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Stabilimento di Corato (BA)...Statale Trani Corato, pertanto è assicurato il raggiungimento dei mezzi di soccorso. L’area di interesse ricade in zona omogenea agricola – “E

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Stabilimento di Corato (BA)

Via Vecchia Trani A.C.

RELAZIONE TECNICO-ILLUSTRATIVA

“PROGETTO DI AMPLIAMENTO

DEPOSITO DI STOCCAGGIO E IMBOTTIGLIAMENTO GPL”

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PREMESSA

La Società MADOGAS S.r.l. “ con sede in Corato alla Via Vecchia per Trani a.c., Società

distributrice di G.P.L. per uso combustione, all’ingrosso ed al dettaglio, per uso domestico,

artigianale, industriale ed agricolo, sia in bombole che in serbatoietti, con la presente intende

ampliare il deposito di stoccaggio da m³ 350 a 1250 m³, aggiungendo n. 2 serbatoi da 300 mc.

e n. 2 serbatoi da 150 mc. tutti tumulati.

Di tali serbatoi, quelli con capacità di 300 mc., saranno utilizzati per GPL “non denaturato”

mentre il serbatoio con capacità di 50 mc. e i serbatoi con capacità di 150 mc. saranno

utilizzati per GPL “denaturato”. Pertanto l’impianto sarà dotato anche di un sistema di

denaturazione del prodotto.

Il deposito, dista dal centro cittadino circa 1,3 Km. dalle prime abitazioni del centro cittadino,

e dallo svincolo autostradale circa 3,5 Km., uscita Trani Corato, con accesso dalla Strada

Statale Trani Corato, pertanto è assicurato il raggiungimento dei mezzi di soccorso.

L’area di interesse ricade in zona omogenea agricola – “E “,per la quale é consentito il rilascio

di concessioni ad edificare in osservanza del parametri seguenti:

indice di fabbricabilità per usi abitativi If = 0,03 mc/mq

rapporto di copertura per usi abitativi Rc = 0,80%

numero dei piani fuori terra 2

altezza massima m 8.00

distacchi dai confini sul confine oppure m 5.00

distacchi tra fabbricati m 5,00

distanze dalle strade secondo normativa stradale

La zonizzazione dell’area limitrofa a quella di intervento, parimenti agricola, relativamente

all’estensione contenuta entro il raggio di oltre 500 m dal contorno della proiezione in pianta

del progettato serbatoio, prevede, secondo quanto si desume dal Certificato rilasciato dal

Sindaco e dalla tavola di P.R.G., il medesimo indice di fabbricazione, quindi di molto

inferiore a 1,5 m³/m² costituente la densità media reale di edificazione oltre la quale non sono

ammessi depositi del tipo in argomento, come prescritto al punto 3.2.2 del D.M. 13.10.94

L’opificio in parola è pertanto realizzabile all’interno della prescelta area agricola, esistendo i

presupposti per la definizione dell’accordo con gli strumenti urbanistici locali, già definiti in

precedenza, ai sensi del punto 3.2.1 del D.M. 13.10.94 citato.

La zona agricola, infatti, interessa l’intera area estendendosi tra il suolo in argomento ed il

limite settentrionale della Zona D industriale, distante da Sud di circa 1,3 Km.

A circa 1 Km. A Sud-Ovest invece insiste la delimitazione della Zona di rispetto cimiteriale e

parte di tratta ferroviaria Bari Nord.

Le prime costruzioni, come innanzi detto, dal centro abitato distano anch’esse non meno di

1,3 Km. ricadendo ai margini della zona industriale, mentre le prime costruzioni rurali distano

non meno di 50 mt. dal limite di proprietà.

Il deposito, già realizzato e collaudato, risulta inoltre libero da altri vincoli, quali presenza di

elettrodotti, canalizzazioni, acquedotti, e luoghi di non trascurabile affollamento; é infine

completamente privo di opere o manufatti, al pari delle circostanti aree.

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L’orografia del terreno in argomento,zona ampliamento, presenta un andamento pressoché

orizzontale, o comunque tale da non superare in alcun tratto la pendenza del 5%.

Per quanto concerne le caratteristiche del prodotto oggetto ampliamento del deposito,

merceologicamente “ Propano e Butano ”, si prevede:

peso specifico dei vapori relativo all’aria 1,530

densità relativa all’acqua 0,560 max

temperatura di infiammabilità gas

temperatura di autoaccensione (gradi centigradi) 468,00

campo di infiammabilità nell’aria (% in volume) 2,1-9,5

potere calorifico (kCal/kg) 12.000

Dato che ai fini della sicurezza è necessario che i serbatoi di G.P.L. non siano totalmente

riempiti con la fase liquida, ma che, al loro interno, coesistano entrambe le fasi, liquida e

gassosa, la capacita di riempimento del serbatoio, ovvero il massimo “ consentito “ per lo

stesso e per i recipienti mobili di Propano quale prodotto “puro” o, analogamente, trattandosi

degli stessi valori, di “miscela commerciale C (Propano commerciale)”, è previsto

corrispondentemente a quanto indicato nella Tabella di cui al punto 2.2 del D.M. 13.10.94.

Per serbatoi interrati o ricoperti sia il propano che la miscela propano-butano è di 460 Kg/m³

di capacita del serbatoio.

I valori della surriportata tabella, che definiscono il peso massimo in kg per m³ di capacità del

serbatoio, consentono di definire la classificazione del deposito misto (serbatoi fissi e mobili)

in parola, calcolata in kg, trasformando la capacita dei serbatoi fissi da volume a massa con i

coefficienti di conversione indicati.

La capacita effettiva da stoccare sarà quindi pari a:

recipienti mobili peni e vuoti, di capacita nominale complessiva pari a 50.000 Kg:

m³ 119 * 0,420 tonn /m³ = .....…................…… tonn 50

n. 01 serbatoio fisso ricoperto di capacita nominale complessiva pari a 25.000 kg/m³

50 * 0,460 tonn /m³ = .....................………… tonn 23

n. 04 serbatoi fissi ricoperti di capacita nominale complessiva pari a 150.000 kg/m³

150 * 0,460 * 4 = tonn /m³ = .....................………… tonn 276

n. 02 serbatoi fissi ricoperti di capacita nominale complessiva pari a 150.000 kg/m³

300 * 0,460 * 2 = tonn /m³ = .....................………… tonn 276

sommando si ottengono tonn. 625

Tale valore, risultando superiore a 200 tonn e quindi superiore al limite di cui alla seconda

colonna, dell’Allegato I, Parte I, del Decreto Legislativo 17.08.1999 n. 334 ( “Attuazione

della Direttiva 96\82\ CE, relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con

determinate sostanze pericolose) pertanto soggetta al “Rapporto di Sicurezza” di cui all’art. 08

del Decreto Legislativo citato.

