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Periodico informativo culturale Anno VI, Numero 11-12, 15-30 giugno 2004 http://www.grandeoriente.it Direzione, Redazione, Amministrazione: Via di San Pancrazio 8 - 00152 Roma - Tel. 065899344 - Fax 065818096 - Email [email protected] http://www.goiradio.it Bollettino d’informazione del Grande Oriente d’Italia 2 speciale celebrazioni equinozio di autunno e xx settembre sono cominciati i preparativi per il grande appuntamento di fine estate i festeggiamenti di villa ‘il vascello’ 2 speciale elezioni collegi circoscrizionali chiuse le consultazioni per i fratelli maestri di quindici circoscrizioni rinnovo delle cariche nelle regioni 3 speciale incontri servizio biblioteca presentato il 24 maggio un libro sul gran maestro domizio torriggiani uomo di democrazia e di libertà serata al museo storico della liberazione di roma in ricordo di giordano bruno ferrari il celebre architetto paolo portoghesi a villa ‘il vascello’ alla ricerca del tempio di salomone 6 attività grande oriente d’italia goi international: svizzera, washington notizie dalla comunione ancona, cagliari, firenze, follonica, grosseto, palmi, rieti, roma, san gimignano, trapani, treviso nuove nomine al rito di york incontro a luglio del servizio biblioteca 1 0 rassegna stampa 1 4 opinioni dario fertilio «laici alla francese, senza veli o kippà» (“corriere della sera”) michael walzer facciamo una lista dei diritti essenziali (“la repubblica”) s o m m a r i o

s o m m a r i o · 2012. 12. 23. · Pagina 2 Erasmo Notizie 11-12/2004 Sono cominciati i preparativi per il grande appuntamento di fine estate I festeggiamenti di Villa ‘Il V a

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Periodico informativo culturale Anno VI, Numero 11-12, 15-30 giugno 2004

http://www.grandeoriente.it

Direzione, Redazione, Amministrazione: Via di San Pancrazio 8 - 00152 Roma - Tel. 065899344 - Fax 065818096 - Email [email protected]

http://www.goiradio.it

Bollettinod’informazione

del GrandeOriente d’Italia

2 speciale celebrazioniequinozio di autunnoe xx settembre

sono cominciati i preparativi per il grande appuntamentodi fine estatei festeggiamenti di villa ‘il vascello’

2 speciale elezioni collegi circoscrizionali

chiuse le consultazioniper i fratelli maestri di quindici circoscrizionirinnovo delle cariche nelle regioni

3 speciale incontri servizio biblioteca

presentato il 24 maggio un libro sul gran maestro domiziotorriggianiuomo di democraziae di libertà

serata al museo storico della liberazione di romain ricordo di giordano bruno ferrari

il celebre architetto paolo portoghesi a villa ‘il vascello’alla ricerca del tempio di salomone

6 attività grande oriente d’italia

goi international:svizzera, washington

notizie dallacomunioneancona, cagliari, firenze, follonica, grosseto, palmi, rieti, roma, san gimignano, trapani, treviso

nuove nomine al rito di york

incontro a luglio del servizio biblioteca

1 0 rassegna stampa

1 4 opinioni

dario fertilio«laici alla francese, senza veli o kippà»(“corriere della sera”)

michael walzerfacciamo una lista dei diritti essenziali(“la repubblica”)

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Pagina 2 Erasmo Notizie 11-12/2004

Sono cominciati i preparativi per il grande appuntamento di fine estate

I festeggiamenti di Villa ‘Il Va s c e l l o ’

Chiuse le consultazioni per i fratelli maestri di quindici circoscrizioni

Rinnovo delle cariche nelle re g i o n i

celebrazioni equinozio di autunno e xx settembre

rande aspettativa anche quest’anno, non solo da parte dei fratelli,per il tema portante dei tradizionali festeggiamenti di fine estatedel Grande Oriente d’Italia che celebrano a Villa ‘Il Va s c e l l o ’l e

ricorrenze dell’equinozio d’autunno e del XX Settembre. Negli ultimi cin-que anni si è focalizzata l’attenzione sulle principali questioni che anima-no la società: si è parlato dei rapporti tra Stato e Chiesa, della scuola, dellalibertà della ricerca scientifica, di multiculturalismo, libertà e diritti umani,di guerra e di pace. E sono stati numerosi le personalità e gli studiosi di dif-ferenti estrazioni e di varie discipline che hanno portato contributi, senzadimenticare i premi Nobel Rigoberta Menchú e Rita Levi Montalcini cheanimarono la splendida tavola rotonda del settembre 2002 (in basso) che èrimasta storica per la portata dell’avvenimento.

L’appuntamento di quest’anno è fissato il 18 settembree gli org a n i z z a-tori si augurano di affollare il parco di Villa ‘Il Va s c e l l o ’ come è ormai

consuetudine da quando la gran maestranza Raffi ha rinnovato il pro-gramma delle celebrazioni. Intanto il gran segretario Giuseppe A b r a m oha inviato alla Comunione la circolare con le linee guida per i festeggia-menti che proponiamo ai lettori. Il documento è datato 20 maggio 2004.

i sono concluse le elezioni che hanno visto impegnati in variedate, per quasi un mese, quindici Collegi circoscrizionali suidiciassette della Comunione. Una consultazione pressoché gene-

rale che ha seguito dopo poco tempo le votazioni per il rinnovo della granmaestranza del Grande Oriente d’Italia per il quinquennio 2004-2009.I fratelli maestri iscritti nei piè di lista delle logge delle circoscrizioniinteressate hanno eletto presidente, vice presidente, oratore, giudicidel Collegio ed ispettori tra i fratelli che avevano rivestito la carica dimaestro venerabile per almeno un anno. I membri eletti durano in cari-ca tre anni e sono rieleggibili per un altro triennio nello stesso incari-co. Una volta insediato, il presidente nomina il segretario e il tesorie-re scegliendoli tra i maestri della Comunione. Pubblichiamo di seguito l’elenco dei fratelli eletti nelle prime tre cari-che per ogni Collegio circoscrizionale che ha proceduto alle elezioni.Non compaiono i dati relativi alle circoscrizioni Abruzzo-Molise eCampania che sono al vaglio della Giunta a seguito di reclami.Calabria: presidente Marco Donato Cosco, vicepresidente Fortunato Vi o l i ,

oratore Cosimo Petrolino; Emilia Romagna: presidente GianfrancoMorrone, vicepresidente Giancarlo Soncini, oratore Giuliano Bruschi;Friuli Venezia Giulia: Pasquale Tigani Sava, vicepresidente Renzo Sagues,oratore Michele Valente; L a z i o: presidente Bruno Battisti D’Amario, vice-presidente Francesco Lorenti, oratore Luigi Sessa; L i g u r i a: presidenteCarlo Mereu, vicepresidente Alberto Moraglia, oratore Renato Oddone;M a rc h e: presidente Roberto Bracci, vicepresidente Marco Selandari, ora-tore Carlo Torresi; P i e m o n t e - Valle d’Aosta: presidente Piero Lojacono,vicepresidente Renato Valbonesi, oratore Claudio De Filippi; P u g l i a: presi-dente Arturo Rossano, vicepresidente Marco Rossi, oratore NicolaModugno; S a r d e g n a: presidente Andrea Allieri, vicepresidente CesareMarras, oratore Paolo Massenti; S i c i l i a: Nicola Gitto, vicepresidenteSilverio Magno, oratore Francesco Costanza; Trentino Alto A d i g e: presi-dente Gianfranco Dalla Torre, vicepresidente Helmuth Mueller, oratoreAldo Morpurgo; U m b r i a: presidente Fulvio Bussani, vicepresidente DarioGuardalben, oratore Pierluigi Tenti; Ve n e t o; presidente Paolo De Faveri,vicepresidente Roberto Galeazzo, oratore Giulio Siena.

s p e c i a l e

elezioni collegi circoscrizionali

Carissimi fratelli,

l’annuale celebrazione dell’equinozio di autunno avrà luogo s a b a t o

18 settembre 2004 in Roma.

Il programma, in corso di preparazione, prevede, in linea di mas-

sima, una tavola rotonda, il consueto ricevimento nel parco di

Villa ‘Il Vascello’ con il discorso augurale del ven.mo gran maestro

per la ripresa dei lavori e un momento musicale. La manifesta-

zione si concluderà con un rinfresco.

I maestri venerabili delle officine che desiderassero partecipare

con fratelli ed eventuali ospiti dovranno far pervenire a questa

gran segreteria, inderogabilmente entro e non oltre il 6 set-

tembre, i nomi dei partecipanti (distinti in liste separate per

iscritti e profani) per la predisposizione degli elenchi che saranno

consegnati ai questori responsabili all’ingresso.

Poiché per evidenti motivi di agibilità e sicurezza il numero degli

invitati sarà contenuto in mille unità, i fratelli dovranno scrupo-

losamente osservare il termine indicato per evitare spiacevoli

rifiuti essendo previsto un notevole afflusso di invitati del mondo

politico, diplomatico e culturale.

Il giorno 20 settembre 2004, come di consueto, verrà deposta una

corona di alloro alla Breccia di Porta Pia.

I maestri venerabili sono pertanto pregati di dare massima diffu-

sione della presente prima della sospensione estiva dei lavori.

Il gran segretario Giuseppe Abramo

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Erasmo Notizie 11-12/2004 Pagina 3

