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S erenissimi V ini ANNO 2 - NUMERO 1 - Periodico quadrimestrale - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale –70% NE/TV - Contiene IP IL GIORNALE DEL CONSORZIO VINI VENEZIA APRILE 2013 - N° 1 Iniziativa realizzata con il contributo di: Buone pratiche in viticoltura con il nuovo Vademecum viticolo pag. 12 Vinitaly 2013, appuntamenti e aziende pag. 17 La Grande Venezia del vino pag. 19 PH. JohnnyDevil - ISTOCKPHOTO

Serenissimi Vini

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Il Giornale del Consorzio Vini Venezia. In questo numero, tra gli altri argomenti, Marcadoc vi suggerisce alcune occasioni per visitare Treviso e la sua Provincia

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il giornale del consorzio vini venezia

Aprile 2013 - N° 1

iniziativa realizzata con il contributo di:

Buone pratiche in viticoltura con il nuovo Vademecum viticolo pag. 12

Vinitaly 2013, appuntamenti e aziende pag. 17

La Grande Venezia del vino pag. 19

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Sostenibilità ambientale, la sfida futura

cola comunitaria) orienterà tutte le produzioni agricole in questo senso. Le vigne saranno inserite dentro la nuova programmazione comunita-ria, quindi i viticoltori si dovranno confrontare con temi come il gree-ning, i ripristini ambientali, la pro-duzione di beni pubblici riguardanti

qualità dell’acqua, dell’aria e dell’ambien-te. Tale nuovo approccio sarà sempre più centrale nelle scelte e nelle tecniche di pro-duzione con implicazioni culturali, sociali ed economiche molto importanti. Il Consor-zio Vini Venezia sta già da un po’ di tempo orientando la sua azione in questo senso con la messa a punto del nostro protocollo viticolo sull’uso sostenibile dei fitofarmaci. Non solo questo ovviamente, il futuro pros-simo ci vedrà impegnati su altre importanti tematiche, come sull’impronta carbonica dei vini delle nostre cinque denominazio-ni e sulla potenzialità dei nostri vigneti ad essere serbatoio di stoccaggio di quanti-tà significative di anidride carbonica, per contribuire, nel nostro Paese, all’abbatti-mento delle quantità dei gas climalteran-ti in atmosfera. Lavorare la vigna e fare il vino è uno dei lavori più belli del mondo. Farlo con una connotazione di sostenibilità ambientale rappresenta una nuova formi-dabile frontiera, una vera sfida che noi pro-duttori del Consorzio Vini Venezia sapremo cogliere gagliardamente, dando ai nostri vini una marcia in più sui mercati globali sempre più competitivi.

O ggi l’opera dei viticoltori è oberata da troppi problemi che poco hanno a che ve-

dere con questioni agronomiche e purtroppo ne condizionano ineso-rabilmente l’attività. Come impren-ditori siamo chiamati sempre di più ad operare su vicende burocratiche (troppe), fiscali, finanziarie ed a un con-fronto sempre più globale sui mercati con tutti i limiti della nostra consistenza pode-rale e con una frammentata presenza nel nostro territorio di cantine, sia in forma singola che associata. Tali limiti possono essere superati utilizzando approcci e per-corsi innovativi. Per farlo bisogna saper co-gliere i cambiamenti, le sensibilità e le ten-denze dei mercati, se non addirittura essere capaci di anticiparli. Ora una questione si pone al massimo grado di attenzione per forza e novità in tema di agroalimentare, vino compreso: la sostenibilità ambientale. Presso i consumatori, oltre alla qualità, la sicurezza alimentare, il prezzo, l’identità, la storia e l’origine di un prodotto, conta sempre di più l’impatto ambientale che esso provoca per essere coltivato, trasformato, confezionato e venduto. Sarà questa sicu-ramente la vera sfida del futuro e, anche per ciò che rappresenta nell’immagina-rio dei consumatori, una notevole leva di marketing per i nostri vini e per i luoghi da cui provengono che molto possono offrire al turista che li vorrà visitare. La sfida è eminentemente culturale e va colta sino in fondo. Anche la nuova PAC (politica agri-

Il Presidente Giorgio Piazza

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Alle origini della viticoltura veneziana

L’EditoriaLE dEL dirEttorE

su viti sconosciute o apparentemente tali, abbiamo rincorso la Malvasia ed altri vitigni in Istria e Dalmazia dove abbiamo conosciuto vecchi viticoltori che parlano italiano e si sentono in-timamente “veneziani”. Insieme pian-teremo le viti “ritrovate” in alcuni splendidi siti della città di Venezia e

nelle isole della laguna, in Istria e Dalmazia. Questa meravigliosa ricerca scientifica na-sce da un altrettanto notevole ricerca stori-ca, dall’analisi del commercio dei vini della Serenissima, dallo sviluppo della viticoltura realizzata dai nobili veneziani nell’entroter-ra della città lagunare, in decine e decine di ville veneziane, Giustinian, Corner, Tiepolo, Contarini, Valier, Foscarini e tante altre. Mol-te di queste svolgono ancora attività vinico-la come Villa Giustinian ora Molon Traverso, Villa Giol a San Polo di Piave, Villa Bresso ora Cantine Amistani, Villa Marcello voluta dai Tiepolo, Castello di Roncade costruito da Girolamo Giustinian e tante altre. Questa è l’origine della nostra storia vitivinicola, la nascita dello “Stato de tera”, l’impegno dei nobili veneziani e dei tanti enti religiosi, han-no compiuto la rinascita e sviluppo della viti-coltura di origine romana distrutta delle tante invasioni barbariche subite da questa terra. La storia locale ci informa in modo inequivo-cabile che la viticoltura di tutta la pianura dell’entroterra lagunare è indiscutibilmente legata a doppio filo alla città di Venezia. La storia recente, dopo “Campoformido”, non è stato altro che la naturale conseguenza della cultura agricola e viticola sviluppata nei sette secoli precedenti.

Il Direttore Carlo Favero

F in dalla sua nascita, il Con-sorzio Vini Venezia si è forte-mente impegnato nella ricerca

della storia viticola locale ereditando questa sensibilità dai due Consorzi, Lison-Pramaggiore e Piave, da cui ha avuto origine. Numerosi sono gli studi ascritti ai due Consorzi nella ricerca delle origini del Raboso e Tocai su tutti, inol-tre da qualche anno il lavoro si è concentra-to anche sul Verduzzo nell’area di Motta di Livenza. Sono state cercate e trovate vecchie viti su cui si sono svolte le analisi con le nuove tecnologie alla ricerca di cloni o presunti tali, affinché non andasse perduta nessuna testi-monianza di quella viticoltura da cui ha avu-to origine la viticoltura attuale. Il lavoro che stiamo svolgendo si orienta su due direttrici. La prima ha carattere strettamente tecnico, ricerca vecchi esemplari, DNA, con analisi e recupero dei campioni interessanti; la secon-da direttrice si occupa degli aspetti storici della viticoltura locale, legata in modo indis-solubile alla città di Venezia, o meglio, alla Serenissima Repubblica. Qualche anno fa, degustando un suo prezioso “Bolgheri Doc”, il prof. Attilio Scienza, amico di vecchia data, mi informa che ha appena iniziato a svolge-re delle ricerche all’interno della laguna di Venezia. Scopro così che stiamo facendo la stessa cosa anche se su due canali e livelli di-versi. Dopo questo incontro, è stato naturale mettere insieme forze e conoscenze ed iniziare un percorso comune. Insieme abbiamo visitato vigneti, broli e giardini nascosti dentro la cit-tà di Venezia e nelle isole della laguna, abbia-mo prelevato campioni ed estrapolato il DNA

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Proprietario, editore e redazione Consorzio Vini Veneziasede legale Sestiere San Marco, 2032 - VeneziaTel. 0421 799256 [email protected] redazione Via Toniolo, 12 - Treviso

direttore responsabile Elisa Giraud

legale rappresentante Giorgio Piazza

stampa Marca Print snc Via Arma di Cavalleria, 4 Quinto di TV

anno ii - numero 1 - aprile 2013Periodico quadrimestraleRegistrazione Tribunale di Treviso n.192/2012 del 08-5-2012Poste Italiane S.p.A.Spedizione in abbonamento postale – 70% nE/TV

in questo numero

Editoriale del Presidente Editoriale del direttoresommariodove siamo statiProWein 2013I Balcani, nuova frontiera per il vinoVino e formaggio, un matrimonio vincenteEnoturismo, i turisti in cantina

ombre cinesiProntuario agronomicoi nostri viniPinot grigioCabernet franc

Fumettoappuntamenti VinitalyLa grande Venezia del vinoVerba volant scripta manentstrada dei ViniValoritalia informaBuone nuoveaziende associatedove saremo

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sommario

Iniziativa realizzata con il contributo di:

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il giornale del consorzio vini venezia

Aprile 2013 - N° 4

iniziativa realizzata con il contributo di:

Buone pratiche in viticoltura con il nuovo Vademecum viticolo pag. 12

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Vinitaly 2013, appuntamenti e aziende pag. 17

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VADEMECUM

PERCHÉ CALCOLARE LE PROPRIE EMISSIONI DI GAS SERRA?La necessità di mitigare i cambiamenti climaticirappresenta oggi una delle maggiori prioritàambientali, per la gravità delle sue conseguenze suisistemi ambientale, economico e sociale. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione del mondopolitico per il problema e sono stati messi in attostrumenti economico-finanziari per ridurre leemissioni. Nello stesso tempo è aumentata la sen-sibilità dei consumatori che orientano sempre dipiù le loro scelte verso prodottipiù sostenibili dal punto di vistaambientale.

Attualmente, perciò, calcolare leemissioni di gas serra perun’azienda costituisce non soloun’azione virtuosa per il migliora-mento della propria immagineaziendale ma un vero e proprioelemento di competitività sul mercato. Sempre piùaziende sono interessate a calcolare le proprieemissioni di gas serra, non per il rispetto di obblighilegislativi, ma come strumento volontario per pro-muovere il proprio impegno ambientale.

COME VIENE EFFETTUATO IL CALCOLO DELLEEMISSIONI DI GAS SERRA O CARBON FOOTPRINTLo strumento più efficace riconosciuto dallacomunità scientifica per calcolare le emissioni digas serra in ambito volontario è la Carbon Footprint.Si intende con Carbon Footprint il totale delleemissioni di anidride carbonica (CO2) e di altrigas ad effetto serra (GHG) associate ad un

prodotto, processo o servizio lungo tutto il suociclo di vita. Esistono diversi approcci al calcolo delle emissionidi gas serra, che si differenziano in base all’obiettivoe al campo di applicazione dello studio e all’ampiezzadei confini considerati. Il calcolo può essere effettuato estendendo i confinidel sistema secondo uno dei seguenti approcci:• approccio business-to-consumer: le emissioni digas serra sono contabilizzate per l'intero ciclo divita dalla fase di acquisizione delle materie prime

e delle risorse naturali dall’am-biente, alla fase di produzione,alla fase di distribuzione, fino allosmaltimento finale; • approccio business-to-business:le emissioni di gas serra sonocontabilizzate fino all’uscita daiconfini dell’organizzazione, inclu-dendo tutte le emissioni a monte.

Il calcolo delle emissioni di gas serra può essereeffettuato a due diversi livelli:• organizzazione: il calcolo viene effettuato valu-tando le emissioni associate alla filiera produttiva. • prodotto: tale approccio consente di calcolarel’impronta ambientale di un prodotto o servizio.Le principali fonti di emissioni considerate sono:• emissioni dirette: provenienti da sorgenti diproprietà dell’organizzazione o direttamentecontrollate da essa;• emissioni indirette da consumo energetico:emissioni derivanti dalla produzione di elettricità,calore o vapore importati dall’esterno e consumatidall’organizzazione;

• altre emissioni indirette: emissioni diverse dalleemissioni indirette da consumo energetico, chescaturiscono da sorgenti di gas serra di proprietào controllate da altre organizzazioni.

Il calcolo della Carbon Footprint è condotto secondoapprocci normati riconosciuti a livello internazionale.Attualmente lo standard più diffuso per il calcolodelle emissioni a livello di organizzazione è costi-tuito dalla ISO 14064-1. Tale norma specifica i re-quisiti per la misurazione, il monitoraggio, larendicontazione e la verifica delle emissioni e dellerimozioni di gas ad effetto serra (GHG) a livello diorganizzazione, indicando come obbligatorio ilconteggio delle emissioni appartenenti alle primedue fonti (dirette ed indirette da consumo energe-tico) e come facoltativo il calcolo delle emissionidella terza categoria (altre indirette).Ora stanno nascendo standard specifici per ilcalcolo delle emissioni con approccio di ciclo di vitaincentrati sul calcolo delle emissioni indirette,sviluppati sia dall’ISO che dal GHG Protocol cheda enti governativi.

COME IMPEGNARSI ALLA RIDUZIONE DELLE EMISSIONIL’approccio di ciclo di vita è riconosciuto come il piùefficace per calcolare le emissioni di gas serra inquanto consente da un lato di determinare la realeimpronta di carbonio di un prodotto, processo, ser-vizio o di un’organizzazione, dall’altro di definireuna vera e propria strategia di riduzione ottenendoi maggiori benefici ambientali. La Carbon Footprint consente di individuare le fasipiù critiche del ciclo di vita del prodotto o della

filiera produttiva ed intervenire dove ciò risulti piùefficace.Gli interventi di riduzione potrebbero riguardare,ad esempio:• riduzione dei consumi di materie prime e materialiausiliari;• riduzione dei consumi di energia e combustibilifossili;• scelta di fornitori locali e promozione della filieracorta;• ottimizzazione della logistica di distribuzione deiprodotti finiti;• progettazione di prodotti riutilizzabili o riciclabili;• riciclo o riutilizzo dei prodotti.

L’approccio di ciclo di vita consente di ottimizzarela filiera produttiva non solo dal punto di vistaambientale ma anche dal punto di vista economico.Ad esempio riducendo i consumi di materie primeed energia si ottengono contemporaneamenteriduzioni di emissioni di gas serra e risparmieconomici. La riduzione alla fonte delle emissioni dovrebbecostituire la misura prioritaria per la mitigazionedei cambiamenti climatici e preliminare per l’adesionea qualsiasi programma di gestione delle emissioni.Essa non può essere sostituita dalla compensazionema è possibile creare una sinergia tra le duestrategie.

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Quantificare i propri impatti è:• un’opportunità di conoscenza delle performance ambientali dell’azienda; • un’opportunità di comunicazione verde e di marketing

ambientale;• uno strumento di rafforzamento della propria “green reputation”;• un’attività economicamente strategica nell’ambito del probabile futuro

sviluppo delle politiche di tassazione ambientale a carico della CO2 (a sostegno delle politiche nazionali contro il cambiamento climatico).

