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STRATEGIE DIDATTICHE SULL’ATTENZIONE E LA CONCENTRAZIONE FACCIAMO IL PUNTO Gennj Guglielmini

STRATEGIE DIDATTICHE SULL’ATTENZIONE E LA … · Questo libro, rivolto agli insegnanti della scuola dell'infanzia e primaria, presenta numerose proposte didattiche ricche di spunti

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STRATEGIE DIDATTICHE SULL’ATTENZIONE E LA

CONCENTRAZIONE

FACCIAMO IL PUNTO

Gennj Guglielmini

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UN’ORCHESTRA SENZA DIRETTORE

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HTTP://WWW.TUTTOTONDO.EU/UN-ORCHESTRA-SENZA-DIRETTORE-DENTRO-AL-DEFICIT-DI-

ATTENZIONE-ED-IPERATTIVITA/Gennj Guglielmini

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IL DISTURBO DI ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ (DDAI)

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Si riferisce alla difficoltà di mantenere l’attenzione

(disattenzione) e di controllare il grado della propria

attività (iperattività).

Al suo interno possiamo distinguere tra sottotipo

disattento e sottotipo iperattivo.

Alcuni segnali già dalla scuola dell’infanzia, ma si tende

a far diagnosi non prima dei 7 anni compiuti.

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I DISTURBI DELLA CONDOTTA (DC)

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Si riferiscono a comportamenti scarsamente controllati

che violano i diritti degli altri e, nei casi più gravi, le

norme sociali. Alcuni segnali possono essere presenti fin

dall’ultimo anno della scuola dell’infanzia, ma si tende a

far diagnosi non prima degli 8 anni

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Entrambi i tipi di disturbo sono presenti in misura

molto maggiore nei maschi piuttosto che nelle

femmine ed hanno notevoli somiglianze, soprattutto

quando il DDAI riguarda anche la componente

iperattiva e siamo spesso nell’ambito del

DISTURBO OPPOSITIVO-PROVOCATORIO

Tali disturbi hanno una caratteristica fondamentale in

comune: la mancanza di controllo

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La principale differenza tra DC, DOP e

DDAI è rappresentata dalla presenza o

meno di comportamenti rivolti verso gli

altri

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LA PRINCIPALE CORNICE PER LAVORARE IN CLASSE CON

I DISTURBI DI COMPORTAMENTO

Condivisione tra insegnanti di classe di:

- strategie educative e didattiche;-Modalità comunicative «trasparenti» con lo studentee con i genitori;- Modalità di rinforzo positivo;- Lavoro di rete;- Costante monitoraggio.

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UNA SCUOLA CON EQUILIBRIO

Proposte didattiche e di osservazione per la scuola dell'infanzia e la scuola primaria ELENA FALASCHI

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Una scuola con equilibrio

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◦ Perché la scuola possa garantire un insegnamento e un apprendimento efficaci e di qualità è necessario che tutti gli elementi che la compongono siano in equilibrio tra loro. Tale equilibrio si fa sfondo integratore della didattica, attività euristica di ricerca di relazioni (negli oggetti, nelle forme, nelle parole, nei movimenti e nella natura) e strumento di riflessione sui propri processi di apprendimento. L'equilibrio si configura anche come occasione per ripensare la scuola come sistema, per esplorare consapevolmente e in prospettiva ecologica la qualità dei rapporti tra i suoi «abitanti».

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Questo libro, rivolto agli insegnanti della scuola dell'infanzia e primaria, presenta numerose proposte didattiche ricche di spunti originali e creativi e schede operative fotocopiabili che abbracciano le varie aree di insegnamento (dall'italiano alla matematica, dall'attività motoria all'arte, dall'educazione alla convivenza civile alle scienze). Mette inoltre a disposizione delle schede di riflessione metacognitiva e di verifica per gli alunni e delle griglie di rilevazione attraverso cui gli insegnanti possono valutare le competenze acquisite dai bambini. Nei capitoli conclusivi vengono poi approfondite le relazioni, le variabili e le dinamiche che vanno a caratterizzare la «personalità» e il clima di ogni scuola, offrendo pratici strumenti di osservazione e valutazione del contesto.

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Cosa affronteremo?

