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Schemi motori di base Elena Conti - Bruno Mongiat

Schemi motori di base

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Schemi motori di baseElena Conti - Bruno Mongiat

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ELENA CONTI

Diplomata all’ISEF di Bologna nel 1983, dopo aver seguito dei corsi di perfezionamento per l’attività motoria dell’infanzia presso il Dipartimento della Pubblica Educazione - Ufficio dell’Insegnamento Primario di Lugano, ha insegnato Educazione Fisica nella Scuola Media come Titolare di Cattedra.Docente periferico della Scuola Nazionale dello Sport del CONI - Roma - per il Friuli Venezia Giulia dal 1986, ha collaborato alla formazione dei Tecnici dei Centri di Avviamento allo Sport e all’aggiornamento delle maestre della Scuola dell’Infanzia e Primaria.Da alcuni anni cura in modo particolare l’educazione motoria nella scuola dell’infanzia collaborando con le maestre nell’attività pratica con i bambini.Fa parte dello Staff Tecnico del Comitato Provinciale CONI di Udine.

BRUNO MONGIAT

“Carnico e sportivo dalla nascita”, risiede a Tolmezzo da dove parte per delle escursioni “rigeneratrici” sui monti dell’intera cerchia alpina.Tolta una brevissima parentesi giovanile in fabbrica, ha operato e vissuto sempre nel mondo scolastico dapprima come insegnante -scuola elementare ed istituto magistrale- e poi, laureatosi in Pedagogia, come direttore didattico.Responsabile dell’attività scolastica della F.I.G.C. - Settore Giovanile e Scolastico - Comitato di Tolmezzo, Fiduciario CONI per la Carnia e componente lo Staff tecnico C.A.S. della provincia di Udine, è autore di pubblicazioni sui temi delle proposte didattiche in ambito motorio e promotore di svariati progetti finalizzati allo sviluppo dell’attività di gioco-sport per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria.

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Gli schemi motori di base rappresentano la capacità generale di programmare, realizzare e controllare un movimento e quella di memorizzare le soluzioni operative attuate, per poterle riutilizzare in situazioni analoghe. Coinvolgono sia l’apparato locomotore, (l’effettore o il “motore” del movimento) e soprattutto quello di progettazione e di controllo del movimento stesso (sistema nervoso centrale e periferico).L’apprendimento di uno schema motorio si basa sulla tracciatura, in alcune aree del cervello, di “mappe di apprendimento motorio”. Esse consistono in speciali “circuiti preferenziali” di connessioni tra i vari neuroni, che il soggetto può successivamente riutilizzare ogniqualvolta si trovi a dover risolvere un compito motorio analogo o simile.Sulla loro conoscenza si basa, dunque, qualunque forma di movimento.Gli schemi motori possono essere, pertanto, assimilati all’alfabeto della motricità.Il loro apprendimento, che avviene in modo semplice e naturale nei primi anni di vita, si presenta più arduo con il trascorrere del tempo, fino a diventare molto difficile, e talvolta impossibile, una volta superata la soglia della pubertà.Fondamentale risulta, dunque, la somministrazione di stimoli adeguati nella delicata fascia di età della scuola dell’infanzia e primaria, tanto più nella moderna struttura sociale che spinge sempre di più la popolazione giovanile verso un pericoloso sedentarismo.Questo libro, prodotto dalla Scuola Regionale dello Sport del Friuli Venezia Giulia nell’ambito della campagna di educazione motoria “In Corpore Sano”, si propone come un vero e proprio manuale che mette a disposizione degli insegnanti strumenti di comprovata efficacia per l’apprendimento ed il perfezionamento degli schemi motori di base, suggerendo una serie di giochi ed esercizi correlati alle diverse fasce di età.

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Manuale tecnico-pratico per l’insegnamento e il perfezionamento degli schemi motori di base

nella scuola dell’infanzia e primaria

Schemi motori di base

Elena Conti - Bruno Mongiat

Copyright © Selekta 2006

www.selekta.it

AutoriElena Conti Bruno Mongiat

Illustrazioni tecnicheEliana De Antoni

Progetto graficoEmanuele Paravano

FotoselezioniSelekta

StampaVenturini DMC Spa

Disegnialunni delle classi 2a A e 2a B - anno scolastico 2005/2006 Scuola Primaria “Padre Davide Maria Turoldo” di Tolmezzo

ISBN 978-88-900801-6-6

a cura di:CONIComitato Friuli Venezia Giulia

Scuola Regionale dello SportFriuli Venezia Giulia

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Prefazione

Il Friuli Venezia Giulia, che si vanta di essere la regione più sportiva d’Italia, soffre come tutte le altre dell’endemica carenza di attività motoria di base, con particolare riferimento a quella della scuola dell’infanzia e primaria.L’apprendimento degli schemi motori, nella delicata fascia di età che va dai 3 ai 10 anni, risulta fondamentale non soltanto per la carriera dei futuri protagonisti delle gesta sportive, ma soprattutto per un adeguato sviluppo psico fisico delle prossime generazioni di cittadini.Questo libro, che è il primo della collana “In corpore sano”, si inserisce nel filone della campagna di educazione motoria sviluppata dalla Scuola Regionale dello Sport del Friuli Venezia Giulia.L’opera si propone come un vero e proprio libro di testo per gli insegnanti delle scuole dell’infanzia e primaria che si vogliono cimentare per tentare di dare una risposta all’attualissimo problema dell’ ”analfabetismo motorio” di cui soffre un numero purtroppo crescente dei nostri giovanissimi e si presenta come un pratico manuale in grado di suggerire le risposte e proporre una serie di semplici esercizi per l’apprendimento ed il perfezionamento dei più elementari schemi motori di base.Il libro è stato realizzato da due insegnanti di provata esperienza e capacità, la prof.ssa Elena Conti e il dott. Bruno Mongiat, da molti anni docenti della Scuola Regionale del Friuli Venezia Giulia, che operano presso il Comitato Provinciale di Udine, già autori di precedenti testi e pubblicazioni sullo stesso argomento.

Emilio Felluga

Presidente CONI Comitato regionale

Friuli Venezia Giulia

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PreMeSSa

Questa proposta, che vuole essere operativa, è rivolta agli insegnanti della scuola dell’infanzia e dell’intero corso primario che hanno già maturato sufficienti competenze culturali in campo motorio e vogliono perfezionare questo loro bagaglio per dare una risposta adeguata alle crescenti esigenze dei bambini in questa delicata ed importante sfera del loro sviluppo. L’accento, volutamente, si sposta dall’educazione “attraverso” il movimento, già conquistato nei suoi aspetti concettuali ed operativi, all’educazione “del” movimento, che non va visto come prerogativa di “tecnici dello sport”, ma come corretta impostazione motoria primaria, fondamentale per l’acquisizione degli “schemi motori di base”.

Nella sua veste operativa questo lavoro non vuole essere visto come un ricettario di proposte motorie, ma come un insieme di riflessioni pedagogiche e didattiche, di esemplificazioni e di suggerimenti che vanno considerati come punti di partenza nei percorsi dell’educazione motoria per i bambini dai tre ai dieci/undici anni e che possono (e debbono) essere ampliati ed arricchiti dalle competenze e dalla fantasia culturale specifica degli insegnanti, che li potranno adattare alle caratteristiche, alle esigenze ed ai vissuti motori particolari dei loro alunni nei loro specifici ambienti di vita.

Nelle “riflessioni” che seguono viene volutamente solo accennato schematicamente alle strategie di intervento (metodi di insegnamento) senza entrare nello specifico delle singole proposte operative: il tutto perché, accanto ad un opportuno richiamo alla correttezza pedagogica, si ritiene importante dare concretezza al desiderio del pieno rispetto della libertà didattica dell’insegnante. L’asse dell’attenzione viene spostata dalle unità didattiche alle unità di apprendimento, ponendo così al centro dell’attività motoria il bambino, attore protagonista della sua crescita, con l’insegnante in veste di competente ed abile regista di tutto quel delicato processo di crescita corporea che, definito come “educazione motoria”, concorre alla formazione di una personalità ricca di positività.

Quanto proposto si basa su solide ed attuali conoscenze scientifiche calate nella pratica quotidiana dell’esperienza diretta fatta con i bambini in tanti anni di insegnamento.

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ParTe PriMa

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CorPo e MoViMenTo - LinGUaGGio e PenSiero

La nostra cultura privilegia il pensiero e ciò che emana dal pensiero sotto forma di comunicazione verbale, per cui la nostra scuola si presenta spesso come luogo della sedentarietà e dell’ascolto ed ogni codice espressivo non verbale è considerato fonte di distrazione, se non di disordine. Questo aspetto non verbale merita di essere esaminato per la funzione stimolatrice, equilibratrice e compensativa che le attività motorie esercitano nel percorso di formazione della personalità.Il problema di fondo, da un punto di vista formativo, riguarda le modalità, il come considerare e rendere educative le attività corporee che si manifestano attraverso il movimento. Tale problema ne sottende altri due:a) la necessità di una puntualizzazione del corpo e del movimento nel contesto dello sviluppo integrale della personalità;b) la definizione della sfera semantica della motricità umana. Il tipo di soluzione data a questi problemi incide sul significato educativo e sull’impostazione didattica dell’azione motoria. Il corpo è stato oggetto negli ultimi 50 anni di un lungo dibattito, a cui hanno partecipato le principali scienze che si occupano dell’apprendimento:- la psicanalisi (Freud), che ha sostenuto l’identità io e io corporale tra gli atteggiamenti

mentali e corporei;- la psicologia della conoscenza (Piaget-Wallon), che ha posto in evidenza il ruolo dell’attività

corporea nello sviluppo delle funzioni cognitive;- la fenomenologia della percezione, che ha considerato il corpo il punto di riferimento

permanente, il principio biologico della presenza al mondo,- la filosofia dell’azione, che ha attribuito l’origine e la formazione dei processi della

conoscenza all’attività pratica.Tutti concordano nel sostenere la stretta relazione tra corpo e sviluppo intellettuale, corpo ed equilibrio emotivo e nel porre le basi di una concezione unitaria e dinamica della realtà umana.Il corpo, in questo tutto unitario, viene considerato non un oggetto o uno strumento o una condizione della vita, ma esso stesso vita: “corpo vissuto “, solidale con tutte le esperienze attuate al di là di ogni discriminazione del fisico e dello psichico, del cognitivo e dell’emotivo-affettivo.Il primo “linguaggio” del corpo, la prima forma di comunicazione del bambino è quella che H. Wallon chiama “funzione tonica”, che assicura la regolazione della reazione emotiva ed affettiva, la sua espressione e, di conseguenza, la sua azione sugli altri, di cui assimila simultaneamente le risposte.Questo “linguaggio“ rimane anche quando compare la parola ed il bambino comunica attraverso un canale che potremmo definire “analogico”, in quanto si serve di tutti i segnali corporei visibili e funzionali: tonicità (tensione/distensione), mimica, sguardo, postura, gesto, voce e produzioni foniche in genere, occupazione dello spazio ad una data distanza prossemica, ritmo del corpo e movimento (inibizione o iper-eccitazione).Vivendo la poliedrica realtà in cui è immerso, e che conosce ed acquista sempre più, il bambino vive e sperimenta il “piacere senso-motorio” dato dalle sensazioni corporee (1° livello di conoscenza) e dalla manifestazione degli stati tonico/emozionali.Il bambino, nei primissimi tempi della sua vita, non sa di essere un corpo e non lo vive coscientemente, però possiede un corpo che è in grado di ricevere percezioni, sensazioni e presenta una capacità motoria in continuo rapido sviluppo che lo mette in grado di agire.

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Ed è attraverso l’azione che il bambino costruisce il suo mondo, rappresentandolo con atti, immagini e simboli, come afferma J. Bruner, per il quale ogni forma di rappresentazione è finalizzata all’esecuzione di atti motori, all’organizzazione percettiva ed alla manipolazione simbolica.In tal modo corpo e movimento rispondono pienamente alle loro varie funzioni, che possiamo vedere nell’affinare l’intelligenza “senso/motoria” e la discriminazione percettiva e nel far nascere e consolidare l’ intelligenza ”rappresentativa” e “simbolico/pre-operatoria”.Il punto di partenza è, quindi, il “vissuto motorio” che permette al bambino di sperimentare nozioni fondamentali quali quelle topologiche e spaziali in genere, quelle temporali e causali, favorendo così il passaggio dalla fase pre-operatoria piagetiana a quella delle operazioni concrete.L’esistenza di una analogia tra abilità motorie e processi di pensiero è stata evidenziata da vari studiosi, ma va soprattutto a J. Piaget il merito di aver dimostrato come l’attività senso-motoria, intesa come tipo particolare di azione e di adattamento, rientri nell’ambito del pensiero intervenendo nell’elaborazione delle rappresentazioni attraverso la costruzione di sempre nuove strutture cognitive, considerate come primi schemi d’azione che contribuiscono alla costruzione delle successive strutture di pensiero.Il passaggio da esperienze vissute ad esperienze rappresentate va in parallelo con lo sviluppo della vita psichica complessiva del bambino.È solo a partire dai 18/20 mesi che il bambino inizia quell’ attività che permette la formazione di immagini mentali ed è da questo momento che si può parlare di schema corporeo non solo legato a schemi senso-motori, ma visto anche in termini rappresentativi.A favorire la costruzione di tale sistema corporeo concorre in maniera determinante lo sviluppo di capacità che permettono il movimento: è infatti attraverso la manipolazione che il bambino scopre mani e piedi nella loro realtà e funzioni ed esperimenta le prime forme di coordinazione, permettendo così il sorgere dei primi movimenti volontari. Grazie al movimento il bambino acquisisce e matura una sempre maggior conoscenza e padronanza del mondo esterno, acquista gradualmente autonomia e fiducia in sè. In circolo virtuoso matura la conoscenza di sè come corpo che agisce in un determinato spazio in un dato tempo. Spazio e tempo diventano così le variabili determinanti.L’itinerario che porta dall’organizzazione alla rappresentazione spaziale parte, sempre seguendo J. Piaget, da un primitivo spazio topologico, in cui esistono solo relazioni di contiguità-separazione-inclusione ed ordine, passa ad uno spazio proiettivo, in cui si sperimentano rapporti più complessi, per arrivare ad uno spazio euclideo, in cui i punti di riferimento concreti vengono gradualmente costituiti con sistemi di coordinate fisse esterne al bambino.L’acquisizione dello spazio rappresentativo, facilitato dalla comparsa dell’immagine mentale intesa come prolungamento dell’imitazione differita, dà origine all’interiorizzazione degli schemi di azione e favorisce la nascita del codice espressivo verbale: il linguaggio.Fino a circa quattro anni il bambino non è in grado di cogliere ed estrarre elementi singoli da un tutto, ma è capace di distinguere e rappresentare forme chiuse e forme aperte, rapporti grafico-spaziali di vicinanza ed inclusione.È, questa, la fase che Le Boulch chiama del “corpo vissuto”, caratterizzata da un comportamento motorio globale attraverso cui il bambino esprime il suo mondo emotivo-affettivo e perviene all’ acquisizione dei più semplici schemi motori di base attraverso modalità di tipo prevalentemente spontaneo ed esplorativo.Nel periodo dai quattro ai sette anni il bambino matura sempre più la capacità di coordinazione percettiva: siamo nella fase “pre-operatoria” (J. Piaget), del “corpo percepito” (Le Boulch),

che si esplicita nel raggiungimento di una buona immagine del corpo, anche se in forma statica, attraverso l’utilizzo di funzioni senso-percettive (esterocettive-propriocettive).Dai sette anni il bambino entra nella fase del “corpo rappresentato” (Le Boulch), con la strutturazione dello schema corporeo a livello di nozione operatoria e coincide, in sostanza, con lo stadio delle “operazioni concrete” (J. Piaget).L’educazione motoria, pur collegata con l’educazione corporea che inizia prima della nascita prosegue nella prima e seconda infanzia e persegue lo scopo di assicurare la salute attraverso il normale sviluppo dell’organismo, ha una sfera di azione molto più vasta, in quanto utilizza il movimento e l’azione motoria come mezzi per raggiungere obiettivi che abbracciano tutta la sfera della personalità, favorendo avvertibili traguardi di sviluppo in ordine all’identità, all’autonomia ed alla competenza. La didattica dell’ educazione motoria contribuisce in modo fondamentale alla formazione della personalità di ciascun bambino. È pertanto una didattica “personalistica”, che differisce sostanzialmente da quella tradizionale che si fonda su teorie che strumentalizzano il corpo ritenendolo un oggetto, una esteriorizzazione della coscienza o solo un veicolo di essa e considerano il movimento in senso meccanicistico solo come dinamica regolata dalle leggi fisiche o, in senso fisiologico, come risultante di un’ associazione di riflessi.L’intenzionalità, secondo queste teorie, è esterna alle strutture corporee, per cui l’azione educativa si rivolge al corpo per svilupparne i muscoli e la forza, per ottimizzare le grandi funzioni vitali e correggerne le eventuali malformazioni: in definitiva per renderlo idoneo a soddisfare i bisogni vitali dell’ uomo. Il criterio didattico, in conseguenza, è il criterio tecnico-pratico esercitativo, che agisce sul corpo addestrandolo secondo modelli didattici precostituiti. La didattica personalistica si fonda su teorie che dimostrano l’implicazione reciproca, attraverso il movimento, della coscienza e del corpo sul piano comportamentale e su quello esistenziale.Il criterio didattico fondamentale, in conseguenza, non è più quello addestrativo, bensì quello assiologico, che applica l’ipotesi didattica in funzione dell’intenzionalità implicita nella struttura stessa del corpo umano e che si manifesta nel movimento con il quale l’uomo agisce sul mondo e su se stesso come parte del mondo. La didattica razionalizza il movimento, nel senso che lo rende proiezione dei significati del corpo come spazio espressivo ed aiuta il bambino a prenderne coscienza scoprendo al suo interno la propria totale personalità in relazione con l’ambiente circostante.Nel mondo della televisione e dei videogiochi il bambino va smarrendo sempre più le occasioni di esplorare ed adattarsi all’ambiente attraverso il movimento. Anche quando viene svolta qualche attività motoria essa prende spesso la forma di ripetizione sistematica di movimenti sempre uguali che non stimolano la motivazione e la fantasia dei bambini: è più un addestramento che un’educazione motoria.Scomparsi ruscelli, pendii, tronchi d’albero, muretti spetta anche all’insegnante rimediare a questi vuoti attraverso l’impiego costante e metodico di situazioni-stimolo che sollecitino la capacità del bambino di produrre risposte attive sempre più complesse ed efficaci.Camminare, correre, saltare, lanciare ed afferrare, spingere, rotolare, strisciare, arrampicarsi, sollevare, trasportare e trasportarsi sono gesti semplici che si prestano ad una quantità pressoché infinita di variazioni al punto che ogni educatore può, con un po’ di fantasia e di buona volontà, costruire con facilità una progressione didattica che copra agevolmente tutte le fasi dello sviluppo motorio dell’individuo.Nella fascia di età che va dai 6 agli 11 anni le attività motorie svolte in situazioni di apprendimento devono costituire un “carico motorio”. Con questa espressione si intende

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quell’insieme di attività predisposte dall’insegnante che superano il livello di sollecitazione insito nei gesti comuni e nei movimenti della vita quotidiana.Il carico motorio segue due principi fondamentali: polivalenza e multilateralità.Con l’attività motoria polivalente si favoriranno lo sviluppo dell’area motoria e delle sue funzioni e l’integrazione di queste ultime con quelle delle altre aree della personalità, quali quella emotivo-affettiva, cognitiva e sociale.La multilateralità si basa sul fatto che il carico motorio va inteso come scelta dei mezzi e dei contenuti che devono essere i più diversi e variati (giochi, percorsi, circuiti . . . ) che devono attivare ed affinare progressivamente il maggior numero possibile di schemi motori e posturali per la costruzione di abilità motorie significative per qualità, quantità e trasferibilità.Nell’arco di età che va dai 6 agli 11 anni il carico motorio polivalente e multilaterale si identifica con la continua variazione di contenuti, mezzi e metodi ed ha come fine la realizzazione delle condizioni ottimali per impedire arresti ed involuzioni dello sviluppo e per garantire a tutti i bambini un corretto avviamento al movimento ed, in prospettiva, anche all’attività sportiva. In particolare con i bambini di 10 ed 11 anni si dovrà passare progressivamente, con una didattica appropriata, dallo schema motorio più semplice a quello strutturalmente più complesso. Dal “correre” alla corsa vera e propria; dai salti e saltelli da fermo o in avanzamento contenuti nei vari giochi si giungerà ai salti propriamente detti “in alto” ed “in lungo”. Lo stesso si può dire per i lanci passando dalle forme semplici di esercizi con palle diverse ai lanci eseguiti secondo i fondamentali propri del corretto gesto atletico o ai lanci di precisione, alla ricezione ed al lancio di oggetti diversi in differenti situazioni motorie.Anche l’aspetto ludico, elemento sempre motivante, assume caratteristiche differenti rispetto al periodo precedente. Mentre prima il gioco era componente fondamentale ed indispensabile per impostare ogni attività, ora diventa sempre più finalizzato a giochi di squadra, esercizi svolti in piccoli gruppi, staffette, percorsi, . . .È importante non trascurare i giochi di squadra nei quali il giovane si confronta con i coetanei e raggiunge così la consapevolezza delle sue effettive capacità, delle sue potenzialità e dei propri limiti. Si conclude ponendo in evidenza che bambini sani sono fondamentalmente degli atleti naturali, per cui basterà guidarli, consigliarli, correggerli, incoraggiarli nei modi e nei tempi opportuni perché essi riescano ad ottenere progressi altamente soddisfacenti.A ciò si aggiunge il fatto che il bambino va posto incessantemente nella condizione di dover risolvere problemi motori sempre più complessi attraverso l’introduzione di varianti sempre più sofisticate, di oggetti ed attrezzi sempre diversi in grado di garantire un costante progresso nell’acquisizione, nello sviluppo e nella presa di coscienza delle proprie capacità-abilità motorie.La mancanza o la scarsità di adeguati stimoli in questa direzione comporta la mancata acquisizione della padronanza degli schemi motori di base che rappresentano l’”ABC” del movimento.Se ci si chiede come sia possibile soddisfare il bisogno di movimento del bambino di scuola dell’infanzia e primaria significa ammettere che, a questa età, egli ha un bisogno intenso di movimento, ma nello stesso tempo si devono riconoscere le difficoltà che si possono incontrare per rispondere a questo suo bisogno.È necessario prendere atto, quindi, che il movimento è, per il bambino, l’espressione stessa del suo modo di essere al mondo, accompagna e sostiene tutte le attività mentali ed è pure alla base dello sviluppo psicomotorio, affettivo, sociale e cognitivo.Partendo da questo grande bisogno di movimento, l’attività motoria in questi due gradi di

scuola si pone il compito di aiutare il bambino a crearsi una conoscenza di sé, del mondo delle cose, del mondo degli altri e di stabilire una padronanza di queste relazioni. Questo si otterrà attraverso proposte motorie rispondenti agli interessi del bambino, adeguate alla sua maturazione psico-fisica ed alla sua portata, pur richiedendogli un progressivo (e doveroso) sforzo.Si tratterà, quindi, di realizzare una serie di attività strutturate che conservino il carattere ludico indispensabile a motivare il bambino e ad incrementare la sua partecipazione. Un bambino, lasciato ad una sua privata e spontanea scoperta del mondo, non “va da nessuna parte” in quanto anche un ambiente ricco di stimolazioni può essere povero se il bambino non viene guidato all’apprendimento e se questa guida non agisce tenendo conto dei suoi bisogni, delle sue motivazioni e delle sue capacità. Per questo motivo anche per l’attività motoria, come per tutti gli altri codici espressivi, deve essere formulata un’attenta programmazione che parta dall’analisi della situazione di partenza, dalla definizione degli obiettivi, dall’organizzazione e scelta delle attività, dei contenuti, dei metodi e dei materiali fino ad arrivare alla valutazione formativa. Questo darà l’opportunità al docente di intervenire sempre intenzionalmente con proposte mirate e significative. Gli interventi casuali ed episodici sono spesso causa di perdita di tempo, di attività ripetitive e noiose, con conseguente scarso apprendimento dovuto alla caduta della motivazione e possono sorgere problemi disciplinari.

