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SICILIA, l'isola dai vini buoni Benvenuti nell'isola dei vespri e degli aranci, del vulcano e dei templi, benvenuti in questa regione al centro del Mediterraneo, terra ricca di storia e terroirs. Un paradiso naturale dove la vite abbraccia l'olivo e il biondo grano assicura paesaggi di rara bellezza. La viticoltura siciliana poggia su radici profonde nella storia. Cominciata con i Fenici, porta ancor oggi (come daltronde molte altre regioni viticole del Mediterraneo) i segni d'una viticoltura greca (sistemazione ad alberello) e romana (Una viticoltura meno espansiva, ma più attenta alle scelte del terroir – Vedi Columella). La storia continua con l'invasione musulmana (827 – 1061 dc), il salvataggio normanno e tutte le peripezie che seguiranno tra l'egemonia francese e aragonese. Ogni cultura, soprattutto la spagnola, lascerà dei segni importanti nella cultura e viticoltura locale. Il primo boom economico siciliano corrisponde con la produzione e commercializzazione su scala internazionale del Marsala da parte dell'azienda inglese Woodhouse. Il seguito vuole che, con l'unificazione d'Italia, la fillossera e le 2 guerre mondiali, la Sicila viene svantaggiata e conosce uno dei momenti più duri della sua storia economica e viticola di conseguenza. Sarà tra gli anni 80 e 90 che la Sicilia comincerà una vera e propria ristrutturazione viticola. Si parlerà allora del ''Miracolo Siciliano'', con i vini siculi non più utilizzati solamente per portare un po' di calore e corpo ai vini del nord Italia, ma piuttosto come vere e proprie bottiglie espressione dei terroirs di Sicilia. Per di più il lavoro in cantina s'è molto migliorato negli ultimi anni, spiega l'enologo Nicola Marino Abate (Cantina Colomba Bianca), l'utilizzo del freddo, la modernizzazione dei centri vinicoli e una maggiore attenzione alle pratiche viticole ha ad una riuscita generale del vino siciliano ed all'incremento del vino in bottiglia e della sua qualità. Ora non ci si stupirà più nel trovare vini bianchi siciliani freschi e minerali o rossi fruttati dotati di corpo ma sempre in finezza. Pero' a questa ascesa in qualità e fama non ha seguito una politica generale corretta sui prezzi a favore dei viticoltori (bisogna sapere che la maggior parte dei viticoltori non vinifica le proprie uve). Il prezzo medio dell'uva in Sicilia (non contando le uve dell'Etna e la Malvasia delle Lipari dove i prezzi sono corretti, ma le quantità non rappresentano altro che una piccola % della produzione viticola siciliana) è di circa 0,30€ al Kg d'uva, ossia dai 3000 ai 6000 € lordi per ettaro ( http://www.agricoltura.regione.campania.it/assicurazioni/doc/20110308_DM_SR_FSN_5522_prezzi_massi mi_polizze_2011.pdf ) ai quali bisognerà togliere i costi di produzione, di vendemmia e le tasse, senza contare i costi d'impianto. Il rischio allora di cadere nella trappola della sovraproduzione è grande, perché come m'ha detto un saggio vignaiolo del posto, i viticoltori sono le radici delle loro bottiglie, e se si maltrattano le radici con una politica comunitaria, statale o economica impropria, le radici si seccano e la pianta non sarà più fruttifera e qualitativa.

SICILIA, l'isola dai vini buoni - vins-degustations.com · L'Etna dunque come il valore montante dell'enologia italiana. Frank Cornelisen – Munjebel rosso VDT – Un belga che interpreta

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SICILIA, l'isola dai vini buoni

Benvenuti nell'isola dei vespri e degli aranci, del vulcano e dei templi, benvenuti in questa regione al centro del Mediterraneo, terra ricca di storia e terroirs. Un paradiso naturale dove la vite abbraccia l'olivo e il biondo grano assicura paesaggi di rara bellezza.

La viticoltura siciliana poggia su radici profonde nella storia. Cominciata con i Fenici, porta ancor oggi (come daltronde molte altre regioni viticole del Mediterraneo) i segni d'una viticoltura greca (sistemazione ad alberello) e romana (Una viticoltura meno espansiva, ma più attenta alle scelte del terroir – Vedi Columella). La storia continua con l'invasione musulmana (827 – 1061 dc), il salvataggio normanno e tutte le peripezie che seguiranno tra l'egemonia francese e aragonese.

Ogni cultura, soprattutto la spagnola, lascerà dei segni importanti nella cultura e viticoltura locale.

