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Riassunti Elettrotecnica
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ELETTROTECNICA
Modello (elemento circuitale): insieme di equazioni che descrivono un certo elemento fisico.
Dispositivo: oggetto su cui si possono effettuare delle misure.
Circuito: insieme di elementi circuitali connessi in qualche modo. Può essere:
• a parametri concentrati: le dimensioni d nel dispositivo sono molto minori della lunghezza d’onda λ associata alla
frequenza di funzionamento del dispositivo.
• a parametri distribuiti: le dimensioni sono maggiori della lunghezza d’onda.
Direzioni di riferimento (abbreviato per comodità con ddr)
Considerato un qualsiasi elemento concentrato a due morsetti A e B, ci si riferisce a tale elemento come ad un lato. La ddr per la
tensione è indicata dai simboli + (morsetto A) e - (morsetto B), mentre la ddr per la corrente è indicata dalla freccia (da A a B).
Fissata la ddr per la tensione, per convenzione la tensione di lato v è positiva all’istante t ogni volta che il pot. elettrico di
A all’istante t è maggiore del pot. elettrico di B, con entrambi i potenziali misurati rispetto allo stesso riferimento: ���� � ����� � �����. Fissata la ddr per la corrente, per convenzione la corrente di lato i è positiva all’istante t ogni volta
che un flusso di cariche positive entra nel lato al nodo A ed esce dal nodo B. È consuetudine scegliere ddr associate, ossia
per cui una corrente positiva entra nel lato dal morsetto + e lascia il lato dal morsetto -. Se sono usate tali direzioni di
riferimento, il prodotto di tensione e corrente di lato è pari alla potenza fornita al lato all’istante t: ������� � ���.
LEGGI DI KIRCHOFF: Legge delle correnti (LKC): ∑ ���� ��� � 0; Legge delle tensioni (LKT): ∑ ∆����� ��� � 0;
Elementi circuitali
In genere: �����, ��, �� � 0 → tempovarianti����, ��� � 0 → tempoinvarianti � �lineare → lineari�nonlineare → nonlineari
A. RESISTORE: ���, , �� � 0
La resistenza R è la pendenza della caratteristica del resistore lineare tempo-invariante: &�'� � ()�'� (legge di Ohm).
Quindi: * � &�'�)�'� +,&-. � /012. Sfruttando la conduttanza G si ha: 3&�'� � )�'�, poiché 3 � 4( +,-&. � /015� � 62.
• Circuito aperto: � 0; da: * � ∞ (o 8 � 0); lineare, tempo-invariante
• Cortocircuito: � � 0; da: * � 0 (o 8 � ∞); lineare, tempo-invariante
• Interruttore: ��� 9 � 9 �� � 0�: 9 � 9 �;� � 0; lineare, tempo-variante
• Generatori indipendenti:
− Tensione; non lineare, tempo-invariante
− Corrente; non lineare, tempo-invariante
• Diodi:
− A giunzione pn: ��� � <= +>?@AB � 12; non lineare, tempo-invariante
− Tunnel; non lineare, tempo-invariante
B. CONDENSATORE: ��D, �, �� � 0
La capacità C è la pendenza della caratteristica del condensatore lineare tempo-invariante: E�'� � F&�'�. Quindi: F � E�'�&�'� +,F&. � /G12. Sfruttando l’elastanza S si ha: HE�'� � &�'�, poiché H � 4F +,&F. � /G15�2.
D��� � I���� → JK�L�JL � I JM�L�JL � ��� → N O����LP � �Q N ��′�LP O�S → ���� � ��0� � �Q N ��S�LP O�S → &�'� � &�T� U 4FN )�'S�'T V'S.
C. INDUTTORE: ��W, , �� � 0
L’induttanza L è la pendenza della caratteristica dell’induttore lineare tempo-invariante: X�'� � Y)�'�. Quindi: Y � X�'�)�'� +,Z- . � /[12. Sfruttando l’inertanza Γ si ha: \X�'� � )�'�, poiché \ � 4Y +,-Z. � /[15�2.
W��� � ]��� → J^�L�JL � ] J_�L�JL � ���� → N O���LP � �̀N ���′�LP O�S → ��� � �0� � �̀N ���S�LP O�S → )�'� � )�T� U 4Y N &�'S�'T V'S.
