32
SOSTITUZIONE DELL'IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE CENTRALIZZATO PRESSO LA FACOLTA' DI INGEGNERIA CON UN NUOVO IMPIANTO CENTRALIZZATO AD ALTA EFFICIENZA CON POMPE DI CALORE AD ESPANSIONE DIRETTA E VOLUME DI REFRIGERANTE VARIABILE POR CALABRIA FESR 2007/2013 ASSE II - ENERGIA OBIETTIVO SPECIFICO 2.1 - LINEA DI INTERVENTO 2.1.2.1 AVVISO PUBBLICO PER IL SOSTEGNO ALLA REALIZZAZIONE DI MODELLI PER LA DIMINUIZIONE DEI CONSUMI NEGLI USI FINALI

SOSTITUZIONE DELL'IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE ... · POMPE DI CALORE AD ESPANSIONE DIRETTA E VOLUME DI REFRIGERANTE VARIABILE POR CALABRIA FESR 2007/2013 ASSE II - ENERGIA OBIETTIVO

Embed Size (px)

Citation preview

SOSTITUZIONE DELL'IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONECENTRALIZZATO PRESSO LA FACOLTA' DI INGEGNERIA CON UNNUOVO IMPIANTO CENTRALIZZATO AD ALTA EFFICIENZA CON

POMPE DI CALORE AD ESPANSIONE DIRETTA E VOLUME DIREFRIGERANTE VARIABILE

POR CALABRIA FESR 2007/2013 ASSE II - ENERGIAOBIETTIVO SPECIFICO 2.1 - LINEA DI INTERVENTO 2.1.2.1

AVVISO PUBBLICO PER IL SOSTEGNO ALLA REALIZZAZIONE DIMODELLI PER LA DIMINUIZIONE DEI CONSUMI NEGLI USI FINALI

RREELLAAZZIIOONNEE TTEECCNNIICCAA IILLLLUUSSTTRRAATTIIVVAA

IIMMPPIIAANNTTOO DDII CCLLIIMMAATTIIZZZZAAZZIIOONNEE

INDICE

1  GENERALITÀ 2 1.1  DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO 3 1.2  DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI ESISTENTI 3 1.3  SUDDIVISIONE DEGLI IMPIANTI 3 

2  NORMATIVA TECNICA DI RIFERIMENTO 5 3.1.  LEGGI E REGOLAMENTI 5 3.2.  NORME UNI 6 

3  LIVELLI DI RUMOROSITÀ DEGLI IMPIANTI 9 

4  CRITERI DI PROGETTO 10 4.1  IL CONTROLLO DEL BENESSERE AMBIENTALE. 11 4.2  ACCORGIMENTI PER IL RISPARMIO ENERGETICO. 11 4.3  SCELTA DEL TIPO DI IMPIANTO 12 4.4  DATI DI PROGETTO 13 

4.4.1  Condizioni termoigrometriche esterne 13 4.4.2  Condizioni termoigrometriche interne 13 4.4.3  Determinazione dei carichi termici invernali 13 4.4.4  Determinazione dei carichi termici estivi 13 

5  DESCRIZIONE DELLE OPERE DA REALIZZARE 15 5.1  IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE VRF 15 5.2  IMPIANTO DI ARIA PRIMARIA SALE CONSIGLIO 19 5.3  NUOVA ALIMENTAZIONE AULA MAGNA 21 5.4  TERMOREGOLAZIONE DEGLI IMPIANTI 21 

5.4.1  Termoregolazione delle unità di trattamento dell’aria 23 5.4.2  Sistema di gestione e controllo impianti VRF 24 

6  VERIFICHE FUNZIONALI E COLLAUDI DEGLI IMPIANTI 26 6.1  VERIFICHE E PROVE PRELIMINARI 26 6.2  COLLAUDI DEFINITIVI 26 6.3  DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ E STATO DI FATTO 27 

7  MANUTENIBILITÀ ED ACCESSIBILITA IMPIANTI 28 7.1  SCELTA DI APPARECCHIATURE/COMPONENTI STANDARDIZZATI 28 7.2  ISPEZIONABILITÀ DEGLI IMPIANTI 28 7.3  SICUREZZA NELL’ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI 28 7.4  PERCORSI DI MANUTENZIONE 29 7.5  COMPONENTI DI CONTROLLO (SUPERVISIONE) 29 7.6  COMPONENTI AI PIANI 30 

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 2 di 31

1 GENERALITÀ

La presente relazione ha per oggetto l'esecuzione dei lavori occorrenti per la sostituzione dell’impianto di climatizzazione

centralizzato installato presso la Facoltà d’Ingegneria di Reggio Calabria con un nuovo impianto di climatizzazione ad

alta efficienza con pompe di calore ad espansione diretta a volume di refrigerante variabile del tipo VRF.

Il progetto è stato redatto per partecipare all’avviso pubblico bandito dalla Regione Calabria per il sostegno alla

realizzazione di modelli per la diminuzione dei consumi negli usi finali. L’intervento rientra nell’ambito di un progetto POR

CALABRIA FESR 2007/2013 ASSE II - ENERGIA OBIETTIVO SPECIFICO 2.1 - LINEA DI INTERVENTO 2.1.2.1.

Gli impianti a fluido, proposti e di cui qui di seguito se ne espongono le caratteristiche, rappresentano una soluzione alle

molteplici esigenze oggi richieste alla parte impiantistica di un edificio come quello della Facoltà di Ingegneria, con locali

di differente destinazione d’uso e con diverse esigenze, che vuole comunque mantenere alto il livello di qualità degli

ambienti interni ed il benessere degli occupanti. In particolare grande importanza riveste la flessibilità e la adattabilità

che debbono avere gli impianti proposti, vista la notevole evoluzione tecnologica in atto. Pertanto proporre, come è stato

fatto nel presente progetto una soluzione modulare e totalmente flessibile rappresenta indubbiamente una scelta

intelligente ed in linea con gli standard europei.

Questo approccio consentirà di sviluppare gradualmente l’integrazione dei sistemi coinvolti e di evolvere in funzione

delle necessità della committenza, costretta a misurarsi con i costi benefici derivanti da una attenta progettazione iniziale

(costi di impianto) e da una accurata gestione e manutenzione degli impianti (costi di esercizio).

I lavori da realizzare includono tutte le opere civili necessarie (realizzazione delle strutture di supporto delle

apparecchiature in copertura, previa verifica della consistenza strutturale dei solai sui quali verranno posati le strutture

stesse, successivo rifacimento dell’impermeabilizzazione, opere di protezione dagli agenti atmosferici delle

apparecchiature installate all’esterno, e quant’altro necessario per consegnare l’impianto perfettamente funzionante e

completo di tutte le apparecchiature, materiali ed accessori d’installazione.

La descrizione tecnica, di seguito riportata, ha lo scopo di indicare la soluzione impiantistica proposta, soluzione che

sarà appaltata successivamente al finanziamento attraverso procedura pubblica come previsto dalla legge vigente.

La posizione, il tipo e le quantità dei componenti dell’impianto da realizzare sono validi e coordinati con le altre opere,

rimarrà tuttavia l'obbligo di verificare in sede esecutiva una verifica delle opere da eseguire prima dell’inizio lavori per

adeguare al dettaglio tali componenti.

L’impianto previsto si intende completo e perfettamente funzionante, completo di tutte le apparecchiature e di tutti i

materiali principali ed accessori di installazione, di consumo e di tutto quanto necessario per la sua completa

realizzazione ad eccezione di quanto non specificatamente indicato nel computo metrico estimativo.

Le immagini ed i disegni contenuti nella presente relazione sono a titolo esclusivamente indicativo al fine di meglio

illustrare e rappresentare le scelte impiantistiche ed i concetti contenuti nella presente relazione e non costituiscono un

vincolo per l’Appaltatore e/o la Committente sulle caratteristiche dei prodotti per i quali si rimanda al disciplinare tecnico

prestazionale .

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 3 di 31

1.1 DESCRIZIONE DELL’EDIFICIO

L’edificio oggetto dell’intervento è la facoltà di ingegneria di Reggio Calabria sita in località Feo di Vito. Il complesso e

composto da tre edifici disposti su più piani fuori terra adibiti ad usi diversi nell’ambito delle attività di interesse e

specializzazioni tipiche della facoltà.

In particolare l’edificio denominato come EDIFICIO I è disposto su 7 livelli fuori terra. Ai piani più bassi si trovano i

laboratori mentre al piano 3 si trovano le aule ed infine agli ultimi piani trovano posto gli studi del personale docente e

dei ricercatori. Ai piani alti su due livelli trova posto anche la sala del consiglio di facoltà.

Il secondo edificio denominato EDIFICIO II è invece più basso disposto su 4 livelli fuori terra. Anche per il secondo

edificio ai piani alti trovano posto gli studi del personale docente mentre al piano terra si trovano le aule grandi mentre al

primo piano altri laboratori.

L’edificio denominato EDIFICIO III è l’edificio in cui sono ubicate l’aula magna e la biblioteca.

1.2 DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI ESISTENTI

Attualmente la facoltà è servita da un impianto ad acqua di tipo tradizionale con radiatori ed aria primaria per le aree

comuni e i laboratori mentre con fan-coil ed aria primaria per gli studi e le aule. Gli impianti sono alimentati ad acqua

calda/refrigerata prodotta dalla centrale termica con generatori di calore a combustione alimentati a gasolio e da una

centrale frigorifera con refrigeratori d’acqua condensati ad aria funzionanti elettricamente.

Il fluido termovettore prodotto stagionalmente è fatto circolare all’interno degli edifici attraverso una distribuzione

realizzata con linee in acciaio nero rivestite esternamente con isolante in elastomero.

La tipologia impiantistica esistente porta ad un elevato dispendio economico dovuto alla centralizzazione dell’impianto

che non consente una corretta flessibilità e gestione nel funzionamento delle diverse zone dell’edificio.

Attraverso la stima dei carichi termici estivi ed invernali e dalla simulazione del comportamento termico dell’edificio sono

state effettuate delle valutazioni energetiche che hanno portato alla scelta degli impianti descritti di seguito ai paragrafi

successivi.

1.3 SUDDIVISIONE DEGLI IMPIANTI

Il presente progetto dei lavori da eseguire più specificamente descritti nel seguito, possono essere sinteticamente

riassunti secondo i seguenti punti:

Nuovo sistema di climatizzazione del tipo ad alta efficienza ad espansione diretta VRF per gli edifici I e II

Aria primaria e VRF per la sala consiglio

Nuovo sistema di produzione del fluido termovettore per l’edificio III con una pompa di calore del tipo aria-acqua

Building automation

Per il funzionamento degli impianti suddetti dovranno essere realizzate delle nuove centrali tecnologiche diverse per le

tre utenze. Le centrali tecnologiche sono state individuate sulla copertura dei diversi edifici sia in funzione di una migliore

collocazione rispetto alla zona servita sia rispetto alla disponibilità dei locali tecnici necessari per la specifica utenza.

