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Lionismo Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB PERUGIA Settembre-Ottobre 2014 Rivista del distretto Lion 108L I Lions possono fare la differenza La forza contrattuale dei Lions 07 03 1 HELP emergenza lavoro 18

Settembre-Ottobre 2014 Rivista del distretto Lion 108L Lionismo · 2014. 10. 8. · dei quali anche con limitata anzianità lionistica, basan - dosi sui criteri di professio - nalità

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Lionismo

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB PERUGIA

Settembre-Ottobre 2014 Rivista del distretto Lion 108L

I Lionspossono farela differenza

La forzacontrattuale

dei Lions

0703

1

HELPemergenza

lavoro

18

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TORONTO (Canada), sede della ConventionInternazionale Lions, dove sono stati elettiJoseph (Joe) Preston, originario di Dewey,Arizona (USA) “98esimo PresidenteInternazionale” e Jitsuhiro Yamada diMinokamo (Giappone) primo vice presidente.Il motto di Preston, socio Lion dal 1974, è“strengten the pride - rafforzare l’orgoglio”.Egli ha sollecitato i Lions di tutto il mondoad accrescere i club al fine di avere maggiorecapacità per soddisfare i bisogni dellacollettività, migliorare la comunicazioneanche attraverso i social media, per crearenuove connessioni nella comunità,promuovere i club e venire in contattocon nuovi potenziali soci.I Lions del mondo possono partecipare, in modo da costituire un impatto globaleattraverso i service, sostenendo durantetutto l’anno le seguenti campagne globaliper l’azione di servizio:Coinvolgere i giovani, Condividere la visione,Alleviare la fame, Proteggere l’ambiente.

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Registrazione al tribunale di Perugia n° 20/2013 del 23 settembre 2013.Iscrizione al R.O.C. n° 10853 del 29/11/2004.La rivista viene inviata in abbonamento (€ 2,50) a tutti i soci Lionsdel Distretto 108L (Lazio, Sardegna e Umbria)

Lionismosettembre-ottobre 20142

LIONISMO – Bimestrale a cura dell’Associazione Internazionale Lions Club Distretto 108Lsettembre-ottobre 2014, numero 1, anno XLI

La rivista cura l’informazione sulle attività dei Lions al fine di diffondere l’idea lionisticanei campi del sociale, dell’economia, della scienza e in ogni campo di interesse delleComunità in cui agiscono. In particolare un’informazione che metta in luce valoriimprescindibili, per creare nel socio una maggiore consapevolezza dell’essere Lion.

Direttore editoriale: Giovanni Paolo Coppola - Governatore 2014-15Direttore emerito: PDG GWA Osvaldo de TullioDirettore responsabile: PDG Vincenzo G. G. MennellaCapo redattore: Mauro BellachiomaAmministrazione: Salvatore Condorelli tesoriere distrettuale

In redazione: Norberto Cacciaglia, Domenico Calì, Maria Patrizia Campanella,Antonino Celli, Riccardo Cimagalli, Andrea Frailis, Carlo Giovinchi, Gordana Kaitovic,Deanna Mannaioli, Giampiero Mirabassi, Carlo Ponticelli, Franca Piroso, AdolfoPuxeddu, Tiziana Sechi, Giuseppe Tito Sechi, Danilo Tropea.

Hanno inoltre collaborato a questo numero: Naldo Anselmi, Aron Bengio, GuidoCogotti, Mauro De Angelis, Jolao Farci, Bruno Ferraro, Eugenio Ficorilli, VincenzoFragolino, Sergio Gigli, Maria Luisa Imbardelli, Francesco Mozzetti, Piero Paccosi,Sissi Palmieri, Tommaso Sediari

Art director: Vincenzo G. G. MennellaProgetto grafico e impaginazione: ali&no editriceStampa: Tipolitografia Petruzzi Corrado & C – 06012 Città di Castello (PG)

Concessionaria esclusiva per la pubblicità:Comitalia srl 10025 Pino Torinese (TO)Via delle Rose, 6 - tel. 011 840232 - fax 011 840791 - [email protected]

La rivista Lionismo è l’organo di stampa del Lions Clubs International Distretto 108L.Redazione: via Umberto Saba14 - 06073 Ellera di Corciano (Pg)Gli articoli pubblicati rispecchiano il pensiero degli autori e non necessariamentequello della redazione.Si ringraziano i soci che inviano articoli e che saranno pubblicati, se rispondentialla linea editoriale, in ordine alla data di arrivo. Si raccomanda inoltre di inviaretesti originali e mai pubblicati a stampa o sul web anche se dello stesso autore.Inviare i testi in formato Word a [email protected], articoli e foto ricevuti nonvengono restituiti anche se non pubblicati. La direzione si riserva il diritto dieseguire sui testi pervenuti interventi formali, anche di riduzione, per migliorarnela leggibilità nonché decidere in quale rubrica posizionare l’articolo. Il testo deveessere conciso, non deve contenere sottolineature, grassetti e parole inmaiuscolo. La lunghezza degli scritti non dovrà superare le 5.500 battute (spaziinclusi), ogni testo dovrà avere un titolo e un abstract di quindici righe al massimoed essere accompagnato da foto in JPEG con risoluzione non inferiore a 300 dpie grandezza non inferiore a 10 cm.

Tutti gli articoli devono pervenire in redazione entro e non oltreil giorno 5 del mese antecedente l’uscita della rivista.

Questo numero è stato chiuso in redazione il 10 settembre 2014

15 dicembre 2014

15 aprile 2015

15 febbraio 2015

15 giugno 2015

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3La voce del Governatore Lionismosettembre-ottobre 2014

Carissimi,siamo all’inizio di un nuovo anno socialeche affronteremo con il consueto entu-

siasmo e una aumentata voglia di servire.Quando la nostra rivista vi sarà consegnata saràgià trascorsa qualche settimana e tutti noiavremo già iniziato le nostre attività di serviziosul territorio.

Questa annata sarà caratterizzata da nume-rose innovazioni resesi indispensabili per poteraffrontare con nuovi e più moderni mezzi le sfideche ci attendono.

Sono cambiate le metodologie di formazionee informazione facendo entrare nei club i LionsGuida Certificati e i referenti del GMT/GLT di-strettuali. Sono stati ribaltati i criteri di formazionedei comitati distrettuali, invitando i Presidenti diComitato a scegliere i proprireferenti in un pool di sociche si erano resi disponibili.Sono stati chiamati a servirenel distretto molti soci, alcunidei quali anche con limitataanzianità lionistica, basan-dosi sui criteri di professio-nalità e di esperienza, maanche di entusiasmo, che caratterizza quasisempre chi entra in una grande e importante As-sociazione come la nostra.

Nei comitati sono stati inseriti, come aggregati,anche dei Leo e qualche importante officer nonappartenente al nostro distretto. Questa novità,a mio avviso, deve essere vista come un atte-stato di maggiore attenzione al movimento deigiovani Leo e poi anche come l’apertura di unafinestra verso gli altri distretti del MD Italy di cuifacciamo parte.

L’attenzione ai Leo sarà costante per tuttol’anno e stiamo definendo un piano di incentivo

per facilitare il passaggio nei Lions dei soci Leo,a fine mandato per problemi anagrafici.

Quanto agli altri distretti deve essere miglioratala sinergia e la condivisione delle iniziative persfruttare meglio la forza dei nostri numeri.

In Italia siamo circa 43.000 soci, distribuiti ca-pillarmente sul territorio e quindi a diretto contattocon le istituzioni locali. Svolgiamo le nostre atti-vità di servizio con estrema efficacia e determi-nazione, ma spesso tali azioni vengono pubbli-cizzate e rese note solo nell’ambito locale in cuisi opera.

Proviamo, solo per un istante, a pensare quantie quali service vengono fatti dai nostri club. Nel-l’ambito locale e ristretto forse le persone ci co-noscono, ma non riescono ad immaginare quantisiamo nel mondo e quali attività svolgiamo alservizio di chi soffre.

Per poter essere meglio visibili e quindi avereuna maggiore “forza contrattuale” è indispensa-bile fare “massa critica”, ossia mettere insiemetutte le attività che facciamo in Italia per poi farloconoscere nelle sedi opportune.

Immaginiamo di contaretutte le ore di servizio pre-state, ad esempio, pressole scuole con i vari service(Lions Quest, Poster per lapace, Progetto Martina,Scambi giovanili, ecc.) e aquanti ragazzi ci siamo ri-volti. Se lo facciamo a livello

di club, zona, circoscrizione e distretto, avremola piacevole sorpresa di scoprire numeri impor-tanti. Ma se lo facciamo a livello Italia, i nostrinumeri sarebbero sorprendenti non solo per noiLions, ma soprattutto per le Istituzioni centralidello Stato che si accorgerebbero con dati realidi quanto facciamo come associazione di servizioe sarebbero proprio loro a chiederci una par-tnership e proporci di sottoscrivere protocolli d’in-tesa validi sul territorio nazionale.

Nessuno di noi ignora che le associazioni delterzo settore ora in Italia sono indispensabili persupplire alle carenze che lo Stato mostra sempre

Giovanni Paolo CoppolaGovernatore 2014-15 Distretto 108L

La “forza contrattuale” dei Lions

Far conoscerele nostre attività

nelle sediistituzionali

Sarà un’annata ricca di innovazioni, ma va affrontata con il consueto entusiasmo e un’aumentata voglia di servire

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4 Lionismosettembre-ottobre 2014 La voce del Governatore

di più, attento com’è a limitare le spese intac-cando, talvolta, fondamentali servizi sociali. Eccoquindi che noi Lions abbiamo un’opportunitàunica che non possiamo perdere.

Altra innovazione, in ottica di ecologia e rispar-mio energetico, è quella di razionalizzare lastampa e la distribuzione delle pubblicazioni car-tacee ufficiali del distretto.

Abbiamo evitato la costituzione di comitati ap-positi per lo studio di cosa fossepreferibile e abbiamo scelto, de-mocraticamente e senza alcunaforzatura, di consentire ad ogniclub di comunicarci, motu pro-prio, il numero di copie deside-rate per ogni pubblicazione.

Cosi almeno ci sarà grata lanatura, risparmiando la carta!

Passando alle problematiche finanziarie ab-biamo inviato a ogni club il proprio estratto contodei pagamenti verso il distretto e la sede centrale,oltre che la distinta dei versamenti fatti alla Fon-dazione Internazionale e i relativi Melvin JonesFellow Award disponibili.

Ciò eviterà in futuro, tra l’altro, qualsiasi di-scussione presso l’unità di crisi dei Congressicontribuendo a mantenere una più collaborativaatmosfera tra i soci.

Infine una considerazione importante su cuivorrei tutti potessimo riflettere.

L’anno passato il nostro distretto ha avuto unmomento di svolta, tornando a crescere anchese di poco, dopo alcuni anni di perdita costantedi soci. Questo trend, appena iniziato, va man-tenuto e consolidato, perché la crescita asso-ciativa “sana” rappresenta l’indispensabile pre-requisito per avere un’associazione forte eservire un maggiore numero di persone menofortunate.

La crescita sana però si può effettuare in duemodi. Limitando le uscite di soci validi e incre-mentando le entrate con persone entusiaste ededite al servizio. Allora quest’anno abbiamodato maggiore forza al GMT distrettuale, creandoun’unità di Retention, costituita dai Past Gover-natori, che ha il compito di recuperare soci ap-pena usciti, in linea con quanto affermato dalnostro Presidente internazionale Joe Preston.Anch’io mi considero parte attiva di questa unitàe al momento ho già telefonato a qualche socioconosciuto dimessosi.

Per quanto riguarda la crescita associativasana, abbiamo incaricato il GLT distrettuale dicontattare i club per incontrare, insieme agli offi-cer di club e in maniera molto informale, i soci

appena inseriti. Tutti noi siamo d’accordo che inuovi soci debbano conoscere sufficientementele principali regole e attività dell’Associazione.Allora è mia intenzione controllare che essi ab-biano avuto tali informazioni nella maniera cor-retta e in modo adeguato.

Un altro importante elemento sui cui fare levaè la nostra Fondazione Internazionale e la cam-pagna in atto contro il morbillo. Raccogliendo

fondi per questo importanteobiettivo, abbiamo l’opportu-nità da un lato di diminuire lamortalità infantile, specie nelterzo mondo, e dall’altro ac-quisire sempre maggiore visi-bilità presso la comunità in cuiviviamo con un tema di inte-

resse planetario.La nostra Associazione è infatti cresciuta pro-

prio negli anni in cui la nostra Fondazione Inter-nazionale ha lanciato le due campagne globaliper la vista. Personalmente non comprendo iclub Lions che non versano neppure un dollaroalla nostra Fondazione.

Tutti gli elementi prima descritti, quali crescitaassociativa sana, passaggio da Leo a Lions, for-mazione dei nuovi soci, donazioni alla LCIF, pre-senza alle manifestazioni distrettuali e nazionali,svolgimento del tema e service nazionale, pun-tualità nella compilazione dei rapporti soci ed at-tività, saranno alla base della valutazione del-l’efficienza ed efficacia dei club.

Allora amici tutti, facciamo convergere i nostrisforzi e le nostre risorse verso i meno fortunati,non disperdendoli in sterili discussioni interne.Solo così potremo dire di avere assolto alla no-stra missione e la gratitudine degli altri si rifletteràcostantemente nei loro occhi felici.

Buon anno lionistico, buon lavoro.Vi abbraccio tutti nel Lionismo. �

Il Governatore Giovanni Paolo Coppola con la signora Anna Maria alla convention di Toronto

Premio ai club migliori

del distretto

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03/ La vocedel GovernatoreLa “forza contrattuale”dei Lionsdi Giovanni Paolo Coppola

07/ EditorialeI Lions possono fare la differenzadi Vincenzo G.G. Mennella

10/ GovernorshipAncora fiducia nella UE?

di Tommaso Sediari

12/ GovernorshipTra il sogno e l’orgoglio

di Eugenio Ficorilli

14/ SpecialeDa Tangeri a Pescara

di Aron Bengio

18/ Attività di servizio Help: emergenza lavoro

di Guido Cogotti

20/ Attività di servizio Un ospedale nel Kerala

di Jolao Farci

22/ Attività di servizio LCIF: conoscerla per sostenerla e utilizzarla

di Sergio Gigli

25/ La pagina Leo “DAE respiro allo sport”

di Maria Luisa Imbardelli

26/ L’opinione Ecco comecambia il mondo

di Giampiero Mirabassi

28/ L’opinione Chi sono i Lions?

di Danilo Tropea

30/ RiflessioniStop alla perdita di sociRiparte la crescita

di Francesco Mozzetti

32/ RiflessioniSviluppo della leadership

di Piero Paccosi

34/ RiflessioniAmarcord

di Sissi Palmieri

36/ RiflessioniClub Lions, fari peruna società che muta

di Deanna Mannaioli

5Contenuti Lionismosettembre-ottobre 2014

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38/ Costume e società Le azioni dei Lions sul territorio

di Vincenzo Fragolino

40/ Eventi Lions Emozioni dalla Convention di Toronto

di Mauro De Angelis

42/ Alla scoperta di…I porti imperialidi Claudio e Traianodi Vincenzo G.G. Mennella

46/ Attualità La violenza scuotele coscienze del mondo

di Nando Anselmi

48/ Cultura Segni dei tempi checambiano. Dagli scambialla moneta elettronica

54/ DossierRoma, 20 luglio 2014:seminario perpresidenti e segretari di Club neo eletti

58/ L’oggettomisterioso

59/ Il piacere di leggere

61/ Sit tibi terra levisUmberto Manucci Un grande lion

62/ Notizie flash

6 Lionismosettembre-ottobre 2014 Contenuti

Il Governatore Giovanni Paolo Coppola rivolge uninvito ai soci per collaborare con la rivista ondeevitare la morte del pensiero. Corre l’obbligo diavvisare coloro che desiderano collaborare di atte-nersi strettamente alle regole enunciate a pagina 2per quanto concerne contenuti, tempi e spazi, perconsentire il rispetto degli obblighi contrattuali.

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7Editoriale Lionismosettembre-ottobre 2014

Il termine “welfare”, da noi oggi utilizzato senzaaggettivi di connotazione, ha perso con iltempo una parte della locuzione originaria

“welfare state”, nata nel 1940 dalle riflessioniteoriche di Keynes e dalla lungimiranza politicadi Beveridge come risposta alle diseguaglianze.Il fine era quello di garantire parità di sviluppoalle persone in modo che tutti i cittadini avesserodiritto all’assistenza che doveva essere un attri-buto specifico dell’intervento statale e non potevapiù essere affidato alla filantropia individuale odi gruppo. Conseguentemente anche l’attivitàdel Lions Clubs International, inizialmente esclu-sivamente filantropica, si modificò per mettersia disposizione della comunitàdi riferimento al fine di com-pletare ciò che lo Stato nonriusciva a garantire.

Oggi i bisogni si sono evo-luti e diversificati e per que-sta ragione lo stato socialenon è più in grado di dare risposte ade-guate ai rischi e ai bisogni propri della so-cietà. Tra i principali problemi che contraddi-stinguono l’operato pubblico si annovera sial’eccessiva burocratizzazione sia l’insostenibilitàfinanziaria dello Stato con un debito pubblico increscita insostenibile.

In ragione del mutamento del paradigma, del-l’evoluzione dei bisogni e del cambiamento dellasocietà, si è andato affermando il modello del“Welfare Society” che prevede che sia l’interasocietà, e non solo lo Stato, a farsi carico dellesituazioni di bisogno. Una società composta datre sfere, costituite rispettivamente da enti pub-blici, imprese e società civile organizzata (asso-ciazioni, volontariato, cooperative sociali, fonda-zioni, ecc.). Le tre sfere sono chiamate ad

interagire tra loro in modo organico quando c’èda impostare un piano dei servizi, ci sono daprogrammare forme di intervento. I servizi, così,non saranno più impersonali come nel welfarestate, perché la società civile organizzata cono-sce e si fa interprete dei bisogni delle persone.L’ente pubblico, da parte sua, garantisce l’uni-versalismo e il mondo dell’impresa può trovarele risorse, introdurre i criteri di efficienza e fornireil know-how. Questo principio organizzativo delpotere traduce nella vita politica, economica esociale, una concezione globale dell’essereumano e della società in cui il fulcro dell’ordina-mento è la persona intesa come individuo in re-lazione.

Per tale ragione le funzioni pubbliche devonocompetere in prima istanza a chi è più vicinoalle persone, ai loro bisogni e alle loro risorse.

Si tratta in sostanza di “sussidiarietà circolare”,così definita dall’economista Stefano Zamagni,cioè di mettere in moto un circolo virtuoso cheottimizzi le energie, le risorse, il tempo delle tre

tipologie di soggetti (istituzioni,imprese, società civile) in una

nuova prospettiva di governodel patrimonio dei beni co-muni (istruzione, salute, giu-

stizia, vivibilità urbana, assettodel territorio, ambiente, acqua,

scuole, musei, servizi, infrastrut-ture, patrimonio culturale).

Il ruolo della società civile nella cura dei benicomuni è duplice e si può esplicare sia nellaconservazione e la cura dei beni che esistono,sia nella lotta per mettere questi beni a disposi-zione di tutti o per mantenere la loro dotazioneper l’intera società.

È ormai matura la convinzione che il principiodella sussidiarietà rappresenti più di un principiogiuridico per la divisione delle competenze fradiversi ambiti di governo in quanto propone unprincipio alternativo di organizzazione sociale icui fattori principali sono: una nuova visione dellanatura e della capacità dell’uomo, una nuova

PDG Vincenzo G.G. MennellaDirettore responsabile di Lionismo

I Lions possonofare la differenza

Strategie, progetti e proposteper favorire la crescita delle nostre comunità

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concezione della libertà, un nuovo ruolo per lasocietà civile. Per quanto riguarda quest’ultima,essa viene concepita come insieme di personelibere e responsabili, ma legate da una serie direlazioni; società civile non come sommatoria diindividui che la compongono e dei loro interessiparticolari ma come prodotto dell’incontro fraqueste individualità. Società quindi fatta non diindividui ma di relazioni e il civile è ciò che pro-duce nuove identità attraverso un’eccedenza re-lazionale, una società vista non più come pro-dotto dell’egoismo individuale, né comeemanazione dello Stato, quanto luogo di inter-mediazione e di creazione del bene pubblico.La prospettiva sussidiaria attribuisce priorità aquegli attori che emergono dalla società civile invirtù delle loro capacità di produrre un bene su-periore attraverso la creazione di quelle relazioniche sono alla base della società civile stessa.Le peculiarità delle associazioni si manifestanoa più livelli e con diversi gradi di intensità nellediverse configurazioni che i soggetti assumono.In primo luogo la vicinanza al contesto socialeche permette loro di individuare in modo più ra-pido le situazioni di bisogno e di dar voce ainuovi bisogni, la maggiore flessibilità organizza-tiva che favorisce risposte più rapide ai bisognie il ricorso a forza lavoro in parte volontaria, chepermette la riduzione dei costi e quindil’attivazione di settori in cui le pro-spettive di profitto sono tropporidotte per incentivare l’in-tervento.

In questo quadro iLions si distinguonodalle altre associazionidi volontariato per loroattività donativa di com-petenze professionali, equindi possono giocareun ruolo fondamentale

quali agenti di ricostruzione e di rilancio dellasocietà civile. Ma per far ciò debbono prenderecoscienza e consapevolezza del patrimonio dirisorse umane e di competenze professionali dicui dispongono utilizzandole appieno e senzalasciarsi andare a inutili frustrazioni derivanti daconflittualità e sterili polemiche che purtroppotendono a manifestarsi sempre con maggiorefrequenza.

Oggi è quanto mai necessario costruire rispo-ste più adeguate ai reali bisogni della comunità,che solo gli attori più prossimi alla realtà in cuil’intervento si colloca possono promuovere for-nendo una maggiore sintonia fra coloro che be-neficiano dell’intervento e coloro che si fannocarico della sua gestione. I Lions hanno la forza,l’autorevolezza e l’obbligo di operare per il rag-giungimento di un sistema sociale più equo; conla loro rete capillare di club, distribuiti in manierauniforme sul territorio e vicini alla gente, e conuna serie di attività condivise a livello locale, na-zionale e internazionale possono garantire taleimpegno.

Noi lions siamo tutti volontari al servizio deglialtri ed è questo il momento per essere determi-nati nell’affrontare le emergenze e la crisi di unasocietà post-industriale dove la classe politica èdepotenziata, la classe imprenditoriale è dise-ducata a farsi carico di oneri finora di pertinenzadello Stato e il mondo associativo è frustato erestio ad esercitare il potere di influenza. Tra-sformiamoci in forza attiva e partecipe delle sortidella nazione con il coraggio e la consapevolezzache siamo portatori di principi universali, condivisie condivisibili, elaboriamo strategie, progetti eproposte atti a favorire la crescita delle nostrecomunità in rapporto di stimolo e collaborazionecon le istituzioni e le imprese e dando nel con-tempo impulso ai valori fondamentali quali il ri-spetto per la vita e la dignità delle persone.

Fra le tante priorità cui i Lions debbono volgereuno sguardo attento i giovani occupano un posto

di rilievo. I giovani sono l’immaginedel nostro tempo e se da un lato

risentono di tutte le difficoltà(fragilità e instabilità) dell’al-

tro però possono usu-fruire di altrettante po-tenzialità con energia,capacità e interesse. Ilcompito educativo chespetta ai Lions è quellodi affiancarli senza pre-varicarli, utilizzandouna grande dose di

8 Lionismosettembre-ottobre 2014 Editoriale

Giovani e lavoro: dalla corresponsabilità alle opportunità

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ascolto empatico, facendo ordine e semplifi-cando il percorso di crescita, lavorando su piùdimensioni quali:– sviluppo di un percorso di crescita, del valore

della cittadinanza e dell’essere cittadini a pienotitolo

– creazione di opportunità di formazione profes-sionale per avvicinarli al mondo del lavoro

– indirizzo delle esperienze giovanili verso unaresponsabilità nei confronti della Comunità dicui fanno parte

– costruzione e sviluppo del confronto, dell’analisie della collaborazione fra Istituzioni, societàcivile e destinatari. È sicuramente vero che il tar-

get dei giovani è quanto maicomplesso e ricco; sono difficil-mente catalogabili e sono im-messi in molteplici e contrad-dittorie categorie. Comunquemeritano uno sguardo attentoche sappia osservare le evoluzioni accelerate ti-piche dei nostri tempi. Il processo di crescita cheli caratterizza è basato sull’incremento della stimadi sé, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazionee si evolve in modo più o meno rapido in rapportoalle diverse condizioni ambientali, sociali, di si-curezza e stabilità in cui vivono.

