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8/9/2019 Scrivere Con i Poeti. Laboratorio Di Scrittura
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scrivere con...
A cura di
Vincenzo Viola
i poeti
LABORATORIODI SCRITTURA
E D I T O R E B U L G A R I N I F I R E N Z E
8/9/2019 Scrivere Con i Poeti. Laboratorio Di Scrittura
2/96
Copyright © 2008 EDITOREBULGARINI FIRENZE
Editore Bulgarini Firenze, Via Petrolini, 8/10 – 50137 Firenze
Tel. (055) 61611 Fax. (055) 6161230
www.bulgarini.it – [email protected] – [email protected]
Prima edizione aprile 2008
Ristampe
1 2 3 4 5 6 2013 2012 2011 2010 2009 2008
Finito di stampare
per i tipi della tipolitografia Stiav s.r.l.
in Firenze
Laboratorio di scrittura a cura di
Vincenzo Viola
Editing
Francesca Muzzi
Redazione
Simona Ciuchini
Progetto grafico
Doriano Angelini
Videoimpaginazione
Doriano Angelini
Copertina Andrea Moschitta
UNI EN ISO 9001
Sistema di gestione qualitàcertificato
Testo conforme
alle norme e avvertenzetecniche previstedal D.M. 7-12-’99 n. 547
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun vo-
lume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e5, della legge 22 aprile 1941 n. 633.
Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale, o comun-
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Premessa
A considerare le letterature di tutti i popoli c’è da domandarsi perché mai
in ogni luogo si compongono poesie: infatti si tratta di un modo di utilizzare la
parola sicuramente più complesso di quello abituale della comunicazione in
prosa sia per chi lo produce che per i destinatari. Inoltre, soprattutto nelle
epoche passate (ma anche oggi, benché in maniera diversa) la scrittura poe-
tica era sottoposta a numerosi vincoli, regole, norme derivate dalla consuetu-
dine, dai generi e dalla finalità del testo stesso.Allora perché scrivere in poesia? Perché il linguaggio poetico ci permette
di esprimere ciò che col linguaggio comune sarebbe più difficile o addirittura
impossibile dire e lo fa solitamente avvalendosi di alcune caratteristiche parti-
colari della parola, che ora analizzeremo.
Partiamo proprio da qui: che cos’è una parola? Potremmo dire in termini
generali che è un suono a cui viene dato un significato. Naturalmente non
tutti i suoni che hanno un significato sono parole: se sentiamo il suono dellasirena di un’ambulanza possiamo facilmente attribuirgli il significato di “Fer-
matevi, lasciate libero il passaggio!”, ma quel suono trasmette il messaggio in
maniera complessiva, non articolata: non è capace di sfumature di significato.
La parola invece può avere molte articolazioni e unirsi con altre parole per
esprimere pensieri e sensazioni ricche e complesse. Ma per esprimere le sue
molte potenzialità la parola va trattata in maniera tale da valorizzare sia il suo
aspetto fonetico, cioè relativo agli effetti del suono, sia quello evocativo, che
appartiene maggiormente all’ambito del significato.
Nelle pagine che seguono analizzeremo l’uso e le potenzialità della parola
vista in questi suoi due aspetti fondamentali: quello del suono o significante,
che costituisce essenzialmente il veicolo del messaggio che si intende tra-
smettere, e quella del contenuto che viene trasmesso, cioè il significato, che
non è solo concettuale, ma anche emotivo, psicologico, capace di suscitare
sensazioni profonde. Per trattare con chiarezza entrambe queste prospettive il
laboratorio è diviso in due parti principali; segue una breve sezione che pre-senta alcuni cenni relativi alla storia e alla trasformazioni del modo di pensare
e di scrivere la poesia nel corso dei secoli.
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PARTE PRIMA
IL SUONO
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Una particolare attenzione al suono ha caratterizzato in maniera specifica
e fin dalle origini l’uso della parola in poesia in tutte le lingue e le tradizioni
letterarie: a questo proposito non va trascurato il fatto che nell’antichità
spesso la poesia era musicata e cantata.Il suono è un aspetto che appartiene a ogni parola, anzi più
precisamente ogni parola è composta di suoni diversi: non vi sono solo
quelli che complessivamente formano una parola di senso compiuto, ma
anche quelli che formano le singole sillabe, che sono rappresentati dalle
singole consonanti e vocali o da aggregazioni di segni ancora diversi.
Così nelle vocali abbiamo suoni aperti, la A e la E (si pensi alle parole
“mare”, “avanzare”, “ascoltare”), e suoni chiusi, rappresentati dalla O e dallaU (come si può cogliere nelle parole “cupo”, “lupo”, “notturno”); la I ha un
suono piuttosto chiuso, acuto e penetrante soprattutto quando è accentata
e ripetuta (“fili”, “tintinni”, “finissimi”).
Anche tra le consonanti vi sono notevoli differenze: alcune, come P, B, T
ecc., si pronunciano in maniera “esplosiva”, cioè con un’unica emissione di
fiato dalla bocca, mentre altre, come M, N, R, S ecc., permettono di dare
durata all’emissione del fiato e quindi di prolungare il suono.
Come si combinano tutti questi suoni? Vi sono naturalmente molte
possibilità, che ora cercheremo di imparare ad utilizzare.
Ma prima di iniziare questo cammino, intratteniamoci un po’ con un
poeta che attraverso i suoni si vuole proprio solo divertire: si tratta di Aldo
Palazzeschi, vissuto nel primo Novecento. Con la “canzonetta” che
riportiamo alla pagina seguente, assolutamente irriverente e tutta intrecciatadi passaggi inattesi, egli è capace di mettere il lettore davanti a
un’intelligente provocazione per spingerlo a riflettere.
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PARTE PRIMA • IL SUONO6
Aldo Palazzeschi
Lasciatemi divertire
Tri tri tri,
fru fru fru,uhi uhi uhi,
ihu ihu ihu.
5 Il poeta si diverte,
pazzamente,
smisuratamente.
Non lo state a insolentire1.
lasciatelo divertire
10 poveretto,
queste piccole corbellerie2
sono il suo diletto3.
Cucù rurù,
rurù cucù,
15 cuccuccurucù!
Cosa sono queste indecenze?
Queste strofe bisbetiche4?
Licenze, licenze,licenze poetiche5.
20 Sono la mia passione.
Farafarafarafa,
Tarataratarata,
Paraparaparapa,
Laralaralarala!
25 Sapete cosa sono?Sono robe avanzate,
non sono grullerie6,
sono la... spazzatura
delle altre poesie.
1. insolentire: insultare e offendere.
2. corbellerie: sciocchezze.3. diletto: piacere.
4. bisbetiche: stravaganti
5. licenze poetiche: si chiama “licenza poetica”
l’uso, permesso ai poeti per ragioni metriche o pro-
sodiche, di parole disusate o scritte in maniera in-consueta.
