Se La Foresta Brasiliana Parlasse

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    SE LA FORESTA BRASILIANA PARLASSE...

    HELCIO FELIPPE

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    Dados Internacionais de Catalogao na Publicao

    F315s Felippe, Hlcio.

    Se la foresta brasiliana parlasse... - / Hlcio

    Felippe. Cricima: Do autor, 2007.

    210 pginas.: 22 cm

    Texto em italiano. Ilustrado

    1. Brasil Histria. Sociologia 2. Brasil Civilizao.3. Economia brasileira Histria. Filosofia. II. Ttulo.

    CDD. 21 ed. 981

    Bibliotecria Flvia Cardoso CRB 14/840Biblioteca Central Prof. Eurico Back Campus da Unesc Cricima, SC

    2 edio revisada

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    RINGRAZIAMENTI

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    Ringrazio per le presenze affettuose e la forza risolutiva dai miei cari famigliari:Mia moglie, i nostri tre figli e mia sorella.

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    PRESENTAZIONE

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    In '' SE LA FORESTA BRASILIANA PARLASSE... '', ci sono delle situazioni atipichesulla storia brasiliana, diverse di quando siamo stati studenti elementari, dove i nostri cariprofessori ci hanno insegnato e poi abbiamo anche letto, eppure molti brasilianioggigiorno certamente non si rendono conto di certe incoerenze sulla storia delloscoprimento del Brasile, come ad esempio, che dovuto al fatto di fino sulle calmerie dalleonde dell'oceano atlantico a Santa Cruz de Cabrlia, litorale sud della Bahia, la flottaportoghese comandata da Pedro Alvares Cabral si aveva perso disordinatamente in mezzoal mare nel pomeriggio del 22 aprile del 1500, e poi scoperto il Brasile come per unmiracolo o meramente una casualit.

    Infatti, ne sappiamo noi e la propria foresta brasiliana lo testimone, che prima dall'arrivodi Cabral con le sue 12 navi portoghesi - tutte fabbricate dai bravi liguri genovesi - sullacosta brasiliana a Bahia, i regni portoghesi, irlandesi, spagnoli o forse chiss anche altriregni lo sapevano gi e molto bene della esistenza di questo colossale paese sudamericano.Dunque, lontano da volere giudicare qualsiasi cosa o fatto e soprattutto avvicinandomi alfianco dellaria e dello sguardo consapevole dalla immensa foresta brasiliana e nello stessotempo mettendo il Brasile naturalmente sul ruolo e riflessi della era napoleonica modernain Europa e dalle marcanti Rivoluzioni Industriale e Francese del XVIII secolo, capiscocon queste righe poter contribuire come un modello di riflessione sulla nostra propriastoria, desiderando offrirlo da leggere questo libro, come ad un invito, perch penso cheneanche da noi brasiliani, neppure dagli italiani o di qualsiasi altro popolo al mondo, ilBrasile viene, ancorach dal 1500 fino ad oggi, davvero e talmente interpretato o almenoconosciuto.Venendo quindi, in realt, solo e totalmente interpretato, conosciuto e riconosciuto dalla

    fedele testimonianza della sua gigantesca foresta tropicale, assieme ai suoi primi, veri edeterni figli aborigeni brasiliani.Innanzi tutto e soprattutto si potrebbe dire che il Brasile viene allora nei suoi cinque secolidopo il suo scoprimento perfino e purtroppo sconosciuto.Anche perch, prima del XV secolo, o prima dallarrivo degli europei portoghesi o deglialtri uomini bianchi in America, il nostro Brasile era tutto vuoto come marchio storico-politico e peraltro tutto pieno come fauna e flora di una grande foresta selvatica tropicale edella pi grande foresta equatoreale del mondo.La foresta amazzonica.

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    Addirittura, le prime trib nomadi in America risalgono al 48.000 a.C., non lasciandoci

    allora particolari tracce, se non pochissime testimonianze archeologiche quali alcuni restidi ceramiche o vestigi scheletri.Tuttavia gli aborigeni brasiliani erano talmente primitivi e rudimentali e forse i pi attacatialle foreste dalle Americhe, che solo verso lAmerica Centrale del IV al IX secolo a.C. congli aborigeni sudmessicani discendenti dai maias, gli aborigeni mesomessicani del XIVsecolo discendenti dagli aztechi e nellAmerica Andina del XIII secolo con gli aborigeniboliviani, peruviani, cileni ed ecuadoregni discendenti dagli incascui autenticamente cihanno potuto lasciare tramite il loro marchio storico, svolgimento socio-politico escientifico-culturale il marcante legame di una societ americana primitivamenteorganizzata.

    Perci, per noi brasiliani che ne godiamo di una povera storia politica ascendente nelsenso di contenuto generale e delle proprie brevit dei marchi storico-politici, ancheconfacente dire che innocentemente ed ovviamente allora, siamo anche noi poveri diconoscenza sulla nostra propria storia e civilt.E si capisce magari, anche perch, sui questi 505 anni di scoprimeto del Brasile, tutta lanostra storia socio-politica ascendente talmente abbuiata e troppo breve sul scenariomondiale che non mica difficile e penoso tornare indietro ricordandola. Perch magari inrealt, c ununico e storico spartiacque: Quello dopo dallarrivo - e per forza napoleonica di tutta la Famiglia Reale Portoghese in Brasile, pi precisamente a Rio de Janeiroallinizio del XIX secolo, ovvero, da pi o meno 200anni che propriamente ne avemmoqualche inizio di riflesso sullo svolgimento socio-economico e politico-culturale

    brasiliano.Tuttavia, il XV secolo ci rappresenta naturalmente il marchio zero della civilizzazionebrasiliana.E siccome allora, come tutte le storie, anche la nostra cos impari.

    Azambuja, SC, 28 aprile del 2007 nel suo centesimotrigesimo anniversario

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    Helcio Felippe nato ad Urussanga, Santa Catarina, sud del Brasile nel' 11 settembre del1961. Discendente dai Felippe della Toscana ( Castagnetoli-Mulazzo ) e dai Damian delVeneto ( Igne-Longarone ), abita e lavora a Criciuma, SC. Ha vissuto tutta linfanzia eladolescenza sulla vitivinicoltura famigliare ad Azambuja ( dal portoghese venutodallarabo azabujo = olivo bianco di legno duro ), un piccolo paese forestalesudbrasiliano ed anche la prima colonia catarinese d'immigranti oriundi dal nord Italia.Fondata nel 28 aprile 1877 dall'ingegnere maragnese nominato dall'Impero Brasiliano aRio de Janeiro, il portogheseJoaquim Vieira Ferreira che pur sbarcando inizialmente sul

    porto sudcatarinese di Laguna nel 6 gennaio del 1877, o sia, esattamente quarantannidopo dallarrivo sul medesimo porto del non meno bravo immigrante, il nizzardoGiuseppe Garibaldi, e navigando posteriormente sulle piccole barchette verso il sudtramite i fiumi Tubaro e Pedras Grandes, arriva finalmente - dagli strepitosi carri trainatida buoi - sul paesino cui vedendo da lontano degli alberi che in quellautunno glisembravano stessi agli olivi bianchi portoghesi la nomin Azambuja, fondandola alloraassieme alle prime 119 brave e coraggiose famiglie di coloni immigranti italiani.Figlio di Elzo Felippe e di Philomena Damian Prve Felippe sposato con ValriaSantiago de Miranda e ne hanno tre figli: Lourival de Miranda Felippe, 15 anni, Augustode Miranda Felippe, 13 anni e Helcio Felippe Junior, 12 anni.

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    medico-pediatra a Criciuma, capoluogo della regione sudcatarinese. Lotta in favore dimigliori condizioni di cura per i bambini del sud dello stato di Santa Catarina, dovutoanche alla mancanza di risorse strutturali sui settori pediatrici terziari, sia dalla pubblicache dalla privata assistenza alla salute dei concittadini minorenni sudcatarinesi. Hadenunciato perfino pubblicamente lassenza quasi che totale sui dipartamenti pediatriciospedalieri delle apparecchiatture neonatologiche necessarie per le ideali condizioni ditrattamento intensivo neonatale negli ospedali della regione.Ha viaggiato per il nordest, sudest, centrovest e sud del Brasile, l'Europa, l'America delNord, Sud e Centrale e ha sentito che dall'estero il Brasile, o per essere un paese, sebbenegiovane, un p o abbastanza sconosciuto - anche se grande - , o perch le persone infattinon lo sanno o naturalmente non si interessano, o perch non vengono portate ad

    interpretarlo adeguatamente, o finalmente perch il Brasile gli vada propriamente cosdimostrato, veduto perci allora, soltanto come il paese dal calcio, dalle foreste e daicarnevali.

    Come se ne fosse possibile dunque, giocare il calcio oppure danzare il carnevale in mezzoalle foreste.Magari, si potrebbe perfino tentarlo!

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    SOMMARIO

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    Ringraziamenti............................................................................05

    Presentazione..............................................................................09

    Introduzione. Il brasiliano: Unalbero personificato...............19

    Il Brasile di alcuni cicli.............................................................29

    Laddio portoghese..................................................................161

    Il Brasile di alcuni secoli........................................................183

    Fine.........................................................................................199

    Riferimenti Bibliografici........................................................208

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    INTRODUZIONE

    IL BRASILIANO: UNALBERO PERSONIFICATO

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    Si sa che il Brasile sempre fu grande. Spesso assomigliandosi alla sua foresta veramenteun mondo con mille, semplici e diverse caratteristiche. ad esempio, ancora il paese con ilmaggior numero di credenti cattolici al mondo. Il suo popolo 55 % di origine europea, 38% mulatti e 6 % di origine africana. Ed talmente grande e plurale, che coloro che tentanoa da conoscerlo veramente si perdono sul qualsiasi parere.Il Brasile rimane una delle nazioni meno densamente popolate della terra, con forticoncentrazioni umane soprattutto lungo la fascia costiera e nelle grosse citt.Tuttavia nel 1872, ovvero, cinque anni prima dallarrivo in Brasile dei primi 291 coloniimmigranti dal nord dItalia verso il sudcatarinese sulla colonia di Azambuja nellautunnodel 1877 o anche otto anni prima della fondazione di Criciuma, SC, la cosidetta capitale

    brasiliana del carbone, il Brasile possedeva gi 10 milioni di abitanti.Poi, nel 1920 erano 31 milioni, nel 1940 erano 42 milioni e oggigiorno oltre i 200 milionidi abitanti.Pi di ogni altro Paese dellAmerica Latina, il Brasile incarna da secoli il sogno occidentaledi fuga verso un mondo mitico, dalle proporzioni immense e dalla natura selvaggia eprimordiale. Formato da un vasto altipiano che da est digrada progressivamente versoovest, il Brasile il quinto paese del mondo per estensione con una superficie ventotto voltequella dellItalia e confina con tutti i paesi dellAmerica Latina tranne lEcuador e il Cile.Tale immensit rispecchiata dalle variazioni climatiche che si hanno da un capo allaltrodel Paese: mentre a Nord, nel bacino amazzonico abitato prevalentemente da pochi Indios,le precipitazioni sono pressoch quotidiane, linterno, la regione del Serto, caldo e

    siccitoso, e il Sud pu presentare forti abbassamenti di temperatura che raggiungono gli 0.La maggior parte della popolazione si concentra propriamente sulla fascia costiera, dovesorgono le citt pi grandi del Paese, prime fra tutte le due grandi metropoli di Rio deJaneiro (14 milioni abitanti circa) e di So Paulo (18 milioni abitanti circa).Rio, l'antica capitale del Brasile, ancora oggi il centro della cultura, degli affari, delturismo, oltre che la capitale del Carnevale e della Samba, mentre So Paulo, il pi grandecentro industriale dell'America Latina, una specie di motore ed il fulcro dell'economia delPaese.La capitale Brasilia, sede ufficiale del governo nazionale, fu realizzata tra il 1957 e il1960nellentroterra a pi di 1.000 km dalla costa, a 1.200 m di altezza. Il Brasile proprioripieno di contrasti. Larea dellAmazonia pi grande che la somma delle aree di 9 stati

    della regione nordest brasiliana. Gli stati di Roraima ed Amazonas, ad esempio, hanno 02abitanti circa per km2 mentre gli stati di Rio de Janeiro ed il Distreto Federale ne hannopi di 300. Anche la mortalit infantile brasiliana lo talmente contrastante. Nello statodel Rio Grande do Sul di 20 morti ad ogni 1000 neonati vivi, mentre ad Alagoas nelnordest brasiliano di 74 morti ad ogni 1000 neonati vivi.

