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Sistemi di gioco

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La "Squadra" dei nuovi allenatori1999 - 2000

CORSO

MASTER

CORSO

2a

CATEGORIA

Page 3: Sistemi di gioco

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SOMMARIO

2di Mario Valitutti

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

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di Prof.Leonardo Vecchiet, Dott. Luca. Gatteschi,Dott. M. Grazia Rubenni

di Riccardo Proietti

di Luigi Barbesino

ELETTROSTIMOLAZIONE NEUROMU-SCOLARE: QUALE EFFETTO SULLAFORZA DEGLI ARTI INFERIORI?UN’ESPERIENZA SPERIMENTALE

di Giulio Nuciari

Le opinioni espresse negliarticoli firmati non rifletto-no necessariamente l’opi-nione ufficiale del Settore Tec-nico. Tutto il materiale inviatonon sarà restituito. La ri-produzione di articoli o im-magini è autorizzata a con-dizione che ne venga citatala fonte.

DirettoreMario Valitutti

Direttore ResponsabileFino Fini

Comitato di RedazioneFelice AccameGianni LealiLuigi NataliniMichele PierroGuido VantaggiatoLeonardo VecchietAzeglio ViciniMario MarellaFranco BaresiGennaro TestaMassimo SandrelliPaolo Piani

SegreteriaFabrizio Cattaneo (coordinatore)Monica RisalitiMarco Viani

Fotocomposizioneimpaginazione e disegniD. Ferruzzi

FotografiaFoto SabeItalfoto GieffeArchivio Settore TecnicoFoto Guerin SportivoFoto Archivio Museo del Calcio

StampaATENA s.r.l.Via di Val Tellina, 4700151 ROMATel. 06/58204422 r.a.Fax 06/58232277Spedizione in abbonamento postalecomma 27 - art.2 - legge 28/12/1995 n.549 Roma

Autorizzazione del tribunale diFirenze, del 20 maggio 1968 n.1911

Finito di stampare nel maggio 2000

EDITORIALE

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BRAVA ITALIA! di Franco Ferrari

3CAMPIONATO DI EUROPA UNDER21: L’ITALIA CON L’ABITO NUOVO

CAMPIONI DI NUOVO IN PANCHINA

di Roberto Clagluna

di Andrea Castellani

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

SEZIONE MEDICA

EVOLUZIONE DEI VARI SISTEMI DIGIOCO

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FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

48a cura di Fino FiniI LIBRI DELLA FONDAZIONE«MUSEO DEL CALCIO»

FONDAZIONE«MUSEO DEL CALCIO»

L’ALTRA FACCIA DEL PALLONE:DALLA PARTE DEI BAMBINI

TEST E METODO DI SINTESI:VALUTAZIONE ED ALLENAMENTODELLA POTENZA AEROBICA EDELLA RESISTENZA ALLA VELOCITÁNEL CALCIO

27di Claudio GarzelliFORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

FONDAZIONE«MUSEO DEL CALCIO»

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

RAPPORTI TRA IL DIRETTORESPORTIVO E L’ALLENATOREL’ALLENATORE DEVE POTER LAVO-RARE CON LIBERTÀ E DIGNITÀ:PERCHÉ LA FEDERAZIONE NON STU-DIA UN CONTRATTO TIPO?

LE CONOSCENZE SUL MODELLO DIPRESTAZIONE NEL CALCIO A 5

di Italo Sannicandro

36SVILUPO TECNICOATTIVITÀ GIOVANILE

VALUTAZIONE DEL GIOVANE PORTIERE: ESORDIENTI E PULCINI di Enrico Sarli

39CENTRO STUDI ERICERCHE

SELEZIONE E FORMAZIONE DEIGIOVANI ATLETI: ANALISI EDALCUNE INDICAZIONI

di Gianfranco Piantoni

43CENTRO STUDI ERICERCHE RASSEGNA BIBLIOGRAFICA a cura di Marco Viani

Per richiedere copie arretrate del Notiziario inviare una richiesta scritta indirizzata a: F.I.G.C. Settore Tecnico Via G. D’Annunzio 138, 50135 Firenze. Non saranno accettate richieste effettuate per

telefono.

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N e l p r i m o s e m e s t r e d e l2 0 0 0 i l S e t t o r e Te c n i c oha impresso un’accelera -

zione ai suoi programmi in vistadella conclusione della stagionesportiva che, quest’anno, coinci -de in pratica con appuntamentiparticolarmente significativi ches o n o f i s s a t i p e r l a r i p r e s a d e il a v o r i d o p o l a p a u s a e s t i v a : c ir i fer iamo a l l ’As semblea s t raor -d inar ia per l ’ approvaz ione de ln u o v o s t a t u t o f e d e r a l e e a l l asuccessiva Assemblea elettiva delgoverno e dei principali organi-smi federali . Ciò ha imposto, dauna parte, un ulter iore assesta -mento ed agg iornamento de l leattività ist ituzionali e, dall’altra,una messa a regime delle nuovein iz ia t i ve - i l cos iddet to va loreaggiunto - che hanno caratteriz-zato l ’attuale consil iatura.Per quanto concerne le at t iv i tài s t i tuz iona l i , par t i co lare a t ten -z ione è s ta ta confer i ta a i Cors iMaster e a quel l i di I Ia catego-r ia . In questa ot t ica s i è prose -guito nella rivisitazione dei con-t e n u t i d e i c o r s i , a d e g u a n d o l ia l l e n u o v e r e a l t à d i u n c a l c i oglobalizzato che, specialmente aseguito del la sentenza Bosman,pone i nostri tecnici a confron-t o c o l c a l c i o d e g l i a l t r i P a e s i .C o n f r o n t o c h e s i v e r i f i c a s i anella gestione quotidiana di cal -ciatori di diversa etnia, cultura,re l ig ione , s ia ne l le sempre p iùnumerose esperienze dei nostr ia l l e n a t o r i a l l ’ e s t e r o . M a n e lcontempo si è preso atto (ed ina l c u n i c a s i i n c o r a g g i a t a ) c o n

p a r t i c o l a r e s o d d i s f a z i o n e , d iun’accentuata tendenza di alcu-n i de i nos t r i campioni d i mag -g i o r c a r a t u r a a d a f f r o n t a r e l acarr iera di tecnico. Così , senzaa v e r e l a p r e t e s a d i r i c o r d a r l itutti e col rispetto dovuto a tuttii corsist i , ci piace ricordare cheagli ult imi corsi Master e di IIac a t e g o r i a h a n n o p a r t e c i p a t o :Giuseppe Baresi , Dario Bonetti ,A n t o n i o C a b r i n i , A n t o n i o D iG e n n a r o , L u c a F u s i , G i u s e p p eG a l d e r i s i , R o b e r t o M a n c i n i ,D a n i e l e M a s s a r o , R o b e r t oPruzzo , Mauro Tas so t t i , P i e t roVierchowod e Walter Zenga.P e r q u a n t o c o n c e r n e l e n u o v ei n i z i a t i v e , s i è c o n f e r i t a u n adec i sa acce leraz ione a l l ’ a t t i va -z ione de l s i to In te rne t (anchese persistono vincoli e condizio-namenti conness i a l la necess i tàd i a r m o n i z z a r e i l s i t o d e lSettore Tecnico con quello cen-t r a l e d e l l a F e d e r a z i o n e ) c h eporrà al servizio del s istema cal -c io nazionale ed internazionalep r e z i o s o m a t e r i a l e n e l l e p i ùvar ie maniere : da quel le tecni -che a quel le giuridiche, econo-miche, s tor iche, cul tural i e delcostume.I n f i n e c i p a r e u t i l e p o r t a r e aconoscenza dei lettori che i l 21m a g g i o , i n P a l a z z o Ve c c h i o aF i r e n z e - a l l a p r e s e n z a d e lM i n i s t r o M e l a n d r i , d e lP r e s i d e n t e N i z z o l a , d e lPresidente Sordil lo e delle mas-s ime au tor i t à loca l i - ha a vu toluogo la presentazione uff icialedel “Museo del Calcio”.

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EDITORIALE

Campioni di nuovoin panchina

di Mario Valitutti ____________________________________

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ATTUALITÀ

Èterminato da poco il cam-pionato i ta l iano e s i èanche conclusa la stagio-

ne internazionale per club senzache nessuna nostra squadra siar iusci ta ad accedere ad unadelle finali.Le critiche nei confronti del cal-cio italiano sono aspre e feroci.Da più parti, stampa specializza-ta compresa, si sostiene che sigioca male e che la scuola italia-na è superata. Sul piano spetta-colare veniamo ritenuti netta-mente inferiori ad altri Paesieuropei dai quali dovremmoprendere esempio. Sull’eco diqueste considerazioni ci armia-mo di tanta umiltà e preparia-mo i bagagli per Bratislava dove,dal 27 maggio al 4 giugno, sisvolge la fase f inale delCampionato Europeo Under21.Quale migliore occasione percogliere, attraverso un’attentavalutazione delle squadre avver-sarie, seppur a livello giovanile,i modelli da seguire?Fin dalle prime battute emergeper tutte la volontà di praticareun calcio d’attacco senza tutta-via perdere l’equilibrio di squa-dra. Le punte raramente resta-no isolate in avanti e, spesso, inloro supporto si propongonoalmeno un paio di centravantiche non rifiutano anche le con-clusioni dalla media distanza.E’ un ritorno alla classica mez-zala che ha nella costruzione delgioco, nel l ’ interdiz ione enell’appoggio agli attaccanti lesue prerogative principali. Nellazona di tre quarti ci si avvalesovente di un fantasista che, setoglie qualcosa alla razionalità,contribuisce a rendere impreve-dibile, oltre che spettacolare, ilgioco. Le punte, per arrivarealla conclusione, si giovano così

maggiormente del contributodiretto delle mezzali e del rifini-tore, piuttosto che di un prolun-gato possesso di pal la . Nelreparto difensivo, pur pratican-do la zona con tre o quattro ele-menti, non si disdegnano mar-cature r igide (anche se nontutte le squadre si dimostranoall ’al tezza del la s i tuazione).Non appaiono tuttavia forti con-centrazioni di uomini in difesadella propria porta, anche se sifluidifica di meno e, raramente,si attua il fuorigioco. Squadrepiù lunghe, dunque, che, inalternativa alla costruzione digioco, favoriscono i l lanciodirettamentesugli attaccan-ti, con la con-seguente esal-tazione delleloro qual i tàaeree.I l press ingviene regolar-mente eserci-tato, ma senzap a r t i c o l a r eaggre s s i v i t à .Buono il livel-lo tecnicogenerale.Ma quale sor-presa: la squa-dra chemeglio appli-ca questi con-cetti è proprioquel la i ta l ia -na!Non a caso inostr i s i lau-reano campio-ni d’Europa,primeggiandoanche sulpiano psicolo-gico oltre che

su quel lo tecnico e tat t ico.La scuola italiana è salva e loscett icismo viene clamorosa-mente sconfitto. L’abito, tutta-via, è completamente nuovo,non è più il catenaccio ed ilcontropiede ma neppure quellodel prolungato possesso di palla.Il centrocampo sviluppa velocifraseggi come presupposto dellaverticalizzazione, a beneficio delreparto d’attacco. Gioco all’ita-liana, quindi, ma al passo coitempi. Merito di Marco Tardellie dei suoi ragazzi che hannotracciato una strada da percor-rere con sempre maggioreconvinzione.

CAMPIONATO D’EUROPAUNDER 21: L’ITALIA CONL’ABITO NUOVOdi Roberto Clagluna

FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

Pirlo alza la coppa: l’Italia Under 21 è campione d’Europaper la quarta volta

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L’Italia Under 21 di MarcoTardelli ha conquistato il tito-li di campione europeo nella

12a edizione del torneo disputatosiin Slovacchia dal 27 maggio al 4 digiugno 2000.Un titolo sofferto (come in ognialtro tipo di competizione interna-zionale), in un torneo faticoso edifficile per il numero di partite inun così breve lasso di tempo (4gare in 9 giorni), per il clima moltoafoso e per il valore degli avversari,tutti di buon livello e di scuole cal-cistiche prestigiose. Questo torneo,inoltre, aveva un duplice valore: siail prestigioso titolo di campioneeuropeo, sia la qualificazione olim-pica: infatti le prime quattro classi-ficate avrebbero partecipato alleOlimpiadi di settembre in Australiacome rappresentanti dell’Europa.L’Italia ha centrato entrambi gliobiettivi: fantastico!Questa la classifica finale: 1a Italia,2a Repubblica Ceca, 3a Spagna, 4aSlovacchia (e poi le eliminateInghilterra, Croazia, Olanda eTurchia).Il torneo è stato disputato dalleotto squadre qualificatesi da prece-denti turni, divise in due gruppi diquattro squadre. Un girone all’ita-liana ha determinato la classifica diciascuna raggruppamento, per cuile due prime squadre di ogni grup-po hanno disputato la finale per ilprimo posto e le due seconde clas-sificate la finale per il terzo posto.L’U.21 italiana ha dimostrato diavere una propria identità, spiccatapersonalità ed una fisionomia disquadra unite ad uno spirito digruppo notevole; non trascurandoaltresì di esprimere valori tecniciindividuali di alto livello. Dispostacon un 3:4:1:2 a zona, ha mantenu-to costante tale impianto, indipen-dentemente dal sistema di giocoavversario; non si è mai fatta condi-

zionare né dal risultato da ottene-re, né dai cambiamenti tattici, nédagli atteggiamenti degli avversari.Un esempio: nella finale si sarebbepotuto supporre che i Ceki dal con-tinuo gioco sulle fasce, con la loromobilità sull’arco dell’attacco e laspregiudicata disposizione tattica,potessero indurre ad un atteggia-mento tattico più cauto o pruden-te. Non è stato così e la squadraitaliana ha ribattuto colpo su colpole offensive avversarie ed ha, inol-tre, colpito con due bellissime “gio-cate” individuali di Comandini(che ha dribblati 2, 3 avversariprima di subire il fallo da rigore,trasformato da Pirlo) e dello stessoPirlo (splendida “pennellata” didestro su punizione diretta mamezzosinistra), creando altresì ulte-riori azioni da rete. Un trofeoimportante e prestigioso per l’inte-ra Italia calcistica: in un momentodi dibattiti sul futuro e sul valoredella scuola calcistica italiana, taleaffermazione può servire da ulte-riore stimolo di riflessione e dispunto per le eventuali strategie daassumere. E se anche la nazionalemaggiore ai prossimi europei faces-se la sua figura...L’Italia non è partita coi favori delpronostico; non risultava in poleposition, ma già dopo la primagara, battendo la temutaInghilterra, ha ricevuto e trasmessoun’iniezione di fiducia e, compa-rando la propria prestazione conquella delle altre squadre, ha potu-to rendersi conto di avere chancesenormi di qualificazione perl’Olimpiade e per la disputa dellafinale. E così è stato.L’andamento dei risultati nei duegironi è stato diverso: in quellodell’Italia (gruppo B conSlovacchia, Inghilterra, Turchia)già dalla seconda gara si potevaprevedere e delineare una classifi-

ca; mentre nel gruppo A (Rep.Ceca, Spagna, Olanda, Croazia)fino all’ultima gara tre squadre ave-vano la possibilità teorica di accede-re alla finale per il primo posto.Risultato giusto e meritato; in ognigara l’organizzazione ed il talentodei giovani italiani ha permessosempre di superare le eventuali dif-ficoltà incontrate.Dal punto di vista tattico c’è statamolta varietà: la tradizionaleInghilterra è partita costantementecol 3:5:2 a zona, per poi mutarlo inqualche situazione in 4:4:2 o 4:3:3.L’Olanda ha mantenuto la tradizio-ne: col rombo offensivo (due ali,un centravanti e un trequartista)sempre, ha alternato un 4:4:2 aduna difesa a 3 con 3 centrocampi-sti. L’Italia ha costantemente man-tenuto l’assetto del 3:4:1:2. LaSpagna ha usato un sistema fisso,pur alternando i calciatori. LaRepubblica Ceca è stata molto variaed ha continuamente cambiato ilmodulo, adattandolo alla situazio-ne contingente e dimostrando,quindi, conoscenza e cultura tatti-ca. La Slovacchia ha sempre mante-nuto un 4:4:2 a zona e così anche laCroazia col 5:3:2 a zona. Infine laTurchia ha avuto sempre un liberocoi marcatori, disponendosi col5:3:2 , alternandolo ad un 5:4:1.Grandi assenti la Francia e laGermania, eliminate nelle qualifi-cazioni; è da evidenziare il calcioturco che conferma il suo momen-to positivo con la qualificazionedella nazionale maggiore a Euro2000 e con la vittoria della CoppaUEFA da parte del Galatasaray.L’Italia ha dimostrato di avere gio-vani molto qualificati, esperti nelgioco e di alto livello; è stata lasquadra che ha espresso il maggiornumero di talenti. La conduzionetattica da parte della panchina èstata ottima.

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ATTUALITÀ

FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

BRAVA ITALIA !di Franco Ferrari

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Già nel 1960 si faceva notareche l’attitudine naturale, lapassione ed il fisico adatto

per una determinata attività atleti-ca non bastavano più, come nonera più sufficiente l’esperienza deltecnico d’antico stampo. La pre-parazione, in un qualsiasi sport,non è completa senza una vera epropria cultura specialistica. Il cal-cio, come qualsiasi altra attività, siè trasformato col trascorrere deltempo, trasformando ogni suacomponente: tecnica, tattica, atle-tica e di personalità.Un ruolo che, certamente, hasubito un’evoluzione nel corso deidecenni è quello del centrocampi-sta che ha una funzione determi-nante sia per la costruzione delgioco di attacco, sia per l’interdi-zione e la distruzione del giocoavversario. Nell’analisi che segue,si noterà come, nei vari sistemi digioco, le caratteristiche del gioca-tore si siano man mano modifica-te, raggiungendo una completez-za ed una specializzazione elevata.Negli ultimi venti anni, lo studio

più mirato della tattica collettiva,di reparto e del singolo giocatoreha fatto sì che l’addestramentodifensivo e offensivo venisse parifi-cato, cercando di costruire edoffendere attraverso il gioco azona e non solo preoccuparsi didistruggere attraverso la marcatu-ra ad uomo. Da notare, inoltre,come, in tempi recenti, il numerodei centrocampisti in campo siamutevole: 3, 4 o 5 giocatori, masempre in relazione con unadeterminata ricerca tattica, fino aqualche anno fa impensabile. Sicercherà, inoltre, di valutare lecaratteristiche dei giocatori odier-ni per poter meglio comprenderecome la ricerca di un equilibriotecnico-tattico sia differente aseconda del modulo adottato edelle capacità d’inserimento,d’interpretazione e d’adattamen-to, per reparto e collettivamente,dei singoli giocatori.

Evoluzione dei sistemi di giocoAl suo esordio il gioco del calcioera molto diverso da quello attua-

le, soprattutto nell’organizzazionetattica, in quanto non erano presiin considerazione i passaggi.Allora, ci si schierava col portiere,nessun centrocampista e 9 attac-canti (fig.1).Nel 1863 viene costituita laFootball Association, e lo schiera-mento in campo vede l’arretra-mento di un attaccante che, cosìfacendo, creò, per la prima volta,la figura del centrocampista cheprese il nome di mediano (fig.2).Si può quindi affermare che tra iruoli, oltre a quello del portiere,del difensore e dell’attaccantevenne preso in considerazioneanche quello del centrocampista,detto “half back” (che significa“giocatore che sta indietro nellasua metà campo”). Viene conside-rato un aiuto della difesa e l’espe-rimento piace al punto che,nell’arco di 10 anni, un secondoattaccante viene spostato indietro(fig.3). Nel 1870, la squadra del

METODOLOGIA

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

EVOLUZIONE DEI VARI SISTEMI DI GIOCOdi Giulio Nuciari*

* Allenatore di Ia categoriaTesi di fine Corso Master

fig.1 fig.2

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METODOLOGIA

Queen’s Park sperimenta per laprima volta l’uso del passaggio dellapalla da giocatore a giocatore e laprima conseguenza fu che il gioco,da concentrato e confuso che era,tese ad aprirsi, creando i presuppostiper la ricerca dello spazio creandocosì la necessità di inserire un altro

difensore (fig. 4).Il passo successivo fu la creazione diun centrocampo formato da tremediani di cui, quello centrale, dove-va possedere caratteristiche tattiche,tecniche e fisiche sopra la media,rappresentando una sorta di agodella bilancia (fig.5). Questo sistema,

chiamato piramidale, fu poi mutatodagli allenatori italiani che, arretran-do altri due attaccanti nella zonacentrale, diedero origine alle mezzeali e creando il METODO che pre-vedeva marcature a uomo (fig.6).Nel 1925 la regola del fuori gioco fucambiata. Il vecchio testo (1866)

fig.3 fig.4

fig.5 fig.6

FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

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recitava che: “Quando un qualsiasigiocatore tocca il pallone o lo lanciadalla linea laterale, ed un giocatoredella sua squadra, nell’attimo deltocco, si trova più vicino di lui allalinea di porta avversaria, quel gioca-tore si trova in fuorigioco. Egli puòtoccare il pallone a lui giunto edostacolare un avversario solo se fralui e la linea di porta avversaria si tro-vino almeno tre giocatori della squa-dra opposta.” L’apposita commissio-ne mutò nella sostanza il vecchiotesto in modo che, se si fossero trova-ti soltanto due giocatori avversari fral’attaccante e la linea di porta,quest’ultimo non sarebbe stato con-siderato in fuorigiocoi. L’allora alle-natore dell’Arsenal, Chapman, percontrobilanciare lo squilibrio che siveniva così a creare in avanti, pensòdi arretrare un mediano, che prese ilnome di stopper, e, rispetto al siste-ma piramidale, strinse leggermentetra loro i due mediani ed introdussela marcatura ad uomo: i due difenso-ri laterali sulle ali , i due medianisulle mezze ali e lo stopper sul cen-travanti avversario (fig.7). Sempre

Chapman diede vita al contropiede:quando gli avversari erano in attac-co, i mediani e le mezze ali si ritirava-no nella propria metà campo invi-tando così gli avversari a sbilanciarsiin avanti. Non appena riconquistatala palla, la si giocava subito sullepunte che, in teoria, avrebbero dovu-to trovarsi insuperiorità nume-rica. La contro-mossa al W-M fulo schieramnto 3-3-4, con il media-no portato nuova-mente al centro,due attaccanti edue ali. Cosìfacendo il W-Msarebbe statomesso in difficoltàsugli attacchi cen-trali in quanto lostopper avversariosi sarebbe trovatonella necessità dimarcare duepunte (fig.8). Nel1950 fu adottato

un sistema di gioco detto M-M,un’evoluzione più equilibrata delcosiddetto metodo della “doppiatesta di lancia”. Fu la nazionaleungherese ad adottare, con succes-so, questo tipo di schieramento(fig. 9). Alla fine degli anni ‘50,quando fu evidente a tutti che

