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CAPITOLO 27 Gli errori di dischi rigidi e di file system possono essere generati da diversi problemi, ad esempio guasti hardware, interruzione dell’alimentazione, scarsa manutenzione del sistema, virus e errori umani. In questo capitolo vengono presentati riferimenti per la risoluzione di problemi relativi a dischi e a file system, viene illustrato l’utilizzo degli strumenti adeguati a tale scopo e riportate informazioni sulle condizioni di errore di volume e di disco, sui virus e sui messaggi di arresto. È inoltre possibile esaminare questo capitolo per ottenere descrizioni accurate del record di avvio principale (MBR, Master Boot Record), della tabella di partizione GUID (GPT) e dei settori di avvio. Contenuto del capitolo Novità nella risoluzione dei problemi di dischi e di file system ......................................................... 30 Strumenti di manutenzione e di risoluzione dei problemi .................................................................. 31 Descrizioni dello stato di dischi e volumi.............................................................................................. 55 Virus che influenzano il record di avvio principale e i settori di avvio .............................................. 60 Riparazione di record di avvio principale e settori di avvio su computer basati su processori x86 ......................................................................................................................... 64 Messaggi di arresto per dischi e file system........................................................................................ 69 Altri problemi del disco............................................................................................................................ 70 Settori del disco fondamentali per l'avvio ............................................................................................ 71 Risorse aggiuntive ................................................................................................................................ 103 Informazioni correlate Per ulteriori informazioni sulla tabella di allocazione file (FAT, File Allocation Table) e sui file system NTFS, consultare “File System” nel presente Resource Kit. Per ulteriori informazioni sulla gestione di dischi e volumi, consultare “Gestione dei dischi” nel presente Resource Kit. Per ulteriori informazioni sugli strumenti per la risoluzione di problemi forniti da Microsoft® Windows® XP Professional, consultare “Strumenti per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit. Per ulteriori informazioni sui metodi di risoluzione di problemi, consultare “Concetti e strategie per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit. Risoluzione di problemi di dischi e file system

Risoluzione di problemi di dischi e file system · Chkdsk.exe è uno strumento di riga di comando utilizzato per la verifica dell’integrità logica di un file system su un volume

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C A P I T O L O 2 7

Gli errori di dischi rigidi e di file system possono essere generati da diversi problemi, ad esempio guasti hardware, interruzione dell’alimentazione, scarsa manutenzione del sistema, virus e errori umani. In questo capitolo vengono presentati riferimenti per la risoluzione di problemi relativi a dischi e a file system, viene illustrato l’utilizzo degli strumenti adeguati a tale scopo e riportate informazioni sulle condizioni di errore di volume e di disco, sui virus e sui messaggi di arresto. È inoltre possibile esaminare questo capitolo per ottenere descrizioni accurate del record di avvio principale (MBR, Master Boot Record), della tabella di partizione GUID (GPT) e dei settori di avvio.

Contenuto del capitolo

Novità nella risoluzione dei problemi di dischi e di file system.........................................................30

Strumenti di manutenzione e di risoluzione dei problemi..................................................................31

Descrizioni dello stato di dischi e volumi..............................................................................................55

Virus che influenzano il record di avvio principale e i settori di avvio ..............................................60

Riparazione di record di avvio principale e settori di avvio su computer

basati su processori x86.........................................................................................................................64

Messaggi di arresto per dischi e file system........................................................................................69

Altri problemi del disco............................................................................................................................70

Settori del disco fondamentali per l'avvio ............................................................................................71

Risorse aggiuntive ................................................................................................................................ 103

Informazioni correlate

■ Per ulteriori informazioni sulla tabella di allocazione file (FAT, File Allocation Table) e sui file system NTFS, consultare “File System” nel presente Resource Kit.

■ Per ulteriori informazioni sulla gestione di dischi e volumi, consultare “Gestione dei dischi” nel presente Resource Kit.

■ Per ulteriori informazioni sugli strumenti per la risoluzione di problemi forniti da Microsoft® Windows® XP Professional, consultare “Strumenti per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit.

■ Per ulteriori informazioni sui metodi di risoluzione di problemi, consultare “Concetti e strategie per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit.

Risoluzione di problemi di dischi e file system

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30 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Novità nella risoluzione dei problemi di dischi e di file system

Con Microsoft® Windows® XP Professional vengono forniti strumenti avanzati per la risoluzione di problemi relativi a dischi e a file system. Nella tabella 27.1 sono riepilogati i miglioramenti apportati in Windows XP rispetto a Professional Microsoft® Windows® 2000.

Tabella 27.1 Miglioramenti e modifiche rispetto a Windows 2000

Nuova funzionalità Descrizione della funzionalità

Ripristino automatico di sistema (ASR, Automated System Recovery)

ASR rappresenta un metodo in due parti mediante il quale è possibile effettuare il ripristino dello stato del sistema operativo utilizzando file salvati su supporto a nastro e configurazioni del disco rigido salvate su un disco floppy.

Nuove caratteristiche di Utilità di deframmentazione dischi, inclusa un’opzione di riga di comando.

In Windows XP Professional sono disponibili due tipi di metodi di deframmentazione dei dischi: lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi e una nuova versione di riga di comando dello strumento (Defrag.exe). È possibile, tramite entrambi gli strumenti, deframmentare volumi NTFS con dimensioni di cluster superiori ai 4 KB e file inferiori a 16 cluster. È possibile inoltre deframmentare la Tabella file master (MFT, Master File Table) su volumi NTFS.

Risoluzione dei problemi di dischi e volumi dalla riga di comando utilizzando DiskPart.

L’utilizzo del nuovo strumento di riga di comando DiskPart per la risoluzione dei problemi di dischi e volumi dalla riga di comando rappresenta un’alternativa allo snap-in Gestione disco.

Creazione di dischi con tabella di partizione GUID su computer Itanium.

In Windows XP 64-Bit Edition è supportato un nuovo stile di partizione denominato GPT (Tabella di partizione GUID, GUID Partition Table). Nei dischi GPT sono presenti tabelle di partizione ridondanti per una maggiore integrità strutturale della partizione.

Utilizzo dello strumento Fsutil.exe per individuare se un volume è segnalato come danneggiato.

Tramite lo strumento di riga di comando Fsutil.exe sono forniti numerosi comandi utilizzabili per la gestione del funzionamento del file system. È possibile, ad esempio, utilizzare il comando fsutil dirty per determinare se un volume è danneggiato. In tal caso, si sono verificati errori del file system e occorre eseguire Chkdisk sul volume per porre rimedio al problema. È inoltre possibile utilizzare il comando fsutil dirty per contrassegnare un volume come danneggiato.

Se la migrazione viene eseguita dalla versione 4.0 di Microsoft® Windows NT®, oltre ai miglioramenti descritti nella tabella 27.2 sono disponibili i miglioramenti indicati nella tabella 27.1.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 31

Tabella 27.2 Miglioramenti e modifiche rispetto a Windows 4.0

Nuova funzionalità Descrizione della funzionalità

Chkntfs.exe Chkntfs.exe è uno strumento di riga di comando utilizzabile per la disattivazione dell’esecuzione automatica al riavvio di Chkdsk sui volumi danneggiati. Inoltre, è possibile utilizzare Chkntfs per annullare una sessione pianificata di Chkdsk in modo che non venga eseguita durante il riavvio del computer.

Nuovi parametri di Chkdsk In Chkdsk sono presenti due nuovi parametri, /c e /i, per la riduzione del tempo richiesto per l’esecuzione di Chkdsk su volumi NTFS.

Console di ripristino La Console di ripristino è un ambiente di avvio di riga di comando che consente l’accesso al disco rigido per la risoluzione dei problemi di base e per la manutenzione del sistema.

Dmdiag.exe Dmdiag.exe è uno strumento di riga di comando per la visualizzazione della posizione e del layout di dischi e volumi dinamici. I dischi dinamici sono stati introdotti con Windows 2000 e non utilizzano il layout tradizionale di partizione utilizzato dai dischi nelle versioni di Windows NT 4.0 e precedenti.

Strumenti di manutenzione e di risoluzione dei problemi

Con Windows XP Professional sono forniti numerosi strumenti utili per la manutenzione e la risoluzione di problemi di dischi e di file system. Di seguito sono elencati gli strumenti descritti in questa sezione.

■ Chkdsk

■ Utilità di deframmentazione dischi

■ Console di ripristino

■ Ripristino automatico di sistema

■ DiskProbe

■ Dmdiag

Per ulteriori informazioni sulla risoluzione di problemi con Windows XP Professional, consultare “Strumenti per la risoluzione dei problemi” e “Concetti e strategie per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit.

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32 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Chkdsk Chkdsk.exe è uno strumento di riga di comando utilizzato per la verifica dell’integrità logica di un file system su un volume Windows XP Professional. Nel caso in cui le strutture del file system risultino danneggiate, in Windows XP Professional sarà automaticamente pianificata l’esecuzione di Chkdsk al successivo riavvio del computer. In qualsiasi momento è possibile eseguire manualmente Chkdsk dal prompt dei comandi oppure da Esplora risorse o da Risorse del computer. Per ulteriori informazioni sull’esecuzione della versione grafica di Chkdsk, consultare “Esecuzione di Chkdsk da Risorse del computer o da Esplora risorse” in questo capitolo.

I volumi in cui si sono presentati errori del file system sono denominati volumi danneggiati. Per indicare il verificarsi di un problema nel file system e il danneggiamento del volume, in Windows XP Professional viene visualizzato un messaggio simile al seguente nel momento in cui viene effettuato il tentativo di aprire, eliminare oppure rinominare un file o una cartella tramite Esplora risorse oppure tramite il prompt dei comandi.

La directory o il file nomefile è danneggiato e illeggibile. Eseguire l'utilità

Chkdsk.

È inoltre possibile visualizzare messaggi presenti nel registro eventi di sistema nello snap-in Visualizzatore eventi. Nella figura 27.1 è illustrata una voce di Chkdsk nel registro eventi di sistema.

Figura 27.1 Messaggio di Chkdsk nel registro eventi di sistema in Visualizzatore eventi.

È anche possibile determinare se un volume è danneggiato tramite l’utilizzo dei comandi fsutil

dirty query oppure chkntfs.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 33

Per determinare, ad esempio, se il volume C è danneggiato, è possibile digitare

fsutil dirty query c:

oppure

chkntfs c:

Esecuzione di Chkdsk per la riparazione dei file system È possibile eseguire Chkdsk in due modalità differenti:

■ Chkdsk senza parametri. Quando si esegue Chkdsk senza inserire parametri, il programma viene eseguito in modalità di sola lettura. In tal modo il disco viene esaminato e sono elencati eventuali errori del file system senza però che essi vengano riparati.

■ Chkdsk con parametri. Quando si esegue Chkdsk con parametri, come ad esempio /f oppure /r, gli errori relativi alle strutture del file system vengono riparati.

Prima di eseguire Chkdsk per riparare un volume, attenersi alla procedura riportata di

seguito.

Prima di eseguire Chkdsk per riparare un volume, occorre effettuare le operazioni riportate di seguito.

■ Effettuare una copia di backup dei file di dati fondamentali oppure assicurarsi di averlo già effettuato.

■ Prepararsi al completamento del processo di Chkdsk.

Il completamento del processo di Chkdsk potrebbe richiedere una notevole quantità di tempo nel caso in cui vengano utilizzato il parametro /f oppure /r su un volume di grandi dimensioni, ad esempio di 70 GB, oppure su un volume contenente un grande numero di file (milioni). Durante l’esecuzione il volume non è disponibile, dato che non viene rilasciato fino al termine di Chkdsk. Se il volume viene esaminato durante il processo di avvio, il computer non sarà disponibile fino al termine dell’esecuzione di Chkdsk.

In Chkdsk non sono inclusi parametri per l’eliminazione del processo. Tuttavia, durante la sua esecuzione, è possibile specificare i parametri per abbreviare il processo. Per ulteriori informazioni sul modo in cui ridurre al minimo i tempi di inattività durante l’esecuzione di Chkdsk, consultare “Riduzione del tempo richiesto per l’esecuzione di Chkdsk su volumi NTFS” nel presente capitolo.

Esecuzione di Chkdsk sul volume di avvio

Il messaggio riportato di seguito viene visualizzato nel momento in cui è utilizzato il parametro /f oppure /r durante l’esecuzione di Chkdsk sul volume di avvio.

Impossibile eseguire chkdsk. Il volume è utilizzato da un altro processo.

Programmare il controllo di questo volume al riavvio successivo del sistema?

(S/N)

L’utilizzo esclusivo del volume di avvio non può essere concesso a Chkdsk dato che in esso sono presenti i file del sistema operativo Windows XP. Occorre pertanto riavviare il computer per esaminare il volume. Nel caso venga selezionato S, sarà eseguita una versione di Chkdsk denominata Autochk durante il successivo avvio del computer. Una volta controllato il volume di avvio, il computer sarà riavviato automaticamente.

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34 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Esecuzione di Chkdsk su un volume diverso dal volume di avvio

Nel caso in cui il parametro /f oppure /r sia utilizzato su un volume differente dal volume di avvio, questo volume sarà utilizzato esclusivamente da Chkdsk fino al termine della riparazione degli errori al suo interno. Se il volume presenta file o programmi aperti, verrà visualizzato il messaggio riportato di seguito.

Impossibile eseguire chkdsk. Il volume è utilizzato da un altro processo.

Smontare il volume per eseguire chkdsk. TUTTI GLI HANDLE DEL VOLUME APERTI

CESSERANNO IN QUESTO MODO DI ESSERE VALIDI. Forzare lo smontaggio sul volume?

(S/N)

Se viene selezionato S, Chkdsk tenterà di chiudere tutti gli handle e di bloccare il volume. Se tale operazione viene effettuata con successo, avrà inizio il processo di riparazione. La durata di tale processo è determinata dal numero di file e di cartelle presenti sul volume e dal grado di danneggiamento, se presente.

Nel caso in cui non sia possibile chiudere il volume oppure nel caso in cui venga selezionato N, è possibile specificare se si desidera analizzare il volume tramite l’esecuzione di Autochk durante il successivo riavvio del computer. Per ulteriori informazioni su Autochk, consultare “Esecuzione di Autochk durante il riavvio del computer” in questo capitolo.

Sintassi di Chkdsk

Di seguito è illustrata la sintassi della riga di comando di Chkdsk.

chkdsk [volume[[percorso] nomefile]] [/f] [/v] [/r] [/x] [/i] [/c][/l[:dimensioni]]

Parametri di Chkdsk

Nella tabella 27.3 sono elencati tutti i parametri della riga di comando di Chkdsk.

Tabella 27.3 Parametri di Chkdsk

Parametro Descrizione

volume Viene specificato il volume che si intende analizzare con Chkdsk. È possibile specificarlo utilizzando uno dei formati illustrati negli esempi seguenti.

� Per eseguire Chkdsk sul volume C, inserire

c:

� Per eseguire Chkdsk su un volume di nome data installato su C, inserire

c:\data

� Per eseguire Chkdsk su un altro volume, è possibile inserire il nome simbolico del volume, come ad esempio

\\?\Volume{2d9bd2a8-5df8-11d2-bdaa-000000000000}

È possibile determinare un nome di collegamento simbolico di un volume tramite il comando mountvol. Per ulteriori informazioni su mountvol, consultare la Guida in linea di Windows XP Professional.

percorso Esclusivamente FAT/FAT32. Viene specificato il percorso di un file o di un insieme di file all’interno della struttura di cartelle del volume.

(continua)

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 35

Tabella 27.3 Parametri di Chkdsk (continua)

Parametro Descrizione

nomefile Esclusivamente FAT/FAT32. Viene specificato il file o l’insieme dei file da analizzare per la frammentazione. È possibile utilizzare caratteri jolly (* e ?).

/f Vengono riparati gli errori sul disco. Il volume deve essere bloccato. Nel caso non sia possibile, verrà consentito di analizzarlo al successivo riavvio del computer.

/v Su FAT/FAT32: viene visualizzato il percorso e il nome completi di ciascun file presente sul disco. Su NTFS: vengono visualizzate informazioni aggiuntive oppure messaggi di pulitura, se presenti.

/r Individua i settori danneggiati e recupera le informazioni leggibili (richiede la presenza di /f). Nel caso non sia possibile bloccare il volume, verrà consentito di analizzarlo al successivo riavvio del computer.

Dato che in NTFS, inoltre, vengono identificati e ricollegati i settori danneggiati durante l’esecuzione delle normali operazioni, di norma non occorre utilizzare il parametro /r a meno che non si sospetti la presenza di settori danneggiati sul disco.

/x Viene prima obbligato lo smontaggio del volume, se necessario. Tutti gli handle aperti presenti sul volume sono quindi non validi (richiede la presenza di /f). Questo parametro non funziona sul volume di avvio. Occorre riavviare il computer per smontare il volume di avvio.

/i Esclusivamente NTFS. Viene effettuato un controllo meno accurato delle voci d’indice, riducendo in tal modo il tempo di esecuzione di Chkdsk.

/c Esclusivamente NTFS. Viene ignorato il controllo dei cicli interni alla struttura di cartelle, riducendo in tal modo il tempo di esecuzione di Chkdsk.

/l:dimensioni Esclusivamente NTFS. Viene modificata la nuova dimensione, in kb, del file di registro. Viene visualizzata la dimensione attuale nel caso non ne venga inserita una nuova.

Nel caso in cui il sistema si spenga, si arresti oppure venga riavviato inaspettatamente, sarà eseguito da NTFS un processo di recupero in grado di accedere alle informazioni nel file di registro nel momento in cui verrà riavviato Windows XP Professional. La dimensione del file di registro varia in base alla dimensione del volume. Nella maggior parte dei casi, non occorre modificare la dimensione del file di registro. Tuttavia, nel caso in cui la quantità di modifiche sia così elevata da imporre a NTFS di riempire il file di registro prima che tutti i metadati vengano scritti su disco, occorre che NTFS obblighi la scrittura dei metadati su disco e l’aumento dello spazio disponibile su registro. Nel momento in cui tale condizione ha luogo, è possibile notare un arresto temporaneo di Windows XP Professional per 5 o più secondi. È possibile eliminare le operazioni di scrittura obbligata dei metadati su disco aumentando le dimensioni del file di registro. Per ulteriori informazioni sulla possibilità di recupero di NTFS, consultare “File System” nel presente Resource Kit.

/? Viene visualizzato l’elenco di parametri di Chkdsk.

Per ulteriori informazioni sui parametri di Chkdsk, consultare la Guida in linea di Windows XP Professional. Per ulteriori informazioni sull’esecuzione della versione grafica di Chkdsk, consultare “Esecuzione di Chkdsk da Risorse del computer o da Esplora risorse” nel presente capitolo.

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36 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Esempi di Chkdsk

Per eseguire Chkdsk per la riparazione di errori sul volume D, digitare:

chkdsk d: /f

Se occorre eseguire Chkdsk su un volume D di grandi dimensioni e si intende completare il processo più rapidamente possibile, digitare:

chkdsk d: /f /c /i

È possibile eseguire gli script di Chkdsk e di Autochk utilizzando le classi Win32_LogicalDisk, Win32_AutoChkSetting e Win32_OperatingSystemAutoChkSetting di Strumentazione gestione Windows (WMI, Windows Management Instrumentation). Per ulteriori informazioni su WMI, scegliere il collegamento Microsoft Windows Management Instrumentation (WMI) SDK nella pagina delle risorse Web all’indirizzo http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua inglese).

Processo di Chkdsk su volumi NTFS Durante l’esecuzione di Chkdsk su volumi NTFS, il processo viene diviso in tre fasi principali e due fasi (quarta e quinta) facoltative. L’esecuzione di ciascuna fase viene visualizzata da Chkdsk con i messaggi illustrati di seguito.

Verifica dei file in corso (fase 1 di 3)...

Verifica file completata.

Verifica degli indici in corso (fase 2 di 3)...

Verifica indici completata.

Verifica dei descrittori di protezione in corso (fase 3 di 3)...

Verifica descrittori di protezione completata.

Di seguito sono descritte le fasi di Chkdsk.

Fase 1: verifica di ciascun segmento record file nella tabella file master Durante la fase 1, Chkdsk esamina ciascun segmento record file nella tabella file master (MFT) del volume. Un segmento record file specifico presente nella MFT identifica in maniera univoca qualsiasi file e directory presenti su un volume NTFS. La percentuale visualizzata da Chkdsk durante questa fase rappresenta la percentuale di MFT verificata.

Fase 2: analisi delle directory presenti nel volume Durante la fase 2, Chkdsk esamina ciascuno degli indici (directory) sul volume per valutarne la consistenza interna e verifica che ciascun file e directory rappresentato da un segmento record file nella MFT faccia riferimento ad almeno una directory. Chkdsk conferma, inoltre, che ciascun file o sottodirectory di cui si fa riferimento in ciascuna directory sia attualmente esistente come segmento record file valido nella MFT e analizza riferimenti circolari a directory. Viene inoltre confermato che le informazioni sulla data e l’ora e le informazioni sulle dimensioni dei file associati ai file siano aggiornati negli elenchi delle directory corrispondenti a tali file.

La percentuale visualizzata da Chkdsk durante questa fase rappresenta la percentuale del numero totale di file analizzati sul volume. In caso di volumi con molte migliaia di file e di cartelle, il completamento di tale fase può richiedere molto tempo.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 37

Fase 3: verifica dei descrittori di protezione per ciascun volume Durante la terza fase viene esaminato ciascun descrittore di protezione associato a ogni file e directory presenti sul volume verificando che la struttura di ciascun descrittore sia corretta e coerente all’interno. La percentuale visualizzata da Chkdsk durante questa fase rappresenta la percentuale del numero di file e directory analizzati sul volume.

Fasi 4 e 5 (facoltative): lettura di tutti i settori sul volume per confermarne la stabilità Le fasi 4 e 5 vengono effettuate nel caso sia specificato il parametro /r all’avvio di Chkdsk. Tale parametro conferma che i settori in ciascun cluster sono utilizzabili. La specificazione del parametro /r non è di norma necessaria, dato che NTFS identifica e ricollega i settori danneggiati durante il corso delle normali operazioni, ma è possibile utilizzarlo se si sospetta la presenza di settori danneggiati nel disco.

Durante la fase 4 vengono verificati tutti i cluster utilizzati, mentre durante la fase 5 vengono verificati tutti i cluster non utilizzati.

La percentuale visualizzata da Chkdsk durante la fase 4 rappresenta la percentuale di cluster utilizzati analizzati, mentre la percentuale visualizzata da Chkdsk durante la fase 5 rappresenta la percentuale di cluster inutilizzati analizzati. L’analisi dei cluster utilizzati richiede, di norma, più tempo rispetto all’analisi dei cluster inutilizzati, pertanto la fase 4 ha una durata maggiore rispetto alla fase 5 nel caso di un volume con un numero uguale di cluster utilizzati e inutilizzati. Nel caso di un volume con una quantità di cluster inutilizzati maggiore della quantità di cluster utilizzati, la fase 5 durerà più a lungo rispetto alla fase 4.

Durante le fasi 1 e 3 l’indicatore di percentuale avanza in maniera relativamente fluida, sebbene possa aver luogo qualche ritardo durante la progressione di queste fasi. I segmenti record file non utilizzati, ad esempio, richiedono un minor tempo di elaborazione rispetto a quelli utilizzati, e i descrittori di protezione di maggiori dimensioni richiedono un tempo di elaborazione maggiore rispetto a quelli di minori dimensioni. La percentuale di completamento del processo costituisce un metodo abbastanza accurato di rappresentazione del tempo occorrente al completamento della fase.

La durata della fase 2 è variabile, dato che la quantità di tempo necessaria ad analizzare una directory è relativa alla quantità di file e di sottodirectory presenti in essa. Per questo motivo l’indicatore di percentuale potrebbe non avanzare fluidamente durante la fase 2, sebbene continui anche in caso di directory molto grandi. Pertanto la percentuale di completamento, in questa fase, non rappresenta un metodo di determinazione attendibile della durata della fase.

Per ulteriori informazioni, consultare la sezione “Determinazione della durata di esecuzione di Chkdsk” nel presente capitolo.

Esecuzione di Autochk durante il riavvio del computer Autochk.exe è una versione di Chkdsk eseguita esclusivamente prima dell’avvio di Windows XP Professional. Autochk viene eseguito in una delle situazioni elencate di seguito.

■ Autochk viene eseguito nel caso si tenti di eseguire Chkdsk sul volume di avvio. Chkdsk non è in grado di smontare il volume di avvio, pertanto viene permesso di eseguire il processo di riparazione mediante Autochk nel momento in cui il computer è riavviato. Nel caso venga selezionato S durante la pianificazione di Autochk, sarà possibile cancellare il processo di riparazione entro 10 secondi dopo il riavvio premendo un qualsiasi tasto. Se Autochk viene cancellato prima che i 10 secondi siano trascorsi, non verrà eseguito al successivo riavvio del computer. Se si desidera eseguire Chkdsk nuovamente, sarà possibile eseguire questa operazione tramite la riga di comando.

