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Stefania Berti “La promozione della lettura in rete: “Nati per leggerein occasione del corso di perfezionamento “Letteratura per l'infanzia, illustrazione, editoria: per una pedagogia della lettura” (anno 2006-2007) - Università di Padova 1

Stefania Bertil'Associazione Italiana Biblioteche (AIB) che associa oltre quattromila tra bibliotecari, biblioteche, centri di documentazione, servizi di informazione operanti nei

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Stefania Berti

“La promozione della lettura in rete: “Nati per leggere”

in occasione del corso di perfezionamento “Letteratura per l'infanzia, illustrazione, editoria: per una pedagogia della lettura” (anno 2006-2007) - Università di Padova

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Sommario

La promozione della lettura in rete: “Nati per leggere”

Presentazione pag. 21. Nati per leggere. Origine e progetti precedenti pag. 42. Nati per leggere. Il perché di questa denominazione pag. 63. Le ragioni della lettura in età precoce pag. 84. L’importanza di familiarizzare alla lettura pag. 115. Il ruolo dei pediatri pag. 136. Il ruolo dei bibliotecari pag. 147. Cronistoria del progetto locale pag. 158. Scheda sintetica del progetto dell’Ulls 9 e Comuni aderenti pag. 169. Un contributo personale sulle motivazioni del lavoro in rete pag. 20Riferimenti bibliografici pag. 23Per saperne di più pag. 24

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Presentazione

In questo breve lavoro intendo sostenere la necessità di una progettualità di rete che valorizzi tutte le risorse del territorio nella promozione alla lettura, finalizzata a creare un contesto motivante e comportamenti di familiarità e interesse che supportino l’agire educativo di chi si occupa dell’infanzia.

Individuo nel progetto “Nati per leggere” uno strumento efficace per realizzare questi obiettivi, ne descrivo i precedenti, la storia, i presupposti teorici e concretizzo il discorso con l’esemplificazione di un’esperienza locale tuttora in corso.

Non affronto l’analisi dei criteri di scelta dei libri per l’età e delle modalità di utilizzo di questi, in quanto trattasi di un tema che richiederebbe una trattazione più ampia e dedicata.

Rimando in bibliografia a degli studi interessanti sul tema.Prima di iniziare la trattazione, però, intendo esprimere le motivazioni personali

e professionali che possono “rendere conto” del mio grande interesse e di tutte le energie profuse nel progetto.

Ritengo, infatti, che ogni progettazione si situi nell'alveo del bagaglio culturale degli attori che la mettono in atto e scaturisca dalle alleanze con professionisti e istituzioni che condividano idealità, finalità e strumenti per realizzarla.

Non solo, quando ci si propone di lavorare in rete con qualcuno (sia questi persona o istituzione) è necessario fare uno sforzo per comprendere di “quale significato” o di quale mission, l’interlocutore sia portatore. La conoscenza delle motivazioni dell’agire – in caso di persone è preferibile parlare di intuizione - ci aiuta anche a valorizzare il contributo che ciascuno può portare.

Premetto che da più di dieci anni mi occupo di promozione alla lettura lavorando come assistente di biblioteca prima in un ente di piccole e poi di medie dimensioni.

Ho cominciato a parlare di educazione al piacere alla lettura e dell’importanza dell’interazione tra dimensione cognitiva e dimensione emozionale, ancor prima di scoprire aperto tutto un dibattito intellettuale su queste tematiche.

Mi portavo come eredità di una preparazione filosofica la sensazione che tanti sistemi di pensiero, in particolare nello studio dei processi cognitivi, prestassero poca attenzione (o addirittura svalutassero) alla componente emotiva.

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Rafforzava questo disagio un'esperienza personale d'altro genere: la frequentazione della scuola di teatro regionale. In quel contesto scoprivo che per mettere in scena un’opera era necessario svelare tutto quanto soggiace il detto: ogni affermazione, descrizione, ogni singolo enunciato doveva essere compreso e rivelare l’intrico emozionale che sottintendeva.

L'analisi di un testo, diventava, una vera e propria via di educazione sentimentale. In questa sforzo “additivo” al linguaggio, si dava voce ad un marasma di emozioni e di sentimenti che amplificavano il detto, restituendo carnalità alla lingua, rivelando i pensieri e le motivazioni dell'agire umano.

Forse era proprio l’idea di questo pensiero “disincarnato” a crearmi sofferenza, quasi che venisse perpetrata dopo due secoli ancora la dicotomia tra mente e corpo greca, a scapito di una visione olistica della persona.

Laureatami, infine, su Maria Zambrano, filosofa spagnola, condividevo con lei che la mente aveva “radure di luce”, spazi che oltrepassavano lo stretto recinto del pensiero logico-matematico e che permettevano di riannodare le fila del pensiero astratto con la centralità e concretezza della persona. Non avevo avuto il piacere ancora di incontrare il pensiero di Bruner, né di Vigorosky, ma avevo letto, casualmente, un articolo di Chiara Levorato sul pensiero narrativo e mi era sembrato di trovare conferma ad alcune mie supposizioni1.

Inoltre, le lezioni del prof. Chiereghin a commento dell’opera di Heidegger, mi avevano indotta a pensare che la riflessione contemporanea avesse posto poca attenzione al concetto di “cura” e, quindi, anche alla sua pratica, in particolare nei confronti dell’infanzia.

D’altra parte anche la Montessori segnalava che la società, fino agli inizi del secolo, non si occupava affatto del bambino, relegandone la cura alla famiglia, col risultato di condannare alcuni bambini ai limiti dei loro genitori2.

Due sono state allora le direttrici che mi hanno guidato professionalmente (e non solo), ancorché nell’inesperienza iniziale:

1 Il testo dell’articolo veniva poi approfondito nello studio: Levorato C., Le emozioni della lettura, Bologna, Il Mulino, 2000. In particolare, a pag. 97, l’autrice osserva: “Tutti gli stati mentali e gli atti cognitivi hanno una dimensione affettiva […] anche gli stati epistemici più puri sono connotati affettivamente”.2 Montessori M., Il segreto dell’infanzia, Milano, Garzanti, 1999.

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- la necessità di un pensiero che guardasse alla globalità della persona umana e mirasse alla crescita armoniosa di tutte le sue dimensioni;- l’attenzione particolare per l’infanzia e per chi se ne occupa.La biblioteca mi forniva il luogo ideale per mettere in atto, attraverso la pratica

quotidiana, questi obiettivi. Essa, infatti, come recita il Manifesto IFLA/ Unesco, deve proporsi come “forza vitale” per lo sviluppo integrale della persona e la sua educazione permanente, specialmente nei contesti di difficoltà3.