6. grullerie: (termine toscano) balordaggini, cose
di nessun conto.
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7PARTE PRIMA • IL SUONO
30 Bubububu,
fufufufu,
Friù!
Friù!
Se d’un qualunque nesso7
35 son prive,
perché le scrive
quel fesso?
Bilobilobilobilobilo
blum!
40 Filofilofilofilofilo
flum!
Bilolù. Filolù.U.
Non è vero che non voglion dire,
45 vogliono dire qualcosa.
Voglio dire…
come quando uno si mette a cantare
senza saper le parole.
Una cosa molto volgare.
50 Ebbene, così mi piace di fare.
Aaaaa!
Eeeee!
Iiiii!
Ooooo!
55 Uuuuu!
A! E! I! O! U!
Ma giovinotto,diteci un poco una cosa,
non è la vostra una posa,
60 di voler con così poco
tenere alimentato8
un sì gran foco9?
7. nesso: legame logico.
8. alimentato: vivo, fiammeggiante.
9. un sì gran foco: il “sacro fuoco” della poesia.
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PARTE PRIMA • IL SUONO8
Huisc… Huiusc…
Huisciu... sciu sciu,
65 Sciukoku... Koku koku,
Sciu
ko
ku
Come si deve fare a capire?
70 Avete delle belle pretese,
sembra ormai che scriviate in giapponese.
Abì, alì, alarì.
Riririri!
Ri.
75 Lasciate pure che si sbizzarrisca 10,
anzi, è bene che non lo finisca,
il divertimento gli costerà caro:
gli daranno del somaro.
Labala
80 falala
eppoi lala...
e lalala lalalalala lalala.
Certo è un azzardo un po’ forte11
85 scrivere delle cose così,
che ci son professori, oggidì12,
a tutte le porte.
Ahahahahahahah!
Ahahahahahahah!
90 Ahahahahahahah!
Infine,
io ho pienamente ragione,
i tempi sono cambiati,
gli uomini non dimandano più nulla
95 dai poeti:
e lasciatemi divertire!
da Poeti italiani del Novecento, a cura di P. V. Mengaldo, Mondadori, Milano 1978
10. sbizzarrisca: faccia tutto quello che gli piace.
11. è un azzardo un po’ forte: ci vuole un bel coraggio.
12. oggidì: al giorno d’oggi.
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9PARTE PRIMA • IL SUONO
Il testo è composto, lo si nota immediatamente, da versi formati da parole di
senso compiuto intercalati con altri costituiti da suoni-rumore. Naturalmente siamo
in presenza di una voluta esagerazione, mediante la quale il poeta ironizza anche
su alcune mode letterarie del suo tempo, come ad esempio il Futurismo che
proclamava la superiorità del suono e del rumore rispetto alle forme di
comunicazione tradizionali e razionali.
Ma al tempo stesso l’autore sottolinea che in un contesto poetico i suoni
acquistano una loro autonomia, si impongono come il punto di riferimento attorno
al quale il poeta deve costruire il verso: deve dare, cioè, una certa successione alle
parole, scegliere un termine piuttosto che un altro, a volte creare una struttura
sintattica particolare per poter porre una parola o una sillaba o un accento in una
posizione precisa, avvicinare o allontanare tra loro delle vocali o delle consonanti.
Tutto ciò per valorizzare il suono.
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I versi
Nella tradizione metrica della lingua italiana i versi che compongono un testo poetico sonodefiniti non dal numero delle parole, ma dal numero di sillabe.Tutte le parole sono costituite da sillabe, da un minimo di una (“me”, “te”, “su”, “giù” ecc.) aun massimo di undici (la parola più lunga è “precipitevolissimevolmente”); però la maggiorparte delle parole della lingua italiana è costituita da un minimo di due (“mare”, “pane”,“casa” ecc.) a un massimo di quattro (“caramella”, “giocattolo” ecc.) sillabe.
Le sillabe solitamente corrispondono alle vocali presenti in una parola, a meno che lavocale non abbia una pure funzione fonetica (come la “i” dopo “c” o “g” o la “u” dopola “q”):
la / vo / ra / re / leg / ge / re / in / co / rag / gia / re / qua / der / no
Si tengano però presenti due importanti eccezioni presenti nell’uso poetico.
• I dittonghi di norma contano per una sillaba, a meno che siano segnati dalla dieresi, cioèdue puntini posti sulla prima lettera del dittongo: in questo caso le due vocali valgonoper due sillabe.
nau / fra / ga / re / / sei / mae / stra / le / dï / an / zi
• Quando una parola finisce con una vocale e la successiva inizia con un’altra vocale ledue sillabe contano per una. Questo fenomeno tecnicamente si chiama sinalefe.
Dolce e chiar a è la notte e senza vento...
Ogni parola presenta un accento tonico, cioè una sillaba su cui si appoggia più fortementela voce di chi la pronuncia:
automòbile; palàzzo; città
In base alla posizione dell’accento tonico in italiano le parole possono essere:
piane: se l’accento cade sulla penultima sillaba (sono decisamente le più numerose);
sdrucciole: se l’accento cade sulla terzultima sillaba;
tronche: se l’accento cade sull’ultima sillaba.
I vari tipi di verso si distinguono in base al numero delle sillabe che li compongono e allacollocazione degli accenti tonici, alcuni obbligatori, altri variabili.Prendiamo il verso più diffuso nella produzione poetica italiana, l’endecasillabo: esso, co-me evidenzia il termine stesso, è formato da undici sillabe, ma non si tratta di undici sillabemesse a caso. Facciamo qualche esempio.
PARTE PRIMA • IL SUONO
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• Spesso il male di vivere ho incontrato (Montale) è un endecasillabo
• Nel campo mezzo grigio e mezzo nero (Pascoli) è un endecasillabo
• Né più mai toccherò le sacre sponde (Foscolo) è un endecasillabo
Spesso ho incontrato il male di vivere non è un endecasillabo
• Nel campo mezzo nero e mezzo grigio è un endecasillabo
Né più mai le sacre sponde toccherò non è un endecasillabo
Come si può osservare i versi, anche quelli “rifatti”, sono tutti di undici sillabe, eppure didue di essi affermiamo che non sono endecasillabi. Che differenza c’è tra questi e gli altri?Osserviamo dove si colloca l’accento tonico finale dei singoli versi:
Come si nota, per formare un verso tradizionale non basta osservare il numero delle silla-be, ma è necessario anche rispettare una determinata disposizione degli accenti.
