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1
Ministero della Salute Commissione Salute delle Donne
Seminario Prevenzione dei Tumori:
TRA DIFFERENZE DI GENERE E
DIFFERENZE TERRITORIALI
ATTI DEL SEMINARIO
Roma, 5 novembre 2007
Consiglio Superiore di Sanità Piazzale dell’Industria, 20
2
3
Ministero della Salute
SEMINARIO PREVENZIONE DEI TUMORI:
TRA DIFFERENZE DI GENERE
E DIFFERENZE TERRITORIALI
ATTI DEL SEMINARIO
Roma, 5 novembre 2007
Sala Consiglio Superiore di Sanità Piazzale dell’Industria, 20
A cura della Commissione Salute delle Donne
Gruppo di Lavoro 5, I tumori : prevenzione, diagnosi, terapia
4
Copia di questo volume può essere richiesta a Dipartimento di Prevenzione, Ufficio X Oppure può essere scaricata nella sezione Rapporti Internazionali del sito internet www.ministerosalute.it Stampa Ministero della Salute, Roma, gennaio 2008 Chiunque è autorizzato per fini informativi, di studio o didattici, a utilizzare e duplicare i contenuti di questa pubblicazione, purché sia citata la fonte.
5
Hanno curato il volume
Commissione Salute delle Donne - Gruppo di Lavoro 5 , I tumori : prevenzione, diagnosi, terapia Ufficio X, Dipartimento di Prevenzione – Ministero della Salute Con la collaborazione di Lorenza Pastore Sara Terenzi Hanno partecipato alla Conferenza Relatori Buzzoni Carlotta Associazione Italiana Registri Tumori Brezzi Silvia Direttore Unità Operativa Coordinamento programmi screening
Azienda Sanitaria Locale Viterbo Cossutta Maura Consigliere del Ministro, Vice Presidente della Commissione Salute
delle donne, Ministero della Salute Grazzini Grazia Osservatorio Nazionale Screening Muti Paola Direttore Scientifico IRCCS, Regina Elena, Roma Papa Rosetta Responsabile Screening Tumori sfera genitale femminile Azienda
Sanitaria Locale, Napoli 1 Pomo Vincenzo Direttore Sanitario Area Programmazione Assistenza territoriale
ARES-Puglia Rodella Donatella Dirigente medico, Direzione Sanitaria Aziendale, Azienda Sanitaria
Locale, Sassari Sartori Maita Responsabile screening oncologici Azienda Sanitaria Locale 5
Collegno- Torino Scalisi Aurora Responsabile Unità operativa screening Azienda Unità Sanitaria
Locale 3 Catania Spadafora Carmine Responsabile organizzativo screening oncologici,
Azienda Sanitaria Provinciale, Crotone Spandonaro Federico Ricercatore CEIS Università di Roma Tor Vergata Spinelli Angela Reparto Salute della Donna – Istituto Superiore di Sanità Vitelli Anna Coordinatore Progetto screening cervicocarcinoma Cosenza Segreteria tecnico-scientifica Dott.ssa Sara Terenzi DG Prevenzione, Uff. X, [email protected], 06 5994 3603 Dott.ssa Laura Cialdea DG Prevenzione, Uff. IX, [email protected], 06 5994 3985 Segreteria organizzativa Grazia Pace DG Prevenzione, Uff. X Mario Giaccio DG Prevenzione, Uff. IX Dott.ssa Lorenza Pastore DG Prevenzione, Uff. X
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INDICE PRESENTAZIONE 07 RIASSUNTO 08 Dott.ssa Sara Terenzi
PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE ONCOLOGICHE FEMMINILI 10 Prof.ssa Paola Muti
INCIDENZA E SOPRAVVIVENZA: DIFFERENZE TERRITORIALI 29 Dott.ssa Carlotta Buzzoni
ACCESSO ALLA DIAGNOSI PRECOCE E AGLI SCREENING 38 Dott.ssa Grazia Grazzini
ACCESSO ALLE CURE E CRITICITA’ ORGANIZZATIVE 52 Prof. Federico Spandonaro SCREENING: ESPERIENZE NELLE REGIONI DEL SUD
SARDEGNA Il programma di screening mammografico nella ASL1 di Sassari 68 Dott.ssa Donatella Rodella
SICILIA Screening di prevenzione del cervicocarcinoma: stato dell’arte 85 nella realtà della AUSL3 di Catania Dott.ssa Aurora Scalisi
CALABRIA La comunicazione e l’accoglienza negli screening. Esperienza della ASL di Crotone 102 Dott.Carmine Spadafora
PUGLIA La specificità degli screening avviati nella regione Puglia 112 Dott. Vincenzo Pomo
CAMPANIA Il progetto screening a Napoli: un’opportunità di riqualificazione per i consultori familiari 119 Dott.ssa Rosetta Papa
7
TAVOLA ROTONDA Coordinatore: Dott.ssa Angela Spinelli C’ è un ruolo per i consultori nella pratica della prevenzione oncologica in Italia? 128 Dott.ssa Anna Vitelli C’ è un ruolo per i consultori nella pratica della prevenzione oncologica in Italia? 135 Dott.ssa Maita Sartori C’ è un ruolo per i consultori nella pratica della prevenzione oncologica in Italia? 145 Dott.ssa Silvia Brezzi
Allegato: Programma del Seminario 150
8
PRESENTAZIONE
Questo seminario, organizzato dalla Commissione Salute della Donna, insediata dal Ministro Livia Turco l’8 Giugno 2007, è finalizzato a discutere l’impegno del sistema sanitario nella tutela e promozione della salute delle donne, in campo oncologico. L’incontro rappresenta anche una tappa del percorso di organizzazione della Prima Conferenza Nazionale sulla salute delle donne, prevista per l’8 marzo 2008.
Disponiamo di numerose indicazioni sulle principali minacce per la salute in campo oncologico, la loro priorità con particolare riguardo alle differenze di genere:
- l’incremento dell’incidenza di cancro del polmone nelle donne; - la perdita dei vantaggi delle donne meridionali, rispetto a quelle del centro
nord, nella mortalità per tumori della mammella; - i mutamenti epocali negli stili di vita e in particolare, la tendenziale scomparsa
della dieta tradizionale mediterranea e la sedentarietà; - il gradiente nord sud nell’offerta di screening; - il gradiente nord sud di sopravvivenza per tumori che rinvia verosimilmente,
oltre a differenze nella precocità della diagnosi, anche una disparità nell’accesso a cure di buona qualità;
- le problematiche emergenti legate alle terapie innovative ad alto costo contro il cancro, che rappresentano un vero e proprio “iceberg” per il sistema sanitario;
- i nuovi orizzonti della ricerca sul cancro della mammella e la sua prevedibilità con dieta e farmaci;
- le nuove opportunità per la prevenzione del cancro della cervice uterina, grazie ai vaccini anti HPV.
In che modo il Ministero della Salute trasformerà la consapevolezza di questi
problemi in indirizzi strategici, in che modo le Regioni adotteranno gli atti programmatori appropriati al contesto e in che modo le Aziende Sanitarie posizioneranno i servizi per affrontare questi problemi sul campo? Quale il ruolo dei consultori familiari, sapranno individuare la specificità della loro missione anche nella prevenzione oncologica e nella promozione della salute? Sono in grado le Regioni meridionali di mobilitare e valorizzare le proprie migliori risorse per far fronte al gap di prevenzione ed assistenza di cui soffrono le loro popolazioni?
9
Riassunto
Sara Terenzi Membro della Commissione Salute delle donne Dirigente medico, Direzione Generale della Prevenzione, Ufficio X, Ministero della Salute, Roma
Il 5 novembre 2007, presso il Consiglio Superiore di Sanità, si è svolto il seminario dal titolo: ”Prevenzione dei tumori: tra differenze di genere e differenze territoriali”, organizzato nell’ambito delle attività della Commissione Salute delle Donne.
Questo seminario, finalizzato a discutere l’impegno del sistema sanitario nella tutela e promozione della salute delle donne, in campo oncologico, rappresenta una tappa del percorso di organizzazione della Prima Conferenza Nazionale sulla salute delle donne, prevista per l’8 marzo 2008.
La giornata si è stata articolata in una prima analisi dei principali problemi per la salute delle donne in Italia, limitatamente al cancro ed ai suoi rischi, poi, in una seconda analisi della prevenzione secondaria, ed in una terza analisi relativa al ruolo dei consultori nella prevenzione oncologica.
Dopo una breve introduzione alla giornata del Dottor Greco e della dottoressa Maura Cossutta, che hanno sottolineato come determinati socio-economici ed un diverso approccio di genere possano influire sullo stato di salute della donna stessa, in particolare nel condizionare disuguaglianze tra il Nord ed il Sud dell’Italia e come il miglioramento dello stato di salute della donna determini il miglioramento dello stato di salute del Paese.
Dalle relazioni che sono seguite, è emerso quanto segue. Gli stili di vita ed i comportamenti alimentari non corretti condizionano pesantemente
lo stato di salute delle donne che si ammalano di patologie un tempo attribuite maggiormente all’uomo. Tra queste, vanno menzionate le patologie cardiovascolari, ed in particolare, il tumore del polmone, oltrechè, ancora in modo considerevole e nonostante le continue campagne di screening, di tumore alla mammella. Ancora oggi, il tumore alla mammella è la prima causa di morte per la donna (1/4 di tutte le diagnosi di tumore effettuate nelle donne negli ultimi tempi, peso analogo nel quinquennio precedente) . Essendo la popolazione femminile anziana (il 30% della popolazione femminile ha 60 anni) più numerosa di quella maschile (il 22% della popolazione maschile ha 60 anni), si osservano più tumori femminili.
Si è sottolineato come, tra gli anni 1980-2004, nell’arco di età compreso tra i 14 e i 29 anni, l’ abitudine al fumo, sia rimasta ugualmente diffusa tra le donne, mentre sia ridotta per gli uomini della stessa età. Ciò ha incrementato l’incidenza del tumore del polmone nelle donne.
E’ emersa la notevole diffusione di programmi di screening oncologici che, seppur in maniera ancora poco omogenea sul territorio nazionale, comunque molto utile se contemporanea anche alla realizzazione di interventi di prevenzione primaria come si stanno già realizzando per dissuadere dal fumo e da altri fattori di rischio. Un trial per una valutazione formale del setting screening oncologici per interventi di prevenzione primaria su fumo e attività fisica sarà avviato nel 2008, finanziato del Ministero della Salute in 3 regioni (Toscana, Emilia Romagna e Piemonte) con il coordinamento del CSPO. L’offerta della diagnosi precoce oncologica per le donne italiane è cresciuta, i programmi di screening
10
aumentano la parità all’accesso ma persistono disuguaglianze territoriali e sociali. La sfida per la Sanità pubblica è il superamento di queste differenze.
I programmi di screening non sono più un’idea di pochi ma un dovere delle ASL, un momento di riqualificazione dei consultori familiari. Essi dovrebbero essere all’interno di un Dipartimento di Prevenzione, in cui un’Unità Operativa coordina i programmi, basati su un progettazione dinamica e partecipata con il coinvolgimento tutti gli operatori sanitari e di un numero sempre maggiore di donne, validati da monitoraggi e verifiche. La qualità della prestazione sta nella capacità di adattare l’offerta attiva alle caratteristiche di quella determinata popolazione bersaglio. Il Modello di assistenza oncologica deve essere basato sulla presa in carico del paziente oncologico attraverso un sistema organizzativo-funzionale, con percorsi diagnostico-terapeutici altamente strutturati e con vari livelli di coordinamento: distrettuale, ospedaliero, zonale, e regionale.