Collegamenti fra elementi circuitali
In serie In parallelo
Resistori *aK � ∑ *_ _�� 8aK � ∑ 8_ _�� oppure 1 *aKb = 1 ∑ *_ _��b
Condensatori 6aK = ∑ 6_ _�� oppure 1 IaKb = 1 ∑ I_ _��b IaK = ∑ I_ _��
Induttori ]aK = ∑ ]_ _�� caK = ∑ c_ _�� oppure 1 ]aKb = 1 ∑ ]_ _��b
Porta / bipolo
Rete elettrica accessibile solo da una coppia di morsetti e di cui interessa solo il comportamento esterno. Proprietà fondamentali: - la corrente continua entrante che lo attraversa è necessariamente uguale a quella uscente (da conservazione della carica); - la tensione tra i due morsetti del bipolo è indipendente dal cammino percorso (da conservazione dell’energia).
È descritto da un’equazione del tipo: ���, , �� = 0.
Circuiti del 1° ordine
Dinamici, lineari tempo-invarianti (cioè con tutti i loro elementi lineari tempo-invarianti o generatori indipendenti).
La sollecitazione di tali circuiti non deriva per forza da generatori indipendenti (sollecitazione di ingresso), ma può
anche derivare dallo stato iniziale del circuito (sollecitazione di stato). Sono descritti da equazioni algebriche.
RISPOSTA: Esempio:
1. Ad ingresso zero �def = �P>5 ghi (scarica condensatore: �Q�0� = �P ≠ 0)
2. A stato zero �d=f = *< +1 − >5 ghi2 (carica condensatore: �Q�0� = 0)
3. Completa (1. + 2.) �dQklmnaLo = �def + �d=f = ��P − *<�>5 ghi + *< (carica condensatore: �Q�0� = �P ≠ 0) transitorio regime
SOLUZIONE tramite:
− LKC, LKT � Topologia
− Equazioni di lato � Natura elementi
− Condizioni iniziali � Stato
Circuiti del 2° ordine
Dinamici, lineari tempo-invarianti (cioè con tutti i loro elementi lineari tempo-invarianti o generatori indipendenti).
La sollecitazione di tali circuiti non deriva per forza da generatori indipendenti (sollecitazione di ingresso), ma può anche
derivare dallo stato iniziale del circuito (sollecitazione di stato). Sono descritti da equazioni differenziali del 2° ordine.
RISPOSTA: SOLUZIONE tramite:
1. Ad ingresso zero - LKC, LKT � Topologia
2. A stato zero - Equazioni di lato � Natura elementi
3. Completa (1. + 2.) - Condizioni iniziali � Stato
Esempio ingresso zero: JpJLp `��� + �qQ JJL `��� + �̀Q `��� = 0 → JpJLp `��� + 2s JJL `��� + tP�`��� = 0 → u� + 2su + tP� = 0, dove si è sostituito: v = 4 w(Fb - fattore di smorzamento, xT = 4 √YFb - pulsazione di risonanza
RISPOSTA:
1. SOVRASMORZATA: s > tP → {u� = −s − |s� −tP�u� = −s + |s� − tP� radici reali, negative e distinte � )Y�'� = }4~�4' + }w~�w' 2. CON SMORZAMENTO CRITICO: s = tP → u� = u� = −s radici reali, negative e coincidenti � )Y�'� = }4~5v' + }w'~5v' 3. SOTTOSMORZATA: s < tP → �u� = −s − �tJu� = −s + �tJ, xVw = xTw − vw, radici complesse coniugate � )Y�'� = }~5v' ����xV' + �� 4. OSCILLATORIA PURA: s = 0 → * = ∞ → u�/� = ±�tP radici complesse coniugate � )Y�'� = }����xT' + ��
• Nel caso 4. scompare la resistenza, che è responsabile dello smorzamento nel caso 3. Nella realtà non si ha masi una risposta oscillatoria
pura, in quanto indipendentemente dalla presenza di resistori nel circuito, una resistenza è sempre presente nei vari dispositivi.
• λ1 e λ2 sono dette frequenze naturali del circuito [H]; se sono positive vi è un errore: devono essere sempre negative perché si considerano
dei circuiti stabili, in cui quindi la forma d’onda non cresce.
Doppi bipoli
Costituiscono una generalizzazione dei bipoli.
