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Periodico trimestrale - Anno 2010 - N. 3 - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 dcb Venezia 30125 Venezia, S. Polo 135 - 041 5224745 - C/C post. 18513309 - Reg. Trib. Venezia 26-5-1965 n. 382 Realizzazione: CompuService, Venezia - info@compuservicevenezia.it SEDE PRESIDENZA UFFICI Canaletto, San Giacomo di Rialto, 1725-30, Gemäldegalerie, Dresden VISITA IL NOSTRO NUOVO SITO: www.misericordiavenezia.org e-mail: info@misericordiavenezia.org TROVERAI NOTIZIE AGGIORNATE Il Messaggio 3-2010:Il Messaggio n3luglio06 7-07-2010 15:08 Pagina 1

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Periodico trimestrale - Anno 2010 - N. 3 - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1 comma 1 dcb Venezia30125 Venezia, S. Polo 135 - � 041 5224745 - C/C post. 18513309 - Reg. Trib. Venezia 26-5-1965 n. 382

Realizzazione: CompuService, Venezia - [email protected]

SSEEDDEE PPRREESSIIDDEENNZZAA UUFFFFIICCII

Canaletto, San Giacomo di Rialto,1725-30, Gemäldegalerie, Dresden

VVIISSIITTAA IILL NNOOSSTTRROO NNUUOOVVOO SSIITTOO::wwwwww..mmiisseerriiccoorrddiiaavveenneezziiaa..oorrgg

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venerdì 15-16.30

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sommario

NEWS SODALIZIO- Domenica 9 maggio 2010: Eletti gli organi dell’Arciconfraternita

per il quadriennio 2010-2013- Sabato 22 maggio 2010: Celebrato il 186° anniversario di fondazione- Martedì 8 giugno 2010: Atto vandalico alla Misericordia di Castel Bolognese- Domenica 25 luglio 2010: Festa dei S.S. Patroni S. Giacomo A.M. e S. Crisotoforo m.

NEWS SEZIONI- Consuntivi II Trimestre 2010 sezioni interne “Filo d’Argento”, “Arcobaleno” e“Ambulatorio”.

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IN QUESTO NUMERO:

- LA TURCHIA: AMBIGUITÀ TRA MODERNITÀE RISCOSSA ISLAMICA di Maurizio Del Maschio- MEDICI A VENEZIA di Giampaolo Contemori- “RI-PARLIAMONE SOTTOVOCE” , di Luigi Ricci- SPIN DOCTORS di Francesco Bergamo- RIPORTARE LE OPERE D’ARTE NEI PAESI D’ORIGINE..RIVOLUZIONE INTELLETTUALEO NECESSITÀ DI RIEMPIRE I NUOVI MUSEI? di M. Chiara Klinger Mazzarino- “IL CAPPELLINO” di A. Debora Turchetto- “SEBASTIANO RICCI, IL TRIONFODELL’INVENZIONE NEL ‘700 VENEZIANO” di Maria Teresa Secondi- 1810: ANNO DI NASCITA DI CHOPIN E SHUMANN di Angiolo Zoni- UNA VITA TRA I CENTENARI di Giancarlo Bottecchia- CURIOSITÀ VENEZIANE: “I NIZIOLETI”

Direttore Responsabile: GIUSEPPE MAZZARIOLCollaborazione: M.TERESA BET, FALCIER ROBERTA, MUSACCO MARINAConsultazione creativa: RAFFAELLA GONELLADirezione e redazione: Venezia – S. Polo, 135 – Tel. e fax 041.5224745

Sito: www.misericordiavenezia.orge-mail: [email protected]

[email protected]@tin.it

Gli articoli firmati riflettono soltanto l’opinione degli autori.

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IL MESSAGGIO 54 IL MESSAGGIO

NEWS sodalizio

DOMENICA 9 MAGGIO:ELETTI GLI ORGANI DELL'ARCICONFRATERNITAPER IL QUADRIENNIO 2010 – 2013

CONSIGLIO

MAZZARIOL GIUSEPPE PRESIDENTEPITTERI MARIO VICE PRESIDENTESAMBO GINO SEGRETARIOSCALABRIN LUIGINA PROCURATORE DI CHIESAGHEZZO FEDERICO TESORIERECONTEMORI GIAMPAOLO CONSIGLIEREGRIMALDI DANIELA CONSIGLIEREMANFRIN MAURIZIO CONSIGLIERETERRANOVA MICHELANGELO CONSIGLIERE

COLLEGIO REVISORI DEI CONTI

BARADEL ALBERTO PRESIDENTENOVELLO MAURIZIO REVISORE EFFETTIVOVIANELLO MARISA (MARA) Zannovello REVISORE EFFETTIVOGALANTE PAOLO REVISORE SUPPLENTEGELVASORI FRANCESCO REVISORE SUPPLENTE

COLLEGIO PROBIVIRI

PERUTTO GIOVANNI PRESIDENTECATTANEO GIANCARLO COMPONENTEROSSI LIDIA Bovo COMPONENTE

I Coordinamenti delle sezioni interne del “Filo d'Argento” e dell'”Arcobaleno” scadranno inprimavera del 2011.

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IL MESSAGGIO 5

NEWS sodalizio

4 IL MESSAGGIO

FESTEGGIATO IL 186° ANNIVERSARIODI FONDAZIONE IN STILE TIPICO DELLE MISERICORDIE

Sabato 22 maggio è stato festeggiato “in campo” il 186° anniversario di fondazione di que-sta Arciconfraternita di Misericordia in stile tipico delle “ MISERICORDIE”.Da qualche mese si stava organizzando questo avvenimento, cercando di superare tutte ledifficoltà che la nostra città presenta.Si era pensato, infatti, di organizzare in campo San Giacometto di Rialto, sotto la sede dellalocale Misericordia, una manifestazione particolare ed insolita per Venezia, con presenzadi autoambulanze e dimostrazioni simulate di primo soccorso.Però le difficoltà per il trasporto degli automezzi e la concessione dei relativi permessi sonostati non pochi. Erano presenti le Misericordie del Friuli-Venezia Giulia che sono interve-nute con una autoambulanza ed una autovettura attrezzata per il trasporto di personediversamente abili. Anche l'Emilia-Romagna ha partecipato a questa suggestiva manife-stazione con una squadra di volontari che, unitamente a quelli di Venezia, si sono prodiga-ti per circa un'ora e mezza ad esibirsi in dimostrazioni di salvataggi ed interventi simulatidi primo soccorso.Alle 18, nella antica chiesa di San Giacometto, il Vescovo Ausiliare di Venezia, mons.Beniamino Pizziol, ha presieduto una solenne liturgia eucaristica, alla presenza di autoritàcivili e militari. Al termine della Messa il Presidente della Misericordia veneziana,Giuseppe Mazzariol, dopo aver ringraziato il Vescovo e tutte le altre autorità intervenute,ha sottolineato come “le Misericordie oggi siano chiamate ad affiancare, alla tradizionaleopera in soccorso dei bisognosi, una più incisiva azione per abbattere alla radice le causestesse del bisogno.” “Alla nostra Arciconfraternita che oggi celebra il suo 186° anniversariodi fondazione, ha ribadito il Presidente Mazzariol, l'augurio ma soprattutto il compito ditenere saldo lo spirito di carità e di amore che fu all'origine della sua costituzione”.Facendo, infine, riferimento alla presenza degli automezzi fatti arrivare in campo per ledimostrazioni simulate di primo soccorso, il Presidente Mazzariol ha fatto presente chedetti automezzi riportano nelle fiancate la scritta “OMAGGIO DELLA BANCA X Y “ eche tale esempio potrebbe essere seguito anche da qualche istituto bancario d di Venezia,per dotare la Misericordia cittadina di una autovettura attrezzata per il trasporto di perso-ne diversamente abili o anziani da Piazzale Roma all'OSPEDALE DELL'ANGELO aZELARINO, qualora necessitino di visite specialistiche, terapie, accertamenti clinici equant'altro ormai non più eseguibile nel nostro ospedale civile dei SS.Giovanni e Paolo diVenezia. “L'esercitazione svolta in campo San Giacometto, ha concluso il PresidenteMazzariol, è stata organizzata anche con lo scopo di far conoscere sempre più alla cittadi-nanza veneziana la presenza delle Misericordie sul territorio e auspicando che serva di sti-molo e di sprone soprattutto ai giovani. C'è assolutamente bisogno di un volontariato gio-vane, c'è necessità di un volontariato serio e genuino, di un volontariato autentico”. E'seguito, sempre in campo San Giacometto, un “cocktail” in un gazebo appositamente alle-stito per contenere le numerose presenze di volontari ed autorità civili e militari interve-nute.

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IL MESSAGGIO 76 IL MESSAGGIO

NEWS sodalizio

Campo San Giacometto - Team di volontari veneziani e romagnoli

Campo San Giacometto - Volontari delle Misericordie del Friuli-V.G., dell’Emilia-Romagna e di Venezia. Posa anche una rappresentanza dell’Ordine degli “Araldi delVangelo”

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IL MESSAGGIO 76 IL MESSAGGIO

NEWS sodalizio

Campo San Giacometto - Carrozzina per persone diversamente abili con manichino seduto

Campo San Giacometto - Un volontario romagnolo ha indossato l’antica veste con la“buffa” alzata. Al suolo una foto-quadro che riproduce il cestone (“zana”) che servi-va un tempo per trasportare gli ammalati.

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IL MESSAGGIO 98 IL MESSAGGIO

NEWS sodalizio

Campo San Giacometto - Due volontarie veneziane simulano un intervento di “primosoccorso” su una collega

Campo San Giacometto - Volontarie friulane simulano su un manichino un interven-to di “primo soccorso”

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IL MESSAGGIO 98 IL MESSAGGIO

NEWS sodalizio

Chiesa San Giacometto - Il Vescovo Ausiliare di Venezia, mons. Beniamino Pizziolentra in chiesa benedicendo

Campo San Giacometto - Volontari della Misericordia veneziana simulano un primointervento di soccorso sdraiando un manichino su una barella

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10 IL MESSAGGIO IL MESSAGGIO 11

NEWS sodalizio

Chiesa San Giacometto - Un momento della liturgia: presiede S. Ecc. il Vescovo ausi-liare e concelebra il Rettore dellea chiesa, mons. Paolo Trevisan

Chiesa S. Giacometto- da sn a ds.: ilLuogotenente Com.tedella StazioneCarabinieri di S.Zaccaria G.FrancoPerricelli; ilPresidente della 3^C o m m i s s i o n eConsiglio Comune didi Venezia, dr. NicolaFunari; il Presidentedella Municipalità diVenezia, Avv. ErminioViero; Ufficiale delPresidio Militare dellaMarina Militare; il

Tenente Antonio Liguori della Guardia di Finanza; l’Ispettore Capo MaurizioFrancesconi per la Polizia Locale; il Presidente Giuseppe Mazzariol e il neo VicePresidente dr. Mario Pitteri.

