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Stagione 2019-2020 Auditorium Rai “Arturo Toscanini”, Torino osn.rai.it Giovedì 6 febbraio 2020, 20.30 Venerdì 7 febbraio 2020, 20.00 LEONIDAS KAVAKOS direore e violino Beethoven Brahms 6–7/02 12

Stagione 2019-2020

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Stagione 2019-2020Auditorium Rai “Arturo Toscanini”, Torino

osn.rai.it

Venerdì 11 ottobre 2019, 20.00 Sabato 12 ottobre 2019, 20.30 JAMES CONLON direttore MARIANGELA VACATELLO pianoforte ROBERTO RANFALDI violino

Beethoven Mendelssohn-Bartholdy Šostakovič

1 11–12/10 Giovedì 6 febbraio 2020, 20.30Venerdì 7 febbraio 2020, 20.00

LEONIDAS KAVAKOS direttore e violino

BeethovenBrahms

6–7/0212

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AVVISO AL PUBBLICO

A differenza di quanto annunciato, questa sera non verrà eseguita la Sinfonia n. 1 in do minore op. 68 di Johannes Brahms ma la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98 dello stesso autore.La Prima Sinfonia di Johannes Brahms verrà eseguita nel Concerto n. 17 diretto da Daniel Harding in luogo della prevista Quarta Sinfonia.

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GIOVEDÌ 6 FEBBRAIO 2020 ore 20.30

VENERDÌ 7 FEBBRAIO 2020 ore 20.00

Leonidas Kavakos direttore e violino

Ludwig van Beethoven (1770 - 1827) Concerto in re maggiore per violino e orchestra op. 61 (1806)

Allegro, ma non troppo Larghetto Rondò. Allegro

Durata: 42’ ca.

Ultima esecuzione Rai a Torino: venerdì 18 ottobre

2019, James Conlon, Frank Peter Zimmermann

––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––

Johannes Brahms (1833 - 1897) Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98 (1885)

Allegro ma non troppoAndante moderatoAllegro giocosoAllegro energico e passionato

Durata: 45’ ca.

Ultima esecuzione Rai a Torino:

giovedì 19 aprile 2018, James Conlon

12°

Il concerto di giovedì 6 febbraio è trasmesso in diretta su Radio3 per Il Cartellone di Radio3 Suite.

Nella fotoil compositore tedesco Johannes Brahms (1890 ca.)

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Ludwig van BeethovenConcerto in re maggiore per violino e orchestra op. 61

Il Concerto in re maggiore op. 61 fu eseguito per la pri-ma volta a Vienna il 23 dicembre 1806: solista il celebre virtuoso Franz Cle ment, ammiratissimo da Beethoven, che gli aveva dedicato il lavoro con un curioso giuoco di parole poliglotta, “Concerto per Cle menza pour Cle-ment”. Sembra però che Clement non si fosse scaldato troppo per il capolavoro che gli era stato affidato: non ci si impegnò a fondo, giunse al punto di interromper-ne l’esecuzione fra primo e secondo tempo per suo-nare un pezzo di bravura che non ci aveva nulla a che fare. Le accoglienze non furono molto cordiali, e il Con-certo fu presto dimenticato. Inutilmente Beethoven ne realizzò l’anno seguente, dietro ri chiesta di Muzio Clementi, una trascrizione per pianoforte. Lo riesumò Felix Mendelssohn-Bartholdy, che lo diresse a Londra nel 1844, solista un giovanissimo Joseph Joachim, che dieci anni dopo ne avrebbe dato un’altra memo rabile interpretazione a Düsseldorf insieme con un altro dirett ore d’eccezione, Robert Schumann. Dopodiché prese stabile dimora fra i capolavori più celebri e amati da interpreti e pubblico.A Beethoven il violino suggerì spesso un lirismo più disteso del solito, non privo di compiacimenti esorna-tivi e con una naturale eleganza di modi. Ma il Concer-to op. 61 appartiene anche al suo “periodo di mezzo”, quello più eroico e drammatico: quindi piacevolezza e cantabilità bilanciano costruzione impegnativa ed espressività vigorosa. Così il primo movi mento è aper-to dal sinfonismo robusto dell’intro duzione orchestra-le, avviata dalla pul sazione misteriosa e suggestiva dei cinque colpi di timpano, un segnale insieme oscu-ro e imperioso che poi si ripete spesso dialogando con elementi più lirici. Il violino solista si espande in un canto trasparente nel registro acu to, si produce in

