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Quaderni della Regione Piemonte - Collana “Agricoltura” - Anno XVIII - n.86 - Ottobre 2014
86
SPECIALE PAC 2014 - 2020PAGAMENTI DIRETTIIstruzioni per l’uso
La Regione al Salone del Gusto
Il piano nazionale per le bioenergie
PER TELEFONARE DIRETTAMENTE AGLI UFFICI COMPORRE IL NUMERO011 432 SEGUITO DALL’INTERNO DESIDERATO
ASSESSORE GIORGIO FERREROUfficio di comUnicazione 1680CANTINO KATIA/CAPRA CRIsTINA 3955LUCIANO FLORIANO 3875QUATTROCCHI TINA 2587VALEsIO BEPPE 3403VALESIO Beppe 3403DIREZIONE AGRICOLTURADIRETTOREDE PAOLI GAuDEnzIO 2696Segreteria 1482ANICITO FRANCEsCA 5548BERTO ALEssANdRA 3924BIANCO ROBERTO 6072CARACCIOLO dANIELA 5997dOMINICI CLAUdIA 4652FAVATÀ PAOLA 4711FERRERO EzIO 4874FERRERO PAOLO 3617FOTIA ANgELA 2055FRAsCELLA PATRIzIA 3436gUAsCO CLAUdIA 6427MARTINA PIERA 2683MAzzA sILVANA 4311sAVIO CECILIA 4342TEsTA FABRIzIO 5216TORAssO sUsANNA 4754TROMBETTA LAURA 5675VALsANIA MARIA 4367VILLANO ANTONIA 4297VIzzARI VINCENzO 4602zOLA ENRICO 4355
OSSERVATORIO REGIONALESULLA FAUNA SELVATICAPICCO LUCA 4603AIRAUdO dARIO 2093CARIsIO LOREdANA 2394
SETTORE 11.11TUTELA E GESTIONE DELLAFAUNA SELVATICA ED ACQUATICAreSponSabile di SettoredI BIsCEgLIE CARLO 4557Segreteria 1507APROsIO PAOLA 5060AUCIELLO PAOLA 5697CANE sILVANA 2152CANNIzzARO ALBERTO 4704LAVAgNO MAURO 5147MARCHETTO sABRINA 5018PAOLUCCI gIORgIO 2678RAgNO AssUNTA 2379zAMBRUNO gIAN PAOLO 5950
SETTORE 11.13PROGRAMMAZIONE E VALORIZZAZIONE DEL SISTEMA AGROALIMENTAREreSponSabile di SettoresOsTER MORENO 4375Segreteria 1474AMBROsIO dORA 4398ARCHIMEdE VALENTINA 2801BOAssO FRANCO 4954CACCIAPAgLIA CRIsTINA 4716CONVERTINI sTEFANIA 4892gIACOMELLI PAOLO 2830MARELLI ANdREA 2832MORRI FABRIzIO 4810PETROsINO gIOVANNA 5770PETRICIg VALENTINA 4569sCARzELLO dANIELA 5246VICENTINI IsIdE 4325VULLO sALVATORE 3938
SETTORE 11.14TUTELA DELLA QUALITÀ DEI PRODOTTI AGROALIMENTARIreSponSabile di SettoreCAPRIOgLIO ALEssANdRO 2573Segreteria 1578ANNICCHIARICO CLAUdIO 5332BAMBINO gRAzIA MARIA 5469dE FAzIO ROsETTA 2189gIAIERO PRIsCA 3811gIMONdO MARIA 2962FALLANCA dOMENICA 2029PALMIsANO ANgELA 3448PAsQUALE BARBARA 5409VARETTO gIUsEPPINA 4336RUO BERCHERA gIOVANNA 2927
SETTORE 11.15PROGRAMMAZIONE, ATTUAZIONE E COORDINAMENTO DELLO SVILUPPO RURALEreSponSabile di SettoreBROCARdO RICCARdO
4835
Segreteria 1468BRUNO WANdA 2850CONsOgNO FRANCO 4601CROLLE LUdOVICA 2908MANCAsTROPPA ROsANNA 4638MICHELOTTI dANIELE 4370PEROsINO MARIO 4369TOFFETTI FRANCEsCA 5979VENTURELLO IRENE 2460
SETTORE 11.16SISTEMA AGROINDUSTRIALE, COOPERATIVISTICO E FILIERE AGROALIMENTARIreSponSabile di SettoreCONTI LOREdANA 2848Segreteria 1475 BANdA LAURA 2415BERTORELLO ROsANNA 4376BOLdRINO LAURA 5413BOETTI ROBERTO 4327BOTTARO sILVIA 4308FAVOT AdRIANO 2846FERRO sONIA 3699gAgLIANO FLAVIO 4371LOdATO sALVATRICE 4293MORTARA gUIdO 6168MORONE MARIA CARLA 5682NIzzA LUIgI 4607PIsTILLO sILVANA 3090sATTANINO gIUsEPPINA 4728VERdUCI LEANdRO 4381
SETTORE 11.17PRODUZIONI ZOOTECNICHEreSponSabile di SettoreCUMINO PAOLO 4385Segreteria 1470BAssANINO MONICA 4223BEssOLO PIERLUIgI 4305FERRERO LUIgI 4328MARLIANI ROdOLFO 3629MORATTO MARTINA 3482PALMIERI AURORA 5359PARzANEsE EMANUELE 5117RAsETTO PAOLA 3775RIgONI MIRIAM 3117TERMINI gIANFRANCO 4372VIzzANO CARMEN 4332
SETTORE 11.18COLTURE AGRARIEreSponSabile di SettoreFREIBURgER gUALTIERO 4318Segreteria 1471ANsALdI NAdIA 3929CELLINO ANdREA 2809dE sIMONE AMELIA 5173LATINO gIANFRANCO 4642OTTONELLO MARA 3997PIVA ELENA 4323TRAVAgLIA dANIELA 2429VITTONE EUgENIO 4927
SETTORE 11.19FITOSANITARIOreSponSabile di SettoreMICHELATTI gIACOMO 3723Segreteria 1473ALEssI BRUNO 3737BALLAdORE PALLIERI LORENzO 3707BOsIO gIOVANNI 3721BOURLOT gIANCARLO 4698CHERsI CATARINA 3289COTRONEO ALBA 3718CRAVERO sERgIO 3702CROsETTO MIRKO 8632dAVI' dANILO 3705dOLzAN sTEFANO 3062ELIA IRENE 5568FIORE ANNA RITA 3712gALEOTTI gABRIELLA 3733gALLO sERgIO 2188gAROFALO MARIA CRIsTINA 3715gIACHINO PIER MAURO 4900gIANETTI gIANNETTO 3729gOTTA PAOLA 3716gUARINO BARBARA 3738gULLINO CLOTILdE 4361LAzzARO dENIs 5248LOVIsCO CARMELA 5956LOVIsETTO MARIANgELA 5941MAsON gIOVANNA 5067MAssOBRIO VIOLA 5217MAzzAROTTO ELIsABETTA 3711MORONE CHIARA 3726OgLIARA sILVIA 5415RAzIONALE FELICITA 3719ROssI ANdREA 4352sCAVARdA gIOVANNI 5709sANTANgELO CORRAdO 3703sPANNA FEdERICO 4770VENANzIO dAVIdE 4108
SETTORE 11.20SERVIZI ALLE IMPRESEreSponSabile di SettoreRONCO CATERINA 3720Segreteria 1466ACETO PAOLO 6161CIOCE sILVANA 2254CLERICO MAssIMO 4100CORdOLA PIERO 4303dE CARO sERgIO 4343FEMIA TIzIANA 5495LAVINA EsTER 4722MELLA CLARA 4344PAsTERIs MARCO 4861QUARTERO NATAsCIA 6051RICCI LUIsA 2917sANgUINETTI MARIO 3849TURLETTI ALBERTO 3749
SETTORE 11.21AGRICOLTURA SOSTENIBILE ED INFRASTRUTTURE IRRIGUEreSponSabile di SettoreOLIVERO FRANCO ANTONIO 2903Segreteria 1483ANgELETTI ALEssANdRO 5295BOssER PEVERELLI VITTORIO 4347CAPPELLA MARIELLA 4551CAssINELLI LAURA 3809FILA-MAURO ELENA 4036gENTILE ANgELANTONIO 2847LEggERO BARBARA 2468LIzzI MAssIMO 2653LOMBARdO FORTUNATA 4670LUCA’ sTEFANIA 5569MAdONIA sILVANA 3751MARgARIA CLAUdIO 4972MAsANTE CARLO 4708PELAssA gIORgIO 3073POssIEdI EMANUELE 3165ROMANO MARIA ROsARIA 2713sCANABIssI gIOVANNI 2714TOsIN gERMANO 4837VENTURA BIANCA 4472
SETTORE 11.22CALAMITÀ ED AVVERSITÀ NATURALI IN AGRICOLTURAreSponSabile di SettoreLAVAzzA FULVIO 4317Segreteria 1501BARROERO CLAUdIO 4341BATAzzI MARCO 4380COMBA dANIELA 3971COMPAgNONE gIUsEPPE 5953FENzI PIER gIUsEPPE 5442FOLLIs MARIA TEREsA 2790PELLIsTRI gABRIELLA 3991ROdOFILE sTEFANIA 2453sALIERNO ANTONIO 5693
UFFICI DECENTRATIdel Settore FitosanitarioProv. di CUNEO - 12039 Verzuolo Via Don Orione, 37 Tel. 0171/44.57.50
CEVA - 12073Via Regina Margherita 2Tel. 0174/70.17.62
ALESSANDRIA - 15100Via Einaudi 32 Zona Scalo D 4Tel. 0131/24.81.04
VERCELLI - 13100Via Fratelli Ponti, 24 - Palazzo Verga Tel. 0161/28.31.42
CASALE MONFERRATO - 15033Tr. Valenza 4Tel. 0142/46.26.11
3Agricoltura 85
Giorgio FerreroAssessore all’Agricoltura, Caccia e PescaRegione Piemonte
Il grande valore degli imprenditori agricoli piemontesi e delle loro produzioni va ben oltre la politica agricola comunitaria, la cosiddetta PAC. Nonostante ciò, non siamo immuni dalle scelte di politica europea e dalle conseguenti scelte nazionali, una fetta importante del bilancio comunitario rispetto alla quale i cittadini investono per il loro futuro, per la qualità alimentare, per la qualità ambientale, con i conseguenti riflessi sulla salute e qualità della vita.
Il futuro della produzione agricola piemontese va in questa dimensione (già oggi), non ci resta quindi che accettare la sfida di far diventare le imposizioni di diversificazione delle opportunità da sfruttare al meglio per competere sui mercati.
Rimangono tuttavia sul piatto sempre le sfide prioritarie:
▶ la presenza e la crescita delle imprese agricole, soprattutto nei territori più deboli;
▶ la semplificazione, sburocratizzazione ed efficienza della pubblica amministrazione;
▶ la grande attenzione alle nuove tendenze e richieste del mercato in continuo mutamento.
Sfide per tutti!
Sfide per tutti
editoriale
86
in questo numero:
notiziario5 Trasmessa alla Commissione europea la proposta ufficiale del PSR 2014-2020
5 Raggiunti accordi importanti sul Moscato e il Gavi
5 Vietata la caccia a pernice bianca e lepre variabile
6 Anteprima Vendemmia il 24 novembre a Palazzo Barolo
6 La filiera del latte: seminario tecnico a Torino
7 Pubblicazioni: ricerca applicata in orticoltura e frutticoltura
7 Nuovi appuntamenti per il progetto Life Helpsoil
7 A dicembre fiere del bue grasso a Moncalvo e Carrù
8 250 persone all’evento “Ipla porte aperte al cambiamento”
8 Ricordando Claudia Ferraresi
programma di sviluppo rurale 2014-20209 “Dai un volto al nuovo PSR 2014-2020” rilanciato il concorso per ideare il logo
18 Trasmesso il testo del PSR 2014-2020 all’Unione europea: inizia la fase negoziale
21 SPECIALE PSR 2014-2020 I pagamenti diretti del “primo pilastro”. Istruzioni per l’uso
eventi10 A Torino dal 23 al 27 ottobre il Salone del Gusto e Terra Madre
nuove norme33 Semaforo verde al piano nazionale per le bioenergie
informazione tecnica38 Il deperimento dei cedui castanili e la ricerca sul castagno in Piemonte: gli eventi si ripetono?
documenti42 La disponibilità del capitale terra in Piemonte. Analisi di alcuni parametri.
46 Il riso degli “altri”. L’esperienza di una ONG ad Haiti.
36 uno sguardo sull'europa
5
notiziario
Agricoltura 85
Trasmessa alla Commissione europea la proposta ufficiale del PSR 2014-2020
La proposta del nuovo Programma di sviluppo
rurale 2014-2020 della Regione Piemonte è stata trasmessa alla
Commissione europea: inizia così la fase negoziale che, a segui-
to di osservazioni della Commissione stessa, porterà all’approva-
zione definitiva del PSR nei prossimi mesi (si veda il servizio a
pag. 18). “Le importanti dotazioni finanziarie del PSR – afferma
l’Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero - rappresentano le ve-
re risorse su cui l’agricoltura piemontese potrà contare per il suo
sviluppo. Il piano punta sull’efficienza delle aziende singole o as-
sociate (190 milioni di euro), l’insediamento dei giovani agricol-
tori (53 milioni), la riduzione dell’impatto degli interventi chimici
(243 milioni), il sostegno alle produzioni biologiche (27 milioni).
Forti risorse sono previste anche per la creazione di una filiera
per la trasformazione dei prodotti agricoli (90 milioni) e per gli
interventi per l’agricoltura di montagna”.
Raggiunti accordi importanti sul Moscato e il GaviNei primi giorni di settembre sono stati raggiunti importanti ac-
cordi sul prezzo delle uve e sulle rese per Moscato, Gavi e Bra-
chetto, nell’ambito dei tavoli regionali paritetici tra parti indu-
striali e parti agricole.
Per il Moscato l’intesa prevede un prezzo per le uve di 106,5 eu-
ro al quintale, per una resa di 107 Docg più 8 di blocage. “So-
no molto soddisfatto”, ha dichiarato Ferrero, “perché in un mo-
mento così difficile si raggiungono cifre record per il Moscato. È
stata una trattativa lunga e complessa, che si è risolta anche per
il senso di responsabilità dimostrato dalle parti. Ringrazio quindi
la parte industriale, che ha dimostrato una forte sensibilità verso
il territorio. Ringrazio le rappresentanze agricole che, nonostan-
te le tensioni di questo momento, hanno scelto la via dell’intesa.
Si tratta di un accordo importante per le prospettive che apre in
un comparto rappresentato da una produzione di 100 milioni di
bottiglie all’anno tra Moscato e Asti spumante Docg e che com-
prende vigneti per una superficie di quasi 10 mila ettari”.
Il giorno successivo è stato raggiunto l’accordo sul Gavi. Preve-
de una resa per la Docg Gavi di 95 quintali ad ettaro, più 10 di
blocage. Per quanto riguarda il prezzo, la Docg quota 80 euro
al quintale fino a 11,20 gradi alcolici, 84 euro fino a 12,40 gradi
e 98,5 oltre i 12,40 gradi. Per il Gavi con menzione, le tre clas-
si riferite ai gradi alcolici vedono un prezzo rispettivo di 98 euro,
102 euro e 118,5 euro.
Infine il Brachetto: è stato deciso un abbassamento di resa ed è
stata lasciata la possibilità a chi produce uva, la trasforma e la
imbottiglia in ambito aziendale di produrre tutto il quantitativo
previsto dal disciplinare, senza alcuna riduzione.
Vietata la caccia a pernice bianca e lepre variabile
La Giunta regionale ha deliberato di vietare sull’arco alpino pie-
montese la caccia alla pernice bianca e alla lepre variabile. Il
provvedimento, proposto dall’assessore Giorgio Ferrero, si è re-
so necessario per tutelare due specie a rischio di estinzione.
“Abbiamo voluto tutelare due specie particolarmente vulnera-
bili”, spiega Giorgio Ferrero. “La pernice bianca è considerata
a rischio di estinzione su tutto l’arco alpino, aggravato dal mal-
tempo di questa estate. Per la lepre variabile non esistono censi-
menti affidabili, abbiamo perciò scelto di rendere concreta l’at-
tenzione all’ambiente e alla tutela delle specie animali in cui
fortemente crediamo”.
“Con questo provvedimento vengono dimezzate le specie della
tipica fauna alpina cacciabili in montagna. Sarà poi la nuova leg-
ge regionale sulla caccia, su cui contiamo di avviare le consulta-
zioni entro la fine di ottobre, a definire in modo organico le spe-
cie cacciabili in Piemonte. Alla vigilia dell’apertura della caccia
abbiamo assunto anche altri provvedimenti, come la richiesta ai
presidenti degli ambiti di caccia di imporre ai cacciatori giubbot-
ti o bretelle ad alta visibilità, a tutela della loro salute e di quella
delle persone che frequentano zone di caccia. Abbiamo anche
FEASR 2014-2020
6
notiziario
Agricoltura 85
reso operativo per la prossima stagione venatoria il divieto di uti-
lizzo di richiami vivi, cioè di uccelli tenuti in gabbia che attirano
altri uccelli, portandoli a tiro dei cacciatori”.
Anteprima Vendemmiail 24 novembre a Palazzo Barolo“Anteprima Vendemmia” 2014, l’evento che ogni anno presen-
ta i dati della vendemmia appena trascorsa e traccia un bilancio
dell’annata, si svolgerà quest’anno lunedì 24 novembre a Torino,
nelle sale di Palazzo Barolo. L’incontro è promosso da Regione
Piemonte, Piemonte Land of Perfection e Vignaioli Piemontesi.
La scelta della prestigiosa sede è dettata dal contestuale appun-
tamento con il 48° Congresso nazionale dell’Ais (Associazione
italiana sommelier) che ha scelto Torino come location per il suo
incontro annuale. Anteprima Vendemmia, che avrà inizio alle
ore 10 del 24 novembre, sarà l’occasione per presentare dati e
valutazioni sulla vendemmia e parlare dell’ andamento del com-
parto vitivinicolo, in un 2014 caratterizzato tra l’altro dal ricono-
scimento dei paesaggi vitivinicoli di Langhe, Monferrato e Roero
come patrimonio dell’umanità Unesco.
La filiera del latte:seminario tecnico a Torino
“La filiera del latte bovino in piemonte” è il titolo del semina-
rio tecnico organizzato dalla Direzione Agricoltura della Regione
Piemonte, che si è svolto il 13 ottobre 2014 presso il Centro In-
contri di corso Stati Uniti 23.
Dopo i saluti dell’Assessore all’Agricoltura Giorgio Ferrero e di
Paolo Cumino, dirigente responsabile del Settore Produzioni Zo-
otecniche, è intervenuto il prof. Daniele Rama dell’Università
Cattolica di Piacenza, tracciando un bilancio del sistema di indi-
cizzazione del latte e alcuni spunti per la valorizzazione dei pro-
dotti lattiero caseari piemontesi. L’Università Cattolica di Piacen-
za collabora infatti da alcuni anni con la Regione Piemonte allo
scopo di elaborare un indice sintetico dell’andamento del valo-
re di mercato del latte crudo bovino; tale indice è calcolato sul-
la base delle rilevazioni mensili delle quotazioni di specifici pa-
nieri di prodotti lattiero caseari, nazionali ed esteri, e di fattori
di produzione.
I risultati mensili dell’indice sono disponibili sul sito web regionale: www.regione.piemonte.it/agri/politiche_agricole/latte
www
Il seminario ha quindi visto l’intervento di Luciano Curulli (Con-
sorzio COOP Nord Ovest - responsabile Filiera Freschissimi) su “I
consumatori e la domanda dei prodotti lattiero caseari. L’espe-
rienza della COOP nella valorizzazione della qualità e del rappor-
to con la filiera di produzione territoriale”; Tiziano Valperga
(progetto “Bovilat”) “Il punto della situazione sull’esperienza di
organizzazione e concertazione nella determinazione della qua-
lità del latte. Le prospettive ed i progressi, gli scenari a breve e
medio termine” e Tommaso Visca (progetto “Comefaremo”)
“Un’iniziativa di allevatori piemontesi nell’incremento della quo-
ta aziendale di alimenti proteici destinati all’alimentazione delle
bovine da latte”.
Il seminario tecnico è nato dall’intento di offrire agli operatori
della filiera l’occasione per una valutazione complessiva dei risul-
tati emersi in questi anni, per verificare la rispondenza dell’indice
all’andamento di mercato del settore onale, nonché l’evoluzio-
ne del quadro normativo, la sua incidenza sul mercato e le possi-
bili forme di valorizzazione dei prodotti piemontesi. Il seminario
ha inteso inoltre essere occasione di confronto circa l’evoluzione
della domanda dei consumatori, le strategie della Grande Distri-
buzione in riferimento alla valorizzazione della qualità, le relazio-
ni di filiera a scala territoriale. E infine si è ritenuto utile allarga-
re lo sguardo ad altri ambiti del settore lattiero caseario, quali gli
aspetti di qualità del latte crudo in funzione delle sue destinazio-
ni finali, le esperienze di forme concertate di controllo e valoriz-
zazione commerciale della qualità, la relazione tra la produzione
di latte e l’autosufficienza nella produzione di alimenti zootecni-
ci, in particolare per l’apporto proteico.
7
notiziario
Agricoltura 85
Pubblicazioni:ricerca applicata in orticoltura e frutticolturaL’orticoltura in Piemonte è caratterizzata da una vasta gamma
di prodotti che si differenziano dalle commodity importate, gra-
zie alla qualità, alla freschezza e alla loro identità locale, nonchè
agli investimenti in innovazione e alla divulgazione delle cono-
scenze che la politica agricola regionale ha supportato.
La pubblicazione è frutto dell’attività di ricerca e sperimenta-
zione promossa dalla Regione Piemonte, finalizzata al miglio-
ramento della qualità con una particolare attenzione alla valo-
rizzazione del germoplasma locale, coordinata dal “CReSO”, in
collaborazione con altre istituzioni e con il diretto coinvolgimen-
to dei tecnici orticoli. In questa pubblicazione sono presentati i
risultati ottenuti dalle prove in campo svolte nel 2013, riportan-
do le valutazioni relative alle varietà orticole, compresi fragola
e piccoli frutti, con il maggior potenziale di sviluppo per il Pie-
monte.
La pubblicazione “Ricerca applicata in frutticoltura” raccoglie
invece i risultati dei progetti di ricerca e sperimentazione che la
Regione Piemonte ha finanziato nel 2013 e coordinati dal CRe-
SO. I risultati dei progetti vengono divulgati con una netta sepa-
razione tra l’innovazione varietale e quella colturale: nella prima
parte si presentano le valutazioni di nuove varietà e portinnesti
riferite a melo, pesco e albicocco; nella seconda parte del volu-
me, si fornisce invece un aggiornamento delle strategie di difesa
colturale, e i risultati della sperimentazione di tecniche agrono-
miche innovative finalizzate al miglioramento della qualità delle
produzioni locali. Si tratta di una pubblicazione che fornisce in-
dicazioni molto pratiche e dirette alle aziende agricole e ai tec-
nici del settore.
Le pubblicazioni sono scaricabili in pdf dal motore di ricerca “Pubblicazioni” del sito della Regione Piemonte - sezione
Agricoltura, alla pagina: http://www.regione.piemonte.it/cgi-bin/agri/pubblicazioni/pub/listaPubblicazioni.cgi?id_collana=8&id_area=0
www
Nuovi appuntamenti per il progetto Life HelpsoilLa Regione Piemonte ha aderito nel 2013 al progetto “Life Help-
soil”, finanziato in parte dalla Comunità Europea, volto a in-
dividuare e diffondere pratiche innovative di agricoltura con-
servativa. Il suolo riveste infatti un ruolo fondamentale per il
mantenimento dell’equilibrio ecosistemico: l’agricoltura tradi-
zionale ha un notevole impatto sul suolo, conducendo ad un
crescente e progressivo rischio di degrado. A questi problemi si
sta cercando di porre rimedio diffondendo il ricorso a tecniche
agronomiche che tendano a minimizzare la lavorazione del suo-
lo e a ottimizzare l’uso delle risorse idriche.
Agricoltura Conservativa, argomento presente in numerosi lavo-
ri presentati al XIIIth Congress of the European Society for Agro-
nomy (ESA2014) a Debrecen (Ungheria) tra il 25 e il 29 agosto: i
temi più frequentemente affrontati sono stati cover crops, con-
trollo delle malerbe e il tema della sostanza organica dei suoli. Il
progetto HelpSoil era presente con un poster di presentazione
del progetto. Il congresso è stato anche l’occasione per appro-
fondire le tematiche presenti in altri progetti europei e creare
contatti di networking.
È inoltre cominciata sotto i migliori auspici la partecipazione di
Life-HelpSoil all’8° edizione del Festival della Biodiversità. Orga-
nizzata da Parco Nord Milano dal 12 al 22 settembre, l’impor-
tante manifestazione nazionale sui temi della natura e della so-
stenibilità è stata realizzata grazie ad un largo partenariato di
enti pubblici e privati. In sintonia con il claim del Festival Alimen-
ta la bellezza della terra e con le tematiche proposte da EXPO
2015, anche Life HelpSoil, domenica 21, è stato ospitato nel-
lo stand ERSAF.
http://www.lifehelpsoil.eu/www
A dicembre fiere del bue grasso a Moncalvo e CarrùLe fiere del bue grasso sono un tradizionale appuntamento com-
merciale, storico ed enogastronomico che ha radici profonde
nella tradizione piemontese come momento di incontro, scam-
bio commerciale, esposizione di capi e occasione di promozione
delle carni bovine di razza piemontese di qualità e delle tradizio-
ni autentiche della nostra regione.
L’appuntamento di Moncalvo, “Fiera del bue grasso e sagra del
Bollito”, giunto alla 377° edizione, si svolgerà nel comune in
provincia di Asti mercoledì 10 dicembre 2014 con il tradiziona-
le pranzo a cura della Proloco, visite alle stalle e alle cantine, e
naturalmente l’esposizione e premiazione dei migliori capi con
assegnazione della tradizionali gualdrappe. Per l’intera giorna-
8
notiziario
Agricoltura 85
ta sarà in funzione la distribuzione continua del “sontuoso bolli-
to misto” nonché rassegne enogastronomiche, mercatino e ani-
mazioni musicali.
