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PREMESSA L’EFSA ha commissionato a Eurobarometro un’indagi- ne per approfondire la conoscenza delle preoccupazioni dei consumatori riguardo gli alimenti ed i rischi asso- ciati alla catena alimentare. Tale sondaggio ha inoltre consentito di stabilire il livel- lo di fiducia dei consumatori nelle autorità pubbliche deputate a gestire le tematiche inerenti la sicurezza ali- mentare. L’indagine è stata condotta a giugno 2010 dal- la società belga “TNS Opinion & Social Network” su un campione rappresentativo di 26.691 europei, di cui 1.036 italiani, di età pari o superiore ai 15 anni, nei 27 Stati membri. Dall'analisi delle tabelle contenute nel report è emersa la necessità di effettuare alcune elaborazioni dei dati risul- tanti dalle interviste per descrivere con maggior accura- tezza le percezioni dei cittadini italiani. SIGNIFICATO E CONSAPEVOLEZZA DEI RISCHI LEGATI AGLI ALIMENTI QF1. In che misura associa il cibo e le bevande a ciascuna delle seguenti operazioni? Secondo l’indagine (QF1), la maggior parte degli ita- liani associa gli alimenti ed il loro consumo a concetti positivi, quali, ad esempio, la possibilità di scegliere cibi freschi e saporiti” e di “godersi un pasto in compagnia di famiglia o amici” (Grafico 1). In questo, la percezione degli italiani è in linea con quella degli altri cittadini europei. Tuttavia, i cittadini italiani sembrano attribui- re un’importanza maggiore rispetto alla media degli europei al “Preoccuparsi della sicurezza dei cibi” (86% contro 79% di media europea). QF2. Le leggerò una lista di rischi potenziali. Per ognuno mi dica per favore con quale probabilità pensa potrebbero accadere a lei. I cittadini italiani risultano mediamente più preoccu- pati della media UE per tutte le problematiche consi- derate nell’intervista (QF2, Grafico 2). Questa maggiore preoccupazione è particolarmente significativa per quanto concerne i rischi legati all’in- quinamento e alla sicurezza del cibo (rispettivamen- te, +18% e +17% rispetto alle risposte degli altri citta- dini dell’UE). QF3. Può dirmi quali sono tutte le cose che le ven- gono in mente quando pensa a possibili problemi o rischi associati al cibo? Gli italiani intervistati hanno indicato spontaneamente i prodotti chimici, i pesticidi e altre sostanze tossiche come la maggiore fonte di preoccupazione legata alla sicurezza alimentare (30%). A seguire, i cittadini espri- mono paure significative anche per l’origine dei pro- dotti/tracciabilità (20%) e per la contaminazione batte- rica (15%) (QF3, Grafico 3). AIVEMP newsletter - n. 4 - ottobre 2010 4 Sicurezza alimentare e percezione del rischio: nuova indagine EFSA - Eurobarometro: analisi critica dei risultati con particolare riguardo alla situazione dell’Italia Silvia Marro, Bartolomeo Griglio Ce.I.R.S.A. - ASL TO5 Chieri (TO) Grafico 1 - Operazioni associate al cibo e alle bevande secondo i cittadini europei ed i cittadini italiani. (Fonte: Eurobarometro 73.5, Risultati per l’Italia) Scegliere cibi freschi e saporiti Godersi un pasto in compagnia di amici o della famiglia Soddisfare la fame Cercare prezzi accessibili Preoccuparsi della sicurezza dei cibi Controllare le calorie e gli ingredienti - i grassi e gli zuccheri, ecc. Molto Abbastanza Poco Per niente Non sa UE27 IT 58% 36% 5% 1% 0% 50% 41% 5% 3% 1% 54% 37% 7% 2% 0% 44% 44% 8% 3% 1% 44% 45% 9% 2% 0% 35% 53% 9% 3% 0% 44% 44% 9% 2% 1% 36% 46% 12% 5% 1% 37% 42% 16% 5% 0% 40% 46% 10% 3% 1% 23% 38% 24% 15% 0% 23% 45% 22% 9% 1%

Sicurezza alimentare e percezione del rischio: nuova ... QF1. In che misura associa il cibo e le bevande a ciascuna delle seguenti operazioni? Secondo l’indagine (QF1), la maggior

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PREMESSAL’EFSA ha commissionato a Eurobarometro un’indagi-ne per approfondire la conoscenza delle preoccupazionidei consumatori riguardo gli alimenti ed i rischi asso-ciati alla catena alimentare. Tale sondaggio ha inoltre consentito di stabilire il livel-lo di fiducia dei consumatori nelle autorità pubblichedeputate a gestire le tematiche inerenti la sicurezza ali-mentare. L’indagine è stata condotta a giugno 2010 dal-la società belga “TNS Opinion & Social Network” su uncampione rappresentativo di 26.691 europei, di cui 1.036italiani, di età pari o superiore ai 15 anni, nei 27 Statimembri.Dall'analisi delle tabelle contenute nel report è emersa lanecessità di effettuare alcune elaborazioni dei dati risul-tanti dalle interviste per descrivere con maggior accura-tezza le percezioni dei cittadini italiani.

