "una specifica formazione che va costantemente aggiornata". Bisogna inoltre "porre fine all’avvilente discriminazione tra insegnanti di ruolo e insegnanti assunti in loco", per i quali serve una nuova "definizione giuridica". Integrazione delle strutture. La riforma della legge 153 "deve tendere a orientare le strutture scolastiche all'estero verso una formazione plurilingue e interculturale. Essa, inoltre, deve favorire, come in altri Paesi si sta facendo da tempo – vedi la Spagna e l’Instituto Cervantes, ndr –, la creazione di percorsi compiuti e unitari di formazione, dai livelli di base a quelli più alti, da mettere a disposizione non solo dei giovani di origine italiana, ma anche di quelli autoctoni che lo desiderino". È poi necessaria "una più stretta collaborazione tra gli Uffici scolastici consolari e gli Istituti di Cultura sul piano della diffusione della lingua e della cultura italiana, come veicolo di comunicazione e di conoscenza del nostro Paese, nonché come elemento di identità europea e di fonnazione di una nuova cittadinanza, in un quadro di sviluppo e di promozione del Sistema Italia". Enti gestori. Altra nota dolente, per una struttura che va, sì, "consolidata e qualificata", assicurando "una certezza in campo finanziario" regolare e tempestiva, ma che va anche coordinata, certificata e controllata. Ciò per evitare non solo la dispersione dell’esperienza, ma soprattutto le direzioni scolastiche entrino, come a volte accade, in conflitto con i Consolati. (r.aronica\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49363

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SERVIZI DEL GIORNO 08 Novembre 2007 ore 15.35 Italiani nel Mondo LA CAMERA DIMEZZA I DEPUTATI ELETTI ALL’ESTERO CHE SARANNO 6 MENTRE 12 DIVENTEREBBERO I SENATORI ROMA\ aise\ - La Camera , che ha iniziato in aula l'esame delle riforme istituzionali, ha approvato stamani, con l'astensione dei deputati della Cdl, una norma che dimezza il numero dei deputati eletti all'estero, che in futuro dovranno essere 6 e non piu' 12. Nel corso del dibattito in aula di stamane, su proposta del Presidente della Commissione Affari Costituzionali, Luciano Violante, è stato deciso di votare in un primo momento la prima parte dell'emendamento 2.250 della Commissione , nella sua nuova formulazione, che riguarda il numero dei deputati eletti nella circoscrizione Estero e di votare la parte consequenziale, quella che aumenta da sei a 12 i senatori, successivamente, quando sarà affrontato l’esame dell'articolo 3. Violante ha anche informato l’aula su un preciso punto politico e cioè che tutta la maggioranza, il gruppo di Alleanza Nazionale, quello di Forza Italia e quello dell'UDC sono del parere che complessivamente gli eletti all'estero debbano essere diciotto. Su questo punto l’on. Boato ha comunicato poi anche la convergenza del gruppo dei Verdi. Al termine dell’esame si è passati alla votazione che ha dato questo risultato : su 417 presenti hanno votato in 223 , si sono astenuti in 194 ( la cdl ) mentre hanno votato sì in 208 e no in 15 ; la maggioranza richiesta era di 112 , quindi la Camera ha approvato. L'aula ha terminato le votazioni di questa settimana, completando l'esame degli emendamenti all'articolo 2, che riduce a 500 il numero dei deputati. Le votazioni riprenderanno martedi' prossimo. Già ieri era stato “respinto” dalla Camera un tentativo portato avanti dai deputati di Rifondazione Comunista per l’eliminazione dei deputati eletti all’estero. Il deputato Cassola, che aveva fortemente contrastato questa scelta, aveva messo in guardia i suoi colleghi dell’Unione , sostenendo che "Il pericolo rimane visto che oggi (giovedi 8 novembre –ndr), saranno messi in voto altri emendamenti di questo genere.” Al tempo stesso , Cassola (vedi aise 8 nov h.12.59) aveva giudicato “ Molto saggio, invece, l'emendamento di compromesso proposto dalla Commissione Affari Costituzionali, anche sulla spinta del deputato verde Marco Boato, che propone che vi siano 12 senatori esteri e 6 deputati esteri alla Camera, a partire dalla prossima legislatura". Il problema, tuttavia, che si lega alla scelta dell’opzione 6 deputati e 12 senatori, che lascerebbe intatta l’attuale rappresentanza da un punto di vista numerico pur in presenza di una riduzione del numero di deputati e senatori, è legato al sistema di elezione del Senato. Questo, infatti, secondo la riforma non sarà più la seconda camera ma una sorta di Senato delle Regioni , eletto con sistema indiretto dai consigli regionali. In principio la riforma prevedeva la conferma dei 12 deputati e dei 6 senatori (vedi aise 4 ott h.14.12), durante il dibattito sia in commissione che in aula si è fatto strada l’ipotesi di invertire la consistenza numerica della due rappresentanze, ipotesi che alla fine ha trovato il consenso dell’aula, per il momento nella parte che riguarda i deputati. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49352

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) -Roma 6 - 9 Novembre 2007

Dalla Formazione all'Assistenza, il quadro delle Commissioni Relazioni delle Commissioni Tematiche Diritti civili, Conferenza Stato-Regioni, Formazione, Sicurezza ed i Gruppi di lavoro Salute e Donne

Roma - Al termine del dibattito seguito alla relazione di Padre Giovanni Tassello, Presidente della IV Commissione Tematica, sono stati “recuperate” le relazioni delle altre Commissioni Tematiche, inizialmente previste nella giornata di apertura e successivamente rinviate.

La prima relazione è stata quella del Consigliere Mario Tommasi, Presidente della III Commissione Tematica (Diritti civili, Politici e Partecipazione). Ha segnalato la richiesta, pervenuta da più parti, di ripristinare la prassi delle cosiddette “pre-assemblee”, con lo scopo di guadagnare del tempo prezioso rispetto ai lavori dell’Assemblea Plenaria. Il Presidente ha informato che il disegno di legge reso necessario dalla perdurante inosservanza della direttiva europea da parte dell’Italia in tema di cittadinanza, ha subito le necessarie modifiche, seguite alla presentazione di vari emendamenti, che hanno “unificato” la proposta in un singolo disegno di legge. Il Presidente ha aggiunto che l’esame del provvedimento è previsto dopo il varo. In tale sede si valuterà in particolar modo la disciplina dei casi di riacquisto della cittadinanza. Il Consigliere Tommasi ha poi voluto segnalare alcune presunte irregolarità legate ad alcuni incontri che una Consigliera del Comites di Atene ( ndr. Elena Sallustio) avrebbe realizzato in Grecia, utilizzando il nome e l’immagine del Cgie, della Camera dei Deputati abbinati indebitamente al logo di Azzurri nel Mondo). L’Onorevole Massimo Romagnoli, deputato di Forza Italia, eletto sulla Circoscrizione Estero ripartizione Europa, proveniente dalla Grecia, membro del

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Comites di Atene nonché responsabile della corrente politica alla quale fa riferimento la Consigliera Sallustio, interpellato sulla vicenda dal Consigliere Tommasi, come persona in qualche modo informata, si è personalmente scusato, assumendosi la piena responsabilità dell’incidente.

In chiusura il Presidente della III Commissione ha voluto esprimere i propri dubbi sul coinvolgimento, a suo avviso fin troppo marginale, nei lavori legati alla ristrutturazione delle sedi consolari, del Cgie e dei Comites, chiedendo una moratoria sulla decisione.

Al termine della relazione della III Commissione, è stata la volta del Consigliere Silvana Mangione della VI Commissione Tematica (Stato, Regioni, Province autonome e Cgie) in sostituzione del Presidente uscente, il Consigliere Domenico Azzia. Il documento presentato ha esposto l’esigenza di ripristinare la Cabina di Regia tecnica-.paritetica istituita nella Conferenza Permanente del 2005. In particolare il Consigliere Mangione ha sottolineato la necessità di dare compimento alle altre direttive contenute nel documento finale del 2005. La relazione ha poi espresso soddisfazione per le garanzie ricevute dal Governo circa la realizzazione della I Conferenza mondiale dei Giovani Italiani residenti all’estero entro il 2008. La chiusura dell’intervento è stata dedicata alla richiesta da parte della VI Commissione di chiarire definitivamente quali siano la natura e i compiti della Conferenza permanente presso le altre componenti indicate nella legge istitutiva, accusate di non avere completamente realizzato le ricadute positive che la sua opera potrebbe avere nei rapporti con gli italiani residenti all’estero.

E’ stato poi il turno del Consigliere Franco Santellocco, Presidente della V Commissione (Formazione, Impresa, Lavoro e Cooperazione) che ha presentato la relazione sui lavori della Commissione sul “Primo bilancio del Bando di Formazione professionale del 2007”. Due le linee programmatiche suggerite dalla V Commissione. In primo luogo la relazione del Presidente Santellocco ha espresso la necessità di riformare il sistema di formazione professionale per gli italiani all’estero, alla luce dei profondi cambiamenti che sono intervenuti nell’ambito delle comunità di italiani all’estero. Fondamentale in tal senso sarebbe regolamentare il sistema di rilevazione dei bisogni formativi, nonché il sistema di certificazione delle competenze e qualifiche ma anche i controlli ed infine il metodo di accreditamento dei soggetti che operano all’estero. Secondo aspetto fondamentale, come si evince dalla relazione, è quello di inquadrare la formazione professionale in una dimensione più strategica che consenta di recuperare maggiori risorse. A queste premesse dovrà poi seguire un piano operativo in grado di rendere efficaci le premesse deliberate in Commissione.

Al termine della relazione del Presidente di Commissione, il Consigliere Santellocco, la parola è passata ai gruppi di lavoro. Il primo a parlare è stato il Professor Pasquale Nestico che ha analizzato alcuni dati relativi la censimento effettuato dal Gruppo di lavoro Sanità, descrivendo la situazione degli italiani residenti all’estero. Un gruppo di lavoro, quello sulla sanità, che esiste ormai da tre anni. Un ordine del giorno approvato durante l’Assemblea Plenaria del maggio 2007, prevedeva che il Governo informasse il Cgie sul metodo per preparare un piano completo per ogni paese, “integrale e a lunga scadenza, anche avvalendosi del Comites e della professionalità ed esperienza offerte dal Gruppo di lavoro Sanità del Cgie”. A testimonianza della crescente importanza del gruppo di lavoro Sanità, il documento si

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chiude con la richiesta formale di creare una Commissione Tematica, che diventerebbe la VII Commissione tematica del Cgie (Tutela Sanitaria) a testimonianza della crescente domanda di razionalizzazione degli sforzi diretti a garantire la massima assistenza agli italiani residenti all’estero.

Dopo il Professore Nestico, è stata la volta del Gruppo di lavoro Donne Cgie che hanno preso atto dell’assenza del Ministro per le Pari Opportunità e delle Parlamentari referenti delle leggi sull’Osservatorio delle donne, alle pur brevi riunioni del gruppo.

La relazione denuncia il disinteresse del Governo sulla questione delle pari opportunità proprio nell’anno in cui la EU ha posto l’attenzione su queste questioni.

Al momento di passare la parola al Consigliere Maria Rosa Arona, Presidente della II Commissione (Sicurezza e Tutela Sociale), il Segretario Generale, Elio Carozza, ha voluto anticipare che proprio sulla relazione della II Commissione lui stesso proporrà al Comitato di Presidenza di inserirla nel dibattito della prossima Assemblea Plenaria.

La Presidente Arona, nell’affrontare il problema degli anziani italiani residenti all’estero ha segnalato la necessità di effettuare una mappatura precisa allo scopo di affrontare adeguatamente le problematiche da cui possono essere afflitti. I dati raccolti dal Rapporto Migrantes ci dicono che il 18% degli italiani residenti all’estero sono anziani; di questi troviamo con una percentuale del 58% gli ultrasessantenni in area EU, il 24% in America Latina e il 5,4% in Oceania. Sono 410.000 i titolari di una pensione Inps.

La relazione descrive una situazione in cui alta è la percentuale di italiani residenti all’estero che accusano un precario stato di salute, cagionato dalla durezza dei lavori svolti, spesso “usuranti”. A questi andrebbero aggiunti coloro che, superati i 55 anni, sono comunque da considerarsi “anziani” ma che non vengono intercettati dai sistemi previdenziali. Se si considera che ogni anno, a livello mondiale possono quantificarsi in 100 milioni le persone che scendono sotto la soglia di povertà per affrontare le spese mediche, creando una situazione che l’Organizzazione Mondiale della Sanità stenta a contrastare, la relazione conclude che è necessario cercare delle nuove linee di intervento per sostenere i nostri emigranti.

Altra problematica degli anziani italiani all’estero è rappresentata dalla scarsa conoscenza che molti di loro hanno della lingua del paese ospitante, che a volte rende complicato avviare le procedure necessarie a richiedere assistenza. Peggiore è poi la situazione descritta con riguardo a quegli italiani rimasti soli, magari con figli lontani quindi impossibilitati a prestare assistenza al familiare emigrato. Le risorse disponibili, prosegue la relazione, non sono state usate nella maniera più razionale e coordinata. Nel pomeriggio si è aperto il dibattito sulle relazioni, con alcuni inteerventi tra cui quello di Padre Tassello, che ha riconosciuto la responsabilità diretta del Cgie nell'educazione permanente degli anziani all'estero. Per fare una lobby intelligente e pressante.

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Sul dibattito socio assistenziale e sui giovani torna anche il Consigliere di nomina governativa, Padre Locatelli,

che attira l'attenzione sull'operato della Chiesa in queste tematiche, poco riconosciuto. E che igiovani "prendano la penna e parlino" è il suo augurio.

Francesco Giurato / News Italia Press Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2172&titolo=Dalla%20Formazione%20all

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XVI Convention Mondiale delle CCIE - Livorno - 10 - 16 novembre 2007 Cannizzo: "La rete principale per promuovere l'Italia all'estero dovrebbe essere quella camerale" Intervista con il Presidente della Camera di Commercio Italiana in Messico, Marco Cannizzo

La Camera di Commercio Italiana in Messico è stata fondata nel 1952 ed ha ottenuto il riconoscimento ufficiale da parte del Governo italiano nel 1972. Questa Camera si offre come supporto per cercare di mettere in contatto gli imprenditori locali e quelli del nostro paese. I suoi associati sono società operanti nei settori più disparati, dai servizi bancari, all’industria al turismo. Il suo operato è molto importante e sicuramente positivo visto che l’Italia da diversi anni è il secondo paese europeo per il valore delle forniture allo Stato dell’America centrale.

Assocamerestero, con la collaborazione dell'Unioncamere e dell'Unioncamere Toscana e con il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Livorno e del Comune di Livorno hanno promosso, dal 10 al 16 novembre, la 16° Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all'Estero. Il tema principale dell’evento sarà il rapporto fra i territori ed il mercato globalizzato, ovvero si cercheranno le migliori strategie per poter inserire le realtà locali nell’economia ormai unificata. Ovviamente il punto di vista sarà quello del sistema camerale italiano, che dovrà definire quale potrà essere il suo ruolo in questo processo. Sulla questione News ITALIA PRESS ha sentito il parere del Presidente della Camera di Commercio Italiana in Messico, Marco Canonizzo.

Dott. Canonizzo, quali istanze la Sua Camera porterà alla Convention?

Porteremo un istanza di fare piú rete con le altre CCIE e con le camere di commercio italiane per cercare di cogliere frutti piú concreti della nostra partnership con UnionCamere in Assocamere Estero.

A quello che è l’appuntamento più importante dell’anno per il sistema camerale italiano all’estero, in questo 2007 le CCIE come ci arrivano?

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Noi sicuramente motivati, rinnovati e con voglia di fare di piú per le relazioni Italia/estero. Spero anche le altre Camere.

E’ corretto dire che da quando al Parlamento italiano siedono i parlamentari eletti all’estero (e il sistema camerale esprime ben 2 Senatori, ovvero il Presidente mondo delle CCIE, Edoardo Pollastri, e il Luigi Pallaro), anche il sistema delle CCIE si è rafforzato?

Si, ritengo di si, anche se non crediamo abbiano un lavoro facile visto che spesso in Italia il lavoro delle CCIE é sottovalutato e molti non capiscono nemmeno la differenza con l’ ICE. Veniamo al tema della convention 2007. Noi lo definiremmo un tema molto ‘glocal’, condivide? Non mi sembra una novitá. I nostri temi sono sempre legati all’ internazionalizzazione del territorio intendendosi per territorio sia l’ Italia, che le regione o specifiche aree economiche. I ‘territori’ esprimono potenzialità molto specifiche e diverse, può davvero esistere un modo standard per portare i territori all’estero?

Puó esistere un sistema di approccio generico abbastanza flessibile per essere poi modellato su realtá molto peculiari e diverse tra di loro per risorse economiche o tendenza all’ internazionalizzazione.

Sui mercati internazionali si arriva meglio con il marketing dei singoli territori (e però qualcuno parla di ‘diplomazia delle cozze’) oppure con il marketing del ‘Sistema Italia’?

In entrambe le maniere. Ci sono territori che godono di una reputazione cosí forte che non hanno bisogno di agganciarsi a un sistema Italia mentre ci sono invece territori che hanno bisogno di tutto l’ impegno congiunto del sistema Italia. All’ estero inoltre per sistema Italia si intende spesso la positiva interazione, non sempre presente, tra le varie rappresentanze italiane all’ estero (Ambasciata, ICE, Camera di Commercio, Istituto di Cultura, ecc.).

Quali le reti e le infastruttutture sono veramente in grado di portare i territori italiani con le loro ‘economie’ in pancia alla globalizzazione?

La rete principale dovrebbe essere la nostra, o no?

Bando ai luoghi comuni. Il ruolo delle CCIE in questo scenario?

In due parole: Essere un ponte di esperienze tra chi all’ estero c’é giá e chi ci vuole andare.

News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2181&titolo=Cannizzo

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) - Roma 6 / 9 Novembre 2007 Forse Santellocco nel Comitato Tecnico di Valutazione dei progetti formazione del Ministero del Lavoro

Roma – La relazione della V Commissione Tematica “Formazione, impresa, lavoro e cooperazione” all'Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE), presentata dal Presidente della Commissione stessa, Franco Santellocco, ha trovato unanime approvazione da parte della Commisione stessa e dell'intera Plenaria del Consiglio. In questo contesto è stata sottolineata la novità rappresentata dal lavoro che la Commissione, e il suo Presidente in prima persona, ha svolto, portando il CGIE ad essere il referente principale del Ministero del Lavoro nella stesura del bando dello scorso agosto. Ora si guarda al Comitato Tecnico di Valutazione dei progetti presentati dai vari proponenti in conformità all'Avviso 1-07 della Gazzetta Ufficiale del 4 agosto 2007, che il Ministero del Lavoro dovrà organizzare, e il CGIE non nasconde l'auspicio che il Presidente Franco Santellocco venga scelto dal Ministero a far parte della Commissione. In gioco c'è la possibilità che per la prima volta il CGIE nel suo insieme, e la Commissione Formazione del CGIE nello specifico, vedano riconosciute, con l'ingresso di Santellocco in tale Comitato, le competenze tecniche e professionali del Presidente Santellocco e attraverso di esse quelle del CGIE e della Commissione V.

Nella sua relazione alla Plenaria Franco Santellocco ha sintetizzato i punti essenziali del “Bando di formazione professionale del 2007”: dedicato agli italiani nei Paesi extra-Europei, prevede una dotazione finanziaria di 30 milioni di euro.

Le aree disagiate hanno esigenze assistenziali, mentre per altre categorie di italiani all’estero cruciale è il mantenimento dei legami culturali con l’Italia, attraverso una formazione culturale e linguistica e una completa informazione su quanto accade nel Paese di origine. Una conferma di questi nuovi scenari è venuta dall’ “analisi sui fabbisogni formativi” progettata dall’ISFOL e realizzata con il concorso delle sedi diplomatiche e consolari e dei Comites tra la fine del 2006 e l’inizio del 2007. Le linee programmatiche del nuovo bando: la formazione professionale deve essere indirizzata verso quei Paesi dove è maggiormente sentita la disoccupazione e dove manca un’offerta di formazione professionale locale adeguata e qualitativamente confrontabile con quella esistente in Italia. Questi indicatori hanno portato alla elaborazione di “schede Paese” di riferimento per la progettazione dei corsi nelle quali al dato quantitativo della presenza di italiani è stato sostituito il dato qualitativo dei loro bisogni di formazione.

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Restituire il Bando alla finalità principale prevista dalla Legge tutta rivolta all’occupazione degli italiani all’estero, dunque. Esistono esigenze formative nei paesi avanzati, come gli USA, l’Australia ed il Canada. In queste aree di intervento esistono interi giacimenti di risorse pubbliche finora inesplorate – e comunque non accessibili dagli italiani all’estero. Uno spaccato di queste linee finanziarie è stato fornito nel “dossier sull’internazionalizzazione” e riguardano ingenti fondi destinati dalle Regioni e dall’Unione Europea per il tramite del Ministero del Lavoro, il Ministero del commercio internazionale ed il Ministero per lo Sviluppo economico per il sostegno alla competitività del territorio. La proposta è quella di calcolare, nelle risorse da destinare agli italiani all’estero, anche i fondi dell’Unione Europea, ed in particolare quelle destinate alle competenze delle Regioni.

I punti della riforma proposta riguardano: la rilevazione della domanda di formazione professionale, che dovrà prevedere l’obbligo della consultazione del CGIE e dei Comites; la certificazione delle qualifiche e delle competenze; l’accreditamento degli enti formativi; il sistema dei controlli e la congruità dei costi; il monitoraggio della realizzazione e dei risultati della formazione. Una riforma che dovrà essere approfondita da parte della Commissione già istituita tra Ministero Affari Esteri, CGIE e Ministero del Lavoro, per la realizzazione di un documento da sottoporre alla Conferenza Stato, Regioni, Province Autonome – CGIE.

Angela Gennaro / News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2192&titolo=Forse%20Santellocco%20nel%20Comitato%20Tecnico%20di%20Valutazione%20dei%20progetti%20formazione%20del%20Ministero%20del%20Lavoro&imm=0

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.36 Speciale CGIE I Parte - APPROVATO ALL’UNANIMITA’ L’ODG SULLA CESSAZIONE DELLA RETROCESSIONE INPS DI PARTE DELLE TRATTENUTE AI LAVORATORI FRONTALIERI ROMA \ aise\ - L’Assemblea plenaria del CGIE, riunita a Roma dal 6 al 9 novembre, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno , presentato dal Consigliere Claudio Pozzetti, sulla cessazione, dall’1 giugno 2009, della retrocessione INPS di parte delle trattenute a carico dei frontalieri. Eccone il testo integrale. “Come è noto, dal 1° giugno 2009 la Svizzera cesserà – per effetto degli Accordi Bilaterali con l’Unione Europea – la retrocessione all’INPS della parte di contributi trattenuti sugli stipendi dei frontalieri necessari per pagare le indennità di disoccupazione ai frontalieri stessi, ai sensi della Legge 147/97. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero esprime condivisione delle richieste delle organizzazioni sindacali in materia, indirizzate ad individuare una concreta soluzione al problema e così articolate : - una prima richiesta all’INPS per conoscere anzitutto la consistenza attuale del fondo derivante dai contributi retrocessi dalla Svizzera; - il calcolo della sufficienza nel tempo, anche dopo il 1° giugno 2009, del fondo medesimo per la continuazione del pagamento da parte dell’INPS delle indennità ai sensi della Legge 147/97; - un approfondimento, anche in sede U.E., delle reali possibilità che avranno i frontalieri dopo il 1° giugno 2009 di mettesi a disposizione del mercato del lavoro svizzero in caso di disoccupazione, alla luce delle nuove Direttive U.E.; - l’impegno a promuovere l’apertura di un negoziato con le istituzioni svizzere, finalizzato al raggiungimento di un accordo che preveda una nuova forma di retrocessione parziale all’Italia dei contributi per la disoccupazione ( che continueranno ad essere prelevati dagli stipendi dei frontalieri anche dopo l’1/6/09).”. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49458

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 20.03 Speciale CGIE II Parte - APPROVATO ALL’UNANIMITA’ L’ODG SULLA CESSAZIONE DELLA RETROCESSIONE INPS DI PARTE DELLE TRATTENUTE AI LAVORATORI FRONTALIERI ROMA \ aise \ - L’Assemblea plenaria del CGIE, riunita a Roma dal 6 al 9 novembre, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno , presentato dal Consigliere Claudio Pozzetti, con il quale si condivide la decisione di confermare per il triennio 2008-2009-2010 una quota esente dei redditi dei lavoratori frontalieri pari a 8 mila euro. Eccone il testo integrale. “Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero condivide la decisione della Commissione Bilancio del Senato di confermare per il triennio 2008-2009-2010 una quota esente dei redditi dei lavoratori frontalieri pari a 8 mila euro, ovvero lo stesso importo già previsto nelle leggi finanziarie approvate negli anni scorsi. La franchigia fiscale è stata inserita in un maxi-emendamento comprendente gli interventi a favore degli italiani all’estero. Il Governo aveva abolito la franchigia fiscale nel disegno di legge finanziaria, con grave nocumento per le lavoratrici e lavoratori italiani che prestano la loro opera in Stati con i quali non è in vigore una convenzione per il lavoro frontaliero, quali ad esempio la Repubblica di San Marino e il Principato di Monaco, in cui si recano quotidianamente 12.000 nostri connazionali. Va perseguito comunque l’impegno per risolvere una volta per tutte la problematica fiscale che interessa i lavoratori frontalieri attraverso una legge specifica: il CGIE sottolinea la necessità di trovare una soluzione definitiva, affinché non venga ogni anno messa in discussione la certezza di equità fiscale per i frontalieri.” (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49460

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) - Roma 6 / 9 Novembre 2007 Rete consolare, finalmente i dati. La proposta del Consigliere Montanari Intervento all'Assemblea Plenaria di Mauro Montanari, Vice Presidente I Commissione Tematica “Informazione e comunicazione”

Roma – Nell’ultima giornata di lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie, interviene Mauro Montanari, Vice Presidente I Commissione Tematica “Informazione e comunicazione”. Porta dati assolutamente nuovi – di ieri – sulla ristrutturazione della rete consolare

“Abbiamo parlato molto in questi giorni di ristrutturazione della rete consolare e di provvedimenti di risparmio. Abbiamo ascoltato la relazione della Commissione Continentale Europa Africa del Nord, che con molta preoccupazione si riferiva ai progetti di ridimensionamento della medesima rete. Abbiamo sentito un’ottimo intervento del consigliere Tomasi, che contestava, numeri alla mano, il risparmio effettivo nel caso della chiusura del consolato di Esch.

Ricordo a me stesso, anzitutto, e a noi, che siamo qui per difendere gli interessi dei nostri connazionali, siamo il loro “sindacato”, come qualcuno ha già detto. Vorrei aggiungere che siamo soprattutto il sindacato della gente più semplice, quella con meno difese e che, per questo, non ha mai diritto di parola. Almeno così io intendo il mio mandato.

Io mi rendo conto della necessità di contenere la spesa pubblica. E’ un dovere di tutti noi in quanto cittadini di questo Paese. Mi domando tuttavia se sia lecito risparmiare sempre sulla pelle di chi non ha referenti politici o difese corporative. E mi domando infine se quelli prospettati dall’Amministrazione siano veramente provvedimenti di risparmio.

Allora vorrei ripetere qui un suggerimento che è già stato dato. Diminuire il personale di ruolo della rete consolare ed aumentare il personale a contratto locale (esterno).

Mi spiego citando alcuni dati. E cercando di confrontarli anche con gli stessi dati riferiti ad altri Paesi europei. Noi sappiamo che il personale in servizio nella rete consolare si divide tra personale con contratto locale, chiamato in termini tecnici “personale esterno”, e personale di ruolo inviato dalla Amministrazione centrale. I costi a carico dell’Amministrazione, e quindi del contribuente italiano, sono molto diversi nei

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due casi. Per personale esterno intendiamo il personale a contratto a tempo determinato, quello a contratto a tempo indeterminato, quello con contratto precario a vario genere.

La natura degli stipendi è diversa a seconda delle funzioni. Tuttavia possiamo considerare che lo stipendio del personale di ruolo è infinitamente maggiore a parità di mansioni rispetto a quello del personale esterno. Lo stipendio complessivo del personale di ruolo è così composto: c’è una cospicua indennità di sede, a cui si aggiunge lo stipendio metropolitano. Poi si aggiungono una indennità di prima sistemazione, che in genere corrisponde a 3 indennità di sede, c’è una indennità di trasloco, c’è una indennità del 20% per il coniuge a carico e del 5% per i figli, ci sono contributi scolastici e per la ricerca di un appartamento. Il tutto esente da imposte.

Per contro il personale esterno ha contratti che si riferiscono a quello del Paese di riferimento, che in genere in Euro costa poco o addirittura molto poco; basti pensare che che ci sono addetti in Algeria che guadagnano 300 euro al mese, mentre in India 200 euro al mese.

Io non sono un sindacalista del Mae. Mi sento, dicevo, un sindacalista della gente. Ho citato questi dati soltanto per far capire per quale ragione tutti i Paesi europei hanno una prevalenza del personale esterno su quello di ruolo. Al personale di ruolo è riservata in genere una funzione dirigenziale o di coordinamento. Questo non solo per la citata ovvia ragione di costi, ma anche perché il personale del posto conosce meglio la lingua e la situazione locale. Fa eccezione l’Italia. Vediamo come.

L’Italia occupa nella sua rete consolare 8.568 addetti. Di questi 5.021 sono di ruolo (quasi il 60%), mentre 3547 sono esterni.

Diversa è la situazione di altri Paesi europei, di grandezza similare.

La Francia, che non ha certamente la diaspora italiana, occupa nella sua rete consolare 16.721 addetti, di cui 6251 di ruolo (circa il 36%)

La Germania occupa nella sua rete consolare 11.201 addetti, di cui 5.781 di ruolo (circa il 52%). Il Regno Unito occupa nella sua rete 17.000 dipendenti, di cui 6.000 di ruolo (circa 35%). Come vedete, dei grandi Paesi europei, solo la Germania supera il dato del 50%, nessun Paese, come l’Italia, arriva al 60% di personale di ruolo inviato dall’Amministrazione centrale.

Ma vorrei aggiungere un altro dato interessante per capire la complessità della situazione: quanto pesa percentualmente, nel confronto tra i diversi Paesi europei, il dato della spesa della rete consolare. L’Italia spende per la sua rete lo 0,23% del bilancio. La Francia spende l’1,01 del bilancio, cioè oltre quattro volte di più di noi. Ma anche la Germania, che non ha la sua Grandeur, le va tuttavia vicino, con lo 0,93% del bilancio. Anche l’Olanda spende lo 0,94% del bilancio. Il Regno Unito, infine, spende nella sua rete consolare lo 0,40% del bilancio. Nessuno di questi Paesi ha, lo ripeto, la diaspora che abbiamo noi. Ciascuno di questi paesi, però, vede la propria rete consolare come un investimento, non come una iattura. Finisco con un riferimento al consolato di Edimburgo, di cui l’Amministrazione ha annunciato la chiusura. I 10.000 connazionali che risiedono nella circoscrizione, saranno da ora in poi costretti a riferirsi a Manchester, cioè a quattro ore di treno da luogo dove potranno richiedere i servizi che spettano loro. Sarebbe come dire che un cittadino che abita a Milano deve fare il suo passaporto a Roma”

Mauro Montanari, Vice Presidente I Commissione Tematica - Informazione e comunicazione

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2194&titolo=Rete%20consolare,%20finalmente%20i%20dati.%20La%20proposta%20del%20Consigliere%20Montanari

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.52 Speciale CGIE APPROVARE QUANTO PRIMA LE MODIFICHE ALLA LEGGE 383/2000 PROPOSTE DA NARDUCCI: LA PLENARIA APPROVA L’ODG PRESENTATO DA TOMMASI ROMA\ aise\ - Approvare le modifiche alla legge 383 del 2000 che estenderebbero la disciplina prevista per le Associazioni di Promozione sociale in Italia anche a quelle all’estero oltre che utile e vantaggioso, sarebbe anche un provvedimento che contribuirebbe al rilancio di tali sodalizi. Per questo il Cgie auspica una veloce approvazione da parte del Parlamento. Questo in sintesi, quanto espresso nell’ordine del giorno presentato da Mario Tommasi e approvato dalla assemblea plenaria che oggi ha concluso i propri lavori alla Farnesina. Di seguito riportiamo il testo integrale dell’odg. "Il Cgie ha accolto con particolare favore la proposta di Legge presentata in Parlamento che permette il riconoscimento delle associazioni di promozione sociale operanti per la comunità italiani all'estero. La proposta, i cui primi firmatari sono i deputati Narducci, Lucà, Bucchino, Fedi, Merlo, tende infatti con alcune modifiche alla Legge 383/2000, ad equipararne l'associazionismo italiano all’estero all'associazionismo di promozione sociale presente sul territorio italiano. Un riconoscimento che contribuirà certamente al rilancio delle associazioni, rafforzandone l'autonomia e il pluralismo. Il Cgie, quindi, individuando in questa iniziativa una risposta completa alle istanze più volte espresse dal Cgie stesso e dalla Consulta Nazionale dell'Emigrazione auspica che la proposta di Legge venga il più presto possibile approvata dal Parlamento, attivando l'istituto di "sede deliberante" presso le apposite Commissioni di Camera e Senato". (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49459

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.44 Speciale CGIE APPROVATO IN PLENARIA UN ODG PER LA SEMPLIFICAZIONE DELLE NORME SULLA TASSAZIONE DEI PASSAPORTI ROMA\ aise\ - Serve più chiarezza nelle norme sulla tassazione sui passaporti. questo, in sintesi, il

contenuto di un ordine del giorno presentato da Michele Schiavone e approvato dalla assemblea plenaria

del Cgie che oggi ha concluso i suoi lavori alla Farnesina. Di seguito ne riportiamo il testo integrale.

"Premesso che la disciplina sulla tassazione del passaporto quale documento di identità per i cittadini

italiani che si trasferiscono all'estero per motivi di lavoro, così come regolata dal R.D. 13.11.1919, n.

2205, convertito in legge il 19.04.1925, n.473, e successive modificazioni ed integrazioni, ad oggi non

consente una chiara applicazione sulla tassazione per i territori UE ed Extra UE, il Cgie

impegna il Governo a presentare con urgenza un provvedimento teso a semplificare e rendere univoca la

tassazione prevedendo la gratuità per i cittadini stabilmente emigrati o che abbiano colà maturato

posizione pensionistica, ai quali, come noto, tale documento serve per motivi di lavoro e residenza".

(aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49457

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.29 Speciale CGIE APPROVATO IN PLENARIA UN ODG SUL RICORDO DELLA TRAGEDIA DEL TRAFORO DEL LOETSCHBERG ROMA\ aise\ - Sono state molte le tragedie che nel mondo hanno coinvolto i nostri connazionali

emigrati. Episodi che non tutti conoscono, ma che ancora oggi testimoniano il sacrificio e il costo che in

molti hanno pagato lasciando l’Italia. Tra le tragedie dimenticate quella del Traforo del Loetschberg,

oggetto di un ordine del giorno presentato da Michele Schiavone e approvato dalla plenaria che oggi ha

concluso i suoi lavori alla Farnesina. ne riportiamo di seguito il testo integrale.

"Premesso che la grande diaspora dei cittadini italiani avvenuta nella metà del secolo scorso nel

consentire ai Paesi di forte emigrazione la realizzazione di grandi opere pubbliche, ha comportato un alto

prezzo in termine di vite umane dei nostri Connazionali deceduti nelle diverse tragedie sul lavoro, tra cui

le più note quelle di Marcinelle e Monongah, che a distanza di anni la Repubblica Italiana ha voluto

celebrare con la "Giornata del sacrificio del lavoro italiano nel mondo", che si celebrata l' 8 agosto,

il Cgie impegna il Parlamento italiano a voler valorizzare queste ricorrenze e chiede che vi sia compresa

anche quella del Traforo del Loetschberg (Svizzera) avvenuta il 24 luglio del 1908 ove persero la vita ben

25 cittadini italiani, nonché ogni altra tragedia sul lavoro in cui sono stati coinvolti nostri connazionali.

Inoltre, il Cgie, per commemorare degnamente queste vittime che con il loro lavoro e sacrificio hanno

reso grandi le varie nazioni del mondo, chiede al Parlamento italiano:

di favorire ogni utile iniziativa per il recupero documentale, testimoniale e materiale sull' emigrazione

italiana nei Paesi interessati;

di disporre presso la competente Direzione Generale del Ministero degli Affari Esteri la costituzione di

apposito fondo per le celebrazioni e per la realizzazione dell'istituendo Museo dell'emigrazione italiana a

cui il predetto materiale va destinato". (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49455

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.21 Speciale CGIE APPROVATO ALL’UNANIMITA’ L’ODG SULLA DISDETTA DEL CONTRATTO NAZIONALE DEGLI EDILI IN SVIZZERA ROMA\ aise\ - L’Assemblea plenaria del CGIE, riunita a Roma dal 6 al 9 novembre, ha approvato all’unanimità un ordine del giorno , presentato dal Consigliere Claudio Pozzetti, sulla disdetta del contratto dei lavoratori edili in Svizzera. Ne riportiamo di seguito il testo integrale. “In tutta la Svizzera i lavoratori edili lottano per riavere il contratto nazionale di lavoro, disdetto unilateralmente dall’Associazione degli Impresari costruttori. Con la disdetta del contratto nazionale non sono più garantiti i salari minimi finora definiti, né la tredicesima mensilità, le ferie, l’orario di lavoro regolare e neppure la perdita di guadagno e la tutela contro i licenziamenti in caso di infortunio. La conseguenza del vuoto contrattuale è il rischio di grave peggioramento delle condizioni di lavoro nei cantieri svizzeri. Il contratto nazionale dell’edilizia, in vigore da più di 60 anni, è uno dei più importanti contratti collettivi esistenti in Svizzera. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero è pienamente solidale con le rivendicazioni dei lavoratori dell’edilizia, consapevole del fatto che sono decine di migliaia gli italiani - tra emigrati e frontalieri – che operano in questo settore in Svizzera. Il CGIE è anche allarmato per le conseguenze che il vuoto contrattuale può avere sulla politica dell’Europa , in particolare sugli Accordi Bilaterali tra U.E. e Svizzera, che tra l’altro saranno sottoposti a Referendum facoltativo in Svizzera nel 2009. Infatti, nel confermare che la libera circolazione delle persone tra Svizzera e U.E. è un passaggio importante sulla strada dell’integrazione, il CGIE rileva che il vuoto contrattuale fa cadere uno strumento Indispensabile contro il dumping salariale e sociale e così si rischia di inasprire il risentimento contro gli stranieri, già purtroppo diffuso in diversi strati della popolazione svizzera.”.(aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49456

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.15 Speciale CGIE

LEGGE SULL’EDITORIA ITALIANA ALL’ESTERO E RAI INTERNATIONAL: SIDDI PRESENTA IN PLENARIA LA RELAZIONE DELLA I COMMISSIONE INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

ROMA\ aise\ - La legge sull’editoria e la convenzione con Rai International sono stati al cento della relazione finale della I Commissione Tematica Informazione e Comunicazione del Cgie, presentata oggi dal consigliere Francesco Siddi durante l’ultima giornata di lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie che si è svolta alla Farnesina. "Ancora non si vedono risultati concreti sulle proposte fatta dal Cgie per la riforma della legge sull’editoria, ma solo segnali di movimento che dovranno essere ulteriormente promossi con attività di dialogo e confronto con le commissioni parlamentari competenti", ha dichiarato Siddi. Tra le proposte avanzate in Parlamento dal Cgie, quella riguardante l’art.2 sulla diffusione della stampa italiana per le comunità all’estero e in Italia, che però "nel testo finale non è stato inserito". Così come mancano "anche le proposte di altre parti sociali - ha specificato Siddi - che avevano richiesto modifiche organiche". "Questi – ha osservato Siddi – sono interventi di razionalizzazione che il Governo sta facendo, tentando di introdurre elementi di moralità nella distribuzione dei contributi e tenendo conto della spesa pubblica. E lo fa con dei tagli". Per la stampa all’estero periodica "la legge sull’editoria non introduce grandi cambiamenti sui contributi o penalizzazioni, ma riconferma le norme già esistenti", salvo che per i quotidiani, per i quali "la legge prevede delle modifiche sulle modalità delle erogazioni dei contributi". "La novità principale – ha spiegato il consigliere Siddi - è questa: le società editrici di quotidiani pubblicati e diffusi all’estero, che editano almeno da cinque anni, hanno diritto ai contributi per una sola testata". Parlando in cifre, i contributi previsti per i quotidiani all’estero ammontano a circa 8 milioni e 375 mila euro, mentre per i periodici circa 2 milioni 799 mila euro, "cifra giudicata insufficente". Quanto a Rai International, "è stata approvata la nuova la convenzione" e "da dicembre i suoi programmi saranno trasmessi anche in Europa ma con il palinsesto per il continente africano per ragioni di fuso orario", ha comunicato il consigliere. Altra questione, quella dei diritti sportivi "dai costi eccessivamente elevati" tanto che non "è stato possibile comprare quelli della serie A di calcio e della Formula 1". È stato però chiesto un accordo specifico per le partite della nazionale. Altro punto affrontato dalla relazione di Siddi riguarda il nuovo comitato di monitoraggio delle attività di Rai International, nel quale "c’è un unico membro del Mae e nessun membro del Cgie. Tutti i componenti appartengono alla Rai". Ad aprire il dibattito, seguito alla relazione, il consigliere Fernando Marzo, che ha richiamato l’attenzione sull’oscuramento dei canali Rai ed ha chiesto "come mai la questione non venga mai affrontata dalla commissione". Su questo punto ha detto la sua anche il consigliere Gian Luigi Ferretti, secondo il quale "il criptaggio è una grande vergogna che va assolutamente affrontata". Inoltre il consigliere non è molto sicuro che "a dicembre riusciremo a vedere Rai International in Europa. Insieme a Rai news 24 sono esperienze fallimentari, sono inguardabili!".

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Anche le reti Mediaset vengono oscurate, ha ricordato il consigliere Mario Tommasi, che ha inoltre imputato alle agenzie di stampa on line di essere "poco attente a pubblicare le notizie tratte dai quotidiani". "I finanziamenti dei giornali all’estero non devono passare attraverso i Comites", ha affermato il consigliere Claudio Lizzola prendendo la parola. A questa dichiarazione è seguita subito la precisazione del consigliere Tommaso Conte sul ruolo effettivo dei Comites perchè "in realtà esprimono solo un parere sulla erogazione dei finanziamenti e fanno solo degli accertamenti sulle tirature dei giornali". "I periodici dei Paesi Anglofoni – ha raccontato il consigliere Rapanà – stanno ancora aspettando i contributi del 2005, mentre i quotidiani hanno già ricevuto i contributi del 2007". Sulle parole di Siddi è ritornato il consigliere Michele Schiavone che ha sottolineato come "nella relazione sia emersa una vera difficoltà di sistema nell’informazione" e quanto sia necessario, "in prospettiva di referendum ed elezioni, l’intervento del Cgie per sopperire alle eventuali difficoltà" La parola è poi passata al consigliere Dino Nardi. "Rai International – ha detto – può essere un canale in più, utile per coprire la carenza di informazioni che si possono avere all’estero". Nel suo intervento, Nardi ha affrontato anche il problema del criptaggio ed ha portato come esempio la soluzione adottata in Svizzera dalle società di distribuzione delle reti via cavo che "hanno l’obbligo di mandare in chiaro almeno un canale della tv pubblica di ogni Paese". Inoltre in Svizzera "c’è l’opportunità di comprare un pacchetto di canali italiani per pochi franchi". A chiudere il dibattito non è mancata la replica di Francesco Siddi. "Gli argomenti trattati sono stati tutti dibattuti dalla Commissione. Ora dobbiamo proseguire il lavoro con i Parlamentari per la nuova legge. Il Cgie – ha concluso - dovrà sviluppare un programma nonostante i tagli previsti dal Governo". (federica cerino\aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49463

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 19.10 Speciale CGIE IL 18% DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO SONO ANZIANI: LA LORO LA CONDIZIONE NELLA RELAZIONE DELLA PRESIDENTE ARONA (II COMMISSIONE SICUREZZA E TUTELA SOCIALE) ROMA\ aise\ - La presidente della II Commissione Sicurezza e Tutela Sociale del Cgie, Maria Rosa Arona, ha presentato ieri in Plenaria la relazione sulla "Condizione degli Anziani nel Mondo" che le era stata commissionata dal segretario generale Elio Carozza. Una relazione a tutto tondo, che, partendo dai dati Istat riportati nell’ultimo Rapporto della Migrantes - gli anziani costituiscono il 18% degli italiani all'estero - e dalla denuncia dell’Oms sulle disuguaglianze nell’accesso del diritto alla salute, affronta poi gli interventi di tipo assistenziale erogati sia dalle Istituzioni centrali e periferiche italiane sia da altre strutture associative. La relazione rivolge uno sguardo alla condizione delle donne italiane in emigrazione e, a seguire, agli interventi sanitari nei Paesi dell’America Latina, concludendo infine gli i problemi ancora "aperti": l’approvazione del disegno di legge sull’assegno di solidarietà, il pagamento delle pensioni Inps all’estero, la necessità di altri interventi sanitari ed infine il loro maggior coordinamento. Considerata la delicatezza dell’argomento, riteniamo utile riportare di seguito il testo integrale della relazione. RELAZIONE SULLA CONDIZIONE DEGLI ANZIANI NEL MONDO Nell'affrontare la problematica sulle condizioni degli anziani nel mondo, dobbiamo tenere presente le diverse variabili che influiscono nella sua analisi e definizione. Infatti sarà importante capire quanti sono, dove sono, in quali condizioni economiche, socio-sanitarie e culturali sono inseriti. Per fare il punto sulla condizione degli anziani italiani nel mondo dobbiamo partire sapendo che costituiscono il 18% degli italiani all'estero, secondo i dati dell'Istat, pubblicato nell'ultimo "Rapporto Italiani nel mondo 2007" della Migrantes, su un totale di 3.568.532. Una popolazione di ultrasessantacinquenni, di più di mezzo milione di persone distribuite prevalentemente in Europa, il 58,50%, ed in America del Sud 24,80%, America Settentrionale e Centrale, 11,30%, in Asia, Africa, Oceania ed Antartide 5,4%. Questa età presuppone, in quasi tutti i Paesi, la cessazione dell'attività lavorativa. Nei Paesi in cui è più numericamente consistente la presenza italiana, l'età media dei connazionali, secondo dati Istat, è abbastanza elevata, variabile che spiega l'alto numero di pensionati Inps nel mondo. Secondo i dati dello stesso Istituto previdenziale, sono attualmente 410.000 i titolari di una pensione Inps nel mondo con un esborso annuo pari a oltre un miliardo e 300 milioni di euro. Nel 2006, i Paesi con il maggior numero di pensionati italiani residenti sono stati il Canada, con 65.942 pensioni e un'età media di 47.5 anni, la Francia, con 56.126 pensioni e un'età media di 43.9 anni, e l'Australia con 54.575 pensioni e un'età media di 41.5 anni. Seguono, con almeno 50.000 pensionati Inps, l'Argentina, età media 49.9, e gli Stati Uniti, con una popolazione italiana dall'età media di 43.8 anni. Le persone con più di 50 anni hanno, nei Paesi a economia forte e scarso tasso di disoccupazione, una posizione molto debole sul mercato del lavoro: la perdita del posto, superata quell'età, può tradursi in una definitiva espulsione con scarse possibilità di ricollocazione, situazione tanto più drammatica laddove gli ammortizzatori sociali sono insufficienti o inesistenti come per esempio nei diversi Paesi dell'America Latina. Lo stato di salute delle persone anziane di origine straniera, in molti Paesi sviluppati di tradizionale e forte immigrazione italiana, è sovente meno buono di quello degli autoctoni della stessa classe di età a causa, tra l'altro, del lavoro svolto, spesso particolarmente usurante, che ha determinato un precoce

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invecchiamento. L'avanzare dell'età costituisce perciò un rischio, sia sul piano professionale che su quello più strettamente personale, di emarginazione sociale e di degrado dello stato di salute. Per apprezzare quantitativamente il numero effettivo di anziani, dovremmo aggiungere coloro che, già a partire dal compimento del 50° anno di età e, senz'altro, superata la soglia del 55° anno, sono da considerarsi tali pur non avendo raggiunto l'età pensionabile secondo l'Inps e i regimi locali ai quali sottostanno. Gli importi erogati solitamente non sono alti e le integrazioni percepite localmente (quando se ne ha diritto) non sempre consentono di condurre un'esistenza dignitosa, soprattutto in quei Paesi dove non c'è uno Stato Sociale che garantisce i bisogni essenziali. Infatti, se poi si aggiungono i problemi di salute, le situazioni possono diventare drammatiche. In casi di malattie gravi o di interventi chirurgici, la cura della salute ha comportato la vendita della casa e dei terreni acquistati, frutto di anni di lavoro spesso svolto nell'arco di più generazioni. È bene tenere conto che ogni anno nel mondo sono 100 milioni le persone che, poiché si ammalano e devono pagarsi le spese mediche, scendono al di sotto della soglia della povertà. Certo, questo accade soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, ma non solo, poiché succede laddove, in assenza di un sistema sanitario pubblico, l'individuo e la famiglia si trovano soli di fronte alla malattia. Infatti, recentemente l'Organizzazione Mondiale della Sanita ha denunciato il fenomeno chiamato "health inequalities", cioé la disuguaglianza nell'accesso del diritto alla salute per la quale la malattia diventa una delle maggiori cause di poverti. Il rischio di povertà è così più alto presso gli anziani. Spesso il loro reddito è garantito da rendite previdenziali parziali, per aver cominciato a contribuire tardi, e su salari bassi o bassissimi. Le donne in particolare, hanno più difficilmente una copertura previdenziale adeguata. In molti casi, la scarsa conoscenza della lingua locale, il limitato accesso all'informazione rendono difficile per tanti anziani anche la richiesta di prestazioni complementari cui avrebbero forse diritto. Molto frequentemente l'invecchiamento determina o aggrava l'isolamento sociale, con poche relazioni al di fuori della famiglia o, addirittura, senza avere del tutto relazioni, nemmeno in un ambito familiare. La situazione è ancora più grave per le vedove, e i vedovi, con figli lontani e con i quali non riescono più ad avere rapporti se non saltuariamente. Le istituzioni e le strutture che accolgono le persone anziane, come, più in generale, tutti i servizi sociali per la terza età, non sono in generale ben attrezzate per rispondere ai bisogni specifici degli stranieri, degli italiani in particolare. Questi problemi assumono uno spessore culturale particolare, si pensi, ad esempio, ad abitudini alimentari rimaste, per decenni, molto diverse da quelle locali e a modalità di rapporto sociale, anche a livello colloquiale, praticamente sconosciute agli anziani di origine italiana. Naturalmente i problemi di natura finanziaria si intrecciano con quelli socioculturali. Questi italiani, anche quando non hanno più la cittadinanza e a maggior ragione se l'hanno conservata, hanno bisogno di essere aiutati a mantenere contatti profondi e stimolanti con l'Italia. Dentro questa situazione giocano un ruolo importanti gli assistenti sociali specializzati, la diffusione di centri di giorno (e qui bisognerebbe vedere quali sostegni finanziari far avere alle associazioni italiane disposte a servire di appoggio psicosociale per i propri connazionali, ottenendo in questo modo grande vantaggio per le persone destinatarie, e nel contempo rivitalizzare le strutture associative della nostra collettività). I soggiorni o il turismo sociale organizzati dalle Regioni per i meno abbienti sono molto apprezzati e per molti anziani questi interventi costituiscono l'unica occasione per affrontare un viaggio altrimenti al di sopra delle proprie possibilità. Serve un arco più mirato di interventi culturali, con un sostegno più dinamico all'associazionismo, con progetti più concreti di partenariato economico, tenuto anche conto che sono molte le persone di una certa età a svolgere compiti importanti a livello culturale, economico e politico. L'analisi condotta sulle leggi regionali sull'emigrazione e sui relativi interventi porta a concludere che le risorse disponibili non sono state utilizzate nella maniera più razionale e coordinata. Per l'assistenza degli anziani indigenti il Ministero degli Affari Esteri ha promosso da ultimo, a partire da diversi Paesi dell'America Latina, Colombia, Venezuela, prossimamente l'Argentina e l'Uruguay, degli interventi di copertura sanitaria che risultano più affidabili per quanto riguarda la qualità delle prestazioni. Le donne italiane in emigrazione sono state le grandi protagoniste dimenticate dalla "storia ufficiale", per lo più incluse in un'analisi generale che non riconosce le differenze e quindi che impoverisce e parzializza la realtà. Esse sono 1.679.000, in prevalenza meridionali, il 47% del totale, con una quasi parità con il sesso maschile nelle Americhe e una leggera preminenza in Argentina e in altri Paesi dell'America Latina. Per lo più alla donna, almeno nella prima fase del percorso migratorio, è stata demandata la gestione della famiglia rimasta in patria dopo la partenza del capo famiglia; solo in tempi più recenti si è andata affermando anche la figura della donna emigrante per lavoro, con un suo progetto autonomo fin dalla partenza, sebbene il tasso di attività delle emigrate, anche in considerazione del loro ruolo di madri, è stato sempre inferiore a quello dei maschi. Una volta trasferitasi nel Paese estero, la donna è stata quella che ha pagato di più per favorire l'inserimento, sacrificando le proprie aspirazioni professionali per sostenere gli obiettivi del nucleo

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familiare. Indubbiamente, l'emigrazione ha pesato anche sugli uomini, ma in modo particolare sulle donne che, pur nei casi di lavoro fuori famiglia, hanno svolto il ruolo di madri e mogli e di mediatrici culturali e sociali nel Paese di accoglienza per favorire l'integrazione, rafforzando l'identità culturale dei figli. Il quadro delle donne italiane residenti all'estero è estremamente variegato, a seconda dei Paesi di destinazione e dell'anzianità migratoria. Quelle di una certa età non sempre hanno conservato la cittadinanza italiana, ma nonostante ciò sentono forte il richiamo per la loro terra di origine. A complicare situazioni, già di per sé difficili, è intervenuto il deterioramento delle realtà in diversi Paesi che ha, talvolta, reso funzionale il riacquisto della cittadinanza e anche il rimpatrio, mentre molte altre sono rimaste sul posto, pur versando in gravi situazioni finanziarie e a rischio di isolamento, tanto più se malate. Nelle numerose convenzioni in materia di sicurezza sociale che l'Italia ha firmato con molti Paesi nel mondo, spicca la totale assenza del riconoscimento di una diversita sociale, di lavoro, d'inserimento che le donne hanno nei sistemi economico-sociali. Infatti, solo dal 25 al 40% le donne possono vantare un diritto proprio alla pensione. Nella stragrande maggioranza dei casi riescono a diventare titolari di un diritto previdenziale come superstite. INTERVENTI SANITARI Gli interventi socio sanitari che si sono messi in opera fino a questo momento hanno tenuto conto dalle domande della comunità organizzata nei diversi ambiti rappresentativi come lo sono i Comites ed il Cgie, le associazioni e Patronati, i quali hanno segnalato le situazioni di bisogno nei Paesi di riferimento. Per l'assistenza degli anziani indigenti il Ministero degli Affari Esteri ha promosso da ultimo, a partire da diversi Paesi dell'America Latina, Colombia, Venezuela, prossimamente l'Argentina e l'Uruguay, degli interventi di copertura sanitaria che risultano più affidabili per quanto riguarda la qualità delle prestazioni, con criteri di omogeneità per tutto il territorio della singola nazione coinvolta nell'intevento. Il metodo utilizzato da parte delle autorità diplomatiche è stato partecipativo delle menzionate istanze della comunità. Infatti, le persone che sono assistite nei diversi Paesi dove sono già stati stipulati accordi con assicurazioni private, sono per esempio: i cittadini italiani già assistiti dai Consolati per spese mediche e/o per indigenza o la cui età e/o condizione fisiche li ponga a rischio di sviluppare patologie severe; le persone di basso reddito, malate a rischio segnalate dal Cgie, Comites, Patronati, Associazioni ed Enti di assistenza. I progetti che si sono avviati si stanno sviluppando nei seguenti Stati: 1) Colombia: copertura sanitaria per 200 cittadini italiani su tutto il territorio offre una copertura completa. 2) Venezuela: il Governo ha avviato un nuovo sistema di assistenza diretta che sta consentendo a 1.000 beneficiari di ricevere, su tutto il territorio venezuelano, adeguate cure mediche di base e specialistiche, anche in strutture non convenzionate (alle quali si potrà ricorrere in casi di emergenza), senza limiti di età. Le polizze, che non prevedono l'esclusione di patologie pregresse, né il pagamento del ticket per le visite mediche, includono il rimborso delle spese sostenute per i farmaci ed il trasporto da una città o da una regione ad un'altra che abbia eventualmente sostenuto l'assicurato. 3) Uruguay: polizza sanitaria diretta a 150 italiani che versano in condizione di bisogno. La Ditta privata "Blu Cross" non ha richiesto analisi preventive per l'accettazione dei destinatari del servizio sanitario. L'elenco delle persone è stato vagliato dalla consulenza esterna della Università cattolica di Montevideo. Il costo per ognuno dei 150 italiani è di 130 dollari Usa e nell’elenco ci sono anche bambini (4 in tutto) con malattie croniche o con disturbi psichiatrici. 4) Argentina: è stata avviata una gara di licitazione per offrire ad una platea di 8.230 cittadini italiani in tutto il territorio nazionale una copertura sanitaria. Questa è una caratteristica molto importante che si darà all'intervento sanitario, in quanto fino a questo momento le politiche socio-sanitarie operate dallo Stato italiano si sono organizzate e sviluppate nell'ambito delle circoscrizioni consolari e quindi limitatamente alle specificità territoriali e socio-economiche degli italiani ivi residenti. Possiamo mettere in evidenza che è stato tenuto conto del parere manifestato dal gruppo di lavoro della sanità ed approvato in Assemblea sulla necessità di adeguare i piani d'intervento sanitario non solo ad una mappatura territoriale che nei singoli Paesi coordinano le Ambasciate, ma anche di tenere presente le diverse variabili relative alle caratteristiche di sviluppo economico-sociale e gli ambiti legali dei diversi Paesi. In questo senso crediamo non sia superfluo menzionare l'esperienza fatta in Argentina che per il numero di destinari della copertura sicuramente costituisce una prova pilota rispetto anche alle sinergie messe in campo. Fondamentale il ruolo svolto dall'Ambasciata italiana in Argentina, per il metodo di lavoro che ha utilizzato, coinvolgendo i rappresentanti del Cgie, che hanno accompagnato da vicino le scelte che finalmente si sono fatte, iniziando dalla conoscenza della situazione nella quale si interverrà:

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MAPPATURA INDIGENTE CIRCOSCRIZIONI CONSOLARI N. TOTALE ASSISTITI Buenos Aires 2057 Moron 503 Lomas de Zamora 1362 Bahia Blanca 336 Cordoba 350 La Plata 1657 Rosario 800 Mendoza 545 Mar del Plata 740 TOTALE ASSISTITI 8350 Ci sembra importante vedere come sono stati organizzati i modi e i tempi per arrivare ad avere tutti gli elementi di valutazione e quindi prendere delle decisioni trasparenti e ponderate. SCADENZARIO PER IL NUOVO PIANO DI ASSISTENZA SANITARIA DESTINATO AGLI ITALIANI INDIGENTI RESIDENTI IN ARGENTINA 1) Entro il 12 giugno: individuazione del broker assicurativo 2) Entro il 15 giugno: fornire all'Uff. I DGIT le indicazioni richieste con messaggio 208012 per la predisposizione del bando di gara ed il capitolato d'appalto 3) 21 giugno: riunione tecnica al MAE (DGIT, Min. Salute, Consulente giuridico) per predisposizione capitolato tecnico (in base alle disposizioni del codice dei servizi pubblici approvato con DLgs 163 del 12/4/06) 4) Entro il 2 luglio: nomina membri Commissione aggiudicatrice 5) Entro il 10 luglio: predisposizione definitiva del capitolato tecnico per pubblicazione bando di gara e della bozza del contratto da stipulare (nel frattempo dovrebbe essere pervenuta l'autorizzazione del MEF per la stipula di un contratto pluriennale 6) Entro il 16 luglio: pubblicazione bando 7) Entro il 3 ottobre: chiusura bando 8) Entro il 10 ottobre: aggiudicazione 9) Entro il 17 ottobre: stipula contratto/i (se si procede distintamente per ogni Consolato in base ad una bozza uniforme) 10) Entro il 26 novembre: apposizione del visto sul contratto da parte degli organi di controllo ll)Entro il 1° dicembre: inizio esecuzione nuovo piano di assistenza sanitaria ALCUNI PROBLEMI APERTI Il Disegno di Legge Finanziaria dello Stato per il 2008 dovrà affrontare i problemi principali delle comunità italiane all'estero. Ci sembra fondamentale che Governo e Parlamento tengano fede agli impegni assunti con le comunità italiane all'estero in particolare la costruzione di un sistema di protezioni sociali e sanitario più avanzato. Le risorse, che si destineranno al Ministero degli Affari Esteri, devono essere adeguate per svolgere una coerente azione di politica estera e di servizio nei confronti delle comunità italiane nel mondo. Prendiamo atto che l'aumento degli stanziamenti relativi all'anno in corso e delle esperienze in ambito sociale e sanitario avviate dimostrano una sensibilita ed un impegno politico importante, ma non sufficiente. Passiamo ad elencare alcuni tematiche: Approvazione del disegno di legge sull'assegno di solidarietà. La discussione in questi giorni all'esame della Commissione Affari Sociali della Camera, che prevede l'introduzione dell'assegno di solidarietà per gli anziani italiani all'estero che versano in situazione di bisogno, costituisce un fatto significativo e che ci fa sperare. In questo senso è importante fare arrivare da questa assise al Governo ed al Parlamento la priorità politica che riveste l'approvazione di tale rivendicazione storica della nostra emigrazione e, pertanto, la necessità che la maggioranza e l'opposizione al parlamento trovino accordo su una proposta che costituisce una richiesta trasversale di tutta la comunità italiana all'estero. Pagamento delle pensioni Inps all'estero. Sono ormai noti i problemi evidenziati da più ambiti istituzionali. Ritardi, se non addirittura mancati pagamenti per errori negli indirizzi dei beneficiari; mancanza di trasparenza nei pagamenti utilizzando ticket precari, tipo di cambio arbitrario, addebito ai pensionati dei costi di intermediazione, in violazione al capitolato; scarsa presenza sul territorio degli sportelli bancari abilitari al pagamento delle pensioni; assenza di controlli dell'Inps rispetto all'adempimento dell'accordo da parte delle banche subappaltanti. Le pensioni all'estero, pur dovendo essere pagate in euro, spesso sono pagate in valuta locale, anche quando ciò non è regolamentato dal Paese di residenza del pensionato. La totale assenza di un monitoraggio, da parte dell'Inps, nell'adempimento delle condizioni previste dalla convenzione per il pagamento delle pensioni, del rispetto della privacy e della sicurezza dei pensionati da parte delle banche locali.

