21
Questo docum La copia, una volta prelevata dal RELAZIONE DGE PROGETTISTA L'APPROVAZIONE DA PARTE DI ENISER CD-FE 03 Subfacility 26/06/20 Stato validità rev. XXXX Indice di Revisione WBS Data Fase Progetto A XXXXXX Form PROGETTO “DE GASPERI EST” RELAZIONE TECNICO AGRONOMICA - DGE Doc Indice C mento è di proprietà Eniservizi S.p.A. che se ne riserva tutti i d sito, è in stato non controllato; prima dell’utilizzo verificare la TECNICO AGRONOMIC E-MOR-ENG-A-R3-0200 VALIDATORE RVIZI NON SOLLEVA IL PROGETTISTA DALLE PROPRIE RESPONSABILITA' C 013 Emesso per PdC [FCA ] a Descrizione Revisione Preparato da m di riferimento (file): DGE-ENS-PQM-A-FO-0002_00.doc c. n. DGE-MOR-ENG-A-R3-0200 e di revisione: CD-FE 03 Data 26/06/2013 Pagina 1 di 21 diritti. validità della revisione. CA - DGE 0 COMMITTENTE CONTRATTUALI E DI LEGGE [ FBA ] [ KGR ] o Controllato da Approvato da

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RELAZIONE

DGE

PROGETTISTA

L'APPROVAZIONE DA PARTE DI ENISERVIZI NON SOLLEVA IL PROGETTISTA DALLE

CD-FE 03 Subfacility 26/06/201

Stato validità

N° rev. XXXX

Indice di Revisione WBS

DataFase

Progetto A XXXXXX

Form di riferimento (file):

PROGETTO “DE GASPERI EST”

RELAZIONE TECNICO AGRONOMICA - DGE

Doc. n.

IndiceCD

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RELAZIONE TECNICO AGRONOMICA

DGE-MOR-ENG-A-R3-0200

VALIDATORE

L'APPROVAZIONE DA PARTE DI ENISERVIZI NON SOLLEVA IL PROGETTISTA DALLE PROPRIE RESPONSABILITA' CONTRATTUALI E DI LEGGE

/2013 Emesso per PdC

[FCA ]

Data Descrizione Revisione Preparatoda

Form di riferimento (file): DGE-ENS-PQM-A-FO-0002_00.doc

Doc. n. DGE-MOR-ENG-A-R3-0200

Indice di revisione: CD-FE 03

Data 26/06/2013

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che se ne riserva tutti i diritti. controllato; prima dell’utilizzo verificare la validità della revisione.

MICA - DGE

200

COMMITTENTE

PROPRIE RESPONSABILITA' CONTRATTUALI E DI LEGGE

[ FBA ] [ KGR ]

parato Controllato da

Approvato da

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Indice di revisione: CD-FE 03

Data 26/06/2013

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SOMMARIO DELLE REVISIONI

Indice di Revisione

Data Descrizione Revisione Preparato da Controllato da Approvato da Stato

validità N°

rev.

CD-FE 02 20/05/2013 Emesso in bozza per Permesso di Costruire FCA FBA KGR

CD-FE 03 26/06/2013 Emesso per Permesso di Costruire FCA FBA KGR

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PROGETTO “DE GASPERI EST”

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Doc. n. DGE-MOR-ENG-A-R3-0200

Indice di revisione: CD-FE 03

Data 26/06/2013

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INDICE

1.1 DESCRIZIONE DELL ’AREA 4

1.2 DESCRIZIONE DELLA VEGETAZIONE PRESENTE 4

1.3 DESCRIZIONE DEL PROGETTO DEL VERDE 7

1.4 DESCRIZIONE DELLE SPECIE ARBOREE ED ERBACEE IMPIEGAT E NEL PROGETTO DEL VERDE 10

1.4.1 ACER SACCHARINUM 10

1.4.2 ACER SACCHARINUM - LACINIATUM "W IERII" 11

1.4.3 ACER SACCHARUM 11

1.4.4 ELEAGNUS ANGUSTIFOLIA 12

1.4.5 GLEDITSIA TRIACANTHOS 'SUNBURST' 13

1.4.6 LAGERSTROEMIA INDICA 14

1.4.7 POPOLUS ALBA 14

1.4.8 POPULUS TREMULA 15

1.4.9 TILIA PLATHYPHILLOS 16

1.4.10 TILIA TOMENTOSA 16

1.4.11 SPECIE ERBACEE PERENNI 17

1.5 CONCLUSIONI 21

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Indice di revisione: CD-FE 03

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La sottoscritta Fiorella Castellucchio, dottore agronomo, iscritto all'Albo dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Milano, Lodi, Monza e Brianza al n.814, descrive la sistemazione delle aree a verde del nuovo complesso denominato De Gasperi Est (DGE).

1.1 DESCRIZIONE DELL ’AREA

L’area del PII comprendeva un’area industriale, in parte dismessa da diversi anni, e parte del suo contorno, che al momento si è provveduto alla demolizione di alcuni edifici per poter procedere alla realizzazione del nuovo complesso DGE che comporterà una profonda riqualificazione di questa zona dal punto di vista urbano, edilizio, ambientale e paesaggistico. Il progetto complessivo del DGE è stato suddiviso in cinque parti:

• Centro Direzionale Exploration and Production (CDE) • Centro Direzionale Snam Rete Gas (CDS) • Sistemazione delle aree a verde attigue ad entrambi i centri direzionali e della Viabilità (Viabilità e

rotatorie) • Parcheggio multipiano Vannucchi • Parcheggio multipiano De Gasperi

Per ognuno di questi progetti sono stati inoltrati Permessi a Costruire distinti e si prevede anche separate organizzazione dei lavori pur mantenendo una uniformità in tutte le scelte progettuali, in particolare per quanto riguarda la vegetazione.

