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Sommario
1. OGGETTO DELL’INTERVENTO ........................................................................................................................... 2
1.1 DEFINIZIONE DEI REQUISITI .................................................................................................................................. 2
1.2 RICOGNIZIONE DEI VINCOLI .................................................................................................................................. 5
2. IL PROGETTO GENERALE .................................................................................................................................. 6
2.1 INQUADRAMENTO NORMATIVO ............................................................................................................................ 6
2.2 AREA DI PROGETTO ............................................................................................................................................... 7
2.3 ACCESSIBILITA’ ....................................................................................................................................................... 7
3. STATO DEI LUOGHI E DEGLI IMPIANTI .............................................................................................................. 8
3.1 STATO DI FATTO E CARATTERISTICHE DELL’ACQUA ........................................................................................ 8
3.2 LOCALI TECNICI..................................................................................................................................................... 10
4. PRESCRIZIONI E PROGETTO IMPIANTISTICO ................................................................................................ 12
4.1 ANALISI DELLE GITTATE E CURVE DEI GETTI ................................................................................................... 12
4.2 PRESCRIZIONI IMPIANTISTICHE RICIRCOLO E CONVOGLIAMENTO .............................................................. 14
4.3 PRESCRIZIONI IMPIANTISTICHE: CONDIZIONAMENTO E TRATTAMENTO ACQUE ....................................... 15
4.4 SCELTE IMPIANTISTICHE IN RELAZIONE ALLE PRESCRIZIONI ....................................................................... 16
1. OGGETTO DELL’INTERVENTO
L’intervento in oggetto consiste nella realizzazione di opere impiantistiche di nuova installazione e
ristrutturazione di impianto di trattamento acqua ed adduzione idrica all’interno del progetto di
Restauro Scientifico Conservativo del Complesso Monumentale del Nettuno.
L’intento dell’intervento è quello, a seguito di restauro, ristrutturazione e pulizia delle parti
ammalorate o sporche, si rende necessario al fine di garantire la funzionalità a lungo temine e
l’integrità dell’investimento, mantenendo la fontana in buone condizioni manutentive ed evitando la
formazione di incrostazioni (nelle tubazioni, negli ugelli e sulle superfici esterne), depositi solidi,
muffe ma allo stesso tempo evitare azioni corrosive da parte di agenti pulenti che potrebbero investire
i rivestimenti marmorei, quali il cloro.
1.1 DEFINIZIONE DEI REQUISITI
Il presente Progetto, nasce dalla volontà dell’Ente di ristabilire il pregio architettonico e culturale
della Fontana del Nettuno, mantenere la visibilità e la funzionalità della stessa per un lungo periodo
di tempo e limitare nel tempo, tramite opportuni sistemi, ridondanze e impianti speciali, manutenzioni
straordinarie ed ordinarie, fermi impianto per manutenzioni/sostituzioni componenti e frequenti
ricariche di prodotti chimici o pulizie filtri.
Il Complesso Monumentale della Fontana del Nettuno, si trova in Piazza del Nettuno in centro storico
a Bologna, tra il palazzo che ospita la Salaborsa, Palazzo Re Enzo e Palazzo d’Accursio, sede storica
del Comune.
Figura 1-1 - Visuale del Nettuno prima del cantiere (Immagine Google Street View)
Figura 1-2 - Collocazione della Fontana del Nettuno all'interno della piazza
Figura 1-3 - Collocazione della Fontana del Nettuno rispetto alla città di Bologna (immagine Bing Maps)
Il progetto include all’interno del team di lavoro, il fondamentale contributo dell’Università di
Bologna (Dipartimenti di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali – DICAM,
Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali) e dell’Istituto Superiore per la
Conservazione ed il Restauro (ISCR), in qualità di esperti e consulenti che hanno preliminarmente
svolto le attività di:
- Ricerca e memoria storica del funzionamento della Fontana e delle modifiche e restauri
effettuati nel corso degli anni.
- Verifica dello stato di fatto e calcolo delle future portate, con analisi delle gittate e altezze dei
singoli zampilli, sempre con un occhio di riguardo a schemi, immagini d’epoca e fotografie
da archivi storici.