    Paese vario e difficile, il Brasile dalle forti contraddizioni socio-economiche, di cui adesempio, gli eleganti grattacieli di Rio de Janeiro disposti accanto alle favelas sulle collineurbane carioche sono un simbolo eloquente di unurbanesimo impari che di subito diventatutto diverso, paragonando con unaltro Brasile verso il sud, dove la maggioranza delle cittsudbrasiliane di questo medesimo Brasile in cui sulle stesse colline urbane non ci vengono

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    attorniate dalle caratteristiche favelas, e si dalle buone residenze e palazzi, ed ora dallestesse favelas, che magari meno, ma adesso anche sugli altipiani e pianure, il Brasileaffascina proprio per la mescolanza di culture, geografia, storia, razze e ceti di una umanit

    che in qualunque condizione cui si trova non si rinuncia dalla voglia di vivere.

    E dunque, ripeto, coloro che tentano a da conoscerlo veramente questo colossale paese siperdono non solo geograficamente o storicamente, ma politicamente, culturalmente,socialmente e purtroppo economicamente.L' economia mondiale ha nel Brasile la sua vitale ed eterna materia prima.La storia ci ha dimostrato, ci dimostra ed il futuro si incaricher di dimostrarlo.Cos, dal mare, dalle citt o di qualche altre parte che se ne prova entrare verso questo 'continente brasiliano ' , percorrendo una centinaia di chilometri, non si riesce nemmeno ada penetrare sotto la sua pelle, quanto pi raggiungere al suo cuore, alle sue radici e nellasua propria anima.

    Ed impossibile dunque conoscere tutto il Brasile.Bisognerebbe sicuramente tutta una vita per farlo.

    Ci sono degli stati brasiliani, ad esempio, che sono pi grandi che la Germania e laFrancia.

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    E dentro alle foreste?Dentro la foresta amazzonica, ad esempio, ci sono perfino delle trib aborigene cosingommate e talmente attacate sulla vita selvatica che ancora oggigiorno non si sa come

    vivono, cosa fanno e anche da dove vengono le sue proprie abitudini tramite le origini dailoro incomprensibili rituali socio-politici.Insomma, c' tutto un Brasile da scoprirlo, da conoscerlo, da interpretarlo e da svilupparlo.

    Ma peraltro c' un Brasile, forse anche perch un paese giovane e sempre etno-antropologicamente lo sar, che senzaltro porta da s tutta una speranza e tutto un futuroche sempre presente prima gi dal proprio avvenire, che magari ne riesce a da produrrenaturalmente una certa invidia sugli altri paesi del mondo.E la causa di questo sguardo o di questa naturale invidia dagli altri paesi del mondo unaspecialit nostra, tutta particolare, contemporanea e nello stesso tempo secolare cheinsomma c un nome e che propriamente brasiliana.

    Forse, bench invidiato, si capisce, ma mai sar capito dagli altri paesi o dalle genti questaspecialit e questo miracolo che sono il vero prodigio del risultato della cosidettaEterogenia Multirazziale Umana in Brasile. Il nostro grande e vero miracolo antropologicoTupiniquim.E quindi che Eterogenia Multietnologica Tupiniquim questa? O che miracolo questo?Addirittura, eccetto tutti i grossi e cronici problemi sociali che ne abbiamo e ne hannodunque le altre nazioni al mondo, ovviamente alcune in minore e altre in maggiore grado,il Brasile riesce e fa vedere a tutti, che qui c' una piena e simbiotica condizione di vitaassieme alle genti e tra le persone di tutte le diverse razze che vivono qui e che ne hannovissuto fino ad oggi.Questa giusta e perfetta simbiosi tra le diverse razze insomma il risultato del vero

    specchio dalla plurale realt di intercorrelazione umana Made in Brazil.O sia, una cosa che nelle altre nazioni del mondo non sarebbe e non sar portata avantialmeno per ora, dovuto alle inaccettabili differenze tra le diverse razze, cause anche, adesempio, di disgrazie sociali e di calamit sottumane in tutta la Europa dei secoli ed isecoli, semplicemente perch non c' e non ha mai avuto da loro questa rispettabile edinesorabile multieterogenia razziale umana tra le genti.E cos, non gli mai stato e nemmeno mai gli sar capitato come formazione etnologicadel loro popolo, il risultato naturale di questa eterogenia multirazziale umana come quellache ne abbiamo noi qui in Brasile.

    Pertanto, qui in Brasile invece, tutti quei discendenti dagli immigranti che costituiscono

    oggigiorno il grosso tronco multietnologico, per esempio: i discendenti dagli immigrantigiapponesi, dagli slavi, dai tedeschi, dagli italiani, dai francesi, dai polacchi, dagli africani,dagli spagnoli, dagli arabi e dai portoghesi assieme ai propri discendenti dalle diversenazioni aborigene e tra di loro, costruirono pi che famiglie e societ, ma un multietno,vasto e socio-politico universo multirazziale umano. Ed anche per questo che il Brasile senza ombra di dubbio, uno degli unici paesi del mondo tutto cos particolare, diverso,magari come alcuni, per impari da vivere come pochi.

    Cos, come sulle foreste, questi discendenti brasiliani frutti dalle diverse radicimultietnologiche come dalleuropeo, dallafricano, dallamerindio, dallasiatico e dalmediorientale, sono riusciti e riescono fino ad oggi a condividersi pacificamente,

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    rappresentando un rapporto di un prodotto antropologico che infatti tutto il mondodovrebbe perfino ammirare come esempio fruttifero di un universale e rispettabile albero diintercorrelazione umana.

    Addirittura, il proprio risultato del rapporto quotidiano della caratteristica vita deibrasiliani, come se un regalo dai tempi, che ci dimostra il rispetto morale tra tutte lediverse razze e popoli che riescono ad alberizzarsi sulla stessa vita di questomultietnologico Universo-Brasile.Ed soprattutto la struttura antropo-dendritica del grosso tronco di unalbero, ancorachgiovane, ma vero, esemplare e ricco rappresentante della multiformazione razziale umanasul fitocemento etno-radicolare brasiliano.

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    Sarebbe quindi questo esemplare e grosso tronco di unalbero personificato, lunicaeterogenia che diventa nello stesso tempo una antropogenica fitomogenia, cio, una

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    omogenia coltivata e tradotta esclusivamente dalla pacifica correlazione umana tra lapluralit e la spontaniet quotidiana dellibrido e caratteristico comportamento della gentebrasiliana?

    Perch tutto ci, nutre e costituisce pi che un certo pensiero di naturale invidia, diinteresse, di sguardo o di un sentimento di lode dagli altri popoli del mondo. Ma nutre sisu di loro, un sentimento che diventa fino motivo di ammirazione e di spavento.Ma, e come mai?

    Come mai? Qualche riflesso allora di questa trascedentale e antropogenica strada sulsecolare cammino del tronco multietnologico brasiliano:Il Brasile infatti - e non c mica il bisogno di tornare indietro su tutta la storia delluomo -non ha mai accolto il delirio razziale come ad esempio quella pazza frenesia razzialeeuropea principalmente dai tedeschi del secolo scorso dove dettero agli alleati nazistidurante la seconda grande guerra mondiale spiegando loro che in fin dei conti avevano

    salvato le vite di cittadini tedeschi di razza ariana sacrificando in crudeli sperimentazioniscientifiche gli ebrei, slavi ed affetti da handicap vari per purificare tutte le razze tramite lediverse nazionalit affine di raggiungere delle razze del cosidetto ' puro sangue ', dove peresempio, chi , o, chi prima arrivato ne propone delle regole, o l'immigrante che arrivato dopo ne sar meno importante che quello di prima, o di tutti quei dalle altrenazioni, oppure un cittadino di colore giallo non pu mica sposare una cittadina bianca,una cittadina rossa, forse anche una blu o una negra, o viceversa, o finalmente che unamaggioranza razziale far un lavoro e ne avr dei prestigi e la minoranza razziale ne fardegli altri lavori e ne avr degli altri o minori prestigi.Non c' quindi questo pazzo delirio razziale di nazionalit qui in Brasile, anzi unaantropogenica, ibrida e salutare eterogenia razziale gi abbarbicatta.

    Dunque, mentre sulle altre nazioni del mondo questo vero amalgama razziale sembra dellescene di rovina e di auto-distruzione sociale, qui in Brasile invece, la propria vita che cisegue e ci appartiene. la unica e semplice causa della pacifica convivenza tra le diverserazze ed il proprio mezzo di unione della civilt brasiliana. da registrare anche,principalmente negli stati sudbrasiliani pi eurocolonizzati, che quanto pi ci si allontanaetnologicamente dalla prima generazione dimmigranti venuti per il Brasile, tanto pi ci sisciogliono e ci si irradiano le caratteristiche bio-psicosociali umane sulle successivegenerazioni e tra di loro, mescolando cos tutte le razze e costituendo per il futuro la piampia e salutare multiformazione razziale di un popolo. O sia, quanto pi generazioni ci sisorpassa, tanto pi salubri e fruttiferi sono i loro Prodotti, ovvero, la Gente Brasiliana.Perch mentre il continente brasiliano avanza sui secoli ed ad ogni volta di pi si

    invecchia geopoliticamente come paese, tanto pi giovanile sar la sua struttura socio-multietnologica. Semplicemente perch sulla propria neoformazione razziale della gentebrasiliana mai ha avuto e mai ne avr la predominanza di una unica o stessa formazioneantropo-razziale. Sarebbe questo allora, il segreto della eterna spiritualit giovanilebrasiliana? Loriginale e antropogenica mescolanza tra le diverse razze? Chi lo sa o chi losapr?Magari una risposta c.Ed il nostro proprio ognigiorno brasiliano lo davvero la risposta ed il testimone ocularedi tutto ci, per quanto riguarda che tutto il risultato di qualsiasi e diversa moltiplicazionedemografica sempre il nuovo, il vario ed il recente. Perci, assieme alla spiritualitgiovanile brasiliana che caratterizza il loro modus vivendi - modo da vivere -, la loro