11
PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE ONCOLOGICHE FEMMINILI
Dott.ssa Paola Muti Direttore Scientifico IRCCS, Regina Elena, Roma
12
Diapositiva 1
Prevenzione delle Patologie Oncologiche Femminili
Paola MutiScientific Director
Italian NCI “Regina Elena”Roma, Italy
Prevenzione dei Tumori: Tra Differenze di Genere e Differenze Territoriali
Diapositiva 2
Sustainable Prevention of Breast Cancer
• To avoid RX during childhood and adolescence
• To breastfeed • To avoid Progestins during postmenopause• To perform physical activity• To avoid weight gain during adult age• To avoid at high GI and high fat content
food
13
Diapositiva 3
Sustainable Prevention of Breast Cancer
• To avoid RX during childhood and adolescence
• To breastfeed • To avoid Progestins during postmenopause• To perform physical activity• To avoid weight gain during adult age• To avoid at high GI and high fat content
Diapositiva 4
Breast Cancer Following Radiotherapy and Chemotherapy Among Young Women with Hodgkin
Disease
Alkilating Ag. or Pelvic RTBreast Dose RT NO Yes
Cases/Controls RR Cases/Controls RR
< 4 Gray 9 /38 1 6 /38 0.64.0-23.1 13 /26 2.1 16 /34 1.7
23.2-37.1 22 /27 5.0 7 /34 1.237.2-61.3 23 /31 7.2 6 /29 1.5
Trevis et al JAMA 2003
14
Diapositiva 5
Sustainable Prevention of Breast Cancer
• To avoid RX during childhood and adolescence
• To breastfeed• To avoid Progestins during postmenopause• To perform physical activity• To avoid weight gain during adult age• To avoid at high GI and high fat content
Diapositiva 6
Number of Children and Breast Cancer Risk
Num. Children
Cases Contr. Crude RR C.I 95%
0 48 35 1 1-3 96 83 0.84 0.50-1.43 4-6 70 75 0.68 0.39-1.17 7-9 39 50 0.57 0.31-1.04 10+ 8 47 0.12 0.05-0.28
Lane-Claypon, 1926
15
Diapositiva 7
Breast Cancer & Reproductive FactorsMetanalysis of 47 Studies in 30 Countries
(50302 case and 96973 control subjects)
• A child reduces BC risk by 7%• Breastfeeding reduces BC risk by 3.4%• Breastfeeding for at least 12 months reduces
BC risk by 4.5% • To anticipate the first pregnancy by one year
reduces BC by 3%
• Collaborative Group on Hormonal Factors in Breast Cancer, Lancet 2002;
Diapositiva 8
Sustainable Prevention of Breast Cancer
• To avoid RX during childhood and adolescence
• To breastfeed • To avoid Progestins during postmenopause• To perform physical activity• To avoid weight gain during adult age• To avoid at high GI and high fat content
16
Diapositiva 9
EPIC/E3N: Rischi relativi di cancro della mammella in funzione dEPIC/E3N: Rischi relativi di cancro della mammella in funzione del tipo el tipo di terapia ormonale sostitutiva e della durata del trattamentodi terapia ormonale sostitutiva e della durata del trattamento
(Fournier, Berrino, (Fournier, Berrino, ClavelClavel, BCRT 2007), BCRT 2007)
Durata Estrogeni + Estrogeni +progesterone progestinici
sintetici0 1 1< 2 anni 1.0 (0.8-1.4) 1.7 (1.4-2.0)2-4 1.0 (0.7-1.5) 1.7 (1.4-2.1)4-6 1.1 (0.7-1.8) 1.9 (1.5-2.4)7+ anni 1.0 (0.6-1.7) 2.1 (1.7-2.8)
Diapositiva 10
Diminuzione delle prescrizioni di TOS e diminuzione dell’incidenza del carcinoma mammella negli USA dopo la pubblicazione del WHI (NEJM 2007)
17
Diapositiva 11
Sustainable Prevention of Breast Cancer
• To avoid RX during childhood and adolescence
• To breastfeed • To avoid Progestins during postmenopause• To perform physical activity• To avoid weight gain during adult age• To avoid at high GI and high fat content
Diapositiva 12
Sys Review on Breast Cancer & Physical Activity(Monninkhof, 2007)
18
Diapositiva 13
Sys Review on Breast Cancer & Physical Activity(Monninkhof, 2007)
Diapositiva 14
Physical Activity and Survival After Breast Cancer Diagnosis (Holmes 2005)
Met Equiv Task RR Recurrence RR BC Mortality<3 1 13-8.9 0.83 0.809-14.9 * 0.57 0.5015-23.9 0.66 0.56?24 0.74 0.60
* Approximately 30 min/day fast walking
19
Diapositiva 15
Sustainable Prevention of Breast Cancer
• To avoid RX during childhood and adolescence
• To breastfeed • To avoid Progestins during postmenopause• To perform physical activity• To avoid weight gain during adult age• To avoid at high GI and high fat content
Diapositiva 16
Breast Cancer Risk as a Function of Body Weight
911<.0011.651.511.331.211Post-menopausaHRT-
4940.530.921.041.191.201Post-menopausaHRT+
4740.460.830.910.950.781Pre-menopause
N°cases
Ptrend>7568-7462-6757-61<56Weight
(Kg)
Lahmann et al, Int J Cancer. 2004;111:762-71
Relative Risk
20
Diapositiva 17
Free Estradiol-BMI and Risk of Breast Cancer
JNCI, 2003
Diapositiva 18
Sustainable Prevention of Breast Cancer
• To avoid RX during childhood and adolescence
• To breastfeed • To avoid Progestins during postmenopause• To perform physical activity• To avoid weight gain during adult age• To avoid at high GI and high fat content
21
Diapositiva 19
Cancer Mortality in a Cohort of 1.300.000 residents in Corea over a 10-year Study period
Men* RR• All cancers 1.27• Pancreas 1.71• Liver 1.59• Leukemia 1.53• Esophagus 1.36• Colon-rectum 1.28• Stomach 1.16
Women* RR• All cancers 1.31• Cervix 2.50• Breast 2.23• Pancreas 1.71• Liver 1.28• Lung 1.39
(Jee et al JAMA 2005)*Exposure Type 2 Diabetes or fasting glucose higher then 125 mg/dl at recruitmen
Diapositiva 20
I# II III IV P trend Glucose Adjusted RR* 1 1.09
(0.48-2.44) 1.21
(0.51-2.85) 2.76
(1.18-6.46) 0.02
No. case/control 15/73 14/63 14/66 26/63
# Reference category* Relative Risk (95% Confidence Intervals); Adjusted for age and BMI
Glucose Metabolism and Breast Cancer Risk in Premenopausal Women
CEB&P. 2002
22
Diapositiva 21
Diapositiva 22
RCT on Diet Intervention for Breast Cancer Prevention
• WHI, healthy women, intervention:to reduce fat intake to 20% of calories obtained from fat & increase veg and at least 5 servgs. fruit intakeHR for BC=0.91 (95% CI, 0.83-1.01)
• WINS, early stage breast cancerIntervention: to reduce fat intake to 15% of calories obtained from fatHR for BC recurrence=0.76 (95%CI, 0.60-0.98)
• WHEL, early stage breast cancer,Intervention: to reduce fat intake to 15% of calories obtained from fat & increase veg and fruit intakeHR for BC recurrence=0.96 (95% CI, 0.80-1.14)
23
Diapositiva 23
WHI Low-fat Diet Pattern and Invasive Breast Cancer
48.835 randomized healthy postmenopausal women
Intervention: to reduce fat intake to 20% of energy and to increase veg and fruit intake to at least 5 serving/dayContrl: No reduction in fat intake was requested
Follow-up 8.1 years (10 years before)
Stopped early trial
Diapositiva 24
HR = 0.91 (0.83-1.01)
WHI 2006: Effect of Fat Intake Reduction
24
Diapositiva 25
Wins Study2437 Randomized women diagnosed and treated for early stage BC (age 48-79) who had a fat intake of 20% calories from fat
Intervention: 15% of calories obtained from fatComparison Group: general information on dietary guidelines
Follow-up: 5 years (over 7 years)
Stopped early study (Interim Analysis)
Diapositiva 26
25
Diapositiva 27
Whel Study3088 Randomized women diagnosed and treated for early stage BC (age 18-70)
Intervention: 15% of calories obtained from fat, 5 veg. servings/day, 30gr of fiber/dayComparison Group: information on the “5-a-day” dietary guidelines
Follow-up: 7.3 years
Completed study
Diapositiva 28
WHEL StudyEstimates of Disease Free and All Cause Mortality
(Pierce, 2007)
26
Diapositiva 29
0
50
100
150
200
250Vegetables
Fruits
Potatoes
Legumes
Cereal Products
Cakes
Sugar Products
Vegetable oils
Margarines
Butter
MilkDairy Products
Eggs
Fresh Meat
Processed Meat
Fish products
Sauces
Tea
Coffee
Soft drinks
Alcohol
Juices
PotsdamHeidelbergEPIC
German Females
0
50
100
150
200
250Vegetables
Fruits
Potatoes
Legumes
Cereal Products
Cakes
Sugar Products
Vegetable oils
Margarines
Butter
MilkDairy Products
Eggs
Fresh Meat
Processed Meat
Fish products
Sauces
Tea
Coffee
Soft drinks
Alcohol
Juices
GreeceEPIC
Greek Females
Slimani et al., PHN, 2002
Future Challenges for Public Health
Diapositiva 30
Prevalence of BC Risk Factors in ItalyFasting Glucose
UomoDonnaProgetto Cuore, 2003
27
Diapositiva 31
Prevalence of BC Risk Factors in ItalySedentary Life Style
UomoDonnaProgetto Cuore, 2003
Diapositiva 32
Prevalence of BC Risk Factors in ItalyObesity
UomoDonnaProgetto Cuore, 2003
28
Diapositiva 33
Estimated Cancer Incidence and Mortality 1970-2010All Cancers – 0-84 years – Italian Women
Lombardia CampaniaStandardized Incidence rate (EU standard)
Standardized Mortality rate (EU standard)
Observed rate
Source: I Tumori in Italia
Diapositiva 34
Future Challenges for Public Health
Lifestyle Factors:
High SaturatedFat Intake
High RefinedCarbohydrateIntake
Low VegetableIntake
Low PhysicalActivity
Chronic Diseases:-Breast & ProstateCancer-CVD-Diabetes mellitus
Overweight, Obesity
HyperinsulinemicInsulin Resistance
Health Problem
Determinants
Determinants
Contributing Factors
29
Diapositiva 35
Prospective Studies in Diabetic Women:Risk of Breast Cancer
• Hospitalized Type 2 Diabetes Patients in DenmarkRR = 1.2 (95%CI 1.1-1.2)
• Hospitalized Type 2 Diabetes Patients in Sweden• RR = 1.3 (95%CI 1.2-1.4)• Nurses health Study
RR = 1.2 (95%CI 1.0-1.4)• Cancer Prevention Study II
RR = 1.3 (95%CI 1.1-1.5)Metanlysis of the studiesRR = 1.25 (95%CI 1.19-1.30)
(Wolf et al. Lancet Oncol 2005)
Diapositiva 36
ORDET: RR di cancro mammario in funzione dei quintili di carico glicemico della dieta
Premenopausa I II III IV VIMC < 25 1 1.8 3.3 3.1 5.6IMC ? 25 1 1.9 2.3 1.4 2.2PostmenopausaIMC < 25 1 2.9 3.3 3.0 5.7IMC ? 25 1 1.0 0.6 1.0 0.9
Sieri et al, Am J Clin Nutr, in press
30
INCIDENZA E SOPRAVVIVENZA: DIFFERENZE TERRITORIALI
Dott.ssa Carlotta Buzzoni Associazione Italiana Registri Tumori
31
Diapositiva 1
INCIDENZASOPRAVVIVENZAMORTALITA’
5 novembre 2007
Dott.ssa Carlotta BuzzoniAIRTUM - Associazione Italiana Registri TumoriUO Epidemiologia Clinica e Descrittiva, CSPO FirenzeGruppo di lavoro AIRTUM – Carlotta Buzzoni, Roberta De Angelis, Paola Zambon, Pina Candela, Lucia Mangone
Differenze di genere nei dati dei Registri Tumori Italiani
Diapositiva 2
www.registri-tumori.it
32
Diapositiva 3
I tumori più frequenti in Italia
Primi cinque tumori in termini di frequenza
Diapositiva 4
Primi cinque tumori in termini di frequenza per fascia d’età
Prima dei 65 anni:
ogni 3 diagnosi di tumore una è di tumore della mammella
33
Diapositiva 5
La popolazione femminile è più anziana di quella maschile
• Il 22% della popolazione maschile ha almeno 60 anni
• Quasi il 30% della popolazione femminile ha almeno 60 anni
• Più donne anziane più tumori femminili
I tumori e l’età
Diapositiva 6
Rischio cumulativoProbabilità di sviluppare un tumore o di morire nel corso della vita Tutti i tumori (escluso cute)
AnniNascita
54 64 74 840
12
59
Un caso ogni
Un decesso ogni
7
24
4
11
3
6
34
Diapositiva 7
I tumori e l’età – INCIDENZA tassi grezzi e standardizzati
AIRTUM: Tutti i tumori escluso cute, femmine - tassi di incidenza grezzi e standardizzati
0
100
200
300
400
500
600
1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002
Tasso grezzo Tasso standardizzato
Diapositiva 8
I tumori e l’età – MORTALITA’ tassi grezzi e standardizzati
AIRTUM: Tutti i tumori escluso cute, femmine - tassi di mortalità grezzi e standardizzati
0
50
100
150
200
250
300
350
1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002
Tasso grezzo Tasso standardizzato
35
Diapositiva 9
Tutti i tumori (escluso epiteliomi della cute)
Tassi età specifici - scala logaritmica
I tumori e l’età
1
10
100
1000
10000
0-4
5-9
10-1
4
15-1
9
20-2
4
25-2
9
30-3
4
35-3
9
40-4
4
45-4
9
50-5
4
55-5
9
60-6
4
65-6
9
70-7
4
75-7
9
80-8
4
85+
classe di età
tass
o (x
100
.000
)
Maschi Femmine
Diapositiva 10
Quali tumori determinano questo fenomeno?
36
Diapositiva 11
Tutti i tumori (escluso cute) Incidenza, femminetassi std pop. europea per Registro e periodo (93-97 vs 98-02)
1998-2002
0 50 100 150 200 250 300 350 400 450
SalernoRagusa
NapoliSassari
MacerataAlto Adige
UmbriaBiella
TrentoPOOL
TorinoVarese
Firenze e PratoVeneto
GenovaReggio Emilia
Friuli Venezia GiuliaModena
RomagnaFerraraParma
Standardized rate(x 100.000)
1993-1997
0 50 100 150 200 250 300 350 400 450
RagusaSalerno
NapoliSassari
MacerataUmbria
Alto AdigeTorinoVarese
ModenaPOOL
FerraraGenova
Reggio EmiliaTrento
Firenze - PratoVeneto
RomagnaParmaBiella
Friuli Venezia Giulia
Standardized rate(x 100.000)
Diapositiva 12
Mortalità – Tutti i tumori:
diminuzione delle differenze geografiche
37
Diapositiva 13
1998-2002
0 20 40 60 80 100 120 140
SalernoNapoli
RagusaMacerata
Alto AdigeSassariTrentoUmbria
BiellaPOOL
GenovaFirenze e Prato
VenetoFriuli Venezia Giulia
TorinoRomagna
VareseReggio Emilia
ParmaModenaFerrara
Standardized rate(x 100.000)
1993-1997
0 20 40 60 80 100 120 140
NapoliSalernoRagusaSassari
MacerataUmbria
Alto AdigeRomagna
Firenze - PratoPOOL
GenovaModena
TorinoVareseVenetoFerraraTrentoParma
Friuli Venezia GiuliaBiella
Reggio Emilia
Standardized rate(x 100.000)
Mammella femminile Incidenza tassi std pop. europea per Registro e periodo (93-97 vs 98-02)
Diapositiva 14
Incremento incidenza per età tra due periodi: tassi età specifici
38
Diapositiva 15
Survey GISMA da www.osservatorionazionalescreening.it
Mammella femminileDiffusione dei programmi
di screening
Diapositiva 16
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
3,0
3,5
4,0
Piemonte Veneto EmiliaRomagna
Toscana Umbria Sicilia Centro-nord
Sud
Unknown Advanced Early
1:1
1:2
Mammella femminileTassi standardizzati di incidenza per regione
e stadio del tumore (50-69enni) Casi incidenti nel 1997-2001
STUDIO IMPATTO
39
ACCESSO ALLA DIAGNOSI PRECOCE E AGLI SCREENING
Dott.ssa Grazia Grazzini Osservatorio Nazionale Screening
40
Diapositiva 1
PREVENZIONE DEI TUMORI TRA DIFFERENZE DI GENERE E DIFFERENZE TERRITORIALI
Roma 5 novembre 2007
Accesso alla diagnosi precoce e allo screening
Dr.ssa G. GrazziniCSPO Istituto Scientifico Prevenzione Oncologica
Osservatorio Nazionale Screening
MINISTERO DELLA SALUTE
Diapositiva 2
o Ministero della Salute – CCM
o Regioni
o Osservatorio Nazionale Screening
Estensione dei programmi di screening raccomandati
Equità di accesso (LEA)
Monitoraggio della qualità
ONS 2007
41
Diapositiva 3
MA QUAL E’ LA DIFFUSIONE DELLA
DIAGNOSI PRECOCE E DEI
PROGRAMMI DI SCREENING IN
ITALIA?