Conclusioni

Fino a qualche decennio fa lo sviluppo degli schemi motori di base veniva perseguito quasi naturalmente per mezzo dei giochi e delle attività motorie che i giovani, spontaneamente, praticavano quotidianamente.La rapida evoluzione dello stile di vita moderno verso una forma di un esasperato sedentarismo, presente fin dalla giovane età, comporta la necessità, da parte della scuola, di un inserimento massiccio e costante di stimoli motori adeguati.L’insegnante che relega l’attività motoria a poche ore mensili, considerandole spesso alla stregua di un premio o di una prolungata ricreazione, non assolve alla sua funzione di educatore e di formatore in quanto trascura lo sviluppo di una componente fondamentale della personalità.

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MeToDi - ProCeDUre oPeraTiVe

a) Come vanno intesi

- Sono strategie, procedure di intervento; - non sono positivi o negativi in sè, ma possono assumere l’uno o l’altro aspetto in relazione

all’impiego più o meno appropriato che ne facciamo.

b) Cosa sono

Per “metodo” intendiamo l’insieme delle procedure operative, delle strategie che permettono di condurre e di sviluppare il processo di apprendimento: dunque tutti quei procedimenti atti a garantire, sul piano teorico e pratico, la funzionalità di un comportamento.In sostanza quando parliamo di “metodo” ci riferiamo ad una struttura logica e mentale con cui un problema (nel nostro caso motorio) viene impostato e risolto e alla base della quale la consapevolezza di una scelta didattica, tra le tante possibili, diventa fondamentale (all’interno del processo educativo) sia per il ruolo dell’educatore che per le possibilità di apprendimento degli alunni.

c) Classificazione e caratteristiche principali

1- metodi deduttivi (centrati prevalentemente sull’insegnante: facile controllo del gruppo):a) prescrittivo: si spiega, si dimostra, si esegue e si corregge;b) misto: dimostrazione globale, analisi dei singoli aspetti, ripetizione d’insieme

dell’attività;c) assegnazione dei compiti: spiegazione, dimostrazione, effettuazione, ripetizione in forma

autonoma.

2- metodi induttivi (centrati prevalentemente sull’allievo: impegnativo controllo del gruppo):a) problem solving: spiegazione del problema motorio con soluzioni autonome anche

divergenti;b) scoperta guidata: guida alla scoperta della variabilità di attività effettuabili in determinate

situazioni;c) libera esplorazione: effettuazione libera di esperienze con autonoma scelta dei contenuti

e dei mezzi.

Correzione (linee guida)

- Stimolare l’autovalutazione- Correggere immediatamente dopo l’errore- Correggere sempre e solo un errore per volta- Dare priorità alla correzione degli errori principali- Lodare lo sforzo e la prestazione corretta- Motivare il soggetto a fare uso del feed-back correttivo- Dare feed-back correttivi semplici e precisi- Verificare che il feed-back usato per la correzione sia stato ben compreso

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CaPaCiTÀ MoTori - aBiLiTÀ MoTorie

nei DoCUMenTi MiniSTeriaLi

In ordine agli obiettivi educativi/didattici, coerenti con gli obiettivi istituzionali di una corretta educazione motoria, troviamo i “traguardi di sviluppo” (nella scuola dell’infanzia) e gli “obiettivi” (nella scuola primaria) quali le “capacità motorie”, che si dividono in capacità senso-percettive, capacità coordinative, capacità condizionali e le “abilità motorie”.Le capacità sono le disposizioni di ogni individuo a conseguire un determinato scopo.Per uno sviluppo completo delle stesse è necessario un rapporto con l’ambiente che si esplichi esclusivamente tramite l’attività motoria. Le abilità sono le azioni corrette maturate che portano un individuo a conseguire un determinato scopo motorio.

Indicazioni Nazionali per i Piani di Studio Personalizzati

delle Attività Educative nelleSCUOLE DELL’INFANZIA

CorPo - MoViMenTo - SaLUTe

1 - Rappresentare lo schema corporeo in modo completo e strutturato; maturare competenze di motricità fine e globale.

2 - Muoversi con destrezza nell’ambiente e nel gioco, controllando e coordinando i movimenti degli arti e, quando possibile, la lateralità.

3 - Muoversi spontaneamente e in modo guidato, da soli e in gruppo, esprimendosi in base a suoni, rumori, musica, indicazioni ecc.

4 - Curare in autonomia la propria persona, gli oggetti personali, l’ambiente e i materiali comuni nella prospettiva della salute e dell’ordine.

5 - Controllare l’affettività e le emozioni in maniera adeguata all’età, rielaborandola attraverso il corpo ed il movimento.

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Page 13: Schemi motori di base

23

ParTe SeConDa

Page 14: Schemi motori di base

24 25

SCHeMi MoTori Di BaSe

La struttura del movimento volontario finalizzato consta di elementi semplici o unità di base chiamate “schemi motori di base”(dinamici) e “schemi posturali”.Essi sono costituiti da tutte le forme fondamentali e naturali del movimento e dalle loro combinazioni più spontanee e sono chiamati “di base” perché appaiono per primi nello sviluppo dell’individuo e diventano patrimonio dell’adulto. Queste forme di movimento costituiscono il patrimonio motorio che si inizia a capitalizzare in famiglia, in forma progressiva e strettamente dipendente dal tipo di esperienze motorie vissute in tale fascia di età.

Gli schemi motori dinamici sono quelli che permettono al corpo di spostarsi nello spazio. Vengono così chiamati i seguenti movimenti: camminare, correre, sollevare trasportare e trasportarsi, saltare, lanciare ed afferrare, tirare e spingere, rotolare, strisciare, arrampicarsi.

Gli schemi posturali sono schemi statici o statico-dinamici in cui il corpo resta fisso sul posto e vi è uno spostamento nello spazio di una qualsiasi parte di esso. Vengono così chiamati i seguenti movimenti: flettere, piegare, circondurre, ruotare, oscillare, inclinare, addurre o abdurre, sollevare.

L’arricchimento degli schemi motori è continuo e dura per tutta la vita: si passa infatti da gesti motori semplici ad altri più articolati e complessi.Gli schemi motori e posturali maturano e si sviluppano secondo un processo ben definito di stadi progressivi, nel corso dei quali ogni stadio include quello precedente. Ogni schema motorio e posturale possiede un proprio livello di sviluppo in riferimento a una determinata età motoria. I ritmi di sviluppo, inoltre, possono oscillare e variare da soggetto a soggetto e sono connessi ai livelli non omogenei di maturazione e di apprendimento motorio di ogni individuo, livelli dati dal grado di “alfabetizzazione” motoria, cui gli itinerari didattici e le strategie educative devono adeguarsi ed aderire.

Gli schemi motori di base possono essere attivati e sviluppati attraverso cambiamenti e combinazioni nell’esecuzione del movimento da definire in rapporto a varianti di tipo spaziale, temporale - quantitativo, qualitativo.

Lanciare

Afferrare

CalciareSpingere

TirareArrampicarsiSollevare

TrasportareRotolare

Striscia

reSal

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Corr

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arsi

Schemi motori di base

Page 15: Schemi motori di base

26 27

VarianTi Di TiPo SPaziaLe

26

VARIANTI DI TIPO TEMPORALE - QUANTITATIVO

VARIANTI DI TIPO QUALITATIVO

Tanto - Poco tempospaziopersoneoggetti/attrezzi

Tutto - Parte -Niente

corpospaziotempooggetti/attrezzi

Pesante- Leggero riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

personeoggetti/attrezzicorpo o parti di esso

Duro - Morbido personeoggetti/attrezzisuperficicorpo o parti di esso

Ruvido - Liscio oggetti/attrezzisuperficicorpo o parti di esso

Forte - Piano suonirumoriritmibattute

Veloce - Lento stimoli (uditivi, visivi, tattili, ecc.)spazi (aree, settori, corsie, ecc.)personeoggetti/attrezzicorpo o parti di esso

26

VARIANTI DI TIPO TEMPORALE - QUANTITATIVO

VARIANTI DI TIPO QUALITATIVO

Tanto - Poco tempospaziopersoneoggetti/attrezzi

Tutto - Parte -Niente

corpospaziotempooggetti/attrezzi

Pesante- Leggero riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

personeoggetti/attrezzicorpo o parti di esso

Duro - Morbido personeoggetti/attrezzisuperficicorpo o parti di esso

Ruvido - Liscio oggetti/attrezzisuperficicorpo o parti di esso

Forte - Piano suonirumoriritmibattute

Veloce - Lento stimoli (uditivi, visivi, tattili, ecc.)spazi (aree, settori, corsie, ecc.)personeoggetti/attrezzicorpo o parti di esso

VarianTi Di TiPo TeMPoraLe - QUanTiTaTiVo

VarianTi Di TiPo QUaLiTaTiVo

25

VARIANTI DI TIP O SPAZIALE

Avanti - Dietro(Destra - Sinistra)

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

riferito a movimentiin relazione a

Vicini - Lontano

Dentro - Fuori

Sopra - Sotto

Largo - Corto

Alto - Basso

Largo - Stretto

Aperto - Chiuso

Grande - Piccolo

Vuoto - Pieno

Prima - DopoContemporaneamente

direzionipersoneoggetticorpo o parti di essospazi

spazipersoneoggetticorpo o parti di essosuonilucicolori forme

oggettipersonelimiti di campoaereesettoricorsiecorpo o parti di esso

personeoggettiostacolicorpo o parti di esso

distanzespazimisuretraiettorieostacolicorpo o parti di esso

direzioneostacolispazioggetti/attrezzitraiettoriecorpo o parti di esso

attrezzi/oggettispaziostacolicorpo o parti di esso

spazipercorsicorpo o parti di essoschieramenti/gruppi

spazi ( aeree, campo, settori, corsie, ecc.)corpo o parti di essoostacoli

spazi (aeree, campo, settori, corsie, ecc.)corpo o parti di essoostacoli

stimoli (uditivi, visivi, tattili, ecc.)spaziostacoliattrezzioggettipersonecorpo o parti di essodirezioniposizionidimensioni

Page 16: Schemi motori di base

28 29

ProPoSTe oPeraTiVeGUiDa aLLa LeTTUra DeLLe ProPoSTe

1. La lettura delle proposte va fatta in due direzioni: in VerTiCaLe ed in orizzonTaLe.

a) in VerTiCaLe si ottiene l’evoluzione graduale delle proposte motorie per lo schema motorio interessato relativo ad una fascia di età;

b) in orizzonTaLe la proposta motoria specifica è presentata nella sua evoluzione verticale per fasce di età.

2. Ogni stadio (proposte operative per “piccoli”, “medi”, “grandi”, 6-7 anni, 8-9-10 anni) include il precedente sia nella lettura orizzontale che verticale.

3. È opportuno tenere presenti i principi della gradualità e dell’adeguamento delle proposte motorie alle caratteristiche fisiche e psichiche di ogni bambino.

4. I giochi sono numerati e riportati in scheda a parte per la spiegazione.

5. Gli spazi vuoti sono a disposizione dei singoli docenti per eventuali integrazioni personali (che potrebbero diventare motivo di scambio e discussione con i colleghi).

Page 17: Schemi motori di base

30 31

Camminare

Page 18: Schemi motori di base

32 33

Il “camminare” è l’esercizio più naturale che più di ogni altro influenza la nostra vita motoria ed è uno dei primi movimenti che l’uomo esegue come conseguenza di un certo tipo di maturazione psicofisica.È il primo degli schemi motori che il bambino esegue dopo aver conseguito il controllo della stazione eretta ed è l’esercizio naturale e spontaneo che più influenza la sua vita motoria.

CaratteristicheLo sviluppo della deambulazione si completa in gran parte nel primo anno di età e fino alla fine del terzo anno si faranno progressi notevoli. Ma anche quando il movimento della deambulazione è ben controllato si osservano ancora alcune particolarità che vengono superate gradualmente solo nella fase di sviluppo successivo (età prescolare). Tra le più importanti citiamo la notevole irregolarità nell’ampiezza del movimento, nella sincronia e coordinazione dei vari movimenti degli arti superiori e inferiori, nell’equilibrio, nella leggerezza della camminata fatta di passi stretti, rapidi, “trotterellanti” tipica dei bambini di questa età.

Nei bambini di 3 anni manca ancora il movimento di rullata, l’appoggio del piede è a tutta pianta e quindi i movimenti risultano ancora goffi e poco elastici.

Tra i 5 ed i 7 anni vi sono progressi notevoli della deambulazione: i passi si rallentano e si allungano e si associa anche l’esecuzione di un movimento di rullata del piede che comincia dal contatto del calcagno con il terreno e finisce con la spinta della pianta e delle dita del piede nella fase di distensione dell’arto inferiore.È un movimento che fa acquisire molta più elasticità ai movimenti infantili di deambulazione.

Il camminare avrà la finalità di contribuire a dare al bambino il senso degli spostamenti, dell’orientamento e dello spazio che lo circonda soprattutto come presa di coscienza degli altri e degli oggetti al fine di raggiungere la libera utilizzazione dello spazio da parte di tutti.

Esercizi “camminare”

Page 19: Schemi motori di base

34 35

3 a

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a po

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pre

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lo p

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fazz

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inar

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erer

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el s

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o le

lin

ee ro

sse,

al “

blu”

. . .

, ecc

.

Cam

min

are

in u

no s

pazi

o ch

e da

am

pio

si fa

sem

pre

più

stre

tto s

enza

sc

ontr

arsi

. Ch

i si s

cont

ra “

pren

de la

sco

ssa”

.

♣ Due

file

di

bam

bini

fer

mi

in p

iedi

; al

se

gnal

e l’u

ltim

o de

lla

fila,

ca

mm

inan

do, s

i por

ta p

rim

o e

così

via

tu

tti i

com

pone

nti.

♣ Cam

min

are

aum

enta

ndo

o di

min

uend

o se

mpr

e pi

ù la

lu

nghe

zza

del

pass

o (p

asso

ni/

pass

ini).

Com

e ♣

, ma

a ri

tros

o.

Cam

min

are

in f

orm

a lib

era;

al

segn

ale

“ros

so”

appo

ggio

i

pied

ini

sopr

a la

rig

a ro

ssa,

al

“blu

” so

pra

la ri

ga b

lu.

Gio

co d

el s

emaf

oro

-“ve

rde”

: cam

min

are

-“gi

allo

”: c

amm

inar

e su

l pos

to-“

ross

o”: f

erm

arsi

sul

pos

to.

Com

e ♣

, ma

il pr

imo

si p

orta

ulti

mo

cam

min

ando

all’

indi

etro

.

Cam

min

are

a pa

ssi

velo

cis-

sim

i cu

rand

o la

rul

lata

del

pi

ede

(tacc

o pu

nta)

.

♣ Cam

min

are

a co

ppie

m

ante

nend

o se

mpr

e la

ste

ssa

dist

anza

tra

i due

bam

bini

(c

amm

inar

e av

anti,

indi

etro

, la

tera

lmen

te).

Cam

min

are

in f

orm

a lib

era;

al

segn

ale

“ros

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co

sa

poss

o ap

pogg

iare

sop

ra la

riga

ross

a?Le

man

ine,

la

test

a, i

l se

deri

no,

ecc.

Con

la p

alla

Cam

min

are

con

la p

alla

in m

ano;

al

segn

ale

appo

ggia

re la

pal

la a

terr

a e

cont

inua

re a

cam

min

are

tra

le

palle

sen

za to

ccar

le.

al

segn

ale

succ

essi

vo r

ipre

nder

e la

pal

la o

que

lla d

i un

com

pagn

o.

Com

e ♣

, ma

i bam

bini

son

o di

spos

ti in

fila

a d

oppi

a di

stan

za; a

l se

gnal

e l’u

ltim

o si

por

ta p

rim

o ca

mm

inan

do a

“s

lalo

m”

tra

i com

pagn

i.

i pa

sson

i co

me

prim

a ga

ra c

ol-

letti

va: c

hi a

ttrav

ersa

la p

ales

tra

con

il m

inor

num

ero

di p

asso

ni.

Com

e ♣

ma,

men

tre

uno

com

anda

, l’a

ltro

si a

degu

a m

ante

nend

o la

giu

sta

dist

anza

.

a c

oppi

e:

a c

amm

ina

avan

ti e

B, a

l suo

fia

nco,

all’

indi

etro

;a

cam

min

a su

lle p

unte

e B

sui

ta

lloni

;a

fa i

“pas

soni

”e B

fa i

“pas

-si

ni”

mol

to

più

velo

ce-

men

te.

Cam

min

are

in fo

rma

liber

a se

nza

tocc

are

le ri

ghe.

Cam

min

are

in f

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a lib

era

con

la

palla

in m

ano;

al s

egna

le s

cam

biar

e la

pal

la c

on u

n co

mpa

gno.

Gio

co d

el s

emaf

oro

-“ve

rde”

: cam

min

o-“

gial

lo”:

cam

min

o su

l pos

to-“

ross

o”: m

i fer

mo

-“bl

u”: c

amm

ino

indi

etro

.

i pa

sson

i co

me

prim

a ga

ra c

on

se s

tess

i: ch

i fa

due

prov

e di

mi-

nuen

do il

num

ero

dei p

asso

ni?

Cam

min

are

a pa

ssi

lung

hi

e co

rti.

Cam

min

are

com

e i g

igan

ti (s

ugli

avan

pied

i) o

com

e i

nane

tti (

in

mas

sim

a ra

ccol

ta).

Cam

min

are

tene

ndo

la

palla

in

eq

uilib

rio

prim

a su

l pa

lmo

della

m

ano

dest

ra e

poi

su

quel

lo d

i si

nist

ra.

♣ Con

la p

alla

Cam

min

are

e pa

llegg

iare

il p

allo

ne a

te

rra

con

2 m

ani.

Cam

min

are

con

le b

racc

ia n

atu-

ralm

ente

dis

tese

in

azio

ne “

al-

tern

ata”

.

Con

la b

acch

etta

Cam

min

are

in

form

a lib

era

batte

ndo

a te

rra

il ri

tmo

con

la b

acch

etta

.

Cam

min

are

face

ndo

mol

to

o po

co ru

mor

e.Co

n i c

erch

i

Cam

min

are

con

il ce

rchi

o te

nuto

co

me

un v

olan

te e

“gu

idar

e”.

Com

e ♣

, ma

usan

do p

rim

a la

man

o de

stra

e p

oi q

uella

sin

istr

a.

Cam

min

are

con

le b

racc

ia

natu

ralm

ente

dis

tese

in a

zion

e “a

ppai

ata”

.

Cam

min

are

man

tene

ndo

la

bacc

hetta

sop

ra l

a te

sta,

so-

pra

le s

palle

, die

tro

la s

chie

-na

, ecc

.

Cam

min

are

in

quad

rupe

dia

(man

i-gi

nocc

hia

e m

ani-

pied

i).

Cam

min

are

in fo

rma

liber

a co

n la

pa

lla in

man

o; a

l seg

nale

pal

legg

iare

la

pal

la a

terr

a.

Cam

min

are

a br

acci

a fle

sse

con

osci

llazi

oni a

ltern

ate

o ap

paia

te.

Cam

min

are

in t

utte

le

dire

-zi

oni

con

la b

acch

etta

tra

le

gino

cchi

a.

camminare camminare

Page 20: Schemi motori di base

36 37

3 a

nn

i4

an

ni

5 a

nn

i6/

7 a

nn

i8-

10 a

nn

i

Con

la p

alla

Cam

min

are

in fo

rma

liber

a co

n la

pa

lla in

man

o.

Cam

min

are

con

il ce

rchi

o te

nuto

so

pra

la t

esta

con

le

brac

cia

ben

tese

in a

lto (f

are

i gig

anti)

.

Cam

min

are

in f

orm

a lib

era

con

la

palla

in m

ano;

al s

egna

le p

alle

ggia

re

la p

alla

sop

ra u

na ri

ga.

Bam

bini

sch

iera

ti su

lla l

inea

di

fond

o ca

mpo

.Q

uant

i mod

i di c

amm

inar

e co

nosc

o pe

r attr

aver

sare

tutta

la

pale

stra

?av

anti,

indi

etro

, sug

li av

ampi

edi,

ecc.

Si

la

scer

à al

la

fant

asia

de

i ba

mbi

ni.

Cam

min

are

a ga

mbe

pie

gate

te

nend

o la

bac

chet

ta s

opra

le

cos

ce.

Cam

min

are

in q

uadr

uped

ia

face

ndo

roto

lare

la b

acch

etta

co

n i p

iedi

.

Cam

min

are

in fo

rma

liber

a; a

l se

gnal

e: d

ove

poss

o ap

pogg

iare

la

pal

la?

Sulla

te

sta,

su

lla

panc

ia,

in

mez

zo a

lle g

ambe

, ecc

.

entr

are

nel

cerc

hio

e ca

mm

inar

e co

me

i na

netti

, ten

endo

il

cerc

hio

con

le m

ani.

Cam

min

are

face

ndo

picc

oli

lanc

i de

lla p

alla

ver

so l’

alto

.

♣ Stes

so

schi

eram

ento

di

so

pra

ma,

al

via,

i b

ambi

ni p

artir

anno

ca

mm

inan

do

avan

ti.

ad

ogni

se

gnal

e fa

rann

o di

etro

-fro

nt fi

no

a ra

ggiu

nger

e la

line

a op

post

a.

Cam

min

are

tene

ndo

la

bacc

hetta

in

eq

uilib

rio

sul

palm

o, s

ul d

orso

o s

u un

dito

de

lla m

ano.

Cam

min

are

con

la p

alla

in m

ano;

al

seg

nale

app

oggi

arla

a te

rra.

♣ entr

are

nel

cerc

hio,

te

nerl

o co

n le

man

i e

cam

min

are

senz

a sc

ontr

arsi

.

♣ Cam

min

are

e fa

re p

icco

li la

nci d

ella

pa

lla d

a un

a m

ano

all’a

ltra.

Com

e ♣

ma,

ad

ogni

seg

nale

, al

tern

eran

no la

cam

min

ata

avan

ti e

indi

etro

.

a

copp

ie,

cam

min

are

man

tene

ndo

la

bacc

hetta

or

izzo

ntal

e in

pr

esa

con

il pa

lmo

della

man

o.