Giovedì 11 dicembre si terrà la centenaria (104° edizione) del-
la fiera del Bue Grasso di Carrù (CN): “le prime luci dell’alba, il
freddo intenso, l’arrivo dei migliori capi bovini di razza piemon-
tese, le giurie al lavoro, la premiazione con le prestigiose gual-
drappe e poi scodelle di minestra di trippe con l’apoteosi del
gran bollito di Carrù, sono tutti aspetti da cogliere per apprezza-
re al meglio il fascino di una delle più antiche fiere del Piemon-
te” come recita il sito del Comune. Sin dalle 6 del mattino sarà
possibile ammirare i maestosi animali, i riti della festa e assag-
giare il bollito.
250 persone all’evento “Ipla porte aperte al cambiamento”
Nella splendida cornice dei 30 ettari di proprietà della Regione,
ai piedi della Collina di Superga, nei quali sorgono gli edifici e i
laboratori dell’Istituto Piante da Legno e Ambiente di Torino, sa-
bato 4 ottobre i cancelli sono stati aperti dai dipendenti che han-
no accolto cittadini ed esponenti delle istituzioni. La giornata ha
avuto il patrocinio della Regione Piemonte, del Comune di To-
rino e della Circoscrizione 7. Oltre 250 persone hanno visitato i
luoghi e assistito interessati alle attività proposte, una sintesi del-
le competenze di un Istituto di eccellenza: attività legate all’eco-
nomia-verde, rilevamento dei suoli, salvaguardia della biodiversi-
tà, gestione forestale con potature con tree climbing, ricerca dei
tartufi e funghi, lotta alle zanzare, energie rinnovabili.
“È stata una giornata assai utile - ha dichiarato Igor Boni, Am-
ministratore Unico della società - Far entrare in Istituto le tante
persone che ci hanno dedicato qualche ora del loro tempo è un
modo per far sapere cosa e chi siamo e quali sono le nostre po-
tenzialità; anche per noi è stato bello per una volta lavorare tutti
insieme per far conoscere cosa facciamo da 35 anni”.
www.ipla.orgwww
Ricordando Claudia FerraresiIl 22 Settembre scorso si è spenta a La Morra Claudia Ferraresi.
Donna di grande cultura e talento, come dimostrano le sue at-
tività e opere come scrittrice, pittrice, editrice, ideatrice di tan-
te manifestazioni. Ma Claudia Ferraresi è stata soprattutto una
grande produttrice di vino, titolare di una prestigiosa azienda di
La Morra nelle Langhe. Quelle Langhe che sono il cuore e sim-
bolo del Piemonte; che sono una sorta di scrigno che ne racco-
glie la storia, i valori, le tradizioni, l’identità; che ne rappresenta
la straordinaria evoluzione: dallo status di “Mondo dei vinti” a
quello del “Rinascimento”, grazie soprattutto alle sue eccellen-
ze agricole e agroalimentari.
Ciò è avvenuto grazie agli uomini e donne di Langa, alle “Lan-
ghette” come Claudia Ferraresi.
Fra i tanti meriti, Claudia Ferraresi è stata una delle fondatrici
della associazione Donne del Vino. Ha dato un forte contributo
nell’opera di valorizzazione delle produzioni agricole per il loro
stretto legame con il territorio e il suo contesto storico, culturale,
paesaggistico, enogastronomico, creando l’associazione Risto-
ranti della Tavolozza, l’Associazione Ca dj’Amis, il Premio “Libri
da Gustare” e il “Salone del libro enogastronomico” di La Mor-
ra che nel 2014 ha celebrato la sua 18° edizione.
La ricordiamo anche per la sua collaborazione con la Regione
Piemonte e con l’Assessorato all’agricoltura su tante manifesta-
zioni promozionali (S.V.)
La Regione Piemonte, in collaborazione con l’Ufficio scolastico
regionale per il Piemonte, ha bandito un concorso di idee per l’i-
deazione del logo del nuovo Programma di sviluppo rurale (PSR)
2014-2020. I termini sono stati prorogati: la scadenza per
le iscrizioni è ora il 15 ottobre 2014, mentre la scadenza
per la presentazione degli elaborati è il 15 dicembre.
Il concorso si rivolge agli istituti scolastici secondari di secondo
grado del Piemonte, come opportunità per coinvolgere studen-
ti e docenti nella conoscenza del mondo rurale e nell’ideazione
di un’immagine che possa contraddistinguere la prossima pro-
grammazione per l’intera sua durata.
Ogni classe o istituto partecipante può presentare da 1 a 3 pro-
poste differenti di logo, accompagnata da uno slogan o claim e
da un breve testo esplicativo. Oltre al logo, è facoltativo presen-
tare fino a 3 proposte di oggetti-gadget.
I materiali del concorso (dvd con file digitali e stampate in A4)
devono essere contenuti in una busta che riporti la dicitura
“Concorso di idee per il logo del nuovo PSR 2014-2020” e in-
viati per posta o consegnati a mano a: Regione Piemonte – Di-
rezione Agricoltura – att.ne Valentina Archimede – Corso Stati
Uniti 21 – 10128 Torino.
Il premio consisterà nell’acquisto di materiale informatico har-
dware o software a beneficio della classe/Istituto vincitore, del
valore complessivo indicativo di 2.000 euro.
“Dai un volto al nuovo PSR 2014-2020”rilanciato il concorso per ideare il logo
9Agricoltura 85
programma di sviluppo rurale 2014-2020
Valentina Archimede - Direzione Agricoltura
I concorrenti che intendono partecipare al concorso debbono iscriversi compilando il modulo d’ iscrizione scaricandolo online dal
sito: http://www.regione.piemonte.it/agri/psr2014_20/ index.htm. e inviarlo via e-mail all’indirizzo [email protected].
www
Il bando, il modulo di iscrizione e ogni informazione relativa al concorso possono essere trovati sul sito http://www.regione.
piemonte.it/agri/psr2014_20/index.htm. Per ogni chiarimento in merito al concorso, è possibile inviare una e-mail all’indirizzo [email protected] indicando nell’oggetto “INFORMAZIONI CONCORSO LOGO” e un numero di telefono a cui essere eventualmente ricontattati.
www
FEASR 2014-2020
A Torino dal 23 al 27 ottobre il Salone del Gusto e Terra Madre Il programma della Regione Piemonte
Il Salone del Gusto e Terra Madre torna dal 23 al 27 ottobre
2014 a Torino (Lingotto Fiere e Oval), organizzato da Slow Food,
Regione Piemonte e Città di Torino, in collaborazione con il Mi-
nistero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
Nel 2014 ricorrono la decima edizione del Salone e i dieci anni
dalla nascita di Terra Madre. Temi dell’edizione 2014 sono l’Arca
del Gusto e l’agricoltura familiare. L’Arca, lanciata al Salone
1996 per catalogare i prodotti a rischio, è il progetto di Slow Food
più rappresentativo per la tutela della biodiversità.
L’agricoltura familiare diventa protagonista nell’anno in cui la
FAO la celebra in tutto il mondo. Gli stessi temi proseguiranno
idealmente nel 2015 in occasione dell’Expo di Milano.
Centro del Salone del Gusto e Terra Madre - dal 2012 riuniti in
un unico evento interamente aperto al pubblico - è il Mercato
con oltre 1000 espositori, produttori dei Presìdi e delle Comu-
nità del cibo provenienti da più di 100 Paesi. Mentre i tre padi-
glioni del Lingotto sono caratterizzati da un viaggio nella pro-
duzione alimentare e nella cultura gastronomica italiana, l’Oval
racchiude la diversità del mondo con 2000 prodotti già segnala-
ti e quelli che, grazie anche all’aiuto del pubblico, potranno ade-
rire in futuro.
La novità del programma è rappresentata dal padiglione 5 del
Lingotto, interamente dedicato alla didattica e all’educazione
del gusto.
Non mancano gli appuntamenti nell’area Slow Food Educa per
la famiglia e le scolaresche e i Laboratori del Gusto. Al debut-
to Scuola di Cucina, dove seguire la nascita di un piatto; la Fuci-
na Pizza&Pane che coinvolge i maestri panettieri e pizzaioli dei
corsi di Alto Apprendistato dell’Università degli Studi di Scienze
Gastronomiche; l’area Mixology con i migliori bartender per dif-
fondere l’arte e la cultura dei cocktail. Infine tornano gli Appun-
tamenti a Tavola, con cene di alta gastronomia a Torino e din-
torni.
Nuova formula anche per il programma delle Conferenze, che
accanto a quelle classiche presenta le lectio magistralis, anali-
si più profonde di esperti e studiosi. Ritroviamo infine i Labora-
tori della Terra e gli appuntamenti nella Casa della Biodiversità.
La Regione Piemonteprotagonista al SaloneCon l’edizione 2014, il Salone Internazionale del Gusto giun-
ge alla sua decima edizione in un crescendo virtuoso nell’impe-
gno sui temi della qualità agricola e agroalimentare e su quel che
rappresentano le produzioni in termini di buone pratiche conta-
dine, saperi artigianali, tutela dei paesaggi, difesa della biodiver-
sità animale e vegetale, educazione alimentare e al gusto, nel
contesto dei grandi temi della sostenibilità economica, produtti-
va, ambientale nonchè di quelli etici e culturali.
Immagini dello stand 2012
10
eventi
Agricoltura 85
La Regione Piemonte, in qualità di copromotrice della manifesta-
zione, continua il suo impegno nel sostenere il Salone del Gusto
e Terra Madre, un evento internazionale che non a caso è nato
in Piemonte, grazie all’operato di Slow Food, associazione nata
e radicata in questa terra, e alla stessa Regione, fortemente im-
pegnata sui temi che sono alla base del Salone.
La Regione Piemonte, nell’ambito di progetti finanziati sul Pro-
gramma di sviluppo rurale 2007-2013, promuove la realizzazio-
ne di un’area espositiva, nel padiglione 2, di circa 250 mq in
collaborazione con Confcooperative Piemonte Fedagri, presen-
te con 8 cooperative agricole. In quest’area è presente uno spa-
zio incontri dove si svolge, come si può leggere nelle pagine che
seguono, un folto calendario di appuntamenti con il pubblico, in
collaborazione con istituzioni, produttori e le loro organizzazioni
economiche e professionali, per far conoscere e degustare le ec-
cellenze agroalimentari piemontesi.
Tutto ciò costituisce un piccolo, ma emblematico, compendio di
quel virtuoso “Sistema Piemonte”, che al Salone è ben rappre-
sentato dai numerosi espositori piemontesi.
I temi del Salone 2014L’Arca del Gusto è un catalogo online che raccoglie prodotti ap-
partenenti alla cultura, alla storia e alle tradizioni di tutto il pia-
neta, denuncia il rischio di scomparsa, invita a fare qualcosa per
salvaguardarli. Secondo la Fao, esistono circa 30.000 piante
commestibili, delle quali circa 7000 utilizzate nella storia dell’u-
manità come cibo, medicine, tessuti, carburante. Oggi solo 30
colture rappresentano il 90% delle calorie assunte nella dieta
umana e tre specie (riso, grano e mais) costituiscono più di me-
tà del fabbisogno energetico. Il 90% delle sementi coltivate so-
no ibridi commerciali mentre si stima sia andato perduto il 75%
delle varietà agricole. All’Oval, nel cuore del Mercato internazio-
nale del Salone del Gusto e Terra Madre, una grande Arca rac-
conta circa 2000 prodotti provenienti da 60 Paesi già patrimonio
comune. Slow Food invita tutti noi a portare al Salone il cibo che
vorremmo far diventare uno dei prossimi passeggeri.
L’anno internazionale dell’agricoltura familiare L’agricoltura familiare è la forma dominante per la produzione
alimentare sia nei Paesi avanzati sia in quelli in via di sviluppo. Si
basa sul lavoro dei membri della famiglia che riescono a innova-
re pur proteggendo la biodiversità, grazie alla conoscenza pro-
fonda del proprio territorio. Nonostante il minor accesso a risor-
se economiche produttive e l’estensione coltivata molto bassa
(il 94% è inferiore ai cinque ettari) le aziende agricole familiari
fanno leva sull’esperienza e sulla tradizione per produrre quanti-
tà di cibo notevoli. A oggi, nel mondo, si contano circa 500 mi-
lioni di aziende agricole familiari, ovvero il 98% delle proprietà
coltivabili. Le aziende agricole a conduzione familiare rivestono
un ruolo fondamentale anche nella protezione della biodiversi-
tà: a fronte della perdita del 65% del territorio arabile sulla Ter-
ra, i piccoli produttori difendono tipologie di alimenti che, senza
la loro presenza, sarebbero ormai estinti.
Per l’importanza rivestita nell’economia mondiale, l’ONU ha
scelto di nominare il 2014 Anno internazionale dell’agricoltu-
ra familiare: 350 organizzazioni e 60 Paesi lavorano per far luce
sul fenomeno, informando e appoggiando le piccole realtà che
mettono il cibo (quello buono, pulito, giusto) al primo posto.
Su iniziativa e invito dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, inoltre, si riunisce a Torino, in concomitanza con il Salone (gio-
vedì 23 alle ore 15) la Commissione Politiche Agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome (presso il pad. 2 –
Sala Convegni dell’Area espositiva Ministero Politiche Agricole Agroalimentari Forestali), che tratta temi legati alle politiche agricole na-
zionali e comunitarie.
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eventi
Agricoltura 85
SPAZIO “INCONTRAPIEMONTE” , PAD. 2, STAND 2E – 051 “NUTRIRE IL CORPO E LA MENTE CON GUSTO”
PROGRAMMAGIOVEDI 23 OTTOBREOre 11,30 - Presentazione del programma
“CIBO E ARTE CONTEMPORANEA”
A cura del Dipartimento educazione Castello di Rivoli Museo
d’arte contemporanea di Rivoli (TO).
Ore 12,30 - “LA REGGIA DA GUSTARE”
Le delizie del Potager Royal della Reggia di Venaria
Presentazione e degustazione dei prodotti realizzati dagli orti e
frutteti dei giardini della Reggia.
A cura del Consorzio di Valorizzazione culturale la Venaria Reale.
Ore 13,30 - Prodotti innovativi con la Cooperativa Il
Frutto Permesso
Ore 14,30 - STORIE DI ECCELLENZE PIEMONTESI
Incontro con Davide Palluda, Chef stellato del ristorante
dell’Enoteca regionale del Roero che proporrà la kermesse
gastronomica “La Nocciola Piemonte IGP nel mondo salato”.
Ore 15,30 - LA NOCCIOLA PIEMONTE IGP
Scopriamone le qualità e degustiamone le dolcezze
A cura del Consorzio tutela Nocciola Piemonte IGP
Ore 16 - I MODELLI DI PROMOZIONE PUBBLICA
AGROALIMENTARE DELLE REGIONI
Presentazione dei risultati dell’indagine curata da Carlotta Merlo.
Intervengono: Giovanni Peira, Università di Torino, Scuola di
management ed economia, Moreno Soster, dirigente Settore
Programmazione e Valorizzazione sistema agroalimentare
Regione Piemonte.
Ore 16,45 - IL CRUDO DI CUNEO DOP:
Presentazione e degustazione
A cura del Consorzio di tutela
Ore 17,30 - MelAPPunto!, l’APP DELLA MELA ROSSA
Cuneo IGP e del suo territorio
Caratteristiche della mela, sistemi di controllo
e politiche di promozione.
A cura del Consorzio di Tutela della Mela Rossa Cuneo.
Intervengono: Domenico Sacchetto, presidente del consorzio
di tutela, Marco Sciarrini MI.P.A.A.F., Gianni Comba direttore
INOQ.
Ore 18,30 - Tu di che taglio sei?
I tagli della Razza Piemontese in cucina
A cura di Terraviva - Cooperativa Agricola Buschese
VENERDI 24 OTTOBRE
Ore 10 - presso il Centro Congressi Lingotto, sala Madrid,
Seminario conclusivo del progetto europeo Alcotra 2007
- 2013 Dégust’ Alp sulla valorizzazione delle produzioni
locali, che vede come capofila il Settore Tutela della Qualità
dei Prodotti Agroalimentari della Direzione Agricoltura
della Regione Piemonte insieme alla Provincia di Torino, alla
Camera di Commercio di Cuneo, al Consorzio degli Enti
Locali della Valle d’Aosta (CELVA), al Consiglio Generale
delle Alpi di Alta Provenza e alla Camera dell’Agricoltura
delle Alte Alpi.
Ore 11,30 - LA ROBIOLA DI ROCCAVERANO,
Primo Formaggio Dop caprino d’Italia,
festeggia i suoi primi 35 anni.
Rievocazione di questa appassionante
storia e degustazione guidata.
A cura del Consorzio di tutela, partecipa il presidente Ulderico
Antonioli Piovano; interviene l’assessore all’agricoltura della
Regione Piemonte, Giorgio Ferrero.
Ore 12,30 - PICCOLE DOP CRESCONO:
i 6 formaggi del Piemonte (Bra, Castelmagno, Murazzano,
Raschera, Robiola di Roccaverano, Toma piemontese)
Presentazione e degustazione, a cura di ASSOPIEMONTE DOP
E IGP.
Ore 13,30 - STORIE DI RESISTENZA AGRICOLA
E DI TUTELA DELLA BIODIVERSITÀ:
l’agnello Sambucano e la Pecora delle Langhe.
Partecipano: Luca Battaglini, docente DI.S.A.F.A. Università
Torino, Claudio Adami, allevatore produttore e presidente
consorzio tutela del Murazzano DOP, Stefano Martini,
responsabile ecomuseo della Pastorizia di Pietraporzio, Giorgio
Ferrero, assessore agricoltura Regione Piemonte.
Ore 14,30 - IL SALONE DEL GUSTO RICORDA SAN
GIOVANNI BOSCO NEL BICENTENARIO DELLA NASCITA
Presentazione del programma delle celebrazioni: Don Egidio
Deiana, Rettore Basilica di Castelnuovo Don Bosco.
DON BOSCO, IL SANTO CONTADINO E VIGNAIOLO
Interventi del professor Mario Fregoni e di Paolo Massobrio.
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eventi
Agricoltura 85
L’AGRICOLTURA, I GIOVANI, LA SCUOLA
Ne parlano Don Genesio Tarasco, direttore Scuole Salesiane
di Lombriasco (TO) e Giorgio Ferrero, assessore agricoltura
Regione Piemonte
Ore 16 - L’ALTO PIEMONTE - TERRE, ACQUE, CIBI,
LETTERATURA Incontro con lo scrittore Sebastiano
Vassalli. Presentazione dell’Associazione
“Strada del riso vercellese di qualità”
Partecipano: Alice Cerutti, presidente e Gabriele Varalda
direttore, dell’associazione Strada del riso e il presidente
della Provincia di Vercelli, Carlo Riva Vercellotti.
RISO E QUALITÀ: LA DOP RISO DI BARAGGIA
BIELLESE E VERCELLESE
Interviene il presidente del Consorzio di tutela Carlo Zaccaria
DI QUA E DI LÀ DEL TICINO CI STA IL GORGONZOLA
Partecipa il presidente del consorzio di tutela Renato Invernizzi
I NEBBIOLI E ALTRI GRANDI VINI DELL’ALTO PIEMONTE
Interviene la presidente del consorzio tutela Nebbioli alto
Piemonte, Lorella Zoppis Antoniolo.
NELLA PIANURA DELLE STORIE di Sebastiano Vassalli
Itinerari letterari novaresi ispirati alle opere dello scrittore;
progetto a cura della ATL di Novara; interviene la presidente
dell’ATL, Maria Rosa Fagnoni.
INTERVENTO DELL’ASSESSORE ALL’AGRICOLTURA
DELLA REGIONE PIEMONTE GIORGIO FERRERO CHE
CONSEGNERÀ UNA TARGA DI RICONOSCIMENTO A
SEBASTIANO VASSALLI, LO SCRITTORE CHE HA PORTATO
L’ALTO PIEMONTE NELLA GRANDE LETTERATURA
Conduce il giornalista Gianfranco Quaglia
Degustazione finale di Risotto al Gorgonzola
Ore 18 - Siamo ciò che mangiamo!
Mangiamo di qualità: alla scoperta delle eccellenze
agroalimentari cooperative.
A cura di Confcooperative Fedagri
SABATO 25 OTTOBREOre 11 - STORIE DI ECCELLENZE PIEMONTESI
Incontro con Maurilio Garola, chef stellato del ristorante
La Ciau del Tornavento di Treiso, che proporrà una
kermesse gastronomica con protagonista il peperone di
Carmagnola.
Ore 12 - STORIE E SAPORI DI CARMAGNOLA:
Il peperone e altro ancora
Presentazione e degustazione, a cura del Comune di Carmagnola
Ore 13 - PRESENTAZIONE DEL LIBRO “PIANTRA LÌ“-
“Racconto della vite e del vino di una volta
di qua e di là dal Tanaro”.
Di Primo Culasso e Giancarlo Montaldo. Edizioni Antares.
Saranno presenti gli Autori.
Ore 14 - 2014 - ANNO INTERNAZIONALE
DELL’AGRICOLTURA FAMIGLIARE
A che punto è la famiglia agricola e “l’anello forte?”
Ne parlano, con l’Assessore all’agricoltura della Regione
Piemonte, le rappresentanti degli organismi femminili delle
organizzazioni economiche e professionali agricole del
Piemonte.
Ore 15 - “PIEMONTESE” DI RAZZA.
Anteprima de “La casa della piemontese”.
Museo multimediale dedicato alla razza bovina Piemontese,
prossimo all’apertura a Carrù.
LA RAZZA BOVINA PIEMONTESE
E LE QUALITÀ DELLA SUA CARNE
Presentazione e degustazione di Salsiccia di Fassone.
Partecipano: Andrea Quaglino, direttore ANABORAPI
e Giorgio Marega, direttore COALVI.
“T’AMO, O PIO BOVE” - Le Fiere del Bue grasso in
Piemonte: Carrù, Moncalvo, Nizza Monferrato.
Partecipano: Stefania Ieriti, sindaco di Carrù, Aldo Fara,
sindaco di Moncalvo, Flavio Pesce, sindaco di Nizza Monferrato.
Interviene Giorgio Ferrero, Assessore agricoltura
Regione Piemonte.
Ore 16,30 - L’ARALDICA-CASTELVERO di Castelboglione
(AT) festeggia i suoi 60 anni di vita.
Storia di una grande realtà della cooperazione vitivinicola
piemontese. Consegna di un riconoscimento della Regione
Piemonte a Livio Manera, storico direttore di questa cantina.
Ore 17 - PRESENTAZIONE DEL LIBRO “IL GENEPÌ:
valutazioni economiche e organizzazione della
microfiliera in Piemonte”.
Di Simonetta Mazzarino e Moreno Soster, Casa editrice Celid.
Partecipano i due autori Simonetta Mazzarino, ricercatrice
Dipartimento Economia e Statistica Università di Torino,
Moreno Soster, dirigente Settore Programmazione
Valorizzazione sistema agroalimentare Regione Piemonte, e
Pier Giovanni Bordiga, associazione Genepi Occitan.
Ore 17,45 - “ALAMBICCHI DI PIEMONTE - IL GUSTO
IN TOURNEE”. Le grappe dell’Istituto Grappa Piemonte.
Degustazione di due distillati da vitigni piemontesi.
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eventi
Agricoltura 85
Intervengono: Alessandro Revel Chion, presidente Istituto
Grappa Piemonte, Alessandro Soldatini, mastro distillatore.
Ore 18,30 - A SCUOLA DI CUCINA
con la Cooperativa sociale Meeting Service Catering ONLUS.
Ore 19,15 - SCOPRI TUTTO UN ALTRO POLLO!
Il pollo piemontese Valverde si presenta.
A cura della Cooperativa Agricola Valverde
Ore 20.00 - BIRRA IN MUSICA
con il Birrificio Cooperativo Valsusa
DOMENICA 26 OTTOBREOre 11 - Incontro conclusivo tourneè blogger
Ore 12 - 40º ANNIVERSARIO DELLA DOC “GAVI”.
Rievocazione di questa grande storia con il Consorzio
di tutela. Presentazione del video “Storie del Gavi”
di Philippe Daverio.
Partecipa il presidente del Consorzio di tutela del Gavi,
Gian Piero Broglia e il direttore Francesco Bergaglio.
Ore 13 - C’È QUALCOSA DI NUOVO OGGI
IN PIEMONTE, ANZI D’ANTICO:
IL SALAME COTTO DEL MONFERRATO
Presentazione e storia di questo prodotto, del nuovo
disciplinare di produzione e degustazione, a cura della
Associazione Produttori Salame Cotto Monferrato.
Partecipano: Massimo Morando, presidente dell’associazione,
Mauro Casetta, vice presidente, Silvio Tealdi, Sindaco di Ferrere,
Mario Sacco, presidente Camera Commercio di Asti
e l’assessore agricoltura Regione Piemonte, Giorgio Ferrero.
Ore 14 - I PAESAGGI VITIVINICOLI DI LANGHE-ROERO
E MONFERRATO RICONOSCIUTI DALL’UNESCO
COME PATRIMONIO DELL’UMANITÀ.
LE PROSPETTIVE E GLI IMPEGNI.
Ne parlano: Gianfranco Comaschi, presidente associazione
patrimonio dei paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero
Monferrato, Roberto Cerrato, direttore dell’associazione,
Giorgio Ferrero, assessore agricoltura Regione Piemonte.
Ore 15 - TERRA, CIBO, LETTERATURA
TRA SICILIA E PIEMONTE
Il Salone del Gusto-Terra Madre ricorda Leonardo Sciascia
nel 25° della morte
Presentazione del Libro “Di terra e di cibo con Leonardo
Sciascia”, di Salvatore Vullo. Salvatore Sciascia editore.
Partecipano, assieme all’autore del libro, Giorgio Ferrero,
assessore agricoltura Regione Piemonte, Ezechia Paolo Reale,
assessore agricoltura, sviluppo rurale e pesca Regione Sicilia,
Carlo Petrini, presidente Slow Food, Valter Vecellio, giornalista
RAI, associazione amici di Leonardo Sciascia.
Conduce Luca Ferrua, giornalista de “La Stampa”.
Ore 16,30 - PRESENTAZIONE DEL LIBRO “LE COLLINE
DEL BAROLO AL TEMPO DELLO ZOLFO”-“Nel 1861, La
Morra, Barolo e Grinzane uniti fecero arrivare dalla Sicilia
il primo zolfo contro l’oidio”. Di Armando Gambera. Edizioni
Agorà. Assieme all’autore partecipa Beppe Dosio, presidente
Associazione Agorà di La Morra.
Ore 17 - PRESENTAZIONE DEL VOLUME
“GUIDA DI BUONA PRASSI IGIENICA
PER I CASEIFICI DI AZIENDA AGRICOLA”,
a cura dell’assessorato agricoltura Regione Piemonte.
Partecipano: Paolo Cumino, dirigente settore produzioni
zootecniche Regione Piemonte, Aurora Palmieri, settore
produzioni zootecniche, Guido Tallone, istituto lattiero caseario
di Moretta.