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38 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

■ Autochk viene eseguito nel caso in cui Chkdsk non riesca a ottenere l’utilizzo esclusivo del volume. Se non viene concesso a Chkdsk l’accesso esclusivo a un volume durante la sua esecuzione dalla riga di comando, verrà offerta la possibilità di smontare tale volume. Nel caso in cui venga selezionato S e Chkdsk non sia ancora in grado di smontare il volume oppure nel caso in cui venga selezionato N, Chkdsk offrirà la possibilità di eseguire il processo di riparazione utilizzando Autochk al riavvio del computer. Nel caso venga selezionato S per pianificare Autochk, sarà possibile cancellare il processo di riparazione entro 10 secondi dal riavvio premendo un tasto qualsiasi. Se Autochk viene annullato prima del trascorrere dei 10 secondi, non verrà eseguito al successivo riavvio del computer. Se si desidera eseguire Chkdsk nuovamente, sarà possibile eseguire questa operazione tramite la riga di comando.

■ Autochk viene eseguito se il volume è contrassegnato come danneggiato. Se il volume viene contrassegnato dal file system come danneggiato, la riparazione viene eseguita da Autochk all’avvio. I volumi sono contrassegnati come danneggiati nel momento in cui il file system individua su di essi un errore. Se Autochk individua un volume danneggiato, viene effettuato un intervallo di 10 secondi prima che il processo di riparazione venga avviato. Nel caso in cui Autochk venga annullato in presenza di un volume danneggiato, il tentativo di riparazione verrà effettuato dopo dieci secondi dal riavvio del computer.

È possibile utilizzare lo strumento di riga di comando Chkntfs.exe per modificare l’intervallo di Autochk da 0 secondi fino a 3 giorni (259.200 secondi). Un lungo intervallo comporta, tuttavia, che il computer non venga avviato fino alla scadenza del termine o finché l’operazione non viene annullata premendo un tasto qualsiasi.

Nel caso venga selezionata l’esecuzione di Autochk, è possibile consultare il report di Autochk nel registro applicazioni di Visualizzatore eventi. Le informazioni di Autochk sono registrate dal servizio Winlogon, pertanto vanno esaminate le voci con Winlogon elencato come loro origine.

Utilizzo di Chkntfs per annullare l’esecuzione di Autochk È possibile utilizzare lo strumento di riga di comando Chkntfs.exe per escludere i volumi danneggiati dal processo di riparazione di Autochk in computer molto frequentemente utilizzati che non possono essere disattivati per un periodo equivalente a quello richiesto per il completamento della riparazione. Chkntfs può essere inoltre utilizzato per eliminare sessioni precedentemente pianificate di Autochk e per controllare lo stato di un volume.

Digitando, ad esempio, chkntfs c: nel prompt dei comandi è possibile ottenere le informazioni elencate di seguito.

■ Se l’esecuzione di Autochk è stata pianificata manualmente sul volume C per il successivo riavvio del computer.

Nota

È possibile utilizzare il comando fsutil dirty per effettuare una query e per impostare il volume come danneggiato, ma occorre utilizzare il comando chkntfs per evitare che il volume danneggiato venga riparato da Autochk. Per ulteriori informazioni sull’utilizzo del comando fsutil dirty, consultare la Guida in linea di Windows XP Professional.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 39

■ Se il volume C sia danneggiato o meno; in tal caso Autochk viene eseguito automaticamente al successivo riavvio a meno che non venga eseguito Chkdsk manualmente su C, cancellato Autochk all’intervallo dell’avvio oppure escluso il volume C tramite il parametro /x.

Sintassi di Chkntfs

La sintassi di riga di comando di Chkntfs è mostrata di seguito.

chkntfs volume […]

chkntfs [/d]

chkntfs [/t[:tempo]]

chkntfs [/x volume […]]

chkntfs [/c volume […]]

Parametri di Chkntfs

Nella tabella 27.4 sono elencati tutti i parametri di riga di comando di Chkntfs. Con Chkntfs è possibile specificare soltanto un parametro alla volta.

Per ulteriori informazioni sui parametri Chkntfs, consultare la Guida in linea di Windows XP Professional. Per ulteriori informazioni sulle modifiche al Registro di sistema che avvengono durante l’utilizzo di Chkntfs, consultare l’articolo Q218461, “Enhanced Chkdsk, Autochk, and Chkntfs Tools in Windows 2000”. Questo articolo può essere trovato tramite il collegamento alla Knowledge Base di Microsoft sulla pagina delle risorse Web all’indirizzo http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua inglese).

Attenzione

Se un volume viene contrassegnato come danneggiato, non è consigliabile rinviare Chkdsk per un periodo indeterminato di tempo. I danni del file system possono aumentare nel corso del tempo, per cui i volumi danneggiati vanno considerati a rischio finché non sottoposti a Chkdsk. Utilizzare Chkntfs soltanto se occorre controllare in che momento viene eseguito Chkdsk.

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40 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Tabella 27.4 Parametri di Chkntfs

Parametro Descrizione

volume […] Viene specificato il volume che si intende analizzare È possibile specificarlo utilizzando uno dei formati illustrati negli esempi seguenti:

� per eseguire Chkntfs sul volume C, inserire

c:

� per eseguire Chkdsk su un volume di nome data installato su C, inserire

c:\data

� per eseguire Chkntfs su un altro volume, è possibile inserire il nome simbolico del volume, come ad esempio

\\?\Volume{2d9bd2a8-5df8-11d2-bdaa-000000000000}

È possibile determinare un nome di collegamento simbolico di un volume tramite il comando mountvol. Per ulteriori informazioni su mountvol, consultare la Guida in linea di Windows XP Professional.

[/d] Vengono ripristinate tutte le impostazioni predefinite di Chkntfs eccetto il tempo di conteggio alla rovescia di Autochk. Il parametro /d svuota l’elenco dei volumi esclusi mediante /x e cancella, inoltre, qualsiasi sessione di Autochk pianificata in precedenza, per essere eseguita al riavvio del computer. Una volta utilizzato questo parametro, Autochk viene eseguito su volumi contrassegnati come danneggiati al riavvio del computer.

[/t[:tempo]] Viene modificato il tempo di conteggio alla rovescia di Autochk, specificandolo in secondi. Il conteggio predefinito è impostato a 10 secondi. Se il parametro /t viene utilizzato senza impostare :tempo, verrà visualizzato l’ultimo tempo di conteggio alla rovescia utilizzato.

[/x volume […]] Viene escluso il volume specificato per l’analisi all’avvio del computer. Con questo parametro possono essere esclusi soltanto volumi danneggiati; i volumi pianificati manualmente verranno ancora analizzati da Autochk.

[/c volume […]] Viene pianificata l’esecuzione di Autochk all’avvio del computer sui volumi specificati nel caso siano danneggiati, escludendo i volumi segnalati dal parametro /x.

Utilizzo del parametro /x per l’esclusione dei volumi

Il parametro /x deve essere utilizzato per impedire l’esecuzione all’avvio di Autochk sui volumi danneggiati. Sebbene non sia raccomandato l’utilizzo di tale parametro per rimandare l’esecuzione di Autochk a tempo indeterminato, è possibile utilizzarlo per impedirne l’esecuzione. Quando si è a conoscenza, ad esempio, che un volume è danneggiato, è possibile utilizzare il parametro /x per rimandare l’esecuzione di Autochk fino a quando si verifica un periodo di scarsa attività del computer, come ad esempio durante la notte oppure durante il fine settimana.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 41

Il parametro /x non è cumulativo. Ogni suo utilizzo più recente sostituisce i precedenti. Digitando chkntfs e: /x, ad esempio, seguito da chkntfs f: /x, si esclude dall’analisi soltanto il volume F.

Per escludere molteplici volumi, elencarli tutti in un solo comando. È possibile, ad esempio, escludere sia E che F digitando

chkntfs e: f: /x

Utilizzo del parametro /c per l’esecuzione di Autochk su volumi esclusi

Se Chkntfs viene utilizzato per specificare quale volume venga contrassegnato come danneggiato e se si intende eseguire Autochk su tale volume all’avvio del computer, occorrerà utilizzare il parametro /c. Questo parametro sostituisce il parametro /x, in tal modo è possibile eseguire Autochk su volumi in precedenza esclusi. Una volta eseguito Autochk, il volume rimane nell’elenco degli esclusi.

Il parametro /c è cumulativo. È possibile, ad esempio, specificare molteplici volumi digitando

chkntfs c: /c

chkntfs d: /c

chkntfs e: /c

È possibile specificare molteplici volumi contemporaneamente digitando

chkntfs c: d: e: /c

Nota

È possibile configurare le risorse di dischi fisici in dischi cluster in modo che Chkdsk sia ignorato nel momento in cui il disco viene montato dal sistema. È possibile, inoltre, configurare il sistema per montare il disco anche nel caso Chkdsk incontri errori. Per ulteriori informazioni sulla configurazione di Chkdsk per l’esecuzione su un disco cluster, consultare l’articolo Q223023, “Enhanced Disk Resource Private Properties Using Cluster Server”. Per la ricerca dell’articolo, vedere il collegamento della Knowledge Base di Microsoft alla pagina Web Resources all’indirizzo http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua inglese).

Nota

È inoltre possibile utilizzare i comandi chkdsk /f oppure chkdsk /r per analizzare i volumi in precedenza esclusi mediante il comando chkntfs /x. Tramite il comando chkntfs /c Autochk viene eseguito esclusivamente all’avvio e soltanto se il volume è contrassegnato come danneggiato.

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42 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Riduzione del tempo richiesto per l’esecuzione di Chkdsk su volumi NTFS

NTFS è un file system di journaling, dato che garantisce la coerenza del volume mediante l’utilizzo della registrazione standard di transazione e delle tecniche di ripristino. Se un disco risulta danneggiato, sarà eseguita da NTFS una procedura di ripristino che accederà alle informazioni archiviate in un file di registro di transazione. La procedura di ripristino di NTFS garantisce il ripristino del volume a uno stato coerente. Per tale motivo, i volumi NTFS risultano raramente danneggiati.

Occorre eseguire Chkdsk per la riparazione di danni provocati da errori del file system su un volume NTFS. È consigliabile eseguire chkdsk /f appena possibile, ma si può eseguire anche una versione più rapida di Chkdsk utilizzando i parametri /c e /i. Questi parametri sono stati designati per amministratori che gestiscono volumi NTFS eccezionalmente grandi e che per i quali è richiesta flessibilità nella gestione del tempo di inattività durante l’esecuzione di Chkdsk.

Nella tabella 27.5 vengono forniti brevi cenni generali su ciascun parametro e sulla potenziale riduzione di durata dell’esecuzione di Chkdsk. La riduzione attuale varia in base a una combinazione di fattori, quali la proporzione di file per directory e la relativa velocità di input/output del disco rispetto alla velocità di CPU, rendendo complesso il calcolo del tempo necessario.

Tabella 27.5 Cenni generali sui parametri /c e /i di Chkdsk

Parametro

Funzione

Potenziale riduzione di tempo in Chkdsk

/c Viene ignorato il processo che individua i cicli nella

struttura delle directory.

Dall’uno al due per cento

/i Viene ignorato il processo di confronto tra le voci di

directory e i segmenti record file corrispondenti a tali voci.

Dal cinquanta al settanta per

cento

Attenzione

Con NTFS non viene garantita l’integrità dei dati degli utenti seguenti un’istanza di danneggiamento del disco, anche immediatamente dopo l’esecuzione di Chkdsk nel momento in cui viene individuato un danneggiamento. Chkdsk potrebbe non recuperare tutti i file e i file recuperati potrebbero essere danneggiati internamente. Occorre pertanto proteggere i dati importanti effettuando backup periodici.

Attenzione

Dopo l’utilizzo di Chkdsk con i parametri /c e/i il volume può restare danneggiato. Occorre pertanto utilizzare tali parametri soltanto in situazioni in cui occorre ridurre al minimo il tempo d’inattività del sistema.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 43

Utilizzo del parametro /c

Il parametro /c può essere utilizzato per ignorare il processo di individuazione dei cicli nella struttura di directory. I cicli rappresentano una rara forma di danneggiamento in cui una sottodirectory considera se stessa come directory padre. Questo parametro può causare cicli di directory su un volume NTFS se utilizzato, sebbene possa permettere anche di incrementare la rapidità di esecuzione del processo di Chkdsk. Questi cicli potrebbero risultare inaccessibili dal resto della struttura delle directory e potrebbero causare il generarsi di file orfani. II file possono diventare orfani nel momento in cui i segmenti record file sono presenti ma non fanno più riferimento ad alcuna voce di directory. Il file rappresentato dal segmento potrebbe essere intatto in ogni senso, sebbene sia invisibile a tutti i programmi, inclusi i programmi di backup.

Utilizzo del parametro /i

Il parametro /i viene utilizzato per ignorare il processo di confronto tra voci della directory e segmenti record file corrispondenti a queste voci. Un segmento record file presente nella tabella file master identifica in maniera univoca ciascun file e directory presente in un volume NTFS. Nel momento in cui viene utilizzato il parametro /i, le voci di directory vengono analizzate per verificarne la coerenza, sebbene non siano necessariamente coerenti con i dati archiviati nei segmenti record file corrispondenti.

Tramite l’utilizzo di questo parametro, i file possono diventare orfani nel caso rimangano le voci di directory, ma le voci fanno riferimento a segmenti incorretti. In tal caso i file esistono ma i programmi incontrano errori nel momento in cui tentano di accedere ad essi.

Per ulteriori informazioni sull’utilizzo dei parametri /i e/c, consultare l’articolo Q187941, “An Explanation of CHKDSK and the New /C and /I Switches”. Per la ricerca dell’articolo, selezionare il collegamento alla Knowledge Base di Microsoft nella pagina Web Resources all’indirizzo http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua inglese).

Esecuzione di Chkdsk su computer d’importanza strategica Se, durante l’utilizzo degli strumenti Chkntfs o Fsutil, si rileva che un computer di importanza strategica è contrassegnato come danneggiato, sarà fondamentale agire in uno dei modi elencati di seguito.

Non intervenire La scelta di non intervenire può risultare necessaria se si tratta di un computer che deve essere in linea ventiquattro ore su ventiquattro. L’aspetto negativo di questa opzione consiste nel fatto che un danno relativamente minore può aggravarsi se non si interviene appena possibile nella riparazione. Considerare pertanto questa opzione esclusivamente se il mantenimento in linea del computer è più importante dell’integrità dei dati archiviati nel volume danneggiato al suo interno. Tutti i dati devono essere considerati a rischio finché non viene eseguito Chkdsk.

Eseguire la versione completa di Chkdsk Con tale opzione vengono riparati tutti i dati del file system, ripristinando tutti i dati degli utenti recuperabili tramite una procedura automatica. L’aspetto negativo dell’operazione è rappresentato dal fatto che il computer potrebbe dover essere inutilizzabile per alcune ore, cosa inopportuna per certi computer d’importanza strategica.

Eseguire una versione abbreviata di Chkdsk utilizzando una combinazione dei parametri /c e /i. Con questa opzione vengono riparati danni minori che possono aggravarsi molto più rapidamente rispetto al caso in cui venga eseguita la versione completa di Chkdsk; tuttavia tale opzione potrebbe non riparare tutti i danni. L’esecuzione completa di Chkdsk è necessaria per garantire un ripristino di tutti i dati recuperabili.

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44 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Determinazione della durata di esecuzione di Chkdsk Il metodo migliore per valutare la durata di esecuzione di Chkdsk su un determinato volume è quello di effettuare un’esecuzione di prova in modalità di sola lettura durante un periodo di scarso utilizzo del volume. Occorre, tuttavia, prestare attenzione durante l’utilizzo della modalità di sola lettura per la determinazione della durata, per i motivi elencati di seguito.

L'esecuzione in modalità di sola lettura di Chkdsk potrebbe non riuscire oppure segnalare falsi errori

La procedura di esecuzione di Chkdsk in sola lettura è divisa in tre fasi. Se vengono individuati errori nelle prime fasi, il programma potrebbe interrompersi prima di averle completate tutte. Chkdsk talvolta segnala falsi errori durante la modalità di sola lettura e potrebbe segnalare il danneggiamento del volume anche quando quest’ultimo non è danneggiato. Potrebbe essere segnalato un danno, ad esempio, nel caso in cui NTFS modifichi una sezione del disco in base alle operazioni effettuate da un programma nello stesso tempo in cui tale sezione viene esaminata da Chkdsk. Un volume deve essere statico durante la verifica, e il solo modo per garantire ciò è bloccarlo. Il volume viene bloccato solamente con la specificazione dei parametri /f, /r oppure /x. Occorre pertanto eseguire Chkdsk per più di una volta in modo che tutte le fasi nella modalità di sola lettura vengano completate.

Il carico del sistema può influenzare il tempo di durata di Chkdsk Per eseguire Chkdsk è richiesto un utilizzo intensivo della CPU e del disco. Se sono in esecuzione intense operazioni di I/O ed esiste un elevato utilizzo della CPU durante l’esecuzione di Chdksk in modalità di sola lettura, il tempo richiesto per il completamento dell’operazione diventerà maggiore.

Chkdsk e Autochk non richiedono lo stesso tempo per completare le operazioni Chkdsk viene eseguito durante l’esecuzione di Windows XP Professional, mentre Autochk viene eseguito prima di essa. Sebbene l’esecuzione di Autochk all’avvio conferisca l’utilizzo esclusivo delle risorse di CPU e disco I/O a Chkdsk, lo priva anche del beneficio di sfruttare la memoria virtuale. Pertanto, sebbene Autochk venga eseguito di norma più rapidamente rispetto a Chkdsk, i sistemi con una quantità di RAM relativamente bassa potrebbero causare rallentamenti maggiori nell’utilizzo di Autochk rispetto a Chkdsk.

La riparazione dei danni richiede maggior tempo Il processo in sola lettura di Chkdsk può essere completato soltanto nel caso in cui non vengano individuati danni maggiori. Nel caso siano presenti errori minori, la loro riparazione richiederà una quantità di tempo maggiore rispetto a quelle necessaria all’esecuzione in modalità di sola lettura di Chkdsk. Se il volume presenta, tuttavia, danni maggiori, il tempo necessario potrà aumentare in proporzione al numero di file danneggiati.

Ripristino di cluster perduti su volumi FAT Dato che alcune riparazioni sui volumi FAT, come ad esempio la correzione di cluster (noti anche come unità di allocazione) perduti oppure di file con collegamenti incrociati, modificano la tabella di allocazione file del volume e possono causare la perdita di dati, viene prima richiesta conferma da Chkdsk con un messaggio simile al seguente.

10 unità di allocazione perse rilevate in 3 catene.

Convertire i concatenamenti persi in file? (S/N)

Premendo il pulsante N, saranno riparati da Windows XP Professional gli errori sul volume ma non saranno salvati i contenuti dei cluster perduti.

Premendo il pulsante S, si tenterà di identificare la cartella a cui appartengono. Nel caso la cartella venga identificata, concatenamenti dei cluster perduti verranno salvati come file.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 45

Nel caso in cui Windows XP Professional non possa identificare la cartella o le cartelle non esistano, ciascun concatenamento di cluster perduti sarà salvato in una cartella Found.xxx, con xxx corrispondente a un numero sequenziale che ha inizio con 000. Nel caso non esista una cartella Found.000, ne verrà creata una nella directory principale. Se sono presenti una o più cartelle sequenziali di nome Found.xxx (con inizio da 000), sarà creata una cartella con il successivo numero in sequenza.

Queste cartelle vengono create come cartelle di sistema nascoste. Per visualizzare un elenco delle cartelle Found.xxx trovate, digitare dir /a nel prompt dei comandi della directory principale. Per informazioni sulla visualizzazione delle cartelle di sistema nascoste in Risorse del Computer oppure in Esplora risorse, consultare la Guida in linea di Windows XP Professional.

Una volta identificata oppure creata la cartella di archiviazione, uno o più file con nome in formato Filennnn.chk vengono salvati al suo interno. Il primo file salvato viene denominato File0000.chk, il secondo File0001.chk, e così via. Al termine di Chkdsk è possibile esaminare il contenuto di tali file con un editor di testo, ad esempio Blocco note, per verificare l’eventuale presenza di dati necessari. Se i concatenamenti convertiti provengono da file binari danneggiati, non saranno più di alcun valore. È possibile eliminare i file chk una volta salvati i dati utili.

Esecuzione di Chkdsk da Risorse del computer o da Esplora risorse Oltre a una versione di riga di comando di Chkdsk, è possibile eseguire il programma da Risorse del computer oppure da Esplora risorse. La versione grafica di Chkdsk offre l’equivalente dei parametri di modalità di sola lettura, /f e /r.

Nel caso non sia possibile bloccare il volume, verrà consentita l’esecuzione di Autochk al successivo riavvio del computer. Non è possibile smontare il volume allo stesso modo in cui si effettua tale operazione con la versione di riga di comando, né è possibile utilizzare altri parametri di Chkdsk, come ad esempio /c oppure /i. Occorre utilizzare la versione di riga di comando di Chkdsk per poter usufruire di tutti i parametri.

Per eseguire Chkdsk da Risorse del computer oppure da Esplora risorse, attenersi alla procedura riportata di seguito.

1. In Risorse del computer oppure in Esplora risorse, fare clic con il pulsante destro del mouse sul volume che si intende esaminare, quindi fare clic su Proprietà.

2. Nella scheda Strumenti scegliere Esegui ScanDisk.

3. Eseguire uno dei passaggi riportati di seguito.

■ Per eseguire Chkdsk in modalità di sola lettura fare clic su Avvia.

■ Per eseguire Chkdsk utilizzando il parametro /f, selezionare la casella Correggi

automaticamente gli errori del file system, quindi fare clic su Avvia.

■ Per eseguire Chkdsk utilizzando il parametro /r, selezionare la casella Cerca i settori

danneggiati e tenta il ripristino, quindi fare clic su Avvia.

Attenzione

Dato che altri programmi potrebbero creare e utilizzare file con estensione

chk, occorre prestare attenzione nel cancellare esclusivamente i file chk

presenti nelle cartelle Found.xxx

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46 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Utilità di deframmentazione dischi A causa della frammentazione, il disco effettua un numero maggiore di ricerche dei dati al suo interno, provocando rallentamenti nel trasferimento di questi e nelle prestazioni del disco. Il metodo di archiviazione dei file sul disco può richiedere una deframmentazione periodica. La frammentazione può aver luogo a causa dei seguenti motivi.

■ Viene creato un file ma il volume non dispone di un gruppo di cluster contigui liberi abbastanza grandi da contenere l’intero file. Pertanto quest’ultimo è spezzato in vari frammenti e diviso tra i cluster non contigui.

■ Il file viene modificato in modo da poter essere distribuito nello spazio esistente su disco. Nel momento in cui un file utilizza tutti i cluster in un gruppo di cluster liberi contigui, viene diviso in frammenti archiviati in cluster liberi altrove sul disco.

Sebbene i volumi FAT e NTFS siano designati per fornire un’archiviazione dei dati più rapida e più efficiente nel momento in cui vengono salvati, i file system richiedono un tempo maggiore nel leggere e per scrivere su file frammentati rispetto che su file non frammentati. Nel momento in cui i file su disco diventano molto frammentati, le prestazioni subiscono notevoli peggioramenti, dato che le testine del disco devono muoversi su diverse tracce per individuare tutti i frammenti del file.

Tramite gli strumenti di deframmentazione questo problema viene risolto trasferendo i file in cluster contigui sul disco. La riduzione della frammentazione riduce la quantità di movimenti meccanici necessari per l’individuazione di tutti i cluster di un file, in tal modo le prestazioni del disco migliorano.

Con Windows XP Professional sono forniti due metodi per la deframmentazione dei volumi FAT e NTFS:

■ Lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi (Dfrg.msc).

■ Il nuovo strumento di riga di comando di Utilità di deframmentazione dischi (Defrag.exe).

Entrambi gli strumenti possono riorganizzare file, cartelle, programmi e spazio inutilizzato sul disco rigido del computer allo scopo di ottimizzarne le prestazioni. Questi strumenti sono inoltre migliorati in Windows XP Professional, ed è possibile effettuare le operazioni elencate di seguito.

■ Deframmentare volumi che utilizzano qualsiasi dimensione di cluster

■ Deframmentare file minori di 16 cluster

■ Deframmentare la tabella file master (MFT).

La quantità di tempo necessaria al processo di deframmentazione varia in base a diversi fattori, quali le dimensioni del volume, il numero e le dimensioni dei file sul volume, la quantità di frammentazione e quanto il sistema sia impegnato in altre operazioni durante la deframmentazione.

Prima di utilizzare gli strumenti di deframmentazione dischi Vi sono alcune limitazioni che occorre tenere in considerazione prima di effettuare la deframmentazione.

■ È possibile deframmentare esclusivamente i volumi locali, e soltanto un volume alla volta.

■ Occorre avere accesso in qualità di amministratore o come membro del gruppo Administrators per poter effettuare la deframmentazione.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 47

■ Non è possibile utilizzare lo strumento di riga di comando Defrag.exe mentre lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi è aperto.

■ Non è possibile effettuare la deframmentazione di volumi contrassegnati dal file system come danneggiati. Occorre eseguire Chkdsk sul volume danneggiato prima di poterlo deframmentare. Per determinare se un volume è danneggiato utilizzare il comando fsutil dirty

query. Per ulteriori informazioni su Chkdsk, consultare le sezioni precedenti di questo capitolo.

