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Relazioni istituzionali e Gestione della responsabilità sociale d’impresa 1. I presupposti sociologici delle relazioni istituzionali ---------------------------------------- ---- Stefano Scarcella

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Relazioni istituzionali e Gestione della responsabilità sociale d’impresa

1. I presupposti sociologici delle relazioni istituzionali

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Stefano Scarcella Prandstraller

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Il concetto di interazione

• L’interazione è “il contatto tra due o più soggetti individuali o collettivi, in cui ciascuno modifica reiteratamente il suo comportamento in vista di quello dell’altro” (Gallino, 2000)

• vi è interazione quando il riferimento ad un oggetto da parte di un soggetto condiziona il comportamento di quel soggetto e dunque quando vi è contestualità logica tra riferimento e comportamento (Bonolis, 2005)

• nell’interazione tra ego e alter si deve comprendere in base a quali caratteristiche di alter si instauri il riferimento di ego che va a condizionare il suo comportamento;

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Il concetto di interazione

• Parsons (1951) ha ideato la dicotomia ascrittivo-acquisitivo quale variabile strutturale relativa a modi alternativi di considerare la persona oggetto dell’interazione;

• Acquisitivo= caratteri acquisiti da alter sulla base di criteri generali di prestazione (ruolo sociale, titolo di studio, ecc.)

• Ascrittivo= insieme di attributi che alter si è ritrovati alla nascita e non è in alcun modo in condizione di modificare

• uno status ascritto è assegnato a un essere umano sulla base di fattori biologici, quali la razza, il genere o l’età

• uno status acquisito è ottenuto attraverso una prestazione

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Società ascrittiva

• È fondata:• sull’eteroriferimento del singolo ad un superiore

principio religioso, metafisico o tradizionale, che disciplina ogni aspetto della vita personale e sociale;

• sulla forte identificazione dell’individuo nella sua comunità di appartenenza, percepita come condivisione necessaria e regolata da una struttura prestabilita di bisogni e di finalità;

• su di una vita sociale è intesa come adempimento di fini ultimi già in gran parte definiti;

• sulla disuguaglianza tra gli uomini; • su di una struttura di status resistente.

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Società acquisitiva• È fondata:• sull’autoriferimento del singolo, che si costituisce come

individuo e soprattutto come soggetto, il cui destino sociale è conseguenza dei suoi meriti e capacità;

• sulla divisione dei poteri ed un sistema di leggi generali e astratte;

• sulla neutralità rispetto ai diversi possibili principi religiosi o metafisici, relegati alla sfera privata;

• sulla problematizzazione della dimensione sociale;• sull’uguaglianza formale tra gli individui e sulla parità dei

loro diritti e delle loro opportunità;• sulla libera competizione politica (per la scelta dei fini

ultimi della società) ed iniziativa economica.

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Il concetto di soggettività• Per noi occidentali moderni è un assunto implicito ed un

automatismo culturale, ma è in realtà una forma di autocostruzione dell’uomo storicamente limitata alla modernità occidentale e che richiede molti presupposti;

• con l’organizzazione psichica della soggettività, l’uomo cessa di fare riferimento ad un “senso della società complessiva”, in cui i principali assunti religiosi o metafisici sulla natura del mondo e della vita sono condivisi da tutti in modo aproblematico e orientano pertanto il comportamento, e inizia a fare “uso del senso” in modo autonomo.

• Il senso è una “strategia del comportamento selettivo, condizionato da alta complessità” (Luhmann, 1971).

• Sono prese necessariamente per vere le sole cose trasmesse intersoggettivamente dalla scienza “con certezza obbligante”

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Il concetto di soggetto

• La principale proprietà del soggetto è la immunitas, la sua essenziale separatezza e autosufficienza, la negazione della communitas come condivisione necessaria (Bortolini, 2005).

• Il soggetto è autoreferente, titolare delle proprie azioni, centrato su sé stesso, sul proprio percorso vitale, sulle proprie motivazioni ed interessi, sulla propria ragione come criterio, sull’aspirazione alla propria autorealizzazione.

• Può sviluppare relazioni, far parte di organizzazioni o costituire associazioni, ma solo come sua libera scelta.

• la convivenza umana non è più qualcosa di naturale, ma una relazione che va spiegata (scientificamente) e giustificata (moralmente) a partire dalle proprietà intrinseche dell’uomo considerato come essere autonomo.

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Dal soggetto al ruolo• La società acquisitiva per ridurre la complessità si

differenzia funzionalmente in sistemi parziali• La prevedibilità sociale che non può più derivare dalla

capacità di orientare il comportamento del “senso della società complessiva” viene garantita dalla istituzionalizzazione dei comportamenti in ruoli;

• La soggettività è la sola forma di organizzazione psichica che predispone all’interazione di ruolo e la rende possibile

• L’uomo cessa di essere unità indissolubile e, per aumentare la sua efficienza, viene ad organizzarsi come un sistema costituito da ambiti.