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    felicit quindi nello stesso tempo la unica cosa che se ne riesce a da moltiplicarsi mentrese ne spande. Cos, come insomma si sa che in fine dei conti tutta lumanit governatadal proprio destino, nellavvenire, su tutti i sensi, si vedr sicuramente un Brasile

    tuttaltro, un paese immensamente plurale, diversamente e sempre migliore da oggi.Ed , e sempre ne sar allora la propria atmosfera multietnologica brasiliana contro tutte lediferenze.Perch storicamente il brasiliano non ha, e non ha mai avuto l'avidit per la forzaimpulsiva verso la cupidit del potere, anzi ha sempre avuto una stessa forza ma serena etranquilla di portare avanti la vita su questo modo calmo, contento, spontaneo e particolareda vivere.E mentre allora le diverse altre nazioni mondiali hanno coltivato e ne coltivano ancoraoggigiorno dalle loro brute guerre come mezzo di governabilit per la corsa sfrenata versoil potere, o risolvono le sue cause sempre militarmente, il Brasile invece nella sua propriastoria, ha sempre fatto degli accordi internazionali con la sua semplice e impari

    diplomazia, come quella di Rio Branco e Duque de Caxias ad esempio, che con la loropartecipazione sulla storia politica brasiliana non furono guerrieri ma soltanto statisti.Mai dunque la pace nel mondo fu diretta o indirettamente minacciata dai riflessi dellapolitica esterna brasiliana. Veramente mai. Ed anche il contrario vero, come pure con leguerre. Perch mai si vedr come mai si ci ha visto il Brasile come uno Stato protagonistadi una grande guerra mondiale o intercontinentale.Fino gli unici due imperatori del Brasile, al momento di lasciare il potere imperialebrasiliano, ne hanno fatto senza qualche baccano politico o disordine pubblica.Nel continente americano, il Brasile, come occorre ad esempio con quello paese e nostrocugino maggiore dal nord, non ha, e non ha mai avuto il desiderio di avere dellepossessioni politico-economiche sui territori dallaltrui, o della potest sugli altri paesi

    tramite le politiche esterne di intervenzionismo e lavarizia, come nemmeno la voglia didiventarsi un paese di natura politica, economica o amministrativamente imperiale.

    Mai successo in Brasile il risultato della giustizia dagli uomini e per gli uomini comeavuto per esempio sullapice della Rivoluzione Francese nel XVIII secolo con i terroridelle ghigliottine colpendo nelle bastiglie - fortezza che serviva da carcere per i prigionieripolitici e che agli occhi del popolo francese era il simbolo dell'odiato assolutismo regio -ad esempio, 800 cittadini circa al mese. Neppure successo in Brasile delle persecuzionireligiose e sanguinarie dalle fiammate dell'Inquisizione del Tribunale del Santo Ufficio delmedioevo.In nessuno altro paese del mondo, ad esempio, gli schiavi africani e gli aborigeni furono

    condotti a da costituire famiglie e lasciati liberi a da partecipare della formazioneetnologica di un popolo come qui in Brasile.Si sa anche e la lunga storia dellumanit non ci lascia mentire e cos non si pualmeno dimenticare per la propria contemporaniet degli avvenimenti storici mondiali, chein certi paesi del mondo moderno succedono ancora oggigiorno delle vergognose edisumane guerre etnologiche.Ecco allora i riflessi ed i contro riflessi della eterogenia multirazziale umana in Brasile,tramite la omogenica e lamalgama antropologia di correlazioni tra le genti.Insomma, questo Brasile il vero Brasile in cui libro l'ho meglio riconosciuto e mipiacerebbe moltissimo portarvi a da pensarlo, da interpretarlo e perch non, da meglioviverlo sempre e ancora di pi.

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    Un Brasile con l'eterno spirito brasiliano di freschezza e spontaniet, ovvero, l'eternabrasilianit come una foresta umana di pluralit di correlazioni.E su tutto ci il proprio futuro si incaricher di comprovarlo. Perch quanto pi ci si ne vive

    questa distinta e caratteristica realt tupiniquim, tanto pi ci si vedr e ci si vivr i riflessistorico-culturali della immensa ibridit antropologica brasiliana tradotta subita especchiatamente sul quotidiano brasileiro dalle genti.E chiss forse la propria foresta brasiliana ne volesse anche lei mettersi d'accordo su questonostro dendro spirito da essere e da vivere.

    Perch magari anche lei eterogenica. E siccome ad unalbero, il brasiliano cos larappresenta.

    Eccolo allora questo nostro antropo-paese. IlBrasile.

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    IL BRASILE DI ALCUNI CICLI

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    Da migliaia e migliaia d'anni fa, dormiva sotto le foreste tropicali sudamericane questocolossale continente chiamatoBRASILE.Ecco che nel pomeriggio del 22 aprile del 1500 arrivava ufficialmente allora sull'orizzontemarittimo della Bahia, nel manto delle erbe fluttuanti dalle acque traslucide dell'oceanoatlantico, la flotta di 12 navi portoghesi ( perch erano 13 navi e una si aveva perso inmezzo al mare poco dopo dalla partenza da Lisbona) e siccome era gi il mercoled dopola Pasqua, pur vedendo dallalto mare un Monte, risolvono i portoghesi a bordo alloranominare questa terra di Terra del Monte Pasquale.E sotto il comando del portoghesePedro Alvares Cabralcon i gonfaloni della croce rossadal suo regno, dopo 44 giorni al mare, 7.000 chilometri e con 1.350 uomini, sbarcano alnordest delle terre brasiliane nel sud dello stato della Bahia.Un p prima per, le vaste foreste attorno a questo marchio storico tra il Vecchio e ilNuovo Mondo, aiutate per l'acqua tiepida della spiaggia di bianche e leggerissime sabbie,hanno potuto ascoltare e senza molto entusiasmo soltanto uno Terra vista.Cos, agli occhi dal mondo dellEt Moderna si scopriva il Brasile, come ci diceva nellasua celebre lettera, il pilota della flotta, il portoghese Pero Vaz de Caminha.E pensando esserci sulle Indie, i navigatori chiamano fino di indios gli aborigenibrasiliani.Comunque ed ancorach con una sua particolare filoxenia, l'aborigeno brasiliano cosprimitivo, credulo e innocente che nessuna resistenza offre agli europei.Qualche frammento allora della lettera di Vaz de Caminha:- La qualit di questi uomini: loro sono uomini berrettini e vanno nudi senza vergogna,e li capelli loro sono lunghi, e portano la barba pelata; e le palpebre degli occhi e le

    sopraciglie sono dipinte con figure di color bianchi, neri, azurri e rossi; portano le labbradella bocca, cio quelle da basso, forate e vi pongono uno osso grande come chiodo, e altriportano chi una pietra azzurra e chi verde, e subbiano per detti buchi. Le donne similmentevanno senza vergogna, e sono belle di corpo e portano li capelli lunghi.

    E le loro case sono di legname, coperte di foglie e rami d'arbori, con molte colonne dilegno in mezzo delle dette case; e dalle dette colonne al muro mettono una rete dibambagio appiccata, nel qual sta uno uomo, e infra una rete e l'altra fanno un fuoco, dimodo che in una sola casa staranno quarante e cinquanta letti, armati a modo di telari. Inquesta terra non vedemmo ferro e manco altro metallo, e le legne tagliano con pietra.Hanno molti uccelli di diverse sorti, e spezialmente pappagalli di molti colori, fra li quali

    ne sono de grandi come galline, e altri uccelli molto belli; e dalla penna di detti uccellifanno cappelli e berrette che portano loro. La terra molto abbondante di molti arbori emolte acque, e miglio e igname e bambaso. La terra grande e non sappiamo se l' isola oterra ferma, e ha molto buon aere.

    In questa terra fummo rinfrescati con molti frutti, e tra gli altri battates [patate dolci], chenel mangiar s'assomigliano al sapor delle castagne: sono lunghi come navoni.

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    N'avemmo ancora alcuni che chiamanpines [ananas], dolci, molto gentil frutti.Mangiammo della carne d'un animale detto anta [tapiro], il qual come una vacca.Trovammovi canne di zucchero e altre cose infinite, le quali si lasciano per brevit.

    Gli uomini e le donne vanno nudi e abitano in alcune case fabbricate lunghe, le qualchiamano boi.

    Hanno le loro barche fatte di un solo legno, nominate canoe, cavate con alcune punte dipietre, le quali sono tanto dure che l'adoperano come facciamo noi il ferro, del qual essi nemancano.Questa terra del Verzino grandissima, e maggiore di tutta la Spagna, Portogallo, Francia eItalia tutte insieme, ed abbondantissima di ogni cosa. Le genti di questo paese nonadorano alcuna cosa, ma vivono secondo l'uso di natura, e passano vivendo da 125 in 140anni. Si dipingono meravigliosamente il corpo, sa gli uomini come le donne, e similmentesi levano col fuoco tutti li peli da dosso, di maniera che gli uomini non hanno barba, n le

    donne alcun pelo. Fanno le loro vesti di penne di pappagalli, con una gran coda nella partedi dietro, e in tal maniera che ci facevano ridere vedendole.Hanno per costume di mangiar carne umana, e quella dei loro nemici, il qual costumedicono che cominci per cagione d'una femmina che aveva un sol figliuolo, la qual,essendole stato morto, e un giorno essendo stati presi alcuni di quelli che l'avevanoammazzato, e menati avanti la detta vecchia, quella come un cane arrabbiato li corseaddosso e mangiogli una parte d'una spalla. Costui poi essendosi fuggito ai suoi, emostrandogli il segno della spalla, tutti cominciarono a mangiar le carni dei nemici, i qualinon mangiano tutti in un istante, ma fattoli in pezzi li mettono al fumo, e un giorno nemangiano un pezzo lesso e l'altro un arrosto, per memoria dei loro nemici .

    Ma gi nel 1492 gli europei allora "scoprono" il continente americano; c'erano stati forsealtri sbarchi di europei (vichinghi nel nord america?), ma quello del 1492 il primo checomporta una coscienza e una conoscenza di tutti i popoli europei della presenza di uncontinente di cui si ignorava prima l'esistenza. Con la scoperta delle Americhe gli europeitrovano un territorio su cui espandersi; i popoli e le realt culturali presenti vengonosoggiogati; una grande afflusso di ricchezza procede dal continente americano versol'Europa, con conseguenze diverse: le regioni europee un tempo ricche ora sono soppiantateeconomicamente dalle regioni atlantiche; gli imperi che si spartiscono le Americheacquistano l'egemonia continentale, ma si tratta di una egemonia di breve durata giacch lericchezze acquisite non sono trasformate in beni durevoli; l'enorme quantit di oro esoprattutto di argento proveniente dalle Americhe porta a un eccesso di tale materiale

    prezioso, rispetto alla penuria precedente e ci scombussola l'economia del continenteeuropeo. Dal punto di vista culturale almeno due sono gli effetti di lungo periodo, cheinfluenzano la cultura euroccidentale. Non appena ci si accorge che il continente che si trovato non la Cina n le Indie, come si pensava, vi un effetto meraviglia. La culturaeuropea scopre la possibilit della meraviglia, del nuovo che porta meraviglia. Scopre cheesiste il nuovo, e che questo nelle possibilit umane. Si scopre che esistono universi chenon si conoscevano. Che esiste un nulla, un vuoto: di cui si ha paura. E che esiste qualcosada scoprire. La dimensione dell'avventura si apre all'orizzonte. qualcosa che agisce inprofondo sulle coscienze intellettuali.