SIGNIFICATO E CONSAPEVOLEZZA DEI RISCHI LEGATI AGLI ALIMENTI

QF1. In che misura associa il cibo e le bevande aciascuna delle seguenti operazioni?Secondo l’indagine (QF1), la maggior parte degli ita-liani associa gli alimenti ed il loro consumo a concettipositivi, quali, ad esempio, la possibilità di scegliere“cibi freschi e saporiti” e di “godersi un pasto in compagniadi famiglia o amici” (Grafico 1). In questo, la percezione

degli italiani è in linea con quella degli altri cittadinieuropei. Tuttavia, i cittadini italiani sembrano attribui-re un’importanza maggiore rispetto alla media deglieuropei al “Preoccuparsi della sicurezza dei cibi” (86%contro 79% di media europea).

QF2. Le leggerò una lista di rischi potenziali. Perognuno mi dica per favore con quale probabilitàpensa potrebbero accadere a lei.I cittadini italiani risultano mediamente più preoccu-pati della media UE per tutte le problematiche consi-derate nell’intervista (QF2, Grafico 2). Questa maggiore preoccupazione è particolarmentesignificativa per quanto concerne i rischi legati all’in-quinamento e alla sicurezza del cibo (rispettivamen-te, +18% e +17% rispetto alle risposte degli altri citta-dini dell’UE).

QF3. Può dirmi quali sono tutte le cose che le ven-gono in mente quando pensa a possibili problemi orischi associati al cibo?Gli italiani intervistati hanno indicato spontaneamentei prodotti chimici, i pesticidi e altre sostanze tossichecome la maggiore fonte di preoccupazione legata allasicurezza alimentare (30%). A seguire, i cittadini espri-mono paure significative anche per l’origine dei pro-dotti/tracciabilità (20%) e per la contaminazione batte-rica (15%) (QF3, Grafico 3).

AIVEMP n ew s l e t t e r - n. 4 - ottobre 2010 4

Sicurezza alimentare e percezione del rischio: nuova indagine EFSA- Eurobarometro: analisi critica dei risultati con particolare riguardoalla situazione dell’ItaliaSilvia Marro, Bartolomeo GriglioCe.I.R.S.A. - ASL TO5 Chieri (TO)

Grafico 1 - Operazioni associate al cibo e alle bevande secondo i cittadini europei ed i cittadini italiani.

(Fonte: Eurobarometro 73.5, Risultati per l’Italia)

Scegliere cibi freschi e saporiti

Godersi un pasto in compagnia di amici o della famiglia

Soddisfare la fame

Cercare prezzi accessibili

Preoccuparsi della sicurezza dei cibi

Controllare le calorie e gli ingredienti - i grassi e gli zuccheri,ecc.

Molto Abbastanza Poco Per niente Non sa

UE27

IT

58% 36% 5% 1% 0%

50% 41% 5% 3% 1%

54% 37% 7% 2% 0%

44% 44% 8% 3% 1%

44% 45% 9% 2% 0%

35% 53% 9% 3% 0%

44% 44% 9% 2% 1%

36% 46% 12% 5% 1%

37% 42% 16% 5% 0%

40% 46% 10% 3% 1%

23% 38% 24% 15% 0%

23% 45% 22% 9% 1%

Gli elementi di preoccupazione, ad esclusione dell’origi-ne dei prodotti/tracciabilità, risultano, seppur a livellosuperiore, in linea con le risposte degli altri cittadini UE. Nel grafico 4 è stata riportata la posizione dell’Italia inuna graduatoria sul livello di preoccupazione per sin-golo fattore di rischio rispetto agli altri Paesi europei.L’Italia, tra i 27 Stati membri, registra la maggiore per-centuale di cittadini che manifestano timore riguardoal rischio “mucca pazza” e riguardo all’origine deiprodotti alimentari. Questo dato deriva dall’elevatadifferenza di percentuale tra le risposte dei cittadinieuropei e quelle degli italiani.

PREOCCUPAZIONI PUBBLICHE CIRCA IRISCHI LEGATI ALL’ALIMENTAZIONE

QF4. Per ciascuno dei seguenti problemi mi dica seè preoccupato.Anche in questo caso, di fronte ad un preciso elenco diproblemi potenziali associati agli alimenti, i cittadiniitaliani mostrano una preoccupazione generale supe-riore rispetto agli altri Europei. Si osserva, tuttavia, che l’ordine di priorità delle preoc-cupazioni italiane rispecchia quasi completamentequello europeo.

5 AIVEMP n ew s l e t t e r - n. 4 - ottobre 2010

Grafico 2 - Probabilità che si verifichino alcuni rischi potenziali secondo i cittadini europei e i cittadini italiani.

(Fonte: Eurobarometro 73.5, Risultati per l’Italia)

Grafico 3 - Problemi o rischi associati al cibo, ordinati secondo la percentuale di italiani ed europei intervistati che li ritengo-

no probabili.

