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103 Rossilli-Gavignano (Roma) Campagna di scavo 1997 Claudio Cortese, Francesca Faccioli, Paolo Fassi, Gianluca Groppelli, Stefania Mussi, Elena Nuzzo, Andrea Perin, Chiara Romerio, Gruppo Archeologico Milanese Alessandro Del Brusco, Maria Rita Giuliani, Angelo Luttazzi, Annamaria Pennese, Gruppo Archeologico Toleriense Nel 1997 lo scavo del complesso di Rossilli ha ripreso le indagini sui saggi A (in due aree distinte) e B e ha provveduto all’apertura di due nuovi saggi nei pressi del resti murari del complesso «Ospedaletto», denominati E e F. Anche quest’anno la campagna ha avuto luogo grazie alla collaborazione dei Gruppi Archeologici Milanese e Toleriense (Colleferro) e del Comune di Gavignano, sotto la direzione della Soprintendenza Archeologica per il Lazio Meridionale (dott.ssa Nicoletta Cassieri). Saggio «A» Terminato dopo quattro anni il perimetro di scavo con il raggiungimento del terreno sterile, nel 1997 sono state aperte due aree distinte adiacenti a questo (A1 e A2), volte ad approfondire le fasi individuate (cfr. Notiziario 1994 e 1995). In nessuno dei due cantieri è stato raggiunto il terreno sterile e gli scavi verranno ripresi il prossimo anno. area A1 Lo scavo ha interessato un’area di m 4 x 6 situata a est del saggio A, spostata verso nord, ovvero verso il complesso abbaziale. Lo scopo dell’intervento era infatti estendere e completare l’indagine del vano dell’edificio tardo medievale centrale, evidenziato nella campagna 1994 sulla fascia nord del perimetro di scavo. Dopo aver asportato lo strato di humus e i livelli più superficiali, sono venute alla luce alcune strutture murarie. Nell’area meridionale del saggio è presente un muro con andamento est-ovest che corrisponde al muro dell’edificio centrale. La struttura nella parte occidentale è stata corrotta dalla presenza di una grossa radice ed è stata distrutta e asportata da un intervento posteriore. Nell’area settentrionale del saggio sono venuti alla luce un muro con andamento est-ovest, parallelo al precedente alla distanza di m 3, cui si lega un altro muro con andamento nord-sud ortogonale a questo, che delimitano una piccola area nella zona nord-orientale del saggio. Tutte le strutture murarie recano tracce di intonaco. Dopo l’asportazione degli strati contenenti materiale moderno è apparso uno strato in calce distribuito in maniera non uniforme sull’area centrale del saggio, compresa tra i muri paralleli con andamento est-ovest (probabile pavimentazione). Al di sotto di questo è stato rinvenuto uno strato composto da pietre e terra con frammenti di laterizi. Anche nell’area adiacente alla parete occidentale del muro nord-sud è venuto alla luce uno strato di composizione analoga. Per quanto riguarda l’area nord-orientale, delimitata dai muri fra loro ortogonali, si è riconosciuta inizialmente una stratigrafia analoga a quella dell’area centrale, compresa tra i due muri paralleli; poi è venuto alla luce uno strato disomogeneo di terra e argilla. Inoltre a ridosso dell’angolo interno dei muri è apparso uno strato di blocchi di piccole dimensioni di cocciopesto non ancora asportato. Infine nell’area meridionale del saggio, compresa tra il muro est-ovest e il limite di scavo, corrispondente allo spazio interno relativo all’edificio tardomedievale collocato a est, è stata confermata la stratigrafia riscontrata negli scavi 1995-1996. In generale l’area, collocata quasi ai margini orientali del rilievo su cui è posizionato il complesso di Rossilli, risente di un suo probabile utilizzo come discarica sino a tempi relativamente recenti. F.F., S.M., E.N., C.R. area A2 Con una superficie di m 2 16, si colloca a sud dell’area di scavo indagata sino allo scorso anno e a ovest di quella in corrispondenza delle due fornaci; il limite meridionale è dato dal grande muro di probabile origine romana ancora emergente, quello est dal prolungamento di un muro di età tardomedievale (edificio est). L’area era già stata parzialmente indagata nel 1995 e lo scavo è ripreso al livello superiore del grande strato in terreno nerastro databile indicativamente alla metà del XIV secolo, già conosciuto dalle campagne precedenti. Al di sotto di questo si rinviene un muro con andamento circa nord-sud realizzato con tecnica approssimativa e materiale disomogeneo, non conservato verso nord mentre a sud si unisce al grande muro, ed è riferibile all’edificio tardoantico/altomedievale di cui costituisce il lato est (è in asse con le tracce di asportazione delle fondamenta individuate nel 1996 più a nord); a ovest di questo sono stati rinvenuti resti della pavimentazione composta da lacerti di un piano in calce e da alcuni laterizi legati da argilla, analoghi a quelli già individuati nel 1996. Il grande muro, che sembra essere stato il lato meridionale dell’edificio tardoantico/altomedievale, è stato messo in luce per un’altezza di cm 60 circa; la tecnica si presenta di buona esecuzione, con pietre disomogenee di medie dimensioni; si è rinvenuta un’apertura di forma rettangolare, con la parte superiore lavorata a forma di arco in un blocco di pozzolana e la base, al livello della pavimentazione rinvenuta, in cocciopesto e tracce di una seconda a est. Inoltre si sono rinvenute tracce di livelli surcotti nerastri, forse riconducibili a un’attività di fornace, già riscontrata con le campagne di scavo precedenti. P.F., A.P. Si ringrazia Fabio Malaspina per l’analisi del materiale ceramico. n. 17 (1998), pp. 102-108. Foto 1. Area A1: i due muri ortogonali relativi alla fase tardomedievale. Rossilli-Gavignano (Roma)