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Sappiamo come i Comitati per le Questioni degli Italiani all'estero del Senato e della Camera si stanno attivando anche per richiesta del Cgie e dei Patronati, ma concretamente si dovrà in modo sistematico sorvegliare affinché i problemi succitati siano affrontati e risolti dall'Inps: * le modalità di restituzione delle spese e degli oneri sostenuti dai pensionati a titolo di commissione bancarie per la riscossione degli importi di pensione; * fissare un tipo di cambio mensile per non rendere arbitrario il pagamento della pensione. Si potrebbe restituire eventuali differenze o recuperarle alla fine dell'anno in ambito di conguaglio; * monitorare le condizioni pattuite in ambito di licitazione (servizio-apertura di conti, carta di debito, disponibilità di moneta) ed applicare le sanzioni corrispondenti; * monitoriare il rispetto della privacy e quindi della sicurezza; * disporre e rendere disponibile una procedura informatica utilizzabile dai patronati all'estero che consenta una rapida segnalazione dei dati, verifiche e la conseguente rettifica della base anagrafica; * disporre l'aggiornamento dei dati anagrafici dei pensionati e le coordinate bancarie; * verificare l’andamento del pagamento delle pensioni e rapporto con il Comitato per le Questioni degli Italiani all'estero del Senato e della Camera. La proposta avanzata della costituzione di un osservatorio permanente presso l'Inps per condividere con i Patronati l'esame dei problemi e la individuazione delle possibili soluzioni, ci sembra possa essere di aiuto. Necessità di altri interventi sanitari. Ribadiamo quanto gia affermato dalla Commissione tematica rispetto all'opportunita d'interventi differenziati che tengano conto delle specificità locali (livello di sviluppo socio economico, dei servizi sociali locali, ecc.), che prevedano sistemi trasparenti, dove la fase del monitoraggio degli interventi stessi, consentirebbe le correzioni di percorso opportune ed una più razionale utilizzazione delle risorse. Considerando che il Consiglio Generale ha gia approvato un ordine del giorno con il quale si rappresentava l'urgenza di condurre una indagine conoscitiva sullo stato sanitario ed i più urgenti bisogni delle comunità italiane nel mondo, si rileva nuovamente la necessità di concludere nel breve tempo una mappatura da effettuarsi con criteri condivisi e univoci nei paesi dove il welfare pubblico sia meno incissivo. In questo senso si auspica che le esperienze avviate siano estese anche a Paesi come il Cile, Ecuador, Perù e in tutti gli altri Paesi in cui il rischio di carente assistenza sanitaria sia elevato. Coordinamento degli interventi socio-sanitari. Si ribadisce la necessità di un raccordo programmatico ed operativo, in ambito istituzionale, d'altra parte previsto dalla legge istitutiva n. 198/1998 che conferisce alla Conferenza Permanente StatoRegioni-Provincie Autonome-Cgie il compito di indicare linee programmatiche per dare un segnale di novità e indicare su quali nuove basi vada collocato il rapporto tra Italia e le colettività emigrate a partire dalle realtà locali ed allo stesso tempo per fondare un nuovo programma sul quale impegnare il Governo ed i parlamentari della circoscrizione estero. Questo raccordo programmatico ed operativo consentirebbe una conoscenza dei reali fabbisogni delle comunità, auspicando che le Regioni e le Province Autonome insieme costituiscano un fondo comune da gestire con criteri e modalità condivise per gli interventi specifici di tutela socio-assistenziale. Ci sembra necessario avanzare con proposte che abbiano come obiettivo fondamentale quello dell'integrazione degli anziani ed il loro benessere in un momento della vita in cui cambiano i bisogni rispetto a come utilizzare il tempo libero, a come valorizzare l’esperienza di persone che hanno un vissuto che rappresenta un patrimonio culturale per tutti. Da qui la necessità di inserimento nelle strutture collettive delle comunità all'estero ed alla valorizzazione delle associazioni italiane, che anch'esse sono la testimonianza del loro lavoro all'estero e costituiscono per noi tutti la nostra storia e la continuità al di là del territorio nazionale. In questo senso si tratta di approfondire e valorizzare il ruolo delle Associazioni e dei Patronati per far giocare loro un ruolo non solo di tutela dei diritti ma di gioiosa integrazione attraverso la cultura della solidarietà tra le generazioni. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49462

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SERVIZI DEL GIORNO 09 Novembre 2007 ore 16.41 Italiani nel Mondo LA CONSULTA PER L’EMIGRAZIONE DELLA CALABRIA A MUSO DURO STRAPPA ALLA REGIONE UNA QUALIFICATA PIATTAFORMA RIVENDICATIVA CATANZARO\ aise\ - La Consulta Regionale della Calabria costituisce una vera rete istituzionale tra la collettivita’ calabrese nel mondo e il Governo della Regione Calabria. Attraverso la consulta, infatti, i calabresi all’estero possono esprimersi e confermarsi come un attore socio-politico. La partecipazione attiva dei Consultori, poi, risulta fondamentale, poiché sono proprio loro che, rappresentando le comunità calebresi nel mondo, evidenziano le diverse necessità che riguardano gran parte dei corregionali all’estero, puntando, quando possibile, su soluzioni fattibili, senza demagogie e con un forte spirito di servizio. Anche se va detto che ci sono alcuni che si dimenticano di questo mandato, preoccupandosi solamente dei propri interessi corporativi e partecipano ai lavori della consulta con il solo obiettivo di "comparire". Questo tipo di "falsa dirigenza" con il suo doppio discorso pregiudica la collettività. Nell’ultima sessione della Consulta, tenutasi a fine ottobre nella pittoresca città di Montepaone Lido, in provincia di Catanzaro, si è trattato, tra l’altro, proprio del tema della mancanza di comunicazione e coordinazione tra il Governo regionale, presieduto dal Governatore Loiero, e la comunità calabrese all’estero. Nell’occasione, la divisione tra Consultori e dirigenti è emersa in tutta la sua dimensione nel momento di proporre e portare a termine azioni concrete a favore dei calabresi residenti all’estero. C’è da dire, però, che Consultori come il Vicepresidente José Tucci, dell’Argentina, Antonio Galati della Svizzera e Vincenzo Volpe dell’Australia, affiancati dagli "esperti" Vincenzo Rapisarda dall’Argentina e Salvatore Macrí dalla Svizzera, si sono mostrati decisi a portare avanti il proprio mandato. In particolare, proprio nel gruppo che fa parte dell’esecutivo, la consulta è riuscita a trovare l’amalgama necessaria per agire come una vera istituzione rappresentativa di tutti i calabresi. Il tutto è successo il 29 ottobre, quando i Consultori si sono riuniti, senza funzionari della Regione né politici di turno, per dibattere i temi prioritari che interessano i calabresi all’estero. Nel corso della riunione i membri dell’esecutivo hanno proposto la realizzazione di un documento unico e di compromesso, nel quale trattare i vari punti riferiti ad una maggiore coordinazione e comunicazione tra il Governo Loiero e i membri della Consulta. Si e’ fatta anche particolare attenzione al taglio significativo del preventivo e alla sua mancata realizzazione. Tutti questi punti, avrebbero dovuto rappresentare la linea generale della futura politica, a questo punto non negoziabile, della Consulta nei confronti delle Autorita’ regionali. Il 30 ottobre, a sessione appena iniziata, il Vicepresidente Tucci ha presentato una mozione di ordine all’Assemblea, sollecitando la lettura del documento predisposto in sede di esecutivo, subito dopo gli interventi delle autorita’ presenti. Il documento è stato ,poi, letto da Antonio Galati ed accolto con un clamoroso applauso. Successivamente, dopo un forte dibattito interno, resosi necessario per rafforzare la coesione tra i membri della consulta, e’ stata affrontata la ridefinizione del documento unico per rapportarlo ad un accordo generalizzato con l’adesione delle autorita’ regionali che attraverso il Sottosegretario Falcone si sono rese disponibili a raggiungere un compromesso su diversi punti. Quello che preme sottolineare è che l’atteggiamento dei Consultori ed Esperti e’ stato chiaro e tassativo, senza concessioni sulle principali richieste dei calabresi all’estero. In questo la spinta e la forte vocazione di servizio dei consultori sono stati fondamentali. Per riassumere, possiamo dire che questa ultima Consulta e’ servita per mettere in evidenza la complessa problematica che la comunita’ calabrese lamenta, far emergere la vera natura di alcuni dirigenti, ma evidenziando anche , nel contempo, che esistono ancora dirigenti disposti a compiere le proprie funzioni andando oltre gli interessi e l’ambizione personali e il protagonismo.(j.t.\ aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49437

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INFORM - N. 209 - 9 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Missione del vice ministro agli Esteri in Sud Africa

Soddisfazione fra i giovani italosudafricani per l’incontro con Danieli

PRETORIA – Soddisfazione dei giovani italosudafricani per l’incontro con il vice ministro Franco Danieli all’Ambasciata di Pretoria nel corso della sua missione in Sud Africa .

“Oggi, 2 novembre si è scritto un capitolo storico delle relazioni italo-sudafricane con l’incontro dei dirigenti della gioventù italo sudafricana con il vice ministro degli esteri italiano Franco Danieli. Questa iniziativa è una di molte prese dal Governo italiani per dimostrare una forte volontà di coinvolgere i giovani italiani e la comunità italiana in Sud Africa in maniera più continuativa e più attiva”. Lo scrivono Josie Gaglio, presidente della sezione di Johannesburg dei GIS (Giovani italo sudafricani) e il coordinatore eventi Dino Rech.

Il resoconto dell’incontro è stato pubblicato da La Gazzetta del Sud Africa. “Erano presenti all’incontro con il vice ministro Danieli l’ambasciatore d’Italia in Sud Africa Alessandro Cevese, il console generale a Johannesburg Enrico De Agostini, il console a Cape Town Emanuela Curnis e il console a Durban Ugo Ciarlatani, assieme ai rappresentati del GIS – Giovani italo-sudafricani -, dei giovani del Comites e di varie altre associazioni italiane. Questi rappresentanti – sottolineano i due giovani - hanno avuto il privilegio di rivolgersi con il vice ministro a tu per tu intorno al tavolo della conferenza e hanno colto l’occasione per esprimere preoccupazioni e offrire idee sulle questioni che interessano la gioventù italo-sudafricana”.

Josie Gaglio e Dino Rech riferiscono i punti principali affrontati nell’incontro: “1) La prossima conferenza mondiale dei Giovani Italiani che si svolgerà a Roma nel 2008. Il vice ministro ha chiaramente espresso il desiderio di veder partecipare un grande contingente dei giovani italo-sudafricani. 2) La Coppa del Mondo del 2010. Continuare e ampliare la collaborazione avviata nel 2006 dal GIS con l’Ambasciatore Cevese attraverso varie organizzazioni sportive italiane e la gioventù sudafricana per promuovere la cultura italiana. 3) Uno scambio di programmi fra le organizzazioni mediche italiane e sudafricane diretto a servire interessi reciproci nell’assistere gli ospedali sudafricani sovraccarichi di lavoro e nell’offrire ai giovani medici italiani la possibilità di acquisire esperienza pratica. 4) Riconoscimento delle lauree e delle qualificazioni sudafricane in Italia. Vi sono attualmente 18 accordi in vigore fra varie università sudafricane e italiane nelle quali gli studenti hanno l’opportunità di partecipare a programmi di scambio e borse di studio. 5) Voli diretto fra Italia e Sud Africa al fine di promuovere gli investimenti italiani in Sud Africa e viceversa e per avvicinare ulteriormente i due paesi. 6) Partecipazione della gioventù italo-sudafricane ai Comites. L’attuale età per essere ammessi è di 25 anni e si è richiesto che sia abbassata a 18 anni”.

“L’incontro con il vice ministro Danieli – concludono soddisfatti Josie Gaglio e Dino Rech- è stato un grande successo e tutte le parti interessate restano in attesa di collaborare in futuro alla

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verifica dei punti discussi oggi e alla possibilità di impegnarsi a vicenda su molte altre questioni di reciproco interesse”. (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n20918.htm

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 211 anno XIV,

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’estero (Cgie) – Roma 6 – 9 Novembre 2007 Pier Garcia, i giovani e il Cgie. Quale futuro? Intervista a Pier Garçia, dell'Ecuador al Cgie per la I Conferenza Mondiale dei giovani italiani all'estero

Roma - Pier Garcia, giovane rappresentante degli italiani residenti in Ecuador, si è reso protagonista di un bell’intervento, nella seconda giornata di lavori della Plenaria del Cgie, all’interno dell’appuntamento riservato ai giovani. Lo abbiamo sentito per meglio comprendere come le nuove generazioni vivono il rapporto con le proprie origini. Pier, innanzitutto complimenti per il tuo italiano. Qual è il rapporto tra i giovani italiani residenti in Ecuador e l’Italia?

Grazie. L’emigrazione verso l’Ecuador, come per tutta l’America Latina, ha origini lontane. Gli italiani nel mio paese sono “partiti” centocinquanta anni fa, per cui siamo ormai arrivati alla terza o quarta generazione. Non è facile esprimere la situazione; noi riceviamo in eredità un’idea dell’Italia sicuramente non più realistica. I racconti, gli aneddoti ed i ricordi si riferiscono ad un Paese che non c’è più. Dunque molti di noi finiscono con l’immaginare l’Italia in maniera distorta. E quelli che hanno la possibilità di venire qui si scontrano con una realtà estremamente diversa da quella che credevano di conoscere. Non posso perciò nascondere che scarso è il senso di appartenenza. Esiste il desiderio da parte dei giovani italiani in Ecuador di cittadinanza? Devo dire che sono altri i desideri dei giovani, c’è poca volontà in tal senso ma soprattutto c’è un problema di associazionismo. I centri di aggregazione degli emigranti si occupano di cose lontane dal mondo giovanile; sta a noi adesso cercare di coinvolgere più ragazzi possibile. In quest’ottica, la I Conferenza Mondiale dei Giovani Italiani all’estero prevista per il 2008 è un’occasione da non perdere.

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Come valuti l’atteggiamento dell’Italia nei vostri confronti?

Siamo convinti che il nostro Paese stia facendo qualcosa, le iniziative non mancano e noi siamo certi del coinvolgimento delle Istituzioni, ma credo che ci sia un difetto di comunicazione alla base. E’ difficile per noi conoscere le cose dell’Italia se il canale informativo agisce “a intermittenza”. Infine vorrei dire che è normale che la politica faccia da tramite, la politica è importante ma nel nostro caso è troppo più importante il coinvolgimento, rigorosamente trasversale, apartitico, dei ragazzi residenti all’estero nelle attività italiane.

Francesco Giurato / News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2195&titolo=Pier,%20i%20giovani%20e%20il%20Cgie.%20Quale%20futuro?

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 211 nno XIV,

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'estero (Cgie) - Roma 6 / 9 Novembre 2007 Cgie: scoppia il caso Canada Strumentalizzazione, attacco personale o impasse

dell'assemblea? Intervista al Vice Segretario Giovanni Rapana'

Roma - Il Vice Segretario Generale per l’area dei Paesi Anglofoni Extraeuropei, Consigliere Giovanni Rapanà, è stato protagonista, suo malgrado, di una polemica che ha caratterizzato i lavori della terza giornata della Plenaria del Cgie in corso di svolgimento a Roma, presso il Ministero degli Affari Esteri.

Il Vice Segretario aveva annunciato le sue dimissioni nella seconda giornata, ma al momento della discussione, le polemiche sollevate da alcuni Consiglieri hanno riscaldato gli animi, infiammando il dibattito.

Vice Segretario Generale Rapanà, cosa succede all’interno della Commissione Continentale Anglofona?

L’intenzione di presentare le dimissioni è del sette Novembre. Da quel momento c’è stata una serie di accordi politici e corporativi trasversali per colmare il posto che sarebbe rimasto vacante. Io stesso ho partecipato ad una riunione della Commissione Anglofona in cui è emersa palesemente l’intenzione dei Consiglieri Di Giovanni e Consiglio di appoggiare i Consiglieri Sorriso e Pinna in rappresentanza del Sud Africa, allo scopo di candidarli alla mia successione. Ho sentito molti commenti e ho capito che ci sono quelli che suggeriscono di rassegnare le dimissioni ma anche colleghi che mi invitano a non dare le dimissioni perché a loro avviso, non sussisterebbero le ragioni di fondo. Il rendiconto di quello che è successo a Miami la dice lunga sul clima in Cgie, con un susseguirsi di attacchi, dichiaratamente strumentali. Attacchi di natura squisitamente politica? O c’è dell’altro?

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Certamente politici, ma anche qualche opposizione di natura personale, forse per incompatibilità di carattere… Passando in rassegna i più delicati aspetti politici, voglio dire che la destra aveva già prima della Plenaria annunciato che avrebbe dato battaglia sul punto relativo alla formazione professionale; ebbene al termine della relazione del Presidente Santellocco , non è intervenuto nessuno, e dico nessuno. Io credo che questa sia una dimostrazione dell’ipocrisia che muove le scelte politiche di alcuni componenti del Cgie. Viviamo una situazione difficile. Io comprendo chiaramente che possano esistere diverse posizioni ma sinceramente quando vedo che, vuoi per ragioni politiche, vuoi per ragioni personali, votano la stessa mozione in maniera diversa a seconda delle situazioni e del proprio tornaconto; di fronte a tutto questo io penso che esistano problemi strutturali di fondo interni al Cgie che ne mortificano l’azione e gli ideali che lo ispirano.

Alla luce di quanto successo in questa Plenaria, e con riguardo alla vicenda delle sue dimissioni dalla carica di Vice Segretario Generale per i Paesi di area anglofona, ciò che stride è la tutt’altro che unanime solidarietà mostrata dalla sua stessa parte politica… È indubbio che siano in atto delle manovre trasversali, che adesso mi vedono mio malgrado coinvolto, ma in generale credo che quelli rivolti a me siano attacchi dichiaratamente strumentali, volti ad ottenere un risultato ben preciso: la poltrona di Vice Segretario Generale.

I lavori del pomeriggio della terza giornata della Plenaria sono stati caratterizzati dalla sceneggiata, francamente penosa, inscenata da alcuni componenti del Consiglio a cui lei, a nostro avviso, ha “assistito beffardo”; se la sente di aggiungere qualcosa? Ha trovato divertente il siparietto?

La situazione di ieri ci ha mostrato con grande crudezza quanto questo Consiglio abbia bisogno di essere profondamente riformato. Mi sento di dichiarare che il mio impegno ancor di più da oggi sarà quello di battermi affinché il corporativismo resti fuori dal Consiglio. Intendiamoci, ho sufficiente esperienza da comprendere che i partiti devono essere presenti e ovviamente ciascuno in tal senso opera liberamente le sue scelte, ma ciò che a mio avviso va combattuto con decisione e serietà è l’interferenza prodotta da interessi personali o di parte. A proposito di Enti Gestori, lei ha fatto nei mesi scorsi un appello a tutti i Consiglieri dell’area affinché questi diffondessero i dati relativi alla trasparenza di degli Enti stessi. Con quali risultati?

Dunque, l’Australia ha fatto pervenire dei dati molto dettagliati, e in definitiva incoraggianti: circa l’ottanta per cento degli Enti Gestori dell’area agiscono in modo trasparente, rispettando di fatto la circolare 13 del 2003. Per il Canada vale lo stesso discorso. Trasparenza non significa volontà di intromettersi nei bilanci o nelle scelte aziendali dell’Ente, ma credo che gli italiani abbiano diritto di sapere quale uso si fa dei loro soldi. Dagli Stati Uniti purtroppo non sono ancora arrivati i dati richiesti.

Argomento dimissioni. Ha deciso cosa fare?

Sono molto combattuto. E’ vero, ho prima annunciato e poi confermato le mia volontà di dimettermi dalla carica di Vice Segretario Generale, ma nel frattempo il quadro generale della situazione è certamente mutato, considerata la volontà palesata da alcuni Consiglieri del Canada di estromettere il Canada stesso dal tavolo del Comitato di Presidenza. Non credo che sia in gioco la mia credibilità; sono stato e sono tuttora molto combattuto circa le scelte da intraprendere, tra liberarmi di questo peso e lasciare decadere il Canada dal Comitato di Presidenza.

Lei ritiene che la “sceneggiata” di ieri possa rappresentare una svolta definitiva, un momento liberatorio per avviare il cambiamento necessario all’interno del Cgie? Se c’è qualcuno disponibile a garantirmi per iscritto che il mio eventuale abbandono della

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Vicepresidenza porterà ad un miglioramento sostanziale dei lavori del Cgie, io sono pronto a dimettermi subito. Un ultima domanda; se si facesse per la successione il nome di una donna, non schierata politicamente, Lei sarebbe disponibile a segnare il passo?

Assolutamente sì.

Francesco Giurato / News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2196&titolo=Cgie%20scoppia%20il%20caso%20Canada

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Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov09.pdf

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9 Novembre 2007

Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov09.pdf

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INFORM - N. 209 - 9 novembre 2007

REGIONE CALABRIA

Consulta regionale dell’emigrazione. Il documento finale

REGGIO CALABRIA - A conclusione dei lavori della Consulta regione dell’emigrazione della Calabria (v. Inform n, 203 del 31.10.2007, http://www.mclink.it/com/inform/art/07n20340.htm ), è stato approvato il documento finale, di cui pubblichiamo qui di seguito il testo.

Atteso che il riconoscimento dei Calabresi all’estero come risorsa deve essere suffragato dai fatti e non fermarsi agli enunciati.

Considerato che le necessità accumulatesi negli anni che caratterizzano il rapporto tra la Regione Calabria e la Comunità dei calabresi all' estero, qui rappresentata da consultori ed esperti, ha raggiunto livelli di difficoltà programmatica ed operativa vieppiù elevata.

Atteso che per perseguire il raggiungimento degli obbiettivi comuni a beneficio della Regione Calabria e dei Calabresi nel mondo, occorre intensificare i rapporti tra le parti.

Si stabilisce e si concorda quanto segue:

UFFICIO EMIGRAZIONE

Istituzione di un livello politico pertinente che conferisca dignità, rappresentanza istituzionale e concreta capacità operativa alle reali esigenze delle comunità Calabresi all’Estero.

CONSULTORI ED ESPERTI

Si riafferma l’importanza del ruolo dei Consultori e la coadiuvazione degli Esperti e la necessità di garantire il loro accreditamento presso le Autorità ed Istituzioni competenti.

DIRETTIVO

I membri del Comitato Direttivo operanti in seno alla comunità calabrese all’Estero saranno dotati di un Organigramma, una Segreteria e le relative risorse finalizzate ad ottimizzare la comunicazione ed il coordinamento delle attività programmate.

LEGGE REGIONALE 33/04

Revisione della Legge su proposta elaborata da apposita Commissione mista da sottoporre all’approvazione della prossima Consulta.

ALBO ASSOCIAZIONI

Aggiornamento periodico del Registro delle Associazioni da comunicare ai Consultori.

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CONSULTA

la convocazione della Consulta verrà effettuata con un congruo termine di tempo e cioè almeno 30 giorni prima;

i lavori della Consulta saranno organizzati in modo da consentire ai convenuti di operare in modo razionale e proficuo;

la scelta delle strutture di accoglienza dovrà essere oculata e volta alla tutela dell’immagine e nel rispetto dei livelli di confort previsti dalla Legge Regionale 33/04 art. 25.

FINANZIAMENTI

Si ravvisa l’esigenza di una assegnazione certa per gli anni futuri di uno stanziamento congruo che consenta l’attuazione delle attività contemplate dalla L.R. 33/04.

COMUNICAZIONE

Saranno utilizzati sistemi di comunicazione più moderni ed attuali principalmente, vie telematiche, per la divulgazione di ogni tipo di informazione con maggiore frequenza ed in tempi reali.

GIOVANI

La Regione Calabria, di concerto con il Comitato Direttivo della Consulta, si impegna alla elaborazione di un progetto per le giovani generazioni nell’ottica della valorizzazione del loro pensiero e delle loro esperienze.

CONSIGLIO REGIONALE

Proposta al Consiglio Regionale che una delegazione designata dalla Consulta venga ricevuta in Consiglio per un’ udienza annuale.

PROGRAMMAZIONE PLURIENNALE

La Regione Calabria si impegna a predisporre un Documento strategico contenente metodi e strumenti operativi per la presentazione di “progetti a sportello” da finanziare, ove possibile, nell’ambito delle risorse programmate nel periodo 2007/2013.

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n20906.htm

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Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’estero (Cgie) – Roma 6 – 9 Novembre 2007 Assemblea Plenaria Cgie: l'Italia non s'e' desta Ultima mattina di lavori per l'Assemblea Plenaria del Cgie

Roma – La quarta ed ultima giornata di lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie si è aperta all’insegna del dibattito sugli ordini

del giorno già affrontati fino ad oggi.

Mauro Montanari, Vice Presidente I Commissione Tematica “Informazione e comunicazione”, si è espresso in merito alla legge sul riordino delle sedi consolari, con dei dati recentissimi. “Parlo solo ora, nonostante il mio intervento fosse previsto per ieri, perché solo oggi dispongo dei dati che vado a sottoporvi”.

“Abbiamo ascoltato la relazione della Commissione Continentale Europa – Africa del Nord. Una relazione preoccupata. Ricordo che siamo il 'sindacato' dei nostri connazionali all’estero, soprattutto dei più bisognosi” osserva. Sottolinea il dovere di contenere la spesa pubblica, ma esorta affinché questa necessità non ricada sempre sulla pelle di chi non ha adeguata rappresentanza. La sua proposta è chiara: “Diminuire il personale di ruolo e aumentare quello a contratto, quindi esterno. Mi sento un sindacalista della gente – prosegue – non del Ministero degli Affari Esteri”.

Riporta numeri precisi: l’Italia occupa nella sua rete consolare 8561 addetti, di cui più di 5000 di ruolo. “La Francia, che non ha vissuto la nostra stessa diaspora, ne ha il doppio, di cui il 36% di ruolo. E spende per questa voce l’1,1 % del suo bilancio. Gli altri paesi vedono nella rete consolare un investimento, e non una iattura”.

Altro punto cruciale della mattinata è l’intervento di Padre Domenico Locatelli, Segretario della I Commissione Tematica “Informazione e Comunicazione”, che presenta il Rapporto Italiani nel mondo 2007, realizzato dalla Fondazione Migrantes. “Lo stiamo presentando nelle università in Italia e all’estero. E’ frutto di un lavoro completo e complesso di ricercatori, docenti ed esperti della materia”. Il volume si compone di quattro capitoli: il primo dedicato ai flussi e alle presenze

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migratorie, per avere il quadro numerico della situazione; il secondo agli aspetti socio-culturali e religiosi; il terzo a quelli economici e sociali; e l’ultimo è dedicato agli approfondimenti tematici su alcuni paesi (quest’anno Inghilterra, Argentina e Australia, nonché un focus sulle regioni italiane). “È affidato a voi, perché non lo mettiate solo in biblioteca”, esorta.

Norberto Lombardi, DS, Consigliere di nomina governativa, invece, interviene in merito alla legge sulla cittadinanza, a lungo discussa nei giorni precedenti. “E’ una delle cose più indicative che il Cgie possa chiedere. Ho solo qualche dubbio sulla soluzione che si propone. Il governo ha assunto questo aspetto con responsabilità politica. La cosa si è fermata forse per timore, probabilmente, anche se la ragione formale è la mancanza di copertura finanziaria”. Franco Santellocco, Presidente della V Commissione Tematica “Formazione, impresa, lavoro e cooperazione”, torna sul rapporto della Fondazione Migrantes. “Un ottimo lavoro, capillare. Nella prossima edizione il rapporto non mancherà di descrivere le nuove realtà che stanno emergendo”. Sottolinea la necessità di nuova linfa nella società italiana, che sta invecchiando. Ricordando che le istanze di riforma costituiscono una battaglia comune. “Serve un rinnovo complessivo e coordinato, non parziale, del sistema dei consolati”.

L’Onorevole Marisa Bafile interviene accoratamente: “Gli italiani che tornano dopo tanto tempo in Italia vengono discriminati, così come vengono discriminati in Italia gli immigrati. Bisogna scuotere una società che è smarrita di fronte alla paura del diverso. L’italiano nel mondo è diventato oro nei paesi che gli hanno permesso di essere non solo braccia ma anche cervello”. Francesco Siddi espone poi i lavori della I Commissione Tematica “Informazione e Comunicazione”, di cui è Presidente. "Il quadro dell’editoria italiana all’estero non è roseo, e lo sottolinea. I finanziamenti sono fermi da anni. Le imprese editrici all’estero hanno finito i contributi”. Un miglioramento, sottolinea, c’è stato, nel corso dell’anno, nell’ambito dell’informazione istituzionale, concretizzatosi in un maggiore interessamento per gli italiani all’estero, anche grazie ad una campagna mirata sulla lingua. Ma sono campagne che devono essere preparate per tempo.

Ed è qui che si infervora la discussione sulla stampa italiana all’estero. Immancabile protagonista, la Rai. In attesa dell’arrivo, a dicembre, di Rai International, più di un consigliere sottolinea il fatto vergognoso che i programmi della Rai – per inciso, anche di Mediaste – all’estero siano criptati. “E’ vero, tanta gente ha visto i funerali di Pavarotti. Ma li hanno anche criptati”. L’invito, alla I Commissione, è di esporre questo problema finalmente in maniera incisiva. Siddi replica: “Siamo d’accordo, dobbiamo farla inserire dal Governo nelle sue priorità”.

Anche Gianluigi Ferretti, AN, Consigliere di nomina governativa, si esprime sulla questione Rai International: “In una recente riunione della Commissione Continentale a Londra, Rai International non è stata una tematica prioritaria. Tutt’altro. E anche Rai News 24, tanto cara al safarista (riferendosi al Vice Ministro Danieli, ndr), è un baraccone fallimentare senza spettatori”. L’Assemblea Plenaria ha chiuso poi i suoi lavori con l’approvazione degli ordini del giorno, inerenti: la copertura assicurativa sanitaria per i cittadini italiani indigenti residenti in Cile, Ecuador e Perù; la questione previdenziale dei frontalieri svizzeri; conferma di una quota in bilancio per i frontalieri nel triennio 2008-2010. Non è mancata la denuncia, da parte del Gruppo Donne Cgie, dell’assenza del Ministro Barbara Pollastrini e delle Parlamentari referenti dei testi del Disegno di Legge sull’Osservatorio delle Donne Italiane all’estero presso il Cgie; la questione della tassazione del passaporto sulla quale il Governo è sollecitato per arrivare alla gratuità per i cittadini stabilmente emigrati; proposte di modifiche alla legge 383/2000 (Disciplina delle associazioni di promozione sociale).

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Il tono minore di questa Assemblea Plenaria è stato vieppiù sottolineato efficacemente dal Consigliere Giacomo Canepa, dal Perù, che ha tuonato: “Che non succeda più di cominciare l’Assemblea Plenaria del Cgie senza l’Inno Nazionale”.

Angela Gennaro - Francesco Giurato / News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2205

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Fonte : http://www.piemontesinelmondo.org

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12 Novembre 2007

XVI convention delle Camere di Commercio Italiane all'Estero (CCIE) - Livorno 12-14/Novembre 2007 CCIE: "siamo entrati in un circuito virtuoso" Gli interventi della prima mattinata di lavori della Convention, che hanno visto il Presidente di

Assocamerestero nella relazione introduttiva affermare il raggiungimento dellobiettivo politico del riconoscimento da parte italiana della rete delle Camere all'estero

Livorno - La prima mattinata di lavori della XVI Convention Mondiale delle Camere di Commercio degli Italiani all’estero (CCIE) si è svolta all’insegna degli interventi istituzionali, nazionali, e del territorio. Cuore della mattinata, la relazione introduttiva del Presidente di Assocamerestero (l’associazione che raggruppa e rappresenta la rete delle 73 camere di commercio italiane all’estero, riconosciute dal Governo italiano) Senatore Edoardo Pollastri.

Per il territorio che ospita la convention hanno portato il loro saluto Roberto Nardi, Presidente della Camera di Commercio di Livorno; il Sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi; il Presidente di Unioncamere Toscana, Pierfrancesco Pacini; il Comandante dell’Accademia Navale di Livorno, Ammiraglio Cristiano Bettini; Giorgio Kutufà, Presidente della Provincia di Livorno e Federico Gelli, Vice Presidente della Regione Toscana. Gli interventi delle Autorità locali sono stati intervallati da quelli dei Senatori – il Vice Minstro agli Affari Esteri Franco Danieli, il Vice Presidente del Senato Milziade Caprilli, e il Presidente di Assocamerestero il Senatore Edoardo Pollastri - che hanno dovuto anticipare le loro relazioni a causa del contingentamento dei tempi dei lavori parlamentari.

Nel suo intervento il Presidente Nardi ha sottolineato la vocazione commerciale della realtà labronica. “La possibilità di usufruire della rete camerale italiana all’estero come importante strumento che rappresenta la naturale continuazione del lavoro delle Camere italiane. In tal senso – continua il Presidente Nardi - l’opportunità per la città

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di Livorno di intessere nuove relazioni industriali è dimostrata dai più di mille incontri che sono stati realizzati finora”.

Province marittime per eccellenza, Piombino ma soprattutto Livorno si pongono come centro logistico strategico per gli scambi, consentendo di rintracciare qui un nodo cruciale sia verso il sud del nostro paese ma soprattutto verso il nord Italia e l’Europa. "Livorno – conclude il Presidente - si propone come ponte della Toscana, dell’Italia, dell’Europa, soprattutto per quanto riguarda la razionalizzazione delle reti e trasporti”.

Dopo i saluti di benvenuto del Presidente Nardi, la parola è passata al Senatore Milziade Caprilli, Vice Presidente del Senato, il quale ha voluto porre l’attenzione sulle crescenti difficoltà che l’impresa attraversa in epoca di globalizzazione, senza un’adeguata rete che informi, vigili e fornisca gli strumenti utili per poter stare sui mercati; in quest’ottica “preziosa” viene definita la presenza e l’operato di Assocamerestero. Il Senatore Caprilli ha poi analizzato i fattori di crescita dell’impresa italiana, assegnando la centralità all’interno del sistema alle risorse umane, che combinate con le adeguate risorse tecnologiche ed una ininterrotta ricerca della soluzione migliore consentono di far fare al Paese come sistema il salto di qualità. Fondamentale però che tutta l’opera delle Camere all’estero, si innesti in una collaborazione con l’Amministrazione centrale, operando le scelte strategiche in maniera condivisa. In tal senso il Senatore ha voluto descrivere quali siano state le delibere del Governo in materia di Camere di commercio. “E’ vero, a volte i tempi della politica sono di difficile comprensione per chi è abituato a stare sui mercati, con il necessario dinamismo – “confessa” il Senatore, che prosegue – ma in questi anni, il lavoro dei parlamentari italiani eletti all’estero ha accorciato le distanze tra le due realtà e rappresentato un formidabile strumento di coesione tra le parti”.

Il Vice Presidente del Senato ha sottolineato la grande forza rappresentata dalla rete delle Camere di commercio all’estero come “preziose” per la crescita del Paese sui mercati esteri.

Dopo il Senatore Caprilli, è stato il momento del Senatore Franco Danieli, Vice Ministro al Ministero degli Affari Esteri con Delega per gli italiani all’estero.

“Riprendendo la riflessione sulle Camere di Commercio degli Italiani all’estero – afferma il Vice Ministro - credo sia importante sottolineare quale sia la rilevanza del lavoro svolto sia in entrata, fungendo da filtro informativo per chi vuole investire nel nostro paese, nonchè in uscita, per l’erogazione alle imprese di strumenti adatti a operare nel territorio ospitante in armonia con il lavoro portato avanti dall’Ice e dalla rete consolare. Solo così è possibile immaginare delle sinergie che ci consentano di continuare ad affermare i valori del Made in Italy nel mondo”.

Parlando di sistema Italia, il Vice Ministro Danieli ha richiamato l’attenzione su di un problema più volte richiamato a livello nazionale sia dal Ministro del Commercio Internazionale sia dal Ministero degli esteri sia dagli osservatori più attenti: quello relativo alla proliferazione all’estero delle rappresentanze regionali. “Le Ambasciate e i Consolati possono favorire la penetrazione delle Regioni italiane nel mondo, in tal senso però non è necessario avere le ambasciate regionali nel mondo. La moltiplicazione di sedi di rappresentanza regionale non porta vantaggio al movimento economico italiano nel suo insieme ma rappresenta piuttosto uno sperpero di risorse

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che, adeguatamente indirizzate, porterebbero alla crescita dell’intero paese”, ha affermato il Vice Ministro Danieli. “Sarebbe meglio – ironizza il Vice Ministro - avere una Torre Italia e non dieci palazzotti regionali in rappresentanza delle diverse realtà”. Diffusione e tutela del Made in Italy come parole d’ordine per la crescita del sistema. “Sotto l’aspetto delle tutele – ha ribadito il Vice Ministro - voglio dire che l’Amministrazione sta partecipando alla redazione dei decreti sul desk anticontraffazione, continuando a seguire il negoziato europeo sulla denominazione di origine che vede contrapposte le posizioni di quell’Europa mediterranea che spinge per sempre maggiori tutele e l’Europa del nord, tendenzialmente favorevole ad una normativa meno stringente” ha affermato il Vice Ministro.

“L’Italia ha bisogno di difendere la posizione conquistata nelle grandi realtà economiche, ma è necessario anche andare alla conquista dei nuovi mercati; per potere perseguire realisticamente questi obiettivi è necessario innovare, approfittando dell’attrattiva che da sempre esercita il lifestyle italiano nel mondo”. Danieli sottolinea la necessità di introdurre “procedure innovative soprattutto in tema di infrastrutture e reti di comunicazione”. Il Vice Ministro ha concluso il suo intervento richiamando l’impegno del Governo per l’organizzazione della prima Conferenza dei giovani italiani nel mondo,e annunciando la volontà di organizzare la II Conferenza dei parlamentari di origine italiana nel mondo definita dal Senatore Danieli come una formidabile “rete di italicità” con forti capacità lobbistiche ancora sottoutilizzate. A seguire è intervenuto il Sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi, il quale ringraziando per la scelta di Livorno a sede 2007 per la Convention, afferma: “La città sente molto le problematiche relative all’internazionalizzazione. Le nostre esperienze di porto come nodo cruciale per secoli di incontro tra popoli e culture richiama a un nostro futuro di internazionalizzazione. Vogliamo dare futuro ai territori valorizzandoli insieme alla rete di imprenditori locali. Il Sindaco Cosimi, sottolineando lo slancio internazionale della città ha proposto ai congressisti le sfide di modernizzazione del territorio cittadino da consumare sullo scenario internazionale”. Dopo l’intervento del Sindaco, Alessandro Cosimi, è stato il turno del Presidente della Provincia di Livorno, Giorgio Kutufà. Il mondo è un unico grande mercato, ha affermato il Presidente Kutufà, e “l’Italia deve mantenersi forte all’interno di questo spazio. Indispensabile all’interno di questa sfida italiana, il ruolo delle Camere di Commercio italiane all’estero, le quali hanno la responsabilità di raccogliere le nuove sfide”, rappresentate, per quanto attiene l’area tirrenica, soprattutto dalla logistica, dove Livorno ha una collocazione internazionale importante attraverso il suo sistema integrato di porto, aeroporto ed interporto. “Livorno ha una collocazione internazionale e rappresenta un esempio non soltanto dal punto di vista economico ma anche politico di internazionalizzazione positiva, dove non esistono ghetti, non esistono barriere, bensì i ‘conflitti’ vengono gestiti in un contesto di armonizzazione”.

A seguire è intervenuto Cristiano Bettini, Ammiraglio di Divisione, Comandante Accademia navale di Livorno, il quale ha richiamato l’attenzione dei congressisti sul fatto che le navi dell’Accademia navale di Livorno vivono soprattutto all’estero, pertanto conoscendo bene la realtà delle comunità rappresentate dai congressisti. L’ammiraglio ha sottolineato come l’Accademia formi quotidianamente allievi provenienti da diversi paesi del mondo, instaurando in questo modo un continuo scambio di conoscenza e di crescita reciproche. Queste esperienze che dal mondo arrivano a Livorno conducono ad una valorizzazione della tradizione e dell’innovazione,

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tutte esperienze e “valori” che vengono gestiti di comune accordo con le Camere di Commercio locali.

Dopo l’Ammiraglio Bettini, è intervenuto , Federico Gelli Vice Presidente della giunta Regionale Toscana, il quale ha sottolineato come il territorio toscano stia valorizzando le sue potenzialità sui mercati internazionali. Gelli ha parlato di “segnali di crescita dell’export in un contesto in cui particolari settori, quali ad esempio la meccanica trovano particolare spazio sui mercati esteri. In particolare, buono è l’andamento sulle aree emergenti rappresentato da Cina e India. Gelli ha richiamato l’attenzione sulla necessita di maggiori garanzie per l’impresa e il prodotto italiano sul mercato globale. A questo proposito elementi positivi possono venire dall’utilizzo degli strumenti politico finanziari che a livello regionale vengono messi a disposizione delle imprese. Ha chiuso gli interventi delle Autorità locali, Pierfrancesco Pacini, Presidente di Unioncamere Toscana. Pacini ha richiamato il grande ruolo svolto dalle CCIE nella promozione dei territori sul mercato estero. “Un sistema unico al mondo, quello delle CCIE - ha affernato Pacini - non ancora opportunamente valorizzato e utilizzato, ma anche conosciuto, sia a livello nazionale che internazionale”.

Pacini ha poi fatto la radiografia dell’economia toscana molto orientata sia all’internazionalizzazione che passa dal flusso dell’export sia all’internazionalizzazione che passa dall’attrazione di capitali di investimento delle aziende estere, a cominciare dalle multinazionali. È stato poi il momento del Presidente di Assocamerestero, il Senatore Edoardo Pollastri, che ha tenuto la relazione di apertura dei lavori. Il Presidente si è detto molto soddisfatto perché “siamo entrati in un circuito virtuoso” ha affermato. Il Presidente di Assocamerestero ha richiamato quello che ritiene essere il successo raggiunto nel 29007: il riconoscimento da parte di Governo e Parlamento del valore della rete delle 73 camere dislocate in 48 paesi del mondo. Il Senatore Pollastri oltre a richiamare i vari impegni ai quali deve far fronte il sistema camerale all’estero, a cominciare dalla necessità della continua crescita qualitativa, ha richiamato l’attenzione sulla flessibilità, l’agibilità di questa rete sia nel rapportarsi alle istituzioni nazionali e locali italiane sia a rapportarsi al sistema delle imprese. A seguire è intervenuto il Presidente di Unioncamere, Andrea Mondello, il quale ha sottolineato la necessità che il sistema camerale italiano e italiano all’estero si ponga in atteggiamento di ascolto ai bisogni delle imprese, “piccole, troppo piccole” ha affermato “imprese che per competere sui mercati internazionali devono entrare in rete, solo in questo modo possono essere autenticamente competitive”. Mondello ha parlato del “capitalismo delle reti” funzionale alla crescita dell’impresa. Altro problema posto con molta forza dal Presidente di Unioncamere è stato quello relativo al sud del paese definito come “il problema vero del paese”. E’ necessario creare infrastrutture e sicurezza nel sud d’Italia per fare in modo che su queste aree convergano le grandi imprese internazionali a cominciare dalle multinazìonali vale a dire investimenti esteri, i grandi assenti dell’economia locale.

In chiusura è intervenuto il Direttore di Rai International Piero Badaloni per presentare la convenzione che in mattinata era stata firmata con Assocamaerestero. Si tratta di una convenzione volta ad acquisire dal sistema camerale all’estero informazione di qualità da immettere nel circuito di Rai International “per realizzare finalmente quell’informazione di ritorno, di valore, della quale da anni si discute” e che finalmente diventerà una realtà con il rilancio del segnale di Rai International anche in Italia ed Europa previsto per dicembre.

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Badaloni ha sottolineato come l’informazione proveniente dalle business community italiane nel mondo rappresenti l’informazione di qualità in grado di qualificare il sistema di comunicazione diretto al pubblico italiano all’estero ma anche al pubblico italiano sul territorio nazionale.

Francesco Giurato/News ITALIAPRESS Virginia Di Angelantonio/News ITALIAPRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2264&titolo=CCIE

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Politici di origine italiana all'estero, Danieli: una "rete di Italicita'" Danieli annuncia la volonta' di organizzare la seconda conferenza dei parlamentari di origine italiana nel mondo

Il Viceministro degli Affari Esteri con delega per gli Italiani all'estero

Franco Danieli, intervenuto per portare il saluto del governo per i lavori

della XVI Convention Mondiale delle CCIE in svolgimento a Livorno, ha tra

le altre cose, annunciato la volontà di governo e parlamento di

organizzaare, previo reperimento fondi, la seconda conferenza dei

parlamentari di origine italiana nel mondo. Sulla scia della conferenza del 2000 orgazzata proprio

dall'attuale Viceministro Danieli, tale appuntamento richiamerà in Italia tutti i politici di origine italiana

all'estero che sono stati definiti come una "rete lobbistica di italicità di straordinario potenziale che

attende ancora di essere sollecitata e attivata". Da ricordare che nel 2000 il sen Danieli si fece promotore

dell'Associazione dei parlamentari di origine italiana nel mondo.

News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2246&titolo=Politici%20di%20origine%20italiana%20all

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12 Novembre 2007

XVI convention delle Camere di Commercio Italiane all’ Estero (CCIE) – Livorno 12-14/Novembre 2007

Crescere in qualita' per impegnare le Istituzioni sul sistema CCIE

Relazione del Presidente Assocamestero Edoardo Pollastri

Livorno – Con la relazione introduttiva del Presidente di Assocamerestero, Senatore Edoardo Pollastri, si sono aperti ufficialmente i lavori della XVI Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero(CCIE). Il Senatore Pollastri ha fatto un quadro dettagliato della situazione e delle proiezioni future della rete delle 73 Camere di Commercio che Assocamere riunisce e rappresenta, e che sono sparse nei 5 continenti, Camere rappresentative di oltre venticinquemila aziende italiane all’estero, e estere, che intrattengono rapporti d’affari con l’Italia.

Il Presidente si è detto molto soddisfatto perché “siamo entrati in un circuito virtuoso” ha affermato. Il Presidente di Assocamerestero ha richiamato quello che ritiene essere il successo raggiunto nel 2007: il riconoscimento da parte di Governo e Parlamento del valore della rete delle 73 camere dislocate in 48 paesi del mondo. Il Senatore Pollastri oltre a richiamare i vari impegni ai quali deve far fronte il sistema camerale all’estero, a cominciare dalla necessità della continua crescita qualitativa, ha richiamato l’attenzione sulla flessibilità, l’agibilità di questa rete sia nel rapportarsi alle istituzioni nazionali e locali italiane sia a rapportarsi al sistema delle imprese.

“Le nostre Camere di Commercio sono come antenne in attesa dell’arrivo di piccole e medie imprese alle quali danno informazioni e assistenza”prosegue il Presidente Pollastri. “L’Italia dispone di macchine per promuovere se stessa all’estero”, una di queste “macchine” è il sistema camerale, che integrandosi col sistema camerale italiano e con le altre agenzie di promozione del Made in Italy sui mercati internazionali, sta confermando la sua grande forza pro-Italia. Forza, peraltro, che gli viene dalla natura sua propria: essere pezzi di italianità fortemente radicati sul territorio ospite.

Sul problema dei contributi previsti nella legge di bilancio, in questi giorni all’esame del Senato, destinati alle CCIE, il Presidente Pollastri afferma: “Sono rimasto sconvolto, nel 2008 il contributo previsto per le Camere di Commercio è di sedicimila euro, nel 2006 era di

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trentaduemila euro, ci stavano disconoscendo, e abbiamo lavorato perché ci conoscessero nuovamente”, facendo riferimento all’emendamento che ha ottenuto il sostegno del Governo, e che se approvato porterebbe ad una copertura del 38% delle spese delle Camere da parte dell’Amministrazione pubblica italiana.

Richiamando il lavoro svolto durante i due giorni( 10-11 Novembre) di lavori interni del sistema camerale che hanno aperto la XVI Convention, il Senatore Pollastri sottolinea coen tutto il tempo sia stato dedicato alla riflessione sulla crescita e gli strumenti ad essa funzionali della qualità del servizio erogato dal sistema camerale, sia in rapporto alle singole aziende associate, sia in rapporto al sistema istituzionale italiano. “Dobbiamo migliorarci; se chiediamo, dobbiamo poi essere in grado di dare” ha affermato il Presidente Pollastri, facendo riferimento alla qualità del lavoro prestato dal sistema camerale. “Dobbiamo portare il nostro territorio all’estero, abbiamo prodotti tipici che sono il cuore dell’Italia” aggiunge poi “ con l’ICE abbiamo un rapporto sempre migliore” insistendo sulla collaborazione per facilitare la nascita di idee innovative “attraverso la collaborazione con l’ENIT riusciamo a promuovere il turismo nei paesi in cui, con l’aiuto delle Camere di Commercio, è presente il Desk ENIT. Abbiamo avuto un buon incremento di turismo verso l’Italia”, afferma il Presidente; riguardo il futuro auspica “Avremo un sistema più unito, faremo passi avanti per far capire che grande business ed opportunità è investire sulle piccole e medie imprese italiane”.

Francesco Giurato/News ITALIAPRESS Virginia Di Angelantonio/News ITALIAPRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2265&titolo=Crescere%20in%20qualita

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SERVIZI DEL GIORNO 12 Novembre 2007 ore 18.42 Italiani nel Mondo IL VICE MINISTRO DANIELI ALLA CONVENTION DELLE CCIE: AUMENTARE IN FINANZIARIA I FINANZIAMENTI STATALI PER LA PROMOZIONE ALL'ESTERO LIVORNO\ aise\ - C’era anche il Vice Ministro degli Esteri Franco Danieli alla sessione di apertura dei lavori della 16° Convention delle Camere di Commercio Italiane all’estero avvenuta questa mattina all’Auditorium della Camera di Commercio di Livorno. Oltre 160 i delegati provenienti dai 48 paesi delle 73 Camere di Commercio che hanno ascoltato il Vice Ministro che ha portato a Livorno la voce del Governo, mettendo in evidenzia, in particolare, l’impegno del suo Ministero teso ad aumentare in Finanziaria dal 38 ad almeno al 50% i finanziamenti statali per la promozione all’estero, che hanno subito negli scorsi anni forti diminuzioni. "Siamo ben coscienti – ha detto tra l’altro Danieli - della necessità di riuscire a coniugare le politiche per l’innovazione, il dialogo tra le culture ed il sostegno dell’internazionalizzazione del nostro sistema produttivo. Di fronte alle sfide che provengono dalla crescita economica dei Paesi emergenti, non è più possibile pensare di chiudersi e di arroccarsi su posizioni protezioniste". Il Vice Ministro ha poi caldeggiato un "cambio di mentalità" per governare dinamicamente la crescita imponente dei nuovi mercati sfruttando le grandi opportunità che questi offrono. Prezioso per il Vice Ministro il ruolo delle CCIE che svolgono capillarmente "un ruolo di filtro in entrata, delle informazioni sulle aziende e sui loro problemi e in uscita per l’erogazione alle imprese di quei servizi che la sola presenza istituzionale in loco (ambasciate ed Uffici ICE) non può sempre erogare direttamente". Forti gli accenti di Danieli per la valorizzazione del Sistema Italia attraverso una mirata promotion dei grandi "eventi-Paese" e affinché emerga all’estero "l’Italia delle eccellenze" in un quadro di sinergie e collaborazione. "Si tratta di evitare – ha poi concluso il Vice Ministro - che il patrimonio unico simbolicamente rappresentato dal Made in Italy venga diluito nella ricerca di imporre sui mercati internazionali e poco identificabili marchi "regionali" avulsi, dal marchio "Italia"". (aise) Fonte: http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49526

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SERVIZI DEL GIORNO 12 Novembre 2007 ore 15.14 Italiani nel Mondo IL COMITES DEL CILE ESAMINA 11 PROGETTI DI FORMAZIONE PROFESSIONALE: SOLO TRE QUELLI APPROVATI SANTIAGO\ aise\ - Riunito nei giorni scorsi in seduta straordinaria, il Comites del Cile ha esaminato gli 11 progetti di formazione indirizzati alla circoscrizione consolare di Santiago, inseriti nel bando di concorso del Ministero del Lavoro. Per facilitare l’esame dei singoli fascicoli ed esprimere un parere il più possibile obiettivo, previo il dovuto lavoro in commissione, spiega il Segretario del Comites, Nello Gargiulo, sono stati individuati quattro indicatori di giudizio, una sorta di linee guida per i consiglieri. Il primo di questi "indicatori" riguardava la illustrazione delle competenze professionali da raggiungere, segnalate nei progetti e la conduzione degli studi a titoli e qualifiche che risultino essere di una effettiva spendibilità nel mercato del lavoro cileno. In altri termini, si è considerata la partecipazione del partner con la sua competenza, esperienza nel campo specifico segnalato nel progetto ed il suo riconoscimento in Cile come Ente di formazione accreditato presso gli organismi competenti del Ministero dell’Educazione o del Lavoro, così come in Italia si richiede agli enti proponenti di essere riconosciuti ed accreditati come organismi di formazione. I progetti sono stati poi valutati in base alla chiarezza ed alla linearità nelle sue differenti fasi di realizzazione, il rapporto tra ente proponente dall’Italia ed ente partner o attuante in Cile. Con questo "indicatore" è stata considerata la effettiva partecipazione del partner locale sia nella costruzione come nella fase di realizzazione del progetto. Importanza è stata attribuita alle funzioni segnalate per il partner locale ed alla coerenza con la quota di partecipazione sul totale del progetto che viene attribuita come gestione del partner locale. Ha pesato sul giudizio del Comites anche il costo del progetto e le pari opportunità e, da ultimo, la presenza di proponenti ed attuatori in più di un progetto presentato all’interno della stessa Circoscrizione Consolare, cosa che risulta incompatibile con le linee guida del Bando di concorso.In base a tali criteri, solo 3 progetti degli 11 esaminati hanno riscosso il parere favorevole del Comites. "Anche se tale parere é solo indicativo e non vincolante – scrive Gargiulo a nome del Comitato - ci si augura di poter suggerire alla commissione del Ministero del Lavoro elementi per una scelta oculata di questi intereventi di formazione professionale che vedrebbero la Circoscrizione Consolare del Cile beneficiaria di 1.300.000 euro". (aise) Fonte: http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49497

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12 Novembre 2007 XVI Convention delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE) – Livorno 12-14 Novembre 2007

Le istituzioni e il nuovo ruolo di Assocamerestero

Gli interventi di Badaloni, Danieli, Caprilli e Mondello.

Livorno - In conclusione della mattinata di lavori della prima giornata della XVI Convention Mondiale delel Camere Italiane all’Estero (CCIE), è intervenuto Piero Badaloni, Direttore di Rai International. In precedenza era intervenuti il Senatore Franco Danieli, Vice Ministro Affari Esteri con delega per gli italiani all’estero; il Senatore Milziade Caprilli, Vice Presidente del Senato della Repubblica e Andrea Mondello, Presidente di Unioncamere. Il Vice Presidente del Senato, Milziade Caprilli, ha voluto porre l’attenzione sulle crescenti difficoltà che l’impresa attraversa in epoca di globalizzazione, senza un’adeguata rete che informi, vigili e fornisca gli strumenti utili per poter stare sui mercati; in quest’ottica “preziosa” viene definita la presenza e l’operato di Assocamerestero. Il Senatore Caprilli ha poi analizzato i fattori di crescita dell’impresa italiana, assegnando la centralità all’interno del sistema alle risorse umane, che combinate con le adeguate risorse tecnologiche ed una ininterrotta ricerca della soluzione migliore consentono di far fare al Paese come sistema il salto di qualità. Fondamentale però che tutta l’opera delle Camere all’estero, si innesti in una collaborazione con l’Amministrazione centrale, operando le scelte strategiche in maniera condivisa. In tal senso il Senatore ha voluto descrivere quali siano state le delibere del Governo in materia di Camere di commercio. “E’ vero, a volte i tempi della politica sono di difficile comprensione per chi è abituato a stare sui mercati, con il necessario dinamismo – “confessa” il Senatore, che prosegue – ma in questi anni, il lavoro dei parlamentari italiani eletti all’estero ha accorciato le distanze tra le due realtà e rappresentato un formidabile strumento di coesione tra le parti”.

Il Vice Presidente del Senato ha sottolineato la grande forza rappresentata dalla rete delle Camere di commercio all’estero come “preziose” per la crescita del Paese sui mercati esteri. Sono state richiamate dal Senatore “le brillanti dinamiche dell’export italiano”, che si traducono in una crescente capacità di affrontare le crescenti difficoltà della globalizzazione sui mercati internazionali. Il Senatore ha

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sottolineato come l’impegno del Presidente di Assocamerestero, Edoardo Pollastri, eletto al Senato sulla circoscrizione estero, ripartizione America meridionale, abbia grandemente favorito per un verso la “conoscenza” del sistema camerale italiano all’estero in Italia e nei palazzi della politica in particolare, per l’altro verso, proprio grazie a quest’azione, come il sistema delle CCIE sia uscito rafforzato in credibilità e capacità di attrarre finanziamenti pubblici che sono importanti per il sistema grazie a questa nuova condizione che la rete sta acquisendo.

Dopo il Senatore Caprilli, è stato il momento del Senatore Franco Danieli, Vice Ministro al Ministero degli Affari Esteri con Delega per gli italiani all’estero.

“Riprendendo la riflessione sulle Camere di Commercio degli Italiani all’estero – afferma il Vice Ministro - credo sia importante sottolineare quale sia la rilevanza del lavoro svolto sia in entrata, fungendo da filtro informativo per chi vuole investire nel nostro paese, nonchè in uscita, per l’erogazione alle imprese di strumenti adatti a operare nel territorio ospitante in armonia con il lavoro portato avanti dall’Ice e dalla rete consolare. Solo così è possibile immaginare delle sinergie che ci consentano di continuare ad affermare i valori del Made in Italy nel mondo”.

