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PERCEZIONE DELLA VISIONE

Scienza della visione

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Come vediamo il mondo che ci circonda? il primo punto per un grafico e scoprire cosa vede il cliente...

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PERCEZIONE DELLA VISIONE

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L’UOMO NON OSSERVA MAI IL CIELO PERCHÉ LO VEDE SEMPRE!

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forma-funzione, design strettamente legato alla

funzionalità definito anche “stile Braun”

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“Bolla tecnologica” Genova, design Renzo Piano 2001

Radiofonografo produzione Brionvega, design Giulio Confalonieri 1972

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Spremi agrumi produzione Alessi, design

Philip Stark 1990

Divisorio produzione Memphis, design Ettore Sottsass

1981

Sofà produzione Poltronova, design De Pas, D’Urbino,

Lomazzi1970

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VEDERE ≠ OSSERVARE

Dal latino: “Observare” scomposto in OB = sopra, attorno, per Servare = custodire

dal dizionario:guardare / esaminare con attenzione/ considerare con curacaratteristica umana alla base della conoscenza, richiede disponibilità a conoscere l’altro.Non è registrare fedelmente la realtà perché risente dell’esperienza soggettiva dell’osservatore.

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VISIONE

Complesso delle operazioni riguardanti lo studio di un fenomeno che, a differenza della esperienza si svolge indipendentemente dalla volontà dell’osservatore

PERCEZIONE

Operazione mediante la quale la coscienza prende contatto con l’oggetto esterno utilizzando una molteplicità di sensazioni

COMUNICAZIONE

Processo mediante il quale l’informazione viene trasmessa, con appositi segnali, da un sistema all’altro.

Cosa hanno in comune queste tre attività dell’uomo

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OCCHIO - CERVELLO

Qualunque artefatto “progettato” dall’uomo, il primo contatto che esso ha con il suo fruitore avviene quasi sempre attraverso la vista.

E in secondo luogo obbligatoriamente arriva al cervello.

Quale tra i due ha maggiore importanza per la comunicazione, la percezione e la visione?

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OCCHIO

l’80% delle informazioni provenienti dal mondo esterno sono ricevute attraverso l’occhio, un organo così importante che alcune religioni hanno identificato Dio stesso con il suo simbolo.

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L’occhio è il nostro organo di senso principale, crea il mondo in cui viviamo Fisiologo A.Grant 1979

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PARTENDO DALLA VISTA

Il bulbo oculare (o globo oculare) ha una forma sferoidale, nella quale si riconosce un polo anteriore ed uno posteriore. A livello del polo posteriore si diparte il nervo ottico da un’area molto limitata da una fitta corona di altre emergenze nervose, che costituiscono i fasci più

esterni di questo nervo.

pupilla

nucleo delcristallino

umore vitreo

fovea

cornea

retina

retinaessa è ricca al suo inter-no di coni e bastoncelli

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RETE NEURONALE

L’osservazione produce ENGRAMMI : ovvero tracce mnemoniche

La memoria è fatta da sostanze chimiche prodotte anche attraverso impulsi elettrici tra una cellula nervosa e l’altra, ogni volta che osserviamo a lungo qualcosa si formano delle connessioni fra un neurone e l’altro ~ rete neuronica

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ENGRAMMI

Dunque ogni volta che noi riesumiamo un ricordo non facciamo altro che ricostruirlo ex novo, se si tratta di un immagine saranno interessati soprattutto i neuroni dell’area visiva, se di una scrittura l’area che si trova nell’emisfero temporale sinistro, insieme ad altri neuroni appartenenti all’area delle emozioni ad esempio. Si tratta solo della stimolazione di un circuito, tuttavia nel momento in cui il ricordo affiora non sempre l’engramma corrispondente è esattamente uguale a quello prodotto durante l’esperienza originale. Ciò è dovuto alle altre esperienze che nel frattempo quel soggetto ha vissuto, alle informazioni che ha appreso.