Per ottenere, inoltre, i migliori risultati con gli strumenti di deframmentazione, occorre seguire le direttive elencate di seguito.

■ Assicurarsi di disporre di almeno il 15% di spazio libero su disco prima della deframmentazione. Questo spazio libero viene utilizzato da Windows XP Professional come area di riorganizzazione dei frammenti dei file.

Sebbene sia possibile deframmentare parzialmente i volumi con meno del 15% di spazio libero su disco, è consigliabile eliminare file non indispensabili o trasferirli su un altro volume per incrementare lo spazio libero a un minimo del 15%. È possibile, inoltre, utilizzare lo strumento Pulitura disco per eliminare i file non indispensabili. Per ulteriori informazioni sull’utilizzo di Pulitura disco, consultare la Guida in linea di Windows XP Professional.

■ Non eseguire Backup (manuale o pianificato) contemporaneamente con l’esecuzione degli strumenti di deframmentazione, dato che l’utilizzo di Backup mette in pausa il processo di deframmentazione.

Nel programma Backup incluso con Windows XP Professional vengono utilizzati snapshot che consentono agli utenti oppure alle applicazioni di continuare a lavorare durante il backup. Il processo di deframmentazione viene riavviato dopo la rimozione degli snapshot di volume da parte di Backup. Per ulteriori informazioni sugli snapshot di volume, consultare “Backup e ripristino” nel presente Resource Kit.

Esecuzione dello snap-in Utilità di deframmentazione dischi Utilizzando lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi è possibile analizzare il volume prima di deframmentarlo, in modo da visualizzare quanti file e cartelle frammentati esistono. Se gli elementi frammentati rappresentano almeno il 10% degli elementi totali nel volume, Utilità di deframmentazione dischi consiglierà di effettuare la deframmentazione. Se gli elementi frammentati rappresentano meno del 10% degli elementi totali nel volume,è possibile effettuare la deframmentazione oppure visualizzare il rapporto della frammentazione.

Per avviare lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi, attenersi alla procedura riportata di seguito.

■ Fare clic su Start, quindi su Esegui, digitare dfrg.msc e fare clic su OK.

Nella figura 27.2 viene mostrata la divisione dello snap-in in due aree principali. L’area superiore elenca i volumi presenti sul computer locale e consente la selezione di un volume da analizzare e deframmentare. Nell’area inferiore viene visualizzata una rappresentazione grafica dello stato di frammentazione del volume. Con i colori vengono indicate le condizioni del volume.

■ I settori rossi indicano i file frammentati.

■ I settori blu indicano i file contigui (non frammentati).

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48 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

■ I settori bianchi mostrano lo spazio libero sul volume. Sui volumi NTFS i settori bianchi possono anche rappresentare la zona di MFT. Per ulteriori informazioni sulla zona di MFT, consultare “File System” nel presente Resource Kit.

■ Le sezioni verdi rappresentano i file che non possono essere spostati. Di norma in essi viene incluso il file di paginazione, ma sui volumi NTFS i settori verdi potrebbero anche rappresentare lo spazio utilizzato dal journal delle modifiche e dal file di registro di NTFS.

Figura 27.2 Lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi

Confrontando la barra Stima utilizzo disco prima della deframmentazione con la barra Stima

utilizzo disco dopo deframmentazione è possibile osservare i benefici apportati al volume dopo la deframmentazione Il rapporto di deframmentazione fornisce ulteriori dettagli sullo stato di frammentazione del volume. È consigliabile analizzare periodicamente i volumi e deframmentarli quando è consigliato dall’Unità di deframmentazione dischi.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 49

Deframmentazione di volumi mediante l’utilizzo del comando Defrag

Il metodo di deframmentazione dei volumi funziona in maniera uguale per lo strumento di riga di comando e lo snap-in Utilità di deframmentazione dischi. Lo strumento di riga di comando differisce dallo snap-in, tuttavia, per i motivi riportati di seguito.

■ Il comando non fornisce un’analisi grafica dello stato di frammentazione di un volume, ma mostra un riepilogo.

■ Tramite il comando non viene fornito un indicatore di stato.

Per visualizzare un elenco di parametri di Defrag.exe, digitare dal prompt il seguente comando.

defrag /?

Per deframmentare un volume specificare la lettera dell’unità. Per deframmentare il volume C, ad esempio, digitare il seguente comando.

defrag c:

Per deframmentare il volume C e visualizzare un rapporto dettagliato simile al rapporto mostrato nello snap-in Gestione disco digitare il seguente comando.

defrag c -v

Per analizzare il volume C e visualizzare un rapporto dettagliato di analisi digitare il seguente comando.

defrag c: -a -v

Durante l’analisi e la deframmentazione di un volume dalla riga di comando, viene visualizzato un cursore lampeggiante. Una volta terminata l’analisi, viene visualizzato il rapporto. Al termine della deframmentazione di un volume, viene visualizzato il rapporto di deframmentazione. Una volta completato il processo, Unità di deframmentazione dischi esce dal prompt dei comandi.

Per interrompere il processo di deframmentazione, premere CTRL+C dalla riga di comando.

Per ulteriori informazioni sull’utilizzo di Defrag.exe, consultare la Guida in linea di Windows XP Professional.

Suggerimenti per l’utilizzo di Utilità di deframmentazione dischi Di seguito sono elencati i suggerimenti per una migliore deframmentazione dei volumi.

■ Prima di deframmentare un volume eliminare qualsiasi file non indispensabile, come ad esempio i file temporanei. È possibile utilizzare Pulitura disco per eliminare i file non necessari. Per ulteriori informazioni sull’utilizzo di Pulitura disco, consultare la Guida in linea di Windows XP Professional.

■ Deframmentare un volume prima di aggiungervi una grande quantità di file, come, ad esempio, prima dell’installazione dei programmi. In tal modo vengono occupati spazi contigui e i file non vengono frammentati una volta aggiunti.

■ Deframmentare un volume dopo aver eliminato una grande quantità di file.

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50 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

■ Deframmentare un volume dopo avervi installato programmi.

■ Deframmentare il sistema e i volumi d’avvio dopo aver installato Windows XP Professional.

■ Deframmentare volumi durante i periodo di scarsa attività del sistema.

Ottimizzazione dei tempi di avvio mediante gli strumenti di deframmentazione

In Windows XP Professional vengono controllati i file utilizzati all’avvio del computer e delle applicazioni. Tramite questo controllo è possibile pre-ricercare questi elementi. La pre-ricerca dei dati è un processo per cui i dati che saranno richiesti all’avvio vengono letti all’interno della memoria. La pre-ricerca dei file di avvio e delle applicazioni riduce il tempo necessario all’avvio di Windows XP Professional e delle applicazioni.

La pre-ricerca è ulteriormente incrementata nel caso in cui i file sono residenti l’uno vicino all’altro nella parte più esterna del disco. In Windows XP Professional viene ottimizzata la posizione dei file d’avvio e delle applicazioni mentre il computer è in stato d’inattività. L’ottimizzazione ha luogo in background e dura soltanto uno o due minuti; durante questo periodo è possibile sentire i rumori di accesso al disco rigido. Dopo aver effettuato l’ottimizzazione iniziale, vengono effettuate le successive ottimizzazioni; tale operazione viene eseguita ogni tre giorni circa.

Nel momento in cui vengono eseguiti gli strumenti di deframmentazione forniti con Windows XP Professional, è possibile effettuare qualsiasi modifica all’ottimizzazione automatica che avrà luogo durante il successivo periodo di inattività del computer. Gli strumenti di deframmentazione non influiscono sul layout esistente delle applicazioni e dei file di avvio ottimizzati.

File non deframmentabili Dopo la deframmentazione è possibile consultare il rapporto per osservare i risultati. Nel rapporto è incluso un elenco di file che restano frammentati (formati da due o più frammenti). Un file può rimanere frammentato a causa dei motivi riportati di seguito.

■ Nel volume manca lo spazio contiguo adeguato per deframmentare tutti i file. L’Utilità di deframmentazione dischi richiede almeno il 15% di spazio libero su disco per deframmentare completamente un volume.

■ Durante la deframmentazione viene creato un nuovo file sul volume nello spazio di disco in precedenza libero. In questo caso, se l’Utilità di deframmentazione dischi tenta di spostare un file in quello spazio per deframmentarlo, lo spostamento non avrà successo e il file resterà frammentato.

■ Il file è la tabella file master (MFT) su un volume NTFS. Dato che il primo frammento di MFT non può essere spostato, quest’ultimo è tipicamente contenuto all’interno di due frammenti in caso di spazio sufficiente su volume disponibile. Se la tabella file master è contenuta in tre o più frammenti, l’Utilità di deframmentazione cerca uno spazio libero in cui è possibile allocarla. Nel caso tale spazio esista, la tabella viene spostata interamente, eccetto il primo frammento. In caso di spazio non disponibile, la tabella non sarà deframmentata.

Nota

Anche sui computer su cui è installato Windows XP Home Edition viene

attivata la funzione di pre-ricerca e di ottimizzazione di file e applicazioni di

avvio.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 51

■ Il file viene escluso in maniera permanente, e in tal caso potrebbe comparire nel rapporto della deframmentazione anche se ancora frammentato, indipendentemente dalla quantità di deframmentazioni del volume. I file elencati di seguito sono esclusi in maniera permanente dal processo di deframmentazione.

■ Bootsect.dos

■ Safeboot.fs

■ Safeboot.csv

■ Safeboot.rsv

■ Hiberfil.sys

■ Memory.dmp

■ File di paginazione

Il file di paginazione è un file nascosto nel disco rigido e utilizzato da Windows XP Professional per mantenere parti di programmi e file di dati per cui non vi è abbastanza spazio in memoria. Il file di paginazione e la memoria fisica creano la memoria virtuale. In Windows 2000 le dimensioni del file di paginazione erano moderate e talvolta occorreva aumentarle, e per tale motivo il file di paginazione diventava frammentato. In Windows XP Professional viene creato un file di paginazione di dimensioni molto maggiori a quelle del file in Windows 2000, pertanto risulterà alquanto raro che possa frammentarsi.

È possibile determinare se il file di paginazione sia frammentato o meno analizzando il volume che lo contiene e poi visualizzando il rapporto dell’analisi. Nel rapporto sono mostrate le dimensioni del file di paginazione e il numero di frammenti. Non è possibile eseguire l’Utilità di deframmentazione per deframmentare il file di paginazione, dato che viene tenuto aperto da Windows XP Professional per uso esclusivo. È possibile, tuttavia, ridurre il grado di frammentazione eliminando il file di paginazione e creandolo da capo. Occorre disporre di almeno due volumi per effettuare questa operazione.

Per deframmentare il file di paginazione, attenersi alla procedura riportata di seguito.

1. Dal menu Start fare clic su Pannello di controllo, quindi su Prestazioni e manutenzione e fare clic su Sistema.

2. Sulla scheda Avanzate, in Prestazioni, fare clic su Impostazioni.

3. Nella scheda Avanzate fare clic su Cambia per aprire la finestra di dialogo Memoria

virtuale.

4. Nell’elenco delle unità selezionare un volume in cui archiviare un file di paginazione temporaneo.

5. Fare clic su Personalizza, digitare una lettera iniziale e le dimensioni massime per corrispondere al file di paginazione attuale e fare clic su Imposta.

6. Fare clic su Personalizza, digitare una lettera iniziale e le dimensioni massime per corrispondere al file di paginazione attuale e fare clic su Imposta.

7. Riavviare il computer in modo che il sistema utilizzi il nuovo file di paginazione.

8. Eseguire la deframmentazione del volume originale in modo da consolidare i segmenti di spazio libero creati spostando il file di paginazione.

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52 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

9. Creare nuovamente il file sul volume originale.

10. Ridurre le dimensioni minime e massime del file di paginazione temporaneo a 0 MB.

11. Riavviare il computer.

Console di ripristino La Console di ripristino è un interprete di riga di comando in modalità testo utilizzabile per la risoluzione di problemi basilari e per la manutenzione del sistema. È possibile eseguire la Console di ripristino direttamente dal CD del sistema operativo Windows XP oppure, per sistemi basati su processori x86, installarla come opzione d’avvio. La Console di ripristino è separata dal prompt dei comandi di Windows XP Professional e conferisce un accesso limitato al disco rigido locale per volumi NTFS e FAT.

Dato che l’avvio dell’interfaccia utente grafica (GUI) di Windows XP Professional non è un prerequisito per l’utilizzo della Console di ripristino, la sua utilità si rivela di grande importanza durante il ripristino di computer basati su Windows XP Professional che non possono essere avviati in modalità sicura o normale. Se, ad esempio, il computer non dovesse partire a causa di un danneggiamento del record di avvio principale (MBR) o del settore di avvio, sarà possibile utilizzare la Console di ripristino per riparare tali elementi.

Per ulteriori informazioni sull’utilizzo della Console di ripristino per la riparazione di errori di MBR e di settori di avvio, consultare la sezione “Riparazione di record di avvio principale e di settori di avvio su computer basati su processori x86” presente in questo capitolo.

Per ulteriori informazioni sull’installazione e sull’utilizzo della Console di ripristino, consultare “Strumenti per la risoluzione di problemi” nel presente Resource Kit.

Ripristino automatico di sistema Se le modifiche al sistema operativo dovessero causare instabilità o problemi all’avvio, sarà possibile utilizzare lo strumento Ripristino automatico di sistema (ASR, Automated System Recovery) per ripristinare lo stato del sistema e tutti i file archiviati sul volume del sistema. Il termine stato del sistema si riferisce a tutti i componenti che determinano lo stato attuale del sistema, inclusi i seguenti.

■ Informazioni sugli account degli utenti, configurazione del disco rigido, informazioni sul Registro di sistema che includono impostazioni di applicazioni, hardware, rete, video e software.

■ I file del sistema operativo richiesti per l’avvio del sistema, inclusi quelli presenti nella directory principale del sistema e i file d’avvio come Ntldr oppure IA641dr.efi.

Nota

Alcuni comandi della Console di ripristino non sono totalmente funzionali su

dischi dinamici o GPT.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 53

Il Ripristino automatico di sistema rappresenta l’ultima risorsa nel caso sia stato tentato qualsiasi altro metodo di ripristino, come ad esempio il ripristino allo stato precedente dei driver, da backup, l’esecuzione di installazioni parallele e l’utilizzo di Ripristino configurazione di sistema. Mediante Ripristino automatico di sistema vengono ripristinati i file e le impostazioni di stato del sistema e la possibilità di avviare il sistema. Il danneggiamento del disco rigido, ad esempio, potrebbe impedire l’avvio di Windows XP Professional e il danno potrebbe essere talmente grave da impedire anche l’utilizzo della modalità provvisoria, di Console di ripristino oppure dell’ultima configurazione sicuramente funzionante. Mediante il Ripristino automatico di sistema viene automatizzato il processo di backup e di ripristino delle informazioni e dei file di stato del sistema necessarie al volume per avviare Windows XP Professional.

Ripristino automatico di sistema è accessibile mediante l’applicazione di backup di Windows XP Professional NTBackup.exe e tramite altri programmi creati da produttori indipendenti di software (ISV). Ripristino automatico di sistema sostituisce l’opzione Disco di ripristino presente in Windows 2000 e Windows NT 4.0. Per ulteriori informazioni sull’utilizzo di Ripristino automatico di sistema, consultare “Backup e ripristino” nel presente Resource Kit.

DiskProbe DiskProbe è uno strumento di editor di settore di Windows XP Professional mediante il quale gli utenti membri del gruppo Administrators possono modificare, salvare e copiare dati sul disco fisico. Tramite un accurato utilizzo di DiskProbe è possibile sostituire il record di avvio principale (MBR), riparare le informazioni danneggiate della tabella di partizione e riparare o sostituire settori d’avvio danneggiati o altri dati del file system. Può essere utilizzato anche per salvare gli MBR e i settori di avvio come file binari di backup nel caso in cui i settori originali siano stati danneggiati da virus, errori umani, problemi hardware, interruzioni dell’alimentazione oppure eventi simili. È consigliabile utilizzare altri strumenti di risoluzione di problemi quali, ad esempio, Console di ripristino, prima di utilizzare DiskProbe se non si ha un’elevata dimestichezza con il programma.

Con DiskProbe è possibile modificare i valori dei byte individuali in qualsiasi settore di un disco dinamico, sebbene non sia possibile esplorarne la struttura. È pertanto consigliabile utilizzare DiskProbe esclusivamente su dischi di base. È possibile, comunque, utilizzare DiskProbe per effettuare backup e ripristinare settore di avvio e MBR dei dischi dinamici.

Attenzione

Occorre prestare molta attenzione quando si effettuano modifiche alle

strutture del disco rigido. Dato che DiskProbe non convalida le modifiche

proposte per i record, valori incorretti nelle strutture principali dei dati

possono rendere impossibile l’accesso al disco oppure impedire l’avvio del

sistema operativo. Se tali modifiche non possono essere corrette, occorrerà

ricreare e riformattare tutti i volumi sul disco.

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54 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

DiskProbe fa parte degli Strumenti di supporto di Windows. Per ulteriori informazioni su DiskProbe, fare clic su Strumenti in Guida in linea e supporto tecnico e quindi fare clic su Strumenti di supporto di Windows.

Dmdiag Dmdiag.exe è uno strumento di riga di comando utilizzato per la visualizzazione della posizione e del layout dei dischi dinamici (MBR e GPT) e dei volumi dinamici. Tali informazioni vengono utilizzate principalmente nelle operazioni con il supporto tecnico Microsoft per la risoluzione di problemi inerenti ai dischi dinamici e ai volumi.

Dmdiag.exe fa parte degli Strumenti di supporto di Windows e può essere eseguito dalla riga di comando utilizzando la sintassi riportata di seguito.

dmdiag [-f nomefile] [-v] [/?]

Se nessun parametro viene utilizzato, saranno visualizzate le informazioni sui dischi dinamici e sui volumi installati sul computer. Nella tabella 27.6 sono descritti i parametri di Dmdiag.exe.

Tabella 27.6 Parametri di Dmdiag.exe

Parametro Descrizione

-f nomefile Viene specificato il nome del file in cui verranno memorizzate le informazioni sui

dischi e sui volumi. Se non viene specificato alcun nome, il file sarà salvato

come Dmdiag.txt nella stessa cartella in cui è stato eseguito Dmdiag.exe. Se

non sarà specificato il parametro -f, il risultato sarà visualizzato nel prompt dei

comandi.

-v Dmdiag viene eseguito in modalità dettagliata e saranno fornite informazioni

aggiuntive sui dischi dinamici e sui volumi. Questa modalità viene utilizzata per

ottenere un rapporto utilizzabile dal supporto tecnico per la risoluzione dei

problemi dei dischi dinamici e dei volumi.

/? Viene visualizzata una schermata di guida che illustra il corretto utilizzo della

sintassi.

Per ulteriori informazioni su Dmdiag.exe, fare clic su Strumenti in Guida in linea e supporto tecnico e quindi fare clic su Strumenti di supporto di Windows.

Attenzione

Non utilizzare DiskProbe su dischi GPT presenti in computer Itanium. Le

strutture sui dischi GPT sono in grado di ripararsi autonomamente.

Modifiche dirette alle strutture GPT possono causare l’invalidità dei

checksum delle tabelle di partizione, rendendo il disco inaccessibile. Per

ulteriori informazioni sui dischi GPT, consultare la sezione “Settori del disco

su dischi GPT” in questo capitolo.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 55

Descrizioni dello stato di dischi e volumi

I membri del gruppo Administrators possono utilizzare lo snap-in Gestione disco per visualizzare lo stato di dischi e volumi.

Per aprire lo snap-in Gestione disco, attenersi alla seguente procedura.

1. Nel menu Start, fare clic su Esegui.

2. Nella finestra Apri, digitare diskmgmt.msc e quindi fare clic su OK.

Come mostrato nella figura 27.3, se non sono presenti errori sul disco, lo snap-in visualizzerà uno stato Pronto per i dischi e uno stato Integro per i volumi.

Figura 27.3 Stato Pronto e stato Integro

È possibile utilizzare le informazioni contenute in questa sezione per analizzare e risolvere i problemi individuati da Gestione disco, in cui è presente un grande numero di descrizioni di stati predefiniti che indicano la presenza di problemi su dischi e volumi. In molti casi un problema inerente a un disco comporta una condizione di errore anche in un volume ad esso corrispondente. Nella figura 27.4 viene mostrato, ad esempio, un disco che presenta la condizione di errore Pronto (Errori) e un volume che presenta la condizione di errore Integro (A rischio).

Figura 27.4 Condizioni di errore Pronto (Errori) e Integro (A rischio)

È inoltre possibile utilizzare lo strumento DiskPart per visualizzare lo stato di dischi e volumi. DiskPart è un interprete di comandi in modalità testo separato dal prompt di comandi di Windows XP Professional. Mediante DiskPart è possibile gestire dischi fissi (non removibili) e volumi utilizzando script o input diretti.

Per eseguire questa operazione, alla riga di comando digitare: diskpart

Per visualizzare lo stato dei dischi, alla riga di comando di DiskPart digitare: list disk

Per visualizzare lo stato dei volumi, alla riga di comando di DiskPart digitare: list volume

Per visualizzare un elenco dei comandi di DiskPart, alla riga di comando di DiskPart digitare: commands

Per ulteriori informazioni sull’utilizzo di DiskPart, consultare la Guida in linea di Windows XP Professional.

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56 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Descrizioni dello stato del disco Le descrizioni di stato elencate di seguito si presentano nel caso in cui Gestione disco individui un problema inerente a un disco oppure nel caso in cui non riesca a riconoscere il disco stesso.

Esterno

Lo stato Esterno viene visualizzato nel momento in cui un disco dinamico è installato sul computer locale. Occorre fare clic con il pulsante destro del mouse sul disco e selezionare Importa dischi

esterni prima di poter accedere ai dati presenti al suo interno. Se non si intende importare il disco, è possibile fare clic con il pulsante destro del mouse e selezionare Converti in disco di base. Sarà visualizzato un messaggio di avviso prima di effettuare la cancellazione di tutti i dati del disco e convertirlo in disco di base. Per ulteriori informazioni sull’importazione dei dischi esterni, consultare “Gestione dei dischi” in questo Resource Kit.

Mancante

Lo stato Mancante si verifica nel momento in cui un disco dinamico è danneggiato, spento oppure disconnesso. Dopo la riconnessione o l’attivazione del disco mancante, eseguire Gestione disco, fare clic con il pulsante destro del mouse sul disco e selezionare Riattiva il disco specificato.

Non inizializzato

Lo stato Non inizializzato indica che il disco non contiene una firma disco corretta nel record di avvio principale (MBR) oppure un GUID disco non valido nella tabella di partizione GUID. Dopo aver installato un nuovo disco, la tabella di partizione MBR oppure GUID deve essere scritta da Windows XP Professional prima di poter creare partizioni sul disco.

Quando si avvia lo snap-in Gestione disco per la prima volta dopo aver installato un nuovo disco, viene eseguita una procedura guidata che fornisce un elenco dei nuovi dischi individuati da Windows XP Professional. Se si interrompe la procedura guidata prima che la tabella di partizione MBR oppure GUID, lo stato del disco resta Non inizializzato finché non si fa clic col pulsante destro del mouse sul disco e quindi su Inizializza disco.

Non in linea

Lo stato Non in linea viene mostrato nel momento in cui un disco non è accessibile. Il disco potrebbe essere danneggiato oppure non disponibile in alcuni momenti. Lo stato Non in linea viene inoltre visualizzato se si tenta di importate un disco esterno (dinamico) e l’importazione non ha successo. Viene visualizzata una icona di errore sul disco non in linea. Lo stato Non in linea viene mostrato soltanto per i dischi dinamici.

Se lo stato del disco è Non in linea e il nome del disco diventa Mancante, il disco è stato disponibile di recente ma il sistema non è più possibile individuarlo o identificarlo. Il disco mancante potrebbe essere danneggiato, spento oppure disconnesso.

Per riportare in linea un disco non in linea e mancante, attenersi alla procedura riportata di seguito.

1. Risolvere eventuali problemi di dischi, controller o cavi e assicurarsi che il disco fisico sia acceso e collegato al computer.

2. In Gestione disco fare clic con il pulsante destro del mouse e selezionare Riattiva il disco

specificato per ripristinare il disco allo stato in linea.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 57

Nel caso persista lo stato Non in linea e il nome del disco continui a essere Mancante, e il disco presenti un problema che non può essere risolto, è possibile rimuoverlo dal computer.

Una volta rimosso, gli altri dischi dinamici in linea presenti nel computer mantengono nel database dei dischi dinamici le informazioni inerenti al disco rimosso e ai volumi corrispondenti. È possibile eliminare tutti i riferimenti al disco rimosso aggiornando il database, utilizzando Gestione disco per rimuovere tutti i volumi sul disco mancante. Una volta rimossi tutti i volumi, fare clic con il pulsante destro del mouse sul disco mancante e selezionare Rimuovi il disco. Il disco mancante non apparirà più in Gestione disco.

Per riportare in linea un disco non in linea ma non mancante, attenersi alla procedura riportata di seguito.

1. In Gestione disco utilizzare il comando Riattiva disco specificato per riportare in linea il disco.

2. Nel caso lo stato Non in linea dovesse persistere, controllare i cavi e i controller del disco e assicurarsi che il disco fisico sia integro. Correggere tutti i problemi e tentare nuovamente di riattivare il disco.