Presentato il 24 maggio un libro sul gran maestro Domizio To r r i g i a n i

Uomo di democrazia e di libert à

Serata al Museo Storico della Liberazione di Roma

In ricordo di Giordano Bruno Ferrari

incontri servizio biblioteca

stata interamente dedicato al gran maestro DomizioTorrigiani e al libro della sua biografia l’incontro org a-nizzato dal Servizio Biblioteca del Grande Oriente

d’Italia a Villa ‘Il Va s c e l l o ’ lo scorso 24 maggio. Torrigiani rappre-senta una figura importante per la libera muratoria soprattuttoperché, come si legge nel libro, ebbe nel 1919 “l’incaricodi pilotare la navicella della massoneria di PalazzoGiustiniani fuori dal mare in tempesta di quel diff i c i l eperiodo”. Nel testo si fa riferimento alla nascita delfascismo e alle successive fasi che travolsero il regi-me parlamentare culminando con la dittatura. Il libro(“Il gran maestro Domizio Torrigiani, 1876-1932,Crt, 2004) è stato proposto alla presenza del granmaestro Gustavo Raffi dal bibliotecario del Goi DinoFioravanti che ha introdotto la manifestazione, conl’ausilio di mezzi audiovisivi, illustrando la continuitàstorica della lotta contro la massoneria, baluardo di liber-tà di cui Torrigiani fu vittima sotto il regime, subendo il con-fino che ne minò il fisico fino a condurlo alla morte. Marco Francini, autore del volume insieme a Gian Paolo Balli,entrambi non massoni, ha illustrato le ragioni che hanno ispirato laricerca bibliografica, evidenziando come sia stato necessario colmareuna grave lacuna storica e rimuovere l’oblio che aveva ammantato lafigura di Domizio Torrigiani. Attraverso questo studio - fondato su

fonti e documenti originali, spesso inediti - è emerso un uomo di altis-simo livello morale e politico. La testimonianza di antifascismo coerente del gran maestro è stata sottoli-neata da Roberto Barontini, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza

della Provincia di Pistoia, nel cui circondario si trova Lamporecchio,paese natio di Torrigiani. Il pregio storico e la rilevanza delle

fonti dell’opera sono stati invece esaltati da Santi Fedele,Ordinario di Storia Contemporanea all’Università diMessina, che ha contribuito all’inquadramento del perso-naggio nell’Italia della prima metà del secolo scorso e nel-l’evoluzione della massoneria italiana.Il gran maestro Gustavo Raffi ha chiuso l’incontro evi-denziando come la società italiana sia sempre più interes-sata a conoscere la storia del Grande Oriente d’Italia. Libri

sulla massoneria e i suoi protagonisti, scritti da storici veri,ottengono infatti grande successo tra il pubblico ed è possi-

bile affermare che l’era dei detrattori di mestiere e dell’agio-grafia è ormai conclusa. Secondo il gran maestro Raffi occorre

continuare a far risaltare, con serietà e senso critico, il ruolo storico dellalibera muratoria italiana perché solo così sarà possibile tutelarne l’immaginee il ruolo eliminando i pregiudizi su cui si sviluppa l’antimassoneria.Alla manifestazione erano presenti l’onorevole Giorgio Bogi, ex mini-stro per i Rapporti con il Parlamento e la professoressa Anita GaribaldiGaribaldi Jallet, pronipote dell’eroe dei due mondi.

s p e c i a l e

erata di riflessione quella del 25 maggio al Museo Storico dellaLiberazione di Roma, in quella via Tasso dove la Gestapoaveva posto sede durante l’occupazione nazista, per la presen-

tazione del libro di Ettore Passalalpi Ferrari “Giordano Bruno Ferrari- L’amore per la pittura e il senso della Patria”. Sono intervenuti il pro-fessor Luigi Zaccheo, presidente del Consorzio delle Biblioteche deiMonti Lepini, la professoressa Flavia Pasquali, coordinatrice delProgetto della Memoria Storica (voluto e nato sotto l’egida delComune di Roma), il fratello Dino Fioravanti, bibliotecario delGrande Oriente d’Italia e il gran maestro Gustavo Raffi (foto).Massone - secondogenito del gran maestro Ettore Ferrari - ed insi-gne artista, dopo l’armistizio Giordano Bruno Ferrari aveva trasfor-mato il suo studio in via Margutta in un centro di collegamento tragli antifascisti, trasmettendo agli Alleati importantissime informa-zioni. Arrestato nel ‘44 venne condannato a morte pochi giorniprima della liberazione di Roma. In apertura Luigi Zaccheo ha delineato la figura del martire arrogan-dosi di aver esaltato per primo, nel 1986, quando era direttoredell’Antiquarum Comunale di Sezze, i grandi meriti artistici dellafamiglia del gran maestro Ferrari con una mostra delle opere diFilippo, Ettore e Giordano Bruno. Di seguito la professoressa Pasqualiha ricordato i mesi della Resistenza romana, sottolineando l’attivitàpatriottica di Giordano Bruno al quale è stata conferita, alla memoria,la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Dino Fioravanti ne ha invece trat-teggiato l’adesione e le testimonianze alle idealità massoniche che ne

animarono l’esistenza a prezzo di enormi sacrifici durante il regime,fino alla tragica fine dopo le torture.Il gran maestro Gustavo Raffi ha concluso l’incontro ringraziando per lasplendida serata che ha permesso di conoscere una figura poco conosciu-ta, ma di grande rilievo per la storia della Liberazione. “Che poi fossemassone - ha detto il gran maestro - potrebbe sembrare un caso, ma comelui furono tanti i fratelli che, in nome degli ideali massonici, si sacrifica-rono per la giustizia e la libertà di tutti nel mondo intero. Questo deve farciriflettere sulla validità dei nostri principi che ancora oggi possono fornireun apporto fondamentale per la realizzazione di un futuro di pace”.

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Pagina 4 Erasmo Notizie 11-12/2004

Il celebre architetto Paolo Portoghesi a Villa ‘Il Va s c e l l o ’

Alla ricerca del Tempio di Salomone

incontri servizio biblioteca

rove generali nel parco Villa ‘Il Vascello’prima delle celebra-zioni del prossimo settembre. L’occasione è stata la presenta-zione del libro di Stefania Tuzi “Le Colonne e il Tempio di

Salomone” realizzata lo scorso 12 giugno dal Servizio Biblioteca delGrande Oriente d’Italia che ha riservato ad un vastissimo pubblico unasplendida serata all’aperto degna delle migliori manifestazioni cultu-rali della ricca estate romana. Alla manifestazione è intervenuto ilcelebre architetto Paolo Portoghesi, realizzatore di importantissimeopere in Italia e all’estero - la sua opera più nota è la Moschea di Romacon annesso il Centro Islamico Culturale d’Italia - e vincitore nel 2000del concorso internazionale per la Moschea Grande di Strasburgo.Portoghesi ha preso posto al tavolo dei relatori insieme all’autrice, allostorico dell’arte Marcello Fagiolo, al bibliotecario del Grande Oriented’Italia Dino Fioravanti e al gran maestro Gustavo Raffi.

Il libro di Stefania Tuzi, edito da Gangemi (31 euro), ripercorre le fasiprincipali dell’eredità simbolica del Tempio (il “salomonismo”) cheinveste tanto l’architettura quanto la cultura religiosa, filosofica, artisti-ca del mondo non solo occidentale e non solo cristiano. Il suo pregio,ampiamente illustrato dal professor Fagiolo, consiste nell’aver delinea-to per la prima volta in maniera unitaria un quadro coerente delle cono-scenze e delle interpretazioni sull’architettura del “Tempio” per eccel-lenza, facendo interagire il portato di diverse discipline - dall’archeolo-gia alla storia dell’architettura, dalla storia dell’arte alla storia delle reli-gioni. Per alcuni aspetti l’autrice si limita a registrare le acquisizioniconsolidate facendo riferimento ai cospicui studi degli ultimi decennicome nel caso della fortuna del Tempio nel suo complesso, mentre lacomponente ermetica, e più esattamente massonica del Tempio e dellesue colonne viene solo accennata rimandando agli importanti studi dellostesso Fagiolo (A rchitettura e Massoneria, 1988), che entro la fine del-l’anno usciranno in una nuova edizione ampliata.Nella tradizione massonica operativa l’esemplarietà del Tempio siesprime attraverso i “costruttori delle cattedrali” e poi attraverso “ini-ziati” come Palladio, Borromini e Wren per giungere in seguito, dopola fondazione della massoneria speculativa, a importanti esiti architet-tonici in sintonia col Tempio e le sue colonne Jachin e Boaz nonchécon altre costruzioni “divine” o “filosofiche”, simboli di “edificazio-ne fisica” ma anche di “autoedificazione morale”.Marcello Fagiolo, nel suo intervento, ha parlato del fascino che la leg-

genda del Tempio ha avuto nella storia. Nella tradizione giudaico-cri-stiana Salomone, obbedendo alla volontà divina, costruisce il Tempio diGerusalemme utilizzando in pianta le stesse proporzioni dettate da Dio aMosè per il Tabernacolo: è Dio quindi il vero architetto. Data questa pre-messa, è evidente come il Tempio, più volte distrutto e ricostruito, abbiasempre esercitato una eccezionale influenza su teologi, storici e artisti inquanto perfetto microcosmo sotto il triplice profilo architettonico,cosmologico e teologico. Secondo lo studioso, più che le dimensioni,piuttosto limitate, suscitavano interesse le proporzioni, i significaticosmologici, il magistero della costruzione e lo splendore decorativo.“ L’oracolo, dove fu collocata l’arca dell’alleanza, fu coperto e rivestitodi oro purissimo e le lamine erano fissate con chiodi d’oro” (III Re6, 20-22). E se l’atmosfera dorata sarà rieccheggiata dagli spazi paleocristianie bizantini, altri elementi entreranno nel repertorio figurativo ecclesiasti-co, dal “Mare” di rame, modello per alcuni fonti battesimali, fino allecolonne “salomoniche” che troveranno fortuna attraverso la mediazionedella p e rgula costantiniana, iperbolizzata nel Baldacchino di Bernini.“ L’edificio - ha continuato il professor Fagiolo - sorgeva in un luogo sacroalle tre religioni monoteiste. Per gli ebrei rappresenta lo splendore delperiodo salomonico, con la gloria di custodire l’Arca dell’Alleanza e leTavole della Legge. Per i cristiani ricorda alcune gesta di Cristo e costitui-sce la cerniera tra Vecchio e Nuovo Testamento. Per gli islamici è il luogodella Cupola della Roccia, edificata sulla pietra del sacrificio di A b r a m o ,dalla quale Maometto ascese al paradiso. Nel 70 d.C., con la distruzionedefinitiva del Tempio, ha inizio l'inesauribile mito del Tempio e dei suoielementi (in particolare le Colonne) come a rchitettura divina, da indagarenella sua essenza formale e simbolica e da utilizzare come modello per lenuove costruzioni ispirate più o meno programmaticamente al Te m p i o ”.

