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~ 1 ~ STORIA CONTEMPORANEA Anno accademico 2013 -2014 Il programma prevede la discussione dei principali nodi della storia contemporanea e si articola su tre parti, per un valore complessivo di 10 crediti. Gli studenti nel cui piano di studi all’esame di Storia Contemporanea è attribuito un valore di soli 6 crediti, prepareranno soltanto le prime due parti. Parte prima: Il secolo delle speranze: il lungo Ottocento. Testo per l’esame: Tommaso Detti, Giovanni Gozzini, Storia Contemporanea, primo volume, L’Ottocento, Bruno Mondadori, Milano 2000. Parte seconda: Il secolo delle tragedie: il breve Novecento. Testo per l’esame: Tommaso Detti, Giovanni Gozzini, Storia Contemporanea, secondo volume, Il Novecento, Bruno Mondadori, Milano 2002. Parte terza: Problemi e metodi della storia contemporanea. Testi per l’esame: due a scelta, uno per ciascuno dei seguenti gruppi: gruppo 1: Paolo Macry, La società contemporanea, Il Mulino, Bologna 1992; Raffaele Romanelli, Ottocento. Lezioni di storia contemporanea, Il Mulino, Bologna 2011; Mark Mazower, Le ombre dell’Europa. Democrazie e totalitarismi nel XX secolo, Garzanti, Milano 2000; Federico Romero, Storia della guerra fredda. L'ultimo conflitto per l'Europa, Einaudi, Torino 2009. gruppo 2: Alberto Mario Banti, Il Risorgimento italiano, Laterza, Roma-Bari 2004; Emilio Gentile, La via italiana al totalitarismo, Carocci, Roma 2001; Marina Cattaruzza, L’Italia e il confine orientale d’Italia, Il Mulino, Bologna 2007; Pietro Scoppola, La repubblica dei partiti, Il Mulino, Bologna 1991; Andrea Di Michele, Storia dell’Italia repubblicana (1948-2008), Garzanti, Milano 2008. Chi desiderasse approfondire tematiche d’interesse personale, può concordare preventivamente con il docente opere a scelta diverse da quelle indicate. L’esame finale consisterà in una prova orale su tutto il programma. In alternativa, per consentire di distribuire meglio lo studio nel tempo, i soli studenti frequentanti potranno sostenere nel corso delle lezioni due verifiche parziali, scritte, sui contenuti rispettivamente della prima e della seconda parte. In caso di esito positivo, la prova orale finale verrà dedicata alla sola terza parte; in caso invece di risultato negativo, gli studenti potranno comunque partecipare all’esame finale, discutendo, oltre ai testi previsti per la terza parte, le parti di programma non assolte con la verifica scritta. Laboratorio di storia. La partecipazione al Laboratorio di storia consente agli studenti di affrontare alcuni temi specifici della storia contemporanea e li aiuta a superare la terza parte, secondo modalità da concordare con il docente all’inizio dell’anno accademico. Per gli studenti che abbiano già superato l’esame di storia contemporanea, la partecipazione al Laboratorio può essere valutata ai fini dei crediti F. Nell’anno accademico 2013 – 2014 sono previste le seguenti attività: Un seminario sul tema “Verso la grande guerra”, in preparazione al centenario dello scoppio del primo conflitto mondiale. Il seminario si articolerà su dieci incontri. Modalità di partecipazione ed orari saranno comunicati agli studenti all’inizio dell’anno accademico. Un seminario sul tema “Morte e resurrezione della patria”, in occasione del settantesimo anniversario della resistenza. Il seminario si articolerà su dieci incontri. Modalità di partecipazione ed orari saranno comunicati agli studenti all’inizio dell’anno accademico.

Storia Contemporanea1

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Page 1: Storia Contemporanea1

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STORIA CONTEMPORANEA

Anno accademico 2013 -2014

Il programma prevede la discussione dei principali nodi della storia contemporanea e si articola su tre parti,

per un valore complessivo di 10 crediti. Gli studenti nel cui piano di studi all’esame di Storia Contemporanea

è attribuito un valore di soli 6 crediti, prepareranno soltanto le prime due parti.

Parte prima: Il secolo delle speranze: il lungo Ottocento. Testo per l’esame: Tommaso Detti, Giovanni

Gozzini, Storia Contemporanea, primo volume, L’Ottocento, Bruno Mondadori, Milano 2000.

Parte seconda: Il secolo delle tragedie: il breve Novecento. Testo per l’esame: Tommaso Detti, Giovanni

Gozzini, Storia Contemporanea, secondo volume, Il Novecento, Bruno Mondadori, Milano 2002.

Parte terza: Problemi e metodi della storia contemporanea. Testi per l’esame: due a scelta, uno per ciascuno

dei seguenti gruppi:

gruppo 1: Paolo Macry, La società contemporanea, Il Mulino, Bologna 1992; Raffaele Romanelli, Ottocento.

Lezioni di storia contemporanea, Il Mulino, Bologna 2011; Mark Mazower, Le ombre dell’Europa. Democrazie

e totalitarismi nel XX secolo, Garzanti, Milano 2000; Federico Romero, Storia della guerra fredda. L'ultimo

conflitto per l'Europa, Einaudi, Torino 2009.

gruppo 2: Alberto Mario Banti, Il Risorgimento italiano, Laterza, Roma-Bari 2004; Emilio Gentile, La via

italiana al totalitarismo, Carocci, Roma 2001; Marina Cattaruzza, L’Italia e il confine orientale d’Italia, Il

Mulino, Bologna 2007; Pietro Scoppola, La repubblica dei partiti, Il Mulino, Bologna 1991; Andrea Di Michele,

Storia dell’Italia repubblicana (1948-2008), Garzanti, Milano 2008.

Chi desiderasse approfondire tematiche d’interesse personale, può concordare preventivamente con il

docente opere a scelta diverse da quelle indicate.

L’esame finale consisterà in una prova orale su tutto il programma. In alternativa, per consentire di

distribuire meglio lo studio nel tempo, i soli studenti frequentanti potranno sostenere nel corso delle lezioni

due verifiche parziali, scritte, sui contenuti rispettivamente della prima e della seconda parte. In caso di esito

positivo, la prova orale finale verrà dedicata alla sola terza parte; in caso invece di risultato negativo, gli

studenti potranno comunque partecipare all’esame finale, discutendo, oltre ai testi previsti per la terza

parte, le parti di programma non assolte con la verifica scritta.

Laboratorio di storia.

La partecipazione al Laboratorio di storia consente agli studenti di affrontare alcuni temi specifici della storia

contemporanea e li aiuta a superare la terza parte, secondo modalità da concordare con il docente all’inizio

dell’anno accademico. Per gli studenti che abbiano già superato l’esame di storia contemporanea, la

partecipazione al Laboratorio può essere valutata ai fini dei crediti F. Nell’anno accademico 2013 – 2014

sono previste le seguenti attività:

Un seminario sul tema “Verso la grande guerra”, in preparazione al centenario dello scoppio del primo

conflitto mondiale. Il seminario si articolerà su dieci incontri. Modalità di partecipazione ed orari saranno

comunicati agli studenti all’inizio dell’anno accademico.

Un seminario sul tema “Morte e resurrezione della patria”, in occasione del settantesimo anniversario della

resistenza. Il seminario si articolerà su dieci incontri. Modalità di partecipazione ed orari saranno comunicati

agli studenti all’inizio dell’anno accademico.

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Introduzione alla Contemporaneità Fernand Braudel: storico del ‘900 fondatore della rivista Les Annales – Strutturalismo.

Il tempo storico non è immutato.

Tempo immobile: tempo geografico ed ambientale

Tempo di lunga durata: segue lo scorrere plurisecolare come il nascere ed il cadere di una civiltà.

TEMPO della Storia SOCIALE.

Tempo veloce: il tempo della politica

Metafora delle acque:

Tempo immobile> maree

Tempo di lunga durata> onda lunga atlantico

Tempo breve> onde brevi del vento.

Storia contemporanea: inizia con l’epoca delle rivoluzioni. (Periodizzazione più semplice con punto di cesura

netta tra evo moderno (1492-fine 1700) e contemporaneità.

Opposto di moderno= tradizionale

Nella società tradizionale la mobilità sociale è molto limitata: società cetuali (rapporto con il potere definito

in base alla nascita e sono caratterizzati da un'alta mortalità ed un’alta natalità.

CETI Ancient regime: oratores (clero), bellatores (guerrieri e nobiltà), laboratores (coloro che lavorano).

Non è in base alla ricchezza ma alla nascita.

CLASSE: raggruppamento di persone in riferimento al processo produttivo.

Proletario: colui che possiede solo la sua forza lavoro.

Modernità> Lungo ottocento 1789 – 1914

Contemporaneità> secolo breve. 1914 -1989 passaggio dalla società dell’individuo alla società di massa.

Moderno / modernizzazione: inizia con il progressivo abbandono del sistema feudale.

a) Centralizzazione del potere (es. monarchia inglese e francese).

Burocrazia ed esercito dipendono dal re non più da un sistema frammentato di poteri. (Riscossione

tasse e giustizia vengono centralizzate)

b) MODERNIZZAZIONE: gettito di due processi rivoluzionari:

1. Rivoluzione industriale

2. Rivoluzione francese.

RIVOLUZIONE INDUSTRIALE processo che nasce nel 1700 in Inghilterra e che inverte il rapporto tra

manifattura ed agricoltura applicando su larga scala tecniche che aumentano la produttività avviene grazie

ad un crescente inurbamento, innovamento tecnologico e rivoluzione agraria.

Trappola malthusiana 1798: demografia Ancient Regime – crescita costante legata al sostentamento dato

dall’agricoltura e picchi negativi di mortalità dati dalle carestie, epidemie e guerre, con un andamento ciclico.

