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1953 – KGB UNLEASHED
Titolo
Genere Avventura grafica / Mistero / Horror
Sviluppatore Phantomery Interactive
Distributore
UIG Entertainment
Lingua Inglese - Tedesco
Sottotitoli Nessuno
Data di uscita
07 – luglio - 2012
Requisiti S.O. Windows XP, Vista, Seven
Supporto Digital Delivery Processore Intel Core2Duo Memoria 1,5 GB RAM (2 GB
per Vista) Hard Drive 800 MB spazio
libero su disco fisso
Scheda video Geforce 8600 /
Radeon 2900 o superiore
Scheda audio Compatibile con
Direct X 9.0
Sito ufficiale http://www.phobos.su/en/
Storia Mosca, 1953. Splendide immagini in bianco e nero iniziano a scorrere sullo schermo, rigorosamente tratte da un cine-archivio d’epoca ed esaltate dagli echi trionfali di un inno russo, rivelando una capitale dalla vita frenetica, rumorosa, proiettata sulla via luminosa della modernità e del progresso, orgogliosa delle proprie sfide materialiste, esibite agli occhi del mondo come arrogante testimonianza del primato della scienza e del popolo sovietico… Beh, non c’è che dire,
davvero molto festosa questa immagine.. direi
quasi rassicurante.. ma giocatore, stai in
guardia!! Mai inganno fu così mirabilmente
perfetto.. Improvvisamente l’abbaglio si
squarcia, una voragine si apre ed il ventre della
città mostra la sua consistenza di muri,
piombo, odio e morte. E..paura. Ma da chi si
impara ad aver paura? E se la paura non
esistesse? Se anche questo fosse un inganno…il
più pericoloso di tutti..
Lo dovrà scoprire un ragazzo, Gleb Nicolaev,
lo riconosceremo come un addetto elettricista,
che si risveglia, dopo aver perso conoscenza,
all’interno di un bunker militare in piena
situazione da allarme rosso. Le uscite sono
state murate, gli ambienti, deserti dopo una
fuga precipitosa, sono stati avvelenati con
sostanze tossiche e letali, nell’aria la
sensazione, opprimente e terrorizzante, che sia
stata scatenata una forza incontrollabile in
grado di uccidere. Cosa è accaduto in quei
laboratori? Qual è stata la sorte di coloro che
vivevano laggiù?Quali offese hanno sollevato il
velo che divide il mondo dei vivi da quello dei
morti?
Gleb, murato vivo, dovrà cercare
disperatamente una via d’uscita e l’unica
possibilità che gli rimane sono le voci che lo
raggiungono all’interno della trappola mortale
in cui è imprigionato: così ascolterà le
suppliche di aiuto di un altro disperato,
intrappolato come lui, ma stranamente
irraggiungibile e una misteriosa voce
proveniente da un altoparlante che sembra
volere da lui delle risposte, a tratti ambigua, a
tratti folle, ma che sicuramente conosce bene i
segreti racchiusi in quel posto, che tutti ora
desiderano sia inghiottito dalla viscere della
terra. Imparerà come gli uomini abbiano
imparato a difendersi dalla paura
diffondendola essi stessi, come il dominio
esercitato su altri uomini sia ottenuto a prezzo
di violenze disumane, sempre in nome
dell’unica verità che conta: “Al dolore ci si può
abituare, ma non alla paura. Mai.” Qualcuno
sarà forse in grado di sopravvivere e trovare
una spiegazione a tutto questo?
Sistema di controllo
Visuale Prima persona, rotazione a 360°;
Interazione con l’ambiente: Interamente da mouse;
Inventario Classico, posizionato in basso sullo schermo, richiamabile con il tasto destro del mouse;
Salvataggi Un’icona a forma di porta a chiusura stagna, posizionata sul lato destro in basso dello schermo, apre il menù principale. I salvataggi sono solo 6.
Grafica e Sonoro La grafica è in 3D. Sicuramente la parte più pregevole del gioco. Le ambientazioni del bunker sotterraneo sono state ricostruite utilizzando disegni originali, estratti da archivi militari, così come tutta la documentazione mostra un’aderenza storica straordinaria. L’anno 1953 rappresenta il climax di un periodo storico cruciale: al potere c’è ancora Stalin e anche nelle profondità claustrofobiche del bunker si avverte cupa l’atmosfera di terrore che opprime la vita in superficie; siamo in piena Guerra Fredda, le fobie paranoiche per la sicurezza nazionale e l’esaltazione dell’ideologia comunista, per cui l’uomo è destinato a soccombere all’utopia, hanno travolto l’umanità degli individui rendendoli dei meri esecutori di morte. I colori lividi, il freddo delle luci e del buio nascondono l’orrore che si è consumato nel bunker, la vista che si offusca accresce il senso di soffocamento indotto dalla paura e dal contagio velenoso dell’aria che si respira. I battiti del cuore impazziscono di fronte a porte chiuse che non dovrebbero essere aperte. La musica è originale, ben calibrata sul registro emotivo del protagonista. Enigmi Data la brevità del gioco sono in numero limitato, prevalentemente di ordine logico. Non difficili. Solo uno richiede una piccola dose di pensiero “laterale”.
