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Marco Fincati
RQI – Il Segreto dell’Auto-Star-Bene
ISBN 9788890966507
© 2014 Q Institute
Prima edizione: Marzo 2014
Seconda edizione: Aprile 2014
Tutti i diritti sono riservati
Coordinamento editoriale: Enrico Caldari
Editing: Silla Gambardella
Foto di copertina: Carla Pagano
Progetto grafico: Tatticadv.it
Impaginazione: EDI.MAT sas, Bologna
Stampa: Pointer, via Citerella 3/b, Dogana (RSM)
Q InstituteCambiare il mondo, partendo da sé
via Rivo Fontanelle 64 – 47892 Acquaviva (RSM)
www.qinstitute.sm
Metodo RQI® è un marchio registrato ad utilizzo esclusivo di Q Institute.
È vietata ogni forma di utilizzo, diffusione o sfruttamento non autorizzata.
Disclaimer:Il lettore accetta di essere l’unico responsabile di qualsiasi effetto risultante dall’ap-
plicazione delle tecniche descritte. L’autore né i praticanti delle tecniche descritte
possono sostituire un medico, uno psicologo o un professionista della salute. Rivolgiti
sempre ad un professionista riconosciuto per la diagnosi dei tuoi problemi e prima
di utilizzare qualsiasi tecnica o dispositivo.
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INDICE
Prefazione di Enrico Caldari vii
Introduzione 1
Capitolo 1 Le vere cause che ci impediscono di star bene 9
Capitolo 2 Come funziona la nostra mente 46
Capitolo 3 Il Metodo RQI® 74
Capitolo 4 Le 3 soluzioni e i 5 elementi 100
Capitolo 5 Soluzione RQI1 Materia:Acqua Informazionale e Alimentazione Vibrazionale 116
Capitolo 6 Soluzione RQI2 Energia:Biotecnologie Olistiche 157
Capitolo 7 Soluzione RQI3 Spirito:Inconscio e Consapevolezza 202
Capitolo 8 Il percorso RQI® 234
Appendice Altre testimonianze 241
Risorse utili 252
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A tutti quelli che stanno cambiando il mondo,
partendo da sé.
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VII
PREFAZIONEdi Enrico Caldari
Ho conosciuto Marco a Rimini a settembre del 2012. Era tra
il pubblico di una conferenza che un’associazione locale mi
aveva invitato a tenere. All’epoca lavoravo come consulente
per varie aziende in diversi settori ed ero socio fondatore einvestitore in altrettante altre, con risultati a volte brillanti e
a volte meno. Inoltre portavo avanti da alcuni anni l’attività
non-profit di divulgatore su temi a me cari (sostenibilità am-
bientale e riforma del sistema monetario), mosso dal nobile
intento di voler contribuire in qualche modo a “cambiare il
mondo” che lascerò ai miei nipoti.
Negli anni immediatamente precedenti il mio incontro con
Marco mi ero confrontato con lo stress, finendo un paio di vol-
te all’ospedale per problemi fisici ad esso correlati. E proprio
perchè non ho mai sopportato gli ospedali mi ero già avvici-nato alle cosiddette “terapie olistiche”, ottenendo stimoli e
risultati interessanti. Avevo inoltre già in parte risolto attra-
verso scelte “alternative” i miei problemi con l’alimentazione,
dopo che mi era stato diagnosticato quell’insieme di disturbi
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VIII
e intolleranze che ho poi definito ironicamente “sindrome da
stazione di servizio autostradale”, e cioè l’insieme dei distur-
bi digestivi, intestinali e metabolici causati dall’abitudine di
mangiare troppo spesso in autogrill.
Pur sentendomi fortunato da ogni punto di vista – fisico, eco-
nomico, sentimentale e familiare – non ero ancora pienamen-
te soddisfatto della mia vita. Mi trovavo periodicamente in
balia di “alti e bassi”, periodi di ispirazione e motivazione
seguiti da periodi di depressione e spossatezza, messo a duraprova, come tutti, dagli eventi della mia vita personale e dalla
“crisi” che mi circondava. Prima di apprendere le tecniche
insegnate da Marco, gli spunti più interessanti mi erano ar-
rivati da alcuni autori e discipline che mi avevano introdotto
al “lavoro su di sé” e ad un concetto di “spiritualità” molto
più pratico e concreto di quello che mi avevano insegnato alcatechismo. Ma non ero ancora riuscito a portare nella mia
vita risultati tangibili. E non mi sentivo felice.
Quando Marco mi chiese di partecipare come co-relatore ad un
corso che avrebbe tenuto a Rimini, a dicembre 2012, accettai
per un solo motivo. Le sue grandi suggestioni razionalmente
non mi convincevano, il suo modo di esporle era lontanissimo
dal mio stile, e lui e le persone che collaboravano all’epoca alla
diffusione del suo lavoro erano quanto di più eccentrico, cu-
rioso e disorganizzato potessi immaginare. Ma le sue tecniche
funzionavano. L’avevo provato sulla mia pelle. Dopo solo unaseduta guidata da Marco, senza che io sapessi nulla del Me-
todo RQI®, applicando semplici procedure e tecniche che non
avevo mai visto prima, blocchi interiori che mi portavo dietro
da anni erano svaniti nel nulla. Serenità, appagamento e legge-
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IX
rezza, che avevo ormai dimenticato, sembravano aver trovato
un modo semplice per rientrare nella mia vita quotidiana.
Mi resi conto che le tecniche di Marco potevano mettere let-
teralmente il “turbo” alla mia crescita personale e alla mia
realizzazione su questa terra, e fare lo stesso per chiunque le
avesse applicate, in qualunque ambito della vita umana. Non
solo Salute e Benessere fisico, ma anche Autostima, Relazioni,
Lavoro e Benessere economico. Non ci sono limiti ai risultati
che si possono ottenere applicandole correttamente. E so-prattutto sono semplici e alla portata di tutti.
Quando a inizio 2013 Marco mi chiese di aiutarlo professio-
nalmente a diffondere il Metodo RQI®, ancora non la reputavo
una scelta fattibile. Troppe incognite e troppi rischi, in un set-
tore che non conoscevo e con tante altre attività già avviateche avrei dovuto mettere da parte. Ma decisi di affidarmi alle
tecniche che Marco mi aveva insegnato per fare quella scel-
ta importante, dato che le avevo già iniziate a sperimentare
con successo non solo sulla mia salute fisica ed emotiva, ma
anche in ambito professionale. E infatti la risposta del mio Sé
superiore fu diversa da quella che la mia mente si aspettava.
Il mio cuore diceva che dovevo farlo, dovevo mollare il resto
e collaborare con lui.
Un anno dopo, guardandomi indietro, so che quella scelta è
stata giusta, come tutte quelle prese applicando correttamen-te il Metodo RQI®. Guardando i risultati raggiunti con Marco
grazie a ciò che ora insegniamo insieme, mi rendo conto che
visti da fuori sembrerebbero incredibili. Oggi migliaia di perso-
ne in Italia conoscono il Metodo RQI®, lo applicano e ne hanno
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X
testimoniato l’efficacia in ogni ambito della loro vita, per sè e
per i propri cari. Per diffonderlo abbiamo creato Q Institute,
il primo istituto al mondo nato per promuovere conoscenze e
strumenti pratici per rendersi indipendenti e felici. “Cambiare
il mondo, partendo da sè” è diventato il nostro motto ufficiale.
I corsi in aula organizzati finora sono andati costantemente
sold-out , arrivando a riempire sale con centinaia di parteci-
panti, da tutta Italia e addirittura dall’estero, e convincendoci
a registrarli e renderli disponibili anche a distanza, sotto forma
di corsi multimediali online. Ci siamo dati obiettivi importan-ti, tra cui la diffusione internazionale del Metodo RQI® e il
Q Project, e abbiamo già iniziato a realizzarli, partendo ogni
giorno dal lavoro su noi stessi. L’unica condizione che chiesi
a Marco di rispettare per collaborarare con lui è stata infatti
questa: partire ogni giorno dall’applicazione del Metodo RQI®
su noi stessi e su ciò che facciamo insieme. Oggi siamo comefratelli, continuiamo ad applicarlo ogni giorno ed è questo il
segreto dei risultati che stiamo ottenendo.
Questo libro è una grande opportunità che spero tanti potran-
no cogliere. Serve solo abbandonare per un attimo i dubbi
che la mente razionale e le vecchie credenze ci fanno sorgere
di fronte a ciò che ancora non conosciamo, come anch’io ho
dovuto fare all’inizio, e lasciarsi guidare dal cuore prim’ancora
di comprendere come sia facile farlo, applicando proprio il
Metodo RQI®.
Esso rappresenta un passo fondamentale per capire ciò che
è possibile fare della nostra vita scoprendo come funziona
davvero il nostro inconscio, come comunicare con esso, come
rimetterci in contatto con ciò che abbiamo dentro, con l’ener-
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XI
gia che pervade ogni parte di noi, le persone che abbiamo
intorno e l’intero universo che ci circonda, attingendo alla
quale non ci sono limiti a ciò che possiamo realizzare.
È il segreto più ben celato che sia mai stato rivelato e ora
tutti hanno l’opportunità di scoprirlo: è il segreto dell’auto-
star-bene.
Febbraio 2014
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Devo ringraziare le due ernie che nel 1999 resero la mia vita
un po’ meno agiata e la mia schiena un po’ più dolorante se
cominciai ad appassionarmi alla medicina energetica e infor-
mazionale, dalla quale poi è derivato il Metodo RQI®.
A quei tempi lavoravo in fabbrica come operaio specializzato,ma dato che il lavoro comportava molti sforzi fisici, fui costret-
to a licenziarmi. Indeciso su quale altro lavoro intraprendere,
mi iscrissi all’università e, dopo essermi pagato gli studi e man-
tenuto grazie a svariati lavori occasionali (pizzaiolo, cameriere,
facchino...), iniziai a lavorare come informatore scientifico -
dapprima part-time, e poi, ottenuta la laurea, a tempo pieno
- per un’importante azienda di prodotti fitoterapici. Parallela-
mente, per mia passione, mi divertivo ad approfondire le co-
noscenze in ambito salutistico come ricercatore indipendente.