PARTE PRIMA • IL SUONO • I versi
SCHEMA DEI VERSI PRINCIPALI
VERSO NUMERO
SILLABE
ACCENTO
TONICO
PRINCIPALE
ALTRI ACCENTI ESEMPIO
Endecasillabo 11 10a sillaba6a
4a, 8aSem / pre / ca / ro / mi / f ù / que / st’er / mo / còl / leE / que / sta / sié / pe / che / da / tàn / ta / pàr / te
Novenario 9 8a sillaba 2a, 5a Do / v’è / ra / la / lù / na? / che in / ciè / lo
Settenario 7 6a sillaba Tra 1a e 4a S ìl / via, / ri / mem / bri an / có / ra
Senario 6 5a sillaba 2a Sal / tèl / la e / bal / lét / ta
Quinario 5 4a sillaba 1a o 2a Sèn / ti / nel / cuò / re
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
• Spes so il ma le di vi ve re ho in con tr à to decima sillaba
• Nel cam po mez zo gri gio e mez zo né ro decima sillaba
• Né più mai toc che rò le sa cre spón de decima sillaba
Spes so ho in con tra to il ma le di v ì ve re nona sillaba
• Nel cam po mez zo ne ro e mez zo gr ì gio decima sillaba
Né più mai le sa cre spon de toc che r ò undicesima sillaba
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12PARTE PRIMA • IL SUONO • I versi
Impariamo dunque una regola generale: i versi tradizionali sono formati da un numero pre-fissato di sillabe, disposte in maniera che l’accento tonico fondamentale batta sulla penulti-ma sillaba; gli altri accenti sono più liberi e variabili.
Questa regola va applicata se l’ultima parola di un verso è una parola piana; negli altri casi
va applicata con le seguenti avvertenze:
• se in conclusione di verso ci sono parole sdrucciole (cioè con l’accento sulla terzultima,come “tènero”, “gràcile”, “splèndido” ecc.), in questo caso nel calcolo metrico non si con-ta l’ultima sillaba.
A lui rivolse quello sguardo tènero
è un endecasillabo perché viene calcolato come se fosse
• se in conclusione di verso ci sono parole tronche (cioè con l’accento sull’ultima, co-me “città”, “pietà”, “felicità” ecc.): in questo caso nel calcolo metrico si conta una sil-laba in più.
Da un nero di nubi laggiù
è un novenario perché viene calcolato come se fosse
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
A lui ri vol se quel lo sguar do tè
ne —
1 2 3 4 5 6 7 8 9
Da un ne ro di nu bi lag giù +
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1 Riconosci i seguenti versi:
a D’in sulla vetta della torre antica ................................................................................
b Non sa che fu… qualcuno che passò ................................................................................
c Primavera d’intorno ................................................................................
d Brilla nell’aria e per li campi esulta ................................................................................
e Un fumo al sole biancica; via via ................................................................................
f Fila e si perde ................................................................................
g Venivano soffi di lampi ................................................................................
h Su tutte le lucide vette ................................................................................
2 Riconosci tutti i tipi di versi presenti nella poesia L’addio di Umberto Saba (Percorsi dipoesia, pag. 86).
v. 1 endecasillabo
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
3 Riconosci tutti i tipi di versi presenti nella poesia Perché tardi? di Eugenio Montale(Percorsi di poesia, pag. 88).
v. 1 endecasillabo
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Per abituarci a scrivere versi non preoccupiamoci, in questa prima fase, che il verso abbia unsenso logico o un significato particolarmente poetico. Badiamo solamente al fatto che sianocorretti rispetto alle regole metriche. Sul significato e sul valore poetico lavoreremo più avanti.Qui di seguito riportiamo alcuni esempi.
Endecasillabo = Sognava all’alba tavole imbandite
Settenario = Porta la pasta allora!
Novenario = Si sente un rumor di forchetteSenario = Mi fa mal la testa
Quinario = Passa il dolore
1 Scrivi sei endecasillabi con accento piano sulla parola conclusiva del verso (come“màre”, “pàne”, “andàre”, “biciclétta” ecc.).
Andava lietamente in bicicletta
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..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
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PARTE PRIMA • IL SUONO • I versi
Laboratorio di scrittura
endecasillabo
PRIMA UN PO’ DI ALLENAMENTO
ORA TOCCA A NOI
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14PARTE PRIMA • IL SUONO • I versi
Laboratorio di scrittura
2 Scrivi tre endecasillabi con accento sdrucciolo sulla parola conclusiva del verso (come“t ìmido”, “f àcile”, “lògico”, “màcchina” ecc.). Ricordati la regola particolare!
Lui non parlava, tanto era timido
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
3 Scrivi tre endecasillabi con accento tronco sulla parola conclusiva del verso (come“città”, “però”, “più” ecc.). Ricordati la regola particolare!
Non rivedrò mai più la mia città
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
4 Scrivi tre settenari con accento piano sulla parola conclusiva del verso (vedi esercizio 1).
Guarda chi bussa ancora
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
5 Scrivi tre settenari con accento tronco sulla parola conclusiva del verso (vedi esercizio3). Ricordati la regola particolare!
Vedi chi viene giù
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..............................................................................................................................................................
6 Scrivi tre novenari con accento piano sulla parola conclusiva del verso (come “càsa”,“càne” ecc.).
Correva nei campi col cane
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7 Scrivi tre novenari con accento sdrucciolo sulla parola conclusiva del verso (come“tràgico”, “còmico”, “stùpido” ecc.). Ricordati la regola particolare!
Guardava l’immagine comica
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15PARTE PRIMA • IL SUONO • I versi
Laboratorio di scrittura
8 Scrivi tre novenari con accento tronco sulla parola conclusiva del verso (come “città”,
“però”, “più” ecc.). Ricordati la regola particolare!
Vedevo giocare laggiù
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..............................................................................................................................................................
9 Scrivi due senari e due quinari con accento piano sulla parola conclusiva del verso.
La casa piccina (senario)
Dolce la sera (quinario)
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
10 Scrivi tre senari con accento tronco sulla parola conclusiva del verso. Ricordati la regola
particolare!
L’amico sei tu
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
11 Scrivi endecasillabi che comincino con le seguenti parole:
Voleva ............................................................................................................................................
Giocava ............................................................................................................................................
Credeva ............................................................................................................................................
Parlava ............................................................................................................................................
Azzurro ............................................................................................................................................
12 Scrivi endecasillabi che si concludano con le seguenti parole:
.................................................................................................................................................. vigile
.................................................................................................................................................. cane
.................................................................................................................................................. albero
.................................................................................................................................................. giù
................................................................................................................................................. palla
13 Scrivi settenari che comincino e finiscano con le seguenti parole:
Stavo.......................................................................................................................................
ombra
Dimmi ..................................................................................................................................... pensi
Cielo ........................................................................................................................................ mare
Già .......................................................................................................................................... casa
Voleva un mondo pieno di colori
Lui ci seguiva con lo sguardo
seduto all’
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16PARTE PRIMA • IL SUONO • I versi
Laboratorio di scrittura
14 Scrivi novenari che inizino o si concludano con le seguenti parole:
Viveva ..................................................................................................................................................