METODOLOGIA

fig.7

fig.8

fig.9

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

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METODOLOGIA

i l W-M sof fr i va la rotaz ionedegli attaccanti avversari ed illoro inser imento a l centro ,venne proposta una difesa chemarcava a zona con un media-no davanti che doveva tempo-r e g g i a r e e d i m p o s t a r e p o il ’ a z i o n e . I n f a s e d i f e n s i v a ,

i n v e c e , a t u r n o c o n l ’ a l t r omediano, doveva affiancare los t o p p e r, c r e a n d o c o s ì u n as o r t a d i c o l l a b o r a z i o n e t r areparti (fig.10). Sempre allafine degli anni ‘50, per copri-re meglio il campo, fu aggiun-to un quarto difensore; si ave-

v a n o a l l o r adue possibilitàd i s c h i e r a -m e n t o : i lprimo con unu o m o c h er e s t a v a a l l espalle di tutti,il secondo chep r e v e d e v aquattro uomi-ni in linea edun centrocam-po formato dat r e g i o c a t o r i( f i g . 1 1 ) . L anazionale bra-s i l i ana operòu n ’ u l t e r i o r ev a r i a n t e c h ep r e v e d e v a 4

difensori, due centrocampisti(dotati di caratteristiche fisi-che sopra la media) e 4 attac-canti di cui uno, all’occasio-ne, ritornava indietro creandoc o s ì u n a s i t u a z i o n e 4 - 3 - 3(fig.12).Fare giocare quattro difensori,che in pratica riequilibravanoil reparto d’attacco, permiseun altro importante passo inavanti. Si rese cioè necessarioche il ruolo dei centrocampi-sti assumesse una funzione avasto raggio, con compiti diimpos taz ione e cos t ruz ionedel gioco in aggiunta al com-p i t o c l a s s i c o d i p r o t e z i o n edella propria difesa. I centro-campisti passarono così dallad e f i n i z i o n e d i h a l f - b a c k aquella di middle field player( g i o c a t o r e d e l m e z z o d e lcampo, fig.13). Questo permi-se alle squadre di raggiungereun maggiore equilibrio tatticoe gettando, in pratica, le fon-damenta del gioco moderno.Negli anni ‘70 ci fu l’avventofig.10

fig.11 fig.12

FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

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METODOLOGIA

del cos iddet to ca lc io to ta lei n t r o d o t t o d a l l a n a z i o n a l eolandese. Prat icamente nonesistevano più limiti ferrei aglis p o s t a m e n t i s u l c a m p o d e ig i o c a t o r i . D i c o n s e g u e n z a ,nacque i l concetto di inter -cambiabilità dei ruoli e, conesso, quello di giocatore uni-versale, in grado di difenderee di attaccare. Veniva inoltreintrodotto il concetto di corri-doio, un luogo dove il palloneviene indirizzato alla ricercadello spazio vuoto. Si passavacosì da un modo di giocare,che teneva in considerazioneil pallone e l’avversario, ad unaltro in cui lo spazio e la posi-zione del compagno in camposono gli elementi fondamenta-li. Questa innovazione portòanche la marcatura a scalare,cioè il controllo dell’avversa-rio soltanto nella propria zonadi competenza: quando s i ècostretti a cambiare zona, unaltro compagno “scala”, pren-de cioè il posto lasciato libe-ro. Una conseguenza di ciò è

che, per la prima volta nellastoria del calcio, il portiere èchiamato ad uscire dalla pro-pria area, palla al piede, comeun qualsiasi altro giocatore.Infat t i , dovendo i d i fensor iseguire in avanti il centrocam-po, si crea uno spazio troppoampio tra questi ed il portie-re. Questo aumentato dinami-smo in campo, crea la neces-s i tà di introdurre una diffe-r e n t e p r e p a r a z i o n e f i s i c amol to p iù spec i f i ca , ba sa tasull ’uso dei pesi , del l ’ incre-mento del la veloci tà e sul lar i p e t i t i v i t à d e g l i e s e r c i z i .P r o f e t i d i q u e s t o n u o v o“credo” furono Rinus Michelse Kovacs.Nella figura n. 14 è illustratauna formazione dell ’Olandac h e p a r t e c i p ò n e l 1 9 7 4 a lmondiale tedesco, dove si clas-sificò seconda.

I moderni sistemi di giocoPer s is tema di gioco s i deveintendere la dislocazione sulcampo dei giocatori ed i loro

r e l a t i v i c o m p i t i d e f i n i t i i nb a s e a d u n a a p p r o f o n d i t aconoscenza dei giocatori stes-s i , c o n i q u a l i s i p o t r a n n ocostruire le situazioni tecnico-tattiche di possesso (attacco)e di non possesso (difesa) dipalla. L’importante è costrui-r e u n s i s t e m a d i g i o c o c h erisulti:- razionale, in quanto t iene

conto delle caratterist ichedei giocatori;

- e l a s t i c o , i n q u a n t o , c o npochi adattamenti, lo si puòadattare a qualsiasi tipo diavversario;

- equilibrato, in quanto capa-ce di fronteggiare con suc-cesso le due fasi del gioco:possesso e non possesso dipalla.

Il 4-4-2Nel sistema di gioco 4-4-2, conuna difesa disposta a zona, siha i l grande vantaggio che icentrocampisti, disponendosiin linea, fanno da filtro, rad-doppiando continuamente sul

fig.13 fig.14

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

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METODOLOGIA

portatore di palla avversario(fig. 15). Le coppie adibite alraddoppio sono: 2-7, 5-4, 6-8 e3-10. Sulla carta questo siste-ma dovrebbe garant i re unadifesa molto solida ma, se percaso i movimenti di tutti nonsono sincroni e, ad esempio, il

7 ed il 10 non dovessero rien-trare, certamente i due cen-trali 4 e 8 si verrebbero a tro-vare in grave difficoltà.

Il 4-3-3Nel sistema 4-3-3 il centrome-d iano metodi s ta a s sume un

r u o l o d is t raord inar iai m p o r t a n z asia per il cen-trocampo chep e r t u t t a l asquadra .Questi detta itempi di gioco,ral lenta odaccelera le gio-cate mentre, infase difensiva,è un catalizza-tore di palloniche dovrebberubare agl iavversari. E’ inprat ica i l ful -cro dell’interasquadra. I suoi

due compagni di reparto, adestra e a s inis tra , devonoanch’essi possedere delle dotifisiche importanti oltre ad esse-re molto eclettici (fig. 16).

Il 3-4-3Nel sistema 3-4-3 gli esterni dicentrocampo sono quelli chegarantiscono una superioritànumerica sia in fase difensivache in fase di attacco. Devonoessere giocatori dotati di grandecorsa, velocità, buona tecnica,personalità e grinta, insommapossedere le doti proprie delgiocatore moderno. Una voltariconquistata a palla, i due cen-trali devono subito ripartire, Infase di at tacco lavorano sulcorto lungo e, uno dei due,accompagna l’azione per arriva-re, se possibile, al tiro. Acumetattico (saper portare via la pallaall’avversario) e doti tecniche(capacità di lancio lungo e pre-ciso e visione della porta) sonodoti imprescindibili nel lorobagaglio tecnico (fig.17).fig.15

fig.16 fig.17

FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

Page 13: Sistemi di gioco

11

Il 5-3-2Nel sistema 5-3-2 il centrocam-po è formato da tre giocatori dicui uno svolge le funzioni diregista (il centrale n.8), mentregli altri due sono delle mezzeali che operano a destra e a sini-stra. Le caratteristiche di questigiocatori sono che il centrome-diano metodista deve dettare itempi di gioco, dare equilibrioal reparto e riconquistare pallo-ni importanti (fig.18).

Esercitazioni

1a) Esercitazione per il 4-4-2 infase difensiva (fig. 19):- numero dei giocatori: 4 contro

4;- dimensione del campo:

40x30m. suddiviso in quattrozone;

- regole: tre tocchi;- durata: 5’ (si può utilizzare

questa esercitazione anchecome riscaldamento).

Esercitazione di t ipo stat ica(fase analitica).I giocatori rappresentati daicerchi ross i s i scambiano lapalla in linea orizzontale rima-nendo fermi sul posto. I gioca-

tori rappresen-tati dai trian-gol i verdiaggredisconochi r iceve lapal la mentregl i a l tr i ese -guono coper-ture recipro-che e diagona-li. I due gruppidi giocatori siscambiano poii ruoli. Si puòeseguire l’eser-c i t a z i o n eanche in movi-mento (fasesituazionale),giocando quat-tro controquattro dove ognuno s i puòmuovere solo nella zona vicinae la regola è portare la pallaoltre la linea di fondo.1b) Esercitazione per il 4-4-2 infase offensiva (fig.20):- obiettivo: liberare il centro-

campista dalla parte opposta aquella dove si trova la palla;

- numero dei giocatori: 4 contro 4;- dimensioni del campo: 60x40

m., all’interno del quale deli-

miteremo due zone franche di10 m. di larghezza ciascuna;

- regole: tre tocchi;- durata: 10’.Si gioca 4 contro 4 tenendo pre-sente tutti i principi della zona.Si dà un punto alla squadra chelibererà il centrocampista late-rale dalla parte opposta. Egliriceverà la palla dopo essereentrato nella zona delimitata(dove non può entrare nessun

METODOLOGIA

fig.18

fig.19 fig.20

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

Page 14: Sistemi di gioco

12

avversario) e sarà servito da unlancio lungo in diagonale.

2a) Esercitazione per il 4-3-3in fase difensiva (fig.21):- obiet t i vo : s incronismo dei

centrocampisti con l’aiuto diuno degli attaccanti esterni;

- numero dei g iocator i : 3+1contro 4;

- dimensione del campo: 40x30m. con 4 porte ai lati di 3 m.;

- regole: tre tocchi;- durata: 10’.I giocatori rappresentati daicerchi rossi attaccano e devo-no fare gol. I giocatori rappre-

sentati dai tr iangoli verdi s idifendono e, se riescono a faresei tocchi consecutivi, ottengo-no 1 punto. Un attaccante deiverd i , ogn iqua l vo l ta i ro s s isuperano la metà campo, rien-tra in aiuto sulla linea dei cen-trocampisti.

2b) Esercitazione per il 4-3-3 infase offensiva (fig. 22):- obiettivo: fare gol;- numero dei g iocator i : 3+3

contro 4 + il portiere;- dimensioni del campo: metà

di un campo regolamentarecon una porta;

- regole: non si può fare golall’interno del prolungamen-to dell’area piccola (per abi-tuare il centrocampista cen-trale al tiro da fuori area ed icentrocampisti esterni al tiroda posizione decentrata). Gliat taccant i es terni e quel locentrale non possono fare golma dare solo appoggio;

- durata: 10’.I giocatori in rosso difendonoe recuperano la palla. I verdiattaccano e devono fare gol.

3a) Esercitazione per il 3-4-3 infase difensiva (fig.23):

METODOLOGIA

fig.21

fig.22

fig.23

fig.24

FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

Page 15: Sistemi di gioco

13

- obiettivo: addestramento deidue centrocampist i esternialla copertura ed alla diago-nale difensiva;

- numero dei giocatori: 7 con-tro 7 + il portiere;

- dimensioni del campo: metàcampo regolamentare conuna porta;

- regole: tre tocchi;- durata: 10’.I giocatori in rosso difendonomentre i verdi devono fare gol.

3b) Esercitazione per il 3-4-3in fase offensiva (fig. 24):- obiettivo: portare il centro-

campista esterno al cross dafondo campo con movimentisincronizzati tra i centrocam-pisti e gli attaccanti. Spondae partenza (lungo e corto)con lancio da parte del cen-trale, anche alla cieca;

- numero di giocatori: 4 + i lportiere contro 7 + il portie-re.

- dimensioni del campo: metàcampo regolamentare conuna porta;

- regole: tre tocchi;- durata: 10/15’.

4a) Esercitazione per il 5-3-2

in fase difensiva (fig.25):- obiettivo: addestrare i difen-

sor i e s te rn i ad a iu tare l alinea di centrocampo, inte-grandos i ne l repar to conconseguent i mov iment i inrelazione alla posizione dellapalla;

- numero dei giocatori: 8 + ilportiere contro 7;

- dimensioni del campo: metàcampo regolamentare conuna porta;

- regole: tre tocchi (ma anchetocchi liberi);

- durata: 10/15’.

4b) Esercitazione per il 5-3-2in fase offensiva (fig. 26):- obiettivo: esercitare i centro-

campisti alla conclusione;- numero dei giocatori: 3 + 2

contro 4 + il portiere;- dimensioni del campo: meta

campo regolamentare conuna porta;

- regole: tre tocchi; gli attac-cant i fanno so lo sponda enon possono segnare. I cen-trocampist i devono andarea l l a conc lus ione da fuor iarea;

- durata: 10/15’.

ConclusioniAbbiamo visto come, nel corsodegli anni, i mutamenti sianostati di una progressione note-vole fino agli anni ‘70, per poitornare a perfezionare alcunimeccanismi già esistenti in pas-sato in quanto, come è giustoche sia, ad ogni innovazionecorrisponde una contromossa.Alcune volte questi cambiamen-ti sono stati motivati dalla ricer-ca di maggior spettacolarità,vedi ad esempio la regola delfuorigioco o del retropassaggioal portiere. Quella che è cam-biata in maniera radicale è lapreparazione atletica che hapermesso di trasformare il cal-ciatore in un’atleta capace dicorrere ad a l ta ve loc i tà pertutta la durata delle gara. Sepr ima s i poteva r icevere lapalla, pensare e poi giocare,adesso prima occorre pensare,poi ricevere e quindi giocare lapalla.Il calcio mondiale, e quello ita-liano in particolare, è sempreriuscito a trovare valide solu-zioni alle difficoltà che via via sisono incontrate, anche a segui-to, come detto, del cambiamen-to delle regole.

METODOLOGIA

fig.25 fig.26

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

Page 16: Sistemi di gioco

14

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

PREPARAZIONE FISICA - RICERCA

Recentemente si sta assistendosempre ad un maggior utilizzodell’elettrostimolazione come

mezzo d’allenamento sportivo.In questa sperimentazione, condottacon la collaborazione di MicheleGiancola (studente ISEF), si è volutoverificare quali modificazioni fosseroindotte dall’utilizzo di questa metodi-ca sulla capacita` di esprimere forzain un movimento dinamico naturalecon gli arti inferiori.Il gruppo che ha svolto il lavoro inelettrostimolazione, detto gruppo“sperimentale”, è stato poi messo inconfronto con un altro gruppo cheha svolto esercizi volontari con unametodologia per sviluppare forza,quest’ultimo e’ detto gruppo “con-trollo”.

Impianto della sperimentazioneSono stati presi in esame sei soggetti ,tutti maschi fra i 22-26 anni , tutti fre-quentanti l’ISEF di Firenze, tutti spor-tivizzati.Questi hanno compiuto lo stessonumero di sedute e con la stessa fre-quenza; durante tutto il periodo inesame non hanno svolto altro tipod’allenamento con gli arti inferiori ,né alcun training di tipo tecnico nelladisciplina praticata da ciascuno diloro.Questi sei soggetti sono stati divisi indue gruppi ed hanno svolto sei setti-mane di lavoro.

Strumento usato per la sperimenta-zioneLo strumento utilizzato è stato ilCOMPEX SPORT della MEDI-COM-PEX .Caratteristiche dello strumento: - Generatore di corrente costante- 4 uscite- Impulsi rettangolari , bifasici com-

pensati , simmetrici- Durata degli impulsi da 300 -450

microsecondi- Lavoro in monopolare

Protocollo del gruppo sperimentaleMuscolo stimolato : QuadricipitefemoraleProgramma di lavoro :Programma“FORZA” del COMPEX SPORT a 75HzCaratteristiche del protocollo : - 7 minuti di riscaldamento a 5 hz- 15 minuti di lavoro con 4 sec a 75 Hz

e 20 secondi a 4 Hz - 10 minuti di defaticamento a 3 HzIntensità delle contrazioni : rangefra 25 mA e 100 mA , secondo il livel-lo di sopportabilità dei soggetti.Posizione : soggetti seduti alla LegExtension con angolazione al ginoc-chio sui 100 gradi con le gambe bloc-cate ,sviluppando cosi’ durante lafase di lavoro delle contrazioni isome-triche.Posizione degli elettrodi quelli indica-ti dal manuale del Compex.

Protocollo del gruppo di controlloEsercitazione scelta : Ω squat a castel-loMetodologia : 10 ripetizioni x 10 serieCarico : 50% del peso corporeoModalità esecutive : tempo d’esecu-zione della singola ripetizione duesecondi , tempo di recupero fra leserie 1 minuto.

Strumento di verificaLo strumento utilizzato per analizzarela forza degli arti inferiori è stato ilDYNA BIOPSY CONTROL.Questo strumento, inventato da Bettie Piga, consiste in un analizzatoreelettronico che permette di monito-rare completamente un salto dallafase di caricamento alla fase di ricadu-ta.Compie un’analisi istante per istantedelle fasi cinematiche e dinamichedel movimento rilevando i parametrispazio-temporali con una cadenza di5 millisecondi .Permette di svolgere un’ analisi “amonte” del fenomeno poiché la moledei dati è tale da consentire un’osser-vazione diretta dei vari aspetti chedeterminano la funzione muscolare,tanto da individuare ed individualiz-zare le caratteristiche neuromuscolarie motorie dei soggetti testati.

ELETTROSTIMOLAZIONE NEUROMUSCOLARE: QUALEEFFETTO SULLA FORZA DEGLIARTI INFERIORI? UN’ ESPERIENZA SPERIMENTALEdi Andrea Castellani*

La presente ricerca si inserisce nel sempre aperto dibattito sui rischi, sui benefici e sulla metodologia di utilizzo dell’elettro-stimolazione neuromuscolare. In molte discipline sportive questa metodica ha ormai preso campo e non deve quindi stupireche si moltiplichino i lavori di ricerca su questo argomento. Per quanto ci concerne, rifacendosi anche alle conclusioni cheil congresso dell’AIPAC ha stilato in materia di elettrostimolazione, ribadiamo che tale metodica deve essere praticata sottostretto controllo di persone competenti, medico e preparatore atletico, evitando così ogni tipo di abuso.

* Docente ISEF e laureato inS.T.A.P. presso l’Università diDigione

Page 17: Sistemi di gioco

15

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

PREPARAZIONE FISICA - RICERCA

Nell’analisi “a valle “ invece, attraversovalori di soglia si possono fare valuta-zioni della performance senza potereperaltro approfondirne le cause chela condizionano. Il Dyna Biopsy Control è compostoda una parte meccanica che trasferi-sce il segnale ad un software dove unprogramma particolare lo analizza.La parte meccanica è formata da unsistema a rotore coassiale che control-la lo svolgimento di un filo inestensi-bile, da cui una testa di lettura trae ilsegnale . Il filo, tramite un magnete inserito inun supporto plastico, è tenuto dalsoggetto stesso che compie il test alivello della linea che unisce le spineiliache postero-superiori, rendendocosì la persona solidale con lo stru-mento.Il segnale arriva al computer, dove èpoi ripulito e fornisce le misure.Tutte le operazioni preliminari delsalto sono gestite automaticamentedal sistema, attraverso segnali lumi-nosi e sonori. Il test consiste in un salto in alto dafermo da posizione di semisquat.Il soggetto è posto in piedi con legambe divaricate con passo ugualealla larghezza delle spalle, le manisono poste ai fianchi e con i pollicimantiene una targhetta metallicaaderente alle spine iliache posterosuperiori, tale postura è codificata perescludere il più possibile l’azione deimuscoli paravertebrali.Da questa posizione il soggetto sipiega sulle gambe nella classica posi-zione di mezzo squat,il busto deveessere eretto e il tallone in completoappoggio a terra.Con questo meccanismo si riesce cosìa controllare completamente tutte lefasi del salto: dalla fase di caricamen-to, inizio del piegamento degli artiinferiori, fino alla stabilizzazionedell’angolo di caricamento (angoloin cui si pone il soggetto per effettua-re il salto), alla spinta, fino alla fase di

ricaduta.In questo modo si hanno misure sulcaricamento, ricaricamento (differen-za fra angolo da cui ci si pone pereffettuare il salto e l’angolo da cuirealmente inizia la spinta) e su tutta laspinta.Questo salto completamente analizza-to in tutte le sue fasi è stato denomi-nato MONITORING JUMP.Questo protocollo permette di com-piere salti in situazioni biomeccani-che diverse e controllandole.Infatti quando il soggetto raggiungela posizione adeguata, che normal-mente è codificata intorno ai 120°,la boa, che inizialmente dava un colo-re verde, segnala la posizione mutan-do colore.Dopo 2 secondi si attiva una lucerossa che è lo starter per l’effettuazio-ne del salto verso l’alto che deve svol-gersi più verticale possibile senzamovimenti in anteposizione o di tra-slazione in avanti.Lo strumento fornisce misure ed indi-ci su quattro ambiti fondamentali:cinematico, dinamico, energetico,neuromuscolare.Inoltre e’ possibile compiere un’ana-lisi biomeccanica sull’equilibrio artro-muscolare.Parametri presi in esame in questasperimentazione:1)TEMPO DI REAZIONE: è il tempo

che intercorre fra l’emissione dellostimolo visivo e quando il soggettoinizia a muoversi in ms.

2) VELOCITA’ MASSIMA: almomento dello stacco, espressa inm/s.

3) TEMPO DI SPINTA: durata deltempo impiegato per compiere lafase di spinta e la fase ascendente divolo da parte dei muscoli degli artiinferiori, espresso in ms.

4) PULSE: variazione della quantitàdi moto dovuto alle componentielastiche attivate complessivamentesu tutta la catena cinetica. Il valoredel Pulse per un salto “perfetto”

dovrebbe essere nullo (zero).E’ unvalore della dispersione elastica.Valori ottimali sono indice di unabuona utilizzazione della catenacinetica . Si misura in Ns.

5) FORZA INIZIALE: forza che pro-duce l’atleta all’inizio della fase con-centrica, espressa in Newton.