Le centrali frigorifere a servizio dell’impianto di climatizzazione, sono le più numerose, vista la specifica richiesta della

committenza di rendere quanto più possibile autonomi e indipendenti gli impianti per le tre diverse utenze ed al

contempo l’esigenza di avere un impianto flessibile in termini di realizzazione e messa in servizio.

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 4 di 31

Gli impianti sono stati suddivisi con la stessa logica con la quale sono state scelte le relative centrali, sempre nel rispetto

del criterio guida di garantire la massima flessibilità ed economia di esercizio oltre che la possibilità di monitorare per

singola zona la ripartizione dei costi di gestione.

Data la notevole importanza del fabbricato, il controllo del funzionamento delle apparecchiature e dei parametri climatici

di tutte le stanze climatizzate avverrà a distanza tramite il sistema di building automation, come meglio descritto di

seguito.

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 5 di 31

2 NORMATIVA TECNICA DI RIFERIMENTO

L’impianto dovrà essere realizzato in modo compiuto ed in conformità di leggi, norme, prescrizioni, regolamenti e

raccomandazioni emanati da tutti gli Enti e Autorità riconosciuti, agenti in campo nazionale e locale, preposti al controllo

ed alla sorveglianza della regolarità della sua esecuzione, direttamente o indirettamente interessata dai lavori:

Normative ISPESL, ASL e ARPA;

Leggi e decreti;

Disposizioni dei vigili del fuoco di qualsiasi tipo;

Norme CEI;

Norme UNI;

Regolamento e prescrizioni Comunali relative alla zona di realizzazione dell'opera.

Se esplicitamente richiesto o nei casi in cui la normativa nazionale risulti lacunosa, saranno utilizzati standard di

riferimento riconosciuti su scala internazionale quali per esempio ASHRAE, SMACNA, NFPA ecc.

In particolare verrà rispettato quanto elencato alle voci seguenti, compresi successivi

aggiornamenti e/o integrazioni anche se non specificati.

3.1. LEGGI E REGOLAMENTI

Si intendono applicate, a titolo esemplificativo e non limitativo, le seguenti leggi e regolamenti:

- L. n° 10 del 09/01/1991: “Norme per l’attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia”;

- D.P.R. n° 412 del 26/08/1993: “Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici”;

- DPR n. 551 del 1999 “Regolamento recante modifiche al DPR 26 agosto 1993, n. 412, in materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia”;

- L. n° 46 del 05/03/1990: “Norme per la sicurezza degli impianti”; - D.P.R. n° 447 del 06/12/1991: “Regolamento di attuazione della legge 5 marzo 1990 n. 46, in materia di sicurezza

degli impianti”; - D.L. n° 626 del 19/09/1994: “Attuazioni delle direttive CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute

dei lavoratori sul luogo di lavoro”; - D.Lgs. n. 494 del 14/08/1996: “Attuazione della Direttiva CEE 92/57, concernente le prescrizioni minime di sicurezza

e salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili”; - DPR 23 marzo 1998, n.126. Regolamento recante norme per l’attuazione della direttiva 94/9/CE, in materia di

apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva (Direttiva ATEX).

- DMICA 02 aprile 1998. Modalità di certificazione delle caratteristiche e delle prestazioni energetiche degli edifici e degli impianti ad essi connessi.

- D.P.R. n. 551/99 “Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 26/08/1993, n.412, in materia di progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici degli edifici, ai fini del contenimento dei consumi di energia”.

- D.Leg.vo del 25/02/2000 n.93. Attuazione della direttiva 97/23/CE in materia di attrezzature a pressione (PED) - D.M. 31 maggio 2001. Elenco di norme armonizzate concernente l'attuazione della direttiva 94/9/CE in materia di

apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva. - Circ. 02 Aprile 2002 n.17. Applicazione del DPR 22 Ottobre 2001 n.462 "Regolamento di semplificazione del

procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra e di impianti elettrici pericolosi".

- D.M. 30 settembre 2002. Secondo elenco riepilogativo di norme armonizzate, adottate ai sensi dell'art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n. 126, concernente l'attuazione della direttiva 94/9/CE in materia di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva.

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 6 di 31

- Direttiva 2002/91/CE – Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16.12.2002 sul rendimento energetico nell’edilizia.

- Legge Regionale n° 39 del 21/12/2004 - Norme per il risparmio energetico negli edifici e per la riduzione delle emissioni inquinanti e climalteranti.

- D.Lgs. n° 192 del 19/08/2005 “Attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia” - D.Lgs. n° 311 del 29/12/2006 “Disposizioni correttive e integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n.192,

recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia” - D.P.R. n. 59 del 2 aprile 2009 - Regolamento di attuazione dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto

legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia.

- D.M. 26 giugno 2009 – Linee Guida nazionali per la Certificazione Energetica degli edifici - Legge 29 gennaio 2009 – Conversione in legge Decreto anti-crisi - LEGGE n. 447 del 26/10/1995: “Legge quadro sull’inquinamento acustico”; - DPCM del 01/03/1991: “Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell’ambiente esterno”; - DPCM 14/11/1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”; - LEGGE n. 47 del 1985 Art. 26 ”Norme in materia di controllo dell'attività urbanistico edilizia, sanzioni, recupero e

sanatoria delle opere edilizie”; - LEGGE n. 13 del 1989 “Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli

edifici privati”; - DPR n. 547 del 1955 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro” aggiornato con le modifiche apportate

dalla Legge 2 maggio 1983, n. 128; dalla Legge 5 novembre 1990, n. 320; dal D.Lgs. 19 settembre 1994, n. 626; dal D.Lgs. 19 marzo 1996, n. 242; dal D.Lgs 14 agosto 1996, n. 493; dal D.Lgs 4 agosto 1999, n. 359 e dal DPR 22 ottobre 2001, n. 462;

- R.D. 12-5-1927 n°824 Approvazione del Regolamento per l'esecuzione del R.D. del 09-07-1926 n°1331 - Decreto 13/12/93 Approvazione modelli relazioni tecniche di cui art. 28 Legge n.° 10 del 9/01/91 - C.M.I n°. 231/F 13/12/93 Chiarimenti e indicazioni interpretative su art. 28 del D.P.R. n.412 del 26/08/93 - C.M.I n°. 233/F 12/04/94 Chiarimenti e indicazioni interpretative su art. 11 del D.P.R. n. 412 del 26/08/93 - DPR 14/01/1997 Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento alle regioni ed alle province autonome di

Trento e Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici,ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private

- D.M. 10-3-1977 Determinazione delle zone climatiche e dei valori minimi e massimi dei relativi coefficienti volumici globali di dispersione termica

- D.M. 12/04/96 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti termici alimentati da combustibili gassosi.

- D.P.C.M. 01/03/91 Limiti di esposizione a rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno - D.M. 23-9-1957 Capitolato-programma tipo per impianti di riscaldamento e di condizionamento - C.M. sanità 1/2/62 n.13 Erogazione di acqua potabile negli edifici - C.M. sanità 16/10/64 n.183 Erogazione d'acqua potabile negli edifici - D.L.15-8-91 n°277 Attuazione delle direttive CEE in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da

esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici durante il lavoro

3.2. NORME UNI

Si intendono applicate, a titolo esemplificativo e non limitativo, le seguenti norme UNI:

- UNI 5364 del settembre 1976. Impianti di riscaldamento ad acqua calda. Regole per la presentazione dell’offerta e per il collaudo.

- UNI 8854 del 1986 Impianti termici ad acqua calda e/o surriscaldata per il riscaldamento degli edifici adibiti ad attività industriale e artigianale. Regole per l' ordinazione, l' offerta e il collaudo.

- UNI 8852 del gennaio 1987. Impianti di climatizzazione invernali per gli edifici adibiti ad attività industriale ed artigianale. Regole per l'ordinazione, l'offerta ed il collaudo.

- UNI 8065 del 1989 Trattamento dell’acqua negli impianti termici ad uso civile. - UNI 9953 del 1993 Recuperatori di calore aria-aria negli impianti di condizionamento dell'aria. Definizioni,

classificazione, requisiti e prove. - UNI 10348 del 1993 Riscaldamento degli edifici. Rendimenti dei sistemi di riscaldamento. Metodo di calcolo. - UNI 10349 del 1994 Riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici - UNI 10351 del 1994 - Materiali da costruzione. Conduttività termica e permeabilità al vapore. - UNI 10355 del 1994 - Murature e solai. Valori della resistenza termica e metodo di calcolo.

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 7 di 31

- UNI 10339 del giugno 1995. Impianti aeraulici ai fini del benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta. l’offerta, l’ordine e la fornitura.

- UNI 10347 del 1995 - Riscaldamento e raffrescamento degli edifici - Energia termica scambiata tra una tubazione e l’ambiente circostante - Metodo di calcolo

- UNI 8884 del febbraio 1998. Caratteristiche e trattamento delle acque dei circuiti di raffreddamento e di umidificazione.

- UNI EN ISO 10211-1 del 1998 Ponti termici in edilizia - Flussi termici e temperature superficiali – Metodi generali di calcolo.