Secondo Paolo Portoghesi, questo libro ha il grande merito di affron-tare per primo nella cultura italiana un tema di straordinaria impor-tanza destinato a crescere e a diventare ancora più notevole in un’e-poca in cui l’architettura, gradatamente, non viene più intesa comeproporzione che nasce proprio dai suggerimenti dati da Dio a Mosèper la costruzione della Tenda dell’Alleanza. “Dico che l’architetturaabbandona adesso una tematica - ha ribadito - perché questo straordi-nario edificio, questa Tenda dell’Alleanza è stata invece oggetto distudio e di ricostruzione non filologica ma comunque precisa da partedei maggiori architetti della tradizione moderna. Le Corbusier è senza

s p e c i a l e

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incontri servizio biblioteca

dubbio un architetto che porta avanti l’idea che l’architet-tura prima ancora di essere una costruzione materiale è un

insieme di proporzioni, di rapporti numerici e quindi qualcosadi immateriale che si realizza in qualcosa di materiale. Quindi, graziea Stefania Tuzi che con molto coraggio ha affrontato questo tema,cominciando dalle colonne ma accorgendosi poi che le colonne salo-moniche senza il Tempio di Salomone non avrebbero significato, men-tre lo acquistano proprio riferendosi a questa grande tradizione inparte mitologica. La parola mito non deve però essere interpretatacome invenzione, fandonia, ma al contrario come una profonda rifles-sione sul significato delle cose, come riferimento a qualcosa che forsenon è mai esistito concretamente nel tempo ma che invece continua adesistere fuori del tempo e quindi attinge all’eternità in qualche modo”.“Uno degli elementi che sono connessi con l’idea del Tempio - hadetto ancora Portoghesi -, anche se in modo non diretto e preciso, èquello della colonna a spirale. Questa colonna ha avuto una straordi-naria fortuna nella storia dell’architettura, è diventata soprattutto nelsei-settecento il simbolo della religiosità barocca e ha effettivamenteuna connessione profonda, non soltanto con le colonne che nella sto-ria hanno assunto questa forma, ma con l’idea stessa di spirale che èuna delle idee che si trovano concretamente realizzate nella realtà bio-logica. Noi oggi sappiamo che il Dna, per esempio, non è altro che unastruttura verticale fatta da due spirali che si rincorrono in senso inver-so, una destrorsa e una sinistrorsa. Ciò vuol dire che dentro la nostracarne, dentro le nostre cellule, proprio a definire la nostra identità, c’èuna di queste piccole colonne salomoniche che gli architetti moltotardi hanno scoperto. Questa forma della spirale la si ritrova, inoltre,in una delle immagini più affascinanti della Creazione, quella delleconchiglie, delle lumache e degli animali marini, che altro non sonoche lo scheletro estroverso di questi animali, che sono molluschi e nonhanno una struttura interna che li regga, ma ne hanno una esterna cheli aiuta a stare in vita e che somiglia moltissimo alla casa in cui noiviviamo. Per cui la conchiglia è diventata simbolo della casa”.Queste e altre sono le analogie con la vita naturale evidenziate da PaoloPortoghesi che alla fine dell’intervento ha esaltato il valore del libro pro-prio per il fatto di essere partito dal significato del simbolo inteso comefattore essenziale di ogni cultura che non si voglia limitare alla superficiedelle cose ma intenda penetrare in profondità, utilizzandolo come stru-mento per liberarsi dalla tentazione quotidiana di affidarsi alle cose comese la loro accezione ultima fosse nel presente e nel loro aspetto esteriore.

AStefania Tuzi è spettato il compito dei ringraziamenti. Vi s i b i l m e n t ecommossa, ha reso omaggio al pubblico presente e al Grande Oriented’Italia che attraverso il Servizio Biblioteca ha presentato la sua opera.

Ha poi ringraziato in modo particolare i professori Paolo Portoghesi, dalei definito suo maestro, e Marcello Fagiolo che, nel ruolo di tutore nelDottorato di Ricerca, è stato di fondamentale apporto nella elaborazio-ne del suo libro con preziose indicazioni metodologiche e scientifiche.Anche il gran maestro Gustavo Raffi non ha mancato di esprimere iringraziamenti all’autrice, per il suo pregevole lavoro, e ai due illustrirelatori che con i loro interventi hanno spiegato come l’architettura siauna fucina di simboli, fornendo ulteriori prove dell’affinità di que-st’arte con la cultura liberomuratoria. “Il libro di Stefania Tuzi - hacontinuato - formerà oggetto di studio e lo promuoveremo all’internodell’Istituzione. Ricordiamoci poi che il Grande Oriente d’Italia l’an-no prossimo festeggerà i duecento anni di vita e celebrando la sua sto-ria dovrà visitare, ancor più di quanto abbia fatto nel passato, quale èstato il rilievo avuto attraverso i suoi uomini nelle varie arti, nell’ar-chitettura, nella letteratura, nella musica e via dicendo. Riflettiamo suquesta nostra presenza e allora, rompendo quel muro di Berlino cheavevamo stupidamente costruito intorno a noi, apriamoci ancora di piùalla società e, con quelle belle colonne che ci sorreggono e che - abbia-mo visto - sono nostra parte integrante, torneremo tutti quanti arisplendere e ad essere cittadini nel mondo e per il mondo”.

Nel corso dell’incontro il gran maestro ha consegnato a PaoloPortoghesi l’onorificenza “Galileo Galilei” (foto in alto) che il GrandeOriente d’Italia conferisce a personalità illustri - non appartenenti allamassoneria - che si sono distinte per aver testimoniato i principi uni-versali di libertà, fratellanza e uguaglianza.

s p e c i a l e

La motivazione della “Galileo Galilei”a Paolo Portoghesi“Il Grande Oriente d’Italia conferisce l’onorificenza “Galileo Galilei”

a Paolo Portoghesi, uno dei principali protagonisti della cultura

architettonica, per il suo impegno costante al dialogo interculturale.

Figura anomala nel panorama architettonico nazionale e interna-

zionale che unisce al talento dello storico e del critico quello del pro-

gettista, ha promosso, attraverso le sue opere, l’incontro tra diffe-

renti comunità nel segno della fratellanza, progettando edifici reli-

giosi per cattolici e musulmani e edifici interconfessionali tra i quali

il santuario ecumenico di Betlemme e il santuario per le tre religioni

monoteiste di Palermo. Spazi interreligiosi che si aprono al dialogo,

in una ricerca universale volta a edificare templi che uniscono una

forte concezione spaziale e simbolica in cui storia, natura e architet-

tura si incontrano e dove tutta l’Umanità può ritrovarsi”.

Erasmo Notizie 11-12/2004 Pagina 5

Stefania Tuzi e Marcello Fagiolo

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Pagina 6 Erasmo Notizie 11-12/2004

VIZZERA - Si è svolta a Lucerna dal 5 al 6 giugno l’assembleaannuale della Gran Loggia Svizzera Alpina. Arappresentare il GrandeOriente d’Italia c’era il gran maestro Gustavo Raffi che è stato accol-

to con grande calore dai fratelli svizzeri da sempre molto vicini al GrandeOriente d’Italia. Hanno partecipato ai lavori le delegazioni delle Gran Loggeregolari di: Austria, Belgio, Bulgaria, Francia, Germania, Inghilterra, Israele,Nuovo Galles del Sud in Australia, Pennsylvania, Romania e Tu r c h i a .Il gran maestro Alberto Ménasche, nel momento solenne del ricevimentodelle delegazioni estere, ha concesso la parola ai soli gran maestri delGrande Oriente d’Italia, delle Grandi Logge Unite di Germania e dellaGran Loggia Nazionale Francese, che hanno parlato nella lingua del loroPaese, che sono poi le lingue dei cantoni della Confederazione elvetica.Nel suo intervento il gran maestro Raffi ha ringraziato il gran maestro svizzeroper la splendida ospitalità ricevuta e si è intrattenuto sul ruolo della massonerianel mondo moderno e sulla necessità di storicizzare i nostri valori per dare unarisposta alle istanze che provengono da una società dilaniata dai conflitti e dallecontraddizioni, in cui l’Uomo ha perso la sua centralità. Complimentandosi peril museo massonico allestito per l’occasione (in basso la copertina del catalogo),il gran maestro ha concluso affermando che l’esposizione testimonia la vitalitàdel pensiero e delle opere con cui la massoneria si è manifestata nella storia.

A S H I N G TON (USA) - L’ultima conferma, in ordine di tempo,della particolare intesa tra la Comunione italiana e la masso-neria nordamericana è arrivata dal “Week-end della

Fratellanza Universale” realizzato dalla Gran Loggia del Distretto diColumbia nella capitale statunitense dal 10 al 12 giugno. Una tradizio-nale manifestazione che riunisce i fratelli di diversa origine, lingua e cul-tura, per manifestare concretamente l’universalità della libera muratoria.Il gran maestro Gustavo Raffi ha delegato il gran tesoriere AntonioCatanese a rappresentare il Grande Oriente d’Italia al quale è stata riser-vata come sempre un’accoglienza molto calorosa.Durante i tre giorni d’incontri e manifestazioni si è svolta anche la cele-brazione del 95° anniversario della Gran Loggia turca.“La Turchia, nazione mediterranea, legata da una lunga storia all’Europae all’Occidente, entrerà certamente a far parte dell’Unione Europea - hadetto il gran tesoriere nel corso dei lavori - coronando il sogno di demo-crazia di progresso e di libertà che ispirò l’azione del grande Ataturk,Mustafà Kemal che, mi piace ricordarlo, al momento della dua morte nel

1938 era membro della loggia italiana “Machedonia risorta etveritas” all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia”(*).

Il 12 giugno è stato vissuto come il momento di maggiore commo-zione e coinvolgimento, con la celebrazione della “Giornata Universale

della Fratellanza”, alla quale hanno partecipato tutte le logge di Wa s h i n g t o n .Evento reso ancora più suggestivo e caloroso perché intrecciato al particola-re momento storico che il mondo si trova a fronteggiare. “La massoneria, perla sua vocazione universalistica e democratica, - ha detto ancora il fratelloCatanese - è chiamata a contribuire all’affermazione di un’azione concerta-ta tra tutti i popoli per contrastare le forze oscure delle ideologie distruttricie sanguinarie. Ecco perché sono felice di essere tra voi - ha concluso il grantesoriere - , per lanciare un segnale concreto e inequivocabile da parte dicoloro che si sforzano di lavorare al bene e al progresso dell’Umanità. Perbattere chi vuole seminare odio, devastazione e morte”.(*) La notizia è tratta da “Rivista Massonica”, gennaio 1973.

NCONA - Lo scorso 3 giugno i fratelli della loggia “GiuseppeGaribaldi” (140) hanno festeggiato in agape fraterna, a base di stocca-fisso all’anconitana, l’ottantaquattresimo compleanno del “giovane”

apprendista Gino Passalacqua. L’ o fficina ha inviato alla nostra redazione il mes-saggio del fratello festeggiato che denota entusiasmo e grande attaccamentoall’Istituzione: “Sono apprendista - ha detto il fratello Passalacqua alla fine delsuo discorso - è molto ho ancora da fare per sgrossare la pietra. Il cammino eso-terico, cioè il perfezionamento del nostro essere, è un cammino lungo e diff i c i-le e ritengo che questo non potrà mai concludersi in questo mondo. Ma vi assi-curo che sono fortemente determinato a metterci tutta la mia buona volontà finoa quando la mia anima, finalmente libera dal corpo che la rinserra, volerà feliceverso la luce eternamente splendente del Grande Architetto dell’Universo”.“Il lavoro, ripeto non è facile, specialmente alla mia età - ha aggiunto -, mafratelli carissimi conto anche sul vostro aiuto. Non abbiate remore perchésiete più giovani di me. Se del caso correggetemi”. Parole sagge e carichedell’umiltà di chi vuole apprendere che sarebbe bello potessero essered’esempio per tutti: “giovani” e “meno giovani”, massoni e non.

AGLIARI - La loggia cagliaritana “Sardegna” (981) festeggia que-st’anno un quarto di secolo e l’importante anniversario è stato cele-brato in forma solenne il 7 giugno con una tornata nei locali della

casa massonica di Cagliari. Nell’occasione è stato distribuito un volumerealizzato dall’officina dal titolo “Sardegna terra di Pietra”: “Non avevamola pretesa di rivisitare la storia e l’arte della Sardegna - scrivono i fratelli inuna nota introduttiva al volume -ma mescolando miti e leggende,abbiamo inteso ripercorrereattraverso la pietra, il lungo per-corso di un popolo che era anticoanche per gli antichi, che il maree il destino hanno portato daOriente in una terra di pietre, inun tempo lontanissimo che, quasisospeso al di fuori del tempo, siperde nella notte dei tempi”.Apprezzabile nella grafica e neicontenuti che illustrano i prin-cipali siti storici dell’isola, illibro è stato pubblicato da TamTam Edizioni con una tiraturanumerata e non è in vendita.