Ore 18 - IL LAGO MAGGIORE, LE SUE VALLI,
I SUOI SAPORI.
Progetto di valorizzazione dei prodotti agroalimentari tipici, a
cura della Camera di Commercio del Verbano Cusio Ossola.
Partecipano: Associazione Brisaula della Val d’Ossola,
Associazione Craver, formaggi caprini del VCO, Blu Frutti-
associazione produttori ortofrutticoli del VCO e Novara,
Consorzio tutela mieli del VCO. Conduce Francesco Nota.
Ore 19 - NEL CUORE DEL GUSTO DELL’OSSOLA:
IL FORMAGGIO BETTELMATT
Prova dimostrativa di marchiatura pubblica, presentazione,
degustazione del Bettelmatt e animazione con la cultura
materiale Walser.
Partecipano: il presidente Silvano Matli e il vice presidente Luca
Olzeri, dell’associazione produttori del Bettelmatt, il presidente
della Provincia del VCO, Stefano Costa.
LUNEDI 27 OTTOBREOre 11 - Gioca QUI DA NOI
“Sai cosa metti in bocca?”
Laboratorio di educazione alimentare a cura della Cooperativa
Sociale Momo di Cuneo.
A cura di Confcooperative Fedagri
www.regione.piemonte.it/europa/coronaverde
fondo europeo sviluppo regionale
23/27 Ottobre 2014 - Torino... e dintorni
Corona Verde: #Urbanfarming metropolitano
14
eventi
Agricoltura 85
www.regione.piemonte.it/europa/coronaverde
fondo europeo sviluppo regionale
23/27 Ottobre 2014 - Torino... e dintorni
Corona Verde: #Urbanfarming metropolitano
Il programma di Corona Verde al Salone del Gusto:Urbanfarming metropolitano
Corona Verde è il progetto della Regione Piemonte che sta lavo-
rando (anche con fondi della passata programmazione europea
2007/2013) per realizzare un’infrastruttura verde che metta in
relazione la Corona di Delizie delle Residenze Reali che attornia
la città di Torino con la “Cintura verde” dei Parchi metropolita-
ni, dei Fiumi e dalle Aree Rurali ancora poco alterate, per riquali-
ficare il territorio dell’area metropolitana torinese e migliorare la
qualità di vita dei suoi abitanti.
L’agricoltura in area metropolitana è una realtà significativa, an-
che se scarsamente conosciuta: 108.000 ettari di seminativi,
119.000 ettari di prati e pascoli, 1.300 ettari di vite, 3.600 ettari
di altre coltivazioni legnose e 280 ettari di orti familiari. Ma que-
sta agricoltura praticata all’interno e intorno alla città soffre di
un rapporto ancora troppo sbilanciato verso i sistemi urbani con
i quali compete per le risorse (terra, acqua, energia, forza lavoro)
ma a cui può fornire beni e servizi.
L’agricoltura è, infatti, custode e fornitrice di importanti servizi
per la città e la sua collettività: in campo ambientale (es. conser-
vazione del suolo, concorso alla tutela della biodiversità, com-
pensazione delle emissioni di carbonio, etc.), sociale (funzioni
ricreative, pedagogiche, terapeutiche, etc.) e culturale. E può
rappresentare, in questo particolare periodo di sofferenza eco-
nomica, anche un’opportunità importante, tra le altre, su cui in-
vestire per il rilancio dell’area metropolitana torinese.
Corona Verde partecipa al Salone del Gusto e Terra Madre edi-
zione 2014 con un duplice obiettivo: consolidare l’attenzione sul
tema dell’agricoltura periurbana e creare una rete tra tutti i sog-
getti interessati al fine di valorizzare i servizi che questa è in gra-
do di offrire. Visitare e osservare direttamente “in campo” è il
modo migliore per dare avvio al grande sodalizio dell’Agricoltu-
ra Metropolitana Torinese.
GIOVEDÌ 23 OTTOBRE ORTI, CASCINE E MERCATI IN CITTÀ
Gli orti della Circoscrizione 4 di Torino: Orto Collettivo
e Officina Verde Tonolli
ore 10.00 - via Servais, 140 interno, Torino
Orti e Giardini segreti di San Salvario
ore 10.00 - via Campana, 30, Torino (presso Circoscrizione 8)
15
eventi
Agricoltura 85
Cascina Quadrilatero
dalle ore 10.00 alle ore 18.00 - piazza Emanuele Filiberto, Torino
Cascina Falchera
dalle ore 9.00 alle ore 17.30 - strada Cuorgnè, 109, Torino
Cascina Grange Scott
dalle ore 8.30 alle ore 12.30, dalle ore 15.00 alle ore 19.00 -
strada vicinale della Berlia, 543, Torino
Cascina Le Vallere – Agricoltura periurbana in Mostra e
progetto dell’Erasmus IP – Citygreening
dalle ore 9.00 alle ore 16.00 - corso Trieste, 98, Moncalieri (TO)
Il vino della Città di Torino: visita alla cantina del Centro
Bonafous
dalle ore 10.00 alle ore 11.30 per le persone con trasporto auto-
nomo (visita alla mattina)
ore 15.30 per le persone che viaggiano con i mezzi pubblici
strada Pecetto, 34, Chieri (TO)
AGRICOLTURA E GUSTO ALLE RESIDENZE REALI
Il vigneto di Villa della Regina
ore 11.00 - strada S. Margherita, 79, Torino
Viaggio nel “gusto” alla Palazzina di Caccia di Stupinigi:
dalle cucine reali ai banchetti di corte
ore 11.00 e ore 15.00 - piazza Principe Amedeo, 7, Stupinigi,
Nichelino (TO)
VENERDÌ 24 OTTOBRE ORTI, CASCINE E MERCATI IN CITTÀ
Gli orti della Circoscrizione 5 di Torino:
gli Orti di Casino Barolo e l’orto a scuola
ore 10.00 - via Sansovino, 205 interno (quasi angolo corso Gros-
seto), Torino
Orti e Giardini segreti di San Salvario
ore 10.00 - via Campana, 30, Torino (presso Circoscrizione 8)
Frutteti e aromatiche da orto nei giardini pubblici torinesi
ore 15.00 - corso Moncalieri, 260, Torino
Cascina Quadrilatero
dalle ore 10.00 alle ore 18.00 - piazza Emanuele Filiberto, Torino
Cascina Falchera
dalle ore 9.00 alle ore 17.30 - strada Cuorgnè, 109, Torino
Cascina Grange Scott
dalle ore 8.30 alle ore 12.30, dalle ore 15.00 alle ore 19.00 -
strada vicinale della Berlia, 543, Torino
Porta Palazzo: il più grande mercato alimentare all’aperto
d’Europa e Cascina Quadrilatero
ore 10.30 - piazza della Repubblica, 14, angolo via Priocca, Tori-
no (mercato dei contadini)
Il mercato biologico dei Giardini La Marmora, lo street
food, visita a M**Bun e Cascina Quadrilatero
ore 15.00 e ore 16.00 - giardini La Marmora, via Cernaia, Torino
Cascina Le Vallere – Agricoltura periurbana in Mostra e
progetto dell’Erasmus IP – Citygreening
dalle ore 9.00 alle ore 16.00 - corso Trieste, 98, Moncalieri (TO)
Il vino della Città di Torino:
visita alla cantina del Centro Bonafous
dalle ore 10.00 alle ore 11.30 e 15,30
AGRICOLTURA E GUSTO ALLE RESIDENZE REALI
Il vigneto di Villa della Regina
ore 11.00 - strada S. Margherita, 79, Torino
Viaggio nel “gusto” alla Palazzina di Caccia di Stupinigi:
dalle cucine reali ai banchetti di corte
ore 11.00 e ore 15.00 - piazza Principe Amedeo, 7, Stupinigi,
Nichelino (TO)
AGRICOLTURA E GUSTO AI CONFINI DEL ROERO
Il Castello goloso: segreti e ricette di famiglia
(Castello di Pralormo)
dalle ore 17.00 - via Generale Emanuele Beraudo di Pralormo,
Pralormo (TO)
SABATO 25 OTTOBRE ORTI, CASCINE E MERCATI IN CITTÀ
Cascina Quadrilatero
dalle ore 10.00 alle ore 18.00 - piazza Emanuele Filiberto, Torino
Cascina Grange Scott
dalle ore 8.30 alle ore 12.30, dalle ore 15.00 alle ore 19.00 -
strada vicinale della Berlia, 543, Torino
Porta Palazzo: il più grande mercato alimentare all’aperto
d’Europa e Cascina Quadrilatero
ore 10.30 - piazza della Repubblica, 14, angolo via Priocca, Tori-
no (mercato dei contadini)
Cascina Le Vallere - Agricoltura periurbana in Mostra e
attività di formazione alimentare
- Campo scuola COME
(Counting Objective Movement Education)
dalle ore 9.00 alle ore 16.00 - corso Trieste, 98, Moncalieri (TO)
Cascina Le Vallere - Mostra sull’agricoltura periurbana e
progetto dell’Erasmus IP – Citygreening
dalle ore 9.00 alle ore 16.00 - corso Trieste, 98, Moncalieri (TO)
16
eventi
Agricoltura 85
Gli orti urbani della Città di Venaria Reale, il Garden Chef
e l’Orto Market
dalle ore 11.00 - via Cavallo 16
Orto Didattico
dalle ore 11.00 - piazza Vittorio Veneto all’incrocio tra via Men-
sa e viale Buridani, Venaria Reale
Il vino della Città di Torino:
visita alla cantina del Centro Bonafous
dalle ore 10.00 alle ore 11.30 e 15,30
AGRICOLTURA E GUSTO ALLE RESIDENZE REALI
Il vigneto di Villa della Regina
ore 11.00 - strada S. Margherita, 79, Torino
Alla tavola del re. Visita tra gusto, storia
e arte al Castello di Rivoli
ore 17.00 - piazza Mafalda di Savoia, 10098 Rivoli (To)
Stupinigi fertile: arte, cibo e agricoltura.
Racconti fotografici, presentazione della Filiera del Grano
e degustazione del pane di Stupinigi
dalle ore 14.00 alle ore 18.00 - Podere Ordine Mauriziano, viale
Torino 4, Stupinigi, Nichelino (TO)
Viaggio nel “gusto” alla Palazzina di Caccia di Stupinigi:
dalle cucine reali ai banchetti di corte
ore 11.00 e ore 15.00 - piazza Principe Amedeo, 7, Stupinigi,
Nichelino (TO)
Il Potager Royal, gli orti e i frutteti della Reggia
di Venaria Reale
ore 15.00 - Piazza della Repubblica, 4, Venaria Reale (To)
DOMENICA 26 OTTOBRE ORTI, CASCINE E MERCATI IN CITTÀ
Cascina Quadrilatero
dalle ore 10.00 alle ore 18.00 - piazza Emanuele Filiberto, Torino
Il mercato di Campagna Amica di piazza Bodoni
dalle ore 10.00 alle ore 14.30 - piazza Bodoni, Gazebo istituzio-
nale Coldiretti Torino
Cascina Le Vallere - Agricoltura periurbana in Mostra e Iti-
nerario guidato agri-botanico-artistico
dalle ore 9.00 alle ore 16.00 - corso Trieste, 98, Moncalieri (TO)
Gli orti urbani della Città di Venaria Reale,
il Garden Chef e l’Orto Market
dalle ore 11.00 - via Cavallo 16
Orto Didattico
dalle ore 11.00 - piazza Vittorio Veneto all’incorcio tra via Men-
sa e viale Buridani, Venaria Reale
Il vino della Città di Torino:
visita alla cantina del Centro Bonafous
dalle ore 10.00 alle ore 11.30 e 15,30
AGRICOLTURA E GUSTO ALLE RESIDENZE REALI
Il vigneto di Villa della Regina
ore 11.00 - strada S. Margherita, 79, Torino
Stupinigi fertile: arte, cibo e agricoltura.
Racconti fotografici, presentazione della Filiera del Grano
e degustazione del pane di Stupinigi
dalle 14.00 alle 18.00
Viaggio nel “gusto” alla Palazzina di Caccia di Stupinigi.
Dalle cucine reali ai banchetti di corte
ore 10.30, ore 11.45, ore 15.30
Viaggio nel “gusto” alla Palazzina di Caccia di Stupinigi.
Famiglie al museo: il cuoco del re e la “pizza” Margherita
ore 11.00, 15.00, 16.30
Il Potager Royal, gli orti e i frutteti della Reggia
di Venaria Reale
ore 15.00 - Piazza della Repubblica, 4, Venaria Reale (To)
LUNEDÌ 27 OTTOBRE ORTI, CASCINE E MERCATI IN CITTÀ
Cascina Quadrilatero
dalle ore 10.00 alle ore 18.00 - piazza Emanuele Filiberto, Torino
Cascina Le Vallere - Agricoltura periurbana in Mostra e
progetto dell’Erasmus IP - Citygreening
dalle ore 9.00 alle ore 16.00 - corso Trieste, 98, Moncalieri (TO)
Gli orti urbani della Città di Venaria Reale, il Garden Chef,
l’Orto Market e Spesa in bici
dalle ore 11.00 - via Cavallo 16
Orto Didattico
dalle ore 11.00 - piazza Vittorio Veneto all’incrocio tra via Men-
sa e viale Buridani, Venaria Reale
Il vino della Città di Torino:
visita alla cantina del Centro Bonafous
dalle ore 10.00 alle ore 11.30 e 15,30
Terra Madre Metropolitano:
realtà e opportunità dell’agricoltura periurbana torinese
sabato 25 ottobre ore 9:30
Sala Madrid - Centro Congressi Lingotto
17
eventi
Agricoltura 85
Per info: www.regione.piemonte.it/ambiente/coronaverde www
Trasmesso il testo del PSR 2014-2020all’Unione europea: inizia la fase negoziale
Il primo passo ufficiale nei confronti dell’Unione europea per
l’approvazione del Programma di sviluppo rurale (PSR) della
Regione Piemonte 2014-2020 è stato compiuto. Il 29 settem-
bre scorso la proposta di PSR è stata inoltrata a Bruxelles attra-
verso il sistema informatico di colloquio con l’Unione europea
(“SFC2014”).
Si tratta del testo del PSR adottato dalla Giunta regionale il 28
settembre, rivisto a seguito delle osservazioni del partenariato
alla proposta illustrata dagli Assessori Giorgio Ferrero (Agricoltu-
ra) e Alberto Valmaggia (Montagna, foreste, ambiente e parchi)
e discussa con il partenariato stesso a Torino il 31 luglio.
La versione integrale della proposta di PSR inviata all’Unione europea (di 662 pagine oltre agli allegati) è scaricabile dal sito
della Regione Piemonte: http://www.regione.piemonte.it/agri/psr2014_20/testoNegoziato.htm
www
La “fase ascendente” di elaborazione del PSR si è dunque con-
clusa dopo oltre un anno di lavori, se si considera che i primi
orientamenti strategici per la programmazione dei fondi euro-
pei 2014-2020 erano stati illustrati al partenariato nella prima-
vera del 2013. Tali orientamenti, a seguito di numerosi incontri
con il partenariato, erano stati “tradotti” nel Documento stra-
tegico unitario della Regione Piemonte per la programmazione
dei fondi strutturali e di investimento europei 2014–2020 (DSU)
approvato dal Consiglio regionale il 4 marzo 2014. I contenuti
del PSR della Regione Piemonte, in particolare, sono stati illustra-
ti e discussi con il partenariato in quattro incontri a Torino il 6 e
il 20 febbraio, il 23 aprile e il 31 luglio 2014. Il testo in progress
del PSR, fin dall’inizio, è stato inoltre pubblicato sul sito web del-
la Regione Piemonte.
La procedura di VASLa gestazione del PSR è stata accompagnata dal processo di
valutazione ambientale strategica (VAS) previsto dalla direttiva
2001/42/CE. Alla fase di specificazione, svolta fra agosto e otto-
bre 2013 e riservata alle autorità con competenza ambientale,
è seguita la fase di consultazione aperta al pubblico. Sono sta-
te oggetto di consultazione prima la bozza di PSR presentata nel
mese di aprile 2014, poi la proposta approvata dalla Giunta re-
gionale il 28 settembre 2014.
Questa seconda fase è tutt’ora in corso, anche via web, all’indirizzo:
http://www.regione.piemonte.it/agri/psr2014_20/vas.htm e terminerà nei primi giorni di novembre 2014, entro i termini previsti dalla Commissione europea per la conclusione del procedimento di VAS in relazione all’approvazione del PSR.
www
I prossimi passiL’approvazione finale del PSR da parte dell’Unione europea, in-
fatti, è prevista fra la fine del 2014 e l’inizio del 2015. I passi an-
Mario Perosino - Direzione Agricoltura, Settore Programmazione, attuazione e coordinamento dello sviluppo rurale
18 Agricoltura 85
programma di sviluppo rurale 2014-2020FEASR 2014-2020
cora da compiere, però, sono numerosi e complessi. La verifica
della proposta di PSR da parte dei servizi della Commissione eu-
ropea riguarderà i seguenti aspetti:
– la compatibilità con la complessa e articolata normativa
dell’Unione europea e con le pertinenti strategie unionali, pri-
ma fra tutte la strategia Europa 2020 per una crescita intelli-
gente, sostenibile e inclusiva;
– la coerenza con i contenuti e le scelte riportate nell’accordo
di partenariato, comprese la complementarietà con le misure
finanziate dagli altri fondi strutturali e di investimento (FESR,
FSE e FEAMP) e le linee di demarcazione con gli altri program-
mi operativi regionali. Tale verifica è resa complicata dal fatto
che sia l’accordo di partenariato che i programmi operativi so-
no documenti ancora in corso di approvazione, per quanto tut-
ti già trasmessi ufficialmente. È facile prevedere che saranno
necessarie modifiche alla proposta di PSR in modo da render-
la coerente con l’accordo di partenariato (che è sovraordinato)
e con i programmi operativi regionali (POR FESR e POR FSE);
– la complementarietà con il PSR nazionale (anch’esso in corso
di approvazione da parte dell’Unione europea) e con le scel-
te riguardanti il primo pilastro della PAC, sia in ordine ai pa-
gamenti diretti di cui al regolamento (UE) n. 1307/2013 che
ai programmi delle organizzazioni comuni di mercato (vino,
ortofrutta ecc.). In particolare, riguardo ai pagamenti diretti
agli agricoltori occorrerà verificare la complementarietà delle
misure agro-climatico-ambientali inserite nel PSR con le scel-
te nazionali in ordine al greening e ai pagamenti accoppiati.
Anche in questo caso, il negoziato con l’Unione europea si
preannuncia complesso;
– la coerenza interna del PSR, ovvero la verifica che i fabbisogni
evidenziati nell’analisi della situazione socio-economica, set-
toriale e ambientale del Piemonte siano adeguatamente pre-
si in conto dal PSR mediante una selezione di misure congrua
e dotata di risorse finanziarie adeguate. L’assortimento di mi-
sure, inoltre, non deve comportare problemi dal punto di vi-
sta del potenziale impatto ambientale. A tale scopo nell’am-
bito della procedura di VAS ogni operazione prevista nel PSR
viene sottoposta a verifica al fine di minimizzarne gli impatti
ambientali negativi (ad esempio mediante azioni di mitigazio-
ne). La verifica della coerenza interna del PSR, inoltre, è una
classica funzione del valutatore indipendente del programma
(Nuval Piemonte);
– la coerenza esterna del PSR, ovvero la verifica della compati-
bilità delle misure previste nel PSR con le normative e i piani
di intervento rilevanti dal punto di vista ambientale, come ad
esempio il piano di gestione del distretto idrografico del Po, il
piano stralcio per l’assetto idrogeologico, il piano territoriale
e il piano paesaggistico regionale, la relazione programmati-
ca sull’energia e il regolamento forestale. Questa verifica vie-
ne effettuata nell’ambito della procedura di VAS;
– il rispetto delle condizionalità ex ante previste dal regolamen-
to (UE) n. 1303/2013. Fra tutte le condizionalità previste, so-
no di particolare rilievo per il PSR quelle inerenti l’ambiente e
l’energia (prevenzione e gestione dei rischi, buone condizio-
ni agronomiche e ambientali, efficienza energetica, direttiva
quadro sulle acque) e il “divario digitale” (infrastrutture per
Internet a banda larga).
Le misure attivateLe misure selezionate nel PSR della Regione Piemonte sono 15
(oltre all’assistenza tecnica al programma, destinata al finanzia-
mento delle azioni necessarie al funzionamento della macchina
amministrativa del PSR come ad esempio il sistema informativo
o la valutazione).
Le misure attivate sono le seguenti:
M01: Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione;
M02: Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla
gestione delle aziende agricole;
M03: Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari;
M04 Investimenti in immobilizzazioni materiali, e in particolare:
M04.1: Sostegno a investimenti nelle aziende agricole;
M04.2: Sostegno a investimenti a favore della trasforma-
zione/commercializzazione e/o dello sviluppo dei
prodotti agricoli;
M04.3-M04.4: Sostegno a investimenti nell’infrastruttura ne-
cessaria allo sviluppo, all’ammodernamento e all’adeguamento
dell’agricoltura e della silvicoltura (M04.3) e Sostegno a investi-
menti non produttivi connessi all’adempimento degli obiettivi
agro-climatico-ambientali (M04.4);
M05: Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato
da calamità naturali e introduzione di adeguate misure di
prevenzione;
M06: Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese;
M07: Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali;
M08: Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglio-
ramento della redditività delle foreste;
M09: Costituzione di associazioni e organizzazioni di produttori;
M10 Pagamenti agro climatico ambientali, e in particolare:
19Agricoltura 85
programma di sviluppo rurale 2014-2020
M10a: Pagamenti agro-climatico-ambien-
tali: produzione integrata;
M10b: Pagamenti agro-climatico-ambien-
tali: tutti i restanti tipi di operazioni;
M11: Agricoltura biologica;
M12: Indennità Natura 2000 e indennità
connesse alla direttiva quadro sulle acque;
M13: Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali o ad
altri vincoli specifici;
M16: Cooperazione;
M19: Sostegno allo sviluppo locale Leader.
Rispetto al menu completo previsto dal regolamento (UE) n.
1305/2013 sul sostegno allo sviluppo rurale, che conta 18 mi-
sure, quelle non attivate sono: la misura 14 “Benessere degli
animali”, la misura 15 “Servizi silvo-ambientali e climatici e sal-
vaguardia delle foreste” e la misura 17 “Gestione del rischio”.
Quest’ultima, peraltro, è inserita nel Programma di sviluppo ru-
rale nazionale e pertanto potrà essere utilizzata anche dagli agri-
coltori piemontesi. Il piano finanziario del PSR della Regione Pie-
monte, pari complessivamente a 1.092.978.000 euro di spesa
pubblica, è illustrato nelle figure 1 e 2, che riportano la suddi-
visione della dotazione finanziaria fra le priorità indicate dall’U-
nione.
mis
ura
dotazione finanziaria (milioni di euro)
n priorità 2
n priorità 3
n priorità 4
n priorità 5
n priorità 6
Figura 1. Suddivisione per misura e per priorità della spesa pubblica del PSR 2014-2020 Regione Piemonte. Per le misure si veda nel testo. Per le priorità, le ricordiamo sinteticamente: 1) trasferimento di conoscenze e innovazione. Non è indicata una dotazione finanziaria in quanto priorità trasversale; 2) redditività delle aziende e competitività dell’agricoltura; 3) organizzazione della filiera, benessere degli animali e gestione dei rischi; 4) preservare, ripristi-nare e valorizzare gli ecosistemi; 5) incentivare l’uso efficiente delle risorse e un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima; 6) inclusione sociale e sviluppo economico nelle zone rurali.
Figura 2. Ripartizione percentuale per priorità della spesa pubblica del PSR 2014-2020 Regione Piemonte. Per la denominazione delle priorità cfr. la figura 1. Oltre alla dotazione finanziaria per priorità è riportata quella della misura M20 (Assistenza tecnica), pari a circa 40 milioni di euro, di carattere trasversale.