6) DYNA: forza dinamica massimaespressa in N.

7) FORZA RELATIVA: rapporto frala forza massima espressa (Dyna) eil peso corporeo. E’ un buon indi-catore di mobilità spaziale.

8) FORZA ISOTONICA COSCIA: èl’intensità della forza, che rimanecostante nel tempo di spinta, neimuscoli della coscia in N.

9) FORZA ISOTONICA GAMBA: èl’intensità della forza nei muscolidella gamba in N.

10) STIFFNESS COSCIA: rigiditàdinamica dei muscoli della cosciaespressa in N/mn.

11) STIFFNESS GAMBA: rigiditàdinamica dei muscoli della gamba,espressa in N/mn.

12) POTENZA: variazione istantaneadi energia relativa alla massa corpo-rea in Kwatt.

13) ESPLOSIVITA’: è un indice lega-to alla potenza cinetica massima(variazione dell’energia cineticarelativa , data dal prodotto dellavelocità per l’accelerazione), altempo per manifestarla normalizza-ta all’angolo al ginocchio. Esso èfornito in una scala percentuale.

14) FAST TWITCH INDEX: indice dicapacità neuromuscolare legato allemodalità di risposta delle fibre velo-ci anch’esso in scala percentualelegato alla maggior pendenza dellacurva della potenza cinetica.

15) RENDIMENTO: rapporto fral’energia utile al salto e l’energiatotale utilizzata (rapporto fra bene-fici e costi).

16) SCRACH: variazione istantaneadelle sollecitazioni articolari ditaglio sul ginocchio, espresso in N.

Page 18: Sistemi di gioco

16

Le forze di taglio sono tensioni paral-lele al piatto tibiale .Il test in oggetto è stato proposto nelgruppo sperimentale 4 volte ( primadel training , dopo 3 settimane , allafine del training , dopo 2 settimane disospensione del training) , mentre algruppo di controllo 2 volte (primadel training e alla fine della sperimen-tazione).

Descrizione del trainingVedi tabelle A1, A2 e A3.

DatiDi seguito mostriamo i dati registratinei vari test, con le varie medie deidue gruppi e tutti i relativi confronti.Vedi tabella B.

Analisi dei datiConfronto fra test d’ingresso (1) etest alla fine della sperimentazione(4).A)Gruppo “Sperimentale”

Parametri cinematici (fig.1):- La Velocità max allo stacco aumenta- Il tempo di spinta è minore- Il Pulse aumenta in modo positivo

Parametri dinamici (fig.2):- La Forza Max Dinamica (DYNA) è

aumentata in media del 10%- La Forza relativa aumenta- La Forza Isotonica della Coscia

aumenta- La Forza Isotonica della Gamba

rimane inalterata

PREPARAZIONE FISICA - RICERCA

Programma di lavoro del gruppo di elettrostimolazione

Programma di lavorodel gruppo controllo

"A" 1°"A" 2°"A" 3°"A" 4°"B" 1°"B" 2°"B" 3°"B" 4°"C" 1°"C" 2°"C" 3°"C" 4°

"D" 1°"D" 2°"E" 1°"E" 2°"F" 1°"F" 2°

PARAMAtleti/test T.D.R. VEL MAX TDS PULSE F.INIZ. DYNA FREL. F.ISO.

COSCF.ISO.GAM POT. ESPLOS. F.T.I. REND. SCRACH

GRUPPO DI ELETTROSTIMOLAZIONE

GRUPPO DI CONTROLLO

STIF.COSC STIF.GAM

255115

2.722.66

185150

-249-208

13601840

24502550

3.13.2

21802350

15201590

4259

4686

2.42.7

4542

3124

5459

520530

215215

2.862.77

165170

-211-189

13602140

27102550

3.53.2

23602480

19801370

5050

6454

2.52.8

4948

3334

6054

660470

255260100195290200135235

2.142.182.412.362.602.692.652.61

190210235205220225220170

-257-377-272-237-403-201-218-249

900109011601370

159020502340

1970

23302450225024302410260025002970

2.83.02.73.02.83.02.93.5

16801890167020302120216024302780

11901070139013201540144012601430

28412636 31293754

4436363837373159

1.71.91.72.02.22.42.62.9

2938274037384152

2330193129333346

5349484749464551

260270370370450460530580

215280150315240195

2.542.162.572.422.972.88

205225275195160155

-195-204-124-253-422-264

126011201410112016002460

3.12.93.23.53.83.7

155013601850173027102900

120013501220103016401640

201018801960216031703130

282833336969

352642316363

1.61.21.81.63.43.3

413446495456

271930354243

494452475755

420250460400540480

TAB. A1

TAB. A3

Seduta24-mag26-mag28-mag31-mag02-giu04-giu07-giu09-giu11-giu14-giu16-giu18-giu21-giu23-giu25-giu28-giu30-giu02-lug

Atleta "A" Atleta "B" Atleta "C"

25253030404040454550505560NF

657070

100

252530303030454550

5550

60606570708080

25253030404045455050556065707080

100100

TAB. A2

TAB. B

Page 19: Sistemi di gioco

17

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

- La Stiffness della Coscia e dellaGamba aumentano

Parametri Neuromuscolari (fig.3): - Il Tempo di Reazione diminuisce in

modo rilevante- Il Fast Twich Index migliora- La Potenza e L’Esplosività aumenta-

no

Parametri energetici (fig.4):- Il Rendimento rimane uguale

Equilibrio Artromuscolare- Lo Scrach aumenta in modo

importante

B) GRUPPO CONTROLLO

Parametri cinematici- La Velocita` max allo stacco dimi-

nuisce- Il tempo di spinta aumenta legger-

mente- Il Pulse aumenta in modo positivo

Parametri dinamici- La Forza Max Dinamica (DYNA)

rimane sostanzialmente la stessa- La Forza relativa è uguale- La Forza Isotonica della Coscia è

uguale- La Forza Isotonica della Gamba

rimane inalterata- La Stiffness della Coscia è uguale- La Stiffness della Gamba diminuisce

Parametri Neuromuscolari - Il Tempo di Reazione aumenta- Il Fast Twich Index è leggermente

superiore- La Potenza ha un leggero peggiora-

mento- L’Esplosività rimane uguale

Parametri energetici-Il Rendimento diminuisce legger-mente

Equilibrio ArtromuscolareLo Scrach diminuisce in modo inte-

PREPARAZIONE FISICA - RICERCA

fig.1

fig.2

Page 20: Sistemi di gioco

18

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

ressanteRiassumendo si può dire che il grup-po sperimentale ha registrato unnetto miglioramento delle caratteristi-che dinamiche dei muscoli dellacoscia e sul piano neuromuscolare .L’aumento della forza dinamica rela-tiva alla coscia ha creato però un peg-gioramento del timingmuscolareSequenza di attivazione deimuscoli della catena cinetica che siriassume in un aumento relativo alloscrach, dovuto anche ad una possibilealterazione dell’equilibrio fra agonistied antagonisti.Il gruppo di controllo, che non haeseguito un lavoro settorializzato(come l’elettrostimolazone), non haregistrato delle variazioni significativenei parametri dinamici e neuromu-scolari, ma avendo agito in modoglobale sulla catena cinetica ne hadeterminato una miglior equilibrio .Un particolare interesse lo ha suscita-to l analisi più dettagliata nella scan-sione temporale dei test del grupposperimentale.Nel confronto fra secondo e primotest si rilevano miglioramentinell’ambito dinamico e neuromusco-lari, ed inizia a manifestarsi un mag-gior squilibrio artromuscolare.Nel confronto fra terzo e secondo testsi registra una stabilizzazione nei para-metri dinamici, mentre quelli neuro-muscolari tendono ad una leggeraflessione, lo squilibrio artromuscolareaumenta.Nel confronto fra quarto test ( dopo2 settimane dalla fine del lavoro) eterzo test i parametri dinamici sonoancora in miglioramento, si registraanche un miglioramento sulle qualitàneuromuscolari e l’equilibrio artro-muscolare tende ancora a peggiora-re.

ConclusioniNonostante il numero esiguo dei sog-getti esaminati, questa sperimentazio-ne ha comunque confermato delleindicazioni metodologiche interes-

PREPARAZIONE FISICA - RICERCA

fig.3

fig.4

Page 21: Sistemi di gioco

19

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

santi e in parte prevedibili.Altro aspetto da mettere in risalto èche in questo lavoro si sono analizzatigli effetti di queste metodiche relativesolo ai protocolli presi in esame, cherappresentano solo una delle infinitepossibilità di applicazione (fig.5 e 6).Per cui non è detto che cambiando levariabili del training, anche con lestesse metodiche, si rilevino gli stessiandamenti sulle caratteristiche dellaforza degli arti inferiori.Un pregio interessante è che il lavorocompiuto è stato il meno possibileinquinato da altre esercitazioni inquanto i soggetti testati hanno svoltopraticamente solo questo tipo di trai-ning per sei settimane sugli arti infe-riori.Precisato questo, possiamo comun-que indicare come il lavoro in elettro-stimolazione abbia fatto registraredegli aumenti esaltanti per lo svilup-po della forza della coscia e sull’aspet-to neuromuscolare, che come si èvisto ha comunque un trend di cresci-ta non lineare e diverso dalle caratte-ristiche del lavoro volontario . Ciò attesta come questa metodicadebba avere una sua logica di pro-grammazione del tutto diversa esoprattutto personalizzata, questo èconfermato dal fatto che nel grupposperimentale si sono rilevati degliandamenti non omogenei su alcuniparametri.Si conferma che l’elettrostimolazionepotenziando solo alcuni gruppimuscolari crea degli scompensi siaprobabilmente di forza che sicura-mente sull’equilibrio della catenacinetica , e ciò deve essere preso seria-mente in considerazione quando sisottopongono dei soggetti a questotipo di training, squilibrio attenuatonei soggetti del gruppo di controllo.Ciò indica come l’elettrostimolazionepossa ricoprire un ruolo molto inte-ressante nel training sportivo a pattoche sia svolta sempre in accordo conun training volontario ed in modocontrollato.

PREPARAZIONE FISICA - RICERCA

ABC

media

Atleti

ABC

media

ABC

media

Atleti

ABC

media

fig.5

fig.6

Page 22: Sistemi di gioco

20

SEZIONE MEDICA

Negli ultimi decenni neipaesi industrializzati sisono avu te modi f i ca -

z ioni de l lo s t i le d i v i ta chehanno riguardato in partico-lare le abitudini alimentari el’attività fisica. N e l p r i m o c a s o , s i a p e r l as e m p r e p i ù v a s t a p r o p o s t adelle industrie alimentari cheper la riduzione della dispo-nibilità oraria nelle famiglielegata agli impegni di lavoro,si é avuta una sempre maggio-re di f fus ione di a l iment i d ifacile preparazione o di pron-t o u t i l i z z o , c h e r i s u l t a n ospesso ad elevato contenutoin grassi.Nel secondo caso, lo stile divita ha teso sempre più versola sedentarietà grazie alla dif-fus ione di TV e computer ea l l a m a n c a n z a , s o p r a t t u t t on e l l e g r a n d i c i t t à , d i s p a z idestinati allo svolgimento diattività fisiche di tipo ricreati-vo.L’aumento dell’apporto calo-rico da un lato e la riduzioned e l l a s p e s a e n e r g e t i c ada l l ’ a l t ro hanno co invo l totut te le e tà , e i loro e f fe t t ipossono essere visti sia negliadulti che nei ragazzi.La prevalenza dell ’obesità edi quella che viene chiamatas i n d r o m e m e t a b o l i c a , c i o éq u e l l ’ i n s i e m e d i f a t t o r i d ir i sch io card iovasco lar i rap -p r e s e n t a t i d a i p e r t e n s i o n earteriosa, ipertrigliceridemia,b a s s i v a l o r i d i c o l e s t e r o l oHDL, anomalie del metaboli-smo del glucosio ed iperinsu-linemia, é andata infatti forte-mente aumentando. C iò ha

portato molti paesi interessatid a l f e n o m e n o , f r a c u i i nprimo luogo gl i Stat i Unit i ,ad avviare strategie di preven-z i o n e i n c e n t r a t e e s s e n z i a l -m e n t e s u l l ’ e d u c a z i o n e a l i -mentare. Studi recenti indica-n o p e r ò c h e n o n o s t a n t e l ar i d u z i o n e d e l l ’ i n t r o i t o a l i -mentare di grass i avvenutanel l ’u l t imo decennio, negl iS ta t i Uni t i c i rca i l 25% deibambini risulta obeso, con unincremento del 20% nell’ulti-m a d e c a d e ( B a r O r e t a l .1998). Ciò ha portato a rite-nere quale causa principalede l l ’ aumento de i l i ve l l i d iobesità tra i bambini il ridot-t o l i v e l l o d i a t t i v i t à f i s i c a(Bar-Or, 1999; Goran, 1999;L u e p k e r, 1 9 9 9 ; R o s s n e r1998).I l p r o b l e m a d e l l ’ o b e s i t ài n f a n t i l e é m o l t o s e n t i t o ,anche perché molti bambinio b e s i d i v e n t e r a n n o a d u l t iobes i , con e levat i fa t tor i d irischio per insorgenza di statipatologici e bassa qualità div i t a ( R o s s n e r 1 9 9 8 ) . C o s ì ,l’associazione tra aumento dip e s o n e l l ’ a d o l e s c e n z a e l acomparsa di sindrome meta-bolica in età adulta é più cherilevante (Vanhala 1999).A l l o s t e s s o t e m p o , r e c e n t is tudi sembrano r ia f fermareu n r u o l o i m p o r t a n t e p e rl’att ività f is ica nel controllodel peso corporeo. Tra questi,l a s e g n a l a z i o n e c h e u na p p r o c c i o b a s a t o s o l osul l ’ inter vento nutr iz ionalenon é sufficiente per il tratta-m e n t o a l u n g o t e r m i n ed e l l ’ o b e s i t à p e d i a t r i c a( P i n e l l i e t a l . 1 9 9 9 ) , e c h e

negli Stati Uniti si assiste adu n u l t e r i o r e i n c r e m e n t odel l ’obes i tà infant i le nono-s t a n t e u n a r i d u z i o n ed e l l ’ i n t r o i t o a l i m e n t a r e d igrassi (Bar Or et al. 1998).Il gioco del calcio si distingueda altre attività sportive orga-nizzate per la facilità di prati-ca (diffusione delle strutture)nonché per l ’ a s senza d i unbiotipo caratteristico che puòdeterminare una stretta sele-zione iniziale.Nel 1991 la Sezione Medicadel Settore Tecnico ha inizia-to una ricerca contraddistintada due obiettivi [linee] prin-c ipa l i : i l pr imo, def in i re lecaratteristiche antropometri-che e fisiologiche del bambi-n o p r a t i c a n t e c a l c i o n e l l afasc ia d i e tà 8 -12 anni ed ac o n f r o n t a r l e c o n q u e l l e d icoetanei non praticanti atti -v i t à s p o r t i v a ; i l s e c o n d o ,s e g u i r e p e r c i n q u e a n n ie n t r a m b i q u e s t i g r u p p i d isoggetti in modo da valutarel’ influenza della pratica delcalcio sulle curve di sviluppodelle suddette caratteristichea n a t o m o - f u n z i o n a l i n e l l afascia 8-17 anni. I partecipan-ti allo studio sono stati sotto-pos t i ad una ser ie d i t appeschematizzate in figura 1Sono state complessivamenteeffettuate 926 vis i te, per unrange di età 8 -17 anni . Unaprima analisi di tipo trasversa-le, in cui sono quindi entratit u t t i i d a t i r a c c o l t i , d e l l ecaratteristiche antropometri-c h e h a m o s t r a t o c h e i d u egruppi (calciatori e controlli)

INDAGINE

L’ALTRA FACCIA DEL PALLONE:DALLA PARTE DEI BAMBINIdi Prof. Leonardo Vecchiet, Dott. Luca Gatteschi, Dott. M.Grazia Rubenni*

* Sezione Medica del SettoreTecnico F.I.G.C.

Il diritto di beneficiare di un ambiente sano: “la tutela igienico alimentarecome prevenzione”

Page 23: Sistemi di gioco

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SEZIONE MEDICA

erano praticamente sovrappo-nibili in tutte le fasce di etàper quanto riguarda i l para-metro altezza, mentre il grup-p o d e i c a l c i a t o r i m o s t r a v avalori statisticamente inferio-ri sia di peso (nelle fasce dietà 10-14 anni) che di massagrassa (nelle fasce di età 10-17). Inoltre, una valutazioneprel iminare dei quest ionarialimentari ha mostrato che ilgruppo dei calciatori presen-tava un in t ro i to energet icolievemente superiore a quellodei sedentari, per cui le diffe-renze osservate non potevanoessere ascritte ad un minoreintroito calorico.Quest i pr imi dat i sembranoquindi indicare una influenzapositiva della pratica del cal-cio, anche con frequenza solo

bisett imanale, sui parametrid i c o m p o s i z i o n e c o r p o r e a .Anche se sarà necessaria unaa n a l i s i p i ù a p p r o f o n d i t aprima di giungere a conclu-sioni in merito ai meccanismidi tale influenza, si possonoporre almeno due ipotesi:

1)il fatto, emerso dalla valuta-z i o n e d e i q u e s t i o n a r ir i g u a r d o l ’ a t t i v i t à f i s i c asvolta, che i ragazzi prat i -cant i ca lc io presentavanoanche un livello di ulterio-re attività fisica “spontanea”superiore a quello dei con-trolli;

2)la presenza di una maggio-r e e d u c a z i o n e e c o n s a -p e v o l e z z a a l i m e n t a r e n e l -l’ambiente anche non stret-

tamente tec-n i c o c i r c o -s tante i g io -vani calciato-r i , c o n c o n -s e g u e n t em a g g i o r ea t t e n z i o n er i v o l t a s i ad a l l e f a m i -g l i e che da ibambini stes-s i n e i c o n -f r o n t i d e l l es c e l t e a l i -m e n t a r i .

In questa ottica,il gioco del cal-cio può rivestireun importanteruolo socialeattraverso unaduplice azione:la prima diretta,di miglioramen-

to del benesserepsico-fisico dovuto alla praticasportiva in se; la seconda indi-ret ta di inter vento in sensop o s i t i v o s u l l e a b i t u d i n i d ivita, sia mediante l’incremen-to dell ’att ività f is ica sponta-nea che l’adozione di più cor-rette abitudini alimentari.Questa seconda azione risul-

ta ancora più importante inconsiderazione del dato chesolo gl i inter venti capaci dimodificare le abitudini di vitasembrano rivelarsi efficaci neltrattamento a lungo terminedell’obesità infantile.

INDAGINE

Prove da sforzoAnalisi cambi respiratoriRegistrazione ECGLattacidemia

Visita cardiologicaECG baseEcocardiogramma

HolterVisita medicaAntropometria

Valutazione Cardiologica

INTERVISTA

Attività fisicaAlimentazione

fig.1

Nota: questo intervento è statopresentato al Convegno Nazionale“L’altra faccia del pallone: dallaparte dei bambini”. Torino 26Febbraio 2000

Fig.1 Schema generale ricerca Coverciano

Page 24: Sistemi di gioco

Introduzione al test e metodo di“Sintesi”

Itest e metodi di lavoro inter-mittente stanno ricevendoun’accoglienza e diffusione

sempre più ampia nell’areadell’allenamento rivolto al miglio-ramento dei processi di erogazio-ne di energia aerobici ed anaero-bici e della resistenza muscolare.I principi su cui si basa questolavoro intermittente sono da ricer-care nell’affinità con le caratteri-stiche della prestazione presa inesame: a)l’alternanza di sforzi elevati ad

altri meno intensi con pausebrevi di recupero,

b) il reclutamento alternato siadelle fibre veloci, durante glisprint, di quelle veloci resisten-ti durante la corsa ad alto ritmoche di quelle lente durante lacorsa in supplesse,

c) la produzione “ottimale” diacido lattico 4-8 mmol/L, nètroppo bassa nè troppo alta, suf-ficiente a stimolare i processifisiologici di smaltimento dellostesso come substrato ener-getico, permettendo così ilcontinuo dello sforzo.

Il test di SintesiLe motivazioni che hannospinto allo studio di questotest sono:• trovare un test che misuricon tutte le differenze delcaso, rispetto a quelli di labo-ratorio le proprietà metaboli-che in regimi di lavoro inter-

mittente;• che sia vicino, da un punto di

vista biomeccanico, al tipo dicorsa del calciatore;

• che fornisca informazioni sullostato di forma e che permettasenza speciali apparecchiature,a parte il cardiofrequenzimetro,di individualizzare i carichi dilavoro per l’omonimo metododi allenamento, tramite la rile-vazione della max F.C. utile.

Questo test che prevede 11 sprintdi 20m.rec 15-20’’ + 8’alla maxvelocità di corsa possibile (dire alcalciatore di sparare tutto unavolta raggiunto l’ultimo minuto)su percorso a navetta di 20-40-60-80-100m. Le correlazioni con iltest di Lèger sono risultate signifi-cativamente positive (P.<0,05;R.0,95) indicando per i soggetticon un elevato VO2 max la possi-bilità di percorrere distanze mag-giori durante gli 8’ di corsa.Anche la max frequenza cardiacarilevata a termine del protocollodi Sintesi risulta significativamen-te correlata a quella del protocol-

lo di Lèger (P.<0,05; R.0,90). Correlazione significativamentepositiva tra il VO2 max rilevatonel test di Lèger e la distanza (m.percorsi) durante gli 8 minuti dicorsa massimale nel test di Sintesi,indicando per i soggetti con unelevata potenza aerobica, la possi-bilità di correre a velocità piùsostenuta e quindi percorrere piùdistanza nel test di Proietti (test di

Sintesi) .Correlazione significativamentepositiva tra frequenza cardiacamassima rilevata al termine deltest di Lèger e la frequenza car-diaca massima rilevata a terminedel test di Sintesi (8 minuti dicorsa massimale).

11sprint____20m___________40m___________60m___________80m__________100m8’ di corsa continua in andata eritorno.600m ogni percorso concluso.

