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Semplicemente ...Grazie!

Semplicemente Grazie! - Pagina di benvenuto - Parrocchia ... · DOM 05 INGRESSO DEL NUOVO PARROCO DON VITTORIO ROTA ore 10.00 Accoglienza in piazza Umberto I ore 11.00 Santa Messa

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Semplicemente...Grazie!

ORARIO SANTE MESSE

NUMERI TELEFONICI ED E-MAIL

Direttore responsabile: Giuseppe Valli - Amministrazione: don Vittorio Rota - Casa parrocchiale Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 1 del 14.01.1971Stampa e inserzioni pubblicitarie: Tipografia Sebina Sarnico - Tel. 035 910 292Redazione: don V. Rota, don L. Fumagalli, don G. Fiorentini, M. Dometti (Civis), R. Gusmini e S. Marini. Collaboratori: don V. Salvoldi, A. Arcangeli, P.L. Billi, G.Cadei, C. Casati, G. Dossi, E. Frattini, G. F. Gaspari, P. Gusmini, R. Modina.Progetto grafico: Studio PéldyUfficio abbonamenti: Segreteria Casa parrocchiale : Tel. 035 4262490

Parrocchia 035 4262490don Vittorio 328 7066575Oratorio 035 912 078don Loris 328 3932361don Giuseppe 347 2659420Sacrista 339 2087660Centro pr. ascolto 035 910916Sala Giochi (Meulì) 035 912107Cine Junior 035 910916

Centro Quader 035 912420Centro Famiglia 035 911252Sito web: www.parrocchiasarnico.itE-mail sito: [email protected] C.SI.: www.csioratoriosarnico.itE-mail C.S.I.: [email protected] de “ilPorto:[email protected]

E-mail parroco: [email protected] don Loris: [email protected] don Giuseppe: [email protected] sacrista: [email protected]/c postale Parrocchia: 49089303Sito web Oratorio: http://oratorio.parrocchiasarnico.it

1 Copertina: don Luciano Ravasio - Foto Vezzoli 2 Sommario - Orario Sante Messe - Numeri telefonici 3 Calendario e numeri utili 4 Tredici anni in cammino 6 Mandato da Dio con una storia... 8 Grazie don Luciano 9 In cammino nella Chiesa10 I saluti a don Luciano20 Fotocronaca del saluto della comunità22 Carissimi parrocchiani 23 Nuovo Pastore24 Chiesa Universale - Chiesa Diocesana28 Pane e vino per la vita del mondo30 Incoraggiare e non sparlare del prossimo32 Nonno Sandro 33 Scuola materna Faccanoni: i grazie della commissione 34 Non solo sangue all'AVIS35 85° fondazione gruppo - 45° costruzione chiesetta 36 Associazione anziani: rubrica del mese di settembre37 Verso l'ottobre missionario38 Le pagine del Comune 43 Riparte il "Piroscafo"44 Le Giasére": le ghiacciaie di Sarnico e dintorni45 Corpo Musicale" e "Canterini del Sebino" a Plan de Cuques46 Habilita partecipa al congresso naionale SIMFER48 I 90 anni di nonna Pierina50 Gruppo Marinai51 Mythos52 Come eravamo54 Estate a Sarnico55 L'amore per Sarnico56 ASD Judo Sarnico57 Anagrafe parrocchiale60 I giovani di Sarnico al pellegrinaggio Assisi-Roma

SOMMARIO

SETTEMBRE 2014

Il prossimo numero de “il Porto” sarà in distribuzione da venerdì 31 Ottobre 2014. Si raccomanda l'invio degli articoli in word e delle immagini in Jpeg ad alta risoluzione, entro e non oltre lune-dì 20 ottobre 2014, a [email protected] o la consegna presso la casa parrocchiale. Il materiale pervenuto oltre il limite stabilito non potrà essere pubblicato se non nel mese successivo. Grazie per la collaborazione e buone vacanze.

Festivoore 8.00 (Parrocchia) - 9.00 (Ospedale) 9.30 - 11.00 -18.00 - 20.00 (Parrocchia)

Feriale 8.00 - 16.00 - 20.00 (Parrocchia)

Vigilia di Festaore 18.00 e ore 20.00 (Parrocchia)

Funerali ore 15.15

VEN 03 ore 20.00 Ricordo del Transito di San FrancescoSAB 04 ore 18.00 Messa di Santa Teresa di Lisieux a FosioDOM 05 INGRESSO DEL NUOVO PARROCO DON VITTORIO ROTA ore 10.00 Accoglienza in piazza Umberto I ore 11.00 Santa Messa nella chiesa Parrocchiale ore 15.30 assemblea dei genitori della catechesi e saluto al nuovo parroco ore 18.00 Santa Messa e processione della Madonna del RosarioGIO 09 ore 14.30 Inizio catechesi 2^ - 5^ elementare ore 20.45 Consiglio Pastorale Vicariale a ParaticoVEN 10 ore 17.30 inizio catechesi 1^-2^ media ore 21.00 concerto cori alpini presso Teatro JuniorDOM 12 85° fondazione gruppo alpini Sarnico e 45° costruzione della chiesetta ore 18.00 Inizio percorsi adolescenti 3^ media - 5^ superiore

MAR 14 ore 20.45 Consiglio dell'OratorioGIO 16 ore 20.45 Consiglio Pastorale parrocchiale VEN 17 ore 20.30 Scuola di preghiera in Seminario DOM 19 Castagnata in Oratorio Giornata Missionaria Mondiale MER 22 ore 20.00 Ufficio ComunitarioGIO 23 ore 20.45 a Villongo S.F revisione Direttorio Liturgico DiocesanoSAB 25 ore 17.00 Incontro GENTI E FEDI: Laboratorio di dialogo interreligiosoDOM 26 ore 09.30 Presentazione bambini della Prima Confessione e Family Day GIO 30 ore 20.45 A Villongo S.F. Direttorio Liturgico DiocesanoVEN 31 ore 20.30 Ordinazioni diaconali in Seminario

OTTOBRE 2014

PROTEZIONE CIVILE Sede operativa: tel. 035 911893 Responsabile operativo: tel. 338 5467160e.mail: [email protected]

Dall'1 luglio al 30 agosto 2014tel. 035 912134 lunedì chiusoMartedì 08.30-13.00 Mercoledì 08.30-13.00 Giovedì 08.30-13.00 15.00-19.00 Venerdì 08.30-13.000Sabato 08.30-13.00

NUMERI UTILI UFFICI COMUNALI

tel. 035 924111 - fax 035 924165

Uffici Amministrativi (anagrafe)tel. 035 924126 da lunedì a venerdì 9.00 -12.30lunedì martedì giovedì 17.30 -18.30

Ufficio Tecnico ComunaleUrbanistica/Edilizia Privata tel. 035 924145Lavori Pubblici/manutenzione tel. 035 924148

Polizia municipale tel. 035924 114 - 335 5454846da lunedì a venerdì 9.00-12.30 /15.00 - 18.00Ufficio assistente sociale tel. 035 924152lunedì 17.30-18.30 mercoledì/giovedì 9.00 12.30Ufficio tributi tel. 035 924112 lunedì mercoledì venerdì 9.00 -12.30 giovedì 17.30-18.30

EMERGENZA Ambulanza - Carabinieri - Vigili del fuoco - Polizia: tel. 112Caserma Carbinieri: tel. 035 910031 Guardia medica: tel. 035 914553Ospedale: 035 3062111Farmacia: 035 910152 orari 8.30-12.30 / 15.30-19.30

BIBLIOTECA COMUNALE

Foto Aldo Gervasoni

4 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

EDITORIALE

TREDICI ANNI...IN CAMMINO

a cura dellaREDAZIONE DE "IL PORTO"

È durato tredici anni, carissimo don Luciano, il tratto di strada che abbiamo percorso con lei, un cammino impegnativo ed intenso, a volte anche faticoso, ma sicuramente sono state tante le esperienze fatte che ci hanno aiutato vicendevolmente nella crescita cri-stiana. Eppure, breve o lungo sia stato il tragitto, camminare insieme ci ha avvicinato, legato ed unito.

La storia di una comunità cristiana è semplice ma allo stesso modo complessa, fatta di ritmi, segnata da fatti che accadono nella quotidianità, cose semplici e complicate come la vita di ognuno di noi. Per Sarnico poi, è la prima volta che questo avviene, non era-vamo abituati, tutti i parroci che hanno preceduto don Luciano riposano nella Cappelletta a loro dedicata, nessuno aveva “cam-biato parrocchia” - nel senso letterale della parola, ovviamente -. Un prete è un ministro di Dio, strumento, segno della Grazia e della Parola del Signore, uomo del “mistero della fede”. Ogni sua azione è frutto di ciò che è e di ciò che ha ricevuto il giorno dell'ordinazione sacerdotale. «Un sacerdote – disse (il purtroppo) un po’ dimenticato Benedetto XVI - agisce e parla in nome di Cristo, offre i Suoi doni, comunica la Sua parola, attua la sua presenza sacramentale nel Pane e nel Vino, offre perdono e conforto nel suo amore».

Tredici anni …in cammino, alcuni anche coloriti anche da qual-che arrabbiatura e da qualche incomprensione mitigate però dal desiderio di contribuire al bene di tutti e alla diffusione del Vangelo. La vita è fatta di momenti unici, irripetibili ma che lasciano un segno profondo: il matrimonio, la nascita di un bambino, la per-dita di una persona cara. Gioie e dolori che spesso e volentieri si intrecciano in modo talora misterioso, con la vita degli altri e con la vita di un sacerdote che, di tutti, raccoglie le confidenze, condivide i momenti felici ed asciuga le lacrime.Come per le persone, così pure nelle vicissitudini di una comu-nità cristiana, si verificano eventi unici che lasciano un ricordo

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 5

incancellabile nella mente e nel cuore di tutti. Segni di un cammino che prosegue in un verso preciso e nuovo.

E allora ripercorrere la strada di questi tredici anni per il nostro parroco che se ne va, vuol dire ripensare alle tante persone conosciute ed amate, a quelle che gli sono state più vicine e a quelle che “sono andate avanti”, rivedere tanti volti, radunare nel tempio della memoria tanti fatti e capire che, in fondo, tutto è grazia e quindi, per tutto que-sto, lodare il Signore e proseguire con rinnovata fiducia ed entusiasmo sulle strade della vita verso nuovi traguardi. Abbiamo apprezzato la sua disponibilità “a fare comunità”, a creare “un’economia di valore”, come ha recentemente detto il presidente uscente dell’Azione Cattolica Franco Miano, “investendo sulle persone e non smettere mai di confrontarsi”.La semplicità nel vivere il Vangelo, e l'entusiasmo che don Luciano ha sempre saputo trasmettere, sono stati un in-segnamento per tante persone che lo hanno conosciuto.Salutiamolo con gioia, e facciamolo a nome di chi ha colla-borato con lui, ma anche a nome degli indifferenti, a nome dei malati che non hanno modo di farlo di persona, delle tante Associazioni, linfa vitale della comunità, ma non pos-so, e vi chiedo di concedermelo, non esprimere un grazie a don Luciano a titolo strettamente personale, perché ha celebrato quattro momenti fondamentali della mia vita di uomo: il battesimo dei miei adorati nipotini.Quindi buon cammino, nella sua nuova strada “Preòst”, ma attento perché non sarà facile liberarsi di noi!

Un ultimo saluto, ce lo permetta, lo vogliamo inviare an-che ad una donna forte e decisa: sua sorella Marilena che ha saputo farsi voler bene proprio per la sua schiettezza e, qualità rara nelle persone, perché ha sempre detto ciò che pensava, senza nutrire alcuna riserva o rancore. Ha svolto nel modo migliore e senza mai fare da "parroco aggiunto" il ruolo non facile di filtro, di primo sbarramento fra le mura della canonica e il mondo esterno. Marilena astutamente è riuscita a far collimare due verbi apparentemente in contrasto fra loro: "saper obbedire" e "comandare”. Al di là della facile ironia, vogliamo ringraziare anche lei perché prendere la decisione di assistere un sacerdote è comunque una scelta spesso complicata che richiede av-vedutezza, sensibilità e buon senso perché un prete, sep-pure fratello, è comunque un persona un po' ...speciale.Ci mancherai Marilena, come ci è mancato tanto quell'uo-mo meraviglioso che è stato tuo marito Mario!

Civis

Quella del sacerdote è proprio una bella missione perché non appartiene alla persona prescelta da Dio, ma diventa patrimonio di una storia. Io sono grato alla storia che ha fatto di me quello che sono grazie a moltissime persone che ho incontrato. La realtà di una persona prende i vari lineamenti del suo essere da una storia. Riconosco le mie radici anche perché le cose più belle della vita le ho imparate da papà Mario e mamma Gina, la quale mi raccontava e insegnava le preghiere mentre faceva i guanti in casa per sbarcare il lunario dato che ero il terzo di cinque fratelli. Che bellezza quella famiglia che i miei genitori hanno edificato con tanti sacrifici e con una coraggiosa testimonianza di fede e di vita cristiana! Non rimpiango nulla, ma ricordo sempre il mio cortile abitato da tante famiglie, dove l’educazione era data anche da tutti coloro che facevano parte di quel cortile e della famosa via Borghetto in quel di Almè. Poi ci furono gli anni belli e faticosi del seminario dove scuola e preghiera formavano l’uomo e alimentavano il desiderio di crescere verso il sacerdozio, anche in quel periodo che passai fuori dal seminario completando gli studi, ma con la prospettiva della verifica di una vocazione cresciuta senza scossoni. Belli i primi innamoramenti, le crisi anche di fede, ma “dentro di me c’era come un fuoco ardente che non riuscivo a contenere”. Così, dopo aver incontrato un testimone dei nostri tempi come Padre Turoldo e aver passato con lui un po’ di tempo, tornai a casa dicendo a mia mamma: “Prepara le valigie perché settimana prossima tornerò in seminario”. Pian piano, secondo il progetto maturato con i superiori del seminario, venni ordinato sacerdote da S.E. Mons. Clemente Gaddi il 12 giugno 1976.Fino ad oggi ho vissuto due esperienze da “curato” e due da “parroco”: adesso dovrebbe venire il massimo della mia donazione perché tutto è partito da un desiderio adolescenziale che diceva in me: “Io voglio di più!”. Partii dall’esperienza di Mariano dove, dal 1976 al 1983, gustai gli entusiasmi uniti anche a qualche delusione che forgiarono in me il vero senso del sacerdozio. Il seminario è importante, ma imparai a essere prete vivendolo giorno per giorno con il parroco, don GianMaria Fornoni, e con i giovani, coi quali condivisi tante esperienze e iniziative, fino a entrare nel cuore di tante situazioni, tante famiglie e di ciascuno di loro offrendo un proprio spazio. Poi il cuore si allargò a Vertova, dal 1983 al 1989, con una parrocchia dove imparai molto a contatto con numerose associazioni (indimenticabili sono l’A.C.R. e gli Scouts). Iniziai la pastorale tentando orizzonti nuovi tra cui la radio che mi aiutò molto anche come insegnante di religione sia alle Medie che all’Esperia. Tutto è grande quel che si fa col cuore e, dopo l’esperienza della malattia del mio parroco, mi venne assegnata la comunità di Schilpario-Pradella-Barzesto-Vilmaggiore-Sant’Andrea in val di Scalve. Ebbi così il privilegio di far parte del Consiglio Presbiterale Diocesano per 10 anni ed esercitare il ministero di Vicario Locale fino al 2011. Quante cose belle in

ULTIMO SALUTO

MANDATO DA DIO CON UNA STORIA PERCHÈ LA SUA È STORIA DI SALVEZZA PER TUTTI!

6 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

Val di Scalve, soprattutto l’amicizia con una persona dal cuore eccezionale, Mons. Andrea Spada! Devo dire grazie alla collaborazione di tante persone che segnarono la mia vita in quegli anni e ad alcuni incontri importanti (indimenticabili i giorni vissuti col Card. Ersilio Tonini). Vissi come una ricchezza d’animo la grande solidarietà sprigionata in tutta la valle per le mie sofferenze: la morte di mia sorella il 15 giugno 1989, la morte di mio papà il 30 luglio 1994 e quella di mia mamma il 3 marzo 1999. Ogni persona fu sostegno, aiuto e conforto! Riuscii a unire le comunità della valle, anche quelle piccole e dislocate in luoghi impervi, in un unico Coro che ancora continua il suo cammino nella ormai prestigiosa “Corale della Valle di Scalve”. Il mio sacerdozio ricevette un impulso straordinario nell’esperienza di Sarnico, una comunità non molto omogenea, ma ricca di carismi e di iniziative: si

a cura diDON LUCIANO RAVASIO

IL SALUTO

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 7

contano quasi 60 gruppi di volontariato e con grandi prospettive e responsabilità in ogni ordine: dalla comunità religiosa a quella civile, a quella militare. Così, fondamentale per la mia missione è stato aver incontrato tante persone che mi hanno

accompagnato e sostenuto con il loro impegno e la loro fede. Ho già espresso sull’ultimo numero i tanti grazie, ma quelli che sono nel mio cuore sono molti di più. In primis ai tanti sacerdoti che mi hanno aiutato nel servizio pastorale, soprattutto porterò sempre con me una notte d’ospedale passata con Padre Antonio in cui ci siamo confidati e aiutati a vivere il progetto del Signore. Dopo il mio incidente di percorso fu di grande conforto una notte accanto al mio letto con don Sergio e mio cognato Mario, i quali con semplicità mi hanno sempre affiancato. Don Franco che mi ha sempre voluto risparmiare nelle fatiche e aiutato in ogni circostanza. La simpatica amicizia fraterna con don Pietro; le capacità artistiche di don Gianni e l’esperienza pastorale di don Felice. Gustai anche il condividere i pasti con don Giuliano con diverse discussioni che spaziavano dall’Inter alla politica e a tentare di leggere alcune situazioni sociali

anche degli adolescenti del nostro oratorio e i giovani dei tanti Corsi per Fidanzati. Imparai a dare spazio alla preghiera comunitaria con don Loris e don Giuseppe e i nostri incontri settimanali riuscivano a farci condividere l’ansia pastorale.Fui accolto con simpatica amicizia e molta cordialità dal sindaco Sandro Arcangeli, col quale ho maturato alcune scelte collaborative iniziali importanti che hanno aperto il cammino a un futuro meraviglioso, nel rispetto reciproco dei diversi ruoli e con le due amministrazioni del sindaco Franco Dometti. Ora si preparava una nuova collaborazione con l’attuale amministrazione del sindaco Giorgio Bertazzoli, ma il Signore ha scelto un altro parroco. Con l’apporto di tutti coloro con i quali ho avuto l’onore di collaborare, siamo riusciti a portare il paese a un rinnovamento molto significativo, perché accanto alla quantità degli eventi si è curato molto la qualità. Chi subentrerà avrà il compito prima di tutto di apprezzare il lavoro svolto e poi di continuare sulla strada tracciata. Il segno che riassume il cammino non solo materiale, ma anche spirituale, è valorizzato dalla Chiesa Prepositurale, con il sagrato antistante, che viene ad essere la sintesi del nostro essere comunità.Dopo tredici anni il Vescovo mi chiama ad allargare di nuovo il cuore nominandomi parroco a Osio Sotto. Un nuovo balzo per questo mio cuore perché a Sarnico mi sembrava che stessi donando il meglio di me stesso, ma mi ha fatto sempre bene ciò che mi ha detto un giorno Mons. Spada:” In ogni cambiamento, non si perde nulla, ma si allarga il cuore”.In questo periodo mi sto allenando perché il cuore ha un po’ di sofferenza lasciando una bella comunità. Qualcuno mi chiede quali sono i miei sentimenti.Il cambiamento apre alla speranza perché si tocca con mano che Dio non ci abbandona e suscita nel suo amore sempre una persona, don Vittorio per voi, che possa rappresentarlo e renderlo presente non perché più bravo e più intelligente, ma solo perché Lui lo ha scelto. Sento in me ciò che san Paolo ha detto ai cristiani di Corinto:"Anch’io, fratelli, quando venni tra voi, non mi presentai ad annunciarvi il mistero di Dio con l’eccellenza della parola o della sapienza. Io ritenni infatti di non sapere altro in mezzo a voi se non Gesù Cristo, e Cristo crocifisso. Mi presentai a voi nella debolezza e con molto timore e trepidazione. La mia parola e la mia predicazione non si basarono su discorsi persuasivi di sapienza, ma sulla manifestazione dello Spirito e della sua potenza, 5perché la vostra fede non fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio".

Mi affido quindi alla vostra comprensione! Vi assicuro in ogni caso di mettere ciascuno di voi nel mio cuore e ciascuno di voi arricchirà il mio animo e la mia preghiera. Spero che quando penserete a me, abbiate buoni pensieri di serenità e amore. La più bella riconoscenza sarà la collaborazione che tutti saprete offrire a don Vittorio e che lo amiate almeno tanto quanto avete amato me!Quanta bellezza e quanta potenza di vita ci sta regalando il Signore! Grazie a Lui e anche a ciascuno di voi.