Nel tempo i legami che realizzano l’engramma dei nostri ricordi si affievoliscono, alcuni possono disattivarsi, per cui i nostri ricordi possono essere fallaci. Dobbiamo sempre tener presente che la nostra memoria non è perfetta e può fare cilecca, soprattutto per i ricordi più lontani nel tempo. L’uomo ha già superato questo problema allorchè è nata la scrittura, il disegno, la pittura, la fotografia, la registrazione sonora ed i moderni computer.

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PERCEZIONE

+

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LA PERCEZIONE È OGGETTIVA?

Secondo i teorici della Gestalt sostenevano che tutti attiviamo gli stessi processi che possiamo considerare innati.

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LA PERCEZIONE È OGGETTIVA?

Nessuno vede isolatamente i cerchi, tutti raggruppano il materiale ottico proposto insiemi finiti

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VEDERE È UN PROCESSO PSICOPERCETTIVO

In questo vedere ci sono delle costanti vettoriali della percezione che fanno parte integrante della mente umana, che vanno tenute in considerazione perché il designer non progetta esemplari unici ma lavora in milioni di copie chiaro che tali prodotti devono essere percepiti e memorizzati univocamente.

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NEL MEZZO...

Prima il leggibile, poi entra in gioco il patrimonio mnemonico per dare un significato.

-Letterato (rif. Dante)-Pragmatico (di trasporto)

-Navigatore (della tempesta)-Poca fantasia (suoni)

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prima parte seconda parte

terza parte

parte letta da tutti e interpretabile allo stesso modo, possiamo considerarla una costante vettoriale

parte percepibile in modalità diverse da ogni singolo target, dove però creo attenzione per la

non immediata comprensibilità. Ognuno leggerà questa parte seguendo ciò che

dice le sue costanti vettoriali

il messaggio però è composto da entrambi le parti costituendo un tutto dotato di un significato che viene codificato in primo luogo in maniera separata e in secondo luogo (ma definitivo) in un Unico Messaggio.

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PRO...GETTARE

Il prodotto del designer, graphic o product che sia, deve “saper comunicare”, saper trasmettere cioè dei messaggi che possono venire interpretati univocamente da tutti i possibili fruitori, ma, al tempo stesso, deve catturare l’attenzione. Deve quindi coniugare la creatività con la conoscenza delle costanti vettoriali della percezione. Non considerare, o trascurare, gli aspetti percettivi può avere conseguenze anche gravi.

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PRO...GETTARE

l’etimologia della parola PROGETTARE ci definisce bene la responsabilità del designer...

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LA NASCITA DELLA GESTALTbreve linea temporale della sua nascita

1839 - M.E. CHEVREUL : SUDDIVISIONE PARCELLARE DEL COLORESecondo i suoi studi un colore poteva essere percepito non solo guardando pigmenti opportunamente mescolati tra loro, ma si potevano utilizzare gli stessi pigmenti puri accostandoli l’uno all’altro sottoforma di puntini o trattini colorati.

Il processo di mescolanza dei colori avveniva fisiologicamente nell’occhio dell’osservatore sulla retina

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LA NASCITA DELLA GESTALTbreve linea temporale della sua nascita

1885 - IN FRANCIA NASCE IL PUNTINISMOPunti di colore affiancati senza una mescolanza dei pigmenti per realizzare immagini complesse di forte impatto cromatico, dove lo spettatore assiste ad un evento emotivo e non solo comunicativo.

Paul Signac - Le Pin Bertaud, Saint-Tropez -

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Paul SignacLe palis des Papes d-Avignon1900

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LA NASCITA DELLA GESTALTbreve linea temporale della sua nascita

1891 - IN ITALIA NASCE IL DIVISIONISMOL’arte italiana trasporta dal puntinismo l’attenzione al colore con tratti meno precisi lasciando sempre più spazio all’accostamento di colori puri

Giovanni Segantini - Le cattive madri - 1894/95

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Giuseppe PellizzaPanni al sole1894

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LA NASCITA DELLA GESTALTbreve linea temporale della sua nascita

