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in collaborazione con SOCIAL, VETRINA PER I CONTENUTI Come emergere in un mare di rumore

SOCIAL, VETRINA PER I CONTENUTI - cscv.it · opinioni politiche, inclinazioni sessuali ecc.) e professionali. Sui s. n. gli utenti non sono solo fruitori, ma anche creatori di contenuti

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SOCIAL, VETRINA PER I CONTENUTI

Come emergere in un mare di rumore

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Cosa sono i social network? La definizione Treccani Con l’espressione social network si identifica un servizio informatico on line che permette la realizzazione di reti sociali virtuali. Si tratta di siti internet o tecnologie che consentono agli utenti di condividere contenuti testuali, immagini, video e audio e di interagire tra loro. Generalmente i s. n. prevedono una registrazione mediante la creazione di un profilo personale protetto da password e la possibilità di effettuare ricerche nel database della struttura informatica per localizzare altri utenti e organizzarli in gruppi e liste di contatti. Le informazioni condivise variano da servizio a servizio e possono includere dati personali, sensibili (credo religioso, opinioni politiche, inclinazioni sessuali ecc.) e professionali. Sui s. n. gli utenti non sono solo fruitori, ma anche creatori di contenuti. La rete sociale diventa un ipertesto interattivo tramite cui diffondere pensieri, idee, link e contenuti multimediali.

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Perché utilizziamo o dovremmo utilizzare i social media?

-  Perché sono un modo per aumentare la nostra visibilità e raggiungere con persone alle quali altrimenti non potremmo arrivare.

-  Perché ci permettono di entrare in contatto direttamente con molte persone, dando loro risposte/informazioni e fidelizzandole alla nostra offerta.

-  Perché ci permettono di utilizzare al meglio, differenziandoli, i nostri contenuti.

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E ancora:

-  Perché ci mettono in rete con realtà simili alla nostra, rendendoci parte di una comunità senza confini.

-  Perché fanno crescere i risultati dei nostri siti, invitando sempre nuovi utenti ad entrarci e – magari – a tornarci.

-  Perché di conseguenza migliora il posizionamento web dei nostri siti, rendendoli più appetibili e più facilmente ricercabili.

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Ma non è finita. -  Perché i social ci permettono anche di

raccogliere spunti, opinioni e consigli dal nostro target di riferimento e, se serve, modificare le nostre strategie comunicative. Un feedback del tutto gratuito, immediato. Senza bisogno di grandi analisti, ma di buonsenso e capacità di ascolto.

-  Perché, se usati bene, aumentano la credibilità e l’autorevolezza della nostra realtà, sia essa azienda, cooperativa, associazione, ecc.

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Tutto bello?

Utilizzare social network per farsi conoscere è sicuramente un’occasione da non perdere. È essenziale però utilizzarli al meglio. Perché un social network usato male può rivelarsi in un clamoroso boomerang. Non bisogna però avere paura: con capacità di analisi, pianificazione e ascolto la strategia social porterà buoni risultati.

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Parte del nostro mondo I social network fanno parte ormai della nostra quotidianità. Sospendendo ogni giudizio di valore, oggettivamente i dati ci dipingono un mondo di persone connesse fra loro. Anche scorrendo le pagine di giornali, i siti di notizie online, sempre più spesso i social sono citati e utilizzati come fonti. Non si va lontano dalla verità dicendo che i social arrivano anche alle persone che non li usano. Fanno parte del nostro presente e, verosimilmente, lo saranno ancor più nel futuro

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PREMESSA 1: LE NOTIZIE, IL NOSTRO PATRIMONIO Ogni organizzazione, pubblica o privata, è portatrice sana di notizie, ovvero asset comunicativi che possono essere sfruttati per definire verso l’esterno la propria identità e comunicare il proprio operato.

Il concetto di notizia è variabile ma in sostanza si tratta di una storia con carattere di esclusività o novità che ha un interesse pubblico e si presta ad essere veicolata attraverso gli organi di comunicazione aziendali (social, ufficio stampa etc…) e attraverso i mass media.

