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rivista pro natura n° 60, primavera 2019 Ticino Mosè Bertoni

rivista pro natura · Rivista per i membri di Pro Natura Ticino Editrice: Pro Natura Ticino c.p. 2317 6500 Bellinzona Tel.: 091 835 57 67 [email protected] CCP: 65-787107-0

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rivista pro naturan° 60, primavera 2019 Ticino

Mosè Bertoni

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2 EDITORIALE

IndiceMosè Bertoni. Natura, scienza, agricoltura 3Ka’á he’é: erba dolce, uso amaro 6Natura che lascia... natura che trova 71000 e 1 progetti 8Le eredità del “sabio” Bertoni 10Mosè Bertoni di nuovo in Ticino 12Campi estivi 14Attività giovanili 15

Serena Wiederkehr-Britos, già responsabile

della comunicazione di Pro Natura Ticino,

vive oggi a Montevideo in Uruguay.

miei ideali, della rovina dei miei affetti,della disillusione atroce, multipla,quasi totale”. Questo non gli impediscedi rilanciare e fare piani e progetti peruna nuova colonia. Bertoni è così sem-pre pronto a nuovi programmi, spessopiù ambiziosi dei precedenti.Lo scorso anno è stato sottoscritto ilgemellaggio tra il Comune di Acqua-rossa e la città di Presidente Francodel Paraguay per consolidare le rela-zioni di amicizia e cooperazione di duepaesi uniti da questo bleniese-para-guense. Sono passati 90 anni dallamorte di Mosè Bertoni. Nessun anni-versario tondo, ma un’occasione: ProNatura si è lasciata contagiare dallavolontà di nuove sfide e ha deciso didedicargli una rivista e di improntareil programma culturale del Lucomagnoattorno alla sua persona. È un perso-naggio che lega e avvolge; i campi dalui studiati sono vastissimi così comela sua passione e dedizione per la na-tura. Degli elementi che ci accomu-nano. Con Bertoni facciamo un saltonel passato, per utopie future.

Serena Wiederkehr-Britos

Emigrare. Lasciare una terra per radi-carsi in un’altra. Per necessità, peramore, per fuggire. Cercando un ri-paro, una passione, un lavoro. O perrealizzare i propri sogni. Mosè Bertoni(1857 - 1929) è andato via da Lottignaper questo. Sogna di vivere di agricol-tura, immerso nella natura, mante-nendo una famiglia numerosa e sod-disfacendo le sue ampie curiositàscientifiche. In Ticino non c’erano lecondizioni per farlo. Sente il bisognodi terre fertili e di nuove idee; si orga-nizza e parte, con l’enorme supportodella moglie e della madre. Ha tanteambizioni ed è spinto da altrettantiideali. Sono proprio questi che lo fannocamminare ma anche inciampare, ca-dere e poi rialzarsi. Avversità naturali,sconfitte, scoperte, riconoscimenti edisdette scientifiche. Il suo percorso, equello di tutta la sua famiglia, è statotutt’altro che facile, ma quello che sor-prende, quasi spiazza, è la sua tenacia,la passione sempre rinnovata per lavita, per intraprendere un nuovo pro-getto. A pochi mesi dalla morte, con-stata “lo spettacolo del crollo di tutti i

Inseguendo sogni

ImpressumRivista per i membri di Pro Natura Ticino

Editrice:Pro Natura Ticinoc.p. 23176500 BellinzonaTel.: 091 835 57 [email protected]: 65-787107-0

Redattrice responsabile:Serena Wiederkehr-Britos

Commissione redazionaleChristian Bernasconi, Andrea Persico, PaolaPronini Medici, Baldassare Scolari, MartinaSpinelli, Silvano Toppi, Luca Vetterli

RingraziamentiUn ringraziamento particolare a Danilo Ba-ratti per la preziosa collaborazione

Produzione e stampa:Vogt-Schild Druck, Derendingen

Tiratura:3000

Prima di copertina:Per Mosè il lavoro agricolo era un comple-mento necessario alla ricerca scientifica. Quilo vediamo in un campo di mais (foto d’archi-vio, www.mosebertoni.ch).

© Pro Natura Ticino

Rivista Pro Natura Ticino, n° 60, primavera 2019

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SPECIALE MOSÈ BERTONI 3

un lato la sua indomita ostinazione, ilsuo spirito battagliero, il suo avventu-rarsi liberamente in ogni campo delsapere, e dall’altro la sua idea dellanatura, soprattutto del rapporto delloscienziato con la natura. Già nel di-cembre del 1928 aveva dato a Brennouna prima risposta: «Traduzione unpoco libera: “Benché sia pieno di pre-cetti teorici, è nella natura vergine chelo studioso deve cercare la verità dellecose”». A questa interpretazione dellacitazione (sbagliata) di Orazio, affiancauna frase attribuita a Laozi: «Se vuoiconoscere la verità di tutte le cose e laloro ragion d’essere (il tao) studia solola natura. E se vuoi affrontare lo studiodella natura, dimentica tutto quel checredi di sapere». Non è proprio unafrase del saggio cinese, ma qui pocoimporta: è funzionale al discorso diBertoni, che dice: «è precisamente insylvis che ho dapprima cercato ciò chela selva nascondeva ai teorici dalle ideepreconcette». Un decennio primaaveva chiamato Ex Sylvis la tipografiamessa in piedi a Puerto Bertoni, nellaselva dell’Alto Paraná: impresa titanicae temeraria, come molte delle sue.

Agricoltura e scienzaNel 1882, deciso a lasciare per sempreil Ticino, aveva scritto a sua moglieEugenia: «Noi non potremmo viveresenza il lavoro agricolo; la nostra sa-lute lo esige, e se per tutti l'esercizio ela vita libera della natura è somma-mente utile, per noi è assolutamente

Mosè Bertoni. Natura,scienza, agricoltura

Rivista Pro Natura Ticino, n° 60, primavera 2019

La Lega svizzera per la protezione della Natura, da cui discende ProNatura, nasce nel 1909. Mosè Bertoni muore nel settembre del 1929.Avrà saputo, in quel ventennio, dell’esistenza dell’Associazione? Pro-babilmente no, anche se dal Paraguay continuava a seguire i destinidel suo paese d’origine. Certamente se ne sarebbe interessato, condi-videndone alcuni temi come l’ideologia anti-urbana e la concezione pa-triottica del paesaggio alpino. Però nel suo approccio alla natura nontroviamo tanto lo spirito protezionistico delle origini della Lega quantoun curioso miscuglio in cui si fondono una fede nel progresso di stampopositivista e una visione della natura che assume i tratti di una reli-gione della natura.