Se la riattivazione avviene con successo, tutti i volumi sul disco saranno riportati automaticamente allo stato Integro.

Pronto (Errori)

Lo stato Pronto (Errori) indica che sono stati individuati errori di I/O in una sezione del disco. Viene visualizzata una icona di errore sul disco che presenta errori. Lo stato Pronto (Errori) viene mostrato soltanto per i dischi dinamici.

Se gli errori di I/O sono transitori, riattivare il disco facendo clic con il pulsante destro del mouse su di esso e selezionare Riattiva disco specificato per riportarlo allo stato Pronto.

Illeggibile

Lo stato Illeggibile si manifesta nel momento in cui il disco non è accessibile per le ragioni elencate di seguito.

■ Il disco è in rotazione.

■ Il disco potrebbe aver subito un errore hardware, un danneggiamento oppure un errore di I/O.

■ La copia del disco del database potrebbe essere danneggiata.

Viene visualizzata una icona di errore sul disco che visualizza lo stato Illeggibile. Lo stato Illeggibile viene mostrato sia per i dischi dinamici che per i dischi di base.

I dischi potrebbero mostrare lo stato Illeggibile mentre sono in rotazione oppure durante una nuova analisi di tutti i dischi sul sistema da parte di Gestione disco. In alcuni casi un disco illeggibile non è ripristinabile. Nel caso dei dischi dinamici, lo stato Illeggibile si manifesta di norma a causa di un danneggiamento o di errori di I/O su una parte del disco anziché sulla sua intera superficie. È possibile analizzare nuovamente il disco mediante il comando Ripeti analisi dischi nel menu Azione, oppure riavviare il computer per controllare se lo stato del disco cambia.

Attenzione

L’eliminazione di un volume distrugge i dati al suo interno, pertanto occorre rimuovere un disco soltanto se si è assolutamente certi che il disco sia danneggiato e inutilizzabile.

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58 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Descrizioni dello stato del volume Le descrizioni di stato seguenti vengono visualizzate se Gestione disco individua un problema nei volumi dinamici oppure se non riesce a riconoscerli, come nel caso dei volumi creati da sistemi operativi non Windows.

Non riuscito

Lo stato Non riuscito si manifesta nel momento in cui il disco dinamico o il file system sono danneggiati. Lo stato Non riuscito può indicare una perdita di dati, a meno che non sia possibile riparare il disco o il file system.

Per risolvere il problema assicurarsi che il disco fisico corrispondente al volume sia accesso e collegato al computer. Tentare di riportare il disco allo stato Pronto mediante il comando Riattiva

disco specificato. Se la riattivazione avviene con successo, il volume viene riavviato automaticamente e riportato allo stato Integro.

Se il disco torna a stato Pronto ma il volume non torna a stato Integro, è possibile riattivare quest’ultimo manualmente utilizzando il comando Riattiva volume specificato.

Lo stato Non riuscito, in alcuni casi, non indica la perdita di dati anche se i comandi Riattiva disco

specificato e Riattiva volume specificato non hanno successo. Una situazione del genere può aver luogo a causa di uno dei motivi elencati di seguito.

■ È stato importato un volume RAID-5 oppure in mirroring in un computer su cui viene eseguito Windows XP Professional oppure Windows XP 64-Bit Edition. Questi sistemi operativi non supportano volumi in mirroring oppure RAID-5. Occorre trasferire nuovamente i dischi al computer originale per accedere ai dati presenti nei loro volumi.

■ Viene effettuata l’installazione di Windows XP Professional per aggiornare un computer su cui è presente Windows NT 4.0 Workstation e contenente volumi multidisco. Dato che Windows XP Professional non può accedere a volumi multidisco creati mediante Windows NT 4.0, occorre utilizzare Ftonline.exe per ripristinarli allo stato Integro in modo da poter accedere ai dati contenuti all’interno. Per ulteriori informazioni sulla gestione dei volumi multidisco durante l’installazione di Windows XP Professional, consultare “Gestione dei dischi” nel presente Resource Kit. Per ulteriori informazioni sull’utilizzo del comando Ftonline.exe, fare clic su Strumenti in Guida in linea e supporto tecnico e quindi fare clic su Strumenti di

supporto di Windows.

Integro (A rischio)

Lo stato Integro (A rischio) si manifesta nel momento in cui vengono rilevati errori I/O nel volume dinamico causati da settori danneggiati sul disco fisico. Il disco ricollega i settori danneggiati utilizzando settori riservati esclusivamente per il ricollegamento. Se gli errori sono transitori, è possibile utilizzare il comando Riattiva disco specificato in Gestione disco per ripristinare lo stato Integro al volume. Se lo stato A rischio persiste, il disco potrebbe essere danneggiato. Effettuare una copia di backup dei dati e sostituire il disco appena possibile.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 59

Integro (Partizione sconosciuta)

Lo stato Integro (Partizione sconosciuta) si manifesta nel momento in cui Windows XP Professional o Windows XP 64-Bit Edition non riconoscono l’ID di sistema di una partizione di un disco MBR. Le partizioni che presentano lo stato Integro (Partizione sconosciuta) potrebbero essere state definite dalla casa produttrice del sistema hardware originale (OEM, Original Equipment Manufacturer) oppure essere partizioni create da sistemi operativi differenti da Windows o da utilità di terze parti. Non è possibile formattare, assegnare lettere di unità o percorsi alle partizioni con stato Integro (Partizione sconosciuta), né accedere ai dati al loro interno. È comunque possibile eliminarle mediante Gestione disco oppure tramite il comando DiskPart.

In Windows XP 64-Bit Edition vengono riconosciute le partizioni su dischi GPT che utilizzano i GUID di un tipo di partizione conosciuto. Se Windows XP 64-Bit Edition non riuscisse a riconoscere il GUID di tipo di partizione, quest’ultima verrà visualizzata con lo stato Integro

(Partizione sconosciuta).

Windows XP 64-Bit Edition riconosce le partizioni su dischi GPT elencate di seguito e le visualizza nell’interfaccia di Gestione disco.

■ Partizione di sistema EFI (Extensible Firmware Interface)

■ Partizione primaria su un disco di base

Windows XP 64-Bit Edition riconosce e visualizza, inoltre, le partizioni primarie, estese e le unità logiche sui dischi MBR.

Windows XP 64-Bit Edition riconosce le partizioni su dischi GPT elencate di seguito ma non le visualizza nell’interfaccia di Gestione disco.

■ Partizione riservata Microsoft (MSR)

■ Partizione di metadati di Gestione disco locale (LDM) su un disco dinamico

■ Partizione di dati LDM su un disco dinamico

Se una partizione primaria è stata creata su un disco GPT da una casa produttrice del sistema hardware oppure se si utilizza un sistema operativo differente da Windows XP 64-Bit Edition per creare una partizione primaria su un disco GPT, Windows XP 64-Bit Edition potrebbe non riconoscere il GUID del tipo di partizione. Se il GUID di tipo di partizione non viene riconosciuto, Windows XP 64-Bit Edition visualizza la partizione senza consentire l’assegnazione di una lettera di unità o di un percorso di unità, né è permesso l’accesso ai dati al suo interno. È comunque possibile eliminarle mediante Gestione disco oppure tramite il comando DiskPart.

Attenzione

Se Windows XP Professional riconosce una partizione OEM, Gestione disco visualizza lo stato della partizione come Integro (Configurazione EISA). Non è possibile utilizzare Gestione disco per formattare, eliminare, assegnare lettere di drive o percorsi di drive a partizioni Integro (Configurazione EISA), né accedere ai dati al loro interno. È comunque possibile utilizzare DiskPart per eliminare le partizioni OEM mediante il comando delete partition e specificando il parametro override. L’eliminazione di una partizione OEM può impedire l’avvio di Windows XP Professional ed è pertanto consigliabile non eliminare queste partizioni.

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60 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Per ulteriori informazioni sui tipi di partizioni riconosciute da Windows XP Professional, consultare “Record di avvio principale su dischi di base”. Per ulteriori informazioni sui tipi di partizioni riconosciuti da Windows XP 64-Bit Edition, consultare “Intestazione della tabella di partizione GPT” nel presente capitolo. Per ulteriori informazioni sulle partizioni su dischi GPT, consultare “Gestione dei dischi” in questo Resource Kit.

Sconosciuto

Lo stato Sconosciuto si manifesta nel momento in cui il settore di avvio del volume è danneggiato e non è più possibile accedere ai dati al suo interno. Il settore di avvio potrebbe essere infettato da un virus. Per ulteriori informazioni sulla pulitura di un computer su cui è presente un virus, consultare “Virus che influenzano il record di avvio principale e i settori di avvio” nel presente capitolo. Per ulteriori informazioni sulla riparazione di errori dei settori d’avvio, consultare la sezione “Riparazione di record di avvio principale e di settori d’avvio su computer basati su processori x86” presente in questo capitolo.

Virus che influenzano il record di avvio principale e i settori di avvio

È sempre importante proteggere il computer e i dati al suo interno dai virus. Molti virus sfruttano le strutture del disco utilizzate dal computer per effettuare l’avvio per sostituire, reindirizzare oppure danneggiare il codice e i dati fondamentali per l’avvio del sistema operativo.

Per ulteriori informazioni sul record di avvio principale (MBR) e il settore di avvio su computer basati su processori x86, consultare “Settori del disco su dischi MBR”.

Virus del record principale di avvio I virus del record principale di avvio sfruttano il codice di avvio principale all’interno del record principale di avvio (MBR) eseguito automaticamente all’avvio di ciascun computer basato su processore x86. I virus del record principale di avvio sono attivati nel momento in cui il codice di avvio principale viene attivato dal BIOS, prima che il caricamento del sistema operativo sia completato.

Molti virus sostituiscono il settore del record con un loro codice e trasferiscono il record originale in un’altra posizione del disco. Dopo la sua attivazione, il virus resta in memoria e ordina l’esecuzione del record di avvio principale originale in modo che l’avvio sembri normale.

Alcuni virus non consentono l’individuazione del record di avvio principale originale dopo averlo trasferito, in tal modo tutti i volumi presenti sul disco diventano inaccessibili. Se l’elenco della partizione primaria attiva presente nella tabella di partizione viene distrutto, il computer non può essere avviato. Altri virus spostano il record di avvio principale nell’ultimo settore del disco oppure in un settore inutilizzato nella prima traccia del disco. Se il settore contenente il record non viene protetto dal virus, il normale utilizzo del computer potrebbe causare la sovrascrittura di file sul record, rendendo impossibile il riavvio.

Per ulteriori informazioni sul codice di avvio principale, consultare “Settori del disco su dischi MBR” in questo capitolo.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 61

Virus del settore di avvio Così come per il codice di avvio principale, anche il codice eseguibile del settore di avvio viene eseguito all’avvio del computer, creando in tal modo un altro punto debole sfruttabile dai virus. I virus del settore di avvio vengono attivati prima del caricamento e dell’esecuzione del sistema operativo nel momento in cui il codice di avvio principale nel record MBR identifica la partizione primaria attiva ed esegue il codice eseguibile del volume.

Molti virus aggiornano il settore di avvio inserendo il proprio codice e trasferiscono il settore originale in un’altra locazione del disco. Dopo la sua attivazione, il virus resta in memoria e ordina l’esecuzione del settore di avvio originale, in modo che l’avvio del computer sembri normale.

Nel caso di alcuni virus non è consentita l’individuazione del settore di avvio originale dopo averlo trasferito, in tal modo tutti i volumi presenti sul disco diventano inaccessibili. Se il volume su cui è presente il virus è la partizione primaria, il sistema non potrà essere avviato. Altri virus spostano il settore di avvio nell’ultimo settore del disco oppure in un settore inutilizzato nella prima traccia del disco. Se il settore contenente il settore di avvio non viene protetto dal virus, il normale utilizzo del computer potrebbe causare la sovrascrittura di dati sul settore, rendendo inaccessibile il volume o impossibile il riavvio.

Effetti dei virus di record principale di avvio e di settore di avvio su Windows XP Professional

I modi in cui un computer può contrarre un virus di record principale di avvio oppure di settore di avvio sono principalmente due: tramite avvio da un disco floppy infetto oppure da un programma infetto, operazioni che consentono al virus di inserire nel disco rigido una versione alterata del record MBR oppure del settore di avvio.

L’attività dannosa di uno di questi virus si manifesta, di norma, dopo l’avvio di Windows XP Professional. Se il payload (l’attività dannosa del virus) non viene eseguito durante l’avvio del sistema e se il virus non altera MBR e settore di avvio originali, Windows XP Professional impedirà l’autoriproduzione del virus su altri dischi.

Durante le normali operazioni, Windows XP Professional è immune all’attacco dei virus su queste strutture del disco dato che accede ad esso soltanto attraverso driver di periferica in modalità protetta. I virus colpiscono, di norma, le routine di accesso al disco di BIOS INT 13h, ignorate dopo l’avvio di Windows XP Professional. Tuttavia, su computer con configurazioni di avvio multiple, come ad esempio Windows XP Professional con Microsoft MS-DOS®, Microsoft® Windows® 95, Microsoft® Windows® 98 oppure Microsoft® Windows® Millennium Edition (Me), un virus di record di avvio principale o di settore di avvio potrebbe infettare il computer durante l’esecuzione di un altro sistema operativo. In un caso del genere Windows XP Professional diventerà vulnerabile.

I payload eseguiti dai virus durante l’avvio rappresentano una minaccia per i computer su cui è presente Windows XP Professional, dato che il virus viene eseguito prima che il sistema operativo assuma il controllo del computer. Una volta attivati i driver di periferica in modalità protetta, il virus non può più riprodursi su altri dischi rigidi o sui dischi floppy dato che il meccanismo di BIOS, facilmente influenzabile dal virus, non viene utilizzato per accedere al disco.

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62 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Istruzioni per la prevenzione contro i virus È consigliabile seguire accuratamente le istruzioni riportate di seguito per impedire l’introduzione di un virus sul computer.

■ Installare sul sistema almeno un programma commerciale di individuazione di virus e utilizzarlo periodicamente per controllare la presenza di virus. Assicurarsi di aggiornare regolarmente i file delle definizioni dei virus. Una volta installato un programma di antivirus, aggiornare immediatamente il file delle definizioni dei virus scaricandolo dal sito Internet della casa produttrice dell’antivirus. Controllare eventuali istruzioni specifiche presenti nella documentazione fornita dalla casa produttrice dell’antivirus.

■ Prima di installare Windows XP Professional in configurazione di avvio multiplo, analizzare gli altri sistemi operativi per ricercare l’eventuale presenza di virus.

■ Effettuare backup in periodi di bassa attività o nei momenti in cui occorre maggiormente, in modo da ridurre al minimo eventuali danni causati da virus.

■ Analizzare ogni disco floppy prima di aprire un file al suo interno oppure avviare il computer tramite esso.

■ Non aprire allegati di posta elettronica inviati da mittenti sconosciuti. Eliminare immediatamente la posta elettronica che presenta allegati.

■ Nel momento in cui si riceve un messaggio di posta elettronica con allegato da qualche conoscente, accertarsi che il mittente intendeva effettivamente inviare tale allegato. La semplice analisi dell’allegato può non essere sufficiente, dato che un nuovo virus potrebbe propagarsi nel computer senza che il mittente ne sia a conoscenza. Un programma di ricerca di virus non aggiornato potrebbe non individuare i virus più recenti.

Nel caso il mittente non aveva intenzione di inviare l’allegato, cancellare immediatamente il messaggio senza aprirlo.

■ Non eseguire mai un file con estensione vbs oppure js a meno che non se ne conoscano le esatte origini.

Importante

È estremamente importante aggiornare regolarmente il programma di antivirus. In molti casi questi programmi non possono individuare e rimuovere in maniera affidabile i virus di cui non sono a conoscenza. Molte case produttrici di software commerciale di antivirus distribuiscono aggiornamenti frequenti. È consigliabile scaricare sempre gli ultimi aggiornamenti in modo che il sistema sia sempre protetto contro i virus più recenti.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 63

■ Consultare periodicamente i siti Web di Microsoft Windows Update e di Microsoft Office Update per eventuali patch di modifica dei punti vulnerabili del sistema e di incremento del fattore di protezione. Fornitori di software indipendenti potrebbero, inoltre, fornire patch di protezione per altri programmi installati sul computer. Per ulteriori informazioni, consultare i collegamenti a Windows Update e Microsoft Office Update sulla pagina Web Resources all’indirizzo http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua inglese).

■ Configurare le impostazioni di protezione di Microsoft Internet Explorer per impedire il download di file infetti oppure di script dannosi. Per ulteriori informazioni sulla protezione dei computer da software potenzialmente dannoso, consultare la Guida in linea di Internet Explorer.

■ Non consentire agli utenti di accedere al sistema come membri del gruppo Administrators dai loro computer, dato che i virus possono arrecare una maggiore quantità di danni se attivati da un account con autorizzazioni di amministratore. Consentire agli utenti l’accesso come membri del gruppo Users, in modo che siano autorizzati a effettuare soltanto le operazioni necessarie per i loro compiti.

■ Configurare Esplora risorse e Risorse del computer in modo da mostrare le estensioni di tipi di file conosciuti, mostrare file e cartelle nascosti e file protetti del sistema operativo. Un file dannoso di nome Report.doc.vbs, ad esempio, viene visualizzato in Esplora risorse e in Risorse di computer come Report.doc, a meno che non venga deselezionata l’opzione che nasconde le estensioni dai tipi di file conosciuti. Per modificare tali impostazioni in Risorse del computer fare clic sul menu Strumenti, quindi su Opzioni cartella e selezionare la scheda Visualizza.

Trattamento di un’infezione da virus del record principale di avvio o del settore di avvio

L’utilizzo di un buon programma commerciale di antivirus compatibile con Windows XP Professional permette la rimozione di un virus dal computer. Oltre a esaminare i dischi rigidi presenti sul computer, assicurarsi di esaminare tutti i dischi floppy utilizzati nel computer su cui è presente il virus, in qualsiasi altro computer oppure con altri sistemi operativi in una configurazione di avvio multiplo infetta. Analizzare i dischi floppy anche se non si suppone che siano infetti. Molte infezioni si presentano nuovamente perché non tutte le copie del virus sono state individuate ed eliminate.

Se il computer presenta effettivamente un virus del settore di avvio e Windows XP Professional viene installato in una configurazione di avvio multipla, i programmi standard di antivirus potrebbero non riuscire a eliminare completamente l’infezione, dato che Windows XP Professional copia il settore di avvio originale di MS-DOS in un file di nome Bootsect.dos e lo sostituisce con il proprio settore di avvio. L’installazione di Windows XP Professional non è inizialmente infetta, ma nel caso in cui l’utente decida di avviare MS-DOS, Windows 95, Windows 98 oppure Windows Me, sarà applicato nuovamente il settore colpito dal virus, con la conseguenza che il sistema sarà di nuovo infettato.

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64 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Nelle operazioni di trattamento del virus evitare l’utilizzo del comando Fdisk /mbr

Non affidarsi al comando Fdisk /mbr di MS-DOS di riscrittura del record MBR su disco per eliminare il virus. Molti virus recenti presentano sia la capacità di infettare i file che le proprietà dei virus del record di avvio principale, pertanto un ripristino di quest’ultimo non risolverà il problema se il virus infetta nuovamente e immediatamente il sistema. Inoltre l’esecuzione di Fdisk /mbr in MS-DOS su un sistema su cui è presente un virus del record di avvio principale e che non protegge né crittografa la tabella di partizione MBR originale previene in maniera permanente l’accesso alle partizioni perdute. Se il disco è stato configurato con un programma di sovrapposizione delle unità per consentire il supporto per dischi di grandi dimensioni, l’esecuzione di questo comando eliminerà tale programma e non sarà più possibile eseguire l’avvio dal disco.

Nelle operazioni di trattamento del virus evitare l’utilizzo del comando Fixmbr

Mediante Console di ripristino, uno strumento di risoluzione di problemi di Windows XP Professional, viene fornita una funzione chiamata Fixmbr. Il suo funzionamento è tuttavia identico al comando Fdisk /mbr di sostituzione del codice di avvio principale senza influenzare la tabella di partizione. Per tale ragione anche tramite Fixmbr risulta difficile correggere un record infetto.

Per ulteriori informazioni sulla Console di ripristino, consultare “Strumenti per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit.

Riparazione di record di avvio principale e settori di avvio su computer basati su processori x86

Durante l’avvio del computer dal disco rigido, il BIOS identifica il disco di avvio e legge il record di avvio principale. Viene effettuata una ricerca delle partizioni attive su disco dal codice di avvio principale nel record MBR. Se il primo disco del sistema non presenta una partizione attiva oppure se il codice di avvio principale non riesce a individuare il settore di avvio del volume di sistema in modo da avviare il sistema operativo, il record MBR visualizzerà messaggi simili ai seguenti.

Tabella delle partizioni non valida

Errore nel caricamento del sistema operativo.

Sistema operativo mancante.

Attenzione

Prima di eseguire il comando Fdisk /mbr, tenere in considerazione le seguenti informazioni:

■ l’esecuzione di Fdisk /mbr non è supportata su dischi dinamici oppure GPT.

■ l’esecuzione di Fdisk /mbr in MS-DOS sovrascrive soltanto i primi 446 byte del record di avvio principale, la parte nota come codice di avvio principale, lasciando intatto il resto della tabella di partizione. Tuttavia, se la signature word (gli ultimi due byte del record) che indica i dati di identificazione è stata cancellata, le voci della tabella di partizione saranno sovrascritte con i caratteri di zero. Se la signature word viene sovrascritta da un virus del record di avvio principale, sarà perduto l’accesso a tutte le partizioni e a tutti i volumi.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 65

Se è presente la partizione attiva e il settore di avvio del volume di sistema viene individuato dal record principale di avvio, il codice caricherà il settore di avvio della partizione attiva e trasferirà l’esecuzione della CPU in quell’indirizzo di memoria. Su computer su cui viene eseguito Windows XP Professional viene effettuato il caricamento di Ntldr dal codice di avvio eseguibile, caricato in memoria e quindi è trasferita l’esecuzione a quel file. Tuttavia, se non è possibile trovare Ntldr, ovvero il file di caricamento del sistema operativo dal volume di avvio, non può avere luogo l’avvio di Windows XP Professional. Le circostanze in cui potrebbe risultare impossibile individuare Ntldr sono elencate di seguito.

■ Se Ntldr è stato spostato, rinominato oppure eliminato.

■ Se Ntldr è danneggiato.

■ Se il settore di avvio è danneggiato.

■ Se viene installato Windows XP Professional e in un secondo momento viene installato, sullo stesso computer, uno dei seguenti sistemi operativi: MS-DOS, Windows 95, Windows 98 oppure Windows NT 4.0. Per ulteriori informazioni sulla configurazione di un sistema di avvio multiplo, consultare “Pianificazione delle distribuzioni” nel presente Resource Kit.

Se si manifesta una delle circostanze appena descritte, il computer potrebbe non rispondere all’input oppure visualizzare uno dei messaggi illustrati di seguito.

Errore lettura da disco.

NTLDR mancante.

NTLDR compresso.

Ripristino del record principale di avvio Il record principale di avvio deve essere riparato nel caso venga danneggiato e non sia più possibile accedere ad alcun volume sul disco. La riparazione può essere effettuata mediante diversi strumenti. La scelta dello strumento adeguato viene effettuata tenendo conto anche di eventuali danni alla tabella di partizione e alla procedura di avvio di Windows XP Professional.

■ Utilizzo di Console di ripristino Il comando fixmbr di Console di ripristino può essere utilizzato per riparare il record. È possibile eseguire Console di ripristino dal CD del sistema Windows XP Professional; con questo metodo è anche possibile avviare il sistema operativo nel caso questo non riesca a essere eseguito né in modalità normale né provvisoria. Non è possibile, tuttavia, utilizzare Console di ripristino per riparare tabelle di partizione danneggiate da virus o da altri tipi di errori.

■ Utilizzo di DiskProbe DiskProbe può essere utilizzato per ripristinare sia record principale di avvio che tabella di partizione, ma occorre che le informazioni di tali elementi siano state salvate in una copia di backup prima di utilizzare questo strumento e deve essere possibile avviare Windows XP Professional.

■ Utilizzo di un editor del disco fornito da terze parti È possibile utilizzare un editor del disco di basso livello basato su MS-DOS prodotto da terze parti per effettuare la riparazione della tabella di partizione nel caso sia impossibile avviare Windows XP Professional. Tale metodo è consigliato soltanto agli utenti più esperti e comporta la modifica manuale della tabella di partizione.

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66 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Utilizzo di Console di ripristino per modificare il record principale di avvio

Il comando fixmbr di Console di ripristino può essere utilizzato per riscrivere il record principale di avvio e quindi risolvere il problema di un record danneggiato presente sul disco di avvio. L’esecuzione di fixmbr sovrascrive, comunque, soltanto il codice di avvio principale, lasciando la tabella di partizione intatta. Se il danno subito dal record influisce anche sulla tabella di partizione, l’esecuzione di fixmbr potrebbe non risolvere il problema.