1. Nati per leggere. Origine e progetti precedenti

“ogni bambino dovrebbe avere il diritto non solo di imparare a leggere ma anche di avere genitori in grado di leggere e scrivere”4

Il primo obiettivo del piano di azione UNESCO per gli anni 2000-2015 è la diffusione e il miglioramento della cura e dell’educazione della prima infanzia, in particolar modo dei bambini più vulnerabili e svantaggiati. La strategia proposta è quella di creare contesti alfabetizzanti, a casa, a scuola, al lavoro, nella comunità locale.

Uno dei contesti sui quali agire prioritariamente è quello famigliare, all’interno del quale promuovere l’apprendimento di figli e genitori insieme, dove bambini e adulti possono imparare gli uni dagli altri.

Il progetto “Nati per leggere” si colloca, quindi, nell'ambito più ampio di una promozione della cultura dell'infanzia e della conoscenza del bambino, atte a sollecitare comportamenti consapevoli di accoglimento e supporto per la famiglia.

Iniziative simili sono in atto in USA dall’inizio degli anni ’90 e sono sostenute da apposite fondazioni. Le esperienze più significative sono:“Born to read5” e “Reach out and read”. Anche in altri paesi esistono progetti analoghi, quali Bookstart in Inghilterra.

3Il Manifesto IFLA/Unesco sulle Biblioteche pubbliche (1994) dichiara la fede dell’Unesco nella biblioteca pubblica come forza vitale per l’istruzione, la cultura e l’informazione e come agente indispensabile per promuovere la pace e il benessere spirituale delle menti di uomini e donne. 4 Literacy for All, A United Nations Literacy Decade. Piano UNESCO 2000-2015: diffusione e il miglioramento della cura e dell’educazione della prima infanzia; creazione di contesti alfabetizzanti, soprattutto in ambito famigliare.5 Ulteriori informazioni sul sito: http://www.ala.org/alsc/born.html.

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In particolare il progetto “Reach out and read” 6 nasce a Boston nel 1989 e vede coinvolti 50 Stati e 2 milioni di bambini con 2337 programmi attivi negli USA diffusi nei vari ambulatori ospedalieri e non. Pediatri e nurse ad ogni visita di salute ai bambini dai 6 mesi ai 5 anni regalano un libro: il dono è accompagnato da consigli sulla lettura ad alta voce e sulla condivisione dei libri con i bambini. Il programma ha visto cospicui finanziamenti governativi ed è stato inserito come programma efficace nelle cure primarie dall’American Academy of Pediatrics7.

“Born to read”, invece, è nato dall’ ALSC (Association for Library Service for children – Associazione per il servizio bibliotecario per ragazzi) divisione dell’ ALA (American Library Association – Associazione Americana Biblioteche) all’interno della PLA (Public Library Association – Associazione delle Biblioteche Pubbliche). Il progetto coinvolge i “nuovi “ genitori nei punti nascita, attraverso gli operatori sanitari, con particolare attenzione alle famiglie svantaggiate, offrendo alle giovani coppie un sostegno con proposte di “nutrimento della mente e non solo del corpo” dei propri bambini. In particolare i punti nascita regalano ai neo genitori la tessera per l’accesso alla biblioteca locale e queste, da parte loro, attuano ore di lettura ad alta voce e prestano libri adeguati.

“Bookstart”8 nasce, invece, nel 1992 (Università di Birmingham) e copre circa il 90% del territorio del Regno Unito con il coinvolgimento di 12.000 operatori sanitari, 4.000 biblioteche, 14 editori e sovvenzionato in parte da sponsor governativi. L’iniziativa prevede il regalo di un pacco Bookstart a 7-9 mesi, a 18-30 mesi, a 36-48 mesi, donato da nurse e poi il coinvolgimento attivo delle biblioteche locali nella lettura ad alta voce ai bambini.

Ulteriori sviluppi all’interno del programma “Bookstart” è il “Booktouch”, per bambini ipo o non vedenti con la distribuzione di libri in braille o tattili.

6 Il progetto statunitense REACH OUT AND READ riporta, nelle sue pagine web dedicate alla ricerca, un completo e dettagliato elenco degli studi di controllo ed efficacia effettuati a partire dal 1991. Per ciascuno studio sono indicati, oltre ai riferimenti bibliografici, il numero di soggetti su cui lo studio è stato effettuato e un breve riassunto dei risultati ottenuti.7 Manetti, S. Nati per leggere, un intervento di comunità: a che punto siamo?, in “Quaderni acp”, 13 (5), 2006, p. 197.8 Il progetto BOOKSTART (www.bookstart.co.uk) attivo da molti anni in Inghilterra riporta sulle sue pagine web le valutazioni effettuate su un campione di 75 famiglie (e un gruppo di controllo di 30) da cui si ricavano dati globali estremamente positivi sull’efficacia degli interventi sui genitori per promuovere la lettura.

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Il progetto italiano “Nati per leggere” nasce nel 1999 ed è promosso dall'alleanza tra bibliotecari e pediatri attraverso le seguenti associazioni: l'Associazione Culturale Pediatri (ACP) che riunisce tremila pediatri italiani con fini esclusivamente culturali; l'Associazione Italiana Biblioteche (AIB) che associa oltre quattromila tra bibliotecari, biblioteche, centri di documentazione, servizi di informazione operanti nei diversi ambiti della professione; il Centro per la Salute del Bambino – ONLUS (CSB), che ha come fini statutari attività di formazione, ricerca e solidarietà per l'infanzia..

A differenza dei progetti americani (“Born to read” e “Reach out and read”) NPL è frutto dell’alleanza di due figure professionali diverse per ruolo, quali bibliotecari e pediatri, che si propongono, attraverso azioni convergenti e sinergiche, di promuovere la pratica della lettura a voce alta ai bambini fin dai primi mesi di vita.

La forza del progetto sta proprio nel reciproco rinforzo, ossia nel messaggio risonante che operatori e istituzioni diverse rivolgono alle famiglie: l’invito a leggere ai bambini ad alta voce dai sei mesi ai cinque anni di età.

Come anticipato all'inizio del paragrafo, con la promozione alla lettura a voce alta Npl si impegna su due fronti: per i bambini allo scopo di sviluppare l'aspetto cognitivo ed emotivo, e per le famiglie per valorizzare e sostenere la relazione genitoriale.

In questo secondo senso il progetto segue la scia di altre iniziative in questo campo che utilizzano i “vettori” di genitorialità quali: la familizzazione della nascita (cioè la partecipazione di tutta la famiglia all’evento), la promozione del contatto fisico, l’allattamento al seno e altre forme che favoriscono la conoscenza reciproca e l’attaccamento9.

Si vede, quindi, l'ambivalenza del progetto culturale e sociale insieme.Ma facciamo un passo indietro e “ascoltiamo” la storia del progetto italiano.