Molti giovani vivono in un mondo complesso,sfuggente e instabile in una condizione chespesso li rende fragili ed esclusi e che li porta arinchiudersi tra loro in difesa dal peso del mondoche è all’esterno. Essi soffrono nel dare una di-rezione e un senso coerente al proprio agire cioèhanno difficoltà nel mettere a fuoco cosa è im-portante nella propria vita e nel tradurre i propridesideri in obiettivi verosimili. Inoltre per la scarsaefficienza delle Istituzioni il mondo appare lorofuori controllo e il futuro più una minaccia cheuna promessa.

A dire il vero nel recente passato le nuove levesono state poco considerate come soggetti poli-tici e ancora oggi hanno scarso accesso ai luoghi

ove si elaborano indirizzi e strategie. Le legittimeaspirazioni dei giovani in quanto a possibilità diespressione, legittimazione e condizioni di auto-realizzazione sono state poco sostenute e le po-litiche giovanili messe in atto hanno consideratoi giovani come una categoria a rischio con con-seguente eccessiva psicologizzazione dei pro-blemi e delle risposte in genere separate dallasocietà civile. D’altro canto essi hanno scarsa fi-ducia negli altri e nelle Istituzioni e in una societàcaratterizzata da un profondo individualismo leloro priorità sono legate alla propria sfera privatae non al bene comune. Ricerche effettuate in

questi ultimi anni hanno per-messo comunque di constatareche forte è il desiderio dei gio-vani di un loro inserimento so-ciale, che confermi la ricercadell’autonomia personale: aiu-tando gli altri aiutano loro stessie il proprio sviluppo come per-

sone. I Lions possono fare molto in tal sensoaiutando i giovani ad essere immessi in un con-testo di partecipazione sociale valido e ricco dimotivazioni, facendo in modo che essi escanoda una dimensione individuale per dare valoreal rapporto, al colloquio, allo stare insieme, aldarsi progetti comuni con uno scambio proficuotra categorie diverse. L’indirizzo è quello di ol-trepassare i luoghi e gli spazi dell’incomunicabi-lità e del ripiegamento nel privato, tipico del no-stro tempo e del nostro contesto. I pilastridell’azione dovrebbero essere motivazione epossibilità perché i giovani non si sentano impo-tenti privi di lavoro, casa e certezze per il futuro.

Ma attenzione, il percorso non è semplice inquanto è impossibile accostarsi ai giovani construmenti standardizzati e pertanto bisogneràmuoversi in un’ottica che tende a salvaguardaree promuovere le differenze e le specificità comerisorse, decifrando e valorizzando il tempo liberodei giovani al cui interno essi vivono le espe-rienze più significative della loro esistenza. �

9Editoriale Lionismosettembre-ottobre 2014

I Lionsagenti di rilancio

della Società civile

Nel mese di maggio il Governo ha diffuso un documento dal titolo “Linee guida peruna riforma del terzo settore” e il 10 luglio il Consiglio dei Ministri ha approvato

un disegno di legge delega per la riforma del terzo settore, dell’impresa sociale e perla disciplina del servizio civile universale. Il testo del disegno di legge attribuisce alGoverno la delega ad adottare uno o più decreti legislativi recanti il riordino e la re-visione organica della disciplina degli enti privati del terzo settore e delle attivitàche promuovono finalità solidaristiche e di interesse generale. Nello specifico i decretiattuativi dovranno disciplinare le funzioni degli enti privati che, con finalità ideale esenza scopo di lucro, promuovono e realizzano attività d’interesse generale, di valo-rizzazione della partecipazione e di solidarietà sociale. Conseguentemente l’Asso-ciazione dei Lions Club può sperare in una sua più corretta qualificazione giuridica.

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Ancora fiducianella Ue?Idee e azioni dei Lions per ricostruire quel tessuto sociale e economico fondamentalenel raggiungimento di risultati positivi

Parlare oggi di Europa rappresenta uno de-gli argomenti più difficili da affrontare perchi da sempre ha avuto un atteggiamento

apertamente favorevole.Nel prosieguo dell’articolo proveremo a discu-

tere anche di atteggiamentinegativi manifestatisi negliultimi tempi, ma prima ve-diamo di compiere un rapidoe sintetico excursus di quellipositivi.

L’idea di Europa comunenasce in un ben precisocontesto storico nell’imme-diato secondo dopoguerra. I Paesi europei, fral’altro tra loro contrapposti (Germania, Italia ver-sus Francia, Inghilterra, ecc.), escono devastatisia moralmente sia economicamente da un pe-riodo lungo cinque anni nel quale il conflitto hacreato solo distruzione e morte.

Si avverte su scala mondiale la necessità diavviare un percorso comune di pace e serenità.A livello internazionale si costruisce così il Ge-neral Agreement on Tariffs and Trade (GATT)oggi evoluto in World Trade Organization (WTO),

a livello del Vecchio Continente grazie alle intui-zioni geniali di Jean Monnet si pensa inizialmentead una unione economica su alcuni prodotti rite-nuti allora strategici come carbone e acciaio: laCECA rappresenterà il primo passo che poi nel1957-58 faciliterà l’approccio comune dei primi6 Paesi. La CECA ha il grande pregio di mettereinsieme inizialmente due Paesi come la Franciae la Germania da secoli su posizioni contrappo-ste per diversi interessi anche territoriali.

Se i 6 Paesi di allora sono oggi diventati 28qualche significato positivosi può riscontrare. Intantoessi hanno favorito un lungoperiodo di pace, il più lungoche ricordiamo da secoli, equesto non è poco se ab-biamo presente gli oltre 30focolai di guerra e di conflittiaperti in tutto il mondo per

motivazioni economiche, politiche, sociali, ideo-logiche, religiose.

Inoltre, nel contesto degli anni ’50-60 con laguerra fredda tra USA e Unione Sovietica, l’Eu-ropa con una scelta di campo precisa ha sen-z’altro contribuito ad un lungo periodo di stabi-lità.L’Unione Europea ha costituito e costituisceun fronte comune in senso economico e com-merciale che si propone in un mercato libero in-ternazionale sempre più dominato da una glo-balizzazione dei mercati che esige di essere fortied uniti, nonostante i suoi aspetti positivi ma an-che negativi.

L’economia di un singolo Paese non può piùpensare di affrontare un mercato sempre più glo-bale in maniera isolata.

La Comunità europea, unificata la politica agri-cola dei 6 Paesi per gli evidenti vantaggi diun’economia integrata, sia pure con un dualismoche a volte ha creato e crea problemi di rapportinon tanto armoniosi, si è poi rivolta verso unapolitica di coesione sociale per far sì che si rag-giungesse un equilibrio tra i Paesi, quindi un pro-gresso economico e sociale.

10 Lionismosettembre-ottobre 2014 Governorship

Tommaso SediariPrimo vice Governatore

?

L’economia di un Paese non può affrontareil mercato globale in maniera isolata

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11Governorship Lionismosettembre-ottobre 2014

L’allargamento continuo fino a 28 Paesi dimo-stra da una parte la bontà delle iniziative in pre-cedenza intraprese ma crea anche qualche dif-ficoltà nel raggiungere tendenzialmente quelbenessere equilibrato che è alla base di tutti idocumenti comunitari, ciò soprattutto dopo l’ade-sione alla UE dei Paesi provenienti dal superatoregime dell’Unione Sovietica. I quali però sonoattenti, chi più chi meno, ad approfittare delle di-rettive comunitarie a loro favorevoli per migliorarenotevolmente la loro situazione di partenza.

Oggi però, dicevamo in apertura, si manife-stano evidenti segni di di-sagio soprattutto dovuti adun contesto internazionaledi crisi economica che, av-viata sotto le spinte della fi-nanza internazionale cosid-detta creativa, è poi esplosae si è manifestata nella suacrudezza come crisi econo-mica strutturale, non più congiunturale, con laquale tutti i Paesi sono obbligati a confrontarsi.

La UE è percepita in modo piuttosto negativocon un calo della fiducia nell’Unione, che è as-sociato ai problemi della nostra moneta unica,mettendo in secondo piano i lati positivi della si-curezza, dell’ambiente, delle politiche sociali.L’euro che doveva rappresentare fin da subito lamoneta comune europea crea turbative per l’at-teggiamento a dir poco rigido della Germania.

In un momento di crisi economica grave comequella che si sta manifestando nel nostro Paese(PIL negativo, disoccupazione e così via) certouna moneta tenuta forte crea non poche difficoltà.Ma l’euro non va demonizzato, un ritorno allanostra vecchia lira significherebbe tassi di inte-resse più alti e l’inflazione tornerebbe a galop-pare come in anni precedenti.

Sono necessarie, allora, manovre da appron-tare rapidamente, quali ad esempio una mag-giore flessibilità nell’invocare austerità, da per-

seguire, ma mitigata ed accompagnata da prov-vedimenti che vadano nel senso di una ripresaeconomica e quindi di una ripresa dell’occupa-zione e della capacità di spesa.

Si avrà una ripresa della nostra economia sesi adotterà una linea di politica economica e fi-nanziaria che sia una felice, non semplice, com-posizione armonica delle teorie economiche diKeynes e Friedman. Una spesa oculata che ri-metta in moto investimenti e consumi e una po-litica monetaria accorta e attenta al debito inter-nazionale e interno. Un bilancio comunitario

quindi che privilegi la spesadedicata alla competitività,alla ricerca e allo sviluppo,all’occupazione.

Una politica cioè che tornia privilegiare le linee già evi-denziate con la strategia diLisbona: una crescita basatasulla conoscenza e sull’in-

novazione, una società solidale (inclusiva) conalti tassi di occupazione, una crescita verde conun’economia competitiva e sostenibile.

Un recente sondaggio Eurobarometro ci diceche negli ultimi tempi è tornato a crescere l’otti-mismo sulla situazione economica e sul futurodell’Unione Europea. Il 2015 sarà l’anno europeoper lo sviluppo: sarà questa un’ottima occasioneper sensibilizzare i cittadini europei sulle politichedi sviluppo.

Tra i valori fondanti dell’Unione Europea, ac-canto a libertà, dignità umana, troviamo la soli-darietà, che per noi Lions, insieme alla buonacittadinanza, sono tra gli impegni più significativied identitari. Non manca quindi lo spazio peruna nostra azione fattiva per assicurare altresìuna presenza stabile dei Lions sotto il profiloumanitario e culturale.

I Lions hanno già un appuntamento annualeper un Forum europeo e per una conferenzasul Mediterraneo, ma dobbiamo intensificarequesta nostra presenza con contributi di idee edi azioni più concrete a livello europeo (tra essericordiamo i gemellaggi, per esempio) anche peronorare il nostro essere un’Associazione Inter-nazionale.

Qualsiasi azione di politica economica, peravere successo, deve però essere accompa-gnata da una presa di consapevolezza culturaledei cittadini di appartenere ad una realtà ormaiconsolidata ma che necessita ancora di esseresostenuta e perseguita, tornando ai principi cheispirarono i padri fondatori, da Schuman ad Ade-nauer, da Spaak al nostro De Gasperi. �

Ottimismo in crescita: il 2015 sarà

l’anno europeo per lo sviluppo

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12 Lionismosettembre-ottobre 2014 Governorship

Tra il sognoe l’orgoglioIl nostro mantra è innovareper lavorare meglio e poterci dedicaresempre di più alla solidarietà

Siamo all’inizio di un’annata lionistica nellaquale gli accadimenti che stiamo vivendoci chiamano ad operare mettendo in

campo i valori Lions che ci permeano, dandocosì la giusta interpretazione alla nostra vision“Essere leader globale nella comunità e nel ser-vizio umanitario”.

Con la nostra azione, con il nostro We Serve,ci dobbiamo impegnare per dare speranza auna società che sta cercando come uscire dallesecche in cui si trova; per cui ci incombe l’ob-bligo – più che il compito – di adoperarci per unfuturo migliore, cogliendolo spirito dei cambiamentiche incalzano.

Ci dobbiamo dotare,quindi, di un approcciopragmatico alle mutazioni,impiegando nuove tecno-logie e nuovi modelli orga-nizzativi; la parola “innova-zione” deve essere ilnostro mantra: innovareper lavorare meglio e per poterci dedicare sem-pre di più alla solidarietà. Visto come cambia ilmondo, dobbiamo pensare a nuovi schemi,dove si privilegiano meeting operativi, anchevirtuali, che garantiscano un dibattito sostan-ziale ed allargato; il nostro impegno dovrebbeavere come obiettivo quello di essere parte trai-nante nella società in cui viviamo, dando adessa risposte concrete.

In quest’ottica non possiamo non ricollegarcial pensiero di Giuseppe Taranto e di Osvaldode Tullio quando, con lucidità e intuizione delfuturo, indicarono la via dell’analisi dei concetti:la povertà, la malattia e non il singolo povero oil singolo malato; solo con questo salto concet-

tuale possiamo impegnarci nell’individuazionedelle cause della povertà in tutte le sue moltepliciespressioni, del malessere sociale, del problemadella migrazione.

I Lions debbono essere presenti dove si di-battono i temi dell’ambiente, dell’economia e deidiritti umani, mantenendosi in stretto collega-mento con le Istituzioni nonché con le altre as-sociazioni di servizio, in quanto lavorare insiemerafforza tutti i partecipanti.

Piuttosto che subirlo, dobbiamo provocare uncambiamento che inverta la rotta, non solo neiconfronti degli altri ma anche all’interno dellanostra associazione, con l’obiettivo di trasfor-marci - o forse di ritornare indietro, al passatopiù glorioso - per offrire visibilità e riacquistare ilsenso di appartenenza.

Oltre ai valori dell’etica lionistica è necessariostimolare la motivazione chedeve animare i soci e che èil fondamento per l’extensione la retention; tanto è impor-tante la motivazione, che ilGovernatore ha ritenuto diaffidare la retention ai pastGovernatori che, con la loroautorevolezza, possonosvolgere il compito con com-petenza, passione e pro-

fonda conoscenza delle modalità per raggiun-gere l’obiettivo.

Nello svolgere i loro compiti, il GMT e il GLTdevono tenere sempre presente lo spirito concui sono stati pensati, cioè dare la carica ai soci,per cui non dobbiamo fermarci a schemi ormaisuperati, che ottengono il risultato opposto, maindividuare metodi e strategie più rispondentialle esigenze di oggi.

Dobbiamo inoltre fare squadra, coinvolgendotutti i soci dei club, offrendo ciascuno la propriaprofessionalità, la propria esperienza, condivi-dendo il desiderio di operare nell’interesse dicoloro che hanno bisogno e nell’interesse dellacollettività.

Eugenio FicorilliSecondo vice Governatore

C’è bisognodi un cambiamentoper offrire visibilità

e riacquistareil senso di appartenenza

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13Governorship Lionismosettembre-ottobre 2014

La nostra squadra più importante è il Distretto,il più esteso di tutti e con il maggior numero disoci in Italia; pensare di frammentarlo sarebbeun’utopia, sia perché è coeso, sia perché la suaforza è la forza del Multidistretto.

La nostra ricchezza è la stima e l’amicizia checi lega: siamo importanti perché siamo ungruppo compatto, ricco diprofessionisti che hannoconsentito al Governatoredi ottenere deleghe impor-tanti a livello nazionale.

Se però vogliamo cre-scere non solo nel numeroma soprattutto nella qualità,dobbiamo stabilire un rap-porto virtuoso con i Leo, la-vorando con loro coinvol-gendoli in maniera attiva nei service dei club efacendoci coinvolgere nei loro.

Verso i Leo abbiamo doveri da non sottovalu-tare: essi sono il futuro non solo della nostraassociazione ma anche della nostra nazione,per cui trascurare la loro organizzazione e mini-mizzare la loro azione sarebbe imperdonabile:così facendo si taglierebbe una pianta che stasbocciando.

Un altro aspetto su cui siamo da tempo chia-mati a riflettere riguarda le modalità di acquisi-zione dei soci: per guadagnarci compagni diviaggio eticamente predisposti, sarebbe suffi-ciente rispettare il dettato della nostra normativainterna, scegliendoli per aumentare la qualitàdel servizio e non la dimensione fisica del club.In questo caso - tenuto conto dell’apporto qua-litativo - si potrebbe ridurre l’importo della quotaassociativa a beneficio delle risorse economicheche essi stessi riuscirebbero ad acquisire dal-l’esterno.

Prima di concludere, ritengo sia opportunoplaudire alla scelta del Governatore di ottenerevisibilità interna ed esterna utilizzando i nuovimezzi di comunicazione che la tecnologia ci of-fre. Stiamo infatti per superare un sistema dicomunicazione concettualmente archeologicamediante il ricorso ai social network e alle tele-

videoconferenze; con l’istitu-zione di un efficiente ufficiostampa sarà più facile collegarsiai media e la messa in operadel nuovo portale renderà piùfacile raggiungere i giovani.

Ovviamente resta indiscussala funzione centrale assegnataalla rivista “Lionismo” e ai Qua-derni del Lionismo, strumenticartacei sì, ma preziosi compa-

gni ovunque ci troviamo.Infine, dovremmo adottare l’importante con-

cetto della continuità, seppure nella diversità,poiché non è più opportuno operare rivoluzionicopernicane ogni anno.

Ci sono service che debbono durare neltempo: pensiamo, nel nostro Distretto, alla Casadi Accoglienza di Cagliari e, nel Multidistretto,all’addestramento dei cani guida da donare ainon vedenti.

Il concetto di continuità si porrà concretizzarenella condivisione, in uno spirito di semplicecooperazione, di programmi e progetti che do-vranno essere integrati e riattualizzati, ma nongettati alle ortiche.

Tutti i service - ma anche tutte le attività, leriunioni, le conviviali - sono frutto di lavoro epassione di tanti Lions, che hanno assorbito eintegreranno i motti dei Presidenti InternazionaliBarry Palmer e Joe Preston, per seguire il pro-prio sogno rafforzando l’orgoglio. �

Dobbiamo lavorare

a stretto contattocon i Leo:

sono il futuro

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Con l’apporto dell’Osservatorio dellasolidarietà mediterranea e con lo spiritoinnovativo espresso a Tangeri continuail confronto tra i Lions del Mare Nostrum.Un summit importante per la messa apunto di iniziative di servizio e strategie

di sviluppo socio-economico per i paesi deboli dell’area e per contribuirealla stabilità e alla pace in una regione vitale per la nostra esistenza

14 Lionismosettembre-ottobre 2014 Speciale

Ci cimentiamo spesso in discussioni sul-l’effettiva internazionalità della nostra As-sociazione e cioè se alla parola “interna-

tional” si unisca veramente un percorso diconcreta collaborazione fra lions di più paesi.Un terreno ove misurare bene queste volontà oideali è costituito dagli incontri internazionali. Perquanto concerne il mare nostrum il miglior ter-reno è quello della Conferenza Lions del Medi-terraneo la cui 17a edizione si è tenuta a marzo2014 in Marocco. Dopo una tendenza piatta degliultimi anni caratterizzata da molto formalismo epochissimo dibattito, a Tangeri c’è stato uno spi-

rito di rinnovamento molto apprezzato e che halasciato traccia. Come italiani volevamo un nuovorespiro per contrastare l’affaticamento sentitonelle ultime edizioni, insomma uno spirito idoneoa creare per la prossima edizione a Pescarabuone chance di successo. Era un debito moraleverso l’eredità di una manifestazione inventatanel nostro multidistretto di cui dobbiamo difen-dere la continuità e l’aggiornamento. In fondoquesto mare è un bacino unico ove si mescolanotante culture e con tanti punti comuni storici eculturali. Non credo ci siano altre aree dove siincrocino tante religioni, dove i vari popoli si sianospostati da una parte all’altra tante volte, soprat-tutto dove nel ritrovarci fra Lions ci si senta subitodi casa e in franca armonia con ognuno dei par-tecipanti. Molte tradizioni sono comuni, il chenon esclude le tipicità. A Tangeri le presenzehanno raggiunto livelli non usuali ed è stata ec-

18a CONfERENzA LIONS DEL MEDITERRANEO

PDG Aron BengioCoordinatore 2013-2015del Consiglio Direttivo

Osservatorio della SolidarietàMediterranea

Rappresentante del MD 108 Italy

Il porto di Pescara

Da Tangeri a Pescara

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cezionale la partecipazione dei lions della spondasud dando un vero significato mediterraneo al-l’incontro. Si sono uniti anche amici di paesi nonmediterranei quali gli Usa, Danimarca, Belgio,Finlandia. Impressionante è stato il numero e li-vello degli officer internazionali, tra cui il Presi-dente Barry Palmer, che ci hanno esposto il loropensiero. Da notare la partecipazione alla ceri-monia inaugurale del Ministro dell’Energia, unodei due temi ufficiali della Conferenza. Due belleserate, cena tipica locale egala il sabato, hanno dato ilgiusto tono conviviale allaConferenza.Ottimo il livellodelle conferenze e semprealta l’attenzione del pubblicocon la sala quasi semprepiena, fatto raro in questo tipodi meeting. Ad ogni chiusuradi sessione, interventi fra ipresenti con proposte e idee sul campo, dibattitoe coinvolgimento di lions di più paesi. Due ac-corgimenti organizzativi hanno contribuito posi-tivamente al successo dell’evento: il primogiorno, giovedì, solo il get-together party per per-mettere arrivi scaglionati e registrazione agevole,la seduta dell’Osservatorio non prima dell’aper-tura della Conferenza, ma integrata nella stessa,durata tre ore, coinvolgente, interattiva comepromesso nel programma.

Dopo la parte formale con tuttii punti votati all’unanimità, fracui un sostanziale aggiorna-mento di Statuto e Regolamentoabbiamo ascoltato numeroserelazioni e proposte di servicecomuni. Quindi spazio per inter-venti coordinati con quelli dellesessioni dedicate ai tre temi delsimposio: Ambiente, Cultura,Lionismo.

Grazie ad una dosatura pre-cisa, 35 relatori hanno potutoesporre idee e realizzazioni conle quali cercare di collaborare alivello del Mediterraneo: la retedi assistenza dentistica gratuitaper i poveri, il serbatoio rotanteper l’acqua, lo screening dia-bete, le università estive per gio-vani, la distribuzione occhiali co-ordinata fra più associazioni ein più paesi e tante altre.

Già in avvio il Coordinatoredell’Osservatorio, nella sua re-

lazione morale, aveva anche espresso con forzail proprio programma fra cui cercare sinergia frai vari Distretti, iniziando dall’affiatamento fra isingoli programmi per presentarsi uniti ai media.

Molto concreto l’intervento della Direzione diuna fondazione bancaria locale che ha confer-mato la decisione di contribuire economicamenteai programmi lions di micro-credito. Palmer ne èrimasto talmente colpito da com piacersene neigiorni seguenti al Consiglio dei Governatori fran-

cese informando che sa-rebbe stata sua intenzionecreare un apposito diparti-mento alla LCIF.

La “svolta di Tangeri” si èanche materializzata in benquattro gemellaggi chehanno unito lions italiani(108 Ia2), marocchini, fran-cesi, libanesi, turchi. La

Conferenza del Mediterraneo è un momentoaperto di confronto in cui primeggia il piaceredi conoscersi, di far sapere, giusto far parlaretanti con lo scrupolo di evitare le passerelle perconcentrarsi sugli argomenti di vero interessegenerale o sulle iniziative di servizio per cercaredi operare insieme. Sentirsi eredi di tradizionicomuni, ritrovare lions con i quali si consolidanosincere amicizie malgrado differenze a volteenormi di cultura, religione, cittadinanza è un

Facciamo in modoche la conferenza

di Pescarasia un successo

15Speciale Lionismosettembre-ottobre 2014

Cattedrale di San Cetteo, patrono della città

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arricchimento quasi esclusivo della Conferenzadel Mediterraneo.

La Cerimonia di chiusura infine ci ha permessodi ascoltare le “raccomandazioni” convenute conla Presidenza della Confe-renza per lasciare una tracciaformale sul prossimo lavorodei Lions del Mediterraneo. Ipunti salienti: rete di service,service comuni, migliorare lacomunicazione verso i Di-stretti e i Club: bisogneràpure dare un senso pratico aquesti incontri che rappre-sentano 100.000 lions ed oltre 3.500 Club!