1 1 10 3 3 3 3 5 5 5 6 4 4 4 4 8 9 2
misuramisuramisurasotto-misurasotto-misurasotto-misura PSR 2007-2013PSR 2007-2013 PSR 2014-2020PSR 2014-2020PSR 2014-2020PSR 2014-2020 P1P1P1 P2P2 P3P3 P4P4P4 P5P5P5P5P5 P6P6P6
articolo denominazione codice denominazione codice corrisp. PSR 2007-2013 totale di cui agricoltura totale di cui agricoltura di cui foreste di cui montagna 1A 1B 1C 2A 2B 3A 3B 4A 4B 4C 5A 5B 5C 5D 5E 6A 6B 6C
14 Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione 1 Sostegno alla formazione professionale e azioni di acquisizione di competenze 1.1 111.1A e 111.2
p.p. e 331 20.647.681 17.181.772 14.000.000,00 10.000.000 4.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 -0
14 Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione 1 Sostegno ad attività dimostrative e azioni di informazione 1.2 111.1B e 111.2
p.p. e 331 20.647.681 17.181.772 29.000.000,00 26.000.000 3.000.000 2.071.429 2.071.429 2.071.429 2.071.429 2.071.429 2.071.429 2.071.429 2.071.429 2.071.429 2.071.429 2.071.429 2.071.429 2.071.429 2.071.429 -0
14 Trasferimento di conoscenze e azioni di informazione 1 Sostegno a scambi interaziendali di breve durata nel settore agricolo e forestale, nonché a
visite di aziende agricole e forestali 1.3 non previsto 0 0 1.500.000,00 500.000 1.000.000 107.143 107.143 107.143 107.143 107.143 107.143 107.143 107.143 107.143 107.143 107.143 107.143 107.143 107.143 -0
15 Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole 2 Sostegno allo scopo di aiutare gli aventi diritto ad avvalersi di servizi di consulenza 2.1 114 11.972.727 11.972.727 40.200.000,00 40.200.000 2.871.429 2.871.429 2.871.429 2.871.429 2.871.429 2.871.429 2.871.429 2.871.429 2.871.429 2.871.429 2.871.429 2.871.429 2.871.429 2.871.429 0
15 Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole 2 Sostegno per l'avviamento di servizi di consulenza aziendale, di sostituzione e di assistenza
alla gestione delle aziende agricole, nonché di servizi di consulenza forestale 2.2 115 e 331 0 0 0,00 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
15 Servizi di consulenza, di sostituzione e di assistenza alla gestione delle aziende agricole 2 Sostegno alla formazione dei consulenti 2.3 non previsto 0 0 2.500.000,00 2.500.000 178.571 178.571 178.571 178.571 178.571 178.571 178.571 178.571 178.571 178.571 178.571 178.571 178.571 178.571 0
16 Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari 3 Sostegno alla nuova adesione a regimi di qualità 3.1 132 11.177.273 11.177.273 11.174.000,00 11.174.000 2.234.800 8.939.200 0
16 Regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari 3 Sostegno per attività di informazione e promozione svolte da associazioni di produttori nel mercato interno 3.2 133 21.777.273 21.777.273 21.000.000,00 21.000.000 21.000.000 0
17 Investimenti in immobilizzazioni materiali 4 Sostegno a investimenti nelle aziende agricole 4.1 121 140.543.109 140.543.109 190.000.000,00 190.000.000 64.600.000 30.400.000 64.600.000 3.800.000 3.800.000 15.200.000,00 3.800.000 3.800.000 0
17 Investimenti in immobilizzazioni materiali 4 Sostegno a investimenti a favore della trasformazione/commercializzazione e/o dello sviluppo dei prodotti agricoli 4.2 123.1 68.609.803 68.609.803 90.000.000,00 90.000.000 54.000.000 12.000.000,00 12.000.000 12.000.000 0
17 Investimenti in immobilizzazioni materiali 4 Sostegno a investimenti nell'infrastruttura necessaria allo sviluppo, all'ammodernamento e all'adeguamento dell'agricoltura e della silvicoltura 4.3 125 26.068.182 11.636.364 38.440.711,00 7.000.000 12.940.711 18.500.000 18.500.000 7.000.000 6.470.356 6.470.356 0
17 Investimenti in immobilizzazioni materiali 4 Sostegno a investimenti non produttivi connessi all'adempimento degli obiettivi agro-climatico-ambientali 4.4 216 1.570.297 1.570.297 6.246.294,00 3.000.000 3.246.294 2.082.098 2.082.098 2.082.098 0
18 Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato […] 5 Sostegno a investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre le conseguenze di probabili
calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici 5.1 126 0 0 4.000.000,00 4.000.000 4.000.000 0
18 Ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato […] 5 Sostegno a investimenti per il ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo
danneggiati da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici 5.2 126 0 0 2.000.000,00 2.000.000 2.000.000 0
19 Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese 6 Aiuti all'avviamento di attività imprenditoriali per i giovani agricoltori 6.1 112 52.795.455 52.795.455 52.700.000,00 52.700.000 52.700.000 0
19 Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese 6 Aiuti all'avviamento di attività imprenditoriali per attività extra-agricole nelle zone rurali 6.2 311, 312 e 313 7.572.800 7.568.182 3.000.000,00 3.000.000 1.500.000 1.500.000 0
19 Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese 6 Aiuti all'avviamento di attività imprenditoriali per lo sviluppo delle piccole aziende agricole 6.3 141 0 0 0,00 0 0 0
19 Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese 6 Sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole 6.4 311, 312 e 313 7.572.800 7.568.182 3.000.000,00 3.000.000 1.500.000 1.500.000 0
19 Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese 6 Pagamenti agli agricoltori ammissibili al regime per i piccoli agricoltori che cedono permanentemente la propria azienda a un altro agricoltore 6.5 non previsto 0 0 0,00 0 0 0
20 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali 7
Sostegno per la stesura e l'aggiornamento di piani di sviluppo dei comuni e dei villaggi situati nelle zone rurali e dei servizi comunali di base, nonché di piani di tutela e di gestione dei siti Natura 2000 e di altre zone ad alto valore naturalistico
7.1 323.1 5.201.410 0 2.500.000,00 0 2.500.000 1.250.000 1.250.000 0
20 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali 7
Sostegno a investimenti finalizzati alla creazione, al miglioramento o all'espansione di ogni tipo di infrastrutture su piccola scala, compresi gli investimenti nelle energie rinnovabili e nel risparmio energetico
7.2 non previsto 0 0 18.604.433,00 0 18.604.433 18.604.433 0
20 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali 7
Sostegno per l'installazione, il miglioramento e l'espansione di infrastrutture a banda larga e di infrastrutture passive per la banda larga, nonché la fornitura di accesso alla banda larga e ai servizi di pubblica amministrazione online
7.3 321.4 7.293.000 0 300.000,00 0 300.000 300.000 0
20 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali 7
Sostegno a investimenti finalizzati all'introduzione, al miglioramento o all'espansione di servizi di base a livello locale per la popolazione rurale, comprese le attività culturali e ricreative, e della relativa infrastruttura
7.4 321.1, 321.2 e 321.3 1.081.785 0 0,00 0 0 0
20 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali 7 Sostegno a investimenti di fruizione pubblica in infrastrutture ricreative, informazioni
turistiche e infrastrutture turistiche su piccola scala 7.5 313 15.909.091 0 14.200.000,00 0 14.200.000 14.200.000 0
20 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali 7
Sostegno per studi/investimenti relativi alla manutenzione, al restauro e alla riqualificazione del patrimonio culturale e naturale dei villaggi, del paesaggio rurale e dei siti ad alto valore naturalistico, compresi gli aspetti socioeconomici di tali attività, nonché azioni di sensibilizzazione in materia di ambiente
7.6 322, 323.2 e 323.3 36.950.530 0 10.500.000,00 0 10.500.000 10.500.000 0
20 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali 7
Sostegno a investimenti finalizzati alla rilocalizzazione di attività e alla riconversione di fabbricati o altri impianti situati all'interno o nelle vicinanze di centri rurali, al fine di migliorare la qualità della vita o i parametri ambientali del territorio interessato
7.7 313 0 0 0,00 0 0 0
20 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali 7 Altri 7.8 non previsto 0,00 0
00
21 Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste 8 Sostegno alla forestazione/all'imboschimento 8.1 221 e 223 25.709.091 0 12.000.000,00 0 12.000.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 0
21 Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste 8 Sostegno per l'impianto e il mantenimento di sistemi agroforestali 8.2 222 0 0 0,00 0 0 0
21 Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste 8 Sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed
eventi catastrofici 8.3 226 5.159.091 0 7.500.000,00 0 7.500.000 3.750.000 3.750.000 0
21 Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste 8 Sostegno al ripristino delle foreste danneggiate da incendi, calamità naturali ed eventi
catastrofici 8.4 226 7.500.000,00 7.500.000 3.750.000 3.750.000 0
21 Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste 8 Aiuti agli investimenti destinati ad accrescere la resilienza e il pregio ambientale degli
ecosistemi forestali 8.5 122 e 227 10.566.257 0 10.000.000,00 0 10.000.000 2.500.000 2.500.000 5.000.000 0
21 Investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste 8 Sostegno agli investimenti in tecnologie silvicole e nella trasformazione, mobilizzazione e
commercializzazione dei prodotti delle foreste 8.6 122 e 123.2 10.493.530 0 6.000.000,00 0 6.000.000 6.000.000 0
27 Costituzione di associazioni e organizzazioni di produttori 9 Costituzione di associazioni e organizzazioni di produttori nei settori agricolo e forestale 9 142 0 0 1.850.000,00 1.850.000 1.850.000 0
28 Pagamenti agro-climatico-ambientali 10 Pagamento per impegni agro-climatico-ambientali 10.1 214 p.p. 255.398.839 255.398.839 242.492.982,00 242.492.982 40.415.497 40.415.497 40.415.497 6.735.916,17 74.095.078 40.415.497,00 0
28 Pagamenti agro-climatico-ambientali 10 Sostegno per la conservazione, l'uso e lo sviluppo sostenibili delle risorse genetiche in agricoltura 10.2 214.5 0 0 500.000,00 500.000 500.000 0
29 Agricoltura biologica 11 Pagamento al fine di adottare pratiche e metodi di produzione biologica 11.1 214.2 14.188.824 14.188.824 10.000.000,00 10.000.000 3.333.333 3.333.333 3.333.333 0
29 Agricoltura biologica 11 Pagamento al fine di mantenere pratiche e metodi di produzione biologica 11.2 214.2 14.188.824 14.188.824 17.000.000,00 17.000.000 5.666.667 5.666.667 5.666.667 0
30 Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sull'acqua 12 Pagamento compensativo per le zone agricole Natura 2000 12.1 213 p.p. 0 0 5.000.000,00 5.000.000 0 5.000.000 0
30 Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sull'acqua 12 Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000 12.2 224 0 0 0,00 0 0 0
30 Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva quadro sull'acqua 12 Pagamento compensativo per le zone agricole incluse nei piani di gestione dei bacini
idrografici 12.3 213 p.p. 0 0 0,00 0 0 0
31 Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali e ad altri vincoli specifici 13 Pagamento compensativo per le zone montane 13.1 211 53.545.455 0 60.000.000,00 0 60.000.000 20.000.000 20.000.000 20.000.000 0
31 Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali e ad altri vincoli specifici 13 Pagamento compensativo per altre zone soggette a vincoli naturali significativi 13.2 212 p.p. 0 0 0,00 0 0 0 0 0
31 Indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali e ad altri vincoli specifici 13 Pagamento compensativo per altre zone soggette a vincoli specifici 13.3 212 p.p. 0 0 0,00 0 0 0 0 0
33 Benessere degli animali 14 Pagamento per il benessere degli animali 14 215 23.409.091 23.409.091 0,00 0 0 0
34 Servizi silvo-ambientali e climatici e salvaguardia delle foreste 15 Pagamento per impegni silvo-ambientali e impegni in materia di clima 15.1 225 7.840.909 0 0,00 0 0 0 0 0
34 Servizi silvo-ambientali e climatici e salvaguardia delle foreste 15 Sostegno per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse genetiche forestali 15.2 non previsto 0 0 0,00 0 0 0 0 0
35 Cooperazione 16 Sostegno per la costituzione e il funzionamento dei gruppi operativi del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell'agricoltura 16.1 non previsto 0 0 4.500.000,00 2.500.000 2.000.000 227.273 227.273 627.273 627.273 627.273 627.273 227.272,73 227.273 227.273 627.273 227.273 0
35 Cooperazione 16 Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie 16.2 124 11.843.570 9.229.934 15.000.000,00 7.000.000 7.000.000 1.000.000 636.364 636.364 2.036.364 2.036.364 2.036.364 2.036.364 636.363,64 636.364 636.364 2.036.364 636.364 1.000.000 0
35 Cooperazione 16Cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse, nonché per lo sviluppo e la commercializzazione dei servizi turistici
16.3 313 0 0 542.000,00 542.000 0 271.000 271.000 0 0
35 Cooperazione 16Sostegno alla cooperazione di filiera, sia orizzontale che verticale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e mercati locali e sostegno ad attività promozionali a raggio locale connesse allo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali
16.4 non previsto 0 0 8.000.000,00 8.000.000 8.000.000 0
35 Cooperazione 16 Sostegno per azioni congiunte per la mitigazione del cambiamento climatico e l'adattamento ad esso e sostegno per approcci comuni ai progetti e alle pratiche ambientali in corso 16.5 non previsto 0 0 8.000.000,00 8.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000 1.000.000,00 1.000.000 1.000.000 1.000.000 0
35 Cooperazione 16 Sostegno alla cooperazione di filiera per l'approvvigionamento sostenibile di biomasse da utilizzare nella produzione di alimenti e di energia e nei processi industriali 16.6 non previsto 0 0 1.000.000,00 1.000.000 1.000.000 0
35 Cooperazione 16 Sostegno per strategie di sviluppo locale di tipo non partecipativo 16.7 non previsto 0 0 2.300.000,00 2.000.000 300.000 666.667 666.667 666.667 300.000 035 Cooperazione 16 Sostegno alla stesura di piani di gestione forestale o di strumenti equivalenti 16.8 non previsto 0 0 6.000.000,00 0 6.000.000 3.000.000 3.000.000 0
35 Cooperazione 16Sostegno per la diversificazione delle attività agricole in attività riguardanti l'assistenza sanitaria, l'integrazione sociale, l'agricoltura sostenuta dalla comunità e l'educazione ambientale e alimentare
16.9 non previsto 0 0 2.000.000,00 2.000.000 2.000.000 0
35 Cooperazione 16 Altri 16.10 non previsto 0 0 0,00 0 0
36 Gestione del rischio 17 Premio assicurativo per il raccolto, gli animali e le piante 17.1 non previsto 0 0 0,00 0 0
36 Gestione del rischio 17 Fondi di mutualizzazione per le avversità atmosferiche, per le epizoozie e le fitopatie, per le infestazioni parassitarie e per le emergenze ambientali 17.2 non previsto 0 0 0,00 0 0
36 Gestione del rischio 17 Strumento di stabilizzazione del reddito 17.3 non previsto 0 0 0,00 0 0
35 (1303) Sviluppo locale di tipo partecipativo 19 Sostegno preparatorio 19.1 341 171.767 0 520.000,00 0 520.000 520.000 0
35 (1303) Sviluppo locale di tipo partecipativo 19 LEADER 19.2-19.4 LEADER 52.768.675 0 69.688.460,00 0 69.688.460 69.688.460 0
totale PSR escluse misure 511 e 113totale PSR escluse misure 511 e 113totale PSR escluse misure 511 e 113 942.674.819 685.997.721 1.052.258.880,00 773.958.982 78.940.711 199.359.187 0 0 0 73.927.008 89.328.571 171.752.408 12.228.571 93.306.469 84.056.469 119.356.469 27.428.124 35.292.208 36.362.563 86.258.286 74.278.060 26.092.208 122.291.464 300.000 0
51 e 54 Assistenza tecnica 20 Sostegno per l'assistenza tecnica (esclusa la RRN) 20.1 511 24.926.810 24.926.810 40.219.120,00 1 1 10 3 3 3 3 5 5 5 6 4 4 4 4 8 9 2
113 6.486.364 6.486.364 500.000,00
1.092.978.000,00 73,55% 7,50% 18,95%0,04 6,42%
priorità 2 163.255.579 70.208.460priorità 3 183.980.979 14.041.692priorità 4 296.719.408 1.080.130priorità 5 259.619.241priorità 6 148.683.672assistenza tecnica 40.719.120Totale 1.092.978.000 471.292.114
Priorità 2 15%Priorità 3 17%Priorità 4 27% 103.097.275 105321469,85Priorità 5 24% 131.749.984 134592325,24Priorità 6 14% 178.362.562 182210511,35Assistenza tecnica e prepens. 4% 48.854.793 49908774,1Totale 100% 40.091.985 40956919,47
502.156.599 512.990.000Obiettivo tematico 1 0Obiettivo tematico 2 300.000Obiettivo tematico 3 347.236.558Obiettivo tematico 4 232.191.117Obiettivo tematico 5 148.359.704,188Obiettivo tematico 6 175.787.828,147Obiettivo tematico 7 0Obiettivo tematico 8 26.092.208Obiettivo tematico 9 122.291.464Obiettivo tematico 10 0Obiettivo tematico 11 0Assistenza tecnica e prepens. 40.719.120Totale 1.092.978.000totale obiettivi 1.052.258.880Obiettivo tematico 2 0%Obiettivo tematico 3 33%Obiettivo tematico 4 22%Obiettivo tematico 5 14%Obiettivo tematico 6 17%Obiettivo tematico 7 0%Obiettivo tematico 8 2%Obiettivo tematico 9 12%Obiettivo tematico 10 0%Obiettivo tematico 11 0%
100%
4%14%
24%
27%
17%
15%
priorità 2 priorità 3 priorità 4priorità 5 priorità 6 assistenza tecnica
• priorità 2
• priorità 3
• priorità 4
• priorità 5
• priorità 6
• assistenza tecnica
20 Agricoltura 85
programma di sviluppo rurale 2014-2020FEASR 2014-2020
SPECIALE PSR 2014-2020I pagamenti diretti del “primo pilastro”Istruzioni per l'usoa cura di Gianfranco Latino - Direzione Agricoltura
2014-2020
Il 31 luglio 2014 il Consiglio dei Ministri ha approvato un docu-
mento che contiene le scelte italiane riguardanti gli aiuti diret-
ti della PAC. La data non è stata casuale. Il Regolamento (UE) n.
1307/2014, che norma gli aiuti diretti, impone infatti che la de-
finizione di queste scelte dovesse essere fatta entro il predetto
termine. Il nostro Paese si è quindi preso tutto il tempo dispo-
nibile per decidere. Questo la dice lunga sulla difficoltà con cui
è maturato un accordo, su cui si sono confrontati, in modo an-
che aspro, il Ministero, le Regioni e le Organizzazioni professio-
nali agricole.
Ricordiamo che il 12 giugno il documento approvato dal Consi-
glio dei Ministri era approdato in Conferenza Stato-Regioni. La
vicenda poteva concludersi allora, ma il parere contrario della
Regione Veneto aveva fatto saltare l’intesa.
Le ragioni che hanno determinato questa situazione sono ricon-
ducibili, innanzitutto, alle dimensioni della posta in gioco: circa
4 miliardi di euro all’anno! Cifra che è destinata a diminuire di
qui sino al 2019, per effetto del processo di “convergenza ester-
na” che mira a spostare risorse dagli Stati che ricevono più aiu-
ti per ettaro (tra cui l’Italia) verso quelli che ne ricevono di me-
no, ma che a regime si assesterà comunque su un plafond pari
a 3,7 miliardi di euro.
Aiuti diretti: i fondi a disposizione per l’Italia nel periodo
2014-2020 (migliaia di €)
Va però considerato che la riforma della PAC, approvata il 17 di-
cembre 2013, oltre ad introdurre alcuni forti elementi di novità,
demanda agli Stati membri l’adozione di scelte che possono in-
fluire profondamente sulle modalità con cui gli aiuti saranno as-
segnati.
Ciò è tanto più vero in Paesi come il nostro, caratterizzati da
un’estrema variabilità nel valore dei titoli, che rende più difficile
l’applicazione di un principio ben presente già nelle prime ipote-
Principali riferimenti normativi:
➤ Regolamento (UE) 1306/2013 del 17 dicembre 2013 del
Parlamento Europeo e del Consiglio, sul finanziamento,
la gestione e il monitoraggio della politica agricola co-
mune e che abroga i regolamenti del Consiglio (CEE) n.
352/78, (CE) n. 165/94, (CE) n. 2799/98, (CE) n. 814/2000,
(CE) n. 1290/2005 e (CE) n. 485/2008.
➤ Regolamento (UE) 1307/2013 del 17 dicembre 2013 del
Parlamento Europeo e del Consiglio recante norme sui
pagamenti diretti agli agricoltori nell’ambito dei regimi
di sostegno previsti dalla politica agricola comune e che
abroga il regolamento (CE) n. 637/2008 del Consiglio e il
regolamento (CE) n. 73/2009 del Consiglio.
➤ Regolamento delegato (UE) n. 639/2014 della Commis-
sione dell’11 marzo 2014 che integra il regolamento
(UE) n. 1307/2013 del Parlamento Europeo e del Consi-
Gli aiuti direttidal 2015 in poi
22 Agricoltura 86
si di riforma, in base al quale gli aiuti dovrebbero essere distribu-
iti in modo uniforme. Altri Stati, come la Germania, adottarono
questo approccio già con la riforma Fischler (che nel 2003 slegò
gli aiuti diretti dalla produzione introducendo il cosiddetto “di-
saccoppiamento”) stabilendo che all’interno di una certa area
l’entità degli aiuti diretti ad ettaro fosse uniforme (“regionaliz-
zazione”). Si trattava della soluzione che dava realmente com-
pimento alle novità introdotte da quella riforma. Gli aiuti disac-
coppiati, infatti, non si conciliano per nulla con le differenze di
valore dei titoli posseduti dalle nostre aziende.
L’Italia allora fece una scelta di tipo meramente conservativo,
mantenendo il legame con gli aiuti storicamente percepiti. Il ri-
sultato fu tale per cui alcuni imprenditori ancor oggi ricevono po-
che decine di euro ad ettaro mentre altri, pur essendo tenuti al ri-
spetto delle medesime regole, ne percepiscono alcune migliaia!
Il processo di convergenzaLa riforma del 2013 stabilisce però che questa situazione de-
ve mutare e il valore dei titoli deve “convergere” verso un valo-
re medio.
Qui entrano però in gioco le scelte lasciate ai singoli Stati. Il pro-
cesso di convergenza, infatti, poteva essere repentino, stabilen-
do che i titoli divenissero uguali per tutti già nel 2015, oppu-
re estremamente graduale. L’Italia ha scelto quest’ultima strada,
che porterà i titoli verso il valore medio, senza però completare il
processo di livellamento. La scelta è stata determinata dai timo-
ri che opzioni più coraggiose avrebbero “spostato” troppe risor-
se tra settori e tra territori.
Va inoltre detto che anche altre importanti scelte, inerenti il
“greening” ed il sostegno accoppiato, sono state fortemente
condizionate da questi timori. Alcuni autorevoli commentato-
ri hanno concluso che il nostro Pease, ancora una volta, ha per-
so un’ulteriore occasione per rendere la “spartizione” degli aiuti
diretti più equa e per stimolare le aziende agricole a confrontar-
si realmente con il mercato. È difficile confutare queste conside-
razioni anche se la controprova, come spesso accade, può solo
essere immaginata.
In ogni caso, salvo sorprese, la futura riforma, quella che do-
vrebbe essere approvata nel 2020, porterà a termine il proces-
so di convergenza o, quantomeno, costituirà un’ulteriore tappa
verso il “flat rate” (aiuti diretti uguali per tutti in tutta l’Unione).
Nel frattempo sarà fondamentale che l’agricoltura italiana utiliz-
zi il tempo che ci separa da quella data attrezzandosi di conse-
guenza. A tale proposito sarà indispensabile fruire in modo ocu-
lato dell’altro pilastro su cui si basa la PAC, quello che sostiene i
Programmi di sviluppo rurale attualmente al vaglio di Bruxelles.
glio recante norme sui pagamenti diretti agli agricolto-
ri nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla poli-
tica agricola comune e che modifica l’allegato X di tale
regolamento.
➤ Documento approvato dal Consiglio dei Ministri il 31 lu-
glio 2014 “La nuova PAC. Le scelte nazionali. Regola-
mento (UE) n. 1307/2013.”
➤ Schema di decreto del Ministro delle politiche agrico-
le alimentari e forestali recante “Disposizioni naziona-
li di applicazione del regolamento (UE) n. 1307/2013 del
Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre
2013”.
➤ Lo schema di decreto è stato esaminato in Conferenza
Stato-Regioni il 25 settembre 2014 ma non è stata rag-
giunta l’intesa necessaria per l’approvazione. E’ proba-
bile, pertanto, che il medesimo testo sia adottato dal
Consiglio dei Ministri a fine ottobre: infatti, nel caso
in cui si registri le mancata intesa in Conferenza, il Go-
verno deve attendere 30 giorni prima di procedere con
l’approvazione del provvedimento.
Dalle notizie di cui disponiamo al momento (fine settem-
bre 2014), inoltre, al predetto decreto dovranno essere ap-
portate alcune modifiche per adeguarlo alle osservazioni
formulate dalla Commissione Europea.
Le modifiche di maggior rilievo riguarderanno certamen-
te gli articoli sul sostegno accoppiato che sono già stati og-
getto di alcuni importanti rilievi.
Per quanto detto, le indicazioni riportate nel testo se-
guente, con particolare riferimento alla sezione riguar-
dante il pagamento accoppiato, sono ancora da intender-
si passibili di modifiche.
Alcune disposizioni di dettaglio, inoltre, saranno deman-
date ad AGEA Coordinamento che procederà attraverso
l’adozione di apposite circolari.
23Agricoltura 86
Dal 2015 in poi gli aiuti diretti saranno concessi solo a co-
loro che posseggono il requisito di agricoltore in attività.
Questa condizione è stata introdotta per evitare che soggetti
completamente estranei all’attività agricola (quali, ad esempio,
gli aeroporti o le società che gestiscono i campi da golf), conti-
nuino a beneficiare di aiuti che hanno unicamente l’obiettivo di
sostenere il reddito degli agricoltori.
L’articolo 9 del regolamento prevede che non percepiranno
aiuti diretti soggetti, singoli od associati, che gestiscono:
• aeroporti
• servizi ferroviari
• impianti idrici
• servizi immobiliari
• terreni sportivi
• aree ricreative permanenti
L’Italia ha introdotto, come consentito dal medesimo articolo, le
seguenti ulteriori limitazioni.
- altri soggetti esclusi:
• banche e finanziarie
• soggetti che svolgono attività di intermediazione commer-
ciale
• società di assicurazione e/o riassicurazione
• Pubblica Amministrazione (ad eccezione di enti che svolgono
attività di formazione o sperimentazione in campo agricolo o
che abbiano in gestione terreni soggetti ad uso civico).
L’agricoltore in attività dovrà comunque possedere almeno uno
dei seguenti requisiti:
a) iscrizione all’INPS come coltivatore diretto, imprenditore agri-
colo professionale, colono o mezzadro;
b) possesso di partita IVA in campo agricolo e, dal 2016, di-
chiarazione annuale IVA relativa all’anno precedente quello di
presentazione della “domanda unica”. La dichiarazione IVA
non è necessaria per le aziende situate in zone montane o
svantaggiate.
Le predette condizioni non si applicano qualora i soggetti in-
teressati abbiano percepito, nell’anno precedente quello di pre-
sentazione della domanda, aiuti diretti per una somma massima
di 5.000 € qualora l’azienda si trovi in zona montana o svantag-
giata, o per una somma massima di 1.250 € negli altri casi.
Le Regioni o le Province Autonome potranno ulteriormente
escludere alcune zone tra quelle svantaggiate, qualora ravvisi-
no che nelle medesime non sussista un’oggettiva situazione di
svantaggio.
La riduzione dei pagamenti per i grandi percettoriIn alternativa alla redistribuzione degli aiuti in favore delle azien-
de di piccole dimensioni (che avrebbe determinato un aumen-
to del valore dei titoli sui primi ettari) gli Stati membri potevano
prevedere la riduzione del Pagamento di Base per le aziende che
percepiscono più aiuti.
L’Italia si è avvalsa di questa possibilità stabilendo quanto segue:
• sino a 150.000 € non sarà applicata alcuna riduzione del Pa-
gamento di Base;
• oltre 150.000 € e sino a 500.000 € si applicherà una riduzio-
ne pari al 50% del Pagamento di Base;
• oltre 500.000 € il Pagamento di Base sarà ridotto del 100%.
Prima di applicare la riduzione dai predetti importi, saranno de-
tratti i costi relativi a salariati e stipendiati agricoli e forestali,
nonché le relative imposte e contributi (compresi quelli versati
per l’imprenditore e la propria famiglia).
Il pagamento minimo Nel 2015 e 2016 non saranno erogati aiuti diretti per importi in-
feriori ai 250 €, mentre attualmente la soglia è pari a 100 €. Dal
2017 tale importo salirà a 300 €.