Che la crisi economica incida negativamente sulla sua vita

Che l’inquinamento sia nocivo per la sua salute

Prendere una malattia grave

Essere ferito in un incidente d’auto

Essere vittima di un crimine

Che il cibo che mangia sia nocivo per la sua salute

Molto probabile Abbastanza Poco Per niente Non saprobabile probabile probabile

UE27

IT

20% 46% 26% 5% 3%

20% 53% 18% 4% 5%

18% 43% 31% 6% 2%

24% 55% 14% 4% 3%

12% 38% 34% 6% 10%

10% 40% 21% 7% 22%

9% 35% 38% 9% 9%

11% 38% 24% 8% 19%

7% 26% 45% 15% 7%

10% 32% 29% 13% 16%

11% 37% 40% 9% 3%

17% 48% 26% 4% 5%

Prodotti chimici, pesticidi, sostanze tossicheNon sappiamo cosa mangiamo/Tracciabilità dei prodotti, origine dei prodotti

Avvelenamento da cibo, batteri (per es. Salmonella, Listeria)Malattie connesse all’alimentazione (ipercolesterolemia, problemi cardiovascolari)

Il cibo non è naturale/industriale/artificialeMancanza di freschezza, date di scadenza

Obesità, sovrappesoMancanza di controlli sanitari/igiene

Allergie/allergie a certi cibiNuovi virus e malattie (influenza aviaria, influenza suina)

OGM - organismi geneticamente modificatiAdditivi alimentari, coloranti, conservanti

Encefalopatia spongiforme bovina (BSE - morbo della mucca pazza)CancroNon so

Preoccupazioni ambientaliQualità scadente del cibo

Problemi e disturbi della digestione (indigestioni, ulcere, ...)Dieta troppo ricca di grassi, zuccheri o calorie/Dieta squilibrata

Nessun problemaAnoressia/Bulimia

Nuove tecnologie (per es. clonazione di animali, nanotecnologie, irradiazioni)Problemi di povertà/mancanza di cibo/fame nel mondo

Prezzi (prezzi troppo alti/cibo troppo costoso)

Europa

Italia

I residui di pesticidi in frutta, verdura e cereali sem-brano essere il timore maggiore (85%), seguiti dai con-taminanti chimici come la diossina nel maiale o il mer-curio nel pesce (83%), i residui di antibiotici ed ormoninelle carni (82%) e la qualità e freschezza nei cibi (82%)(Grafico 5). L’Italia è il Paese UE dove è rimasta maggiormente ra-dicata la paura della BSE, con una forbice del 23% ri-spetto alla media UE. Questa zoonosi costituisce ancoraun possibile rischio per due terzi degli italiani, mentrepiù della metà dei cittadini europei non la considera piùcome tale (Grafico 5 e 6). Tale dato risulta ancora in lineacon i risultati già ottenuti in un’indagine condotta dalC.e.I.R.S.A. nel 2006 sulla valutazione della percezionedel rischio alimentare, svolta nell’ASL ex 8 di Chieri.È interessante notare come si discostino dalla mediaeuropea anche altre percentuali di preoccupazione de-gli italiani, come quelle relative a nuovi virus presenti

negli animali come l’influenza aviaria (+20%), a pos-sibili reazioni allergiche a cibi o bevande (+19%) e al-la possibile cessione di sostanze da parte di imballag-gi a contatto con gli alimenti (+18%).

QF7. Di fronte a un possibile rischio alimentare, èsicuro che lei possa intraprendere delle misure perevitarlo?Il Regno Unito risulta l’unico Paese a mostrare un de-clino complessivamente significativo dei livelli dipreoccupazione rispetto al 2005 (QF7). La fiducia deicittadini britannici nella possibilità di prevenire possi-bili rischi alimentari è, infatti, la più alta in Europa(62% contro il 47% di media europea ed il 51% dell’Ita-lia, Grafico 7). Questo dato può essere correlato all’efficace lavoro diinformazione dei consumatori svolto dall’Agenzia perla Sicurezza Alimentare britannica (UK Food Stan-dards Agency - FSA) negli ultimi anni.

FIDUCIA PUBBLICA NELLE FONTI DIINFORMAZIONE SUI RISCHI LEGATIALL’ALIMENTAZIONE E RISPOSTA DEICONSUMATORI

QF5. Supponga che un rischio alimentare serio siaidentificato in un cibo che lei mangia regolarmentecome il pesce, il pollo o l’insalata. Quanta fiduciaavrebbe nelle seguenti fonti relativamente al fattoche possano fornirle informazioni accurate su que-sto rischio?Rispetto al resto degli Europei, per gli Italiani i familia-ri e gli amici (80%) rappresentano la fonte di informa-zioni ritenuta più attendibile seguita dagli operatoridel settore sanitario ed i medici di famiglia (75%) edalle associazioni di consumatori (71%) (QF5, Grafico8). Risulta che una percentuale relativamente alta degliintervistati, sia italiani che europei, non ha saputo indi-care il grado di fiducia riposto nell’EFSA (9%) e nelleIstituzioni europee (7%), suggerendo la scarsa familia-rità con il ruolo che queste autorità pubbliche giocano

AIVEMP n ew s l e t t e r - n. 4 - ottobre 2010 6

Grafico 4 - Posizione degli italiani nella classifica UE di preoccupazione per ciascun rischio legato all’alimentazione.