Ogni giorno toccavo con mano come certi prodotti - la cuivalidità scientifica era più che dimostrata - avessero tuttavia
risultati molto diversi a seconda delle persone che li utilizzava-
no: per alcuni funzionavano, per altri no. Questo fece nascere
in me lo stimolo a comprendere come mai ciò si verificasse.
INTRODUZIONE
COM’È NATO IL METODO RQI®
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In quegli anni sentivo parlare di discipline “olistiche”. Esse
avevano un approccio molto diverso rispetto alla medicina ac-
cademica, in quanto ricercavano la causa del problema, piut-
tosto che limitarsi al solo sintomo. Inoltre, rimasi colpito dal
fatto che la maggior parte dei medici e del personale ospe-
daliero o sanitario non usasse i farmaci tradizionali per curarsi,
ma ricorresse proprio alle medicine cosiddette “alternative”.
Iniziai quindi a frequentare numerosi corsi, delle più svariate
discipline: yoga, meditazione, reiki, shiatsu, agopuntura... Midedicai con la curiosità di uno studente universitario alla lettura
di libri su medicina vibrazionale, kinesiologia applicata, biotec-
nologie olistiche, epigenetica e psicologie energetiche. È stato
un percorso lungo e appassionante, e anche molto oneroso.
Più studiavo e più volevo sapere, indagare, scoprire, scavarein profondità. L’obiettivo era offrire un servizio migliore alle
persone con le quali avevo a che fare ogni giorno, nella mia
attività lavorativa, ma fu anche una sfida con me stesso. E con
le mie due ernie.
Nel 2007 ci fu un momento che segnò uno spartiacque nella
mia lunga ricerca. Fu quando partecipai a una conferenza or-
ganizzata a Rimini e dal titolo “La Fisica Quantistica al servi-
zio della salute”. Qui sentii per la prima volta alcuni rinomati
professori introdurre il concetto di “biofotoni” e spiegare le
applicazioni pratiche derivate dalla loro conoscenza. Fu illumi-nante ascoltare un nuovo tipo di approccio alla cura dell’esse-
re umano: un approccio che partiva dal vedere l’uomo come
un sistema biofisico prima che un sistema biochimico.
In effetti, a pensarci bene, ogni apparecchiatura medica atta a
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diagnosticare una patologia legge il corpo dal punto di vista
biofisico: anche le mie due ernie erano state diagnosticate
grazie a una risonanza magnetica. Perché allora la terapia
aveva poi previsto un approccio biochimico, con la sommini-
strazione di antinfiammatori e miorilassanti?
Quel giorno conobbi anche un personaggio piuttosto origina-
le. Faceva il rabdomante e il radioestesista (di professione era
un terapista nonché un ricercatore olistico). Mi disse di essere
in grado di mettersi in comunicazione con le frequenze delcorpo delle persone, attraverso delle bacchette, e di indivi-
duare quelle corrette e quelle squilibrate. Una volta trovate
le frequenze squilibrate, era capace di indirizzare le persone
all’auto-guarigione attraverso tecniche olistiche. Sia in fase
di diagnosi sia in fase di scelta della terapia, utilizzava la co-
municazione inconscia. Al momento ero un poco scettico, manon avevo nulla da perdere. E poi quello che il rabdomante
diceva, aveva una certa coerenza, almeno dal punto di vista
teorico, con quanto era stato appena esposto durante il con-
gresso. Così prevalse la mia curiosità. Fissai un appuntamento
nel suo studio e mi feci visitare.
Lui mi consiglió l’utilizzo di generatori di frequenza, indicò
quali frequenze mi occorrevano e disse che il mio corpo sa-
rebbe entrato in risonanza con esse. Mi diede i tempi e i
modi con cui somministrarle. E nel giro di sette mesi le ernie
guarirono del tutto. Da allora, la sciatalgia è un lontanissimo
ricordo. Non solo: ai tempi ero miope e stavo perdendo molticapelli. Le biofrequenze di quel generatore mi aiutarono a
recuperare le diottrie che avevo perduto quando ero ancora
adolescente e arrestarono il principio di calvizie, stimolando
il cuoio capelluto a una ricrescita di capelli oramai insperata.
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Fu allora che capii il principio dell’auto-guarigione: il nostro
corpo è semplicemente un’antenna che risponde agli stimoli
esterni. Se lo sottoponiamo agli stimoli giusti, favoriremo in lui
le risposte giuste, e la salute si ristabilirà di conseguenza. Co-
minciai a fare un percorso di formazione che comprese sia l’ap-
prendimento di metodologie per la comunicazione con l’incon-
scio sia l’apprendimento di abilità e conoscenze per imparare
a riequilibrare le informazioni e le frequenze del corpo umano.
Allargai i miei campi di interesse in due direzioni: da una parte,abbracciai le antiche filosofie orientali (la Medicina Tradizionale
Cinese in primis), dall’altra esplorai i nuovi confini della Fisica
Quantistica.
Dall’esperienza accumulata e dal grande valore che riuscirono
a trasmettermi queste discipline ho ideato il Metodo RQI®.
Negli anni che seguirono, affinai il Metodo attraverso conti-
nue visite di persone con i più svariati problemi, fisici e psi-
cologici; misurai il campo energetico di oltre 1000 persone
con un’apposita apparecchiatura, chiamata Bodyscanner, e
verificai il risultato ottenuto da tale macchina con il risultato
ottenuto dai miei test kinesiologici. In tutti i casi, i risultati
furono identici, e perciò realizzai che era inutile affidarsi a
una macchina, quando un test muscolare eseguito in maniera
corretta è altrettanto affidabile.
Ho comunicato con l’inconscio di nascituri nel liquido amnio-
tico e con quello di anziani fino a 95 anni di età. Non ho mai
trovato una persona che non avesse bisogno di un riequilibrio
energetico.
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Questi primi 1000 test – e altri 1000 almeno che ne seguirono
– mi misero di fronte a un’altra verità: tutti coloro che avevano
un problema fisico, avevano in realtà un problema di squili-
brio energetico. Questo confermò ciò che le antiche filosofie
orientali sostenevano circa il concetto di salute e, allo stesso
tempo, avallava quanto la moderna medicina informazionale
ci dice attraverso i suoi principi.
Tuttavia, se dieci soggetti da me testati avevano lo stesso pro-
blema, non a tutti serviva la stessa soluzione per ripristinare il
proprio stato di salute.E questo mi confermò ancora una volta la bellezza e la com-
plessità dell’essere umano e l’inscindibile rapporto tra il corpo
e la mente (tant’è che la medicina olistica parla di “corpo-
mente”). Ognuno di noi è unico e irripetibile: non può essere
catalogato dentro protocolli “standard” uguali per tutti. Ed è
questo il grande errore della medicina allopatica.
Sebbene mi trovassi di fronte a una complessità di squilibri e
ad una altrettanto vasta possibilità di soluzioni, la coscienza
collettiva di tutte le persone assistite mi indicò che vi erano
sempre tre grandi macro-aree entro le quali circoscrivere e
risolvere i problemi e che esse corrispondevano alle tre di-
mensioni del nostro essere: materia, energia, spirito.
Le tre soluzioni del Metodo RQI® nascono da qui.
Quello che ho ideato è un metodo pratico, semplice e acces-
sibile a tutti, che permette attraverso la comunicazione conl’inconscio (che è responsabile per il 95% delle nostre azioni)
di individuare le vere cause che hanno generato ogni situa-
zione di squilibrio e individuare qual’è la miglior soluzione
per sé stessi.
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Questo Metodo non si può paragonare ad altre tecniche.
Sono partito da principi della Fisica Quantistica, ho attinto
da diverse altre scuole (Psych-K, Ho’oponopono, Quantum
Entrainement, …), mi sono ispirato ad alcuni celebri pensatori
(Lipton, Brizzi, Castaneda) e ho poi delineato un approccio
pratico, affinandolo sul campo, con le persone. E ho semplifi-
cato la kinesiologia per comunicare con l’inconscio, in modo
che chiunque possa applicarla da solo.
Il Metodo RQI®
non guarisce la malattia, ma dà al corpo glistrumenti necessari affinché si riattivi un processo di auto-
guarigione. Non si eliminano i sintomi di un disagio, ma le
sue cause. Eliminate le cause, il corpo ristabilisce il proprio
equilibrio, a volte anche in pochi minuti!
Voglio precisare che non tutti gli scienziati e ricercatori citatinel mio libro conoscono il mio Metodo. Pertanto non lo avval-
lano. Semmai, lo hanno ispirato. Non sono loro che seguono
me, ma sono io che ho seguito loro, con molta umiltà e pro-
fonda gratitudine.
Alcuni di questi scienziati o ricercatori, hanno condotto studi
prettamente teorici, e dalle loro basi teoriche ho studiato un
approccio pratico, con fini salutistici. Altri, invece, hanno con-
seguito eccellenti risultati anche in campo pratico, seguendo
strade parallele alla mia.
Voglio inoltre precisare che in questo libro non offro – e non
mi interessa offrire - una dimostrazione scientifica del Meto-
do: non è mai stata la mia priorità. Ritengo che uno studio
scientifico sia meno importante dell’effettivo, reale riscontro
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che il Metodo ha avuto e sta avendo sulle persone (nel libro
puoi leggere alcune loro testimonianze).
Tuttavia, in futuro non escludo il fatto di cimentarmi in uno
studio scientifico ampio e articolato che possa servire non
tanto a dare più autorevolezza al Metodo, quanto a offrire un
ulteriore strumento alle persone che, sentendone parlare per
la prima volta, desiderano avere “numeri” alla mano.
Il primo obiettivo del Metodo è lo stesso che nel 2007 mifece iniziare questa splendida avventura di ricerca: rendere
le persone il più autosufficienti possibile. La salute è impor-
tante, ed è il primo passo per l’autosufficienza. È logico che,
se non si sta bene, non si può fare nient’altro. Ma una volta
riconquistata la salute, si può (si deve) espandere l’autosuffi-
cienza in ogni ambito della propria vita: economico, sociale,ambientale. E così scoprirai come il percorso suggerito dal
Metodo RQI® ti porterà a ripensare a concetti quali lavoro,
carriera, sussistenza, ambiente e denaro.
Allora, se sei d’accordo con me, possiamo iniziare. Sarà un
grande onore poter condividere con te le mie esperienze.
Spero tu possa farne tesoro.