Don Luciano con il Cardinale Giovanni Battista Re

8 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

È giunto il momento di salutare un compagno di viaggio; momento previsto nella vita di noi preti. Previsto, ma forte! Il primo grazie a don Luciano lo devo perché forse sono stato il primo al quale ha voluto comunicare la scelta del vescovo. Mi sono sentito onorato ed allo stesso tempo ho percepito la necessità di condividere un passo così impegnativo. Credo non sia stata una casualità, e nemmeno una semplice cortesia, ma il segno di una fraternità costruita negli anni.I miei primi otto anni da prete li ho vissuti con don Luciano. Evidentemente a lui devo molto di ciò che sono. Quando tra preti giovani, tra curati di oratorio, si parla del proprio parroco, ognuno ha il suo modo di definire il suo rapporto: c’è chi si lamenta, chi chiede più aiuto, chi vorrebbe essere più libero di fare. Io non ho avuto né un parroco che mi ha impedito di fare o compiere determinate scelte, né uno che lasciandomi carta bianca mi ha abbandonato al mio destino. Ho avuto un parroco che mi ha dato fiducia. E dare fiducia ad un giovane sbarbatello di venticinque anni non è cosa scontata. Riconosco questa grande caratteristica in don Luciano nei miei confronti. Oltre alla generosità, l’accoglienza, la condivisione dei problemi. Potrebbe apparire scontato, ma noi uomini e quindi anche noi preti, tante volte crediamo sia più semplice tenersi tutto dentro. Ho trovato una casa a mia disposizione, una nuova famiglia che ha sempre avuto un po’ di preoccupazione per me, anche quando non ero presente.Il momento in cui, per obbedienza, si è chiamati a percorrere strade diverse l’abbiamo sentito avvicinarsi. Scherzando tra noi, abbiamo scommesso su chi sarebbe partito per primo. Non posso dire chi ha vinto la scommessa… Abbiamo imparato a ridere tra di noi e di noi stessi. Abbiamo scommesso con caparbietà su alcune cose e abbiamo rinunciato ad altre. Abbiamo cercato di non farci del male a vicenda, perché non serve a nulla, ma piuttosto cercato di aiutarci, per essere forti non per la nostra tranquillità, ma per amore della comunità. Credo che abbiamo anche imparato a sopportarci negli irrimediabili difetti che ciascuno porta con sé. Ma questo ha intensificato la nostra convinzione che è necessario essere fratelli nel sacerdozio per fare del bene ad una comunità.Carissima comunità di Sarnico, siamo chiamati a vivere il tempo del distacco. Non come dramma irrisolvibile, ma come tempo nuovo consegnato a noi da Dio. La forza degli uomini

e delle donne della Bibbia sta nel vedere, oltre una apparente conclusione, la forza del nuovo che ci viene messo nelle mani. Vale per don Luciano, vale per noi. Non è certo un grazie di circostanza quello che scrivo, ma il riconoscimento sincero ad un prete che ha ritenuto fondamentale nel suo essere, condividere molto della sua vita con me. Ed estendo il grazie a Marilena sempre disponibile, ed a tutto il resto della famiglia Ravasio per aver intrecciato la storia della comunità di Sarnico. Buon cammino don Luciano, e grazie!

Caro fratello,l'augurio che voglio rivolgerti in questo passaggio nel tuo cammino di fede, nasce in me come un grande grazie. Sei stato per me una meraviglia, prima che attendermi come un collaboratore nel ministero (e sarebbe stato già molto), hai cercato in me un dono di Dio, e con questi occhi mi hai guardato, per te e per questa comunità, fin dall'inizio. Non ne sarò mai grato abbastanza, a te e al Signore.Avrei desiderato che la bella fraternità che il Signore ci ha donato di gustare, insieme a don Loris, continuasse nel nostro servizio pastorale a Sarnico ancora a lungo. La Provvidenza ha disposto diversamente, ma so che quanto ci è stato elargito è solo un seme, destinato a moltiplicarsi su questa terra (anche nelle prossime occasioni in cui ci ritroveremo), per poi germogliare glorioso quando risorgeremo. Tieni sempre alto lo sguardo come sai fare, don Luciano, anche e soprattutto con i confratelli sacerdoti, con quella schietta e tenera semplicità con cui sai aprire il cuore.«Giusto è il Signore in tutte le sue vie, e buono in tutte le sue opere»: così dice il Sal 144, che preghiamo nella Messa in cui ti salutiamo. Lo ringrazio per avermi confermato, in questo anno, questa sua Grazia, anche attraverso la tua persona. E ti auguro di continuare a gustare la Sua Meraviglia.Dio benedica i tuoi passi, il tuo ministero, i tuoi cari.Con vera gratitudine e affetto fraterno, buona Sequela!

A presto.don Giuseppe

GRAZIE DON LUCIANOa cura diDON LORIS FUMAGALLI

IL SALUTO

a cura diDON GIUSEPPE FIORENTINI

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 9

a cura del VicarioDON GUSTAVO BERGAMELLI

Ci sono giorni nella vita di una persona in cui si intrecciano confusamente pensieri tra loro contrapposti: gioia e gratitudine, tristezza e sofferenza, fraternità e amicizie, solitudine e amarezza. Giorni nei quali sembra difficile dare un ordine a ciò che la mente genera e che il cuore custodisce gelosamente.

È ciò che avviene anche quando un prete lascia una comunità parrocchiale per incontrarne una nuova. Queste immagini scorrono inesorabili nella mente

dell'interessato e delle persone direttamente coinvolte, mettendo in evidenza tutta la bellezza, l'unicità, ma anche la fragilità e la precarietà dell'umano.Però... già, c'è un però! La vita del prete è chiamata ad andare oltre. Se ogni cristiano infatti è chiamato ad andare oltre con la forza che scaturisce dal battesimo, per un prete ancora di più, in quanto il suo ministero è inserito dentro il progetto che Dio gli ha consegnato, per esserne amministratore nella Chiesa e in mezzo ai fratelli.Don Luciano, in obbedienza al Vescovo, lascia dopo tredici anni la parrocchia di Sarnico per abbracciare una nuova comunità che lo attende, quella di Osio Sotto. È la stessa Chiesa, che condivide la gioia di camminare insieme con Cristo e incontro a Cristo. Una visione, quella ecclesiale, che possiamo davvero dire abbia caratterizzato il ministero di don Luciano, nella sua capacità di andare oltre la sua parrocchia. Per molti anni si è speso come vicario locale in mezzo alle nostre comunità, come già prima a Schilpario. L'invito ad aprirsi alle collaborazioni interparrocchiali, la ricerca dell'impegno laicale, in particolare dentro al consiglio pastorale del vicariato, sono solo alcuni elementi di una idea di fondo: il cammino fatto insieme.A nome mio personale e di tutti i sacerdoti del vicariato, unitamente alle nostre comunità, il grazie a don Luciano per il suo impegno e la sua testimonianza in mezzo a noi. L'augurio che possa continuare con lo stesso spirito, ad amare e servire Cristo e la sua Chiesa. Quando cinque anni fa arrivai a Paratico, don Luciano, nell'omelia, disse alla gente che il prete, entrando in una nuova parrocchia, non dimentica le altre, ma il suo cuore diventa sempre più grande per fare spazio alle continue novità... ora sono io a dirlo. Auguri don Luciano, per tutto ciò che ti attende! Allarga sempre più il tuo cuore con generosità, ma... occhio all'infarto!

IN CAMMINO NELLA CHIESA

IL SALUTO

10 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

IL SALUTO DEL SINDACO A DON LUCIANO

Il momento del saluto ad un Parroco è sempre delicato per una Comunità perché il sacerdote non “lavora” in un ufficio, ma è testimone di vita, fratello e padre nella grande famiglia che è la parrocchia. Dire grazie ad un sacerdote è dire grazie a Dio per essersi preso cura del suo gregge, attraverso una persona, un volto, una voce, un cuore ben precisi. E se si guarda al presente con questa prospettiva allora il cambiamento, da momento di delicatezza, diventa opportunità per il futuro lungo un cammino che ha sempre una grande costante: la presenza di Dio. Diventa allora più facile, sollevato l’animo dalla naturale emozione, voltarsi indietro e dire grazie all’uomo che, in quanto sacerdote, ha animato nel nome del Signore la nostra Comunità. E noi a Don Luciano dobbiamo grande riconoscenza per come si è posto nei confronti del paese e per come ha saputo impegnarsi per esso. Ho la fortuna di aver potuto riflettere, nei giorni scorsi ed in vista di questo appuntamento, con alcune delle persone con cui condivido la grande esperienza amministrativa che da pochi mesi sto vivendo: parlando di Don Luciano ci siamo trovati

concordi nel riconoscere la sua disponibilità al dialogo, il suo saper mettere a proprio agio le persone. E quella sua semplicità, quel suo non essere impositivo, sono diventati lo stimolo per le persone che con più assiduità frequentano la parrocchia ad impegnarsi. Credo che questo sia uno dei grandi regali che ci ha fatto Don Luciano: ha spinto le persone a porsi una domanda chiara e precisa: “Io cosa posso fare?”. Ed è una domanda fondamentale in un momento difficile sotto tanti punti di vista. Ma dalla risposta che sapremo dare a quell’interrogativo dipende e dipenderà il futuro della nostra Comunità. Sono qui per porgere un grande abbraccio a Don Luciano a nome di tutti i nostri concittadini. Quello che gli rivolgo, dunque, è un arrivederci perché, per fortuna, la sua nuova destinazione non è lontana. E gli lascio una richiesta: nelle preghiere continui a ricordarsi della sua Sarnico.

Il Sindaco Giorgio Bertazzoli

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IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 11

L'ALBUM DEI RICORDI ...COM'ERAa cura delllaREDAZIONE

Don Luciano con la mamma Luigina Rigamonti

Mamma Luigina e papà Mario Ravasio

"Sarai Sacerdote per sempre". Il giorno dell'ordinazione

«Cercherò di essere prete con voi, ma non potrò essere Parroco senza di voi»

Il primo nucleo della "Corale Valle di Scalve"

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12 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

Inaugurazione della nuova sede de "il Battello" La musica, la sua grande passione - Qui con il coro "Callido"

Tra Don Enzo Locatelli (ex Parroco di Vertova) e Mons. SpadaCon il cognato Mario e la sorella Marilena

Anno 2001: Arrivo a Sarnico Con Mons. Andrea Spada

Ottobere 2008: Messa al parco per Santa Teresina

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IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 13

Con il Vescovo MaurizioA Roma con Suor Giuliana

Con il diacono Giuseppe Festa dell'Oratorio 2014, l'ultima

Il saluto a don Sergio Domenica delle Palme con don Loris Con don Franco, don Loris e don Giuseppe

14 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

IMPEGNO PASSIONE ED AMORE

IL SALUTO

Quando un’esperienza finisce, quando un cammino comune finisce, ciascu-no di noi cerca, per quanto possibile, di richiamare alla propria memoria i momenti migliori e più significativi di questa esperienza e di questo cam-mino.Io ho avuto la fortuna, il piacere e l’onore di vivere dieci anni da sindaco ac-compagnato oltre che dall’affetto e mi auguro, dalla stima dei miei cittadini, anche dalla presenza di una persona per me speciale, di un amico speciale, di un parroco speciale.È indubbio che in un periodo di profondo cambiamento della nostra socie-tà, delle nostre abitudini e dei relativi valori, fare il Parroco o meglio fare il prete (lo dice anche Papa Francesco nella sua intervista a Ferruccio De Bortoli “fare il prete mi piace”) non è certamente facile.Ecco, io penso che a Don Luciano piace “fare il prete”. Normale si può dire per un prete fare il prete. Certamente come è normale per un sindaco fare il sindaco, per un manager fare il manager, per un operaio fare l’operaio, ma è altrettanto importante non chi si è, ma come si è.E quell’“obbedisco” senza se e senza ma alla disposizione del Suo Vescovo che gli comunicava il trasferimento nella nuova parrocchia, sta ancora una volta a dimostrare, se mai ce ne fosse bisogno, che la sua missione di “prete” non è solo quella dove lo porta o dove lascia il suo cuore, ma è dove c’è bisogno di lui.La nostra collaborazione nata nell’incontro fra l’istituzione pubblica e la co-munità religiosa si è nel tempo trasformata e consolidata in qualche cosa di più profondo, in una amicizia sincera che aveva come solida base il reci-proco rispetto dei propri ruoli, delle proprie funzioni e delle proprie pre-rogative. Rispetto ed amicizia, ecco cosa ricorderò sempre di Don Luciano.Tante iniziative comuni, tanti progetti, alcuni realizzati altri nel cassetto dei sogni, tanti incontri con personaggi del mondo cattolico e della società ci-vile, visite di preghiera e di divertimento, ma soprattutto per me sempre un consiglio, una parola buona nei momenti difficili e di sconforto ed una

mano sulla testa al bisogno. Certo se non fos-se milanista ma atalantino come me sarebbe meglio, ma non si può essere perfetti in tutto.Ciao Don Luciano, ciao ed arrivederci perché resteremo sempre in contatto, Osio Sotto non è caput mundi e tanti amici ti aspettano sempre con gioia qui, a Sarnico, nella nostra bellissima Sarnico per la quale insieme abbia-mo con impegno, passione ed amore scritto una piccolissima parte della sua storia; ad altri adesso il compito di continuare con lo stesso spirito, con lo stesso rispetto e con la stessa collaborazione.E poi mi raccomando, Don Luciano, i tuoi nuovi parrocchiani abituali con gradualità alle tue chilometriche omelie.Con tanto affetto ed amicizia! Franco Dometti

a cura degliEX SINDACI

CIAO DON LUCIANO Sandro Arcangeli

Ti ho accolto col cuore in mano il 7 ottobre 2001 nella piazza principale di Sarnico. Ti dissi: “Sono qui a chiederti di lavora-re insieme per la nostra gente, che ama la vita e crede nella solidarietà. Sarnico è una terra di acqua e sole, dove la parola rettitudine, giustizia e bellezza si incarnano nella quotidianità” . Il vescovo mi aveva detto, in confidenza: “Qualunque parroco

ti manderò avrà su di sé una grossa croce: ma ti manderò un uomo valido”. Ora posso confermare che mi ha mandato una persona schi-va, con profonda esperienza di vita, di fede e di preghiera, con un amore appassionato per la Chiesa. Instancabile ricercatore della verità e maestro sicuro per tanti di noi. Mi è piaciuto subito il tuo stile sobrio, di bergamasco puro-sangue … e concreto. Da cattolico convinto ho sempre accolto con piacere le tue “prediche” e ti ho sempre detto … BRAVO BREVE CHIARO. Ho condiviso l’impegno per dare il massimo splendore alla nostra parrocchiale. Ho avuto qualche preoccupazione per le tue coronarie (anch’io ho avuto gli stessi problemi) ma … nonostante i me-dici siamo ancora vivi!La mia generazione era abituata ad avere il Parroco "a vita" ed anche da morto (vedi cappella nel cimitero). Ma… il Ve-scovo ha cambiato le regole. Dopo anni di lavoro eri riuscito a conoscere tutti i tuoi par-rocchiani, i loro umori, le sfumature di ognuno di noi … ora devi lasciare tutto! Ma gli ordini non si discutono ed anch’io, da buon Alpino pur a malincuore, OBBEDISCO!Ciao “PREÒST”. Ti ho voluto bene … tanto. Mi mancherai!

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 15

L'ARCOBALENO a cura della REDAZIONE

GRUPPO MISSIONARIOSignore,dona a Don Luciano idee chiare, concrete, attuabili,la sua azione sia duttile, tenace, discreta,la sua intenzione retta e semplice.Fa' che l'insuccesso non l'avviliscae il successo non lo renda superbo.Egli sia, per la nuova comunità, fratello maggiore,padre, amico e maestro.Raduna attorno a lui la parrocchia,

nella generosità dell'impegno cristiano,nella collaborazione intelligente e cordiale,nella carità che salda in unità.Così sia!

Il Gruppo missionario, grato a Don Luciano per la collabora-zione nella realizzazione dei vari progetti benefici che si sono susseguiti in questi anni, vuole accompagnarlo verso questa nuova, impegnativa e stimolante meta con una preghiera di cui Madre Teresa ci ha dato lo spunto.

CENTRO DI PRIMO ASCOLTO

Gli operatori del Centro di Primo Ascolto ringraziano per il supporto e il sostegno avuto in questi anni nell’affrontare il servizio quotidiano alle persone in difficoltà. La cosa che più ricorderemo è il suo modo di affrontare le situazioni sempre in positivo, portato alla gioia e alla bellezza.

GRUPPO ALPINIDimenticarla don Luciano, sarà impossibile, perché ogni ministro, ogni gruppo, ogni associazione, ogni particolare architettonico ben curato e valorizzato della nostra chiesa, ci parlerà di lei, testimoniando la sua eredità. Caro don Luciano, le penne nere di Sarnico che ha tanto amato, conserveranno sempre del loro parroco un ricordo tutto particolare, unico, personale, così come particolare, unico e perso-nale è stato il nostro rapporto. Lei lascia la nostra comunità in un momento di grandi cambiamenti. Dovremmo tutti insieme cercare di garantire la giusta continuità, pensando alla nostra gente, al “pros-simo”, agli ultimi, come sempre gli Alpini hanno fatto e come lei sempre ci ha suggerito. Paolo Ravelli

UN ARCOBALENO DI GRAZIE A DON LUCIANO

KIWANIS CLUB DEL SEBINO

Il presidente Giacomino Abrami, il past presidente Diego Busatta insieme a tut-ti i soci del "Kiwanis Club del Sebino", sono grati al parroco don Luciano Ra-vasio per la disponibilità e collaborazio-ne offerte all'Associazione in questi 13

anni di permanenza a Sarnico. Così, con le parole di Giovanni Paolo II la vogliamo salutare e ringraziare: «Il segreto degli autentici successi pastorali non sta nei mezzi materiali. I frutti duraturi degli sforzi pastorali nascono dalla santità del sacerdote». Allo stesso modo vogliamo augurare al nuovo parroco don Vittorio Rota, un proficuo e fecondo lavoro per il bene di tutta la comunità sarnicese.

ASSOCIAZIONE ANZIANI E PENSIONATI

Dall’annuncio della sua partenza tanti ricordi sono affiorati nella no-stra mente e nel nostro cuore. Vogliamo dirle don Luciano quanto è stato bello seguire con lei il cammino pastorale e stare insieme, uniti anche nelle difficoltà e nei momenti tristi, così come nella gioia dei momenti di festa. Grazie per averci sempre considerati parte integrante della socie-tà e di aver sempre cercato di comprendere quali problematiche affliggono noi anziani, analizzandole con lucidità e proponendo le possibili soluzioni in linea con gli indirizzi del vangelo e secondo l’in-segnamento di Cristo.Di tutto questo e di molte cose vogliamo dirle “GRAZIE”, la ricor-deremo sempre con affetto e la porteremo tutti nel cuore, nella riconoscenza e nella preghiera.

La presidente Luisa Savoldi

16 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

COMUNITÀa cura diGIANFRANCO GASPARI

DUE PRETI, DUE CURATI E DUE PREVOSTI

62 Don Luciano - 52 Don VittorioDon Vittorio ha il profumo di Sotto il Monte,Don Luciano è lucente come la neve di Schilpario.Per mano ce li conduce la Madonna Santa!Benedetti perché vengono in nome di Gesù!Quello che hanno fatto, che farannoporta un solo sigillo: Dio che rappresentano.Uno parte: non ci lascia, ci ricordaUno viene: ecco i nostri cuori spalancati!Si comincia un nuovo cammino la strada è sempre quella: percorriamola insieme!La meta? Sì, tutti uniti in essa, il traguardo per tutti: il PARADISO!

DON LUCIANODON VITTORIO

NOI SAREMO SEMPRECON TE!

Prevosto carissimo, penso di essere fra i decani di questa Parrocchia di San Martino e quindi di avere titolo per prendere la parola. Un saluto doveroso dunque e non rituale.

Domenica 7 settembre 2001: il nostro benvenuto nel pomeriggio in piazza BesenzoniDomenica 21 settembre 2014: il commiato, il grazie, non di pragmatica, per la Tua presenza fra noi.

Ne “il Porto“ del settembre 2001 ci hai salutati così: «Vengo e basta. Cercherò di essere prete con voi, ma non potrò essere Parroco senza di voi». Don Luciano, ecco, siamo tutti qui: sei stato quindi veramente Parroco fra noi!Quella frase scritta 13 anni or sono diventa per noi il vero saluto; siamo stati tutti noi a farti

“Parroco” fra noi ed oggi diventa l’augurio per i parrocchiani di Osio Sotto. Abbiamo ragione di ritenere che questo sia il migliore augurio che parte dal nostro

cuore. A noi lasci la Prepositurale

dedicata a San Martino Vescovo stupendamente restaurata, a noi lasci la casa di San Rocco per gli

Anziani, a noi lasci le tue omelie così dense di fede e di insegnamenti, a noi lasci infine quell’urgenza, quel bisogno di sentirci cristiani sempre e dovunque! Noi saremo sempre con Te, la

distanza non ci separerà: teniamoci nel cuore a vicenda.

Grazie Don Luciano: Sarnico sia per Te e per sempre una tappa cui ricorrere per spronarti ancora in un cammino sempre più alto.

Auguri DON LUCIANO !

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 17

18 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

COMUNITÀ a cura di GIUSI GIUPPONI

UN SALUTO A DON

LUCIANOIL SIGNORE TI SOSTENGA E TI ACCOMPAGNIQuando circola in paese,a passeggio o a fare spese,la gente ancora la domanda fa:“Perché don Luciano se ne va?”

Rispondo: “Per quel che ne so ioha a che fare con il volere di Dio!”La storia ci insegna che spesso “LUI” fa così: chiama qualcuno e gli fa una proposta…aspetta paziente la risposta…sicuro che arriverà un “sì”.

Un tempo assai lontanopropose al Patriarca Abramo:“Esci dalla tua terra e vaidove ti porterò…!una grande discendenza avrai…”!Egli ebbe fede e l’ascoltò.

Questa volta, col suo fedele ministro,ha cambiato registroe per farsi ben capiresi è limitato a dire…“Dai Luciano, fai fagottoche ti mando a Osio Sotto!”

A questa inattesa richiesta,il don ha tentato una protesta:“…pota! Alùra!!!....el zamò ura?” Poi parlando a se stesso, come è d’uso,ci ha ripensato e ha concluso:“Su Luciano che lo sai…che son pochi gli OPERAI…che la MESSE è sempre molta…rimboccati le maniche ancora una volta!”

Ed egli ha trovato cosìil suo modo per dire di Sì.Quando poi, serio e determinato,a tutti l’ha annunciato.