In sylvisNel maggio del 1929, a pochi mesidalla morte, nel pieno disastro delladecadenza di Puerto Bertoni, MosèBertoni scrive al fratello Brenno unalettera che lascia sbalorditi: si lancia adifendere l’esattezza di una citazionedi Orazio che appare nel primo volumede La Civilización Guaraní («Quan-quam socraticis madet sermonibus, Insylvis Academi quaerere rerum»). Unamico di Brenno aveva fatto notareche quella citazione era sbagliata eMosè, che l’aveva ripresa dal bollettinodel Museo nazionale di Rio de Janeiro,si arrampica sui vetri per dimostrarnecorrettezza e pertinenza. Cosa c’è ditanto sorprendente? Il fatto è che Mosèsta attraversando la fase più dramma-tica della sua vita (in un’altra letteradello stesso periodo parla dello «spet-tacolo del crollo di tutti i miei ideali,della rovina dei miei affetti, della di-sillusione atroce, multipla, quasi to-tale»), eppure si prende il tempo perscrivere varie pagine piene di argo-mentazioni complesse e di citazioni la-tine su un problema tutto sommatomarginale. È ben conscio dell’assurditàdella situazione («io stesso trovo moltostrano – visto quanto mi capita in que-sto momento e di cui ti parlerò in unaprossima lettera – di occuparmi di unaquestione simile»). Ricordo questa let-tera incredibile non tanto per entrarenel merito di quella citazione, ma permettere in evidenza due aspetti di que-sto emigrante-colono-naturalista: da

Mosè Bertoni nel frutteto a Puerto Bertoni

(foto d’archivio, www.mosebertoni.ch).

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necessario. Ora l'agricoltura essendoutilmente impossibile a Lottigna (...)bisogna pur cercare altrove una re-gione che ti permetta di conseguirequei bisogni della vita che ci sono es-senziali.Inoltre, io ho bisogno d'un nostrocampo per i miei studi e le mie ricer-che scientifiche, d'un campo ricco einesplorato, ove poter spiegare le mieattitudini, e trarne inoltre un materialevantaggio (...). No, peggio di quà nonstaremo mai! Il mio carattere, le in-crollabili mie idee sociali sono incom-patibili con questo stato di cose. Ioebbi sempre un’attrazione assai forteper una regione più favorita, ove iopossa meglio gettarmi in grembo diquella natura che è la mia religione ela mia vita».Lavoro agricolo e ricerca scientificasono quindi due pilastri del progettoesistenziale e migratorio di Bertoni,che si compiono «in grembo di quellanatura che è la mia religione e la miavita». Ci sono poi le sue «idee sociali»,fortemente influenzate a quell’epocadall’anarchismo, ma non così «incrol-labili» (non ne parlerà quasi più inquei termini). Più forte e determinante,«il mio carattere»: si può ben dire cheMosè Bertoni non si è mai piegato acerte esigenze della società né alle con-dizioni avverse, perseguendo con ca-parbietà il suo vero sogno, quello di

una vita nella natura in cui trovare latranquillità economica (tramite l’agri-coltura) e la fama scientifica (tramitericerche multidirezionali in «un camporicco e inesplorato»). E circondato dauna famiglia numerosa e operosa: «ilmio unico ideale fino alla morte», «ilpiù bel regalo degli dei». Famiglia, agri-coltura, scienza: i tre pilastri.

La «Colonia Guillermo Tell»Agli inizi Bertoni vuole essere l’avan-guardia di un ampio progetto di colo-nizzazione che avrebbe trasformato lazona argentina di Misiones: intende«fondare una nuova Elvezia in quellaregione ammirabile, e, coll’appoggiodel più liberale dei governi che ebbequesta repubblica, vedere cangiate inricche piantagioni ed in ridenti villequelle vaste e maestose solitudini ovela natura ha prodigato tutti i suoi doni»(1886). Ma poi, date le circostanze av-verse, al cuore dei suoi progetti ci saràla creazione di una semplice coloniadi famiglia, tendenzialmente autosuf-ficiente, che sia luogo di produzione esperimentazione agricola ma anchecentro di ricerca scientifica a tuttocampo. I tentativi di realizzare questosogno avvengono sulle rive del Paraná.Il primo, in Argentina, finisce male pervarie ragioni, tra cui l’ostilità di unricco possidente. Il secondo, già in Pa-raguay, si trascinerà tra mille difficoltàdopo la rottura con i suoi soci di Bue-nos Aires, due emigrati ticinesi più in-teressati allo sfruttamento del legnameche al futuro agricolo della zona. Ilterzo prende avvio nel 1893 daun’esplorazione del fiume durante laquale Bertoni individua un luogoideale per quella che chiamerà “Colo-nia Guillermo Tell”, a poca distanzadalle cascate dell’Iguazú, nel luogo cheancora oggi porta il nome di PuertoBertoni.Nove anni dopo essere giunti in Ame-rica, i Bertoni trovano infine il loro ap-prodo. Nel frattempo la famiglia si èampliata, alla madre Giuseppina, allamoglie Eugenia, ai cinque figli nati inEuropa, se ne aggiungono ora altriquattro, e quattro ancora nascerannonell’Alto Paraná. I loro nomi insoliti(Reto Divicone, Arnoldo da Winkel-

Rivista Pro Natura Ticino, n° 60, primavera 2019

Un’immagine inedita della casa di Puerto Ber-

toni emersa durante la preparazione del-

l’esposizione al Museo della Valle di Blenio di

Lottigna (foto d’archivio). Per chi è curioso

sotto è riportato il testo sul retro della foto.

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ried, Vera Zasulic, Sofia Prowskaja,Inés, Inés Misiones, Moisés Santiago,Guillermo Tell, Aurora Eugenia, Wal-ter Fürst, Werner Stauffacher, CarlosLinneo, Artistóteles Eugenio) rivelanol’attrazione duratura del loro padre peri miti fondativi della Svizzera e per lascienza, oltre a quella per l’anarchismoattraverso i nomi di due rivoluzionarierusse (ma Sofia sarà presto chiamataHelvecia).È lì, a Puerto Bertoni, che Mosè puòfinalmente mettere in cantiere molteiniziative, come la monumentale De-scripción física, económica y social delParaguay: una ventina di grossi volumiche trattano di geografia, meteorolo-gia, climatologia, botanica, agronomia,zoologia, antropologia. Un progettoche definisce «la mia opera, che è dellafamiglia e della nazione». Se la fami-glia, che lui tende ad asservire ai suoipiani, fa il possibile, lo Stato paragua-iano lo sostiene solo a parole. E così,complice la crisi iniziata nel 1914, ilprogetto resta largamente incompiuto.Ma anche quel poco che rimane, indi-pendentemente dal valore scientifico,lascia ancora a bocca aperta per la ca-pacità di questo straordinario emi-grante-scienziato di immaginare, diosare, di lavorare, di lottare.