Buona lettura!
Marco Fincati
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Il 27 settembre 1905, un fisico tedesco dai capelli arruffati e
di nome Albert Einstein presentò al mondo l’equazione che
avrebbe cambiato la scienza moderna:
E mc 2
Detta a parole: l’energia è uguale alla massa per il quadratodella velocità della luce. Ovvero: energia e materia sono la
stessa cosa.
Einstein comprese che la massa, considerata isolatamente,
non si conserva, ma è soggetta a continue variazioni. In parti-
colare, aumenta in quantità quando assorbe energia, mentre
diminuisce quando perde energia. Da ciò ne consegue che
la massa non è altro che una forma di energia e che il ma-
nifestarsi di un particolare tipo di materia corrisponde alla
presenza di una determinata quantità di energia, la quale è
espressione dell’accelerazione delle molecole che costituisco-
no quella medesima materia.Più energia c’è, più le molecole di quella materia saranno
veloci (accelerate). Meno energia c’è, più le molecole saran-
no lente. Questo comporta che la materia cambierà stato o
conformazione in base alla sua energia.
LE VERE CAUSE CHE CI IMPEDISCONODI STAR BENE1
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Facciamo un esempio pratico. Una molecola formata da due
atomi di idrogeno e uno di ossigeno può presentarsi allo stato
liquido (acqua), solido (ghiaccio) o gassoso (vapore acqueo)
a seconda dell’eccitazione (accelerazione) dei suoi elettroni
intorno al nucleo. Eppure la molecola è sempre la stessa. L’e-
lettrone, che rispetto al nucleo è come un chicco di riso su
Piazza San Pietro, ha la facoltà di farci “vedere” il ghiaccio (se
è “rallentato” al punto da essere percepibile ai nostri sensi) o
di “nasconderci” l’umidità (se è sufficientemente “agitato”,
ad esempio dopo che la molecola è stata riscaldata e che haassorbito nuova energia sotto forma di calore).
È il passaggio dalla Fisica Newtoniana, che ragionava solo
sul piano biochimico e che vedeva l’atomo semplicemente
come un composto di particelle, alla Fisica Quantistica, che si
avvale di un approccio biofisico e che definisce l’atomo comeun aggregato di energia invisibile.
Infatti, i primi scienziati che cominciarono a indagare i segre-
ti della formula di Einstein, osservando e ingrandendo con
microscopi potentissimi le particelle subatomiche (neutroni,
protoni, elettroni) di alcuni atomi, si accorsero che le stesse
particelle, oltre un certo ingrandimento, non erano più vi-
sibili. Ne dedussero che il manifestarsi delle particelle altro
non è che la conseguenza delle forze esercitate dal campo
elettromagnetico entro il quale si verifica una certa quantità
di energia. Pertanto, mentre l’atomo newtoniano era fatto di
materia tangibile, oggi l’atomo quantistico è composto di...quanti, che sono frazioni di energia.
Allo stesso modo, l’universo non è fatto di materia sospesa
nello spazio vuoto, ma di energia, che si può aggregare o
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disgregare in modo diverso. Questo spiegherebbe anche al-
cuni fenomeni che la Fisica Newtoniana non era mai riuscita a
definire, come ad esempio la natura della luce, che per certi
versi presenta le caratteristiche di un’onda e per altri mostra
alcune proprietà tipiche delle particelle.
Più in generale, tutta la materia può essere contemporanea-
mente definita un qualcosa di solido (particella) e un campo
di forza immateriale (onda).
TUTTO È ENERGIA
Ma allora, che cos’è esattamente la realtà?
Ogni oggetto è una manifestazione di energia, con un grado
diverso di ordine. Alcune di queste manifestazioni di energia
sono percepibili ai nostri sensi (l’acqua, il ghiaccio), altre in-
vece no (l’umidità).Ordine ed energia sono inversamente proporzionali. Più c’è
energia, e meno c’è ordine, ovvero è più difficile “vedere” l’e-
nergia strutturarsi, ordinarsi in una determinata forma. Meno
c’è energia, più c’è ordine, perché le particelle, rallentando
tenderanno a rendersi “visibili”.
La forma più essenziale e più ricca di energia è l’onda.
Un’onda è infinita e senza limiti. La sua energia si propaga
ovunque e può attraversare anche la materia. Laddove le
onde si sovrappongono, si creano particelle subatomiche.
Quando le particelle diventano più compatte, si trasformano
in atomi. Gli atomi si stringono gli uni contro gli altri forman-do le molecole, e le molecole a loro volta si dispongono in
forme fisiche.
Più è tangibile l’ordine di una cosa, meno energia essa espri-
me.
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ORDINE ED ENERGIA
Onda: quantità massima di energia
n particelle sub-atomiche
n atomo n molecola
n oggetto: minore quantità di energia
Che cos’è un tromba d’aria? Se eliminassimo la polvere che
essa solleva da terra, non vedremmo nulla. Ma se ci sbattessi-mo addosso, essa ci distruggerebbe. Il suo vortice ha un gra-
do di energia enorme, ma ai nostri occhi appare inconsistente.
Nel momento in cui essa cede energia, però, noi cominciamo
a vedere più nitidamente la sabbia che il movimento turbino-
so ha trasportato. La tromba d’aria è un campo magnetico.
Lo stesso è l’atomo: un campo magnetico che prende formaattraverso la sua energia. Con una formula matematica, pos-
siamo tradurlo esattamente così:
E mc 2
Ciascuno dei 118 atomi della tavola degli elementi è quindi
formato da vortici di energia in costante vibrazione e rota-
zione. L’atomo è come una trottola, che oscilla ed emette
energia.
Qualunque struttura fisica nell’universo irradia una specifica
configurazione energetica. E ogni “manifestazione di energia”
è caratterizzata da tre determinati elementi:a) una frequenza
b) una lunghezza d’onda
c) uno spettro cromatico
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LA FREQUENZA
Poiché non è il nostro scopo scrivere un saggio di Fisica
Quantistica, ma solo introdurre alcuni concetti che siano pro-
pedeutici al comprendere le basi teoriche del Metodo RQI®,
soffermiamo la nostra attenzione solo sulla frequenza.
Con frequenza si intende il numero degli eventi che vengono
ripetuti in una data unità di tempo. In fisica, quando ci si rife-
risce ai fenomeni ondulatori, la frequenza indica il numero di
giri che un elettrone compie intorno al nucleo in un secondo.Maggiore è la frequenza, maggiore è l’accelerazione della
nostra particella.
Di conseguenza, ogni frequenza è indice di una determinata
quantità di energia, e si misura in Hertz (Hz). Dire che una
particella ha una frequenza media pari a 10 Hz significa che
il suo elettrone si muove alla velocità di 10 giri al secondointorno al proprio nucleo.
Le frequenze degli atomi presenti nell’universo sono compre-
se in un range che va da 0,1 Hz fino a 53 Ghz. Nel caso dei
campi elettromagnetici possono raggiungere frequenze molto
più alte, esprimibili anche in TeraHz. La frequenza 0,1 Hz è
quella che viene definita come la frequenza della coerenza
cuore-cervello ed è la stessa frequenza sulla quale il nostro
cuore si sintonizza quando proviamo un’esperienza di amore,
gratitudine e comprensione: in quel momento, l’elettrone di
un atomo che compone una molecola del cuore impiega 10secondi per fare un giro intorno al proprio nucleo. Invece, si
crede che l’energia scatenata dal Big Bang durante la crea-
zione del mondo avesse una frequenza di 53 Ghz.
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IL SOLE: L’ORIGINE DELLA VITA
Anche il Sole è energia, e arriva a irradiare qualche milione di
diverse frequenze.
Senza le frequenza che il Sole ci invia, non potremmo vivere.
Ma se è vero che il Sole ci invia energia, è altrettanto vero che
l’energia inviataci dal Sole non è sotto forma di calore.
Il Sole non dà calore! Dà energia!
Se ci avventurassimo in una spedizione astronautica oltre l’at-
mosfera terrestre, scopriremmo che lo spazio è freddo. Lanostra Galassia ha una temperatura pari allo zero assoluto:
–273,15 °C.
Allora come fa la Terra a essere scaldata dal Sole? La Terra si
scalda perché è in sintonia con le frequenze del Sole.
La Terra filtra tramite l’atmosfera le frequenze non benefiche
del Sole (ad esempio, i raggi Gamma e parte degli UV) elascia passare quelle utili alla vita (ad esempio, gli infrarossi:
utili per la melatonina e per l’assorbimento della vitamina D).
Le frequenze utili sono le stesse già presenti all’interno della
Terra. Quando la Terra le assorbe, esse cominciano a “risuona-
re”, manifestando nuova energia sotto forma di luce e calore.
È lo stesso principio per il quale noi possiamo accordare una
chitarra utilizzando un diapason. Per chi non si intende di mu-
sica, il diapason è una forcella di acciaio dotata di un manico.
Quando si batte la forcella su una superficie, essa comincia
a vibrare ed emette una frequenza, in genere intorno ai 440
Hz, che è la stessa frequenza della nota musicale La. Il chitar-rista, ruotando la chiave che tende la corda del La (la quinta
corda), troverà la nota giusta nel momento in cui la corda
stessa, stimolata dal suono emesso dal diapason, comincerà
a vibrare da sola.
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Solo quando la corda del La avrà una tensione tale da poter
generare una frequenza di 440 Hz, essa comincerà a vibrare
in accordo con il diapason. Allo stesso modo, tutta la vita sul-
la Terra è un equilibrio di frequenze. La Terra “vive” perché
“vibra” alle frequenze del Sole.
Le culture ancestrali spiegavano questo fenomeno con un’im-
magine evocativa quale l’incontro del seme del Padre (il Sole)
nell’ovulo della Madre (la Terra).
Oggi sappiamo che la vita è un equilibrio di frequenze, che
risuonano in armonia tra loro.
Lo spettro elettromagnetico
BIOFREQUENZE E BIOFOTONI:
IL RUOLO DELL’AMBIENTE
Al pari della Terra, che vibra per risonanza con le frequen-
ze del Sole, anche l’uomo può vivere solo “risuonando” con
l’ambiente circostante, dal quale riceve tutte le informazioni
e l’energia di cui ha bisogno.