GOI INTERNAT I O N A L

N O T I Z I E D A L L A C O M U N I O N E

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dell’Istituto Tecnico Professionale di Follonica, Mirko Bonginidell’Istituto Tecnico Industriale di Massa Marittima e Silvia Tosidel Liceo Scientifico di Follonica; due secondi premi ex-aequodi 400 euro a Cristian Verniani del Liceo Classico di MassaMarittima e ad Ilaria Caruso del Liceo Classico di Grosseto; il primopremio di 500 euro a Barbara Giardelli del Liceo Scientifico di Follonica.Gli elaborati sono stati esaminati da una commissione costituita da docen-ti delle scuole superiori dell’area del concorso e da un esponented e l l ’Università per stranieri di Siena. A conclusione della cerimonia il gran maestro aggiunto MassimoBianchi ha consegnato al professore Luciano Pardini, dirigentedell’Istituto d’appartenenza dello studente primo classificato, un assegnodi 250 euro da destinarsi alle attività didattiche.

R O S S E TO - Una interessante manifestazione quella organizzata il5 giugno dalla “Francesco Baracca” (973), loggia massonica gros-setana. Un convegno pubblico sull’impegno storico dell’Istituzione

massonica nel sociale, con cui ha voluto festeggiare il suo venticinquenna-le di fondazione. Comune e Provincia hanno compreso la portata dell’ini-ziativa ed hanno dato il loro patrocinio. L’opinione pubblica ha rispostoall’invito e i lavori alla sala Pegaso della sede provinciale sono stati seguitida un folto pubblico, soprattutto di non massoni«Vogliamo dimostrare che siamo realmente impegnati a lavorare al beneed al progresso dell’umanità e la segretezza nel senso più deleterio delsuo significato o gli occulti comportamenti, non ci appartengono», hadichiarato Paolo Pisani, maestro venerabile della “Baracca”.Una tendenza nuova che l’attuale gran maestranza, come ha ribadito ilgran maestro aggiunto Massimo Bianchi, presente al convegno in rap-presentanza del gran maestro Gustavo Raffi, sta portando avanti condeterminazione. (da “Il Tirreno”, 14 giugno 2004). Alla manifestazione hanno partecipato anche il presidente del Collegio toscanoArturo Pacinotti, il gran segretario Giuseppe Abramo ed il sindaco di Grosseto,con il vice presidente della provincia, che hanno portato il loro saluto.Sono intervenuti in qualità di relatori: Vinicio Serino (“Ettore Socci che nel pen-siero ebbe sempre indissolubili Patria, Repubblica, Umanità”), don Aleardo DiGiacomo (“Massoneria e Chiesa Cattolica: un confronto sul sociale”), MarioAscheri (“Le origini della Massoneria e l’associazionismo politico-istituzio-nale di antico regime”), Giovanni Lombardo (“L’opera di un mattoide: laSocietà Umanitaria”), Marziano Pagella (“Massoneria e solidarietà: anticheregole che costruiscono il futuro”). Per celebrare l’anniversario, i fratelli della “Francesco Baracca” hanno inoltre rea-lizzato un annullo speciale filatelico, creato dall’artista Edo Cei, emesso dallePoste Italiane il giorno dell’avvenimento.Nell’intervallo tra le due sessioni del convegno si è svolta infine una

cerimonia di gemellaggio tra l’officina grossetana e le sue dueomonime di Lugo di Romagna e Perugia. L’ o fficina maremmanaintende realizzare al più presto il volume degli atti del Convegno.

R O S S E TO (2) - La loggia grossetana “Francesco Baracca”(973) ha organizzato per il prossimo 7 agosto una seratafestosa per tutti i fratelli d’Italia che per quella data si

t roveranno in vacanza nella Maremma toscana. L’ i n c o n t ro è statodenominato “Agape di San Lorenzo”. Non è ancora stata definitala località che sarà comunque Follonica o un’altra cittadina dellap rovincia di Gro s s e t o .P e r informazioni e adesioni sarà possibile rivolgersi ai fratelli Paolo(cell. 338 6551728) e Aldo (cell. 338 4876288).Il costo dell’agape sarà compreso indicativamente tra i 25 e i 35 euro .

ALMI - Festa doveva essere e festa è stata alla “Pitagora-XXIXAgosto” (1168) di Palmi la sera del 28 maggio con la presenza delgran maestro Gustavo Raffi e del gran segretario Giuseppe A b r a m o

nella casa massonica di Palmi. Come da programma il gran segretario hatenuto una conferenza dal titolo “Gli Esseni di Qumran: segni e tracce dipercorsi cabalistici e cristiani” nell’ambito del quarto ciclo “Per colloquiaaedificare” organizzato dall’officina. Erano presenti oltre 160 fratelli.Accurata, completa e documentata, l’esposizione ha creato quel magico rap-porto tra i presenti, che solo la purezza della parola ordinata può, senza calidi tensione, realizzare. L’entusiasmo dei fratelli è stato grandissimo, accom-pagnato da un totale interesse per la particolarità degli argomenti trattati.Il gran maestro Raffi, con la sua presenza, non solo ha voluto dare il suo auto-revole contributo al tracciato del fratello Abramo, ma anche il giusto ricono-scimento all’impegno dei fratelli della “Pitagora-XXIX Agosto” per il per-corso culturale posto da anni all’attenzione dell’intera comunità massonica.L’officina, gremitissima, con decine di maestri venerabili e ispettori diloggia dell’intera circoscrizione calabrese, ha avuto l’onore di ospitareanche il secondo gran sorvegliante Ugo Bellantoni, il gran maestro ono-rario Ernesto D’Ippolito, il consigliere dell’Ordine Tonino Perfetti e ilgiudice della Corte Centrale Amerigo Minnicelli.La manifestazione si è conclusa con un’agape fraterna all’interno dellacasa massonica palmese.

OMA - L’Associazione culturale “Umanesimo”, emanazionedella loggia romana “Antichi Doveri” (1158), ha realizzato nelpomeriggio del 25 giugno un convegno su “Etica e morale nella

società multiculturale”. L’incontro si è tenuto nella Sala Marconi del Cnralla presenza di un vasto e qualificato pubblico.Sono intervenuti in qualità di relatori la giurista Clelia Piperno, il gior-

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gli incontri del servizio biblioteca

IntervengonoStefania Tuzi

Università “La Sapienza” di Roma

Paolo Lucarelli S a g g i s t a

Gustavo RaffiGran Maestro del Grande Oriente d’Italia

L’architetto Rocco Leonardis del Fashion Institute of Technologydi New York parlerà dei segreti dell’architettura medioevale.

Tema dell’incontrò: la Chiesa di Santa Sofia di Benevento.

venerdì 16luglio 2004ore 18:30sala “Paolo Ungari”

Pianta di Santa Sofiadi Benevento

Grande Oriente d’ItaliaVia San Pancrazio 8Roma

Conversazione dell’architetto Rocco Leonardis su “I segreti dell’architettura medioevale”

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nalista e scrittore Marcello Veneziani, il presidente del Coreis(Comunità religiosa islamica italiana) Abd al Wahid Pallavicini, ildecano della Facoltà Valdese di Teologia Daniele Garrone, il teo-logo paolino Rosario Esposito, il giornalista Carlo Oriculia, l’ammi-nistratore delegato di “Aedificatio” (Confindustria) Massimo Fabio. Haconcluso i lavori l’avvocato Bruzio Pirrongelli, moderatore del Convegno.

AN GIMIGNANO - Dal 7 al 9 maggio i fratelli della loggia “FrancescoCrispi” (794) di Termini Imerese, sono stati ospiti della “Arnolfo diCambio” (673) di Colle Val d’Elsa, a San Gimignano, in un magnifi-

co albergo di proprietà di uno dei fratelli locali. La delegazione eracomposta da tredici fratelli, accompagnati dalle rispettive signore,per un totale di ventidue partecipanti, guidati dal maestro venerabi-

le Franco Corpora e con la presenza del fratello Enzo Palumbo giudi-ce della Corte Centrale e membro della “Francesco Crispi”.

I fratelli toscani hanno riservato una splendida accoglienza ai loro ospi-ti, intrattenendoli per tre giorni con escursioni e visite guidate organizz a-te dall’ex venerabile Fabio Cantini e dal maestro venerabile GiacomoStorti. Sabato 8 maggio si è poi svolta nei locali della casa massonica diPoggibonsi una tornata rituale nel corso della quale la loggia “FrancescoCrispi” ha presentato una tavola dal titolo “Etica ed Eutanasia”. Un’agapealla presenza dei familiari ha concluso la giornata nella stessa sede. A ricordo della visita, i fratelli di Termini Imerese hanno realizzato un cdche raccoglie le foto del viaggio.

REVISO - Una grande giornata quella dell’8 maggio per laseduta congiunta di lavori tra le logge gemellate “Archimede”(342) di Siracusa e “Primavera” (1174) di Treviso. Le off i c i n e ,

insieme ai tantissimi fratelli ospiti, si sono riunite nel castello diRoncade alla presenza del gran maestro aggiunto Massimo Bianchi edel gran segretario Giuseppe Abramo che per l’occasione ha tenuto unatavola su “Significato ed applicazione dello studio dell’astrologia.Interpretazione astrologica nella lettura del Cenacolo di Leonardo”.L’attenzione dei partecipanti è stata altissima dimostrando grande inte-resse per un argomento così particolare. La manifestazione si è conclu-sa con un’agape bianca sempre nei locali del Castello.

Scusandoci per il ritardo, pubblichiamo la notizia della visita del

g ran maestro Gustavo Raffi a Trapani il 2 marzo 2004.

RAPANI - La loggia trapanese “Rinnovamento” (348) ha ospi-tato lo scorso 2 marzo il gran maestro Gustavo Raffi a c c o m p a-gnato dai fratelli Giovanni Cecconi, presidente del Collegio degli

architetti revisori, Felice Gerbino e Giulio Compagno.Ad accoglierlo nella casa massonica di via Bassi c’erano il maestro vene-rabile della “Rinnovamento, Michele Fodale, il gran maestro onorarioLuigi Manzo, i maestri venerabili delle officine trapanesi e numerosi fra-telli dell’Oriente di Campobello di Mazara.