1.2 DESCRIZIONE DELLA VEGETAZIONE PRESENTE

Come descritto più volte nei diversi documenti presentati, ogni albero interessato dal progetto é stato analizzato per valutarne le condizioni vegetative, fitosanitarie e fitostatiche mediante il metodo V.T.A. (Visual Tree Assessment). Di seguito si riportano le tabelle riepilogative degli alberi da eliminare e di quelle in sostituzione suddivise nei diversi procedimenti presentanti all’esame degli Uffici comunali competenti:

1) Sistemazione delle aree a verde attigue ad entrambi i centri direzionali e della Viabilità (Viabilità e rotatorie)

Rotatorie e viabilità nuovi alberi

alberi eliminati

As Acer sacccharinum 0 1

C Carpinus betulus 0 15

E Eleagnus angustifolia 29 0

F Fraxinus excelsior 0 7

Fo Fraxinus ornus 0 2

G Gleditsia triacanthos sunburst 12 0

L Lagerstroemia indica 64 20

La Lamburnum anogyroides 0 3

Pa Populus alba 'Nivea' 15 0

Pt Populus tremula 6 0

Pp Prunus cerasifera 'Pissardii' 0 3

Ps Prunus serrulata 0 11

Q Quercus robur fastigiata 5 2

T Tilia platyphyllos 59 39

Tt Tilia tomentosa 9 0

Totale 199 103

2) Parcheggio multipiano Vannucchi

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PROGETTO “DE GASPERI EST”

RELAZIONE TECNICO AGRONOMICA - DGE

Doc. n. DGE-MOR-ENG-A-R3-0200

Indice di revisione: CD-FE 03

Data 26/06/2013

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Parcheggio Vannucchi nuovi alberi

alberi eliminati

Ag Acer ginnala 2 1

Aj Albizia julibrissin 0 4

Aja Acer japonicum acotinifolium 3 0

C Carpinus butulus piramidalis 0 6

Ca Celtis australis 0 1

Cc Cotinus coccygria 2 0

Hs Hibiscus syriacus 5 0

La Lamburnum anogyroides 3 0

L Lagerstroemia indica 6 0

Ls Liquidambar styraciflua 0 1

Md Malus domestica 0 1

Mo Magnolia obovata 7 0

Ppg Picea pungens glauca 0 1

Pl Prunus lusitanica 4 0

Pn Pinus nigra 0 3

Pw Pinus wallichiana 0 1

Pt Pterocarie fraxnifolia 3 28

U Ulmus minor 0 2 Totale 35 49

3) Parcheggio multipiano De Gasperi

Parcheggio De Gasperi nuovi alberi

alberi eliminati

Ag Acer ginnala 5 0

Aj Albizia julibrissin 6 0

Pp Prunus cerasifera 'Pissardii' 5 0

Pt Pterocarie fraxnifolia 8 0

Totale 24 0

4) Scavi e aree di cantierizzazione (CDE)

Scavi e cantierizzazioni nuovi alberi

alberi eliminati

Ag Acer ginnala 0 6

Aps Acer pseudoplatanus 0 7

Aa Ailanthus altissima 0 1

As Acer saccharum 24 0

Asl Acer saccharinum Laciniatum 47 0

Ba Betula alba 0 2

C Carpinus butulus 0 21

Cb Catalpa bignioides 0 6

Ca Cedrus atlantica 0 1

Cag Cedrus atlantica glauca 0 5

Cd Cedrus deodara 0 4

E Eleagnus angustifolia 46 0

Ej Eriobotrya japonica 0 1

F Fraxinus excelsior 0 4

Fo Fraxinus ornus 0 2

Gb Ginkgo biloba 0 4

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PROGETTO “DE GASPERI EST”

RELAZIONE TECNICO AGRONOMICA - DGE

Doc. n. DGE-MOR-ENG-A-R3-0200

Indice di revisione: CD-FE 03

Data 26/06/2013

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Scavi e cantierizzazioni nuovi alberi

alberi eliminati

G Gleditsia triacanthos sunburst 18 0

Kp Koeleuteria paniculata 0 1

Ln Lauro nobilis 0 6

Ls Liquidambar styraciflua 0 5

Lt Liriodendron tulipifera 0 2

Ms Magnolia solangeana 0 1

Pa Picea abies 0 2

Pp Prunus cerasifera 'Pissardii' 0 1

Ps Prunus serrulata 0 2

Pt Pterocarie fraxnifolia 0 5

Qrf Quercus robur fastigiata 0 11

Qr Quercus rubra 0 1

Rp Robinia pseudoacacia 0 7

T Tilia platyphyllos 0 20

U Ulmus minor 0 2

Totale 135 130

5) Centro Direzionale Snam rete Gas (CDS)

CDS nuovi alberi

alberi eliminati

E Eleagnus angustifolia 5 0

L Lagerstroemia indica 15 0 Totale 20 0

Nella tabella seguente si riporta il riepilogo di quanto esposto nelle precedenti tabelle.