- UNI ENV 12097 del 1999 – Ventilazione negli edifici - Rete delle condotte - Requisiti relativi ai componenti atti a - facilitare la manutenzione delle reti delle condotte - UNI EN ISO 6946 del 1999 Componenti e elementi per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza termica - Metodo

di calcolo. - UNI EN ISO 6946 del 1999 Componenti e elementi per edilizia - Resistenza termica e trasmittanza termica - Metodo

di calcolo. - UNI EN ISO 7345 del 1999 Isolamento termico – Grandezze e definizioni - UNI EN 410 del 2000 Vetro per edilizia – Determinazione delle caratteristiche luminose e solari delle vetrate - UNI EN 1886 del giugno 2000. Ventilazione degli edifici. Unità di trattamento dell’aria. Prestazioni meccaniche. - UNI EN 1507 luglio 2008 – Ventilazione degli edifici - Condotte rettangolari di lamiera metallica - Requisiti di

resistenza e di tenuta - UNI EN 12237 giugno 2004 – Ventilazione degli edifici - Reti delle condotte - Resistenza e tenuta delle condotte

circolari di lamiera metallica - UNI ENV 12599 settembre 2001 – Ventilazione per edifici - Procedure di prova e metodi di misurazione per la presa

in consegna di impianti installati di ventilazione e di condizionamento dell'aria. - UNI EN 832 del 2001 Prestazione termica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento -

Edifici residenziali. - UNI EN ISO 13370 del 2001 – Prestazione termica degli edifici – Trasferimento di calore attraverso il terreno –

Metodi di calcolo. - UNI EN 13789 del 2001 – Prestazione termica degli edifici - Coefficiente di perdita di calore per trasmissione -

Metodo di calcolo - UNI EN ISO 14683 del 2001 Ponti termici in edilizia - Coefficiente di trasmissione termica lineica – Metodi

semplificati e valori di riferimento - UNI EN 12524 del 2001 Materiali e prodotti per edilizia - Proprietà igrometriche - Valori tabulati di progetto - UNI EN ISO 10077-1 del 2002 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure - Calcolo della trasmittanza termica -

Metodo semplificato - UNI EN ISO 10077-2 del 2002 Prestazione termica di finestre, porte e chiusure - Calcolo della trasmittanza termica -

Metodo numerico per i telai - UNI EN 378 emessa in 4 parti tra il 2002 e il 2003 - Impianti di refrigerazione e pompe di calore - Requisiti di

sicurezza ed ambientali - UNI EN ISO 10211-2 del 2003 Ponti termici in edilizia - Flussi termici e temperature superficiali – Ponti termici lineari. - Raccomandazioni CTI 03/3 limitatamente al calcolo del fabbisogno di energia termica utile per la produzione di

acqua calda per usi igienico – sanitari. - UNI EN 13788 del 2003 – Prestazione igrotermica dei componenti e degli elementi per edilizia – Temperatura

superficiale interna per evitare l'umidità superficiale critica e condensazione interstiziale - Metodo di calcolo - UNI EN ISO 16484 del 2004 – Automazione degli edifici e sistemi di controllo (BACS) – Parti 2-3-6. - UNI EN 14511 del 2004 Condizionatori, refrigeratori di liquido e pompe di calore con compressore elettrico per il

riscaldamento e il raffreddamento – Parti 1-2-3-4. - UNI EN 13053 del 2004 Ventilazione degli edifici - Unità di trattamento dell'aria - Classificazioni e prestazioni per le

unità, i componenti e le sezioni. - UNI EN 15927-1 del 2004 Prestazione termoigrometrica degli edifici – Calcolo e presentazione dei dati climatici.

Medie mensili dei singoli elementi meteorologici. - UNI EN 779 del 2005 Filtri d’aria antipolvere per ventilazione generale. - UNI EN ISO 13791 del 2005 - Prestazione termica degli edifici - Calcolo della temperatura interna estiva di un locale

in assenza di impianti di climatizzazione - Criteri generali e procedure di validazione. - UNI EN ISO 13792 del 2005 - Prestazione termica degli edifici - Calcolo della temperatura interna estiva di un locale

in assenza di impianti di climatizzazione – Metodi semplificati. - UNI 10379 del 2005 – Riscaldamento degli edifici. Fabbisogno energetico convenzionale normalizzato.

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 8 di 31

- UNI EN ISO 13790 del 2005 - Prestazione termica degli edifici - Calcolo del fabbisogno di energia per il riscaldamento.

- UNI EN 13779 del 2005 - Ventilazione degli edifici non residenziali - Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di condizionamento.

- UNI EN 12828 del 2005 Impianti di riscaldamento negli edifici - Progettazione dei sistemi di riscaldamento ad acqua. - UNI EN 673 del 2005 Vetro per edilizia – Determinazione della trasmittanza termica (valore U) – Metodo di calcolo - UNI 10412-1 del 2006 Impianti di riscaldamento ad acqua calda - Requisiti di sicurezza - Parte 1: Requisiti specifici

per impianti con generatori di calore alimentati da combustibili liquidi, gassosi, solidi polverizzati o con generatori di calore elettrici.

- UNI 11169 del 2006 Impianti di climatizzazione degli edifici - Impianti aeraulici ai fini di benessere – Procedure per il collaudo.

- UNI EN 13384 del 2006 Camini – Metodi di calcolo termico e fluido dinamico. Parti 1-2-3 - UNI EN 14908 del 2006: Comunicazione aperta dei dati per l'automazione, la regolazione e la gestione tecnica degli

edifici - Protocollo di rete per gli edifici - Parte 1: Livello di protocollo - UNI EN 14908 del 2006: Comunicazione aperta dei dati per l'automazione, la regolazione e la gestione tecnica degli

edifici - Protocollo di gestione della rete - Parte 2: Comunicazione tramite doppino telefonico - UNI CEN/TS 15231 del 2006 Comunicazione aperta dei dati per l'automazione, la regolazione e la gestione tecnica

degli edifici - Integrazione di funzionalità (mapping) tra LONWORKS e BACnet - UNI EN 12831 del 2006 Impianti di riscaldamento negli edifici – Metodo di calcolo del carico termico di progetto. - UNI EN ISO 7730 del 2006 Ergonomia degli ambienti termici - UNI EN 12097 Rete delle condotte ai componenti atti a facilitare la manutenzione delle reti delle condotte - UNI TS 11300 Parti 1 & 2 del 2008 Prestazioni energetiche degli edifici - UNI EN 1507 del 2008 Ventilazione negli edifici – Condotte rettangolari di lamiera metallica – Requisiti di resistenza

e di tenuta

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 9 di 31

3 LIVELLI DI RUMOROSITÀ DEGLI IMPIANTI

I limiti di accettabilità del livello sonoro sono quelli indicati dalle norme UNI-CTI 8199; ove necessario devono essere

adottati opportuni accorgimenti atti ad attenuare il rumore.

L'impianto dovrà inoltre rispondere alla Legge Quadro sull’inquinamento acustico n° 447 del 26/10/1995 e dovrà infine

soddisfare il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 1° marzo 1991 riguardante i limiti massimi di

esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno.

Il rumore generato dai macchinari dovrà essere conforme a quanto richiesto da :

D.P.C.M. 1/3/91 "limiti massimi di esposizione al rumore nell'ambiente esterno",

D. Leg. n°277 del 15/8/91 “attuazione delle direttive CEE in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti

da esposizione ad agenti chimici fisici e biologici durante il lavoro”

Legge 26/10/1995 N°447 “Legge quadro sull’inquinamento acustico”

Decreto 11/11/1996 “Applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo”

D.P.C.M. 14/11/1997 “Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore”

D.P.C.M. 05/12/1997 “Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici”

Decreto 16/03/1998 “ Tecniche di rilevamento e misurazione dell’inquinamento acustico”

Le verifiche relative ai rumori presenti all'interno ed all'esterno dei fabbricati, in contraddittorio con la D.L., e le eventuali

necessarie opere di insonorizzazione saranno a totale carico dell'aggiudicatario della gara d'appalto.

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 10 di 31

4 CRITERI DI PROGETTO

Nell'osservanza dei criteri guida fissati, i criteri progettuali, adottati per ciascuno degli impianti, sono stati quelli di far

corrispondere, ogni impianto, alle effettive esigenze del servizio, offrendo soluzioni nel rispetto delle garanzie:

di progetto, a scopo dimostrativo, che garantisca le migliori condizioni operative, del comfort ambientale, e della

sicurezza attiva e passiva agli occupanti;

di risparmio energetico, considerando gli impianti integrati con le strutture dell'edificio, ed utilizzando tecniche di

distribuzione dei fluidi moderne, in accordo con la tendenza della attuale tecnologia;

di continuo ed ottimale funzionamento, perché gli impianti sono concepiti con ottimi materiali, con protezione e

riserve opportune, con le aggiornate norme tecniche, ben sezionati per la manutenzione ordinaria e straordinaria;

di durata nel tempo e di affidabilità, perché le apparecchiature sono state individuate e selezionate tra quelle dei

migliori costruttori utilizzando schemi semplici e sicuri e protezioni a prova di deterioramento;

di economia d'esercizio, sia per le spese di gestione che per quelle di manutenzione.

La struttura in questione sarà dotata di un impianto di climatizzazione in grado di ottenere, in qualsiasi stagione ed in

qualsiasi condizione climatica esterna, le condizioni di "comfort" ambientali.

Tali condizioni dipendono da una serie di fattori, alcuni dei quali sono funzione delle persone presenti negli ambienti (tipo

di attività svolta, grado di isolamento del vestiario, etc.), altri sono dipendenti dalla progettazione dell'impianto

(temperatura, umidità relativa, velocità dell'aria, purezza dell'aria, etc.)

L'architettura degli edifici e l’orientamento planimetrico, che determinano rientrate di calore (specie per irraggiamento)

differenziate, per l’esposizione alle varie ore del giorno, sia in inverno (recupero del calore solare) che in estate, e

l'accurato studio delle rientrate di calore e delle dispersioni, unito al calcolo dell'irraggiamento effettivo alle diverse ore

del giorno per le varie stagioni, e non ultima la grande inerzia termica dell’edificio caratterizzato da murarute portanti del

tipo a sacco molto spesse, hanno fornito interessanti indicazioni per la redazione della progettazione degli impianti di

climatizzazione. In particolare visto il lento mutare delle condizioni termiche della struttura che avrebbe caratterizzato

lunghi tempi per la messa a regime dell’impianto ci interessava sviluppare un sistema che riuscisse a portare

velocemente a regime almeno il microclima interno, quello legato allo spazio occupato, sfruttando comunque la capacità

di accumulo dell’energia solare da parte dell’edificio sia d’inverno sia d’estate nel primo caso per fornire apporti gratuiti in

regime di riscaldamento e nel secondo per attenuare i picchi di carico dovuti all’irraggiamento nelle ore centrali del

giorno.

In ragioni di queste considerazioni si è pensato ad un impianto modulare con facili tempi di messa a regime e che

garantisse un livello di climatizzazione differenziato per ciascun ambiente a diversa esposizione.

Gli edifici saranno provvisti di impianto di climatizzazione suddiviso in zone impiantistiche omogenee, tale da assicurare

nei rispettivi locali le condizioni termoigrometriche di massimo comfort, le condizioni di massima igienicità dell’aria nel

rispetto della normativa vigente.

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 11 di 31

Di seguito sono riassunte le scelte progettuali più significative ai fini del benessere ambientale e del risparmio energetico

adottate nella progettazione degli impianti al fine di rendere gli stessi impianti tecnologicamente ed energeticamente

avanzati e con una grande flessibilità d'uso, come meglio descritto nel prosieguo della relazione.

