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REPORT ECONOMICO STATISTICO 2015/ 16

REPORT ECONOMICO STATISTICO 2015/16 - assografici.com economico... · effetti del crollo del prezzo del petrolio, del ... di ripresa del ciclo. Il tasso di disoccupazione per l’area

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R E P O R TECONOMICOSTATISTICO2 0 1 5 / 1 6

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

1

L’INDUSTRIA GRAFICA E

CARTOTECNICA TRASFORMATRICE

PRESENTAZIONE

La rilevazione, l’elaborazione e la diffusione di dati statistici sui settori rappresentati da Assografici,

ovvero il settore grafico e il settore cartotecnico trasformatore, costituiscono parte integrante

dell’attività associativa che va incontro alle esigenze delle imprese associate, degli operatori di

mercato, delle Istituzioni, delle Scuole Professionali ad indirizzo grafico, di alcune Università e Centri

di Ricerca.

Questo nuovo Report Economico Statistico Assografici 2015 / 16, rivisto sia nella veste grafica che

nella progettazione editoriale, ha lo scopo di fornire informazioni soprattutto settoriali ma anche

macroeconomiche, a livello internazionale ed italiano, nel 2015 con alcune prime indicazioni sul 2016.

Tali informazioni riflettono l’impianto delle statistiche prodotte dall’Istat, da Eurostat, dal Centro Studi

Assografici e dai Gruppi Nazionali di Specializzazione dell’Associazione.

Il Report è costituito da una prima parte descrittiva, seguita da una seconda parte tabellare (ovvero il

Compendio Statistico 2011 - 2015). Nell’ultima tabella sono indicati anche i dati della Filiera della

Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione, comprensivi dei comparti a monte e a valle dei nostri

settori.

Nell’esprimere l’auspicio che il Report Economico Statistico Assografici 2015 / 16 possa contribuire ad

estendere la conoscenza dei settori rappresentati, ringraziamo sentitamente tutti gli Associati e gli

Enti che hanno collaborato rispondendo alle nostre indagini, nell’ottica di un arricchimento reciproco

sul quale Assografici è impegnata a proseguire.

Il Centro Studi Assografici

Responsabile: Alessandro Rigo

Segreteria: Elena Maddalena

E-mail: [email protected]

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

2

INDICE

L’ECONOMIA INTERNAZIONALE NEL 2015 3

L’ECONOMIA ITALIANA NEL 2015 4

IL SETTORE GRAFICO EUROPEO NEL 2015 6

IL SETTORE GRAFICO ITALIANO NEL 2015 7

IL SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE EUROPEO NEL 2015 12

IL SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE ITALIANO NEL 2015 13

LA FILIERA DELLA CARTA, EDITORIA, STAMPA E TRASFORMAZIONE

NEL 2015 17

L’ECONOMIA INTERNAZIONALE NEL 2016 18

L’ECONOMIA ITALIANA NEL 2016 19

IL SETTORE GRAFICO E CARTOTECNICO ITALIANO NEL 2016 21

COMPENDIO STATISTICO 2011 - 2015 22

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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L’ECONOMIA INTERNAZIONALE NEL 2015

Nel 2015 il Pil mondiale ha registrato un

incremento del 3,1% sul 2014, in

decelerazione rispetto al +3,4% dell’anno

precedente. Il commercio mondiale è cresciuto

nel 2015 del 2,8%, anch’esso in decelerazione

rispetto al +3,5% conseguito nel 2014.

I paesi emergenti asiatici hanno continuato,

nel complesso, ad avere tassi di crescita

superiori a quelli dei paesi avanzati, ma hanno

rallentato rispetto a qualche anno fa; è

proseguita anche la crescita dei paesi

dell’Europa Orientale, mentre in America

Latina il Brasile è entrato in crisi. Fra i paesi

avanzati la ripresa ha caratterizzato in

particolare gli Usa e il Regno Unito ed anche

l’area dell’euro ha avuto un’accelerazione, con

una discreta crescita, in cui ha spiccato la

Spagna; in crisi la Russia, per motivi sia

economici, sia di sanzioni internazionali. Le

politiche monetarie delle principali banche

centrali sono rimaste complessivamente

accomodanti, mentre i mercati finanziari

hanno subito tensioni e cadute, a livello

internazionale ma soprattutto in Cina, per le

preoccupazioni sul rallentamento

dell’economia e per la decisione delle autorità

cinesi di svalutare lo yuan rispetto al dollaro. Il

cambio euro/dollaro è sceso, intorno a 1,1,

così come è diminuito il cambio euro/yen,

favorendo le esportazioni europee. Dopo il

crollo del 2014, nel 2015 il prezzo del petrolio

è diminuito ulteriormente dai 49 dollari al

barile di inizio anno ai 32 dollari di fine anno,

con forti ripercussioni per i paesi produttori.

Analizzando il mondo per paesi nel 2015, negli

Stati Uniti la crescita del Pil è stata pari a quella

dell’anno precedente (+2,4%), mentre la

disoccupazione ha seguito un trend

discendente e si è attestata su valori minimi

(4,9%). Sul fronte monetario, la Federal

Reserve ha effettuato a dicembre 2015 una

stretta monetaria, ovvero ha alzato il tasso di

interesse di riferimento, per la prima volta dal

2008, tra lo 0,25% e lo 0,50%.

In Giappone, il Pil 2015 è aumentato dello

0,5%, in accelerazione rispetto al 2014 (0,0%),

grazie al contributo positivo del settore estero

e dei consumi pubblici. La politica monetaria

della Banca del Giappone è rimasta

estremamente accomodante e caratterizzata

da tassi sui depositi negativi (-0,1%) e da un

Quantitative Easing (piano d’acquisto di titoli

privati e pubblici) pari a 80 trilioni di yen

annui.

Per quel che riguarda le principali economie

emergenti dell’area asiatica, la Cina è in

transizione da un modello di sviluppo basato

sulle esportazioni a uno che fa perno sulla

domanda interna e ha registrato nel 2015 un

tasso di crescita del Pil (+6,9%) inferiore

rispetto agli anni precedenti: nel 2014 era

stato del +7,3%. In particolare l’industria ha

avuto una crescita del 5,9%, con gli

investimenti fissi lordi aumentati dell’11,8%,

mentre il settore estero ha visto una variazione

delle esportazioni nette addirittura negativa

del -7%. L’India, invece, è in forte espansione

economica e ha registrato lo scorso anno una

crescita del Pil del 7,3%, quasi identica a quella

del 2014 (+7,2%).

Le economie dell’America Latina hanno nel

complesso rallentato il ritmo di sviluppo

dell’attività economica nel 2015, soprattutto

perchè è caduto in una forte recessione, anche

per problemi politici, il Brasile, il cui prodotto

interno lordo è diminuito del 3,8% (dopo il

+0,1% del 2014); hanno accelerato invece

l’Argentina (+1,2% di Pil 2015, dopo il +0,5%

del 2014) e il Messico, con una crescita del

2,5% (migliore del +2,3% del 2014).

Venendo all’Europa, si è confermata buona la

crescita del Pil 2015 delle economie

dell’Europa Orientale, ad un tasso del 3,5%,

più forte di quello dell’anno precedente

(+2,8%). La Russia ha subito invece appieno gli

effetti del crollo del prezzo del petrolio, del

basso tasso di cambio del rublo e delle

sanzioni commerciali Ue seguite alle tensioni

militari in Crimea ed Ucraina, cadendo in

recessione nel 2015 (-3,7% il Pil, dopo il

modesto +0,7% del 2014).

Nell’area dell’euro, la crescita del Pil 2015 è

stata dell’1,6%, finalmente in accelerazione

rispetto all’anno precedente (+0,9%), ed è

principalmente attribuibile ai consumi privati e

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4

agli investimenti fissi, che restano comunque

su livelli inferiori rispetto a precedenti periodi

di ripresa del ciclo. Il tasso di disoccupazione

per l’area nel complesso, sebbene in

diminuzione, si è mantenuto ancora su livelli

elevati (10,3% a fine dicembre 2015). La

politica di bilancio ha assunto un tono meno

restrittivo, anche per far fronte all’emergenza

umanitaria causata dalla guerra in Siria e

all’ondata di immigrazione dal Medio Oriente e

dall’Africa. Per quanto riguarda la politica

monetaria, l’orientamento fortemente

espansivo della Banca centrale europea (Bce)

ha contribuito a garantire una certa stabilità

finanziaria, ma non ha ancora conseguito i

risultati sperati in termini di crescita reale e di

inflazione: quest’ultima rimane prossima allo

zero, mentre la crescita economica non è

sufficientemente alimentata dalla ripresa del

credito. Osservando nello specifico i principali

paesi dell’area dell’euro, la crescita del

prodotto interno lordo 2015 è stata discreta e

abbastanza omogenea, con l’eccezione positiva

della Spagna. Il Pil tedesco è aumentato nel

2015 dell’1,5% (quasi pari all’aumento

dell’1,6% del 2014), mentre in Francia

l’incremento del Pil 2015 è stato dell’1,1%, più

intenso del risicato +0,2% del 2014. L’Italia ha

ripreso a crescere in termini di prodotto

interno lordo, dal -0,3% del 2014 al +0,8% del

2015. Fa eccezione la Spagna, che ha

conseguito un incremento del Pil 2015

addirittura superiore al 3% (+3,2%), dopo il già

positivo +1,4% del 2014.

Fuori dall’area dell’euro, il Regno Unito ha

ottenuto nel 2015 un aumento del Pil del

2,2%, positivo ma inferiore a quello del 2014

(+2,9%).

L’ECONOMIA ITALIANA NEL 2015

Nel 2015 l’incremento del Pil in Italia è tornato

in territorio positivo, dopo tre anni consecutivi

di riduzione: il risultato raggiunto (+0,8%) è

stato determinato da una fase di ripresa

relativamente vivace nel primo semestre,

dopodichè la crescita del Pil ha rallentato nel

secondo semestre.

In verità, la domanda interna ha seguito un

profilo di modesta ma continua espansione.

I consumi nazionali, già in risalita nel corso del

2014, hanno registrato nel 2015 un’ulteriore

lieve accelerazione (+0,5%), sostenuti dalle

migliori condizioni del mercato del lavoro, dal

recupero del reddito disponibile e dal

miglioramento delle condizioni finanziarie. In

particolare è cresciuta la spesa delle famiglie

(+0,9%), soprattutto nella componente dei

beni durevoli: un comportamento tipico delle

fasi di ripresa del ciclo economico che anticipa

la ripresa di altre tipologie di consumo. Al

contrario, le politiche di contenimento della

spesa nelle Amministrazioni Pubbliche hanno

portato ad una riduzione dei consumi pubblici

(-0,7%), la cui dinamica è ininterrottamente

negativa dal 2011. La spesa delle Istituzioni

sociali private è aumentata dello 0,6%.

L’incremento in volume degli investimenti fissi

lordi (+0,8% nel 2015) ha segnato una positiva

inversione rispetto agli scorsi anni (-3,4% nel

2014). Si sono registrati aumenti per gli

investimenti in mezzi di trasporto e in

macchinari e attrezzature, rispettivamente, del

19,7% e dell’1,1%, mentre hanno segnato

diminuzioni la componente delle costruzioni

(-0,5%), seppure con una ripresa nella seconda

parte dell’anno, e quella dei prodotti della

proprietà intellettuale (-0,4%).

Analizzando il commercio estero, le

esportazioni, nonostante il rallentamento del

commercio mondiale, sono aumentate

notevolmente nel 2015, del 4,3%,

beneficiando anche del deprezzamento

dell’euro.

La dinamica delle importazioni è risultata più

vivace (+6,0%): nel corso del 2015 l’attivazione

dell’import è stata legata da un lato alle

esigenze dell’export (importazione di beni

intermedi e ricostituzione delle scorte) e

dall’altro alla discreta ripresa dei consumi,

essendo i beni durevoli e semi-durevoli in

buona misura prodotti all’estero.