1892 - MAX WERTHEIMER INIZIA RICERCHE SULLA PERCEZIONE VISIVADa qui in avanti nascerà la scuola di pensiero detta Gestaltpsycologie o tradotto psicologia della forma (o buona forma) poi chiamata semplicemente Gestalt

Immagine di rappresentazione del rapporto figura

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GESTALTArriva subito dopo l’Associazionismo o Psicologia Atomistica rimettendo in discussione la percezione inserendo il nuovo (per il tempo) concetto di TOTALITÀ

“LA FORMA È UNA QUALCHE COSA DI PIÙ E DI DIVERSO CHE LA SOMMA DEI SINGOLI ELEMENTI”

“IL TUTTO È PIÙ DELLA SOMMA DELLE SUE PARTI”

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GESTALTPromuove l’innatismo - cioè tutti nasciamo con un bagaglio di conoscenze innate.

Tutti noi abbiamo delle cellule comuni alla nascita quindi si parla di meccanismi neuronali innati

La mancata stimolazione durante la prima infanzia può portare alla generazione di alcune abilità ad esempio della vista

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PER COMPRENDERE IL MONDO CIRCOSTANTE SI TENDE A IDENTIFICARVI FORME SECONDO SCHEMI CHE CI SEMBRANO ADATTI E ATTRAVERSO SIMILI PROCESSI SI ORGANIZZANO SIA LA PERCEZIONE CHE IL PENSIERO E LA SENSAZIONE, CIÒ AVVIENE DI SOLITO DEL TUTTO INCONSAPEVOLMENTE.

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CINESTESI

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CINESTESI

Con la vista riceviamo forme, colori, spazio.

Prendiamo coscienza invece della posizione del nostro corpo attraverso la sensibilità delle articolazioni.

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CINESTESI

La percezione di dove ci troviamo arriva anche dal LABIRINTO parte retrostante al nostro orecchio che ha la funzione che per i costruttori di case ha la “bolla”

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CINESTESI

In parte la Cinestesi è legata alla fisiologia dell’occhio.

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PERCEZIONE DEL SENSO DI PROFONDITÀ

Quando rileviamo un’immagine retinica grande deduciamo che l’oggetto è vicino, o viceversa.

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PERCEZIONE DEL SENSO DI PROFONDITÀ

Marchio Logotipo della Fiera di Francoforte

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SENSO DI VERTICALITÀ

Altro esempio di come la cinestesi sia legata alla vista.

Il senso di verticalità è percepito contemporaneamente da corpo e vista ciò avviene perché esso è parallelo alla forza di gravità

Quindi anche questo è da considerarsi COSTANTE VETTORIALE DELLA PERCEZIONE

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SENSO DI VERTICALITÀ

Questo tipo di costante gioca a favore dei grafici quando si vuol giocare con la stabilità o il movimento

stabile in movimento instabile

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LEGGI DIUNIFICAZIONE

FIGURALE

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LEGGI DI UNIFICAZIONE FIGURALE

La Gestal ci ha lasciato sette leggi che sono da considerare costanti vettoriali della percezione, in quanto tutti gli uomini organizzano il materiale ottico seguendo tali schemi. Queste leggi come definite da Wertheimer stesso nel 1923, sono chiamate Leggi di Unificazione Figurale. Il termine unificazione identifica il processo di raggruppamento e di organizzazione che l’osservatore compie di fronte a una determinata configurazione.

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LEGGE DELLA VICINANZA

Le parti di un insieme percettivo vengono raccolte in unità conforme alla minima distanza

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LEGGE DEL’UGUAGLIANZA

Se lo stimolo è costituito da una moltitudine di elementi diversi, si manifesta la tendenza a raccogliere in gruppi gli elementi tra loro simili.

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LEGGE DELLA FORMA CHIUSA

Le linee delimitanti una superficie si costituiscono in unità più facilmente di quelle che non si chiudono.

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LEGGE DELLA CURVA BUONA O DEL DESTINO COMUNE

Quelle parti di una figura che formano una “curva buona” o che hanno un “destino comune” si costituiscono in unità con facilità maggiore che non altre.