Durante la rivoluzione industriale si ha un incremento demografico di transizione: la mortalità diminuisce e la

natalità rimane invariata. Questo è dovuto all’aumento costante di produzione e di popolazione e di reddito

pro capite causato dai progressi tecnologici ed economici, dati dalla rivoluzione industriale, ma non sarebbe

stato possibile senza prima una rivoluzione agraria (enclosures, rotazione a quattro cicli di Norfolk,

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liberazione della manodopera occorrente alle industrie, aumento della produttività, agricoltura mista).

Velocità di produzione e di consumo (dovuta all’incremento demografico) si rincorrono per tutto il 700 ed

appena nei primi anni dell’800 il rapporto si inverte.

Successivamente, nella demografia contemporanea, la natalità diminuisce col diminuire della mortalità

avendo come effetto nuovamente un calo demografico (per il costo dei figli non più impiegabili nel lavoro

tessile industriale grazie alla comparsa delle prime leggi di protezione sociale contro lo sfruttamento

minorile).

MUTAMENTI produzione: TAYLORISMO FORDISTA. Organizzazione scientifica del lavoro.

Costituzione stati nazionali con forte territorialità > Frontiere

Metafora lineare: frontiere ma anche ferrovie divisione e congiunzione. Lotta di classe (borghesia e

proletariato.)

Fino a globalizzazione, e non più cardinalità industrie nell’economia di un paese. Metafora: rete.

RIVOLUZIONE FRANCESE.

1. Scomparsa monarchia basata sul diritto divino per una monarchia basata sul diritto popolare

2. Passaggio da società cetuale ad una società con maggiore mobilità sociale, basata su classi

3. Ridistribuzione delle terre rivendute sul mercato (nuovo regolatore della società per enorme vuoto

casse statali).

1a – popolo per rivoluzione francese = tutti i cittadini che hanno partecipato alla rivoluzione.

2a – dal terzo stato si costituisce una nuova Borghesia agraria, scompare nobiltà

NAZIONE

a. Natio- popoli senza civiltà (es- alemanni)

b. Medioevo – nationes – famiglie linguistiche di appartenenza (catalani)

c. Rivoluzione francese: Il POPOLO CHE FA LA RIVOLUZIONE.

MODELLO VOLONTARISTICO DI NAZIONE. Modello inclusivo (facile farne parte) che dura fino al 1980 in

Francia. Grande attrattiva. (Permette ad un corso di diventare Imperatore > Napoleone)

Renan: la nazione è un plebiscito di ogni giorno.

È necessario un modello che contrasti la grande attrattiva del modello Francese.

POPOLO TEDESCO> CONCEZIONE NATURALISTICA DELLA NAZIONE, BASATA SULL’APPARTENENZA ALLA

STESSA ETNIA.

MEINEKE>nazione= consanguineità e consonanza spirituale

(Alsazia e Lorena divengono terreno di conflitto) si cerca di rafforzare il patrimonio mitico tradizionale

popolare (fratelli Grimm)

Modello Italiano su base francese, modello tedesco attrae i popoli slavi (per non essere assimilati)

PROCESSO DI NAZIONALIZZAZIONE: trasformazione di alcuni gruppi umani in nuovi gruppo che abbiano

come modello identitario il concetto di nazione

3 fasi:

a. Pionieri: intellettuali che inventano il modello di nazione

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b. Patrioti: risorgimentali >nuova élite che chiede di partecipare alla gestione del potere, rivendicando

Autonomia o Indipendenza

c. Nazionalizzazione di massa (leva e scuola).

La nazione è una comunità immaginata sulla base di criteri variabili (non comunità naturale).

CASO INGLESE:

Fine ‘400 inizio ‘500 si attua la trasformazione dei grandi stati in stati moderni. (Es. la repubblica di Venezia)

da un modello feudale (dove non c’è una gerarchia netta ma caotica basata su fedeltà personali, meccanismi

di scambio di favori come rendite per protezione) ad una centralizzazione del potere e la costruzione di una

macchina burocratica statale. La Francia come la Spagna trasforma la nobiltà in un ceto privilegiato ma senza

potere (corte del re). > il re e la corte di spagna sono la Spagna. MONARCHIA NAZIONALE.

Il re d’Inghilterra a inizio 1500 pone le basi per costruzione di uno stato moderno divenendo una NAZIONE

NOBILIARE RIUSCITA dove non scoppia una rivoluzione e che per reagire alla rivoluzione francese deve

espandere la sua area di influenza.

L’interesse di corte e del ceto medio (agricolo marittimo ed industriale) collimano e prosperano.

Le istituzioni in Inghilterra sono in grado di evolversi. Altrove se le istituzioni non tengono il passo con le

esigenze della società civile scoppia una crisi.

Rapporto tra ISTITUZIONI E SOCIETÀ CIVILE

1. Istituzione è una configurazione organizzata di relazioni sociali giuridicamente e storicamente orientata, il cui fine è di garantire la conservazione e l'attuazione di norme o attività sociali e giuridiche – stabilite tra l'individuo e la società o tra l'individuo e lo Stato- sottratte all'arbitrio individuale e all'arbitrio del potere in generale[1].

2. Società civile: aggregazione di insiemi di individui. La società è tanto più ricca quanto maggiore è il numero di aggregazioni che ne fanno parte.

LA MONARCHIA INGLESE è meno rigida (indebolita nel 1600) e quindi più aperta al cambiamento. C’è una maggiore diffusione della ricchezza maggiore mobilità sociale e quindi le tensioni sociali non raggiungono mai un punto critico.

IN EUROPA la contrapposizione tra società civile ed istituzioni porta al travolgimento delle istituzioni. Ovunque c’è una rivoluzione tranne che in Inghilterra.

LA RIVOLUZIONE quando scoppia – CICLO DI LABROUSSE:

1. Forte opposizione o polarizzazione di forze contrastanti 2. Assenza comunicazione mediazione 3. Aspettative di vita migliore (paura di perdere miglioramenti raggiunti)> CRISI ECONOMICA

Da un miglioramento iniziale deve esserci il timore di un peggioramento.

1789 crisi economica precede rivoluzione francese così come nel 1848

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IN INGHILTERRA il confronto con la rivoluzione Francese cementifica l’IDENTITÀ NAZIONALE inglese. (Anche grazie al blocco continentale di Napoleone.)

1815 Congresso di Vienna: riportare gli stati tradizionali così com’erano prima del 1989> Restaurazione

Cosa non viene restaurato:

1. Burocrazia statale centralizzata 2. Codice civile napoleonico 3. Modello organizzativo esercito napoleonico

Rapporti sociali in Francia:

1. Terre rivendute dopo ’89 non restituite alla nobiltà 2. Viene ristabilito il principio di legittimità per DIRITTO DIVINO 3. E quindi negato il principio di RAPPRESENTATIVITÀ e di legittimità popolare.

Stabilizzazione equilibri internazionali fino al 1914.

Prima fase ideologia romantica consonante con la restaurazione, ma non dura molto

La restaurazione ha una spinta conservatrice e reazionaria

L’industrializzazione porta alla costituzione di nuovi gruppi di influenza potere e ricchezza.

AFFERMAZIONE BORGHESIA basata sul mercato (intraprendenza – libertà da vincoli di dipendenza – lavoro)

Vuole RICONOSCIMENTO POLITICO

1. LIBERTÀ 2. NAZIONE (DIRITTI)

1. LIBERISMO ECONOMICO (LIBERO COMMERCIO IN LIBERO MERCATO) 2. LIBERTÀ POLITICA (ISTITUZIONI BASATE SUL POPOLO, non più un patto divino ma

COSTITUZIONE)

= Pensiero liberale (Adam Smith)

Dal 1820 al 1848

Il sistema di Vienna nega la Nazione, reprime i sovversivi > 1830 in Francia c’è una nuova rivoluzione

1821 in Italia e spagna primi patrioti fondano sette segrete clandestine ( CARBONERIA) organizzate in cellule (3 persone per limitare arresti) composte da elités militari LIBERALI (cospirazione napoli). Il loro programma politico non è pubblico ma conosciuto solo da aderenti.

3 livelli di conoscenza obiettivi per livello adesione:

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1. Costituzione / Nazione 2. Repubblica 3. Comunanza dei beni (primitivo comunismo)

Si aggiungono gruppi di intellettuali (silvio Pellico) pionieri romantici (del secondo romanticismo: libertà e filo ellenismo)

Dal 1845 forte crescita società (con conseguente aumento di aspettative) Blocco istituzioni

1846/47 carestia > crisi economica (aspettata dai reazionari)

1848: primo moto insurrezionale a Palermo

Ma l’INNESCO a Parigi fu dato dalla proibizione da parte di Guillemot di un banchetto successivo alla campagna per la riforma elettorale. Il popolo si ribella e fa cadere re Filippo (e la sua corte composta da un elite borghese di alta finanza)

Si ha la costituzione di un primo socialismo (lavoratori organizzati dell’industria) ma il fronte rivoluzionario è larghissimo, vince e si diffonde in tutta Europa.

CRISI 1847 detta della PATATA per malattia che colpisce le patate portando fame carestia.

RIVOLUZIONE BORGHESE 1848 >> i leader rivoluzionari erano nobili con ideali liberali non borghesi, ma portavoce dell’ideologia e dei valori della borghesia.

RIVOLUZIONE SIMULTANEA: che avviene contemporaneamente in diversi luoghi ma a distanza di una settimana.

LARGO FRONTE RIVOLUZIONARIO: composizione rivoluzionari inizialmente uniti ed inarrestabili trionfano ovunque su un potere reazionario isolato ma dopo 6 mesi il fronte rivoluzionario si frammenta, i suoi segmenti litigano e combattono tra loro >> la sconfitta è ovunque e la controffensiva reazionaria è facile.

GRANDI MOTI DEL 1848:

Area interessata fascia centrale Europa, paesi esclusi: Spagna, Russia ed Inghilterra.

Spagna e Russia: il progresso borghese è quasi inesistente quindi il potere non viene nemmeno sfidato.

Inghilterra: società civile matura ed istituzioni in grado di evolversi resistendo ai mutamenti sociali cooptando le forze nascenti e attraverso importanti riforme quali il suffragio.