“Devi proprio?”….”Dai, rimani!”ha risposto ai parrocchiani:“Ma io non vi lascerò,nel cuore sempre vi porterò!”E noi, col cuore, don Luciano ora GRAZIE ti diciamo.

Grazie per questi 13 anni di vitadonati con dedizione infinita,grazie per l’impegno e l’attività,dedicati alla nostra comunità,fatta di gente viva e motivata,grazie per la chiesa restaurata.

Grazie, grazie di cuore:sei stato per noi Padre e Pastore.Parti con entusiasmo e senza “magone”per la tua nuova missione,quel che c’è da fare sai a memoria,scriverai una nuova pagina di storia!

Noi con la preghiera ti staremo vicinoe continueremo ad essere un popolo in cammino.Il Signore ti sostenga e ti accompagnioggi, e ogni tuo domani!

AUGURI DI CUORE!

IL SALUTO DELLACOMUNITÀ

FOTOCRONACAa cura diSILVANO MARINI

VENERDÍ 19 SETTEMBRE

Due modi per dire "Grazie"

Il Coro "Coenobium"

Cittadino Onorario: una promessa del sindaco Marilema: una donna schietta

DOMENICA 21 SETTEMBRE

Simpatia e bravura, doti rare Il "vero" nuovo parroco di Sarnico

Franco, Marilù e Walter: quando il teatro è arte "enjoydance": classe, raffinatezza ed eleganza

SABATO 20 SETTEMBRE

Il ricordo più bello

Coro "il Castello" con Elena Gallo

La Banda: i primi ad incontrarti e gli ultimi a salutarti

In punta di piedi, con l’animo ricolmo di speranza e di gratitudine, nella consapevolezza dell’importanza e della delicatezza del ruolo che il Vescovo Francesco mi ha affidato, ho cominciato a muovere i primi passi nella vostra “nostra” bella comunità.

Ho nel cuore molti sentimenti, anche contrastanti tra loro. Da un lato - certo non lo nego - la difficoltà a sradicarmi dalle comunità in cui ho vissuto fin ora, dall’altra il desiderio ardente di essere lì, di cominciare, di conoscere i vostri volti e i vostri nomi per imparare (piano piano) a ricordarli, a riconoscerli come familiari.Se non sembra irriverente o irrispettoso, mi piacerebbe salutarvi tutti fin d’ora con un bel CIAO, non per strapparvi una prematura confidenza, ma per riassumere in questo saluto, semplice e familiare, lo stile con il quale vorrei cominciare ad essere tra voi. Lo sappiamo tutti infatti che questa parola significava in origine, nel dialetto veneto, schiavo, servo. Era il modo con cui si salutavano le persone ritenute di “grado” superiore per età, ruolo o responsabilità. “Schiavo Suo” oppure “Servo Vostro” erano allora parole formali che indicavano rispetto, ma anche distanza, non certo familiarità e quotidianità. Quello che vorrei far mio, lo stile che il Signore mi chiede di assumere, è però certo quello del Servitore della Comunità di Sarnico, che non la osserva a distanza, ma vi si immerge; non la fa diventare una comunità a propria immagine e somiglianza, ma la aiuta a percorrere le strade che il Signore ha pensato e scelto; non cammina davanti, ma in mezzo alla sua

gente (il pastore deve portare addosso l’odore delle pecore, ci ha ricordato con un’immagine potente il nostro caro Papa Francesco); così che, unita a tutta la comunità diocesana, possa procedere nella comunione e nella edificazione della Chiesa secondo il Concilio e il Sinodo Diocesano.Carissimi, ma io non sono ancora capace di tutto questo! Ho bisogno di voi, del vostro sostegno, della vostra generosità e della vostra intelligenza, così da saper guardare bene i bisogni e poi trovare strade percorribili di comunione e fraternità.Ho nel cuore, inoltre, una grandissima gratitudine per don Luciano, vostro parroco per tredici anni. Mi ha accolto con benevolenza e simpatia, mi ha introdotto al lavoro svolto fin qui, mi ha comunicato quella sua viva passione pastorale che lo ha animato in questi anni, mi ha reso partecipe dei progetti che aveva in animo di fare. Rivolgo a lui un sentito ringraziamento per essere stato pastore secondo il cuore di Gesù.Ringrazio il Signore per don Loris e don Giuseppe, che non mi erano certo sconosciuti, ma che la provvidenza ora mi mette accanto come primi compagni di viaggio. Ho bisogno di tutta la loro esperienza e pazienza per introdurmi al meglio nella comunità. Li ringrazio per la bella familiarità con cui mi hanno accolto e con la quale accompagnano i miei

primi passi. Non posso che volgere un saluto speciale anche a don Franco, che non ho ancora incontrato di persona, ma che mi ha mandato numerosi attestati di stima e fiducia.Saluto di cuore le autorità civili e militari. Volgo al Signore una preghiera per loro, perché possano sempre adempiere alle responsabilità che si sono assunti per il bene di Sarnico. Spero di incontrarle presto, ho bisogno di intessere con loro un sereno e proficuo scambio così da conoscere meglio la realtà nella quale sto per immergermi.Sembrerà banale, ma vi assicuro che non è così. La scorsa primavera, dopo che mi era stata comunicata la mia nuova destinazione, in incognito e da solo sono venuto da voi. Non mi era sconosciuto il paese, ma da un bel po’ non ci tornavo. Era una bella giornata, un po’ ventosa, come capita spesso in quella stagione. Sceso dalla macchina e affacciatomi al lago, la prima reazione in me è stata “È ancora un bellissimo posto...”. La bellezza, che attira così tanta gente a Sarnico, è anche il motore che muove i passi di coloro che credono in Cristo Gesù. Lui è la bellezza che salverà il mondo, se ne diventiamo consapevoli, se trasmettiamo bellezza, il Signore farà di noi strumenti del suo amore. A presto!

donvittorio

PRIMO SALUTO

CARISSIMI PARROCCHIANI

I preti del vicariato di Calolzio e Caprino B.sco salutano don Vittorio

a cura del nuovo parrocoDON VITTORIO ROTA

22 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

I segni liturgici per l'ingresso del nuovo parrocoL'evento dell'inizio del ministero del nuovo parroco nella nostra co-munità parrocchiale suggerisce di interrompere anche nella nostra rubrica il percorso di approfondimento della liturgia domenicale, per affrontare i segni che vivremo nella particolare liturgia eucaristi-ca nella mattina del 5 ottobre p.v.Il Cerimoniale dei Vescovi dedica un intero capitolo alla liturgia dell'ingresso di un nuovo parroco (cfr "Cerimoniale dei Vescovi", nn. 1185 ss), dicendo in primo luogo che il parroco deve emettere la professione di fede, e che il suo ingresso è presieduto dal vescovo o da un suo delegato (nel nostro caso, il vicario locale). Con ciò, si vogliono indicare le due linee-guida, quasi il binario su cui corre il ministero del parroco nella comunità: egli è un uomo di fede, inna-morato della persona di Gesù Cristo, Colui che lui vuole vivere ed annunciare ai fratelli nella fede e anche a tutti gli altri che cercano la verità; ed è inviato qui dal vescovo, opera e annuncia in comunione con tutta la Chiesa, non per sua semplice iniziativa ma perché in lui e con lui è tutta la Chiesa che opera nel nostro paese, con le singole persone della nostra famiglia parrocchiale.Alla porta della chiesa parrocchiale, il nuovo parroco riceve la chiave della chiesa e bacia il crocifisso (sarà utilizzato per questo un cro-cifisso molto caro alla nostra comunità): è la Croce di Gesù la vera chiave che apre le porte del Cielo, e don Vittorio viene tra noi per aiutarci a pregustare già ora il Paradiso.All'inizio della messa, don Vittorio ci sarà presentato ufficialmente e sarà letto il decreto di nomina del vescovo.Al nostro nuovo parroco verrà consegnato il Lezionario, che lui a

sua volta affiderà ai lettori; sarà poi don Vittorio stesso a proclamare il Vangelo, perché il suo annuncio nella nostra comunità è proprio il Vangelo, come ci ha ricordato recentemente san Paolo: «Infatti an-nunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! Se lo faccio di mia iniziativa, ho diritto alla ricompensa; ma se non lo faccio di mia iniziativa, è un incarico che mi è stato affidato» (1 Cor 9, 16-17).Dopo l'omelia, il delegato del vescovo gli chiederà di esprimere il suo impegno di servire la nostra Comunità in comunione col vescovo. Infatti, davanti al vescovo don Vittorio ha già rinnovato le promesse fatte al momento della sua ordinazione sacerdotale, che culminano con la promessa che dipinge nel modo più sublime il ministero del prete: «Vuoi essere sempre più strettamente unito a Cristo sommo sacerdote, che si è offerto vittima pura a Dio Padre per noi, consa-crando te stesso insieme con lui per la salvezza di tutti gli uomini?», rispondendo il suo «Sì, con l'aiuto di Dio, lo voglio». Ora afferma che vuole vivere questo suo sacerdozio come nostro pastore.Dopo questo momento così intenso, proclamerà da solo la sua pro-fessione di fede (e noi tutti la sottoscriveremo, cantando il nostro «AMEN»), e firmerà sull'altare il verbale del suo ingresso in par-rocchia, controfirmato dal delegato del vescovo e da due testimoni.Nella processione delle offerte, don Vittorio riceverà solennemen-te il pane e il vino per il sacrificio del Signore, affinché lui stesso insegni a noi fedeli ad offrire, insieme a Cristo, noi stessi, il nostro lavoro e tutto ciò che viviamo e abbiamo.Da questo momento, sarà il nostro nuovo parroco a presiedere la messa. Bacerà l'altare (che non aveva baciato nella processione d'ingresso) e presenterà le offerte a Dio. Poi, dopo aver incensato le offerte, si volgerà verso i luoghi più significativi della nostra vita cristiana: il Battistero, dove diventiamo cristiani e da dove attendia-mo di risorgere, il Confessionale, dove siamo rinnovati dalla Mise-ricordia, il Tabernacolo, dove troviamo il vero Cibo che ci fa vivere.Come si vede, si tratta di gesti semplici, ma carichi di un significato profondo: nel nostro parroco riconosciamo colui che il Signore ci manda per favorire il nostro incontro intimo (di singoli e di comuni-tà) con il Suo Cuore.A don Vittorio, perciò, (e così anche a noi stessi...) rivolgiamo l'au-gurio di vivere in mezzo a noi nel quotidiano ciò che nei simboli celebriamo mentre lo riceviamo come nostro pastore.Il Signore continui a benedire la nostra, la Sua bella comunità di Sarnico!

UN NUOVO PASTORE

PER GUSTARE MEGLIO

IL "PASTORE"

LITURGIA a cura diDON GIUSEPPE FIORENTINI

Il nuovo parroco di Sarnico don Vittorio Rota

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 23

24 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

CHIESA UNIVERSALE

Milano ricorda due arcivescovi che hanno segnato significativamente la sto-ria dell’arcidiocesi ambrosiana: Alfredo Ildefonso Schuster e Carlo Maria Martini. E’ l’attuale arcivescovo, il cardinale Angelo Scola a presiedere nel Duomo di Milano la Messa nella quale ricorda il secondo anniversario della scomparsa di Martini (avvenuta il 31 agosto 2012) e il sessantesimo della morte del beato Schuster (che cadeva come memoria liturgica). Già il vi-cario generale dell’arcidiocesi, il vescovo Mario Delpini aveva presieduto una Messa per il ricordare il cardinale che guidò l’arcidiocesi dal 1929 al 1954, distinguendosi per l’assistenza alla popolazione specialmente durante la Seconda guerra mondiale. Beatificato nel 1996, Schuster è ancor una figura molto sentita tra i fedeli ambrosiani pur essendo passati sessant’anni dalla sua morte nel Seminario di Venegono. E così come accade per Schu-ster, sepolto nel Duomo sotto l’altare della Madonna, anche la tomba del cardinale Carlo Maria Montini, davanti all’altre del Crocifisso di San Carlo, è meta di un continuo pellegrinaggio di fedeli ambrosiani che desiderano pregare per il pastore che li ha guidati dal 1979 al 2002, anni contrassegnati dal terrorismo. Milano ha bisogno di una «identità solidale». Di un «nuovo umanesimo». Per «tenere in unità il molteplice, a partire dalle diverse visio-ni del mondo», che anche nella metropoli e nelle terre lombarde «ormai si incrociano». Per affrontare le sfide di oggi, non mancano i maestri ne i te-stimoni. Come fu e come è, il cardinale Carlo Maria Montini. Letteralmente gremito il Duomo. Fra i concelebranti, il cardinale Dionigi Tettamanzi, e i segretari via via succedutisi al fianco del Martini arcivescovo a Milano. Scola in omelia ha offerto un viaggio «all’origine dell’ansia pastorale» di Martini, «che lo portava ad ascoltare tutti in modo criticamente aperto». Un viaggio all’origine di quel «dinamismo dell’amore» che, nell’Eucaristia, «ci unisce a Gesù e agli uomini». All’incontro con quel Dio che «si prende cura di noi». E che chiama tutti i cristiani, «proprio perché cristiani», a prendersi a cuore «ogni uomo e ogni donna della nostra Milano e di tutte le terre ambrosiane». Partendo «da chi è nel bisogno», per aprirsi ad «una con-divisione che ci educhi». Il cardinale Scola ha citato un discorso di Martini, “Paure e speranze di una città”, «Scegliersi l’ospite è avvilire l’ospitalità, di-ceva sant’Ambrogio. Il magnanime ospitante –spiegava Martini – non teme il diverso, perché è forte della propria identità. Il vero problema è che le nostre città, non sono più sicure della propria identità e del proprio ruolo umanizzatore». Bisogna invece guardare alla città «come opportunità e non solo come difficoltà». Alla novità di una società plurale i cristiani offrono quell’«anelito all’unità che valorizza la pluriformità» e che «hanno ricevuto, per puro dono». Un anelito che possa rispondere all’«urgenza di un nuovo umanesimo». Che ha in Martini un maestro e un testimone.

«La pace è il futuro» Presentato l’incontro tra le religioni Impagliazzo: alleati contro la guerra

«La pace è il futuro». Non poteva essere più lapidario il titolo dell’in-contro internazionale di 300 leader religiosi promosso ad Anversa, in Belgio dalla Comunità di Sant’Egidio nello spirito dello storico in-contro voluto da Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986. Un messaggio forte e senza equivoci che sarà lanciato da un incon-tro che vedrà riuniti cattolici, ortodossi, protestanti, ebrei, musulma-ni, induisti, scintoisti. Si tratta insomma di associare le religioni della pace, proprio in un momento in cui invece i conflitti dilagano in tutto il mondo – dall’Ucraina all’Iraq, dalla Siria alla Nigeria. Marco Impa-gliazzo, presidente della Comunità, ha ricordato le parole di Papa Francesco: «siamo nella terza guerra mondiale ma a pezzi».«Ci poniamo la domanda – ha detto il presidente di Sant’Egidio – siamo di fatto in guerra, siamo in un continente dall’eredità molto pesante, come faremo a parlare di pace? Siamo ingenui, buonisti, è il discorso di pochi credenti fuori dal mondo? Rispondo: non penso sia così, per questo abbiamo anzi scelto un titolo così forte: la pace è il futuro». Dice ancora Impagliazzo, «oggi dobbiamo lavorare molto di più, impegnarci a pregare molto di più, oggi deve essere molto più chiaro che non vi può essere solidarietà tra religione e violenza, non può esservi alcuna ambiguità tra fede e guerra». Tra i partecipanti ci saranno esponenti di minoranze perseguitate come i cristiani – ci saranno, solo per citarne alcuni, il patriarca siro-ortodosso di Antiochia, il patriarca di Babilonia dei Caldei, l’arcive-scovo di Abija, Nigeria, o gli yazidi (rappresentanti della parlamen-tare irachena). E personaggi del calibro del gran mufù dell’Egitto porteranno la loro testimonianza di un islam che niente a che fare con quello fasullo propagato dallo Stato islamico. L’impegno per la pace, del resto, non è prerogativa solo dei credenti, non a caso l’evento prevede una tavola rotonda credenti-umanisti. Si tratterà di «costruire una piattaforma comune di carattere mo-rale e spirituale, sulla quale le religioni e le correnti di pensiero si confrontino per promuovere ovunque la pace e la lotta alla violenza di matrice religiosa». L’unione insomma, di tutti gli uomini e donne di buona volontà.

da AVVENIRE

La Chiesa ambrosiana ricorda Schuster e MartiniNel Duomo la Messa del cardinale Scola

CHIESA UNIVERSALE

Brescia in cammino con Paolo VILa diocesi dedica al prossimo beato un «Anno Montiniano»

Un anno per «valorizzare come Chiesa bresciana tutte le occasioni per comprendere meglio la spiritualità, l’azione, la testimonianza di Paolo VI». È l’Anno Montiniano indetto dal vescovo della diocesi lombarda, Luciano Monari, che si aprirà il 19 ottobre 2014, giorno della beatifica-zione del Pontefice di Concesio, e proseguirà fino all’8 dicembre 1915, cinquantesimo della chiusura del Concilio Vaticano II. Ragioni e respiro della proposta sono spiegati in una lettera alla diocesi firmata da Mo-nari e consegnata al convegno del clero. La beatificazione «è motivo di gioia grande per la Chiesa bresciana» scrive Monari nella lettera d’indi-zione dell’Anno Montiniano, ma «deve diventare anche l’occasione per riscoprire la figura di questo grande Papa e accogliere l’insegnamen-to che attraverso di lui il Signore vuole donarci». L’Anno Montiniano, è l’obiettivo additato dal vescovo, «permetterà alla nostra diocesi di riflettere sulla figura del beato, sul suo insegnamento, sui valori che hanno illuminato la sua esistenza e possono illuminare la nostra». Paolo VI, anzitutto, «è il Papa del Concilio – sottolinea Monari -. Se il Concilio è riuscito a giungere a termine assorbendo tensioni, creando ponti tra posizioni diverse, giungendo a conclusioni praticamente unanimi, lo si deve alla pazienza, alla lucidità, alla capacità di ascolto e di mediazione di questo grande Papa. Lo si deve, più in profondità, al suo amore senza riserve e senza condizione nei confronti della Chiesa». Che «prima di essere istituzione, è mistero della presenza di Cristo nella storia». «Nello stesso tempo Paolo VI è stato un ascoltatore attento del mon-do, della cultura contemporanea nella sue molteplici e complesse ma-nifestazioni»: come si riscontra fin dalla prima enciclica di Montini, la Ecclesiam suam; come attestano gli anni dell’episcopato milanese, con iniziative come la missione del 1957. Paolo VI - prosegue Monari – ha immaginato e condotto il Concilio come una profonda riflessione della chiesa su se stessa, nell’intento di permettere una riconciliazione sin-cera sul mondo contem- poraneo. Ma proprio il messaggio e la testi-monianza di Papa Montini divengono ancor più s ignif icat iv i . In qualche modo Paolo VI ha trasmes- so a noi il testimone, c h i e d e n - doci di continuare l e a l m e n - te il suo impegno. « F o r s e , però, l’aspetto più i n t e r e s - sante e meno noto della vita di Papa Montini è stata la sua spiritualità, la ricerca appassiona- ta della testimonianza a Gesù. In questo egli ha molto da in- segnarci; possiamo impa-

rare lo zelo per l’annuncio del Vangelo e le vie per un

dialogo sincero e frut-tuoso».

Oratori, la sfida di diventare «acqua pura» per le comunitàAperto ad Assisi il 2° «happening» nazionale

Sono arrivati ad Assisi carichi di entusiasmo e desiderosi di condivide-re le loro esperienze di oratorio. Sono i responsabili e gli animatori di circa settemila oratoti italiani che ogni anno accolgono quasi 2 milioni di ragazzi con l’impegno di 300mila animatori. «Ritrovarsi , come oratori, ad Assisi è una sfida alla radicalità. Perché Assisi è Francesco e Chiara, è il Vangelo sine glossa, è la bel-lezza e la semplicità – dichiara don Marco Mori, presidente del Foi-. Forse non è a caso che giungiamo qui alla seconda edizione dei nostri Happening e che la formula coincida esattamente con l’acqua: H2O». Nella formula dell’acqua si racchiude anche il sogno per lo sviluppo degli oratori d’Italia. Il Foi sogna oratori che siano acqua educativa che accompagna i bam-bini ed i ragazzi nella loro crescita. «Sora acqua è molto utile, umile, preziosa e casta – continua don Mori-. Allo stesso modo l’oratorio diventa utile quando serve la comunità, si mette al servizio della crescita degli altri; l’oratorio è umile quando propone percorsi fondati sulla roccia e al tempo stesso si apre a nuovi percorsi, l’oratorio è prezioso quando mette al centro le persone, i figli di una comunità; l’oratorio è casto quando non rovina nulla nelle persone che accoglie, ma fa brillare quello che sono e che possono portare. Il programma di questo evento è molto ricco e vuole favorire il confronto delle esperienze tra coloro che sono cresciuti in ambito oratoriale e chi invece muove i primi passi come animatore o educa-tore, tra chi vive in piccoli centri e chi viene dalla grande città. La «formula», insomma, è la stessa che regge gli oratori, chiamati mettere al centro i giovani rendendoli protagonisti in un clima di acco-glienza e apertura verso le comunità locali, diventando un’esperienza che rimane un punto di riferimento nelle diverse scelte di vita.