Parlando di sistema Italia, il Vice Ministro Danieli ha richiamato l’attenzione su di un problema più volte richiamato a livello nazionale sia dal Ministro del Commercio Internazionale sia dal Ministero degli Esteri sia dagli osservatori più attenti: quello relativo alla proliferazione all’estero delle rappresentanze regionali. “le Ambasciate e i Consolati possano favorire la penetrazione delle Regioni italiane nel mondo, in tal senso però non è necessario avere le ambasciate regionali nel mondo. La moltiplicazione di sedi di rappresentanza regionale non porta vantaggio al movimento economico italiano nel suo insieme ma rappresenta piuttosto uno sperpero di risorse che, adeguatamente indirizzate, porterebbero alla crescita dell’intero paese”, ha affermato il Vice Ministro Danieli. “Sarebbe meglio – ironizza il Vice Ministro - avere una Torre Italia e non dieci palazzotti regionali in rappresentanza delle diverse realtà”. Diffusione e tutela del Made in Italy come parole d’ordine per la crescita del sistema. “Sotto l’aspetto delle tutele – ha ribadito il Vice Ministro - voglio dire che l’Amministrazione sta partecipando alla redazione dei decreti sul desk anticontraffazione, continuando a seguire il negoziato europeo sulla denominazione di origine che vede contrapposte le posizioni di quell’Europa mediterranea che spinge per sempre maggiori tutele e l’Europa del nord, tendenzialmente favorevole ad una normativa meno stringente” ha affermato il Vice Ministro.

“L’Italia ha bisogno di difendere la posizione conquistata nelle grandi realtà economiche, ma è necessario anche andare alla conquista dei nuovi mercati; per potere perseguire realisticamente questi obiettivi è necessario innovare, approfittando dell’attrattiva che da sempre esercita il lifestyle italiano nel mondo”. Danieli sottolinea la necessità di introdurre “procedure innovative soprattutto in tema di infrastrutture e reti di comunicazione”. Il Vice Ministro ha concluso il suo intervento richiamando l’impegno del Governo per l’organizzazione della prima Conferenza dei giovaniitaliani nel mondo,e annunciando la volontà di organizzare la II Conferenza dei parlamentari di origine italiana nel mondo definita dal Senatore Danieli come una formidabile “rete di italicità” con forti capacità lobbistiche ancora sottoutilizzate. Il Vice Ministro ha sottolineato come la rete camerale all’estero rappresenti un esempio più unico che raro a livello internazionale, un braccio armata dell’internazionalizzazione tricolore nel mondo. Il Vice Ministro ha affrontato

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anche il problema relativo alle risorse finanziarie che il Governo italiano destina al sistema camerale. Tali risorse oggi coprono il 38% delle necessità economiche che il sistema esprime, se saranno approvati gli emendamenti che alla finanziaria sono stati proposti proprio anche dal Presidente Assocamestero Senatore Pollastri. In proiezione il Vice Ministro, personalmente e per conto del Governo si è impegnato a portare tale copertura al 50%.

Crescono le iniziative che vedono collaborare il Ministero degli Affari Esteri e Assocamerestero. Tra queste iniziative la realizzazione a breve di una newsletter che raggiungerà l’intero sistema delle imprese italiane all’estero, i cui contenuti saranno gestiti da Ministero e Assocamerestero. A seguire è intervenuto il Presidente di Unioncamere, Andrea Mondello, il quale ha sottolineato la necessità che il sistema camerale italiano e italiano all’estero si ponga in atteggiamento di ascolto ai bisogni delle imprese, “piccole, troppo piccole” ha affermato “imprese che per competere sui mercati internazionali devono entrare in rete, solo in questo modo possono essere autenticamente competitive”. Mondello ha parlato del “capitalismo delle reti” funzionale alla crescita dell’impresa. Altro problema posto con molta forza dal Presidente di Unioncamere è stato quello relativo al sud del paese definito come “il problema vero del paese”. E’ necessario creare infrastrutture e sicurezza nel sud d’Italia per fare in modo che su queste aree convergano le grandi imprese internazionali a cominciare dalle multinazionali, vale a dire investimenti esteri, i grandi assenti dell’economia locale. Il Presidente Mondello ha confermato lo scetticismo espresso dal Vice Ministro Danieli circa la proliferazione e la frantumazione dell’immagine italiana nel mondo proveniente dalle singole iniziative regionali che, non concertate a livello nazionale, rischiano di vanificare i singoli sforzi e distorcere l’immagine del prodotto italiano. In sintesi non è credibile la promozione delle singole eccellenze regionali se non in un contesto nazionale dove l’afermazione sarà quella del Made in Italy e non del Made in Toscana, Liguria etc… Il Presidente Mondello ha anche affrontato il problema aperto dell’incapacità italiana di fare del turismo la grande forza dell’economia nazionale. Anche in questo caso il problema che determina la debolezza del turismo italiano sul mercato internazionale è rappresentato dall’incapacità della realtà italiana di fare sistema, per cui le varie realtà si presentano all’estero in ordine sparso con dispendio di energie soprattutto finanziarie senza ottenere i risultati sperati. Il Presidente, a sostegno di quanto affermato, porta i dati relativamente al “sorpasso” subito dall’Italia per mano della Francia e della Spagna.

In chiusura è intervenuto il Direttore di Rai International Piero Badaloni per presentare la convenzione che in mattinata era stata firmata con Assocamaerestero. Si tratta di una convenzione volta ad acquisire dal sistema camerale all’estero informazione di qualità da immettere nel circuito di Rai International “per realizzare finalmente quell’informazione di ritorno, di valore, della quale da anni si discute” e che finalmente diventerà una realtà con il rilancio del segnale di Rai International anche in Italia ed Europa previsto per dicembre. Badaloni ha sottolineato come l’informazione proveniente dalle business community italiane nel mondo rappresenti l’informazione di qualità in grado di qualificare il sistema di comunicazione diretto al pubblico italiano all’estero ma anche al pubblico italiano sul territorio nazionale. Il Direttore richiama la necessità di svecchiare l’informazione che vede protagonisti gli italiani all’estero e individua nelle news generate dalle business community lo strumento per passare ‘al XXI secolo di rai International’.

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Francesco Giurato/News ITALIAPRESS Virginia Di Angelantonio/News ITALIAPRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2268&titolo=Le%20istituzioni%20e%20il%20nuovo%20ruolo%20di%20Assocamerestero

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Riccardo Merlo nuovo coordinatore per l’America Latina Roma - Importante riunione del comitato direttivo dell’UNAIE, presieduto dall’on. Franco Narducci, a Treviso. Erano presenti, il presidente emerito On. Dino De Poli, i presidenti onorari Mario Toros e l’avv. Domenico Azzia e gli altri membri del consiglio.

Con un voto unanime è stato scelto l’on. Ricardo Merlo, già membro del Comitato italiani nel mondo della Camera dei deputati, quale coordinatore UNAIE per l’America Latina.

L’Unaie nata nel 1966 raccoglie più di 50 associazioni con sede in Italia e presenti in Europa, Australia, nelle Americhe e in Sudafrica.

Protagonista indiscussa degli ultimi 40 anni nello scenario storico dell’emigrazione italiana, l’Unaie si è distinta nel ruolo di difesa e riconoscimento dei diritti degli emigrati, nella promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo e come mediatore culturale per il coordinamento del rapporto con l’altra Italia. L’on. Ricardo Merlo ringraziando i presenti per la fiducia accordatagli, ha così dichiarato:” A più 40 anni dalla sua fondazione, l’UNAIE continua a svolgere un ruolo centrale per il mondo dell’emigrazione. La sua presenza capillare in tutto il mondo è garantita da associazioni quali- solo per citarne alcune- Abruzzesi, Bellunesi e Campani nel Mondo, Efasce, Ente Friuli, Vicentini, Giuliani, Laziali, Lucchesi e Mantovani nel Mondo, Palermo nel Mondo, Piemontesi, Trentini e Trevisani nel Mondo, Fusie, Migrantes, SiciliaMondo, etc. etc. "Questa nomina arricchisce ancor di più il mio impegno con il mondo dell’Associazionismo, nel quale sono cresciuto e mi sono formato, e che credo sia un motore istituzionale di straordinaria efficacia proiettato verso le nuove generazioni.”

Soddisfatto il Presidente UNAIE on. Franco Narducci che ha sottolineato la necessità della presenza dei coordinatori continentali dell’UNAIE in tutto il mondo

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2257&titolo=Riccardo%20Merlo%20nuovo%20coordinatore%20per%20l’America%20Latina

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SERVIZI DEL GIORNO 12 Novembre 2007 ore 16.53 Italiani nel Mondo IL TESTO INTEGRALE DELL’INTERVENTO DEL CONSIGLIERE MONTANARI ALLA PLENARIA DEL CGIE ROMA\ aise\ – Nell’ultima giornata di lavori dell’Assemblea Plenaria del Cgie, che si è tenuta dal 6 al 9 novembre scorsi a Roma, è intervenuto il consigliere Mauro Montanari, vice presidente della I Commissione Tematica "Informazione e comunicazione". Riportiamo di seguito, per utile documentazione, il testo integrale del suo intervento. "Abbiamo parlato molto in questi giorni di ristrutturazione della rete consolare e di provvedimenti di risparmio. Abbiamo ascoltato la relazione della Commissione Continentale Europa Africa del Nord, che con molta preoccupazione si riferiva ai progetti di ridimensionamento della medesima rete. Abbiamo sentito un’ottimo intervento del consigliere Tommasi, che contestava, numeri alla mano, il risparmio effettivo nel caso della chiusura del consolato di Esch. Ricordo a me stesso, anzitutto, e a noi che siamo qui per difendere gli interessi dei nostri connazionali, siamo il loro "sindacato", come qualcuno ha già detto. Vorrei aggiungere che siamo soprattutto il sindacato della gente più semplice, quella con meno difese e che, per questo, non ha mai diritto di parola. Almeno così io intendo il mio mandato. Io mi rendo conto della necessità di contenere la spesa pubblica. È un dovere di tutti noi in quanto cittadini di questo Paese. Mi domando tuttavia se sia lecito risparmiare sempre sulla pelle di chi non ha referenti politici o difese corporative. E mi domando infine se quelli prospettati dall’Amministrazione siano veramente provvedimenti di risparmio. Allora vorrei ripetere qui un suggerimento che è già stato dato. Diminuire il personale di ruolo della rete consolare ed aumentare il personale a contratto locale (esterno). Mi spiego citando alcuni dati. E cercando di confrontarli anche con gli stessi dati riferiti ad altri Paesi europei. Noi sappiamo che il personale in servizio nella rete consolare si divide tra personale con contratto locale, chiamato in termini tecnici "personale esterno", e personale di ruolo inviato dalla Amministrazione centrale. I costi a carico dell’Amministrazione, e quindi del contribuente italiano, sono molto diversi nei due casi. Per personale esterno intendiamo il personale a contratto a tempo determinato, quello a contratto a tempo indeterminato, quello con contratto precario a vario genere.

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La natura degli stipendi è diversa a seconda delle funzioni. Tuttavia possiamo considerare che lo stipendio del personale di ruolo è infinitamente maggiore a parità di mansioni rispetto a quello del personale esterno. Lo stipendio complessivo del personale di ruolo è così composto: c’è una cospicua indennità di sede, a cui si aggiunge lo stipendio metropolitano. Poi si aggiungono una indennità di prima sistemazione, che in genere corrisponde a 3 indennità di sede, c’è una indennità di trasloco, c’è una indennità del 20% per il coniuge a carico e del 5% per i figli, ci sono contributi scolastici e per la ricerca di un appartamento. Il tutto esente da imposte. Per contro, il personale esterno ha contratti che si riferiscono a quello del Paese di riferimento, che in genere in euro costa poco o addirittura molto poco; basti pensare che che ci sono addetti in Algeria che guadagnano 300 euro al mese, mentre in India 200 euro al mese. Io non sono un sindacalista del Mae. Mi sento, dicevo, un sindacalista della gente. Ho citato questi dati soltanto per far capire per quale ragione tutti i Paesi europei hanno una prevalenza del personale esterno su quello di ruolo. Al personale di ruolo è riservata in genere una funzione dirigenziale o di coordinamento. Questo non solo per la citata ovvia ragione di costi, ma anche perché il personale del posto conosce meglio la lingua e la situazione locale. Fa eccezione l’Italia. Vediamo come. L’Italia occupa nella sua rete consolare 8.568 addetti. Di questi 5.021 sono di ruolo (quasi il 60%), mentre 3547 sono esterni. Diversa è la situazione di altri Paesi europei, di grandezza similare. La Francia, che non ha certamente la diaspora italiana, occupa nella sua rete consolare 16.721 addetti, di cui 6251 di ruolo (circa il 36%). La Germania occupa nella sua rete consolare 11.201 addetti, di cui 5.781 di ruolo (circa il 52%). Il Regno Unito occupa nella sua rete 17.000 dipendenti, di cui 6.000 di ruolo (circa 35%). Come vedete, dei grandi Paesi europei, solo la Germania supera il dato del 50%; nessun Paese, come l’Italia, arriva al 60% di personale di ruolo inviato dall’Amministrazione centrale. Ma vorrei aggiungere un altro dato interessante per capire la complessità della situazione: quanto pesa percentualmente, nel confronto tra i diversi Paesi europei, il dato della spesa della rete consolare. L’Italia spende per la sua rete lo 0,23% del bilancio. La Francia spende l’1,01 del bilancio, cioè oltre quattro volte di più di noi. Ma anche la Germania, che non ha la sua Grandeur, le va tuttavia vicino, con lo 0,93% del bilancio. Anche l’Olanda spende lo 0,94% del bilancio. Il Regno Unito, infine, spende nella sua rete consolare lo 0,40% del bilancio. Nessuno di questi Paesi ha, lo ripeto, la diaspora che abbiamo noi. Ciascuno di questi Paesi, però, vede la propria rete consolare come un investimento, non come una iattura. Finisco con un riferimento al consolato di Edimburgo, di cui l’Amministrazione ha annunciato la chiusura. I 10.000 connazionali che risiedono nella circoscrizione saranno da ora in poi costretti a riferirsi a Manchester, cioè a quattro ore di treno dal luogo dove potranno richiedere i servizi che spettano loro. Sarebbe come dire che un cittadino che abita a Milano deve fare il suo passaporto a Roma". (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49511

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SERVIZI DEL GIORNO 12 Novembre 2007 ore 11.06 Italiani nel Mondo "I PUGLIESI NEL MONDO: PROTAGONISTI E TESTIMONI": DALLA REGIONE PUGLIA UN CONCORSO PER LE SCUOLE SULLA STORIA DELL’EMIGRAZIONE REGIONALE BARI\ aise\ - "I Pugliesi nel Mondo: Protagonisti e Testimoni", ovvero una raccolta su materiale cartaceo e filmati delle vicende legate all’emigrazione pugliese. Questo il tema del concorso che il C.R.A.T.E.-Centro Regionale Assistenza E Tutela Degli Emigranti - PUGLIA NEL MONDO "Onlus", ha indetto per gli alunni delle scuole medie inferiori e superiori della Regione Puglia. Fare entrare l’emigrazione italiana nelle scuole, e quindi nello studio sistematico della storia d’Italia con il pieno diritto di un eccezionale fenomeno umano da fissare nella coscienza nazionale, è l’obiettivo del C.R.A.T.E. L’Emigrazione è una risorsa che deve essere patrimonializzata, tutelata e favorita da ogni Stato attraverso una sana e stretta cooperazione. L’obiettivo comune deve essere il favorire una crescita globale, che coinvolga il tessuto sociale, culturale ed economico di ogni Stato. A tal fine, il concorso, dopo il successo riportato dalle tematiche proposte negli scorsi anni, si rivolge a coloro che abbiano conoscenza diretta o indiretta di storie relative alle problematiche menzionate, ed in particolare dei sacrifici, delle speranze di coloro che erano rimasti in Patria. L’impegno dei partecipanti al Concorso sarà evidenziato attraverso attestati, riconoscimenti e la pubblicazione degli elaborati selezionati. L’Associazione CRATE nasce dalla volontà di rappresentare, tutelare, assistere i cittadini italiani residenti all’estero (emigranti), ed i rimpatriati, gli immigrati comunitari ed extracomunitari, gli anziani, i giovani, i rifugiati, i profughi svantaggiati sul piano fisico, sociale, culturale ed economico, nonché la collettività in generale in tutte le questioni di ordine amministrativo, economico, sindacale, sociale e morale. Tutto ciò perché tutti i soggetti sopra elencati costituiscono un patrimonio di esperienze e capacità, nonché una comunità, che la Nazione Italiana e le Nazioni Unite hanno il dovere di tutelare e potenziare per lo sviluppo sociale, culturale, economico, educativo, lavorativo e della cooperazione, nel quadro dei principi sanciti dalle Carte Costituzionali dello Stato Italiano e delle Nazioni interessate. Per il raggiungimento di questo obiettivi il C.R.A.T.E. Promuove la collaborazione e l’unità con tutte le organizzazioni e gli organismi che operano sul piano democratico e perseguono finalità analoghe alle proprie. Persegue esclusivamente finalità di solidarietà sociale a favore dei cittadini italiani emigrati ed immigrati. L’Associazione culturale "C.R.A.T.E. - Onlus" persegue esclusivamente, tra l’altro, finalità di solidarietà sociale, civile e culturale, attraverso l’assistenza sociale e sanitaria, la prevenzione delle calamità, il primo intervento e pronto soccorso, nonché la promozione della cultura, dell’educazione e dell’istruzione, dell’economia, del progresso, degli studi e ricerche nei confronti dei soggetti immigrati ed emigrati, degli anziani, dei giovani, dei rifugiati e dei profughi svantaggiati sul piano fisico, sociale, culturale ed economico.

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Tra le iniziative nel tempo promosse, il vademecum dell’Emigrazione Pugliese, guida pratica per i pugliesi residenti fuori regione, il concorso indetto nell’anno scolastico 2004 indirizzato agli alunne delle scuole medie di 1° e 2° grado della Regione Puglia teso a sensibilizzare le nuove generazioni all’acquisizione degli eventi che hanno caratterizzato l’emigrazione pugliese nel XX secolo dal titolo "La storia…tante storie", il programma televisivo internazionale denominato "Puglia nel Mondo", sull’emittente televisiva satellitare Puglia Channel, canale 844 di Sky, il venerdì sera alle ore 20.00. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49468

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 212 Anno XIV,

12 Novembre 2007 Convegno parlamentari eletti all'estero a Treviso Come annunciato, UNAIE, Fondazione Cassamarca e UTRIM (Unione Triveneti nel Mondo) hanno organizzato lo scorso 9 novembre nella “Casa dei Carraresi” a Treviso un convegno, che ha visto una buona partecipazione di pubblico, formato soprattutto dalla folta rappresentanza di soci e dirigenti della “Bellunesi nel Mondo”. Interessanti e coinvolgenti gli interventi di Dino De Poli, presidente della Cassamarca, del parlamentare all’estero Ricardo Merlo, del presidente onorario UNAIE Domenico Azzia e soprattutto la dettagliata e profonda relazione di Franco Narducci, presidente dell’UNAIE, che si è soffermato sulle iniziative promosse in Parlamento a favore degli Italiani del Mondo e dell’Associazionismo in emigrazione. Particolare attenzione egli ha dedicato alle proposte di modifica della L. 383 e della L. 153 (vedi sopra), alla riforma della legge sulla cittadinanza, agli sgravi ICI per i residenti all’estero, alle modifiche alla rete consolare, a interventi a favore dei cittadini italiani all’estero in condizione di estrema povertà.

News ITALIA PRESS Fonte: http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2249

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13 Novembre 2007

Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov13.pdf

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SERVIZI DEL GIORNO 13 Novembre 2007 ore 17.35 Italiani nel Mondo RIUNITO A TREVISO IL PRIMO CONSIGLIO DIRETTIVO DELL’UNAIE GUIDATO DAL NEO PRESIDENTE ON. NARDUCCI (PD) TREVISO\ aise\ - Si è riunito nei giorni scorsi a Treviso, il primo Consiglio Direttivo dell’Unaie, Unione Nazionale delle Associazioni degli Immigrati e degli Emigrati, guidato dall’On. Franco Narducci, eletto Presidente dall’Assemblea tenutasi a Trento lo scorso 28 settembre. Nel corso dell’incontro, cui hanno partecipato anche i presidenti emeriti Sen. Mario Toros ed l’On. Dino De Poli, sono state affrontate svariate tematiche. Prima di discutere il proprio assetto operativo, il Consiglio Direttivo ha valutato alcune iniziative a favore dell’immigrazione e dell’accoglienza e per una maggiore incisività in tal senso chiederà alle associazioni degli immigrati di nominare un proprio rappresentante nel consiglio dell’Unaie. È stato poi affrontato il tema del rapporto tra le associazioni e le Regioni, un aspetto fondamentale per la qualità delle politiche verso le comunità emigrate e per rafforzare il legame tra cittadini emigrati e le istituzioni regionali. L’Unaie al riguardo inoltrerà formale richiesta ad ogni Consulta o comitato regionale per l’emigrazione affinché inserisca nel proprio organico un suo rappresentante. Particolare interesse ed attenzione ha suscitato la discussione sulla proposta di legge volta alla modifica della legge 383/2000 (legge sulla promozione dell’associazionismo sociale); le nuove norme, se approvate, consentiranno la possibilità di estendere i benefici della legge anche ai progetti e alle iniziative di promozione sociale a favore delle nostre collettività nel mondo. L’Unaie, favorevole a dette modifiche, si impegnerà con iniziative ad hoc per sostenere un positivo percorso legislativo. Il Direttivo ha previsto per il futuro un maggior coordinamento tra i giornali delle singole associazioni, riservando molta attenzione alla comunicazione via web; il sito Unaie.it sarà riorganizzato e fungerà da rete globale tra tutte le associazioni aderenti. Il Consiglio ha provveduto poi ad eleggere i vicepresidenti, il direttore generale ed i componenti dell’esecutivo per il triennio 2007-2010. Sono stati eletti vice presidenti, Aldo Degaudenz, Trentini nel Mondo, e Daniele Marconcini, Mantovani nel Mondo; Direttore generale Patrizio De Martin, Bellunesi nel Mondo; Segretario esecutivo Gennaro Maria Amoroso, Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo. L’esecutivo si compone inoltre di Laura Bisso, Associazione Palermo Mondo, con delega alle Pari opportunità e donne in emigrazione; Giampietro Lecchi. Fondazione Franco Verga, con delega per i problemi degli immigrati; Rino Zandonai, Trentini nel Mondo, responsabile politiche per i giovani; Rino Di Bernardo, Fondazione Casa dei friulani di Udine, responsabile dei rapporti con Istituzioni e organismi internazionali; Filippo E. Luchi, Lucchesi nel Mondo, responsabile per i rapporti con le organizzazioni dell’emigrazione all’estero. Il collegio dei Revisori dei conti si compone di Lorenzo Sartori, Trevisani nel Mondo, Manuela Traldi, Mantovani nel Mondo, e Saverio Lo Russo, Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo. Il Consiglio ha nominato presidente onorario per acclamazione, Domenico Azzia, che affiancherà inoltre il Presidente Narducci nei preparativi per le celebrazioni del quarantesimo anniversario dell’Unaie, in programma nel 2008. Infine, il Consiglio ha affidato all’on. Riccardo Merlo, presente all’incontro, il compito di coordinare le Associazioni aderenti all’Unaie nel Sud America. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49591

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 213 Anno XIV,

13 Novembre 2007 III Conferenza Internazionale "Piemontesi nel Mondo" ad Alessandria il 16-17 novembre Aprirà i battenti venerdì 16 novembre ad Alessandria la III edizione

della Conferenza internazionale “Piemontesi nel mondo”,

patrocinata dalla Città e dalla Provincia di Alessandria, dalla Regione Piemonte con la collaborazione della

Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.

L'evento, ospitato dal Teatro Comunale della cittadina piemontese, sarà introdotto a partire dalle ore

9.30 dai massimi esponenti locali tra cui il Sindaco Piercarlo Fabbio, i Presidenti di Provincia e Regione

Paolo Filippi e Mercedes Bresso, l'assessore regionale al welfare, lavoro ed immigrazione Teresa

Angela Migliasso ed il Presidente del Consiglio regionale piemontese Davide Gariglio.

A seguire sono in programma relazioni sui temi dei “Giovani e mobilità”, “Internazionalizzazione”,

“Donne e pari opportunità” e “Associazionismo nell'era della globalizzazione” ciascuna delle quali

coordinata da un esperto in materia.

Le tematiche affrontate in sede di relazioni verranno poi approfondite nel pomeriggio in sessioni di gruppi

di lavoro ed analisi.

Le conclusioni e i resoconti dei lavori di ciascuna équipe saranno poi illustrati il giorno successivo, seguiti

da un dibattito generale tra gli ospiti che a sua volta introdurrà l'approvazione dei documenti e degli

ordini del giorno emersi, prevista per la tarda mattinata di sabato.

In chiusura spazio alla musica da sala, con il concerto dell'orchestra d'archi del Conservatorio di musica

“Antonio Vivaldi”.

News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2304

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 213 Anno XIV,

13 Novembre 2007 Mezzo secolo dei Trentini nel mondo «Facendo costante riferimento allo spirito cristiano di servizio, nei suoi cinquant’anni di attività l’Associazione Trentini nel mondo non ha tradito il mandato dei fondatori e della comunità. Ha fatto sentire vicina la terra trentina a centinaia di migliaia di suoi concittadini lontani, ha fatto da ponte fra loro e le istituzioni ha costruito una rete di amicizie, di affetti, di rapporti umani e di interessi materiali ed immateriali di immensa portata e valore, convinta che i tanti trentini all’estero rappresentano un Trentino esteso e una grande opportunità»: con queste parole il presidente della Trentini nel mondo ha concluso la sua relazione in occasione della cerimonia con la quale questa mattina è stato celebrato il 50° anniversario di fondazione dell’Associazione.

Erano oltre trecento le persone presenti presso la sede della Federazione Trentine della Cooperazione, molte delle quali in rappresentanza degli oltre duecento Circoli trentini sparsi in tutto il mondo. E proprio parlando dei Circoli, il presidente Pisoni li ha definiti «la parte maggiore del patrimonio costruito in cinquanta anni» affermando che «costituiscono una rete mondiale di comunicazione fra conterranei, offrono punti di riferimento in ogni parte del mondo, esercitano la solidarietà, possono essere i veri gangli dell’internazionalizzazione del Trentino».

«L’azione e l’impegno dell’Associazione - ha spiegato Pisoni - sono sempre stati guidati dalla convinzione di operare per un mandato implicito conferito dalla comunità trentina che le chiedeva di porsi come suo strumento per instaurare e mantenere rapporti costanti con i concittadini all’estero, per aiutare la mediazione culturale, esercitare la solidarietà, riproporre, in nome della comune origine, storia e cultura

Pisoni ha anche ribadito con forza l’importanza dell’associazionismo precisando che «le migliaia di articolazioni all’estero delle associazioni regionali che si occupano di emigrazione, se aiutate e seguite, possono rappresentare un potenziale immenso anche per la diffusione della lingua e della cultura italiana». Nella sua relazione il presidente ha ripercorso alcune tappe fondamentali della vita dell’Associazione, fondata nel 1957 per iniziativa delle Acli di Trento e di Bolzano, dell’Azione Cattolica, della Pontificia Opera Assistenza e della Democrazia Cristiana di Trento.

Fin dall’inizio – ha ricordato Pisoni - l’Associazione si è sforzata di capire quali fossero realmente le sofferenze e le necessità di chi emigrava Attraverso incontri con i trentini emigrati, furono messi a fuoco i problemi, si fissarono le priorità e si individuarono le istituzioni alle quali rivolgersi per portarli a soluzione. Fra i momenti cruciali Pisoni ha citato il contributo dato nel 1966 dalla Trentini nel mondo alla nascita dell’UNAIE (Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigrati), quando si sentì la necessità di poter contare su un soggetto a carattere nazionale capace di raccogliere le istanze degli emigrati e rappresentarle ai massimi livelli: Parlamento, Governo e Comunità Europea.

Altre pietre miliari nella storia della Trentini nel mondo sono la nascita dei Circoli, che a partire dagli Anni 70 subisce una forte spinta; nel 1975 c’è poi il varo della prima legge provinciale in tema di emigrazione

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che designava i possibili campi d’intervento diretto della Provincia; negli Anni 90 c’è l’avvio di interventi di solidarietà che dai sussidi di sopravvivenza per i più bisognosi si estesero via, via al piano case ed ai progetti di cooperazione allo sviluppo, in risposta ai problemi delle comunità di origine trentina soprattutto nei paesi del Sud America; sempre negli anni 90 all’interno dell’Associazione si dà vita al Gruppo giovani, che con le sue diramazioni in tutto il mondo ha concorso in modo determinante alla riuscita dei congressi mondiali dei giovani voluti dall’Assessorato Provinciale per l’emigrazione nel 1998 e nel 2003.

Subito dopo la relazione del presidente Pisoni, ha preso la parola Lorenzo Dellai, presidente della Provincia autonoma di Trento.

«Il mio – ha affermato con forza il presidente, non vuole essere un saluto rituale; sono qui per ringraziare per questa storia importante, scritta dall’Associazione assieme al Trentino, con tutte le sue componenti. Il grazie va prima di tutto ai fondatori, e a tutte le persone che nel mondo hanno costruito e fortificato con impegno e fiducia questa esperienza. La Trentini nel Mondo – ha proseguito Dellai – ha stabilito rapporti di qualità ed eccellenza con tutti gli emigrati nel mondo, anche perché parlare di emigrazione significa parlare dei grandi passi avanti compiuti dal Trentino. Il progresso della terra trentina non è avvenuto per caso, ma grazie anche agli emigrati, al loro sacrificio, e oggi loro si aspettano che noi siamo all’altezza di questa storia. Gli emigrati oggi, e i loro Circoli nel mondo rappresentano veri giacimenti di memoria cui il Trentino di oggi deve attingere per salvaguardare l’identità e la memoria».

Della ha poi fatto un appello alla Trentini nel Mondo, «perché possa essere custode di questa memoria» ed ha assicurato il sostegno della Provincia in un’ottica di sana autonomia e rispetto dei rispettivi ruoli fra ente pubblico ed associazione.

Viva riconoscenza verso la geniale intuizione di 50 anni fa dei fondatori della Trentini nel Mondo è stata espressa da Iva Berasi, assessore all’Emigrazione della Provincia. «L’Associazione – ha affermato - è nata per vero spirito di solidarietà, per far sentire meno soli gli emigrati; una storia lunga 50 anni e carica di difficoltà, superate attraverso l’unità e la collaborazione dei suoi soci e collaboratori. Tutto questo è oggi un patrimonio incredibile, che si declina in rapporti, amicizie, sostegno economico, formazione professionale e scolastica, supporto giuridico per la richiesta di cittadinanza, legami di solidarietà e cooperazione internazionale».

L’auspicio espresso dall’assessore è che tutto questo possa continuare, nella speranza che si possa arrivare ad unificate le due Associazioni che attualmente operano in Trentino nel campo dell’emigrazione. «Ringrazio la Trentini nel Mondo – ha concluso il suo intervento l’assessore Berasi – perché lungo tutta la sua storia ha fatto in modo che l’albero simbolo dell’emigrazione trentina diventasse grande e fecondo». Un caloroso applauso ha accolto il saluto Rino Zandonai, dal 1990 direttore della Trentini nel Mondo. «Sono momenti come questi – ha affermato con evidente commozione – che danno la carica e trasmettono la forza di continuare nel lavoro. L’Associazione, i Circoli, i collaboratori mi hanno dato tantissimo, mi hanno permesso di crescere, e spero di essere riuscito a dare qualcosa anch’io, garantendo fin da ora la volontà di voler dare tanto anche per il futuro».

All’intervento di Zandonai è seguito un altro momento particolarmente emozionante ed altamente simbolico. A nome dei Circoli del loro paese di provenienza, hanno portato il loro saluto trentini provenienti da Argentina, Belgio, Bosnia Erzegovina, Serbia, Brasile, Cile, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Messico, Nord America (Stati Uniti e Canada), Paraguay, Romania, Svizzera, Uruguay, Italia. Hanno portato il saluto anche un rappresentante dei Circoli ex emigrati e del Gruppo Giovani.

La cerimonia è poi proseguita con un omaggio a Bruno Fronza e Lino Vettori, fondatori e primi firmatari dell’atto notarile che il 10 novembre 1957 vide la nascita della Trentini nel Mondo. Prima della consegna di una targa a ricordo e a perenne riconoscenza per il lavoro profuso nell’Associazione, Bruno Fronza ha voluto salutare i presenti, indirizzando cordiali parole di ringraziamento a quanti, a Trento come nel mondo, hanno tenuto fede all’impegno di solidarietà assunto con la nascita della Trentini nel Mondo, «perché l’emigrato fosse considerato un trentino a tutti gli effetti».

«Senza risparmiarsi - ha ricordato Fronza che dell’associazione è stato vice presidente vicario e poi presidente fino al 1994- si lavorò negli anni per garantire appoggio, sostegno, garanzie e tutele a quanti emigravano, ponendosi a livello nazionale e provinciale quale voce di tutti gli emigrati e delle loro famiglie».

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«Auguro alla Trentini nel Mondo – ha concluso il presidente onorario dell’Associazione – di continuare per il meglio, non venendo meno allo spirito di umiltà, impegno ed entusiasmo con cui ha lavorato in tutti questi anni».

Prima degli interventi delle autorità presenti, un altro momento della cerimonia ha avuto come protagonisti i rappresentanti dei Circoli, che hanno consegnato dei regali alla Trentini nel mondo. «Il mio intervento – ha poi esordito prendendo la parola Dario Pallaoro, presidente del Consiglio Provinciale di Trento – si riassume tutto in due parole: grazie e ancora. “Grazie” per il cammino compiuto nel riannodare i fili della memoria e dell’identità, scongiurando l’oblio della coscienza di un popolo e “ancora”, perché l’Associazione è riuscita negli anni a buttare il cuore al di là degli ostacoli, aprendo prima un sentiero, poi una strada su cui molti oggi si incamminano a passi sicuri» Un breve saluto è stato anche portato da Franz Pahl, Presidente del Consiglio della Regione Autonoma Trentino Alto Adige. «La Trentini nel Mondo – ha detto - ha fatto di tutti i trentini dispersi nel mondo un’unica comunità, viva e aperta. Essa ha tenuto prensente al Trentino i propri figli emigrati ed ha lavorato perché essi fosse ricostruita l’identità e l’amore per la terra di origine». Gli interventi delle autorità presenti sono stati chiusi da quello di mons. Luigi Bressan, Arcivescovo di Trento, da sempre amico e sostenitore della Associazione e degli emigrati in tutto il mondo. Dopo aver letto il saluto inviato all’Associazione dal Santo Padre, mons. Bressan ha ringraziato l’Associazione per le bellissime pagine scritte in questi 50 anni. «Pagine che sono state scritte dai moltissimi emigrati, da chi ha fondato e lavorato per la Trentini nel Mondo, dalle autorità e anche dalla Chiesa trentina, che con i suoi Pastori e missionari ha fatto sentire meno lontana la terra di origine, accompagnando con il supporto della fede i migranti nelle loro vicende». mons. Bressan ha poi portato il saluto personale e un augurio caloroso all’Associazione da parte di mons. Giancarlo Bregantini, di origini trentine, da tredici anni Pastore della Diocesi di Locri- Geraci in Calabria e da pochi giorni chiamato dal Papa a seguire la Diocesi di Campobasso.

La chiusura della manifestazione è stata affidata alla proiezione del documentario “Storie di Mondo”, che è stato co-prodotto dal Museo storico in Trento e da Format – Centro Audiovisivi della Provincia autonoma di Trento.

Il documentario – con la regia di Lorenzo Pevarello e molto apprezzato dal folto pubblico presente in sala - è stato realizzato proprio in occasione del 50° della Trentini nel mondo per ricordare le esperienze che hanno accomunato moltissimi trentini negli anni ´50 e ´60 del secolo scorso.

Il documentario è suddiviso in due parti. Una parte introduttiva descrive la condizione di disagio socio-economico che affliggeva il Trentino nel secondo dopoguerra e la mancanza di possibilità lavorative che potessero permettere un futuro migliore.

Nella seconda vengono descritte alcune esperienze di emigrati: in Belgio, in Svizzera, in Argentina e in Gran Bretagna. Le testimonianze sono di Bruno Braus, Giorgio Cimadon, Cesare Fava, Guglielmo Filippi, Lina Peterlana, Lino Folgheraiter, Maria Ausilia Paolazzi e Luigi Povinelli; arricchite da estratti dai documentari “Paesi Morti”.

Il video è stato molto apprezzato dal folto pubblico presente in sala che ha anche ringraziato con un applauso il “Quartetto di ottoni della Scuola musicale di Primiero”, che aveva aperto la mattinata con l’esecuzione degli Inni d’Europa, d’Italia e del Trentino.

News ITALIA PRESS

Fonte: http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2301

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XVI Convention delle Camere di Commercio Italiane all'Estero (CCIE) - Livorno 12-14 Novembre 2007 Convention CCIE 2008: Appuntamento a Rimini Livorno - Durante l'ultimo giorno di lavori della XVI Convention della Camere di Commercio Italiane all'Estero (CCIE), come di rito, è

stata resa nota la sede della prossima Convention.

Nel 2008 la città che ospiterà l'appuntamento annuale delle 78 Camere Italiane nel Mondo sarà Rimini. La candidatura è stata avanzata dalla locale Camera di Commercio (CCIAA). Tra le candidature arrivate sul tavolo del Consiglio di Assocamerestero anche Perugia. Candidatura apprezzata ma che non è stato possibile prendere in considerazione in quanto Perugia aveva già ospitato di recente altri appuntamenti della rete camerale. Rimini non era stata ancora toccata dal sistema delle CCIE, e per questo il Consiglio ha accolto favorevolmente tale candidatura.

Alcuni membri del Consiglio sottolineano come sia stata fatta un'attenta riflessione sulla necessità di inserire quanto prima, nel percorso a tappe che vede il sistema camerale italiano all'estero percorrere l'Italia in tutta la sua lunghezza, il Sud del Pease, e nello specifico la Sicilia. Il Sud Italia in questo periodo sta conquistando l'attenzione nazionale e internazionale per la "primavera politica" che proprio l'impresa ha aperto con la sua chiara presa di posizione volta a "pulire" l'economia del territorio dagli inquinamenti malavitosi in favore della legalità e della sicurezza. Tali tematiche, il Consiglio di Assocamerestero le ha ritenute importanti e assolutamente degne di essere valorizzate, anche attraverso la rete camerale all'estero. Le 78 Camere si sono date dunque appuntamento per l'Autunno 2008 nella terra di Fellini.

News ITALIAPRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2343

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14 novembre 2007

Nasce l’Associazione Imprenditori Italo-Lussemburghesi

L'Associazione è stata creata per iniziativa di undici imprenditori intenzionati a rafforzare i rapporti commerciali, culturali, turistici ed imprenditoriali in genere, fra l'Italia ed il Granducato. Già ricca l'agenda per il 2008

Essere un "ponte" concreto di attività commerciali e culturali, turistiche ed imprenditoriali in genere, fra l'Italia ed il Lussemburgo. Questi gli obiettivi con cui è stata creata, nello scorso mese di giugno, la AIIL (Associazione Imprenditori Italo-Lussemburghesi), associazione senza scopo di lucro costituita da 11 imprenditori che

vivono e lavorano nel Granducato.

L'Associazione è già operativa, lavorando principalmente per favorire scambi ed occasioni d'affari tra imprese italiane e lussemburghesi, ed operando in sinergia sia con il Pubblico che con il Privato, sia in Lussemburgo che in Italia.

Già ricca, inoltre, l'agenda per il 2008: l'AIIL sarà infatti presente con un proprio stand a Vakanz 2008 (dal 18 al 20 gennaio), alla Foire du Printemps nel maggio 2008, e sta inoltre progettando numerose iniziative di carattere culturale e gastronomico che avranno luogo nei mesi a venire.

Per ulteriori informazioni, è possibile contattare Maria Grazia Galati, Segretario Generale dell'AIIL, via e-mail all'indirizzo [email protected] oppure telefonicamente al 00352.621.758050; sito internet www.aiil.lu. (ItalPlanet News) Fonte : http://www.italplanet.it/interna.asp?sez=105&info=10138

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14 Novembre 2007 "Monongah 1907. Una tragedia dimenticata” In occasione del centenario verrà presentato il volume al Ministero degli Esteri ROMA, 14 NOV.(Italia Estera) - Il 6 dicembre prossimo cade il centenario della tragedia

mineraria di Monongah (West Virginia - USA), una delle più gravi della storia del lavoro

nell’ultimo secolo. A seguito dell’incendio di due gallerie morirono 361 minatori, in larga

maggioranza immigrati di cui 171 erano italiani. Si tratta, per perdite di vite umane,

dell’incidente minerario più grave nel quale siano stati coinvolti lavoratori italiani, più pesante

della stessa tragedia di Marcinelle (Belgio), dove l’otto agosto 1956 perirono 136 nostri

connazionali.

In vista della commemorazione che il 6 dicembre si terrà a Monongah, il Ministero degli Affari

Esteri sta realizzando una serie di iniziative che, oltre ad onorare il nome e il sacrificio delle

vittime, consenta di recuperare pienamente i risvolti umani e storici di quella vicenda,

coinvolgendo le istituzioni italiane interessate, la comunità italoamericana e le località di

origine dei lavoratori caduti a Monongah. Una di queste iniziative è la realizzazione del volume

“Monongah 1907. Una tragedia dimenticata” promosso dalla Direzione Generale per gli Italiani

all’estero (DGIT) che ricostruisce i fatti e il contesto storico-sociale in cui essi si sono svolti e

raccogliere la documentazione disponibile.

La presentazione del libro avrà luogo il 26 novembre prossimo presso la Farnesina, nella sala

Mappamondi, dalle ore 10,00 alle ore 13,00. Interverranno il Vice Ministro agli Affari Esteri

Sen. Franco Danieli, il Direttore della DGIT Ambasciatore Adriano Benedetti, i Rappresentanti

delle Regioni direttamente interessate e alcuni importanti storici che hanno contribuito alla

realizzazione del volume. Verrà inoltre proiettato un breve documentario, dal titolo

“Monongah:la Marcinelle americana” a cura della FILEF.(Italia Estera) –

Fonte :

http://www.italiaestera.net/modules.php?name=News&file=brevi&sid=4133

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SERVIZI DEL GIORNO 14 Novembre 2007 ore 16.44 Italiani nel Mondo

DAL COORDINATORE NAZIONALE DEL CTIM DI BIAGIO ALCUNE REGOLE PER

"L’ITALIANITÀ"

ROMA\ aise\ - ""Italianità" non può e non deve essere uno slogan, ma un idem sentire ed un’identità di

cui essere, a buon diritto, orgogliosi!

A chi ha, per esigenze personali o familiari ovvero di lavoro, frequentazioni o rapporti di lavoro con Uffici

di rappresentanza dell’Italia all’estero (Ambasciate o Consolati), risulta facile rilevare come la

maggioranza dei Funzionari italiani, che operano in queste sedi o in quelle che si trovano nell’ambito del

Parlamento Europeo, assumano spesso atteggiamenti o si esprimano in termini decisamente più

europeisti che in ragione della loro "italianità"". È quanto afferma oggi Aldo Di Biagio, Coordinatore

Nazionale del CTIM, in un "decalogo ironico e un pò provocatorio", che ha l’obiettivo di far riflettere.

"Alcuni Funzionari, in parole semplici, si dichiarano e si mostrano talmente radicati, nell’animus", continua

Di Biagio, "alla Comunità europea da superare, persino, il fervore e la pulsione di fede europeista sentita

e mostrata dai Padri fondatori della Comunità del carbone e dell’acciaio, nel lontano 1952. In fondo,

oramai, nei cuori e nelle azioni ed intenzioni di tali persone il Paese di nuova, sia pur temporanea,

residenza surclassa di gran lunga quello di origine (l’Italia) come punto costante di riferimento".

Secondo il coordinatore nazionale del CTIM "ciò potrebbe risultare, in qualche modo ed in qualche misura,

comprensibile, anche se non del tutto giustificabile, se, tuttavia, questi connazionali (che sempre tali sono

e rimangono, per quanto la loro vita, umana, familiare e professionale, si svolga, temporaneamente,

all’estero) tengano costantemente in considerazione e rispettino alcuni basilari principi di Italianità".

"È fuor di dubbio", riporta Di Biagio, "che l’incarico affidato ad un Funzionario al di fuori del territorio

nazionale sia da considerarsi una vera e propria opportunità di crescita professionale ed economica (e per

alcuni anche una sorta di scialuppa di salvataggio); tuttavia, la propria attività all’estero deve, comunque

e sempre, essere rivolta e dedicata all’esclusivo, primario interesse della Nazione di origine e dei suoi

Cittadini, che si trovino, temporaneamente o definitivamente, per qualsiasi motivo, lontani dall’Italia".

Infatti "sostenere e supportare il "Sistema Italia" e lavorare, a tale scopo, di concerto e d’intesa con altri

Funzionari ed operatori italiani, non vuol dire volersi schierare per rivendicare l’italianità di Nizza e Pola,

ma significa dover tenere nella giusta considerazione le realtà e le esigenze del nostro Paese rispetto a

quelle di qualsiasi altro territorio sovrano".

Di Biagio è convinto che "anche se è cosa sicuramente opportuna, auspicabile e necessaria la più ampia

integrazione con gli usi ed i costumi del Paese di temporanea residenza", "il Funzionario è sempre e resta,

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comunque, un Italiano e l’Italia deve costituire, nel suo "animus", la Comunità di riferimento, sia pure

nell’osservanza e nel rispetto degli usi, dei costumi e delle leggi del Paese ospitante". Quindi " richiamare

o sottolineare situazioni, obiettivamente difficili e discutibili, di cui l’Italia soffre, da sempre o da recente

data, per carenze reali, strutturali, socio-economiche, geopolitiche, rispetto alle più favorevoli, moderne

ed efficienti condizioni esistenti in altre Nazioni, magari più fortunate o più favorite, non fa onore e,

comunque, non dovrebbe far parte del modo di esprimersi da parte di chi quel Paese, a qualsiasi livello,

rappresenta".

Inoltre l’immagine dell’Italia e dei suoi cittadini all’estero viene danneggiata dalle "divisioni e le barriere in

termini ideologici, politici, per provenienza territoriale e per condizioni socio-economiche diverse". "Le

distinzioni tra guelfi e ghibellini", ricorda Aldo Di Biagio, "le rivalità di campanile, oltre che le diatribe o gli

interessi "di bottega" politica (destra, centro, sinistra) non creano consenso, ma esasperano le situazioni

difficili, rendendole spesso "irrecuperabili", attirando per di più sul nostro Paese il ridicolo e lo scherno di

chi", invece, "dimostra una forte, vincente capacità di andare oltre ai personalismi, a presunte identità

irrinunciabili ed intoccabili, facendo fronte comune e superando ostacoli che, altrimenti, potrebbero far

degenerare le problematiche, mai risolverle o sanarle".

Un incarico di rappresentanza all’estero "non deve e non può dare a colui che l’ha ricevuto (per meriti

personali o per… "grazia ricevuta") la sensazione di onnipotenza e di strafottenza nei confronti del

prossimo, specie se questi è un connazionale". Chi rappresenta l’Italia all’estero, dovrebbe "agire tenendo

sempre presente la propria dimensione umana, oltre che il proprio ruolo pubblico, può aiutare ad

interpretare una funzione che è sempre molto delicata e strategica, a qualsiasi livello e nei confronti di

chiunque essa venga svolta".

Poi, "nei rapporti di lavoro e professionali con persone provenienti dal nostro Paese, non è opportuno, né

lusinghiero sfoggiare capacità ed abilità nel parlare correntemente una lingua estera (inglese, francese,

spagnolo…)", sarebbe meglio "utilizzare l’italiano, anche se non in puro "dolce stil novo", ma lasciando

magari anche trapelare una cadenza o un’inflessione dialettale che, comunque, può agevolare e rendere

più facile la conversazione ed il rapporto con il nostro connazionale, facendolo sentire, anche se lontano

migliaia di chilometri, a "casa"".

Parlando di "chi riveste ruoli ed ha compiti delicati, quanto ardui, nel dover scegliere ed indicare singoli

funzionari per posizioni ed incarichi di particolare responsabilità e di prestigio", il coordinatore nazionale

del CTIM asserisce che dovrebbe "tener sempre presente la professionalità dei soggetti prescelti, oltre

che l’interesse del nostro Paese ad essere rappresentato da persone dotate di adeguate ed idonee

competenze ed esperienze". E non "fare una scelta che derivi da un’insana ed estremamente odiosa

forma di "clientelismo" o, peggio, di "nepotismo".

Dunque, "occorre lavorare, sempre e comunque, con grande umiltà e senso dello Stato, assicurando

costante assistenza, ma anche reali possibilità di contatto e di ascolto a tutti gli italiani che abbiano scelto

di trascorrere parte o il resto della propria vita all’estero, scelta che può rivelarsi un vero e proprio inferno

dantesco, se vengono a mancare o si rivelano carenti i riferimenti elementari, ma essenziali da parte delle

istituzioni, le sole in grado di assicurare e garantire gli indispensabili, dovuti interventi e supporti di

assistenza legale, sanitaria ed economica ai nostri connazionali"

Infine, secondo Aldo Di Biagio, "è opportuno ed auspicabile che ciascuno di coloro che operano all’estero

tenga ben presente che si sta impegnando, con le proprie energie e le proprie professionalità, ma anche

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disponendo delle risorse del Paese, il cui interesse deve essere il primo ed esclusivo riferimento, se si

vogliono ottenere risultati degni dell’attività svolta, di cui, tra l’altro, essere orgogliosi e da rivendicare in

ogni caso". "Ogni personale ed effimero tornaconto", conclude il coordinatore del CTIM, "potrebbe

compromettere la personale professionalità, ma soprattutto l’immagine che si dà dell’Italia in Europa e

nel mondo". (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49676

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INFORM - N. 212 - 14 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Organizzata dal Comites con il patrocinio del Consolato Italiano di Houston (Texas, Usa)

“Passato, Presente e Futuro”: si è svolta a Houston la terza conferenza dei Ricercatori Italiani nel Mondo

HOUSTON - Organizzata dal Comites con il patrocinio del Consolato Italiano di Houston si è tenuta la terza conferenza “Ricercatori Italiani nel Mondo; Passato, Presente e Futuro” il 10 novembre presso la sala auditorium del Consolato Generale d’Italia a Houston.

Un evento aperto a tutti i ricercatori italiani e italoamericani che lavorano all'estero nei diversi campi di ricerca, dalla medicina alla tecnologia,dalla fisica all’ingegneria, e ideato come momento di incontro e di scambio di idee fra i ricercatori e la comunità italiana e italoamericana.

Ad aprire i lavori sono stati il console Cristiano Maggipinto, il presidente del Comites Vincenzo Arcobelli, ed Andrea Duchini membro del Comites e organizzatore della conferenza. Moderatori il prof.Perone, l’ing.Ballerini, l’ing.Papi, il dr.Taglialatela e il consigliere del Comites Rita Fraschini Gli estratti dei lavori sono stati inclusi in una pubblicazione ufficiale disponibili contattando il Consolato di Houston. La conferenza ha anche riconosciuto il contributo degli italiani che lavorano al Texas Medical Center di Houston, uno dei centri di medicina più importanti negli Stati Uniti, soprattutto per la loro ricerca nei campi dell’oncologia e della cardiologia. Ospite d’onore quest’anno alla conferenza il prof. Alberto Devoto , responsabile scentifico all’ Ambasciata italiana a Washington. A Devoto il ringraziamento di Comites e Consolato per aver partecipato all’evento.

(Per gli atti della conferenza :

http://www.mmpdfw.com/files/november13_01_kwbHut.zip)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21232.htm

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14 novembre 2007

A Houston, confronto tra ricercatori italiani "Ricercatori Italiani nel Mondo - Passato, Presente e Futuro" è il titolo della conferenza che

si è svolta sabato scorso, organizzata dal Comites con il patrocinio del locale Consolato Italiano

Si è svolta lo scorso 10 novembre presso la sala auditorium del Consolato Generale d'Italia, a Houston, in Texas, la terza conferenza "Ricercatori Italiani nel Mondo - Passato, Presente e Futuro", organizzata dal Comites con il patrocinio del Consolato Italiano di Houston.

Il Console Cristiano Maggipinto ha aperto la conferenza congiuntamente con il Presidente del Comites Vincenzo Arcobelli, e con Andrea Duchini, membro del Comites e organizzatore della conferenza.

La Conferenza ha costituito un'interessante occasione di incontro e confronto per i diversi ricercatori italiani ed italo-americani che lavorano all'estero, provenienti da diverse parti degli Stati Uniti, impegnati nei più diversi campi di ricerca: dalla medicina alla tecnologia, dalla fisica all'ingegneria. L'incontro è stato inoltre un importante momento per i ricercatori per farsi conoscere dalla comunità Italiana a Houston.

La conferenza ha anche riconosciuto il contributo degli Italiani che lavorano presso il Texas Medical Center di Houston, uno dei centri di medicina più importanti negli Stati Uniti, soprattutto per quanto riguarda la ricerca nel campo dell'Oncologia e della Cardiologia. Ospite d'onore di quest'anno, Alberto Devoto, responsabile scientifico dall'Ambasciata Italiana a Washington.

Gli estratti dei lavori sono stati inclusi in una pubblicazione ufficiale disponibile contattando il Consolato di Houston.

E' inoltre possibile scaricare gli atti della conferenza al link:

http://www.mmpdfw.com/files/november13_01_kwbHut.zip

Italplanet News Fonte : http://www.italplanet.it/interna.asp?sez=105&info=10143

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14 Novembre 2007

Newsletter Osservatorio sul lavoro e sulla formazione

degli italiani residenti all'estero

Fonte : http://www.esteri.it/MAE/IT/Italiani_nel_Mondo/Progetto+ITENETs/ArchivioNewletterITENETs.htm

NOTA DI REDAZIONE

Notizie Nazionali

Ministero degli Esteri. Progetti ITENETs e PPTIE: “Buoni Esempi di Sistema” secondo una ricerca condotta

dal Formez Ministero degli Esteri. Piena soddisfazione dal MAE e dalle Regioni per la qualità dei risultati raggiunti dal

Progetto ITENETs Lavoro. Le opportunità pubblicate sul sito del Ministero degli Esteri Formazione. “Euromediterraneo: obiettivi, politiche, strumenti per il dialogo e lo sviluppo” Ministero degli Esteri. Per un’Amministrazione al servizio del cittadino: il Ministero degli Affari Esteri al

COMPA 2007 Formazione. “Diffondere il cinema italiano nel Mondo: progetti formativi per dialoghisti e doppiatori

cinetelevisi” Rassegna Stampa Italiani nel mondo

Notizie

Regionali

Basilicata: Regione Basilicata. Sportello Basilicata a Buenos Aires: pronto a partire il progetto sponsorizzato dal

Presidente Simonetti Molise: Formazione. Master di II Livello in Programmazione Comunitaria Puglia: Regione Puglia. Varato dalla Giunta Regionale il piano 2007 per gli interventi a favore dei pugliesi nel mondo

Regione Puglia. Firmato il Protocollo d'Intesa con la Camera di Commercio della Germania Osservatorio Puglia. Pugliesi pendolari nel Regno Unito C.R.A.T.E.. Concorso “I PUGLIESI NEL MONDO: PROTAGONISTI E TESTIMONI” Formazione. Corsi on-line di informatica con riconoscimento internazionale in lingua italiana Piemonte: Formazione. La Soges Spa conclude con successo il progetto di capacity building CNTC in Algeria Sardegna: Formazione. Scienziati di ventura, Storie di cervelli erranti tra Sardegna e mondo: 20 ricercatori sardi si

raccontano in un libro

Argentina: Formazione. La ricostruzione della memoria Gringa degli italo-argentini: è on line il portale realizzato

dall’Università di Santa Fè Brasile: Formazione. E’ on line la Newsletter n. 20 del Consolato di Rio de Janeiro Canada: Consiglio Generale Pugliesi nel Mondo. I pugliesi di Montreal inaugurano Casa Puglia Francia: CCIE Nice. Inaugurazione del Salone “Vivere” – l’arte di vivere e lo sviluppo sostenibile Germania: Comites. Saluto del Nuovo Presidente Dott.ssa Simonetta Donà

Formazione. Rinascita e.V. invita ai prossimi appuntamenti de “Il laboratorio dell’italiano” Irlanda: Formazione e Lavoro. Anche Campobasso e il Molise sul Sunday Business Post, prestigioso settimanale

economico irlandese. Svizzera: Formazione. I rapporti economici italo-svizzeri: la CCIE di Zurigo organizza un seminario formativo Assocamerestero: Regno Unito: continua il trend positivo del Made in Italy in vetrina al ‘Viva Italia show’ promosso

dalla Camera di Commercio Italiana a Londra Commercio estero. Bene l’export sui mercati extra ue, deficit ridotto del 26%: record di crescita in Russia con + 30,2% e ottima performance complessiva del sistema moda con il tessile che si incrementa del 94%

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15 Novembre 2007

FARNESINA: Quarta Conferenza dei direttori degli Istituti Italiani di

Cultura

Intini: “La cultura italiana è un’energia rinnovabile, ma anche un grande motore per le altre eccellenze dell’Italia”. La Francesca: “Il nostro paese è il primo ad aprire su Second Life un Istituto di Cultura virtuale”. Bafile: “Gli Istituti dovrebbero valorizzare e far conoscere all’Italia la cultura italo- estera”.

ROMA, 15 nov. (Italia Estera) - Alla Farnesina presentazione alla stampa della quarta Conferenza dei Direttori degli Istituti Italiani di Cultura nel mondo. Otto Direttori rappresentativi delle varie aree geografiche, che si ritrovano a Roma per una loro riunione operativa dedicata a fare il punto sulle priorità per la promozione della cultura italiana all’estero, e per riflettere sia sulle potenzialità della rete (ci sono 90 Istituti di Cultura in tutto il mondo) che sull’introduzione delle tecnologie innovative. Ad esempio esiste su Internet, su Second Life, un Istituto di Cultura

virtuale, in cui si sperimenta proprio oggi la possibilità di impartire lezioni di lingua italiana per studenti stranieri. Nel corso di questi tre giorni di lavoro, i Direttori avranno anche incontri con varie Autorità istituzionali e con operatori culturali: un vero e proprio momento di riflessione strategica su quello che gli Istituti di Cultura possono fare muovendo dalle attuali potenzialità della rete, ed alla luce del fatto che molti Paesi, soprattutto nei continenti extra-europei, si attendono molto dall’Italia per gli aspetti culturali. Sarà quindi oggetto di approfondimento anche il tema della più efficace gestione delle risorse. Il vice ministro degli Esteri Ugo Intini ha spiegato che: “Questo appuntamento ci consente di verificare l’efficacia dei nostri sforzi e di mettere in luce come la Farnesina abbia dato vita ad un nuovo corso e ad una riforma dal basso dell’attività degli Istituti di Cultura. "Ci stiamo impegnando per fornire alla rete degli Istituti il giusto prodotto da vendere e da distribuire. Dobbiamo sapere che la cultura italiana è un’energia rinnovabile, ma anche un grande motore per le altre eccellenze della nostra Italia. La cultura, la politica l’economia si tengono strettamente per mano e vanno avanti di pari passo”. Nel corso del briefing da registrare anche l’incontro fra gli otto direttori, scelti dai loro colleghi in rappresentanza delle macroaree geografiche in cui si suddivide la rete, e il presidente della

Commissione Esteri della Camera Umberto Ranieri. I direttori sono stati ricevuti anche dal ministro degli Esteri Massimo D’Alema.