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Il fisico tedesco Fritz Albert Popp scoprì che, all’interno del
corpo umano, la “risonanza” e la trasmissione di energia e di
informazioni è garantita dai biofotoni.
Per capire il concetto di biofotone, bisogna spiegare cos’è il
fotone. Il fotone è una quantità elementare (quanto) di ener-
gia elettromagnetica, che rispetta le leggi della Meccanica
Quantistica. I fotoni sono luce e, di conseguenza, onde ed
energia. I biofotoni sono le frequenze della vita e sono pre-
senti in ogni nostra cellula. Il biofotone è quell’energia che
sottende alla forma e alla costituzione di ogni atomo e mo-lecola del nostro corpo. Grazie ai biofotoni, ogni cellula del
corpo può scambiarsi informazioni con le altre vibrando alla
stessa frequenza d’onda.
Il professor Popp scoprì che, grazie ai biofotoni, anche l’uo-
mo emette una debolissima luce laser, che è manifestazione
dell’esistenza di un suo specifico campo elettromagnetico.Tale campo elettromagnetico permette la crescita e lo svilup-
po di ogni cellula. La scoperta affascinante è che lo spettro
di frequenza di un uomo in buona salute coincide con le
frequenze del Sole che “risuonano” sulla Terra. Gli studi di
Popp dimostrerebbero scientificamente l’esistenza dell’Aura,
che in molte culture viene definita come un sottile campo di
radiazione luminosa, invisibile all’occhio umano, che circonde-
rebbe e animerebbe tutti gli esseri viventi (persone, animali e
piante) come una sorta di bozzolo o alone, e che sopravvive-
rebbe al decadimento dell’essere biologico.
Ad avvalorare ulteriormente questa teoria, ci sono anche lefotografie dell’aura scattate con un procedimento fotografico
noto come effetto Kirlian, dal nome del suo ideatore, Semen
Davidovic Kirlian, il quale nel 1939 confermò la presenza di
un alone luminoso attorno agli esseri viventi.
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Per questo il Sole (nelle giuste dosi!) ci fa bene e ci rende vitali
e di buon umore. Al contrario, l’assenza del Sole e delle sue
frequenze potrebbe, a lungo andare, inficiare la nostra salute.
Le popolazioni del Nord Europa, dove in inverno le giornatesono molto brevi (a Oslo, il giorno del 21 dicembre – solstizio
d’inverno – dura meno di 6 ore!), presentano la più alta per-
centuale di casi di depressione. A Norilsk, una città mineraria
russa, a 400 chilometri a sud del circolo polare artico, molti
LE FREQUENZE NEGLI ORGANI DEL CORPO UMANO
Organo Frequenza/Nota
Sangue 321.9 (E)
Surrene 492.8 (B)Rene 319.88 (Eb)
Fegato 317.83 (Eb)
Vescica 352 (F)
Intestino 281 (C#)
Polmone 220 (A)
Colon 176 (F)
Vescica biliare 164.3 (E)
Pancreas 117.3 (C#)
Stomaco 110 (A)
Cervello 315.8 (Eb)
Cellule grasse 295.8 (C#)Muscoli 324 (E)
Ossa 418.3 (Ab)
Curiosità: nell’uomo, il Chakra “transpersonale” ha una
frequenza di 273 Hz, molto simile alla frequenza di 272.2
Hz, che è la frequenza di orbita della Terra.
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appartamenti sono dotati di lampade a raggi ultravioletti per
riprodurre la luce solare e cercare di mantenere il giusto equi-
librio sonno e veglia dei suoi abitanti.
In Cina è stato scoperto un villaggio di persone ultracentenarie
nel distretto di Yang Pu. Studi geologici sul territorio hanno
evidenziato che in quella regione il terreno era ricco di minerali
che emettevano biofrequenze. In sostanza, questi minerali lavo-
ravano come “ripetitori” e “trasmettitori” delle stesse frequen-
ze del Sole e garantivano agli abitanti della regione di ricevere
sempre le frequenze più benefiche per la propria salute.Altri studi hanno confermato che anche in alcuni luoghi sacri,
mete di pellegrinaggio da parte dei credenti, sono presenti
biofrequenze. Ecco (forse) spiegate tutte le guarigioni avve-
nute a Lourdes e Medjugorje.
Le frequenze dell’ambiente hanno quindi la proprietà ditrasmetterci le informazioni corrette affinché le cellule del
nostro corpo vivano in buona salute. Che l’ambiente deter-
mini il nostro stato di salute è la conclusione a cui è giunto
anche il ricercatore e scienziato americano Bruce Lipton. Egli
spiega che il “cervello” di ogni cellula non è il suo nucleo
(diversi esperimenti hanno dimostrato che una cellula senza
nucleo continua a espletare le proprie funzioni biologiche!),
ma la membrana cellulare, sulla quale sono poste le proteine
recettore. Tali proteine sono responsabili di ricevere segnali
dall’esterno e di elaborarli in comandi da far svolgere alle
proteine effettori, che si trovano sempre sulla membranacellulare, ma nella parte interna, e comunicano con tutti gli
organuli nel citoplasma della cellula. Non è quindi il nucleo
(qualcosa di “interno” alla cellula) a garantirle la vita, ma
sono gli stimoli ambientali a imporre a ogni organismo un
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determinato comportamento, nel momento in cui essi ven-
gono tradotti e interpretati attraverso la decodifica di segna-
li energetici. In sostanza, il professor Lipton ha dimostrato
a livello chimico quello che Popp aveva teorizzato a livello
quantistico: la vita dipende da una trasmissione di informa-
zioni e le informazioni viaggiano attraverso le frequenze
presenti nell’ambiente.
Queste scoperte hanno la potenzialità di rivoluzionare le no-
stre vite e il nostro approccio alla guarigione in caso di ma-
lattia. Ma di questo parleremo più avanti.
ALCUNE FREQUENZE BENEFICHE E I LORO EFFETTI
SULLA SALUTE
396 HZ – Liberi dal senso di colpa e ansia
417 HZ – Cambiamento, lasciare andare il passato528 HZ – Riparazione e armonizzazione DNA
639 HZ – Apertura e connessione nei rapporti umani
741 HZ – Stimolare il risveglio interiore
852 HZ – Ritorno all’ordine spirituale
È interessante notare che queste frequenze sono tuttemultipli di 3. Si può verificarlo velocemente sommando le
singole cifre che le compongono. Ad esempio, la frequen-
za 417 può essere scomposta in: 4 + 1 + 7 = 12. E 12 è un
multiplo di 3. Come già dimostrato da Fibonacci, la natura
risponde a un ordine rintracciabile anche nei suoi numeri!
La musicoterapia si basa su motivi musicali i cui suoni cor-rispondono a una di queste frequenze benefiche. Molti
dei più famosi compositori di musica classica (da Mozart a
Beethoven a Bach) utilizzavano frequenze benefiche.
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INTERFERENZE COSTRUTTIVE E DISTRUTTIVE
Oltre alle frequenze benefiche, purtroppo oggi siamo circon-
dati anche da frequenze nocive per l’uomo. Queste sono la
principale causa del sorgere di nuove malattie, tipiche del
mondo contemporaneo. L’elettrosmog comprende le fre-
quenze di cellulari, ripetitori radio, computer con Wi-fi, tele-
comandi, tastiere senza fili, dispositivi bluetooth, etc. Anche
di questo parleremo più avanti. Ora ci serve rispondere a una
domanda: perché alcune frequenze possono farci bene e altrepossono farci male? Per capirlo, dobbiamo spiegare come si
comportano due onde quando si incontrano ed entrano in
relazione tra loro.
L’interferenza è quel fenomeno dovuto alla sovrapposizione,
in un punto dello spazio, di due o più onde. Incontrandosi,è come se le onde si scambiassero “informazioni” sulle loro
specifiche frequenze al fine di formare un’unica onda, frutto
dell’addizione delle due frequenze iniziali. Se le due onde
sono in fase (se cioè oscilleranno alternando valori crescenti
e decrescenti nello stesso momento), allora si sommeranno
e l’intensità risultante sarà maggiore rispetto a quella di ogni
singola intensità originaria. Si parla in questo caso di interfe-
renza costruttiva. Al contrario, se le due onde non sono in fa-
se, allora tenderanno ad annullarsi a vicenda (si potrà arrivare
addirittura a non verificare più alcun fenomeno ondulatorio).
In tal caso si parla di interferenza distruttiva.
Le frequenze che interferiscono in maniera negativa con le
frequenze vitali dell’uomo, causando interferenze distruttive,
a lungo andare, danneggiano le sue cellule. Al contrario, le
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frequenze che sono in fase con le biofrequenze umane, man-
tengono l’organismo in buona salute e, se malato, lo aiutanoa guarire.
La medicina ufficiale, tuttavia, non sta ancora facendo tesoro
di queste nozioni. Una delle rare eccezioni in cui si utilizza-
no le frequenze per curare le persone sono le onde d’urto
che si utilizzano, per esempio, per frantumare i calcoli biliari.
È esattamente lo stesso principio per il quale Maria Callas
avrebbe potuto frantumare un bicchiere di cristallo con le sole
frequenze della sua voce.
Il Metodo RQI® nasce per sfruttare appieno i principi della Fi-
sica Quantistica. Esso si prefigge di insegnare ad auto-guarirsi
in modo relativamente rapido (a volte addirittura istantaneo!)e senza effetti collaterali. In sostanza, è l’organismo che si
auto-guarisce nel momento in cui si riappropria delle corrette
frequenze vitali. L’approccio del Metodo RQI® è un approccio
olistico, che vede l’uomo come un tutt’uno. Infatti, parlando
Interferenze costruttive e distruttive
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di materia – cioè avendo un approccio tradizionale – pos-
siamo dividere il corpo e studiare ogni parte separatamente
(gli organi, i tessuti, le ghiandole); ma se parliamo di onde di
energia non possiamo farlo. Così come l’energia permea ogni
angolo dell’universo ed è indivisibile, allo stesso modo l’uomo
va guardato nel suo insieme.
LA MALATTIA: UNO SQUILIBRIO ENERGETICO
Questo ce lo avevano già insegnato i cinesi, più di 6000 annifa, con l’agopuntura.