Pescara, città interessante al centro di una re-gione ricca di tradizioni secolari, si sta prepa-rando attivamente. C’è l’esperienza consideratoche ha ospitato nel 2009 i giochi del Mediterra-neo, evento riuscitissimo, peccato che i paesiarabi pretesero ed ottennero la non partecipa-zione di Israele. Naturalmente questo non puòsuccedere nel lionismo e stiamo già impostandoalcune attività in armonia fra lions dei paesi arabie lions israeliani. I Lions sono esempi di convi-venza, obiettivo molto chiaro già nella nostraMission.

I problemi del Mediterraneo sono tanti, ci tro-

viamo al centro di passaggio di vaste popolazionisubsahariane, un movimento incrementato daifuggiaschi dai paesi oppressi da dittature san-guinarie. Cosa possiamo fare come Lions? Cer-

tamente davanti a “inva-sioni” epocali (i profughi chesi muovono in Africa se-condo le Nazioni Unite sono400/500.000) non possiamomaterialmente fare moltoma possiamo essere di sti-molo ai governi e alle Istitu-zioni non solo in Europa.Onore intanto al Comitato

organizzatore per il tema scelto nella sessioneculturale come prova di grande sensibilità. Po-tremmo dare un contributo di idee per le fascegiovanili perché il miglioramento delle loro con-dizioni e delle loro aspettative non potrà che es-sere benefico all’obiettivo di pace globale al qualemiriamo tutti. A Tangeri si era già iniziato a parlaredi queste problematiche e dei rapportiLions/ONU, vedremo a Pescara come sarà evo-luta questa problematica. Arrivederci dunque aPescara per un incontro culturalmente e scienti-ficamente interessante con la possibilità di viveretre giorni con tanti lions del Mediterraneo e con ipiù alti rappresentanti del Lionismo. �

16 Lionismosettembre-ottobre 2014 Speciale

Paesi aderenti all’Osservatorio della solidarietà mediterranea

La città abruzzeseha già ospitato

nel 2009i giochi del Mediterraneo

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17Speciale Lionismosettembre-ottobre 2014

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18 Lionismosettembre-ottobre 2014 Attività di servizio

Per capire l’importanza del fenomeno so-ciale del lavoro è sufficiente pensare cheoggi oltre il 50% dei giovani sono inoccu-

pati. Proprio quei giovani che, come spesso di-ciamo, rappresentano o dovrebbero rappresen-tare il nostro futuro. Rivolgendo poi l’attenzioneall’attuale situazione economica, pensiamo aquante piccole e medie aziende in questi ultimisei anni di crisi hanno chiuso, facendo venirmeno oltre 1.000.000 di posti di lavoro.

Chi di noi, pur mantenendo il privilegio di poterlavorare, non ha visto diminuire i propri ricavi,non ha avuto difficoltà a incassare i propri creditie non ha subìto progressivamente una riduzionedel proprio reddito?

Chi di noi non ha un amico, un parente o unfamiliare che ha perso il postodi lavoro, ha dovuto chiuderela propria azienda o ha do-vuto ridurre drasticamentel’organizzazione del propriostudio professionale?

E noi Lions, al di là delletante belle parole che diciamoe dei principi che spessoenunciamo nei nostri incontri,in concreto che cosa fac-ciamo per contrastare il fenomeno della disoc-cupazione?

Quest’anno, se abbiamo il coraggio di rimboc-carci le maniche e vogliamo, possiamo metterciveramente al servizio degli altri offrendo la nostradisponibilità per “risolvere” il loro disagio, creandodelle buone opportunità occupative.

Cosa possiamo fare?La nostra proposta di service nazionale “Help:

emergenza lavoro”, approvata al Congresso diVicenza con l’integrazione dei temi di studio lu-

dopatia, sovraindebitamento e usura, si ponecome obiettivo principale quello di affiancare coninterventi concreti coloro che sono inoccupati odisoccupati, aiutandoli a mettersi in gioco e ri-trovare un lavoro che riaccenda la speranza perun futuro più sereno.

Cosa possiamo fare? Semplicemente mettere a loro disposizione le

nostre esperienze lavorative e competenze pro-fessionali per poche ore al mese.

Per farlo dobbiamo organizzarci, creando unarete di conoscenze in ambito nazionale che cipermetta di intervenire, tramite i soci Lionsesperti, a seconda delle specifiche esigenze deigiovani e degli imprenditori, nel modo più tem-pestivo possibile, efficace ed economico.

Giusto per capire la nostra grande forza lioni-stica, avevo classificato i soci del nostro Distretto108L per aree di competenze professionali. Il ri-sultato è stato che nel solo nostro Distretto cisono 1004 liberi professionisti (tra commercialisti,ingegneri, notai, avvocati, medici, ecc.), 508 im-

prenditori, 17 politici, 731funzionari della pubblicaamministrazione, 254 do-centi e 1.313 uomini edonne impegnati quoti-dianamente nel sociale.E nel nostro multidi-stretto? I Distretti sono 17quindi… più o meno17.068 professionisti,8.636 imprenditori, ecc.

Una domanda a questo punto viene sponta-nea. È mai possibile che un’associazione comela nostra, con tutte queste competenze, non ab-bia il coraggio e l’orgoglio di impegnarsi per dareuna mano ai giovani e meno giovani che nonhanno un lavoro?

È stato più volte detto, ma mi viene il dubbioche sia un pretesto per non fare nulla, che perrealizzare un service importante occorrono tantisoldi. Si parla spesso da anni di 5 milioni di euro.

È vero servono anche i soldi e allora insieme

Una grande opportunità per far conoscereagli italiani cosa i Lions sannoe possono fare per contrastare il fenomenodella disoccupazione giovanile

Guido CogottiResponsabile Comitato distrettuale

Service nazionale

Help: emergenza lavoro

Interventi concretirivolti a coloro

che sonosenza occupazione

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19Attività di servizio Lionismosettembre-ottobre 2014

ad alcuni amici esperti in fondi comunitari checondividono il service “Help: emergenza lavoro”abbiamo verificato quali possibilità abbiamo perottenere risorse finanziarie utili per sostenere ilprogetto.

Il risultato è stato molto interessante perchédalla ricerca è emerso che noi Lions, con appo-sita struttura organizzativa sotto forma di Fon-dazione Onlus, a cui aderiranno volontariamentei soci Lions, possiamo partecipare ai bandi perle risorse della Comunità Europea, da impiegarecon finanziamenti di microcredito utilizzabili a fa-vore dei soggetti in condizioni di particolare vul-nerabilità economica e sociale.

Disporre di una specifica fondazione finalizzataa progetti sul lavoro ci permetterà inoltre di ac-cedere più facilmente a collaborazioni con le isti-tuzioni pubbliche quali Regioni, Province, Co-muni, Camere di Commercio, Università,organismi privati quali Banchee Associazioni di categoria econ gli stessi privati cittadini.

In sintesi possiamo dire chenel nostro multidistretto visono tutte le condizioni perrealizzare un service nazio-nale di alto livello su unaspetto sociale oggi di prima-ria importanza, utilizzandosemplicemente le nostre tante professionalità.

Diverse sono le iniziative di singoli Club o pic-coli gruppi di Club che nei vari territori si impe-gnano per aiutare i giovani che si sono distintinegli studi ad inserirsi nel mondo del lavoro(come ad esempio l’assegnazione di premi e op-portunità di stage presso aziende), ma dobbiamotenere conto che l’universo degli inoccupati odei disoccupati è ben più ampio. Ben venganopertanto dette iniziative, che certamente rientranoa pieno titolo nelle tante che possiamo realizzarecon il nostro “Help: emergenza lavoro”.

Un’ultima riflessione. Lo scorso anno abbiamo trattato come Tema

di Studio Nazionale “le nuove povertà” e giusta-mente ci siamo impegnati per capire il fenomenoe dare assistenza a chi oggi rientra in questacategoria, purtroppo in forte crescita.

Ci siamo anche chiesti qual è la causa princi-pale dell’aumento delle povertà e la risposta èstata una sola: l’insufficienza o l’assenza di red-dito dovuta alla mancanza di lavoro.

Allora proviamo a immaginare gli effetti positiviche il nostro intervento può produrre nella crea-zione di opportunità di lavoro e continuiamo a

dare agli indigenti nell’immediato “i pesci”, masoprattutto impegniamoci per dare loro “unacanna da pesca” per il benessere sociale futuro.

Caro Presidente di Club, per aiutarti a rea-lizzare questo service il Comitato Distrettualeha predisposto e mette a tua disposizione duequestionari: uno per i giovani, da far compilaretelematicamente agli studenti delle ultime classidegli Istituti superiori e agli universitari, e unoper gli imprenditori da incontrare presso le as-sociazioni di categoria o alla Camera di Com-mercio, Comune e così via. Sarà l’occasione,con la loro elaborazione, per conoscere insiemele necessità delle persone del tuo territorio e ca-pire come offrire loro le nostre competenze per

aiutarle a crescere. Il nostro obiettivo è anche

quello di conoscere le spe-cifiche competenze dei tuoisoci e quindi, a breve,quando sarà pronta la pro-cedura, dovrai aiutarci acompilare o far compilare,sempre in modo informa-tico, la scheda del socio.

Nella stessa, all’amico, sarà chiesto semplice-mente per esempio se nella sua attività di medicoè un generico o uno specialista, se è un cardio-logo, un ortopedico, un angiologo ecc., e quantotempo della sua attività professionale vuole met-tere a disposizione dei cittadini.

Basta quindi davvero poco per condividere esostenere con soddisfazione un grande service.

La nostra sfida, entro maggio 2015, deve es-sere: offrire le nostre competenze affinchéogni Club aiuti un giovane ad inserirsi nelmondo del lavoro.

Se centriamo l’obiettivo a maggio avremmocontribuito a creare in Italia circa 1.400 posti dilavoro.

Se vuoi approfondire e ricevere ulterioriinformazioni su “Help” inviaci una mail [email protected]. �

I Lions aiutano i giovani,distintisi negli studi,

ad inserirsinel mondo del lavoro

EMERGENzA LAVORO

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20 Lionismosettembre-ottobre 2014 Attività di servizio

Una vasta estensione pervasa da es-senze arboree le più diverse - acaciegommifere per lo più - segnata da lente

ondulazioni ai margini di una foresta senza fine;poche abitazioni rudimentali in aggregazionirade da villaggio primitivo, costruito con bloc-chetti di cemento non intonacati e con coperturein lamiere ondulate; viottoli in terra battuta con-tornati da siepi fiorite, in una rete disordinata acomplemento di una dorsale bianca; sventoliodi biancheria stesa al sole ad asciugare su ar-busti accesi dai colori fiam-manti dei sari che illumi-nano di nobiltà le umilidimore a contorno. Questoè Hamayannoor, villaggiodel Kerala – Stato del pro-fondo Sud dell’India affac-ciato sul Mare Arabico -avvantaggiato dalla vici-nanza a Kottayam, capo-luogo di provincia, sede di un vescovado catto-lico, prescelto dalle Suore Domenicanedell’Ordine di Santa Maria del Rosario comesede di una piccola missione.

In questo villaggio sperduto nella foresta, lon-tano oltre cento chilometri dalle coste del marea cui lo collega una rete di canali e di laguneche affascinano con lo stupore di cartoline an-tiche, abbiamo realizzato un ospedale: un pic-colo ospedale concepito, attrezzato e organiz-zato per poter essere realmente tale. Abbiamosmantellato un vecchio ambulatorio preesi-stente, gestito dalle Suore Domenicane, e ab-biamo costruito una struttura nuova che copre

circa 1200 mq su due piani, collegati da unmontalettighe, capace di ventisei posti letto, do-tata di ambulatori e di adeguate attrezzaturediagnostiche.

Nato dall’esigenza di assistere un numerograndissimo di ammalati di Aids e di pazientiminati da patologie infettive le più diverse, èsubito diventato struttura sanitaria di importanzaprimaria per la Provincia di Kottayam, ed è statosubito inserito tra le strutture fondamentali del-l’immenso bacino che vi gravita.

L’intervento è stato voluto e realizzato dal-l’Associazione Lions per il Terzo Mondo (AlitemoD 108 L) - che ha affidato la progettazione al-l’architetto Nikky Thomas di Bangalore - e chelo ha seguito nelle diverse fasi della costruzione.Sul costo totale di 222.450 dollari relativo alle

strutture e agli impianti -ma a netto degli arredi edelle forniture sanitarie -l’Alitemo ha goduto di uncontributo di 60.000 dollarida parte della LCIF a se-guito della richiesta di unoStandard grant presentatodal Distretto 108 L nel-l’anno 2012. Nell’iniziativa

è stato coinvolto il locale Lions Club di Ayar-kkunnam, che si è fatto testimone della neces-sità e dell’adeguatezza dell’intervento. AlleSuore Domenicane della locale missione, chehanno messo a disposizione il terreno su cuil’ospedale è stato costruito, resta il complessorealizzato e la gestione relativa.

Denominato Karuna Hospital il complesso èstato inaugurato il 25 dello scorso Gennaio conla scopertura della lapide che ricorda il contri-buto della LCIF - alla presenza delle maggioriautorità civili e religiose della Provincia di Kot-tayam, e alla presenza delle maggiori carichedel locale Distretto Lions 324 E 3 India. È stata

Un ospedalenel KeralaVentisei posti letto, ambulatori e adeguateattrezzature diagnostiche.Ecco la struttura sanitaria realizzatada Alitemo Distretto 108L in India

PDG Jolao FarciDelegato del Governatore

per l’Alitemo

Di grande rilievoè stato

il contributodonato dalla LCIF

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21Attività di servizio Lionismosettembre-ottobre 2014

una grande festa, con solenni preghiere e be-nedizioni, con discorsi autorevoli, con sonoreesibizioni bandistiche, ma è stata soprattuttouna festa allietata dalla presenza di una follagioiosa convenuta da ogniangolo del territorio, bruli-cante di sari in un tripudiodi colori che solo in Indiasi fondono in una tavo-lozza fascinosa.

A conclusione di questapresentazione ci piace ri-cordare, a chi poco ci co-nosce, che il Karuna Ho-spital è l’opera più importante realizzatadall’Alitemo nei paesi del Terzo Mondo (dovelavora da circa 20 anni, con pieno riconosci-mento del Board), ma non è la sola. È, infatti,l’undicesimo intervento, che testimonia la fe-deltà alla divisa che ne riassume gli intenti: “Noinon possiamo cambiare il mondo ma possiamomigliorarne una piccola parte”.

Nel Kerala abbiamo realizzato, fedeli a questipropositi, una scuola elementare per bambini

sotto casta (Vaduthala), una seconda scuolaelementare e una scuola media (Hamayan-noor), un poliambulatorio (Kolayad), un piccolopadiglione ospedaliero (Hamayannoor), due

scuole materne (Kolayade Hamayannoor).

Nel Tamil Nadu – statoche si affianca al Keralanell’estremo Sud dell’In-dia – abbiamo realizzatodue poliambulatori, uno aKolli Hill, e l’altro a Poo-thurai, dove è stato al cen-tro dei soccorsi nell’area

investita dallo Tsunami che nel dicembre del2004 si abbatté nell’estremo Sud di quello stato.Nell’Ecuador, ad Atacames (Foresta Amazzo-nica), abbiamo realizzato una casa d’acco -glienza per ragazze abbandonate alle lusinghedella malavita.

Sono mattoni, questi ricordati, che ci piacesostituire alle parole nella costruzione di quellascala di solidarietà umana che conduce alleporte del cielo (Madre Teresa di Calcutta). �

Questa è l’operapiù importante

realizzata dall’Alitemo nei paesi del Terzo Mondo

L’ospedale costruito nello Stato del Kerala

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22 Lionismosettembre-ottobre 2014 Attività di servizio

La Lions Club International Foundation(LCIF) dalla sua costituzione nel 1968 hasostenuto gli obiettivi di servizio dei Lions

in tutto il mondo con 10.000 sussidi per oltre800 milioni di dollari.

La missione ed i compiti della LCIF possonoessere sintetizzati in due frasi:

“Ci prendiamo cura degli altri, li serviamoed otteniamo risultati.”“Sostenere gli sforzi dei Lions Club in tutto ilmondo nel servizio delle comunità locali einternazionali e nel loro impegno in progettidi servizio umanitario essenziali.”Il Presidente Internazionale Preston dice:

“Rafforza l’orgoglio attraverso le donazioni. Piùdonate e più avrete da donare. Non capiscocome o perché, ma è questo che succede. Que-st’anno chiedo a tutti i Club di offrire un contri-buto alla LCIF, il braccio caritatevole della nostraAssociazione”.

I risultati dell’attività della LCIF spesso sonopoco conosciuti dai Lions e sono ignorati al-l’esterno dell’associazione. Voglio quindi ricor-dare solo alcuni principali traguardi raggiunti:– prevenzione di grave perdita della vista per

30 milioni di persone;– somministrazione di quasi 148 milioni di dosi

medicinali per la cura della cecità fluviale;– coinvolgimento di oltre 12 milioni di studenti e

500.000 educatori in 66 paesi nel programmadi sviluppo dei giovani Lions Quest;

– costruzione o ampliamento di 315 ospedali,cliniche e reparti oculistici;

– realizzazione di 14 milioni di screening dellavista per bambini tramite Sight for Kids;

– realizzazione di screening della vista per oltre211.000 atleti Special Olympics di 85 Paesitramite Opening Eyes.

La Fondazione assegna in media ogni annosussidi per 30 milioni di dollari. Le donazioni di1,35 milioni di Lions in 208 Paesi sono la mag-gior parte delle entrate e consentono alla LCIFdi essere leader globale nell’assistenza umani-taria. I Lions sono consapevoli dell’importanzadelle loro donazioni e sanno che il 100% di que-ste va direttamente alle persone che ne hannobisogno.

Le Aree principali nelle quali si può fare unadonazione sono:– Disastro: fondi destinati a Paesi che più ne

hanno bisogno, in seguito a disastri, per soc-corsi immediati e a lungo termine;

– Vista: fondi destinati a supportare le attivitàcollegate alla vista: fornitura di apparecchia-ture Braille, di computer e di altro materialeper i non vedenti);

– Giovani: fondi destinati al programma LionsQuest e ad altre iniziative per migliorare le in-frastrutture scolastiche e per assistere i giovania rischio;

– Bisogni umanitari: fondi destinati a finanziareprogetti che rispondono a bisogni comunitaridiversi, oltre a vista, disastri e giovani (qualiad esempio i pozzi e i programmi di forma-zione professionale);

– Aree di maggiore necessità: comprende lequattro Aree soprastanti, supporta tutte le areedei programmi e offre alla LCIF la flessibilitàdi integrare le iniziative in cui sono richiestifondi aggiuntivi o dove i bisogni sono più ur-genti.

– MORBILLO: campagna triennale per vaccina-zione morbillo/rosolia con GAVI, OMS, Bill Ga-tes Foundation, Sanità Regno Unito.

LCIf:conoscerlaper sostenerlae utilizzarla

Le aree d’impegno della nostra fondazione,classificata come la più affidabile ONG del mondo

Sergio GigliCoordinatore Distrettuale LCIF

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23Attività di servizio Lionismosettembre-ottobre 2014

La LCIF eroga ai Lions Club che presentanoProgetti Service di valenza significativa un con-tributo 1:1 rispetto ai fondi raccolti.

I sussidi che possono essere richiesti sono:Sussidi standard: preve-

dono l’erogazione massimadi 100.000 dollari. Sonoconcessi per Progetti Uma-nitari Lions su larga scala esono i più comunementeerogati. Devono servire ungran numero di persone edevono avere una portatache va oltre le tradizionaliattività di raccolta fondi dei Club o dei Distretti.Normalmente forniscono fondi necessari perl’acquisto di apparecchiature e di infrastrutture.I progetti tipici comprendono unità sanitarie mo-bili, ricoveri, centri per anziani, unità mediche,case per bambini di strada, centri per non ve-denti e disabili, cliniche oculistiche e scuole neipaesi in via di sviluppo. Un Distretto non puòavere più di 2 di questi sussidi in contempora-nea.

Sussidi di Assistenza Internazionale (IAG):permettono ai Lions Club dei paesi industrializ-zati di collaborare con i Lions Club di paesi pocosviluppati per la realizzazione di progetti che

fanno la differenza per le comunità. Vengonoutilizzati per finanziare progetti riguardanti lecure sanitarie di base, l’istruzione e l’alfabetiz-zazione, l’acqua potabile e le fognature, lo svi-

luppo agricolo e i pro-grammi di autosufficienza,i servizi per non vedenti ealtri disabili nonché la pro-tezione ambientale. Pos-sono essere assegnati an-che per missioni medicheinternazionali dei Lions eper centri di riciclaggio oc-chiali Lions su vasta scala

che dimostrino di avere un impatto sul serviziodei Lions nei paesi in via di sviluppo. Assegnanoun importo compreso tra 5.000 e 30.000 dollari.

Sussidi Core 4: mettono a disposizione finoa 200.000 dollari per progetti su larga scala chericadono in una di queste aree: prevenzioneoculistica, lotta contro le invalidità, miglioramentodella salute e servizi per i giovani. Sono prede-terminati e devono servire al finanziamento diun Progetto correlato a tali aree; hanno lo scopodi rendere sostenibili i Progetti di start-up, quindii Multidistretti possono ricevere un solo sussidioCore 4. Progetti attualmente prioritari: lotta con-tro le invalidità; costruzione di abitazioni per per-

Impegnodei Lions Club

per una donazionealla LCIF

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sone non vedenti e disabili con Habitat for Hu-manity; cure oculistiche per gli atleti SpecialOlympics; miglioramento della salute; cura eprevenzione del diabete; servizi per i giovani;ampliamento di Lions Quest; prevenzione ocu-listica.

Sussidi per le emergenze: di importo fino a10.000 dollari, sono destinati a Distretti che ven-gono colpiti da una calamità (tornado, uragani,inondazioni e tifoni). I Governatori di DistrettiLions possono richiedere fondi per soddisfarele necessità più immediate, come cibo, acqua,vestiario e forniture mediche. LCIF assegna nor-malmente oltre 2 milioni di dollari all’anno in sus-sidi per le emergenze.

Sussidi per catastrofi: vengono assegnatiquando si verifica un disastro di portata più am-pia, per progetti di ricostruzione a lungo termineche sono gestiti dal Consiglio Direttivo dellaFondazione e i Distretti non possono farne do-manda; mettono a disposizione fondi di grandientità per catastrofi con impatto internazionaledevastante (terremoto e tsunami in Giappone, iterremoti in Cina e ad Haiti, l’uragano Katrina elo tsunami nell’Asia del sud).

Sussidi designati: sono a sostegno di unacausa particolare. Vengono utilizzati esclusiva-mente nelle modalità indicate e non sono desti-

nati al fondo generale per i sussidi umanitari.Sono stati utilizzati per il terremoto di Haiti, l’ura-gano Katrina e la campagna SightFirst II; ven-gono erogati solo con l’approvazione del Consi-glio Direttivo e non possono essere richiesti daiLions.

Il Premio Umanitario: è la più alta onorifi-cenza dell’Associazione; include un contributodi 250.000 dollari all’organizzazione umanitariaper continuare le attività. In passato hanno rice-vuto il premio l’ex Presidente degli Stati UnitiJimmy Carter e Madre Teresa. I Lions Club pos-sono nominare filantropi meritevoli e il Consiglioe il Presidente di LCI selezionano il vincitore.

Tutti noi Soci Lions dobbiamo sentire l’orgogliodi appartenere ad un’Associazione Internazio-nale (LCI) che si può fregiare di avere al suofianco una Fondazione (LCIF) che nel luglio2007 è stata classificata come migliore organiz-zazione non governativa (ONG) del mondo. Laclassifica è stata compilata dal “Financial Times”in collaborazione con la “Dalberg Global Deve-lopment Advisers” e il “Global Compact” delleNazioni Unite. La classificazione è stata compi-lata da parte di 445 aziende coinvolte con leONG e le agenzie internazionali, che hannopreso in esame 34 organizzazioni mondiali. La

LCIF è stata classificata alprimo posto per l’esecu-zione dei programmi, le co-municazioni, l’adattabilità ela responsabilità dei pro-grammi in una realtà di or-ganizzazioni no-profit incontinua crescita. La clas-sifica, pubblicata nella rela-zione “Corporate Citizen-ship and Philanthropy” del“Financial Times”, mette inrisalto un crescente inte-resse da parte delle societànelle collaborazioni a lungotermine, per cercare di risol-vere i numerosi problemisociali in crescita.