A) CASO FRANCESE:

Largo fronte rivoluzionario (che va dai liberali moderati ai socialisti estremi) vince e costituisce la II repubblica.

1. REPUBBLICA DEMOCRATICA: viene proclamato subito il Suffragio universale

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2. REPUBBLICA PACIFICA: non vuole altra guerra – la prima repubblica francese aveva iniziato la guerra d’Europa, questa non vuole esportare il meccanismo rivoluzionario per paura di rimanere isolata contro tutti. [SANTA ALLEANZA: reazionaria> la rivoluzione è il diavolo quindi l’alleanza che la contrasta è santa. Composta da Prussia Russia ed Impero Austroungarico (ortodossa cattolica protestante). INTERVENTISTA ovunque la legittimità del potere imperiale venga messa in discussione dalla rivoluzione. PRINCIPIO DI INTERVENTO TRANSNAZIONALE ripreso da ONU alla fine 1900.]

3. REPUBBLICA UMANITARIA: I repubblica era nata nel clima del Terrore, mentre nel 1848 viene abolita la pena di morte.

4. REPUBBLICA SOCIALE: si preoccupa attivamente del Benessere del popolo, ed è a favore delle classi svantaggiate.

Cosa fa:

LAVORI PUBBLICI: operai parigini disoccupati vengono impiegati in OPIFICI NAZIONALI (attraverso la statalizzazione di fabbriche in crisi.

TASSE: le prime elezioni vengono vinte da liberali Moderati > più conservatori che come programma propongono di non alzare le tasse. (Anche perché la maggior parte dei contadini rurali era contraria alla rivoluzione)

QUINDI LIBERALI MODERATI chiudono gli OPIFICI NAZIONALI proponendo di risolvere la disoccupazione con l’arruolamento nell’esercito. Allora gli operai tentano una seconda rivoluzione (bandiere rosse contro tricolore francese) ma l’esercito spara sulla folla ed i conservatori vincono, spostando a destra l’asse politico francese.

Viene scritta una NUOVA COSTITUZIONE PIÙ AUTORITARIA E PRESIDENZIALE.

A vincere le elezioni è il nipote di Napoleone che diviene il Presidente della Repubblica con enormi poteri ed è liberale conservatore. Dopo poco tempo fa un golpe e si autoproclama Imperatore Francese

Il modello di Napoleone III ha molto successo, mantiene le Istituzioni rivoluzionarie ma accentra il potere su di sé seguendo il modello del grande napoleone, rivolgendosi alla pubblica opinione attraverso il plebiscito.

MODELLO CESARISTA / BONAPARTISTA: o Leader carismatico: una personalità che suscita l’entusiasmo delle masse o Strumenti di democrazia diretta o Istituzioni di rappresentanza saltate o Parlamento saltato (in modo poco liberale) (annullamento di fatto potere corpo

rappresentativo) o Necessita per conservare potere:

STRUMENTI DI COMUNICAZIONE EFFICACI SUCCESSO BASATO SULL’IMMAGINE (Napoleone Bonaparte > vittorie

militari, napoleone iii > politica estera dinamica, tanti successi parziali ma nessuna sconfitta.)

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RIVOLUZIONE TRADITA: nella Prussia come in altri stati dopo il trionfo della rivoluzione il re si fa da parte ma più il tempo passa più gli autori della rivoluzione si autolimitano per paura di un preponderare delle idee socialiste. Quindi si cerca un accordo con la monarchia per evitare una deviazione a sinistra della rivoluzione.

GRANDI TEDESCHI: RIVENDICAZIONE PRINCIPI LIBERALI.

PICCOLO TEDESCHI: OLTRE A PRINCIPI LIBERALI alcuni tedeschi danno maggiore importanza alla QUESTIONE NAZIONALE.

B. PRUSSIA: i rivoluzionari puntano all’unificazione del grande stato tedesco quindi cercando di includere oltre ai piccoli stati come la Baviera, la Westfalia (tutti di solo di lingua tedesca) anche l’Austria, la Boemia(cechi), la Slovacchia, la Slesia, l’Ungheria….

Impero Asburgico >STATO PATRIMONIALE: cresce con l’aumentare del patrimonio del monarca. (anche tramite politica matrimoniale.)

Quindi si cerca l’inclusione dell’Impero Asburgico nella Germania, tramite

L’ASSEMBLEA DI FRANCOFORTE Per la costituzione di un grande stato tedesco

GRANDI TEDESCHI: PICCOLO TEDESCHI: INFLUENZA MAGGIORE IMPERO ASBURGICO TUTTI I POPOLI TEDESCHI NELLA GRANDE GERMANIA DA COSTITUIRE. TRANNE IMPERO ASBURGICO . UNITI SOTTO LA PRUSSIA. Dopo un anno di consultazioni la maggioranza che ne esce è Piccolo tedesca, ma a quel punto non esiste più la rivoluzione e si chiede al re di Prussia di divenire l’imperatore dei popoli tedeschi>>>> Luii rifiuta: non vuole che il suo potere dipenda dal popolo (NO RE DEI SALUMAI) diventando un imperatore con rappresentanti popolari quindi l’ipotesi piccolo tedesca frana.

C. OLTRE IL DANUBIO. La Rivoluzione in Austria si svolge nelle 5 principali città dell’impero (a Trieste non succede niente): Viene richiesta la COSTITUZIONE e l’imperatore la concede. QUESTIONE NAZIONALE: élite nazionali:

a) AUSTRO TEDESCHI in Ungheria, Austria, Boemia, Carniola b) ITALIANI c) MAGIARI: croati, Ungheresi (ex regno Ungheria), Rumeni (Transilvania). d) TEDESCHI: in Boemia

Tedeschi cechi e slavi tutti mescolati tra loro. Più altre identità nazionali in formazione.

I rappresentanti mandano i praghesi alla conferenza di Francoforte ma non i cechi: per il progetto politico dell’AUSTRO SLAVISMO, in contrapposizione al PANSLAVISMO (RUSSIA grande madre popoli slavi) ed al PANGERMANESIMO. I CECHI non rientrano in nessuno di questi.

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AUSTROSLAVISMO: unità di tutti i popoli slavi nell’Impero austro ungarico per una crescita civile in termini democratici e liberali. Come? Assemblea costituente di Praga in cui invitano tutti i rappresentanti dei popoli slavi. Invitati CROATI, CECHI, SLOVACCHI, UCRAINI…. RUTENI > (ucraini) sono i contadini dei polacchi e non vengono riconosciuti a Budapest la costituzione è ottenuta ma viene concessa anche una forma di AUTONOMIA ESTREMA ALLA NOBILTÀ UNGHERESE. L’IMPERATORE VIENE VENERATO MA È SENZA POTERI. MAGIARIZZAZIONE: NON VENGONO RICONOSCIUTE ALTRE IDENTITÀ NAZIONALI C’è una protesta RUMENA poco efficace ma il reggimento CROATO dell’esercito Asburgico protesta. Il governo di Budapest taglia gli stipendi all’esercito croato per liberarsene Ma Jelecic si ribella militarmente e marcia su Budapest. Mentre sta marciando verso Budapest, scopre che la sua azione è legittimata dal nuovo imperatore Francesco Giuseppe (che cerca di rimangiarsi le autonomie concesse dal predecessore simili ad una costituzione inglese). Altri generali per conto di Francesco Giuseppe: Radetzky: contro italiani Ed il principe Windischgrǟtz contro i ribelli austriaci Quindi c’è una rottura clamorosa contro gli italiani.

D. Caso UNGHERESE Viene proclamata l’indipendenza che rimane compatta fino al 1849 quando Francesco Giuseppe chiede aiuto ai Russi. Durante l’autunno i rivoluzionari di Praga e Vienna non sono più pericolosi e l’assemblea di Francoforte composta dai piccolo tedeschi viene distrutta dal re di PRUSSIA.

E. ITALIA Composta da:

Regno di sardegna (monarchia assoluta)

Regno lombardo veneto (asburgo)

Granducato di toscana

Piccoli ducati e STATO PONTIFICIO

Regno delle due sicilie. Nel regno lombardo veneto: rivoluzione a Venezia e Milano accomunate da contenuti comuni … LIBERTÀ e COSTITUZIONE ma anche INDIPENDENZA Evoluzione fronti:

a) Moderato b) Democratico

a) Liberale - Moderato, presupposti ideologici: cambio sistema politico in senso liberale

ESPULSIONE AUSTRIA DA TUTTA ITALIA PER OTTENERE LIBERTÀ ED INDIPENDENZA PER POI FARE UN ACCORDO TRA STATI LIBERALI (INDIPENDENZA, LIBERALIZZAZIONE, INTEGRAZIONE). (Abolizione dogane, cooperazione militare, no stato unico, Integrazione.)

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Abate Gioberti: iniziativa rivoluzionaria guidata dal papa

Balbo: dai Savoia COSTITUZIONALIZZAZIONE STATI>>> ripreso da Cavour.

b) DEMOCRATICI>>>Mazzini Capisaldi: INDIPENDENZA STATO UNITARIO: non semplice INTEGRAZIONE tra stati liberali ma creazione di uno stato repubblicano unitario RIVOLUZIONE: iniziativa dal basso, guerra di popolo per la cancellazione dei regimi esistenti, con la convocazione di un’assemblea costituente da convocare a Roma. IDEA MAZZINIANA DI POPOLO: prende spunto dallo scrittore romantico Berchet> non Ottentotti (popolazione primitiva Africa per indicare analfabeti, 90% della popolazione) né Parigini (élite colta nobiliare) ma BORGHESI (ceto medio urbano > da Artigiani a Tipografi- gruppo sociale più penetrato da ideali mazziniani). Lo strumento è la GIOVINE ITALIA ed è simile ad un partito, si differenzia rispetto alle sette non per la Clandestinità (comune ad entrambi, in Italia non vige l’habeas corpus che permette di conoscere il motivo dell’arresto e consente il diritto alla difesa) ma perché il programma politico è pubblico, come un moderno partito politico. I democratici partecipano e fanno scoppiare diversi moti insurrezionali in diverse parti d’Italia (Garibaldi, capitano di Nizza cerca di partecipare a moti di Genova ’48, non riuscendo, diserta e scappa in America. ) CATTANEO è DEMOCRATICO REPUBBLICANO FEDERALE (no unità per salvaguardia regioni storiche) mentre Mazzini vuole suddividere l’Italia in dipartimenti numerati centralizzati. Negli anni ’40 la corrente moderata prevale ma a metà di quel decennio vi è una novità: L’elezione del nuovo papa, PIO IX Pio IX è un papa che agisce in senso liberale:

Amnistia per prigionieri politici, gesto interpretato come misericordia e che suscita aspettative nella pubblica opinione liberale.