Progetto Alberi nuovi

Alberi eliminati

Rotatorie e viabilità 199 103 Parcheggio Vannucchi 35 49 Parcheggio De Gasperi 24 0

Scavi e cantierizzazioni (CDE) 135 130 Centro Direzionale Snam Rete Gas

(CDS) 20 0

Totale 413 282

Per la realizzazione del progetto De Gasperi Est è necessario eliminare 282 alberi, e se ne metteranno a dimora altri 413, con un incremento di 131 alberi, pari al 47,5%. Molte delle piante presenti in tutta l’area interessata dal PII, si presentavano con gravi difetti di stabilità e in scarse condizioni vegetative, in particolare quelle poste all’interno dell’ex-complesso Industriale, dove da tempo non ricevevano più adeguate cure manutentive, essendo l’area in attesa dei futuri sviluppi. Come si può notare dalle diverse tabelle nell’area vi è una scarsa presenza di conifere, e le poche presenti sono risultate di scarso valore ornamentale e con problemi di stabilità. Spesso la disposizione delle piante era stata fatta tenendo in poco conto la crescita finale delle piante, e spesso gli alberi sono stati posti un po’ troppo a ridosso dei manufatti o con un sesto d’impianto inadeguato. Questo ne ha compromesso lo sviluppo e la conformazione. Molti alberi infatti avevano le chiome compenetrate con gli altri alberi vicini o le chiome e i fusti fortemente sbilanciate alla ricerca della luce. La maggioranza delle piante presenti aveva un’altezza compresa tra i 10 e i 15 metri, mentre solo 8 superavano

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PROGETTO “DE GASPERI EST”

RELAZIONE TECNICO AGRONOMICA - DGE

Doc. n. DGE-MOR-ENG-A-R3-0200

Indice di revisione: CD-FE 03

Data 26/06/2013

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i 20 metri. Rispetto alle analisi condotte nel 2010, gli alberi risultavano notevolmente peggiorati, nonostante si sia proceduto all’abbattimento degli esemplari più compromessi. La vegetazione manifestava un minore vigore e un aspetto più degradato, dovuto anche alla mancanza di cure degli ultimi anni ed al diffondersi delle infezioni presenti su alcuni soggetti. Molte piante erano ricoperte totalmente o in parte da piante lianose, principalmente Hedera helix e Parthenocissus tricuspidata con grave sofferenza delle chiome, che vedevano ridotta la loro capacità di fotosintetizzare. Molte altre presentavano attacchi fungini, in particolare i Carpini del boschetto tutti gravemente colpiti da Nectria sp. nella zona del colletto e sul fusto. Questo fungo particolarmente aggressivo è agente di cancro corticale, di difficile soluzione soprattutto quando colpisce la pianta in punti che non sono eliminabili. Tutte le parti infette devono essere bruciate per evitare la diffusione dell’infezione.

1.3 DESCRIZIONE DEL PROGETTO DEL VERDE

Il progetto del Paesaggio nel nuovo complesso DGE, parte integrante del concept della nuova architettura-paesaggio, si confronta con le peculiarità dell’ambito in cui si ritrova, individuando soluzioni progettuali in continuità con il Vincolo Metanopoli ed i criteri di cui alla DGR 25 luglio 2003, n. VII/13834, nel “rispetto della continuità e dell’integrità degli spazi verdi” e con il sistema del verde così come concepito nel regolamento del Verde del Comune di San Donato Milanese. Le importanti volumetrie del progetto, organizzate secondo l’idea della stratificazione verticale, individuano nel suolo-paesaggio l’elemento di mediazione e confronto del progetto con l’intorno urbano, ed in particolare con il paesaggio urbano circostante, vegetale e minerale. Il suolo paesaggio rappresenta, insieme ai volumi mantenuti degli edifici preesistenti e a quelli del Basamento scolpito del Complesso Direzionale, l’elemento di passaggio e trasformazione dal suolo urbano a superficie-strato-paesaggio del progetto, che a sua volta da vita alla ulteriore stratificazione architettonica. Il progetto del paesaggio dell’area DGE e delle aree pubbliche integrate, ha come protagonista “Il Paesaggio Primario” detto anche Isola principale o MAIN ISLAND. L’Isola principale è il suolo verde che avvolge il Progetto DGE e da cui il progetto sembra avere origine, primo livello di una architettura/paesaggio stratificata; la superficie-paesaggio sembra generata dal verde dell’intorno pubblico urbano, che essa assorbe per dare vita a un nuovo scenario paesaggistico, morbido nelle linee ma al contempo forte nella propria caratterizzazione. Il suolo-paesaggio del progetto, discendendo morbidamente dall’interno dell’area verso l’esterno pubblico, apre un dialogo con l’intorno urbano, offrendo scorci suggestivi di permeabilità visiva, nel rispetto e nella valorizzazione della continuità e dell’integrità degli spazi verdi, sebbene in coerenza con la dimensione privata dell’intervento. La superficie permeabile sarà ricoperta da erbacee perenni, alberi di dimensioni diverse e da ghiaia, che verrà utilizzata anche come strato pacciamante di 5 cm per ricoprire tutti gli spazi con piante (per evitare l’evaporazione dell’acqua come pure la crescita di piante infestanti) . Una zona sterile di 40 cm di larghezza per 40 cm di spessore sarà installata lungo le facciate e gli affioramenti. Essa sarà costituita da ghiaie rivestite su tre lati da geotessile. Le ghiaie scelte saranno identiche a quelle utilizzate per la protezione del suolo con piante, fatto che renderà invisibile la zona sterile. Anche nelle zone troppo ombreggiate, ad esempio sotto gli edifici, saranno ricoperte da uno strato di ghiaie di dimensioni variabili della stessa natura e colore di quelle utilizzate per la protezione dei suoli e delle zone sterili. Esse saranno sistemate su uno strato di terra vegetale, fatto che permetterà alle vegetazione posta nelle vicinanze di invadere in modo sporadico questi spazi più vicini alle facciate. Delle prese d’acqua per annaffiare saranno regolarmente previste per permettere l’annaffiatura puntuale delle piante e la pulizia dei suoli in caso di necessità. Le zone ai piedi degli edifici come pure i settori troppo interclusi saranno annaffiati per mezzo di irrigatori in modo da permettere alla vegetazione di invadere questi spazi Il progetto del verde è caratterizzato da alcuni elementi:

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PROGETTO “DE GASPERI EST”

RELAZIONE TECNICO AGRONOMICA - DGE

Doc. n. DGE-MOR-ENG-A-R3-0200

Indice di revisione: CD-FE 03

Data 26/06/2013

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• utilizzo di poche specie arboree ed erbacee. Una netta volontà di non intervenire con artificiosità e ricercatezza in un ambito già fortemente disegnato e caratterizzato da compresenza di materiali (pavimenti, superfici degli edifici, infrastrutture);

• sostituzione del prato, nelle aree interne del CDE e del CDS, con diverse specie erbacee perenni, da scegliere in base alle diverse esposizioni (pieno sole, mezz’ombra o ombra) o per il colore del fogliame, per formare un tappeto compatto che non richiede ripetuti tagli e con minori esigenze idriche. Per la copertura delle superfici orizzontali si utilizzano poche specie, ma in grandi quantità, in modo da ottenere grandi macchie omogenee che ricordano il diffondersi spontaneo delle piante agresti;

• disposizione apparentemente casuale degli alberi, per riprodurre l’aspetto naturale dei boschi; • ottenere spazi verdi il più possibile autosufficienti e capaci di mantenersi in salute senza troppe cure

(manutenzione), senza il sostegno di pesticidi e di prodotti chimici in generale e di grandi quantità di acqua;

• ricoprire le zone lungo le facciate degli edifici e gli affioramenti con uno strato largo e profondo 40 cm di ghiaie per formare una zona priva di vegetazione;

• scelta di diverse specie arboree con il fogliame grigio argentato, per caratterizzare l’insieme del sito; • pacciamatura della zona sotto la chioma degli alberi con ghiaie dello stesso tipo e colore di quelle

previste a contorno degli edifici, per uno spessore di 5 cm; • ancoraggio degli alberi con tutori sotterranei; • per le zone troppo ombreggiate, dove la vegetazione stenterebbe a crescere, saranno rivestite da uno

strato di ghiaie di dimensioni variabili e dello stesso colore di quelle previste per la zona sotto gli alberi e nelle zone sterili a lato degli edifici;

• impianto d’irrigazione automatizzato, con irrigatori di diverso tipo e distribuzione di tubi ad ala gocciolante a seconda delle esigenze della vegetazione, per permettere l’innaffiatura della vegetazione e varie prese d’acqua per consentire la pulizia dei suoli in caso di necessità.

SOLUZIONI AGRONOMICHE ADOTTATE

• Ancoraggio sotterraneo Tutti gli alberi saranno messi a dimora con sistemi di ancoraggio sotterraneo per garantire un migliore attecchimento nella fase di trapianto. Infatti con questo sistema la zolla è ancorata al terreno, offrendo all’albero una limitata possibilità di movimento naturale e favorendo la crescita dell’apparato radicale. L’ancoraggio è invisibile: un sistema di cinghie tessili, che sono assicurate nel terreno da ancore, vanno a sostituire il tradizionali sistemi che prevedono l’ausilio di pali esterni per mantenere l’albero in posizione. Inoltre un disco in fibra di cocco offre la miglior protezione della zolla ed allo stesso tempo impedisce la crescita di erbe infestanti.

Sistema d’ancoraggio sotterraneo per gli alberi

• Pacciamatura Per ridurre l’evaporazione e la crescita di piante infestanti, si prevede una protezione composta da 10 cm di ghiaie su tutti gli spazi con piante.

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PROGETTO “DE GASPERI EST”

RELAZIONE TECNICO AGRONOMICA - DGE

Doc. n. DGE-MOR-ENG-A-R3-0200

Indice di revisione: CD-FE 03

Data 26/06/2013

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La pacciamatura è quella pratica agronomica che tende a copiare ciò che in natura avviene spontaneamente: consistente essenzialmente nel ricoprire il suolo al di sotto delle piante con uno strato protettivo composto da materiali di varia natura e apporta notevoli vantaggi al giardino. I materiali pacciamanti possono essere ‘organici’ (erba sfalciata, paglia, compost, corteccia sminuzzata e prodotti similari) oppure ‘inorganici’ (sassi, ciottoli, ghiaia, lapillo vulcanico, tessuti in fibra, films plastici ecc.). La pacciamatura organica ha il vantaggio di riuscire nel tempo a migliorare le caratteristiche del terreno perché, con la sua lenta decomposizione, fornisce sostanza organica, che aiuta a tenere il suolo fresco, sciolto e ben drenato. Favorisce inoltre una eccellente crescita dell’apparato radicale, migliorando la circolazione dell’acqua e la capacità di ritenzione idrica nel terreno. Le sostanze organiche decomposte si trasformano in humus e sono fonte di nutrimento per le piante coltivate. Esse inoltre aumentano indirettamente la fertilità del suolo, creando condizioni molto favorevoli allo sviluppo della microflora e della microfauna, molto utili per aumentare la fertilità del terreno. Ma hanno il difetto di essere poco estetici e di ‘sporcare’ molto le zone limitrofe. Per questo motivo, si è preferito impiegare materiale inerte come la ghiaia, prevedendo nel piano di manutenzione delle concimazioni periodiche con prodotti organici e chimici a lenta cessione, in base alle esigenze delle varie specie. I materiali pacciamanti, creando una barriera fisica tra l’atmosfera ed il suolo, moderano la sua temperatura. Ciò significa che un terreno pacciamato, in estate sarà più fresco rispetto ad uno non pacciamato; per contro in inverno esso si raffredderà di meno. In primavera i terreni pacciamati tenderanno a riscaldarsi più lentamente, mentre in autunno si raffredderanno più lentamente. Unica precauzione da adottare per le specie arboree è di non applicare la pacciamatura direttamente a contatto con il fusto: è opportuno lasciare qualche centimetro per prevenire l’insorgere di patologie fungine causate dall’eccessiva umidità vicino al colletto della piante. Sia la pacciamatura organica sia quella inorganica hanno numerose funzioni benefiche:

• protezione del suolo dall’erosione; • riduzione della compattazione del terreno a causa dell’azione battente dell’acqua; • maggiore conservazione dell’umidità del suolo, con riduzione dell’evaporazione e conseguente minore

fabbisogno di apporti idrici dall’esterno; • maggiore conservazione della temperatura del suolo con minori sbalzi termici; • miglioramento delle caratteristiche fisico-chimiche del suolo, grazie alla formazione di humus data dalla

decomposizione delle sostanze organiche contenute nelle foglie o fiori lasciati dalle piante stesse; • contrasto alla germinazione dei semi delle piante infestanti; • aspetto generale più ordinato del giardino; • evita l’impiego di prodotti chimici per il controllo delle erbe infestanti.

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PROGETTO “DE GASPERI EST”

RELAZIONE TECNICO AGRONOMICA - DGE

Doc. n. DGE-MOR-ENG-A-R3-0200

Indice di revisione: CD-FE 03

Data 26/06/2013

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Pacciamatura sotto chioma degli alberi con ghiaietti • Irrigazione

Pur avendo utilizzato specie che tollerano periodi di siccità, la maggior parte delle aree prevede impianti d’irrigazione automatizzati, che verranno realizzati con irrigatori statiti o dinamici in base alle esigenze idriche della vegetazione e programmati per garantire il giusto apporto idrico, nei momenti di effettiva necessità. Tendenzialmente verranno programmati con giorni di bagnatura a cui seguiranno giorni senza innaffiatura, per consentire al terreno di asciugarsi, migliorando lo sviluppo dell’apparato radicale, l’apporto di ossigeno nel terreno e minori consumi idrici.

1.4 DESCRIZIONE DELLE SPECIE ARBOREE ED ERBACEE IMPIEGAT E NEL PROGETTO DEL VERDE

La scelta di utilizzare solo poche specie arboree e specie erbacee perenni per ricoprire le porzioni orizzontali è voluto per ricreare i contesti naturali che circondano le città; una netta volontà di non intervenire con artificiosità e ricercatezza in un ambito già fortemente disegnato e caratterizzato da compresenza di materiali (pavimenti, superfici degli edifici, infrastrutture). Altro obiettivo perseguito nella progettazione del verde è stata la riduzione dei consumi idrici e degli interventi manutentivi. Per questo motivo si è scelto di sostituire totalmente il prato con diverse specie erbacee perenni a formare un tappeto compatto, che non richiedesse ripetuti tagli. Di seguito si riporta una breve descrizione di tutte le specie arboree, arbustive ed erbacee di cui si prevede l’utilizzo nelle aree a verde. 1.4.1 ACER SACCHARINUM L'Acero saccarino (Acer saccharinum L.), appartenente alla famiglia delle Aceraceae, è originario delle regioni nord-occidentali del continente americano La pianta raggiunge normalmente l'altezza di 20-30 metri e ha una forma ovoidale allargata. E’ di rapidissimo accrescimento con un bel fogliame marcatamente lobato e argentato nella pagina inferiore, rustico e molto resistente all’inquinamento atmosferico. Tutte queste caratteristiche lo rendono adatto all'utilizzo come pianta ornamentale in ambito urbano. Non tollera pavimentazioni alla base. L'Acero saccarino è un albero particolarmente adattabile come terreno ed esposizione, sebbene richieda una maggiore esposizione ai raggi solari rispetto agli altri aceri.

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PROGETTO “DE GASPERI EST”

RELAZIONE TECNICO AGRONOMICA - DGE

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1.4.2 ACER SACCHARINUM - LACINIATUM "W IERII" E’ una varietà molto decorativa con corteccia sfogliante e foglie a lobi appuntiti. Raggiunge i 20 metri di altezza e i 10 metri di diametro della chioma, grazie ai rami che si aprono creando una vasta, corona a forma di ventaglio. Il fogliame in estate é verde con un lato grigio-bianco, mentre in autunno diventa giallo e bronzo. E’ una pianta rustica, tollerante ai terreni umidi ma anche i perodi di siccitàed ai vari tipi di suolo. Vigoroso, grande acero di grande bellezza, soprattutto quando il vento scompiglia il suo fogliame rivelando il lato inferiore della foglia d'argento. Viene spesso impiegato per le barriere vegetali antirumore e di mascheramento.