- Rilievo con laser scanner e ricostruzione tramite modellazione 3D e nuvole di punti della
Fontana del Nettuno e dei suoi condotti sotterranei
- Individuazione del sistema di approvvigionamento, pompaggio, ricircolo, trattamento acque
attuale della Fontana del Nettuno
- Analisi dei parametri indicatori della qualità dell’acqua e valutazione degli effetti incrostanti
o aggressivi sui materiali costituenti la Fontana o l’impianto idrico
- Indicazioni su materiali, impianti di trattamento e condizionamento, con integrazioni o
completamenti dello stato di fatto.
- Linee guida per la realizzazione di un nuovo impianto di condizionamento e trattamento
acque, al fine di preservare l’impianto e i materiali lapidei e fregi metallici della Fontana.
- Indicazioni delle portate e velocità dei singoli ugelli con ricerca di perdite, malfunzionamenti
nei collegamenti, eventuali nuovi ugelli.
Sulla base delle indicazioni dell’Università, dei dati rilevati e calcolati, o scaturite dall’esperienza, si
è proceduto a sviluppare un sistema di trattamento acqua e condizionamento tale da garantire la
migliore durata dei materiali, il minor ricorso a manutenzioni e pulizie ed un sistema il più possibile
monitorabile e tele-gestibile, con invio di segnali d’allarme e attivazioni automatiche di sistemi di
back-up (ridondanti) all’evidenziarsi di malfunzionamenti.
1.2 RICOGNIZIONE DEI VINCOLI
Dal Piano Strutturale Comunale (PSC) e dal Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) sono stati
valutati i vincoli vigenti sulla struttura in oggetto, tutti gli edifici interessati, anche circostanti, sono
Edifici di Interesse Storico-Architettonico, in particolare si riporta il fatto che, il sistema di
condizionamento e trattamento acqua, nonché il reintegro, sono all’interno della struttura della
Salaborsa, mentre il cunicolo sotterraneo che ospita le tubazioni idriche di collegamento alla Fontana
si estende dalla Salaborsa a Palazzo Re Enzo.
Il complesso Monumentale della Fontana del Nettuno è anche coperto da vincolo della
Soprintendenza dei Beni Architettonici e Paesaggistici con “Provvedimento: complesso 037006_66”
Identificativo: 5932 tramite notifica (31/12/1911)
Tutti gli impianti idrici, di condizionamento acqua e di convogliamento, vengono collocati in zone
non visibili al pubblico, in locali o cunicoli sotterranei, con la possibilità, per volontà
dell’Amministrazione e dell’Università, di rendere i cunicoli stessi disponibili alla visita, mostrando
il lavoro svolto e i segreti nascosti della Fontana del Nettuno.
Ai fini della presente progettazione, i vincoli presenti e i possibili sviluppi futuri, risulta evidente la
scelta di materiali e tipologie impiantistiche particolari, come ad esempio l’utilizzo di tubazioni in
rame, al posto delle attuali tubazioni in polipropilene, che, seppur con più difficoltà costruttiva e
maggior costo, dia pregio artistico.
2. IL PROGETTO GENERALE
2.1 INQUADRAMENTO NORMATIVO
Nel seguito viene richiamata la normativa vigente (non necessariamente tutte le norme richiamate
sono necessarie per gli interventi progettati) seguita nella redazione del progetto, suddivisa per
ambito, trattandosi l’intervento principalmente concentrato in area scolastica, seppur lavorando solo
in centrale termica interrata/seminterrata.
- Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152: Norme in materia Ambientale
- Decreto Legislativo Acque n. 152 del 11/05/99
- Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 258
- Decreto Ministeriale n. 185 del 12 giugno 2003: Regolamento recante norme tecniche per il
riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell'articolo 26, comma 2, del D.Lgs. 11 maggio
1999, n. 152
- Decreto del Presidente della Repubblica n. 236 del 24/05/88: Attuazione della direttiva CEE
numero 80/778 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, ai sensi
dell'art. 15 della legge 16 aprile 1987
- CEI 64-8/7 Sezione 702 (aggiornamento 06/2003): Impianti elettrici - Piscine e Fontane
- CEI EN 60335-2-41/A1 parte 2°: Norme particolari per pompe elettriche
- Circolare Ministero dei Lavori Pubblici n. 27291: Istruzioni relative alla normativa per le
tubazioni Decreto Min. Lav. Pubblici 12/12/85
- UNI EN 805:2002: "Approvvigionamento di acqua - Requisiti per sistemi e componenti"
- Estratto del Decreto Min. Lav. Pubblici del 12.12.1985: Norme tecniche relative alle
tubazioni
L’intervento si configura come manutenzione straordinaria, disciplinata dalla Legge Regionale 30
Luglio 2013, n°15 “SEMPLIFICAZIONE DELLA DISCIPLINA EDILIZIA” che viene definito
come “Le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli
edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non
alterino i volumi e le superfici delle singole unità immobiliari e non comportino modifiche delle
destinazioni d’uso”.