Questa norma avrà un impatto finanziario molto ridotto (la som-
ma complessiva dovuta a tutte le aziende italiane sotto la soglia
dei 250 €, nel 2012, è stata pari a 41 milioni di €, vale a dire cir-
ca l’1% degli aiuti diretti complessivamente erogati), ma consi-
stente dal punto di vista numerico (sempre nel 2012 le aziende
sotto la soglia dei 250 € erano più di 240.000, pari al 20 % del
numero complessivo di beneficiari!).
Ciò si tradurrà, evidentemente, in un consistente alleggerimento
del costo amministrativo connesso all’erogazione degli aiuti di-
retti. In altri termini si è voluta cogliere la possibilità di elimina-
re decine di migliaia di microerogazioni, la cui entità (e i benefici
conseguenti) era nettamente inferiore ai costi di gestione della
domanda di aiuto.
L’innalzamento del pagamento minimo a 300 € solo nel 2017
ha lo scopo di non escludere le aziende che, pur disponendo di
una superficie significativa, in un primo momento sarebbero de-
stinate a non percepire gli aiuti, ma che per effetto del processo
di convergenza (che produrrà l’innalzamento del valore dei tito-
li di basso valore), potranno raggiungere la soglia in un secon-
do momento.
I beneficiari degli aiuti direttiAgricoltore in attività
24 Agricoltura 86
Nelle sezioni seguenti si cercherà di fornire gli elementi utili alla definizione dei pagamenti diretti che le aziende potranno percepire. Ricordiamo che a differenza del passato tali pagamenti saranno il frutto della somma tra diverse componenti: alcune obbligatorie ed alcune facoltative. Tra queste ultime l’Italia ha deciso di non attivare il Pagamento per le aree svantaggiate ed il pagamento redistributivo che pertanto non saranno trattate.
LE COMPONENTI ATTIVABILI, A SECONDA DELLE CONDI-
ZIONI IN CUI SI TROVA L’AZIENDA, SONO QUINDI LE SE-
GUENTI:
1. PAGAMENTO DI BASE
2. GREENING
3. PAGAMENTO PER I GIOVANI
4. SOSTEGNO ACCOPPIATO
5. PAGAMENTO PER I PICCOLI AGRICOLTORI
1 - Pagamento di BaseDal 31 dicembre 2014 gli attuali titoli all’aiuto cesseran-
no di esistere.
Per ottenere l’assegnazione dei nuovi diritti all’aiuto (che daran-
no origine al Pagamento di Base, vale a dire la componente più
consistente dei nuovi pagamenti diretti), gli agricoltori dovran-
no presentare all’organismo pagatore competente (ARPEA per il
Piemonte), una specifica domanda entro il 15 maggio 2015.
Per presentare domanda l’agricoltore dovrà possedere almeno
uno dei seguenti requisiti:
• ha percepito pagamenti diretti nel 2013;
• non percepiva aiuti diretti nel 2013 ma coltivava ortofrutta,
patate o piante ornamentali su almeno 5.000 mq di superficie
o coltivava vigneti;
• ha ricevuto diritti dalla riserva nazionale nel 2014;
• è in grado di documentare che esercitava attività agricola al 15
maggio 2013.
Questa ulteriore condizione è stata introdotta per evitare che i
semplici proprietari di terreno potessero rivendicare l’attribuzio-
ne di titoli senza aver mai esercitato l’attività agricola.
In ogni caso la superficie ammissibile dell’azienda deve essere al-
meno pari a 5.000 mq.
Il valore iniziale dei diritti all’aiuto sarà calcolata suddivi-
dendo una percentuale fissa dei pagamenti diretti perce-
piti dall’agricoltore nel 2014 (incluse le somme percepite
ai sensi dell’articolo 68 del Reg. (CE) n. 73/2009 relative ai
settori che non godranno del sostegno accoppiato facolta-
tivo), per il numero degli ettari ammissibili.
Tale percentuale non è attualmente determinabile con precisio-
ne in quanto sarà condizionata dalla progressiva riduzione del
plafond nazionale (il quale, ricordiamo, passerà progressivamen-
te dagli attuali 4,02 miliardi di € a 3,7 miliardi di € nel 2019, cor-
rispondenti ad una riduzione del 7,8%), dalle nuove superfici
(ettari di colture ammissibili che non godevano di aiuti diretti) e
dal processo di convergenza interna di cui si parlerà in seguito.
Dovrebbe comunque attestarsi intorno al 50% del valore attua-
le dei diritti.
Pertanto un titolo che attualmente ha un valore di 400 € da-
rà origine ad un nuovo diritto all’aiuto di 200€. Questo rappor-
to rimarrà però tale solo se la superficie ammissibile dichiara-
ta dall’azienda nel 2015 non varierà rispetto a quella dichiarata
nel 2014.
Qualora la superficie aumentasse, il valore dei nuovi diritti sareb-
be invece destinato a scendere; viceversa, nel caso in cui l’agri-
coltore inserisse in domanda 2015 meno ettari ammissibili del
2014, il valore unitario dei diritti aumenterebbe.
25Agricoltura 86
È chiaro, quindi, che il valore dei nuovi diritti all’aiuto conserverà
un forte legame con il valore di quelli posseduti nel 2014. Sono
infatti questi ultimi ad aver determinato il plafond di partenza.
Da notare che ad ogni agricoltore saranno assegnati tanti
diritti quanti sono gli ettari ammissibili inseriti in doman-
da*. Ciò significa che potranno entrare in gioco superfici molto
estese che sino ad oggi non godevano di alcun aiuto, in quan-
to appartenenti a settori che sino a poco tempo fa non poteva-
no beneficiare di aiuti diretti (è il caso dell’ortofrutta e della vi-
te) o semplicemente non erano oggetto di pagamenti in quanto
gli agricoltori non possedevano un numero di titoli sufficiente (si
pensi, in particolare, ai pascoli).
L’Italia ha deciso di optare per l’ammissibilità di tutte le
superfici agricole anche se il Regolamento UE 1307/2013 con-
sentiva di introdurre delle limitazioni in tal senso. Per questo
motivo il valore medio dei diritti, a cui si fa riferimento in que-
sta sezione, sarà determinabile solo dopo la presentazione del-
le domande e, quindi, si conoscerà il numero degli ettari ammis-
sibili totali.
* Questa condizione non sarà applicata ai pascoli di allevatori
che esercitino l’attività di pascolamento con animali non propri
(detenuti da meno di otto mesi prima della presentazione della
domanda unica). In questi casi i diritti assegnati saranno ridot-
ti dell’80%.
La convergenza internaNei prossimi anni il valore dei diritti all’aiuto tenderà a divenire
più uniforme. A tale riguardo sono state fatte due scelte:
• l’Italia sarà considerata una “regione unica”, per cui il valore
medio dei diritti all’aiuto sarà calcolato a livello nazionale;
• la convergenza interna sarà attuata adottando il cosiddetto
metodo irlandese, il quale prevede che dal 2015 al 2019 il
valore di diritti (ridefinito nel 2015) diverrà progressivamente
più uniforme ma non arriverà ad un valore unico.
In pratica succederà quanto segue:
A) valore dei diritti compreso tra il 90 ed il 100% della media
➞ NESSUNA VARIAZIONE
B) valore dei diritti inferiore al 90 % della media
➞ AUMENTERÀ di un terzo della differenza tra il medesimo
valore ed il 90% della media nazionale.
C) valore dei diritti superiore alla media nazionale
➞ DIMINUIRÀ in quanto le risorse risparmiate serviranno per
finanziare l’aumento del valore dei diritti sotto media.
In ogni caso il metodo “irlandese” prevede che nel 2019:
• nessun diritto abbia un valore inferiore al 60% della media.
Qualora i “risparmi” conseguenti alle riduzioni di valore dei di-
ritti (caso C) non siano sufficienti a finanziare gli aumenti que-
sta percentuale sarà però automaticamente rideterminata al
ribasso;
• nessun diritto abbia perso più del 30% del valore calcolato nel
2015.
Quest’ultima disposizione rappresenta un’ulteriore clausola di
salvaguardia per le aziende (e quindi per i comparti) che attual-
mente godono di un livello d’aiuto molto elevato. Queste, infat-
ti, sarebbero state destinate a una riduzione dei pagamenti di-
retti molto più consistente. Ricordiamo, infatti, che settori come
la zootecnia, il pomodoro da industria, il tabacco, ecc. avevano
dato origine a titoli con valori di diverse migliaia di euro. Peral-
tro il metodo di calcolo dei nuovi diritti (suddivisione di un pla-
fond legato allo storico suddiviso sugli ettari inseriti in domanda
unica nel 2015) potrebbe determinare l’attribuzione di diritti con
valori anche superiori a 10.000 € che, nel periodo 2015-2020,
saranno destinati a riduzioni progressive non superiori al 30%.
EsempioDOMANDA 2014
100 titoli da € 400 ciascuno esercitati su
altrettanti ettari ammissibili
Pagamenti diretti percepiti € 40.000
DOMANDA 2015
CASO A - Superficie ammissibile invariata
All’agricoltore saranno assegnati 100 diritti
da € 200 [(€ 40.000 x 50%*) : 100]
CASO B – La superficie ammissibile
aumenta a 200 ettari
All’agricoltore saranno assegnati 200 diritti
da € 100 [(40.000 € x 50%*) : 200]
CASO C – La superficie ammissibile
diminuisce a 25 ettari
All’agricoltore saranno assegnati 25
diritti da € 800 [(€ 40.000 x 50%*) : 25]
* questa percentuale è riportata
solo a titolo esemplificativo.
EsempioMEDIA NAZIONALE (IPOTETICA): € 200VALORE DEL DIRITTO NEL 2015: € 80AUMENTO PARI A: [ (200 € X 90%) – € 80] : 3 = (€ 180 - € 80) : 3 = € 33VALORE DEL DIRITTO NEL 2019: € 80 + € 33 = € 103
26 Agricoltura 86
2 - Il Pagamento “verde” o GREENING (30% del plafond nazionale)Tutti i beneficiari di aiuti diretti, oltre al rispetto della condizio-
nalità (come già avviene oggi) saranno tenuti ad applicare alcu-
ne misure di tipo ambientale.
In realtà saranno interessate solo le aziende che coltivano prati
permanenti, pascoli e seminativi (escluso il riso), perché le altre
colture, come vedremo, non sono interessate da queste regole.
Il mancato rispetto del greening comporterà la decurtazione del-
la parte di aiuti diretti destinata a compensare questi comporta-
menti virtuosi e dal 2017 scatteranno delle penalizzazioni anche
sul pagamento di base.
Ma a quanto corrisponderà il pagamento del greening? L’Ita-
lia ha deciso di calcolare questo importo a livello individuale
(l’alternativa era quella di stabilire un importo uguale per tutte
le aziende), moltiplicando il valore dei titoli posseduti dall’a-
zienda per una percentuale fissa che sarà calcolata tenendo
conto del fatto che il 30% del plafond nazionale dovrà essere
destinato a questa componente.
Questa scelta è stata fatta per le medesime ragioni che hanno
indotto l’applicazione del metodo irlandese al processo di con-
vergenza interna: in questo modo, infatti, si è voluto evitare che
le aziende (e di conseguenza i settori) che posseggono titoli da-
gli importi più elevati si vedano ridurre repentinamente gli aiu-
ti erogati.
Le misure del greening1) Diversificazione delle colture (deve essere applicata dalle
aziende che coltivano più di 10 ettari a seminativi):
- le aziende con superficie a seminativi (escluso il riso) com-
presa tra 10 e 30 ettari dovranno realizzare almeno due col-
ture* e la principale non dovrà interessare più del 75% del-
la superficie a seminativo;
- le aziende con superficie a seminativi superiore a 30 ettari do-
vranno realizzare almeno 3 colture, la principale non dovrà
superare il 75% della superficie a seminativo e la somma del-
le due principali non dovrà superare il 95% della superficie.
Se si verifica una delle seguenti condizioni:
a. i seminativi per la produzione di foraggio sommati ai terreni
ritirati dalla produzione sono maggiori al 75% della superfi-
cie aziendale a seminativi;
b. più del 75% della superficie agricola ammissibile è occupata
da prato permanente o foraggere o colture sommerse (es. riso)
c. la diversificazione si applica solo se la restante superficie a se-
minativi è superiore a 30 ettari.
* Le colture, per essere considerate diverse, dovranno appartene-
re a generi diversi. Nel caso delle brassicacee, solanacee e cucur-
bitacee, sarà sufficiente che appartengano a una specie diverse.
I terreni a riposo o le foraggere saranno considerati una coltura.
3) Prati e pascoli permanenti
Allo scopo di preservare i prati permanenti e i pascoli perma-
nenti sono previste delle limitazioni alla riconversione dei me-
desimi.
In particolare lo Stato dovrà garantire che il rapporto tra la
superficie investita a prato o pascolo permanente e la super-
ficie agricola totale dichiarata dagli agricoltori non diminui-
sca in misura maggior del 5% rispetto alla situazione accer-
tata nel 2015.
In ogni caso non potranno essere arate le superfici a prato o
pascolo permanente di valore ambientale designati dallo Sta-
to membro ai sensi delle direttive “Habitat” e “Uccelli”, o che
gli Stati potranno designare anche al di fuori delle zone indi-
viduate ai sensi delle predette direttive.
4) Aree di interesse ecologico
Le aziende che coltivano più di 15 ettari a seminativi, a parti-
re dal 2015, dovranno destinare almeno il 5% di tali superfi-
ci (percentuale che nel 2017 potrà aumentare sino al 7%) ad
aree di interesse ecologico.
Saranno considerate tali le superfici occupate da:
a) terreni lasciati a riposo
b) terrazze
c) elementi caratteristici del paesaggio
d) fasce tampone
EsempioIpotizziamo che il pagamento di base rappresenti il 50% del plafond nazionale mentre al greening, come detto, dovranno essere destinate risorse pa-ri al 30% del medesimo plafond. Le conseguenze sarebbero, indicativamente, le seguenti:Azienda A
Pagamento di base € 500 Pagamento Greening € 300Pagamento totale ad ettaro € 800Azienda BPagamento di base € 200 €Pagamento Greening € 120Pagamento totale ad ettaro € 320
27Agricoltura 86
e) ettari agroforestali che hanno ricevuto o riceveranno aiuti
nell’ambito del PSR
f) fasce di ettari ammissibili lungo le zone periferiche delle
foreste
g) bosco ceduo a rotazione rapida in cui non si faccia uso di
fertilizzanti chimici e/o fitofarmaci (*)
j) colture azotofissatrici (*) (**)
(*) In questi casi la superficie effettiva deve essere moltiplicata per un fattore di ponderazione di 0,7 (attualmente tale coefficiente è di 0,3 ma quasi certamente sarà elevato a 0,7 da un nuovo atto delegato del-la Commissione previsto per la fine del 2014) per ottenere la superficie considerabile area d’interesse ecologico. (**) Sono ammissibili le seguenti colture: arachide, cece, cicerchia, erba-medica o luppolina, fagiolo, lenticchia, liquirizia, lupinella, lupino, moco, fagiolo dall’occhio, fagiolo d’Egitto, fagiolo di Lima, fava, favino e favetta, fieno greco, ginestrino, pisello, sulla, trifogli, soia, veccia, veccia villosa.
Le pratiche equivalenti
Le aziende che aderiranno ad una o più misure agro-climati-
co-ambientali del PSR in cui è prevista l’applicazione delle prati-
che equivalenti elencate nell’allegato IX del Regolamento (UE) n.
1307/2013 saranno ammesse al pagamento “greening”.
Tuttavia, in tutti i casi in cui si configuri tale equivalenza, i premi
agroambientali subiranno una riduzione per evitare che si confi-
guri un doppio finanziamento. La riduzione non sarà applica-
ta qualora l’azienda non sia tenuta al rispetto della misu-
ra del greening oggetto di equivalenza.
3 - Il Pagamento per i giovani (1% del plafond nazionale)Si tratta della terza componente obbligatoria ed era possibile de-
stinare alla medesima sino al 2% del plafond nazionale.
L’Italia ha deciso che il pagamento per i giovani sarà pari al 25%
del valore dei diritti (pagamento di base) detenuti dal singolo
agricoltore e sarà erogato sui primi 90 ettari detenuti per un
massimo di 5 anni.
Avranno diritto a riceverlo i giovani capi azienda (età di 40 an-
ni o inferiore nell’anno di presentazione della domanda) che si
insediano per la prima volta o che si siano insediati nei 5 anni
precedenti. In quest’ultimo caso il numero di annualità duran-
te le quali sarà erogato il pagamento sarà ridotto in misura pa-
ri agli anni trascorsi dall’insediamento alla presentazione della
domanda.
Il plafond destinato a questo pagamento sarà pari all’1% del
massimale nazionale. Lo Stato poteva stabilire una percentuale
anche superiore (sino al 2%), ma si è ritenuto che il budget co-
sì determinato (pari a circa 390 milioni di € all’anno) fosse suf-
ficiente a pagare tutti gli aventi diritto. Qualora la stima si rive-
lasse inesatta e risultassero necessarie più risorse, si provvederà
comunque a reperirle utilizzando la riserva nazionale in misura
sufficiente a pagare tutti gli aventi diritto.
4 - Sostegno accoppiato (11% del plafond nazionale)Le scelte sul sostegno accoppiato, come era prevedibile, sono
state tra le più discusse.
Si tratta, infatti, di uno strumento su cui l’Italia ha puntato mol-
EsempioSe un’azienda con 100 ettari a seminativi, che
debba quindi adibire 5 ettari ad area d’inte-
resse ecologico, volesse coltivare azotofissatrici
su tali superfici, dovrà destinare alle medesime
5 : 0,7 = 7,14 ettari.
EsempioGiovane agricoltoreAzienda con superficie ammissibile di 10 ettariValore medio dei diritti detenuti € 400Il pagamento sarà pari a € 400 x 25% x 10 = € 1.000 /anno
Esempiodi calcolo della riduzione del premio agro am-bientale.Azienda con più di 30 ettari a seminativi che aderisce a una misura agroambientale in cui è prevista una modalità di rotazione equivalente alla diversificazione.
Premio agroambientale 200 €/ettaroImporto erogato per il Greening 120 €/ettaroDato che il Greening “contiene” 3 misure e una di questa è equivalente alla misura agro ambien-tale, la riduzione del premio sarà pari a 120 : 3 = 40 € ettaro per cui all’azienda saranno erogati, per l’adesione alla misura del PSR:200 – 40 = 160 €/ettaro.
28 Agricoltura 86
to nella fase di negoziato sulla PAC, ottenendo che la percentua-
le del plafond utilizzabile salisse dal 5% (proposta iniziale della
Commissione) sino al 13%, elevabile di altri due punti nel caso
di misure accoppiate a sostegno delle piante proteiche.
Il regolamento sugli aiuti diretti prevede che il sostegno accop-
piato sia concesso esclusivamente a settori di particolare impor-
tanza che si trovino in difficoltà. A livello nazionale occorreva
però conciliare il dettato comunitario evitando che i settori e
le misure individuate creassero troppi spostamenti di risorse tra
territori. Era chiaro, infatti, che una misura a sostegno del riso
portasse risorse quasi esclusivamente in Piemonte e Lombardia,
mentre una misura a sostegno del settore ovicaprino avrebbe
prodotto lo stesso effetto soprattutto in Sardegna o nel Lazio.
Il risultato finale riflette queste difficoltà e rappresenta una linea
di compromesso che ha prodotto molti mugugni anche da par-
te degli operatori di quei settori che, sulla carta, godranno dei
maggiori benefici.
Tra questi si pone la zootecnia che sconta delle importanti dif-
ficoltà strutturali e di mercato a cui si aggiungerà una riduzione
degli aiuti diretti. Si tratta infatti di un settore che gode di diritti
all’aiuto molto elevati e, quindi, per effetto del processo di con-
vergenza interna dovrà rinunciare progressivamente ad una par-
te consistente dei medesimi.
Va comunque rilevato che nel 2016 sarà fatta una puntuale rico-
gnizione degli effetti prodotti dalle misure, proprio con lo scopo
di introdurre i correttivi che si rendessero necessari.
Rileviamo innanzitutto che al finanziamento delle misure conte-
nute nel documento approvato dal Consiglio dei Ministri il 31 lu-
glio 2014 sarà destinata solo una parte delle risorse teoricamen-
te disponibili. La trattenuta sul massimale nazionale infatti
è stata fissata all’11% (come detto si poteva arrivare al 15%).
La parte “risparmiata” rimarrà quindi nelle disponibilità di tutte
le aziende in quanto inglobata nel pagamento di base. Ciò rap-
presenta, inoltre, un margine di manovra supplementare qua-
lora, nel 2016, si ravvisi la necessità di utilizzare anche questa.
Ciò si tradurrà in una somma media annuale di 426,8 milioni di €
che andrà a finanziare le misure di seguito elencate.
Tra parentesi si riporta l’importo medio annuo destinato alla mi-
sura. L’importo ad ettaro od a capo è indicativo in quanto, qua-
lora le richieste siano superiori o inferiori a quelle stimate, varie-
rà in modo da utilizzare tutta la somma disponibile.
Come già rilevato in precedenza le misure del sostegno
accoppiato dovranno essere adeguate in base alle richie-
ste formulate dalla Commissione Europea, che attualmen-
te sta esaminando la proposta italiana.
Nel momento in cui scriviamo, ad esempio, risulta proba-
bile che nel caso di misure con livelli di premio differen-
29Agricoltura 86
ziato (tra queste citiamo la misure “Vacche nutrici” e “Ca-
pi bovini macellati 12-24 mesi”) debba essere previsto un
plafond per ciascun livello di premio.
Misure a sostegno del settore zootecnico1. Zootecnia bovina da latte (74,6 milioni di €)
Premio stimato per vacca da latte che partorisce: 56 €.
2. Zootecnia bovina da latte in zona montana
(10 milioni di €)
Nel caso in cui l’allevamento si trovi in zona montana (si fa-
rà riferimento alla classificazione utilizzata per i Programmi di
sviluppo rurale), per ogni vacca da latte che partorisce, oltre
alla somma di cui alla Misura 1.1, si prevede un premio ag-
giuntivo di 40 €.
2.1 Vacche nutrici (40,5 milioni di €)
Per ogni vacca da carne o a duplice attitudine che parto-
risce, purché sia iscritta nei Libri genealogici o nel Regi-
stro anagrafico delle razze bovine, sarà erogato un con-
tributo stimato di 202 €.
Tale importo, nel 2015-2016, sarà aumentato del 20%
per gli allevamenti di razza Chianina, Marchigiana, Ma-
remmana, Romagnola e Podolica che aderiscono a piani
di risanamento dal virus responsabile della rinotracheite
infettiva (IBR).
2.2 Capi bovini macellati 12-24 mesi (40,5 milioni di €)
Il premio stimato di 46 € sarà erogato per ogni bovino
macellato, di età compresa tra 24 e 36 mesi, purché sia
allevato in azienda per almeno 6 mesi prima della macel-
lazione. Tale importo sarà maggiorato del 30% per i ca-
pi allevati almeno 12 mesi o aderenti a Sistemi di qualità
nazionale o regionale o a sistemi di etichettatura facolta-
tiva. Per i capi certificati come IGP la maggiorazione sarà
invece del 50%.
3.1 Ovini (9,5 milioni di €)
Destinata agli allevamenti che aderiscono ai piani regio-
nali di selezione per la resistenza alla patologia “scrapie”
e nei quali sussiste la presenza di almeno un ariete resi-
stente ogni cento femmine. Contributo stimato 12 € per
ogni agnella da riproduzione correttamente identificata
in anagrafica.
3.2 Agnello IGP (5,5 milioni di €)
È destinata agli allevatori che certificano capi ovi-caprini
idonei alla macellazione come IGP. Contributo stimato:
10 € a capo
4 Settore bufalino (4 milioni di €)
Premio concesso alle bufale di età superiore ai 30 mesi che
abbiano partorito. Contributo stimato: 20 €/capo.
Misure a sostegno dei seminativi1.1 Soia (10 milioni di €)
Limitata alle regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna,
Piemonte e Friuli Venezia Giulia. La coltura, oltre ad esse-
re seminata e coltivata secondo le normali pratiche coltura-
li, deve giungere alla maturazione piena dei semi in normali
30 Agricoltura 86
condizioni. Contributo stimato: 97 €/ettaro sui primi 5 et-
tari. Oltre tale superficie il contributo sarà concesso solo sul
10% della parte eccedente.
1.2 Frumento duro (60,6 milioni di €)
Premio destinato alle regioni del Centro-Sud. Sarà concesso
un premio per ettaro di frumento duro coltivato pari al pla-
fond disponibile suddiviso per il numero di ettari ammissibi-
li (stima ad ettaro non disponibile).
1.3 Colture proteagiose ed erbai di leguminose (14 milio-
ni di €)
Premio destinato alle regioni Toscana, Umbria, Marche e La-
zio. Sarà concesso un premio per ettaro, coltivato a girasole,
colza, leguminose da granella, ed erbai annuali di sole legu-
minose, pari al plafond disponibile suddiviso per il numero
di ettari ammissibili (stima ad ettaro non disponibile).
1.4 Colture leguminose da granella ed erbai di legumino-
se (12 milioni di €)
Limitata alle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Ba-
silicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. Sarà concesso un pre-
mio per ettaro, coltivato a leguminose da granella, ed erbai
annuali di sole leguminose, pari al plafond disponibile sud-
diviso per il numero di ettari ammissibili (stima ad ettaro non
disponibile).
2 Riso (22,6 milioni di €)
Per ogni ettaro coltivato a riso sarà concesso un contributo
stimato ad ettaro di 120 €/ettaro.
3 Barbabietola da zucchero (17,1 milioni di €)
Il produttore è tenuto a stipulare un apposito contratto di for-
nitura con l’industria saccarifera dal quale sono desunte le su-
perfici a premio. Importo stimato di 325 €/ettaro.
4 Pomodoro da industria (11,2 milioni di €)
Il produttore è tenuto a stipulare, attraverso un’organizzazio-
ne dei produttori riconosciuta, un apposito contratto di forni-
tura con l’industria di trasformazione dal quale sono desunte
le superfici a premio.
Misure a sostegno delle colture permanenti1.1 Olio d’oliva – premio base (43,8 milioni di €)
Intervento limitato alle regioni Liguria, Puglia e Calabria. Im-
porto stimato: 78 €/ettaro.
1.2 Olio d’oliva – premio aggiuntivo (13,2 milioni di €)
Intervento limitato alle regioni Puglia e Calabria per oliveti
con pendenza superiore al 7,5%. Importo stimato aggiunti-
vo: 70 €/ettaro.
1.3 Olio d’oliva – premio per olivicoltura con rilevante impor-
tanza economica, ambientale e sociale (13 milioni di €)
Il premio sarà erogato solo per le superfici olivicole incluse in
un sistema di qualità. Importo stimato 130 €/ettaro.