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    Non un caso che il classicismo si vada durante il XVI secolo superando, a favore dicorrenti moderniste, che dalla coscienza delle nuove capacit esistenti nel mondo attualerivendicano una differenza e una superiorit rispetto agli antichi (che dopotutto non

    conoscevano la polvere da sparo, n la stampa e neppure il continente americano), e chefanno del nuovo, dell'originale, del superamento del canone moti vo di gloria letteraria eculturale.La scoperta del nuovo mondo apre la via e incoraggia altre scoperte. Ruolo fondamentalealla diffusione delle notizie e delle scoperte ha la stampa. Il dover ridisegnare le mappegeografiche non il solo effetto: se nel 1417 fu la "Geografia" di Tolomeo il primo atlantestampato del mondo occidentale (a Bologna), i nuovi apporti delle conoscenze geograficheesigono continui aggiornamenti e non si tratta solo di aggiungere territori e regioni, ma ci sicostringe a modifiche del modo di proiettare sulla carta quelle conoscenze geografiche,dunque anche a una modifica dell'immaginario: nel 1492 Martin Behaim realizza il suoglobo terrestre a Norimberga; nel 1569 l'apporto del fiammingo Gerard Kremer (Mercator)

    con la proiezione cilindrica isogona che fu fino al XX secolo quella pi usata nelle mappegeografiche (fino alla mappa di Peters, 1973); nel 1570 il primo atlante composto di cartemoderne realizzate in modo uniforme, il "Teatro della terra" (Theatrum orbis terrarum) diAbraham Oertel (Ortelius). Il mondo culturale comincia ad aprirsi alla possibilit diridisegnare altre mappe, prima tra tutte quella cosmico-astronomica. E' una pulsioneintellettuale che ha le sue radici nell'umanesimo e nella filologia del XV secolo: l nasce ilmetodo scientifico della verifica sulla realt delle ipotesi. Una possibilit di verifica che siscopre possibile grazie alla tecnologia. E dopotutto il signor Colombo mettendosi inviaggio e compiendo la sua impresa che verifica la giustezza dell'ipotesi della rotonditdella terra e della possibilit di giungere "dall'altra parte" senza cadere a testa in gi nelvuoto. I rapporti che giungono dalle "Indie" (le lettere di Colombo e quelle dei viaggiatori

    esploratori e missionari successivi) formano una letteratura varia e che risponde a variinteressi, sotto l'unica esigenza di informare, rispondere al bisogno di curiosit, la fama dinotizie su questo mondo di cui si scopre sempre di pi l'alterit. Bisogno di realismo, e diconoscenza scientifica, e esigenza di immaginazione e fantasia trovano sfogo in questaletteratura. Cos se da una parte fin dall'inizio, proprio con i rapporti di Colombo ci siimpegna sulla strada dell'informazione della realt di ci che si vede e si incontra in questeterre nuove, pur con le deformazioni del filtro della mentalit e degli apparati culturalidell'epoca: per cui si nota ci che 'non' si trova (ad esempio gli unicorni e gli altri animalimitologici dell'immaginario tradizionale), e si descrive ci che c': gli abitanti, ma anche lenuove specie vegetali e animali. Da questo punto di vista preziosa l'operazione di raccoltacompiuta da Francisco Hernndez, inviato nel 1570-1577 da Filippo II di Spagna per

    raccogliere dati sulle piante, animali, polveri minerali, da cui deriv un'opera come il"Tesoro messicano". Del vasto materiale raccolto da Hernndez fu fatto un compendio daLeonardo Recchi. Federico Cesi, fondatore a Roma nel 1603 dell'Accademia dei Lincei, nefece fare un'edizione commentata nel 1628 (edita da Mascardi, Roma), in 1500 copie, dacui derivarono tutta una serie di copie con diversi frontespizi e datazioni, con il titolo di"Rerum medicarum Novae Hispaniae Thesaurus". Al nucleo iniziale del "Tesoro" furonoaggiunti commenti, tavole, molte centinaia di piante e animali, indici, e il cosiddetto "Liberunicus", una parte del testo originale di Hernndez, che era depositato a El Escorial, fattaricopiare dal linceo Cassiano Dal Pozzo in Spagna e portato cos a Roma, la primaesplorazione scientifica delle risorse dell'America Latina che si abbia, e che diede un forteimpulso alla ricerca scientifica (basti pensare che la farmacopea si basava ancora

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    sull'erbario composto da Pedanus Dioscurides nel I secolo, tradotto dal greco rivisitato ecommentato da P.A. Mattioli nel XVI secolo). Nei primi rapporti 'realistici' dalle nuoveterre si lascia comunque aperta la strada all'immaginario dei mostri e del favoloso.

    Quando si dice che personalmente non si sono incontrati di questi mostri, spesso tuttavia siriferisce che "gli indigeni" riferiscono che nelle vicinanze si trovano.

    Il dominio europeo, per, produsse effetti disastrosi sulle popolazioni indigene americane.Ridotti in schiavit, sfruttati e maltrattati, costretti al lavoro forzato, gli indios morirono amilioni, anche perch non erano immunizzati contro le nuove malattie portate daicolonizzatori europei. Si tratt di un autentico genocidio: in poco pi di un secolo lapopolazione indigena americana croll da 30 milioni a solo 3 milioni di abitanti.

    Solo in Brasile nel 1500 erano pi di 5.000.000 gli aborigeni quando dall'arrivo degli

    europei portoghesi sul litorale sud della Bahia.Oggigiorno non passano di 300.000 aborigeni sparsi per il Brasile.Ma ancora cos ci sono pi di 200 nazioni aborigene brasiliane con pi di 170 linguediverse. Oggigiorno, oltre che quella da prima, la loro aspettativa di vita di 45 anni circa.Oltre 50 nazioni aborigene brasiliane non hanno mai avuto l'opportunit di rapporto conl'uomo bianco.

    Il possesso di nuove terre in quel tempo era veramente un secreto militare e di stato.Un secreto pi vitale e assai strategico per i regni che magari le sue proprie sovranitstatali.

    Il regno di Portogallo dunque, per mantenere come regola militare sempre nuoveoccupazioni territoriali, e per tener lontano qualche scopo spagnolo o di altre nazioninemiche su di ci, lo sapeva gi e troppo bene che fin dal luglio del 1497 c'era stato sullariviera brasiliana, il navigatore portoghese Vasco da Gama col suo pilota, di nuovo, il PeroVaz de Caminha.E sull' America Centrale quindi, a Bahamas arrivava nel venerdi 12 ottobre del 1492 conle sue tre navi, Santa Maria, Pinta e Nia il navigatore genovese Cristoforo Colombopensando anche lui esserci sull'arcipelago delle Indie, ma si in America.

    Perch il toscano Amerigo Vespucci, notabile astronomo e sismologo fiorentino che nel10 maggio del 1497 salpava gi per il suo primo viaggio verso il Nuovo Mondo, aveva

    perfino scoperto nel 1501 il fiume brasiliano So Francisco, ed essendo da tutto cisicuro di che Cristoforo Colombo non era sulle Indie e si su unaltro continente.Tuttavia allora, il prestito del suo nome,AmerigoVespucci, all'America.Merica, Merica, Merica ... Un bel mazzolin di fiori! .

    E cos il toscano Amerigo Vespucci lo avvertiva dicendo al genovese Colombo: - Queste terre del nuovo arcipelago sono alquanto fertili e gradevoli e vi si trovano molticolli e montagne solcate da infinite vallate percorse da fiumi copiosi. Gli alberi sisviluppano qui senza nessun bisogno di cura e producono molti frutti gustosi e salutari perl'uomo, e nessuno di questi dannoso per quanto siano assolutamente dissimili dai nostri.

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    Crescono qui innumerevoli specie di erbe e di radici dalle quali traggono il pane e ilcompanatico.Non si trova qui alcun metallo eccetto l'oro, che vi abbonda, sebbene durante il nostro

    primo viaggio non ne abbiamo portato con noi. Della sua esistenza ce ne informarono gliabitanti che affermavano che in questa terra vi era grande abbondanza d'oro e che questonon aveva per loro alcun valore o prezzo... .

    Per, mentre crollano le certezze, si aggravano antichi dubbi.In dieci anni, o sia, tra 3 agosto del 1492 al 9 maggio del 1502, litaliano quarantenneCristoforo Colombo fece quattro (04) viaggi per lAmerica e che solo nel suo primoviaggio lui aveva lo scopo di arrivare sulle Indie, finindo a da scoprire allora sulleAmeriche, nel 12 ottobre del 1492 le cosidette Indie Ocidentali.Cos, nel quinto centenario della scoperta dell'America, sono tornate ad incrociare le armi

    di nazionalit di Cristoforo Colombo da due diverse scuole di pensiero:Una scuola di pensiero che sostiene essere Cristoforo Colombo un genovese.E un'altra scuola di pensiero che lo vuole spagnolo.Il dilemma addirittura adesso diventato un trilemma.Infatti l'antropologo Augusto Mascarenhas Barreto afferma che il grande navigatore nonera n italiano n spagnolo, bensi una spia del Portogallo, di nome Salvador Zarco, alservizio del re D. Joo II.Il dibattito clamorosamente aperto e chiss che dopo del quinto centenario della scopertadell'America, non salti fuori l'ambiziosa candidatura di qualche altra nazionalit.

    Su un fatto gli studiosi pi agguerriti concordano:

    Che Cristoforo Colombo non era americano.Bene. Daccordo. E prima di Colombo?Prima di Colombo arrivare in America, alcuni navigatori irlandesi erano stati gi sullacosta brasiliana. Cos per loro, la grande Isola Brasile era stata ad esempio gi visitata econosciuta nel VI secolo dallabate San Brandone del monastero irlandese di Cluain-Fertacon 16 monaci, quando ne fecero il viaggio di sei anni tra lIrlanda, la Scozzia e il grandearcipelago ocidentale americano. Poi si sa magari che nel 20 luglio del 1000 il vichingoLeif Erikson arrivava sulla costa nordest dellAmerica e che la parola Brasile venivadalla loro lingua irlandese primitiva in cui brs significava terra nobile, fortunata efelice.Cos, la parola Brasile, dal verzino, presisteva alla scoperta del Brasile nel XV secolo,

    intanto che sul XII secolo, per esempio, perfino gli italiani commerciavano il verzinobrasiliano con le Indie.

    Peraltro, si vede che il Brasile era gi saputo da molti ed anche dai propri portoghesi chene esisteva.Tuttavia, nel 25 gennaio del 1500 ( 3 mesi prima di Cabral ) arrivava sul nordbrasilianolex comandante della squadra Nia di Cristoforo Colombo, lo spagnolo a servizio diPortogallo, Vincent Yanez Pinzon.Comunque, i portoghesi che lo sapevano cos bene e da molto della esistenza delgigantesco Brasile hanno fino creato il cosidetto Tratado de Tordesilhas nel 7 giugnodel 1494, o sia, 6 anni prima dello storico ed ufficiale scoprimento del Brasile per

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    esattamente aumentare di 100 per 370 leghe marittime all'ovest di Capo Verde affine ditenere sottocontrollo tutto questo continentale Brasile.Era in realt questo Tratado de Tordesilhas, un patto allora tra Portogallo e Spagna per

    dividere il territorio brasiliano tra est e ovest di una linea immaginaria che per i portoghesila linea cominciava dallovest di Capo Verde fino ad unaltra linea immaginaria chetagliava il nord del Brasile da Belm-PA fino al sudbrasiliano sulla storica citt marittimadi Laguna-SC.E per gli spagnoli allora, sarebbe le terre pi allovest di questa linea.Per, l'idea di sottolineare il territorio brasiliano tramite questo Tratado de Tordesilhas era esattamente da 6 anni prima o chiss prima ancora, la vera scoperta del Brasile.