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La legge della chiusura è più forte del Destino Comune

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LEGGE DEL MOVIMENTO COMUNE

Si costituiscono in unità quegli elementi che si muovono insieme o in modo simile o, generalmente, che si muovono in opposizione ad altri che restano fermi.

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LEGGE DEL’ESPERIENZA

La psicologia della forma, pur non riconoscendo all’esperienza quella fondamentale importanza per l’organizzazione percettiva degli oggetti che era sostenuta dalla psicologia associazionistica, non esita tuttavia a riconoscere un’azione concomitante accanto ai fattori summenzionati

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LEGGE DELLA PREGNANZA

L’organizzazione psicologia è sempre tanto buona quanto lo permettono le condizioni dominanti

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LEGGE DELLA FIGURA SFONDO

Il principio della figura/sfondo, ovvero del rapporto tra figura e sfondo, è noto anche come principio del contrasto ed è il fondamento della percezione visiva. Immaginando una stanza completamente buia, in assenza totale di fonti di luce, risulterebbe difficile, praticamente impossibile, distinguere i vari oggetti. Questo perché mancando una fonte luminosa verrebbe meno ciò che rende possibile la percezione del colore.Ecco quindi che si perviene al principio in studio: uno stimolo è percepito solo per contrasto con il suo sfondo.

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COMPLETAMENTO

All’interno di varie composizioni si possono trovare casi di completamento psicopercettivo delle figure che risultano parzialmente nascoste o incomplete, questo completamento può avvenire sia seguendo le leggi di unificazione figurale, sia utilizzando schemi cognitivi (esperienza).

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MODALE

Ricostruiamo la figura incompleta utilizzando il materiale ottico disponibile

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AMODALE

In questo è indispensabile un intervento psichico per “immaginare” ciò che non risulta visibile all’osservatore

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SENSO DELL’ORDINE

Secondo alcune teorie l’uomo ha un innato senso dell’ordine come se fosse un’esigenza psichica per contrapporsi a una natura caotica. Queste teorie hanno portato a dire che l’uomo non è incline a memorizzare forme che hanno un profilo irregolare.

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ERRORI DEL GESTALTISTA

La tendenza alla semplificazione però può portare talvolta a completamenti amodali paradossali.

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ERRORI DEL GESTALTISTA

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ERRORI DEL GESTALTISTA

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ERRORI DEL GESTALTISTA

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ERRORI DEL GESTALTISTA

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ERRORI DEL GESTALTISTA

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ERRORI DEL GESTALTISTA

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ERRORI DEL GESTALTISTA

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ERRORI DEL GESTALTISTA

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ERRORI DEL GESTALTISTA

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ERRORI DEL GESTALTISTA

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LE FORME SPAZIALI

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LA FORMA DELLO SPAZIOIl “formato”, che corrisponde alle dimensioni proporzionali dello spazio destinato ad accogliere la forma, è un aspetto che merita attenzione, perché le sue dimensioni influenzano la percezione della forma in essa contenuta.

SPAZIOLo spazio è il luogo dove vivono e si organizzano i segni, quando si parla di spazio di intende generalmente uno spazio illimitato, lo spazio chiuso delimitato da un perimetro, prende invece il nome di “CAMPO”.

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SUPERFICIE

“La superficie è fisica, reale, misurabile con il metro di cento centimetri” (Nino di Salvatore)Quindi la superficie è tangibile, essa può assumere diverse forme ma, generalmente, si distinguono in due grandi categorie di formati legati alla tipologia delle composizioni che le utilizzano: il landscape (paesaggio) e il portrait (ritratto).

È chiaro che la scelta del formato avrà un influenza sul soggetto che sarà rappresentato al suo interno.

Quindi il formato è funzionale al mio intento comunicativo

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SUPERPORTRAIT

Ritratto di Egon Schiele 1909

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SUPERLANDSCAPE

I corazzieri di Waterloo di James Ensor 1891

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Tributo al quadrato, Josef Albers 1959 Madonna della Seggiola , Raffaello, 1513

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CAMPO

Se posizioniamo delle forme su una superficie queste genereranno e saranno soggette a delle linee di forza non visibili. Esattamente come quelle del campo magnetico.