5 - Pagamento per i piccoli agricoltoriSi tratta di un regime semplificato che consente alle piccole
aziende di percepire un pagamento sostitutivo di tutte le altre
componenti degli aiuti diretti.
Le aziende di piccole dimensioni (che dovranno comunque pre-
sentare la domanda unica entro il 15 maggio 2015), potran-
no aderire al regime per i piccoli agricoltori presentando appo-
sita domanda entro il 15 settembre 2015.
Tali aziende percepiranno un pagamento annuo pari al paga-
mento medio nazionale moltiplicato per una cifra non superiore
a 5, corrispondente agli ettari ammissibili detenuti.
Il pagamento annuo dovrà comunque essere compreso tra 500
e 1250 € e sarà arrotondato a queste cifre qualora risulti minore
o maggiore di questo intervallo.
Coloro che aderiranno a questo regime dovranno mantenere un
numero di ettari ammissibili pari a quelli dichiarati nel 2015, ma
non saranno tenuti ad applicare le misure del greening.
Le modalità di recesso saranno stabilite da AGEA Coordinamento.
Gli ulteriori sviluppi sul tema potranno essere seguiti attraverso il sito: www.politicheagricole.it
www
31Agricoltura 86
Semaforo verde al piano nazionale per le bioenergie
Il 5 agosto scorso la Conferenza Stato Regioni ha approvato il
Piano di settore per le bioenergie.
Il Piano è la conclusione di un percorso cominciato nel 2012 con
la costituzione del Tavolo di filiera per le bioenergie1 presso il Mi-
nistero per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF).
Il Tavolo era costituito da 47 rappresentanti dei quali: 29 desi-
gnati dagli organismi più rappresentativi della produzione, com-
mercio e distribuzione della filiera delle bioenergie, 12 dalle am-
ministrazioni dello Stato e 6 esperti individuati dalle Regioni. Un
tale dispiegamento di forze è giustificato dalla complessità e tra-
sversalità delle filiere bioenergetiche, dalle loro implicazioni am-
bientali e territoriali e, non ultimo, dal vivace dibattito che tiene
banco tra i settori produttivi interessati (agricolo e industriale).
Il Tavolo si è avvalso delle risultanze del Piano della filiera legno
2012-2014, in considerazione del fatto che più di 1/3 del terri-
torio nazionale è ricoperto da boschi e che, ad oggi, viene prele-
vato solo un 1/3 dell’incremento annuo di biomassa.
La produzione di bioenergia è definita dalla legislazione corren-
te come “l’energia prodotta dalla frazione biodegradabile dei
prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall’a-
gricoltura (comprendente sostanze vegetali ed animali), dalla sil-
vicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l’acqua-
coltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde pubblico e
privato, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali ed
urbani”. Quando la bioenergia è prodotta dal settore agricolo si
parla di agroenergia: oggi uno dei fattori più innovativi della co-
siddetta agricoltura multifunzionale che associa alla tradiziona-
le produzione di cibo l’erogazione di servizi turistici e sociali e la
produzione di energia rinnovabile e bioprodotti.
Il Piano di settore per le bioenergie ha individuato tre gruppi di
lavoro:
1) biomasse – biocarburanti e bioliquidi – biogas e biometano –
chimica verde;
2) ricerca, sviluppo e indagini statistiche;
3) legislativo e semplificazione normativa.
Germano Tosin - Direzione Agricoltura, Settore Agricoltura sostenibile e infrastrutture irrigue
1 Per la documentazione completa si può consultare il sito http://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/7891
33
nuove norme
Agricoltura 85
Le filiere bioenergeticheLe filiere bioenergetiche di riferimento sono:
➤ la filiera biomassa per la produzione di biocombustibli - de-
stinati alla combustione o alla gassificazione e utilizzati per il
riscaldamento e la produzione di elettricità - provenienti dai
settori agricolo (es. tutoli di mais, colture lignocellulosiche,
residui di potatura ecc.), forestale (legna da ardere e scarti di
produzione) e agroindustriale (es. scarti di lavorazioni come
gusci, noccioli, ecc.);
➤ la filiera biocarburanti e bioliquidi prodotti dell’industria
da materie prime provenienti per lo più dal settore agricolo
come cereali, oleaginose e colture lignocellulosiche (es. piop-
po, canna comune ecc). I biocarburanti sono utilizzati per
il trasposto in sostituzione o miscela con i carburanti fossili
(biodisel, bioetanolo, metano e il bioidrogeno). I bioliquidi so-
no combustibili liquidi utilizzati per il riscaldamento e la pro-
duzione di elettricità (oli di soia, palma, girasole, colza, jatro-
pha, ecc);
➤ la filiera biogas e biometano con la quale la biomassa (re-
flui zootecnici, scarti agricoli, colture dedicate ecc.) viene
sottoposta a processi di fermentazione anaerobica per tra-
sformare il carbonio organico in metano (CH4) e anidride car-
bonica (CO2). Il biogas (miscela di CH4 e CO2) viene utilizza-
to per la produzione di energia elettrica, mentre il biometano
(ovvero il biogas depurato dall’anidride carbonica) è equiva-
lente al metano oggi utilizzato nelle nostre cucine e caldaie
domestiche;
➤ la filiera della chimica verde che ha lo scopo di valorizza-
re la biomassa per la produzione di sostanze chimiche di base
in parziale sostituzione delle sostanze derivanti dalla petrol-
chimica. Necessita di bioraffinerie intese come piattaforme
scientifiche e tecniche dove le biomasse vengono trasformate
in biomolecole utilizzabili come combustibili, energia e pro-
dotti chimici di base per la produzione, ad esempio, di biopo-
limeri e bioplastiche.
Prospettive future L’utilizzo delle biomasse a scopi energetici è uno dei punti di rife-
rimento delle politiche europee e nazionali per concorrere al rag-
giungimento di tre obiettivi:
➤ diminuire la dipendenza energetica dal petrolio e gas;
➤ ridurre le emissioni dei gas serra;
➤ integrare i redditi degli agricoltori.
La Strategia Energetica Nazionale (SEN) approvata nel 2013 as-
segna alle bioenergie il compito di soddisfare entro il 2020 i se-
guenti consumi finali: 36-38% di elettricità, 20% nel settore ter-
mico e 10% nei trasporti.
In Italia, dal 2006, sono stati attivati interventi per incentivare la
produzione nazionale di biocarburanti, che sono tuttavia rima-
sti al palo perché non si è riusciti a coinvolgere sufficientemente
le imprese agricole. Si profila la possibilità di creare nuove filie-
re biotecnologiche per la produzione di bietanolo, biobutanolo,
bioidrogeno, biodisel e bioelettricità. Tra i biocarburanti il princi-
pale prodotto è il bioetanolo che è utilizzato dal settore dei tra-
sporti aggiunto alla benzina (fino al 25% o in percentuali mag-
giori fino all’85% in veicoli predisposti) o al diesel utilizzando un
adittivo stabilizzante (e-diesel) o ancora per l’esterificazione de-
gli oli di origine biologica per la produzione di un biodisel total-
mente privo di prodotti derivanti dal petrolio. Un ruolo energe-
tico importante è giocato dal buon vecchio legno che però, a
causa del potere calorifico piuttosto basso, in comparazione con
le emissioni di gas serra dovute al suo trasporto, può essere uti-
lizzato efficacemente solo in filiera corta (30-40 Km).
Altra importante opportunità è costituita dalle deiezioni anima-
li, dagli scarti industriali, dai residui colturali e dagli scarti di ma-
cellazione; ad oggi non è ancora stato effettuato un censimento
completo della biomassa disponibile, tuttavia il Centro Ricerche
Produzioni Animali di Reggio Emilia stimava nel 2007 una pro-
duzione nazionale complessiva annua di 173 milioni di tonnel-
late (Mt), di queste 150 Mt sono costituite da deiezioni anima-
li. La disponibilità di effluenti zootecnici ha favorito lo sviluppo
della filiera biogas: dal 2007 al 2011 la potenza elettrica instal-
lata nei biodigestori è aumentata da circa 32 a 350 MWe, men-
tre il numero degli impianti è passato da 120 a 521. Questi im-
pianti in Italia producono quasi esclusivamente biogas che viene
34
nuove norme
Agricoltura 85
destinato alla produzione di energia elettrica; in futuro gli stessi
impianti, adeguati con opportuni macchinari per la raffinazione,
potrebbero produrre biometano da iniettare nella rete del gas
naturale e/o da usare come biocarburante. Stime del Centro Ri-
cerche Produzioni Animali e del Consorzio Italiano Bio-Gas indi-
cano che l’utilizzo delle biomasse disponibili di reflui zootecnici,
residui e scarti di origine animale e vegetale e circa 400.000 et-
tari di colture energetiche potrebbero produrre circa 8 miliardi di
mc di metano equivalente, corrispondenti al 10% del consumo
di gas naturale in Italia.
Compatibilità ambientali e territorialiDa un punto di vista agricolo l’Italia è fortemente diversificata
a causa della sua orografia per la presenza di mari, laghi, fiumi,
montagne, valli e una modesta incidenza di pianure. Uno stu-
dio del 20122 rileva che in Italia negli ultimi 40 anni la Superficie
Agricola Utilizzata (SAU) è diminuita del 28% passando da 18
a 13 milioni di ettari a causa dell’impermeabilizzazione dei suo-
li (cementificazione) e dell’abbandono delle aeree rurali. Questi
fattori, accompagnati da una alta densità abitativa, una eleva-
ta variabilità climatica e di disponibilità di acqua, hanno determi-
nato la creazione di numerosi e differenziati agroecosistemi con
elevato valore paesaggistico e culturale, vocati a produzioni di
qualità e ad alto reddito che lasciano poca superficie disponibile
alla coltivazione di colture agronergetiche.
Tuttavia l’accresciuta conoscenza dei fattori pedo-climatici che
determinano la potenzialità produttiva dei suoli per un uso agro-
silvopastorale (capacità d’uso dei suoli) associata alla notevole
potenza di calcolo degli attuali software GIS consente, oggi,
analisi territoriali molto dettagliate per l’individuazione di “agro-
ecozone” vocate alla produzione agroenergetica compatibili con
il territorio. La scelta deve tenere conto della competizione con
le produzioni destinate all’alimentazione umana (FOOD) e zoo-
tecnica (FEED) e quindi individuare terreni marginali, che pos-
sono essere del tutto inadatti alle colture alimentari non solo a
causa della limitata fertilità, ma anche per l’accertata presenza di
inquinanti (nel suolo o nelle acque di irrigazione).
I nuovi sistemi colturali dovranno inoltre tenere conto che il pa-
trimonio di sostanza organica (SO) nei suoli si sta depauperando.
Nel bacino del mediterraneo il 74% dei suoli ha un contenuto
di SO inferiore al 2%, molto basso rispetto a valori che, in origi-
ne, erano del 4%. La perdita di SO è una delle principali cause
di desertificazione ed erosione dei suoli oltre che fonte di emis-
sione di gas serra.
Effetto “NIMBY”Nel 2012 i progetti contestati a livello locale (“not in my back
yard” ovvero “non nel mio giardino”) sono stati complessiva-
mente 354 di cui circa il 50% riguarda impianti per la produzio-
ne di energie rinnovabili. Le bioenergie partecipano a questa sin-
golare classifica con ben 108 progetti contestati. In alcuni casi
gli impianti di produzione di bioenergie pagano il prezzo di esse-
re molto innovativi e quindi con implicazioni, anche positive, po-
co conosciute dalle popolazioni locali, segno che non è stata fat-
ta una corretta informazione e comunicazione. In altri casi pochi
“furbetti” possono distruggere la credibilità delle filiere agroe-
nergetiche: la sostenibilità ambientale deve essere sempre ga-
2 “Costruire il futuro: difendere l’agricoltura dalla cementificazione” – Rapporto Mipaaf in collaborazione con Inea, Ispra , Istat - 2012
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nuove norme
Agricoltura 85
rantita attraverso un efficiente sistema di controlli e di coinvol-
gimento delle popolazioni locali.
Le colture energetiche del futuroLa scelta delle specie da coltivare deve essere effettuata in ba-
se alla loro efficienza produttiva ed energetica. In buona sostan-
za il rapporto tra l’energia prodotta dalla coltura e l’energia con-
sumata per produrla (Energy Ratio) deve essere maggiore di 1.
Tra le specie attualmente più coltivate per la biomassa abbia-
mo: rapporto di 1-1,5 per il mais da bioetanolo, 2,5 per la col-
za (Brassica napus var. oleifera), 13-39 per il sorgo da fibra (Sor-
ghum bicolor), 11-53 per la canna comune (Arundo donax) a
fronte di 250 per l’energia idroelettrica. Nel centro nord le spe-
cie a vocazione energetica più promettenti riguardano il sorgo,
le colture legnose (pioppo, salice e robinia) e - qualora si risolva-
no gli attuali problemi di inserimento nei sistemi colturali e nel-
le realtà aziendali - le specie erbacee pluriennali Miscantus spp
e Arundo Donax. La coltivazione di specie vegetali dedicate al-
la produzione di bioenergia richiede la selezione di piante con
caratteristiche molto diverse da quelle ricercate nelle colture ali-
mentari. L’ideotipo della pianta destinata alla produzione di bio-
massa lignocellulosica dovrà avere le seguenti caratteristiche:
➤ un elevato tasso di crescita giornaliero per migliorare l’effi-
cienza di trasformazione della radiazione solare;
➤ la biomassa utilizzabile deve essere epigea per diminuire i co-
sti energetici di raccolta;
➤ avere un basso contenuto di azoto per ridurre i fabbisogni di
concimazioni;
➤ essere una specie perenne con stagione vegetativa estesa per
ridurre i costi energetici delle lavorazioni del terreno e delle
semine;
➤ la biomassa raccolta deve avere un basso contenuto di umidi-
tà per ridurre le spese di trasporto;
➤ deve essere molto competitiva con le malerbe, resistente a
malattie e parassiti e tollerante nei confronti della siccità, con
radici molto profonde per sfruttare la presenza di acqua altri-
menti non disponibile per altre piante;
deve essere inoltre adattabile ad ogni tipo di terreno.
L’ideotipo della pianta da energia, essendo così efficiente e com-
petitiva, deve inoltre poter essere “controllabile” ed estirpabi-
le per evitare una sua diffusione nelle aree dove non è coltiva-
ta. Una pianta con queste caratteristiche ancora non esiste, ma
ci sono buone probabilità che con le attuali tecniche di miglio-
ramento genetico possano essere indirizzate a tale scopo specie
promettenti ancora semi-selvatiche.
Sottoprodotti Le filiere bioenergetiche possono produrre una vasta gamma di
sottoprodotti tra i quali :
➤ i sottoprodotti dell’industria del biodisel (farine di soia, glice-
rina e pannelli di colza e girasole) che possono essere utilizza-
ti come alimenti zootecnici;
➤ le ceneri (in particolare del legno) utilizzabili come fertilizzan-
ti ;
➤ il biochar o biocarbone che si ottiene nella produzione di syn-
gas utilizzabile come ammendante;
➤ il digestato ottenuto dalla fermentazione anaerobica per la
produzione di biogas come fertilizzante.
Norme e semplificazioneLe filiere bioenegetiche sono un oggetto così complesso da un
punto di vista tecnico, tecnologico, relativamente ai settori eco-
nomici interessati e alle implicazioni ambientali e territoriali che
non potevano non avere un quadro normativo vasto e articola-
to. La bioenergia tocca argomenti che interessano materie come
l’energia (ovviamente), l’agricoltura, l’ambiente (con particolare
riferimento alla normativa dei rifiuti), il sistema tributario, il go-
verno del territorio e la tutela della salute sulle quali hanno com-
petenza legislativa l’Unione europea, lo Stato e le Regioni. Il ri-
sultato è una selva di norme, piani, programmi e competenze di
enti diversi - a volte anche in conflitto tra loro - dove anche gli
specialisti possono perdere l’orientamento e la parola semplifica-
zione spesso si riduce ad un mero proposito di buone intenzioni.
Il Tavolo di filiera sulle bioenergie ha individuato tra i principali
nodi normativi che rallentano lo sviluppo in questo settore:
➤ armonizzare l’applicazione delle norme a livello nazionale;
➤ ricondurre ad un unico vincolo gli attuali vincolo idrogeologi-
co, paesaggistico e ambientale;
➤ individuare un corretto sistema di valutazione del ruolo di ri-
mozione e sequestro dell’anidride carbonica dall’atmosfera
da parte delle foreste pubbliche e private, in modo che i cre-
diti di carbonio possano essere redistribuiti anche tra i privati
che si occupano del 65% della superficie forestale nazionale;
➤ consentire ai consorzi e imprese forestali (attualmente esclusi)
di poter stipulare contratti quadro di filiera previsti dal D.lgs
102/2005;
➤ garantire l’interfruibilità dei sistemi di certificazione della so-
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nuove norme
Agricoltura 85
stenibilità ambientale delle biomasse prodotte in Italia per la
produzione di biocarburanti;
➤ emanare con urgenza le norme già previste per rendere un
ampio e sicuro utilizzo del digestato in agricoltura (Decreto ex
art 52, comma 2bis della legge 134 del 7 agosto 2012 e revi-
sione del DM 7 aprile 2006);
➤ emanare un quadro normativo chiaro, nazionale e comunita-
rio, sulla chimica verde.
Strategia e azioni del Piano di settore Delineato il contesto di riferimento, il Piano indica che nel nostro
paese la produzione di bioenergie deve essere effettuata prio-
ritariamente attraverso il recupero e trattamento dei resi-
dui colturali, dei reflui zootecnici e delle biomasse di scarto
provenienti da vari settori produttivi (es. agroalimentare)
e non ancora utilizzate. Deve inoltre essere ottimizzata la
gestione del patrimonio boschivo (oltre 11 milioni di et-
tari) ancora ampiamente sottoutilizzato. In seconda battu-
ta possono essere impiegate colture dedicate, preferibilmente in
terreni marginali o con modalità che non creino competizione
con le produzioni FOOD e FEED. Il Piano riconosce il ruolo cen-
trale del settore agricolo per garantire la creazione e il mante-
nimento delle filiere bioenergetiche e individua 10 azioni prio-
ritarie:
1) ricerca e innovazione per il miglioramento genetico del
materiale vegetale, l’innovazione dei cicli produttivi agrico-
li per ridurre le monosuccessioni recuperando la rotazione
agraria, ridurre gli input ed i costi colturali, migliorare la ge-
stione dei residui colturali, individuare e recuperare i suoli
agricoli marginali, migliorare i modelli di autoproduzione di
energia aziendale e creare una interfaccia tra settore indu-
striale e settore agricolo per produrre “la biomassa che ser-
ve”;
2) piano di formazione e informazione per prevenire
l’”effetto NIMBY”, per far conoscere le opportunità di svi-
luppo delle filiere bienergetiche agli operatori di settore e
per divulgare gli aspetti di sostenibilità ambientale;
3) migliorare l’efficienza energetica attivando un program-
ma nazionale di iniziative che promuovano il risparmio, l’au-
toproduzione e la rinnovabilità dell’energia impiegata nelle
aziende agricole;
4) lo sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili;
5) promuovere l’integrazione delle altre FER con le bioe-
nergie come ad esempio il fotovoltaico, il minieolico e il mi-
ni-idro;
6) sviluppo delle infrastrutture rurali con particolare riferi-
mento agli elettrodotti;
7) sviluppo del biometano;
8) produzione sostenibile di biocarburanti da filiere na-
zionali;
9) definizione di una normativa idonea allo sviluppo del-
le bioraffinerie;
10) modernizzare il sistema di governance attraverso l’ar-
monizzazione del sistema normativo per ridurre le differen-
ze di interpretazione e applicazione delle norme nelle varie
regioni italiane.
ConclusioniL’approvazione del Piano italiano di settore delle bioenergie, an-
che se è avvenuto in ritardo rispetto ad altri paesi dell’Unione
Europea, ha il grande pregio di delineare per la prima volta in un
documento organico e condiviso dai portatori di interesse (sta-
keholder) le caratteristiche di una parte centrale – la produzione
di energia e bioprodotti dalle biomasse - della cosiddetta econo-
mia verde. Il Piano individua inoltre le principali criticità che fre-
nano lo sviluppo del settore bioenergetico. Tra queste, alcune
sono – teoricamente - facili da superare perché trattano di ar-
gomenti ben conosciuti dalla comunità scientifica e dipendono
“solo” dalla volontà politica del legislatore come la oramai in-
derogabile necessità di fare chiarezza tra rifiuti, sottoprodotti,
scarti, fertilizzanti ed ammendanti e il loro utilizzo nei processi di
trattamento delle biomasse ed impiego in agricoltura. Altre cri-
ticità di sviluppo dipendono invece da limiti intrinseci del nostro
paese, come ad esempio la carenza di terre arabili da destinare
alla produzione di agroenergie, rispetto ad altri paesi. In ogni ca-
so esistono interessanti margini di miglioramento e sviluppo del-
le filiere bienergetiche che dipendono dai processi di semplifica-
zione e armonizzazione normativa che potranno essere attivati,
dallo sviluppo tecnologico e dalla ricerca, ma, soprattutto, dal
grado di coinvolgimento e partecipazione del mondo agricolo e
delle comunità rurali che le dovranno sostenere. Se in Italia i ter-
ritori rurali saranno in grado di raccogliere il guanto della sfida,
le opportunità dell’economia verde potrebbero essere il motore
di una rivoluzione culturale e produttiva in grado di determinare
l’inversione di tendenza dei flussi di persone e conoscenze, dal-
le campagne alle città, che hanno caratterizzato questi ultimi 50
anni di industrializzazione del nostro paese.
37
nuove norme
Agricoltura 85
Il deperimento dei cedui castanili e la ricerca sul castagno in Piemonte: gli eventi si ripetono?
A partire dal XX secolo la storia del castagno europeo (Casta-
nea sativa) è stata segnata da successi, abbandoni, fasi di de-
clino e tentativi di recupero e valorizzazione, in stretta relazione
con gli avvenimenti che hanno caratterizzato l’evoluzione cultu-
rale, sociale ed economica del mondo rurale italiano negli ultimi
100 anni. In passato fonte di alimenti (farine, castagne, dolciu-
mi, funghi del sottobosco), di legname da segheria, da costru-
zione, per palerie e picchetti, ma anche di legna da ardere, og-
gi il castagno, oltre a vivere una crisi negli impieghi, è colpito da
numerose avversità. Tuttora i castagneti costituiscono la catego-
ria forestale (IPLA, 2007) con la maggiore estensione in Piemon-
te, con circa 204.000 ha, di cui 10.000 circa di castagneti da
frutto (pari ad oltre il 23% della superficie forestale); i castagne-
ti rappresentano inoltre la principale fonte di biomassa legnosa
ottenibile con l’utilizzazione dei boschi cedui.
Le cause del deperimentoLe avversità che affliggono attualmente i cedui castanili sono
probabilmente da ricondursi all’effetto combinato dell’abbando-
Igor Boni, Andrea Ebone, Paolo Ferraris, Pier Giorgio Terzuolo - IPLA
Alberto Alma, Gabriele L. Beccaro, Giancarlo Bounous, Chiara Ferracini, Luana Giordano, Paolo Gonthier, Guglielmo
Lione, Maria Gabriella Mellano - DISAFA, Università degli Studi di Torino
Enrico Raina - Regione Piemonte
Dario Adamo - Comunità Montana Alpi del Mare
#RIF!Fustaia giovane/adulta Fustaia senescente Fustaia disetanea Ceduo giovane/adultoCeduo invecchiato Popolamento collassato
20061 1525 15275 86499 38834 1075 163269
Fustaia giovane/adulta 12% Fustaia senescente
1%
Fustaia disetanea 9%
Ceduo giovane/adulto 53%
Ceduo invecchiato 24%
Popolamento collassato 1%
Figura 1. Ripartizione in % degli stadi di sviluppo dei castagneti, da cui risulta che oltre il 25% dei popolamenti sono in età ormai avanzata.
38
informazione tecnica
Agricoltura 85
no colturale (ormai pluridecennale); di un insetto di più recen-
te avvento; del cancro corticale di ormai datata introduzione, e
degli eventi meteorici intensi a cui si sono susseguiti periodi di
stress idrico.
L’insetto, un imenottero cinipide (Dryocosmus kuriphilus) di ori-
gine cinese, per il quale è stato avviato nel 2003 un progetto di
lotta biologica tramite l’introduzione del parassitoide Torymus
sinensis, è causa diretta della riduzione della superficie fogliare
e, di conseguenza, della produzione delle sostanze nutritive ne-
cessarie alla pianta. Una delle concause del deperimento dei ca-
stagneti è infatti il mancato o ridotto sviluppo dei germogli deri-
vanti da gemme, che in primavera, a causa della presenza delle
larve del cinipide, si evolvono in galle. Conclusosi il ciclo di svi-
luppo dell’insetto, con l’inizio dell’estate i nuovi germogli risul-
tano indenni poiché emessi in un periodo susseguente a quel-
lo dell’ovodeposizione del cinipide; nel ceduo, conclusasi la fase
giovanile di forte incremento in altezza, questa ripresa vegeta-
tiva non garantisce la conservazione del popolamento avendo
minore sviluppo, a differenza di quanto sembra avvenire nei ca-
stagneti da frutto posti in stazioni molto più fertili e sottoposti a
più assidue cure colturali. I risultati ottenuti con la lotta biologica
al cinipide, grazie anche ai progetti nazionali Lobiocin e Bioinfo-
cast finanziati dal Ministero per le Politiche Agricole nel triennio
2012-2014, che hanno reso possibile il rilascio dell’antagonista
su tutto il territorio nazionale, hanno portato a una rilevante
riduzione dell’infestazione consentendo il ristabilimento dell’e-
quilibrio da questo alterato con la sua introduzione accidentale.
Altro fattore destabilizzante è proprio l’abbandono coltura-
le, che dura ormai da un quarantennio per la contrazione degli
sbocchi commerciali, il tracollo dei sistemi agrari montani, con la
senescenza dovuta alla sospensione delle ceduazioni periodiche
che per questa specie sono fondamentali per stimolare la vitalità
della ceppaia da cui si originano i nuovi polloni (fig. 1). Le analisi
polliniche hanno confermato l’indigenato del castagno ma non
altrettanto si può dire del castagneto, almeno per come lo co-
noscevamo fino ad oggi, un bosco di origine antropica costituito
quasi totalmente da castagno che in assenza di ceduazioni peri-
odiche si apre a processi evolutivi, segnati anche da deperimenti,
morie e collassi (IPLA, 2003). L’abbandono colturale dei popola-
menti da frutto è favorito in questi ultimi anni anche dall’insor-
genza di una nuova malattia causata dal fungo Gnomoniopsis
castanea (Visentin et al., 2012), di cui in Piemonte sono state os-
servate incidenze che localmente hanno raggiunto anche il 95%
della produzione castanicola.