1. Predisporre un contesto facilitante.

2. Allestire il contesto classe.

3. Strutturare i tempi di lavoro.

4. Cos’è realmente l’attenzione?

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1. Predisporre un contesto facilitante◦Offrire costantemente informazioni di ritorno sulle conseguenze del loro agire, in quanto spesso i bambini non riescono a prevederle

◦ Instaurare delle routine:le attività scandite con regolarità e ripetitività consentono agli alunni di saper scandire il tempo e pianificare

◦ Stabilire le regole: mettere ordine in base ai tempi e ai luoghi delle azioni; regole chiare ben evidenti e condivise

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“PIÙ STRUTTURATE E REGOLATE SONO LE GIORNATE, MENO

INSTABILE SARÀ IL COMPORTAMENTO DEL

BAMBINO”Iperattività e autoregolazione cognitiva, Cornoldi et al. Erickson

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2. Allestire il contesto classe

La disposizione dei banchi

All'interno di un'aula, i banchi possono essere disposti in molti modi: ogni soluzione adottata ha pregi e difetti.

E possibile valutare quanto ogni disposizione sia adeguata per una buona partecipazione della classe e per al lavoro scolastico

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E’ utile porsi le seguenti domande per individuare la predisposizione dell’aula

migliore….

◦ Dalla cattedra si vede il bambino che si distrae maggiormente?

◦ E facilmente raggiungibile?

◦ È favorito lo scambio di sguardo insegnante-bambino?

◦ Ha compagni vicino a lui?

◦ Se sì, sono tranquilli o piuttosto vivaci?

◦ Se un bambìno si alza per qualche motivo, quanti bambini possono essere disturbati o coinvolti (ferro di cavallo?)

◦ E corretta la posizione dei punti di luce? (a sx)

◦ Quanti bambini guardano direttamente fuori dalle finestre?

◦ Ogni bambino, quanti bambini osserva dal suo posto?

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Potenziali distrattori nell’ambiente

Nel disporre l'aula in modo funzionale bisogna prestare particolare attenzione ai seguenti distrattori:

- cartelloni - cestino - porta

- finestre - orologio

- compagni vivaci - armadi/librerie

- tavolo con materiale pittorico o altro.

- Troppi cartelloni

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3. I tempi di lavoro: attività routinarie e strutturatePredisporre attività routinarie e tempi di lavoro prestabiliti

ad esempio:

◦ Routine di inizio lezione (presenze, controllo che tutti abbiano il materiale necessario ed il banco in ordine).

◦ Presentare le attività della giornata e scandirne anche i tempi di lavoro e le eventuali pause.

◦ Stabilire a priori le attività consentite nell’intervallo.

◦ Dettare i compiti ad un orario stabilito.

◦ Routine di saluto e di uscita.

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Inventario delle routine all’interno della classe◦Quali routine sono presenti?

◦Quali nuove routine potrebbero essere utili?

◦ Ci sono routine che possono diventare regole della classe?

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Stabilire e prevedere i tempi di lavoro

◦ Una delle cose che più ostacolano una buona organizzazione del lavoro scolastico è sbagliare le valutazioni relative ai tempi di svolgimento e/o alla difficoltà di un compito.

◦ Abituare bambini impulsivi a lavorare con tempi stabiliti significa aiutarli a valutare meglio e quindi a essere sempre più efficaci nella pianificazione e organizzazione del lavoro, identificando anche il quantitativo di impegno necessario allo svolgimento di ogni consegna.

◦ All'inizio è preferibile che sia l'insegnante a fornire indicazioni sul tempo di svolgimento dei compiti assegnati (attraverso l’ausilio di un grande orologio a disposizione dell'insegnante; frecce)

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Simboli relativi ai tempi di lavoro e alle difficoltà del compito

◦ Facilissno, facile, alla mia portata, difficile, molto difficle

◦Pochissimo ◦Poco ◦ Tempo medio ◦Molto tempo ◦Molstissimo tempo

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Le regole della classe

Porre delle regole chiare all'interno di una strutturasociale come la classe è necessario per regolare leinterazioni fra i pari e con gli adulti.