4.1 IL CONTROLLO DEL BENESSERE AMBIENTALE.

La corsa alla migliore offerta, con ribassi spesso esasperati, alla quale è tipico assistere negli ultimi anni, l’aumento dei

costi dell’energia, e la necessaria diminuzione dei consumi energetici richiesta dai committenti, hanno frenato

l’introduzione degli accorgimenti più idonei al raggiungimento delle condizioni di massimo benessere per i fruitori degli

ambienti condizionati.

In particolare, se da un lato si legifera sull’isolamento termico ed acustico degli edifici per ottenere risparmi energetici e

bassi inquinamenti acustici dall’altro ci si preoccupa della salute degli occupanti di un edificio (DPR 246/93) evitando

formazione di gas nocivi, presenza di particelle e gas pericolosi, emissione di radiazioni pericolose, formazione di

umidità.

E’ stato questo l’obiettivo che ci siamo prefissi per quel che riguarda il benessere ambientale che dipende tra gli altri da

due parametri climatici temperatura e velocità terminale dell’aria in ambiente che influenzano in modo determinante la

percezione di comfort degli occupanti.

In tal senso nella redazione del progetto dell’impianto di condizionamento abbiamo posto l’attenzione sui seguenti

principali parametri:

controllo della temperatura in ogni ambiente ( tra 18 e 26 °C), con possibilità di taratura locale nel campo +/- 1 °C;

contenimento della velocità terminale dell’aria ambiente al valore massimo di 0,10 m/s (diffusione dell’aria a bassa

velocità terminale Vt);

contenimento massimo dell’inquinamento acustico dovuto all’impianto (minima velocità di funzionamento delle

apparecchiature ventilanti e diffusione di aria primaria a bassa Vt);

4.2 ACCORGIMENTI PER IL RISPARMIO ENERGETICO.

A seguito della specifica richiesta della Committenza di porre la massima attenzione al contenimento dei consumi

energetici, per ottenere minori costi di gestione in termini d’energia e di manutenzione, abbiamo indirizzato la

progettazione dell’impianto dell’intero edificio intendendolo come un “sistema” non dissipatore d’energia ma in grado di

“autoregolarsi” in funzione delle condizioni climatiche esterne per mantenere le migliori condizioni di comfort senza

sprechi energetici.

Le principali soluzioni tecniche utilizzate per raggiungere questo obiettivo sono state:

utilizzo di sistemi ad volume di refrigerante variabile per la produzione dell’energia frigorifera ad elevati COP

invernale ed EER estiva

sistema di regolazione e gestione del tipo a microprocessore, centralizzato, per la regolazione della temperatura

dei locali condizionati, entro i limiti stabiliti, per evitare sprechi energetici.

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 12 di 31

4.3 SCELTA DEL TIPO DI IMPIANTO

L’impianto previsto per il riscaldamento e raffrescamento dell’edificio utilizzerà un nuovo sistema centralizzato di

climatizzazione in grado di assicurare, all’interno degli ambienti, ottimali condizioni di comfort in qualunque periodo

dell’anno. Negli ambienti in oggetto è già presente un impianto di ventilazione forzata con Unità di Trattamento Aria che

garantisce un adeguato rinnovo dell’aria all’interno dei locali. Il livello di ricambio considerato nei locali uffici è pari a 25

mc/h a persona come richiesto dalla UNI 10339.

In particolare per venire incontro alla necessità di avere un impianto di climatizzazione in grado di soddisfare

contemporaneamente diverse esigenze quali la gestione centralizzata, la flessibilità, la versatilità di applicazioni, la

possibilità di suddividere l'impianto in zone con controllo modulare e non ultimo il risparmio energetico, si è pensato di

utilizzare due diversi sistemi di climatizzazione.

Il primo del tipo ad espansione diretta a volume di refrigerante variabile, denominato VRF, funzionante con gas

refrigerante ecologico R410A, servirà per abbattere il carico termico estivo ed invernale dell’edificio, il secondo di tipo

tradizionale ad acqua calda/refrigerata a servizio delle le centrali di trattamento aria servirà per la produzione di energia

termica o frigorifera per il controllo dell’aria primaria, che date le condizioni variabili dell’elevato affollamento dei locali

serviti richiedono un maggior controllo della qualità e quantità dell’aria immessa.

Questa scelta impiantistica è stata determinata oltre che da chiare esigenze architettoniche, che imponevano a ragione

la minima interferenza con l’edificio e le sue componenti rilevanti (volte, pavimenti, etc..), anche da valutazioni di

carattere energetico che hanno fornito una chiara indicazione in tal senso. Poiché al mutare delle condizioni climatiche,

e al variare quindi della radiazione solare e della temperatura esterna nell'arco di una stagione o addirittura nell'arco

della stessa giornata, le richieste di caldo o di freddo all'interno dei locali sono variabili, la possibilità di usufruire di un

sistema molto flessibile, che moduli la potenza termica adattandola alle richieste dell'ambiente, permette un

considerevole risparmio energetico.

Con la configurazione adottata dell’impianto di climatizzazione siamo riusciti a coniugare l’esigenza di un impianto misto,

fan-coil + aria primaria, per mantenere la possibilità di un elevato controllo della qualità dell’aria e dell’umidità in

particolare per gli ambienti affollati, con la necessità gestionale di un impianto altamente flessibile e modulare come il

sistema VRF per utilizzarne in più i vantaggi legati all’ottimo controllo della variabilità dei carichi termici degli ambienti

rispetto all’impianto tradizionale.

Per meglio distribuire la potenza termica richiesta, gli ambienti climatizzati sono stati suddivisi su diverse zone

impiantistiche, individuate raggruppando gli ambienti secondo una configurazione che permettesse la maggiore

autonomia possibile dei diversi uffici, ottenendo più zone impiantistiche indipendenti.

Le macchine interne di climatizzazione sono state scelte in funzione di una ottimale distribuzione dell’aria. Negli ambienti

più ampi si è scelto di utilizzare macchine interne del tipo a controsoffitto prevedendo la realizzazione di quest’ultimo per

il mascheramento impiantistico.

Negli ambienti più piccoli si è previsto l’utilizzo di macchine a parete generalmente al di sopra dei varchi d’entrata.

Trattandosi di un edificio esistente gli impianti di condizionamento sono stati progettati per limitare al massimo l’impatto

sull’edificio. I componenti scelti per gli impianti sono stati integrati con il contesto architettonico. Per consentire un basso

impatto acustico oltre che visivo, e stata posta particolare attenzione anche sulla localizzazione delle unità poste

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 13 di 31

all’esterno, in genere più rumorose, studiando nello specifico una sistemazione in locali ad esse dedicate,

mascherandole dalla vista esterna ed insonorizzandole per abbattere il rumore prodotto dai ventilatori in funzione.

La modularità di questo impianto di climatizzazione permetterà, inoltre, un’elevata flessibilità nell’esecuzione

nell’intervento di ristrutturazione: infatti, organizzando il cantiere per piani e/o per corpi dell’edificio, è possibile limitare il

disagio legato al trasferimento provvisorio del personale in altre sedi, consentendo di occupare i locali una volta ultimati i

lavori, potendo rendere perfettamente funzionanti gli impianti delle aree già completate, pur con lavori in corso o da

iniziare nelle restanti parti dell’immobile.

4.4 DATI DI PROGETTO

Il progetto dell’impianto, descritto nel paragrafo precedente e riportato nei disegni allegati, è stato eseguito sulla base dei

dati e delle prescrizioni di seguito specificati.

4.4.1 Condizioni termoigrometriche esterne

temperatura invernale: 3 °C

umidità relativa invernale: 70 %

temperatura estiva: 35 °C

umidità relativa estiva: 50 %

4.4.2 Condizioni termoigrometriche interne

temperatura invernale: 20 ± 1 °C

umidità relativa invernale: 50%

temperatura estiva: 26 ± 1 °C

umidità relativa estiva: 50%

4.4.3 Determinazione dei carichi termici invernali

Il calcolo del carico termico invernale è stato condotto secondo le raccomandazioni contenute nelle norme UNI CTI

7357/74.

Non si è pertanto tenuto conto degli apporti di calore dovuti alla presenza di persone o alla dissipazione di potenza

all’interno dei locali, né del contributo della radiazione solare. L’orientamento dei vari elementi costruttivi è stato valutato

introducendo i seguenti coefficienti di maggiorazione delle dispersioni termiche:

NORD 1,20

EST 1,15

OVEST 1,10

SUD 1,00

Per orientamenti intermedi, si è proceduto con un’interpolazione lineare.

4.4.4 Determinazione dei carichi termici estivi

Nel calcolo del carico termico estivo si è tenuto conto degli apporti di calore sensibile e latente dovuti, nelle condizioni di

progetto, a:

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 14 di 31

radiazione solare;

trasmissione di calore attraverso i vari materiali costituenti l'edificio a causa della differenza di temperatura esistente

tra aria esterna e aria interna;

presenza di persone all'interno dei locali condizionati (ai fini del calcolo, gli apporti di calore pro capite sono stati

considerati pari a 60 W/persona di calore sensibile e a 70 W/persona di calore latente);

dissipazione di potenza elettrica da apparecchiature elettriche e per illuminazione;

ricambi d'aria.

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 15 di 31

5 DESCRIZIONE DELLE OPERE DA REALIZZARE

5.1 IMPIANTO DI CLIMATIZZAZIONE VRF

I sistemi VRF sono idonei a rispondere alle esigenze di comfort a livello individuale e di funzionalità impiantistica in modo

da far fronte alle continue necessità di flessibilità che derivano dall’evoluzione nel tempo degli ambienti di lavoro. Tali

caratteristiche suggeriscono, come destinazione prevalente, quella del terziario: uffici, banche, edifici storici, sale di

esposizione, alberghi, centri commerciali ecc..

Questo tipo di impianto rappresenta un sistema di climatizzazione estremamente evoluto che permette la

climatizzazione con controllo individuale delle condizioni ambientali e che risulta in grado di adattarsi all’espansione delle

esigenze, tipiche degli edifici più sofisticati, offrendo la possibilità di apportare successive modifiche nella disposizione

dei locali o di aggiungere unità interne supplementari (fino al limite massimo proprio dell’unità esterna), adattandosi

perfettamente ad applicazioni tipiche degli interventi di ristrutturazioni specie se trattasi di edifici storici, come nel nostro

caso.

L’impianto VRF servirà per riscaldare e raffrescare tutti gli ambienti che sono occupati da persone, uffici, corridoi

principali e sale riunioni. Come consuetudine non è previsto la climatizzazione estiva dei servizi igienici.

Nel caso specifico l’impianto di climatizzazione sarà del tipo ad espansione diretta ad inverter per la variazione di

velocità dei compressori, a pompa di calore e volume di refrigerante variabile, denominato VRF funzionante con gas

refrigerante ecologico R410A.

