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Dal profondo grido a te, Signore Signore, ascolta la mia voce i tuoi orecchi siano attenti alla voce della mia supplica. Vieni a salvarmi Signore perché tu vuoi donarmi la tua vita anche se sono peccatore A te lode o Padre mio creatore A te grazie Figlio mio salvatore A te benedizione spirito di vita Salmo 140 (139) HANNO LINGUE UGUALI A SERPENTI Così ti preghiamo pure noi, Signore. È l'orante che deve farsi voce anche di chi non ha voce: voce di malati, voce di perseguitati, di perduti. Voce di chi benedice e di chi maledice. Noi non sappiamo di chi sia questa preghiera: chi sia questo anonimo, vittima della violenza e della calunnia, dentro un mondo di guerre. Sap- piamo però che sono infiniti i poveri che non hanno alcuna possibilità umana di difendersi e di sperare. Per tutti questi infiniti poveri, soli: zimbelli - ad esempio - di questa stampa da padroni, di questa immensa orchestra di mass-media, lumi- nosi solo di menzogne; per tutti questi infiniti poveri, a volte abbandonati perfino da uomini della religione; per tutti costoro, - e sono moltitudini -, cui solo tu ri- mani, Signore, noi ti preghiamo. Questa supplica ardente contro nemici perversi e crudeli, segnata in qualche punto da varie difficoltà interpretative, è affidata a due movimenti. Il primo, nei vv. 2-6, è un'implorazione contro nemici simili a vipere in furia, pronti sempre a colpire con le loro parole maligne. Il secondo movimento (vv. 7-12) è, invece, centrato sul simbolo del capo: «Signore, nella lotta riparami il capo», invoca l'o- rante (v. 8) e continua con una maledizione: «Stronca il capo di quanti mi assal- gono» (v. 10). Sui nemici, poi, il poeta vede piombare il giudizio di Dio simile a una pioggia di fuoco (v. 11) come quella di Sodoma e Gomorra (vedi Genesi 19 e l'allusione di Paolo in Romani 12,20). La supplica sfocia, allora, in una professione di fede finale: «So che i,miseri Dio difende, egli fonda il loro diritto» (v. 13). E questa la luce che sostiene il giusto anche nell'oscurità della persecuzione.

Salmo 140 (139 )€¦ · Salmo 140 (139 ) HANNO LINGUE UGUAL AI SERPENTI Così ti preghiam puro e noi Signore, È. l'orante che deve fars voci e anche d i chi non ha voce: voce di

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Page 1: Salmo 140 (139 )€¦ · Salmo 140 (139 ) HANNO LINGUE UGUAL AI SERPENTI Così ti preghiam puro e noi Signore, È. l'orante che deve fars voci e anche d i chi non ha voce: voce di

Dal profondo grido a te, Signore Signore, ascolta la mia voce

i tuoi orecchi siano attenti alla voce della mia supplica. Vieni a salvarmi Signore perché tu vuoi donarmi la tua vita

anche se sono peccatore

A te lode o Padre mio creatore A te grazie Figlio mio salvatore A te benedizione spirito di vita

Salmo 140 (139)

HANNO LINGUE UGUALI A SERPENTI

Così ti preghiamo pure noi, Signore. È l'orante che deve farsi voce anche di chi non ha voce: voce di malati, voce di perseguitati, di perduti. Voce di chi benedice e di chi maledice. Noi non sappiamo di chi sia questa preghiera: chi sia questo anonimo, vittima della violenza e della calunnia, dentro un mondo di guerre. Sap-piamo però che sono infiniti i poveri che non hanno alcuna possibilità umana di difendersi e di sperare. Per tutti questi infiniti poveri, soli: zimbelli - ad esempio -di questa stampa da padroni, di questa immensa orchestra di mass-media, lumi-nosi solo di menzogne; per tutti questi infiniti poveri, a volte abbandonati perfino da uomini della religione; per tutti costoro, - e sono moltitudini -, cui solo tu ri-mani, Signore, noi ti preghiamo.