Concessioni: libertà di stampa e di parola, costituzione Dunque viene visto come ANTIAUSTRIACO e sancisce una crisi nei rapporti con l’impero asburgico, provocando una reazione a catena che porta gli altri sovrani a fare le medesime concessioni

1848 Rivoluzione di Palermo, moto indipendentista anti borbonico liberale che vince ed ottiene la costituzione > per evitare analoghe rivoluzioni la costituzione viene concessa in tutti gli altri stati. Marzo ’48 l’Europa scoppia: rivoluzioni di Parigi Vienna Praga Budapest Venezia e Milano. Inizialmente prevale l’ipotesi moderata di Gioberti. 23 marzo 1848 il re Carlo Alberto I guida la prima guerra di indipendenza contro l’Austria, il Regno di Sardegna invade la Lombardia insieme al Gran Ducato di Toscana, allo Stato Pontificio e al Regno delle due Sicilie. Ma l’intento di annettere il Lombardo veneto da parte dei Savoia è troppo esplicito, e gli altri non riescono. Lo stato pontificio rischia uno scisma da parte dei cattolici austriaci e dei loro alleati quindi esce dall’alleanza con il Piemonte. [Eresia: contenuti diversi dall’ortodossia cattolica, quindi differenza dottrinale. Scisma: non mette in discussione la dottrina ma la gerarchia dell’autorità papale] Nell’estate del 1848 il ritiro del Papa offre il pretesto al re di Napoli per ritirarsi Il 25 luglio 1848 i Piemontesi si ritirano in Piemonte ed il 9 Agosto chiedono l’armistizio.

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Dunque avendo perso il progetto moderato, prendono l’iniziativa i democratici che provano a cavalcare gli ultimi moti rivoluzionari europei. Insurrezione a Roma contro il Papa, che fugge e si ritira a Napoli, i mazziniani proclamano la Repubblica a Roma, e la Repubblica Democratica Italiana, convocando un Assemblea costituente. Tutti i democratici accorrono ma Luigi Napoleone accorre a salvare il papa sotto la spinta dell’opinione pubblica francese. Il 3 luglio 1849 dopo un eroica difesa la Repubblica Democratica Italiana crolla (partecipa anche Garibaldi) ed il grande nemico democratico italiano diviene la Francia. Valutazione moti del ’48 detta rivoluzione della patata, degli intellettuali e del poeta, borghese (per ideali, non per appartenenza di classe):

Rivoluzione italiana borghese ottiene:

Mercato unico nazionale,

No barriere doganali,

Spinta mercato unico (appena dopo il 1861 effettivamente acquisito perché singoli stati italiani non sono economicamente interdipendenti)

Per il filone dell’unificazione italiana solo il Regno di Sardegna rimane uno stato liberale, in tutti gli altri viene cancellata la costituzione

STATO COSTITUZIONALE PURO: Per monarchia costituzionale pura si intende la forma di governo, nell'ambito della forma di stato monarchica, nella quale il monarca mantiene il potere esecutivo (governo), mentre quello giudiziario e legislativo sono rimessi ad altre autorità (assemblee elettive e magistratura). In pratica, nella forma (di governo) monarchico–costituzionale pura, il re nomina direttamente il primo ministro ed i ministri che rispondono soltanto a lui del proprio operato e non al parlamento. Lo strumento di controllo che rimane al parlamento è il voto sull’approvazione del bilancio. La monarchia costituzionale pura ha avuto origine in Inghilterra in seguito alla Gloriosa Rivoluzione del 1688 che insediò sul trono Guglielmo d'Orange, col nome di Guglielmo III d'InghilterraLo Statuto albertino del Regno di Sardegna può essere considerato un esempio di costituzione formale nella quale viene prevista una forma monarchica di tipo costituzionale puro. L'erede della forma di governo monarchico costituzionale pura è la repubblica presidenziale. Nello statuto albertino i sudditi vengono chiamati regnicoli (termine usato da austriaci per chiamare gli italiani) DECENNIO DI PREPARAZIONE di CAMILLO BENSO CONTE DI CAVOUR (nobile):

a) MODERNIZZAZIONE STATO SAVOIA b) RISOLUZIONE PROBLEMA ITALIANO (dal punto di vista dei moderati le spinte democratiche

per l’indipendenza possono riaccendersi da un momento all’altro e l’iniziativa democratica in tal senso è vista come un problema) Cavour è un patriota ma nemico della rivoluzione, quindi nemico di Mazzini. L’obiettivo è quello di scongiurare una nuova rivoluzione.

c) Obiettivo: l’egemonia monarchica sabauda sull’Italia non la costruzione di uno Stato Italiano UNITARIO.

per farlo ha bisogno del controllo del sistema politico piemontese, ma lo statuto albertino non dà questo potere al Presidente Del Consiglio, data la sua dipendenza dal re. 1. Passo: trasformazione del regno di Sardegna da STATO COSTITUZIONALE PURO a REGIME

PARLAMENTARE, in cui il presidente del consiglio dipende dal Parlamento non dal re. Quindi lo fa affermando una prassi attraverso la costituzione di una forte maggioranza parlamentare. Il centro destra storico, da lui guidato fa un connubio con il centro sinistra storico dell’epoca guidato da Rattazzi, estromettendo quest’ultimo dalla presa di decisioni.

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E dunque sfida il Re che concede la presidenza del consiglio ad un suo sostituto in cambio della mediazione tra stato e chiesa. Questi tuttavia non riesce a governare, deve dimettersi e Cavour diviene presidente del consiglio dei ministri. Ne scaturisce una prassi che rende di fatto la monarchia costituzionale pura una monarchia parlamentare (come quella inglese a partire dalla dinastia Hannover) che governa con la maggioranza, e Cavour inizia una serie di riforme interne. Abbassamento dazi doganali: LIBERISMO attraverso dazi bassi (come economie forti > Inghilterra anche se economia regno di Savoia non è forte. Perché? Perché crede che per potersi sviluppare deve avere una forte concorrenza del mercato, puntando quindi sull’innovazione – mentre Regno delle 2 Sicilie adotta politica opposta > Protezionismo) La sua politica funziona, i nobili di ispirazione borghese concedono forti investimenti (privati statali ed esteri – banca inglese di Rothschild) ed inizia un circolo di grandi prestiti virtuosi: che si convogliano in

2. Modernizzazione liberale: Infrastrutture, canali, ferrovie ed armamenti. 3. Progetto politica estera: obiettivo – risistemazione cartina geopolitica mandando via

l’Austria, via le barriere doganali, mercato unico. La causa italiana ha bisogno di alleati esterni: la Francia moderata di Napoleone III vede bene un indebolimento austriaco ed ha bisogno di grandi successi internazionali diplomatici. Napoleone III crede che l’Italia possa essere un terreno di espansione.

4. TAPPE INTERMEDIE:

Partecipazione piemontese alla Guerra di Crimea per migliorare i rapporti con la Francia 1820 Crimea > Guerra russa all’impero Ottomano in crisi, dove la Russia si erge come protettrice dei sudditi cristiani nei Balcani. A metà degli anni ’50 le potenze occidentali difendono l’impero ottomano dalla guerra iniziata dalla Russia perché la Russia ha bisogno di inserirsi nei grandi flussi dei commerci mediterranei (la siberia non è un porto strategico, la prima tardiva ferrovia russa, la transiberiana non basta, S. Pietroburgo che si affaccia sul mar baltico nemmeno perché il mare ghiaccia e viene facilmente chiuso lo sbocco dalla Danimarca, per uno sbocco sull’oceano indiano deve passare attraverso il Kazakhistan e la Persia ed è sotto il dominio Inglese> fino al 1890 grande conflitto tra zar ed Inghilterra > grande gioco – Kim /Kipling > Arthur Connelly > preservare impero britannico da impero zarista> difesa turchi). I Russi attaccano i turchi e vincono e quindi Francia ed Inghilterra intimano la resa e scoppia la guerra. La Francia ha bisogno di 30.000 mercenari piemontesi ma Cavour li concede solo se vi è una legittimazione: Piemonte alleato della Francia nel Grande Gioco. Inoltre l’Austria, avendo chiesto alla Russia aiuto nel 1849 nel 1855 deve intervenire a suo favore (consolidando alleanza Francese.)

TRATTATO DI PLOMBIERS 1858 CON NAPOLEONE III: 3 Venezie al Piemonte ed il resto d’Italia alla Francia in forma compatibile con il pensiero liberale: stati liberali costituzionali con Monarca Francese INDIPENDENZA: Regno dell’Alta Italia al Piemonte/ Regno d’Italia Centrale (sotto Girolamo Bonaparte) e regno d’Italia del sud con monarca francese. Unificazione doganale e militare con coordinazione federale sotto il Piemonte. (SEMPLIFICAZIONE ED INTEGRAZIONE) Il Prezzo del sangue Francese versato è NIZZA E SAVOIA alla Francia.

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Cavour in questo modo convince Napoleone III ad adottare una politica internazionale dinamica. Negli anni ’50 c’era stato inoltre un attentato italiano a Napoleone III da parte di un democratico, fallito ma che porta la sua attenzione alla risoluzione del problema italiano, ed oltre a tutto questo aggiunge la Contessa di Castiglione.

