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36 Gli alunni della Scuola Media IMI e gli italiani di Istanbul CI VUOLE PASSIONE di Delizia Flaccavento Didascalia foto: (1) L’allenatore della squadra di pallavolo femminile del Fenerbahçe Marcello Abbondanza ritratto da Giulia Ülkümen. (2) Un selie di Tayga Karaz con la giocatrice di pallavolo del Fenerbahçe Maret Balkestein-Grothues. (3) I partecipanti al laboratorio insieme alla squadra di pallavolo del Fenerbahce vincitrice dello scudetto 2017. (4) Damiano Borgogno dell’UNDP ritratto da Leonardo Filippi negli ufici delle Nazioni Unite ad Istanbul. (5) Produzione di mozzarella fresca da Eataly (foto di Giulia Ülkümen). (6) Lo stilista Luigi Santalucia al lavoro presso Missy Fashion (foto di Flavio Garofalo). (7) I partecipanti al laboratorio insieme allo stilista Luigi Santalucia. (8) La Console Generale d’Italia ad Istanbul Federica Ferrari Bravo ritratta nel suo uficio da Flavio Garofalo. q ualche anno fa, alla ine di una proiezione al Circolo Ro- ma del documentario Girls of Hope, diretto dalla regista Ayşegül Selenga Taşkent e da me co-prodotto, un’insegnante del Liceo Italiano IMI, Laura Garruba, mi si avvicinò e mi propose di proiettare il ilm a scuola. Fu l’inizio di una bel- la amicizia, per dirla con Humphrey Bogart in Casablanca. Da allora ogni anno il Liceo mostra il documentario ai propri studenti. Per l’anno scolastico 2016/2017, ho anche proposto un corso di fotograia e video, insieme proprio ad Ayşegül, che coinvolgesse gli studenti più giovani, quelli della Scuola Media. È nata così la collaborazione con la professoressa Maria Vittoria Perrotta, che ha avuto l’idea di lavorare sul tema dell’italianità: “I ragazzi hanno aderi- to al progetto proposto dai docenti. Da febbraio a maggio, hanno partecipato ad un corso di fotograia e video, seguiti da Ayşegül e Delizia, nostre collabora- trici esterne, e da me. Hanno intervistato italiani residenti a Istanbul in quanto rappresentanti dell’identità e dell’eccellen- za italiana all’estero. Hanno posto diverse domande e ripre- so il tutto. Hanno potuto conoscere la Console in persona, visitare gli uici dell’ONU, e molto altro che sicuramente senza questo progetto non avrebbero potuto fare. Molto in- teressante è stato notare come tutti gli italiani che sono stati intervistati abbiano dichiarato di amare la Turchia per la sua cultura e per l’accoglienza dimostrata dal suo popolo. Tutti hanno dichiarato di aver trovato qui una seconda casa.” A lice Söner della seconda media è stata una dei partecipanti al corso: “Il pro- getto ‘Italianità’ mi ha entusiasmato non solo perché ho potuto realizzare foto e video, che sono la mia passione, ma an- che perché ho potuto conoscere e inter- vistare persone che vivono ad Istanbul e che qui si distinguono per aver saputo portare all’estero le eccellenze italiane. S iamo stati a Eataly, una catena di punti vendita specia- lizzata in prodotti esclusivamente italiani. Là Anna, una È nata così la collaborazione con la professoressa Maria Vittoria Perrotta, che ha avuto l’idea di lavorare sul tema dell’italianità spazio bambini

spazio bambini CI VUOLE PASSIONE - liceoitaliano.net€¦ · na famiglia. Quest’incontro mi ha fatto rilettere sull’importanza del ruolo che riveste un console e sul grande impegno

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Gli alunni

della Scuola Media IMI e gli italiani di Istanbul

CI VUOLE PASSIONE

di Delizia Flaccavento

Didascalia foto: (1) L’allenatore della squadra di pallavolo femminile del Fenerbahçe Marcello Abbondanza ritratto da Giulia Ülkümen.(2) Un selie di Tayga Karaz con la giocatrice di pallavolo del Fenerbahçe Maret Balkestein-Grothues.(3) I partecipanti al laboratorio insieme alla squadra di pallavolo del Fenerbahce vincitrice dello scudetto 2017. (4) Damiano Borgogno dell’UNDP ritratto da Leonardo Filippi negli ufici delle Nazioni Unite ad Istanbul.(5) Produzione di mozzarella fresca da Eataly (foto di Giulia Ülkümen).(6) Lo stilista Luigi Santalucia al lavoro presso Missy Fashion (foto di Flavio Garofalo).(7) I partecipanti al laboratorio insieme allo stilista Luigi Santalucia.(8) La Console Generale d’Italia ad Istanbul Federica Ferrari Bravo ritratta nel suo uficio da Flavio Garofalo.