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 25

26 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

da L'ECO DI BERGAMO

Expo 2015 sfida per la comunità La diocesi risponde «Nuovi stili di vita»

Dovrebbe ormai essere chiaro che il grande evento dell’Expo non può es-sere rinchiuso in una semplice vetrina. «Nutrire il pianeta . Energia per la vita» è il titolo sotto cui si muove l’esposizione universale che, attorno al tema dell’alimentazione, pone al centro soprattutto l’uomo, i suoi diritti, la sua dignità. «Parlare di nutrimento per il pianeta ci pone una sfida an-zitutto sul piano educativo – dice don Cristiano Re, direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Bergamo -. L’Expo può essere colto come un’occasione culturale per risvegliare la nostra coscienza, per poter accelerare alcuni interventi concreti, per mettere in discussione il nostro stile di vita. Gli Uffici diocesani dell’ambito della pastorale, insieme a Sesaab (la società editrice de L’Eco di Bergamo), si sono ritrovati attorno ad un tavolo per una progettazione condivisa sullo stimolo delle riflessioni proposte dall’Esposizione universale di Milano. «È un’occasione unica per condividere alcuni principi fondamentali – continua don Re -. Lo scopo di questo nostro lavoro è quello di mettere a disposizione del territorio, del-le parrocchie e delle realtà scolastiche e associative alcune proposte, tra di noi condivise, perché vadano ad orientare i cammini già esistenti ver-so un indirizzo più specifico, per poter sfruttare al meglio questa grande provocazione». «Vorremmo sollecitare la comunità – spiega don Re – ad una seria riflessione sulle tematiche in gioco, perché si possa immaginare un cambiamento possibile negli stili di vita, introducendo una nuova cultura di solidarietà, giustizia, sostenibilità e cura dell’ambiente. Parlare di nutrimento del pianeta non significa solo pensare a terre lontane, ma lancia la sfida che parte dal nostro quotidiano, dalla nostra città, dai nostri paesi». Attraverso le proposte formulate dagli Uffici diocesani le comunità potranno promuo-vere al loro interno iniziative e gesti concreti. «La ricchezza dei progetti sviluppati nasce anzitutto dalla pluralità di sguardi attorno ad uno stesso tema. Ha potuto così emergere la dimensione missionaria, sociale, educativa e caritativa e quella legata al dialogo interreligioso. Proposte per tutti insom-ma, di carattere diverso tra loro». «Se Expo vuole essere un’opportunità – conclude don Re – non possiamo lasciare che passi accanto alla nostra indifferenza. Vorremmo che la comunità si sentisse coinvolta pienamente. Se questa grande opportunità di Expo sarà vissuta con consapevolezza e impegno, potrà lasciare un segno importante nelle nostre comunità.

Essere misericordiosi, la sfida da raccogliere L’efficace riflessione del vescovo Fran-cesco alla celebrazione per il patronFolla in Cattedrale

Sant’Alessandro all’insegna della «misericordia». E’proprio Dio, e sulla sua testimonianza operosa affidata agli uomini, a partire dalla fede, che si sono incentrate la riflessione e la preghiera della Chiesa di Bergamo nella festa del patrono, Sant’Alessandro, capace della «testimonianza suprema», offerta con il martirio. «La testimonianza di Sant’Alessandro - ha riassunto efficace-mente il vescovo Francesco Beschi, concludendo l’omelia della Messa solenne in Duomo – ci spinge sulle strade della misericordia che vogliamo testimo-niare credendo nella misericordia di Dio e diventandone segno nella storia dell’umanità».La folla assiepata in Cattedrale, i rappresentati delle istituzioni e le autorità sottolineavano la solennità delle celebrazioni. Con monsignor Beschi e il vicario generale monsignor Davide Pelucchi hanno concelebrato gli arcivescovi e vescovi bergamaschi Bruno Foresti, Gaetano Bonicelli, Lino Belotti, Alessandro Pagani, Serafino Spreafico e l’abate di Pontida Giordano Rota. Al termine della Messa si è «aggiunto» un altro vescovo bergamasco : monsignor Beschi, infatti, ha annunciato la nomina a nuovo vescovo di Lodi del sacerdote monsignor Maurizio Malvestiti, originario di Marne. Commentando la nomina, il vescovo ha tra l’altro ringraziato il Papa «che ancora una volta ha riconosciuto nel clero bergamasco uomini adatti per responsabilità tanto deli-cate e impegnative». E proprio il tema delle responsabilità è più volte tornato nel corso della celebrazione e nell’omelia del vescovo di Bergamo, che fin dall’inizio ha proposto la Festa del Patrono come occasione di rinnovo della fede per la comunità cristiana e di riferimento significativo, pur nelle diverse opzioni, anche per la comunità civile. Una fede incarnata, che si confronta con le gioie e le sofferenze degli uomini, capace di alimentare una testimonianza perseverante e credibile –la chiedono in particolare i giovani. Ha sottolinea-to il vescovo – misura personale e comunitaria. E la testimonianza credibile è quella della misericordia. «Gesù – ha ribadito il vescovo – riferendosi al vangelo proclamato nella liturgia – chiede di amarsi vicendevolmente come lui ha amato…Il vescovo ha poi sottolineato alcuni aspetti della misericordia di Dio da incarnare nella storia, a cominciare dal perdono. Chiede giustizia, la misericordia, ma è anche molto di più – e parlando dell’impegno per la giustizia il vescovo ha ricordato il centenario della morte del vescovo di Ber-gamo Giacono Radini Tedeschi («maestro» di Angelo Roncalli) del quale ieri, durante la celebrazione, portava il pastorale. Insomma, bene la teoria, ma è la testimonianza dell’amore concreto che fa la differenza. In questo il patrono, il martire Alessandro, è guida ed esempio per la comunità cristiana oggi: a tanti anni di distanza, suggerisce un modo di stare e di vivere nella concretezza della quotidianità.

CHIESA DIOCESANA

Il Cardinale Scola in visita pastorale «Serve un rinnovamento civile, culturale e politico»

«C’è bisogno di rinnovamento civile, culturale e politico e per questo, an-che religioso». In un’assolata e gremita piazza della chiesa di Fara d’Adda, l’arcivescovo di Milano, cardinale Anglo Scola, ha celebrato la Messa solen-ne in occasione della sua visita pastorale al decanato di Treviglio, formato da cinque comuni della nostra provincia (Treviglio, Pontirolo, Fara d’Adda, Canonica e Castel Rozzone) che ricadono sotto la diocesi ambrosiana (pur mantenendo il rito romano. «Molto bella l’idea di celebrare in piaz-za» confiderà al termine della Messa il cardinale ai sacerdoti del decanato. Nell’omelia il cardinale ha parlato di attualità, partendo dalla realtà del decanato trevigliese: «Queste terre sono fortemente radicate nel Cristia-nesimo: sono terre operose e capaci di affrontare sia sul piano religioso sia civile, questo tempo di grande cambiamento che stiamo attraversando. Non possiamo celebrare l’Eucaristia domenicale, che è l’espressione di un Dio che vuol vivere vicino a noi, prescindendo da uno sguardo alla situazione veramente grave in cui versa l’intero pianeta dal punto di vista della pace, della capacità di un incontro dialogico tra le religioni e le diver-se visioni del mondo». «E non possiamo dimenticare la grande prova cui sono sottoposti i nostri fratelli cristiani, chiamati a dare la vita per il fatto di poter godere della libertà religiosa». Il cardinale Scola, di fronte a sindaci e autorità militari, ha poi evidenziato che nella zona la presenza di immigrati è elevata, ribadendo l’importanza dell’integrazione. Fondamentale anche la necessità di una fede dinamica: «La nostra religione non è fatta per sta-re seduti a pensare – ha sottolineato l’arcivescovo di Milano -: la meditazione delle Scritture e il silenzio sono fondamentali, ma tutto questo deve poi passare nella realtà quotidiana di cia- scuno di noi. Il nostro paese ha bisogno di una rinascita civile, culturale, politica e, per ciò, religiosa, perché la dimensione religiosa ci indica l’oriz-zonte e il senso della vita». Il cardinale ha poi fatto riferimento alle incom- p r e n -sioni che possono esserci in tutte le comunità. «Questo accade anche nelle famiglie, perché come uomini siamo segnati dalla contraddizio-ne e dal peccato. Gesù che è contemporaneo e che è presente anche oggi qui tra noi, ci dice: attenzione, nessuno si salva da solo, tra noi devono brillare l’amore e la comunione».

«Testimoni di misericordia Siete un esempio per tutti» Suor Barbara Fornoni e Suor Romina Guercio, della Congregazione delle Poverelle, hanno annunciato davanti al vescovo la loro profes-sione perpetua. Un sì libero e definitivo che conferma la loro scelta. Due suore giovani, due donne che hanno rinnovato davanti al vesco-vo, alla madre superiora generale e alla comunità il loro impegno a vivere nella fedeltà la loro vocazione. La concelebrazione solenne . presieduta nel duomo dal vescovo monsignor Francesco Beschi, ha visto la presenza di molte consorelle della grande famiglia delle Po-verelle, oltre a religiose di altre congregazioni, a numerosi sacerdoti e ai familiari delle due suore. Il vescovo le ha chiamate «testimoni di misericordia» e si è rivolto a loro con parole di affetto e di vicinanza profonda. All’inizio della celebrazione ha voluto ricordare le due Sa-cramentine, una delle quali è la bergamasca suor Margherita Ravelli, rimaste vittime di un incidente in Malawi. «Questa celebrazione – ha osservato monsignor Beschi – si pone alla vigilia dell’anno dedicato alla vita consacrata ed è un bellissimo preludio che aiuta tutti noi». Tre sono i punti che, alla luce del Vangelo di Marco proclamato nella liturgia, il vescovo ha voluto porre in evidenza: il significato della con-sacrazione, la dimensione della dedizione ai poveri e la preziosità di un sì pronunciato per sempre. «Non si tratta di una consacrazione solo spirituale – ha detto -, ma che si manifesta anche concretamen-te. Il carisma della loro Congregazione porta alla dedizione al Signo-re che si incarna in dedizione verso i poveri. Semplice dirlo a parole. La risposta ad ogni miseria materiale e spirituale che incontriamo è la misericordia». Concludendo l’omelia e commentando le parole del Vangelo, il vescovo ha sottolineato la bellezza di «una vita che si spez-za, come il vaso che contiene il prezioso nardo profumato e come il pane eucaristico, per Dio e per gli uomini». «La vostra vita ha un bellissimo profumo. Voi diventate portatrici del profumo di Cristo, un profumo che voi avete alimentato spezzando il vaso della vostra esistenza per Lui». Particolarmente intenso il rito della professione religiosa. Il vescovo, dopo aver invocato su di loro il dono dello Spi-rito, ha consegnato loro il crocifisso, segno visibile dell’appartenenza a Cristo e alla loro famiglia religiosa. Suor Barbara è di Orzinuovi, mentre suor Romina è di Lentini (Siracusa). «Il vostro “Eccomi” di oggi – ha detto il vescovo – è il sigillo definitivo. Oggi dove tutto è precario e provvisorio, voi siete come il vaso di profumo che si spezza, tutto per Cristo».

CHIESA DIOCESANA

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 27

28 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

a cura didon VALENTINO SALVOLDI

Expo Milano 2015. Il diritto a un’alimentazione sana, sufficiente e sicura per tutti gli abitanti della Terra - affinché a tutti sia assicurato il cibo necessario per vivere e perché i ricchi non si ammalino, mangiando troppo - è il tema proposto per il dibattito duran-te l’Expo: “Nutrire il Pianeta. Energia per la vita”. Oggetto di studio è la storia dell’uomo e del cibo; il paradosso di chi muore di fame e di chi si ammala per il troppo cibo che ingerisce; il ricorso alla scien-za e alla tecnologia per la sicurezza e qualità del cibo portato sulle nostre mense; il lavoro che crei un mondo sostenibile, che tenga conto della tradizione e del bisogno di innovazioni…

L’Esposizione Universale è l’occasione per un dibattito globa-le sul diritto a un’adeguata alimentazione per tutti gli abitanti della Terra. Questo argomento chiama in causa il volontariato, il “no profit”, le energie sociali e quanti operano attivamente nella Chiesa cattolica, rigenerata dall'avvento di Papa France-sco, che a tutti addita la povertà - quella povertà che Cristo chiamò beata - e il bisogno di guardare il mondo dalle perife-rie, con gli occhi di chi soffre e muore per mancanza di cibo.Siccome tante volte abbiamo meditato sullo scottante tema della fame nel mondo, è opportuno guardare al contributo che i cattolici possono dare alla risoluzione di questo proble-ma, facendo leva sul tesoro immenso che hanno tra le mani e che costituisce il centro della loro fede e della loro religione: l’eucaristia.Pane e vino, corpo e sangue. Prima di contemplare il mistero eucaristico nella sua essenza - il pane quale vero corpo e il vino quale vero sangue di Cristo - giova considerare il simbolismo di questi due elementi, frutto della terra e del lavoro dell’uomo. Il pane innanzitutto. È simbolo del cibo per eccellenza, ciò di cui l’essere umano ha bisogno per il suo sostentamento. È im-portante mangiare: mangiare per vivere; mangiare in modo semplice, ma bello; mangiare bene e sano. Chi non ricorda Feuerbach, quel marxista che continuava a ripetere che l’uo-

mo è ciò che mangia? Frase eccessiva, ma con un fondo di veri-tà, specialmente se considerata nel contesto di una determina-ta cultura e vissuta con la delicatezza che ha indotto a pensare alla verità di questa affermazione: «Gli animali si nutrono – o divorano -, l’uomo mangia, l’uomo di spirito pranza».Pranzare o cenare assieme a persone care, ad amici - o anche solo conoscenti -, facendo del pasto un rito, una cerimonia, al cui apice c’è proprio lo spezzare il pane, il porgerlo con reve-renza a chi sta accanto. Nei vari Paesi, con culture diverse – a volte, diametralmen-te opposte - notiamo che le persone civili mangiano con un cuore riconoscente dopo aver pregato, o dopo aver compiuto un gesto simbolico di offerta del cibo a Dio (o alla divinità in generale, quando si tratta di un appartenente all’animismo o di un agnostico). A Tokyo (Giappone), in un ristorante di lusso, dopo un dibat-tito su questioni etiche, era prevista la cena. Dai discorsi fatti era chiaro che la maggior parte dei presenti era agnostica. Di fronte al mio imbarazzo sul da farsi prima di iniziare a prende-re il cibo, il coordinatore della serata mi disse: «Padre, renda grazie». E mi suggerì anche la formula: dovevo alzare il vassoio

RIFLETTIAMO

PANE E VINO PER LA VITA DEL MONDO

RIFLETTIAMO

contenente dodici piccolissime chicchere dicendo: «Itadakima-su (È un dono)», formula di ringraziamento di fronte al cibo.Per non parlare dei costumi africani: prima del pasto, durante le feste c’è tutta una serie di interventi, ringraziamenti e pre-

ghiere, al punto che sembra siano di più le parole del cibo…Il pane. Nel mondo arabo non si taglia a fette, perché questo cibo è considerato realtà vivente e il tagliarlo potrebbe essere paragonato ad un ammazzarlo. Il pane si spezza e lo si porge al vicino, come ha fatto Gesù durante l’Ultima Cena.Quanto al vino, a partire dal patriarca Noè - e dalla ubriaca-tura che si era procurato, durante il suo esperimento con il succo della vite - la Bibbia abbonda di elogi per chi beve con moderazione questa bevanda che «rallegra il cuore dell’uomo». Per cui sulla tavola dell’Ultima Cena e sui nostri altari ecco pane e vino, a sottolineare che la nostra fede non è qualche cosa di astratto, ma è legata agli elementi fondamentali del vi-vere umano, al corpo dell’uomo, alla sua storia con i suoi riti, la voglia di celebrare, il piacere di condividere quello che si è e quello che si ha con quanti Dio ci mette accanto, nel corso della nostra vita.Pane e vino che si trasformano nel corpo e nel sangue di Cri-sto, quale alimento per divinizzarci, per renderci fratelli, per formare un solo corpo con Gesù e con quanti spezzano lo

stesso pane eucaristico e bevono dalla stessa coppa. Da qui nasce per il credente il dovere – non imposizione, ma necessi-tà intrinseca alla sua fede – di condividere con tutti i beni della terra. Coloro che prendono parte agli stessi doni spirituali, non si sentiranno spinti a fare partecipi i fratelli dei beni materiali? È molto impegnativo comunicare i doni dello spirito. Dovrebbe essere più facile condividere beni puramente materiali. «…voi stessi date loro da mangiare». Questa è la risposta che Gesù ha dato agli apostoli quando gli chiedevano di congedare la folla – digiuna da tre giorni – affinché andasse nei villaggi a comprarsi da mangiare. Il credente, condividendo i suoi doni, può fare il miracolo di sfamare tutti e… avanzeranno dodici ceste di pane! L’ha detto Lui: «In verità, in verità io vi dico: chi cre-de in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi…». Tra i miracoli, il più grande è quello di voler bene a tutti, dare da mangiare a tutti, compresi quelli che ci fanno del male.Questo è un ritornello che papa Francesco non si stanca di ripetere. Ogni volta che gli si presenta un’occasione, grida allo scandalo della fame nel mondo: «Siamo di fronte allo scandalo mondiale di circa un miliardo, un miliardo di persone che ancora oggi soffrono la fame. Non possiamo girarci dall'altra parte e far finta che questo non esista. […] Invito tutte le istituzioni del mon-do, tutta la Chiesa e ognuno di noi, come una sola famiglia umana, a dare voce a tutte le persone che soffrono silenziosamente la fame, affinché questa voce diventi un ruggito in grado di scuotere il mondo». Il papa ha sottolineato la necessità di «agire come una sola famiglia impegnata ad assicurare il cibo per tutti». Se tutti noi riuscissimo a lavorare sistematicamente per «non sprecare, riciclare il cibo, la fame nel mondo diminuirebbe di molto».Il cardinale Oscar Rodri'guez Maradiaga, presidente di Caritas Internationalis, facendosi voce di papa Francesco ha detto a quanti preparano l’Expo 2015: «La mancanza di cibo fa parte di un circolo vizioso che va stroncato alla radice. Non vanno eliminati i poveri, ma le cause della povertà e della fame». E prima ancora: «Il cibo sul pianeta non manca, ma sappiamo anche che ancora molto deve essere fatto per eliminare le ingiusti-zie che ora ricadono su chi non ha accesso alle risorse per potersi nutrire sufficientemente e adeguatamente». E le cause della povertà e della fame saranno sradicate con l’aiuto di quei cristiani che avranno preso coscienza del signi-ficato profondo di condividere lo stesso pane eucaristico e di bere quel vino mutato nel sangue di Cristo. Coscienza che dà un valore aggiunto a chi ritiene che «il pane conserva quasi una maestà divina. Mangiarlo nell’ozio è da paras-sita; guadagnarlo laboriosamente è un dovere; rifiutarsi di dividerlo è da crudeli». Possiamo aggiungere: non darlo a chi muore di fame ci rende omicidi e ladri, come già dicevano i Padri della Chiesa: «Il tuo superfluo è rubato al povero».

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 29

a cura diPIERLUIGI BILLI

INCORAGGIARE E NON SPARLARE DEL PROSSIMO

RIFLETTIAMO

È un dovere cristiano e umano quello di dare forza, corag-gio e consiglio a chi si trova in difficoltà. Ciò è costruttivo e stimolatore di energia sia per colui che dà, sia per colui che riceve.Pochi riflettono e non sanno resistere all’effetto corrosivo di una critica che esercita un’azione demolitrice e quindi i più si adagiano al compiacimento di dire male del prossimo e diffondere la diffamazione. Questo per me è uno dei peccati più gravi.In questo campo l’uomo è meno peccatore della donna. Spesso si diffama, si mandano lettere anonime senza cono-scere le persone in profondità. Ho sempre sostenuto che la donna è più istintiva dell’uomo e non ritiro ciò che dissi e dico, però è anche vero che la donna è più curiosa. Ma non tutte sono così! La critica verso il prossimo è malefica e distruttiva, tutti ab-biamo bisogno di darci una regolare dose di riflessione, di un raggio di sole che guardi ed incoraggi piuttosto che demolire il prossimo. Questo però talvolta non dà ascolto, non ac-cetta il consiglio e se la sua volontà lo porta a sbagliare, è soltanto colpa sua.Molti conservano un animo infantile, incapace di agire per inesperienza o per timidezza.