• Ciò permette al medesimo soggetto di essere attore sociale e di interpretare più ruoli diversi.

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Il concetto di ruolo

• È l’insieme delle norme e delle aspettative che convergono su un individuo in quanto occupa una determinata posizione in una più o meno strutturata rete di relazioni sociali, ovvero in un sistema sociale.

• I ruoli si fondano su di un meccanismo di reciproche “aspettative di aspettative” per cui il soggetto muta di volta in volta il suo comportamento sulla base delle aspettative di ruolo;

• Il soggetto ha un sé manipolabile, grazie al quale è possibile ricondurlo, tramite la socializzazione e l’istruzione disciplinare, all’interno di ruoli.

• La disciplina è quel “procedimento tecnico unitario, per mezzo del quale la forza del corpo viene, con la minima spesa, ridotta come forza politica e massimizzata come forza utile” (Foucault, 1976)

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Autoreferenza e fungibilità del soggetto

• le tecnologie di organizzazione sociale messe in atto nella moderna società occidentale intorno al XVIII° secolo sono la divisione del lavoro sociale e la disciplina

• La soggettività, grazie ai ruoli e alla disciplina, diviene una tecnologia sociale capace di trasformare l’autoriferimento dell’uomo moderno, potenzialmente ribelle e distruttivo, in “forza sociale” e in “forza utile”.

• Il sistema sociale, modellando i sistemi psichici, rende l’uomo sistema autoreferente, autopoietico ma allo stesso tempo suo elemento intercambiabile, e questo grazie al meccanismo della fungibilità tra tutti gli attori sociali che rivestono un medesimo ruolo.

• I ruoli permettono la cooperazione anche tra perfetti estranei , a prescindere dalla relazione.

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Il concetto di persona• Il concetto di individuo si riferisce ad una entità astratta,

mentre quello di persona a un’entità concreta, vale a dire all’individuo nella sua concretezza esistenziale;

• mentre l’individuo è fungibile, la persona non lo è, in quanto si configura come qualcosa di unico ed irripetibile nei suoi specifici tratti e caratteristiche (Cesareo, 2004).

• Ognuno è individuo, mentre si è persona solo in forza del riconoscimento che riceve nel rapporto con l’altro, e quindi in una rete di relazioni sociali (De Vita, 2004)

• Le società e le organizzazioni garantiscono la loro struttura e l’attendibilità delle attese di comportamento più attraverso i ruoli che attraverso le persone

• Le sole eccezioni sono la famiglia e la direzione politica

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Il concetto di relazione

• È un “contatto, legame, connessione tra due o più soggetti, individuali o collettivi, tale che essendo noto uno stato o un comportamento di uno dei soggetti è possibile inferirne approssimativamente lo stato o il comportamento corrispondenti dell’altro” (Gallino, 2000)

• I presupposti della relazione sono quindi:• la condivisione della soggettività da parte di entrambi gli

attori della relazione, che si riconoscono come soggetti;• il contatto tramite un idoneo mezzo di comunicazione;• l’esistenza di strutture sociali condivise nel sistema ove gli

attori agiscono, per cui sussista un reciproco e coerente insieme di aspettative di aspettative relativo a stati e comportamenti.

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Gabriel Tarde (1895)

• Per Tarde le relazioni sono principalmente “canali di trasmissione di fenomeni sociali e culturali”.

• Egli individua tre tipi principali di relazioni:• le relazioni di imitazione o ripetizione, attraverso le

quali un soggetto fa proprio in tutto o in parte il comportamento di alter, ed attraverso le quali pertanto i fenomeni sociali si diffondono ;

• le relazioni di opposizione, in cui un soggetto oppone un proprio comportamento a quello di alter;

• le relazioni di adattamento, in cui un soggetto adatta, facendo ricorso all’inventiva, il proprio comportamento a fronte di quello di alter, dando luogo a fenomeni sociali innovativi.

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Relazione e rapporto sociale• La relazione sociale si distingue dal rapporto sociale per

tre caratteristiche ben precise (Gallino, 2000):• la relazione, a differenza del rapporto, implica sempre

nei soggetti, “la coscienza del nesso che esiste tra loro”;• la relazione si riferisce prevalentemente a persone o a

piccoli gruppi;• la relazione implica o la presenza, o la vicinanza o

l’immagine propria del soggetto con cui si è in relazione.• Queste implicazioni restringono il campo della relazione

all’ambito in cui il contatto è diretto e personale, e quindi i protagonisti sono innanzi tutto persone prima ancora che soggetti che agiscono ruoli.

