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I bambini della classe IV A
I bambini della classe IV B
Le insegnanti: Rossella Montanari
Maria Bresadola
La psicologa: Daria Zanichelli
Il progetto ha l’obiettivo di portare la
cultura dell’accoglienza e
dell’affidamento famigliare all’interno
del contesto scolastico attraverso un
lavoro congiunto tra “Area Genitorialità e
Tutela Minori” e il progetto di consulenza
psico-pedagogica della scuola primaria
“Punto d’Ascolto”
ciascun bambino può prendere da 1 a
max 3 smarties e per ogni dolcetto preso
deve dire un aggettivo di sé che lo
rappresenti.
«Quando io sono andato a casa del mio compagno mi sono sentito accolto, erano
molto gentili con me e se non finivo di mangiare non lo buttavano via e magari me
lo davano che lo portavo anche a casa!!»
«Io una volta sono caduta e una signora è venuta a soccorrermi e mi ha accolta a
casa sua» «Io mi sono sentito accolto dal mio cagnolino una volta che in bici sono caduto e il
mio cane mi è venuto a leccare»
«Io ho accolto i miei pulcini quando li ho comprati e gli ho fatto la casetta, gli ho dato da mangiare, gli ho messo la segatura per stare al caldo»
«Quando sono nata il mio fratellino mi ha accolto prendendomi in braccio!»
«Quando è nato il mio fratellino io mi sono dovuta sentire un po’ piccola per giocare e star bene con lui»
«C’era una bimba quando io avevo 5 anni che le davano più attenzioni di me e io mi
sono messa a piangere»
«E se invece di un amico venisse un bambino che non conosci?»
• «E va beh ti fai un amico nuovo!» • «Come se venisse un vicino nuovo che viene per
conoscere gli altri vicini»
«Mettiamo il caso che quest’amico che viene a cena avesse bisogno di rimanere per più tempo, ad esempio a dormire..»
• «Io se fosse una femmina l’accoglierei, le chiedo il suo nome, le chiedo cosa vuole fare»
• «Sì una volta è venuta un’amica di mia mamma con sua nipote più piccola di me e io l’ho fatta giocare e così non voleva più andare a casa»
• «Io una volta gli ho prestato il mio pigiama»
• «A me farebbe piacere, tanto!»
• «Sarei contenta di accoglierli!»
che tipo se qui venisse un bambino nuovo noi lo dovremmo accogliere» beh se viene un bimbo nuovo e non gli dai confidenza e non gli sei
amico, poi di conseguenza non riesce a fare il compito bene» quando delle persone vengono in un paese che non hanno i soldi e
neanche una casa, noi li accogliamo a casa nostra» «accogliere gli amici quando li devi sentire, ascoltare, aiutarli» «accogliere gli amici dell’altro mondo e gli ammalati» «accogliere le persone in difficoltà anche se sono di altri colori» «quando noi ad esempio abbiamo accolto alcuni nostri compagni»
ACCOGLIENZA
Aiutare l’ambiente e gli
animali in pericolo
Invitare gli amici
Ascoltare le
esperienze degli altri
Aiutarsi a vicenda
Accogliere persone
Aiutare chi ha bisogno
Condividere con gli altri
ACCOGLIERE
QUALCUNO A CASA
NOSTRA:
vincere la nostra
timidezza, presentarci,
chiedere all’altro come
si chiama, cosa gli
piace, cosa vuole fare,
offrirgli qualcosa da
mangiare, fargli
vedere la camera ,
prestargli giochi e
libri, prestargli il
pigiama e farlo
dormire con noi.
Visione del cartone animato:
“storia di una gabbianella e del gatto che le
insegnò a volare”
La visione del cartone animato aiuta i bambini a
cogliere gli aspetti emotivi dell’accoglienza
La rappresentazione della storia permette ai bambini
di “mettersi nei panni” dei diversi personaggi e di
giocare ruoli differenti dai propri
Foto +didascalia
Una “gabbiana” in punto di
morte chiede ad un gatto di
covare il suo uovo e di
prendersi cura del pulcino
che nascerà. Inoltre gli
chiede di insegnargli a
volare, il gatto le promette di
farlo…
Uno dei gatti rivela alla gabbianella la sua vera
identità: “Tu non sei un gatto come noi, sei un uccello
e perciò devi imparare a volare”.
“Sei una gabbiana. Ti vogliamo bene perché sei una gabbiana,
una bella gabbiana. Abbiamo imparato ad apprezzare, a
rispettare ed ad amare un essere diverso. È molto facile accettare
ed amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è
molto difficile, e tu ci hai aiutato a farlo. Sei una gabbiana e devi
seguire il tuo destino di gabbiana. Devi volare.”…
I gatti cercano
sull’enciclopedia le
tecniche di volo per
poter insegnare alla
gabbianella a
volare…
La gabbianella spigò le ali. I riflettori la inondarono di luce e
la pioggia gli copriva di perle le piume. L’umano e il gatto
la videro sollevare la testa con gli occhi chiusi… “ora
volerai” miagolò il gatto “ti voglio bene. Sei un gatto molto
buono” disse la gabbianella avvicinandosi al bordo della
balaustra. “Ora volerai. Il cielo sarà tutto tuo” miagolò il
gatto. “Non ti dimenticherò mai. E neppure gli altri
gatti”… “Volo! So volare!” strideva euforica dal vasto cielo
grigio. L’umano accarezzò il dorso del gatto “Bene, gatto.
Ci siamo riusciti” disse sospirando. “Si, sull’orlo del
baratro ha capito la cosa più importante” miagolò. “Ah si?
E cosa ha capito?” chiese l’umano.
“Che vola solo chi osa farlo”