Come intervento di Manutenzione Straordinaria, il titolo edilizio abilitativo corrispondente sarebbe
la SCIA - Segnalazione Certificata di Inizio Attività, tuttavia poiché si tratta di edifici pubblici,
l’Art.10 definisce che non siano soggetti ai titoli abilitativi:
a) Le opere, gli interventi ed i programmi di intervento da realizzare a seguito della
conclusione di un accordo di programma […] a condizione che l’amministrazione comunale
accerti che sussistono tutti i requisiti e presupposti previsti dalla disciplina vigente per il
rilascio o la presentazione del titolo abilitativo richiesto:
b) Le opere pubbliche, da eseguirsi da amministrazioni statali o comunque insistenti su aree del
demanio statale, da realizzarsi dagli enti istituzionalmente competenti;
c) Le opere pubbliche di interesse regionale, provinciale e comunale a condizione che la
validazione del progetto, di cui all’articolo 112 del decreto legislativo del 12 aprile 2006,
n.163 (codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle
direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE) contenga il puntuale accertamento di conformità del
progetto alla disciplina dell’attività edilizia di cui all’articolo 9, comma 3, della presente
legge.
2.2 AREA DI PROGETTO
Come precedentemente detto, l’intervento sarà localizzato nel locale tecnico di trattamento acqua,
collocato nel piano interrato della Salaborsa/Palazzo d’Accursio, e lungo il cunicolo sotterraneo
localizzato nell’interrato di Piazza del Nettuno (e parzialmente sotto gli edifici Palazzo Re Enzo e
Salaborsa). L’intervento non richiederà quindi accantieramento esterno ne occupazione di suolo
pubblico ma sarà limitato ad un periodo di scarico materiali e trasporto all’interno dei locali.
2.3 ACCESSIBILITA’
Le lavorazioni richieste necessitano di assistenza muraria in fase di foratura per passaggio di tubi,
montaggio, saldatura, fissaggio e sostegno delle tubazioni tramite appositi collari. L’accesso alle aree
di cantiere avviene tramite Salaborsa per quanto riguarda il cunicolo, e Palazzo d’Accursio per quanto
riguarda la stanza di trattamento/condizionamento acqua.
3. STATO DEI LUOGHI E DEGLI IMPIANTI
3.1 STATO DI FATTO E CARATTERISTICHE DELL’ACQUA
Come precedentemente esplicitato, l’idea progettuale dell’intervento è quella di riprogettare il sistema
di trattamento e condizionamento acqua della Fontana del Nettuno, al fine di limitare fenomeni di
aggressione delle superfici, ma al contempo garantire acqua esente da agenti incrostanti e
biologicamente non carica.
I rilievi e le analisi dell’Università di Bologna, hanno mostrato un’acqua con elevata conducibilità,
con un alto contenuto di Cloro disciolto e Calcio, con durezze di circa 16-17 gradi Francesi.
La presenza del Carbonato di Calcio provoca un progressivo dilavamento per aggressività del marmo,
delle malte e dei materiali calcarei presenti, con deposito di carbonato di calcio sulle superfici cui
viene a contatto.
Analogamente, la durezza dell’acqua riscontrata ed il suo pH, influiscono anche sulla corrosione dei
materiali metallici presenti nella fontana, come il Piombo ed il Bronzo, come ben specificato dalle
relazioni specialistiche prodotte dall’Università di Bologna a cura del DICAM.
Come si evince da tali relazioni, allo stato attuale, è presente un sistema di addolcimento sull’acqua
di reintegro, mentre altri sistemi quali filtraggio, addolcimento e dosaggio disinfettanti sono fuori
servizio per manutenzione o obsolescenza, infatti il sistema battericida era effettuato dall’immissione
di cloro in forma “solida”.