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Georg Simmel (1908)

• Il suo approccio è detto sociologia formale, in quanto come la grammatica isola le forme pure del linguaggio dal loro contenuto sostanziale, la sociologia isola le forme pure del sociale, analizzandone la struttura.

• le relazioni sono “forme pure della sociabilità e della sociazione”, ovvero “forme elementari e ricorrenti dell’essere insieme”.

• sociabilità ( da sociabilitas) = disposizione generica degli esseri umani a stabilire con gli altri un qualche tipo di relazione;

• sociazione ( da Vergesellshaftung) = gli atti concreti diretti a stabilire una relazione, e cioè i processi associativi, di avvicinamento tra due soggetti”

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Georg Simmel (1908)

• Individuo isolato = soggetto determinato negativamente dall’assenza di relazioni con altri;

• Diade = appare come entità super-individuale soltanto ai terzi e non può prescindere dalla partecipazione di ciascuno dei due membri; l’esclusività del rapporto e la dipendenza dall’unità da ciascuno dei membri determina il contenuto della relazione diadica detto intimità.

• Triade= alla relazione immediata che sussiste tra A e B si aggiunge quella mediata che essi acquistano per il loro comune rapporto con C. L’inserimento del terzo attore rende inoltre strutturalmente possibile la formazione di maggioranze e di coalizioni. Con l’introduzione del terzo soggetto il gruppo muta natura più profondamente di quanto non avvenga aggiungendo il quarto o il quinto.

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Georg Simmel (1908)

• gruppi più numerosi = per la costituzione e la durata dei gruppi sociali divengono man mano più essenziali le relazioni di superiorità o sovraordinazione

• società segrete = attraverso una segmentazione delle relazioni tra i membri contemperano due esigenze: mantenere una struttura gerarchica coesa e rendere tale struttura scarsamente penetrabile dall’esterno.

• Le cerchie sociali:• nelle società tradizionali tendono ad essere concentriche • nelle società moderne tendono ad essere tra loro non

sovrapposte, per cui un soggetto cha appartiene a più cerchie costituisce un punto di intersezione tra di esse

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Leopold von Wiese (1933)• Le relazioni sono “gli ispessimenti temporanei cui danno

luogo i due processi fondamentali di avvicinamento o di distanziamento tra due o più soggetti”.

• I processi sociali sono avvenimenti della sfera dell’inter-umano attraverso cui gli uomini sono più strettamente collegati gli uni con gli altri o più disgiunti gli uni dagli altri

• La sociologia si occupa del collegamento tra gli uomini, che è determinabile e quantificabile secondo la distanza e la costellazione delle relazioni.

• La sfera delle relazioni si rappresenta graficamente come una rete di linee che partono da punti, gli uomini, che si trovano alle estremità del campo;

• soltanto questi innumerevoli collegamenti rendono possibile la vita civile.

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Max Weber (1922)

• La relazione sociale è “un comportamento di più individui instaurato reciprocamente secondo il suo contenuto di senso e orientato in conformità”.

• La relazione consiste “esclusivamente nella possibilità che si agisca socialmente in un dato modo (dotato di senso), quale che sia la base su cui riposa tale possibilità”.

• Una relazione si costituisce soltanto quando sussiste il requisito dell’orientamento reciproco, e cioè quando due o più individui prendono a orientarsi reciprocamente l’uno verso l’altro.

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Pierpaolo Donati (1998)

• Per relazione sociale si deve intendere la realtà immateriale dell’inter-umano, ossia che sta fra i soggetti agenti, e che come tale costituisce il loro orientarsi e agire reciproco, per distinzione da ciò che sta nei singoli considerati come poli della relazione.

• Questa “realtà fra”, fatta di elementi oggettivi e soggettivi, è la sfera in cui vengono definite sia la distanza, sia la integrazione degli individui rispetto alla società;

• dipende da essa se e in che forma, misura e qualità l’individuo può coinvolgersi rispetto agli altri, alle istituzioni e alle dinamiche della vita sociale.

• La relazione sociale è il tramite che connette azione sociale e sistema sociale

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Il concetto di istituzione

• 1) un gruppo organizzato, una organizzazione, una associazione che svolge funzioni socialmente rilevanti ed è valutato positivamente da vari settori della società, i quali gli forniscono legittimazione ideologica, sostegno politico e risorse economiche, per cui tutte le istituzioni sono organizzazioni, mentre non vice versa (scienza dell’amministrazione anglo-sassone);

• 2) un concetto e una struttura (Sumner, 1906): un complesso di valori, di usi e costumi, di norme, regolatori della condotta e dell’azione in una sfera importante dell’esistenza sociale, più il personale che con la sua attività sostiene tali valori e norme e le risorse materiali necessarie per svolgere tale attività.