Dichiarata la guerra all’Austria, provocata da un contingente piemontese, insieme ai Francesi vince la battaglia di Solferino e la Lombardia viene annessa al Piemonte ma i Francesi si fermano e chiedono l’armistizio, perché la Prussia inizia ad agitarsi e perché in Pianura Padana i patrioti insorgono e prendono il potere, chiedendo l’annessione al Piemonte (patrioti sollecitati da Cavour) e napoleone III si accorge che la situazione sta volgendo a suo sfavore. Armistizio di Villafranca: Lombardia al Piemonte, Veneto rimane Austriaco e l’Italia centrale viene annessa al Piemonte. Il patto dei tre regni salta e Cavour ci guadagna. L’unico prezzo sono la Savoia e Nizza. 1859 ITALIA: Settentrionale (Piemonte Lombardia) Centrale (tutto ai Savoia tranne Stato Pontificio) Sud > Regno delle 2 Sicilie E Mazzini non è più il leader dei Democratici Pisacane (democratico) sostiene che l’analisi teorica di Mazzini è sbagliata e che il gruppo rivoluzionario deve essere individuato in un’altra classe sociale, quella degli ultimi, dei contadini (non conosceva la lezione di Ernst Labrousse che avrebbe sostenuto che le rivoluzioni non nascono nella miseria.) e fa partire una spedizione di 300 rivoluzionari (i 300 di Sapri) che, non conoscendo il calabrese vengono presi per banditi ed i contadini li portano alla gendarmeria borbonica. Pisacane si suicida e vi è una profonda crisi del movimento democratico. Cavour crea quindi una struttura fantasma, la SOCIETÀ NAZIONALE una società patriottica comandata da lui stesso, alla quale aderiscono anche i democratici come La Farina, Crispi e Garibaldi. Le parole d’ordine sono Italia ed Unità Nazionale, manovrato da Cavour mentre patteggia ancora con Napoleone III. Torino diviene la Capitale morale dell’Italia. A questo punto Garibaldi guida una spedizione armata, alla quale Cavour è formalmente contrario (blocca pubblicamente le armi della SOCIETÀ NAZIONALE e manda una flotta ad arrestare Garibaldi ma in realtà tratta con gli inglesi che ostacoleranno i Borboni e copriranno la discesa della flotta dei mille fingendosi mediatori per un armistizio), partendo da Quarto per andare in Sicilia (agenti di Cavour assoldano i comandanti borbonici). Un corpo scelto e motivato di uomini che vincono il primo scontro armato a Calatafimi, la presa di Palermo dopo la quale migliaia di uomini si aggiungono all’esercito di liberazione, finché Garibaldi non arriva in Calabria dove l’esercito borbonico collassa. Cavour a questo punto è preoccupato dalla piega presa dagli eventi, temendo un’iniziativa da parte di Mazzini, e tenta una contromossa facendo scoppiare una rivoluzione liberale a Napoli, ma Garibaldi arriva prima e Mazzini lo raggiunge. Quindi tra Garibaldi ed una prima Unità d’Italia resta in mezzo solo lo Stato Pontificio: se Garibaldi lo invade interviene la Francia e tutto si complica. Tuttavia anche per Napoleone III è complicato: dopo aver fatto una guerra per gli Italiani farne una contro gli italiani sarebbe incoerente ed aumenterebbe il rischio di un secondo attentato se marciasse su Roma contro i garibaldini. Mentre Garibaldi temporeggia Cavour manda l’esercito sabaudo guidato da Vittorio Emanuele II tra Roma e Garibaldi per fermarlo anche con la forza, se necessario e disinnescare così il rischio democratico. Ma per arrivare a Napoli doveva attraversare lo stato Pontificio fermamente contrario

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ad una ricongiunzione tra i due eserciti. Quindi, con il consenso di Napoleone III, sconfigge lo stato Pontificio, annettendo Umbria e Marche ma salvando il Lazio che rimane al Papa, e a Garibaldi non resta che regalare il regno del Sud a Emanuele II a Teano (ignorando le spinte democratiche autonomiste siciliane). Quindi a Torino nel marzo 1861 viene proclamata la formale costituzione del regno d’Italia, il cui parlamento diede una stracciante maggioranza alle forze moderate e Cavour mantenne l’egemonia delle operazioni per tutto processo di unificazione. L’UNIFICAZIONE è un processo che si colloca a diversi livelli, nel 1861 si crea il nuovo stato ma il processo è lontano dall’essere completo. UNIFICAZIONE: processo a livello:

Istituzionale

Territoriale

Identitario

Economico (non esiste ancora un mercato nazionale unico)

Economicamente nel 1861 vi sono 3 Italie: i beni industriali non arrivano, l’industria è assente, il commercio non è interregionale, forte dipendenza dall’estero per prodotti industriali, l’agricoltura esporta all’estero piuttosto che all’interno dell’Italia. La maggior parte della popolazione vive di agricoltura e vi sono 3 rispettivi metodi di conduzione delle imprese agricole: azienda capitalista, mezzadria e latifondo

a. Azienda capitalista: il proprietario imprenditore (padrone) investe capitali per ottenere il massimo profitto con la massima efficienza > solo in pianura padana

b. Mezzadria: Italia centrale: il padrone concede al mezzadro metà degli investimenti su un terreno e ne ricava metà del guadagno prodotto, molto meno dinamica

c. Latifondo: sud: estensione enorme terreno ma i proprietari sono interessati alla rendita non per reinvestirla ma per il puro consumo: forte sfruttamento bassa produttività costi alti prodotti non competitivi.

Mancanza di infrastrutture di collegamento (ferrovie), il nuovo stato vuole creare infrastrutture minime su tutto il territorio nazionale: strade, scuole, prefetture, tribunali, posta…. Ma il bilancio è fallimentare per spese di guerra, quindi:

Tasse dirette ed indirette (universalmente colpiti tutti su tutti i beni di consumo> tassa sul macinato (che al sud Garibaldi aveva tolto)

In 10 anni si ottiene così una rete di infrastrutture moderna, il pareggio di bilancio ma una protesta sociale fortissima.

Dunque scoppia una nuova rivoluzione a Palermo che porta al fenomeno del BRIGANTAGGIO= guerra civile meridione contro elevata tassazione e contro il servizio militare obbligatorio che viene sedata dall’esercito ma persiste. Modelli organizzativi decisionali:

a. MODELLO GIACOBINO NAPOLEONICO (dipartimenti numerici centralizzati) b. MODELLO INGLESE (contee decentrate> voluto da Cavour)

CATTOLICI per CONTRAREITÀ PAPALE a nuovo stato > rifiuto risorgimento quindi il ceto dirigente è composto da pochi borghesi divisi. Nel 1870 breccia di porta pia conquista di Roma ed il Papa scomunica Vittorio Emanuele II. Quindi il re e la classe dirigente adotta il modello Napoleonico > pugno di ferro Costituzione province prefetto a capo che risponde al ministro dell’interno: ACCENTRAMENTO. TERZA FASE DI HROH: NAZIONALIZZAZIONE DI MASSA STRUMENTI PIÙ CONCRETI:

ISTITUZIONI TOTALI (per le quali tutti devono passare un arco di tempo lungo) a. SCUOLA > lingua standard (fiorentino classi colte), contare, igiene.

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b. CARCERE c. SERVIZIO MILITARE > uso armi, disciplina, fusione interregionale (3 anni) d. MANICOMIO

In Italia si sceglie di usare due istituzioni totali: SCUOLA E SERVIZIO DI LEVA. Ma non basta, a causa del non expedit del papa che vietava ai cattolici di partecipare alle elezioni statali la chiesa non può essere utilizzata come collante sociale di unificazione. Quindi in quei primi anni viene imitata e si forma una nuova religione, la Religione Civile. La patria diviene oggetto di fede> RELIGIONE DELLA PATRIA, tramite i metodi, i linguaggi e le espressioni della religione cristiana. La bandiera sostituisce il crocifisso, le manifestazioni politiche le processioni, i comizi le prediche, gli eroi risorgimentali patriottici i santi, etc. Lo stato italiano trova come erede diretto l’Impero Romano; Dante, Petrarca, Boccaccio, Ariosto e Tasso i pilastri culturali, a cui si aggiungono Alfieri e Manzoni (senatore del regno). Le repubbliche marinare (Genova, Venezia, Amalfi e Pisa) vengono glorificate, poi nel 1900 Gabriele D’Annunzio diviene un MISTICO della PATRIA (prendendo dal cristianesimo sintagmi di glorificazione cattolica). IN GERMANIA la CREAZIONE DELL’IDENTITÀ NAZIONALE non prende origine dal Sacro Romano Impero (franchi, Carlo Magno) ma dagli Svevi (Barbarossa), Arminio (che nella selva di san Pietroburgo sconfigge due legioni romane, dando origine al CICLO DEI NIBELUNGHI ed al nuovo impero dei popoli germanici. IN FRANCIA oltre a Carlo magno si ripesca la figura di Vercingetorige per creare un collegamento diretto dai Galli ai Franchi, arrivare a Giovanna D’Arco, ed al grande secolo francese dominato dal Re Sole ed infine ad una glorificazione della rivoluzione francese. DOVE LE TRADIZIONI NON CI SONO si MANIPOLA la STORIA e SI INVENTANO: INVENZIONE DELLE TRADIZIONI.