I Club dovranno quindi im-pegnarsi per fare ogni announa donazione alla LCIF ecercare contributi esterni dasponsor per i progetti dapresentare alla LCIF.

Non sprechiamo una ri-sorsa come la nostra fon-dazione! �

24 Lionismosettembre-ottobre 2014 Attività di servizio

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25La pagina Leo Lionismosettembre-ottobre 2014

Primo settembre 2014: eccoci pronti per co-minciare un nuovo entusiasmante annosociale! Non vi nego la mia emozione ad

essere, dopo quasi un decennio di “militanza” nelLeo Club Valle Tiberina, al vertice di questo Di-stretto al quale sono immensamente grata.

Grata per le persone che mi ha fatto cono-scere. Intelligenti, capaci, tenaci. Grata per i ser-vice, tanti, che ho visto realizzarsi anno dopoanno, fatica dopo fatica. Grata per essere di-ventata la donna che sono, in un mondo fattoanche e soprattutto di persone che valgono eche consapevolmente decidono di dedicareparte della loro vita agli altri.

In poche parole una personaentusiasta.

Ed è questo che spero di tra-smettere a tutti i soci del di-stretto che quest’anno avrò ilpiacere di incontrare. Abbiamomolte attività in programma, unnuovo Tod, di cui a breve parlerò, il progetto “Unpasso per la Sardegna” che lentamente sta pren-dendo forma e molto altro ancora.

Ma ciò che più mi interessa è che quest’anno iclub del nostro distretto si rafforzino. Si uniscano.Crescano. Il service più grande siamo noi. Noiche, grazie a questa associazione, scegliamo didiventare persone migliori, che assaporiamo lagioia di agire in gruppo, che mettiamo da parte lenostre idee per ascoltare quelle degli altri.

Questo credo sia il senso più profondo di ciòche siamo, questo spero di trasmettere a tutti ileoncini del fantastico Distretto 108L.

Dopo questa breve digressione, degna diun’anziana (e forse anche un po’ esaltata) “entu-siasta leo” passo ora presentarvi il nostro nuovoTema Operativo Distrettuale: “DAE respiro allosport”. Il progetto nasce dalla volontà del Distretto

108L di contribuire in maniera diretta e concretaal miglioramento delle condizioni di sicurezza de-gli impianti sportivi e non. Tale progetto ha loscopo di sensibilizzare la comunità sull’elevatonumero di incidenti causati dalla poca sicurezzadelle strutture pubbliche e private.

L’importanza della presenza di un Defibrillatoresemiautomatico esterno (DAE) negli impiantisportivi è stata recentemente sottolineata dallaL.189/12, conversione dell’ormai noto DecretoBalduzzi, che obbliga tutte le società sportiveagonistiche e dilettantistiche a dotarsi di dispositividi defibrillazione e di personale formato all’utilizzo.

La nostra associazione è composta da giovaniche praticano sport e che, pertanto, oltre ad es-sere i promotori di questa iniziativa, ne sarannoallo stesso tempo anche i primi destinatari.

L’obiettivo del progetto è quello di acquistareun numero minimo di quattro DAE, provvedendo

anche alla formazione del per-sonale delle strutture destina-tarie. Su ogni defibrillatoreverrà posta una targhetta conincisa la scritta “DAE respiroallo sport - Distretto Leo 108L”.Come riuscirci?

L’obiettivo è la raccolta dicirca 6.000 euro annuali, attraverso l’organizza-zione di diversi eventi che coinvolgeranno tutti iClub del Distretto. Lo scopo è quello di acquistarequattro defibrillatori e di formare due persone perstruttura ricevente, per un totale di otto persone.Ciascun club potrà contribuire organizzando ap-positi eventi finalizzati alla raccolta fondi per l’ac-quisto destinato alla propria regione.

Sono certa che tutti faranno del loro meglio percontribuire al nuovo Tod, perché varrebbe la penaessere Leo anche solo per aver contribuito, nelproprio piccolo, a salvare la vita di una persona.E voi Lions che ne pensate? Pronti a parteciparead ogni tipo di evento sportivo organizzato daivostri amati leoncini? Con la speranza di vedervipresto cimentarvi in tornei di calcetto e quant’altro,auguro a tutti voi un buon inizio di anno.

Nel leoismo. �

“DAE respiroallo sport”

Maria Luisa ImbardelliPresidente distrettuale Leo

I nostri clubdevono crescere

e rafforzarsi

L’acquisto e la donazione di 4 defibrillatoriè il nuovo tema operativo distrettuale

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26 Lionismosettembre-ottobre 2014 L’opinione

Agiudicare dal biancore delle teste maschilie dalla straordinaria tavolozza di coloridelle teste femminili, che a colpo d’occhio

si notano nei nostri congressi, convegni, simposi,meeting, la gran parte di noi è nata intorno allametà del secolo scorso e qualcuno anche prima.

I nostri insegnanti di scuola elementare e me-dia, erano nati alla fine del “secolo coi baffi”,quando gli aerei non erano stati ancora inventati,le auto erano giocattoloni puzzolenti con i frenidi gomma e la frizione di sughero (in alcuni re-golamenti comunali, era fatto obbligo, all’appros-simarsi di un incrocio, chequalcuno precedesse lavettura con una bandierarossa e una tromba, perporre a salvamento uominie bestie dal bolide che pro-cedeva a trenta all’ora!). Laradio? Non c’era. Il telefonoera ai primi passi e ne cam-pava, a farla grassa, unoper paese. La forza motrice “avveniristica” era ilvapore; per il resto la forza del cavallo, che perquanto volenteroso, andava a piedi, da sempre.

Andavamo a scuola dai nostri maestri, che ciraccontavano il passato e neanche un passatorecente. E noi imparavamo il passato; di tutti igeneri, di tutte le epoche, purché passato; il no-vecento, in tutte le sue manifestazioni politiche,artistiche, letterarie, filosofiche, culturali in ge-nere, era, nel nostro periodo di formazione ado-lescenziale, praticamente sconosciuto, pur es-sendo, per ben oltre la metà, già consumato,con il suo carico di meraviglie, a distruggere lameraviglia e di lutti e tragedie, a distruggere lapietà.

I sussidi didattici si limitavano al gesso e allalavagna, che sono due pietre, tanto per dire.

La parola dei maestri, insieme ai racconti deigenitori e dei nonni, e il nostro ascolto, garanti-vano, da sempre, la trasmissione delle informa-zioni tra generazioni, considerata fondamentaleper formare nei giovani l’esperienza del non di-rettamente vissuto, per costruire la base dellerelazioni sociali. La condivisione dei concetti,dei pre-concetti e delle (in)esperienze.

E noi abbiamo seguito, fondamentalmente, aldi là di qualche atteggiamento di modernità mo-daiola e poco convinta “democraticità”, quandoè venuto il nostro turno, quei modi e quei modellidi comunicazione. Gli anziani debbono parlarecon saggezza, i giovani ascoltare con rispetto.A ognuno la sua parte.

Ma oggi è difficile fermarsi ad ascoltare edascoltare sopratutto chinon ha qualcosa di inte-ressante da dire alle orec-chie di chi ascolta, se nonsi vede l’utilità pratica delracconto, rispetto all’ur-genza del presente; espesso, attingendo daesperienze e da cono-scenze largamente auto-

referenziali, non abbiamo niente di veramentevalido e utile da trasmettere a generazioni chesono sotto l’impero della tecnomediazione, delweb, dei social network, dello smartphone e chesono alle prese con problemi immani di occu-pazione, di realizzazione di sé, di autoidentifi-cazione, perfino sessuale, tanto per rimanerenel ristretto campo dell’io.

Con una giovinezza che si protrae ad libitum,con una troppo lunga convivenza tra generazionisotto lo stesso tetto e il partner provvisorio nellostesso letto. (Me lo dite quando si diventa adulti,oggi? E che significa diventare adulti, oggi?).

I nostri ipotetici “ascoltatori” debbono capire eadattarsi a un mondo nuovo, in rapidissima tra-

Giampiero MirabassiRedattore di Lionismo

Oggi è difficile fermarsi ad ascoltarese non si vede l’utilitàpratica del racconto

Ecco comecambia il mondoPrepariamoci a modificare le nostreabitudini mentali e comportamentali,magari tornando a scuola dai giovaniper imparare il futuro

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27L’opinione Lionismosettembre-ottobre 2014

sformazione, senza che i nostri modelli di pen-siero e comportamento e perfino i nostri gusti,siano per loro utili o almeno accettabili, se noncondivisibili.

Non ci siamo accorti di una rivoluzione silen-ziosa, quanto implacabile nel suo procedere epermanente nei suoi effetti: la nostra attenzionee i nostri interessi sono tutti concentrati sul pre-sente. Facciamo molte più cose che nel passato,nella stessa unità di tempo, con una tecnologiache impone il “tempo reale”. Qui, ora, subito, inun turbillon di usa e getta. E chi non sa ade-guarsi, fuori dal gioco.

Usa e getta pensieri, emozioni, sentimenti,passioni amorose (all’apparenza tante e troppobrevi per essere tali) e passioni politiche (certa-mente poche).

Non è epoca di spe-ranze, di “magnifichesorti e progressive” cheimperavano nella nostragiovinezza e che ascol-tavamo dai nostri mae-stri, quando sognare sipoteva, perché anche isogni non erano poi cosìirrealizzabili, ma epoca di “passioni tristi”, comequalcuno le ha acutamente definite, senza ilpuntello di una speranza.

Le stesse fiabe con cui si confrontano i bam-bini di oggi, piene di mostri e mostriciattoli, chenon si esauriscono nel racconto di una sera, alieto fine, prima di andare a letto rassicurati, masaghe come “guerre stellari” “il signore deglianelli”, “l’ultimo orco”, sono dominate e appaionopreoccupate di esorcizzare quella che è la pauradel nostro secolo: la paura che il mondo finisca,altro che Bambi, il lupo cattivo e i tre porcellini!

Tutto slitta in avanti, e ogni nuova generazionefa saltare i criteri di diretta e immediata compa-rabilità con la generazione precedente, alterandoil tempo di crescere, il tempo di invecchiare, eper fortuna (o sfortuna, in prospettiva Inps) iltempo di morire, se è vero, come è vero, checoloro che nascono oggi, almeno nel nostromondo occidentale, hanno una speranza di vitache sfiora i cento anni, almeno a sentire chi ela-bora questo genere di previsioni.

E ciò comporta anche un diverso criterio neldefinire l’età anziana, in una società che ha su-perato tanti pregiudizi, ma che di fronte all’in-vecchiamento non ha saputo inventare nulla dinuovo, se non discutere, ma solo a fini di pro-blemi pensionistici o sanitari, il confine anagra-fico tra giovani anziani, anziani propriamente

detti e grandi anziani, senza che nessuno, peripocrita pruderie, abbia il coraggio di pronunciarel’aborrita parola “vecchi”.

Tutto questo produce un ripiegamento dellevarie realtà coeve, che colloquiano con difficoltàtra loro, quando non comunicano per nulla, spin-gendole verso l’individualizzazione, con la com-plicità del computer, che in apparenza ti apre almondo, e che in realtà ti isola, contribuendo ascardinare ogni certezza, con il moltiplicarsi diopportunità di scelta, spesso in contraddizionetra loro, sul piano dei principi e dei valori; la so-cialità si riduce agli amici, ai piccoli gruppi, congli adulti che esprimono pessimismo riguardoalle giovani generazioni e i giovani che mostranorisentimento verso quelli che ritengono i ladri

ottusi del loro avvenire. Se tutto e il contrario di

tutto è possibile, deside-rabile, permesso e lecito,senza alcuna responsa-bilità sociale e i principiretrocedono a mere opi-nioni, giochiamo a boc-cette con un biliardosenza sponde.

Ecco perché l’associazionismo - che presup-pone comunque condivisione su più ampia scala- in tutte le sue forme, e perciò anche il nostro,è in crisi.

Non possiamo proporci più in modo credibile,con la pretesa di continuare a coltivare e pro-porre abitudini mentali e comportamentali chesconfinano nel rito e che perciò non hanno piùsignificato né per noi, né per gli altri.

Dobbiamo ascoltare, più che parlare. Dob-biamo imparare o reimparare ad ascoltare edascoltare soprattutto i giovani, per capire comele giovani generazioni vivano questa situazione,la loro e la nostra, e come pensino di attrezzarsiper affrontarla.

Dobbiamo trovare il coraggio di tornare ascuola e questa volta dai giovani, per imparareil futuro. �

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28 Lionismosettembre-ottobre 2014 L’opinione

ACaro amico lion o caro amico lettore chehai questa rivista tra le mani solo per caso.Forse ti sembrerà strano che proprio su

una pubblicazione che si chiama “Lionismo” ap-paia un articolo che ha per titolo questa do-manda.

Ma a questa domanda, che riguarda l’identitàdegli associati Lions e alla quale sarebbe facilerispondere per qualsiasi appartenente a qualsiasialtra associazione, è spesso difficile trovare unarisposta, breve ed esau-riente, che possa trasmet-tere lo spirito dell’Associa-zione senza troppe parole.È una difficoltà che nascedalla complessità delleazioni e delle iniziative chei Lions portano a termine.

Se posta da qualche per-sona interessata, è facile econsueto che il Lion inter-pellato risponda, che “l’as-sociazione dei Lions Club è la più grande asso-ciazione di servizio esistente al mondo, forte diun numero tot di soci, sparsi in tot paesi ecc.”Ma certo, data la vastità e la molteplicità delleazioni intraprese e portate a termine nel mondointero, si troverà in difficoltà per chiarire cosa è,e cosa caratterizza, questa associazione che si

autodefinisce, per l’appunto, un’Associazione diservizio.

Cosa dire per chiarire l’attributo “di servizio”?Non è un tipo di Associazione con la quale si haa che fare o che si incontra tutti i giorni. L’attivitàdei Lions non è facilmente classificabile dato chenon si propone un unico obiettivo, non si occupadi un solo problema, non agisce solo localmentee nemmeno ha confini regionali o nazionali ocontinentali. Allora vediamo se si può suggerirecosa dire per chiarire l’attività che la caratterizza.

Sappiamo che le persone che provano inte-resse e curiosità per l’attività lionistica non hannodifficoltà a comprendere e magari aderire ad altreassociazioni di volontariato; tutti o quasi hannochiaro il concetto di cosa fanno i soci dell’ADMO

o dell’AVIS; tutti ne sannodeclinare correttamente ilsignificato partendo dallasigla e conoscono qualisono gli scopi e i contenutidi queste benemerite as-sociazioni. Esse si concre-tizzano in sodalizi chehanno finalità ben circo-scritte, tassativamente de-finite, ben pubblicizzate ericordate anche tramite ri-

correnti campagne di richiesta di donazioni. Tral’altro i Lions di solito non “chiedono” ma “do-nano” e stranamente anche questo, in una so-cietà più propensa a reclamare diritti che a sot-toscrivere doveri è qualche volta difficilmentecomprensibile, se non guardato con diffidenza.

L’attività associativa Lion non è riducibile al-

Danilo TropeaRedattore di LionismoLions guida certificato

I meno informatidevono prendere coscienza

della validitàdell’associazione

e esserne fieri

Chi sono i Lions?

Un aiuto per capire e fare proprio il concettodi Associazione di servizio e svegliare il desiderio di partecipare

in coloro che potrebbero condividerne il cammino

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l’interno di una bella sigla corta, onnicomprensivaed autoesplicante. Il sostantivo plurale inglese“lions”, - leoni - nonostante qualcuno abbia ten-tato di farlo diventare un acronimo, non contienein sé un’indicazione di chi sono e cosa fanno isoci. Il nostro sodalizio, il suo acronimo è LCI(Lions Clubs International) si chiama “Associa-zione Internazionale dei Lions Clubs” e, tra l’altro,nell’accezione più diffusa un “club” è un circoloo un’associazione i cui membri si riuniscono inuno stesso luogo e sono legati da interessi co-muni, politici, ricreativi, ecc. Tutto ciò, a mio av-viso, con una possibile“diminutio” della conside-razione generale se nonviene chiarito lo scopodel club.

È quindi possibile chesi incontrino difficoltànell’illustrare l’attività e gliscopi dell’Associazione.Per fortuna questa diffi-coltà non affligge tutti imembri. La stragrandemaggioranza sa perfettamente cosa risponderee anche illustrare con dovizia, quale sia lo scopo,lo spirito e quale sia l’attività svolta ad ogni livello,dal locale all’internazionale.

Ma è anche vero che molti soci, di fatto, puravendo ben chiara le finalità e il perché si sta esi agisce insieme, incontrano difficoltà nel definiregli scopi plurimi dell’Associazione. Forse nonhanno ben inquadrato cos’è e cosa fa un’asso-ciazione di servizio come la nostra. Cosa asso-lutamente deleteria poiché il “servizio” citato, senon ben chiarito nel suo obiettivo, può essereinterpretato erroneamente come “servizio resotra soci ai soci”, i quali, invece, stanno insiemeper aiutare il prossimo, le istituzioni, non per aiu-tarsi a vicenda.

Così può accadere che un’ipotetica personainteressata all’Associazione, per via di una ri-sposta incompleta o insoddisfacente, non vedasoddisfatto il proprio desiderio e sia lasciata nellaperplessità. Insoddisfazione e perplessità: duecondizioni in grado di far virare il primitivo inte-resse di una persona, che ne vorrebbe saperedi più, in una giustificata diffidenza.

Allora, come potremmo rispondere? Si po-trebbe semplicemente affermare che il “servizio”che ci caratterizza è la ovvia concretizzazionedello scopo che i soci decidono di perseguireutilizzando le proprie capacità, la propria espe-rienza e professionalità, e anche un po’ del lorotempo. Scopo teso a cercare di individuare le

carenze, le difficoltà, le ingiustizie e le storturenelle quali si dibatte la società tutta e a trovarele soluzioni per migliorarla.

E poi perché non aggiungere che la disponibi-lità al servizio e l’attività sono sempre gratuite?

Perché non dire con semplicità che i Lion sonopersone, donne e uomini di buona volontà chededicano parte della loro vita a migliorare la con-dizione dell’umanità?

Poche parole, dettate dal sentimento, che fasempre breccia, invece di buttare lì spiegazionie spesso serie di numeri che sono importanti

per quantificare la portatadelle azioni intraprese masolo dopo aver destato l’in-teresse e catturato l’atten-zione dell’interlocutore. Nu-meri certamente daconoscere, da non dimenti-care e da utilizzare per raf-forzare l’immagine dell’Asso-ciazione.

Sì cari amici e caro lettoreoccasionale. Malgrado l’ap-

parenza, i Lion hanno un solo scopo, nobile einsieme pratico. Uno scopo che li accomuna eche li rende orgogliosi di quello che fanno. Tuttiinsieme. Sanno che sono in grado di agire conuna sinergia tale da poter contribuire e spessodeterminare la soluzione positiva di molti pro-blemi materiali e culturali che affliggono l’uma-nità. Scopo raggiunto tramite la libera accetta-zione dei principi di collaborazione in amicizia edel codice etico Lion, mai cambiato o rivisto neiquasi cento anni di vita dell’Associazione.

Cari amici, se in risposta a un’ipotetica richie-sta sapremo essere chiari e mostreremo il no-stro orgoglioso senso di appartenenza, se sa-remo in grado di far comprendere cosa abbiamofatto, facciamo e faremo, se trasmetteremo lospirito che ci accomuna, allora e solo allora po-tremo far nascere anche in altre persone dibuona volontà il desiderio di appartenere allanostra Associazione. Persone che, a loro voltapotranno un giorno rispondere alla domanda“Chi sono i Lions?” con cognizione di causa esoddisfazione.

Ora risponderò secondo la mia esperienza:“Sono donne e uomini di varia nazionalità, razza,religione e appartenenza politica che con buonavolontà hanno fatto propria una visione di vitaaltruistica e hanno deciso di mettersi gratuita-mente al servizio dell’Umanità. Donne e uominipresenti, per fortuna, da quasi cent’anni, in tuttoil mondo”. �

29L’opinione Lionismosettembre-ottobre 2014

I Lions sono personeche dedicano

parte della loro vitaa migliorare

la condizione dell’umanità

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30 Lionismosettembre-ottobre 2014 Riflessioni

Mettendo mano al volume di dati del Di-stretto Lions 108L, dati che si possonoaggregare, scomporre, riallineare in

gruppi e sottogruppi, ci accorgiamo che in ognigrafico e in ogni tabella appare evidente echiaro quanto sia stato lo sforzo di tutti i socinell’ultima annata, per produrre la frenata dellacurva della perdita dei soci e la netta inversionericonquistando, dopo anni negativi, il segno po-sitivo nella crescita anche con valori interes-santi.

Al di là del risultato positivo è significativoche il dato confrontato con quello degli altri di-stretti del MD Italy assegna il primo posto intermini di crescita associativa al distretto 108L.Infatti il decremento del numero dei soci ègrave in quasi tutti i distretti ad eccezione del108L e dell’IB4, i soli che mostrano una crescitaassociativa.

Il dato del distretto 108L è ancora più signifi-cativo perché arriva dopo anni di valori negativie ultime posizioni occupate. Non possiamo peròlimitarci a complimentarci con quanto fatto! Oc-corre continuare la spinta propulsiva alimen-tandola con nuova linfa vitale fatta di nuoveproposte, idee innovative, sogni più grandi.

Dobbiamo porre al centro della nostra azione

progettuale il socio, con le sue aspettative, lesue attese, i suoi sogni, i suoi interessi, la suaintraprendenza, le sue capacità, la sua profes-sionalità. Non dobbiamo dimenticare che il socioè comunque inserito in una società immersa inun continuo processo evolutivo che sta a noipercepire, scoprirne la direzione, valutarne laspinta. Allora il centro di attenzione non deveessere solo il socio, ma anche la società che locirconda con le sue necessità e attese, cui dob-biamo dare programmi interessanti e soluzionicon service condivisi e importanti, meno par-cellizzati, meno frammentati, meno dispersivi ediscontinui.

Nel momento attuale i Lions, attenti a perce-pire le spinte dei tempi e il senso del muta-mento, devono impegnarsi per ridare la spe-ranza a una Società che per molti versi èsvigorita ed adoperarsi per costruire un futuromigliore. In sostanza i Lions devono essere gliartefici del cambiamento e non lasciarsi travol-gere da esso. Nuove tecnologie e nuovi modelliorganizzativi per lavorare meglio, più proget-tualità e proposte operative per liberare risorsee tempo da destinare alla solidarietà.

È prioritario e indispensabile analizzare il dif-fuso malessere sociale, le situazioni di degradomorale e materiale, i problemi sociali più impel-lenti, le crescenti problematiche legate all’inter-culturalità e all’immigrazione e prospettare so-luzioni qualificate e appropriate per lasalvaguardia dei beni di uso comune e dei dirittidella persona.

Stop alla perdita di sociRiparte la crescitaDopo anni negativi, netta inversione di tendenzanel distretto 108L. Ma dobbiamo alimentare la spintapropulsiva con idee nuove e sogni più grandi

Francesco MozzettiCoordinatore distrettuale GMT

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31Riflessioni Lionismosettembre-ottobre 2014

In questa azione è ormai non più differibile ilcoinvolgimento dei giovani: dobbiamo “parlarecon i giovani” e non solo “parlare dei giovani”.Dobbiamo imparare ad attrarli e a motivarli, per-ché i giovani hanno una capacità enorme di ag-gregazione, come nelle adunanze musicali,come sul web, cercando motivazioni forti cheappassionino e assicurino anche la crescita in-dividuale e collettiva.

Statistiche recenti ci di-cono che un italiano sudieci fa volontariato, mentrenel mondo giovanile un gio-vane su sette fa volonta-riato, quindi il 13% più degliadulti.

In una società piena di in-certezza, di insicurezza einquietudine, spesso più radicate nel mondogiovanile, mancano stimoli e opportunità perentrare nel tessuto sociale e molti, troppi ra-gazzi, rinunciano all’integrazione chiudendosiin gruppi che rappresentano, in fondo, un’iden-tità altrimenti negata che li allontana dai nostristili di vita.