ONS 2007
Diapositiva 4
Indagine ISTAT ”Multiscopo sulle famiglie 2005”sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari
ONS 2007
11 milioni 600 mila donne nel 2004-
2005 hanno fatto almeno una volta
nel corso della vita un pap test (70,9%
della popolazione femminile della
stessa età)
42
Diapositiva 5
Indagine ISTAT ”Multiscopo sulle famiglie 2005”sulle condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari
ONS 2007
5 milioni 143 mila donne di 50-
69 anni hanno fatto la
mammografia almeno una volta
nella vita (71% della
popolazione femminile della
stessa fascia di età)
Aumento del 60% Aumento del 60%
circa rispetto a 10 circa rispetto a 10
anni faanni fa
Diapositiva 6
Donne (%) di età 25-64 che, in assenza di sintomi o disturbi, si sono sottoposte a Pap-test, per macro-aree. Anni 1999-2000 e 2004-2005. Fonte indagine ISTAT “Multiscopo sulle famiglie 2005” (modificata)
+ 2,2%70,9 %68,7 %Totale
- 1,3% 52,0 %53,3 %Italia Insulare
+ 2,0%52,5 %50,5 %Italia Meridionale
+ 2,5%78,1 %75,6%Italia Centrale
+ 3,4%85,1%81,7%Italia Nord Orientale
+ 2,6%79,5%76,9%Italia Nord-Occidentale
Differenza2004-20051999-2000
ONS 2007
43
Diapositiva 7
Donne (%) di età 50-69 che, in assenza di sintomi o disturbi, si sono sottoposte a mammografia, per macro-aree. Anni 1999-2000 e 2004-2005. Fonte indagine ISTAT “Multiscopo sulle famiglie 2005” (modificata)
+12,9%71,0%58,1%Totale
+12,7%50,7%38,0%Italia Insulare
+11,5%51,3%39,8%Italia Meridionale
+10,1%77,5%67,4%Italia Centrale
+14,4%85,7%71,3%Italia Nord Orientale
+15,7%79,5%63,8%Italia Nord-Occidentale
Differenza2004-20051999-2000
ONS 2007
Diapositiva 8
ONS 2007
+12.9%71.0%58.1%Totale
+13.7%65.5%51.8%Licenza elementare o niente
+6.9%73.6%66.7%Licenza Media
+9.3%79.3%70.0%Laurea e Diploma Superiore
Differenza2004-20051999-2000
Donne (%) di età 50-69 che, in assenza di sintomi o disturbi, si sono sottoposte a mammografia, per titolo di studio.Anni 1999-2000 e 2004-2005. Fonte multiscopo ISTAT
Primo impatto Primo impatto
favorevole di favorevole di
prevenzione prevenzione
secondaria su secondaria su
diseguaglianzediseguaglianze di di
accessoaccesso
44
Diapositiva 9
Donne (%) di età 50-69 che, in assenza di sintomi o disturbi, si sono sottoposti a mammografia , secondo chi ha consigliato l’ultimo controllo
Anni 1999-2000 e 2004-2005. Fonte multiscopo ISTAT (modificata)
100%34.3%19.0%17.2%29.2%Totale
100%38.9%16.4%20.5%23.9%Licenza elementare o niente
100%32.6%20.3%16.5%30.1%Licenza Media
100%28.2%22.0%12.2%37.4%Laurea e Diploma Superiore
TotaleProgramma Screening
Consiglio Specialistica
Consiglio MMG
Propria Iniziativa
ONS 2007
Diapositiva 10
Screening cancro del collo dell’utero (25-64 anni). PASSI, 2005
Tratto da Gallo T et al V° Rapporto Annuale Osservatorio Nazionale Screening
ONS 2007
Motivo principale per cui si è fatto l’ultimo Pap-test:
•Su consiglio medico (31%)•Lettera della ASL (24%) •Di propria iniziativa (44%)
Probabilità di aver effettuato un Pap-test:
Chi non ha ricevuto né la lettera né il consiglio del medico (27%)Chi ha ricevuto solo il consiglio del medico (74%)Chi ha ricevuto solo la lettera (56%)Chi ha ricevuto entrambi i suggerimenti (83%)
Tra le donne che hanno effettuato almeno un Pap-test, il 61% ha effettuato l’ultimo esame in una struttura pubblica e il restante in una struttura privata
45
Diapositiva 11
Screening mammografico (50-69 anni). PASSI, 2005
Tratto da Gallo T et al V° Rapporto Annuale Osservatorio Nazionale Screening ONS 2007
Perché si fa la mammografia (motivo principale):
•Lettera della ASL (44%) •Di propria iniziativa (29%)•Su consiglio medico (26%)
Probabilità di aver effettuato una mammografia:
Chi non ha ricevuto né la lettera né il consiglio del medico (21%)Chi ha ricevuto solo il consiglio del medico (58%)Chi ha ricevuto solo la lettera (63%)Chi ha ricevuto entrambi i suggerimenti (75%)
L’86% delle donne che hanno effettuato almeno una mammografia ha riferito di aver effettuato l’ultimo esame in una struttura pubblica.
Diapositiva 12
Media nazionale: 14%
range: 39% Toscana 4% Sardegna
Tratto da Gallo T et al V° Rapporto Annuale Osservatorio Nazionale Screening
Percentuale di uomini e donne 50-69enni, che hanno effettuato una ricerca per sangue occulto fecale o una sigmoidoscopia nelle 14 regioni con campionamento regionale. PASSI, 2005
ONS 2007
46
Diapositiva 13
Nelle survey Nelle survey
nazionali dei nazionali dei
programmi di programmi di
screening è più alta screening è più alta
la % di donne la % di donne
rispetto agli uominirispetto agli uomini
Screening cancro colon retto (50-69 anni). PASSI, 2005
Tratto da Gallo T et al V° Rapporto Annuale Osservatorio Nazionale Screening
ONS 2007
Diapositiva 14
PROGRAMMI DI SCREENING
47
Diapositiva 15
Screening mammograficoEstensione Teorica (pop target/pop ISTAT)
% donne che risiedono in aree dove è attivo un programma di screening
83.60%
92.40%95.70%
81.20%
98.40% 98.60%
71.90%
76.70%
89.60%
45.90%
10.60%
39.30%38.30%
56.20%
76.40%78.20%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
2003 2004 2005 2006
Nord Centro Sud Italia
ONS 2007Fonte survey ONS
Diapositiva 16
Screening mammograficoEstensione Effettiva (Invitate/Popolazione Istat)
% donne che hanno ricevuto un invito a sottoporsi a mammografia
58.60%
68.70%65.60%
75.80%
41.40%
52.00% 50.30%
70.22%
62.80%65.10%
53.20%
8.90%
19.20%23.32%
20.30%
58.03%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
2003 2004 2005 2006
Nord Centro Sud Italia
ONS 2007Fonte survey ONS
48
Diapositiva 17
60,2
51,8
39,1
55,6
61,858,3
37,9
57,8
60,5
56
38,3
56,6
0
10
20
30
40
50
60
70
2004 2005 2006
Nord Centro Sud Italia
Screening mammograficoAdesione all’invito
(n° donne rispondenti/donne invitate)
Fonte survey ONSONS 2007
Diapositiva 18
66,43
82,61
49,15
63,6268,83
91,22
50,17
66,74 65,09
93,95
65,6369,01
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
2004 2005 2006
Nord Centro Sud Italia
Screening cervice uterinaEstensione Teorica (pop target/pop ISTAT)
% donne che risiedono in aree dove è attivo un programma di screening
Fonte survey ONSONS 2007
49
Diapositiva 19
46,23
36
24,2
37,74
46,65
35,61
21,01
36,71
45,62
35,7
28,68
38,49
0
10
20
30
40
50
60
70
2004 2005 2006
Nord Centro Sud Italia
Screening cervice uterinaAdesione all’invito
(n° donne rispondenti/donne invitate)
Fonte survey ONSONS 2007
Diapositiva 20
SCREENING DEL CANCRO COLORETTALEEstensione teorica nel 2005 e 2006 per area geografica
Soggetti 50-69enni
10,0460.0008,8403.000Sud - Isole
48,51.361.00029,0810.000Centro
66,14.420.00051,53.431.000Nord
44,36.240.00033,84.730.000ITALIA
proporzione sul totale dei residenti (%)
residenti in aree con programmi attivi (n)
proporzione sul totale dei residenti (%)
residenti in aree con programmi attivi (n)
Anno 2006Anno 2005
ONS 2007Fonte survey ONS 2006
50
Diapositiva 21
SCREENING DEL CANCRO COLORETTALE
Fonte survey ONS 2006ONS 2007
Diapositiva 22
50,446,5
44,6
0
10
20
30
40
50
60
2004 2005 2006
Screening del cancro colorettale Adesione corretta all’invito ad eseguire il test per il sangue occulto fecale
Primi esami
Fonte survey ONS ONS 2007
Le donne aderiscono di Le donne aderiscono di
più degli uomini più degli uomini
(47% (47% vsvs 43,5%)43,5%)
51
Diapositiva 23
Opportunità offerte dagli screening oncologici per iniziative/interventi di
PREVENZIONE PRIMARIA
Gli SCREENING per la prevenzione del TUMORE della CERVICE UTERINA
e
l’opportunità di contattare DONNE GIOVANI (che raramente hanno necessità per motivi sanitari di contattare altri operatori sanitari)
per
interventi di PREVENZIONE PRIMARIA sul FUMO
(e altri fattori di rischio)
ONS 2007
Diapositiva 24
Uno studio pilota o di fattibilità su interventi di counseling sul fumo è stato effettuato nel 2004-2006 presso il CSPO
contattando 2062 donne di cui il 27% fumatrici
Un trial per una valutazione formale del setting screening oncologici per interventi di
prev.primaria su fumo e att.fisica sarà avviato nel 2008(finanziamento del Ministero della Salute) in 3 regioni
(Toscana, Emilia Romagna e Piemonte) con il coordinamento del CSPO
ONS 2007
52
Diapositiva 25
Conclusioni
L’offerta della diagnosi precoce oncologica per le donne italiane è cresciuta
I programmi di screening aumentano la parità all’accesso
Ma…
Persistono disuguaglianze territoriali e sociali
La sfida per la Sanità pubblica è il superamento di queste differenze
ONS 2007
Diapositiva 26
53
ACCESSO ALLE CURE E CRITICITA’ ORGANIZZATIVE
Prof. Federico Spandonaro Ricercatore CEIS Università di Roma Tor Vergata
54
Diapositiva 1
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
Accesso alle cure e criticità organizzative
Federico SpandonaroUniv. di Roma Tor Vergata
Accesso alle cure e Accesso alle cure e criticità organizzativecriticità organizzative
Federico SpandonaroFederico SpandonaroUniv. di Roma Tor Vergata
Diapositiva 2
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 2 / 28
Piano nazionale della prevenzione 2005-2007
Piano nazionale della Piano nazionale della prevenzione 2005prevenzione 2005--20072007
La L. 138/2004 e l’Intesa Stato Regioni e Province Autonome del 23 Marzo 2005 sono stati la guida per la presentazione dei progetti regionali per gli screening oncologici.
La L. 138/2004 e l’Intesa Stato Regioni e Province Autonome del 23 Marzo 2005 sono stati la guida per la presentazione dei progetti regionali per gli screening oncologici.
55
Diapositiva 3
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 3 / 28
ObiettiviObiettiviObiettiviEfficacia
Riduzione mortalità evitabileAllungamento vita potenzialeRiduzione diseguaglianze
Costo – EfficaciaCosto - Effectiveness
EfficaciaRiduzione mortalità evitabileAllungamento vita potenzialeRiduzione diseguaglianze
Costo – EfficaciaCosto - Effectiveness
Diapositiva 4
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 4 / 28
56
Diapositiva 5
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 5 / 28
Diapositiva 6
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 6 / 28
57
Diapositiva 7
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 7 / 28
Diapositiva 8
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 8 / 28
58
Diapositiva 9
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 9 / 28
Diapositiva 10
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 10 / 28
Presentazione dei progetti degli Screening oncologici Regionali
3 fasi
Descrizione della situazione REGIONALE
Descrizione della situazione LOCALE
PROGETTO diattivazione
59
Diapositiva 11
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 11 / 28
Punti Critici Regionali Punti Critici Regionali Punti Critici Regionali Decisioni formalizzateValutazione dei risultati (sviluppo organizzativo, risorse, tecnologie, funzionamento del programma)Infrastruttura Regionale (dati epidemiologici, sistema informatico, formazione ed aggiornamento, promozione, valutazione della qualità, etc.)
Decisioni formalizzateValutazione dei risultati (sviluppo organizzativo, risorse, tecnologie, funzionamento del programma)Infrastruttura Regionale (dati epidemiologici, sistema informatico, formazione ed aggiornamento, promozione, valutazione della qualità, etc.)