2. Nati per leggere: il perché di questa denominazione

Giancarlo Biasini (presidente del Centro per la Salute del Bambino) e Rita Valentino Merletti (studiosa di Letteratura per l'infanzia) ripercorrono le origini di

9 In particolare Chiara Barbiero osserva che quanto maggiore e più sicuro è il rapporto con la madre tanto più fiducioso sarà il bambino nella sua scoperta dell’ambiente e tanto maggiore sarà l’interesse precoce sia per la lettura e la presenza di abilità prescolari (cfr. Barbiero C., Lettura al bambino e attaccamento, in “Quaderni Acp “; 12(5), 2005, p. 206-209).

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Nati per leggere in un articolo pubblicato in Liber10. Biasini racconta dell’interesse suscitato da Reach Out and Read (ROR) in seguito ad un articolo comparso sul Pediatrics nel 1991.

Il progetto - già attivo dal 1989 - secondo Rita Valentino Merletti era il frutto dei molti studi in ambito linguistico-pedagogogico-narratologico, riassunti in un documento compilato dalla Commissione Federale per la Lettura, che certificava l’importanza e l’efficacia della lettura ad alta voce con i bambini nei primi anni di vita.

All’inizio, raccontano, è Margherita Forestan della Mondadori ad avvicinare l'Associazione Culturale Pediatrica al Centro per la Salute del Bambino di Trieste. I rappresentanti delle due associazioni si incontrano nell’agosto del 1999 e nel congresso di Assisi dell’ACP (ottobre 1999) viene formalmente deliberato il progetto.

Nell’estate del 2000 due pediatri, Salvo Fedele e Maria Grazia Lunetta, si recano a Boston a visitare il ROR e tornano con una messe di informazioni e materiali che diventano decisivi per la preparazione del materiale (che avvenne a cura del CSB) ed anche per la valutazione delle condizioni di partenza.

Le prime sperimentazioni vengono effettuate a Palermo, Napoli, Sciacca, Cesena e Trieste. In particolare a Cesena, nell’ottobre del 2000, la ricerca ha come supervisore il dott. Perry Klass, direttore medico di ROR.

Interessante appare anche la discussione intorno alla scelta del nome. Sempre Biasini, ricorda che la denominazione del progetto fu lungamente

discussa con Igino Poggiali: “Reach Out and Read, dal quale ci eravamo mossi, sembrò intraducibile. La scelta fra le denominazione dei progetti dei soli USA era vasta: da “Every Child a Reader” a “First Book”. Optammo per tradurre la denominazione (Born to read) del progetto americano delle biblioteche. Certamente il concetto racchiuso nella frase è contestabile nel suo senso letterale. Ma se appena si vuole uscirne e speculare un po’ e dire che la radice lògos significa propriamente “ il raccogliere” dal quale deriva il tedesco lesen, che significa raccogliere e leggere, ed anche il mio romagnolo lèz che significa in maniera ancora più raffinata sia leggere che scegliere. Mi pare che NPL non tradisca il pensiero di una certa idea del coltivare un rapporto del bambino con il mondo che gli sta attorno, raccogliendone gli effetti; che sta alla base del progetto”.10 I l punto su “Nati per Leggere”. Intervista a Giancarlo Biasini e a Rita Valentino Merletti, in “LIBER”, Libri per Bambini e Ragazzi, n.59, Luglio-Settembre 2003, scaricabile dal sito: www.regione.piemonte.it/natiperleggere.

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Mi pare interessante continuare idealmente la riflessione di Biasini sul significato del verbo “leggere” nella sua radice etimologica.

Legein significa raccogliere, prima di tutto. Il bimbo, infatti, che viene al mondo si trova immerso in una “nebbia primordiale” e per uscirne deve “leggere” quanto avviene al di fuori di lui, quindi raccogliere tra gli stimoli e gli imput esterni via via qualcosa, tentare di organizzare e dare senso a quanto viene proiettato dall’esterno11.

In questo senso la lettura condivisa aiuta a mettere ordine, a chiamare gli oggetti e le emozioni con il proprio nome, in qualche modo a validare il mondo esterno e la stessa presenza del bambino.

Ma - come osserva Chiara Levorato riprendendo il pensiero di Bruner - i nomi delle cose non vengono acquisiti prioritariamente per conoscere e descrivere porzioni di realtà, classi di oggetti, quanto piuttosto “per descrivere momenti significativi, carichi anche emotivamente del desiderio di scambiare con l’altro parole, oltre che sguardi e carezze; [...] vengono acquisiti per descrivere esperienze salienti che costituiscono la storia comune del bambino e di chi si prende cura di lui”12.

Si nasce, quindi, [e si vive] “per raccontare” potremmo dire riprendendo un'altra concezione del termine legein. Raccontando e leggendo il racconto di altri costruiamo la nostra identità e il nostro sistema di valori di riferimento.

“La fruizione della narrativa implica […] un processo costruttivo, una proiezione nel racconto dei propri significati, […] una ricapitolazione degli aspetti del Sé significativi, per questo può svolgere una funzione importante per la crescita della persona, consentendole di esplorare se stessa e le proprie emozioni attraverso il coinvolgimento affettivo e mettendo alla prova i sistemi di credenze che danno senso alla realtà”13

Per cui possiamo proprio dire che “si nasce per leggere”, ossia per dare un senso al mondo e alla nostra storia con la costruzione di significati.

In questo senso si capisce anche il valore della fruizione della letteratura piuttosto che degli altri media. La prima, infatti, libera la fantasia e la creatività

11 Molto interessanti a questo proposito le riflessioni contenute nell’articolo “Nutrire la mente per nutrire il corpo”, Ragioni e riflessioni per aderire al progetto di Ugo Salvarani (psicologo) e Aldo Ravaglia (pediatra), scaricabile dal sito www.regione.piemonte.it/natiperleggere. 12 Levorato C., op. cit., p. 51.13 Ivi, p. 81.

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lasciando spazio alla mente di costruire mondi alternativi, mentre i secondi costringono ad una visione oggettuale della realtà “così com’è”14.

Questo può spiegare forse la fatica che denunciano gli educatori quando osservano che nell’apprendimento gli alunni non riescono a passare da un piano denotativo ad uno connotativo.

Ma vorrei soffermarmi ancora un po’ sulle ragioni del leggere proposte da altri autori.

3. Le ragioni della lettura in età precoce

“Fiume che nasce nella Sorgentegocce di voce nel buio profondobocche di mamma che cantano lentechiamano i bimbi che vengono al mondo”15

Apro questo paragrafo con una citazione di Bruno Tognolini che mi sembra illuminante rispetto al tema trattato: pone l’accento, infatti, sulla “voce che chiama al mondo” che può rappresentare una bella metafora applicabile alla lettura ad alta voce16.