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PREMESSA 2: RAGIONARE COME UN MEDIA

Se siamo portatori di notizie siamo, potenzialmente, in base alla nostra capacità di generarne a ciclo continuo, un media, ovvero un organo di informazione.

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UN PIANO EDITORIALE Il gap tra quello che vogliamo comunicare e come siamo visti si può colmare attraverso la stesura di un piano editoriale che sfrutti i nostri asset comunicativi per far sapere all’esterno le cose giuste al momento giusto.

Un piano editoriale è un piano di massima (come un Gantt) che stabilisce tempi, modalità e canali di diffusione delle notizie.

Le notizie sono rare, e quindi preziose, vanno dosate nel tempo, date al momento giusto e con la flessibilità che permette di agganciare i mezzi di comunicazione al momento giusto su alcune tematiche.

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Pensieri e parole Un po’di pareri sui social.

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Pensieri e parole Un po’di pareri sui social.

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Pensieri e parole Un po’di pareri sui social.

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Pensieri e parole Un po’di pareri sui social.

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Pensieri e parole Un po’di pareri sui social.

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Pensieri e parole Un po’di pareri sui social.

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Pensieri e parole Un po’di pareri sui social.

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Pensieri e parole Un po’di pareri sui social.

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Pensieri e parole Un po’di pareri sui social.

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Pensieri e parole Un po’di pareri sui social.

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Pensieri e parole Un po’di pareri sui social.

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Sbagliando s’impara: il caso Algida.

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Sbagliando s’impara: il caso Algida.

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Un mondo social: le cifre più recenti (dati osservatorio Vincos, www.vincos.it)

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Un mondo social: analisi del 2016 (dati osservatorio Vincos, www.vincos.it)

Facebookrimaneilsocialpiùu2lizzatocon24,6milionidiaudienceadicembre2016.Ida6ufficialidiFacebookparlanodi29milionidiuten6a=vialmese(ladifferenzaèdovutaadiversemetodologiedirilevazione).Alsecondopostoc’èYouTube,latvnonlineare,seguitadacirca24milionidiitaliani,2milioniinpiùrispeHoall’annoscorso(+8,5%).StabileinterzaposizioneInstagramconun’utenzadioltre11milionidiindividui,increscitadel40%rispeHoal2015.Lanovitàdiquest’annoècheTwiHerèstatosuperatoanchedaLinkedIn.Ilsocialnetworkperilmondodellavoroharaggiuntoun’audiencedicirca8milionidipersone(+66%inunanno),mentreilnetworkdei140caraHerisiaHestasui7milioni(sitraHadiundatoinleggeracrescita,cheperòèpiùaltodialtriinmiopossesso).Pinterest,senzagrandia=vitàdimarke6ng,hafaHounsaltodel76%,conquistando4,6milionidiitaliani,mentreTumblrhaperso12pun6esifermasullasogliadei2,5milioni.L’altrasorpresaèSnapchatchehaincuriosito2milionidiitaliani,facendoregistrareilbalzopiùmarcato,dioltre200pun6rispeHoalloscorsoanno.

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Un mondo social: analisi del 2016, tempo medio (dati osservatorio Vincos, www.vincos.it)

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Un mondo social: analisi del 2016, il genere (dati osservatorio Vincos, www.vincos.it)

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Un mondo social: analisi del 2016, Instagram (dati osservatorio Vincos, www.vincos.it)

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Perché fare social media marketing: definizione

Cos’è il social media marketing? Si può definire come l’insieme di tutte le attività che sfruttano i social network per generare traffico, aumentare l’autorevolezza del proprio brand, creare relazioni con potenziali clienti.

L’obiettivo finale rimane quello di dare visibilità all’azienda, associazione, privato che lo utilizza, e di farlo coinvolgendo (e quindi tenendo aggiornato) il proprio pubblico.