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INDICE DEL DOCUMENTO

1 SCOPO DEL DOCUMENTO

2 DESCRIZIONE GENERALE

2.1 DENOMINAZIONE DEL DEPOSITO

2.2 DESCRIZIONE DEL DEPOSITO NELLACONFIGURAZIONE ATTUALE

2.3 MISURE ADOTTATE PER EVITARE GLI EVENTI INCIDENTALI DAL PUNTO DI

VISTA IMPIANTISTICO E OPERATIVO

2.4 DESCRIZIONE DELLE MODIFICHE DA REALIZZARE

2.5 DISTANZE DI SICUREZZA

2.6 VIABILITA' INTERNA

3 APPARECCHIATURE DELL'IMPIANTO G.P.L.

3.1 PREMESSA

3.2 SERBATOI DI STOCCAGGIO

3.2.1 CARATTERISTICHE PRINCIPALI

3.2.2 LINEE DI PROCESSO CONNESSE AI SERBATOI

3.2.3 VALVOLE DI SICUREZZA

3.2.5 STRUMENTAZIONE E RILEVAMENTO DEI PARAMETRI OPERATIVI

3.3 POMPE E COMPRESSORI .G.P.L.

3.3.1 SALA DI DENATURAZIONE GPL

3.4 PUNTO DI TRAVASO

3.5 PENSILINA D'IMBOTTIGLIAMENTO E DEPOSITO DELLE BOMBOLE

PIENE

3.6 TUBAZIONI IMPIANTO G.P.L.

3.7 AREA DI STOCCAGGIODI BOMBOLE DI m³ 20.00

4 IMPIANTI DI PROTEZIONE

4.1 IMPIANTO ANTINCENDI

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4.1.1 GENERALITA’

4.1.2 APPARECCHIATURE DI POMPAGGIO ACQUA ANTINCENDIO

4.1.3 RETE IDRICA ANTINCENDIO

4.1.4 IDRANTI

4.1.5 IMPIANTI IDRICI DI RAFFREDDAMENTO AD ACQUA NEBULIZZATA

4.1.6 ATIREZZA TURE MOBILI D'ESTINZIONE

4.1.7 DIMENSIONAMENTO DELL'IMPIANTO ANTINCENDIO

4.1.7.1PORTATE DEGLI IMPIANTI IDRICI DI RAFFREDDAMENTO AD ACQUA NEBULIZZATA

4.1.7.3 PORTA TA DI POMPA GGIO

4.1.8 RISERVA IDRICA ANTINCENDIO

4.2 IMPIANTO D'IMMISSIONE ACQUA NEI SERBATOI

4.3 SISTEMI DI CONTROLLO E SICUREZZA

4.3.1 RILEVAMENTO GAS INFIAMMABILI.

4.3.2 PULSANTI D'EMERGENZA

4.3.3 SISTEMA DI BLOCCO DELLE LINEE G.P.L.

5 ALTRI IMPIANTI E COSTRUZIONI

5.1 IMPIANTO ELETTRICO

5.2 SALA CONTROLLO

5.3 IMPIANTO DI PROTEZIONE CATODICA

5.4 IMPIANTO DI MESSA A TERRA E DI PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE

ATMOSFERICHE

5.5 PRINCIPIO FUNZIONALE IMPIANTO DI DENATURAZIONE IN LINEA

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ELENCO DEGLI ALLEGATI

All. n° 1 Relazione Tecnico-Illustrativa;

All. n° 2 Stralcio Catastale, Stralcio dell’IGM, Certificato di destinazione Urbanistica;

All. n° 3 Planimetria viabilità interna, Distanza di sicurezza esterna, Distanza di protezione;

All. n° 4 Pianta con distanze di sicurezza interna, pianta Lay-Out con simboli grafici;

All. n° 5 Planimetria adduzione gas, Pianta prospetto sezioni dei serbatoi, Punto di Travaso,

Schemi di flusso;

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SCOPO DEL DOCUMENTO

La presente relazione tecnica, insieme con i relativi allegati, costituisce il progetto definitivo

delle modifiche che s'intendono apportare allo stabilimento di G.P.L. della società

MADOGAS S.r.l., sita nel territorio dei Comune di Corato, con sede legale e deposito in Via

Vecchia Trani a.c., per il suo ampliamento da 350 m a 1250 m totali, rispettando tutte le

regole tecniche contenute nel D.M.13/10/1994, "Norme tecniche per la progettazione, la

costruzione, l'installazione e l'esercizio dei depositi di G.P.L. in serbatoi fissi di capacità

complessiva superiore a 5 M3 e/o in recipienti mobili di capacità superiore a 5000 kg".

Nella presente relazione, dopo una breve descrizione dell'impianto nella configurazione

attuale, è riportata la descrizione delle opere che s'intendono eseguire, con riferimento alla

normativa applicabile ed al modo d'adeguamento. In allegato sono riportati gli elaborati

grafici.

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2 DESCRIZIONE GENERALE

2.1 DENOMINAZIONE DEL DEPOSITO

MADOGAS S.r.l.

Via Vecchia Trani a.c.

70033 Corato

2.2 DESCRIZIONE DEL DEPOSITO NELLACONFIGURAZIONE

ATTUALE

Lo stabilimento, nella configurazione attuale, è costruito su un'area di forma quasi regolare,

della superficie complessiva di 19600 m circa, lo stesso comprende le seguenti principali

apparecchiature e costruzioni:

n° 1 serbatoi di stoccaggio di G.P.L., cilindrico, orizzontale, tumulati, con una capacità

geometrica di 50 m;

n° 2 serbatoi di stoccaggio di G.P.L., cilindrici, orizzontali, tumulati, con una capacità

geometrica di 150 m;

n°1 sala pompe e compressore per la movimentazione dei G.P.L.;

n° 2 punti di travaso autocisterne di cui uno dedicato allo scarico bilici, per il prodotto in

entrata, e l’altro per il carico per il prodotto in uscita;

n° 1 tettoia \ ribalta nel quale è sistemata la rampa per il riempimento delle bombole con

l’aggiunta in tale luogo di una bilancia per l’imbottigliamento di GPL per uso autotrazione

(mezzi industriali) ed il deposito temporaneo delle bombole piene e vuote;

n° 1 sala pompe antincendio;

n° 1 gruppo elettrogeno;

n° 1 serbatoio in cemento armato, interrato da 517 m di capacità, costituente la riserva

idrica antincendio;

n° 1 edificio, adiacente all'ingresso sul lato sinistro dello stesso, destinato ad uffici, al

piano terra e al piano rialzato alloggio custode;

n° 1 edificio destinati a servizi quali: officina meccanica per la riparazione delle bombole,

reparto di granigliatura e collaudo bombole, reparto di saldatura bombole, magazzino,

situato in fondo al deposito alle spalle dei serbatoi;

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2.3 Misure adottate per evitare gli eventi incidentali dal punto di vista

impiantistico e operativo

La prevenzione dei rilasci di prodotti pericolosi, le cui cause sono state individuate, e saranno

riportate in relazione nella parte Analisi delle frequenze degli eventi incidentali, nell’ultima

parte, avviene mediante le misure di protezione, che sono state in primo luogo descritte nella

individuazione delle ipotesi incidentali.

Di seguito si riporta un elenco dettagliato delle misure di protezione.

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Gli scenari incidentali risultati credibili nel Deposito della MADOGAS sono:

EVENTO INCIDENTALE

FREQUENZA

ACCADIMENTO (occ/anno)

SCENARI

INCIDENTALI

FREQUENZA DI ACCADINIENTO

(occ/anno)

Ipotesi 2a

Rilascio in fase LIQUIDA per perdita significativa da tubazione di maggior diametro 3"÷4”.

7,875 · 10-4

BLEVE ATB P001- FIRE FLASH FIRE UVCE DISPERSION

2,30 · 10-8 1,18· 10-4 6,02· 10-5 6,70 · 10-6 6,02 · 10-4

Ipotesi 4a Rilascio in fase LIQUIDA da rottura tenuta pompa di carico botticelle/bombole

5,04 · 10-3

POOL FIRE FLASH FIRE UVCE DISPERSION

1,51 · 10-3 3,18· 10-5 3,53 · 10-6 3,50 · 10-3

Ipotesi 4b Rilascio in fase GASSOSA da rottura tenuta compressore di scarico autobotti.

1,47 · 10-3

JET FIRE FLASH FIRE JET DISPERSION

2,94 · 10-4 1,44 · 10-5 1,44 · 10-2

Ipotesi 5

Rilascio per rottura braccio di carico/scarico.