Danilo Baratti

Mosè Bertoni: alcune date importanti

1857. Nasce a Lottigna, da Giuseppina Torriani, moglie di Ambrogio Bertoni.1875. Lascia il liceo e inizia gli studi universitari di diritto a Ginevra.1876. Si sposa con Eugenia Rossetti. Passa all’università di Zurigo, dove inizialo studio delle scienze naturali, che poi prosegue a Ginevra. 1882. Decide di emigrare. Fonda e dirige la Revue scientifique suisse/Rivistascientifica svizzera in cui scrive di scienza, storia, politica, sociologia...1884. Parte per l’Argentina insieme alla moglie, la madre e cinque figli. Conuna decina di biaschesi intende dare avvio a una colonia di stampo socialistanella provincia di Misiones. Il gruppo si sfalda presto, insieme al progetto.1887. Si trasferisce con la famiglia nel Paraguay, a Yaguarazapá.1893. Nella regione dell’Alto Paraná trova il luogo, ancora oggi chiamato PuertoBertoni, in cui insediarsi definitivamente. Nonostante i ricorrenti tentativi di av-viare una colonizzazione su larga scala, preferibilmente svizzera, la «ColoniaGuillermo Tell» rimarrà una colonia di famiglia.1896. Fonda e dirige la Scuola nazionale di agricoltura di Asunción.1901. Escono l'Almanaque agrícola e gli Anales científicos paraguayos.1907. Torna definitivamente a Puerto Bertoni. 1908. Muore la madre Giuseppina.1910. Partecipa all’Esposizione agricola internazionale di Buenos Aires.1913. Partecipa al Congresso internazionale di Difesa agricola di Montevideo. 1915-1929 Per la crisi seguita alla prima guerra mondiale e una legge che osta-cola la navigazione sul Paraná, la regione entra in una fase di decadenza.1918. Una gelata eccezionale distrugge le sue piantagioni. Escono le prime pub-blicazioni della tipografia Ex Sylvis di Puerto Bertoni.1922. Grande successo ai Congressi di Storia americana e degli americanisti diRio de Janeiro. È il momento più alto della sua carriera scientifica. Pubblica ilprimo volume della Civilización Guaraní.1926-27. Pubblica Agenda & Mentor agrícola e un altro volume della CivilizaciónGuaraní.1929. Muore di paludismo il 19 settembre a Foz do Iguaçu senza aver saputoche sua moglie Eugenia era morta il 24 agosto.

Parte della grande famiglia a Puerto Bertoni,

verso il 1914 (foto d’archivio, www.moseber-

toni.ch).

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Ka’á he’é: erba dolce,uso amaroCosa direbbe Mosè Bertoni, fervente ammiratore di quella che chia-mava «la razza superiore» dei Guaranì, del contorto uso da parte dellemultinazionali agroalimentari, di quella pianta che lui stesso determinòe descrisse botanicamente? Quando si parla di stevia, si parla anchedi biopirateria e di un giro mondiale di prodotti dolcificati che va dagli8 agli 11 miliardi di dollari. Una storia che inizia anche grazie a Bertonie che continua, amaramente, fino ad oggi.

Ka’á he’é, la pianta dolce. Così la chia-mano i Guaranì Pai Tavytera e i Ka-iowa, che vivono nelle terre di fron-tiera tra il Paraguay e il Brasile. Questedue etnie utilizzano la stevia da secoli,per le sue proprietà medicinali e perdolcificare varie bevande, tra cui il tra-dizionale mate. Mosè Bertoni è coluiche la determina e descrive botanica-mente alla fine dell’Ottocento e invitail chimico Ovidio Rebaudi a esaminarlachimicamente per chiarirne le pro-prietà dolcificanti. La stevia risulta es-sere un portento di dolcezza in gradodi sostituire lo zucchero con bassis-sime dosi e senza aggiungere calorie.Mosè ne intuisce un possibile interessee uso industriale: manda campioni inEuropa e riceve risposte positive edentusiaste da varie imprese chimiche,farmaceutiche e alimentari di queltempo.

Dai Guaranì alle multinazionaliOggigiorno la stevia è di moda e la sitrova sugli scaffali di quasi tutti i su-permercati, come elemento singolo oall’interno di migliaia di cibi precon-fezionati. Purtroppo il legame con leverdi foglie è diventato effimero efraudolento. Quello che addolciscesono infatti i circa 450 glucidi di ste-violo, molecole brevettate (da impresecome Cargill, Coca-Cola, DSM, Evolva,McNeill Nutritionals, Pepsi-Cola, PureCircle y Suntory Holdings) e ottenutetramite processi fisico-chimici a partiredalle foglie di stevia. Si tratta di quelloche oggi viene definita biopirateria:appropriazione illegittima di risorsegenetiche e/o dei correlati saperi tra-dizionali con rispettiva infrazione

della Convenzione delle Nazioni Unitesulla diversità biologica (1993) e delprotocollo di Nagoya (2011). PublicEye (già Dichiarazione di Berna) e al-tre associazioni hanno denunciato ilfatto e lanciato una campagna di rac-colte firme. A giugno del 2017 una pe-tizione firmata da oltre 260’000 per-sone è stata consegnata pressoCoca-Cola. L’obbiettivo è quello dichiedere alle grandi imprese di nego-ziare un accordo equo di condivisionedei profitti derivanti dalla commercia-lizzazione di prodotti legati alla steviacon i Guaranì. Grazie all’aiuto di Pu-blic Eye e altre associazioni anche idiretti interessati si sono mobilitati. Irappresentanti di più di sessanta co-munità guaranì si sono riuniti in Pa-raguay per far valere i diritti sulla"loro" stevia. Alcune compagniehanno risposto in maniera favorevolee si sono dette disposte al dialogo, al-cune hanno accettato la richiesta didistribuzione di parte dei beneficimentre altre si sono negate e stannoprocedendo alla produzione di glucididi steviolo attraverso la biologia disintesi, ovvero senza dover passaredalla pianta ed evitando dunque ognidovere di restituzione.

Benché Bertoni non fosse totalmenteestraneo alla mentalità colonialisticatipica dell’epoca, mi piace pensare checon la sua maniera idealista di vedereil mondo non avrebbe approvato que-ste espropriazioni intellettuali ed eco-nomiche di una popolazione e di unaterra da lui tanto amate.