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10 IL MESSAGGIO

NEWS sodalizio

IL MESSAGGIO 11

Chiesa San Giacometto - I coristi della Polifonica “V. Broccardo” durante la liturgia.

Chiesa San Giacometto - Al termine della Messa il Presidente Mazzariol rivolge unsaluto e un ringraziamento agli intervenuti

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IL MESSAGGIO 1312 IL MESSAGGIO

NEWS sodalizio

DOMENICA 25 LUGLIOFESTA DEI SANTI PATRONI S. GIACOMOA.M. E S. CRISTOFORO M.

Alle ore 10.00, nella chiesa di S. Giacometto di Rialto, il PRO CANCELLIERE PATRIAR-CALE DON DIEGO SARTORELLI presiederà una Messa solenne, in concelebrazionecon Mons. Rettore, in occasione della festività dei Santi Patroni, San Giacomo ApostoloMaggiore e San Cristoforo martire. Durante la liturgia verranno eseguiti dei brani da partedel “SOUL SINGERS GOSPEL CHOIR”. Al termine della Messa il “Soul Singer GospelChoir” si esibirà in un concerto, con entrata libera.

ATTO VANDALICO ALLA MISERICORDIADI CASTEL BOLOGNESE

Nella notte tra il 7 e l' 8 giugno un grave atto vandalico è stato compiuto alla Misericordia diCastel Bolognese. Ignoti hanno incendiato e distrutto due macchine per i servizi sociali edhanno scritto sui muri frasi contro i CIE (centri di identificazione ed espulsione).Dopo l'episodio di Rifredi e le contestazioni di Modena ancora un grave atto di intimidazio-ne colpisce pesantemente una Misericordia, provocando danni rilevanti.Il Presidente Brunini a nome di tutto il Movimento ha espresso alla Misericordia di CastelBolognese la solidarietà e la vicinanza per quanto accaduto. La scelta di partecipare allagestione interna dei centri per immigrati (centri di accoglienza, centri di identificazione eespulsione, centri per richiedenti asilo) è una scelta presa dalla Confederazione delleMisericordie d'Italia e non da singole associazioni; ed è una scelta di rendere servizi alle per-sone che sono in gravi situazioni di difficoltà, bisogno e disagio con la carica di dedizione egenerosità che deve sempre contraddistinguere chi aiuta il prossimo con opere di misericor-dia. Ai volontari o dipendenti della Confederazione Misericordie non compete certo lagestione della sicurezza dei centri, che è affidata direttamente alle forze dell'ordine.

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IL MESSAGGIO 1312 IL MESSAGGIO

NEWS sodalizio

CONSORELLE NUOVE ISCRITTE(dal 1° gennaio al 30 giugno 2010)UVA Cosima – PETTENELLO Francesca – CONVILLI Marina – BUDA Maria Cristina – FIORINCarla – CAMPANA Fabia – MAZZUCATO Maria Cecilia – LIBERA Laura – ZANGIROLAMIVIANELLO Milena – SALVAGNO Rosanna – MENEGUOLO Maria Alessandra – MANDERSonia – GASPARONI Giulia – FABBRI Giuseppina – MORI Marina – MORI Manuela – KLIN-GER MAZZARINO Anna Paola – PAGGIARIN Ermenegilda – BIANCHI Francesca – DALL’A-GNOL Alessandra – RIZZI Flora – FALCIER Roberta – ZANE Serena – ANGHBEN Elsa – RASAElisabetta – FRISON Carolina – PADOAN Antonia – SABBADIN Paola – SERGIACOMO Luisa– SABATTINI Norma – ROSSI Lidia - ZANELLI Maria – COSTANTINI Palmira – BUDAAntonella – PAULETTI Elisabetta -

CONFRATELLI NUOVI ISCRITTI(dal 1° gennaio al 30 giugno 2010)PIVETTA Alberto – VIANELLO Stefano – MAZZUCATO Alvise – MASO Sergio – ZUCCHET-TA Giampietro – GRADELLA Achille – CECCHI Sandro – NAPOLITANO Mario – CANDEA-GO Celeste Edi – GALANTE Paolo – RUBINI Carlo – MALFI Lucio – TERAMO Francesco– VIANELLO Vittorino – ROSIN Renzo – BALDI Tebaldo – ASVISIO Cosimo Alberto – ASVISIOAlberto -

NON SONO PIU’ CON NOI MA VIVONO NEL NOSTRO RICORDO:

CONSORELLE DECEDUTE(dal 1° gennaio al 30 giugno 2010)COSTANTINI Luigia – MARCHETTI Elisabetta – RUBINI Maria – VIANELLO Rosa – ZANONErminia – PERENZIN Angela – TOSATO Linda – FRIZZIERO Clara – BONDAVALLI Antonietta– BASTIANELLO Wilgeforte – VISTOSI Sara – BOSCOLO Alice – SANDRI Leda – BAROLISilvia – BARDELLA Antonietta – CORRAS Giuseppina – BETTINI Ada – GUARIENTOCesarina – PARADISI Roma – ZAGGIA Giuseppina – DA PONTE Luisa – VEROCAI Luisa –MECCHIA Caterina – SANTINI Maddalena – SIEGA Angela – SCARPA Antonia – GIACOMINIIrene – PICCOLI Elda – ASIN Luisa – BOCCANEGRA Giorgia – MARCONI Alexandra -

CONFRATELLI DECEDUTI(dal 1° gennaio al 30 giugno 2010)DAL BO ‘ Luciano – NEN Giovanni – TENDERINI Alberto – RAVAGNAN Gaetano – FUMATOMauro – LA GRASTA Faustino – SAMBIN Guido – FARNEA Renato – SCARPA Giovanni –BALDAN Giuseppe -

CONFRATELLI E CONSORELLE ISCRITTE IN MORTE(dal 1° gennaio al 30 giugno 2010)FUMATO Mauro – VIANELLO Maria – CAMALI Eugenia – GRECHI Lucia – SCARPAGiovanni – MICHIELI Antonietta – BOSCOLO Alice – SANDRI Leda -

OFFERTE ALL’ARCICONFRATERNITA(dal 1° gennaio al 30 giugno 2010)BONIFACIO Pier Antonio – COPPOLINO Nicola – CESCUT Giorgina – PERENZIN Silvia – Fa.ZANGIROLAMI-PADOAN – CORTE Maria Maddalena – SPARLA Luigi – PASINETTI Luigi –

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IL MESSAGGIO 1514 IL MESSAGGIO

NEWS sodalizio

MASCHIETTO Pietro – TENDERINI Marcella – PONTINI Giuseppe – BERLIN Lionella – BRIA-NESE Liliana – CAZZAGON Gianna – ALBERTI Bianca in memoria di Mirko – CAMBRUZZIIole – BUFFOLO Sara – Fam. SCALABRIN – Fam. BRATOVICH – SORAVIA Manuela – ZANO-NI Antonia – PIVETTA Ada – SCARPA Luciano – SANTI Anselmo – MANZONI Carla – donGiuseppe MARIGO – Famiglie GRAPPUTO e SCALABRIN – SCALABRIN Vittorio e MAN-TOVANI Ester – PELLEGRINOTTI Pietro – SCHENA Rosetta – TURRENI Adriana – FOSCA-TO Antonio in memoria di MASO Anna in FOSCATO – MALFI Lucio e NGHBEN Elsa in memo-ria di Paolo BARBINI – BRIANESE Liliana in memoria della Famiglia BRIANESE Pietro – CAM-PAGNA MEALE Angela – MASI Elio e BELLOTTO Elda – DI TOMMASO Lorenzo – FAVEROGastone – ZANETTI Teresa in memoria di genitori e sorelle – Fam. CARRETTIN in memoria diBAROLI Silvia – HORODNICEANU Costantino – PANIZZUTTI Claudio – ROSSI Ruggero –MALFI Elsa – FABBIANI Giorgio - Aldo – CALABRIA Rita – RADONI Giuseppina – CAPPEL-LI Bianca pro sez. “Filo d’Argento” –

PRO BARCA DEI MORTI(dal 1° gennaio al 30 giugno 2010)SANZONE Carmela in memoria di CAPITANIO Giovanni – FUNES Giuseppe – VIDAL Angelo –GAGGIO Sergia – PANIZZUTTI Claudio – FERRO Giuliana – SCALABRIN Angela – GRAP-PUTO Antonietta – PROSPERINI Roberto – TOMMASI Alberto – AGOSTINI Roberto – CAN-DIANI PERETTI Maria Antonietta – CORNARA MARASCALCHI Maria Teresa - MORELLIAndrea – SENO Norina -

(a/m c/c postale o bancario da ottobre a novembre 2009)dal 1° ottobre 2009 al 30 novembre 2009)BIANCHINI Antonio – DAL TEDESCO Liliana – PIAMONTE Vittorio – MOCELLIN Giovanni– VIOLATO Angelo – SCOTTON Bianca - VIANELLI Diomiro – ZANON Paola – MASCOLO-VITALE Annamaria – ROCCA Massimiliano – STEFANI Stefano in memoria di STEFANI Wally –GAMBIN Rosa – TOMASI Alberto – FAGGIAN Annamaria – BRUSSATO Paola – MINIO Argia– TOALDO Milena – NISTA Giulia – ANGELIN Lavinia – DE VANNA Giulia – MASO Attilia –CAPPELLINI Maria Teresa – VOLTAN Lucia – HABELER Franca – SERENA Grazia – RIZZIAnnamaria – BANI Fiorenza – TOMASIN Giancarlo – SCARPA Giovanna – DE PIERI Giovanni –BATTISTUZZI Annamaria – GAMBINI Angela – POLI Gabriella – VISTOSI Sara – BON Gianna– ANTENORI Milena - RIZZO Lina – DI PRIAMO Liana – GERMACK Maria Grazia – PANFI-LO Francesco e SOLDA’ Maria – DELLA PUPPA Luciano – SAMBO Maria – SANTORO Mario– BISCARO Carmela – DELLA PUPPA Giancarlo – CARDAZZO Luisa – STILLI Livia – FIO-RELLI Domenico – STEFANO Stefani – BORTOLATO Giorgio e CRIVELLER Giuseppina-GROSSI Marcello – BOSCOLO Teresa – TONIZZI Anna – SCARPA Giovanna – ZABEO Giorgioe DALLA PASQUA Gabriella – FERRO Lucia e FREZZA Fulvio – PENZO Roberto – ALBER-TINI Anna in memoria di BETTIOLO Roberto – BLENGINI Maria Cristina in memoria di BARO-LI Silvia -

LA QUOTA ASSOCIATIVA PER L’ANNO 2010 RESTA INVARIATA IN € 20,00 (VENTI).