Rossilli-Gavignano (Roma) Campagna di scavo 1997 17-7.pdf · 2009. 1. 14. · provveduto all’apertura di due nuovi saggi nei pressi del resti murari del complesso «Ospedaletto»,

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Rossilli-Gavignano (Roma)Campagna di scavo 1997

Claudio Cortese, Francesca Faccioli, Paolo Fassi, Gianluca Groppelli, Stefania Mussi, Elena Nuzzo,Andrea Perin, Chiara Romerio, Gruppo Archeologico MilaneseAlessandro Del Brusco, Maria Rita Giuliani, Angelo Luttazzi, Annamaria Pennese, Gruppo ArcheologicoToleriense

Nel 1997 lo scavo del complesso di Rossilli ha ripreso le indagini sui saggi A (in due aree distinte) e B e haprovveduto all’apertura di due nuovi saggi nei pressi del resti murari del complesso «Ospedaletto», denominatiE e F. Anche quest’anno la campagna ha avuto luogo grazie alla collaborazione dei Gruppi ArcheologiciMilanese e Toleriense (Colleferro) e del Comune di Gavignano, sotto la direzione della SoprintendenzaArcheologica per il Lazio Meridionale (dott.ssa Nicoletta Cassieri).

Saggio «A»

Terminato dopo quattro anni il perimetro di scavo con il raggiungimento del terreno sterile, nel 1997 sono stateaperte due aree distinte adiacenti a questo (A1 e A2), volte ad approfondire le fasi individuate (cfr. Notiziario1994 e 1995). In nessuno dei due cantieri è stato raggiunto il terreno sterile e gli scavi verranno ripresi ilprossimo anno.