Figura 3-1 – Sistema di filtrazione esistente non in funzione
Le analisi microbiologiche sull’acqua, effettuate dal Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche
e Ambientali, in vari punti dell’impianto, hanno evidenziato assenza di microrganismi indicatori e un
basso livello di carica eterotrofa, grazie all’utilizzo di disinfettante a base di cloro che tratta l’acqua
con “Pool Pastiglioni” della FACOT Chemicals, studiato per disinfettare le piscine, formato da acido
tricloroisocianurico che agendo con l’acqua rilascia HOCl.
Seppur il cloro sia il disinfettante più utilizzato, il rischio è che la carica acida risulti aggressiva per i
materiali della Fontana. A fronte di un cloro libero in ingresso dall’acquedotto di 0,092 mg/l ed un
quantitativo di cloro totale di 0,191 mg/l, si sono registrati valori di cloro in diversi punti, di oltre 2,8
mg/l di cloro libero e 5,8 mg/l di cloro totale, con un pH di 5 a 20 gradi Francesi.
Si fa presente che, seppur come anche specificato dall’Università, il D.Lgs. 2 febbraio 2001 n. 31
indica un valore minimo di 0,2 mg/l di cloro libero per acque destinate al consumo umano (se la
clorazione viene effettuata), l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stabilisce che il residuo
massimo non superi i 5mg/l (con possibile pericolo per l’utenza che ne venga a contatto) oltre
all’essere aggressivo e corrosivo nei confronti del bronzo e del marmo.
Figura 3-2 Sistema di Osmosi Inversa esistente non in funzione
Figura 3-3 Sistema di Osmosi Inversa esistente non in funzione
L’Università ha evidenziato anche che il sistema attuale di addolcimento, deteriorato ed inadeguato,
può causare se rimesso in funzione, aggressività nei confronti delle tubature in ferro-zinco e plastica.
3.2 LOCALI TECNICI
Gli attuali locali tecnici risultano di ampie dimensioni, i macchinari attualmente presenti non saturano
l’ambiente ma debbono comunque essere rimossi in quanto non funzionanti.
Il locale tecnico del sistema di trattamento risulta tuttavia sporco, anche a causa del fatto che, il
sifone/filtro in ingresso alla vasca di accumulo, risulta aperto e in alcuni casi sfiorava, sversando
acqua sul pavimento, come anche documentato da sopralluoghi.
A tale proposito, va evidenziata l’assenza di un attuale sistema di filtraggio meccanico che, anche in
funzione di quanto rilevato in sede di sopralluogo, preservi gli impianti da guasti o intasamenti con
fanghiglia o sedimenti.
Il cunicolo risulta invece un luogo particolarmente umido e ristretto, soprattutto per quanto riguarda
il castellum e il cilindro verticale di salita, rendendo complesse le saldature dei futuri tubi.
Figura 3-4a – Figura 3-4b Visuale dei cunicoli e dei collegamenti idrici ed elettrici
Figura 3-5 – Percorso dei tubi idrici di collegamento agli ugelli
Figura 3-6 – Visuale del Castellum
4. PRESCRIZIONI E PROGETTO IMPIANTISTICO
4.1 ANALISI DELLE GITTATE E CURVE DEI GETTI
L’Università di Bologna, attraverso indagini e ricostruzioni storiche, ha individuato disegni
progettuali dell’epoca, effettuato e ripreso misure di portata. Tramite modellazione numerica, le curve
sono state riproposte, in funzione degli ugelli rilevati, in modo tale da ottenere un flusso laminare
compatibile e coerente con l’antico sistema idraulico dell’architetto e pittore Tommaso Laureti,
ideatore del sistema di alimentazione.
Dagli scritti e dallo stato di fatto si individuano 5 livelli principali su cui si collocano gli ugelli,
dall’alto verso il basso:
L5: Statua del nettuno (in cui si collocano i due delfini orientati a NE-SO)
L4: Castellum suddiviso in due linee:
L4 Putti con Delfini, 4 ugelli
L4 Venti, 4 ugelli
L3: Castellum su cui giacciono le conchiglie, prive di ugelli
L2: Castellum suddiviso in 4 linee, così composte:
L2 Cartiglio con mascherone, 4 ugelli
L2 Conchiglia con mascherone, attualmente priva di ugelli
L2 Sirena, 8 ugelli
L2 Leone, 4 ugelli
L2 Delfino, 8 ugelli
L1: Vasca
L0: Gradini
Il totale attuale rilevato è di 34 ugelli e 70 zampilli ed una portata misurata nel 2003 di 0,9658 l/s
insufficiente secondo quanto calcolato dall’Università di Bologna, a garantire il disegno estetico dei
getti coerente con i disegni disponibili dalle fonti storiche.