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IL MESSAGGIO 1514 IL MESSAGGIO

NEWS sodalizio

PROGRAMMA ESUMAZIONI SALME IN CAMPO “Q” – FILA 5

L’Arciconfraternita ha in programma di procedere alle esumazioni delle salme sepolte daoltre dieci anni nel campo “Q” - FILA 5 - del cimitero di S. Michele in Isola ed i cui nomi-nativi sono indicati nell’elenco qui sotto riportato.Si invitano i famigliari degli estinti a prendere contatto quanto prima con gli uffici delSodalizio per sottoscrivere la domanda di esumazione che dovrà essere presentata, a nostracura, all’Ufficio Concessioni Cimiteriali della VERITAS S.p.A. di Venezia.

CAMPO “Q” - FILA 5

FOSSA COGNOME NOME DATA DECESSO01 MARCHESAN Olga 13.09.199302 TOSI Maria 08.09.199303 GAVAGNIN Caterina 04.09.199304 NORFO Magda 26.08.199305 FERRO Dina 18.08.199306 FERRO Alda 06.08.199307 CARRARA Maria 03.08.199308 AMBROSI Anna Maria 28.07.199309 CEDOLINI Giulia 24.07.199310 POMPEO Amelia 04.09.197711 EDLER Maria 22.07.199312 GARDELLI Antonio 10.09.197713 BACCI Teresa 22.07.199314 SCARPARO Manlio 20.07.199315 PRUDENTE Antonia 18.07.199316 LIZZA Ida 17.07.199317 TOFFANO Diomira 30.09.197718 RECLUTA Antonio 03.10.197719 CIPRIOTTO Giovanni 03.10.197620 FABRIS Luigia 06.07.199321 ZANNOVELLO Guido 26.06.199322 TREVISAN Carolina 27.05.199323 BALLARIN Maria 25.05.199324 PORRI Vittoria 24.05.199325 PENSO Rosa 19.05.199326 DA RE Antonia 20.05.199327 PADOAN Anna 05.05.199328 VERIGNAN Francesco 30.04.199329 SIDOTO Maria 09.04.199330 TESSARO Elena 03.04.1993

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IL MESSAGGIO 1716 IL MESSAGGIO

NEWS sodalizio

31 GARLATO Mirando 31.03.199332 ZARDON Antonio 31.03.199333 PENSO Cosmo 23.03.199334 TREVISANELLO Argia 18.03.199335 LASTRA Iolanda 15.03.199336 LIEVORE Maria 22.02.1992

CONTINUA LA SOTTOSCRIZIONEPER LA “BARCA DEI MORTI”

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IL MESSAGGIO 1716 IL MESSAGGIO

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L’ARCICONFRATERNITA DELLAMISERICORDIA INVITA TUTTI I VENEZIANIA PARTECIPARE ALLA RICOSTRUZIONEDELLA “BARCA DEI MORTI”.

La barca funebre tradizionale portava i veneziani nel loro ultimo viaggio verso il cimitero diSan Michele. Un viaggio silenzioso, fatto con la sola propulsione dei remi, rispettoso delmomento luttuoso e della tradizione lagunare veneziana.L’ultima “barca dei morti” è stata dismessa nei primi anni settanta. Da allora solo sporadica-mente i veneziani hanno potuto essere sepolti “da veneziani”.La Confraternita della Misericordia vuole ridare ai cittadini questa possibilità, ricostruendola barca funebre tradizionale per metterla a disposizione di tutti.Per fare questo, però, serve un aiuto concreto.

CONTRIBUISCI!

Arciconfraternita di San Cristoforo e della Misericordiaconto corrente postale 18513309Causale: Barca dei morti• Soci ordinari: fino a 100 euro• Soci sostenitori: fino a 500 euro• Soci benemeriti: da 500 euro in su• Soci collettivi (associazioni, aziende, società etc.):da 1000 euro in su

Puoi contribuire con il bollettino allegato oppure alla pagina “Contribuisci” del sito internet.

Visita il sito: www.labarcaestinta.it

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IL MESSAGGIO 1918 IL MESSAGGIO

NEWS sodalizio

A TUTTI GLI ISCRITTIFUNERALI A CURA DELLA MISERICORDIACON SOTTOSCRIZIONE DI UN CONTRATTO IN VITA.

L’Arciconfraternita si occupa, per tutti gli iscritti, previo contattratto sottoscrit-to negli uffici amministrativi della sede di Rialto, 135, dei funerali una volta cheviene a mancare un confratello. Da anni ormai, appoggiata ad un’impresa dipompe funebri cittadine, si prende cura dell’accompagnamento funebre, delfunerale nella chiesa parrocchiale o a S. Michele, della cassa, dei fiori e a secon-da della scelta se a terra o in manufatti, viene fatta poi la croce e la pietra tom-bale o le iscrizioni sul cinerario, ossario o nicchia.Il contratto viene sottoscritto in vita e l’importo non subirà modificazioni fino aquando verrà a mancare il confratello/a. Per informazioni invitiamo i nostriiscritti, ma soprattutto chi è solo o non desidera dare incombenze ai parentidopo il decesso, a contattare gli uffici dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 12.00.

PER CHI VOLESSE SOSTENERE CON UN’OFFERTA LE NOSTREMOLTEPLICI ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO PUÒ FARLO ANCHE AMEZZO BONIFICO BANCARIO INTESTANDOLO A:ARCICONFRATERNITA DI S. CRISTOFORO E DELLA MISERICOR-DIAS. POLO 135 - 30125 VENEZIAAPPOGGIANDOLO PRESSO LE SEGUENTI BANCHE:

VENETO BANCACODICE IBAN: IT46C0541802001084570176956

BANCO SAN MARCOCODICE IBAN: IT09W0518802070000000039153

BANCA DEL VENEZIANOCODICE IBAN: IT38N0840702003060000082938

O A MEZZO VERSAMENTO IN C/C POSTALE N. 18513309

Il Messaggio 3-2010:Il Messaggio n3luglio06 7-07-2010 15:08 Pagina 18

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IL MESSAGGIO 1918 IL MESSAGGIO

NEWS sezioni interne

Sezione “ARCOBALENO”Consuntivo 2° trimestre 2010

A -DIVISIONE PEDIATRICAOSPEDALE CIVILE DI VENEZIA

Assistenza ai bambiniin day hospital ore 60Assistenza ai bambini in sostituzione dei familiari ore -Servizio di ludoteca “ 20Colloquio con personalemedico e paramedico “ 3

B -CASA CIRCONDARIALEFEMMINILE - GIUDECCA

Intrattenimento con i bambinidelle detenute ore 75Assistenza in ospedale “ -

C - ISTITUTO PROVINCIALE S. MARIA DELLA PIETÁ

Assistenza ai bambini (Comunità Melograno) ore -Assistenza a mamma e bambino(Comunità Primavera) ore -(Attività temporaneamente sospesa)

Dalla metà del mese di febbraio 2010 ilservizio presso l’Istituto Prov. della Pietà èattivo con “CULLA SEGRETA”

Sezione “FILO D’ARGENTO”Consuntivo 2° trimestre 2010

ATTIVITÀ SEDEGiorni 63 per un totale di ore 252Visite ricevute per informazioni,richiesta aiuto e compagnia 14Telefonate ricevute:- per informazioni e richiesteintervento 275- per servizio 57Telefonate effettuate:- per compagnia, assistenza,chiarimenti 69- per servizio 355

INTERVENTI EFFETTUATIRep. Geriatria/Lungodegenza Osp. Civile 254Altri Reparti Ospedale Civile 126Hospice Fatebenefratelli 67R.S.A Fatebenefratelli 104Assist. e comp. Case di Riposo 278Animazione in Casa di Riposo -S. Lorenzo 28Assist. e comp. a domicilio 125Spesa a domicilio 91Accompagnamento a visite mediche 28Espletamento pratiche amministrative 58

Ambulatorio Consuntivo 2° trimestre 2010

- Visite ambulatoriali generiche 20- Richieste visite specialistiche 8- Richiesta esami lab. 3- Richiesta esami radiologici -- Richiesta interventi -- Richiesta esami strum. 2

Servizio di consulenza psicologica

Su appuntamento presso AMBULATORIOtelefonando al mattino al n. 041-2410347o al 041-5224745

Il Messaggio 3-2010:Il Messaggio n3luglio06 7-07-2010 15:08 Pagina 19

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IL MESSAGGIO 2120 IL MESSAGGIO

L'assassinio di mons. Luigi Padovesecostituisce motivo di seria riflessione sul-l'attuale situazione politico-sociale dellaTurchia. Le circostanze in cui è maturato l'even-to, i tanti oscuri aspetti della personalitàdell'omicida, il suo passato e soprattuttole sue frequentazioni recenti gettanodelle ombre inquietanti sull'intera vicen-da e sulle inevitabili conseguenze neirapporti con i Paesi occidentali e special-mente con l'Unione Europea. Occorrefare chiarezza sulle circostanze in cui l'e-pisodio è maturato, se è vero che al pre-sule l'autista è stato imposto dal gover-no, se l'assassino aveva personali rap-porti con i Lupi Grigi, il gruppo naziona-lista coinvolto nell'attentato di Alì Agçàal papa Giovanni Paolo II, se è vero chemons. Padovese dovette rinunciare, permotivi non legati alla sua salute, alla pre-vista trasferta a Cipro in occasione dellavisita del papa Benedetto XVI. Rimane,inoltre, inspiegabile l'inusuale modalitàdi trasporto a Milano del feretro con lespoglie mortali del coraggioso vescovo.Indubbiamente vanno chiariti tutti irisvolti di questa torbida vicenda, com-presa la possibile connessione con la for-zatura del blocco di Gaza da parte di unanave turca sulla quale erano imbarcati“pacifisti” che hanno suscitato, fin dallapartenza, non pochi sospetti nel coman-dante del cargo, venuto a diverbio con icapi di quel gruppo che aveva sequestra-to una parte della nave impedendonel'accesso all'equipaggio.