8,4 · 10-2

POOL FIRE BLEVE ATB FLASH FIRE POOL DISPERSION UVCE JET DISPERSION

8,2 · 10-8 8,4 · 10-10 8,4 · 10-4

7,55 · 10-7 3,78 · 10-10 7,56 · 10-3

Ipotesi 6 Rilascio bifase (LIQ/GAS) da PSV per sovrariempimento.

5,12 · 10-2

JET FIRE FLASH FIRE UVCE DISPERSION

1,9 · 10-8 7,49 · 10-7

2 · 10-8 4,34 · 10-6

Ipotesi 7.1

Rilascio di G.P.L. in fase GASSOSA per rottura manichetta flessibile di carico/scarico ATB.

1· 10-1

JET FIRE BLEVE ATB FLASH FIRE JET DISPERSION

1 · 10-2 2 · 10-6 9 · 10-8

8,99· 10-2

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A) Dal punto di vista impiantistico

A livello preventivo le principali misure adottate riguardano:

Criteri di progettazione costruttivi volti a minimizzare la possibilità di perdite

dell’integrità di tubazioni o apparecchiature, o di difetti di tenuta.

Installazione di impianti di rilevazione fughe di gas.

Pulsanti di emergenza localizzati nei punti strategici del Deposito.

Sistema di intercettazione automatico costituito da valvole di blocco a comando

pneumatico montate su tutte le linee nonché da sistema di blocco pompa e

compressore, azionati dai sistemi di rilevamento gas e dai pulsanti di emergenza.

Sistema di accoppiamento “Break Away Coupling” che intercetta automaticamente i

bracci/manichette in caso di rottura, garantendo che la “rottura” stessa avvenga nel

punto prestabilito.

Sistemi di raffreddamento e antincendio avviati automaticamente dai pulsanti di

emergenza.

Sistemi strumentali di controllo del massimo riempimento e dell’alta pressione per i

serbatoi di stoccaggio.

Sistemi di allarme acustico/visivi.

Pinza di messa a terra autobotti con blocco compressore/pompa. Protezione catodica

sui serbatoi.

B) Dal punto di vista operativo.

Le precauzioni operative sono rivolte essenzialmente ad evitare il verificarsi delle cause di

rilascio e consistono principalmente in:

Verifiche e controlli periodici dello stato di conservazione di tutte le apparecchiature

contenenti G.P.L..

Verifiche periodiche di funzionalità dei sistemi di sicurezza (valvole di sicurezza, di

blocco, impianto antincendio, rilevatori fughe di gas, ecc.) con compilazione del

registro manutenzioni

Adozione di procedure volte ad escludere o comunque a minimizzare l’eventualità che

errori operativi portino a versamento di prodotto durante le operazioni di travaso

autobotti. Particolare attenzione e dedicata ad impedire il movimento dell’autobotte

prima che siano state completate tutte le fasi del travaso.

• Adozione di procedure atte a prevenire il sovrariempimento dei serbatoi. La

prevenzione di tale eventualità si basa su un’accurata verifica degli indicatori di livello

dei serbatoi e nell’impiego, per le operazioni di travaso, di personale affidabile ed

esperto che offre la garanzia di un attento controllo delle indicazioni di livello.

Formazione del personale e compilazione del registro prove antincendio; la

formazione del personale sarà effettuata presso organizzazioni del settore riconosciute

e che rilasciano attestati di frequenza del corso effettuato.

Cartellonistica riportante i divieti e le procedure di emergenza, si produrrà una

Planimetria dei sistemi di sicurezza.

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Le varie strutture civili del Deposito saranno verificate rispetto alle sollecitazioni sismiche

associabili alle caratteristiche geofisiche della zona, cl1e e classificata di categoria 3. In

particolare si terra conto di quanto espresso nel D.M. “Norme tecniche per la costruzione in

zone sismiche” del 16 gennaio 1996 e della relativa circolare esplicativa del 10 aprile 1997,

n.65.

Perturbazioni meteomarine

La zona del Deposito non e soggetta a perturbazioni meteomarine quindi i calcoli delle

strutture sono stati eseguiti tenendo conto solo delle forze dovute alla spinta del vento.

Il serbatoio è debitamente ancorato in modo da evitare spostamenti anche in caso di

inondazioni.

Perturbazioni cerauniche

Un’efficace sistema di protezione contro le scariche atmosfericl1e a norme CEI 81.1 e stato

adottato nella progettazione come precauzione per eventi quali fulmini.

Esplosioni

Presso l’impianto sono installati muri di e di schermo. I serbatoi di stoccaggio sono tumulati.

Incendi

Il deposito e dotato di impianto antincendio, come descritto in seguito.

PRECAUZIONI PROCETTUALI E COSTRUTTIVE

Norme di progettazione degli impianti elettrici dei sistemi di strumentazione di controllo e

degli impianti di protezione contro le scariche e le cariche elettrostatiche

A) NORME DI PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI ELETTRICI

La progettazione degli impianti elettrici, sarà eseguita in accordo alle disposizioni CEI 64-8

per quanto attiene l’elettronica generale e secondo le norme CEI 64.2 per quanto riguarda gli

impianti elettrici antideflagranti.

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B) STRUMENTAZIONE DI CONTROLLO - CRITERI DI PROGETTO

Il Deposito verrà dotato di:

impianto rilevazione fughe gas

pulsanti di emergenza

impianto pneumatico per il comando delle valvole di intercettazione

G.P.L. automatizzate

gruppo di allarme video-acustico.

In caso di rilascio di gas, la captazione del G.P.L. e rilevata la perdita, da parte di un operatore

attiverà la seguente frequenza:

1. attivazione del dispositivo acustico e luminoso;

2. arresto del compressore e della pompa asservite per il travaso;

3. chiusura delle valvole d’intercettazione G.P.L. con attuatore pneumatico;

4. sgancio della tensione;

Pulsanti di emergenza

I pulsanti di emergenza sono previsti tutti a doppio contatto per gestire in modo simultaneo sia

le sequenze di sgancio dell’energia elettrica, la chiusura delle valvole pneumatiche comandate

a distanza poste sulle linee G.P.L.

I pulsanti saranno installati in diverse zone del Deposito e posizionati in luoghi visibili e

presidiati al momento delle operazioni di lavoro:

I pulsanti sono previsti nelle seguenti zone di lavoro:

n. 1 all’esterno sala pompe e compressori G.P.L.;

n. 1 in prossimità di ciascun punto di travaso;

n. 1 in prossimità del reparto imbottigliamento;

n. 1 in prossimità del reparto stoccaggio bombole piene/vuote;

n. 1 all’interno degli uffici

Tutti i pulsanti sono previsti in custodie di colore rosso dotate di vetro frangibile e segnalate

con opportuni cartelli indicatori.

L’azionamento di uno dei pulsanti di emergenza, provoca i seguenti eventi:

Chiusura valvole pneumatiche comandate a distanza su tubazioni, punti travaso e

serbatoi G.P.L.;

Sgancio tensione in tutto il Deposito;

Accensione luci di emergenza zone di lavoro.

Azionamento dell’impianto antincendio a pioggia, con il successivo sezionamento

fatto sul quadro di controllo presso gli uffici.

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Lo sgancio dell’energia elettrica del Deposito, comporta il mantenimento in tensione di alcune

linee preferenziali in partenza dal quadro, e relative in particolare all’alimentazione quadro

elettrico motopompe antincendio, o gruppo elettrogeno.

Ciascun serbatoio è dotato come prescritto al punto 5.5.2 del D.M. 13/10/1994 delle seguenti

strumentazioni:

livellostato tarato al 85%, con allarme;

indicatore indipendente di alto livello,con allarme;

pressostato tarato a 14 bar,

termometro,

n° due valvole di sicurezza, una di riserva all’altra, con idoneo cassetto che esclude

l’una all’altra per la manutenzione, con tubazione di scarico verso l’alto non meno di

2mt.