Cam

min

are

con

la p

alla

in m

ano;

al

se

gnal

e na

scon

derl

a in

un

pu

nto

della

pal

estr

a.

Com

e ♣

ma,

al

segn

ale,

las

ciar

e ca

dere

il

cerc

hio

a te

rra

e ca

mm

inar

e se

nza

cerc

hio;

al

nu

ovo

segn

ale

ripr

ende

re il

pro

prio

ce

rchi

o o

quel

lo d

i un

com

pagn

o

Com

e ♣

, ma

cam

min

ando

all’

indi

etro

.

♣ Cam

min

are

in fo

rma

liber

a; a

l se

gnal

e sc

hier

arsi

in ri

ga s

u un

a lin

ea c

onco

rdat

a.La

di

spos

izio

ne

in

riga

do

vrà

sem

pre

risp

etta

re

la

stes

sa

sequ

enza

di b

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ni.

Gua

rda

chi

c’è

alla

tua

des

tra

e al

la tu

a si

nist

ra.

a c

oppi

e im

pugn

ando

un

’uni

ca b

acch

etta

alle

due

es

trem

ità:

a g

ira

su s

e st

esso

men

tre

B, c

on p

assi

lat

eral

i, co

mpi

e tu

tto il

gir

o pi

ù la

rgo.

Cam

min

are

in f

orm

a lib

era;

al

segn

ale

sede

rsi s

opra

alla

pal

la.

Cam

min

are

fuor

i da

i ce

rchi

spa

rsi

a te

rra;

al

se

gnal

e fe

rmar

si

o ca

mm

inar

e de

ntro

al

pr

opri

o ce

rchi

o o

a qu

ello

di u

n co

mpa

gno

♣ Vari

attr

ezzi

spa

rsi n

ella

pal

estr

a.Ca

mm

inar

e lib

eram

ente

su

pera

ndo

gli a

ttrez

zi c

he s

i inc

ontr

ano.

Bam

bini

dis

post

i in

cerc

hio

con

una

dist

anza

di 5

0 cm

, fr

onte

ver

so il

cen

tro.

Te

nend

o un

a ba

cche

tta a

d un

a es

trem

ità, a

ppog

giar

e l’a

ltra

a te

rra

dava

nti a

sè.

al s

egna

le i b

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ni d

ovra

nno

lasc

iare

la p

ropr

ia b

acch

etta

, sp

osta

rsi

con

un

pass

o la

tera

le ve

rso

dest

ra o

sini

stra

e

pren

dere

la

ba

cche

tta

lasc

iata

dal

com

pagn

o. C

hi

perd

erà

la

bacc

hetta

ve

rrà

elim

inat

o.

Cam

min

are

in

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a lib

era

face

ndo

roto

lare

la p

alla

a te

rra.

Gio

co d

el “

ruba

cas

a”

Cerc

hi s

pars

i a

terr

a in

num

ero

min

ore

risp

etto

al

nu

mer

o di

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mbi

ni. C

amm

inar

e tr

a i c

erch

i.a

l seg

nale

ent

rare

in u

n ce

rchi

o.

Chi r

iman

e se

nza

casa

?

Com

e ♣

, ma

a co

ppie

lega

ti a

man

o.Co

me

♣, m

a ca

mbi

are

sem

pre

la ri

ga o

dis

pors

i gua

rdan

do

sem

pre

negl

i occ

hi l’

inse

gnan

te

(che

cam

bier

à se

mpr

e fr

onte

).B

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ni s

edut

i a

terr

a co

n un

a pa

lla c

olor

ata

in m

ano.

al

segn

ale

“ros

so”

cam

min

ano

solo

i

bam

bini

co

n la

pa

lla

ross

a.

e co

sì v

ia c

on g

li al

tri c

olor

i.

Com

e ♣

, m

a a

seg

ue s

empr

e B

e

vice

vers

a.

eSeMPio Di Un PerCorSo riaSSUnTiVoSULLo SCHeMa MoTorio “CaMMinare”

• Camminare avanti e indietro a slalom tra i coni posti a terra.

• Camminare in quadrupedia da un segnale all’altro.

• Camminare come i “giganti” (sugli avanpiedi, braccia in alto) seguendo una circonferenza segnata a terra.

• Camminare come i “nanetti” passando fra i cerchi disposti a terra e, possibilmente, trasportando un piccolo attrezzo.

• Eseguire una serie di “passoni” anche all’indietro superando delle bacchette o dei piccoli ostacoli posti a terra.

Questo percorso può essere proposto a tutti i bambini delle età prese in considerazione.

Il compito dell’insegnante sarà quello di adeguare le proposte rendendole più o meno complesse a seconda delle età, della capacità e del livello di prestazione motoria dei propri alunni.

Come posso fare per rendere il percorso più complesso?

• eseguirlo con un attrezzo in mano;

• eseguirlo a coppie o con percorso parallelo;

• eseguirlo a tempo;

• eseguirlo a staffetta;

• . . .

camminare

Page 21: Schemi motori di base

38 39

Correre

Page 22: Schemi motori di base

40 41

Per “correre” s’intende normalmente lo spostarsi velocemente da un punto all’altro con gli arti inferiori in modo tale che in nessun momento i piedi tocchino a terra contemporaneamente.Dal “camminare” al “correre” si passa a seguito di altre maturazioni nervose e muscolari che consentono di utilizzare una potenzialità che cresce in maniera altrettanto autonoma. Nell’arco della scuola primaria si possono ottenere notevoli progressi in tutte le caratteristiche del movimento di corsa che sono:- incremento della forza e del grado di rapidità dell’intero movimento;- la progressiva maggior inclinazione in avanti del busto;- una sempre più corretta spinta delle gambe;- un maggior lavoro delle braccia che si muovono con un’ampiezza sempre maggiore di movimento ed in modo notevolmente più adeguato al tipo di movimento.È importante sottolineare che, pur adeguandosi ai canoni biomeccanici e fisiologici della marcia e della corsa, ogni individuo cammina e corre in modo del tutto personale. Noi possiamo indirizzare il bambino a muoversi “fantasiosamente” usando gli stessi fondamentali gesti mescolati in sequenze ritmiche diverse che determineranno gradualmente l’instaurarsi di abilità esecutive particolari e la maturazione di esperienze corporee assolutamente originali.

Caratteristiche All’inizio della scuola dell’infanzia, in linea di massima, il bambino corre “male”: i movimenti degli arti inferiori sono irregolari, bruschi e “pesanti”, come quelli degli arti superiori che vengono mossi poco, allargati e mal coordinati con il movimento delle gambe. Questo perché:1- la fase aerea tra un passo e l’altro è molto ridotta;2- i bambini controllano male le gambe ed i piedi per mancanza di forza;3- il loro equilibrio dinamico è ancora imperfetto; 4- non riescono a mantenere bene una direzione, in quanto non hanno ancora strutturato e

maturato una sufficiente percezione spazio - temporale.Solo verso i 5/6 anni si nota un perfezionamento dell’azione di corsa: vi è un notevole aumento della lunghezza dei passi, della fase aerea tra un passo e l’altro, della velocità e dell’agilità di corsa.Malgrado questi miglioramenti nel movimento di corsa del bambino in età prescolare vi sono ancora notevoli imperfezioni proprie dell’età e se ne deduce quindi che non possiamo assillare il bambino chiedendogli una perfezione stilistica che non può ancora raggiungere e così, per ottenere un’azione di corsa corretta, si potrà restare entro questi limiti:1- appoggio sulla pianta del piede (a volte i bambini tendono a correre sulle punte);2- busto eretto e leggermente inclinato in avanti;3- braccia flesse ai gomiti con movimento oscillante e coordinato al movimento degli arti

inferiori;4- passi corti con un progressivo lavoro di spinta degli arti inferiori verso l’alto.

La corsa, come il camminare, può e deve trovare spazio nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria con varie attività caratterizzate dal “piacere stesso della corsa” ed orientate al raggiungimento di tutte le finalità già indicate per lo schema motorio “camminare”.

Esercizi “correre”

Page 23: Schemi motori di base

42 43

3 a

nn

i4

an

ni

5 a

nn

i6/

7 a

nn

i8-

10 a

nn

i

Tutte

le a

ttivi

tà d

el “

cam

min

are”

pos

sono

ess

ere

ripe

tute

con

lo s

chem

a m

otor

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el “

corr

ere”

Corr

ere

in

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a lib

era

senz

a sc

ontr

arsi

.B

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ni

disp

osti

sulla

lin

ea

di

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o ca

mpo

.Q

uant

i m

odi

cono

sco

per

attr

aver

sare

la

pale

stra

cor

rend

o?•

Cors

a av

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•Co

rsa

indi

etro

•Co

rsa

a gi

nocc

hia

alte

•Co

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calc

iata

die

tro

•Co

rsa

late

rale

•Co

rsa

a pa

ssi l

ungh

i•

Cors

a a

pass

i cor

ti, e

cc.

♣ Bam

bini

in

fil

a;

l’ins

egna

nte

farà

ro

tola

re u

na p

alla

a te

rra

ed il

cap

ofila

do

vrà

corr

ere

di fi

anco

ad

essa

.

♣ Bam

bini

dis

post

i in

cerc

hio

a do

ppia

di

stan

za.

al s

egna

le u

n ba

mbi

no a

lla v

olta

, co

rren

do fu

ori d

al c

erch

io fo

rmat

o da

i co

mpa

gni,

torn

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al p

ropr

io p

osto

.Co

rrer

e ve

rso

dest

ra e

ver

so s

inis

tra.

Corr

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- a g

inoc

chia

alte

(ski

p)- c

orsa

cal

ciat

a av

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- cor

sa c

alci

ata

diet

ro, e

cc.

alte

rnar

e il

cam

min

are

in f

orm

a lib

era

al c

orre

re.

Un

grup

po

di

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bini

cor

re, l

’altr

o ca

mm

ina;

al s

egna

le

cam

biar

e i r

uoli.

Com

e ♣

, ma

dovr

à re

cupe

rare

la p

alla

il

prim

a po

ssib

ile.

Corr

ere

alte

rnan

do t

ratti

le

nti a

trat

ti ve

loci

. C

ome

♣, m

a do

vrà

supe

rare

la p

alla

, as

petta

rla

in u

n pu

nto

pres

tabi

lito

(ad

esem

pio:

la r

iga

di m

età

cam

po) e

re

cupe

rarl

a.Co

rrer

e in

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a lib

era

da s

oli,

al

segn

ale

cam

min

are

a co

ppie

.

Bam

bini

dis

post

i in

riga

; al s

egna

le

cors

a ve

loce

per

attr

aver

sare

la p

ales

tra

part

endo

da

dive

rse

posi

zion

i: se

duti,

in

gino

cchi

o, p

roni

, sup

ini,

ecc.

Com

e ♣

, ma

corr

endo

a s

lalo

m tr

a i

com

pagn

i.Co

rsa

balz

ata

avan

ti(a

umen

tare

il

tem

po d

i vo

lo s

ping

endo

ben

e co

n i p

iedi

a te

rra)

.Co

me

♣,

ma

part

endo

da

di

vers

e po

sizi

oni:

pron

i, su

pini

, in

gin

occh

io,

ecc.

Com

e ♣

, ma

corr

endo

tutti

insi

eme

rito

rnar

e al

pro

prio

pos

to.

Gio

co d

el s

emaf

oro

Verd

e: c

orre

reG

iallo

: cam

min

are

ross

o: fe

rmar

si s

ul

post

o.

Com

e ♣

, ma

ognu

no s

cegl

ierà

una

po

sizi

one

fant

asio

sa.

Com

e ♣

, m

a in

situ

azio

ne d

i gi

oco.

B

ambi

ni

disp

osti

su

due

file;

l’i

nseg

nant

e in

mez

zo a

i due

cap

o-fil

a fa

rà ro

tola

re la

pal

la a

terr

a.

Chi d

ei d

ue la

recu

pere

rà p

er p

rim

o?

Gio

co d

el g

atto

e d

el to

poSt

essa

dis

posi

zion

e co

me

♣.

il ba

mbi

no a

farà

il to

po, i

l bam

bino

B il

ga

tto. a

l seg

nale

B c

erch

erà

di p

rend

ere

a c

he, c

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ndo

into

rno

al c

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io

form

ato

dai c

ompa

gni,

torn

erà

al p

ropr

io

post

o.

Cors

a su

gli

avan

pied

i a

pass

i lun

ghi o

cor

ti.

Com

e ♣

, ma

aspe

ttand

o il

segn

ale

eseg

uire

dei

sal

telli

sul

pos

to o

dei

ro

tola

men

ti.

♣ Due

squ

adre

: cor

rere

su

2 ce

rchi

con

cent

rici

in

sens

o in

vers

o; a

l seg

nale

ca

mbi

are

dire

zion

e.

Corr

ere

su

uno

spaz

io p

iù r

istr

etto

o

più

ampi

o.B

ambi

ni d

ispo

sti s

u 2

o pi

ù fil

e;al

seg

nale

il

capo

fila

andr

à di

cor

sa a

to

ccar

e co

n la

man

o la

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ea d

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cam

po o

ppos

ta e

torn

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in fi

la.

Dar

e pi

ù se

gnal

i su

cces

sivi

in

m

odo

che

più

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bini

po

ssan

o co

rrer

e co

ntem

pora

neam

ente

.a

ttent

i a n

on s

cont

rars

i!

♣♣

♣♣

Gio

co d

ei P

uffi

i bam

bini

(Puf

fi) c

orro

no li

bera

men

te.

Uno

di

essi

sar

à “B

irba

”, n

emic

o de

i Pu

ffi, c

he c

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erà

di to

ccar

e pi

ù pu

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poss

ibile

.i P

uffi

tocc

ati s

aran

no “

prig

ioni

eri”

ed

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anno

a s

eder

si n

ell’a

rea

adib

ita a

pr

igio

ne (e

s: s

opra

un

mat

eras

sino

).

n.B

.: Ca

mbi

are

mol

to s

pess

o il

ruol

o di

B

irba

.

Gio

co n

.° 4

: “T

occa

e s

capp

a”

(ved

i a p

ag. 9

9)

Com

e ♣

, m

a co

me

gioc

o.

i ba

mbi

ni

del

cerc

hio

inte

rno,

al

se

gnal

e ce

rche

rann

o di

pr

ende

re

quel

li es

tern

i ch

e sc

appe

rann

o a

fond

o ca

mpo

.

♣ Corr

ere

tra

le p

alle

di

spos

te a

terr

ase

nza

tocc

arle

.

Div

ider

e la

pal

estr

a in

3 s

etto

ri:

Corr

ere

in fo

rma

liber

a; a

lla c

hiam

ata

“1, 2

o 3

” i b

ambi

ni d

ovra

nno

corr

ere

solo

nel

set

tore

chi

amat

o.

Com

e ♣

, ma

con

vari

at

trez

zi sp

arsi

a te

rra.

a

l se

gnal

e fe

rmar

si

in p

iedi

vic

ino

ad u

n at

trez

zo. 3 a

nn

i4

an

ni

5 a

nn

i6/

7 a

nn

i8-

10 a

nn

i

♣ Con

i con

i

Dis

post

i lib

eram

ente

sul

pav

imen

to 4

con

i co

lora

ti, i

bam

bini

cam

min

eran

no in

form

a lib

era;

al r

ichi

amo

di u

n co

lore

, cor

rend

o,

ragg

iung

eran

no il

con

o co

rris

pond

ente

.

♣ Gio

co n

.° 1

: “B

ianc

o e

nero

” (v

edi a

pag

. 98)

Co

me

♣, m

a ad

ogn

i set

tore

cor

risp

onde

un

mod

o di

vers

o di

cor

rere

. ad

esem

pio:

- set

tore

1: c

orsa

in a

vant

i;- s

etto

re 2

: cor

sa n

diet

ro;

- set

tore

3: c

orsa

cal

ciat

a.

♣ B

ambi

ni d

ispo

sti s

u du

e fil

e a

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o ca

mpo

.il

capo

fila

a d

arà

il “v

ia”

part

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di c

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ed

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apofi

la B

reag

irà

corr

endo

gli d

ietr

o fin

o ad

un

punt

o pr

esta

bilit

o.Co

me

♣, m

a fa

cend

o ve

dere

i co

lori

.

(Usa

re p

iù c

olor

i pe

r “i

ngan

nare

” i

bian

chi)

Com

e ♣

, m

a i

bam

bini

do

vran

no

ragg

iung

ere

un c

ono

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e di

vers

o da

qu

ello

chi

amat

o.

a c

oppi

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e B

dis

post

i in

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a do

ppia

dis

tanz

a.a

l seg

nale

, B s

capp

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rinc

orso

da

a.

Bam

bini

su

più

file

diet

ro u

na l

inea

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o ca

mpo

.n

ei tr

e se

ttori

del

la p

ales

tra

si te

rrà

un

ritm

o di

cor

sa d

iver

so.

ad

esem

pio:

- set

tore

1: c

orsa

lent

a;- s

etto

re 2

: cor

sa v

eloc

e;- s

etto

re 3

: cor

sa le

nta.

Com

e ♣

, ma

com

e gi

oco

“Gua

rdie

e L

adri

”a

è il

ladr

o, B

la g

uard

ia.

al

segn

ale,

B c

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erà

di p

rend

ere

a p

rim

a de

l pu

nto

pres

tabi

lito.

Com

e ♣

, ma

i bam

bini

, al s

egna

le, a

ndra

nno

a to

ccar

e un

con

o co

lora

to a

loro

sce

lta.

Com

e ♣

, ma

ad o

gni s

egna

le c

i sar

à un

die

tro

fron

t per

ent

ram

bi(a

pre

nde

B,

al s

egna

le B

pre

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a,

ecc.

) D

are

anch

e pi

ù se

gnal

i suc

cess

ivi.

♣ Defi

niam

o le

lin

ee

del

cam

po

di

palla

volo

:

Bam

bini

su

più

file

diet

ro u

na l

inea

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o ca

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.a

l via

, il c

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la a

ndrà

di c

orsa

a

tocc

are

la li

nea

chia

mat

a e

rito

rner

à in

fila

.a

umen

tare

pro

gres

siva

men

te i

l nu

mer

o de

i num

eri c

hiam

ati.

ad

es.:

“toc

ca la

riga

2, l

a 3,

la 1

”.

♣ a

cop

pie:

a e

B u

no d

i fro

nte

all’a

ltro

disp

osti

su u

na

linea

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ondo

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po;

a br

acci

o te

so a

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i B

tocc

herà

la m

ano

di a

e

scap

perà

.a

cer

cher

à di

pre

nder

e B

pri

ma

del p

unto

pr

esta

bilit

o.

Com

e ♣

, ma

i bam

bini

, al s

egna

le,

andr

anno

di c

orsa

a to

ccar

e di

seg

uito

tu

tti e

4 i

coni

. ogn

uno

di lo

ro s

cegl

ierà

la

sequ

enza

dei

col

ori.

Chi fi

nirà

per

pri

mo?

♣ Due

squ

adre

con

i ba

mbi

ni d

ispo

sti i

n ri

ga s

ulle

due

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ee d

i fo

ndo

cam

po;

al s

egna

le a

ttrav

ersa

re d

i co

rsa

la

pale

stra

sen

za s

cont

rars

i e s

cam

biar

si

di p

osto

.

Com

e ♣

, ma

a te

rrà

gli

occh

i chi

usi a

l mom

ento

de

llo “

schi

affo

” su

lla

man

o.Co

me

♣, m

a sc

eglie

rann

o un

’altr

a pa

rte

del c

orpo

da

tocc

are.

Com

e ♣

, ma

senz

a to

ccar

e un

a se

rie

di p

icco

li at

trez

zi o

pal

loni

spa

rsi n

ella

pa

lest

ra.

Bam

bini

dis

post

i in

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sull’

ango

lo d

el c

ampo

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palla

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.a

d ogn

i seg

nale

il ca

pofil

a fa

rà, d

i cor

sa, t

utto

il g

iro

del

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po

e ri

torn

erà

in fi

la (

cons

iglio

: po

rre

dei

segn

ali

qual

i co

ni,

cepp

i, ec

c. s

ui 4

ang

oli

del c

ampo

per

del

imita

re

bene

la z

ona

di la

voro

).

Com

e ♣

, ma

la s

eque

nza

dei c

olor

i vie

ne

data

dal

l’ins

egna

nte.

ad

esem

pio:

“to

cca

il co

no r

osso

, po

i gi

allo

, poi

ver

de…

”.

Gio

co n

.° 2

: “f

ai il

gir

o pi

ù ve

loce

”(v

edi a

pag

. 98)

Com

e ♣

, ma

cors

a av

anti

se i

l nu

mer

o sa

le, c

orsa

indi

etro

se

il nu

mer

o sc

ende

.

Tutti

tipi

di s

taffe

tta c

ome,

ad

esem

pio,

il

Gio

co n

.° 3

:“

il bo

omer

ang”

(ved

i a p

ag. 9

9)

Gio

co d

ei P

uffi

con

2 B

irba

: vin

ce c

hi fa

pi

ù pr

igio

nier

i. ( v

edi ♣

♣♣

♣ p

ag. 4

2)

12

3

12

3

correre correre

Page 24: Schemi motori di base

44 45

3 a

nn

i4

an

ni

5 a

nn

i6/

7 a

nn

i8-

10 a

nn

i♣ B

ambi

ni

disp

osti

a co

ppie

; co

rrer

e un

o di

etro

al

l’altr

o m

ante

nend

o se

mpr

e la

ste

ssa

dist

anza

tra

i due

.

Com

e ♣

, ma

corr

endo

all’

indi

etro

.

Com

e ♣

, ma

corr

endo

al

l’ind

ietr

o.Co

me ♣

, ma

cerc

ando

di p

rend

ere

il co

mpa

gno

che

corr

e da

vant

i.

Com

e ♣

, ma

a c

orre

in a

vant

i, B

all’

indi

etro

.

Com

e ♣

, ma

a co

ppie

:a

com

anda

cor

rend

o a

ritm

o pe

rson

ale

e B

, sem

pre

al s

uo fi

anco

, si a

datte

rà a

l com

pagn

o.Ca

mbi

o de

i ruo

li.

Com

e ♣

, ma

corr

endo

af

fianc

ati.

Com

e ♣

, ma

a c

orre

rà c

on d

ei c

ambi

di v

eloc

ità e

B d

ovrà

ada

ttars

i.

Com

e ♣

, ma

a c

orre

rà in

ava

nti e

B a

ll’in

diet

ro.

Com

e ♣

, ma

a c

orre

rà in

sen

so o

rari

o e

B in

sen

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antio

rari

o.en

tram

bi e

segu

iran

no il

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o de

l cam

po e

dov

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o ar

riva

re in

siem

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pun

to d

i par

tenz

a (c

olla

bora

zion

e ed

ada

ttam

ento

del

ritm

o di

cor

sa).

Com

e ♣

, ma

men

tre

a fa

rà u

n gi

ro, B

ne

dovr

à fa

re

due.