Non sappiamo cosa mangiamo/Tracciabilità dei prodotti, origine dei prodottiEncefalopatia spongiforme bovina (BSE - morbo della mucca pazza)

Il cibo non è naturale/industriale/artificialeMancanza di controlli sanitari/igiene

Nuovi virus e malattie (influenza aviaria, influenza suina)Cancro

Anoressia/BulimiaProdotti chimici, pesticidi, sostanze tossiche

Mancanza di freschezza, date di scadenzaPreoccupazioni ambientali

Malattie connesse all’alimentazione (ipercolesterolemia, problemi cardiovascolari)Nuove tecnologie (per es. clonazione di animali, nanotecnologie, irradiazioni)

OGM - organismi geneticamente modificatiProblemi e disturbi della digestione (indigestioni, ulcere, ...)Avvelenamento da cibo, batteri (per es. Salmonella, Listeria)

Obesità, sovrappesoAllergie/allergie a certi cibi

Problemi di povertà/mancanza di cibo/fame nel mondoAdditivi alimentari, coloranti, conservanti

Non soQualità scadente del cibo

Dieta troppo ricca di grassi, zuccheri o calorie/Dieta squilibrataNessun problema

Prezzi (prezzi troppo alti/cibo troppo costoso)

nel settore. Inoltre, il 15% degli italiani non ha espressoil suo grado di fiducia nei confronti delle informazionireperite su Internet. Ciò può essere giustificato dall’am-pia fascia di età degli intervistati, all’interno della qua-le la fiducia diminuisce con l’aumentare degli anni. L’I-talia, tuttavia, si colloca agli ultimi posti in Europa perquanto riguarda il livello di fiducia complessivo nel-le informazioni ricevute sui rischi legati all’alimenta-zione (Grafico 9). Questo dato conferma l’esigenza nelnostro Paese di ricercare una diversa strategia di comu-nicazione del rischio, al momento carente, lasciandospazio ai media spesso non attendibili e generatori diansie e preoccupazioni.

QF10a. Come ha reagito all’ultima notizia che hasentito, visto o letto riguardante un tipo di alimen-to non sicuro (ad es. a causa degli agenti chimici inesso contenuti)?(Grafico 10)

QF10b. Come ha reagito all’ultima notizia che ha sen-tito, visto o letto riguardante un tipo di cibo nocivo perla salute? (ad es. perché contiene troppi grassi o sale)?(Grafico 11)I mezzi di comunicazione sembrano avere un impattomaggiore sulle preoccupazioni e sulle abitudini alimen-tari degli italiani, rispetto al resto dei cittadini UE (QF10).

7 AIVEMP n ew s l e t t e r - n. 4 - ottobre 2010

Grafico 5 - Percentuale degli italiani preoccupati per problemi e rischi associati al cibo.

(Fonte: Eurobarometro 73.5, Risultati per l’Italia)

Pesticidi residui in frutta, verdura o cereali

Sostanze residue nella carne come antibiotici o ormoni

La qualità e freschezza dei cibi

Additivi come coloranti, conservanti o aromi utilizzati nei cibi o nelle bevande

Organismi geneticamente modificati nei cibi o nelle bevande

La clonazione di animali per i prodotti alimentari

Il benessere degli animali da fattoria

Nuovi virus presenti negli animali come l’influenza aviaria

Non seguire una dieta sana ed equilibrata

Avere una reazione allergica a cibi o bevande

Trovare nanoparticelle nei cibi

Aumentare di peso

La BSE o malattia della mucca pazza

Sostanze contenute nella plastica o in altri materiali che entrano in contatto con il cibo

Prendere una malattia legata all’alimentazione come il diabete,problemi cardiaci o di fegato

Contaminazione da batteri come la salmonella nelle uova o la listeria nel formaggio

Sostanze inquinanti come il mercurio nel pesce o la diossina nel maiale

Totale “Preoccupato” Totale “Non Non saPreoccupato”