I giovani sono diversi da noi perché così deb-bono essere. Allora la comunicazione fra noi ei giovani diviene importante e risolutiva; i giovanisi proiettano al futuro con la loro inesperienzae soffrono, più di noi, in un mondo fatto di co-municazione digitale sì, ma anche di solitudinerelazionale e di mancanza di confronto. Lenuove generazioni usano internet ma non vannooltre il culto della griffe e spesso hanno formedi divertimento e di evasioni estreme e dolenti.La crisi dei giovani è la crisidella famiglia, quella che of-friva solidità e contribuivaalla crescita culturale deisuoi membri; genitori as-senti per motivi di lavoroche lasciano i giovani bencresciuti ma senza ideali esenza affetti. Occorre ridarecentralità alla scuola e allafamiglia ma soprattutto occorre superare le vec-chie idee.

Se proviamo a pensare ai giovani più vicini anoi, i Leo, scopriamo che sono oltre

cinquemila nel multidistretto in un fascia dietà dai 12 ai 30 anni, che sono stati capaci diraccogliere in tre anni seicentomila euro e met-tere a disposizione in aule universitarie trentapostazioni per ipovedenti e di costruire trescuole in Burkina Faso.

I Leo si considerano parte della famiglia in-ternazionale dei Lions, cosa evidenziata anchedall’obbligo di portare al bavero il distintivoLions. Quindi l’Associazione dei Lions Club è,per i Leo, la “propria” associazione, quella incui si confluirà in modo naturale al termine dellaesperienza Leo.

Per rendere più facile l’ingresso dei Leo neinostri Club, oltre che adattività più in linea conle loro aspettative e leloro peculiarità, dob-biamo offrire una possi-bilità di integrazione mi-rata e coinvolgente,pensando ad esempioad integrare le quotecon il contributo del

Lions Club padrino, a chiedere al Distretto diridurre quelle di sua competenza e adoperarsiper ridurre o cancellare per loro quelle multidi-strettuali.

Nell’ansia di cambiamento non dobbiamoperdere di vista il ruolo e l’organizzazione deldistretto multiplo Italy, nel quale siamo inseritie nel quale vogliamo giocare un ruolo di rilievoessendo il distretto più grande per estensioneterritoriale, più numeroso in termini di soci eclub, ma nel quale continuiamo a contare1/17esimo, cioè nulla. Ogni volta la conquistadi un obiettivo, di un riconoscimento, di un li-vello di leadership costa molto in termini di im-pegno dei singoli a dispetto di quello che altridistretti molto più piccoli possono ottenere coa-lizzandosi.

Elementi ancor più al-larmanti sono le idee diristrutturazione del MDItaly, che causerebberol’emarginazione dell’Ita-lia a livello europeo e unnotevole aumento deicosti di gestione; almassimo potremmopensare ad una modi-

fica del multidistretto Italy, assegnandogli solocompiti di rappresentanza e di coordinamento,di organizzazione di un Congresso nazionaleannuale e della presenza dei Lions italiani allaconvention internazionale.

Se proprio dobbiamo innovarci adoperiamociper ridisegnare i distretti, che debbono essereresi più omogenei per estensione, numero diclub e di soci. Per costituire sempre di più centrivitali del lionismo italiano. �

I Lions non sonoattrattivi per i giovani

Sforziamociper diventarlo

La vera difficoltà non èaccettare le nuove idee

ma sbarazzarsi delle vecchie(John Keynes)

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32 Lionismosettembre-ottobre 2014 Riflessioni

Un amico e socio del mio Club, peraltrocon una frequenza non ottimale a causadegli onerosi impegni di lavoro, mi ha

chiesto: qual è la funzione e quali sono le finalitàdel GLT e se sono importanti.

In effetti il GLT e il GMT sono nati alcuni annifa in quanto le nostre guide internazionali, forsenell’ottica di migliorare l’utilizzo di preesistentistrutture, hanno ritenuto opportuno intervenirenella ricerca di supporti adeguati, che contribuis-sero a conservare ed incrementare il positivosviluppo della nostra Associazione, con lo scopodi prevenire opportunamente l’insorgere di pos-sibili carenze.

Il mio intervento, ovviamente, è limitato al GLTche, nella sostanza, è certamente nato per fa-vorire e promuovere la formazione lionistica dibase a ogni livello, ma che ha poi l’obiettivo prin-cipe di sviluppare la leadership. Di conseguenza,

nell’assumere questo incarico anch’io mi sonodomandato cosa volesse dire, in pratica, svilup-pare la leadership, e se sarebbe bastato a talfine prepararsi sulla formazione, curandone tuttii vari aspetti tecnici e studiando i manuali relativiai vari ruoli. Aspetto questo certamente fonda-mentale, ma non del tutto sufficiente.

Il momento storico attuale richiede che i Lionsindirizzino sempre più le loro iniziative e le loroattività al sostegno delle tante situazioni di ne-cessità e di bisogno che evidenzia la comunità eche, purtroppo, stanno subendo evidenti incre-menti. Abbiamo un grosso ruolo nel volontariato,ma operiamo anche negli stessi ambiti nei qualiagiscono tante altre Istituzioni ed Associazioniche, in determinati settori specifici, hanno scopie finalità simili alle nostre. Allora è sempre piùnecessario che i Lions, attraverso comportamentiqualificati ed evidenti, intensifichino il loro impe-gno nel sociale e lavorino per cercare di miglio-rare le tante situazioni carenti che presenta og-gigiorno la società nella quale viviamo; operandoin tal modo, sarà anche più facile ottenere unamaggiore visibilità.

Però non possiamo alzarci la mattina e deci-

Sviluppodella leadership

Funzioni del Glt: una guida efficiente permette di realizzareattività primarie, avere buona visibilitàe ottenere più facilmente l’incremento del numero di soci

Piero PaccosiCoordinatore distrettuale GLT

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33Riflessioni Lionismosettembre-ottobre 2014

dere di mettere in piedi un grande service, un’ini-ziativa di rilievo che magari coinvolga più club,senza aver prima pensato una programmazioneadeguata, aver fatto un’analisi delle risorse a di-sposizione e, soprattutto, individuato le vie mi-gliori per ottenere il successo della nostra idea.Ma con queste poche parole non ho fatto altroche descrivere quello che dovrebbe essere ilpunto di partenza del comportamento di unaguida, di un leader che vuole realizzare un’attivitàovvero un’idea importante. Meglio poi se questemigliorano un aspetto carente della comunità, ocomunque comportano una variazione positivadi qualcosa di pratico e di socialmente utile; ilche coincide pienamente con il nostro “we serve”e con le finalità della nostra associazione.

Certamente, non tutti i soci potranno dedicarelo stesso tempo, ovvero potranno essere dispo-nibili ad assumere sulle loro spalle il peso del-l’organizzazione e della realizzazione di unanuova attività. Ma il GLT si impegnerà per sti-molarne il maggior numero possibile, per incen-tivare le loro azioni e il loro attivismo, perché lanostra associazione ha veramente bisogno delleloro volontà e del loro entusiasmo, della loro ca-pacità di essere leader.

Ecco allora la risposta che posso dare al mioamico: il GLT, per mezzo della formazione, in-tende stimolare e incentivare nei soci le loro ca-pacità di essere leader attraverso la promozione

delle idee, il rafforzamento della voglia di fare, larealizzazione delle attività. Le potenzialità dellanostra associazione in questo campo sono moltoalte, perché ha al suo interno tante professiona-lità e tante personalità alle quali poter attingere.Pertanto il GLT ha una finalità molto importante,perché una leadership efficiente e diffusa per-mette di realizzare attività primarie, di avere unabuona visibilità e, quindi, di ottenere più facil-mente un incremento del numero dei soci.

Questi obiettivi si possono raggiungere solopromuovendo il colloquio, favorendo il confrontodelle opinioni, lo scambio delle idee e, soprattutto,perseguendo sempre le massime percentuali dicollaborazione e di coinvolgimento dei soci. Per-ché essere leader presuppone l’azione, ma è atutti noto che non esiste un leader che agisca dasolo, è una contraddizione in termini. Possiamoessere molto bravi, ma da soli otterremo semprerisultati limitati. È il coinvolgimento degli altri, èl’azione congiunta che ci consente di raggiungerele mete più elevate ed i risultati più premianti.

In questo progetto sarà essenziale l’aiuto e lacollaborazione dei Presidenti di Circoscrizione edi Zona (che fanno parte del GLT-D), dei Presi-denti di Club e di tanti soci; solo un lavoro condi-viso, d’équipe ci permetterà di raggiungere piùfacilmente il comune obiettivo: la conservazionee l’ampliamento della posizione di prestigio chela nostra associazione occupa nella società. �

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34 Lionismosettembre-ottobre 2014 Riflessioni

Con l’alzabandiera e una mano sul cuore,sulle note dell’inno d’Italia, iniziava perme trent’anni fa nella Scuola “Maria No-

ceti Quartieri” del grazioso paesino di Bagnone,in provincia di Massa Carrara, la grande avven-tura del Campo Italia.

Cinquanta ragazzi e ragazze dai 16 ai 22 anni,provenienti da diversi Stati,alcuni dei quali oggi non piùpresenti negli atlanti di geo-grafia, trascorrevano, in-sieme a una piccola rappre-sentanza italiana, 15 giorninella Scuola, trasformata incampus estivo internazionaleLions, assaporando così laprima vera esperienza di vitacomunitaria e associativa, di convivenza e dicondivisione.

Non erano certo i tempi della tecnologia uni-versalmente diffusa, e il solitario telefono dellascuola (ancora con il disco per formare i numeri!)squillava di tanto intanto per qualche tele-fonata da parte di an-siosi genitori che desi-deravano avere notiziedei figli, e la conoscenzadi usi e costumi di Paesilontani avveniva nongrazie a semplici viaggivirtuali fatti in rete, maper averli visitati real-mente o attraverso la vi-sione di qualche docu-mentario o la lettura diun buon libro.

Il campo, importante esperienza di vita comu-nitaria autogestito dai giovani per l’illuminata in-tuizione del “padre” Bruno Grandi, permetteval’affermarsi di iniziative originali, ricche di cerati-vità sostitiuendo alla tradizionale nozione di au-torità quella di partecipazione, inserendosi in unsistema educativo mirante alla responsabilizza-zione e alla preparazione al lavoro di gruppo. Igiovani partecipanti erano gli attori protagonistidella loro esperienza associativa e l’organizza-zione scorreva fluida, nonostante l’acerba espe-rienza e qualche incomprensione di carattere lin-guistico tra i ragazzi addetti alla segreteria.

La colonna sonora di“Guerre stellari” sostituiva iltrillo della campanella scola-stica che fungeva inizial-mente da sveglia, dando cosìinizio ad una giornata riccadi avvenimenti e appunta-menti. Al di là degli incontri edelle visite, la gioia dellostare insieme, la condivisione

di ogni momento, la conoscenza di nuovi amicie la scoperta di nuove abitudini assieme alla mu-sica che, ben prima della lingua, accomunavatutti, erano le ragioni che spingevano i ragazziad inviare la richiesta di partecipazione ad un

campo così singolare.Alcune tra le più bellecittà del nord e del cen-tro accoglievano la vi-sita di questi ragazzi fe-stosi, colorati, felici. Lavisita dei migliori museiper far conoscere la sto-ria, l’arte e la cultura ita-liana, così come di im-portanti aziende insettori in cui la maestriaitaliana è unica almondo, l’ospitalità rice-vuta sull’Amerigo Ve-

AmarcordRicordo nostalgico di momenti vissuti da una lion che sedicenne partecipòtrent’anni fa al “Campo Italia”,la più importante iniziativa in ambito giovaniledel multidistretto 108 Italy

Sissi PalmieriOfficer distrettuale

Giovani partecipanti al “Campo amicizia”del Distretto 108L – estate 2014

Esperienzadi vita comunitaria

autogestita dai giovani

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spucci, lo spettacolo dell’Aida, trionfale all’Arenadi Verona, rendevano il Campo Italia unico nelsuo genere.

Alcuni partecipanti, incaricati di svolgere pre-sentazioni su importanti temi dicarattere socio-culturale, legatiall’Unicef, presentavano il propriolavoro ai giovani colleghi dicampo durante un seminarioquanto mai interessante.

Sul piccolo palcoscenico delteatro, scricchiolante e impolve-rato, balli hawaiiani, timidi passidi walzer, goffi tentativi di scenecomiche, “jam session” di musicisti che sino aqualche giorno prima non si conoscevano nem-meno, intrattenevano le autorità civili e lionisticheinvitate dal dottor Grandi e da Luigi Renzo, suocollaboratore, alla giornata di celebrazione delcampo.

A parte un saltuario lavoro di segreteria, i cuiaddetti erano prevalentemente persone conun’ottima padronanza della lingua inglese, linguaufficiale del campo, i ragazzi collaboravano nelsistemare il proprio letto e nell’apparecchiare latavola secondo un calendario più o menorispettato da tutti.

Gli ammassi rocciosi che da secolihanno ascoltato silenziosi lo sciaquiodelle acque limpide e fredde del torrenteBagnone, erano il solarium naturale ditanti giovani dalla pelle chiarissima che,ignorando la potenza dei raggi solari inquel periodo dell’anno, riportavano fre-quentemente piccole ustioni. Le cuoche,simpatiche e molto pazienti, cucinavanopietanze locali per far conoscere la cul-tura gastronomica del nostro Paese, fa-cendo spesso gustare prelibate prepara-zioni, ben equilibrate dal punto di vistanutrizionale.

Le regole dell’autogestione venivano ri-spettate, anche se a volte di notte si con-travveniva al divieto per entrare in cucinae in dispensa, così come, sul finire delperiodo di soggiorno, accadeva di dor-mire al chiarore delle stelle sulla terrazzasenza parapetto, in un lungo letto com-posto da tanti materassi affiancati.

Un pullman conduceva i partecipantialla visita delle principali città d’arte dovela comitiva, allegra ma educata, venivasempre accolta dal sindaco nella sala co-munale, alcune delle quali ricche di storia.Terminati gli incontri con le istituzioni, le

vie e i negozi del centro delle città erano presid’assalto dai ragazzi.

“We are the world we are the children, we arethe ones who make a brighter day, so let’s start

giving”: si concludevacosì, con un canto into-nato a squarciagola datutti i partecipanti alCampo Italia di Bagnone,una delle edizioni di circatrent’anni fa del CampoItalia.

Alcuni distretti in Italiaorganizzano oggi il pro-

prio Campo dove i ragazzi, come allora, con glistessi sogni, con lo stesso desiderio di libertà esperanze per il futuro, s’incontrano, in rappre-sentanza della Nazione che li ha selezionati. Edecco che da partecipante, trent’anni fa, mi sonoritrovata a collaborare durante il soggiorno umbrodei ragazzi del Campo amicizia 2014, rivivendo,con una maggiore e diversa consapevolezza, lagrande opportunità di crescita e di vita offerta achi partecipa ai Campi Lions. �

35Riflessioni Lionismosettembre-ottobre 2014

La grandeopportunità di crescita

per chi partecipa ai Campi Lions

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36 Lionismosettembre-ottobre 2014 Riflessioni

Viviamo in una società in continua trasfor-mazione che costringe a mutare stili divita e comportamenti dettati per lo più dai

rapidi mutamenti sociali, dal coinvolgimento dellemode e dalla psicologia di massa, di cui spessoè succube non solo il più debole, culturalmenteparlando.

Vero è anche che le basi della nostra culturapoggiano su pilastri solidi che partono da lon-tano, se vogliamo fare riferimento alla filosofiadi Aristotele e Platone o alla riforma di Clisteneche ha posto le basi della democrazia e dellapartecipazione attiva dei cittadini alla “cosa pub-blica”.

Non si può certo sottacere l’eredità prove-niente dal diritto romano che, ancor prima delleDodici tavole (V sec. a.C.), forte soltanto di unacoscienza collettiva, regolava ogni aspetto dellavita quotidiana su unaprassi universalmente ac-cettata, legata alle usanzedegli antenati, mos maio-rum. Ancora oggi è oggettodi studio il Corpus iuris civi-lis, raccolta dei testi dellagiurisprudenza classica vo-luta da Giustiniano (528-533d.C.), cantato da Dantecome l’imperatore ispiratoda Dio “…per voler delprimo amor ch’i’ sento, d’en-tro le leggi trassi il troppo e‘l vano”. (canto VI Paradiso)

Eppure questa comunità,che è stata il più antico nu-

cleo da cui è nata la società, nonostante neltempo si sia mantenuta, anzi rafforzata, se pen-siamo all’“arengo” medievale e al rinascimentocome crescita culturale-sociale e sviluppo dellearti, questa comunità oggi è in crisi. E l’affran-camento dai legami antichi ne modifica l’ideatradizionale, quella fisica, in senso sociologico,che per secoli è stata opposta alla società, inun acceso contrasto ideologico. Ecco quindi cheè venuto meno quel senso di sicurezza, di pro-tezione che ha disorientato non poco e che haportato filosofi come Nietzsche a guardare allacomunità in chiave antimoderna, con nostalgiaper un bene perduto.

Tale sensazione si è acuita con i fenomeniche stanno cambiando il mondo, come l’annul-lamento delle distanze, la globalizzazione di usie costumi, e insieme a queste la perdita di cer-tezze. Ne consegue il relativismo etico (dovutoanche alla diffusione di una miriade di informa-zioni, non di vera conoscenza) e la caduta deivalori che non hanno trovato altri punti di riferi-mento se non il potere e il denaro.

Il sentimento di insoddisfazione e di incertezzache segue a ritmo freneticoin uno scenario di vita con-sumistico e competitivo,dove per occupare la scenabisogna “cacciare via gli al-tri”, induce a pensare, comeribadisce Bauman, che“siamo condannati a viverein un’incertezza perma-nente”, che è causa ed ef-fetto di precarietà emozio-nale e instabilità relazionalee valoriale in questa “societàliquida”.

Aprire gli orizzonti versogli altri paesi ci ha consen-tito, sì, di conoscere e di

Deanna Mannaioli Redattore di Lionismo

Presidente di Circoscrizione

Club Lions, fariper una societàche mutaSiamo al centro di un processodi crescita etica e democraticaall’interno di una comunità fragilee in continua trasformazione

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37Riflessioni Lionismosettembre-ottobre 2014

confrontarci con diverse culture, ma rischia didisorientare e, in molti casi, di mettere in crisi ilsenso di appartenenza e di identità culturale.

Il compito dei Lions è quello di prendere attodi tali cambiamenti e di intervenire in modo attivoe consapevole a dare puntidi riferimento dimostrandodi saper interpretare i det-tami dell’etica lionistica e disaper condividere e diffon-dere nella comunità gliscopi del lionismo.

L’organizzazione della no-stra associazione struttu-rata su due “livelli” di pariimportanza, quali “l’internazionalità e la centralitàdel club”, si pone in modo adeguato di fronte aicambiamenti, dovuti ai nuovi fenomeni; infatti il“livello centrale si rapporta favorevolmente alleesigenze locali e sostiene i club che rappresen-tano il livello periferico e operativo, affatto mar-ginale.

Il club quindi costituisce il motore e l’essenzalocale che si apre all’universalità lionistica in unrespiro corale che consente maggior forzad’azione e una coesione, non solo di intenti, taleda guidare più agevolmente al raggiungimentodegli obiettivi locali e collettivi avviando la diffu-sione del messaggio etico dei Lions.

Quando leggiamo nei nostri scopi “partecipareattivamente al benessere civile, culturale, so-ciale, della comunità” è implicito l’invito a tra-sformarci in una forza attiva e partecipe dellesorti della società locale e nazionale, forti anche

della consapevolezza chesiamo portatori di principiuniversali, condivisi e con-divisibili. Occorre quindiavere il coraggio di inter-venire nell’analisi dei pro-blemi del territorio e colla-borare nell’elaborazione distrategie e di progetti voltia favorire la crescita della

comunità, in cui operiamo.La nostra funzione di stimolo e collaborazione

con le Istituzioni porterebbe nel contempo unimpulso positivo alla ripresa dei valori fonda-mentali quali il rispetto per la vita e la dignitàdelle persone e il “bene comune”.

C’è da auspicare che in questo modo il nostrocontributo conduca a cambiamenti nello stile divita degli uomini che riescano a realizzare neidiversi momenti della loro esistenza una sintesivirtuosa tra individuo e persona, senza farsischiacciare, anzi senza annullarsi, nello sciameinquieto dei consumatori e di chi pensa al propriotornaconto. �

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38 Lionismosettembre-ottobre 2014 Costume e società

L’impegno lionistico sul territorio si basasulla conoscenza della comunità che vi ri-siede, dei bisogni che esprime e degli

aspetti che la caratterizzano. Quando un lionsclub è ben inserito nella comunità, non gli riescedifficile individuarne i bisogni, cogliere le esi-genze collettive, conoscere il tessuto organizza-tivo e istituzionale, la cultura e le usanzeradicate nella trama sociale.

Ma perché l’azione sia efficace il club deveentrare in simbiosi con il territorio, capirne le oc-correnze, sostenere le soluzioni da qualunqueparte proposte, incentivare la legalità e il rispettodei diritti, nonché promuovere la cultura dei do-veri. Il club,in sostanza, deve realizzare un in-sieme di valori, adeguato al territorio e alla co-munità, che dimostri la sua natura e sia modellodi riferimento. Da queste premesse emerge l’esi-

genza prioritaria di individuare l’area su cui insi-ste la comunità, poiché da essa dipendono lacapacità di penetrazione e i confini dell’azionepubblica del club.

Parlare di territorio in senso stretto non si ad-dice all’attività lionistica, la cui area di interventonon è soltanto fisica. L’azione del club non ne-cessariamente è limitata ad una zona ben defi-nita ma può rivolgersi anche verso aree di ne-cessità che non richiedono denotazioniterritoriali, come avviene quando il club si oc-cupa di campagne riguardanti la cecità, il diabeteo il morbillo.

Pertanto, più che di territorio si dovrebbe par-lare di campo d’azione, più o meno vasto, nelquale l’azione del club si concretizza nel soste-gno e nella solidarietà alla comunità per quantoconcerne i bisogni generali.

In ordine al territorio, quindi, si prospettanodue condizioni:

a) Territorio realeIl nome del club corrisponde a quello del co-

mune in cui è stato costituito e se nello stessocomune i club sono molteplici, ciascuno di essiaggiunge una seconda designazione al proprionome.

Questi dati dovrebbero essere sufficienti a de-limitare il territorio ma, se l’azione pubblica delclub è diretta ad una comunità di bisogni gene-rali, non sempre si riesce a far coincidere l’in-tervento con l’area geografica.

Questo problema, apparentemente banale, ri-veste aspetti delicatissimi, che possono esseresuperati solo attraverso ragionevoli accordi tra iclub interessati, evitando gli ostacoli di caratterepolitico-sociale che potrebbero frapporsi al rag-giungimento di un’intesa.

Il problema assume connotazioni più accen-tuate quando i club interessati operano in areemetropolitane.

In questo ambito, la seconda designazione delnome è, in linea generale, una mera astrazionee non definisce il territorio pur indicandone un

Sui bisogni della comunità i lions fondano la ragione del loro intervento con azioni finalizzate alla crescita collettiva

Vincenzo FragolinoSegretario distrettuale

Le azioni dei Lionssul territorio

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39Costume e società Lionismosettembre-ottobre 2014

monumento, un personaggio o una particolaritàstorica.

Anche in questo caso sarebbe opportuno conaccordi tra le parti agire in interclub, soprattuttoquando si tratta di effettuare service o trattaretemi di studio presso enti pubblici, quali scuoleed ospedali, evitando che le Istituzioni venganocoinvolte separatamente da più Club per lastessa iniziativa, facendo quindi apparire i Clubin competizione fra loro e sminuendo la validitàstessa dell’azione. Nel caso di azioni congiuntei vantaggi sono evidenti in quanto il service saràpiù consistente potendo disporre di maggiori ri-sorse economiche, il tema di studio più seguitoper la maggiore facilità di attrarre un pubblicopiù numeroso e una maggiore visibilità e mag-gior richiamo da parte dei media.

b) Territorio virtualeIl campo d’azione non può essere considerato

solo dal lato del territorio reale: esistono aree dinecessità che astraggono dal territorio, in quantorichiedono interventi nel complesso settore so-ciale - sanità, scuola, lavoro, cultura, sport, po-vertà - indipendentemente dalla mera circoscri-zione territoriale.