Dopo l’abbraccio con i fratelli, il gran maestro è stato ricevuto dal pre-sidente della Provincia di Trapani Giulia Adamo (nella foto insieme algran maestro Raffi e al fratello Fodale) nella sede di Palazzo Riccio.E’stato un incontro estremamente cordiale nel corso del quale la pre-

sidente ha fatto visitare il Palazzo della Provincia, antica dimora nobi -liare, e ha presentato al gran maestro i componenti della giunta. Primadi congedare il suo ospite, ha manifestato la disponibilità ad organiz-zare in città un importante convegno sulla massoneria che potrebberealizzarsi all’interno di Villa Nasi, antica residenza del noto massoneNunzio Nasi, ora di proprietà dell’amministrazione provinciale.Lasciato Palazzo Riccio il gran maestro ha avuto un incontro con ilpresidente e i componenti del direttivo della “Unione delleMaestranze”, centenaria confraternita che si occupa dell’organizzazio-ne della più importante processione sacra della Settimana Santa inSicilia. Nell’occasione ha ricevuto in dono uno spillo che lo qualificamembro onorario di questa associazione che è ben radicata nelle orga-nizzazioni storiche delle corporazioni delle arti e dei mestieri.Successivamente il gran maestro ha incontrato i giornalisti locali nell’ambi-to di una conferenza stampa in cui si è parlato dell’importante apertura delGrande Oriente d’Italia avviata negli ultimi cinque anni e dei ripetuti attac-chi alla massoneria cittadina del vescovo di Trapani che accusa l’Istituzionedi essere collusa con ambienti mafiosi. Il gran maestro ha replicato con forzaalle polemiche chiedendo al prelato di chiarire una volta per tutte nomi esituazioni oppure di tacere per sempre. Il suo intervento è stato ampiamen-te ripreso dai mezzi d’informazione anche a carattere regionale ( c f r.“Erasmo Notizie”, 5-6/2004).L’intensa giornata trapanese ha avuto ancora seguito con una confe-renza pubblica a Palazzo Ripa che ha affrontato il tema “LaMassoneria del Terzo Millennio” che ha richiamato la partecipazionedi oltre duecento persone, molte estranee all’Istituzione.Un’elegante agape bianca ha concluso la visita del gran maestro che ha rin-graziamento calorosamente i fratelli per la magnifica accoglienza, riservan-do parole speciali al gran maestro onorario Luigi Manzo, al maestro venera-bile Michele Fodale e al fratello Wolly Cammareri, della “Rinnovamento”,che ha curato la parte organizzativa della sua partecipazione.

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NOTIZIE DI ARCHIVIO

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unico che si mostra pubblicamente è Franco Rasi, 66 anni,come si suol dire, un piacentino d’adozione. Nato a Cesena,laureato in lettere, oggi abita a San Nicolò ma all’ombra del

Gotico è arrivato 35 anni fa, per motivi dilavoro, quando fu trasferito a dirigereun’azienda locale. “La massoneria rac-conta - per me è un modo d’essere ereditato dai miei familiari: il miobisnonno era un garibaldino, mio nonno era un massone nonché podestà diCesena, penso che lo sia stato anche mio padre, non sicuramente i miei trefigli”. Elegante, distinto, ligio ai dettami del gran maestro venerabile diPalazzo Giustiniani (a Roma) spiega che vuol dire essere massoni oggi:“La massoneria per me è sempre stata una scuola di vita ed un modo d’es-sere che mi hanno permesso di sentirmi libero da condizionamenti nelrispetto però delle leggi dello Stato edella morale. E’un sistema morale velatoda allegorie e assistito da simboli. Non hanulla a che vedere con la religione”.Ancora: “Vorrei ricordare il volume delpiacentino don Franco Molinari: la mas-soneria cattedrale laica della fraternità. Evorrei ricordare anche come il GrandeOriente d’Italia lascia ad ognuno dei suoimembri la responsabilità delle proprieopinioni religiose e che nessuno puòessere ammesso se prima non abbiadichiarato esplicitamente di credere in un essere superiore. E’un ordineiniziatico universale (i massoni oggi nel mondo sono circa 7 milioni) chenon ha a che vedere con nessuna altra associazione”.Candelabri, segni zodiacali, cordoni onorifici, spade, compassi, squadre dap-pertutto: “Attraverso il metodo dello studio dei simboli cerchiamo di costruireun uomo proiettato nel futuro, che si possa sciogliere da tutti i vari vincolimigliorando se stesso per poi migliorare la società. Ci consideriamo una pietragrezza e attraverso lo studio della nostra limitatezza cerchiamo di levigare que-sta pietra nella convinzione profonda che l’uomo è parte della natura. Libertà,solidarietà, tolleranza sono principi che si possono acquisire anche con altrestrade. La massoneria, in più, rende liberi”. L’opera di pulizia dai vari Gelli e P2a Piacenza è avvenuta senza troppe difficoltà: “Sono in città da oltre trent’anni,mi sono sempre professato massone e devo dire che non ho mai avuto alcun tipodi problema”. Anzi, a Piacenza la loggia Melchiorre Gioia ha già avuto occa-sione di uscite pubbliche. Soprattutto l’impegno solidaristico a favore dei senzafissa dimora con un contributo in denaro per il rifugio Segadelli alla stazione fer-roviaria: “Anche per questo siamo orgogliosi di essere massoni, ma vogliamoesserlo senza il timore di subire discriminazioni e persecuzioni, perché i trattifondamentali della vera massoneria, sono il costante richiamo contro il gravepericolo della caduta dei valori fondamentali, quali il rispetto della dignità, ladifesa della libertà, della fratellanza e della tolleranza, la lotta per il prevaleredella giustizia contro ogni forma di oppressione e di sfruttamento”.

Dall’Ottocento ad oggi: 7 logge in città e provi n c i aCinque sono state obbedienti al Grande Oriente d’Italia e due aPiazza del Gesù

A PIACENZA - La prima loggia massonica affiliata al Grande Orientenella città di Piacenza nasce nel 1806 e viene fondata da ufficiali francesi.

Tra il 1865 ed il 1867 viene fondata la loggia Roma Nuova di rito scozze-se all’obbedienza del Grande Oriente d’Italia. Nel 1909 nasce la secondaloggia piacentina dedicata a Gian Domenico Romagnosi (anch’egli mas-

sone) che però scompare nel 1914. Nel1913, nella provincia di Piacenza, trovia-mo una loggia a Monticelli d’Ongina

dedicata a Quinto Curzio. Nel 1923 nasce la loggia Ernesto Nathan, sem-pre a Piacenza. Buio nel periodo fascista sino a che arriva, nel 1952, la log-gia Roma Nuova che raduna piacentini di Firenze, Parma, Milano,Cremona e Sanremo. La loggia Melchiorre Gioia arriva nel 1991-92.L’altra grande obbedienza massonica in Italia è Piazza del Gesù. AP i a c e n z ail primo “triangolo” viene registrato nel 1910; più tardi nascerà la loggiaXX Settembre, sempre di Piazza del Gesù, della quale fu maestro venera-

bile il deputato Giovanni Raineri.IN ITALIA - La prima loggia italiana na-sce a Firenze nel 1731. Nel 1737l’Officina romana viene chiusa dal Papache, con Clemente XII, emette un annopiù tardi la prima bolla contro la masso-neria. Nel 1739 l’Inquisizione incarcerail massone e favolista fiorentinoTommaso Crudeli. Il Grande Oriented’Italia nasce nel 1805 a Milano. Nel1875 viene inaugurato a Roma il primotempio massonico. Sempre a Roma

nasce la loggia Propaganda, progenitrice della P2 di Licio Gelli. Nel1908 primo scisma massonico: con Fera nasce l’Obbedienza di Piazzadel Gesù. Il 19 maggio 1925 il Parlamento mette fuori legge la masso-neria. Nel settembre del 1943 viene costituito un Supremo Consigliodella massoneria unificata. Nel 1981 con il blitz nella villa di Licio Gelliscoppia il caso P2. Spadolini, dopo una commissione ha de-finito la P2un’associazione segreta, scioglie la loggia di Gelli. Nel 1993 nasce laGran Loggia Regolare d’Italia.NEL MONDO - E ’ nel 1135 che si accenna per la prima volta alle corpora-zioni di mestiere, mentre nel 1314 Jacques de Molay, ultimo gran maestrodei templari, finisce sul rogo. Nel 1370 a York vengono stesi i RegolamentiMassonici. In Scozia, nel 1717 gli adepti di quattro logge si riuniscono nellataverna dell’Oca e alla Graticola, dando vita alla moderna Massoneria.

L'elenco in ogni prefettura Una trentina i “fratelli” piacentiniBandiera tricolore, compassi e squadre, simboli esoterici

(f f r i . ) L’attuale loggia piacentina è stata fondata nel ‘92 dopo un lungoperiodo di assenza quasi trentennale: l’ultima loggia attiva risaliva allafine degli anni Cinquanta. Ufficialmente sono una trentina i massoni pia-centini iscritti al registro del Grande Oriente d’Italia, coloro cioè iscrittinell’elenco consegnato ogni anno alla prefettura di Piacenza. E’rappre-sentato tutto il mondo del lavoro: imprenditori, pensionati, studenti,industriali, avvocati. Diversi sono i giovani. Il maestro venerabile è unostimato professionista piacentino: un avvocato; affiancato dal primo sor-vegliante e dal secondo sorvegliante. Stanno in carica un anno e sonorieleggibili per tre. Guidano la loggia formata dal fratelli: apprendisti,compagni e maestri. La prima sede della loggia intitolata a Melchiorre

ra s s eg n as t a m p a

Operazione trasparenza: aperte per la prima volta le stanze segrete di Molineria San Nicolò

La massoneria esce dal tempiodi Federico Frighi

22 maggio 2004

Ecco la massoneria piacentina

La loggia attuale è nata nel1991-92 ed è intitolata a

Melchiorre Gioia.La sede sitrova in un ex mulino di noci

nel cuoredella città vecchia

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MASSONERIA/Incontro con il gran maestro Raffi

Nasce una nuova loggia«Una presentazione pubblica è il segno dei tempi»di Valeria Bellantoni

30 maggio 2004

n occasione della nascita della nuova loggia “Giuseppe Garibaldi”, ilgran maestro del Grande Oriente d’Italia, Gustavo Raffi ( f o t o ), si rac-conta in una conferenza stampa tenutasi ieri all’hotel Miramare di