Una parola d’incoraggiamento vale di più di una magica fiori-tura o dello sbocciare di un fiore. Sono convinto che con pa-role di incoraggiamento un genitore educhi meglio il proprio figlio e lo stimoli a mettere in evidenza il suo lato migliore ed egli comprende che il genitore attende da lui qualche cosa di più e di meglio.Certi genitori non sanno farsi obbedire dai propri frugolet-ti di tre o quattro anni perché già dimostrano la loro indi-pendenza. Il piccolo non molla perché avverte che con la crescita del pianto la partita la vincerà lui. Sono furbi ed il genitore spesso si dimostra debole. Molti ragazzi darebbero un rendimento superiore, sia a scuola come in famiglia, se gli insegnanti e i genitori fossero meno avari di lodi, di incorag-giamenti e di approvazioni.Anche nella famiglia, noi mariti incoraggiamo e ringraziamo le nostre mogli quando hanno lavorato sodo per i figli, i ni-poti ed il coniuge? Non bisogna credere che tutto ciò che fanno sia un loro esclusivo dovere. Non è vero! Non c’è soltanto il dovere nella vita. A loro volta, anche le donne devono però incoraggiare il marito nella sua quotidiana fati-ca, nelle sue aspirazioni culturali e religiose anche se queste occupazioni lo costringono a rimanere fuori casa per un po’.È caritatevole il volontariato, anche se costringe a prendere

30 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

#AssisiRomaEasy“Voi giovani dovete camminare, non dovete restare fermi”, questa frase che Papa Francesco ci ha dedicato racchiude un po’ il significato e la bellezza del nostro cammino. Per vivere al meglio la vita bisogna cammina-re essendo consapevoli di cosa effettivamente si vuole raggiungere, il percorso da intraprendere per raggiun-gere gli obiettivi in ognuna delle nostre vite purtroppo non è lineare e pianeggiante e non è assolutamente paragonabile ad una passeggiata sul lungolago, per ot-tenere soddisfazioni bisogna faticare e spesso chiedere aiuto alle persone che ci stanno accanto e di cui ci fi-diamo di più. Nella vita noi giovani dobbiamo scordarci di camminare da soli poiché non andiamo da nessuna parte, dobbiamo lasciarci guidare, il nostro pellegrinag-gio è stato proprio questo: un magnifico gruppo di 500 persone che camminavano INSIEME nonostante pro-venissero da paesi diversi e nonostante non si fossero mai visti prima. Personalmente credo che la cosa più bella sia stata davvero questa, fuoriuscire dalla quoti-dianità che spesso ci attanaglia andando alla ricerca e alla scoperta di persone nuove e di punti di vista nuovi, per noi giovani penso sia fondamentale confrontarsi ogni giorno con persone nuove poiché il confronto è una fase fondamentale per il nostro progetto di cre-scita.“Nella vita non bisogna mai abituarsi, bisogna sempre

stupirsi”, questo cammino ci ha permesso davvero di crescere sotto moltissimi punti di vista e come detto ci ha permesso di conoscere la semplicità e la bellezza di persone nuove, i giovani d’oggi non devono per pi-grizia fermarsi all’apparenza delle persone e delle cose ma devono andare oltre cogliendo l’essenza di una persona e la vera utilità di uno strumento o una cosa.“Iniziare un nuovo cammino spaventa. Ma dopo ogni passo che percorriamo ci rendiamo conto di come era pericoloso rimanere fermi.” (Roberto Benigni). Quin-di giovani non dobbiamo avere paura di camminare e non dobbiamo avere paura di camminare con gli altri!Carlo Gallinelli

ASSISI-ROMA NEL CUORE. Esprimere la gioia interiore che ha caratterizzato il nostro pellegrinaggio a Roma è molto difficile, troppo grande da racchiu-dere in poche righe. L’unione di intenti, di entusiasmo e di fede ci hanno accompagnato per tutto il viaggio, arricchito dalla presenza del Vescovo Francesco e dei sacerdoti. La fatica del cammino è passata in secondo piano rispetto all’allegria, alla voglia di stare insieme e di conoscersi meglio. Durante il nostro pellegrinare abbiamo fatto nostro il motto del Vescovo Francesco “barcollo, ma non mol-lo”, portandolo in tutte le vie fino in piazza San Pie-

Un titolo che è prima di tutto uno slogan...lo slogan che noi di Sarnico ci siamo dati e ci ha accompagnati. Il cammino della luce, il pellegrinaggio a piedi da Assisi a Roma proposto dal vescovo Francesco, è definibile come qualcosa di semplice - easy appunto - non perché sia mancata la fatica, o perché disimpegnato, ma perché ogni momento è scivolato via diventando quotidiano, normale. Siamo stati bene, siamo arrivati quasi alla carica a Roma, ci siamo meravigliati, abbiamo gioito, ab-biamo sgranato gli occhi di stupore alla sorpresa della presenza di papa Francesco e alle sue parole. Lascio ai ragazzi che hanno partecipato il racconto delle emozioni, dei sentimenti. Prendetevi qualche minuto, vale la pena sentire cosa significa cominciare ad essere pellegrini. don Loris

tro, dove la nostra esuberanza è risultata contagiosa. Un minimo di commozione, nel giungere davanti alla Chiesa di Pietro, ha colpito tutti, in particolar modo per la sua immensità.Il sigillo su questa avventura meravigliosa è stato l’incon-tro con Papa Francesco che, con la sua semplicità, è riusci-to come sempre a entrare nel cuore di tutti: “Voi dovrete essere camminanti nella vita, non erranti, consapevoli di dover raccontare per tutta la vita il percorso di fede che avete fatto”.E sarà proprio così: il ricordo di questo pellegrinaggio ri-marrà indelebile in tutti noi, che avremo l’onore e l’orgo-glio di poterlo raccontare.Luca Sacella

Forse l’idea di partire per un pellegrinaggio con il vescovo, con tanti preti e con altri tantissimi ragazzi può spaven-tare; forse l’idea di andare a messa tutti i giorni può far pensare: “ma chi melo fa fare? “; forse l’idea di dormire per 9 giorni in terra con altre 600 persone ci fa apparire come dei matti. E durante il pellegrinaggio ho avuto la risposta a queste domande.... L’esperienza aveva un sapore particolare, di quelle che lasciano il segno perché non avevo mai visto un

fiume di entusiasmo simile. La fatica non si faceva mai sen-tire, tutti erano disposti e pronti all’aiuto oppure a tirarti

su di morale, la gente ci accoglieva in modo spettacolare e con tanto affetto. La nostra vita è fatta per camminare, in qualsiasi modo, e io (noi) non vogliamo fermarci perché vogliamo portare l’entusiasmo vissuto, nelle case di tutti.Filippo Mongodi

Quando il don ci ha raccontato di questa opportunità, non l’ho lasciata scappare e l’ho colta al volo. All’inizio ero molto preoccupata e agitata perché non sapevo se sarei riuscita a percorrere 135 chilometri da Assisi a Roma, ma alla fine non è stato poi così impegnativo, anche perché camminando, chiacchierando e conoscendo nuovi ragaz-zi e ragazze di altri paesi non ti rendi conto della fatica. L’emozione più grande di questa bellissima esperienza è stato assistere all’Angelus di Papa Francesco, in piazza San Pietro insieme a centinaia di persone. In più sono rimasta molto emozionata nel vedere sua Santità durante la messa della domenica, quando ha voluto farci un regalo con la sua presenza. Le sue parole mi rimarranno per sempre nel cuore: “ Voi dovete essere camminanti, non erranti.” Spero di poter ripetere questa avventura, percorrendo perché no, magari in futuro, il cammino di Santiago di Compostela.Francesca Del Carro

Passo dopo passo e con tanta fati-ca abbiamo intrapreso un cammi-no, un viaggio, che assume valori altri rispetto al solo percorrere metri. Camminare, nel senso del percorrere chilometri verso una meta stabilita, ti richiede fatica, sforzo, convinzione, determinazione. Ti chiede ma-gari di camminare accanto a qualcuno, di sapere che esse-re compagni di un viaggio porta con sé gioie e responsabi-lità. Che il cammino non è mai solamente tuo: ma sempre richiama scelte, incontri, decisioni che sono legate ad altri. Che si cammina sempre per qualcosa, e solo grazie a ciò puoi spingere i tuoi piedi in avanti. Scaldando, ancor prima dei polpacci, il muscolo del desiderio: il cuore. Ed ecco che ti accorgi immediatamente che tu stai camminando, ma stai facendo molto di più: scopri te stesso, intessi re-lazioni, muovi il mondo, cambi il modo di vedere le cose che ti stanno intorno. Io ho anche il ricordo del cammino di Santiago che mi ha colpito e ha lasciato un grossissimo segno dentro di me con la voglia un giorno di tornarci. Concludo con questa frase che penso riassuma lo spirito del vero pellegrino«Quando incontro qualcuno non gli chiedo da dove viene. Non mi interessa. Gli chiedo dove va. Gli chiedo se pos-so fare un pezzo di strada insieme a lui». (Papa Giovanni XXIII)Alberto Vignoni

Quando parti per un pellegrinaggio non sei mai del tutto consapevole di quello che vai effettiva-

mente ad affrontare, forse il bello è anche questo anche perché la non consapevolezza porta ad un maggiore desiderio di quello che è poi il raggiungi-mento della meta. Fin dal primo giorno il Vescovo

Francesco ha chiarito il concetto vero e proprio di pel-legrino: “pellegrino è colui che si mette in cammino in terre apparentemente “sconosciute” per raggiungere la meta desiderata”.Per me a questa definizione si potrebbe tranquillamente aggiungere che il pellegrino è consapevole di giungere alla destinazione cambiato, diverso e trasformato. Anche perché “i passi non si contano, i passi si vivono” queste sono le parole con cui il vescovo di Gallese ci ha accol-to nel suo paese. Riflettendo non ha del tutto torto, in quanto secondo me questo cammino aveva come prin-cipio fondamentale la riflessione, in tutte le sue sfaccetta-ture. Importante era vivere quei passi che ha volte erano ricchi di emozioni, altre piene di divertimento e altre an-cora colme di fatiche. Eravamo però consapevoli che grazie alla condivisione tutto poteva essere superato, la forza del gruppo in que-sto caso era davvero di grande supporto. Le esperienze vissute sono un qualcosa che non dimenticheremo mai, e che personalmente posso dire abbiano lasciato il segno

all’interno della mia vita. Non è si-curamente da tutti arrivare con le proprie gambe in piazza San Pie-tro consapevole della fatica fatta, vi assicuro che in quel preciso mo-mento l’emozione è alle stelle e le lacrime agli occhi sono un qualco-

sa di automatico. Questo cammino rimarrà sempre con noi, nel nostro cuore il ricordo di quella testimonianza di vita e di fede che ogni persona a suo modo ci ha saputo donare.Sono davvero contenta di avere condiviso questa espe-rienza con delle persone a dir poco fantastiche, il ringra-ziamento principale va a don Loris che ci ha proposto tutto questo e che durante il cammino ci ha aiutati a vi-vere al meglio l’esperienza secondo i canoni più adeguati.Rebecca Campigli

Il pellegrinaggio. Facile definire cosa sia, chi più chi meno, tutti abbiamo un’idea su cosa ci si possa aspettare nel viverlo.Un programma dettagliato, vari paesi in cui sostare e una meta comune: Roma.Ci si ritrova quindi tutti in viaggio, perché è proprio quel-lo il senso del pellegrinaggio, CAMMINARE! e ti accorgi che non è proprio come te lo aspettavi, perché accanto a te ci sono più di 500 giovani, con la tua stessa voglia, il tuo desiderio di arrivare alla fine e la consapevolezza di star facendo qualcosa di speciale.Ma camminare non è sempre facile, passo dopo passo la fatica aumenta, così come vari dolori, la sensazione di non riuscire ad arrivare fino in fondo si fa sentire…fermarsi quindi?!? Si potrebbe fare, ma non oggi, non

del tutto, il traguardo è vicino; gli altri ragazzi ti trasmet-tono entusiasmo, ti aiutano appena vedono che sei in difficoltà, in un attimo ti accorgi di essere di nuovo in viaggio. Questa volta non cammini solo, ad ogni passo c’è un amico nuovo con cui percorrere insieme un pezzo di strada.Ed eccola in lontananza, San Pietro. Il passo si fa veloce, la fatica sparisce; un forte urlo di gioia, siamo arrivati! Abbiamo raggiunto la nostra meta, il Cammino della Luce ci porta fin dentro la basilica, dove, guidati dalla croce, ci fermiamo un attimo ad ammirare e ripensare a quello che realmente abbiamo portato a termine.“La vita è fatta per camminare” questo ci dice Papa Fran-cesco e noi non possiamo far altro che rimetterci in viag-gio e portare la Luce che ci ha accompagnato durante il pellegrinaggio in giro per le strade.Riempiamo Roma con le nostre magliette gialle, consa-pevoli di non essere passati inosservati e torniamo alle nostre case, questa volta con 500 mete diverse, con molti amici in più e il sapere di aver appena iniziato un pellegrinaggio molto più lungo e faticoso. Giacomo Pansera

Come ormai tradizione del nostro Oratorio, l'ultima settimana di Luglio si è tenuto il Campo Scuola per i ragazzi delle scuole medie.Quest'anno si è deciso di tornare a Gandellino, paese che aveva già ospitato il Campo di cinque anni fa, quando noi animatori allora avevamo partecipato nel ruolo di animati.Se nel 2009 il tema del Campo era basato sulla vita e le avventure di Harry Potter, nel 2014 si è deciso di impostare le attività della giornata sul tema delle favole.Ogni giorno la riflessione partiva dagli spunti di una favola e dalla relativa morale, che ci hanno portato a riscoprire la bellezza di classici come “Biancaneve”, “Hansel e Gretel”, ma anche “Il principe e il ranocchio”, “La Bella Addormentata” e “Cappuccetto Rosso”.Il clima non è stato particolarmente clemente, visto che la pioggia spesso ci ha fatto compagnia, ma le rifles-sioni, le attività e i giochi di gruppo, oltre ovviamente alla gradevole compagnia dei propri amici, hanno fatto sì che anche questo campo scuola sia risultato per tutti indimenticabile.Aspetto molto positivo di questo Campo Scuola è stato, secondo il mio parere, la voglia dei ragazzi di met-tersi in gioco, dai più giovani sino ai “veterani” della terza media che, con la loro esuberanza, hanno trainato il gruppo.Nelle riflessioni della mattina sono stati loro infatti a rendere le discussioni più interessanti, riuscendo anche a far emergere concetti molto profondi rispetto alla loro giovane età.Anche nei giochi del pomeriggio, i più grandi facevano valere la loro esperienza aiutando anche noi anima-

Campo Scuole Medie di Luca Sacella

“Favole” a Gandellino

tori a rendere più emozionanti questi momenti.Dopo la merenda, tempo permettendo, come per incanto ecco animarsi la classica sfida di calcio animati contro animatori, sempre entusiasmante, come d'altronde anche le partite di pallavolo a cui partecipavano i meno interessati al calcio.Per ogni serata è stata organizzata un'attività diversa, il cui l'impegno era prevalentemente di squadra. La sera, o meglio, la notte che è sempre aspettata con ansia da tutti è stata ovviamente quella a sorpre-sa, animata dal famigerato “gioco notturno”.Tutti svegli dopo la mezzanotte, i ragazzi, dopo un video introduttivo, quest'anno sono stati portati nel centro del paese, dove li aspettava un percorso a tre tappe molto accattivante e per certi versi spaven-toso. È proprio in questo gioco che si è notato in modo particolare la compattezza dei gruppi in cui, forse per la paura, ognuno ha dato il suo lato migliore. Alla fine dell'avventura tutti a letto, eccitati e im-pauriti per quanto fatto, ma allo stesso tempo pronti e vogliosi di vivere al meglio la giornata successiva.L'ultima sera, come ogni anno, non sono potuti mancare i balli di ogni genere: dalle danze di gruppo iniziali, si è passati ai tipici lenti, in cui i “maschietti” hanno avuto modo di ballare con le loro ragazze preferite.Ovviamente non sono mancate nemmeno le gite, due quest'anno, di cui una, la prima, particolarmente impegnativa. Questa aveva come meta il rifugio Curò, che abbiamo raggiunto dopo oltre quattro ore di cammino, impreziosite da un imprevisto quanto bellissimo arcobaleno, dalla bellezza delle cascate del Serio e dalla presenza sopra il lago Barbellino della neve.Doverosa è stata la messa di ringraziamento celebrata in riva al lago poco prima del ritornoa Gandel-lino.La seconda gita, invece, è stata più corta e suddivisa a tappe in cui durante il percorso i ragazzi delle

quattro squadre si sono dovuti affrontare in varie sfide fino alla sosta per l'ora di pranzo.Come tutte le cose belle, purtroppo anche questo Campo medie 2014 è entrato in un capitolo nuovo del libro dei ricordi di ognuno di noi. Un grazie particolare a Don Loris, poiché senza di lui questa avventura non si sarebbe potuta vivere,; alle cuoche, meravigliose, che con piatti speciali hanno deliziato i nostri palati per dieci giorni, e ovviamente ai ragazzi che hanno partecipato a questo campo, che hanno aiutato noi

animatori ad animarlo e viverlo nel migliore dei modi.A livello personale restano in me ricordi di grande allegria, di riflessione e di preghiera, ma anche di un pizzico di fatica, che comunque è stato facile assorbire grazie alla vivacità dei ragazzi e all'affiatamento con gli altri animatori. Ripeterei immediatamente questa esperienza, nata molto prima dell'arrivo a Gandellino, nelle intense serate di preparazione in Oratorio, perchè mi ha arricchito e fatto trascorrere giorni di grande serenità. Ora non mi resta che aspettare l'anno prossimo, per una nuova e meravigliosa avventura al Campo.

CAMPO ADOLESCENTI

Liberi di...Ogni estate, il campo ado è una delle espe-rienze più attese. Quest’anno noi ragazzi siamo stati portati a Corteno Golgi dall’1 al 10 agosto, per trascor-rere dieci giorni insieme, in un luogo immerso nella natura. Siamo partiti carichi ed entusiasti, e lo siamo rimasti fino alla fine! Ogni mattina dopo la preghiera, le squadre si riunivano per le discussioni. La libertà era l’argomento principale, con i suoi vari aspetti come la religione, i diritti, la privacy, la sessualità e l’eutanasia. Non è stato affatto un tema facile da affron-tare, ognuno ha le sue idee e spesso non ci si trova d’accordo. Ma in fondo cosa sarebbe il campo adolescenti senza le discussioni e i con-fronti? Ogni anno i nostri animatori si impe-gnano per farci riflettere, e anche questa volta ci hanno fatto tirare fuori il meglio di noi. Nel pomeriggio ci si divertiva con i giochi, e ogni serata si faceva qualcosa di diverso. C’è stata la gita, che all’inizio sembra sempre im-

possibile, ma la sensazione di arrivare in cima è la più appagante di tutte. L’ultima serata è stata sicuramente la più bella: dopo esserci raccon-tati storie di paura attorno ad un falò e aver mangiato marshmallows, abbiamo guardato le stelle e ognuno ha espresso il suo ringra-ziamento agli animatori e al don per questa fantastica occasione. Alla fine è solo grazie a loro se tutto ciò è possibile, al loro impegno, fantasia e pazienza. Ciò che si prova al campo è difficile da de-scrivere a parole, si crea una famiglia con cui si condividono momenti speciali. Nonostante fossi l’unica ragazza della mia annata, non mi sono affatto sentita esclusa, anzi il contrario. Alla fine quello che conta è quanto ti metti in gioco, la tua disponibilità verso gli altri e il cercare di essere sempre positivi. A nome di tutti, ci tengo a ringraziare ancora il don Loris, gli animatori Luca, Massimo, Alberto, Andrea e Simone e i migliori cuochi Pino e Graziella.Elena Ricci

Eccoci di nuovo per raccon-tarvi una nuova avventura da veri lupetti!!!

Questa volta vi parleremo delle no-stre VDB estive (vacanze di branco) che sono iniziate il 20 luglio e si sono concluse il 26 luglio. Località…. Val d’Orizzo, (Bs) presso casa Fontana Mora.Arrivati a destinazione abbiamo in-contrato dei fantastici personaggi dell’ambientazione che per tutta setti-mana ci hanno fatto compagnia e loro sono….Peter Pan e Trilli!! Questi nostri amici ci hanno invitato a testare la nostra “sperdutaggine” ab-bandonando le vesti di bambini di città promettendo di farci conoscere la na-tura attraverso il contributo di alcuni amici speciali… i pirati: Jack Spara, pi-

Lupetti: Vacanze di branco

Gradita visita di don Giuseppe

rata Botte Lafotte, Capitan Popò e altri ancora. Amici speciali proprio perché abitando sull’isola che non c’è, dopo la morte di capitan Uncino, hanno deciso di essere buoni e fedeli a Peter Pan e Trilli. Con loro abbiamo svolto diverse attività che ci hanno avvicinato alla natura. La nostra preferita è stata la costruzione di una canna da pesca. Muniti di mantellina poiché pioveva ci siamo addentrati nel bosco alla ricerca di un bastone e dei vermicelli che ci sarebbero serviti come esche. Alla prima giornata di sole ci siamo messi le scarpette per il fiume e pronti partenza via….tutti al fiume! Avremmo fatto invidia ai veri pescatori, peccato che i pesci non hanno voluto far parte del no-stro pranzo! Oltre queste visite dei pirati, abbiamo ricevuto la visita di un ospite inaspettato…Don Giuseppe, il quale ha vissuto con noi l’ultima sera di campo. Arrivati alla fine di questa settimana abbiamo accolto i nostri genitori e festeggiato il loro arrivo con una messa, offerta da Don Giuseppe, e un simpatico teatrino con marionette che aveva l’obiettivo di narrare la settimana trascorsa.Nonostante il cielo abbia fatto numerosi capricci, noi lupetti ci siamo divertiti molto e con tanta gioia nel cuore non abbiamo dato importanza al cattivo tempo!!!Ciao a tutti…e….a presto!I lupetti del Branco Seeonee Sarnico 1

Clan: route estiva“che cos’è l’uomo perché tu lo ricordi?

Il figlio dell’uomo perché te ne prenda cura?”(salmo 8)

È con questa domanda e tante altre che il clan-fuoco “La Brace” del gruppo scout Sarnico 1 è partito il 26 luglio per una settimana di campo estivo presso la comunità monastica di Bose. Durante questo campo abbiamo potuto spe-rimentare uno stile di vita diverso da quello in cui viviamo tutti i giorni nei nostri paesi: il tempo scandito dal suono delle campane che richiamano il fedele alla preghiera, uno stile di lavoro non caratterizzato solamente dalla fre-nesia e dalla necessità di produrre, il silenzio come occasione per ascoltarsi nel profondo e far sorgere le domande che più teniamo nel

cuore. I monaci ci hanno accolto con calore, con loro abbiamo condiviso la preghiera, tutto il gruppo partecipava insieme ai vespri mentre alle lodi mattutine e all’ora media poteva par-tecipare liberamente chi ne sentiva il bisogno. Abbiamo condiviso il lavoro della mattina, ab-biamo condiviso momenti di incontro e con-fronto personali e comunitari che ci hanno permesso di dar voce ai nostri pensieri su Dio e sulla vita e attraverso i quali siamo riusciti a trovare nuove chiavi di lettura che permette-ranno ad ognuno di noi di continuare a cercare risposte e stimoli sempre nuovi.

Strada, Comunità, Servizio e Fede

Il campo ci ha regalato una nuova carta di clan, un documento molto importante per il nostro clan perché è il frutto del pensiero di 20 giovani ragazzi su quelli che sono gli aspetti fondamentali del nostro fare scauti-smo: la Strada, la Comunità, il Servizio e la Fede. È il documento sul quale l’intera comunità si prende l’impegno di lavo-rare per raggiungere gli obiettivi in esso indicati e per crescere ancora come uomini e donne che hanno deciso di non restare a guardare ma che vogliono, con la loro vita, lasciare il mondo un po’ migliore di come l’hanno trovato.