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doVE siamo stati

I Paesi di lingua tedesca rappresentano una fetta rile-vante in termini di export per il comparto vitivinicolo veneto. Alcune aziende associate hanno ben rappre-sentato il Consorzio nell’ambito di ProWein, la più im-portante fiera di settore per i mercati di lingua tedesca, che si è tenuta dal 24 al 26 marzo a Düsseldorf.

Lo Sheraton Tirana Hotel, nel centro della capitale al-banese, ha ospitato dal 28 febbraio al 1 marzo 2013, la seconda edizione di Balkan Wine Expo, l’unica ma-nifestazione dedicata al vino e rivolta al mercato pro-fessional (importatori, distributori, Horeca, Enoteche, distribuzione organizzata, opinion leaders, media) dei Balcani: Albania, Bosnia, Kosovo, Montenegro, Mace-donia, Serbia, Croazia, Grecia, Bulgaria. Balkan Wine Expo si è riconfermata il punto d’incontro per le azien-de italiane ed estere, che hanno potuto presentare la loro migliore produzione di vino in un contesto di as-soluta esclusività.

Lison Docg, Malanotte del Piave Docg, Merlot Doc Piave, Verduzzo Doc Lison Pramaggiore sono stati protagonisti a Cison di Valmarino della degustazione guidata e della cena organizzata per celebrare i 130 anni della Latteria di Soligo. Le diverse tipologie di vino sono state abbinate ai formaggi della Latteria di Soligo serviti prima nella degustazione guidata da Dino Mar-chi, presidente di Ais Veneto, e poi nell’ambito della cena preparata dagli allievi della Scuola di Ristorazione di Valdobbiadene.

Si è parlato di “Fare impresa con l’enoturismo” nel convegno organizzato dalla Strada dei Vini Doc Lison Pramaggiore. La cantina ed il vino sono un prodotto fondamentale nella promozione turistica del territorio. Al contempo il turismo deve diventare una fonte di reddito sempre più importante per la cantina stessa, come in altre parti d’Italia si è già compreso. Il convegno ha suscitato grande interesse. La tavola rotonda si è conclusa con un buffet accompagnato dai nostri vini.

i Balcani, nuova frontiera Per il vino

vino e formaggio, un matrimonio vincente

enoturismo, i turisti in cantina

La città di Treviso, completamente costruita sull’acqua, è attraversata da due fiumi: il Sile ed il Botteniga o Cagnan, come citato da Dante nel IX Canto della Divina Commedia. Questi fiumi di risorgiva hanno caratterizzato la vita degli abitanti. L’acqua contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva tra le case che vi si riflettono e la rigogliosa natura. E’ per questo motivo che Treviso viene da molti definita “Piccola Venezia”.

Il centro storico di Treviso, circondato dalle Mura Rinascimentali, offre suggestive atmosfere e scorci pittoreschi. Fino a tarda ora cittadini e visitatori passeggiano per chiacchierare, ma anche per degustare “l’ombretta”, il tradizionale calice di vino. La passeggiata offre l’occasione per qualche sosta in tipiche osterie e bàcari, per degustare cicchetti e crostini, accompagnati dall’ormai famoso Spritz.

Fuori delle Mura invece, a partire dalla fine del ‘400, quando i veneziani sospendono i commerci con l’oriente e ritornano in terraferma incominciando ad occuparsi delle attività agricole, vengono costruite case in campagna: le famose Ville Venete circondate da ampi ed eleganti giardini ed immerse in larghi spazi di terreno coltivato.

marcadoc vi suggerisce alcune occasioni per visitare treviso e la sua Provincia

ad aprile e a maggio, feste dell’asparago Bianco di cimadolmo e di Badoere Visita alle aziende di produzione e alle sorgenti del Sile, oltre che alle numerose Ville che sorgono nelle zone limitrofe. Tappa nei luoghi dove vissero i Cavalieri Templari e, per i più sportivi e per quanti vogliono fare un incantevole safari fotografico, escursioni in barca sul Sile accompagnati da una guida.

fino al 2 giugno, a treviso presso cà dei carraresi, mostra “tibet, tesori dal tetto del mondo”. Treviso ospita la più grande mostra sul Tibet per la prima volta organizzata in

occidente. La storia, la religione, l’arte, la vita quotidiana del Tibet misterioso e sconosciuto raccontate attraverso oltre 300 preziosi reperti, compresi i doni dei Dalai Lama agli Imperatori cinesi.

a giugno, la rievocazione storica ‘’Portobuffolè Xiii secolo’’. La manifestazione trasporta il piccolo borgo e il pubblico presente indietro nel tempo all’epoca in cui la colta e raffinata nobildonna Gaia da Camino,famosa per essere stata la prima donna a poetare in lingua volgare,vi si trasferì con tutta la sua corte.

ProWein 2013

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In collaborazione con:

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A sei mesi dall’av-vio del Pro-getto Xi’an,

che intende cre-are una porta di accesso per i vini del Con-sorzio Vini Ve-nezia nel mer-cato cinese, è utile poter offri-re il punto della situazione. In que-sto arco temporale, l’appuntamento di ri-ferimento è stato il Xi’an International Wine Summit che si è svolto nel novembre del 2012. L’avvenimento è stato preceduto da una serie di preparativi quali la selezione e l’arrivo delle campionature dalle aziende coinvolte, nonché la messa a punto di un depliant congiunto in lingua cinese. Durante la visita da parte della delega-zione si sono ripresi alcuni contatti già in essere con le istituzioni locali e gli operatori oltre ad averne stabiliti altri di nuovi. Nei vari incontri e nel periodo successivo la visita, è stata resa nota la presenza di una forma di rappresen-tanza in pianta stabile del Consorzio a Xi’an e del progetto. A conclusione della visita si è deciso di procedere con la registrazione di un logo italiano-cinese che ha scopo pro-mozionale e identificativo dei vini del Consorzio. Guardando ad una prospet-tiva di medio-lungo termine, si è pun-tato a trovare un partner locale che si coinvolga a pieno titolo nel progetto e con cui collaborare in tutte le varie

fasi: dalla selezione dei vini da im-

portare alla loro c o m m e r c i a -lizzazione in Cina. La per-sona è stata individuata e con essa si sta passando alla formazione di

una società con licenza di com-

mercializzare per soli vini italiani e del

Consorzio in particola-re. La società sarà operativa

tra qualche mese e avrà un duplice scopo: da un lato, soddisfare clienti che richiedono modeste quantità di vino, dall’altro rendere disponibili quantità sufficienti di campionature per impor-tatori che vogliono testare il prodot-to prima di passare all’importazione diretta. Dovrà essere la nostra ‘mano lunga’ nel mercato cinese. Insieme a questo, sono in cantiere altre iniziative: la partecipazione a due eventi fieristici nella prima parte dell’anno. la preparazione di un corso formativo per operatori del settore, fa-cilitare la visita in Italia di alcuni po-tenziali clienti. Se si vuole tirare un bilancio di que-sti sei mesi, potremmo dire che i nostri obiettivi sono ancora ad una certa di-stanza. Tuttavia il riscontro avuto sui vini presentati e l’avviamento di alcune relazioni costruttive sono segnali im-portanti e incoraggianti.

a cura di Carlo Queruli a cura di Carlo Queruli

Progetto Xi’an, un primo bilancio

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Come si diceEsemplificazione di traduzioni nella lingua cinese delle varietà internazionali che sono tra i termini più conosciuti e usati nel settore enologico in Cina.

Tratto da: OENOLOGICAL DICTIONARY English-Chinese-Italian-French-German, Queruli Carlo, Ma Huiqin, Mazzoleni V., Silva A., Kupfer P.; Xi’an Publishing House, China-Xi’an 2011

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ProntUario aGronomiCo ProntUario aGronomiCo

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VADEMECUM

N egli ultimi anni si sono moltiplica-te le iniziative volte a creare specia-li regolamenti e/o protocolli inerenti

alla buona e corretta conduzione del vigne-to, in particolare in una forma maggiormen-te restrittiva nella gestione e nell’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Anche il Consorzio Vini Venezia ha sentito l’esigenza di dare ai propri viticoltori indicazioni in tal senso e in que-sto inizio 2013 è stato redatto un vademecum viticolo, in collaborazione con il Consorzio di Tutela del Prosecco DOC, che, si auspica, abbia un buon seguito nell’ambiente vitico-lo tradizionalmente importante come quel-lo trevigiano e veneziano. La classificazione adottata dal Protocollo si è basata priorita-riamente sulle indicazioni emanate nelle “Li-nee tecniche di difesa integrata della Regione Veneto anno 2013”, che dettano le norme e i criteri d’intervento inerenti alla difesa della vite, al controllo delle infestanti e alle ade-guate soluzioni agronomiche, con l’obiettivo di un minor impatto nei confronti dell’uomo e dell’ambiente, consentendo al contempo di ottenere un prodotto finale economicamente sostenibile. In questo primo anno non si sono volute dare indicazioni più restrittive (o solo marginalmente) da quanto attinto dalle linee tecniche del Veneto. Comunque, si è eviden-ziato cromaticamente (in sequenza preferen-ziale: verde, giallo, arancione, per chi in possesso del ma-nuale del protocollo) la diffe-renza delle varie formulazioni (la stessa sostanza attiva può risultare di classe tossicologica differente a seconda delle diver-

ilVademecumViticolo del Consorzio

A cura di Fiorello Terzariol,tecnico del Co.Di.Tv

FASI FENOLOGICHE

gemma cotonosa

germogliamento

foglie distese

differenziazione

grappolini

pre fioritura

fioritura allegagione

prechiusura

grappolo

invaiatura

maturazione

A B C D E F G H I L

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se formulazioni commerciali) sulla base della loro classe tossicologica (Nc, Xi, Xn, T, T+), con un’attenzione anche alle relative frasi di rischio sugli effetti cronici nell’uomo (R40, R48, R60, R61, R62, R63, R68). L’elenco dei prodotti commerciali presente nel protocollo ha valore puramente indicativo e pertanto non comprende (talvolta) tutti i formulati in com-mercio. Questo diventa quindi un banco di prova a quanto ci si dovrà attenere dal 1° gen-naio 2014 con la difesa integrata obbligatoria (Piano di Azione Nazionale che recepisce la direttiva CE 128/2009 tradotta dal decreto le-gislativo nazionale n. 150/2012) e il presente protocollo, che rappresenta già il piano avan-zato della difesa integrata volontaria. Una volta diagnosticata l’avversità (Peronospora, Oidio, Cicaline, Tignole, Flavescenza dorata, ecc.), bisognerà scegliere e pretendere (dal ri-venditore) il prodotto fitosanitario idoneo ad eliminare o allontanare il patogeno riscontra-to. A questo punto diventa fondamentale leg-gere (studiare) con attenzione l’etichetta del prodotto (che corrisponde a legge), vaglian-do e memorizzando tutti i punti inerenti alle molteplici caratteristiche di quella o quelle sostanze racchiuse nel contenitore acquista-to: nome commerciale e ditta produttrice e/o distributrice, principio

attivo e coformulati, classe tossicologica, frasi di rischio, patogeno da combattere, dosi e mo-dalità d’impiego, colture registrate, compati-bilità, fitotossicità, distanza minima dai corsi d’acqua, tempo di rientro, periodo di carenza, informazioni per il medico. Anche la scelta (quando possibile) del contenitore dell’a-grofarmaco diventa importante (anche per lo smaltimento) ed in particolare di come si presenta il prodotto fitosanitario, se in formu-lazione solida (polverulenta) o liquida, il che comporta metodologie diverse per lo stempe-ramento/scioglimento dello stesso nell’acqua di irrorazione. Non bisogna poi dimenticare la funzione dei coadiuvanti dei prodotti fi-tosanitari: i bagnanti e gli adesivanti. Non meno importanti, in certe occasioni, il pH e la temperatura dell’acqua che si utilizzano con determinate sostanze attive. Anche il momen-to giornaliero in cui si va a somministrare il prodotto (fungicida o insetticida/acaricida)

può risultare determinante e fondamentale nella riuscita del tratta-mento. Da tenere in considerazione inoltre gli interventi agronomici (fondamentali per pre-disporre la pianta ad una ottimale attività fi-siologica e di migliore riuscita degli interventi antiparassitari), i dispositivi di protezione individuali (sempre integri e funzionali), l’at-tenzione nella manipolazione e nell’uso dei prodotti fitosanitari (dalla preparazione della miscela, al lavaggio dell’atomizzatore) e, non per ultimo, lo stoccaggio degli agrofarmaci (in ambienti idonei e sicuri) deve sempre es-sere dettato da una adeguata professionalità dell’operatore viticolo (Criteri di Gestione Obbligatoria dell’Atto B9 della Condizionali-tà), ma anche e soprattutto dal buon senso.

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i nostri Vini

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È drammaticamente vero che spesso anche in enologia si se-guono le mode e criteri anche

di eccellenza vengono soppiantati da altre considerazioni o sensazio-ni del momento, perdendo talvolta un patrimonio di esperienze e di valori. Questa è in parte la storia del nobile Pinot grigio, figlio di un importante genitore come il Pinot nero da cui deriva per mutazione genetica. Le sue origini si possono ricondurre in Germania ed in Fran-cia, ma poi coltivato con successo in Alsazia, Borgogna e Champa-gne, sempre in zone con climi ab-bastanza freddi ed in terreni ricchi di carbonato di calcio (caranto).In Italia pare sia stato importato dal generale Sambuy dalla Bor-gogna e piantato nelle sue vigne in provincia di Como da dove si diffuse lentamente in Italia, ma soprattutto nelle Tre Venezie, in particolare in Friuli e nel Veneto orientale, nella zona di Lison Pra-maggiore. Grande il suo successo iniziale che lo ha contraddistinto per anni come uno dei vini più alla moda della produzione italiana ed addirittura coltivato anche in Ore-gon e California (anche se in questi casi con risultati discutibili).Si presenta con un colore che va-ria dal giallo paglierino al ramato a seconda della sosta sulle bucce, con spiccate note floreali e frut-tate in cui si riconoscono fiori di sambuco e di ginestra, seguiti da pera Williams ed ananas, talvolta accompagnati da profumi terziari se viene effettuata anche una so-sta in botte. Vino nobile e di buona struttura che si presta anche ad un