Ma lo scenarioin cui gli eventisi sono consu-mati è più com-plesso edinquietante. Daun lato appareclamorosamen-te pretestuosala forzatura delblocco, dalmomento chegli aiuti umani-tari a Gaza non sono mai stati impeditidal governo di Gerusalemme, fatti salvi idebiti controlli per impedire che affluis-sero missili ed armi di contrabbando.Semmai, per ammissione degli stessiPalestinesi, è Hamas ad impedire la rico-struzione e a favorire il più redditiziocontrabbando, oggi reso più difficile daipiù severi controlli messi in atto anchedall'autorità egiziana. Perché proprio uncargo turco è stato utilizzato per creareun casus belli che inevitabilmente avreb-be dovuto provocare la sdegnata reazio-ne dell'Occidente nei confronti dei “per-fidi” israeliani strangolatori della poverapopolazione di Gaza? Non sono casualile “spontanee” manifestazioni di prote-sta inscenate in Turchia con il tradiziona-le sventolio di bandiere palestinesi, néritengo casuale la visita del PrimoMinistro Recep Tayyipp Erdog'an - lea-der del partito islamico moderato - aKonya, l'antica apocalittica Iconio, cittàsanta che ospita le spoglie mortali del

LA TURCHIA:AMBIGUITÀ TRA MODERNTÀE RISCOSSA ISLAMICAIn memoria di mons. Luigi Padovese

di Maurizio Del Maschio

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IL MESSAGGIO 2120 IL MESSAGGIO

grande mistico musulmano MevlanaRumi, una delle roccheforti dell'islàmturco.In verità, le reazioni della Santa Sede edel mondo cattolico in generale sonoapparse piuttosto prudenti e fiacche. LaTurchia islamica è terra ancora oggibagnata dal sangue di numerosi martiricristiani, non solo cattolici. Poche voci silevano per denunciare soprusi e restrizio-ni inconcepibili in un Paese occidentale.Dopo la tragica scomparsa di mons.Padovese, rimangono ancora poche vociche si levano alte e schiette a denunciarele difficoltà in cui il cristianesimo ed altrefedi religiose sono costrette a sopravvive-re nei Paesi musulmani, in particolare inTurchia. Fra esse vi è quella di p. ShamirKhalil, un gesuita egiziano nato e cresciu-to in un ambiente cristiano sempre incal-zato e minacciato dal soverchiante e tota-lizzante mondo islamico. Forse mons. Padovese ha pagato per lasua esplicita denuncia espressa semprecon un linguaggio chiaro, non condizio-nato da remore diplomatiche, fedele alrichiamo evangelico “il vostro linguaggiosia sì sì, no no; il resto viene dalMaligno”. Mons. Padovese sapeva benequali rischi correva, così come lo sannotutti coloro che non seguono la fede diMaometto e vivono nel mondo islamico.C'è chi ha più coraggio nella testimo-nianza e chi ne ha meno: il coraggio nes-suno può darselo da sé, come lamentadon Abbondio nel grande romanzo man-zoniano. La Turchia è un Paese in tumultuoso svi-luppo economico. Chi vi si reca, ha l'im-pressione di essere in un moderno Paese

occidentale: autostrade, città moderne epulite, un'ospitalità turistica impeccabile,innumerevoli monumenti, siti archeolo-gici di grande prestigio e testimoni diuna plurimillenaria storia, servizi confor-tevoli, un'igiene quasi maniacale, almenonella sua parte occidentale e più visitata.Tuttavia, questi indici non sono sufficien-ti a “promuovere” quel Paese e farloentrare nell'Unione Europea, comemolti leaders politici europei auspicano.L'Europa deve comprendere che il dia-logo si fa in due e entrambi devono rico-noscere e rispettare una piattaforma diregole comuni, altrimenti anziché un dia-logo si realizza un doppio monologo chenon porta a nulla. Essa deve abbandona-re la sua miope visione del futuro legatasolo all'economia e alla finanza; deveriscoprire e difendere i suoi valori tradi-zionali, conquistati a prezzo di lacrime esangue e basati non sul laicismo ma suun'autentica laicità. L'ingressonell'Unione Europea non può prescin-dere dall'osservanza di quei principi dilibertà personale e sociale che formanola Carta dei Diritti dell'Uomo e delCittadino, base irrinunciabile dellemoderne società occidentali. Oggi il governo turco è posto di frontead un bivio: o continuare nella sua politi-ca di congelamento del processo didemocratizzazione, di allontanamentodall'Occidente e di rafforzamento deisuoi legami con il mondo islamico (inparticolare con l'Iran e la Siria) o ritor-nare alla linea politica tracciata del suofondatore: Mustaphà Khemàl, ancoraorgogliosamente chiamato “Padre deiTurchi” e artefice della moderna Turchia.

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IL MESSAGGIO 2322 IL MESSAGGIO

Medici a Venezia di Giampaolo Contemori

Il dottor C. aveva progettato quel week-enddi giugno in maniera minuziosa.H. 6,40 imbarco a San Nicoletto sul Ferry. H.7,15 arrivo al Tronchetto e ritiro macchina ingarage. H. 7,30 appuntamento al PiazzaleRoma con il pullmann dei ragazzi di donBepi in partenza verso Serdes per ricordareil grande prete, ma soprattutto, la loro giovi-nezza. Al piazzale Roma la moglie sarebbesalita sul Pullmann e lui li avrebbe seguiti inmacchina. Lei avrebbe ciacolato a piacere, elui, finalmente solo con la sua amante, neavrebbe teneramente accarezzato il volante,odorato il cuoio dei sedili, ascoltato le vibra-zioni dei pistoni, cullato dalla voce sensualedi Nora Jones. Che non tutto sarebbe anda-to nel verso giusto lo capì subito, al risveglio.Il cielo era livido, le montagne, dal Lido,apparivano nere di pioggia, faceva freddo. Ildottor C. prevedeva di lasciare i “Ragazzi” aSan Vito e, interrotto l’idillio con la sua Audi,riabbracciare la moglie, ormai con la linguaesausta, e trasferirsi a San Martino diCastrozza per l’annuale cerimonia del trava-so dei geranei. Partito con il ferry, si trovòsubito a poppa di un enorme gigante delmare, una di quelle navi da crociera cheicombono su Venezia, ne deturpano la lineadel cielo, ne scassano le fondamenta (i cab-basisi, direbbe il commissario Montalbano).Tant’è con una di quelle in bacino, ti adeguied il ferry doveva seguire lentamente l’arca,facendo saltare, oltre ai nervi, tutti gli appun-tamenti del dottor C. che si sentiva preso ingiro da una decina di imbecilli che a poppa,lassù in alto, lo salutavano allegramente conle manine, convinti di coinvolgerlo in un“vogliamoci bene” universale. Al dottor Cvenne in mente il suo meraviglioso professo-re di greco del liceo che, bloccato sul Pontedella Libertà da una coda di turisti li definì

“ciurma dellac a f o n e r i ad ’ I t a l i a ” .ONORE ALPROFESSORROSSI ED ATUTTI I CADUTI IN NOME DELLALIBERTA’ DAL TURISTA INVASORE.Presa così la macchina al Tronchetto ed arri-vati in ritardo al Piazzale Roma, con tutti i“ragazzi” già in ebollizione (il loro problemaè di arrivare in orario a pranzo), via, parten-za verso Serdes. Per chi non la conosce,Serdes è una frazione di San Vito di Cadore.Arrivati a San Vito, giri sulla sinistra verso ilBoite, si passa su un vecchio ponte e risalìl’altra sponda. Alla stessa altezza di San Vito,a meno di un chilometro, ti ritrovi in questopaesino, senza un bar con un’unica pension-cina che, al colmo della fantasia, si chiama“Cadore”, quattro vecchiotti senza età equattro giovani che ci vengono a dormire lasera. Odore di fieno e di letame. La piccolachiesa ci accoglie, al termine della strada:dentro un affresco alla maniera deiBassanesi, costretto dietro una grata di ferromessa apposta per deturpare tanta bellezza,all’altare una statuina di legno, piena di colo-ri, San... non so chi con un’accetta bella scol-pita sulla fronte. Mi sono dimenticato di direche tutte queste cose il dottor C. le ha vistedopo mezz’ora perché, al bivio di Serdes,rapito dalla voce sinuosa della Jones, avevatirato diritto ed era quasi arrivato a Cortina.Ufficialmente, per la moglie ed i Ragazzi, siera fermato a far benzina. Dopo la messa,tutti a San Vito sotto una pioggia battente e,finalmente, pranzo: ristorante “Paradiso”, unnome, un programma. Il dottor C e la mogliesi accomodarono ad un tavolo con un’altracoppia ed in fondo al tavolo, a destra

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IL MESSAGGIO 2322 IL MESSAGGIO

“Gaina”. Gaina, vulnus Gallina, per la suasomiglianza, di profilo ed anche difronte,con il noto pennuto, era il “nonsolo” di DonBepi, suonatore di campane, lucidatore diinginocchiatoi, ordinatore del Patronato,idolo dei nostri scherzi infantili, sordo comele suddette. Il dottor C è amante del KMzero a tavola, serpenti in India, cavallette inAfrica, in Australia canguri. Se sei a SanVito, polenta, capriolo e fave. Gallina ordinatrenette allo scoglio con gamberoni. Il dottorC sogghigna. Arrivano i primi. Suona iltelefonino del nostro eroe che, per parlare intranquillità, abbandona il tavolo ed esce.Torna. Tutti serviti tranne lui. Guarda consospetto il piatto di Gallina dove vede l’in-confondibile color verde delle fave, il mar-roncino del capriolo in salmì. Alle sue rimo-stranze Gallina, sordo, ma che ormai si èmangiato già metà piatto confondendocapriolo con gamberoni, risponde: “Ottimo!”.Il dottor C si mangia, a 1200 metri d’altez-za, sotto il nevischio, trenette ai gamberonicon Cabernet. Il marito dell’altra coppia glipropone di pagare al “Gallina”, per defini-zione povero ed affamato, il conto assieme.Il dottor C, ormai in confusione mentale,accetta.Gallina, che fa fatica a dirigere i

gamberoni al capriolo, si fa anche un whi-skey. Il dottor C si alza, paga, saluta la com-pagnia e parte per San Martino. La Rosettae il Sass Maor al mattino sono candidi, l’ariaè fredda, piove, riscaldamento acceso. Unbel caffè caldo e poi, l’oppio dei popoli, “”IlGazzettino”. Digeriti i gamberoni, il dottorC sfoglia la cronaca di Venezia. Accidenti !Dopo tante disgrazie ecco finalmente unmedico che fa onore alla sua professione. Ildottor Z, giovane professionista veneziano,medico ospedaliero, vince il premio XY. Ilbrillante collega, non ancora quarantenne,tra le varie benemerenze, è autore di ben 252pubblicazioni ! Il dottor C allibisce. L’invidialo attanaglia. Ma che bischero di medicosono , balbetta tra sé e sé, mentre gli torna sul’ultimo pezzetto d’aglio delle sue trenettedel giorno prima. Il collega, in dieci anni,forse meno, pur lavorando, minimo, trentot-to ore la settimana, ferie, distrazioni umane,bisogni fisiologici, sonno: 252 pubblicazioni !25,2 pubblicazioni all’anno ! Più di due pub-blicazioni al mese. Una ogni 15 giorni !Geniale ! Caro dottor C, non vali un piffero.Anche Gallina ti ha fregato il capriolo con lefave. Accontentati dei gamberoni. Va in pen-sione !