Anche gli stress meteorici, caratterizzati da variazioni delle tem-
perature e da una diversa distribuzione e intensità delle precipi-
tazioni, contribuiscono a destabilizzare l’equilibrio su cui si basa
lo sviluppo delle specie forestali, predisponendo a deperimenti e
a morie di piante. Una recente indagine (Giordano et al., 2014)
ha messo in luce come in particolare le grandinate primaverili ed
estive, sempre più frequenti e violente, possano aver predisposto
i castagni al deperimento in alcune aree del Piemonte, determi-
nando da un lato squilibri idrici interni per aumento dell’evapo-
traspirazione e dall’altro l’insorgere o l’aggravamento del can-
cro corticale causato da Cryphonectria parasitica. Il castagno in
condizioni di stress risulta maggiormente esposto ai patogeni e,
una volta modificato l’equilibrio a favore di questi ultimi, il de-
perimento può estendersi anche a piante vigorose. Dopo anni di
stress di varia natura la perdita di vitalità delle piante si manifesta
con una progressiva discesa della chioma, e in questo caso il can-
cro corticale sembra svolgere un ruolo determinante, favorendo
l’emissione di rami epicormici, assolutamente non sufficienti a
ricostruire un apparato fogliare funzionale. L’azione del cancro
risulta letale sia a livello di piccole ramificazioni sia a carico dei
polloni. Così in una situazione di marcata debolezza anche una
39
informazione tecnica
Agricoltura 85
malattia a decorso localmente epidemico come il mal dell’in-
chiostro da Phytophthora spp. può avere recrudescenze gravi.
La minor produzione e la costante presenza dei parassiti della ca-
stagna, unite al loro consumo da parte dei cinghiali, cervi e ca-
prioli, in continuo aumento, limita peraltro la disponibilità di se-
me riducendo ulteriormente le potenzialità di rinnovazione della
specie. Inoltre i caprioli, pronti alle brucature dei giovani germo-
gli, costituiscono, da quando si sono diffusi nelle zone pede-
montane, un ulteriore fattore che può rendere aleatorio lo svi-
luppo di ricacci e semenzali. A ciò deve aggiungersi la selezione
operata dall’uomo nel tempo tendente a ridurre la presenza di
specie diverse dal castagno, limitando oggi le possibilità di una
sua graduale e naturale sostituzione da parte di altre latifoglie,
quasi totalmente assenti a livello di novellame.
Oggi, in casi ben noti e visibili (Valle Pesio, Monregalese, Serra
d’Ivrea, Prealpi biellesi e Basso Verbano), le condizioni vegetati-
ve dei soprassuoli a ceduo impressionano per il grado avanzato
e diffuso dei disseccamenti primaverili delle chiome, ai quali sta
conseguendo un collasso repentino. Di fronte ad uno stato co-
sì avanzato e diffuso del deperimento viene immediato chieder-
si quale possa essere il futuro per questi boschi, il cui aspetto è
talora analogo a quello conseguente a un incendio di chioma in
cui lo sgombero del soprassuolo in vista di un successivo ripristi-
no è spesso l’unica prospettiva immaginabile.
Prospettive futureGuardando al passato, constatando la capacità che ha avuto il
castagno di riprendersi dopo le numerose avversità che nei se-
coli l’hanno colpito, si potrebbe pensare che si tratti di una fase
transitoria; ma se, anziché guardare a ciò che è stato, si volgesse
lo sguardo anche oltre i confini nazionali, verso il Nord America,
ci si accorgerebbe che per il castagno americano (Castanea den-
tata) vi fu poco da fare di fronte al cancro corticale, esattamente
come per l’olmo nostrano colpito dalla grafiosi.
Ma il grande male che probabilmente oggi più di tutti affligge
sia i cedui che gli impianti da frutto è proprio l’abbandono col-
turale; il Piano del Settore Castanicolo 2010/2013 elaborato dal
Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali riporta
tra gli obiettivi strategici la necessità di migliorare la competiti-
vità della filiera castanicola, valorizzando tutti i prodotti da essa
ottenibili, attraverso azioni sostenibili dal punto di vista econo-
mico, sociale ed ambientale (Battistini, 2013). Molte sono però
le perplessità su quali siano le misure da intraprendere nell’im-
mediato per garantire una futura copertura forestale agli ampi
tratti di versante a ceduo castanile in così avanzato stato di de-
perimento, con risvolti imprevedibili anche sulla stabilità dei ver-
santi e il paesaggio.
In questa situazione ben difficilmente si può prospettare la ri-
costituzione di un ceduo castanile puro: infatti la modesta vita-
lità residua delle ceppaie, non supportata da un adeguato svi-
luppo di semenzali di castagno, non lascia al momento speranze
per una buona ripresa dei popolamenti, qualora si operassero
ceduazioni tardive o tagli di ringiovanimento. Si delinea quin-
di l’ipotesi di una trasformazione verso formazioni miste in cui
la partecipazione delle altre specie dovrà essere rilevante; non è
tuttavia chiaro se questo processo possa avvenire in modo natu-
rale e con quali tempi, per progressivo ingresso di specie pionie-
re, o se vada assecondato ricorrendo ad impianti e rinfoltimenti,
40
informazione tecnica
Agricoltura 85
le cui opportunità ed efficacia dovrebbero però essere valutate
attraverso prove sperimentali.
La ricerca in Piemonte: il Centro di castanicolturaMolto è stato fatto negli ultimi anni, ed in particolare nell’am-
bito delle attività del Centro regionale di castanicoltura. Grazie
all’intervento della Regione Piemonte, che ha messo a disposi-
zione le risorse umane e le strutture del Vivaio regionale Gam-
barello di Chiusa di Pesio (CN), il Centro è stato costituito nel
2005, con una sinergia tra le allora Comunità Montane Bisalta
e Valli Gesso e Vermenagna, i Dipartimenti di Colture Arboree e
Di.Va.P.R.A. dell’Università degli Studi di Torino (ora DISAFA), l’I-
PLA e l’Ente Gestione Parchi e Riserve Naturali Cuneesi.
L’importanza strategica per la Regione di possedere un Centro,
realtà unica a livello europeo, che conduce in modo continua-
tivo e coordinato studi specifici volti a dare risposte tecniche al-
le diverse problematiche della castanicoltura, appare ancora più
evidente in presenza delle complesse problematiche che stanno
determinando il deperimento dei cedui castanili e dei castagne-
ti da frutto tradizionali.
Sono state numerose, in questi anni, le iniziative di formazione
professionale e di appoggio ai castanicoltori, con particolare at-
tenzione alle giovani generazioni, volte ad illustrare le migliori
tecniche colturali e vivaistiche, utili ad affrontare i principali
problemi fitopatologici.
Nel Centro è in corso di completamen-
to l’arboreto, uno dei più
ampi e completi a livello
internazionale per ciò che
concerne la variabilità genetica
del castagno, perché comprende cul-
tivar provenienti da tutto il territorio regionale,
da gran parte di quello nazionale e da altri Paesi europei (Fran-
cia, Spagna, Portogallo e Svizzera) ed extraeuropei: questa ric-
ca collezione di biodiversità non ha solo funzione conservativa,
ma rappresenta un prezioso “serbatoio” di geni che potranno in
futuro essere utili ai programmi di miglioramento genetico per
l’ottenimento di cultivar con migliori performances (Bounous,
2014).
Altre aree di azione del Centro regionale di castanicoltura, in
cui vengono coniugati innovazione e trasferimento dei risulta-
ti della ricerca, riguardano la moltiplicazione clonale di materia-
le di base con controllo genetico e fitosanitario per l’approvvi-
gionamento dell’industria vivaistica, attraverso la messa a punto
di protocolli di taleaggio e microinnesto, e la sperimentazione
di modelli di conduzione e lotta. Presso il Centro sono inoltre
in studio strategie per un adeguato mantenimento, ringiovani-
mento ed eventuale ripopolamento delle pendici piemontesi in
cui si verifica il deperimento del castagno.
Date le premesse e la vastità del fenomeno del deperimento dei
cedui castanili e dei castagneti da frutto si ritiene necessario im-
plementare le azioni di ricerca finalizzate a chiarirne le dinami-
che e a valutare eventuali misure di mitigazione per le realtà esi-
stenti. La ricerca dovrebbe essere inizialmente rivolta a definire
su vasta scala la distribuzione e la gravità dei fenomeni di dissec-
camento nei castagneti. Poi, su alcuni popolamenti ritenuti rap-
presentativi, sulla base della composizione specifica, dell’età e
della tipologia di suolo, si potrebbe procedere, in aree campio-
ne, ad approfondire la conoscenza della stazione e la situazio-
ne fitopatologica, per acquisire un quadro di maggior dettaglio
sullo stato morfofunzionale e fitosanitario. Nell’ambito delle sta-
zioni monitorate sarebbe poi opportuno selezionare alcuni siti
di ceduo, per attuare interventi selvicolturali sperimentali di re-
cupero della funzionalità della copertura boschiva, mentre gli
aspetti agronomici devono essere presi in considerazione in po-
polamenti da frutto.
A seguito dei risultati che si delineeranno si potrà procedere alla
redazione di linee guida da adottare per la mitigazione dei fe-
nomeni su vasta scala.
41
informazione tecnica
Agricoltura 85
La disponibilità del capitale terra in Piemonte. Analisi di alcuni parametri.
L’accesso al capitale terra rappresenta uno dei fattori determi-
nanti per l’avvio di attività imprenditoriali in agricoltura. La fram-
mentazione della proprietà e la ridotta consistenza delle superfi-
ci, il valore fondiario dei terreni che assume importi differenziati
e spesso non facilmente abbordabili in funzione delle zone e del-
le colture praticate, concorrono a rendere problematica l’acqui-
sizione del fattore terra. La concessione in affitto dei terreni non
trova sempre favore presso i proprietari, a causa dei lunghi vin-
coli temporali che tale forma giuridica comporta e delle oggetti-
ve difficoltà legate al rientro in possesso del proprio terreno. Al-
tre forme di concessione a titolo gratuito (comodato d’uso) non
sembrano rivestire grande importanza. Accanto alle forme tra-
dizionali di accesso al bene terra (acquisto e affitto o uso in co-
modato gratuito) emergono nuove soluzioni gestionali che pre-
vedono l’affidamento della conduzione del terreno a imprese
agromeccaniche, che vengono incaricate dai proprietari di ese-
guire parzialmente o totalmente le lavorazioni colturali fino alla
raccolta del prodotto, in alcuni casi fino alla vendita. Tale solu-
zione consente di mantenere la proprietà del bene senza rinun-
ciare a forme di ritorno economico. La condizione di precarietà
che caratterizza quest’ultimo tipo di rapporto, indirizzato ver-
so colture a basso impatto di lavoro e alto impiego di macchi-
ne, favorisce modalità di conduzione non sempre favorevoli alla
valorizzazione sul lungo periodo della terra e che possono com-
portare impatti negativi dal punto di vista ambientale (Solustri,
2013). Altre soluzioni gestionali ed organizzative possono pre-
vedere la costituzione di cooperative che vengono condotte in
forma collettiva dagli stessi conferenti. Non entrano nella con-
duzione diretta dei terreni i proprietari che hanno dato origine,
nelle Marche, alle esperienze della cooperativa Gaia e della so-
cietà Agridea. I terreni acquisiti dalle due realtà imprenditoriali
sono condotti con mezzi e personale propri e non forniti dai pro-
prietari dei terreni. La remunerazione del capitale fondiario assu-
me inoltre una forma differente: nel caso di Agridea i proprietari
dei terreni vengono remunerati mediante la corresponsione del
canone di locazione; nel caso di Gaia i conferenti, soci della coo-
perativa, ricevono un ritorno calcolato sulla base del risultato di
gestione (ricavi meno costi) e distribuito tra i vari soci in base al
valore del terreno conferito.
Soluzioni innovative che facilitano l’affitto dei terreni alle azien-
de agricole si stanno sviluppando in Europa, meno intensamente
in Italia, e sono costituite da forme di azionariato popolare in cui
un soggetto si occupa di raccogliere da piccoli investitori il de-
naro necessario per l’acquisizione delle superfici e la loro messa
a disposizione, mediante affitto, agli imprenditori agricoli, aven-
do cura di formare unità produttive adeguate alle coltivazioni e
incoraggiare progetti sostenibili (Moiso, 2013). In tale modalità
operano in Italia alcuni GAT, gruppo di acquisto terreni, presen-
ti in Toscana (Maurilli, 2013). Di seguito si intende fornire una
breve descrizione di alcuni parametri legati alla disponibilità del
capitale terra in Piemonte, partendo dall’analisi del consumo di
suolo risultante dai dati rilevati in occasione dei due ultimi cen-
simenti dell’agricoltura (2000 e 2010) e della variazione, in ter-
mini di superficie interessata, dei terreni in affitto e in proprietà.
Completano il quadro l’analisi dell’utilizzo da parte di imprendi-
tori agricoli di superfici pascolive assoggettate ad uso civico se-
Mario Sanguinetti, Natascia Quartero - Direzione Agricoltura, Settore Servizi alle imprese
42
documenti
Agricoltura 85
condo la rilevazione del 2010 e della diffusione del contoterzi-
smo a partire dai dati dei due ultimi censimenti.
Consumo di suolo e forme di possesso Per la verifica del consumo di suolo sono stati analizzati, per pro-
vincia e zona altimetrica, i valori in ettari della SAU1 in corrispon-
denza dei due censimenti dell’agricoltura del 2000 e del 2010
per reale ubicazione della superficie. I dati evidenziano una di-
minuzione, nel corso di dieci anni, sia della SAU che del nume-
ro di aziende, più accentuato il secondo (- 37%) rispetto al pri-
mo (-5%) (tabelle 1 e 3). A livello regionale perdono SAU sia la
collina che la montagna (riduzione del 10%), mentre la pianura
mantiene nel 2010 lo stesso valore di superficie del 2000.
Tabella 1. Consistenza e variazione della SAU e della superficie totale per provincia e fascia altimetrica secondo la rilevazione dei Censimenti agricoltura 2000 e 2010 (per reale ubicazione della superficie)
Provincia
fasc
ia
altim
etric
a
SAU
00
(ha)
SAU
10 (h
a)
Varia
zion
e SA
U 00
-10
Supe
rficie
to
tale
00
(ha)
Sup
erfic
ie
tota
le
10 (h
a)
Varia
zion
e ST
00-
10
ALESSANDRIA
COLLINA 76.957 65.753 -14,56% 112.098 90.838 -18,97%MONTAGNA 5.450 7.743 42,09% 10.729 13.926 29,81%PIANURA 86.436 86.513 0,09% 92.939 93.856 0,99%TOTALE 168.843 160.009 -5,23% 215.766 198.620 -7,95%
ASTICOLLINA 71.397 63.245 -11,42% 95.930 78.609 -18,06%PIANURA 1.532 1.435 -6,34% 2.162 1.827 -15,48%TOTALE 72.929 64.680 -11,31% 98.092 80.436 -18,00%
BIELLA
COLLINA 11.879 10.769 -9,35% 16.098 13.705 -14,86%MONTAGNA 8.734 7.147 -18,17% 12.572 9.053 -27,99%PIANURA 6.580 6.419 -2,44% 7.446 6.998 -6,02%TOTALE 27.194 24.336 -10,51% 36.116 29.756 -17,61%
CUNEO
COLLINA 82.463 75.335 -8,64% 117.703 103.042 -12,46%MONTAGNA 133.301 117.399 -11,93% 213.009 183.861 -13,68%PIANURA 113.954 115.477 1,34% 125.080 124.821 -0,21%TOTALE 329.717 308.212 -6,52% 455.792 411.724 -9,67%
NOVARA
COLLINA 9.439 9.613 1,84% 12.202 12.055 -1,20%MONTAGNA 1.730 1.454 -15,98% 2.571 2.419 -5,91%PIANURA 51.106 52.948 3,60% 55.519 56.309 1,42%TOTALE 62.275 64.014 2,79% 70.291 70.783 0,70%
TORINO
COLLINA 42.692 40.885 -4,23% 59.186 50.123 -15,31%MONTAGNA 116.157 88.447 -23,86% 190.823 107.138 -43,85%PIANURA 102.232 103.474 1,21% 113.353 112.292 -0,94%TOTALE 261.081 232.805 -10,83% 363.361 269.553 -25,82%
VERBANO-CUSIO-OSSOLA
COLLINA 1 2 47,65% 2 3 23,08%MONTAGNA 40.225 45.893 14,09% 99.042 102.219 3,21%TOTALE 40.227 45.895 14,09% 99.044 102.222 3,21%
VERCELLI
COLLINA 4.798 5.085 5,99% 5.527 5.961 7,85%MONTAGNA 8.609 14.830 72,27% 13.508 31.824 135,59%PIANURA 88.505 88.306 -0,22% 93.348 93.145 -0,22%TOTALE 101.911 108.222 6,19% 112.383 130.930 16,50%
PIEMONTE
COLLINA 299.626 270.687 -9,66% 418.745 354.334 -15,38%MONTAGNA 314.206 282.914 -9,96% 542.254 450.441 -16,93%PIANURA 450.345 454.573 0,94% 489.847 489.249 -0,12%TOTALE 1.064.176 1.008.173 -5,26% 1.450.846 1.294.024 -10,81%
A livello provinciale in termini di SAU la diminuzione maggiore
è quella rilevata nelle province di Asti, Torino e Biella che si atte-
sta intorno a valori del -11%, seguono Cuneo (-7%) e Alessan-
dria (-5%) (tabella 1). Il valore della SAU registra un incremento
nelle province del VCO (+14%), Vercelli (+6%) e Novara (+3%).
L’analisi condotta (tabella 2) porta a evidenziare per alcune provin-
ce (Torino e Cuneo principalmente) un notevole incremento della
SAU localizzata in pianura (intorno al 20-30%) e un corrisponden-
te decremento della superficie localizzata in montagna, che addi-
rittura si dimezza nella provincia di Torino. Il raffronto tra le rileva-
zioni delle variazioni della SAU secondo i due diversi criteri porta a
concludere che l’incremento della SAU in pianura si è potuto rea-
lizzare per l’acquisizione da parte delle aziende di notevoli esten-
sioni di superficie ubicata in montagna (Perosino, 2012).
Tabella 2. Consistenza e variazione della SAU per provincia e zona alti-metrica secondo la rilevazione dei Censimenti agricoltura 2000 e 2010 (rilevazione con riferimento al centro aziendale)
Provincia Zona altimetrica 2000 SAU (ha) 2010 SAU (ha)
ALESSANDRIACOLLINA 75.640,12 64.959,28MONTAGNA 5.123,49 5.967,29PIANURA 89.564,09 90.774,71
ASTI COLLINA 73.087,70 66.424,79PIANURA 1.407,05 1.283,70
BIELLACOLLINA 11.715,53 12.364,28MONTAGNA 9.753,39 7.773,33PIANURA 7.247,61 7.311,24
CUNEOCOLLINA 88.196,80 83.709,81MONTAGNA 115.349,25 89.960,72PIANURA 127.017,79 139.400,92
NOVARACOLLINA 9.735,75 9.850,48MONTAGNA 1.768,81 1.907,76PIANURA 51.955,12 51.227,70
TORINOCOLLINA 49.843,14 54.841,26MONTAGNA 99.222,21 45.578,28PIANURA 110.868,04 126.745,79
VERBANO-CUSIO-OSSOLA COLLINA 1,49 2,20MONTAGNA 39.909,78 44.481,78
VERCELLICOLLINA 3.723,07 5.684,47MONTAGNA 7.394,38 10.128,45PIANURA 90.241,46 90.401,43
TOTALE 1.068.766 1.010.780
L’analisi circa le forme di possesso della terra è stata condot-
ta utilizzando i dati di superficie riferita al centro aziendale, in
quanto più specifici per le variabili considerate (tabella 3).
La SAU in affitto o in uso gratuito è aumentata in Piemonte del
36% nell’intervallo tra i due censimenti e rappresentava nel 2010
più del 54% della SAU totale regionale (nel 2000 era il 38%).
In tutte le province del Piemonte si registra un generale incre-
mento del valore della SAU in affitto o uso gratuito, con valo-
ri superiori al 30% in cinque province su otto (Cuneo, Torino,
Alessandria, Asti e VCO), un minimo pari all’1% nella provincia
di Novara e un massimo del 63% nel VCO. La SAU in proprietà
diminuisce del 31% e rappresentava nel 2010 il 45% della su-
1 La SAU (Superficie agricola utilizzata) è l’insieme dei terreni investiti a seminativi, coltivazioni legnose agrarie, orti famigliari, prati permanenti e pascoli e castagneti da frutti. Essa costituisce la superficie investita ed effettivamente utilizzata in coltivazioni propriamente agricole. È esclusa la superficie investita a funghi in grotte, sotterranei ed appositi edifici.
43
documenti
Agricoltura 85
perficie regionale (nel 2000 era il 62%). In cinque province su ot-
to il decremento registra valori superiori al -23% (Cuneo, Torino,
Asti, Alessandria e Biella), un minimo pari al -3% nella provincia
di Novara e un solo incremento, pari al 2%, nel VCO.
L’incremento maggiore della SAU in affitto o in uso gratuito cor-
relato al maggiore decremento della SAU in proprietà si ha nel-
le province di Cuneo e Torino, le due più importanti a livello re-
gionale, in termini di numero aziende attive e di SAU condotta.
Queste ultime insieme alle province di Asti e Alessandria risulta-
no quelle che evidenziano la correlazione più significativa tra i
due fenomeni.
La provincia di Novara presenta dati sostanzialmente invariati (+
1% SAU in affitto o uso gratuito, -3% SAU in proprietà). Partico-
lare il caso della provincia del VCO dove si registra il maggior in-
cremento della superficie in affitto o uso gratuito (+ 63%) e l’u-
nico valore di incremento della SAU in proprietà (+ 2%). L’analisi
dei medesimi dati per classe di SAU evidenzia per tutte le classi
di superficie quanto già riportato in termini generali. In partico-
lare l’incremento della SAU condotta in affitto o in uso gratuito
interessa soprattutto aziende con dimensioni superiori ai 30 et-
tari e in misura minore aziende con ridotte superfici (1 -10 etta-
ri); sostanzialmente invariati i dati riferiti alle aziende con super-
ficie compresa trai i 20 e i 30 ettari. Il decremento della quota di
superficie condotta in proprietà assume valori molto significativi
per le classi estreme (1-10 ettari e oltre 100 ettari) e valori pro-
gressivamente meno importanti passando dalle classi comprese
tra 10 fino a 50 ettari, annullandosi in corrispondenza della clas-
se 50-100 ettari.
Uso civico2
Tabella 4. Numero di aziende e SAU da Usi civici per provincia e zona altimetrica
PROVINCIA ZONA_ALTIMETRICA N. aziende SAU (ha)
ALESSANDRIA
COLLINA 1 33MONTAGNA 4 152PIANURA 2 55TOTALE 7 239
ASTI COLLINA 4 179
BIELLA
COLLINA 1 2MONTAGNA 3 97PIANURA 3 402TOTALE 7 501
CUNEO
COLLINA 39 3.654MONTAGNA 131 17.463PIANURA 80 19.919TOTALE 250 41.035
NOVARACOLLINA 4 115MONTAGNA 1 270TOTALE 5 385
TORINO
COLLINA 12 2.056MONTAGNA 49 4.005PIANURA 19 3.142TOTALE 80 9.203
VCO MONTAGNA 169 4.037
VERCELLIMONTAGNA 2 1PIANURA 3 37TOTALE 5 38
PIEMONTECOLLINA 61 6.039MONTAGNA 359 26.026PIANURA 107 23.554
TOTALE 527 55.618
In occasione del Censimento agricoltura del 2010 sono state ri-
levate per la prima volta le superfici di proprietà collettive indi-
vise, assegnate o utilizzate da aziende agricole in quanto be-
neficiari di diritto d’uso per il pascolamento del bestiame. In
Piemonte sono più di 55.000 gli ettari interessati da tale forma
di utilizzo, in maggioranza concentrata in montagna e nella pro-
vincia di Cuneo sia in termini di SAU che di numero di aziende
(più dei due terzi della superficie e circa metà delle aziende – ta-
2 L’uso civico è definito dalla legge n. 1766 del 16 giugno 1927 come “Il diritto che gruppi di persone quali collettività di abitanti di un comune o di una sua frazione o, anche, di una sola parte di essi e di una collettività di altro tipo (associazione agraria, università. Comunanza, partecipanza, ..) esercitano su terreni appartenenti a privati, oppure a enti territoriali o associativi di vario genere”. Gli usi civici più frequenti sono quelli di legnatico, pascolatici od erratico, fungatico.
Tabella 3. Numero di aziende e SAU in proprietà e in affitto o uso gratuito nel 2000 e nel 2010 per provincia e variazione percentuali dei dati tra i due censimenti dell’agricoltura
2000 2010 VARIAZIONE 2000-2010
Prov
incia
Azie
nde
(n.)
SAU
(ha)
SAU
in a
ffitt
o o
uso
grat
uito
(h
a)
SAU
in p
ropr
ietà
(ha)
Azie
nde
(n.)
SAU
(ha)
SAU
in a
ffitt
o o
uso
grat
uito
(h
a)
SAU
in p
ropr
ietà
(ha)
Azie
nde
(n.)
SAU
(ha)
SAU
in a
ffitt
o o
uso
grat
uito
(h
a)
SAU
in p
ropr
ietà
(ha)
ALESSANDRIA 20.379 170.328 57.640 112.688 10.723 161.701 75.545 86.156 -47% -5% 31% -24%ASTI 17.827 74.495 20.214 54.281 8.767 67.708 28.316 39.392 -51% -9% 40% -27%BIELLA 2.207 28.717 16.044 12.673 1.897 27.449 17.638 9.811 -14% -4% 10% -23%CUNEO 35.843 330.564 114.553 216.011 24.847 313.071 171.214 141.857 -31% -5% 49% -34%NOVARA 3.404 63.460 38.082 25.377 2.643 62.986 38.489 24.497 -22% -1% 1% -3%TORINO 21.973 259.933 96.684 163.250 14.249 227.165 147.903 79.262 -35% -13% 53% -51%VERBANO-CUSIO-OSSOLA 1.468 39.911 6.444 33.467 1.345 44.484 10.501 33.983 -8% 11% 63% 2%VERCELLI 3.139 101.359 55.745 45.614 2.677 106.214 63.696 42.518 -15% 5% 14% -7%TOTALE 106.240 1.068.766 405.406 663.360 67.148 1.010.780 553.302 457.478 -37% -5% 36% -31%
44
documenti
Agricoltura 85
bella 4). In provincia di Cuneo la SAU destinata agli usi civici rap-
presenta il 13% della SAU totale provinciale.