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FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

PREPARAZIONE FISICA

TEST E METODO DI SINTESI:VALUTAZIONE ED ALLENAMENTODELLA POTENZA AEROBICA EDELLA RESISTENZA ALLAVELOCITÀ NEL CALCIOdi Riccardo Proietti*

*Preparatore Atletico BaniyasFootball Club (Emirati Arabi)

“La potenza aerobica è importante per il calciatore non solo perché risulta correlata al volume di corsaespresso durante un incontro, ma soprattutto, per l’intensità col quale può essere sviluppato. Interviene inol-tre sulle capacità di recupero, migliorando la possibilità di ripetere sforzi intensi, in situazioni di affatica-mento”

Page 25: Sistemi di gioco

Test di Sintesi (11 sprint 20m.rec 15-20’’+ 8’ corsacontinua alla max velocità su per-corso a navetta)

* L’allenamento lattacido nondipende solamente dalla considera-zione delle sole f.c. ma anchedall’entità della sollecitazione delle

fibre veloci, dal tempo di contrazio-ne delle stesse nonché dal recupe-ro tra la sequenza delle ripetizioni.Quindi e possibile che elevate % diacido lattico si trovino anche a f.c.più basse (90-95% della max f.c.).

Rilevazioni• Frequenza cardiaca massima da

percentualizzare al 90-95% pertrovare il range di lavoro per ilmetodo di Sintesi.

• Metri percorsi durante il bloccodi corsa di 8 minuti.

• Per chi dispone di cellule fotoe-lettriche, è interessante valutarei tempi di percorrenza sui 20m,valutando la media dei tempidegli 11 sprint, come indice diresistenza alla velocità, e ilmiglior tempo sui 20m., comeindice di velocità pura.

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PREPARAZIONE FISICA

Tabella di valutazione

Metri percorsi durante gli 8’ VO2 max*

< 1499 m. scarso x 52 ml/kg/min1500-1599 m. sufficiente 52-53,5 1600-1699 m. discreto 53,5-551700-1799 m. buono 55-57 1800-1899 m. ottimo 57-58,5> 1900 m. eccellente > 58,5

* VO2 max = (m. x 0,01635) + 27,353

% max F.C. colore range metabolismo attivato etipo di allenamento

95-100% della max f.c. rosso glicolitico anaerobicoallenamento lattacido*

90-95% della max f.c. verde glicolitico aer/anaerobicoallenamento potenza aerobica in forma intensiva

x 90% della max f.c. giallo glicolitico aerobicoallenamento capacità aerobica

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

Page 26: Sistemi di gioco

Il metodo di SintesiRicordiamo che l’allenamento utileper elevare il VO2 max prevede l’utiliz-zo d’intensità che promuovono unafrequenza cardiaca pari al 90-95%della massima individuale, stimolandomiglioramenti anche sulla velocità disoglia anaerobica. Riportiamo il parere di alcuni Autorisulle percentuali rispetto alla max fre-quenza cardiaca utile alla quale corri-sponde la soglia anaerobica e all’inter-no della quale e opportuno lavorareper elevare il VO2 max:

Considerazioni in fase organizzativa Ai fini dell’applicazione pratica in sede

di allenamento (ogni atleta dovrebbedisporre di un proprio cardiofrequen-zimetro ai fini di un personalizzatotraining) risulta opportuno percentua-lizzare i vari dati in rapporto alla pro-pria massima F.C utile che ricordiamosembra essere la variabile menoinfluenzabile dall’allenamento e che

potrebbe essere considerata comevariabile indipendente ai fini di verifi-care come gli altri parametri varino infunzione di essa dopo cicli di training.

Nel caso in cui i cardiofrequenzimetrisiano due o tre, è necessario primaraggruppare la squadra in due o tresottogruppi in funzione del risultatodel test, es. gruppo A atleti che sonorientrati tra i 1600-1700m., gruppo Bquelli tra 1700-1800m., gruppo C quel-li tra 1800-1900, poi scegliere un capo-

gruppo che funge da regolatore divelocità di corsa.

Il metodo di Sintesi presenta 3 versioni

Indicazioni sull’apporto condizio-nante delle versioni A-B-C sullapotenza aerobica e sulla resistenzaalla velocità (**** eccellente ***ottimo ** discreto * sufficiente)

Metodo di Sintesi versione A(11 sprint 20m rec.15-20’’+ 8’corsacontinua al 90-95% della f.c. maxsu percorso a navetta x 2 seriecontinue)

• Potenza aerobica ****• Resistenza alla velocità **

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FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

PREPARAZIONE FISICA

1.Fox, Bower, Foss (1995) 91% della max frequenza cardiaca utile

2.J.Bangsbo (1996) 90% 3.U.Wisloff (1998) 90-95%4.R.Proietti (1997) 90-95%5. A.Snider, T.Woulfe, R.Welsh, C.Foster (1994) 87-92%

Page 27: Sistemi di gioco

Metodo di Sintesi versione B(6 sprint 20m rec.15-20’’+ 3’corsa con-tinua al 90-95% della f.c. max su per-corso a navetta x 4 serie continue).

• Potenza aerobica ***• Resistenza alla velocità ***

Metodo di Sintesi versione C(6 sprint 20m rec.15-20’’/ rec.serie 1’x 5 serie continue).

• Potenza aerobica *• Resistenza alla velocità ****

A d a t t a m e n t i m o r f o l o g i c o -f u n z i o n a l i r i c e r c a t i

1) Durante gli sprint

- resistenza alla velocità incondizione lattacida

- accelerazioni e decelera-

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PREPARAZIONE FISICA

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

Page 28: Sistemi di gioco

zioni continue - aumento del volume sisto-

lico- miglioramento dei mecca-

n i s m i d i p r o d u z i o n eenergetica

2) Durante i blocchi di corsa

- m a n t e n i m e n t o d i u nritmo di corsa medio alto in condizioni di fati-ca

- corretta biomeccanica dicorsa indottad a i c o n t i n u i c a m b i d i

direzione - u t i l i z z o m e t a b o l i c o d e l

piruvato e acidi grassi con risparmio del

glicogeno- aumento della velocità di

s m a l t i m e n t o d e l l ’ a c i d olattico

La presente metodica risultamodulabi le in un regime dilavoro più qualitativo per ciòche riguarda la reiterazionedi sprint soprattutto quandoi l ivel l i di potenza aerobicarisultano già sufficientemen-te inc rementa t i e , in se r i t i ,secondo la sequenza de l lev e r s i o n i A - B - C , a l l ’ i n t e r n odel microciclo o del mesoci-clo.L’evo luz ione de i car i ch i d ilavoro volgerà in questo casoverso espressioni di intermit-tenza di t ipo mass imale piùa p p r o p r i a t i a l c o n d i z i o n a -mento de l l a re s i s tenza a l l avelocità.

Conclusioni

L’autore ut i l izzando i l testdi Sintesi come metodo valu-

tativo per la potenza aerobi-ca e la resistenza alla velocitàche ricordiamo essere diret-tamente responsabili e quin-di indicative delle attività dig i o c o i n t e r m i t t e n t i p i ùimpor tan t i durante l a garacome:

- Corsa a moderata velocità;1 6 k m / h ( f r a z i o n i t o t a l i1.700 m. circa)

- Corsa ad a l ta ve loc i tà ; 21km/h ( fraz ioni tota l i 700m. circa)

- Sprint; 30 km/h ( frazionitotali 400 m. circa)

ha rilevato dopo 4 settimaned i t r a i n i n g c o n l e s q u a d r eAllievi Nazionali e Primaverad e l l ’ E m p o l i c a l c i o , u naumento sia del consumo diossigeno, sia della velocità dicorsa.Gli andamenti delle concen-t r a z i o n i d i l a t t a t o e m a t i c onel test e metodo di Sintesirisultarono i seguenti:

Test: indicativamente tra gli8-12 mmol l-1.

Versione A :intorno ai 7 mmol l-1 a finedegli 11 sprint ed intorno ai3 mmol l-1 a fine del bloccodi 8’di corsa.

Versione B :h a p r e s e n t a t o d e g l i a n d a -ment i del la t ta to pressochésimil i tra le due espressionidi corsa e più precisamentecirca 3-5 mmol l-1 sia a finedei 6 sprint che nel blocco di3’ di corsa.

Versione C :ha presentato valori di latta-to compresi tra i 3-4 mmol l-

1 . Q u e s t a v e r s i o n e v i s t o l em o d a l i t à c o n l e q u a l i s iespr ime, 6 spr int l inear i d ic i rca 3 ’’ c iascuno, presentavalori di lattato ematico noneccessivamente alte, presup-ponendo un massiccio appor-to del sistema del fosfageno,l ’anaerobico alattacido, chesembra , appunto , r i copr i reb u o n a p a r t e d e l l e q u o t aenergetica richiesta per que-sto tipo di sforzo.Anche la resistenza alla velo-cità valutata con gli 11 sprintha presentato dei significati-vi abbassamenti dei tempi dipercorrenza . Quanto d imo-strato ipotizza per i soggettia l lenat i con questo metodoun miglioramento della velo-c i t à d i s m a l t i m e n t odel l ’ac ido lat t ico (prodottodal le f ibre ve loc i durante iblocchi di sprint) nonché i lsuo ut i l i zzo come substra toenergetico dalle fibre lente eve loc i re s i s tent i (durante iblocchi di corsa con cambiodi direzione) che avviene adalte F.C. presupponendo peri ca lc ia tor i la poss ib i l i tà d ir e i t e r a r e s f o r z i m a s s i m a l i(sprint) durante situazioni dig i o c o ( p r e s s i n g e p o s s e s s opal la) in cui i l s i s tema car -diocircolator io e muscolarerisulta trovarsi ad “alt i regi -mi di lavoro”.

BibliografiaR.Proietti,”La corsa.Valutazionee a l l e n a m e n t o d e l l a p o t e n z aaerobica e de l la res is tenza al lavelocità nel calcio” libro+ video.E d i z i o n i N u o v a P r h o m o s v i aO . B e t t a c c h i n i , 3 C i t t à d iCastello (PG)

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FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

PREPARAZIONE FISICA

Page 29: Sistemi di gioco

Si sta parlando da tempodella profonda modificain a t to ne l le soc ie tà d i

ca lc io sul la determinaz ionedelle competenze delle variefigure professionali impiegatenella gestione sportiva.E’ sempre più difficile ormair i s c o n t r a r e c h e a d u n s o l omanager di estrazione sporti-v a s i a d e l e g a t a l a g e s t i o n ecompless iva del la società dicalcio: si assiste piuttosto, consempre maggiore frequenza,a l l ’ ingre s so ne l mondo de lcalcio di figure professionaliprovenient i da i p iù svar ia t is e t t o r i e c o n o m i c i l e q u a l ia sp i rano ad occupare ruo l isempre più v ic in i a l la s feratecnico sportiva per la grandea t t e n z i o n e c h e i m e z z i d ii n f o r m a z i o n e d e d i c a n o a dessa.Ta l e f e n o m e n o , s e d a u n aparte arricchisce le società dicompetenze manager ia l i d i

alto profilo, dall’altra deter-m i n a s p e s s o i n d e s i d e r a t ecompressioni dei ruoli tradi-zionalmente affidati a coloroc h e v a n t a n o s p e c i f i c h e e desclusive esperienze calcist i -che.Ma per quanto forte sia il ten-t a t i v o d i s o v r a p p o s i z i o n edelle funzioni politico- ammi-nistrative sulle quelle tecnico-s p o r t i v e o p e r a t o d a i n u o v imanager d’azienda, al diretto-re sport ivo spet tano ancoraresponsabi l i tà determinant inel perseguimento dell’ogget-to sociale di ogni club di cal-cio.

Tra le funzioni più importan-t i c h e i l D S è c h i a m a t o asvolgere con la competenzaspecifica e la sensibilità spor-t i v a , c h e c o s t i t u i s c o n o i lpatrimonio professionale piùe s c l u s i v o , v i è q u e l l a d e l l ag e s t i o n e d e i r a p p o r t i c o nl’allenatore.A differenza degli altri paesie u r o p e i d o v e l a f i g u r ade l l ’ a l l ena tore co inc ide inqualche modo con quella delm a n a g e r s p o r t i v o , n e l l es o c i e t à i t a l i a n e c o n v i v o n odue f igure i s t i tuz ional i chepensano e vedono calc io inmodo indipendente ed auto-n o m o e c h e p e r q u e s t ohanno dato spesso origine acontrapposizioni molto forti.La s tor ia de i rappor t i t ra idirettori sportivi e gli allena-tori è infatti caratterizzata dac o n n o t a t i d i p r e g i u d i z i a l ediffidenza se non addiritturadi aper to scontro : le sce l ted e l m e r c a t o c a l c i a t o r i e l aguida tecnica del la squadrasono responsabilità che sonos ta te s t rumenta lmente r im-

pallate ad ogni crisi di risul-t a t i , con la conseguenza d ii n g e n e r a r e t e n s i o n i e dincomprens ion i a l l ’ in ternodella società.Se è vero che il compito isti-tuzionale del direttore spor-t i vo è que l lo d i r i sponderedell’andamento tecnico com-p l e s s i v o d e l l a s q u a d r a i nrelaz ione al la l inea pol i t icaed economica della società, èanche vero che la responsa-b i l i t à d e l l a g u i d a t e c n i c ad e l l a s q u a d r a è c o m p i t oe s c l u s i v o d e l l ’ a l l e n a t o r e i lquale, nell ’ambito delle suecompetenze, deve poter con-tare sul la completa autono-mia operativa.I l d i r e t t o r e s p o r t i v o d e v ep e r t a n t o a s s i c u r a r e a l s u otecnico una leale col labora-zione, scevra da inopportuneingerenze nella impostazionetecnico tattica della squadra:per as surdo i l DS dovrebberiuscire a spogliarsi in modocamaleont ico de l le propr ieconv inz ion i ca l c i s t i che pera s s i m i l a r e i n p i e n o q u e l l edel suo al lenatore di turno,cos ì da e s sere in grado inogni momento di compren-derne le esigenze e provvede-re appropriatamente all’indi-v i d u a z i o n e d e g l i e l e m e n t ineces sar i a l la rea l i zzaz ionedel progetto tecnico elabora-t o d a l l ’ a l l e n a t o r e p e r l asquadra.Molti sostengono invece cheil DS debba mantenere sem-pre una propria identità tec-nica, anche se questa dovesserisultare in contrasto con leconvinzioni del l ’a l lenatore,così da garantire un’autore-

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A.DI.SE

RAPPORTI TRA IL DIRETTORESPORTIVO E L’ALLENATORE

di Claudio Garzelli*

* Vicepresidente ADISE

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

Claudio Garzelli

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vo le a l ternat i va d i g iud iz iosu l l ’opera to de l t ecn i co d ifronte alle legittime interro-gazioni degli organi dirigen-ziali della società.Quest’ultima posizione peròa p r e s p e s s o l a s t r a d a a dincomprensioni molto per i -co lose , per lo p iù generatedai giudizi di merito espressida l d i re t tore spor t i vo su l l aconduzione del la squadra esu ogni altra decisione squi-s i t a m e n t e t e c n i c a p r e s adal l ’a l lenatore , g iudiz i for -mulat i non secondo l ’ott icaprofessionale del tecnico, mapiuttosto secondo una visio-ne tutta personale del DS i lq u a l e , i n u l t i m a a n a l i s i ,t e n d e a s o s t i t u i r s i i n t u t t oa l l a f i g u r a d e l l ’ a l l e n a t o r econ l a pre te sa d i condiz io -narne scelte e piani tattici. E’ facilmente comprensibileche, per le pecul iar i tà t ip i -c h e d e l l a v o r o d i s q u a d r a ,l ’ a f f i a t a m e n t o t r a l e v a r i ef i g u r e p r o f e s s i o n a l i c h eo p e r a n o i n q u e l c o n t e s t oc o s t i t u i s c e u n e l e m e n t odeterminante per i l raggiun-gimento del successo sporti -vo e non fa certo eccezionea ta le pr incipio i l rapportotra i l tecnico ed i l direttoresportivo. E ’ p e r t a n t o a s s o l u t a m e n t eauspicabile che la collabora-z i o n e t r a l e d u e p r i n c i p a l ic o m p o n e n t i t e c n i c h e d e l l asocietà di calcio s ia piena ecostante, al fine di garantirealla società lo sviluppo armo-nico desiderato, assicurandoil coinvolgimento dell’allena-tore nei programmi societari,senza per questo mortif icar-ne le convinzioni profess io-nali e l’autonomia operativa.

Perché ciò avvenga la sensi -bilità sportiva e l’esperienzaspecifica del direttore sporti-vo debbono consigl iare a l lasocietà le posizioni più chia-re nei confronti dell ’al lena-tore e dei calciatori, attraver-so una comunicazione diret-ta fatta di interventi sempli-c i , m i r a t i a t r a s f e r i r e a l l asquadra i concetti fondamen-tali del lavoro di equipe.Un leale rapporto di collabo-razione instaurato con l’alle-natore, nella consapevolezzache la figura di questi è cer-tamente quella più esposta aig i u d i z i s o m m a r i t i p i c i d e lmondo del ca lc io , consenteal direttore sportivo di risol-vere più agevolmente le pro-blematiche che attengono lasquadra nel suo complesso ,contr ibuendo a l l ’ ana l i s i edalla gestione della psicologiadel gruppo. Quante volte, a proposito disquadre di successo, sent ia -m o p a r l a r e d i “ s p i r i t o v i n -cente” senza capire bene dicosa si tratt i o da chi o checosa venga generato: lo spiri-t o v i n c e n t e è u n c l i m a ,u n ’ a r i a c h e s i r e s p i r a n e lcontesto di una società spor-t iva che gl i at let i avvertonos i n d a i p r i m i m o m e n t i d ia p p a r t e n e n z a a l c l u b , c o nquella tipica sensibilità quasip r i m o r d i a l e c h e p e r m e t t eloro di comprendere subitol a r e a l t à n e l l a q u a l e s o n oa r r i v a t i . S o s t e n g o i n o g n io c c a s i o n e c h e i c a l c i a t o r i ,presi in gruppo, sono presso-ché tut t i ugual i , non fossea l t r o c h e p e r l a p a s s i o n esportiva che li accomuna, perl ’ e t à , i l g r a d o d i c u l t u r a el ’ e s t r a z i o n e s o c i a l e p e r l o

più omogenee; la differenzatra i l comportamento di ungruppo rispetto ad un altro èquindi determinata da fattoriche sono r i conduc ib i l i a l l ag u i d a t e c n i c a e s o c i e t a r i a ,quindi al grado di comunica-zione e di intesa che si riescea d i n s t a u r a r e t r a l e f i g u r edell’allenatore e del diretto-re sportivo. L’accordo, quando non addi-rittura la studiata complicità,tra i l DS e l ’a l lenatore per -mettono sovente di elaborareprovvediment i che abbianol’effetto di produrre nei cal-ciatori le reazioni desiderate,in funz ione de l le var ie e s i -genze agonistiche.E’ giusto infine sottolineareche, per l’accresciuta profes-sionalità delle figure in paro-la, i rapporti tra il direttoresport ivo e l ’a l lenatore sonosensibilmente migliorati e sipossono riscontrare con sem-pre maggiore frequenza casidi prolungata e proficua col-l a b o r a z i o n e t r a i d u e c o neffet t i decisamente s tabi l iz -zanti per le società che pos-sono benef ic iare de l le loroprestazioni.E’ senz’altro auspicabile che,c o s ì c o m e è a v v e n u t onell’ultimo corso per diretto-r i s p o r t i v i v o l u t o d a lP r e s i d e n t e d e l S e t t o r eTecnico, Avv. Mario Valitutti,lo spirito di grande collabo-razione e di approfondimen-to de l le temat iche spor t i veche deve unire tut t i co loroche partecipano al lo sv i lup-po del giuoco del calcio con-t i n u i a t r o v a r e n e l C e n t r oTe c n i c o d i C o v e r c i a n o i lluogo ideale d’incontro e distudio.

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FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

A.DI.SE.

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“ La formaz ione d i nuov ial lenatori , razionalmen-t e i s t r u i t i e p r e p a r a t i ,

a t t r a v e r s o u n a s c u o l a , p u òdivenire coeff iciente impor-tantissimo al raggiungimentod i n u o v e f u l g i d e m e t e ” .Bi sogna ammettere - e ren -dere noto - che all ’elevazio-ne del calcio italiano hannoe f f i c a c e m e n t e c o n t r i b u i t oallenatori stranieri chiamatid a m o l t e n o s t r e s o c i e t à -nelle grandi e piccole città -a p r e s t a r e l a l o r o o p e r a ,spesso efficacissima, di tecni-c i c a p a c i e p r o v e t t i ; c o s ìcome contribuirono i rinsan-g u a m e n t i a l l e n o s t r e s q u a -dre , e f fe t tuat i a t t raverso lare importaz ione di e lement inostrani v ivent i a l l ’es tero ecresciut i nel calc io ad al tras c u o l a , a s s i c u r a t i a i n o s t r i“und ic i ” da l l a muni f i cenzadi società e appassionati. Seuna certa s incronometria diammaestrament i è venuta anoi da g iocator i important iin quest i u l t imi anni , quas itutti da oltre oceano, da unas c u o l a c h e c i h a i n v i a t om a g n i f i c i c a m p i o n i , d e g l ia l lenator i s t ranier i dobbia -mo notare la diversa menta-lità, la diversità delle scuolea l l e q u a l i s o n o c r e s c i u t i , idiversi s istemi da essi prati -c a t i n e l l ’ i n s e g n a m e n t o e ,soprattutto, la grande dif f i -coltà che essi hanno di com-p r e n d e r e a p p i e n o l ’ a n i m o

d e i n o s t r i g i o c a t o r i e f a rfruttare sportivamente quel-lo che è uno dei coefficientiindispensabil i a molte vitto-rie: l ’entusiasmo, la fede. I lm o r a l e d e i g i o c a t o r i .I d e a l m e n t e , b i s o g n e r e b b epoter estrarre tutto il bello ebuono che è d i produzionenostrana, unirlo al buono ebello pervenuto a noi attra-verso a l lenator i e g iocator is tranier i , farne “un’essenzad’insegnamento” per i futurial lenatori del la nuova scuo-la , come “e l i s i r” d i lunga eprat ica v i ta , da propinare ef a r a d o t t a r e d a l l e s q u a d r ec h e s a r a n n o a f f i d a t e a l l el o r o c u r e . S p e s s o , p e r ò ,l ’ i d e a l e f à a p u g n i c o n l apra t i ca e l e neces s i t à de l l avita. L’estrarre dalle vecchiescuole di vari sistemi la partemigliore, amalgamarla in untut to d i teor ie che possanofar scuola, tali da poter esse-re applicate sul terreno dellap r a t i c a , n o n è f a t i c a d ap o c o : i n m a t e r i a d i c a l c i opressoché impossibile.I l p r i m o p r o b l e m a c h e s ipresenta a l l ’a l lenatore, unavolta assunto da una società,è quello dell’ambientamentonei confront i dei d ir igent i ,dei g iocator i , del pubbl ico.M o l t o s p e s s o i n s i t u a z i o n imolto diff ici l i e punto desi -derabil i . Abbiamo, in Ital ia,d u e c a t e g o r i e d i S o c i e t à .A l l a p r i m a a p p a r t e n g o n o

quelle di cui v i è dovizia dimezzi, capacità di dirigenza;d o v e , p u r e i n a m b i e n t e d if a m i l i a r i t à e d a f f e t t u o s i t àindi spensabi l i per o t teneres e r i r i s u l t a t i d a i g i o c a t o r i ,ognuno: dirigente, al lenato-re, giocatore, ha mansioni ec o m p i t i b e n d i s t i n t i , c o np r e c i s a d i s t r i b u z i o n e d iobblighi, doveri e responsa-bilità. Qui non vi sono inter-ferenze che confondano edostacol ino, spesso , nel lorosviluppo, il lavoro del singo-lo. Sul perno, sul fulcro, rap-p r e s e n t a t o d a i d i r i g e n t i ,roteano tutt i g l i s t ipendiat id e l l a S o c i e t à . I d i r i g e n t i ,dopo aver f i s sate le precisemansioni di ognuno, i dipen-denti seguono, assistono nelloro lavoro con incitamenti,consigli ed aiuti; facilitandoc o n l a p a r o l a e l ’ a z i o n e icompiti di tutti, volti al rag-g i u n g i m e n t o d e l l a b u o n ameta a tutti comune. Qui lac a p a c i t à d i a d a t t a m e n t odel l ’a l lenatore non esce daque l l e qua l i t à norma l i cheformano l’uomo come perso-n a s o c i e v o l e , c o n s c i a d e ipropri doveri. Nessuna capa-c i t à ind i v idua le , spec ia le èn e c e s s a r i a . Q u e s t e S o c i e t àsono un poco la manna deglia l lenator i che conoscono i lloro mest iere . Al tre societàv i s o n o , d o v e l e c o s e , p e rmotivi diversi, non cammina-n o c o n t a n t a s e m p l i c i t à !