Torniamo quindi da questo campo con nuovi incontri, in par-ticolare ringraziamo Marco e Ludwig che ci hanno seguito e ci hanno aiutato nel-le nostre riflessioni, con nuove domande, con rinnovata voglia di metterci in gioco e con una nuova carta di clan.

Il clan-fuoco “La Brace”

CATECHESI DEI RAGAZZI ANNO PASTORALE 2014/2015

La Comunità Cristiana di SARNICO invita i genitori che scelgono per i ragazzi un percor-so di Catechesi e di crescita nella Fede ad ISCRIVERE PERSONALMENTE.

I PERCORSI DELLA CATECHESI VANNO VISSUTI INTERAMENTE:2°, 3° E 4° ELEMENTARE PREPARANO AI SACRAMENTI DELLA CONFESSIONE

E DELLA PRIMA COMUNIONE;5° ELEMENTARE, 1° E 2° MEDIA PREPARANO ALLA CRESIMA.

DOMENICA 5 ottobre 2014Inizio dell’anno catechistico

Ore 10.00:Accoglienza del nuovo parroco

don Vittorio Rota In piazza Umberto IOre 11.00

Messa di inizio del mandato nella chiesa parrocchiale

ORE 15.30:Assemblea per i genitorinel Cine Teatro Junior

e a seguire iscrizione alla catechesi.

Ore 18.00:Messa e processione

della Madonna del Rosario

Anche quest’anno rinnoviamo la richiesta di contribuire alle spese di riscal-damento, materiali di cancelleria, catechismi, ritiri, e sussidi che l’oratorio

sostiene durante l’anno, con un contributo indicativo di 40 € in busta chiusa da consegnare separatamente dall’iscrizione

Il contributo non è un’iscrizione!Ciò significa che accettiamo i ragazzi alla catechesi indipendentemente

dall’offerta che ciascuno può e vuole dare.

Ricordiamo a chi si trova nell’anno dei sacramenti e non ha ricevuto il battesimo nella Parrocchia di Sarnico di presentare quanto prima il certificato di battesimo richiedendolo alla parrocchia nella

quale il figlio ha ricevuto il battesimo.

I giorni della catechesi sono i seguenti:Giovedì ore 14.30 – 16.00

per i ragazzi dalla 2° alla 5° elementareVenerdì ore 17.30 – 18.45

per i ragazzi di 1° e 2° media

Ogni domenica durante l’anno i ragazzi sono invitati

a partecipare alla Messa delle 9.30 del mattino.

PROSSIMI APPUNTAMENTI PER RAGAZZI E GENITORI:

Giovedì 9 ottobre ore 14.30Inizio catechesi per classi

dalla 2° alla 5° elementare

Venerdì 10ottobre ore 17.30Inizio catechesi per classi

dalla 1° alla 2° media

Domenica 19 ottobre dalle 15.00 CASTAGNATA

giochi, gonfiabili, tombola, castagne e strinù

RIFLETTIAMO

un po’ di tempo alla famiglia. Dopo una giornata di pensieri e le difficoltà del lavo-ro, il marito avverte la necessità di donarsi e servire il prossimo. È dovere quindi incoraggiarlo a portare a termine questi esterni ed interiori desideri. Non soltanto il prete deve pensare a queste cose. L’incoraggiamento è una delle mille facce della carità che è sempre attenta verso coloro che ne hanno bisogno.Non è incoraggiare quando giornali e televisione mettono in evidenza colonne di delitti, furti, litigi, omicidi e tentati suicidi, tutto ciò porta verso il degrado, la disperazione e la morte.Oggi sparlano, credono di parlare bonariamente, invece non c’è alcun ritegno morale. Si parla poco invece di buone azioni, si parlo solo di azioni distruttive di gente ubriaca al volante che stronca la vita degli innocenti.Dare coraggio galvanizza e rende migliori. Ascoltare sempre, anche se non ne abbiamo voglia perché reca sollievo al nostro prossimo. Per coloro che sparlano è necessario che Dio metta un sigillo sulla loro bocca per eliminare ogni mormo-razione o commento sfavorevole verso il nostro prossimo.Ascoltare le confidenze e tenerle occulte nel nostro cuore. Occorre rispettarci di

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 31

più. Per quanto riguarda la maldicenza e il pettegolezzo, ascoltate cari amici quello che vi sto per dire. Una volta una signora un po’ chiacchierona e cu-riosa andò a confessarsi da San Filippo Neri, santo burlone e scherzoso. La donna si confessa e tra gli altri peccati gli dice che ha sparlato del prossimo. San Filippo Neri ascolta in silenzio e poi le dà la penitenza che consisteva nell’andare a casa, far bollire una gallina e poi tornare dal lui a confessarsi. La donna si meravigliò di questa peniten-za, ma fece quello che il confessore le aveva ordinato.Si presentò dal Santo dopo una setti-mana, si confessò e questa volta il San-to le diede per penitenza di andare a raccogliere tutte le penne delle galline e portargliele. Era una penitenza im-possibile e capì che tutte le sue maldi-cenze si erano sparse ovunque, come le penne della gallina e non potevano più essere fermate. La donna compre-se, chiese perdono e promise di non sparlare più di alcuno.Chiediamo a Dio la forza di non sparla-re del prossimo, succede un po’ a tutti, chi più e chi meno, ma bisogna elimina-re questo grave peccato.Eh sì, cari amici, è proprio così!

«L'UNICO ROSSO CHE AMO» Nessun "dottor" davanti al nome. Il titolo che Sandro Arcangeli preferisce è quello di nonno: come dargli torto! Quello di Sindaco è un titolo che ormai fa parte di un passato, il suo, del quale è stato protagonista. Ed è proprio guardando quanto ha fatto che ci rendiamo conto come una cittadina complessa come Sarnico, può continuare a dare il meglio di se stessa se le persone che la guidano, qualunque sia la loro opinione politica, troveranno il modo di parlarsi, di intendersi e di cercare linguaggi comuni.

NONNO SANDRO

SCUOLA MATERNA FACCANONII GRAZIE DELLA COMMISSIONE

COMUNITÀa cura della COMMISSIONE GESTIONE SCUOLA MATERNA

Il gruppo uscente della Commissione di gestione dell’Asilo Faccanoni approfit-ta delle pagine del “Porto” per ringraziare. Il primo grazie va doverosamente alla Presidente Ines Boni Carminati che in questi anni si è pro-digata a 360° a favore dei nostri bambini e della struttura che abbisognava di continui migliora-menti. Ringraziamo poi i genitori che hanno affidato alla fondazione i loro bambini: ne abbiamo visto passare centinaia e abbiamo cercato di formarli all’autonomia, alla socialità e condivisione.Ringraziamo la coordinatrice, le maestre e tutto il personale che ha sempre dimostrato di con-

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dividere i nostri obiettivi e ha lavorato con passione e compe-tenza.Ringraziamo l’amministrazione comunale passata, che non ci ha mai fatto mancare il sostegno, permettendoci di chiudere il nostro mandato con un bilancio economico in pareggio e una struttura completamente rinno-vata, messa a norma e bella da godere.Ringraziamo i vari presidenti del Comitato Genitori che hanno lavorato con noi, i tanti volontari che, con mansioni diverse e tut-te molto specializzate, ci hanno permesso di offrire servizi mi-gliori.Ringraziamo gli sponsor per l’a-iuto economico, Don Luciano e Don Loris per la vicinanza di-mostrata e tutti quanti si sono prodigati per il buon funziona-mento dell’Asilo.

Il saluto alla presidente Ines Boni Carminati

ASSOCIAZIONIa cura del PresidenteVITTORIO MARCONI - foto Vezzoli

1.400 chili di “marroni” arrostiti dai volontariCon una settimana d’anticipo rispetto all’inizio ufficiale dell’autun-no l’AVIS Sarnico - Basso Sebino, con l’evento “Castagne in festa” è stata la prima, anche quest’anno, a proporre la sagra del frutto tipico della stagione autunnale ormai alle porte (ammesso che non sia già entrata a luglio). Un periodo dell’anno che sa offrire profumi, colori e sensazioni ma anche allegri appuntamenti nelle piazze, negli oratori e in alcuni paesi anche nei cortili delle case.Nutrienti, caloriche, ricche di vitamine, sali minerali e fibre, antin-fiammatorie e antisettiche, in tempi passati rappresentavano un’im-portante fonte di sostentamento, tant’è che il castagno era chiama-to l'albero del pane. Mangiate in compagnia poi, sono ancora più buone! Quattordici quintali di questi famosi “marroni”, i primi della stagione, sono stati arrostiti per tre giorni - dal 12 al 14 di settembre - in due grandi bracieri dagli avisini locali. Non solo castagne però: a pranzo e cena è stata servita, a prezzi modici, fumante polenta accompagnata da squisiti salamini alla bra-ce, sardine di Montisola, patatine fritte, vin brûlé, torta e caffè.Lo straordinario successo dell’evento è stato propiziato dalla bontà di questi frutti, ma anche dall’…alta pressione che ha portato quel bel tempo tanto atteso e che, almeno per quasi tutti tre i giorni, ha permesso l’ottimale svolgimento della sagra.Moltissime delle circa 4.000 persone che sono transitate all’inter-no della kermesse gastronomica sono state attratte, oltre che dagli aromi tipici, dalla curiosità di voler assaggiare “fuori stagione” que-sti meravigliosi frutti; la gente rivolgeva ai volontari le medesime domande: «Ghè za le castegne?». «Ma ègnele dè ‘ndoe?» oppure «Éle amò chèle dè l’an pasàt?». Qualcuno ha azzardato l’ipotesi, assai inverosimile, che fossero state surgelate. Una coppia di inglesi ci ha

messo sopra addirittura il sale.Comunque, nonostante il mistero sulla loro provenienza (fatte ar-rivare dal Piemonte) e conservazione, nella serata di sabato 13 set-tembre i sacchi di marroni stavano finendo. «C’è amò quattro sac poi basta!» annunciava infatti con la sua particolare parlata il mitico volontario Pasquale De Iacovo. Per il general manager Serafino Falconi e il presidente del gruppo AVIS Vittorio Marconi non c’è stato un attimo di esitazione: c’era ancora un giorno di fiera e fare una castagnata senza castagne non era assolutamente possibile. Cellulare alla mano, Serafino comincia-va a tempestare di telefonate i fornitori, produttori e grossisti fino al fatidico annuncio: «N’o troàt du quintai a Pisogne».«Se il tradizionale evento “Castagna in festa” - ha detto con toni entusiastici il presidente Marconi - ha avuto successo, lo si deve in gran parte all’impegno dei meravigliosi volontari, giovani e meno giovani che, ancora una volta, hanno lavorato con grande fervore dimostrando che è possibile lavorare “insieme” nel campo civile e sociale alleati nel volontariato. Siete stati grandi! Permettetemi però di ringraziare in particolare Serafino Falconi e la moglie Giuliana per quanto hanno fatto anche quest’anno e l’Amministrazione Comu-nale per la concessione della piazza.Questa sagra ha rappresentato per l’AVIS del basso lago un mo-mento anche per pubblicizzare e sensibilizzare alla donazione del sangue. Il ricavato verrà infatti utilizzato per finanziare le varie pro-poste dell’associazione, quali le borse di studio per gli studenti delle scuole e per attivare altre manifestazioni di propaganda».L’ultima parola è ancora di Pasquale che, nonostante l’importante evento che celebrava il 14 settembre - 40 anni di matrimonio -, ha voluto essere ancora in “prima linea” ad arrostire le castagne.«A forsa de cuocerle, son diventàt una castègna anche me». Un mito!

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NON SOLO SANGUE ALL’AVIS

ASSOCIAZIONE ANZIANIRUBRICA DEL MESE DI SETTEMBRE

Montisola: Madonna della Ceriola

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AGOSTO INSIEMELa nostra estate, se di estate si può parlare visto il tempo, si è con-clusa lunedì 8 settembre con la cena al lido Nettuno, ma comincia-mo dall’inizio:

6 AGOSTO GITA A MONTISOLA alle 14:30 imbarco dell’allegra brigata alla volta di Montisola, appro-dati a Peschiera pomeriggio libero, i più coraggiosi si sono avventu-rati su per le pendici dell’isola per raggiungere il Santuario della Ce-riola, c’è chi ha passeggiato gradevolmente in riva al lago, qualcuno ha fatto il bagno, dopo aver goduto di queste piacevoli attività alle 18:00 ci siamo imbarcati per il ritorno.

(Nella foto in alto la Madonna della Ceriola. La statua è stata scolpita con un tronco di cerro, da cui Ceriola, che ha dato il nome al santuario stesso)

20 AGOSTO GITA AL GANDOSSO LOCALITÀ “PITÙ” siamo partiti sperando nel bel tempo. Arrivati a Gandosso il gruppo alpini ci ha accolto in località Pitù. Causa le recenti abbondanti piogge i sentieri del parco non erano agibili, abbiamo perciò aspettato l’ora di cena sul terrazzo. Dopo esserci accomodati nell’ampia sala ci hanno servito la cena, ottima e abbondante veramente apprezzata da tutti i presenti. Ri-entro alle 20:30.

27 AGOSTO GITA A SAN FERMOalle 14:30 partenza in pulman per San Fermo, sosta di rilassamento al rifugio prima di andare alla baita “Canva” dov’è stato servito un rinfresco merenda come sempre molto gradito.

8 SETTEMBRE FESTA DI CHIUSURA DI AGOSTO INSIEMEPer la chiusura della stagione I’ amministrazione comunale ci ha invi-tati a cena al Lido Nettuno.La sera è iniziata con la Santa Messa celebrata dal nostro Parroco Don Luciano, con saluto di commiato durante l’omelia e ringrazia-mento da parte dell’associazione per averci paternamente accom-pagnati in tutti questi anni. Una volta accomodati a tavola gli allievi della scuola alberghiera ci hanno servito i piatti accuratamente cucinati dai volontari della “Croce Blu”. Finita la cena la serata si è protratta con balli e musica dal vivo.

Ringraziamo tutti i partecipanti che hanno contribuito alla riuscita delle iniziative proposte, e coloro che hanno lavorato per renderle piacevoli.

TORNEO DI BOCCE “CASTELÌ”dal 22 al 27 settembre 2014, dalle ore 14.00 alle ore 18.00, si terrà il torneo di bocce “Castelì, le iscrizioni si ricevono al bar dell’associa-zione, quota di iscrizione € 5,00. Ai primi 4 classificati verrà offerto un cesto di prodotti alimentari e a tutti gli iscritti al trofeo verrà consegnata una confezione di bottiglie di vino

TERME DI TRESCOREIl servizio di trasporto alle Terme si terrà dal 23 settembre al 6 ottobre 2014. Le iscrizioni si ricevono presso la sede dell’associazione dal lunedì al venerdì dalle ore 9.30 alle ore 11.00.

TESSERAMENTO 2015Dal 1° ottobre si aprirà il tesseramento per l’anno 2015, le iscrizioni si ricevono presso la sede dal lunedì al venerdì dalle 09.30 alle 11.00, la quota di iscrizione rimane invariata.

TASIl’associazione offre assistenza ai suoi tesserati per la compilazione della Tasi. L’addetto sarà presente in sede il mercoledì dalle 9.00 alle 11.00.

ASSOCIAZIONI a curaDELL'ASSOCIAZIONE

ASSOCIAZIONIa cura di DEL GRUPPO MISSIONARIO

Il progetto “Terra chiama cuore”, sostenuto dal Gruppo mis-sionario nel 2014, è giunto alla fase conclusiva. Presso il centro San Marcelino Champagnat dei padri Marianisti in Bucarest (Romania), dove sono ospitati 30 bambini e adolescenti in gravi situazioni di disagio personale e famigliare, si sono alternate quattro figure pro-fessionali: un’infermiera (Claudia), un’artista (Donatella), un esperto video (Gabriele) e un attore teatrale (Stefano). Utilizzando l’arte, il gioco, le riprese cinematografiche e il teatro hanno lavorato con i giovani del centro sui temi del rispetto dell’ambiente, della gestione dei rifiuti e delle pratiche di vita utili alla salute personale e dell’inte-ra comunità. L’ultimo periodo è stato dedicato alle pratiche espres-sive di mosaico e pittura su tessuto, realizzate sia con materiali di riciclo raccolti sul posto, sia utilizzando colori acrilici Maimeri donati dal negozio “Nadia color” di Iseo con l’aiuto della Cooperativa Il battello di Sarnico. Al negozio e alla cooperativa un sentito grazie! Contemporaneamente si sono svolte per i ragazzi di Bucarest lezio-ni ed esercitazioni igienico-sanitarie su fumo, malattie veneree, dro-ga e igiene personale. Gli operatori del progetto hanno accettato il nostro invito: al rientro definitivo in Italia animeranno un incontro per la comunità di Sarnico, durante il quale racconteranno la loro esperienza, offrendo ai più giovani l’occasione di partecipare a labo-ratori analoghi a quelli realizzati a Bucarest. Sarà questo uno degli appuntamenti previsti in ottobre, mese dedi-cato alle missioni. La Giornata mondiale cade domenica 19, giorno in cui il nostro gruppo animerà le sante messe con riflessioni, gesti e proiezioni di immagini relativi al tema scelto per il 2014 a livello nazionale: “Periferie cuore della missione”.Sempre nel mese di ottobre si svolgerà una veglia di preghiera cura-ta dai gruppi missionari del vicariato e aperta a tutta la cittadinanza.

Il pensiero andrà come sempre ai martiri laici e religiosi nei luoghi di missione, tra i quali le tre suore uccise poche settimane orsono in Burundi. Sarà un’occasione di sensibilizzazione all’impegno mis-sionario cristiano e di concreto sostegno attraverso la preghiera ai missionari che proseguono la loro pluriennale attività e a coloro che partono nei prossimi mesi per la prima volta. Valgono per tutti loro le parole guida di Suor Tarcisia: «Donarmi completamente al Suo Amore con amore incondizionato al mio prossimo».Un contributo è stato offerto dal nostro gruppo anche alla comuni-tà delle Suore del Monte Carmelo in Haifa, dove viveva Suor Tarci-sia: in una lettera le suore avevano segnalato le difficoltà quotidiane vissute dalla popolazione locale e le continue richieste di aiuto rice-vute. In segno di continuità con l’affettuoso rapporto che da tempo lega il Carmelo a Sarnico, una parte delle offerte raccolte nell’anno è stata inviata ad Haifa.Vi diamo appuntamento a ottobre: le date e gli orari delle iniziati-ve saranno comunicati sul calendario settimanale in distribuzione in chiesa di domenica.

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 37

VERSO L'OTTOBRE

MISSIONARIO

Caro signor Dometti, in questi giorni abbiamo ricevuto un’offerta da parte del gruppo missionario e veniamo a ringraziare, assicurando che anche chi è stato toccato dai danni della guerra vicino a noi ne trarrà beneficio.Lo scorso anno, tramite la nostra carissima amica Eufemia, si era parlato di un aiuto per i bambini di Betlemme ma poi, date le spese relative alla pubblicazione del libretto "LA MISSIONARIA DELLA GIOIA", l’idea era stata abbandonata. Alla fine dei conti… c’è stata la possibilità di avere anche una somma, che abbiamo ricevuto con riconoscenza.Da sempre Sarnico è nella nostra preghiera e continuerà a esserlo. Auguriamo tanto fervore missionario ed evangelico per ogni cristiano che accetta di essere tale. Ogni giorno Papa Francesco, nella Messa a Santa Marta, non fa che ribadire tante semplici verità, che però sono il tessuto della vita cristiana, in ogni circostanza.Da ieri c’è in visita da noi, con la moglie, il signor Angelo Onger, che ha collaborato all’edizione del libretto su sr. Tarcisia, con la sua competenza e con la conoscenza diretta che aveva di lei. Vi raccomandiamo di tenerla sempre presente nella vostra vita parrocchiale, lei che non ha mai dimenticato la sua Sarnico, offrendo preghiere e sacrifici per tutti voi.La Madonna vi benedica e vi aiuti a rendere una gioiosa testimonianza di vita cristiana, nel suo Figlio Gesù Cristo. Con la nostra fraterna preghiera per le vostre intenzioni. Sr. Maria Giuseppina, a nome della madre priora.

DA HAIFA SUOR MARIA GIUSEPPINA RINGRAZIA IL GRUPPO MISSIONARIO

Chiesa del Carmelo di Haifa

Come Primo cittadino, è stato per me un vero e proprio onore omaggiare tutti i nostri atleti e le nostre associazioni alla 10^ Festa dello Sport. È stata una vera lotta contro il tempo organizza-re questa importante manifestazione, visto che meno di tre mesi fa ci siamo insediati, ma grazie al lavoro di squadra e soprattutto alla compe-tenza e bravura del nostro Assessore allo Sport Nicola Danesi, ce l’abbiamo fatta. Ed è stato un vero successo sia di pubblico che organizzativo. Passione, determinazione, umiltà, lavoro indivi-duale o di squadra: ecco cos’è per noi lo sport. A qualsiasi livello agonistico. Tre sono gli aspet-ti dello sport su cui la nostra Amministrazione baserà le proprie scelte future. La prima idea è che lo sport è cultura, in una doppia accezio-ne: lo sport è cultura dello sviluppo individuale ed è cultura della salute. E per noi la cultura è “welfare”, cioè fa parte di quegli ambiti della vita che vanno protetti e offerti alle persone come beni irrinunciabili. Il secondo aspetto è che sport vuol dire educazione, formazione. Quindi futu-ro. Perché il futuro è in quello che facciamo oggi, nei valori che sappiamo trasmettere ai ragazzi e ai bambini che praticano un'attività agoni-stica. Terza cosa, lo sport è valorizzazione del tempo libero. Non è un aspetto da trascurare, se è vero che il tempo libero oggi è tempo di apprendimento, di esperienza, di crescita. Nel tempo libero, spesso, realizziamo la nostra iden-

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tità quanto nel lavoro, come nello studio. Cioè nelle dimensioni identitarie più consolidate: ecco, oggi il tempo libero è una dimensione che amplia la nostra identità. Per tutte queste ragioni è molto importante celebrare la pratica sportiva come una pratica cruciale per la crescita e come una pratica da promuovere a tutte le età. Uno degli obiettivi che Istituzioni, enti di promozione, associazioni si devono porre è quello di fare dello sport un elemento costante nella vita di tutte le persone e ad ogni età. Quindi per noi lo sport rientra doppiamente nel "bacino" del welfare: perché coinvolge l'educazione e la salute. Lo sport è tutte queste cose. Infine voglio ringra-ziare per la buona riuscita dell’evento, il mio Assessore allo Sport Nicola Danesi e la mia Giunta, la Polisportiva e la Croce Blu Basso Sebino.