Diapositiva 12
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 12 / 28
Punti Critici LocaliPunti Critici LocaliPunti Critici LocaliSistema Informativo (sist. centrale regionale o delocalizzato)Pianificazione (bacino di utenza, prestazioni, sedi eroganti)Gestione Inviti (Individuazione centro per gestione inviti e front office)Esecuzione Test (strutture, tecnologie e organizzazione del personale)Secondo livello diagnostico (centri di riferimento)Piano terapeutico e follow up (centri di riferimento)
Sistema Informativo (sist. centrale regionale o delocalizzato)Pianificazione (bacino di utenza, prestazioni, sedi eroganti)Gestione Inviti (Individuazione centro per gestione inviti e front office)Esecuzione Test (strutture, tecnologie e organizzazione del personale)Secondo livello diagnostico (centri di riferimento)Piano terapeutico e follow up (centri di riferimento)
60
Diapositiva 13
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 13 / 28
Informazioni dovuteInformazioni dovuteInformazioni dovuteBackground EpidemiologicoCaratteristiche generali del programmaPopolazione bersaglioSoftwareCampagna informativaModalità di invitoTest di screeningConsegna dei referti negativiApprofondimenti diagnosticiTrattamento delle lesioniAspetti comunicativiFormazione del personaleMonitoraggio del programma
Background EpidemiologicoCaratteristiche generali del programmaPopolazione bersaglioSoftwareCampagna informativaModalità di invitoTest di screeningConsegna dei referti negativiApprofondimenti diagnosticiTrattamento delle lesioniAspetti comunicativiFormazione del personaleMonitoraggio del programma
Diapositiva 14
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 14 / 28
Differenze organizzative (1/3)Differenze organizzative Differenze organizzative (1/3)(1/3)
ESEMPIO: Screening del Cancro Colonretto – Liv. 0 screening
Fonte: nostra elaborazione su indicazioni UO Regionali e Provinciali
MMGMMGMMGMMGInvito con firma del MMG
ASLInvito telefonico dalla ASL di competenza
ASLASLASLASRASR
Spedizione inviti con lettera a livello centrale (Agenzia di
Sanità Regionale) o con lettera da parte dell'ASL di
competenza
XXXSistema informatizzato
centrale (Agenzia di SanitàRegionale)
XXXXXEsclusione preventiva dei soggetti non eleggibili
XXXCampagna di informazione sanitaria
TRENTOTOSCANAPIEMONTELOMBARDIALAZIOFRIULI
VENEZIA GIULIA
Modello Organizzativo
61
Diapositiva 15
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 15 / 28
Differenze organizzative (2/3)Differenze organizzative Differenze organizzative (2/3)(2/3)
Fonte: nostra elaborazione su indicazioni UO Regionali e Provinciali
ESEMPIO: Screening del Cancro Colonretto – Liv. 1 screening
XIndicazioni da parte dell'unitàendoscopica per l'invio al II°
livello
XXXXInvito telefonico al II°livello
XXXXXRisultato del test negativo mediante lettera
XVisita Endoscopica Colonscopia
XVisita Endoscopica Sigmoidoscopia
MMGDS
Farmacia DS
MMG RE
Ritiro e consegna del kit per il FOBT in farmacia, dal MMG, nel Distretto Sanitario, nel
Reparto di Endoscopia
TRENTOTOSCANAPIEMONTELOMBARDIALAZIOFRIULI
VENEZIA GIULIA
Modello Organizzativo
Diapositiva 16
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 16 / 28
Differenze organizzative (3/3)Differenze organizzative Differenze organizzative (3/3)(3/3)
Fonte: nostra elaborazione su indicazioni UO Regionali e Provinciali
XTrentoTrento
XXToscanaToscana
XXPiemontePiemonte
XXLombardiaLombardia
XXLazioLazio
XXFriuli Venezia GiuliaFriuli Venezia Giulia
ColonscopiaColonscopiaSigmoidoscSigmoidosc..FOBTFOBTRegione/ProvinciaRegione/Provincia
ESEMPIO: Screening del Cancro del Colonretto
62
Diapositiva 17
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 17 / 28
Differenze di costo e complianceDifferenze di costo e Differenze di costo e compliancecomplianceESEMPIO: Screening del Cancro del Colonretto
*Soggetti aderenti che hanno rifiutato la sigmoidoscopia e sono stati invitati al FOBTFonte: nostra elaborazione su indicazioni UO Regionali e Provinciali
0,790,880,821,00ADERENZA ALLA COLONSCOPIA
0,520,12*0,300,30ADERENZA AL FOBT
TOSCANAPIEMONTELOMBARDIALAZIOCOMPLIANCE
€ 304,00€ 217,80€ 188,42COSTO COLONSCOPIA
€ 1,21€ 1,70€ 1,27€ 1,61Kit FOBT
€ 4,52€ 4,27€ 4,27€ 4,05FOBT
TOSCANAPIEMONTELOMBARDIALAZIOVOCI DI COSTO
Diapositiva 18
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 18 / 28
Sensibilità al COSTO (FOBT)Sensibilità al COSTO (FOBT)
Fonte: nostra elaborazione su indicazioni UO Regionali e Provinciali
1,42%€ 1.002€ 20,1230%0,91%€ 997€ 18,5820%0,51%€ 993€ 17,0310%
€ 988€ 15,480%-0,40%€ 984€ 13,93-10%-0,91%€ 979€ 12,38-20%-1,32%€ 975€ 10,84-30%
var % sul costo unitario
totale
Costo unitario totale dello screeningCosto var FOBTVar %
1,42%€ 1.002€ 20,1230%0,91%€ 997€ 18,5820%0,51%€ 993€ 17,0310%
€ 988€ 15,480%-0,40%€ 984€ 13,93-10%-0,91%€ 979€ 12,38-20%-1,32%€ 975€ 10,84-30%
var % sul costo unitario
totale
Costo unitario totale dello screeningCosto var FOBTVar %
63
Diapositiva 19
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 19 / 28
Sensibilità al costo (Colonscopia)Sensibilità al costo (Colonscopia)Sensibilità al costo (Colonscopia)
Fonte: nostra elaborazione su indicazioni UO Regionali e Provinciali
0,61%€ 994€ 134,8630%
0,40%€ 992€ 124,4920%
0,20%€ 990€ 114,1110%
€ 988€ 103,740%
-0,10%€ 987€ 93,37-10%
-0,30%€ 985€ 82,99-20%
-0,51%€ 983€ 72,62-30%
var % sul costo unitario totale
Costo unitario totale dello screening
Costo var ColonscopiaVar %
0,61%€ 994€ 134,8630%
0,40%€ 992€ 124,4920%
0,20%€ 990€ 114,1110%
€ 988€ 103,740%
-0,10%€ 987€ 93,37-10%
-0,30%€ 985€ 82,99-20%
-0,51%€ 983€ 72,62-30%
var % sul costo unitario totale
Costo unitario totale dello screening
Costo var ColonscopiaVar %
Diapositiva 20
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 20 / 28
Sensibilità alla compliance(FOBT)
Sensibilità alla Sensibilità alla compliancecompliance(FOBT)(FOBT)
Fonte: nostra elaborazione su indicazioni UO Regionali e Provinciali
-2,33%€ 96526%30%
-1,62%€ 97224%20%
-0,81%€ 98022%10%
€ 98820%0%
0,91%€ 99718%-10%
1,82%€ 1.00616%-20%
2,83%€ 1.01614%-30%
var % sul costo unitario totale
Costo unitario totale dello screeningAderenza al FOBTVar %
-2,33%€ 96526%30%
-1,62%€ 97224%20%
-0,81%€ 98022%10%
€ 98820%0%
0,91%€ 99718%-10%
1,82%€ 1.00616%-20%
2,83%€ 1.01614%-30%
var % sul costo unitario totale
Costo unitario totale dello screeningAderenza al FOBTVar %
64
Diapositiva 21
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 21 / 28
Sensibilità alla compliance(colonscopia)
Sensibilità alla Sensibilità alla compliancecompliance(colonscopia)(colonscopia)
Fonte: nostra elaborazione su indicazioni UO Regionali e Provinciali
-3,54%€ 953100,00%30%-2,53%€ 96393,00%20%-1,32%€ 97585,30%10%
€ 98877,50%0%1,32%€ 1.00169,80%-10%
2,73%€ 1.01562,00%-20%4,25%€ 1.03054,30%-30%
var % sul costo unitario totale
Costo unitario totale dello screening
Costo var ColonscopiaVar %
-3,54%€ 953100,00%30%-2,53%€ 96393,00%20%-1,32%€ 97585,30%10%
€ 98877,50%0%1,32%€ 1.00169,80%-10%
2,73%€ 1.01562,00%-20%4,25%€ 1.03054,30%-30%
var % sul costo unitario totale
Costo unitario totale dello screening
Costo var ColonscopiaVar %
Diapositiva 22
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 22 / 28
65
Diapositiva 23
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 23 / 28
8150 decessi al 2002
8150 decessi al 8150 decessi al 20022002
Diapositiva 24
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 24 / 28
66
Diapositiva 25
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 25 / 28
Diapositiva 26
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 26 / 28
Interventi pubblicivs privati
Interventi pubbliciInterventi pubblicivs privativs privatiC/E
Età Scr0 ω
67
Diapositiva 27
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
F. Spandonaro: Accesso alle cure e criticità organizzative 27 / 28
Riflessioni finaliRiflessioni finaliRiflessioni finaliMigliorano i dati di mortalitàPersistono differenze
GenereGeograficheIstruzione (?)
Interventi sanitari vs “non sanitari”Persistono differenze di
Organizzazione (efficienza)Costo, Compliance, …C/E
Quali rapporti fra interv. Pubblici e Privati?
Migliorano i dati di mortalitàPersistono differenze
GenereGeograficheIstruzione (?)
Interventi sanitari vs “non sanitari”Persistono differenze di
Organizzazione (efficienza)Costo, Compliance, …C/E
Quali rapporti fra interv. Pubblici e Privati?
Diapositiva 28
Prevenzione dei tumori tra differenze di genere e geografiche - Roma, CSN, 7.11.2007
www.ceistorvergata.it/sanita
Federico [email protected]
www.ceistorvergata.it/www.ceistorvergata.it/sanitasanita
Federico SpandonaroFederico [email protected]@uniroma2.it
[email protected]@ceistorvergata.it
68
SCREENING: ESPERIENZE NELLE
REGIONI DEL SUD
69
SARDEGNA Il programma di screening mammografico
nella ASL1 di Sassari
Dott.ssa Donatella Rodella Dirigente medico, Direzione Sanitaria Aziendale,
Azienda Sanitaria Locale, Sassari
70
Diapositiva 1
Prevenzione dei Tumori: Prevenzione dei Tumori:
Roma 5 novembre 2007
Tra differenze di genere e differenze territorialiTra differenze di genere e differenze territoriali
PROGRAMMA DI SCREENING PROGRAMMA DI SCREENING NELLA ASL DI SASSARINELLA ASL DI SASSARI
Donatella Rodella
Diapositiva 2
11
Dott.ssaDott.ssa Donatella Donatella RodellaR odella
71
Diapositiva 3
Diapositiva 4
Indice
• Compiti affidati alla ASL n. 1 • Iniziative politiche (ue, ministero, ras)• Definizioni adottate nella presentazione • Pianificazione • Programmazione• Attivazione • Criticità• Generabilità esperienza?• Riflessioni e compiti futuri ASL n. 1 • Percorso Organizzativo • Percorso Diagnostico • Percorso Clinico• Risultati attesi• Primi risultati • Campagna informativa
72
Diapositiva 5
Definizioni adottate nella Presentazione
Screening :
Primo livello/test:
Secondo livello :
Tutto il percorso diagnostico
Solo la mammografia
Approfondimento diagnostico
Diapositiva 6
Il Consiglio dell’Unione Europea nel 1994 ha raccomandato di intensificare gli sforzi per la diagnosi precoce del tumore della mammella
Commissione Oncologica Nazionale (Gazz. Uff. n. 100 del 02 maggiCommissione Oncologica Nazionale (Gazz. Uff. n. 100 del 02 maggio 2001)o 2001)Attivazione di Attivazione di ‘‘programmi di screening di documentata efficaciaprogrammi di screening di documentata efficacia’’
Iniziative Politiche
PNP 2005/2007PNP 2005/2007L.n. 138/2004L.n. 138/2004PSN 2006PSN 2006--20082008Finanziaria 2001 ( art. 85)Finanziaria 2001 ( art. 85)LEALEA-- DPCM 29/11/2001DPCM 29/11/2001
REGIONE REGIONE AUTONOMAAUTONOMADELLA SARDEGNA DELLA SARDEGNA
PIANO DI PREVENZIONE REGIONALE 2005PIANO DI PREVENZIONE REGIONALE 2005--20072007
•• Screening Seno, Cervice, ColonrettoScreening Seno, Cervice, Colonretto•• Coppie ASL Pilota sul singolo ScreeningCoppie ASL Pilota sul singolo Screening•• Diffusione a tutte delle conoscenze/esperienze acquisiteDiffusione a tutte delle conoscenze/esperienze acquisite•• Estensione del Piano a tutteEstensione del Piano a tutte
73
Diapositiva 7
Compiti Affidati alla ASL N. 1
PILOTAPILOTA
IMPEGNOIMPEGNO
Su mammografico dal 2006 con OlbiaSu mammografico dal 2006 con Olbia
Sul cervicoSul cervico--vaginale e colon retto vaginale e colon retto dalla 2dalla 2°° metmetàà del 2007del 2007
Diapositiva 8
FASE DI RICOGNIZIONE DELLFASE DI RICOGNIZIONE DELL’’ESISTENTEESISTENTE
Pianificazione
•• Scarsa disponibilitScarsa disponibilitàà di appuntamenti al CUP di appuntamenti al CUP (gestione in proprio delle loro agende)(gestione in proprio delle loro agende)
•• Mammografie effettuate negli anni 2004/2005Mammografie effettuate negli anni 2004/2005circa n. 31.500 mammografiecirca n. 31.500 mammografie
•• Non sempre erogate nel rispetto della normativa vigenteNon sempre erogate nel rispetto della normativa vigente
•• Carenza di indirizzi univoci ed espliciti Carenza di indirizzi univoci ed espliciti
SEI SEI ““SENOLOGIESENOLOGIE”” NELLA ASL DI SASSARINELLA ASL DI SASSARI
•• Liste d'attesa di circa otto mesiListe d'attesa di circa otto mesi•• Carenza TSRMCarenza TSRM
74
Diapositiva 9
PianificazioneIPOTESI ALTERNATIVE DI LAVORO
Utilizzare il Centro Oncologico per il Ca seno e cerviceUtilizzare il Centro Oncologico per il Ca seno e cerviceo attivare una nuova struttura compatta e dedicata o attivare una nuova struttura compatta e dedicata
Concentrarci solo sul mammografico Concentrarci solo sul mammografico o sviluppare una policy di diagnosi precoce sui vari tumorio sviluppare una policy di diagnosi precoce sui vari tumoriestesa a tutti gli screenings? estesa a tutti gli screenings? ((seno, cervice, colonretto ed eventualmente altri)seno, cervice, colonretto ed eventualmente altri)
Affidare tutto lo screening mammografico al solo Centro OncologiAffidare tutto lo screening mammografico al solo Centro Oncologico?co?
Coinvolgere tutte le strutture Coinvolgere tutte le strutture ‘‘senologichesenologiche’’aziendali?aziendali?
Rivolgersi service esterno per la sola mammografia?Rivolgersi service esterno per la sola mammografia?
Diapositiva 10
RISPETTARE I TEMPI INDICATI DALLA RASRISPETTARE I TEMPI INDICATI DALLA RAS
RISPETTARE GLI IMPEGNI CON LA DONNARISPETTARE GLI IMPEGNI CON LA DONNA
RISPETTARE I REQUISITI FISSATI DAL PNP RISPETTARE I REQUISITI FISSATI DAL PNP
AGEVOLARE E RAZIONALIZZARE AL MASSIMO AGEVOLARE E RAZIONALIZZARE AL MASSIMO LL’’ACCESSO DELLE DONNE AL TEST DI SCREENING ACCESSO DELLE DONNE AL TEST DI SCREENING
Pianificazione
INDIRIZZI CARDINE INDIVIDUATI
(Avvio 1 luglio 2006)(Avvio 1 luglio 2006)
(organizzativo, tecnologico, qualitativo per apparecchiature e (organizzativo, tecnologico, qualitativo per apparecchiature e personale dedicato)personale dedicato)
75
Diapositiva 11
A fronte degli indirizzi, una realtA fronte degli indirizzi, una realtàà di :di :
Pianificazione
SCARSA AFFIDABILITSCARSA AFFIDABILITÀÀ ORGANIZZATIVAORGANIZZATIVAE DI RISPETTO DELLA TEMPISTICAE DI RISPETTO DELLA TEMPISTICA
DIFFICOLTDIFFICOLTÀÀ A RECLUTAREA RECLUTARETSRM E RADIOLOGITSRM E RADIOLOGI
RESISTENZA AD ACCETTARE GLI RESISTENZA AD ACCETTARE GLI STANDARDS ED I CRITERI DELLO SCREENINGSTANDARDS ED I CRITERI DELLO SCREENING
Diapositiva 12
Pianificazione
SCELTE GENERALISCELTE GENERALI
•• ricorrere ad un fornitore accreditato per mx di Iricorrere ad un fornitore accreditato per mx di I°° liv.liv.•• agevolare lagevolare l’’accesso delle donne al test con Unitaccesso delle donne al test con Unitàà Mobile Mobile •• utilizzo del servizio Poste Italiane utilizzo del servizio Poste Italiane
Garantire la lettura delle mammografie di screenning Garantire la lettura delle mammografie di screenning e l'approfondimento diagnostico presso strutture aziendalie l'approfondimento diagnostico presso strutture aziendali
InternoInterno
EsternoEsternoPer accelerare la tempistica generale della attivazione/esecuzioPer accelerare la tempistica generale della attivazione/esecuzionene
76
Diapositiva 13
PianificazioneCONCLUSIONI OPERATIVE
Formalizzare il comitato aziendaleFormalizzare il comitato aziendaleper gli screening oncologici per gli screening oncologici
Ripartire responsabilitRipartire responsabilitàà di settore di settore
Cercare condivisione del progettoCercare condivisione del progetto
Divulgare informazione sia allDivulgare informazione sia all’’interno cheinterno cheallall’’esterno della struttura aziendaleesterno della struttura aziendale
Organizzare formazione degli operatori dedicati Organizzare formazione degli operatori dedicati
Garantire informatizzazioneGarantire informatizzazionedi tutto il processo e percorsodi tutto il processo e percorso
Impostare agenda generaleImpostare agenda generale
acquisti, edilizia, logistica, informazione, formazione, informatizzazione,definizione percorsi ect.