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TESTIMONIANZE

FONDAZIONE «MUSEO DEL CALCIO»

L’ALLENATORE DEVE POTER LAVO-RARE CON LIBERTÀ E DIGNITÀ:PERCHÈ LA FEDERAZIONE NONSTUDIA UN CONTRATTO-TIPO?

Riportiamo, da un articolo di Luigi Barbesino, pubblicato su “Il Calcio Illustrato” del 1933, considerazioniassai interessanti, potremmo dire attuali, degne sicuramente di attenzione per tutti gli allenatori e non solo.

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Q u e l l o c h e p e r l e p r i m e èord inar ia ammini s t raz ione ,diventa per ques te secondeo g g e t t o d i l a v o r o p r e o c c u -p a n t e , a s s i d u o , d i f f i c i l e : ,m o l t o s p e s s o s f o c i a t e i ns i t u a z i o n i i n s o s t e n i b i l i .I n s u f f i c i e n z a d i d i r e z i o n e ,d i s i l lus ione d i appass ionat iper i nuovi acquisti che maler i s p o n d o n o a l l ’ a s p e t t a t i v a ,rancori e malumori persona-l i e l o c a l i s i t a c c i o n o , i nt a n t o e q u a n t o l a s q u a d r av ince o s i comporta onore -volmente. Covano lentamen-te e po i e sp lodono quandola squadra accumula sconfit-t e o non o t t i ene i r i su l t a t iche i l pubblico si attende opretende. Allora è il “si salvic h i p u ò ” e d i l s o l o a n o nsalvarsi è sempre l ’al lenato-r e , c h e i n b r e v e d i v e n t acapro espiatorio degli errorie d e g l i u m o r i d i t u t t i : d e ic o n t i d e l c a s s i e r e c h e n o ntornano con i preventivi; delp u b b l i c o c h e v o r r e b b e - enon ott iene - di averlo sol i -d a l e n e l l a l o t t a c o n t r o i ldir igente Caio e Sempronioad esso inviso; dei giocatoric h e s o n o l i e t i d i f a r l oresponsabile del loro cattivor e n d i m e n t o ; d e i d i r i g e n t iche non avendo a l t ra so lu -z i o n e , n o n t r o v a n d o d imeglio che prendersela conl’allenatore. Si formano cosìsituazioni, nelle quali la tec-nica dell’allenatore passa inseconda e terza l inea, men-tre la sua capacità tattica, edi l s a p e r c a l m a r e l ’ o r g a s m ode i d i r igent i , e conv inceredirigenti e giocatori ad averfiducia in lui, nel lavoro checompie, nel suo buon senso,assumono importanza princi-

palissima. In questa secondac a t e g o r i a d i s o c i e t à , q u a s isempre l’allenatore ha a suad i spos i z ione undic i o pocop i ù d i u n d i c i g i o c a t o r i d ii m p o r t a z i o n e r e g i o n a l ediversa. Giocatori già forma-ti. Meglio: non formati e chenon si formeranno mai più,ai quali è sommamente diffi -cile insegnare qualcosa, per-ché le loro capacità calcisti -che si sono fuse in una quan-t i t à t a l e d i m o l t i d i f e t t i epochi pregi che a correggerei p r i m i e a f a r r i f u l g e r e is e c o n d i , o c c o r r e r e b b el u n g o , c o s t a n t e , p a z i e n t elavoro, in assoluta tranquil -lità di spirito ed in ambiented i s e r e n i t à f r a a l l e n a t o r e ,dirigenti, giocatori e pubbli-c o . I n v e c e i d u e p u n t i d ac o n q u i s t a r e a q u a l u n q u ecosto, anche quando la cosaa priori è impossibile, batto-no alla porta ogni domenica.Il pubblico vuole vedere vin-cere la propria squadra. Peri dirigenti conquistare i duepunt i o perder l i , vuo l d i rea v e r e l a d o m e n i c a d o p oa f f l u e n z a d i p u b b l i c o , ov e d e r e l a c a s s e t t a d e g l iincassi dimezzata. Il “deficit”f inanz iar io momentaneo faspes so perdere i l contro l lodei nervi, la giusta valutazio-ne dei mezzi che si hanno ede l t empo che occorre perr a g g i u n g e r e c o n s i c u r e z z auna meta . Sp in t i da l ma lu -more della folla - unica prin-c i p a l e l o r o f o n t e d i v i t a -p a r e a i d i r i g e n t i d i p o t e rf a r e q u a n t o a l l ’ a l l e n a t o r e ,pure no to per l e sue capa -c i tà , non è r iusc i to ancora ,e d i m p o n g o n o s i s t e m i d iallenamento, squadra, tattica

d i g i o c o i n c o n t r a s t o c o nl ’ a l l e n a t o r e , g u a r d a n d o s ibene di assumere la respon-sabilità delle loro imposizio-ni e facendo dell ’al lenatorela v i t t ima de l l a s i tuaz ione .Quest i non s i sot topone eda l lora lo s i manda a spas sol i c e n z i a n d o l o ; g u a r d a a l l ostipendio, fà quanto si vuolee perde au tor i t à e d ign i t à ,l iqu idandos i pres to o tard imoralmente e profess ional -mente perché i catt ivi r isul -t a t i s p o r t i v i c h e i n t a l iambienti sempre si avranno,v e r r a n n o p r e s t o o t a r d i ad a n n e g g i a r l o . I n t e r v e n t i

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TESTIMONIANZE

FONDAZIONE «MUSEO DEL CALCIO»

“Pietro Sernagiotto”Brasiliano della Juventus attaccantegiunto in Italia nel 1932. Vince gli scudetti 1933/1934

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a n c h e r e c e n t i d e l l aFIGC a favore di alle-n a t o r i l i c e n z i a t i d as o c i e t à a s t a g i o n eincominciata , d imo-strano come al mag-g ior Ente ca l c i s t i conon sfugga il crearsidi queste s i tuazioni .A n o s t r o m o d e s t op a r e r e , i l s o g g e t t omeri terebbe l ’a t ten-zione dei compilatorid e l p r o g r a m m a d e lnuovo corso allenato-ri, perché la capacitàd i a m b i e n t a m e n t odell’allenatore è con-diz ione pr ima, indi -spensabile per lo svi-luppo della sua att i -vità tecnica. L’allena-tore potrà ovviare, inparte, al formarsi diqueste penose s i tua-zioni, facendosi fissa-re i compiti che unadeterminata soc ie tàsi prefigge e misuran-do mezzi ed elemen-t i , c h e l a s o c i e t àmette a sua di spos i -zione prima di impe-

gnarsi con essa; ma più èm e g l i o , s e c o n d o i lnostro pensiero, porte-rebbe beneficio la for-mazione da parte dellaFIGC di un “Contratto-Tipo” da consigliare omeglio ancora imporrea società ed allenatori,ne l qua le s i ano benef i s sa t i obbl ighi , man-s i o n i e d i r i t t i . S i èg i u n t i a l “ C o n t r a t t o -T ipo” per i g ioca tor ia p p u n t o p e r i m o l t iinconvenienti che l’ini-z ia t i va s ingola creavaannualmente. La stessac o s a p o t r e b b e e s s e r efatta per gli allenatori.Nel tempo, il contrattopotrà es sere r i vedutoalla stregua degli inse-gnamenti che verran-n o d a l l a p a r t i c a ; m ai n t a n t o a p p o r t e r àn o t e v o l i b e n e f i c i a irisultati che si attendo-n o d a l l ’ o p e r a d e g l ia l lenator i , a i qua l i i l“ C o n t r a t t o - T i p o ”r e c h e r e b b e t r a n q u i l -lità e difesa.

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TESTIMONIANZE

FONDAZIONE «MUSEO DEL CALCIO»

Requisiti necessari all’ArbitroLa Commissione della FIFA per il Campionato del Mondorivolse formale invito alle federazioni nazionali affiliate perla designazione degli arbitri, fissando il termine utile delleproposte al 15 aprile 1934. Entro tale data ogni federazioneinviò alla Segreteria della FIFA un elenco comprendente, almassimo, quattro arbitri, i cui nominativi furono corredatidalle seguenti informazioni:a)attività sportiva;b)attitudini di ordine generale;c)nozioni linguistiche.

Naturalmente le singole federazioni, nel proporre gli arbitriper la più importante competizione calcistica del mondo,hanno sentito il dovere morale e materiale di garantire laprecisa capacità dei loro designati. Capacità che non Ë sol-tanto costituita dal valore tecnico dell’arbitro, ma ancoradall’insieme delle considerazioni generali che si possonofare della sua persona e delle cognizioni linguistiche.Quest’ultimo requisito è importante, perché i maggiori diri-genti del calcio internazionale pensano appunto che per ildirettore di una partita è utile una facile comunicazione coni 22 giocatori in campo, per evitare errate od incomplete

Abbiamo trovato in una pubblicazione dedicata al Campionato del mondo del 1934, che si trova presso ilMuseo del calcio, due note assai interessanti che presentiamo all’attenzione degli allenatori e di coloro che siinteressano al calcio.

Le punte di diamante delle due valorosissime contendenti,Juventus - Napoli: Sallustro e Farfallino, più amici che mai

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TESTIMONIANZE

interpretazioni, che andrebbero a detrimento della regola-rità dell’incontro.Pertanto la Commissione della FIFA si è preoccupata, nelcompilare la lista definitiva degli arbitri del Campionato delMondo, di scegliere, attraverso le numerose proposte, imigliori esponenti - sotto ogni aspetto - della categoria arbi-trale internazionale. Nel designare gli arbitri per le singolepartite ha cercato di creare, lad-dove fu possibile, “un armonia dilinguistica” tra i giocatori ed ildirettore di gara.

La funzione del fischietto arbitraleNon è senza ragione che, perdare una voce all’arbitro, si scel-se (non sappiamo quando) ilfischio stridente. Il fischio - chissàperché - è la formula più sinteti-ca e schietta della disapprovazio-ne. L’arbitro non può esprimer-si, dunque, che con quello. Siopera nell’attimo un vero scari-co di coscienza, che il fischioperentorio sostituisce, in certomodo, quello che ci ostiniamo avolte a non udire e che sibila dalprofondo di esso. La funzionedell’arbitro consiste appunto nelricordarci che, di questo sibilointerno, il suo, quanto più è stri-dulo, tanto più è un’eco fedele.Importante e delicata funzione:che esige virtù introspettiva esevera immediatezza di giudizioda parte di coloro che accettanosottomettersi ad essa: freno disci-plinato dei suoi slanci iperbolicie serena pupilla per discernerebei grovigli il nodo improbo. Senecessario tagliarlo, alla manieradi Alessandro il Macedone, maessa tanto più è degna quantopiù, agendo sugli antagonistidelle competizioni sportive, guiz-za il suo staffile sui partigiani cheschiamazzano intorno. Allora ilfischio è addirittura eroico, sfidaimpavida alla smodata passiona-lità della folla, imbavagliandonel’evviva iracondo. E se succede

che il sibilo, lacerate le tempia, in tumulto, si incagli in econelle gote e nelle dita degli energumeni, allora ci si accorgequanto la funzione dell’arbitro sia giocondamente bella eguerriera. Quando nella tempesta smodata il suo inimitabi-le “è fatto!” sanziona l’inflessibilità della legge e il verboschietto dell’onore. Quando, a frenare l’astuzia illecita o ilcieco impeto, basterà un monito della coscienza?

Due bolognesi Innocenti e Baldi a capitani delle due squadre di ..differente levatura: Napoli eBologna. A mezz’altezza l’arbitro e la sua “mossa”, lo stilizzato e popolarissimo Lenti.

FONDAZIONE «MUSEO DEL CALCIO»

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Pr i m a d i i m p e g n a r s i i nq u a l s i a s i t i p o d i p r o -grammazione e di sele-

zione delle esercitazioni, siafisiche che tecnico-tattiche, èopportuno documentarsi sulleconoscenze circa i l modellodi prestazione caratterist icodella disciplina sportiva che siandrà ad a l lenare. Nel casospecifico del calcio a 5, per ilquale le ricerche e l’interessede l l e s c i enze motor ie sonopiuttosto recenti, è opportu-no anche considerare il luogoin cui tali indagine sono statecondotte. E’ bene ricordare,infatti, che realtà nazionali incui il livello qualitativo tecni-co-tattico è piuttosto elevato(vedi la Spagna) possono pre-sentare modelli di prestazionenella disciplina sportiva moltodistanti da quelli osservabiliin contesti sportivi nazionaliin cui la selezione nazionalenon è rappresentata tra i ver-t ici internazionali . Partendoda questa consideraz ioni inquesto lavoro si è cercato disintetizzare le conoscenze sulc a l c i o a 5 i t a l i a n o p r o p r i operchÈ si è convinti che talidati possano essere util i perchi opera, a diversi livelli, nelpanorama nazionale.

I dati in letteraturaI lavori individuati in lettera-tura sono recenti ma piutto-sto esigui: è solo dal 1994 checompaiono lavori inerenti lametodologia dell’allenamentoe ricerche relative al modellodi prestazione del calcio 5. Ilavori condotti per analizzaregli aspetti tecnico-tattici for-niscono importanti parametri:da una ricerca condotta nelCampionato Regionale puglie-

se su 16 gare è emerso che,all’interno del tempo effettivodi gioco, ciascuna squadra inogni gara in media dispone di95,8+ 7 possibilità di attacco e chein media ogni 2,5 azioni si arrivaad effettuare un tiro in porta(Sannicandro, 1995).Dal punto di vista energeticoe condizionale il primo inte-resse il calcio a 5 lo ha susci-tato in ambito scolastico: siaper la prat ic i tà e versat i l i tàd e l l ’ a t t i v i t à a d a d a t t a r s i aquals ias i spazio disponibi le,sia per i livelli di motivazioneattivati nella proposizione diquesto sport nella scuola, siaper il carico motorio sommi-n i s t r a t o , l a p r i m a r i c e r c a(n=60) è avvenuta proprio peros ser vare i parametr i de l losforzo fisico nel calcio a 5 sco-lastico (D’Ottavio e Castagna,1994). Dalla ricerca si è evi-denziato che in ambito scola-s t i co i l Ca l c io a 5 r i ch iedepicchi di frequenza cardiaca( F C ) v i c i n i a l 9 5 % , c h e l adurata delle azioni di gioco sia t te s ta per 10 -20 secondi eche le pause successive sonodi pari durata. Dalle rivelazio-ni gli Autori hanno conclusoche il calcio a 5 praticato inambito scolas t ico (e quindic o n f i n a l i t à m e r a m e n t ericreative-educative), raggiun-g e n d o F C m e d i e i n t o r n oall’85%, è un’attività sportivaad impegno cardiaco medio-a l t o . D ’ O t t a v i o e C a s t a g n a(1944), a l la luce dei cr i ter istabiliti dall’America Collegeof Sports Medicine che indivi-dua intensità tra il 70% ed il90% della FC massima teoricacome ottimale per lo sviluppodel le caratter is t iche aerobi -che dei soggetti non partico-

larmente allenati, hanno sot-tolineato la valenza condizio-nale del calcio a 5. In ambitosportivo agonistico le ricercheche rappresentano la bussolaper orientars i in materia dipreparazione fisica nel calcioa 5 sono quelle di D’Ottavio ecoll. (1997), quella realizzatada Marella e Risaliti (1999),p r e s e n t a i n o c c a s i o n e d e lConvegno Internazionale diCoverciano (1997) ed il lavo-r o s p e c i f i c o p u b b l i c a t o d aF a c c h i n , S e n o e O s i m a n i

( 1 9 9 9 ) . L a r i c e r c a d iD’Ottavio sopracitata, realiz-zata su 12 giocatori , facentipar te in quel per iodo del lanazionale selezionata per par-t ec ipare a l l e qua l i f i caz ion ieuropee, ha indagato il saltocon contromovimento (CMJ),i 15 ’’ d i s a l t i cont inu i t ipoCMJ, i 5-7’’ di salti continui aginocchia bloccate, la velocitàsui 30 m. lineari e quella sui15+15 a navetta, la velocità dis o g l i a a e r o b i c a c o l t e s t d i

CALCIO A CINQUE-PREPARAZIONE FISICA

LE CONOSCENZE SUL MODELLO DI PRESTAZIONE NEL CALCIO A 5di Italo Sannicandro*

* Dottore in Scienze Motorie ePreparatore Atletico

TEST/PROVA

30 m

15 + 15NAVETTA

MADER

RISULTATI

4,19 ± 0,1 sec.

5,76 ± 0,1 sec.

14,8 ± 1,1 Km/h

4,5 mMLATTATO

tab.1

Sintesi di alcuni dati riportati nellaricerca svolta da D’Ottavio e coll.(1997)

FORMAZIONEE ISTRUZIONE TECNICA

Page 36: Sistemi di gioco

34

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

CALCIO A CINQUE-PREPARAZIONE FISICA

Mader (tabella 1), lo spaziopercorso durante la prima fra-zione di gioco mediante playcontroller (tabella 2). Il lavo-r o d i M a r e l l a e R i s a l i t i(1998) , o l t re ad indagare idati antropometrici degli atle-t i (n=45) appar tenent i a l l am a s s i m a s e r i e n a z i o n a l e , iva lor i di forza esplos iva (SJtes t) ed esplos iva con r iusoelast ico (CMJ test) , la forzai s o t o n i c a n e l l ’ e s t e n s i o n e enella flessione del ginocchio,la forza isometrica ed i valoridi massimo consumo di ossi -geno mediante il test navettad i L e g e r, l a r e s i s t e n z a a l l av e l o c i t à c o l t e s t d iC o v e r c i a n o , h a c o m p a r a t otutti questi dati con quelli inpossesso relativi ai giocatoridi calc io a 11 nei medesimitest (tabella 3). Il lavoro pre-senta to da Facch in , Seno eO s i m a n i ( 1 9 9 9 ) p r e s e n t a ,o l t r e a q u e s t i d a t i , a l c u n iimpor tan t i s s imi a spe t t i de lm o d e l l o d i p r e s t a z i o n e : s ii n d i v i d u a n o s f o r z i a b a s s aintensità che rappresentanol’85% dei movimenti (deam-bulaz ione , cor sa lenta ed a

media intensità) e sforzi mas-simali che si attestano per ilres tante 15% (corsa ad a l taintensità, sprint): all’internodi questo 15% gli Autori spe-cificano che l’80% è rappre-sentato da accelerazioni com-prese tra 0 e 12 metr i ed i l

2 0 % è c o s t i t u i t o d a s p r i n tc o m p r e s i t r a i 2 0 e d i 4 0metri. Infine è indispensabileconoscere il rapporto lavoro-pausa per desumere il corret-t o m o d e l l o d i a l l e n a m e n t o(tabella 4).Le conoscenze scientifiche ele esercitazioni da campo.I dati ottenuti in queste ricer-c h e p o s s o n o f a r s c a t u r i r ealcune considerazioni di ordi-ne metodologico e pratico:• A l c u n i v a l o r i n o n s o n o

molto difformi tra calcio a 5e calcio a 11; questo feno-meno potrebbe der ivare odal fatto che, molto spesso,il giocatore arriva al calcio a5 d o p o n u m e r o s i a n n i d ipratica in quello a 11, oppu-re dal fatto che ancora oggile metodiche di allenamen-t o n o n s i d i f f e r e n z i a n omolto nell ’una e nell ’altra

Dati rilevati con il Play Controller(relativamente al 1° tempo)

SPAZIO TOTALE PERCORSO: 3500 mCORSA BASSA INTENSITÁ 4recupero o orientamentotattico): 2000 mCORSA INDIETRO - LATERALE: 500 mCORSA A VELOCITÁ DI SOGLIA ANAEROBICA(13-15 Km/h): 500 mCORSA AD ALTISSIMA INTENSITÁ (accelerazioni): 500 m

tab.2

I dati rilevanti con il play controller (D’Ottavio e coll., 1997)

TEST/PROVA

SJ (cm)

CMJ (cm)

COVERCIANO11 x 20 m(sec)

RISULTATI

39,5 ± 3,97

41,4 ± 4,6

da 3" a 4"

VO2 maxLEGER(Ml/Kg/min)

CALCIO A 5 CALCIO A 11

54 ± 4,24

41,9 ± 4

44,78 ± 4,2

53,6 ± 3,82

da 2"7 a 2"9 - 3"1

Alcuni dati tra quelli rilevati nella ricerca svolta da Marella e Risaliti (1998). È possi-bile comparare i valori rilevati nel calcio a 5 con quelli ritrovati nel calcio a 11.

tab.3

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35

CALCIO A CINQUE-PREPARAZIONE FISICA

disciplina.• I va lor i d i forza esplos iva

sono significativamente piùbassi rispetto al calcio a 11(p minore di 0.05): questodato potrebbe essere spiega-to dal fatto che, pur verifi-candosi in gara un numeroeleva t i s s imo d i spr int conpartenze da fermo, nel cal-cio a 5 forse si dedica anco-ra poca attenzione al lavoroc o n s o v r a c c a r i c h i ( f o r s eanche per disponibi l i tà diattrezzature isotoniche).