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IL MESSAGGIO 2524 IL MESSAGGIO

Qualche anno fa, quando si parlava diun’imminente crisi economica, siamo statirassicurati all’insegna dell’ottimismo, per-ché l’Italia – col suo sistema bancario – nonavrebbe avuto nulla da temere. Il nostroPresidente del Consiglio, proprio in queigiorni, si mostrava alle telecamere e aigiornali, mentre si dava allo shopping, einvitava chiunque a seguirlo. Mi domandocon quali soldi. Inutile ribadire che lepotenzialità economiche di Berlusconi,avendo a disposizione un ingente patrimo-nio, esulano da quelle di gran parte degliitaliani. Il Ministero dell’economia, divul-gava notizie rassicuranti e ottimiste (miviene in mente Tonino Guerra, in una vec-chia pubblicità: «Gianni!!!! L’ottimismo èil profumo della vita!»). La stampa – quel-la stessa che si vorrebbe mettere a tacerecon la «legge bavaglio» - sovversiva, pessi-mista e di sinistra, invece, sollevava i cosid-detti falsi allarmismi che non avrebberogiovato in alcun modo all’economia e albenessere del nostro Paese.Dopo un paio di anni eccoci qui, a fronteg-giare una crisi globale che non risparmianessuno. Nessuno proprio? A ben vederesembra che non sia così: la super manovraeconomica di Tremonti prevede un perio-do di austerity che tocca soprattutto idipendenti pubblici, col blocco degli sti-pendi, dei contratti e di qualsiasi possibilitàdi un’indennità di pensione ragionevole; ipensionati, gli operai e, soprattutto, ledonne che – dopo aver passato la vita acurare mariti, a crescere figli e a lavorareper sbarcare il lunario senza avere i servizidestinati alle donne di altri paesi europei –ora dovranno aspettare 65 anni per andarein pensione.Coloro che hanno sottovalutato l’entitàdella catastrofe economica godevano e

continuano agodere di pri-vilegi, difen-dendo i propriinteressi ebeneficiando,p a r ado s s a l -mente, dellacrisi istituzio-nale che metteil Paese inginocchio: ci sono alcuni parlamentari chehanno contratto mutui da circa ottomilaeuro al mese: mi domando che cosa abbia-no comprato! Ci sono pure conduttori tele-visivi che hanno compensi annui da capo-giro ma passano per intellettuali di sinistra(perché i comunisti non ci sono più). LaCostituzione – attaccata da quanti hannoridotto la pratica politica alla personalizza-zione del potere – costituisce l'unicobaluardo al delirio di onnipotenza di chi haridotto la Nazione ad operare nella logicaeconomica dell’impresa e del capitale, pro-prio quando il capitale e la «finanza creati-va» hanno mostrato tutta la loro fallacia.Quegli stessi che ci convincono dellanecessità del mercato e della bontà dellesue regole hanno anche sopito il nostrosenso civico che, soprattutto tra i più gio-vani, dovrebbe essere insegnato a scuola.Sì, proprio quella scuola che viene sistema-ticamente smantellata dalla politica iniquadi coloro che negano all'istruzione qualsia-si valore in nome della cieca competizionee della retorica delle eccellenze, senzasapere che la scuola serve a tutti e che leeccellenze sono solo esigua minoranza. Sipotrebbe fare della dietrologia e doman-darsi se il collasso della scuola pubblica (avantaggio delle scuole confessionali, vedi ilcaso della Regione Lombardia che dà soldi

Ri-parliamone!… sottovoce di Luigi Ricci

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IL MESSAGGIO 2524 IL MESSAGGIO

ai ricchi per mandare i figli nelle scuole pri-vate, che sono sfacciatamente confessiona-li) non sia frutto di un freddo calcolo: unpopolo ignorante e mansueto è più facileda governare; i cittadini devono limitarsi aconoscere i messaggi proposti attraverso laTV ormai strumento biecamente politico,una volta nelle mani di alcuni partiti, ora inquelle del Presidente del Consiglio: idolodell’italiano medio che vede la propria rea-lizzazione in festini erotici tenuti alla pre-senza di ventenni compiacenti e arriviste,disposte a tutto in cambio di un Ministeroo di guadagni spropositati e dubbi.La mia generazione, cresciuta negli anni

Ottanta, in possesso di un titolo di studio,che lavora nella prospettiva della preca-rietà, cosa deve aspettarsi? Che cosa atten-de le frange più deboli della popolazione,per intenderci coloro che guadagnanoottocento Euro di pensione e ne paganoseicento di affitto, dopo aver lavoratoduramente per una vita? Allo stato attualeil nulla e l’incertezza per il futuro. Midomando ogni giorno che cosa si potrebbefare, ma di una cosa sono certo: che è ora diribellarsi a questo stato di cose e di inizia-re a dire a voce alta no.

… e le stelle stanno a guardare.

Guerra agli “Spin doctors”. E guerra sia.Oggi i creatori d’opinioni, gli Spin doctors,appunto, sono le persone più pericoloseche si possono trovare in circolazione. Unsistema stratificato e organizzato, qualun-que esso sia, correrebbe dei rischi enormise non alzasse le sue difese. Gli Spin doc-tors sono un prodotto anglosassone. Lacapacità degli Spin doctors nel tesseretrame e relazioni per poi dare in pastoall’opinione pubblica notizie avvelenate,non ha limiti. Queste notizie “intossicate” efatte di mezze verità, hanno degli effettidevastanti contro le strutture organizzate,anche complesse, e le singole personeimpreparate o non adeguatamente protet-te. Urge una difesa. Molti vertici aziendalipensano che con una buona rassegna stam-pa, possibilmente on-line, si possa control-lare l’opinione pubblica e il suo orienta-mento. Oppure che con un buon addettostampa si possa tenere a bada la pubblicaopinione e le dicerie. Ma la cosa non è cosìsemplice come si crede. Generalmente glispin doctors sono molto preparati tecnica-

mente (sonoaddetti stampaloro stessi) e simuovono perobiettivi ben defi-niti; inoltre, essirappresentano, disolito, un gruppoche generalmenteha un grosso bud-get a disposizioneda investire per il conseguimento dell’ope-razione. Il problema è che questi professio-nisti sono difficilmente individuabili per inon addetti ai lavori. Gli spin doctors crea-no degli scenari delimitanti del pensieropensabile. In questa maniera la decrittazio-ne o la lettura degli scenari stessi divente-rebbe molto difficile. Sun Tzu e VonClausewitz (strateghi militari) sostenneroche le informazioni erano basilari per labuona riuscita della guerra. La comunica-zione moderna applica lo stesso principio.In un mare d’informazioni si rischierebbeveramente di naufragare in mezzo alle

Spin Doctors di Francesco Bergamo

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IL MESSAGGIO 2726 IL MESSAGGIO

notizie false, intossicate, devianti o vere.Non c’è più il tempo per analizzare bene idati , o meglio i vertici delle aziende nonhanno il tempo necessario per seguire lacomunicazione moderna. Inoltre, i suddettivertici sono specializzati in ben altre cose ehanno solo un’idea parziale di cosa sia lacomunicazione. Molti si affidano alle stati-stiche, credendo, così, di poter ovviare aldilemma della scelta da prendere. Le stati-stiche sono un falso sostegno e quasi sem-pre sono imprecise e parziali.Da tutto questo s’intuisce che oggi saperleggere un giornale nel senso classico nonha più valore. Serve allora un metodo. Nelcaso mancasse il metodo, allora servirebbeun analista. La comunicazione ha fattopassi da gigante, ma le combinazioni perleggere gli scenari poggiano sempre sullestesse basi. Ma il fulcro di tutto è e rimanel’uomo. E l’uomo, naturalmente, si muovesolo con il consenso che è, poi, alla base ditutto. Spesso nella lettura degli eventi si dàsempre la massima importanza all’indica-tore economico, però erroneamente. Ilsegreto consiste nel capire prima il movi-mento a livello embrionale della fabbrica-zione del consenso o della pubblica opinio-ne e solo dopo si potrà passare all’indica-tore economico. Perché è sempre l’uomoche agisce. L’uomo parla, scrive, pubblica,si muove, crea contatti, tesse trame, si legacon degli accordi d’interesse, frequenta ipropri simili e quant’altro. Dunque èimportantissimo vedere subito i primi fer-menti di un’opinione pubblica pro o controun determinato argomento. È fondamenta-le capire sul nascere se qualcuno ha mon-tato un attacco denigratorio contro la pro-pria figura professionale, posizione socialeo altro. Solo così si potrà controbattere conla giusta determinazione e decisione. In talmodo si raggiungerà l’efficacia dell’azionedifensiva. Vedute chiare e cristalline, allo-

ra. Queste permetterebbero al vertice diavere un ventaglio in più delle eventualicontromosse che, naturalmente, favoriran-no quella più idonea al raggiungimentodello scopo. Per arrivare a questo servonodei professionisti con competenze di uncerto spessore, non facilmente reperibilisul mercato. Tanto per essere ancora piùprecisi: una relazione con la descrizionedegli scenari deve avere anche un codiced’attendibilità della fonte. Una relazionenon deve necessariamente divulgare lafonte di provenienza della notizia o del-l’informazione che può essere ottenuta invia riservata : la fonte deve essere sempreprotetta, ma deve mettere al corrente il let-tore, in questo caso il vertice, che la fonteha un grado d’attendibilità pari ad A el’informazione che ha fornito è pari a 1,dunque la somma della lettera e del nume-ro fornisce un codice d’attendibilità varia-bile con il variare di uno dei due valori. Adesempio un'altra informazione ha ungrado di attendibilità pari a B3 e via diquesto passo. Poi sarà il vertice che pren-derà la decisione, certo, ma con la certezzadi averla presa con la propria testa esoprattutto basandosi su dei dati di cui sene condividono le caratteristiche e l’atten-dibilità. La valutazione non è facile, eccoperché servono le relazioni con i codici diattendibilità della fonte. Nel campodell’Infowar, per esempio, si parte damolto lontano e con altri argomenti percolpire da un’altra parte. Infatti i grandigruppi economici possono tranquillamentestanziare anche milioni di euro o di dollariper creare un movimento pro o contro undato argomento o un certo prodotto com-merciale. Attenzione, non stiamo parlandodi fantasie, perché a Parigi esiste un’appo-sita scuola (Ecole de guerre économique)dove insegnano proprio a pianificare o adifendersi da questo tipo di attacchi.