Nel corso della ristrutturazione, anche a seguito di una valutazione effettuata a causa di perdite interne
alle conchiglie con mascherone a livello L2, confrontando gli scritti d’epoca ed evidenti segni di
lavorazioni e malte sul fondo delle conchiglie, ha portato l’Università ad ipotizzare che i 4 ugelli
presenti attualmente nelle Conchiglie con Mascherone a L2, attualmente usati come sfiori/troppo
pieno, fossero un tempo degli ugelli collegati all’impianto idrico, spariti durante una precedente
ristrutturazione.
Una prima analisi del disegno dei getti ha portato l’Università a stimare preliminarmente una portata
di 2,494 l/s, dato che è stato usato in fase di progetto per dimensionare tutti gli apparati presenti in
centrale di trattamento e condizionamento acqua.
In successive relazioni da parte dell’università, tale portata è stata calata per la “configurazione
attuale” a 2,134 l/s e per la “configurazione modificata” (cioè con i 4 ugelli eventualmente da
ripristinare nelle Conchiglie con Mascherone) 2,35 l/s.
Dal punto di vista delle portate, è stato comunque pensato di dimensionare gli impianti tenendo conto
della massima portata indicata nella prima ipotesi dell’università, in maniera da poter gestire eventuali
variazioni in fase di realizzazione.
Figura 4-1 Visualizzazione delle traiettorie dei getti in progetto della Fontana del Nettuno (realizzazione e calcolo a cura dell’Università di Bologna - DICAM)
Figura 4-2 Grafico delle gittate e altezze (realizzazione e calcolo a cura dell’Università di Bologna – DICAM)
4.2 PRESCRIZIONI IMPIANTISTICHE RICIRCOLO E CONVOGL IAMENTO
L’incremento della portata al fine di rispondere alle esigenze di ripristino del disegno dei getti
coerente al contesto storico ha richiesto una riprogettazione dei macchinari di trattamento.
La richiesta di semplicità di funzionamento ed incremento della affidabilità che garantisce la minima
manutenzione, richiede inoltre controlli e sistemi di automatismi che assicurino che il sistema non si
blocchi o non subisca intasamenti.
L’impianto si prevede completamente sostituito, fatto salvo gli scarichi e i tratti terminali degli ugelli,
che rimangono in piombo con raccordi filettati in bronzo.
I tratti in plastica, come da richieste dell’Università saranno sostituiti con tubazioni in Rame, dando
pregio artistico-storico all’installazione, comportando però l’installazione di anodi sacrificali di Zinco
e disconnettori elettrici in prossimità delle giunzioni Rame-Bronzo-Piombo, per evitare fenomeni di
corrosione galvanica.
Tra le richieste dell’Università era presente anche la realizzazione di collettori di tipo circolare, che
si sviluppano all’interno del foro del Castellum e da cui si diramano le partenze per gli ugelli. Questa
richiesta è risultata non assecondata, per scelta del progettista, in quanto si ritiene che l’estetica della
realizzazione si traduca in una impossibilità manutentiva (e probabilmente anche costruttiva) vista la
necessità di saldare tubazioni e collettori ad elevata quota da terra e con spazi ristretti, provocando
una possibile condizione di pericolo per il lavoratore e che il lavoro non venga fatto a regola d’arte a
causa degli spazi e degli impedimenti tecnici. Quel tipo di realizzazione rende anche difficile la
manutenzione in caso di guasto, dovendo procedere allo smontaggio di grandi parti di impianto nel
caso di guasti in punti poco raggiungibili.
Si è quindi previsto la realizzazione di collettori di tipo lineare, non nell’area di salita delle tubazioni.
Altre richieste dell’Università riguardano la presenza di inverter sulla pompa di circolazione, con
condotta unica di mandata sino al cunicolo attuale e la partenza di sette linee ognuna dotata di valvola
per il controllo della pressione e della portata, agendo quindi su tutti gli ugelli collegati a tale linea,
contemporaneamente.
La precedente scelta impiantistica porta inevitabilmente ad avere 7 linee di mandata, ognuna
comandata da valvola di regolazione, ma richiede, almeno per la regolazione di fino, la presenza di
una valvola di taratura singola per ogni ugello, per evitare che ci siano differenze sostanziali a causa
di altezze o perdite diverse nei tratti terminali dei singoli ugelli ricadenti sotto la stessa linea. Queste
valvole saranno fisse, una volta tarate e calibrate.