UE27

IT

72% 27% 1%

85% 14% 1%

70% 28% 2%

82% 16% 2%

69% 29% 2%

83% 16% 1%

68% 31% 1%

82% 17% 1%

66% 33% 1%

81% 18% 1%

66% 31% 3%

80% 17% 3%

65% 31% 4%

75% 21% 4%

64% 34% 2%

75% 23% 2%

62% 37% 1%

79% 20% 1%

60% 39% 1%

80% 19% 1%

59% 40% 1%

71% 27% 2%

59% 39% 2%

77% 21% 2%

52% 47% 1%

57% 42% 1%

48% 51% 1%

67% 31% 2%

47% 37% 16%

63% 25% 12%

47% 52% 1%

58% 41% 1%

46% 52% 2%

69% 29% 2%

Ad esempio, a seguito di notizie riguardanti un ali-mento nocivo per la dieta o per la salute, circa la me-tà degli italiani (contro un terzo degli europei) ha di-chiarato di aver evitato l’alimento in questione, masolo per un certo periodo di tempo. Rispetto agli altri Paesi europei, sembra che in Italiaci sia la maggiore tendenza a non ignorare le notizie,modificando di conseguenza le proprie abitudini ali-mentari, seppur temporaneamente, sia su aspetti ine-renti dieta e salute (49% rispetto al 31% di media eu-ropea, Grafico 11), che sui rischi associati alla sicu-rezza alimentare (43% rispetto al 35% di media euro-pea, Grafico 10).

AIVEMP n ew s l e t t e r - n. 4 - ottobre 2010 8

Grafico 6 - Posizione degli italiani nella classifica UE di preoccupazione per problemi e rischi associati al cibo.

Grafico 8 - Percentuale degli europei e degli italiani fiduciosi nelle fonti di informazione sui rischi legati all’alimentazione.

Grafico 7 - Fiducia personale nel riuscire ad evitare possi-

bili rischi alimentari.

(Fonte: Eurobarometro 73.5, Risultati per l’Italia)

(Fonte: Eurobarometro 73.5, Risultati per l’Italia)

La BSE o malattia della mucca pazzaTrovare nanoparticelle nei cibi

Avere una reazione allergica a cibi o bevandeLa clonazione di animali per i prodotti alimentari

Sostanze contenute nella plastica o in altri materiali che entrano in contatto con il ciboNuovi virus presenti negli animali come l’influenza aviaria

Sostanze inquinanti come il mercurio nel pesce o la diossina nel maialeAumentare di peso

Il benessere degli animali da fattoriaContaminazione da batteri come la Salmonella nelle uova o la Listeria nel formaggio

Organismi geneticamente modificati nei cibi o nelle bevandeSostanze residue nella carne come antibiotici o ormoni

Pesticidi residui in frutta, verdura o cerealiAdditivi come coloranti, conservanti o aromi utilizzati nei cibi o nelle bevende

La qualità e freschezza nei cibiPrendere una malattia legata all’alimentazione come il diabete, problemi cardiaci

Non seguire una dieta sana ed equilibrata

Media delle risposte“Fiducioso”

EB73.5

47

51

62

Media delle risposte“Non fiducioso”

EB73.5

48

51

31

%

EU 27

IT

UK

Medici di famiglia e altri operatori sanitari

La famiglia e gli amici

Associazioni dei consumatori

Scienziati

Gruppi per la protezione ambientale

Autorità nazionali e Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA)

Agricoltori

Istituzioni europee

I media (TV, giornali, radio)

II (NAZIONALITÀ) governo

Informazioni reperite su internet

Supermercati e negozi

Produttori alimentari

UE27

IT

IL RUOLO E L’EFFICACIA DELLE AUTORITÀPUBBLICHE

QF6. Quanto è d’accordo con ognuna delle seguentifrasi?La maggior parte degli italiani intervistati (80%), comel’85% dei cittadini europei, nonostante confermino checi siano già regole comunitarie piuttosto restrittive inambito alimentare, pensa che le autorità pubbliche eu-ropee dovrebbero fare di più per assicurare la sicu-rezza dei cibi (QF6, Tabella 1). Rispetto al trend positi-vo di tutti gli Stati membri dell’UE, negli ultimi 5 annil’Italia è andata in controtendenza. È diminuita infatti

la percentuale dei cittadini che ritengono che le autori-tà pubbliche agiscano rapidamente quando viene iden-tificato un rischio per la salute dei cittadini (-6%) e chesvolgano un buon lavoro nell’informare i cittadini suirischi legati agli alimenti (-8%).Solo un terzo degli italiani (35%), e meno della metàdegli europei (42%), ritiene che oggi il cibo sia più si-curo e salutare rispetto a 10 anni fa, tuttavia consideragli alimenti prodotti nell’UE più sicuri di quelli impor-tati da Paesi Terzi. Inoltre, ben il 56% degli italiani so-no convinti che il cibo di una volta fosse più sicuro diquello attualmente in commercio. Nell’interpretazio-ne dei risultati, occorre però prestare attenzione alle

9 AIVEMP n ew s l e t t e r - n. 4 - ottobre 2010

Grafico 9 - Percentuale di italiani fiduciosi nelle fonti di informazione sui rischi legati all’alimentazione.

Grafico 10 - Problemi sulla sicurezza degli alimenti. Rea-zione degli italiani rispetto alla media degli europei.

Grafico 11 - Problemi di dieta e salute. Reazione degli ita-liani rispetto alla media degli europei.