Per avviare il computer e utilizzare Console di ripristino per la sostituzione del record principale di avvio, attenersi alla procedura riportata di seguito.

1. Inserire il CD di installazione di Windows XP Professional nell’unità CD-ROM.

2. Riavviare il computer. Premere il pulsante appropriato se richiesto per l'avvio del computer da CD.

3. Confermare le richieste presentate nella parte di testo dell’Installazione. Premere il tasto R per riparare un’installazione di Windows XP Professional.

4. Se viene riparato un computer su cui è presente più di un sistema operativo installato, selezionare in Console di ripristino l’installazione di Windows XP Professional da riparare.

5. Quando richiesto, inserire la password di amministratore. Se non si dispone della password corretta, oppure se il database di protezione dell’installazione di Windows XP Professional a cui si accede è danneggiato, Console di ripristino non consentirà l’accesso ai dischi locali e non sarà possibile riparare il record.

6. Per sostituire il record, digitare il comando mostrato di seguito nel prompt dei comandi di Console di ripristino.

fixmbr

Assicurarsi di voler proseguire nell’esecuzione del programma. In base alla posizione e alla causa del danno del record, questa operazione può comportare l’inaccessibilità dei dati sul disco. Premere S per continuare, N per annullare.

Attenzione

Si consiglia di utilizzare questo comando con cautela, dato che può danneggiare la tabella di partizione nel caso si manifesti una delle situazioni elencate di seguito.

■ Sullo stesso computer sono presenti un virus e un sistema operativo di terze parti.

■ È stato installato un record non standard da un’utilità per disco di terze parti.

■ Si è manifestato un problema di hardware.

È consigliabile l’esecuzione di un software di antivirus prima dell’utilizzo del comando fixmbr.

Nota

Se viene premuto INVIO senza avere prima digitato un numero, Console di ripristino verrà chiusa e il computer sarà riavviato.

In Console di ripristino potrebbero essere visualizzate anche installazioni valide di Windows NT 4.0. L’accesso all’installazione di Windows NT 4.0 potrebbe tuttavia sortire effetti imprevedibili.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 67

Utilizzo di DiskProbe per la sostituzione del record principale di avvio e della tabella di partizione

Con DiskProbe è possibile effettuare un backup del record e il successivo ripristino su qualsiasi disco non utilizzato per l’avvio del computer Mediante il ripristino del record di backup l’intero settore, inclusa la tabella di partizione, viene riscritto. DiskProbe viene tuttavia eseguito soltanto in Windows XP Professional, Windows 2000 e Windows NT 4.0. Non è possibile eseguirlo in MD-DOS, Windows 95, Windows 98 oppure Windows Me.

Se nel disco di avvio di Windows XP Professional è presente un record danneggiato, il sistema operativo non sarà avviato. È impossibile, in tal caso, utilizzare DiskProbe e occorre utilizzare Console di ripristino per sostituire il record di avvio principale.

Per ulteriori informazioni sul ripristino del record salvato in backup mediante DiskProbe, fare clic su Strumenti in Guida in linea e supporto tecnico e quindi fare clic su Strumenti di supporto di

Windows.

Utilizzo di un editor di terze parti per la sostituzione della tabella di partizione

Prima di riparare la tabella di partizione, è indispensabile conoscere i valori esatti da utilizzare per ripararla. Se il record e la tabella di partizione sono state salvati in una copia di backup tramite DiskProbe e il backup è disponibile su un disco floppy oppure su un altro computer, è possibile utilizzare DiskProbe per visualizzare i valori corretti da utilizzare per ricreare manualmente la tabella.

Sostituzione del settore di avvio È possibile risolvere, utilizzando Console di ripristino, il problema di danneggiamento o di mancanza di Ntldr oppure di danneggiamento del settore di avvio.

Per avviare il computer e utilizzare Console di ripristino per la sostituzione del settore di avvio, attenersi alla procedura riportata di seguito.

1. Inserire il CD di installazione di Windows XP Professional nell’unità CD-ROM.

2. Riavviare il computer. Premere il pulsante appropriato se richiesto per l’avvio del computer da CD-ROM.

3. Confermare le richieste presentate nella parte di testo dell’Installazione. Premere il tasto R per riparare un’installazione di Windows XP Professional.

4. Se viene riparato un computer su cui è presente più di un sistema operativo installato, selezionare in Console di ripristino l’installazione di Windows XP Professional da riparare.

Nota

Se viene premuto INVIO senza avere prima digitato un numero, Console di ripristino verrà chiusa e il computer sarà riavviato.

In Console di ripristino potrebbero essere visualizzate anche installazioni valide di Windows NT 4.0. L’accesso all’installazione di Windows NT 4.0 potrebbe tuttavia sortire effetti imprevedibili.

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68 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

5. Quando richiesto, inserire la password di amministratore. Se non si dispone della password corretta, oppure se il database di protezione dell’installazione di Windows XP Professional a cui si accede è danneggiato, Console di ripristino non consentirà l’accesso ai dischi locali e non sarà possibile riparare il settore di avvio.

6. Per sostituire il settore, digitare il comando mostrato di seguito nel prompt dei comandi di Console di ripristino.

fixboot [unità:]

Se non viene specificata alcuna lettera di unità, verrà sostituito il settore del volume del sistema. Per sostituire il settore di avvio di un volume differente da quello di sistema occorre specificare la lettera corrispondente.

Utilizzo di un editor di terze parti per la sostituzione del settore di avvio

Se il settore di avvio non fa parte del volume di avvio del disco, sarà possibile utilizzare diversi metodi per sostituirlo. È possibile utilizzare DiskProbe per salvare una copia di backup del settore e ripristinarlo successivamente. Questo è il metodo più rapido.

Per la sostituzione del settore su un volume NTFS è possibile utilizzare un altro metodo. Nel momento in cui un volume esistente viene creato o riformattato come volume NTFS, un duplicato del settore viene scritto in una delle locazioni elencate di seguito.

■ Al termine del volume su volumi formattati con Windows XP Professional, Windows 2000 e Windows NT 4.0.

■ Al centro logico del volume su dischi formattati con Windows NT 3.51 e versioni precedenti.

DiskProbe può essere utilizzato per individuare e copiare un duplicato del settore all’inizio del volume. Esistono anche strumenti per il disco basati su MS-DOS prodotti da terze parti che possono essere utilizzati per individuare e copiare il settore di backup al posto del settore di avvio principale presente sul volume.

Non sempre DiskProbe rappresenta la migliore scelta per sostituire i settori di avvio danneggiati presenti sui volumi di avvio. Non è possibile eseguire Windows XP Professional, requisito fondamentale per DiskProbe, a meno che non sia stato creato in precedenza un disco floppy di avvio. È possibile utilizzare un editor del disco di basso livello basato su MS-DOS prodotto da terze parti per la riparazione del settore di avvio.

Per ulteriori informazioni sulla creazione di un disco floppy di avvio, consultare l’articolo Q119467, “How to Create a Bootable Disk for an NTFS or FAT Partition”. Per ricercare l’articolo, scegliere il collegamento alla Knowledge Base di Microsoft disponibile nella pagina delle risorse Web all’indirizzo http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua inglese).

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 69

Messaggi di arresto per dischi e file system

Nel momento in cui Windows XP Professional individua un errore irreversibile, le informazioni riguardanti vengono visualizzate in modalità testo a pieno schermo. Questi messaggi, noti anche come errori irreversibili o schermate blu, forniscono informazioni specifiche del problema individuato dal kernel di Windows XP Professional.

I messaggi di arresto elencati di seguito possono essere visualizzati in caso di errori del file system, danneggiamento del disco rigido oppure problemi del controller.

Stop 0x00000024 oppure NTFS_FILE_SYSTEM

Questo messaggio di arresto, noto anche come Arresto 0x24, indica che si è manifestato un problema all’interno di Ntfs.sys, il file di driver che consente la lettura e scrittura del sistema sui volumi NTFS.

Stop 0x00000050 oppure PAGE_FAULT_IN_NONPAGED_AREA

Questo messaggio di arresto, noto anche come Arresto 0x50, si manifesta nel momento in cui i dati richiesti non vengono trovati in memoria. Viene generato un errore indicante un errato riferimento alla memoria del sistema. Tale errore può presentarsi a causa di un gran numero di condizioni, come ad esempio un bug nel software antivirus, un volume NTFS danneggiato oppure un hardware difettoso (di norma relativo alla RAM, sia essa la memoria principale,cache di secondo livello oppure video).

Stop 0x00000077 oppure KERNEL_STACK_INPAGE_ERROR

Questo messaggio di arresto, noto anche come Arresto 0x77, si manifesta nel momento in cui la pagina di dati kernel richiesta dal file di paginazione non può essere letta in memoria. L’Arresto 0x77 può essere causato da diversi problemi, elencati di seguito.

■ Presenza di settori danneggiati sul disco.

■ Cavi di collegamento difettosi oppure allentati, terminazioni SCSI non adeguate oppure problemi del controller nel riconoscere il disco rigido.

■ Errore di conflitto delle risorse tra il controller di memoria di massa e un’altra periferica.

■ RAM danneggiata.

Stop 0x0000007A oppure KERNEL_DATA_INPAGE_ERROR

Questo messaggio di arresto, noto anche come Arresto 0x7A, si manifesta nel momento in cui la pagina dei dati del kernel richiesta dal file di paginazione non può essere letta in memoria.

Il manifestarsi dell’Arresto 0x7A può avvenire a causa di problemi quali un settore danneggiato in un file di paginazione, un virus, un errore nel controller del disco, hardware difettoso oppure RAM danneggiata. In alcuni casi rari, il manifestarsi dell’Arresto 0x7A avviene per l’esaurimento delle risorse di pool non di paging.

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70 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Stop 0x0000007B oppure INACCESSIBLE_BOOT_DEVICE

Questo messaggio di arresto, noto anche come Arresto 0x7B, si manifesta nel momento in cui Windows XP Professional perde l’accesso al volume del sistema oppure al volume di avvio durante la fase di avvio. Questo errore si presenta sempre durante la fase di avvio del sistema e le cause sono elencate di seguito.

■ Problemi di hardware

■ Driver di archiviazione danneggiati o incompatibili

■ Problemi nel file system

■ Virus del settore di avvio

■ Firmware scaduto

Durante l’inizializzazione I/O del sistema, questo errore può manifestarsi nelle occasioni elencate di seguito.

■ Errore di inizializzazione dell’hardware necessario da parte del controller oppure dal driver della periferica di avvio (di norma il disco rigido).

■ Errore nell’inizializzazione del file system dovuto al mancato riconoscimento dei dati sulla periferica di avvio.

Per ulteriori informazioni su questi e altri messaggi di errore, consultare “Messaggi di arresto comuni per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit.

Altri problemi del disco Possono manifestarsi problemi del disco non riguardanti il record di avvio principale, la tabella di partizione oppure il settore di avvio. Tali problemi non sono di norma risolvibili con gli strumenti di Windows XP Professional.

Problemi CMOS

L’utilità di configurazione di CMOS è accessibile durante la fase di avvio. In CMOS sono di norma archiviate le informazioni di configurazione degli elementi principali del computer, come ad esempio RAM, video e periferiche di archiviazione. Può risultare impossibile avviare il computer se il CMOS viene danneggiato oppure perde la capacità di mantenere in archivio i dati di configurazione.

Ogni casa produttrice e fornitrice di BIOS può decidere quali impostazioni possono essere modificate nell’utilità CMOS e quali restano standard. È possibile accedere all’utilità CMOS con la combinazione di tasti visualizzata durante l’avvio oppure mediante strumenti software a seconda delle direttive specificate dalla casa produttrice. È consigliabile registrare o stampare tutte le informazioni contenute in CMOS.

Il computer utilizza il checksum di CMOS per determinare se ciascun valore CMOS è stato cambiato oltre a quelli modificati tramite il programma di configurazione di CMOS. Se il checksum non è corretto, il computer non potrà essere avviato.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 71

I problemi inerenti a CMOS presenti dopo la sua corretta configurazione possono originare da una delle condizioni elencate di seguito.

■ Batteria poco carica a causa di un lungo periodo di inattività del computer.

■ Un collegamento allentato o errato tra CMOS e batteria.

■ CMOS danneggiato a causa di una scarica di elettricità statica.

Cavi e connettori

Un’altra causa dei problemi del disco può essere rappresentata da errori inerenti ai cavi e ai connettori. I cavi possono essere difettosi ma, di norma, se un cavo funziona all’inizio, tenderà a funzionare per molto tempo. È consigliabile controllare eventuali problemi dei cavi in caso di aggiunta di nuovi dischi al computer. Nuovi problemi potrebbero manifestarsi a causa di un connettore in precedenza inutilizzato su un cavo esistente oppure a causa di un nuovo cavo più lungo, ma difettoso, utilizzato per collegare tutti i dischi. Controllare, inoltre, le connessioni ai dischi. Se i cavi vengono allungati, uno o più connettori potrebbero allentarsi nel corso del tempo, causando intermittenza nell’utilizzo dei dischi.

Se nel computer sono presenti adattatori SCSI (Small Computer System Interface), è consigliabile contattare la casa produttrice per i driver aggiornati di Windows XP Professional. Provare a disattivare sync negotiation nel BIOS SCSI, controllare gli identificatori SCSI di ciascuna periferica e confermare la terminazione adeguata. Per le periferiche AT attachment definire la porta IDE onboard come Solo primario. Controllare, inoltre, che ciascuna periferica ATA disponga di un’adeguata configurazione master, slave oppure autonoma. Provare a rimuovere tutte le periferiche ATA eccetto i dischi rigidi. Per i dischi USB (Universal Serial Bus) e IEEE 1394 verificare che i cavi e la scheda di espansione (se utilizzata) siano collegati correttamene.

Per stabilire se i nuovi dischi e i controller corrispondenti sono compatibili con Windows XP Professional, selezionare il collegamento Hardware Compatibility List nella pagina Web Resources all’indirizzo http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua inglese).

Settori del disco fondamentali per l’avvio

Il settore è un’unità di archiviazione su disco rigido e il suo spazio è di norma di 512 byte. Durante l’avvio i computer accedono ad alcuni settori sul disco per determinare quale sistema operativo avviare e la posizione delle partizioni. I dati archiviati in questi settori variano a seconda della piattaforma del computer.

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72 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Nei computer basati su processori x86 la procedura di avvio inizia dai dischi contenenti un record di avvio principale e sono noti come dischi MBR. Sui computer Itanium la procedura inizia da dischi contenenti una tabella di partizione GUID e sono noti come dischi GPT. Nei dischi MBR e GPT sono presenti settori fondamentali per l’avvio, sebbene le differenze tra i settori siano invisibili in un’interfaccia utente grafica. Occorre, invece, utilizzare uno strumento di editing del disco, come ad esempio DiskProbe, per osservare la diversa strutturazione di questi settori. Per ulteriori informazioni su DiskProbe, consultare la sezione “DiskProbe” di questo capitolo.

Settori del disco su dischi MBR I due settori fondamentali per l’avvio nei computer con processore x86 sono esaminati in seguito.

■ Il record di avvio principale (MBR), sempre residente nel settore 1 del cilindro 0, testina 0, ovvero il primo settore di un disco rigido.

■ Il settore di avvio, residente nel settore 1 di ciascun volume.

In questi settori sono contenuti sia il codice eseguibile che i dati necessari alla sua esecuzione.

Record di avvio principale su dischi di base Il record di avvio principale (MBR, Master Boot Record), la struttura di dati più importante del disco, viene creata alla partizione del disco. Il record contiene una piccola quantità di codice eseguibile (il codice di avvio principale), la firma disco e la sua tabella di partizione. Al termine del record è presente una struttura di 2 byte chiamata signature word oppure marcatore di fine settore, impostata sempre su 0x55AA. La signature word marca inoltre la fine di un record di avvio esteso

(EBR, Extended Boot Record) e del settore di avvio.

La firma disco, un numero univoco nell’offset 0x01B8, fornisce al sistema operativo un metodo d’identificazione del disco. La firma del disco viene utilizzata da Windows XP Professional come indice per l’archiviazione e il recupero delle informazioni sul disco, come ad esempio le lettere delle unità, nel Registro di sistema.

Codice di avvio principale

Il codice di avvio principale effettua le operazioni elencate di seguito.

1. Ricerca la partizione attiva nella tabella delle partizioni

2. Trova il settore iniziale della partizione attiva

Attenzione

La possibilità di modificare e riparare questi settori byte per byte dopo un danneggiamento si è rivelata importantissima, ma l’utilizzo di uno strumento di editing del disco richiede una profonda conoscenza del metodo di organizzazione dei dati nei settori. Un semplice errore può danneggiare oppure sovrascrivere in modo permanente strutture dei dati fondamentali, rendendo definitivamente inaccessibili tutti i dati sul disco o su un volume. È pertanto consigliabile utilizzare le informazioni presenti in questo capitolo per esaminare i settori utilizzati per l’avvio e quindi analizzarli sul proprio disco per approfondire la loro strutturazione.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 73

3. Carica in memoria una copia del settore di avvio della partizione attiva

4. Trasferisce il controllo al codice eseguibile presente nel settore di avvio

Se il codice di avvio principale non può completare queste operazioni, il sistema visualizzerà un messaggio simile a uno dei seguenti.

Tabella delle partizioni non valida

Errore nel caricamento del sistema operativo.

Sistema operativo mancante.

Per ulteriori informazioni sulla risoluzione di problemi del record principale di avvio, consultare la sezione “Riparazione di record di avvio principale e di settori di avvio su computer basati su processori x86” presente in questo capitolo.

Tabella di partizione su dischi di base

La tabella di partizione, una struttura di dati di 64 byte utilizzata per identificare il tipo e la posizione delle partizioni su un disco rigido, si conforma a un layout standard indipendente dal sistema operativo presente. Ogni voce della tabella di partizione è di 16 byte, pertanto è possibile un massimo di quattro voci. Ciascuna voce inizia in un offset predeterminato dall’inizio del settore, come elencato di seguito.

■ Partizione 1 0x01BE (446)

■ Partizione 2 0x01CE (462)

■ Partizione 3 0x01DE (478)

■ Partizione 4 0x01EE (494)

L’esempio illustrato di seguito mostra una stampa parziale di un record principale di avvio, mostrando la tabella di un computer con tre partizioni. Quando sono presenti meno di quattro partizioni, i campi rimanenti sono impostati a 0.

000001B0: 80 01 ..

000001C0: 01 00 07 FE BF 09 3F 00 - 00 00 4B F5 7F 00 00 00 ......?...K.....

000001D0: 81 0A 07 FE FF FF 8A F5 - 7F 00 3D 26 9C 00 00 00 ..........=&....

000001E0: C1 FF 05 FE FF FF C7 1B - 1C 01 D6 96 92 00 00 00 ................

000001F0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 ..............

Nota

I dischi floppy e i dischi removibili, come i dischi Iomega Zip, non contengono un record di avvio principale. Il primo settore di questi dischi è il settore di avvio. Sebbene ogni disco rigido contenga un record MBR, il codice di avvio principale viene utilizzato soltanto se sul disco è contenuta la partizione primaria attiva.

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74 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Nella figura 27.5 viene illustrato un esempio di come interpretare la stampa parziale della tabella delle partizioni utilizzando la tabella 27.7. I valori relativi all’indicatore di avvio (Boot Indicator), ID di sistema (System ID), settori relativi (Relative Sectors) e settori totali (Total Sectors) corrispondono alla tabella 27.7.

Figura 27.5 Interpretazione dei dati nella tabella delle partizioni

ID di sistemaSettori relativi

Settori totaliIndicatore di avvio

Nella tabella 27.7 sono descritti i campi presenti in ciascuna voce della tabella delle partizioni. I valori corrispondono alla prima voce della tabella mostrata nell’esempio. I valori Byte Offset corrispondono agli indirizzi della prima voce della tabella. Vi sono altre tre voci aggiuntive i cui valori possono essere calcolati aggiungendo 10h al valore di offset del byte specifico per ciascuna voce aggiuntiva della tabella, ad esempio 20h per la voce 3 e 30h per la voce 4.

Le sottosezioni seguenti la tabella 27.7 forniscono ulteriori dettagli riguardo questi campi.

Tabella 27.7 Campi della tabella delle partizioni

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x01BE 1 byte 0x80 Boot Indicator. Indica se il volume è la partizione attiva.

I valori consentiti sono:

� 00. Da non utilizzare per la procedura di avvio.

� 80. Partizione attiva.

0x01BF 1 byte 0x01 Starting Head.

0x01C0 6 bit 0x01 *2 Starting Sector. Vengono utilizzati solo i bit da 0 a 5. I due bit

superiori, 6 e 7, vengono utilizzati nel campo Starting Cylinder.

0x01C1 10 bit 0x00 * Starting Cylinder. Viene utilizzato un byte oltre ai due bit

superiori del campo Settore iniziale per determinare il valore

del cilindro. Starting Cylinder è un numero a 10 bit con un

valore massimo di 1023.

0x01C2 1 byte 0x07 System ID. Definisce il tipo di volume. Consultare la tabella

27.8 per esempi di valori.

0x01C3 1 byte 0xFE Ending Head.

0x01C4 6 bit 0xBF * Ending Sector. Vengono utilizzati solo i bit da 0 a 5. I due bit

superiori, 6 e 7, vengono utilizzati nel campo Ending Cylinder.

(continua)

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 75

Tabella 27.7 Campi della tabella di partizione (continua)

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x01C5 10 bit 0x09 * Ending Cylinder. Viene utilizzato un byte oltre ai due bit

superiori del campo Ending Sector per determinare il valore del

cilindro. Ending Cylinder è un numero a 10 bit con un valore

massimo di 1023.

0x01C6 4 byte 0x3F000000 Relative Sectors. L’offset dall’inizio del disco all’inizio del

volume, indicato in settori.

0x01CA 4 byte 0x4BF57F00 Total Sectors. Il numero totale di settori nel volume.

1. Numeri di dimensioni maggiori di un byte sono riorganizzati in formato little-endian oppure secondo ordine invertito di

byte. Il formato little-endian rappresenta un metodo di archiviazione di un numero che visualizza per primo il byte meno

importante nella notazione numerica esadecimale. Il valore del campo Relative Sectors, 0x3F000000, illustrato nella

presente tabella è, ad esempio, una rappresentazione in little endian di 0x0000003F. L’equivalente decimale di questo

numero little-endian è 63.

2. I valori contrassegnati da un asterisco (*) non rappresentano accuratamente il valore dei campi, dato che questi ultimi

sono di 6 oppure 10 bit e i dati sono registrati in byte.

Campo Boot Indicator

Il primo elemento della tabella di partizione, il campo Boot Indicator, indica se il volume è la partizione attiva. Questo campo può essere impostato per una sola partizione primaria del gruppo. Consultare la tabella 27.7 per esaminare i valori consentiti.

È possibile disporre di sistemi operativi e file system su differenti volumi. Il campo Boot Indicator viene impostato all’interno della tabella sulla partizione primaria designata come attiva tramite strumenti di configurazione del disco quali Gestione disco e DiskPart per Windows XP Professional e Fdisk per MS-DOS.

Campo System ID

Il campo System ID rappresenta un altro elemento della tabella di partizione. Tramite esso viene definito quale file system (ad esempio FAT16, FAT32 oppure NTFS) è stato utilizzato per formattare il volume. Il campo System ID, inoltre, identifica una partizione estesa, nel caso ve ne sia una definita in tal modo. Questo campo viene utilizzato da Windows XP Professional per determinare quali unità periferiche di file system caricare durante l’avvio. Nella tabella 27.8 sono descritti i valori del campo System ID.

Tabella 27.8 Valori di System ID

Tipo di partizione

Valore ID

0x01 Partizione primaria o unità logica FAT12 (meno di 32.680 settori nel volume)

0x04 Partizione primaria o unità logica FAT16 (32.680-65.535 settori oppure 16MB-33MB)

0x05 Partizione estesa

0x06 Partizione primaria o unità logica BIGDOS FAT16 (33 MB-4 GB)

(continua)

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76 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Tabella 27.8 Valori di System ID (continua)

Tipo di partizione

Valore ID

0x07 File system installabile (partizione o unità logica NTFS)

0x0B Partizione o unità logica FAT32

0x0C Partizione o unità logica FAT32 che utilizza le estensioni BIOS INT 13h

0x0E Partizione o unità logica BIGDOS FAT16 che utilizza le estensioni BIOS INT 13h

0x0F Partizione estesa che utilizza le estensioni BIOS INT 13h

0x12 Partizione EISA oppure OEM

0x42 Volume dinamico

0x84 Partizione con modalità sospensione di Risparmio energia

0x86 Volume multidisco FAT16 creato utilizzando Windows NT 4.0

0x87 Volume multidisco NTFS creato utilizzando Windows NT 4.0

0xA0 Partizione in modalità sospensione laptop

0xDE Partizione Dell OEM

0xFE Partizione IBM OEM

0xEE Partizione GPT

0xEF Partizione EFI System su un disco MBR

In Windows XP Professional non sono supportati volumi multidisco creati utilizzando Windows NT 4.0 e versioni precedenti e che utilizzano valori ID di sistema 0x86, 0x87, 0x8B oppure 0x8C.