La pompa a controllo elettronico (inverter) e le valvole di regolazione delle linee saranno collegate
al telecontrollo della Salaborse (attualmente Honeywell) qualora possibile. Se in fase di costruzione
si denota l’impossibilità tecnica, queste dovranno, assieme al sistema di filtrazione-condizionamento
essere collegate ad una centralina di telecontrollo e regolazione che possa interfacciarsi con la
centralina Honeywell. Le valvole di regolazione della parte più alta della fontana dovranno
comunicare con la centralina e con l’anemometro che ne gestisce lo spegnimento o l’attenuazione in
caso di forte vento
4.3 PRESCRIZIONI IMPIANTISTICHE: CONDIZIONAMENTO E TRATTAMENTO ACQUE
Le indicazioni presenti nelle relazioni a seguito degli studi presentate dall’Università confermano che
la presenza di ioni di calcio nell’acqua di ricircolo è dovuta ad un arricchimento a causa di
solubilizzazione per contatto fluido-materiali mentre il contenuto di cloruri risulta dovuto all’agente
disinfettante in uso.
La situazione attuale risulta aggressiva e mediamente rischiosa per i materiali calcarei.
L’indice di Larson e Skold, nonché quello di Leroy basato sul tenore di cloruri e solfati presenti,
risulta invece costantemente e nettamente superiore all’unità, confermando un rischio di corrosione
per le parti metalliche della fontana.
Le indagini condotte a livello della Fontana del Nettuno non presentano presenza di microorganismi,
dovuto presumibilmente all’eccesso di cloro utilizzato (da indagini, come precedentemente elencato,
è presente una concentrazione di cloro mediamente intorno a 1,323 mg/l di cloro libero), che purifica
sicuramente l’acqua, ma provoca ingiallimento e corrosione dei componenti della fontana ed un
potenziale rischio per la salute dei visitatori che possano trovarsi a contatto con l’acqua clorata in
modo accidentale o volontario.
Dal punto di vista impiantistico, le richieste dell’Università si articolano in più punti, tra cui un
sistema di disinfezione automatico, filtrazioni che evitano il trascinamento e l’accumulo di fanghi,
assenza di cloruri per ridurre la formazione di prodotti corrosivi di varia natura sulle leghe di rame e
materiali calcarei e lapidei, in particolare è richiesta:
- una filtrazione fine a maglia 0,5-1mm per mantenere la regolarità di funzionamento
dell’impianto
- una microfiltrazione in grado di trattenere le particelle da 10 a 0,05micron per garantire
rendimenti adeguati alla disinfezione
- una disinfezione a raggi UV automatizzate con lunghezza d’onda tra 240 e 280 nanometri
- utilizzo di sostanze ossidanti a base di cloro SOLO in emergenza dovuta a contaminazione
accidentale e/o volontaria a livello di vasca.
4.4 SCELTE IMPIANTISTICHE IN RELAZIONE ALLE PRESCRI ZIONI
Le scelte impiantistiche hanno rispecchiato la volontà di automatismo e le prescrizioni
dell’Università, integrando a favore di sicurezza per esperienza, anche in relazione alle attuali
condizioni di lavoro e a quanto rilevato in sede di sopralluogo.
In particolare, si è reputato necessario, al fine di evitare una periodica e ravvicinata pulizia dei filtri
per intasamento, di inserire vasche di decantazione a pacco lamellare, in grado di ridurre le dimensioni
ed abbattere il carico di fanghi e particelle solide che possano trovarsi in circolo nell’impianto.
Si è pensato soprattutto a liquami dovuti alla presenza di volatili nei pressi della Fontana del Nettuno,
eventuali coriandoli o riso (dal momento che nella Sede Comunale avvengono frequentemente
matrimoni e festeggiamenti, lauree, non necessariamente dovuta all’inciviltà dei visitatori).
Questa vasca di decantazione è preceduta da un pre-filtro a cestello, con bypass incorporato, al fine
di trattenere residui solidi di grosse dimensioni.
Il sistema di sedimentazione permette uno spurgo in automatico tramite pompa, mentre l’acqua
decantata viene raccolta in una prima vasca di raccolta da cui viene prelevata e spinta all’interno dei
filtri a maglia e multi-materiale.