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Il concetto di istituzione

• 3) un complesso di ruoli tra loro correlati, inteso a svolgere una funzione strategica nella struttura sociale, nel quale convergono una determinata pratica sociale, valori del sistema culturale, norme del sistema sociale e motivazioni a livello della personalità dei soggetti coinvolti (Parsons, 1951)

• 4) qualsiasi forma di credenza, di azione e di condotta riconosciuta, sancita e stabilmente praticata da una collettività; è sinonimo di modello di cultura o complesso di tratti culturali (Spencer e Durkheim).

• 5) regole del gioco, ovvero pratiche consolidate, modi di procedere stabiliti, caratteristici di una attività di gruppo e norme di validità generale che stabiliscono nelle varie circostanze le categorie di comportamento o azione o condotta prescritte, permesse o proibite (Mc. Iver, 1931)

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Il concetto di istituzione

• In ogni caso, il concetto si riferisce a (Gallino, 2000):• complessi normativi che regolano e prescrivono le forme di

comportamento e di condotta a seconda delle situazioni, riducendo drasticamente le alternative aperte al soggetto rispetto a quelle astrattamente possibili;

• i comportamenti e le condotte così regolati hanno a che fare con problemi rilevanti dell’esistenza sociale;

• ciascun individuo si trova fin dalla nascita le istituzioni della sua società come una realtà precostituita, del tutto indipendente dalla sua presenza e volontà, che ha la forza costrittiva di una realtà materiale;

• le istituzioni hanno una durata e una stabilità superiori alla durata di una vita individuale e sono impersonate nel tempo da soggetti di generazioni differenti.

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Il concetto di associazione• il processo di avvicinamento, e cioè di riduzione della

distanza sociale, tra due individui o gruppi (Gallino, 2000)• una collettività che realizza l’intento di conseguire per

mezzo di attività collettive uno o più scopi che esorbitano dalla capacità di prestazione dei singoli individui interessati a conseguirlo;

• un mezzo per stabilire in modo deliberato, o rendere più efficaci, vincoli di solidarietà.

• L’associazionismo è un fenomeno direttamente correlato e proporzionale al processo di differenziazione sociale e quindi si ha quanto più la società si differenzia in cerchie intersecatesi anziché concentriche (Simmel, 1908)

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Il concetto di associazione (Weber,1922)

• L’associazione si basa su un legame di interessi, motivato razionalmente rispetto allo scopo o al valore;

• evoca una utilità che motiva l’agire dell’attore verso scopi materiali o ideali;

• si tratta di una motivazione personale fondata su di un elemento esterno, su di un interesse oggettivo, o meglio oggettivato, che rende identica, o quanto meno collega, la posizione di diversi individui;

• I singoli aderenti all’associazione sono tra loro fungibili;• La relazione di interesse produce legami di partecipazione,

fondati sulla fiducia, che è una qualità delle relazioni sociali che pone al centro l’aspettativa di comportamenti altrui, e sulla possibilità di entrare e uscire liberamente dalle relazioni associative.

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Il concetto di comunità (Weber, 1922)

• È comunità ogni relazione sociale in cui la disposizione all’agire poggia su “un senso di comune appartenenza, di tipo affettivo o tradizionale” e su sentimenti e valori che durano nel tempo e nelle generazioni, le tradizioni.

• Le relazioni caratterizzate dalla comune appartenenza hanno come fondamento motivazioni personali derivate “da un elemento interno anziché esterno all’attore sociale”;

• è un’unione tra singoli di regola non fungibili;• è un’unione ancorata al concetto di fedeltà (che è una

qualità delle relazioni sociali di origine religiosa, che pone al centro l’aspettativa dei comportamenti propri, anziché di quelli altrui)

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Pierpaolo Donati (2005)• L’associazione incarna “la natura stessa del sociale”.• Si tratta di un fenomeno relazionale in cui e attraverso cui “la

società eccede se stessa”, ridefinendo il bene comune.• L’odierna società complessa si caratterizza sempre di più per

l’emergenza di fenomeni associativi esterni sia alla sfera del mercato, che a quella politica: il terzo settore.

• Le associazione risponde all’esigenza di produrre beni specifici, non producibili da altri e che nascono da esigenze nuove e irriducibili che e che rispondono ad un modo di osservare e valutare i bisogni sociali: i beni relazionali.

• Tali beni sono prodotti anche dalle comunità primarie, ma restano “interni ad un orizzonte di relazioni”.

• Quando invece la produzione di beni relazionali è organizzata come azione collettiva, si ha terzo settore.