Il livellostato in esecuzione antideflagrante è tarato per un livello di intervento pari all’85%

del volume del serbatoio (massimo riempimento previsto dal D.M. 13/10/1994 per i serbatoi

ricoperti) farà scattare la seguente sequenza:

attivazione dell’allarme acustico,

arresto dei compressori.

In caso di superamento della soglia di livello dell’85% il compressore e/o la pompa, potranno

essere riattivati solo mediante apposito interruttore a chiave sotto la responsabilità

dell’operatore addetto al travaso per il trasferimento del prodotto ad altro serbatoio o

botticella, al fine di ripristinare il livello massimo per lo stoccaggio.

Cause che possono generare il superamento del livello di soglia sono:

1. fenomeni di ricondensazione a scarico avvenuto, in certe condizioni di temperatura e

pressione che variano nel corso della giornata;

2. inerzia del sistema di blocco del compressore o pompa che influenza il tempo di risposta.

Il serbatoio verrà dotato di pressostato che al raggiungimento della pressione di 14 bar lancerà

l’allarme prima che intervengano le valvole di sicurezza tarate a 17,65 bar,

Norme utilizzate per il calcolo dei sistemi di scarico di pressione dei recipienti di

processo

I dispositivi di scarico per sovrappressione attuati con valvole di sicurezza saranno costruiti ed

installati secondo la normativa ISPESL in numero adeguato.

Le valvole di sicurezza installate a protezione del serbatoio è una di riserva all’altra e

scaricheranno in candela ad un’altezza di almeno 2 metri dalla generatrice superiore dei

serbatoi.

Il controllo delle valvole di sicurezza verrà effettuato secondo le disposizioni di legge.

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Possibilità di controllare il funzionamento delle valvole di sicurezza e dei sistemi di

blocco con l’impianto in marcia

Ogni serbatoio e provvisto di n. 4 valvole di sicurezza con cassetto di derivazione in grado di

escludere le singole valvole di sicurezza dall’esercizio assicurando nel contempo l’esercizio di

un numero di valvole sufficienti ad assicurare la portata di efflusso prevista dalle norme

vigenti sugli apparecchi a pressione.

Norme utilizzate per il progetto dei recipienti serbatoi e linee

Le norme utilizzate per il progetto del Deposito sono di seguito elencate:

Decreto del Ministero dell’interno 13/10/1994;

Serbatoio

Nella configurazione attuale vi sono serbatoi tumulati da 50 m³ e 150 m³ regolarmente

collaudati ISPESL, , tutti i serbatoi sono del tipo cilindrico ad asse orizzontale, atti ad un

invaso massimo dell’85% della capacita geometrica.

I serbatoii sono tumulati, quindi la temperatura interna massima prevista è di 30°C , cui

corrisponde una pressione di 9,3 bar. Tuttavia sono progettati secondo norme ISPESL/VRS -

raccolta M, S ed E, con temperature di progetto di -10°C + 50°C e pressione di bollo 18 bar.

Tubazioni

Tutte le tubazioni del Deposito saranno in accordo al D.M. 13/10/94, e precisamente al punto

7.1, in particolare esse sano realizzate in acciaio API SLX, schedula 40, così pure tutto il

valvolame rispetterà il punto 7.2 del citato Decreto.

Criteri di protezione dei contenitori delle sostanze pericolose dalla possibile azione di

sostanze corrosive

Per le sostanze in oggetto, non esistono particolari problemi di corrosione, pertanto i materiali

ferrosi di serbatoi e tubazioni sono stati dotati in fase di progetto dei sovraspessori previsti da

progetto.

I serbatoi sono dotati d’impianto di protezione catodica, ad anodi sacrificali dimensionati su

un arco di venti anni e con punto di misura fisso.

Le tubazioni sono protette contro la corrosione mediante verniciatura.

Le scadenze di riverniciatura delle tubazioni risultano essere regolate da verifiche aziendali

condotte sullo stato delle apparecchiature.

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I serbatoi tumulati vengono sottoposti da parte dei professionisti iscritti all’albo professionale,

a controlli decennali per verificare le condizioni di sicurezza relative alle condizioni di

esercizio rispetto ai dati tecnici di progetto.

Descrizione dei sistemi di blocco di sicurezza e criteri di determinazione delle frequenze

di prova

Il sistema di blocco di sicurezza e costituito da una serie di valvole a chiusura rapida con

attuatore pneumatico poste in corrispondenza dei serbatoi, dei punti di travaso e

dell’imbottigliamento sia per la fase liquida che per quella gassosa.

La chiusura di tutte le valvole può essere ottenuta attraverso i pulsanti di emergenza ubicati

nei punti logistici oppure togliendo l’energia elettrica (disinserendo l’interruttore generale si

determina attraverso elettrovalvole la chiusura di tutte le valvole pneumatiche). Gli attuatori

pneumatici delle valvole sono del tipo:

Normalmente chiuso/aria apre sulle tubazioni di G.P.L.

Normalmente aperto/aria chiude sulle linee antincendio

In caso di incendio, le tubazioni di adduzione dell’aria, si estinguono interrompendo i

collegamenti in seguito ad azionamento automatico degli interruttori delle valvole anche senza

la presenza dell’operatore.

Il sistema di blocco viene periodicamente controllato e manutenzionato.

Provvedimenti atti ad evitare la formazione di miscele infiammabili/esplosive nei luoghi

chiusi

Nel Deposito, i luoghi dove si effettuano operazioni in ambienti parzialmente confinati sono

la sala pompe-compressori, il reparto imbottigliamento e il deposito temporaneo pieni/vuoti,

dove sono presenti sensori di gas il cui intervento provoca l’immediata intercettazione di una

eventuale perdita

Precauzioni per evitare danneggiamenti ai serbatoi e alle condotte di trasferimento a

seguito di collisione con veicoli o macchine di sollevamento

L’accesso dei mezzi mobili e strettamente limitato alle zone in cui sono ubicati i punti di

travaso autobotti e i punti di carico/scarico del reparto imbottigliamento.

Le tubazioni fuori terra saranno disposte in modo tale che siano evitati urti accidentali, ad

esempio da parte di automezzi in servizio al Deposito o di mezzi antincendio.

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2.4 DESCRIZIONE DELLE MODIFICHE DA REALIZZARE

La configurazione che lo stabilimento assumerà dopo la realizzazione delle opere di

ampliamento, è riportate nella tavole. Esso occuperà la medesima area attualmente occupata

dall'impianto.

Il progetto di ampliamento non prevede alcuna variazione, ne dell’area che degli impianti

esistenti e collaudati, ma della sola area di stoccaggio dove si affiancheranno ulteriori due

serbatoi di capacità di stoccaggio di G.P.L. di m 150 ciascuno e altri due serbatoi di capacità

di 300 m, si precisa che i serbatoi saranno installati in tumulo e dotato di accessori e

strumentazione, conformi a quanto richiesto dal D.M. dei 13/1011994, Titolo V, punto 5.5.

I nuovi quattro serbatoi saranno collegati alla sala pompe e compressore mediante tubazione

in acciaio, munita di dispositivo di chiusure e sezionamento con valvole manuali e

pneumatiche di blocco telecomandate, sia le tubazioni che le valvole rispetteranno i punti 7.1

e 7.2 del D.M. 13.10.94.

Sarà ampliato e realizzato nella parte nuova per l’immissione acqua nei serbatoi in caso

d’emergenza.

Inoltre è prevista una nuova sala pompe di GPL e una sala per la colorazione in linea.