Il fluido refrigerante R-410A. è una miscela quasi azeotropica di due refrigeranti idrofluorocarburi, pertanto esenti da

cloro. I due refrigeranti che compongono la miscela sono R32 e R125 chimicamente stabili. Il fluido R-410A,

contrariamente ai clorofluorocarburi (CFC), ormai non più consentiti dalle leggi 549/91 e 179/97, e agli

idroclorofluorocarburi (HCFC) quali l’R22, la cui produzione è destinata ad essere interrotta nei prossimi anni, presenta

caratteristiche tali da non arrecare danni allo strato di ozono e, nello stesso tempo, assicura rendimenti pari a quelli

ottenibili in precedenza con i CFC o HCFC.

Per effetto di un ciclo termodinamico particolare in inverno l’unità esterna sottrae calore all’aria e l’unità interna lo

trasferisce agli ambienti da riscaldare. In estate il ciclo è inverso: l’unità interna sottrae calore all’ambiente e l’unità

esterna lo trasferisce all’aria. L’energia primaria utilizzata dal sistema è quella elettrica, il fluido che fa da vettore per il

calore è denominato gas refrigerante.

In generale il sistema è composto da una unità posta all’esterno e da una o più unità poste all’interno dell’ambiente

distribuite nei vari locali, collegate fra di loro mediante una coppia di tubazioni in rame.

Le unità interne saranno quasi tutte del tipo in vista, ad esclusione di alcune unita di tipo canalizzato poste nella sala

consiglio, di taglie diverse a seconda delle differenti esigenze termiche dei locali serviti.

Relazione tec

cnica illustrativva impianto di cclimatizzazionee Rev.: 15/10/20013 Pag. 16 di 31

Relazione tec

Le unità sara

le unità a cas

servire le uni

per gravità at

Ove non pre

mascherame

Il sistema di

regolatore di

refrigerante i

confortevoli a

macchina pu

precisione de

Caratteristica

avaria o arre

impianto. Att

alimentazion

consentirne

dell’unità inte

Le unità este

compressori,

gas refrigera

funzionamen

temperatura

temperatura

Il sistema di

ottenere una

unità interne

esterna è a q

In condizioni

funzionamen

consentire il

Tutte le unità

un comando

entrambe le

unità interne

cnica illustrativ

anno installate

ssette a 4 vie

ità in ambiente

ttraverso una

esente sarà r

ento delle tuba

regolazione d

temperatura

n risposta alle

ad un livello

uò variare l’im

el controllo de

a fondamenta

esto di una s

traverso la li

e elettrica di

il funzioname

erna.

erne sono an

, assicura un f

ante alle effe

nto dell’intero i

esterna a bulb

esterna a bulb

i controllo pro

grande flessi

) con lunghez

quota inferiore

di bassa capa

nto dello scam

buon funziona

à, interne ed e

o centralizzato

postazioni è

e potrà avven

va impianto di c

e sopra la port

a controsoffit

e. L’evacuazio

rete di tubazio

realizzato il c

azioni varie.

Il sistem

semplicit

spostam

della tempera

a microproce

e variazioni d

costante senz

mpostazione d

lla temperatur

le dell’impiant

ingola unità i

nea bus le u

posizionarsi

ento. Questa c

nch’esse dota

funzionament

ettive esigenz

mpianto propo

bo secco = da

bo umido = da

oporzionale-in

ibilità impiantis

zza effettiva f

e rispetto alle u

acità (funziona

mbiatore di calo

amento dell’im

esterne di un p

o a sua volta

possibile acc

nire, ad orari

climatizzazione

a nelle pareti

tto. Le tubazio

one della cond

oni in PP a pa

controsoffitto

ma di collegam

tà e flessib

ento, aggiunta

atura ambiente

ssore che ag

i temperatura

za gli sbalzi t

della temperat

ra interna è as

to sarà la cap

nterna conse

unità riusciran

in posizione

caratteristica

te di controllo

o efficiente in

ze dell’ambie

osto è assicur

a -5°C a +43°C

a -20°C a +16

ntegrale-deriva

stica (il volum

fino a 150 m,

unità interne) e

amento di una

ore e dei vent

mpianto.

piano sono co

a collegato a

cedere alle fun

predefiniti, m

e

lato corridoio

oni del refriger

densa prodott

avimento fino a

in cartongess

mento frigorife

bilità tali da

a, distacco di

e è particolarm

isce su una v

dell’ambiente

tipici dei siste

tura entro i lim

ssicurata nella

pacità di man

ntendone le o

nno ad alime

e di OFF sen

intrinseca del

o a microproc

tutte le fasi d

ente, anche

rato anche in c

C (funzioname

6°C (funzionam

ativo (PID) co

me di refrigeran

, dislivelli fino

e dislivelli mas

a sola unità in

tilatori con, ev

ollegate fra di

alla postazion

nzioni di cont

mediante i me

per gli studi m

rante correran

ta dalle unità i

a confluire nei

so per la col

ero (denomina

permettere

unità terminal

mente curato,

valvola elettron

e. In questo m

emi on-off. L’u

miti che sono

a misura di 0

ntenere in fun

operazioni di

entare la valv

nza comprom

l sistema è u

cessore che a

del ciclo opera

con tempera

condizioni clim

ento in raffred

mento in risca

on circuito au

nte è regolato

o a 50 m tra u

ssimi di 15 m

nterna) il sistem

entualmente,

loro con una

ne centrale de

trollo e diagno

edesimi rilevat

Rev.: 15/10/20

mentre nei loca

nno in contros

interne in esta

pluviali più vi

locazione del

ato REFNET)

la riconfigu

i.

infatti ogni u

nica d’espans

modo il sistem

utente, opera

o imposti dal

,5 °C.

zione i divers

manutenzione

vola LEV per

mettere il funz

na particolarit

abbinato alla

ativo del sistem

ture esterne

matiche estrem

damento);

ldamento).

utomatico di b

o in risposta al

unità esterna

tra le unità int

ma permette d

attivazione di

linea di trasm

el sistema di

osi del sistem

tori di presen

013

ali grandi sara

soffitto lungo i

ate avverrà, d

icini.

lla macchina

presenta car

urabilità impia

unità interna è

sione che vari

ma mantiene le

ando sul coma

comando cen

si sistemi anc

e senza disa

rmettendo in

zionamento d

tà delle sched

variazione di

ma adeguand

critiche. In

me quali:

bilanciamento

lle variazioni d

e interne (40

terne.

di intervenire c

una valvola d

missione dati c

i Building Au

ma VRF. L’atti

nza persona c

Pag. 17 di 31

anno installate

l corridoio per

ove possibile,

interna ed il

ratteristiche di

antistica con

è dotata di un

a il volume di

e temperature

ando a bordo

ntralizzato. La

che in caso di

ttivare l’intero

caso di non

del sistema e

da elettronica

i capacità dei

do il volume di

particolare il

o consente di

di carico delle

0 m se l’unità

controllando il

di by-pass per

he fa capo ad

utomation. Da

ivazione delle

che azionano

e

r

,

l

i

n

n

i

e

o

a

i

o

n

e

a

i

i

l

i

e

à

l

r

d

a

e

o

Relazione tec

l’impianto di

attivare anch

Contrariamen

raffrescamen

eseguita a d

repentine var

Le prestazion

parità di pote

Il contenimen

reali esigenz

richiesta dell’

Le unità este

supporti antiv

per consenti

esterne, sara

apparecchiat

esterne.

cnica illustrativ

illuminazione,

he una sola un

nte agli impia

nto) non richie

distanza dalla

riazioni delle c

ni descritte, u

enza attiva ins

nto dei consu

e impiantistich

’utenza, evitan

erne motocon

vibranti, su ap

re la ripartizio

anno utilizzati

ture. Di segu

va impianto di c

, per effetto d

nità interna pe

anti a ventilco

ede operazio

postazione c

condizioni clim

nite alla bass

tallata, riduco

mi energetici

he. L’inverter

ndo gli sprech

densanti dei s

ppositi basame

one dei caric

silenziatori e

ito sono raffig

climatizzazione

ella modularit

r ogni zona, s

onvettori funz

ni particolari

centrale. La r

matiche estern

issima inerzia

no di fatto il co

è garantito da

consente di a

hi tipici dei sist

sistemi VRF,

enti di support

hi sulle strutt

ed accorgime

gurati due div

e

tà e rapidità d

enza deperim

zionanti ad a

da eseguire

rapidità di co

ne tipiche delle

a dell’impianto

onsumo di en

al funzioname

deguare, istan

temi con funzi

così come la

to, in particola

ture portanti e

enti mirati pe

versi esempi

di avviamento

mento dell’effic

acqua, la com

sul posto, in

mmutazione c

e mezze stagio

o nelle fasi tra

ergia primaria

ento dell’invert

nte per istante

onamento On

pompa di ca

are modo per l

e sul solaio.

r contenere l’e

di canalizzaz

Rev.: 15/10/20

tipica di ques

ienza.

mmutazione st

nfatti è istanta

consente all’im

oni.

nsitorie di avv

a in modo cons

ter che adegu

e, la potenza e

/Off.

lore tradiziona

e unità poste

Nei locali in c

eventuale rum

zione dell’aria

013

sto impianto, s

stagionale (ris

anea e può e

mpianto di ris

viamento e sp

siderevole.

ua la potenza

elettrica assor

ale, poggeran

sulla copertur

corrispondenz

morosità dei ve

a di espulsion

Pag. 18 di 31

sarà possibile

scaldamento /

essere anche

spondere alle

pegnimento, a

assorbita alle

rbita alla reale

nno, mediante

ra dell’edificio,

za delle unità

entilatori delle

ne delle unità

e

/

e

e

a

e

e

e

,

à

e

à

Relazione tec

La modulari

nell’intervent

possibile limi

una volta ulti

in corso o da

I sistemi VRF

Management

collegamento

5.2 IMPIA

Per effetto de

si rende op

l’installazione

all’interno de

persona com

Per la sala c

dell’aria sem

realizzata att

Dalla centrale

verticale all’in

L’aria a serv

copertura

Al fine di ridu

scambio term

L’aria in usci

generalmente

cnica illustrativ

ità di questo

o di ristruttur

tare il disagio

mati i lavori, p

a iniziare nelle

F permettono

t System (BM

o di 256 unità

ANTO DI ARIA P

ella relativame

portuna in q

e di un impia

ei locali in funz

me richiesto da

conferenze è

mpre al di sop

traverso un ca

e posta sulla c

nterno di cave

vizio delle sala

urre i consumi

mico tra l’aria i

ta dalle centra

e a soffitto in v

va impianto di c

o impianto d

razione; infatt

legato al tras

potendo rende

restanti parti

il collegament

S), comunican

attraverso Ga

PRIMARIA SALE

ente elevata o

uesti ambien

anto di ventila

zione dell’effet

alla UNI 10339

stato invece

pra della zona

anale centrale

copertura dell

edi la quota al

a consiglio ve

energetici, la

n ingresso e l

ali sarà convo

vista.