area A1Lo scavo ha interessato un’area di m 4 x 6 situata a est del saggio A, spostata verso nord, ovvero verso ilcomplesso abbaziale. Lo scopo dell’intervento era infatti estendere e completare l’indagine del vano dell’edificiotardo medievale centrale, evidenziato nella campagna 1994 sulla fascia nord del perimetro di scavo.Dopo aver asportato lo strato di humus e i livelli più superficiali, sono venute alla luce alcune strutture murarie.Nell’area meridionale del saggio è presente un muro con andamento est-ovest che corrisponde al murodell’edificio centrale. La struttura nella parte occidentale è stata corrotta dalla presenza di una grossa radice edè stata distrutta e asportata da un intervento posteriore.Nell’area settentrionale del saggio sono venuti alla luce un muro con andamento est-ovest, parallelo alprecedente alla distanza di m 3, cui si lega un altro muro con andamento nord-sud ortogonale a questo, chedelimitano una piccola area nella zona nord-orientale del saggio. Tutte le strutture murarie recano tracce diintonaco.Dopo l’asportazione degli strati contenenti materiale moderno è apparso uno strato in calce distribuito inmaniera non uniforme sull’area centrale del saggio, compresa tra i muri paralleli con andamento est-ovest(probabile pavimentazione). Al di sotto di questo è stato rinvenuto uno strato composto da pietre e terra conframmenti di laterizi. Anche nell’area adiacente alla parete occidentale del muro nord-sud è venuto alla luceuno strato di composizione analoga.Per quanto riguarda l’area nord-orientale, delimitata dai muri fra loro ortogonali, si è riconosciuta inizialmenteuna stratigrafia analoga a quella dell’area centrale, compresa tra i due muri paralleli; poi è venuto alla luce unostrato disomogeneo di terra e argilla. Inoltre a ridosso dell’angolo interno dei muri è apparso uno strato diblocchi di piccole dimensioni di cocciopesto non ancora asportato.Infine nell’area meridionale del saggio, compresa tra il muro est-ovest e il limite di scavo, corrispondente allospazio interno relativo all’edificio tardomedievale collocato a est, è stata confermata la stratigrafia riscontratanegli scavi 1995-1996.In generale l’area, collocata quasi ai margini orientali del rilievo su cui è posizionato il complesso di Rossilli,risente di un suo probabile utilizzo come discarica sino a tempi relativamente recenti.

F.F., S.M., E.N., C.R.

area A2Con una superficie di m2 16, si colloca a sud dell’area di scavo indagata sino allo scorso anno e a ovest di quellain corrispondenza delle due fornaci; il limite meridionale è dato dal grande muro di probabile origine romanaancora emergente, quello est dal prolungamento di un muro di età tardomedievale (edificio est). L’area era giàstata parzialmente indagata nel 1995 e lo scavo è ripreso al livello superiore del grande strato in terreno nerastrodatabile indicativamente alla metà del XIV secolo, già conosciuto dalle campagne precedenti.Al di sotto di questo si rinviene un muro con andamento circa nord-sud realizzato con tecnica approssimativae materiale disomogeneo, non conservato verso nord mentre a sud si unisce al grande muro, ed è riferibileall’edificio tardoantico/altomedievale di cui costituisce il lato est (è in asse con le tracce di asportazione dellefondamenta individuate nel 1996 più a nord); a ovest di questo sono stati rinvenuti resti della pavimentazionecomposta da lacerti di un piano in calce e da alcuni laterizi legati da argilla, analoghi a quelli già individuatinel 1996.Il grande muro, che sembra essere stato il lato meridionale dell’edificio tardoantico/altomedievale, è statomesso in luce per un’altezza di cm 60 circa; la tecnica si presenta di buona esecuzione, con pietre disomogeneedi medie dimensioni; si è rinvenuta un’apertura di forma rettangolare, con la parte superiore lavorata a formadi arco in un blocco di pozzolana e la base, al livello della pavimentazione rinvenuta, in cocciopesto e traccedi una seconda a est.Inoltre si sono rinvenute tracce di livelli surcotti nerastri, forse riconducibili a un’attività di fornace, giàriscontrata con le campagne di scavo precedenti.

P.F., A.P.

Si ringrazia Fabio Malaspina per l’analisi del materiale ceramico.

n. 17 (1998), pp. 102-108.

Foto 1. Area A1: i due muri ortogonali relativi alla fase tardomedievale.