Esistono numerose ricerche scientifiche che dimostrano come il leggere ad alta voce, con una certa continuità, ai bambini in età prescolare abbia una positiva influenza sia dal punto di vista relazionale, che cognitivo; per di più permetta il consolidamento nel bambino dell’abitudine a leggere che si protrae, poi, nelle età successive anche grazie all'imprinting precoce legato alla relazione17.

Pasquale Causa osserva, inoltre, che il consiglio dato ai genitori di leggere ai propri bambini fin dalla più tenera età è in grado di ottenere duraturi effetti

14 Per quanto riguarda la diversità di approccio del bambino al libro e ai media, interessanti le riflessioni di: Blezza Picherle S., Diventare lettori oggi, Verona, Libreria Editrice Universitaria Verona, 2007, p. 9 e sg.. 15 La citazione è di Bruno Tognolini in AA.VV, Gocce di voce, ill. A. Abbattiello, Firenze, Fatatrac, 2006.16 Interessante la riflessione di Rita Valentino Merletti in Racconti (di)versi dove sottolinea l’importanza della rima, quindi del linguaggio poetico, nel primo approccio con il bambino. V. Valentino Merletti R., Racconti (di)versi, Milano, Arnoldo Mondadori editore, 2000, p. 17 e sg.17 Causa P., Evidenze degli effetti della promozione della lettura nelle cure primarie, in “Quaderni acp”, vol. X n° 6, 2003, p. 42 – 46.

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sull’attitudine e la capacità dei genitori a impegnarsi in questa specifica modalità educativa e relazionale18.

Anche Stefania Manetti, sottolinea, come evidenze scientifiche provenienti in particolare dal mondo anglossassone sulla efficacia della promozione alla lettura ad alta voce in età precoce come intervento di promozione della literacy e nuove ricerche sullo sviluppo cerebrale del bambino nei primi tre anni di vita, confermino la bontà del progetto19.

I dati provano che leggere ad "alta voce" comporta un precoce sviluppo del linguaggio sia espressivo che percettivo ed un aumento del capitale sociale. I bambini giungono alla scuola primaria già con le competenze necessarie alla processazione del testo con effetti di comprensione del linguaggio duraturi nel tempo 20.

Rita Valentino Merletti, studiosa di Letteratura per l’infanzia, insiste molto sulle ragioni per consigliare la lettura a voce alta in età precoce soffermandosi molto sulla dimensione affettiva21.

In particolare la studiosa osserva che il bambino fin da quando nasce (e anche prima di nascere) è in grado ed è contento di ascoltare la voce umana, sia che questa gli parli, gli canti, gli racconti o gli legga una storia. Questo rapporto di speciale

18 Causa P., La promozione della lettura in famiglia nel contesto della genitorialità, in “Quaderni acp”, 14(4), 2007, p. 173 -176.19 Manetti S., Nati per leggere, un intervento di comunità: a che punto siamo?, in “Quaderni acp”, 13 (5), 2006, p. 195 – 198,20 Ibidem. Interessante pure l’articolo di Domenico Cappellacci, L'apprendimento della lettura, redatto in occasione della presentazione del progetto Nati per leggere a Pescara e Provincia, reperibile in http://www.regione.piemonte.it/natiperleggere.21 Valentino Merletti R., Leggere ad alta voce, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1996, p. 31. Ecco il riepilogo dei motivi che dovrebbero convincere i genitori a leggere a voce alta:

1. perchè è necessario creare fin dalla primissima infanzia un rapporto affettivo con il libro;

2. perchè [...] promuove un atteggiamento positivo nei confronti della lettura; 3. per suscitare la passione per la lettura, attraverso il “contagio” e l’imitazione del

genitore; 4. per creare l’abitudine all’ascolto, ;5. per accrescere il desiderio di imparare a leggere; 6. perchè permette al bambino di avvicinarsi a testi che risulterebbero troppo diffi-

cili per una lettura individuale;7. per ampliare gli interessi di lettura;8. perchè mette in evidenza la sonorità, il ritmo e gli aspetti fono-simbolici dei te-

sti;9. perchè crea tra chi legge e chi ascolta uno spazio comune di idee, di immagini e

soprattutto di emozioni;10. perchè è un’esperienza che procura intenso piacere all’adulto e al bambino.

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intimità e intensità che si instaura tra adulto che legge e bambino che ascolta, favorisce un transfert positivo di queste emozioni sul libro e la lettura.

Altri autori si sono soffermati, in modo particolare, sugli aspetti psico-pedagocici della lettura condivisa.

Giorgia Golfetto, ad esempio, riprendendo la lezione di Chiara Levorato, osserva che è importante capire e sostenere il ruolo delle emozioni della lettura perché esse sono una condizione necessaria per promuovere, creare e sviluppare un legame stabile e duraturo, sostenuto da una forte motivazione che deriva proprio dal piacere che la lettura provoca22.

Gli aspetti che contraddistinguono il rapporto con il libro e la lettura e che possono coinvolgere in modo significativo le emozioni del bambino, sono molteplici23.

Potremmo dire che il bambino, nella relazione con il genitore che legge con lui, vive un’intensa esperienza, come una sorta di coccola rituale, dove il contatto con l’oggetto-libro, l’incontro estetico con le illustrazioni, la co-costruzione alla storia diventano un tutt’uno con l’atmosfera affettiva che investe i due interlocutori24.

Chiara Levorato approfondisce in modo puntuale i molteplici tipi di piacere che intervengono nell’atto della lettura.

Mi soffermo in particolare - perché mi sembra aggiunga qualcosa di nuovo rispetto le riflessioni precedenti - sull’ultimo tipo di piacere che la studiosa cita, che è il piacere intellettuale dell’incontro con una realtà simbolica che proprio per la sua minore prevedibilità offre alla mente infinite possibilità25.

Scrive Levorato “la mia tesi è che l’incontro con la realtà simbolica mette la mente umana, e i suoi contenuti, in condizione di funzionare a un livello diverso da quello degli scambi con la realtà sensibile, e che questo tipo di funzionamento, con

22 Interessante il saggio Il lettore emozionale contenuto in : Lombello Soffiato D., Leggere e fare ricerca, Lecce, Edizioni La Biblioteca Pensa Multimedia, 2007, p. 35 – 51.23 Paolo Roncato nell’intervento al convegno di Torino del 2006 Dieci buoni motivi per raccontare o leggere storie ai bambini, afferma: “Il gusto della scoperta, il gusto della finzione, il gusto della verità emotiva, il gusto della invenzione, il gusto della contemplazione, il gusto dell’attendere la sorpresa adeguatamente preparata, il gusto del meraviglioso. Ma anche il piacere della creazione, il piacere del partecipare alla creazione (quella che gli intersoggetivisti chiamano la “co-costruzione nella relazione”), il piacere della ri-creazione soggettiva all’interno della propria mente... E tutti i piaceri relazionali cui abbiamo sopra accennato. Ma anche il piacere di sentire la propria mente funzionante..”. L’articolo è scaricabile dal sito www.regione.piemonte.it/natiperleggere.24 Levorato C., op. cit., p. 124 – 130.25Levorato C., op. cit., p. 133.