I cinesi per primi scoprirono che all’interno del corpo umano
ci sono dei flussi di informazione organizzati e ordinati che
veicolano l’energia. Questi flussi di informazione costituiscono
una rete di canali ai quali la medicina cinese diede il nome
di meridiani . Oggi possiamo affermare che i meridiani sonodelle vie di superconduttività elettromagnetica: sono i punti
del corpo dove è più facile intervenire sul flusso di energia.
La malattia è quindi un’alterazione del corretto passaggio
di energia, che genera uno squilibrio energetico. Infatti ogni
patologia è la conseguenza di un eccesso o di un difetto di
energia. Se avviene un blocco dell’energia che circola in un
determinato meridiano, allora si può verificare una conge-
stione (ovvero un aumento di energia) che provocherà una
problematica calda (dolori, infiammazioni, mal di testa...) a
uno o più organi o alle parti del corpo che comunicano con
quel determinato meridiano.Al contrario, nel meridiano successivo si potrebbe verifica-
re una mancanza di energia che indebolirà l’organo ad esso
collegato, creando una problematica fredda (intestino pigro,
problematiche della pelle, ritenzione idrica...). Se ci si fa caso,
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spesso quando qualcuno è malato presenta sintomi diffusi in
più parti del corpo, che – apparentemente! – sembrano non
avere relazione tra loro.
L’agopuntura stimola i meridiani per ripristinare in loro il giu-
sto grado di energia. Scomparso lo squilibrio energetico, ini-
zia la guarigione.
In realtà, possiamo affermare che ogni modalità curativa la-
vora con l’energia e sull’energia, ma ciascuna lo fa a un livello
diverso, che può essere:* livello fisico (chiropratica, fisioterapia)
* livello molecolare (farmacologia, fitoterapia)
* livello energetico e vibrazionale (agopuntura, omeopatia,
discipline olistiche, infrarossi, ultrasuoni...)
Detto ciò, è importante sapere che agire direttamente sullefrequenze è indubbiamente il metodo di cura più efficace per
almeno due motivi.
Primo. Le sostanze chimiche e nutrizionali vengono trasmesse
da una molecola all’altra al ritmo di un centimetro al secon-
do, e a ogni passaggio qualcosa va perduto. Invece, l’ener-
gia delle biofrequenze viaggia a 300mila km/s, e quasi nulla
va perduto nel processo di trasmissione. Questo è possibile
perché, in accordo con quanto teorizzato dal professor Fritz
Albert Popp, le cellule hanno la capacità di recepire e inte-
grare i segnali luminosi, percependo di essi sia la frequenza
che la direzione.Secondo. Le biofrequenze sono all’origine della vita, sono
loro che “precedono” la formazione di atomi e molecole,
dando loro una determinata configurazione energetica. Se le
biofrequenze sono corrette, allora la biofisica (campo ener-
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getico) e la biochimica (molecole) dei nostri organismi sono
e rimangono corrette.
Agire solo a livello biochimico senza intervenire sul piano
energetico, significa agire per il tempo in cui il “rimedio”
biochimico da noi adottato (il principio attivo di un farmaco,
un integratore di vitamine...) sarà in circolo nel nostro corpo.
Finito il suo effetto, il livello energetico del nostro corpo tor-
nerà come prima.
Eppure oggi la medicina “ufficiale” (che ha meno di un seco-
lo!) ignora – o finge di ignorare – questo sapere, anche adessoche la Fisica Quantistica lo ha comprovato, e ci suggerisce di
rassegnarci alla dipendenza a vita da un farmaco per il con-
trollo della pressione o del colesterolo.
GLI EFFETTI COLLATERALI
DELLA MEDICINA ALLOPATICA
Secondo la medicina allopatica, basata sulla Fisica Newtoniana,
l’uomo non è un sistema biofisico, ma è un sistema biochimi-
co. Tutto è regolato dal principio di causa ed effetto. Tuttavia,
quando non si guarda l’uomo nella sua totalità, spesso risalire
alla cause risulta difficile, se non impossibile. È ancora una volta
la medicina cinese che ci insegna, ad esempio, che se qualcu-
no ha un problema a un occhio, esso potrebbe dipendere dal
fegato, poiché entrambi sono connessi sullo stesso meridiano.
Perciò, un’alimentazione detossinante per il fegato potrebbe
risolvere un problema di vista meglio di un qualsiasi collirio. Lamedicina allopatica, invece, è spesso troppo miope e in molti
casi non può fare altro che curare i sintomi senza risalire alle
cause.
A chiunque sarà capitato di avere cercato la soluzione alla
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propria malattia “per tentativi”, ascoltando più di un consul-
to medico. Il fatto è che ogni medico, poiché specializzato in
un determinato ramo della medicina, è focalizzato sul proprio
campo di conoscenze e non ha le risorse necessarie per af-
frontare il disagio del proprio paziente in modo olistico, come
dovrebbe sempre essere. Al contrario, è credenza diffusa che
più la visita sarà specialistica, più la diagnosi sarà precisa e la
terapia specifica. E più la terapia sarà specifica, più la cura sarà
efficace. In questo modo, però, spesso si ignorano – o se si co-
noscono si sottovalutano – gli effetti collaterali di ogni terapiafarmacologia.
A dire il vero, gli effetti collaterali dovrebbero chiamarsi effetti
laterali. Poiché essi si presentano sempre. Infatti, ogni sostan-
za che immettiamo nel nostro corpo interagisce con determi-
nate proteine “funzionali”, le quali possono determinare lefunzioni di organi o distretti completamente diversi tra loro.
In sostanza, lo stesso segnale (un enzima, una proteina) è si-
multaneamente recepito e interpretato dalle cellule di tutto
il corpo e può essere usato in ciascun organo o tessuto per
svolgere compiti totalmente differenti. È quello che si verifi-
ca quando, ad esempio, si assumono degli antinfiammatori
non-steroidei che riducono le prostaglandine e che, allo stes-
so tempo, bloccano le cicloossigenasi: nel primo caso, inter-
rompono il processo di infiammazione; nel secondo, causano
diminuzione del muco gastrico e favoriscono la gastrite.
Prendiamo un altro esempio: la chemioterapia. La chemio
danneggia il DNA delle cellule che si dividono rapidamente.
Le cellule cancerogene si dividono rapidamente. Il problema
è che anche le cellule immunitarie si dividono rapidamente!
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Che cosa ci fa guarire dal cancro? Al di là della terapia, è la
nostra risposta immunitaria. La chemio non distruggerà mai il
100% delle cellule cancerogene. Nella migliore ipotesi, elimi-
nerà il 60, massimo l’80 per cento delle cellule malate. Quelle
che rimangono, saranno distrutte dal sistema immunitario. La
chemio quindi distrugge (anche) l’unica cosa che può salvarci
la vita.
Uno studio del 2009 ha inoltre affermato che tra le concause
dei tumori di oggi, ci sono le lastre che furono prescritte adismisura negli anni Ottanta.
E cosa dire poi degli antibiotici? Gli antibiotici uccidono in-
discriminatamente i batteri presenti nel corpo umano. Ma
molti di questi batteri sono utili all’uomo poiché vivono in
simbiosi con il nostro organismo e ci aiutano a svolgere de-terminate funzioni. La flora intestinale è costituita da batteri
che ci aiutano a digerire gli alimenti scomponendoli in enzi-
mi. Ma c’è di più: gli evoluzionisti ritengono che i mitocondri
presenti in ogni cellula del nostro corpo siano batteri che,
durante l’evoluzione dalla cellula procariota a quella euca-
riota, stabilirono con quest’ultima un rapporto di simbiosi
allo scopo di fornirle energia. Ecco perché, dopo una cura
antibiotica, ci sentiamo sempre deboli: siamo privati della
nostra energia non solo a livello intestinale, ma anche a li-
vello cellulare!
Gli effetti collaterali devono farci riflettere sulle malattie iatro-
gene, le malattie dovute a terapie mediche.
Secondo le prudenti stime pubblicate sul Journal of the Ame-
rican Medical Association, esse costituiscono la terza causa di
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morte negli Stati Uniti. Più di 120.000 persone muoiono ogni
anno a causa degli effeti collaterali dei farmaci. Un recentis-
simo studio, basato sui risultati di studi statistici governativi
nell’arco di dieci anni, ha dipinto il problema a tinte ancora
più fosche: le malattie iatrogene sono ormai al primo posto
tra le cause di morte negli Stati Uniti, e le reazioni indesidera-
te all’assunzione di farmaci sono responsabili di più di 300.000
decessi ogni anno.
GLI INTERESSI DELLE CASE FARMACEUTICHE
Come è possibile che alla luce di tutto questo sapere, la me-
dicina allopatica continui ad essere la soluzione più ovvia?
Il dottor Giuseppe De Pace, chirurgo ortopedico ospedaliero,
autore di una denuncia che si è diffusa in internet, afferma: «La
medicina ufficiale è falsa ed è solo strumento di potere delleMultinazionali della Salute. Noi medici siamo plagiati, fin dall’i-
nizio, dagli insegnamenti universitari che ci vengono propinati
da un manipolo di “professori” che hanno il solo interesse di
lasciarci nell’ignoranza sulla vera origine delle malattie.»
Davvero gli interessi delle case farmaceutiche ci tengono nell’i-
gnoranza? Se nell’Era di internet non riusciamo ancora ad at-
tingere a un sapere condiviso, ci dev’essere un perché. Perché
in alcuni paesi d’Europa la nimesulide, il principio attivo di un
famoso farmaco da banco antinfiammatorio, è stato dichiarato
cancerogeno, mentre in altri no? Perché in Italia il cellulare
è privo di rischi comprovati per la salute, mentre in Belgio èstato dimostrato scientificamente che le sue frequenze fanno
male in modo particolare ai bambini, il cui cervello è ancora in
fase di sviluppo? Perché lì esiste una legge che vieta i telefo-
nini ai ragazzi fino ai 14 anni mentre altrove non si sa niente?
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Il professor Giuseppe Genovesi, specialista in endocrinologia,
psichiatria e immunologia presso il dipartimento di fisiopato-
logia medica al Policlinico Umberto I afferma: «Ai medici non
si insegna né la Fisica Quantistica, né la Medicina Tradizionale
Cinese. Usano apparecchiature biofisiche per la diagnosi (la
risonanza magnetica, la tac, l’ecografia...) ma curano in modo
chimico. Questa è una contraddizione.»