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espansioni virtuosistiche, ma si fonde anche con natu-ralezza con il tessuto denso dell’orchestra, a sua volta adagiata in un’effusione melodica generosa ma sem-pre incisiva. In questo quadro è possibile inserire una cadenza ampia e virtuosistica, come quelle che via via scrissero i violinisti più celebri, da Joachim stesso a Ferdinand Da vid e a Fritz Kreisler.Molto intenso il movimento centrale, un Lar ghetto articolato in un dialogo fra lo strumento solista e l’or-chestra, che si scambiano un motivo dolce ed espres-sivo all’estremo, in un clima di poesia trasognata crea-to da una timbrica rarefatta e sfumata. Un’altra cadenza del solista introduce al Finale, senza soluzione di con-tinuità: un ritmo balzante, quasi di danza, annunciato dapprima quasi di soppiatto dal violino, poi ripreso con scatto travolgente da tutta l’orchestra. Il solista dialoga con un’orchestra leggera e vivace, a volte con allusioni naturalistiche un po’ come nello Scherzo del-la Sinfonia Pastorale: i diversi episodi sono legati l’uno all’altro da un impulso ritmico che percorre inarresta-bile tutta questa struttura breve e ben proporzionata.

Daniele Spini

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Johannes BrahmsSinfonia n. 4 in mi minore op. 98

Un’opera salva per miracoloNel 1885 la meta della villeggiatura estiva di Brahms fu Mürzzuschlag, un’amena cittadina della Stiria a due passi dall’abbagliante vetta del monte Semmering: an-cora una volta una meta isolata, un rifugio al riparo dal fragore della vita cittadina. Brahms aveva preso in affit-to un piccolo appartamento; come sempre, dedicava i pomeriggi a lunghe e riflessive passeggiate; ma una sera di agosto, di ritorno da una delle sue quotidiane escursioni, vide innalzarsi dal tetto di casa una minac-ciosa colonna di fumo. Spaventato, si mise a correre, e pochi istanti dopo si accorse che l’incendio prove-niva proprio dal suo appartamento. Giunto alla scali-nata d’ingresso, come un’apparizione, vide la sagoma della signora Fellinger, sua amabile vicina di casa, che teneva in mano un mucchio di carte in disordine: era la partitura della Quarta Sinfonia. Solo due mesi dopo, in ottobre, l’opera prendeva vita per la prima volta in casa di amici in una versione a quattro mani. Lo scarso successo di quella serata la-sciò qualche strascico in Brahms, che cominciò a dubitare del suo ultimo lavoro. Solo l’amico Hans von Bülow riuscì a convincerlo ad accettare un’esecuzione pubblica a Meiningen a fine ottobre: fu un successo immediato, che scatenò le ovazioni del pubblico già dalla fine del primo movimento. Da quel momento la Quarta Sinfonia cominciò a girare l’Europa. Solo Vien-na la accolse con una certa freddezza, ma era preve-dibile che proprio nel tempio del dibattito ideologico tra brahmsiani e bruckneriani le reazioni del pubblico fossero estremamente variegate. Nel 1876 la prima apparizione di Brahms in ambito sin-fonico era stata letta all’insegna della continuità con Beethoven. Furono pochi gli ascoltatori in grado di cogliere da subito l’originalità del linguaggio brahm-siano. Con la Quarta la peculiarità stilistica si rese ma-