Infatti è previsto lo stoccaggio di prodotto “non denaturato” per autotrazione attraverso

l’utilizzo dei due serbatoi di capacità singola di 300 m, mentre i restanti serbatoi saranno

utilizzati per GPL “denaturato” per uso civile.

Nella zona di imbottigliamento sarà predisposta una bilancia per il riempimento di bombole

per uso autotrazione.

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2.5 DISTANZE DI SICUREZZA

Nella realizzazione delle opere di ristrutturazione ed adeguamento dello stabilimento, saranno

rispettate tutte le distanze di sicurezza interna, esterna e di protezione, richieste dalle norme

dei D.M. dei 13/10/1994, Titolo IV, punti 4.2, 4.3, 4.4 e 4.5.

Tali distanze sono riportate in dettaglio nella "Planimetria distanze di sicurezza interne,

esterne e di protezione.

2.6 VIABILITA' INTERNA

La viabilità interna per gli automezzi destinati al carico ed allo scarico del prodotto sfuso e

delle bombole piene, non è stato variato in quanto come già detto in precedenza il deposito in

parola non ha subito nessun cambiamento.

L’accesso allo stabilimento dei suddetti automezzi sarà consentito, soltanto al momento in cui

devono effettuare le operazioni di carico o scarico del prodotto e per lo stretto tempo

necessario allo scopo.

I percorsi per l’accesso al punto di travaso delle autocisterne sono riportato nella "Planimetria

viabilità interna, vie di fuga ed uscite di sicurezza, e nella Tav. n° 3.

Gli automezzi dovranno percorrere le strade interne a passo d'uomo, obbligo segnalato da

apposita segnaletica.

L'avvicinamento e il posizionamento delle autocisterne alla rampa di travaso saranno

controllati direttamente dall'operatore addetto.

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3 APPARECCHIATURE DELL'IMPIANTO G.P.L.

3.1 PREMESSA

Nel seguito è riportata una dettagliata descrizione delle apparecchiature dell'impianto G.P.L.,

nella configurazione che lo stabilimento assumerà dopo la realizzazione delle opere

d'adeguamento programmate.

3.2 SERBATOI DI STOCCAGGIO

3.2.1 CARATTERISTICHE PRINCIPALI

Per lo stoccaggio dei G.P.L., lo stabilimento disporrà di n° 7 serbatoi, di cui uno avente la

capacità geometrica di 50 m, tumulato, n°4, cilindrici, ad asse orizzontale, tumulati, con

ciascuno una capacità geometrica di 150 m e n. 2 , cilindrici, ad asse orizzontale, tumulati,

con ciascuno una capacità geometrica di 300 m La capacità totale di stoccaggio dello stabilimento, pertanto avrà un volume totale di 1250 m.

I serbatoi cilindrici di nuova installazione, saranno installati in tumulo, sopra dei livello del

suolo ed appoggeranno su apposite selle in cemento armato.

La copertura dei serbatoio sarà eseguita, nella parte inferiore fino ad un'altezza di circa 1 m,

da sabbia ed argilla compattata, mentre la restante parte sarà costituita da sabbia di fiume

vagliata e compattata, per uno spessore di ricoprimento di almeno 0.5 m in ogni punto dei

serbatoio, così come richiesto dal D.M. dei 13/10/1994, Titolo V, punto 5.4.1.

La copertura sarà infine provvista di manto erboso in superficie, per proteggere il

ricoprimento contro l'erosione dagli agenti atmosferici e per motivi estetici.

I serbatoi saranno dotato d'impianto di protezione catodica, atto a garantire un'adeguata

protezione contro la corrosione esterna.

Le caratteristiche costruttive dei serbatoio saranno in accordo con la normativa ISPESL e

PED attualmente vigente e con le norme tecniche contenute nel D.M. dei 13/10/1994.

3.2.2 LINEE Di PROCESSO CONNESSE Al SERBATOI

CONNESSIONI AL SERBATOIO TUMULATO

I serbatoi tumulati saranno collegati, con giunto dielettrico, alle seguenti tubazioni di

processo, come rappresentato nello "Schema di flusso impianto G.P.L.".

Tubazione dell'aspirazione dei prodotto in fase liquida dal fondo dei serbatoio, per il suo

trasferimento ai punti di carico delle botticelle o alle apparecchiature d'imbottigliamento.

La tubazione, per la parte tumulata e fino alla valvola ad azionamento manuale, sarà dotata di

una incamiciatura esterna, di pari caratteristiche strutturali a quelle dei tubo interno.

La camera tra i due tubi sarà dotata d'indicatore ed allarme d'alta pressione, al fine di rilevare

eventuali rilasci.

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Tubazione da per il trasferimento dei prodotto in fase liquida nel serbatoio dal punto di

travaso.

Tubazione da 2" d'aspirazione in fase gas, utilizzata per lo scarico dei prodotto dal punto

travaso nel serbatoio di stoccaggio.

Tubazione da 2" d'equilibrio delle pressioni dei serbatoio e dell'autobotte, durante il carico

della stessa.

Collettore da 2" di spurgo e prelievo campioni, dotato di due valvole d'intercettazione a sfera,

a comando manuale, la seconda delle quali avrà un diametro nominale pari a DN 20, con

ritorno a molla nella posizione di chiusura, quando cessi l'intervento dell'operatore.

La seconda valvola sarà sistemata ad una distanza superiore a 0.60 m dalla prima.

Il collettore si staccherà dalla linea di prelievo dei prodotto dal fondo dei serbatoio e la sua

estremità libera sarà portata in zona sicura.

Tubazione da 2" d'immissione acqua nel serbatoio in caso d'emergenza.

La linea non sarà direttamente connessa al serbatoio, ma si collegherà alla linea d'aspirazione

dei prodotto in fase liquida, tra le due valvole d'intercettazione.

Essa sarà dotata di valvola d'intercettazione pneumatica a sfera e di valvola di non ritorno.

Tutte le suddette linee di processo, ad eccezione dei collettore degli spurghi, saranno dotate di

due valvole d'intercettazione a sfera, a passaggio totale, di cui una manuale e l'altra

pneumatica telecomandata.

Le valvole pneumatiche saranno del tipo "aria apre / mancanza d'aria chiude". La chiusura

contemporanea delle valvole pneumatiche sarà attuata automaticamente dall'intervento del

sistema di rilevamento fughe di gas e dei sistema di rilevamento d'incendio, oppure

manualmente tramite i pulsanti d'emergenza installati in varie aree dell'impianto.

La chiusura delle singole valvole potrà essere attuata per mezzo di comandi posti su un

quadro di comando, dotato d'indicazione della condizione di chiusura od apertura di ogni

singola valvola di blocco.

Le valvole pneumatiche saranno dotate di volantino per permetterne la manovra manuale in

assenza d'aria dalla rete.

Tutte le valvole ubicate in zona critica saranno di tipo fire - safe e dotate di certificazione e

rispetterà il punto 7.2, le tubazioni saranno in accordo al D.M. 13/10/94, e precisamente al

punto 7.1, in particolare esse sano realizzate in acciaio API SLX, schedula 40.

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3.2.3 VALVOLE Di SICUREZZA

I serbatoi saranno provvisti di n. 2 valvole di sicurezza a molla interna, di cui una di riserva,

realizzate conformemente alle norme sugli apparecchi a pressione, omologate ed ammesse

all'esercizio dall'ISPESL.

Il dimensionamento delle valvole di sicurezza dei nuovi serbatoi sarà eseguito dal fabbricante

dei serbatoi stessi, al momento della sua costruzione.

Le valvole saranno dotate di scarico in atmosfera, con quota di rilascio ad oltre 2 m dalla

generatrice superiore dei serbatoio.