............................................................................................................................................... nell’orto
Partivano .............................................................................................................................................
15 Esprimi con un massimo di tre versi a tua scelta le situazioni proposte, seguendo gliesempi forniti:
ESEMPIO
Una brutta notizia improvvisa
Tutti eravam contenti in quel momento,
quando di botto giunse
l’annuncio triste per le nostre menti.
OPPURE
Che brutta notizia!
che grave spavento
ci colse al momento!
La classe attende l’insegnante che è un po’ in ritardo
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Un momento sereno con gli amici
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Il traffico caotico in città
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
16 Scrivi tre senari e tre quinari con accento sdrucciolo sulla parola conclusiva del verso.Ricordati la regola particolare!
Il luogo era splendido (senario)
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
tranquillo tra i monti
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17PARTE PRIMA • IL SUONO • I versi
Laboratorio di scrittura
Il sole limpido (quinario)
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
17 Scrivi le seguenti coppie di versi dando loro un significato logico completo.
Due endecasillabi
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Due novenari
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Un endecasillabo e un settenario
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Due senari
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Un endecasillabo e un quinario
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
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18PARTE PRIMA • IL SUONO
I suoni nel verso
La disposizione e la successione degli accenti determina il ritmo, aspetto fondamentale diun verso; ma la parola è portatrice anche di altre caratteristiche fonetiche, cioè riguardanti isuoni, che mettono in relazione le parole tra loro e producono effetti di grande intensitàcomunicativa.Analizziamo dapprima i fenomeni che riguardano il suono delle parole dall’accento tonicofinale in poi.
Possiamo trovarci di fronte a tre situazioni differenti:1 C à ne – l àtt e – mà gr e – carc à sse – ubri àche – st à nche – sal à me
Che cosa hanno in comune tutte queste parole? Una sola cosa, le ultime due vocali(a…e), cioè le vocali dall’accento tonico alla fine. Quando due o più parole con questa ca-ratteristica entrano in relazione tra loro abbiamo il fenomeno dell’assonanza.
2 Gàtt o – métt e – lòtt a – bùtt a – frùtt i – frìtt o – rìtt i
Che cosa hanno in comune tutte queste parole? Una sola cosa, le consonanti (tt ) poste
dopo la vocale su cui cade l’accento tonico. Quando due o più parole con questa caratteri-stica entrano in relazione tra loro abbiamo il fenomeno della consonanza.
3 V ènto – momènto – spav ènto – tormènto – att ènto – godimènto
Che cosa hanno in comune tutte queste parole? Tutte le lettere, cioè il suono completo(ento) dalla vocale su cui cade l’accento tonico alla fine. Quando due o più parole conquesta caratteristica entrano in relazione tra loro abbiamo il fenomeno della rima.
La rima è di gran lunga il fenomeno fonetico più importante dei tre, ragione per cui essapresenta diverse variazioni sia rispetto alla composizione che per la posizione.Rispetto alla composizione, oltre alle rime normali, consideriamo:
• rime ricche = sono così definite le rime formate da parole che presentano identità di let-tere anche prima dell’accento tonico.
moménto / torménto / godiménto: nelle tre parole la parte uguale comprende anche lam che viene prima della e da cui parte la rima.
• quasi rime o rime imperfette = quando le sillabe finali delle parole in rima hanno incomune le stesse vocali, ma non le consonanti, che però sono molto simili, come l /r;
m /n; b /p; ecc.fortùna / piùma / lùna: le tre parole possono considerarsi in rima anche se l’identità deisuoni non è assoluta ma è molto simile.
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19PARTE PRIMA • IL SUONO • I suoni nel verso 19
Rispetto alla posizione le rime possono raggrupparsi come:
• rime baciate = quando le parole in rima sono disposte in due versi posti uno di seguitoall’altro (si indicano normalmente con lo schema AABBCC);
Meriggiare pallido e assorto A presso un rovente muro d’ orto, Aascoltare tra i pruni e gli sterpi Bschiocchi di merli, frusci di serpi. B
• rime alternate = quando le parole in rima sono disposte su un verso sì e l’altro no(schema: ABAB);
Un bacio. Ed è lungi. Dispare Agiù in fondo, là dove si perde B
la strada boschiva, che pare Aun gran corridoio nel verde. B
• rime abbracciate = quando una rima baciata sta in mezzo a due versi che a loro voltasono in rima tra loro (schema: ABBA).
Spesso il male di vivere ho incontrato: Aera il rivo strozzato che gorgoglia, Bera l’incartocciarsi della foglia Briarsa, era il cavallo stramazzato. A
Generalmente le rime si trovano in fondo al verso (posizione forte). Tuttavia si possonotrovare anche in altre posizioni, cioè possono essere:
• rime interne: se sono formate da parole all’interno dei versi
Un’intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacr ato...
• rime al mezzo: se sono in rima l’ultima parola di un verso e la parola posta a metà delverso seguente
Loreto impagliato ed il busto d’Alfieri, di Napoleone
i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto)...
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20PARTE PRIMA • IL SUONO • I suoni nel verso
Dal Medioevo fino alla fine dell’Ottocento si è fatto un grande uso della rima: le grandiopere della letteratura italiana, come la Divina Commedia di Dante Alighieri, il Canzonieredi Francesco Petrarca, l’Orlando furioso di Lodovico Ariosto e tante altre ancora sono tutteimpostate su una successione di rime ordinate e organizzate in modi diversi.Ma non solo nel passato si è utilizzata la rima: anche nella poesia dei nostri giorni spesso larima ricopre un ruolo di primaria importanza. Giorgio Caproni, poeta della seconda metàdel XX secolo, vi ha fatto spesso ricorso, come nel testo seguente.
Giorgio Caproni
Battendo a macchina
Mia mano, fatti 1:
fatti ; e leggera
muovendoti sulla tastiera,
sii cauta. E bada,
5 di fermare la 2,
che stai scrivendo d’una 3
che fu e fu .
Tu sai che la mia preghiera
è schietta, e che l’err ore
10 è pronto a stornare4 il .
Sii arguta e attenta: pia.
Sii magra 5 e sii poesia
se vuoi essere v ita6.
E se non vuoi tradita
15 la sua semplice gloria,
sii fine e
come fu lei – sii arditae trepida 7, tutta storia
gentile, senza ambizione.
20 Allora, sul Voltone8
ventilata in un maggio
di barche9, se paziente
chissà che, con la gente,
non prenda aire10 e cor aggio
25 anche tu, al suo passaggio.
da Il seme del piangere, Garzanti, Milano 1959
popolare
cuore
v era viva
r ima
pr ima
vela
piuma
1. fatti piuma: divieni leggera
come una piuma; concetto raffor-zato dal successivo “fatti vela”.