Serena Wiederkehr-Britos

Coltivazione di stevia a Leontica (foto: Ro-

berto Fischer). Sotto: i Guaranì del Paraguay

e del Brasile usano la stevia da più di 1000

anni. La Convenzione delle Nazioni Unite

sulla biodiversità prevede che le comunità

siano consultate e ricevano una compensa-

zione per l’utilizzo dei loro saperi ancestrali a

fini commerciali (foto: Public Eye, Luis Vera).

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Rivista Pro Natura Ticino, n° 60, primavera 2019

Natura che lascia...

Nel 1883, Mosè scrive alla sua amataEugenia: “(Al di là) dell’Oceano tuttosorride, al di quà, pur troppo, tutto ènero per me”. Hanno preso la deci-sione di partire (la moglie lo aiuta esostiene in questo processo). Il gio-vane naturalista ha bisogno di spaziper coltivare terra e idee. «Ora, l’agri-coltura essendo ultimamente impossi-bile a Lottigna, sia perché non puòrendere per lei stessa, sia perché hai afare con dei selvaggi che t’impedi-scono ogni miglioramento – sia perchéda un momento all’altro le valanghe,

... natura che trova.Mosè Bertoni conosce molto bene que-sta agricoltura da “selvaggi” e preferi-sce affrontare la foresta piuttosto direstare. Quando arriva a Misiones(Argentina) è entusiasta della naturavergine. Non è il luogo in cui fonderàla sua colonia ma l’ecosistema è moltosimile. “Io viaggiava attraverso unbosco di aranci, l’albero il più comunedi quei paraggi. (…) I grandi alberiformavano (…) una verde cupula;sotto questo manto protettore vegeta-vano gli alberi di seconda grandezza,e più in basso veniva finalmente lamassa inestricabile degli aranci, tantospessa da dar appena passaggio almio corpo tra uno e l’altro. Se vi si ag-giungono numerose liane, i bambù, lepalme, le diverse piante parassite(...), si avrà un’idea di quell’oceano

vegetale. (…) La terra era estrema-mente fertile, e tanto soffice, che il miomachete, entrava tutto come in un ma-terasso. L’irrigazione era assicurata efacilissima. (…) La metà del bosco eracomposta dei legnami più preziosi, unavarietà immensa, di ogni durezza, diogni colore, di ogni classe. L'altra metàera quasi tutta costituita da alberi frut-tiferi dei tropici (…).

Se ricca era quella foresta di vegetali,non lo era meno di animali. Unaquantità straordinaria di uccelli ditutte le grandezze l’addornava (…).Numerosi quadrupedi popolavanol'interno della foresta, promettendoabbondante cacciagione, e fuori nellaprateria, scorrazzavano altre specienon meno interessanti (…). La miascelta era fatta”.

ture.” Ma così descrive la frammenta-zione dei terreni. “(…) parrà favolosoil dirlo, la superficie di un campo noneguaglia talvolta l'ampiezza di unacamera o di un lenzuolo.” (…) Emble-matico è l’esempio di Lottigna in cuitre famiglie possiedono dai duecentoai trecento fondi sparsi in più località.“Spesso ancora per effetto degli anti-chi modi di proprietà imperfetta e pro-miscua, sul fondo di un proprietariosi trovano alberi di un altro padrone(…).” A questo si aggiungono metodiagricoli “arretrati” e una prevalenzadell’allevamento rispetto all’agricol-tura. I mezzi erano rudimentali, nonc’era una formazione dei contadini,né l’abitudine di arare la terra, di con-cimarla o di ruotare le colture. L’orti-coltura era poco conosciuta e praticatae in quegli anni imperversava pure lamalattia della patata. La principalefonte di informazioni del Lavizzariera il padre di Mosè, Ambrogio Ber-toni, che nel 1851 già segnalava i li-miti e problemi dell’agricolturableniese.

le buzze e la montagna stessa ponnotutto distruggere – (…). La terra colti-vabile in Valle di Blenio non è abbon-dante e in quel periodo lo era ancormeno poiché i fiumi e torrenti nonerano arginati causando frequenti al-luvioni e danni ai coltivi.Nel 1863 Luigi Lavizzari descrive cosìla Valle: “abbonda di pascoli montanie selve d’abeti, faggi e castagni; moltivigneti ornano la parte inferiore. (...)Fanno bella mostra i campicelli checingono i villaggi, quasi a mosaico didiversi colori secondo le diverse col-

Lottigna verso il 1900 (foto: Archivio di Stato del Cantone Ticino, Bellinzona, fondo Gianella).

La riva argentina del Paraná, di fronte a Puerto Bertoni (foto: Fundación Moises Bertoni).

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1000 e 1 progetti

L N Sc ci n al B st gl cu

L E le di pi C po n fa es di gr

Le Case dei PaganiNel 1882 Mosè pubblica uno studio sullemisteriose abitazioni bleniesi appollaiatesulla roccia, popolarmente denominate“Case dei Cröisc”, “dei Grebel” o “deiPagani”. Sostiene che si tratti degli ultimirifugi di un popolo che voleva mantenerela propria religione di fronte all’avanzatadel cristianesimo: un’interpretazione sug-gestiva, in sintonia col nome popolare,smentita però dalle ricerche successive.

Un geografo precoceFin da ragazzo Mosè accumula appuntidi geografia e nel 1878 pubblica per l’edi-tore Colombi di Bellinzona un manua-letto di geografia per le scuole elemen-tari. L’anno dopo esce presso lo stessoeditore una nuova edizione «corretta edampliata da Mosè Bertoni» del noto Com-pendio di geografia di Ulisse Guinand.In realtà il Compendio è quasi intera-mente riscritto dal giovane bleniese.

Gli erbari perdutiAvviatosi agli studi di botanica, Mosèprepara il suo primo erbario. Nel 1883 èquasi concluso e comprende 1800 specie,ma non riesce a presentarlo all’Universitàdi Ginevra prima della partenza. Tristedestino, quello dei suoi erbari. Quellocon la flora ticinese e le prime erboriz-zazioni americane è travolto da unapiena del Paraná nel 1888, i due succes-sivi sono in parte rovinati da insetti eumidità. Queste disavventure gli hannofatto perdere terreno rispetto ad altri bo-tanici dell’epoca.

Ul tarun dra val d’ BreñA partire dal 1878 Mosè avvia, conl’aiuto della madre, un lavoro sul dialetto(tarun) della valle di Blenio. Alla vigiliadella partenza il testo è pronto, ma man-cano i sussidi per la pubblicazione. InAmerica torna ripetutamente su questoprogetto e nel 1923 ne stampa l’introdu-zione, poi di nuovo tutto si ferma. Qual-che anno fa sono riemersi, in Paraguay,i manoscritti di Mosè per questo libro.