Con riferimento all’industria in senso stretto, la

produzione industriale italiana ha chiuso

l’anno 2015 con una crescita tendenziale

dell’1,8%, che diventa però dell’1,1% se il dato

è corretto per gli effetti di calendario. La

maggioranza dei settori manifatturieri rilevati

dall’Istat (8 su 13) hanno accresciuto nel 2015

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le quantità prodotte; l’oscillazione dei risultati

settoriali è stata ampia, fra il +16,8% ed il

-3,6%. Analizzando i comparti di maggiore

interesse per l’imballaggio in carta e cartone, si

osserva un lieve calo per alimentari, bevande e

tabacco (-0,6%), mentre hanno agganciato la

ripresa la farmaceutica (+5,4%) e la cosmesi-

profumeria.

Nel 2015 il fatturato dell’industria italiana ha

segnato un aumento dell’1% sul 2014, sintesi

di una lieve crescita sul mercato interno

(+0,5%) e di un incremento su quello estero

(+2,1%).

Nello stesso periodo gli ordinativi totali sono

aumentati del 5,2%, per un incremento

dell’8,6% degli ordinativi interni e una crescita

dello 0,7% di quelli esteri.

I dati sul mercato del lavoro del 2015

dimostrano che le misure del Governo, quali

sgravi contributivi e Jobs Act, hanno avuto

effetti positivi sull’occupazione. Il numero degli

occupati è aumentato dello 0,8%, rispetto al

2014, corrispondente a 186.000 occupati in

più sull’anno precedente. In base ai dati delle

forze di lavoro, all’incremento occupazionale

hanno contribuito principalmente i lavoratori

dipendenti (+1,2%), con contratto a tempo

determinato e indeterminato (nella metà dei

casi), mentre l’occupazione autonoma si è

ridotta leggermente (-0,4%).

Il miglioramento dell’occupazione si è riflesso

sul tasso di disoccupazione che, per la prima

volta dopo 7 anni, ha avuto nel 2015 una

significativa riduzione di 0,8 punti percentuali

rispetto al 2014, attestandosi all’11,9%.

Nel 2015 la dinamica dei salari è stata discreta:

le retribuzioni orarie contrattuali sono

aumentate dell’1,1% nel complesso

dell’economia; specificamente la crescita è

stata del 2,3% nell’industria, dello 0,9% nei

servizi e del 3,1% nell’agricoltura, ma sono

rimaste ferme le retribuzioni nella pubblica

amministrazione.

Osservando invece la dinamica dei prezzi al

consumo, l’inflazione ha rallentato per il terzo

anno consecutivo, portandosi vicina allo zero:

l’indice armonizzato Ipca è infatti cresciuto

solo dello 0,1% su base annua; su questo

risultato ha inciso la forte riduzione dei prezzi

dei beni importati.

Nel complesso l’incremento delle retribuzioni

è stato quindi superiore all’inflazione,

favorendo il potere d’acquisto dei lavoratori.

Sul fronte della finanza pubblica, nonostante la

modesta crescita del Pil 2015, inferiore al

punto percentuale, il Governo è riuscito a

garantire l’equilibrio dei conti pubblici ed il

rispetto degli impegni europei

sull’indebitamento netto (deficit di bilancio)

che anche nel 2015 è rimasto entro la soglia

del 3% del prodotto interno lordo, scendendo

anzi al 2,6%, dal 3% del 2014: si tratta di una

discesa dovuta principalmente al calo della

spesa per interessi. Resta comunque

problematica, come negli anni passati, la

continua crescita del debito pubblico in valori

assoluti, che è passato dai 2.136 miliardi del

2014 ai 2.172 miliardi del 2015, ed anche il

lieve aumento dell’incidenza del debito

pubblico sul Pil, passata dal 132,5% del 2014 al

132,7% del 2015.

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IL SETTORE GRAFICO EUROPEO NEL 2015

L’industria grafica europea, sulla base degli

ultimi dati di fonte Eurostat disponibili per il

settore allargato della “Stampa e servizi

connessi alla stampa” nell’Unione Europea (28

paesi), fattura all’incirca 81,1 miliardi di euro

ed è rappresentata da circa 118.500 imprese,

con 724.000 addetti.

I primi 5 Paesi, in termini di quota percentuale

di fatturato sul totale dell’UE28, sono

Germania, Regno Unito, Italia, Francia e

Spagna.

Nonostante la lunga fase di difficoltà degli anni

recenti, il comparto grafico italiano mantiene

quindi il terzo posto in Europa (per fatturato)

dopo Germania e Regno Unito.

I prodotti di eccellenza italiani, nel panorama

internazionale, sono stampati pubblicitari, libri

d’arte, cataloghi e riviste.

Nella tabella seguente sono indicate anche le

quote percentuali relative a numero di

imprese e numero di addetti nei primi 5 Paesi,

sul totale dell’UE28.

INDUSTRIA GRAFICA EUROPEA

FATTURATO, NUMERO DI IMPRESE E DI ADDETTI NEI PRINCIPALI PAESI

Quota % sul totale UE28

Paesi Fatturato

Numero

di imprese

Numero

di addetti

Germania 23,2 9,7 20,6

Regno Unito 15,8 9,8 15,3

Italia 12,6 13,4 11,7

Francia 10,7 16,9 9,7

Spagna 7,8 11,5 8,0

Altri 29,9 38,7 34,7

Fonte: Eurostat

A livello di Unione Europea (28 paesi), nel 2015

la produzione del settore grafico cala dello

0,7% sul 2014, mentre il fatturato diminuisce

del 2,3%. Fra i paesi più importanti, la maggior

diminuzione del giro d’affari si avverte in

Germania ed Italia, è più modesto il calo in

Francia e Regno Unito, mentre la Spagna ha

una lievissima crescita.

INDUSTRIA GRAFICA EUROPEA

FATTURATO E PRODUZIONE NEI PRINCIPALI PAESI

Variazione % 2015/2014

Paesi Fatturato Produzione

UE28 -2,3 -0,7

Germania -3,1 -2,7

Regno Unito -1,8 -0,8

Italia -3,1 -6,2

Francia -2,1 -1,4

Spagna 0,1 2,3

Fonte: Eurostat. Per l'Italia Elaborazione Assografici su dati Istat

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IL SETTORE GRAFICO ITALIANO NEL 2015

INDICATORI FONDAMENTALI 2015

SETTORE GRAFICO

Imprese 15.400

Addetti 85.000

Fatturato (Milioni di euro) 7.001

Esportazioni (Milioni di euro) 1.104

Milioni di euro 2014 2015 Var.%

Fatturato 7.224 7.001 -3,1

Esportazioni 1.243 1.104 -11,2

Importazioni 583 591 1,4

Domanda interna* 6.564 6.488 -1,1

Saldo della bilancia commerciale 660 513 -22,4

Export / Fatturato % 17,2 15,8

Import / Domanda interna % 8,9 9,1

* Domanda interna = Consumo apparente = Fatturato + Import - Export

Fonti: Istat, Eurostat, Stime Assografici

Struttura

In termini strutturali, il settore grafico italiano

è rappresentato da circa 15.400 imprese, con

85.000 addetti.

Nel 2015 prosegue ancora la prolungata fase di

difficoltà del settore grafico, iniziata nel

lontano 2006, per cause sia di domanda che

tecnologiche; continua inoltre l’intensa

razionalizzazione strutturale del comparto, con

una riduzione del numero complessivo di

imprese (anche storiche) per chiusure o

fallimenti, oppure con dei ridimensionamenti;

numerosi però nel 2015 anche gli accordi, le

acquisizioni e le integrazioni aziendali.

Sul fronte degli ammortizzatori sociali, le ore

autorizzate di Cassa Integrazione Guadagni nel

settore “Editoria, stampa e riproduzione di

supporti registrati” si riducono del 26%, nel

2015 rispetto al 2014, fissandosi intorno ai

14,7 milioni di ore.

ANDAMENTO DI FATTURATO E PRODUZIONE 2011-2015 SETTORE GRAFICO

(variazione % sul periodo precedente)

Industria grafica 2011 2012 2013 2014 2015

Fatturato totale (in valore) -0,5 -12,8 -7,0 -1,6 -3,1

Produzione totale (in quantità) -5,8 -11,8 -11,7 -1,9 -6,2

Produzione segmentata (in quantità):

- grafica editoriale -6,6 -8,7 -22,8 -4,9 -3,4

- grafica pubblicitaria e commerciale -5,2 -14,6 -4,6 -0,5 -7,5

Fonte: Indagine Osi (Osservatorio Stampa ed Imballaggio) Assografici

Fatturato

Sulla base dell’indagine congiunturale Osi di

Assografici (Osservatorio Stampa ed

Imballaggio) del Centro Studi Assografici, per il

fatturato del settore grafico, a seguito del

trend moderatamente negativo che ha

caratterizzato la fase centrale dell’anno, il 2015

si chiude con una diminuzione complessiva del

3,1% sul 2014; tale calo del giro d’affari è più

intenso nelle esportazioni rispetto al fatturato

interno.

Il giro d’affari stimato da Assografici, sulla base

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delle proprie rilevazioni, è quindi di 7.001

milioni di euro per il 2015.

Dall’analisi dei risultati aziendali nel 2015 si

rileva una differenziazione fra le imprese: il

50% delle aziende del Panel Osi subisce un

calo dei ricavi, in media del 6,6%, mentre il

50% delle imprese incrementa il giro d’affari,

mediamente del 4,6%.

Nel 2015, come nel 2014, continua una

situazione di difficoltà sui margini operativi

delle imprese grafiche, per la competizione fra

gli operatori che determina una discesa dei

prezzi di vendita, e per le sofferenze diffuse

negli incassi dai clienti.

Sul fronte delle materie prime, si osservano

nel 2015 variazioni dei prezzi delle principali

carte ad uso grafico, in base al tipo di carta,

mediamente tra il -5% ed il +0,5% circa sul

2014, come rileva la Camera di Commercio di

Milano, mentre i prezzi degli inchiostri, sulla

base delle rilevazioni Assografici, hanno un

lieve calo tendenziale dello 0,4%.

Produzione

La produzione del settore grafico, a seguito di

un 1° e un 4° trimestre particolarmente

negativi, nel 2015 diminuisce

complessivamente del 6,2% rispetto al 2014,

per il calo della grafica editoriale (3,4%) e la

flessione più intensa della grafica pubblicitaria

e commerciale (-7,5%). Tale flessione

produttiva va però interpretata alla luce della

chiusura, durante il 2015, di alcune importanti

aziende del settore, che può avere influenzato

il confronto tendenziale dei dati con il 2014, in

termini di quantità prodotte.

Nell’area grafica editoriale nel 2015 è peggiore

il risultato produttivo delle riviste (-5,3%)

rispetto a quello dei libri, la cui produzione è

in diminuzione dell’1,8% sull’anno precedente.

Dal lato della domanda, si rileva nel 2015 un

favorevole discreto incremento della spesa

delle famiglie complessiva (+0,9%), quasi in

linea con il trend dei consumi nazionali

(+0,5%), ma va detto che resta

sostanzialmente invariata e bassa la spesa per

acquisti di prodotti culturali, quali libri e

giornali, che rappresenta circa l’1% del totale e

che è crollata del 35% circa tra 2007 e 2015.

Per dare nuovo impulso al consumo dei

prodotti culturali da parte delle famiglie,

Assografici, insieme ad altre Associazioni della

Filiera, ha proposto in un incontro pubblico a

Roma il 16 marzo 2016 una detrazione dalle

imposte sul reddito delle persone fisiche per

gli acquisiti di libri, quotidiani e periodici in

formato cartaceo o digitale, pari al 19%

dell’importo speso nel corso dell’anno. Inoltre

la Card prevista nell’A.C. 1504 sulla diffusione

della lettura e del libro, approvato dalla

Commissione Cultura, è certamente positiva

ma ha un budget di 50 milioni di euro che va

rifinanziato ogni anno. Va attuata, da ultimo, la

Card sui consumi culturali dei diciottenni,

prevista dalla Legge di Stabilità 2016, che

include anche l’acquisto di libri.

