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SEMINARIO IL PROFILO DELL’ AUTORE DI VIOLENZA: SINTESI SEMINARIO Aspetti criminologici, clinici e forensi ROMA, 23 GIUGNO 2016 Salone Conferenze Palazzo Viminale ore 09:00 /13:00 Segreteria Provinciale Roma Ispirati liberamente agli interventi ed elaborati dell’A.I.P.C. Editore RIPRODUZIONE RISERVATA©

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A.I.P.C. editore 2016 1

SEMINARIO IL PROFILO DELL’ AUTORE DI VIOLENZA:

SINTESI SEMINARIO

Aspetti criminologici, clinici e forensiROMA, 23 GIUGNO 2016

Salone ConferenzePalazzo Viminaleore 09:00 /13:00

Segreteria Provinciale Roma

Ispirati liberamente agli interventi ed elaborati dell’A.I.P.C. EditoreRIPRODUZIONE RISERVATA©

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AIPC Editore Segreteria: 0644246573 [email protected]: Via Giorgio Baglivi 6 (00161) Roma

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SINTESI SEMINARIO

Sommario

Introduzione di Giuseppe Mercurio pag. 4

L’importanza delle matrici dei comportamenti violenti di Massimo Lattanzi pag. 6

Il protocollo preventivo-riparativo di Tiziana Calzone pag. 10

Il contributo della psicofisiologia di Rinaldo Livio Perri pag. 12

I delitti di violenza e stalking di Francesca Carpentieri pag. 16

La violenza e il delitto di atti persecutori di Francesca Scarfoglio pag. 18

I principi della Giustizia Riparativa di Carlo Alberto Romano pag. 20

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Da una società prevalente-mente agricola e tra l’altro

fortemente gerarchizzata all’interno del nucleo familiare si è stati traghettati in una società industriale e post- industriale con un evidente ampliamento del confine delle relazioni sociali. Questo ha prodotto ed imposto diversi cambiamenti nel quadro politico, in quello economico e come logica conseguenza nel sistema giuridico. Da attenti studi è emerso che tali trasformazioni si sono rese necessarie per tenere il passo con l’evoluzione dello stile di vita dell’uomo e soprattutto con la più recente percezione del ruolo, dei compiti e delle responsabilità di ciascun individuo in funzione dello status, del livello culturale e soprattutto del sesso. Il progresso ha promosso benessere e salute, ma va anche detto che ha egualmente prodotto nell’uomo squilibrio, inadeguatezza, frustrazione e possiamo aggiungere che non sempre ha rispettato valori etici e culturali.L’uomo e la donna si trovano spesso a ricoprire ruoli considerati una volta ad appannaggio solo dell’altro sesso, all’interno della famiglia, sul lavoro, nell’intera struttura sociale. In sintesi, si assiste ad una più o meno evidente sovrapposizione di ruoli che, seppur pienamente coerente con il diritto moderno e con l’affermazione delle pari opportunità non ha ancora trovato un’appropriata ricezione nella coscienza dei singoli e della comunità. Succede, quindi, che quella sovrapposizione dei ruoli si trasformi in una contrapposizione dei ruoli provocando disagio individuale per poi trasformarsi

in un vero e proprio conflitto. Ci troviamo, quindi in un momento storico dove prevaricazione sopruso e violenza vengono poste come risposte naturali ai disagi individuali e sociali e purtroppo, troppo spesso, sostenuti dai mezzi di comunicazione più diffusi. Va evidenziato che la comunità mondiale è stata interessata soprattutto negli ultimi anni da fenomeni di violenza, minaccia ed aggressività. Si sente parlare di violenza di genere, di stalking, che trova punti di convergenza con altri fenomeni caratterizzati da un atteggiamento finalizzato a prevaricare e affermare il proprio potere sull’altro: nel mondo del lavoro troviamo il mobbing; il nonnismo che ha interessato gli ambienti militari; nell’universo adolescenziale il fenomeno del bullismo. Il tema della violenza da qualche anno e, non solo in Italia, ha coinvolto sempre maggiore pubblico rispetto al passato ed ha suscitato interesse dei media e non è mancata l’attenzione anche all’interno delle istituzioni pubbliche, infatti nel 2009 con la Legge 38 è stato modificato il nostro codice penale con l’introduzione dell’art. 612 bis che configura il reato di stalking e la legge del 2013 sul contrasto alla violenza di genere. Soffermandoci sull’autore di violenza e sui cosiddetti atti persecutori che ancora una volta si collocano sulla scena dei rapporti familiari siano essi sfilacciati o giunti al termine, sarebbe superfluo sottolineare che in questi casi l’amore non c’entra nulla o meglio possiamo parlare di “amore” malato. Il matrimonio o la convivenza

INTRODUZIONEDott. Giuseppe Mercurio Segretario Regionale Sindacato di Polizia S.I.U.L.P.

SINTESI SEMINARIO

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La campagna ha come obiettivo la prevenzione della violenza e l’interruzione della sua trasmissione generazionale operando sul disagio minorile con il sostegno delle famiglie con minori a carico che hanno subito o che stanno subendo il regime carcerario, la perdita di uno o entrambi i genitori o di chi si prende cura di loro anche a seguito di un crimine violento, un’assenza prolungata di uno o entrambi i genitori. Alle persone che vivono o hanno vissuto tali esperienze l’equipe di professionisti volontari offre gratuitamente il protocollo di ricerca scientifico che include un breve percorso psico-riabilitativo. La campagna prevede l’applicazione del protocollo di ricerca a chiunque voglia prevenire, contrastare e uscire dalla violenza. Centro di ascolto ed orientamento e segreteria della ricerca 0644246573 attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 oppure via mail [email protected]. Sito www.socialmente.net.

FAMIGLIE SENZA GABBIE

Progetto vincitore dell’Avviso Pubblico rivolto a soggetti del Terzo Settore “Famiglie Fragili 2015”. Ente finanziatore: Regione Lazio. Ente gestore dell’Avviso Pubblico: IPAB Asilo Savoia.

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sono tra gli elementi centrali dell’esistenza dell’essere umano perché impattano sull’equilibrio psicofisico, sulla qualità della vita in generale e in molti casi anche sullo status sociale, difatti nella società il matrimonio e la convivenza vengono caricati di molte valenze di significato e pertanto possono essere fonte di grandi soddisfazioni ma anche di delusioni e difficoltà gravi che investono a ruota la qualità dei rapporti intrecciati con gli altri protagonisti della sfera affettiva come i figli, i genitori, i nonni. Alcuni dati statistici ci dicono che nel mondo sono milioni le donne che hanno subito almeno una violenza fisica o sessuale nel corso della vita. Questi dati agghiaccianti rilevano uomini che non si arrendono alla perdita del dominio sulla propria donna e sui figli, questo dovrebbe indurre una società moderna a riflettere su quel particolare tipo di violenza che pertanto più odiosa in quanto consumata proprio da chi dovrebbe essere preposto, biologicamente, ad amare e difendere la propria compagna e i propri figli nell’ambiente più caro, ovvero nella propria casa.Parlare di violenza di genere è sempre purtroppo di grande attualità, difatti molte donne e minori subiscono quotidianamente violenza domestica, subita e assistita, e i dati che si conoscono sono sottostimati per l’ancora enorme

reticenza a denunciare. Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è violenza domestica ogni forma di violenza fisica, psicologica o sessuale che riguarda sia soggetti che hanno avuto o si propongono di avere una relazione intima di coppia, sia soggetti che all’interno di un nucleo familiare hanno relazioni di carattere parentale o affettivo. Esistono diversi tipi di violenza, tra cui prevale quella dell’uomo sulla donna, sui minori o sugli anziani, violenza fisica, psicologica, sessuale, economica, assistita, lo stalking. Mi preme evidenziare a tal proposito che l’affiancamento del consulente psicologo o psichiatra al giurista, costituisce un valido ausilio in situazioni in cui la peculiare condizione conflittuale richiede un attento esame di tipo specialistico, un esame di atti e comportamenti palesi, ma anche di vissuti, dinamiche intrapsichiche e interpersonali, di sistemi di relazione, motivazione e scopi.La violenza intra-familiare non è una faccenda privata ma un problema diffuso che riguarda l’intera comunità, è quindi compito della nostra società, delle famiglie, dei tribunali, delle forze dell’ordine, delle associazioni di non abbandonare queste donne ma di aiutare a riconoscere i primi segnali di violenza, a denunciarli e a trovare in se stesse la forza di uscire da situazione di abuso.