Le u

ltim

e du

e at

tività

pos

sono

ess

ere

eseg

uite

an

che

corr

endo

nel

lo s

tess

o se

nso

eSeMPio Di Un PerCorSo riaSSUnTiVoSUGLi SCHeMi MoTori CaMMinare e Correre

• Camminare con i “passoni” superando una fila di cerchi (ogni cerchio un passo).

• Correre a slalom tra una serie di coni, prima in avanti e poi all’indietro.

• Camminare in quadrupedia passando sotto ad uno o più ostacoli.

• Disposti 2 cerchi a distanza di 4/5 metri, dentro ad ogni cerchio porre un piccolo attrezzo: i bambini, di corsa, dovranno trasportare gli attrezzi da un cerchio all’altro.

• Camminare sopra una panca o una trave.

• Usufruire di una circonferenza segnata a terra per eseguire una corsa veloce circolare (oppure eseguire una corsa veloce rettilinea seguendone il diametro).

correre

Page 25: Schemi motori di base

46 47

Saltare

Page 26: Schemi motori di base

49

Con l’espressione “saltare” intendiamo una serie di movimenti mediante i quali il corpo abbandona il contatto con il suolo per ritornarvi dopo un’azione di volo.L’acquisizione di questo schema motorio necessita di un’ attenzione particolare in quanto presuppone, da parte del bambino, una precisa conoscenza della struttura del proprio corpo e delle possibilità di dominarlo, obiettivi che si raggiungono in tempi lunghi e con interventi didattici mirati ed adeguati.

CaratteristicheIl “saltare” richiede:1- una forza ed una coordinazione motoria che consenta di attivare i muscoli interessati

(antigravitazionali ed estensori) per sollevare il corpo da terra, sostenerlo al momento dell’impatto con il terreno e mantenerlo in equilibrio durante le varie fasi del movimento;

2- la capacità di dosaggio delle tensioni muscolari e dell’uso della forza (differenziazione);3- la capacità di valutare altezze, distanze, traiettorie del volo;4- un grado elevato di maturazione dell’immagine di sè in relazione anche alle fasi relativamente

lunghe di perdita di contatto con il suolo;5- uno sviluppato senso dell’equilibrio statico e dinamico;6- una certa dose di coraggio e di confidenza con l’ambiente.In particolare, l’elemento comune ai bambini della fascia di età relativa alla scuola dell’infanzia è lo scarso senso di equilibrio nella fase di volo. Infatti le sole forme di movimento di salto che vengono più prevalentemente usate nell’attività ludica infantile sono i salti in basso e solo occasionalmente saltelli a piè pari, su un solo piede, uniti a movimenti in avanti.Altri elementi comuni sono la scarsa elevazione combinata con la difficoltà a staccare entrambi i piedi dovuta ad una mancanza di forza degli arti inferiori e ad una incompleta maturazione dei sistemi di controllo e di coordinazione dei movimenti relativamente alle variabili spaziali e temporali.Lo sviluppo di questo movimento sarà rapido e multiforme se ai bambini verrà proposta un’attività adeguata in modo frequente e costante.Con i piccolissimi (3 anni) sarà redditizio utilizzare la palla per stimolarli a saltare: la palla che rimbalza, che va verso l’alto, che avanza rimbalzando e che invita i bambini a seguirla ed imitarla; seguono i salti verso il basso ed altre proposte di attività di gioco più mirate che conducono il bambino ad acquisire un sempre maggiore controllo del proprio corpo anche nella fase di volo.A 5/6 anni i bambini si possono esercitare sui salti a piè pari da fermi ed in avanzamento, saltelli su un piede, vari salti abbinati all’azione di corsa, forme semplici di salti in successione utilizzando piccoli attrezzi quali cerchi, piccoli ostacoli, bastoni, ecc. Uno dei primi aspetti dell’apprendimento dei salti consiste nell’addestramento all’atterraggio, aspetto che più di altri può creare nel bambino qualche timore. Constatata la presenza di uno scarso senso dell’equilibrio nella fase di volo come elemento comune a tanti bambini, si rende indispensabile e primaria per loro l’esperienza del “salto in basso”, con delle ricadute da altezze sempre maggiori al fine di permettere il graduale miglioramento e potenziamento del controllo del proprio corpo nella fase di volo. Per inciso: il bambino è in grado di saltare in basso assai prima di quanto lo sviluppo delle sue capacità coordinative e muscolari gli consenta di saltare in alto o in lungo.Una volta acquisita l’abilità di atterrare, il bambino può imparare a sollevare il proprio corpo nell’aria attraverso una progressione metodologica che aiuterà l’apprendimento della fase di stacco ponendo, ad esempio, obiettivi sospesi in alto (palloni, nastri, rete da canestro, . . . )

Page 27: Schemi motori di base

50 51

che il bambino dovrà tentare di raggiungere saltando su un piede, su due piedi, con o senza rincorsa, . . . Anche i saltelli di vario tipo sono un’attività di base indispensabile per la preparazione ai salti e procurano ai bambini molta gratificazione, alimentando in tal modo la motivazione al salto. Si farà ricorso quindi a tutta una varietà di saltelli e salti con ostacolini ed attrezzi posti a terra e questa attività sarà funzionale e preparatoria a forme più specifiche come il saltare sempre più in alto e/o più lontano.

Esercizi “saltare”

Page 28: Schemi motori di base

52 53

3 a

nn

i4

an

ni

5 a

nn

i6/

7 a

nn

i8-

10 a

nn

i

Cam

min

are

liber

amen

te;

al

segn

ale

picc

oli

salte

lli

sul

post

o (la

pic

cola

pal

la c

he

rim

balz

a).

♣ Salte

lli a

pie

di u

niti

all’i

ndie

tro.

Bam

bini

dis

post

i in

riga

sul

la li

nea

di

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o ca

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.Co

me

poss

o at

trav

ersa

re la

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estr

a sa

ltand

o?Tu

tti i

tipi d

i sal

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i e in

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ro- d

ivar

icat

i e u

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- ecc

.La

scia

re a

lla fa

ntas

ia d

ei b

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ni.

Vari

tipi

di a

ndat

ure

salta

te:

- gal

oppo

late

rale

- pas

so s

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llato

ava

nti

- pas

so s

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llato

indi

etro

Chi n

e in

vent

a de

lle a

ltre?

♣ Dis

porr

e a

terr

a de

i mat

eras

sini

a

dist

anze

div

erse

.i

bam

bini

dov

rann

o sa

ltare

a p

pari

da

un m

ater

assi

no a

ll’al

tro.

Com

e ♣

, ma

con

le g

ambe

div

aric

ate.

Salte

lli c

on ri

cerc

a di

el

evaz

ione

(la

gros

sa p

alla

ch

e ri

mba

lza)

.

Com

e ♣

, m

a co

n un

pi

ede

solo

(a

ltern

are

dest

ro e

sin

istr

o).

Com

e ♣

, ma

con

dei b

alzi

, con

un

pied

e, a

ll’in

diet

ro, e

cc.

Salte

lli su

un

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e (il

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sero

zo

ppo)

.

Corr

ere

o ca

mm

inar

e in

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a lib

era;

al s

egna

le e

segu

ire

vari

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di s

alti

da fe

rmo:

- di

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cati

e un

iti-

pied

e av

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e pi

ede

indi

etro

- di

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cati

e in

croc

iati,

ecc

,La

scia

re a

lla fa

ntas

ia d

ei b

ambi

ni.

imita

re le

and

atur

e de

gli a

nim

ali :

-can

guro

: sa

ltelli

in a

vanz

amen

to a

pie

di p

ari

-ran

a:

da p

osiz

ione

di

mas

sim

a ra

ccol

ta,

eseg

uire

un

salto

in

avan

zam

ento

e

vers

o l’a

lto e

rito

rnar

e in

mas

sim

a ra

ccol

ta

-con

iglio

: da

lla p

osiz

ione

di

mas

sim

a ra

ccol

-ta

, ap

pogg

iare

sol

o le

man

i av

anti

e, s

enza

sta

ccar

e la

pre

sa,

con

un

salte

llo ri

chia

mar

e i p

iedi

vic

ino

alle

m

ani.

♣ a c

oppi

e: a

e B

di

fron

te,

lega

ti a

man

o.a

cer

cher

à di

sal

tare

ver

so

l’alto

aiu

tato

da

B.

Com

e ♣

, m

a ne

lla f

ase

di v

olo

eseg

uire

½ g

iro

o un

gir

o in

tero

.

♣ Salte

lli

in

avan

zam

ento

a

pied

i uni

ti (il

pa

sser

o co

n le

za

mpe

le

gate

)

♣ Con

i cer

chi

Corr

ere

liber

amen

te

tra

i ce

rchi

sp

arsi

su

l pa

vim

ento

; al

se

gnal

e es

egui

re d

ei s

alte

lli d

entr

o al

cer

chio

ed

al s

egna

le s

ucce

ssiv

o ri

pren

dere

la

cor

sa.

Com

e ♣

, ma

a s

alta

, B g

ira

su

se s

tess

o.a

ese

guir

à un

a ci

rcon

fere

nza

di s

alte

lli.

Com

e ♣

, ma

utili

zzan

do a

nche

dei

ce

rchi

dis

post

i a

terr

a a

dist

anze

di

vers

e.U

tiliz

zare

il s

alto

più

ade

guat

o al

la d

ista

nze.

ad

esem

pio:

a d

ista

nza

mag

gior

e si

es

egue

un

ba

lzo,

a

dist

anza

m

inor

e un

sal

tello

su

un p

iede

.

Com

e ♣

, ma

a ga

mbe

di

vari

cate

.

Com

e ♣

, ma

eseg

uire

dei

sal

telli

co

ntin

uativ

i fuo

ri e

den

tro

dal

cerc

hio.

♣ form

are

una

stra

dina

di

cerc

hi e

d es

egui

re v

ari t

ipi d

i sal

telli

e s

alti.

♣ a e

B u

no d

ietr

o al

l’altr

o.a

app

ogge

rà l

e m

ani

sulle

sp

alle

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B e

d es

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rà d

ei

salte

lli v

erso

l’al

to.

fettu

ccia

ela

stic

aTe

nere

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ttucc

ia a

lle d

ue

estr

emità

a v

arie

alte

zze

da te

rra.

i bam

bini

, con

un

po’ d

i rin

cors

a,

salte

rann

o la

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ccia

all’

anda

ta

e al

rito

rno

in v

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odi:

- piè

par

i- u

n pi

ede

- un

balz

o- c

on ½

gir

o- r

acco

glie

ndo

le g

inoc

chia

al p

etto

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.

Cam

min

are

o co

rrer

e su

pe-

rand

o co

n sa

ltelli

pi

ccol

i os

taco

li (a

d es

empi

o fu

nice

l-le

a te

rra)

.

Com

e ♣

, ma

eseg

uire

tutti

i tip

i di

salte

lli:

- pie

de d

estr

o de

ntro

, sin

istr

o fu

ori

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de d

entro

, pie

de fu

ori a

ltern

ati, e

cc.

Com

e ♣

, m

a fa

cend

o le

and

atur

e de

gli a

nim

ali s

egue

ndo

i cer

chi.

Com

e ♣

, ma

in a

vanz

amen

to:

a c

amm

iner

à, B

sal

terà

.

3 a

nn

i4

an

ni

5 a

nn

i6/

7 a

nn

i8-

10 a

nn

i

alte

rnar

e il

cam

min

are,

al

corr

ere,

al s

alta

re e

, ad

ogni

se

gnal

e, c

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are

attiv

ità.

Cerc

hio

a te

rra,

un

pied

e de

ntro

e

l’altr

o fu

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eseg

uire

dei

sal

telli

in

avan

ti ed

all’

indi

etro

seg

uend

o la

ci

rcon

fere

nza

del c

erch

io.

♣ Salti

in b

asso

Dur

ante

la fa

se d

i vol

o es

egui

re ½

gir

o o

¼ d

i gir

o, b

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re le

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riva

re

in m

assi

ma

racc

olta

ed

eseg

uire

una

ca

povo

lta a

ll’ar

rivo

.

♣ a a

fferr

erà

B s

ui fi

anch

i e

lo

aiut

erà

a sa

ltare

in a

lto.

Com

e ♣

, ma

con

2 fe

ttucc

e:sa

ltare

con

app

oggi

o in

term

edio

.

Con

i pie

di s

opra

il c

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io e

fron

te

este

rna

o in

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a ad

ess

o, e

segu

ire

dei s

alte

lli la

tera

li se

guen

done

la

circ

onfe

renz

a.Co

me

♣,

ma

arri

vand

o su

sup

erfic

i di

vers

e (a

d es

empi

o m

ater

assi

ni d

i va

rio

spes

sore

)fa

r not

are

la d

iffer

enza

e fa

r esp

rim

ere

a pa

role

la d

iffico

ltà.

Com

e ♣

, ma

in a

vanz

amen

to.

Panc

aD

opo

una

brev

e ri

ncor

sa s

alta

re la

pa

nca

con

l’app

oggi

o in

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edio

di

un

pied

e su

lla s

tess

a.

Gio

co:

“il m

are”

Del

imita

re u

no s

pazi

o e

disp

orre

i ba

mbi

ni

all’e

ster

no.

al

segn

ale:

“n

el

mar

e”,

i ba

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ni

dovr

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sa

ltare

al

l’int

erno

;al

se

gnal

e:

“sul

la

riva

”,

rito

rner

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con

un

salte

llo

nella

pos

izio

ne d

i par

tenz

a.

Salti

in b

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da

panc

hette

, pan

che,

pl

inti

con

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rrag

gio

su m

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assi

ni

(con

l’as

sist

enza

del

l’ins

egna

nte!

)

♣ a

e B

, le

gati

a m

ano,

sa

ltera

nno

su

un

pied

e ai

utan

dosi

a v

icen

da.

Salir

e co

n un

bal

zo s

ulla

pan

ca

ed e

segu

ire

un s

alto

in b

asso

ed

in a

vant

i con

½ g

iro;

1 g

iro

con

un

salto

all’

indi

etro

.

Tutti

i tip

i di p

erco

rsi u

tiliz

zand

o va

ri

tipi

di s

alte

lli a

nche

sot

to f

orm

a di

st

affe

tta.

Com

e ♣

, ma

con

le m

ani s

ulle

sp

alle

.♣ Pa

rtir

e la

tera

lmen

te r

ispe

tto a

lla

panc

a, a

ppog

giar

e le

man

i su

lla

stes

sa e

sca

valc

arla

con

un

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a

piè

pari

sen

za la

scia

re la

pre

sa

dalle

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i.Sa

ltare

a d

estr

a e

a si

nist

ra d

ella

pa

nca.

Com

e ♣

, ma

con

tant

i cer

chi

disp

osti

a te

rra

salta

re in

var

i m

odi.

Lasc

iare

al

la

fant

asia

de

i ba

mbi

ni.

♣ Dis

post

i lib

eram

ente

de

gli

attr

ezzi

sp

arsi

ne

lla

pale

stra

, co

rrer

e in

fo

rma

liber

a e

salta

re g

li at

trez

zi c

he

si in

cont

rano

.

Gio

co n

.°5:

“L

a fr

usta

”( v

edi a

pag

. 100

)

Salta

re d

entr

o al

cer

chio

e

fuor

i dal

cer

chio

.

Dis

post

i lib

eram

ente

de

i cer

chi c

olor

ati s

ul

pavi

men

to, o

gni b

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no

si s

iede

rà a

ll’in

tern

o di

ci

ascu

no d

i ess

i e, a

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chia

mo

di u

n co

lore

, us

cira

nno

solo

i ba

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ni

che

si tr

over

anno

den

tro

al

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hio

del c

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e ch

iam

ato:

ro

sso,

o b

lu, o

gia

llo, e

cc.

Com

e ♣

, ma

i bam

bini

par

tiran

no

da u

na li

nea

di fo

ndo

cam

po e

, at

trav

ersa

ndo

la p

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tra,

dov

rann

o sa

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gli

attr

ezzi

che

inco

ntre

rann

o fin

o ad

arr

ivar

e su

lla li

nea

oppo

sta.

Com

e ♣

, ma

in a

vanz

amen

to

spos

tand

o le

man

i in

avan

ti ad

og

ni s

alto

.

saltare saltare

Page 29: Schemi motori di base

54 55

Strisciare e Rotolare

Page 30: Schemi motori di base

56 57

“Strisciare”. Con questo termina si intende il passar sopra o rasente a qualcosa: strisciare il ventre a terra, strisciare con i piedi . . .“Rotolare”. Con questo termine si intende il far ruotare il proprio corpo intorno ai suoi assi (longitudinale, trasversale) eseguendo, al tempo stesso, uno spostamento sul terreno. CaratteristicheQuesti schemi motori si sviluppano nel bambino precocemente costituendo, di fatto, le prime forme di movimento, ben prima dell’acquisizione della stazione eretta. Tuttavia, nel periodo prescolare e scolare, in assenza di precedenti esperienze motorie, essi costituiscono schemi non usuali e nel caso del “rotolare” si può manifestare qualche blocco dovuto a paura o ad inibizione. Per il superamento di tali ostacoli, fondamentali diventano la presenza attenta dell’insegnante e la sua assistenza diretta nell’esecuzione delle attività proposte in modo graduale al fine di aiutare i bambini a superare le eventuali difficoltà iniziali.Diventa importante, infatti, esercitare i bambini nel rotolamento sia esso in senso longitudinale che nel rotolamento in capovolta per dar loro nozione del proprio corpo in un continuo variare di posizioni inconsuete, attivando quei processi percettivi che implicano sensazioni vestibolari, tattili e cinestesiche.Tra le varie esperienze motorie, il “rotolare” offre la possibilità di sperimentare situazioni diverse sviluppando una precisa funzione di interiorizzazione delle strutture corporee, l’attenzione sulla propria presenza corporea nonché la valutazione e la percezione dei vari segmenti corporei.Le attività motorie saranno proposte in maniera tale da motivare il bambino a sperimentare vari modi di strisciare, rotolare, rullare e dondolare fino ad arrivare ad effettuare semplici capovolte avanti e indietro anche spezzando in sequenza l’azione della capovolta. In tal modo si induce il bambino a poter “provare” e “sentire” le sensazioni relative a tipi di movimenti ancora per lui spesso sconosciute.

Esercizi “strisciare e rotolare”

Page 31: Schemi motori di base

58 59

3 a

nn

i4

an

ni

5 a

nn

i6/

7 a

nn

i8-

10 a

nn

iCa

mm

inar

e st

risc

iand

o i p

iedi

a te

rra.

a c

oppi

e: c

on a

ste

so a

terr

a su

pino

o p

rono

, B im

pugn

erà

le c

avig

lie d

i a e

, tir

ando

lo, l

o fa

rà s

tris

ciar

e a

terr

a.Ca

mm

inar

e in

qua

drup

edia

str

isci

ando

a te

rra

man

i e p

iedi

o m

ani e

gin

occh

ia.

Da

sedu

ti a

terr

a, a

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are

stri

scia

ndo

con

il se

deri

no.

Stri

scia

re a

terr

a pr

oni (

a pa

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in g

iù) o

sup

ini (

a pa

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in s

u).

Usi

amo

dive

rsi m

odi p

er s

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ciar

e:

- str

isci

are

a te

rra

con

le b

racc

ia lu

ngo

i fian

chi a

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be te

se- s

tris

ciar

e a

terr

a ai

utan

dosi

sol

o co

n le

bra

ccia

- str

isci

are

a te

rra

aiut

ando

si s

olo

con

le g

ambe

- pos

izio

ne p

rona

, bra

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des

tro

in a

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i app

oggi

ato

a te

rra,

gam

ba s

inis

tra

fless

a e

abdo

tta a

ppog

giat

a a

terr

a: fa

cend

o tr

azio

ne s

u br

acci

o de

stro

e

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ba s

inis

tra

avan

zare

str

isci

ando

. ri

pete

re c

on b

racc

io s

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tro

e ga

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des

tra.

- pos

izio

ne p

rece

dent

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a l’e

serc

izio

ver

rà e

segu

ito c

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racc

io e

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ba d

estr

a o

con

brac

cio

e ga

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sin

istr

a (fa

re tr

azio

ne d

allo

ste

sso

lato

).

Stri

scia

re s

ul fi

anco

.

♣ Corr

ere,

al s

egna

le b

utta

rsi a

terr

a e

stri

scia

re a

pia

cere

.

Com

e ♣

, ma

segu

endo

i co

man

di: p

roni

, sup

ini,

sul fi

anco

, ecc

.

Stri

scia

re in

tutti

i m

odi s

u di

vers

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perfi

ci: m

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ni, m

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asso

ni, e

cc.

Stri

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re s

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ndo

le li

nee

segn

ate

a te

rra.

Dis

post

i a c

oppi

e, le

gati

a m

ano,

ed

in p

osiz

ione

pro

na o

sup

ina,

pro

vare

a s

tris

ciar

e in

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e.Po

sizi

one

pron

a m

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n pr

esa

palm

are

a te

rra,

bra

ccia

tese

per

pend

icol

ari a

l su

olo.

av

anza

re c

on d

ei p

icco

li pa

ssi d

elle

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i tra

scin

ando

il re

sto

del c

orpo

che

st

risc

erà

a te

rra.

Stri

scia

re s

otto

a q

ualc

osa:

ost

acol

i, se

die,

gam

be d

i un

com

pagn

o, p

anch

ine,

tu

nnel

, ecc

.♣ D

ispo

sti i

n or

dine

spa

rso

sul p

avim

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del

la p

ales

tra

clav

ette

, con

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lle, e

cc. ,

ce

rcar

e di

str

isci

are

tra

gli a

ttrez

zi s

enza

tocc

arli.

Com

e ♣

ma,

al s

egna

le, s

cegl

iere

un

attr

ezzo

e s

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ciar

e co

n qu

esto

in m

ano.

Gio

co n

.°6:

“L

a za

vorr

a”( v

edi a

pag

. 100

)St

risc

iare

imita

ndo

le a

ndat

ure

di a

lcun

i ani

mal

i: se

rpen

te, c

occo

drill

o, lu

cert

ola,

foca

, ecc

. La

scia

re a

lla fa

ntas

ia d

ei b

ambi

ni.

♣ invi

tare

i ba

mbi

ni a

roto

lare

in fo

rma

liber

a.

Stes

o un

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bino

sul

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cor

to d

i un

mat

eras

sino

,qu

attr

o co

mpa

gni (

due

da u

na p

arte

e d

ue d

all’a

ltra)

solle

vera

nno

alte

rnat

ivam

ente

il

mat

eras

sino

face

ndo

roto

lare

il c

ompa

gno.

Com

e ♣

, ma

su s

uper

fici d

iver

se.

roto

lare

in fo

rma

liber

a su

pia

ni in

clin

ati.

Corr

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sal

tare

, cam

min

are

e, a

l seg

nale

, rot

olar

e; c

orre

re, s

alta

re, c

amm

inar

e e,

al

segn

ale,

str

isci

are.

imita

re a

lcun

i ogg

etti

che

dond

olan

o o

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lano

(sed

ia a

don

dolo

, pal

la, t

ronc

o . .

.).