“Il campo è definito dalle forze che gli sono proprie: le forze del campo”

Esse sono definite FORZE SPAZIALI perché è lo spazio che esse generano“Lo spazio è definito dall’attività psicopercettiva dell’osservatore; non è fisico, non è reale, non è misurabile con il metro in cento centimetri, è prodotto psicopercettivamente dalle forze spaziali e dalle costanti vettoriali della percezione” (Nino di Salvatore)

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Il nostro cervello interpreta una qualsiasi configurazione come una rappresentazione dello spazio.

O Bidimensionaleo Tridimensionale

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Il nostro cervello interpreta

una qualsiasi configurazione come

una rappresentazione dello spazio.

O Bidimensionaleo Tridimensionale

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SPAZIO

“Il dipinto è senza limiti, lo spazio è disarmonia, contrasto, qui dunque non trovi rappresentazione di oggetti ma di emozioni” Wasilij Kandinsky

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Il campo possiede delle sue forze intrinseche. Bidimensionali o Tridimensionali. Quando portiamo le forme vicino al bordo di una composizione le prime tendono a spingerle sempre più verso l’esterno, verso i margini della superficie. Le altre hanno effetti diversi a seconda della zona del campo.

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Possiamo definire queste aree evidenziate in zona di massimo avanzamento e zona di massimo arretramento

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Diagonale armonica e diagonale disarmonica. “Il movimento verso sinistra un movimento verso la lontananza, il movimento verso destra è un movimento verso casa” Wasilij Kandinsky

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LE DIAGONALI

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FORZE CENTRIFUGHE E CENTRIPETE

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ESPRESSIONE SPAZIALE

In termini Gestaltici lo spazio è un sistema di tensioni che determina la geometria, l’espressione spaziale è legata alla sensazione di spazio che la composizione riesce a trasmettere. Questa è tanto buona quanto sono utilizzate al meglio le forze spaziali e le costanti vettoriali della percezione.

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ESPRESSIONE SPAZIALE

Le forze spaziali possono manifestarsi essenzialmente attraverso sei differenti modi.

FORMA

ogni figura possiede delle proprie inerzie visive, o cinetiche, che altro non sono che i prolungamenti delle sue geometrie interne, e attraverso le quali può relazionarsi con altre forme del campo.

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DIMENSIONE

la grandezza relativa delle forme è una forza spaziale attraverso la quale è possibile generare la sensazione di tridimensionalità

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ORIENTAMENTO

l’inclinazione di una forma rispetto ai margini del campo o rispetto ad altre forme può produrre stimoli differenti fornendo all’osservatore anche indicazioni sul moto.

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PESO OTTICO

ogni forma a seconda della zona del campo dove è inserita e/o in relazione al suo colore o texture, dà all’osservatore l’impressione di possedere un peso più o meno evidente

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LATENZA

ogni linea o elemento non disegnato, latente, che si genera psicopercettivamente per inerzia visiva o per chiusura, forma quella che possiamo definire la struttura assente e che rappresenta una forza spaziale

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INTERVALLO

lo spazio che separa una forma dall’altra può assumere il significato di forza spaziale se ordinato in maniera tale da rappresentare particolari situazioni con ritmo irregolare, accelerazioni, velocità

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VALORE FORMALE - VALORE SPAZIALE

Questi due valori sono riferiti alla presenza di tensioni che crea la forma all’interno dello spazio, dando più importanza o alla forma (valore formale) o alle tensioni nello spazio(valore spaziale)

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a) b)

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A)

prevale nettamente il valore formale, in quanto si tende a raggruppare le figure in modo da formare un unico insieme simmetrico, al quale possiamo anche assegnare il valore simbolico di un omino con una sorta di cappello.

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B)

pur utilizzando le medesime forme , il valore spaziale è evidente, nascono percorsi visivi particolari, si percepiscono così il movimento delle figure e le forze che esse esercitano una contro l’altra.

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