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nifesta anche alle orecchie degli ascoltatori meno sen-sibili. La ricchezza di spunti melodici, l’attenzione per le sonorità cameristiche, la cura per ogni singolo tim-bro orchestrale fanno della Quarta Sinfonia una delle opere più complesse di tutto il repertorio brahmsiano. Basta la tensione dell’idea iniziale, con il suo anda-mento ansimante, per cogliere tutta l’originalità dell’in-venzione: l’ispirazione beethoveniana aveva sempre puntato verso una maggiore schiettezza melodica e ritmica. Un’idea così fortemente connotata non lasce-rebbe sospettare la straordinaria ricchezza delle riela-borazioni successive; eppure Brahms mette in scena trasformazioni insospettabili, inaugurando una linea compositiva che contraddistingue anche i movimenti successivi.Nell’Andante le due idee principali passano attraver-so timbri, climi e temperature emotive contrastanti; ma in nessun momento si ha l’impressione di assiste-re a violente fratture. Solo l’Allegro giocoso sembra abbandonare la mutevolezza che contraddistingue le pagine precedenti: lo anima un’idea dai tratti chiasso-si, di una solarità forzata che non tarda a scurirsi nel ripiegamento lirico del secondo episodio. Ma tutta la tensione della sinfonia converge nel finale, il luogo in cui Brahms porta all’estremo culmine la tecnica del-la variazione: un solo tema di otto battute, estrema-mente simile a quello concepito da Bach per la sua Cantata Meine Tage in den Leiden, circola in tutte le parti dell’orchestra secondo lo schema formale della ciaccona.

Che cos’èIl finale della Quarta Sinfonia di Brahms è una ciaccona. L’origine di questa struttura formale va rintracciata in una antica danza spagnola, costituita da una serie di varia-zioni su un basso ostinato: le elaborazioni

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si susseguono sempre sulla stessa linea melodica, che si ripete nella parte più grave dell’organico o della tessitura strumentale. Celebri sono gli esempi bachiani (le Varia-zioni Goldberg, il finale della Cantata Meine Tage in den Leiden); la Ciaccona tratta dal-la Partita BWV 1004 per violino solo è stata oggetto di moltissime rivisitazioni: anche Brahms ne ha realizzato una trascrizione per pianoforte. Nel corso delle variazioni che compongono una ciaccona il tema può anche allontanarsi dal registro grave, per spostarsi nelle altre voci. Nel finale della Quarta Sinfonia di Brahms questo caso si verifica spesso, e in alcune variazioni la me-lodia viene addirittura frammentata in tim-bri diversi.

Andrea Malvano(dagli archivi Rai)

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Leonidas KavakosNato e cresciuto in una famiglia di musicisti di Atene, Leonidas Kavakos, si è formato musicalmente sotto la guida di Stelios Kafantaris, Josef Gingold e Ferenc Ra-dos, con cui continua a collaborare. All’età di soli ven-tuno anni aveva già vinto tre prestigiosi riconoscimen-ti: il Concorso Sibelius nel 1985, il Premio Paganini e il Concorso di Naumburg nel 1988. Questo successo lo ha portato a registrare il Concerto per violino di Sibe-lius (1903/4) nella sua versione originale: si è trattato della prima registrazione nella storia di quest’opera, che nel 1991 ha ricevuto un Gramophone Award.Unanimamente ritenuto artista di raro talento ed ap-prezzato in tutto il mondo per il suo ineguagliabile virtuosismo e la sua superba musicalità, Leonidas Ka-vakos si esibisce con le orchestre più rinomate, con i direttori più importanti ed è ospite regolare dei mag-giori festival e delle più prestigiose sale concertistiche al mondo.Negli ultimi anni Leonidas Kavakos ha intrapreso una carriera di rilievo anche come direttore che lo ha visto sul podio di orchestre quali la London Symphony, la New York Philharmonic, la Houston Symphony, la Dal-las Symphony, la Gürzenich Orchester, l’Orchestra del Festival di Budapest, i Wiener Symphoniker, la Cham-ber Orchestra of Europe, l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, l’Orchestra del Maggio Mu-sicale Fiorentino, la Filarmonica del Teatro La Fenice e l’Orchestra Sinfonica della Radio danese.Nel 2019 ha partecipato al Festival di Verbier, dove si è esibito in recital con il pianista Evgent Kissin e ha di-retto l’Orchestra da Camera del Festival di Verbier ese-guendo anche la Sinfonia Concertante di Mozart con