Diapositiva 14
ProgrammazioneProgrammazione
Comunicazione aziendaleUfficio StampaCentro Prevenzione OncologicaIstituto Scienze RadiologicheAnatomia PatologicaClinica ChirurgicaU.O. OncologiaMedicina Nucleare
Adozione agenda di settoreAdozione agenda di settore
Redazione percorso organizzativo e diagnostico Redazione percorso organizzativo e diagnostico
Costituzione Segreteria OrganizzativaCostituzione Segreteria Organizzativa
Coinvolgimento formale Servizi:Coinvolgimento formale Servizi:
Utilizzo esperienze di altre aziendeUtilizzo esperienze di altre aziende
Elaborazione disciplinari di comportamento Elaborazione disciplinari di comportamento Redazione linee guida, regolamenti etc.Redazione linee guida, regolamenti etc.
Formazione aziendale mirata alla com. onc. per la S.O.Formazione aziendale mirata alla com. onc. per la S.O.
77
Diapositiva 15
Gruppo ristretto monitoraggioGruppo ristretto monitoraggio (DS, SA, ST, SI)(DS, SA, ST, SI)
Inizio lavoro progetto Inizio lavoro progetto FebbraioFebbraio del 2006 del 2006
Spedizione prime convocazioni Spedizione prime convocazioni 77––1111--0606
Esecuzione prime mammografie Esecuzione prime mammografie 2727--1111--0606(partenza in sordina 27 nov./31 dic. per valutare la macchi(partenza in sordina 27 nov./31 dic. per valutare la macchina organizzativa) na organizzativa)
Attivazione
Diapositiva 16
Lentezza Lentezza
RiaggiustamentiRiaggiustamenticronogrammacronogramma
Diverso approccioDiverso approcciosenologia/screeningsenologia/screening
Cambio della direzioneCambio della direzione
ATTESEATTESE INATTESEINATTESE
logistica aziendale procedure di acquisto
Criticità
OpposizioneOpposizione
OpposizioneOpposizione
PostelPostel
Scarsa collaborazioneScarsa collaborazione
Difficile comprensioneDifficile comprensione
di alcuni sindacatidi alcuni sindacatied organizzazioni locali al privatoed organizzazioni locali al privato
di alcune OO.SSdi alcune OO.SSper TRSM, Senologi Aziendali e S.O. per TRSM, Senologi Aziendali e S.O.
senologia/screeningsenologia/screening
diversa modalitdiversa modalitàà screening/senologia screening/senologia
78
Diapositiva 17
Generalizzabilità dell’esperienza?
Da verificare attentamente, Da verificare attentamente, ha risentito di peculiaritha risentito di peculiaritàà localilocali……
……Tuttavia alcuni elementi critici possono essereTuttavia alcuni elementi critici possono esserepresenti ovunque, anche se in entitpresenti ovunque, anche se in entitàà minoreminore
FORTE PRESENZA E CONSISTENZAFORTE PRESENZA E CONSISTENZAATTIVITATTIVITÀÀ SENOLOGICA SPONTANEA SENOLOGICA SPONTANEA
DEBOLEZZA DELLA MACCHINA AZIENDALEDEBOLEZZA DELLA MACCHINA AZIENDALE
Diapositiva 18
Riflessioni e Compiti futuri ASL n. 1
DEFINIRE PROCEDURE COERENTI CON LE NORMATIVE VIGENTI DEFINIRE PROCEDURE COERENTI CON LE NORMATIVE VIGENTI ( PNP ( PNP -- Finanziaria 2001)Finanziaria 2001)
INTEGRARE LA SENOLOGIA TRADIZIONALE CON LO SCREENINGINTEGRARE LA SENOLOGIA TRADIZIONALE CON LO SCREENING
CONOSCERE LE SENOLOGIECONOSCERE LE SENOLOGIEfinalitfinalitàà, numero, carico di lavoro, appropriatezza, numero, carico di lavoro, appropriatezza
DARE INDIRIZZI AZIENDALI CHIARI ED UNIVOCI DARE INDIRIZZI AZIENDALI CHIARI ED UNIVOCI accesso mammografia (LEA)accesso mammografia (LEA)
Riflessioni
Compiti futuriCompiti futuri
79
Diapositiva 19
REGIONE REGIONE AUTONOMAAUTONOMADELLA SARDEGNA DELLA SARDEGNA
Diapositiva 20
NOVE POSTAZIONI U.R.M. NOVE POSTAZIONI U.R.M. PROVINCIA SASSARIPROVINCIA SASSARI
--CENTRALITCENTRALITÀÀ--VIABILITVIABILITÀÀ--MEZZI PUBBLICIMEZZI PUBBLICI--SPAZI DEDICATISPAZI DEDICATI
80
Diapositiva 21
Percorso OrganizzativoPercorso Organizzativo
--180 gg: 180 gg: individuazione pop. bersaglioindividuazione pop. bersaglio(ASL n. 1 44.255 / ASL n. 2 9.749) (ASL n. 1 44.255 / ASL n. 2 9.749)
--40 gg: 40 gg: generazione del batch di nominativi da convocaregenerazione del batch di nominativi da convocare
--30 gg: 30 gg: istituzione n. verdeistituzione n. verde
--20 gg: 20 gg: invio lettera di convocazioneinvio lettera di convocazione
--15 gg: 15 gg: preparazione di piani di lavoro per erogatorepreparazione di piani di lavoro per erogatore
0 gg : 0 gg : esecuzioneesecuzione
+30 gg: +30 gg: conferenza stampaconferenza stampaaffissioni, pubblicitaffissioni, pubblicitàà in generalein generale
Diapositiva 22
Percorso Diagnostico
0 gg: esecuzione mammografia
+3gg: riconvocazioneproblemi esecuzione, dubbie, positive
+15gg : comunicazione esito negativolettera e chiusura percorso
+15gg : comunicazione esito positivoverbale radiologo e chiusura percorso
81
Diapositiva 23
Percorso Clinico I Livello
Consegna MXConsegna MXentro 36 ore dallentro 36 ore dall’’esecuzioneesecuzione
Valutazione tecnica MXValutazione tecnica MX
Eventuale Riconvocazione donnaEventuale Riconvocazione donna
Lettura MX doppio ciecoLettura MX doppio cieco
Diapositiva 24
NEGATIVO DUBBIO POSITIVO
convocazione a due anni
colloquio/visita
ripetizione mx/eco/biopsia/RMN
chirurgialin.do sentinella
oncologia
Percorso Clinico II Livello
82
Diapositiva 25
STAFF a REGIME
TSRM 1° livello 2 privatiTSRM approfondimento 2 dipendenti
Radiologi 1°/2° livello 3 dipendenti
Anatomo Patol 8 h 0,25 dipendenti
Radiologo senior 24 h 0,5 dipendenti
Segr Organizzativa 6 dipendenti
Infermiere 2 privato
Diapositiva 26
26
NORD SARDEGNANORD SARDEGNAAnagrafe tessera sanitaria/anagrafe del comune Anagrafe tessera sanitaria/anagrafe del comune -- ottobre 2006ottobre 2006
38.496128Tumori previsti (0,8% Tot)
48 120168 casi1% degli esaminati necessitano di biopsia
192480672 casi 4% per cento necessitano di ulteriori approfondimenti
144360474Ulteriori 3% del totale negativi dopo approfondimento strumentale
3368401.176 7 % approfondimenti
4.46411.16015.624Negatività al 93 %
4.80012.00016.800 Valutazione 50% per annoNumero mammografie
9.60024.00033.600Stima con risposta al 60 %
16.00040.00056.000Donne 50-69
ASL2ASL1ASL 1 & 2
83
Diapositiva 27
Risultati screeningRisultati screening
2727--1111--2006 182006 18--1010--20072007
Positive 73Lettere spedite e tipologia destinatarie n. %
a) Non recapitate 1.138b) Esclusioni definitive 713c) Esclusioni temporanee 2.340
d) Non presentated) Non presentate 14.66314.663
e) Presentate 10.740
Compliance correttaCompliance corretta 42,242,2
f) Totale lettere spedite 29.594
Diapositiva 28
Monitoraggio e Valutazione del Programma
Gli screening oncologici richiedonoun’attenta e costante valutazione
Il compito è demandato all’ OsservatorioEpidemiologico Aziendale ed al RegistroTumori di Sassari
84
Diapositiva 29
29
Campagna Informativa
A livello regionaleA livello regionalesui masssui mass--mediamedia
A livello localeA livello localemirata alle specificitmirata alle specificitàà territorialiterritoriali
Adeguata pubblicizzazione dell’iniziativa per promuovere la partecipazione della popolazione interessata
Diapositiva 30
30
Coinvolgimento
•• Responsabili dei DistrettiResponsabili dei Distretti•• MMGMMG•• FarmacistiFarmacisti•• Sindaci e Responsabili dei Servizi Sociali ComunaliSindaci e Responsabili dei Servizi Sociali Comunali•• Associazioni di volontariato per lAssociazioni di volontariato per l’’assistenza ai pazienti oncologiciassistenza ai pazienti oncologici
(Lega Tumori(Lega Tumori-- A.I.L. A.I.L. ––Tribunale del malato)Tribunale del malato)
• Radiologi• Oncologi• Chirurghi• Anatomo-Patologi• Ginecologi
Incontri per informare sugli obiettivi e sulle procedure con tutte le strutture dell’Azienda coinvolte nel programma:
85
Diapositiva 31
Ringraziamenti
Ministero della SaluteMinistero della Salute
Assessore alla Sanità Regione SardegnaPer la determinazione affichPer la determinazione affichèè il P.P.O. divenisse una realtil P.P.O. divenisse una realtàà
Dott. SechiResponsabile Osservatorio Epidemiologico Regionale
Dott. ZappaConsulente e supporter di competenzaConsulente e supporter di competenza
Dott. CiattoPrezioso consigliere ed insostituibile interlocutore per gli aspPrezioso consigliere ed insostituibile interlocutore per gli aspetti specialisticietti specialistici
86
SICILIA Screening di prevenzione del cervicocarcinoma: stato
dell’arte nella realtà della AUSL3 di Catania
Dott.ssa Aurora Scalisi Responsabile Unità operativa screening
Azienda Unità Sanitaria Locale 3 Catania
87
Diapositiva 1
Prevenzione dei tumori:Prevenzione dei tumori:tra differenze di genere e differenze territorialitra differenze di genere e differenze territoriali
Roma, 5 novembre 2007 – Sala Consiglio Superiore di Sanità
Dott.Aurora Scalisi
Screening di prevenzione del cervicocarcinoma:Stato dell’arte nella realtà dell’AUSL3 di Catania
Diapositiva 2
Donne 25-64aa residenti in aree con programmi organizzati per Regione
Convegno Nazionale GISCi - Catania, 3-4 Maggio 2007
88
Diapositiva 3
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
REGIONE SICILIAREGIONE SICILIA
Popolazione obiettivo 25Popolazione obiettivo 25--64 anni 64 anni (dati ISTAT al 1/1/04)(dati ISTAT al 1/1/04)
1.357.7671.357.767
Popolazione arruolata allo screening Popolazione arruolata allo screening 769.301769.30156,6%56,6%
AUSL3 Catania: AUSL3 Catania: 267.952 267.952 19,7 %19,7 %
Diapositiva 4
trapani
palermo
caltanissetta
enna
siracusaragusa
agrigento
messina
CATANIA
Screening deliberato
Screening attivo comunale
Screening attivo provinciale
Screening Cervicocarcinoma in SICILIA
89
Diapositiva 5
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
MODELLO ORGANIZZATIVOMODELLO ORGANIZZATIVO
DipartDipart. Prevenzione. Prevenzione DipartDipart.Materno Infantile.Materno Infantile
Centro Gestionale Screening U.O. Screening Centro Gestionale Screening U.O. Screening GinecGinec..
UU.OOUU.OO. . Coordinam.CC.FF.Coordinam.CC.FF.5454 Ambulatori distrettualiAmbulatori distrettuali
Punti PrelievoPunti Prelievo Ambulatori di P.O.Ambulatori di P.O.
Diapositiva 6
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
CENTRO GESTIONALE SCREENINGCENTRO GESTIONALE SCREENING
••Definizione delle liste delle donne da arruolareDefinizione delle liste delle donne da arruolare
••Collaborazione con i MMG per la pulizia delle listeCollaborazione con i MMG per la pulizia delle liste
••Gestione informatizzata del 1° invitoGestione informatizzata del 1° invito
••Gestione della manutenzione e modifiche del softwareGestione della manutenzione e modifiche del software
••Supervisione sul corretto uso del softwareSupervisione sul corretto uso del software
••Valutazione dei risultatiValutazione dei risultati
••Elaborazione statistica ed epidemiologica dei datiElaborazione statistica ed epidemiologica dei dati
90
Diapositiva 7
U.O. SCREENINGU.O. SCREENING
1.1. Accettazione Accettazione pappap test (effettuati su tutta la provincia)test (effettuati su tutta la provincia)2.2. Effettuazione Effettuazione pappap test (per gli inviti sulla test (per gli inviti sulla U.OU.O.).)3.3. Colorazione e Lettura Colorazione e Lettura pappap testtest4.4. Elaborazione e archiviazione informatica refertoElaborazione e archiviazione informatica referto5.5. ColposcopieColposcopie di 2° livellodi 2° livello6.6. Organizzazione TerapiaOrganizzazione Terapia7.7. FollowFollow up up 8.8. Controlli interni di qualità Controlli interni di qualità 9.9. Valutazione del programma (insieme al CGS)Valutazione del programma (insieme al CGS)
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
Diapositiva 8
flow flow chartchartC.G.S.
Spedizione inviti e archivio
storico
L’Utente si reca ad uno dei 54 Punto Prelievo
1° LIVELLOEsecuzione
Pap Test
1° LIVELLO LABORATORIO Lettura e refert.
Negativo
U.O. SCREENINGGestione del 1°liv.
Non respondersReinvito a 3 m.
Positivo
Referto al Punto Prelievo
Referto ritorna al Punto Prelievo con appunt.2°liv.prefiss
ato modificabile
L’utente viene richiamato e informato
dal Consultorio
ColposcopiaU.O.