SINTESI SEMINARIO

CENTRO DI ASCOLTO

Centro specialistico in relazioni intime disfunzionali. Lo Sportello di ascolto telefonico è attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 sulla numerazione 0644246573; per emergenze nel fine settimana e festivi dalle ore 12:00 alle ore 16:00 è attiva la numerazione 3274660907. Il centro specialistico è a disposizione di singoli individui, coppie e famiglie con problemi nelle relazioni interpersonali. Gli esperti forniscono percorsi brevi e risolutivi per affrontare ogni tipo di complicazione relazionale. Dalla fase iniziale a quella della separazione, anche in caso di episodi di violenza e stalking. Ricordiamo che i nostri Centri sono aperti a tutte le persone, senza distinzione di sesso e del ruolo che rivestono nelle relazioni interpersonali. I percorsi individuali, di coppia o di gruppo, solo su prenotazione, prevedono un contributo spese/libera donazione.

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L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia

(A.I.P.C.), fondata a Roma nel 2001, applica da anni il proprio protocollo preventivo-riparativo specifico per gli autori e per le vittime di violenza, che si è dimostrato essere efficace nel 70% dei casi. L’ A.I.P.C. si caratterizza per la multidisciplinarietà e per le specifiche esperienze in ambito psicologico, giuridico e forense dell’equipe. Esperienze acquisite anche dalle molteplici collaborazioni con le Forze dell’ordine, Atenei italiani ed internazionali, Carceri e l’U.E.P.E. Attraverso i vari dipartimenti, l’equipe è impegnata a prevenire e contrastare tutte le espressioni di violenza nelle relazioni.I dati raccolti nelle molteplici ricerche realizzate su un cospicuo numero di persone, uomini e donne, minori e adulti, presunte vittime e presunti autori di ogni forma di violenza che chiedono sostegno al centro di ascolto e orientamento dedicato alle relazioni violente, hanno permesso di affermare che l’assenza, la separazione, l’abbandono, il rifiuto e la perdita non elaborate sono le matrici principali di modelli relazionali violenti e di personalità

dipendenti che si tramandano a livello generazionale. Il concetto di perdita si riferisce a un ampio spettro di considerazioni e non comprende solo la morte di un individuo ma anche la perdita di se stesso.Ferita narcisistica originaria.Primissimi anni di vita; illusione narcisistica della famiglia perfetta:questa illusione distrae la centralità dei bisogni dell’individuo a favore di quelli della famiglia di origine, che assume il potere, l’onnipotenza assoluta. La gratificazione e la frustrazione hanno come unico ed assoluto protagonista la famiglia. (Lattanzi e Calzone, 2014).Come conseguenza, la persona spesso anticipa di molto i tempi della costruzione di una propria famiglia, la quale assume il ruolo di persecutore interno e per “ubbidire” al proprio persecutore uccidono e si uccidono. Per la propria onnipotenza frustrata l’omicidio e/o il suicidio vengono percepiti come unica possibilità di liberarsi da una vita non vissuta liberamente e immolata sull’altare della famiglia.Bonding. Le esperienze vissute nel grembo materno modellano i comportamenti del bambino nei confronti di se stesso, con la madre e con il padre, oltre che del

L’IMPORTANZA DELLE MATRICI (MOVENTI) DEI COMPORTAMENTI VIOLENTI PER PERFEZIONARE I PROTOCOLLI DI PREVENZIONE E D’INTERVENTO.

SINTESI SEMINARIO

Dott. Massimo Lattanzi Psicologo psicoterapeuta e dottore in Scienze forensi

Coordinatore Centro Presunti Autori di violenza e

stalking – A.I.P.C.

Corso specialistico: le relazioni violente. Una lettura sociologica, psicologica, criminologica e forense. Crimini violenti: origini e trasmissione generazionale. Roma, ottobre 2016_giugno 2017Programma e corpo docente (in via di definizione) Eziopatogenesi e fenomenologia dei comportamenti violenti; La coppia: la scena del crimine relazionale; Il profilo dell’autore di violenza; Il profilo della vittima di violenza; Società violente; Tecniche d’intervista e di interrogatorio: la valutazione della menzogna; Strategie investigative nei casi di violenza; Neuropsicologia della violenza; Fondamenti di psicopatologia e psichiatria forense; Il carcere: detenzione e gestione del detenuto; Valutazione psicodiagnostica della violenza; Diritto e Procedura penale e i reati di violenza; Laboratori esperienziali: analisi della scrittura; le dipendenze e la figura paterna; le tecniche psico corporee. Verifica finale. Sarà rilasciato l’attestato di competenza. Per informazioni ed iscrizioni 0644246573 attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 oppure via mail [email protected].

RELAZIONI VIOLENTE

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suo atteggiamento verso la vita in generale.Stili di Attaccamento. Il sistema di attaccamento dà un importante contributo allo sviluppo della regolazione delle emozioni. La regolazione è un elemento essenziale per il funzionamento di tutte le forme di relazione. Il bambino piccolo che non ha ancora sviluppato il linguaggio verbale, esprime i propri bisogni di fame, sete, gioia o dolore attraverso una serie di comportamenti non verbali finalizzati ad attirare l’attenzione di chi si prende cura di lui (caregiver) il quale ha il compito di rispondere alle sue richieste fornendogli affetto, protezione, sicurezza e cure adeguate. In questo modo il bambino svilupperà un attaccamento sicuro e una fiducia nell’altro che sarà la base del proprio modo di vivere le relazioni e interagire con gli altri.Quando il caregiver non risponde in maniera adeguata alle richieste del bambino, egli tenderà o a farvi scarso ricorso nei momenti di bisogno oppure ad accentuare le proprie richieste sperimentando livelli di preoccupazione e/o ansia elevati. Ne consegue che in base a come è stata sviluppata la prima relazione di attaccamento, il bambino svilupperà il proprio modello operativo interno (M.O.I.): rappresentazione mentale che consente a un individuo di fare

previsioni e crearsi aspettative sulla propria vita relazionale; Reattività emotiva: una sorta di soglia di attivazione, da cui dipende la frequenza con cui una persona sperimenta sensazioni di pericolo e dal quale dipenderebbe il conseguente bisogno di essere rassicurato, ovvero il bisogno di attaccamento.Le strategie di regolazione emotiva: l’insieme di schemi relazionali che le persone mettono in atto nel tentativo di mantenere o ritrovare la propria sensazione di sicurezza.Quando le persone non sono in grado di controllare gli eventi sperimentano un senso di minaccia, che può essere provocato dall’esterno (ambiente) e dall’interno (stati, tratti, disturbi).Le persone che sono più reat-tive emotivamente potrebbero percepire con più frequenza la sensazione di essere minacciate – attivare di conseguenza più frequentemente il sistema di attaccamento – sperimentare il bisogno di regolare con più frequenza i propri stati emotivi.Modello preoccupato: persone caratterizzate da alti livelli di ansia e bassi livelli di evitamento; tendono ad avere alti livelli di reattività che li porterebbero a sperimentare con più frequenza sentimenti di paura.Sono persone impegnate nel

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SINTESI SINTESI SEMINARIO

La campagna ha come obiettivo la prevenzione della violenza e l’interruzione della sua trasmissione generazionale operando sul disagio minorile con il sostegno delle famiglie con minori a carico che hanno subito o che stanno subendo il regime carcerario, la perdita di uno o entrambi i genitori o di chi si prende cura di loro anche a seguito di un crimine violento, un’assenza prolungata di uno o entrambi i genitori. Alle persone che vivono o hanno vissuto tali esperienze l’equipe di professionisti volontari offre gratuitamente il protocollo di ricerca scientifico che include un breve percorso psico-riabilitativo. La campagna prevede l’applicazione del protocollo di ricerca a chiunque voglia prevenire, contrastare e uscire dalla violenza. Centro di ascolto ed orientamento e segreteria della ricerca 0644246573 attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 oppure via mail [email protected]. Sito www.socialmente.net.