I l Cabernet franc è uno dei vi-tigni a bacca rossa più noti al mondo e, grazie alla sua dif-

fusione, uno dei venti vitigni più diffusi in assoluto. In Francia la sua coltivazione è molto ampia con i quasi 35 mila ettari di vigneto coltivato soprattutto nel sud e nel centro ovest. Tuttavia forse non tutti sanno che le sue antiche origi-ni non affondano in questo Paese, ma in Spagna, in particolare nel versante iberico della catena dei Pirenei. Solo in un secondo tempo sarebbe stato introdotto in Francia grazie probabilmente ai devoti di ritorno dai pellegrinaggi a Santia-go di Compostela. Nella terra dei nostri ‘cugini’ d’Ol-tralpe, il suo sviluppo ha trovato le condizioni ottimali non tanto nel Bordolese, quanto nel dipar-timento della Loira dove il clima temperato e fresco con estati cal-de e mediamente lunghe, terreni argillosi ed in alcuni casi sabbiosi, determinano condizioni ideali per il suo sviluppo. Tali condizioni le ritroviamo, in buona misura, an-che nel nostro territorio del Piave dove non a caso ritroviamo il Ca-bernet franc non in assemblaggio con il più conosciuto Cabernet sau-vignon, ma da solo e risulta, mal-grado le sue note un po’ ‘selvagge’, particolarmente apprezzato. Forse c’è davvero bisogno di una risco-perta di questo nobile vitigno che paga un dazio pesante alla moda dell’assemblaggio o del gusto mo-derno (ma sarà davvero tale?) decisamente omologato ed un po’ troppo ‘piacioso’ del suo più noto cugino. In realtà il Cabernet franc è davvero in grado di raggiungere anche da solo punte di eccellen-

il Pinot Grigio, un vino da riscoprire

Le doti nascoste del Cabernet franc

discreto affinamento e da degusta-re anche nel medio-lungo periodo con buona soddisfazione.Direi che oggi, a torto, il mercato, soprattutto italiano, non lo premia come nel passato, ma rimane un ri-ferimento importante nella nostra produzione e con un ventaglio di abbinamenti che potrebbero farlo rivalutare anche da palati esperti visto che si accompagna armonica-mente sia ad affettati (prosciutto crudo in particolare ), sia al pesce (ottimo con il branzino al forno), ma anche a carni bianche (faraona e pollo).

za importanti basta che ci sia una adeguata presentazione e comuni-cazione.Si presenta sempre con un colo-re rosso rubino intenso, tendente al granato con l’invecchiamento, talvolta davvero impenetrabile. All’olfatto le note erbacee si fanno apprezzare accompagnate da sen-tori fruttati di mirtillo rosso, ribes e visciole con ricordi minerali di terra bagnata. Spesso si sposa un profumo quasi vinoso, di cantina, di vino appena spillato. In bocca dà più soddisfazione con sapidità e freschezza in grande equilibrio, ritorni vegetali e fruttati che di-ventano piacevoli ed armoniosi con tannini presenti ma mai aggressivi, quasi discreti, ed un finale amari-cante di notevole persistenza. Si accompagna soprattutto a pri-mi piatti importanti come taglia-telle al ragù, lasagne al forno, ma si sposa anche bene con un bel co-niglio alla cacciatora con sugo ai peperoni.

A cura di Paolo ChinellatoAis Venezia

A cura di Paolo ChinellatoAis Venezia

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GLi aPPUntamEnti aL VinitaLY 2013

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vinitalY 2013, ci trovate al Padiglione 4 – stand e3

domenica 7 aprile, alle ore 13,00si terrà l’inaugurazione dello stand (Padiglione 4 – Stand E3). Il Consorzio Vini Venezia presenterà la storia della viticoltura veneziana a fumetti, opera del genio fumettistico di Matteo Corazza. Un grande lavoro di sintesi e creatività che racconta in modo piacevole, immediato ed efficace un passato enologico che ha radici lontane nel tempo e che permette di comprendere come la viticoltura di tutta la pianura dell’entroterra lagunare è indissolubilmente legata a doppio filo - quello storico e quello scientifico - alla città di Venezia. La sintesi del fumetto si affianca però all’approfondimento della ricerca.

domenica 7 aprile, alle ore 14,00presso lo stand della Regione Veneto, sarà presentato in anteprima il “Vademecum viticolo” elaborato dal Consorzio Vini Venezia. Uno strumento utile che traccia le linee guida alla difesa fitosanitaria e che va nella direzione della sostenibilità, consentendo ai viticoltori di difendere il loro raccolto, con un’attenzione particolare all’ambiente e alla salute.

martedì 9 aprile, alle ore 12,00presso lo stand della Regione Veneto (che si trova di fianco al nostro), il presidente del Consorzio Vini Venezia dr. Giorgio Piazza ed il prof. Attilio Scienza presenteranno in anteprima il progetto “Grande Venezia del vino – Le vigne di Venezia, dalle antiche origini alla Doc Venezia”. Dalle tracce di DnA delle viti, raccolte nei vigneti nascosti in orti e giardini della città, sulle isole della laguna e lunghe le coste istriane e dalmate, è partita la ricerca scientifica e storica alle antiche e vaste origini della viticoltura veneziana. Le sorprese non sono mancate…

La GrandE VEnEzia dEL Vino La GrandE VEnEzia dEL Vino

consorzio Vini Venezia ˙ 1| 2013 19consorzio Vini Venezia ˙ 1| 201318

L a grande storia della viticol-tura di Venezia è il risultato di tante piccole storie, di un

arcipelago di comunità, risonan-ze, isole culturali, borghi lontani che si sono formate dalla stratifi-cazione di esperienze e di popoli che via via la grande storia, quella delle guerre, dei trattati, delle cor-ti, espelleva dai luoghi del grande transito e dalle città dei commer-ci e respingeva nell’entroterra. E nelle zone più lontane, gli espul-si dalla storia trovavano rifugio e risorse per vivere, conservavano e coltivavano gli innumerevoli vi-tigni che erano giunti da lontano con le navi di Venezia. A queste popolazioni che hanno conservati intatti i riti immutabili della po-tatura, della vendemmia e della

quasi tutto il mercato del vino di qualità dal Mediterraneo orienta-le fino alle ricche regioni del nord Atlantico, consentendo così la na-scita e lo sviluppo di una viticoltu-ra in Italia cosiddetta “di imitazio-ne” per la produzione di vinsanti e di malvasie, per surrogare ed inte-grare la produzione mediterranea. È un’intuizione anticipatrice delle strategie commerciali del vino nei secoli a seguire. Quelle delle cit-tà marinare, Venezia e Genova, di commercializzare i vini provenien-ti rispettivamente dal Mediterra-neo orientale (malvasie e vinsanti) o dalle regioni del Midì francese e Levante spagnolo (vernacce), uti-lizzando non il nome dei vitigni, ma il luogo di produzione più o meno storpiato (Monemvasia, Santori-

Venezia e il vino, dai fasti del passato ad una nuova prospettiva di sviluppoa cura del prof. attilio scienza

vinificazione, noi dobbiamo le più antiche tradizioni enoiche del Ve-neto. Venezia ha insegnato a mol-te popolazioni del fiordo adriatico delle due sponde, non tanto a pro-durre qualche cosa, ma ad aprirsi ai commerci internazionali. I com-mercianti veneziani erano gli eredi non solo degli Etruschi e dei Greci che per primi avevano abitato quei luoghi sulla sponde dell’Adriatico, ma dei più astuti mercanti levan-tini, dai quali avevano imparato le raffinate tecniche di mercatura. Questa lunga storia di commercio del vino ha le proprie radici negli effetti che la piccola glaciazione ha avuto sulla produzione di vino in Europa, dalla metà del 1300 fino al 1700 circa, che consentì ai commerci veneziani di controllare

ni, Vernazza, ecc). Offrendo pochi vini dalle caratteristiche organo-lettiche molto precise, di facile ri-conoscibilità e, per l’elevato grado alcolico, trasportabili senza subire alterazioni nel sapore. Il crescente sviluppo del commercio veneziano di vino verso i mercati del nord Europa e la pressione dell’espan-sionismo turco nel Mediterraneo orientale, che provoca con la ca-duta di Creta un riduzione notevo-le nelle disponibilità di vino dolce, favorisce l’introduzione in molte zone del Triveneto di nuovi vitigni di origine orientale adatti all’ap-passimento ed alla preparazione di vini dolci, aromatici ed alcolici alla moda greca, quali il Moscato giallo o di Cipro, le Malvasie, le Vernacce. Questo secolo rappre-

La GrandE VEnEzia dEL Vino

consorzio Vini Venezia ˙ 1| 201320

senta un momento cruciale per il passaggio da produzioni destinate al consumo locale, a produzioni orientate verso mercati più lontani. Le aliquote d’imposta applicate ai vini che entravano a Venezia erano molto differenziate e favorivano i vini della Schiavonia (Istria e Dal-mazia), i Terrani, mentre erano più elevate per quelli che provenivano dalle isole Jonie e dalle regioni del medio e basso Adriatico. Per evita-re questi balzelli fiscali, dalla metà del 400 a Venezia, si diffuse la vi-nificazione delle uve provenienti dall’Istria e dalle Marche, ma non tutte le varietà potevano entrare in città. Per un efficace controllo delle varietà che venivano scari-cate, l’unico posto consentito era la cosiddetta “Riva del Vino”. Per favorire i vini dell’entroterra, Ve-nezia introdusse una tassa per i vini del Levante e questo favorì molti vini istriani e dalmati, pro-dotti per assomigliare a quelli gre-ci e spesso usati per il taglio dei vini meno alcolici provenienti dal padovano e dalla Marca Trevigia-na. Un consumo alternativo ai vini normali era quello delle malvasie, di provenienza marittima. Questo vino proveniente dapprima da Mo-nembasia, piccola città della Gre-cia, passata sotto il controllo di Ve-

nezia nel 1419, viene prodotto in grandi quantità a Creta. La qualità dei vini consumati a Venezia peg-giorò dopo la gelata del 1709 che aveva provocato la morte delle va-rietà migliori quali il Marzemino, la Bianchetta, la Pignola. Il rinno-vamento dei vigneti venne inoltre fatto con i vitigni più produttivi, quali la Dall’Occhio ed il Verdi-so che davano mosti molto acidi e poco zuccherini. Dal Quattrocen-to un vitigno si impone per la sua qualità e per il ruolo simbolico che ricopre nel cerimoniale dell’ospi-talità veneziana, il Marzemino. Il mito del Marzemino dolce permane fino al termine della indipendenza della Repubblica, avvenuta il 17 ottobre del 1797, ed ironia della sorte, ne diviene il simbolo non più di potenza, ma di decadenza. Il progetto “Grande Venezia del vino”, forte di questa storia, ha iniziato il suo nuovo cammino di ricerca e di valorizzazione delle radici, raccogliendo in una grande collezione urbana tutte le viti che sono state reperite nei luoghi più disparati - conventi, case patrizie, orti popolari, piante isolate davan-ti a osterie - e caratterizzandole dal punto di vista genetico attra-verso il loro Dna. Le sorprese non sono mancate…

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Venezia non è (solo) una città. È anche un brand che funziona in tutto il mondo, appli-cabile a qualsiasi soggetto. Anche ai vini. E si chiama per l’appunto Venezia un nuovo Consorzio (consorziovinivenezia.it) costi-tuito da oltre 160 produttori, tra cui molte donne che hanno da dire la loro. Qualcuno si è chiesto se ora i vigneti nascessero sulla sabbia della laguna… In realtà si tratta di un territorio ben più vasto, nelle Venezie orientali, tra i fiumi Tagliamento, Lemene, Livenza e Piave. “I nobili veneziani”, rac-conta Carlo Favero, enologo direttore del Consorzio, “navigavano nell’Adriatico alla ricerca di vitigni, per coltivarli poi nelle loro tenute di villeggiatura dell’entroter-ra veneziano”. Alcune aziende vitivinicole hanno ancora sede in queste tenute storiche, altre sono sorte in anni più recenti, spesso a

Venezia, nuova terra di vini I vitigni, dal raboso all’ex tocai, non sono piantati in laguna, ma in tenute storiche e aziende famigliari delle Venezie orientali. Li sta valorizzando un Consorzio appena nato. Con molte donne che hanno le idee chiare testo mirta oregna

conduzione famigliare. Interessanti le quote rosa: donne che hanno fatto del vino e delle cinque Denominazioni in cui è suddiviso il Consorzio ragione di orgoglio personale.Perché di orgoglio si tratta quando si lavo-ra un vino come il Raboso, detto “rabbioso” per la sua alta carica di acidità, nonostante la vendemmia tardiva, come spiega Ornella Molon dell’omonima azienda (www.ornel-lamolon.it) passeggiando in quello che fu il “domenicale di campagna” della famiglia veneziana Querini-Stampalia: “Lavorato in maniera moderna, specie se dimenticato in cantina, regala un inconfondibile sentore di marasca”. Il Raboso, pura espressione del territorio e della Doc Piave, se invecchiato risulta perfetto su un arrosto succulento, ma si beve volentieri anche giovane, per disse-tarsi, o in versione dolce a fine pasto con piccola pasticceria secca veneziana. Parola di Emanuela Bincoletto di Tessère (tesse-reonline.it), “rabosista” convinta che nella sua piccola azienda biologica ne vinifica ad-dirittura quattro tipi: l’Igt Raboso fatto in acciaio, la Doc che passa in botte, il rosato con metodo champenoise e il passito, battez-zato Rebecca (dolce ma di carattere).

C’è un quinto modo per lavorare il Raboso: tenendolo a lungo in cantina per produrre la Docg Malanotte. È questa il fiore all’occhiel-lo dell’azienda di Antonio e Vittoria Bonotto della Tenuta Bonotto delle Tezze (bonotto-delletezze.it), una famiglia che lavora il vino da fine ’700: siamo nell’omonimo borgo sulla sinistra del Piave, dove nasce quel Raboso che, vinificato con una percentuale passita delle sue uve, diventa Malanotte, insignito dal 2010 della Docg. “Un vino che cresciamo

come un figlio”, racconta Vittoria nella canti-na che fu dei dogi, “emblematico del nostro territorio, un vino quasi da meditazione (si beve da solo, a fine pasto) ma che ha una piacevolezza senza pari”.

Con il nome di Venezia si chiama anche la più recente delle cinque Denominazioni pre-senti nel Consorzio: tra le diverse tipologie della Doc Venezia, nata a fine 2010, spicca il Pinot grigio. È questa una delle passioni di Francesca Genovese, proprietaria dell’a-zienda Mazzolada (www.mazzolada.it), che afferma una semplice verità: “Il vino, alla fine, deve piacere!”. Ed è proprio il caso dei suoi Pinot grigio, che sorprendono con una presa sul palato corretta e impeccabile.Tra i compiti del nuovo Consorzio Vini Venezia c’è stato quello di far rivivere una Denominazione un tempo amatissima, che solo per un pasticcio legislativo (a livello europeo) è scomparsa dal territorio: si trat-ta dell’ex Tocai (oggi Tai), la cui produzione è inclusa nelle Doc Lison-Pramaggiore e Docg Lison. Si assaggia fra i tanti quello che Adriana Marinatto produce insieme al ma-rito Giuliano in Borgo Stajnbech (www.bor-gostajnbech.com), storico borgo stagnibech, come recitano gli antichi documenti appesi alle pareti della cantina. Il loro premiato 150 Lison Classico Docg è pura espressione del territorio con uve (ex Tocai) che devono su-perare l’estate per regalare un bianco mine-rale (il terreno è ricco di caranto, un’argilla limosa molto compatta), morbido, elegante, dal caratteristico retrogusto di mandorla, disegnata nella filigrana della raffinata eti-chetta. Un bianco che regge anche l’abbina-mento a baccalà e soppressa.