Il primo boom economico siciliano corrisponde con la produzione e commercializzazione su scala internazionale del Marsala da parte dell'azienda inglese Woodhouse.Il seguito vuole che, con l'unificazione d'Italia, la fillossera e le 2 guerre mondiali, la Sicila viene svantaggiata e conosce uno dei momenti più duri della sua storia economica e viticola di conseguenza. Sarà tra gli anni 80 e 90 che la Sicilia comincerà una vera e propria ristrutturazione viticola. Si parlerà allora del ''Miracolo Siciliano'', con i vini siculi non più utilizzati solamente per portare un po' di calore e corpo ai vini del nord Italia, ma piuttosto come vere e proprie bottiglie espressione dei terroirs di Sicilia.

Per di più il lavoro in cantina s'è molto migliorato negli ultimi anni, spiega l'enologo Nicola Marino Abate (Cantina Colomba Bianca), l'utilizzo del freddo, la modernizzazione dei centri vinicoli e una maggiore attenzione alle pratiche viticole ha ad una riuscita generale del vino siciliano ed all'incremento del vino in bottiglia e della sua qualità. Ora non ci si stupirà più nel trovare vini bianchi siciliani freschi e minerali o rossi fruttati dotati di corpo ma sempre in finezza.

Pero' a questa ascesa in qualità e fama non ha seguito una politica generale corretta sui prezzi a favore dei viticoltori (bisogna sapere che la maggior parte dei viticoltori non vinifica le proprie uve). Il prezzo medio

dell'uva in Sicilia (non contando le uve dell'Etna e la Malvasia delle Lipari dove i prezzi sono corretti, ma le quantità non rappresentano altro che una piccola % della produzione viticola siciliana) è di circa 0,30€ al

Kg d'uva, ossia dai 3000 ai 6000 € lordi per ettaro (http://www.agricoltura.regione.campania.it/assicurazioni/doc/20110308_DM_SR_FSN_5522_prezzi_massi

mi_polizze_2011.pdf ) ai quali bisognerà togliere i costi di produzione, di vendemmia e le tasse, senza contare i costi d'impianto.

Il rischio allora di cadere nella trappola della sovraproduzione è grande, perché come m'ha detto un saggio vignaiolo del posto, i viticoltori sono le radici delle loro bottiglie, e se si maltrattano le radici con una

politica comunitaria, statale o economica impropria, le radici si seccano e la pianta non sarà più fruttifera e qualitativa.

Torniamo a noi. La Sicilia, che è la più grande regione vitivinicola d'Italia, porta sui suoi suoli una varietà di territori incredibile. Terroirs marini o montagnosi, caldi o freddi (Etna), vigneti che abbronzano su suoli sabbiosi a qualche metro dal mare o meglio viti che s'arrampicano sui suoli neri del più grande vulcano d'Europa ancora in attività. Un vero e proprio patcwark di terroirs unico al mondo !

Le principali zone di produzione sono le Province di Trapani ad ovest, i terroirs Etnei e i vigneti della Provincia di Siracusa ad Est.

La Provincia più importante è quella di Trapani, visto che rappresenta il 70% della produzione regionale, e Marsala ne è la capitale enologica da sempre.Il vitigno più importante è il Catarratto che assieme al Grillo e l'Inzolia (vitigni bianchi autoctoni) sono sempre serviti come base per il Marsala.Ora questi vitigni vinificati normalmente danno dei vini più o meno interessanti in funzione al terroir d'origine e alla capacità dell'enologo. Tra i rossi, il re indiscusso è il Nero d'Avola, si trovano pero' anche simpatiche interpretazioni della Syrah e del raro vitigno autoctono Perricone. Nella Provincia d'Agrigiento abbiamo forse alcune tra le migliori espressioni del Nero d'Avola.

Ecco allora qualche vino da scoprire assolutamente :

Tasca d'Almerita – Grillo Mozia IGT Sicile 2011 – Vino bianco fruttato proveniente dai suoli sabbiosi dell'isola di Mozia di fronte a Marsala. Fresco e salino.

Cantine Colomba Bianca – KORE Catarratto IGT Sicile 2011 – Fresco e di buona tensione acida. Aromi di frutti gialli e spezie mediterranee.

Tasca d'almerita – Noze d'oro - D.O.C. - Contea di Sclafani. - Assemblaggio d'uve Inzolia e Sauvignon proveniente da vigneti in collina. Bella trama in bocca con sontuosa sapidità ; Aromi di litchi e fiori bianchi al naso.

Caruso Minini – Nero d'Avola IGT - Terre di Giumara 2010 – Un Nero d'avola di facile accesso, buon corpo, fruttato con belle note di lampone. Buon rapporto qualità prezzo.

Caruso Minini – Perricone IGT 2010 – Un rosso di carattere dagli aromi fruttati. Tipiche le note di liquirizia e mirto. Il 2009 esala l'annata calda con le note di mirto molto più pronunciate.

Feudo Montoni – Nero d'Avola IGT 2010 – Un rosso di carattere a prezzi bassi.