2. fermare la rima: stabilire in
maniera definitiva i versi della
poesia.
3. una: è la madre di Caproni,
Anna Picchi, morta da poco, cui il
poeta ha dedicato una raccolta, Il
seme del piangere, che si apre
con questa poesia.
4. stornare: far deviare dall’o-
biettivo.5. magra: asciutta, essenziale,
senza fronzoli.
6. se … vita: se vuoi rappresen-
tare veramente la vita di lei.
7. trepida: palpitante per una
leggera agitazione.
8. Voltone: è una piazza di Livor-
no, oggi piazza della Repubblica.
9. un maggio di barche: bellis-
sima immagine per rappresentare
una giornata di primavera calma,
serena, con tante barche sul mare.10. non prenda aire: non diven-
ga audace. Aire (leggi aìre) vuol
dire “slancio, spinta”.
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21PARTE PRIMA • IL SUONO • I suoni nel verso 21
Nel testo di Giorgio Caproni abbiamo evidenziato rime, assonanze e consonanze che quidi seguito, per maggior chiarezza, riportiamo.
Rime normali a fine verso:
leggera / tasti era / v era / preghi era; pr ima / r ima;
err ore / cuore;
p ia / poes ia;
v ita / trad ita / ard ita;
gl oria / st oria;
ambizi one / Volt one;
maggio / cor aggio / passaggio;
pazi ente / gente
Rime ricche:
tast iéra / pregh iéra;
p rìma / rìma;
tradìta / ar dìta
Rime imperfette:
pi uma / unaAssonanze:
v e l a / v e r a;
r i ma / v i v a; ecc.
Consonanze: piu ma / pri ma;
ve r a / cuo r e / popola r e; ecc.
Come si vede rime, assonanze e consonanze sono molto numerose e determinano un fit-to intreccio di suoni che crea un collegamento forte tra parole (e quindi tra i concetti) al dilà della dimensione razionale e logica.Proprio valorizzando questo aspetto, nella poesia che abbiamo appena letto attraverso ilcontinuo rimando dei suoni, Caproni cerca di dare ordine al fluire impetuoso delle emozio-ni che sente dentro di sé nel momento in cui inizia a scrivere il libro dedicato al ricordo disua madre. Il susseguirsi delle rime baciate e delle assonanze e consonanze che si affian-cano ad esse dà un senso di ordine, di riflessione accurata, che fa ritrovare momenti di
coincidenza tra la memoria del poeta e la realtà della vita di colei che non c’è più.
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22PARTE PRIMA • IL SUONO • l suoni nel verso
Laboratorio di scrittura
1 La poesia La gatta di Umberto Saba (Percorsi di poesia, pag. 50) è particolarmente ricca
di aspetti fonetici di diverso tipo. Rileggila con molta attenzione e poi:– riconosci e trascrivi tutte le assonanze;
– riconosci le rime e trascrivile suddividendole in rime normali, rime interne, rime ricche.
Assonanze: ..........................................................................................................................................
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Rime: ...................................................................................................................................................
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2 Rileggi con attenzione la poesia Lavandare di Giovanni Pascoli (Percorsi di poesia, pag.60); poi riconosci e trascrivi tutte le rime in essa presenti, indicando la tipologia cui esseappartengono.
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3 Leggi con attenzione i seguenti versi di Umberto Saba, tratti dalla poesia La capra (Percorsidi poesia, pag. 48):
Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d’erba, bagnata
dalla pioggia, belava.
Riconosci ed elenca le rime, le rime interne, le assonanze in fine verso.
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4 Nella poesia Nostalgia di Giuseppe Ungaretti (Percorsi di poesia, pag. 79) vi sonoesempi di consonanza.Rintracciali mediante un’attenta lettura e trascrivili.
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Sono presenti anche rime? Se sì, trascrivile.
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PRIMA UN PO’ DI ALLENAMENTO
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23PARTE PRIMA • IL SUONO • l suoni nel verso
Laboratorio di scrittura
1 Per ognuno dei cinque gruppi qua sotto riportati, scrivi tre parole in assonanza tra loro
(attenzione, non in rima!) formata dalle seguenti vocali:Primo gruppo e / a pera, mela, seta
Secondo gruppo i / a
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Terzo gruppo e / o
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Quarto gruppo o / o
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Quinto gruppo u / a
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2 Per ognuno dei tre gruppi qua sotto riportati scrivi quattro parole in consonanza tra loro
(evita le rime) formata dalle seguenti consonanti:
Primo gruppo ll
bello, folle, palla
Secondo gruppo gl
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Terzo gruppo t
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3 Per ognuno dei cinque gruppi qua sotto riportati scrivi tre parole in rima tra loro:
Primo gruppo -are
parlare, cantare, sperare
Secondo gruppo -ella
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Terzo gruppo -orso
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Quarto gruppo -ito
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Quinto gruppo -ura
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ORA TOCCA A NOI
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24PARTE PRIMA • IL SUONO • l suoni nel verso
Laboratorio di scrittura
4 Scrivi quattro coppie di parole ciascuna formata da una rima ricca.
Prima coppia -rita
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Seconda coppia -coso
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Terza coppia -messo
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Quarta coppia -ride
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5 Componi tre coppie di endecasillabi, ciascuna con rima baciata.
Correvan tutti quanti in mezzo al prato
è ciascuno in cuor suo era beato.
Prima coppia..............................................................................................................................................................
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Seconda coppia..............................................................................................................................................................
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Terza coppia..............................................................................................................................................................
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6 Componi due quartine di versi a tua scelta, ciascuna con rima alternata.
Se mi levo la mattina A
ancor tutta addormentata, B
una bella lavatina A
e mi sono già svegliata. B
Prima quartina..............................................................................................................................................................
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Seconda quartina..............................................................................................................................................................
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25PARTE PRIMA • IL SUONO • l suoni nel verso
Laboratorio di scrittura
7 Componi due terzine di due endecasillabi e un settenario (la disposizione dei tre versi èlibera) con due versi in rima e uno in assonanza o in consonanza con gli altri due.
Con la sua bicicletta
il giovane volava e per la fretta
non s’accorse che il freno si era rotto
Prima terzina
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Seconda terzina
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8 Componi due quartine con i versi che vuoi, una con almeno una rima ricca e l’altra conuna rima imperfetta.
Con rima ricca
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Con rima imperfetta
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9 Scrivi una quartina di endecasillabi che presenti rime alternate.
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26PARTE PRIMA • IL SUONO
I suoni nelle parole
Abbiamo visto che rime, assonanze e consonanze riguardano i suoni delle parole a partiredall’accento tonico alla fine. Ma non solo la parte finale delle parole può essere valorizzatadal punto di vista fonetico: vi sono altri effetti prodotti dalla presenza particolarmente rile-vante e concentrata di alcuni suoni che sono di grande importanza per la poesia sia anticache dei nostri giorni.I fenomeni che studieremo in questo capitolo sono due: l’allitterazione e il fonosimbolismo.