1.4.3 ACER SACCHARUM L'Acer saccharum è un albero a foglie decidue che normalmente raggiunge altezze di 25-30 metri, con una forma aperta da ventaglio ad arrotondata. Le foglie sono caduche di un colore verde scuro, che in autunno variano dal giallo luminoso al rosso intenso. Aceri da zucchero hanno anche la tendenza a colorare in modo non uniforme in autunno. In alcuni alberi, tutti i colori citati sopra, possono essere visti al tempo stesso e questo li rende particolarmente attraenti. L'Acero da è tra le piante a foglia caduca di grandi dimensioni più tolleranti all'ombra. Molto rustico e di facile adattabilità ai vari tipi di suolo. Non tollera il ristagno idrico e le superficie pavimentate.

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1.4.4 ELEAGNUS ANGUSTIFOLIA Elaeagnus angustifolia, comunemente chiamato Argento bacca, Oleastro, Olivo di Boemia, o Olivastro, è una specie caduca che può avere portamento arbustivo o a piccolo albero e cresce fino a 5-7 m di altezza. Le foglie sono di forma oblanceolata, con la parte superiore di colore verde e quella inferiore ricoperta di scaglie argentate. Fiorisce all'inizio della stagione estiva con fiori di forma tubulare, internamente di colore giallo ed argentati all'esterno, che emanano un piacevole profumo. Successivamente compaiono drupe di forma ovoidale e di colore giallo note come "Datteri di Trebisonda". I frutti sono commestibili e dolci, anche se con una consistenza farinosa. Il suo nome comune deriva dalla sua somiglianza con l' olivo (Olea europaea). Questo grande arbusto può fissare azoto nelle sue radici e questo gli consente di crescere su substrati minerali poveri. Richiede esposizione soleggiate e terreno ben drenato, anche se povero. Resiste molto bene alla siccità ed al clima rigido.

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1.4.5 GLEDITSIA TRIACANTHOS 'SUNBURST'

Albero a rapido accrescimento, che raggiunge i 12 m di altezza. Ha un portamento espanso, conico; il fogliame è deciduo, con foglie composte da numerose foglioline arrotondate, di colore giallo oro quando la pianta è giovane e verde pallido a maturità, ma sempre gialle in autunno. Fiorisce in estate fiori piccoli e poco appariscenti, seguiti da insoliti baccelli. Richiede esposizione soleggiata o parzialmente ombreggiata. Non ha particolari esigenze di terreno purché drenato. Presenta una elevata resistenza alla siccità e al freddo e agli attacchi parassitari. E’ un albero molto interessante per il portamento e per il colore del fogliame, è conosciuto anche come G.triacanthos 'Inermis Aurea'. Priva o quasi di spine, non fruttifica.

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1.4.6 LAGERSTROEMIA INDICA Lagerstroemia, pianta oggi conosciutissima, è originaria della Cina dove da millenni è usata per ornare i templi. Dalla Cina, per lo stesso impiego ornamentale, passò in India dove nel 1759 fu notata da Magnus Von Lagerstroem, allora direttore della Compagnia delle Indie. Lagerstroem ne inviò alcune piantine in Europa, al grande botanico Linneo affinché le classificasse, ma non seppe mai di aver trovato un nuovo vegetale perché morì prima, e Linneo, in onore del suo scopritore, dette alla nuova pianta il nome di Lagerstroemia indica. Si tratta di grandi arbusti o piccoli alberi dalle fioriture estive tra le più spettacolari e vistose, con colori che vanno dal bianco al rosso passando per tutte le tonalità del viola, in pieno fiore il fogliame quasi scompare. La fioritura avviene da maggio ad ottobre a seconda della varietà. Bello anche il suo fiammeggiante aspetto autunnale, con il fogliame che passa da un verde scuro lucido in estate a tonalità prima giallo, poi arancio e infine rosso fuoco in autunno. La lagerstroemia è una pianta di facile coltivazione. Predilige esposizioni soleggiate adattandosi a qualsiasi terreno. Una volta affrancata non sono necessarie annaffiature regolari e al terzo anno di impianto si rende autosufficiente, quindi basta fornirgli del concime a lenta cessione in primavera per aiutarla a fiorire bene. Sopporta climi rigidi ben al di sotto dello zero.

1.4.7 POPOLUS ALBA Il Pioppo bianco (Populus alba), detto anche gattice, è un albero a foglie caduche della famiglia delle Salicaceae. È alto fino a 30 metri, con un'ampia chioma arrotondata. Tra le numerose specie e varietà di pioppo questa è la più sana e longeva, anche se raggiunge raramente il centinaio d'anni d'età; esistono, tuttavia, prove documentate di alcuni individui in Parchi storici vissuti eccezionalmente oltre 180 anni. La sua corteccia grigio chiaro, simile a quella della betulla, rimane per lungo tempo liscia e punteggiata da piccole lenticelle suberose a forma di rombo; invecchiando diviene più scura e solcata longitudinalmente dalla base dell'albero e progressivamente diventa ruvida e molto scura. Le foglie, sorrette da un picciolo depresso lateralmente lungo fino a 5 centimetri, hanno una forma ovale o rotondeggiante, ma talvolta irregolarmente lobata (4-8 centimetri). La pagina fogliare superiore è lucida, di colore verde scuro, mentre quella inferiore, come gli interi getti giovani, è ricoperta da una fitta peluria biancastra (tomento), da cui il nome comune della pianta. Come tutte le altre Salicaceae, il pioppo bianco è una pianta dioica con i fiori unisessuali riuniti in amenti, che compaiono prima delle foglie. Questo tipo di infiorescenza ad amento pendulo è comune nelle specie arboree a impollinazione anemofila. Gli amenti maschili sono cilindrici, quelli femminili corti con fiori ascellanti su una brattea pelosa. Anche la dispersione dei semi, contenuti in capsule, è affidata al vento grazie alla presenza su questi di filamenti pelosi il cui insieme è detto pappo. Il pappo pur costituito di finissima cellulosa provoca sempre fastidio a occhi e

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naso con spesso reazioni allergiche. Per questo motivo si utilizzeranno solo cloni maschili, che non producono il pappo.

