Ricerca sull’architettura liberty a

Milano

Presentazione e foto a cura di Luca Cavallo

Itinerario dei siti visitati

Casa Ferrario – Via Spadari 3

Casa Ferrario fu costruita nel 1902 sotto progetto dell’architetto Ernesto Pirovano, essa rappresenta uno dei più

eleganti esempi di architettura Liberty milanese.

Balconi in ferro battuto

Parte fondamentale della casa sono i balconi in ferro battuto progettati dall’artigiano Alessandro

Mazzucotelli, importantissimo esponente del ferro battuto in Italia, per Casa Ferrario però si ispirò allo

stile liberty belga di Victor Horta.

Consolato dell’ Austria– Piazza Liberty

Nascosto in una piazza adiacente al frequentatissimo Corso Vittorio Emanuele sorge in piazza Liberty un cimelio

molto importante dello stile liberty milanese, egli è caratterizzato dalla presenza di sculture e decorazioni floreali

realizzate in pietra, attualmente è sede del Consolato dell’Austria.

Ex Hotel Corso

La porzione di facciata che sorge attualmente in Piazza Liberty in realtà apparteneva ad un unico edificio, ovvero

l’Hotel Corso, situato in Corso Vittorio Emanuele 15, l’edificio fu bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale,

ma miracolosamente si salvò la facciata, in seguito il Comune di Milano decise di preservare questo gioiello

smontando e applicando il fronte a un edificio del dopoguerra in una piazzetta non molto distante.

Galleria Meravigli – Via Meravigli 3

Durante tutto l’800 e il ‘900 le gallerie raggiunsero il loro massimo splendore, la più famosa e grande a Milano è la

Galleria Vittorio Emanuele, ma l’esempio lampante di galleria liberty è Galleria Meravigli, alta nove metri e lunga

sessantasei, collega Via Gaetano Negri con Via Meravigli.

Pavimentazione

La pavimentazione di Galleria Meravigli presenta dei motivi floreali e tipici dello stile liberty, questi ultimi

sono costituiti da piccoli tasselli di quattro principali cromature: il rosso mattone, il grigio, il bianco e il

nero.

Palazzo Berri-Menegalli – Via

Cappuccini 8

Posto nello spendido Quadrilatero del Silenzio Palazzo Berri-Meregalli è uno degli edifici liberty più imponenti e

massici di Milano, è caratterizzato dalla torre a pianta semicircolare e da lesene in mattoni che scandiscono la

facciata.

Decorazioni della facciata

Nelle due facciate laterali si può notare come lo stile liberty a Milano stia sfumando in uno stile che in

seguito verrà chiamato “Eclettico”, ma è ugualmente presente il ferro battuto, sempre costruito da

Alessandro Mazzucotelli, posto al piano terra e nei balconi del primo piano.

Ingresso

Valicato il portone principale di Palazzo Berri-Meregalli ci si trova davanti ad un ingresso che

presenta molte caratteristiche dello stile liberty, dalle vetrate ai pavimenti a mosaico, ma il particolare

che troneggia questo spazio è la scultura della Vittoria di Adolfo Wildt del 1919.

Casa Berri-Meregalli – Via Mozart 21

Poco distante da Palazzo Berri-Meregalli sorge Casa Berri-Meregalli, un altro esempio di architettura liberty mista

allo stile eclettico, il pian terreno è costituito da pietre di forma irregolare, il primo piano invece è caratterizzato dal

balcone centrale con due teste di ariete, lo stesso animale è presente sul timpano spezzato che sovrasta il finestrone del

medesimo piano, mentre tra il secondo e il terzo piano sono presenti ai lati due teste di mostri marini con la bocca

aperta, da quest’ultima escono i tubi delle grondaie.

Particolare della facciata

Il primo piano della facciata di Casa Berri Meregalli è caratterizzato dall’affresco tipicamente liberty di Pietro

Adamo Rainoldi, dove sono raffigurate due figure, una maschile e una femminile.

Palazzo Castiglioni – Corso Venezia 47

Palazzo Castiglioni è l’esempio lampante dello stile liberty milanese, fu costruito da Giuseppe Sommaruga, la sua

costruzione in Corso Venezia non fu semplice, infatti lo stile liberty non era confacente con lo stile neoclassico dei

palazzi che costeggiano il corso. Nel 1945 durante la Seconda Guerra Mondiale le truppe americane utilizzarono i mobili

finemente intagliati e sagomati presenti all’interno del palazzo come legna da ardere e nel 1967 gli ultimi eredi dovettero

vendere tutto l’immobile all’Unione del Commercio con la clausola che si preservassero lo scalone, la veranda e diverse

stanze del piano nobile, un’altra proposta per l’uso del palazzo era quella di trasformarlo nel Museo del Liberty

preservando tutte le stanze, ma purtroppo quest’ultima proposta non fu approvata.