In effetti, tutte le industrie moderne hanno appreso nuove
conoscenze dalla Fisica Quantistica e hanno sviluppato pro-
dotti orientandosi verso l’elettronica e l’energia: il microchip,il lettore ottico e anche il telecomando sono frutto della nuo-
va scienza.
L’unica industria che è rimasta più indietro è l’industria medi-
ca, almeno per quanto riguarda l’aspetto terapeutico.
E se in passato vi fu qualche timido tentativo solitario, esso fu
dimenticato o – peggio ancora – volutamente ignorato.Negli anni Venti e Trenta, ad esempio, il dottor Royal Ramon
Rife ottenne ripetuti successi nei pazienti affetti da cancro ri-
correndo a una terapia basata esclusivamente sulle frequenze.
Grazie a un potente microscopio di sua invenzione, Rife fu
la prima persona al mondo in grado di vedere i virus. Nel
1920 riuscì a identificare e isolare quello che definì il virus del
cancro umano a cui diede il nome di bacillo X. Come se ciò
non bastasse, il medico americano inventò un dispositivo che
attraverso l’emissione di onde elettromagnetiche era in grado
di distruggere le cellule cancerose che si trovavano dentro il
suo raggio d’azione.I risultati di Rife furono ben presto dimenticati. O forse solo
occultati, se è vera la statistica secondo la quale la stragrande
maggioranza di coloro che lavorano in ospedale, tra medici e
infermieri, non ricorre ai farmaci per curarsi.
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Eppure quando si tratta con i pazienti, il farmaco o la chirurgia
sono ancora la soluzione più scontata.
Il fatto è che la medicina informazionale è rapida e definitiva.
Oggi invece il medico deve vendere. E il paziente deve tor-nare dal medico. Altrimenti dove sarebbe il business?
Secondo il report 2008-2009 dell’OMS sullo stato di salute nei
paesi europei, nella nostra società, il 68% delle persone muo-
re per malattie croniche, le “malattie fredde” della Medicina
ESAMI BIOFISICI E TERAPIE BIOCHIMICHE
La medicina ufficiale utilizza diverse apparecchiature che
rivelano le frequenze e le energie biofisiche del nostro
corpo, quando è necessario effettuare una diagnosi. Tut-tavia, al momento della terapia, l’approccio più scontato
è quello biochimico o chirurgico.
Di seguito, un elenco con alcuni degli esami più noti e la
loro funzione:
* Elettrocardiogramma (ECG): è la registrazione e la ri-
produzione grafica dell’attività elettrica del cuore, che si
verifica nel ciclo cardiaco;
* Elettroencefalogramma (EEG): è la registrazione dell’at-
tività elettrica dell’encefalo;
* Tomografia Assiale Computerizzata (TAC): è un esame
basato sull’uso di radiazioni ionizzanti (raggi X) che forni-sce un’immagine bidimensionale, ovvero sul piano trasver-
sale del corpo umano;
* Risonanza Magnetica (RM): è un esame che utilizza radia-
zioni elettromagnetiche, innocue per l’organismo, che – at-
traverso l’elaborazione di un computer – forniscono un’im-
magine bidimensionale, su vari piani, del corpo umano.
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Tradizionale Cinese. Esse non sono altro che perenni stati di
disequilibrio energetico!
In Italia il Sistema Sanitario Nazionale incide di circa il 30% sul-
le spese dello Stato. Nel 2012, la compartecipazione dei cit-
tadini italiani alla spesa sanitaria nazionale (ovvero i ticket da
loro pagati) è stato pari a un importo di 4.4 miliardi di euro,
di cui 2 miliardi per l’acquisto di farmaci. Cosa succederebbe
se potessimo risparmiare tutti quei soldi?
LO STRESS, LA VERA CAUSA
Nell’Antica Cina il medico si pagava quando si godeva di buo-
na salute e si smetteva di pagarlo in caso di malattia. Il medico
era colui che aiutava a stare bene, non colui che aiutava a
guarire.
Infatti, un’altra falsa credenza che ci insegna la medicina uf-ficiale, è che noi abbiamo bisogno di “qualcuno” che ci curi.
Ma noi nasciamo già come una macchina perfetta e il nostro
corpo ha tutte le risorse per auto-guarirsi. Dobbiamo solo
lasciarglielo fare. Come?
Ricordiamo quanto abbiamo già imparato e definiamo in mo-
do ancora più dettagliato cos’è la malattia.
Se tutto è energia, se tutta la materia si presenta con una de-
terminata configurazione energetica, attraverso l’espressione
di una frequenza, allora la malattia è semplicemente un errore
informazionale, ovvero un errore che non permette alle celluledi ricevere i giusti segnali (le giuste frequenze) per “risuonare
e vibrare”, e mantenersi in buona salute.
E da cosa è dovuto questo errore informazionale?
La causa è solo una: lo stress.
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Con il termine “stress” si intende qualsiasi tipo di inter-
ferenza negativa. Quando il nostro organismo avverte una
minaccia, si predispone in quella che Lipton definisce la mo-
dalità “lotta o fuggi”.
Il nostro sistema nervoso autonomo è costituito da porzioni
anatomicamente e funzionalmente distinte ma sinergiche:
il sistema nervoso parasimpatico e il sistema nervoso sim-
patico.
Il primo è responsabile dei meccanismi di crescita, il secondo
dei meccanismi di protezione. I processi di crescita stimolatidal sistema parasimpatico permettono alla cellula di avere
uno scambio aperto con l’ambiente e di acquisire da esso
tutti i nutrimenti di cui necessita.
I processi di protezione attivati dal sistema simpatico, al con-
trario, mettono la cellula in uno stato difensivo, inibendo
la produzione di energia vitale, poiché essa non riceve piùnutrimento dall’esterno.
Lo stress si manifesta quando il nostro organismo ritiene che
noi corriamo qualche tipo di pericolo, sia emozionale, che fi-
sico. La risposta di “lotta o fuggi” è necessaria per salvarci la
vita in caso di emergenza. Le funzioni vitali vengono “tempo-
raneamente” sospese affinché l’organismo si concentri con
tutte le sue energie all’eliminazione della minaccia esterna:
è quello che accade, per esempio, quando si ha l’influenza
e non si avverte il desiderio di mangiare. Le energie del no-
stro corpo che solitamente sono impiegate per la digestione,
vengono ora destinate alla battaglia contro il virus o il batte-rio responsabile nella nostra infezione. E la temperatura cor-
porea sale. Ma questo stato di allarme fisico non dovrebbe
essere mantenuto oltre il tempo utile. Il problema è che la
persona media, a causa di situazioni di stress ripetute e con-
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tinue, rimane nella modalità “lotta o fuggi” per lunghi pe-
riodi di tempo. Quando questo accade, alla fine l’organismo
cede e ci presenta il conto sotto forma di sintomi. Afferma
il dottor Alexander Loyd, psicologo e naturopata: «Quando
lo stress situazionale si accumula nel tempo, crea un livello
di stress fisiologico. E questo provoca quasi ogni disturbo e
malattia. L’effetto cumulativo di uno stress frequente senza
possibilità di recupero fa sì che l’organismo semplicemente
ceda o muoia.»
Un’intolleranza alimentare genere nell’organismo di chi la
soffre una risposta del tipo “lotta o fuggi”. Il sistema simpa-
tico riconosce nell’alimento non tollerato un nemico e attiva
un meccanismo di protezione della cellula. Il cibo non entra
nella cellula e, allo stesso tempo, dalla cellula non escono le
tossine.Anche i metalli pesanti possono ostruire le proteine recettore
della membrana cellulare e non permettere il giusto flusso
di energia nel corpo. Oggi è risaputo che l’alluminio è tra le
concause dell’insorgenza del morbo di Alzheimer.
E i tumori? A livello chimico, il tumore è la condizione in cui la
cellula non riceve più ossigeno. L’ossigeno non passa perché
la cellula è in modalità di difesa a causa di qualche agente
esterno. Il professore Pier Luigi Biava, medico presso l’Istituto
di Ricerca e Cura di Carattere scientifico di Milano, definisce
il tumore come un errore informazionale.
Anche l’invecchiamento è frutto dello stress. Il collasso col-lagenico, ad esempio, avviene perché la pelle non riceve più
ossigeno (cosa più frequente nei fumatori): i nutrienti non ar-
rivano al tessuto, la carnosina comincia a mancare e la pelle
raggrinzisce.
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LA GENETICA NON C’ENTRA
Anche il professor Lipton afferma che il 98% delle malattie
è causato dallo stress e che solo il 2% è genetico. Ma – ag-
giunge – ciò che è genetico si può interpretare come stress
“ereditato” dai genitori. Dice lo scienziato americano: «L’idea
che i geni controllino la biologia non è mai stata provata.
Le malattie “comuni” a una famiglia sono comuni perché la
famiglia vive nello stesso ambiente.» Così si spiega perché
le popolazioni che condiscono ogni piatto con il burro, inmolti casi hanno il colesterolo alto e l’arteriosclerosi, mentre i
giapponesi che si cibano di pesce ricco di Omega 3 raramen-
te presentano problemi cardiaci. Afferma ancora Lipton: «La
gran parte dei tumori maligni è dovuta ad alterazioni epige-
netiche indotte dall’ambiente, e non da geni difettosi.»
Nel libro La biologia delle credenze, il ricercatore spiega chela causa responsabile dei movimenti che generano il compor-
tamento delle proteine è il cambiamento delle loro cariche
elettromagnetiche e non il DNA! Infatti, ogni proteina inte-
ragisce costantemente con gli stimoli esterni, grazie ai quali
riceve segnali sotto forma di cariche positive o negative. In
base ai segnali, la proteina cambia dunque conformazione
(gli aminoacidi che la compongono “ruotano” lungo la sua
“spina dorsale”) per riequilibrare le sue cariche. Il cambia-
mento genera movimento, e il movimento viene impiegato
per svolgere un lavoro (la digestione, la respirazione, etc). Se
le proteine ricevono segnali ambientali sbagliati o nocivi, essecambieranno la loro conformazione in modo anomalo. E nel
momento in cui dovranno duplicarsi sul DNA, si duplicheran-
no con un errore informazionale. L’errore non parte quindi dal
DNA, ma dall’ambiente!