Rossilli-Gavignano (Roma)

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Notiziario104 105

Saggio «B»

Nell’indagine del saggio B si è arrivati, con la campagna del 1997, a una definizione quasi complessivadell’assetto strutturale del ninfeo e della cronologia delle sue fasi di utilizzo. Nel settore est del saggio è statamessa in luce, quasi nella sua interezza, una scala, con andamento est-ovest, pertinente alla fase iniziale d’uso,addossata al muro di recinzione in reticolato. Si tratta di una struttura costituita da murature in reticolato ecementizio e da una serie di gradini, messi in opera ricorrendo all’uso di blocchetti rettangolari di tufo e pianidi tegole e mattoni. La scala confluisce in un pianerottolo a pianta quadrata con pavimentazione di calce, noncompletamente delimitato.Nella zona centrale del saggio è emersa una vasca a pianta quadrata con muri originari in cementizio a scapolidi calcare poi sopraelevati in epoca tardoantica, medievale e postmedievale con strutture costituite, nellamaggior parte dei casi, da materiali di recupero. Le pareti e il fondo sono intonacati con cocciopesto in alcunicasi coperto o tagliato da restauri approssimativi, presumibilmente medievali e postmedievali. Sul muro suddella vasca si nota un ampio restauro in mattoni entro il quale è ricavato un foro, foderato con coppi, utilizzatocome scarico del «troppo pieno» della vasca. Sul muro opposto si nota un intervento simile di tamponatura amattoni. Probabilmente con questi restauri si chiusero i canali di adduzione e uscita dell’acqua originari perridurre la portata idrica della vasca. Al muro est si sovrappose, tra il XVI e il XVII secolo, una struttura murariacon andamento obliquo che restrinse la capienza dell’invaso.Nel settore ovest è stato rinvenuto solo lo scampolo di una scala, con andamento nord-sud, esterna e parallelaa un grande muro in reticolato che probabilmente delineava la parte occidentale del ninfeo. Tra quest’ultimo ela vasca si è messo in luce un piano inclinato, direzionato nord-sud, costituito da spezzoni di tegole e mattoni,forse da considerare come canale aperto per lo scorrimento dell’acqua, ma questa ipotesi è del tutto preliminaree andrà verificata con l’allargamento del saggio verso sud.La successione stratigrafica delinea una prima fase edilizia della fine del I sec. a.C. cui si riferisce l’impiantooriginario del ninfeo con l’emiciclo coperto, i muri di recinzione, le scale e la vasca. I materiali sono

esclusivamente quelli dell’interro dello spazio di risulta tra il taglio operato sul fianco della collina e l’elevatomurario in opera reticolata a ricorsi di cubilia bianchi e neri (scavo 1996).In età adrianea viene abbandonato tutto il settore est del ninfeo, forse in seguito al parziale crollo del muro direcinzione a cui si addossa la scala, dovuto alle forti spinte esercitate dal retrostante terreno argilloso.La scala si interra progressivamente, sino all’altezza del terzo gradino. Nella seconda metà del II secolo d.C.,onde evitare che l’accumulo naturale di terra pregiudicasse l’uso della vasca, si elevò la parete est di quest’ultima,con un muretto di minor spessore, dietro questo si continua comunque a formare una raccolta di terra cheocculta altri tre gradini della scala e arriva a lambire la parte superiore dello stesso muretto.Nel corso del IV secolo d.C. sopra questo ammasso terroso si crea un piano di calpestio che permette l’utilizzodell’invaso da questo lato. Tutta la zona a ovest della vasca continua a essere usata. Lo dimostrano i restauriin opera vittata che interessano l’emiciclo del ninfeo e la pavimentazione del canale (?). I primi livelli diabbandono si riferiscono all’età di Gallieno, ma la scala è probabilmente ancora in funzione nel corso del IVsecolo d.C.Nel V secolo la struttura è ormai completamente abbandonata, fatta eccezione per la vasca, che vienecostantemente pulita e restaurata. Il suo impiego è documentato almeno fino alla seconda metà del XVII secolodalla costruzione di un muretto che va a chiudere tutta la fronte dell’emiciclo coperto.Da questo momento, al suo interno, si accumulano naturalmente una serie di livelli limosi, contenenti materialiceramici postclassici: dalla maiolica arcaica del XIII secolo all’invetriata del XIX secolo.È stata indagata anche la grande fossa di spoliazione nel settore ovest del ninfeo. Al suo interno sono statirinvenuti materiali di diversa tipologia ed epoca; quasi sul fondo, intenzionalmente gettati per occultarli, eranoposizionati degli enormi blocchi e una volta in cementizio pertinenti a edifici, forse prossimi al ninfeo, abbattutiin un periodo non molto lontano.

A.D.B., M.R.G., A.L., A.Pen.