1.4.8 POPULUS TREMULA Il Pioppo tremulo (Populus tremula) è un albero della famiglia delle Salicaceae. La sua altezza si aggira sui 20-25 m, ha fusto diritto e slanciato ed una chioma di forma globulare. Le sue foglie turionali sono ovali e appuntite, con picciolo a forma cilindrica, mentre le brachiblastali hanno forma tondeggiante con picciolo leggermente schiacciato ai lati che le rende particolarmente mobili al minimo soffio di vento, ed è questa caratteristica la fonte del suo nome scientifico. Si tratta di un albero deciduo con un tronco che può raggiungere fino a 1 m di diametro. La corteccia è pallido grigio-verdastro e liscia sui giovani alberi che diventa grigio scuro e fessurata sugli alberi più vecchi. I fiori, prodotti in primavera prima della comparsa delle foglie nuove, vengono impollinati dal vento. E’ una specie dioica, ossia con amenti maschili e femminili su alberi diversi: gli amenti maschili sono verdi e marroni, lunghi 5-10 cm, quelli femminili sono verdi, lunghi 2-4 cm e a inizio estate producono 10-20 capsule, ciascuna contenente numerosi piccoli semi forniti di filamenti pelosi che agevolano la dispersione da parte del vento. Per evitare questo fastidioso inconveniente nell’ambito urbano, si utilizzano cloni maschili, che non producono pappo. E’ una pianta di veloce accrescimento, che predilige terreni freschi, ma si insedia facilmente nelle radure dei boschi adattandosi anche a terreni sciolti.

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1.4.9 TILIA PLATHYPHILLOS Il Tiglio nostrano (Tilia platyphyllos), è un albero della famiglia delle Tiliaceae, diffuso nell'Europa continentale e nel Caucaso. E’ un albero alto fino a 40 m, a foglie caduche, cuoriformi, a margine seghettato, con la pagina inferiore pubescente, con ciuffetti di peli biancastri negli angoli delle nervatura, che a maggio-giugno portano all'ascella i fiori profumati, forniti di brattea, di colore bianco-giallastro e riuniti in infiorescenze pendenti formate da 2-5 fiori ermafroditi. I frutti sono piccole capsule con costole sporgenti, ed endocarpo duro e legnoso. Il Tiglio nostrano ha un tronco robusto di colore grigio scuro, con portamento eretto e slanciato. E’ una specie molto longeva che può raggiungere anche un’ età di 250 anni. Predilige un terreno profondo, fresco e ben drenato, ma si adatta a qualsiasi terreno.

1.4.10 TILIA TOMENTOSA Originaria dell'Europa e dell'Asia, il tiglio argentato o tiglio bianco è noto per il suo fogliame attraente, che è verde lucido nella pagine superiore e con la parte inferiore ricoperta da una fittissima peluria argentea. Le foglie svolazzano alla minima brezza, mettendo in mostra i colori argento e verde delle foglie. E’ un grande albero deciduo, che cresce fino a 30 metri con un portamento elegante e maestoso a maturità. In tarda primavera o all'inizio dell'estate (giugno-luglio) produce piccoli fiori pallidi gialli, riuniti in cadenti cime molto profumati. Preferisce il terreno umido, fertile, ma si adatta a una vasta gamma di condizioni. Tra le diverse varietà di tigli è quella con la maggiore resistenza alla siccità e con buona tolleranza delle condizioni urbane.

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1.4.11 SPECIE ERBACEE PERENNI

Carex. E’ una specie originaria dell’Europa e dell’Asia centrale. Presente nell’Italia settentrionale, in Toscana, Sicilia e Sardegna. Spesso accumunata alle graminacee per le caratteristiche estetiche. E’ invece una pianta erbacea perenne, della famiglia delle Cyperaceae, con dimensioni variabili tra i 30 e i 100 cm di altezza. Forma cespi cilindrici, robusti e densi, larghi fino ad 1 metro. Le foglie sono lunghe e strette con margine tagliente, arcuate e di colore variabile come nelle graminacee a seconda della specie. Presentano guaune fogliari basali bruno-giallastre, carenate e spesso reticolate. In primavera produce lunghi fusti a sezione triangolare, eretti, che portano infiorescenze a spiga costituite da piccoli fiori scuri. Sempreverdi rustici e resistenti, decorativi tutto l’anno, i Carex gradiscono un terreno un po’ acido e umido, ben drenato. Amano il sole, ma vegetano benissimo anche in mezz’ombra e tollerano l’ombra.

Se ne trovano in commercio tantissime varietà, dal fogliame e dalle dimensioni più differenti. Alcuni esempi: • Carex morrowii ‘Ice Dance’ è una erbacea perenne sempreverde, foglie variegato bianco e verde in

primavera ama il terreno fresco, umido come esposizione preferisce mezz’ombra; il fiore è rosso-bruno il suo periodo di fioritura è Maggio – Giugno. Raggiunge un'altezza massima di 50 cm - 60 cm gli accostamenti preferiti sono con Festuca, Heuchera, Juncus, Molinia, Scirpus, Schoenus, Zauschneria per avere un buon risultato deve essere piantata con una densità di 5 piantine al m2.