climatizzazione

di climatizzaz

i, organizzand

ferimento prov

ere perfettame

dell’immobile.

to ad un siste

ndo tramite pr

ateway BACne

E CONSIGLIO

occupazione, t

ti, per garan

azione forzata

ttiva occupazio

9.

studiato un s

a occupata da

posto in alto n

’edificio partir

di sotto del ba

errà trattata in

centrale di tra

’aria estratta.

ogliata all’inter

e

zione permet

do il cantiere

vvisorio del pe

ente funzionan

.

ema di controll

rotocollo BACn

et.

tipica dei gran

ntire ottimali c

a a portata va

one dei locali.

sistema di dis

alle persone m

negli spazi co

ranno I canali

allatoio della s

n apposita cen

attamento aria

rno di canali in

tterà, inoltre,

e procedendo

ersonale in alt

nti gli impianti

lo generale de

net (connessio

ndi ambienti, q

condizioni di

ariabile che g

Il livello di ric

stribuzione de

ma ad una qu

nsentiti dalle t

di mandata pe

sala per prose

ntrale di tratta

a includerà un

n lamiera che,

Rev.: 15/10/20

un’elevata

per piani e/

tre sedi, conse

delle aree già

egli impianti, s

one mediante

quali le sale le

comfort in t

arantisca un

cambio consid

ll’aria primaria

uota più bass

travi reticolari.

er raggiungere

guire il percor

amento aria :

recuperatore

, dopo il perco

013

flessibilità ne

/o per corpi d

entendo di oc

à completate,

sistema di Buil

Ethernet) e c

ettura e le sal

termini di qua

adeguato rin

erato sarà pa

a che preved

sa, mentre la

.

e attraverso u

rso a vista sul

3500÷5000 m

e di calore che

orso in cavedi

Pag. 19 di 31

ell’esecuzione

dell’edificio, è

cupare i locali

pur con lavori

ding

consentendo il

e conferenze,

alità dell’aria,

novo dell’aria

ri a 40 mc/h a

e la mandata

ripresa verrà

un primo tratto

fondo.

mc/h posta in

e consentirà lo

io, correranno

e

è

i

i

,

,

a

a

a

à

o

n

o

o

Relazione tec

Nel tratto a v

Anche in qu

microugelli d

diverse: una

posizionati n

sarà estratta

zona occupa

In particolare

distribuzione

tanti piccoli d

ugelli di lan

miscelazione

Il principio d

dell’induzione

piccolo diffus

a seconda de

correnti d’aria

lancio, quelli

Il montaggio

- immissione

- estrazione,

cnica illustrativ

vista i canali s

esto caso co

i mandata ins

parte dell’estr

ella parte alta

ad una quota

ta.

e sono stati st

dell’aria ad a

diffusori perm

cio in gomm

e del fluido, la

di funzioname

e. Questo eff

sore installato

el diametro su

a. Lo standard

eccedenti il n

degli ugelli, d

, l’ugello verso

l’ugello deve

va impianto di c

saranno del ti

me per le sa

stallati sulla pa

razione avver

a del canale in

a più bassa d

tudiati due dif

lta induzione

mette una migl

a convoglian

lunghezza de

ento del can

fetto è ottenut

a pressione p

u di una o due

d di produzion

umero calcola

a realizzare n

o l’esterno

essere monta

climatizzazione

po spiroidale

ale lettura è s

arte bassa de

rà direttament

n modo da na

da due griglie

fferenti sistem

attraverso mic

liore miscelaz

o i getti di a

l lancio è funz

ale “spiral je

to con una p

prima di monta

e file, ottengo

ne prevede un

ato possono e

ella fase di po

ato rivolto vers

Gli ugell

circa 70

liberame

Da 0° a

Per la s

con sist

distribuz

circolari

canalizz

e

a sezione ov

stato scelto u

ei due canali. L

te dal canale

asconderli alla

di ripresa po

mi di distribuzio

crougelli insta

zione dell’aria

aria e produc

zione della po

et”, come è d

particolare fora

are il canale. Q

no una miglio

n certo numer

essere chiusi c

osa, deve esse

so l’interno del

li montati nel

0 gradi dalla n

ente a 360° in

35 gradi l’incl

sala consiglio

tema di trav

zione ad alta

che attravers

zate saranno i

ale per conte

n sistema di

L’aria di ripres

di ripresa cen

vista dall’inte

ste più in bas

one dell’aria i

llati nei canali

, eliminando i

cono un effet

rtata unitaria.

denominato s

atura dal can

Questi ugelli m

ore omogeneiz

ro di forature

con tappi.

ere eseguito s

l canale

senso dell’im

normale del c

n modo da ind

linazione e ruo

caratterizzata

i reticolari a

induzione co

seranno centra

nstallati sui ca

Rev.: 15/10/20

nere al massi

distribuzione

sa espulsione

ntrale attravers

erno della sala

sso sottopavim

n ambiente en

. La diffusione

i flussi che ge

tto ad alta in

sul mercato,

ale, opportun

montati su tutta

zzazione della

in grado di ac

secondo la dire

missione, ass

condotto ment

irizzare i singo

otabile a 360°

a da una dopp

vista è stato

on mandate d

almente a vista

anali dei diffus

013

imo l’altezza d

ad alta induz

e verrà estratta

so dei microug

a; la restante

mento in fond

ntrambe con

e “puntiforme”

enerano corre

nduzione che

sfrutta il fen

namente equip

a la lunghezza

a temperatura

ccogliere altre

rezione del flui

sumono una i

tre possono e

oli getti in dire

°.

pia altezza e

to adottato u

dell’aria dall’al

a la sala. A va

sori ad alta ind

Pag. 20 di 31

della sezione.

zione con dei

a a due quote

gelli di ripresa

parte dell’aria

o rispetto alla

un sistema di

” realizzata da

enti d’aria. Gli

e favorisce la

nomeno fisico

paggiati di un

a del canale e

senza creare

ettanti ugelli di

ido:

nclinazione di

essere ruotati

ezioni diverse.

da un soffitto

n sistema di

lto con canali

alle delle unità

duzione con la

.

i

e

a

a

a

i

a

i

a

o

n

e

e

i

i

i

.

o

i

i

à

a

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 21 di 31

possibilità di modificare l’assetto del lancio nelle diverse stagioni in funzione della temperatura di mandata.

La rete di canalizzazioni di mandata in lamiera zincata in uscita dall’UTA percorreranno prima un tratto verticale in

apposito cavedio per poi attraversare a vista la sala.

L’aria viziata di espulsione sarà prelevata direttamente da griglie di ripresa installate sotto le sedute nelle gradinate della

sala. L’espulsione di questa aria all’esterno avverrà dopo lo scambio termico nei recuperatori di calore, per consentire un

pretrattamento dell’aria di mandata ed un conseguente risparmio energetico.

In uscita dalla centrale oltre che al canale di mandata ci saranno anche i due canali della presa dell’aria esterna e

dell’espulsione, due tronchi ognuno dei quali proseguirà in verticale entro un cavedio posto alle spalle della parete

dell’ascensore interno alla sala fino a raggiungere delle apposite griglie poste all’esterno copertura dell’edificio.

La regolazione di temperatura avverrà mediante apparecchiature a microprocessore connesse alla postazione

centralizzata del sistema di Building Automation. Le funzioni svolte dalle centrali di trattamento aria per il controllo dei

parametri microclimatici sono molto importanti ai fini del raggiungimento degli obiettivi progettuali e si presterà

particolare cura nella concezione del sistema di controllo.

5.3 NUOVA ALIMENTAZIONE AULA MAGNA

Per l’Aula Magna sarà modificato il sistema di alimentazione installando una pompa di calore a servizio esclusivo

dell’edificio III. La pompa di calore sarà monoblocco con a bordo gli accessori di pompaggio per rendere autonomo

l’impianto. Le caratteristiche della pompa di calore sono riportate nelle schede del disciplinare tecnico.

Insieme alla sostituzione del sistema di alimentazione saranno realizzate anche tutte le opere accessorie necessarie per

il funzionamento dell’impianto. In particolare la macchina di climatizzazione sarà posizionata in uno spazio dedicato

all’esterno a quota +88,00 nel quale già sono presenti alcuni macchinari da dismettere.

Le linee di derivazione di tali macchine frigorifere saranno condotte attraverso un percorso all’esterno fino alla Centrale

Termofrigorifera situata a quota +77,00. All’interno della Centrale verranno intercettate le linee presenti a servizio

dell’Aula Magna in modo da collegarle alla nuova centrale di produzione.

Il Gruppo previsto sarà a recupero parziale di calore per la produzione di acqua calda sanitaria che sarà posta a servizio

delle utenze più prossime alla Centrale stessa.

5.4 TERMOREGOLAZIONE DEGLI IMPIANTI

Per il sistema di regolazione e controllo degli impianti meccanici è stata adottata una tecnologia di ultima generazione

con la peculiarità che il Bus di processo è privo di master della comunicazione ed è uno standard BACnet, utilizzabile su

diversi mezzi fisici di trasmissione standard quali LON, Ethernet, RS485,RS232, ecc..

L’utilizzo di tale tipologia di bus permetterà il collegamento dei controllori ad un sistema di supervisione centralizzata che

potrà essere previsto in futuro.

I controllori, già in questa fase, possono comunicare tra di loro in rete LON direttamente senza l’interposizione di alcun

dispositivo hardware aggiuntivo, in particolare si è pensato di posizionare in centrale termica un display a cristalli liquidi

grafico in grado di svolgere le seguenti funzioni:

a) Visualizzazione e gestione di tutte le variabili di ciascuna periferica senza nessuna distinzione

b) Gestione allarmi con finestra pop-up per riconoscimento, cancellazione, help con segnale sonoro e led di

segnalazione

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 22 di 31

c) Visualizzazione trend/storici

d) Gestione grafica dei programmi orari

e) Struttura gerarchica delle variabili per accesso strutturato

Regolatori DDC

I regolatori previsti sono essenzialmente di due tipologie :

- Modulari

- Compatti

I regolatori modulari hanno i convertitori di segnale I/O in moduli esterni montati su una barra ed una capacità di punti

controllati molto superiore a quelli compatti e una maggiore flessibiltà nell’eventuale ampliamento dei punti controllati.