Finestre

Lo stile liberty milanese si differenzia da quello di tutto il resto d’Europa per la sua peculiarità nel utilizzare

il meno possibile il ferro battuto e preferendo la pietra lavorata, questa caratteristica la si può notare nella

facciata dove il metallo è utilizzato solo nelle finestre rotonde del piano terra, mentre tutte le altre

presentano delle decorazioni floreali e dei putti in pietra.

Portone d’ingresso

Il monumentale portone d’ingresso, come appare tutt’ora (foto di sinistra), presenta un basso rilievo con motivi

floreali in pietra, ma una volta era più basso e sormontato da due figure femminili (foto centrale) costruite da Ernesto

Bazzaro,che rappresentavano la pace e l’industria, e da una trifora. Ultimata la facciata del palazzo e smantellati i

ponteggi il giudizio popolare nei confronti del nuovo palazzo in Corso Venezia era negativo, in quanto ne criticavano

sia lo stile che le due sculture all’ingresso, in quanto risultavano troppo nude per i canoni dell’epoca, da quel

momento in avanti il volgo milanese iniziò a chiamare il palazzo “Ca di ciapp” fino alla rimozione delle sculture e il

loro trasferimento presso Villa Luigi Faccanoni, lontane da occhi indiscreti.

Scalone d’onore

Gli interni che si sono salvati dentro Palazzo Castiglioni sono di rara bellezza, lo scalone d’onore presenta più rampe di

scale costeggiate da una balaustra in ferro battuto dove agli estremi si ergono dei lampioni raffiguranti delle piante

rampicanti, che vanno poi a contorcersi fino a creare la struttura di sostegno delle lampadine, il tutto è sovrastato da

delle statue di putti e un lucernario di vetri policromi che infonde luce nell’ambiente.

Casa Galimberti – Via Malpighi 3

Casa Galimberti può essere considerata il palazzo liberty più colorato di Milano, fu progettato dall’architetto

Giovanni Battista Bossi e la sua peculiarità sta nel rivestimento di circa centosettanta metri quadrati di mattonelle

di ceramica dipinte a mano.

Particolari della facciata

Le mattonelle che incorniciano le finestre rappresentano figure umane, al primo piano, e alberi al secondo, il tutto su

uno sfondo dorato che ricorda i quadri di Gustav Klimt (grande esponente e pittore del liberty viennese).

Anche i balconi cambiano in base al piano dove sono collocati, infatti più si sale e più questi ultimi si

“alleggeriscono”, passando dal calcestruzzo, fino al solo utilizzo del ferro battuto.

Biblioteca Venezia – Via Paolo Frisi 2

La biblioteca Venezia fu uno dei primi edifici appositamente progettati per ospitare un cinema in Italia, fu fatto

commissionare dai fratelli Galli e fu chiamato Cinema Dumont, in seguito fu trasformato in autorimessa e sede della

Croce Rossa, ma attualmente ospita una biblioteca comunale.

Casa Guazzoni – Via Malpighi 12

Poco distante da Casa Galimberti sorge un altro gioiello del liberty, ovvero Casa Guazzoni,

progettata sempre da Giovanni Battista Bossi, nel tempo non si è conservata bene come gli altri

palazzi liberty, infatti si è andato a perdere la fascia di affreschi posta tra il secondo e il terzo

piano.

Balconi e finestre in ferro battuto

Come Casa Galimberti anche Casa Guazzoni presenta la peculiarità di avere delle decorazioni più

ricche ai piani bassi e meno ricche nei piani alti dell’edificio.

Hotel Diana Majestic – Viale Piave 42

L’Hotel Diana Majestic è un edificio che fece parte del progetto di riqualificazione della zona di Porta

Venezia, le caratteristiche principali sono la facciata semicircolare all’angolo tra Viale Piave e Via Paolo

Mascagni e il tetto che ricorda quello degli hotel parigini, al suo interno vi erano diversi servizi come un

teatro, un ristorante e un hotel.

L’hotel nel 1908

Il sito dove fu costruito l’hotel ospitava i Bagni di Diana e al posto del parco retrostante vi era

la prima piscina lunga cento metri costruita in Italia, attualmente è sopravvissuto ai giorni

nostri soltanto l’hotel, dato che a causa dell’abuso edilizio il parco fu distrutto.