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Previsto un incontro con il vice ministro degli Esteri con la delega per gli Italiani nel Mondo Franco Danieli. La tre giorni di lavoro, che si concluderà sabato 17 novembre, cercherà di approfondire varie arie tematiche, legate alla promozione culturale, linguistica e informativa (arte antica. moderna e contemporanea, cinema, musica, teatro e danza), e di portare avanti una dettagliata analisi dell’uso delle nuove tecnologie da parte degli Istituti di Cultura. Intini ha anche ricordato che per la promozione culturale sono a disposizione solo 20 milioni di euro. Ha aggiunto: “Oggi utilizziamo molto di più le nuove tecnologie e stiamo lavorando per passare da una fase artigianale, nella produzione dei nostri avvenimenti culturali, ad una fase industriale che, attraverso la creazione di un’economia di scala, consenta innanzitutto di promuovere grandi eventi in grado di essere circuitati fra i nostri Istituti dislocati nei vari paesi. Dobbiamo puntare – ha ancora osservato Intini - ad una forte programmazione dal centro e ad un efficace coordinamento della rete, perché adesso ciascuno va per conto proprio. E visto che il made in Italy vive di cultura, anche l’imprenditoria privata dovrebbe fare la sua parte”. Intini ha annunciato anche la firma, da parte del ministero degli Affari Esteri e del ministero per i Beni Culturali, di un’intesa volta a rafforzare la produzione delle iniziative culturali per l’estero. Fra i progetti in via di realizzazione segnalati dal vice ministro la creazione di corsi d’italiano su Cd da distribuire all’estero insieme ai quotidiani stranieri (al programma collabora la Dante Alighieri) e l’attivazione di un unico sito per tutti gli Istituti di Cultura , denominato “Indire”, che consentirà una panoramica delle attività portate avanti in 108 paesi e conterrà materiale didattico per l’insegnamento della lingua italiana. Il direttore generale per la Promozione Culturale Gherardo La Francesca ha parlato della circuitazione degli eventi. Ha sottolineato come al momento questa strategia stia risultando vincente. Ha annunciato anche che la collezione d’arte contemporanea della Farnesina a fine anno partirà per il Sud America. Un’azione culturale, quella del Ministero degli Esteri, che si orienta anche verso la realizzazione di mostre leggere, distribuite su Cd e stampate in loco dai vari Istituti di Cultura, che possono essere esposte in contemporanea da più sedi. Sono inoltre in via di realizzazione “pacchetti d’area” che consentano di portare le nostre iniziative culturali in territori, come i paesi del Golfo o l’Asia Centrale, dove non sono presenti gli Istituti Italiani di Cultura. Di estrema importanza anche la distribuzione agli Istituti di Cultura di materiale televisivo che può essere trasmesso sui canali locali dei vari paesi. Nel concludere La Francesca ha annunciato:“L’Italia è il primo paese al mondo che ha aperto un Istituto di Cultura virtuale su Second Life, la comunità tridimensionale presente su Internet. Il servizio offre agli studenti di tutto il mondo la possibilità di ammirare le nostre opere d’arte e di frequentare corsi di lingua interattivi”. Il direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles Francesca Valente ha parlato in qualità di portavoce degli otto rappresentanti delle varie aree: “Gli Istituti italiani di Cultura - ha detto - concorre con il paese ospitante al processo d’integrazione e all’inserimento dei nostri connazionali nelle società di residenza. Il pubblico dell’Istituto è formato da cittadini del nostro paese che per vari motivi risiedono temporaneamente all’estero, dalla comunità locale del paese ospitante e infine dagli emigrati italiani di seconda, terza e quarta generazione, tuttora consapevoli del retaggio culturale dei loro antenati. Nei confronti di questi ultimi - ha spiegato la Valente - la missione dell’Istituto è particolarmente importante e consiste nel curare, da un lato, la loro integrazione nel contesto locale, e dall’altro il recupero e la salvaguardia della loro identità storica”. La Valente ha ricordato che il direttore dell’Istituto deve pianificare a breve e lungo termine l’azione del suo ufficio, cercare di portare sempre a compimento i progetti intrapresi,

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documentare meticolosamente la propria attività culturale, promuovere adeguata informazione e fornire occasioni e luoghi d’incontro per le nostre comunità all’estero. Dopo il saluto del presidente della “Dante Alighieri” ambasciatore Bruno Bottai, che ha giudicato molto positivo il rilancio della promozione culturale intrapresa dal Ministero degli Esteri, la deputata dell’Ulivo Mariza Bafile, eletta all’estero nella ripartizione Sud America, ha stigmatizzato come a volte il lavoro degli Istituti italiani di Cultura sia più rivolto alle comunità locali, piuttosto che alle nostre collettività. Due realtà che invece hanno eguale importanza. “A mio avviso - ha proseguito l’on. Bafile - gli Istituti italiani dovrebbero trasformarsi in un luogo d’incontro delle culture espresse dagli italiani all’estero. Troppo spesso infatti in questi uffici non c’è conoscenza delle eccellenze artistiche e culturali che esprimono le nostre comunità. Questo impedisce anche di far arrivare nel nostro Paese l’eco di quanto costruisce positivamente il meticciato fra le culture italiane e quelle locali. Un mondo molto ricco - che l’on. Bafile ha definito la cultura italo-estera - che invece gli Istituti dovrebbero valorizzare e far conoscere all’Italia”. (Italia Estera) - Fonte :

http://www.italiaestera.net/modules.php?name=News&file=brevi&sid=4152

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INFORM - N. 213 - 15 novembre 2007

ITALIANITA’

Il “decalogo” di Di Biagio (Ctim) per funzionari italiani all’estero

ROMA - Scrive Aldo Di Biagio, coordinatore nazionale del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo: “Ho voluto rendervi partecipi di questo decalogo ironico e un po' provocatorio, senza alcun intento offensivo, con la speranza che possa invitarci a riflettere”.

“Italianità” non può e non deve essere uno slogan, ma un idem sentire ed un’identità di cui essere, a buon diritto, orgogliosi! A chi ha, per esigenze personali o familiari ovvero di lavoro, frequentazioni o rapporti di lavoro Uffici di rappresentanza dell’Italia all’estero (Ambasciate o Consolati), risulta facile rilevare come la maggioranza dei Funzionari italiani, che operano in queste sedi o in quelle che si trovano nell’ambito del Parlamento Europeo, assumano spesso atteggiamenti o si esprimano in termini decisamente più europeisti che in ragione della loro “italianità”. Alcuni Funzionari, in parole semplici, si dichiarano e si mostrano talmente radicati, nell’animus, alla Comunità europea da superare, persino, il fervore e la pulsione di fede europeista sentita e mostrata dai Padri fondatori della Comunità del carbone e dell’acciaio, nel lontano 1952. In fondo, oramai, nei cuori e nelle azioni ed intenzioni di tali persone il Paese di nuova, sia pur temporanea, residenza surclassa di gran lunga quello di origine (l’Italia) come punto costante di riferimento. Ciò potrebbe risultare, in qualche modo ed in qualche misura, comprensibile, anche se non del tutto giustificabile, se, tuttavia, questi connazionali (che sempre tali sono e rimangono, per quanto la loro vita, umana, familiare e professionale, si svolga, temporaneamente, all’estero) tengano costantemente in considerazione e rispettino alcuni basilari principi di ITALIANITA’, ovverosia :

1. E' fuor di dubbio che l’incarico affidato ad un Funzionario al di fuori del territorio nazionale sia da considerarsi una vera e propria opportunità di crescita professionale ed economica (e per alcuni anche una sorta di scialuppa di salvataggio); tuttavia, la propria attività all’estero deve, comunque e sempre, essere rivolta e dedicata all’esclusivo, primario interesse della Nazione di origine e dei suoi Cittadini, che si trovino, temporaneamente o definitivamente, per qualsiasi motivo, lontani dall’Italia;

2. Sostenere e supportare il “Sistema Italia” e lavorare, a tale scopo, di concerto e d’intesa con altri Funzionari ed operatori italiani non vuol dire volersi schierare per rivendicare l’italianità di Nizza e Pola, ma significa dover tenere nella giusta considerazione le realtà e le esigenze del nostro Paese rispetto a quelle di qualsiasi altro territorio sovrano ;

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3. Anche se è cosa sicuramente opportuna, auspicabile e necessaria la più ampia integrazione con gli usi ed i costumi del Paese di temporanea residenza (come potrebbe essere - per esasperare l’esemplificazione – il mangiare la baguette a Parigi o girare a Londra, prudentemente, con l’ombrello, in caso di cielo leggermente nuvoloso), il Funzionario è sempre e resta, comunque, un Italiano e l’Italia deve costituire, nel suo “animus”, la Comunità di riferimento, sia pure nell’osservanza e nel rispetto degli usi, dei costumi e delle leggi del Paese ospitante;

4. Richiamare o sottolineare situazioni, obiettivamente difficili e discutibili, di cui l’Italia soffre, da sempre o da recente data, per carenze reali, strutturali, socio-economiche, geopolitiche, rispetto alle più favorevoli, moderne ed efficienti condizioni esistenti in altri Nazioni, magari più fortunate o più favorite, non fa onore e, comunque, non dovrebbe far parte del modo di esprimersi da parte di chi quel Paese, a qualsiasi livello, rappresenta. Quante volte si sente pronunciare (spesso a ragione e, sicuramente, con validi motivi a supporto…purtroppo!) la frase “In Italia non funziona nulla” da colui che, poco tempo prima di assumere il delicato incarico all’estero, ancora nel nostro Paese, ammetteva : “qui da noi, si vive benissimo, per condizioni ambientali, umane, di produzioni ed anche risorse alimentari naturali disponibili, come in nessun’altra parte del mondo…!”;

5. Le divisioni e le barriere in termini ideologici, politici, per provenienza territoriale e per condizioni socio-economiche diverse danneggiano la nostra Nazione ed indeboliscono, se non distruggono, l’immagine dell’Italia e dei suoi cittadini all’estero. Le distinzioni tra guelfi e ghibellini, le rivalità di campanile, oltre che le diatribe o gli interessi “di bottega” politica (destra, centro, sinistra) non creano consenso, ma esasperano le situazioni difficili, rendendole spesso “irrecuperabili”, attirando per di più sul nostro Paese il ridicolo e lo scherno di chi, invece, a casa propria, pur di fronte a problemi di grande rilievo e di grande emergenza nazionale, dimostra una forte, vincente capacità di andare oltre ai personalismi, a presunte identità irrinunciabili ed intoccabili, facendo fronte comune e superando ostacoli che, altrimenti, potrebbero far degenerare le problematiche, mai risolverle o sanarle;

6. L’aver ottenuto un incarico di rappresentanza all’estero non deve e non può dare a colui che l’ha ricevuto (per meriti personali o per… “grazia ricevuta”) la sensazione di onnipotenza e di strafottenza nei confronti del prossimo, specie se questi è un connazionale. Agire tenendo sempre presente la propria dimensione umana, oltre che il proprio ruolo pubblico, può aiutare ad interpretare una funzione che è sempre molto delicata e strategica, a qualsiasi livello e nei confronti di chiunque essa venga svolta;

7. Nei rapporti di lavoro e professionali con persone provenienti dal nostro Paese, non è opportuno, né lusinghiero sfoggiare capacità ed abilità nel parlare correntemente una lingua estera (inglese, francese, spagnolo…), ma utilizzare l’italiano, anche se non in puro “dolce stil novo”, ma lasciando magari anche trapelare una cadenza o un’inflessione dialettale che, comunque, può agevolare e rendere più facile la conversazione ed il rapporto con il nostro connazionale, facendolo sentire, anche se lontano migliaia di chilometri, a “casa”;

8. Chi riveste ruoli ed ha compiti delicati, quanto ardui, nel dover scegliere ed indicare singoli funzionari per posizioni ed incarichi di particolare responsabilità e di prestigio deve tener sempre presente la professionalità dei soggetti prescelti, oltre che l’interesse del

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nostro Paese ad essere rappresentato da persone dotate di adeguate ed idonee competenze ed esperienze. Per sdebitarsi con parenti, amici (spesso amiche…!) e conoscenti, è sufficiente un regalino…a Natale o a Pasqua, piuttosto che fare una scelta che derivi da un’insana ed estremamente odiosa forma di “clientelismo” o, peggio, di “nepotismo”;

9. Occorre lavorare, sempre e comunque, con grande umiltà e senso dello Stato, assicurando costante assistenza, ma anche reali possibilità di contatto e di ascolto a tutti gli italiani che abbiano scelto, per qualsiasi motivo personale, familiare o professionale, di trascorrere parte o il resto della propria vita all’estero, scelta che può rivelarsi un vero e proprio inferno dantesco, se vengono a mancare o si rivelano carenti i riferimenti elementari, ma essenziali da parte delle istituzioni, le sole in grado di assicurare e garantire gli indispensabili, dovuti interventi e supporti di assistenza legale, sanitaria ed economica ai nostri connazionali;

10. E’ opportuno ed auspicabile che ciascuno di coloro che operano all’estero tenga ben presente che si sta impegnando, con le proprie energie e le proprie professionalità, ma anche disponendo delle risorse del Paese, il cui interesse deve essere il primo ed esclusivo riferimento, se si vogliono ottenere risultati degni dell’attività svolta, di cui, tra l’altro, essere orgogliosi e da rivendicare in ogni caso. Ogni personale ed effimero tornaconto potrebbe compromettere la personale professionalità, ma soprattutto l’immagine che si dà dell’Italia in Europa e nel mondo. (Il Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21346.htm

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INFORM - N. 213 - 15 novembre 2007

INTERVENTI

Franco Santellocco (CGIE): le nuove prospettive per gli italiani all’estero tra formazione professionale e internazionalizzazione

ROMA - Si sono appena conclusi i lavori dell’Assemblea Plenaria del CGIE svoltasi a Roma tra il 6 ed il 9 novembre 2007. Unanime è stato il consenso che è stato registrato per la relazione presentata in materia di formazione professionale prima nella V Commissione “Formazione, impresa, lavoro e cooperazione” e poi nell’Assemblea plenaria.

I risultati ottenuti, grazie all’impegno dell’intero Consiglio, offrono a tutti gli Italiani nel Mondo ed alle loro Associazioni l’opportunità di uscire da una lunga fase di riflessione sul ruolo degli italiani all’estero nella Politica estera e nazionale dell’Italia, per entrare in una fase più operativa. E’ dalla Prima Conferenza degli italiani nel mondo del 2000 che si susseguono gli appelli per una riforma delle linee programmatiche del Governo che prendono le mosse dal mutamento epocale degli italiani all’estero dalla condizione di migranti a quella di “risorsa” per il sistema Italia nel mondo. Citiamo, ma solo per ricordare i passaggi fondamentali, le conclusioni della Conferenza permanente Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE del 2002 e poi quelle della Conferenza del 2005. Ora, il nuovo documento sulla formazione professionale approvato, nel completare lo scenario già tracciato con il “dossier” sull’internazionalizzazione approvato a luglio al quale è strettamente collegato, segna una svolta in senso più operativo e consolida una visione strategica degli italiani all’estero ricca di sviluppi.

L’elemento cardine della nuova strategia è la centralità degli italiani all’estero nei processi di globalizzazione che coinvolgono l’Italia nelle due grandi sfide: quella costituita dagli obiettivi dell’Unione Europea fissati nella Politica di Lisbona e quella dell’internazionalizazione del sistema produttivo, culturale e sociale dagli ambiti del “Vicinato” a quelli della concorrenza dei Paesi ad economia emergente come Cina, India e Brasile. Gli italiani all’estero rischiano di subire gli effetti di queste sfide: da una parte i più deboli vengono spinti verso una progressiva emarginazione, dall’altra vengono disperse le potenzialità rappresentate dal patrimonio imprenditoriale e culturale prodotto da generazioni di lavoratori che hanno affermato l’Italia nel mondo. La formazione professionale può diventare uno strumento di politica estera se riesce a dare una risposta alle attese delle comunità italiane all’estero anche quando, come nei casi citati, si presentano con segno e motivazione diversa, dalla richiesta di sostegno a quella di recupero di valori e di legami verso il Paese d’origine. Con questi obiettivi l’Assemblea plenaria ha promosso un disegno di riforma del sistema formativo degli italiani residenti nei Paesi non appartenenti all’Unione Europea poggiato su quattro direttrici:

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1) l’organico coinvolgimento del CGIE e dei Comites nella formulazione dei bandi attraverso l’analisi dei fabbisogni di formazione,

2) il riconoscimento delle qualifiche rilasciate dai corsi all’estero,

3) la costituzione dell’Albo degli enti di formazione abilitati a partecipare al Bando, 4) un sistema organico di monitoraggio e di controllo dei risultati.

Il disegno di riforma sarà oggetto di approfondimento da parte del CGIE nell’ambito del Comitato che ha preparato il bando di formazione 2007 e verrà, quindi, portato all’attenzione della Conferenza Stato-Regioni-Province autonome che è deputata a dare indirizzi in questa materia al Ministero del Lavoro. Un’altra occasione di studio e di approfondimento della riforma saranno i quattro Seminari tematici la cui realizzazione è prevista per il 2008. Nello stesso tempo, il CGIE si candida a partecipare alla selezione delle domande di finanziamento che sono pervenute ai Consolati ed al Ministero del Lavoro.

E’ un piano d’azione molto intenso nel quale sarà dato grande rilievo alla situazione dell’imprenditoria italiana nel mondo. Gli imprenditori costituiscono la categoria di connazionali più sensibile agli effetti positivi e negativi della globalizzazione economica. Essi rappresentano la più grande riserva di potenzialità competitiva dell’Italia nel mondo, ma possono anche trasformarsi, se non adeguatamente appoggiata dalle Istituzioni, in una categoria a rischio di occupazione quando subisce la concorrenza internazionale essendo formata prevalentemente di aziende di piccole dimensioni e di lavoratori autonomi. Il bando di formazione 2007 prevede tra i destinatari dei corsi che saranno finanziati anche i lavoratori autonomi e gli operatori economici. Il CGIE si impegnerà nella fase di selezione affinché queste categorie vengano tenute in ampia considerazione soprattutto in quei Paesi in cui essi soffrono per l’inadeguatezza dei legami con l’Italia.

Un altro terreno di impegno del CGIE sarà il supporto al MAE per l’ottenimento dei finanziamenti per il FSE 2007-2013 che sono riservati alla valorizzazione delle competenze delle professionalità italiane all’estero attraverso l’incentivazione di iniziative di gemellaggio e di partenariato con le Regioni. Per completare il quadro delle azioni concrete del CGIE, verrà promossa una intesa con il MAE e con il Ministero dello sviluppo Economico per assicurare un adeguato coinvolgimento delle comunità imprenditoriali italiane all’estero nella programmazione dei Fondi per l’internazionalizzazione che saranno assegnati alle Regioni ed al Ministero per il commercio internazionale. Non verrà trascurato, infine, il proposito già espresso nel “dossier” per l’internazionalizzazione di luglio di sostenere l’attuazione o la riforma della Legge 56 del 2005 “Misure per l’internazionalizzazione delle imprese” d’intesa con il Ministero del commercio internazionale. (Franco Santellocco*-Inform)

* Presidente della V Commissione “Formazione, impresa, lavoro e cooperazione” del CGIE

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21308.htm

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SERVIZI DEL GIORNO 15 Novembre 2007 ore 18.09 Italiani nel Mondo

NARDUCCI (UNIONE) INSODDISFATTO DELLA RISPOSTA DEL GOVERNO

ALL’INTERROGAZIONE SUI CORSI DI LINGUA ITALIANA ALL’ESTERO

ROMA\ aise\ - Non è soddisfatto l'on. Franco Narducci della risposta del Governo alla sua interrogazione

a risposta immediata sulla gestione dei corsi di lingua e cultura italiana all'estero organizzati all'estero per

i figli dei cittadini italiani in età di scuola dell'obbligo, istituiti ai sensi della legge 153 del 1971 e

dell'articolo 636 del decreto legislativo 296 del 1994. In essa, il parlamentare eletto all’estero aveva

evidenziato le disfunzioni prodotte dall’esistenza del doppio canale Mae-Enti Gestori e soprattutto

lamentato il ritardo con cui vengono nominati ogni anno i docenti dall’Italia (vedi aise del 14 novembre

2007 h.11.28).

Per Narducci, infatti, la risposta del Ministero egli Affari Esteri, affidata ieri, 14 novembre, in Commissione

Esteri al sottosegretario Vittorio Craxi (vedi aise del 15 novembre 2007 h.10.43), "si è limitata ad

illustrare la situazione di fatto", sottolineando che "il personale scolastico di ruolo può essere nominato

all'estero sui posti di contingente statale all'inizio di ogni anno scolastico, vale a dire dal primo settembre,

non potendosi prevedere assegnazioni anticipate rispetto al calendario scolastico in vigore in Italia (1

settembre - 3l agosto)".

Nella sua interrogazione Narducci aveva fatto notare che "la prassi seguita dal Ministero degli affari esteri

per l'assegnazione del personale di ruolo, nell'ambito dell'avvicendamento previsto dalla normativa

vigente, risulta largamente tardiva rispetto alle esigenze determinate dal calendario scolastico svizzero,

ma altrettanto accade anche in Germania e in alcuni altri Paesi europei". E, aveva aggiunto, il

parlamentare, "il ritardo con cui i nuovi docenti di ruolo assumono la cattedra, crea difficoltà

organizzative estremamente controproducenti per l'esercizio scolastico e genera malcontento e

disorientamento tra i genitori dei frequentanti, ripetutamente manifestato agli organismi elettivi delle

nostre comunità e ai rispettivi consolati. Le stesse autorità scolastiche dei Paesi ospitanti hanno più volte

sottolineato questa situazione anomala che penalizza la continuità dell'esercizio scolastico, genera

l'abbandono dei corsi soprattutto in quelli a livello elementare, dove comprensibilmente si stabilisce un

vincolo anche affettivo tra i bambini frequentanti e il docente incaricato in attesa dell'arrivo del suo

collega di ruolo".

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Da questo punto di vista e nonostante la generale insoddisfazione, Narducci ha registrato un "impegno"

del MAE che in relazione, al prossimo anno scolastico 2008/2009, "ha assunto l'iniziativa di anticipare

sensibilmente rispetto agli anni precedenti la procedura per la definizione del contingente triennale 2008-

2011 del personale docente da inviare presso le istituzioni scolastiche e culturali italiane all'estero".

Questo, aveva sottolineato Craxi, "contribuirà a velocizzare le procedure di nomina".

Resta però da risolvere la questione della dualità pubblico-privato dell’attuale sistema, che negli anni "ha

alimentato e continua ad alimentare situazioni di precarietà non più tollerabili, sia tra i docenti supplenti

assunti in base alle graduatorie, sia tra i docenti degli Enti Gestori che dopo alcune settimane vedono

ridotte, spesso drasticamente, le ore di docenza loro affidate, dovendole cedere agli insegnati di ruolo, e

di conseguenza le loro esigue fonti esistenziali di reddito".

Nessuna risposta, in definitiva, dal governo su quali iniziative intenda assumere "al fine di eliminare il

doppio sistema di funzionamento operando una scelta non più rinviabile, cioè l'affidamento della docenza

ai soli insegnanti di ruolo o soltanto agli Enti Gestori, nonché tutelare la dignità professionale, le

condizioni di lavoro e l'inquadramento contrattuale dei docenti chiamati a sopperire alle inefficienze del

nostro sistema istituzionale". (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 215 Anno XIV,

15 Novembre 2007

La presentazione del libro “Monongah: dal fatto al simbolo” Con la presentazione del libro “Monongah: dal fatto al simbolo”, in programma domani 15 novembre (ore 17) al Museo “Vittoria Colonna” di Pescara, inizia il programma delle giornate commemorative italo-americane voluto del Cram – Regione Abruzzo per il Centenario della strage mineraria di Monongah (Stati Uniti ): il 6 dicembre 1907, nella “Marcinelle americana” morirono quasi mille minatori, fra cui tanti emigrati italiani e abruzzesi.

Il libro - pubblicato dalla Edizioni Tracce di Pescara per l’Associazione culturale Tholos e scritto da Claudio Palma e Dina Cianci – sarà presentato anche a Boston (Usa), nell’ambito della tre giorni celebrativi del Cram in terra americana, organizzata dalla Federazione della Associazioni abruzzesi in Usa.

Alla presentazione di domani, coordinata da Daniela D’Alimonte (presidente della Tholos), interverranno, insieme agli Autori del libro, i consiglieri regionali Donato Di Matteo (presidente del Cram), Camillo Cesarone e Giuseppe Tagliente (componenti il Cram) e Angelo Di Paolo, l’assessore comunale Massimo Luciani, Nicoletta Di Gregorio, presidente della Tracce, Enzo Fimiani, direttore della Biblioteca “D’Annunzio” di Pescara, e la giornalista Rai Arianna Di Giorgio.

Questo testo su Monongah, Monongah - la più grande tragedia mineraria americana ma anche "tragedia italiana dimenticata" - è una ricostruzione storica semplice, ma fedele e il più possibile completa di quello che accadde in quel piccolo sperduto paese della West Virginia attraverso i documenti disponibili, la ricostruzione e i commenti contemporanei e successivi, inserendola nella vicenda dell’emigrazione italiana, e abruzzese in particolare, e nella dura vita che i nostri immigrati furono “costretti” a condurre in America, nella società e nel mondo del lavoro americano di fine 800 e inizio 900, trattate anch’esse sinteticamente e in modo incisivo e significativo. L’intenzione comune degli autori è di contribuire alla conoscenza e alla diffusione più ampia possibile di un episodio umano che, aldilà degli aspetti tragici di cui è portatore, ha assunto per loro un valore emblematico; e questo valore vogliono comunicare e farne partecipe anche il lettore, soprattutto abruzzese, in quanto è la sublimazione delle sofferenze e dei patimenti sofferti da umili emigranti abruzzesi, diventati vittime incolpevoli della miseria patita in patria, e di una società, come quella americana, che a quei tempi era protesa a diventare la più grande potenza economica del mondo, utilizzando in modo cinico e spregiudicato le forze-lavoro straniere e non solo esse. “Il Cram ha voluto riportare nella giusta considerazione storica ‘l'altra’ esplosione in miniera, la prima ma meno nota, in cui morirono ‘ufficialmente’ 171 emigrati italiani e fra questi molti abruzzesi – afferma Di Matteo - In realtà, è certo che sono morte molte persone in più dei 361 totali (si parla di 956) e fra questi anche bambini e ragazzi. Una tragedia, dunque, ben più grave di quella belga di Marcinelle, praticamente

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finita nell'oblio se non fosse stato per il tenace lavoro di ricerca di un anziano religioso americano, padre Everett Briggs, ben documentato anche in Italia solo recentemente, da una serie di iniziative che vede protagonista la Regione Abruzzo, con l'ex Crei ieri e oggi col nuovo Cram, che mi onoro di presiedere durante la legislatura in cui la Commemorazione giunge al Centenario”.

Dopo Pescara, gli autori del libro e Di Matteo parteciperanno all’incontro su Monongah che il viceministro Franco Danieli (con delega agli Italiani nel mondo) organizzerà a Roma il prossimo 26 novembre. Il volume di Palma e Cianci sarà, quindi, presentato al Centro culturale della “Dante Alighieri” di Cambridge (Boston) il 6 dicembre (ore 18,45), nell’ambito della tre giorni americana (fino all'8) - organizzata da Rosetta Romagnoli, presidente della Federazione degli abruzzesi in Usa e rappresentante del Comites – a cui parteciperà Liborio Stellino, console generale d’Italia. Il Cram sarà rappresentato dai componenti Lucio Ricci (presidente della Filef Abruzzo) e Antonio D’Orazio (Cgil Abruzzo). La celebrazione “abruzzese” su Monongah si aprirà il 6 alle 18,30, con i saluti di Anna Quadri, presidente della “Dante Alighieri”. Dopo il libro, sarà proiettato un documentario sull’emigrazione italiana, con riferimenti a Monongah, del professor Carlo Cipollone, direttore didattico presso il Consolato generale D’Italia a Boston. Alle 19,30 seguirà la conferenza del professor Spencer di Scala, storico e docente all’Università del Massachusetts, noto in Usa per le sue pubblicazioni su personaggi e figure importanti della storia d’Italia. La mattina del 7 novembre sarà aperta da una conferenza sull’energia e l’ambiente tenuta dal professor Achille Renzetti, dell’Enea Abruzzo, seguita da altri incontri e dibattiti con tutti gli ospiti all’Università e all’Associazione abruzzese di Boston. Sarà allestita per l’occasione anche una mostra di immagini storiche e saranno conferite targhe commemorative alle Associazioni regionali più rappresentative delle zone colpite dalla tragedia.

News ITALIA PRESS

Fonte:

http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2427&titolo=La%20presentazione%

20del%20libro%20“Monongah%20dal%20fatto%20al%20simbolo”

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 214 Anno XIV,

15 Novembre 2007 XVI Convention delle Camere di Commercio Italiane all'Estero (CCIE) - Livorno 12-14 Novembre 2007 Le CCIE nel cuore della globalizzazione immateriale Concetti forti e innovativi hanno segnato i lavori del confronto sul business italiano nel mondo che ha impegnato oltre 180 delegati provenienti da tutto il mondo

Livorno – Soft economy, logistica della cultura, globalizzazione immateriale, progetti sfidanti, squadra, retaggio culturale da trasformare in modello di business, italicità, capitalismo delle reti, internazionalizzazione . Sono questi i concetti forti che rappresentano il filo rosso che ha percorso la XVI Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero (CCIE). “L’Economia dei Territori nella Globalizzazione: Reti e Infrastrutture per competere”. Con questo tema oltre 180 delegati provenienti dalle 73 Camere di Commercio nel mondo si sono riuniti a Livorno per confrontarsi tra loro e con i rappresentanti del Sistema Italia (Aziende, Enti e Istituzioni) facendo il punto sul business italiano nel mondo, dal 10 al prossimo 16 novembre. Nei giorni 12 e 13 si sono svolte le sessioni di lavoro pubbliche; due giornate intense scandite, oltre che dagli interventi delle Istituzioni ed illustri ospiti, da cinque seminari organizzati per discutere delle nuove strategie da adottare in un mercato in continua trasformazione.

“Siamo entrati in un circuito virtuoso” ha detto aprendo i lavori lo scorso lunedì 11 Novembre il Presidente di Assocamerestero ( l’associazione che raggruppa e rappresenta le camere italiane all’estero) Senatore Edoardo Pollastri. “Finalmente l’Italia con il suo sistema istituzionale, ha imparato a riconoscerci e apprezzarci”. Sulla scorta di questa presa d’atto che qualcosa di positivo era accaduto in questi ultimi mesi, tanto da modificare il posizionamento del sistema camerale all’estero nel quadro italiano, sono iniziati i lavori della sessione pubblica che hanno visto alternarsi il Governo nazionale, il Parlamento, e i rappresentanti del Governo e degli Enti Regionali Toscani sulla passerella della XVI Convention. Il Presidente Pollastri ha richiamato l’attenzione sulla flessibilità, l’agibilità di questa rete, a rapportarsi sia alle Istituzioni nazionali e locali italiane sia al sistema delle imprese.“Le nostre Camere di Commercio

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sono come antenne in attesa dell’arrivo di piccole e medie imprese” afferma nella relazione di apertura dei lavori, e ammonisce “Dobbiamo migliorarci; se chiediamo, dobbiamo poi essere in grado di dare”. Un po’ tutti i lavori si sono incentrati sulla necessita di crescita in termini qualitativi per acquisire sempre maggiore credibilità presso le Istituzioni ed aprire un credito da riscuotere tramite il sistema di finanziamento pubblico italiano al sistema camerale italiano all’estero. A questo proposito il Presidente ha fatto riferimento alla finanziaria 2008 in cui è previsto un stanziamento che coprirebbe il 38% delle risorse finanziarie necessarie al sistema camerale italiano all’estero. Obiettivo, raggiungere il 50% entro il 2009.

Obiettivo condiviso dal Governo, presente alla Convention con il Vice Ministro agli Affari Esteri con Delega per gli italiani all’estero, Senatore Franco Danieli, il quale su questo aspetto ha condiviso in pieno la posizione del Presidente Pollastri. Il Vice Ministro ha introdotto, durante i lavori, il concetto di “italicità”. E’ proprio in quest’ottica che Danieli ha manifestato la volontà di organizzare la II conferenza dei politici di origine italiana nel mondo, definiti come “una rete lobbistica di italicità di straordinario potenziale che attende ancora di essere sollecitata e attivata". Il Vice Ministro ha inoltre posto all’attenzione dei convegnisti la duplice funzione svolta dalle CCIE, ossia quella di filtro per le aziende straniere che vogliono investire in Italia ma anche quella di fornitore di strumenti adeguati alla penetrazione delle aziende italiane sui mercati internazionali. Una rete dunque in grado di svolgere una doppia funzione, in ‘entrata’ e in ‘uscita’. Importante, per attrarre investimenti stranieri in Italia come sottolineato dal Segretario Generale della Camera di Commercio italiana in Svizzera Andrea Lotti: ”Ci sono sicuramente spazi per iniziative comuni tra CCIE CCIAA e Camere Miste, non ultimo sul fronte degli investimenti esteri in Italia”. Decisiva, soprattutto in questa seconda importante funzione, la capacità che dovranno dimostrare le imprese e gli altri protagonisti coinvolti (Enti, Consolati, Istituti di cultura) di sapere fare squadra, allo scopo di ottimizzare gli sforzi profusi. Concorde sul punto il Ministro per i Rapporti con il Parlamento e le Riforme Istituzionali Onorevole Vannino Chiti, che nel corso del suo intervento è tornato con decisione sull’opportunità di agire sui mercati esteri come ‘Sistema’.

Aspetto rilevante della Convention è stato inoltre quello relativo alla tutela dei marchi, su cui il Governo, per bocca del Vice Ministro si è detto impegnato, a livello nazionale e comunitario, alla realizzazione di un quadro normativo adeguato alle esigenze delle aziende e all’intero Sistema paese. In tal senso numerosi sono stati i riferimenti da parte di altri relatori ed in particolare quello fatto da Davide Cucino, Responsabile Assocamerestero per l’Area Asia e Sudafrica che ha segnalato come il problema della contraffazione sia da considerarsi anche un problema interno al paese, ricordando quanto vasto sia il giro d’affari del “mercato del falso” in Italia.

Centrale, nel corso dei lavori pubblici è certamente stato il seminario dal titolo "Innovazione e sviluppo nella distribuzione all'estero: reti internazionali e forme alternative di distribuzione" che vedeva impegnati alcuni dei protagonisti del mondo delle imprese italiane all’estero ed in cui è stato ribadita la necessità di puntare sulla qualità del Made in Italy. “L‘Italia ha un immenso patrimonio culturale, è stata la nostra storia culturale che ci ha portato all’affermazione dei prodotti, non in quanto tali, ma per la qualità della vita che essi esprimono” afferma Lucio Sacchetti, Presidente della Camera di Commercio Italiana di Vancouver, Edmonton e Calgary, e Responsabile dell’Area Nafta.

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Sempre nell’ottica di un lavoro congiunto, sinergico, da parte di tutte le componenti del Sistema, si è espresso il Presidente di Unioncamere, Andrea Mondello, che ha sottolineato la necessità per il sistema camerale italiano e per quello italiano all’estero di porsi in atteggiamento di ascolto ai bisogni delle imprese, parlando di Capitalismo delle reti, come via da seguire per far sfondare sui mercati internazionali le PMI italiane. Si innesta su questa direttrice l’accordo siglato da Assocamerestero e Rai International, descritto da Piero Badaloni. Il Direttore di Rai International ha definito l’accordo (che prevede la trasmissione sul canale satellitare della Rai di un programma sull’attività delle CCIE) come la possibilità di “realizzare finalmente quell’informazione di ritorno in grado di qualificare il sistema di comunicazione diretto al pubblico italiano all’estero ma anche al pubblico italiano sul territorio nazionale, proponendosi inoltre come lo strumento per passare al XXI secolo di Rai International”. Innovazione coniugata alla cultura dunque, nuovi strumenti, che perfettamente si inseriscono in quella logica di diffusione delle idee su scala globale che ha permeato l’intera sessione pubblica dei lavori. Molti gli interventi tesi a valorizzare questo tipo di scelte, come quello di Michele Satta, imprenditore nel settore vitivinicolo che si è soffermato proprio sull’aspetto culturale della sua attività, descrivendo il valore aggiunto che è in grado di offrire il prodotto Made in Italy, e l’appeal che questo può avere sui mercati internazionali, e sintetizzato nel concetto di logistica della cultura. Cultura non solo come prodotto ma anche come metodo imprenditoriale, strumento in grado di fare competere la galassia italiana delle PMI sui mercati. “Quando c’è un consistente comunità italiana stanziata su di un’area è ovvio che quell’area influenza d’italianità il contesto sociale nel quale vive ed è inserita” ha dichiarato John Gauci-Maistre Responsabile Assocamerestero Area Mediterraneo, sottolineando la necessità, per le aziende italiane, di non ‘rilassarsi’ in quelle aree dove la presenza italiana è forte, perché il dinamismo del mercato e l’intraprendenza dei paesi emergenti potrebbero vanificare il lavoro di anni.

E quando invece l’emigrazione più datata ha segnato il passo alle nuove generazioni, come affrontare il mutamento contestuale? “Il nostro compito è ‘ritrasmettere’ l’italianità a queste nuove generazioni, che l’italianità l’hanno persa, e farlo in chiave moderna, il che non è facile”: questa la ricetta suggerita da Manuel Ascer, Responsabile Assocamerestero Area Mercosur e Cile. Difesa del marchio, capitalismo delle reti, logistica della cultura si è detto; tutti concetti riassunti felicemente in un’unica formula da Ermete Realacci, Presidente di Symbola, che ha definito questo modo di fare impresa “Soft Economy”, intesa come un’economia in grado di coniugare coesione sociale e competitività e di trarre forza dalle comunità e dai territori in un periodo di grande trasformazione caratterizzato dal mercato globale. Proprio sui molteplici aspetti della globalizzazione, molti sono stati gli interventi, tesi ad armonizzare le esigenze d’impresa con un mercato sempre più competitivo e che sempre più spesso si manifesta attraverso dinamiche talvolta invisibili, portando i relatori a parlare di globalizzazione immateriale. Intesa come possibilità di usare le competenze acquisite nelle singole esperienze su una più vasta scala, immettendo nel circuito locale idee ed esperienze raccolte in attività di respiro internazionale. Delle competenze acquisite e del modo di renderle funzionali all’attività d’impresa, soprattutto nella dimensione sovranazionale, ha anche parlato Giorgio Trevisi, Responsabile Assocamerestero per l’Area Patto Andino e Centro America.

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Soffermandosi sulla capacità di intercettare le esigenze dei mercati, attraverso l’analisi delle esperienze, del retaggio culturale messo al servizio del business, Trevisi ha sostenuto che nell'era della globalizzazione, le prime aziende ad aver capito che il retaggio culturale - quello europeo, nella fattispecie in America Latina- può diventare un modello di business vincente sono state le grandi aziende, le multinazionali. Basti vedere quanto accaduto alla pizza piuttosto che al caffè. Intuizione determinata forse dal fatto che si tratta di strutture globali, che si muovono nel mando con una capacità spiccata di intercettare e anticipare le tendenze culturali e del mercato. "Hanno capito come intervenire anche sulle nuove esigenze primarie dei popoli, a partire dalle fasc.e povere, cioè dalle masse, consumatrici di prodotti a basso costo" E a questo proposito Trevisi porta un esempio chiaramente indicativo di questi nuovi percorsi: "Chi non ha abbastanza risorse finanziarie non ha soldi neanche per curarsi, per cui preferisce comprare prodotti a basso costo che gli permettono di allontanare il rischio di insorgenza di malattie. In tutti quei casi si lavora sulla necessità non già di acquistare il piacere, quanto piuttosto di acquistare la salute".

Si è tornati sugli aspetti legati all’internazionalizzazione delle aziende italiane, inteso non solo come approdo stabile, non episodico, delle PMI italiane all’estero, ma anche come modello organizzativo, più razionale e adeguato per stare sui mercati: "La mentalità delle piccole imprese non è adatta al mercato internazionale, riducono l’internazionalizzazione in termini di commercializzazione" sostiene Nicola Caprioni, Presidente della Camera di Commercio Italiana di Nizza, che ‘suggerisce’ la politica dei piccoli passi. Sono stati questi i temi che hanno caratterizzato i lavori del XVI Convention Mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero, che ha rinviato ad una valutazione delle strategie discusse alla Convention del prossimo anno che si terrà a Rimini. Temi che sono stati analizzati da molteplici punti di vista ma che hanno portato all’unanime conclusione che la strada da seguire per competere sui mercati internazionali è senza dubbio la capacità di immettere nel circuito “progetti sfidanti”, in grado di risultare vincenti grazie alle idee ed alla capacità di affrontare le sfide della globalizzazione del XXI secolo.

Francesco Giurato/News ITALIAPRESS

Fonte :

http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2374&titolo=Le%20CCIE%20nel%20cuore%

20della%20globalizzazione%20immateriale

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SERVIZI DEL GIORNO 15 Novembre 2007 ore 13.41 Italiani nel Mondo

AL PROFESSORE JOSEPH TROPEA IL "PREMIO MONONGAH 2007" ISTITUITO

DALLA FONDAZIONE ITALIA NELLE AMERICHE E DA "GENTE D’ITALIA"

MIAMI\ aise\ - La giuria del Premio Monongah istituito dalla Fondazione Italia nelle Americhe, ente

giuridico non profit, e dal quotidiano delle Americhe, Gente d’Italia, ha deciso di assegnare all’unanimità il

prestigioso riconoscimento al professor Joseph Louis Tropea, 67 anni, titolare della cattedra di sociologia

alla George Washington University.

Il professor Tropea, figlio di un minatore italiano di origini calabresi da più di 40 anni compie ricerche sul

disastro di Monongah, la miniera del West Virginia (Usa) che è stata teatro della più grande catastrofe

della storia mineraria italiana ed americana: alle 9 e 30 del mattino del 6 dicembre del 1907 una

tremenda esplosione causata, sembra dalla mancata aerazione della miniera, provocò la morte di circa

mille minatori, tra i quali almeno quattrocento italiani, 171 accertati.

Il quotidiano delle Americhe "Gente d'Italia", nel 2003, l'ha resa nota al mondo, organizzando anche un

pellegrinaggio a Monongah dei sindaci dei paesi da cui provenivano i nostri minatori, quasi tutti dell'Italia

centrale e meridionale, e un incontro con l’allora Presidente della Repubblica Ciampi.

Il premio-riconoscimento di 5.000 dollari verrà assegnato dal direttore del giornale, Domenico Porpiglia, il

26 novembre prossimo, alla Farnesina, nella sala Mappamondi, alla presenza del Vice Ministro agli Affari

Esteri, Franco Danieli, del Direttore della DGIEPM, Ambasciatore Adriano Benedetti, e dai membri della

giuria del Premio, composta da Paolo Peluffo, Direttore del Dipartimento stampa e comunicazione della

Presidenza del Consiglio, Giampiero Gramaglia, Direttore dell’Ansa; Andrea Pucci, Direttore

dell’Adnkronos; Mauro Mazza, direttore del TG2; Alfonso Roberto Rosseti, direttore Uno Mattina e vice

direttore del TG1; Maurizio Bertucci, vice direttore Rai International; Alfonso Ruffo, direttore Il Denaro;

Mariano Benni, direttore Misna; Bruno Tucci, Presidente ordine dei giornalisti Lazio; Antonio Ghirelli,

editorialista, scrittore; Ennio Caretto, editorialista, scrittore; Federico Guiglia, editorialista, scrittore;

Giorgio Torchia, editorialista, scrittore; Claudio Angelini, direttore dell’Istituto italiano di cultura New

York; Stefania Nardini scrittrice; Nino Petrone, editorialista, scrittore; Angelo Scelso, editorialista,

sottosegretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali del Vaticano; Settembrino Nebbioso,

magistrato; Astolfo Di Amato, titolare della cattedra di Diritto ed economia dei mezzi di comunicazione

all’Università degli studi di Napoli "Federico II".

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"La coltre di silenzio e di abbandono che da circa un secolo era calata sulla vicenda di Monongah è stata

sollevata nel 2003 proprio da "Gente d’Italia", che alla tragedia mineraria ha dedicato molte pagine e,

soprattutto, ha avviato la ricerca sui fatti e sulle persone in esse coinvolte – ha detto il viceministro

Danieli - una ricerca preziosa per la memoria dell’evento e per un primo coinvolgimento delle istituzioni

italiane. Per questo, dando atto a Domenico Porpiglia del suo intuito giornalistico e della passione civile

che mette nel suo lavoro, lo ringrazio pubblicamente per quanto ha fatto e farà per i minatori di

Monongah e per tutti noi". (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-

News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49719

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SERVIZI DEL GIORNO 16 Novembre 2007 ore 18.46 Italiani nel Mondo

III CONFERENZA PIEMONTESI NEL MONDO/ GLI INTERVENTI DELLA

PRESIDENTE BRESSO E DEL CONSULTORE MICHELE COLOMBINO

ALESSANDRIA\ aise\ - "A Barcellona sono stata accolta da una hostess torinese….e la traduttrice era

una ragazza piemontese". Di ritorno da una visita ufficiale nella città spagnola, la Presidente della

regione, Mercedes Bresso ha raccontato questo aneddoto intervenendo questa mattina a conclusione

della prima sessione dei lavori della III Conferenza internazionale dei Piemontesi nel Mondo iniziata

questa mattina ad Alessandria.

Dopo essersi soffermata sulle "peculiarità" dell’emigrazione italiana rispetto ad altri Paesi di matrice

coloniale, e su quanto l’Italia negli anni abbia sottovalutato il tema linguistico, la Bresso ha sottolineato

che "il "Brand Italia", il marchio italiano, è molto apprezzato all’estero, ma c’è anche una crescita dello

studio della lingua italiana nel mondo e la voglia di conoscere la nostra cultura andrebbe maggiormente

sostenuta dalle nostre istituzioni". Importante, per la Presidente della regione, sarebbe la realizzazione di

un network delle professionalità piemontesi, attraverso il quale si potrebbero portare avanti, più

agevolmente, le politiche di internazionalizzazione proposte dalla Regione. Prendendo spunto da reti già

esistenti, come le iniziative enogastronomiche e le reti della ristorazione piemontese, la Bresso ha parlato

di "una sorta di "lobby piemontese" capace di farsi strada e promuovere gli interessi dei piemontesi". In

conclusione, la Bresso ha richiamato l’attenzione sull’America Latina, definendola un laboratorio politico e

sociale di grande interesse per l’Europa, per esempio sul fronte della valorizzazione dei talenti femminili,

citando la recente elezione alla guida dell’Argentina di Cristina Fernandez de Kirchner, dopo quella di

Michelle Bachelet in Cile.

Di associazioni ha parlato invece Michele Colombino, Vicepresidente della Consulta regionale

dell’emigrazione nonché fondatore e presidente della Federazione delle Associazioni Piemontesi nel

Mondo. "Le associazioni – ha sottolineato - vanno sostenute nella nuova dimensione della

globalizzazione: un ventaglio associativo che si è allargato, diventando un ponte privilegiato di

comunicazione. I piemontesi sono collocati ovunque, in vari ambiti: aziende, università, cultura e scienza,

una nuova forza motrice per nuovi progetti di carattere globale". L'emigrazione ora è rappresentata da

una "valigia elettronica" lontana dall'idea dell'emigrato classico. "La cultura dei nuovi rapporti

internazionali, passa attraverso i rapporti personali il cui cuore è insito nell'associazionismo".

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Colombino ha dunque dipinto l’associazionismo come interlocutore diretto delle nuove generazioni e delle

istituzioni: "un compito difficile, di amalgama tra elementi molto diversi, ridefinendo i ruoli e un sistema

di relazione aggiornato e moderno". Sarebbe il ritorno alle origini non anacronistico, dunque, la strategia

vincente del momento da attuare attraverso un dialogo attivo basato sull'innovazione e sulla

comunicazione. "Dobbiamo sviluppare insieme – ha detto in proposito il Vice Presidente della Consulta -

scambi di un sistema di servizio per i Piemontesi all'estero".

Quanto ai giovani, "ci sono, ma – ha ribadito Colombino - vanno incentivati e coinvolti

nell’associazionismo". Nel mondo che cambia, ha osservato, la Regione Piemonte ha una rete di

distribuzione che deve essere tenuta informata per "distinguersi e non estinguersi, per dare vita ad

autentici pezzi di Piemonte nel mondo con rinnovata immagine di sé verso l'interno e l'esterno, portatori

di una identità che non si vuole perdere".

In chiusura, Colombino ha annunciato il riconoscimento di due nuove associazioni di Piemontesi nel

Mondo, quella di Monterrey in Messico e di Tirana in Albania. Associazioni che rappresentato l’immagine

del nuovo associazionismo capace di mediare, puntando sui contenuti della "nostra cultura nel mondo".

Lingua e cultura, ha aggiunto, devono essere il "segno della piemontesità e dell'italianità nel mondo".

"Le Associazioni sono il cemento che tiene unite le comunità in tutto il mondo, anche dopo questa

conferenza – ha concluso - le Associazioni continueranno il loro lavoro sempre con maggior orgoglio".

(aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49815

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16 Novembre 2007

Intervista al Sen. Claudio Micheloni: 'Il mondo politico italiano non conosce la realtà degli italiani nel mondo'

di WALTER CICCIONE

Claudio Micheloni, presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato, sostiene che la Finanziaria, se verrà approvata con gli emendamenti richiesti dai senatori eletti all’estero, segnerà una svolta nella soluzione dei problemi degli italiani all’estero. In una intervista a Walter Ciccione della TRIBUNA ITALIANA, il senatore eletto nella Ripartizione Europa nella lista dell’Unione e residente in Svizzera, avverte sui pericoli che potrebbero esserci per il voto degli italiani all’estero, parla sulla cittadinanza la cui trasmissione dovrebbe fermarsi ai nipoti e del lavoro dei parlamentari

eletti all’estero. Di ce che non è stata fatta la foto di gruppo, ma che hanno garantito la governabilità del Paese.

TRIBUNA ITALIANA - Ci sono state riunioni tra i parlamentari eletti all'estero? Claudio Micheloni - Abbiamo organizzato un paio di incontri, però non al completo, sicuramente più per impegni che per mancanza di volontà. Sono stati incontri informali e non hanno avuto un grande risultato. C’era la speranza di lavorare il più unitariamente possibile, ma oggettivamente è una cosa difficile nel quadro politico italiano perché qui tutto si muove secondo le aree politiche.

Ci sosteniamo volentieri insieme su alcuni punti. Adesso sull'assegno sociale alla Camera, si è fatto un passo unitario. Per un anno siamo stati sia alla Camera che al Senato senza uno strumento operativo per lavorare nelle istituzioni e questo é stato un handicap molto forte perché alla Camera dei Deputati era previsto un sottocomitato della Commissione Esteri che è stato insediato 2 mesi fa, dopo più di un anno! C’è voluto un anno per insediare una cosa che è prevista dal regolamento. Qui al Senato, non era previsto nulla e per creare un comitato e non una commissione

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del Senato per la questione degli italiani all'estero, ci abbiamo messo 15 mesi. Nel Comitato siamo presenti i 6 Senatori dell'estero piú 11 Senatori italiani e questo è estremamente importante. In questo Comitato si ragiona con uno spirito diverso che nelle altre commissioni, parliamo dei problemi ce rcando di limitare l'influenza partitica che, però, dopo riemerge nel momento che i temi arrivano in aula dove è molto difficile lavorare con lo stesso spirito.

T. I. - Non c’è mai scappata una fotografia di gruppo, una sorte di simbolo per gli italiani all'estero per diffondere un'immagine di cordialità tra i nostri 18? C. M. - Non lo abbiamo mai fatto e, ha ragione, come immagine potrebbe essere una cosa da utilizzare. Ma il vero problema non é quello della fotografia e non é neanche quello delle riunioni dei 18. Il vero grosso problema è che il mondo politico italiano non conos ce la realtà degli italiani nel mondo, questa è la vera difficoltà. Quando in politica si affrontano temi la cui base non è conosciuta dai politici locali, diventa difficile concretizzare.

Qui non sanno cosa siamo diventati, cosa sono le nuove generazioni, non conoscono il nostro pro ce sso di integrazione, non hanno idea di quello che rappresentiamo. Ignorano questa realtà e questo rende tutto molto difficile.

Per esempio far capire ai politici che ci sono in alcune parti dei bisogni; che abbiamo ne ce ssità di promuovere la lingua italiana e la cultura e che peraltro abbiamo bisogno anche di servizi nei consolati. E soprattuto debbono capire che siamo una risorsa per il Paese, uno slogan che tutti i politici italiani utilizzano e che noi dobbiamo far diventare una realtà.

T. I. - Con la TRIBUNA ITALIANA abbiamo fatto una serie di tavole rotonde sul tema della risorsa e siamo convinti che lo siamo. Il problema è che se in Italia non lo capiscono dipende da noi farlo conos ce re e forse da voi parlamentari che ci rappresentate. C. M. - In buona parte ha ragione, è responsabilità nostra, ma nella stessa misura lo è anche delle forze politiche che hanno avuto dei contatti, legami con le comunità all'estero, che ci anno sempre visto come un oggetto politico da utilizzare e non come un soggetto politico.

Oggi siamo in Parlamento, siamo dei soggetti politici attivi nel parlamento italiano. Questa novità, non è stata ancora nè capita nè metabolizzata nel mondo politico italiano e neanche da noi.

Qualche volta mi chiedo se noi parlamentari abbiamo coscienza di questa cosa, e me lo chiedo seriamente, non è una battuta perché ho l'impressione che non ci comportiamo sempre da parlamentari della Repubblica in rappresentanza di questa straordinaria risorsa. Un po’ sarà dovuto ai nostri vincoli, un po’ alle difficoltà oggettive che si incontrano, ma questa responsabilità ce l'abbiamo. Ancora oggi, qui in Parlamento, nelle fasi di riflessioni, di discussioni che si stanno avendo sulle riforme delle istituzioni, la tentazione di rimettere in questione il voto all'estero è molto forte. E questa tentazione c’è dopo 18 mesi che i parlamentari esteri sostengono e garantiscono la governabilita del Paese. Non dimentichiamo che se non ci fosse stato il collegio Estero, non è che vin ce va un'altra parte, il Paese era ingovernabile perché

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una Camera aveva una maggioranza e l'altra ne aveva un'altra. Il Paese si sarebbe trovato nel 2006 in una situazione politica estremamente complessa e pericolosa perché bisognava tornare a votare immediatamente con estreme difficoltà. Dunque, malgrado questa realtà, noi abbiamo garantito la governabilita, non faccio un discorso di parte, si è potuto fare un governo. Malgrado questo non c’è la consapevolezza della nostra ne ce ssità in Parlamento.

Questo sarà superficialità del mondo politico italiano che è molto provinciale, che è molto chiuso in se stesso, ma in buona parte e anche responsabilità nostra, che non abbiamo fatto discorsi che ci portano dentro la politica italiana . Io dico sempre ai miei colleghi che non possiamo e non dobbiamo occuparci solo dei problema degli italiani all'estero. Se ci comportiamo in questo modo, diventeremo i rappresentanti di una riserva indiana - senza mancare rispetto agli indiani che mi stanno molto simpatici - non andremo a nessuna parte.

Ma oggi sta cambiando un po’ questo clima. Devo dire in questi giorni, nella seconda Finanziaria che stiamo fa ce ndo, tutti gli emendamenti che abbiamo proposto per gli italiani all'estero, portano le 5 firme dei Senatori, 4 della maggioranza quelli della Unione, più la firma di Pallaro.

Questo e un fatto estremamente positivo e importante. Abbiamo fatto una conferenza stampa tutto il gruppo prima della Finanziaria annunciando che saremo duri, lo abbiamo fatto assieme perché si sta ce rcando questa volta di dare un'immagine migliore, non credo che il problema sia risolto, però si sta tentando di dare un'immagine migliore.

T. I. - Cosa prevede questa Finanziaria per gli italiani all’estero? C. M. - Come era stata presentata inizialmente dal Governo, non ci riservava niente di buono e per questo non ci convin ce va. Ma abbiamo iniziato un lavoro unitario tutti e cinque, abbiamo presentato diversi emendamenti che rispondono alle esigenze urgenti della nostra comunità. Che vanno dalla rete consolare all'assistenza per gli indigenti dell’America Latina. La diffusione della lingua e la cultura. Abbiamo toccato insieme i problemi. E’ un lavoro politico il cui esito dipenderà dalla nostra capacità di difendere gli emendamenti. Le richieste fatte sono importanti. Credo che questa Finanziaria segnerà una svolta nella soluzione dei problemi degli italiani all'estero. Se il governo non dovesse accogliere queste nostre richieste, allora dovremmo fare una valutazione politica del comportamento della delegazione dei senatori della circoscrizione estero nel confronto del governo. Daremo questa valutazione il 15 novembre …

T. I. - Lei parlava delle riforme istituzionali e dei pericoli per il nostro voto... C. M. - C’è un progetto costituzionale che secondo me non ha nessuna probabilità di andare avanti in questa legislatura, però secondo me, e posso sbagliare, spero per l'interesse dell'Italia di sbagliarmi, perché l'Italia ha bisogno di questa riforma, non credo che ci siano le condizioni politiche per farla, ma se si apre questo cantiere bisognerà essere estremamente vigilanti e convin ce nti per far sì che la tentazione trasversale, di ce ntrosinistra e di ce ntrodestra di togliere il voto all’estero, non diventi maggioranza.

T. I. - Quali altri argomenti ci sono sul, tappeto?

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C. M. - Dobbiamo affrontare la riforma del CGIE e dei Comites. Abbiamo avuto una riunione nel Comitato per le questioni degli italiani all'estero del Senato , nella quale abbiamo messo come priorità il lavoro sulle riforme segnalate. Il nostro Comitato ha partecipato alle ultime tre riunioni continentali del CGIE , - Miami, Lussemburgo e Guayaquil -. Per me era importante la participazione dei Senatori italiani e non tanto di quelli dell'estero. Ed in effetti era giusta questa mia spinta perché sono tornati con la convinzione che il CGIE è un organo ne ce ssario, cosa che non credevano prima.

T. I. - Crede realmente che il CGIE sia tanto necesario oggi che abbiamo i nostri parlamentari? C. M. - Non si può prescindere del CGIE perché se lo togli, tagli la possibilità ai parlamentari di funzionare. Il Consiglio rappresenta un gruppo di persone che hanno il ruolo e la competenza di far la sintesi dei Paesi. Si tratta di uno strumento indispensabile se vogliamo essere efficaci nelle rappresentanze. E’ importante un Consiglio Generale di raccordi tra il Parlamento e le comunità nazionali. Non si può immaginare che due senatori, per parlare solo del Senato possano correttamente rappresentare le istanze dell'America Latina o altri due quelle dell'Europa. I continenti sono immensi e le realtà molto diversificate. C’è bisogno di un'altro tipo di strumenti. Il CGIE dev’essere quell'organo che ha la missione di far la sintesi delle potenzialità e delle ne ce ssità di una comunità nazionale e diventare l'interlocutore dei parlamentari e il legame fra i parlamentari e le comunità nazionali. Sono contento della reazione dei senatori italiani che finalmente ac ce ttano che c'è bisogno di un CGIE , ma questa struttura va modificata, trasformata.

T. I. - E come sarebbe questo nuovo CGIE ?

C. M. - Sull'argomento il lavoro è a l'inizio, ci sono molte idee sul tavolo

T. I. - E nel caso dei Comites?

C. M. - Rappresentano le comunità locale e anch’essi vanno modificati. Se prende la legge dei Comites, in teoria possono fare tutto, ma in realtà non possono fare niente. Questa è la situazione di oggi. Io preferisco un Comites che all'inizio gli si di ce "tu puoi fare poco, ma questo poco lo puoi fare" e dunque chiarire i rapporti fra il Consolati e i Comites che non possono essere uno strumento utile se c’è un Console intelligente o che non serve a niente se c’è uno negativo. Bisogna chiarire questi aspetti. Ripeto, dare ai Comites meno funzioni, perché in teoria ne hanno molte ma nella pratica zero, però quelle poche devono averle e devono farle.

T. I. - Un parere sulla nuova legge di cittadinanza italiana? C. M. - Due parole le dico molto volentieri. Il progetto come disegno di legge, è attualmente alla Camera dei Deputati, il lavoro si trova in commissione e riguarda tutti i casi, compresa l’acquisizione della cittadinanza da parte degli immigrati. Abbiamo deciso tutti i parlamentari di mettere dentro la legge i punti che ci toccano a noi italiani all'estero.