FAMIGLIE SENZA GABBIE

Progetto vincitore dell’Avviso Pubblico rivolto a soggetti del Terzo Settore “Famiglie Fragili 2015”. Ente finanziatore: Regione Lazio. Ente gestore dell’Avviso Pubblico: IPAB Asilo Savoia.

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costante tentativo di recuperare una sensazione di sicurezza, mostrando una maggiore reattività emotiva alla quale si associano scarse capacità di gestione degli eventi e la forte tendenza a chiedere aiuto agli altri per la regolazione dei propri stati emotivi.Modello evitante: persone con alti livelli di ansia e di evitamento, tendono ad avere un’alta soglia di reattività ovvero sperimentano spesso sensazioni di minaccia e si impegnano nel recupero della sicurezza, hanno scarse capacità di gestione degli eventi e fanno pochissimo affidamento sugli altri per il terrore di essere rifiutati. Modello evitante: persone caratterizzate da una ipoattivazione emotiva associata a pensieri di minaccia (paura, tristezza e vergogna) perché potrebbero attivare bisogni di attaccamento con ricordi non desiderati. Queste persone sentono l’espressione di sentimenti di debolezza e vulnerabilità incompatibili con il loro modo di mantenere un’immagine di se stessi come forti e capaci di proteggersi. Una possibile minaccia nei confronti della relazione di attaccamento (rifiuto, separazione e perdita) provoca un’inibizione delle reazioni emotive.Modello preoccupato: persone caratterizzate da una regolazione emotiva che tende ad esasperare le sensazioni di minaccia e emozioni negative (iperattivazione). Queste persone enfatizzano il loro bisogno di vulnerabilità al fine di sollecitare la risposta del caregiver, che altrimenti non darebbe loro la “giusta” attenzione.Dinamiche di coppia risultanti dai vari modelli: una costante che

caratterizza le relazioni violente, risiederebbe nelle esigenze emotive che rendono impossibile la rottura dalla relazione primaria ovvero il bisogno di mantenere il legame d’attaccamento con il partner.Una possibile dinamica di coppia: Il partner preoccupato avverte una minaccia o sensazione di pericolo per la relazione, sperimenta una forte emozione e di conseguenza fa riferimento alla propria figura di attaccamento (l’altro partner) per riconquistare il suo personale senso di sicurezza;L’altro partner evitante reagisce e svaluta i bisogni espressi dal suo partner; allontana le richieste sentite come eccessive e ingiustificate; Il partner preoccupato continuerà a iperattivarsi e quello evitante a disattivarsi in un contesto non flessibile. Un processo di adattamento nell’andamento inseguimento, comporta che la regolazione emotiva di ogni partner dipende dai modelli personali che si porta dietro e dal tipo di responsività dell’altro partner, tale dinamica può portare un mantenimento e/o rafforzamento del modello personale costituendo nel tempo un modello specifico di quella coppia.L’ambivalenza e l’ambiguità nei processi di attaccamento sono indici di deterioramento dei legami. Questi due indici sorgono all’interno di relazioni affettive intense (RAI) ed intime che possono essere definite anche rapporti simbiotici in cui l’altro è percepito come “depositario” e come colui che soddisfa esclusivamente i propri bisogni.L’ambivalenza può essere definita come una dinamica di legame che oscilla tra l’attaccamento

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CENTRO DI ASCOLTO

Centro specialistico in relazioni

intime disfunzionali. Lo Sportello di

ascolto telefonico è attivo dal lunedì

al venerdì con orario 10:00/19:00

sulla numerazione 0644246573;

per emergenze nel fine settimana

e festivi dalle ore 12:00 alle ore

16:00 è attiva la numerazione

3274660907. Il centro specialistico

è a disposizione di singoli individui,

coppie e famiglie con problemi

nelle relazioni interpersonali. Gli

esperti forniscono percorsi brevi

e risolutivi per affrontare ogni

tipo di complicazione relazionale.

Dalla fase iniziale a quella della

separazione, anche in caso di episodi

di violenza e stalking. Ricordiamo

che i nostri Centri sono aperti a

tutte le persone, senza distinzione

di sesso e del ruolo che rivestono

nelle relazioni interpersonali. I

percorsi individuali, di coppia o

di gruppo, solo su prenotazione,

prevedono un contributo spese/

libera donazione.

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e il distacco, tra la costruzione e la distruzione di legami. Essa ottiene come risultato quello di mantenere la distanza dall’altro fuggendo da un’intimità reale.In altre parole, l’altro che prima risultava positivamente indispensabile, rimane sempre indispensabile ma in misura negativa e per questo deve essere eliminato poiché percepito come incontrollabile.Questa tipologia di rapporti è simbiotica e cioè assoluta e totalitaria. In un certo senso ogni rapporto simbiotico riflette un rapporto asociale, in cui qualsiasi “terzo” vi si intrometta, deve essere necessariamente eliminato, che sia un collega di lavoro o un amico, poiché “gli amici sono la tomba dell’amore”, o anche un figlio il quale viene percepito come “portatore di istanze distruttive e invidiose”.La parola “uccidere” è quella che meglio descrive cosa avviene quando un rapporto simbiotico si frattura. Tuttavia in alcune coppie, il funzionamento ambivalente è necessario affinché l’amore venga percepito nella sua unicità. In questo caso l’amore di un partner si dimostra sicuro quando resiste all’aggressione, alla svalutazione, all’eliminazione e al disprezzo. Se, invece, di fronte a certi attacchi il partner continua ad anteporre il proprio desiderio e attaccamento, è una dimostrazione di dipendenza simbiotica. Un soggetto ambiguo, appare all’osservatore come un insieme di comportamenti contraddittori e che provocano confusione.Il comportamento dei soggetti ambigui, invece, è caleidoscopico e riflette la personalità degli individui con cui entrano in contatto poiché si adattano mimeticamente e agiscono su

base imitativa. Più che di persone, sarebbe corretto parlare di personaggi poiché si comportano come se le reazioni affettive non originassero da loro stessi.Differenza tra persona ambigua e persona ambivalente: la persona ambigua ha una strategia fondata sull’inafferrabilità e l’assenza di chiarezza (non si sa se ami o odi) la persona ambivalente è sempre presente ma alternativamente solo con uno dei due atteggiamenti di polarità opposti (o ama, o odia).I legami sentimentali che ne derivano sono caratterizzati dall’illusione di poter “cambiare” o “modificare” i tratti disfunzionali del partner, di poter “dargli tutto l’amore” necessario per avere il potere di “guarire” l’altro attraverso l’amore, dando amore, dimostrandosi capace di soffrire per amore.Quando queste dinamiche falliscono si riattiva lo spettro della separazione. L’identificazione narcisistica con l’altro predispone alla perdita catastrofica di parti di sé, una “nuova morte”. La separazione viene infatti vissuta da queste persone come una delle esperienze più dolorose a cui può essere soggetto un essere umano, è più difficile da elaborare della perdita (per morte effettiva) del partner.Se l’idealizzazione nell’innamo-ramento garantiva “l’estasi del soggetto verso se stesso, e verso la rappresentazione grandiosa che l’amato gli restituisce”, al momento della rottura dell’abbandono l’altro se ne va “portandosi via tutto compreso l’essere se stesso del soggetto”. Se nell’innamoramento l’altro è ciò che ha il potere di sospendere immaginariamente l’alienazione soggettiva, con il suo allontanamento, egli la riattiva in modo insopportabile.