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L’EPIGENETICA
L’epigenetica è la scienza che studia come l’ambiente in-
fluenza la vita. Essa fa parte della Nuova Biologia, che ha
ormai screditato la teoria secondo la quale i geni influen-zano la nostra salute. Secondo l’epigenetica, infatti, tutto
quello a cui è soggetto un essere vivente è riconducibile
agli stimoli che egli riceve dall’ambiente e a come esso
stesso li interpreta.
“Epi-genetico” significa “al di sopra dei geni”. Uno studio
condotto dall’Università di Montreal ha evidenziato che
il cervello dei bambini che sono stati vittime di maltrat-
tamenti fisici, è soggetto a modificazioni genetiche che
potrebbe portare gli stessi bambini ad essere violenti in
età adulta. Lo stesso studio ha evidenziato che le persone
più violente sono quelle sopravvissute a tentati omicidi.Tuttavia, lo studio è giunto alla conclusione che i geni non
influenzano la nostra salute o il nostro comportamento, ma
possono predisporre più facilmente un soggetto a deter-
minate risposte comportamentali. Non tutte le persone
che hanno subito violenze saranno quindi violente, ma,
in un ambiente ostile, avranno più facilità ad attuare unarisposta violenta, proprio a causa delle modificazioni ge-
netiche del loro cervello.
E ancora: esperimenti su bambini nati prematuri e che
sono rimasti in incubatrice per diverse settimane, hanno
riscontrato che, se uno di questi neonati fosse stato ac-
carezzato ogni giorno sulla schiena, per soli dieci minutial giorno, avrebbe sviluppato un cervello di dimensioni
più grandi e con quoziente intellettivo maggiore di quello
dei bimbi che invece non avessero ricevuto coccole. Allo
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stesso modo, è stato dimostrato che un neonato che non
viene mai abbracciato o preso in braccio, è destinato a
morire! Ecco dunque che ogni creatura ha bisogno del
contatto con l’ambiente.
Lo stress che riceviamo dall’ambiente è dunque ciò che
determina il nostro grado di salute o malattia.
Quanti tipi di stress esistono?
Test condotti personalmente su oltre 1000 soggetti, mi hanno
portato a suddividere lo stress in tre grandi macro-aree e ad
attribuire a ciascuna di esse una percentuale di rilevanza:
1) stress fisico, 15-20%
2) stress energetico, 15-20%
3) stress emotivo, 60-70% Vediamoli ora nel dettaglio.
LO STRESS FISICO
Lo stress fisico può essere causato da un lavoro meccanico
eccessivo, prolungato o sbagliato (ne sono un esempio gli
infortuni muscolari quali contratture, tendiniti, lesioni, infiam-
mazioni...) o dalle tossine nell’ambiente. Le tossine potremmo
definirle, in generale, “inquinamento”, ovvero un’alterazione
dell’habitat di origine antropica. Questo è dato da tutte quel-
le sostanze che non sia naturale respirare o ingerire, come:conservanti nel cibo, gas di scarico, scie chimiche rilasciate
dagli aerei.
Secondo alcuni scienziati, in un anno siamo esposti a più di
80mila sostanze chimiche e metalli pesanti, che respiriamo.
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Non si pensi solo al fumo, ma anche a tutti quei prodotti con
i quali entriamo in contatto ogni giorno: detersivi, coloranti,
conservanti, profumi, additivi chimici. Questo mette a dura
prova la capacità del nostro corpo di disintossicarsi (o me-
glio, “de-tossinarsi”), in quanto la maggior parte di queste
sostanze vengono eliminate con difficoltà dal fegato, dai reni
e da altri organi. È importante sapere che quello che ci viene
offerto dalla società, non sempre è naturalmente accettato
dal nostro essere.
Prendiamo l’esempio dell’alluminio. L’alluminio è particolar-mente tossico per il sistema nervoso, con una serie di sintomi
che possono includere disturbi del sonno, nervosismo, instabi-
lità emotiva, perdita di memoria, mal di testa e compromissio-
ne intellettiva. Esso può fermare la capacità del corpo di dige-
rire e fare uso di calcio, fosforo e fluoro. Questo impedisce la
crescita delle ossa e ne riduce la densità. Ciascuna di questesituazioni può portare a debolezza e a deformazione della
struttura scheletrica, con effetti paralizzanti. L’avvelenamento
può anche provocare dolori muscolari, disturbi del linguag-
gio, anemia, problemi digestivi, diminuzione della funzionali-
tà epatica, coliche renali e compromissione della funzionalità
renale. Oggi l’alluminio si trova nel nostro cibo (soprattutto
quello in scatola), nell’acqua, nel suolo e in molti oggetti di
uso quotidiano (anche la pelle può assorbire i metalli, per con-
tatto). L’alluminio è spesso aggiunto ai prodotti per l’igiene,
come gli antitraspiranti e i bagnoschiuma. Anche le pentole
contengono l’alluminio e la cottura ad alta temperatura puòinquinare i cibi che vi si cucinano.
I farmaci da banco possono essere una delle maggiori fonti di
alluminio: coloro che assumono spesso aspirina tamponata,
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come le persone con artrite, possono assumere fino a 700 mg
di questo metallo ogni giorno. Dal momento che l’alluminio
contribuisce al danno osseo, l’aspirina aumenta effettivamen-
te l’artrite. Una bustina tipica di antiacidi può contenere fino
a 200 mg di alluminio.
Evitare l’alluminio nella nostra società è impossibile. Ma ci
sono diversi metodi per de-tossinarsi da esso, come da molti
altri metalli pesanti o agenti inquinanti a cui siamo sottoposti
ogni giorno.
STRESS ENERGETICO
Lo stress energetico avviene nel momento in cui il nostro cor-
po è sottoposto per lunghi periodi a frequenze nocive per
le nostre cellule. L’elettrosmog è una specifica forma di in-
quinamento che consiste in una contaminazione elettroma-gnetica. Essa è causata dalle onde dei cellulari, dalle antenne
paraboliche, dai dispositivi Wi-fi o bluetooth e dai ripetitori in
generale. Oggi l’aumento di tali frequenze è incredibile. L’e-
lettrosmog sta causando una serie di preoccupazioni da par-
te dei dipartimenti di sanità e dei vari governi europei tant’è
che, anche in Italia, a breve entreranno in vigore una serie di
normative per salvaguardare la salute dei lavoratori nei posti
di lavoro.
L’eccessiva esposizione a fonti di elettrosmog è da anni una
delle concause accertate di tumori (soprattutto le leucemie).
Ma negli ultimi anni l’inquinamento da onde elettromagneti-che sta facendo insorge anche nuove malattie. La Sensibilità
Chimica Multipla (MCS) deriva dall’esposizione prolungata
alle frequenze nocive, quali quelle dei ripetitori. Uno dei casi
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più popolari in Italia è stato quello di una donna di cinquanta
anni di Talzano, che ha depositato un esposto querela alla
Procura di Arezzo contro un colosso della telefonia. La sua
casa infatti dista meno di 100 metri da un’antenna che irradia
segnale ai cellulari, che le crea numerosi disagi. La malattia –
ApparecchiTelevisori
Cellulari
Linee alta media ebassa tensione esternee/o interne alla casa
Computer e monitor
Coperte elettriche
Forni a microonde
Lampade alogene
Lampade aincandescenza
Radiosveglie elettriche
ELETTROSMOG DOMESTICO
Le fonti “visibili” più comuni dell’elettrosmog domestico, i
loro effetti tipici e le contromisure applicabili. È il risultato
di più di 3.500 rilevamenti effettuati in ambienti abitativi
DisturbiCefalee, sindromi ansiose, disturbi della vista
Possibili lesioni celebrali, disturbi della vista,cataratta, alterazioni metaboliche
Disturbi del sonno, cefalea, stati di tensioneemotiva, rischio di tumori solidi e leucemie,formicolii, depressione.
Cefalee, disturbi gastrici, tumori gastroenterici,difficoltà di concentrazione, depressione,allergie, squilibri ormonali, disturbi della vista
Disturbi del sonno, emicranie, depressione,irritabilità, fobie, disturbi cardiaci
Rischi per le gestanti, rischio di tumore, deficitimmunologici, disturbi della vista
Rischio di leucemie e tumori celebrali, deficitimmunitari, disturbi visivi
Cefalee, rischio di tumore al cervello, disturbialla vista, difficoltà di concentrazione, astenia,irritabilità, impotenza
Disturbi del sonno, disturbi del ritmo cardiaco,rischio di tumore al cervello, cefalee mattutine
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di cui soffre un numero sempre più alto di italiani – le sarebbe
stata diagnosticata al Policlinico Umberto I di Roma. I sintomi
tipici sono svenimenti, difficoltà respiratorie, cefalee ed eru-
zioni cutanee. La donna afferma che la sua vita è cambiata
da quando la malattia si è manifestata: era un’insegnante ma
e di lavoro da collaboratori della Società Internazionale
Ricerca Elettrosmog e dell’Istituto di Bioarchitettura di
Rosenheim.
RimediDistanza minima 2 metri
Distanza minima dall’antenna 30 cm, usare l’auricolare con il cellularelontano dal corpo
Se sussistono rischi lo si può determinare con un rilevamento strumentalee una corretta riprogettazione interna
Mantenere una distanza il più possibile elevata. Fare pause orarie.Preferire apparecchi a bassa emissione e monitor LCD
Utilizzare la coperta solo per riscaldare il letto e staccare poi la spina
Distanza minima dal forno acceso: 2 metri
Distanza minima 1,5 metri
Distanza minima 1,5 metri. Rinunciare alle lampade ad incandescenza
Distanza minima 1,5 metri. Uso di sveglie a batteria
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è stata riformata perché non poteva lavorare a contatto con
computer e cellulari. Non è al sicuro nemmeno a casa nono-
stante usi protezioni, mascherine e abbia schermato anche
l’interno della sua abitazione.
STRESS EMOTIVO
Lo stress emotivo è l’ostacolo principale al nostro vivere be-
ne e in modo equilibrato. La nostra vita è determinata dalle
nostre emozioni. In base alle parole che usiamo con gli altri oche gli altri usano con noi, si “co-creano” e di conseguenza
si manifestano determinate “reazioni” che spesso dipendo-
no dalle nostre esperienze emozionali. Se alcune di queste
esperienze le percepiamo come impositive e stressanti, viene
meno la nostra serenità.