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IL MESSAGGIO 2726 IL MESSAGGIO

IL CAPPELLINO di Antonella Debora Turchetto

Frequentano l'ambulatorio distrettualedel centro storico, al G.B.Giustinian,molte signore di una fascia d 'età più cheadulta. Infatti,Venezia, è una città la cuipopolazione è statisticamente tra le piùanziane d' Italia, superata solo da centriliguri e da poche altre enclaves. Al di làdegli aspetti umani più pregnanti chel'incontro con persone che hanno moltovissuto ti propone, sono spesso affascina-ta dallo stile nell'abbigliamento, negliaccessori e più generale nella cura del séche, nonostante l'oggettiva fatica di vive-re da anziani esse sanno portare avanti.Ci sono le nonne super sprint, taglio dicapelli cortissimo,abiti di linea sciol-ta,semplici e pratici da indossare veloce-mente al mattino,quando inizia la lorocorvée di mamme vicarie : nipoti da por-tare all' asilo, pranzi da preparare,grandefamiglia ancora da accudire e tutelare).Sanno cogliere il meglio della modernitàe della praticità, arrivando persino adindossare i mocassini o le sneakers. Poic’è la “signora elegante“, intesa comepersona che dell'essere alla moda ocomunque elegante ha fatto una prioritàdurante tutta la sua vita. E allora acco-stamenti di colori impeccabili, scarpedecolté, tacco tre centimetri, tagli d’abitosartoriali; addirittura si vedono manichecon taglio raglan e a kimono, abitini atubino classico o robe manteau tre quar-ti o persino sette ottavi. Le giovani figliedei grandi magazzini di oggi, probabil-mente non sanno neanche di cosa stiaparlando. Ciò che soprattutto mi affasci-na però deriva dal modo di porsi delle

ultraottan-tenni chevivono soleormai damolti anni,m a g a r isenza figli,nipoti ocompagno.Per loro ilmondo digrazie fem-minili diriferimentoè tratto dalla rivista Marie Claire di 50anni fa. Le sottovesti sono di seta pesan-te fatte dalla sartina che cuciva la bian-cheria a domicilio, tinte pastello, avorio ocipria. Talora le portano sopra lamaglietta di cotone in filo di Scozia bian-co per proteggere la schiena dai colpi difreddo, ma rigorosamente senza rinun-ciare al fru-fru della biancheria di seta.Le camicette sono con la cravatta a fioc-co o di piquet bianco con colletto roton-do, fermato al centro da una spilla antica.Il golfino, in questo ultimo caso,è rigoro-samente blu. Il cappotto in velour e ilfoulard piegato a triangolo a guisa disciarpa, i guanti sono di rigore come lo èd'estate il ventaglio. Ciò che soprattuttomi delizia il cuore sono i cappellini ed igesti che mani gentili, esitanti per l'one-re degli anni, ma sicure per sapienza,accompagnano il loro ri-indossare dopola visita. E' il ritorno alla loro armonia,collocata in un mondo femminile senzatempo.

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“Questo picciolo è l’originale, e la palad’altare è la copia” . Da questa frase diSebastiano Ricci, scritta in una lettera alconte Giacomo Tassi di Bergamo , il 14novembre 1731, Giuseppe Pavanello,Presidente del Comitato regionale per lecelebrazioni di Sebastiano Ricci a 350anni dalla nascita (1659-2009), ha pensa-to di realizzare una mostra di bozzetti edisegni dal titolo “Sebastiano Ricci. Iltrionfo dell’invenzione nel Settecentoveneziano” e di altri maestri del primoSettecento Veneto, “nella consapevolez-za del ruolo cruciale che il bozzetto rico-pre nella civiltà rococò, di cui il nostropittore è l’interprete più accreditato agliinizi del secolo XVIII”. Ad accompagna-re i capolavori del Ricci (Belluno 1659-Venezia 1734) - artista bellunese, vene-ziano d’adozione, pittore di gran presti-gio nel mondo, creatore di un’ artenuova, ricco di esperienze acquisite nelsuo vagare per l’Italia, (Bologna, Parma,Milano, Roma, Firenze) e per l’Europa(Londra, Parigi, Vienna e i paesi tede-schi) -, sono state esposte le opere di arti-sti a lui contemporanei, Giovanni MariaMorlaiter suo omologo nella scultura,Giambattista Tiepolo, GiambattistaPiazzetta, Antonio Pellegrini, GirolamoBrusaferro, le caricature di Anton MariaZanetti il Vecchio dell’Album Cini,Antonio Molinari, Antonio Bellocci,Antonio Balestra, Santo Piatti, NicolaGrassi, Giambattista Pittoni, gli allieviFrancesco Fontebasso, Gaspare Diziani,bellunese come il maestro. Committenti del Ricci, furono il ducaRanuccio II Farnese, il principe Colonna,

il Gran Principedi Toscana ,L o r dB u r l i n g t o n ,Giorgio Id ’ Inghi l terra ,V i t t o r i oAmedeo diSavoia, gli impe-ratori LeopoldoI e Carlo VI. La rassegna dicapolavori, com-plessivamente61 opere, è alle-stita nel Centroespositivo “Le Sale del Convitto” allaFondazione Giorgio Cini, nella straordi-naria Isola di San Giorgio Maggiore.Scenario unico. Creatività, invenzione, armonia, colore,luce, movimento, sono le qualità dei suoicapolavori, rivalutando l’importanza deibozzetti che sono “l’originale”, essendoin loro trasmessa la prima scintilla del-l’originalità dell’artista. Se ne citano alcuni conservati a Venezia:“Il doge e il popolo di Venezia accolgonoil corpo di San Marco” in basilica di SanMarco; “Ratto delle Sabine” a palazzoBarbaro; “Angeli che scolpiscono la sta-tua della Madonna” e “La statua dellaVergine trasportata dagli angeli” in chie-sa San Marziale; “Mosè che fa scaturirel’acqua dalla roccia”, “scene di batta-glia”, “Apelle ritrae Campaspe”,“Madonna con il bambino e l’angelocustode che salva un bambino”, “Sognodi San Giuseppe”, “Il sacrificio di

Sebastiano Ricci,il trionfo dell’invenzionenel ‘700 veneziano di Maria Teresa Secondi

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Polissena”, “Baccanale”, alle Galleriedell’Accademia. “Abbiamo voluto produrre culturasecondo una linea che mantiene la tradi-zione ma anche innova, iniziata otto annifa” sono le parole di Pasquale Gagliardisegretario dell’Istituto Giorgio Cini,all’inaugurazione. Il ricco catalogo“Sebastiano Ricci. Il trionfo dell’inven-zione nel Settecento Veneziano” a curadi Giuseppe Pavanello (Marsilio) checorreda la mostra, riporta l’introduzionedi Giovanni Bazoli, Presidente dellaFondazione Giorgio Cini, il quale ha evi-denziato come gli eventi espositiviseguano un convegno di studi e ricerchee rappresentino il punto di arrivo di unpercorso precedente di ricerca; l’introdu-zione del curatore e di Angelo Tabaro,Segretario regionale alla Cultura, alla cuisensibilità si devono molte iniziative; itesti di Giuseppe Pavanello, Adriano

Mariuz, Annalisa Perissa Torrini, MonicaDe Vincenti, corredati da 139 prezioseillustrazioni. Il volume è stato dedicato aFranca Zava, recentemente scomparsa,quale riconoscimento ad una studiosa“di straordinaria bravura e di ecceziona-le umanità, che tanti tributi fondamenta-li ha dato al Settecento veneziano”. Ogni mercoledì la visita è gratuita per iresidenti nel Veneto, un evento culturaleche rievoca tempi antichi in usanza nel-l’antica Grecia. La mostra rimarrà aper-ta fino all’11 luglio a San Giorgio. (ABelluno, per chi è in vacanza tra leDolomiti, fino al 29 agosto si potrannoammirare le opere nella Chiesa di SanPietro, al Museo Civico, a PalazzoCrepadona, e a Feltre, nel MuseoDiocesano Arte Sacra) . Un consiglio aiveneziani e ai foresti: andate a vederla,ne rimarrete entusiasti. Info: www.cini.it – tel. 199199111

Anno di grazia per la Musica il 1810 perla nascita di due sommi musicistiromantici: Fryderik Chopin e RobertSchumann. Per completare il quadrodirò che nel 1811 vede la luce Liszt enel 1813 nascono Verdi e Wagner. Unquintetto di geni musicali che lasciaun’impronta colossale nella Storia dellaMusica. Comincerò a ricordare Chopinche nasce il 22 febbraio 1810 aZelazowawola, a pochi chilometri daVarsavia, da Nicolas un emigrato fran-cese della Lorena e da Justina TeclaKrzyzanowska. Dopo pochi mesi dallanascita il padre, che insegna francese,porta la famiglia a Varsavia nel palazzoSaski sede del Liceo. Qui il piccoloFryderik impara a leggere e scrivere

ricevendo dallamadre (discretapianista) i primirudimenti musica-li. Affidato poi adAdalbert Zymny,questi si accorgepresto di avere unallievo di eccezio-nale talento. A sette anni il bimbo com-pone la sua prima polacca, dedicata alsuo maestro. Visto il progresso sbalor-ditivo del giovinetto, i genitori lo affi-dano ad un grande docente e cioè JosefElsner che, come lo Zywny, intuiscesubito di trovarsi di fronte ad un verotitano della tastiera, al quale non c’èalcunché da insegnare. Chopin comun-

1810: Anno di nascitadi Chopin e Schumann di Angiolo Zoni

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que segue il nuovo maestro dal 1826 al1829, creando nuove composizioni. Lageniale bravura dell’improvvisare sullatastiera mette in evidenza una tecnicadi alto virtuosismo., Dopo un trionfaleconcerto a Varsavia, punta su Vienna,Monaco e Lipsia. Il 2 novembre 1830, inoccasione del secondo viaggio aVienna, s’interrompe il primo idillioamoroso con la coetanea CostanzaGladkoska a causa del divieto di ritor-nare a Varsavia perché ritenuto “esulepolitico”. Ed è proprio a Vienna cheChopin ha notizia della ribellione diVarsavia contro la guarnigione russa,ribellione presto soffocata da una fero-ce rappresaglia. Lo studio n. 12 dell’o-pera 10, denominato “La caduta diVarsavia”, mette in evidenza la profon-da angoscia dell’esule, dalla possentedissonanza dell’inizio fino ai poderosiaccordi finali. Stessa tecnica michelan-giolesca la troviamo nel penultimo stu-dio dell’op. 25, chiamato”Vento inver-nale”. A Monaco il poco più che ven-tenne artista presenta il suo “Concertoin mi minore” e la “Fantasia su canzonipolacche” con esito trionfale. I successisi rinnovano quando nel settembre

1831 arriva a Parigi dove incontra imusicisti Berlioz, Liszt, Mendelssohn,Rossini, Meyerbeer, le cantantiMalibran e Pasta, il pittore Delacroix, ipoeti Heine e Balzac. I teatri e i salottidell’alta nobiltà sono aperti per i suoiconcerti dove presenta sue composizio-ni con esiti deliranti. Secondo l’amicoOrlowski, Chopin fa girar la testa atutte le francesi, rendendo gelosi maritie amanti. Dopo il concerto del 25 apri-le 1835, il musicista non si sente più ingrado di affrontare le grandi folle pre-ferendo piccoli uditori. Rivede per l’ul-tima volta i suoi amati genitori aKarlsbad provando una grande gioia,come scrive alle sorelle Luisa eIsabella. Karlsbad e Marienbad gliricordano l’idillio con MariaWodzinska, idillio spezzato poi daldiniego del padre di Maria per la cagio-nevole salute del musicista. Federicoconserverà sempre le lettere di Mariacon su scritto di suo pungo “mojaBieda” (mia sventura). Accenno all’in-contro non certo fortunato del ventiset-tenne Chopin con la trentatreenneAurore Dupin, in arte George Sand,famosa scrittrice e donna di grande

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fascino, stravagante nei suoi abitimaschili e con grossi sigari in bocca,moglie del barone Dudevant e amante,tanto per citarne alcuni, di Sandeau,Mérimée, Alfred de Musset, il dottorPagello, conosciuto al Royal (oraDanieli) di Venezia mentre curava deMusset, e altri ancora. La relazione,durata dieci anni (1837-1847), secondoChopin “non durò un anno intero”,come confessa in una lettera all’amicaPotocka. Durante l’inverno 1838-1839,nella certosa di Valdemosa a Palma diMajorca, il sofferente Federico compo-ne i “24 Preludi”, i “Notturni”, la terzae quarta ballata, la Fantasia, op. 49,molte delle 59 Mazurke, la poetica“Berceuse” e la travolgente Polacca op.53. Dopo un breve soggiorno in Scozianel castello della sua innamoratissimaallieva Jane Stirling, dà il suo ultimoconcerto a Londra nel novembre 1848 afavore degli esuli polacchi. Tornato aParigi in un lussuoso appartamentomessogli a disposizione dalla suaccen-nata Stirling, confortato dalla sorellaLudwika e dall’abate polaccoJelowicki, Fryderik Chopin muore il 17ottobre 1849. Dopo i funerali nella vici-na chiesa della Maddalena, viene sepol-to nel Cimitero del Père Lachaise. Ilsuo cuore, secondo il suo desiderio,viene inviato nella Chiesa di S. Croce aVarsavia, dove si trova tuttora, con inci-so il versetto evangelico “Dovè il tuotesoro, là è il tuo cuore”.