SINTESI SINTESI SEMINARIO

Corso specialistico: le relazioni violente. Una lettura sociologica, psicologica, criminologica e forense. Crimini violenti: origini e trasmissione generazionale. Roma, ottobre 2016_giugno 2017Programma e corpo docente (in via di definizione) Eziopatogenesi e fenomenologia dei comportamenti violenti; La coppia: la scena del crimine relazionale; Il profilo dell’autore di violenza; Il profilo della vittima di violenza; Società violente; Tecniche d’intervista e di interrogatorio: la valutazione della menzogna; Strategie investigative nei casi di violenza; Neuropsicologia della violenza; Fondamenti di psicopatologia e psichiatria forense; Il carcere: detenzione e gestione del detenuto; Valutazione psicodiagnostica della violenza; Diritto e Procedura penale e i reati di violenza; Laboratori esperienziali: analisi della scrittura; le dipendenze e la figura paterna; le tecniche psico corporee. Verifica finale. Sarà rilasciato l’attestato di competenza. Per informazioni ed iscrizioni 0644246573 attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 oppure via mail [email protected].

RELAZIONI VIOLENTE

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Dott.ssa Tiziana Calzone

Psicologa clinica-PsicoterapeutaCoordinatrice Centro Presunte Vittime di violenza e stalking – A.I.P.C.

IL PROTOCOLLO PREVENTIVO RIPARATIVO APPLICATO ALLE RELAZIONI VIOLENTE

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La campagna ha come obiettivo la prevenzione della violenza e l’interruzione della sua trasmissione generazionale operando sul disagio minorile con il sostegno delle famiglie con minori a carico che hanno subito o che stanno subendo il regime carcerario, la perdita di uno o entrambi i genitori o di chi si prende cura di loro anche a seguito di un crimine violento, un’assenza prolungata di uno o entrambi i genitori. Alle persone che vivono o hanno vissuto tali esperienze l’equipe di professionisti volontari offre gratuitamente il protocollo di ricerca scientifico che include un breve percorso psico-riabilitativo. La campagna prevede l’applicazione del protocollo di ricerca a chiunque voglia prevenire, contrastare e uscire dalla violenza. Centro di ascolto ed orientamento e segreteria della ricerca 0644246573 attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 oppure via mail [email protected]. Sito www.socialmente.net.

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Progetto vincitore dell’Avviso Pubblico rivolto a soggetti del Terzo Settore “Famiglie Fragili 2015”. Ente finanziatore: Regione Lazio. Ente gestore dell’Avviso Pubblico: IPAB Asilo Savoia.

Il nostro lavoro consiste nell’ac-compagnare le persone (vittime

ed autori) coinvolte in atti persecu-tori e nelle dinamiche della violenza nel percorso della separazione e del distacco affettivo, terreno fertile per la creazione delle relazioni disfun-zionali basate sulle distorsioni co-gnitive. Dinamiche che rappresenta-no il principale movente degli agiti violenti, omicidi, stragi e suicidi.Il nostro protocollo è finalizzato al contenimento, a prendere coscien-za del disagio, alla condivisione, a rompere l’isolamento, a migliorare l’autostima e la comunicazione, al controllo ed a migliorare le com-petenze interpersonali attraverso metodi quali la biografia, l’analisi delle relazioni interpersonali, il con-tenimento dell’ansia, raccogliendo le preoccupazioni e prestando at-tenzione alle emozioni, espresse e manifestate nei colloqui durante i quali è fondamentale strutturare un clima relazionale facilitante la co-municazione. Il nostro lavoro com-porta un’assenza totale di valutazio-ni e preconcetti. Sono persone che sentono molto forte il giudizio ed il pregiudizio e dunque hanno biso-gno di una relazione di aiuto in cui possano emergere le manifestazioni “oscure” dei loro comportamenti

percependo di essere comprese e di potersi esprimere liberamente.Il nostro protocollo preventivo-ri-parativo, orientato a permettere alle parti la rielaborazione degli aspetti affettivo-relazionali del conflitto, si distingue da altri in quanto “si pren-de cura” (non cura) delle persone che subiscono ed agiscono violen-za. Parliamo di giustizia riparativa e non meramente punitiva. Il model-lo si pone a favore delle vittime per offrire una riparazione concreta del danno e tenta di promuovere una risocializzazione del reo per evitare la commissione di un nuovo reato ricompensando la frattura nella co-municazione interpersonale tra le parti provocata dalla commissione del reato e dalle sue conseguenze.Abbiamo evidenziato una cor-relazione tra la frustrazione e le condotte violente, persecutorie, stalking: Rifiuto/Separazione/Ab-bandono=Frustrazione=Violenza/StalkingPrevenire le ricadute e le recidive è possibile lavorando sulla frustrazio-ne attraverso l’ascolto e l’empatia. Accogliere i bisogni frustrati è come dare un risarcimento alla delusione e fallimento e crea la speranza che al di là delle sbarre, espiate le proprie pene, ci sia una seconda possibilità.

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CENTRO DI ASCOLTO Centro specialistico in relazioni intime disfunzionali. Lo Sportello di ascolto telefonico è attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 sulla numerazione 0644246573; per emergenze nel fine settimana e festivi dalle ore 12:00 alle ore 16:00 è attiva la numerazione 3274660907. Il centro specialistico è a disposizione di singoli individui, coppie e famiglie con problemi nelle relazioni interpersonali. Gli esperti forniscono percorsi brevi e risolutivi per affrontare ogni tipo di complicazione relazionale. Dalla fase iniziale a quella della separazione, anche in caso di episodi di violenza e stalking. Ricordiamo che i nostri Centri sono aperti a tutte le persone, senza distinzione di sesso e del ruolo che rivestono nelle relazioni interpersonali. I percorsi individuali, di coppia o di gruppo, solo su prenotazione, prevedono un contributo spese/libera donazione.

La dipendenza affettiva essenzial-mente caratterizza le persone che si rivolgono al nostro centro e gran parte dei ristretti nel G9 del nuovo complesso maschile del carcere di Rebibbia. Questa è una condizione relazionale negativa, e chi ne soffre è ossessionato da bisogni irrealizza-bili e da aspettative non realistiche. La consapevolezza è un primo passo verso il cambiamento.Dalla dipendenza affettiva (gabbia mentale) alla manipolazione psi-cologica: due facce della stessa me-daglia, è importante essere esperti

di queste dinamiche e lavorarci sia individualmente che in coppia (lad-dove sia possibile) per liberarsi dalla paura dell’abbandono e dalle catene dei sensi di colpa.E’ necessario comprendere come la richiesta di aiuto non rappresenti un segnale di incapacità o debolezza, bensì un’opportunità di confrontarsi con esperti in grado di indirizzare, di valorizzare le risorse individuali e di rendere la persona in grado di individuare strategie funzionali a breve, medio e lungo termine.