Tavole con vignaLa tavernetta del tocaiProprietà da tre generazioni dei Bellotto, che offrono i vini de La Frassinella, azienda di famiglia, e cuociono le carni sull’antico fogher,

anche sottovuoto. www.ristorante tavernettadeltocai.itCa’ LandelloCasa colonica ristrutturata in trattoria moderna e affacciata su vigneti dell’azienda vinicola Sutto. Piatti e prodotti della tradizione

locale, dal fegato alla veneziana alla soppressa.www.sutto.it /ca-landello gambrinus Storico indirizzo a conduzione famigliare (i Zanotto, produttori dell’Elisir Gambrinus) declinato in duplice versione: l’elegante Parco Gambrinus

e l’informale Osteria. www.gambrinus.it

le Doc Del consorzioDoc Piave Nella zona del Piave, include una varietà di terreni e presenze varietali. Ne è simbolo il Raboso del Piave, anche passito.

Docg malanotte del PiaveÈ frutto di un Disciplinare che prevede la vinificazione del Raboso con il 15%-30% di uve passite. Doc Lison- PramaggioreNell’estrema parte orientale della provincia di Venezia, si caratterizza per il territorio argilloso. Docg Lison

Nasce nel 2010 nell’area dell’ex Tocai. È un bianco costituito per almeno l’85% di vitigno tocai.

Doc VeneziaUltima nata nel territorio delle province di Venezia e Treviso. La produzione si caratterizza per i vitigni internazionali tra cui Pinot grigio.

a sinistra Una storica vigna di raboso, uva che viene vinificata in cinque modi diversi, dallo spumante al passito.a destra

Uno dei canali di Treviso. Il territorio della città è parte del nuovo Consorzio Vini Venezia.

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la cucina italiana

Gennaio 2013

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la cucina italiana

Gennaio 2013

La mission, Incrementare la propria presenza commerciale in uno dei mercati fra i più pro-mettenti, fare scuola di viticoltura e confron-tarsi con i produttori cinesi.“Vogliamo rivolgere particolare attenzione al mercato cinese meno conosciuto, quello nel centro della Cina - spie-ga il direttore del Consorzio Carlo Favero - dove intendiamo avviare una vasta collaborazione con l’accesso alle nostre aziende e ai nostri vini, offrendo corsi di degustazione, rivolti prin-cipalmente ad operatori del settore, ma anche offrendo supporto ai produttori di vino locali, con le nostre tecniche di produzione sia agro-nomiche che enologiche. Con questo proget-

come marco Polo arrivò in cina anche il vino made in serenissima si è spinto fino al celeste impero: con “Wines from venice”, il progetto del consorzio vini venezia scelto come portabandiera dell’italia al primo “euro-asia Wine summit of Xi’an”

to, però, si vuole svolgere non solo un’attività strettamente commerciale, ma vogliamo in-crementare la nostra presenza commerciale in Cina - conclude Carlo Favero - e fare centro sul-la città di Xi’an, nello Shaanxi, a cui Venezia è unita da antichi legami culturali, commerciali e di amicizia. Al momento il Consorzio sarà pre-sente con un gruppo di aziende, l’obiettivo per il prossimo futuro è di incrementare il numero di queste affinché il volume di vini che possia-mo offrire possa essere di assoluto riguardo”. Contatti: [email protected] anche su Twitter: @WinenewsIt

consorzio Vini Venezia ˙ 1| 201322

VaLoritaLia inForma VaLoritaLia inForma

PERCHÉ CALCOLARE LE PROPRIE EMISSIONI DI GAS SERRA?La necessità di mitigare i cambiamenti climaticirappresenta oggi una delle maggiori prioritàambientali, per la gravità delle sue conseguenze suisistemi ambientale, economico e sociale. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione del mondopolitico per il problema e sono stati messi in attostrumenti economico-finanziari per ridurre leemissioni. Nello stesso tempo è aumentata la sen-sibilità dei consumatori che orientano sempre dipiù le loro scelte verso prodottipiù sostenibili dal punto di vistaambientale.

Attualmente, perciò, calcolare leemissioni di gas serra perun’azienda costituisce non soloun’azione virtuosa per il migliora-mento della propria immagineaziendale ma un vero e proprioelemento di competitività sul mercato. Sempre piùaziende sono interessate a calcolare le proprieemissioni di gas serra, non per il rispetto di obblighilegislativi, ma come strumento volontario per pro-muovere il proprio impegno ambientale.

COME VIENE EFFETTUATO IL CALCOLO DELLEEMISSIONI DI GAS SERRA O CARBON FOOTPRINTLo strumento più efficace riconosciuto dallacomunità scientifica per calcolare le emissioni digas serra in ambito volontario è la Carbon Footprint.Si intende con Carbon Footprint il totale delleemissioni di anidride carbonica (CO2) e di altrigas ad effetto serra (GHG) associate ad un

prodotto, processo o servizio lungo tutto il suociclo di vita. Esistono diversi approcci al calcolo delle emissionidi gas serra, che si differenziano in base all’obiettivoe al campo di applicazione dello studio e all’ampiezzadei confini considerati. Il calcolo può essere effettuato estendendo i confinidel sistema secondo uno dei seguenti approcci:• approccio business-to-consumer: le emissioni digas serra sono contabilizzate per l'intero ciclo divita dalla fase di acquisizione delle materie prime

e delle risorse naturali dall’am-biente, alla fase di produzione,alla fase di distribuzione, fino allosmaltimento finale; • approccio business-to-business:le emissioni di gas serra sonocontabilizzate fino all’uscita daiconfini dell’organizzazione, inclu-dendo tutte le emissioni a monte.

Il calcolo delle emissioni di gas serra può essereeffettuato a due diversi livelli:• organizzazione: il calcolo viene effettuato valu-tando le emissioni associate alla filiera produttiva. • prodotto: tale approccio consente di calcolarel’impronta ambientale di un prodotto o servizio.Le principali fonti di emissioni considerate sono:• emissioni dirette: provenienti da sorgenti diproprietà dell’organizzazione o direttamentecontrollate da essa;• emissioni indirette da consumo energetico:emissioni derivanti dalla produzione di elettricità,calore o vapore importati dall’esterno e consumatidall’organizzazione;

• altre emissioni indirette: emissioni diverse dalleemissioni indirette da consumo energetico, chescaturiscono da sorgenti di gas serra di proprietào controllate da altre organizzazioni.

Il calcolo della Carbon Footprint è condotto secondoapprocci normati riconosciuti a livello internazionale.Attualmente lo standard più diffuso per il calcolodelle emissioni a livello di organizzazione è costi-tuito dalla ISO 14064-1. Tale norma specifica i re-quisiti per la misurazione, il monitoraggio, larendicontazione e la verifica delle emissioni e dellerimozioni di gas ad effetto serra (GHG) a livello diorganizzazione, indicando come obbligatorio ilconteggio delle emissioni appartenenti alle primedue fonti (dirette ed indirette da consumo energe-tico) e come facoltativo il calcolo delle emissionidella terza categoria (altre indirette).Ora stanno nascendo standard specifici per ilcalcolo delle emissioni con approccio di ciclo di vitaincentrati sul calcolo delle emissioni indirette,sviluppati sia dall’ISO che dal GHG Protocol cheda enti governativi.

COME IMPEGNARSI ALLA RIDUZIONE DELLE EMISSIONIL’approccio di ciclo di vita è riconosciuto come il piùefficace per calcolare le emissioni di gas serra inquanto consente da un lato di determinare la realeimpronta di carbonio di un prodotto, processo, ser-vizio o di un’organizzazione, dall’altro di definireuna vera e propria strategia di riduzione ottenendoi maggiori benefici ambientali. La Carbon Footprint consente di individuare le fasipiù critiche del ciclo di vita del prodotto o della

filiera produttiva ed intervenire dove ciò risulti piùefficace.Gli interventi di riduzione potrebbero riguardare,ad esempio:• riduzione dei consumi di materie prime e materialiausiliari;• riduzione dei consumi di energia e combustibilifossili;• scelta di fornitori locali e promozione della filieracorta;• ottimizzazione della logistica di distribuzione deiprodotti finiti;• progettazione di prodotti riutilizzabili o riciclabili;• riciclo o riutilizzo dei prodotti.

L’approccio di ciclo di vita consente di ottimizzarela filiera produttiva non solo dal punto di vistaambientale ma anche dal punto di vista economico.Ad esempio riducendo i consumi di materie primeed energia si ottengono contemporaneamenteriduzioni di emissioni di gas serra e risparmieconomici. La riduzione alla fonte delle emissioni dovrebbecostituire la misura prioritaria per la mitigazionedei cambiamenti climatici e preliminare per l’adesionea qualsiasi programma di gestione delle emissioni.Essa non può essere sostituita dalla compensazionema è possibile creare una sinergia tra le duestrategie.

VALORITALIA INFORMA

Quantificare i propri impatti è:• un’opportunità di conoscenza delle performance ambientali dell’azienda; • un’opportunità di comunicazione verde e di marketing

ambientale;• uno strumento di rafforzamento della propria “green reputation”;• un’attività economicamente strategica nell’ambito del probabile futuro

sviluppo delle politiche di tassazione ambientale a carico della CO2 (a sostegno delle politiche nazionali contro il cambiamento climatico).

In quest’ottica VALORITALIA propone alle aziende la certificazione CARBON FOOTPRINT.

VALORITALIA CERTIFICAZIONI VOLONTARIE

LA CARBON FOOTPRINT UNA OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE DEL SETTORE VITIVINICOLO

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Per ulteriori informazioni e chiarimenti rivolgersi al Dipartimento Volontario Valoritalia - Leonard Bernardellitel. + 39 0445 313051 - cell. + 39 348 0179241Email [email protected]

redazionale Valoritalia-cm34x28_36 25/03/13 18:56 Pagina 1

PERCHÉ CALCOLARE LE PROPRIE EMISSIONI DI GAS SERRA?La necessità di mitigare i cambiamenti climaticirappresenta oggi una delle maggiori prioritàambientali, per la gravità delle sue conseguenze suisistemi ambientale, economico e sociale. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione del mondopolitico per il problema e sono stati messi in attostrumenti economico-finanziari per ridurre leemissioni. Nello stesso tempo è aumentata la sen-sibilità dei consumatori che orientano sempre dipiù le loro scelte verso prodottipiù sostenibili dal punto di vistaambientale.

Attualmente, perciò, calcolare leemissioni di gas serra perun’azienda costituisce non soloun’azione virtuosa per il migliora-mento della propria immagineaziendale ma un vero e proprioelemento di competitività sul mercato. Sempre piùaziende sono interessate a calcolare le proprieemissioni di gas serra, non per il rispetto di obblighilegislativi, ma come strumento volontario per pro-muovere il proprio impegno ambientale.

COME VIENE EFFETTUATO IL CALCOLO DELLEEMISSIONI DI GAS SERRA O CARBON FOOTPRINTLo strumento più efficace riconosciuto dallacomunità scientifica per calcolare le emissioni digas serra in ambito volontario è la Carbon Footprint.Si intende con Carbon Footprint il totale delleemissioni di anidride carbonica (CO2) e di altrigas ad effetto serra (GHG) associate ad un

prodotto, processo o servizio lungo tutto il suociclo di vita. Esistono diversi approcci al calcolo delle emissionidi gas serra, che si differenziano in base all’obiettivoe al campo di applicazione dello studio e all’ampiezzadei confini considerati. Il calcolo può essere effettuato estendendo i confinidel sistema secondo uno dei seguenti approcci:• approccio business-to-consumer: le emissioni digas serra sono contabilizzate per l'intero ciclo divita dalla fase di acquisizione delle materie prime

e delle risorse naturali dall’am-biente, alla fase di produzione,alla fase di distribuzione, fino allosmaltimento finale; • approccio business-to-business:le emissioni di gas serra sonocontabilizzate fino all’uscita daiconfini dell’organizzazione, inclu-dendo tutte le emissioni a monte.

Il calcolo delle emissioni di gas serra può essereeffettuato a due diversi livelli:• organizzazione: il calcolo viene effettuato valu-tando le emissioni associate alla filiera produttiva. • prodotto: tale approccio consente di calcolarel’impronta ambientale di un prodotto o servizio.Le principali fonti di emissioni considerate sono:• emissioni dirette: provenienti da sorgenti diproprietà dell’organizzazione o direttamentecontrollate da essa;• emissioni indirette da consumo energetico:emissioni derivanti dalla produzione di elettricità,calore o vapore importati dall’esterno e consumatidall’organizzazione;

• altre emissioni indirette: emissioni diverse dalleemissioni indirette da consumo energetico, chescaturiscono da sorgenti di gas serra di proprietào controllate da altre organizzazioni.

Il calcolo della Carbon Footprint è condotto secondoapprocci normati riconosciuti a livello internazionale.Attualmente lo standard più diffuso per il calcolodelle emissioni a livello di organizzazione è costi-tuito dalla ISO 14064-1. Tale norma specifica i re-quisiti per la misurazione, il monitoraggio, larendicontazione e la verifica delle emissioni e dellerimozioni di gas ad effetto serra (GHG) a livello diorganizzazione, indicando come obbligatorio ilconteggio delle emissioni appartenenti alle primedue fonti (dirette ed indirette da consumo energe-tico) e come facoltativo il calcolo delle emissionidella terza categoria (altre indirette).Ora stanno nascendo standard specifici per ilcalcolo delle emissioni con approccio di ciclo di vitaincentrati sul calcolo delle emissioni indirette,sviluppati sia dall’ISO che dal GHG Protocol cheda enti governativi.

COME IMPEGNARSI ALLA RIDUZIONE DELLE EMISSIONIL’approccio di ciclo di vita è riconosciuto come il piùefficace per calcolare le emissioni di gas serra inquanto consente da un lato di determinare la realeimpronta di carbonio di un prodotto, processo, ser-vizio o di un’organizzazione, dall’altro di definireuna vera e propria strategia di riduzione ottenendoi maggiori benefici ambientali. La Carbon Footprint consente di individuare le fasipiù critiche del ciclo di vita del prodotto o della

filiera produttiva ed intervenire dove ciò risulti piùefficace.Gli interventi di riduzione potrebbero riguardare,ad esempio:• riduzione dei consumi di materie prime e materialiausiliari;• riduzione dei consumi di energia e combustibilifossili;• scelta di fornitori locali e promozione della filieracorta;• ottimizzazione della logistica di distribuzione deiprodotti finiti;• progettazione di prodotti riutilizzabili o riciclabili;• riciclo o riutilizzo dei prodotti.