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tutta la libertà consentita dall’immaginazione umana, è fonte di piacere e alimenta il desiderio di leggere”26.

Sempre a proposito di emozioni è interessante una riflessione del psicoterapeuta Paolo Roncato che, oltre a sottolineare quanto detto dalle precedenti autrici27, insiste sul concetto di lettura condivisa in quanto permetterebbe, a suo avviso, una sorta di validazione dell’emozione e dell’esperienza, che è resa possibile dal fatto che attorno ad essa i due soggetti si trovano “a risuonare insieme”.

Mi piace molto l’idea del “risuonare insieme”, che indica che l’esperienza non è solo utile e piacevole per il bambino, ma anche per il genitore : perchè nell’atto della lettura ripercorre i suoi vissuti e insieme ri-scopre, attraverso lo stupore meravigliato del figlio, nuovo il mondo.

Roncato, aggiunge inoltre, che genitore e figlio, leggendo insieme una storia accaduta molto tempo fa in un luogo lontano (in questo caso si riferisce alla fiaba) entrano in contatto emotivo con le stesse vicende, come a dire: “Sì, è proprio vero. Accade proprio così. Anche a noi è accaduto, accade e accadrà così. A tutti gli umani accade così. Queste esperienze, queste emozioni ci appartengono in quanto sono umane. E quindi sono sensate, comunicabili, comprensibili, condivisibili, legittime, da riconoscere e da rispettare [..]. Le storie mostrano come è del tutto naturale, universale, conosciuto e prevedibile che le differenti situazioni di vita attivano in noi tutti esperienze specifiche che si strutturano attorno alle emozioni corrispondenti. L’accettazione di questo è uno dei capisaldi del benessere psichico e relazionale”28.

Come osserva Silvia Blezza Picherle, è importante innestare la lettura proprio nei bisogni interiori, che soprattutto da parte dei più piccoli sono per lo più silenti e non esplicitati.

Ma dal piacere è necessario poi fare un passo avanti e passare alla motivazione, continua la studiosa, che è una forza psichica che ha bisogno di essere costantemente alimentata.

26 Levorato C., op. cit. p. 131.27 Scrive ancora Roncato, Op. Cit., p. 8. “Il più importante dei motivi [per la lettura a voce alta] è che l’esperienza dell’ascolto di fiabe [e di racconti] è una delle principali vie attraverso le quale il bambino impara a riconoscere le emozioni, proprie e degli altri, nonché le esperienze che si strutturano a partire da quelle emozioni. Il processo che si attiva, però, è estremamente più importante, profondo e vitale di quello che potrebbe essere un puro e semplice apprendimento cognitivo o nozionistico intorno alle emozioni e alle esperienze che si strutturano su di esse.” 28 Ivi, p. 3.

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Scrive: “Il piacere provato ed assaporato reiteratamente, cioè più volte alla settimana e nei vari contesti, continuativo, cioè costantemente nel tempo e negli anni, e nelle più diverse forme e livelli, anche i più raffinati, fa attivare la motivazione, cioè quella forza interiore che spinge il bambino e il giovane a voler continuare a leggere, trasformandolo in un “lettore per la vita”29.

Quest’ultima osservazione ci permette ancora meglio di fondare le motivazioni del lavoro di rete.

4. L’importanza di familiarizzare alla lettura

Nel paragrafo precedente ho cercato di sottolineare quanto siano importanti le emozioni nel rapporto genitoriale, in particolare per quanto riguarda l’avvicinamento precoce alla lettura. Infatti, tale avvicinamento, nei primi anni di vita, non può avvenire se non in famiglia.

Per questo motivo il progetto Nati per leggere si rivolge in primo luogo ai bambini e alle loro famiglie, puntando a rendere consapevoli di quanto la lettura precoce aiuti ad aumentare la frequenza dei contatti nella relazione fra genitore e figlio e soprattutto ne migliori la qualità, in quanto si basa soprattutto su un forte scambio di emozioni, importantissime nei modi di comunicare.

L’abitudine dei genitori a leggere ai bambini, purtroppo, è stata testata in tre città italiane (Palermo, Napoli, Trieste) con risultati non esaltanti. Il range va dal 17 al 32% ed è in rapporto con la scolarità dei genitori, con risultati tragici per i genitori con licenza elementare.

Questo naturalmente non si discosta dalle indagini sulla lettura degli italiani30 Si tratta, allora prima di tutto, di sensibilizzare e insieme formare i genitori

sull’’importanza di “usare il libro con il bambino, facendolo conoscere nelle sue caratteristiche (carta – cartone, costolatura, pagine sfogliabili con le mani), come uno

29 Blezza Picherle S., op. cit., p. 40.30 Recentemente sono stati poi pubblicati dall’ Organization for Economic Cooperation and Development i dati SIALS (Second adult international literacy survey) relativi alle competenze alfabetiche degli adulti di alcuni paesi europei. Questi dati hanno evidenziato che paesi economicamente sviluppati, caratterizzati da sistemi educativi forti, hanno una popolazione adulta non in grado di far fronte alla necessità di utilizzare l’informazione contenuta in testi scritti e di comunicare attraverso la scrittura. La popolazione Italiana è caratterizzata da un terzo della popolazione che non supera il 1° livello di competenze (competenza alfabetica molto modesta al limite dell’analfabetismo).

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strumento di comunicazione essenziale, come il piatto o il cucchiaio che accompagneranno il bimbo per tutta la vita”31.

Rita Valentino consiglia di “far vedere e sentire come si interagisce con un bambino piccolo attraverso un libro, quale linguaggio corporeo, oltre che verbale, è necessario mettere in campo. Beninteso, senza alcuna intenzione di trasformare i genitori in fini dicitori, attori o clown. Al contrario, l’incoraggiamento deve far leva sul fatto che si tratta di attività normali e quotidiane, per le quali ciascuno può (anzi, deve) trovare la propria voce autentica, il proprio vero modo di essere”.

In questo modo si rende consapevole la famiglia delle potenzialità che essa possiede in ambito di educazione alla lettura; aiutandola ad attivare buone pratiche di educazione e promozione della lettura nel contesto familiare, fin dalla primissima infanzia.

Ma chi ha l’autorevolezza di comunicare questi messaggi?

5. Il ruolo del pediatra di famiglia

Ecco il ruolo strategico e fondamentale del pediatra di famiglia: egli è l’unico professionista formato sullo sviluppo del bambino con il quale le famiglie hanno un contatto regolare, precoce e personale prima che i bambini frequentino la scuola. Pertanto i pediatri hanno un’opportunità unica di raggiungere i genitori e i bambini in età precoce e in modo continuativo e a cadenza regolare.