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Antoine Tamestit; si è successivamente unito a YoYo Ma ed Emanuel Ax al Tanglewood Music Festival per eseguire i Trii per pianoforte di Beethoven, in duo in recital con Ax per le Sonate di Beethoven e in un con-certo orchestrale con la Boston Symphony in cui ha suonato e diretto il Concerto per violino di Beethoven e la Settima Sinfonia di Dvořák. È stato invitato come Artiste Etoile al Festival di Lucerna, dove si è esibito con l’Orchestra del Festival stesso diretta da Yannick Nézet-Séguin, l’Orchestra del Teatro Mariinskij e Vale-rij Gergiev, la Filarmonica di Vienna e Andres Orozco Estrada e in recital con Yuja Wang.La stagione 19/20, oltre a concerti con le principali or-chestre in Europa e negli USA, vede Leonidas Kavakos impegnato ancora una volta insieme a YoYo Ma ed Emanuel Ax in tre concerti alla Carnegie Hall per ese-guire i Trii e le Sonate di Beethoven. Sempre questa stagione lo vede protagonista di due tournée asiati-che, come solista con l’Orchestra Sinfonica di Singa-pore, la Filarmonica di Seoul e in recital alla NCPA di Pechino, e come direttore con la Filarmonica di Hong Kong e l’Orchestra Sinfonica Nazionale di Taiwan, pri-ma di eseguire le Sonate di Beethoven a Shanghai e Guangzhou con la direzione di Enrico Pace. Sempre in questa stagione sono previsti concerti, nella doppia veste di direttore e solista, con la Filarmonica Ceca e la Deutsches Symphonie-Orchester di Berlino. Nella prossima stagione tornerà a collaborare con due or-chestre con cui ha sviluppato un saldo legame: l’Or-chestre de la Suisse Romande e l’Orchestre Philhar-monique de Radio France.Leonidas Kavakos registra in esclusiva per Sony Clas-sical. Nel 2007, la registrazione delle Sonate per violino di Beethoven eseguite con Enrico Pace ha ricevuto un ECHO Klassik - Instrumentalist of the Year. Nel 2014, Le-onidas Kavakos ha ricevuto il premio Artist of the Year dalla rivista Gramophone. La sua ultima registrazione,

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pubblicata nell’ottobre 2019 in vista del duecentocin-quantesimo anniversario della nascita di Beethoven (2020), è il Concerto per violino che ha diretto e suo-nato con l’Orchestra Sinfonica della Radio bavarese, abbinato al Sestetto suonato con membri dell’orche-stra stessa. Nell’anno dell’anniversario, Leonidas Kavakos suonerà e dirigerà il Concerto per violino di Beethoven con di-verse orchestre in Europa e negli USA; interpreterà anche il ciclo completo delle Sonate di Beethoven a Shanghai, Guangzhou, Milano e Roma, e terrà una se-rie di recital in diverse altre città, fra cui Londra (Wig-more Hall), Barcellona, Parma e Copenhagen.Leonidas Kavakos è stato insignito del Premio Musica-le “Léonie Sonning” per il 2017, la più importante ono-rificenza danese in campo musicale che viene ogni anno riconosciuta a compositori, strumentisti, direttori o cantanti. Attivo anche nel campo della didattica, Leonidas Ka-vakos tiene nella sua città natale una masterclass an-nuale di violino e musica da camera che attira violini-sti ed ensemble di tutto il mondo dimostrando il suo profondo impegno nel tramandare la conoscenza e le tradizioni musicali. Leonidas Kavakos suona un violino Stradivari ‘Wille-motte’ del 1734.

Foto di Marco Borggreve

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Violini primi*Roberto Ranfaldi(di spalla)°Marco Lamberti°Giuseppe LercaraAntonio BassiConstantin BeschieruLorenzo BrufattoIrene CardoAldo CicchiniPatricia GreerValerio IaccioMartina MazzonEnxhi NiniFulvia PetruzzelliFrancesco PunturoElisa SchackClaudia Curri

Violini secondi*Roberto RighettiValentina BussoEnrichetta MartellonoPietro BernardinRoberta CaternuoloRoberto D’AuriaRodolfo GirelliPaolo LambardiArianna LuzzaniIsabella TarchettiCarola ZosiLorenzo GugoleSawa Kuninobu