Si ringraziano Maurizio Barucca per l’analisi del materiale numismatico, Mileto Benvenuti, Caterina Giovinazzoe Gianni Zecchini per la collaborazione sullo scavo.

Foto 2. Area A2 vista da nord. In primo piano il muro altomedievale.

Foto 3. Saggio B: scala adiacente al ninfeo.

Rossilli-Gavignano (Roma)

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Saggio «F»

All’interno del saggio (15 m2 circa), delimitato a nord-est dalle strutture murarie già emergenti dell’«Ospedaletto»(Notiziario 1995), è stato possibile identificare, lungo il margine nord-occidentale dell’area di scavo, unulteriore muro di delimitazione disposto sud-ovest/nord-est, in opera reticolata, come le strutture adiacenti. Talistrutture murarie sembrano delimitare su due lati un ambiente (foto 4), la cui funzione non è stata ancorachiarita, poiché la situazione stratigrafica è risultata fortemente compromessa dalle arature a causa del ridottospessore dell’humus e del deposito di dilavamento che ricoprivano le strutture stesse.Allo stato attuale è possibile riconoscere solo due fasi: la prima legata alla costruzione delle strutture, laseconda al loro utilizzo senza evidenti tracce di successive frequentazioni e riutilizzi.La prima fase è testimoniata dalla costruzione del muro nord-occidentale dell’ambiente e della preparazione delprobabile pavimento. Il muro, che si lega alle strutture murarie dell’«Ospedaletto», è in opera reticolata contestate di tufelli e con la fondazione in opera incerta (foto 4). Lo strato di preparazione del piano d’uso ècostituito da un primo strato di pietre legate con malta e successivamente ricoperte da un livello di malta la cuisuperficie superiore si presenta lisciata (foto 4); un terzo livello di malta, più grossolano e irregolare, copre lostrato sottostante e si appoggia alla base del muro in opera reticolata. Allo stato attuale delle ricerche si puòipotizzare che il terzo livello di malta servisse come preparazione per la posa in opera di lastre laterizie, comepotrebbe suggerire il ritrovamento di due frammenti di laterizi in situ lungo il muro nord-occidentale. In baseai rapporti tra le strutture e al tipo di paramento murario (Lugli 1957, pp. 505-506), si può ipotizzare unacostruzione tra la seconda metà del I sec. a.C. e la prima metà del I sec. d.C.La fase di utilizzo non ha lasciato evidenti testimonianze, rendendo particolarmente difficile stabilirne la duratae interpretare la funzione dell’ambiente.Nello strato di dilavamento che ricopriva i livelli di malta e il muro nord-occidentale dell’ambiente sono statirinvenuti pochi materiali.

C.C., G.G.

Saggio «G»

All’interno dell’area di scavo, che si trova a sud del saggio «F», lo scavo ha messo in luce strutture pertinentia fasi probabilmente diverse i cui rapporti andranno indagati in modo più approfondito nelle prossime campagnedi scavo.Alcune delle strutture sono relative a un ambiente riscaldato di cui sono conservate in situ, per un’altezzamassima di 10 cm, le suspensurae a base quadrata (21 cm di lato) che formano 10 pilastrini disposti in manieraregolare. Tali pilastrini coprono un piano costituito da lastre laterizie che si sovrappone a un livello di malta eche si possono interpretare come il piano di appoggio dei pilastrini stessi (foto 5). Questo piano era coperto daicrolli dei pilastrini e del pavimento sovrastante in laterizi; in questo strato di crollo non sono stati rinvenutiframmenti ceramici.Sui limiti nord-occidentale e sud-orientale del saggio sono presenti due strutture: a sud un muro disposto nord-est/sud-ovest formato da pietre di circa 10 cm non lavorate e legate tra loro da malta; tale muro, non affioranteall’inizio dello scavo, era comunque visibile da sud, poiché si tratta di un muro di contenimento e di sostegnodi un terrazzamento che presenta allo stato attuale un’altezza di circa 3 m. A nord è stata rinvenuta una strutturacostituita da pietre di piccole dimensioni e abbondante malta, che forma un piano regolare esteso oltre i limitidi scavo. La definizione della sua funzione è rimandata alle prossime campagne, in quanto allo stato attualedelle ricerche risultano anomale sia la larghezza della struttura sia l’assenza nella parte superiore di tracce dicrollo e di asportazione.Tutte le evidenze precedentemente descritte erano coperte da un deposito di dilavamento analogo a quellorinvenuto nel saggio «F».Vista la situazione stratigrafica ancora incompleta e l’assenza di elementi datanti, risulta al momento impossibileproporre una qualsiasi datazione per le diverse strutture identificate; in analogia con i rinvenimenti effettuatinell’adiacente saggio «D» (Notiziario 1995), si può proporre, limitatamente alle strutture laterizie, una datazione