Inoltre i genitori ascoltano le parole del pediatra e considerano il controllo di salute e l’intero setting ambulatoriale come una risorsa di consigli, aiuto, sostegno e cura. I genitori danno grande peso a quello che dice il pediatra perché sanno che il consiglio medico viene offerto per aiutare il bambino a crescere sano e felice.

In questo contesto l’invito alla lettura si innesta su bisogni forti del genitore e si aggancia a interessi e pensieri già presenti nella sua mente ma talvolta poco chiari e non finalizzati32.

Durante la visita pediatrica in occasione dei bilanci di salute il medico spiega ai genitori l’importanza della lettura, incoraggiandoli ad intraprendere questa pratica, 31 Sempre da Il punto su Nati per leggere, op. cit.32 Interessante a questo proposito l’articolo Nutrire la mente per nutrire il corpo. Ragioni e riflessioni per aderire al progetto di Ugo Salvarani (psicologo) e Aldo Ravaglia (pediatra), scaricabile dal sito www.regione.piemonte.it/natiperleggere.

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utilizzando un libro che mostra al bambino e che gli permette di valutarne lo sviluppo33.

Inoltre invita la famiglia a frequentare la biblioteca dove gli operatori rinforzano il messaggio.

6. Il ruolo dei bibliotecari

Come osserva Rita Valentino “Npl non sarebbe nato senza i pediatri ma non vivrebbe senza i bibliotecari”.

Le biblioteche e i bibliotecari giocano un ruolo fondamentale nell’intero progetto, con scopi elevati dal punto di vista di crescita civile di una Comunità.

La biblioteca pubblica può offrire grandi ed efficaci potenzialità a quanti, in qualsiasi contesto educativo, si preoccupano di fare avvicinare alla lettura chi ancora non vi si sia accostato e di consolidarne l’abitudine.

Ecco alcune aspetti importanti che devono impegnare il personale bibliotecario:• Adesione alle indicazioni IFLA e possedere competenze specifiche socio-

psico-pedagogiche per relazionarsi ai piccolissimi utentii;• Cura del patrimonio librario per la fascia 0 – 5 anni e allestimento di spazi

e per accogliere i piccoli lettori, i loro genitori e gli altri adulti coinvolti;• Supporto a richieste specifiche dei genitori nella scelta di libri; • Formulazione di proposte di lettura adatte alle diverse età del bambino da

proporre a pediatri e genitori attraverso la conoscenza specifica del panorama editoriale e l’individuazione dei criteri di selezione più idonei a scegliere libri di qualità e sicuri;

• Organizzazione di momenti di formazione per gli operatori e per i genitori su come, cosa e quando leggere ai bambini.

• Offerta di occasioni e appuntamenti nei quali si pratica la lettura ad alta voce rivolta ai bambini accompagnati dai genitori in vari contesti della comunità (biblioteca, centri gioco, caffè, giardini, piazze, ospedale ecc.)

33 Pasquale Causa, nell’articolo La promozione della lettura in famiglia nel contesto del sostegno alla geniotrialità, in “Quaderni acp, 14(4), 2007, p. 173 – 176 speiga bene come utilizzare il libro all’interno della visita. Nello specifico il pediatra può nominare, indicare e imitare le figure, espandere le vocali iniziali del bambino. La valutazione delle interazioni genitore-bambino e dello sviluppo del bambino riguardano: lo sviluppo motorio del bambino (il girare la pagina), lo sviluppo del linguaggio del bambino, l’attitudine del genitore sulla lettura, l’empatia tra il genitore e il bambino.

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• Dono del libro al momento dell’iscrizione del neonato alla biblioteca oppure in occasione della nascita del bambino attraverso inviti specifici ai genitori a conoscere la biblioteca.

Abbiamo indagato le azioni possibili dei due partner principali del progetto: manca una trattazione sul ruolo della scuola che lasciamo ad altra occasione.

7. Cronistoria del progetto locale

La forza del progetto Nati per leggere sta nel coinvolgimento di più attori sociali rivolti al raggiungimento di un obiettivo comune.

Nel caso concreto del progetto a cui ho dato avvio gli interlocutori sono cresciuti e moltiplicati per contagio.

Partendo dalla Biblioteca di Paese e di Istrana e da una pediatra di comunità, la dott.ssa Marriott, il progetto ha coinvolto dapprima cinque Amministrazioni Comunali34, poi nove, poi per impegno congiunto nostro e del Dirigente del dipartimento di Igiene e Sanità dell’Ulls 9, Dott. Giovanni Gallo e dei suoi collaboratori, gli enti coinvolti sono stati 30 (compresa l’Amministrazione Provinciale), e sono stati contattati almeno un centinaio fra pediatri di base e operatori sanitari.

La novità, infatti, rispetto ad altri progetti è l’intervento di un intero settore dell’unità sanitaria locale e di tutto il suo personale.

Questo in poco meno di due anni.Un momento di forte sensibilizzazione al progetto è stato realizzato lo scorso

mese di marzo a Paese: abbiamo, infatti, ospitato un convegno regionale, organizzato con il supporto dell’AIB e dell’ACP e del Centro Salute del Bambino che ha visto la presenza di 230 persone tra personale sanitario, educatori, bibliotecari e genitori interessati.

Dopo il convegno si arriva alla firma di una convenzione che impegna nove amministrazioni (ad oggi il numero è arrivato per l’appunto quasi a 30) a realizzare tutta una serie di azioni a supporto del progetto. Si formalizza, inoltre, un gruppo di

34 Preziosissimo il contributo delle colleghe di Villorba, Carla Brisolin, di Ponzano Sara Sbordone, di Breda di Piave, Elisa Paludetto, e naturalmente di Paola Biasin biblioteca di Istrana, supporter speciale in questa avventura.

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lavoro composto da bibliotecari e pediatri che si occupa della stesura di una bibliografia per genitori (consigli di lettura che “aprano percorsi originali dell’essere genitori”) e di un manifesto di proposte bibliografiche per i bambini da esporre negli ambulatori pediatrici negli altri luoghi dell’infanzia, oltre che di progettare interventi di formazione.

Nello stesso periodo viene costituito un Coordinamento provinciale con la presenza di rappresentanti di ACP – AIB – Dirigenti dell’Ulls 7 – 8 – 9 e bibliotecari referenti dei vari sistemi presenti all’interno della provincia.