L’allitterazione
L’allitterazione consiste nella ripetizione di suoni uguali o simili in parole ravvicinatecon lo scopo di ottenere determinati effetti espressivi.Nei versi di Giovanni Pascoli
Ma secco è il pruno e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno...
vi sono due evidenti allitterazioni che si intrecciano, la prima in “s” (secche, stecchite, se-gnano, sereno), l’altra in “r ” (pruno, nere, trame, sereno). In questo caso i suoni che si ri-petono rafforzano l’immagine di una rigida giornata autunnale.
La presenza di allitterazioni rafforza quindi l’insieme delle immagini offerte dal testo di unapoesia. Prendiamo come esempio la poesia Meriggiare pallido e assorto di Eugenio Montale.
Eugenio Montale
Meriggiare pallido e assorto
Meriggiare1 pallido e assorto2
presso un rovente3 muro d’orto,
ascoltare tra i pruni4 e gli ster pi5
schiocchi6 di merli, frusci7 di serpi.
5 Nelle crepe del suolo8 o su la veccia 9
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono10 ed ora s’ intrecciano
a sommo11 di minuscole biche12.
1. Meriggiare: trascorrere le ore del meriggio,
di solito le più afose e opprimenti.
2. assorto: completamente assorbito dai pro-
pri pensieri.
3. rovente: reso caldissimo dal sole.
4. pruni: cespugli secchi e spinosi.
5. sterpi: erbacce e rami secchi.
6. schiocchi: è il verso breve e aspro del merlo.
7. frusci: il rumore di serpi che si muovono tra
l’erba e i sassi.
8. crepe del suolo: le crepe indicano che il ter-
reno è molto arido.
9. veccia: pianta erbacea usata solitamente co-
me foraggio per gli animali.
10. si rompono: il soggetto è “le file”.
11. a sommo: sulla cima di...
12. biche: piccoli cumuli di terra; si tratta evi-
dentemente dei formicai.
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27PARTE PRIMA • IL SUONO • I suoni nelle parole
Osservare tra frondi13 il palpitare14
10 lontano di scaglie di mare15
mentre si levano16 tremuli scricchi17
di cicale dai calvi picchi18.
E andando nel sole che abba glia19sentire con triste meraviglia
15 com’è tutta la vita e il suo trava glio20
in questo seguitare21 una mura glia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia22.
da Ossi di seppia, in L’opera in versi, Einaudi, Torino 1980
Questa poesia rappresenta un angolo del paesaggio ligure che ci viene incontro spezzetta-to in mille frammenti insignificanti, se presi uno per uno: si tratta di schegge di vita che as-
sumono la forma di rumori secchi e fastidiosi, di movimenti ripetuti e incomprensibili, dioggetti che, avvolti da una luce troppo forte, provocano un effetto di isolamento dell’osser-vatore spaesato e incapace di trovare in questo paesaggio alcuni sicuri punti di riferimento.Ma queste minute manifestazioni di vita si legano fortemente tra di loro e divengono capa-ci di rappresentare il disagio della vita nel momento in cui sono tradotte nel testo in lungheallitterazioni. Osserviamo alcuni passaggi:
• all’inizio prevale l’allitterazione in “r” (assorto / presso un rovente muro d’ orto,/ ascolta- re tra i pruni e gli sterpi...) che ha la funzione di rappresentare la calura che non dàtregua e che rende tutto più opprimente, come se rimbombasse continuamente nel
cervello;• più avanti (v. 11–12) abbiamo un’allitterazione in “c” ( ...scricchi / di cicale dai calvi picchi ) che trasmette il senso di monotonia prodotto nello specifico dal continuocanto delle cicale, ma che si riferisce più in generale ai movimenti e ai rumori ripetu-ti di tanti altri piccoli animali;
• infine l’ossessivo ripetersi del suono glia / glio nell’ultima strofa sottolinea il senso di di-sagio crescente che il poeta sente in sé nel momento in cui comprende il vero significa-to della vita.
• Si noti infine l’ultimo verso: l’allitterazione “in cima cocci” rende difficilmente pronuncia-bile in maniera disinvolta il gruppo di parole “cocci aguzzi” (viene più spontaneo pronun-ciare cozzi agucci !) ed esprime molto efficacemente il disagio dell’animo dinnanzi allascoperta della verità della condizione umana.
13. tra frondi: (forma arcaica per fronde) tra le
foglie degli alberi.
14. il palpitare: tremolare delle onde.15. scaglie di mare: il mare, illuminato dal sole,
sembra trasformarsi in un corpo vivente che freme
16. si levano: si innalzano nell’aria, si fanno
sentire.
17. scricchi: stridori secchi e improvvisi.
18. calvi picchi: sassi che emergono dal terreno.
19. che abbaglia: l’eccessiva luminosità del sole
provoca quasi un senso di dolore e di disagio.
20. travaglio: angoscia, sofferenza.
21. seguitare: seguire camminando accanto.22. che ha in cima ... bottiglia: la muraglia è il
muro di cinta di un giardino, sul quale sono stati
fissati pezzi di vetro per rendere più difficile sca-
valcarlo. La muraglia rappresenta la condizione
della vita: è impossibile andare al di là del pro-
prio presente (scavalcare il muro), è impossibile
uscire dalla propria condizione di disagio.
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28PARTE PRIMA • IL SUONO • I suoni nelle parole
Il fonosimbolismo
Il fonosimbolismo è un effetto particolare prodotto da determinati suoni nell’animo di chilegge o ascolta. Infatti al di là del significato della parola in cui sono inseriti, i suoni trasmet-tono emozioni abbastanza costanti: ad esempio il suono “are ”, soprattutto se ripetuto, su-scita una sensazione rassicurante, il suono “s” frequente e prolungato fa solitamente per-cepire un senso di ansietà, la presenza di numerose parole tronche, cioè con l’accento sul-l’ultima vocale, genera un momento di sorpresa. Si tratta naturalmente di impressionisoggettive: non è detto quindi che tutti i lettori le provino nella stessa misura; ma l’effettofonosimbolico complessivo è molto efficace e abbastanza verificabile, motivo per cui i poe-ti, soprattutto a partire dalla metà dell’Ottocento, utilizzano spesso il fonosimbolismo pertrasmettere le proprie emozioni.
Uno degli esempi più noti e significativi dell’utilizzo del fonosimbolismo è costituito dalla
poesia L’assiuolo di Giovanni Pascoli.
Giovanni Pascoli
L’assiuolo
Dov’era la luna? ché il cielo
notava in un’alba di perla 1,
ed ergersi2 il mandorlo e il melo
parevano a meglio vederla 3.