Reggio Calabria. Il passare del tempo cambia la storia degli uomini e dellecose e così anche la massoneria che nell’immaginario collettivo ha semprerappresentato qualcosa di occulto, di oscuro, si propo-ne in una nuova veste e si apre al pubblico portandoavanti così una svolta maturata da un po’di tempo.“La nascita di una nuova loggia viene partecipata allastampa, solo dieci anni fa era inconcepibile” aff e r m aa proposito il gran maestro, “è il segno evidente dicambiamenti che hanno avuto altri passaggi”.I grandi temi dell’Umanità al centro delle riflessio-ni dell’incontro “la massoneria vive il dramma diquesti tempi. Il mondo è sconvolto da guerre, alcu-ne hanno più audiance, ma non solo il conflitto ira-cheno ci deve far pensare. Lo scenario bellico nonsi distrugge con la distruzione del dittatore. La mas-soneria non fa politica, ma non è insensibile aidrammi degli uomini. Quando si arriva ad un con-flitto vuol dire che le vie del dialogo hanno fallito.Noi da sempre poniamo i nostri valori etici comestrada possibile per la risoluzione dei conflitti, biso-gna attivare le condizioni per arrivare ad una soluzione”, nasce da quiuna riflessione sugli attuali strumenti di tutela dell’Umanità “insuff i-cienti a delegittimare una nazione che agisce in contrasto con la cartafondamentale dei diritti umani dell’Onu che, per quanto contenga prin-cipi validi, manca in concreto di uno strumento che riesca a porre solu-zioni concrete a queste guerre frutto di un odio viscerale tra popoli ereligioni. Ci domandiamo se esistano guerre legittime o come possa unoStato essere ammesso se calpest i diritti umani!”.“Bisognere sensibilizzare il mondo politico sulla necessità di un ripen-samento sullo strumento della mozione e nello stesso tempo educareal dialogo quale filosofia necessaria per trovare i percorsi della coesi-stenza tra i popoli e le religioni”.“La cultura del dialogo si costruisce riaffermando la laicità dell’uomo e delloStato rispetto alla religione, l’uomo laico è l’uomo del dubbio, che nel dub-bio si confronta e riesce a trovare delle istanze valide nel suo antagonista”.“La scuola pubblica può divenire il centro propulsore di questa cultu-ra, in questo momento di incontro tra realtà e religioni divese, ragion

per cui anche il veto francese sullo chador mi sembra eccessivo.A ffermare il principio della laicità, vuol dire tutelare la libertà religio-sa che attiene alla sfera privata dell’individuo”. Ed in merito alle ideeche la massoneria intende portare avanti nell’immediato futuro il granmaestro il gran maestri parla di un “laboratorio” di analisi dei valori”

e partendo da una riflessione sui cambiamenti storici e culturali con-seguenti alla caduta del muro di Berlimo” che ha prodotto la distru-zione dei vecchi valori senza che ne fossero già pronti altri sostituti-vi” sottolinea il vuoto che così si è venuto a creare, “tanto che ilmondo oggi è dominato dalle leggi di mercato ed il mercato non haanima. Noi proponiamo la costruzione di un laboratorio di riflessionesui principi e sui valori che pensi al domani, al futuro dell’umanità”.Erano presenti Filippo Papale, maestro venerabile dell’off i c i n a“Bovio”; Peppe Giannetto, maestro venerabile dell’off i c i n a“Pitagora”; Salvatore Chiappalone, maestro venerabile dell’off i c i n a“Giuseppe Logoteta”; Alfredo Mancini, maestro venerabile dell’off i-cina “Giuseppe Mazzini”; Pietro Gallo, maestro venerabile dell’off i c i-na “La Concordia”; Arturo Occhiuto, maestro venerabile dell’off i c i n a“Rhejon”; Antonio Gallipoli, maestro venerabile della “GiuseppeGaribaldi”; Michele Greco, presidente della circoscrizione calabresedei maestri venerabili; il già gran maestro aggiunto del Grande Oriented’Italia, Ettore Loizzo; Ugo Bellantoni, secondo gran sorvegliante.

Gioia era in vicolo Manzini. Demolito lo stabile si èpassati per via Nicolini sino ad arrivare infine in moli-neria San Nicolò. Una sede degna della massoneriadel passato. Un atrio a scalini allungati minacciato daipiccioni, muri possenti con mattoni a vista, soffitti a

volta, alla luce artificiale; nessuna finestra. Su tutto campeggiano com-passo e squadra: l’apertura della mente (il compasso), la rettitudine (lasquadra). L’incontro con il gran maestro onorario e con il maestro vene-rabile piacentino avviene nella Sala dei passi perduti. Uno spazio in cuii fratelli sostano prima di accedere al sacro tempio dove due volte al

mese si celebrano le cerimonie. Tre gli altari: uno per il venerabile e glialtri due per i sor-veglianti, candelabri e segni dello zodiaco alle pareti.In terra, al centro del tempio, su un pavimento a scacchi bianchi e neri, unalavagna di sabbia sulla quale, all’inizio di ogni cerimonia vengono dise-gnati compasso e squadra (cancellati poi al “rompete le righe”). Il gonfa-lone verde del Grande Oriente ed il tricolore italiano sullo sfondo biancocompletano lo sfondo alle spalle del celebrante. Come si entra nella mas-soneria? Su presentazione di un fratello. “Osserviamo la gente che ci staintorno - dice il venerabile - dopo di che, se dà qualche segnale di volerapprofondire i valori morali che perseguiamo, facciamo la prop o s t a ” .

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salito a sette il numero delle logge massoniche presenti in città.Ieri sera, infatti, è stata inaugurata la loggia “GiuseppeGaribaldi”. Va ad aggiungersi alle sei già attive nel capoluogo:

“Pitagora”, “Giovanni Bovio”, “G. Logoteta”, “Giuseppe Mazzini”, “LaConcordia” e “Rhegion”. A tenere a battesimo la nuova officina c’eral’avvocato Gustavo Raffi, gran maestro del Grande Oriente d’Italia diPalazzo Giustiniani. La cerimonia dell’innalzamento delle colonne si èsvolta, in forma rituale, nel tempio allestito nei locali dell’Oasi diPentimele. In mattinata l’avvocato Raffi aveva incontrato i giornalistiall’hotel Miramare per parlare dell’iniziativa: «Una decina di anni addie-tro – ha detto preliminarmente il gran maestro – non sarebbe stato con-cepito dare alla stampa notizie sull’inaugurazione di una loggia. I tempisono cambiati». Poi Raffi ha spiegato l’importanza della scelta del nome:«Garibaldi è più famoso di Washington e di Napoleone. L’eroe è mortonel 1882 ma già nel 1862 c’erano tre logge intestate a lui nel mondo, inparticolare a New York, Ancona e Livorno». Nel suo discorso Raffi haaffrontato i grandi temi di attualità. A cominciare dalla situazione ira-

chena: «La massoneria vive il dramma di questi momenti. Non è solo ilconflitto in Iraq che ci deve far pensare. Non vogliamo fare politica maè indubbio che non si può stare ad assistere passivamente mentre ilmondo va a rotoli. Lo dicevamo già lo scorso anno che non si potevapensare alla distruzione di una dittatura per far nascere automaticamenteuna democrazia. Quale strada seguire? Noi riteniamo che non ci sianoalternative all’affermazione della cultura del dialogo. Dobbiamo lavora-re decisamente allo sviluppo della capacità di dialogare, di confrontarsi,di superare egoismi e posizioni preconcette». E a tal proposito Raffi sot -tolinea il ruolo della scuola pubblica «come momento di incontro, con-fronto, dialogo tra le giovani generazioni» per creare il terreno fertile asuperare fanatismi e integralismi. Il gran maestro Gustavo Raffi haammonito a non dimenticare che la società odierna è dominata da logi-che di mercato che non hanno anima: «La massoneria rivendica il suoruolo e la sua funzione non al rimorchio di aggregazioni ma come realtàfatta di uomini che hanno idee diverse ma hanno la capacità di confron-tarsi e trovare la soluzione ai problemi». (p.t.)

Il gran maestro Raffi ha inaugurato la loggia “Garibaldi”

Disponibilità al confronto30 maggio 2004

ra s s eg n as t a m p a

Il sindaco e la Marina a Caprera. Il ricordo dei massoni e di Birardi «Solo lui voleva unita l’Italia»

Garibaldi nel giorno della Repubblicadi Andrea Nieddu

3 giugno 2004

anno iniziato le visite prima gli studenti dell’istituto nauticoDomenico Millelire e del liceo classico Giuseppe Garibaldi, chehanno partecipato alla crociera storico-commemorativo dell’im-

presa dei Mille che hanno ripercorso la storica impresa garibaldina da Quartoa Marsala e hanno deposto una corona d’alloro a nome dell’istituto studigaribaldini il cui presidente è il pronipote dell’eroe, Giuseppe Garibaldi jun-i o r, che assieme all’ex sindaco Mario Birardi, facente parte del consigliodirettivo, hanno sostato di fronte alla tomba.«Un modo diverso e singolare - ha detto Giuseppe Garibaldi junior - perchénon è stato fatto con gli studenti, ma dagli studenti. Finalmente i più giova-ni, grazie anche alla loro esperienza nella crociera sulla nave Ve s p u c c i ,hanno scoperto il valore di essere italiani». Mario Birardi, conoscitore dellastoria di Garibaldi, è soddisfatto anche perché è il primo anno che l’istitutostudi garibaldini è presente e spera che queste manifestazioni si possonor i p e t e r e . Subito dopo è toccato alla loggia massonica Giuseppe Garibaldidella Maddalena e al maestro venerabile del Grande Oriente d’Italia, ilnotaio Emilio A c c i a ro deporre la corona a nome, oltre quella della loca-le sezione, anche quella del grande maestro d’Italia (gran maestro delGrande Oriente d’Italia). Alla provocazione su Garibaldi che ha unitol’Italia e che, percontrasto, oggi, peril suo ricordo, si fanno non una maq u a t t ro commemorazioni, A c c i a ro risponde così: «La risposta arriva -inizia A c c i a ro - da Massimo D’Azeglio che nel suo libro “Le mie memo-rie” ha scritto una frase curiosissima che però è stata stravolta: “l’Italiasi è fatta, purt roppo non si fanno gli italiani”. Abbiamo ancora il re g n oLombardo Veneto, il regno di Sardegna, il Granducato di Toscana, ilregno di Napoli delle due Siciile... Non è cambiato niente. L’Italia nonc’è ancora e nessuno lavora ancora la voleva fare ».La cerimonia ufficiale è stata organizzata dall’amministrazione e dalla mari-na militare con la presenza del sindaco Giudice e del comandante Palopoli

che hanno, di fronte al picchetto d’onore, deposto le due corone, lasciando poiil posto alle altre quattro fra cui quella della comunità di Nizza che ha volutoonorare Garibaldi con la sua presenza. Corona anche dall’associazione nazio-nale Garibaldi “Mille donne per l’Italia” la cui presidente è Anita Garibaldi,figlia di Ezio e Speranza, nipote di Ricciotti Garibaldi, figlio di Giuseppe. Duetrombettieri poi hanno intonato la nota dell’inno Fratelli d’Italia. Anita ha poiparlato di Garibaldi come un grande italiano e uomo di livello internazionale,conosciuto in tutto il mondo. Ha poi dato la parola al colonnello Dos Santosche rappresenta il Brasile in Italia e alla delegazione Nizzarda. ( . . . )

Da destra: Emilio Acciaro, maestro venerabile della “Giuseppe Garibaldi” di La Maddalena; la sovrintendente delCompendio Caprera, Valle Pais; Sebastiano Ragnedda, secondo sorvegliante della stessa officina maddelenin a .