L’ unificazione della Germania è parallela a quella italiana:

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RAPPORTI CON L’IMPERO ASBURGICO: dopo un’iniziale alleanza contro la Danimarca tra Prussia e Austria, Bismark nel 1866 si allea con l’Italia che attacca l’Austria per la conquista del Veneto (l’Italia perde le battaglie ma la Germania vince la guerra) ottenendo una non ingerenza austriaca negli affari tedeschi e l’Italia annette il Veneto > Pace di Praga 1866. Ka confederazione Germanica promossa da Vienna 1863 viene sciolta viene istituita una nuova confederazione del Nord presieduta da Guglielmo I (Bismark): consiglio federale (la Prussia egemone) eletta da suffragio universale ma in realtà controllata dal ceto degli JUNKER (proprietà terriera militare). Al re di Prussia potere di dichiarare guerre e firmare trattati ed Austria ridimensionata. La BAVIERA cattolica per il veto imposto da Napoleone III rimase indipendente. Ma i rapporti con la Francia si deteriorano Napoleone III cade in un tranello diplomatico di Bismark ed è costretto a dichiarare guerra alla Prussia, perde, viene deposto nel 1870 e la Prussia annette l’Alsazia e la Lorena. Il progetto del PANGERMANESIMO si trasforma nel II REICH con Guglielmo I imperatore: Stato federale con organi comuni sotto il diretto controllo della Prussia. Junker alleati con l’alta borghesia (della rivoluzione tradita)> BLOCCO PRUSSIANO = motore di politica forte e grande sviluppo ed espansione con un esecutivo molto forte, un parlamento con poca influenza. Concetto di SONDERWEG: la via speciale prussiana (tedesca) per l’unificazione, radice dei problemi del 1900, vedi allegato. In Italia e nel mondo dopo il 1848 si instaura un ventennio di grande sviluppo che genera ricchezza e funziona splendidamente ma nel 1870 Bolla speculativa = i beni materiali ed immateriali a causa di una forte speculazione finanziaria assumo un valore economico maggiore del loro valore reale se il valore dei titoli crolla i depositari dei titoli crollano a loro volta:

Banche che hanno prestato ed investito denaro collassano e nella liquidazione chiedono indietro i soldi prestati

Gli imprenditori che avevano ottenuto un prestito falliscono e licenziano i lavoratori. INNESCO DI TUTTE LE CRISI CAPITALISTE. Nel 1870 l’innesco è una CRISI DI SOVRAPRODUZIONE i beni prodotti sono molti più di quanto sia possibile venderli- Sono colpite da questa crisi di sovra produzione INGHILTERRA, FRANCIA, AUSTRIA, GERMANIA, ITALIA E STATI UNITI.

Guidata dalla Prussia in Germania, con un

processo di unificazione verticistico dall’alto

comune all’Italia, ma che è solo formalmente

liberale: il suo sistema costituzionale puro ha

un’inversione antiliberale, Bismark è contrario

alle riforme liberali volute dal parlamento e si

appoggia alla monarchia per rafforzare

l’esercito. Il parlamento per contrastarlo boccia

il bilancio, ma Bismark va avanti lo stesso con

un bilancio provvisorio mai approvato dal

Parlamento, ottiene e si rafforza con successi

militari, ottenendo quindi una maggioranza

parlamentare e ne risulterà poi una forte

alleanza tra la monarchia ed il parlamento (che

coinciderà a quel punto con la sua figura.

In Italia dal Piemonte

(Vi è sì un alternanza dell’iniziativa

democratica e moderata ma che è portata

avanti da uno stato liberale che passa da

un sistema costituzionale puro ad un

sistema parlamentare, Cavour ed il

parlamento subalpino ne sono il motore).

Inizialmente Cavour sfida e vince il

potere della monarchia.

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È quindi necessaria una ristrutturazione del sistema finanziario capitalistico:

Innovazione tecnologica

Espansione extraeuropea. 1. La produzione cambia dimensione: da tanti imprenditori si crea un monopolio di pochi

imprenditori: CONCENTRAZIONE DELLA PRODUZIONE in grandi TRUST (gruppi di imprenditori) CONCENTRAZIONE DELLA PRODUZIONE: ogni fase, dalla produzione alla lavorazione del prodotto finito e la sua distribuzione viene concentrata verticalmente, si creano enormi economie di scala ed istituti di credito. Gli stati nazionali proteggono il mercato, alzando i dazi doganali: PROTEZIONISMO. Ma per superare il FENOMENO DEL PROTEZIONISMO gli imprenditori escogitano un metodo: DUMPING: apparente rinuncia al guadagno> prezzi bassissimi per penetrare mercati esteri, scavalcando problema doganale e prezzi più alti all’interno del proprio paese. VANTAGGIO STRATEGICO COLONIE per apertura mercato. GERMANIA, costretta dall’assenza di un impero coloniale investe in innovazione. SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: nella prima rivoluzione industriale il settore trainante era quello tessile e quello siderurgico del ferro ed il motore dell’innovazione era il carbone: per il funzionamento della macchina a vapore (sistema meccanico energia). Nella seconda si cercano nuovi settori trainanti e nuove materie prime: in quello siderurgico si innova nella produzione di ACCIAIO e per l’energia si innova con lo sfruttamento dell’energia elettrica (cavi energia esportabile e trasportabile da zone di produzione). L’innovazione è favorita dai grandi investimenti a partire dall’IDEAZIONE del progetto innovativo, se nella prima erano i tecnici a far partire le innovazioni nella seconda sono intellettuali e studiosi: quindi si attua un grande investimento sulla FORMAZIONE. Innovazione Organizzativa= nuovo metodo di produzione: la FABBRICA, grazie alla DIVISIONE SCIENTIFICA DEL LAVORO> studio del miglior modo di produrre con il minor spreco. La SPECIALIZZAZIONE DEL LAVORO aumenta la PRODUTTIVITÀ> CATENA DI MONTAGGIO. (Nell’edilizia non è usata ma divisione scientifica del lavoro). Quindi si esce dalla crisi aumentando i volumi di produzione (produttività) ed abbassando il prezzo= PRODUZIONE DI MASSA È l’INIZIO DELLA MODERNITÀ. Grandi imprese enormi industrie. In America imprenditori illuminati producono automobili a basso costo per aumentare numero di consumatori. > Una grande massa di Lavoratori per un’enorme crescita del proletariato che vive di ciò che produce.> eliminazione dell’importanza dell’individuo. Le masse da che nella storia erano influenti solo nelle giornate rivoluzionarie da ora assumono un protagonismo costante > Nascita associazioni sindacali entrata delle masse nella politica I simboli della Prima Rivoluzione Industriale erano il telaio e la locomotiva ora sono la città illuminata, grandi fabbriche grigie e fumose, enormi mucchi di scorie, la tour Eiffel, Harrods e magazzini Lafayette. La concentrazione della produzione e la nuova scala di produzione modificano l’assetto della società, e si definisce un nuovo concetto: la SOCIETÀ DI MASSA. IDENTITÀ DI MASSA: dalla società dell’individuo (dall’ILLUMINISMO a LIBERALISMO) si passa alla SOCIETÀ DI MASSA. Quando si crea una nuova identità, questa chiede sempre un riconoscimento politico: è così che si pongono le basi per il COMUNISMO, un ideologia che si oppone al sistema, raccogliendo le spinte politiche delle masse inurbate.

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I primi partiti socialisti: già all’inizio del 1800 Proudhon e Blanquie avevano posto le prime basi socialiste (il primo sostenendo la necessità di un associazionismo ed un mutuo aiuto che non andasse contro lo stato ma che lo integrasse, il secondo rilevando la necessità di un insurrezione per la rivendicazione dei diritti del popolo) ma il primo ad applicare le leggi scientifiche dell’illuminismo al concetto del socialismo fu Karl Marx (Il capitale 1848), in modo lontano dal mitismo passato. A dare voce al disagio sociale non è il marxismo scientifico ma l’anarchismo individualista, che si sviluppa ai margini del marxismo in Italia nelle regioni della Romagna e della Lunigiana (Massa Carrara sede anarchica). MARXISMO: lotta di classe basata su una dialettica perenne tra classi. La classe individuata come nemico del proletariato urbano è la Borghesia Capitalista, la classe che verso la fine dell’800 diviene la classe dominante in tutta Europa, il comitato d’affari delle istituzioni liberali. Gli interessi dello stato devono divenire funzionali alla lotta di classe, per la sostituzione degli stati liberali con un nuovo stato, lo stato proletario. Ma ci sono altre masse, quelle dei contadini inseriti nel mercato per cui altri socialismi cercano creare altre forme di organizzazione, come reti di solidarietà, strutture di micro credito, banche popolari, mutui sociali per dare un’alternativa al mercato nero, l’usura. È soprattutto il movimento cattolico a creare queste forme di sostegno (in veneto si formano vere e proprie leghe bianche (anche se dai comunisti vengono chiamati neri)). In Italia il cattolicesimo è contro gli stati liberali, ma anche in Francia ed in Germania lo stato è anticlericale, e le massi cattoliche li vedono con sospetto). La partecipazione politica si articola nella richiesta di voto, il suffragio universale (maschile) non ancora concesso dai liberali, in quanto viene da loro visto come un salto nel buio. Ma oltre a rallentare questo momento della verità i liberali al governo adottano altre strategie, come politiche sociali dinamiche: pensioni e garanzie, riduzione dell’orario di lavoro, l’eliminazione del lavoro minorile, il diritto di sciopero… In Germania il socialismo tenta di trasformare la società in una società senza classi. Per raggiungere le condizioni necessarie per la rivoluzione per prima cosa il socialismo tenta di richiedere una politica riformista, grazie all’appoggio di governi illuminati. SOCIALDEMOCRAZIA che si batte sul terreno delle riforme, ma senza cancellare del tutto l’antagonismo socialista, l’obiettivo è sempre quello della rivoluzione. I socialisti sono contrari a guerre imperialisti ma non sono pacifisti per quanto riguarda la lotta di classe. Gli stati liberali capiscono che la NAZIONALIZZAZIONE DI MASSA è l’unico modo di controbattere il potere aggregante clericale e socialista. La sovrapposizione dei linguaggi della nazione alla religione (una sorta di sostituzione mimetica) sarà sufficiente se in periodo di guerra i cittadini si sentiranno prima patrioti che socialisti o cattolici. Questo obiettivo non è mai proclamato ma avviene: prima delle guerre l’entusiasmo per la guerra è totale (per poi esaurirsi pochi mesi dopo la guerra stessa). In questo periodo si definiscono dei nuovi stili di consumo e quindi di vendita, per effetto dell’allargamento della produzione di massa in larga scala e della creazione di centri di distribuzione di massa. La produzione quindi si seleziona su gruppi particolari di consumo (industria di lusso e mode). L’aumento demografico che raggiunge quasi l’apice comporta la presenza di moltissimi giovani e dà esito a grandi movimenti migratori verso le Americhe e l’Oceania dando origine al mito della razza bianca che domina l’intero pianeta. Ma poi la fase di transizione dell’andamento demografico si inverte. Nella società medioevale non c’è la gioventù dalla pubertà si passa subito all’età adulta (si avevano figli molto presto) che coincide