Se viene eseguito l’aggiornamento da Windows NT Workstation 4.0 a Windows XP Professional, occorre prima creare un backup di tutti i volumi multidisco e quindi eliminarli prima di effettuare l’aggiornamento. Dopo aver completato l’aggiornamento, creare dei nuovi volumi dinamici e ripristinare i dati. Se i volumi multidisco non vengono eliminati prima dell’inizio dell’installazione, occorre utilizzare Ftonline, un programma che fa parte degli Strumenti di supporto di Windows, per accedere al volume dopo il completamento dell’installazione. Per ulteriori informazioni sull’utilizzo del comando Ftonline.exe, fare clic su Strumenti in Guida in linea e supporto tecnico e quindi fare clic su Strumenti di supporto di Windows.

Se si effettua l’aggiornamento da Windows 2000 a Windows XP Professional, occorrerà convertire i volumi multidisco in volumi dinamici prima di avviare la fase di installazione, altrimenti quest’ultima non potrà continuare. Per ulteriori informazioni sui volumi multidisco e sull’installazione, consultare “Gestione dei dischi” nel presente Resource Kit.

MS-DOS può accedere soltanto a volumi che presentano un valore System ID di 0x01, 0x04, 0x05 oppure 0x06. È comunque possibile eliminare mediante Gestione disco, DiskPart oppure Fdisk di MS-DOS i volumi che presentano gli altri valori elencati nella tabella 27.8.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 77

Campi Starting e Ending Cylinder, Head e Sector

I campi Starting Cylinder e Ending Cylinder, Starting Head e Ending Head, Starting Sector e Ending Sector, chiamati anche campi CHS, sono elementi aggiuntivi della tabella di partizione. Questi campi sono essenziali per l’avvio del computer. I campi CHS vengono utilizzati dal codice di avvio principale per trovare e caricare il settore di avvio della partizione attiva. I campi Starting

CHS delle partizioni non attive puntano al settore di avvio delle restanti partizioni primarie e al record di avvio esteso (EBR) della prima unità logica presente nella partizione estesa, come illustrato nella figura 27.6.

Nella risoluzione di problemi di basso livello del disco è molto importante conoscere il campo Settore iniziale di una partizione estesa. Nel caso di danneggiamento del disco, occorre operare anche sul punto di partenza della partizione per recuperare i dati archiviati.

Le dimensioni di un campo Ending Cylinder nella tabella di partizione sono di 10 bit e il numero di cilindri descrivibili all’interno della tabella varia quindi da 0 a 1.023. Le dimensioni dei campi Starting Head e Ending Head sono di un byte ciascuno, per cui l’intervallo del campo varia da 0 a 255. Le dimensioni dei campi Starting Sector e Ending Sector sono di 6 bit, pertanto l’intervallo varia da 0 a 63. Tuttavia la numerazione dei settori di questi ultimi campi parte da 1, non da 0 come per gli altri campi, per cui il numero massimo di settori per traccia è 63.

Dato che tutti i dischi rigidi sono formattati a basso livello con un settore standard di 512 byte, la massima capacità del disco descritta dalla tabella di partizione viene calcolata nel modo riportato di seguito.

Capacità massima = dimensioni del settore x cilindri (10 Bit) x testine (8 bit) x settori per traccia (6 bit)

Utilizzando i massimi valori possibili si otterrà il risultato illustrato di seguito.

512 x 1024 x 256 x 63 (o 512 x 224) = 8,455,716,864 byte o 7.8 GB

In Windows XP Professional e negli altri sistemi operativi Windows su cui vengono supportate le estensioni BIOS INT 13h è possibile accedere a partizioni del disco superiori a 7.8 GB ignorando i campi Starting e Ending CHS e tenendo in considerazione invece i campi Relative Sectors e Total Sectors.

Nei sistemi Windows 2000 e Windows XP Professional i campi Starting e Ending sono ignorati, indipendentemente dal fatto che la partizione superi o meno i 7.8 GB del disco. In Windows XP, tuttavia, occorre assegnare i valori appropriati nei campi Starting e Ending, dato che questi settori vengono utilizzati in Windows 95, Windows 98 e Windows Me (sistemi che supportano le estensioni BIOS INT 13h) nel caso in cui la partizione non occupi uno spazio maggiore dei primi 7.8 GB del disco. La presenza di tali campi è fondamentale, inoltre, per gestire la compatibilità con BIOS INT 13h all’avvio.

In MS-DOS e negli altri sistemi Windows in cui non vengono supportate le estensioni BIOS INT 13h le partizioni che superano il limite di 7.8 GB vengono ignorate, dato che tali partizioni utilizzano un ID di sistema riconosciuto esclusivamente da sistemi operativi in cui le estensioni BIOS INT 13h sono supportate.

Per creare partizioni superiori a 7.8 GB occorre che sistema operativo e computer supportino le estensioni BIOS INT 13h.

Campi Relative Sectors e Total Sectors

Il campo Relative Sectors rappresenta l’offset, in settori, dall’inizio del disco all’inizio del volume descritto dalla voce della tabella di partizione. Il campo Total Sectors rappresenta il numero totale di settori presenti nel volume.

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78 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Nella rappresentazione totale dei settori, l’utilizzo dei campi Relative Sectors e Total Sectors (un numero in 32 bit) fornisce otto bit in più rispetto allo schema CHS per rappresentare il numero totale di settori. In tal modo è possibile creare partizioni contenenti fino a 232 settori. Nel caso di dimensioni standard di settore corrispondenti a 512 byte, i 32 bit utilizzati per rappresentare i campi Relative Sectors e Total Sectors risultano in una dimensione massima di partizione di 2 terabyte, ovvero 2.199.023.255.552 byte.

Nella figura 27.6 sono illustrati i settori di MBR, tabella di partizione e di avvio di un disco di base con quattro partizioni. Le definizioni dei campi nella tabella di partizione e nella partizione estesa sono identiche.

Figura 27.6 Rappresentazione dettagliata di un disco di base con quattro partizioni

Codice di avvio principalePrima voce della tabella

di partizioneSeconda voce della tabella

di partizioneTerza voce della tabella

di partizioneQuarta voce della tabella

di partizione

0x55AA

Settore di avvio

Dati

Settore di avvio

Dati

Settore di avvio

Dati

Tabella di partizione estesa

0x55AA

Settore di avvio

Dati

Tabella di partizione estesa

0x55AA

Settore di avvio

Dati

Tabella di partizione

Record di avvio

principale

Partizioneprimaria

uno

Partizione estesa

Disco di base

Unità logica

Record di avvio

esteso

Unità logica

Record di avvio

esteso

Partizioneprimaria

due

Partizioneprimaria

tre

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 79

Record di avvio esteso su dischi di base

In ogni unità logica presente nella partizione estesa è presente un record di avvio esteso (EBR), formato da una tabella di partizione estesa e dalla signature word del settore. In esso sono presenti soltanto le informazioni del primo lato del primo cilindro di ciascuna unità logica della partizione estesa. Il settore di avvio in una unità logica è di norma posizionato nel settore relativo 32 oppure 63. Tuttavia, se sul disco non è presente alcuna partizione estesa, non saranno presenti neanche EBR né unità logiche.

Figura 27.7 Rappresentazione dettagliata di una partizione estesa su un disco di base

Seconda voce di tabelladi partizione estesaPartizione

estesa Primaunità

logica

Secondaunità

logica

Ultimaunità

logica

Prima voce di tabelladi partizione estesa

Terza voce di tabelladi partizione estesa

Quarta voce di tabelladi partizione estesa

Fine marcatore di settore(dati di identificazione)

PrimoSecondo

Terzo

Quarto

Attuale

Successivo

Non utilizzato

Non utilizzato

0x55AA

Settore di avvio

Dati

Attuale

Successivo

Non utilizzato

Non utilizzato

0x55AA

Settore di avvio

Dati

Attuale

Non utilizzato

Non utilizzato

Non utilizzato

0x55AA

Settore di avvio

Dati

Tabelladi partizione estesa

Recorddi avvioesteso

Tabelladi partizione estesa

Recorddi avvioesteso

Tabelladi partizione estesa

Recorddi avvioesteso

PrimoSecondo

Terzo

Quarto

Nota

Per ulteriori informazioni sulle dimensioni massime di partizione supportabili da ciascun file system, consultare “File System” nel presente Resource Kit.

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80 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

La prima voce in una tabella di partizione estesa della prima unità logica punta al proprio settore di avvio. La seconda voce punta al record di avvio esteso della successiva unità logica. Se non sono presenti ulteriori unità logiche, la seconda voce non sarà utilizzata e sarà registrata come una serie di zero. Se non sono presenti ulteriori unità logiche, la prima voce della tabella di partizione estesa della seconda unità logica punterà al proprio settore di avvio. La seconda voce della tabella di partizione estesa della seconda unità logica punta al record di avvio esteso della successiva unità logica. La terza e la quarta voce di una tabella di partizione estesa non vengono mai utilizzate.

Come illustrato nella figura 27.7, i record di avvio estesi delle unità logiche di una partizione estesa sono collegati tra di loro. Nella figura sono illustrate tre unità logiche in una partizione estesa: nelle tabelle di partizione estesa viene mostrata la differenza tra le unità logiche precedenti e l’ultima unità.

A eccezione dell’ultima unità logica nella partizione estesa, il formato della tabella di partizione estesa, descritto nella tabella 27.9, è ripetuto per ciascuna unità. Con la prima voce viene identificato il settore di avvio dell’unità logica e con la seconda voce il record di avvio esteso dell’unità successiva. Nella tabella di partizione estesa dell’ultima unità logica sono elencate soltanto le proprie partizioni. La seconda, terza e quarta voce dell’ultima tabella di partizione estesa non sono utilizzate.

Tabella 27.9 Contenuti delle voci della tabella di partizione estesa

Voce Contenuti della voce

Prima Informazioni sull’unità logica corrente nella partizione estesa, incluso l’indirizzo iniziale dei dati.

Seconda Informazioni sulla successiva unità logica nella partizione estesa, incluso l’indirizzo del settore

contenente il record di avvio esteso dell’unità seguente. Se non esistono unità logiche aggiuntive,

tale campo non sarà utilizzato.

Terza Non utilizzata.

Quarta Non utilizzata.

I campi di ciascuna voce della tabella di partizione estesa sono identici alle voci della tabella di partizione del record principale di avvio. Consultare la tabella 27.7 per ulteriori informazioni sui campi della tabella di partizione.

Nel campo Relative Sectors in una tabella di partizione estesa è mostrato il numero di byte di offset dall’inizio della partizione estesa al primo settore dell’unità logica. Il numero presente nel campo Total Sectors rappresenta il numero di settori che costituiscono l’unità logica. Il valore del campo Total Sectors equivale al numero di settori dal settore di avvio definito dalla tabella di partizione estesa alla fine dell’unità logica.

Data l’importanza dei settori MBR e EBR, è consigliabile eseguire periodicamente gli strumenti di analisi ed effettuare regolarmente backup di tutti i file di dati, così da evitare la perdita di accesso a un volume oppure all’intero disco.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 81

Record di avvio principale su dischi dinamici Allo stesso modo dei dischi di base, nei dischi dinamici è presente un record di avvio principale che include il codice di avvio principale, l’identificatore del disco e la sua tabella di partizione. Tuttavia, nella tabella di partizione di un disco non è presente una voce per ciascun volume contenuto, dato che le informazioni sul volume sono archiviate nel database del disco dinamico. Nella tabella di partizione, invece, sono presenti le voci del volume di sistema, del volume di avvio (nel caso non lo sia il volume di sistema) e una o più partizioni aggiuntive che occupano lo spazio non allocato sul disco. Per tutte queste partizioni viene usato l’ID di sistema 0x42 che indica che tali partizioni sono su un disco dinamico. Il posizionamento delle partizioni aggiuntive nella tabella delle partizioni impedisce che le utilità dei dischi basati su record principale di avvio considerino questo spazio come disponibile per nuove partizioni.

Nell’esempio seguente è illustrata una stampa parziale di un record di avvio principale su un disco dinamico contenente quattro volumi semplici: il volume di sistema, il volume di avvio e due volumi di dati. La prima voce rappresenta il volume di sistema, marcato come attivo. La seconda voce rappresenta il volume di avvio e la terza rappresenta il volume di contenimento di tutti i volumi semplici sul disco. Tutte le voci sono di tipo 0x42, con volumi dinamici specificati.

000001B0: 80 01 .....,Dc!.!.....

000001C0: 01 00 42 FE 7F 04 3F 00 - 00 00 86 FA 3F 00 00 00 ..B...?.....?...

000001D0: 41 05 42 FE FF 02 C5 FA - 3F 00 7E 04 7D 00 00 00 A.B.....?.~.}...

000001E0: C1 03 42 FE FF FF 43 FF - BC 00 58 53 54 00 00 00 ..B...C...XST...

000001F0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 55 AA ..............U.

Settori di avvio su dischi MBR Il settore di avvio, residente nel settore 1 di ciascun volume, è una elemento fondamentale del disco per l’avvio del computer. Al suo interno è presente il codice eseguibile e i dati ad esso necessari, incluse le informazioni utilizzate dal file system per accedere al volume. Il settore di avvio viene creato al momento della formattazione del volume. Al termine del settore di avvio è presente una struttura di 2 byte chiamata signature word oppure marcatore di fine settore, impostato sempre su 0x55AA. Su computer su cui è presente Windows XP Professional, il settore di avvio nella partizione attiva viene caricato in memoria e provvede all’avvio di Ntldr, che a sua volta carica il menu di avvio nel caso siano installate più versioni di Windows, altrimenti carica l’unico sistema operativo installato.

Nota

In Windows 2000 le voci di partizione dei volumi di base esistenti venivano conservate nella tabella delle partizioni nel momento in cui il disco di base veniva convertito in dinamico. Con tali voci è stato impedito il passaggio dei volumi dinamici convertiti a volumi estesi. Tale limitazione è stata rimossa da Windows XP Professional per tutti i volumi convertiti eccetto i volumi di avvio e di sistema. Le voci di partizione di tutti gli altri volumi convertiti sono rimosse dalla tabella, e pertanto questi volumi possono essere estesi.

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82 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

In un settore di avvio sono presenti gli elementi elencati di seguito.

■ Un’istruzione di salto alla CPU basata su processore x86.

■ Il codice d’identificazione del produttore del sistema originale (OEM ID).

■ Il blocco di parametri di BIOS (BPB), una struttura dati.

■ Il BPB esteso.

■ Il codice eseguibile di avvio, o codice bootstrap, che consente l’avvio del sistema operativo.

In tutti i settori di avvio di Windows XP Professional sono presenti tutti gli elementi analizzati in precedenza indipendentemente dal tipo di disco, sia esso di base oppure dinamico.

Nel BPB sono descritti i parametri fisici del volume. Il BPB esteso inizia immediatamente dopo il BPB. A causa dei tipi differenti di campi e della quantità di dati al loro interno, la lunghezza del BPB varia tra i settori di avvio FAT16, FAT32 e NTFS.

I driver di periferica del disco utilizzano le informazioni presenti nel BPB esteso per leggere i volumi e configurarli. Nell’area successiva al BPB esteso è presente, di norma, il codice di avvio eseguibile che effettua le operazioni necessarie per continuare la procedura di avvio.

Procedure del settore di avvio

Nei computer il settore di avvio viene utilizzato per eseguire istruzioni durante l’avvio. La procedura iniziale di avvio è riepilogata nei passi elencati di seguito.

1. Il BIOS di sistema e la CPU avviano la verifica automatica di attivazione dell’alimentazione (POST, power-on self test).

2. Il BIOS trova la periferica di avvio, di norma il primo disco trovato, a meno che il controller non sia configurato in modo da effettuare l’avvio da un disco differente.

3. Viene caricato in memoria il primo settore fisico della periferica di avvio e trasferita l’esecuzione della CPU in quell’indirizzo di memoria.

Se la periferica di avvio è su un disco rigido, il BIOS caricherà il record principale di avvio. Il codice di avvio principale carica il settore di avvio della partizione attiva e trasferisce l’esecuzione della CPU a quell’indirizzo di memoria. Su computer su cui viene eseguito Windows XP Professional viene effettuato il caricamento di Ntldr dal codice di avvio eseguibile, caricato in memoria e trasferita l’esecuzione a quel file.

Nota

Gli strumenti di editing del disco quali DiskProbe e strumenti di terze parti funzionanti con Windows NT 4.0 e NTFS potrebbero non supportare settori di avvio e volumi FAT32.

Nota

In Windows XP Professional non è possibile eseguire l’avvio da un volume con spanning o striping sui dischi dinamici. Queste strutture non possono essere registrate nella tabella di partizione di MBR; pertanto, un volume di sistema che utilizza tali strutture non può essere avviato.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 83

Se nell’unità A è presente un disco floppy, il BIOS di sistema caricherà il primo settore (il settore di avvio) del disco floppy in memoria. Se il disco floppy è un disco floppy di avvio (formattato da MS-DOS e su cui sono stati copiati i principali file di avvio del sistema operativo), il settore di avvio sarà caricato in memoria e il codice eseguibile verrà utilizzato per trasferire l’esecuzione della CPU a Io.sys, un file principale del sistema operativo MS-DOS. Se il disco floppy non è un disco floppy di avvio, il codice eseguibile di avvio visualizzerà il messaggio illustrato di seguito.

Non-system disk or disk error.

Replace and press any key when ready.

Se nel momento in cui si tenta di avviare il computer dal disco rigido vengono visualizzati messaggi di errore simili, allora il settore di avvio potrebbe essere danneggiato. Per ulteriori informazioni sulla risoluzione di problemi inerenti al settore di avvio, consultare “Riparazione di record di avvio principale e di settori di avvio su computer basati su processori x86” in questo capitolo.

Inizialmente la procedura di avvio è indipendente dal formato del disco e dal sistema operativo. Le caratteristiche uniche di sistema operativo e di file system diventano importanti nel momento in cui viene avviato il codice di avvio eseguibile.

Componenti di un settore di avvio

Il record di avvio principale trasferisce l’esecuzione della CPU al settore di avvio, in modo che i primi tre byte del settore vengano considerati come istruzioni valide e eseguibili per CPU basate su processori x86. Tra queste è inclusa un’istruzione di salto che ignora i successivi byte di istruzioni non eseguibili.

Di seguito all’istruzione di salto è presente l’OEM ID di 8 byte, una stringa di caratteri d’identificazione del nome e del numero di versione del sistema operativo mediante il quale è stato formattato il volume. Per preservare la compatibilità con MS-DOS, Windows XP Professional registra “MSDOS5.0” in questo campo su dischi FAT16 e FAT32. Su dischi NTFS Windows XP Professional registra “NTFS”.

Successivamente all’OEM ID è presente il BPB in cui sono presenti informazioni che consentono al codice di avvio eseguibile di individuare Ntldr. Il BPB viene sempre avviato nello stesso offset, in modo che i parametri standard siano in una posizione conosciuta. Le variabili di dimensioni e geometria del disco sono incluse nel BPB. Dato che la maggior parte del settore di avvio è un’istruzione di salto x86, il BPB può essere esteso in un secondo momento aggiungendo nuove informazioni alla fine. Per effettuare questa operazione, occorre soltanto modificare in minima parte l’istruzione di salto. Il BPB è archiviato in un formato compresso (non allineato).

Nota

Questi messaggi non vengono visualizzati su sistemi normalmente funzionanti configurati in modo da cercare i file di avvio prima sull’unità C. Su molti computer, un’opzione del programma di configurazione CMOS consente all’utente di impostare l’ordine di ricerca dei file di avvio sui dischi installati.

Nota

È possibile inoltre osservare gli OEM ID “MSWIN4.0” su dischi formattati da Windows 95 e “MSWIN4.1” su dischi formattati da Windows 95 OEM Service Release 2 (OSR2), Windows 98 e Windows Me. In Windows XP Professional non viene utilizzato il campo OEM ID nel settore di avvio, eccetto per la verifica dei volumi NTFS.

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84 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Settore di avvio FAT16

Nella tabella 27.10 è descritto il settore di avvio di un volume formattato con il file system FAT16.

Tabella 27.10 Sezioni del settore di avvio su un volume FAT16

Offset del byte Lunghezza del campo Nome del campo

0x00 3 byte Jump instruction

0x03 8 byte OEM ID

0x0B 25 byte BPB

0x24 26 byte BPB esteso

0x3E 448 byte Codice di bootstrap

0x01FE 2 byte End of sector marker

Nell’esempio mostrato di seguito viene illustrata una stampa in formato esadecimale del settore di avvio di un volume FAT16. La stampa è formattata in tre sezioni:

■ I byte 0x00 e 0x0A sono le istruzioni di salto e l’OEM ID (evidenziati in grassetto).

■ I byte 0x0B e 0x3D sono il BPB e il BPB esteso.

■ La sezione rimanente rappresenta il codice di bootstrap e il marcatore di fine settore (evidenziati in grassetto).

Physical Sector: Cyl 0, Side 1, Sector 1

00000000: EB 3C 90 4D 53 44 4F 53 - 35 2E 30 00 02 40 01 00 .<.MSDOS5.0..@..

00000010: 02 00 02 00 00 F8 FC 00 - 3F 00 40 00 3F 00 00 00 ........?.@.?...

00000020: 01 F0 3E 00 80 00 29 A8 - 8B 36 52 4E 4F 20 4E 41 ..>...)..6RNO NA

00000030: 4D 45 20 20 20 20 46 41 - 54 31 36 20 20 20 33 C0 ME FAT16 3.

00000040: 8E D0 BC 00 7C 68 C0 07 - 1F A0 10 00 F7 26 16 00 ....|h......&..

00000050: 03 06 0E 00 50 91 B8 20 - 00 F7 26 11 00 8B 1E 0B ....P.. ..&.....

00000060: 00 03 C3 48 F7 F3 03 C8 - 89 0E 08 02 68 00 10 07 ...H........h...

00000070: 33 DB 8F 06 13 02 89 1E - 15 02 0E E8 90 00 72 57 3.............rW

00000080: 33 DB 8B 0E 11 00 8B FB - 51 B9 0B 00 BE DC 01 F3 3.......Q.......

00000090: A6 59 74 05 83 C3 20 E2 - ED E3 37 26 8B 57 1A 52 .Yt... ...7&.W.R

000000A0: B8 01 00 68 00 20 07 33 - DB 0E E8 48 00 72 28 5B ...h. .3...H.r([

000000B0: 8D 36 0B 00 8D 3E 0B 02 - 1E 8F 45 02 C7 05 F5 00 .6...>....E.....

000000C0: 1E 8F 45 06 C7 45 04 0E - 01 8A 16 24 00 EA 03 00 ..E..E.....$....

000000D0: 00 20 BE 86 01 EB 03 BE - A2 01 E8 09 00 BE C1 01 . ..............

000000E0: E8 03 00 FB EB FE AC 0A - C0 74 09 B4 0E BB 07 00 .........t......

000000F0: CD 10 EB F2 C3 50 4A 4A - A0 0D 00 32 E4 F7 E2 03 .....PJJ...2....

00000100: 06 08 02 83 D2 00 A3 13 - 02 89 16 15 02 58 A2 07 .............X..

00000110: 02 A1 13 02 8B 16 15 02 - 03 06 1C 00 13 16 1E 00 ................

00000120: F7 36 18 00 FE C2 88 16 - 06 02 33 D2 F7 36 1A 00 .6........3..6..

00000130: 88 16 25 00 A3 04 02 A1 - 18 00 2A 06 06 02 40 3A ..%.......*...@:

00000140: 06 07 02 76 05 A0 07 02 - 32 E4 50 B4 02 8B 0E 04 ...v....2.P.....

00000150: 02 C0 E5 06 0A 2E 06 02 - 86 E9 8B 16 24 00 CD 13 ............$...

(continua)

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 85

(continua)

00000160: 0F 83 05 00 83 C4 02 F9 - CB 58 28 06 07 02 76 11 .........X(...v.

00000170: 01 06 13 02 83 16 15 02 - 00 F7 26 0B 00 03 D8 EB ..........&.....

00000180: 90 A2 07 02 F8 CB 42 4F - 4F 54 3A 20 43 6F 75 6C ......BOOT: Coul

00000190: 64 6E 27 74 20 66 69 6E - 64 20 4E 54 4C 44 52 0D dn't find NTLDR.

000001A0: 0A 00 42 4F 4F 54 3A 20 - 49 2F 4F 20 65 72 72 6F ..BOOT: I/O erro

000001B0: 72 20 72 65 61 64 69 6E - 67 20 64 69 73 6B 0D 0A r reading disk..

000001C0: 00 50 6C 65 61 73 65 20 - 69 6E 73 65 72 74 20 61 .Please insert a

000001D0: 6E 6F 74 68 65 72 20 64 - 69 73 6B 00 4E 54 4C 44 nother disk.NTLD

000001E0: 52 20 20 20 20 20 20 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 R .........

000001F0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 55 AA ..............U.

Nelle tabelle 27.11 e 27.12 è illustrato il layout di BPB e BPB esteso per i volumi FAT16. I valori utilizzati corrispondono ai dati mostrati nell’esempio precedente.

Tabella 27.11 Campi del BPB per volumi FAT16

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x0B 2 byte 0x0002 Bytes Per Sector. Le dimensioni di un settore hardware. I valori decimali consentiti per questo campo sono 512, 1024, 2048 e 4096. Per molti dischi utilizzati negli Stati Uniti, il valore di questo campo corrisponde a 512.