1953
KGB UNLEASHED
(Ed. russa Phobos 1953)
Esperienza di gioco
Là dentro quel bunker nulla è più come sembra, quel luogo ha smesso di appartenere
alla realtà. Ma lo si scoprirà solo alla fine del viaggio, uno strano, misterioso e a tratti
onirico percorso. Non è un titolo semplice da giudicare, almeno per me, a causa di
due fattori: innanzitutto la durata brevissima. Un giocatore esperto, nel senso di
smaliziato nel cogliere indizi e valutare enigmi, in 3/4 ore se lo gioca. Così la
conclusione arriva inaspettata e coglie davvero di sorpresa. D’altronde il gioco nasce
come prequel per il lancio di un film russo “Phobos. Il club della paura”, dove un
gruppo di ragazzi, riuniti una discoteca situata in un bunker militare in disuso, viene
sottoposto a sevizie mentali intese a testare la loro resistenza psicologica alle proprie
fobie irrazionali. Quindi il progetto stesso ha la finalità di solleticare gli utenti in
vista di una futura visione cinematografica. Ma sarebbe un errore giudicarlo come
una semplice mossa pubblicitaria: il gioco ed il film hanno in comune solo
l’ambientazione e null’altro. Si potrebbe perfino ribaltare il concetto in quanto è il
gioco a sperimentare direttamente sullo “spettatore/giocatore” la sua resistenza alla
paura senza alcun filtro intermedio. La breve durata è funzionale alla disperata
ricerca di una via di fuga: le emozioni prevalgono sulla logica, sulla razionalità. Serve
a poco domandarsi la spiegazione di quello che si vede, l’importante è uscire da lì, a
costo di perdere pure la propria integrità mentale. Sottolineato questo aspetto, va
comunque detto che nello sviluppo narrativo ci sono alcune incongruenze,
discrepanze logiche che non avranno alcuna risposta, solo ipotesi più o meno
suggestive. Lo stesso finale, ma sarebbe meglio dire la parte conclusiva del gioco
spiazza il giocatore, obbligandolo a riconsiderare tutto quello che è accaduto fino a
quel momento.
L’altro fattore che rende questa recensione molto soggettiva è la mia personale
esperienza: io ho giocato la versione russa, affascinata dalla musicalità di quella
lingua meravigliosa e l’ho tradotta in italiano (con l’aiuto insostituibile di Tea per i
dialoghi, che altrimenti mai sarei riuscita a comprendere). Sono quindi stata
costretta a prestare estrema attenzione ai documenti e a tutto ciò che trovavo di
scritto. Raramente ho trovato una ricostruzione storica così accurata, precisa, così
volutamente contrastante con il vuoto assoluto che regna nel bunker. Si avverte
chiaramente che è plausibile storicamente quello che è avvenuto là sotto, che non si
sta semplicemente vivendo una storia di fantasia, ma che quella violenza purtroppo è
esistita realmente, che quel luogo esiste e “ricorda” cosa è successo, intrappolando
dentro di sé chi è ancora sufficientemente puro per inorridire davanti alla ferocia
umana. Diventando esso stesso una vittima sacrificale.
A quali giocatori è destinato questo titolo? La risposta non può prescindere dal
prezzo di vendita. L’attuale versione inglese/tedesca sul mercato oscilla tra 15 e 19
euro circa, per il digital download. Troppi per chi si aspetta un titolo da puro
divertimento adrenalinico. Non è questo il caso, il gioco è troppo breve, senza veri e
propri momenti horror. Troppi anche per gli utenti che hanno voglia di un
passatempo poco impegnativo, che hanno poca esperienza di avventure grafiche,
oserei dire poca memoria storica di avventure grafiche. Credo lo troverebbero anche
loro troppo breve e forse poco interessante. Allora a chi lo consiglio? Agli
appassionati, soprattutto a chi ne ha giocate tante ed è in grado di cogliere la
suggestione del luogo, le emozioni così umane, reali, esaltate proprio dalla brevità
dell’azione; a coloro che notano i dettagli leggendosi riga per riga i documenti, a
quelli che si compiacciono di scovare gli easter eggs, che si divertono industriandosi a
cercare una spiegazione plausibile a qualunque particolare fuori posto, che
apprezzano anche un finale enigmatico, ma denso di riflessioni sulla natura
dell’uomo e delle sue paure ; insomma per quelli che da un’avventura vogliono essere
trasportati altrove…