Il maggior numero di aziende appartiene alla classe con superfi-
cie maggiore di 100 ettari di superficie (30%) e alla classe di di-
mensione economica compresa tra i 100.000 e i 500.000 euro
di produzione standard (30%). In termini di SAU il fenomeno ri-
guarda in misura preminente aziende con classe di superficie su-
periore a 100 ettari (71%) e con dimensione economica tra i
100.000 e i 500.000 euro di produzione standard (62%). Sia in
termini di numero di aziende che di SAU più del 90% delle azien-
de si caratterizza per orientamento tecnico economico (OTE) ri-
conducibile alla tipologia delle aziende specializzate in erbivori.
ContoterzismoIl contoterzismo attivo (l’uso di mezzi meccanici in altre aziende)
o passivo (l’uso di mezzi meccanici in azienda forniti da terzi) ha
interessato il Piemonte nel 2010 quasi 25.000 aziende per una
SAU complessiva di circa di 450.000 ettari, pari a circa il 42%
della SAU regionale 2010 (tabella 5). I dati di superficie e di nu-
mero di aziende associati alle forme di contoterzismo indicate
non è disponibile per il 2000 ma, applicando le riduzioni del 5%
e del 36% registrate tra i due censimenti (il primo relativo al-
la superficie, il secondo al numero di aziende), il dato riferito al
2000 così calcolato non si discosterebbe di molto da quello del
2010 portando a concludere che il contoterzismo attivo o passi-
vo non è significativamente variato tra i due censimenti. Sembra
invece in leggero aumento, in termini di SAU quella particolare
forma di contoterzismo passivo che si caratterizza per il comple-
to affidamento di tutte le lavorazioni aziendali a mezzi extrazien-
dali: si è passati dai 29.750 ettari del 2000 ai 30.422 del 2010.
Tabella 5. Forme e consistenza del contoterzismo in termini di numero di aziende e di SAU nel 2000 e nel 2010 secondo le rilevazioni dei due censimenti.
2000 2010 n. aziende
2000(rid. 37%)
SAU 2000(rid. 5%)CONTOTERZISMO n.
aziende SAU (ha) n. aziende SAU (ha)
contoterzismo attivo 1.197 n.d. 1.486 60.361contoterzismo passivo 36.083 n.d. 23.723 411.849 22.732contoterzismo attivo o passivo 36.936 n.d. 24.743 453.342 23.270
contoterzismo passivo - affidamento completo a mezzi extraziendali
5.359 29.750 2.675 30.422 28.263
Tale forma di contoterzismo è maggiormente concentrata in
pianura e nella provincia di Cuneo, sia in termini di numero di
aziende che di ettari di SAU interessati. Il maggior numero di
aziende interessate appartiene alla classe di superficie compresa
tra 1 e 5 ettari (circa il 50%), con dimensione economica minore
di 8000 euro in termini di produzione standard (56% - aziende
molto piccole), condotte da persone con più di 65 anni (50%).
In termini di superficie il fenomeno riguarda in misura preminen-
te aziende con classe di superficie superiore a 100 ettari (30%),
caratterizzate da dimensione economica per la maggior parte
(32%) collocata nella classe di produzione standard compresa
tra i 100.000 e i 500.000 euro, condotte da persone con età
compresa tra i 40 e i 55 anni (32%). Sia in termini di numero di
aziende che di SAU l’orientamento tecnico economico più rap-
presentato (OTE) è riconducibile alla tipologia delle aziende spe-
cializzate nei seminativi (rispettivamente 60% e 55%).
ConclusioniDal confronto dei dati rilevati dai Censimenti agricoltura del
2000 e del 2010 emerge una generale contrazione in Piemon-
te della superficie interessata dalle attività agricole, che colpisce
le due province a maggiore vocazione agricola (Cuneo e Torino),
riscontrabile principalmente nella zona collinare e montagnosa.
Dal 2000 al 2010 si assiste a un importante incremento della su-
perficie concessa in affitto o in uso gratuito e un corrispondente
decremento della superficie in proprietà. L’incremento della SAU
condotta in affitto o in uso gratuito interessa soprattutto azien-
de con dimensioni aziendale di una certa rilevanza (superiori ai
30 ettari). Il decremento della quota di superficie condotta a ti-
tolo di proprietà assume valori molto significativi per le classi
estreme (1-10 ettari e oltre 100 ettari). Gli unici dati disponibi-
li sugli usi civici in Piemonte indicano che sono più di 55.000 gli
ettari riconducibili a tale forma giuridica di diritto di godimento
(circa il 5% della SAU regionale). Si tratta generalmente di pro-
prietà collettive indivise, assegnate ad aziende agricole o utiliz-
zate da aziende in quanto beneficiari di diritto d’uso per il pasco-
lamento. La mancanza di una base dati certa in grado di mettere
a conoscenza l’entità e la localizzazione di tali superfici costitui-
sce probabilmente un freno alla loro utilizzazione.
Il ricorso al contoterzismo non sembra variato in modo consi-
stente tra i due censimenti, mentre si registra un leggero incre-
mento del contoterzismo passivo con affidamento completo dei
lavori a ditte terze, che coinvolge aziende specializzate nei semi-
nativi con caratterizzazioni differenziate in termini di superficie,
classe di dimensione economica e età del conduttore.
Un ringraziamento particolare a Lorena Cora del CSI Piemonte
per la collaborazione nell’estrazione dei dati dal DataWareHou-
se Censimenti Agricoltura.
45
documenti
Agricoltura 85
Il riso degli “altri”L’esperienza di una ONG ad Haiti
Abbiamo ben impressa nella memoria la protesta dei risicolto-
ri italiani, che pochi mesi fa hanno incrociato le braccia sospen-
dendo la compravendita nelle borse merci a cominciare da No-
vara, seguita a ruota da Vercelli e Pavia: i centri del “triangolo”
produttivo dove si concentra l’eccellenza risicola del nostro Pae-
se, che ammonta a oltre 1 milione 300.000 tonnellate di prodot-
to (su un’estensione di terra pari al 51% delle risaie dell’intera
UE). Scopo dell’iniziativa: sollecitare l’intervento del governo, nel
semestre di presidenza italiana a Bruxelles, per fermare il flus-
so delle importazioni di riso asiatico che entra in Europa a co-
sti troppo bassi, facendo una concorrenza spietata a produtto-
ri e industrie nostrani, sempre meno competitivi. Nel mirino dei
risicoltori soprattutto le importazioni provenienti da Cambogia
e Myanmar, favorite dall’azzeramento dei dazi doganali decre-
tato nel 2001 con l’Everything but Arms, un piano UE di solida-
rietà con cui si sono liberalizzate le importazioni di prodotti dai
Paesi meno sviluppati. Con il risultato che, negli ultimi 5 anni, le
importazioni di riso semilavorato sono passate da 10 mila ton-
nellate, di cui 6 mila dalla sola Cambogia, a ben 216 mila (196
mila cambogiane).
Concorrenza slealeLa situazione è del tutto analoga a quella che sta vivendo in que-
sti anni Haiti, Paese salito alla ribalta delle cronache da quando,
nel 2010, un terribile terremoto ha mietuto 220.000 vittime e
provocato danni per 14 miliardi di dollari (stime della Banca In-
teramericana per lo Sviluppo), uno dei disastri più costosi della
storia. Ad Haiti, oltre al cataclisma e alle condizioni atmosferi-
che avverse - nel 2012 due uragani hanno distrutto l’intera pro-
duzione agricola - a mettere in ginocchio la produzione risicola
contribuisce la concorrenza del riso statunitense, favorito da una
sconsiderata politica doganale imposta dal Fmi prima (’86) e so-
prattutto dal presidente Bill Clinton nel ‘94. L’allora presidente
di Haiti Aristide fu costretto ad abbassare i dazi doganali sul riso
dal 22 al 3%. «Oggi il riso locale costa 900 gourde haitiani (circa
15 euro) al quintale, contro gli appena 400 gourde di quello im-
Stefania Garini - CISV
Marco Bello - (immagini)
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documenti
Agricoltura 85
portato dagli Usa» spiega Andrea Fabiani, appena rientrato dal
Paese caraibico dove ha lavorato come capo progetto dell’asso-
ciazione torinese CISV (www.cisvto.org) per migliorare la produ-
zione e commercializzazione del riso nella valle dell’Artibonite,
120 km a nord di Port-au-Prince.
«Ovviamente per le famiglie povere, che qui rappresentano il
50% della popolazione, è molto più conveniente acquistare il ri-
so straniero, a danno della produzione locale». Colpita al cuore,
paradossalmente, anche dagli aiuti d’emergenza consistiti nel
«distribuire alla popolazione sementi di qualità scadente, forni-
te senza criterio, non sempre a chi ne aveva più bisogno, e gra-
tis, con il risultato di scoraggiare l’autonomia produttiva e orga-
nizzativa dei contadini».
Puntare sulla qualità «L’altro paradosso è che, senza importazioni, la produzione in-
terna di riso - che rimane l’alimento base degli haitiani - non è
comunque sufficiente a soddisfare le esigenze di consumo loca-
li» dice Fabiani, «perciò per affrancarsi dall’import e dagli aiu-
ti esterni occorre raddoppiare questa produzione». Un’utopia?
«Non secondo la nostra esperienza: a Bocozelle, ad esempio,
una zona nell’Artibonite con 48.000 abitanti, lavoriamo con la
federazione Ojl 5 (“Occhi aperti” in creolo) che riunisce oltre 50
organizzazioni contadine. Qui in pochi mesi siamo riusciti a rad-
doppiare la produzione di riso, passando da una resa di 2,5 ton-
nellate per ettaro a una di 5».
Per arrivare a questo risultato si sono resi necessari diversi inter-
venti:
• Richiesta ai contadini di unire le proprie (piccole) parcelle in un
unico appezzamento, più facile e proficuo da lavorare.
• Attivazione di un sistema di credito in natura attraverso cui
i coltivatori ricevono concime e sementi in prestito dalla re-
te RACPABA, Réseau des Associations et des Coopératives de
Producteurs Agricoles du Bas Artibonite. L’estinzione del debi-
to avviene al termine del raccolto in forma di “restituzione” di
una parte del riso prodotto.
• Formazione professionale per migliorare le tecniche di coltiva-
zione e le capacità gestionali dei risicoltori.
• Sostegno alla meccanizzazione, attraverso l’acquisto di moto-
coltivatori che i contadini possono prendere a nolo dalla fede-
razione Ojl 5, che ne mantiene la proprietà.
• Costruzione di un deposito realizzato con una tecnica inno-
vativa in blocchi di paglia di riso, destinato allo stoccaggio e
commercializzazione del prodotto.
«All’inizio abbiamo dovuto superare una certa reticenza dei risi-
coltori nel modificare i metodi di lavoro cui erano abituati» dice
Fabiani. «Perciò siamo partiti con una sperimentazione su 4 et-
tari di terreno, che già dal primo raccolto hanno dato rese di 5-6
tonnellate/ha. I contadini ne sono rimasti colpiti e in breve si è
arrivati a 30 ettari di risaie coltivate». Un successo, come ci rac-
conta Antò, risicoltore di Bocozelle: «Avevo preso in “prestito”
un pezzo di terra da coltivare, versando un affitto in denaro al
proprietario. Ma lui, quando ha visto che il suo vecchio appez-
zamento è arrivato a produrre 6 tonnellate di riso di buona qua-
lità, ha subito voluto indietro il terreno per coltivarselo da sé».
La produzione di sementi di qualità è in effetti il fiore all’occhiel-
lo dell’intervento CISV. Si tratta di sementi destinate alla semina,
ottenute “in purezza”, cioè su terre selezionate, facili da irriga-
re e drenare, senza tracce di altre varietà che possano contami-
nare la varietà principale (o dove la contaminazione è inferiore
all’1-2%). In pratica, spiega Fabiani, «si prendono a prestito i se-
mi già in purezza dalla RACPABA e durante la coltivazione i con-
tadini seguono tutte le raccomandazioni al dettaglio. In questo
modo si ottengono chicchi con pezzatura più grande e con ger-
minabilità del 96%».
L’accesso al creditoLa difficoltà maggiore in questo sistema, ci spiega Fabiani, ri-
guarda la percentuale di restituzione degli input agricoli presi
in prestito dalla RACPABA. «Va ricordato che il 50% della po-
polazione vive con un reddito pro capite di circa 40 centesimi
di euro al giorno. Qui possedere 1 ha di terra significa per una
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documenti
Agricoltura 85
I numeri del progetto CISV ad Haiti
• 54 organizzazioni contadine di base
• 1.600 famiglie coinvolte
• 100 ettari di risaie
• 20 corsi di formazione in tecniche colturali
• 5 tonnellate di resa per ettaro
famiglia uscire dalla povertà estrema e
poter soddisfare il fabbisogno nutrizio-
nale. Ma molti non riescono a fare due
pasti al giorno, ci sono bambini denutri-
ti o malnutriti. E quando la gente ha fa-
me il problema è cosa mettere in pancia
nell’immediato, non ci si può permettere
di pensare al domani». Ciò spiega alme-
no in parte perché non è sempre facile
raggiungere un buon tasso di restituzio-
ne dei prestiti. «Quando abbiamo mes-
so a coltura i primi 4 ettari è andato tut-
to bene, la restituzione è stata del 100%;
ma la volta dopo ci sono state alcune dif-
ficoltà, e l’assurdo è che gli inadempien-
ti non sono stati solo tra la povera gente,
ma anche tra i capi, più benestanti». Si è
raggiunto così un tasso di restituzione di appena il 60%, men-
tre per avere diritto a un nuovo credito occorre almeno l’80%;
il credito è infatti erogato in forma collettiva, senza chiedere ga-
ranzie iniziali (es. reddito, diritti di proprietà terriera, ecc.) ma
mostrandosi affidabili “in solido” nel saldare i debiti. «Alla fi-
ne, i contadini dell’Ojl 5 hanno costituito un Comitato di ammi-
nistrazione per vigilare sulla corretta restituzione da parte degli
inadempienti».
Queste difficoltà, spiega Fabiani, «aiutano a capire come sia sfi-
dante lavorare per migliorare, in qualità e quantità, la risicoltu-
ra haitiana. Se non si vuole fare puro assistenzialismo, l’effica-
cia dei progetti va misurata calcolando con precisione i “ritorni”
degli investimenti fatti. Nel nostro caso, l’obiettivo iniziale è au-
mentare la produzione almeno del 30%: a partire da questa so-
glia il progetto può funzionare e proseguire in maniera autono-
ma, senza più bisogno di aiuti dall’esterno».
L’autonomia produttivaÈ proprio questo il punto cruciale, senza di che non potrà mai es-
serci una vera ricostruzione e un vero sviluppo per Haiti: «Per la-
sciarsi alle spalle gli strascichi di terremoto, colera, uragani ecc.
la popolazione ha bisogno di sottrarsi alle ingerenze degli altri
Stati, soprattutto Usa, Francia e Canada» dice Marco Bello, re-
sponsabile dei progetti CISV nel Paese. «E come CISV intendia-
mo appoggiarla nello sforzo di camminare sulle proprie gambe,
facendo ripartire le attività produttive a cominciare da agricoltu-
ra e risicoltura, i settori strategici dell’economia in grado di ga-
rantire il diritto al cibo e la sovranità ali-
mentare».
«Quest’anno abbiamo puntato a esten-
dere la coltivazione del riso da un’area di
30 ettari a una di 100» dice Fabiani, «ma
dobbiamo ricordare che il riso ha i suoi “li-
miti”: la gente mangia questo cibo trascu-
rando altre colture come manioca, mais,
sorgo, albero del pane… che potrebbe-
ro sopperire al bisogno di importazioni
dall’estero e servirebbero a integrare l’ali-
mentazione locale con altri nutrienti».
Intanto si continua ad aspettare la tan-
to ventilata riforma agraria, sempre pro-
messa ma mai attuata, che dovrebbe ri-
lanciare la produzione locale, facilitando
l’accesso al credito (off limits per i conta-
dini nelle banche “tradizionali”) e permettendo ai risicoltori di
vivere dignitosamente senza emigrare in Repubblica Dominica-
na, finire a ingrossare le fila dei disoccupati nelle grandi città o
degli operai sottopagati nelle manifatture tessili.
Fino a oggi, spiega Marco Bello, «al di là dei proclami altisonan-
ti gli interventi del Ministero dell’Agricoltura sono stati sporadi-
ci, limitati a una forma di assistenzialismo a macchia di leopar-
do, senza programmi concreti e lungimiranti». Questo ad Haiti.
Forse per il riso italiano le cose gireranno invece un po’ meglio,
o almeno lo lascia sperare la decisione del governo - spinto dal-
la protesta dei risicoltori - di chiedere alla Commissione Europea
una clausola di salvaguardia del made in Italy dalle massicce im-
portazioni asiatiche. A livello comunitario la procedura andrà so-
stenuta dagli interessati in sinergia anche con le altre associa-
zioni di risicoltori UE come Grecia, Francia, Bulgaria, Spagna. Se
sono “chicchi” fioriranno.
Per Info: www.cisvto.orgwww
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documenti
Agricoltura 85
Phil Hogan nuovo commissario all’agricoltura
Jean-Claude Junker è stato eletto alla guida della nuova Com-
missione Europea: il candidato del Partito popolare ha ottenuto
422 voti, con 250 contrari, 47 astenuti e 10 schede nulle. Il po-
lacco Czeslaw Siekierski (già vicepresidente della stessa commis-
sione nella precedente legislatura), è stato eletto presidente del-
la Commissione agricoltura del nuovo Parlamento europeo che
si è insediato il primo luglio scorso, subentrando a Paolo De Ca-
stro. Un altro europarlamentare italiano, Giovanni La Via, è sta-
to eletto presidente della commissione Ambiente, Sanità e Sicu-
rezza alimentare. Jean-Claude Juncker ha già presentato i 27
candidati Commissari, che ad inizio ottobre hanno sostenuto
un’audizione incentrata su una serie di quesiti di verifica di fron-
te alle commissioni parlamentari competenti in ogni materia.
È l’irlandese Phil Hogan il candidato a guidare la politica agri-
cola dell’Unione europea nel prossimo quadriennio, incarico at-
tualmente esercitato dal romeno Dacian Ciolos. Hogan, 54 an-
ni, membro del partito Fine Gael di centrodestra, è un politico di
lungo corso ed è stato fino al luglio scorso ministro dell’Ambien-
te, delle Comunità e del Governo locale del suo Paese. Hogan
ha incentrato la sua audizione del 2 ottobre su alcuni temi fon-
damentali: la revisione della riforma della politica agricola comu-
ne (PAC), il miglioramento della produzione agricola virando ver-
so una maggiore qualità dei prodotti europei, l’importanza degli
accordi di libero scambio con Usa e Canada, i nuovi investimen-
ti e i legami in termini di incentivi alla produttività legati al vasto
programma di ricerca e innovazione, Horizon 2020.
L’audizione ha soddisfatto la commissione parlamentare, che
con un voto a grande maggioranza si è espressa a favore della
nomina di Hogan a Commissario europeo. A favore i 31 eurode-
putati del Ppe, S&D, Alde e dai conservatori britannici, contrari
i 4 deputati di Verdi, Sinistra radicale della Gue e gli euroscettici
del gruppo Efdd di Ukip e Movimento 5 Stelle.
La Commissione sarà infine formalmente nominata dai 28 capi
di Stato e di Governo che compongono il Consiglio europeo e
sarà operativa a partire dal 1° novembre 2014.
Aiuti per la crisi UE/RussiaDopo le sanzioni imposte dall’Ue in seguito all’escalation della
crisi in Ucraina, Mosca ha deciso il 7 agosto scorso per un em-
bargo totale di un anno di prodotti alimentari e agricoli (frutta,
vegetali, carne, pesce) da Unione europea, Usa, Canada e Au-
stralia. Il 10 settembre la Commissione Europea ha annunciato
la messa a disposizione di 165 milioni di euro da utilizzare, fino
a fine 2014, per finanziare diverse misure a sostegno dei pro-
dotti agroalimentari deperibili più colpiti nell’immediato dal-
le sanzioni della Federazione Russa: pomodori, carote, pepero-
ni, cetrioli, mele, pere, uva da tavola, kiwi, arance e mandarini,
ovvero tutti quei prodotti di stagione deperibili e senza mercati
alternativi. Il programma prevede da una parte aiuti specificata-
mente dedicata a quegli Stati membri che storicamente hanno
conosciuto esportazioni di frutta e verdura rilevanti verso la Rus-
sia, dall’altra aiuti generici aperti a tutti i Paesi UE.
Gli aiuti sono rivolti a sostenere il ritiro dal mercato, il manca-
to raccolto o la raccolta anticipata e funzionano con un mec-
canismo di volumi ammissibili per i singoli Stati membri, di
cui sono state dettagliate le cifre esatte per ciascuna categoria
di prodotti, il cui ammontare è stato stabilito tenendo conto del-
le quantità esportate verso la Russia dai singoli Stati negli ultimi
tre anni (2010-2013).
L’Italia è la seconda beneficiaria degli aiuti dopo la Spagna, con
circa 80mila tonnellate di prodotti.
Per accedere a tutte le informazioni sulla crisi (misure adottate, stanziamenti, prossimi provvedimenti, ecc.) si veda:
http://ec.europa.eu/agriculture/russian-import-ban/index_en.htm
www
Approvato il marchio “Prodotto di montagna”Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione euro-
pea è diventato operativo il regolamento approvato dalla Com-
missione di Bruxelles che stabilisce le condizioni d’uso dell’in-
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uno sguardo sull'europa
Agricoltura 85
a cura di Andrea Marelli - Direzione Agricoltura
dicazione di origine “Prodotti di montagna”. Il provvedimento
si inserisce in un percorso avviato con il regolamento n. 1151
del 2012 per valorizzare i prodotti agroalimentari, in particolare
quelli con un forte valore aggiunto. Ai marchi ormai consolidati,
come Dop e Igp, se ne andranno ad affiancare altri.
Il marchio ha natura facoltativa e può già essere utilizzato: la di-
zione “Prodotto di montagna” potrà essere applicato ai prodot-
ti di origine animale derivati da capi allevati nelle zone di mon-
tagna e lì trasformati; ai prodotti derivanti da animali allevati per
almeno due terzi della loro vita in montagna e lì trasformati; ai
prodotti derivanti da animali transumanti che siano stati allevati
per almeno un quarto della loro vita in pascoli montani; ai pro-
dotti vegetali, se coltivati nelle zone di montagna. Vengono sta-
biliti vincoli anche per i mangimi prodotti in montagna, che do-
vranno costituire almeno il 50% della dieta degli animali (25%
per i suini e 60% per i ruminanti).
Il marchio potrà essere utilizzato anche per i prodotti dell’api-
coltura, purché il nettare e il polline provengano esclusivamen-
te da zone montane. I prodotti trasformati possono contenere
anche materie prime non prodotte in montagna (es. zucchero,
sale, erbe aromatiche, ecc.), purché non rappresentino più del
50% del peso totale, mentre alcune operazioni di trasforma-
zione potranno essere effettuate al di fuori del contesto monta-
no, laddove i vincoli naturali pregiudichino la disponibilità di im-
pianti adeguati.
Outlook agricolo UE 2014 La Commissione europea ha pubblicato le previsioni agricole a
breve termine (“Short-Term Agricultural Outlook” 2014-2015)
che, in sintesi, indicano un buon raccolto di cereali e un aumen-
to della produzione di carne, latte e prodotti lattiero-caseari.
Cereali: i dati consolidati confermano per il 2013-2014 un rac-
colto di 302 milioni di tonnellate (+5% sulla media degli ulti-
mi cinque anni e +8% sul 2012-2013), con un livello record per
quanto riguarda le esportazioni che raggiungono i 42 milioni di
tonnellate. Anche il raccolto 2014-2015 si annuncia leggermen-
te in crescita (303 milioni di tonnellate).
Carne: dopo due anni di offerta limitata, nel 2014 la produzio-
ne è destinata a crescere. La tiepida ripresa economica in atto
fa pensare che il consumo di carne in Europa possa aumenta-
re, mentre le esportazioni dovrebbero diminuire, in particolare
quelle suine e di pollame, i settori più colpiti a seguito della cre-
scente incertezza di alcuni dei più importanti partner commer-
ciali, come la Russia (l’embargo sulle importazioni di carni suine
provenienti dall’UE ha provocato nel 2014 un crollo calcolato at-
torno all’80% rispetto al 2013). Tuttavia, la forte domanda asia-
tica ha limitato il calo complessivo delle esportazioni UE al 16%.
Latte: nei primi quattro mesi del 2014 le forniture hanno tocca-
to il massimo storico (+6% sullo stesso periodo del 2013). Con-
trariamente alle aspettative, la produzione in alcuni Paesi dell’UE
non è diminuita, nonostante il rischio di sforamento dei contin-
genti. Tale eventualità è stata anticipata con prezzi piuttosto al-
ti in Germania, Danimarca e Austria. In Irlanda la produzione di
latte ha rallentato bruscamente, mentre in Polonia è aumentato
del 7,3%, dove i prezzi sono tra i più bassi in Europa. In alcuni
Stati Membri (Regno Unito, Francia, Estonia e Romania) che sot-
toutilizzano le loro quote, le forniture di latte sono aumentate
in modo significativo nei primi quattro mesi dell’anno. La produ-
zione in Grecia e Repubblica Ceca continua invece a diminuire.
Complessivamente, i prezzi del latte rimangono elevati (+15,5%
rispetto ai primi quattro mesi del 2014), grazie alle esportazioni,
in particolare del latte in polvere. Per l’anno in corso, nell’UE si
prevede un incremento della produzione di latte del 2,8%, pa-
ri a 4 milioni di tonnellate, per una produzione complessiva di
145,3 milioni di tonnellate.
Per scaricare l’Outlook: http://ec.europa.eu/agriculture/markets-and-prices/short-
term-outlook/index_en.htm
www
Programma Horizon2020Con il bando “SME Instrument”, il Programma europeo Ho-
rizon2020 mette a disposizione fino a 2,5 milioni di euro per
le piccole e medie imprese altamente innovative in settori che
comprendono, tra gli altri: filiera di produzione agroalimentare
sostenibile, sistemi energetici a bassa emissione di CO2, traspor-
ti verdi, ecoinnovazione e fornitura sostenibile di materie prime.
La prossime scadenze per la presentazione dei progetti sono fis-
sate il 9 ottobre e il 17 dicembre.
Per maggiori info: http://ec.europa.eu/research/participants/portal/desktop/en/
opportunities/h2020/calls/h2020-smeinst-1-2014.html
www
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uno sguardo sull'europa
Agricoltura 85
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