Sono descritti da un’equazione del tipo: ����, ��, �, �, �� � 0
GENERATORI PILOTATI
1. Generatori di tensione
• pilotati in tensione (GTPT): � � � 0�� � s��,���v � ������O�����>��>�����>����>
• pilotati in corrente (GTPC): � �� � 0�� � �L��,����'� � �>���>���O�����>��>����'�����~�)�'~����
2. Generatori di corrente
• pilotati in tensione (GCPT): � � � 0� � �L���,����'� � ���O�������O�����>��>����'�������V�''�����
• pilotati in corrente (GCPC): ��� � 0� � ��,���� � ������O�����>��>��������>��>
CIRCUITI IN ALTERNATA (a regime sinusoidale)
Sono circuiti lineari tempo-invarianti in forma d’onda sinusoidale: ������ � �l cos�t� U W����� � l cos�t� U �
TEOREMA PRINCIPALE DEL CALCOLO FASORIALE
Date funzioni isofrequenziali, qualsiasi loro combinazione lineare e qualsiasi loro derivazione restituisce un’altra funzione
isofrequenziale con quelle di partenza (isofrequenziale = con la stessa pulsazione ω).
Conduttori e induttori derivano le grandezze, i resistori NE effettuano combinazioni lineari, per cui qualsiasi formazione di tali
circuiti soddisfa il teorema del calcolo fasoriale.
Date le sinusoidi: ������ � �l cos�t� U W����� � l cos�t� U � , si definiscono FASORI i vettori: {�¡ � �l>�^ � �l ∠W< ̅ � l>�¤ � l ∠
�¡ � �l>_^
Dominio del tempo Dominio dei fasori
����� � *>/�¡>�¥L1
LEMMI DEL CALCOLO FASORIALE
1. Lemma di additività e omogeneità
Date due funzioni complesse �����>�����, si ha che: � *>/�� U ��1 � *>/��1 U *>/��1*>/s ∙ ��1 � s ∙ *>/��1∀s ∈ *
Per cui sintetizzando le due proprietà: (~/v ∙ �4 U � ∙ �w1 � v ∙ (~/�41 U � ∙ (~/�w1.
2. Lemma di commutatività dell’operatore parte reale e dell’operatore derivazione nel tempo
Data la funzione: ���� � © cos�t� U W� � *>/©̅>�¥L1, con ©̅ � ©>_^, si ha che: VV'-����x' U X� � (~/-ª«x~«x'1
Per cui le operazioni di derivazione nel dominio del tempo diventano delle operazioni di moltiplicazione nel dominio dei fasori.
3. Lemma di unicità
Date due funzioni: {���� � © cos�t� U W� � *>/©̅>�¥L1¬��� � cos�t� U � � *>/¡>�¥L1, vale: ®�'� � ¯�'� ↔ -ª � ±ª
Per cui se nel dominio dei fasori due fasori sono uguali, sono uguali anche le relative funzioni nel dominio del tempo.
Equazioni di lato a confronto
Eq. di lato - dominio del tempo Eq. di lato - dominio dei fasori Da cui: e:
Resistore ���� = *��� �¡ = *< ̅ �l = * ∙ <l ∡� = ∡< Condensatore ��� = I O����O� < ̅ = ��tI��¡ <l = �tI��l ∡� = ∡< − ³2
Induttore ���� = ] O���O� �¡ = ��t]�< ̅ �l = �t]�<l ∡� = ∡< + ³2
Sfasamento: ∡� − ∡< ∡�́ = ∡� − ∡< Impedenza: �́ = �¡ < ̅b ∡¬́ = ∡< − ∡�
�́ = 1 ¬́b
Ammettenza: ¬́ = < ̅ �b
Resistore R Condensatore C Induttore L �́ R 1/jωC jωL ¯́ 1/R jωC 1/jωL
Impedenze in serie: �́aK = �́� +⋯+ �́ = �¡ < ̅b
Impedenze in parallelo: 1 �́aKb = 1 �́�b + ⋯+ 1 �́ b = < ̅ �¡b = ¬́aK
LEGGI DI KIRCHOFF PER I FASORI
Si passa semplicemente dal dominio del tempo al dominio dei fasori usando appunto i fasori <̅>�¡ :
Legge di Kirchoff delle correnti (LKC): ∑ <�̅��� ��� = 0; Legge di Kirchoff delle tensioni (LKT): ∑ �¡���� ��� = 0;
Potenza
Date: {����� = �l cos�t� + ∡�� = *>/�¡>�¥L1���� = l cos�t� + ∡<� = *>/<>̅�¥L1 , si hanno:
1. Potenza istantanea: ��� = ���� ∙ ��� = ���l<l/cos�∡� − ∡<� + cos�2t� + ∡� + ∡<�1 2. Potenza media: ¶laJ_o = �· N ���·P O� = ���l<l cos�∡� − ∡<� 3. Potenza complessa: ¶dklmna��o = ���¡<∗̅ = ���l<l cos�∡� − ∡<� + � ���l<l sin�∡� − ∡<� = ¶ + �¹
4. Potenza attiva: ¶ = ���l<l cos�∡� − ∡<� = ¶laJ_o
5. Potenza reattiva: ¹ = ���l<l sin�∡� − ∡<� 6. Potenza apparente: º = ¶ommo�a La = »¶dklmna��o» = |¶� + ¹�
TEOREMA SUL MASSIMO TRASFERIMENTO DI POTENZA
Poiché si abbia il massimo trasferimento di potenza dal generatore al carico deve valere: �́H = �́Y. (S = source = sorgente, L = load = carico.)