    Dunque, un'altra maledetta, o una benedetta storica bugia?Eppure, qualche volta una bella e opportuna bugia ci vuole.Ma ovviamente ha il suo posto, momento, proposito e modo da dirla.

    Secondo gli illustri e esperti studiosi hanno confermato, ci di cui eravamo tutti convinti,senza avere il coraggio di dichiararlo pubblicamente, e cio che, spesso una bella eopportuna bugia necessaria. Ed un vero lubrificante della vita sociale, che altrimentisenza di lei, tutte le cete si fermerebbero come ad un motore privo d'olio.Della stessa opinione l' 'American Journal of Psychiatry', autorevole pubblicazione sullaquale un grupo di psicologi e psichiatri ha concluso dopo indagini rigorose, che mentire in molti casi un fatto normale, fisiologico e niente affatto riprovevole.

    In certi casi il bugiardo meriterebbe addirittura una medaglia.Come ad esempio, quando in ascensore incontriamo l'inquilina del piano di sopra, con inbraccio il figlioletto brutto e malvestito, e noi esclamiano impavidi: - ' Ma che bella

    creatura! '.O quando uscendo da un salotto dove abbiamo trascorso due ore di noia assassina, cicomplimentiamo con il padrone di casa, cos: - ' Splendida serata, non mi sono maidivertito tanto '.La cena era insipida? La definiamo delicata. Oppure come quando ci si incontra cos al difuori e dal subito una persona in cui momento e situazione mai si la voleva trovare, ladiciamo naturalmente: - Ma Dio Santo! Che bella sorpresa. Stavo proprio pensandote.Addirittura, la verit sullo stato puro un gas irrespirabile, che avvelenerebbe i proprirapporti sociali.Insomma, se dicessimo programmaticamente la verit, tutta la verit, nient'altro che laverit, danneggeremmo importanti attivit umane come la politica, il commercio, il

    giornalismo, la pubblicit, la diplomazia e dunque il proprio amore.E cos ad ogni momento, ad ogni interesse, ad ogni modo, ad ogni posto e ad ogniconvenienza anche le nazioni al mondo con le loro genti se ne rivolgono.Ed ecco che anche Portogallo come Potest Politica Imperiale contemporanea haconvenientemente mentito al mondo semplicemente perch la verit sempre fu, e saruna e cruda, e la bugia invece sempre ne fu, e sar plurima e capace dei pi ingegnositravestimenti si presentando quindi sotto i panni di: menzogna, falsit, frottola, frode,impostura, inganno, adulazione, falsificazione, finzione, simulazione, malafede,invenzione, mistificazione, tranello, sviolinatura, trappola, trucco, truffa, broglio,imbroglio, balla, insincerit, slealt, ciarlataneria, doppiezza, contraffrazione esotterfugio.

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    Ecco perch le bugie ci aprono delle fisiologiche scelte da dirle.

    Ma tuttavia, fin dall'inizio l'Eldorado per tutti gli europei significava soltanto il cammino

    per le Indie. E la verit brasiliana non era nemmeno sentita, quanto pi scoperta econosciuta.

    E cos questa lunica e la pura verit: Con la pi grande superficie dellAmerica del Sude pi grande che gli Stati Uniti dAmerica, il Brasile sempre stato ed la pi granderiserva di materia prima del pianeta terra per il futuro.Ed ecco che non c nessuno posto per le bugie quando si dice che il suo suolo nonconosce la vera coltivazione e il suo sottosuolo ha dei minerali e tesori totalmentesconosciuti e inesplorati. La possibilit di vivere una quantit di abitanti su questocontinente brasiliano sarebbe meglio calcolata da un fantasioso che da uno statistico.Il suo clima si alterna per modificare la propria vegetazione.

    da registrare che 50% dalle pioggie del pianeta terrestre sono sullAmazonas. Il Brasileha i fiumi pi caudalosi del mondo. Le sue famose cascate, le cosidette Quedas doIgua sono pi forti che le sue sorelle nordamericane Niagaras e costituiscono anchela pi grande riserva idraulica del pianeta terrestre.Il Brasile ha il maggiore deposito di ferro del globo terraqueo e una differenziata fauna eflora che qui si addatano con la pi grande facilit e perfettamente bene su tutta questavergine terra.

    IL VERZINO PAU-BRASIL

    Sappiamo dalla storia che i portoghesi quindi, non si avventurarono nell'interno brasiliano,ma si limitarono, dal XVI al XIX secolo, a popolare la fascia costiera sudorientale, doveintrodussero la coltivazione dei prodotti tropicali sui quali si concentrarono di volta involta gli interessi dei grandi proprietari e speculatori. Si ebbero cos dei cicli: dapprima(sec XVI) il ciclo del legno pregiato, poi quello dello zucchero, dell'oro e dei diamanti e,nell'Ottocento, quelli del caff, del cacao e del cotone. Poi, unaltro ciclo, il ciclo dellOroVivo del XIX secolo, rappresentato dalla forza del lavoro degli immigranti europei lasciaper sempre il grande marchio storico dello sviluppo brasiliano.

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    Il sistema dunque, dei grandi propietari e speculatori che si basava sulla schiavit dimilioni di persone, produsse uno sfruttamento rovinoso dei terreni pi fertili e laformazionione di gruppi di popolazione povera, utilizzata solo per i lavori periodici.

    Ad ogni secolo della sua storia, la economia brasiliana ha presentato al mondo allora lasua abbondanza e opulenza tramite i suoi cicli doro.Ma sempre il Brasile ne aveva e ne ha il bisogno del fertilizzante speciale: la manodopera.Quando gli europei si approdarono sul litorale brasiliano vederono soltanto gli aborigeninudi, e niente oro o argento come ne volevano trovare.Perch sin dallinizio il pau-brasil veniva pi utilizzato in Europa come colorante chepropriamente un legno.Dallanno 1500 al 1530 il Brasile esperimentava un progresso lento e pericoloso mentre lenavi straniere continuavano a da menare via per tutta l'Europa, ancora il primo tesoronaturale da noi, o meglio, dalla foresta brasiliana appartenente: Il verzino ( Pau-Brasil ):

    La Caesalpinia echinata .

    Un legno forte, pesante e con tutto il suo interno di colore rosso. Perci il suo nome.Colore di brace. Di brace viene Brasile. Ecco. E pi di 300 tonnellate circa, venivanoesplorate all'anno. Quante attrezzature, strumenti musicali e quanti palazzi in Europaportano fino ad oggi questo nostro forte e duraturo legno.E la sua abbondanza si verificava sulla fascia litoranea di 3.000 chilometri, dal Rio Grandedo Norte fino al sud di Rio de Janeiro.E fu allora nel 1530 che il re di Portogallo decise mandare per il Brasile il comandanteMartim Afonso de Souza su una piccola flotta di vele per meglio guarnire la costabrasiliana per finire da sempre con le invazioni straniere e mettere ordine sul sabotaggio

    del verzino, il pau-brasil.Siccome questo legno veniva utilizzato in Europa anche come colorante e non solo comelegno, fu allora con la scoperta dell'indaco sintetico nel 1826 che, meno male finisce dasempre l'inutile taglio dell'innocente 'pau-brasil'. Alla fine del secolo XVI il pau-brasil eragi praticamente estinto.Oggigiorno, con qualche esemplare perduto in mezzo alla foresta, ovviamente e purtroppo sotto la minaccia d'estinzione.

    Quando i portoghesi sbarcarono sulle coste brasiliane nell'aprile del 1500, con unaspedizione marittima guidata da Pedro Alvares Cabral incontrarono solo trib indigene: inalcuni casi cercarono di ingraziarsele, in altri le sterminarono con le loro armi.

    Inizialmente la Corona Portoghese pens di installare un sistema centralizzato di governo,conosciuto come Governo Geral (Governo Generale), con sede a Salvador, attuale capitaledello Stato di Bahia (1549), che quindi da considerarsi la prima capitale del Brasile.L'interesse del Portogallo per la nuova colonia crebbe quando si rivelarono le possibilit diespansione delle piantagioni di canna da zucchero gi presenti nelle isole atlantiche dellacosta africana. Questo coincise con un aumento graduale del consumo dello zucchero intutta Europa. La produzione fu iniziata in grandi unit territoriali del nordest del paese(Pernambuco e Bahia) costituendo cos il polo principale della politica di esportazioneagricola. L'esito della produzione dipendeva in gran parte dalla soluzione del problemadella mano d'opera. Inizialmente i colonizzatori schiavizzarono gli indigeni, ma con scarsi

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    risultati. Le popolazioni indigene, nei loro primi contatti con gli europei, furono colpite damalattie che provocarono una vera catastrofe demografica. Oltre a ci, resistevano allasottomissione facilitati dalla conoscenza del loro stesso territorio. Da un altro lato, la

    Chiesa combatteva la schiavit, avendo come obiettivo la conversione degli indios allafede cattolica. Verso il 1550, come ne vedremo dopo, i portoghesi iniziarono a trasferire inBrasile schiavi provenienti dall'Africa, un traffico che ben presto si trasform in uno degliaffari pi lucrosi relativi alla nuova colonia. Una svolta nella storia del Brasile si ebbeintorno al 1750, come anche ne vedremo pi avanti, quando i bandeirantes, gruppi diavventurieri della Capitaneria di So Paulo e senza troppi scrupoli, scoprirono l'oro nellaregione del Minas Gerais e diedero inizio ad un gran movimento di ricerca di mineralipreziosi in quella parte del paese.

    E poi, l'economia dell'oro gener un gran flusso migratorio di portoghesi, ma non solo:attrasse molti abitanti di altre regioni del paese, dando origine alla prima significativa

    concentrazione urbana. Nacquero cos le prime citt storiche del Minas, delle quali OuroPreto (L'oro nero) la pi famosa. Il baricentro della vita socio-economica si abbass cosverso il centro sud, come indica anche lo spostamento della capitale da Salvador a Rio deJaneiro. Il trasferimento della famiglia reale portoghese in Brasile fu un fatto decisivonella vita della colonia, tanto da influenzare direttamente la sua transizione versol'indipendenza. Prima dell'invasione napoleonica in territorio portoghese il principereggente (il futuro Re Dom Joao VI) si trasfer nel 1808, con tutta la sua corte, a Rio deJaneiro, da dove annunci, al suo arrivo, "l'apertura dei porti brasiliani al commercio contutte le nazioni amiche".

    Durante la lunga permanenza della corte (che dur fino al 1821) la colonia, in un certo

    senso, si trasform in una specie di metropoli. Per un altro verso la presenza del Re,associata all'urbanizzazione di Rio de Janeiro, rinforz il prestigio della monarchia. Quandole rivalit tra Brasile e Portogallo si esacerbarono, poco dopo il ritorno di Dom Joao VI inEuropa, l'elite concentrata nella stessa Rio de Janeiro ed il principe reggente, Dom Pedro,riuscirono a proclamare l'indipendenza con il minimo sforzo, mantenendo per la forma digoverno monarchico esistente. Per queste sue caratteristiche particolari, il processo diindipendenza del Brasile si differenzi molto da quelli verificatisi nelle colonie spagnoledel sudamerica.