Continua in modo prioritario la formazione grazie alla collaborazione con Il CSB, ACP e l’Università di Padova, vengono organizzate:

a) a settembre 2007 una giornata per pediatri, bibliotecari ed operatori sanitari dell’Ulls 9 per informare del progetto e dare l’occasione alle parti di conoscersi

b) tra ottobre e novembre ’07 un corso per educatori delll’asilo-nido (con la presenza della Prof.ssa Lombello e la dott.ssa Giorgia Golfetto)

c) sempre tra ottobre e novembre un corso per familiarizzare alla lettura (con la dott.ssa Giorgia Golfetto).

d) si lavora quindi sul fronte:- della sensibilizzazione con convegni e giornate a tema;- della formazione: con corsi per operatori e genitori;- della condivisone dei saperi: con la proposta di consigli bibliografici comuni fra

operatori diversi;- della valorizzazione delle risorse locali, con il coinvolgimento di altri settori

dell’ente (servizi sociali), dei rappresentanti locali dell’ACP e AIB e dell’Università Patavina.

Naturalmente anche, ultimo citato ma primo per importanza, si lavora sull’accrescimento e la cura bibliografica del patrimonio documentario adatto alla fascia d’età e ai genitori.

L’impegno prossimo, già abbozzato con la Provincia, è l’organizzazione di un modulo base di aggiornamento per operatori di biblioteca sui criteri di scelta dei libri per bambini.

In sintesi propongo la scheda operativa del progetto, precisando che è stata realizzata di comune accordo con l’Azienda sanitaria, che si è assunta l’impegno di diventare interlocutore principale nei confronti dei vari enti.

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8. Scheda sintetica del progetto “Nati per leggere” della Ulss 9 e dei Comuni

Premessa: la lettura ad alta voce fatta da un adulto al bambino già dal primo anno di vita migliora la relazione tra i bambini e genitori e aumenta la plasticità del cervello dei bambini: favorisce lo sviluppo del linguaggio, migliora la loro memoria e aumenta le loro capacità di apprendimento.

Obiettivo generale: promuovere la lettura ad alta voce come livello essenziale di assistenza per migliorare la qualità di vita dei bambini.

Obiettivo operativo 1: aumentare il numero di persone che utilizzano le biblioteche attraverso un programma che si basa sull’alleanza tra operatori sanitari e amministratori e personale dei Comuni che sia:

efficace – è dimostrato che questi programmi aumentano l’uso delle bibliotecheefficiente – sono richieste risorse limitate a ciascun soggetto coinvoltosostenibile – può essere condotto da tutti i soggetti coinvolti equo – raggiunge tutti i genitori offrendo più occasioni di contatto.

Ordine cronologico delle attività e principi di riferimento.

Principio 1: I programmi di promozione della lettura che impegnano anche il personale sanitario sono risultati molto più efficaci

Principio 2. E’ necessario garantire un accesso al programma di tutti i bambini (principio di equità). Il precedente modello basato sulla adesione volontaria dei pediatri garantiva la proposta solo al 10% dei bambini.

Azione 1. ULSS - Ostetriche

- Proposte di lettura ai futuri e neo-genitori a cura del gruppo di lavoro del distretto sanitario n. 2 (Preparazione e stampa a cura della ULSS in collaborazione con ciascuna biblioteca).

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- Corsi di preparazione al parto - Ostetriche ULSS / ove possibile bibliotecari - Consegna breve bibliografia selezionata di libri presenti nelle diverse biblioteche “futuri genitori”

- Visita domiciliare – Ostetriche ULSS Consegna breve bibliografia selezionate di libri presenti nelle diverse biblioteca sul tema “essere genitori: primi mesi di vita”

Azione 2. ULSS – Servizi vaccinali

In occasione del secondo accesso vaccinale che si effettua a 5-6 mesi promozione del progetto “nati per leggere” a tutti i genitori con:

- Consegna depliant curato dal CSB;- Breve presentazione da parte del medico o del personale infermieristico;- Consegna depliant informativo della biblioteca del Comune di residenza (orari

e iniziative di lettura per i bambini di età inferiore a 6 anni);

Principio 3: I programmi che prevedono il dono di un libro hanno dimostrato una adesione 3 volte superiore.

Azione 3. Comune - Biblioteca

Al compimento del primo anno di vita del bambino il Comune invia una lettera per invitare a ritirare un libro in regalo presso la biblioteca. L’operatore si impegna:

- Presentazione spazi della biblioteca- Presentazione dei libri più adatti e delle bibliografie presenti- Iscrizione del bambino e del genitore- Comunicazione messaggi chiave di promozione della lettura

Azione 4. ULSS – Servizi vaccinali

In occasione dell’accesso vaccinale che si effettua a 14-15 mesi rinforzo del progetto “nati per leggere” a tutti i genitori con:

- dono di un segnalibro con le indicazioni di lettura per i bambini di età compresa tra 12 – 24 mesi.

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Principio 4: I programmi che prevedono messaggi omogenei proposti più volte e da soggetti diversi hanno dimostrato evidenza di maggiore efficacia.

Principio 5. Il pediatra di libera scelta in indagini che hanno riguardato diversi ambiti della salute è il più ascoltato dai genitori.

Azione 5. Pediatri

Collaborazione dei pediatri di libera scelta per la promozione del progetto che:- espongono nei loro studi il poster di Nati per leggere- rispondono alle domande dei genitorima possono anche:- esporre il manifesto “Un libro per stagione” con alcune proposte di lettura per fasce d’età;- parlare dell’importanza della lettura in occasione di un bilancio di salute consegnando un segnalibro con le indicazioni di lettura per i bambini della età scelta;- allestire una mini libreria in sala d’attesa.

Azione 6. ULSS – Servizi vaccinali - verifica

In occasione dell’accesso vaccinale previsto a 6 anni valutazione tramite breve questionario dei risultati a lungo termine del programma di promozione della lettura

Azioni a supporto del programma:

Le biblioteche inoltre a quanto detto:- Predispongono uno spazio specifico per i bambini 0 – 6 anni;- Predispongono accanto allo spazio per i bambini uno spazio per i genitori;- Conducono le attività di promozione alla lettura (gruppi di lettori, aperture

straordinarie, momenti di sensibilizzazione ecc.)- Creano momenti di formazioni per gli adulti che si prendono cura dei bambini

(educatori, genitori, gruppi di lettori volontari)

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Assieme alla ULSS e alla Scuola propongono e sostengono programmi di promozione della lettura per:

- consolidare la motivazione alla lettura attraverso proposte condivise;- offrire una maggiore conoscenza e utilizzazione delle biblioteche;- approfondire la conoscenza di libri e offrire strumenti per valutarne la qualità;- costituire un momento di contatto privilegiato con i genitori;Il programma è triennale: le azioni vengono monitorate dal gruppo di lavoro e

annualmente viene fatto un resoconto del progetto.

9. Un contributo personale sul lavoro in rete

La scheda progettuale dà un’idea degli operatori coinvolti e rende plausibile la necessità di una formalizzazione del progetto, oltre che dei rapporti fra gli attori che si impegnano a realizzarlo.