Screening
Negativo Positivo
Reinvitoa 3 anni
Comunicazione al PuntoPrelievo
Centro 3°livello
U.O. ScreeningFU al Punto Prelievo e comunicaz.al MMG
91
Diapositiva 9
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
1. ACCETTAZIONE PAP TEST1. ACCETTAZIONE PAP TEST
-- Assegnazione al vetrino e alla scheda di un Assegnazione al vetrino e alla scheda di un numero di identificazione definitivo e numero di identificazione definitivo e non non ripetibileripetibile, fornito dal computer al momento , fornito dal computer al momento della compilazione della cartelladella compilazione della cartella
-- Apposizione del numero di identificazione sul Apposizione del numero di identificazione sul vetrino (penna vetrino (penna vetrograficavetrografica o pennarello o pennarello indelebile) e sulla scheda di indelebile) e sulla scheda di accompagnamentoaccompagnamento
Diapositiva 10
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
2. LETTURA PAP TEST2. LETTURA PAP TEST((22 CITOSCREENERS, 2 BIOLOGI, 2 TECNICI DI LABORATORIO)CITOSCREENERS, 2 BIOLOGI, 2 TECNICI DI LABORATORIO)
Classificazione BETHESDA 2001 Classificazione BETHESDA 2001 Lettura per anno per operatore 7.200 / 8.000 Lettura per anno per operatore 7.200 / 8.000 (controlli di qualità inclusi)(controlli di qualità inclusi)Lettura laboratorio 18.000Lettura laboratorio 18.000--25.000 esami25.000 esamicontrolli di qualità interni controlli di qualità interni documentati documentati ed ed esterni (set standard,controllo esterni (set standard,controllo cito/istologico,monitoraggio statistico delle cito/istologico,monitoraggio statistico delle risposte, risposte, predittivitàpredittività, lettura collegiale, ecc.), lettura collegiale, ecc.)
92
Diapositiva 11
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
3. ELABORAZIONE E ARCHIVIAZIONE REFERTO3. ELABORAZIONE E ARCHIVIAZIONE REFERTO
I soggetti con test I soggetti con test negativo ricevono una risposta con invito a negativo ricevono una risposta con invito a ripetizione del test dopo 3 anniripetizione del test dopo 3 anni; tale risposta se non viene ; tale risposta se non viene ritirata dall’utente entro un mese dalla data prefissata, sarà ritirata dall’utente entro un mese dalla data prefissata, sarà inviata per postainviata per posta
I soggetti con I soggetti con test dubbio o positivo vengono contattati test dubbio o positivo vengono contattati telefonicamentetelefonicamente entro una settimana dal mancato ritiro del testentro una settimana dal mancato ritiro del test
Valutazione massima del tempo di risposta: 6 sett.Valutazione massima del tempo di risposta: 6 sett.
Diapositiva 12
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
4.Approfondimenti / 54.Approfondimenti / 5.Terapia.Terapia / 6.Follow up/ 6.Follow up(4 Dirigenti Medici Ginecologi (4 Dirigenti Medici Ginecologi --1 1 inferm.prof.leinferm.prof.le))
Dipendono da:Dipendono da:
VALORE PREDITTIVO DELLA CITOLOGIAVALORE PREDITTIVO DELLA CITOLOGIA
PROTOCOLLO DIAGNOSTICOPROTOCOLLO DIAGNOSTICO
93
Diapositiva 13
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
BASSOBASSO VALORE PREDITTIVOVALORE PREDITTIVO
CONTROLLO CONTROLLO CITOLOGICOCITOLOGICO
ALTOALTO VALORE PREDITTIVOVALORE PREDITTIVO
COLPOSCOPIACOLPOSCOPIA
( H( H--SIL; LSIL; L--SIL; ASCSIL; ASC--H; ASCH; ASC--US>35 anni; )US>35 anni; )
Diapositiva 14
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
IL CENTRO DI SCREENING COMPRENDE SIA IL LABORATORIO CHE IL IL CENTRO DI SCREENING COMPRENDE SIA IL LABORATORIO CHE IL
SERVIZIO DI COLPOSCOPIA DI 2° LIVELLOSERVIZIO DI COLPOSCOPIA DI 2° LIVELLO
CENTROCENTROSCREENINGSCREENING
LABORATORIO SERVIZIO 2° LIVELLOLABORATORIO SERVIZIO 2° LIVELLO
2 Tecnici di Laboratorio 2 Tecnici di Laboratorio 4 Dirigenti Medici4 Dirigenti Medici2 2 citoscreenerscitoscreeners 1 Infermier1 Infermiera Profa Prof.le.le2 Biologi 2 Biologi
94
Diapositiva 15
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
Controlli di qualità / Valutazione del programmaControlli di qualità / Valutazione del programma
Omogeneità ai protocolli nazionaliOmogeneità ai protocolli nazionali
Monitoraggio statistico delle fasi del programma in base ad Monitoraggio statistico delle fasi del programma in base ad indicatori standardindicatori standard
Confronto egli indicatori ottenuti con la media nazionaleConfronto egli indicatori ottenuti con la media nazionale
Adozione di correttivi di incremento/decremento dell’attivitàAdozione di correttivi di incremento/decremento dell’attività
Diapositiva 16
Indicatori Indicatori direttidirettimisurano gli effetti di popolazione del programmamisurano gli effetti di popolazione del programma
1.1. CoperturaCopertura2.2. Adesione all’invitoAdesione all’invito3.3. ReferalReferal Rate Rate (tasso di Richiamo al 2°livello)(tasso di Richiamo al 2°livello)
4.4. ComplianceCompliance alla alla colposcopiacolposcopia5.5. Detection Rate Detection Rate (Tasso di Identificazione) (Tasso di Identificazione)
6.6. Valore Predittivo PositivoValore Predittivo Positivo7.7. Cancri intervalloCancri intervallo
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
95
Diapositiva 17
1.COPERTURA1.COPERTURAnrnr.inviti effettuati/.inviti effettuati/nrnr.donne popolazione obiettivo.donne popolazione obiettivo
1° Round (2000 1° Round (2000 --2002) 96%2002) 96%
2° Round (20032° Round (2003--2005) 70%2005) 70%
3° Round (20063° Round (2006--2008 ) 20%2008 ) 20%
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
Diapositiva 18
2. ADESIONE ALL’INVITO2. ADESIONE ALL’INVITO((nrnr.donne sottoposte a .donne sottoposte a p.tp.t//nrnr.donne invitate).donne invitate)
1° Round 23%1° Round 23%
2° Round 32%2° Round 32%
3° Round 35%3° Round 35%
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
96
Diapositiva 19
Adesione all’invito per Regione
Convegno Nazionale GISCi – Catania, 3-4 Maggio 2007
Diapositiva 20
ReferalReferal Rate Rate Nr.Nr. donne richiamate a donne richiamate a colposcopiacolposcopia / / nr.nr. donne donne
screenatescreenate
< 5 accettabile< 5 accettabile< 3,5 desiderabile< 3,5 desiderabile
CATANIACATANIA
2,42,4
97
Diapositiva 21
Proporzione di donne invitate in Proporzione di donne invitate in colposcopiacolposcopia((refferalrefferal rate)rate) per qualsiasi causa. per qualsiasi causa.
Distribuzione tra regioniDistribuzione tra regioni
3,37
2,81
2,29
1,51 1,51
2,75 2,90
1,901,55
2,02
2,82
2,12
0,59
2,06
1,43
5,22
2,80
2,292,56
1,952,35
1,78
0
1
2
3
4
5
6
AOSTA
EMILIA ROMAGNA
FRIULI
VENEZ
IA GIULIA
LOMBARDIA
PIEMONTE
TRENTO
VENETONord
LAZIO
MARCHE
TOSCANA
UMBRIA
Centro
ABRUZZO
BASILICATA
CALABRIA
CAMPANIA
MOLISE
SARDEG
NA
SICILI
A
Sud e
Isole
ITALIA
Convegno Nazionale GISCi – Catania, 3-4 Maggio 2007
Diapositiva 22
Standard Standard ComplianceCompliance a a ColposcopiaColposcopiaNr.Nr. donne che eseguono donne che eseguono colposcopiacolposcopia / / nr.nr. donne donne
inviate a inviate a colposcopiacolposcopia ((ASCUS+ASCUS+))
>=80% accettabile>=80% accettabile>=90% desiderabile>=90% desiderabile
MEDIA NAZIONALEMEDIA NAZIONALE ((SurveySurvey 2006)2006)
84,74%84,74%
CATANIACATANIA
76%76%
92 %92 % HH--SIL / ASCSIL / ASC--H H 60 %60 % ASCASC--US / LUS / L--SILSIL
98
Diapositiva 23
Valore Predittivo PositivoValore Predittivo PositivoV.P. (CIN2+) / V.P. (CIN2+) / V.PV.P.+F.P..+F.P.
CATANIACATANIA
15,215,2
Diapositiva 24
VPPVPP di invio in di invio in colposcopiacolposcopia per citologia per citologia ASCUS+ASCUS+per presenza di istologia CIN2+per presenza di istologia CIN2+
12,2%14,6%
32,3%29,6%
12,8%14,9%
26,4%
21,8%
16,2%
5,1%
25,0%
29,2%
9,7%
27,8%
17,7% 17,3%17,4%
57,3%
16,8%20,1%
13,5%16,8%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
AOSTA
EMILIA R
OMAGNA
FRIULI V
ENEZIA G
IULIA
LOMBARDIA
PIEMONTE
TRENTO
VENETONord
LAZIO
MARCHE
TOSCANA
UMBRIA
Centro
ABRUZZO
BASILICATA
CALABRIA
CAMPANIA
MOLISE
SARDEGNA
SICILIA
Sud e Isole
Ital ia
Convegno Nazionale GISCi – Catania, 3-4 Maggio 2007
99
Diapositiva 25
Standard Standard Detection RateDetection RateNHSCSPNHSCSP
Lieve / Lieve / borderlineborderline Moderata / grave Moderata / grave 5,5 + 1,55,5 + 1,5 1,6 + 0,41,6 + 0,4
CATANIACATANIA
4,24,2 2,22,2
Diapositiva 26
DR grezza per 1000 donne DR grezza per 1000 donne screenatescreenate
2,53
3,61
3,97
2,09
3,40
2,68
3,19
2,05
2,55
3,32
2,69
1,21
0,92
1,631,51
3,65
2 ,78
2,02
2,71
3,04
1,86
3,30
0
1
2
3
4
5
AOSTA
EMILIA R
OMAGNA
FRIULI
VENEZIA G
IULIA
LOMBARDIA
PIEMONTE
TRENTO
VENETONord
LAZIO
MARCHE
TOSCANA
UMBRIA
Centro
ABRUZZO
BASILICATA
CALABRIA
CAMPANIA
MOLISE
SARDEGNA
SICILIA
Sud e Isole Ita
lia
Convegno Nazionale GISCi – Catania, 3-4 Maggio 2007
100
Diapositiva 27
DETECTION RATEDETECTION RATE((nrnr. Positivi istologici / . Positivi istologici / nrnr.donne .donne screenatescreenate))
1 Round 2°Round 3°Round1 Round 2°Round 3°Round(IN CORSO)(IN CORSO)
K invasivo 10 2 0K invasivo 10 2 0
CIN 2/3 101 109 27CIN 2/3 101 109 27
CIN1 138 222 59CIN1 138 222 59
Diapositiva 28
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
TASSO DI CANCRI INTERVALLOTASSO DI CANCRI INTERVALLO. . NrNr.di K invasivi entro 3 anni dall’ultimo .di K invasivi entro 3 anni dall’ultimo pappap test test
negativonegativo
Nessun K invasivoNessun K invasivo1 K microinvasivo1 K microinvasivo
2 CIN 22 CIN 21 1 AdenoKAdenoK
101
Diapositiva 29
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
L’iter procedurale dello Screening
rappresenta un esempio del
“lavorare per progetti ”
Diapositiva 30
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
Nel “Nel “lavorare per progettilavorare per progetti””
La scelta La scelta delledelle azioni da compiere e le azioni da compiere e le modalità per svolgerle sono costantemente modalità per svolgerle sono costantemente confrontate con l’obiettivo da raggiungereconfrontate con l’obiettivo da raggiungere
La verifica del lavoro viene effettuata sui La verifica del lavoro viene effettuata sui risultati effettivamente conseguitirisultati effettivamente conseguiti
102
Diapositiva 31
AZIENDA U.S.L.3 CATANIAAZIENDA U.S.L.3 CATANIAU.O. Screening GinecologicoU.O. Screening Ginecologico
La verifica dei risultati raggiunti consente di La verifica dei risultati raggiunti consente di evidenziare facilmente le evidenziare facilmente le CRITICITA’CRITICITA’ che nel caso che nel caso
dello screening dell’AUSL3 di Catania sono dello screening dell’AUSL3 di Catania sono rappresentate da:rappresentate da:
Mancato Mancato finaziamentofinaziamento regionaleregionale(ad oggi erogati per lo screening Euro 300.000 progetto 2000)(ad oggi erogati per lo screening Euro 300.000 progetto 2000)
Non sufficiente Non sufficiente pubblicizzazionepubblicizzazioneMancato recapito lettere d’invitoMancato recapito lettere d’invito
Costi POSTELCosti POSTEL (45.000 Euro/anno)(45.000 Euro/anno)
Mancata stabilizzazione delle figure professionali di citoscreeners addestrati
Diapositiva 32
Grazie per l’attenzione………
Grazie a: G.Ronco, P.Giubilato, G.P.Fantin, M.Zappa per l’uso delle elaborazioni dei dati nazionali
tutti i collaboratori dell’U.O. Screening Ginecologico dell’AUSL 3 di Catania
103
CALABRIA La comunicazione e l’accoglienza negli screening.
Esperienza della ASL di Crotone
Dott.Carmine Spadafora Responsabile organizzativo screening oncologici
Azienda Sanitaria Provinciale, Crotone
104
Diapositiva 1
11
La comunicazione e l’accoglienza negli screening, La comunicazione e l’accoglienza negli screening, l’esperienza dell’ASP “Magna Grecia” di Crotonel’esperienza dell’ASP “Magna Grecia” di Crotone
SalaSalaConsiglio Superiore di SanitàConsiglio Superiore di SanitàRoma 5 novembre 2007Roma 5 novembre 2007
C. SpadaforaC. Spadafora
Ministero della SaluteMinistero della Salute
PREVENZIONE DEI TUMORI:PREVENZIONE DEI TUMORI:TRA DIFFERENZE DI GENERE E DIFFERENZE TERRITORIALITRA DIFFERENZE DI GENERE E DIFFERENZE TERRITORIALI
Diapositiva 2
INIZIO DEGLI SCREENING IN CALABRIA
DELIBERA G.R. n. 611 del 27/06/2005
- Approvato il Piano Regionale per gli screening della cervice uterina, della mammella e del colon retto
105
Diapositiva 3
Istituzione del Centro di Riferimento Aziendale
Allo scopo di ottenere un effettivo ed efficace coordinamento, la nostra Azienda Sanitaria istituisce il “Centro di Riferimento Aziendale per gli Screening dei Tumori Femminili” coordinato da un Responsabile Organizzativo per il Programma degli screening con comprovate esperienze nel campo dell’organizzazione e gestione degli screening.