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con il lavoro e la guerra. (Gli iuvenes cavalieri e guerrieri non sposati erano un eccezione che con il tempo si regolarizzava). Da quando il lavoro minorile viene vietato nasce il concetto di giovinezza, come età di passaggio in cui si conclude il processo formativo, l’ingresso nel mondo del lavoro è più tardo e si crea una nuova fascia intermedia, subito accompagnata da una nuova fascia di mercato dedicata. A nuove abitudini corrispondono subito prodotti intesi a soddisfare bisogni, diritti e comportamenti propri dei giovani. Dunque la politica, come il mercato si rivolge a questo nuovo target con temi su misura: futuro, lavoro e istruzione. Nascono così anche i grandi educatori giovanili: scout in Inghilterra e wanderfogel in Germania (temi: aria aperta, natura, socializzazione…). Le organizzazioni politiche cercano di sostituire a livello nazionale queste associazioni spontanee. Viene proposta un’idea forte di nazione che spinge a morire per la patria in massa (cosa che prima era successa solo con Napoleone). ETÀ DELL’IMPERIALISMO: si indica così un periodo specifico che va dagli anni 70 – 80 del 1800 fino alla seconda guerra mondiale per la fortissima politica di espansione che caratterizza le grandi potenze europee. Dal 1870 al 1914 l’Inghilterra e la Francia dominano gran parte del pianeta. Gli spagnoli che avevano costruito il primo grande impero coloniale perdono gran parte dei loro possedimenti, i portoghesi anche; ma l’Olanda e l’impero Russo (tipico dell’Ancient Regime ma con una politica estera espansiva moderna) insieme alla Francia e all’Inghilterra e in una misura diversa gli Stati Uniti d’America danno vita ad una spartizione del resto del mondo (attacco all’africa e asia divisa tra inglesi e francesi, russi e giapponesi). La Cina non viene colonizzata perché le potenze europee non riescono a mettersi d’accordo sulla sua spartizione. Quindi viene colonizzata attraverso concessioni e capitolazioni (meccanismo con cui si costringe il governo cinese a far giudicare i cittadini inglesi da un tribunale inglese e non cinese, vulnus di sovranità altissimo della Cina che tuttavia non viene divisa e rimane aperta a tutte le influenze straniere. Gli inglesi cercano di congiungere verticalmente i loro possedimenti, i francesi orizzontalmente, c’è una convergenza tra le due direttrici espansionistiche ma l’incontro si risolve pacificamente. Le isole Falkland e sant’ Elena sono conquiste piccole e strategiche: basi di rifornimento a distanza fissa per le nuove navi a vapore. L’Egitto viene conquistato dagli inglesi per unire i loro domini. ECONOMIA IMPERIALISTA: gli imperi sono necessari per aumentare il bacino commerciale delle potenze europee dopo la crisi del 1873. Materie prime in cambio di prodotti finiti, ma l’obiettivo non è solo la vendita e l’apertura di nuovi mercati ma anche la possibilità di investire capitali che nei paesi d’origine soffrono. Senza imperi le economie capitaliste non sembrano poter vivere. Lenin: l’imperialismo è la fase suprema del capitalismo, e gli imperi capitalisti cercheranno di dividersi il mondo per crescere fino ad una catastrofe globale: Grande Guerra Inter capitalistica inevitabile. Schunpeter: l’imperialismo è la degenerazione del capitalismo, ma non conviene: comporta tante spese inutili per grandi eserciti e grandi flotte che mantengano i successi. Le ragioni economiche dell’imperialismo non possono essere negate, pur ridimensionando il giudizio storico: la rivalità tra stati è altissima e comporta una logica di potenza che genera una competizione politica altissima. L’imperialismo italiano nasce per prestigio non per ragioni economiche. È inoltre una forma di identificazione nazionale molto forte. IMPERIALISMO CULTURALE: l’imperialismo comporta una mutazione culturale. Montesquieu: lettera ai persiani (culturalmente più avanzati che guardano l’Europa con incredulità) 1700 1800 la situazione ed il punto di vista sono ribaltati. L’Europa grazie ad armi, acciaio e malattie conquista il mondo e concepisce il suo successo come frutto di una superiorità razziale. 2 varianti della superiorità della razza bianca: Gilles Ferries 1885 per giustificare l’assalto all’africa sceglie due argomenti: il bisogno economico e di prestigio della Francia ed il suo diritto (mito buono

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del colonialismo – signor di Brazzà – uso della forza per rimanere civili e per proteggere le popolazioni che non lo sono) in contraddizione con i principi del 1789 diritto di civilizzare razze inferiori (le sinistre per convenienza non bloccano la linea). La politica di potenza è necessaria per evitare la decadenza. La grandezza all’epoca non si misurava sulla saggezza delle istituzioni ma sulla politica estera. Seconda variante: alle radici dell’espansione c’è una missione di civiltà dell’occidente europeo. È una cultura circolare che permea tutti gli strati sociali e sancisce il successo di questa politica. Età d’oro dell’imperialismo. In ITALIA: la destra storica composta dagli eredi di Cavour riesce a pareggiare il bilancio, ma nel 1876 c’è una crisi di governo e sale la sinistra storica composta dagli eredi dei democratici, non più mazziniani, non più repubblicani (solo frangia di sinistra estrema mazziniana), Crispi si è parlamentarizzato. DESTRA E SINISTRA STORICA: non sono partiti ma raggruppamenti notabiliari (gruppi di uomini di spicco nella società che hanno una rete di consenso con interessi comuni e accomunanti da una politica clientelare (dai clientes dei patroni romani)) con idee politiche ma privi di un programma elettorale. Non c’è alternanza tra partiti perché non esistono partiti, che vengono creati in altri stati ma non in Italia. Il partito socialista è il primo partito moderno, con un programma definito: i liberali non lo fanno. Mentre in Belgio ed in Francia nasce anche il partito cattolico. In Italia no per il non expedit parlamentare mentre a livello comunale vi è una attività intensissima. TRASFORMISMO ATOMISTICO DI DEPRETIS: Agostino Depretis 1876 è un notabile, il più influente. Diviene presidente del consiglio scrive un programma e cerca di convincere i vari gruppi notabiliari per negoziare il consenso. Negoziato: provvedimenti di legge che incontrino gli interessi delle consorterie. Il sistema notabiliare clientelare spesso degenera in corruzione. In Italia la corruzione inizia ad avere un tasso altissimo dal 1876. Il trasformismo rende molto difficile l’azione di governo ed il suo governo ha una pessima stampa già all’epoca per le forti critiche antiparlamentari. 1882: firma la triplice alleanza trattato difensivo internazionale tra Austria, Germania ed Italia. Alleanza voluta da Bismark, che soddisfatto della difficile conquista dell’impero tedesco si vuole mostrare come garante della pace nel concerto delle potenze europee, per sfruttare al massimo la grande capacità di sviluppo della Germania ed evitare che le altre potenze si alleino contro di lei. Non teme la gran Bretagna (che ha come nemico la Russia ed è rivale della Francia) ma la Francia stessa: revanchismo francese della sconfitta subita negli anni ’70 e dell’annessione tedesca dell’Alsazia e della Lorena. Quindi coopta l’Austria e l’Italia contro la Francia. La scelta porta ad aumentare il protezionismo italiano già forte, ma gli industriali siderurgici italiani dipendono dall’estero per le materie prime, per le fonti energetiche necessarie alla produzione, quindi l’industria di Genova si rivelerebbe poco strategica in caso di guerra contro la Francia e la base viene posta a Terni, vicino alla cascata delle Marmore (fonte energetica gratuita lontana da cannoni nemici). È fuori mercato ma necessaria ed il gruppo di interesse spinge per alzare i dazi doganali, come anche il commercio di cereali per essere protetto dalla competizione usa, spinge in quel senso. Nel 1887 i dazi sono elevatissimi e Crispi, ultimo padre della patria, mazziniano ed immedesimato con la patria, sostenuto dalla lobby dei cereali e delle armi (analogia Junker) sale al potere ed origina un’involuzione autoritaria dello stato italiano. Punta alla modernizzazione della burocrazia ed all’allargamento del suffragio (consapevole di imitare il blocco prussiano): l’Italia deve diventare grande ed adotta una politica coloniale: Rimane poco. La Libia è dell’impero ottomano in crisi e che non deve crollare secondo il concerto delle potenze europee. Allora fa due scelte:

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1. Espansione economica politica: ETIOPIA nell’ottica di ottenere un protettorato> concessione di protezione in cambio di sovranità internazionale delegata alla potenza protettrice che lascia l’indipendenza.

2. Credendo che la Francia voglia limitare l’espansione dell’Italia, alza i dazi nei confronti della Francia, strategia che si ritorce contro l’Italia stessa: l’esportazione del vino da taglio del sud viene bloccata.