• Carex Buchananii è una erbacea perenne sempreverde, sempreverde, fogliame fine, rosso-bruno,

infiorescenze poco appariscenti ama il terreno fresco, umido come esposizione preferisce Mezzombra appartiene alla famiglia delle Cyperaceae il suo periodo di fioritura è Giugno - Luglio raggiunge un'altezza massima di 50 cm - 60 cm

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• Carex flagellifera "Bronze Form": foglie fine dio colore bronzo sono molto attraente e con la stagionatura le foglie verticali cominciano ad arcuarsi sopra al suolo. E’ molto rustica e può essere coltivata in pieno sole e in mezz’ombra. Nel caso di ombra più persistente le foglie appaiono più un colore bruno-verde. E’ sempreverde e raggiunge l’altezza di 80-100 cm predilige terreno fertile umido e per un buon effetto estetico le piante dovranno essere piantate abbastanza vicino tra loro con una densità di circa 7 piante /mq.

• Carex flagellifera green : simile alle precedenti, raggiunge un’altezza di 50-60 cm, predilige l’ombra o la mezz’ombra, in terreno senza ristagni idrici.

• Carex dipsacea : è una sempreverde, dal fogliame bronzo e verde oliva, ama il terreno fresco, umido come esposizione preferisce mezz’ombra il fiore è bruno-verdastro il suo periodo di fioritura è giugno-luglio, raggiunge un'altezza massima di 40-45 cm.

Felci. Si tratta di piante che non necessitano di eccessiva illuminazione, quindi possono trovare posto anche in luoghi bui, dove altre piante soffrirebbero per la mancanza di luce. Esistono tantissime specie di felci adatte a vivere nelle condizioni pedoclimatiche previste nel progetto, con dimensioni che variano dai 10 cm di altezza fino ai 2 metri. Anche se le felci possono sopportare alcuni brevi periodi di siccità, è bene irrigarle con grande regolarità, evitando di lasciare il terreno per troppo tempo asciutto; o troppo inzuppato d’acqua, garantendo il giusto livello di umidità.

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• Dryopteris affinis (syn. D. pseudomas, D. borreri) è una felce autoctona dell'Europa occidentale e meridionale Le fronde verde scuro sono lunghe tra i 60 e i 160 cm, moderatamente dure e rigide, bipennate.

• Dryopteris erythrosora , h 40-60 cm, semipersistente, fronde verde-rame da giovani e verde intenso in seguito

• Phyllitis scolopendrium è una felce sempreverde con rizomi tozzi e fronde coriacee a forma di lingua appartenente alla famiglia delle Aspleniaceae. Il nome del genere deriva dal greco phyllon (foglia), per la bellezza delle foglie, intere, appariscenti. Pianta perenne, foglie intere, lunghe 4-6 dm. con picciolo di 10-20 cm; lamine linguiformi, ondulate al margine, cordate alla base; sori allungati e obliqui. Sporifica da febbraio a settembre. È comune nelle rupi ombrose e umide fino a 1000 m. È una pianta molto ornamentale senza particolari esigenze, adatta a terreni alcalini.

Festuca Il genere festuca conta diverse specie di erbacee perenni, diffuse in tutta Europa, in genere coltivate principalmente per i tappeti erbosi. Sono graminacee con basso livello di allergizzante, in quanto producono una sola fioritura in maggio, che può essere facilmente evitata effettuando il taglio nel periodo antecedente alla fioritura. Tra le più utilizzate vi sono:

• Festuca glauca si utilizza anche come pianta da bordura, o in macchie nelle aiole. Questa piccola perenne sempreverde ha lunghe foglie erette o arcuate, molto sottili ed appuntite, di colore blu-

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grigiastro; in genere formano piccoli cespi molto densi, semisferici, molto decorativi. H 20-30 cm, pianta compatta e tappezzante.

• Festuca scoparia, h 10-20 cm simile alla precedente ma più compatta e dal fogliame verde smeraldo

Festuca glauca Festuca scoparia

Liriope Fa parte della famiglia delle Liliaceae, sono rizomatose, sempreverde, con foglie graminiformi. A seconda della specie può fiorire sia in estate che verso fine settembre con delle infiorescenze a racemo Vegeta benissimo in sole pieno, ma tollera anche l’ombra, purché riceva una buona illuminazione. E’ adattabile sia al caldo che al freddo, predilige un substrato leggero, sciolto e ben drenato. In estate le irrigazioni devono essere limitate a mantenere il terreno leggermente umido, evitando qualsiasi ristagno d'acqua

• Liriope muscaris : sempreverde, h 30 cm, fiorisce in estate-autunno formando delle dense spighe viola-porpora

Variegato e a foglia verde scura

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1.5 CONCLUSIONI

Il progetto del verde del nuovo complesso denominato De Gasperi Est, prevede una sistemazione il più possibile ‘naturale’ che rispecchi le formazioni boschive e dei prati ad erba alta. Per quanto riguarda gli aspetti tecnici è un verde che richiede bassi livelli manutentivi e ridotti consumi idrici. Nell’area interessata dall’intero progetto, ossia comprendendo anche le zone destinate ad uso pubblico, verranno messi a dimora 413 nuovi alberi, con un incremento di 134 soggetti, pari al 48% rispetto alla condizione originale.

In fede,

Dott. Agr. Fiorella Castellucchio

Milano, 8 giugno 2013