Foto 4. Saggio «F»: lo strato inferiore di preparazione del piano d’uso che si appoggia alle fondazioni in operaincerta dell’ambiente.

Notiziario Rossilli-Gavignano (Roma)

Foto 5. Saggio «G»: le suspensurae sopra un piano costituito da lastre laterizie.

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Notiziario n. 17 (1998), pp. 109-116.

Rivanazzano (PV): materiali relativia una villa romana in località Le Germane

Anna Bresciani, Livio Granchelli, Davide Manica, Alberto Rovida, Gruppo Archeologico Milanese

LOCALIZZAZIONE DEL SITO

Il sito in oggetto è stato localizzato nel corso delle campagne di ricognizioni periodiche che il G.A.M. organizzadal 1992 nei comuni della bassa Valle Staffora, che rappresenta l’asse principale di penetrazione nel comprensorioappenninico lombardo dell’Oltrepo Pavese.Nel corso del 1997, le attività di ricognizione sono state concentrate nel comune di Rivanazzano, il cui territoriosi estende per buona parte sulle prime alture, nel punto in cui, risalendo dalla piana di Voghera, la valle delloStaffora si rinserra e il paesaggio assume le caratteristiche tipiche dell’ambiente collinare appenninico.In particolare sono state investigate le aree coltivate situate lungo la riva destra dello Staffora, dove nel corsodegli anni precedenti erano stati effettuati significativi ritrovamenti di piccoli siti abitati e di necropoli (cfr.Nuzzo et al. 1994, Beltrami, Cortese 1995, Bergamaschi et al. 1995, Businaro et al. 1997) e dove è statolocalizzato un nuovo sito (16 RN, tav. 1, coordinate UTM 32TNQ02307480), ubicato circa 800 m a SE delponte della SS 461 che valica lo Staffora all’altezza del centro abitato di Rivanazzano, ai piedi della collinasulla cui sommità sorge la frazione di Castel Nazzano.Si tratta di un appezzamento di terreno agricolo dall’andamento pianeggiante, dell’estensione di circa 1200 m2,di forma rettangolare; il lato occidentale è delimitato dal sedime, costruito su basso rilevato, dell’ex ferrovia

Tavola 1. Ubicazione del ritrovamento 16 RN (dalla Carta Tecnica Regionale alla scala 1:10.000, FoglioGodiasco B8a5).

all’epoca romana. Il ritrovamento delle suspensurae conferma l’ipotesi di un impianto termale nella zonadell’«Ospedaletto» (Notiziario 1995).

C.C., G.G.

Come ogni anno, la campagna di scavo è stata resa possibile grazie alla disponibilità mostrata dal Comunedi Gavignano e dai proprietari delle aree di scavo, il signor Gino Atturo e la signora Recchia. Si ringraziainoltre l’Ispettrice della Soprintendenza Archeologica del Lazio, dott.ssa Nicoletta Cassieri.Si desidera ricordare il contributo organizzativo di Stefano Gaudioso, Lucio Giuliani, Gianfederico Manchia.

Bibliografia

Lugli 1957 G. Lugli, La tecnica edilizia romana con particolare riguardo aRoma e al Lazio, vol. I.

Notiziario 1994 Rossilli-Gavignano (Roma). Campagna di scavo 1994, in «Archeo-logia Uomo Territorio», n. 14, 1995, pp. 240-246.

Notiziario 1995 Rossilli-Gavignano (Roma). Campagna di scavo 1995, in «Archeo-logia Uomo Territorio», n. 15, 1996, pp. 153-161.

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