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Social media marketing: la curiosità

Per coltivare al meglio il proprio orticello di social è fondamentale essere curiosi. Leggere, informarsi, capire dove e come si evolveranno i social. Così come in altri campi, ma con una velocità esponenziale, i social cambiano. Mutano algoritmi, forme, strumenti. Non esiste un qualcosa che si possano definire delle regole. Ci sono però degli accorgimenti che è utile tenere a mente quando si gestisce una pagina social.

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Social media marketing: leggere

Un altro aspetto importante è informarsi. Leggere quali sono le notizie di flusso, quelle mainstream. Sapere di cosa (e possibilmente in che modo) si sta parlando in rete.

Questo potrà permettere di sfruttare al meglio due caratteristiche peculiari dei social: l’immediatezza e la viralità.

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Social media marketing: il newsjacking

Saper intervenire sulla notizia, proponendo un proprio contenuto collegato, è una buona chiave per ottenere visibilità. È il concetto di newsjacking. Bisogna sapere cavalcare l’onda.

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Social media marketing: il newsjacking

Ma com’è in realtà l’onda del newsjacking?

Ecco un grafico che lo spiega:

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Qualche esempio di newsjacking. Roma-Feyenoord: la Ceres a tutta birra.

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Qualche esempio di newsjacking. Coca Cola.

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Qualche esempio di newsjacking. Coca Cola.

Il post sopra è stato pubblicato durante il Facebook down del 2015, uno dei casi di «caduta» del server. In quell’occasione non funzionavano Facebook e Instagram. Con un post ironico, al punto giusto, Coca Cola ha fatto capire di essere «sul pezzo» rafforzando la propria brand awareness.

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Qualche esempio di newsjacking: Oreo

Il superbowl è l’evento sportivo più importante e seguito in America. Nel 2013 c’è stato un clamoroso blackout durante la partita. Trentaquattro minuti di buio. Oreo è riuscita a pubblicare subito un post ironico, ricordando come il biscotto si può inzuppare anche al buio, ottenendo un boom di viralità e visibilità.

E in Italia avrebbe funzionato? Sì, ma occhio ai doppi sensi…

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Qualche esempio di newsjacking: Oreo

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Qualche esempio di newsjacking: Johnson - Johnson

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Qualche esempio di newsjacking: Kaizen

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Nel frattempo… Mentre preparavo le slide, a suo tempo, è morto Paolo Villaggio. Vediamo come viene ricordato da alcuni profili in Rete.

Hdmotori: un bel collegamento. Voto 8

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Se Hd motori ha fatto un bel lavoro il giornalista Sabatini usa una frase a effetto: voto 7

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E i Nomadi? Post forse troppo scontato. La foto però è iconica, la tempestività c’è. Voto 6

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Pieraccioni? Anche qua il post è già sentito. Voto 6

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Masini. Foto sgranata, post emozionale ma…forse un po’ banale. 5 e mezzo

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Salvi: manca la foto, il post…sembra vuoto. E quel top finale: va bene forse per un target da comico, ma…voto 5

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Marta Perego: la giornalista…epic fail. Voto 4

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Facebook, quale futuro?

Al momento Facebook conta più di 2 miliardi di utenti nel mondo. Un numero destinato a crescere. Da anni ha iniziato una campagna di acquisizioni: oltre 60 fra startup e aziende lanciate. Le più famose? Probabilmente Instagram e Whatsapp, comprata nel 2014 per 19 miliardi di dollari. Ma anche Oculus Rift, startup che si occupa di realtà virtuale. Ma la campagna acquisti non si fermerà certo qua: l’obiettivo è quello di implementare, possibilmente sempre per primi, nuove tecnologie. Proprio come la realtà virtuale: arriveremo a mettere un like semplicemente facendo l’occhiolino?

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Facebook, il peso sociale Sempre più contenuti, sempre più video: le immagini in movimento stanno su Facebook prendendo sempre più il posto di quelle statiche. Si calcola che gli utenti occupino 5 volte più tempo nel guardare video che immagini o a leggere link. Ma il social network ha sempre più anche un peso politico. Fake news e mezze verità vengono veicolate con l’obiettivo di influenzare elezioni, decisioni, punti di vista.