Per la cittadinanza degli emigranti la mia posizione, che difenderò quando arriverà al Senato, è che la cittadinanza si può richiedere se qualcuno ha un nonno italiano, e non si può andare al di là di questo. Ci dev’essere poi una corsia preferenziale, a con

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ce ssione praticamente a vista, per un cittadino nato in Italia, che ha dovuto rinunciare nel passato per motivi di leggi di altri Paesi. Risolvere l'annoso problema delle donne prima del 1948. Per me questo deve essere il con ce tto di cittadinanza e dobbiamo capire tutti, in particolare in America Latina che se noi dell'estero non siamo rigidi sulla cittadinanza ci togliamo moltissime probabilità di risolvere altri problemi, perché nel mondo politico italiano c'è una reazione, che, secondo me, è giustissima: qualsiasi legge che ci riguarda, che ha imputazioni di responsabilità dello Stato, economica, sociale, politica ecc. diventa difficile per noi difenderla, se non c'è un quadro chiaro di chi sono e quante sono le persone che a questi diritti potrebbero un giorno fare appello. Se noi continuiamo a raccontarci la favola che 15 milioni di argentini sono di origine italiana, che altri 50 milioni lo sono nel Brasile, ecc. ci raccontiamo una favola che spaventa - e giustamente - al mondo politico italiano. Ho intenzioni di battermi per questa storia. Dobbiamo avere l'onestà di presentare una visione chiara per dire: questa è la platea dei cittadini italiani e a questa viene dato il servizio, vanno riconosciuti i diritti e va valorizzata come risorsa. Per quelli di origine italiana che per altra parte hanno interesse di avere rapporti con l'Italia non hanno bisogno della cittadinanza, del passaporto.

Fonte : http://www.tribunaitaliana.com/?q=node/849

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SERVIZI DEL GIORNO 16 Novembre 2007 ore 15.59 Esteri LA RETE DIPLOMATICA SEMPRE PIÙ VICINA A ROMA: LA FARNESINA ATTIVA IL SERVIZIO VOIP (VOICE OVER INTERNET PROTOCOL) ROMA\ aise\ - Il Ministero degli Affari Esteri ha ultimato le opere infrastrutturali e di sviluppo del sistema di comunicazioni che rendono possibile la trasmissione di voce, dati e immagini via internet, garantendo prestazioni di alta qualità e riduzione dei costi. Il servizio VoIP, acronimo di Voice over Internet Protocol, è stato infatti attivato in questi giorni per le comunicazioni telefoniche tra gli Uffici del Ministero - interni ed esterni al Palazzo della Farnesina - ed un primo lotto di 15 Rappresentanze diplomatico-consolari. La fruizione della VoIP sarà progressivamente estesa a tutte le Sedi all’estero in cui sono presenti le condizioni tecnologiche minime necessarie per l’erogazione del servizio. La VoIP è una tecnologia consolidata ed affidabile e rappresenta uno strumento capace di migliorare i servizi di comunicazione, ottenendo al contempo un risparmio economico, tanto più rilevante per un’Amministrazione che utilizza essenzialmente comunicazioni su tratte internazionali. La soluzione tecnologica adottata offre qualità e livelli di servizio professionali, molto superiori alle prestazioni consentite dai prodotti commerciali comunemente disponibili sul mercato. Attualmente sono incluse le comunicazioni "on-net", cioè tra il Ministero e le Sedi presso cui il servizio è attivo. Successivamente sarà valutata, in base alla convenienza economica, la possibilità di estensione anche alle comunicazioni "off-net", cioè con ogni altro soggetto non compreso nella Rete Internazionale della Pubblica Amministrazione (RIPA). Inoltre, non appena le altre Amministrazioni avranno adottato il Sistema Pubblico di Connettività (SPC) sarà possibile utilizzare la VoIP per le comunicazioni con tutti gli altri Uffici pubblici italiani, a livello centrale e locale. (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49792

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 216 Anno XIV,

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III Conferenza Piemontesi nel Mondo, Alessandria 16 - 17 Novembre I "Nuovi Mobili" Relazione introduttiva al gruppo di lavoro, "Giovani e Mobilita'", di Maddalena Tirabassi, direttrice scientifica del centro Altreitalie

Alessandria - Maddalena Tirabassi, direttrice scientifica del centro Altreitalie delle fondazioni Giovanni Agnelli di Torino, ha presentato la relazione introduttiva al gruppo di lavoro “Giovani e mobilità”, che sarà organizzata oggi pomeriggio nella seconda mezza giornata di lavori della conferenza.

Maddalena Tirabassi cita l’importanza dei musei regionali, ed in particolare parla del museo nazionale dell’emigrazione, il quale potrebbe essere uno strumento essenziale per conoscere il fenomeno vecchio e nuovo dell’emigrazione e dell’immigrazione. Il legame della seconda e terza generazione dei giovani con la patria d’origine, passa oggi attraverso la “rete”.

“In un'epoca di identità deterritorializzate, sempre meno legate a luoghi fisici, uno dei non luoghi in cui l’identità si costruisce oggi è certamente il Web”, secondo Maddalena Tirabassi. L'identità della diaspora italiana muta e si rafforza attraverso le nuove opportunità di stabilire contatti rapidi e diretti e con il P/paese d'origine e con gli altri membri della diaspora. Come sostiene Robin Cohen – ricorda Tirabassi - uno dei principali studiosi dei fenomeni delle diaspore, "in epoca di globalizzazione i moderni mezzi di trasporto, comunicazione e di trasmissione culturale fanno sì che il mantenimento di lingua, legami familiari e i rapporti commerciali e politici tra comunità sparse in paesi diversi sia facile come non è mai stato". Hanno inoltre colto l'opportunità di estenderli attraverso nuove reti: i forum di discussione che consentono il dialogo con i membri della diaspora italiana nel mondo, acquistando prodotti italiani, usufruendo dei voli low cost per un viaggio di vacanza o studio in Italia. Maddalena Tirabassi ha definito le nuove generazioni degli immigranti italiani come i “nuovi mobili”, che attraversano le frontiere degli stati membri dell’Unione Europea. La direttrice, si è posta l’interrogativo relativo alle motivazione che spingono i giovani

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italiani ad emigrare. Si tratta di nuove motivazioni, sulle quali Tirabassi, si è soffermata, esaminando il caso della “Fuga di Cervelli”. “Per trovare una possibile risposta a questi quesiti occorre abbandonare i vecchi paradigmi migratori per analizzare in maniera più «olistica» questi nuovi movimenti che possono essere inquadrati anche in un’ottica globale”

Migrazioni interne e migrazioni estere sono state al centro del confronto fatto dalla direttrice scientifica di Altreitalie. Esiste una nuova mobilità, caratterizzata non solo da professionisti, ma anche da operai specializzati, ad esempio. Si tratta di una mobilità “difficile da rilevare statisticamente per la convenzione di Shengen”.

La maggioranza sono giovani laureati che trovano lavoro nelle capitali europee. Nuove mobilità frutto dei programmi Socrates – Erasmus. Fenomeno che merita di essere seguito. Vi sono affinità anche con i paesi d’oltre oceano. “In un questionario proposto a 1000 persone in Brasile si offriva la possibilità di viaggi studio in Italia”. E’ stata l’occasione per rilevare, sottolinea Maddalena Tirabassi, come la voglia di avere contatti diretti col proprio paese, sia molto sentita.

Negli Stati Uniti, dove resistono ancora stereotipi legati agli italiani, si fa avanti la nuova immigrazione costituita in prevalenza da studenti con alto profilo culturale e professionale. Nuovi immigrati - sottolinea Tirabassi - e quindi la necessità di un nuovo tipo di associazionismo. Il buon auspicio sarebbe quello di creare una “Summer School” dove si possono sperimentare nuovi strumenti di ricerca sull’emigrazione.

News Italia Press

Fonte :

http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2490&titolo=I%20%E2%80%9CNu

ovi%20Mobili%E2%80%9D

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SERVIZI DEL GIORNO 16 Novembre 2007 ore 13.53 Italiani nel Mondo

IL "PROGETTO MEDITERRANEO" VIENE ARRICCHITO DA UN PERCORSO

MUSICALE – DI FRANCO SANTELLOCCO

ALGERI\ aise\ - Nell’ambito di una integrazione culturale più completa da parte degli studenti facenti

parte del "Progetto Mediterraneo" ( Algeria, Marocco ed Eritrea) il Collegio degli Istitutori di Cepagatti ha

proposto di avviare il "Progetto Musichiamo": sostanzialmente fare attivamente musica.

Il Progetto Mediterraneo, dopo lunga maturazione, ha visto la luce nell’anno scolastico 2001/2002

conseguendo brillanti risultati, giacché ad oggi si sono già diplomati 46 studenti dei quali 11 hanno

intrapreso il percorso universitario. Questo Progetto dà la possibilità a ragazzi e ragazze Magrebini di

studiare in una struttura delle più qualificate nel settore dell’agro-ambiente, dunque in chiave con lo

Sviluppo Sostenibile. La formazione acquisita a fine ciclo di studi dai convittori provenienti dall’Algeria, dal

Marocco e dall’Eritrea, dà loro la possibilità di tornare nei propri paesi con un eccellente bagaglio culturale

inerente le tecniche agrarie e le loro applicazioni e quindi di poterlo sfruttare sul proprio territorio, che

sappiamo essere potenzialmente molto produttivo ma poco sfruttato, almeno fino a pochi anni fa, proprio

per la sua carenza di formazione nel settore agro-industriale.

Ed ecco che superando non poche difficoltà, anche economiche, viene adottato nell’ambito del Progetto

Mediterraneo il "Progetto Musichiamo". Il Progetto appena iniziato nella sede dell’Istituto, vede i convittori

che hanno avuto la volontà di aderirvi, coinvolti in una nuovissima realtà, quella della musica. Ai

convittori viene data la possibilità di studiare musica avendo a disposizione degli strumenti e materiale

musicale acquistati dall’Istituto e quindi fruibili anche in futuro dai convittori stessi. Il prof. Stefano

Mammarella, a cui è stato affidato il non facile compito, si occupa della loro formazione teorico-pratica e

della preparazione di un Concerto finale da tenersi prima del rientro dei convittori nel proprio paese per le

festività di fine anno.

Il Progetto rientra pienamente tra le finalità e gli obiettivi educativi del più ampio Progetto Mediterraneo,

anzi ne esalta l’orizzonte permettendo nuove possibilità educative, di integrazione, di socializzazione e

infine di divertimento.

È nota l’importanza dell’educazione musicale come educazione dell’animo e dello spirito, oltre che fisica e

mentale. Dedicarsi all’ascolto di musica, al contatto con uno strumento musicale in lezioni sia individuali

sia di gruppo e sotto la guida di un docente esperto, può aiutare in molti casi, come la statistica dimostra,

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il miglioramento della coordinazione tra corpo e mente, il raggiungimento di una più profonda capacità di

concentrazione, se non addirittura di meditazione.

La Preside Natalina Ciacio ha fortemente creduto e voluto mettere nel percorso formativo anche questo

approccio musicale: siamo certi del miglior risultato complessivo. Anche in termini del rafforzamento dei

legami della scuola con il Rotary International, nell’ambito del quale ritroviamo molti Club a sostegno (

sia italiani che della sponda sud del Mediterraneo ), in perfetta sintonia con l’A. I. E. – Associazione

Italiani all’Estero, delegazione di Algeri. (franco santellocco*\aise)

* Presidente V Commissione Cgie

Fonte: http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49757

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COMUNICATO STAMPA ASSOCAMERESTERO Associazione delle Camere di Commercio Italiane all’Estero

COMMERCIO ESTERO: ASSOCAMERESTERO, IL SALDO DEL MADE IN ITALY CRESCE FINO A 12 MILIARDI (+40%) E DETERMINA L’ATTIVO DELLA NOSTRA BILANCIA COMMERCIALE IN EUROPA Il saldo commerciale tra l’Italia ed i Paesi europei passa da –794 milioni di euro dei primi nove mesi del 2006 agli oltre 5,4 miliardi dello stesso periodo 2007. Si dimezza (- 58,4% ) il deficit complessivo, che vale oggi 7,8 miliardi

L’incremento record dell’interscambio in Europa appare fortemente determinato dalle produzioni tradizionali del made in Italy: se queste infatti hanno raggiunto e superato i 12 miliardi, il saldo totale degli altri settori (agricoltura e pesca, chimica, prodotti petroliferi e minerari nonché il comparto energetico) presenta un deficit di oltre 6,6 miliardi. D’altronde, l’export di made in Italy tradizionale in Europa rappresenta oggi, in termini di saldi, oltre un terzo (36,1%) del valore delle esportazioni degli stessi prodotti nel resto del mondo (12 miliardi di euro su un saldo complessivo di 33,2 miliardi).

Ancora rilevanti i tassi di incremento delle nostre esportazioni verso i Paesi dell’Europa dell’Est (Polonia 29%; Repubblica Ceca 20,3%; Slovacchia 20,2%). Il dato principale però riguarda la crescita dei flussi diretti verso i nostri tradizionali partner commerciali: Francia in primo luogo, per cui la variazione dell’export passa dall’1,5% registrato nei primi nove mesi del 2006 all’8,4% del 2007, ma anche Regno Unito, dove si rileva un’inversione di tendenza (da –2,5% a +6,3%), e Spagna, dove la variazione è di cinque volte superiore a quella dell’analogo periodo 2006 (dal 3% a circa il 15%).

In Germania, che si conferma primo partner commerciale per le imprese italiane assorbendo il 13% circa del nostro export, le esportazioni crescono (+9,7% nel gennaio-settembre 2007) anche se il saldo resta negativo (-11,6 miliardi). Le vendite di prodotti italiani in Germania continueranno a crescere anche nel primo trimestre 2008 – secondo le previsioni di Assocamerestero presentate alla 16ª Convention mondiale delle Camere di Commercio Italiane all’Estero che si chiude oggi a Livorno - pur se con differenti andamenti settoriali: il Paese rappresenta ancora un importante mercato di riferimento per le vendite di strumenti elettronici e di precisione (per cui si prevede un incremento del 13% circa) nonché per la meccanica (+11% circa). Prosegue invece il trend negativo del tessile: la variazione prevista per il primo

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trimestre 2008 (-2,7%) si inserisce in un generale contesto di progressiva erosione della quota di mercato dell’export settoriale nel Paese, con parallela riduzione del valore delle esportazioni.

Fonte : www.assocamerestero.it

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18 novembre 2007 - Newsletter Anno IV n.11 -

Italiani all'estero: Buenos Aires, al via il Programma di tirocini formazione-lavoro

Ha pochi giorni di vita il "Programma di tirocini di formazione-lavoro": nell'ambito di ITES (Occupazione e sviluppo della comunità degli italiani all'estero, l'iniziativa promossa dal Ministero del Lavoro e attuata da Italia Lavoro) e dei programmi di politiche attive per il lavoro della Provincia di Buenos Aires “Bonus” e “Segunda Oportunidad”, 150 disoccupati d’origine italiana avranno la possibilità concreta di formarsi e trovare lavoro in aziende della provincia di Buenos Aires.

“Abbiamo scelto di cominciare a La Matanza – spiega Adriana Bernardotti, coordinatrice ITES in Argentina – in primo luogo perché vogliamo offrire il sostegno del governo italiano in un territorio dove, oltre ad una ricchissima presenza di cittadini di quest’origine, gli indicatori sociali evidenziano la necessità di azioni concrete per promuovere l’occupazione”. Nelle prossime settimane il Programma sarà avviato in altri centri della Provincia. Per partecipare al Programma è necessario possedere la cittadinanza italiana o poter dimostrare le proprie origini italiane, avere più di 18 anni, essere disoccupato e non percepire sussidi dal governo argentino. Il Programma offre tirocini on the job della durata di 6 mesi presso aziende localizzate nella Provincia, una borsa di studio di $780 pesos, ed un complemento di borsa da parte dell’azienda interessata alla formazione che rappresenti un compenso adeguato alle mansioni svolte dal tirocinante; il supporto di un tutor esterno che seguirà il percorso formativo, la copertura dell’assicurazione dei rischi di lavoro (ART) e la tutela legale del beneficiario attraverso l’accordo tra impresa, sindacato e Stato provinciale per la firma del contratto di tirocinio.

Per aderire al Programma si deve accedere alla Piattaforma on-line di gestione dell’Offerta e Domanda di candidature (www.italiani-estero.it - sezione Argentina), sistema che favorirà l’incontro tra le imprese interessate ed i lavoratori. Saranno convocati i candidati i cui profili corrispondano ai requisiti richiesti dalle imprese. Le sedi operative a La Matanza sono: Patronato Ital Uil /Associazione Calabrese A. Cefaly: Ombù 3131, San Justo – Tel. (011) 4441-3474, Mercoledì 14-16,30 - Venerdì 15-19 Patronato Inas-Cisl: Juan Florio 3222, San Justo – Tel. (011)4484-7911, Mercoledì e Venerdì 10-17 Per ulteriori informazioni si può anche contattare la Sede di Italia Lavoro: tel. (011)4115- 1786/5252-2228 Email: [email protected]

Fonte : http://cat.mag-news.it/nl/a.cfm?RW.2.0.aj.GeJ.C9.y.RWY5

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SERVIZI DEL GIORNO 19 Novembre 2007 ore 15.56 Esteri UN GRUPPO DI LAVORO CONGIUNTO TRA ITALIA E ROMANIA: ALLA FARNESINA IL

VICE MINISTRO DANIELI INCONTRA IL SOTTOSEGRETARIO ROMENO GHEORGHIU

ROMA\ aise\ - "Occorre lavorare insieme per favorire l’integrazione, convivenza,

riconoscimento reciproco, tenendo però chiaro e fermo il rispetto delle leggi e sempre

condannando gli atti contrari alla legalità. Abbiamo pertanto concordato di istituire un Gruppo

di lavoro congiunto tra i responsabili delle comunità italiana e romeni presenti nei rispettivi

Paesi". È quanto stabilito in una dichiarazione congiunta per risolvere e gestire il problema

della sicurezza e dei flussi migratori dalla Romania all’Italia, siglata oggi alla Farnesina dal Vice

Ministro per gli Affari Esteri, Franco Danieli e dal Sottosegretario di Stato degli Affari Esteri

romeno, Mihai Gheorghiu, e successivamente presentata alla stampa.

Nella dichiarazione congiunta viene ribadito che il "rapporto bilaterale tra Italia e Romania ha

raggiunto una lunga consuetudine di approcci positivi e costruttivi. Eccellenti sono le relazioni

politico-diplomatiche; basti ricordare che l’Italia è stato il primo Paese fondatore dell’Unione

Europea a ratificare il trattato di adesione della Romania e che il Primo Ministro Prodi-sotto la

cui guida la Commissione Europea varò il programma di allargamento tra Romania e Bulgaria-è

stato il primo leader europeo a visitare Bucarest all’indomani dell’ingresso dell’Ue. I vincoli

economici-commerciali sono unici; quest’anno saranno superati i 12 miliardi di euro di

interscambio, oltre 20.000 imprenditori italiani operano in Romania generandovi circa 800.000

posti di lavoro, mentre centinaia di migliaia di romeni costituiscono ormai da anni la più

numerosa comunità straniera in Italia".

Danieli, leggendo la dichiarazione congiunta, ha sottolineato che i Governi di Roma e Bucarest

"intendono affrontare questa complessa problematica nello spirito di amicizia e fratellanza tra

italiani e romeni che è andato consolidandosi in tutti questi anni e che porterà presto alla firma

di un nuovo documento di partenariato strategico da parte dei due ministri degli Esteri".

Ma "all’interno di un rapporto tanto ricco e variegato", ha continuato il Vice Ministro Danieli,

"possono nascere delle criticità. Anche in questo momento, le Istituzioni dei nostri due Paesi

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stanno lavorando insieme per ottenere in breve tempo un loro superamento. In questa

direzione si colloca anche il pacchetto di specifiche iniziative adottato dal Governo romeno".

Il Sottosegratario di Stato romeno Gheorghiu, concorde con il Vice ministro Franco Danieli, ha

ribadito che "la visita di oggi dimostra la volontà di collaborazione tra Italia e Romania per

risolvere i problemi che si sono creati. L’incontro è stato occasione anche per uno scambio di

opinioni su i rapporti politici ed economici tra i due Paesi e anche sul decreto legge adottato

dall’Italia".

Nel suo intervento il Sottosegretario romeno ha ricordato che la presenza di una così folta

comunità romena nel nostro Paese possa essere un ulteriore strumento per migliorare e

rinforzare i rapporti tra Italia e Romania, partendo da un presupposto comune, il rispetto delle

leggi e della legalità. I fenomeni illegali devono essere fermati e non amplificati per evitare

impatti negativi su tutta la comunità romena. È necessari una "gestione lucida dei problemi da

entrambi i Governi", ha affermato Gheorghiu. "I problemi", ha continuato, "vanno risolti con

saggezza e legalità, escludendo ed evitando reazioni estremiste e xenofobe che

accrescerebbero le tensioni tra le due comunità". "La via della comunicazione e la soluzione del

gruppo di lavoro congiunto", ha concluso, "sono la via più giusta".

Sollecitato dai giornalisti il Sottosegretario Gheorghiu evidenziato la necessità di risolvere i

problemi rimanendo "entro il quadro della giurisprudenza internazionale e comunitaria"

ricordando anche che ai cittadini romeni che saranno espulsi dall’Italia il Governo romeno

"garantirà assistenza giuridica a coloro che reputino l’allontanamento illegale" .

(federica cerino\aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49859

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SERVIZI DEL GIORNO 19 Novembre 2007 ore 12.39 Italiani nel Mondo IL 3 E 4 DICEMBRE ALLA FARNESINA LA RIUNIONE DEL COMITATO DI PRESIDENZA DEL CGIE ROMA\ aise\ - Si terrà il 3 e 4 dicembre prossimi, presso la sala Nigra del Ministero degli Affari Esteri, a Roma, l'ultima riunione del Comitato di Presidenza del Cgie per l'anno 2007. I lavori, che inizieranno alle ore 09.30, prevedono il seguente ordine del giorno: programma di lavoro 2008; programmazione delle riunioni per l'anno 2008 di tutti gli organi interni del Cgie; Finanziaria 2008; ordini del giorno approvati dalle Commissioni Continentali, Tematiche e dall’Assemblea Plenaria tenutasi dal 6 al 9 novembre alla Farnesina; forum e sito web del Cgie, con la partecipazione del consigliere Giangi Cretti del comitato di redazione; pareri su "Assistenza indiretta. Contributi ad Enti e Patronati in Italia con Filiazioni all’Estero" e altri; situazione attuale della Segreteria del Cgie; disamina circolare n.13 "capitolo 3153", con la partecipazione del presidente della IV Commissione Tematica, Padre Giovanni Tassello; Commissione tematica "sanità"; ed infine question-time. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49837

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SERVIZI DEL GIORNO 19 Novembre 2007 ore 11.37 Italiani nel Mondo DALLA MEMORIA ALLA FORMAZIONE DEI GIOVANI: CONCLUSA AD ALESSANDRIA LA III CONFERENZA DEI PIEMONTESI NEL MONDO/ IL TESTO DELLA MOZIONE APPROVATA DAI DELEGATI ALESSANDRIA\ aise\ - "Arrivederci tra quattro anni nel 2011, nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia". Con il saluto del presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Davide Gariglio, e dell’assessore all’Emigrazione, Angela Migliasso, sabato scorso sono ufficialmente terminati i lavori della Terza Conferenza dei Piemontesi nel mondo, volta ad Alessandria alla presenza di circa 120 delegati provenienti da tutto il mondo. È stata, quella di Alessandria, una due giorni molto intensa, scandita dagli interventi delle istituzioni, di rappresentanti del mondo accademico e associativo e dalla riunione dei tre gruppi di lavori, le cui conclusioni sono state sintetizzate sabato da Alessandro Arduino, economista piemontese da anni residente a Shanghai, che ha illustrato il dibattito svolto nel gruppo Giovani e mobilità; da Marco Cavaletto, direttore regionale al Commercio e Turismo, su quello sull’Internazionalizzazione; dalla consigliera regionale Mariangela Cotto, presidente della Consulta delle Elette del Piemonte, che ha riferito sui lavori del gruppo su Donne e pari opportunità. È intervenuto alla Conferenza anche Paolo Verri, presidente della Fondazione 150° Unità d’Italia, che ha sottolineato l’importanza della collaborazione delle associazioni dei piemontesi all’estero per valorizzare le celebrazioni del 2011, già in corso di preparazione. Per Gariglio e la Migliasso, la Conferenza di Alessandria ha rappresentato un "salto di qualità" rispetto alle precedenti, anche grazie all’impegno organizzativo di Michele Colombino, presidente della Federazione dei Piemontesi nel mondo. L’assessore Migliasso, nel suo intervento conclusivo, ha voluto per altro ribadire l’importanza di "puntare sulla formazione dei giovani per attrezzarli a vivere nel mondo "globalizzato" e nel contempo a mantenere i valori della propria origine culturale e territoriale". Infine, i delegati hanno approvato all’unanimità, per acclamazione, una mozione il cui testo riportiamo integralmente di seguito. "La Terza Conferenza Internazionale dei Piemontesi nel Mondo riunita ad Alessandria il 16 e 17 novembre 2007, preso atto di quanto deliberato nella prima Conferenza Internazionale dei Piemontesi nel Mondo, tenutasi a Torino, Centro Congressi Lingotto, il 12 e 13 novembre 1999, con l’obiettivo fondamentale di "salvaguardare i valori dell’identità piemontese (lingua, letteratura, storia, tradizioni) anche come strumento per la possibile creazione di un vasto mercato dei beni e dei servizi"; preso atto di quanto deliberato nella seconda Conferenza Internazionale dei Piemontesi nel Mondo, tenutasi a Novara, Teatro Coccia, il 10 ed 11 ottobre 2003, con gli obiettivi di assumere il tema delle nuove mobilità, come questione fondamentale, con gli obiettivi in primo luogo da approfondire, monitorare e valorizzare questo fenomeno emergente e, in secondo luogo, di promuovere ed attivare reti informatiche, comunicative e di collaborazione progettuale operativa con le comunità funzionali (ricercatori, studenti, imprenditori, mondo dell’informazione e della comunicazione, volontariato ed altre) e delle stesse comunità funzionali fra di loro; di promuovere l’aggregazione, nei diversi continenti e paesi, di tutte le comunità dei piemontesi nel mondo, si quelle nate dai processi migratori tradizionali sia quelle conseguenti alle nuove forme di mobilità, nel riconoscimento della pluralità di identità ed appartenenze nonché delle radici ed esperienze condivise, riconducibili alla comune "piemontesità"; di dare rilievo al ruolo storico svolto dalle donne piemontesi in emigrazione, non solo proteggendo il nucleo familiare dal trauma dello sradicamento, ma anche favorendone l’integrazione nel Paese di

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accoglienza e mantenendo vivo il valore della memoria; di riconoscere e promuovere le professionalità espresse dalle donne e facilitarne una maggiore affermazione e partecipazione all’interno delle comunità e delle loro rappresentanze; di adoperarsi, mediante l’ideazione di opportuni progetti, per stimolare il riavvicinamento alla piemontesità da parte delle nuove generazioni, nel rispetto delle specificità dell’identità acquisite; di favorire gli interscambi di scolaresche e di docenti, i programmi di dottorato di ricerca, il riconoscimento dei titoli di studio nelle diverse realtà nazionali, la formazione degli insegnanti di lingua e cultura italiana all’estero, la traduzione e diffusione delle opere letterarie legate all’esperienza dell’emigrazione e della mobilità; di favorire l’informazione bilingue, circolare, di ritorno; costruire occasioni per un rapporto di scambio tra i media italici nel mondo e quelli in Piemonte; sostenere azioni volte alla formazione dei giornalisti e degli editori italiani nel mondo; sostenere politiche atte a favorire la ristrutturazione aziendale delle società editrici italiane nel mondo; di coinvolgerne per questi obiettivi e su questi temi, tutti gli attori in grado di contribuire al loro conseguimento, siano essi enti ed autorità territoriali e nazionali o istituzioni ed attori funzionali. Considerato che la Regione Piemonte ha in questi anni promosso e realizzato diversi interventi e progetti in materia di informazione, comunicazione, formazione, sociale e promozione della cultura piemontese che hanno visto soddisfatti gli obiettivi indicati nelle Conferenze di Torino e Novara; Considerato quanto dibattuto durante le due giornate della Conferenza sia in assemblea sia nei tre gruppi di lavoro sull’internazionalizzazione, donne e pari opportunità e giovani e mobilità; Assunte le valutazioni e le proposte emerse; impegnala Regione Piemonte, il sistema delle Autonomie locali, mondo associativo e le forze politiche e sociali che operano sui processi migratori e delle comunità piemontesi all’estero: a sviluppare e mantenere contatti tra i giovani piemontesi nel mondo promuovendo scambi, e learning per l’insegnamento della lingua e cultura italiana, borse di studio localizzate nei Paesi di provenienza; a promuovere l’inserimento dei giovani piemontesi nel mondo quali mediatori culturali e lettori di lingua madre nei licei e nelle università. Più in generale, rivolgere grande attenzione alla gestione ed alla formazione del capitale umano; a rafforzare la rete delle donne piemontesi nel mondo, sull’esempio del Foro costituito dalle donne argentine nell’ambito della Federazione delle Associazioni Piemontesi in Argentina, per formare lo sviluppo economico coniugato alla solidarietà; ad assumere iniziative volte alla formazione ed aggiornamento delle donne emigrate per favorire la loro collocazione nel mondo del lavoro nel rispetto delle pari opportunità; ad assumere quelle iniziative utili e necessarie a nuove forme di riconoscimento giuridico delle Associazioni piemontesi nel mondo e loro Federazioni, quali soggetti capaci ad interagire attivamente con gli Enti, istituzioni e organizzazioni che promuovono l’internazionalizzazione; ad avvalersi delle Associazioni piemontesi nel mondo per la promozione turistica del Piemonte, favorendo il c.d. turismo sociale atto a costituire un utile elemento di integrazione fra i nostri emigrati nel mondo; a coinvolgerne per questi obiettivi e su questi temi, tutti gli attori in grado di contribuire al loro conseguimento, siano essi enti ed autorità territoriali e nazionali o istituzioni ed attori funzionali". (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49829

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SERVIZI DEL GIORNO 19 Novembre 2007 ore 11.14 Italiani nel Mondo ASSEGNATA ALLA COMMISSIONE AFFARI SOCIALI LA PROPOSTA DI LEGGE DELL’ON. NARDUCCI SULL’ESTENSIONE DELLA 383/2000 ALLE ASSOCIAZIONI ALL’ESTERO ROMA\ aise\ - È stata assegnata alla Commissione Affari Sociali della Camera la proposta di legge presentata da Franco Narducci per estendere i benefici previsti dalla legge 383 del 2000 per le associazioni di promozione sociale anche alle comunità italiane all'estero" (vedi Aise del 18 ottobre). Cofirmato anche dagli onorevoli Lucà, Bucchino, Fedi e Merlo, il testo inizierà il proprio iter dalla sede referente, mentre competenti a fornire il proprio parere saranno le Commissioni Affari Costituzionali, Esteri e Bilancio. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49827

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Prima riunione di giovani italo-venezuelani a Maracaibo

Maracaibo - Il giorno 10 Novembre del 2007, nella Casa d’Italia di Maracaibo si é svolta la prima riunione di giovani italo-venezuelani organizzata a Maracaibo dal giovane “esperto” Johnny Margiotta, chiamato a partecipare dal CGIE alla Plenaria del dicembre del 2006 e la Continentale di Guayaquil di Ottobre 2007, con lo scopo di far conoscere le istituzioni italiane presenti sul territorio e le loro funzioni. Inoltre presentare il progetto di Comitato Giovanile Nazionale del quale é ideatore e coordinatore. "Non é la prima riunione dei giovani in Venezuela, è la prima a Maracaibo" precisa Margiotta Alla riunione hanno partecipato il Presidente dell’ INTERCOMITES Cono

Siervo, il vicepresidente del COMITES di Maracaibo Giovanni Margiotta, il Console d'Italia a Maracaibo Michele Polacco, il Presidente della Camera di Commercio Italiana in Venezuela Angelo Ragone, il Presidente del Club Casa d’Italia Cesare Marzocca e la giornalista del mensile L’Italo di Maracaibo e conduttrice del programma radiofonico “Un ora all'italiana” che si trasmette su Radio Capital 90.3 tutte le domeniche a mezzogiorno, Germana Pieri.

La riunione é cominciata con la presentazione da parte di Johnny Margiotta delle autoritá e invitati in sala. Il saluto iniziale é toccato di rigore al Console d’Italia in Maracaibo Michele Polacco, il quale si é rivolto ai giovani presenti (circa una trentina), per porre come prioritá assoluta la divulgazione di informazioni che pervengono negli uffici consolari sui benefici che il governo italiano, regioni ed enti vari mettono a disposizione dei giovani all’estero e indirizzarli sull’iter burocratico da seguire per la compilazione dei formulari d’iscrizione a Borse di studio, corsi di formazione e facilitá d’acquisto di macchinari italiani. In tal senso, si é messo a disposizione di chiunque desideri chiarimenti su tali benefici, quindi contattarlo personalmente. Di seguito ha avuto la parola il Presidente del Club Casa d’Italia di Maracaibo Cesare Marzocca, il quale ha messo a disposizione, anche ai figli di italiani non-soci, le nuove sale di riunioni e conferenze del Club per questi eventi. Marzocca, ha risaltato l’importanza dell’assistenza dei giovani a questi tipi di iniziative ma soprattutto la presa di coscienza di questi sul prossimo cambio generazionale che li riguarda da vicino. Il Presidente, ha invitato i giovani a partecipare attivamente, apportando idee all’organizzazione dei giochi FEDECIV (Federazione Sportiva dei Centro Italo Venezuelani) che si terranno il prossimo anno 2008 e che avranno come sede la Casa d’Italia di Maracaibo.

Il Presidente dell’Intercomites Cono Siervo nel suo discorso ha spiegato quali sono le funzioni dei Comites, e come si eleggono. Ringraziando il giovane Margiotta per l’invito all’incontro, Siervo commenta: “l’idea di questi incontri, é sentire le problematiche che vive la collettivitá italiana sparsa su tutto il territorio Venezuelano, per preparare un’ agenda di lavoro per il 2008 sui punti piú pressanti”. Anche il Presidente

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dell’Intercomites, crede nei giovani e stimola i presenti a continuare nella formazione del Comitato Giovanile Nazionale, affinché, attraverso questi si riscopra l’italianitá che con gli anni é andata sparendo". Il Vicepresidente del Comites di Maracaibo, Giovanni Margiotta, ha chiesto al Consolato un maggior impegno nell’informazione sui bandi di concorso e tutto ció che concerne i giovani e i benefici che l’Italia mette loro a disposizione, ed ha esortato i giovani ad una maggior partecipazione “giacché” ha detto “ il futuro é nelle vostre mani”. Ha ricordato altresí la necessitá di porsi in regola con la documentazione presso il Consolato, in particolare iscrivendosi all’AIRE, altrimenti si rischia di rimanere tagliati fuori dalle tante opportunitá di studio e di lavoro.

Il Presidente della Camera di Commercio Venezuelano-Italiana, Angelo Ragone, ha ricordato la prima Conferenza dei Giovani italiani in Venezuela che egli ha organizzato nel 2000, in cui parteciparono centinaia di giovani di tutto il Venezuela ottenendo un grande successo, e quindi si é complimentato per l’iniziativa di Margiotta di riunire a sua volta i ragazzi, questa volta con un progetto di larga portata per mantenere o ritrovare l’identitá dei loro genitori e nonni. Ha dato altresí l’ampia disponibilitá della Camera di Commercio per qualsiasi informazione ed orientamento per ogni eventuale progetto di lavoro.

A conclusione degli interventi, interrotti spesso dalle domande dei giovani che si sono dimostrati molto interessati ai temi posti sul tappeto, il giovane Margiotta ha letto il documento finale dei giovani che hanno partecipato alla plenaria del novembre scorso a Roma e ha parlato della proposta della Conferenza Mondiale del 2008 organizzata dal CGIE. A seguire Margiotta é passato a esporre per sommi capi il suo progetto della creazione di un Comitato Giovani Italiani in Venezuela, e laperto anche ai discendenti, in modo da coinvolgere il maggior numero possibile di coetanei nell’iniziativa. Ha proposto di cominciare con un Comitato organizzatore che dia ampie garanzie della massima democraticitá, per poi eleggere un Comitato a livello nazionale. Tra i propositi, quello della creazione di una pagina web con informazioni sulle borse di Studio e di Specializzazione nelle varie Universitá italiane ma anche nel resto del mondo, sulle opportunitá di lavoro, di investimenti, e che serva da interrelazioni tra i giovani italici del Venezuela, i coetanei venezuelani, gli italiani in Italia e nel resto del mondo, con iniziative sociali, culturali e sportive. E' stata infine decisa una nuova riunione il prossimo 24 novembre. Margiotta sta organizzando per l’occasione un incontro oltre che con il Console, il Comites, la Camera di Commercio e la Casa d’Italia, anche con l’Onorevole Mariza Bafile, a Maracaibo in occasione dell’Assemblea delle Associazioni Abruzzesi del Venezuela che si svolgerá nel pomeriggio, sempre nella Casa d’Italia.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2537

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Imprenditori italiani ed investitori della Silicon Valley riuniti dall'Ambasciata americana in Italia Roma - Partnership for Growth, l'iniziativa dell'Ambasciata americana a sostegno della crescita economica in Italia, riunisce insieme imprenditori italiani ed investitori della Silicon Valley per un evento da non perdere sull'internazionalizzazione delle imprese. Ci sará uno scambio in tempo reale tra gli investitori e gli innovatori sia della Silicon Valley che d'Italia.

Lo scopo principale della videoconferenza é quello di mettere in luce le risorse disponibili nella Silicon Valley ad imprenditori italiani del settore tecnologico e di riunire un gruppo di imprenditori che possano accompagnare ai primi di Gennaio l'Ambasciatore Spogli durante il suo viaggio alla Silicon Valley. La delegazione italiana avrá l'occasione di vedere come le imprese della Silicon Valley crescano con tanto successo.

Oltre all'Ambasciatore Ronald P. Spogli, alla videoconferenza parteciperanno: Giacomo Marini, co-fondatore di Logitech e VC, Ned Hooper di Head of M & A - Cisco Systems, Fabrizio Capobianco, fondatore e CEO di Funambol, Ian Sobieski, fondatore di "A Band of Angels", Kathryn McCall, Avvocato di New Ventures - Carr and Ferrell, Hanson S. Gifford III, Amministratore Delegato di The Foundry, Inc., Alberto Sangiovanni Vincentelli, co-fondatore di Cadence e Synopsis, Shel Israel di Tech Blogger, Autore di "Naked Conversation", Yoav Andrew Leitersdorf, imprenditore Seriale e Fondatore di YL Ventures, Stefano Venturi Amministratore Delegato Cisco Systems Italia e Vice Presidente Cisco Systems Inc., Luigi Orsi Carbone di First Generation Network e Angel Investor, Arturo Artom fondatore di Your Truman Show.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2564

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SERVIZI DEL GIORNO 19 Novembre 2007 ore 15.12 Italiani nel Mondo L’INAS CISL SARÀ PRESTO AL SERVIZIO DEGLI ITALIANI IN SPAGNA: A BARCELLONA IL PRIMO UFFICIO DEL PATRONATO NEL PAESE ROMA\ aise\ - L’Inas Cisl punta a raggiungere con i suoi servizi di assistenza e tutela anche aree e paesi finora non toccati, seguendo la "nuova emigrazione" dei professionisti, degli studenti, dei giovani che cercano opportunità all’estero sfruttando il diritto alla libera circolazione e i programmi europei, ma anche l’evolversi delle comunità di più antica emigrazione che oggi, con le nuove generazioni, chiedono nuove opportunità di interazione con la madrepatria e con l’Europa. Tra le mete preferite di questi nuovi flussi migratori dal nostro paese vi è la Spagna, dove la presenza di italiani attratti dalle opportunità di lavoro è cresciuta enormemente in tempi recenti: stando a dati forniti dal Consolato italiano di Madrid, negli ultimi 10 anni c’è stato un incremento del 550% dei nostri connazionali. A Barcellona, uno dei maggiori poli d’attrazione per gli italiani, l’Inas sta preparando l’apertura di un nuovo ufficio, il primo in territorio iberico. Sono sempre di più, soprattutto tra i giovani, coloro che arrivano in Spagna direttamente dall’Italia in cerca di un’esperienza formativa o lavorativa. Inoltre, molte persone di cittadinanza o di origine italiana attualmente presenti in Spagna provengono dall'America Latina. Vi è chi arriva già in possesso della cittadinanza italiana, che permette di stabilirsi più agevolmente in territorio UE; altri invece hanno presentato domanda di riconoscimento nel paese di origine prima di partire, ma nel frattempo – visti i tempi lunghi dell’iter burocratico - vivono illegalmente in Spagna; altri ancora, pur avendovi diritto, non hanno neppure presentato la domanda. Le strutture diplomatiche e consolari, per far fronte alle esigenze di queste persone, necessitano di aiuto qualificato da parte di un soggetto che conosca bene la realtà migratoria: è il caso dell’Inas, che da oltre mezzo secolo assiste gli italiani all’estero ed è impegnata ad ampliare la sua attività anche in relazione alle nuove forme di mobilità intereuropea, con tutto ciò che ne deriva in termini di informazione e tutela dei cittadini su materie come quelle pensionistiche, particolarmente delicate quando un percorso lavorativo si articola attraverso vari paesi, il godimento delle prestazioni di sicurezza sociale mentre si risiede in un altro paese UE, e così via. Il servizio dell’Inas in Spagna consisterà da un lato nel favorire l’integrazione degli emigranti "di ritorno" nel sistema Italia; dall’altro, sarà un altro passo avanti verso la costituzione di un patronato europeo, in grado di sostenere la mobilità intereuropea informando i cittadini sui loro diritti e tutelandoli ovunque scelgano di stabilirsi. L’indirizzo della nuova sede Inas sarà in Rambla de Catalunya angolo con Calle Mallorca, 87. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/gestionedb/03-News.asp?Web=Giorno&Modo=12&IDArc=49854

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Sambenedetto Oggi Quotidiano on-line di San Benedetto del Tronto

19 Novembre 2007

Italiani nel resto del Mondo

Marchigiani in Sud America: tirare le somme e pensare al futuro

Tra Buenos Aires e Mendoza due appuntamenti importanti per i nostri corregionali che vivono all’estero. Assistenza sociale, strutture per il futuro, associazionismo e innovazione tra gli argomenti trattati

BUENOS AIRES – Una conferenza che coinvolge le comunità marchigiane all’estero al fine di potenziare, soprattutto nelle nuove generazioni, l’organizzazione e l’associazionismo, ma anche per riflettere sulle iniziative svolte in favore dei marchigiani che non vivono più in patria. Una due giorni importante per la nostra regione, che si è aperta sabato 17 novembre a Buenos Aires con la presenza dei rappresentanti delle associazioni marchigiane del Venezuela, del Brasile, dell’Uruguay, del Cile e dell’Argentina.

Gli argomenti trattati durante la Conferenza dei Marchigiani per l’area sudamericana riguardano l’assistenza sociale e le strutture per il futuro, l’associazionismo e l’innovazione per una nuova interazione, i giovani, le idee e le

proposte per un nuovo rapporto.

Le conclusioni ottenute da questo importante meeting e da quelli che lo hanno preceduto e lo seguiranno, serviranno di base alla preparazione della VI Conferenza Regionale dei Marchigiani nel Mondo in programma per il 2009.

All’incontro hanno partecipato il presidente del Consiglio Regionale Raffaele Bucciarelli, il presidente dei Marchigiani all’Estero, il dottore Emilio Berionni, i dirigenti del servizio, nonché le autorità argentine e i funzionari del corpo diplomatico italiano.

Lunedì 19 invece a Mendoza si è tenuto il Forum di Marchigianar, la prima associazione di imprenditori marchigiani che risiedono in Argentina.

A proposito dell’incontro di Mendoza, l’assessore regionale alle Attività Produttive, Gianni Giaccaglia, è intervenuto sottolineando quanto le attività artigiane marchigiane siano importanti in un'ottica di contributo alla ricchezza, all’occupazione, al benessere sociale e alla coesione del paese. «Ricerca, innovazione, qualità, distretti, aggregazioni aziendali, accesso al credito e capitalizzazione, artigianato di qualità e risparmio energetico - ha dichiarato Giaccaglia - sono questi i principali settori su cui abbiamo incanalato nel 2007 buona parte degli oltre 65 milioni di euro disponibili per il sostegno alle imprese della regione»

Fonte : http://www.sambenedettoggi.it/2007/11/19/46455/marchigiani-in-sud-america-tirare-le-somme-e-pensare-al-futuro/

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20 Novembre 2007

Tucci: formazione, ampliamento della rete degli uffici, cooperazione internazionale e nuove proposte politiche, al centro della visita della Vice Presidenza ITAL-UIL in America Latina Buenos Aires - Il Coordinatore ITAL-UIL per l’America Latina, Josè Tucci, è intervenuto precisando il significato della visita del Vicepresidente del Patronato ITAL-UIL e membro del CGIE, Mario Castellengo, in America Latina. L’obiettivo della visita, afferma Tucci, è la realizzazione di un corso di formazione e aggiornamento per gli operatori argentini, il quale sarà a carico della Responsabile dell’Area Internazionale Anna Ginnaneschi. "I corsi di aggiornamento e formazione riflettono l’importanza che il Patronato ITAL-UIL attribuisce alla continua formazione degli impiegati e al costante miglioramento nella qualità delle prestazioni offerte alla comunità". Tra i partecipanti alla visita anche il responsabile del UIM per l’America Latina Fabio Porta. Castellengo, oltre all'Argentina, visiterà Cile, Perù, Venezuela e Uruguay, Paesi "nei quali il Patronato rinforzerà la sua presenza avvicinandosi cosi, ancora di più, alle diverse realtà che vive la collettività italiana in Sudamerica".

Tucci sottolinea l'importanza dell'apertura e messa in funzione della sede UIM – ITAL-UIL in Cile, sotto la direzione di Massimo Mastrolonardo, esperto in cooperazione sociale. "Dobbiamo ricordare che negli anni tragici di dittatura militare in Cile, il sindacato UIL (Unione Italiana del Lavoro) ha dato asilo e assistenza a numerosi ed importanti dirigenti politici cileni. Con questa presenza si cerca di approfondire i legami esistenti tra i 2 Paesi".

“La messa in moto di una sede in Cile non fa altro che confermare il profondo legame della nostra organizzazione con gli italiani all’estero. Risulta fondamentale che gli italiani radicati in Cile abbiano un Patronato capace di offrire loro prestazioni di qualità e difendere i loro diritti nel territorio e nella Madre Patria” ha dichiarato Tucci.

Altro momento importante è la visita è Venezuela (dal 25 fino al 28 novembre). “L’obiettivo principale è potenziare ed approfondire la presenza ITAL-UIL in questo Paese dando servizi di qualità adeguati alle necessità dell'importante comunità italiana in Venezuela” ha affermato Tucci. Sono previsti contatti e accordi con le autorità politiche venezuelane e riunioni con i dirigenti della comunità italiana.

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La UIM (Unione Italiani nel Mondo) sarà rappresentata da Fabio Porta, candidato alla Camera per l’Unione nelle passate elezioni 2006. Il consolidamento e l’ampiliamento della presenza della UIM, figurano tra i principali temi dell’agenda politica. “Gli eccellenti risultati ottenuti nelle passate elezioni 2006 devono consolidarsi, stiamo lavorando in un programma politico che includa nuovi dirigenti e con una piattaforma basata su risposte concrete alle richieste degli italiani all’estero” ha continuato Tucci.

"La formazione e l’aggiornamento degli impiegati, l’approfondimento della cooperazione internazionale con l’America Latina, l’ampliamento della rete delle sedi ITAL-UIL e lo sviluppo di una rinnovata proposta politica da parte della UIM, saranno i principali punti da trattare e apriranno una nuova tappa nelle relazioni tra Italia ed il nostro Continente. Vogliamo stare in ogni luogo dove ci sia un italiano, vogliamo assicurare che le nuove generazioni possono accedere al vasto patrimonio socio-culturale che posside Italia” concludono Tucci e Porta, facendo l'elenco delle priorità di risultati attesi dal viaggio di Castellengo.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2571

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INFORM - N. 216 - 20 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Presentazione presso l’Unión Industrial di Quilmes

Ites Argentina: dopo il lancio a La Matanza il programma di tirocini formazione-lavoro si estenderà nel Conurbano Sur

BUENOS AIRES – Grazie all’accordo internazionale promosso dall’agenzia ministeriale Italia Lavoro presente già da alcuni anni in Argentina, di origine italiana avranno ora una concreta possibilità di formarsi presso imprese in Provincia di Buenos Aires. Lo sottolineano fonti Ites dell’Argentina. Dopo il lancio dell’azione nel territorio de La Matanza, il programma di tirocini formazione-lavoro viene adesso presentato, in occasione di un evento pubblico il 20 novembre nel Salone dell’Unión Industrial Quilmes (Alvear 867– Quilmes). Del programma beneficerà questa volta il territorio Conurbano Sur (Avellaneda, Quilmes, Berazategui, Lomas de Zamora eccetera).

Alla presentazione il sindaco neo eletto di Quilmes Francisco Gutierrez, il vice console di Quilmes Vicente Vezzato e il presidente dell’Unión Industrial de Quilmes (UIQ) Guillermo Gardella.

Il programma - in cui confluiscono i finanziamenti del Progetto del Ministero Lavoro italiano “Occupazione e sviluppo della comunità degli Italiani all’ estero” (ITES) e dei programmi di impiego della provincia di Buenos Aires “Bonus” “Segunda oportunidad” – sarà illustrato dalla coordinatrice di ITES in Argentina Adriana Bernardotti, e dal coordinatore dell’ Area Imprese di Ites Norberto Macchia. Il programma sarà attivato nel territorio dai due patronati italiani partners di Ites: il patronato Inas-Cisl ed il patronato Ital-Uil. All’evento a Quilmes aderiscono anche gli altri partner Ites: Ciapi, Faca, Urerba, Efasce, Fedelazio, Fesisur, Angeer, Consiglio Regionale dei Pugliesi in Argentina.

Per partecipare al programma è necessario possedere la cittadinanza italiana o documentare le proprie origini italiane, avere più di 18 anni, essere disoccupato non percepire sussidi del governo argentino. Il Programma offre tirocini formativi sui posti di lavoro della durata di 6 mesi in aziende localizzate in Provincia, borsa di studio di $780 pesos finanziata dai due ministeri, un complemento di da parte dell’azienda interessata alla formazione che rappresenti un compenso adeguato alle mansioni svolte dal tirocinante, il supporto di un tutor esterno accompagnerà il percorso formativo, la copertura dell’assicurazione dei rischi lavoro (ART) e la tutela legale del beneficiario attraverso l’ accordo tra impresa, sindacato e Stato provinciale per la firma del contratto di tirocinio.

Per accedere al programma è necessario entrare nella piattaforma per la gestione dell’ offerta e della domanda delle candidature (www.italiani-estero.it – sezione Argentina), sistema che faciliterà l’ incontro tra le imprese disponibili ed i candidati. Saranno convocati i candidati il cui profilo coincida con i requisiti richiesti imprese.

Il Progetto Ites si realizza in Argentina, Brasile, ed Uruguay con la collaborazione della rete delle numerose organizzazioni italiane presenti sui territori. (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21621.htm

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20 Novembre 2007

La Sicilia in Argentina per valorizzare le comunita' siciliane residenti all’estero nel processo dell'internazionalizzazione

Buenos Aires - Domenica 18 novembre si è tenuta, a Buenos Aires, presso l'Auditorium della FIT, una conferenza sui percorsi storico-culturali di interesse turistico promossa da Luciano Luciani, Presidente dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi.

Alla conferenza hanno preso parte lo stesso Luciano Luciani, l’Assessore al Bilancio, Programmazione economica, Ufficio Europa e Politiche per l’internazionalizzazione del Comune di Vittoria Livio Mandarà, il Sindaco del Comune di Capilla del Monte Rosanna Olmus, il rappresentante dell’Enit, il delegato dell’ICE di Buenos Aires, Pablo Pira, il Presidente della Camera di Commercio di Abruzzo Giuseppe Russo e il

rappresentante dell’Assessorato Regionale al Lavoro e alla Emigrazione Sebastiano D’Angelo. L’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi, che da tempo lavora in favore della creazione di rapporti solidi e duraturi con le numerose comunità di siciliani presenti all’estero e in particolar modo in Sud America, mediante tale iniziativa ha inteso ribadire il proprio impegno ad essere per gli emigrati siciliani in Argentina un punto di riferimento e di sostegno volto a favorire l’internazionalizzazione dell’economia siciliana. Lo scopo di tale iniziativa è stato proprio quello di valorizzare l’attività ed il ruolo della rete delle comunità siciliane residenti all’estero per meglio finalizzarle all’internazionalizzazione.

"Posto che nell’attuale contesto globale l’emigrazione può e deve essere considerata un patrimonio prezioso, unanimemente tutti i partecipanti hanno affermato l’importanza rivestita dagli italiani residenti all’estero nel costituire una risorsa culturale ed un vantaggio economico sia per il nostro paese che per tutti quelli in cui i nostri connazionali vivono" affermano dal Santi. "Gli italiani nel mondo favoriscono l’accreditamento internazionale del nostro paese e sono un ponte tra la nostra cultura, società ed economia e le realtà dei paesi di accoglienza. Al pari di quelle delle altre regioni italiane, anche le comunità siciliane in Argentina e le reti da esse costituite rappresentano importanti e insostituibili punti di riferimento per intrattenere relazioni vantaggiose con l’economia argentina ed entrare nel suo mercato finanziario". Un passo concreto verso questa direzione lo ha fatto il Comune di Vittoria avviando, per mezzo del suo rappresentante Assessore Mandarà, accordi di cooperazione con la cittadina di Capilla del Monte e di Mar de Plata, e promuovendo in Argentina i prodotti agroalimentari di eccellenza del suo territorio (primo tra tutti il Cerasuolo DOCG) insieme a quelli riguardanti le tecnologie per l’agricoltura. Vittoria dunque, come esempio di cooperazione internazionale e internazionalizzazione della sua economia attraverso l’utilizzo e la valorizzazione dei legami stabili assicurati dalla numerosa comunità vittoriese residente in Argentina e le istituzioni politiche, economiche e culturali del paese ospiti.