Quindi la parte riformista del suo governo si inchioda di fronte alle difficoltà economiche. Crisi> fratture sociali, nascita delle prime organizzazioni dei lavoratori in Lunigiana ed in Sicilia. In Lunigiana: ANARCHISMO, serie di moti di ribellione. In Sicilia: i minatori di zolfo creano un movimento sindacale: I FASCI SICILIANI (dal fascio littorio, tante bacchette di legno legate insieme). CRISPI espressioni di un unico disegno volto a distruggere lo stato unitario (conoscendo le spinte autonomiste siciliane) paranoia antifrancese (contro cattolici e socialisti) (Rossi e neri nemici della patria fino a 1914. Le masse (polo cattolico e socialista) chiedono riconoscimenti e vengono considerati nemici dello stato liberale e alleati dei francesi. Risposta militare: Stato d’assedio in Sicilia e Lunigiana (passaggio del potere dalle autorità civili a quelle militari, nessuna libertà di associazione, di parola né habeas corpus). E cerca di accelerare la politica estera per ottenere il protettorato: appoggia Menelik per la carica di Negus e firma il trattato di Ucciali che sancisce il protettorato italiano sull’impero di Etiopia. Ma Menelik firma due versioni una in italiano ed una in aramaico che non riconosce il protettorato. La comunità internazionale giudica valida quella in aramaico ed è un grande scandalo per l’Italia. Crispi manda l’esercito senza rinforzi > massacro di Adua 1898. La reazione è viva Menelik abbasso Crispi, Crispi crolla. FASE DI TRANSIZIONE: LA CRISI DI FINE SECOLO 1896 – 1901. Dopo la caduta di Crispi, sale al governo Zanardelli e si fa avanti una figura precedentemente apparsa solo nello scandalo della Banca Romana: Giolitti. Ma dopo la breve parentesi di Zanardelli, la figura che prende il potere è di Rudinì anche lui siciliano, conservatore: adotta una politica estera di riavvicinamento alla Francia ma per il resto la sua linea politica è in continuità con quella di Crispi: Ma nel 1898 in Italia scoppia una crisi agraria nello stile di quelle di Ancient Regime che è un indicatore del dato di fatto che l’Italia non è ancora uno stato moderno. Una carestia di pane dovuta ad un cattivo raccolto con la contingente impossibilità di importarlo dal mercato estero, a causa della guerra di indipendenza di cuba sostenuta dagli USA contro la Spagna. Gli USA alzano i prezzi: non c’è grano – CARESTIA con annessi tumulti a partire dal Sud Italia, ma le richieste politiche cambiano man mano che la protesta sale. Dall’assalto ai forni e dai catasti bruciati (richiesta di cibo e minori vessazioni – affitti) la protesta coinvolge altri ceti sociali: i primi nuclei operai> nel 1892 I partito socialista d’Italia. Questa politicizzazione dei moti di protesta viene interpretata come un disegno rivoluzionario guidato da socialisti e cattolici: LA GRANDE CONGIURA. Di Rudinì proclama un nuovo stato d’assedio come pochi anni prima aveva fatto Crispi. Bava Beccaris prende a fucilate la folla e a cannonate i conventi: Ordine d’arresto per i leader socialisti e di azione cattolica (associazione privata con finalità religiosa che si politicizza in quegli anni in quanto la chiesa è contro lo stato liberale in quella contingenza). Di Rudinì a quel punto propone delle riforme della macchina statale in senso autoritario e le affida al generale Pellous (che si ispira a Sidney Sonnino – Conservatore). Il programma è torniamo allo statuto (albertino) ovvero a prima di Cavour: quando il potere di nomina del primo ministro era affidato al re, su modello tedesco. Tenta quindi una serie di progetti di legge che incontra l’OSTRUZIONISMO della minoranza parlamentare (espresso nei più svariati modi: parlare durante le assemblee il più a lungo possibile, proporre continui emendamenti (a Vienna i nobili Boemi famosi

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musicisti suonavano mentre parlavano gli altri)). Pellous quindi tenta un CONTINGENTAMENTO: limiti di numero e durata interventi … Ma il regolamento deve essere prima approvato e l’ostruzionismo si trasferisce al regolamento. A quel punto Pellous propone al re Umberto I di sciogliere le camere ed indire nuove elezioni, ma… vincono i democratici. Il tentativo di Pellous è fallito perché l’economia internazionale sta migliorando e c’è una necessità di risposte politiche alla crisi: il PROTEZIONISMO CONSERVATORE è a quel punto ANACRONISTICO. Le componenti più interessate ad una politica liberalista assumono ora un peso maggiore e le masse si stanno organizzando: le riforme sono necessarie ad integrarli; in Francia ed in Belgio il partito socialdemocratico in quegli anni va al governo e gli Junker non limitano l’imprenditoria, soprattutto in tempi di sviluppo economico. Quindi è necessaria una politica diversa ed ad attuarla è Giovanni Giolitti: in vita odiato e poi rivalutato> indice di politica controversa e contraddittoria. Inizia a dare un’impronta alla politica italiana nel 1901 e finirà nel 1920 dando sostegno a Mussolini. Il ministero dell’interno è un ruolo chiave per gestire le proteste e ristabilire l’ordine pubblico: in quel periodo le rivendicazioni sindacali per migliori condizioni lavorative e contributive incontrano sempre il forte no degli imprenditori. E gli imprenditori chiedono anche stavolta l’intervento governativo per fermare gli scioperi. Ma Giolitti invece favorisce una dinamica salariale libera. Le rivendicazioni salariali vanno a buon fine e le condizioni lavorative migliorano. La sua astensione di intervento diretto statale è una risposta politica in termini di libertà ed economia: per spingere il paese ad una modernizzazione puntando sull’innovazione altrimenti bloccata da un economia rigida. RIPRESA POLITICA CAVOURIANA: POLITICA LIBERALE usando la LEVA SALARIALE per una POLITICA DINAMICA DI INNOVAZIONE. Le masse vengono quindi riconosciute come interlocutori. Anche perché sa che le proteste peggiori sono quelle spontanee mentre le proteste organizzate hanno un interlocutore credibile con cui negoziare. INTEGRAZIONE SUBORDINATA DELLE MASSE: guidare il processo di integrazione delle masse offrendo compensazioni senza che loro mettano in discussione lo stato liberale. (allargare per non essere travolti). Agirà così con SOCIALISTI, CATTOLICI, NAZIONALISTI E FASCISTI. Vuole interlocutori credibili (di movimenti sostanziosi) e trova tali interlocutori nell’area riformista dei socialisti (che vedono le riforme come terreno preparatorio in attesa della rivoluzione) mentre esclude i massimalisti (no dialogo con istituzioni liberali per evitare di essere cooptati). Anche in Italia prevale l’ala riformista (guidata da Turati) perché c’è una contingenza di sviluppo economico: crescita occupazionale, della produzione, salgono salari e profitti> relazioni sociali meno tese garantiscono migliori margini di guadagno e mediazione. I costi delle riforme si possono pagare quindi Giolitti può permettersi una politica riformista rappresentando l’anima riformista dei capitalisti italiani. COOPTAZIONE. Si crea quindi un nuovo blocco politico il BLOCCO GIOLITTIANO, (visto male da Sonnino, leader conservatori e dai socialisti massimalisti). Ma le politiche riformatrici di Giolitti non sono applicate a tutto il territorio italiano, ma solo alle zone industrializzate del nord, dove il movimento socialista è presente (in centro Italia è assente nelle zone a mezzadria e al sud c’è il latifondo). Il nord Italia diviene la locomotiva dello sviluppo del paese in senso liberale economico. Ma Giolitti non ha un partito alle spalle quindi > TRASFORMISMO (i socialisti incontrano il governo sul terreno delle riforme ma non lo sostengono) e fa volentieri un passo oltre la legalità. I gruppi del Sud vengono visti come un serbatoio di voti ed i meccanismi di potere del sud non vengono messi in discussione.

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DUALISMO ECONOMICO: 2 modi diversi di sviluppo non in base a diversa gradazione ma in base a tipologie diverse: NORD capitalismo avanzato e SUD pre-capitalista. Solo in Italia la maggioranza del territorio è arretrata. Quindi con questa politica la FORBICE TRA NORD E SUD AUMENTA, se al nord lo sviluppo è favorito al sud l’industria è distrutta, a causa della tassazione della destra storica che al sud ha un peso maggiore e in epoca giolittiana la forbice aumenta e a Giolitti va bene così. 1901 prima fase industriale d’Italia (ritardo di 150 anni rispetto all’Inghilterra) solo al Nord. Salvemini: GIOLITTI MINISTRO DELLA MALAVITA> al sud compravendita di voti sistematizzata dall’azione dei prefetti che pilotano l’esito delle elezioni, sistema che funziona bene con il Suffragio ristretto uninominale dove il prefetto scoraggia le candidature non pilotate. GIANO BIFRONTE nel privato politica liberale nel pubblico no (per rigido controllo cariche pubbliche e stato forte). Ma dopo il 1907 c’è una congiuntura economica più incerta che suscita una radicalizzazione della politica maggiore ed i margini si restringono. Le componenti riformiste perdono potere sia nell’industria che nel socialismo. Il governo è saldo ma servono contromisure. Altrove le spinte all’allargamento del suffragio si fanno più forti… 1910 Giolitti allarga al suffragio universale ma cercando di non fare un salto nel buio. Dato che l’accordo con i socialisti scricchiola cerca un nuovo accordo: con i cattolici. CATTOLICI: ostilità di tipo ideologico: non expedit – contenzioso territoriale aperto: QUESTIONE ROMANA: il papa non ha accettato la restrizione dello stato della chiesa, e quindi la rete sociale di azione cattolica è maggiore di quella dei socialisti. Forti attività devozionali, la vita della popolazione è scandita dai ritmi della chiesa. Prima di Giolitti era cambiato il pontefice da Pio IX a Leone XIII: la chiesa può avere un grande ruolo nella modernità. La modernità è sempre vista in termini negativi (e lo sarà fino agli anni ’60) ma… Prima risposta TEORIA della TESI e dell’IPOTESI: TESI: L’Ideale della società deve essere integralmente cristiano (sovrapposizione leggi della chiesa con le leggi dello stato- peccato = reato) ma IPOTESI: può servirsi degli strumenti liberali per i valori (famiglia, matrimonio, etc...) e gli interessi della chiesa (rete sociale). Non c’è quindi un rifiuto totale ma la partecipazione politica diviene un’accettazione tattica e strumentale delle istituzioni liberali e dà la spinta ai cattolici per dedicarsi all’attività politica. ACCETTAZIONE PRATICA cattolici all’interno degli stati liberali. 1896 RERUM NOVARUM accettazione disagio sociale, che diviene priorità della chiesa, attraverso una rete di istituzioni per favorire i disagiati. Sillabo di PIO IX: compendio di errori della civiltà moderna, ma l’antagonismo del non expedit viene superato da Leone XIII.