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Facebook, il peso sociale Un esempio è stata la fake news dell’appoggio di Papa Francesco a Trump durante le elezioni americane. Arrivata a decine di milioni di persone, viene ritenuta da molti analisti un importante elemento in grado di convincere molti utenti a spostare il loro voto su Trump. Lo stesso Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, ha ammesso di essere molto preoccupato dall’esistenza di fake news in grado di influenzare elezioni. Dal marzo 2017 è partita quindi una campagna per individuarle e evitare si diffondano.

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Facebook, il mobile Sempre più utenti utilizzano smartphone per accedere ai contenuti dei social network in generale e in particolare di Facebook. Un’ulteriore spinta verso i video: i fruitori da mobile sono tendenzialmente più portati (1,5 volte) rispetto a quelli da desktop nel guardare video. Entro il 2020, secondo i dati proprio di Facebook, si calcola che il 75% dei contenuti sarà video.

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E Instagram? Anche per Instagram la tendenza all’aumento di video è confermata dai dati: 150% in più negli ultimi sei mesi. E per la prima volta, a livello generale, gli utenti che usufruiscono della rete da mobile o tablet hanno superato quelli da desktop. La percentuale è ridotta (51% a 49%), ma si tratta di un punto di svolta per la fruizione della Rete

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Una finestra live Un’altra tendenza che è esplosa nel 2017 è la possibilità di produrre video in diretta. Su Facebook, dal lancio del maggio 2016, sono quadruplicate le persone che utilizzano le dirette video. E i risultati di questi video sono sorprendenti: sono visti 10 volte di più rispetto agli altri video.

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Una finestra live: altre ricadute sociali Le dirette di Facebook si sono segnalate per un aspetto forte, drammatico: alcuni utenti si sono tolti la vita in live, altri hanno ripreso omicidi o scene cruenti. Famoso il caso della donna di colore che ha ripreso l’assassinio del marito da parte di un poliziotto durante un normale controllo in auto. Anche su questo Facebook sta lavorando.

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Una finestra live: altre ricadute sociali Le dirette di Facebook si sono segnalate per un aspetto forte, drammatico: alcuni utenti si sono tolti la vita in live, altri hanno ripreso omicidi o scene cruenti. Famoso il caso della donna di colore che ha ripreso l’assassinio del marito da parte di un poliziotto durante un normale controllo in auto. Anche su questo Facebook sta lavorando.

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Il piano di Zuckerberg Analizziamo più in profondità quindi le evoluzioni sulla politica di Facebook annunciate nel marzo 2017 dal fondatore. 1. La lotta alle fake news. L’obiettivo è individuare le bufale prima che siano segnalate dagli utenti, intervenendo quindi prima della loro viralità e dei potenziali danni.

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Il piano di Zuckerberg Analizziamo più in profondità quindi le evoluzioni sulla politica di Facebook annunciate nel marzo 2017 dal fondatore. 2. Segnalare contenuti inappropriati o notizie false sarà più facile. Allo studio un metodo, però, per evitare che questo diventi un modo per danneggiare i propri competitor

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Il piano di Zuckerberg Analizziamo più in profondità quindi le evoluzioni sulla politica di Facebook annunciate nel marzo 2017 dal fondatore. 3. Se fai il furbo ti punisco non solo oggi, ma anche domani. In altre parole: cartellino giallo per utenti o pagine che veicolano false notizie. Saranno penalizzati anche nelle news successive

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Il piano di Zuckerberg Analizziamo più in profondità quindi le evoluzioni sulla politica di Facebook annunciate nel marzo 2017 dal fondatore. 4. Stop alla monetizzazione. Le fake news non hanno sempre un intento politico o sociale. Spesso sono «sparate» per portare clic su siti che vivono di bufale e pubblicità. Facebook e Google hanno dichiarato che toglieranno tali siti, una vota conclamati portatori di notizie false, dai flussi dei risultati.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook Prima di iniziare bisogna definire al meglio la propria «carta d’identità». I passi da fare sono i seguenti: 1.  Scegliere un nome per la pagina aziendale che