L’approccio di ciclo di vita consente di ottimizzarela filiera produttiva non solo dal punto di vistaambientale ma anche dal punto di vista economico.Ad esempio riducendo i consumi di materie primeed energia si ottengono contemporaneamenteriduzioni di emissioni di gas serra e risparmieconomici. La riduzione alla fonte delle emissioni dovrebbecostituire la misura prioritaria per la mitigazionedei cambiamenti climatici e preliminare per l’adesionea qualsiasi programma di gestione delle emissioni.Essa non può essere sostituita dalla compensazionema è possibile creare una sinergia tra le duestrategie.

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Quantificare i propri impatti è:• un’opportunità di conoscenza delle performance ambientali dell’azienda; • un’opportunità di comunicazione verde e di marketing

ambientale;• uno strumento di rafforzamento della propria “green reputation”;• un’attività economicamente strategica nell’ambito del probabile futuro

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LA CARBON FOOTPRINT UNA OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE DEL SETTORE VITIVINICOLO

VALORITALIA CERTIFICAZIONI VOLONTARIE

LA CARBON FOOTPRINT UNA OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE DEL SETTORE VITIVINICOLO

Per ulteriori informazioni e chiarimenti rivolgersi al Dipartimento Volontario Valoritalia - Leonard Bernardellitel. + 39 0445 313051 - cell. + 39 348 0179241Email [email protected]

redazionale Valoritalia-cm34x28_36 25/03/13 18:56 Pagina 1

PERCHÉ CALCOLARE LE PROPRIE EMISSIONI DI GAS SERRA?La necessità di mitigare i cambiamenti climaticirappresenta oggi una delle maggiori prioritàambientali, per la gravità delle sue conseguenze suisistemi ambientale, economico e sociale. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione del mondopolitico per il problema e sono stati messi in attostrumenti economico-finanziari per ridurre leemissioni. Nello stesso tempo è aumentata la sen-sibilità dei consumatori che orientano sempre dipiù le loro scelte verso prodottipiù sostenibili dal punto di vistaambientale.

Attualmente, perciò, calcolare leemissioni di gas serra perun’azienda costituisce non soloun’azione virtuosa per il migliora-mento della propria immagineaziendale ma un vero e proprioelemento di competitività sul mercato. Sempre piùaziende sono interessate a calcolare le proprieemissioni di gas serra, non per il rispetto di obblighilegislativi, ma come strumento volontario per pro-muovere il proprio impegno ambientale.

COME VIENE EFFETTUATO IL CALCOLO DELLEEMISSIONI DI GAS SERRA O CARBON FOOTPRINTLo strumento più efficace riconosciuto dallacomunità scientifica per calcolare le emissioni digas serra in ambito volontario è la Carbon Footprint.Si intende con Carbon Footprint il totale delleemissioni di anidride carbonica (CO2) e di altrigas ad effetto serra (GHG) associate ad un

prodotto, processo o servizio lungo tutto il suociclo di vita. Esistono diversi approcci al calcolo delle emissionidi gas serra, che si differenziano in base all’obiettivoe al campo di applicazione dello studio e all’ampiezzadei confini considerati. Il calcolo può essere effettuato estendendo i confinidel sistema secondo uno dei seguenti approcci:• approccio business-to-consumer: le emissioni digas serra sono contabilizzate per l'intero ciclo divita dalla fase di acquisizione delle materie prime

e delle risorse naturali dall’am-biente, alla fase di produzione,alla fase di distribuzione, fino allosmaltimento finale; • approccio business-to-business:le emissioni di gas serra sonocontabilizzate fino all’uscita daiconfini dell’organizzazione, inclu-dendo tutte le emissioni a monte.

Il calcolo delle emissioni di gas serra può essereeffettuato a due diversi livelli:• organizzazione: il calcolo viene effettuato valu-tando le emissioni associate alla filiera produttiva. • prodotto: tale approccio consente di calcolarel’impronta ambientale di un prodotto o servizio.Le principali fonti di emissioni considerate sono:• emissioni dirette: provenienti da sorgenti diproprietà dell’organizzazione o direttamentecontrollate da essa;• emissioni indirette da consumo energetico:emissioni derivanti dalla produzione di elettricità,calore o vapore importati dall’esterno e consumatidall’organizzazione;

• altre emissioni indirette: emissioni diverse dalleemissioni indirette da consumo energetico, chescaturiscono da sorgenti di gas serra di proprietào controllate da altre organizzazioni.

Il calcolo della Carbon Footprint è condotto secondoapprocci normati riconosciuti a livello internazionale.Attualmente lo standard più diffuso per il calcolodelle emissioni a livello di organizzazione è costi-tuito dalla ISO 14064-1. Tale norma specifica i re-quisiti per la misurazione, il monitoraggio, larendicontazione e la verifica delle emissioni e dellerimozioni di gas ad effetto serra (GHG) a livello diorganizzazione, indicando come obbligatorio ilconteggio delle emissioni appartenenti alle primedue fonti (dirette ed indirette da consumo energe-tico) e come facoltativo il calcolo delle emissionidella terza categoria (altre indirette).Ora stanno nascendo standard specifici per ilcalcolo delle emissioni con approccio di ciclo di vitaincentrati sul calcolo delle emissioni indirette,sviluppati sia dall’ISO che dal GHG Protocol cheda enti governativi.

COME IMPEGNARSI ALLA RIDUZIONE DELLE EMISSIONIL’approccio di ciclo di vita è riconosciuto come il piùefficace per calcolare le emissioni di gas serra inquanto consente da un lato di determinare la realeimpronta di carbonio di un prodotto, processo, ser-vizio o di un’organizzazione, dall’altro di definireuna vera e propria strategia di riduzione ottenendoi maggiori benefici ambientali. La Carbon Footprint consente di individuare le fasipiù critiche del ciclo di vita del prodotto o della

filiera produttiva ed intervenire dove ciò risulti piùefficace.Gli interventi di riduzione potrebbero riguardare,ad esempio:• riduzione dei consumi di materie prime e materialiausiliari;• riduzione dei consumi di energia e combustibilifossili;• scelta di fornitori locali e promozione della filieracorta;• ottimizzazione della logistica di distribuzione deiprodotti finiti;• progettazione di prodotti riutilizzabili o riciclabili;• riciclo o riutilizzo dei prodotti.

L’approccio di ciclo di vita consente di ottimizzarela filiera produttiva non solo dal punto di vistaambientale ma anche dal punto di vista economico.Ad esempio riducendo i consumi di materie primeed energia si ottengono contemporaneamenteriduzioni di emissioni di gas serra e risparmieconomici. La riduzione alla fonte delle emissioni dovrebbecostituire la misura prioritaria per la mitigazionedei cambiamenti climatici e preliminare per l’adesionea qualsiasi programma di gestione delle emissioni.Essa non può essere sostituita dalla compensazionema è possibile creare una sinergia tra le duestrategie.

VALORITALIA INFORMA

Quantificare i propri impatti è:• un’opportunità di conoscenza delle performance ambientali dell’azienda; • un’opportunità di comunicazione verde e di marketing

ambientale;• uno strumento di rafforzamento della propria “green reputation”;• un’attività economicamente strategica nell’ambito del probabile futuro

sviluppo delle politiche di tassazione ambientale a carico della CO2 (a sostegno delle politiche nazionali contro il cambiamento climatico).

In quest’ottica VALORITALIA propone alle aziende la certificazione CARBON FOOTPRINT.

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PERCHÉ CALCOLARE LE PROPRIE EMISSIONI DI GAS SERRA?La necessità di mitigare i cambiamenti climaticirappresenta oggi una delle maggiori prioritàambientali, per la gravità delle sue conseguenze suisistemi ambientale, economico e sociale. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione del mondopolitico per il problema e sono stati messi in attostrumenti economico-finanziari per ridurre leemissioni. Nello stesso tempo è aumentata la sen-sibilità dei consumatori che orientano sempre dipiù le loro scelte verso prodottipiù sostenibili dal punto di vistaambientale.

Attualmente, perciò, calcolare leemissioni di gas serra perun’azienda costituisce non soloun’azione virtuosa per il migliora-mento della propria immagineaziendale ma un vero e proprioelemento di competitività sul mercato. Sempre piùaziende sono interessate a calcolare le proprieemissioni di gas serra, non per il rispetto di obblighilegislativi, ma come strumento volontario per pro-muovere il proprio impegno ambientale.

COME VIENE EFFETTUATO IL CALCOLO DELLEEMISSIONI DI GAS SERRA O CARBON FOOTPRINTLo strumento più efficace riconosciuto dallacomunità scientifica per calcolare le emissioni digas serra in ambito volontario è la Carbon Footprint.Si intende con Carbon Footprint il totale delleemissioni di anidride carbonica (CO2) e di altrigas ad effetto serra (GHG) associate ad un

prodotto, processo o servizio lungo tutto il suociclo di vita. Esistono diversi approcci al calcolo delle emissionidi gas serra, che si differenziano in base all’obiettivoe al campo di applicazione dello studio e all’ampiezzadei confini considerati. Il calcolo può essere effettuato estendendo i confinidel sistema secondo uno dei seguenti approcci:• approccio business-to-consumer: le emissioni digas serra sono contabilizzate per l'intero ciclo divita dalla fase di acquisizione delle materie prime

e delle risorse naturali dall’am-biente, alla fase di produzione,alla fase di distribuzione, fino allosmaltimento finale; • approccio business-to-business:le emissioni di gas serra sonocontabilizzate fino all’uscita daiconfini dell’organizzazione, inclu-dendo tutte le emissioni a monte.

Il calcolo delle emissioni di gas serra può essereeffettuato a due diversi livelli:• organizzazione: il calcolo viene effettuato valu-tando le emissioni associate alla filiera produttiva. • prodotto: tale approccio consente di calcolarel’impronta ambientale di un prodotto o servizio.Le principali fonti di emissioni considerate sono:• emissioni dirette: provenienti da sorgenti diproprietà dell’organizzazione o direttamentecontrollate da essa;• emissioni indirette da consumo energetico:emissioni derivanti dalla produzione di elettricità,calore o vapore importati dall’esterno e consumatidall’organizzazione;

• altre emissioni indirette: emissioni diverse dalleemissioni indirette da consumo energetico, chescaturiscono da sorgenti di gas serra di proprietào controllate da altre organizzazioni.

Il calcolo della Carbon Footprint è condotto secondoapprocci normati riconosciuti a livello internazionale.Attualmente lo standard più diffuso per il calcolodelle emissioni a livello di organizzazione è costi-tuito dalla ISO 14064-1. Tale norma specifica i re-quisiti per la misurazione, il monitoraggio, larendicontazione e la verifica delle emissioni e dellerimozioni di gas ad effetto serra (GHG) a livello diorganizzazione, indicando come obbligatorio ilconteggio delle emissioni appartenenti alle primedue fonti (dirette ed indirette da consumo energe-tico) e come facoltativo il calcolo delle emissionidella terza categoria (altre indirette).Ora stanno nascendo standard specifici per ilcalcolo delle emissioni con approccio di ciclo di vitaincentrati sul calcolo delle emissioni indirette,sviluppati sia dall’ISO che dal GHG Protocol cheda enti governativi.

COME IMPEGNARSI ALLA RIDUZIONE DELLE EMISSIONIL’approccio di ciclo di vita è riconosciuto come il piùefficace per calcolare le emissioni di gas serra inquanto consente da un lato di determinare la realeimpronta di carbonio di un prodotto, processo, ser-vizio o di un’organizzazione, dall’altro di definireuna vera e propria strategia di riduzione ottenendoi maggiori benefici ambientali. La Carbon Footprint consente di individuare le fasipiù critiche del ciclo di vita del prodotto o della

filiera produttiva ed intervenire dove ciò risulti piùefficace.Gli interventi di riduzione potrebbero riguardare,ad esempio:• riduzione dei consumi di materie prime e materialiausiliari;• riduzione dei consumi di energia e combustibilifossili;• scelta di fornitori locali e promozione della filieracorta;• ottimizzazione della logistica di distribuzione deiprodotti finiti;• progettazione di prodotti riutilizzabili o riciclabili;• riciclo o riutilizzo dei prodotti.

L’approccio di ciclo di vita consente di ottimizzarela filiera produttiva non solo dal punto di vistaambientale ma anche dal punto di vista economico.Ad esempio riducendo i consumi di materie primeed energia si ottengono contemporaneamenteriduzioni di emissioni di gas serra e risparmieconomici. La riduzione alla fonte delle emissioni dovrebbecostituire la misura prioritaria per la mitigazionedei cambiamenti climatici e preliminare per l’adesionea qualsiasi programma di gestione delle emissioni.Essa non può essere sostituita dalla compensazionema è possibile creare una sinergia tra le duestrategie.

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Quantificare i propri impatti è:• un’opportunità di conoscenza delle performance ambientali dell’azienda; • un’opportunità di comunicazione verde e di marketing

ambientale;• uno strumento di rafforzamento della propria “green reputation”;• un’attività economicamente strategica nell’ambito del probabile futuro

sviluppo delle politiche di tassazione ambientale a carico della CO2 (a sostegno delle politiche nazionali contro il cambiamento climatico).

In quest’ottica VALORITALIA propone alle aziende la certificazione CARBON FOOTPRINT.

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consorzio Vini Venezia ˙ 1| 2013 25consorzio Vini Venezia ˙ 1| 201324

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sulla strada dell’enoturismo

Enoturismo, la prossima sfida

Al momento di andare in stampa con questo numero di “Serenissimi Vini”, stiamo chiudendo importanti iniziative,

che nei prossimi mesi daranno i loro frutti, al-meno così speriamo! L’attività più importante che ci vede impegnati in queste settimane è un convegno intitolato “Fare impresa con l’eno-turismo. Suggerimenti e modalità per aumen-tare le visite in cantina e nel territorio”, pre-visto per il 25 marzo 2013 ad Annone Veneto, Comune nostro associato.Il tema è, ovviamente, strettamente collegato al concetto stesso di Strada del Vino e dei Pro-dotti Tipici, ossia la promozione del territorio attraverso le sue ricchezze enogastronomiche, con l’intento di creare redditività a tutti gli addetti del comparto agroalimentare e turisti-co, cantine in primis.In questa ottica abbiamo invitato autorevoli relatori del settore, in grado di dare impor-tanti suggerimenti e strategie di azione e co-municazione alle aziende vitivinicole e più in generale a tutti i soggetti sensibili alla questione(es. albergatori, ristoratori, enti pubblici e privati legati al turismo, alla pro-mozione, al commercio).Tra gli altri sono stati nostri ospiti Iole Piscol-la, giornalista e responsabile turismo per l’Associazione Nazionale Città del Vino, Claudia Mencacci, diret-tore dell’Associazione Alberga-tori di Montepulciano(Siena), Enrico De Marco, Tour ope-rator ed esperto di incoming turistico.Il messaggio che voglia-mo rilanciare con questo incontro ha una doppia lettura: da un lato la cantina ed il vino sono un prodotto fondamen-tale nella promozione turistica del territorio, dall’altro che il turi-smo deve diventare

strada dEi Vini strada dEi Vini

27

Approfitto di queste righe per ringraziare coloro che, con fattiva collaborazione, ci hanno aiutato a organizzare questa inizia-tiva e quindi il comune di Annone Veneto, che da sempre è vicino al mondo vitivini-colo, l’associazione Città del Vino, che a livello nazionale promuove le realtà eno-turistiche e la BCC Pordenonese, che da diversi anni è nostro fondamentale partner e che ha dimostrato di credere nel territo-rio e, soprattutto, nelle aziende del Lison Pramaggiore.Appuntamento al prossimo numero di “Se-renissimi Vini” per darvi resoconto delle conclusioni e degli spunti emersi.