Per le nostre associazioni, viva lo Sport, viva Sarnico!

GRANDE SUCCESSO PER LA 10^ FESTA DELLO SPORT

LE PAGINE DEL COMUNEa cura del Sindaco G. BERTAZZOLI

LE PAGINE DEL COMUNE

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Invariate le tariffe e istituiti i 15 minuti gratuiti per tutti

Da ottobre nuovi parcometri a pagamento a Sarnico. Il nuovo appalto farà ri-sparmiare alle casse della pubblica Amministrazione, rispetto alla precedente ge-stione di Brescia Mobilità, 30.000 euro l’anno. “Abbiamo trattato i dettagli con la nuova società (Project Automation Spa) che gestirà per i prossimi due anni i parcometri del nostro paese – dichiara il Sindaco e responsabile della Sicurezza Giorgio Bertazzoli -. Parcometri con una tecnologia all’avanguardia con la possi-bilità di dare resto fino a 10 euro e pagamento con carte di credito e bancomat. Inoltre abbiamo introdotto i 15 minuti gratuiti, nel senso che spendendo la tariffa minima verranno “regalati” ulteriori 15 minuti. Quindi con 20 centesimi di euro non si avranno più 20 minuti, ma 35. Inoltre in ogni parcheggio verranno applicate 21 nuove telecamere in alta definizione che presidieranno il territorio per una maggiore sicurezza. E in più, due nuovi posti di lavoro per persone di Sarnico come ausiliari del traffico”. Anche sul piano delle tariffe la nuova Amministra-zione ha deciso di dare un segnale importante lasciandole invariate ad un euro l’ora (tariffa più bassa dell’intero circondario). “È un segnale, - continua il Sindaco - diamo il quarto d’ora gratuito e tendiamo la mano a utenti e turisti ma sulle multe ci sarà rigore e fermezza”. Per l’autunno o per i primi dell’anno prossimo in previsione dall’Amministrazione Bertazzoli un nuovo piano tessera parcheggi per residenti e commercianti, creazione nuovi parcheggi a servizio del lungolago e un nuovo piano per il traffico.

DA OTTOBRE A SARNICO NUOVI PARCOMETRI

Da quest’estate alle ore 24 niente musica “live” o karaoke all’esterno dei locali.

L’ha stabilito il Sindaco Giorgio Bertazzoli, che ha firmato un’ordinanza per la quiete pubblica: allo scoccare della mezzanotte, niente più musica, musica dal vivo, karaoke. E nemmeno operazioni di pulizia dei locali che possano, in qualche modo, arrecare disturbo. Gli esercizi pubblici dovranno garantire il silenzio dalle 24 alle 7, senza distin-zione di giorni. “Abbiamo rilevato già da luglio e più volte segnalato che sul territorio, in particolare nelle zone a lago, spesso si registrano episodi di disturbo della quiete pubblica in proporzioni rilevanti, con la musica all’esterno che continua anche fino alle due di notte – dichiara il Sindaco Bertazzoli-. L’obiettivo è dare alla cittadina un turismo sostenibile, ma è nostra volontà non causare disagi ai cittadini per schiamazzi notturni. Chiediamo peraltro ai gestori stessi di aiutarci nella responsabilità della loro clientela e di monitorare le aree esterne ai loro locali. A mezzanotte, la musica all’esterno va spenta e può continuare all’interno, sempre tenendola a basso volume in base al rego-lamento sulla zonizzazione acustica. Inoltre il nostro obbiettivo per la prossima stagione sarà quello di far presidiare il territorio dalla Polizia Locale almeno fino all’una di notte come avviene già per Paratico ed Iseo, almeno al venerdì, sabato e domenica da giugno a settembre”.

ORDINANZA PER LA QUIETE PUBBLICA DALLE 24 NIENTE PIÙ MUSICA "LIVE"

Fin da subito durante l’estate, periodo in cui la scuola è sta-ta chiusa, ho avuto modo insieme al Sindaco Bertazzoli, ad altri Consiglieri ed al nuovo responsabile dell’Ufficio Tecnico dott. Gian Pietro Vitali, di incontrare il nuovo Dirigente dell’I-stituto Comprensivo prof. Salvatore Spagnolello e di visitare le strutture scolastiche. L’edificio è in condizioni discrete e per quest’anno sono stati effettuati interventi di ordinaria manutenzione quali la pulitura del giardino e la riparazione di perdite nei servizi igienici, dove sono state sostituite alcune rubinetterie. È stata anche completata l’installazione delle lavagne LIM e si è provveduto alla sostituzione del centralino degli uffici della segreteria. Sono state eseguite le disinfestazioni richieste dal clima particolare di questa estate. Sono stati rimossi, come richiesto dalla scuola, i due gazebo perché pericolosi in quanto davanti ad un’uscita di sicurezza. In via sperimentale la fermata dell’autobus scolastico si trasferisce da via Olim-pia a via Nikolajewka. A gennaio tale spostamento potrebbe

diventare definitivo se soddisferà i criteri di sicurezza. Con il Comitato Genitori è stato concordato di fornire pettori-ne, con diversi colori in base al percorso, per il Piedibus e di ripristinare i cartelli di fermata, dove mancanti o rovinati. È stata inoltrata, in collaborazione con l’Ufficio Tecnico del Comune, richiesta di fondi al Ministero per rendere il nostro istituto ancora più ordinato. In ogni caso sarà posta la massima attenzione da parte della nostra Amministrazione per garantire al nostro bell’Istituto in questi 5 anni tutte le manutenzioni ordinarie e straordi-narie necessarie.Il nostro impegno non si limiterà a ciò ma, con attenzione alla continuità ed al servizio offerto alle famiglie, faremo il possibile per essere attenti anche alle problematiche dell’I-stituto Superiore Serafino Riva.La scuola in fondo non è solo luogo di studio, di apprendi-mento, di formazione e di crescita, ma anche un essenziale servizio per la Comunità.

AMMINISTRAZIONE COMUNALE: PER LE SCUOLE MASSIMA

ATTENZIONE

A cura dell’Assessore alla Famiglia ed Istruzione PAOLA PLEBANI

LE PAGINE DEL COMUNE

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DIVIETO ACCESSO AI CANI E NUOVE AREE PREVISTE

LE PAGINE DEL COMUNE

L'Amministrazione Comunale con L'Ordinanza n. 7 del Sindaco ha predisposto il divieto di acces-so ai cani in 7 parchi/lidi su 11 di Sarnico

"La nuova Amministrazione per motivi igienico/sanitari e per motivi di sicurezza ha predisposto questa ordinanza per evitare, soprattutto nei lidi d'estate, che le persone si potessero sdraiare su deiezioni di animali lasciati alla mercè di bagnanti, turisti e bambini", ha dichiarato il Sindaco Gior-gio Bertazzoli. "Abbiamo posto a pagamento il Lido Nettu-no -continua il Sindaco- ed è giusto che i turisti trovino un manto erboso pulito. Ma anche negl'altri lidi... L'unico lido che abbiamo lasciato libero, perchè meno frequentato, è il Lido Fosio. Purtroppo l’inciviltà dei molti va a discapito dei pochi. Il de-coro e la salute pubblica è la nostra priorità e le polemiche

che sono scaturite trovano il tempo che trovano. In tutti i parchi e spiagge d'Europa c’è il divieto d'entrata ai cani e sussistono zone riservate, attrezzate e adibite. Ecco, anche noi presto faremo aree cani attrezzate in alcuni parchi e zone riservate in alcuni lidi, in modo tale che i padroni pos-sano stare vicini ai loro amici fido in sicurezza e pulizia. L'Or-dinanza emessa tiene conto di alcune norme basilari per la salute pubblica. Bambini che giocano mettendo le mani per terra e poi che se le mettono in bocca, gente allergica al pelo degli animali o persone che hanno paura di cani di grossa taglia. È un segno di civiltà, tutto qui". I parchi/Lidi "vietati" sono: Lido Nettuno, Lido Holiday, Lido Fontanì, Parco Lazzarini (già vietato dalla precedente Amministrazione Dometti), Parco Baden-Powell (via Cerro), Parco Plan de Cuques, Parco Corso Europa/via Alpini. Restano liberi il Lido Fosio, il lido Calchera (piccolo lido prima del Lido Holiday), l'a-rea Paroletti (davanti alla Villa Faccanoni), il parco di fronte alle Residenze sul Porto e il parco in zona villa Surre/Cocca Hotel. Per i trasgressori le sanzioni vanno da un minimo di 25 euro ad un massimo di 500. "Il compito ora della nostra Amministrazione -continua il Sindaco Bertazzoli -, dopo l'urgenza dell'estate, è quello di tenere in considerazione le esigenze dei nostri concittadini proprietari di animali. Ed è per questo motivo che stiamo studiando apposite aree che potrebbero a breve sorgere nel Parco Badell-Powell in via Cerro, un'area riservata ai cani al Lido Fosio, un'area cani attrezzata in previsione della prossima riqualificazione a parco dell'area Paroletti (davanti a Villa Faccanoni) e un'a-rea all'interno del Lido Nettuno dove i bagnanti potranno stare con i loro amici animali. Quindi queste aree, insieme a quelle prima citate, copriranno tutto il paese in modo tale da accontentare tutti".

a cura del Sindaco G. BERTAZZOLI

LE PAGINE DEL COMUNE

Grande successo per il pagamento dell’ingresso al Lido Nettuno promosso in via sperimentale dall’Amministrazione Bertazzoli nei mesi di luglio e agosto. La nuova Amministrazione aveva de-ciso a giugno il cambio di rotta sulla gratuità del Lido. “L’avevamo promesso in campagna elettorale – spiega il Sindaco Giorgio Bertazzoli – e la promessa è stata subito mantenuta”. Due euro l’ingresso a persona tutto il giorno, o solo un euro dopo le 13. Esenti dal ticket i residenti di Sarnico, i disabili e i ragazzi sotto i 12 anni. “Tutto è perfettibile e migliorabile – continua il Sindaco -, ma dovevamo pur partire in maniera sperimentale prima di capirne il riscontro. E il riscontro favorevole c’è stato, nonostan-te un mese intero di pioggia dove praticamente non abbiamo incassato nulla. Il Lido Nettuno come mantenimento ordinario e straordinario costa alla collettività circa 100.000 euro l’anno, soldi che ormai visto i tempi di crisi, casse vuote, oneri a zero e trasferimenti sempre più magri non possiamo più permetterci di spendere. La macchinetta erogatrice di ticket è stata la scelta

più consona, visti i vari problemi su altre soluzioni. La Polizia Locale che ha fatto numerosi controlli non ha dovuto strappare nessuna multa, tutto si è svolto in maniera ordinata grazie an-che alle dovute spiegazione date dall’Associazione Carabinieri in Congedo e gli ausiliari della Guardia Costiera. Qualche coda nei momenti di maggiore affluenza, ma l’anno prossimo correremo ai ripari installando una doppia macchinet-ta con magari l’apposito cambia monete. Inoltre ci teniamo a sottolineare che il parcheggio antistante resterà sempre gratui-to. L’obbiettivo dell’Amministrazione è quello di arrivare a far sì che il Lido non rappresenti più un costo. La previsione per l’anno prossimo – stagione permettendo – sarà quello di partire con il pagamento da aprile fino ad arrivare al 31 ottobre cercando di incassare più soldi possibili, che con il canone pagato dal chiosco potrebbero arrivare alla quasi totalità della spesa. I soldi verranno impiegati per il miglioramento del servizio”.

PAGAMENTO LIDO NETTUNO: L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE INCASSA IN DUE MESI 20.000 EURO

a cura del Sindaco G. BERTAZZOLI

Ripartono i corsi teatrali dell’asso-ciazione culturale "Teatro Pirosca-fo" di Sarnico

Vengono proposti laboratori teatrali ri-volti alle diverse fasce d’età, dai bambi-ni della scuola primaria agli adulti, senza limiti di età. Si lavora sulla condivisione degli strumenti della comunicazione te-atrale, per fare in modo che gli allievi siano in grado di essere autonomi e pro-positivi, mettendosi in gioco e lasciandosi stupire delle proprie potenzialità ancora inespresse. Lo scorso anno Teatro Piro-scafo è stato un luogo di incontro per una cinquantina di allievi che, alla fine del percorso, sono andati in scena nei saggi che hanno avuto luogo presso il Cine-teatro Junior. L’associazione porta avanti la propria at-tività in sinergia con altre realtà teatrali della regione e, in un’ottica di costante sviluppo del proprio lavoro, quest’anno verranno attivati dei percorsi tematici specifici, tenuti da autorevoli esperti te-atrali lombardi e rivolti ai partecipanti ai corsi. Teatro Piroscafo è attivo nella pro-duzione di spettacoli e di eventi culturali di vario tipo in collaborazione con enti e istituzioni, con particolare riferimento al territorio di Sarnico. Gli esperti teatrali del gruppo operano anche presso scuole, cooperative sociali

RIPARTE IL"PIROSCAFO"

ASSOCIAZIONI

a cura diWALTER TIRABOSCHI

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 43

e oratori, oltre alla pluriennale esperienza presso la Casa Circonda-riale di Bergamo. La direzione artistica è affidata al sarnicese Walter Tiraboschi. I corsi partiranno nella seconda settimana di Ottobre e termineranno ai primi di Giugno, con la messa in scena dei saggi finali. La sede è presso la casa "Stella Maris", "Lido fontanì", via Predore a Sarnico.

L'attore Walter Tiraboschi

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COMUNITÀ a cura diALESSANDRO ARCANGELI

Ricordo quella antica dei “CANGÌ“, situata tra il lungolago e la via Prati e quella moderna (I930) del mio amico Remo Baresi di Paratico (ol GIASÌ). Quella dei “CANGÌ“ (che ho sempre usato per nascon-diglio, giocando con gli amici del Porto, per sfuggire alla “ Camilla Cangina” quando andavo a rubarle i cachi da una pianta che dominava sul lungolago), è ora sparita e oscurata da alti palazzi. Raccontavano i miei nonni che la “giaséra“ era un edifi-cio costruito per stiparvi, in inverno, la neve ed il ghiac-cio proveniente dalla superficie del lago. Forniva anche il ghiaccio per scopo sanitario per fare impacchi, curare febbri e infiammazioni. Aveva una forma conica (vedi foto 1) di circa tre metri di larghezza per sei di profondità.Oggi è tutto sparito (anche quella che esisteva in via Ghiacciaia). In alcuni paesi sono ben conservate perché “patrimonio culturale” che si tramanda e che si collega alla pesca nel-le zone dei laghi e sono considerate un vero e proprio monumento! A Paratico nel 1930 nasceva una moderna ghiacciaia,

unica nella zona, per produrre stecche di ghiaccio e con celle frigorifere per lo stoccaggio di prodotti alimenta-ri deperibili. Era gestita dalla famiglia Baresi (oriundi di Chiari) detti, ancora oggi, i “GIASÌ”.Da ragazzo andavo in bici a comperare pezzi di ghiaccio per alimentare il frigorifero di famiglia, fino all’arrivo dei modelli elettrici.Oggi la “Giaséra dè Paradek” (foto sopra) è diventata una birreria molto frequentata da giovani della zona lacustre.

LE "GIASÉRE"LE GHIACCIAIE DI SARNICO E DINTORNI

ASSOCIAZIONIa cura di MIRIAM GASPARI

LA TRASFERTA DEL “CORPO MUSICALE DI SARNICO” E DEL CORO “I CANTERINI DEL SEBINO” A PLAN DE CUQUES

A Plan De Cuque, in Francia, nella ricorrenza di Santa Maria Maddalena (22 luglio), si fa festa grande.Nel ventesimo anni-versario del Gemellaggio “Plan De Cuques - Sarnico“, il Corpo Musicale Cittadino e il coro “I Canterini del Sebino” sono stati invitati dai nostri “gemelli” francesi a partecipare a quella che viene definita una delle più grandi feste della Provenza.Invito accettato con gioia. E così, una rappresentanza ridotta di numero ma non di qualità, si è messa in moto per incontrare i nostri “gemelli “. Su un solo pullman e a proprie spese: musi-canti, coristi, accompagnatori, maestri e una rappresentanza del Comitato del Gemellaggio di Sarnico. In questa cittadina (Plan De Cuques) di circa 12 mila abitanti alle porte di Marsiglia, vivono molte persone di origine italia-na. L’arrivo degli italiani è sempre molto atteso: c’è chi vuole rispolverare un poco di italiano e chi vuole raccontare delle sue origini. Ed è stato commovente sentire dalla loro voce storie

di emigranti, nonni e padri che, partiti dall’Italia, hanno creato famiglie ora residenti a PLAN DE CUQUES. La lingua francese non sempre ha aiutato a fare lunghe chiacchierate, ma attra-verso gli occhi e la voce di queste persone abbiamo scoperto che l’emozione è una lingua universale capace di comunicare al di sopra di tutto.Veniamo alla sfilata che la domenica mattina vede protagonisti gli abitanti della zona, i quali, in costume tradizionale e a bordo di carrozzelle trainate da cavalli, presentano alla folla convenuta gli antichi mestieri, antichi attrezzi da lavoro, vecchie leggende che vengono rappresentate su carri addobbati per l’occasione.Al centro di tutto ciò, il coro e la banda che con note “da festa“ riscuotono applausi dalle persone che da tutta la Provenza assi-stono a questa sfilata. Si può dire un trionfo? Si può, si può…..Sarnico è stata ben rappresentata e benissimo accolta in quel di Francia. Tutti i partecipanti italiani indossavano un “borsalino” bianco (cappello estivo) che ha dato un tocco personalissimo e decisamente “chic” alla partecipazione (inconfondibile stile ita-liano…). In serata si è partecipato anche ad un momento reli-gioso che si è concluso con una processione in onore di Santa Maria Maddalena.L’accoglienza che si riceve da queste parti è sempre speciale: il sindaco BERTRAND e il presidente del comitato gemellaggio Robert sono sempre presenti con calore e simpatia.Ma alla famiglia Possenti,con papà Jean-Paul e il figlio Eric, vanno i ringraziamenti più calorosi per la disponibilità e la premura con cui ci hanno sempre assistito.Nel mese di ottobre e precisamente nel terzo week-end saran-no presenti a Sarnico gli amici di Plan De Cuques, nell’ambito dei festeggiamenti per il l° ventennale del gemellaggio. Ci impe-gneremo per essere all’altezza della loro ospitalità e generosità.E a questo punto: VIVA L’ITALIA – VIVA LA FRANCIA – VIVA L’EUROPA

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SALUTE a cura diFRANCESCA PESENTI

Dal 28 settembre al 1° ottobre Torino ospiterà il 42° Congresso Na-zionale della SIMFER (Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitati-va), nella sede del Centro Congressi Lingotto con il titolo “Medicina Fisica e Riabilitativa: Innovazione, Efficacia, Sostenibilità”

La SIMFER è l'associazione scientifica dei medici che operano nell'ambito della Me-dicina Fisica e Riabilitativa, senza fini politici o sindacali; la società prevede altresì iscritti sostenitori: privati, società, enti, istituzioni che decidano liberamente di par-tecipare alla attività scientifica della società.La SIMFER non ha finalità di lucro e non prevede esercizio di attività imprenditoriali o partecipazione ad esse, salvo quelle necessarie per le attività di formazione con-tinua. È stata costituita a Torino nel 1958 ed attualmente conta oltre 2800 iscritti.Oltre che patrocinare diversi eventi di formazione in campo riabilitativo, fiore all’oc-chiello della SIMFER è il congresso nazionale che ogni anno si svolge in una città italiana differente e che richiama moltissimi fisiatri e operatori nel campo della ri-abilitazione da tutta Italia. Da alcuni anni a questa parte, anche Habilita Ospedale

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HABILITA PARTECIPA AL CONGRESSO NAZIONALE SIMFER

di Sarnico ha un ruolo attivo in questa prestigiosa manifestazione, grazie alla presenza di 3 medici della struttura tra i relatori del congresso, ovvero il dr. Giovanni Taveggia (direttore sanitario e responsabile dell’Unita Operativa di Ria-bilitazione), la dr.ssa Chiara Mulè (medi-co fisiatra) e la dr.ssa Francesca Vavassori (medico internista con orientamento su patologie metaboliche d’interesse ria-bilitativo). Verranno presentati 3 lavori scientifici realizzati grazie anche alla col-laborazione di altri colleghi delle struttu-re di Sarnico e di Zingonia. Nello specifi-co ecco i titoli:1. EFFETTI EMODINAMICI DI ERIGO IN PAZIENTI IN STATO VEGETATI-VO: OSSERVAZIONI PRELIMINARI: G.Taveggia, S.Orini, F.Vavassori, I.Ragusa, P. Sabattini, V.Trani, G.Buttacchio2. EFFICACIA DI ARMEO NEL RE-CUPERO DELL’ARTO SUPERIORE IN ESITI DI STROKE ACUTO. STUDIO PILOTA: C.Mulè, G.Taveggia, L.Salvi, A.Borboni, N.Astolfi, S.Orini 3. USO DELLE TECNOLOGIE NELLA RIABILITAZIONE DELLA NEURO-PATIA DIABETICA SENSITIVO MO-TORIA: F.Vavassori , C.Lecchi, I.Ragusa, A.Borboni, G. Taveggia

Verrà inoltre presentato un ulteriore la-voro dall’azienda Hydrogenet di Lumez-zane (BS), partner di Habilita, che ha prodotto il dispositivo Gloreha; il titolo sarà “Progetto Gloreha home TC: dispo-sitivo domestico a supporto della riabili-tazione di pazienti con deficit alla mano”.È stato possibile raccogliere, confronta-re e studiare i dati ottenuti degli studi su pazienti reclutati grazie alla preziosa col-laborazione della Facoltà di Bioingegne-ria dell’Università degli Studi di Brescia.