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News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2569

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SERVIZI DEL GIORNO 20 Novembre 2007 ore 17.20 Italiani nel Mondo "MEMORIE MIGRANTI": DAL MUSEO REGIONALE DELL’EMIGRAZIONE "PIETRO CONTI" DI GUALDO TADINO UN CONCORSO VIDEO SULL’EMIGRAZIONE ITALIANA PERUGIA\ aise\ - "Memorie Migranti", è il nome della IV Edizione del concorso che il Museo Regionale dell’Emigrazione "Pietro Conti" di Gualdo Tadino, in provincia di Perugia, bandisce per la migliore testimonianza video sul tema dell’emigrazione italiana all’estero. Lo scopo dell’iniziativa è quello di favorire il recupero e la sensibilizzazione della memoria storica dell’emigrazione italiana nel mondo dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni, nonché favorire un’attività di ricerca e di studio sugli aspetti storici, sociali ed economici, legati a questo fenomeno. I video dovranno essere diretti ad illustrare il fenomeno migratorio attraverso storie individuali o familiari e comunitarie, considerando la possibilità di muoversi all’interno di un tema variegato e ricco di sfaccettature (i motivi della partenza, il viaggio, i lavori, l’emigrazione femminile, le comunità italiane all’estero, l’integrazione, gli scontri e gli incontri culturali, il ritorno, ed altro) e che abbraccia un periodo di circa cento anni. Il concorso rappresenta un’occasione per raccogliere le memorie dell’emigrazione attraverso la vita dei protagonisti, un modo creativo per favorire l’incontro ed il confronto tra studenti e docenti, che già sperimentano i linguaggi audiovisivi all’interno dei percorsi didattici ed un incentivo alla pratica degli stessi. Per i "Giornalisti", nella sezione relativa ai video già andati in onda, e per tutti i professionisti e gli amatori, nella categoria "Storie e personaggi" il concorso è, invece, un riconoscimento all’importante lavoro storico di recupero e divulgazione di cui sono stati portavoce. Il concorso prevede l’ideazione e la produzione di un audiovisivo che tragga spunto dalla tematica migratoria italiana. Ogni categoria potrà avvalersi di personale tecnico specializzato per le riprese ed il montaggio video. Il cortometraggio può essere sviluppato, a scelta, tra i seguenti format video: inchiesta, reportage o documentario fiction o docufiction. La partecipazione alla IV edizione del Concorso Video Memorie Migranti è gratuita e prevede quattro categorie di concorso. Potranno partecipare per la categoria "Scuole", gli alunni delle Primarie, Secondarie di I grado e Secondarie di II grado di tutta Italia. Per la categoria "Master" gli studenti degli Istituti Universitari, le Scuole di Cinema, di Giornalismo, Televisione e Video e i corsi di Master Post Laurea di tutta Italia. Per la sezione "Storie e personaggi", tutti coloro che sono interessati all’argomento, sia professionisti che amatori, sia residenti in Italia che all’estero, in quest’ultimo caso purchè il documentario sia sottotitolato o tradotto in lingua italiana. Per la categoria "Giornalisti" potranno partecipare gli autori dei servizi andati in onda nel periodo di tempo compreso tra il 2000 ed il 2007, sia su televisioni pubbliche che private, sia nazionali che locali. Ogni lavoro potrà essere presentato dalla classe nella sua totalità da uno studente o da un gruppo di studenti appartenenti a classi diverse dello stesso istituto o ente da un singolo partecipante o dall’intero gruppo di ricerca e lavoro nelle sezioni "Storie e personaggi" e "Giornalisti". I video dovranno essere presentati su supporto DVD e la loro durata non dovrà essere superiore ai 15 minuti (titoli compresi), pena l’esclusione, per tutte le categorie di concorso, tranne per la sezione "Giornalisti", i cui video potranno raggiungere una durata massima di 60 minuti (tempo che tiene conto degli standard televisivi). I lavori dovranno essere inviati tramite raccomandata postale, spedizioniere o consegna a mano, entro il 29 febbraio 2008. Entro 40 giorni dalla scadenza dei termini previsti per la presentazione delle domande, un apposito Comitato di selezione, nominato dal Museo Regionale dell’Emigrazione "Pietro Conti", selezionerà, in base

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ai criteri di valutazione del concorso, i prodotti ammissibili in finale. I video finalisti verranno esaminati, in una fase successiva, da una Commissione giudicatrice composta da esperti del settore audiovisivo e da esperti di storia dell’emigrazione, che esprimerà un giudizio insindacabile che premierà i video vincitori. I finalisti verranno informati direttamente e i vincitori verranno svelati pubblicamente durante la premiazione ufficiale del concorso, che si terrà venerdì 18 aprile presso il Cinema Teatro Don Bosco di Gualdo Tadino. I video finalisti e vincitori saranno pubblicati e raccolti in un DVD. Il premio in denaro, consistente in una somma complessiva di 5.000 euro, sarà assegnato ai vincitori secondo i criteri della commissione giudicatrice. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49931

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SERVIZI DEL GIORNO 20 Novembre 2007 ore 12.48 Italiani nel Mondo ELETTI A BERLINO I DUE RAPPRESENTANTI DEGLI ABRUZZESI IN GERMANIA CHE SIEDERANNO NEL CRAM BERLINO\ aise\ - Rocco Artale, 67 anni, componente nel Cram, e Matteo Conti, 29 anni (entrambi originari di Pescara), delegato al Congresso dei Giovani abruzzesi nel mondo. Sono questi i rappresentanti eletti all’Assemblea degli abruzzesi emigrati in Germania, riunita a Berlino sabato scorso, alla presenza del presidente del Cram Donato Di Matteo. È dovuto, infatti, intervenire il presidente del Cram, scegliendo Berlino quale città della "riunificazione" anche per la comunità abruzzese in terra tedesca, per risolvere un contenzioso che impediva in Germania la rappresentanza ufficiale nel Consiglio regionale degli abruzzesi nel mondo, anche a causa della crisi in cui versa l’associazionismo - non solo dei nostri corregionali - nel più grande Paese europeo, anche in termini di emigrazione italiana. Artale, pensionato, è presidente dell’Associazione abruzzese C.V. di Wolfsburg, città a forte emigrazione operaia perché sede della fabbrica automobilistica Wolkswagen, dove lavorano 60 mila dipendenti di cui 2.800 italiani attivi dei seimila residenti in totale, fra cui 300 abruzzesi. Nella città di 120 mila abitanti, Artale è anche consigliere comunale per l’Spd, dopo essere stati per molti anni segretario provinciale della Dgb-Ig/Metalmeccanici, il più grande sindacato tedesco. Conti è, invece, un giovane insegnate di lingua e cultura italiana emigrato in Germania due anni fa, che si è subito attivato anche nell’Associazione famiglie emigrate abruzzesi (Afea) di Stoccarda, dove ricopre la carica di presidente. La crisi dell’associazionismo e le soluzioni e progettualità per rilanciare le attività dei sodalizi di emigrati sono stati i punti più approfonditi dall’Assemblea berlinese, dove Di Matteo ha ridato fiducia ed energia a una comunità che negli ultimi tempi si è "sentita abbandonata dalle istituzioni" e che presenta tuttora, dopo tanti decenni di vita in Germania, problemi d’integrazione, soprattutto degli anziani e dei giovani discendenti. "Molti nostri anziani sono rimasti soli", ha spiegato il neo componente il Cram. "Dopo una vita di duri sacrifici nelle fabbriche si ritrovano soli in casa per via dei figli che, per acquisita mentalità tedesca, lasciano le famiglie una volta sposati o terminati gli studi. Tanti vanno anche a finire nelle case di riposo, subendo, in alcuni casi a me noti, anche l’umiliazione post-mortem di non avere nessun parente che ne reclami il cadavere per una degna sepoltura, né in Germania né in Italia". La rete dell’emigrazione deve, secondo Conti, "prestare attenzione e adeguarsi al fenomeno della mobilità europea dei giovani se vuole essere utile e, quindi sopravvivere, in un Paese che, come l’Italia, è nell’Ue. Come insegnante ho potuto constatare che qui il processo d’integrazione degli italiani, per via della lingua, non è ancora concluso: persino i greci sono più organizzati e integrati di noi italiani". A questo proposito, Artale ha aggiunto che i giovani di seconda e terza generazione fanno fatica a sentirsi ancora italiani e abruzzesi, e, quindi con voglia di partecipare alla vita delle associazioni, perché "si ricordano che da piccoli sono stati abbandonati dalle istituzioni italiane nel difficile processo d’integrazione scolastica: indipendentemente dall’età dovevano tutti ricominciare dalla prima elementare e solo recentemente si sono fatti anche per gli italiani i corsi scolastici differenziati". Gli abruzzesi di Germania si sono dichiarati "felici" di essere stati riuniti da Di Matteo. "Pensavamo che la Regione Abruzzo si fosse dimenticata di noi", ha detto Artale al Presidente del Cram, che ha esposto ai corregionali italo-tedeschi la grande progettualità a favore di chi ha bisogno all’estero che contraddistingue la sua gestione ma anche per promuovere gli interscambi culturali. Su proposta di Conti, si è deliberato anche di garantire presenze culturali ed eno-gastronomiche abruzzesi su invito di

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organismi come l’Istituto italiano di Cultura che già hanno organizzato con altre Regioni italiane manifestazioni in Germania. Di Matteo ha invitato i delegati all’Assemblea di recuperare le attività delle Associazioni di abruzzesi iscritte all’Albo regionale che non sono intervenute a Berlino per manifesta inattività (e capirne i motivi) ma che, comunque, potrebbero essere ancora legalmente costituite "anche per non disperdere – ha concluso il Presidente del Cram – il prezioso patrimonio storico delle famiglie abruzzesi iscrittevi". Dopo Berlino, Di Matteo ha fatto tappa a Willigen, su invito della locale Unione italiani nel mondo (Uim), associazione di 850 famiglie italiane (di cui 150 abruzzesi) iscritte molto attiva nei programmi sociali europei a favore dell’integrazione scolastica, il cui vicepresidente è l’abruzzese (originario di Casoli) Antonio Valla, che si è riunito con Di Matteo insieme al presidente Giuseppe Gnisci e Giuseppe Maggio, presidente del Comites e vicepresidente del patronato Ital-Uil, e alcune abruzzesi soci. Cram e Uim hanno concordato, per poter accedere all’Albo regionale abruzzese (disciplinato dalle legge 47/2004), ma anche a quelli delle altre Regioni italiane, di creare le "sezioni" regionali. La Uim delibererà quanto prima la sia sezione Abruzzo avviando le pratiche di richiesta iscrizione all’Albo e, quindi, poter accedere alle provvidenze e sostegni previsti dalla legge regionale abruzzese. La crisi dell’associazionismo degli emigrati in Germania – hanno concordato tutti – è, per esempio, la causa della mancata rappresentanza tedesca di deputati esteri nel Parlamento italiano. "La piccola Svizzera - ha spiegato Di Matteo – ha eletto nella Circoscrizione Europa ben tre parlamentari, fra cui i due abruzzesi Antonio Razzi e Claudio Micheloni, che provengono proprio dall’attivismo associativo abruzzese", sodalizi attivi, numerosi e federati in terra elvetica, a differenza della grande Germania, che ha, però, registrato la più alta partecipazione elettorale in tutto il mondo. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49903

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SERVIZI DEL GIORNO 20 Novembre 2007 ore 11.56 Italiani nel Mondo GLI ITALIANI ALL’ESTERO E L’INTERNAZIONALIZZAZIONE: ALLA FIT DI BUENOS AIRES UNA CONFERENZA PROMOSSA DALL’IRFS BUENOS AIRES\ aise\ - Si è tenuta domenica scorsa nell'Auditorium della FIT di Buenos Aires una conferenza sui percorsi storico-culturali di interesse turistico promossa dal Presidente dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi, Luciano Luciani, a capo di una delegazione che in questi giorni è in missione in America Latina. Alla conferenza hanno preso parte l’Assessore al Bilancio, Programmazione economica, Ufficio Europa e Politiche per l’internazionalizzazione del Comune di Vittoria Livio Mandarà, il Sindaco del Comune di Capilla del Monte Rosanna Olmus, il rappresentante dell’Enit, il delegato dell’ICE di Buenos Aires, Pablo Pira, il Presidente della Camera di Commercio di Abruzzo Giuseppe Russo e il rappresentante dell’Assessorato Regionale al Lavoro e alla Emigrazione Sebastiano D’Angelo. L’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi, che da tempo lavora in favore della creazione di rapporti solidi e duraturi con le numerose comunità di siciliani presenti all’estero e in particolar modo in Sud America, mediante tale iniziativa ha inteso ribadire il proprio impegno ad essere per gli emigrati siciliani in Argentina un punto di riferimento e di sostegno volto a favorire l’internazionalizzazione dell’economia siciliana. Lo scopo di tale iniziativa è stato proprio quello di valorizzare l’attività ed il ruolo della rete delle comunità siciliane residenti all’estero per meglio finalizzarle all’internazionalizzazione. Posto che nell’attuale contesto globale l’emigrazione può e deve essere considerata un patrimonio prezioso, unanimemente tutti i partecipanti hanno affermato l’importanza rivestita dagli italiani residenti all’estero nel costituire una risorsa culturale ed un vantaggio economico sia per il nostro paese che per tutti quelli in cui i nostri connazionali vivono. Gli italiani nel mondo favoriscono l’accreditamento internazionale del nostro paese e sono un ponte tra la nostra cultura, società ed economia e le realtà dei paesi di accoglienza. Al pari di quelle delle altre regioni italiane, anche le comunità siciliane in Argentina e le reti da esse costituite rappresentano importanti e insostituibili punti di riferimento per intrattenere relazioni vantaggiose con l’economia argentina ed entrare nel suo mercato finanziario. Un passo concreto verso questa direzione lo ha fatto il Comune di Vittoria avviando, per mezzo del suo rappresentante Assessore Mandarà, accordi di cooperazione con la cittadina di Capilla del Monte e di Mar de Plata, dove in questi giorni sono stati presentati accordi di gemellaggio. Inoltre, i rappresentanti di Vittoria stanno promuovendo in Argentina i prodotti agroalimentari di eccellenza del loro territorio insieme a quelli riguardanti le tecnologie per l’agricoltura. Vittoria dunque, come esempio di cooperazione internazionale e internazionalizzazione della sua economia attraverso l’utilizzo e la valorizzazione dei legami stabili assicurati dalla numerosa comunità vittoriese residente in Argentina e le istituzioni politiche, economiche e culturali del paese ospiti. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=49897

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INFORM - N. 216 - 20 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Mariza Bafile tra gli abruzzesi di Mar del Plata

MAR DEL PLATA - Nel partecipare al Primo Congresso dei Giovani Abruzzesi nel Mondo organizzato dal CRAM (Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel Mondo) in Argentina, a Mar del Plata, Mariza Bafile, deputata dell’Ulivo eletta in America Meridionale, ha particolarmente apprezzato “la passione, la voglia di far sentire la loro presenza anche all’interno dell’associazionismo. Ho potuto notare il grande entusiasmo per questo evento, e soprattutto la voglia, il bisogno da parte di tutti i giovani, di non perdere questa importante occasione.”

Proprio rivolgendosi ai giovani, Mariza Bafile li ha esortati ad offrire un forte contributo alle associazioni, “perché i giovani rappresentano una nuova linfa di cui si sente sempre più il bisogno. Per questi giovani – ha affermato l’on. Bafile – si è trattato di un’importante testimonianza del loro voler esserci e contare, hanno capito che in questo momento c’è una nuova attenzione verso le nuove generazioni da parte di tutto l’associazionismo. Lo conferma la Conferenza dei Giovani Italiani nel mondo prevista per il prossimo anno. Ringrazio quindi il Presidente del CRAM, Donato di Matteo che ha dimostrato una particolare sensibilità verso questo patrimonio che l’Italia, l’Abruzzo, non può disperdere. Ai giovani rinnovo il mio invito a farsi sentire, a continuare il loro impegno anche dopo il Congresso, e soprattutto a non perdere questo prezioso rapporto aperto con gli altri giovani con cui condividono la stessa storia, e con l’Abruzzo”.

Al termine del Congresso dei Giovani Abruzzesi, l’on. Bafile ha partecipato alla riunione organizzata per celebrare i 30 anni dell’Associazione degli Abruzzesi a Mar del Plata: “E’ stato un incontro bellissimo – ha ricordato – ed io sono orgogliosa di aver partecipato, anche perché sono un’abruzzese, e con loro ho potuto condividere e ricordare le storie della mia infanzia”. (Inform)

Fonte: http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21606.htm

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 219 anno XIV,

21 Novembre 2007

Un seminario per spiegare i programmi dell'Unione europea in favore delle PMI L'ICE, in collaborazione con la Camera di Commercio di Reggio Emilia, organizza un seminario

informativo sui nuovi strumenti di cooperazione della Commissione Europea per il periodo 2007-2013,

che si terrà a Reggio Emilia il 7 dicembre prossimo. L'organizzazione dell'iniziativa prevede una giornata

di informazione sui programmi ENPI (European Neighbourhood and Partnership Instrument) e IPA (Pre-

Accession Instrument) e sui nuovi strumenti della BEI (Banca europea degli Investimenti) in favore delle

PMI. La partecipazione per le imprese è molto importante in quanto l'evento è un ottimo strumento per

poter comprendere appieno gli stumenti che l'Unione mette a disposizione del mondo economico così da

poter avvantaggiarsi al meglio di tali opportunità.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2653

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INFORM - N. 217 - 21 novembre 2007

ASSOCIAZIONI

Visita a Mar del Plata dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi

MAR DEL PLATA – Il 19 e il 20 novembre la delegazione dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi in viaggio in America Latina ha visitato la città di Mar del Plata (a circa 400 km a sud di Buenos Aires) dove, secondo i dati dei registri dell’Anagrafe degli Italiani residenti all’Estero (AIRE), risiedono il maggior numero di emigrati vittoriesi e di loro discendenti.

Il 19 novembre si è svolto un incontro presso il Consolato d’Italia con il console Fausto Panebianco, che ha ricevuto il presidente dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi Luciano Luciani, unitamente al rappresentante del Comune di Vittoria (Ragusa) l’assessore al Bilancio, Programmazione economica, Ufficio Europa e Politiche per l’internazionalizzazione del Comune di Vittoria Livio Mandarà ed al componente dell’Ufficio di Gabinetto dell’on. Formica, assessore della Regione Sicilia al Lavoro e all’Emigrazione Sebastiano D’Angelo.

Il console Panebianco ha presentato alla delegazione il presidente della locale Camera di Commercio italiana Alberto Materia, il direttore della Unione degli Industriali (Ucip) Juan Blas Taladrid e il presidente del Comitato degli Italiani all’estero (Comites) di Mar del Plata Raffaele Vitiello. Il console – riferisce l’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi - ha molto gradito la visita - la quale si inquadra all’interno delle attività del 400° anniversario della fondazione della Città di Vittoria - al termine della quale ha messo a disposizione la struttura del Consolato agli operatori economici di Vittoria che vorranno realizzare un’esposizione nella città argentina.

Il giorno successivo la delegazione si è recata al Municipio di Mar del Plata dove l’assessore Mandarà ha consegnato all’assessore con delega ai Rapporti istituzionali Annibale Drago - di origine italiana - una lettera personale di saluto del sindaco Giuseppe Nicosia per il sindaco di Mar del Plata, la copia di una delibera con la quale la Giunta municipale di Vittoria si impegna ad avviare le procedure per un gemellaggio tra le due città e materiale promozionale del territorio di Vittoria. Il rappresentante del Comune di Mar del Plata ha garantito il massimo interesse da parte delle autorità locali e nei prossimi giorni verrà inviato al sindaco di Vittoria lo schema di protocollo per la ratifica.

Successivamente gli ospiti sono stati ricevuti dal presidente del Consiglio Comunale Luis Rech a cui il presidente Luciano Luciani ha esposto le attività dell’IRSFS nell’ambito della promozione del turismo sociale auspicando, entro il 2009, la realizzazione di un

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forum annuale organizzato fra le regioni Emilia Romagna e Sicilia da un lato e Mar del Plata dall’altro per la realizzazione di scambi economici e culturali.

All’incontro erano presenti anche due rappresentanti dei gruppi consiliari delle principali forze politiche della città, anch’essi di origine italiane, Cristina Coria e Fernando Rizzi. In questi anni la comunità italiana e siciliana è diventata parte integrante della città fino ad assumere anche importanti cariche istituzionali.

In serata si è svolta presso il Circolo Casa d’Italia una cerimonia delle celebrazioni del 400° anniversario della fondazione della Città di Vittoria alla presenza di centinaia di vittoriesi e di loro discendenti, del console d’Italia e di tutti i rappresentanti sopra indicati. Non sono mancati momenti di commozione e di sentito attaccamento alla propria terra di origine, nonché attestazioni di stima per il Sindaco Nicosia e di apprezzamento per la sensibilità dimostrata nel voler condividere anche con le comunità emigrate le celebrazioni del 400° anniversario.

Nel frattempo si è conclusa la FIT; gli operatori economici lì presenti presso lo stand dell’IRSFS hanno chiuso le contrattazioni e si riuniranno alla delegazione che proseguirà il proprio viaggio verso il Brasile, mentre l’assessore Mandarà rientrerà a Vittoria. (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21719.htm

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TRIBUNA ITALIANA

21 novembre 2007

Finanziaria: Inizia l'esame delle risorse destinate alla Farnesina

Attualitá

ROMA\ aise\ - Dopo l’approvazione al Senato, la Legge Finanziaria è approdata alla Camera dove tutte le commissioni permanenti sono chiamate in questi giorni ad esaminarne le parti di propria competenza per dare, infine, il proprio parere alla Commissione Bilancio.

Le risorse destinate al Ministero degli Esteri e, tra esse, quelle per gli italiani nel mondo sono ovviamente appannaggio della Commissione Esteri che ieri ha ascoltato la relazione di Raffaello De Brasi (Pd-U – Partito Democratico – Ulivo. ndr).

Presente ai lavori anche il Vice Ministro Franco Danieli. Nel 2008 gli stanziamenti di competenza della Farnesina saranno di 2.222,6 milioni di euro, un importo, ha precisato il relatore, che incide sul totale delle spese finali del bilancio dello Stato per lo 0,43%. La maggior parte di questi soldi è stata assegnata alla missione (così si chiamano adesso le articolazioni della manovra di bilancio) "L'Italia in Europa e nel mondo", con uno stanziamento di competenza per il 2008 di 1.892,5 milioni di euro.

A quella "Servizi istituzionali e generali delle Amministrazioni pubbliche" competerà uno stanziamento di 279,2 milioni, e ai "Fondi da ripartire" 50,9 milioni. "L'ammontare dello stanziamento di competenza – ha detto De Brasi - è quasi interamente destinato alle spese di parte corrente (2.215,2 milioni di euro), che assorbono il 99,66% dello stanziamento. Tale ammontare si suddivide in 970,7 milioni per le spese di funzionamento (più mirate alla riproduzione della struttura) e in 1.195,7 milioni di spese per gli interventi (che propriamente consentono l'attuazione delle missioni istituzionali): completano il quadro 48,8 milioni per oneri comuni". Se rispetto all’anno scorso c’è stata una "lieve diminuzione" dello stanziamento di competenza (15,6 milioni di euro), quest’anno, a finanziaria approvata, aumenterebbero gli stanziamenti relativi alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo e, sia pure in misura minore, alla Direzione generale per gli italiani all'estero.

A riguardo De Brasi ha ricordato che il comma 6 dell’articolo 31, aggiunto durante l'esame al Senato in Commissione bilancio, "autorizza, per l'attuazione di politiche di sostegno agli Italiani all'estero e di promozione dell'immagine dell'Italia all'estero, la

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spesa di 18 milioni di euro". Tali risorse saranno ripartite così: 12,5 milioni per la tutela e l'assistenza ai connazionali; 5,5 milioni per iniziative scolastiche e di formazione professionale.

Il relatore ha poi comunicato che "entro il mese di giugno 2008, verrà adottato un decreto del Ministro degli affari esteri, di concerto con il Ministro dell'Economia e delle finanze e con il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione, al fine di individuare le tipologie professionali connesse con lo svolgimento dell'azione degli Uffici all'estero, al fine di ottenere una razionalizzazione della spesa destinata alle relative funzioni, e riducendo contestualmente i costi per l'utilizzazione degli esperti con incarico biennale inviati presso gli uffici all'estero".

L'articolo 33, invece, introdotto durante l'esame presso la Commissione Bilancio del Senato e modificato in Assemblea, autorizza una spesa di 14 milioni di euro (per il solo anno 2008) da destinare alle politiche concernenti le collettività italiane residenti all'estero ed alle iniziative di promozione culturale ad esse rivolte.

"Tra queste – ha precisato De Brasi – figurano la Conferenza dei giovani italiani nel mondo e il Museo dell'emigrazione italiana. Si prevedono, poi, iniziative volte alla valorizzazione del ruolo degli imprenditori italiani all'estero e misure necessarie per il rafforzamento e la riorganizzazione della rete consolare". "Agli italiani all’estero è stata riservata un’attenzione particolare", ha sottolineato nel suo intervento il Vice Ministro Danieli. "Infatti – ha aggiunto – l'iniziativa del Governo a cui si è unita in particolare quella dei Senatori eletti all'estero, ha consentito di ampliare gli interventi a loro favore: al comma 6 dell'articolo 31 sono ora stanziati 18 milioni di euro a favore delle politiche di sostegno agli italiani nel mondo, mentre l'articolo 33 autorizza una spesa di 14 milioni di euro per le politiche generali delle collettività all'estero".

Entrando un po’ più nel merito, il Vice Ministro ha ricordato anche che "in linea con le nuove misure di flessibilità introdotte dalla legge finanziaria 2007", la finanziaria prevede "alcune innovazioni di carattere strutturale miranti ad assicurare più trasparenza ed efficacia di spesa". "In particolare – ha precisato Danieli – è previsto, all'articolo 31, il potenziamento del Fondo relativo alle spese per consumi intermedi degli Uffici all'estero, che viene integrato di 45 milioni di Euro per l'anno 2008 e di 42,5 milioni a decorrere dall'anno 2009. Su tale fondo è altresì convogliato l'equivalente di gran parte delle percezioni consolari, a riconoscimento che le sedi all'estero forniscono proventi e servizi allo Stato.

Confluiscono inoltre su tale fondo una parte delle dotazioni delle unità previsionali di base dello stato di previsione, relative appunto alle spese per consumi intermedi. Diviene in tal modo possibile – ha spiegato il Vice Ministro – effettuare un'unica rimessa valutaria alle sedi per il loro funzionamento. Viene così raggiunto un traguardo importante in termini di semplificazione delle procedure, inteso a liberare risorse, anche umane, dalle funzioni di autosostentamento per rivolgerle al perseguimento delle funzioni istituzionali e di una più efficace assistenza a favore del cittadino italiano all'estero". Il Governo, ha proseguito il Vice Ministro, intende operare al fine di "garantire alle sedi maggiore autonomia sul piano gestionale e finanziario, a fronte di crescenti responsabilità in capo ad Ambasciate e Consolati, graduandone la pratica attuazione con l'emanazione di un apposito decreto applicativo. Tale obiettivo è contenuto in due disposizioni, originariamente inserite nella legge finanziaria, ore

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inserite nel disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 159, appena approvato dalla Camera".

Quanto alle risorse umane, Danieli ha detto che "in coerenza con il processo di revisione organizzativa in attuazione di specifiche disposizioni della Finanziaria 2007, l'Amministrazione degli affari esteri è chiamata a provvedere all'emanazione, entro il 30 giugno 2008, di un decreto interministeriale di carattere ricognitivo il cui ambito comprende tutte le tipologie professionali presenti presso gli Uffici all'estero, configurando un esercizio dal quale non sono necessariamente attesi risparmi, ma certamente un contributo rilevante in termini di chiarezza e riorganizzazione. I risparmi che dovessero eventualmente derivarne – ha precisato il Vice Ministro - , in particolare, come statuito dalla norma, dalla riduzione della spesa destinata all'utilizzazione degli esperti di cui all'articolo 168 del decreto del Presidente della Repubblica 18/67, confluirebbero sul fondo per le spese di funzionamento delle sedi entro il maggior limite indicato nella norma stessa.

È prevista inoltre, - ha concluso - la possibilità, mediante apposito decreto interministeriale, di una rideterminazione del contingente degli impiegati a contratto in dipendenza dalle esigenze funzionali che dovessero al riguardo essere ravvisate". (m.c.\aise)

Fonte : http://www.tribunaitaliana.com/?q=node/862

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INFORM - N. 217 - 21 novembre 2007

STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO

Su “Tribuna Italiana” del 21 novembre l’editoriale del direttore Marco Basti

La battaglia per i giovani

BUENOS AIRES - La recente Assemblea plenaria del CGIE che si è svolta a Roma, ha dato rilevante importanza al futuro Congresso dei Giovani di origine italiana, che dovrebbe svolgersi l’anno venturo a Roma. Per cominciare a dare spazio alle nuove generazioni, coinvolgendole anche nella fase di organizzazione dell’assise che da anni è in programma, ma che non è ancora decollata, sono stati invitati alla plenaria giovani rappresentanti di quasi tutti i Paesi di grande presenza italiana, come era avvenuto in precedenza per le riunioni continentali del CGIE.

La “questione giovani”, è da anni sul tappeto. Già durante la Conferenza degli Italiani nel Mondo, nel 2000, per non andare più indietro nel tempo, ci fu un Convegno sui Giovani, dal titolo “Le nuove generazioni: tendenze, aspettative, richiami, opportunità”. Da allora, decine, se non centinaia, di documenti, hanno visto la luce in numerosi congressi e convegni, di carattere nazionale, continentale, regionale, di partiti, di associazioni di volontariato, in Italia e all’estero, ecc.

Alla base di tanto interesse c’è, naturalmente, la costatazione che l’emigrazione come fenomeno di massa si è conclusa da decenni, cioè fra gli anni ‘60 e’70.

In quasi tutti i Paesi di accoglienza, dove la presenza di forti comunità di italiani, gli italiani, pur in contesti economici, politici e sociali differenti, hanno conquistato l’apprezzamento delle comunità locali, hanno raggiunto in genere posizioni di rilievo e sono diventati, se un giorno ci si deciderà a sfruttarla, una preziosa rete di presenze dalla quale l’Italia ha tutto da guadagnare, come è dimostrato, tra l’altro, dalla rete di Camere di Commercio Italiane all’estero, che contribuiscono grandemente a far crescere l’export italiano nei Paesi dove esse operano. Una realtà che è fatta in gran parte da italiani nati in Italia, ma anche da discendenti di italiani, nati all’estero, che, nonostante la noncuranza dell’Italia, si sentono legati alla terra da dove sono partiti i loro avi.

Una realtà però, che se non è curata, rischia di disperdersi. Infatti, anche se gli italiani all’estero in genere sono longevi, la loro presenza tende ad assottigliarsi come è nella natura della vita. L’Italia, arrivando quasi sempre in ritardo, ha “scoperto” (o almeno lo ha fatto un nucleo di addetti ai lavori) da non molti anni che ha una risorsa inesplorata all’estero e che rischia di arrivare tardi o di dover investire molto di più, se non ricupera terreno per conservare e sviluppare tale risorsa.

Questa è stata la ragione principale per la quale in Italia da poco più di un decennio, hanno cominciato a interessarsi delle nuove generazioni. Ma negli ultimi tempi un altro motivo ha spinto, soprattutto l’Italia dei partiti, a “scoprire” il mondo delle nuove generazioni. E tale interesse è fondato senza dubbio sulla certezza che si tratta di un campo nel quale raccogliere in tempi di elezioni, come è stato dimostrato nella prima elezione alla quale hanno partecipato gli italiani residenti all’estero, l’anno scorso.

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Come va guardata questa discesa in campo delle forze della politica per seminare e specialmente per raccogliere, nel caso specifico della nostra comunità in Argentina?

Come è noto, la comunità italiana in Argentina ha alcune caratteristiche che la rendono particolare. Anzitutto è una tra le più numerose al mondo e se i servizi consolari fossero adeguati, altre tre quattrocentomila persone nate in Argentina da emigrati italiani, avrebbero la cittadinanza italiana, costituendo la più numerosa comunità italiana all’estero, che comunque si attesta sulle seicentomila persone.

Ma oltre al numero, ci sono altri due fattori importanti che contraddistinguono la nostra comunità. Il primo è l’antica e costante immigrazione italiana in questa terra, già da prima che essa fosse indipendente e fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. Una presenza che ha lasciato un segno profondo nella storia e nel modo di essere di questa Argentina diventata “seconda patria degli italiani”, ma che allo stesso tempo ha dimostrato una profonda consapevolezza della sua identità di origine, plasmata in centinaia di associazioni di ogni tipo, accomunate dalla matrice italiana.

Questa realtà ha dimostrato di sapersi gestire anche politicamente nelle elezioni dell’anno scorso, visto che è riuscita a esprimere due parlamentari su diciotto, in una tornata elettorale dominata, come era prevedibile, dai partiti politici italiani, conquistando per loro i più alti numeri di preferenze. Ed esprimendo inoltre l’unico parlamentare fra i diciotto - l’on. Merlo - figlio di italiani e non nato in Italia.

Questa realtà ha la sua base nell’Associazionismo, quella rete di centinaia di associazioni italiane che fanno capo alla FEDITALIA.

Una FEDITALIA, presieduta da Luigi Pallaro, che in tempi non sospetti, cioè nel lontano 1980, organizzò il primo Congresso dei Giovani Italo-Argentini e che da quei tempi (come è testimoniato tra l’altro dai fondi del nostro Direttore emerito Mario Basti nelle pagine dei primi anni) dibatte la questione del trapasso alle nuove generazioni. Un argomento di dibattito in seno alla nostra comunità, quando, dieci, quindici, venti anni dopo che il flusso migratorio si era arrestato, si pensò giustamente a tramandare alle nuove generazioni il patrimonio morale e materiale che una presenza che ha poche uguali al mondo, aveva costruito.

Agli inizi degli anni ‘90, sempre su iniziativa della FEDITALIA, a quell’epoca presieduta da Gaetano Scerbo, fu avviato il ciclo, che si mantiene fino ad oggi e che giunge alla 17ma edizione, dei Congressi dei Giovani di origine italiana. Un ciclo che dagli inizi quando al centro della tematica c’era l’ingresso dei giovani nelle nostre associazioni, è evoluto fino ai giorni d’oggi, quando al centro del dibattito c’è la promozione della partecipazione in ogni sfera di attività, di giovani argentini, anche di cittadinanza italiana, che portano come valore aggiunto l’orgoglio e la fedeltà alle proprie origini, alle proprie radici italiane.

La “calata” della politica in cerca delle nuove generazioni ha degli aspetti positivi è innegabile, ma anche, se non si opera con grande senso di responsabilità, un rischio rilevante e cioè che, come è successo altre volte con le proposte arrivate da Roma, si finisca per danneggiare quello che c’è, senza benefici per la collettività, nè per l’Italia. Cioè, che si finisca con l’allontanare i giovani dalle nostre associazioni. Senza però riuscire nell’intento di assicurare un futuro alla presenza italiana in questo Paese. (Marco Basti-Tribuna Italiana/Inform)

[email protected]

Fonte: http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21726.htm

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SERVIZI DEL GIORNO 21 Novembre 2007 ore 16.50 Cultura

ON LINE DUE PORTALI INTERNET SULLA CULTURA E L'INSEGNAMENTO DELLA LINGUA ITALIANA

ROMA\ aise\ - Negli ultimi giorni hanno debuttato in rete due portali on line a supporto della promozione della cultura italiana e dell’insegnamento della nostra lingua. Si chiama www.interculturale.it il portale multilingue messo a punto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che in italiano, inglese, francese e spagnolo offre un sistema di accesso integrato alle risorse tradizionali e digitali di biblioteche, archivi ed altre istituzioni culturali italiane per promuovere e valorizzare il nostro patrimonio culturale e turistico. Allo stesso tempo, il Dipartimento di Italianistica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ha curato il sito www.insegnare-italiano.it dedicato ai docenti e più in generale a quanti sono interessati all’insegnamento dell’italiano a stranieri. I percorsi disponibili sono vari: strutture editoriali, mondo del lavoro, discipline collegate all’insegnamento della lingua, corsi di lingua italiana on-line gratuiti e biblioteche multimediali. (aise)

Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=50007

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SERVIZI DEL GIORNO 22 Novembre 2007 ore 18.24 Italiani nel Mondo INTERVENTI/ FINANZIARIA 2008: RISANAMENTO SOSTENIBILITÀ E SVILUPPO PER L’ITALIA E PER GLI ITALIANI NEL MONDO – DI GENNARO SPOSATO ROMA\ aise\ - Dopo il "movimentato" voto della settimana scorsa al Senato, il percorso della Finanziaria verso la sua definitiva approvazione entro la fine dell’anno, prosegue ora alla Camera dei Deputati. I deputati saranno quindi chiamati ad esprimere il proprio voto favorevole ad un provvedimento che continua in modo deciso l’opera di risanamento delle finanze pubbliche italiane, ed i cui contenuti concreti sono – come spesso accade nel dibattito politico italiano – in gran parte stati offuscati dai proclami propagandistici su tentate spallate e agguati al Governo e alla maggioranza che lo sostiene. Tenendo ben presente la difficile situazione dei conti pubblici italiani, gravati, lo ricordiamo, da un pesante debito pubblico che non ha eguali tra gli altri Paesi europei, la Finanziaria del 2008 prosegue con la necessaria e improcrastinabile azione di risanamento avviata lo scorso anno con la prima finanziaria del Governo Prodi. In particolare, la manovra conferma gli obiettivi di legislatura per il riequilibrio dei conti pubblici e porta ad una riduzione del deficit al 2,2% nel 2008, facendo scendere il debito pubblico dal 105% al 103,5% del PIL e comportando quindi una lenta ma progressiva riduzione degli oneri derivanti dal pagamento degli interessi sul debito. Tuttavia, la Finanziaria 2008 non si limita a centrare esclusivamente i propri obiettivi di natura prettamente macroeconomica e di bilancio dello Stato, bensì prevede tutta una serie di interventi concreti a favore delle fasce deboli, a sostegno dell’occupazione, al rilancio del Mezzogiorno e – last but not least – a favore della presenza dell’Italia e degli italiani nel mondo. Nello specifico, al fine di sostenere l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, si prevede il finanziamento di 30 mila stage per neolaureati, la cui stabilizzazione da parte delle imprese viene incentivata con la previsione di un bonus di 3.000 Euro. La manovra stanzia, inoltre, 100,623 miliardi di euro (+3,583 miliardi rispetto al 2007 e +9,6 miliardi rispetto al 2006) per finanziare i livelli essenziali di assistenza. Più risorse, quindi, per ospedali, medicina di famiglia e specialistica, assistenza domiciliare. Nel quadro di un generale programma di rilancio del Sud, la Finanziaria disciplina inoltre la confluenza dei fondi nazionali e di quelli europei nel Quadro strategico nazionale 2007-2013 per un totale di 100 miliardi, con la conseguenza di un migliore e più efficiente utilizzo delle risorse che in particolare l’Unione Europea destina come fondi strutturali alle regioni più disagiate in Europa. Buone notizie anche per i tanti connazionali che annualmente, durante le vacanze estive, viaggiano sulle autostrade italiane verso la Calabria e la Sicilia. È infatti previsto un finanziamento immediato di 100 milioni per il 2007 per i lavori di manutenzione straordinaria dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. In particolare, le risorse saranno impiegate per affrontare i problemi di mobilità e sicurezza e per rafforzare il trasporto e la sicurezza nello Stretto di Messina. Come già accennato, con la nuova Finanziaria il Governo scommette in modo deciso sulla valorizzazione della presenza dell’Italia e degli italiani nel mondo. Questa scommessa prevede, da un lato, un aumento delle risorse destinate alla promozione del "made in Italy", che passa da 60 a 80 milioni di euro e corrisponde ad una crescita del 30% rispetto al 2006, con evidenti ripercussioni positive sul mercato del lavoro interno e di presenza quantitativa e qualitativa delle nostre imprese sui mercati stranieri. Per quanto attiene, invece, gli interventi a favore degli italiani all’estero, i Parlamentari – e nel caso specifico i Senatori - eletti nella circoscrizione estero, hanno nuovamente dimostrato come la loro presenza non sia solo una logica e giusta conseguenza del diritto dei connazionali nel mondo ad avere una adeguata rappresentanza politica nella aule parlamentari, bensì possa rappresentare – se esercitata

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seriamente – un importante valore aggiunto per la qualità dell’attività governativa e legislativa. Il decisivo lavoro dei parlamentari del PD eletti all’estero e lo spirito di collaborazione tra questi ed il Governo, hanno infatti fatto sì che la Finanziaria prevedesse una serie di importanti stanziamenti di natura quantitativa ma anche e soprattutto qualitativa a favore degli italiani all’estero. Nello specifico, nel corso dell’iter di approvazione al Senato, sono state accolte le proposte dei 5 Senatori di Centrosinistra eletti nella circoscrizione estero, che contengono lo stanziamento di 12,5 milioni di euro per la tutela e l’assistenza dei connazionali all’estero, nonché 5,5 milioni di euro per il finanziamento delle iniziative scolastiche, di assistenza scolastica e di formazione e perfezionamento professionali (ex legge 153 del 1971). Oltre a questi interventi mirati sono inoltre stati destinati ben 14 milioni di euro per le politiche generali degli italiani all’estero, che saranno utilizzati anche ed in particolare per rafforzare e razionalizzare la rete consolare. La somma di questi interventi, che va a sommarsi a quella già prevista nella manovra a favore delle collettività italiane nel mondo, ammonta quindi a ben 32 milioni di euro, e va a collocarsi in evidente controtendenza rispetto alla riduzione delle risorse di cui si è stata protagonista la nostra comunità durante gli anni dei governi Berlusconi. Inoltre, grazie al sollecito intervento degli eletti, l’eventuale recupero di prestazioni pensionistiche che siano state percepite indebitamente da parte di italiani residenti all’estero avverrà – a meno che non sia frutto di dolo da parte del connazionale stesso – attraverso una trattenuta diretta sulla pensione e solamente in misura non superiore al quinto dell’indebito totale e senza applicazione di interessi. Con riferimento alla riorganizzazione della rete consolare invece, la commissione programmazione economica e bilancio ha inoltre accolto un ordine del giorno a firma dei 5 senatori che sostengono il Governo di Centrosinistra (Micheloni, Pollastri, Randazzo, Turano e Pallaro), che impegna il Governo ad effettuare una verifica dei bisogni relativi alla rete diplomatico-consolare e a presentare al Parlamento una relazione dettagliata sui bisogni dei cittadini italiani residenti all’estero. Sulla base di questa relazione il Governo concorderà con le commissioni competenti, e quindi anche con i parlamentari che rappresentano gli italiani nel mondo, un piano di riforma finalizzato alla riorganizzazione e innovazione della rete consolare e diplomatica italiana nel mondo. Sempre su iniziativa dei senatori eletti all’estero il Governo si è inoltre impegnato a valutare concretamente l’opportunità di adottare una riduzione dell’ICI e della tassa sui rifiuti a carico degli immobili di proprietà di cittadini italiani residenti all’estero. Per quanto riguarda invece l’America Latina, il Governo si è assunto l’impegno a potenziarne la rete consolare attraverso l’assunzione di almeno 200 contrattisti locali. Ribadito e ufficializzato inoltre l’impegno ed il sostegno alla riforma della legge sulla cittadinanza, al fine di armonizzare la situazione di discriminazione in cui versano molte famiglie in cui un figlio è cittadino italiano mentre i fratelli nati prima del 1948 non hanno diritto alla cittadinanza, nonché per dare la possibilità di riacquistare la cittadinanza italiana a coloro che l’hanno persa per naturalizzazione per motivi di lavoro o per matrimonio con cittadini stranieri. gennaro sposato*\aise Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=50072

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SERVIZI DEL GIORNO 22 Novembre 2007 ore 16.58 Commercio Estero LA REGIONE MOLISE ALL’EXPO ITALIA DI BRUXELLES: GLI INVESTIMENTI AL FEMMINILE BRUXELLES\ aise\ - Un territorio il cui livello di sicurezza rende possibile alle attività produttive un insediamento destinato ad avere successo e a durare nel tempo. È questa l'immagine del Molise "scattata" dai partecipanti al workshop "Investire al femminile" che si è tenuto ieri nella sede istituzionale della Regione Molise a Bruxelles. Il workshop, che rappresenta una delle tante iniziative rientranti nel Programma di Marketing territoriale promosso dalla Regione per l'attrazione di investimenti, è stato inserito tra gli incontri relativi ad "Expo Italia", evento promozionale del Made in Italy, per la forte capacità dell'argomento trattato di dare impulso alle attività imprenditoriali in Molise. L'occasione si è rivelata infatti ideale per creare, tra imprenditrici italiane e belghe, una sinergia che non mancherà, secondo le dichiarazioni delle partecipanti, di avere risvolti interessanti in futuro. Le donne che fanno impresa in Molise hanno avuto modo di presentare alle colleghe belghe che svolgono la loro attività nello stesso campo i punti di forza del territorio nel quale operano. "Un contesto in cui è possibile godere della garanzia di sicurezza sociale e di strumenti, come quelli offerti dal Por 2007-2013, che favoriscono l'impresa in rosa", è stato definito il Molise dal Consigliere regionale, Sabrina De Camillis. Ed il primato vantato dalla regione conferma le parole del Consigliere. "In Molise è insediato il più alto tasso di imprese al femminile di tutta Italia. Una su tre è condotta da donne", ha ricordato la Consigliera di parità della Regione Molise Giuditta Lembo. Quest'ultima ha avuto modo di illustrare due degli strumenti messi a disposizione delle imprenditrici dall'Ufficio di Parità della Regione Molise. "Uno – ha spiegato - è dedicato alle donne che lavorano come dipendenti all'interno delle imprese: stiamo promuovendo una forma di "responsabilità sociale" per i datori di lavoro, che devono essere appunto responsabilizzati circa la necessità di offrire alle donne la possibilità di conciliare la propria vita di mogli e madri con la propria crescita professionale. Il secondo strumento – ha poi proseguito - è dato dall'intervento regionale nell'accesso al credito: per tutte quelle donne che vogliono fare impresa, ci preoccupiamo di interloquire con gli istituti di credito e perorare la causa di chi intende sviluppare e tradurre in realtà idee innovative ed interessanti". La professionalità e la voglia delle donne di costruire il proprio futuro, unite ad una serie di fattori positivi, è stato detto, costituiscono l'alchimia capace di fare del Molise un territorio dotato di forte attrattiva. Tanto è vero che, come emerso nel corso dell'incontro, è in aumento negli anni il numero di donne, comunitarie e non, che vengono a lavorare nelle imprese regionali e a fondarne di nuove. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=50062

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Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov23.pdf

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SERVIZI DEL GIORNO 23 Novembre 2007 ore 18.37 Italiani nel Mondo APPROVATO IL PIANO TRIENNALE PER GLI EMIGRATI SARDI: FINALITÀ E DESTINATARI DEI FONDI STANZIATI CAGLIARI\ aise\ - La Giunta della Sardegna, acquisito il parere favorevole della Consulta Regionale per l'emigrazione, ha approvato in via definitiva il Piano triennale di interventi in favore dei sardi emigrati e delle loro Organizzazioni per gli anni 2007-2009. Il Piano triennale, che orienterà l'attività in favore dei sardi emigrati e delle loro Organizzazioni, tiene conto della necessità di aggiornare e integrare le linee programmatiche di anno in anno, al fine di ottimizzare gli interventi e l'utilizzo delle risorse. In particolare, tra gli interventi previsti dal Piano, "attività e servizi a cura delle Organizzazioni dei sardi nel mondo; sistemi di informazione e comunicazione; progetti regionali". Quanto ai primi, è l’Amministrazione a sostenere "le attività delle Organizzazioni degli emigrati. Il relativo sostegno finanziario – precisa il documento - sarà commisurato all’impegno di ciascuna Organizzazione in funzione della qualità e quantità delle attività, programmate e realizzate. Per poter beneficiare del sostegno finanziario regionale le Organizzazioni devono: assicurare il continuo aggiornamento dei dati sulla consistenza e composizione delle comunità di riferimento di ciascuna Organizzazione, quale base per l’avvio di ogni singola attività, anche con riferimento alle relative esperienze professionali e relazionali; assicurare la compartecipazione finanziaria, anche mediante la ricerca di altre fonti di finanziamento pubbliche e private diverse da quelle regionali". Inoltre, "qualora una Organizzazione si voglia presentare come erogatrice anche di servizi dovrà dimostrare di avere competenza e capacità tecnico-organizzativa e garantire adeguati standard di assistenza nei seguenti ambiti: attività di informazione culturale ed economica, sulla Sardegna e sui paesi di residenza, agli associati e non; consulenza e assistenza legale, sociale, sanitaria, lavorativa e abitativa agli emigrati e ai sardi che le richiedano". Quanto invece ai sistemi informativi e alle reti di comunicazione, il piano dispone l’elaborazione di "un nuovo progetto editoriale ("Messaggero Sardo), capace di rispondere meglio alle esigenze attuali della domanda di informazione e alla luce delle nuove e mutate esigenze e dei più moderni mezzi di comunicazione (internet, web-tv). Al periodico cartaceo – si aggiunge - sarà affiancato il portale internet il "Messaggero Sardo", capace di veicolare in maniera diversa e più diffusamente gli stessi contenuti editoriali del periodico cartaceo e contenuti prodotti dai diversi circoli". Inoltre, "una parte delle risorse, da definirsi nel Programma Annuale, andrà, prioritariamente, a migliorare la produzione di informazione con sistemi multimediali, quali DVD e libri, e per il potenziamento e l’incentivazione della comunicazione tra le Associazioni e l’Amministrazione regionale, mediante l’utilizzo di strumenti informatici e la costituzione della rete privata virtuale dell’emigrazione". Infine, quanto al sostegno alle spese di funzionamento, il documento stabilisce che "potranno beneficiare delle agevolazioni finanziarie i Circoli dei sardi nel mondo; le Federazioni dei Circoli sardi nel mondo; le Associazioni di Tutela degli Emigrati; la Federazione delle Associazioni di Tutela; altri soggetti indicati dalla legge". "Le risorse annuali per gli esercizi finanziari 2007/2009, per le Organizzazioni dei sardi nel mondo – si aggiunge - non potranno superare la percentuale del 60,75% rispetto all’apposito stanziamento dei bilancio regionale. L’Amministrazione procederà alla quantificazione dei contributi di sostegno per le spese di funzionamento dei Circoli sulla base della funzionalità e operatività degli stessi". Sotto i riflettori del documento, anche i progetti regionali che "potranno essere realizzati anche in collaborazione con i Circoli, le Federazioni dei Circoli, le Associazioni di Tutela e/o la Federazione delle Associazioni di Tutela". "Per poter essere ammessi a contributo regionale – si legge - i progetti devono interessare un territorio nazionale o vaste regioni di esso; svolgersi in sedi e località di rilievo che possano garantire l’efficace promozione della Sardegna e la commercializzazione dei suoi prodotti; coinvolgere e interessare nel contempo la comunità sarda e quella ospitante, anche a livello istituzionale; articolarsi specificatamente secondo le peculiarità e le esigenze dei singoli Paesi, da realizzarsi in

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concomitanza con eventi e manifestazioni di particolare rilevanza del Paese e/o città interessata; coordinarsi con iniziative di altri Assessorati e/o Enti al minimo costo. Particolare attenzione sarà riservata ai Progetti che promuovono la Sardegna all’estero". Inoltre, "sarà riservata particolare attenzione ai Progetti regionali che prevedono stage in Sardegna per i discendenti degli emigrati sardi, seminari informativi e formativi, scambi culturali, borse di studio, master e altre forme di specializzazione sulla cultura e sull’economia della Sardegna. A tal fine i Programmi Annuali assegneranno almeno il 50% dei fondi regionali stanziati per l’organizzazione di progetti che prevedano il coinvolgimento delle nuove generazioni". "Il Piano – si prosegue - intende promuovere iniziative, anche su proposta dei comitati delle donne sarde emigrate presenti nelle Federazioni, al fine di rafforzare e assicurare la loro presenza attiva sia nelle Organizzazioni che nelle attività informative e formative e facilitare l’inserimento delle donne nel mercato del lavoro e il raggiungimento di nuove professionalità". Altri fondi saranno destinati a "studi e ricerche sulle problematiche inerenti il mondo dell’emigrazione, con riguardo alla cultura, economia, salute, istruzione e storia, da realizzarsi anche in raccordo con gli Assessorati regionali competenti, Università, enti e istituti pubblici e/o privati"; a "sviluppare la solidarietà e l’integrazione sociale", con "interventi specifici rivolti agli emigrati sardi che si trovino in situazioni di particolare difficoltà socio-economiche e al trasporto delle salme degli stessi, deceduti all’estero o in Italia continentale", nonché a "soggiorni per anziani di origine sarda". Quanto ai soggetti deputati ad attuare il Piano, vengono indicati le Organizzazioni dei Sardi nel mondo e i Circoli dei sardi nel mondo. "L’Amministrazione regionale, - si precisa - al fine di ottimizzare l’utilizzo delle risorse, dovrà rivedere il numero dei Circoli e la loro capacità propositiva e di funzionamento. A tal fine si adopererà per la riunificazione di più Circoli operanti nella stessa circoscrizione territoriale e stabilirà i criteri per procedere alla revoca del riconoscimento delle Organizzazioni nel caso in cui verranno meno i requisiti essenziali stabiliti dalle norme". Il documento descrive poi nel dettaglio finalità e ruoli delle Federazioni dei Circoli, "deputate a coordinare l’attività dei Circoli nei rispettivi territori nazionali, a stabilire indirizzi generali per l’attività dei Circoli nei rispettivi Congressi, a fornire la necessaria assistenza tecnico-amministrativa, a vigilare sul rispetto degli Statuti da parte dei Circoli aderenti, nonché a coordinare, in sede programmatoria, le attività ordinarie e le iniziative progettuali dei Circoli presso l’Amministrazione Regionale"; della "Federazione delle Associazioni di Tutela che coordina, in sede programmatoria, le attività e le iniziative progettuali delle singole Associazioni presso l’Amministrazione Regionale"; delle Associazioni di Tutela, il cui "ruolo consisterà principalmente nel proporre iniziative sociali, culturali, formative ed informative ritenute qualificanti per gli interessi della Sardegna"; della Consulta Regionale per l’Emigrazione, "chiamata a svolgere un ruolo attivo nell’elaborazione e attuazione del Programma Triennale", e della Regione stessa, che sarà chiamata nello specifico ad adeguare "la Legge Regionale n. 7 del 15 gennaio 1991, ormai datata a causa dell’intervenuto mutamento sia del quadro politico istituzionale sia dello scenario del fenomeno migratorio. È necessario infatti rendere le norme maggiormente rispondenti ai bisogni che in questi anni si sono manifestati anche in prospettiva dello sviluppo dell’internazionalizzazione. La modifica della legge suddetta dovrà scaturire da un processo di coinvolgimento e compartecipazione di tutti i soggetti interessati che dovrà trovare la sede naturale nella 2^ Conferenza dell’emigrazione sarda nel mondo, da tenersi entro l’anno 2008". Infine, il documento approvato oggi ricorda che "attualmente sono 135 i Circoli di emigrati sardi e 7 le Federazioni, dislocati nei cinque continenti e formalmente riconosciuti dalla Regione: 77 Circoli sono presenti in Argentina, Australia, Brasile, Canada, Perù, Stati Uniti, Bulgaria, Belgio, Francia, Germania, Spagna, Olanda, Gran Bretagna, Svizzera; 58 Circoli sono quelli operativi nella Penisola, presenti prevalentemente in quasi tutte le Province e città del Centro Nord Italia". Per questo, "la Regione Sardegna intende cogliere e valorizzare le capacità propositive e l’enorme patrimonio rappresentato dagli emigrati i quali, nei diversi Paesi di accoglienza, sono i primi ambasciatori dei nostri valori e, per il perseguimento di detto obiettivo e il rafforzamento dei legami tra i sardi, ha predisposto le seguenti linee programmatiche, che andranno aggiornate e integrate di anno in anno". (aise) Fonte : http://www.aise.it/home.htm

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SERVIZI DEL GIORNO 23 Novembre 2007 ore 16.54 Italiani nel Mondo A ROMA LA COMMEMORAZIONE DELLE VITTIME DI MONONGAH PROMOSSA DAI CALABRESI NEL MONDO ROMA\ aise\ - L’Associazione Internazionale Calabresi nel Mondo, aderente all’Unaie, ha organizzato per il prossimo 6 dicembre alle 17.45 presso la Chiesa di Sant’Andrea delle Fratte in Roma (Zona Piazza di Spagna) una Santa Messa in suffragio ed in memoria delle vittime della tragedia di Monongah avvenuta il 6 dicembre 1907. Quel giorno di cento anni fa avvenne uno dei più tragici disastri nella storia estrattiva. Centinaia gli immigrati provenienti da Italia, Russia, Grecia, Irlanda, Polonia che lavoravano nella miniera del West Virginia che alle 10.30 del mattino di quel 6 dicembre fu scossa da una violentissima esplosione. Secondo alcune fonti, riportate da Luigi Rossi sul Messaggero di Sant’Antonio, circa 1000 persone persero la vita. I morti ufficiali sono sempre stati indicati in 362 persone: tra loro 171 italiani provenienti da Molise, Calabria, Basilicata, Abruzzo, Puglia, Campania, Veneto e un piemontese. La Messa celebrata a Roma, così come tutte le altre iniziative promosse ai vari livelli per commemorare Monongah, vuole essere un’occasione per ricordare questi nostri connazionali, ma anche il sacrificio di tanti altri che hanno cercato all’estero una vita migliore. (aise) Fonte : http://www.aise.it/home.htm

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INFORM - N. 219 - 23 novembre 2007

CONVEGNI

A Roma presso la Pontificia Università Urbaniana il 28 novembre

Migrazioni : questioni etiche

Il convegno è promosso da Fondazione Scalabrini, Simi e Cser

ROMA – La Fondazione Scalabrini, lo Scalabrini International Migration Institute (Simi) e Il Centro Studi Emigrazione Roma (Cser) organizzano un convegno dedicato a “Migrazioni: Questioni etiche”, mercoledì 28 novembre, dalle 9 alle 13.00 presso la Pontificia Università Urbaniana.

“Di immigrazione si parla ogni giorno in Italia. E gli immigrati – rilevano gli organizzatori del convegno - non hanno molto da gioire per questo. Si parla di immigrazione quasi solo per sottolineare aspetti problematici. E ad ogni sottolineatura cresce il senso di disagio, la sindrome di invasione, i sentimenti di astio. La reazione al disagio consiste nell’eliminarlo, e quando si tratta di immigrati la via più rapida è l’espulsione. Nascono iniziative locali, dove gli sceriffi si sostituiscono alla latitanza dello Stato. Si sentono però anche voci di pacatezza, come quella del Presidente della Repubblica, e richiami al rispetto della legalità fatti anche a chi la legalità deve farla osservare”.

“In questa situazione complessa, che si vorrebbe risolvere attraverso la pur difficile scorciatoia della legalità, è importante - sottolineano gli scalabriniani - andare più in profondità per esaminare l’ineludibile domanda etica che sorge. Si tratta di una domanda che l’immigrato pone con la sua sola presenza, ma si tratta di una domanda che investe il modo di essere, di autocomprendersi e di relazionarsi di tutta la società. È l’altro che mi fa comprendere chi sono, e questa comprensione esige che mi interroghi su chi voglio essere con l’altro. Gli immigrati non sono una presenza temporanea tra noi, e ci chiedono di ricomprenderci con loro”.

E’ per iniziare un dialogo su queste tematiche che viene organizzato il convegno. Tra i molti aspetti che potrebbero essere affrontati, la riflessione si fermerà solo su alcuni. “Anzitutto – spiegano gli organizzatori dell’incontro - sul tema del dialogo etico che la globalizzazione, e al suo interno le migrazioni, richiedono, perché la crescente diversità porta al confronto sul pluralismo etico. Si occuperà di questo Aldo Vendemiati, docente di filosofia alla Pontifica Università Urbaniana, mentre Paolo Carlotti, docente di morale fondamentale alla Università Pontificia Salesiana, prenderà in considerazione un tema di fondo nella riflessione etica, quello del bene comune, in nome del quale gli immigrati potrebbero vedersi relegati a puri ospiti, oggetto di benevolenza, e la cui presenza invece richiede di espandere verso nuovi orizzonti di inclusioni. Quale è l’orientamento che deve guidare l’atteggiamento e le politiche di fronte ai migranti: benevolenza o giustizia? Cosa significa giustizia quando riguarda chi appartiene, perché vive e lavora nella nazione, ma non appartiene com pletamente, perché non ha la cittadinanza? Sono domande di cui si occuperà Martin McKeever, preside dell’Accademica Alfonsiana.

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La convivenza in una società sempre più plurale esige – rimarcano gli scalabriniani - la reciproca accoglienza non solo tra persone, ma anche tra ricchezze culturali di cui ogni persona è portatrice. Il riconoscimento dei diritti culturali ha fatto meno strada, rispetto a quello dei diritti civili, politici, economici e sociali, ma è sempre più necessario e non privo di insidie, tra chi pretende di imporre egemonie culturali e chi paventa scontri di culture. Di queste tematiche di occuperà Giannino Piana, docente di etica alla Libera Università di Urbino, mentre Francesco Viola, ordinario di filosofia del diritto all’Università degli Studi di Palermo affronterà la problematica di quali cambiamenti esige la realtà multiculturale nel processo democratico delle decisioni pubbliche, propendendo per un superamento del processo democratico puramente formale, verso la democrazia deliberativa. (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21902.htm

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INFORM - N. 219 - 23 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Da “Gente d’Italia”

Lunedì 26 novembre il prof. Joseph L. Tropea riceverà alla Farnesina il premio Monongah 2007

“Anche due italiani sopravvissero a Monongah”

MIAMI - “Alla tragedia di Monongah sopravvissero anche due minatori italiani, Orazio De Petris e suo figlio Angelo, entrambi originari di Pescocostanzo…”.

E’ l’ultima scoperta di Joseph L. Tropea, il professore emerito di sociologia della George Washington University vincitore del Premio Monongah 2007 istituito dalla Fondazione Italia nelle Americhe, ente non profit e da Gente d’Italia.

“Sì - aggiunge - fino ad oggi si era ritenuto che l’unico sopravvissuto a quel tragico evento fosse un minatore polacco, ma grazie al lavoro di un gruppo di ricercatori lucani, Maria Teresa Gino, Antonella Consoli ed Angela Vietri, si è potuto stabilire che si salvarono anche De Petris e suo figlio Angelo”.

-E che fine hanno fatto ?

“I De Petris tornarono in Italia nel 1908, lasciando invece Felice, il secondogenito di Orazio, vittima del disastro e sepolto nel cimitero di Monongah…Ma ora vorrei ringraziare innanzitutto la giuria che mi ha voluto assegnare il Premio Monongah, e poi il giornale Gente d’Italia, il suo direttore Mimmo Porpiglia e tutta la redazione per aver fatto conoscere a tutto il mondo questa immane tragedia italiana e americana…”.

Joseph L.Tropea, il professore, arriverà domani in Italia, invitato dal nostro giornale, per ritirare i 5,000 dollari del Premio Monongah.

“Era giusto che toccasse a lui, al professore perchè Joseph Tropea ha passato trent’anni a fare ricerche su Monongah. Trent'anni a leggere rapporti ingialliti e consumati dal tempo, tre decenni come un topo tra vecchi volumi di biblioteche e 'piste' da battere come un segugio instancabile – ha spiegato il direttore di Gente d’Italia Mimmo Porpiglia – e sono contento che anche la giuria ha deciso all’unanimità di attribuire proprio al professor Tropea il Premio Monongah 2007»

Lunedì 26 la premiazione, alla Farnesina, nella sala Mappamondi, alla presenza del Vice Ministro agli Affari Esteri Senatore Franco Danieli, del Direttore della DGIT Ambasciatore Adriano Benedetti e dai membri della giuria del Premio, composta da Paolo Peluffo, Direttore del Dipartimento stampa e comunicazione della Presidenza del Consiglio italiano Giampiero

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Gramaglia, Direttore dell’Ansa; Andrea Pucci, Direttore dell’Adnkronos; Mauro Mazza, direttore del TG2; Alfonso Roberto Rosseti, direttore Uno Mattina e vice direttore del TG1; Maurizio Bertucci, vice direttore Rai International; Alfonso Ruffo, direttore Il Denaro; Mariano Benni, direttore Misna; Bruno Tucci, Presidente ordine dei giornalisti Lazio; Antonio Ghirelli, editorialista, scrittore; Ennio Caretto, editorialista, scrittore; Federico Guiglia, editorialista, scrittore; Giorgio Torchia, editorialista, scrittore; Claudio Angelini, direttore dell’Istituto italiano di cultura New York; Stefania Nardini scrittrice; Nino Petrone, editorialista, scrittore; Angelo Scelso, editorialista, sottosegretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali del Vaticano; Settembrino Nebbioso, magistrato; Astolfo Di Amato, titolare della cattedra di Diritto ed economia dei mezzi di comunicazione all’Università degli studi di Napoli “Federico II.

“La coltre di silenzio e di abbandono che da circa un secolo era calata sulla vicenda di Monongah è stata sollevata nel 2003 proprio da Gente d’Italia, che alla tragedia mineraria ha dedicato molte pagine e, soprattutto, ha avviato la ricerca sui fatti e sulle persone in esse coinvolte – ha detto il viceministro Danieli - una ricerca preziosa per la memoria dell’evento e per un primo coinvolgimento delle istituzioni italiane. Per questo, dando atto a Domenico Porpiglia del suo intuito giornalistico e della passione civile che mette nel suo lavoro, lo ringrazio pubblicamente per quanto ha fatto e farà per i minatori di Monongah e per tutti noi”.

Ed è proprio del lavoro svolto da questo giornale che parleremo alla Farnesina. Alle ricerche effettuate dai redattori, alle testimonianze raccolte dai nostri inviati a Monongah, Ennio Caretto, Federico Guiglia, Pietro Mariano Benni, Arianna di Giorgio, Giorgio Torchia, Mimmo Carratelli, Massimiliano Massimi, e tanti altri, nel tempo, merita un ringraziamento doveroso Joseph L. Tropea, il professore della Washington University.