    Ma tornando allora al ciclo del verzino , da sottolineare che soltanto il cammino per leIndie interessava al Regno Portoghese nel XV secolo.

    Tuttavia una nave portoghese che tornava dalle Indie compensava per il Regno diPortogallo ad esempio, altre dieci navi che venivano smarrite in mezzo al mare, tanti eranoi lucri sui tessuti costosi, sulle pietre preziose, sui gioielli e sulle spezie che ne portavanodalle Indie.

    Ed il Brasile dunque in questo momento per la Famiglia Reale Portoghese, il figliolobastardo ed il fratello meno importante tra le sue sorelle Asia, Africa e America.

    Fino a qui, sono soltanto le pietre preziose e l'oro che interessavano ai Regni di Portogalloe Spagna.

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    Cos il Brasile diventa un p e come sempre abbandonato sul panorama economicomondiale.

    Per, come n al di l e neppure al di qu di questo cosidetto ' Tratado de Tordesilhas ' ,portoghesi e spagnoli non vanno avanti e anche perch Portogallo non ha nemmeno navi egente per cominciare a da proteggere tutto il vasto litorale brasiliano, ecco che arrivano glistranieri principalmente i francesi per con due o tre navi menare via tutto il nostro primotesoro scoperto, o sia, il verzino - pau-brasil - , di una successione di cicli gloriosi diquesta prodiga madre natura brasiliana.

    Ma il Brasile comincia a da sentire gi verso il 1550 che c' il bisogno di gente, o meglio,dalle braccia.Nessuno in realt vuole venire per questa terra ancora ' sconosciuta '.Quei portoghesi che hanno il loro lavoro, la loro vita, le loro persone culte, le loro

    famiglie, nonostante le condizione dell'epoca, insomma, non vogliono rischiare la loro vitaper venire sulle distante e selvatiche foreste sudamericane.Allora per svuotare le galere, per diminuire le spese, ecc, il regno di Portogallo risolverimettere tutti i quanti. Persone tanto meno grate quanto meno brave : dei forzati, deigiudei non battezzati e spariti della paura del Santo Ufficio e dei rituali dell'Inquisizione,dei disoccupati e dei cittadini con le stigme socio-politiche per andare in Brasile ecominciare fatta da loro - una colonizzazione su questa ancora promettente e vergineterra.

    La mancanza di risorse materiali, militari e umani, la voglia di vedere in fretta e al suointeresse una specie di svolgimento brasiliano, il regno di Portogallo aveva istituito e

    fondato un modo di donazione delle terre brasiliane ai portoghesi che nedovrebbero meglio colonizzare il Brasile tramite 12 parti di terre.Viene allora diviso il Brasile nelle cosidette 'capitanias hereditrias'.

    Il Brasile su 12 pezzi di terra. Sarebbe una parte di terra donata dal regno portoghese perogni 'capitano' sfruttare con lo scopo di gerare delle ricchezze all'Impero RealePortoghese.Cos, ognuno dei 12 capitani riceveva dal regno portoghese le garanzie e dei titoli reali perlui ed i suoi discendenti.E siccome magari si sa che, '' chi si contenta al poco, trova pasto in ogni loco '' esubitamente ed ancora di pi, '' che col poco si gode e coll'assai si tribola '', perci, come

    un su e gi, la decadenza di questo sistema stata immediata.

    L'anarchia di questo modo corrotto di governare il Brasile tramite 12 pezzi donati di terraha dato fine a una specie di sgoverno e di regressione amministrativa fino alla fine.Sarebbe la propria bancarotta. Una chiara tragedia annunciata dal punto di vistaamministrativo.Di subito allora, nel febbraio di 1549 dal re portoghese viene nominato per venire inBrasile il governatore-generale Tom de Souza che fu bravo gi in Africa e Asia.Sbarca lui allora con 1.000 soldati e 6 gesuiti che da Bahia fonda la capitale brasilianaSalvador, crea un governo centrale brasiliano con la costruzione del Palazzo del Governo e

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    delle carceri affine di cominciare a introdurre delle regole con diritti e doveri ai tutti iconcittadini e una certa governabilit socio-politico-amministrativa.Il Governo Generale comincia con sua sede a Salvador allora, attuale capitale dello Stato

    della Bahia (1549), che quindi da considerarsi la prima capitale del Brasile.Ma il raggio di azione dei governatori generali era molto limitato, avendo a che fare conuna popolazione dispersa su un territorio estremamente ampio.Ed addiruttura con l'arrivo dei preti cattolici gesuiti che comincia davvero un'altrorapporto tra uomo e civilt su questa terra brasiliana. Perch prima del loro arrivo, l'unicaidea era di sterminare via con tutta la vita degli aborigeni brasiliani, come ne facevano gigli antichi popoli barbari, in cui le conquiste significavano semplicemente gli effetti dellesubordinazzioni e delle corruzioni sui popoli.Allora, portare via tutto il verzino ( 'pau-brasil' ), gli animali, i frutti, i minerali, insomma,soddisfare eternamente la corona reale portoghese e mai restituire alla terra nativa, eranopurtroppo e di solito le regole.

    Invece, con i gesuiti fu nientemeno che un modo nuovo, diverso e soprattutto umano dicolonizzare il Brasile; d'insegnare agli aborigeni a piantare e lavorare la loro terra e diaddomesticare il lavoro e le sue proprie vite.E solo i gesuiti con tutta la loro coscienza teologica, magari cattolica, lo sapevano quantascienza era necessaria per lottare contro questa grande e naturale ignoranza chiamatainnocenza aborigena.

    I gesuiti in quel momento rappresentavano per il Brasile come una specie di educazionecapace d'informare l'anima altrui, come il proprio fuoco plasma l'acciaio. Ma si capisce,ed anche la vita ci dimostra che qualsiasi fuoco deve essere spesso lento e duraturo.Al di l, dunque, degli unici obiettivi portoghesi su tutta la colonia brasiliana, i gesuiti,

    sebbene cattolici, erano gli unici esseri umani docenti ad intravvedere tutto il futuro dellasociet brasiliana tramite ladeguata formazione dello spirito primitivo dicente degliaborigeni.Ed ecco che i gesuiti fondano allora nel 1549 la prima scuola con insegnamenti agricoli,musicali e scientifici a Salvador - BA; poi nel 1554 a Piratininga - SP e nel 1567 la primascuola elementare a Rio de Janeiro.Nel 1570 il Brasile ne ha cinque scuole elementari ( Porto Seguro, Ilhus, So Vicente,Esprito Santo e Piratininga ) e tre collegi gesuiti ( Rio de Janeiro, Pernambuco e Bahia ).In 1575 nel collegio gesuita della Bahia gi si laureavano i primi baccellieri in arti delBrasile.Ed i gesuiti lo sapevano e perfettamente bene, perch diverso dalla pratica di colonizzare

    tramite le rapine e le persecuzioni tipiche dai popoli barbari, loro cominciano adesso alloraa colonizzare questi aborigeni tramite l'edificazione della morale e dei valori dell'essereumano livellando socialmente tutte le persone umane a s stesse.

    Perch siccome gli aborigeni sono e vivono sul pi basso livello selvaggio e naturale, igesuiti intendono allora di non abbassargli e di non ridurgli ancora di pi ad unacondizione di animalit e di schiavit nel loro rapporto sociale, cominciando dunque edinfatti a da creare una certa unit socio-politica organizzata fra di loro e una vera sementeper la futura e degnitosa societ brasiliana.Diversamente dal proposito dei funzionari della corona reale portoghese che miravanosoltanto i lucri immediati, i gesuiti stavano a da preparare il totum futuro dellessere

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    umano brasiliano. Ed ancorach teologicamente tendenziosi e siccome magari nessunapotest religiosa internazionale laveva fatto prima, questi preti portavano lidea della verasemente brasiliana dello spirito con la materia e della sostanza con la forma.

    Ed il primo gesuita a prestare al Brasile sto ideale e coraggio socio-politico-religioso fului. Un vero capo al di l della propria Teologia Cattolica Apostolica Romana.Il grande e bravo prete gesuita Manoel da Nbrega, et 32 anni, laureato pressoall'Universit di Coimbra-Portogallo, che fu dal nord al sud del Brasile il nientemenogovernatore al fianco del proprio governatore, responsabile per il ricupero del porto di Riode Janeiro, creatore delle citt di So Paulo nel 25 gennaio del 1554, Santos nel 1545 e poiSo Vicente, questa la prima citt brasiliana nel 1532.Nbrega fu anche pacificatore tra le tribs indigene nemiche e le sue liberazioni, eresponsabile per la creazione nazionale dei collegi.Come, nemo dat quod non habet- nessuno d quello che non ha - tale fu sua vita, tale

    il suo nome.

    Manoel da Nbrega dunque, tra i preti Anchieta e Vieira, fu la pietra fondamentale delmarchio indelebile della pubblica istruzione brasiliana d'oggigiorno.

    Appena arrivati allora, i preti gesuiti cominciavano a tenere conto della situazione.Loro preferirono innanzi tutto, prima imparare con gli aborigeni la loro lingua, il loromodus vivendi - modo da vivere -, per dopo insegnargli qualcosa.All' improviso gi si vede che gli aborigeni stanno nudi, non conoscono il lavoro, magari,e non hanno ornamenti e neppure utensili primitivi.Di quello che ne avevano bisogno per il loro ognigiorno, lo prendevano sugli alberi e nei

    fiumi. E poi, subito dopo che ne avevano consumato, cambiavano regione.Non sapevano mica lavorare. Si capisce.

    E dunque cosa voleva dire lavorare per gli aborigeni?Qui, agli indios veniva insegnato a lavorare regolarmente, cosa a cui non eranoovviamente abituati. Dopo questa costrizione, gi "addomesticati" dai gesuiti, gli indiosbrasiliani si assoggettavano pi facilmente al lavoro come schiavi. Cos, gli indigeni"cristiani" diventavano economicamente produttivi e pronti per servire anche in guerra, inobbedienza agli interessi dei signori religiosi.

    Si. Perch circa il lavoro, loro lo sapevano molto bene ormai che siccome la madre natura

    tutto gli offriva e nulla gli esigeva, ed ecco che su questa facilit da vivere, restavanosoltanto il tempo e la voglia necessaria di andare a da cercare i loro fabisogni in mezzoalla grande e prodiga madre foresta, senza ovviamente il minimo senso lavorativo.Cos l'unico lavoro per loro sarebbe questo grande impegno di diventarsi sempre nomadinella loro vasta casa forestale.Vaz de Caminha prosegue:Gli aborigeni sono mansueti e di buona fede. Sono guerrieri soltanto nelle grandesolennit tra di loro. Per esempio, per fare un prigioniero, l'amareggiono, poi come ritualesociale l'offrono una donna e alla fine di questa ' solennit ', lo fanno uccidere.

    Ed ecco una curiosit in mezzo alla foresta:

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    Quando i gesuiti lo fanno o lo dimostrano certe resistenze contro questa ' solennit ' oquesta roba cannibale, gli aborigeni di subito si mostrano ammirati, spaventati e finomeravigliati perch per loro questa roba cannibale sarebbe una specie di piacere talmente

    innocente e vergine come cacciare, mangiare, ballare tra di loro e pure dormire con le sueproprie donne.