I filtri saranno sempre ridondanti, quindi in coppia, e dotati di bypass per manutenzioni straordinarie.
Sull’adduzione di questi filtri saranno presenti valvole motorizzate e un sistema di sonde di pressione
al fine di valutare la caduta di pressione all’attraversamento del filtro e determinare malfunzionamenti
o intasamenti e permettere automaticamente l’entrata in funzione del secondo filtro e la chiamata ad
avviso della manutenzione.
In uscita dalla filtrazione, sarà presente una vasca di accumulo cuscinetto da 10 mc (se possibile si
può riutilizzare la vasca attualmente presente, previa pulizia e disinfezione), in cui vengono
convogliate le portate dai filtri, dal reintegro tramite impianto di osmosi inversa e bypass.
L’impianto ad osmosi inversa si rileva utile al fine di ridurre la concentrazione di ioni e particelle in
sospensione in ingresso dall’acquedotto, sull’acqua di reintegro. Al fine di proteggere le membrane
viene utilizzato un gruppo di declorazione con pre-filtrazione di sicurezza.
Anche l’impianto ad osmosi è dotato di un duplicato ridondante che ne garantisca la funzionalità
anche nel caso di guasto di una delle due macchine o necessità di pulizia/cambio membrane.
L’acqua osmotizzata viene convogliata in un accumulo ed il prelievo viene effettuato tramite valvole
ad apertura comandata, in funzione della conducibilità dell’acqua (a sua volta funzione della
contaminazione e degli spurghi o perdite).
Il reintegro è stato valutato in condizioni di massima evaporazione e spurgo in circa il 20% della
portata circolante, nel periodo estivo con temperatura 35°C e umidità relativa 40%.
La macchina ad osmosi permette la rimozione del 90-95% dei sali presenti in acqua e respinge batteri,
virus e pirogeni impedendo il passaggio nell’acqua purificata prodotta. È un sistema in continuo e
non richiede l’introduzione di rigeneranti, può leggere e gestire l’invio di dati utili per la gestione
dell’impianto quali la conducibilità dell’acqua prodotta, quella dell’acqua di alimento (e quindi il
tasso di rimozione salina) le portate ed il rapporto di recupero, oltre che agli avvisi e allarmi che
chiamano la manutenzione e la necessità di cambio membrane.
Il livello dei serbatoi cuscinetto di accumulo è gestito in automatico tramite sensori di livello puntuali
ed in continuo, collegati alle centraline e comanda accumuli, chiamate e reintegri.
Le pompe di circolazione, sempre in coppia (per ridondanza) avranno portata massima di 10mc/h con
prevalenza a portata nulla di 35m, saranno dotate di inverter in maniera da variare a seconda delle
esigenze istantanee e future della Amministrazione e della Fontana del Nettuno (ad esempio, in caso
di forte vento, con la diminuzione della portata per la chiusura delle valvole di uno o più collettori)
Il sistema di disinfezione/sterilizzazione sarà di tipo a raggi Ultravioletti (UV-C), come richiesto, con
lunghezza d’onda di 254 nm ed una energia media di 600 J/mq (come richiesto dall’Università di
Bologna), questo comporta la scelta di un modello con taglia maggiore rispetto alla portata richiesta
(normalmente dimensionati per 400 J/mq) in quanto l’energia è funzione della velocità di
attraversamento e quindi della portata. Le lampade UV saranno costituite da lampade a vapori di
Mercurio a bassa pressione poste all’interno di tubi di quarzo. I raggi UV, entrando in contatto con
batteri, virus, fermenti lattici, alghe, protozoi, ecc. presenti nell’acqua, penetrano attraverso la
membrana esterna della cellula e ne distruggono il DNA. Si tratta di un sistema di inattivazione dei
microrganismi. L’energia richiesta è sufficiente e sovrabbondante per evitare che la permanenza
all’esposizione solare ne permetta la riattivazione. Le lampade sono dotate di sensori interni che ne
determinano il fattore di sporcamento e permettono l’invio di allarmi, switch (tramite apertura-
chiusura delle valvole motorizzate) alla lampada di back-up e chiamata della manutenzione per la
pulizia, oltre alla misurazione per il controllo e il monitoraggio dell’intensità dei raggi UV.
Il tecnico
Bologna, 28 Ottobre 2016