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3.2.5 STRUMENTAZIONE E RILEVAMENTO DEI PARAMETRI

OPERATIVI

I serbatoi saranno dotati di strumentazione d'indicazione dei livello, pressione e temperatura,

con lettura continua in campo, secondo quanto richiesto dal D.M. del 1311011994, Titolo V,

punto 5.5:

3.3 POMPE E COMPRESSORI G.P.L.

Sarà realizzata una nuova sala pompe e compressori G.P.L., che sarà ubicata nella posizione

antistante i serbatoi con capacità di 300 mc.

La nuova sala pompe e compressori, che avrà una superficie in pianta di circa 60 m² sarà

costituita da un locale completamente aperto, dotato di tettoia di copertura. In essa saranno

installate le seguenti apparecchiature nuove, in sostituzione di quelle esistenti:

n° 2 pompe centrifughe, destinate ad inviare il G.P.L. alle apparecchiature dei reparto

d’imbottigliamento ed al punto di travaso per il carico delle autobotti;

n° 1 compressore alternativo, destinato allo scarico dei G.P.L. dalle autobotti.

Le pompe ed i compressori potranno essere azionati sia localmente tramite un quadro di

comando ubicato nella sala pompe e compressori, sia, previo consenso dal suddetto quadro,

tramite una pulsantiera presso il punto di travaso.

I compressori, come detto al paragrafo precedente, saranno arrestati automaticamente dagli

interruttori di massimo livello dei serbatoi di stoccaggio dei G.P.L.

sulla linea d'aspirazione di ciascuna pompa saranno installati:

- n° 1 filtro a "Y";

- n° 1 manometro con indicazione locale.

Sulla linea di mandata di ciascuna pompa saranno installati:

- n° 1 manometro con indicazione locale;

- n°1 interruttore di pressione, con blocco della pompa per alta pressione;

- n° 1 valvola di non ritorno;

- n° 1 valvola d'intercettazione manuale a sfera.

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Sulla linea d'aspirazione di ciascun compressore saranno installati:

- n° 1 recipiente separatore di liquido, con blocco dei compressore per alto livello;

- n° 1 valvola a quattro vie per l'inversione rapida dei flusso;

- n° 1 manometro con indicazione locale.

Sulla linea di mandata di ciascun compressore saranno installati:

- n° 1 valvola di sicurezza, con scarico all'atmosfera;

- n°1 manometro con indicazione locale.

- n° 1 interruttore di pressione, con blocco dei compressore per alta pressione.

La sala pompe sarà dotata di impianto di rilevazione gas.

3.3.1 SALA DI DENATURAZIONE GPL

In prossimità dei nuovi serbatoi sarà creata una sala per la denaturazione del GPL.

Ovvero sarà prelevato il denaturante dall’apposito contenitore e immesso, tramite azoto o

pompa pneumatica, in linea in piccoli volumi, ogni volta che un generatore di impulsi di un

contatore segnala il passaggio di una determinata quantità di prodotto.

All’interno di tale sala ci sarà la seguente strumentazione:

- Contenitore denaturante

- Valvola saturatrice

- Valvola di pressurizzazione

- Valvola di ritegno

- Valvole di intercettazioni

- Eiettore immissione denaturante

- PLC + concentratore di segnali

- Misuratore massico

- Elettrovalvola

- Manometri

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3.4 PUNTO DI TRAVASO

Il deposito è dotato di due punti di travaso. Il primo per lo scarico di bilici che portano il

prodotto dall’esterno e il secondo per il carico di cisternine per l’uscita dello sfuso dallo

stabilimento, per il rifornimento di piccoli serbatoi alle utenze civili e industriali.

I punti di travaso, che permettono di effettuare sia operazioni di carico, sia di scarico dei

G.P.L., è dotato di bracci metallici per la fase liquida mentre ci sono tubazioni flessibili per la

fase gas.

Il braccio per la fase liquida ha un diametro di 2" e quello per la fase gas un diametro di 1 1/2"

Entrambi i bracci di travaso sono dotati di dispositivo antistrappo in grado di intercettare il

rilascio di G.P.L. dai due lati (lato autobotte e lato impianto), in caso di partenza intempestiva

dell'autobotte con braccio ancora collegato alla stessa.

I bracci di travaso saranno dotati di valvole d'intercettazione rapida, , con sistema di blocco

delle suddette valvole e dei sistemi di pompaggio, in caso di movimento accidentale dei

veicolo, e in caso di mancanza di consenso dal dispositivo di messa a terra dei vettore in

travaso.

Su ciascun braccio metallico è installato uno sfiato da 1/2" sul tratto terminale, che sarà

collegato ad un sistema per convogliare il contenuto residuo dei braccio di travaso in zona

sicura, posta ad una quota non inferiore a 2 m al di sopra dei piano di campagna, dotato di

sistema di ricupero dei contenuto residuo dei braccio, a fine operazione di travaso.

All’estremità dell'impianto fisso, a cui sono collegati i bracci e le manichette, è sistemata una

valvola d'intercettazione a sfera a passaggio totale, a comando pneumatico, dei tipo "aria apre

- mancanza d'aria chiude", oltre a valvole d'intercettazione manuale su ciascuna delle linee,

che si dipartono dai bracci.

I punti di travaso saranno dotati di dispositivo di messa a terra dei mezzi di trasporto durante

le operazioni di scarico e carico, con interblocco dei compressori e delle pompe, in caso di

messa a terra inefficiente.

E’ realizzata una pavimentazione di tipo impermeabile per l'area di sosta delle autobotti in

corrispondenza dei punto di travaso, con una leggera pendenza trasversale (circa 1%), per

allontanare eventuali spandimenti di G.P.L. dall'area di travaso

I punti di travaso saranno dotati di protezione antincendio, mediante impianto fisso ad acqua

nebulizzata, in grado di fornire una portata superiore a 10 l/min /m2 per la cui descrizione si

rimanda al punto 4.1.3.

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3.5 PENSILINA D’IMBOTTIGLIAMENTO E DEPOSITO

DELLE BOMBOLE PIENE

Le operazioni di riempimento e deposito temporaneo delle bombole piene e vuote sono

effettuate in un apposito capannone, nel quale si possono distinguere le seguenti zone non

delimitate da muri:

zona di arrivo e deposito delle bombole vuote;

zona d'imbottigliamento, dotata di una giostra a dodici bilance per il riempimento di

bombole da 10, 15 e 25 kg e di una bilancia fissa per il riempimento di bidoni da 62 kg;

zona di carico automezzi e di deposito delle bombole piene, nella quale avviene il

deposito temporaneo delle bombole.

All'esterno dei capannone è sistemata la rampa di svuotamento delle bombole difettose.

La giostra d'imbottigliamento è all’interno del reparto, in modo da rispettare tutte le distanze

di sicurezza interne, esterne e di protezione, come indicato nella " planimetria distanze di

sicurezza interne, esterne e di protezione”.

La configurazione del deposito consisterà nell’aggiunta in tale luogo di una bilancia per

l’imbottigliamento di GPL per uso autotrazione (mezzi industriali).

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3.6 TUBAZIONI IMPIANTO G.P.L.

Le tubazioni dell'impianto di movimentazione G.P.L. saranno interamente rifatte, allo scopo

di migliorare la tecnica di movimentazione e tenere conto delle modifiche impiantistiche

previste.