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Il comune denominatore di questi progetti è l’impiego della nuova tecnologia (in particolare la robotica) per il trattamen-to di patologie neuromotorie. “Nelle strutture del Gruppo Habilita – introduce il dottor Ro-berto Rusconi, Direttore Generale di Habilita - è andata af-fermandosi la consapevolezza che, per rispondere ad un biso-gno di salute, è necessario un disegno organizzativo concreto, dove sia favorita la relazione fra le componenti conoscenze, competenze e tecniche. La tecnologia ha fatto passi da gigan-te soprattutto nelle capacità strumentale dei comportamenti complessi (movimento) e le “prove di efficacia” sono diventa-te il prerequisito per una riabilitazione di avanguardia”. “La ricerca scientifica in ambito sanitario – conclude il dr. Gio-vanni Taveggia- è essenziale per il progresso della conoscenza, come in ogni realtà scientifica lo studio e l’innovazione tec-nologica possono fare la differenza e permettere il raggiungi-mento di risultati fino a pochi anni fa impensabili. Oggi dispo-niamo a Sarnico delle migliori tecnologie per la riabilitazione neurologica, da qualche anno possiamo confrontare le nostre

esperienze con quelle di altri colleghi nel mondo ed abbiamo costruito un gruppo di ricercatori che, accanto all’attività di assistenza, sono in grado di lavorare a progetti scientifici mol-to qualificati. L’obiettivo principale è di offrire al paziente sem-pre di più e di meglio, per la riconquista di salute e benessere in tempi di ristrette disponibilità economiche.Habilita crede in questi valori e promuove un modello di salu-te competitivo ma al tempo stesso efficace, considerando la ricerca in ambito sanitario una prio-rità e un investimento irrinunciabile per il futuro della popo-lazione bergamasca”.

SALUTE

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COMUNITÀ a cura dellaREDAZIONE

I 90 ANNI DI NONNA PIERINACara nonna, il 23 luglio hai soffiato le tue prime 90 candeline e con tutti i tuoi cari hai fe-steggiato questo grande evento, che vorremmo farti ricordare anche così!Un augurio speciale con tutto il nostro affetto.

Anche la redazione de "il Porto" si uni-sce ai parenti di nonna Pierina Belo-metti per le sue 90 primavere con una battuta spiritosa:«Nonna hai 90 anni!»«Cosa?...»«HAI 90 ANNI!!»90 anni e non sentirli

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ASSOCIAZIONI a cura del presidenteADRIANO PALTENGHI

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GRUPPO MARINAI

L’attività del Gruppo è proseguita per tutta l’estate; dopo la bella crociera di Pasqua nelle isole greche, abbiamo effet-tuato una gita di un giorno in Liguria ad Arenzano e Lerici. Abbiamo proseguito come da programma con una visita di quattro giorni in Polonia; abbiamo visto la bella città di Cracovia con visita anche al tristemente famoso Campo di Sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Abbiamo partecipato alla realizzazione della Processione della Stella Maris in notturna sul lago, siamo stati presenti all’inaugurazione della Rotonda RIVA in Corso Europa, ab-biamo inoltre partecipato al Raduno Regionale A.N.M.I di Palazzolo S/o e ad altre iniziative A.N.M.I. del nostro com-prensorio.Stiamo ora organizzandoci per la vacanza a Marsa Alam (Egitto). Concluderemo con la Grande Festa della nostra Patrona

Santa Barbara che quest’anno festeggeremo Domenica 7 Dicembre.Ricordiamo a tutti i Soci che volessero partecipare al prossi-mo Raduno Nazionale A.N.M.I. di Ravenna, che si terrà nel mese di Maggio 2015, di contattarci.

Ricordiamo a tutti i Soci e simpatizzanti che sono aperte in Sede le prenotazioni per le vacanze autunnali in Egitto. Quest’anno abbiamo scelto un ottimo Villaggio Turistico a Marsa Alam in un luogo meraviglioso, con mare incontami-nato e trattamento all-inclusive. La vacanza sarà di una settimana, da Sabato 18 a Sabato 25 Ottobre 2014.I posti in aereo sono limitati pertanto chi fosse interessato e volesse delle informazioni dettagliate è pregato di con-tattarci al cell. 333/4310752, oppure la Domenica mattina in Sede Marinai di Via Cortivo 36, dalle ore 10.30 alle 1130.

Visita ad Auschwitz-Birkenau Marinai alla cerimonia di inaugurazione della Rotonda Riva in Corso Europa

EVENTIa cura diMARIO BARBARINOMYTHOS

TRA ARTE E MISTERO, CURIOSITÀ E INTERESSE PER LO SPETTACOLO DE "LA BOTTEGA DEI SOGNI"

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Si tratta di uno spettacolo unico in Italia quello proposto da “La bottega dei sogni” il 21 giugno 2014 presso il Cine-teatro Junior di Sarnico, un modo per dire che non solo nei grossi centri possono realizzarsi importanti progetti in-novativi come quello portato avanti dai tre giovani autori. Stiamo parlando di Pasquina Rinaldi, Sonia Mancuso e Marco Inselvini, rispettivamente Presidente, vicepresidente e virtual e laser designer.Un gruppo affiatato che cerca di sbarcare oltre gli ormai stretti confini provin-ciali per proporre il loro lavoro anche a livello interregionale. "Mythos" è un mix di musica, colori, luci ed emozioni che ha sorpreso il pubblico di Sarnico, dove per la prima volta è stato proposto un evento così innovativo.Uno spettacolo multimediale coreografico recitato, che racchiude al suo inter-no il mistero dell'atavica lotta tra il bene e il male. La scelta del nome deriva da un racconto mitologico ambientato nell'epoca dei Sumeri, dove molte pagine della storia restano sconosciute e quindi ancora più cariche di pathos e mistero.Creare effetti visivi digitali sempre più realistici e coinvolgenti, è questa la filo-sofia de "La bottega dei sogni" fondata da un trio ormai collaudato, che già da diversi anni porta avanti spettacoli innovativi per un “ensemble” coinvolgente

che cerca di avvicinare le nuove generazioni alla cultura e al teatro.Lo spettacolo, infatti, può definirsi un "unicum" nel suo genere in quanto cerca di fondere mul-timedialità e storia. «Abbiamo cercato di rivisi-tare un racconto storico-letterario come un’im-maginaria lotta del popolo dei Sumeri - dichiara Pasquina Rinaldi - per un concentrato di storia, cultura, arte in 3d, ma soprattutto il trionfo della luce sulle tenebre. Un modo semplice per dire alle nuove generazioni che i valori veri trionfano sempre».Un contributo importante è stato dato anche dalla vicepresidente Sonia Mancuso, che si è im-pegnata assieme a Pasquina Rinaldi e Marco Insel-vini nella trascrizione della sceneggiatura.Anche questa volta non è mancata all'interno del gruppo la genialità di Marco inselvini, che at-tualmente lavora in diversi progetti artistici, con attrezzature e tecnologie proprie, realizzando effetti speciali visivi digitali e laser per spettacoli, musical, eventi e animazione digitale 3D. Marco Inselvini è inoltre vincitore del prestigioso premio internazionale ILDA, che attualmente rappre-senta uno dei migliori spettacoli laser al mondo. Molti i progetti futuri, di cui ci parla la presiden-te Pasquina Rinaldi che annuncia alcune novità: “Lo spettacolo, che metteremo prossimamente in scena è "Pinocchio" il "grande musical". L'ag-gettivo “grande" lascia intendere tutto. Si tratta di un'opera mastodontica! Un numero corposo di personaggi e scenografie importanti”.

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COME ERAVAMO a cura delllaREDAZIONE.

LISETTA E GIACOMO BORTOLOTTI

Pubblichiamo un e-mail giunto in redazione che conferma come questa rubrica dedicata alle vecchie fotografie sia seguita dai lettori de "il Porto".

«Ho visto che pubblicate foto d'epoca di famiglie di Sarnico. Vi mando un'immagine dei miei nonni, Lisetta e Giacomo Bortolotti, con il primogenito Fausto, mio padre. L'immagine risale ai primi mesi del 1915. I miei nonni gestivano allora l'albergo Roma, poi Turistico. Mio nonno sarebbe partito di lì a poco per la Grande guerra».Cordialmente Adriana Bortolotti

Con piacere aderiamo a questa richiesta di pubblicazione da parte di Adriana. Le vecchie foto si riguardano sempre con gioia perché, osservando questi volti così "di-versi", avvertiamo l'illusione di conservare non solo i momenti di questi vissuti, ma anche le emozioni che, guardandoli, suscitano. Ci sentiamo vicini ma allo stesso modo lontani, uno strano effetto spazio-tempo, il tem-po scompare o viene modificato perché quelle emozioni prendono il sopravvento ri-spetto al semplice ricordo.

ANNI '60... LA RISPOSTA NOSTRANA ALLO STRAPOTERE DI FAUSTO COPPI: OL PIERINO MARINI

Ecco il Pierino "Pranoterapeuta" che durante una tappa del giro d'Italia, avendo smarrito la strada, sfreccia a tutta velocità per le vie di Paratico con un manipolo di colleghi, che imprudentemente lo avevano seguito, cercando di riunirsi al gruppo.Alla fine della gara si classificherà comunque al secondo posto.La foto con dedica è stata offerta da Silvano Ma-rini all'amico Pierino

foto Silvano

...VOLTIAMO PAGINA E VIA PER IL 60° Avremmo voluto dedicare un servizio alla "Fiera degli uccelli", ma un evento metereologico così negativo non era mai accaduto in 59 anni di vita della kermesse venatoria. Siamo solidali con i cacciatori per la “grande dignità” dimostrata in questa difficile circostanza e soprattutto per non aver reagito alle provocazioni di due “ambientali-ste” che, dopo aver ricevuto un no da parte della polizia municipale per mettere un loro gazebo all’interno della fiera, si sono rivolte in modo offensivo ed arrogante ai cacciatori ed ai com-mercianti, indaffarati a mettere al sicuro il frutto del proprio lavoro, apostrofandoli con un discuti-bile “Vi sta bene!...”. L’appuntamento al prossimo anno per il sessantesimo. Per voi una foto della fiera anni '70. (Civis)

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 53

Riceviamo questo scritto dal direttore re-sponsabile del nostro periodico "il Porto", Giuseppe Valli, diventato nonno ad 80 anni. Complimenti!

Sto per scrivere una specie di "lettera al direttore" ma mi accorgo che, a conti fatti, dovrei scrivere una fan-tomatica lettera... a me stesso! Dovendo, per lo meno, fare i conti con un "fatto" ulteriore: essere, come di-rettore responsabile de "Il Porto", la fattispecie di un "fantasma": null'altro che un prestanome. Ciò premesso potrei almeno - in concreto - apparire nel novero dei "collaboratori": visto che che già risulta esserci mio cugino Giusi Dossi, al quale - tra l'altro - dovrei fare i miei complimenti vivissimi per gli articoli sui Fatti di Sarnico. Cosa che avevo in mente di fare anch'io tornando da pensionato al paesello natio...

Preso atto che ciò non è avvenuto, veniamo al dunque. Qualche tempo fa qualcuno (Suor Carla, una "roma-na" di Sarnico) mi aveva segnalato che, nella rubrica "Come Eravamo" de Il Porto, era comparsa una foto di mio padre: classe 1897. Mi sono detto: vuoi vede-re che, prima o poi, potrei comparirvi anch'io come

LETTERA DEL DIRETTORE

scomparso o sopravvissuto? Dando tempo al tempo per risolvere il dilemma, o scherzi a parte se preferite, pongo un interrogativo al curatore della rubrica in parola. A 80 anni sonati legittimamente mi chiedo: quanti e chi della mia ex-classe di ferro sono invecchiati in buona salute?Al secolo di una soglia comunque fatidica, ritengo altresì lecito chiedere: esiste, in quel di Sarnico, un nonno ottantenne? Intendo: che sia diventato nonno in veneranda età, allo scadere del suo ottantesimo compleanno. In senso esplici-to: come è accaduto a me in quel di Roma. Nel caso non esistesse un nonno del genere, potrebbe darsi il "caso" che - tornando alle mie radici - potrei risultare l'unico esemplare con quelle caratteristiche... Evento quasi degno di essere registrato sulle attentissime pagine de Il Porto! E tanto per dire che non sono un fantasma, ma ancora in carne ed ossa, allego immagine corredata da invito ad un battesimo.Per tutto il resto, complimenti vivissimi per tutto il corpo redazionale.

ANNO SCOLASTICO 1928-29 Alunni della classe 1921 ritratti in occasione dell'apertura dell'anno scolastico con a fianco il bi-dello. Un omaggio ai vecchi alunni di allora e un augurio agli studenti che in questi giorni hanno

ripreso l'attività scolastica.Prima fila in alto da sinistra: Renata Buelli, Anita, Maria Marchetti, Angelina Borto-lotti, Angela Bertelli e Marta. Seconda fila da sinistra: Rachele Frattini, Dina Viviani, Cassis, Vittoria, Piera Mussinelli, Maria Buelli e Maria Belotti. Terza fila: Marietti-na Feltri, Giulia Belussi, Rosa Giudici, An-gelina Belotti, Tea Bertelli, Pierina Grassi ed Edy Busti. Quarta fila: Gianna Capelli, Piera Spolti, Elisa Lochis, Francesca Son-zogni, Pierina Grassi, Amabile Valli, Lucia Dossi, Luigina Zucchetti e Mary Buelli.

Ringraziamo chi ci ha inviato questa bella fo-tografia e confermiamo che la stessa e le al-tre non ancora ritirate, si trovano depositate presso la segreteria della casa parrocchiale.

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Ven 3/ Sab 4/ Dom 5P.zza XX SettembreCroce Blu Basso SebinoLA CASTAGNATA 27^ edizione

Domenica 5P.zza Umberto I – ore 10.00SALUTO DI BENVENUTO al nuovo Parrocco DON VITTORIO

dal 6 Centro Tennis Comunale SarnicoTENNIS inizio scuola tennis

Ven 10/ Sab 11/ Dom 12Associazione AlpiniFESTA DEGLI ALPINI85° anniversario di fondazione del Gruppo Alpini Sarnico45° anniversario di costruzione della Chiesetta degli Alpini

Domenica 12 Specchio Lago – ore 12.00REGATA VELICA XXX Coppa d’Autunno

Ve 17/ Sab 18/ Dom 19Comitato GemellaggioSARNICO-PLAN DE CUQUES20 anni di GEMELLAGGIOCelebrazioni Ufficiali a SarnicoOspite la delegazione di Plan De Cuques

Domenica 26Specchio Lago REGATA VELICACampionato invernale del Sebino

54 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

EVENTI a cura dellaPRO LOCO SARNICO

ESTATE A SARNICOOTTOBRE 2014

Eventi organizzati da: Amministrazione Comunale, Pro-Loco e Associazioni di Sarnico

Foto di Simone Radavelli

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IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 55

ASSOCIAZIONI

a cura diANDREA BELLINI

6 ottobre 1997, giorno del mio compleanno. Ho conosciuto da poche ore quello che diverrà un secondo padre ed una figura di riferimento nella mia vita all’interno del mondo del volontariato, e “sto diavolo” di Alpino dai capelli grigi e dagli occhi buoni nel giro di pochi minuti è già riuscito a trascinarmi nella mia seconda vita con la penna in testa, af-fidandomi il compito di formare insieme ad un manipolo di scalcinati un gruppo di volontariato fino a quel momento ine-sistente a Sarnico….La Protezione Civile.“Solcc ghè n’è mia”….solo tanta buona volontà.Unico santo a cui appellarci, lo splendido Sindaco dell’epoca dottor Tambuscio….”Faremo in modo che questo gruppo ab-bia ad esistere” furono le sue parole, l’immenso e massacrante ma appagante lavoro di riportare in “vita” la Rocca de’Zuc-chellis fu il nostro silenzioso Grazie verso di lui. Dopo di lui l’altro mio sindaco, L’Alpino Sandro Arcangeli, schietto ed

umano come pochi (Alpino insomma) e tanti splendidi amici incontrati lungo il cammino…..alcuni di loro sono andati avan-ti, ma credo ci accompagnino giorno per giorno in tutto ciò che facciamo. Voglio ricordare Beppe Mutti, Gianni Martinelli, Renzo Busi, Enzo Maurizzi e Rino Tosini.Gli ultimi dieci anni hanno segnato un notevole salto di qualità e di professionalità del gruppo, uno splendido e generoso ami-co Sindaco con cui poter dialogare e condividere l’amore per Sarnico….un mezzo ed una invidiabile sede, montagne, corde, motoseghe, alberi caduti, tende, frane, sagre, manifestazioni, incendi, esplosioni, feste dello sport dove poter educare e di-vertire i più piccoli, sentieri, alluvioni, esondazioni, terremoti, raccolte di viveri e fondi, corsi, incidenti stradali , ricerche di dispersi…..migliaia, migliaia e migliaia di ore spese per il nostro paese e per il prossimo e negli anni tante splendide persone con cui ho avuto il privilegio di lavorare e collaborare.Collaborazione ed aiuto non mancheranno sicuramente alla quarta amministrazione ed al quarto sindaco che dovrà sop-portare la mia/nostra ingombrante presenza…tutto ciò che abbiamo e che faremo sul nostro territorio, ha sempre avuto come unico comune denominatore l’amore per Sarnico e per chi come noi la ama…..nient’altro.

L'AMORE PER SARNICO

ANAGRAFE

a cura dIROSALIA MODINA

37 Belotti Luigi di anni 85Deceduto il 26.07.2014

38 Gazzaniga Gabriella di anni 74Deceduta il 10.08.2014

39 Savoldi Giuseppe di anni 71Deceduto il 13.08.2014

NELLA CASA DEL PADRE

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 57

«È giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’uomo. In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rima-ne solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo».

Giovanni 12, 20-33

LUTTO PER LA MORTE DELLA PRESIDE CARLOTTA MANGANELLI PASSERI, UNA DONNA COINVOLGENTE E CARISMATICA Lo scorso anno avevamo realizzato un servizio sui sessant'anni di matrimonio della professoressa Carlotta Manganelli Passeri - preside prima dell'Avviamento Commerciale e poi della scuola Media - con il carissimo dott. Luigi. Purtroppo nella notte tra il 5 e il 6 settembre la "Signora Preside" si è spenta a seguito di una seria malattia sopraggiunta nella primavera scorsa. Chi è stato suo allievo la ricorda per la sua dolcezza, per la dedizione e la passione all’insegnamento. Gli insegnanti che l’hanno avuta come Preside la ricordano ancora con affetto: «Era una donna colta, che amava lo studio, l’insegnamento e l’educazione in tutte le sue sfaccettature; coinvolgente e carismatica che sapeva trasmettere ai suoi collaboratori l'orgoglio di essere docenti. (Nella foto di Franca Belotti Spolti, la benedizione del Vescovo Clemente Gaddi alla nuova scuola media di via Cortivo - In primo piano don Felice, Mons. Clemente Gaddi il sindaco Gusmini e la Preside Carlotta Manganelli Passeri).

18 Ohiegbomwan Daniela Libokun di Henry e di Aikpitanyi Mabel JessicaNata a Iseo (BS) il 07.05.2014Battezzata in questa Parrocchia il 10/08/2014Madrina: Marchetti Silvia

58 - IL PORTO SETTEMBRE 2014

RINATI ALLA VITA DELLA GRAZIA

ANAGRAFE

Morandi Emma Caterina di Gabriele e di Fenaroli TizianaNata a Brescia il 05.05.2014Battezzata a Villongo S. Alessandro il 20.07.2014Padrino: Morandi Alessandro

De Iacovo Pasquale Santo e Maria BettiData matrimonio: 14 settembre 1974

MARIA E PASQUALE40° DI MATRIMONIO

Cara Maria, carissimo Pasquale. Quarant’anni trascorsi insieme, tantissimi bei momen-ti vissuti e altri affrontati con un po’ di difficoltà. L'amore è però l'unione di due persone, che a dispet-to di tante cose e tante diversità, riescono comunque a superare tutto. Questi siete voi oggi e sicuramente lo sarete anche nei giorni a venire. Buon Anniversario, amici carissimi. Vi vogliamo bene! Civis

SPOSI ALL'ALTARE

10 Camesasca Fabio - da Monzacon Terenghi Annalisa - da MonzaData del matrimonio: 12.07.2014Testimoni: Camesasca Davide, Eliantonio Andrea, Terenghi Simona, Giustini Sara

11 Fenaroli Alberto Giampietro - via Cortivo, 45 con Pellegrini Mara Maria - via Cortivo, 45 Data del matrimonio: 19.07.2014Testimoni: Fenaroli Paolo Matteo, Baretti Ivan, Belussi Antonio, Mutti Stefania

IL PORTO SETTEMBRE 2014 - 59

Frasca Carmelo Bogdanova Nataliya Data del matrimonio: 25.08.2014Matrimonio celebrato a Palermo - Chiesa S.Maria dell'Ammiraglio Testimoni: Stefania Frasca e Andrea Dalino

Vinzioli Davide - Via Moscatello, 4Dotti Angela - da ErbuscoData del matrimonio: 26.04.2014 Testimoni: Vinzioli Stefano, Belussi Daniele, Dotti Francesca e Faletti Chiara

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