richiami più fedelmente possibile il proprio. Sarà così che si verrà cercati. Dove possibile evitare nomi troppo lunghi: l’acronimo spesso basta. La Cgil di Bolzano, ad esempio, giustamente punta su CGIL-AGB, senza aggiungere Confederazione Generale Italiana del Lavoro. Questo permetterà una più facile risposta alle ricerche. E, come su Google, prima si esce, più si è competitivi.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook 2. Scegliere una buona combinazione fra foto profilo e foto di copertina. Solitamente un buon compromesso è tenere il logo «ufficiale» nel profilo, mentre nella foto di copertina, più visibile e d’impatto, va inserita una foto bella che magari renda subito il senso della propria attività.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook 3. Descriversi in maniera breve, come richiesto da Facebook stesso. In pochi caratteri bisogna sintetizzare il proprio operato, o la propria mission. La descrizione, dopo l’elemento grafico, è l’elemento più letto.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook

4. Mettere i propri contatti, dare numero di telefono, mail. E in generale rispondere sempre e velocemente ai messaggi privati che arrivano. I social network sono canali diretti, immediati. Se si perde l’immediatezza rischiano di avere un effetto contrario a quello desiderato.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook 5. Se la pagina è appena aperta, aspettare qualche giorno prima di lanciarla o suggerirla agli amici. Meglio popolarla con qualche post o video: così quando qualcuno ci capiterà non troverà un diario bianco, ma un libro aperto già sulla vostra realtà.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook 6. Fondamentale è individuare il target. A chi ci rivolgiamo nella nostra pagina? Che persone ci aspettiamo arrivino? Questo ovviamente andrà a influenzare la tipologia dei contenuti e il linguaggio. Senza però cedere a troppi compromessi. Siamo comunque noi a guidare la comunicazione, non a subirla.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook 7. Impostare un buon livello di privacy. Non lasciare la bacheca aperta: sul diario scriviamo solo noi. Tutti però devono poter lasciare messaggi pubblici, che compariranno poi sulla colonna di destra. Apertura e trasparenza sì, con qualche paletto. Altrimenti la pagina rischia l’effetto giungla.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook Sulla privacy: un link utile https://www.facebook.com/help/325807937506242/ Qua troverete le risposte a tutte (o quasi si spera) le domande relative alla privacy sul proprio profilo. Ad una rispondiamo già noi: avere un buon livello di privacy e soprattutto un buon controllo dei contenuti veicolati sulla propria pagina non è un segno di debolezza o censura: tutt’altro, è segnale di professionalità e di una corretta gestione del proprio diario.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook 8. Fondamentale è saper gestire le emergenze e le criticità. Commenti negativi? Bisogna rispondere, dando informazioni dove necessario, sempre ringraziando per il contributo. Così si fa sentire coinvolto e utile l’utente. Se ci sono errori: ammettiamoli. Nel caso di commenti evidentemente offensivi senza costrutto, si possono cancellare facendo in modo che restino visibili solo a chi l’ha scritto e ai suoi amici. È un modo «soft» per bannare chi disturba. Nei casi più drastici c’è sempre la possibilità di impedire totalmente l’accesso alla pagina.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook 9. Utilizzare video e foto d’impatto. I video sono gli elementi a maggiore viralità naturale. Controllare però immagini e audio: un video mal riuscito fa calare drasticamente la nostra reputazione web. Ed è un settore che tende a perdonare poco, vista la grande concorrenza.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook 10. Utilizzare al meglio gli strumenti di insight. Ci permettono di farci un’idea sul nostro pubblico, di capire gli orari in cui visualizza la pagina e quindi nei quali è meglio postare. Ci permette di visualizzare il rendimento di ogni nostro post. L’analisi costante è fondamentale: non c’è nessun problema nel «cannare» un post se questo serve a capire come fare meglio la volta successiva. Nei limiti, i social network sono anche questo: dei campi di prova in costante evoluzione.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook 11. Fare atterrare i propri post: mettere sempre un link al proprio sito. Così si generano visite. Può essere anche non direttamente collegato. Ad esempio si può caricare un video preso dal web e poi sopra, nella parte scritta, collegarlo ad un nostro contenuto.