• I dati relat ivi al la velocitàmassimale aerobica, pur seottenuto nelle due ricerchecon strumenti di valutazionedifferenti, attesta l’attenzio-ne verso l’allenamento dellecomponenti aerobiche: velo-c i t à d i s o g l i a a n a e r o b i c acomprese tra i 14,8 Km/h ei 15, 5 Km/h confermano lanecessità di allenare le com-ponent i aerobiche s ia perrecuperare più velocementeil pool dei fosfati durante le

p a u s e , s i aper contrar-re un debitodi 02 menomarcato.

• I v a l o r iottenuti colt e s t d iC o v e r c i a n or i v e l a n o l anecessità dim i g l i o r a r eta l i compo-n e n t i a e r o -b i c h e p e rnon permet-t e r e u ndecadimen-

to della pre-s t a z i o n e a lr i p e t e r s i

degli sforzi.• I numeri forniti dalla rileva-

z i o n e c o n p l a y c o n t r o l l e rsono in grado di orientarel’allenamento soprattutto inrelazione al parametro delvolume: se empiricamente sic o n o s c e v a g i à l a q u a l i t àdelle corse, i valori riferitida D’Ottavio e coll. (1977)c o n s e n t o n o d i d o s a r e i lvolume delle esercitazioni,i n c o n s i d e r a z i o n e d e l l eregole di gioco che permet-tono l’avvicendamento con-tinuo.

• Sarebbe opportuno prevede-re esercitazioni di resistenzaal l ’acceleraz ione speci f icache non superino i 600-700metri; allo stesso modo, perle eserc i taz ioni d i corsa ave loc i tà d i sogl ia , sarebbepiù conveniente non supera-re i 900-1000 metri.

• I da t i forn i t i da Facch in ,S e n o e O s i m a n i ( 1 9 9 9 ) ,relativi al rapporto lavoro-pausa, devono orientare i l

m o d e l l o d i a l l e n a m e n t ov e r s o u n a s t r u t t u r a z i o n edella seduta di tipo intenso(lavoro massimale di brevedurata e con pause brevi ebrevissime): le azioni da 0 a2 0 s e c . r a p p r e s e n t a n o i l70% e le pause più frequen-ti sono quelle comprese tra0-10 sec. (57%) e tra 10-20sec. (29%).

Bibliografia

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S a n n i c a n d r o I . ( 1 9 9 5 ) ,Dal l ’os ser vaz ione de i movi -menti di gara all’esercitazio-n e o t t i m a l e , N o t i z i a r i oSettore Tecnico FIGC, 1 :30-34.

Sannicandro I. (1995), Checkup della partita nel calcio a 5,N o t i z i a r i o S e t t o r e Te c n i c oFIGC, 5: 17-20.

TEMPO(sec.)

0 - 1010 - 2020 - 3030 - 4040 - 5050 - 60

> 60

LAVORO(%)

4327136731

PAUSA(%)

572963221

tab.4

Sintesi della durata azioni-pausa (da Facchin, Seno,Osimani, 1999)

FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA

Page 38: Sistemi di gioco

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RUOLI

Quando siamo di frontead un giovane portiereci dobbiamo domanda-

re che cosa sappia effett iva -mente fare in questo ruolo.Per saperlo esiste un criteriodi valutazione, suddiviso perfasce di età, anche se l’età bio-logica e quella anagrafica nonsempre coincidono nella fasede l lo s v i luppo . C iò che s ivuole realizzare in una certafascia di età non può essereriproposto in quella successi-va, salvo nei casi che il portie-re non sia ancora in possessodi alcuni fondamentali.La va lu taz ione de l por t iereavviene con l’osservazione dit re moment i fondamenta l idella sua preparazione:

1.durante le esercitazioni tec-niche;

2 .ne l l e s i tuaz ion i d i g iocodurante l’allenamento;

3.durante la gara.

La valutazione, in generale,deve tenere conto;

1.del bagaglio di esperienzemotorie;

2.della capacità di attenzionee di apprendimento;

3.della qualità e della quantitàdel lavoro specifico svolto inprecedenza (tabella 1).

Le capac i t à coord ina t i ve econd i z iona l i mer i t ano unavalutazione particolare (tabel-le 2 e 3).

Le capac i t à coord ina t i ve econdizionali formano le carat-t e r i s t i che d i un por t i e re(tabella 4).

Nella tabella 5 sono elencati iprincipali movimenti che unportiere compie in porta.

Per lo sviluppo di tutte questecaratteristiche tecniche, vieneproposto il seguente program-

ma di lavoro:

1.tuffo: a volo con presa a terra;

2.posizioni in porta con tirorasoterra, alto, media altez-za( centrale, diagonale, late-rale e chiusura del lo spec-chio),

3.presa con palla alta;

4.uscite in varie direzioni;

5.rinvio;

6.esercitazione al retropassag-gio (controllo e chiusura coni piedi);

7.deviazioni a terra;8.uscite di pugno;9.pos iz ione in s i tuaz ione di

pa l l e ina t t i ve : pun i z ion i ,calci d’angolo, rigori

La valutazione del port iere,cioè la verifica del lavoro svol-to in allenamento, deve avve-nire nel corso della gara vera epropria, attraverso una schedasulla quale verrà riportato ilnumero delle azioni svolte dal

SVILUPPO TECNICO ATTIVITÀ GIOVANILE

Valutazione del giovane portiere: Esordienti e Pulcinidi Enrico Sarli*

*Allenatore di Base e preparatoreportieritab.1

tab.2

tab.3

Page 39: Sistemi di gioco

37

RUOLI

portiere, suddivise in azionioffensive ed azioni difensive.Tutti i valori osservati sarannopoi e spres s i in percentua lerelativamente al tempo effetti-vo di gioco ed al numero degliinterventi specifici effettuati,calcolando quindi il numeromedio deg l i in te r ven t i el ’ inter val lo medio di tempotra un intervento e l’altro.A titolo di esempio si riporta-no a l cun i da t i o t t enut idall’osservazione, nella stagio-ne spor t i v a 98/99 , de lCampiona to E sord ien t i e

Pu lc in i appar tenent i a lComitato Regionale GiovanileCa labre se e paragona t i co lda to r i f e r i to ag l i adu l t i(Campionato di Promozione):

• rilancio calciato Esordienti4,74%

• r i l anc io ca l c i a to Pu l c in i11,38%

• r i l anc io ca l c i a to adu l t i24,80%

• Intercettazione del pallone

Esordienti 18,58%

• Intercettazione del pallonePulcini 21,03%

• Intercettazione del palloneadulti 11,50%

La valutazione fisico-atletica si

effettua attraverso alcuni testoggettivi, facendo riferimentoai “test di ingresso” che per-mettono di valutare le capacitàdi forza e di ve loci tà . Oltrealle qualità condizionali verifi-cheremo anche l e capac i t àcoord ina t i ve va lu tab i l i conpercorsi comprendenti agilità,acrobazia e destrezza. Questotipo di circuito, della duratadi 4-5 minuti, comprende skipalt i e bass i , pass i incrociat i ,galoppi laterali in rapida ese-cuzione e continui, variazionede l l a f r equenza de i pa s s i .

tab.4

Azioni difensive: Azioni offensive:

intercettazione del pallone rimessa calciatatuffo rilancio a due manipresa rilancio calciatodeviazione in tuffouscita in presa alta

SVILUPPO TECNICO ATTIVITÀ GIOVANILE

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RUOLI

D o v r à e s s e r e o s s e r v a t a l acapacità a l la destrezza f ine,cioè lo svolgimento rapido dique i compi t i motor i che s isvolgono in uno spazio strettoe che richiedo scarso impiegodi forza ma molta precisionee rapidità. Questa capacità ècorrelata a quella di reazionee per eseguire tutto ciò il por-t iere ha bisogno della capa-

cità di orientamento che glipermette di determinare conesattezza la propria posizionen e l l o s p a z i o i n r e l a z i o n e aq u e l l a d e g l i a v v e r s a r i , d e icompagni e del pal lone, inaltre parole il senso di posi-zione. Nella proposta di lavo-ro annuale s i fa r i ferimentoad una serie di argomenti chevengono proposti per alcune

settimane (cicli e microcicli).I microcicli hanno il compitodi coordinare tra loro carichidivers i e prevedono l ’a l ter -n a n z a d i u n a o p i ù s e d u t eintense , segui te da a l t re d imedia intensità o di recupe-ro. Nella prima fase è previ-sto l’uso di carichi di allena-mento , ne l l a seconda sonopreviste esercitazioni di recu-pero e di riposo assoluto. Ingenerale i microcicli si posso-no così suddividere:

1 . M i c r o c i c l i p r e p a r a t o r i ,caratterizzati da sollecitazio-ni non intense;

2.Microcicl i d’urto, caratte-rizzati da una elevata diffi-c o l t à e d i n c r e m e n t o d e lvolume e dell’intensità dellavori;

3.Microcicli speciali che ini-z i a n o a s i m u l a r e l e r E a l icondizioni di gara,

4.Microcicli di rigenerazioneo transizione che riguarda-no prevalentemente l’orga-nizzazione individuale.

Il lavoro a cicli viene propo-sto nel periodo pre-campio-n a t o o d u r a n t e l e p a u s edell’attività agonistica e vedràsv i luppato un lavoro f i s ico -a t l e t i c o e t e c n i c o . F a t t o i ld i s t inguo t ra i va r i c i c l i , i llavoro da inserire viene detta-t o d a l l a s e t t i m a n a t i p o d ibase. A sua volta la settimanatipo può essere modificata inb a s e a g l i e v e n t i a n n o t a t idurante la gara (in base allerisultanze della scheda di cuisopra) o in seguito a partico-lari simulazioni.

SVILUPPO TECNICOATTIVITÀ GIOVANILE

tab.5

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IL PALLONE NEI LIBRI

Un felice approdo al verti-ce dello sport professio-nistico dipende spesso

dalle modalità con cui è statovissuto il momento iniziale delciclo di vita di un atleta. Questafase delicata trova la sua maggio-re crucialità soprattutto nelmomento della selezione. E’ unpassaggio importante perché, seil filtro non funziona a dovere,alcuni giovani imboccano senzasaperlo la porta sbagliata. Legradinate degli s tadi , speciequelle riservate ai gruppi piùtumultuosi, brulicano di personeilluse che stanno ancora incon-trando seri problemi di orienta-mento nel sociale. Studieremoanzitutto le strutture organizzati-ve attraverso le quali si sviluppala selezione. Prenderemo poi inesame i problemi che si incon-trano in questa fase, in quanto laselezione comporta rischi cheoccorre evidenziare. Infine stu-dieremo le modalità più adatteper affrontare adeguatamente iproblemi critici di questa primafase. La fase di selezione contasu alcune importanti strutture.In un primo momento si attiva-no gli osservatori. Il loro lavoroconsiste nell ’ individuare, alminimo dei costi, le migliori leveancora nascoste nel mondo gio-vanile. A fianco di queste figure, a volte più interessate che lun-gimiranti, operano vere e pro-prie scuole di sport, che si impe-gnano a portare tutt i i loroiscritti a livelli ottimali, senzaperò garantire sicuri sbocchiprofessionali. Quando i due pre-cedenti sistemi di lavoro si fon-dono, danno vita ad un accordoprivilegiato che può intercorreretra gli osservatori ed i centri diformazione sportiva. Procediamocon ordine:

- gli osservatori: costituiscono larete di informazione che per-mette alle società meglio orga-nizzate di pescare le nuoveleve in un mercato i l piùampio e il più qualificato pos-s ibi le. La vera competenzadegli osservatori consiste nontanto nel leggere le capacitàgià evidenti, quanto nell’intui-re meglio di altri le potenzia-lità nascoste dei giovani talen-ti;

- le Scuole di Sport: in questocampo è difficile cogliere ilvero concetto di scuola sporti-va. Se si privilegiano i risultatiproiettati nel tempo, lo scopodelle scuole sportive è unica-mente quello di selezionare glielementi migliori. In realtàandrebbe ricordato che unagrande scuola è quella che rie-sce bene con i migliori, ma cheè eccellente con i mediocri.Nello sport, però, questo prin-cipio può essere pericoloso,perché non esiste una pluralitàdi sbocchi che giustifichi unatteggiamento cosÏ possibilista.Le sfumature, sempre possibili,sono corrette solo nella misurain cui vengono dichiarate sindall’inizio. Le diversità costi-tuiscono la ricchezza del tessu-to educativo se offrono agliinteressati un ampio ventagliodi scelte, scevro da fatali illu-sioni.

Il caso Intercampus: la difficiledefinizione degli obiettiviUna scuola di formazione sporti-va dovrebbe sempre esplicitarelo scopo che si prefigge, ma nonsempre questo succede. Adesempio, un documento cheillustra una importante iniziativaformativa, chiamataIntercampus, non definisce ipropri obiettivi, ma si acconten-

ta di dire che tutti devono con-dividere “finalità e caratteristi-che del progetto”. Una scuolacalcio per ragazzi giovanissimipuò rivestire molteplici finalità(che non si escludono a vicen-da). Ad esempio, una societàsportiva può aprire una scolacalcio per dare vita ad una gran-de operazione d’immagine: farvedere che una società dispostaa spendere decine di miliardiper accaparrarsi un grande gio-catore sa trovare anche dellerisorse per dimostrarsi propositi-va in attività sportive a sfondosociale. L’immagine, in questocaso, cammina a braccetto conuna buona dose di simpatia dif-fusa. Ma le finalità di una simileoperazione si accavallano vorti-cosamente: eliminare o ridurreil proprio costosissimo settoregiovanile; allargare le basi direclutamento; tenere i giovani ilpiù a lungo possibile vicini allefamiglie ed al loro contesto cul-turale; rendere meno traumaticoil processo di selezione e di scar-to; avvalersi di molteplici stilieducativi, anche di natura spor-t iva; condividere con altr i irischi e i relativi costi. Non vainfine dimenticato che lo scoponon troppo nascosto di tuttal’operazione è quello di metterein anticipo le mani su qualchegiovane talento, da inserire nellapropria rosa oppure da valoriz-zare sul mercato.

I rapporti privilegiati tra grandie piccole squadreE’ prassi abbastanza diffusa chetra una squadra di serie inferio-

Selezione e formazione deigiovani atleti: analisi edalcune indicazionia cura di Gianfranco Piantoni*

*Autore del libro “Lo sport traagonismo, business e spettacolo”,Etas Libri, Milano, 1999, da cuiè stato ripreso questo contrito.

CENTRO STUDI E RICERCHE

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IL PALLONE NEI LIBRI

re ed un club importante si crei-no dei rapporti privilegiati. Leragioni della collaborazionepotrebbero essere molteplici:immagine, prestigio, motivazio-ne, gestione oculata. I giovaniatleti più promettenti sannoche, se si impegnano, è moltopiù agevole uno sbocco profes-sionale interessante. Anche lasocietà sportiva ha il suo torna-conto: sa che i l suo lavoro èseguito ed apprezzato da ungrande club. Inoltre, in caso dinecessità, pensa di poter ottene-re il prestito di un giocatoredeterminante più facilmente eda condiz ioni di favore.Abitualmente si tratta di rap-port i d i grande f iducia checomportano logiche di lungoperiodo e s i basano su unanotevole dose di stima recipro-ca.

Problemi e rischi della fase diselezioneLa fase di selezione è dunque par-ticolarmente delicata. In essa siincontrano alcune trappole che,se trascurate, rischiano di diventa-re fatali. Ne osserviamo alcune trale più frequenti:- l’ambiguità del contesto formativo:

tutte le scuole gestiscono unagrande pluralità di fondo, rac-cogliendo docenti ed allievi diprovenienza e di cul turediverse. Ma dopo un periododi convivenza più o menolungo, ogni scuola di trasfor-ma in un sistema aperto edoffre molteplici prospettive,orienta verso varie facoltà uni-versitarie, prepara a svariatemodal i tà di eserci tare unaprofessione. Le differenze ini-ziali di base possono crearemomenti di nervosismo, macol passare del tempo il disa-gio si stempera. Nel momento

formativo dello sport avvieneesattamente il contrario: i gio-vani, inizialmente, sembranotutti orientati ad uno stessosogno e non manifes tanoancora le loro future poten-z ial i tà . I l c l ima può esserecompet i t ivo e ner voso maresta a lungo indifferenziatoed aperto. Quando, invece, igiochi giungono a conclusio-ne, le possibilità non esplodo-no, ma si elidono. Chi ha suc-cesso parte in quarta mentregli altri restano appiedati sinoa sentirsi emarginati o elimi-nati. In sintesi: mentre gli isti-tut i d i formazione apronosolitamente prospettive diver-se per ogni alunno, la scuolasportiva si chiude ad imbutoed impedisce a molti di passa-re oltre. Per questo parliamodi ambiguità del sistema for-mativo: perché, invece di apri-re agli allievi tante strade nelmondo, ne indica a tutti unasola che viene preclusa a tanti.La scuola si snatura perchésvela il volto drammatico diuna selezione crudele;

- la deformazione dei ruoli educati-vi: ad un ragazzo immaturo osradicato corrispondono, spes-so, genitori ambiziosi e super-f ic ia l i . I l nucleo famil iaretende ad esprimere, nei suoiatteggiamenti verso lo sport,un identico modo di vivere lavita. Alla fine si tende a colpe-volizzare il giovane, specie daparte di quegli adulti che nonhanno scoperto e vissuto i lloro ruolo educativo;

- l’intervento della concorrenza: seun contesto familiare e socialenon sembra idilliaco, si inseri-sce a volte un’ulteriore turba-t iva es terna. Proprio nelmomento in cui il suo proces-so formativo è giunto a giusto

compimento può fare capoli-no un’altra squadra, ugual-mente interessata al giovaneatleta, che mette sul tavolouna proposta più interessante,anche perché non ha sostenu-to i costi di investimento. Lasemina svolta da altri vieneraccolta da opportunisti chevagano sul mercato. Restanoperò opportunisti, anche allalunga;

- il tema del valore: quando il suc-cesso diventa la più importan-te chiave interpretativa dellapropria vita. costituisce anchel’unico metro per valutare ilproprio processo di crescita. Ivalori di fondo tendono a sfu-mare. Un atleta rischia, cosÏ,di crescere umanamente pove-ro, senza st imoli profondi.Non sarà un grande uomo e,nei momenti cri t ic i , anchel’atleta potrebbe risentire diquesta lacuna. In questi casi lasituazione può essere recupe-rata dalla fiducia che un gio-vane nutre verso un allenatorecompetente e profondo;

- la crisi di identità: il grovigliodei problemi che un giovaneincontra provoca il lui unacrisi di identità: la si può risol-vere se si trova un punto dir i fer imento che potrebbeanche essere una personaesterna all’ambiente. Nell’etàin cui i giovani possono fare lascelta di diventare professioni-sti si intersecano tre aspetti:un problema tecnico (sonopotenzialmente un campioneoppure no?), un problema discelta (vale la pena di correrequesto rischio?) e, defilato, unproblema educat ivo (chesenso assume la mia vita inquesta prospett iva?) . Gl iaspetti legati al momento diselezione dei giovani atleti

CENTRO STUDI E RICERCHE

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CENTRO STUDI E RICERCHE

IL PALLONE NEI LIBRI

sembrano essere sostanzial-mente tre: l’educazione deigiovani atleti, la formazionedei formatori , l ’eventualeretribuzione dei centri di for-mazione degli atleti.

I criteri per educare i giovani atletiSe far crescere al meglio ungiovane è sempre difficile, edu-care un atleta si presenta comeun impegno ancora più com-plesso. Le valenze da teneresotto controllo sono moltepliciperché coinvolgono aspett imedici, tecnici, educativi e psi-cologici . Diamo anzitutto laparola al medico, incaricato dipresidiare lo sviluppo organicodella salute e delle capacità ditenuta, attuali e prospettiche.Educare non significa forzare,ma r i spet tare . I l d i scorso èmolto delicato e lo rinviamo almomento in cui parleremo deldoping e dei problemi connessi.Rilevanti. nel nostro caso, sonoanche i criteri tecnici ai qualipres iede, per competenza,l’allenatore; egli, infatti, deveinsegnare i fondamentali delcalcio ad una persona giovane,eliminando i difetti ma rispet-tando anche la libertà di espres-s ione creativa. Importante èanche il sostegno psicologicocon cui accompagnare i giovaninella loro crescita. Occorre svi-luppare la capacità di stare nelgruppo, di saper soffr ire edesultare con gli altri. Questolavoro di sostegno andrebbeaffidato ad uno psicologo che, asua volta, deve potersi avvaleredi competenze specifiche ester-ne al gruppo. Non vanno tra-scurati, infine, gli aspetti pura-mente educativi. I giovani devo-no essere affidati ad educatoricapaci di far crescere, contem-poraneamente, l ’a t leta e

l’uomo. L’uomo servirà all’atle-ta quando dovrà superaremomenti difficili. Servirà quan-do, al declinare della carriera,occorrerà af frontare condignità il momento dell’uscitadi scena. Servirà sempre, per-ché anche un grande campioneresta comunque un grande, fra-g i le uomo. Abi tualmente s itende a richiedere agli allenato-ri tutte queste caratteristiche.E’ importante che ogni tecnicosia sensibile a questo impegno avalenze multiple, ma è necessa-rio che la società metta a dispo-sizione alcuni specialisti e chepossano costituire un punto diriferimento importante nellasoluzione dei casi particolar-mente critici.