5 Venivano soffi di lampi4
da un nero di nubi5 laggiù;
veniva una voce dai campi:
chiù6…
Le stelle lucevano rare7
10 tra mezzo alla nebbia di latte8:
sentivo il cullare del mare,
sentivo un fru fru tra le fratte9;
sentivo nel cuore un sussulto,
com’eco d’un grido che fu10.
1. un’alba di perla: biancore perlaceo simile a
quello dell’alba; si noti l’uso del sostantivo in
funzione aggettivale (anche più avanti nebbia di
latte).
2. ergersi: rizzarsi, innalzarsi.
3. a meglio vederla: per vederla meglio.
4. soffi di lampi: bagliori lontani.
5. nero di nubi : nuvole temporalesche e mi-nacciose.
6. chiù: è il verso dell’assiuolo, un piccolo
uccello rapace notturno.
7. Le stelle... rare: nel cielo ancora in parte nu-
voloso risplendevano (lucevano) poche ( rare)
stelle.
8. tra … latte: in mezzo a una nebbia densa e
biancastra.
9. fratte: cespugli.
10. un grido che fu: è il ricordo del grido del padre ucciso da un ignoto assassino mentre tor-
nava a casa.
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– i versi finali di ogni strofa invece sono caratterizzati dalla ripetizione della rima in ù, pro-dotta dall’incontro tra l’onomatopea “chiù” con espressioni comuni: “laggiù; f u; più”.
Tutto ciò contribuisce a creare e dare efficacia al fonosimbolismo. Osserviamone alcuniesempi:
• nella prima strofa i suoni “erg, orl, erl“ suscitano la sensazione di uno sforzo verso l’alto,mentre il succedersi dei suoni accentati “ne – nu“ trasmette il senso di una progressivachiusura, che diviene totale con la ù di “laggiù”.
Dov’era la luna? ché il cielo notava in un’alba di perl a,ed ergersi il mand orl o e il melo
parevano a meglio ved erl a.Venivano soffi di lampi
da un né
ro di nù
bi lagg iù
;veniva una voce dai campi:chiù…
• Nella seconda strofa il fenomeno è ancora più evidente:
– sentivo il cull are del mare, il suono “are” ripetuto trasmette un senso di serenità;
– sentivo un fr u fr u tra le fr atte, la ripetizione del suono “fr” (e “tr”) unito prima al suo-no “u” e poi al suono “a” genera un senso di ansia, che però sembra risolversi;
– sentivo nel c uore un su ssu lto, la parola finale piena di “u” e di consonanti raddoppiate
fa avvertire un crescente senso di angoscia.Il verbo “sentivo”, ripetuto tre volte, acquista ad ogni verso un significato sempre differente:
– nel primo verso esprime una sensazione essenzialmente gradevole;
– nel secondo una sensazione di ansia prodotta da un rumore;
– nel terzo una sensazione dolorosa determinata dal ricordo di un rumore (il grido delpadre ferito a morte) mai udito ma immaginato.
• Nell’ultima strofa il fonosimbolismo raggiunge il punto di più alta concentrazione: la ripe-tizione ossessiva della “s” e soprattutto della “i” nei versi 19-21 traducono in parole il do-lore lacerante del poeta.
Su tutte le luc i de vettetremava un sosp i ro di vento:
squa ssavano le cavallettef i ni ssi m i sistr i d’argento(t i nt i nn i a i nv isi b i l i porteche for se non s’aprono p i ù?…);e c’era quel p i anto d i morte…ch i ù
PARTE PRIMA • IL SUONO • I suoni nelle parole
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31PARTE PRIMA • IL SUONO • I suoni nelle parole
Laboratorio di scrittura
1 Nella poesia di Giovanni Pascoli, Pioggia, (Percorsi di poesia, pag. 46) trova le consonanze
e le allitterazioni (ricorda che le allitterazioni possono essere formate sia da vocali che daconsonanti e anche da suoni composti).
Consonanze: .......................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Allitterazioni: ........................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
2 Leggi la prima strofa della poesia di Montale Spesso il male di vivere e riporta almenotre esempi di allitterazioni.
Spesso il male di vivere ho incontratoera il rivo strozzato che gorgoglia
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Quale alliterazione è particolarmente evidente?
..............................................................................................................................................................
3 Cerca di dare un valore fonosimbolico ai seguenti gruppi di parole scegliendo tra lerisposte indicate e motivando la scelta:
a la luce si fa avara – amara l’anima
noia gioia paura
Perché .............................................................................................................................................
b in pozzanghere / mezzo seccate agguantano i ragazzi
leggerezza difficoltà allegria
Perché ..............................................................................................................................................
c Ho strascicato / la mia carcassa
gioia fatica speranza
Perché ..............................................................................................................................................
4 Leggi con attenzione la poesia Cigola la carrucola del pozzo di Eugenio Montale(Percorsi di poesia, pag. 68) e poi rispondi alle seguenti domande.
a Che allitterazione trovi nei versi 3-4?
..........................................................................................................................................................
b Che significato fonosimbolico ritieni di poter attribuire a tale allitterazione?
..........................................................................................................................................................
PRIMA UN PO’ DI ALLENAMENTO
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32PARTE PRIMA • IL SUONO • I suoni nelle parole
Laboratorio di scrittura
ARGOMENTO NUMERO VERSI ALLITTERAZIONI
Il vento due S – V – o entrambe
ARGOMENTO NUMERO VERSI ALLITTERAZIONI
L’inverno tre GR – I – GIR
ARGOMENTO NUMERO VERSI ALLITTERAZIONI
La luna tre L – N o M
ORA TOCCA A NOI
1 Componi un endecasillabo per ogni allitterazione che ti viene richiesta.
– allitterazione in L: ............................................................................................................................– allitterazione in V: ............................................................................................................................
– allitterazione in F: ............................................................................................................................
– allitterazione in R: ............................................................................................................................
– allitterazione in A: ............................................................................................................................
– allitterazione in Z: ............................................................................................................................
– allitterazione in O: ...........................................................................................................................
2 Componi tre novenari (versi come quelli della poesia L’assiuolo ) in rima o in assonanza
tra loro e con almeno un’allitterazione...............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
3 Abbastanza spesso le allitterazioni aiutano a rappresentare una situazione ambientale oatmosferica (vedi la poesia Pioggia di Giovanni Pascoli in Percorsi di poesia, pag 46).Seguendo le indicazioni che ti vengono date, prova anche tu a comporre versi, del tipoche preferisci, che parlino di eventi atmosferici e presentino allitterazioni formate dalle
lettere indicate:
Vento che soffia e sibila violento
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
Limpida luna nel cielo splendeva
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33PARTE PRIMA • IL SUONO • I suoni nelle parole
Laboratorio di scrittura
ARGOMENTO NUMERO VERSI ALLITTERAZIONI SCELTE
Il mare quattro L
ARGOMENTO NUMERO VERSI ALLITTERAZIONI SCELTE
Un fiume tre
ARGOMENTO NUMERO VERSI ALLITTERAZIONI SCELTE
La neve quattro
4 Come nell’esercizio precedente scrivi il numero di versi richiesto sull’argomentoindicato, ma scegli tu l’allitterazione (o le allitterazioni) che ti sembra (sembrano) piùadatta/e e che indicherai dopo la stesura dei versi.
