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Un convegno per Rina Durante
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Rina Durante in un frame di Caterina Gerardi
autori
di Mauro Marino
spagine Periodico
culturaledell’AssociazioneFondo Verri
Un omaggioalla scritturainfinitadi F.S. Dòdaroe A.Verri
Lecce, novembre 2013 - anno I Spagine n°0 - Autori 06
Rina
spagine
Éstata come una festa! Alcuni,annunciati, non c'erano. Ac-cade sempre così, specie qui,dove siamo abituati a far lebizze quando siamo invitatie, i distinguo, fanno ombra
alla levatura e all'autonomia espressiva deiNostri: i poeti, gli scrittori, gli intellettualiche hanno dato vita e parole al divenireculturale di questa strana terra che trova-no, nell'indifferenza e nella supponenzadegli altri, la loro vera fine.
Ma torniamo alla festa, al convegno chelunedì 18 e martedì 19 novembre la Città diMelendugno, l'Università del Salento e ilCuis - con tre ricche sessioni di lavoro edun recital di chiusura tenutosi al CinemaElio di Calimera - hanno voluto dedicare aRina Durante. "Il mestiere del narrare" il ti-tolo, sul manifesto l'immagine di MariaBellonci (l’ideatrice del Premio Strega)che bacia una giovanissima Durante in oc-casione della consegna, alla scrittrice, delPremio Salento nel 1965. Altri tempi e so-prattutto altri eventi e altri premi.
Lei, la Rina, si definiva una raccontatri-
getelo, andatelo a cercare, provate a sentireTeta, sua moglie, i loro tanti figli ne "LaMalapianta". Provate a chiedervi i perchèdella Tragedia di Roca atto corale di unacomunità che nel teatro trovava l’opportu-nita di riconoscersi, del farsi prete del Tra-montana...
* * *La letteratura (l’arte) ha un tempo? Una
scadenza? Deve essere (per essere) trendy?Sì, se ci attenimo ad una superficiale anali-si storica, legata ai flussi del consumo e algusto mainstream e non alla particolaritàdella vicenda di un artista, del territorio incui vive, delle urgenze e delle difficoltà chelo muovono. Di questo bisogna tener con-to, come anche, dello sguardo trasversaleche dalla Provincia mira alle cose dellaCultura e del tempo lungo dei testi, dellascrittura che rimane, sopravvive alle con-tingenze e muove sconfiggendo il tempo.
L'opera di Rina resiste, esiste e va rilet-ta, divulgata per meglio comprendere eporre argine alla deriva che coglie questoSalento dimentico di se stesso, tradito, ol-traggiato, (forse) irrimediabilmente consu-
ce. Persona capace di sguardo, di accogli-mento. Antropologa per “necessità”, cerca-trice di storie per meglio restituire l'imma-gine di una terra desiderosa di riscatto. Fi-gura creativa, larga nel suo operare, capacedi profondità e di leggerezza. L'ironia, lostrumento con cui viveva e mediava il suorapporto con il Mondo e con gli altri: il di-sincanto, per meglio scavare - spogliare -la Vita e raccontarla, per fare che la piccolastoria diventasse Storia. La Cultura comescelta di campo, una scelta politica per da-re lingua e soggettività critica alle persone,ai miseri, agli affamati del "salentino, unadelle terre più lontane d'Italia: non tantoper distanza dai centri d'irradiazione stori-ca, quanto per una sorta d'indipendenzadella sua gente, del modo di essere e dipensare" così è scritto nell’aletta di coper-tinanell’edizione del 1964 de “La Mala-pianta” uscita da Rizzoli.
La letteratura, la musica, il teatro, il ci-nema, per allenare gli occhi e dare luogoalla commozione che dallo sguardo sorge-va a far guida. Provate ad immaginarlo ilnostro Salento negli anni Cinquanta. Leg-
di Mauro Marino
La raccontatrice
L'opera di Rina resiste, esiste e va riletta,divulgata per meglio comprendere
e porre argine alla deriva che coglie questo Salento
Lunedì 18e martedì 19
novembretra Melendugno,Lecce e Calimera
si è tenutoil convegno
di studi dedicatoa Rina Durante
Abbiamo scopertouna Duranteesistenzialistanel descrivereil “mal d’animo”dei più poverine “La malapianta”che torna in libreriaa cura di Zane editrice
mato.Molti i testi analizzati nel corso della
due giorni tra il Nuovo Cinema Paradiso diMelendugno e la sala conferenze del Ret-torato: "La Malapianta", che presto troverànuova edizione, "Tutto il teatro a Malan-drino" ancora nel catalogo di Bulzoni, gli"Amorosi sensi" che speriamo Manni pos-sa ripubblicare, i testi poetici degli esordiletterari con il Critone di Vittorio Pagano, iracconti sparsi e la ricca produzione gior-nalistica. Segni di una vera e propria mili-tanza iniziata alla fine degli anni Cinquan-ta ma già incubata nelle visioni infantilisull'Isola di Saseno che abbiamo visto nelfilm-documento realizzato quest’anno daCaterina Gerardi.
Abbiamo scoperto – nella puntuale ana-lisi testuale offerta da Lucio A. Giannonede "La Malapianta", una Durante "esisten-zialista" nel descrivere il mal d'animo deipoveri, che nella loro autocoscienza mono-logante danno voce alle inquietudini diquelle classi subalterne che il Tempo Mo-derno ha spazzato via con le grandi migra-zioni e con l'assoggettamento alla telvisio-ne.
Di queste trasformazioni Rina Duranteha scritto, la violenza di queste trasforma-zioni ha denunciato, senza mai proporre lafuga ma al contrario proponendo e rinno-vando lo scavo del suo sguardo.
Per questa festa dobbiamo dire grazie –prima che ad altri - alla testardagine delloscomparso Vittorio Potì, e poi ad AnnalisaMontinaro, a Massimo Melillo, a LuigiSantoro, ad Antonio Lucio Giannone e alsuo gruppo di lavoro.
Adesso con il ritorno in libreria de "LaMalapianta" per i tipi di Zane Editriceaspettiamo gli atti del convegno, importan-ti per poter divulgare la ricchezza delleanalisi proposte.
Speriamo accada presto.
autori
Lecce, novembre 2013 - anno I Spagine n°0 - Autori 06
Rina Durante in un frame di Caterina Gerardi
Edoardo Sanguineticon Rina Durante
a Roca