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Erasmo Notizie 11-12/2004 Pagina 13

ROSSETO - Cinque lustri di una esistenza .fondata sull’aiutoreciproco. Stiamo parlando della Loggia massonica FrancescoBaracca (973) del Grande Oriente d’Italia, nata a Grosseto il 5

giugno del 1979. Un primo quarto di secolo festeggiato con un convegnopubblico sull’“Impero storico della Massoneria nel Sociale”. Ne è emer-so un quadro interessante di grande valore storico che, ribaltando i luo-ghi comuni, ha permesso di cogliere una immagine nuova della congre-gazione. “Volevamo testimoniare in modo pubblico quelli che sono gliinteressi e le iniziative di questa antica istituzione - ha commentato PaoloPisani, maestro venerabile della Loggia grossetana – che si rifà al GrandeOriente d'Italia di Palazzo Giustiniani, da sempre impegnata nel sociale”.II convegno si è articolato alla presenza dei rappresentanti della SocietàUmanitaria di Milano e degli Asili Notturni di Torino, nelle cui relazioniè apparso evidente l’impegno che fin da primi del ‘900 ha contraddistin-to la massoneria e che si ritrova nell'azione meritoria del grossetanoEttore Socci, la cui figura è stata ricordata da Vinicio Serino. Ne è emer-so un Socci interessato a risolvere i problemi legati al lavoro minorile, aquello femminile e addirittura al divorzio, antesignano di Loris Fortunae dei partiti radicali e socialisti. La giornata commemorativa, per la qualele Poste Italiane hanno emesso uno speciale annullo Filatelico creato gra-

ficamente da Edo Cei, è proseguita nel pomeriggio con l’ufficializzazio-ne di un gemellaggio con le altre due omonime Logge, quelle di Lugo diRomagna e di Perugia, sotto lo sguardo di Arturo Pacinotti, presidentedel Collegio circoscrizionale dei maestri venerabili e del Gran MaestroAggiunto del Goi, il labronico Massimo Bianchi.

MASSONERIA

La loggia festeggia i 25 annidi Carlo Sestini

Per ricordare la dignità di Giordano Bruno Ferraridi Aldo Chiarle

7 giugno 2004

29 maggio 2004

ra s s eg n as t a m p a

ei locali del Museo Storico della Liberazione di Roma, in quella viaTasso tristemente famosa per le torture dei carnefici nazisti controquanti lottavano per la libertà e per la dignità di ogni uomo, è stato

presentato il volume “Giordano Bruno Ferrari -L’amore per la pittura e il senso della Patria”.Giordano Bruno Ferrari, artista, uomo mite, figliodi Ettore Ferrari che fu per ben undici anni granmaestro della massoneria italiana, subito dopo l’8settembre ‘43 entra nella Resistenza romana,facendo del suo studio in via Margutta un centrodi ritrovo e di collegamento di patrioti. Passa benpresto al Fronte Clandestino di Resistenza instretta attività con Fabrizio Vassalli, capitanod’artiglieria (fratello di Giuliano uno dei capidella Resistenza romana e successivamente parla-mentare di spicco del Partito Socialista). La suaattività è intensa e rischiosa tanto che il 13 marzodel 1944 fu arrestato con altri elementi del suogruppo e seviziato atrocemente. Durante il pro-cesso non volle difendersi e il 27 aprile fu con-dannato a morte. La mattina del 23 maggio, le“SS” fecero uscire dalla cella il capitano FabrizioVassalli, Corrado Vinci, il professor Giordanobruno Ferrari, il tenente Salvatore Grasso e Paolo Bergamini. Alla “SS”che li invita a prendere i pochi vestiti che avevano perché stavano per

essere trasferiti di carcere, Ferrari risponde: “Sappiamo che ci state por-tando dinanzi al plotone di esecuzione e non abbiamo bisogno di men-zogne: nessuno di noi ha paura di morire”. E vennero fucilati il 24 mag-

gio al forte Bravetta. La presentazione del libroha visto l’introduzione di Luigi zaccheo, presi-dente del Consorzio Biblioteche dei MontiLepini, una relazione di Flavia Pasquali, coordi-natrice del Progetto sulla memoria storica e unintervento di Dino Fioravanti, direttore dellaBiblioteca del Grande Oriente d’Italia.Fioravanti ha illustrato la figura del grande martire conun episodio qualificante: poco prima dell’esecuzioneentrò nella sua cella un giovane prelato, cappellanodelle prigioni. ad uno a uno si confessano. L’ u n i c oassente e bruno Ferrari che dice “Padre, io sono figliodi Ettore Ferrari, gran maestro della massoneria, me nericordo specialmente in questo momento e con queisentimenti ereditati dalla mia famiglia intendo mori-re”. Ha infine preso la parola Gustavo Raffi, granmaestro della massoneria che ha affermato che la mas-soneria è sempre stata dalla parte della libertà ed èintenzionata ad “aprirsi” sempre più verso la società.L’autore del libro Ettore Passalalpi Ferrari, visibil-

memente commosso per gli attestati di stima verso i suoi grandi avi, hachiuso questa giornata di intenso calore.

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Pagina 14 Erasmo Notizie 11-12/2004

o p i n i o n i

Intervista al sociologo francese che ha firmato il «Rapporto» su Stato e religioni presentatoin Italia da Sergio Romano ed Enzo Bianchi

«Laici alla francese, senza veli o kippà»Touraine: «Non possiamo assistere inermi alla nascita di nuovi ghetti e alla contrapposizione tra fedidi Dario Fertilio

i cercano i laici, spasmodicamente. Lo scopo è nobile: garantire l’u-guaglianza religiosa a tutti. Oltre che, naturalmente, la separazionefra Chiesa e Stato e la libertà di coscienza. Ma, se per arrivarci fosse

necessario approvare anche da noi, come in Francia, una legge che proibi-sce alle studentesse di portare il velo islamico nelle scuole? O che vieta leostentazioni di fede religiosa nelle aule, come le “grosse croci” e anche la“kippà”, lo zucchetto ebraico? O che impone di staccare dalle pareti degliedifici pubblici il crocifisso, simbolo indebitamente confessionale? Eccolo,in tutta la sua crudezza, il dilemma moderno della laicità: quasi una provo-cazione in anni di fondamentalismi religiosi e ipotetici scontri fra civiltà.Tutto questo non vale per Alain Touraine. Giunto alla soglia degli ottan-t’anni, celebre sociologo francese della École des Hautes Études, puòpermettersi le sue opinioni: appassionatamente laiche e parecchio intran-sigenti. Avvolte, d’altra parte, in un’aura di flessibilità e moderazione.Che cos’è, allora, questa “laicità” di cui invoca l’avvento?«II terreno su cui fondare, con la separazione della Chiesa dallo Stato,una autentica libertà di coscienza».Un passato da simpatizzante per il Sessantotto parigino, inteso come trionfo dellacreatività e dell’immaginazione al potere, un presente da progressista moderata-mente critico della globalizzazione (ma allergico alla egemonia del mercato e alliberismo), Alain Touraine ha fatto parte, in posizione eminente, di quella com-missione che in Francia ha posto le basi per affermare i famosi principi della lai-cità. Con il titolo R a p p o rto sulla laicità quel testo esce oggi (20 maggio 2004) i nedizione italiana da Scheiwiller, corredato da una prefazione di Sergio Romanoe da un altro scritto di Enzo Bianchi, fondatore della comunità monastica di Bose.Cautamente favorevole, Romano, alle tesi laiche della commissione francese,benché scettico sulla possibilità di applicarne i princìpi al cattolico e concordata-rio popolo italiano. Decisamente critico, invece, Enzo Bianchi, e comprensibil-mente preoccupato per il rischio di limitazione delle libertà religiose.Lei non crede, pro f e s s o r Touraine, che dietro a questa supremazia dellospirito laico possa nascondersi qualche pericolo vagamente autoritario?« Teniamo presente la tradizione francese, che prevede una separazionecompleta fra religione e Stato. Noi non siamo l’America o l’Inghilterra,dove le due dimensioni sono mescolate. O anche la Scandinavia, dove esi-ste pur sempre una religione ufficiale, quella luterana. Ebbene, questorecupero della laicità francese, secondo me, non ha niente di arcaico: è unmodo di facilitare il pluralismo e garantire la libertà di scelta e di parola».Il rapporto, che anche lei ha contribuito a stendere, includere nellasfera pubblica, isolata dalle influenze confessionali, la scuola fino allesoglie dell’università, le carceri e gli ospedali, i tribunali, i luoghi dilavoro e di sport. Non si finirà col negare le diversità delle culture edelle fedi in troppi campi della vita associata?«Il vero pericolo, che è andato crescendo con gli anni, è l’invasione del“comunitarismo", cioè la costituzione di gruppi chiusi al resto della società.Qui non si tratta soltanto di vietare il velo, benché questo sia evidentemen-te una ostentazione di appartenenza religiosa; bisogna impedire la creazio-ne di ghetti, le separazioni tra le fedi. Come potremmo tollerare l’esclusio-ne delle ragazze dalla lezione di ginnastica o da quella di storia o il divietodi ricevere consigli sulla sessualità? E’il momento di affermare con deci-sione: noi siamo per la mescolanza degli individui, delle religioni, dellefedi, affinché tutto possa essere sottoposto all’esame critico della ragione».Ma perché agire adesso, nel mezzo di una crisi molto seria nel