Ed ora parliamo di Robert Schumann,musicista di altissimo valore, che meri-terebbe un lungo discorso anche perchéil catalogo delle sue opere comprendemusica per ogni genere, al contrario diquello di Chopin, che va dal teatroall’oratorio, per coro con e senza orche-stra, per pianoforte solo o con voce econ orchestra, per musica da camera

(trii, quartetti, un quintetto), per stru-menti solisti, per composizioni corali acappella o con orchestra, per composi-zioni per pianoforte a quattro mani oper due pianoforti, per organo, per imoltissimi Lieder a una o più voci conpianoforte. Robert Alexander nascequalche mese dopo Chopin, a Zwickau,in Sassonia, ed esattamente l’8 giugno1810, quinto figlio di August e JohannaSchnabel. Il padre August, che aspiravaa diventare un grande letterato, diventapoi libraio e installa nel negozio uncentro d’incontro per uomini di cultura.Fonda un giornale e diventa pure edito-re. Segue con molta attenzione l’educa-zione del piccolo Robert, affidatointanto all’organista della città anche seil bambino non dimostra particolariattitudini. Però nel 1819, assistendo adun concerto del celeberrimo pianistaMoscheles, esplode in Schumann unindescrivibile entusiasmo che dureràper tutta la vita. Il padre vorrebbe affi-darlo a Carlo Maria von Weber, ma nonsi perviene ad un accordo. Ci si orientaallora verso i grandi romantici ancheperché siamo nel momento più felicedel movimento letterario “Sturm undDrang” (Tempesta e Tormento oromanticamente Impeto e Passione),tratto dal titolo del libro di FriedrichKlinger. Al compimento dei sedici annidi età, gli muore il padre, lutto che gliprovoca un vuoto pauroso. Nel doloreimmenso ritorna alla musica con iLieder di Schubert e saranno proprio iLieder le sue prime composizioni sutesti di Byron e di altri romantici.Ultimati gli studi liceali, si iscrive, susuggerimento della madre, ma senzaentusiasmo a giurisprudenzaall’Università di Lipsia. Per fortunaincontra Friedrich Wiek, docente dipianoforte e ottimo insegnante oltreche teologo e molto colto. Schumann

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“IL GUFO” di Asolo, ha gentilmente donato alla Sezione “Arcobaleno” di que-sta Misericordia, alcuni capi di vestiario per bambini da portare nel CARCEREfemminile della Giudecca - Sezione NIDO.Ringraziamenti vivissimi!!!

diventa suo allievo e, frequentando lacasa, conosce la figlia prediletta Clara,già avviata dal padre al concertismopianistico. Fa grandi passi sotto la seve-ra e ottima scuola di Wiek, ma presto simanifestano attriti tra il vecchio con-servatore e l’allievo tenacemente pro-gressista. Volendo cambiar aria, si tra-sferisce ad Hiedelberg dove incontraprofessori amanti della musica. Fa unviaggio in Italia che lo entusiasma, inparticolare Venezia con le sue opered’arte. Tornato a casa, ha modo di assi-stere ad un concerto di Paganini, con-certo che lo esalta al punto di prendereuna grande decisione: abbandonarel’Università e dedicarsi totalmente allamusica. Ritorna da Wieck e studia com-posizione con altri maestri. Compone le“Variazioni sul tema Abegg”, nomeinesistente e corrispondente in tedescoal nome delle note: A=la, B= si bemol-le, E= mi, G=sol. Pubblicate come op. I,seguono presto “Papillions” (op. 2),“Studi su Capricci di Paganini” (op. 3) ,e “Intermezzi” (op. 4). La tredicenneClara Wiek suona, in concerto,“Papillons”, dando inizio, senza saper-lo, ad una storia di grane e tormentatoamore che durerà fino alla prematurafine del musicista. Clara vivrà altritrent’anni, facendo la concertista disuccesso e curando i cinque figli: rifiutaproposte di matrimonio anche da partedi Brahms che rimarrà sempre amicofedele. Nel 1832, con il desiderio didiventare un grande virtuoso del pia-noforte, si procura una quasi paralisialle dita, il che comporta la fine del suodesiderio. Dedicandosi alla composi-zione ed alla critica, fonda una rivista(Neue Zeitschrift fur Music) dove com-paiono suoi articoli, talvolta intrisi diimpietose stroncature. Altra disgrazia:

gli muore il fratello Giulio (e la cogna-ta Rosalia) lutto che provoca i primisegni della follia. Nonostante ciò, com-pone tre sonate e “Carnaval”, operatipicamente schumanniana con ventibrevi pezzi che costituiscono una galle-rai di maschere. Intanto l’amore traRobert e Clara diventa sempre piùtenace, avversato dall’incomprensibilegelosia del padre. Dopo il conferimentodella laurea honoris causadell’Università di Jena, il nostro Autorenel settembre del 1840 sposa la suaClara. Prima del matrimonio Schumanncompone gli “Studi sinfonici” op. 13, la“Fantasia” op. 17, i “Davidsbundler” op.6 con i due opposti simboli Florestano eEusebio, “Phantasiestucke” op. 12 e iprimi Lieder. L’attività compositivacontinua ancor più frenetica dopo ilmatrimonio con i quartetti, il quintetto,la prima Sinfonia, l’Oratorio “IlParadiso e la Peri”, il “Concerto in lamin, op. 54” per piano e orchestra,seguito da tre Sinfonie, l’opera“Genoveffa”, le scene del “Faust” diGoethe e il “Manfred” e da più di tre-cento Lieder. Dopo un soggiorno aDresda, viene nominato Direttore deiConcerti a Dusseldorf. La follia diventasempre più aggressiva tanto da sfociarein un tentativo di suicidio buttandosinel Reno (febbraio del 1854). Salvato amala pena, viene ricoverato per dueanni in una clinica di Bonn, confortatodalle visite frequenti di Clara e dell’a-mico fedele Brahms. Il 29 luglio 1856finisce, con la morte, il penoso tormen-to di questo sommo musicista. Oltre aimolti capolavori musicali, agli articolidi critica illuminata e, talvolta, acre epungente, Schumann ha il merito diaver riconosciuto per primo la grandez-za di due suoi amici, Chopin e Brahms.

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Accade spesso che, quando si rilegge sulgiornale l’articolo che si è inviato per lastampa, si occupa qualche refuso o qualcheerrore. Il più delle volte la cosa non rivestemolto importanza perché il testo non vieneviolato in modo tanto grave da stravolgereil pensiero di chi ha scritto. Quando però sitratta di numeri è necessario precisare.Infatti nel precedente articolo ho introdot-to la presentazione dei centenari festeggia-ti nella casa di risposo dei S.S. Giovanni ePaolo, indicando l’alta percentuale di pre-senza di centenari nel Comune di Veneziain riferimento alla totalità della loro esi-stenza in tutta Italia. Il numero totale erainfatti indicato in 150/160 e non in 150.000.Se tale fosse stata la quantità di centenariin Italia, i 33 veneziani sarebbero stati benpoca cosa. Ma anch’io ho mancato nei con-fronti di almeno due centenarie, che nonho elencato perché il loro compleanno èavvenuto in epoca notevolmente prece-dente a quella presa in considerazione daquesta serie di articoli che si riferisconoall’anno 1980 e seguenti. Ho ripetutamen-te scritto che non ho avuto l’accortezza dicompilare un diario e pertanto i miei ricor-di sono supportati da ritagli di giornale,tenuti alla rinfusa. Ebbene, due ritagli siriferiscono al raggiungimento del traguar-do del secolo da parte della SignoraAdelaide Mazziol, veneziana, classe 1870 edella Signora Elvira Visentin, nata aTreviso il 22 aprile 1871. Mi sembra corret-to ricordare anche la loro esistenza tantopiù che entrambe, data la rarità dell’avve-nimento, furono premiate con una meda-glia d’oro, come i vincitori delle olimpiadi.La prima nuova centenaria del 1984 fu laSignora Teresa Faresini che era di casanell’Istituto, essendovi ospitata da benventitré anni, quando non era ancora

ottantenne. IlGazzettino cosìcommentava lafesta: “Una cande-lina lunga un seco-lo. Ancora unacentenaria allaCasa di Riposodei SantiGiovanni e Paolo. A festeggiare il secolo divita è stata, ieri mattina, nel repartoNicopeja, Teresa Faresini, nata a Venezia il16.1.1884 ed ospite della Casa, dove èentrata il 31 ottobre 1961 da oltre 22 anni.La centenaria, rimasta nubile, non ha piùparenti vivi e quindi è stata festeggiata,dopo la messa celebrata da Mons. Visentin,dal personale della casa di riposo e dallecompagne di reparto. Non molto lucidaultimamente (ma camminava fino ad unmese fa), ha trovato, nell’occasione, un par-ticolare sprazzo di vivacità: ha spento lecandeline e tagliato la torta” . Il 13 marzodello stesso anno compiva 103 anni (4°festeggiamento) Maria Milanetto. IlGazzettino commentava: “Il personale e lecompagne “più giovani” hanno fatto coro-na alla vegliarda ultracentenaria (unrecord per la casa) che è ancora in ottimasalute. Ha mangiato, bevuto un po’ di spu-mante e risposto alle felicitazioni e ad alcu-ne domande. Il prossimo appuntamento èper il 5 maggio con la signorina ErminiaBonafé, che insegue questo prestigioso tra-guardo”. Puntuale, il 6 maggio, il giornalecommentava: “Un altro centotré alla Casadi Riposo dei Santi Giovanni e Paolo. Atagliare questo prestigioso tragurado èstata Erminia Bonafé, rodigina, nelReparto S. Caterina che la ospita dal 1966dove entrò, quale seconda ospite in ordinecronologico, allorché il reparto venne inau-