    Perci questo modo credulo e infimo da vivere degli aborigeni brasiliani favorivasoprattutto ai gesuiti di andare avanti nelle istruzioni e negli insegnamenti cattolici pressole loro nude ambizioni e candezze accoglienze. I gesuiti lo sapevano perfettamente beneche con l'educazione anche sin dall'inizio ai loro figli, sarebbe anche socio-politicamentebenefico verso la loro propria pratica cannibale che ne poteva insomma un giornoaccaderne, fintantoch, ne avrebbe assolutamente i suoi giorni da finire.Perch magari, un prete gesuita non riuscirebbe mai a da capire come si pu offrire a Dioun'anima cos selvatica e innocente tramite questa pratica cannibale di un primitivo

    esercizio spirituale di religiosit. Anche perch, la propria Chiesa Cattolica del medioevo (che diceva che un diavolo era dentro di una persona che non volesse naturalmente crederein Cristo ) non permetteva tra i suoi rituali, delle pratiche di smarrimenti di sangue e sisoltanto della pratica dei rituali delle bruciature, come ne successo nelle loro fiammate conmigliaie e migliaie di vittime umane, certamente innocenti. - Giovanna DArco ( lagiovane contadina francese che viene incaricata da Dio di salvare la Franciadall'invasore inglese, viene diventata scomoda al potere costituito che dopo le sueinnumerevoli vittorie, verr fatta cadere nelle mani degli inglesi. ProcessatadallInquisizione per eresie verr condannata al rogo nella piazza di Rouen nel maggio del1431 ) quindi solo uno esempio - . O forse, eternamente come qualsiasi timore, questapratica cannibale non sarebbe anche un naturale timore religioso dagli aborigeni brasiliani

    cos dimostrato?Ed ecco che entrano qui allora le idee dai gesuiti di creare le scuole per i bambini figlidegli aborigeni assieme agli altri bambini venuti da Portogallo per cominciare a mescolarefra di loro una nuova e ricca formazione etnologica sulla civilt brasiliana.Altrimenti, il grosso problema adesso non questo degli aborigeni brasiliani davanti dalladottrina del cattolicesimo dei preti gesuiti, o la loro accettabilit o non dagli uominibianchi europei tramite le loro pratiche cannibali, le loro inadattazione o non verso ilrisultato tra il rapporto dalle distinte e longinque civilizzazioni oppure la loro vitaunicamente selvativa da essere.Addirittura il problema adesso il proprio uomo europeo portoghese.Sono quei portoghesi fatti coloni e non nati coloni, ovvero, cittadini portoghesi sgraziati

    da anima e da vita, che qui vivono e che continuano a da pensare che qui non ci sono delleregole, rispetto, ordini o discipline.Perch la maggioranza dei portoghesi-coloni che adesso qui si trova in genere degli ex-costretti, i prigionieri di guerre, i marinai condanati per diserzione e i soldati criminali perevasione.Questa gentaglia pure, prendeva fino gli insediamenti delle terre, come, quando e quantone voleva.In realt, su tutti i tempi, questa fu la peggiore gente venuta in Brasile.

    Poi, questi selvaggi mettevano per forza gli aborigeni a lavorare per loro, prendevano leloro donne diffondendo la pi ampia e sfrenata poligamia.

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    Si sentivono i veri '' Pax '' in mezzo alla foresta che insomma tutto ne guardavasapientemente e sempre zitta.Perci, prima di civilizzare la terra, questi coloni portoghesi si diventarono loro propri i

    peggiori ed unici selvaggi della foresta.Volevano essere dei signori delle terre senza mica fare niente per possederle. Neanchelavorare ne volevano. Magari.Ed ecco che il Brasile in una crescita almeno d'aspettativa dalle altre nazioni del mondo eper iniziare qualche sviluppo su questo colossale continente ha bisogno sempre di gente edelle braccia per quindi cominciare a lavorare il suo suolo. Parliamo di mano doperaelementare. Quanto pi la mancanza di quella specializzata che, sinceramente, mai ilBrasile ne sorpasser.Fino donne portoghesi il prete Manoel da Nbrega chiede al regno di Portogallo chemande per il Brasile con lo scopo di anche combattere e di regolare, tra l'altro, la praticadella poligamia, istituire ufficialmente i matrimoni e di fare ovviamente crescere la propria

    densit demografica brasiliana.

    LA CANNA DA ZUCCHERO

    Dunque si aveva bisogno di sviluppare oltre colture agricole, ed ecco che la presenzadelluomo e cos della mano dopera era pi che vitale.

    E al contrario degli aborigeni peruviani e messicani che dalle fibre vegetali facevano gi itessuti e prendevano dal sottosuolo i minerali per i suoi abbigliamenti, gli aborigenibrasiliani facevano solo delle cose troppe primitive come cacciare, pescare e costruire leloro choas.E neanche questi materiali umani interessavano agli europei.Perch Portogallo interessato soltanto in rubare le tesorerie dei principi indus.Magari un lucro pronto.E per svolgere il proprio suolo e lagricoltura brasiliana c il bisogno degli investimenti dicapitali affine di svegliare sto Brasile che ancora dorme tranquillo su un immenso tappetoforestale e sulla splendida culla.

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    Ed ecco che, per insomma sperimentare questo Brasile, da Capo Verde in Africa, iportoghesi senza almeno immaginare e come allora un tentativo pericoloso come qualsiasiesperienza, ci portano da piantare la cana-de-acar. E come generosit tipica e naturale

    del suolo brasiliano, questa pianta che non ha bisogno di coltivazione speciale, che neproduce due volte allanno e si addata perfettamente bene al suolo e clima del Brasile, ilsuo interessante zucchero raggiunge tutto il mondo lasciando il Brasile sul pi importantemercato mondiale dello zucchero. Un vero dolce mercato anche perch gli europeiavevano soltanto la limitata opportunit di usare la ristretta quantit dello zucchero venutosoltanto dalla loro barbabietola.

    Come la canna da zucchero allora, in questo momento per il governo brasiliano e per isignori degli engenhos una coltura che non ne costa assolutamente nulla tramite la manodopera schiava africana, sin dal 1549, d dei lucri altissimi e pone il Brasile per tre secolisuccessivi sul monopolio mondiale di questo vero oro-bianco. La prima moneta

    brasiliana.

    Ad esempio, il Brasile riesce a da esportare gi allinizio del XVI secolo,paragonabilmente 3.000.000 di lire sterline di zucchero allanno, pi che la esportazioneannuale totale dellInghilterra contemporanea.Ed ecco che, come tutta la dolcezza, alla lettera, ne costa unamarezza, eppure comsuccesso con la pepe e il t nelle altre nazioni del mondo, la propria superproduzionebrasiliana di cana-de-acar diventasi triviale sul commercio internazionale, cadendo gicos la sua grande preziosit economica ed il suo vero monopolio.

    Dunque, senza qualche intercessione o competizione esterna, la propria autosufficienza

    brasiliana per la superproduzione nel settore zuccheriere che stabilisce la fine di questoimportante ciclo doro in Brasile dopo del pau-brasil.

    Curioso anche, perch da un ciclo allaltro, il Brasile ne sorpassa con tanta magnificenzale sue proprie difficolt che sembra essere una impari generosit o una bont naturale a daregalare questo paese.Perci, per lavorare la terra nel coltivo della 'cana-de-acar' e negli 'engenhos', non sono icoloni-portoghesi senza la voglia di lavorare e di nemmeno prendere la zappa che ungiorno ne andranno a fare. Ma si, la preziosa forza negra comprata in Africa che benerappresenta il ciclo delloro bianco brasiliano.Cos, sono proprio loro, i coloni-portoghesi che continuano con la selvatichezza delle

    sferzate forzando anche i propri aborigeni fatti schiavi gratuiti non africani - a diventarei suoi propri schiavi fino alla morte.Ed ecco che gli aborigeni - naturalmente come qualsiasi essere vivo - non sono mai fattiad accogliere qualche modo o senso di schiavit.Cos, gli aborigeni muorivano fino di stanchezza e di affaticamento.Ed ecco che la vergognosa disumanit mondiale come dai tempi dei popoli barbari,dimostra ancora la sua faccia.Si s quindi che migrare spesso anche un p morire. Ma, se la morte ha una faccia, forsequesta forma di migrazione tra lAfrica e Brasile ne dimostra la sua peggiore.Comincia cos nel Brasile dal 1530 al 1900 la fase pi nevralgica della sua storia:

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    La schiavit africana, o sia, la ondata dell'Avorio Negro Africano. Perch la schiavitafricana legalizzata cominciava in realt nel 1441. Purtroppo, guardandosi storicamentela schiavit africana su questo senso, la diventeremo pi schiava che mai. Sembra che

    lAfrica rappresenta soltanto la schiavit. E si sa che non cos.Ed anche una vergogna umana da valutare per chi in questo momento si propone adessere un semplice essere umano. Cos in questo momento davanti a questa sottosituazioneumana anche umiliante esserlo...

    Dopo di un rivoltoso e disumano viaggio sui cantoni delle navi tra lAfrica e il Brasile, iltraffico degli schiavi africani interessatamente intermediato dagli inglesi e dai portoghesiveniva concluso a Bahia come la pi bizzarra e avarizia delle vendite.

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    Una disgrazia umana, o sia, disumana. Nel 1530 cominciava ufficialmente allora la bruttae brutale schiavit in Brasile, dove ogni signore de engenho poteva acquistare pi omeno 120 schiavi allanno. Dovuto ai cicli del pau-brasil, della cana-de-acar,

    delloro e del caff, il traffico degli schiavi africani si direzionava maggiormente verso leregioni agricole specifiche delleconomia brasiliana contemporanea, restanto dunquepochi schiavi per le altre e sconosciute regioni meridionali del Brasile.Lo schiavo africano, quello che riusciva ad arrivare vivo in Brasile, era sempre quello piforte ed il proprio motore meccanico-umano a da movimentare il Brasile fino aldiciottesimo secolo. Solo chi ha visto e ne ha vissuto ci potrebbe dirlo...I gesuiti ovviamente non erano d'accordo con questa pratica trafficante chiamataSchiavit. Fosse lei di esseri umani, non umani, o di qualsiasi essere o traffico.

    I gesuiti scrivono in questo momento fino una lettera di protesta al re di Portogallo.Ma la lontananza, la voglia unilaterale di sostenere questo sistema, i pochi gesuiti a da

    girare per l'immenso Brasile in missioni religiose senza riposo e la propria protesta che coltempo perde la forza, finisce vincendo ovviamente la ordine del regno portoghese infavore della ampia, lucrativa e massiccia schiavit.E alla fine dunque, i gesuiti sono stati obbligati ad accettare non solo l'arrivo degli schiaviafricani ma anche la schiavit dei propri aborigeni brasiliani che venivano fatti prigionieriqui dentro della loro casa, la loro madre e natura, la foresta brasiliana.Ma Nbrega non si ferma.Lui decide rimbbocare le maniche e civilizzare altre tribs verso il centrovest brasiliano (Piratininga-SP) e come un sogno, intravvede cos lesempio del grande fulgore dellosviluppo brasiliano. La futura citt di So Paulo.Veramente lui sognava e molto bene.