Dal

la p

osiz

ione

pro

na o

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ina,

par

tend

o co

n il

pallo

ne s

otto

il m

ento

o s

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la

nuca

, far

sco

rrer

e il

corp

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tutta

la s

ua lu

nghe

zza

sopr

a al

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lone

.ro

tola

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ul m

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asso

ne e

lasc

iars

i cad

ere

sulla

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sina

sot

tost

ante

.

a c

oppi

e: a

aiu

ta B

a ro

tola

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ping

endo

lo c

on le

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i. in

vert

ire

i ruo

li.

a c

oppi

e: a

e B

ste

si a

terr

a su

pini

con

la te

sta

cont

ro te

sta

e le

bra

ccia

in a

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egat

i a m

ano,

ro

tola

re in

siem

e.G

ioco

n.°

7:

“i ru

lli “

( ved

i a p

ag. 1

01)

Stes

i a te

rra

ed a

bbra

ccia

ti, ro

tola

re in

siem

e.

a ProPoSiTo Di CaPoVoLTe

Tutti gli schemi motori debbono essere sperimentati e correttamente appresi (ognuno alla giusta età) per accrescere il “patrimonio motorio”. In particolare, se un bambino non impara a fare la capovolta entro i 12 anni, ben difficilmente sarà in grado di apprendere questo schema successivamente.Per cui tutti i bambini possono e debbono effettuare capovolte, anche se non tutti sono portati spontaneamente ad attuare tale attività.Questa semplice ma fondamentale osservazione dovrebbe far riflettere gli insegnanti e stimolarli ad impegnarsi per proporre ai loro allievi il più vasto e completo programma di stimoli motori. Con l’assistenza diretta dell’insegnante, diventa quindi assai rilevante che i semplici rotolamenti e le rullate sul dorso precedano e preparino gli esercizi motori più complessi quali sono le capovolte.

Consigli♦ La completa assistenza diretta da parte dell’insegnante consisterà nel mobilizzare egli stesso il bambino durante il rotolamento: ciò al fine di creare una traccia, uno schema al sistema nervoso del bambino riguardo i particolari equilibri inerenti al movimento da compiere;♦ l’elemento comune ai bambini, nell’esecuzione della capovolta, consiste nella difficoltà a “svincolare” il capo durante il rotolamento: questo perché le braccia non sono abbastanza forti per sostenere il peso del capo durante la fase iniziale della capovolta. Durante l’assistenza è bene che l’insegnante ponga la sua mano aperta alla base del collo (prime vertebre dorsali) e non solo sulla nuca per agevolare la sua azione di sostegno durante il rotolamento.♦ Si può, inoltre, agevolare questo movimento con un’ azione preparatoria che consiste nel dire al bambino di posare il palmo delle mani sopra le scapole (mano dx su scapola sx e viceversa) con i gomiti in alto dietro la nuca. Mantenendo questa posizione, che crea essa stessa uno “scudo” per la parte cervicale della colonna vertebrale, si fa iniziare il movimento della capovolta avanti appoggiando i gomiti sulla materassina. La curvatura della schiena e lo sbilanciamento in avanti del baricentro indotti da questa posizione inducono quasi naturalmente all’inizio del rotolamento. Il tutto può essere “guidato”, “rallentato” o “indotto” (con una piccola spinta sul bacino) da parte dell’insegnante ♦ si consiglia inoltre di far rotolare i bambini lungo un piano inclinato costruito con materassini. Questo accorgimento agevolerà lo svincolo del capo.

strisciare rotolare

Page 32: Schemi motori di base

60 61

esercizi propedeutici in sequenza alla capovolta avanti e indietro

♦Bambini in piedi con le gambe piegate: appoggiare le mani a terra lontano dai piedi; da questa posizione oscillare leggermente in avanti e indietro; testa ben flessa avanti;

♦come sopra, ma con le mani vicino ai piedi;♦come sopra, ma a gambe divaricate e tese;♦in ginocchio con le mani a terra vicino alle ginocchia: appoggiare la testa a terra flettendola

bene in avanti ( il mento dovrà toccare lo sterno);♦da gambe divaricate, appoggiare le mani a terra ed eseguire con le mani piccoli passi

avanti e indietro tenendo la testa ben flessa avanti;♦da seduti ed a gambe piegate, abbracciare le gambe con le braccia e lasciarsi cadere

all’indietro rullando sul dorso avanti e indietro;♦da supini raccogliere le gambe al petto e “tirare” rullando sul dorso.

Questi esercizi hanno lo scopo di far prendere coscienza dei diversi movimenti richiesti dal “capovolgimento” onde consentire l’acquisizione del maggior numero possibile di adattamenti da parte del bambino ed offrirgli l’opportunità di “sentire” meglio l’esecuzione del rotolamento.A partire da questi esercizi propedeutici si passerà all’esecuzione della capovolta nelle forme e situazioni più diverse, a seconda dell’età del bambino e della sua capacità di controllo del proprio corpo nello spazio.

Capovolta in avanti

Azione preparatoria che consiste nel dire al bambino di posare il palmo delle mani sopra le scapole (mano dx su scapola sx e viceversa) con i gomiti in alto dietro la nuca.

Le prime volte è consigliabile che le capovolte siano effettuate su un piano inclinato verso il basso sopra un materassino soffice (il piano inclinato può essere predisposto usando più materassini opportunamente disposti).

Assunta la posizione a gambe leggermente divaricate, busto flesso avanti, testa flessa avanti, braccia leggermente piegate e mani in appoggio sul materassino, l’allievo rotolerà in avanti con l’aiuto dell’insegnante postosi in ginocchio a fianco dell’allievo stesso.L’insegnante favorirà il rotolamento ponendo una mano aperta alla base del collo dell’allievo e sostenendogli le anche con l’altra mano.

Capovolta indietro

Deve essere eseguita su un piano inclinato. Posizione iniziale: allievo seduto a gambe raccolte (ginocchia verso il petto), capo ben flesso avanti fronte sulle ginocchia, braccia flesse e mani aperte vicino alle orecchie con dita rivolte nella direzione del rotolamento.Per i più piccoli: braccia flesse, mani aperte intrecciate dietro la nuca e gomiti bene fuori. L’insegnante, in ginocchio a fianco del piano inclinato, ponendo la mano destra aperta alla base del collo dell’allievo e la sinistra a sostegno delle anche, guiderà il rotolamento indietro.

Page 33: Schemi motori di base

62 63

eSeMPio Di Un PerCorSo riaSSUnTiVoSUGLi SCHeMi MoTori CaMMinare, Correre, SaLTareSTriSCiare e roToLare

Bambini disposti in fila e partenza da un angolo del campo di pallavolo.

1° giro – correre avanti lungo il 1° lato lungo del campo, camminare avanti lungo il 1° lato corto, correre all’indietro lungo il 2° lato lungo, camminare all’indietro lungo il 2° lato corto;

2° giro – nei due lati lunghi disporre una serie di cerchi, nei lati corti una serie di coni; correre e saltare dentro ai cerchi con i piedi uniti lungo i lati lunghi (avanti e indietro come sopra) e camminare a slalom tra i coni lungo i lati corti (avanti e indietro);

3° giro – nei lati lunghi aggiungere due ostacolini, quali piccoli attrezzi, sedie o tunnel; correre, saltare (cambiare il modo di saltare: su un piede, gambe divaricate, ecc.) e strisciare sotto l’attrezzo lungo i lati lunghi, camminare in quadrupedia tra i coni lungo i lati corti;

4° giro – nei lati lunghi aggiungere due tappetini; correre, saltare, fare una capovolta o un rotolamento e strisciare lungo i lati lunghi; saltare come il coniglio lungo i lati corti;

5° giro – nel lato corto aggiungere una panca; correre, saltare, fare una capovolta o un rotolamento e strisciare lungo i lati lunghi; salire, camminare, scendere con un salto (oppure strisciare lungo la panca) e correre a slalom tra i coni lungo i lati corti.

eSeMPio Di Un PerCorSo riaSSUnTiVoSUGLi SCHeMi MoTori SaLTare, STriSCiare e roToLare

“il percorso degli animali”

• In palestra disporre di seguito: una fila di cerchi, un tunnel, una serie di coni, un tappetino, una serie di bacchette, 2 coni distanziati, una serie di funicelle

• saltare dentro ai cerchi come le “rane”;

• passare dentro al tunnel come le “talpe”;

• camminare in quadrupedia (mani e piedi) facendo lo slalom tra i coni come il “gatto”;

• eseguire una capovolta o un rotolamento come la “scimmietta”;

• saltare la serie di bacchette come il “canguro”;

• strisciare da un cono all’altro come il “serpente”;

• saltare le funicelle stese a terra saltando come il “coniglio”.

Page 34: Schemi motori di base

64 65

Lanciaree Afferrare

Calciare

Page 35: Schemi motori di base

67

Il “lanciare” è un’azione che ha come scopo l’allontanare, il mandare via un oggetto con entrambi o con un solo arto superiore; con “afferrare”, invece, intendiamo l’azione contraria, ossia prendere un oggetto con entrambi o con un solo arto superiore.Il “calciare” è un’azione con la quale, per raggiungere lo stesso scopo del “lanciare”, si usa un arto inferiore.

CaratteristicheIl lanciare e l’afferrare sono di grande importanza nella vita motoria del bambino perché affinano la coordinazione oculo-manuale, sensibilizzano qualità neuropsichiche (apprezzamento delle distanze, valutazione delle traiettorie, rapporto peso-distanza).Negli esercizi di lancio e presa la incompleta strutturazione dello schema corporeo e della dominanza della lateralità e la ben nota mancanza di forza muscolare, tipica dell’età, sono causa per i bambini di grande difficoltà nell’apprendimento.Infatti il movimento di presa al volo non è tra le azioni motorie che il bambino piccolo preferisce ed esegue più frequentemente.Per poterlo eseguire, come per imparare a passare la palla lanciandola, ci vogliono compagni di gioco capaci, che il bambino ancora non ha. Perciò generalmente per fare i primi tentativi di prendere al volo un oggetto che viene loro lanciato, i bambini hanno bisogno di essere stimolati dall’adulto.Così sollecitati, riescono a prendere una palla solo se viene lanciata in modo “prendibile”, cioè con precisione, all’altezza del petto e senza forza. Infatti i bambini non sono ancora in grado di anticipare la traiettoria della palla e la prendono con le braccia piegate e le mani unite e aperte. Dopo un’adeguata attività e con il crescere dell’età si può riscontrare un miglioramento del movimento: le braccia vengono distese verso la palla, i palmi delle mani sono ad una distanza che corrisponde al suo diametro, la ricezione della palla risulta più fluida.A 5 anni, generalmente, i bambini sono capaci di compensare con adeguati movimenti delle braccia alcune piccole imprecisioni di lancio. Se la palla viene lanciata direttamente e con lo scopo che venga presa, i bambini, con un’adeguata attività, alla fine dell’età prescolare sono in grado di anticipare tempestivamente e correttamente la traiettoria della palla, adeguando ad essa i loro movimenti di presa. Il lanciare e l’afferrare si possono eseguire da fermi ed in movimento.Si possono lanciare ed afferrare oggetti ed attrezzi vari, ma quando si tratta di lanciare, il pensiero corre subito alla “palla” che, piccola o grande, è capace di offrire al bambino la possibilità di scoprire l’ambiente mediante il lancio stesso, sia esso effettuato con le mani, con i piedi, o con altre parti del corpo; il suo utilizzo offre, inoltre, il piacere della dinamicità, la possibilità di dare movimento, di cambiare direzione, di trarne rumori, suoni e ritmi attivando le capacità sensoriali. Le esperienze motorie per questi schemi partiranno da attività di manipolazione e proseguiranno con lanci in tutte le direzioni ed in tutti i modi (con una mano, con due mani, con i piedi, ecc.) in forma libera sino a giungere a facili lanci di precisione.Le proposte del “lanciare” e dell’ “afferrare” andranno graduate e mirate al fine di condurre il bambino a padroneggiare sempre meglio gli oggetti ed a valutarne il peso, le traiettorie, le caratteristiche e le funzioni in tutte le direzioni ed in tutti i modi.L’applicazione di questi schemi motori diventa però più complessa nei giochi che presuppongono un certo grado di abilità di presa e di lancio come quando, per prendere o lanciare una palla, è necessaria un’azione rapida e diversificata o quando, per raggiungerla, sono necessari degli spostamenti nello spazio.

Page 36: Schemi motori di base

68 69

Solo verso la fine della prima età scolare, con l’uso sistematico di attività di presa e di lancio in giochi con la palla, i bambini impareranno sempre più ad anticipare correttamente e rapidamente la traiettoria della palla, a reagire e ad aspettarla, maturando in tal modo un movimento efficace e sempre più sicuro di lancio e presa che permetterà loro di avvicinarsi a tutti quei giochi con la palla propedeutici all’introduzione dei grandi giochi sportivi, che sarà favorita, verso gli 8/9 anni, con l’uso di palle di diverso peso e dimensione e di altri attrezzi semplici quali cerchi, bastoni, clavette utilizzati in situazioni dinamiche di gioco. Queste attività comportano infatti continue successioni di stimoli e risposte (lanci e prese, attacchi e difese), situazioni molto variabili e con difficoltà spesso imprevedibili che offrono al bambino l’occasione di risolvere problemi motori in forma divertente e stimolante.

Esercizi “lanciare e afferrare”- “calciare”

Page 37: Schemi motori di base

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re

delle

“pa

lle”:

- pro

viam

o a

lanc

iarl

e in

ari

a- p

rovi

amo

a ca

lcia

rle.

Corr

ere

liber

amen

te;

al s

egna

le

ferm

arsi

e s

trin

gerl

e fo

rte

con

le

man

i.

Gio

co n

.° 1

2:

“acc

hiap

pa e

sca

ppa”

(ved

i a p

ag. 1

03)

Con

le b

acch

ette

Cam

min

are

in fo

rma

liber

a co

n un

a ba

cche

tta in

man

o ed

ese

gui-

re la

nci v

erso

l’al

to c

on 2

man

i.

♣ Bam

bini

dis

post

i su

due

file

sul

la l

i-ne

a di

fond

o ca

mpo

.L’i

nseg

nant

e,

posi

zion

ato

in

mez

zo

alle

due

file

, lan

cerà

la p

alla

ver

so il

ce

ntro

del

la p

ales

tra.

Chi

dei

due

capo

fila

la p

rend

erà

per

prim

o?

Com

e ♣

, ma

impu

gnan

do la

ba

cche

tta c

on la

man

o de

stra

, la

ncia

rla

vers

o l’a

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ripr

ende

rla

con

la s

inis

tra.

i ba

mbi

ni p

rove

rann

o a

colp

irsi

la

ncia

ndo

ques

ta

“pal

la”

di

fort

una.

a c

oppi

e, d

i fro

nte

e di

stan

ziat

i, la

ncia

rsi l

a ba

cche

tta a

2 m

ani e

a

una

man

o se

nza

lasc

iarl

a ca

dere

.(d

iseg

no n

.° 3

pag

. 80)

Com

e ♣

, ma

usan

do u

na p

alla

da

rugb

y.Ch

i riu

scir

à pe

r pri

mo

a pr

ende

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dopo

il ri

mba

lzo?

Gio

chia

mo

con

i pal

lonc

ini

gonfi

abili

: ten

iam

o il

pallo

ncin

o co

n 2

man

i e s

trin

giam

olo.

Com

e ♣

, ma

da s

edut

i(il

lanc

io d

eve

esse

re p

iù p

reci

so).

Gio

co n

.° 1

6:

“il p

allo

ne v

iagg

iato

re”

(ved

i a p

ag. 1

05)

Pren

dere

il

pallo

ncin

o co

n un

a m

ano

(des

tra

e si

nist

ra).

a c

oppi

e un

o di

fron

te a

ll’al

tro

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ziat

i, en

tram

bi c

on u

na b

ac-

chet

ta a

ppog

giat

a ve

rtic

alm

ente

a

terr

a.La

scia

re c

onte

mpo

rane

amen

te l

a pr

opri

a ba

cche

tta i

n eq

uilib

rio

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ende

re q

uella

del

com

pagn

o pr

i-m

a ch

e ca

da.

aum

enta

re la

dis

tanz

a tr

a la

cop

-pi

a.(d

iseg

no n

.° 4

pag

. 80)

Gio

co n

.° 1

7:

“il v

enta

glio

(ved

i a p

ag. 1

06)

♣ Da

ferm

i, pi

ccol

i la

nci

del

pallo

ncin

o in

alto

e r

ipre

nder

lo

al v

olo.

Gio

co n

.° 1

8:

“il B

owlin

g”

(ved

i a p

ag. 1

06)

Com

e ♣

, ma

cam

min

ando

.Co

me

♣,

ma

bam

bini

po

sti

in

circ

olo.

al

segn

ale

pren

dere

la

bacc

hetta

de

l com

pagn

o ch

e st

a a

dest

ra o

a

sini

stra

.Pr

ovar

e a

calc

iare

il

pallo

ncin

o (p

iede

des

tro

e si

nist

ro).

3 a

nn

i4

an

ni

5 a

nn

i6/

7 a

nn

i8-

10 a

nn

iPa

lla a

terr

a: to

ccan

dola

con

la p

iant

a de

l pie

de fa

rla

roto

lare

in a

vant

i e a

ll’in

diet

ro, d

a de

stra

a s

inis

tra,

des

criv

endo

trai

etto

rie

circ

olar

i.

Pass

aggi

del

la p

alla

da

un p

iede

all’

altr

o ef

fettu

ati c

on l’

inte

rno

del p

iede

.

Cam

min

ando

, con

durr

e la

pal

la c

on l’

uso

di e

ntra

mbi

i pi

edi o

ppur

e so

lo c

on il

pie

de d

estr

o o

solo

con

il p

iede

sin

istr

o.

Cam

min

ando

, con

durr

e la

pal

la c

on i

pied

i; al

seg

nale

ferm

arla

con

la p

iant

a de

l pie

de.

Cam

min

ando

, con

durr

e la

pal

la a

ltern

ando

i pi

edi;

al s

egna

le s

eder

si s

opra

alla

pal

la.

Cam

min

ando

, con

durr

e la

pal

la; a

l seg

nale

ferm

arla

con

la p

iant

a de

l pie

de e

fare

un

salto

per

sup

erar

la.

Lanc

iare

la p

alla

in a

lto e

ferm

arla

con

la p

iant

a de

l pie

de d

opo

che

ques

ta h

a ef

fettu

ato

alcu

ni ri

mba

lzi.

Cond

urre

la p

alla

con

i pi

edi s

egue

ndo

le li

nee

segn

ate

a te

rra.

Cond

urre

la p

alla

con

l’in

tern

o, l’

este

rno,

la p

iant

a, la

pun

ta, i

l tac

co e

d il

collo

del

pie

de.

Cond

urre

la p

alla

evi

tand

o pi

ccol

i attr

ezzi

spa

rsi n

ella

pal

estr

a.

Cond

urre

la p

alla

con

i pi

edi f

acen

do s

lalo

m tr

a gl

i attr

ezzi

dis

post

i in

pale

stra

.

♣ a

cop

pie,

pas

sagg

i del

pal

lone

usa

ndo

le v

arie

par

ti de

l pie

de.

Com

e ♣

, ma

in s

post

amen

to c

amm

inan

do o

cor

rend

o.

Pass

aggi

del

la p

alla

con

tro

la p

aret

e: d

appr

ima

ferm

ando

la c

on la

pia

nta

del p

iede

ad

ogni

pas

sagg

io, p

oi c

alci

ando

la d

i seg

uito

.

Gar

a di

rigo

ri

i bam

bini

effe

ttuer

anno

una

ser

ie d

i tir

i in

port

a da

una

dis

tanz

a pr

esta

bilit

a se

nza

la p

rese

nza

del p

ortie

re; d

i seg

uito

, il p

rim

o ca

lcer

à a

port

a vu

ota

e po

i far

à da

por

tiere

al

com

pagn

o su

cces

sivo

. Dop

o av

er c

alci

ato,

ogn

uno

farà

da

port

iere

per

il c

ompa

gno

succ

essi

vo.

Tutti

i tip

i di s

taffe

tta:

ad

esem

pio:

bam

bini

dis

post

i su

due

o pi

ù fil

e. a

l seg

nale

i ca

pofil

a co

rrer

anno

rapi

dam

ente

per

ragg

iung

ere

la p

alla

, alla

qua

le fa

rann

o ef

fettu

are

un g

iro

into

rno

al c

ono

(con

duce

ndol

a co

n i p

iedi

) per

poi

blo

ccar

la n

el p

unto

dov

e er

a pr

eced

ente

men

te p

osiz

iona

ta; c

orre

rann

o po

i a d

are

il ca

mbi

o ai

com

pagn

i suc

cess

ivi.

Com

e ♣

, ma

inve

ce d

i ese

guir

e il

giro

atto

rno

al c

ono,

i ba

mbi

ni c

alce

rann

o la

pal

la c

ontr

o la

par

ete.

Gio

co n

.° 9

: “ L

e bo

mbe

” (v

edi a

pag

. 102

) (n.

b.: i

pas

sagg

i del

pal

lone

ver

rann

o es

egui

ti co

n i p

iedi

)

Gio

co: “

il g

uast

afes

te”

in u

no s

pazi

o de

limita

to, a

lcun

i bam

bini

con

durr

anno

cia

scun

o un

a pa

lla c

on i

pied

i; un

o di

loro

, sen

za p

alla

, ten

terà

di a

llont

anar

e, s

empr

e co

n i p

iedi

, le

palle

deg

li av

vers

ari.

ogn

uno

a tu

rno

farà

“il

guas

tafe

ste”

.

lanciare e afferrare calciare

Page 39: Schemi motori di base

74 75

Spingere e Tirare

Page 40: Schemi motori di base

76 77

Con il termine “spingere”, si intende il dare movimento ad un corpo allontanandolo e spostandolo imprimendo una determinata forza.Con il termine “tirare” si intende dare un movimento ad un corpo spostandolo e trascinandolo nelle varie direzioni applicando una determinata forza.

CaratteristicheL’utilizzo degli schemi motori “tirare a sè” e “spingere”, si osservano già nella primissima infanzia. Infatti sono i movimenti con i quali il bambino dapprima si solleva, afferrandosi agli oggetti per alzarsi in piedi, poi si arrampica, spinge la sua carrozzina o la scatola dei giocattoli.Mentre ogni adulto è in grado di valutare se possiede la forza necessaria per sollevare, portare o spingere, il bambino lo deve imparare in quanto non riesce ancora a regolare la direzione, la velocità e l’intensità della spinta.Ottima strategia che permetterà al bambino di conoscere la propria forza, dosandola, sarà quella di metterlo di fronte a variazioni di intensità dinamiche attraverso le quali imparerà a reagire in modo differenziato. Inizialmente il bambino verrà invitato a giocare con attrezzi, come spingere la palla e tirare uno scatolone, poi si proporranno attività in cui entrerà in contatto con i suoi coetanei.Queste attività non debbono costituire un problema per gli insegnanti, che potrebbero temere per l’incolumità dei bambini, in quanto essi stessi inventano spesso giochi con i loro compagni nei quali si abbracciano, si allontanano, si appendono: si tratta di importanti mezzi di apprendimento per imparare a reagire in modo adeguato, con tutti i risvolti legati alla socializzazione.Se ben gestite, programmate e seguite dalla rassicurante e vigile presenza dell’adulto, le attività proposte in questo lavoro possono essere praticate dai bambini in tutta tranquillità.Va sottolineato che, con il crescere dell’età, il progressivo strutturarsi e consolidarsi degli schemi motori consente una sempre maggiore complessità e varietà di situazioni motorie ed un impegno fisico sempre più rilevante.