Sempre riguardo ai libri, il mercato editoriale

continua a soffrire della continua riduzione del

numero dei lettori, scesi dal 46,8% del 2010 al

42% del 2015 (fonte Aie), con ricadute

negative in termini di copie vendute nei canali

trade (-2,1% nel 2015 per Nielsen), seppure

siano leggermente migliori per gli editori i

risultati in termini di vendite (+0,7% per

Nielsen). Vanno bene comunque alcuni

segmenti, come i libri per bambini/ragazzi che

hanno uno sviluppo significativo e migliorano

in generale i piccoli editori. Prosegue la

crescita del mercato digitale per gli e-book,

favoriti dalla parificazione del regime fiscale

agevolato coi libri cartacei (Iva al 4% dal 1°

gennaio 2015).

Per quanto riguarda le riviste, oltre al calo del

numero dei lettori abituali, la cui quota, che

nel 2013 era del 58,4%, ora è scesa appena al

47,2% (fonte Audipress), incide nel 2015 il

proseguimento della caduta di mercati di

riferimento, come quello della pubblicità su

stampa, che ha determinato la scomparsa di

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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alcuni titoli o quantomeno un taglio a

foliazioni e tirature per quelle rimanenti.

Secondo Nielsen, il mercato degli investimenti

pubblicitari nel 2015 chiude nel complesso a

6,3 miliardi di euro circa, risultando dello 0,5%

inferiore al 2014. Ma la pubblicità su stampa

ha un andamento particolarmente negativo:

dopo le riduzioni a due cifre del biennio 2012-

2013 e il -8,6% del 2014, diminuisce di un

ulteriore 5,7% nel 2015; se si osserva al medio

termine, rispetto all’anno pre-crisi 2007, i

valori della pubblicità su stampa sono più che

dimezzati (-56%). Nello specifico la pubblicità

sui periodici nel 2015, rispetto al 2014, cala del

4,1% e quella sui quotidiani del 6,6%. In un

mercato pubblicitario in cui cresce circa la

metà dei mezzi classici ed in cui spicca l’ottima

performance della radio (+8,8%), si stabilizza

invece la pubblicità su TV (+0,7%) e Internet

(-0,7%). In termini di principali settori

merceologici investitori in pubblicità, cresce

l’advertising di alimentari, farmaceutici e

grande distribuzione, è stabile l’automobile,

calano gli investimenti delle telecomunicazioni.

Per fronteggiare la forte caduta della

pubblicità sulla stampa negli ultimi anni,

Assografici, insieme ad altre Associazioni della

Filiera, ha proposto nell’incontro pubblico a

Roma del 16 marzo 2016 anche la

detassazione degli investimenti pubblicitari

incrementali su quotidiani e periodici, misura

che premia le imprese che investano in

pubblicità più che in passato.

Tornando alla produzione del settore grafico,

la grafica pubblicitaria e commerciale chiude

l’anno complessivamente al -7,5% sul 2014.

Specificamente la produzione di stampati

pubblicitari e commerciali nel 2015 ha una

flessione tendenziale del 7,6%, mentre la

modulistica diminuisce ulteriormente le già

basse quantità prodotte del 6,8% sull’anno

precedente. In termini di domanda, nel 2015 si

riduce significativamente la pubblicità sul

direct mail (-8,3% sul 2014), mentre è sensibile

l’incremento della pubblicità in affissioni, che

grazie soprattutto all’effetto di Expo 2015,

chiude con un segno positivo: +3,3%. La

grande distribuzione mantiene l’impegno in

comunicazione per stimolare le vendite e far

ripartire i consumi, incrementando nel

complesso, nel 2015 sul 2014, del 6,5% gli

investimenti pubblicitari, sulla base dei dati

Nielsen, ma a favore di mezzi diversi dalla

stampa.

Allargando lo sguardo in termini di prodotto,

prosegue nel 2015 la crescita di alcuni

segmenti come il labelling e l’imballaggio

stampato, soprattutto flessibile, che negli anni

più recenti hanno avuto migliori performance

rispetto alla stampa tradizionale.

Continua inoltre la trasformazione di diverse

imprese grafiche tradizionali in fornitori di

servizi integrati di comunicazione, allargando il

business alle recenti attività legate al web

(Web design, Web marketing, Web to print) o

ai primi esperimenti nella stampa 3D.

Grado di utilizzo degli impianti e investimenti

in macchine

Il tasso di utilizzo degli impianti del settore

grafico, rilevato dall’Istat, nella media del 2015

è del 73,7%, in crescita di 1,8 punti rispetto al

2014.

Nonostante migliori solo leggermente

l’accesso al sistema creditizio per le imprese, il

2015 è stato il migliore anno degli ultimi 5, sul

fronte degli investimenti in macchinari da

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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stampa.

L’Associazione Acimga (costruttori di macchine

grafiche, cartotecniche e per il converting), che

insieme ad Assografici ed Assocarta fa parte

della Federazione della Filiera della Carta e

della Grafica, rileva nel 2015, sul 2014, una

intensa crescita del 28,9% del consumo

apparente di macchine grafiche, cartotecniche

e per il converting; va ricordato che il consumo

apparente indica il consumo nazionale, dato

da produzione, più import, meno export.

L’Associazione Argi (distributori di macchine,

sistemi e prodotti per il settore grafico) rileva

inoltre nel 2015 una intensa crescita degli

investimenti in macchinari, consumabili e

servizi grafici rispetto al 2014, di oltre il 30%,

che diventa del 34,5% se si considerano le sole

macchine da stampa offset e digitali.

Suddividendoli in categorie, in base al

segmento di destinazione, gli investimenti in

macchine da “Stampa offset” hanno una

crescita a due cifre (+36%), riprendendosi la

market share più ampia, rispetto al +19,5%

delle macchine da “Stampa digitale”. Fra le

macchine da stampa offset, l’80% è

rappresentato dal formato 70x100, in crescita

notevole rispetto al 2014 (66%). Fra le

macchine da stampa digitali invece è in

particolare la tecnologia ink-jet che presenta il

più significativo tasso di incremento di

installazioni nel 2015 e si conferma anche la

crescita significativa delle macchine da stampa

digitali per etichette.

Riguardo agli investimenti in “Pre-stampa”, c’è

un calo delle macchine e una leggera crescita

della parte service (per ¾ contratti di

assistenza tecnica), mentre crescono del 60%

gli investimenti in “Post-stampa” e in

particolare c’è un’impennata nel Post-stampa

per la “Cartotecnica” (poco meno del +70%).

Commercio estero

Sul fronte del commercio estero, le

esportazioni in valore nell’anno 2015 del

settore grafico, a causa soprattutto di un primo

semestre molto negativo, chiudono con una

flessione dell’11,2% sul 2014, scendendo a

1.104 milioni di euro (15,8% del fatturato

totale grafico stimato da Assografici, dal 17,2%

del 2014), a fronte di un incremento delle

importazioni in valore (+1,4%), che aumentano

a 591 milioni di euro.

Il saldo della bilancia commerciale pertanto,

pur in calo a due cifre nel 2015 sul 2014

(-22,4%) per la flessione dell’export, resta

comunque ampiamente positivo e significativo

(513 milioni di euro).

La flessione delle esportazioni 2015 determina

ricadute sfavorevoli per le imprese che

operano sui mercati esteri e implicazioni

negative sul fatturato complessivo del

comparto.

Considerando i prodotti, nel 2015 si osserva

una riduzione significativa dell’export in valore

dei libri (-7,9%), mentre è meno intensa quella

degli stampati pubblicitari e commerciali

(-5,4%) e delle riviste (-4%). E’ però a due cifre

la flessione delle esportazioni per album e libri

di immagini, musica manoscritta e stampata,

francobolli, carte valori e cartoline.

Dal punto di vista geografico, le esportazioni

del settore grafico calano significativamente

verso il principale paese di destinazione,

ovvero la Francia (-12,3%) e verso il secondo

paese, cioè la Germania (-19,7%); modesta è la

crescita dell’export verso il Regno Unito

(+2,5%) e leggermente più intensa verso la

Svizzera (+3,6%). In calo a due cifre invece le

esportazioni verso gli Stati Uniti (-12,9%).

Volgendo lo sguardo ai primi 15 paesi di

destinazione, è significativa la diminuzione

dell’export verso la Russia (-38,5%), l’Austria

(-30,7%) ed il Belgio (-24,6%), mentre crescono

le nostre esportazioni verso la Cina (+5,4%), la

Svezia (+5,1%) e la Spagna (+4,2%).

Analizzando il peso percentuale dei Paesi di

destinazione sul totale delle esportazioni, nel

2015 cala il peso della Francia (la cui quota

passa dal 28,6% del 2014 al 28,2%) e quello

della Germania (dal 13,7% al 12,4%); cresce la

quota sull’export totale del Regno Unito (dal

9,9% all’11,4%) e della Svizzera, dal 6,6% al

7,7%; in lieve calo il peso percentuale degli

Stati Uniti (dal 6,3% al 6,2%), appena sopra la

Spagna.

Le importazioni in valore del settore grafico

crescono, nell’anno 2015 sul 2014, dell’1,4%;

in termini di prodotto, per la crescita

dell’import degli stampati pubblicitari e

commerciali (+6,3%) e dei libri (+0,8%), a

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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fronte di una riduzione delle importazioni di

riviste (-3,7%).

Dal punto di vista geografico, analizzando i

cinque principali paesi di provenienza,

diminuiscono le importazioni di stampati dalla

Germania (-6,6%) e leggermente dal Regno

Unito (-0,4%), mentre crescono dalla Francia

(+2,3%); significativa la riduzione dell’import

dalla Cina (-12,6%), a fronte di una notevole

ripresa di quello proveniente dagli Stati Uniti

(+21,8%). Volgendo lo sguardo ai primi 15

paesi di provenienza di stampati, è a due cifre

la crescita delle importazioni da Polonia,

Romania, Slovacchia, Hong Kong e Spagna.

Analizzando il peso percentuale dei Paesi sul

totale delle importazioni, nel 2015 diminuisce

il peso della Germania (la cui quota passa dal

31,3% del 2014 al 28,8%) e del Regno Unito

(dal 18,4% al 18,1%); stabile la Francia,

all’8,2%, che supera però la Cina, la cui quota

diminuisce nettamente dal 9,3% all’8%; invece

aumenta intensamente il peso degli Usa (dal

6,1% al 7,3%), che superano in questa

classifica i Paesi Bassi.

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IL SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE EUROPEO NEL 2015

L’industria cartotecnica trasformatrice

europea, sulla base degli ultimi dati di fonte

Eurostat disponibili, relativi al settore allargato

della “Fabbricazione di articoli di carta e

cartone” nell’Unione Europea (28 paesi),

fattura all’incirca 98,4 miliardi di euro ed è

rappresentata da circa 18.100 imprese, con

478.000 addetti.

I primi 5 Paesi, in termini di quota percentuale

di fatturato sul totale dell’UE28, sono

Germania, Italia, Francia, Regno Unito e

Spagna. L’industria cartotecnica trasformatrice

italiana ha quindi una posizione significativa in

ambito europeo, in quanto secondo

produttore.

Analizzando il quadro internazionale dal punto

di vista dei prodotti, l’Italia ha un’eccellenza

nel cartone ondulato (2° produttore europeo),

negli imballaggi stampati, nell’oggettistica da

regalo e nelle carte da parati.