Con la fine del periodo fieristico dedicato al turismo (Bit a Milano, Itb a Berlino, Free di Monaco) e l’approssimarsi delle

grandi kermesse vitivinicole (Prowein e Vini-taly) siamo andati a studiarci un po’ di dati sul turismo del vino.A livello nazionale, il turismo enogastronomi-co ha un giro d’affari che va dai 3 ai 5 miliar-di di euro, muove dai 4 ai 6 milioni di turisti ed è, secondo l’Istat, l’unico settore in cresci-ta dell’intera economia, nonostante ciò siamo ben distanti da realtà di successo come Fran-cia e Spagna che raggiungono performance superiori alle nostre sia nell’enoturismo sia nel comparto turistico complessivo. Un dato su tutti: l’Italia muove 30 miliardi di euro, mentre francesi e spagnoli ci surclassano ri-spettivamente con 43 e 38 miliardi. Abbiamo preso come spunto il fatto che il Piemonte è la regione italiana con il più alto numero di pro-duttori di vino di qualità (20%), che la Tosca-

na ha la più alta percentuale di produttori top (21,8%), mentre il Veneto è leader per il nu-mero di bottiglie di qualità (16,9%) presenti sul mercato. Però se andiamo a vedere la “Top 10” dei territori a maggiore vocazione enoga-stronomica d’Italia, ossia quelle aree dove si realizza un perfetto connubio tra grandi vini e buona cucina, potremmo restare sorpresi, non da chi c’è ma da chi non c’è. Questa è la clas-sifica (per provincia): Cuneo, Siena, Verona, Bolzano, Firenze,Trento, Asti, Brescia, Udine e Gorizia. in altri termini: Barolo, Brunello, Valpolicella, Muller Thurgau, Chianti, Terol-dego, Moscato, Franciacorta, Friulano, Ribol-la. Venezia e Treviso, con le loro Doc, non ci sono neanche per il rotto della cuffia (sebbene i colleghi di Conegliano Valdobbiadene pos-sano vantare risultati in continua ascesa). Questi dati stridono con i numeri relativi al turismo in Veneto che con 62 milioni di pre-senze, di cui il 65% di stranieri, si conferma la prima regione in Italia per afflusso turistico e che il grosso di questi numeri si realizza sulle località turistiche balneari: Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo, Cavallino, Sottomarina, oltre che a Venezia.Con questi presupposti, sapendo che il nostro territorio ha delle eccellenze artistiche e cul-turali da valorizzare (basti pensare a Oderzo e Portobuffolè), ma anche naturalistiche come l’alzaia del Sile, specialità enogastronomiche quali i formaggi e salumi e soprattutto il vino, sapendo che al turista balneare la spiaggia non basta più, siamo a porre la domanda: abbiamo voglia di andare in cerca di questi visitatori stranieri e portarli per la (nostra) Strada? La fonte dei dati citati è il decimo rapporto an-nuale “Osservatorio sul Turismo del Vino in Italia” promosso dalle Città del Vino e realiz-zato dal Censis Servizi, pubblicato a primave-ra 2012, a giorni leggeremo l’aggiornamento: siamo curiosi di vedere le novità!

Claudio Ciani BassettiVicepresidente della Strada Vini del Piave

una fonte di reddito sempre più importante per la cantina. Sembra scontato dirlo, ma nel-la pratica, in questi anni, non si è riusciti a far gruppo in maniera sistematica su questo tema ed è per questo che abbiamo deciso di condividere le esperienze di realtà che hanno creato un circolo virtuoso ed economicamente redditizio sull’accoppiata vino-turismo.

consorzio Vini Venezia ˙ 1| 2013 27consorzio Vini Venezia ˙ 1| 201326

2928

BUonE nUoVE BUonE nUoVE

i vini la carline sfilano al vinitalYVinitaly, il salone internazionale del vino e dei distillati, è da sempre per Le Carline un appuntamento imperdibile e anche quest’anno ci potrete trovare a Verona dal 7 al10 Aprile, al padiglione 5 stand D7. L’intero staff aziendale sarà a disposizione per proporre in degustazione l’intera gamma dei vini biologici: dalle vivaci bollicine, passando per i bianchi freschi e profumati, ai rossi giovani e invecchiati, senza dimenticare le eccellenze della cantina: la linea di vini senza solfiti aggiunti, il Lison Docg Classico ed il Dogale.

le magnolie, vini da tre generazioniL’azienda agricola Le Magnolie, di Negrisia di Ponte di Piave, fu fondata verso la fine del secolo XIX e da tre generazioni porta avanti la realtà della produzione vitivinicola. Ora è condotta da Francesco, enologo e sommelier, assieme al papà Sante. I vigneti si estendono sulle splendide pianure trevigiane. Il clima e le condizioni atmosferiche sono le migliori per ottenere ottime uve. La composizione chimica del suolo dona a queste carattere e un delicato bouquet. Queste importanti caratteristiche, unite alle moderne tecniche di produzione e al rispetto della tradizione, hanno permesso all’azienda di migliorare nel tempo ed

offrire vini di ottima qualità, tranquilli, frizzanti e spumanti, che hanno conquistato anche Paesi esteri come Giappone, Stati Uniti, Inghilterra, Svezia e Germania.

lonconBianco star de le contrade al vinitalYL’azienda Le Contrade è stata premiata con Medaglia d’Argento per il suo vino da agricoltura biologica Chardonnay Doc Lison Pramaggiore 2011 al Concorso internazionale dei vini biologici del salone MillésimeBio 2013 tenutosi a Montpellier, in Francia. La scelta di adottare il metodo biologico nella coltivazione della vite, attuato nei propri vigneti fin dal 1993 , ha condotto l’azienda ad una sempre più ferma convinzione che sia necessario presentare al cliente un prodotto genuino, e al contempo, rispettare l’ambiente. E da questa filosofia aziendale prende vita il nuovo nato di casa SavianVini, il vino LonconBianco no solfiti: un vino di nuova generazione, proveniente da un sapiente uvaggio di uve biologiche Chardonnay e Tai, senza aggiunta di solfiti. L’azienda presenterà il nuovo vino durante la 47° edizione di Vinitaly, che si terrà a Verona dal 7 al 10 aprile 2013.

vinitalY 2013: il Percorso moletto Per scoPrire vini di grande soddisfazioneVi aspettiamo al nostro stand -padiglione 4 Stand G5 - al più grande salone internazionale dedicato al vino. Un’occasione per conoscere e degustare la delicatezza dei bianchi della vendemmia 2012, l’ampia gamma di bollicine Moletto e i rossi intensi, vinosi, di corposo spessore. Sfoglia o scarica il percorso di degustazione Moletto su http://www.moletto.com/ita/newsletter/2013/1

moletto, our itinerarY to titillate Your sensesWe’ll be waiting for you at our stand at Vinitaly (Pav. 4 Stand G5), the no. 1 international fair dedicated to wine in the world. We will be showcasing a fantastic array of white wines, the fruits of the 2012 harvest. And sparkling wines? Sure, first of all Moletto Prosecco DOC Extra Dry! What else is new? At our stand you can taste a complete range of red wines unique in colour, aroma and taste. Browse or download Moletto tasting itinerary at Vinitaly on: http://www.moletto.com/eng/newsletter/2013/1

lison e ProBus ai galliImportante riconoscimento per due dei vini più rappresentativi dell’azienda agricola Ai Galli. Il Lison Classico Docg ed il Rosso Doc “ Probus “ sono stati inseriti nella prestigiosa guida “I Vini d’Italia 2013” de L’Espresso. Il ”Probus” nasce dall’unione delle migliori partite di uve Merlot e Cabernet Franc. La maturazione ottimale delle uve, la vinificazione effettuata secondo le più rigorose tecniche enologiche e l’affinamento in barrique di rovere, danno come risultato il perfetto equilibrio tra l’apporto elegante del legno e l’esaltazione delle migliori proprietà delle uve. Il Lison Classico, che dal 2010 vanta del prestigioso riconoscimento della Docg, è il degno erede del Tocai, vino che sin dai tempi della Repubblica Serenissima è protagonista assoluto dell’enologia di casa nostra. Per la produzione di questa eccellenza vengono utilizzate uve particolarmente selezionate, provenienti da vigneti a bassa resa per ettaro, portate a maturazione ottimale e scrupolosamente vendemmiate a mano.

Porte aPerte all’azienda adriana zamBonDa quest’anno l’azienda vitivinicola Adriana Zambon apre le porte ai suoi clienti, con la novità dello spaccio aziendale “open full time” orario 8:00 - 12:10 e 13:30 - 19:30 dal lunedì al sabato. Lo staff di Adriana Zambon vi aspetta per degustare i vini della zona del Piave,

accostandoli ai salumi del territorio. Disponibili an-che visite guidate su prenotazione. L’azienda Adriana Zambon è in via Grande, di fronte la chiesa di Rovarè di San Biagio di Callalta (TV).

astoria riscoPre le “Bordolesi imPeriali” Astoria completa il rinnovamento della sua gamma di vini classici con una nuova veste: la bottiglia tradizionale lascia spazio alla bordolese imperiale, leggermente più bassa e aggraziata. Un restyling anche nella grafica, fresca e accattivante, un modo per dare un tono più elegante e moderno ai grandi vini classici della casa di Refrontolo. Dopo aver ini-ziato lo scorso anno con Sauvignon e Cabernet, la gamma si completa nel 2013 col Prosecco Doc tranquillo “Vigna”, il Merlot “il Puro” Doc, il Muller Thurgau Frizzante Igt e il Pinot Nero “Caranto” Igt.

Appena fuori San Polo di Piave. Il fiume scorre poco lontano. Di qui passava la via Postumia. Ed eredità romana è il nome del luogo, Braite, coltivato a vigneto. Da quattro generazioni lo cura la famiglia Facchin che da autentici “vignaioli” dalle uve ricavano i loro vini. Sono ventuno tesori della casa, seguiti con passione autentica dal fiorire delle viti alla vendemmia, dalla pigiatura all’imbottigliamento e alla commercializzazione. Vini Doc della Marca Trevigiana, rossi e bianchi. Vini spumanti e frizzanti. Ultimi nati, il Prosecco Doc Treviso Millesimato Brut e Extra Dry, il “Roccolo” dai poderi Dalla Balla, il Carmenère Doc Piave in purezza, il Malanotte del Piave Docg, massima espressione del Raboso Piave e le grappe di Antonio. Per Casa Facchin il vino è la vita che si trasmette di padre in figlio.

facchin, vignaioli autentici

A Montpellier, France, le 27 novembre 2012Thierry Julien, Président de Sudvinbio Commissariat Général

MillésimeChallenge

MEDAILLE D’ARGENTSILVER MEDAL

M. SAVIAN, LE CONTRADE, à ANNONE VENETO, ItaliePour son D.O.C. Lison Pramaggiore, Blanc, CHARDONNAY, 2011

AG10

consorzio Vini Venezia ˙ 1| 2013 29consorzio Vini Venezia ˙ 1| 201328

aziEndE assoCiatE aziEndE assoCiatE

LE aziEndE assoCiatEA.C. S.R.L. CROCETTA DEL MONTELLO TV - 0423 6699 [email protected]

AGR. MAZZOLADA S.R.L. CASTELFRANCO VENETO TV - 0421 704646 [email protected]

ANTONIO FACCHIN & FIGLI S.S. SOC. AGR. SAN POLO DI PIAVE TV - 0422 743550 [email protected]

ANZOLIN ALESSANDRO CONDORDIA SAGITTARIA VE [email protected]

AZ. AGR. AGRISAM DI SAMANTHA ZOPPAS ANNONE VENETO VE - 0422 864008

AZ. AGR. AI GALLI DI BUZIOL ELIDE PRAMAGGIORE VE - 0421 799314 [email protected]

AZ. AGR. AI MORI DI GIUST IVANO ANNONE VENETO VE [email protected]

AZ. AGR. AL PONTE DI SAVIAN MARCO ANNONE VENETO VE [email protected]

AZ. AGR. AMADIO ANTONIO PORTOGRUARO VE - 0421 204186 [email protected]

AZ. AGR. BECCARELLO DI FOSSA LIA - FOSSALTA DI PORTOGRUARO VE - 041 920400 [email protected]

AZ. AGR. BELLOTTO & C. S.S. PORTOGRUARO VE - 0421 704852 [email protected]

AZ. AGR. BELLUSSI A. & L. S.S. SOC. AGR. VAZZOLA TV - 0438 28439 [email protected]

AZ. AGR. BOARETTO ERNESTO MARIO, BOARETTO MARIO E PAOLO S.S. - ANNONE VENETO VE - 0422 864080

AZ. AGR. BORGO STAJNBECH DI MARINATTO ADRIANA - PRAMAGGIORE VE - 0421 799929 [email protected]

AZ. AGR. BORON REMIGIO & AMEDEO S.S. SOC. AGR. - ANNONE VENETO VE - 0422 864020 [email protected]

AZ. AGR. BOT-BRAVIN DI BRAVIN GIOVANNA PRAMAGGIORE VE - 0421 799171

AZ. AGR. BRAIDA COMUGNE DI MASCARIN GIAMPAOLO - PRAMAGGIORE VE - 0421 799375 [email protected]

AZ. AGR. CASA ROMA S.S. SOC. AGR. SAN POLO DI PIAVE TV - 0422 855339 [email protected]

AZ. AGR. CASERATE PORTOGRUARO VE - 0421 204269

AZ. AGR. CASERE S.S. SANTO STINO DI LIVENZA VE - 0421 88036 [email protected]

AZ. AGR. CASTELLO DI RONCADE DI CIANI BASSETTI VINCENZO RONCADE TV - 0422 708736 [email protected]

AZ. AGR. CHIARELLO LUIGINO PORTOGRUARO VE - 0421 704702 [email protected]

AZ. AGR. CONTE COLLALTO DI COLLALTO ISABELLA - SUSEGANA TV - 0438 738241 [email protected]

AZ. AGR. CORTE DEGLI ABBATI DI ANTONEL ANGELO - MEDUNA DI LIVENZA TV - 0422 767184 [email protected]

AZ. AGR. COVALLERO DI COVALLERO ROBERTO PRAMAGGIORE VE - 0421 799233

AZ. AGR. DE NONI RENATO CAPPELLA MAGGIORE TV - 0438 551216 [email protected]