Inoltre, è nella natura dei Lions - ma soprat-tutto nel loro senso di responsabilità sociale, in-tesa come l’obbligo morale di collaborare con leistituzioni per assicurare ai cittadini una vita di-

gnitosa - svolgere service in tutto il mondo, siadirettamente che attraverso la Fondazione in-ternazionale LCIF.

La Fondazione del Lions Club International èil braccio umanitario dell’Associazione, poichéappoggia le iniziative che i club di ogni parte delmondo svolgono a favore delle proprie comunitàlocali e della comunità mondiale.

Qui emerge chiaramente un altro aspetto: gliinterventi si spostano da un territorio all’altro,da una comunità all’altra, uscendo dal ristrettocampo d’azione locale per invadere mondi lon-tani e addirittura sconosciuti al club. Da questedue condizioni viene allora in evidenza che,senza un territorio o un’area di necessità, ossiasenza un campo d’azione, non potrebbe essereesercitato il servizio e gli scopi dell’Associazionenon potrebbero essere raggiunti. È sui bisognidella comunità che il lionismo fonda la ragionedel suo intervento con azioni comuni, finalizzatealla crescita del territorio attraverso un’opera disostegno, d’incentivazione, di coinvolgimento edi stimolo.

Ragionevolmente si può affermare, quindi, cheil territorio reale è un’area di intervento concor-demente delimitata - necessaria ma non suffi-ciente - in quanto il lionismo si espande oltre ilterritorio, in un’area virtuale dove esercita la suaazione pubblica a favore di tutta la comunitàmondiale. �

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40 Lionismosettembre-ottobre 2014 Eventi Lions

Era il 1990 quando l’annuale Congressodegli Ufficiali della Riserva dei Paesi dellaNato mi portò a Calgary. Ero giovane e

l’occasione fu certamente unica per trascorrerequasi un mese dall’Est all’Ovest di un Paesevastissimo attraversato con il “Levriero Grigio”dalle Cascate del Niagara alle Montagne Roc-ciose con caposaldo Toronto. La 97a Conven-tion Internazionale non poteva essere disattesa,non solo perché sintesi dell’anno lionistico2013/2014 (così ricco di eventi internazionali:Amburgo, Istanbul, Tangeri, Toronto), ma ancheperché occasione di ritorno nei lontani luoghidelle esperienze più giovani. Questa volta perònon mi sono mosso dalla città, gustandone tuttala multinazionale freschezza estiva (il sole èenergico tanto quanto è freddo nei locali e nei

mezzi di trasporto) sia nell’interminabile andiri-vieni della gente, che nelle bellezze dei luoghi.Tra la Foresta dei Grattacieli, l’altissima Torre elo Sky Dom non ho trovato alcuna traccia deimiei percorsi d’allora, salvo la mole più anticadel Royal Ontario Museum, pure rinnovata daun’ala moderna e avveniristica: esaltata dallasplendida moneta coniata per il Centenario delMuseo: d’argento con il volto dorato della Re-gina Cleopatra. L’Arte antica occidentale è alcentro delle sale espositive, insieme con gliaspetti della Cultura asiatica e indigena, il mi-stero della Natura minerale ed animale, fino al-l’esposizione temporanea sui Segreti dell’Im-peratore cinese nella Città Proibita di Pechino.Ho visitato di nuovo un ospedale e una fonda-zione per la ricerca contro il cancro, mi sonoimmerso nelle attualità anglosassoni delle libre-rie e nell’eclettica cucina dei ristoranti affollatida tanti giovani pure per le numerose proiezionidegli incontri dei Mondiali di calcio in Brasile.Non mi sono mai stancato nel vedere la molte-plicità delle razze, pressoché certo della realiz-

Emozionidalla Conventiondi TorontoDopo ventiquattro annilo stesso gusto dolce del succo d’acero

Mauro De AngelisPresidente di zona

I giovani Leo del Multidistretto 108 Italy alla sfilata del 5 luglio

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41Eventi Lions Lionismosettembre-ottobre 2014

zazione di quanto ci disse un professore di Win-nipe: “Nel 2020 in Canada la razza bianca saràuna minoranza!”. Nella prima giornata ho in-contrato una studentessa Italiana e insieme ab-biamo visitato i luoghi dell’Università di Toronto:dalle aule didattiche, alla libreria, ai locali di ri-storo degli studenti del College, agli impiantisportivi, alle autorevoli Sale dei Rettori e del-l’ufficialità. Una studentessa canadese mi haespresso il suo amore per l’Italia e l’Europa (ori-ginaria della sua famiglia) mentre la barca “Ma-yama” ci portava tra le isole del Lago, ininter-rottamente toccate dagli aerei che facevanoscalo nell’aeroporto cittadino. Ma cosa hannogli Italiani per accattivarsi la simpatia di tutto ilmondo? Certo lo stesso spirito giovanile del1990! Nel ricordo di Margareth ed Elisabeth,che scambiò il Mercurio della mostrina dellesue Trasmissioni (Signals!) con il nero bordatodi fuoco della mia Artiglieria!

Mi sono poi totalmente immerso nei lavoridella Convention, dopo la variopinta paratalungo la University Avenue, ove si è ritrovatatutta la nutrita Delegazione italiana con Lionsvariamente adulti, seguiti dal ruggente striscionedei Leo! Molto interessante il summit Leo-Lionse il vivace scambio di opinioni e di progetti, pre-sente il Direttore internazionale Roberto Fresia:autorevole Lion e “Former Leo”.

Le riunioni plenarie del mattino, nella tradi-zionale atmosfera americana di spettacolo-show-assemblea delle migliaia di delegati,hanno lasciato spazio nel pomeriggio agli in-contri più raccolti e ai seminari sui progetti peralimentare il pianeta, le iniziative per la preven-zione del diabete, “we stride” ballando, il ruolodel Presidente di zona, il banchetto degli insi-gniti Melvin Jones, il gelato-incontro per quantihanno ricevuto le chiavette del proselitismo. Poile elezioni, lo scambio delle pins, le tante solle-citazioni commerciali dell’area espositiva tra lo“store” del Lions Clubs International e le tanteimprese che concretizzano i simboli dell’orgogliodei Lions. Molto partecipata la Cena italiana,sempre unica nella sua eleganza e vivacissimala Serata tedesca cui ho preso parte con ToninoPintus tra specialità d’Oltralpe, birra a non finiree piacevolissime conversazioni. Ci siamo volu-tamente andati a piedi tra le dolcissime vivacitàdelle “Streets” del Re e della Regina, immagi-nando il movimento invernale tra i negozi deipercorsi sotterranei della “Toronto under-ground”. Ho gustato il fascino delle specialitàorientali al ricevimento per l’elezione di un Di-rettore internazionale del Sud Est Asiatico.

La Convention Internazionale resta sempreper me una grande esperienza umana e fontedi un’energica ricarica di valori lionistici. Ho vi-sitato infine il Cannone donato a Toronto dallaRegina Vittoria, ho assistito alla salve di arti-glieria in onore del Governatore dell’Ontario enon ho potuto non pianificare le prime opera-zioni della Campagna di Honolulu 2015! �

I Governatori italiani con il Direttore InternazionaleRoberto Fresia

Momenti della Convention di Toronto

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42 Lionismosettembre-ottobre 2014 Alla scoperta di…

PremessaAncora oggi non si dispone di documenta-

zione archeologica esaustiva, anche se negli ul-timi anni l’area è diventata meta di studiosi dimezza Europa, e una campagna estensiva di ri-cognizione di superficie e di prospezioni geofi-siche, portata avanti da un team di archeologibritannici dell’Università di Southampton con lapartecipazione di studiosi dell’Università diCambridge in collaborazione con la BritishSchool di Roma, ha prodotto significativi ele-menti di novità.

L’area, già esplorata nel passato, non ha mairicevuto l’importanza che meritava, tanto che iresti riportati alle luce nel 1864 vennero succes-sivamente ricoperti limitando la progettazione diulteriori scavi.

In tempi recenti il pieno recupero e la leggibi-lità dell’intero complesso sono ancora resi arduidal fatto che solo 32 ettari dell’area archeolo-gica, che rappresentano solo una parte dellacittà antica di Portus, sono stati espropriati e inessi realizzato un parco archeologico-naturali-stico con riassetto della vegetazione e restaurodei resti, reso accessibile al pubblico, mentre il

bacino esagonale e la maggioranza degli edificiantichi che lo affiancavano rimangono ancora diproprietà privata.

Questo luogo straordinario, situato oggi nelComune di Fiumicino, si spera divenga prestoun luogo di attrazione culturale con un unicoprogetto che unisca Porto e Ostia antica, la se-conda area archeologica, dopo Roma, in terminidi importanza e dimensioni in Italia.

Portus era un agglomerato urbano, situato aNord della foce del Tevere e costituiva l’anticoporto di Roma.

Il porto di Claudio e Traiano era la finestra diRoma imperiale sul Mediterraneo e per centi-naia di anni ha approvvigionato la città eterna dicibo, schiavi, animali feroci e materiali edili. Unpatrimonio storico e naturalistico, grazie alla pre-senza di aree umide e ricche di vegetazione,inestimabile (secondo l’archeologo Keay unodei siti archeologici più importanti del mondo)

I porti imperiali di Claudio e Traiano

Viaggio nell’area archeologica dell’antica città di Porto (Portus)

PDG Vincenzo G.G. MennellaDirettore responsabile di Lionismo

Il porto di Claudio inaugurato nel 64 d.C.

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43Alla scoperta di… Lionismosettembre-ottobre 2014

sconosciuto ai più, quasi inaccessibile e con vi-site al contagocce. La costa oggi dista circa trechilometri dall’impianto antico di Portus, strettoin mezzo alle infrastrutture dell’aeroporto, allarete dei percorsi stradali e autostradali, all’urba-nizzazione incalzante.

Notizie storicheIl primo porto di Roma fu quello fluviale alla

foce del Tevere di Ostia sul litorale tirrenico.Per ottimizzare gli approvvigionamenti della

città di Roma e superare le difficoltà connessecon l’uso del porto fluviale, nel 42 d.C. l’Impera-tore Claudio decise di costruire circa due migliaa Nord della foce, dove esisteva una piccolabaia naturale frequentata fin dall’arcaismo, unaltro sito portuale (Portus) che richiese com-plesse opere di canalizzazione per mettere incomunicazione il nuovo porto con il Tevere. Lascelta fu molto criticata dai tecnici del tempo inquanto l’area era soggetta ad insabbiamenticausati dai detriti fluviali. Tuttavia la vicinanzacon Ostia e la possibilità di raggiungere il Te-vere, convinsero l’Imperatore ad avviare il pro-getto di un polo portuale la cui realizzazionerichiese una ventina d’anni e si concluse sottoNerone.

Nel 64 d.C. venne inaugurato il Portus AugustiOstiensis. Il porto di Claudio che si affiancava aquelli di Ostia e di Pozzuoli - fin dagli inizi del IIsecolo a.C. cardini dell’organizzazione portualedi Roma - assicurava un bacino dove effettuaresenza pericolo lo scarico delle merci delle grandinavi onerarie che giungevano da tutto il medi-terraneo e il loro trasbordo sulle imbarcazionifluviali (naves codicariae) adatte alla risalita delTevere fino a Roma.

Il bacino portuale, ampio all’incirca 150 ettari,fu scavato in parte nella terra ferma, in parte

racchiuso verso il mare da due moli curvilineiconvergenti verso l’ingresso, dove su un’isolaartificiale sorgeva un gigantesco faro che se-gnalava ai naviganti l’ingresso del bacino. Duecanali artificiali assicuravano il collegamento trail mare, il porto di Claudio e il Tevere. Le fonda-zioni del molo settentrionale sono ancora oggivisibili alle spalle del Museo delle Navi perun’estensione di circa un chilometro. La scarsasicurezza e l’insabbiamento progressivo lo re-sero ben presto inaffidabile e insufficiente, tantoche appena quarant’anni dopo (100-112 d.C.)l’Imperatore Traiano provvide alla ristruttura-zione e all’ampliamento dell’intero sistema por-tuale per renderlo più adeguato alla mole deitraffici marittimi che interessavano la capitaledell’Impero.

Al primitivo impianto portuale di Claudio, chemantenne la funzione di riparo in rada grazie aperiodici dragaggi per evitare l’insabbiamento,venne aggiunto un bacino artificiale di formaesagonale, ritenuto più idoneo alle operazionidi attracco, carico e scarico delle merci. Tale ba-cino fu ricavato per intero nella terraferma peruna superficie di 33 ettari e collegato al Teverecon un sistema di canali per facilitare il trasferi-mento delle derrate a Roma.

Le infrastrutture e gli edifici monumentaliIl progetto di Traiano (Portus Traiani felicis),

geniale e audace, comprendeva oltre ai grandimagazzini che correvano paralleli alle sei ban-chine del lago interno, un complesso di nume-rosi altri edifici pubblici monumentali, tra cui unmaestoso palazzo imperiale, un mini Colosseo,centinaia di approdi per le navi, un bacino esa-gonale grande come un lago e, ultimo venutoalla luce dopo anni di scavi, un anfiteatro chepoteva ospitare fino a 2.000 spettatori.

Dritto: testa laureata di Nerone con scritta.Rovescio: porto di Claudio con sette navi, farosormontato da una statua di Nettuno, personificazionedel Tevere sdraiato che tiene un timone e un delfino,molo a forma di mezzaluna con portico e un altare, adestra fila di frangiflutti, scritta AUGUSTI S PORTO STC.

Edifici pubblici monumentali e magazzini(epoca di Traiano – ricostruzione)

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L’anfiteatro sorgeva nella città di Porto, inca-stonato tra il palazzo imperiale, il vecchio ba-cino di Claudio e il porto di Traiano, ed era il piùricco dell’impero romano e forse il più antico.L’anfiteatro, di forma ovale, costruito con mate-riali di lusso e colonnati, si pensa fosse usatodallo stesso Imperatore con attività stretta-mente private, non è noto se lotte di gladiatorio di belve o battaglie navali.

Un edificio con murature in opera mista detto“palazzo delle cento colonne,” a causa dellasua favorevole posizione di controllo, probabil-mente costituiva la residenza stabile del “pro-curator”, responsabile del porto, e dei membridella famiglia imperiale durante le loro visite allacittà.

Una stima approssimata valuta che almeno200 navi di grande tonnellaggio potevano at-traccare alla prima fila della banchina.

Mentre le navi si avvicinavano al porto, ilcolpo d’occhio doveva essere davvero sugge-stivo in quanto il complesso monumentale era

grandioso. L’edificio che s’innalzava per trepiani sfoggiava lunghi portici animati da doppifilari di colonne, che per la loro altezza crea-vano suggestivi effetti di riflesso sull’acqua. Al-l’interno questo gioiello di architettura, firmatoda Apollodoro di Damasco, svelava ambienti ri-vestiti di marmi policromi, pavimenti decoraticon mosaici e coperture con alte volte a botte.

I quartieri di abitazione erano disposti sui lati

44 Lionismosettembre-ottobre 2014 Alla scoperta di…

Ricostruzione del sistema portuale nel momento di massimo splendore (secondo-terzo secolo d.C.).In evidenza il bacino esagonale per le operazioni di carico e scarico collegato al Tevere tramite un sistema di canali

Il sito dove sorgeva l’anfiteatro

Resti del portico di Claudio

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est e sud del bacino, dove probabilmente eraanche il foro non ancora identificato, e doveerano disseminati edifici religiosi quali il tempiorotondo dedicato a Bacco e il tempio di Portuno,nonché un enorme complesso di depositi noticome magazzini traianei.

Costruzioni con caratteri di lusso, tra cui unninfeo ornato di marmi, sorgevano su un’areaoccupata successivamente dalla basilica cri-stiana come accorpamento di unità edilizie

prima distinte, conclusosi nel IV secolo, che co-stituiva l’aula di riunione della comunità cri-stiana e che assunse la forma di basilicapaleocristiana alla fine del V secolo.

I “magazzini severiani”, gli unici oggi visitabilie di recente restaurati, sono ascrivibili all’etàdegli Antonini; i vani al pianterreno probabil-mente servivano solo come intercapedini perl’isolamento dei piani superiori, due dei qualioggi, sistemati a terrazza, costituiscono un bel-vedere sul porto esagonale.

Interessante la visita al Museo delle Navidove sono conservati le chiglie di cinque dellesette navi romane trovate tra il 1958 e il 1965durante la costruzione dell’aeroporto, una barcada pesca con vivaio e quattro relitti più grandiidentificati come imbarcazioni per il traffico flu-viale (naves codicariae), risalenti al periodo dalII al V secolo d.C. �

45Alla scoperta di… Lionismosettembre-ottobre 2014

Mosaico di nave romana

Fiumicino, Museo delle naviResti di imbarcazioni per il traffico fluviale

Rilievo marmoreo del porto di Traiano rinvenuto a Porto (Fiumicino), conservato presso il Museo d'Arte Torlonia

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46 Lionismosettembre-ottobre 2014 Attualità

Anche se il mondo risulta ufficialmente inpace, in troppi Paesi si continua a morireper guerre e guerriglie, spesso per per-

secuzioni religiose, dove impazzano milizie guer-rigliere, gruppi separatisti, ribelli, narcotrafficanti.Nel numero 2 di “Lionismo” 2013-2014, ci colpìprofondamente l’editoriale del Direttore della ri-vista sulle attività belliche nel mondo, dove si ri-feriva di ben 60 Stati e 461 gruppi guerriglieriimplicati, con raccapricciante coinvolgimento diragazzi e bambini. Ad otto mesi da quella nota,anziché migliorare, le cose sono andate via viapeggiorando, con un incremento di quasi il 20%dei gruppi che a vario titolo sono coinvolti incombattimenti, oggi intorno a 550.

L’intero pianeta è teatro di centinaia di scontrisanguinari: “È in atto la terza guerra mondialeanche se frammentaria” ha sottolineato PapaFrancesco nell’agosto scorso e in un incontro dipreghiera in Vaticano con i presidenti israelianoShimon Peres e palestinese Abu Mazen ha dettoche è stata aperta una porta che non si vedeper il fumo delle bombe. Non passa giorno chenon arrivino notizie di ingiustificate aggressioni,agghiaccianti massacri, centinaia di morti, di cuiè difficile tenere il conto. Per restare nel recente,nel maggio scorso, nello Stato di Assam, in In-dia, immigranti musulmani provenienti dal WestBengala furono attaccati dai guerriglieri delFronte democratico nazionale del Bodoland, condecine di morti, mentre in chiese di vari villaggidella Nigeria o della Repubblica Centrafricanafurono trucidati centinaia di cristiani durante lamessa domenicale. Nei recenti contrasti inUcraina, tra i separatisti filo-russi e le truppedell’esercito, si contano già oltre 1500 morti; inPalestina, proseguono i lanci di razzi palestinesicontro Israele e le operazioni israeliane controobiettivi palestinesi, con circa 1300 morti, di cui

oltre 240 minori, e oltre 7200 feriti; in Iraq, solonel mese di luglio, sono morti 1387 civili, gliestremisti islamici di Isis avrebbero sepolto vive500 persone di etnia Yazida e catturato centinaiadi donne per usarle come schiave, mentre sullemontagne di Senjar decine di migliaia di personesono in attesa di soccorsi; la Libia è precipitatanel caos più completo ed è preda di bande inguerra tra loro. In Siria non c’è pace da tre anni,sono centinaia di migliaia i morti (cifre che nonpossono essere verificate in modo indipendente)e più di un milione i siriani rifugiatisi nel vicinoLibano; gli ultimi orrori sono le immagini di de-cine di teste decapitate e infilzate sulle punte diuna cancellata e, in video, le atroci immagini digruppi di cristiani inginocchiati e uccisi a colpi dipistola in testa oppure bambini cristiani decapi-tati e i corpi mostrati come trofeo. E si potrebbeproseguire con i combattimenti fra governativi egruppi ribelli in America del sud, in Nigeria, nelleFilippine. I nomi cambiano, il risultato resta lostesso: morte, dolore e lacrime. E sempre conl’infausto coinvolgimento di civili, vecchi, donnee soprattutto ragazzi e bambini, di ogni razza ereligione, colpevoli non per ciò che hanno o nonhanno fatto, ma per ciò che sono. Stragi e atro-cità che pensavamo non potessero più verificarsinell’era moderna. E invece il moderno è servitosoprattutto per diffondere a tutti simili misfatti.

La violenza scuotele coscienze del mondoI Lions ponte tra i popoli per contrastareogni forma di aggressione e terrorismo

PDG Naldo AnselmiDelegato del Governatore

al Centro Studi

Bombardamenti in Siria

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47Attualità Lionismosettembre-ottobre 2014

Con i mass media che ci martellano giornal-mente e i potenti che poco fanno per contrastaresimili tragedie, frenati da biechi interessi econo-mici e/o crude opportunità geo-politiche.

Ma in questa nota io vorrei richiamare l’atten-zione su un aspetto particolare, che a me coin-volge come cristiano, ma cristiano profonda-mente rispettoso di tutte le religioni e di coloroche non credono.

Io sono stato sempre tremendamente turbatoper gli attacchi verso qualunque confessione,dalle orrende stragi di musulmani in Bosnia aimorti in Xinjiang o le persecuzioni striscianti inCecenia, dalle repressioni religiose in Tibet alleattuali orrende persecuzioni dei Yazidi.

Da qualche tempo però mi colpisce il ritardocon cui le autorità e l’opinione pubblica dei Paesioccidentali prendono atto delle persecuzioni edelle violenze perpetrate verso i cristiani, comese per l’attuale coscienza il problema non sia dirilievo proprio perché si tratta di vittime cristiane.

Nel mondo, sembrerebbe che 100mila cristianivengano uccisi ogni anno, uno ogni 5 minuti, innome dell’odio religioso o per le leggi che limi-tano la libertà religiosa. E in una cinquantina diPaesi è oggi più pericoloso che in passato es-sere cristiani.

Negli ultimi anni, causa una sempre più radi-cale laicizzazione e secolarizzazione, in parti-colare presso noi europei, ci si è scagliati controuno dei mattoni fondanti della nostra identitàculturale e sociale: il cristianesimo. Nonostantela Chiesa sia sempre al primo posto nelle attivitàsociali a favore degli emarginati, l’Occidentetroppe volte rimane in silenzio davanti al drammadei cristiani perseguitati e uccisi in nome del-l’odio religioso. Un silenzio e una cecità inquie-tanti, deprecabili. Troppo poche le posizioni con-tro tali massacri, tra cui meritano di esseresottolineate quella del Presidente della legaaraba Nabil al-Arabi (“la persecuzione che i ter-

roristi hanno compiuto in Iraq contro la mino-ranza Yazida e i cristiani costituisce un criminecontro l’umanità”) e, soprattutto, quella di PapaFrancesco, che con tutta l’autorità che gli com-pete, ha più volte stigmatizzato come “tutti deb-bano condannare, senza ambiguità, questi cri-mini, che offendono Dio e l’umanità” rimarcandoche, di fronte a tante malvagità, “nessuno puòavere il diritto dell’indifferenza”.

Anche noi Lions, sia quelli con fede religiosa,qualunque essa sia, sia quelli che si proclamanoatei, noi propugnatori di pace nel mondo, do-vremmo pronunciarci in difesa di qualunquegruppo religioso minacciato da estremismi con-fessionali. Le religioni in genere tendono al benecomune e servono l’umanità; esse sono in ge-nere una grande riserva di virtù civile e andreb-bero difese. La strada della pace passa attra-verso il rispetto reciproco di tutte le nazioni e ditutte le religioni del mondo, accettando e armo-nizzando le diversità.

Noi rappresentiamo un luogo culturale dovepossono operare credenti di ogni religione e noncredenti, neri, bianchi e gialli; noi abbiamo lemani libere dai settarismi confessionali. Proprioper questo noi dovremmo esprimere profondodolore verso le varie pacifiche comunità religioseaggredite nel mondo

La nostra Convention sia veramente l’assem-blea dell’umanità, dove venga promosso un verodialogo tra tutte le culture e tutte le religioni delmondo ed abbia parole di vicinanza per coloroche, pur pacifici, vengono uccisi o rischiano lavita solo perché credenti. Noi potremmo e do-vremmo veramente rappresentare un ponte trai popoli, anche cercando di stemperare ogniforma di aggressione religiosa.