L’onda lambisce tremula la riva
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..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
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..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
..............................................................................................................................................................
5 Scrivi gruppi di parole (non importa se non sono versi completi) con cui cerchi diesprimere le seguenti sensazioni attraverso il valore fonosimbolico:
– libertà
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
– sorpresa
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
– ricordo
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
...........................................................................................................................................................
8/9/2019 Scrivere Con i Poeti. Laboratorio Di Scrittura
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34PARTE PRIMA • IL SUONO
Le “parole nascoste”
Un’ultima particolarità relativa alla capacità autonoma dei suoni di trasmettere significati inun testo poetico è costituito dalle cosiddette “parole nascoste”, cioè vocaboli di sensocompleto presenti come parti di un altro vocabolo che, una volta “rivelati” dalle rime oda altre figure di suono, producono un arricchimento di significato a tutto il testo.
Si leggano ad esempio questi versi di Leopardi ne La quiete dopo la tempesta:
Ecco il Sol che ritorna, ecco sor ride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passeggier che il suo cammin ripiglia.
Le parole “sorride” e “stride” hanno un significato ben diverso, ma il fatto che siano in rimale avvicina notevolmente. Proprio la rima evidenzia la “parola nascosta”: si tratta di “ride”,che assume due significati differenti: nel primo caso è la luce solare che si diffonde, nelsecondo è una risata stridula e sinistra che rivela l’inganno della Natura che illude le attese
dell’uomo.Il caso più evidente dell’uso delle parole nascoste è costituito dal sonetto A Zacinto di UgoFoscolo. Zacinto è il nome antico di Zante, isola natale di Foscolo. In questo sonetto il poetaci parla di un’isola, o meglio dell’idealizzazione dell’isola di Zante in cui egli nacque. È un’isolabellissima nella fantasia poetica e nel ricordo dell’infanzia, un’isola di sogno, che appartiene almito della bellezza classica, a cui il poeta non potrà più tornare.
Ugo Foscolo
A Zacinto
Né più mai toccherò le sacre sponde1
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar 2 da cui vergine nacque
5 Venere3, e fea 4 quelle isole feconde5
col suo primo sorriso, onde6 non tacque
1. sacre sponde: perché si tratta delle rive dell’i-
sola ideale, consacrata alla bellezza e alla poesia.
2. greco mar : si tratta del Mar Jonio, ma l’accen-
to batte sull’aggettivo greco, che trasforma il mare
in uno scenario in cui rivivono i miti dell’antichità.
3. Venere: secondo il mito la dea della bellezza e
dell’amore era nata dalla spuma del mare Ionio.
4. fea: rendeva.
5. feconde: piene di vita.
6. onde: motivo per cui.
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35PARTE PRIMA • IL SUONO • Le “parole nascoste”
le tue limpide nubi e le tue fr onde
l’inclito7 verso di colui8 che l’acque
cantò fatali9, ed il diverso esiglio10
10 per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca 11 Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato12 illacrimata sepoltura 13.
da Sonetti, in Opere, Ricciardi, Milano 1974
Se leggiamo con attenzione le sillabe che formano le rime dei primi otto versi del sonetto,cioè le due quartine, ci accorgiamo che esse formano una successione alternata delle pa-role onde (versi 1, 3, 5, 7) e acque (versi 2, 4, 6, 8), non espresse direttamente, ma na-scoste in altre parole e “rivelate” proprio dalle rime.Solo una volta questi due termini vengono utilizzati sotto forma di parola esplicita e con si-gnificato proprio, al v. 3 la parola “onde” e al v. 8 la parola “acque”. Tutte le altre volte essesono parole “invisibili”, portate allo scoperto dalla rima: Foscolo ci parla esplicitamente di al-tre questioni, della propria fanciullezza e del mito di Venere, della bellezza della natura edell’importanza della poesia, ma verso dopo verso mediante i suoni che formano le parolenascoste il poeta ci fa apparire, come per magia, un mare fantastico solcato dalle onde dacui l’isola viene circondata.
In questa maniera l’isola, che pure ha una propria realtà fisica, diviene una pura immaginedi sogno, fuori dal tempo reale e quindi irraggiungibile (per questo il sonetto inizia con trenegazioni – “Né più mai...” – nettissime e definitive), e appare dunque al poeta come col-locata non tanto in mezzo alle onde di un mare conosciuto, ma nel mare nascosto e sco-nosciuto della propria memoria. Fuori di essa vi è il presente segnato dolorosamente dallacondizione di esule del poeta, “figlio”, trattenuto al di qua delle acque e delle onde lontanodalla terra materna: all’isola, che è un puro sogno di bellezza, il poeta non potrà più torna-re se non attraverso il proprio ricordo e il proprio canto.
Un’altra maniera con cui compaiono le parole nascoste è l’omofonia cioè l’accostamentodi parole con lo stesso suono o con suono molto simile, ma con significato differente. Nepossiamo osservare un esempio sempre nel sonetto A Zacinto: a metà del v. 6 vi è la pa-rola “onde”, che in questo caso significa “motivo per cui”; ma inserita in questo contestocontribuisce a incrementare l’immagine marina.
7. inclito: celebre, glorioso.
8. colui: come si lascia comprendere più avanti,
si tratta di Omero, autore dell’Odissea.9. cantò fatali: i mari sui quali Ulisse fu sospin-
to dal destino che lo perseguitava.
10. esiglio: (forma letteraria per “esilio”) lonta-
nanza dalla patria. Ulisse restò lontano da Itaca
per vent’anni, dieci passati ad assediare Troia e
dieci costretto a vagare per i mari.
11. petrosa Itaca: la piccola isola patria di Ulis-
se è quasi tutta aspra e rocciosa.12. a noi prescrisse il fato: per me il destino
stabilì che ci fosse…
13. illacrimata sepoltura: una tomba lontana
dalla patria e dagli amici, presso la quale nessuno
versa lacrime per lo scomparso.
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Laboratorio di scrittura
1 Trova tre parole che contengano le seguenti “parole nascoste”.
Mare: ...................................................................................................................................................
Dire: ...................................................................................................................................................
Fare: ...................................................................................................................................................
Ora: ...................................................................................................................................................
Ero: ...................................................................................................................................................
2 Scrivi quattro coppie di parole omofone, ma con significato diverso.
fine (sottile), fine (conclusione)
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