Di seguito sono indicate anche le quote

percentuali relative a numero di imprese e

numero di addetti nei primi 5 Paesi, sul totale

dell’UE28. INDUSTRIA CARTOTECNICA TRASFORMATRICE EUROPEA

FATTURATO, NUMERO DI IMPRESE E DI ADDETTI NEI PRINCIPALI PAESI

Quota % sul totale UE28

Paesi Fatturato

Numero

di imprese

Numero

di addetti

Germania 23,2 8,1 21,9

Italia 17,1 20,3 12,6

Francia 11,6 9,2 10,4

Regno Unito 10,6 7,1 10,6

Spagna 7,6 7,9 6,7

Altri 29,9 47,4 37,8

Fonte: Eurostat

Nell’Unione Europea (28 paesi) la produzione

del settore cartotecnico trasformatore, a

seguito di un’accelerazione nella parte finale

dell’anno, cresce dell’1,3% nel 2015 rispetto al

2014, mentre il fatturato aumenta

maggiormente del 2%: si tratta di risultati

simili, ma inferiori, a quelli del nostro paese.

Sul giro d’affari, fra i principali paesi, Spagna e

Italia hanno le performance migliori, Regno

Unito e Germania crescono poco, la Francia ha

un risultato leggermente negativo.

INDUSTRIA CARTOTECNICA TRASFORMATRICE EUROPEA

FATTURATO E PRODUZIONE NEI PRINCIPALI PAESI

Variazione % 2015/2014

Paesi Fatturato Produzione

UE28 2,0 1,3

Germania 0,4 -1,3

Italia 2,3 1,8

Francia -0,1 -1,1

Regno Unito 0,7 2,2

Spagna 3,3 6,1

Fonte: Eurostat. Per l'Italia Elaborazione su dati Istat/Assografici

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IL SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE ITALIANO NEL 2015

INDICATORI FONDAMENTALI 2015

SETTORE CARTOTECNICO TRASFORMATORE

Imprese 3.600

Addetti 60.200

Fatturato (Milioni di euro) 7.197

Esportazioni (Milioni di euro) 2.663

Milioni di euro 2014 2015 Var.%

Fatturato 7.035 7.197 2,3

Esportazioni 2.583 2.663 3,1

Importazioni 716 766 7,0

Domanda interna* 5.167 5.301 2,6

Saldo della bilancia commerciale 1.868 1.896 1,5

Export / Fatturato % 36,7 37,0

Import / Domanda interna % 13,9 14,5

* Domanda interna = Consumo apparente = Fatturato + Import - Export

Fonti: Istat, Eurostat, Stime Assografici

Struttura

In termini strutturali, l’industria cartotecnica

trasformatrice italiana è costituita da circa

3.600 imprese, con 60.200 addetti.

Sul fronte degli ammortizzatori sociali, le ore

autorizzate di CIG nel settore “Pasta carta,

carta, cartone e prodotti di carta” nel 2015

hanno una contrazione del 38,4% rispetto al

2014, che le porta a scendere a 4,9 milioni di

ore circa.

Nel complesso, in termini di risultati, il 2015 è

stato un anno positivo, determinato da quattro

trimestri positivi, seppure con intensità

diverse.

ANDAMENTO DI FATTURATO E PRODUZIONE 2011-2015 SETTORE CARTOTECNICO

TRASFORMATORE

(variazione % sul periodo precedente)

Industria cartotecnica 2011 2012 2013 2014 2015

trasformatrice

Fatturato totale (in valore) 5,7 -4,4 -0,6 3,3 2,3

Produzione totale (in quantità) -0,7 -4,1 0,7 2,4 1,8

Produzione segmentata (in quantità):

- imballaggi -0,7 -4,0 0,8 2,6 1,8

- altre lavorazioni -0,8 -5,1 -0,5 1,0 1,8

Fonte: Indagine Osi (Osservatorio Stampa ed Imballaggio) Assografici

Fatturato

In base all’indagine Osi (Osservatorio Stampa

ed Imballaggio) del Centro Studi Assografici, la

dinamica complessiva del giro d’affari dell’anno

2015 è positiva (+2,3% sul 2014).

Il fatturato stimato da Assografici, sulla base

delle proprie rilevazioni, è quindi di 7.197

milioni di euro per il 2015.

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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Raffrontando i risultati delle singole imprese,

nel 2015 rispetto al 2014, si nota che il 58%

delle aziende del Panel Osi aumenta il

fatturato, in media del 6,8%, mentre il 42%

delle aziende lo riduce, mediamente del 5,7%.

Nel 2015, i prezzi di vendita dei prodotti

trasformati sono in crescita circa dell’1,2% sul

2014.

Sul fronte della situazione finanziaria delle

imprese cartotecniche trasformatrici, in

termini di margini operativi, nel 2015 le

imprese hanno situazioni differenziate in base

al segmento produttivo, per la diversa capacità

di fronteggiare gli aumenti dei prezzi delle

materie prime.

Su questo fronte, i prezzi delle carte e dei

cartoni, secondo la Camera di Commercio di

Milano, risultano differenziati nei principali

segmenti produttivi, nella media 2015 sul

2014, con crescite in particolare delle

quotazioni nelle carte per cartone ondulato e

incrementi più modesti o stabilità nell’altre

aree. Risultano stabili, sulla base delle

rilevazioni Assografici, i costi dell’energia

(-0,1%), ma in forte crescita quelli dei trasporti

(+17,4%).

Produzione

A seguito di una accelerazione produttiva

avvenuta nel 4° trimestre, le stime sul 2015, in

base alle indagini di Assografici, evidenziano

per il settore cartotecnico trasformatore una

crescita tendenziale della produzione dell’1,8%

sul 2014. Nello specifico aumenta dell’1,8% la

produzione di imballaggi in carta e cartone, a

fronte di uguale incremento dell’1,8% delle

altre produzioni cartotecniche.

Analizzando il comparto dell’imballaggio in

carta e cartone, i produttori di imballaggi di

cartone ondulato, rappresentati dal Gifco

(Gruppo Italiano Fabbricanti Cartone

Ondulato), a seguito di un netto

miglioramento della domanda registrato in

corso d’anno, segnalano nel 2015 una crescita

complessiva tendenziale delle quantità

prodotte dell’1,4%: tale crescita si spiega con

lo stretto legame del segmento con

l’andamento del settore alimentare e bevande

che ha avuto una modesta performance in

termini produttivi.

Gli astucci e scatole pieghevoli, rappresentati

dal Gifasp (Gruppo Italiano Fabbricanti Astucci

e Scatole Pieghevoli), dopo il rimbalzo positivo

nel 2014, confermano nel 2015, sulla base dei

Istat, un favorevole progresso delle quantità

prodotte del 4,5%, risentendo dei positivi

risultati della farmaceutica e della cosmesi-

profumeria, nonostante l’anno incerto

dell’alimentare-bevande.

La produzione di sacchi di carta, sulla base

delle statistiche del Gipsac (Gruppo Italiano

Produttori Sacchi Carta), ha una diminuzione

del 3,1% rispetto al 2014, principalmente per

la flessione della domanda del settore

costruzioni, per la coda della fase recessiva

degli ultimi anni, e il calo più modesto del

settore mangimi.

La produzione degli imballaggi flessibili,

secondo il Giflex (Gruppo Imballaggio

Flessibile), cresce del 4% circa nel 2015, per il

mantenimento del buon livello di domanda sia

sul mercato interno, sia su quello estero, su cui

comunque il segmento continua a realizzare la

maggior parte del fatturato.

Nell’area della cartotecnica, nel 2015 sul 2014,

prosegue il ciclo positivo della produzione di

etichette autoadesive (+8,5%), secondo Gipea

(Gruppo Italiano Produttori Etichette

Autoadesive), riparte la produzione di tubi in

cartone dopo un 2014 complesso, così come

quella degli articoli igienici e sanitari (+5,9%

per l’Istat) e in misura minore delle carte

trattate per uso industriale (+0,9% per l’Istat).

Stabile la produzione degli articoli di cartoleria.

Arretrano invece le buste da corrispondenza

(-2,6% per l’Istat). Male, per la complessa

situazione sui mercati esteri (cui viene

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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destinato oltre il 95% della produzione), la

produzione di carte da parati, che cala a due

cifre.

Dal lato della domanda, il settore cartotecnico

trasformatore ottiene un risultato in linea con

quello complessivo della produzione

industriale italiana, che chiude l’anno 2015 con

una crescita dell’1,8%. La maggioranza dei

settori manifatturieri rilevati dall’Istat (8 su 13)

accresce nel 2015 le quantità prodotte;

l’oscillazione dei risultati settoriali è ampia, fra

il +16,8% ed il -3,6%. Analizzando i comparti di

maggiore interesse per l’imballaggio in carta e

cartone, si osserva un lieve calo per alimentari,

bevande e tabacco (-0,6%), mentre hanno

agganciato la ripresa la farmaceutica (+5,4%) e

la cosmesi-profumeria. Riguardo ad alimentari

e bevande, le recenti tendenze “salutiste”

stanno determinando una maggiore

attenzione alla qualità degli alimenti, ovvero

un upgrading qualitativo, rispetto alla quantità.

Il risultato del settore cartotecnico

trasformatore è positivo anche osservando il

trend dei consumi nazionali (+0,5%), a sua

volta leggermente inferiore all’incremento

della spesa delle famiglie complessiva (+0,9%).

Le famiglie, in un contesto di netto

miglioramento del clima di fiducia rispetto agli

anni precedenti oscurati dalla crisi, e a fronte

di una inflazione sostanzialmente stabile

(+0,1%) che favorisce il potere d’acquisto,

migliorano, seppure ancora cautamente,

l’approccio all’acquisto di beni. Sono favorevoli

infatti le indicazioni in corso d’anno

provenienti dal largo consumo confezionato.

Prosegue, come negli anni precedenti, il trend

di acquisti ripetuti di porzioni piccole (fino alla

monoporzione) e di piatti pronti che

favoriscono la domanda di imballaggi.

Grado di utilizzo degli impianti e investimenti

in macchine

Il tasso di utilizzo degli impianti del settore

cartotecnico trasformatore nella media del

2015 è del 82,2%, in crescita di 1,4 punti

rispetto al 2014.

Migliora leggermente la situazione sul fronte

del credito, che comunque non penalizza gli

investimenti in macchinari, il cui ciclo positivo,

già iniziato nel 2014, prosegue nel 2015: le

imprese cartotecniche investono in generale su

macchine più performanti.

Commercio estero

Sul fronte del commercio estero, le

esportazioni in valore nell’anno 2015 del

settore cartotecnico trasformatore crescono

del 3,1% rispetto al 2014, salendo a 2.663

milioni di euro (37% del fatturato totale

cartotecnico trasformatore stimato da

Assografici, dal 36,7% del 2014), a fronte di un

aumento del 7% delle importazioni in valore,

che si portano a 766 milioni di euro.

Il saldo della bilancia commerciale pertanto

migliora nel 2015 sul 2014 dell’1,5% e in valori

assoluti è alquanto rilevante e positivo, ovvero

1.896 milioni di euro.

A livello di prodotto, nel 2015 l’export di

scatole, sacchi ed imballaggi vari in carta e

cartone aumenta del 2,8% sul 2014 e crescono

anche le esportazioni di articoli igienici e

sanitari (+9,7%), etichette (+4,7%), prodotti

cartotecnici per corrispondenza (+3,1%) e tubi

di cartone (+0,5%). In flessione invece le

esportazioni di carte da parati (-33,2%),

mentre è lieve il calo dell’export di articoli per

scuola, ufficio e cartoleria (-0,2%).

Analizzando l’export verso i principali 5 paesi di

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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destinazione, il 2015 si caratterizza per una

crescita generalizzata: le esportazioni verso la

Francia crescono dell’8,4%, così come quelle

verso la Germania (+2,6%); più intenso

l’incremento verso il Regno Unito (+14,6%), più

moderato verso la Svizzera (+1,1%) e verso la

Spagna (+1,2%). Allargando l’analisi ai primi 15

paesi, si nota una buona crescita dell’export

italiano verso la Repubblica Ceca (+11,5%), la

Polonia (+10%) e gli Stati Uniti (+7%), mentre

flettono le esportazioni verso i Paesi Bassi

(-2,6%) e soprattutto la Grecia (-6,5%) che

risente della grave crisi economica.