0x0D 1 byte 0x40 Sectors Per Cluster. Il numero di settori in un cluster. Dato che FAT16 può tenere traccia esclusivamente di un numero limitato di cluster, ovvero fino a 65.524, è possibile supportare volumi molto grandi aumentando il numero di settori per cluster. Le dimensioni predefinite del cluster variano in base alle dimensioni del volume. Per questo campo sono consentiti valori decimali 1, 2, 4, 8, 16, 32, 64 e 128.

0x0E 2 byte 0x0100 Reserved Sectors. Il numero di settori precedenti l’inizio del primo FAT, incluso il settore di avvio. Il valore di questo campo è di norma 1.

0x10 1 byte 0x02 Number of FATs. Il numero di copie di FAT sul volume. Il valore di questo campo è di norma 2.

0x11 2 byte 0x0002 Root Entries. Il numero totale di voci relative a nomi di file e di directory in 32 byte archiviabili nella directory principale del volume. Il valore tipico di questo campo, su un disco rigido, è 512. Una delle voci può essere utilizzata come etichetta di volume, mentre file e cartelle con nomi lunghi utilizzano voci multiple per file. Il massimo numero possibile di voci di file e di directory è 511. Nel caso, tuttavia, vengano utilizzati nomi lunghi per i file, le voci termineranno di norma prima di aver raggiunto tale numero.

(continua)

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86 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Tabella 27.11 Campi del BPB per volumi FAT16 (continua)

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x13 2 byte 0x0000 Small Sectors. Il numero di settori presenti sul volume rappresentati in 16 bit (< 65.536) In caso di volumi con numero di settori superiore a 65.536, questo campo assumerà valore 0 e verrà utilizzato al suo posto il campo Large Sectors.

0x15 1 byte 0xF8 Media Descriptor. Vengono fornite informazioni sui supporti magnetici utilizzati. Il valore 0xF8 indica un disco rigido e 0xF0 indica un disco floppy da 3,5 pollici ad alta densità. Le voci Media Descriptor corrispondono a dischi precedenti MS-DOS FAT16 e FAT12, per cui non vengono utilizzate in Windows XP Professional.

0x16 2 byte 0xFC00 Sectors Per FAT. Il numero di settori occupato da ciascun FAT nel volume. Questo numero viene utilizzato dal computer insieme al numero di FAT e di settori riservati per determinare il punto d’inizio della directory principale. È inoltre possibile determinare il punto d’inizio dell’area dati dell’utente basandosi sul numero di voci nella directory principale (512).

0x18 2 byte 0x3F00 Sectors Per Track. Parte della geometria apparente del disco utilizzata su un disco formattato a basso livello.

0x1A 2 byte 0x4000 Number of Heads. Parte della geometria apparente del disco utilizzata su un disco formattato a basso livello.

0x1C 4 byte 0x3F000000 Hidden Sectors. Il numero di settori sul volume precedenti il settore di avvio. Tale settore viene utilizzato durante la sequenza di avvio per calcolare l’offset assoluto della directory principale e delle aree di dati.

0x20 4 byte 0x01F03E00 Large Sectors. Se il valore del campo Small Sectors è uguale a 0, in questo campo sarà presente il numero totale di settori nel volume FAT16. Se il valore del campo Small Sectors non è uguale a 0, il valore di questo campo sarà 0.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 87

Tabella 27.12 Campi del BPB esteso per volumi FAT16

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x24 1 byte 0x80 Physical Drive Number. Relativo al numero dell’unità fisica del BIOS. Le unità floppy sono identificate come 0x00 e i dischi fisici sono identificati come 0x80, indipendentemente dal numero di unità disco fisiche. Di norma tale valore è impostato prima di effettuare una chiamata BIOS INT 13h per specificare la periferica a cui accedere. Tale valore è rilevante soltanto se la periferica è di avvio.

0x25 1 byte 0x00 Reserved. I volumi FAT16 sono sempre impostati a 0.

0x26 1 byte 0x29 Extended Boot Signature. Un campo il cui valore deve essere 0x28 oppure 0x29 in modo che venga riconosciuto da Windows XP Professional.

0x27 4 byte 0xA88B3652 Volume Serial Number. Un numero di serie, generato casualmente nel momento in cui il volume viene formattato, che serve a distinguere quest’ultimo dagli altri dischi.

0x2B 11 byte NO NAME Volume di avvio. Un campo utilizzato in passato per archiviare l’etichetta del volume. L’etichetta di volume è attualmente archiviata come file speciale nella directory principale.

0x36 8 byte FAT16 Non utilizzato da Windows XP Professional.

Settore di avvio FAT32

Il settore di avvio FAT32 è molto simile per struttura al settore di avvio FAT16, ma nel BPB del FAT32 sono contenuti campi aggiuntivi. Il BPB esteso del FAT32 utilizza gli stessi campi del FAT16, ma gli indirizzi di offset di questi campi interni al settore di avvio sono differenti da quelli trovati nei settori di avvio del FAT16. I volumi formattati in FAT32 non sono leggibili da sistemi operativi incompatibili con FAT32.

Nella tabella 27.13 è descritto il settore di avvio di un volume formattato con il file system FAT32.

Tabella 27.13 Sezioni del settore di avvio su un volume FAT32

Offset del byte Lunghezza del campo Nome del campo

0x00 3 byte Jump instruction

0x03 8 byte OEM ID

0x0B 53 byte BPB

0x40 26 byte BPB esteso

0x5A 420 byte Codice di bootstrap

0x01FE 2 byte End of sector marker

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88 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Nell’esempio illustrato di seguito è contenuta una stampa in formato esadecimale del settore di avvio di un volume FAT32. La stampa è formattata in tre sezioni:

■ I byte 0x00 e 0x0A sono le istruzioni di salto e l’OEM ID (evidenziati in grassetto).

■ I byte 0x0B e 0x59 sono il BPB e il BPB esteso.

■ La sezione rimanente è il codice di bootstrap e il marcatore di fine settore (evidenziati in grassetto).

Physical Sector: Cyl 878, Side 0, Sector 1

00000000: EB 58 90 4D 53 44 4F 53 - 35 2E 30 00 02 10 24 00 .X.MSDOS5.0...$.

00000010: 02 00 00 00 00 F8 00 00 - 3F 00 FF 00 3F 00 00 00 ........?...?...

00000020: 1D 91 11 01 2A 22 00 00 - 00 00 00 00 02 00 00 00 ....*"..........

00000030: 01 00 06 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

00000040: 80 00 29 F1 9E 5E 5E 4E - 4F 20 4E 41 4D 45 20 20 ..)..^^NO NAME

00000050: 20 20 46 41 54 33 32 20 - 20 20 33 C9 8E D1 BC F4 FAT32 3.....

00000060: 7B 8E C1 8E D9 BD 00 7C - 88 4E 02 8A 56 40 B4 08 {......|.N..V@..

00000070: CD 13 73 05 B9 FF FF 8A - F1 66 0F B6 C6 40 66 0F ..s......f...@f.

00000080: B6 D1 80 E2 3F F7 E2 86 - CD C0 ED 06 41 66 0F B7 ....?.......Af..

00000090: C9 66 F7 E1 66 89 46 F8 - 83 7E 16 00 75 38 83 7E .f..f.F..~..u8.~

000000A0: 2A 00 77 32 66 8B 46 1C - 66 83 C0 0C BB 00 80 B9 *.w2f.F.f.......

000000B0: 01 00 E8 2B 00 E9 48 03 - A0 FA 7D B4 7D 8B F0 AC ...+..H...}.}...

000000C0: 84 C0 74 17 3C FF 74 09 - B4 0E BB 07 00 CD 10 EB ..t.<.t.........

000000D0: EE A0 FB 7D EB E5 A0 F9 - 7D EB E0 98 CD 16 CD 19 ...}....}.......

000000E0: 66 60 66 3B 46 F8 0F 82 - 4A 00 66 6A 00 66 50 06 f`f;F...J.fj.fP.

000000F0: 53 66 68 10 00 01 00 80 - 7E 02 00 0F 85 20 00 B4 Sfh.....~.... ..

00000100: 41 BB AA 55 8A 56 40 CD - 13 0F 82 1C 00 81 FB 55 [email protected]

00000110: AA 0F 85 14 00 F6 C1 01 - 0F 84 0D 00 FE 46 02 B4 .............F..

00000120: 42 8A 56 40 8B F4 CD 13 - B0 F9 66 58 66 58 66 58 [email protected]

00000130: 66 58 EB 2A 66 33 D2 66 - 0F B7 4E 18 66 F7 F1 FE fX.*f3.f..N.f...

00000140: C2 8A CA 66 8B D0 66 C1 - EA 10 F7 76 1A 86 D6 8A ...f..f....v....

00000150: 56 40 8A E8 C0 E4 06 0A - CC B8 01 02 CD 13 66 61 [email protected]

00000160: 0F 82 54 FF 81 C3 00 02 - 66 40 49 0F 85 71 FF C3 [email protected]..

00000170: 4E 54 4C 44 52 20 20 20 - 20 20 20 00 00 00 00 00 NTLDR .....

00000180: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

00000190: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

000001A0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 0D 0A 43 61 ..............Ca

000001B0: 6E 6E 6F 74 20 73 74 61 - 72 74 2E 20 20 52 65 6D nnot start. Rem

000001C0: 6F 76 65 20 6D 65 64 69 - 61 2E FF 0D 0A 44 69 73 ove media....Dis

000001D0: 6B 20 65 72 72 6F 72 FF - 0D 0A 50 72 65 73 73 20 k error...Press

000001E0: 61 6E 79 20 6B 65 79 20 - 74 6F 20 72 65 73 74 61 any key to resta

000001F0: 72 74 0D 0A 00 00 00 00 - 00 AC CB D8 00 00 55 AA rt............U.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 89

Nelle tabelle 27.14 e 27.15 è illustrato il layout di BPB e BPB esteso per i volumi FAT32. I valori utilizzati corrispondono ai dati mostrati nell’esempio precedente.

Tabella 27.14 Campi del BPB per volumi FAT32

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x0B 2 byte 0x0002 Bytes Per Sector. Le dimensioni di un settore hardware. I valori decimali consentiti per questo campo sono 512, 1024, 2048 e 4096. Per molti dischi utilizzati negli Stati Uniti, il valore di questo campo corrisponde a 512.

0x0D 1 byte 0x10 Sectors Per Cluster. Il numero di settori in un cluster. Le dimensioni predefinite del cluster variano in base alle dimensioni del volume. Per questo campo sono consentiti valori decimali 1, 2, 4, 8, 16, 32, 64 e 128. L’implementazione FAT32 per Windows XP Professional consente la creazione di volumi di dimensioni massime di 32 GB. Volumi di dimensioni maggiori, tuttavia, creati da altri sistemi operativi (Windows 95 OSR2 e successivi) sono accessibili tramite Windows XP Professional.

0x0E 2 byte 0x2400 Reserved Sectors. Il numero di settori precedenti l’inizio del primo FAT, incluso il settore di avvio.

0x10 1 byte 0x02 Number of FATs. Il numero di copie di FAT sul volume. Il valore di questo campo è sempre 2.

0x11 2 byte 0x0000 Root Entries (FAT12/FAT16 only). Per volumi FAT32 tale valore deve essere sempre impostato a 0.

0x13 2 byte 0x0000 Small Sectors (FAT12/FAT16 only). Per volumi FAT32 tale valore deve essere sempre impostato a 0.

0x15 1 byte 0xF8 Media Descriptor. Vengono fornite informazioni sui supporti magnetici utilizzati. Il valore 0xF8 indica un disco rigido e 0xF0 indica un disco floppy da 3,5 pollici ad alta densità. Le voci Media Descriptor corrispondono a dischi precedenti MS-DOS FAT16, per cui non vengono utilizzate in Windows XP Professional.

0x16 2 byte 0x0000 Sectors Per FAT (FAT12/FAT16 only). Per volumi FAT32 tale valore deve essere sempre impostato a 0.

0x18 2 byte 0x3F00 Sectors Per Track. Al suo interno è contenuto il valore geometrico “sectors per track” per dischi che utilizzano INT 13h. Il volume è diviso in tracce da testine e cilindri multipli.

(continua)

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90 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Tabella 27.14 Campi del BPB per volumi FAT32 (continua)

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x1A 2 byte 0xFF00 Number of Heads. Al suo interno è contenuto il valore geometrico “count of heads” per dischi che utilizzano INT 13h. Il valore per un disco floppy da 3,5 pollici è, ad esempio, uguale a 2.

0x1C 4 byte 0x3F000000 Hidden Sectors. Il numero di settori sul volume precedenti il settore di avvio. Tale valore viene utilizzato durante la sequenza di avvio per calcolare l’offset assoluto della directory principale e delle aree di dati. Questo campo è di norma rilevante soltanto per supporti visibili sull’interrupt 13h. Su supporti non sottoposti a partizione tale valore deve essere sempre 0.

0x20 4 byte 0x1D911101 Large Sectors. Il numero totale di settori nel volume FAT32.

0x24 4 byte 0x2A220000 Sectors Per FAT (FAT32 only). Il numero di settori occupato da ciascun FAT nel volume. Questo numero viene utilizzato dal computer insieme al numero di FAT e di settori riservati (descritti in questa tabella) per determinare il punto d’inizio della directory principale. È inoltre possibile determinare il punto d’inizio dell’area dati dell’utente basandosi sul numero di voci nella directory principale (512).

0x28 2 byte 0x0000 Non utilizzato da Windows XP Professional.

0x2A 2 byte 0x0000 File System Version (FAT32 only). Il byte alto rappresenta il numero di revisione maggiore, mentre il byte basso rappresenta il numero di revisione minore. Tramite questo campo viene abilitata la possibilità di estendere in futuro il tipo di supporto magnetico FAT32 per i vecchi driver FAT32 che montano il volume. Entrambi i byte assumono valore 0 in Windows XP Professional, Windows 2000, Windows e sistemi operativi precedenti.

0x2C 4 byte 0x02000000 Root Cluster Number (FAT32 only). Il numero del primo cluster della directory principale. Il valore di questo campo è di norma, ma non sempre, 2.

0x30 2 byte 0x0100 File System Information Sector Number (FAT32 only). Il numero di settore della struttura FSINFO (File System Information) nell’area riservata del volume FAT32. Il valore corrisponde di norma a 1. Una copia della struttura FSINFO è mantenuta in Backup Boot Sector ma non è aggiornata.

0x32 2 byte 0x0600 Backup Boot Sector (FAT32 only). Un valore diverso da 0 specifica il numero di settore nell’area riservata del volume dove viene archiviata una copia del settore di avvio. Il valore di questo campo è di norma 6. Si consiglia di non utilizzare altri valori.

0x34 12 byte 0x000000000000000000000000

Reserved (FAT32 only). Spazio riservato per future espansioni. Il valore di questo campo deve essere sempre 0.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 91

Tabella 27.15 Campi del BPB esteso per volumi FAT32

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x40 1 byte 0x80 Physical Drive Number. Relativo al numero dell’unità fisica del BIOS. Le unità floppy sono identificate come 0x00 e i dischi fisici sono identificati come 0x80, indipendentemente dal numero di unità disco fisiche. Di norma tale valore è impostato prima di effettuare una chiamata BIOS INT 13h per specificare la periferica a cui accedere. Tale valore è rilevante soltanto se la periferica è di avvio.

0x41 1 byte 0x00 Reserved. I volumi FAT32 sono sempre impostati a 0.

0x42 1 byte 0x29 Extended Boot Signature. Un campo il cui valore deve essere 0x28 oppure 0x29 in modo che venga riconosciuto da Windows XP Professional.

0x43 4 byte 0xF19E5E5E Volume Serial Number. Un numero di serie generato casualmente nel momento in cui il volume viene formattato in modo da distinguere quest’ultimo dagli altri dischi.

0x47 11 byte NO NAME Volume Label. Un campo utilizzato in passato per archiviare l’etichetta del volume. L’etichetta di volume è attualmente archiviata come file speciale nella directory principale.

0x52 8 byte FAT32 System ID. Un campo di testo con un valore di FAT32.

Settore di avvio NTFS

Nella tabella 27.16 è descritto il settore di avvio di un volume formattato con NTFS. Nel momento in cui un volume NTFS viene formattato, il programma di formattazione effettua l’allocazione dei primi 16 settori del settore di avvio e del codice di bootstrap.

Tabella 27.16 Sezioni del settore di avvio su un volume NTFS

Offset del byte Lunghezza del campo Nome del campo

0x00 3 byte Jump instruction

0x03 8 byte OEM ID

0x0B 25 byte BPB

0x24 48 byte BPB esteso

0x54 426 byte Codice di bootstrap

0x01FE 2 byte End of sector marker

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92 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Sui volumi NTFS i campi di dati successivi al BPB formano un BPB esteso. Tramite i dati in questi campi viene abilitato Ntldr per trovare la tabella file master (MFT) durante l’avvio. Su volumi NTFS la tabella file master non è posizionata in un settore predefinito, come invece avviene nei volumi FAT16 e FAT32. Per questo motivo i volumi NTFS possono spostare la tabella file master se il settore in cui si trova è danneggiato. Se, tuttavia, i dati sono danneggiati, la tabella file master non potrà essere individuata e Windows XP Professional riconoscerà il volume come non formattato.

Nell’esempio illustrato di seguito viene mostrato il settore di avvio di un volume NTFS formattato mediante Windows XP Professional. La stampa è formattata in tre sezioni:

■ I byte 0x00 e 0x0A sono le istruzioni di salto e l’OEM ID (evidenziati in grassetto).

■ I byte 0x0B e 0x53 sono il BPB e il BPB esteso.

■ Il codice rimanente è il codice di bootstrap e il marcatore di fine settore (evidenziati in grassetto).

Physical Sector: Cyl 0, Side 1, Sector 1

00000000: EB 52 90 4E 54 46 53 20 - 20 20 20 00 02 08 00 00 .R.NTFS .....

00000010: 00 00 00 00 00 F8 00 00 - 3F 00 FF 00 3F 00 00 00 ........?...?...

00000020: 00 00 00 00 80 00 80 00 - 1C 91 11 01 00 00 00 00 ................

00000030: 00 00 04 00 00 00 00 00 - 11 19 11 00 00 00 00 00 ................

00000040: F6 00 00 00 01 00 00 00 - 3A B2 7B 82 CD 7B 82 14 ........:.{..{..

00000050: 00 00 00 00 FA 33 C0 8E - D0 BC 00 7C FB B8 C0 07 .....3.....|....

00000060: 8E D8 E8 16 00 B8 00 0D - 8E C0 33 DB C6 06 0E 00 ..........3.....

00000070: 10 E8 53 00 68 00 0D 68 - 6A 02 CB 8A 16 24 00 B4 ..S.h..hj....$..

00000080: 08 CD 13 73 05 B9 FF FF - 8A F1 66 0F B6 C6 40 66 ...s......f...@f

00000090: 0F B6 D1 80 E2 3F F7 E2 - 86 CD C0 ED 06 41 66 0F .....?.......Af.

000000A0: B7 C9 66 F7 E1 66 A3 20 - 00 C3 B4 41 BB AA 55 8A ..f..f. ...A..U.

000000B0: 16 24 00 CD 13 72 0F 81 - FB 55 AA 75 09 F6 C1 01 .$...r...U.u....

000000C0: 74 04 FE 06 14 00 C3 66 - 60 1E 06 66 A1 10 00 66 t......f`..f...f

000000D0: 03 06 1C 00 66 3B 06 20 - 00 0F 82 3A 00 1E 66 6A ....f;. ...:..fj

000000E0: 00 66 50 06 53 66 68 10 - 00 01 00 80 3E 14 00 00 .fP.Sfh.....>...

000000F0: 0F 85 0C 00 E8 B3 FF 80 - 3E 14 00 00 0F 84 61 00 ........>.....a.

00000100: B4 42 8A 16 24 00 16 1F - 8B F4 CD 13 66 58 5B 07 .B..$......fX[.

00000110: 66 58 66 58 1F EB 2D 66 - 33 D2 66 0F B7 0E 18 00 fXfX.-f3.f.....

00000120: 66 F7 F1 FE C2 8A CA 66 - 8B D0 66 C1 EA 10 F7 36 f......f..f....6

00000130: 1A 00 86 D6 8A 16 24 00 - 8A E8 C0 E4 06 0A CC B8 ......$.........

00000140: 01 02 CD 13 0F 82 19 00 - 8C C0 05 20 00 8E C0 66 ........... ...f

00000150: FF 06 10 00 FF 0E 0E 00 - 0F 85 6F FF 07 1F 66 61 ..........o..fa

00000160: C3 A0 F8 01 E8 09 00 A0 - FB 01 E8 03 00 FB EB FE ................

00000170: B4 01 8B F0 AC 3C 00 74 - 09 B4 0E BB 07 00 CD 10 .....<.t........

00000180: EB F2 C3 0D 0A 41 20 64 - 69 73 6B 20 72 65 61 64 .....A disk read

00000190: 20 65 72 72 6F 72 20 6F - 63 63 75 72 72 65 64 00 error occurred.

000001A0: 0D 0A 4E 54 4C 44 52 20 - 69 73 20 6D 69 73 73 69 ..NTLDR is missi

000001B0: 6E 67 00 0D 0A 4E 54 4C - 44 52 20 69 73 20 63 6F ng...NTLDR is co

000001C0: 6D 70 72 65 73 73 65 64 - 00 0D 0A 50 72 65 73 73 mpressed...Press

000001D0: 20 43 74 72 6C 2B 41 6C - 74 2B 44 65 6C 20 74 6F Ctrl+Alt+Del to

000001E0: 20 72 65 73 74 61 72 74 - 0D 0A 00 00 00 00 00 00 restart........

000001F0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 83 A0 B3 C9 00 00 55 AA ..............U.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 93

Nella tabella 27.17 sono descritti i campi di BPB e BPB esteso sui volumi NTFS. I campi che iniziano a 0x0B, 0x0D, 0x15, 0x18, 0x1A e 0x1C corrispondono a quelli sui volumi FAT16 e FAT32. I valori utilizzati corrispondono ai dati mostrati nell’esempio precedente.

Tabella 27.17 Campi del BPB e del BPB esteso sui volumi NTFS

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x0B 2 byte 0x0002 Bytes Per Sector. Le dimensioni di un settore hardware. In molti dischi utilizzati negli Stati Uniti il valore di questo campo è 512.

0x0D 1 byte 0x08 Sectors Per Cluster. Il numero di settori in un cluster.

0x0E 2 byte 0x0000 Reserved Sectors. Viene assunto sempre il valore 0 dato che NTFS posiziona il settore di avvio all’inizio della partizione. SE il valore non corrisponde a 0, NTFS non potrà montare il volume.

0x10 3 byte 0x000000 Il valore deve corrispondere a 0 oppure NTFS non potrà montare il volume.

0x13 2 byte 0x0000 Il valore deve corrispondere a 0 oppure NTFS non potrà montare il volume.

0x15 1 byte 0xF8 Media Descriptor. Vengono fornite informazioni sui supporti magnetici utilizzati. Il valore 0xF8 indica un disco rigido e 0xF0 indica un disco floppy da 3,5 pollici ad alta densità. Le voci Media Descriptor corrispondono a dischi precedenti MS-DOS FAT16, per cui non vengono utilizzate in Windows XP Professional.

0x16 2 byte 0x0000 Il valore deve corrispondere a 0 oppure NTFS non potrà montare il volume.

0x18 2 byte 0x3F00 Non utilizzato oppure selezionato da NTFS.

0x1A 2 byte 0xFF00 Non utilizzato oppure selezionato da NTFS.

0x1C 4 byte 0x3F000000 Non utilizzato oppure selezionato da NTFS.

0x20 4 byte 0x00000000 Il valore deve corrispondere a 0 oppure NTFS non potrà montare il volume.

0x24 4 byte 0x80008000 Non utilizzato oppure selezionato da NTFS.

0x28 8 byte 0x1C91110100000000 Total Sectors. Il numero totale di settori nel disco rigido.

0x30 8 byte 0x0000040000000000 Logical Cluster Number for the File $MFT. Viene identificata la posizione della tabella file master utilizzando il suo numero logico di cluster.

0x38 8 byte 0x1119110000000000 Logical Cluster Number for the File $MFTMirr. Viene identificata la posizione della copia in mirroring della tabella file master utilizzando il suo numero logico di cluster.

(continua)

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94 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Tabella 27.17 Campi del BPB e del BPB esteso sui volumi NTFS (continua)

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x40 1 byte 0xF6 Clusters Per MFT Record. Le dimensioni di ciascun record. Viene creato un record file per ogni file e un record di cartella per ogni cartella creati all’interno di un volume NTFS. I file e le cartelle minori di queste dimensioni sono contenuti all’interno della tabella file master. Se tale numero è positivo (fino a 0x7F) allora rappresenterà i cluster per record della tabella file master. Se tale numero è negativo (da 0x80 a 0xFF) allora le dimensioni del record equivalgono a 2 elevato al valore assoluto di questo numero.

0x41 3 byte 0x000000 Non utilizzato da NTFS.