Pertanto, tali regolatori sono stati previsti nel controllo e regolazione della centrale termofrigorifera,in cui provvederanno

oltre agli avviamenti ad orario delle pompe, dei gruppi frigoriferi, delle caldaie anche al controllo della portata variabile

delle pompe in funzione della pressione del circuito idraulico.

I regolatori compatti hanno i convertitori di segnale I/O integrati all’interno e una capacità di punti controllati ben

definita a seconda dei modelli e saranno utilizzati per il controllo delle centrali trattamento aria. Il sistema compatto

garantisce inoltre la possibilità di installare i controllori vicino al processo che dovranno controllare, diminuendo così i

costi di cablaggio.

Ogni C.T.A., infatti, avrà il suo regolatore dedicato montato nel suo apposito quadro di regolazione vicino al quadro

elettrico di potenza. Oltre alle normali funzioni di regolazione di temperatura provvederà alla gestione del free-coolig

delle serrande sfruttando al max. la capacità di raffreddamento dell’aria esterna. Sarà infine previsto il comando orario

del ventilatore e tutte le funzioni di monitoraggio ed anomalia della C.T.A.

Relazione tec

5.4.1 Ter

Ciascuna del

funzioni:

Tem

Umi

I punti di mis

Son

Son

La regolazion

o meno di flu

La regolazion

I segnali di co

Seg

Seg

Sulla central

estate) e del

misurati, la c

cnica illustrativ

rmoregolazio

lle unità di trat

mperatura dell

idità invernale

urazione sara

nda di tempera

nda di umidità

ne della tempe

uido refrigeran

ne di umidità i

omando saran

gnale on/off di

gnale on/off su

ina di regolaz

l’umidità relat

entralina invie

va impianto di c

one delle un

ttamento aria

’aria di manda

e dell’aria amb

anno:

atura sulla ma

sulla ripresa d

eratura avverr

te all’interno d

nvernale avve

nno:

apertura/chiu

ulla pompa di i

zione verrà im

tiva dell’aria a

erà un segnale

climatizzazione

nità di trattam

sarà costituito

ata

biente

ndata dell’aria

dell’aria

rà mediante a

della batteria.

errà mediante

sura sulla valv

immissione de

mpostato il se

ambiente. In b

e di comando

e

mento dell’a

o da un sistem

a

apertura o chiu

un umidificato

vola a solenoi

ell’acqua di um

et-point della t

base al confro

on/off alla val

aria

ma di termoreg

usura della va

ore a pacco co

ide

midificazione

temperatura d

onto fra il setp

vola a solenoi

Rev.: 15/10/20

golazione in gr

lvola a soleno

on pompetta p

di mandata (2

point ed i valo

ide ed all’umid

013

rado di regola

oide che regol

per l’acqua.

22° C in inve

ori di temperat

dificatore.

Pag. 23 di 31

are le seguenti

lerà l’ingresso

rno, 24 °C in

tura e umidità

i

o

n

à

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 24 di 31

5.4.2 Sistema di gestione e controllo impianti VRF

La gestione dell'impianto (comandi di avviamento/arresto, programmazione oraria, impostazione dei valori di

temperatura ambiente, ecc.) dovrà essere affidata a centraline elettroniche di comando distribuite ai vari piani

dell'edificio; gli ambienti chiusi saranno dotati anche di comandi locali. L'intero impianto infine sarà collegato ad un

sistema remoto di supervisione centralizzata.

Il sistema di controllo degli impianti può essere strutturato su più livelli gestionali.

La flessibilità del sistema consente comunque la possibilità di espandere il sistema di controllo fino a livelli gestionali

sempre più complessi.

1° Livello di controllo (comando remoto utente)

Il singolo utente, mediante apposito comando locale, ha la possibilità di modificare i principali parametri di

funzionamento della singola unità interna (o delle unità interne controllate dal medesimo comando) quali la velocità del

ventilatore, la temperatura desiderata, la direzione di mandata dell’aria, la temporizzazione del funzionamento, ecc.

2° Livello di controllo (comando centralizzato)

Il livello di controllo immediatamente superiore è rappresentato dalla possibilità di sovrintendere al funzionamento di un

numero molto elevato di unità interne, anche collegate a differenti unità esterne. Questa forma di controllo, è prioritario

rispetto a quello fornito dal comando remoto utente, consente la gestione delle unità interne, per le quali è possibile

variare, singolarmente o per gruppi, tutte le modalità di lavoro: impostazione della temperatura, avviso di filtri sporchi,

funzione di avvio sequenziale, impostazione di più programmi di temporizzazione, indicazione dei codici di anomalia,

ecc.

3° Livello di controllo (gestione Intelligent Manager)

Si tratta di un sistema di gestione computerizzato che permette il controllo di tutte le unità interne (sistemi mono e multi-

split) ed ha la possibilità di gestire fino a 19 segnali esterni per ogni intelligent Processing Unit o iPU (contatti da segnali

esterni o impulsi da contatori di energia) ad integrazione del sistema di climatizzazione.

Per linee generali, il sistema si compone di interfaccia hardware, personal computer e software gestionale.

4° Livello di controllo (Building Management System)

La crescente complessità impiantistica e gestionale degli edifici comporta spesso la necessità di avere un controllo

completo e integrato dei sistemi di condizionamento, illuminazione, antintrusione, antincendio, ecc.

Mediante dedicati protocolli di dialogo è possibile consentire l’integrazione del sistema di controllo degli impianti di

condizionamento con altri sistemi di controllo nel quadro di un più complesso sistema di gestione dell’intero edificio, ad

esempio e possibile collegare il sistema VRF al sistema di Building Management System (BMS) comunicando tramite

protocollo BACnet (connessione mediante Ethernet) e consentendo il collegamento fino a 256 unità attraverso Gateway

BACnet.

Relazione tec

cnica illustrativva impianto di cclimatizzazionee

Rev.: 15/10/20013 Pag. 25 di 31

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 26 di 31

6 VERIFICHE FUNZIONALI E COLLAUDI DEGLI IMPIANTI

6.1 VERIFICHE E PROVE PRELIMINARI

Le verifiche e le prove dell'impianto saranno in parte effettuate durante l'esecuzione dei lavori, in parte appena ultimato

l'impianto, prima della dichiarazione di ultimazione dei lavori.

Esse consisteranno nelle seguenti operazioni:

verifica preliminare, intesa ad accertare che la fornitura del materiale costituente l'impianto, qualitativamente e

quantitativamente, corrisponda alle prescrizioni contrattuali;

prova idraulica a freddo, consistente nella pressatura dell'impianto fino ad una pressione pari ad 1,5 volte la

pressione massima di esercizio. Si riterrà positivo l'esito della prova quando non si verifichino fughe o deformazioni

permanenti;

prove preliminari di circolazione dei fluidi riscaldanti, raffreddanti, umidificanti e deumidificanti e dell’aria percorrente

i vari circuiti ed attraversante le diverse bocchette.

Le prove dovranno accertare la perfetta tenuta delle tubazioni e dei canali, nonché il mantenimento dell'assetto regolare

anche a seguito delle massime variazioni di temperatura.

Per quanto riguarda i circuiti dell’acqua, si dovrà in particolare portare il fluido termovettore alle temperature massime e

minime di esercizio previste in progetto, mantenendole per il tempo necessario per l'accurata ispezione di tutto il

complesso delle condutture e dei componenti. Si riterrà positivo il risultato della prova quando le dilatazioni non abbiano

dato luogo a fughe o deformazioni permanenti e quando i vasi di espansione contengano a sufficienza tutta la variazione

di volume dell'acqua dell'impianto.

Le verifiche e le prove preliminari di cui sopra saranno eseguite dal Direttore dei Lavori in contraddittorio con

l'Appaltatore e di esse e dei risultati ottenuti sarà compilato regolare verbale.

Il Direttore dei Lavori, ove si trovi ad eccepire in ordine a quei risultati, perché non conformi alle prescrizioni contrattuali,

emetterà il verbale di ultimazione dei lavori solo dopo aver accertato, facendone esplicita dichiarazione nel verbale

stesso, che da parte dell'Appaltatore siano state eseguite tutte le modifiche, aggiunte, riparazioni e sostituzioni

necessarie.

Resta inteso che nonostante l'esito favorevole delle verifiche e prove preliminari suddette, l'Appaltatore rimarrà

responsabile delle deficienze che abbiano a riscontrarsi in seguito, anche dopo il collaudo, e fino al termine del periodo

di garanzia.

6.2 COLLAUDI DEFINITIVI

Il collaudo dell’impianto verrà effettuato sia nelle condizioni di funzionamento invernale che in quelle di funzionamento

estivo, durante la prima stagione invernale ed estiva successiva alla consegna dell'impianto, almeno due mesi dopo il

completamento dell'edificio e non prima che gli impianti abbiano funzionato regolarmente per i due mesi antecedenti il

collaudo stesso. Il collaudo sarà effettuato con modalità da convenire tra il Collaudatore e l'Appaltatore, e facendo

particolare riferimento alle prescrizioni del presente Capitolato ed alle norme UNI 5104, UNI 5364, UNI 8199 e

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 27 di 31

successive integrazioni o sostituzioni. Durante il collaudo l'Appaltatore dovrà prestare al Collaudatore, che sarà

designato dal Committente, la necessaria assistenza e fornire tutte le apparecchiature necessarie. Del collaudo sarà

redatto regolare verbale.

Le prove dovranno accertare la funzionalità dell'impianto e la sua rispondenza, oltre che al presente Capitolato Tecnico

e agli altri documenti contrattuali, alle norme CEI, ISPESL (ex ANCC, ENPI), VV.F. ed alle altre disposizioni di legge, in

materia di impianti, vigenti all'epoca dell’esecuzione dei lavori.

Verranno effettuate, in particolare, misure di temperatura, di umidità relativa, di velocità dell’aria, di livello di rumore e di

portata dell'acqua nei vari circuiti costituenti il nuovo impianto; saranno inoltre verificate le prestazioni delle macchine

alle diverse condizioni operative e il corretto funzionamento dei relativi organi di controllo e di sicurezza.

Per la purezza dell’aria dovranno essere misurate le grandezze che hanno maggiore influenza, quali: portata d’aria

esterna, portata d’aria di ricircolo, ecc.

Misure di temperatura e di umidità relativa: verranno verificati i limiti prescritti in vari punti dei locali ad un’altezza di 1,5

m dal pavimento.

Misure di velocità dell’aria: verrà misurata la velocità dell’aria in vari punti dei locali.