L’estensione della proposta a sempre più enti e la necessità di aspettare i tempi degli altri, ha - d’altro canto - rischiato di far scemare l’entusiasmo legato, in primis, alla passione del nucleo originario delle persone coinvolte.

All’interno di una giornata comune proponevo, allora, di andare alla motivazione del lavoro in rete e di indagare il ruolo di attore sociale che ciascuno di noi ricopriva all’interno della comunità locale.

Infatti, come è possibile vedere dallo schema precedente, ogni figura professionale è impegnata in azioni che sono diverse per impegno e responsabilità.

C’è da osservare, inoltre, che il coinvolgimento dei partecipanti non è stato uniforme: se i bibliotecari, almeno all’inizio, avevano aderito per iniziativa spontanea, tutti gli operatori sanitari erano stati “invitati” da una direttiva dirigenziale.

Si trattava, allora, di motivare ogni singolo operatore a dare il proprio, talvolta anche modesto, ma personale e peculiare contributo, collocando il suo intervento non solo a sostegno di una progettualità teorica (Nati per leggere) ma anche all’interno di un’etica dell’agire sociale.

Perché chiedevo alle persone presenti in sala, pediatri oberati da malattie di vario genere e bibliotecari assillati da incombenze burocratiche, era così importante lavorare insieme?

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Perché perdere tutte quelle energie nel tentativo di raccordare ognuno i propri passi con quelli dell’altro, con il rischio anche di mettere in discussione scelte operative già consolidate?

D’altro canto i bibliotecari non sono già impegnati in altri progetti di lettura e i pediatri e gli operatori vaccinali non hanno messaggi prioritari a cui dedicare minuti preziosi?

Sapevo benissimo che questi interrogativi erano ben presenti negli animi dei partecipanti.

Con notevole presunzione - perché le mie riflessioni scaturiscono più da un percorso di formazione personale che da studi in materia (a mio discapito posso addurre il grande impegno nel progetto e la necessità di economizzare le risorse35 ) ho cercato di portare la riflessione su alcuni nodi concettuali importanti da cui derivano poi possibili strategie di lavoro.

In particolare ho fatto riflettere su uno dei limiti più pesanti del mondo contemporaneo ossia sull’utilizzo di un pensiero disgiuntivo che è portato ad analizzare senza poi fare sintesi, basti vedere la parcellizzazione e la settorialità degli interventi per esempio nel settore della salute ma anche la privatizzazione dei problemi e la privata ricerca di soluzioni.

Questo tipo di pensiero induce ad una visone atomistica della persona e produce sentimenti di solitudine e isolamento.

La complessità del reale inviterebbe, invece, ad uno sforzo di pensiero e azione caratterizzati dal leggere i processi sociali e le trasformazioni in maniera integrata tra le visuali delle diverse istituzioni e servizi, ad utilizzare un pensiero più complesso “a tutto tondo” che valorizzi la capacità di progettare, realizzare, valutare azioni sinergiche (punti di maglia) attraverso un approccio interdisciplinare.

Questa capacità presuppone anche una dinamica relazionale: ossia la capacità di concertazione delle risorse umane, coinvolgendo le risorse del sociale e della comunità.

Sul concetto di comunità, trattandosi di un progetto locale, ho insistito molto osservando che essa rappresenta la rete vitale delle relazioni e si connota come lo spazio di cui la persona ha bisogno per la realizzazione della propria storia.

35Un aspetto che non ho preso in esame, infatti, è l’economicità del progetto. Purtroppo trovandosi gli enti in situazioni finanziarie non floride (ma dovremmo aprire tutto un discorso sulla poca attenzione agli aspetti culturali) i Comuni, aderenti al progetto, si sono impegnati prioritariamente con risorse umane.

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Impegnarsi, insieme, ora nella promozione della lettura domani magari della musica o in chissà quale altro obiettivo, può aiutare il singolo a sentire intorno a sé un tessuto connettivo che lo sostiene rispetto all’esperienza di frammentazione che, per i motivi sovra descritti (e tanti altri da indagare) è costretto a vivere.

Impegnarsi insieme significa, anche, entrare in un’etica della discussione e della responsabilità che ci mette ciascuno di fronte alla possibilità che l’impatto delle proprie opere sugli altri possa realmente modificare l’ambiente circostante, ma, allo stesso tempo, chiede a noi stessi di essere disposti, permeabili al cambiamento.

Lasciavo alll’uditorio quest’ultima sfida: siamo capaci di futuro, siamo capaci, cioè, di contribuire alla creazione di una città sostenibile?

I dati che raccoglieremo nei prossimi mesi e la misura delle partecipazioni ai prossimi eventi di formazioni, riveleranno se questo invito ha trovato o meno, terreno di coltura.

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Valentino Merletti R., - Tognolini B., Leggimi forte: accompagnare i bambini nel grande universo della lettura, Milano, Salani Editore, 2006, pp.154.Valentino Merletti R., Leggere ad alta voce, Collana “Infanzie”, Milano, Mondadori, 1996, pp. 159.Valentino Merletti R., Raccontar storie, Collana “Infanzie saggi”, Milano, Mondadori, 1998, pp. 132.Valentino Merletti R., Racconti (di)versi:appunti e spunti sul leggere poesia ai bambini, Collana “Infanzie”, Milano, Mondadori, 2000, pp. 121.Vygotskij L. S., Pensiero e linguaggio, Collana “I fondamenti della psicologia moderna”, Firenze, Giunti, 1966, pp. 253.

PER SAPERNE DI PIU’

Il sito del Progetto nazionale www.natiperleggere.it Strutture che promuovono Nati per leggere

• Associazione italiana biblioteche www.aib.it• Associazione Culturale PediatrI www.acp.it• Centro per la Salute del Bambino www.csbonlus.org

NPL è sostenuto dalla Regione Veneto• Genitori più www.genitoripiu.it

Riviste che dedicano spazio a NPL• UPPA www.uppa.it• Quaderni ACP www.quaderniacp.it• Sfoglialibro www.bibliotecheoggi.it• Liber www.liberweb.it• Andersen www.andersen.it

Esperienze in altre Regioni• Nati per leggere Piemonte www.regione.piemonte.it/natiperleggere/• Torino

www.comune.torino.it/cultura/biblioteche/spazioragazzi/npl/index.shtml• Bologna www.bibliotecasalaborsa.it/ragazzi/natiperleggere/?pagina=2

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• Modena www.natiperleggere.cedoc.mo.it/• Trentino www.trentinocultura.net/soggetti/biblio/sbt/nati per leggere h.asp• Brescia www.provincia.brescia.it/biblioteche/promozione.htm

Progetti internazionali di promozione delle letture• Stati Uniti Born to read www.ala.org/alsc/born

Reach out and read www.reachoutandread.org• Regno Unito Bookstart www.bookstart.co.uk• Spagna Nascuts per Ilegir www.nascutsperllegir.org

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