Il Centro è composto da :Responsabile Organizzativo
Responsabile Clinico per lo screening citologico
Responsabile Clinico per lo screening mammografico
Responsabile Valutativo
Diapositiva 4
Il Centro di Riferimento Aziendale
Elabora un Programma che stabilisce percorsi clinici certiper la popolazione target e percorsi prioritari per i soggetti positivi, che diano soluzione rapidamente al problema,attua Campagne d’informazione con l’allestimento di sportelli informativi per la popolazione generale e per quella oggetto dell’intervento. Particolare attenzione viene posta agli aspetti relazionali in riferimento a:
informazione agli utenti relativamente agli scopi dell’iniziativa, evidenziando vantaggi e limiti degli screening;
garanzia di massima riservatezza;
azioni di sostegno in tutte le fasi del programma (counseling).
106
Diapositiva 5
55
Il Centro di Riferimento Aziendale
Realizza attività di formazione per tutti gli operatori impegnati negli screening, compresi i Medici di
Medicina Generale, con particolare riguardo agli operatori del front-line e di coloro che dovranno curare la presa in carico delle donne positive.
Diapositiva 6
66
Segreteria Organizzativa
Alla Struttura Semplice Centro di Riferimento Aziendale èaggregata la Segreteria degli screening.
La Segreteria è composta da almeno 3 operatori, esperti di informatica, in grado di utilizzare i software dello screening citologico e dello screening mammografico ed impegnati a tempo pieno nella struttura.
Un operatore con competenze amministrative e contabili.
107
Diapositiva 7
77
Territorio Azienda Sanitaria
di CROTONE
29 COMUNI
Popolazione 192.217
Maschi 94.007Femmine 98.210
Mare
Mare jonio
jonioSila
Sila
Diapositiva 8
88
20.70820.70850.89050.890ASL ASL KrKr2.7412.7416.4736.473Distretto di S. Giovanni in F.Distretto di S. Giovanni in F.
2.9552.9557.1147.114Distretto di Distretto di MesoracaMesoraca
4.5364.53610.59010.590Distretto di Distretto di CirCiròò MarinaMarina
10.47610.47626.71326.713Distretto di CrotoneDistretto di Crotone
5050--69 anni69 anni2525--64 anni64 anni
MammograficoMammograficoCitologicoCitologico
ScreeningScreeningScreeningScreening
PopolazionePopolazione1/1/20041/1/2004
Popolazione Popolazione TargetTarget
PROGETTO SALUTE
DONNA
108
Diapositiva 9
99
Diapositiva 10
1010
109
Diapositiva 11
1111
La comunicazione negli screeningLa comunicazione negli screening
Flusso comunicativo che nel nostro Programma Flusso comunicativo che nel nostro Programma di Screening intercorre tra Organizzazione di Screening intercorre tra Organizzazione sanitaria e utenza:sanitaria e utenza:
Comunicazione scritta
Comunicazione verbale
• Comunicazione informativa• Comunicazione per la promozione• Comunicazione clinica
Diapositiva 12
1212
La comunicazione negli screening La comunicazione negli screening è è
Educazione SanitariaEducazione Sanitaria
110
Diapositiva 13
1313
cioècioè
…… un …… un intervento socialeintervento sociale che tende a che tende a modificare modificare consapevolmente e consapevolmente e
durevolmentedurevolmente i comportamenti nei confronti i comportamenti nei confronti dei problemi della salute dei problemi della salute .…. (.…. (SeppilliSeppilli, 1958), 1958)
Diapositiva 14
1414
quindiquindi
…l’educazione sanitaria è comunicazione:…l’educazione sanitaria è comunicazione:
intesa come capacità di ascolto, diintesa come capacità di ascolto, diempatia, di utilizzo di linguaggi e empatia, di utilizzo di linguaggi e
codici che siano comprensibili codici che siano comprensibili all’altroall’altro
111
Diapositiva 15
1515
E’ la capacità di informare ed E’ la capacità di informare ed orientare l’utente per garantirgli orientare l’utente per garantirgli sostegno in tutto il suo percorsosostegno in tutto il suo percorso
Diapositiva 16
1616
Canali comunicativi utilizzatiCanali comunicativi utilizzati
•• Lettere Lettere •• Materiali informativiMateriali informativi•• Campagne di promozione all’accessoCampagne di promozione all’accesso•• FrontFront--Office telefonicoOffice telefonico•• Comunicazione interpersonaleComunicazione interpersonale
112
Diapositiva 17
1717
•• Negli Screening la lettera di invito ed il Negli Screening la lettera di invito ed il materiale informativo sono il primo materiale informativo sono il primo contatto con gli utenti, ed in molti casi contatto con gli utenti, ed in molti casi l’unico contatto.l’unico contatto.
•• La comunicazione scritta è “relazione” ed La comunicazione scritta è “relazione” ed allora bisogna comunicare con efficacia.allora bisogna comunicare con efficacia.
113
PUGLIA La specificità degli screening avviati nella regione
Puglia
Dott. Vincenzo Pomo Direttore Sanitario Area Programmazione
Assistenza territoriale ARES-Puglia
114
Diapositiva 1
Il Piano di Prevenzione AttivaRegione Puglia
Diapositiva 2
Piano di Prevenzione AttivaScreening oncologici - Carcinoma della Cervice Uterina
Il carcinoma della cervice uterina rappresenta una delle principali neoplasie nella popolazione femminile ed una delle prime cause di mortalità per tumoreNella Regione Puglia è stata rilevata una scarsa sensibilizzazione spontanea delle donne alla prevenzione.Solo il 6% delle “donne bersaglio” effettua abitualmente il pap-test
115
Diapositiva 3
Piano di Prevenzione AttivaScreening oncologici - Carcinoma della Cervice Uterina
Obiettivo principale del progetto:Sensibilizzare le donne di età compresa tra 25 e 64 anni all’esecuzione del pap-testLa popolazione “bersaglio” in Puglia è costituita da 1.100.000 donne della suddetta fascia d’età residenti su tutto il territorio regionaleL’invito, mediante posta, sarà rivolto annualmente per fasce d’età con intervallo di tre anni in modo da richiamare ogni tre anni tutta la popolazione bersaglio
Diapositiva 4
Piano di Prevenzione AttivaScreening oncologici - Carcinoma della Cervice Uterina
La Puglia ha previsto la esecuzione del test HPV, ove necessario, alle donne che eseguono il pap-test
116
Diapositiva 5
Piano di Prevenzione AttivaScreening oncologici - Carcinoma della Mammella
La Regione Puglia ha già in fase di attuazione un proprio piano di diagnosi precoce del carcinoma mammario É già operante nella Regione una rete di Centri specializzati di Diagnostica Senologica
Diapositiva 6
Piano di Prevenzione AttivaScreening oncologici - Carcinoma della Mammella
Obiettivi specifici del progetto già in corsoimplementazione di una rete di unità funzionali di senologia diagnostica (percorso diagnostico ottimale ed integrato: esame clinico, mammografia, ecografia, citologia);collegamento costante, funzionale ed informatico on line, tra la rete delle UFDS ed il centro regionale di riferimento;istituzione di un registro regionale di patologie mammarie;incremento di copertura diagnostica da estendere anche alla fascia di età 40-49 anni oltre che a quella di 50-69
117
Diapositiva 7
Piano di Prevenzione AttivaScreening oncologici - Carcinoma della Mammella
I numeri del programma di screening:Popolazione bersaglio: pari a 462.724, Nei tre anni si prevede l’arruolamento di circa 154.000 donne per anno. Si ipotizza un afflusso per Unitá Diagnostica pari ad 85.000 donne nel corso del primo e del secondo anno e di 170.000 nell’ultimo anno (in relazione alla esigenza di richiamare le donne già invitate nel corso del primo anno, considerata la cadenza biennale del test di controllo)
Diapositiva 8
Piano di Prevenzione AttivaScreening oncologici - Carcinoma della Mammella
Organizzazione del programmaLe Unitá di Diagnostica saranno coordinate a livello locale dalle Unitá Locali di Progetto (Dipartimento di Prevenzione, Distretto Socio Sanitario, Dipartimento Immagini)Il Progetto sará monitorato a livello Regionale da un Comitato Tecnico Scientifico
118
Diapositiva 9
Piano di Prevenzione AttivaProgramma di Screening del Carcinoma del Colon-Retto
Il carcinoma del colon-retto rappresenta nel mondo la seconda causa di morte per tumoreL’incidenza in Italia è di circa 30 - 50/anno per 100.000 abitantiLa sopravvivenza a 5 anni èpari al 55%
Diapositiva 10
Piano di Prevenzione AttivaProgramma di Screening del Carcinoma del Colon-Retto
Il programma si compone di due sottoprogetti:- soggetti a rischio moderato (parenti di pazienti affetti dalla stessa malattia)- soggetti a rischio medio (popolazione normale di etàcompresa tra 50 e 70 anni)
119
Diapositiva 11
Piano di Prevenzione AttivaProgramma di Screening del Carcinoma del Colon-Retto
Strumenti:-ricerca sangue occulto nelle feci (popolazione a rischio medio)- colonscopia totale (popolazione a rischio moderato)
120
CAMPANIA Il progetto screening a Napoli: un’opportunità di
riqualificazione per i consultori familiari
Dott.ssa Rosetta Papa Responsabile Screening Tumori sfera genitale femminile
121
Diapositiva 1
Il Progetto Screening:una opportunità di riqualificazione
per i Consultori Familiari
Diapositiva 2
122
Diapositiva 3
Cervice uterina• L’incidenza rilevata nell’Area
del Registro è sostanzialmente simile a quella rilevata nel Pool dei Registri Tumori Italiani.
• L’elemento che merita di essere rimarcato è la notevole differenza nella sopravvivenza relativa a 5 anni:
43% nell’Area del Registro66% nel Pool
M.Fusco e Coll “I Tumori in Provincia di Napoli 1997-2002”
Diapositiva 4
Mammella
• Anche la sopravvivenza a 5 anni per quanto riguarda il K mammario, è di 5,4 punti percentuale più bassa nell’area del Registro rispetto al Pool.
M.Fusco e Coll “I Tumori in Provincia di Napoli 1997-2002”
123
Diapositiva 5
Disoccupazione
14,68
41,93
1
Distretti/Municipalità
% d
isoc
cupa
tiDS 44DS 50
Piano Sociale di Zona 2006
Diapositiva 6
Laureati
27,25
3,09
Distretti/ Municipalità
Laur
eati
DS 44DS 50
Piano Sociale di Zona 2006
124
Diapositiva 7
Densità Abitativa
Diapositiva 8
125
Diapositiva 9
Il gradiente socio-economico risulta poi essere probabilmente il più importante fattore esplicativo della qualità e della quantità della vita e ciò indipendentemente dall’humus
culturale in senso lato in cui un individuo o una popolazione sono immersi.
Come avvenne in occasione del naufragio del Titanic, ove la sopravvivenza era positivamente correlata con la classe di
imbarco, così nella società civile coloro che si trovano in una condizione di maggiore benessere socio-economico,
beneficeranno di una maggiore longevità e quindi avranno tassi di mortalità più bassi.
G. Domenichetti: Per una politica di Sanità Pubblica centrata sui bisogni dellapopolazione e non su quella dei servizi.
Diapositiva 10
Il livello sociale dovrebbe essere considerato tra i più importanti fattori di rischio per la mortalità causata da neoplasie con ampi
risvolti a fini preventivi.
“Cancer mortality by educational level in Italy”Cancer causes and control, 1995, Vol 6: 311-320
126
Diapositiva 11
P opolaz ione Target ASL Na1-50-69aa
0
5000
1 0000
1 5000
2 0000
2 5000
D IST R ET T I
4 44 54 64 74 84 95 05 15 25 3
POPOLAZIONE 2007 133.633
Diapositiva 12
Popola zione Distretto Pap-Test
0
10000
20000
30000
40000
Distretti
Donn
e
44 45 46 47 48 49 50 51 52 53
Popolazione 25-65aa 309.956
127
Diapositiva 13
1981 A Napoli aprono i primi Consultori Pubblici
128
Tavola Rotonda
Coordinatore Dott.ssa Angela Spinelli
Reparto Salute della Donna – Istituto Superiore di Sanità
129
C’ è un ruolo per i consultori nella pratica della
prevenzione oncologica in Italia?
Dott.ssa Anna Vitelli Coordinatore Progetto screening cervicocarcinoma Cosenza
130
Diapositiva 1
C’è un ruolo per i consultori nella pratica della prevenzione oncologica
in Italia?
Anna Vitelli
SEMINARIORoma 5 Novembre 2007
PREVENZIONE DEI TUMORI;TRA DIFFERENZE DI GENERE E DIFFERENZE TERRITORIALI
Diapositiva 2
La differenza territoriale può rappresentare un limite nell’attività consultoriale?
La riduzione numerica dei Consultori,la limitata accessibilità e gli organici incompleti sono un limite
per più regioni italiane,Non dovrebbe esistere disparità nel modo di
operare nel consultorio
131
Diapositiva 3
Il Consutorio Familiare di Trebisacce è un servizio
dell’ex ASL 3 di Rossano ASP di Cosenza
Quale territorio più depresso?
Diapositiva 4
Progetti consultoriali che hanno un ruolo nella pratica della prevenzione oncologica
Promozione allattamento al seno
Protezione della mamma Protezione del bambino
132
Diapositiva 5
Progetto prevenzione osteoporosi in menopausa
Promozione stile di vita adeguata
Diapositiva 6
Progetto screening cervicocarcinoma
Prevenzione secondaria: diagnosi precoce cervico-carcinoma con l’utilizzo
della metodica del pap test
Informazione e supporto alle donne nell’iter diagnostico della prevenzione dei tumori della mammella
133
Diapositiva 7
Screening cervico-carcinoma
• Presa in carico della donna nell’arco dell’intera vita con condivisione di problematiche sanitarie e none relativo invio a servizi competenti
• Stabilire rapporti empaticamente forti che consentano alle donne di riferirsi agli operatori del consultorio nel tempo
Diapositiva 8
Parole, teorie che possono apparire aride e vuote o
che possiamo decidere di riempire. Come?
• Rispettoempatia
simpatiacondivisione
compassione
134
Diapositiva 9
Ogni operatore ha un mandato istituzionale che lo obbliga all’espletamento della professione
Diapositiva 10
• Ma ogni operatrice deve riconoscersi un mandato speciale, magico che le consenta di condividere con altre donne, con tutte le donne (offerta attiva) le problematiche che ognuna vive nel proprio contesto sociale, culturale, familiare (donne extracomunitarie) e vivere uno scambio concreto del sapere per…
135
Diapositiva 11
Crescere insiemein un mondo ancora lontano
da rapporti paritari
Crescere insiemein un mondo ancora lontano
da rapporti paritari
136
C’ è un ruolo per i consultori nella pratica della prevenzione oncologica in Italia?