Un progetto abbandonatoAl desiderio di emigrare in Argentina perpoter vivere di agricoltura e di scienza,si affianca l’idea di fondare una coloniasocialista. Il progetto non è discusso pub-blicamente e non sembra molto appro-fondito. Tuttavia non manca qualche in-dizio su come Mosè si immaginava lacolonia, per esempio questo piano a im-pianto circolare. Appena giunti in Suda-merica tutto crollerà, anche per l’abban-dono dei soci di fronte alle difficoltà.

La passione per la meteorologiaMosè Bertoni non ha nemmeno ven-t’anni quando mette in piedi un piccoloosservatorio meteorologico a Lottigna.Dal 1878 i dati giornalieri sono pubblicatisu Il Dovere, giornale liberale che avevacontribuito a fondare. Anche la Rivistascientifica svizzera/Revue scientifiquesuisse, che Mosè pubblica nel 1882, con-tiene vari articoli di meteorologia, temaal quale si dedica anche in Paraguay.

Foto: CJB, Lorenzo Ram

ella.

Foto: M

assimo Delorenzi.

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SPECIALE MOSÈ BERTONI 9

Una biblioteca nella selvaMosè Bertoni si porta dalla Svizzera qual-che centinaio di libri. È il primo nucleodi una biblioteca che a Puerto Bertoniarriva a contare circa 12 mila volumi.Per chi vuol fare ricerca scientifica a tuttocampo lontano dai centri urbani non c’èaltra scelta. Nel tempo questo patrimoniolibrario si è assottigliato, per furti, pertrasferimenti altrove di parte dei libri,per i danni dell’umidità e degli insetti.Ciò che è rimasto si trova oggi ad Asun-ción.

Cartografare la complessitàIl Mapa agrológico, fisiográfico y clima-tológico del Paraguay oriental è tra leopere più impegnative e importanti diMosè Bertoni. Nella carta si indicano lecaratteristiche geologiche, la natura deisuoli, le linee della temperatura e dellepiogge, le coltivazioni consigliate. Ancheper la difficoltà della sua realizzazionetipografica, Mosè dovrà attendere setteanni prima di vedere pubblicata, nel1917, la sua carta.

La scuola di agricolturaNel 1896 fonda, e fino al 1904 dirige, laScuola nazionale di agricoltura di Asun-ción, dove si formeranno i primi agro-nomi paraguaiani. Stare parecchi mesiall’anno lontano dalla natura di PuertoBertoni lo fa soffrire, ma è grazie a que-sto impegno istituzionale che il governogli permette di acquistare il terreno sucui sorge la colonia Guillermo Tell.

La tipografia Ex SylvisEsasperato dai problemi incontrati conle tipografie di Asunción, aggravati dalladistanza, nel 1918 Mosè decide di im-piantare una tipografia a Puerto Bertoni.Così tutto il processo – redazione, com-posizione, stampa, rilegatura – avvienenell’Alto Paraná per mano della stessafamiglia Bertoni. Da quelle macchineescono alcune delle opere più importantidi Mosè Bertoni, con una qualità tipo-grafica sorprendente.

Un inno ai guaraníNegli ultimi anni al centro dell’attenzionedi Mosè Bertoni ci sono i guaraní, l’etniaprincipale del Paraguay. La sua Civiliza-ción guaraní in tre volumi è scientifica-mente molto fragile ma ha avuto unruolo importante nella storia culturaledel paese. Nobilitando i guaraní attra-verso la sua opera, Mosè ha contribuitoalla formazione di una nuova identitànazionale centrata su questa componenteindigena.

Per i contadiniMosè è stato un grande divulgatore incampo agronomico. La sua opera princi-pale è Agenda & mentor agrícola. Guíadel agricultor & colono, con el calendariode todos los trabajos rurales y estudiosde las cuestiones rurales principales. Unmanuale importante per i contadini pa-raguaiani, frutto anche delle sperimen-tazioni agronomiche della colonia Guil-lermo Tell. Le ultime due edizioni sonostampate dalla tipografia Ex Sylvis.

Immagini fornite da Danilo Baratti se non indicato diversamente.

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Rivista Pro Natura Ticino, n° 60, primavera 2019

10 SPECIALE MOSÈ BERTONI

Consegna dell'erbario di Bertoni a Ginevra

prima del suo ritorno ad Asunción nel 2002.

Da sinistra a destra: l’allora direttore del Di-

partimento di Cultura della città di Ginevra

Pierre Roehrich, Lorenzo Ramella (curatore),

Patrick Perret (curatore) e Nelida Soria (cu-

ratrice dell’Herbario de la Sociedad Cienti-

fica). Foto: CJB, Lorenzo Ramella.

Le eredità del“sabio” BertoniMosè Bertoni ha lasciato più di 500 pubblicazioni, tra saggi e articoli,in svariati temi e campi scientifici: botanica, antropologia, geografia,geologia, meteorologia, agronomia, dialettologia…, e una quantità,forse più cospicua, di materiali inediti. Dopo la sua morte la maggiorparte dei manoscritti scientifici è però andata perduta. Fortunata-mente parte del suo archivio personale è rimasto nello studio di PuertoBertoni (fino al 1992) e, benché in parte danneggiati dall'umidità e dagliinsetti, quei documenti – lettere, appunti, contabilità – sono stati ca-talogati dall'Archivio di Stato di Bellinzona nel 1996 e quindi riconse-gnati al Paraguay: oggi sono depositati all'Archivio nazionale diAsunción. Molti altri documenti erano conservati da tempo nel fondoBertoni dell’Archivio di Stato.

Una delle persone che ha contribuitoattivamente a raccogliere materialidi e su Mosè Bertoni è Lorenzo Ra-mella, conservatore del giardino bo-tanico di Ginevra, dove è responsa-bile del progetto Flora del Paraguay.Prima ancora di iniziare con le do-mande è lui che mi interroga e, ri-dendo, mi dice: “cosa volete questavolta con Bertoni? Bertoni è così, re-golarmente c’è qualcuno che lo tirafuori dal cassetto. Per un motivo oper l’altro ma più che altro perché èun personaggio la cui vita attira, an-che perché si è potuto recuperare ilmateriale per raccontarla”. Ri-sponde, senza doverla formulare,alla mia prima domanda. “Bertoni cilascia molto di più di quanto può es-sere descritto scientificamente: è unpersonaggio da romanzo; uno cheispira, ‘un pretesto’ e una base sullaquale si possono costruire progetti.Questa è una delle sue più grandiforze”. Ramella ha passato diversianni raccogliendo, catalogando, re-staurando e riparando materiale, so-prattutto botanico, di Bertoni in Pa-raguay. Ha scritto una suabiobibliografia. “Praticamente hopreso i suoi scritti scientifici e anchequello che avevano redatto gli altrisu di lui, per ripercorrere, in ordinecronologico la sua enorme produ-zione e dare un’idea dell’avventuraumana del personaggio”.Ramella mi racconta che ha passato