Una vita tra i centenari di Giancarlo Bottecchia

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gurato. La Bonafé, alla cerimonia di ieri(messa cantata e festeggiamenti), è riuscitaanche a tagliare la sua torta, poi assaggiatacon gusto, e a spegnere le relative candeli-ne. Aveva accanto a sé, quale damigella,quella Maria Milanetto, padovana, che isuoi 103 li ha già compiuti nello scorsomarzo e che continua a godere di ottimasalute. Gli altri appuntamenti in vista ? Il26 giugno toccherà ad Ines Boenco, vene-ziana, di compierne 101, e quindi, il 15 ago-sto, ad Ida Gennari di toccare la soglia delsecolo. C’è poi un uomo, il tenente genera-le medico Francesco Maiorca, palermita-no, che raggiungerà pure i cent’anni di vitail 15 ottobre prossimo. Costituisce il “fioreall’occhiello” della Casa di Riposo, dalmomento che, come si sa, per gli uomininon è facile arrivarci. Un apristrada peraltri ?. Clamoroso, per l’interesse sollevato,fu il centesimo compleanno della SignoraIda Gennari Taranto (zia del notissimoattore Nino Taranto), nata il 15 agosto1884 a Trieste da madre croata e padreavvocato e docente universitario a Trieste,in epoca austroungarica. Il padre venivaspesso in Italia per patrocinare inCassazione. La piccola era naturalmentebilingue, ma il padre la iscrisse ad unascuola italiana dove conseguì il diploma discuola media superiore e divenne una stu-diosa, amante della letteratura italiana,intrattenendo rapporti epistolari conFogazzaro e D’Annunzio. A 22 anni, inItalia, conobbe il tenente Arturo Taranto elo sposò. L’ufficiale partecipò alla primaguerra mondiale e fu decorato al valore inseguito ad una brillante azione militare sulGrappa. Nella seconda guerra mondialedivenne generale d’armata ma, dopo l’8settembre fu deportato in Germania inGermania e poi in Russia. Ida, che lo avevasempre seguito non avendo avuto figli,restò sola e raggiunse una sorella aVenezia, dove deciso di fermarsi. Il marito

tornò nel 1945, malato e riconosciuto gran-de invalido di guerra, e lei lo accudì finoalla morte avvenuta nel 1950. Nel frattem-po non aveva abbandonato lo studio dellaletteratura contemporanea, sua grandepassione, frequentando i circoli culturalidella città, mantenendo forse per questouna straordinaria lucidità mentale anche acent’anni. Infatti, ogni mattina, appenasveglia, leggeva un paio di quotidiani.Queste ed altre notizie furono pubblicatesulla stampa locale ed una copia del“Gazzettino” venne casualmente fra lemani del Prof. Guglielmo Roehrssen, vice-presidente della Corte Costituzionale,nipote della centenaria, della quale nonaveva notizie da molti anni. Pertanto, unmese dopo la festa, il giornale pubblicavaun articolo con titolo a caratteri cubitali:“Ha ritrovato sul Gazzettino” la zia cente-naria”, e nel testo dell’articolo si legge:“Qualche giorno fa arriva al Gazzettinouna lettera del vicepresidente della CorteCostituzionale. Scrive che il nostro articologli ha fatto ritrovare una zia dalla qualenon aveva più notizie da numerosi anni. E’l’unica superstite della generazione deisuoi genitori, ed è una zia per la qualeprova anche in particolare affetto. Vuolavere sue notizie e ci prega di farle recapi-tare una lettera. Portiamo così la missiva aIda Gennari, che vive al San Giovanni ePaolo ormai da alcuni anni, Un po’ ditimore prima di consegnargliela: per certeemozioni cento anni possono essere tanti.Ma quando le ricordiamo il nome diGuglielmo Rochrssen fa un cenno d’assen-so sicuro: “certo è mio nipote”. La sor-prende un po’ la lettera che le mettiamofra le mani. Apre la busta, ci dà un’occhia-ta, forse con gli occhiali ci vedrebbemeglio, ma preferisce che gliela leggiamonoi. Due fogli dattiloscritti evocanti nomi,persone, che Ida ricorda perfettamente. Facontinui cenni d’assenso e lascia trasparire

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anche una certa soddisfazione nel sentireche un nipote è senatore, che un altroparente è professore universitario. Maforse le parole più belle sono quelle concui il Professore (che ha 74 anni) le ricordache è la sua zia preferita.Ida, anche se di mente luci-da, forse non ha voglia dimettersi a scrivere. Ci indi-rizza ad un suo nipoteveneziano, avvocato, cheprovvederà per lei. “MIsono dilungato su questoepisodio per porre l’accen-to sull’importanza chehanno, nella vita, i ricordiche si possono concentrarein una sola persona rappre-sentante un’epoca. Ed ognicentenario rappresentaun’epoca. Il 15 settembre1984 il traguardo venneraggiunto da GiuliaVoltolina che, lucida volleraccontare, fra l’altro, comesi concluse la sua carrierascolastica, cosa che vennepubblicata sui quotidiani:“Era una bimba, i genitoril’avevano mandata a scuoladalle suore. Uno dei primigiorni la sua insegnante lapunì (le punizioni alloraerano frequenti) con una“bacchettata” sulle mani.Giulia le rovesciò il bancoaddosso, uscì di classe e nonvi fece più ritorno: non hapiù imparato a scrivere, masi è tolta una soddisfazione,e lo dice ancora con orgo-glio. “All’Ammiragliomedico Francesco Maiorca,che ha completato il secolo

il giorno 15 ottobre 1984, ho già dedicatoun intero articolo. In attesa del Capodanno1985 la Nuova Venezia pubblicava ilseguente servizio fotografico:

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Le strade veneziane e i NIZIOLETI

“NIZIOLETI” in vernacolo significalenzuoletti (piccole lenzuola) e sonoquei riquadri o targhe bianche con leparole scritte in nero che appaiono suimuri delle case agli angoli delle calli, deicampi, delle fondamente, delle salizzade,delle rughe, dei rioterà, delle corti e deicampielli, e sui quali sono evidenziati inomi di quei luoghi. Tanto per comincia-re, per i non veneziani, le “calli” sonodelle strade strette, a volte strettissime; “icampi” sono paragonabili alle piazze opiazzette della terraferma e si chiamanocosì perché un tempo non erano ricoper-ti dai caratteristici “masegni” (mattoni intrachite), ma venivano coltivati; le “fon-damente, sono quelle strade che costeg-giano i canali; le “salizzade” sono stradeche un tempo erano pavimentate; le“rughe” sono strade che però hannopreso questo nome, come francesismo,dalle “rues” francesi; i “rioterà” sonodelle strade che un tempo erano canali eche sono stati successivamente interrati;i campielli sono dei “campi” più piccoli ele corti erano piccoli cortili antistanti lecase padronali. Fatta questa distinzionedelle vie di comunicazione veneziane,citiamo alcuni “nizioleti” che rendonocuriosa e caratteristica la toponomasticaveneziana.

“ PPOONNTTEE DDEELLLL’’AANNCCOONNEETTTTAA””.Intorno al 1600 alcuni giovani devoti allaMadonna si unirono in confraternita edesposero alla pubblica venerazione, nellachiesa di San Marcuola (SS. Ermagora eFortunato) una immagine della BeataVergine.A seguito di alcuni litigi sorti colcapitolo della chiesa i giovani trasporta-

rono l’immagine della Madonna in unpiccolo oratorio costruito da loro stessiche venne chiamato “AANNCCOONNEETTTTAA””,diminutivo di ““aannccoonnaa””, derivante dalgreco ““eeiikkòònn”” che significa appunto““iimmmmaaggiinnee””.

“ CCAALLLLEE DDEELL RRIIMMEEDDIIOO (( oo RREEMMEE--DDIIOO))””.. Pare che questa denominazioneprovenga dal vino “MMAALLVVAASSIIAA””, ven-duto appunto in quel luogo. In gergopopolare questo vino veniva chiamato“rriimmeeddiioo oo rreemmeeddiioo”” perchè si credevache avesse poteri di rinvigorire le mem-bra e svegliare lo spirito.

“ RRAAMMOO DDEE FFRREEZZZZAARRIIAA””.. Era chia-mato così un tratto di contrade nellequali sorgevano dei negozi di ffrreeccccee e irelativi venditori erano i ffrreezzeerrii che, nel1576, a seguito della peste, morirono ingran parte. Alcune leggi del secolo XIVci fanno conoscere che i Veneziani eranoobbligati ad esercitarsi nel ““ttrraarr ddii bbaallee--ssttrraa”” e che i Capi Contrada dovevanoiscrivere tutti gli uomini del loro circon-dario, dai 16 ai 35 anni, dividerli in schie-re e mandarli, una volta alla settimana (i plebei di festa e i nobili in altra giorna-ta) a ““ffrreecccciiaarree”” al bersaglio al Lido diVenezia.

“SSOOTTTTOOPPOORRTTEEGGOO DDEE LLAA FFUURRAA--

Curiosità veneziane

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TTOOLLAA””.. Sottoportego era un sottopas-saggio in una casa per unire due calli. La““ffuurraattoollaa”” era una botteguccia simile aquelle dei pizzicagnoli ove si vendevapesce fritto e altri mangiari confezionatiper la povera gente (… e ce n’era tanta aquei tempi ! ).

Il vocabolo ffuurraattoollaa deriva da foro,essendo tali bottegucce degli stanziniangusti al piano terreno. Potrebbe anche,detto vocabolo, derivare dal barbaricoffuurraabboollaa che equivale a “tteenneebbrraaee””,,essendo quelle botteghe molto scure eannerite dal fumo.

Ai ““ffuurraattoolleerrii”” era vietato di vendere

generi riservati ai ““lluuggaanneegghheerrii”” (pizzi-cagnoli o salumai), né condire i cibi concacio, “oonnttoo ssoottiill” e altri grassi. Non erapermessa neppure la vendita del vino.

Agli impiegati era proibito tenere una “furatola”, pena perdere il posto di lavo-ro.

I preti, poi, se tenevano una “furatola” incasa diventavano “ incapaci di ognibeneficio ecclesiastico” e se la tenevanofuori casa, incorrevano in pene pecunia-rie da scontare perfino con la galera(Legge 7 aprile 1502 – Capitolare dei VIISavii

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Le ricette di nonna Silvana

IN QUESTO NUMERO NON APPAREALCUNA SUA RICETTA PERCHÉSTA DEGUSTANDO SCAMPI E ASTI-CI IN CROAZIA!!!

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