VALORE EFFICACE
Date: {����� = �l cos�t� + ∡�� = *>/�¡>�¥L1���� = l cos�t� + ∡<� = *>/<>̅�¥L1 , il valore efficace è dato da: ¼�a½½ = ��.l.�. = M¿√�<a½½ = <�.l.�. = e¿√�, da cui: {√2�a½½ = �l√2<a½½ = <l .
Sostituendo tali valori nelle varie espressioni delle potenza si ottengono queste in funzione dei valori efficienti di tensione e corrente.
PARTITORE DI TENSIONE: = ÀqÁÂ⋯Âqà → �_ = *_ = ()(4Â⋯Â(� Ä = &)
PARTITORE DI CORRENTE: � = eÅÁÂ⋯ÂÅà → � = 8�� = 3«34Â⋯Â3� Æ = )«
RISONANZA REATTANZA
Si ha: �́�� = �́q + �́Q + �́` = * + 1 �tIb U �t] � * U �Çt] � 1 tIb È.
Sia ω0 t.c. +tP] � 1 tPIb 2 � 0 → tP�]I � 1 � 0 → xT � 4 √YFb (pulsazione di risonanza)
Quando il circuito funziona con questa pulsazione, si ha che: �́���tP� � *.
Risonanza: fenomeno per cui, ad una determinata pulsazione ω0 detta pulsazione di risonanza, si annulla la
reattanza del circuito (la parte immaginaria di �́), per cui la sua impedenza �́�� risulta pari alla sua resistenza R.
Poiché: �́ � �¡ < ̅b → �¡ � �́<,̅ e nel nostro caso, essendo �́ � *: �¡ � *<.̅ Quindi le due cadute di tensione su C e su L si bilanciano
(sono uguali ed opposte), per cui rimane solo la caduta di tensione su R: il circuito si comporta come resistivo anche se non lo è.
ANTIRISONANZA SUSCETTANZA
Si ha: ¬́�� � ¬́q U ¬́Q U ¬́` � 1 *b U 1 �t]b U �tI � 1 *b U �ÇtI � 1 t]b È.
Sia ω0 t.c. +tPI � 1 tP]b 2 � 0 → tP�]I � 1 � 0 → xT � 4 √YFb (pulsazione di anti-risonanza)
Quando il circuito funziona con questa pulsazione, si ha che: ¬́���tP� � 1 *b .
Anti-risonanza: fenomeno per cui, ad una determinata pulsazione ω0 detta pulsazione di anti-risonanza, si annulla la suscettanza del
circuito (la parte immaginaria di ¬́), per cui la sua ammettenza ¬́�� risulta pari all’inverso della sua resistenza R.
Poiché: ¬́ � < ̅ �¡b → < ̅ � ¬́�¡ , e nel nostro caso, essendo ¬́ � 1 *b : �¡ � *<.̅ Quindi le due intensità di corrente su C e su L si
bilanciano (sono uguali ed opposte), per cui rimane solo l’intensità su R: il circuito si comporta come resistivo anche se non lo è.
Quindi: - mettere in risonanza un circuito significa cortocircuitarlo nella zona in cui sono presenti C ed L;
- mettere in anti-risonanza un circuito significa creare un circuito aperto nella zona in cui sono presenti C ed L.
CIRCUITI RESISTIVI
Sono descritti da equazioni algebriche. Ne fanno parte generatori indipendenti, generatori pilotati, trasformatori, resistenze.
Circuito resistivo semplice: costituito solo da bipoli. Si risolve con LKC, LKT, equazioni di lato, serie/parallelo.
Circuito resistivo complesso: costituito anche da altri elementi. Si risolve con:
1. TEOREMA DI SOVRAPPOSIZIONE:
Dato un circuito resistivo, lineare, tempo-invariante, con più ingressi (generatori di tensione/corrente) una qualunque variabile di
rete (tensione o corrente) si può ottenere come somma delle singole variabili quando i generatori agiscono uno per volta. Quindi:
risposta ad n ingressi simultanei = somma delle risposte quando ciascuno degli n ingressi agisce singolarmente (cioè tutti i generatori
di tensione vengono cortocircuitati e tutti i generatori di corrente vengono aperti).