In termini di peso percentuale dei Paesi di

destinazione sul totale delle esportazioni, nel

2015 cresce significativamente il peso della

Francia (dal 22% del 2014 al 23,1%),

diminuisce leggermente quello della Germania

(dal 13,9% al 13,8%), aumenta quello del

Regno Unito (dal 6,5% al 7,2%); in lieve calo la

quota percentuale dell’export verso la Svizzera

(dal 6,1% al 6%) e la Spagna (dal 5,3% al 5,2%).

Analizzando le importazioni in valore del

settore cartotecnico trasformatore, l’anno si

chiude con un +7% sul 2014, per l’incremento

significativo dell’import tedesco e cinese.

Considerando i principali prodotti, cresce

l’import di scatole, sacchi ed imballaggi vari in

carta e cartone (+8,5%) e di etichette (+11,3%),

mentre sono in lieve calo le importazioni di

articoli igienici e sanitari (-0,3%).

Osservando i più importanti paesi di

provenienza, le importazioni della cartotecnica

trasformazione, nel 2015 sul 2014, crescono

dalla Germania (+9,8%), più intensamente

dalla Cina (+15,8%) e più moderatamente dalla

Francia (+2,3%) e dal Regno Unito (+4,9%) che

però torna a superare, in questa classifica,

l’Albania (-16,6%).

Considerando il peso percentuale dei Paesi sul

totale delle importazioni, nel 2015 si conferma

leader la Germania, con una quota in crescita

(dal 25,5% del 2014 al 26,1%); più forte

l’incremento della Cina (dal 15,4% al 16,6%);

lieve la diminuzione della Francia (dal 13,4% al

12,8%) e del Regno Unito (dal 4,5% al 4,4%);

arretra l’Albania (dal 5,5% al 4,3%), che aveva

avuto una forte crescita nel 2014.

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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LA FILIERA DELLA CARTA, EDITORIA, STAMPA E TRASFORMAZIONE NEL 2015

Per completezza di informazione, dopo l’analisi

del settore grafico e cartotecnico

trasformatore nel 2015, è opportuno riportare

brevemente i principali risultati dello studio

annuale sulla Filiera della Carta, Editoria,

Stampa e Trasformazione, presentato in una

riuscita conferenza stampa, sul tema “Più

lettura, più comunicazione”, svoltasi mercoledì

16 marzo 2016 a Roma.

Il Tavolo di consultazione delle sette

Associazioni di categoria che rappresentano la

Filiera della Carta, Editoria, Stampa e

Trasformazione, che è stato istituito nel 2006,

unisce su alcuni progetti Assografici, Acimga

(costruttori di macchine grafiche,

cartotecniche e per il converting), Aie (editori

di libri), Argi (distributori di macchine, sistemi

e prodotti per il settore grafico), Asig

(stampatori di giornali), Assocarta (produttori

di carta) e Fieg (editori di quotidiani, periodici

e agenzie di stampa).

L’incontro del 16 marzo è stato aperto con una

presentazione sullo stato dei settori, in termini

di informazioni statistico-economiche sulla

Filiera. Il macrosettore della Filiera mantiene

un’importanza strategica all’interno

dell’economia italiana e un notevole impatto

dal punto di vista anche occupazionale. Nel

2015, dei circa 30,6 miliardi di euro di fatturato

complessivo, 9,5 sono stati realizzati con

l’export, con un saldo attivo della bilancia

commerciale di 3,8 miliardi. Il mercato interno

rimane il vero tallone d’Achille: infatti, nel

2015, è andata appena meglio del 2014, che

rappresenta il minimo storico degli ultimi 10

anni. La Filiera rappresenta comunque il 5%

dell’occupazione manifatturiera nazionale, con

197.000 addetti, che arrivano a circa 687.000

con l’indotto.

Dopo l’apertura sullo stato dei settori, le

Associazioni hanno presentato alla stampa due

proposte di politica industriale finalizzate a

stimolare il macrosettore e a dare impulso alla

domanda di prodotti editoriali e di

comunicazione pubblicitaria.

La prima proposta riguarda una detrazione

dalle imposte sul reddito delle persone fisiche,

per gli acquisti di libri, quotidiani e periodici, in

formato cartaceo o digitale, pari al 19%

dell’importo speso nel corso dell’anno. La

seconda invece si propone di escludere

dall’imposizione del reddito di impresa e di

lavoro autonomo una percentuale degli

investimenti delle imprese in campagne

pubblicitarie effettuate nell’anno 2016 e nei 3

anni successivi, su quotidiani e periodici,

anche online; la percentuale di detassazione è

superiore sulla parte di investimenti in

eccedenza rispetto a quelli realizzati nel corso

dell’anno precedente (detassazione della

pubblicità incrementale).

Queste proposte costituiranno la base per gli

incontri in sedi istituzionali, quali Ministeri,

Governo e Commissioni parlamentari.

Ottima la partecipazione alla conferenza

stampa e le uscite sulla stampa nazionale (Il

Sole24Ore, Corriere della Sera, Stampa,

Messaggero, Avvenire), oltre a tante testate

online e locali.

Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione

PIÙ LETTURA, PIÙ COMUNICAZIONE

I dati della Filiera

Massimo Medugno – AssocartaClaudio Covini – Assografici

Roma, 16 marzo 2016

1

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

18

L’ECONOMIA INTERNAZIONALE NEL 2016

Secondo le recenti previsioni di aprile 2016 del

Fondo Monetario Internazionale, il tasso di

crescita dell’economia globale nel 2016

dovrebbe salire leggermente al 3,2%, con il

commercio mondiale in aumento simile del

3,1%, qualche decimale in più dell’anno prima.

Sia nei principali paesi emergenti, che

confermano una crescita ancora significativa

ma più lenta che in passato, sia nei paesi

avanzati, dove lo sviluppo rimane discreto, le

previsioni sul Pil sono nel complesso piuttosto

allineate ai risultati del 2015.

Analizzando il mondo per paesi, negli Stati

Uniti le previsioni macroeconomiche 2016

sono simili al 2015, stimando un aumento del

Pil del 2,4%. Sul fronte monetario, la crescita

non eccelsa dell’economia mondiale e la scarsa

dinamica degli investimenti hanno spinto la

Federal Reserve, dopo la stretta monetaria di

dicembre 2015, a lasciare il tasso di interesse

di riferimento invariato tra lo 0,25% e lo 0,50%

e a rivedere al ribasso l’entità degli ulteriori

aumenti previsti nel breve termine.

In Giappone l’incremento del prodotto interno

lordo nell’anno in corso dovrebbe rimanere

limitato al +0,5%, anche in questo caso in linea

con l’anno prima.

L’economia cinese si espanderà nel 2016 del

6,5% (leggermente inferiore al +6,9% del

2015), mentre quella indiana manterrà

l’incremento del Pil sopra il 7% (+7,5%, dopo il

+7,3% del 2015).

Anche l’America Latina avrà nel 2016 risultati

simili a quelli del 2015: proseguirà la crisi del

Brasile (-3,8% di prodotto interno lordo, come

l’anno prima), crescerà il Pil messicano (+2,4%,

in linea con il +2,5% del 2015); peggiorerà però

la situazione economica in Argentina, dove è

previsto un ritorno alla recessione (-1% di

prodotto interno lordo, dopo il +1,2% del

2015).

Venendo all'Europa, le economie dell’Europa

Orientale confermeranno nel 2016 la buona

crescita economica dell’anno prima: il Pil

complessivo aumenterà del 3,5%, come nel

2015. Proseguirà però la recessione della

Russia, dove il prodotto interno lordo avrà un

ulteriore arretramento dell’1,8%, dopo il -3,7%

del 2015.

Passando all’area dell’euro, nel 2016 è atteso

un incremento del Pil dell’1,5%, una crescita

ancora piuttosto modesta, in linea coi risultati

2015 (+1,6%). La disoccupazione salirà

leggermente dal 10,3% al 10,5%. Sul fronte

della politica monetaria, l’orientamento

fortemente espansivo della Banca centrale

europea (Bce) ha contribuito a garantire una

certa stabilità finanziaria, ma non ha ancora

conseguito i risultati sperati in termini di

crescita reale e di inflazione (prossima allo

zero), con una ripresa del credito ancora

modesta. La Banca centrale europea, al fine di

combattere con maggiore decisione le

tendenze deflazionistiche e rendere più

agevole la concessione di credito all’economia

reale, a marzo 2016 ha portato a zero il tasso

di interesse principale di riferimento e ha

aumentato il Quantitative Easing (piano

d’acquisto di titoli privati e pubblici),

portandolo a 80 miliardi di euro mensili, con la

novità che gli acquisti potranno riguardare

anche bond emessi da imprese non finanziarie.

Osservando nello specifico i principali paesi

dell’area dell’euro, la crescita economica nel

2016 rimarrà sui livelli del 2015 in Germania e

Francia (rispettivamente +1,5% e +1,1%),

migliorerà leggermente in Italia (+1% dopo il

+0,8% del 2015) e sarà più alta, rispetto agli

altri paesi, in Spagna (+2,6%, dopo il +3,2%

dell’anno prima).

Leggermente in decelerazione l’incremento del

Pil 2016 nel Regno Unito (+1,9% dopo il +2,2%

del 2015).

Sebbene le prospettive per l’economia

mondiale siano quindi ancora orientate verso

la crescita, per il 2016 i rischi associati allo

scenario internazionale sono principalmente al

ribasso. Si è accresciuta la vulnerabilità

finanziaria, così come è dimostrato dalla

caduta, tra fine 2015 e inizio 2016, delle

quotazioni azionarie e obbligazionarie a livello

mondiale. La ripresa economica nelle

economie avanzate è ancora fragile e si

accompagna a tassi di inflazione

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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eccezionalmente bassi. La caduta del prezzo

del petrolio e le difficoltà incontrate dal

settore manifatturiero cinese (caratterizzato da

un notevole eccesso di capacità produttiva)

hanno dato luogo a spinte deflattive i cui

effetti non si sono ancora del tutto esauriti.

L’efficacia delle politiche monetarie espansive

per il momento si è dimostrata ancora

parziale. Si è, inoltre, ampliata la vulnerabilità

di alcuni paesi emergenti rispetto alla volatilità

dei flussi di capitali internazionali e degli

elevati livelli di debito interno. Preoccupa da

ultimo la situazione geopolitica in diverse aree

del pianeta.

Tra i rischi al rialzo per l’economia mondiale

nel 2016 sono invece da annoverare le basse

quotazioni del greggio che potrebbero

stimolare la domanda interna dei paesi

importatori di petrolio per un periodo

prolungato e il pieno dispiegarsi di effetti

espansivi delle politiche monetarie, al

momento al di sotto delle attese. D’altra parte,

un graduale aumento del prezzo del petrolio e

delle materie prime faciliterebbe una più

rapida ripresa da parte dei paesi produttori,

dando un maggiore impulso alla domanda

mondiale. La ripresa dei corsi azionari e la

riduzione della volatilità dei mercati finanziari,

inoltre, potrebbero fungere da catalizzatore

per l’efficacia delle manovre monetarie

espansive. Per l’area dell’euro, la domanda

interna potrebbe essere sostenuta da una

ripresa del settore delle costruzioni, che nel

corso della crisi ha riassorbito gran parte degli

squilibri che si erano accumulati in

precedenza.

L’ECONOMIA ITALIANA NEL 2016

Le informazioni più recenti segnalano

tendenze moderatamente positive per il

quadro macroeconomico italiano di inizio

2016: si prefigura una modesta accelerazione

del Pil nel primo trimestre del 2016 che

dovrebbe proseguire in corso d’anno.