qualche anno fa, alla ine di una proiezione al Circolo Ro-ma del documentario Girls of Hope, diretto dalla regista

Ayşegül Selenga Taşkent e da me co-prodotto, un’insegnante del Liceo Italiano IMI, Laura Garruba, mi si avvicinò e mi propose di proiettare il ilm a scuola. Fu l’inizio di una bel-la amicizia, per dirla con Humphrey Bogart in Casablanca. Da allora ogni anno il Liceo mostra il documentario ai propri studenti. Per l’anno scolastico 2016/2017, ho anche proposto un corso di fotograia e video, insieme proprio ad Ayşegül, che coinvolgesse gli studenti più giovani, quelli della Scuola Media. È nata così la collaborazione con la professoressa Maria Vittoria Perrotta, che ha avuto l’idea di lavorare sul tema dell’italianità: “I ragazzi hanno aderi-to al progetto proposto dai docenti. Da febbraio a maggio, hanno partecipato ad un corso di fotograia e video, seguiti da Ayşegül e Delizia, nostre collabora-trici esterne, e da me. Hanno intervistato italiani residenti a Istanbul in quanto rappresentanti dell’identità e dell’eccellen-

za italiana all’estero. Hanno posto diverse domande e ripre-so il tutto. Hanno potuto conoscere la Console in persona, visitare gli uici dell’ONU, e molto altro che sicuramente senza questo progetto non avrebbero potuto fare. Molto in-teressante è stato notare come tutti gli italiani che sono stati intervistati abbiano dichiarato di amare la Turchia per la sua cultura e per l’accoglienza dimostrata dal suo popolo. Tutti hanno dichiarato di aver trovato qui una seconda casa.”

Alice Söner della seconda media è stata una dei partecipanti al corso: “Il pro-

getto ‘Italianità’ mi ha entusiasmato non solo perché ho potuto realizzare foto e video, che sono la mia passione, ma an-che perché ho potuto conoscere e inter-vistare persone che vivono ad Istanbul e che qui si distinguono per aver saputo portare all’estero le eccellenze italiane.

Siamo stati a Eataly, una catena di punti vendita specia-lizzata in prodotti esclusivamente italiani. Là Anna, una

È nata così la collaborazione con la professoressa Maria

Vittoria Perrotta, che ha avuto l’idea

di lavorare sul tema dell’italianità

spazio bambini

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responsabile, ci ha accompagnato da Cosimo che lavora nel reparto delle mozzarelle, poi dal pizzaiolo Andrea, da due fornai che ci hanno illustrato la preparazione dell’impasto del pane e inine da tre pastai che producono la pasta fresca e le diverse specialità famose nel mondo come i ravioli, i tortellini, le tagliatelle e tante altre bontà.

Dalle domande che abbiamo rivolto ai vari professionisti è emerso, dalle lo-

ro risposte, la passione per il lavoro che svolgono.

Un altro giorno siamo andati al palaz-zetto dello sport dove abbiamo cono-

sciuto l’allenatore della squadra di palla-volo femminile del Fenerbahçe Marcello Abbondanza. Mentre in un’altra occa-sione abbiamo conosciuto Damiano Borgogno, un funzio-nario ONU per i cambiamenti climatici, che alla domanda “Perché fa questo lavoro?” ha risposto che voleva un lavoro che aiutasse a fare del bene anche agli altri.

Il progetto ci ha permesso di incontrare la Console Gene-rale d’Italia ad Istanbul Federica Ferrari Bravo. Entrare nel

Consolato Italiano è come entrare in Italia, basta superare il cancello e si respira un’aria familiare. Intervistare la Console è stato molto interessante. Le abbiamo fatto tante doman-de anche non strettamente legate al suo lavoro. Ci ha rac-contato che pur essendo donna non ha mai avuto diicoltà

e di avere diverse colleghe donne. Ci ha spiegato che il suo non è un lavoro facile, soprattutto per chi decide di costruirsi u-na famiglia. Quest’incontro mi ha fatto rilettere sull’importanza del ruolo che riveste un console e sul grande impegno che occorre per rappresentare istituzio-nalmente l’Italia all’estero.