in rassegna tutte le piante dal “Sabio”,il suo compito è stato quello di trovare,restaurare e analizzare il contenutodelle sue collezioni e cercare un luogoadeguato di conservazione. Quando glichiedo il suo parere di botanico miconferma quanto detto da altri esperti:non era il suo campo d’eccellenza. Einfatti, con Bertoni, capita che ogniesperto in una specifica materia ne sot-tolinei i limiti, lodando però i suoistudi in altri campi.Ramella però lo “giustifica” poichéBertoni, appunto, non era un bota-nico, era uno scienziato umanista chesi guadagnava la vita con l’agricol-tura: “non aveva per forza il tempo ei mezzi per essere preciso e ordinatoe per avere i riferimenti aggiornaticome altri botanici dell’epoca chepartivano in viaggio e ritornavano aordinare i materiali. In compenso èstato molto importante tutto quelloche ha fatto in botanica applicata”.L’altra eredità importante che Lo-renzo Ramella sottolinea è infatti laricerca in campo agronomico e me-teorologico: “è il padre dell’agrono-mia in Paraguay, e continua ad essereconosciuto come tale, in questi campiha fatto davvero un lavoro straordi-nario. Era un assiduo lavoratore chesperimentava tantissimo e poi ha for-mato i primi agronomi del paese.” Inseguito ritorniamo a parlare dellacomponente umana, che riemergesempre…

Un’eredità da conservareIn Paraguay le due istituzioni per laconservazione dell’eredità di Bertonisi trovano presso la Sociedad Cienti-fica del Paraguay, con l'erbario e unimportante numero di archivi (tra cuiil lavoro sui dialetti bleniesi), e nelMuseo Barbero di Asunción. En-trambe sono sostenute dalla fonda-zione La Piedad.

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SPECIALE MOSÈ BERTONI 11

Yan Esperanza (al centro) direttore esecutivo

della “Fundación Moisés Bertoni”, nei pressi

della sede del Monumento Cientifico Moisés

Bertoni (foto: Fundación Moisés Bertoni).

Sotto: la casa di Mosè a Puerto Bertoni, ora

divenuta museo (foto:

monumentobertoni.wordpress.com).

Nella sua amata patria adottiva,che impronta ha lasciato?Ne parlo con Yan Esperanza, direttoreesecutivo della “Fundación MoisésBertoni”, una fondazione nata tren-t’anni or sono con la creazione delprimo parco Nazionale in Paraguay:una riserva di 64 mila ettari di boscoatlantico, lo stesso ambiente presentenel luogo in cui Bertoni ha creato lasua colonia famigliare scientifico-agri-cola. La Fondazione ha l’obiettivo di“migliorare la qualità della vita attra-verso la conservazione della biodiver-sità, dell'ambiente e la promozione diuno sviluppo sostenibile a beneficiodelle generazioni presenti e future”. Ilnome è stato scelto in onore del “Sa-bio”, il saggio (ci sono anche vie,strade e piazze) “poiché è semplice-mente colui che più ha apportato a li-vello scientifico al Paese. Per noi è unpersonaggio esemplare, una sorta dileggenda, un eroe nazionale. E vole-vamo iniziare a valorizzare eroi civili,non più solo quelli militari”.Mi racconta che “Mosè è conosciutopraticamente da tutti, soprattutto peril calendario agricolo. Con i suoi datiraccolti per 40 anni su temperatura,umidità e piogge si prevedeva comefare agricoltura, ma anche altro. Oracon i grandi bacini idraulici e il cam-biamento climatico, il calendario nonè più così affidabile ma è stato un va-lore sicuro per decenni.” Poi c’è il mu-seo di Puerto Bertoni, per noi è unluogo molto importante, perché ci siimmerge nel mondo in cui lui ha spe-rimentato, creato e scritto”. Gli eredidella famiglia donarono parte dellaproprietà allo Stato (200 dei 2000 et-tari), lo Stato, non potendosene far ca-rico, ne ha delegato la manutenzionealla Fondazione. “Proprio in questi ul-timi anni stiamo cercando di svilup-pare maggiormente un turismo cultu-rale di questa zona; siamo a due passidalle famosissime cascate di Iguazú estiamo facendo in modo che più genteraggiunga Puerto Bertoni, per cono-scere il suo lavoro, ammirare la biodi-versità che circonda la casa museo esensibilizzarsi ai gravi problemi am-bientali che la circondano”.

Serena Wiederkehr-Britos

Situazione attuale in ParaguayPurtroppo in questi ultimi decenni viè stato un degrado brutale dell’am-biente. Oltre il 90 % dei boschi atlan-tici è stato perduto; era un ecosistemadi più di 11 milioni di ettari alta-mente biodiverso (comprende anchel’habitat naturale della stevia, an-ch’esso in pericolo). Il ritmo di defo-restazione è stato tra i più intensi almondo e malgrado siano state stipu-late delle leggi di “zero deforesta-zione” ogni anno si perdono più di20’000 ettari di boschi. Le terre sonoperlopiù sfruttate per la monoculturadi soia transgenica (abbinata a pesti-cidi come il glifosato) o destinate adallevamenti intensivi. Gli esiti sonodrammatici non solo per la naturama anche per le comunità indigene,che abbandonano la propria terra ecultura tradizionale per sopravviverenelle piccole porzioni di terre o negli“asentamientos” che circondano lecittà. Della ex colonia Guglielmo Tellsono rimasti solo pochi ettari in cuivivono ancora dei Guaraní Mbyà (idiscendenti dei guaraní fotografati aPuerto Bertoni circa un secolo fa),che, con l’aiuto di un’organizzazionedi sostegno giuridico, tentano daanni di ottenere i diritti su parte delleloro terre ancestrali.

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12 SPECIALE MOSÈ BERTONI

Rivista Pro Natura Ticino, n° 60, primavera 2019

Mosè Bertoni di nuovo in Ticino

Per saperne di più su Bertoni:

- Danilo Baratti e Patrizia Candolfi,L’arca di Mosè. Biografia epistolaredi Mosè Bertoni (1857-1929), Casa-grande, Bellinzona 1994.

- Danilo Baratti, Fare libri nellaselva. Mosè Bertoni e la tipografiaEx Sylvis (1918-1929), FondazioneJacob-Piazza, Quaderni bleniesi n.6, Olivone 1999.

- Danilo Baratti e Patrizia Candolfi,“Utopizzazione” e realtà di PuertoBertoni, «Archivio storico ticinese»n. 146, dicembre 2009.