6.3 DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ E STATO DI FATTO

A lavori ultimati l’Appaltatore dovrà consegnare al Committente tutti i disegni di as-built su supporto magnetico, quotati,

completi di tavole, schemi elettrici, schemi a blocchi e particolari costruttivi, delle opere eseguite.

I detti disegni dovranno essere aggiornati in modo da lasciare un’esatta documentazione di come sono state realizzate

realmente le opere.

Dovranno inoltre essere forniti i certificati di collaudo, le garanzie delle ditte fornitrici, dichiarazioni di conformità ai sensi

della Legge n.46/90, gli allegati obbligatori e le schede tecniche di tutti i materiali ed apparecchiature installate.

Tutta la documentazione dovrà essere fornita in tre copie su supporto cartaceo debitamente sottoscritta dall’Impresa e

timbrata da tecnico abilitato per il rilascio di quanto richiesto, iscritto ad albo professionale.

Relazione tecnica illustrativa impianto di climatizzazione Rev.: 15/10/2013 Pag. 28 di 31

7 MANUTENIBILITÀ ED ACCESSIBILITA IMPIANTI

7.1 SCELTA DI APPARECCHIATURE/COMPONENTI STANDARDIZZATI

Apparecchiature di tipo diverso e più frammentate avrebbero richiesto più manutenzione, maggiori scorte di magazzino e

minore flessibilità/facilità di intervento in caso di interventi ordinari/straordinari. Una attenta riflessione di questi aspetti

gestionali ci ha portato alla decisione di adottare per quanto possibile sistemi ed apparecchiature ad alta affidabilità di

tipo standardizzato tutte collegate ad un sistema di supervisione in grado di monitorare costantemente lo stato di

funzionamento, le avarie e i parametri di processo.

7.2 ISPEZIONABILITÀ DEGLI IMPIANTI

In genere la complessità degli impianti porta spesso al rischio di avere locali tecnici con spazi ridotti per il passaggio

delle persone o controsoffitti di impossibile accessibilità per le operazioni ordinarie di manutenzione.

Nell’intervento in esame sono stati evitate le possibili interferenze e cosi come per le reti primarie sono state studiate

delle soluzioni distributive ottimali con componenti posizionati in modo facilmente raggiungibile dai corridoi senza

interferire con gli occupanti.

Le apparecchiature di controllo ai piani sono state previste in posizioni facilmente visibili agli addetti alla manutenzione

facilitando le visite di controllo e gli interventi.

All’interno dell’edificio, tutti gli elementi impiantistici di collegamento (tubazioni e canali aria con relativi organi di

intercettazione, cavi elettrici, ecc.) verranno posati nei controsoffitti per i percorsi orizzontali e in appositi cavedi per i

percorsi verticali. I controsoffitti, ove esistenti, potranno ospitare anche apparecchiature per il condizionamento, corpi

illuminanti, ecc.

Gli organi di intercettazione saranno distribuiti sulla linea in corrispondenza di ogni derivazione con particolare

riferimento all’uscita dalle colonne montanti in cavedio ed all’allaccio ai terminali.

Negli impianti termofluidici in particolare nella progettazione esecutiva saranno razionalizzate le posizioni delle valvole

per lo spurgo dell’aria dalle tubazioni che saranno rese facilmente accessibili ed ispezionabili per le operazioni di routine

nella conduzione e manutenzione degli impianti a fluido.

7.3 SICUREZZA NELL’ESERCIZIO DEGLI IMPIANTI

Il problema della sicurezza impiantistica in generale investe alcuni aspetti principali:

la sicurezza per gli utenti e per gli operatori esposti ai rischi derivanti dal malfunzionamento di un impianto (ad es.

fughe di gas, esplosioni, correnti vaganti, etc..);

la sicurezza in caso di black-out degli impianti (ad esempio i problemi che si verificano nel caso in cui si fermi

l’impianto di condizionamento di una sala operatoria);

la sicurezza degli addetti della manutenzione preposti alla conduzione e controllo degli impianti.

Nel nostro caso specifico ci interessa particolarmente quest’ultimo punto riguardante la sicurezza per il personale

addetto alla gestione e manutenzione degli impianti esposto quotidianamente ai rischi più disparati.

Per ridurre al massimo i rischi derivanti dal servizio sono stati adottati una serie di misure preventive e protettive con

particolare riferimento ai luoghi ed alle zone che presentano maggiori problematiche.

Relazione tec

Sono stati ind

E’ stato inoltr

7.4 PERC

Tutti i percor

particolare so

e con facile d

Durante tutto

7.5 COMP

In tutti i pian

garantita l’ac

colocandoli icnica illustrativ

dividuati gli ac

re individuato

CORSI DI MANU

rsi di manuten

ono stati stud

deflusso attrav

o il percorso so

PONENTI DI CO

ni nelle varie z

ccessibilità di

in apposite cva impianto di c

ccessi agli imp

a quota -5.00

UTENZIONE

nzione sono o

iati dei percor

verso le vie di

ono previsti di

Sono in

possibile

L’access

Gli orga

uscita da

ONTROLLO (SU

zone impiantis

tutti questi co

assette incasclimatizzazione

pianti da zone

un locale tecn

ottimizzati per

rsi di manuten

fuga previste

spositivi di sic

oltre state st

e l’incolumità d

so alle tubazio

ani di intercett

ai cavedi.

UPERVISIONE)

stiche saranno

omponeti in c

sate a paretee

protette, e so

nico a servizio

consentire il

nzione liberi co

nell’edificio.

curezza antinc

udiate appos

degli operator

oni è facilitato

tazione saran

o dislocati gli

campo evitand

e, dotate di s

ono state indiv

o degli operato

libero passag

on accessi da

cendio per eve

ite misure pr

ri.

dalla loro coll

nno posiziona

organi di reg

do il tradizion

sportello, per Rev.: 15/10/20

viduati i percor

ori della manu

gio e accesso

a luoghi protet

entuale interve

eventive e pr

ocazione in ca

ti in corrispon

golazione e co

ale posizion

favorire gli in013

rsi ottimali di m

utenzione.

o ai compone

tti adeguatame

ento.

rotettive per

avedi ispezion

ndenza del p

ontrollo. E’ sta

namento in co

nterventi di mPag. 29 di 31

manutenzione

nti di linea. In

ente illuminati

tutelare il più

nabili.

primo tratto in

ata studiata e

ontrosoffitto e

manutenzione,

e

n

i

ù

n

e

e

,

Relazione tec

riparazione e

elementi in a

accessibili e

7.6 COMP

Per gli impia

frazionament

di gestione.

In fase di pr

tecniche:

riduzione

massima

possibilit

consumi

elevata s

le proced

facilie e

dei centr

Generalment

forma rettang

verticali e in

maggiore fle

lamierino di a

cnica illustrativ

e sostituzione

ambiente di rile

senza interfer

PONENTI AI PIA

anti di condiz

to degli impian

rogettazione

e delle operaz

a ispezionabili

tà di intercetta

i nelle ore di b

standardizzaz

dure di manut

chiara individ

ri assistenza s

te la distribuz

golare. Tale s

controsoffitto

essibilità di in

alluminio se in

va impianto di c

e senza ricorr

evazione e se

renze con il la

ANI

zionamento, n

nti, tale da ga

esecutiva gli

zioni di manute

ità degli impia

are o parzializ

basso utilizzo;

zione dei com

tenzione;

duazione del g

specializzati p

zione dell’aria

oluzione è op

o (un canale

stallazione). T

n vista).

Per facilita

tenuta per

stato di co

canali stes

climatizzazione

rere a fastidio

ettaggio dei pa

yout degli arre

nel rispetto d

arantirne la fle

impianti verra

enzione ai pia

nti riducendo

zzare le zone

ponenti in mo

guasto attrave

er consentire

sarà realizza

perata al fine d

rettangolare i

Tutti i canali

are l’ispeziona

r poter introdu

onservazione

ssi.

e

osi e dispersi

arametri ambi

edi e/o attrezz

delle indicazio

essibilità opera

anno sviluppa

ani e creazione

al mimino ind

in assenza de

odo da ridurre

erso il sistema

interventi mira

ata con canal

di ottimizzare

ngombra men

di aria ester

abilità delle r

urre sonde di

delle parti im

ivi smontaggi

entali saranno

zature dei vari

oni del proge

ativa, la facilità

ati con lo sco

e di accessi ris

ispensabile le

el personale o

al minimo le

a di building a

ati con conseg

li di mandata

lo sfruttament

no a parità di

rna e di man

reti aerauliche

ispezione e/

mpiantistica int

Rev.: 15/10/20

dei controso

o ubicati in po

locali.

etto base, vie

à di manutenz

opo di perseg

servati alla ma

e tratte “sottotr

o a regime not

scorte di part

automation co

guente celere

e ripresa cos

to degli spazi

sezione utile

data saranno

e saranno pre

o robot per v

terne ai cana

013

offitti stessi. A

osizioni standa

ene mantenut

zione e il cont

guire le segu

anutenzione;

raccia”;

tturno in mod

ti di ricambio e

on conseguen

ripristino deg

struiti in accia

tecnici dispon

e di passaggi

o coibentati (e

edisposti degl

verificare perio

li e delle pare

Pag. 30 di 31

Anche tutti gli

ard facilmente

to l’opportuno

trollo dei costi

enti soluzioni

o da limitare i

e semplificare

nte attivazione

li impianti.

aio zincato di

nibili in cavedi

o e consente

e rivestiti con

i sportelli a

odicamente lo

eti interne dei

i

e

o

i

i

i

e

e

i

i

e

n

a

o

i

Relazione tec

I cavedi sara

operazioni e

ripristini.

Per tutti i te

accessorie n

dettate dalla

di intercettaz

fastidio agli o

cnica illustrativ

anno completa

eventualmente

rminali aerau

nonché la sost

funzionalità d

zione senza in

occupanti.

va impianto di c

ati con panne

e necessarie

lici ed idraulic

tituibilità di qu

degli impianti,

nterferire con l

climatizzazione

elli asportabili,

sui montanti

ci sarà garan

uest’ultime. In

anche degli a

o svolgimento

e

, in modo da

impiantistici,

ntita la taratur

nquest’ottica s

accorgimenti p

o delle funzion

consentire (a

evitando inu

ra e la perfett

saranno individ

per la facile is

ni all’interno d

Rev.: 15/10/20

anche a comp

utili costi relat

ta pulizia deg

duati oltre alle

spezionabilità

degli ambienti,

013

plesso funzion

tivi a rotture

gli stessi e di

e posizioni di

dei terminali

, evitando cos

Pag. 31 di 31

nante) tutte le

e successivi

tutte le parti

installazione,

e degli organi

sì un possibile

e

i

i

,

i

e