Solo allora potremmo dire di aver seguito lavera missione che ci ha lasciato Melvin Jones,per la diffusione della cultura di comprensioneinternazionale tra tutti i popoli del mondo. �

Profughi Yazidi in fuga per sfuggire alle persecuzioni

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Il metallo lavorato – La moneta, da 2600 anniin uso nel mondo occidentale, come riserva di valore,mezzo di scambio e di pagamento, ha subìto attra-verso il tempo un profondo mutamento semanticoper connotazioni politiche, ideologiche, artistiche eamministrative.Le civiltà più antiche non utilizzavano la moneta ba-sandosi essenzialmente sullo scambio, sui tributi esul dono. Ad essere barattati erano anche donne euomini a seconda dell’ordine patriarcale o matriar-cale all’interno della tribù. La bellezza del dono eraindice di ricchezza e prestigio sociale, ma avevaanche uno scopo diplomatico per rinsaldare buonerelazioni tra vicini. In alcune civiltà (già dal terzo millennio a.C.) i pagamenti venivano effettuati conalcuni oggetti di valore quali quantità definite di orzo, metalli preziosi già lavorati, piccoli lingotti d’oroe d’argento o grossi pani di bronzo, valutati a peso.

Le prime monete – Le monete più antiche risalgono allafine del VII e alla prima metà del VI secolo a.C.; riportano suun lato la figura di un animale (foca, leone, cervo, capra, ca-vallo) e sull’altro punzonature geometriche senza iscrizioni. La moneta, pur conservando l’alto valore reale dato dal quan-titativo di metallo prezioso contenuto, consentiva di superarela pesatura rendendo più agevoli le operazioni di conto. L’uso della moneta come mezzo di scambio rispondeva all’esi-

48 Lionismosettembre-ottobre 2014 Cultura

Pittura di tomba egizia XV secolo a.C.trasporto e pesatura di anelli d’oro e lingotti di bronzo

Segni dei tempi che cambianoDagli scambi

alla moneta elettronica

Segni dei tempi che cambianoDagli scambi

alla moneta elettronica

Circa V secolo a.C. – Statere (AR gr 11,72)

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genza d’avere un oggetto universalmente riconosciuto che materializzasse immediatamente il valoredato alle merci attraverso il lavoro, che rendesse possibile lo scambio senza trasporto da un mercatoall’altro evitando nel contempo che ciascuno dei contraentitrovasse la merce interessante ai fini dello scambio.A Creso, re dei Lidi, sono attribuite le prime monete in oro,denominate creseidi.In seguito, le emissioni monetali si contraddistinsero comeprodotto di uno Stato, città, regno che ne garantiva il peso, ilquantitativo metallico e le contrassegnava attraverso il tipoche aveva la funzione di sigillo statale.

Le città greche coniano moneta – La diffusione dellamoneta in argento ebbe incremento nella seconda metà del VI

secolo a.C. in Grecia dove era strumento delle città stato(Egina, Corinto, Atene). Sulle monete erano raffigurati precisimessaggi simbolici derivati dalla mitologia (cavallo alato, ci-vetta) che costituivano elementi fondamentali della vita re-ligiosa e culturale del mondo antico. Le monete, oltre chenegli scambi quotidiani, servivano per acquisti di riforni-mento di grano, per sostenere imprese militari, per il finan-

ziamento di spedizioni commerciali, il compenso deifunzionari, la costruzione di opere pubbliche. I metalli usati fu-

rono l’elettro, l’oro e l’argento.

La moneta in Italia – Nella seconda metà del VI secoloa.C. anche le tre colonie di fondazione achea – Metaponto, Cro-tone e Sibari – cominciarono a coniare moneta con una tecnicaparticolare (incusa) caratterizzata da una faccia della moneta inrilievo e l’altra in incavo, che in seguito caratterizzò l’apparte-nenza di molte città ad un’area di circolazione comune. Nel IV eIII sec. le zecche delle due principali aree d’influenza, Tarantoper l’Adriatico e Napoli per il Tirreno, adottarono il bronzo per ilcommercio minuto e l’oro per pagare mercenari e capi militari.Anche in Sicilia si ebbe un forte sviluppo della coniazione di mo-nete adottando simboli diversi (aquila, quadrighe, testa di apollocon corone di alloro, testa di Aretusa con delfini); in particolarela monetazione di Siracusa fu fortemente condizionata dai suoisovrani che cominciarono ad apparire sulle monete con il loronome e l’attributo di re. Fu rilanciato l’oro e l’argento.

Regni macedoni – Con il regno di Filippo II (360-336 a.C.) la mo-netazione raggiunse una notevole ampiezza e diffusione. Il successo

delle monete in oro, dette Filippi, continuò anche dopo la sua morte,soprattutto con suo figlio Alessandro III, con il quale il regno assunsele dimensioni di un Impero.

Roma periodo repubblicano – Nel corso del III secoloa.C. Roma attuò un proprio sistema monetale unificando quello di

origine italica in bronzo e quello di origine greca in metallo prezioso.Il nominale principale “asse” cioè unità aveva il peso corrispondentead una libbra (327 gr.) suddivisa in dodici once. Alla base del sistemamonetale romano per oltre quattrocento anni rimasero il “denario” pari

a dieci assi, il “quinario” pari a cinque assi e il “sesterzio” pari a due assi e mezzo, tutti in argento.

Regno di Lidia 561-546 a.C.Creseide (AU gr 8,07)

Tetradramma di Siracusa (AR gr 17,32)

Didramma di Agrigento (AR gr 7,56)336-323 a.C. – Statere (AU gr 8,

56)

Atene V secolo a.C. – Tetradramma (A

R gr 16,

96)

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Nel mondo antico la moneta romana repubblicanaè la più varia, con l’alternanza continua di temi po-litici e religiosi; nell’ultimo secolo fanno la com-parsa i primi ritratti di persone reali con ruoli politiciimportanti.Nel 44 a.C. il Senato concesse a Cesare di porreil proprio ritratto sulle monete, cosa che feceroanche i suoi successori per sottolineare la loroforza morale e la maturità. Con Ottaviano che riunìnelle sue mani tutto il potere attraverso la trasfor-mazione delle tradizionali cariche repubblicane,anche la moneta ebbe un ruolo importante dal punto di vista politico ed economico. Nel 23 a.C. furonodefiniti nuovi rapporti tra i nominali d’oro, argento e bronzo, che rimasero invariati per 200 anni. La moneta d’oro assunse il ruolo monetale più alto del sistema affiancandosi al denario, al sesterzio(1/4 di denario=4 assi) e al dupondio (2 assi), entrambi in oricalco (lega di rame e zinco); per le piccoletransazioni quotidiane si usava il “quadrante” di rame del valore di 1/4 di asse.

Impero romano – Nella monetazione romana da Augusto in poi la presenza del ritratto degliImperatori diviene un fatto costante ed è sempre caratterizzato da alcuni attributi (corona di alloro),dal nome e dalle cariche rivestite. Al nome viene premesso il titolo di IMP(erator), segue la lettera Co CAES(ar) o l’appellativo AVG(ustus), creato da Ottaviano e riferito al principe del Senato ma ancheal termine avgurium che garantiva la salvezza del popolo romano. Alcuni titoli propri della carica pub-blica dell’imperatore riguardano le cariche civili rivestite quali (TR P-tribunicia potestas), COS (con-solato), PM (pontifex Maximus).

Le emissioni monetali oltre che uno strumentoeconomico erano un importante veicolo di legitti-mazione del potere e di consolidamento dinasticoe costituivano pertanto uno dei primi atti di go-verno dell’Imperatore con attributi divini. Anche ledonne della famiglia imperiale acquistarono gra-dualmente uno spazio consistente nelle emis-sioni monetali quali elementi di trasmissione delpotere. A partire da Livia, moglie di Ottaviano,l’elemento femminile entra a far parte dell’ideolo-

gia imperiale come componente fondamentaledella natura divina del potere. Nerone ad esem-pio è raffigurato in tenera età con la madre Agrip-pina e poi è associato alla moglie, entrambi conattributi divini.Le monete diffondevano anche scene della vitapubblica politica, militare e religiosa dell’Impera-tore, richiamandone il programma e ricordando iprovvedimenti di buon governo, nonché le elargi-zioni e i donativi che consolidano il rapporto conla plebe. Fondamentale è l’elemento militare:

vengono raffigurate le vittorie e i trionfi dell’Im-peratore nella cui figura si concentra il concettodella forza vittoriosa dell’Impero e della capacitàdi sottomissione delle popolazioni barbare.Anche le rappresentazioni architettoniche sonopresenti in gran quantità soprattutto nella mo-netazione di Nerone e Traiano, che oggi hannoun importante valore come documenti storici efonti per la ricostruzione archeologica. La piùnumerosa delle categorie tipologiche è quella

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III secolo a.C. – Denario (AR gr 4,22)con testa di Roma e Dioscuri

Caligola 37-38 d.C. – Sesterzio (AE gr 28,30)

Augusto 25-16 a.C. – Aureo (AU gr 7,90)

Traiano 103-111 d.C. – Sesterzio (AE gr 26)

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pertinente alla sfera del culto, della religione e della mitologia che costituiscono momenti fondamentalidella vita privata e pubblica del cittadino, in quanto la sicurezza dello Stato è garantita dalla pace congli Dei e l’Imperatore, supremo capo religioso, che appartiene anch’egli alla sfera divina.

Il mondo bizantino – Nel 312 d.C. Costantino ridusse il peso dell’unità aurea “il solido” e lopose a base del sistema monetale al posto del denaro in argento. La moneta riflette il profondo cam-biamento dell’ideologia imperiale sostituendo gli attributi fisionomici con gli attributi del potere. Al titolo

di IMP si sostituisce quello di D(ominus) N(oster)caratterizzando il potere del capo assoluto delloStato come derivato dall’autorità divina. Si man-tiene anche il diritto di effigie concesso alledonne della famiglia imperiale, i cui ritratti ven-gono preceduti dal titolo di Augusta e dal dia-dema imperiale sul capo. La monetazione bizantina, pur con profondi mu-tamenti, giunge fino alla metà del XV secolo. Siverifica un distacco dalla tradizione romana at-

tribuendo alla figura dell’imperatore ornamenti di derivazione orientale e conferendogli una posizioneassoluta distaccata dai sudditi.L’affermazione poi del Cristianesimo cambia l’iconografia e la croce diventa uno dei motivi dominanti.Prima come particolare accessorio e poi, dalla metà del IX secolo, come immagine centrale si ha la fi-gura di Cristo, dei Santi e della Vergine; il titolo di Dominus Noster viene cambiato con Basileus.

La nascita delle monete nazionali – Tra il 1000 e il 1400 si verificò un notevole sviluppodella tecnica degli affari: la lettera di cambio, le nuove forme di contabilità (la più straordinaria inno-vazione fu la partita doppia), nuovi tipi di societàsono solo alcuni aspetti della rivoluzione commer-ciale del medioevo. L’economia urbana in ascesaaveva bisogno di punti di appoggio, di monete ac-cettate senza riserve sui mercati internazionali.A Carlo Magno, incoronato imperatore nel 799, sideve la riforma che estese a tutti i territori dell’im-pero il sistema basato sull’argento e la creazionedella lira, che non era una vera moneta, ma rap-presentava l’unità ponderale di base pari ad unadeterminata quantità d’argento (una libbra ap-punto), che la zecca suddivideva in quantità piùpiccole coniando i pezzi effettivamente circolanti,“i denari” (una lira = 240 denari, il “soldo” pari a 12denari). Il sistema carolingio si diffuse in tutta l’Eu-ropa (penny in Inghilterra, pfenning in Germania)tanto che si trattò della prima unione monetariaeuropea. Dall’XI al XIII secolo molte città italianeiniziarono a battere monete e l’esercizio di questodiritto rappresentò per i Comuni un’affermazionedi autonomia cui si accompagnava la riscossionedi tasse sotto forma di plusvalore conferito al metallo monetato. Alcune zecche assunsero il ruolo diriferimento rispetto ad altre per la qualità e la stabilità delle emissioni e centri di maggiore importanzaeconomica e commerciale; fu ripresa anche la coniazione dell’oro: genovino a Genova, fiorino a Fi-renze, ducato a Venezia, che rappresentavano riserve di valore e mezzo di scambio a vari livelli. Im-magini di Santi protettori delle città furono fino al XIV secolo l’emblema più diffuso sui monetali inargento e oro.

La nascita delle banche – Già nel V secolo a.C. si era sviluppata in Grecia l’attività di cambiavaluta, che aveva la funzione di controllo e cambio ma anche di deposito e prestito di somme. Sul fi-

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Costantino VII 913-959 – Solido (AU gr 4,03)

Michele Steno Doge 1400-1413 – Ducato (AU gr 3,52)

Firenze 1252 – Fiorino (AU gr 3,53)

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nire del IV secolo d.C. nascono a Roma organizzazioni di tipobancario per vietare l’usura; l’argentarius praticava il cambio,la verifica delle monete, il servizio di deposito e il prestito coninteressi. Costoro si specializzarono poi diventando coactor,cioè esattori banchieri che si occupavano del recupero crediticon una commissione a carico del debitore. La Chiesa, es-sendo vietata l’usura (in tale attività molti erano i prestatori

ebrei) dall’etica cri-stiana, istituisce i Montidi Pietà, che pratica-vano il prestito dietro unpegno di valore pari adun terzo in più rispettoalla cifra che si ottenevae che doveva essere re-stituito entro 18 mesi (il primo Monte di pietà sorse a Perugianel 1462.) Grandi quantità di monete false o adulterate si dif-fondono nell’età rinascimentale e comunale che i rigidi sistemidi controllo a malapena riescono a limitare.

La moneta nell’Italia unita – Nel XV secolo il decadimento del denaro coniato in rame e leaumentate esigenze dei traffici commerciali impongono la coniazione di multipli, fra i quali molto dif-fuso fu il “quattrino” (parola rimasta nel parlato comune) corrispondente a quattro denari; 60 quattriniformavano 1 lira.L’afflusso di metalli preziosi provenienti dall’Ame-rica spagnola alla fine del XV secolo deprime lemonete italiane (ducati e fiorini) che avevano avutouna funzione dominante sui mercati europei e il si-stema monetario, assai confuso e disordinato, pro-segue sostanzialmente sullo schema dei rapportilira-soldo-denaro, risalente al sistema carolingio.Una moneta d’argento molto pesante (830 gr.), iltallero, nasce nel centro Europa e si diffonde nelmondo, tanto che alla fine del XVIII secolo le colo-nie inglesi divenute indipendenti fondano la mone-tazione su una valuta simile, “il dollaro”.In sostanza il sistema carolingio, pur differenziato nelle valute dei nascenti stati nazionali, rimane invigore nell’Europa occidentale fino alla rivoluzione francese, allorché venne introdotto il sistema de-cimale (che la Gran Bretagna adottò solo nel 1971).In Italia, nonostante che nel 1806 si adottò il sistema decimale e come moneta reale la lira, la situa-zione rimase confusa sino alla legge del 24/8/1862 che stabilì l’unificazione completa del sistemamonetario con unità la lira basata sul bimetallismo argento-oro.

La moneta cartacea e quellaelettronica – La moneta metallica, ilcui valore era determinato dal contenuto inoro e argento, lega argento-rame, limitavala capacità di espansione dell’economiamonetaria. Alla fine del 700 si introdussela moneta cartacea, dapprima come buonocorrispondente ad una quantità metallicaconservata presso una banca, per forniremaggiore liquidità e agevolare la mobilitàdei beni. Comunque per tutto l’800 e partedel novecento, l’argento e l’oro conserva-

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Bassorilievo rappresentante la bottegadi un cambiavalute (IV sec. d.C.)

Vittorio Emanuele III 1911 – 50 Lire (AU gr 16,12)

2002 nasce la moneta comune europea (Euro)

Perugia, sede del primo Monte di Pietà

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rono un ruolo importante negli scambianche perché le nazioni che stampavanocarta moneta garantivano il pagamentoin oro grazie alle enormi riserve il loropossesso. La carta moneta poteva inqualsiasi momento essere cambiata inoro presso la banca centrale (convertibi-lità aurea o gold standard). Questo si-stema fu abbandonato solo nel 1944(conferenza di Betton Woods) tranne cheper il dollaro che restò l’unica monetaconvertibile in oro fino al 1971, quandone fu dichiarata l’inconvertibilità.Nel 1979 nasce il sistema monetario eu-ropeo (SME) per cui i paesi europei si impegnano a mantenere fissi i cambi tra le proprie monete perfavorire gli scambi commerciali tra i cittadini in un quadro di certezza comune. Nel 2002 scompaionodefinitivamente tutte le valute dei Paesi aderenti alla moneta unica “Euro” che affianca alla sua fun-zione economica il primo segno concreto di appartenenza all’Europa.Oggi la moneta si avvia ad essere solo un’informazione, un dato registrato esclusivamente per viaelettronica. Sono ormai largamente diffusi i pagamenti fatti attraverso bancomat, home-banking ecarte di credito, sebbene le transazioni quotidiane non abbiano ancora abbandonato completamentela carta e il metallo.La prima valuta interamente digitale e libera da ogni controllo statale, il Bitcoin, nata nel gennaio del2009, è più di una curiosità tecnologica e non è solo un fenomeno finanziario. Ciò che distingueBitcoin da ogni altra quasi-moneta è la dimensione sociale, culturale e politica del fenomeno. La Bitcoin economy nasce al di fuori della coercizione degli Stati; i fan entusiasti di Bitcoin apparten-gono al mondo ultra libertario e rivoluzionario, ma sono anche desiderosi di creare ricchezza. �

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Simbolo del Bitcoin, la moneta completamente digitale

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Per una maggiore leggibilità di quanto espresso nellagiornata di lavoro, ricca di stimoli e di indicazionioperative, si è ritenuto opportuno per ragioni dispazio, riportare integralmente solo la relazioneprogrammatica del Governatore Giovanni Paolo Cop-pola e i saluti del Governorship. La relazione, regi-strata e trascritta a cura di V.G.G. Mennella e FrancaPiroso, è stata rivista dall’autore.

LINEE STRATEGICHEPER L’ANNO LIONISTICO 2014-15Giovanni Paolo Coppola, Governatore

Ringrazio chi ieri mi è stato vicino per lo spiritodi amicizia e di affetto dimostratomi, sentimentoche noi lions abbiamo non solo per gli altri maanche per noi stessi, il che costituisce un au-gurio per iniziare il nuovo anno all’insegna del-l’amore, dell’affetto e della stima reciproci.

Noi del distretto 108L dobbiamo essere fieridi costituire nel panorama lionistico italiano ildistretto più esteso territorialmente che dal 1°luglio è anche il più grande per numero di socie l’unico che nel corso dello scorso anno è cre-

sciuto di ben 62 unità. Ciò per merito di tutti,ma in particolare per la determinazione del Go-vernatore uscente Maria Antonietta Lamberti edel suo spirito di servizio. Dobbiamo cercare dirafforzare il trend positivo mantenendo gli im-pegni, cercando di essere più umili e più entu-siasti di far parte della nostra associazione, en-tusiasmo che si ottiene attraverso l’orgoglio delsenso di appartenenza che ci fa sentire impor-tanti, positivamente diversi dagli altri e quindiin grado di poter cambiare la vita delle personeche noi serviamo e alle quali diamo il nostrosupporto.

Noi abbiamo questo potere anche perchésiamo un’associazione di servizio mondiale cheha messo sempre a disposizione della Comu-nità le proprie professionalità, il proprio tempoe il proprio denaro per assistere chi è meno for-tunato di noi.

Il primo obiettivo che ci proponiamo, que-st’anno, è di ritrovare armonia compattando erafforzando ancora di più il nostro distretto, fa-cendo leva sull’orgoglio, sulla concordia, sulsenso di appartenenza e soprattutto sul piaceree sull’amicizia che devono caratterizzare tutti inostri comportamenti. Per attuare ciò, d’accordo

Roma, 20 luglio 2014:seminario per presidenti

e segretari di Club neo eletti

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55Dossier Lionismosettembre-ottobre 2014

con l’immediato past Governatore, è stata cam-biata la logica dell’informazione e formazionelionistica attuandola direttamente nei club. Molticlub hanno reagito positivamente ma ho rice-vuto anche qualche diniego, forse perché ilmessaggio è stato male trasmesso o interpre-tato. L’obiettivo era solo quello di consentire aiclub di avere un aggiornamento amministrativo.Alcuni ruoli di officer di club (censore, presidentecomitato soci, addetto stampa) sono fondamen-tali per la buona vita del club. Le sessioni infor-mative per questi officer negli anni passati an-davano deserte; conseguentemente almeno inquesta prima fase si è cercato di fornire le indi-spensabili informazioni utili a chi è destinato asvolgere questi ruoli. È stata completata laprima fase di aggiornamento ed informazione,attuata attraverso i Lions guida certificati, delcui operato sono molto soddisfatto; restano al-cuni club che ancora non hanno compreso ilmessaggio. Sarà compito della nuova strutturaGLT di andare nei club che non hanno fattoquesto aggiornamento e con il cuore e conumiltà far capire a ciascuno cosa deve fare peraggiornarsi.

Il secondo obiettivo è rafforzare la visibilitàdell’Associazione. Noi facciamo tantissime cosema non tutte sono documentate e ampiamentefatte conoscere e diffuse all’esterno. È neces-sario quindi che qualunque manifestazione,considerata importante, che i Club realizzanovenga resa nota a tutti e pubblicata sui siti, suisocial media, sulla stampa e comunicata al di-stretto, perché il distretto ha una struttura (ufficio

stampa e ufficio multimediale) che possono dif-fondere, a loro volta, le informazioni (filmati efoto) verso l’esterno.

Il terzo obiettivo è creare un forte legamecon il territorio. Noi serviamo la popolazione conun approccio diverso, più elitario, degli amicilions delle altre nazioni, specie anglosassoni (intotale nel mondo possiamo contare su circa1.360.000 soci). È ora giunto anche per noi ilmomento di uscire all’aperto e essere più pre-senti sul territorio. Bisogna parlare con le Istitu-zioni locali e, per essere ascoltati, far valere lamassa di soci che costituiscono l’Associazionea livello mondiale e far presente tutte le nostreattività di grande respiro internazionale (la cam-pagna sul morbillo, sulla vista, interventi dellanostra associazione nelle pubbliche calamità,ecc.).

Per questo è stato creato un comitato che cer-cherà di fare protocolli d’intesa con i municipi.Noi siamo presenti, con un nostro rappresentate,nelle maggiori strutture internazionali quali laFAO, l’ONU, ecc. Cosa ci manca per chiedereai governanti locali, utilizzando la cittadinanzaattiva, di avere in Regioni, Province, Comuni,un posto consultivo all’interno di queste strutturee potere contribuire a tutte le decisioni di carat-tere sociale?

Tra le novità avremo una riunione distrettualein più, ma tutte dureranno un solo giorno. Tuttele informazioni sono on line sul sito del distretto.Il congresso d’autunno si terrà a Quartu S. Elena(Cagliari) e per il congresso di Primavera si staproponendo Perugia.

Il distretto 108L, il più grande comeestensione e numero di soci, deve avereuno stretto legame di amicizia e di inte-ressi con gli altri distretti simili, legamiche possono essere utili ogni qualvoltasvolgiamo tematiche congiunte. Quandoci si presenta ad un’assise nazionale ointernazionale senza un preventivo ac-cordo tra tutti noi, abbiamo solo la possi-bilità di perdere. Uniti invece si conta dipiù. Noi abbiamo bisogno di avere deidistretti amici e l’amicizia si cementa conil continuo rapporto e il confronto.

Inoltre è stato creato un comitato perle sponsorizzazioni e le convenzioni. Fa-cendo leva sul numero dei nostri soci po-tremmo ottenere da aziende produttricidi beni e servizi trattamenti di favore esconti sui prodotti, o la possibilità di farcisponsorizzare qualche iniziativa o la pos-sibilità di far lavorare qualche nostro gio-

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vane presso di loro. Il gabinetto distrettuale haapprovato la firma di una possibile convenzionecon la LAUSA demandando ad essa i rapporticon eventuali sponsor.