Tutte le tubazioni saranno progettate per una pressione di 40 bar, nel rispetto come innanzi

detto al punto 7.1 del D.M. 13.10.94.

criteri di progetto delle tubazioni sono riportati nel seguito.

a) La pressione di progetto di 40 bar è superiore alla somma della pressione di progetto dei

serbatoi collegati, dei carichi idrostatici e della massima prevalenza delle pompe di

trasferimento.

b) Le temperature massima e minima di progetto saranno uguali a quelle fissate per i serbatoi

dal fabbricante, seguendo le norme ISPESI

c) Le tubazioni per la movimentazione dei prodotto saranno in acciaio al carbonio.

d) Le connessioni tra i vari tratti di tubazione saranno uniti mediante saldature di testa,

sottoposte ad esame radiografico al 100%. Le connessioni con le apparecchiature

(serbatoi, pompe, valvole) saranno FLANGIATE

e) I risultati dei controlli radiografici saranno corredati della relativa documentazione

certificativa.

Il percorso delle tubazioni G.P.L. è riportato nella Planimetria percorso tubazioni G.P.L.

Le tubazioni saranno sistemate prevalentemente in cunicolo ispezionabili , particolare

attenzione sui tratti di tubazione che attraversano aree interessate dalla viabilità saranno

sistemate in cunicolo ispezionabile, riempito di sabbia e munito di lastre di copertura.

I tratti inconciliabili di tubazione di fase liquida, aventi volume uguale o superiore a 0.1 m saranno dotati di valvole automatiche di sfioro contro le sovrappressioni, generate da

variazioni termiche.

3.7 AREA DI STOCCAGGIODI BOMBOLE

E’ stato previsto un aumento di stoccaggio di recipienti pieni e vuoti per un complessivo

di 10.000 Kg, m³ 20,000 * 0,420 tonn /m³ = tonn 8,400, lo stesso rispetterà il Titolo VIII,

e saranno poste in pallets, lo stoccaggio rispetta le distanze di sicurezza sia interne che

esterne.

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4 IMPIANTI Di PROTEZIONE

4.1 IMPIANTO ANTINCENDIO 4.1.1 GENERALITA'

Come innanzi detto, l'impianto idrico antincendio è quello esistente, già collaudato in

precedenza.

Lo stesso è conforme a quanto richiesto dal D.M. 13\10\1994, Titolo XI sarà conforme anche

alle norme UNI 9490 e 10779, con alimentazione di tipo superiore, secondo quanto prescritto

nella suddetta norma al punto 4.11.1.

4.1.2 APPARECCHIATURE Di POMPAGGIO ACQUA ANTINCENDIO

Per il pompaggio dell'acqua antincendio sarà mantenuto l'attuale impianto, installato in un

locale ubicato nelle adiacenze dei serbatoio di riserva idrica.

Le pompe sono dotate d'avviamento automatico, asservito a pressostati installati sul collettore

di mandata.

La pompa di pressurizzazione è utilizzata per mantenere sempre in pressione l'anello idrico

antincendio. In caso di diminuzione della pressione nella rete idrica, al raggiungimento di una

determinata soglia di bassa pressione, si ha la partenza automatica in sequenza della pompa

principale, e, in caso di mancato avviamento parte la seconda di pari potenza e portata.

In mancanza di energia elettrica fornita dall’ENEL entra in funzione la motopompa.

In alternativa alla motopompa il deposito è dotato di un gruppo elettrogeno come energia

alternativa alla prima, lo stesso è sufficientemente dimensionato per poter soddisfare le

esigenze in emergenza.

4.1.3 RETE IDRICA ANTINCENDIO

La rete idrica antincendio esistente soddisfa ampiamente tutte le esigenze dell’impianto,

coprendo tutte le aree a rischio.

Essa è costituita da una tubazione interrata ad anello chiuso, tale da costituire una rete estesa

alle aree interessate dell'impianto e resa intercettabile da valvole manuali a saracinesca,

sistemate in modo da permettere di escludere, in caso di manutenzione o di necessità, solo una

parte dell'anello lasciando la restante parte in servizio.

Le valvole consentiranno la visualizzazione dei loro stato d'apertura o chiusura.

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4.1.4 IDRANTI

All'anello idrico antincendio saranno collegati gli idranti UNI 70, completi di manichetta da

20 mt. e lancia, disposti ad intervalli regolari non superiori a 60 m e, in prossimità del varco,

centrale, in prossimità della riserva idrica è stato montato un attacco da UNI 100 per

autopompa dei VV.F.

Gli idranti, sano stati ubicati in posizioni tali da poter intervenire con getti d'acqua su tutti i

punti pericolosi, ed avranno una portata di non meno di 400 lt\min a 4 bar.

La funzionalità della rete idrica e degli idranti sarà garantita, anche in caso di temperatura

ambiente inferiore a 0 °C.

4.1.5 IMPIANTI IDRICI Di RAFFREDDAMENTO AD ACQUA NEBULIZZATA

Gli impianti idrici di raffreddamento sono quelli esistenti, in quanto, come innanzi detto non

sono stati modificati ne i punti di carico che la panchina di riempimento delle bombole,

pertanto gli impianti presenti sono:

impianto idrico di raffreddamento sui punti di travaso autocisterne;

impianto di nebulizzazione sotto la pensilina di carico bombole piene e vuote.

Gli impianti idrici di raffreddamento saranno derivati dal collettore di mandata delle pompe

antincendio, mediante linee dotate di valvole pneumatiche d'intercettazione pneumatiche

telecomandate, a doppio effetto.

Le valvole saranno dotate anche di comando manuale locale.

L'apertura delle suddette valvole sarà attuata automaticamente da uno dei seguenti interventi:

impianto di rilevamento fughe da gas;

impianto di rilevamento incendi;

attuazione di un pulsante d'emergenza.

4.1.6 ATTREZZATURE MOBILI D'ESTINZIONE

Per ciascun punto pericoloso dei deposito (serbatoio cilindrico tumulato, punto di travaso,

imbottiglia mento, sala pompe e compressori, deposito bombole piene), in prossimità di uffici

e altri punti dello stabilimento, saranno previste attrezzature mobili d'estinzione del tipo:

estintore a polvere, carrellato, da 50 kg;

estintori a polvere da 12 kg.

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4.1.7 DIMENSIONAMENTO DELL'IMPIANTO ANTINCENDIO

4.1.7.1 PORTATE DEGLI IMPIANTI IDRICI Di RAFFREDDAMENTO AD

ACQUA NEBULIZZATA

La portata d'acqua che deve essere assicurata dagli impianti idrici di raffreddamento deve

essere conforme a quanto prescritto dalle norme dei D.M. dei 13/10/1994, Titolo XI, punto

11.3, secondo quanto elencato nella tabella che segue.

Portate unitarie degli impianti idrici di raffreddamento

Punto pericoloso Portata richiesta

Autocisterne sotto travaso 10 l/min m della superficie dei vettore in

travaso

Apparecchiature

d'imbottigliamento

10 l/min mdella superficie delle attrezzature di

riempimento e le zone adiacenti fino alla

distanza

di 2 m da esse

Sala pompe e compressori non richiesto impianto fisso

Deposito delle bombole piene > 3 l/min mdella superficie dell'area

In base ai valori delle superfici da proteggere ed alle portate unitarie minime richieste,

risultano i seguenti valori di portata per gli impianti idrici di raffreddamento, confrontati con i

valori effettivi degli impianti attualmente esistenti.

Dalla tabella precedente risulta che gli impianti di raffreddamento attuali sono adeguati ai

requisiti minimi di portata della normativa vigente, si puntualizza che gli stessi sono stati già

collaudati in occasione del rilascio del C.P.I.

4.1.7.3 PORTATA Di POMPAGGIO

Il dimensionamento dell'impianto antincendio presentata nel seguito è stata eseguita secondo

le norme dei D.M. dei 13/10/1994, Titolo XI, punto 11.5.