Come formare i formatoriI l pr imo problema che unagrande scuola deve affrontare,non è tanto quello di educare igiovani, quanto, prima di tutto,quello di formare i formatori.Se i maestr i sono va l idi , g l ialunni saranno sempre eccel-lenti . Qualcuno dice che unbravo formatore deve avere duecaratteristiche: conoscere benela sua materia e saperla trasmet-tere. Non è questo che connotaun bravo formatore: conoscerela materia ed insegnarla bene èil minimo indispensabile peressere insegnanti ma l’allenato-re deve anche possedere la ten-sione ad acquisire alcune carat-teristiche che lo fanno grande.Vediamone alcune:- la gestione dell’attesa: un grande

maestro è anzitutto equilibrato;possiede cioè quel buon sensoche gli permette di alternare lostimolo all’attesa. A volte ilragazzo può dare molto e vadebitamente sollecitato, avolte, invece, è in crisi e va

pazientemente atteso, senzapunirlo;

- l’esperienza precede la formazione:un docente valido non prece-de, ma segue l’esperienza.Molte scuole mettono imme-diatamente il ragazzo in riga,insegnandoli che cosa devefare. Da subito. E’ un principiomolto diffuso nella nostrapedagogia e non spetta a noimetterlo in dubbio. Devo peròconfessare che mi ha sempreimpressionato il comportamen-to di sant’Ambrogio quandopreparava i catecumeni al bat-tesimo; erano adulti, non bam-bini, e la gran parte dell’istru-zione religiosa veniva impartitadopo che il battesimo era statoconferito. Con questa motiva-zione: l’esperienza di un attoreligioso è talmente intensache non merita di essere rovi-nata da un’istruzione previa. E’un insegnamento che anche ilclero ha dimenticato, figuria-moci i professori. Nello sport,il rispetto dell’esperienza devesostenere la creatività nascostanei ragazzi e far comprendereloro l’utilità o la dannosità dicerti gesti. Il maestro grande èquello che interviene raramen-te, non è mai ossessivo e nep-pure costruisce i geni con lostampino;

- il senso della crescita continua: unformatore, inoltre, sa che nonsi è mai arrivati, che occorresempre proseguire. Lo sport ècome la vita. Se nessuno puòfermare il tempo, il grandemaestro è quello che trasmettel’insegnamento più importan-te: il piacere della vita comecontinua crescita;

- passione ed entusiasmo: occorreancora che un formatore siadotato della capacità di tra-smettere passione ed entusia-

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smo. Una scuola non è soltantotrasmissione di nozioni, ma di unmodo di appassionarsi alla vita. Lelogiche convivono con gli affetti,

le lezioni si mescolano con i riti;- declinare l’individualità con le regole:

infine va ricordato che un buonformatore è abitualmente capace

di trasmettere il rispetto dell’indi-vidualità, abbinata però ad unaforte sensibilità al potere delleregole.

Una lettura aziendale ditutto lo sportdi Marco Viani

Un libro inedito, diverso daitant i f inora pubbl ica t i , chetenta una sintesi tra due monditipici dello sport: l’emotivitàdel gioco e dello spettacolo, dauna par te , e l a raz iona l i tànecessaria per gestire un affaredi comples s i tà c rescentedell’altra. Un grazie insistitoquindi a l l ’ETAS Libr i eda l l ’ autore , GianfrancoPiantoni, per aver concesso, sunostra richiesta, la pubblicazio-ne di alcune pagine dell’opera“Lo sport tra agonismo, busi-ness e spettacolo”, precisamen-te quelle tratte dal capitolo 8,paragrafo 2 , r iguardante “I lc ic lo d i v i ta de l l ’ a t le ta” .Gianfranco Piantoni è docentedi S t ra teg ia az iendale ne l laScuola di Direzione aziendalede l l ’Univer s i tà Bocconi d iMilano, dove è anche direttoredel corso di Economia e gestio-ne d’azienda - Master in mana-gement. Non è questa la suaunica università: insegna infat-ti, sin dai tempi di Italo Allodi,nella nostra di Coverciano, inoccasione di corsi per managere direttori sportivi. Il libro siarticola su due linee-guida. Laprima offre una visione d’insie-me di tutto lo sport, sia di quel-lo che gode d i una grandeaudience, sia di quello più som-merso. La seconda è indirizzataverso la lettura aziendale di unfenomeno molto variegato checonduce Piantoni a rifletteresui gusti e sugli orientamenti

dei “clienti”in continua trasfor-mazione, sui costi sempre piùoneros i e su i f inanz iament inecessari, sull’organizzazionedegli eventi e delle società, maanche sulla rilevanza agonisticae morale della figura dell’atle-ta , non so lo per l a grandesoc ie tà profes s ioni s t i ca maanche per la piccola societàamatoriale. Il lavoro si compo-ne di cinque parti. La prima vaalla scoperta della ricchezza edella profondità del fenomenosportivo, trovando confermanei pesanti dati che lo sostan-ziano, se è vero che esso rap-presenta un t rentes imo de lnostro prodotto lordo ed occu-pa i l 36% del le trasmiss ionitelevisive.Successivamente l’autore elabo-ra una mappa del l ’universosportivo e delle sue funzionicon la proposta di quattro seg-menti: lo sport di specializza-zione, di localismo, amatorialeed ad alta intensità di business.La terza parte analizza le levegestionali necessarie per indi-r i zzare lo sport verso i suoiobiet t i v i . Dal lo s tudio del ladimensione competitiva (intesacome combinazione prodotto-mercato), economica e finan-ziaria s i passa a quello dellestrutture organizzative, per poiparlare anche dello sport inBorsa . La quinta ana l i zza i lmondo specifico ed il ciclo divia dell’atleta, illustra le dina-miche classiche della strutturasportiva, dall’organizzazione diuna singola società alle struttu-re dell’intero movimento cheraggruppa le migliaia di picco-

le società che costituiscono ilricco tessuto del mondo dellosport. Viene studiato come siorganizza un fatto sportivo edi l ruo lo organizza t i vo de l loStato come principale interlo-cutore de l lo spor t . In f inePiantoni accenna ai principalirisvolti giuridici che regolano ilmondo spor t i vo e conc ludeguardando all’incidenza che lenuove tecnologie potrebberoesercitare su tutti gl i aspettis t rut tura l i d i e s so . L’u l t imaparte, intitolata “Se questo è unuomo”, intende sviluppare ilmondo educativo dello sport,le sue valenze etiche ed umane,accentuando l’attenzione suirischi del doping e sulla tuteladella salute. Un libro dunqueinusuale anche per i suoi vastie finora poco sondati contenu-ti, in grado quindi di rivolgersia chi guarda all’intero fenome-no da diversi punti di vista: gliaddetti ai lavori, ovvero tutticoloro che operano nel CONI enelle federazioni, i giornalistied i dirigenti sportivi, i mana-ger dell’indotto, il volontariatomolto attivo in questo settore,docenti e alunni dei corsi uni-versitari e di formazione che sivanno mol t ip l i cando su l losport. In particolare un’operache c i p iacerebbe vedere inmano agli educatori più sensi-bili, consapevoli del fondamen-ta le va lore format i vo de l losport e disposti, sviluppandomolti spunti del libro, a ricer-care ins ieme ad a l t r i nuovepiste per una crescita armoni-ca, completa e rispettosa deigiovani.

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Gianfranco PiantoniL o s p o r t t r a a g o n i -smo, business e spet-tacolo

Etas, Milano, 1999P a g i n e 2 5 8 , l i r e38.000

Prefazione di ClaudioDematte.I n t r o d u z i o n e . U n apassione da sempre. Ildestinatario del libro:l ’ e s i g e n z a d i u nm a n u a l e d i v e r s o .Ringraziamenti. Partep r i m a . L a r i c c h e z z adel fenomeno sporti -vo .1 .Le mol tep l i c i eprofonde dimensionidel fenomeno sporti -vo.1.1 La dimensioneprofetica: sport comemomento che anticipail futuro della società.1 . 2 L a d i m e n s i o n eproattiva dello sport.1 . 3 L a d i m e n s i o n edelle continuità dellosport . 1 .4 La dimen-sione sociale e civi ledello sport. L’impor-tanza di modelli stra-nieri e l’elaborazionedi una realtà sportivan a z i o n a l e ( 1 8 6 1 -1900) . La fa se de l ledispute ideologiche ed e l l ’ a f f e r m a z i o n ed e l l e a u t o n o m i e(1900-1915). La fasedella piena integrazio-ne nella vita istituzio-n a l e e s o c i a l e d e lPaese (1918-1940). Ilperiodo della ripresa:l o s p o r t i t a l i a n od i v e n t a d i m a s s a(1945-1975). Il grande

ruolo della comunica-z ione d i massa . Unap a r t e d e l l o s p o r t s iinterseca fortementec o l b u s i n e s s ( 1 9 7 5 -2000). 1.5 La dimen-sione metaforica dellosport . 1 .6 La dimen-s i o n e p s i c o l o g i c ad e l l o s p o r t . 2 . L adimensione quantitati-va dello sport. Alcunidati che contano. 2.1Cri ter i metodologic iper un’analisi quanti-tativa del settore spor-t i v o . 2 . 2 P r i n c i p a l id a t i p e r u n ’ a n a l i s iquantitativa del setto-r e s p o r t i v o . 2 . 3 L efonti delle informazio-ni quantitative. Parteseconda. I raggruppa-m e n t i s t r a t e g i c i d e lc o n t e s t o s p o r t i v o :f o t o g r a f i a e f i l m a t odelle strategie sporti-ve. 3. Verso una seg-mentazione delle atti-v i t à spor t i ve . 3 .1 Lalogica classificatoria:c r i t e r i t r a d i z i o n a l i .3.2 La mappatura pre-scelta. 3.4 Criteri ana-l i t ici per una letturadei quattro raggrup-pamenti strategici. 3.5Lo sport come attivitàd i s p e c i a l i z z a z i o n e .3 . 6 L o s p o r t c o m el o c a l i s m o . 3 . 7 L osport amatoriale. 3.8Lo sport ad alta inten-sità di business. 4. Leprincipali dinamichein atto nello sport. 4.1Dinamiche di aggior-n a m e n t o t i p i c h e d it u t t i i s e g m e n t i .4.2Dinamiche di cam-

biamento del segmen-to s t ra teg ico . 5 . Da ldisegno della mappaa l l ’ e sp loraz ione de lterritorio. 5.1 Il terri-t o r i o d e l l a n o s t r aesplorazione. 5.2 Unal e t t u r a d i m a g g i o r ed e t t a g l i o . I l m o n d od e l l e s t r a t e g i e : i lmomento dell’analisie d e l l a s c e l t a . I lmondo delle struttu-re: quando le capacitàgestionali richiedonol’arte di real izzare eimplementare le scel-t e . P a r t e t e r z a . A lcuore dei rapporti traeconomia e sport : lagestione delle impresead alta densità di bisi-ness. 6. La dimensio-n e c o m p e t i t i v adell’impresa sportiva:la combinazione pro-dotto-mercato. 6.1 Lamolteplicità dei mer-cati. 6.2 La peculiaritàdello spettatore attivo.6 . 3 I l p r o c e s s o d iinternazional izzazio-n e . 6 . 4 L e l e v e d e lmarketing nello sport.S p o r t c o m e v e i c o l opubblicitario di altreimprese. I l merchan-dising. 6.5 Il ruolo edi l s i g n i f i c a t odel l ’ immagine ne l los p o r t . I m o l t e p l i c idestinatari dell’imma-g i n e . L a s o l i d i t àd e l l ’ i m m a g i n e .Decalogo. 6.6 Sport ec o m u n i c a z i o n e .Decalogo. 7. La strate-gia economico-finan-ziaria dello sport. 7.1Alcuni concetti intro-

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Rassegna bibliografica

a cura di Marco Viani

Classificazione01 Tecnica; 02 Tattica; 03 Teoria e metodologia

dell’allenamento; 04 Medicina; 05 Didattica; 06 Biomeccanica; 07 Psicologia; 08 Sociologia; 09 Antropologia; 010 Storia; 011 Economia; 012 Diritto;013 Informatica; 014 Narrativa; 015 Statistica e scout; 016 Scienza e tecnica delle

comunicazioni; 017 Calcio internazionale; 018 Saggistica; 019 Ausili; 020 Filosofia; 021 Biografie; 022 Educazione fisico-mo-

toria e sportiva; 023 Altri sport; 024 Fisiologia; 025 Biologia; 026 Preparazione fisica; 027 Riabilitazione e riedu-

cazione.028 Calcio nazionale. 029 Società e squadre.030 Calcio a 5

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duttivi. 7.2 La strategia econo-mico-finanziaria a livello dellegrandi istituzioni. Il CONI. Lastrategia economico-finanzia-r i a a l i ve l lo d i f ederaz ionesportiva. Gli organismi sportiviinternazionali. Il ruolo delloStato. 7.3 La strategia econo-mica del lo sport a l ivel lo disocietà con forte va lenza dibusiness. Il conto economico.Lo stato patrimoniale. Le leveche modificano i criteri di let-tura del bilancio nelle societàsportive. 7.4 Finanza e sportnelle attività a forte connota-zione di business. 7.5 Lo sportin Borsa. Le ricadute positived e l f e n o m e n o . L e z o n ed’ombra che accompagnano leoperazioni borsistiche. Chi èi n t e r e s s a t o a c o m p e r a r e ed e t e n e r e a z i o n i d i s o c i e t àsportive. L’esperienza trainan-te del mercato inglese. Altreesperienze sono in arrivo. 7.6Il valore di una società sporti-va . I cr i ter i t radiz ional i . Lad e t e r m i n a z i o n e d e l l a v o r oattraverso i criteri di gestioneaziendale. Le leve empiricheed emotive . 7 .7 La gest ioneeconomico- f inanziar ia del lesempl ic i soc ietà sport ive . I lcontenuto tipico del rendicon-to di una associazione sporti-va. Qualche riflessione a mar-gine dei ricavi. Qualche rifles-s i o n e a m a r g i n e d e i c o s t i .Parte quarta. Le dimensionis t r u t t u r a l i d e l l o s p o r t . 8 .L’organizzazione sprtiva: atle-ti, interlocutori sociali e tec-nologia. 8.1 La att i tudini difondo nel mondo atletico. Lecapacità individuali . Le leverelazionali. 8.2 Il ciclo di vitadell’atleta. La crucialità deglii n i z i : i l d i f f i c i l e p a s s a g g i oattraverso il filtro della sele-

zione. I problemi ed i rischi infase di selezione. I criteri pereducare i giovani atleti. Comeformare i formatori. Il proble-ma dei costi di formazione. Lafase de l l ’apprendimento : i llungo cammino verso la pro-f e s s i o n a l i t à . L a g e s t i o n edell ’apice del la carriera. Lap r e c a r i e t à d e l l a c a r r i e r a .Verso i l beaut i fu l l ex i t . 8 .3L’organizzazione della societàsportiva. L’organigramma. Ilproblema della squadra. 8.4L’ o r g a n i z z a z i o n e d e l f a t t osportivo. 8.5 Le strutture orga-nizzative del mondo sportivo.La struttura sportiva a livellointernazionale . La s trutturasport iva a l i ve l lo nazionale .8 . 6 I g r a n d i i n t e r l o c u t o r idello sport: il ruolo organizza-tivo dello Stato. 8.7 I risvoltigiuridici e fiscali tipici dellesocietà sportive. 8.8 Il ruolot r a i n a n t e d e l l a t e c n o l o g i anello sport. L’incidenza dellatecnologia ne l campo del lospettacolo. L’incidenza dellatecnologia nel campo dell’ero-gazione del ser v iz io . L’ inci -denza della tecnologia nellagestione dei rapporti tra tecni-ci e atleti. 9. Le professiona-l i t à r i c h i e s t e a l l a g e s t i o n esportiva. 9.1 L’individuazionedelle tipologie di imprendito-r i a l i t à e m a n a g e r i a l i t à c h econnotano il mondo sportivo.Le relazioni dinamiche tra iquattro segmenti: le manage-rialità e le imprenditorialità dit rans iz ione. Uno schema diriferimento. 9.2 Alcune formedi managerialità già note. Lagestione della partecipazione.La gestione della focalizzazio-ne. La managerialità di arbi-traggio e di risorse. La mana-ger ia l i tà d i r ior ientamento.

L’imprenditorialità di struttu-ra. 9.3 Il gusto della tradizio-ne: il manager conservatore.C a r a t t e r i s t i c h e g e s t i o n a l i .S u g g e r i m e n t i s t r a t e g i c o -gestionali. 9.4 Il fascino dellenuove frontiere: l’imprendito-r e p i o n e r i s t i c o . L e d i v e r s emodaliotà di pionerismo e ledoti r ichieste. Suggerimentis t ra teg ico -ge s t iona l i . 9 .5 I lmondo magico del volontaria-t o : l a m a n a g e r i a l i t à d e l l adisponibilità. Le caratteristi -che del mercato. Le caratteri-st iche dell ’ imprenditore. Lagrande rilevanza del fenome-n o d e l v o l o n t a r i a t o .Suggerimenti strategico-fun-z i o n a l i . 9 . 6 L a v i t a l i t àd e l l ’ a m p i a d i f f u s i o n e :l’imprenditorialità di anima-zione. Caratteristiche gestio-nali. Suggerimenti strategico-gestionali . 9.7 La fucina deicampioni: l’imprenditorialitàd i i n c u b a z i o n e .C a r a t t e r i s t i c h e g e s t i o n a l i .Suggerimenti strategico-fun-zional i . 9 .8 L’arricchimentod e l t e s s u t o a g o n i s t i c o :l ’ imprenditorial i tà a s fondosociale. Caratteristiche gestio-nali. Suggerimenti strategico-gestionali. 9.9 L’arte di pilota-re un evento: la competenzadi project management. Partequinta. Le valenze umane delfenomeno sportivo. 10.2 Dallacultura del doping alla prati-ca. La crescita esasperata dellatensione competitiva. L’invito:farmaci sempre nuovi, più effi-caci e in grado di sfuggire aic o n t r o l l i . L a m a n c a n z a d ifreni inibitori. 10.3 Le molte-plici segmentazioni dei pro-dotto medici. 10.4 La mappac o m p l e t a d e g l i a t t o r i . 1 0 . 5Verso una va lutaz ione com-

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plessa. Qualche via d’uscita.10.6 La rilevanza culturale eformativa del concetto sporti-vo. Le nuove piste da seguire.10.7 Sport : valenze et iche es e n s i b i l i t à a l s o c i a l e .Conclus ioni . Pos t faz ione dipaolo Piantoni. Nota biblio-grafica.Classificazione: 011,08.

Riccardo Proietti, “FORZA EVELOCITA’ NEL CALCIO -Metodiche di potenziamentomuscolare”, Edizioni NuovaPrhomos , C i t t à d i Cas te l lo ,1997, pagine 191.

U n o d e g l i a r g o m e n t i p i ùdibattuti negli ultimi anni nelmondo del pallone riguardal’importanza della forza. Dauna grande indifferenza perquesta qualità condizionale (siriteneva il calcio solo resisten-za) si è passati ad una ossessi-va localizzazione sulla prima-ria importanza della compo-nente forza nella sua accezio-ne di forza esplosiva e veloce.

Si assisteva ad una divisionet ra co loro che , pur r i cono -s c e n d o l ’ i m p o r t a n z a d e l l acomponente forza, ne con-testavano le metodiche di alle-namento, e altri che sposava-no interamente l ’ ideadi dover allenare quanti-tativamente e qualitativamentecon le stesse metodiche deglisport individuali. Il dibattitorimaneva centrato sulla neces-sità e sull’util ità dell’allena-m e n t o d e l l a c o m p o n e n t estrutturale del muscoloe del sistema neuromusco-lare.Gli anni hanno attenuato que-sta dicotomia spingendo condecis ione sul cosa fare e suquando farlo, cioè sulla piani-ficazione e sulla metodologiad e l l ’ a l l e n a m e n t o : D ’ a l t r aparte, le prestazioni del calcia-tore sono diverse da quelle disportivi con prevalente impe-gno esplosivo.In quest ’ott ica l ’autore, nelvideo che accompagna le indi-cazioni scritte, propone unaserie di metodicheallenanti, accompagnate da unesame de i mezz i conosc iu t iprec i sando s ia l ’e secuz ioneche le strategie applicative efornendo per ciascuno precisemodalità esecutive e interpre-tative .Il lavoro presenta una buonar i cchezza b ib l iogra f i ca cheindica come l ’autore ( inse -gnante di educazione f is ica,preparatore atletico istruttoredi calcio) abbia avuto cura didocumentarsi,. studiare, ricer-c a r e . U n t e s t o d e s t i n a t oanche a servire come sussidioe stimolo ad un dibattito di unargomento ben lungi dall’esse-re risolto.

La pubblicazione entra nella col-lana “I l i b r i d e l la Fondaz ioneMuseo de l Calc io” a l prezzo di66.000 lire.

L a m b e r t o G h e r p e l l i , “ U NC A L C I O A L L E S T E L L E ” ,Koala Libri, Torrile (Parma),2000, pagine 283.

U n l i b r o n u o v o e d i v e r s o ,

d e s t i n a t o , c o m e t u t t e l enovità, a suscitare interesse oscetticismo. L’autore, ex cal-ciatore, articolista del GuerinSportivo, ha abbinato passionee cultura calcistica allo studiodell’astrologia su base scienti-fica, sfociati, dopo ben quindi-ci anni di ricerca, in questol a v o r o d o v e l a c o n o s c e n z aastrologica viene utilizzata pertracciare la personalità di cal-ciatori e allenatori che hannofatto la storia del calcio.La prima parte è dedicata alledodici descrizioni caratterolo-giche, integrando all’internod i q u e s t e ” t i p o l o g i e ” d i e c ir i fe r iment i fondamenta l i : i

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pianeti. Si può così avere diogni calciatore e allenatore unprofilo caratteriale “significa-t i v o ” , c o n o s c e n d o l a d a t a .l’ora e il luogo di nascita.Sono state prese in esame ledodici tipologie astrologicheruolo per ruolo, ma l’autoreha la premura di avvertire chei suoi commenti e giudiziderivano da valutazionistatistiche e non da predizionisul futuro di tal atleta o di talesquadra. La seconda parte delibro è rivolta all’analisi delleformazioni che sono state pro-tagoniste della storia del cal-c i o . L’ e s a m e p a r t e d a l l aJuventus degli anni ‘30 e dellenaz iona l i a zzurre campionidel mondo nel ‘34 e nel ‘38,per arrivare alle squadre ita-liane e di rilevanza internazio-nale affermatesi negli anni ‘80e ‘90. Nell’ultima parte della ricercasono analizzati gli allenatori.La predisposizione a guidarel a s q u a d r a e l e i n d i c a z i o n izodiacali su come migliorare ilrapporto con lo spogl ia toiosono g l i argoment i t ra t ta t i ,seppur sommariamente.L’autore tiene a sottolineareche nel suo lavoro non sonocontenute previsioni sui futuriv inc i tor i de l lo scudet to , nét a n t o m e n o s u l l e f o r t u n e odisgrazie dei giocatori. Il suoobiettivo è quello di verificaree dimostrare attraverso l’anali-si d 5000 calciatori (professio-nisti e dilettanti), 200 allena-tor i e c i rca 300 compagin i ,che l’astrologia (intesa comeantica disciplina di lettura psi-cologica) può essere di sup-porto anche al mondo del cal-cio.La pubblicazione entra nella col-

lana “I l i b r i d e l la Fondaz ioneMuseo de l Calc io” a l prezzo di30.000 lire.