0x44 1 byte 0x01 Clusters Per Index Buffer. Le dimensioni di ciascun buffer indice, utilizzato per allocare spazio per le directory. Se tale numero è positivo (fino a 0x7F) allora rappresenterà i cluster per record della tabella file master. Se tale numero è negativo (da 0x80 a 0xFF) allora le dimensioni del record equivalgono a 2 elevato al valore assoluto di questo numero.

0x45 3 byte 0x000000 Non utilizzato da NTFS.

0x48 8 byte 0x3AB27B82CD7B8214 Volume Serial Number. Il numero di serie del volume.

0x50 4 byte 0x00000000 Non utilizzato da NTFS.

Protezione del settore di avvio

Dato che un sistema funzionante si affida al settore di avvio per accedere a un volume, è consigliabile eseguire Chkdsk quando occorre ed effettuare periodicamente backup di tutti i file di dati per evitare la perdita di dati nel caso si perda l’accesso a un volume. Per ulteriori informazioni su Chkdsk, consultare la sezione “Chkdsk” in questo capitolo. Per ulteriori informazioni sulla riparazione dei settori di avvio, consultare la sezione “Sostituzione del settore di avvio” nel presente capitolo.

Settori del disco su dischi GPT Nei dischi GPT vengono utilizzate strutture di partizione primarie e di backup per fornire la ridondanza. Tali strutture sono posizionate all’inizio e alla fine del disco. Queste strutture vengono identificate in GPT mediante il loro indirizzo di blocco logico (LBA) piuttosto che mediante i loro settori corrispondenti. Tramite questo schema i settori su un disco sono numerati da 0 a n-1, dove n

è il numero di settori sul disco.

Come mostrato nella figura 27.8, la prima struttura su un disco GPT è il record di avvio principale di protezione nell’indirizzo di blocco logico, seguito dall’intestazione della tabella di partizione GUID (GPT) primaria nell’indirizzo di blocco logico 1. L’intestazione GPT è seguita dall’array della voce di partizione GUID primaria, in cui è inclusa una voce di partizione per ciascuna partizione del disco.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 95

Le partizioni del disco sono posizionate tra gli array delle voci di partizione GUID primaria e di backup. Le partizioni devono essere posizionate all’interno dei primi e ultimi indirizzi di blocco logico utilizzabili, come specificato nell’intestazione della partizione GUID.

Figura 27.8 Strutture di partizione su un disco GPT

Intestazione di tabella GUID primaria

Partizione 1

Array di vocedi partizione

GUID primaria

Record di avvio principale di protezione

Voce di partizione GUID 1

Partizione 2

Partizione n

LBA 0

Array di vocedi partizione

GUID di backup

LBA n

LBA 1

LBA 2-LBA 33

Voce di partizione GUID 2

Voce di partizione GUID...

Voce di partizione GUID 128

Intestazione della tabella di partizione GUID di backup

Voce di partizione GUID 1

Voce di partizione GUID 2

Voce di partizione GUID...

Voce di partizione GUID 128

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96 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Record di avvio principale di protezione La specifica dell’interfaccia EFI (Extensible Firmware Interface) richiede che l’indirizzo di blocco logico 0 sia riservato per il codice compatibile e per un record di avvio principale di protezione. Nel record di avvio principale di protezione è presente lo stesso formato di un record esistente, e al suo interno è contenuta una voce di partizione con un valore di System ID di 0xEE. In questa voce viene riservato l’intero spazio del disco, incluso lo spazio utilizzato dall’intestazione GPT, come una partizione singola. Il record di avvio principale di protezione viene incluso per evitare che utilità del disco designate per dischi MBR considerino disponibile lo spazio e sovrascrivano le partizioni GPT. Il record di avvio principale di protezione è ignorato dall’EFI; nessun codice del record principale di avvio viene eseguito.

Nell’esempio seguente viene mostrata una stampa parziale di un record principale di avvio di protezione.

000001B0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 04 06 04 06 00 00 00 00 ................

000001C0: 02 00 EE FF FF FF 01 00 - 00 00 FF FF FF FF 00 00 ................

000001D0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

000001E0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

000001F0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 55 AA ..............U.

Nella tabella 27.18 sono descritti i campi per ciascuna voce del record principale di avvio di protezione.

Tabella 27.18 Record di avvio principale di protezione nei dischi GPT

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x01BE 1 byte 0x00 Boot Indicator. Deve essere impostato a 0x00 per indicare che tale partizione non può essere avviata.

0x01BF 1 byte 0x00 Starting Head. Corrisponde all’indirizzo di blocco logico di avvio della singola partizione.

0x01C0 1 byte 0x02 Starting Sector. Corrisponde all’indirizzo di blocco logico di avvio della singola partizione.

0x01C1 1 byte 0x00 Cilindro iniziale. Corrisponde all’indirizzo di blocco logico di avvio della partizione GPT.

0x01C2 1 byte 0xEE System ID. Deve corrispondere a 0xEE per specificare che la singola partizione è una partizione GPT. Se il disco GPT viene trasferito su un computer su cui è presente Windows 2000 con Service Pack 1 o superiore oppure Windows XP Professional, la partizione sarà visualizzata come GPT Protective Partition e non potrà essere cancellata.

0x01C3 1 byte 0xFF Ending Head. Corrisponde all’indirizzo di blocco logico finale della singola partizione. Se l’indirizzo è troppo grande per essere rappresentato al suo interno, questo campo sarà impostato a 0xFF.

0x01C4 1 byte 0xFF Ending Sector. Corrisponde all’indirizzo di blocco logico finale della singola partizione. Se l’indirizzo è troppo grande per essere rappresentato al suo interno, questo campo sarà impostato a 0xFF.

(continua)

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 97

Tabella 27.18 Record di avvio principale di protezione nei dischi GPT (continua)

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x01C5 1 byte 0xFF Ending Cylinder. Corrisponde all’indirizzo di blocco logico finale della singola partizione. Se l’indirizzo è troppo grande per essere rappresentato al suo interno, questo campo sarà impostato a 0xFF.

0x01C6 4 byte 0x01000000

Starting LBA. Sempre impostato a 1. L’indirizzo di blocco logico di avvio inizia nell’intestazione della tabella di partizione GPT, residente nell’indirizzo 1.

0x01CA 4 byte 0xFFFFFFFF Size in LBA. Le dimensioni della singola partizione. Deve essere impostato a 0xFFFFFFFF se il valore è troppo grande per essere rappresentato al suo interno.

1. Numeri di dimensioni maggiori di un byte sono riorganizzati in formato little-endian oppure secondo ordine invertito di

byte. Il formato little-endian rappresenta un metodo di archiviazione di un numero che visualizza per primo il byte meno

importante nella notazione numerica esadecimale.

Intestazione di tabella di partizione GPT Mediante l’intestazione GPT viene definito l’intervallo degli indirizzi di blocco logico utilizzabili dalle voci di partizione. Tramite l’intestazione GPT viene inoltre definita la sua posizione su disco, il suo GUID e un checksum del controllo di ridondanza ciclico a 32 bit (CRC32) utilizzato per verificarne l’integrità.

I dischi GPT utilizzano un’intestazione di tabella di partizione GUID (GPT) primaria e di backup:

■ l’intestazione GPT primaria è residente nell’indirizzo di blocco logico 1, direttamente dopo il record di avvio principale di protezione.

■ l’intestazione GPT di backup è residente nell’ultimo settore del disco. Non vi sono ulteriori dati dopo l’intestazione GPT di backup.stazione GPT di backup.

In EFI l’integrità delle intestazioni GPT viene verificata mediante un checksum CRC32, un valore calcolato utilizzato per individuare la presenza di errori nei dati. Se l’intestazione GPT primaria è danneggiata, il sistema esaminerà il checksum del backup dell’intestazione. Se il checksum del backup risulta essere valido, verrà utilizzato per ripristinare l’intestazione primaria. Il processo di ripristino funziona in maniera opposta nel caso l’intestazione primaria sia valida ma quella di backup sia danneggiata. Se entrambe le intestazioni sono danneggiate, Windows XP 64-Bit Edition non potrà accedere al disco.

Attenzione

Non utilizzare strumenti di editing del disco come DiskProbe per apportare

modifiche ai dischi GPT, dato che qualsiasi modifica effettuata annulla la

validità del checksum, causando probabilmente l’inaccessibilità al disco. Per

apportare modifiche ai dischi GPT effettuare una delle due operazioni

seguenti.

■ Utilizzare Diskpart.efi nell’ambiente firmware.

■ Utilizzare Diskpart.exe oppure Gestione disco in Windows XP 64-Bit

Edition.

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98 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Nell’esempio seguente viene mostrata una stampa parziale di un’intestazione GPT.

00000000: 45 46 49 20 50 41 52 54 - 00 00 01 00 5C 00 00 00 EFI PART....\...

00000010: 27 6D 9F C9 00 00 00 00 - 01 00 00 00 00 00 00 00 'm..............

00000020: 37 C8 11 01 00 00 00 00 - 22 00 00 00 00 00 00 00 7.......".......

00000030: 17 C8 11 01 00 00 00 00 - 00 A2 DA 98 9F 79 C0 01 .............y..

00000040: A1 F4 04 62 2F D5 EC 6D - 02 00 00 00 00 00 00 00 ...b/..m........

00000050: 80 00 00 00 80 00 00 00 - 27 C3 F3 85 00 00 00 00 ........'.......

00000060: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

Nella tabella 27.19 vengono descritti i campi presenti nell’intestazione GPT.

Tabella 27.19 Campi dell'intestazione della tabella di partizione GUID

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x00 8 byte 0x4546492050415254 Signature. Utilizzato per identificare tutte le intestazioni GPT compatibili con EFI. Il suo valore deve corrispondere sempre a 0x4546492050415254.

0x08 4 byte 0x00000100 Revision. Il numero di revisione della specifica EFI a cui l’intestazione GPT aderisce. Nella versione 1.0, il suo valore è 0x00000100.

0x0C 4 byte 0x5C000000 Header Size. La dimensione, in byte, dell’intestazione GPT. La dimensione è sempre 0x5C000000 o 92 byte. I byte rimanenti nell’indirizzo di blocco logico 1 sono riservati.

0x10 4 byte 0x276D9FC9 CRC32 Checksum. Utilizzato per verificare l’integrità dell’intestazione GPT. L’algoritmo di controllo di ridondanza ciclico a 32 bit (CRC) viene utilizzato per effettuare tale calcolo.

0x14 4 byte 0x00000000 Reserved. Deve essere corrispondente a 0.

0x18 8 byte 0x0100000000000000 Primary LBA. L’indirizzo di blocco logico contenente l’intestazione GPT primaria. Il suo valore deve sempre essere equivalente all’indirizzo di blocco logico 1.

0x20 8 byte 0x37C8110100000000 Backup LBA. L’indirizzo di blocco logico del backup dell’intestazione GPT. Il suo valore deve sempre essere equivalente all’ultimo indirizzo di blocco logico presente su disco.

0x28 8 byte 0x2200000000000000 First Usable LBA. Il primo indirizzo di blocco logico utilizzabile che può essere contenuto in una voce di partizione GUID. In altri termini la prima partizione inizia in questo indirizzo di blocco logico. In Windows XP 64 Bit Edition questo valore è sempre LBA 34.

0x30 8 byte 0x17C8110100000000 Last Usable LBA. L’ultimo LBA utilizzabile che può essere contenuto in una voce di partizione GUID.

0x38 16 byte 0x00A2DA989F79C001A1F404622FD5EC6D

Disk GUID. Un numero univoco che identifica l’intestazione della tabella di partizione e il disco stesso.

(continua)

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 99

Tabella 27.19 Campi dell'intestazione della tabella di partizione GUID (continua)

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x48 8 byte 0x0200000000000000 Partition Entry LBA. L’indirizzo LBA iniziale dell’array della voce della partizione GUID. Tale numero è sempre LBA 2.

0x50 4 byte 0x80000000 Number of Partition Entries. Il numero massimo di voci di partizione che possono essere contenute nell’array della voce di partizione GUID. In Windows XP 64 Bit Edition questo valore è uguale a 128.

0x54 4 byte 0x80000000 Size of Partition Entry. La dimensione, in byte, di ciascuna voce di partizione nell’array di voce di partizione GUID. Ciascuna voce di partizione è di 128 byte.

0x58 4 byte 0x27C3F385 Partition Entry Array CRC32. Utilizzato per verificare l’integrità dell’array di voce di partizione GUID. L’algoritmo di controllo di ridondanza ciclico a 32 bit (CRC) viene utilizzato per effettuare tale calcolo.

0x5C 420 byte Reserved. Deve essere corrispondente a 0.

Array di voce di partizione GUID Simile alla tabella di partizione sui dischi MBR, l’array di voce di partizione GUID contiene voci che rappresentano tutte le partizioni presenti sul disco. In Windows XP 64-Bit Edition viene creato un array di 16.384 byte, per cui il primo blocco utilizzabile deve iniziare a un LBA uguale o maggiore di 34. In LBA 0 sono contenuti il record di avvio principale di protezione, in LBA 1 è contenuta l’intestazione GPT e gli indirizzi LBA da 2 a 33 sono utilizzati dall’array di voce di partizione GUID.

In ogni disco GPT sono presenti due array di voce di partizione GUID:

■ l’array primario è posizionato dopo l’intestazione della tabella di partizione GUID e termina prima del primo LBA utilizzabile

■ l’array di backup è posizionato dopo l’ultimo LBA utilizzabile e termina prima del backup dell’intestazione della tabella di partizione GUID.

Un checksum CRC32 dell’array di voce di partizione GUID è archiviato nell’intestazione GPT. Nel momento in cui viene aggiunta una nuova partizione, il checksum viene aggiornato nelle voci primarie e di backup della partizione GUID e quindi anche il checksum delle dimensioni dell’intestazione GPT viene aggiornato.

Voce di partizione GUID

In una voce di partizione GUID viene definita una singola partizione e la sua lunghezza è di 128 byte. Dato che in Windows XP 64-Bit Edition viene creato un’array di voce di partizione di 16.384 byte, è possibile disporre di un numero massimo di 128 partizioni su un disco GPT di base.

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100 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

Ciascuna voce di partizione GUID inizia con un tipo di partizione GUID. Tramite il GUID di tipo di partizione di 16 byte, simile all’ID di sistema nella tabella di partizione di un disco MBR, viene identificato il tipo di dati contenuti nella partizione e in che modo quest’ultima viene utilizzata. In Windows XP 64-Bit Edition è possibile riconoscere soltanto i GUID di tipo di partizione descritti nella tabella 27.20 e nessun altro tipo di partizione viene montato. Tuttavia le case produttrici del sistema hardware originale (OEM) e i fornitori di software indipendenti (ISV), così come altri sistemi operativi, potrebbero definire GUID di tipo di partizione aggiuntivi.

Per ulteriori informazioni sulle partizioni su dischi GPT, consultare “Gestione dei dischi” in questo Resource Kit.

Tabella 27.20 GUID del tipo di partizione

Tipo di partizione Valore GUID

Voce non utilizzata 0x00000000000000000000000000000000

Partizione di sistema EFI. 0x28732AC11FF8D211BA4B00A0C93EC93B

Partizione riservata a Microsoft 0x16E3C9E35C0BB84D817DF92DF00215AE

Partizione primaria su un disco di base 0xA2A0D0EBE5B9334487C068B6B72699C7

Partizione di metadati LDM su un disco dinamico 0xAAC808588F7EE04285D2E1E90434CFB3

Partizione di dati LDM su un disco dinamico 0xA0609BAF3114624FBC683311714A69AD

Nell’esempio mostrato di seguito viene illustrata una stampa parziale in formato esadecimale dell’array di voce di partizione GUID su un disco GPT di base. In questa stampa vengono illustrate tre voci di partizione: una partizione di sistema EFI, una partizione riservata Microsoft e una partizione primaria. I GUID di tipo di partizione sono evidenziati in grassetto e corrispondono alle voci della tabella 27.20.

00000000: 28 73 2A C1 1F F8 D2 11 - BA 4B 00 A0 C9 3E C9 3B (s*......K...>.;

00000010: C0 94 77 FC 43 86 C0 01 - 92 E0 3C 77 2E 43 AC 40 ..w.C.....<w.C.@

00000020: 3F 00 00 00 00 00 00 00 - CC 2F 03 00 00 00 00 00 ?......../......

00000030: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 45 00 46 00 49 00 20 00 ........E.F.I. .

00000040: 73 00 79 00 73 00 74 00 - 65 00 6D 00 20 00 70 00 s.y.s.t.e.m. .p.

00000050: 61 00 72 00 74 00 69 00 - 74 00 69 00 6F 00 6E 00 a.r.t.i.t.i.o.n.

00000060: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

00000070: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

00000080: 16 E3 C9 E3 5C 0B B8 4D - 81 7D F9 2D F0 02 15 AE ....\..M.}.-....

00000090: 80 BC 80 FC 43 86 C0 01 - 50 7B 9E 5F 80 78 F5 31 ....C...P{._.x.1

000000A0: CD 2F 03 00 00 00 00 00 - D0 2A 04 00 00 00 00 00 ./.......*......

000000B0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 4D 00 69 00 63 00 72 00 ........M.i.c.r.

000000C0: 6F 00 73 00 6F 00 66 00 - 74 00 20 00 72 00 65 00 o.s.o.f.t. .r.e.

000000D0: 73 00 65 00 72 00 76 00 - 65 00 64 00 20 00 70 00 s.e.r.v.e.d. .p.

000000E0: 61 00 72 00 74 00 69 00 - 74 00 69 00 6F 00 6E 00 a.r.t.i.t.i.o.n.

000000F0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

00000100: A2 A0 D0 EB E5 B9 33 44 - 87 C0 68 B6 B7 26 99 C7 ......3D..h..&..

00000110: C0 1B 0B 00 44 86 C0 01 - F1 B3 12 71 4F 75 88 21 ....D......qOu.!

00000120: D1 2A 04 00 00 00 00 00 - 4E 2F 81 00 00 00 00 00 .*......N/......

00000130: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 42 00 61 00 73 00 69 00 ........B.a.s.i.

(continua)

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 101

(continua)

00000140: 63 00 20 00 64 00 61 00 - 74 00 61 00 20 00 70 00 c. .d.a.t.a. .p.

00000150: 61 00 72 00 74 00 69 00 - 74 00 69 00 6F 00 6E 00 a.r.t.i.t.i.o.n.

00000160: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

00000170: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

Nella tabella 27.20 è illustrato il layout di una voce di partizione GUID. I valori corrispondono alla voce di partizione del sistema EFI mostrata nell’esempio precedente.

Tabella 27.21 Voce di partizione GUID

Offset del byte

Lunghezza del campo

Valore di esempio

Nome del campo e definizione

0x00 16 byte 0x28732AC11FF8D211BA4B00A0C93EC93B

Partition Type GUID. Viene identificato il tipo di partizione. Con il GUID di tipo di partizione di questo esempio vengono identificate le partizioni riservate a Microsoft. Consultare la tabella 27.20 per una descrizione dei GUID di tipo di partizione.

0x 10 16 byte 0xC09477FC4386C00192E03C772E43AC40

Unique Partition GUID. Un ID univoco creato per ciascuna voce di partizione.

0x 20 8 byte 0x3F00000000000000 Starting LBA. L’indirizzo LBA iniziale della partizione definita da questa voce.

0x 28 8 byte 0xCC2F030000000000 Ending LBA. L’indirizzo LBA finale della partizione definita da questa voce.

0x 30 8 byte 0x0000000000000000 Attribute Bits. Viene descritto il modo in cui viene utilizzata la partizione. Consultare la tabella 27.22 per una descrizione dell’attributo utilizzato da Windows XP 64-Bit Edition.

0x 38 72 byte Partizione di sistema EFI. Partition Name. Una stringa di 36 caratteri in formato Unicode utilizzabile per assegnare un nome alla partizione.

Nell’esempio mostrato di seguito viene illustrata una stampa parziale in formato esadecimale dell’array di voce di partizione GUID su un disco GPT dinamico. Notare le differenze tra questo esempio e il precedente inerente al disco GPT di base. Nell’array di voce di partizione GUID viene mostrata la partizione riservata Microsoft più voci aggiuntive che si presentano soltanto su dischi GPT dinamici, elencate di seguito.

■ La partizione metadati LDM è una partizione nascosta di 1 MB per l’archiviazione del database del disco dinamico e contiene informazioni inerenti a tutti i dischi e i volumi dinamici installati sul computer.

■ La partizione dati LDM funge da contenitore dei volumi dinamici. I volumi dinamici individuali non contengono voci nell’array di voce di partizione GUID.

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102 Parte VI Risoluzione dei problemi del sistema

I GUID di tipo di partizione sono evidenziati in grassetto e corrispondono alle voci della tabella 27.20. Per ulteriori informazioni sulle partizioni su dischi GPT, consultare “Gestione dei dischi” in questo Resource Kit.

00000000: 16 E3 C9 E3 5C 0B B8 4D - 81 7D F9 2D F0 02 15 AE ....\..M.}.-....

00000010: 31 C3 97 A6 A4 9F 1D 44 - 85 61 15 49 4A E9 7C 24 1......D.a.IJ.|$

00000020: 22 08 00 00 00 00 00 00 - 21 00 01 00 00 00 00 00 ".......!.......

00000030: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 4D 00 69 00 63 00 72 00 ........M.i.c.r.

00000040: 6F 00 73 00 6F 00 66 00 - 74 00 20 00 72 00 65 00 o.s.o.f.t. .r.e.

00000050: 73 00 65 00 72 00 76 00 - 65 00 64 00 20 00 70 00 s.e.r.v.e.d. .p.

00000060: 61 00 72 00 74 00 69 00 - 74 00 69 00 6F 00 6E 00 a.r.t.i.t.i.o.n.

00000070: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

00000080: AA C8 08 58 8F 7E E0 42 - 85 D2 E1 E9 04 34 CF B3 ...X.~.B.....4..

00000090: 66 F2 3F 3A 09 D9 EA 49 - B1 32 75 D5 98 04 3C 34 f.?:...I.2u...<4

000000A0: 22 00 00 00 00 00 00 00 - 21 08 00 00 00 00 00 00 ".......!.......

000000B0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 4C 00 44 00 4D 00 20 00 ........L.D.M. .

000000C0: 6D 00 65 00 74 00 61 00 - 64 00 61 00 74 00 61 00 m.e.t.a.d.a.t.a.

000000D0: 20 00 70 00 61 00 72 00 - 74 00 69 00 74 00 69 00 .p.a.r.t.i.t.i.

000000E0: 6F 00 6E 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 o.n.............

000000F0: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

00000100: A0 60 9B AF 31 14 62 4F - BC 68 33 11 71 4A 69 AD .`..1.bO.h3.qJi.

00000110: E2 33 A2 82 3A 5E D5 4C - AE 8E 4B EC 6B 76 4D ED .3..:^.L..K.kvM.

00000120: 22 00 01 00 00 00 00 00 - 09 77 11 01 00 00 00 00 "........w......

00000130: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 4C 00 44 00 4D 00 20 00 ........L.D.M. .

00000140: 64 00 61 00 74 00 61 00 - 20 00 70 00 61 00 72 00 d.a.t.a. .p.a.r.

00000150: 74 00 69 00 74 00 69 00 - 6F 00 6E 00 00 00 00 00 t.i.t.i.o.n.....

00000160: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

00000170: 00 00 00 00 00 00 00 00 - 00 00 00 00 00 00 00 00 ................

Attributi della voce di partizione GUID

Gli attributi della voce di partizione GUID descrivono il modo in cui la partizione viene utilizzata. Gli attributi sono specificati all’interno di un valore di 64 bit, per cui in EFI saranno supportati fino a 64 attributi differenti. In Windows XP 64-Bit Edition vengono utilizzati due attributi, descritti nella tabella 27.22.

Tabella 27.22 Attributi della voce di partizione GUID utilizzati da Windows XP 64-Bit

Edition

Bit Descrizione

Bit 0 Serve a specificare che tale partizione è fondamentale per il funzionamento della piattaforma.

Bit dal 48 al 63 Riservati da Microsoft per i seguenti tipi di partizione: partizioni di sistema EFI, partizioni riservate Microsoft, partizioni primarie, partizioni di metadati LDM e partizioni di dati LDM. Queste partizioni utilizzano i GUID di tipo di partizione descritti nella tabella 27.20.

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Capitolo 27 Risoluzione di problemi di dischi e file system 103

Settori di avvio su dischi GPT I settori di avvio su dischi GPT sono simili ai settori di avvio su dischi MBR, tranne che per il fatto che EFI ignora tutto il codice x86 presente nel settore di avvio, utilizzando, invece, il proprio driver di file system per leggere il BPB e quindi montare il volume.

Risorse aggiuntive ■ “File system” nel presente Resource Kit.

■ “Gestione dei dischi” nel presente Resource Kit.

■ “Strumenti per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit.

■ “Concetti e strategie per la risoluzione dei problemi” nel presente Resource Kit.

■ Inside Windows 2000 Server di William Boswell, 2000, Indianapolis: New Riders Publishing.

■ Inside Windows 2000 Server, terza edizione di David A. Solomon e Mark E. Russinovich, 2000, Redmond: Microsoft Press.

■ Il collegamento Extensible Firmware Interface nella pagina Web Resources all’indirizzo http://www.microsoft.com/windows/reskits/webresources (informazioni in lingua inglese).