Dott.ssa Maita Sartori Responsabile screening oncologici
Azienda Sanitaria Locale 5 Collegno- Torino
137
Diapositiva 1
D.ssa Maita SartoriASL 5
Regione Piemonte
Roma 5.11.2007
PREVENZIONE TUMORI:
TRA DIFFERENZE DI GENERE E DIFFERENZE TERRITORIALI
Diapositiva 2
ASL 5ALCUNE INFORMAZIONI
NUMERO COMUNI 56
POPOLAZIONE 370.000
DONNE 25-64 aa 110.000
DONNE 50-69 aa 50.800
ASL 5 - Collegno (TO)
CONSULTORI FAMILIARI
15 sedi
150 ore settimanali
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Legge regionale n. 39 del 9 luglio 1976
Norme e criteri per la programmazione, gestione e controllo dei Servizi consultoriali
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Progetto Obiettivo Materno Infantile D.M. 24-4-2000
PROGETTI STRATEGICIPROGETTI STRATEGICI
1. Percorso nascita2. Educazione all’affettività nelle scuole3. Prevenzione dei tumori femminili
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AttivitAttivitàà ConsultorialiConsultorialiASL 5ASL 5
•• Gravidanza, parto e puerperioGravidanza, parto e puerperio•• Procreazione responsabileProcreazione responsabile•• Prevenzione tumori Prevenzione tumori •• Adolescenza Adolescenza •• InfertilitInfertilitàà•• MenopausaMenopausa
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PREVENZIONE TUMORI
• Informazione in incontri pubblici• Prelievi durante attività consultoriale• Periodismo consigliato triennale• Positivi consegna personale in consultorio• Negativi inviati per lettera a casa• Esecuzione Medici e Ostetriche• Sfruttava la rete dei servizi in cui erano
collocati i consultori• Circa 3000 esami/ anno
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SCREENING REGIONALI
SERENAPREVENZIONE
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SCREENING SCREENING DEL TUMORE DEL TUMORE DEL COLON DEL COLON RETTORETTO
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A.S.L. 15, 16, 17, 18: CUNEO, DRONERO, BORGO S. DALMAZZO, MONDOVI', CEVA, SAVIGLIANO, FOSSANO, SALUZZO, BRA, ALBAAzienda Ospedaliera "S. Croce e Carle" di Cuneo
0171-450634
A.S.L. 20, 22: ALESSANDRIA, AQUI TERME, NOVI LIGURE, OVADA, TORTONAAzienda Ospedaliera "S.S. Antonio e Biagio" di Alessandria
numero verde800-008141
A.S.L. 19, 21: ASTI, NIZZA MONFERRATO, VALENZA, CASALE MONFERRATO
numero verde800-007141
A.S.L. 13, 14: BORGOMANERO, NOVARA, ARONA, DOMODOSSOLA, GALLIATE, OMEGNA, VERBANIAAzienda ospedaliera "Maggiore della Carità" di Novara
numero verde800-006141
A.S.L. 11, 12: VERCELLI, SANTHIA', BORGOSESIA, GATTINARA, BIELLA, COSSATO
numero verde800-005141
A.S.L. 6, 7, 9: CIRIE', LANZO, VENARIA, CHIVASSO, S. MAURO, SETTIMO, IVREA, CALUSO, CUORGNE'
numero verde800-004141
A.S.L. 8: CHIERI, CARMAGNOLA, MONCALIERI, NICHELINOnumero verde800-003141
A.S.L. 5, 10: COLLEGNO, RIVOLI, ORBASSANO, GIAVENO, SUSA, PEROSA ARGENTINA, TORRE PELLICE, PINEROLOAzienda Ospedaliera "S. Luigi" di Orbassano
numero verde800-002141
A.S.L. 1, 2, 3, 4: TORINOAzienda Ospedaliera "OIRM-S: Anna" di TorinoAzienda Ospedaliera "S. Giovanni Battista" di Torino
numero verde800-001141
SERENAPREVENZIONE
Diapositiva 10
INVITO FIRMATO DAL MEDICO DI FAMIGLIA
APPUNTAMENTO PREFISSATO MODIFICABILE
RITORNO DELL’INFORMAZIONE ALLA DONNA ED AL MEDICO
ESAME GRATUITO SENZA NECESSITA’ DI IMPEGNATIVA
SERENAPREVENZIONE SERENAPREVENZIONE
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Diapositiva 11
ASL 5SERENAPREVENZIONE
Inserimento screening organizzato nell’attività consultoriale:
orari dedicati (in ogni sede consultoriale almeno un mattino e un pomeriggio lungo)
sedi dedicate (10 consultori su 15)
collegamenti informatici con rete regionale
ostetriche formate e dedicate
coinvolgimento dei Medici ginecologi nel percorso assistenziale
previsione di tempo dedicato alle consulenze per terapie indicate dall’esito citologico
Diapositiva 12
PROGRESSIVA RICONDUZIONE DELLO SCREENING SPONTANEO
NELLO SCREENING ORGANIZZATO
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Diapositiva 13
ASL 5 SCREENING ORGANIZZATONel 2006 sono state invitate 20.221 donne
COPERTURA: 55 % della popolazione invitabile/anno
ADESIONE: 65%13.000 PAP TEST nello screening organizzato
SERENAPREVENZIONE
Diapositiva 14
ASL 5 anno 2006
3.000 PAP TEST eseguiti durante visite in Consultorio
• donne invitabili • donne straniere non residenti (durante la
gravidanza, nel controllo post IVG e nella consulenza per contraccezione)
SERENAPREVENZIONE
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Diapositiva 15
INSERIMENTO NEL PIANO AZIENDALE DI
PROMOZIONE ALLA SALUTE DI INTERVENTI SULLA PREVENZIONE
PRIMARIA E SECONDARIA DEI TUMORI
Diapositiva 16
5 aprile 2007
Centro Civico “Nello Farina” - GRUGLIASCO
Dott.ssaDott.ssa Maita SartoriMaita SartoriAssAss Sanitaria Antonella RaimondoSanitaria Antonella RaimondoConsultori Familiari ASL 5Consultori Familiari ASL 5
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Diapositiva 17
“Zoe, Mafalda e Susanna: piccole donne crescono…”
Oggi parliamo di…Vaccino anti-Hpv e prevenzione del
tumore del collo dell’utero
PROGETTO PROMOZIONE ALLA SALUTE ANNO 2007-2008
UNITA’ OPERATIVA CONSULTORI FAMILIARI ASL 5
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C’ è un ruolo per i consultori nella pratica della prevenzione oncologica in Italia?
Dott.ssa Silvia Brezzi Direttore Unità Operativa Coordinamento programmi screening
Azienda Sanitaria Locale Viterbo
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Diapositiva 1
Dr. Silvia Brezzi Direttore U.O.
Coordinamento dei Programmi di Screening ASL Viterbo
PREVENZIONE DEI TUMORI:PREVENZIONE DEI TUMORI:TRA DIFFERENZE DI GENERE E TRA DIFFERENZE DI GENERE E DIFFERENZE TERRITORIALIDIFFERENZE TERRITORIALI
Roma 5 novembre 2007Roma 5 novembre 2007
C’è un ruolo per i Consultori nella C’è un ruolo per i Consultori nella pratica della prevenzione oncologica pratica della prevenzione oncologica
in Italia ?in Italia ?
Diapositiva 2
Perché Perché i Consultori sono i Centri di Prelievo dei i Consultori sono i Centri di Prelievo dei
Programmi di Screening del Programmi di Screening del CervicocarcinomaCervicocarcinoma
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Diapositiva 3
PerchéPerchéle modalità operative dei programmi di le modalità operative dei programmi di
Screening e del Consultorio sono Screening e del Consultorio sono analogheanaloghe
multi professionalitàmulti professionalità
integrazione tra serviziintegrazione tra servizi
presa in caricopresa in carico
monitoraggio e valutazionemonitoraggio e valutazione
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Perché Perché
la donna la donna è al centroè al centro
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Diapositiva 5
ASL VITERBO PROGRAMMA DI ASL VITERBO PROGRAMMA DI SCREENING DEL CERVICOCARCINOMA SCREENING DEL CERVICOCARCINOMA
IL PERCORSOIL PERCORSO1995 INIZIA LA PROGETTAZIONE1995 INIZIA LA PROGETTAZIONE
Individuazione della popolazione bersaglio : 90000 donneRicognizione delle risorseElaborazione e condivisione dei protocolliFormazione degli operatori
Progettazione e realizzazione del software di gestioneProgettazione e realizzazione della Campagna di
Sensibilizzazione
1997 INVITI ALLE DONNE
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CRITICITA’CRITICITA’
Anagrafiche non attendibiliAnagrafiche non attendibiliInformatizzazione incompleta o inadeguataInformatizzazione incompleta o inadeguataGestione non centralizzataGestione non centralizzataInsufficiente coinvolgimento degli operatoriInsufficiente coinvolgimento degli operatoriSensibilizzazione disomogenea e poco accattivanteSensibilizzazione disomogenea e poco accattivante
Copertura con l’invito incompletaAdesione bassa e troppo difforme
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IL CAMBIAMENTOIL CAMBIAMENTONORMATIVONORMATIVO
19971997 DGR 4236DGR 4236Linee Guida per i programmi di Screening del Linee Guida per i programmi di Screening del
Carcinoma della mammella e della cervice uterinaCarcinoma della mammella e della cervice uterina
I programmi di screening non più un’”idea di pochi”
Ma un dovere delle ASL
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ALLEGATO
Programma del Seminario
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Buzzoni Carlotta Associazione Italiana Registri Tumori Brezzi Silvia Direttore Unità Operativa Coordinamento programmi
screening Azienda Sanitaria Locale Viterbo Cossutta Maura Consigliere del Ministro – Ministero della Salute Grazzini Grazia Osservatorio Nazionale Screening Muti Paola Direttore Scientifico IRCCS, Regina Elena Roma Papa Rosetta Responsabile Screening Tumori sfera genitale
femminile Azienda Sanitaria Locale Napoli 1
Pomo Vincenzo Direttore Sanitario Area Programmazione Assistenza territoriale ARES-Puglia Rodella Donatella Dirigente medico, Direzione Sanitaria Aziendale,
Azienda Sanitaria Locale, Sassari Sartori Maita Responsabile screening oncologici Azienda Sanitaria
Locale 5 Collegno- Torino Scalisi Aurora Responsabile Unità operativa screening Azienda
Unità Sanitaria Locale 3 Catania Spadafora Carmine Responsabile organizzativo screening oncologici Azienda Sanitaria Provinciale, Crotone Spandonaro Federico Ricercatore CEIS Università di Roma Tor Vergata Spinelli Angela Reparto Salute della Donna – Istituto Superiore di
Sanità Vitelli Anna Coordinatore Progetto screening cervicocarcinoma
Cosenza SEGRETERIA TECNICO - SCIENTIFICA Dott.ssa Sara Terenzi DG Prevenzione, Uff. X, [email protected], 06 5994 3603 Dott.ssa Laura Cialdea DG Prevenzione, Uff. IX, [email protected], 06 5994 3985 SEGRETERIA ORGANIZZATIVA Grazia Pace DG Prevenzione, Uff. X Mario Giaccio DG Prevenzione, Uff. IX Lorenza Pastore DG Prevenzione, Uff. X
Ministero della Salute
PREVENZIONE DEI TUMORI:
TRA DIFFERENZE DI GENERE E DIFFERENZE TERRITORIALI
Roma, 5 novembre 2007
Sala Consiglio Superiore di Sanità Piazzale dell’Industria, 20
Seminario
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PRESENTAZIONE Questo seminario, è finalizzato a discutere l’impegno del sistema sanitario nella tutela e promozione della salute delle donne, in campo oncologico. L’incontro rappresenta anche una tappa del percorso di organizzazione della Prima Conferenza Nazionale sulla salute delle donne, prevista per l’8 marzo 2008. Disponiamo di numerose indicazioni sulle principali minacce per la salute in campo oncologico, la loro priorità con particolare riguardo alle differenze di genere:
- l’incremento dell’incidenza di cancro del polmone nelle donne; - la perdita dei vantaggi delle donne meridionali, rispetto a quelle del
centro nord, nella mortalità per tumori della mammella; - i mutamenti epocali negli stili di vita e in particolare, la tendenziale
scomparsa della dieta tradizionale mediterranea e la sedentarietà; - il gradiente nord sud nell’offerta di screening; - il gradiente nord sud di sopravvivenza per tumori che rinvia
verosimilmente, oltre a differenze nella precocità della diagnosi, anche una disparità nell’accesso a cure di buona qualità;
- le problematiche emergenti legate alle terapie innovative ad alto costo contro il cancro, che rappresentano un vero e proprio “iceberg” per il sistema sanitario;
- i nuovi orizzonti della ricerca sul cancro della mammella e la sua prevedibilità con dieta e farmaci;
- le nuove opportunità per la prevenzione del cancro della cervice uterina, grazie ai vaccini anti HPV.
In che modo il Ministero della Salute trasformerà la consapevolezza di questi problemi in indirizzi strategici, in che modo le Regioni adotteranno gli atti programmatori appropriati al contesto e in che modo le Aziende Sanitarie posizioneranno i servizi per affrontare questi problemi sul campo? Quale il ruolo dei consultori familiari, sapranno individuare la specificità della loro missione anche nella prevenzione oncologica e nella promozione della salute? Sono in grado le Regioni meridionali di mobilitare e valorizzare le proprie migliori risorse per far fronte al gap di prevenzione ed assistenza di cui soffrono le loro popolazioni?
PROGRAMMA 10.00 Apertura dei lavori e presentazione della giornata
Dott.ssa Maura Cossutta 10.15 PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE ONCOLOGICHE FEMMINILI
Prof.ssa Paola Muti 10.30 INCIDENZA E SOPRAVVIVENZA: DIFFERENZE TERRITORIALI
Dott.ssa Carlotta Buzzoni 10.45 ACCESSO ALLA DIAGNOSI PRECOCE E AGLI SCREENING
Dott.ssa Grazia Grazzini 11.00 ACCESSO ALLE CURE E CRITICITA’ ORGANIZZATIVE
Prof. Federico Spandonaro 11.15 SCREENING: ESPERIENZE NELLE REGIONI DEL SUD
SARDEGNA Il programma di screening mammografico nella ASL1 di Sassari Dott.ssa Donatella Rodella
SICILIA Screening di prevenzione del cervicocarcinoma: stato dell’arte nella realtà della AUSL3 di Catania Dott.ssa Aurora Scalisi
CALABRIA La comunicazione e l’accoglienza negli screening. Esperienza della ASL di Crotone Dott.Carmine Spadafora
PUGLIA La specificità degli screening avviati nella regione Puglia Dott. Vincenzo Pomo
CAMPANIA Il progetto screening a Napoli: un’opportunità di riqualificazione per i consultori familiari Dott.ssa Rosetta Papa
13.00 Light Lunch 14.00 Tavola Rotonda Coordinatore: Dott.ssa Angela Spinelli
C’ è un ruolo per i consultori nella pratica della prevenzione oncologica in Italia? Dott.ssa Anna Vitelli, Dott.ssa Maita Sartori, Dott.ssa Silvia Brezzi
16.00 Conclusione dei lavori
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