Secondo la nuova previsione tendenziale del

Governo contenuta nel Documento di

Economia e Finanza (Def) di aprile 2016,

quest’anno il Pil crescerà dell’1,2% sul 2015,

stima rivista al ribasso rispetto ai valori indicati

nella “Nota di Aggiornamento del Def” di

settembre 2015. Si tratta di una previsione

solo leggermente più ottimistica di quella della

Commissione Europea (+1,1%) e del Fondo

Monetario Internazionale (+1%). Sulla

revisione al ribasso da parte del Governo pesa

in negativo il peggioramento del quadro

globale, in particolare l’andamento

dell’economia e dei mercati finanziari in Cina,

Russia e Brasile e probabilmente anche

l’impatto emotivo (ed economico) degli

attacchi terroristici di Parigi e Bruxelles.

Sul fronte della domanda interna, a sostenere

la crescita del Pil italiano nel 2016

continueranno a contribuire i consumi (+1,2%)

ed in particolare la spesa delle famiglie

(+1,4%), grazie agli incrementi di reddito

disponibile legati alla stabilità dei prezzi e ai

guadagni di occupazione.

Anche gli investimenti nazionali dovrebbero

crescere nel 2016, del 2,2% sul 2015, non solo

nella componente dei mezzi di trasporto, ma

anche in quelle quantitativamente più rilevanti

delle costruzioni e dei macchinari, attrezzature

e prodotti della proprietà intellettuale.

Segnali di crescita rallentata provengono

invece dai dati di commercio estero, per via

degli sviluppi internazionali menzionati in

precedenza, con le esportazioni previste in

aumento dell’1,6% (meno della metà del

2015), a fronte di un incremento più alto delle

importazioni (+2,5%).

Anche i livelli d’attività nell’industria nei primi

mesi del 2016, indicati dalla produzione

industriale, evidenziano un sentiero di crescita

moderata per l’anno in corso. Qualche segnale

di recupero si sente nel settore delle

costruzioni, per il consolidamento delle

compravendite immobiliari, in particolare

residenziali, avvenuto nel 2015, coi prezzi delle

abitazioni che si sono sostanzialmente

stabilizzati. Anche altri indicatori economici di

natura reale, quali ad esempio la registrazione

di autovetture nuove e il traffico aeroportuale

e stradale, suggeriscono che l’attività

economica ha continuato ad espandersi nei

primi mesi del 2016. Le indagini congiunturali

dei primi mesi di quest’anno delineano un

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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miglioramento della fiducia dei consumatori,

che è su livelli storicamente elevati, ed anche il

morale delle imprese manifatturiere resta alto,

secondo le valutazioni dei responsabili degli

acquisti.

Le previsioni per il 2016 sull’andamento del

mercato del lavoro incorporano un’ulteriore

crescita dell’occupazione (+0,8%), parallela a

una graduale riduzione del tasso di

disoccupazione, che dovrebbe scendere

dall’11,9% del 2015 all’11,4% nel 2016.

Riguardo al settore finanziario, l’insieme di

misure di politica monetaria annunciate a

marzo 2016 dalla Banca Centrale Europea ha

favorito l’ulteriore discesa dei tassi a lunga

scadenza ed il ritorno, sia pure con alterne

vicende, verso l’alto delle quotazioni nel

comparto azionario; la politica monetaria

espansiva dovrebbe favorire un ulteriore

allentamento delle condizioni di offerta,

essendo mirata a sostenere la crescita dei

prestiti al settore privato, per rafforzare

l’espansione di consumi e investimenti.

Si prospetta, già dalla seconda metà del 2016,

una lieve tendenza al rialzo della dinamica dei

prezzi al consumo in Italia, principalmente per

il venire meno della spinta deflattiva fornita

dal comportamento del prezzo dei beni

energetici. Nel complesso però la ripresa

dell’inflazione sarà molto graduale: le

previsioni indicano un tasso d’inflazione 2016

solo dello 0,2%, dopo lo 0,1% del 2015.

Per il 2016 il Governo proseguirà il processo di

riforme strutturali già avviate, perseguendo

una politica di bilancio ancora tesa al

raggiungimento del pareggio di bilancio nel

medio periodo, ma più concentrata sulla

promozione dell’attività economica e

dell’occupazione. Il Governo prevede un deficit

di bilancio sul Pil che scenderà dal 2,6% del

2015 al 2,3% del 2016 e che poi si ridurrà

progressivamente negli anni successivi. Nel

2016 dovrebbe inoltre ridursi leggermente

anche l’incidenza del debito pubblico sul Pil,

che passerebbe dal 132,7% del 2015 al

132,4%, iniziando un percorso di ripida

discesa.

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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IL SETTORE GRAFICO E CARTOTECNICO ITALIANO NEL 2016

Previsioni del Panel Osi (Osservatorio Stampa

ed Imballaggio) sino a giugno 2016

Sulla base dell’indagine del Panel Osi

(Osservatorio Stampa ed Imballaggio),

condotta dal Centro Studi Assografici nel

marzo 2016 su un campione di una

cinquantina di imprese associate, i giudizi delle

aziende grafiche sono nel complesso positivi

su tutti gli indicatori, in particolare su fatturato

e ordini esteri, ma potrebbe trattarsi di un

rimbalzo dopo un 4° trimestre 2015

particolarmente negativo. I giudizi a breve

termine delle imprese cartotecniche

trasformatrici sono moderatamente ottimistici

su tutti gli indicatori ovvero produzione,

fatturato, ordini interni ed esteri.

PREVISIONI OSI (OSSERVATORIO STAMPA ED IMBALLAGGIO)

Percentuali e saldi aumento stabilità diminuzione saldo

Industria grafica

Produzione 30 50 20 10

Fatturato 40 50 10 30

Ordini interni 20 70 10 10

Ordini esteri 43 57 0 43

Industria cartotecnica trasformatrice

Produzione 42 37 21 21

Fatturato 37 42 21 16

Ordini interni 37 37 26 11

Ordini esteri 26 61 13 13

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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L’INDUSTRIA GRAFICA E

CARTOTECNICA TRASFORMATRICE

COMPENDIO STATISTICO 2011 - 2015

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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1. PRINCIPALI INDICATORI ECONOMICI NAZIONALI

2011 2012 2013 2014 2015

PIL ai prezzi di mercato

mil ioni di euro 2010 1.613.767 1.568.274 1.540.858 1.535.570 1.547.233

va ria zioni percentual i 0,6 -2,8 -1,7 -0,3 0,8

Spese delle famiglie residenti

mil ioni di euro 2010 970.083 931.831 908.604 914.268 922.320

va ria zioni percentual i 0,0 -3,9 -2,5 0,6 0,9

Investimenti fissi lordi

mil ioni di euro 2010 313.785 284.720 265.873 256.763 258.888

va ria zioni percentual i -1,9 -9,3 -6,6 -3,4 0,8

Esportazioni di beni e servizi (Fob)

mil ioni di euro 2010 425.107 434.987 437.783 451.560 470.946

va ria zioni percentual i 5,2 2,3 0,6 3,1 4,3

Commercio estero (saldo)

mil ioni di euro 2010 -12.931 32.232 44.480 45.861 41.060

Produzione industriale (dati grezzi)

numeri i ndi ci 2010=100 100,4 94,4 91,5 90,5 92,1

va ria zioni percentual i 0,4 -6,0 -3,1 -1,1 1,8

Fatturato industria in generale

numeri i ndi ci 2010=100 105,9 101,8 98,4 97,9 98,9

va ria zioni percentual i 5,9 -3,9 -3,3 -0,5 1,0

Tasso di disoccupazione

va lori percentual i 8,4 10,7 12,1 12,7 11,9

Prezzi alla produzione dei prodotti industriali

numeri i ndi ci 2010=100 104,5 108,3 107,4 105,8 103,0

va ria zioni percentual i 4,5 3,6 -0,8 -1,5 -2,6

Prezzi al consumo per i paesi dell'UE (IPCA)

numeri i ndi ci 2005=100 113,8 117,5 119,0 119,3 119,4

va ria zioni percentual i 2,9 3,3 1,3 0,2 0,1

Prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati (FOI)

numeri i ndi ci 2010=100 102,7 105,8 107,0 107,2 107,1

va ria zioni percentual i 2,7 3,0 1,1 0,2 -0,1

Tasso di riferimento (ex Tus)

va lori percentual i a l 31.12 1,00 0,75 0,25 0,05 0,05

Fonti: Istat, Banca d'Italia

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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2. PRODUZIONE - INDICI SETTORIALI 2010=100

Settori 2011 2012 2013 2014 2015

Fabbricazione di articoli di carta e cartone:

numeri indi ci 100,3 95,2 95,8 98,0 99,7

varia zi oni percentual i 0,3 -5,1 0,6 2,3 1,7

Astucci e scatole pieghevoli

numeri indi ci 99,2 89,2 88,4 92,7 96,9

varia zi oni percentual i -0,8 -10,1 -0,9 4,9 4,5

Sacchi di carta a grande contenuto

numeri indi ci 103,3 94,4 97,4 103,3 97,6

varia zi oni percentual i 3,3 -8,6 3,2 6,1 -5,5

Imballaggi flessibili

numeri indi ci 99,1 100,0 108,5 111,0 113,3

varia zi oni percentual i -0,9 0,9 8,5 2,3 2,1

Carte e cartoni ondulati

numeri indi ci 100,7 98,5 100,4 102,7 103,8

varia zi oni percentual i 0,7 -2,2 1,9 2,3 1,1

Articoli igienici e sanitari

numeri indi ci 96,9 98,8 106,4 104,1 110,2

varia zi oni percentual i -3,1 2,0 7,7 -2,2 5,9

Buste da lettera commerciali a sacchetto

numeri indi ci 103,4 89,7 79,8 85,0 82,8

varia zi oni percentual i 3,4 -13,2 -11,0 6,5 -2,6

Carte trattate per usi industriali

numeri indi ci 102,8 102,9 104,4 105,3 106,3

varia zi oni percentual i 2,8 0,1 1,5 0,9 0,9

Stampa e servizi connessi alla stampa:

numeri indi ci 97,7 87,3 75,7 73,4 71,2

varia zi oni percentual i -2,3 -10,6 -13,3 -3,0 -3,0

Giornali quotidiani

numeri indi ci 98,0 87,6 73,6 64,6 57,8

varia zi oni percentual i -2,0 -10,6 -16,0 -12,2 -10,5

Riviste e pubblicazioni periodiche

numeri indi ci 90,8 82,8 63,6 56,8 53,8

varia zi oni percentual i -9,2 -8,8 -23,2 -10,7 -5,3

Libri, dizionari, enciclopedie e simili

numeri indi ci 106,7 93,7 71,5 72,7 71,4

varia zi oni percentual i 6,7 -12,2 -23,7 1,7 -1,8

Stampati pubblicitari e commerciali

numeri indi ci 95,9 82,5 74,6 74,8 69,1

varia zi oni percentual i -4,1 -14,0 -9,6 0,3 -7,6

Modulistica per l'amministrazione

numeri indi ci 97,2 78,4 87,0 73,5 68,5

varia zi oni percentual i -2,8 -19,3 11,0 -15,5 -6,8

Fonte: Istat

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

25

3. PRODUZIONE - IN QUANTITA'

Prodotti 2011 2012 2013 2014 2015

Cartone ondulato

000 di tonnel late 3.613 3.473 3.498 3.570 3.620

va riazioni percentual i -1,7 -3,9 0,8 2,0 1,4

Astucci pieghevoli

000 di tonnel late 617 583 578 606 633

va riazioni percentual i 1,6 -5,5 -0,9 4,9 4,5

Sacchi di carta

000 di tonnel late 198 182 191 195 189

va riazioni percentual i 0,0 -8,3 4,8 2,3 -3,1

Imballaggi flessibili

000 di tonnel late 303 306 317 331 344

va riazioni percentual i 6,8 1,0 3,5 4,5 4,0

Carte da parati

000 di tonnel late di carta supporto 13 16 16 15 10

va riazioni percentual i -9,4 20,0 0,0 -5,9 -35,1

Fonte: Assografici

Nota: Le variazioni percentuali sono state calcolate sui dati quantitativi non arrotondati.