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12. Nella scrittura dei post bisogna essere onesti. Questa è la regola principale. Dopo aver trovato una bella foto, la parte testuale non deve essere senzionalistica ma richiamare fedelmente il contenuto che andiamo a proporre all’utente. Una strategia che paga soprattutto nel lungo periodo: chi visiterà la nostra pagina saprà di non trovare «trappole» sul nostro diario. Mai piegarsi al post spinto o vago per cercare qualche clic. Non funzionerà se non forse la prima volta. Ma la distonia fra quanto presentato e quanto poi si va a leggere abbasserà la nostra reputazione e allontanerà future visite.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook 13. Ma come scrivere un post? Non ci sono regole definite ma dei buoni consigli.

-  Meglio essere corti: ideale sarebbe non superare le 140 battute. Come fosse un tweet.

-  Essere onesti: a contenuto corrisponde descrizione

-  Cercare di catturare l’attenzione di chi legge dandogli un motivo per cliccare. Volete dei simboli? http://fsymbols.com/it/ ma senza abusarne.

-  Evitare le domande dirette, se non dove necessario. Sono viste spesso come forzate, un modo per creare engagement facilmente. Se si hanno buoni contenuti, l’interazione arriverà spontanea.

Va raccontata la propria storia, con la consapevolezza che è una buona storia. Bisogna emergere nel mare di rumore offerto dalla rete, farlo con originalità e creatività, sempre nella giusta dose. Il proprio lettore, l’utente va guidato con l’arma migliore: la curiosità.

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Come gestire al meglio una pagina Facebook 14. Fare buon uso dell’ironia.

Solitamente su Facebook essere ironici e non prendersi sul serio funziona. Ovviamente vale, o meglio dovrebbe valere, una regola utile in tutti i campi: il buonsenso. Non esagerare e valutare se il proprio pubblico apprezza o meno l’ironia.

Anche in questo caso si può osare: le onoranze funebri Taffo ce lo dimostrano, ad esempio.

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E il futuro? Tonino Carotone lo definiva «incerto». E anche i social sembrano mantenere la stessa regola: una buona dose di mistero su cosa succederà.

Ma sappiamo comunque che alcune strade sono già segnate.

Spiamo quanto ha detto Marco Grossi, senior manager Italia e Spagna di Facebook

(fonte: http://www.ninjamarketing.it/2017/10/25/facebook-tutte-le-novita-2018-intervista-marco-grossi/)

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Le campagne promozionali

Servono a spingere i nostri post o la nostra pagina dando loro una maggiore visibilità. Sono utili soprattutto se collegate a contenuti comunque forti: aumenterà il risultato finale.

Anche in questo caso la domanda fondamentale dalla quale partire, è: dove, o meglio a chi, vogliamo arrivare?

Essendo però una campagna promozionale c’è un’altra domanda da porsi: quanto possiamo o vogliamo spendere?

Le campagne Facebook permettono di intercettare utenti per età, genere, interessi, localizzazione geografica. Tutte variabili che possono essere gestite anche insieme, incrociandole.

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Le campagne promozionali

Un consiglio? Cominciare con campagne il cui investimento è minimo, di pochi euro. Questo permetterà di visualizzare e analizzare i risultati. Le variabili di targetizzazione di Facebook, infatti, sono predittive. Sono un’ottima indicazione per iniziare ma non detengono la verità assoluta. Ci si può avvicinare grazie all’esperienza: meglio quindi iniziare con piccole campagne mirate. Analizzandone poi i risultati per – dove serve – ritararsi.

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Le campagne promozionali

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Le campagne promozionali: gli obiettivi

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Le campagne promozionali: destinatari

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Le campagne promozionali: destinatari

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Le campagne promozionali: budget

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Le campagne promozionali: le foto

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Le campagne promozionali: posizione

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L’ecologo

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Eallafine?Rileggere,rileggere,

rileggere

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