Partecipano al concerto

Viole*Ula UlijonaMargherita SarchiniMatilde ScarponiGiovanni Matteo BrascioluNicola CalzolariFederico Maria FabbrisRiccardo FregugliaAlberto GioloAgostino MattioniDavide OrtalliClara Trullén-Sáez Greta Xoxi

Violoncelli*Massimo MacrìMarco Dell’AcquaErmanno FrancoStefano BlancEduardo dell’OglioPietro Di SommaAmedeo FenoglioMichelangiolo MafucciCarlo PezzatiFabio Storino

Contrabbassi*Gabriele CarpaniAntonello LabancaSilvio AlbesianoAlessandra AvicoAlessandro BelliPamela Massa

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Cecilia PerfettiVincenzo Antonio Venneri

Flauti*Dante MilozziPaolo Fratini

OttavinoPaolo Fratini

Oboi*Francesco PomaricoSandro Mastrangeli

Clarinetti*Enrico Maria BaroniGraziano Mancini

Fagotti*Andrea CorsiMauro Monguzzi

ControfagottoBruno Giudice

Corni*Ettore BongiovanniMarco PanellaMarco PeciaroloPaolo Valeriani

Trombe*Roberto RossiAlessandro Caruana

Tromboni*Joseph BurnamDevid Ceste

Trombone bassoGianfranco Marchesi

Timpani*Claudio Romano

PercussioniAlberto Occhiena

*prime parti°concertini

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CONVENZIONE OSN RAI – VITTORIO PARKTutti gli abbonati, i possessori di Carnet e gli acquirenti dei singoli Concerti per la Sta-gione Sinfonica OSN Rai 2019-2020 che utilizzeranno il VITTORIO PARK di PIAZZA VITTORIO VENETO nelle serate previste dal cartellone, ritirando il tagliando di sconto presso la biglietteria dell’Auditorium Rai “A. Toscanini”, avranno diritto alla riduzione del 25% sulla tariffa oraria ordinaria.

Per informazioni rivolgersi al personale di sala o in biglietteria

Le varie convenzioni sono consultabili sul sito www.osn.rai.it alla sezione “riduzioni”.

www.sistemamusica.it è il nuovo portale della mu-sica classica a Torino nel quale troverete notizie, appuntamenti e approfondimenti su concerti, spet-tacoli ed eventi realizzati in città. Dal sito è inoltre possibile acquistare on line i biglietti delle principali stagioni torinesi.

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Concerto di Carnevale

VENERDÌ 21 FEBBRAIO 2020 ore 20.30

CONCERTO FUORI ABBONAMENTO

JOHN AXELROD direttoreGIOVANNI SOLLIMA violoncelloENRICO MARIA BARONI clarinetto

Leonard Bernstein Prelude, fugue and riffs per clarinetto e jazz ensemble

Friedrich Gulda Concerto per violoncello, fiati e batteria

Jacques Offenbach Etude n. 11 da 12 Etudes op. 78 per violoncello solo

George Gershwin Cuban Overture

Duke Ellington Harlem (orchestrazione di Luther Henderson)

CONCERTO DI CARNEVALE Polona numerata: 15€ (in ogni settore)Poltrona numerata Abbonati e Under35: 10€ (in ogni settore)

BIGLIETTERIA: Via Rossini, 15011.8104653 - [email protected] - www.osn.rai.it

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RAI NUOVAMUSICA

Giovedì 13 febbraio 2020, ore 20.30

MARCO ANGIUS direttoreQUARTETTO HENAOWILLIAM CHIQUITO violinoSOYEON KIM violinoSTEFANO TREVISAN violaGIACOMO MENNA violoncello

Charles IvesCentral Park in the dark

Franco Donatoni Duo pour Bruno

Luigi NonoA Carlo Scarpa, architetto, ai suoi infiniti possibili

John AdamsAbsolute Jest, per quartetto d’archi e orchestra(Prima esecuzione italiana)

Il Concerto è gratuitoper tutti gli abbonati alla Stagione Sinfonica

Poltrona numerata: 5€ (in ogni settore)Poltrona numerata Under35: 3€ (in ogni settore)

BIGLIETTERIA: Via Rossini, 15011.8104653 - [email protected] - www.osn.rai.it

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