4.1.8 RISERVA IDRICA ANTINCENDIO

Al punto 11.5, Titolo X dei D.M. dei 13/10/1994 è richiesto che la riserva idrica consenta

l'alimentazione per almeno due ore dei gruppo di pompaggio funzionante alla portata di

progetto, per cui il volume minimo richiesto già collaudato, è superiore a quello di progetto di

270 m la stessa è stata realizzata con una capacità utile di 517 m .

Il reintegro della riserva idrica avviene da pozzo artesiano, tramite pompa elettrica sommersa.

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4.2 IMPIANTO D'IMMISSIONE ACQUA NEI SERBATOI

Sarà installato un impianto per l'immissione d'acqua nei serbatoi di stoccaggio del G.P.L. in

caso d'emergenza, direttamente con la pompa antincendio, la stessa è intercettata ed azionata

manualmente.

Ciascuna linea sarà dotata di valvola d'intercettazione pneumatica a sfera con comando a

distanza e di valvola di non ritorno.

4.3 SISTEMI DI CONTROLLO E SICUREZZA

I sistemi di sicurezza e controllo saranno costituiti dai seguenti impianti ed apparecchiature:

strumentazione di livello, pressione e temperatura dei serbatoi di stoccaggio, descritta al

paragrafo 3.2.5;

impianto di rilevamento gas;

pulsanti d'emergenza;

sistema di blocco delle linee G.P.L.

I sistemi di sicurezza saranno dei tipo fail-safe, cioè indipendenti dalla presenza di

alimentazione elettrica, in quanto, in mancanza d'energia elettrica, metteranno tutto l'impianto

in condizione di blocco e quindi di sicurezza.

La successiva riattivazione dell'impianto dovrà essere fatta manualmente.

4.3.1 RILEVAMENTO GAS INFIAMMABILI

L'impianto di rilevamento gas infiammabili attualmente esistente sarà potenziato ed adeguato

alla normativa vigente, con l'aggiunta d'interventi automatici sui sistemi d'emergenza.

I rilevatori saranno posizionati opportunamente sull'impianto, e più precisamente nei seguenti

punti

presso ciascun serbatoio di stoccaggio dei G.P.L.;

presso il punto di travaso delle autobotti;

nella sala pompe e compressori G.P.L.;

presso il reparto d'imbottigliamento e deposito delle bombole piene;

Il sistema, in caso d'attivazione di uno dei sensori, tramite la centralina rilevatori fughe di gas,

posta nella sala controllo, azionerà:

al raggiungimento della prima soglia d'intervento, fissata al 25% dei limite inferiore

d'esplosività:

segnale ottico ed acustico di preallarme nel quadro sinottico posto nella sala controllo;

al raggiungimento della seconda soglia d'intervento fissata al 50% dei limite inferiore

d'esplosività:

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segnale ottico ed acustico di allarme nel quadro sinottico posto nella sala controllo;

chiusura delle valvole pneumatiche di blocco sulle linee G.P.L.;

apertura delle valvole pneumatiche dei sistema antincendio e conseguente avvio delle relative

pompe; disattivazione delle utenze elettriche non essenziali; attivazione della sirena esterna

d'allarme.

4.3.2 PULSANTI D'EMERGENZA

Nello stabilimento saranno installati no 5 pulsanti d'emergenza, ubicati nei seguenti punti: -

no 1 presso il punto di travaso; - n' 1 nella sala pompe e compressori G.P.L.; - n' 1 nel reparto

d'i m bottiglia mento; - n' 1 nella sala controllo; - n' 1 presso l'ingresso delle autobotti.

L'azionamento di un pulsante attua i seguenti interventi:

segnale ottico ed acustico nel quadro sinottico posto nella sala controllo; chiusura delle

valvole pneumatiche di blocco sulle linee G.P.L.;

apertura delle valvole pneumatiche dei sistema antincendio e conseguente avvio delle relative

pompe; dísattivazione delle utenze elettriche non essenziali; attivazione della sirena esterna

d'allarme.

4.3.3 SISTEMA DI BLOCCO DELLE LINEE G.P.L.

Nell'ambito delle opere di ampliamento dello stabilimento, il sistema di blocco delle linee

G.P.L. attualmente esistente sarà ristrutturato ed adattato alle modifiche previste sull'impianto.

Il sistema sarà costituito da valvole d'intercettazione a sfera a comando pneumatico

telecomandate, dei tipo "aria apre / mancanza d'aria chiude", montate sulle seguenti linee

G.P.L.

linee di fase liquida d'aspirazione e mandata, in corrispondenza dei serbatoi stoccaggio dei

G.P.L.;

linee di fase gas d'aspirazione e d'equilibrio, in corrispondenza dei serbatoi stoccaggio dei

G.P.L.; linee di fase liquida e fase gas presso il punto di travaso;

linee di fase liquida sulle linee d'alimentazione alle apparecchiature d'imbottigliamento

La chiusura contemporanea di tutte le valvole pneumatiche potrà essere comandata

manualmente attraverso i pulsanti d'emergenza, installati in varie aree dell'impianto, oppure

automaticamente dall'intervento degli impianti di rilevamento gas infiammabili e rilevamento

incendio.

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5 ALTRI IMPIANTI E COSTRUZIONI

5.1 IMPIANTO ELETTRICO

L'impianto elettrico, è stato realizzato secondo la normativa CEI 64-2 e le norme

antinfortunistiche dei DPR 547/55, e regolarmente verificato dalla USL.

Sarà modificata solo la parte d'impianto riguardante l’ampliamento, per quanto riguarda

l'alimentazione alla strumentazione di blocco e controllo dei due nuovi serbatoi.

Tutte le modifiche saranno effettuate a regola d'arte. Dove richiesto dalle normative vigenti, il

materiale dell'impianto d'alimentazione e d'utilizzazione dell'energia elettrica sarà in

esecuzione antideflagrante corredato della relativa documentazione di certificazione.

5.2 SALA CONTROLLO

La sala controllo sarà costantemente presidiata, di fatto si trova negli uffici.

5.3 IMPIANTO Di PROTEZIONE CATODICA

Ciascun serbatoio di stoccaggio tumulato sarà dotato di un impianto di protezione catodica, a

corrente impressa, in grado dì assicurare una differenza di potenziale pari ad almeno -0.9 V

fra struttura e terreno.

Le strutture da proteggere saranno dotate sulla loro superficie di rivestimento isolante.

Le tubazioni collegate al serbatoio saranno provviste di giunto dielettrico, in corrispondenza

dell'entrata od uscita dal tumulo.

L'impianto di protezione catodica sarà dotato di sistema per la rilevazione di:

resistenza verso terra della struttura da proteggere;

differenza di potenziale fra struttura e terreno;

consumo di corrente.

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5.4 IMPIANTO Di MESSA A TERRA E DI PROTEZIONE CONTRO le

SCARICHE ATMOSFERICHE

Tutte le attrezzature e le masse metalliche esistenti nell'impianto saranno collegate alla rete di

terra.

L'impianto di messa a terra sarà anch'esso modificato, secondo le vigenti norme di legge in

materia e comunque in accordo alle norme CEI 64-8 e 64-2.

In conformità con quanto riportato ai punto 10.4.2 dei D.M. 1311011994, le autobotti presso i

punti di travaso saranno collegate a terra mediante un dispositivo, che bloccherà le

apparecchiature di travaso in caso di collegamento inefficiente.

5.5 Principio funzionale impianto di denaturazione in linea

Il principio di funzione è quello di prelevare il denaturante dall’apposito contenitore e

iniettarlo, con pressione costante di azoto e/o mediante pompa pneumatica, in linea in piccoli

volumi e/o massa, ogni qualvolta il generatore di impulsi del contatore segnala al

concentratore di segnali e quindi al plc che sono transitati in linea una determinata quantità di

GPL