Feudo Montoni – Vrucara - Nero d'Avola IGT 2007 – La selezione delle migliori uve, dai migliori terroirs, per ottenere un vino complesso. Minuziosamente barricato si porta su un'elegante freschezza aromatica e gustativa. Bel vino da invecchiamento.

Il Marsala è il vino il più e il meno conosciuto dell'isola e spesso banalizzato nelle nostre cucine con strane combinazioni all'uovo o alle mandorle. Il Marsala è un grandissimo vino italiano fortificato che si bonifica nel corso dei decenni. Io lo preferisco nelle sue versioni secche o extra secche. Vino d'assemblaggio, è difficile da trovare millesimato.

Martinez – Marsala DOC Vergine Riserva secco – 100% Grillo, questo Marsala dai 0 zuccheri residui si basa su una bocca ricca e salina con sentori di foglie di tabacco.

Caruso Minini – Marsal DOC superiore riserva 5 anni – Assemblaggio di Grillo e Catarratto, questo Marsala secco, dal leggero residuo zuccherino, si mostra soave e armonioso. Gran rapporto qualità prezzo.

De Bartoli – Marsala DOC superiore vintage 1986 – Sublime essenza delle sabbie di Marsala, elegante e d'estrema giovinezza. Un Marsala dalle connotazioni di frutta secca, tabacco e legno nobile. Poetico !

Nell'est dell'isola, ai piedi ae alle ginocchia del più grande vulcano d'europa s'arrampicano inesorabili i vigneti che amo definire come la risposta siciliana alla Borgogna francese.Su questi pendii vulcanici il Nerello Mascalese in rosso e il Carricante in bianco offrono una versione siciliana perlopiù sconosciuta al grande pubblico. Dei vini fruttati, floreali, freschi e minerali, senza quelle note da vino forte che ritrovavamo prima.Una nuova versione siciliana basata più sull'eleganza e la valorizzazione del terroir che sulla potenza e l'opulenza.Le produzioni in questa parte dell'isola sono più basse e i suoi terroirs fanno spesso sognare gli ambiziosi enologi siciliani. L'Etna dunque come il valore montante dell'enologia italiana.

Frank Cornelisen – Munjebel rosso VDT – Un belga che interpreta l'Etna e i suoi territori in modo naturale. Minerale e digesto al palato, è un eruzione di frutti rossi al naso.

Tenuta delle Terre Nere merita un discorso a parte. Con un approccio veramente borghignone in cantina e la vinificazione separata di ogni cru, il lavoro certosino dell'enologo Calogero Statella vi farà scoprire tutto il potenziale dell'interazione tra l'enologia, vulcano e i grandi vitigni che vegetano lungo le sue pareti.

Tenuta delle Terre Nere – Etna bianco DOC 2010 – 100% Carricante, questo da l'andatura minerale evoca tutta la finezza e la forza dei suoli vulcanici. Colpo di fulmine per questo nettare che passa per un boisé nobile coccolato da frutti bianchi succulenti e note di timo ed origano. Una bianca rarità da scoprire assolutamente.

Tenuta delle Terre Nere, l'Etna rosso 2011 è un rosso di Nerello Mascalese dal colore leggero tutto frutto e freschezza. Fudi di mezzo e il Santo spirito 2010 sono 2 crus differenti che salgono in quota cosi' come in eleganza e freschezza. Il Calderara sottana, vigneto a quota 700 m, è ancora un po' tannico e austero, da bere tra un paio d'anni. Vinificate a parte le uve del vigneto prefillosserico del cru Calderara, danno un vino magnifico dal bel equilibrio tra la struttura minerale e tannicità. Nello stesso piano ma con più di profondità ilGuardiola, vigneto a quota 900.

Tenuta delle Terre Nere – Etna rosso DOC – Feudi di mezzo 2007 – Annata calda, e il frutto lascia spazio al mirto, belle le note tostate di cacao e tabacco. Bocca strutturata e colore leggermente più intenso. Merita un passaggio in caraffa.

Terminiamo con i vini del siracusano, dove il Nero d'Avola s'impone come vitigno re, anche se mi piacerebbe spostare la vostra attenzione su d'un altro vitigno che assieme al Nero d'Avola compone gli assemblaggi dei vini di Vittoria. Il Frappato, antico vitigno di probabile origine spagnola, rilascia dei vini rossi dal colore tenue con aromi di ciliegia e fico nero.

Arianna Occhipinti – Frappato 2009 – vino femminile, aromi naturali di frutti rossi e fiori rosa. Vino rosso naturale da consumarsi senza moderazione !!

COS – Phitos rosso – Vinificato in anfora, questo vino esala un floreale magnifico.

Allora viva la Sicilia terra dei vespri e degli aranci, ma sopratutto viva la Sicilia terra della vite e del vino.

Buona degustazione !