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Una trattazione scientifica dei comportamenti violenti

non può prescindere dalla descrizione del modello bimodale della classificazione della violenza. L’importanza di questo modello deriva dal fatto che, diversamente da molti altri, non tenta di descrivere dei fenomeni a partire da un modello teorico di riferimento ma al contrario spiega dei comportamenti sulla base di evidenze scientifiche che provengono da diverse discipline come la genetica, le neuroscienze e la psicodiagnostica. Le due principali classi di comportamenti individuati da questo modello, sono la cosiddetta violenza affettiva e la violenza predatoria. Tuttavia sarebbe un errore considerare queste due classi di comportamento come delle variabili strettamente categoriali; non bisogna pensare che in realtà esistano soltanto violenti puramente affettivi o soltanto violenti puramente predatori, queste classi andrebbero intese come delle variabili dimensionali così come indicato dalla presenza di casi di violenza mista affettivo/predatoria.Una prima importante differenza riguarda il livello di attivazione psicofisiologica (arousal

autonomico) degli individui appartenenti a queste categorie. Ciò che sappiamo è che i violenti affettivi sono caratterizzati da un’intensa attivazione psicofisiologica che viene misurata mediante diversi parametri, come quello della frequenza cardiaca. Al contrario invece i violenti predatori, sono caratterizzati da una condizione di ipoattività psicofisiologica. Questi individui sono talvolta chiamati sensation seeker ovvero sono alla continua ricerca di sensazioni forti, sono ad esempio individui che guidano in maniera spericolata, che amano gli sport estremi e che se utilizzano delle droghe, prediligono sostanze psicostimolanti come la cocaina. Si pensa che questa loro disposizione comportamentale gli serva in qualche modo per controbilanciare quella condizione tonica di ipoattività psicofisiologica. Un’altra importante differenza riguarda il coinvolgimento emotivo che è determinante della violenza affettiva e che invece è assente nella violenza predatoria che risponde ad altre esigenze quali l’esercizio del potere, la ricerca del denaro, del sesso, di un bisogno/vantaggio primario. La violenza affettiva si caratterizza come reattiva ed impulsiva

IL CONTRIBUTO DELLA

PSICOFISIOLOGIA ALLA

COMPRENSIONE DEI

COMPORTAMENTI VIOLENTI

SINTESI SEMINARIO

Rinaldo Livio PerriPsicologo, assegnista di ricerca

in neuroscienze cognitive

Università Foro Italico – Roma

Corso specialistico: le relazioni violente. Una lettura sociologica, psicologica, criminologica e forense. Crimini violenti: origini e trasmissione generazionale. Roma, ottobre 2016_giugno 2017Programma e corpo docente (in via di definizione) Eziopatogenesi e fenomenologia dei comportamenti violenti; La coppia: la scena del crimine relazionale; Il profilo dell’autore di violenza; Il profilo della vittima di violenza; Società violente; Tecniche d’intervista e di interrogatorio: la valutazione della menzogna; Strategie investigative nei casi di violenza; Neuropsicologia della violenza; Fondamenti di psicopatologia e psichiatria forense; Il carcere: detenzione e gestione del detenuto; Valutazione psicodiagnostica della violenza; Diritto e Procedura penale e i reati di violenza; Laboratori esperienziali: analisi della scrittura; le dipendenze e la figura paterna; le tecniche psico corporee. Verifica finale. Sarà rilasciato l’attestato di competenza. Per informazioni ed iscrizioni 0644246573 attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 oppure via mail [email protected].

RELAZIONI VIOLENTE

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ovvero quasi sempre è possibile individuare un evento scatenante, cosa che invece non avviene nella violenza predatoria che è in un certo senso una violenza più cognitiva, pianificata, studiata. La violenza affettiva è determinata da una minaccia non di tipo fisico ma affettivo/emotivo.La violenza affettiva viene spesso agita in contesti familiari mentre

quella predatoria può essere indistintamente estesa ad un contesto intra/extra familiare.Lo stalking rientra nella violenza affettiva. Ad oggi sappiamo che solo il 10% degli stalker presenta forme di psicopatologia clinicamente rilevanti (escludendo da questi dati gli stalker pubblici, persecutori di personaggi famosi, che presentano psicopatologie

Ispirati liberamente agli interventi ed

elaborati dell’A.I.P.C. Editore, riproduzione

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SINTESI SINTESI SEMINARIO

La campagna ha come obiettivo la prevenzione della violenza e l’interruzione della sua trasmissione generazionale operando sul disagio minorile con il sostegno delle famiglie con minori a carico che hanno subito o che stanno subendo il regime carcerario, la perdita di uno o entrambi i genitori o di chi si prende cura di loro anche a seguito di un crimine violento, un’assenza prolungata di uno o entrambi i genitori. Alle persone che vivono o hanno vissuto tali esperienze l’equipe di professionisti volontari offre gratuitamente il protocollo di ricerca scientifico che include un breve percorso psico-riabilitativo. La campagna prevede l’applicazione del protocollo di ricerca a chiunque voglia prevenire, contrastare e uscire dalla violenza. Centro di ascolto ed orientamento e segreteria della ricerca 0644246573 attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 oppure via mail [email protected]. Sito www.socialmente.net.

FAMIGLIE SENZA GABBIE

Progetto vincitore dell’Avviso Pubblico rivolto a soggetti del Terzo Settore “Famiglie Fragili 2015”. Ente finanziatore: Regione Lazio. Ente gestore dell’Avviso Pubblico: IPAB Asilo Savoia.

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rilevanti). Questi soggetti mostrano una patologia della relazione che deriva da uno stile di attaccamento anomalo quasi sempre di tipo preoccupato: “gli individui preoccupati cercano attivamente di ottenere l’approvazione delle figure di attaccamento, si ritiene che i loro sentimenti di inadeguatezza si associno ad alti livelli di rabbia espressa in contesti di intimità.” (Dutton, 1995)Cosa accade nel cervello di uno stalker? Per capire questo bisogna prendere in considerazione i cosiddetti stadi di elaborazione dell’informazione ovvero il modo in cui il nostro cervello elabora un qualsiasi tipo di informazione sensoriale. Ad esempio un’informazione visiva: non appena percepita verrà elaborata rapidamente e a livello subcosciente da una regione del nostro cervello chiamata talamo. Il ruolo del talamo è quello di diffondere l’informazione verso altre strutture del cervello, una delle quali è la cosiddetta amigdala, una regione sottocorticale la cui funzione è quella di elaborare le emozioni primarie quali paura, rabbia, disgusto, ovvero tutte quelle emozioni che sono strettamente connesse all’istinto di conservazione della specie, che una volta attivate generano comportamenti d’attacco o fuga. Fisiologicamente accade che l’amigdala proietta l’informazione verso strutture corticali superiori in particolare verso la corteccia prefrontale (area del cervello dove risiede il pensiero, la riflessione) con la quale è interconnessa e, anche se più tardiva, è molto più articolata dal punto vista cognitivo.Lo stalker è un individuo

iperattivato psicofisiologicamente e con un disturbo importante dell‘attaccamento quindi con una significativa paura dell’abbandono e della separazione. Quando si trova, per esempio, in una situazione estremamente attivante, come la minaccia di essere lasciato dal partner, avviene un’interruzione del flusso delle informazioni tra l’amigdala e le cortecce prefrontali. Con il meccanismo dell’inibizione retroattiva accade che la iperattivazione dell’amigdala impedisce l’intervento modulatorio della corteccia prefrontale, quindi lo stalker si lascia sopraffare dalla paura e commette degli errori emotivi.Il modello eziologico, estrapolato da una ricerca condotta in via sperimentale su alcuni stalker, si basa sui pattern relazionali nell’infanzia; è spesso riconoscibile un trauma relazionale precoce, un attaccamento di tipo preoccupato o ambivalente strettamente legato alla paura della minaccia dell’abbandono (reale o percepita).Questi stili relazionali avranno delle ripercussioni anche a livello neurofisiologico che si estenderanno nella vita adulta dell’individuo. Ci sono, ad esempio, dei deficit neurofunzionali nelle cortecce prefrontali, che in particolar modo presentano un’asimmetria, con un’attività un po’ più sbilanciata a destra e una ipoattività della corteccia prefrontale sinistra. Come da letteratura, sappiamo che a questo pattern funzionale viene associata un’intensa attivazione psicofisiologica, una maggiore intolleranza, sensibilità e vulnerabilità al rifiuto, all’abbandono e alla separazione.La minaccia di abbandono è

CENTRO DI ASCOLTO

Centro specialistico in relazioni

intime disfunzionali. Lo Sportello di

ascolto telefonico è attivo dal lunedì

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e festivi dalle ore 12:00 alle ore

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3274660907. Il centro specialistico

è a disposizione di singoli individui,

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nelle relazioni interpersonali. Gli

esperti forniscono percorsi brevi

e risolutivi per affrontare ogni

tipo di complicazione relazionale.