2. TEOREMA DI THEVENIN/NORTON:
Si può usare con qualsiasi circuito, in generale non lineare e tempo-variante, a condizione che in tale circuito venga individuata una
coppia di morsetti AB da una parte dei quali vi siano solamente elementi lineari tempo-invarianti e dall’altra parte tutto il resto.
Inoltre, il circuito dev’essere ben definito (nessun tipo di accoppiamento elettromagnetico attraverso la porta AB) e deve
ammettere un’unica soluzione (per ogni valore del generatore di corrente – THEVENIN, o di tensione – NORTON). Se soddisfa tali
condizioni, la parte lineare tempo-invariante del circuito è equivalente ad un circuito in cui siano combinati in serie – THEVENIN un
generatore di tensione VTh (generatore di Thevenin) e una resistenza RTh (resistenza di Thevenin) o in parallelo – NORTON un
generatore di corrente IN (generatore di Norton) e una conduttanza GN (conduttanza di Norton). In particolare, la resistenza RTh è la
resistenza che si misura ai morsetti AB quando si aprono i generatori di corrente e si cortocircuitano i generatori di tensione (circuito
passivato), mentre la tensione VTh è quella che si misura ai morsetti AB a circuito aperto. Inoltre, la conduttanza GN è la conduttanza
che si misura ai morsetti AB quando si aprono i generatori di tensione e si cortocircuitano i generatori di corrente, mentre la
corrente IN è la corrente che si misura ai morsetti AB a cortocircuito. Valgono inoltre le seguenti relazioni: <É � �·Ê *·Êb ;�·Ê � <É 1 8Éb ;*·Ê � 1 8Éb
TEOREMA DI THEVENIN/NORTON PER CIRCUITI IN ALTERNATA
Valgono gli stessi risultati precedenti: si passa semplicemente dal dominio del tempo al dominio dei fasori,
usando appunto i fasori <̅>�¡ . Le relazioni diventano quindi: <É̅ � �¡·Ê �́·ÊË ;�¡·Ê � <É̅ 1 ¬́Éb ;�́·Ê � 1 ¬́Éb .
PUNTO DI CARICO
Nel caso di circuiti non lineari con una sola non-linearità, la soluzione si può trovare per via grafica intersecando la retta di carico
data da: (ÌÍ ∙ )Y U &Y � &ÌÍ con la caratteristica della non-linearità in questione. Tale intersezione è detta punto di carico.
FORZA ELETTRO MOTRICE (f.e.m.) e MAGNETO MOTRICE (f.m.m.)
Caso elettrico: �. >.�.� *<, con R resistenza [Ω] (misura l’opposizione di un materiale al transito di una corrente).
Caso magnetico: �.�.�.� *ÎW, con RH riduttanza [A/W] (misura l’opposizione di un materiale al transito di un flusso magnetico).
Induttori accoppiati
�W� � ]�� UÏ���W� � ]�� UÏ��� J JLbÐÑÒ Ó�� � ]� O�O� U ÏO�O��� � ]� O�O� UÏ O�O�
EQUAZIONI DEGLI INDUTTORI ACCOPPIATI
(con L1 ed L2 autoinduttanze [H], M=M12=M21 mutua induzione [H]).
M positivo M negativo
(rafforza il flusso) (indebolisce il flusso) ] � Ô]� ÏÏ ]�Õ Matrice delle induttanze accoppiate
Trasformatore
Insieme di induttori accoppiati in cui:
1. non si hanno flussi dispersi (tutte le linee di forza rimangono all’interno della struttura):
poiché su qualunque spira il flusso è lo stesso, vale: �W� � ��WW� � ��W → ^Á^p � lÁlp → MÁ�L�Mp�L� � lÁlp
2. si ha una permeabilità magnetica molto elevata (μ � ∞):
poiché la riduttanza RH vale: *Î � Ö ×6b , per μ � ∞, RH � 0. Inoltre vale: ������ U ������ � *ÎW. Da ciò deriva
una relazione fra le tensioni di porta i1 e i2: � �b � ��� ��b , con m1 ed m2 numero di spire degli avvolgimenti 1 e 2.
SISTEMI TRIFASE
Particolare sistema di produzione, distribuzione e utilizzazione dell'energia elettrica basato su tre tensioni elettriche alternate aventi
la stessa frequenza (isofrequenziali) e la stessa differenza di fase (vedere dispense).