Esercizi “spingere e tirare”

Page 41: Schemi motori di base

78 79

3 a

nn

i4

an

ni

5 a

nn

i6/

7 a

nn

i8-

10 a

nn

i

a c

oppi

e le

gati

a m

ano

cam

mi-

nand

o a

fianc

o. U

n ba

mbi

no ti

ra

l’altr

o.

♣ Cam

min

are

o co

rrer

e in

form

a lib

era;

al s

egna

le, a

ppog

giar

e le

man

i alla

par

ete

e sp

inge

re.

Con

i cus

cino

ni.

Un

cusc

inon

e a

bam

bino

.Sp

inge

re il

cus

cino

ne c

amm

inan

do in

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a lib

era

senz

a sc

ontr

arsi

con

i co

mpa

gni;

al

segn

ale

sede

rsi s

opra

il c

usci

none

.

Con

le b

acch

ette

Dis

post

i a c

oppi

e, a

impu

gna

il ba

ston

e vi

cino

alle

due

est

rem

ità

(con

pre

sa la

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e B

, con

pre

sa s

tret

ta, a

l cen

tro:

tira

rsi.

(dis

egno

n.°

8 p

ag. 8

1)

Più

bam

bini

leg

ati

a m

ano

for-

man

o un

ser

pent

e.il

serp

ente

si m

uove

cam

min

an-

do ti

rato

dal

l’ins

egna

nte.

Com

e ♣

ma,

sed

uti a

terr

a e

fron

te a

lla p

aret

e, s

ping

ere

con

i pie

di.

Com

e ♣

, ma

spin

gend

osi.

(dis

egno

n.°

9 p

ag 8

1)

a e

B c

on s

chie

na a

lla b

acch

etta

( im

pugn

ata

da e

ntra

mbi

alle

due

es

trem

ità):

tirar

si.

(dis

egno

n.°

10

pag.

81)

Dis

post

i i b

ambi

ni in

cop

pia

uno

diet

ro a

ll’al

tro,

cam

min

are

spin

gend

o il

com

pagn

o ch

e st

a da

vant

i:- s

ping

erlo

con

le m

ani

- spi

nger

lo c

on tu

tto il

cor

po.

Com

e ♣

ma,

sed

uti a

terr

a sc

hien

a al

la p

aret

e, s

ping

ere

con

la s

chie

na.

Com

e ♣

, ma

tiran

do il

cus

cino

ne e

face

ndol

o st

risc

iare

a te

rra.

♣ Bac

chet

te a

ggan

ciat

e e

impu

gnat

e al

le e

stre

mità

con

pre

sa la

rga,

si

a da

a c

he d

a B

:tir

are

finch

é un

o de

i due

non

oltr

epas

sa u

na ri

ga s

egna

ta a

terr

a.

(dis

egno

n.°

11

pag.

81)

Tutti

in c

erch

io, l

egat

i a m

ano,

fare

un

giro

tond

o.Co

me

♣, m

a al

tern

ando

lo

spin

gere

al

tirar

e (s

empr

e ca

mm

inan

do in

form

a lib

era)

.

Com

e ♣

, m

a se

nza

incr

ocia

re le

bac

chet

te: s

ping

ere.

Tutti

in c

erch

io e

lega

ti a

man

o, c

on u

n ba

mbi

no s

edut

o e

l’altr

o in

pie

di.

al

segn

ale

i ba

mbi

ni i

n pi

edi

aiut

ano

i co

mpa

gni

ad a

lzar

si e

, co

ntem

pora

neam

ente

, si s

iedo

no.

♣ a im

pugn

a la

bac

chet

ta c

on e

ntra

mbe

le m

ani a

d un

a es

trem

ità,

B a

ll’es

trem

ità o

ppos

ta.

a ti

ra B

che

cam

min

erà

con

le g

ambe

pie

gate

in m

assi

ma

racc

olta

.(d

iseg

no n

.° 1

2 pa

g. 8

1)

Gio

co d

egli

auto

scon

tri

Cam

min

ando

in fo

rma

liber

a po

sso,

spi

ngen

-do

lo, f

ar s

cont

rare

il m

io c

usci

none

con

que

l-lo

dei

com

pagn

i.Co

me

♣ m

a,a

gam

be p

iega

te, t

irar

si a

vic

enda

.

♣ a c

oppi

e co

n i

cusc

inon

i: a

e B

spi

ngon

o in

siem

e lo

ste

sso

cusc

inon

e co

n di

rezi

one

liber

a e

conc

orda

ta.

Com

e ♣

, ma

impu

gnan

do 2

bac

chet

te (u

na c

on la

man

o de

stra

, l’a

ltra

con

la m

ano

sini

stra

).(d

iseg

no n

.° 1

3 pa

g. 8

1)

Com

e ♣

, ma

tiran

do.

a im

pugn

a la

bac

chet

ta c

on p

resa

larg

a al

le 2

est

rem

ità e

B,

stes

o a

terr

a pr

ono

o su

pino

, im

pugn

a la

bac

chet

ta a

l cen

tro:

a

tira

B. C

ambi

are

i ruo

li.(d

iseg

no n

.° 1

4 pa

g. 8

1)

3 a

nn

i4

an

ni

5 a

nn

i6/

7 a

nn

i8-

10 a

nn

i

Com

e ♣

, ma

a e

B s

ping

ono

lo s

tess

o cu

scin

one

alle

due

est

rem

ità o

ppos

te

(spi

ngon

o in

dir

ezio

ne o

ppos

ta)

“Chi

è il

più

fort

e?”

a c

oppi

e in

fila

: a a

bbra

ccia

il c

ompa

gno

alla

vita

; B c

erch

erà

di

corr

ere

avan

ti m

entr

e a

cer

cher

à di

trat

tene

rlo.

Cam

biar

e i r

uoli.

Com

e ♣

, ma

tiran

do

n.B

.: Non

ave

ndo

la p

ossi

bilit

à di

usu

fruire

dei

“c

usci

noni

” qu

esti

poss

ono

esse

re s

ostit

uiti

da s

cato

loni

che

si

potra

nno

rend

ere

anch

e pi

ù o

men

o pe

sant

i rie

mpi

endo

li co

n pa

lle,

picc

oli a

ttrez

zi o

attr

ezzi

di f

ortu

na.

a c

oppi

e di

fron

te: a

cer

cher

à di

cor

rere

in a

vant

i e B

, con

pre

sa

sulle

spa

lle d

el c

ompa

gno,

cer

cher

à di

impe

dirg

lielo

.Ca

mbi

are

i ruo

li.

♣ Dis

post

i a c

oppi

e di

fron

te e

d en

tram

bi c

on le

man

i sul

le s

palle

de

l com

pagn

o, c

erca

re d

i spi

nger

si.

♣ Con

le b

acch

ette

a c

oppi

e

Una

bac

chet

ta a

cop

pia,

spo

star

si c

on l

a ba

cche

tta im

pugn

ata

alle

2 e

stre

mità

.U

n ba

mbi

no ti

ra l’

altr

o.(d

iseg

no n

.° 5

pag

. 81)

Com

e ♣

, ma

con

palm

o co

ntro

pal

mo.

Com

e ♣

, ma

spos

tars

i man

tene

ndo

la

bacc

hetta

ori

zzon

tale

in p

resa

con

il p

alm

o de

lla m

ano.

(dis

egno

n.°

6 p

ag. 8

1)

Com

e ♣

, ma

da g

ambe

pie

gate

ed

anch

e es

egue

ndo

dei p

icco

li sa

ltelli

: cer

care

di f

arsi

cad

ere.

♣ Tira

rsi,

in d

irez

ioni

opp

oste

, im

pugn

ando

la

bacc

hetta

alle

2 e

stre

mità

pri

ma

con

la m

ano

dest

ra e

poi

con

la s

inis

tra.

Chi è

il p

iù fo

rte?

(dis

egno

n.°

7 p

ag. 8

1)

♣ Due

squ

adre

a e

B c

on i

bam

bini

pos

ti sc

hien

a co

ntro

sch

iena

e

con

brac

cia

intr

ecci

ate.

al s

egna

le c

erca

re d

i spi

nger

si fi

no a

su

pera

re il

lim

ite s

tabi

lito.

Com

e ♣

, ma

tiran

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Page 42: Schemi motori di base

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lanciare e afferrare spingere e tirare

Disegni espicativi della tabella a pagg. 70-72 Disegni espicativi della tabella a pagg. 78-79

Disegno 1

Disegno 2

Disegno 3

Disegno 4

Disegno 5

Disegno 7

Disegno 9

Disegno 13

Disegno 11

Disegno 6

Disegno 8

Disegno 10

Disegno 14

Disegno 12

Page 43: Schemi motori di base

82 83

Arrampicarsi

Page 44: Schemi motori di base

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Con il termine “arrampicarsi” si intende l’azione coordinata degli arti inferiori e superiori per effettuare uno spostamento in salita.

CaratteristicheI bambini hanno una naturale tendenza per le scalate, bisognerà quindi soddisfare questo loro piacere con delle attività appropriate senza sottoporli ad un lavoro intenso del cingolo scapolo-omerale.Nel corso della crescita questo schema motorio può costituire per il bambino un momento di coraggio e di sfida che facilita il superamento di eventuali situazioni inibenti. L’acquisizione delle tecniche dell’ “arrampicarsi” rappresenta molto spesso una scoperta ed una conquista tutte personali del bambino e la soddisfazione di questi aspetti psicologici concorre ad un completo e positivo sviluppo della sua personalità.Nelle fasi iniziali dell’apprendimento dello schema il bambino deve essere assecondato nei suoi movimenti e tranquillizzato dall’assistenza diretta dell’insegnante. Si consiglia inoltre di prevedere, nelle proposte iniziali, un richiamo agli esercizi relativi alla percezione tattile (materiale ruvido, liscio, scivoloso, morbido, duro, presa delle mani, presa dei piedi, ecc.), dovendo dare al bambino la possibilità di percepire il tipo di materiale, la dimensione, la superficie di arrampicata.L’affinamento di tale schema può essere realizzato ricorrendo all’utilizzo di sedie, panche, sgabelli, materassoni, scale e ad attrezzi più specifici quali spalliere, quadro svedese, palchi di salita (pertiche, scale, ecc.) utilizzati con le dovute cautele.La fruizione di un’attività di così ricco carattere esplorativo e cinematico da parte del bambino non dovrebbe mai mancare nelle proposte di educazione motoria ed in ogni periodo in cui si verifica il più intenso sviluppo di un bagaglio motorio fondamentale per uno crescita armonica dei nostri bambini.

Esercizi “arrampicarsi”

Page 45: Schemi motori di base

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Sollevare Trasportare Trasportarsi

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Sollevare. Non è facile trovare nei libri e programmi di educazione motoria giochi e attività che riguardino questo “particolare” schema motorio che rischia così di essere trascurato, anche se molte sono le sollecitazioni psico-fisiche in esso coinvolte.Tuttavia, il suo utilizzo nell’attività quotidiana è molto frequente ed una errata impostazione dello schema impiegato può portare a conseguenze negative, in particolare sulla stabilità della colonna vertebrale.Nella quotidianità di tutti noi capita spesso, infatti, di sollevare la borsa della spesa, un oggetto più o meno pesante o anche semplicemente lo zainetto scolastico pieno di libri.Paradossalmente, lo schema motorio utilizzato dal bambino sotto i 3 anni di età, che istintivamente avvicina il proprio corpo all’oggetto da sollevare flettendo entrambi gli arti inferiori, è molto più vicino al modello corretto del movimento di quanto non lo sia quello dell’adulto, che tende invece ad avvicinare la mano all’oggetto, mantenendo le gambe dritte e flettendo la schiena in avanti.Appare pertanto evidente che è oltremodo opportuno “risvegliare” questo “istinto” insegnando lo schema corretto che consiste nel flettere entrambe le gambe, afferrare l’oggetto e risollevarsi, mantenendo la colonna vertebrale più eretta possibile e con l’oggetto più vicino possibile al corpo. Per “ sollevare” è necessario possedere e sviluppare in particolare:1- la capacità di differenziazione (saper graduare le tensioni muscolari in rapporto all’impegno

richiesto);2- la capacità di equilibrio;3- la capacità di accoppiamento dei movimenti.È inoltre necessario aver sviluppato un certo grado di forza (che può migliorare molto anche a questa età sotto lo stimolo della ripetizione del gesto corretto) ed aver appreso un uso appropriato della stessa. Questo importante aspetto coordinativo coinvolge tutta la muscolatura posturale, in quanto richiede che venga sensibilizzata la capacità di contrarre in modo statico (isometrico) alcuni muscoli che funzionano da “impalcatura” per la colonna vertebrale (muscolatura addominale e muscoli paravertebrali) e, contemporaneamente, far contrarre in modo fluido tutta la muscolatura che agisce in modo antigravitazionale (in particolare tutti gli estensori degli arti inferiori).La ripetizione sistematica di questo schema motorio di base porta al suo perfezionamento ed ha come effetto il potenziamento del tono di tutta la muscolatura posturale, con il conseguente miglioramento del portamento e della deambulazione.A livello didattico, allo scopo di creare degli stimoli con impronta ludico motoria, appare opportuno accoppiare lo schema del “sollevare” a quello di “trasportare” e del “trasportarsi”.Se è vero che l’attività motoria deve mirare all’arricchimento di un bagaglio motorio il più vasto possibile e che gli “schemi motori” prendono spunto dai normali gesti della vita quotidiana, il “trasportare” e il “trasportarsi”, alla pari del correre, del camminare, del saltare, ecc. possono far parte di una metodologia formativa attuabile a scuola. Per i bambini l’azione del “ trasportare e trasportarsi” ha un significato ludico, ma non solo. Chi ha avuto la possibilità di poterli osservare nei loro giochi di gruppo, ha senz’altro notato che la “cavallina”, il “seggiolino”, il “cavalluccio” sono giochi frequentemente praticati in un angolo del cortile durante la ricreazione, ma anche il trasportare cartelle, borse, zaini o altro mette il bambino di fronte a questo schema motorio.Ed allora, perché non approfittare di questo e, lasciando da parte pregiudizi su rischi e sicurezza superabili con un po’ di preparazione e tanto buon senso da parte degli insegnanti, non inserire nel programma di educazione motoria questi due obiettivi perseguibili con

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attività adeguate e divertenti che pongano i bambini anche a diretto contatto tra di loro o che insegnino loro gesti e posture corrette?Per quanto riguarda l’uso della forza si deve tener presente che questa fondamentale capacità condizionale si sviluppa enormemente a tutte le età qualora venga sollecitata in modo sistematico. Per quanto attiene alla quantità di forza che è necessario impiegare per questi schemi motori, i bambini di classe quarta e quinta sono perfettamente in grado di sostenere lo sforzo richiesto da queste proposte motorie a condizione che il carico sia adeguato.Questo semplice ma fondamentale concetto può essere rispettato semplicemente con l’avvertenza di far operare tra loro bambini di taglia/peso simile; solo dopo che il gesto tecnico sarà padroneggiato si potrà passare a far trasportare ai bambini soggetti di taglia/peso maggiore del loro.

Particolare attenzione va posta nei confronti di alcuni aspetti che devono essere tenuti in buona evidenza.a) il rapporto forza-peso. È opportuno e necessario guidare il bambino sino a renderlo

autonomo nel saper valutare esattamente l’entità del carico in rapporto alla disponibilità di forza di cui è capace: il bambino deve conoscere esattamente il rapporto esistente tra lui ed il peso da sollevare e/o trasportare.

b) La tecnica esecutiva. È necessario condurre il bambino alla conquista di una corretta tecnica esecutiva del gesto motorio al fine di porlo nelle condizioni di saper utilizzare al meglio la forza che possiede. Ad esempio, se il bambino deve sollevare un carico disposto frontalmente lo si consiglia di farlo piegandosi sulle gambe in modo che il carico venga supportato dai muscoli delle gambe, generalmente più potenti, e non flettendo il busto in avanti a gambe tese sollecitando negativamente la schiena.Conoscere esattamente quali sono i movimenti più corretti da compiere nella realizzazione di un qualsiasi gesto darà ai bambini la possibilità di gestire in forma corretta la formazione di taluni automatismi esecutivi sia della vita di relazione che nella tecnica sportiva.

c) Socializzazione ed apprendimento. In questo tipo di proposte andrà valorizzato, al di là dell’impegno motorio, lo stimolo alla socializzazione ed alla cooperazione-collaborazione. I bambini che operano a “contatto” con i loro coetanei imparano a valutare meglio le loro possibilità e ad agire in collaborazione con gli altri per risolvere problemi per loro anche complessi. Accanto al valore per la socializzazione possiamo quindi assegnare alle attività proposte anche una notevole importanza cognitiva e psicologica. Mentre infatti nelle situazioni tipiche dei giochi di gruppo o di squadra la cooperazione tra i soggetti si attua sul piano tattico, nelle situazioni qui proposte il bambino ha l’opportunità di conoscere meglio se stesso ed il proprio corpo in relazione all’altro sperimentando prese, gesti e posizioni per lui del tutto nuove.

A questo scopo si possono organizzare brevi gare di corsa a coppie (con trasporto del compagno sia a “saccamulo” che frontale); le coppie trasportate possono anche sostituire il singolo in vari tipi di giochi (quattro cantoni, bandierina, ecc, . . . ).

Le attività proposte sono facilmente praticabili in ogni situazione sia al chiuso che all’aperto senza richiedere alcuna attrezzatura particolare né spiegazioni particolarmente complesse. Inoltre, nel quadro di una attività di carattere prevalentemente ludico, queste esercitazioni si adattano assai bene ad essere inserite in giochi e staffette di vario tipo che rafforzano ulteriormente la motivazione dei partecipanti.

Esercizi del“sollevare”“traspostare” – “traspostarsi”

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SoLLeVare, TraSPorTare e TraSPorTarSi

SoLLeVare

Tutti i bambini avranno una palla in mano.

• Palle a terra: dalla posizione di massima raccolta, prendere la palla con le mani e, estendendo le gambe, sollevarla da terra.

• Come sopra, ma usando attrezzi di dimensione e peso diversi.• Come sopra, ma a coppie ed usando attrezzi adeguati (ad esempio panchine,

tappetini, ecc.)

La MUMMia Al segnale prestabilito, due bambini in stazione eretta afferreranno uno sotto le ascelle e l’altro alle caviglie un loro compagno steso a terra supino: rispettando la tecnica del “sollevare”, lo traslocheranno fino ad un punto prestabilito dove verrà “depositato”.

La CarrioLa A coppie. a in posizione di mani a terra, braccia tese perpendicolari al suolo e corpo proteso dietro; B afferrerà a alle cosce vicino al ginocchio e solleverà da terra le sue gambe.

a cercherà di avanzare in questa posizione con i piccoli spostamenti successivi delle mani.

iL TaPPeTone VoLanTe Sollevare il tappetone da terra e, tenendolo sollevato (anche sopra il capo), spostarsi liberamente nello spazio in diverse maniere:♦ andata e ritorno lungo un percorso prestabilito;♦ andata, cambio con altri compagni e ritorno;♦ spostamenti variando le forme di deambulazione.

Si possono usare anche i cuscinoni.

N.B.: Il numero di bambini impegnati con un tappetone varierà a seconda della grandezza e del peso di quest’ultimo.

TraSPorTare e TraSPorTarSi:

Dopo aver sperimentato tutti questi modi di trasportare e trasportarsi, sarà divertente proporre ai bambini delle staffette a squadre dove si potranno inserire una o più di queste attività.

Ad esempio:Bambini divisi in 2 squadre, partenza dalla linea di fondo campo.Al via, a e B (ed, eventualmente, anche C ), a seconda della modalità di spostamento scelta fra quelli sopra proposti raggiungeranno il punto prestabilito; da qui, cambiando i ruoli, torneranno al punto di partenza dando il via ai compagni successivi.

iL naSTro TraSPorTaTore

Bambini divisi in due gruppi, stesi a terra in posizione supina (pancia in su) e disposti a “spina di pesce” (orientati in direzione opposta), braccia tese rivolte al soffitto, mani in flessione dorsale una accanto all’altra in modo da formare un “nastro trasportatore” di mani.Un bambino a verrà aiutato a stendersi supino sulle mani all’inizio del “nastro” e poi, con prese successive di tutti i compagni, a verrà trasportato alla fine del “nastro”.

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Giochi

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Gioco n. ° 1: “Bianco – nero”

Bambini divisi in due gruppi: squadra BIANCA e squadra NERA. Tutti seduti sulla linea di metà campo, schiena contro schiena.Al richiamo del colore, ad esempio “bianco”, i bambini della squadra bianca scapperanno correndo fino alla linea di fondo campo inseguiti dalla squadra nera.

Quanti bambini sono stati presi?

Gioco n.° 2: “fai il giro più veloce”

Bambini divisi in 4 gruppi distinti con 4 colori diversi. Quando l’insegnante chiama un colore i bambini del gruppo corrispondente devono, correndo, girare attorno al cerchio centrale.

L’ultimo arrivato si siederà nel cerchio centrale.

Gioco n.° 3: “ Boomerang”

Bambini disposti su due o più file dietro una linea di partenza.Davanti ad ogni fila (10/15 metri) verrà disposto un cono o altro oggetto.Al segnale il capofila, correndo velocemente con un testimone in mano (palla, bastoncino, fazzoletto, ecc.), girerà dietro al cono ritornando in fila dopo aver consegnato il testimone al compagno successivo.

Quale squadra sarà più veloce?

Gioco n.° 4: “Tocca e scappa”

Disponiamo tutti i bambini disposti in cerchio, meno uno che definiamo A. Questi, correndo fuori dal cerchio, toccherà la schiena di un compagno B e continuerà a correre nella stessa direzione; B correrà in direzione opposta ad A.

Chi riuscirà per primo ad arrivare al posto lasciato libero da B?

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Gioco n.° 5: “La frusta”

Disposti i bambini in circolo, un insegnante munito di una lunga corda si metterà al centro del cerchio e la farà ruotare a pochi centimetri da terra. Ad ogni passaggio della corda i bambini dovranno saltare per non essere toccati.I bambini toccati saranno “eliminati”.

Gioco n.° 6: “La zavorra”

Gioco a staffettaBambini divisi in due squadre e disposti in fila con un sacco od uno scatolone pieno di palle a disposizione di ogni squadra.Parte il capofila che dovrà trascinare il sacco (spingendolo, tirandolo o trasportandolo sollevato da terra) fino ad un punto prestabilito e ritornare di corsa in fila dando il via al compagno successivo che, sempre di corsa, andrà a prendere il sacco e lo consegnerà al bambino seguente, e così via….

Gioco n.° 7: “i rulli”

Un piccolo gruppo di bambini si disporrà a fondo campo, proni uno accanto all’altro (i rulli). Un altro bambino (il tronco) si sdraierà sopra i compagni, anche lui prono, perpendicolarmente ai rulli. Il gioco consiste nel rotolamento simultaneo di tutti i rulli per far avanzare il tronco, che dovrà stare fermo e lasciarsi trasportare. I rulli, appena liberi dal tronco, dovranno di corsa rimpiazzarsi in fila affinché il tronco non venga scaricato a terra prima della linea di arrivo. Si cambiano i ruoli.