    Cos, con 50'anni d'et, il Brasile comincia a da esportare la ' cana-de-acar ' daPernambuco e Bahia e a da importare '' lavorio negro '' dalla Guin e dal Senegal.La terra dei pappagalli dunque non chiamava l'attenzione di Albuquerque sulle Indie,neanche di Pizarro sul Peru e nemmeno di Cortez sul Messico.Ed ecco che le navi francesi continuavano con il sabotaggio del 'pau-brasil' principalmentesui porti di Salvador e di Rio de Janeiro.

    Ancora adesso Nbrega assieme a Estcio de S a Rio de Janeiro, con pochi soldati ealcuni aborigeni riescono a da buttare via tutti i francesi costretti sulla costa fluminese.E siccome ne sappiamo che '' chi tutto ne vuole tutto ne perde '', i portoghesi adesso,

    invece di migliorare l'amministrazione verso le sue colonie nel mondo e cos anche inBrasile, finiscono allora con la sconfitta portoghese dopo la morte del re D. Sebastio con24 anni nellAfrica araba in piena Bataglia di Alccer-Quibir, nel tentativo quindi di farsipadroni anche dei mori africani, ripercuotendo cos immediata e pesantemente su tutto ilmondo coloniale portoghese.Cos, Portogallo si indebolisce ogni volta di pi e tra i prossimi 62 anni ( 1578-1640 ) laSpagna prende da s tutto il trono che era vuoto.Ed il Brasile si diventa allora, come le altre colonie, possedimento dalla Spagna.Fino una spedizione spagnola comandata dall'italiano Sebastiano Caboto, il bravoveneziano che nell8 maggio aveva gi scoperto il fiume brasiliano Paran e che nel 19ottobre del 1526 arrivava nel litorale sudbrasiliano sull'isola di Santa Catarina ( sua moglie

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    si chiamava Catarina Medrano) chiamandola di ' Porto delle Anatre ' oggi la capitalecatarinese Florianpolis, ( fondata nel 1726 ), che veniva ancora invasa dagli spagnolisotto il comando di D. Pedro de Cavallos nel 1777.

    Si registra anche che dallaspetto geopolitico sudbrasiliano, i tre punti principali dellacosta catarinese per laccesso dei navigatori nel 1494 furono lisola di So Francisco doSul al nord, lisola di Santa Catarina ( Florianpolis) al centro e poi la storica cittmarittima di Laguna verso il sudcatarinese.La Spagna allora tene sottocontrollo in questo momento tutta l'America conosciuta,l'Africa, le Indie e tutta la Penisola Iberica.Dunque, un Impero, per il momento.Ecco Cervantes, Lope de Veja e Calderon che lo dicono.Per adesso, su uno spazio di sessantanni, sono i nemici dalla Spagna che invadono ilBrasile:Come gli inglesi, che saccheggiano Santos e bruciano So Vicente; i francesi che

    occupano Maranho e gli olandesi la Bahia. E siccome nel sudbrasiliano tutta la zona diSanta Catarina fino alla fine del 1738 apparteneva ancora alla Capitaneria di So Paulo,ecco che i lusinghieri bandeirantes, vengono tutti verso il territorio catarinese per,costringendogli, popolare e perfino menare via a So Paulo tutti gli aborigeni carijs , icosidetti bgres catarinesi.E come dallestero lOlanda ha sentito la forza della terra do acar, fonda perfino unaditta a Amsterdam nel 1621 chiamata Companhia das Indias Ocidentais e gli olandesivengono tutto a prova per in 23 anni comandare col suo grande potere navale, la Bahia, ilPernambuco e tutto il nord brasiliano.La sempre pi frequente presenza degli olandesi nelle coste brasiliane costrinse la CoronaPortoghese a prendere "coscienza" della esistenza degli indios. Accadeva infatti che i

    nativi, forse anche per rivalsa contro gli schiavisti, davanocollaborazione ed appoggioalprogetto di occupazione olandese. Per contrastare questa tendenza viene creatadall'autorit coloniale, nel 1636, la figura di "Capito Mor dos Indios" (Capitano Maggioredegli Indios), con l'intento di organizzare anche l'inquadramentomilitare dei nativi. Pochianni dopo, nel 1655, la Corona Portoghese consulta giudici e personalit ecclesiastichecon l'obiettivo di sapere, alla luce di leggi antiche e moderne, se fosse possibileschiavizzare legittimamente gli indios nelle aree conquistate. Nel 1659, davanti alla vivaresistenza opposta dagli indios alle scelte dei colonizzatori, la Corona Portoghese proponedi tornare ad importare schiavi dal Cabo Verde per le piantagioni di canna da zucchero delMaranhao. Se la presenza olandese in Brasile aveva trasformato la cattura degli indios inun affare molto lucrativo, questo per finisce con l'estinzione delle maggiori missioni alla

    met del secolo XVII e, principalmente con la ripresa del traffico negriero a seguitodell'espulsione degli olandesi sia dal Brasile che dall'Africa. Per altri duecento anni, lasituazione non cambia: gli indios continuano ad essere maltrattati e, per interesse di variotipo, vedono diminuire sempre di pi le proprie terre; inoltre, il processo di colonizzazioneportava all'estinzione di intere trib, sia per azione delle armi sia a seguito del contagio dimalattie (raffreddore, morbillo, pertosse, vaiolo e tubercolosi) portate da paesi lontani, o,ancora, tramite l'applicazione di politiche di "assimilazione" degli indios alla nuovasociet. Il vero intento della "conquista spirituale" non si limitava alla cristianizzazionedegli indios, come dichiarato, al contrario, si cerc di instaurare un processo diacculturazione capace di impregnarne la vita socio-economica, inducendo profondealterazioni del loro modo di vivere. Laddove si sono riuscite ad installare le Missioni,

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    questo intendimento ha generato una rottura culturale irreparabile imponendo, sotto il"manto protettore" del cristianesimo, la realt coloniale e sradicando gli indios dalle lorotradizioni religiose, socio-culturali e di costume. Neppure la prima Costituzione Brasiliana

    (1824) prende minimamente in considerazione l'identit delle societ indigene, ignorandototalmente la poliedricit etnica e culturale del paese.La letteratura brasiliana, tuttavia incomincia, seppure in modo ambiguo e da un'otticaeuropea, a considerarne l'esistenza di una politica religiosa assistenzialistica ad unapolitica statale di integrazione che attraverso i poeti Gonalves Dias, Jos de Alencar edil compositore Carlos Gomes, la societ brasiliana riceve allora un'immagine dellepopolazioni indigene ancora distorta dalla lente dei preconcetti e delle idealizzazioni dimatrice culturale europea.LOlanda fa quindi in 23 anni di Brasile pi di che ne avevano fatto i nostri cari ebravissimi patrizi portoghesi - per non dire unaltra cosa - in 100anni.Perch gli olandesi, al contrario dei portoghesi, non hanno mandato la loro gentaglia, o sia,

    i rifiuti della gente per venire a da colonizzare il Brasile o le Indie Ocidentali, come nedicevano. Ma gli olandesi, vennero si e gi, sotto il comando del bravo, vivace, mecenate eumanista Mauricio de Nassau ( anche perch lui assicura in questo momento tutti i diritti ele garanzie ai coloni e agli aborigeni brasiliani ), che viene con tutti gli specialisti olandesi,gli ingegneri, i botanici, gli astronomi e gli eruditi per veramente portare lo svolgimento dicui il Brasile ne ha tanto bisogno. Addirittura, unaltra visione olandese superiore comequella accadduta su New York, molto prima allora della concretizzazione della potestinglese in America.

    Larrivo dagli olandesi quindi, fu per noi brasiliani come un effimero vento dieuropeizzazione.

    Sarebbe il Brasile a da respirare laria della semente dello sviluppo.Fino moderne presse idrauliche gli olandesi ci portarono per lindustrie zuccheriere.Ma peraltro, il destino del Brasile non viene deciso in Brasile ma in Europa.Perch in questo momento Portogallo con D. Joo IV riscatta la propria corona e si diventalibero dalla Spagna.Cos lOlanda conforme le base giuridiche e degli accordi internazionali non pu micarimanere in terre brasiliane.Nel frattempo, lInghilterra e lOlanda entrano in guerra. E perci, mentre i portoghesiancora discutevano con gli olandesi quante terre dovevano restare con loro e da pensarequanti navi portoghesi potrebbero mandare per aiutare il Brasile, lascia stare che adessofurono i propri e veri brasiliani, o sia, per la prima volta sulla storia brasiliana, sono i

    brasiliani non-portoghesi, o sia, i cosidetti tupiniquim che cominciano a cacciare via tuttigli stranieri dalla costa brasiliana.Qui allora il Brasile comincia a diventarsi brasiliano.Fu quindi, nel 6 gennaio del 1654 che a Recife il bravo olandese Mauricio de Nassau perordinamenti internazionali ha avuto lasciare il Brasile.In questo momento storico i brasiliani cominciano ad andare verso il cuore della loroanima. La foresta brasiliana.

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    IL TABACCO

    Tuttavia, subito dopo allora dal primo dolce prodotto, si unisce un secondo prodotto chemagari, si sa che soltanto dolce economicamente e non dolcemente salutare, e che haservito come ad un nuovo vizio, eppure un proprio vizio per gli europei:Il tabacco. Colombo vide gi gli aborigeni brasiliani masticando o fumando quelle foglie

    di tabacco.La scoperta del tabacco in Europa coincide con quella delle Americhe da cui questa piantaproviene.Non bisogna per pensare che la storia del tabacco coincida con quella del fumo. Infattianche il tabacco come altre sostanze che nel corso dei secoli sono state considerate delledroghe si pu assumere in varie modalit, mentre viceversa la consuetudine di fumare ben precedente alla scoperta del tabacco. Per esempio, sono state trovate pipe antichissimedi metallo che risalgono addirittura all'et del bronzo. Evidentemente prima della scopertadel tabacco si fumavano altre erbe aromatiche, tra cui anche la canapa. Erodoto nel suo IVlibro delle Storie racconta che gli Sciti, nomadi del Mar Nero, usavano fumare canapa inquesto modo: "Dunque gli Sciti prendono i semi di canapa, si infilano sotto la tenda fattadi coperte e li gettano sulle pietre roventi; i semi gettati bruciano producendo un fumo chenessun bagno a vapore greco potrebbe superare. Gli Sciti urlano di gioia per il fumo chesostituisce per loro il bagno".

    In modo curioso proprio il tabacco per molto tempo stato sniffato, masticato e assunto inaltre modalit per uso pi o meno medico, oltre che aspirato come fumo.Nell'America precolombiana, durante alcune cerimonie religiose, i sacerdoti Aztechi eranosoliti soffiare il fumo verso il Sole e i quattro punti cardinali tramite pipe o direttamentedal tabacco arrotolato. Successivamente forse proprio durante questi riti si cominci adaspirare anzich soffiare, scoprendo cos il piacere e il potere del fumo, almeno nelcontesto delle cerimonie religiose.

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    Cos quando Colombo sbarc in America vide degli indigeni che fumavano e il primoeuropeo moderno che prov ad emularli sembra che fu proprio il suo compagno di viaggi,Rodrigo de Jerz.

    Il tabacco fu portato in Europa anche come souvenir e la pianta venne ritenuta da alcunistudiosi dell'epoca come una pian