AZ. AGR. F.LLI COLLOVINI S.N.C. DI COLLOVINI FLAVIO E SANDRO - PRAMAGGIORE VE - 0421 799689 [email protected]

AZ. AGR. F.LLI CORVEZZO DI CORVEZZO RENZO CESSALTO TV - 0421 327203 [email protected]

AZ. AGR. FORMENTIN LUCIANO DI FORMENTIN MAURO - PORTOGRUARO VE - 0421 704671 [email protected]

AZ. AGR. FRASSINELLI GIANLUCA MARENO DI PIAVE TV - 0438 30119 [email protected]

AZ. AGR. FRATTINA DI M. e D. DELLA FRATTINA S.S. PRAVISDOMINI PN - 043821210 [email protected]

AZ. AGR. FURLAN ALESSANDRO PORTOGRUARO VE - 0421 71115 [email protected]

AZ. AGR. GONELLA BALDOVINO ANNONE VENETO VE - 0422 864105 [email protected]

AZ. AGR. INTROVIGNE ANTONIO FONTANELLE TV - 0422 749106 [email protected]

AZ. AGR. LA BARATTA DI CROSARIOL STEFANO ANNONE VENETO VE - 0422 863753 [email protected]

AZ. AGR. LA FRASSINELLA DI CADORE MADDALENA PORTOGRUARO VE - 0421 704665 [email protected]

AZ. AGR. LA PRACURTE DI FAVRO ALBERTO ANNONE VENETO VE - 0422 769744 [email protected]

AZ. AGR. LA ROTA DI PIGAFETTA SERGIO & C. S.S. CINTO CAOMAGGIORE VE - 3398227153 [email protected]

AZ. AGR. LE CARLINE DI PICCININ DANIELE PRAMAGGIORE VE - 0421 799741 [email protected]

AZ. AGR. LE MAGNOLIE DI LORENZON FRANCESCO PONTE DI PIAVE TV - 0422 754090 [email protected]

AZ. AGR. MAZZAROTTO GIOVANNI E GIRO DIALMA S.S. SOC. AGR.- TORRE DI MOSTO VE - 0421 310684 [email protected]

AZ. AGR. NARDIN WALTER S.S. SOC. AGR. - ORMELLE TV - 0422 851622 [email protected]

AZ. AGR. ORNELLA MOLON TRAVERSO DI TRAVERSO ALEX - SALGAREDA TV - 0422 804807 [email protected]

AZ. AGR. PELLIZZARO MARIA PRAMAGGIORE VE - 0421 799420

AZ. AGR. PIAZZA PAOLO E ANGELO S.S. SOC. AGR. ANNONE VENETO VE - 0422 864033 [email protected]

AZ. AGR. PICCININ DI CANDONI SILVANA - PRAMAGGIORE VE - 0421 799766

AZ. AGR. PODERI SALVAROLO S.S. PRAMAGGIORE VE - 0421 200162 [email protected]

AZ. AGR. ROMEO LAZZAROTTO DI LAZZAROTTO B. e S. S.S. - MOTTA DI LIVENZA TV - 0421 768041 [email protected]

AZ. AGR. SEGATTO EUGENIO E SAMASSA GIOVANNA S.S. - PORTOGRUARO VE - 0421 799601

AZ. AGR. SETTEN DAVIDE ALCIDE - MANSUE’ TV - 0422 755288 [email protected]

AZ. AGR. SPERTI DI BONA RENZO - SALGAREDA TV -0422 804130 [email protected]

AZ. AGR. TERRE DI OGLIANO S.S. SOC. AGR. - CONEGLIANO TV - 0438 400775 [email protected]

AZ. AGR. TESABRUSADA DI ZANUTTO ALESSIO MARIO - PORTOGRUARO VE - 421273242

AZ. AGR. TREGNAGHI MICHELE - ANNONE VENETO VE - 0422 864024

AZ. AGR. VALENT DI VALENT VITTORINO - PRAMAGGIORE VE - 0421 287021 [email protected]

AZ. AGR. VALENT ROMEO DI VALENT EZIO PRAMAGGIORE VE - 0421 799214

AZ. AGR. VERONA FERRUCCIO, DANILO & C. S.S. ANNONE VENETO VE - 0434 644079

AZ. AGR. VIGNA DOGARINA S.A.S. DI TONUS GUIDO & C. - SALGAREDA TV - 0422 804129 [email protected]

AZ. AGR. ZAMBON ADRIANA REFRONTOLO TV - 0422 797165 [email protected]

AZ. VIN. FINOT S.A.S. DI FINOT GAETANO PRAMAGGIORE VE - 0421 200145

AZ. VIT. BELLIA ORNELLA PRAMAGGIORE VE - 0421 200679 [email protected]

AZ.VIN. BEVILACQUA GIUSEPPE VITTORIO VENETO TV - 0438 53362

BARBARAN VIGNE E VINI SOC. AGR. DI BARBARAN FABIO & C. S.S. - ZENSON DI PIAVE TV - 0421 344163 [email protected]

BATTISTON LUCIANA PORTOGRUARO VE - 0421 793911

BELLIA ENNIO PORTOGRUARO VE - 0421 204170 [email protected]

BELLIA GUERRINO E FIGLI S.S. PORTOGRUARO VE - 0421 204071

BERGAMO VINI SOC. AGR. DI BERGAMO PAOLO S.S. MOTTA DI LIVENZA TV - 0422 768032 [email protected]

BORGO MOLINO VIGNE & VINI DI NARDIN P. & P. SOC. AGR. ORMELLE TV - 0422 851625 [email protected]

BORGOVERDE S.R.L. SAN BIAGIO DI CALLALTA TV - 0422 895222 [email protected]

BOSCHETTO ANNAMARIA & FRANCO S.S. PORTOGRUARO VE - 0421 704705

BOSCO DEL MERLO S.S. DI PALADIN CARLO & C. SOC. AGR. PRAVISDOMINI PN - 0422 768167 [email protected]

CANTINA MARENO S.C.A. MARENO DI PIAVE TV - 0438 492321 [email protected]

CANTINA S. OSVALDO S.R.L. VOLPAGO DEL MONTELLO TV - 0422 864012 [email protected]

CANTINA SOCIALE DI ORSAGO S.C.A. ORSAGO TV - 0438 992108 [email protected]

CANTINA SOCIALE TEZZE DI PIAVE S.A.C. VAZZOLA TV - 0438 488190 [email protected]

CANTINA VITICOLTORI PONTE DI PIAVE S.C.A. PONTE DI PIAVE TV - 0422 857650 [email protected]

CAPO DI VIGNA SOC. AGR. S.S. MOTTA DI LIVENZA TV - 0422 863828 [email protected]

CASA GERETTO S.R.L. SANTO STINO DI LIVENZA VE - 0421 460253 [email protected]

CASA VIN. A. PORCELLATO S.N.C. RIESE PIO X TV - 0423 483160 [email protected]

CASA VIN. BOTTER CARLO & C. S.P.A. FOSSALTA DI PIAVE VE - 0421 67194 [email protected]

CASA VINICOLA BOSCO MALERA SRL SALGAREDA TV - 0422 807818 [email protected]

CASONATO DANIELE ANNONE VENETO VE - 338 4644993 [email protected]

CEOLIN FERDINANDO PRAMAGGIORE VE - 0421 799313 [email protected]

CESCO GIUSEPPE FOSSALTA DI PORTOGRUARO VE - 0421 700300 [email protected]

CESCON GIUSEPPE E ANTONELLA S.S. SOC. AGR. CHIARANO TV - 0422 746294 [email protected]

COLLOVINI ADELINO PRAMAGGIORE VE - 0421 799213 [email protected]

DE STEFANI S.S. SOC. AGR. TREBASELEGHE VE - 0421 67502 [email protected]

DISSEGNA FRANCESCO ANNONE VENETO VE - 0422 864045

ENOTECA PROF. CESCON S.A.S. DI CESCON IVAN SALGAREDA TV - 0422 804804

FURLAN SOC. AGR. S.S. SAN VENDEMIANO TV - 0438 778267 [email protected]

GALLI DANILO PRAMAGGIORE VE - 0421 799209

GAMBRINUS S.A.S. DI ZANOTTO ADRIANO & C. SAN POLO DI PIAVE TV - 0422 855246 [email protected]

GENAGRICOLA S.P.A. “CA’ CORNIANI” TRIESTE TS - 0421 84223 [email protected]

GENAGRICOLA S.P.A. “S. ANNA” TRIESTE TS- 0422 864511 [email protected]

GOTTARDI LINO & MORUTTO MARISA S.S. CAORLE VE - 0421 81893

GUIDA LUIGI PORTOGRUARO VE - 0421 287106 [email protected]

IMMOBILIARE PORTOGRUARESE S.A.S. DI ALTAN WALTER & C. PORTOGRUARO VE - 0421 704647 [email protected]

ISTITUTO DIOCESANO PER IL SOSTENTAMENTO DEL CLERO VITTORIO VENETO TV - 0438 949399

LA CANTINA PIZZOLATO DI PIZZOLATO SETTIMO & C. S.A.S. VILLORBA TV - 0422 928166 [email protected]

LA MARCA VINI E SPUMANTI S.C.A. ODERZO TV - 0422 814681 [email protected]

LE CONTRADE DI SAVIAN ARNALDO E WILLIAM S.S. SOC. AGR. ANNONE VENETO VE - 0422 864068 [email protected]

LE VIGNE DI LENOS DI COLLOVINI CLAUDIO PRAMAGGIORE VE - 0421 799037 [email protected]

consorzio Vini Venezia ˙ 1| 2013 31consorzio Vini Venezia ˙ 1| 201330

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: dà vini caratterizzati da sentori erba-cei e leggero speziato, di ottima acidità. È consigliato in taglio con il Tondo per prodotti freschi e frizzanti.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini fruttati di buona acidità an-che adatti all’invecchiamento.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: il quadro aromatico del vino risulta caratterizzato da sentori di mela verde, floreale fresco ed agru-mi. Buone l’acidità, la persistenza e la struttura.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: il quadro aromatico del vino risulta caratterizzato da sentori di frutta, mela matura, limone e flo-reali freschi. Ottimo per vini freschi e frizzanti.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini eleganti, profumati, di cor-po. Indicato il taglio con R 6.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: per vini dai profumi ampi, florea-li-fruttati con accentuate note balsamiche, di ottima struttura ed acidità, adatti sia al consumo giovane, come vino fermo o spumantizzato, che al medio invecchiamento.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: dà vini di colore giallo paglierino scarico con riflessi verdognoli, con profumo di mela, fini, sa-pidi, freschi; si presta alla spumantizzazione (Charmat lungo). Ottime l’acidità e la tipicità.

MEDIAVIGORIA

GRAPPOLO

ACINO

PRODUTTIVITÀ

Potenziale enologico: il quadro aromatico del vino risul-ta caratterizzato da sentori floreali e fruttati persistenti (mela matura). Equilibrato, mantiene un’ottima freschezza e si presta sia alla preparazione di vini tranquilli sia per frizzanti e spumanti.

VCR 90

R 6

VCR 219* (Biotipo Balbi)

VCR 223* (Biotipo Balbi)

VCR 5

VCR 204*

VCR 101 (Biotipo Tondo)

VCR 124 (Biotipo Balbi)

GLERA LUNGA

PINOT GRIGIO

GLERA

* In via di omologazione

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Rauscedo (PN)Tel. 0427.948811

VCR: IL NUMERO 1 AL MONDO DEL VIVAISMO VITICOLO

Per un reddito sicuro dal vostro vigneto vi suggerisco:Glera VCR 101, VCR 124, VCR 219*, VCR 223*Glera Lunga VCR 90Pinot Grigio R 6, VCR 5, VCR 204*

DANIELE CECONAGRONOMO, CAPO AREA VCR DAL 1988

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11-

2012

Due grandi vitigni, il Glera e il Pinot Grigio, che anche nei periodi più difficili hanno sempre dato reddito al viticoltore e che continuano a darlo anche in funzione delle ottime selezioni clonali messe a disposizione dei viticoltori! Il diffusissimo Pinot Grigio Rauscedo 6 ne è la testimonianza più concreta e a questo si è associato poi il VCR 5 di minore produttività e più elevata qualità. Anche per la produzione di Prosecco DOC e di Glera IGT la gamma clonale si è ampliata ed è ben rappresentata dai biotipi Balbi e Tondo. Un patrimonio unico per i viticoltori!

aziEndE assoCiatE

LENA SANTE PORTOGRUARO VE - 0421 703910

LENA VITTORIO FOSSALTA DI PORTOGRUARO VE - 0421 700376

LORENZON ANGELO ESPEDITO SOC. AGR. S.S. ORMELLE TV - 0422 851117 [email protected]

LUCCHESE SILVIO & FIGLI S.S. SAN POLO DI PIAVE TV - 0422 855195 [email protected]

LUIGINO ZAGO SOC. AGR. S.S. MASERADA SUL PIAVE TV - 0422 98426 [email protected]

MALGARIN GIAMPIETRO PRAMAGGIORE VE - 0421 799588

MASOTTINA S.P.A. CONEGLIANO TV - 0438 400775 [email protected],

MERCANTE F.LLI S.S. SOC. AGR. ODERZO TV - 0422 853744 [email protected]

MOLETTO SOC. AGR. S.S. MOTTA DI LIVENZA TV - 0422 860576 [email protected]

MONTAGNER VINI E SPUMANTI S.R.L. MOTTA DI LIVENZA TV - 0422 861800 [email protected]

NARDO SERGIO PRAMAGGIORE VE - 0421 799654

PALADIN S.P.A. PRAVISDOMINI PN - 0422 768167 [email protected]

PIAZZA ANTONIO, GIORGIO E STEFANO S.S. ANNONE VENETO VE - 0422 864150 [email protected]

PIVETTA GIUSEPPE PRAMAGGIORE VE - 0421 799145 [email protected]

PX3 SOC. AGR. S.R.L. PRAMAGGIORE VE - 0421 799046

RECHSTEINER DI FLORIAN VON STEPSKI-DOLIWA ODERZO TV - 0422 752074 [email protected]

RONZANI ANTONIO PRAMAGGIORE VE - 0421 799215

S. MARGHERITA S.P.A. FOSSALTA DI PORTOGRUARO VE - 0421 246111 [email protected]

SANDRO E FRANCESCO BRAVIN SOC. AGR. S.S. PORTOGRUARO VE - 347 3210407 [email protected]

SAVIAN EGIDIO PORTOGRUARO VE - 0421 204116

SAVIAN LIVIO PORTOGRUARO VE - 0421 704655

SCOMPARIN MARIO ANNONE VENETO VE - 0422 864066

SCOTTI GIULIA PRAMAGGIORE VE - 0421 799257

SGORLON OSCAR SANTO STINO DI LIVENZA VE - 0421 311181

SOC. AGR. 47 ANNO DOMINI S.S. TREBASELEGHE TV - 0422 849976 [email protected]