-35,0

-30,0

-25,0

-20,0

-15,0

-10,0

-5,0

0,0

5,0

10,0

15,0

20,0

Cartone ondulato Astucci pieghevoli Sacchi di carta Imballaggi flessibili Carte da parati

Variazione % della produzione negli anni 2011/2015

2011 2012 2013 2014 2015

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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4. GRADO DI UTILIZZO DEGLI IMPIANTI (%)

Settori 2011 2012 2013 2014 2015

Stampa e riproduzione di supporti registrati

va lori percentual i 72,6 69,1 68,8 71,9 73,7

va riazioni 1,4 -3,5 -0,3 3,1 1,8

Fabbricazione di carta e di prodotti di carta

va lori percentual i 75,9 75,0 78,2 80,8 82,2

va riazioni -1,8 -0,9 3,2 2,6 1,4

Fonte: Istat

5. CONSUMO APPARENTE DI MACCHINARI (Produzione+Importazioni-Esportazioni)

Settori 2011 2012 2013 2014 2015

Macchine per la grafica e la cartotecnica trasformazione

migl i a ia di euro 973.500 972.600 925.000 957.300 1.234.000

va riazioni percentual i -2,4 -0,1 -4,9 3,5 28,9

Fonte: Acimga

6. CONSUMO APPARENTE DI CARTE E CARTONI (Produzione+Importazioni-Esportazioni)

Settori 2011 2012 2013 2014 2015

Totale carte e cartoni

000 di tonnel late 10.692 9.997 9.696 9.733 9.942

va riazioni percentual i -1,9 -6,5 -3,0 0,4 2,1

Carta per usi grafici (inclusa carta per giornali)

000 di tonnel late 3.886 3.467 3.252 3.184 3.062

va riazioni percentual i -4,0 -10,8 -6,2 -2,1 -3,8

Carte per uso domestico, igienico e sanitario

000 di tonnel late 769 770 719 671 679

va riazioni percentual i 5,1 0,1 -6,6 -6,6 1,2

Carte e cartoni per imballaggio

000 di tonnel late 5.630 5.379 5.311 5.446 5.764

va riazioni percentual i -1,3 -4,5 -1,3 2,5 5,8

Altre carte e cartoni

000 di tonnel late 406 381 415 432 436

va riazioni percentual i -1,5 -6,1 8,9 4,2 0,9

Fonte: Assocarta

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

27

7. CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA

Settori 2011 2012 2013 2014 2015

Carta e cartotecnica

mil ioni di Kwh 7.960 7.610 7.697 7.407 ..

variazioni percentua l i -1,0 -4,4 1,1 -3,8 ..

Poligrafiche, editoriali ed affini

mil ioni di Kwh 1.636 1.494 1.382 1.265 ..

variazioni percentua l i -5,0 -8,7 -7,5 -8,5 ..

Fonte: Istat

8. FATTURATO - VALORI

Settori 2011 2012 2013 2014 2015

Industria della carta e della cartotecnica trasformazione:

Industria cartaria

fatturato in mi l ioni di euro 7.310 6.800 6.840 6.750 6.975

variazioni percentua l i 4,6 -7,0 0,6 -1,3 3,3

Industria cartotecnica trasformatrice

fatturato in mi l ioni di euro 7.166 6.851 6.810 7.035 7.197

variazioni percentua l i 5,7 -4,4 -0,6 3,3 2,3

Stampa :

Industria grafica

fatturato in mi l ioni di euro 9.053 7.894 7.341 7.224 7.001

variazioni percentua l i -0,5 -12,8 -7,0 -1,6 -3,1

Fonti: Assocarta e stime di Assografici

9. INVESTIMENTI PUBBLICITARI

Settori 2011 2012 2013 2014 2015

Totale investimenti

su mezzi classici *

mil ioni di euro 8.335 7.160 6.279 6.266 6.228

variazioni percentua l i -3,5 -14,1 -12,3 -0,2 -0,6

di cui: quotidiani e periodici

mil ioni di euro 2.148 1.763 1.389 1.271 1.200

variazioni percentua l i -6,2 -17,9 -21,2 -8,5 -5,6

Fonte: UPA - Utenti Pubblicità Associati

* Mezzi classici: quotidiani e periodici, televisione, radio, cinema, affissioni, internet display

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10. COMMERCIO CON L'ESTERO PER SETTORE

Settori 2011 2012 2013 2014 2015

Prodotti grafici ed editoriali

Importazioni (capitolo 49 della Nomenclatura Doganale §)

valore in migl ia ia di euro 602.129 584.573 557.338 582.704 591.058

varia zioni percentual i 5,6 -2,9 -4,7 4,6 1,4

Principali paesi di provenienza (quota % calcolata su dati in valore)

Germania 27,9 28,2 28,1 31,3 28,8

Regno Uni to 13,7 19,9 19,5 18,4 18,1

Fra ncia 11,2 8,9 9,4 8,2 8,2

Cina 10,7 11,1 11,0 9,3 8,0

Sta ti Uniti 7,4 6,5 6,6 6,1 7,3

Paes i UE 28 75,8 76,8 77,2 79,4 79,3

Esportazioni (capitolo 49 della Nomenclatura Doganale §)

valore in migl ia ia di euro 1.366.158 1.305.206 1.231.746 1.243.121 1.103.784

varia zioni percentual i 1,0 -4,5 -5,6 0,9 -11,2

Principali paesi di destinazione (quota % calcolata su dati in valore)

Fra ncia 37,0 33,5 33,6 28,6 28,2

Germania 11,3 12,3 14,1 13,7 12,4

Regno Uni to 8,2 8,9 8,8 9,9 11,4

Svizzera 6,3 7,3 6,8 6,6 7,7

Sta ti Uniti 4,6 4,8 5,3 6,3 6,2

Paes i UE 28 76,2 76,4 77,1 74,8 74,6

Prodotti della cartotecnica e della trasformazione

Importazioni (capitolo 48 della Nomenclatura Doganale *)

valore in migl ia ia di euro 882.428 652.803 661.742 715.758 766.218

varia zioni percentual i 4,9 -26,0 1,4 8,2 7,0

Principali paesi di provenienza (quota % calcolata su dati in valore)

Germania 24,9 27,5 27,3 25,5 26,1

Cina 12,6 16,2 15,3 15,4 16,6

Fra ncia 10,1 12,9 13,4 13,4 12,8

Regno Uni to 6,1 4,6 4,9 4,5 4,4

Albania 1,3 2,0 4,2 5,5 4,3

Paes i UE 28 78,6 73,2 71,8 70,3 69,0

Esportazioni (capitolo 48 della Nomenclatura Doganale *)

valore in migl ia ia di euro 2.629.441 2.458.422 2.494.297 2.583.356 2.662.503

varia zioni percentual i 3,3 -6,5 1,5 3,6 3,1

Principali paesi di destinazione (quota % calcolata su dati in valore)

Fra ncia 24,2 23,2 22,7 22,0 23,1

Germania 15,8 14,2 13,6 13,9 13,8

Regno Uni to 6,2 6,6 6,5 6,5 7,2

Svizzera 5,9 6,0 6,1 6,1 6,0

Spagna 5,1 4,5 4,8 5,3 5,2

Paes i UE 28 78,1 75,5 74,7 75,2 75,7

Fonte: Istat

§ Voci doganali 49.01, 49.02, 49.03, 49.04, 49.05, 49.07, 49.08, 49.09, 49.10, 49.11

* Voci doganali 48.14, 48.17, 48.18, 48.19, 48.20, 48.21, 48.22, 48.23

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11. PRINCIPALI PRODOTTI SCAMBIATI

Settori 2011 2012 2013 2014 2015

Prodotti grafici ed editoriali

Importazioni (capitolo 49 della Nomenclatura Doganale §)

49.01 Li bri , opuscol i 195.099 198.343 184.746 208.211 209.915

49.02 Giorna l i e pubbl icazi oni periodiche 122.657 119.371 104.769 93.705 90.263

49.03 Album e l ibri di immagini 20.535 17.758 15.110 10.945 8.690

49.04 Mus i ca manos cri tta o s tampata 2.984 2.551 2.226 2.029 1.265

49.05 Lavori cartografici 7.559 6.255 5.574 5.294 5.920

49.07 Francobol l i e carte va lori 4.777 2.215 3.625 1.466 2.977

49.08 Deca lcomanie 22.964 12.762 13.042 24.462 22.870

49.09 Cartol i ne 14.063 11.090 8.532 10.959 9.383

49.10 Ca lendari 6.076 5.435 5.343 4.961 5.275

49.11 Stampati pubbl i ci tari , cata loghi 205.414 208.794 214.371 220.673 234.500

Esportazioni (capitolo 49 della Nomenclatura Doganale §)

49.01 Li bri , opuscol i 485.306 440.073 418.554 411.530 379.222

49.02 Giorna l i e pubbl icazi oni periodiche 208.889 178.543 158.891 199.813 191.913

49.03 Album e l ibri di immagini 80.723 118.091 85.072 70.689 8.640

49.04 Mus i ca manos cri tta o s tampata 5.513 5.675 4.826 3.299 912

49.05 Lavori cartografici 19.870 21.348 21.317 21.854 21.924

49.07 Francobol l i e carte va lori 591 629 1.611 5.032 1.684

49.08 Deca lcomanie 34.526 33.318 34.103 41.974 39.436

49.09 Cartol i ne 8.297 9.242 12.365 11.638 8.937

49.10 Ca lendari 13.819 13.606 15.992 13.155 11.891

49.11 Stampati pubbl i ci tari , cata loghi 508.623 484.683 479.016 464.136 439.226

Prodotti della cartotecnica e della trasformazione

Importazioni (capitolo 48 della Nomenclatura Doganale *)

48.14 Carte da parati 10.086 8.943 9.277 9.435 9.711

48.17 Prodotti cartotecnici per corrispondenza 11.443 8.796 10.053 9.900 10.218

48.18 Prodotti in carta per us o domes tico e sanitario 286.990 77.526 73.976 84.727 84.486

48.19 Scatole, s acchi e i mbal laggi vari in carta e cartone 300.941 291.918 303.707 326.274 353.924

48.20 Articol i per scuola , uffi ci o e cartoleria 68.392 61.500 61.046 62.265 64.231

48.21 Etichette 82.801 86.070 88.188 94.817 105.525

48.22 Tubi , anime e tubetti in cartone 4.718 4.912 5.481 5.640 5.819

48.23 Al tri prodotti in carta e cartone 117.057 113.139 110.013 122.699 132.305

Esportazioni (capitolo 48 della Nomenclatura Doganale *)

48.14 Carte da parati 124.614 177.097 185.540 172.820 115.487

48.17 Prodotti cartotecnici per corrispondenza 24.768 20.206 16.525 13.118 13.528

48.18 Prodotti in carta per us o domes tico e sanitario 883.623 669.253 677.922 706.391 775.253

48.19 Scatole, s acchi e i mbal laggi vari in carta e cartone 907.372 901.551 914.378 963.329 989.903

48.20 Articol i per scuola , uffi ci o e cartoleria 143.411 151.713 156.872 153.407 153.079

48.21 Etichette 148.549 157.259 161.756 169.762 177.789

48.22 Tubi , anime e tubetti in cartone 23.765 22.095 20.572 20.767 20.877

48.23 Al tri prodotti in carta e cartone 373.339 359.248 360.733 383.761 416.587

Fonte: Istat

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12. PREZZI ALLA PRODUZIONE 2010 = 100