(Fonte: Eurobarometro 73.5, Risultati per l’Italia) (Fonte: Eurobarometro 73.5, Risultati per l’Italia)

Supermercati e negozi

Produttori alimentari

Informazioni reperite su Internet

Gruppi per la protezione ambientale

Associazioni dei consumatori

Istituzioni europee

La famiglia e gli amici

Governo

Agricoltori

Autorità nazionali e Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare

I media (TV, giornali, radio)

Medici di famiglia e altri operatori sanitari

Scienziati

Ha evitato quell’alimento solo per un certo periodo di tempo

Si è preoccupato per il problema ma alla fine non ha fatto niente

Ha ignorato la notizia e non ha cambiatole sue abitudini alimentari

Ha cambiato definitivamente le sue abitudini alimentari

Altro (SPONTANEO)

Non sa

Ha evitato quell’alimento solo per un certo periodo di tempo

Si è preoccupato per il problema ma alla fine non ha fatto niente

Ha ignorato la notizia e non ha cambiatole sue abitudini alimentari

Ha cambiato definitivamente le sue abitudini alimentari

Altro (SPONTANEO)

Non saUE27

IT

UE27

IT

35%

43%

26%

30%

24%

12%

11%

13%

2%

1%

2%

1%

31%

49%

24%

27%

29%

12%

13%

10%

2%

1%

1%

1%

percentuali di intervistati italiani che non hanno sapu-to rispondere alle domande: in alcuni casi hanno rag-giunto anche l’8%.Le opinioni nei diversi Paesi europei sono molto discor-danti per quanto riguarda l’indipendenza delle consu-lenze scientifiche e delle autorità pubbliche da altri inte-ressi politici e commerciali.L’Italia è uno dei Paesi UE dove si osserva un mag-

gior livello di fiducia verso gli scienziati (58%), chedovrebbero essere tenuti più in considerazione comefonti affidabili di informazioni, soprattutto in casodi decisioni sui rischi alimentari (59%, Tabella 1 eGrafico 12).Tuttavia la percentuale di coloro che non hanno sa-puto rispondere è risultata, rispettivamente, dell’11%e del 18%.

AIVEMP n ew s l e t t e r - n. 4 - ottobre 2010 10

Tabella 1 - Percentuale di risposte in accordo con una lista di domande formulate ai cittadini europei ed italiani nel 2005 e 2010,con relativa evoluzione.

(Fonte: Eurobarometro 73.5, Risultati per l’Italia)

Grafico 12 - Pareri espressi sul ruolo e l’efficacia delle autorità pubbliche: posizione dell’Italia nella graduatoria dei 27 Statimembri.

I consigli degli scienziati relativi ai rischi legati al cibo vanno al di là degli interessi politici e commerciali

La nostra dieta è meno salutare rispetto a 10 anni fa

Gli alimenti prodotti nell’UE sono più sicuri di quelli importati da Paesi al di fuori dell’UE

Le autorità pubbliche dell’UE considerano la salute dei consumatori più importante dei profitti dei produttori

Oggi il cibo è più sicuro rispetto a 10 anni fa

Le autorità pubbliche dell’UE fanno un buon lavoro nell’informare i cittadini sui rischi collegati all’alimentazione

Le autorità pubbliche dell’UE agiscono rapidamente quando viene identificato un rischio per la salute dei cittadini

Ci sono regole restrittive nell’UE che assicurano la sicurezza degli alimenti

Le autorità pubbliche dell’UE tengono in considerazione le più recenti scoperte scientifiche quando prendono decisioni in relazione ai rischi alimentari

Le autorità pubbliche della UE dovrebbero fare di più per fornire informazioni sui regimi alimentari e gli stili di vita sani

Le autorità pubbliche dell’UE dovrebbero fare di più per assicurarsi che il cibo sia sano

Le autorità pubbliche dell’UE tengono conto delle preoccupazioni dei cittadini riguardo alla sicurezza dei cibi

11 AIVEMP n ew s l e t t e r - n. 4 - ottobre 2010

Grafico 13 - Percentuale di italiani soddisfatti dell’attivitàdelle autorità pubbliche dell’UE nel campo dei rischi alimen-tari.

QF8. Domanda: Ora vorremmo sapere se ritiene chele autorità pubbliche dell’Unione Europea stianofacendo abbastanza per proteggerla da questi pos-sibili rischi.A dimostrazione della rilevazione precedente, di fron-te a domande precise, in Italia come in Europa, solo lametà degli intervistati ritiene che le autorità pubbli-che dell’UE stiano facendo abbastanza per protegge-re la collettività da possibili rischi alimentari (QF8), co-me la clonazione animale (46%), la BSE (56%) e le con-taminazioni chimiche (49%) e batteriche (50%) dei cibi(Grafico 13).