Dalla fase iniziale a quella della

separazione, anche in caso di episodi

di violenza e stalking. Ricordiamo

che i nostri Centri sono aperti a

tutte le persone, senza distinzione

di sesso e del ruolo che rivestono

nelle relazioni interpersonali. I

percorsi individuali, di coppia o

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capace di riattivare gli stessi circuiti neurali e quindi lo stesso repertorio comportamentale già esperito dal soggetto molti anni prima, per un meccanismo neurofisiologico chiamato Kindling. Ciò che è necessario è un evento scatenante e l’esito clinico è il comportamento da stalking: paura, rabbia ed impossibilità di fronte a una minaccia di separazione da parte del partner. In questo senso i comportamenti persecutori vanno letti come una reazione disfunzionale alla perdita emotiva.

In futuro, sarà necessario riprendere il lavoro sperimentale, estendere le valutazioni cliniche e psicofisiologiche anche ad altre categorie di soggetti violenti, effettuare delle valutazioni pre e post-intervento psicologico (preventivo) per osservare se i pattern psicofisiologici siano suscettibili di cambiamento. Infine estenderemo le valutazioni sia cliniche che psicofisiologiche ai figli di soggetti che sono macchiati di reati contro la persona, per rilevare l’eventuale presenza di medesimi pattern nella prole degli autori di reato. Corso specialistico: le relazioni

violente. Una lettura sociologica, psicologica, criminologica e forense. Crimini violenti: origini e trasmissione generazionale. Roma, ottobre 2016_giugno 2017Programma e corpo docente (in via di definizione) Eziopatogenesi e fenomenologia dei comportamenti violenti; La coppia: la scena del crimine relazionale; Il profilo dell’autore di violenza; Il profilo della vittima di violenza; Società violente; Tecniche d’intervista e di interrogatorio: la valutazione della menzogna; Strategie investigative nei casi di violenza; Neuropsicologia della violenza; Fondamenti di psicopatologia e psichiatria forense; Il carcere: detenzione e gestione del detenuto; Valutazione psicodiagnostica della violenza; Diritto e Procedura penale e i reati di violenza; Laboratori esperienziali: analisi della scrittura; le dipendenze e la figura paterna; le tecniche psico corporee. Verifica finale. Sarà rilasciato l’attestato di competenza. Per informazioni ed iscrizioni 0644246573 attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 oppure via mail [email protected].

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Molti delitti hanno come elemento oggettivo di reato

la violenza, ed esistono diversi tipi di delitti di violenza: − delitti contro la famiglia come: maltrattamento contro familiari e conviventi;− delitti contro la persona come: omicidio (forma estrema di violenza che può essere anche l’epilogo dello stalking), infanticidio, percosse, lesioni; − delitti contro la libertà personale come: violenza sessuale, corruzione di minorenni;− delitti contro la libertà morale: violenza privata, minaccia, molestia, atti persecutori. Il soggetto che, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura, ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere taluno ad alterare le proprie abitudini di vita, è punito con la reclusione da 6 mesi a 5 anni (reato di atti persecutori, art. 612 bis).I comportamenti persecutori reiterati, che sono caratterizzati principalmente dalla violenza di tipo psicologico, possono sfociare in casi estremi in altre forme di violenza fino all’omicidio. Alcuni esempi di questi comportamenti sono: pedinare, sorvegliare, telefonare, inviare SMS, MMS e e-mail, scritte sui muri; minacciare, comportarsi violentemente, danneggiare i beni della persona offesa; sostituzione di identità telematica; cyberstalking;

diffusione materiale video e fotografico;Spedire, consegnare lettere, pacchi, regali; Tentare di comunicare con amici, familiari, colleghi della persona offesa; Ingiuriare, diffamare, calunniare anche tramite internet.Viene commisurato un aumento della pena fino alla metà se il fatto è commesso ai danni di: minore, donna in stato di gravidanza, disabile (legge n.104/92). Inoltre vengono individuati alcuni aggravanti: se il fatto è commesso dal coniuge (anche se separato o divorziato); da persona che è o è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa attraverso strumenti informatici o telematici.Esistono diversi strumenti di tutela legale delle vittime come: esposto, ammonimento, denuncia-querela. Fino a quando non è proposta querela per il reato di stalking la persona offesa può esporre i fatti all’autorità di pubblica sicurezza avanzando richiesta al questore di ammonimento nei confronti dell’autore della condotta. Il Questore, assunte, se necessario, informazioni dagli organi investigativi e sentite le persone informate dei fatti, ove ritenga fondata l’istanza, ammonisce oralmente il soggetto, nei cui confronti è stato richiesto il provvedimento, invitandolo a tenere una condotta conforme alla legge e redigendo processo verbale. Si procede d’ufficio se il soggetto è già stato ammonito e la pena è aumentata. La querela è irrevocabile e vi sono delle regole di perseguibilità (L. femm.15.10.2013 n. 219):

Avv. Francesca Carpentieri

Volontaria Ufficio legale A.I.P.C.

L’ESPERIENZA PRESSO L’UFFICIO LEGALE

DELL’ A.I.P.C. CON GLI AUTORI E LE VITTIME

I I DELITTI DI VIOLENZA E STALKING:

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La campagna ha come obiettivo la prevenzione della violenza e l’interruzione della sua trasmissione generazionale operando sul disagio minorile con il sostegno delle famiglie con minori a carico che hanno subito o che stanno subendo il regime carcerario, la perdita di uno o entrambi i genitori o di chi si prende cura di loro anche a seguito di un crimine violento, un’assenza prolungata di uno o entrambi i genitori. Alle persone che vivono o hanno vissuto tali esperienze l’equipe di professionisti volontari offre gratuitamente il protocollo di ricerca scientifico che include un breve percorso psico-riabilitativo. La campagna prevede l’applicazione del protocollo di ricerca a chiunque voglia prevenire, contrastare e uscire dalla violenza. Centro di ascolto ed orientamento e segreteria della ricerca 0644246573 attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 oppure via mail [email protected]. Sito www.socialmente.net.

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- Il delitto è punito a querela della persona offesa entro 6 mesi dall’ultimo atto persecutorio subito;- La querela è irrevocabile e la remissione della querela è possibile soltanto in fase processuale(secondo la Cassazione la remissione può essere ricevuta solo dal Giudice che procede);- La querela è comunque irrevocabile se il fatto è stato commesso mediante minacce reiterate ovvero minacce gravi con armi ovvero commesse da persona travisata ovvero da più persone riunite ovvero commesse con scritto anonimo o simbolico oppure commesse mediante lancio di corpi contundenti o altri oggetti atti ad offendere;- Il reato è procedibile d’ufficio se viene commesso a danno di un minore o disabile o se è connesso con altro procedibile d’ufficio, o se il soggetto è già stato ammonito. Come si tutela la vittima? Esistono diversi strumenti o misure coercitive a tutela della vittima (art. 280 c.p.p.): divieto di espatrio, obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, allontanamento dalla casa familiare, divieto e obbligo di dimora, arresti domiciliari, custodia cautelare in istituto o attenuata per detenute madri, custodia cautelare in luogo di cura, custodia cautelare in carcere. Inoltre, esistono delle misure cautelari speciali contro lo stalking (art. 282 ter c.p.p.): divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati abitualmente dalla persona offesa o dai suoi prossimi congiunti o da conviventi; allontanamento d’urgenza dalla casa familiare (ex art. 384 bis c.p.p. Inserita dall’art. 2, comma 1, D.L. 14.08.2013, n. 93, con decorrenza dal 17.08.2013 così come modificato dall’allegato alla legge di conversione L. 15.10.2013, n. 119 con decorrenza dal 16.10.2013).Gli strumenti di tutela non sono facili da applicare. Sono necessarie prove per potere ottenere misure cautelari. Sia le vittime che gli autori

hanno bisogno di un supporto psicologico. Questo reato crea invadenza nella vita della persona, che subisce uno sconvolgimento e un cambiamento di abitudini, il soggetto può sviluppare ansia. La giustizia riparativa è una chiave di lettura diversa dalla tradizionale giustizia punitiva. Il soggetto va processato e condannato,ma non basta questo, è necessario oltre all’ottica punitiva, una risocializzazione e recupero socio-educativo. Il soggetto che agisce non è mai uno psicopatico ma ha disturbi nelle relazioni affettive e di solito, ha una personalità che tende alla manipolazione. Il 70% degli autori è recidivo e il 30% degli omicidi volontari è preceduto da condotte di minaccia, stalking spesso anche denunciate. Applicando protocolli integrati, interdisciplinari (giuridico e psicologico) e standardizzati si riesce ad attuare una tutela indiretta anche della vittima. Infatti il percorso di risocializzazione ha prodotto un contenimento degli atti persecutori nel 40% degli stalker “risocializzati” e nel 25 % dei casi si è verificata una diminuzione della attività vessatoria. Il supporto terapeutico aiuta il condannato ad elaborare disagi-rigidità relazionali, disturbi della personalità (borderline ma raramente con psicopatologie mentali gravi ed invalidanti con perdita di contatto con la realtà) e disturbi affettivi.