r a pporto fra Cristianesino e Islam?«Perché il conflitto in Medio Oriente fraisraeliani e palestinesi ha provocato lacrescita di un antisemitismo d’estremasinistra in Europa. E poi perché, a poco apoco, l’immigrazione e l’approfondirsidelle differenze economiche hanno favo-rito la comparsa dei ghetti. In molte situa-zioni familiari le ragazze musulmane sono addirittura prigioniere. Non nego leeccezioni, esiste, ad esempio, il movimento femminista “Né prostitute né sotto-messe” e, fra i miei allievi, c’è una ragazza bravissima, ingegnere informatico,nota anche per il suo attivismo religioso. Ma bisogna dare un segnale: per que-sto, per la libertà di pensiero, lo Stato francese è disposto a dare battaglia».Proibendo il velo o, magari, le “grandi croci” nei luoghi pubblici? «Ammetto che si tratta di una legge d'eccezione, ma anche la condizionestorica in cui ci troviamo lo è. L’importante è applicare le regole con mode-razione, sperando che di fatto non si verifichi mai nessuna espulsione».Una legge come quella francese si potrebbe esport a re anche in Italia? «Certo da noi, in Francia, non si porrebbe neppure il problema del crocifissonelle scuole, una legge lo impedisce da anni, con l’eccezione storica dell’Alsazia.Ma la verità è che in Italia gli immigrati musulmani sono nettamente meno cheda noi, dove toccano i cinque milioni. E poi, a parte il Concordato, a Roma c’èun Papa come Wojtyla, che esercita un’enorme influenza. Direi che la società ita-liana ha già abbastanza problemi, compreso il suo declino complessivo nell’am-bito dell’Europa e l’esaurirsi della sua spinta alla creatività, perché debba aff r o n-tare e rendere più scottante anche la questione dei musulmani».Lei vorrebbe che si scrivesse sulle facciate di tutte le scuole il motto dellarivoluzione francese, libertà, uguaglianza, fraternità. E magari anche lac reazione di una “giornata della Marianna”, una testa rigorosamente laica.«Ma resto assolutamente contrario a una morale di Stato, perché il cittadi-no non può essere considerato al suo servizio: se mai è il contrario. E respin-go altrettanto decisamente l’idea di una “morale repubblicana”, una inven-zione delle classi medie, una copia mediocre della tradizione cattolica».Ma questo laicismo non è un po’a rtificioso, astratto, un ideale futuribile... «E invece si potrebbe applicare da subito, concretamente, già nellaCostituzione europea. Riconoscere l’enorme influsso del Cristianesimo nellanostra storia non ci obbliga affatto a inserirlo nella Carta fondamentale».Resta da domandarsi dove siano i politici laici desiderosi di battersiperqueste idee. Lo è Bush?«Certo, no. Mi disgusta quel suo rivolgersi a Dio e poi lanciare le bombe». Blair, Prodi, Berlusconi?«No, direi, no».E allora dove li troveremo questi campioni del pensiero laico?«Forse partendo dalle scuole, da un insegnamento critico del fatto reli-gioso, dagli studenti che devono avere il diritto di imparare senza tradi-re i loro principi e le loro tradizioni, sapendo che lo Stato non imponeniente a nessuno, salvo la tolleranza».Allora c’è il modello francese nel nostro futuro?«Tutta l’Europa ha guardato con interesse al lavoro della nostra commis-sione. Noi francesi siamo stati costretti ad affrontare per primi il proble-ma, ma so che tanti in Italia riflettono con interesse su quello che stiamofacendo». (“Corriere della Sera”, 20 maggio 2004)

il “rapporto sulla laicità” è statoapprovato dal parlamento francese

e trasformato in legge nel marzoscorso/ altri stati europei, comel'olanda e, più recentemente, la

gran bretagna, hanno imboccatouna strada simile a quella

francese, volta a ridimensionare ilmulticulturalismo e a evitare i

"ghetti" religiosi ed etnici.

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Erasmo Notizie 11-12/2004 Pagina 15

o p i n i o n i

Lezioni Bobbio

Facciamo una lista dei diritti essenzialidi Michael Walzer

Ecco una sintesi parziale dell’intervento che il filosofo americano

Michael Walzer ha tenuto il 31 maggio 2004 al Teatro Regio di Torino.

onveniamo che gli omicidi di massa, la pulizia etnica e la creazio-ne di campi di lavoro coatto siano non solo degli atti barbari ed inu-mani, ma violazioni di diritti umani che dovrebbero essere aff r o n-

tate, laddove possibile e nel caso in cui tutte le altre strade siano fallite, tra-mite intervento militare da parte di stati vicini, coalizioni di stati o da partedi una forza internazionale. Conveniamo anche che coloro che perpetranotali crimini dovrebbero essere destituiti e, se possibile, assicurati alla giusti-zia davanti ad una corte internazionale: pensate alla Corte penale interna-zionale. Abbiamo così una concezione minimale di diritti (comprensiva divita, libertà e non molto altro), una descrizione approssimativa degli agentiresponsabili della loro garanzia e della punizione e, infine, la disponibilitàad usare la forza come mezzo di coercizione in casi estremi.Ciò su cui abbiamo convenuto è, credo, più o meno effettivo in molteparti del mondo, anche se le persone differiscono ampiamente quanto alsuo significato. Potremmo pensare l’intervento umanitario come il primoesempio di azione volta alla garanzia dei diritti umani su scala globale,contestata, incompleta, incerta, ma comunque un esempio di qualcosache finora non è esistito. La questione che voglio porre è: quanto lonta-no possiamo, o dobbiamo, spingerci oltre questo esempio? Quale espan-sione (o revisione) di queste tre idee - diritti, responsabilità (agency) egaranzia (enforcement) - è necessaria, se vogliamo creare o, più mode-stamente, immaginare una società internazionale migliore di quella cheabbiamo? (...) Perché non dichiarare, semplicemente, che tutti gli esseriumani hanno diritto alla vita e alla libertà (come ho fatto), per poi cerca-re i modi per garantire quel diritto? E perché non aggiungere alla listacibo e casa, educazione e cura sanitaria, e un minimo di tempo libero? Sestiamo solo “dichiarando” diritti umani, c’è la tentazione di fare una listalunga, come fecero le Nazioni Unite nel 1948, nella loro Dichiarazione.Ma ciò sembra troppo facile. Non abbiamo diritti solo perché ci piace-rebbe averli. Volerli non basta.(...) Se abbiamo diritti, allora abbiamo un diritto ad avere diritti eff e t t i v i .Dov’è l'obbligo correlativo? Presumibilmente esso ricade dapprima suinostri amici e sui nostri vicini: deve agire in questa maniera ogni gruppo dipersone che per ragioni di affinità o prossimità sia capace di costituirsi comeagente collettivo per proteggere se stesso e terzi. Questo è il modo in cuinascono, secondo una nota teoria politica, stati dotati di legittimazione.Cosa possiamo dire, allora, quando le persone si trovano in uno stato che nonfa ciò che dovrebbe fare? Quando manca, cioè, nella protezione dei diritti deisuoi cittadini alla vita e alla libertà, o li vìola attivamente. Voglio chiedere sequeste persone hanno un diritto ulteriore ad un superstato, che sarebbe obbli-gato ad entrare e proteggerli dalla violenza del loro stato. E dal momento chetale super-stato non c’è e che le Nazioni Unite, che almeno in casi estremipotrebbero rivestire questo ruolo, ancora nomo fanno, nondimeno questoobbligo di protezione esiste? E, se così fosse, dove può insediarsi nell’ambi-to della società internazionale? Con riferimento a stragi, pulizia etnica eschiavitù, abbiamo una risposta possibile: gli stati che possono interveniredevono intervenire, anche militarmente se ogni altra strada fallisce.(...) Va notato che nella società nazionale (d o m e s t i c), polizia ed ufficiali della sani-tà pubblica non intervengono solo quando si sta compiendo un crimine, la gente stamorendo di fame o una malattia si sta rapidamente diffondendo. Anticipano, sem-mai, il pericolo ed agiscono per prevenire la sua manifestazione. Abbiamo bisogno

di questo tipo di anticipazione nella società interna-zionale, ed una sua versione dovrà dare un qualchesignificato concreto a quel “diritto ad avere diritti” cheè anche il diritto ad avere uno stato. Con un’idea unp o ’campata per aria, ho ascritto l’obbligo correlativo,in primo luogo, ad amici e vicini, ma ora devo esten-dere l’obbligo a soggetti più organizzati. Stati chehanno fallito o che falliscono nello svolgere la propriafunzione sono la causa chiave di molti dei disastridella storia recente (...). Una volta che il fallimento simanifesta in maniera piena ed ha avuto inizio la guer-ra di tutti contro tutti, può non esserci modo di fron-teggiarla se non tramite intervento militare. Prima chequesto capiti, però, ci sono strade alternative emigliori. Immaginate che stati efficienti, che agi-scono, magari, attraverso le Nazioni Unite o qual-che altra agenzia internazionale, si fossero preparati a fornire assistenzamateriale ai governi in lotta contro il fallimento dell’azione statale: a cam-biare i termini del commercio, assistere lo sviluppo agricolo, abbassare icosti delle medicine, inviare dottori e infermiere, addestrare la polizia, e cosìvia. Immaginate che tali stati avessero rotto le relazioni politiche e commer-ciali con i governi predatori di stati falliti (failing states). Immaginate che sifossero rifiutati di riconoscere la validità di contratti stipulati con dominato-ri che vendano le risorse del proprio Paese per profitto personale.Immaginate che avessero sostenuto movimenti politici e governi in esilioimpegnati nel rispetto dei diritti umani. Queste e altre p o l i c i e s collegate nonbastano a garantire i diritti, ma aiuterebbero a stabilire le condizioni in cui idiritti potrebbero essere garantiti. E renderebbero i disastri (d i s a s t e r s) menofrequenti e meno disastrosi (d i s a s t ro u s). Le persone che vivono in stati falli-ti hanno diritto a questo tipo di aiuto? Suggerisco di sì, ma mi limito ad una rgomento più modesto: se hanno diritto ad essere aiutati dopo, quando leuccisioni cominciano o la fame sta riscuotendo il suo dazio, allora è certa-mente prudente agire come se essi avessero diritti prima del diffondersi diuccisioni e fame. (...) Ma gli stati non proteggono i loro cittadini solo contromassacri, fame e altri mali associati. Nella loro versione migliore, essi prov-vedono ad un spettro di protezione e garanzia molto più ampio, che corri-sponde all’incirca alla più ampia agenda degli attivisti di diritti umani.L’agenda non è infinitamente ampia. Questi attivisti non affermano necessa-riamente che ognuno al mondo ha diritto, poniamo, alle ferie pagate, il dirit-to su cui si fa più ironia tra quelli dichiarati dalle Nazioni Unite. Ma certa-mente affermeranno che ognuno ha diritto alla libertà religiosa; e ad un nume-ro di ulteriori libertà, per esempio ad associarsi e ad esprimere le proprie opi-nioni politiche; così come all’educazione e all’impiego e alla contrattazionecollettiva con i propri datori di lavoro; e ad una vecchiaia sicura e degna. Tu t t iquesti diritti sono garantiti, lo sono talvolta o lo possono essere, dallo Stato.(...) Nel frattempo, la lista breve (s h o rt list) di diritti globali che ho difeso richie-de ancora un grande lavoro. Se gli uomini e le donne nel mondo devono essereprotetti da tutti i disastri della vita collettiva causati dall’uomo e dagli assassini edalle morti in cui siano implicati stati, corporations o individui, abbiamo bisognodi nominare tutti i soggetti che hanno responsabilità, quelli che non avrebberodovuto fare quello che hanno fatto, quelli che avrebbero dovuto fare quello chenon hanno fatto, e quelli che devono agire subito a causa di quello che gli altri,rispettivamente, hanno e non hanno fatto. (traduzione di René Capovin)

(“La Repubblica”, 28 maggio 2004)

michael walzer ha

inaugurato il ciclo di

lezioni "etica e politica"

dedicato a norberto

bobbio/gli incontri, che

proseguiranno fino al

novembre prossimo, sono

stati promossi dalle

maggiori fondazioni e

istituzioni torinesi

insieme alla rivista r e s e t/

sono in calendario le

lezioni di umberto eco,

giovanni sartori, amartya

sen, stefano rodotà,

gustavo zagrebelsky,

oscar luigi scalfaro e

giuliano pontara

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Periodico informativo culturale Anno VI, Numero 11-12, 15-30 giugno 2004

Direttore Responsabile Pasquale Santamaria

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