Settori 2011 2012 2013 2014 2015

Industria cartaria

numeri indi ci 104,3 102,5 103,8 104,4 107,6

varia zi oni percentual i 4,3 -1,7 1,3 0,6 3,1

Industria cartotecnica trasformatrice

numeri indi ci 104,3 105,5 106,7 107,8 108,0

varia zi oni percentual i 4,3 1,2 1,1 1,0 0,2

Industria grafica

numeri indi ci 97,9 97,9 96,7 95,1 94,8

varia zi oni percentual i -2,1 0,0 -1,2 -1,7 -0,3

Fonte: Istat

13. RETRIBUZIONI ORARIE CONTRATTUALI

OPERAI ED IMPIEGATI DIC. 2010 = 100

Settori 2011 2012 2013 2014 2015

Industria in senso stretto

numeri indi ci 102,2 104,7 106,8 109,4 112,1

varia zi oni percentual i 2,4 2,4 2,0 2,4 2,5

Industria cartotecnica trasformatrice

numeri indi ci 102,6 105,4 107,2 109,8 112,4

varia zi oni percentual i 2,6 2,7 1,7 2,4 2,4

Industria grafica

numeri indi ci 101,1 104,5 106,6 106,8 108,9

varia zi oni percentual i 1,1 3,4 2,0 0,2 2,0

Editoria di libri, periodici ed altre attività editoriali

numeri indi ci 100,8 103,3 104,6 105,0 106,5

varia zi oni percentual i 1,6 2,5 1,3 0,4 1,4

Fonte: Istat

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14. CASSA INTEGRAZIONE GUADAGNI

Macrosettori 2011 2012 2013 2014 2015

Editoria, stampa e riproduzione di supporti registrati

CIG Ordina ria ore autorizzate 2.960.877 4.783.432 5.555.169 3.953.105 2.559.544

CIG Straordina ria ore autorizzate 8.932.836 9.045.894 8.801.575 12.326.327 10.744.135

CIG Deroga ore autorizza te 4.840.151 5.055.812 4.688.117 3.542.369 1.367.422

CIG Totale ore autorizzate 16.733.864 18.885.138 19.044.861 19.821.801 14.671.101

varia zioni percentual i -8,7 12,9 0,8 4,1 -26,0

2011 2012 2013 2014 2015

Fabbricazione della pasta-carta, della carta e del cartone e dei prodotti di carta

CIG Ordina ria ore autorizzate 2.286.898 3.852.882 3.703.913 2.547.061 1.772.808

CIG Straordina ria ore autorizzate 3.064.341 4.452.991 5.459.354 3.925.457 2.904.196

CIG Deroga ore autorizza te 1.732.074 1.784.776 1.160.558 1.503.902 237.298

CIG Totale ore autorizzate 7.083.313 10.090.649 10.323.825 7.976.420 4.914.302

varia zioni percentual i -15,5 42,5 2,3 -22,7 -38,4

Fonte: Inps

15. VARIAZIONE ANAGRAFE DELLE IMPRESE ATTIVE

Settori 2011 2012 2013 2014 2015 Var. %

15/14

Stampa e riproduzione di supporti regis trati 20.112 19.615 19.050 18.558 18.231 -1,8

Attivi tà edi toria l i 10.723 10.403 10.214 10.061 9.980 -0,8

Fabbricazione di ca rta e di prodotti di carta 4.691 4.624 4.525 4.477 4.417 -1,3

Totale 35.526 34.642 33.789 33.096 32.628 -1,4

Fonte: Movimprese

Ditte attive: Ditte che esercitano l'attività e non risultano avere procedure concorsuali in atto

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16. IMPRESE ED ADDETTI

CENSIMENTO 2001 E 2011

0

5.000

10.000

15.000

20.000

cartaria cartotecnica grafica editoria

207

4.361

19.959

6.551

253

3.876

16.027

5.707

2001

2011

Imprese nei settori della carta, editoria,

stampa e cartotecnica trasformazione

0

30.000

60.000

90.000

120.000

150.000

cartaria cartotecnica grafica editoria

17.671

66.015

127.287

45.653

12.983

60.918

91.169

36.523

Addetti nei settori della carta, editoria,

stampa e cartotecnica trasformazione

2001

2011

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17. IMPRESE ED ADDETTI

CENSIMENTO 2011

Settori Imprese Totale di cui:

addetti dipendenti

Industria cartaria 253 12.893 12.673

Industria cartotecnica tras formatrice 3.876 60.918 55.957

Industria grafica 16.027 91.169 69.848

Edi toria di l ibri , periodici ed al tre attività edi toria l i 5.707 36.523 32.274

Totale 25.863 201.503 170.752

Fonte: Istat

18. DISTRIBUZIONE PER CLASSE DI ADDETTI

CENSIMENTO 2011

Settori Imprese Addetti Addetti / impresa

Industria cartotecnica trasformatrice

fino a 19 addetti 3.298 18.446 6

da 20 a 49 addetti 383 11.655 30

da 50 a 99 addetti 100 6.916 69

100 e oltre 95 23.901 252

Industria grafica

fino a 19 addetti 15.361 55.219 4

da 20 a 49 addetti 503 14.436 29

da 50 a 99 addetti 104 7.080 68

100 e oltre 59 14.434 245

Fonte: Istat

19. DISTRIBUZIONE PER ATTIVITA' ECONOMICA

CENSIMENTO 2011

Settori Imprese % Addetti %

Industria cartotecnica trasformatrice

Carta e cartone ondulato e imbal laggi 1.215 31,3 24.452 40,1

Prodotti igienico-sani tari e per us o domestico 237 6,1 8.575 14,1

Prodotti cartotecnici 1.754 45,4 19.951 32,7

Carta da parati 17 0,4 524 0,9

Al tri arti col i di carta e di cartone 653 16,8 7.416 12,2

Totale 3.876 100,0 60.918 100,0

Industria grafica

Stampa di giorna l i 63 0,4 2.191 2,4

Al tra s tampa 12.204 76,2 70.549 77,4

Lavorazioni prel iminari a l la s tampa e a i media 2.444 15,2 10.388 11,4

Legatoria e servizi connes s i 1.316 8,2 8.041 8,8

Totale 16.027 100,0 91.169 100,0

Fonte: Istat

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20. DISTRIBUZIONE PER REGIONE

CENSIMENTO 2011

Settori Imprese % Addetti %

Industria cartotecnica trasformatrice

Piemonte 278 7,2 6.012 9,9

Val le d'Aos ta 2 0,1 3 0,0

Lombardia 1.003 25,9 16.652 27,3

Trentino Al to Adige 39 1,0 619 1,0

Veneto 420 10,8 9.691 15,9

Friul i Venezi a Giul ia 52 1,3 846 1,4

Liguria 49 1,3 691 1,1

Emi l ia Romagna 319 8,2 4.950 8,1

Toscana 426 11,0 7.499 12,3

Umbria 88 2,3 1.660 2,7

Marche 177 4,6 2.463 4,0

Lazio 185 4,8 1.463 2,4

Abruzzo 82 2,1 2.066 3,4

Mol is e 14 0,4 123 0,2

Campani a 291 7,5 3.473 5,7

Pugl i a 184 4,7 1.424 2,3

Bas i l i cata 17 0,4 57 0,1

Calabria 52 1,3 167 0,3

Sici l i a 170 4,4 803 1,3

Sardegna 28 0,7 256 0,4

Totale 3.876 100,0 60.918 100,0

Industria grafica

Piemonte 1.237 7,7 7.654 8,4

Val le d'Aos ta 29 0,2 160 0,2

Lombardia 3.387 21,1 24.659 27,0

Trentino Al to Adige 280 1,7 2.186 2,4

Veneto 1.533 9,6 12.721 14,0

Friul i Venezi a Giul ia 300 1,9 2.062 2,3

Liguria 370 2,3 1.387 1,5

Emi l ia Romagna 1.288 8,0 8.890 9,8

Toscana 1.021 6,4 4.805 5,3

Umbria 317 2,0 1.806 2,0

Marche 491 3,1 2.771 3,0

Lazio 1.558 9,7 8.227 9,0

Abruzzo 353 2,2 1.411 1,5

Mol is e 57 0,4 169 0,2

Campani a 1.103 6,9 3.665 4,0

Pugl i a 904 5,6 3.005 3,3

Bas i l i cata 133 0,8 432 0,5

Calabria 383 2,4 1.289 1,4

Sici l i a 966 6,0 2.960 3,2

Sardegna 317 2,0 910 1,0

Totale 16.027 100,0 91.169 100,0

Fonte: Istat

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REPORT ECONOMICO STATISTICO ASSOGRAFICI 2015 / 16

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21. IMPRESE ED ADDETTI

2012-2014

Settori 2012 2013 2014*

Industria cartotecnica trasformatrice

Imprese 3.821 3.683 3.642

variazioni percentual i -2,1 -3,6 -1,1

Addetti 61.331 60.121 60.163

variazioni percentual i -0,2 -2,0 0,1

Industria grafica

Imprese 15.981 15.851 15.439

variazioni percentual i -1,6 -0,8 -2,6

Addetti 89.491 85.828 85.011

variazioni percentual i -4,2 -4,1 -1,0

Totale

Imprese 19.802 19.534 19.081

variazioni percentual i -1,7 -1,4 -2,3

Addetti 150.822 145.949 145.174

variazioni percentual i -2,6 -3,2 -0,5

Fonti: Istat e stime di Assografici

* Stime

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22. LE MACROVARIABILI DELLA FILIERA DELLA CARTA,

EDITORIA, STAMPA E TRASFORMAZIONE

2011 2012 2013 2014 2015*

Fatturato totale

mil ioni di euro 35.178 32.341 30.830 30.578 30.632

va riazi oni percentual i 1,5 -8,1 -4,7 -0,8 0,2

Vendite Italia

mil ioni di euro 25.979 23.254 21.666 21.132 21.154

va riazi oni percentual i 0,3 -10,5 -6,8 -2,5 0,1

Export

mil ioni di euro 9.199 9.087 9.164 9.446 9.478

va riazi oni percentual i 5,2 -1,2 0,9 3,1 0,3

Import

mil ioni di euro 5.982 5.376 5.285 5.470 5.630

va riazi oni percentual i 4,0 -10,1 -1,7 3,5 2,9

Consumo apparente **

mil ioni di euro 31.961 28.630 26.951 26.602 26.784

va riazi oni percentual i 1,0 -10,4 -5,9 -1,3 0,7

Saldo bilancia commerciale ***

mil ioni di euro 3.217 3.711 3.879 3.976 3.848

va riazi oni percentual i 7,6 15,4 4,5 2,5 -3,2

Export/fatturato

quote percentual i 26,1% 28,1% 29,7% 30,9% 30,9%

Import/consumo apparente

quote percentual i 18,7% 18,8% 19,6% 20,6% 21,0%

Addetti

numero 215.374 209.672 203.515 199.537 197.110

va riazi oni percentual i -2,3 -2,6 -2,9 -2,0 -1,2

* Stime

** Consumo apparente = Fatturato totale + Import - Export

*** Saldo bilancia commerciale = Export - Import

Nella tabella sono riportati i totali derivanti dalla somma dei valori indicati dalle Associazioni

partecipanti al Tavolo di consultazione della Fil iera della Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione,

ovvero:

- Acimga (Associazione Costruttori Italiani Macchine per l 'Industria Grafica, Cartaria, di Trasformazione

e Affini),

- Aie (Associazione Ital iana Editori),

- Argi (Associazione Rappresentanti Ufficiali e Produttori/Distributori in Ital ia di Macchine, Sistemi e

Prodotti per i l Settore Grafico),

- Asig (Associazione Stampatori Italiana Giornali),

- Assocarta (Associazione Italiana fra gli Industriali del la Carta, Cartoni e Paste per Carta),

- Assografici (Associazione Nazionale Italiana Industrie Grafiche, Cartotecniche e Trasformatrici),

- Avisa (Associazione nazionale Vernici, Inchiostri, Sigi llanti e Adesivi).

LEGENDA

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Piazza Castello, 28 - Milano

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