Un altro incontro interessante è stato quello con lo stilista Luigi Santalucia

che ci ha raccontato che non è sempre facile lavorare all’estero ma che la passione per il proprio lavoro aiuta a superare i mo-menti diicili.

Dalle domande che abbiamo rivolto ai vari

professionisti è emerso, dalle loro risposte, la passione per il lavoro

che svolgono

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Gli ultimi due incontri sono stati con l’ingegnere Pierlu-igi Cuppone, che ci ha spiegato che la collaborazione di

professionisti di diverse nazionalità può portare a realizzare grandi progetti, e con lo chef Giuseppe Pressani, che qui in Turchia ha avuto importanti ricono-scimenti per la sua professionalità e bra-vura.

“Questo progetto mi ha insegnato che spesso, per realizzare le proprie pas-

sioni, bisogna metterci tanto impegno senza scoraggiarsi davanti alle diicoltà.”

La regista Ayşegül Selenga Taşkent per la prima volta ha insegnato cinema a studenti così giovani:

“È stato interessante lavorare con bambini della scuola media. Gioioso e stimolante allo stesso tempo. Mi sono accorta che hanno tantissima voglia di imparare e che se si trasmettono loro nozioni tecniche e teoretiche in modo semplice assor-

bono tutto subito. Sono stati tutti molto rispettosi nei con-fronti delle persone intervistate e alcuni di loro hanno fatto

una vera e propria esperienza da giorna-listi. Hanno mostrato di avere la mente aperta e di voler imparare cosa succede nel mondo culturalmente, socialmente, politicamente ed economicamente. Una diicoltà che ho avuto è che, pur essendo gli studenti più o meno della stessa età, a quell’età un anno in più o in meno fa una diferenza enorme: mentre gli studen-ti della terza media riuscivano a seguire con attenzione le informazioni tecniche e teoretiche che davamo, gli alunni della prima e della seconda si distraevano con

più facilità. Con tutti gli alunni di tutte le classi coinvolti, dal momento che intervistare e ilmare è un’operazione delicata, per noi insegnanti è stato un po’ stancante. La parte più bella della collaborazione e dell’interazione è stato il biculturali-smo degli studenti, che ha reso il processo di apprendimento

La parte più bella della collaborazione

e dell’interazione è stato il biculturalismo

degli studenti che ha reso il processo

di apprendimento estremamente positivo

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estremamente positivo sia per noi insegnanti sia per gli alunni coinvolti. Venendo da una cultura aperta, dialettica e analitica come quella data dal sistema educativo italiano, gli studen-ti facevano tante domande nel tentativo di scoprire cose che contribuiranno alla loro crescita intel-lettuale. La loro apertura mentale mi ha dato speranza ed una nuova prospettiva d’insegnamento al punto da convincer-mi che con la giusta mentalità, cono-scenze e guida, i bambini possono creare meraviglie. Le loro interviste, i loro mo-vimenti di macchina e i loro commenti sono stati dello stesso livello di quelli di un adulto. Sono più convinta che mai che non si debba sottovalutare il potere della conoscenza e dell’insegnamento, perché le menti di bambini di 11-13 an-ni possono essere molto aperte, intuitive, prive di pregiudizi e desiderose di apprendere. Come dice un proverbio turco, ağaç yaşken eğilir: la forma dell’albero dipende da come si forma il

ramo in tenera età. Se si insegna ai bambini delle medie aven-do a cuore diritti umani e democrazia, i bambini iniscono per insegnarci tanto sull’umanità. Grazie dell’opportunità, Liceo Italiano.”

Come per Ayşegül, anche per me è stata la prima esperienza di insegnamento

con studenti così giovani e anche io sono rimasta colpita dalla voglia di imparare e di capire dei bambini. Spero che per i partecipanti la fotograia e il video siano diventati dei possibili mezzi di espressio-ne e che il corso abbia contribuito a fare loro capire che, qualsiasi cosa facciano nella vita, se la fanno con passione, dedi-zione e apertura mentale, la faranno me-glio. Buona estate e arrivederci in autun-

no, magari con una proiezione al Circolo del cortometraggio realizzato dai registi in erba della Scuola Media Italiana di Istanbul

“Se si insegna ai bambini delle medie avendo a cuore diritti umani e democrazia, i bambini

finiscono per insegnarci tanto sull’umanità.

Grazie dell’opportunità, Liceo Italiano.”

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