PRINCIPALI ELEMENTI DI PERCEZIONE DEL RISCHIO IN ITALIA

Alla luce del confronto tra la percezione dei rischialimentari dei cittadini italiani rispetto a quella deicittadini degli altri Paesi UE, si può concludere che inItalia:- si rileva una maggiore preoccupazione per quanto

concerne i rischi legati alla sicurezza del cibo (65%contro 48% degli intervistati UE);

- i prodotti chimici, i pesticidi e altre sostanze tossi-che rappresentano la fonte di preoccupazione piùdiffusa legata all’alimentazione (30%);

- si verifica la maggiore percentuale di cittadini che,tra i 27 Stati membri, manifestano timore riguardo alrischio “mucca pazza” e dubbi riguardo l’originedei prodotti alimentari;

- circa il grado di preoccupazione, i residui di pesti-cidi in frutta, verdura e cereali sembrano rappresen-tare il timore maggiore (85%);

- i familiari e gli amici (80%), insieme agli operatoridel settore sanitario ed i medici di famiglia (75%),sono le fonti di informazione ritenute più accurate;

- il livello di fiducia complessivo nelle informazioniricevute sui rischi legati all’alimentazione si collocaagli ultimi posti in Europa;

- i mezzi di comunicazione sembrano avere un im-patto maggiore sulle preoccupazioni e sulle abitu-dini alimentari, rispetto agli altri Paesi dell’UnioneEuropea;

- si pensa che le autorità pubbliche europee dovreb-bero fare di più per assicurare la sicurezza dei cibi.

CONCLUSIONI

L’analisi dettagliata del report commissionato a Euroba-rometro conferma in larga parte quanto riportato già nelcomunicato stampa dell’EFSA (17 novembre 2010, Par-ma). Tuttavia, vi sono alcuni casi in cui l’analisi dei datiderivanti dalle interviste raccolte in tutta Europa con-sente una lettura maggiormente critica della situazione,individuando ampi margini di miglioramento, ad esem-pio rispetto all’“ampio consenso sul fatto che le autori-tà pubbliche si adoperano in misura considerevole perassicurare la sicurezza alimentare in Europa”.Sebbene più della metà dei cittadini europei valuti posi-tivamente la rapidità di intervento delle autorità pub-bliche e la fondatezza scientifica delle loro decisioni, piùdell’80% dei cittadini europei ed italiani, infatti, è con-corde nell’affermare che “Le autorità pubbliche dellaUE dovrebbero fare di più per assicurarsi che il cibo siasano”. Inoltre meno della metà dei cittadini, sia italianiche europei (rispettivamente, 46% e 48%), crede nell’in-dipendenza delle autorità pubbliche dagli interessi deiproduttori. A confermare tale critica si aggiunge l’eleva-ta tendenza, sia degli italiani che degli europei (rispetti-vamente, 56% e 51%), a non considerare il cibo attualepiù sicuro rispetto a quello di 10 anni fa.L’affermazione “Le autorità pubbliche fanno un buonlavoro nell’informare i cittadini sui rischi legati aglialimenti” è supportata dall’aumento del consenso me-dio europeo (56% degli europei, +7% rispetto al 2005), afronte di un decremento del consenso italiano (58% de-gli italiani, -8% rispetto al 2005). La maggioranza degliintervistati, quindi, ha fiducia nelle autorità nazionali enell’EFSA quali fonti di informazioni su potenziali rischilegati agli alimenti, sebbene l’81% degli europei e il 76%degli italiani abbia affermato che “Le autorità pubblichedella UE dovrebbero fare di più per fornire informazio-ni sui regimi alimentari e gli stili di vita sani”.Nel comunicato dell’EFSA si è voluto, inoltre, porrel’accento anche sulla constatazione che gli “scienziatisiano in generale considerati delle fonti affidabili diinformazioni”. Sebbene il 73% degli europei abbia fi-ducia in ciò che dicono gli scienziati, occorre ancheconsiderare che il 41% non crede nell’indipendenzadelle consulenze scientifiche in merito a decisioni su ri-schi alimentari. Siccome non tutti gli intervistati hannomanifestato un’opinione su questo argomento (12%degli europei e 11% degli italiani), tale affermazionepotrebbe essere non del tutto attendibile.Alla luce dei risultati ottenuti da questa indagine, valela pena cogliere alcuni spunti di riflessione sulla situa-

Possibili rischi legati alleinfezioni degli animali o malattieche potrebbero esseretrasmesse agli esseri umanicome il morbo della muccapazza (BSE)

Possibili rischi alla salutederivanti dalla dieta, ad esempioelevato contenuto di grassi emalattie cardiache

Possibili rischi derivanti dallacontaminazione batterica di cibi,ad esempio la salmonella nelle uova

Possibili rischi derivanti dallacontaminazione chimica di cibi,ad esempio residui di pesticidi oinquinanti dell’ambiente nelpesce, come il mercurio