Altra cosa importante è l’attività dei Past Go-vernatori, che sono fondamentali risorse del di-stretto. Abbiamo creato un gruppo di PDG, chia-mato di retention, all’interno del GMT, percercare, vista la loro autorevolezza, di contattarei soci appena dimessi e farli ritornare nell’Asso-ciazione, magari non nello stesso club. Inoltrenon vorrei far entrare nuovi soci nell’associa-zione senza che GLT e GMT mi certifichino chequeste persone abbiano fatto almeno un corsodi informazione. Parlo naturalmente non dei socidei nuovi club, che hanno un piano preciso diformazione, ma di coloro che entrano nei clubnormalmente.

Infatti se il nuovo socio non conosce benecosa sono e cosa fanno i Lions, tra un annoprobabilmente se ne andrà. Quindi ci terrei chei Presidenti di club che vogliono fare entrareuno o più nuovi soci si rivolgessero preventiva-mente al GLT/GMT per una bella chiacchierataper esempio intorno a un tavolino di un bar.

Sono stati nominati tre segretari regionali perdistribuire meglio un lavoro che per una solapersona sarebbe stato eccessivo. Il segretariodistrettuale regionale conosce bene la situazionedel suo territorio, ma è importante anche per laretention, perché deve comunicare tempestiva-mente al gruppo della retention i nomi di coloroche si sono dimessi, onde renderne più efficaceil compito. Intendiamo valutare l’operato lioni-stico dei club, mettendo in piedi un sistema di

misura che tenga conto della presenza dei socialle riunioni, della puntualità amministrativa econtabile e altri parametri che vi saranno comu-nicati e sul nuovo portale sarà pubblicata la clas-sifica dei club per circoscrizione. Alla fine del-l’anno non ci sarà una sorpresa, niente simpatiao antipatia del Governatore per un certo club,ma il club più bravo sarà valutato e premiatocon un criterio oggettivo.

Avremo attenzione massima ai Leo perchécostituiscono la nostra risorsa per il futuro. Homandato alla presidente Leo il mio calendario elei ha cercato di fare in modo che le loro sessioninon coincidano con le nostre. Questo significache il distretto vuole essere sempre presentealle loro manifestazioni per lanciare un segnaledi attenzione e di importanza. Vorrei avere la li-sta dei Leo che sono all’ultimo anno, per capirese ci sono le possibilità e le motivazioni per farlientrare nei club Lions. Se individuiamo un certonumero di soci Leo che vogliono diventare Lions,ma hanno problemi di compatibilità con i Lionsdi un’altra generazione oppure problemi finan-ziari, possiamo cercare di trovare gli strumentiper costituire un nuovo club Lions fatto di tuttiex Leo.

Abbiamo provveduto anche alla creazione diun coordinamento con i Ministeri della Pubblicaistruzione, dell’Università e Ricerca. Noi Lionsoperiamo sulle strutture dell’educazione italianaprivata e pubblica con estrema determinazionee con molta capillarità. Ma se noi non veniamoa conoscere le attività svolte a livello distrettuale,come ci possiamo presentare al Ministero e direche abbiamo dato ad esempio 1 o 10 milioni di

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ore di attività presso gli istituti di formazione aidiversi livelli? Allora ci sarà un comitato che avràla responsabilità di sommare tutte le attività chehanno svolto i nostri club nei confronti della “edu-cation” pubblica per presentarci al ministero condei numeri ben precisi.

Ci sono poi altre innovazioni, ma di questeavremo modo di parlarne più avanti.

Chiudo con l’augurio che queste innovazioninecessarie contribuiscano ad aumentare l’en-tusiasmo e l’orgoglio di soci vecchi e nuovi,come dice il nostro Presidente Preston, e che ilnostro grande distretto possa migliorare e cre-scere ancora di più nei prossimi mesi.

IL SALUTO DELL’IPDGMARIA ANTONIETTA LAMBERTI

Buongiorno a tutti e a te Giampaolo. Ieri hoveramente patito per te anche perché c’è uncoinvolgimento affettivo: abbiamo lavorato in-sieme, siamo stati insieme alla Convention In-ternazionale, abbiamo condiviso momenti toc-canti con la cara Anna Maria. Ieri c’è stato unmomento verso le 13 che mi ha visto medico equasi una sorella, allora molti auguri. La saluteè il primo elemento necessario per avere grandeentusiasmo, la salute stabile è quella che si au-gura sempre e la auguro a tutto lo staff sceltoda Giampaolo. Grazie per i saluti ricevuti; sonostata molto bene con tutti i club che ringrazio.Buona giornata e buon lavoro e consentitemi didistribuire qualche riconoscimento ai lion meri-tevoli che hanno collaborato fattivamente nelcorso del mio anno di governatorato.

IL SALUTO DEL PRIMO VICE GOVERNATORETOMMASO SEDIARI

Cari amici vi saluto tutti, ma prima permette-temi di salutare Giampaolo Coppola. Caro Giam-paolo ieri eravamo preoccupati per te, per noitutti e per me in particolare, perché ho ancoraun anno di tempo per imparare come si fa. Ieripomeriggio nel gabinetto distrettuale abbiamocomunque onorato la tua assenza portandoavanti quello che potevamo fare e lasciando adoggi i punti sui quali tu ci dirai. Ci aspetta unanno interessante in cui dobbiamo impegnarcimolto cercando di comprendere che Expo 2015che si svolgerà a Milano, costituisce un mo-mento importante per i Lions internazionali, masoprattutto per noi per veicolare un messaggiodi visibilità internazionale. Sono attese circa 20milioni di persone.

Altri due momenti importanti di cui dobbiamoessere orgogliosi: a Milano nel 2019 ci sarà laConvention internazionale per la prima volta inItalia e nel 2017 potremo celebrare i 100 anni dicostituzione dell’Associazione. Buona giornataa tutti.

IL SALUTO DEL SECONDO VICE GOVERNATOREEUGENIO fICORILLI

È la prima volta che parlo da quando mi sonocandidato, cercherò di impegnarmi al megliocon il vostro aiuto e il vostro supporto per larealizzazione del dettato Lions in uno spirito divera amicizia, di vera partecipazione e chiarezzareciproca. �

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58 Lionismosettembre-ottobre 2014 L’oggetto misterioso

Indovina cos’è

Cari lettori, con questo numero rico-mincia la rubrica di “evasione” con

lo scopo di stimolare la vostra fantasiae lo spirito di ricerca.

Ognuno può dare una sola risposta viae-mail inviandola a:[email protected] di nome cognome indi-rizzo e-mail.

L’oggetto può essere costituito da unpersonaggio, un luogo, un animale, unapianta, un vegetale, un oggetto inani-mato, un edificio, un monumento, ecc.

In ogni numero della rivista ci sarà unnuovo oggetto da indovinare.

In caso di più risposte esatte risulteràvincitore colui che per primo avrà inviatola risposta; fa fede la data dell’e-maild’invio della risposta.

Al vincitore verrà assegnato un premiosimbolico durante la prima riunionedopo la data di chiusura del concorsoche risulta essere il 15 del mese suc-cessivo all’uscita della rivista.

Buon divertimento!

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59Il piacere di leggere Lionismosettembre-ottobre 2014

DARRELL HUFF

Mentire conle statistiche

Monti & AmbrosiniEditori, 2007

€ 15, 00

Uno dei testi più chiari e facilmente compren-sibili mai scritti sull’argomento. Un libro per chiunqueabbia l’esigenza di stu-diare e interpretare sta-tistiche, ricerche e son-daggi, scientificamentepreciso e serio nella so-stanza ma anche di fa-cile lettura, ironico e di-vertente. Un testo di riferimentoper gli studi su comedati e statistiche possono essere intenzional-mente ingannevoli e involontariamente de-vianti. �

VGGM

MICHELA MARZANO

L’amore è tutto:è tutto ciò che sodell’amoreUtet, Premio selezioneBancarella, 2014

€ 14, 00

Che l’amore sia tutto quel che c’è è ciò che noisappiamo dell’amore e ci basta se il carico èproporzionato al contenitore.

Emily Dickinson

L’autrice esprime una vasta gamma di senti-menti: dolore, lutto, gioia, tristezza, solitudine.Da bambina sognava l’amore, sognava il “persempre” fino a capire che il “Principe azzurro”non esiste e che si deve scendere a patti conla realtà. Tuttavia la vita sorprende e rimette indiscussione certezza e problemi, soprattuttol’amore che non parla mai il linguaggio dellarazionalità e della coerenza. “Si sarebbe po-

tuto, si sarebbe dovuto, bastava che”, pas-siamo una vita a ricercare gli strappi senza vo-ler accettare che la perdita fa parte della esi-stenza. Viviamo conun vuoto che non sicolma, lo si può soloattraversare. Occorrono anni primadi trovare una rispostaperché il rumore delpassato diventi menoassordante. L’amo reè irreversibile non sipuò tornare indietroma “si può imparare aconvivere con ciò che è accaduto e che hatrasformato per sempre il mondo”. La vita ciferisce: ognuno di noi si porta dentro un se-greto, l’amore, la libertà di essere se stessi.Chissà se si sceglie veramente nella vita o esi-ste un destino, nulla si cancella e tutto lasciatracce indelebili. È difficile costruire qualcosatenendosi per mano ma essendo pur sempresoli perché l’Amore non colma certi vuoti esi-stenziali. È sempre troppo tardi. �

Leucò

FRANCESCO PICCOLO

Il desiderio di essere come tuttiEinaudiPremio Strega, 2014

€ 18, 00

Piccolo ci propone una sorta di autobiografia ilracconto della sua formazione che poi risultaessere la formazione di molta della sinistra ita-liana e comunque anche degli oppositori per-ché gli eventi citati hanno inciso sulla vita ditutti noi. Formazione e crescita di una co-scienza civile tra tentennamenti e persistenze,tra resistenza e desiderio di essere come tutti. La sua condizione di pensatore di sinistra èuna conquista, non uno stadio di partenza, incui si alterna la superficialità che equivale aprendere le distanze senza macerarsi per quelche succede intorno: “CHE SARà MAI” è unaparola chiave, un modo di essere a cui si op-

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pone l’integralismo e laprofessionalità di Elena,il suo primo amore, cherappresenta l’impegno,la politica che non famai feste neanche ilgiorno di San Valentino. L’autore ci propone unosquarcio di vicende tra-giche: il rapimento diMoro, la morte di Ber-linguer, il discorso diBertinotti dopo cui nullaè stato come prima perché c’è interdipendenzatra l’Esterno e il proprio Microcosmo, anchenella propria coscienza. Per diventare noi stessi ci mettiamo una vita:“Possiamo essere soli e diversi, ma il desideriodi rassomigliare ai nostri simili e il desiderio dicondividere il più possibile il destino comuneè qualcosa che dobbiamo custodire nel corsodella nostra esistenza”. È un pensiero di Na-talie Ginzburg che l’autore riporta quasi comeincipit. �

Leucò

ADOLFO PUXEDDUM. GACKENHOLZ PUXEDDU

I TramazzoliUna famiglia ternananel Seicento

ali&no editricePremio Saggistica Lions2013-’14 € 12, 00

Alla base di questo interessante Saggio visono le fondamentali ricerche storiche sullaServa di Dio Madre Maria Eletta di Gesù, Mo-naca dell’OCD, al secolo Caterina Tramazzoli,e sulla sua famiglia. Tali ricerche hanno impe-gnato Marianne Gackenholz Puxeddu per piùdi tre lustri nella decifrazione della imponentedocumentazione in lingua tedesca degli Archividei monasteri dell’Ordine delle Suore Carme-litane scalze di Vienna, di Graz e di Praga,nonché di quello di Terni e nell’esame degliAtti degli Archivi di Stato e della Diocesi diTerni, relativi al XVII secolo. I risultati di questistudi sono stati oggetto di pubblicazione in al-cune riviste di storia locale e le sono valse la

nomina a membro della Commissione StoricaDiocesana nel Processo di Canonizzazionedella stessa Madre.Nel testo troviamo anche un prezioso appro-fondimento di Adolfo Puxeddu sulla storia diTerni, l’antica Interamna Nahars, pacifica e la-boriosa Città Pontificia, culla della famigliaTramazzoli. L’autore, per meglio inquadrareCa te rina nel suo ambito epocale, ci parlaanche dell’Europa del ’600, in particolare delSacro Romano Impero, dove ella ebbe a svol-gere la sua alta missione di fondatrice di bentre monasteri dell’Ordine delle Suore Carme-litane scalze, nello “Spirito della ControriformaTridentina”, durante la terribile “Guerra deiTrent’anni”.Questo scritto rappresenta un’ampia sintesidelle conoscenze acquisite su Madre MariaEletta di Gesù e un rispettoso e filiale contri-buto alla diffusione della sua venerazione,nell’attesa della conclusione del suo Processodi Canonizzazione. A ciò certamente contribuirà anche l’assegna-zione del Premio Lions di Saggistica 2013-2014. �

60 Lionismosettembre-ottobre 2014 Il piacere di leggere

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Il PDG Umberto Manucci è mancato ai suoicari e a tutti noi. Uomo di grande spessore

umano, di squisita signorilità e di esempio etico,maestro di Lionismo capace di stabilire empatiacon i suoi interlocutori, già caporedattore e vice-direttore della rivista Lionismo, tre volte insignitodella Melvin Jones Fellow.

Lo incontrai la prima volta ventisei anni fa allaConvention di Taipei e istintivamente stabilii unasintonia e simpatia umana, che è durata neltempo.

Mi addolora la sua dipartita ma i suoi insegna-menti del cuore costituiscono ricordo imperituro.

Vincenzo G.G. Mennella

Umberto Manucci era espressione del mondoche fu, ma con un occhio attento alle novità

di una società e di un’associazione in continuatrasformazione nonostante la sua età avanzata(aveva festeggiato in famiglia e con gli amici piùstretti il novantacinquesimo compleanno). Mar-chigiano di nascita, era approdato molto giovanenella capitale e, soprattutto, era entrato moltopresto nei Lions, percorrendo, gradino dopo gra-dino, la scalata del successo, fino all’elezione aGovernatore per l’anno lionistico 1986-87. Giàin precedenza mi aveva colpito il suo piglio dilion intelligente, lungimirante e portato all’ope-ratività. Non è facile dimenticare l’episodio di

un’assemblea distrettuale antecedente alla suaelezione in cui, a seguito di una sua accorataperorazione, i lions improvvisarono sedutastante una cospicua raccolta fondi per dotarel’ospedale del Bambin Gesù di un’attrezzaturaper la dialisi infantile del tutto mancante negliospedali romani. A lui si deve anche la creazionedella prima emoteca del Distretto 108L, preludiodi altre analoghe iniziative in altri distretti italiani.Parimenti encomiabile fu l’abnegazione con cuiaiutò Mario Cassiano, primo direttore della rivistadistrettuale, a portare al successo la pubblica-zione (oggi “Lionismo”) nella totale carenza difondi e in assoluto spirito pioneristico. Fautoredel cosiddetto “lionismo del cuore”, Umbertoamava sintetizzare la nostra filosofia associativacome un giusto mix tra opere e analisi culturale,spingendo per un lionismo che non fosse soloaccademia culturale e nel contempo non si im-miserisse in attività concrete di basso profilo edi infimo impatto sociale. Uomo saggio e spirito brillante, ritrovò nella Fedee nell’Associazione gli stimoli per continuarequando la sua cara Albetta lo rese prematura-mente vedovo. Con la sua morte, i lions perdonoun grande punto di riferimento. Io perdo ancheun amico carissimo, al quale mi legavano unacomune concezione associativa e persino unacomune passione sportiva. Nel mentre abbrac-ciamo tutti i suoi familiari, mi sento di interpretareil pensiero dei lions, soprattutto di quelli di piùantica appartenenza associativa, affermandoche Umberto rimarrà indelebile nei nostri cuori,in quella sorta di Olimpo nel quale mi piace col-locare quanti hanno dedicato la loro vita allosviluppo dell’Associazione, ormai prossima acelebrare il suo primo centenario.

Bruno Ferraro

61Sit tibi terra levis Lionismosettembre-ottobre 2014

UmbertoManucci

Un grande lion

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62 Lionismosettembre-ottobre 2014 Notizie flash

• 69a Assemblea Generale ONU - Al Palazzo diVetro delle Nazioni Unite sono convenuti oltre 120leader di tutto il mondo per discutere del ClimateChange, il più importante evento dei lavori dell’as-semblea. Barack Obama ha così sintetizzato ilgrave problema che oggi affligge l’umanità intera:“Siamo la prima generazione a sentire tutta la gra-vità di questo problema, siamo l’ultima in tempoad agire”.

• Allerta Ambiente - Le variazioni di volume dellecalotte polari prodotte da cause esterne (cambia-

menti climatici, livello del mare) e interne (comportamento dinamico dei ghiacciai) costituisce dacirca mezzo secolo oggetto di acceso dibattito scientifico, che però ha assunto rilevanza negli ultimidecenni, da quando si è manifestata l’attuale fase di riscaldamento planetario (global change). Almomento la comunità scientifica internazionale non è ancora in grado di produrre scenari attendibilidel contributo della fusione delle calotte polari all’innalzamento del livello dei mari. Nelle calottepolari di Antartide e Groenlandia sono state registrate preoccupanti anomalie termiche.

– Il 27 marzo 2013 nella base italo-francese di Concordia, posta a3230 metri di altezza in mezzo al plateau dell’Antartide (immensotavolato di ghiaccio spesso più di 3-4 Km) si è registrata la tempera-tura di -75,6°C, record mondiale di freddo mensile in tutto il pianeta.

– Nella base di Amundsen-Scott a quota 2834 metri, in Antartide, si è registrato, sempre nel mese di marzo2013, l’ingresso di masse d’aria più miti ed umide d’estrazione temperata oceanica che ha scalfito lo strato d’in-

versione termica preesistente in prossimità del terreno ghiacciatofavorendo un repentino aumento termico a -27,4° C; nel plateaucentrale -20° C rappresenta il limite superiore che durante l’estate(dicembre-gennaio) non viene mai superato mentre in inverno(aprile-settembre) le temperature rimangono ferme sotto i -60° C.L’assottigliamento della calotta glaciale è connesso all’arretra-mento della linea di galleggiamento (1-2 km per anno) all’inter-faccia tra ghiaccio e oceano dovuto all’arrivo di acque oceaniche“calde” negli ultimi decenni. I fenomeni più macroscopici e velocisono stati osservati nel mare di Amundsen dove defluiscono sei

ghiacciai e che rappresenta un’area tra le più vulnerabili.

– Nel mese di luglio 2014, nella stazione di Summit, 3000 m. di altezza sopra il plateau ghiacciato della Groen -landia, che rappresenta il luogo più freddo dell’intero emisfero boreale, è stata registrata la temperatura di +3,6° C,record di temperatura massima. In base ai dati sa-tellitari è stato stimato che il 97% della superficiedella calotta di ghiaccio groenlandese ha iniziato ilprocesso di fusione, che ha generato lungo le costela formazione di grossi iceberg alla deriva e la ca-duta di gigantesche pareti di ghiaccio. Lo sciogli-mento di circa la metà della calotta di ghiaccio è unfenomeno assolutamente normale nei mesi estivi,ma quest’anno il fenomeno ha interessato la quasitotalità della superficie della calotta nel solo mesedi luglio; ciò che più ha sorpreso è stata la velocitàcon cui è avvenuto il disgelo, il che fa pensare a unevento straordinario mai visto dalla Nasa in più ditrent’anni di osservazioni.

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– Il 29 agosto 2014 il vulcano Bardarbunga,la seconda montagna più alta dell’Islanda, èritornato attivo e ha cominciato ad eruttarecon scosse di terremoto, molto frequenti, an-che superiori al 5° grado Richter, tenendocol fiato sospeso l’Europa; il sistema d’al-larme è stato subito portato al livello più altoe poi abbassato. Restano i timori di ulteriorisviluppi che possano riproporre la situazionedi quattro anni fa quando l’eruzione del piùpiccolo vulcano Eyjafjallajokull, con un’altis-sima emissione di ceneri, bloccò per diversigiorni i voli aerei in tutta l’Europa, interes-sando otto milioni di viaggiatori, e fatto te-mere per il repentino fondersi del ghiaccio.Va sottolineato che l’Islanda è un’isola di origine esclusivamente vulcanica con un’intensa attività dovuta ai 130vulcani sparsi per tutta l’isola, tra cui alcuni dei crateri più attivi al mondo.

– Stromboli. Uno spettacolo bellissimo e pe-ricoloso che attira migliaia di turisti. Dalle boc-che eruttive del vulcano, in piena attività, aquota di circa 650 metri, fuoriesce un’abbon-dante quantità di lava con diversi bracci cheraggiungono il mare, generando intenso va-pore acqueo. Tutte le diverse attività escursionistiche sulvulcano sono state temporaneamente bloc-cate dal sindaco di Lipari che ha garantito si-curezza per tutti gli abitanti dell’isola.

– La grande barriera corallina australiana a rischio: monito dell’UNESCO. Il più vasto sistema corallino almondo, lungo 2300 km e che si estende per 342mila kmq al largo della costa Nordest del continente Australia,potrebbe perdere lo status di Patrimonio dell’Umanità a causa dell’incremento del degrado e dell’inquinamento.Il complesso habitat formato da oltre 3000 sistemi corallini e decine di isolette tropicali, già messo in seriopericolo dall’inquinamento, dal riscaldamento globale, dalla proliferazione di una stella marina comunementechiamata “corona di spine” che distrugge i coralli, dallo scarico di pesticidi e altre sostanze tossiche legati ai pro-cessi agricoli, è minacciato anche dallo sviluppo di un’area portuale per l’esportazione del carbone, cui il governoaustraliano non sembra voler rinunciare e che comporterebbe lo scarico nelle acque del parco marino di oltre tremilioni di metri cubi di sedimenti di drenaggio.

63Notizie flash Lionismosettembre-ottobre 2014

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– Sabato 27 Settembre 2014 una esplosione asorpresa del vulcano Ontake, il secondo più altodel Giappone (3.067 m), ha posto in serio pericolooltre 250 escursionisti che si trovavano sulle pendicidella montagna, famosa per i suoi paesaggi e unadelle mete naturalistiche più popolari dei colori del-l’autunno nipponico. Una coltre di cenere e sassialta più di mezzo metro ha reso il paesaggio spet-trale. Quattro i morti tra le trentuno persone soc-corse in uno stato di “arresto cardiaco e respirato-rio”, ottanta i dispersi, molti abitanti costretti adabbandonare le proprie case e la popolazione chevive nel raggio di quattro km a rischio costituisconoil primo bilancio di una eruzione difficile da preve-dere secondo la Japan Meteorological Agency.

• Ambiente Ok - Fra meno di un anno avrà inizio l’Esposizione Universale di Milano, dal titolo “Nutrireil pianeta, energia per la vita”. Il Lions Clubs International, come rappresentante della Società Civile,parteciperà attivamente non solo durante i sei mesi di durata della manifestazione (1° maggio - 31 ot-tobre 2015), ma anche nel periodo di avvicinamento, mediante la realizzazione di iniziative, di attivitàe di progetti legati al tema dell’Expo 2015.

– Il Comune di Cagliari ha vinto il premio nazionale“La città per il verde 2014” ed è stato premiato per larealizzazione del “Giardino sotto le mura di Castello”,inaugurato il 20 marzo 2014, intelligente riqualificazionedi un’area urbana prima occupata da una pineta instato di abbandono da oltre 20 anni. La progettazioneha privilegiato le linee sobrie e pulite, nel rispetto delcontesto di inserimento. È stata riconosciuta la sapientemodalità di recupero identitaria del luogo, acquisitacon il restauro degli elementi storici presenti e con l’in-serimento di nuovi manufatti dedicati alla sosta e al ri-storo, restituendo alla pubblica funzione un’area pocoutilizzata dai cittadini.

– Isola di Eigg nell’arcipe-lago delle Ebridi (Scozia). Laprima isola al mondo energeti-camente autosufficiente conuna vita più armonica e inte-grata con il territorio. Sfruttandoil sole e il vento con l’uso di tur-bine e pannelli fotovoltaici ingrado di immettere energia di-rettamente in rete gli abitantidell’isola hanno raggiunto l’au-tosufficienza energetica (adoggi il 90% dell’energia utiliz-zata proviene da fonti rinnova-bili e la restante parte da car-buranti di origine fossile, ma c’èl’impegno ad arrivare al 100%rinnovabile). �

64 Lionismosettembre-ottobre 2014 Notizie flash

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