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Centro specialistico in relazioni intime disfunzionali. Lo Sportello di ascolto telefonico è attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 sulla numerazione 0644246573; per emergenze nel fine settimana e festivi dalle ore 12:00 alle ore 16:00 è attiva la numerazione 3274660907. Il centro specialistico è a disposizione di singoli individui, coppie e famiglie con problemi nelle relazioni interpersonali. Gli esperti forniscono percorsi brevi e risolutivi per affrontare ogni tipo di complicazione relazionale. Dalla fase iniziale a quella della separazione, anche in caso di episodi di violenza e stalking. Ricordiamo che i nostri Centri sono aperti a tutte le persone, senza distinzione di sesso e del ruolo che rivestono nelle relazioni interpersonali. I percorsi individuali, di coppia o di gruppo, solo su prenotazione, prevedono un contributo spese/libera donazione.

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La violenza rompe gli schemi di riferimento

convenzionali. Il reato di atti persecutori o di stalking è una fattispecie di reato nata da poco. Questa forma di reati contro la persona sono molto frammentati e ledono i diritti umani.La vittima nella maggioranza dei casi è una donna. La convenzione di Istanbul ha chiarito la definizione e ha suddiviso le forme di violenza in: economica, fisica, psicologica.C’è stato bisogno dell’intervento internazionale per riconoscere che la violenza sulle donne è un reato. Il sostrato di ogni norma è culturale e sociale. L’introduzione di norme tecnicamente più aggressive non otterrà un’efficacia deterrente fino a quando non si verificherà un concomitante cambiamento sociale. Le donne che entrano nel centro AssoLei portano un vissuto profondo di sofferenza e grandi difficoltà a riconoscere la violenza che subiscono, soprattutto quella di tipo psicologica che non è contemplata nel nostro

ordinamento giuridico in modo autonomo. È la visione culturale che deve essere modificata. La violenza non è un fenomeno ma è un iter, una serie di condotte agite poste in essere volontariamente da terzi. Non sono persone affette da patologia e quindi incapaci di intendere o di volere. Il diritto deve rappresentare una espressione delle esigenze e delle emergenze del contesto sociale, la violenza è una di queste.

CASO DI STALKING:L’avvocatessa riporta come esempio un caso in cui la vittima ha vissuto una situazione ricca di ansia ed angoscia anche per le difficoltà giudiziarie incontrate. È un percorso tortuoso simile a quello affrontato da altre donne “oggetto di violenza” che non possono essere definite “soggetto” per come sono state trattata. Questa donna aveva già subito violenza in una precedente relazione. Caccia di casa l’ex compagno maltrattante, nonché padre di sua figlia. Si rivolge al centro Assolei.

LA VIOLENZA E IL DELITTO DI ATTI PERSECUTORI – STALKING

SINTESI SEMINARIO

Avv. Francesca ScarfoglioPresidente Associazione

AssoLei Onlus

Corso specialistico: le relazioni violente. Una lettura sociologica, psicologica, criminologica e forense. Crimini violenti: origini e trasmissione generazionale. Roma, ottobre 2016_giugno 2017Programma e corpo docente (in via di definizione) Eziopatogenesi e fenomenologia dei comportamenti violenti; La coppia: la scena del crimine relazionale; Il profilo dell’autore di violenza; Il profilo della vittima di violenza; Società violente; Tecniche d’intervista e di interrogatorio: la valutazione della menzogna; Strategie investigative nei casi di violenza; Neuropsicologia della violenza; Fondamenti di psicopatologia e psichiatria forense; Il carcere: detenzione e gestione del detenuto; Valutazione psicodiagnostica della violenza; Diritto e Procedura penale e i reati di violenza; Laboratori esperienziali: analisi della scrittura; le dipendenze e la figura paterna; le tecniche psico corporee. Verifica finale. Sarà rilasciato l’attestato di competenza. Per informazioni ed iscrizioni 0644246573 attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 oppure via mail [email protected].

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Sporge denuncia. Interviene anche il tribunale dei minori (valuta se il contesto può essere dannose per il minore) che decide di sospendere la responsabilità genitoriale ad entrambi non avendo chiara la situazione familiare. In tribunale si presenta anche il suo ex partner ubriaco. Il

tribunale decide di mantenere la sospensione. Lei continua a denunciare. Arrivano le misure precautelari ed ottiene l’allontanamento. L’iter giudiziario si conclude con la sua vittoria, lui viene condannato e perde l’affidamento.

SINTESI SINTESI SEMINARIO

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All’interno di un contesto che è assolutamente culturale, il

progresso e il divenire influenzano il modo di concepire la violenza. Infatti, gli stessi comportamenti violenti, in diversi contesti storici e culturali, possono avere un diverso significato.La violenza rappresenta la rottura degli schemi di riferimento che di per sé sono convenzionali. Diviene, quindi, difficile prevenire e contenere questi agiti, poiché come disse Beccaria: “è impossibile prevenir tutti i disordini nell’universal compartimento delle passioni umane”.Gli stessi aspetti di imputabilità e punibilità sono concezioni culturali, così come il concetto di psicopatologia che, allo stesso tempo è una mistificazione. Allo stesso modo, il femminicidio raccontato come emergenza è una mistificazione poiché è un fatto sempre esistito che continuerà ad esserci. È chiaro come all’interno del tentativo di mistificazione vi sia una consapevolezza della rappresentazione sociale della mistificazione stessa.Occorrerebbe avere una migliore rappresentazione mediatica degli aspetti di emergenza del femminicidio, ponendolo nella sua

reale collocazione dimensionale così da poter allestire le contromisure adeguate.Il femminicidio è un concetto attuale che nasce alla fine degli anni ‘70, riconosciuto da un documento della Nazioni Unite da Marcela Alagarde che ne sottolinea anche le variabili culturali, ed è diverso dal femicidio che nasce all’interno della medicina legale per distinguere la vittima del fatto omicidiario. Come già detto, il femmincidio è sempre esistito e forse avremmo dovuto aprire gli occhi in anticipo senza dover arrivare alla convenzione di Istanbul. La stessa ha invitato a cercare la prevenzione nelle scuole, perché è da lì che si possono abbatere le differenze e gli stereotipi di genere.La giustizia riparativa è lo strumento giusto in questo contesto: nel sistema precedente, quello retributivo, la punizione era stabilita a seconda del reato fatto. Tuttavia, il retributivo non ha dato segnali di efficacia poiché, dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dalla nostra costituzione, la punizione deve tendere alla rieducazione del reo. Il modello alternativo, dunque, è quello della giustizia riparativa che prevede l’idea di una punizione

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e risolutivi per affrontare ogni

tipo di complicazione relazionale.

Dalla fase iniziale a quella della

separazione, anche in caso di episodi

di violenza e stalking. Ricordiamo

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di sesso e del ruolo che rivestono

nelle relazioni interpersonali. I

percorsi individuali, di coppia o

di gruppo, solo su prenotazione,

prevedono un contributo spese/

libera donazione.