Questa supplica ardente contro nemici perversi e crudeli, segnata in qualche punto da varie difficoltà interpretative, è affidata a due movimenti. Il primo, nei vv. 2-6, è un'implorazione contro nemici simili a vipere in furia, pronti sempre a colpire con le loro parole maligne. Il secondo movimento (vv. 7-12) è, invece, centrato sul simbolo del capo: «Signore, nella lotta riparami il capo», invoca l'o-rante (v. 8) e continua con una maledizione: «Stronca il capo di quanti mi assal-gono» (v. 10). Sui nemici, poi, il poeta vede piombare il giudizio di Dio simile a una pioggia di fuoco (v. 11) come quella di Sodoma e Gomorra (vedi Genesi 19 e l'allusione di Paolo in Romani 12,20). La supplica sfocia, allora, in una professione di fede finale: «So che i,miseri Dio difende, egli fonda il loro diritto» (v. 13). E questa la luce che sostiene il giusto anche nell'oscurità della persecuzione.

Page 2: Salmo 140 (139 )€¦ · Salmo 140 (139 ) HANNO LINGUE UGUAL AI SERPENTI Così ti preghiam puro e noi Signore, È. l'orante che deve fars voci e anche d i chi non ha voce: voce di

2 Dall'iniquo tu salvami, o Dio: allontana la gente violenta, 3 i malvagi che traman sventure e ordiscono guerre ogni giorno. 4 Hanno lingue uguali ai serpenti e le bocche di vipere in furia; 5 dalle mani dell'uomo violento e dagli empi difendimi, o Dio. Essi voglion che vada in rovina, 6 i superbi mi tendono lacci, funi stendono come una rete, la mia via è piena di agguati.

7 Così prego: tu sei il mio Dio, tu ascolta il gemito mio: 8 tu salvezza e forza, Signore, nella lotta riparami il capo. 9 Non dar mai vittoria all'empio, mai i lor piani riescano, o Eccelso: 10 stronca il capo di quanti mi assalgono, nel lor male essi sian sommersi. 11 Bragi ardenti gli piovan sul dorso, e nel baratro buttali a morte: 12 mala lingua non duri nel mondo, la divori la stessa calunnia.

13 So che i miseri Dio difende, egli fonda il loro diritto: 14 a te cantino i giusti, Signore, sotto il tuo sguardo vivano i santi.

Ogni vittima in lui ora canti: egli è il Risorto dai morti ora assiso alla destra del Padre, a lui grazia e potenza nei secoli.

Momento di silenzio: come identifico questo nemico nella mia vita?

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Preghiera

Tu sei l'unica fonte

dei diritto dei poveri, Signore,

poiché ipoveri nei nostri codici

non hanno diritti:

ascolta la preghiera di questo povero senza nome,

preghiera che noi deponiamo

- irrorata dal sangue di tutte le vittime del mondo -

nel costato sempre aperto del tuo Figlio,

perché la santifichi con la sua pietà.

Amen.

Benediciamo il Signore

Rendiamo grazie a Dio

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PROPOSTA PER LA SETTIMANA

Prendersi un po' i tempo per prepararsi al sacramento della riconciliazione in occasione dell Pasqua

I vizi o peccati capitali sono quelli a cui la natura umana caduta è particolar-mente incline. Per questo è molto importante per chiunque voglia avanzare sulla via della santità imparare a individuare queste tendenze nel proprio cuore e a esaminarsi su questi peccati.

Catechismo #1866: "I vizi possono essere catalogati in parallelo alle virtù alle quali si oppongono, oppure essere collegati ai peccati capitali che l'esperienza cristiana ha distinto [...]. Sono chiamati capitali perché generano altri peccati, altri vizi. Sono la superbia, l'avarizia, l'invidia, l'ira, la lussuria, la golosità, la pi-grizia o accidia".

II termine "capitale" non si riferisce alla grandezza del peccato, ma al fatto che dà origine a molti altri peccati. Secondo San Tommaso, un vizio capitale è quel-lo che ha un fine eccessivamente desiderabile, di modo che desiderandolo un uomo commette molti peccati, tutti originati da quel vizio, che ne è la fonte principale.

Ciò che si desidera o si rifiuta nei vizi capitali può essere materiale o spirituale, reale o immaginario. Abbiamo tutti una tendenza verso i peccati capitali, che dobbiamo controllare conoscendo e sviluppando le virtù contrarie a ciascuno di questi peccati.