- Mosè Bertoni, Le Case dei pagani,riedizione annotata e commentataa cura di Peter Schrembs, La Baro-nata, Lugano 1996.

- www.mosebertoni.ch

Il 15 marzo 2018 è stato sigillato ad Acquarossa il gemellaggio tra la città para-guaiana di Presidente Franco nell'Alto Paraná e il comune bleniese di Acqua-rossa. Tramite questo atto politico si è voluto creare un ponte culturale traqueste regioni agli antipodi del mondo, legate da un emigrante eccezionale.Nel contempo è nato un gruppo di lavoro per valorizzare, in Svizzera e in Para-guay, l'attività del naturalista ticinese. Quest’anno si commemorano 90 annidalla sua morte e per questo anniversario Pro Natura ha deciso di improntare ilprogramma culturale del Centro Lucomagno attorno alla sua persona. Non sitratta di un’iniziativa legata unicamente alla nostra associazione ma piuttosto diuna grande collaborazione con il comune di Acquarossa e diversi enti presentiin Valle e oltre. Grazie a Bertoni sono nate tante sinergie; il Saggio ha ispiratoun programma ricco di avvenimenti in cui alla base sta sempre l’amore per lanatura e la sua diversità, così come la voglia di proteggerla.

sabato 4 maggioLa botanica di Bertoni, escursione botanica con Antonella Borsari e SerenaBritos, Lottigna e dintorni.

dal 6 al 31 maggioViaggiando con Bertoni, animazione presso il Museo cantonale di storia na-turale, Lugano. Per scuola elementare (2° ciclo) e scuola media.

sabato e domenica 18-19 maggioIl saggio Bertoni, animazioni per famiglie durante la Notte e la Giornata deiMusei, presso il Museo cantonale di storia naturale, Lugano.

martedì 21 maggioSerata di apertura del ciclo di eventi su Mosè Bertoni, presentazione, con-ferenza e aperitivo, con Danilo Baratti. Cinema Teatro Blenio, Acquarossa.

sabato 25 maggio (riserva: domenica 26 maggio)La botanica di Bertoni , escursione in spagnolo e italiano sostenuta dall’Am-basciata paraguaiana in Svizzera, guida Antonella Borsari, Nara e dintorni.

venerdì 7 giugnoPiante viaggiatrici, conferenza di Nicola Schoenenberger sui movimentidelle piante nel mondo. Museo cantonale di storia naturale, Lugano.

15-22 giugnoCarnet de Voyage, corso in francese per imparare a redigere un quadernodi viaggio. Con Emmanuelle Ryser presso il Centro Pro Natura Lucomagno.

16 giugnoMosé Bertoni e la Stevia, animazione per famiglie presso il laboratorio dichimica e biologia della Scuola Alpina (FASV), Olivone.

Lilioasfodelo maggiore (Anthericum liliago) in

fiore in un prato magro della Valle di Blenio.

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SPECIALE MOSÈ BERTONI 13

Rivista Pro Natura Ticino, n° 60, primavera 2019

domenica 7 luglioLa botanica di Bertoni, escursione con Antonella Borsari al Lucomagno.

mercoledì 10 luglio (riserva venerdì 12.7)esploriAMOLAMONTAGNAinsieme con il saggio Bertoni: Acqua viva, per fa-miglie, con Benoît Maël Cadier (l’alberoteca), Centro Pro Natura Lucomagno.

mercoledì 17 luglio (riserva venerdì 19.7)esploriAMOLAMONTAGNAinsieme con il saggio Bertoni: Fiori variopinti, per fa-miglie, con Benoît Maël Cadier (l’alberoteca), Centro Pro Natura Lucomagno.

mercoledì 24 luglio (riserva venerdì 26.7)esploriAMOLAMONTAGNAinsieme con il saggio Bertoni: Animali misteriosi, fa-miglie, con Benoît Maël Cadier (l’alberoteca), Centro Pro Natura Lucomagno.

mercoledì 31 luglio (riserva venerdì 2.8)esploriAMOLAMONTAGNAinsieme con il saggio Bertoni: Minerali parlanti, fa-miglie, con Benoît Maël Cadier (l’alberoteca), Centro Pro Natura Lucomagno.

sabato e domenica 24-25 agostoFotografia nella selva, corso di fotografia con Giorgio Moretti, Centro ProNatura Lucomagno.

sabato 7 settembrePrepariamo il dolce della selva, attività per famiglie con Roberto Fischer(L'Ape Custode), presso l’apiario di Lottigna.

sabato 14 settembreStampiamo nella selva, attività di stampa con una macchina dell’epoca, perfamiglie, con Roberto Fischer (L'Ape Custode), presso l’apiario di Lottigna.

giovedì 19 SettembreFirögna Bertoniana - lettere di Mosè Bertoni, serata conviviale di letturedalle lettere di Bertoni con Cristian Scapozza, Danilo Baratti e Pietro Aiani.Cinema Teatro Blenio, Acquarossa.

sabato 5 ottobreDalla storia alla realtà, escursione e attività di stampa con una macchinadell’epoca. Per famiglie. Con Roberto Fischer (L'Ape Custode), pressol’apiario di Lottigna.

giovedì 17 ottobreOrso: l'emigrazione degli umani e dei predatori, conferenza di JohannaSchoenenberger. Cinema Teatro Blenio, Acquarossa.

autunno 2019, date da definire- “Mosè Bertoni - l’uomo e la realtà” e “L’Utopia”, proiezione dei documen-tari di Leandro Manfrini, Cinema Teatro Blenio, Acquarossa.

- Dalla Valle di Blenio al Sudamerica, conferenza storica di Gaia Castellisull’emigrazione dalla Valle di Blenio. Museo della Valle di Blenio, Lottigna.

- Tre generazioni di donne a Puerto Bertoni, conferenza di Patrizia Can-dolfi.- Le Case dei Pagani, escursione del Museo della Valle di Blenio guidata daMassimo Delorenzi alla scoperta di queste misteriose costruzioni.

Attività su richiestaDurante tutta la stagione è possibilerichiedere delle visite guidate alMuseo della Valle di Blenio, delle at-tività didattiche presso la FASV, delleattività pratiche proposte da L’Apecustode e delle attività di educazioneambientale al Centro Pro Natura Lu-comagno.

Questo e altro sull’agenda!Pro Natura Ticino e il Centro Luco-magno hanno in serbo molte altre at-tività tra cui diverse escursioni diosservazioni faunistiche. Tieni d’oc-chio la nostra agenda:www.pronatura-ti.ch/agenda

Appunti sulla flora realizzati da Mosè Bertoni

durante i suoi studi nel 1876. La conoscenza

della natura e la trasmissione del sapere di-

mostrano come l’importanza dell’educazione

ambientale sia sempre di attualità.