“Li hanno ammazzati - racconta - non sono morti per fatalità, una delle tante fatalità che accompagnano il lavoro dei minatori. Ora posso dirlo: a Monongah non fu una disgrazia, ma un vero e proprio assassinio”, sostiene l'esperto. E aggiunge: “Lasciamo stare cosa c'è scritto nelle carte di allora. Su quanto venne determinato dalla Commissione è legittimo alla luce di tanti nuovi elementi avanzare molti dubbi”. I minatori forse erano ignoranti, “ma ci tenevano a vivere e il fatto stesso di aver scelto un lavoro così duro dice molto sul tipo di persona che a quel tempo scendeva in miniera”. Si trattava, insomma, di gente che sapeva a cosa andava incontro e metteva nel proprio sacco, ogni mattina, anche il calcolo del rischio cui esponeva momento per momento per interminabili ore di lavoro, la propria carne. Cosa è accaduto secondo la ricostruzione del professor Tropea? “Il giorno prima della tragedia si era festeggiato San Nicola. Molti minatori, soprattutto polacchi, non erano andati al lavoro perché avevano alzato il gomito il giorno prima. La miniera era rimasta chiusa. E per risparmiare energia elettrica anche gli aereatori erano rimasti chiusi. Forse si accumulò del gas…”.

Attenzione, però. “Non pensate - avverte il sociologo - che minatori esperti si facessero cogliere impreparati da una fuga di gas. No. La miniera era già satura. Gli aereatori erano stati messi in funzione poche ore prima. E il gas era tanto, tanto… “. Non finisce qui. “Oltre a questo - racconta ancora Tropea - ho scoperto anche che una buona parte dei parenti dei minatori italiani morti a Monongah non ha mai ricevuto alcun indennizzo. Ho speso anni ed anni della mia vita a cercare i figli e i nipoti delle vittime di Monongah. Volevo scoprire come avevano vissuto dopo la morte dei propri cari, ma soprattutto appurare se avevano ricevuto la somma loro destinata dalla Compagnia proprietaria della miniera”. La Faimont Coal Company istituì un fondo a favore delle vedove e degli orfani dei minatori morti nell'esplosione, “io volevo scoprire se i soldi erano veramente arrivati…”. Così nei suoi continui viaggi in Italia, il professor Tropea ha visitato tutti i paesi da cui provenivano i minatori morti a Monongah: San Giovanni in Fiore, Frosolone, ha percorso tutto il Sannio e poi Castrovillari e gli altri paesini. “Ho rintracciato - fa sapere l'esperto - dopo anni ed anni molti dei loro figli. Ho raccolto testimonianze, alcune molto toccanti. Ho scritto a sindaci e visitato tutti gli uffici dell'anagrafe per ricostruire la storia delle famiglie. Un lavoro

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bellissimo e tutto frutto dei miei risparmi. Non ho ricevuto alcun aiuto economico. Da nessuno. Ho preso un anno di aspettativa dall'Università dove insegno e sono andato in giro per l'Italia”. Cosa ha scoperto il professor Tropea? “Che lo scoppio quasi certamente venne causato da presenza di eccessivo gas nella miniera, gas che non fu espulso dai generatori d'aria perché furono messi in funzione solo poche ore prima dell'ingresso dei minatori. Ma quello che è ancora più grave è che molti, anzi quasi tutti i figli dei minatori morti non hanno ricevuto nulla dei soldi loro destinati dal fondo. Eppure la compagnia nel dosumento riassuntivo cita i nomi degli orfani e delle vedove e la corrispettiva somma di denaro loro rilasciata…”. Così ad esempio nel libro è annotato che Maria D'Aquino, vedova di Giuseppe Bonasso, con quattro figli (Luigina, Enrico, Battista e Giovanni) ricevette dalla compagnia la somma di dollari 734, 25. “Ho rintracciato il figlio di Giuseppe Bonasso, e mi ha giurato di non avere avuto alcun soldo dalla Compagnia. Nulla di nulla…”. Perché anche la beffa? “Molte donne - spiega il professore della George Washington University - le vedove dell'epoca, erano analfabete. Non sapevano né leggere né scrivere, e dunque una volta che le rimesse a loro favore arrivarono non fu difficile stornarle a qualcun altro. Bastava mettere una croce…”.

Gli orfani e le vedove di quegli uomini morti in miniera vennero crudelmente ingannati. “Ad alcuni diedero pochi dollari. A una vedova venne data una mucca al posto dei soldi…”, fa ancora sapere, con amarezza, Salvatore Tropea. A giudizio del sociologo, “la tragedia di Monongah deve comparire sui libri di scuola. Perché è una pagina della nostra storia. Della storia dell'emigrazione italiana. Come Marcinelle. Più di Marcinelle”. La Turchia, che in quella tragedia ha avuto quattro morti, “solo” quattro morti, ha fatto costruire a Monongah un mausoleo.“Solo l'Italia - accusa giustamente il professor Tropea - non era ancora intervenuta, ma grazie alla testimonianza di Gente d’Italia finalmente anche le autorità italiane si sono mosse…Grazie, grazie per aver ridato dignità a quei poveri nostri compatrioti”. (Gente d’Italia/Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n21912.htm

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“Ancêtres Italiens” racconta i mestieri ‘italiani’ con i quali gli emigrati hanno ‘contaminato’ l’Europa Parigi - La biblioteca “Ancêtres Italiens” ha presentato nei giorni scorsi una ricerca-biografia dal titolo “I mestieri degli italiani in Francia ed in Europa”.

Si tratta di una bibliografia costruita utilizzando libri, inventari, opere di storia locale, guide d’archivi, tesi, ecc... volta a fare il quadro dei mestieri che hanno caratterizzato l’emigrazione italiana in Europa e nello specifico in Francia. Ne viene fuori una radiografia della vecchia emigrazione italiana che si è trasferita in Francia e nel resto dell’Europa portando con sé le competenze sulle quali costruire il proprio futuro, competenze che per altro hanno “contaminato” l’economia locale delle aree ospiti dell’economia dei territori di provenienza degli emigrati.

L’elenco è lungo e interessante: i tassisti e i lucidatori di parquet valdostani, installati nella periferia di Parigi, a Levallois-Perret e Clichè; les employés en hôtellerie, valdesi delle valli del Chisone e del Germanasca, provincia di Torino, lavorando a Lione, Marsiglia, Nizza…; i camerieri della val di Susa, provincia di Torino, a Parigi; i lattai della alta val di Susa, provincia di Torino, a Marsiglia; i “magnin”, calderai della val Soana e dell’Orco, provincia di Torino; i vetrai piemontesi della val Soana; i “pelassiers”, raccoglitori di capelli piemontesi d’Elva, provincia di Cuneo; i materassai piemontesi di Sampeyre, provincia di Cuneo; gli addetti ai confezionamento di tute da lavoro, di Pontechianale, provincia di Cuneo, scendevano a vendere la loro merce in Provenza; i fumisti spazzacamini piemontesi della val Vigezzo, provincia di Verbania; gli ombrellai dei comuni confinanti con il lago Maggiore, provincia di Novara; i vetrai nativi di Altare, in Liguria; i cavapietre della valle del Brenta al nord della provincia di Vicenza, insediati nel sud di Parigi; gli agricoltori della provincia di Tréviso, nelle regioni Aquitania e Midi-Pyrénées; le balie della provincia di Belluno; i gelatai di Longarone, provincia di Belluno; i seggiolai di Gosaldo nella val dell’Agordino, provincia de Belluno, insediati nel Limousin, centro della Francia; i mosaicisti friulani di Sequals, Spilimbergo, provincia di Pordenone; i fornacciai friulani, dei comuni nel centro della provincia di Udine; i “cramârs”, venditori ambulanti friulani delle montagne della Carnia acquistavano a Venezia le specie per venderle in Germania; i tagliatori di pietre friulani di Torreano di Cividale, installés a Guéret nel Limosino; i scaldini dell’Emilia, provincia di

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Piacenza; gli ammaestratori d’orsi dell’Emilia-Romagna, di Bedonia ed intorni, provincia di Parma; gli artigiani del legno, ebanisti dell’Emilia, lavorando a Parigi nei pressi della rue du Faubourg St Antoine; i figurinai di Coreglia Antelminelli, provincia di Pistoia; i carbonai di legno toscani e bergamaschi installati nel dipartimento del Tarn; i cappellai toscani, provincia di Firenze; i ceramisti/vetrai originari della regione Molise e della provincia di Frosinone; gli straccivendoli della provincia d’Isernia; i lavoratori del ferro in Lorena; i pescatori di corallo napolitani di Torre del Greco; i pescatori d’acciughe principalmente di Cetara, provincia di Salerno, emigrati prima in Algeria poi in Francia, a Sete; i nativi di Corato, provincia di Bari (Puglia) lavoravano la cellulosa nelle vicinanze di Grenoble; i musicisti ambulanti delle Puglie; i décolleteurs calabresi dell’Aspromonte, provincia di Reggio Calabria, installati in Savoia; i minatori sardi della region d’Iglesias, provincia di Cagliari che lavoravano in Lorena e in Belgio.

Autore di questo lavoro Marc Margarit, Presidente di “Ancêtres Italiens” Associazione che ha come obiettivo ricostruire la storia della presenza italiana in Francia a partire dai gruppi "des familles italiennes" come afferma Margarit.

Signor Marc Margarit, ci vuole innanzi tutto dire come mai ha iniziato questo lavoro? In realtà non si tratta affatto del mio lavoro. Io mi occupo di tutt’altro, questo è un mio hobby. E’ una passione nata molti anni fa, quasi venti, che è cresciuta di importanza col procedere degli anni. Ho iniziato ad interessarmi alla questione dell’emigrazione e, una volta acquisita un po’ di fama in questo campo le persone hanno cominciato a scrivermi e contattarmi per avere informazioni, così la mia attività si è allargata sempre più.

Questa sua passione per l’emigrazione è nata perché anche lei è figlio di emigranti? Sì certo, anche per questo. Io ho origini friulane e la mia passione per questo tema è nata proprio dalle ricerche che ho intrapreso per scoprire la mia origine che mi hanno portato a dover studiare il periodo napoleonico e la Repubblica di Venezia.

Ci spieghi meglio come funziona questa biblioteca e quale è il suo ruolo? Innanzi tutto va detto che io non sono un ricercatore. Aiuto la gente a ricostruire la propria storia, le proprie origini, ma non lo faccio io per loro. Insegno quella che è la metodologia per poter svolgere correttamente e con successo un tale studio e metto a disposizione la nostra banca dati. Sono le persone che si rivolgono a noi che alla fine scrivono il dossier riguardante la loro origine e questo viene poi integrato nella biblioteca. Non è comunque un compito semplice quello di aiutare a condurre tali studi. Bisogna spiegare a persone solitamente prive di esperienza in questo settore come consultare atti notarili, registri comunali e molti altri tipi di documenti. Inoltre vi è spesso l’inconveniente della lingua, perché molti di loro sono ormai pienamente integrati nella società francese e non parlano l’Italiano, anche per ragioni politiche, visto che l’alleanza fra Germania e Italia prima e durante la Seconda Guerra Mondiale ha provocato uno strappo profondo fra Parigi e Roma che ha allontanato i figli degli emigranti dal loro paese di origine. Per questo ora stiamo anche cercando di tradurre dei documenti ed alcuni volumi in francese. Infine abbiamo delle aree tematiche di maggior interesse su cui facciamo delle pubblicazioni, per esempio i protestanti valdesi, i bambini abbandonati e gli Ebrei.

La sua iniziativa sta riscuotendo successo oppure è un’attività di nicchia? L’interesse verso questo argomento è abbastanza diffuso in Francia, sempre più persone si rivolgono a noi per ricostruire la storia dei propri antenati. Ci sono tre milioni di persone che hanno origini italiane in territorio francese e l’amore per la storia che questo paese nutre è piuttosto sorprendente. In Belgio e Lussemburgo, dove pure l’emigrazione italiana è stato un fenomeno diffuso non accade nulla di analogo, in sud America lo stesso processo di ricerca avviene per motivi utilitaristici, ovvero per avere la cittadinanza italiana, mentre qui in Francia si tratta proprio di interesse personale, una sorta di piacere per la scoperta. A contribuire molto alla diffusione di questa sete di sapere è anche la buona fama di cui gode l’Italia. Ormai

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dimenticati i rancori della guerra si ammira la ricchezza culturale ed artistica dello stivale, che è una consueta meta turistica. I figli degli emigranti, però, non vanno in Italia come semplici turisti, ma prima si documentano a lungo e nasce in loro questa voglia di scoprire le proprie origini.

Il fenomeno della migrazione è spesso stato accompagnato a grandi problematiche sociali, l’esempio più classico è la diffusione della mafia negli Stati Uniti. In Francia è avvenuto qualche cosa di analogo?

Non proprio, ci sono state tensioni a metà dell’’800 perché i salari degli Italiani erano inferiori a quelli degli autoctoni, ma, per quanto le condizioni fossero dure, la criminalità è sempre stata contenuta. Inoltre si è assistito ad un grande fenomeno di ascesa sociale e di integrazione. Partendo da condizioni sociali veramente basse gli emigranti sono riusciti a far studiare i propri figli che hanno guadagnato posizioni sempre migliori. Attualmente molti frequentano le università e questo miglioramento, anche culturale, è uno degli elementi che ha contribuito al successo di questa biblioteca, visto che ora si hanno tutte le capacità per apprezzare e svolgere questo processo di ricerca. Si tratta di una meravigliosa storia di integrazione pur conservando l’orgoglio delle proprie origini.

Le prossime sfide quali saranno?

Continuare a perseguire il nostro obiettivo, ovvero diffondere la curiosità verso le proprie origini, non tanto come semplice scoperta genealogica e del proprio cognome, ma come ricostruzione della vita degli antenati. Quello che viene a galla sono delle storie estremamente interessanti. Penso alle vicende dei cappellai trasferitisi da Firenze per questioni politiche, dei gelatai di Longarone emigrati in Germania portando con sé il segreto della propria arte che li ha garantito un notevole successo, ma gli esempi potrebbero continuare a lungo. Ovviamente cercherò di migliorare sempre più gli strumenti che metto a disposizione delle persone per condurre le proprie ricerche. A questo proposito vorrei riuscire a rendere disponibili sul sito della biblioteca (http://www.geneaita.org/) molti documenti in formato Pdf, così da facilitare le operazioni di consultazione.

“I mestieri degli italiani in Francia ed in Europa” è già in parte disponibile on line.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it:80/articolo.asp?id=2813

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26 Novembre 2007 PrometeoNetwork alla Terza Conferenza dei Ricercatori Italiani Si sono conclusi con grande successo ed interesse dei

partecipanti i lavori della Terza conferenza dei ricercatori italiani

intitolata "The Contribution of Italian Researcher in the

World" organizzata dal: COM.IT.ES rappresentata dal Chairman Vincenzo Arcobelli,

Moderatore Andrea Duchini e sotto l'auspicio del Consolato Generale d'Italia in Houston

rappresentato dal Console Generale Cristiano Maggipinto che ha offerto la sede per la

realizzazione dei lavori presso il Consolato Italiano di Houston, TX.

E' stato un incontro scientifico multidisciplinare che ha visto i ricercatori italiani partecipanti

impegnati non solo nel promuovere e presentare i propri studi ma anche nel creare un network

tra le varie discipline. I rappresentanti di PrometeoNetwork che hanno partecipato al

meeting, Saverio Gentile (NeuroscienceOnLine group manager), Giovanni Abbadessa

(Fondatore e Italian Life Science Group Manager) e Davide Gianni (West Coast Group

Manager), dopo aver presentato i loro studi scientifici hanno preso parte assieme con il

Rappresentante Scientifico dell Ambasciata D'Italia Alberto Devoto ed il Global R&D

Director del Dow Chemical Company, alle discussioni svolte durante la Round Table

pomeridiana: “Development of a Network of Italian researchers in the world” in cui hanno illustato

PrometeoNetwork, gli scopi e le potenzialità, trovando grande entusiasmo tra i

partecipanti del congresso.

"Grazie alla magistrale mediazione per opera di Rita Fraschini la discussione ha toccato argomenti sia di interesse

puramente scientifici sia politico-amministrativi che hanno sempre visto PrometeoNetwork come possibile suolo di

interazione in cui trovare la soluzione ai problemi sollevati" spiega Saverio Gentile.

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Molti i commenti di ammirazione nei confronti di PrometeoNetwork tra i quali quelli del

Console Generale Cristiano Maggipinto e del presidente del COM.IT.ES Vicenzo Arcobelli i

quali hanno espresso grande entusiasmo per le iniziative promosse da PrometeoNetwork

"trovando in esso un necessario, valido ed esemplare canale di comunicazione tra i ricercatori nelle diverse discipline

scientifiche e medici".

Il meeting si è concluso con interessanti proposte in agenda tra le quali la partecipazione di

PrometeoNetwork alla realizzazione della prossima Conferenza dei Ricercatori Italiani.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2814

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INFORM - N. 220 - 26 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Ministero degli Esteri: Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all'estero

ROMA – Come noto, il Ministero degli Affari Esteri - tramite la Direzione Generale per gli Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) - promuove il collegamento in rete delle competenze professionali tecniche e scientifiche degli italiani all'estero allo scopo di supportare i processi di internazionalizzazione delle Regioni.

L’azione si inserisce nell’ambito del Programma Operativo Nazionale "Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema"(PON-ATAS)- Asse II Misura II.1 Azione D "Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani all'estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno " cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo (FSE) per il periodo 2000-2006.

E dal mese di novembre 2007 è iniziata la fase finale del Programma che ha lo scopo di consolidare e diffondere i principali risultati conseguiti con l'Azione di Sistema.

In particolare, d'intesa con le Regioni Obiettivo 1, la Direzione Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie ha avviato il processo di trasferimento dei servizi già progettati e sperimentati dalla piattaforma ITENETs alla nuova piattaforma on line del MAE denominata “Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all'estero” (http://www.esteri.it/MAE/IT/Italiani_nel_Mondo/Progetto+ITENETs/default.htm) .

L'Osservatorio è un sistema di servizi in rete coordinato dalla Direzione Generale per gli Italiani all’estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM) del Ministero degli Affari Esteri, attuato in raccordo con le Amministrazioni Regionali di Basilicata, Calabria, Campania,Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia per favorire la partecipazione degli Italiani Residenti all’Estero (IRE) allo sviluppo dei sistemi del lavoro e della formazione.

In questo quadro, l'Osservatorio supporta la cooperazione interistituzionale nell'attuazione delle politiche e dei Programmi che rafforzano i legami tra gli italiani all'estero e l'Italia.

L'obiettivo generale dell’Osservatorio è quello di valorizzare gli italiani all’estero nei processi di sviluppo regionale definiti dall’Italia nell’ambito della politica di Coesione dell’Unione Europea contribuendo così ad affiancare le Amministrazioni regionali nel rinnovamento e nel rafforzamento dei propri sistemi della formazione e dell’impiego.

Muovendo dalle sue finalità generali, l’Osservatorio ha lo scopo di: predisporre quadri conoscitivi di contesti socio-economici dei Paesi di maggiore emigrazione e delle stesse Regioni dell’Ob. 1, con particolare riferimento alla struttura del mercato del lavoro, ai sistemi di welfare, ai sistemi educativi-formativi, ai fabbisogni formativi, ai processi di introduzione e diffusione delle

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tecnologie dell’informazione e della comunicazione, alle infrastrutture, al commercio con l’estero e alle iniziative di scambi internazionali; connettere attori attraverso la costruzione di reti e di partnership con gli italiani all’estero; monitorare gli strumenti esistenti a livello regionale, nazionale, comunitario ed internazionale, per facilitare la collaborazione degli italiani all’estero nelle iniziative di sviluppo del territorio; trasferire best practice

La Rete Nazionale (coordinata dalla Direzione Generale per le Politiche Migratorie e gli Italiani all’estero

La Rete Estera: 22 Referenti Istituzionali presso le sedi delle Ambasciate e Consolati di 14 Paesi Esteri e 5 Referenti Operativi presso altrettante Camere di Commercio Italiane all'Estero. Collaborano con l'Osservatorio 311 attori socio-economici residenti in 30 Paesi

La Rete Regionale strutturata in 7 Osservatori Regionali con sede nelle Amministrazioni regionali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Collaborano con gli Osservatori Regionali 459 stakeholder locali con i quali sono stati firmati 92 protocolli d'intesa.

L’Osservatorio mette a disposizione servizi informativi, di promozione, formazione, di assistenza progettuale e di supporto operativo.

La struttura operativa del sistema comprende: Banca dati Columbus: La Banca dati delle professionalità e personalità italiane residenti all’estero.

Centro Documentazione: La Biblioteca Virtuale sugli italiani all’estero e lo sviluppo territoriale del Mezzogiorno italiano.

Studi e ricerche: Approfondimenti tematici sulle politiche regionali, nazionali e comunitarie per la valorizzazione degli italiani all’estero.

Creazione di reti: Progettazione e supporto di reti e di partenariati con gli italiani all’estero.

Formazione a distanza (FAD): La formazione on line per la promozione, orientamento e progettazione di iniziative di valorizzazione delle competenze degli italiani all'estero.

Best Practice: La Banca dati delle iniziative e dei progetti che hanno ottenuto maggiore consenso per la valorizzazione delle competenze degli italiani all'estero nei diversi settori culturali, formativi, imprenditoriali e scientifici.

Organizzazione di seminari e convegni.

Newsletter: La Newsletter mensile realizzata in collaborazione con la Rete dell’Osservatorio.

Rassegna Stampa: La Rassegna Stampa mensile sugli italiani residenti all’estero e sull’Osservatorio. (per contatti [email protected] ) (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22002.htm

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 222 - Anno XIV,

26 Novembre 2007

Analizzati i programmi svolti della Regione Lazio indirizzati ai corregionali all’estero nel 2007

Argentina: riunito il Consiglio Direttivo della FEDELAZIO

La Plata - Il 24 novembre si è svolta una riunione del Consiglio Direttivo della FEDELAZIO presso la sede del Circolo Laziale di La Plata. Alla riunione hanno partecipato rappresentanti di tutte le Associazioni.

Nel corso della riunione, i rappresentanti delle Associazioni federate hanno esaminato i seguenti argomenti: il programma della Regione Lazio indirizzato alle

comunità di laziali all’estero ed svolto nel 2007; iniziative per giovani di origine laziale la cui Sottocommisione si è riunita contemporaneamente al Consiglio Direttivo della Fedelazio, in separata sede.

Tra i vari argomenti esaminati, anche quello dei soggiorni dei giovani svolto a Fiuggi nell'agosto scorso con la partecipazione di 23 giovani della Fedelazio di tutta l'Argentina. Lo scopo: imparare la lingua italiana nell'Università, conoscere le tradizioni, la cultura laziale ed il folclore della Regione Lazio. Ai soggiorni hanno partecipato anche i giovani del Brasile, Costa Rica, Venezuela, Uruguay, Nord America e Canada.

Altro argomento affrontato è stato il soggiorno degli anziani, tenutosi a Sperlonga a ottobre con la partecipazione di 140 emigrati laziali provenienti dall'Argentina, dove i laziali sono stati accolti generosamente dal Comune e gli abitanti della suddetta città.

"Durante la riunione, tutte le Associazioni hanno pregato il Consultore Luigi Provenzani di porgere un ringraziamento sincero alll'Assessore Coppotelli ed in modo particolare, alla Dirigente dell’ Area Laziali nel Mondo Angela Leggeri e a coloro che compongono il suo staff:la Sigra.Giuseppina Cardarelli, la Patrizia Di Tullio, il Andrea Pennacchini ed il Sig. Alessandro Sartori" affermano da FEDELAZIO.

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Nella riunione della Fedelazio si è parlato anche della prossima riunione della Consulta Regionale per l’Emigrazione che si svolgerà a Roma il 12 e 13 dicembre, alla quale parteciperanno il Consultore Luigi Provenzani ed il Consultore giovane Emiliano Di Mauro, che presenteranno un elenco dei fabbisogni degli emigrati e figli di laziali.

Si è parlato anche del successo dei Progetti dei giovani e del Programma in corso per l’ insegnamento della lingua italiana mediante apposita convenzione trà la Dante Alighieri e la Regione Lazio che ha coinvolto durante gli ultimi tre anni 300 giovani di origine laziali, con grande successo.

Si è trattato inoltre della partecipazione delle Associazioni e della FEDELAZIO nei progetti del Ministero del Lavoro come partners, delle convenzioni firmate trà Fedelazio e l’INTA (Istituto di Tecnologia Agropecuaria), con l'Università Tecnologica Nazionale e sopratutto la convenzione con "Italia Lavoro" che darà la possibilità ai giovani disoccupati di inserirsi nelle imprese locali durante un anno quali stagisti remunerati. "Un problema che preoccupa i laziali dell'Argetnina, dovuto alla penosa situazione economico - sociale del paese, e alla mancanza di possibilità d'inserzione dei giovani nel mondo del lavoro, è quello dei Contributi alle Associazioni regionali che operano a favore degli emigrati iscritte al Registro regionale per svolgere dei progetti in favore dei giovani" affermano da FEDELAZIO. Sono stati presentati 56 richieste di contributo, e sono state approvate per il finanziamento solo 11, la Fedelazio ha la speranza che la Regione capisca l’importanza dello svolgimento dei progetti per i giovani e la continuità del programma dell’OICS.

Alla riunione hanno partecipato attivamente i due consultori; Luigi Provenzani ha informato ai membri del Consiglio sulle future politiche che avrà la Regione riguardo ai laziali all'estero e ha ascoltato le richieste, sia della Fedelazio sia dei numerosi giovani presenti, per portarle a Roma a dicembre.

Gustavo Velis-Lazio Oggi/News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2812

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SERVIZI DEL GIORNO 26 Novembre 2007 ore 19.03 Italiani nel Mondo MONONGAH 1907/ JOSEPH TROPEA : SONO 4 GLI ITALIANI CHE SOPRAVVISSERO ALLA TRAGEDIA MINERARIA ROMA\ aise\ - Gli italiani sopravvissuti alla tragedia verificatasi nella miniera di Monongah il 6 dicembre del 1907 sono quattro. Lo ha rivelato il professor Joseph L. Tropea, docente di sociologia alla George Washington University, al quale, oggi, nella sala del Mappamondo della Farnesina, il Vice Ministro degli Esteri Franco Danieli ha consegnato il "Premio Monongah 2007", istituito dalla fondazione "Italia nelle Americhe" e dal quotidiano delle Americhe "Gente d'Italia", diretto da Mimmo Porpiglia. "Oltre a Orazio De Petris e a suo figlio Angelo, entrambi originari di Pescocostanzo - ha spiegato Tropea – ci sono anche altri due minatori scampati alla tragedia: Donato e Leonardo D'Amico, originari di Pietracatella, in Molise". "Spero - ha, poi, aggiunto il docente italo-americano – che presto il quotidiano "Gente d'Italia" possa pubblicare anche gli atti di questa nuova straordinaria inchiesta". È stato, infatti, proprio il giornale di Porpiglia, ampiamente diffuso negli USA e in America Latina, che nel 2003, con una serie di documentati servizi-inchiesta ha fatto conoscere al grande pubblico e alla grande stampa italiana le tragiche vicende legate della più immane tragedia della storia mineraria italiana e americana. Una tragedia che provocò la morte di 956 minatori, tra i quali almeno 400 italiani, di cui 171 accertati. Della caparbietà e della professionalità con cui furono realizzati questi servizi il Vice Ministro Danieli, oggi, ha dato pubblicamente atto al direttore di "Gente d’Italia", Mimmo Porpiglia. "È un momento straordinario – ha confidato il professor Tropea subito dopo la premiazione – anche per quei lavoratori italiani, che fino a poco tempo fa erano dimenticati dal governo italiano e americano. Personalmente, poi, è una doppia soddisfazione perché vedo, finalmente, arrivare il tempo della giustizia. Sono un italiano anch'io e in questo momento penso soprattutto a mio nonno che, pensate, era un minatore". (aise) Fonte : http://www.aise.it

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INFORM - N. 220 - 26 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Regione Sardegna: approvati il Programma annuale e il Piano triennale per l'emigrazione

Slitta all’aprile 2008 la Conferenza dei sardi nel mondo

CAGLIARI - E' stato definitivamente approvato dalla Giunta della Regione Sardegna il Programma annuale 2007 degli interventi in favore dei sardi emigrati, che prevede risorse per 4.000.000 euro, per sostenere l'attività di circoli, federazioni e associazioni,per l'attività della Consulta e per la ripresa delle pubblicazioni del periodico "Il Messaggero Sardo" (per la ripartizione degli interventi: http://www.ilmessaggerosardo.com/it/index.php?page=leggi2&id=20&zoom=y).

Approvato anche in via definitiva dalla Giunta anche il Piano triennale di interventi in favore dei sardi emigrati e delle loro organizzazioni per gli anni 2007-2009 (Delibera 47/12 del 22 novembre 2007), così come deliberato in via preliminare dall' Esecutivo regionale con la deliberazione n. 40/11 del 9.10.2007. La II Commissione del Consiglio regionale aveva espresso il prescritto parere sul Piano triennale, approvato in via preliminare dalla Giunta regionale in ottobre Sul Piano, la Commissione ha espresso parere favorevole e ha rilevato che andrebbero riconsiderati i criteri di ripartizione delle risorse, soprattutto in base alle mutate condizioni del costo della vita e alla qualità delle attività effettivamente svolte dalle Organizzazioni dei sardi emigrati. Il Piano triennale, che orienta l’attività in favore dei sardi emigrati e delle loro organizzazioni nel triennio 2007-2009, tiene conto della necessità di aggiornare e integrare annualmente le linee programmatiche, per ottimizzare gli interventi e l’utilizzo delle risorse. (per la ripartizione degli interventi http://www.ilmessaggerosardo.com/it/index.php?page=leggi2&id=19&zoom=y )

Il Piano triennale aveva avuto in precedenza (mese di settembre il parere favorevole della Consulta regionale dell'Emigrazione. In quella riunione la Consulta ha anche deciso di far slittare al prossimo anno la Conferenza sui sardi nel Mondo, indicando come data la fine del mese di aprile 2008. La Conferenza era stata inizialmente prevista per il dicembre 2007. (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22005.htm

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26 Novembre 2007

Oggi in Farnesina “Monongah, la Marcinelle americana”

Roma - Oggi 26 novembre, presso il Ministero degli Esteri, la proiezione del film “Monongah, la Marcinelle americana” di Silvano Console. Il 6 dicembre prossimo cade il centenario della tragedia mineraria di Monongah (West Virginia-USA), una delle più gravi della storia del lavoro nell’ultimo secolo. A seguito dell’incendio di due gallerie morirono (ufficialmente) 361

minatori, in larga maggioranza immigrati di cui 171 erano italiani. Ma il bilancio dei morti reali è stato notevolmente più drammatico, sfiorando le 1000 unità. Si tratta, per perdite di vite umane, dell’incidente minerario più grave nel quale siano stati coinvolti lavoratori italiani, più pesante della stessa tragedia di Marcinelle (Belgio), dove l’otto agosto 1956 perirono 136 nostri connazionali. In vista della commemorazione che il 6 dicembre si terrà a Monongah negli USA e in Italia a Manoppello (accomunando nel ricordo le vittime dei due disastri minerari), il Ministero degli Affari Esteri sta realizzando una serie di iniziative che, oltre ad onorare il nome e il sacrificio delle vittime, consenta di recuperare pienamente i risvolti umani e storici di quella vicenda, coinvolgendo le istituzioni italiane interessate, la comunità italoamericana e le località di origine dei lavoratori caduti a Monongah. Una di queste iniziative è la realizzazione del volume “Monongah 1907. Una tragedia dimenticata” promosso dalla Direzione Generale per gli Italiani all’estero (DGIT) che ricostruisce i fatti e il contesto storico-sociale in cui essi si sono svolti e raccogliere la documentazione disponibile.

La presentazione del libro avrà luogo oggi 26 novembre presso la Farnesina. Interverranno il Vice Ministro agli Affari Esteri Senatore Franco Danieli, il Direttore della DGIT Ambasciatore Adriano Benedetti, i Rappresentanti delle Regioni direttamente interessate e alcuni importanti storici che hanno contribuito alla realizzazione del volume. Nel corso della manifestazione verrà proiettato il film “Monongah, la Marcinelle americana” scritto e diretto da Silvano Console per la FILEF Abruzzo.

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Intanto prosegue la serie di iniziative che la FILEF Abruzzo sta svolgendo nelle scuole di tutta la regione, con la proiezione del film e i dibattiti sul tema “Emigrazione, immigrazione, sicurezza nei luoghi di lavoro, sfruttamento minorile”

Le iniziative fino ad oggi svoltesi a Lanciano (Liceo Scientifico “Galilei”) e Teramo (Istituto Tecnico Commerciale “V.Comi”) hanno visto la partecipazione attiva (con interventi e domande sulle problematiche connesse alla ricorrenza) dei giovani studenti delle quarte e quinte classi.

News ITALIA PRESS Fonte: http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2792

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26 Novembre 2007

"Valigia d'oro award" a 15 coppie di italiani emigrati

15 coppie di italiani emigrati in Canada sono state premiate con la Valigia d'oro Award. Il premio, giunto quest anno alla sua nona edizione e ormai divenuto un appuntamento costante, è legato quest anno a dimostrazioni di straordinario coraggio che emergono da storie ordinarie di emigranti con la propria valigia di cartone e tante speranze di un futuro migliore. Un premio che è un riconoscimento ai sacrifici, non senza lacrime, di chi ha dovuto abbandonare la propria patria, per imbarcarsi verso una nuova vita, senza voltarsi

indietro. Mario Ferri, fondatore di questo premio ormai radicato nella comunità italiana, ha raccontato nel corso della festa celebrativa dello scorso 18 novembre, questi e altri significati che si celano dietro questo importante riconoscimento: "Abbiamo dato il nostro riconoscimento a trenta persone, quindici coppie di italiani che dopo essere emigrati hanno costruito la loro vita in Canada, realizzando una famiglia e crescendo i loro figli". "L’idea di premiare i nostri predecessori, gli italiani che avevano dato il via all’immigrazione in Canada è nata nel 1997 – ha raccontato Mario Ferri – in corrispondenza dell’anno internazionale dedicato agli anziani. Infatti questo evento voleva essere un modo per ringraziare i “nonni” della nostra comunità, quindi abbiamo scelto di premiare le persone partite dalla propria patria prima del 1956". "Il nostro obiettivo - continua Ferri riferendosi alle motivazioni del premio - è quello di premiare i primi emigrati, persone comuni che hanno saputo affrontare grandi sacrifici". Per i premiati si è trattato anche di un’importante occasione di raccontare la propria storia, di condividere emozioni e sentimenti dei lunghi anni vissuti da emigranti, dai primi giorni difficili e a volte dolorosi, fino ai successi, alla famiglia che cresce e diventa sempre più integrata nella comunità canadese pur continuando a sentire fortissimo il legame con l’Italia.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2823

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MEMORIA

A cento anni dal disastro minerario di Monongah un libro ci porta fra la sofferenza dimenticata dei nostri emigranti

Al docente della George Washington University, Joseph Luis Tropea il premio “Monongah 2007”

Danieli “Stiamo pensando di dare un riconoscimento collettivo alle vittime italiane della tragedia, una medaglia che possa essere collocata nel museo che si sta istituendo a Monongah”

ROMA - Sono volti di bambini anneriti dalla fuliggine e costretti a crescere troppo in fretta quelli dei piccoli minatori che ti guardano dalla copertina del libro, realizzato su iniziativa della direzione generale del Mae per gli Italiani all’estero, “Monongah 1907. Una tragedia dimenticata”. Già da questa foto, di sicuro impatto, si capisce che questo volume, curato da Norberto Lombardi, non si limita a descrivere la cronaca della tragedia mineraria di Monongah, dove il 6 dicembre 1907 persero la vita 361 uomini e ragazzi di cui 171 italiani, ma cerca di inquadrare anche il contesto storico e sociale in cui maturò il disastro minerario. Il dramma di un passato, fatto di tanto lavoro e sacrifici, che ora questo libro ci ripropone con uno sguardo a 360 gradi sui risvolti umani, diplomatici e giornalistici della tragedia. Un’analisi che si sviluppa sia attraverso il contributo di politici, esperti e studiosi, sia con una dettagliata documentazione fatta di carteggi diplomatici, documenti anagrafici e lettere dei nostri emigranti che testimoniano anche la mobilitazione e le iniziative di solidarietà che fecero seguito al disastro minerario.

“Noi saremo presenti alle celebrazioni del sei dicembre - ha detto nel corso della presentazione del libro svoltasi alla Farnesina il presidente della Regione Molise Michele Iorio - per collocare a Monongah una campana commemorativa e per chiedere scusa di questo ritardo della memoria. Abbiamo dimenticato per troppo tempo le vittime della tragedia”. Iorio, dopo aver ricordato che il Molise sta per approvare una legge volta all’istituzione del Museo regionale dell’emigrazione, ha sottolineato la necessità di continuare ad approfondire la storia della diaspora italiana che ha profondamente segnato l’evoluzione del nostro paese.

Vincenzo Spaziante, assessore al Bilancio e alle Infrastrutture della Regione Calabria, ha evidenziato come a tutt’oggi, non essendo state del tutto debellate le situazioni di disagio che spingono i giovani del sud all’emigrazione, sussista ancora in Italia una tendenza alla diaspora che però viene limitata dall’insufficienza degli sbocchi all’estero. Annarita Pagliaro, presidente della commissione per le Politiche Sociali del comune calabrese di San Giovanni in Fiore (Cosenza) ha ricordato l’alto contributo di vittime dato dal suo paese alla tragedia di Monongah e l’esigenza che le nuove generazioni prendano atto di una storia migratoria che appartiene a tutti. La Pagliaro ha anche annunciato la creazione della Consulta comunale dell’emigrazione di San Giovanni in Fiore.

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Matteo Sanfilippo, docente dell’Università della Tuscia, ha lodato il libro su Monongah per la sua capacità d’inquadrare la tragedia in un ampio contesto storico di riferimento che mostra il vissuto dei nostri connazionali in America. Realtà difficili in cui gli italiani, sul confine della nuova frontiera, spesso erano costretti a scegliere fra la miniera e l’allevamento di bestiame. Una dura lotta per la sopravvivenza e l’integrazione che di lì a poco insegnerà ai nostri connazionali come difendersi dallo sfruttamento delle grandi compagnie industriali e minerarie.

Andreina De Clementi, dell’Istituto universitario Orientale di Napoli ha spiegato come la prima grande emigrazione di massa italiana, che non ha avuto alcuna programmazione collettiva da parte delle nostre istituzioni dell’epoca, abbia portato nelle Americhe contadini operai ed artigiani che poi sono stati utilizzati, soprattutto negli Stati Uniti, come manodopera a basso costo per le miniere e la costruzione di infrastrutture. “Con il loro lavoro all’estero - ha affermato la De Clementi - i nostri emigrati - nonostante le pene e le umiliazioni, hanno investito sul domani, dando un futuro ai propri figli”. Il giornalista Francesco Durante, del Corriere del Mezzogiorno, ha segnalato lo scarso spazio dato alla tragedia dai giornali italiani dell’epoca e la mancanza di un adeguato approfondimento della notizia da parte delle stesse testate italo-americane che non inviarono corrispondenti sul luogo della tragedia mineraria. Disastri del lavoro che in quel periodo negli Stati Uniti erano molto frequenti. “Bisogna prendere atto - ha detto Durante - che se da un lato agli italiani in patria il destino dei reietti che se andavano all’estero non interessava più di tanto, dall’altro lo sguardo dei giornali italo americani sembrava più rivolto al passato in Italia che al vicino presente”.

Letizia Laurelli, dell’Archivio di Stato di Isernia, ha illustrato il progetto di ricerca, portato avanti in base agli archivi del Monongah Mines Relif Comittee pubblicato nel marzo 1910, sulle 87 vittime molisane di Monongah. Un’analisi, incrociata con i dati anagrafici dei comuni d’origine e con le informazioni dell’archivio telematico del museo di Ellis Island, che ha permesso la compilazione di schede nominative per ciascuna vittima del disastro. Prospetti con nomi completi, date di nascita e informazioni sulla famiglia, sul luogo di sepoltura e sull’arrivo in America del migrante. Le schede potranno essere consultate nel libro, edito dalla Cosmo Iannone, dal titolo “Cent’anni di Oblio”. Una pubblicazione, curata da Joseph d’Andrea, che fa parte della collana “Quaderni delle Migrazioni”.

“Tutti i fenomeni migratori portano inevitabilmente dentro di sé delle tragedie - ha affermato il vice ministro degli Esteri Franco Danieli dopo aver ringraziato tutti coloro che si sono impegnati per rompere il velo dell’oblio su Monongah - e il tempo rappresenta un elemento fondamentale per superare anche questa dimensione di tragicità . Lo Stato sta lavorando per recuperare questa parte della nostra memoria e, al di là della celebrazione, per cercare di attualizzare la vicenda da cui si può trarre qualche elemento di riflessione per l’oggi. Stiamo pensando - ha proseguito Danieli - di dare un riconoscimento collettivo alle vittime italiane della tragedia, una medaglia che possa essere collocata nel museo che si stata istituendo a Monongah. Un progetto che vede impegnato in prima persona il senatore statunitense Preziosi”.

La cerimonia si è conclusa con la consegna del premio “Monongah 2007”- istituito dalla Fondazione Italia nelle Americhe - da parte del direttore del giornale “Gente d’Italia” Domenico Porpiglia a Joseph Luis Tropea, docente di Sociologia alla George Washington University. Porpiglia, dopo aver ricordato il concreto impegno del suo giornale per l’emersione agli occhi dei media e dell’opinione pubblica della dimenticata catastrofe di Monongah, ha spiegato che il premio è stato assegnato a Tropea per i lunghi anni dedicati alla ricerca storica e alla raccolta di testimonianze sul disastro del 1907.

“Io sono nipote di lavoratori nella miniera di Monongah, alcuni vittime dell'esplosione del 1907– ha detto Tropea -. Ciò mi ha spinto ad occuparmi di questa vicenda che è stata a lungo dimenticata. Sono molto fiero dei risultati del nostro lavoro di ricostruzione storica, anche se si tratta ora di andare oltre al dato numerico e correggere eventualmente ciò che è stato

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erroneamente ricostruito con tutte le informazioni che ancora riusciremo a raccogliere, negli Stati Uniti e in Italia, grazie all'aiuto dei parenti delle vittime. Ricostruire fedelmente la vicenda - ha aggiunto Tropea - è l'unico modo per onorare la memoria di questi minatori. Io sono imbarazzato per il silenzio americano sulla tragedia, ma voi dovete esserlo per quello italiano”.

(Goffredo Morgia - Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22014.htm

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27 Novembre 2007

Fonte : http://www.litaliano.it/archivio07/nov27.pdf

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SERVIZI DEL GIORNO 27 Novembre 2007 ore 15.52 Italiani nel Mondo

LA SELEZIONE DEI PROGETTI DEL BANDO PER LA FORMAZIONE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO NEI PAESI EXTRA UE: UN APPUNTAMENTO DECISIVO – DI FRANCO SATELLOCCO

ALGERI\ aise\ - In queste ultime settimane l’attenzione dei media si è giustamente concentrata sulla Legge finanziaria del 2008 che oramai è giunta alla fase di positiva approvazione. Molti sono i risultati ottenuti a favore degli italiani all’estero grazie all’iniziativa del Senatore Danieli e dei Parlamentari eletti all’estero in stretto collegamento con il CGIE. Citiamo, ad esempio, il finanziamento per la realizzazione della Prima Conferenza dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo che, dopo anni di attesa, vedrà finalmente la luce nel 2008. Altri importanti risultati sono la realizzazione del “Museo delle migrazioni”e l’azione di valorizzazione degli imprenditori italiani all’estero ai quali il CGIE ha dedicato particolare attenzione nell’ambito delle tematiche per l’internazionalizzazione.

Si moltiplicano, dunque, le azioni dirette al sostegno degli italiani nel mondo ma non per questo deve venir meno la funzione di monitoraggio, coordinamento e di sintesi strategica di tali iniziative che il CGIE deve svolgere affinché ogni azione venga adeguatamente portata a buon fine in un quadro d’assieme organico e razionale. Per questo motivo, sentiamo la necessità di non mancare all’appuntamento decisivo della selezione delle proposte pervenute a seguito del Bando per la formazione professionale degli italiani residenti nei Paesi extra UE che è stato pubblicato in agosto ed i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti nei primi giorni di ottobre.

Al processo di selezione delle domande di finanziamento collaborano attivamente le sedi diplomatiche e consolari presenti nelle 31 Circoscrizioni territoriali individuate dal Bando che, acquisito il parere del Comites locale, si esprimono con una valutazione di idoneità sui progetti pervenuti con particolare riferimento alla coerenza con i fabbisogni formativi degli italiani residenti nell’area geografica di competenza nonché alla congruità dei costi locali preventivati.

Dobbiamo dare atto della dedizione e dello spirito di collaborazione dimostrato dai responsabili delle istituzioni e dal personale delle sedi consolari e dei Comites che devono analizzare in pochi giorni centinaia di pagine di formulario, fare confronti, acquisire dati statistici, documentarsi con norme e regolamenti. Qualche criticità causata dal carico di lavoro si sarà certamente presentata nelle sedi dove si è concentrato maggiormente l’afflusso delle domande in relazione alla maggiore disponibilità finanziaria del Bando: Buenos Aires, San Paolo, Montevideo in primo luogo, ma anche Caracas, Zurigo e La Plata. Siamo sicuri, tuttavia, che tutte le sedi risponderanno con competenza e professionalità al compito ricevuto. L’Assemblea Plenaria del CGIE di novembre si è già espressa sull’importanza storica di questo lavoro delle sedi consolari e dei Comites che rappresenta una fase decisiva per l’attuazione del Bando 2007 e dei Bandi futuri poiché concorrerà alla definizione delle graduatorie di finanziamento dei progetti. Tali graduatorie, come prevede il Bando, saranno predisposte da una apposita commissione di valutazione composta da tecnici indipendenti che saranno nominati dal Ministero del Lavoro con apposito decreto. È nostra convinzione che il Ministero del Lavoro, continuando nell’azione riformatrice avviata, saprà gestire questa ulteriore fase della selezione in modo soddisfacente ed individuerà esperti che sappiano interpretare correttamente le valutazioni delle sedi consolari e dei Comites dando loro il giusto peso nel punteggio finale. I Comites, veri sensori sul territorio, rappresentano infatti le fonti più appropriate per

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esprimere valutazioni sui progetti di formazione sia quando essi concordano sul parere consolare, sia quando espongono punti di vista differenti ma complementari. Come è accaduto nelle attività di preparazione del Bando, il CGIE non mancherà di sostenere il Ministero del Lavoro anche nel momento delicato della costituzione e dei lavori della commissione di valutazione .

Ai componenti della commissione di valutazione che verranno nominati viene richiesta la capacità di esprimere un giudizio competente sul piano tecnico alla quale va aggiunta la capacità di ascolto, di interpretazione e di risposta adeguata ai pareri pervenuti dai Consoli e dai Comites che operano sul campo e che conoscono più di ogni altro le esigenze di formazione degli italiani all’estero e le condizioni di fattibilità degli interventi formativi in Paesi spesso completamente diversi dall’Italia. L’impegno profuso nelle Circoscrizioni estere per selezionare i progetti è grande e di grande valore rispetto ai cambiamenti di indirizzo e di metodo introdotti nel Bando di formazione 2007, ci pare ragionevole ed opportuno, quindi, attenderci dal Ministero del Lavoro trasparenza nei criteri di costituzione della Commissione di valutazione ed altrettanta trasparenza nei criteri che saranno adottati per qualificare l’incidenza dei pareri dei Consoli e dei Comites nella costruzione del punteggio di valutazione finale dei progetti.

Franco santellocco*\aise * Presidente V Commissione Cgie

Fonte : http://www.aise.it

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INFORM - N. 221 - 27 novembre 2007

CGIE

Il calendario degli incontri nei diversi Paesi

Prime riunioni delle Commissioni Giovani

ROMA – Nel dicembre 2007 e nel gennaio 2008 si terranno le riunioni ristrette delle Commissioni Giovani, istituite per dare un pronto seguito alle richieste presentate dai giovani esperti in occasione dell'Assemblea Plenaria del CGIE. Il documento presentato (http://www.cgie.it/assemblea/Documento%20giovani%206%20novembre.doc )prevede momenti di incontro dei giovani delle comunità italiane afferenti alle diverse circoscrizioni consolari per permettere scambi di idee e di progetti che costituiranno apporti utili in vista della Conferenza mondiale dei giovani italiani all'estero, prevista nel 2008.

Alle riunioni presenzieranno i consiglieri del CGIE del Paese interessato, il giovane esperto presente all'Assemblea Plenaria di Roma e un giovane scelto da ogni Comites nazionale.

Il calendario previsto, fitto di incontri in diversi Paesi del mondo, non è ancora completo ma verrà costantemente integrato.

Qui di seguito si riportano le date e le sedi al momento confermate: Argentina: Lomas de Zamora, 1 dicembre; Australia: Canberra, 8-9 dicembre; Belgio: Bruxelles, 15 dicembre; Brasile: San Paolo del Brasile, 15 dicembre; Francia e Principato di Monaco: Parigi, 8 dicembre; Germania e Austria: Stoccarda, 1-2 dicembre; Gran Bretagna e Irlanda: Londra, 16 dicembre; Perù: Lima, 11 gennaio; Stati Uniti: Newark (New Jersey), 15 dicembre; Svizzera, Croazia e San Marino: Berna, 15 dicembre; Uruguay: Montevideo, 19 dicembre; Venezuela: Caracas, 28 dicembre. (Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22118.htm

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INFORM - N. 221 - 27 novembre 2007

INTERVENTI

Franco Santellocco (CGIE): Un appuntamento decisivo la selezione dei progetti del bando per la formazione degli italiani all’estero nei

Paesi non appartenenti all’Unione Europea”

ALGERI - In queste ultime settimane l’attenzione dei media si è giustamente concentrata sulla Legge finanziaria del 2008 che oramai è giunta alla fase di positiva approvazione. Molti sono i risultati ottenuti a favore degli italiani all’estero grazie all’iniziativa del Senatore Danieli e dei Parlamentari eletti all’estero in stretto collegamento con il CGIE. Citiamo, ad esempio, il finanziamento per la realizzazione della Prima Conferenza dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo che, dopo anni di attesa, vedrà finalmente la luce nel 2008. Altri importanti risultati sono la realizzazione del “Museo delle migrazioni”e l’azione di valorizzazione degli imprenditori italiani all’estero ai quali il CGIE ha dedicato particolare attenzione nell’ambito delle tematiche per l’internazionalizzazione.

Si moltiplicano, dunque, le azioni dirette al sostegno degli italiani nel mondo ma non per questo deve venir meno la funzione di monitoraggio, coordinamento e di sintesi strategica di tali iniziative che il CGIE deve svolgere affinché ogni azione venga adeguatamente portata a buon fine in un quadro d’assieme organico e razionale. Per questo motivo, sentiamo la necessità di non mancare all’appuntamento decisivo della selezione delle proposte pervenute a seguito del Bando per la formazione professionale degli italiani residenti nei Paesi extra UE che è stato pubblicato in agosto ed i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti nei primi giorni di ottobre.

Al processo di selezione delle domande di finanziamento collaborano attivamente le sedi diplomatiche e consolari presenti nelle 31 Circoscrizioni territoriali individuate dal Bando che, acquisito il parere del Comites locale, si esprimono con una valutazione di idoneità sui progetti pervenuti con particolare riferimento alla coerenza con i fabbisogni formativi degli italiani residenti nell’area geografica di competenza nonché alla congruità dei costi locali preventivati.

Dobbiamo dare atto della dedizione e dello spirito di collaborazione dimostrato dai responsabili delle istituzioni e dal personale delle sedi consolari e dei Comites che devono analizzare in pochi giorni centinaia di pagine di formulario, fare confronti, acquisire dati statistici, documentarsi con norme e regolamenti. Qualche criticità causata dal carico di lavoro si sarà certamente presentata nelle sedi dove si è concentrato maggiormente l’afflusso delle domande in relazione alla maggiore disponibilità finanziaria del Bando: Buenos Aires, San Paolo, Montevideo in primo luogo, ma anche Caracas, Zurigo e La Plata. Siamo sicuri, tuttavia, che tutte le sedi risponderanno con competenza e professionalità al compito ricevuto. L’Assemblea Plenaria del CGIE di novembre si è già espressa sull’importanza storica di questo lavoro delle sedi consolari e dei Comites che rappresenta una fase decisiva per l’attuazione del Bando 2007 e dei Bandi futuri poiché concorrerà alla definizione delle graduatorie di finanziamento dei progetti. Tali graduatorie, come prevede il Bando, saranno predisposte da una apposita commissione di valutazione composta da tecnici indipendenti che saranno nominati dal Ministero del Lavoro con apposito decreto.

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E’ nostra convinzione che il Ministero del Lavoro, continuando nell’azione riformatrice avviata, saprà gestire questa ulteriore fase della selezione in modo soddisfacente ed individuerà esperti che sappiano interpretare correttamente le valutazioni delle sedi consolari e dei Comites dando loro il giusto peso nel punteggio finale. I Comites, veri sensori sul territorio, rappresentano infatti le fonti più appropriate per esprimere valutazioni sui progetti di formazione sia quando essi concordano sul parere consolare, sia quando espongono punti di vista differenti ma complementari. Come è accaduto nelle attività di preparazione del Bando, il CGIE non mancherà di sostenere il Ministero del Lavoro anche nel momento delicato della costituzione e dei lavori della commissione di valutazione .

Ai componenti della commissione di valutazione che verranno nominati viene richiesta la capacità di esprimere un giudizio competente sul piano tecnico alla quale va aggiunta la capacità di ascolto, di interpretazione e di risposta adeguata ai pareri pervenuti dai Consoli e dai Comites che operano sul campo e che conoscono più di ogni altro le esigenze di formazione degli italiani all’estero e le condizioni di fattibilità degli interventi formativi in Paesi spesso completamente diversi dall’Italia.

L’impegno profuso nelle Circoscrizioni estere per selezionare i progetti è grande e di grande valore rispetto ai cambiamenti di indirizzo e di metodo introdotti nel Bando di formazione 2007, ci pare ragionevole ed opportuno, quindi, attenderci dal Ministero del Lavoro trasparenza nei criteri di costituzione della Commissione di valutazione ed altrettanta trasparenza nei criteri che saranno adottati per qualificare l’incidenza dei pareri dei Consoli e dei Comites nella costruzione del punteggio di valutazione finale dei progetti.

Franco Santellocco*/Inform

*Presidente della Commissione Formazione Impresa Lavoro e Cooperazione del CGIE

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22121.htm

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SERVIZI DEL GIORNO 27 Novembre 2007 ore 12.17 Italiani nel Mondo

INTERVENTI/ FINANZIARIA 2008: RISANAMENTO SOSTENIBILITÀ E SVILUPPO PER GLI ITALIANI NEL MONDO – DI GENNARO SPOSATO ROMA\ aise\ - Dopo il movimentato voto della settimana scorsa al Senato, il percorso della Finanziaria verso la sua definitiva approvazione entro la fine dell’anno, prosegue ora alla Camera dei Deputati. I deputati saranno quindi chiamati ad esprimere il proprio voto favorevole ad un provvedimento che continua in modo deciso l’opera di risanamento delle finanze pubbliche italiane, ed i cui contenuti concreti sono – come spesso accade nel dibattito politico italiano – in gran parte stati offuscati dai proclami propagandistici su tentate spallate e agguati al Governo e alla maggioranza che lo sostiene. Tenendo ben presente la difficile situazione dei conti pubblici italiani, gravati, lo ricordiamo, da un pesante debito pubblico che non ha eguali tra gli altri paesi europei, la Finanziaria del 2008 prosegue con la necessaria e improcrastinabile azione di risanamento avviata lo scorso anno con la prima finanziaria del Governo Prodi. In particolare, la manovra conferma gli obiettivi di legislatura per il riequilibrio dei conti pubblici e porta ad una riduzione del deficit al 2,2% nel 2008, facendo scendere il debito pubblico dal 105% al 103,5% del PIL e comportando quindi una lenta ma progressiva riduzione degli oneri derivanti dal pagamento degli interessi sul debito. Tuttavia, la Finanziaria 2008 non si limita a centrare esclusivamente i propri obiettivi di natura prettamente macroeconomica e di bilancio dello Stato, bensì prevede tutta una serie di interventi concreti a favore delle fasce deboli, a sostegno dell’occupazione, al rilancio del Mezzogiorno e – last but not least – a favore della presenza dell’Italia e degli italiani nel mondo. Nello specifico, al fine di sostenere l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro, si prevede il finanziamento di 30 mila stage per neolaureati, la cui stabilizzazione da parte delle imprese viene incentivata con la previsione di un bonus di 3.000 Euro. La manovra stanzia, inoltre, 100,623 miliardi di euro (+3,583 miliardi rispetto al 2007 e +9,6 miliardi rispetto al 2006) per finanziare i livelli essenziali di assistenza. Più risorse, quindi, per ospedali, medicina di famiglia e specialistica, assistenza domiciliare. Nel quadro di un generale programma di rilancio del Sud, la Finanziaria disciplina inoltre la confluenza dei fondi nazionali e di quelli europei nel Quadro strategico nazionale 2007-2013 per un totale di 100 miliardi, con la conseguenza di un migliore e più efficiente utilizzo delle risorse che in particolare l’Unione Europea destina come fondi strutturali alle regioni più disagiate in Europa. Buone notizie anche per i tanti connazionali che annualmente, durante le vacanze estive, viaggiano sulle autostrade italiane verso la Calabria e la Sicilia. E’ infatti previsto un finanziamento immediato di 100 milioni per il 2007 per i lavori di manutenzione straordinaria dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. In particolare, le risorse saranno impiegate per affrontare i problemi di mobilità e sicurezza e per rafforzare il trasporto e la sicurezza nello Stretto di Messina. Come già accennato, con la nuova Finanziaria il Governo scommette in modo deciso sulla valorizzazione della presenza dell’Italia e degli italiani nel mondo. Questa scommessa prevede, da un lato, un aumento delle risorse destinate alla promozione del “made in Italy”, che passa da 60 a 80 milioni di euro e corrisponde ad una crescita del 30% rispetto al 2006, con evidenti ripercussioni positive sul mercato del lavoro interno e di presenza quantitativa e qualitativa delle nostre imprese sui mercati stranieri. Per quanto attiene, invece, gli interventi a favore degli italiani all’estero, i Parlamentari – e nel caso specifico i Senatori - eletti nella circoscrizione estero, hanno nuovamente dimostrato come la loro presenza non sia solo una logica e giusta conseguenza del diritto dei connazionali nel mondo ad avere una adeguata rappresentanza politica nella aule parlamentari, bensì possa rappresentare – se esercitata

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seriamente – un importante valore aggiunto per la qualità dell’attività governativa e legislativa. Il decisivo lavoro dei parlamentari del PD eletti all’estero e lo spirito di collaborazione tra questi ed il Governo, hanno infatti fatto sì che la Finanziaria prevedesse una serie di importanti stanziamenti di natura quantitativa ma anche e soprattutto qualitativa a favore degli italiani all’estero. Nello specifico, nel corso dell’iter di approvazione al Senato, sono state accolte le proposte dei 5 Senatori di Centrosinistra eletti nella circoscrizione estero, che contengono lo stanziamento di 12,5 milioni di euro per la tutela e l’assistenza dei connazionali all’estero, nonché 5,5 milioni di euro per il finanziamento delle iniziative scolastiche, di assistenza scolastica e di formazione e perfezionamento professionali (ex legge 153 del 1971). Oltre a questi interventi mirati sono inoltre stati destinati ben 14 milioni di euro per le politiche generali degli italiani all’estero, che saranno utilizzati anche ed in particolare per rafforzare e razionalizzare la rete consolare. La somma di questi interventi, che va a sommarsi a quella già prevista nella manovra a favore delle collettività italiane nel mondo, ammonta quindi a ben 32 milioni di euro, e va a collocarsi in evidente controtendenza rispetto alla riduzione delle risorse di cui si è stata protagonista la nostra comunità durante gli anni dei governi Berlusconi. Inoltre, grazie al sollecito intervento degli eletti, l’eventuale recupero di prestazioni pensionistiche che siano state percepite indebitamente da parte di italiani residenti all’estero avverrà – a meno che non sia frutto di dolo da parte del connazionale stesso – attraverso una trattenuta diretta sulla pensione e solamente in misura non superiore al quinto dell’indebito totale e senza applicazione di interessi. Con riferimento alla riorganizzazione della rete consolare invece, la commissione programmazione economica e bilancio ha inoltre accolto un ordine del giorno a firma dei 5 senatori che sostengono il Governo di Centrosinistra (Micheloni, Pollastri, Randazzo, Turano e Pallaro), che impegna il Governo ad effettuare una verifica dei bisogni relativi alla rete diplomatico-consolare e a presentare al Parlamento una relazione dettagliata sui bisogni dei cittadini italiani residenti all'estero. Sulla base di questa relazione il Governo concorderà con le commissioni competenti, e quindi anche con i parlamentari che rappresentano gli italiani nel mondo, un piano di riforma finalizzato alla riorganizzazione e innovazione della rete consolare e diplomatica italiana nel mondo. Sempre su iniziativa dei senatori eletti all’estero il Governo si è inoltre impegnato a valutare concretamente l’opportunità di adottare una riduzione dell’ICI e della tassa sui rifiuti a carico degli immobili di proprietà di cittadini italiani residenti all’estero. Per quanto riguarda invece l’America Latina, il Governo si è assunto l’impegno a potenziarne la rete consolare attraverso l’assunzione di almeno 200 contrattisti locali. Ribadito e ufficializzato inoltre l’impegno ed il sostegno alla riforma della legge sulla cittadinanza, al fine di armonizzare la situazione di discriminazione in cui versano molte famiglie in cui un figlio è cittadino italiano mentre i fratelli nati prima del 1948 non hanno diritto alla cittadinanza, nonché per dare la possibilità di riacquistare la cittadinanza italiana a coloro che l’hanno persa per naturalizzazione per motivi di lavoro o per matrimonio con cittadini stranieri. (gennaro sposato*\aise) * PD/Italiani nel Mondo Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=50208

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GRTV

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LA SELEZIONE DEI PROGETTI DEL BANDO PER LA FORMAZIONE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO NEI PAESI NON APPARTENENTI ALLA UNIONE EUROPEA: UN APPUNTAMENTO DECISIVO

Le considerazioni di Franco santellocco (CGIE)

(GRTV) In queste ultime settimane l’attenzione dei media si è giustamente concentrata sulla Legge finanziaria del 2008 che oramai è giunta alla fase di positiva approvazione. Molti sono i risultati ottenuti a favore degli italiani all’estero grazie all’iniziativa del Senatore Danieli e dei Parlamentari eletti all’estero in stretto collegamento con il CGIE. Citiamo, ad esempio, il finanziamento per la realizzazione della Prima Conferenza dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo che, dopo anni di attesa, vedrà finalmente la luce nel 2008. Altri importanti risultati sono la realizzazione del “Museo delle migrazioni”e l’azione di valorizzazione degli imprenditori italiani all’estero ai quali il CGIE ha dedicato particolare attenzione nell’ambito delle tematiche per l’internazionalizzazione. Si moltiplicano, dunque, le azioni dirette al sostegno degli italiani nel mondo ma non per questo deve venir meno la funzione di monitoraggio, coordinamento e di sintesi strategica di tali iniziative che il CGIE deve svolgere affinché ogni azione venga adeguatamente portata a buon fine in un quadro d’assieme organico e razionale. Per questo motivo, sentiamo la necessità di non mancare all’appuntamento decisivo della selezione delle proposte pervenute a seguito del Bando per la formazione professionale degli italiani residenti nei Paesi extra UE che è stato pubblicato in agosto ed i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti nei primi giorni di ottobre. Al processo di selezione delle domande di finanziamento collaborano attivamente le sedi diplomatiche e consolari presenti nelle 31 Circoscrizioni territoriali individuate dal Bando che, acquisito il parere del Comites locale, si esprimono con una valutazione di idoneità sui progetti pervenuti con particolare riferimento alla coerenza con i fabbisogni formativi degli italiani residenti nell’area geografica di competenza nonché alla congruità dei costi locali preventivati. Dobbiamo dare atto della dedizione e dello spirito di collaborazione dimostrato dai responsabili delle istituzioni e dal personale delle sedi consolari e dei Comites che devono analizzare in pochi giorni centinaia di pagine di formulario, fare confronti, acquisire dati statistici, documentarsi con norme e regolamenti. Qualche criticità causata dal carico di lavoro si sarà certamente presentata nelle sedi dove si è concentrato maggiormente l’afflusso delle domande in relazione alla maggiore disponibilità finanziaria del Bando: Buenos Aires, San Paolo, Montevideo in primo luogo, ma anche Caracas, Zurigo e La Plata. Siamo sicuri, tuttavia, che tutte le sedi risponderanno con competenza e professionalità al compito ricevuto. L’Assemblea Plenaria del CGIE di novembre si è già espressa sull’importanza storica di questo lavoro delle sedi consolari e dei Comites che rappresenta una fase decisiva per l’attuazione del Bando 2007 e dei Bandi futuri poiché concorrerà alla definizione delle graduatorie di finanziamento dei progetti. Tali graduatorie, come prevede il Bando, saranno predisposte da una apposita commissione di valutazione composta da tecnici indipendenti che saranno nominati dal Ministero del Lavoro con apposito decreto.