Possibili rischi legati alle nuovetecnologie quali la clonazione dianimali e la nanotecnologia

zione italiana in merito alla percezione del rischio ali-mentare.Gli italiani intervistati si preoccupano mediamente piùdegli altri cittadini europei per quanto concerne le pro-blematiche legate alla sicurezza del cibo e si considera-no meno informati su come affrontare i rischi connessiall’alimentazione rispetto a 5 anni fa.Come ci hanno dimostrato i casi “mucca pazza”, “in-fluenza aviare” e “melamina negli alimenti destinatiall’infanzia”, l’elevata sensibilità degli italiani agli al-larmismi alimentari potrebbe essere attribuibile allacarenza di una comunicazione istituzionale autorevo-le, trasparente ed indipendente, unitamente alla mag-giore fiducia riposta in mezzi di comunicazione nonpropriamente attendibili. Il cittadino italiano, infatti, reagisce a un allarme alimen-tare con un immediato timore e scelte alimentari spessoirrazionali. Manifesta poca fiducia nelle informazionifornite dalle Istituzioni, sia nazionali che europee, e si af-fida più facilmente ai consigli forniti dai conoscenti. Come già confermato in diagnosi formulate in altre se-di, gli argomenti correlati all’alimentazione ed alla si-curezza alimentare vengono trattati attraverso un in-sieme di interventi di comunicazione promossi dalleForze dell’ordine, dalle Associazioni di produttori e diconsumatori e solo in modo marginale, e non coordi-nato, dalle Istituzioni.È possibile intravedere nella percezione degli italianil’effetto di alcune di queste strategie:- la maggior preoccupazione per la sicurezza alimenta-

re che potrebbe essere legata alla comunicazione di in-terventi repressivi da parte delle Forze dell’ordine,

- la maggiore preoccupazione sull’origine dei prodot-ti alimentari che potrebbe essere legata alle campa-gne di alcune Associazioni di produttori agricolisulla difesa dei prodotti locali,

- la scarsa fiducia nelle Istituzioni, sia nazionali cheeuropee, che potrebbe essere legata alle campagnedelle Associazioni di consumatori atte a segnalarel’insufficienza dei controlli.

Come insegna l’esperienza britannica, le campagne in-formative e di educazione alimentare promosse dallaUK Food Standards Agency sono state un elementofondamentale al fine di consentire una decodifica uni-voca dei messaggi mediatici che bombardano quoti-dianamente i consumatori.Rispetto a cinque anni fa e all’attuale media europea,l’Italia è diventata più euroscettica e, mostra minor fi-ducia nei confronti dell’attività svolta dalle autoritàpubbliche europee in merito a sicurezza alimentare ecomunicazione del rischio. Rimane inoltre significativoil numero di cittadini italiani che non risponde ad al-cune domande, creando il dubbio che non sia ancorasufficientemente diffusa la conoscenza di quali siano leIstituzioni europee deputate a legiferare e come agi-scano in materia di sicurezza alimentare.

AIVEMP n ew s l e t t e r - n. 4 - ottobre 2010 12

Riferimenti

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Ce.I.R.S.A. - ASL TO5 “Sicurezza alimentare - Analisi e valu-

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Psicologia della Salute dell’Università degli Studi di Torino e

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Data la situazione epidemiologica relativa all’influenza aviaria, la Commissione Europea ritiene “opportuno continuare a limitarei rischi causati dalle importazioni di pollame, di prodotti a base di pollame, di uccelli da compagnia e di altre partite disciplinate datali decisioni, nonché mantenere le misure di biosicurezza, i sistemi di individuazione precoce e talune misure di protezione control’influenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N1”. Per questo la Commissione ha stabilito di prorogare fino al 30 giugno 2012 l’applicazione di tre Decisioni: la 2005/692/CE, la2005/734/CE, e la 2009/494/CE. Si tratta di un pacchetto di misure di protezione, introdotte a seguito delle epidemie di influenzaaviaria iniziate nel dicembre 2003 nel sud-est asiatico, provocate dal virus altamente patogeno dell’influenza aviaria del sottotipoH5N1. In particolare, la decisione 2005/692/CE della Commissione contiene alcune misure di protezione contro l’influenza aviariain diversi paesi, mentre la decisione 2005/734/CE istituisce misure di biosicurezza per ridurre il rischio di trasmissione dell’in-fluenza aviaria ad alta patogenicità provocata dal virus dell’influenza A, sottotipo H5N1, dai volatili che vivono allo stato selvati-co al pollame e ad altri volatili in cattività, e che prevede un sistema di individuazione precoce nelle zone particolarmente a rischio.La Decisione 2009/494/CE della Commissione, infine, contiene alcune misure di protezione relative all’influenza aviaria ad alta pa-togenicità del sottotipo H5N1 in Croazia e Svizzera. Le misure previste dalle Decisioni in questione avrebbero dovuto restare in vigore fino al 31 dicembre 2010. Tuttavia, focolai di in-fluenza aviaria ad alta patogenicità del sottotipo H5N1 continuano a manifestarsi nel pollame e nei volatili selvatici negli Stati mem-bri e nei paesi terzi costituendo un rischio per la salute umana e animale.La decisione della Commissione, del 30 novembre 2010, che modifica le decisioni 2005/692/CE, 2005/734/CE, 2006/415/CE,2007/25/CE e 2009/494/CE per quanto riguarda l’influenza aviaria è pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea(L 316) del 2 dicembre 2010.

INFLUENZA AVIARIA, MISURE DI PROTEZIONE PROROGATE AL 2012