Ispirati liberamente agli interventi ed

elaborati dell’A.I.P.C. Editore, riproduzione

riservata©2016

“I PRINCIPI

DELLA GIUSTIZIA

RIPARATIVA”

di Carlo Alberto RomanoVice Direttore Dipartimento di Giurisprudenza

Università di Brescia

SINTESI SEMINARIO

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A.I.P.C. editore 2016 21

che abbia la finalità di ricucire la ferita sociale creata dal reato e lo fa ponendo l’attenzione sui tre elementi cardini del reato:Autore del reato: va responsabilizzato rispetto a ciò che ha fatto, al fine di renderlo consapevole della punizione che gli viene impartita, mediante l’attenzione al vissuto, all’agito e alla prospettiva dell’autore. Infatti, come affermò Beccaria: “L’uomo del reato non è l’uomo della pena”, chi commette un reato fa un percorso del quale bisogna tenere conto. Il reato va sfrondato degli aspetti emotivi per poter poi cercare di combattere la recidiva.Vittima: non solo intesa come destinatario dell’atto giuridico, ma anche come comunità, perché il senso di coesione peggiora ogni volta che viene commesso un reato. La vittima va coinvolta non

solo in senso giuridico, ma anche avendo attenzione ai suoi bisogni e alle sue esigenze, soprattutto di tipo relazionale, coinvolgendo anche con lo stesso autore. Sono importanti perciò i processi mediativi, utili per raggiungere obiettivi positivi seppur non sempre percorribili. Comunità: deve riappropiarsi della situazione che ha generato il reato, per abbattere tutti i possibili fattori di recidiva. Ciò è possibile solo se viene affrontato nella comunità intera, perché ciascuno di noi può avere un ruolo attivo.

“Volete prevenire i delitti? Fate che i lumi accompagnino la libertà.” I lumi sono la cultura, la cultura abbatte il reato e la violenza. Diffondendo conoscenza, cultura e consapevolezza si fa prevenzione.

Corso specialistico: le relazioni violente. Una lettura sociologica, psicologica, criminologica e forense. Crimini violenti: origini e trasmissione generazionale. Roma, ottobre 2016_giugno 2017Programma e corpo docente (in via di definizione) Eziopatogenesi e fenomenologia dei comportamenti violenti; La coppia: la scena del crimine relazionale; Il profilo dell’autore di violenza; Il profilo della vittima di violenza; Società violente; Tecniche d’intervista e di interrogatorio: la valutazione della menzogna; Strategie investigative nei casi di violenza; Neuropsicologia della violenza; Fondamenti di psicopatologia e psichiatria forense; Il carcere: detenzione e gestione del detenuto; Valutazione psicodiagnostica della violenza; Diritto e Procedura penale e i reati di violenza; Laboratori esperienziali: analisi della scrittura; le dipendenze e la figura paterna; le tecniche psico corporee. Verifica finale. Sarà rilasciato l’attestato di competenza. Per informazioni ed iscrizioni 0644246573 attivo dal lunedì al venerdì con orario 10:00/19:00 oppure via mail [email protected].

RELAZIONI VIOLENTE

SINTESI SINTESI SEMINARIO

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L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia fondata a Roma nel 2001 è iscritta dal 2004 nel Registro Regionale delle Organizzazioni di Volontariato della Regione Lazio; si caratterizza per la multidisciplinarietà e le specifiche esperienze in ambito psicologico giuridico forense dell’equipe. Esperienze acquisite anche dalle molteplici collaborazioni con le Forze dell’ordine, Atenei italiani ed internazionali; con vari dipartimenti di seguito elencati, l’equipe è impegnata a prevenire e contrastare tutte le espressioni di violenza nelle relazioni.. L’Osservatorio Nazionale sullo Stalking, organizza training per psicologi, assistenti sociali, operatori socio sanitari e della sicurezza, incontri di sensibilizzazione per la cittadinanza e, attraverso un monitoraggio a livello nazionale, si pone il fine di evidenziare lo stato dell’arte dello stalking in tutti i contesti abitativi; offre sostegno alle presunte vittime, ai familiari e presunti autori di stalking; pubblica materiale divulgativo; raccoglie dati riferiti agli omicidi che hanno come prologo atti di stalking; svolge attività di prevenzione primaria, secondaria e terziaria.. Il Centro Nazionale Minori analizza le tematiche inerenti l’età evolutiva ed è rivolto ai minori, agli insegnanti, ai genitori, a tutti i professionisti che operano nell’ambito del sostegno e della riabilitazione psicologica oltreché agli operatori socio-sanitari e della sicurezza. Gli esperti, oltre a fornire un sostegno psicologico e legale, svolgono attività di ricerca finalizzata alla prevenzione e all’intervento.. Il Centro Presunti Autori (Unità Analisi Psico Comportamentale) è il primo centro in Italia di valutazione, diagnosi, consulenza psicologica, trattamento e ri-socializzazione per coloro che agiscono condotte moleste e violente. È rivolto sia agli adolescenti che agli adulti di sesso maschile e femminile. Nel 2012 è stata stipulata una convenzione tra il Centro Presunti Autori di violenza e stalking, la Casa Circondariale di Rebibbia – Nuovo complesso e l’Ufficio di Esecuzione Esterna Penale di Roma e Latina. Il protocollo prevede la presa in carico dei presunti autori senza soluzione di continuità e sta producendo una reale prevenzione. L’equipe multi disciplinare offre un protocollo di risocializzazione prima della commissione di un reato nel momento in cui la persona è ristretta nella casa circondariale e nel momento della concessione delle pene alternative. Il protocollo è attivo anche nel momento in cui la persona torna in libertà. È fondamentale per i casi sempre più frequenti della recidiva anche dopo l’espiazione della pena o di una misura cautelare.

Gli psicologi e psicoterapeuti volontari dell’A.I.P.C. si occupano di supporto e orientamento nell’ambito delle relazionali interpersonali. Le difficoltà relazionali rappresentano il movente della maggior parte dei delitti in Italia. Le attività offerte dai volontari sono finalizzate ad una reale prevenzione dei reati di violenza. I professionisti volontari dell’A.I.P.C. offrono colloqui individuali, di coppia, di gruppo e familiari, organizzano giornate di studio e corsi di formazione per la cittadinanza e i professionisti del settore; porgono percorsi di breve e media durata per il trattamento delle complicazioni relazionali, dalla fase iniziale a quella della separazione, anche in caso di episodi di violenza e stalking.

I dati raccolti ed elaborati nelle molteplici ricerche realizzate con il cospicuo campione di persone, uomini e donne, minori e adulti, presunte vittime e presunti autori di ogni forma di violenza che chiedono sostegno al centro di ascolto e orientamento dedicato alle relazioni violente hanno permesso di affermare che l’assenza, la separazione, l’abbandono, il rifiuto e la perdita non elaborata sono le matrici principali di modelli relazionali violenti e di personalità dipendenti.La prevenzione dei crimini violenti evidentemente non può prescindere dalla presa in carico dei presunti autori senza distinzione di genere e delle coppie disfunzionali vittime-autori oltre delle vittime. A tal fine i professionisti volontari dell’A.I.P.C. applicano Il protocollo integrato preventivo riparativo specifico per i crimini violenti testato da oltre un decennio, alle vittime, agli autori e alle relative coppie; il protocollo è efficace nel 70% dei casi.

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Ringraziamenti

Ai volontari e tirocinanti dell’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia

Alla redazione dell’A.I.P.C. Editore

Al Sindacato di Polizia S.I.U.L.P.

Al Ministero dell’Interno

Alla Regione Lazio

Alla Casa Circondariale di Roma Rebibbia – Nuovo Complesso maschile

All’Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Roma e Latina

Ai relatori

AIPC Editore

Segreteria: 0644246573 [email protected]

Redazione: Via Giorgio Baglivi 6 (00161) Roma

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