Cosa ci succederebbe se entrassimo in un luogo, magari ilposto di lavoro, e qui entrassimo in contatto con persone
nervose? Nella maggior parte dei casi proveremmo tensio-
ne anche noi e, a lungo andare, potremmo anche percepire
l’insorgere un piccolo disagio fisico: mal di testa, senso di
stanchezza, noia, etc.
Il dottor Gay Hendricks, in Conscious breathing, spiega le
conseguenze di un eccessivo stress emotivo: «Quando un’e-
mozione è molto dolorosa, la nostra prima reazione è smet-
tere di respirare. Si tratta di un riflesso di protezione. Imme-
diatamente dopo siamo invasi da un flusso di adrenalina e
il sistema simpatico fa battere più velocemente il cuore. Lecellule ricevono meno ossigeno e al loro interno si crea un
ambiente tossico.» La sensazione di mancanza di respiro è il
primo sintomo della crisi di panico: uno stress emotivo con-
centrato in pochissimo tempo.
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Dal 2001 al 2011, in seguito all’attentato alle Torri Gemelle
che ha scosso l’America e cambiato gli equilibri internaziona-
li, il consumo di farmaci è aumentato del 110%. L’instabilità
politica e dei mercati finanziari ha generato stress, e lo stress
malattia.
Al contrario, una mente capace di gestire lo stress emotivo è
fondamentale per il mantenimento di una buona salute. I roma-
ni dicevano: “Mens sana in corpore sano”. E avevano ragione.
Un esercizio come la meditazione è capace di ridurre lo stresse migliorare il benessere, sia fisiologico che psicologico. La
ricerca mostra che la meditazione porta lo schema di onde
cerebrali nello stato Alfa, un livello di coscienza tranquillo e
rilassato, in grado di promuovere la guarigione. Mostra anche
che i livelli ormonali, oltre ad altri composti biochimici che de-
notano la presenza di stress nel sangue, di solito diminuisconograzie a una pratica meditativa regolare.
La meditazione riduce l’attività dell’amigdala, l’organo nel
quale il cervello elabora la paura. Inoltre essa fa trasferire
l’attività cerebrale dalla corteccia frontale destra, più attiva
quando si prova stress, alla corteccia frontale sinistra, più at-
tiva quando si è in stato di calma.
APPROFONDIMENTO SULLA MEDITAZIONE
Nel 1978 R. Keith Wallance, fisiologo dell’UTCLA, dimo-
strò gli effetti diretti della meditazione sull’invecchiamen-
to. Egli misurò tre parametri biologici: la pressione sangui-gna, la vista e l’udito. Tutti e tre i fattori migliorarono con
la pratica continua e Wallance affermò che in questi casi
l’età biologica stava strutturalmente lavorando a rovescio.
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Coloro che avevano praticato la meditazione per cinque
anni avevano un’età biologica (secondo i test fisiologici)
che era funzionalmente inferiore di cinque anni rispetto
all’indicazione della loro età cronologica.L’endocrinologo Deepak Chopra e il suo collega, dottor
Jay Glaser, hanno inoltre dimostrato che la meditazione in-
verte l’invecchiamento biologico. Nel libro “Ageless Body,
Timeless Mind” illustrano il loro studio condotto sull’ormo-
ne DHEA. Esso è l’unico ormone attualmente conosciuto
che declini con l’età, a partire dai 25 anni, in cui raggiun-
ge il suo massimo. Ogni volta che si ha una reazione allo
stress, una parte delle riserve di DHEA viene utilizzata per
produrre vari ormoni collegati allo stress, come ad esempio
l’adrenalina e il cortisolo. Di conseguenza, se una persona
potesse resistere agli effetti dello stress o addirittura alte-rarli, i livelli di DHEA rimarrebbero alti. Se ciò accadesse,
l’altrimenti inevitabile processo di invecchiamento che ac-
compagna il declino dei livelli di DHEA potrebbe invertirsi.
Glaser esaminò i livelli di DHEA di 328 persone che prati-
cavano la meditazione e paragonò i risultati con quelli di
1.462 persone che non la praticavano. Fra tutti i gruppiformati da donne, i livelli erano più alti fra le praticanti. Tra
gli uomini, si rivelarono più alti in otto su undici gruppi.
Gli uomini che praticavano la meditazione al di sopra dei
45 anni avevano il 23% in più di DHEA, che saliva al 47%
per le donne. Questi livelli si rivelarono indipendenti da
dieta, esercizio fisico, peso e consumo di alcool. I lorolivelli di DHEA erano quelli che si sarebbero aspettati in
uomini e donne di 5 o 10 anni più giovani.
Dal libro di Peter Kelder, I cinque Tibetani .
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UNA QUESTIONE DI FREQUENZE
Ora che sappiamo che lo stress è la vera causa che ci fa am-
malare, serve trovare un’altra risposta: come facciamo a eli-
minare lo stress? Poiché non sempre è possibile fare a meno
dei cellulari o nascondersi dai ripetitori, né evitare le polveri
inquinanti e tanto meno la plastica o i metalli pesanti presenti
negli alimenti, poiché davvero non è possibile eliminare la
maggior parte delle frequenze nocive, allora la soluzione
è... aumentare le frequenze benefiche!
Questo deve avvenire in due passaggi: dobbiamo prima capire
esattamente quale tipo di stress ci sta ostacolando, e succes-
sivamente possiamo trovare la frequenza che ci sarà utile per
attivare la nostra auto-guarigione e ripristinare la nostra salute.
E chi può dirci perché siamo stressati e cosa dobbiamo fareper riequilibrarci?
Le nostre risposte agli stimoli ambientali sono controllate
dalle nostre percezioni. E le nostre percezioni sono “me-
morizzate” nella nostra mente inconscia. È la nostra mente
inconscia che gestisce le funzioni del nostro corpo e che
controlla i processi simpatici e parasimpatici.
È la nostra mente inconscia che controlla il 95% della nostra
vita. È lei che ci permette di respirare, digerire, fare rimar-
ginare una ferita senza che noi comandiamo nulla al nostro
corpo. È lei che determina la pressione sanguigna o il battito
cardiaco. È lei che monitora costantemente lo stato di salutedi ogni nostra singola cellula e che verifica dove c’è stress
e dove occorre intervenire. È la nostra mente inconscia che
attiva i meccanismi di difesa o quelli di crescita.
Imparando a comunicare con il nostro inconscio, possiamo
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anche risalire alle vere cause e capire quali strumenti ci servo-
no per promuovere in noi la nostra auto-guarigione. Questo
è esattamente quello che si propone di fare il Metodo RQI®.
Ma prima dobbiamo capire come funziona la nostra mente.
TESTIMONIANZE
Riprendersi la propria responsabilità
“Grazie! Complimenti per i tuoi studi e le tue conclusioni. È
ora di riappropriarsi del proprio potere personale e di lasciarecadere il buio in cui siamo stati tenuti e in cui, ahimè, molti
continuano testardamente a voler vivere, pur di non prendersi
la responsabilità assoluta delle proprie vite! Perciò il tuo lavo-
ro è encomiabile e c’è bisogno che molti diffondano queste
conoscenze. Di nuovo auguri.”
Miranda
Nuova biologia? Un mondo nuovo
“Ciao Marco, con le tue conoscenze mi hai catapultato in un
nuovo mondo e sto faticosamente cercando di districarmi.
Dammi il tempo per fare mente locale sulle tue idee rivolu-
zionarie. Grazie.”
Daniele
Un lavoro chiaro sull’equilibrio energetico
“Buonasera Marco, ho visto i video e li ho trovati molto inte-
ressanti, hai un modo molto semplice di dare informazioni sulcorpo umano, sulla chimica, e ti faccio dei sinceri complimen-
ti. Devo dire che da sempre penso a queste cose e ho letto
molti libri sull’equilibrio energetico e sul come raggiungerlo,
ho partecipato a svariati corsi e mi sono sottoposta a diverse
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metodologie di riequilibrio come l’agopuntura, la pranotera-
pia, reiki, shiatsu ecc.. ci sono molti metodi definibili utili per
abbandonare lo stress e imparare a gestire le emozioni, ma
richiedono un impegno assiduo, una concentrazione mentale
non sempre possibile con lo stile di vita attuale. Grazie del
tuo lavoro.”
Sara
NOTA: Se vuoi sentire e vedere la mia spiegazione di que-
sti contenuti, puoi ricevere i video gratuiti iscrivendoti su:www.rqi.me
http://www.rqi.me/http://www.rqi.me/
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COME FUNZIONA LA NOSTRA MENTE2Il nostro cervello è diviso in due emisferi cerebrali, i quali ela-borano le informazioni in maniera indipendente e, tuttavia,
funzionano in modo complementare.
L’emisfero sinistro pensa in astratto, mentre quello destro
pensa “per immagini”. Il primo concettualizza e razionalizza;
il secondo vede il mondo attraverso i sensi ed è emotivo.
L’emisfero sinistro è pratico, logico e analitico; scompone larealtà e ricerca il dettaglio. L’emisfero destro è creativo, im-
maginativo e sintetico; ha una visione olistica che gli permette
di vedere il tutto come uno. L’emisfero sinistro è volitivo e
stabilisce mete e obiettivi. Gli piace sperimentare e provare
cose nuove. Al contrario, l’emisfero destro è abituale e ricerca
sempre sicurezza; per questo non gli piace cambiare.
Oltre ai due emisferi, il nostro cervello è costituito anche da
due differenti zone molto particolari, dove si ritiene abbiano
sede le nostre due menti. La corteccia prefrontale – quella
parte del cervello che ci distingue da ogni altro essere vivente
sulla Terra – è la sede della nostra mente conscia; il tronco en-cefalico, invece, si suppone essere la sede della nostra mente
inconscia.
La mente conscia è la nostra memoria a breve termine e la-
vora per un massimo di venti secondi. Al contrario, la mente
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inconscia è depositaria della nostra memoria a lungo termine.
È qui che “conserviamo” il nostro sapere: le poesie che ab-
biamo imparato a scuola o i nuovi vocaboli della lingua stra-
niera che stiamo studiando. La mente conscia ha cognizione
del trascorrere del tempo e distingue tra passato, presente e
futuro. Al contrario, la mente inconscia conosce solo il tem-
po presente. L