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E’ nostra convinzione che il Ministero del Lavoro, continuando nell’azione riformatrice avviata, saprà gestire questa ulteriore fase della selezione in modo soddisfacente ed individuerà esperti che sappiano interpretare correttamente le valutazioni delle sedi consolari e dei Comites dando loro il giusto peso nel punteggio finale. I Comites, veri sensori sul territorio, rappresentano infatti le fonti più appropriate per esprimere valutazioni sui progetti di formazione sia quando essi concordano sul parere consolare, sia quando espongono punti di vista differenti ma complementari. Come è accaduto nelle attività di preparazione del Bando, il CGIE non mancherà di sostenere il Ministero del Lavoro anche nel momento delicato della costituzione e dei lavori della commissione di valutazione . Ai componenti della commissione di valutazione che verranno nominati viene richiesta la capacità di esprimere un giudizio competente sul piano tecnico alla quale va aggiunta la capacità di ascolto, di interpretazione e di risposta adeguata ai pareri pervenuti dai Consoli e dai Comites che operano sul campo e che conoscono più di ogni altro le esigenze di formazione degli italiani all’estero e le condizioni di fattibilità degli interventi formativi in Paesi spesso completamente diversi dall’Italia. L’impegno profuso nelle Circoscrizioni estere per selezionare i progetti è grande e di grande valore rispetto ai cambiamenti di indirizzo e di metodo introdotti nel Bando di formazione 2007, ci pare ragionevole ed opportuno, quindi, attenderci dal Ministero del Lavoro trasparenza nei criteri di costituzione della Commissione di valutazione ed altrettanta trasparenza nei criteri che saranno adottati per qualificare l’incidenza dei pareri dei Consoli e dei Comites nella costruzione del punteggio di valutazione finale dei progetti. Franco Santellocco (CGIE) Fonte : http://news.grtv.it

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27 Novembre 2007

Danieli: a scuola la storia dell’emigrazione italiana

ROMA - Nei libri di testo la storia dei 27 milioni di persone che, in oltre 100 anni, hanno lasciato l’Italia per inseguire un futuro migliore. La storia dei tanti italiani che hanno perso la vita durante le traversate, dei tanti bambini morti sul lavoro, dei disperati di allora. Non poi così diversi da quelli di oggi. Una storia da studiare proprio per questo: recuperare la memoria, ma anche riflettere sul presente. È questa la proposta del viceministro degli Esteri Franco Danieli, lanciata proprio al termine di un’iniziativa organizzata per recuperare la memoria, ricordando la tragedia mineraria di Monongah, nel Eest Virginia, dove persero la vita centinaia di italiani. Secondo le stime ufficiali 171, su un totale di 361 vittime. Ma in realtà in quella miniera rimasero sepolte almeno 900 persone. Sembra che solo 4 italiani sopravvissero e tornarono in patria.

Una proposta che Danieli ha detto di avere già rivolto al ministro dell’Istruzione, Giuseppe Fioroni. «L’emigrazione italiana - ha aggiunto Danieli - ha avuto un forte impatto sulla società italiana. Ventisette milioni di persone che, dal 1861 e per oltre 100 anni lasciarono il loro Paese, rappresentano un fenomeno di grande rilievo, un elemento centrale della storia italiana degli ultimi 100 anni. Un libro di testo che non tenesse conto di tutto ciò avrebbe una visione miope». Sì perché, ne è convinto Danieli, da vicende come quelle di Monongah, o di Marcinelle (un’altra tragedia che ebbe come teatro una miniera, in Belgio), si può imparare a riflettere anche sulla società di oggi. Con problemi molto simili: «I dati delle Ong e delle agenzie delle Nazioni Unite - dice Danieli - ci parlano ancora oggi di schiavismo, sfruttamento del lavoro minorile, violazioni aberranti della dignità e sfruttamento dell’immigrazione, basti pensare alle seimila persone che hanno perso la vita nel Mediterraneo per raggiungere l’Europa; allo schiavismo nelle campagne pugliesi per la raccolta dei pomodori... E la lista potrebbe essere ancora lunga». Imparare dal passato, dunque, per riflettere sul presente, facendo entrare nei libri di scuola una parte «fondamentale» della storia italiana. E il recupero del passato, ieri mattina alla Farnesina, è partito proprio da Monongah: il ministero ha organizzato una serie di celebrazioni e finanziato il restauro delle tombe dei minatori italiani, un monumento commemorativo che sorgerà nel cimitero ed il volume “Monongah 1907 - Una tragedia dimenticata”. Nella foto da sinistra: il presidente della Regione Molise, Michele Iorio, Franco Danieli e il direttore generale per l’estero, Adriano Benedetti.

Fonte : http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=68883

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27 Novembre 2007 Tra passto e futuro. L'Italian American Museum premia gli "Ambasciatori d'italianità"

di Antonino Ciappina

PUÒ UN MUSEO essere una fucina per le generazioni che verranno? La risposta al quesito dovrebbe essre positiva, stando a quanto si evince dal "libro-ricordo" del "Testimonial Party" (Gala di Riconoscimento) dato al V.I.P Country Club di New Rochelle (N.Y.), che ha visto riunite nel salone di ricevimento oltre cinquecento persone tra dirigenti, soci, amici, ammiratori e simpatizzanti della comunità italiana di New York. L'organizzazione di quella che è stata una magnifica dimostrazione di come la comunità italiana si sia affermata nel Nordest degli Stati Uniti è stata curata dal "Board of Directors", ossia il direttivo dell'Italian American Museum, che è stato aperto nel cuore di Little Italy a Manhattan: tra Mulberry e Grand Street, in un vecchio edificio, scelto per la sua posizione strategica. Il museo sarà presto restaurato, trasformato e arricchito di solenni testimonianze del passato. Cimeli in grado di ispirare il presente e in grado di generare grandi speranze per il futuro. Si tratta di un sogno di respiro sublime, che ha per base di lancio le posizioni raggiunte dalle generazioni passate, gli impegni della presente generazione e le grandi prospettive delle generazioni future. Per consolidare le fondamenta su cui si reggerà il futuro, i migliori uomini del passato e del presente sono stati premiati da un'apposita commissione con con la nomina ad "Ambasciatori d'italianità negli Usa" e relativo medaglione. Nell'attestato si legge: "First Annual Ambasciatori Award presented by the Italian American Museum honoring Italian American Organizatioins and their selected oustanding Italian-American Leaders" (che in italiano suona come, Primo attestato annuale per ambasciatori - d'italianità - offerto dall'Italian american museum in onore delle organizzazioni italoamericane e i loro leader, scelti per meriti eccezionali). Segue il nome della persone cui l'attesttao era destinato, con il nome dell'organizzazione da lui presieduta. Il medaglione reca sul dritto l'incisione "Giuseppe Garibaldi Eroe dei due mondi Usa & Italy 1807-2007 Italian Americans honoring the bicentennial of his birth" (italoamericani che onorano il bicentenario della sua nascita) e l'effigie dell'eroe. Sul retro si legge: "Italian American Museum Ambasciatori Award Little Italy N.Y. C. Mulberry & Grand St. presented to" e di seguito il nome del destinatario. Dopo che Ralph A. Tedesco, vice presidente del museo, ha letto i nomi dei componenti del direttivo e del consiglio di amministrazione del museo e quelli dei componenti del comitato organizzatore, tutti si sono alzati in piedi per ascoltare il tenore Michael Amante intonare

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gli inni nazionali d'Italia e d'America. Mario Cermele, presidente della Loggia Antonio Meucci dell'Ordine Figli d'Italia in America, ha poi pronunciato la sua perorazione/benedizione. Chiesto a tutti di inchinare il capo in segno di riverenza ha fatto riferimento a San Francesco d'Assisi, e ha aggiunto: "Signore, fammi strumento della tua pace. Dove è odio, fa che io dia amore; dove è dubbio, che io porti fede; dove è disperazione, che io porti speranza; dove è oscurità, che io porti luce; dove è tristezza, che io porti gioia". Cermele ha poi pregato per coloro che aveno appena ricevuto il premio: "Signore, ti chiedo di vegliare su questi ambasciatori del retaggio italiano nell'ambito della comunità. Ispirali a continuare il loro lavoro, affinché le generazioni future non dimentichino le loro radici. Signore, compensali nella consapevolezza che noi siamo grati per il tempo dedicato nei loro mandati e gli sforzi per le lolro realizzazioni". L'eco delle sue parole si è spento tra fragorosi applausi. Joseph Scelsa, presidente dell'Italian American Museum, ha poi mostrato attraverso un documentario lo stato attuale del museo, quello che diventerà una volta effettuati i restauri e i progetti per il futuro. Al microfono si sono poi avvicendati in molti. A rappresentare le generazioni con più esperienza alle spalle, il professore Carlo Sclafani, fondatore dell'Italian Club del Westchester Community College di Valhalla (N.Y.) e titolare della cattedra d'italiano dell'istituto, che ha intessuto un elogio a Garibaldi. Per le presenti generazioni, l'insegnante Maria Christina Lepore, che ha commosso tutti i presenti per la nostalgia mostrata nei confornti della sua terra d'origine, "che - ha detto - ho imparato ad amare dalle conversazioni in famiglia". A rappresentare le future generazioni, una bambina, Alessandra Boselli. Su invito di Ralph A. Tedesco la piccola ha letto il suo intervento: "Adoro la terra in cui sono nata, l'America, e adoro l'Italia, dove sono le mie radici. Non sono due amori: nel mio cuore è uno solo l'alito d'amore che unisce tutt'e due. Sarà un ponte finché vivrò fra Italia e America, come l'Italian American Museum che oggi ha riunito qui noi tutti". E anche in questo caso sono scrosciati gli applausi Fonte : http://www.americaoggi.info/platform/2007/11/27/2179-tra-passto-e-futuro-litalian-american-museum-premia-gli-ambasciatori-ditalianit

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 223 - Anno XIV,

27 Novembre 2007

Franco Santellocco: CGIE e competenze nella Commissione di valutazione dei progetti sul Bando della Formazione

La Legge finanziaria del 2008 che oramai è giunta alla fase di positiva approvazione. "Molti sono i risultati ottenuti a favore degli italiani all’estero", tra questi "il finanziamento per la realizzazione della Prima Conferenza dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo, la realizzazione del “Museo delle migrazioni”e l’azione di valorizzazione degli imprenditori italiani all’estero ai quali il CGIE ha dedicato particolare attenzione nell’ambito delle tematiche per l’internazionalizzazione". Un moltiplicarsi di azioni "dirette al sostegno degli italiani nel mondo ma non per questo deve venir meno la funzione di monitoraggio, coordinamento e di sintesi strategica di tali iniziative che il CGIE deve svolgere affinché ogni azione venga adeguatamente portata a buon fine in un quadro d’assieme organico e razionale". Così Franco Santellocco, Consigliere

CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero) per l'Algeria e Presidente della V Commissione Tematica Formazione, impresa, lavoro e cooperazione del CGIE. Santellocco, sottolineando il merito che in questo positivo quadro è da riconoscere al Vice Ministero agli Affari Esteri con delega per gli italiani all'Estero, Senatore Franco Danieli, e ai parlamentari eletti sulla Circoscrizione Estero, richiama il ruolo forte che il CGIE deve svolgere.

In particolare Franco Santellocco richiama il CGIE sulla "necessità di non mancare all’appuntamento decisivo della selezione delle proposte pervenute a seguito del Bando per la formazione professionale degli italiani residenti nei Paesi extra UE che è stato pubblicato in agosto ed i cui termini di presentazione delle domande sono scaduti nei primi giorni di ottobre".

Al processo di selezione delle domande di finanziamento collaborano attivamente le sedi diplomatiche e consolari presenti nelle 31 Circoscrizioni territoriali individuate dal Bando che, acquisito il parere del Comites locale, si esprimono con una valutazione di idoneità sui progetti pervenuti con particolare

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riferimento alla coerenza con i fabbisogni formativi degli italiani residenti nell’area geografica di competenza nonché alla congruità dei costi locali preventivati. "Dobbiamo dare atto della dedizione e dello spirito di collaborazione dimostrato dai responsabili delle istituzioni e dal personale delle sedi consolari e dei Comites che devono analizzare in pochi giorni centinaia di pagine di formulario, fare confronti, acquisire dati statistici, documentarsi con norme e regolamenti. Qualche criticità causata dal carico di lavoro si sarà certamente presentata nelle sedi dove si è concentrato maggiormente l’afflusso delle domande in relazione alla maggiore disponibilità finanziaria del Bando: Buenos Aires, San Paolo, Montevideo in primo luogo, ma anche Caracas, Zurigo e La Plata. Siamo sicuri, tuttavia, che tutte le sedi risponderanno con competenza e professionalità al compito ricevuto". L’Assemblea Plenaria del CGIE di novembre si è già espressa sull’importanza storica di questo lavoro delle sedi consolari e dei Comites che rappresenta una fase decisiva per l’attuazione del Bando 2007 e dei Bandi futuri poiché concorrerà alla definizione delle graduatorie di finanziamento dei progetti, afferma Santellocco. Tali graduatorie, come prevede il Bando, saranno predisposte da una apposita commissione di valutazione composta da tecnici indipendenti che saranno nominati dal Ministero del Lavoro con apposito decreto. "E’ nostra convinzione che il Ministero del Lavoro, continuando nell’azione riformatrice avviata, saprà gestire questa ulteriore fase della selezione in modo soddisfacente ed individuerà esperti che sappiano interpretare correttamente le valutazioni delle sedi consolari e dei Comites dando loro il giusto peso nel punteggio finale. I Comites, veri sensori sul territorio, rappresentano infatti le fonti più appropriate per esprimere valutazioni sui progetti di formazione sia quando essi concordano sul parere consolare, sia quando espongono punti di vista differenti ma complementari".

Come è accaduto nelle attività di preparazione del Bando, "il CGIE non mancherà di sostenere il Ministero del Lavoro anche nel momento delicato della costituzione e dei lavori della commissione di valutazione. Ai componenti della commissione di valutazione che verranno nominati viene richiesta la capacità di esprimere un giudizio competente sul piano tecnico alla quale va aggiunta la capacità di ascolto, di interpretazione e di risposta adeguata ai pareri pervenuti dai Consoli e dai Comites che operano sul campo e che conoscono più di ogni altro le esigenze di formazione degli italiani all’estero e le condizioni di fattibilità degli interventi formativi in Paesi spesso completamente diversi dall’Italia" continua Santellocco.

L’impegno profuso nelle Circoscrizioni estere per selezionare i progetti "è grande e di grande valore rispetto ai cambiamenti di indirizzo e di metodo introdotti nel Bando di formazione 2007, ci pare ragionevole ed opportuno, quindi, attenderci dal Ministero del Lavoro trasparenza nei criteri di costituzione della Commissione di valutazione ed altrettanta trasparenza nei criteri che saranno adottati per qualificare l’incidenza dei pareri dei Consoli e dei Comites nella costruzione del punteggio di valutazione finale dei progetti".

News ITALIA PRESS

Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2872&titolo=Franco%20Santellocco%20CGIE%20e%20competenze%20nella%20Commissione%20di%20valutazione%20dei%20progetti%20sul%20Bando%20della%20Formazione

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SERVIZI DEL GIORNO 28 Novembre 2007 ore 13.25 Italiani nel Mondo INIZIATA LA FASE FINALE DEL PROGRAMMA DELL’ ''OSSERVATORIO SU FORMAZIONE E LAVORO DEGLI ITALIANI ALL''ESTERO DEL MAE ROMA\ aise\ - Il Ministero Affari Esteri, tramite la Direzione Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie (DGIEPM), promuove il collegamento in rete delle competenze professionali tecniche e scientifiche degli italiani all''estero allo scopo di supportare i processi di internazionalizzazione delle Regioni. L'azione ministeriale si inserisce nell'ambito del Programma Operativo Nazionale "Assistenza Tecnica e Azioni di Sistema"(PON-ATAS)- Asse II Misura II.1 Azione D "Iniziative specifiche di animazione e promozione di legami stabili con gli italiani all''estero per lo sviluppo integrato del Mezzogiorno ", cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo (FSE) per il periodo 2000-2006. Da questo mese di novembre è iniziata la fase finale del Programma che ha lo scopo di consolidare e diffondere i principali risultati conseguiti con l''Azione di Sistema. In particolare, d''intesa con le Regioni Obiettivo 1, la Direzione Generale per gli Italiani all''Estero e le Politiche Migratorie della Farnesina ha avviato il processo di trasferimento dei servizi già progettati e sperimentati dalla piattaforma ITENETs alla nuova piattaforma on line del MAE denominata Osservatorio sulla formazione e sul lavoro degli italiani all''estero. L''Osservatorio è un sistema di servizi in rete coordinato dalla Direzione Generale per gli Italiani all'Estero e le Politiche Migratorie, attuato in raccordo con le Amministrazioni Regionali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia per favorire la partecipazione degli Italiani Residenti all'Estero (IRE) allo sviluppo dei sistemi del lavoro e della formazione. In questo quadro, l''Osservatorio supporta la cooperazione interistituzionale nell''attuazione delle politiche e dei Programmi che rafforzano i legami tra gli italiani all''estero e l''Italia. L''obiettivo generale dell'Osservatorio è quello di valorizzare gli italiani all'estero nei processi di sviluppo regionale definiti dall'Italia nell'ambito della politica di Coesione dell'Unione Europea contribuendo così ad affiancare le Amministrazioni regionali nel rinnovamento e nel rafforzamento dei propri sistemi della formazione e dell'impiego. Muovendo dalle sue finalità generali, l'Osservatorio ha lo scopo di: predisporre quadri conoscitivi di contesti socio-economici dei Paesi di maggiore emigrazione e delle stesse Regioni dell'Obiettivo 1, con particolare riferimento alla struttura del mercato del lavoro, ai sistemi di welfare, ai sistemi educativi-formativi, ai fabbisogni formativi, ai processi di introduzione e diffusione delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, alle infrastrutture, al commercio con l'estero e alle iniziative di scambi internazionali; connettere attori attraverso la costruzione di reti e di partnership con gli italiani all'estero; monitorare gli strumenti esistenti a livello regionale, nazionale, comunitario ed internazionale, per facilitare la collaborazione degli italiani all'estero nelle iniziative di sviluppo del territorio; e trasferire best practice. La Rete Nazionale è coordinata dalla Direzione Generale per gli Italiani all'Estero della Farnesina, mentre la Rete Estera si compone di 22 Referenti Istituzionali presso le sedi delle Ambasciate e Consolati di 14 Paesi esteri e 5 Referenti Operativi presso altrettante Camere di Commercio Italiane all''Estero. Collaborano con l''Osservatorio 311 attori socio-economici residenti in 30 Paesi. Infine la Rete Regionale è strutturata in 7 Osservatori Regionali con sede nelle Amministrazioni regionali di Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Collaborano con gli Osservatori Regionali 459 stakeholder locali con i quali sono stati firmati 92 protocolli d''intesa. L'Osservatorio mette a disposizione servizi informativi, di promozione, formazione, di assistenza progettuale e di supporto operativo.

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La struttura operativa del sistema comprende: la banca dati Columbus, che raccoglie le professionalità e personalità italiane residenti all'estero; il Centro Documentazione, ossia la biblioteca virtuale sugli italiani all'estero e lo sviluppo territoriale del Mezzogiorno italiano; studi e ricerche, con approfondimenti tematici sulle politiche regionali, nazionali e comunitarie per la valorizzazione degli italiani all'estero; la progettazione e creazione di reti e partenariati con gli italiani all'estero; il servizio Attualità, che raccoglie le sintesi informative sulle notizie e sugli eventi di maggior rilievo; la formazione a distanza (FAD) e dunque on line per la promozione, orientamento e progettazione di iniziative di valorizzazione delle competenze degli italiani all''estero; le best practice, grazie ad una banca dati delle iniziative e dei progetti che hanno ottenuto maggiore consenso per la valorizzazione delle competenze degli italiani all''estero nei diversi settori culturali, formativi, imprenditoriali e scientifici; l'organizzazione di seminari e convegni; la newsletter mensile realizzata in collaborazione con la Rete dell'Osservatorio; ed infine la Rassegna Stampa mensile sugli italiani residenti all'estero e sull'Osservatorio. (aise)

Fonte : http://www.aise.it

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INFORM - N. 222 - 28 novembre 2007

ITALIANI ALL’ESTERO

Un Forum per gli Italiani in Germania

Il Media Club e la DIA Colonia vogliono stimolare il dibattito tra gli Italiani e promuovere il dialogo con i tedeschi.

COLONIA - Creare un foro di discussione sulle tematiche relative ai media e alla crescita politica e sociale della comunità italiana in Germania: Questo è quanto ha deciso il direttivo dell’associazione dei giornalisti italiani in Germania, Media Club, nell’ambito di una riunione straordinaria tenutasi ieri a Colonia, che ha visto la partecipazione di una delegazione della Deutsch-Italienische Akademie – DIA Colonia.

Tema centrale della riunione è stata la valutazione della tavola rotonda “Ein gespaltenes Bild: Italiener/innen in den deutschen Medien/ Un contrasto d’immagine: gli italiani nei media tedeschi“, preparata congiuntamente dalle citate organizzazioni.

Con questa tavola rotonda, che ha avuto luogo il 17 novembre all’Istituto Italo Svevo di Colonia, le due organizzazioni hanno voluto tematizzare le irritazioni di quanti tra gli italiani in Germania si sentono oggetto di pregiudizi da parte dei tedeschi. La particolare prospettiva dell’incontro era quella di stabilire quale ruolo hanno i media tedeschi nella diffusione di una immagine stereotipata degli Italiani.

Al dibattito hanno preso parte cinque qualificati giornalisti di origine italiana e tedesca, operanti in ambito radiofonico, televisivo e della carta stampata.

Il confronto è partito dall’analisi della risonanza mediatica suscitata dalla strage di Ferragosto a Duisburg, nella quale sono stati uccisi sei italiani di origine calabrese.

Opinione concorde tra i relatori, quella proposta da Roberto Giardina. Il corrispondente italiano a Berlino riconosce ai media tedeschi di aver presentato la vicenda di Duisburg con obiettività e senza ricorrere a stereotipi gratuiti. Di diverso parere invece numerose voci tra gli spettatori, secondo le quali alcuni media avrebbero volutamente proposto l‘equazione: italiano in Germania =mafioso.

Altro tema sollevato quello dello scarso interesse dei giornalisti tedeschi nei confronti degli italiani. “La nostra impressione - ha sostenuto Peter Seidel del quotidiano Kölner Stadtanzeiger - è che gli Italiani in Germania non abbiano problemi. Sono benvoluti e integrati.” Dal pubblico in molti hanno contraddetto questa opinione diffusa, ricordando tra l’altro l’alto numero di bambini italiani presenti nelle scuole differenziali, le cosiddette Förderschülen

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Il giornalista del WDR (emittente radiotelevisiva pubblica delle regioni occidentali della Germania) Luigi La Grotta ha invece esortato la comunità italiana a fare autocritica. “Se non siamo presenti nei media è anche perché non siamo stati capaci di organizzarci e di costruire una lobby che difenda i nostri interessi e ci renda visibili.” Ha detto il capo redattore di Radio Colonia

In chiusura il console generale di Colonia, Eugenio Sgrò, ha lamentato la mancanza di un riferimento all’eterogeneità della comunità italiana che vanta anche personaggi di rilevanza nell’ambito dell’economia, della cultura e della politica.

I molti spunti di discussione e la grande partecipazione di un pubblico di circa 90 persone hanno spinto Renzo Brizzi e Maurizio Libbi, presidenti rispettivamente del Media Club e della DIA Colonia, a guardare al futuro.

Nella riunione di ieri si è così arrivati alla decisione di creare un foro di discussione sulle tematiche relative ai media e alla crescita politica e sociale della comunità italiana in Germania. L’idea è quella di organizzare in diverse città tedesche delle tavole rotonde a tema. Centrale sarà il coinvolgimento del pubblico e la presenza di interlocutori tedeschi.

Un gruppo di lavoro si occuperà ora di elaborare un progetto e preparare un programma per il 2008. (Paola Fabbri Lipsch-Inform)

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22202.htm

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Notiziario NIP - News ITALIA PRESS agenzia stampa - N° 224 - Anno XIV,

28 Novembre 2007

Un documentario ricostruisce l'incidente minerario di Monongah Monongah – Finalmente un documentario ricorderà la strage avvenuta nella miniera di Monongah

nel 1907 in cui persero la vita 171 Italiani, 52 Ungheresi, 31 Russi, 15 Austriaci, 11 Afro-Americani ed

85 Statunitensi. Quella che è stata la più grande sciagura industriale negli Stati Uniti ha colpito in

prevalenza gli immigrati italiani, che hanno pagato il prezzo più alto. Peter Argentine, documentarista

di grande fama con alle spalle oltre 30 anni di esperienza nel settore, ha deciso di rendere omaggio a

quegli uomini ricostruendo la loro vicenda. Questo incidente ha colpito la sua sensibilità anche per il fatto

che due suoi zii sono deceduti in altri incidenti sul lavoro negli Stati Uniti: Albert Ferrise, nel 1929 e

Thomas Graziani nel 1940. Il documentario ha impegnato il cinquantaduenne regista per oltre un anno

ed è incentrato oltre che sulla vicenda dei defunti anche su quella delle loro famiglie e sul loro dramma

nell’apprendere la terribile notizia.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2945

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28 Novembre 2007 Imprenditoria. Settimo Guttilla, una success story. E' il maggior distributore di prodotti alimentari italiani negli Usa di Riccardo Chioni

ELMWOOD PARK (NJ). Come fece il genio Bill Gates, anche Settimo Guttilla avviò oltre un quarto di secolo addietro la sua attività ricavandosi uno spazio di fortuna nel garage di casa e oggi la sua storia di successo equivale a quello della pasta Barilla negli Stati Uniti. Non a caso, poco più di un mese fa ad Avon nell'Upstate New York, durante la cena con la stampa

che precedeva l'inaugurazione del nuovo stabilimento, Guido Barilla ha voluto raccontare con viva passione l'avventura americana dell'imprenditore di Bolognetta divenuto il maggiore distributore sul territorio a stelle e strisce. Quando sbarcò in America nel 1972 gli misero in mano una pala e Settimo Guttilla iniziò a scavare laddove sarebbe sorta la North Tower del World Trade Center. Fino a quando scattò la molla dell'imprenditoria. Si presentò con quattro forme di formaggio sul mercato e da allora è seguita una ponderata scalata che lo ha portato a diventare il distributore più affermato e stimato che la famiglia Barilla porge orgogliosamente su un piatto d'argento. Lo spirito che anima Settimo Guttilla a distanza di 27 anni dalla fondazione dell'azienda "E & S Food" in cui è impiegata l'intera famiglia, è sempre lo stesso. Nel suo ufficio c'è di tutto un po': cimeli, una galleria di foto, l'immancabile scudetto del Palermo calcio, statuette, premi e riconoscimenti. Mostra quello che gli consegnò la Barilla nel 1998 durante una cerimonia al Windows of the World e confida che gli viene da piangere, ripensando alla sua esperienza di 35 anni fa. Oggi l'azienda "E & S Food" si attrezza ad affrontare le sfide del XXI secolo con tecnologia adeguata in un magazzino all'avanguardia con una copertura di 70 mila piedi quadrati per far fronte ad un mercato sempre più celere ed esigente. Quando Guttilla snocciola i numeri che caratterizzano la sua attività, ad esempio con la pasta Barilla, si esprime in "contenitori", per raccontare che quando iniziò nel 1993 con

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l'azienda di Parma, durante il primo anno di distributore passarono nel suo magazzino 4 contenitori che equivalgono a 10 mila scatole di 20 libbre nognuna. Da allora il numero dei "contenitori" è lievitato costantemente, fino ad arrivare ai 100 container all'anno attuali. E a dimostrazione che dopo la sua famiglia ha nel cuore la Barilla, mostra le foto che lo ritraggono con il presidente George W. Bush, il senatore Hillary Clinton e celebrità, sempre con un pin con il logo della Barilla sul bavero della giacca. "E & S Food", distributore anche di De Cecco e Prime Luci non si nutre tuttavia di sola pasta. Il piatto forte dell'azienda di Settimo Guttilla è infatti l'approvvigionamento di generi alimentari e accessori per ristoranti e pizzerie. "Provvediamo a tutto, dall'a alla zeta: pomodori, mozzarella, farina, contenitori, tovaglioli, stuzzicadenti e quant'altro" spiega. Guttilla importa prodotti dall'Italia, Spagna e California come, ad esempio, i pomodori pelati che nel suo magazzino in un anno ammontano a 1 milione e 200 mila libbre e, ancora una tonnellata di farina selezionata anche per la cottura nel forno a legna e mozzarella, un settore in cui si sofferma per spiegare che la migliore proviene dal Wisconsin. "Quella prodotta nella celebrata dairyland del Wisconsin è senza dubbio la migliore in America e qui ne passano 180 mila libbre la settimana" sottolinea. A Garfield dove avviò l'attività Settimo Guttilla è noto non solo per l'attività imprenditoriale, ma anche per il suo forte attaccamento con Bolognetta dove è stata dedicata una strada alla cittadina italoamericana nel New Jersey, che a sua volta ha ricambiato la cortesia con Bolognetta Street. Una consistente affermazione questa del rapporto di reciprocità da lui caldamente espresso. E' conosciuto inoltre per la sua passione per lo sport che promuove divertendosi. È uno degli sponsor della squadra di calcio Red Bulls e in occasione dei Mondiali - bozza già dal tipografo - promuove il soccer stampando immagini sui contenitori delle pizze che finiscono nelle case di mezza America. Se è vero che al timone di "E & S Food" c'è Settimo Guttilla, è pur vero che l'azienda è espressione della forza di tutta la famiglia: la moglie Ninetta, i figli Giuseppe, Jerry e Sandro, laureati o laureandi, ognuno con responsabilità nella azienda che il capofamiglia guida al motto di "qualità, onestà e servizio". Fonte : http://www.americaoggi.info/platform/2007/11/28/2192-imprenditoria-settimo-guttilla-una-success-story-e-il-maggior-distributore-di-prodot

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della Provincia di Ascoli Piceno Conferenza dei marchigiani per il Sudamerica: l'identità e le nuove proposte

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Ancona | Svolti i lavori in tre forum: l' assistenza sociale e le strutture per il futuro, l'associazionismo e l'innovazione per una nuova interazione ed infine, i giovani, le idee e le proposte per un nuovo rapporto.

Lo scorso 17 e 18 novembre si è tenuta a Buenos Aires, presso l'hotel Presidente, la Conferenza dei rappresentanti dell'associazionismo, senior e giovanili della comunità marchigiana operante nel sud america, la più numerosa al mondo. Oltre duecento delegati provenienti dal Venezuela, Brasile, Uruguay e l'Argentina si sono dati appuntamento

per discutere sul rapporto marchigiani all'estero - Regione, nonchè sulle nuove proposte ed iniziative da intraprendere nel contesto dell'emigrazione.

Presenti all'avvenimento il Presidente del Consiglio Regionale, Raffaele Bucciarelli, Il Presidente dei marchigiani all'estero, Emilio Berionni, il Consigliere Regionale Franco Capponi, l'Assessore alle Attività Produttive Gianni Giaccaglia, il Dirigente del Servizio Internazionalizzazione Raimondo Orsetti ed altri funzionari.

A dare il benvenuto sono stati i presidenti delle due federazioni dell'Argentina, per FEDEMARCHE Giuliano Brandi e per FEMACEL Fernando Pallotti. Hanno anche preso la parola nell' apertura dell'incontro l'on Ricardo Merlo, il Cancelliere dell'ambasciata, Fabrizio Marcelli, il Console di Buenos Aires Giancarlo Maria Curcio.

Nel pomeriggio si sono svolti i lavori in tre forum che hanno affrontato altrettanti argomenti che sono al centro dell'interesse delle comunità marchigiane in America Latina e non solo: l'assistenza sociale e le strutture per il futuro, l'associazionismo e l'innovazione per una nuova interazione ed infine, i giovani, le idee e le proposte per un nuovo rapporto.

La giornata di sabato si è conclusa con una cena conviviale allietata successivamente da una coppia di tango, poi un gruppo di musica moderna argentina ed infine dal famoso cantautore marchigiano Jimmy Fontana che si è esibito assieme a suoi tre figli eseguendo brani di grande successo come Che sarà, Il Mondo e tanti altri.

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Domenica 18 si è chiusa la conferenza con il dibattito generale, la lettura delle conclusioni e la parola ai rappresentanti dell'associazionismo i quali nel confermare il loro attaccamento alla Regione hanno fortemente sostenuto la richiesta già avanzata in occasione dell'ultimo assise continentale del 2003 e riconfermata dalla Vª Conferenza regionale dei marchigiani nel mondo nel 2005, cioè quella di avere al più presto, gli stessi diritti che hanno i marchigiani residenti nel territorio e quindi si possa votare in seno del Consiglio regionale per i propri candidati sulla base della legge nazionale n. 459.

Dall'altra parte è stato proposto l'aumento - anche tramite l'avvio di nuove fonti di risorse - del budget emigrazione, chiaramente insufficiente in relazione alla quantità di associazioni operanti nel mondo peraltro in permanente crescita. I delegati hanno condiviso nell'affermare che l'emigrazione in nessun modo comporta una spesa per il Governo ma ben si un vero e proprio investimento. In un mondo globalizzato dove le frontiere propendono a dileguarsi, i marchigiani residenti all'estero rappresentano (e hanno sempre rappresentato) un valore aggiunto per la Regione nella diffusione dei suoi prodotti, la sua cultura millenaria, le sue bellezze turistiche, ecc. Nell'ambito dell'assistenza, i convenuti si sono complimentati per la prossima entrata in vigore dell'assicurazione sanitaria integrale per gli italiani indigenti in Argentina, già in atto in Venezuela e Colombia, ma dall'altra hanno espresso loro preoccupazione per i marchigiani bisognosi in sudamerica che hanno perso la cittadinanza o ai discendenti disagiati in possesso della doppia cittadinanza, ‘categorie' che non rientrano nella suddetta agevolazione.

I giovani a sua volta, hanno manifestato il loro desiderio di essere considerati una logica espansione della realtà regionale nel mondo e propongono di rinforzare gli impegni nell'ambito del insegnamento della lingua, di favorire un rapporto più stretto con le Università delle Marche, la promozione nel territorio di una conoscenza più approfondita dalla realtà del mondo dell'emigrazione e di ripristinare quelle iniziative specifiche tese a far conoscere la regione alle nuove generazioni.

Infine, le conclusioni dell'assise di Buenos Aires assieme a quelle che scaturiranno dagli altri simili incontri in programma per l'anno venturo, saranno materia di discussione nella VI Conferenza dei marchigiani all'estero in programma per il 2009.

Fonte : http://www.ilquotidiano.it/articoli/2007/11/28/80058/conferenza-dei-marchigiani-per-il-sudamerica-lidentita-e-le-nuove-proposte

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II Forum delle Camere di Commercio miste ed estere in Italia

Investimenti diretti esteri: l’Italia raddoppia la propria attrattività Proposto tavolo di confronto tra Ministero, Unioncamere e tutti i soggetti istituzionali che si occupano di internazionalizzazione

Roma - Da 16 a 31 miliardi di euro. L’Italia raddoppia, tra il 2005 ed il 2006, la propria capacità di attrarre investimenti diretti esteri, la metà dei quali provenienti dai 55 Paesi in cui hanno sede le Camere di commercio miste ed estere in Italia. Ma scende sotto il 15° posto nella classifica internazionale dei destinatari di Ide, preceduta da paesi nostri

competitor come Spagna, Irlanda e Belgio.

E’ quanto è emerso nel corso del II Forum delle Camere di Commercio miste ed estere in Italia, in corso oggi a Roma. Proprio lo sviluppo dei rapporti con i paesi in cui si muovono le Camere miste ed estere in Italia, il potenziamento della collaborazione con il sistema camerale italiano ed il ruolo specifico che queste associazioni di imprese possono ritagliarsi per sostenere il sistema pubblico nello sforzo di attrazione degli investimenti esteri nel nostro paese, sono l’oggetto dell’incontro.

“Basta con la polverizzazione degli interventi di promozione all’estero”, ha detto il presidente di Unioncamere, Andrea Mondello nell’ambito del Forum delle Camere di commercio miste ed estere in Italia. “Vista la disponibilità mostrata dal Ministro Bonino, propongo di realizzare un tavolo di confronto tra Ministero, Unioncamere e tutti i soggetti istituzionali che si occupano di internazionalizzazione".

E’ necessario infatti, secondo Mondello, mettere a fattor comune competenze e risorse e operare in stretta collaborazione per sostenere e valorizzare le capacità produttive e le energie imprenditoriali italiane. "Il nostro particolare modello di sviluppo, basato su un ampio tessuto di piccole e medie imprese che lavorano insieme, sta mostrando di possedere le capacità

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per affermarsi a livello mondiale ma, per poterlo fare ancora di più, ha bisogno delle reti istituzionali di supporto sui mercati internazionali”.

Le Camere miste ed estere in Italia - associazioni di imprese italiane ed estere che hanno la sede principale in Italia e collegamenti con i diversi Paesi di riferimento – riconosciute dal Ministero del Commercio Internazionale ed iscritte alla Sezione dell’Albo, gestita da Unioncamere, attualmente sono 28 e dispongono di un bilancio complessivo di 9,5 milioni di euro. Queste associazioni sono impegnate nello sviluppo di relazioni economiche tra l’Italia e un ampio numero di Paesi appartenenti alla stessa area geografica. Nel complesso, le Camere miste sono in grado di offrire servizi per l’internazionalizzazione in 55 Paesi del mondo ad oltre 6.000 associati, italiani ed esteri. La maggior parte di esse sono Camere bilaterali - 23 - a cui si affiancano 5 Camere regionali, dedicate a sviluppare le relazioni economiche tra il nostro paese e un ampio numero di paesi appartenenti alla stessa area geografica.

Le Camere di commercio miste contribuiscono con proprie risorse allo sviluppo delle relazioni economiche dell'Italia con alcuni paesi fondamentali e che in alcuni casi hanno avviato, in associazione con gli organismi camerali locali, iniziative a valenza strategica come, ad esempio, la costituzione di Camere arbitrali e conciliative in paesi prioritari come Cina e Russia, per dirimere in tempi rapidi le controversie commerciali e creare un ambiente favorevole al commercio e agli investimenti italiani nel paese. Le Camere miste non ricevono finanziamenti pubblici a fondo perduto, ma hanno accesso ai fondi messi a disposizione dalla L.1083/54, per ottenere i quali debbono presentare al Ministero per il Commercio Internazionale progetti finalizzati a sostenere azioni di internazionalizzazione del sistema produttivo italiano. Nel 2006, i progetti realizzati hanno raggiunto un valore complessivo di oltre 813.000 euro, cofinanziati al 30% dal Ministero del commercio internazionale.

L’impegno delle Camere miste ed estere in Italia per l’attrazione degli investimenti esteri sta, del resto, aumentando. Tra gli esempi specifici, l’iniziativa della American Chamber of commerce in Italy, che ha realizzato nel marzo 2007 una conferenza sugli investimenti finanziari dall'estero (Private equity) in collaborazione con la Fondazione italo-americana NIAF e la Camera di commercio di Milano e che ha destato l’interesse del Governo; la Camera di commercio Italo-cinese ha invece avanzato al Ministero dell'economia cinese la proposta di svolgere il ruolo di "sportello unico" con banca Intesa/San Paolo per favorire investimenti cinesi in Italia; la Chambre Francaise de commerce et d'industie in Italia sta lanciando uno studio con l'Agenzia degli investimenti esteri francese per analizzare l'esperienza degli investitori bilaterali e per poter presentare ai rispettivi governi la percezione e le proposte per dare avvio agli investimenti; la British Chamber of commerce for italy insieme con la Camera di commercio italiana in Gran Bretagna, sta realizzando una mappatura dettagliata degli investimenti italiani nel Regno Unito e di quelli britannici in Italia.

Il peso crescente degli investimenti esteri in Italia proviene da 5 paesi: Paesi Bassi, che si confermano anche nel 2006 il principale investitore in Italia, Francia, Spagna, Regno Unito e USA. Da segnalare il fatto che la Germania, che pure rappresenta il primo mercato di riferimento delle esportazioni e delle importazioni italiane, e che nel 2005 occupava la quarta posizione come investitore in Italia, scompare dalle prime 20 posizioni.

Riguardo agli altri paesi rappresentati dalle Camere Miste, è interessante osservare la crescente importanza del Brasile, di alcuni paesi produttori di petrolio, degli investimenti “di ritorno” provenienti dalla Polonia e da altri paesi dell’est Europa. Sebbene siano flussi ancora poco significativi in termini assoluti, essi segnalano la crescente importanza di aree del mondo diverse da quelle tradizionali e nelle quali le Camere Miste sono pronte ad operare per sostenere la crescita dei flussi di investimento diretti verso il nostro paese.

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Gli investimenti italiani all’estero, rimasti pressoché stabili tra 2005 e 2006 a poco meno di 34 miliardi di euro (dopo il raddoppio registrato tra il 2004 ed il 2005), sono stati diretti invece in prevalenza verso i Paesi Bassi, Bahama, Stati Uniti e Polonia. Anche in questo caso, la Germania, nel 2005 in cima alla classifica, perde posizioni, finendo lo scorso anno al settimo posto.

News ITALIA PRESS Fonte : http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2934

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ICE di Istanbul promuove le biotecnologie e le nanotecnologie italiane in Turchia Istanbul - L’Ufficio ICE di Istanbul, in collaborazione con l’Ambasciata d’Italia ad Ankara e

l’Assobiotec, nell’ambito del Programma Straordinario per la promozione del Made in Italy in

Turchia, ha organizzato un importante evento denominato “Italy and Turkey: Opportunities

for Co-operation in Biotech & Nanotech”. L’iniziativa si è svolta ad Istanbul dal 22 al 23

novembre, articolata in due giornate dedicate rispettivamente ad una sessione seminariale

che ha illustrato i meccanismi di cooperazione industriale tra Italia e Turchia e ad una

relativa agli incontri tra Associazioni e raggruppamenti di imprese nei comparti biotech e

nanotech.

Le biotecnologie e nanotecnologie in Turchia rappresentano un settore in rapido

sviluppo, caratterizzato da una crescente interazione fra aziende e università e da un costante

accrescimento delle competenze, ottenuto attraverso l’utilizzo di fondi comunitari e il sostegno

governativo alla ricerca scientifica e la creazione di Parchi Tecnologici. Si tratta di un nuovo

settore di cooperazione del Paese con l’Italia, che potrà sfruttare questa politica

accrescendo la collaborazione con le istituzioni, le università e le imprese turche, esaminando

le proposte di collaborazione in alcuni settori di nicchia in cui le aziende italiane sono

particolarmente competitive. Secondo quanto affermato dal Direttore dell’Ufficio ICE di

Istanbul Roberto Luongo, in aggiunta ai tradizionali settori che caratterizzano gli scambi

commerciali tra i due Paesi, si è deciso di avviare nuove forme di collaborazione in quelli

dell’energia rinnovabile, delle nano e bio-tecnologie; il seminario appena concluso rappresenta

la prima iniziativa concreta al riguardo.

Le aziende italiane che attualmente si occupano di ricerca e sviluppo nei diversi settori di

applicazione delle biotecnologie sono 22, generano un fatturato totale pari a €396 milioni e

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€118 milioni di profitti. Tra i partecipanti al seminario di Istanbul nel settore delle

nanotecnologie si segnalano Bruno Kesselr-Irst Foundation, Scriba Nanotech e Selex

Sistemi Integrati mentre per quello delle biotecnologie hanno preso parte la Menarini

Biotech, la Pharma&Biotech Advisors Paolo Barbanti, il Comitato Nazionale delle

Biotecnologie e delle Scienze Naturali, il Parco Bioindustriale e la Creabilis Therapeutics.

News ITALIA PRESS Fonte: http://www.newsitaliapress.it/articolo.asp?id=2889

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SERVIZI DEL GIORNO 29 Novembre 2007 ore 17.52 Italiani nel Mondo GOVERNO ITALIANO E PROVINCIA DI BUENOS AIRES INSIEME PER LA FORMAZIONE E L’OCCUPAZIONE DEGLI ITALO-ARGENTINI LA PLATA\ aise\ - Il 4 dicembre prossimo, alle ore 12, presso la Honorable Cámara de Diputados de La Plata, alla presenza del presidente Ismael Passaglia e del Console d’Italia a La Plata, Carmelina Ventriglia, sarà presentato il "Programma di tirocini di Formazione-Lavoro". Illustrerà il programma Adriana Bernardotti, coordinatrice del progetto per l’Argentina; interverrà anche il Ministro de Trabajo in carica, Roberto Moulleiron, ed è prevista inoltre la presenza del nuovo Ministro Oscar Cuartango. Il programma di tirocini si svolge nell’ambito progetto "Occupazione e sviluppo delle comunità italiane all’estero - ITES", promosso dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale italiano e sviluppato dalla sua agenzia Italia Lavoro SpA, con il cofinanziamento del Ministerio de Trabajo della Provincia di Buenos Aires. Il programma offre, a disoccupati di origine italiana, tirocini formativi della durata di 6 mesi in aziende della provincia di Buenos Aires, una borsa di studio di 780 pesos finanziata dai due Ministeri, un compenso da parte dell’azienda interessata alla formazione, il supporto di un tutor esterno che accompagnerà il percorso formativo e la tutela assicurativa e legale del beneficiario. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=50393

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SERVIZI DEL GIORNO 29 Novembre 2007 ore 17.36 Italiani nel Mondo IL PREMIO UIM 2007 ALLA TOSCANA: LA REGIONE PIÙ ATTENTA AI GIOVANI CORREGIONALI ALL’ESTERO ROMA\ aise\ - L’edizione 2007 del Premio Uim va alla Regione Toscana, dal momento che risulta essere la Regione italiana che investe maggiormente nelle politiche giovanili per i corregionali all’estero. Dall’analisi comparativa realizzata nel corso del 2007 la Uim ha infatti appurato che la Toscana è la Regione più attenta alle politiche giovanili per i corregionali all’estero. La Toscana ha stanziato più risorse economiche per i giovani di origini toscane residenti nel mondo. Ma non solo. La Regione prevede spazi importanti di rappresentanza per i giovani corregionali. Da un lato ne prevede la presenza nell’organo di rappresentanza per eccellenza, vale a dire il Consiglio dei Toscani all’estero. Per di più è una delle poche Regioni, insieme soltanto a Molise e Calabria, a prevedere anche l’esistenza di un Forum dei giovani toscani all’estero, che rende possibile il dibattito tra giovani e quindi una più facile e più democratica individuazione delle principali istanze giovanili da portare in Consiglio. La Regione cura inoltre l’organizzazione di conferenze continentali dei giovani corregionali all’estero, utili alla messa in rete dei ragazzi e una diffusa e moderna divulgazione delle informazioni inerenti le giovani generazioni. Promuove ad esempio la messa in rete di programmi radiofonici via internet. La Toscana prevede poi tutta una serie di misure ad hoc, quali ad esempio borse di studio volte a trascorrere periodi universitari in Italia e/o stage presso aziende in Regione. Finanzia poi corsi di lingua e di formazione professionale oltre che Master specialistici. Domani, venerdì 30 novembre, nel corso di un incontro ufficiale presso la sede della Regione Toscana, il segretario generale della Uim, Alberto Sera, consegnerà una targa simbolica al presidente della Regione, Claudio Martini, alla presenza del vicepresidente Vicario Lorenzo Murgia, del segretario regionale della Uil, Vito Marchiani, e di una delegazione del Consiglio dei Toscani all’estero. La Uim è impegnata da anni nell’opera di monitoraggio delle politiche e delle attività delle Regioni a favore degli italiani all’estero. Dal 2005 l’associazione ha istituito il Premio Uim, al fine di sottolineare la messa in pratica di buone prassi e fungere da stimolo alle Regioni affinché potenzino e migliorino loro stesse i propri servizi e le politiche a favore dei corregionali all’estero. Nel 2005 la Unione Italiani nel Mondo aveva assegnato il Premio al presidente dell’Emilia Romagna, Vasco Errani, e nel 2006 alla presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, per il loro particolare impegno a favore dei corregionali all’estero. (aise) Fonte : http://www.agenziaaise.it/Aise.asp?News=50392

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29 Novembre 2007 ITALIANI NEL MONDO: DANIELI A ELIO CARROZZA, GRAZIE AL CGIE PER L’IMPEGNO SUI GIOVANI Roma, 29 nov. (Adnkronos/Adnkronos Cultura) - “Caro Segretario Generale,ti ringrazio e tramite te vorrei ringraziare tutto il Cgie per il vostro impegno sulle tematiche che riguardano i giovani italiani e di origine italiana nel mondo". Inizia così la lettera che Franco Danieli, vice ministro agli Affari Esteri con delega agli Italiani nel Mondo, ha indirizzato a Elio Carozza, segretario generale del Consiglio generale degli Italiani all'Estero (Cgie). "Ho letto con attenzione l’utile materiale uscito dai lavori delle singole commissioni e della plenaria e considero molto apprezzabile l’impegno da voi profuso in questi giorni nella promozione di momenti di confronto nei singoli Paesi - ha proseguito il senatore Danieli - La vostra collaborazione e le vostre iniziative, così come quelle attivate dai Comites, dalle Regioni, dalle scuole o da specifici gruppi di aggregazione, saranno per me un punto di riferimento fondamentale nella fase preparatoria della Prima Conferenza dei Giovani Italiani e di origine italiana nel Mondo che si terrà nel 2008 e che ha già avuto la adeguata copertura nei primi passaggi della legge finanziaria attualmente in discussione al Parlamento". "Nel presentare gli obiettivi della Prima Conferenza dei giovani, anche ai vostri lavori, ho sempre ricordato che, come governo, non vogliamo fare una politica che si ferma al giorno per giorno - ha aggiunto Danieli - Gli stessi provvedimenti economici e di bilancio che abbiamo proposto all’approvazione del Parlamento evidenziano scelte che hanno al centro risanamento e crescita, attenzione verso i ceti medio bassi e occupazione, sviluppo delle risorse umane e delle persone, innovazione del sistema d’impresa e del sistema Italia in generale, vogliamo governare in sostanza guardando non a domani ma al futuro. E nessun Paese può guardare ottimisticamente al futuro se non coinvolge e valorizza i propri giovani. Per questo importante e comune impegno vi ringrazio.” Fonte: http://www.adnkronos.com/ProntoItalia/Notizie/2007/Settimana48-Notizie/danieli%20carozza.html

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INFORM - N. 223 - 29 novembre 2007

INDAGINI

Audsbef: al MAE il centralino più efficiente

ROMA – Il telefono: la tua croce! Italiani appesi al filo per 7 minuti in media al giorno, 3,5 ore al mese, 42 ore l’anno. Secondo una indagine condotta da Adusbef su 99 centralini di uffici pubblici e privati, continuano a peggiorare i tempi di attesa e la (non) risposta degli operatori. Impossibile poi contattare il 20% del campione. Diminuiscono le musichette di attesa (da 18 a 15).

Secondo lo studio è il centralino del Ministero degli affari esteri a risultare il più efficiente.

L'Adusbef ha condotto il monitoraggio valutando cinque parametri: la caduta della linea, la presenza di musichette, i tempi di attesa totale, la presenza di dischi preregistrati, la risposta dell'operatore.

E secondo l’Adusbef, il tempo di risposta più rapido è stato proprio quello del centralino della Farnesina, con soli 2 secondi di attesa (per l’indagine Adusbef:

http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=6171&Ricerca=centralino ).

Fonte : http://www.mclink.it/com/inform/art/07n22331.htm

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GRTV

30 novembre 2007

MONTECITORIO: L'ON. FRANCO NARDUCCI HA PRESENTATO OTTO EMENDAMENTI ALLA FINANZIARIA

Due riguardano la tutela dei diritti degli italiani all’estero in materia di proprietà immobiliare

(GRTV) Otto gli emendamenti alla Finanziaria presentati dall’On. Franco Narducci, di cui quattro come primo firmatario. Fra questi due in particolare riguardano la tutela dei diritti degli italiani all’estero in materia di proprietà immobiliare. Un argomento che interessa decine di migliaia di connazionali all’estero, come testimoniano le sempre più numerose richieste di consulenza che giungono alle sedi estere dei Patronati italiani. In particolare, sul fronte dei servizi alle abitazioni, l’on. Narducci con l’emendamento AC 3256 (Legge Finanziaria 2008), controfirmato dagli on. Bucchino, Fedi, Farina e Bafile, si prefigge di ridurre il tributo per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, la cosiddetta T.A.R.S.U. e Ta.Ri, ad un terzo del contributo annuo imposto dal Comune ai cittadini stabilmente residenti. “Si tratta, afferma Narducci, di mettere riparo ad un’ingiusta prassi verso i cittadini italiani emigrati che utilizzano il servizio solo per poche settimane nell’arco di un anno, mentre allo stato attuale vengono equiparati ai cittadini che vivono stabilmente in Italia”. L’esponente del Partito Democratico prevede che della parziale imposizione siano beneficiari i soli cittadini iscritti all’AIRE (anagrafe italiani residenti all’estero). Dal provvedimento sarebbero, tuttavia, esclusi i proprietari di immobili concessi in locazione, anche a titolo gratuito. L’on. Narducci evidenzia anche che sgravi e tariffe agevolate similari vengono già applicati da molti comuni, in particolare quelli a forte vocazione turistica, ai cittadini italiani residenti in patria, proprietari di seconde case, tramite il cosiddetto “criterio del domicilio temporaneo”. Riguarda, invece, l’accatastamento dei fabbricati rurali, il secondo emendamento. In particolare, l’emendamento (AC 3256 , Legge Finanziaria 2008) fa riferimento alla necessità di un’ulteriore proroga della scadenza dei termini - già previsti dalla conversione in legge n. 127 del decreto legge 2 luglio 2007, n. 81 ed in scadenza il 30 novembre 2007 per l’accatastamento dei fabbricati non più in possesso del requisito di ruralità ai fini fiscali. Scadenza, che aveva visto protagonista lo stesso l’on. Narducci, con un’ interrogazione urgente al Governo sulla base delle richieste avanzate dalla stessa Agenzia delle entrate, che segnalava difficoltà oggettive sia da parte dei cittadini, con particolare attenzione nei riguardi dei connazionali all’estero per mancanza di informazioni utili, che degli stessi uffici tributari, oberati dalle pratiche di accatastamento urbano. Nonostante la proroga, notizie provenienti sia dall’Agenzia delle Entrate che dai connazionali evidenziano come moltissimi cittadini italiani residenti all’estero non hanno ancora avuto modo di verificare e legalizzare la situazione dei fabbricati che possiedono in Italia. “E’ evidente – afferma l’on. Narducci – come sia indispensabile l’ulteriore proroga prefigurata nell’emendamento da me presentato, anche in considerazione del fatto che la legge prevede sanzioni, che ammontano fino a 2.000 euro, qualora debbano intervenire gli Uffici provinciali dell’Agenzia del Territorio

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in surroga del soggetto obbligato inadempiente, all’accatastamento. Sanzioni che interesserebbero decine di migliaia di cittadini, con particolare evidente penalizzazione proprio dei connazionali all’estero”. A tal proposito, l’On. Narducci fa presente che “ci sono 745 comuni nei quali sono stati individuati, anche attraverso un’attività di foto-identificazione condotta dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), fabbricati presenti sul territorio ma che non risultano dichiarati al catasto”. Ufficio stampa on. Franco Narducci Fonte : http://news.grtv.it