Gioco n.° 8: “Prendi e passa”

Formare due squadre e disporre i bambini in riga (uno di fianco all’altro) collocando poi un certo numero di palloni a fianco del primo di ogni riga. Passando un pallone alla volta dal primo bambino all’ultimo della riga, tutti i palloni dovranno essere “trasportati” dall’ inizio alla fine della riga.L’ultimo bambino della riga, ricevuto il pallone, lo depositerà entro un cerchio.

Quale squadra vincerà?

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Gioco n.° 9: “Le bombe”

Formare due squadre e disporre ognuna in una metà del campo con un pallone per ogni partecipante al gioco.I bambini dovranno lanciare o calciare i palloni nel campo avversario cercando di liberare il proprio campo da tutti i palloni che arriveranno, perché lanciati dai compagni dell’altra squadra.

Varianti: - lanci a 2 mani; - solo mano destra; - solo mano sinistra; - solo con i piedi.

Vincerà la squadra che, al segnale, avrà nel proprio campo il minor numero di palloni.

Gioco n.° 10: “Trasporta attrezzi”

Formate due squadre dello stesso numero di componenti, davanti ad ognuna si disporranno, in mezzo alla palestra, tre cerchi in fila a breve distanza fra loro.All’ interno del primo cerchio di ogni squadra si deporrà una serie di attrezzi dello stesso numero di pezzi e corrispondenti al numero (o multiplo) dei bambini componenti le squadre.Per ogni squadra, un bambino A si collocherà vicino al proprio cerchio 2, mentre gli altri si posizioneranno in fila vicino al proprio cerchio 1.Il primo bambino di ogni fila raccoglierà un attrezzo e lo deporrà nel cerchio 2, fermandosi pure lui all’interno.Il bambino A prenderà l’attrezzo ricevuto, lo porterà e depositerà nel cerchio 3 e ritornerà di corsa in fila dando il via al bambino successivo.Quando tutti gli attrezzi saranno stati trasportati al cerchio 3 il gioco sarà finito.

Vincerà la squadra che avrà “trasportato” per prima tutti gli attrezzi all’interno del cerchio 3.

Gioco n.° 11: “La volpe e il lupo”

Bambini in circolo in piedi o seduti a mezzo intervallo con fronte al centro.Una palla (la “volpe”) verrà passata con passaggio consegnato (da mano a mano) da un bambino all’altro.Questa palla è presto seguita da un’altra (il “lupo”).Lo scopo del gioco è quello di far raggiungere la “volpe” dal “lupo”, che avverrà quando le palle si incontreranno.

Gioco n.° 12: “acchiappa e scappa”

Bambini divisi in due squadre e disposti in fila.I capofila si disporranno uno fronte all’altro e fra loro, alla stessa distanza, sarà posizionato un cono con sopra una pallina da tennis.Al segnale il giocatore più veloce o più pronto di riflessi prenderà la pallina e correrà verso la linea di fondo campo cercando di non farsi acchiappare dal giocatore avversario.Se ce la farà ad arrivare senza essere toccato il punto sarà della sua squadra, altrimenti sarà della squadra avversaria.

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Gioco n.° 13: “Cerchio dentro - cerchio fuori”

Suddividere i bambini in due squadre ed avere a disposizione un pallone. La squadra A con i bambini disposti in cerchio a doppia distanza l’uno dall’altro, la squadra B con i bambini disposti all’ interno del cerchio delimitato dai compagni della squadra A.La squadra A, lanciando il pallone, dovrà cercare di colpire i compagni della squadra B, che potranno scappare solo all’ interno del cerchio e non dovranno mai toccare il pallone.

Quanti bambini verranno “eliminati” in due minuti? Oppure: in quanto tempo sono stati eliminati tutti i bambini della squadra?Si cambiano i ruoli.

Gioco n.°14: “Tiro al bersaglio”

Formate due squadre, A e B, si disporrà la squadra A in riga sulle due linee laterali del campo di pallavolo, metà bambini da una parte e metà dall’altra e con una palla a testa.I bambini componenti la squadra B si porteranno tutti dietro una linea di fondo campo e da lì, correndo, dovranno attraversare tutta la palestra cercando di raggiungere e superare l’altra linea di fondo campo senza farsi colpire dai compagni della squadra A che sono appostati ai lati del percorso. I bambini colpiti dalle palle saranno “eliminati”.

Quanti passaggi saranno necessari per “eliminare” tutti i bambini componenti la squadra B ?

Cambiare i ruoli.

Gioco n.° 15: “ L’orologio”

Formate due squadre, A e B, a ciascuna verrà dato un pallone. La squadra A si disporrà in cerchio in mezzo alla palestra con i giocatori distanti fra loro 4 passi; la squadra B si metterà in fila dietro ad una riga di fondo campo.I bambini della squadra A, disposti in cerchio, dovranno effettuare il numero massimo possibile di passaggi (le ore) del pallone da uno all’altro, contando i passaggi e completando il cerchio. Contemporaneamente i bambini della squadra B, in fila a fondo campo, dovranno realizzare delle corse a staffetta intorno al cerchio (l’orologio) formato dai bambini della squadra A.Il gioco terminerà quando l’ultimo bambino della squadra B avrà finito il suo percorso.Si invertono i ruoli. Vincerà la squadra che avrà effettuato il maggior numero di passaggi (le ore) senza far cadere il pallone (se il pallone cade si ricomincia da capo, dal primo bambino).

Gioco n.° 16: “il pallone viaggiatore”

I giocatori si disporranno in circolo distanziati fra loro circa 3 metri e rivolti all’interno.Un bambino si posizionerà all’esterno del circolo (il corridore). I giocatori in circolo si passeranno il pallone, mentre il “corridore“ lo inseguirà cercando di toccarlo; se ci riuscirà prenderà il posto di colui al quale il pallone era destinato. (In definitiva, si tratta di anticipare la posizione del pallone).- Nei passaggi non si può “saltare” alcun giocatore; - è possibile fare scambi di direzione dei passaggi (dx ↔ sx); - se un giocatore lascia cadere il pallone diventa “corridore” anche se il pallone non è stato toccato dal “corridore” in carica.

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Gioco n.° 17: “il ventaglio”

Formate due squadre, ognuna si dispone in semicerchio in una metà del campo ed al centro del semicerchio si posiziona un giocatore con un pallone in mano.Il gioco consiste in uno scambio di passaggi i più veloci possibile.Per ogni squadra, il giocatore al centro del semicerchio lancerà il pallone al primo giocatore del “ventaglio” che glielo rimanderà immediatamente, e così di seguito. Quando il pallone sarà arrivato all’ultimo giocatore del ventaglio, questi andrà a rimpiazzare il giocatore che sta al centro, che diventerà così il primo del ventaglio. E così a scalare.Il gioco continuerà fino a quando il giocatore che aveva occupato per primo la postazione centrale non vi avrà fatto ritorno. Si possono variare i tipi di passaggio.Vincerà la squadra che finirà per prima.

Gioco n.° 18: “Bowling”

Bambini divisi in due squadre disposte in fila dietro la linea di fondo campo, tutti con una palla in mano.Davanti ad ogni squadra, ad una distanza ragionevole a seconda dell’età, verrà posta una serie di clavette.Ad ogni segnale il capofila, facendo rotolare la palla a terra, dovrà cercare di abbattere più clavette possibili, recuperare la sua palla e tornare in fila.Vincerà la squadra che abbatterà per prima tutte le clavette.

Gioco n.° 19: “Le zattere”

Gioco a staffettaDisposti i bambini a gruppi di 3 (A-B-C) e dotato ogni gruppo di un tappetino, A si siederà sul tappetino.Al segnale gli altri due lo traineranno sino ad un punto prestabilito.Lungo il tragitto, il trasportato dovrà cercare di mantenere sempre la posizione di “seduto”, pena la ripartenza.Cambio dei ruoli per tutti e tre i componenti.

Vincerà la squadra che per prima giungerà al punto di arrivo con C ben seduto sul tappetino.

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CoMPeTenze MiniMe - SCUoLa PriMaria a - PerCePire e ConoSCere iL CorPo in raPPorTo aLLo SPazio eD aL TeMPo 1 - Riconoscere il proprio corpo nella sua globalità 2 - Riconoscere il proprio corpo nei suoi segmenti corporei 3 - Riconoscere il proprio corpo in situazione statica 4 - Riconoscere il proprio corpo in situazione dinamica 5 - Conquistare i concetti relativi allo spazio

5-1: davanti - dietro 5-2: sopra -sotto5-3:vicino-lontano5-4: destra-sinistra

6 - Conquistare i concetti relativi al tempo6-1: prima-dopo6-2: lento-veloce6-3: successione-contemporaneità

7 - Associare a stimoli sonori diversi risposte motorie diverse 8 - Associare a stimoli visivi diversi risposte motorie diverse 9 - Riconoscere e denominare su di sè le diverse parti del corpo 10 - Riconoscere e denominare sugli altri le diverse parti del corpo 11 - Riconoscere ed utilizzare l’ attività di contrazione e rilassamento nelle diverse parti del

corpo 12 - Dare risposte motorie corrette a semplici comandi 13 - Ordinare in successione temporale azioni motorie 14 - Individuare le diverse possibilità di postura del corpo nella sua globalità 15 - Individuare le diverse possibilità di postura del corpo nei suoi segmenti 16 - Individuare le diverse possibilità di movimento del corpo nella sua globalità 17 - Individuare le diverse possibilità di movimento del corpo nei suoi segmenti 18 - Inventare e riprodurre andature costruite attraverso la combinazione di posture

diverse 19 - Eseguire esercizi che richiedono l’ impiego coordinato ed armonico degli arti

superiori 20 - Eseguire esercizi che richiedono l’ impiego coordinato ed armonico degli arti inferiori 21 - Controllare l’ equilibrio in situazioni e posture diverse 22 - Individuare e realizzare diverse modalità di approccio ai grandi attrezzi 23 - Inventare e riprodurre sequenze di esercizi ai grandi attrezzi 24 - Conoscere e controllare le fasi del ritmo respiratorio 25 - Riconoscere in situazioni di gioco le direzioni cardinali dell’ orientamento nello spazio 26 - Riconoscere ed utilizzare diversi gradi di tensione muscolare e di rilassamento per

eseguire gli esercizi conosciuti a velocità diverse 27 - Valutare la direzione nel lancio della palla - oggetto 28 - Valutare la direzione nella ricezione della palla - oggetto 29 - Valutare la distanza nel lancio della palla - oggetto

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30 - Valutare la distanza nella ricezione della palla-oggetto 31 - Valutare la traiettoria nel lancio della palla-oggetto 32 - Valutare la traiettoria nella ricezione della palla-oggetto 33 - Controllare il tono muscolare e la respirazione in situazioni diverse 34 - Controllare il tono muscolare e la respirazione in posizioni diverse 35 - Utilizzare strutture ritmiche diverse e movimenti del corpo per costruire e realizzare

coreografie di gruppo

B - PaDroneGGiare GLi SCHeMi MoTori Di BaSe 1 - Camminare con andature diverse seguendo un ritmo dato 2 - Saltare con andature diverse seguendo un ritmo dato 3 - Correre con andature diverse seguendo un ritmo dato 4 - Utilizzare la voce ed il corpo per eseguire un accompagnamento ritmico delle

andature 5 - Lanciare correttamente la palla 6 - Ricevere correttamente la palla 7 - Palleggiare a terra 8 - Palleggiare a muro 9 - Affinare la lateralità 10 - Camminare con diverse velocità adeguando il proprio ritmo a quello del gruppo 11 - Camminare con diverse posture adeguando il proprio ritmo a quello del gruppo 12 - Correre con diverse velocità adeguando il proprio ritmo a quello del gruppo 13 - Correre con diverse posture adeguando il proprio ritmo a quello del gruppo 14 - Saltare con diverse velocità adeguando il proprio ritmo a quello del gruppo 15 - Saltare con diverse posture adeguando il proprio ritmo a quello del gruppo 16 - Riprodurre col corpo un ritmo ascoltato 17 - Utilizzare con destrezza i cerchi in vari giochi 18 - Rilevare informazioni diverse attraverso canali percettivi 19 - Utilizzare alternativamente gli arti destro e sinistro per afferrare 20 - Utilizzare alternativamente gli arti destro e sinistro per lanciare 21 - Utilizzare alternativamente gli arti destro e sinistro per palleggiare 22 - Utilizzare alternativamente gli arti destro e sinistro per colpire 23 - Inventare variazioni su un ritmo proposto ed eseguirle 24 - Utilizzare con abilità la fune in giochi di destrezza 25 - Eseguire correttamente capovolte in avanti 26 - Eseguire correttamente capovolte all’ indietro 27 - Coordinare i movimenti degli arti superiori nell’ uso dei piccoli attrezzi 28 - Coordinare i movimenti degli arti inferiori nell’ uso dei piccoli attrezzi 29 - Utilizzare contemporaneamente due schemi motori di base 30 - Utilizzare la motricità fine in modo corretto per ritagliare

31 - Utilizzare la motricità fine in modo corretto per modellare 32 - Utilizzare la motricità fine in modo corretto per costruire 33 - Eseguire capovolte con ostacoli 34 - Consolidare la coordinazione nell’eseguire esercizi sempre più complessi ai grandi

attrezzi 35 - Consolidare la coordinazione nell’eseguire esercizi sempre più complessi con i piccoli

attrezzi 36 - Consolidare la motricità fine nell’ applicazione di tecniche manipolative 37 - Eseguire semplici esercizi di pre-acrobatica

C - ParTeCiPare aLLe aTTiViTÀ Di GioCo e Di SPorT - riSPeTTare Le reGoLe

1 - Partecipare a giochi non competitivi rispettando le regole 2 - Proporre variazioni di regole nelle andature 3 - Proporre variazioni di regole nei giochi 4 - Utilizzare piccoli attrezzi per inventare giochi 5 - Costruire semplici percorsi usando attrezzi idonei 6 - Partecipare a giochi ritmici coordinando le proprie risposte motorie a quelle del

gruppo 7 - Insegnare un gioco ai compagni usando gli strumenti adatti 8 - Costruire percorsi di gioco utilizzando piccoli attrezzi 9 - Collaborare genericamente col gruppo nella costruzione collettiva di un percorso di

gioco 10 - Partecipare attivamente a giochi che richiedono destrezza e prontezza di riflessi 11 - Dirigere un gioco e comportarsi lealmente 12 - Utilizzare gli esercizi appresi per costruire percorsi di gioco 13 - Assumere e rispettare un compito specifico nella costruzione collettiva di un percorso

di gioco 14 - Partecipare a giochi che prevedono situazioni di contatto fisico 15 - Conoscere e rispettare le regole di semplici giochi competitivi a squadre 16 - Impegnarsi nei giochi che richiedono risposte motorie complesse 17 - Saper gestire con equilibrio eventuali vittorie della propria squadra 18 - Saper accettare con serenità eventuali sconfitte della propria squadra 19 - Partecipare a giochi di squadra competitivi con atteggiamenti non agonistici 20 - Partecipare a giochi di squadra competitivi con atteggiamenti agonistici 21 - Conoscere e rispettare le regole dei giochi pre-sportivi 22 - Dimostrare lealtà nel gioco di squadra 23 - Accettare le decisioni arbitrali

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D - iMPieGare Le CaPaCiTa’ MoTorie in SiTUazioni eSPreSSiVe e CoMUniCaTiVe

1 - Imitare col corpo andature di animali 2 - Costruire con i corpi figure, lettere . . . 3 - Utilizzare in modo creativo gli oggetti per drammatizzare storie 4 - Manipolare storie conosciute e drammatizzarle 5 - Rappresentare assieme ai compagni, usando il corpo e gli arti, ambienti vari 6 - Mimare col corpo e la voce oggetti, animali, mestieri 7 - Utilizzare in modo creativo cartone, stoffa o altro per costruire ambienti nei quali

drammatizzare storie 8 - Utilizzare in modo creativo cartone, stoffa o altro per costruire costumi per i personaggi

delle storie da drammatizzare 9 - Utilizzare la mimica facciale per giochi di drammatizzazione 10 - Variare tono e volume della voce per caratterizzare personaggi diversi, imitandone

anche i movimenti 11 - Utilizzare in modo creativo materiale di recupero per la costruzione di burattini e

marionette 12 - Drammatizzare storie con burattini e marionette 13 - Riconoscere oggetti attraverso la loro ombra 14 - Riconoscere persone attraverso la loro ombra 15 - Riconoscere mestieri attraverso la loro ombra 16 - Costruire, attraverso le ombre proiettate col proprio corpo, figure di animali, oggetti,

personaggi reali o fantastici 17 - Creare illusioni ottiche con le ombre 18 - Costruire ed utilizzare sagome per drammatizzare storie con le ombre 19 - Caratterizzare il personaggio di una storia attraverso atteggiamenti motori 20 - Caratterizzare un personaggio attraverso scelte vocali 21 - Assumere un ruolo individuale nella drammatizzazione di storie e svilupparlo con

coerenza e creatività 22 - Partecipare a drammatizzazioni ideando e realizzando anche scene

inDiCaTori DeLLe CoMPeTenze MiniMe Per La SCUoLa PriMaria

CLaSSi a B C D

1^ 1-2-3-4-5-6-7-8 1-2-3-4-5-6-7-8-9 1-2-3-4-5 1-2-3-4

2^ 9-10-11-12-1310-11-12-13-14-15-16-17-18 6-7-8-9 5-6-7-8

3^ 14-15-16- 19-20-21-22-23 24-25-26 10-11-12-13 9-10-11-12

4^ 22-23-24-25 27-28-29-30-31-32-33 14-15-16-17-18

13-14-15-16-17-18

5^ 26-27-28-29-30-31-32-33-34-35 84-35-36-37 19-20-21-

22-23 19-20-21-22

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rifLeSSioni e SUGGeriMenTi

Se si vuole promuovere un corretto e completo sviluppo motorio del bambino gli debbono essere garantite.

1 - La massima libertà di movimento possibile, unitamente alle condizioni che possono favorirla.

Nelle scuole i bambini dovrebbero avere lo spazio sufficiente per muoversi ed il maggior numero possibile di opportunità per svolgere un’ attività motoria ampia e molto variata anche all’esterno.

v La palestraLa palestra, o il luogo adibito alle varie attività motorie, dovrà essere oltre che sicura ed ampia, fornita di tutti quegli “accorgimenti” necessari per aiutare e stimolare il bambino durante l’attività, facilitandone da un lato l’apprendimento e dall’altro l’intervento didattico da parte dell’insegnante. È necessario, ad esempio, segnare e delimitare lo spazio a terra con righe colorate (a questo scopo si possono usare dei semplici nastri di adesivo colorato) dando così dei punti di riferimento precisi ai nostri bambini (soprattutto ai “piccoli”) che in maniera così evidente dimostrano difficoltà sulla conoscenza, utilizzo ed organizzazione dello spazio, come aspetto comunque tipico dell’età e fondamentale obiettivo della nostra attività.

esempio

v Gli attrezziEssi sono i supporti materiali attraverso i quali si presentano i contenuti dell’insegnamento/apprendimento; grazie agli uni e agli altri (materiali e contenuti) trovano concretezza le attività motorie.L’importanza di poter usufruire di una grande scelta di materiali diventa fondamentale per quanto riguarda l’attività motoria con i bambini di scuola dell’infanzia e primaria.Diventano mezzi indispensabili per rendere le attività più varie, fantasiose, più “giocose”, perché gli attrezzi si prestano ad essere manipolati, trasportati, lanciati, superati, scavalcati raggruppati stimolando così la fantasia dei bambini e degli insegnanti che troveranno in loro validi supporti per la proposta di attività didattiche.La programmazione didattica, infatti, dovrebbe prevedere una sufficiente dotazione di mezzi idonei alla realizzazione delle attività e dei contenuti, una varietà di materiali tra quelli strutturati e meno strutturati, con una preponderanza di piccoli attrezzi facili da utilizzare (ad es. funicelle, cerchi, clavette, mattoncini, coni, palle, ceppi, . . .).

BLU

ROSSA

GIALLA

ROSS

A

GIAL

LA

VERDE VERDE

VERDE VERDE

1 2

4 3

ROSS

A

GIAL

LA

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Troppe scuole però, partendo dal presupposto della loro impossibilità economica, non forniscono di materiali adeguati gli spazi adibiti all’attività motoria. Ecco che diventa importante “l’arte dell’arrangiarsi” inventando e costruendo le attrezzature necessarie all’attività (anche se, si auspica, questo stato di cose non debba diventare una consuetudine, ma possa essere superato con una vera e completa autonomia degli istituti ed una politica scolastica costruttiva in questo senso)Questa operazione, comunque, si presenta particolarmente motivante sotto l’aspetto educativo, perché coinvolge i bambini nella creazione di oggetti e li prepara alla cosiddetta manualità. Appallottolare della carta di giornale per creare delle palle, costruire dei coni con il cartone, intrecciare dello spago per formare delle funicelle, ad esempio, possono diventare occasioni per liberare lo “spirito creativo” presente in ogni bambino.Altri attrezzi di fortuna possono essere gli stessi indumenti, tipo le felpe e le scarpe o le stecche dei manifesti che si possono usare come dei bastoncini da appoggiare a terra o sui grandi rocchetti del filo di lana (si possono trovare nei negozi dove vengono confezionate le maglie) che hanno l’aspetto di coni di plastica colorata, leggeri, impilabili e . . . gratis! per costruire dei piccoli e sicuri ostacoli da scavalcare, saltare o per strisciarvi sotto.Segnali acustici, visivi e di altro tipo (fischietto, battuta di mani, strumentini musicali, palla che rimbalza, dimensione delle palle, uso dei colori con fazzoletti, altri oggetti colorati . . . ) possono aiutare l’insegnante nella consegna delle varie attività e saranno un valido supporto per il raggiungimento degli obiettivi di tipo percettivo ed un gioco divertente per i bambini.

2 - la possibilità di giocare in gruppo non soltanto per venire incontro al loro forte bisogno di socialità, ma anche perché possano ricevere molti più stimoli, esempi, impulsi di quanti potrebbero ottenerne giocando da soli.

3 - il rispetto del suo grande bisogno di muoversi, della sua voglia di cambiare continuamente attività, del bisogno di imitazione e della sua graduale tendenza ad ottenere un risultato.

Al fine di rispettare queste esigenze e rendere efficace l’attività di insegnamento/apprendimento è necessario tenere ben presente alcuni punti.

a) Le attività debbono essere scelte in funzione delle capacità dei bambini, dei loro atteggiamenti, delle loro motivazioni e del loro livello di abilità motoria. Tutta l’attività deve essere adeguata all’individuo che la svolge, nel senso che non deve mai porsi al di sopra di una soglia massimale, né tanto meno a livelli così bassi da non provocare alcuna modificazione nell’apprendimento e quindi nel comportamento. L’attività motoria dovrà basarsi su attività adeguatamente intensive, ma molto varie, che rispettino i principi didattici che vedono un percorso che va dal “facile al difficile” e dal “semplice al complesso”.

facile : che si può fare senza difficoltà

difficile : che richiede notevole attenzione

semplice : formato da un solo elemento

complesso : che è composto da più parti diverse

Le proposte pratiche di questo lavoro tengono ben presente questi principi proponendo attività sempre più ricche di stimoli e sempre adeguate allo sviluppo globale del bambino.