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14 ZERO-SEDICI

Rivista Pro Natura Ticino, n° 60, primavera 2019

Campi estivi

La Valle IncantataDal diario di Flavio: “Ero seduto suun ceppo un po’ lontano dalla stradache attraversa il Bosco Bello, a Dalpe.Non feci in tempo ad addentare il pa-nino che un piccolo essere sbucato dasotto una radice, me lo portò via,così... Non ricordo che aspetto avesse,solo 2 grandi occhi verdi incantatori.”Ora è giunto il tempo di aiutare Flavioa scoprire qualcosa di più su quellafaccenda e soprattutto a ritrovare ilsuo panino… sarà ancora buono?

Data: dal 17 al 23 agosto 2019.Luogo: Casa San Rocco, Dalpe.Età: da 7 a 11 anni.Partecipanti: massimo 20.Prezzo: 340.-Serata informativa prevista a fine mag-gio/inizio giugno.

Le avventure del Re LeoneUn'esplosione di vita e di colori sullerive del laghetto di Muzzano ci faràscoprire la bellezza della natura e deisuoi tesori nascosti. Tante attività davivere in allegra compagnia ci atten-dono e ci catapulteranno in un mondopopolato da animali fantastici! Vienicon noi!

Date: 5-9 e/o 12-16 agosto 2019.Colonia diurna: dalle 9 alle 17.Luogo: Aula sull’acqua a Muzzano.Età: da 4 a 10 anni.Partecipanti: massimo 20.Prezzo: 170.- a settimana e 330.- per2 settimane. 10.- di sconto per fratelli.In collaborazione con Kreiamoci.

Orecchie lunghe...In collaborazione con Somarelli, sonoprevisti dei fantastici trekking in valledi Blenio sia per giovani che peradulti in compagnia di simpatici qua-drupedi dalle orecchie lunghe. Mag-giori dettagli e link per l’iscrizionesulla nostra agenda:www.pronatura-ti.ch/agenda

Esploratori d’alta quota - TrekkingLa fauna incuriosisce, affascina ed en-tusiasma: vieni con noi nel regno dellemontagne alla scoperta di marmotte,camosci, stambecchi e una moltitudinedi altri incredibili animali! Non man-cheranno panorami affascinanti e unabuona compagnia per un’esperienzaindimenticabile.

Data: dal 9 al 12 luglio 2019.Luogo: tra Piora e il Lucomagno.Età: da 10 a 15 anni.Partecipanti: massimo 16.Prezzo: 350.-Sarà organizzata un’uscita di provasabato 4 maggio (riserva domenica 12maggio).

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ZERO-SEDICI 15

Attività giovaniliCome iscriversi alle attività?Visitate il nostro sito:www.pronatura-ti.ch/escursionidove potete iscrivervi online.I campi estivi saranno disponibili apartire da lunedì 11 marzo.Attenzione: l’assicurazione è a ca-rico dei partecipanti. Posti limitati.Agli iscritti sarà data conferma sulladisponibilità dei posti e verranno for-nite indicazioni supplementari.

Creazioni di legnoIl legno è un materiale fantastico cheaccompagna l’uomo da sempre. Utileper scaldarsi, cucinare e per creareun'infinità di oggetti per ogni neces-sità.Con un semplice coltellino è possibileintagliare bastoni, costruire flauti, bar-chette, dadi, forchette, trottole, amuletio semplici opere d’arte. Vieni a pro-vare anche tu!

Rivista Pro Natura Ticino, n° 60, primavera 2019

Data: domenica 7 aprile 2019.Luogo e durata: Lumino, tutto ilgiorno.Partecipanti: da 8 a 14 anni, massimo15 partecipanti.Informazioni di dettaglio saranno co-municate agli iscritti.Prezzo: 10.-

Animale dell’anno: questo misterioso!La lucciola, animale dell’anno 2019, èun grande piccolo portento. Fa almenouna cosa che molti altri animali nonfanno. È discreta ma si fa notare. Ha ipiedi per terra ma il maschio sa volare.Curiosi? Allora non attendete oltre eiscrivetevi per venire a osservarla dalvivo! L’uscita prevede una notte intenda.

Data: fine settimana 1-2 giugno 2019.Luogo e durata: Moghegno, dal po-meriggio di sabato a domenica mat-tina.Partecipanti: da 8 a 13 anni, massimo15 partecipanti.Informazioni di dettaglio saranno co-municate agli iscritti.Prezzo: 50.-

Cena in attesa della notte: la ricerca delle

lucciole è più facile col buio. Lodano, giugno

2015.

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Invito all’Assemblea generale 2019di Pro Natura Ticino

Cari membri di Pro Natura Ticino,

il Comitato ha il piacere di invitarvi all’Assemblea generale annuale che si svolgerà:

sabato 4 maggio 2019presso il Museo della Valle di Blenio a Lottigna

con inizio alle ore 10:15

Il Museo si può raggiungere con i trasporti pubblici (treno fino a Biasca e poi con i bus delle AutolineeBleniesi, partenza 9.32, fino alla fermata di Lottigna e pochi minuti di cammino) oppure in auto.

Vi proponiamo il seguente ordine del giorno:1. Saluto ai convenuti e lavori d’apertura2. Approvazione del verbale dell’Assemblea generale 20183. Rapporto annuale e scarico al Comitato4 Presentazione di Anna Lisa Mascitti, nuova collaboratrice di Pro Natura Ticino5. Rapporto del revisore e approvazione del conto d'esercizio dell'anno 20186. Proposte dei soci

Seguirà il pranzo in comune e nel pomeriggio vi proponiamo l’escursione botanica “La botanica diBertoni”, guidata da Antonella Borsari.

Ricordiamo ai membri che possono sottomettere proposte all’attenzione dell’Assemblea: esse vannoinoltrate in forma scritta al presidente, Marco Zanetti / Pro Natura Ticino / casella postale 2317 / 6501Bellinzona al più tardi una settimana prima dell’Assemblea (data della ricezione).

Chi desidera partecipare è pregato di iscriversi online all’indirizzo:www.pronatura-ti.ch/assemblea (dove trovate anche una mappa per raggiungere il Museo)oppure tramite il talloncino sottostante

-✂------------------------------------------------ Talloncino di iscrizione -----------------------------------------------------

Partecipo a:❑ assemblea❑ pranzo❑ escursione botanica

Nome: Cognome:

Numero di adulti: e di giovani:

Via: NAP e Località:

Il Simano sulle cui pendici sorge Lottigna.