SOC. AGR. BAROLLO MARCO E NICOLA S.S. PADOVA TV - 0422 633014 [email protected]

SOC. AGR. BONOTTO LORIS & C. S.S. VAZZOLA TV - 0438 28795 [email protected]

SOC. AGR. BOSCO DEL CORNER DI CECCUTTO & C. S.S. GORGO AL MONTICANO TV - 0422 800017 [email protected]

SOC. AGR. DONNA CATERINA S.S. DI DE GIORGI LUISA & C. VAZZOLA TV - 0438 740570 [email protected]

SOC. AGR. EREDI SCALA ERNETO E C. S.S. CAORLE VE - 0421 884071 [email protected]

SOC. AGR. GRASSI S.S. SAN POLO DI PIAVE TV - 0422 855219 [email protected]

SOC. AGR. LA QUERCIA DI SMANIOTTO FEDELE & C. S.S. GORGO AL MONTICANO TV - 0422 746193

SOC. AGR. MARCELLO DEL MAJNO S.S. FONTANELLE TV - 0422 809201 [email protected]

SOC. AGR. MARCUZZO DI ROBERTO & FIGLI S.S. MOTTA DI LIVENZA TV - 0422 860021 [email protected]

SOC. AGR. PRINCIPI DI PORCIA E BRUGNERA S.S. AZZANO DECIMO PN - 0434 631001 [email protected]

SOC. AGR. RINELDA S.R.L. SAN DONA’ DI PIAVE VE - 0421 704627 [email protected]

SOC. AGR. SANDRE S.S. SALGAREDA TV - 0422 804135 [email protected]

SOC. AGR. SUTTO S.S. DI SUTTO F. & C. SALGAREDA TV - 0422 744063 [email protected]

SOC. AGR. TENUTA OLIVI S.S. BREDA DI PIAVE TV - 0422 90019 [email protected]

SOC. AGR. VALLE FRASSINA S.S. CAORLE VE - 0421 88094 [email protected]

STRUMENDO SANTE PORTOGRUARO VE - 0421704757 [email protected]

TENUTA AGRICOLA DI LISON S.R.L. MILANO MI - 0421 704613

ALEANDRI S.A.S. DI FAVERO G.&C. MOTTA DI LIVENZA TV - 0422765571 [email protected]

TENUTA BONOTTO DELLE TEZZE DI BONOTTO ANTONIO VAZZOLA TV - 0438 488323 [email protected]

TENUTA MULIN DI MEZZO DI BATTISTON SILVANA ANNONE VENETO VE - 0422 769398 [email protected]

TENUTA SAN GIORGIO S.R.L. SOC. AGR. MASERADA SUL PIAVE TV - 0422 743135 [email protected]

TENUTA SAN GIOVANNI DI MARTELLOZZO GIORGIO PRAMAGGIORE VE - 0421 799078 [email protected]

TERRA MUSA DI MORENO MUSARAGNO & C. S.S. SOC. AGR. PRAMAGGIORE VE - 0421 799155 [email protected]

TESSERE SOC. AGR. S.S. NOVENTA DI PIAVE VE - 0421 320438 [email protected]

TOFFOLON MARIO PRAMAGGIORE VE - 0421 799517

TOMASELLA ANDREA PRAMAGGIORE VE - 0421 799115 [email protected]

VI.V.O. CANTINE S.A.C. CAMPODIPIETRA TV - 04220744018 [email protected]

VILLA BRUNESCA S.R.L. GORGO AL MONTICANO TV - 0422 800026 [email protected]

VILLA CASTALDA S.R.L. GORGO AL MONTICANO TV - 0422 800042 [email protected]

VILLA SANDI S.R.L. CROCETTA DEL MONTELLO TV - 0423 665033 [email protected]

ZILIOTTO PAOLO GRUARO VE - 0421 206341 [email protected]

ZUIN LUCA PORTOGRUARO VE - 0421 204122 [email protected]

consorzio Vini Venezia ˙ 1| 201332

AGENZIA di PORDENONE

SEDI DI

L NUOVO REGIME DEI CONTRIBUENTI MINIMI

ovità assoluta per chi non supera i 30 mila euro

primo gennaio 2008 decorre il nuo-egime semplifi cato di tassazione dei tribuenti minimi persone fi siche, i li potranno “saldare” i conti con il o con il pagamento di una impostaitutiva pari al 20% in sostituzione versamento di IRPEF, IRAP, ADDI-NALI. Inoltre, saranno esonerati li adempimenti I.V.A. e dal relativo amento, oltre ad essere esonera-agli studi di settore, dai parametri tabili e dalla dichiarazione IRAP.

UTTO CIO’ CHE ISOGNA SAPERE

uindi introdotto a partire dal 2008 nuovo regime semplifi cato riserva-lle persone fi siche che esercitano vità d’impresa e di lavoro auto-

mo con ricavi o compensi pari o eriori a euro 30.000. Accesso riser-o ai soggetti che nel triennio pre-

dei soggetti che presentano i requisiti previsti per l’accesso. È possibile opta-re per il regime ordinario; l’opzione è vincolante per un triennio. In via transitoria l’opzione per il regime or-dinario esercitata per il 2008 può esse-re revocata con effetto dal 2009. Sono previste regole particolari per il passag-gio dal regime ordinario al regime dei minimi per evitare salti e duplicazioni di imposta ai fi ni delle imposte diret-te; ai fi ni IVA è previsto l’obbligo di rettifi ca della detrazione per i beni strumentali e per gli altri beni non ancora utilizzati (ad esempio giacen-ze di magazzino al 31.12.2007).

SOGGETTI ESCLUSI Sulla base di quanto stabilito dalla Cir-colare n. 73/E dell’Agenzia delle En-trate si afferma che: “Non sono compatibili con il regime dei contribuenti minimi i regimi spe-

del dDPR n. 633/72); editoria (art. 74, primo c. del dPR n. 633/72); gestione di servizi di telefonia pubblica (art. 74, primo c. del dDPR n. 633/72); rivendi-ta di documenti di trasporto pubblico e di sosta (art. 74, primo c. del dPR n. 633/72); intrattenimenti, giochi e altre attivita’ di cui alla tariffa allegata al dPR n. 640/72 (art. 74, sesto c. del dPR n. 633/72); agenzie di viaggi e turismo (art. 74-ter. del dPR n. 633/72); agritu-rismo (art. 5, comma 2, della legge 413/91); vendite a domicilio (art. 25- bis, comma 6, del dPR n. 600/73); ri-vendita di beni usati, di oggetti d’arte, d’antiquariato o da collezione (articolo 36 del d.l. n. 41/95); agenzie di vendite all’asta di oggetti d’arte, antiquariato o da collezione (articolo 40-bis del d.l. n. 41/95).” È previsto che ulteriori dispo-sizioni per l’applicazione del regime siano contenute in un Decreto attuati-vo in corso di emanazione.

SAN VITO AL TAGLIAMENTOpresso il CONSORZIO AGRARIO di GLERIS

Via AGRESTE, 2 - Tel.  0434 874068 - Fax 0434 879202

PORDENONEpresso il CONSORZIO AGRARIO

V.le VENEZIA, 113 - Tel. 0434 542401- Fax 0434 538739

DOLOAgrinordest Assoservizi Riviera del Brenta srl

Via Vego Scocco, 6 - 30031 Dolo (VE)tel. e fax 041/410063

MIRANOAgrinordest Assoservizi Miranese srl

Via Porara, 69 - 30035 Mirano (VE)tel. e fax 041/430033Per essere sempre aggiornati

sugli appuntamenti del Consorzio, visitate il sito www.consorziovinivenezia.it

MILLEUNO MALANOTTECamalò di Povegliano (TV), Giovedì 18 aprile 2013 ore 20Nell’ambito della 37^ Mostra dei Vini di Camalò si terrà una sera-ta dedicata al Malanotte del Piave Docg con premiazione del miglior Malanotte presente in mostra. Il premio sarà consegnato nel corso della cena curata dal Ristorante “da Celeste” presso i locali del centro polifunzionale di Camalò, sede della Mostra.

EXPOVINISDal 24 al 26 aprile, a San Paolo in Brasile, si tiene l’edizione 2013 del salone internazionale del vino. Ci saranno anche i vini del Consor-zio.

TERRA DEI DOGIDal 10 al 12 maggio, a Por-togruaro (VE) si tiene Terre dei Dogi 2013. I protagonisti di Terre dei Dogi in Festa sono i prodotti di qualità, i vini tipici e la tradizione gastronomica del Veneto Orienta-le. Nell’ambito della kermesse sarà premiato il miglior piatto abbinato al Lison Docg.

doVE sarEmo

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i nostri prossimiappuntamenti

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SEDI DI

L NUOVO REGIME DEI CONTRIBUENTI MINIMI

ovità assoluta per chi non supera i 30 mila euro

primo gennaio 2008 decorre il nuo-egime semplifi cato di tassazione dei tribuenti minimi persone fi siche, i li potranno “saldare” i conti con il o con il pagamento di una impostaitutiva pari al 20% in sostituzione versamento di IRPEF, IRAP, ADDI-NALI. Inoltre, saranno esonerati li adempimenti I.V.A. e dal relativo amento, oltre ad essere esonera-agli studi di settore, dai parametri tabili e dalla dichiarazione IRAP.

UTTO CIO’ CHE ISOGNA SAPERE

uindi introdotto a partire dal 2008 nuovo regime semplifi cato riserva-lle persone fi siche che esercitano vità d’impresa e di lavoro auto-

mo con ricavi o compensi pari o eriori a euro 30.000. Accesso riser-o ai soggetti che nel triennio pre-

dei soggetti che presentano i requisiti previsti per l’accesso. È possibile opta-re per il regime ordinario; l’opzione è vincolante per un triennio. In via transitoria l’opzione per il regime or-dinario esercitata per il 2008 può esse-re revocata con effetto dal 2009. Sono previste regole particolari per il passag-gio dal regime ordinario al regime dei minimi per evitare salti e duplicazioni di imposta ai fi ni delle imposte diret-te; ai fi ni IVA è previsto l’obbligo di rettifi ca della detrazione per i beni strumentali e per gli altri beni non ancora utilizzati (ad esempio giacen-ze di magazzino al 31.12.2007).

SOGGETTI ESCLUSI Sulla base di quanto stabilito dalla Cir-colare n. 73/E dell’Agenzia delle En-trate si afferma che: “Non sono compatibili con il regime dei contribuenti minimi i regimi spe-

del dDPR n. 633/72); editoria (art. 74, primo c. del dPR n. 633/72); gestione di servizi di telefonia pubblica (art. 74, primo c. del dDPR n. 633/72); rivendi-ta di documenti di trasporto pubblico e di sosta (art. 74, primo c. del dPR n. 633/72); intrattenimenti, giochi e altre attivita’ di cui alla tariffa allegata al dPR n. 640/72 (art. 74, sesto c. del dPR n. 633/72); agenzie di viaggi e turismo (art. 74-ter. del dPR n. 633/72); agritu-rismo (art. 5, comma 2, della legge 413/91); vendite a domicilio (art. 25- bis, comma 6, del dPR n. 600/73); ri-vendita di beni usati, di oggetti d’arte, d’antiquariato o da collezione (articolo 36 del d.l. n. 41/95); agenzie di vendite all’asta di oggetti d’arte, antiquariato o da collezione (articolo 40-bis del d.l. n. 41/95).” È previsto che ulteriori dispo-sizioni per l’applicazione del regime siano contenute in un Decreto attuati-vo in corso di emanazione.

SAN VITO AL TAGLIAMENTOpresso il CONSORZIO AGRARIO di GLERIS

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V.le VENEZIA, 113 - Tel. 0434 542401- Fax 0434 538739

DOLOAgrinordest Assoservizi Riviera del Brenta srl

Via Vego Scocco, 6 - 30031 Dolo (VE)tel. e fax 041/410063

MIRANOAgrinordest Assoservizi Miranese srl

Via Porara, 69 - 30035 Mirano (VE)tel. e fax 041/430033

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L NUOVO REGIME DEI CONTRIBUENTI MINIMI

ovità assoluta per chi non supera i 30 mila euro

primo gennaio 2008 decorre il nuo-egime semplifi cato di tassazione dei tribuenti minimi persone fi siche, i li potranno “saldare” i conti con il o con il pagamento di una impostaitutiva pari al 20% in sostituzione versamento di IRPEF, IRAP, ADDI-NALI. Inoltre, saranno esonerati li adempimenti I.V.A. e dal relativo amento, oltre ad essere esonera-agli studi di settore, dai parametri tabili e dalla dichiarazione IRAP.

UTTO CIO’ CHE ISOGNA SAPERE

uindi introdotto a partire dal 2008 nuovo regime semplifi cato riserva-lle persone fi siche che esercitano vità d’impresa e di lavoro auto-

mo con ricavi o compensi pari o eriori a euro 30.000. Accesso riser-o ai soggetti che nel triennio pre-

dei soggetti che presentano i requisiti previsti per l’accesso. È possibile opta-re per il regime ordinario; l’opzione è vincolante per un triennio. In via transitoria l’opzione per il regime or-dinario esercitata per il 2008 può esse-re revocata con effetto dal 2009. Sono previste regole particolari per il passag-gio dal regime ordinario al regime dei minimi per evitare salti e duplicazioni di imposta ai fi ni delle imposte diret-te; ai fi ni IVA è previsto l’obbligo di rettifi ca della detrazione per i beni strumentali e per gli altri beni non ancora utilizzati (ad esempio giacen-ze di magazzino al 31.12.2007).

SOGGETTI ESCLUSI Sulla base di quanto stabilito dalla Cir-colare n. 73/E dell’Agenzia delle En-trate si afferma che: “Non sono compatibili con il regime dei contribuenti minimi i regimi spe-

del dDPR n. 633/72); editoria (art. 74, primo c. del dPR n. 633/72); gestione di servizi di telefonia pubblica (art. 74, primo c. del dDPR n. 633/72); rivendi-ta di documenti di trasporto pubblico e di sosta (art. 74, primo c. del dPR n. 633/72); intrattenimenti, giochi e altre attivita’ di cui alla tariffa allegata al dPR n. 640/72 (art. 74, sesto c. del dPR n. 633/72); agenzie di viaggi e turismo (art. 74-ter. del dPR n. 633/72); agritu-rismo (art. 5, comma 2, della legge 413/91); vendite a domicilio (art. 25- bis, comma 6, del dPR n. 600/73); ri-vendita di beni usati, di oggetti d’arte, d’antiquariato o da collezione (articolo 36 del d.l. n. 41/95); agenzie di vendite all’asta di oggetti d’arte, antiquariato o da collezione (articolo 40-bis del d.l. n. 41/95).” È previsto che ulteriori dispo-sizioni per l’applicazione del regime siano contenute in un Decreto attuati-vo in corso di emanazione.

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