Infatti le attività suggerite sono caratterizzate dall’inserimento di variazioni dovute principalmente a: 1) cambiamenti nel ritmo dell’esecuzione mantenendo inalterata la struttura del movimento

(ad es. : corsa veloce, corsa lenta);2) cambiamento nella collocazione dei soggetti nello spazio rispetto a riferimenti esterni (ad

es. : inversioni e scambi di posto con i compagni); 3) modificazioni delle tensioni muscolari dovuti a dislivelli del terreno ( ad es. : correre,

saltare o strisciare in salita o in discesa o su superfici diverse); 4) cambiamenti nella struttura stessa del movimento ( ad es. : imitare le andature degli

animali, camminare in quadrupedia); 5) cambiamenti della forma del movimento legati alla manipolazione o al controllo di piccoli

attrezzi da trasportare (ad es. : camminare spingendo un cerchio, correre palleggiando);6) cambiamenti nella direzione del movimento (ad es. : correre in rettilineo o in curva, saltare

in senso orario o antiorario); 7) variazioni nell’accoppiamento o nella combinazione dei vari schemi motori tra loro (ad es.

correre e lanciare, saltare e palleggiare).

Tenendo presente questi principi fondamentali di variazione del movimento, sarà possibile elaborare una gamma sufficientemente ampia di esercitazioni che, nel rispetto dei principi del carico motorio, mantengano sempre quel carattere di novità che è indispensabile per sollecitare l’attenzione e la motivazione dei bambini all’apprendimento.

Lo sviluppo motorio è il risultato della interazione tra maturazione e apprendimento.

Guardando questo schema :

sì MATURAZIONE ➛ sì ATTIVITÀ ➛ sì APPRENDIMENTO ➛ SÌ SVILUPPO

sì MATURAZIONE ➛ no ATTIVITÀ ➛ no APPRENDIMENTO ➛ NO SVILUPPO

no MATURAZIONE ➛ sì ATTIVITÀ ➛ no APPRENDIMENTO ➛ PERDITA TEMPO

no MATURAZIONE ➛ no ATTIVITÀ ➛ no APPRENDIMENTO ➛ EFFETTO NULLO

possiamo capire il ruolo ed il significato che rivestono le attività di carico motorio significativo nei confronti della maturazione dell’apprendimento e dello sviluppo della motricità nei bambini.Compito dell’educatore è quello di offrire il massimo della opportunità e delle occasioni INTENZIONALMENTE PROGRAMMATE adeguate ai loro livelli di maturazione.

b) il tempo d’impegno motorio dell’allievo costituisce una delle variabili che ha assunto maggior significato per quanto riguarda l’attuazione di un insegnamento/apprendimento efficace.È intuitivo il fatto che il bambino non può essere impegnato intensivamente per tutto il periodo di tempo programmato per l’attività motoria, in quanto i tempi di recupero sono necessari, ma troppo spesso si assiste a lunghi periodi di inattività immotivati che riducono notevolmente il tempo di attività dell’allievo.Perché succede questo? Molto spesso il motivo principale per cui il bambino non è attivo è dato dai lunghi periodi di inattività durante l’organizzazione delle attività stesse, dovuti assai

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spesso all’attesa in fila che avviene quando l’allievo aspetta il suo momento operativo.consigli➣ Nella preparazione della lezione, le attività proposte e le forme di organizzazione scelte dovranno essere tali da permettere la pratica contemporanea al massimo numero possibile di bambini.(La maggior parte delle attività pratiche proposte in questo lavoro tengono ben presente questo principio in quanto i bambini lavorano tutti contemporaneamente. Ed in questa direzione si dovrà agire ogni qualvolta se ne presenti la possibilità.)

➣ Nelle proposte di attività a “squadre” i gruppi dovranno essere formati da pochi bambini (aumentando, se necessario, il numero delle squadre) in modo da diminuire al massimo i tempi di attesa.

➣ Dare sempre dei punti di riferimento sicuri e chiari per mantenere il proprio turno nella “squadra” o nella fila (fino alla maturazione del concetto di “regola”).Esempio: bambini seduti sulla riga rossa, verde, blu, . . .; oppure disporre delle panchine sulle quali, terminata l’attività, i bambini possono sedersi rispettando i turni (“siediti sempre vicino agli stessi compagni”). . .; oppure disporre dei cerchi con una sequenza di colori: bambini seduti sempre nello stesso cerchio, ricordandosi del proprio colore, ecc.

➣ Nei giochi ad eliminazione cercare di far durare il gioco il meno possibile e farlo ripetere più volte.Esempio: nel gioco dei “PUFFI” descritto in questo lavoro, il bambino con il ruolo di “BIRBA” dovrà essere impegnato per un tempo che non superi il minuto e lo spazio a disposizione dovrà essere limitato. I bambini “presi come prigionieri” in questo lasso di tempo avranno il compito di controllare il buon andamento del gioco o contare i “puffi” catturati. Trascorso il tempo stabilito, un altro bambino farà da “BIRBA” (possibilmente il primo catturato nel gioco precedente) e tutti riprenderanno il gioco. Sarà possibile così diminuire il tempo di attesa dei bambini eliminati e investire del ruolo di“BIRBA”(che a loro piace tanto) il maggior numero possibile di bambini.Esempio : gioco del RUBA - CASA.I cerchi eliminati saranno di numero progressivamente crescente in modo tale che più bambini vengano contemporaneamente “eliminati”.Il gioco terminerà in breve tempo e così potrà essere ripetuto.

Si debbono quindi trovare forme di gioco adatte o varianti che garantiscano una partecipazione di bambini la più ampia possibile in quanto i primi ad essere eliminati sono proprio coloro che hanno maggior bisogno di attività.

c) Discorsi lunghi dell’insegnante che vanno oltre le capacità di attenzione e la “pazienza” dei bambini.

Lo sviluppo del linguaggio, che aumenta in modo sempre crescente in questa età, ha una notevole influenza sull’apprendimento e quindi sul comportamento motorio. Generalmente i bambini di tre anni hanno capacità molto limitate per reagire autonomamente e correttamente ad istruzioni unicamente verbali, perché possono seguire correttamente solo semplici incitamenti. Istruzioni verbali più dettagliate vengono comprese solo se collegate chiaramente con la dimostrazione del movimento richiesto o se chi insegna partecipa all’attività. Solo più tardi, se il compito motorio che debbono svolgere viene formulato in modo chiaro ed

adeguato alle loro possibilità di comprensione linguistico-simbolica, i bambini sono in grado di comprendere perfettamente il senso delle parole e di reagire secondo la consegna ricevuta rispondendo con movimenti adatti.Va tenuto conto che il linguaggio ed il pensiero del bambino di età prescolare restano comunque legati a ciò che è visibile, concreto e rapportato a se stesso.consigli➣ Spiegazioni molto semplici, chiare, brevi e, come già precedentemente detto, dimostrazioni concrete da parte dell’insegnante o, in seguito, anche da parte di un bambino stesso.In questo, possono aiutare molto la presenza di punti di riferimento precisi come, ad esempio, le tante righe colorate segnate a terra con le quali si può preparare la palestra o lo spazio adibito a ciò (vedi preparazione della palestra) o l’organizzazione degli attrezzi.Per cui risulterà più semplice per i bambini e per l’insegnante la consegna: bambini in riga, in fila o in gruppo sulla riga blu, rossa, gialla, vicino o lontano da un attrezzo e così via, tenendo presente anche delle grosse difficoltà che hanno i bambini nell’organizzarsi nello spazio.Col tempo, sarà possibile sostituire le parole “riga rossa” con un termine più tecnico “linea di fondo campo” o il “distesi a terra pancia in su” con il termine “posizione supina”.In questo modo si potrà arricchire il lessico del bambino e favorire la sua capacità, in costante aumento, di recepire informazioni..Ogni definizione di attività fatta usando solo un linguaggio “bambinesco” può essere vista come una perdita di tempo ed uno spreco di preziose opportunità per il necessario continuo arricchimento.

➣ Abbiamo richiamato in questo lavoro l’importanza di aumentare in modo progressivo le difficoltà delle attività, tenendo ben presente i principi “ dal facile al difficile”, “dal semplice al complesso”: questo vale anche per la spiegazione delle consegne motorie. L’illustrazione di una nuova attività si limiterà inizialmente ai suoi elementi fondamentali e solo quando questi saranno acquisiti da parte del bambino essa si arricchirà progressivamente di elementi più complessi.

Ad esempio, al comando“Bambini, correte; al segnale sedetevi a terra” mi accontenterò che il bambino esegua una semplice corsa e poi si sieda dove vuole (i bambini tendono a sedersi uno accanto all’altro senza sfruttare adeguatamente lo spazio). Quando il bambino avrà dimostrato di aver appreso questa semplice consegna mi sarà possibile disporre nello spazio tanti cerchi quanti sono i bambini e dopo la corsa chiederò loro di sedersi dentro un cerchio.Il passo successivo sarà di togliere i cerchi e la richiesta sarà di sedersi “lontano dai compa-gni”, come se a terra ci fossero ancora i cerchi.In questo modo avrò progressivamente aggiunto ulteriori richieste sempre più complesse ri-spetto alla semplice consegna iniziale senza perdermi in spiegazioni verbali che, pur ricche di particolari, possono portare con sè il rischio di annoiare e di rendere difficile la comprensione da parte del bambino.Operando in questo modo, l’obiettivo della percezione dello spazio verrà progressivamente raggiunto.

➣ Uso di un linguaggio semplice. Dovrò assicurarmi che i bambini abbiano compreso e comprendano il significato delle parole in quanto, a volte, l’adulto dà per scontate molte cose che, per un bambino di 3-4 anni, scontate non sono.

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Un esempio. Nella situazione che vede dei bambini con una palla colorata in mano la consegna verbale è :“Vai con i piedini sopra ad una riga segnata a terra di colore uguale o diversa dal colore della tua palla.”

Prima della consegna dovrò verificare se - il bambino conosce tutti i colori che sto per chiamare, - comprende pienamente il significato dei termini “uguale” e “diverso”

➣ Le eventuali correzioni degli esercizi vanno limitate allo stretto necessario, perché i bambini di questa età sono scarsamente capaci di elaborare queste informazioni e comunque l’importante resta il fatto che il bambino realizzi un’attività motoria adeguatamente intensa, variata e significativa, che lasci spazio alla sua libera interpretazione.

➣ Introduzione delle regole del gioco nelle attività motorie.La loro “scoperta” da parte dei bambini nasce nel momento stesso in cui ci si accorda per giocare. È noto infatti che, a seconda delle circostanze, degli oggetti e delle infinite variabili ambientali, i bambini sono capaci di riadattare qualsiasi gioco di cui conoscono i meccanismi attraverso altrettanti varianti nelle regole. Nei giochi infantili l’aspetto più affascinante è costituito dal “gioco” continuo di fare e disfare le regole quasi che, modificandole di continuo, il gioco iniziato si presenti come nuovo, diverso.Nei giochi di movimento e nelle attività motorie il compito dell’insegnante e dei bambini è quello di “smontare” e “rimontare” un gioco, come un bambino può fare con un giocattolo, alla scoperta delle sempre più diverse regole e dei diversi modi di funzionamento del corpo che si muove. Ogni regola e modo di funzionamento costituirà, a sua volta, un motivo per nuove invenzioni di giochi. Scoprire le regole, inventarle, provare a cambiarle, accettarle o meno, renderle più facili per poter giocare tutti e subito costituisce di per sè un gioco sempre nuovo, diverso sotto la regia attenta ed esperta dell’insegnante.

Una seria riflessione va fatta anche sul tasso di impegno motorio, poiché ad un tasso scarso corrispondono pochi apprendimenti, pochi progressi, poco interesse e poca motivazione per la disciplina praticata.I lunghi periodi di attesa, ad esempio, possono causare noia, comportamenti devianti e concorrere a far sorgere il pericolo di incidenti. A questo proposito è bene ricordare che molto spesso periodi di inattività sono causa diretta anche di problemi di carattere disciplinare.I bambini di questa età, come già sottolineato, sentono un grande desiderio di muoversi e quindi, avendo l’opportunità di farlo, per soddisfare il loro desiderio tendono a non rispettare alcune regole di comportamento.Proprio tenendo conto dei loro bisogni, il problema della disciplina nella classe verrà risolto più facilmente con l’aumento massimo del tempo di attività, piuttosto che con le “lotte” contro comportamenti scorretti, che sono maggiormente presenti quando i bambini non hanno niente altro da fare, quando le attività non sono interessanti, quando sono troppo semplici o troppo difficili e quindi causa di errori frustranti.In chiusura di questa parte del lavoro, dedicato a “riflessioni e suggerimenti”, riteniamo opportuno richiamare alcuni punti che consideriamo “chiave” per il buon esito dell’intervento educativo in campo motorio.

1 - Il rapporto diretto fra il tasso elevato di comportamenti degli allievi con il compito da apprendere.

Esempio: per imparare a lanciare, il bambino dovrà eseguire molti lanci in situazioni sempre variate (con 2 mani, con 1 mano, da fermi, camminando, a un compagno, verso un bersaglio, ecc.);

2 - La necessità della ricerca di un buon adattamento del contenuto dell’insegnamento alle abilità dei bambini (tenere presente il principio “dal facile al difficile”- “dal semplice al complesso”), richiamando lo schema di pag. 117 (→ maturazione → apprendimento →

sviluppo).

3 - La necessità dell’immersione dei bambini in un clima ludico e sportivo gioioso. L’attività deve essere svolta in modo piacevole, in un clima ludico di sereno sostegno e di continuo incoraggiamento da parte dell’insegnante.

Non è nostra intenzione richiamare l’importanza dell’aspetto ludico nelle scuole dell’infanzia e primaria, ma solo ricordare che il gioco non deve essere considerato fine a se stesso, né come premio da elargire al bambino che si comporti più o meno correttamente, ma come mezzo di espressione delle capacità del fanciullo.Il gioco non dovrà essere inteso come momento a sè stante, spesso conclusivo dell’attività giornaliera, ma come parte integrante di essa.È facile trasformare in gioco l’attività proposta lasciando, ad esempio, che siano i bambini a trovare la soluzione di un problema motorio e scoprire così che è divertente cambiare tipo di movimento per spostarsi, ma che più difficile e faticoso è spostarsi procedendo a gattoni, strisciando, saltando; ovvero che è semplicemente diverso giocare con le palline di spugna o con quelle da tennis.Domande tipo “Chi riesce a...?” - “Chi è capace di...?” - “Chi inventa un nuovo modo di...” favoriranno risposte determinate dalla partecipazione dei bambini che “giocheranno” a scoprire sempre nuovi momenti di gratificante e costruttiva attività motoria.

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ParTe Terza

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GLoSSario

aBDUzioneMovimento di allontanamento di un arto o di una sua parte dalla linea mediana del corpo.

aBiLiTa’ MoTorieMutuando il concetto dalla filosofia, possiamo dire che sono le “capacità in atto”.Con questo termine si intendono le azioni motorie che, attraverso la ripetizione, si sono consolidate ed in parte automatizzate e non richiedono per la loro effettuazione l’intervento vigile della mente.

aDDUzioneMovimento di avvicinamento di un arto o di una parte dalla linea mediana del corpo.

CaLCiaTa aVanTiMovimento in avanti rapido e alternato delle gambe sia tese che flesse.

CaLCiaTa DieTroMovimento indietro rapido e alternato delle gambe sia tese che flesse (tallone al gluteo).

CaPaCiTa’ Di DifferenziazioneLa capacità di arrivare ad una sintonia di grande precisione tra singole fasi del movimento o movimento di diverse parti del corpo che conducono ad una economia del gesto. Si esprime attraverso la capacità di graduare la tensione muscolare in relazione all’entità della resistenza da vincere e dello sforzo da sostenere.

CaPaCiTa’ MoTorieSono le predisposizioni fisiche e psichiche di ogni individuo a conseguire un determinato scopo motorio.

Esse si distinguono in:a) capacità senso percettivePermettono all’individuo di discriminare i segnali provenienti dall’interno e dall’esterno attraverso i cinque sensi ed alle sensazioni somatognosiche (sensazioni relative al proprio corpo).

b) capacità coordinative (da alcuni autori vengono chiamate “percettivo- cinetiche”)Sono determinate dai processi che controllano e regolano il movimento. Il termine “capacità coordinativa” indica la capacità di risolvere problemi motori in modo adeguato a finalità ed obiettivi prefissati.

c) capacità condizionaliDeterminate da processi energetici, sono l’insieme delle caratteristiche biochimiche, morfologiche e funzionali che pongono l’individuo in grado di affrontare adeguatamente l’attività motoria. Le capacità condizionali sono: forza, velocità, rapidità, resistenza.

eDUCazione MoToriaIl concetto di “educazione motoria” trova la sua origine in una sempre nuova e continua situazione di apprendimento: all’inizio una proposta motoria viene appresa, successivamente viene aumentata la capacità di controllo, in seguito si adatta il movimento alle variazioni delle condizioni interne ed esterne.

feeD-BaCKMeccanismo automatico mediante il quale la causa modifica l’effetto.Si definisce feed-back positivo quando un aumento della causa produce un aumento dell’effetto, feed-back negativo quando un aumento della causa produce una diminuzione dell’effetto (autoregolamentazione).

iMPeGno MoTorioTempo reale durante il quale il bambino è impegnato in un effettivo compito motorio.

MULTiLaTeraLiTa’ È un principio che regola la nostra attività motoria e si rivolge all’essere umano nella sua interezza.Attività o proposte motorie caratterizzate dalla presenza di più elementi di riferimento e si realizza attraverso la variazione dei contenuti, dei mezzi e degli ambienti ed è specifico per lo sviluppo delle capacità motorie e per la costruzione delle abilità.

PoLiVaLenzaÈ un principio che regola la nostra attività motoria e si rivolge all’essere umano nella sua interezza.Riferibile ad espressioni motorie volute e finalizzate che si rivelano “efficaci” in più casi e si realizza attraverso la pluralità delle esperienze vissute.

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BiBLioGrafia

“150 lezioni di sport” Per bambini da 1 a 10 anni” Liselott Diem: Società Stampa Sportiva Roma 1980

“Attività motorie giovanili” AA. Vari: Divisione Centri Giovanili CONI: Società Stampa Sportiva Roma, 1992

“Attività motorie e processo educativo” P. Sotgiu, F. Pellegrini: Soc. Stampa Sportiva Roma, 1989

“Avviamento agli sport di squadra” D. Blazgnez Sanchez: Società Stampa Sportiva Roma, 1992

“Biomeccanica della pesistica moderna” A. Sacripanti, E. Zanetti, R. Pozzo: Edizioni FILPJK, 1997

“Corri, salta, lancia” E.Brinenno, E.Harnes, J.Hoff, N.Teigland, K.J.Lowe: Società Stampa Sportiva Roma

“Dall’educazione motoria di base…” B. Mongiat, A. Marano, G. Messina: Federazione Italiana Gioco Calcio Udine, 1996

“Educazione motoria” considerazioni e proposte L. Guidolin: Comitato Provinciale CONI Trento

“Educazione motoria nella scuola elementare” R. Laporta, F. Pellegrini, M. Muzio, P. Garbin, P. Colonnelli: Sport giovane estratti: CONI Servizio Promozione Sportiva Roma, 1985

“Guida tecnica generale dei centri di avviamento allo sport” AA. Vari: Uffi. Manifestazioni Promozionali Centri Giovanili del CONI: Società Stampa Sportiva Roma, 2004

“I giochi della gioventu’ di pesistica per le scuole elementari” E. Zanetti: Atti del Convegno FILPJ “La pesistica, sport antico per i giovani del 2.000” Montecatini, 1990.

“Imparare lo strappo giocando” E. Zanetti, S. Beraldo: (ed. Centro Studi FILPJ, 1984)

“L’apprendimento motorio nello sviluppo cognitivo” A. Salvini: Avviamento allo sport: Scuola dello Sport Roma, 1982

“L’educazione motoria nella scuola elementare” G. Rufino: Koala Libri, 1994

“Le attività motorie nella formazione del fanciullo” AA, Vari: A cura del CENSIS: CONI Istituto Enciclopedia Italiana Treccani Roma, 1980

“Le capacità coordinative e la resistenza”G. Franco, A. Pittoni, F. Pozzenu: Società Stampa Sportiva Roma, 1988

“Le qualità coordinative” 1ª parte: A. Calligaris, A. Madella, G. Rampinini, L. Tarantino: Sport giovane estratti: CONI Servizio Promozione Sportiva Roma, 1986

“Le qualità coordinative” 2ª parte: A. Calligaris, A. Madella, G. Rampinini, S. Selli: Sport giovane estratti: CONI Servizio Promozione Sportiva Roma, 1987

“Lo strappo in 10 lezioni” E. Zanetti: Dispense per il corso di aggiornamento per insegnanti di Educazione Fisica delle scuole medie (ed. Provv. agli Studi di Udine, Settembre 1986)

“Sollevamento Pesi” E. Zanetti: Atti della Conferenza Nazionale sulla pratica sportiva giovanile (S.d.S. Roma, 24 -28 Maggio 1994)

“Teoria del movimento” Kurt Meinel: Società Stampa Sportiva Roma, 1984

“Una proposta didattica per la scuola dell’infanzia” Federazione Italiana Gioco Calcio Settore giovanile scolastico

“Un quaderno per l’infanzia” F. M. Pellegrini: Quaderni romani Appunti di sport Comitato Regionale CONI Lazio

inDiCe

Prefazione pag. 5Premessa “ 7

ParTe PriMaCORPO E MOVIMENTO - LINGUAGGIO E PENSIERO “ 11

METODI - PROCEDURE OPERATIVE “ 17 CAPACITÀ MOTORIE - ABILITÀ MOTORIE - Indicazioni Nazionali P.S.P. Scuola dell’Infanzia “ 18

- Indicazioni Nazionali P.S.P. Scuola Primaria “ 19

ParTe SeConDa SCHEMI MOTORI DI BASE “ 25PROPOSTE OPERATIVE (423)Guida alla lettura delle proposte “ 29 1- CAMMINARE (105 proposte) “ 31 2- CORRERE (64 proposte) “ 39 3- SALTARE (50 proposte) “ 47 4- STRISCIARE (18 proposte) - ROTOLARE (12 proposte) “ 55 5- LANCIARE e AFFERRARE (74 proposte) “ 64

CALCIARE (19 proposte) “ 65 6- SPINGERE e TIRARE (42 proposte) “ 75 7- ARRAMPICARSI (16 proposte) “ 83 8- SOLLEVARE (6 proposte) “ 88

TRASPORTARE e TRASPORTARSI (17 proposte) “ 89GIOCHI “ 97COMPETENZE MINIME “ 109RIFLESSIONI e SUGGERIMENTI “ 115

ParTe Terza

GLOSSARIO “ 124

BIBLIOGRAFIA ” 126

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Finito di stampare nel mese di novembre 2006