“POTENZIAMENTO MUSCO-LARE - 92 esercizi con bilan-ceri, manubri e macchine”.Società Stampe Sportive, RomaI l l a voro , compos to da due

video e un libro, è stato svilup-p a t o n e l C e n t r o o l i m p i c oFILPJK di Ostia, uno dei piùgrandi e a t trezzat i impiant inel suo genere a livello mon-diale .1 92 esercizi costituiscono unprogramma di lavoro comple-to, graduale e di immediataapplicazione sia per uomini,s ia per donne. E’ r i vo l to atutti coloro che sono interes-sati a conseguire un potenzia-mento muscolare da applicarealle diverse discipline sportivee al f i tness . I l progetto è diAndrea Umil i , rea l i zza to inc o l l a b o r a z i o n e c o n l aF e d e r a z i o n e i t a l i a n a l o t t a ,pesi, judo e karate. Regia di

F r a n c e s c o Va l i t u t t i .Produz ione Soc ie tà S tampaSportiva.La pubblicazione entra nella col-lana “I l i b r i d e l la Fondaz ioneMuseo del Calcio”-al l?rezzo di75.000 lire.

Nicola Pica, “UN GIOCO EVIA - 120 originali e divertentiesercitazioni per la scuola cal-cio”, Edizioni Nuova Prhomos,Città di Castello, 1998, pagine252.

L’autore confessa un’umiltà

molto cos trut t i va , premessapreziosa anche perché apre ilcampo alla chiarezza. “I gio-c h i p r e s e n t a t i , s c r i v ene l l ’ In t roduz ione , pos sonoessere cons iderat i l ’uovo diC o l o m b o : n u l l a d i c r e a t o .Infa t t i sono g iochi de l t ipo“gatto e topo”, “ruba bandie-ra”, “palla avvelenata”, pallaprigioniera”, “i l cacciatore”,“staffette” eccetera, che i bam-bini di tutto il mondo cono-

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scono, ma che qui sono statirivisitati in chiave di esercita-zioni di tecnica calcistica”.D a s c o n g i u r a r e - è s e m p r el’autore a sottolinearlo - unaloro applicazione alla lettera.Ogni istruttore può coordina-re il gioco con le esercitazionirelative all’obiettivo dell’unitàdi allenamento che sta attuan-do, coerentemente al grado diabi l i tà raggiunto dai propriallievi, impostando, ove neces-sario, un lavoro differenziatoe individualizzato.Tante le ab i l i tà r ich ies te , equindi da allenare, nell’eserci-zio del gioco: destrezza, coor-dinazioni dinamiche generali,oculo-segmentarie, educazio-ne a l la forza , a l la mobi l i tà ,all’equilibrio statico e dinami-co, all’orientamento, al ritmo,percez ione temporale e delproprio corpo.Da rispettare,in materia di abilità tecnica, ilprincipio della gradualità, siaper un valido svi luppo delleabilità, sia per ottenere la par-tecipazione viva dei ragazzi alg u i o c o : s e l a t e m p e r a t u r aemozionale cala si prospetta-no circostanze inquiete e, tal-volta, si arriva all’abbandono.Nell’esercizo del gioco è dove-roso apprezzare l’allievo perquel lo che sa fare . AlbertoManzi (ma ci sono tante altrecitazioni) dice: “L’alunno faquel che può, quel che nonpuò non fà”.Tut tav ia , non commett iamol’errore - raccomanda NicolaPica - di considerare il giococome un frivolo ritocco dovetutto è facile, ma adottiamolocome vero e proprio esercizioda ben collegare nell’unità diallenamento.La pubblicazione entra nella col-lana “I l i b r i d e l la Fondaz ione

Museo de l Calc io” a l prezzo di36.000 lire.

Floriano Marzia l i , V incenzoMora, “LA DIDATTICA DELGIOCO A ZONA MODULO 4-4 - 2 - D i a g o n a l i d i f e n s i v e -Schemi d’at tacco” , Ediz ioniN u o v a P rh o m o s , C i t t à d iCastello, 1995, pagine 214.

Gli aspetti teorici del gioco azona sono oggetto di continuiapprofondimenti e confronti,come è da registrare un ampiosviluppo da parte di vari auto-r i d e i s i s t e m i d i g i o c o edel l ’evo luz ione de i ruol i a lloro in terno . Ques to te s tonasce dalla constatazione chemeno trattati sono invece gliaspetti didattici dell’insegna-mento ed ha un carattere pret-t amente pra t i co con conse -g u e n t e a c c e n t u a z i o n edell’esposizione grafica rispet-to a quella teorica. Le nozioni,i principi, i concetti basilariper af frontare un tale argo-mento sono trattati in manierasintetica, ma suff iciente per

inquadrare le varie sue proble-matiche. Il lavoro, pur ricono-scendo un’importanza prima-ria agli aspetti riguardanti lafase difensiva, non trascura leproblematiche legate al pos-sesso di palla che sono ,essen-zialmente, incentrate sull’arti-colazione di manovre offensi-ve logiche e organizzate, espo-s te so t to forma d i s chemi .Uno degl i in tent i d i ques taproposta è quello di favorire,a t t ra ver so l a r ipe t i z ione d id e t e r m i n a t i m o v i m e n t i ,l ’acquisizione di una menta-lità collaborativa, indispensa-bile nel gioco moderno. Gliautori non tralasciano comun-q u e d i m e t t e r e n e i g r a f i c itutte quelle tappe motorie etattiche normalmente propo-ste da ogni allenatore ai pro-pri giocatori, senza dimentica-re di lasciarli liberi di inter-pretare in modo personalizza-t o l o s c h e m a e l a b o r a t o . I llibro non è e non vuole essereun manuale del gioco a zona.E’ stato invece pensato comestrumento per chi si apprestaa istruire una squadra secondoi conseguenti canoni e comesussidio per chi , avendo giàesperienze di zona, intende(sarebbe davvero auspicabile)confrontare le sue idee conquelle degli autori.1 contenutipresentat i sono frut to del lasperimentazione e dell’inter-p r e t a z i o n e p e r s o n a l e d iMarziali e Mora, derivate dalconfronto de l le rec iprocheesper ienze e conoscenze inqualità di tecnici e educatori.

La pubblicazione entra nella col-lana “I l ibr i de l la Fond,azioneMuseo de l Calc io” a l prezzo dì36.000 lire.

CENTRO STUDI E RICERCHE

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FONDAZIONE «MUSEO DEL CALCIO»

La Fondazione “MUSEO DEL CALCIO CENTRO DI DOCUMENTAZIONE STORICA E CULTURALE DEL GIUOCO DEL CAL-CIO" ha come suo obbiettivo istituzionale la diffusione della cultura calcistica nelle sue varie forme. Una di queste consiste nella presen-tazione ed offerta di pubblicazioni inerenti il fenomeno calcistico nel suo complesso. A tale scopo offriamo un elenco di opere il cui facilita-to acquisto può avvenire tramite versamento su conto corrente postale n°11807500 Intestato a "Fondazione Museo del Calcio"

Viale Aldo Palazzeschi, n.20 - 50135 Firenze, oppure in contrassegno – Tel. 055/600526 – Fax 055/6193190.

FONDAZIONE «MUSEO DEL CALCIO CENTRO DI DOCUMENTAZIONE STORICA

E CULTURALE DEL GIUOCO DEL CALCIO»

F. Accame L’ANALISI DELLA PARTITA DI CALCIO£.15.000F. Accame LA ZONA NEL CALCIO£.12.000

F. Accame PRIMA DEL RISULTATO£.12.000F. Accame LA SINTASSI DEL CALCIO£.12.000

F.AccamePRATICA DEL LINGUAGGIO£. 30.000

A. AleddaI CATTOLICI E LA RINASCITADELLO SPORT ITALIANO£. 23.000

B. AndersonSTRETCHING£. 23.000

A. AntonucciANTONELAST£. 50.000

A. Antonucci, MaterazziDIARIO AGENDA DELL'ALLENATOREDI CALCIO MODERNO£. 25.000

E. ArcelliCALCIO: ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE£. 30.000

E. Arcelli, F. FerrettiCALCIO: PREPARAZIONE ATLETICA8. 25.000

J. BangsboFISIOLOGIA DEL CALCIO£. 45.000

J. BangsboLA PREPARAZIONE FISICA NEL CALCIO£. 45.000

L. BaniSPORT PER TUTTI & LEGISLAZIO-NE REGIONALE£. 22.000

P. Bellotti, A. Donati L’ORGANIZZAZIONE DELL’ALLENAMENTO SPORTIVO£ 25.000

S. Beraldo, C. PollettiIL LIBRO DELLA PREPARAZIONE FISICA£. 25.000

N.A. Bernestein FISIOLOGIA DEL MOVIMENTO£.35.000

Blazquez, D. SanchezAVVIAMENTO AGLI SPORT DISQUADRA£. 22.000

M. Bonfanti, M. Ghizzo I GIOVANI E IL CALCIO£.16.000

M. Bonfanti, G. Leali, A. PereniILGIOCO DEL CALCIO ESERCITA-ZIONI ADDESTRATIVE2 WHS e libro£.75.000.

M. Bonfanti, A. Pereni IL GIOCO DEL CALCIO: 100 ESERCITAZIONI PER GIOVANICALCIATORI£.22.000

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M. Bonfanti, M. Ghizzo IL FUTURO È CALCIO£.12.000

L. Bonizzoni IL GIOCO A ZONA£.18.000

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L. Bonizzoni, G. Leali I CENTROCAMPISTI£.12.000

L. Bonizzoni, G. Leali LE PUNTE£.12.000

C. Bosco VALUTAZIONE DELLA FORZA CON IL TEST DI BOSCO£.24.000

C. Bosco ASPETTI FISIOLOGICIDELLA PREPARAZIONE FISICA DEL CALCIATORE£.22.000

C. Bosco LA FORZA MUSCOLARE£.40.000

C. Bosco, P. Luhtanen FISIOLOGIA E BIOMECCANICA APPLICATA AL CALCIO£.22.000

C. Bosco, A. ViruBIOLOGIA DELL’ALLENAMENTO£. 30.000

L. BusquetLA PUBALGIA£.60.000

M. CabriniPSICOLOGIA NEL CALCIO£. 30.000

M. CabriniGIOCARE CON LA TESTA£. 30.000A. CalligarisLE SCIENZE DELL’ALLENAMENTO£. 28.000A. CalligarisELEMENTI DI PRONTO SOCCORSO£. 18.000

A. Calligaris, A. Del FreoPREPARAZIONE FISICO-TECNICADEL CALCIATORE ATTRAVERSO500 ESERCIZI CON IL PALLONE£30.000P. Cambone LO STRETCHING NELLA PREPARA-ZIONE FISICA DEL CALCIATORE£.22.000

P. Cambone STRETCHING£. 16.000F. e F. Cannavacciuolo PREPARAZIONE FISICA DEL CALCIATORE£.28.000

F. e F. CannavacciuoloLA FORZA NEL CALCIO£. 25.000F. CasaliL'ADDESTRAMENTO DEI GIOVANI PORTIERI£. 40.000 con video cassetta

E. Cecchini IL PROCESSO DELLA FORMAZIONE TATTICA£. 18.000

E. Ciammaroni LA KINESITERAPIA DELLE ALGIE VERTEBRALI £.23.000

E. Ciammaroni LA KINESITERAPIA NELLE CARENZETORACO-ADDOMINO-RESPIRATORIE £.24.000G. ComettiLA PLIOMETRIA£.25.000

G. ComettiCALCIO E POTENZIAMENTOMUSCOLARE£.35.000

N.Comucci, G.Leali ALLENAMENTO DI CONDIZIONEPER IL CALCIATORE£. 20.000V. Corraro, M. Lussu, P.G.Palmesino,V. Prunelli, P. Ricci, A. RistortoQUADERNO DI CAMPO PROPOSTAPER UN PERCORSO DI RICERCA£. 30.000

M. Cosmai INTERVENTO PSICOLOGICO E PSICOTERAPEUTICO NELLO SPORT £.25.000A. D'AprileTENNIS OK£. 35.000

A. Del FreoTECNICA VELOCITÀ E RITMO NEL GIOCO DEL CALCIO£. 30.000

A. Di Musciano, S. Roticiani S. Testa PROGRAMMA DI UN ANNOPER L’AVVIAMENTO AL CALCIO£.20.000A. Donati LA VALUTAZIONE NELL’AVVIAMENTOALLO SPORT (+ VIDEO CASSETTAVHS REALIZZATA DALLA SCUOLADELLO SPORT)£.50.000

D. D. Donskoj, V. M. Zatziorskij BIOMECCANICA£. 35.000

S. D’Ottavio LA PRESTAZIONE DEL GIOVANE CALCIATORE£.28.000

S. D’Ottavio INSEGNARE IL CALCIO£.20.000

V. I. Dubrovskj MASSAGGIO, MANTENIMENTO E RICOSTRUZIONE DELLE CAPACITÀ DI PRESTAZIONE £.30.000

F. Facchini IL TRAINING AUTOGENO£.16.000

F. Facchini LA PSICOLOGIA DEL CALCIATORE£.16.000J. Ferrandez ALLENAMENTO DELLA RESISTENZA NEL CALCIO £.28.000J. Fleischmann - R. Linc.ANATOMIA UMANA APPLICATA ALL’EDUCAZIONE FISICA E ALLO SPORT£. 90.000

S. Folgueira1010 ESERCIZI DI DIFESA NEL CALCIO£. 30.000

G. Fortunio, C. Moretti ELEMENTI DI ENDOCRINOLOGIA APPLICATA ALLO SPORT £.25.000L. GiannelliCENTO ANNI DEL CAMPIONATO DI CALCIO£. 45.000Gori - TangaIL CORPO E L'AZIONE MOTORIA£. 45.000

Gori - TangaL'APPRENDIMENTO MOTORIO TRA MENTE E CERVELLO£. 35.000

M. GrimaldiSTORIA DEL CALCIO IN ITALIA£. 20.000

J. A. Gurevic1.500 ESERCIZI PER LA STRUTTURAZIONE DELL’ ALLENAMENTO IN CIRCUITO£. 25.000

E. Hahn L’ALLENAMENTO INFANTILE.PROBLEMI, TEORIA DELL’ALLENAMENTO, PRATICA£. 20.000

D. E. Harre TEORIA DELL’ALLENAMENTO£.35.000C. Herveou, L. MesseanTECNICA DI RIEDUCAZIONE PROPRIOCETTIVA£.35.000A. HotzL’APPRENDIMENTO QUALITATIVODEI MOVIMENTI£. 28.000

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FONDAZIONE «MUSEO DEL CALCIO»

Da compilare e spedire a «FONDAZIONE MUSEO DEL CALCIO» Viale Aldo Palazzeschi, 20 - 50135 FIRENZE

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Al prezzo di copertina vanno aggiunte £. 4.000per la spedizione. Ogni ulteriore libro comportaun’aggiunta di £. 2.000 alle spese di spedizione

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FORMA DI PAGAMENTO:versamento in c/c postale N°11807500 intestato a «Fondazione Museo del Calcio»V.le Aldo Palazzeschi,20 - 50135 FIRENZEoppure in contrassegno

S. D. Kacialin LA TATTICA DEL CALCIO£.15.000

M. KamberIL DOPING NELLO SPORT£. 18.000

K. P. Knebel, B. Herbeck, S. HamsenLA GINNASTICA FUNZIONALENELLA PREPARAZIONE DEL CALCIATORE£.28.000

B. Kos 1200 ESERCIZI DI GINNASTICA£.20.000

A. Lamberti ASSOCIAZIONISMO SPORTIVO£.16.000G. Leali CALCIO TECNICA E TATTICA£.25.000

G. Leali ESERCIZI PER L’ALLENAMENTO MUSCOLARE£.20.000

G.Leali, M. RisalitiIL CALCIO AL FEMMINILE£. 20.000

M. Manganini, G. RussoLA RIEDUCAZIONE FUNZIONALE NELL'INTERVENTO DEL LCA£. 45.000

M. ManganoESERCIZI ADDOMINALI£. 18.000

R. Manno L’ALLENAMENTO ALLA FORZA£.22.000

A. Manoni, C. Filippi PRESTAZIONI TECNICO TATTICHEDEI PIU GRANDI PORTIERI DEL MONDO£.20.000

MariucciNUOVE SCHEDE PER L'ALLENATOREE SUPER LAVAGNA TATTICA£. 70.000

D. Martin, K.Carl, LehnertzMANUALE DI TEORIA DELL’ALLENAMENTO£. 35.000

G. Martone PROGRAMMA DI FORMAZIONEPER IL GIOVANE PORTIERE DI CALCIO£.18.000

S. Mazzali LA ZONA NEL CALCIO£.20.000

S. Mazzali, A. BacconiLA PREPARAZIONE FISICA DEL CALCIATORE£. 25.000S. Mazzali

PESISTICA E PERFORMANCE SPORTIVA£. 23.000

S. MazzaliLO SPOGLIATOIO£. 22.000

S. Mazzali, A. NuccoriniIL CALCIO a 5£. 27.000

K. Meinel TEORIA DEL MOVIMENTO£.40.000

F. Meloni GINNASTICA ENERGETICA£. 18.000

G. MenegaliL’ARBITRO DI CALCIO£. 16.000

P. P. Mennea, M. OlivieriDIRITTO E ORDINAMENTO ISTITUZIONALE SPORTIVOL. 25.000

P. Mennea, F. ValituttiMENNEA LA GRANDE CORSA£.20.000

E. Molinas, I. Argiolas L’INSEGNAMENTO DELLE ABILITÀ TECNICHE DEL GIOCO DEL CALCIO £.24.000

M. MondoniDAL MINIBASKET ALL’AVVIAMENTOAL BASKET (6-14 anni)£. 18.000

C.M. NorrisFLESSIBILITÀ£. 22.000

L. OrsattiSPORT CON DISABILI MENTALI£. 28.000

V. P. Oserov SVILUPPO PSICOMOTORIO DEGLI ATLETI£.20.000

Palladino - L. GradauerIMPARARE LA PALLAVOLO GIOCANDO£. 22.000

G. Palmisciano500 ESERCIZI PER L’EQUILIBRIO£. 22.000

G. Palmisciano500 ESERCIZI PER LA COORDINAZIONEOCULO-MANUALE£. 23.000

P. Palombini TECNICA PRATICA DI SHIATSU£.25.000P. Papini, E. Quintavalle, L. UgoliniPORTIERE DI CALCIOLA PREPARAZIONE POLIVALENTE£. 24.000A. Pereni, M. Di Cesare

CALCIO: IL MANUALE TENC. E TATT. DELL’ALLENATORE£. 30.000

W. PerosinoIL LIBRO AZZURRO£. 28.000

P. Pierangeli, G.Testa SOCIOLOGIA DELLO SPORT APPLICATA AL CALCIO £ 15.000

E. PignattiFORZA E VELOCITÀ£.22.000

A. PintusRITORNO ALL’ATTIVITÀ AGONISTICA DEL CALCIATORE DOPO RICOSTRUZIONE DEL l.c.a.£. 45.000

V. PlatonovL'ALLENAMENTO SPORTIVO TEORIA E METODOLOGIA£. 40.000

S. RufinoL’EDUCAZIONE MOTORIA NELLASCUOLA ELEMENTARE£. 20.000

G. RuscaCALCIO COME ALLENARE I PRIMI CALCI E I PULCINI£. 31.000

S.S.S. - F.M.C.ANNUARIO DEGLI ALLENATORI DI CALCIO£. 25.000

S.S.S. - F.M.C.ANNUARIO DEGLI ALLENATORI DI CALCIO 3ª CAT. 2 volumi£.55.000

F. Santoro ABOLIZIONE DEL VINCOLO SPORTIVO £.10.000

E. Sasso, A. SormaniIL CENTRAVANTI£. 13.000

M. Seno, C. BourrelALLENARE I DILETTANTI£. 30.000

P. Sotgiu, F. PellegriniATTIVITÀ MOTORIA E PROCESSO EDUCATIVO£.25.000

Ph. E. SouchardLO STRETCHING GLOBALE ATTIVO£. 62.000

V. M. Subik, J. Levin IMMUNOLOGIA E SPORT£.30.000

L. Teodorescu TEORIA E METODOLOGIA

DEI GIOCHI SPORTIVI £.20.000

F. Tribastone COMPENDIO DI GINNASTICA CORRETTIVA £. 50.000

S. L. Ulisse IL POTENZIAMENTO MUSCOLARECON GLI ELASTICI £. 22.000

A. Umili POTENZIAMENTO MUSCOLARE PER GIOVANISSIMI (11-13 ANNI)£.30.000

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S. VattaLA TECNICA DEL CALCIO E LE CAPACITÀ COORDINATIVE£. 90.000 con video cassetta

L. Vecchiet.MANUALE DI MED. DELLO SPORT APPL. AL CALCIO£. 30.000

P. VenezianiLA PSICOMOTRICITÀ FUNZIONALEAPPLICATA AL GIOCO DEL CALCIO£. 22.000

J. V. Verchosanskij LA PROGRAMMAZIONE E L’ORGANIZZAZIONE NEL PROCESSO DI ALLENAMENTO£.25.000

Y. VerkhoshanskyFORZA ESPLOSIVA£. 27.000

H. WeinPROGRAMMI VINCENTI NEL CALCIO£. 20.000

H. WeinIMPARARE IL CALCIO£.26.000

J. WeineckLA PREPARAZIONE FISICA OTTIMALE DEL CALCIATORE£. 70.000

Mario Bonfanti e coll.IL CALCIO IN CD-ROM£ 66.000

Andrea GalluzzoIL FIORENTINO£. 25.000

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