Casa Alessio – Via Laberto De Bernardi 1

Casa Alessio fu costruita da Giovanni Battista Bossi, questo tipo di edificio fu progettato tenendo

conto dei canoni estetici del liberty tedesco, infatti si può notare come le forme siano più lineari e

le decorazioni più austere e prive di troppi fronzoli

Casa Campanini – Via Vincenzo Bellini 11

Casa Campanini fu progettata dall’architetto Alfredo Campanini come sua residenza, per

costruirlo si ispirò a Palazzo Castiglioni al quale volle fare un “tributo” costruendo le due

donne all’ingresso.

Dettagli della facciata principale

Le due sculture poste all’ingresso non furono prese di mira dal giudizio popolare in quanto sono coperte

rispetto a quelle di Palazzo Castiglioni. Tutti i balconi presentano delle decorazioni di grandi foglie in rame

Facciata in Via Livorno

La facciata su Via Livorno di Casa Campanini presenta le stesse decorazioni di quella principale,

eccezion fatta per la torretta finale.

Chiesa del Sacro Cuore di Gesù – Viale

Piave 2

La Chiesa del Sacro Cuore di Gesù è un chiaro esempio che il liberty a fine 1800 e inizio 1900 era

così popolare che anche la Chiesa tentò di uscire dai rigorosi canoni estetici e abbracciare la nuova

corrente architettonica.

Interno

L’interno della chiesa presenta delle volte a crociera, sui muri in alto delle trifore e affreschi ben

definiti che incorniciano l’abside inserita in un arco a tutto sesto.

Palazzina Liberty – Largo Marinai d’Italia

L’edificio che attualmente sorge all’interno di un parco faceva parte di un mercato ortofrutticolo chiamato Verziere e la

palazzina era sede di un caffè e di un ristorante, negli anni settanta Dario Fo vi teneva i suoi spettacoli, negli anni ottanta

divenne sede della Civica Banda di Milano, mentre dagli anni novanta si svolgono al suo interno spettacoli e concerti.

Facciata laterale

Tutte le facciate della palazzina sono scandite da grandi finestroni intervallati da delle lesene

con capitelli di ordine ionico, ma adattato allo stile liberty, mentre nella parte superiore si trova

una cornice di fiori in pietra e dei dipinti floreali.

Palazzina Appiani – Viale Rep. Cisalpina

Palazzina Appiani è un piccolo edificio situato a ridosso dell’Arena Civica, fu progettata agli inizi del

1800 da Luigi Canonica in stile neoclassico, ma durante l’Expo di Milano del 1906 fu temporaneamente

addobbata con decorazioni liberty.

Palazzina Appiani durante l’Expo

In questa cartolina d’epoca è possibile vedere come fu addobbata la palazzina per l’Expo: furono aggiunti dei

bassorilievi liberty nei rettangoli vuoti posti sopra le finestre, furono posizionati due leoni di pietra ai lati

dell’ingresso e fu installato uno scalone monumentale a tre rampe che collegava la strada con il salone dei

ricevimenti posto all’interno dell’edificio, questo permetteva un rapido accesso alla palazzina e agli spalti

retrostanti dell’arena.

Acquario civico – Via G. B. Gadio 2

L’acquario Civico è l’unico padiglione del passato Expo del 1906 che non fu smantellato, è

considerato il terzo acquario più antico d’Europa.

Particolari della facciata

Le facciate dell’acquario presentano decorazioni e statue in calcestruzzo e riquadri decorati con

mattonelle di ceramica dipinte, che rappresentano stagni o fondali marini.

Vi è un particolare rimando alla cultura marina in elementi architettonici come la balaustra scandita

dai carapaci dei granchi, oppure nelle prue di barche che sbucano dal muro.

Fontana dell’ippopotamo

L’elemento che salta all’occhio di ogni visitatore che arriva all’Acquario Civico è la fontana dell’ippopotamo costituita

da una testa di ippopotamo posta sulla parete e dalla quale fuoriesce dell’acqua che crea una piccola cascata che si

immette in una vasca di pesci rossi con le ninfee. Fu scelto l’ippopotamo in quanto agli inizi del novecento nascono i

primi mezzi moderni per poter viaggiare in tutto il mondo, come i dirigibili, e di conseguenza vi era un culto

dell’esotico, ovvero tutto ciò che era al di fuori dell’Europa, sia dal punto di vista architettonico che naturalistico.