Perché siano efficaci, è necessario che le regolesiano condivise: è perciò buona prassi discuterecon i bambini le regole da ratificare, dando loro lapossibilità di approvarle o di modificarle.

Se le regole sono genuinamente condivise, e nonimposte dall'adulto, aumenta il grado di impegnoche i bambini sono disposti a profondere cercandodi rispettarle.

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Cartellone delle regole

-le regole devono essere proposizioni positive e non divieti

-le regole devono essere semplici, espresse chiaramentedevono descrivere le azioni in modo operativo (ad esempio, evitando formulazioni tipo «stare buoni», «avere cura di ... possono non risultare chiare perché troppo vaghe);

- le regole dovrebbero utilizzare simboli pittorici colorati (che costituiscono un ottimo e immediato segnale del contenuto della proposizione);

- le regole devono essere poche (da tre ad un massimo di otto) ed espresse sinteticamente.

Le regole andranno poi trascritte su un cartellone

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Cartellone regole

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La mancanza di attenzione

◦ Sohlberg e Mateer 1987 evidenziarono 5 aspetti dell’attenzione:

1. Focalizzata

2. Sostenuta

3. Selettiva

4. Alternata

5. Suddivisa

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Attenzione focalizzataÈ la forma di attenzione di base e coinvolge l’abilità di saper rispondere a stimoli specifici (visivi o uditivi) ed eventi, senza uno spostamento dell’attenzione.◦ Attività da proporre: riconoscere il nome di un colore target all’interno di un racconto letto dall’insegnante e alzare il cartoncino colorato corrispondente.

Prima di iniziare il rinforzo.Alzare la mano e dire: «a me gli occhi…Oggi faremo un gioco che farà lavorare soprattutto le orecchie e il cervello o, meglio la vostra capacità di ascoltare.Quindi gambe braccia corpo non si muovono.»Chiarire i risultati attesi: il gioco vi aiuterà a imparare come ci si concentra bene su una cosa alla volta.

TIRAMOLLA Gennj Guglielmini

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Attenzione sostenuta o mantenuta◦ Si riflette nell’abilità di saper mantenere l’attenzione e persistere sino alla fine del completamento del compito◦Attività: ascoltare una storia interrotta dal suono di una camapanella, verificare se si è proprio attenti ordinare le sequenze figurate e monitorare con un righello la propria attenzione◦ Il gioco dello specchio

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Attenzione selettiva o divisa

◦Coinvolge il bambino nel mantenere specifici contenuti cognitivi mentre vi sono stimoli distraenti ( saper concentrarci sulla voce dell’insegnante e non sui commenti dei compagni o distrarsi con i propri pensieri).

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Attività

Ripartire l’attenzione tra due aspetti di uno stesso compito fornendo risposte diverse a ciascuno di essi

Attività: leggere un elenco di nomi ed il bambino dovrà far attenzione alle volte in cui verrà nominato un animale e fare contemporaneamente una x sul luogo dove vive.

CIELO MARE TERRA

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Attenzione alternata

◦ Relativa alla flessibilità mentale, saper gestire l’abilità tra ascoltare e prendere appunti sottende la capacità di spostare l’attenzione dall’insegnante (gestendo l’informazione uditiva e visiva) e trasferirla scrivendola in una forma abbreviata.

◦Ciò sottende un processo di mantenimento delle informazioni nella mente affinchè i concetti riportati siano appropriati e le idee ed i fatti possano essere ricostruiti.

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Attenzione suddivisa

◦ Saper rispondere simultanenamente a due o più compiti che hanno richiesta diverse L’attenzione può essere suddivisa in una combinazione di stimoli (visivi, uditivi e cinestetici -di movimento-)

Da processi Controllati a processi Automatici

Dettato: attenzione all’ascolto e non al movimento della mano

Disegno: attenzione al movimento della mano e non all’ascolto

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Libri utili

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TutoringTecnica utile in classe

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L’alunno iperattivo in classeDi Pietro, …

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Bibliografia

- Caponi B., Clama L., Re A.M., Cornoldi C. e Gruppo docenti Rete Ricerca Infanzia di Treviso (2008), Sviluppare la concentrazione (volume 1), Trento, Erickson.

- Cornoldi C., Gardinale M., Masi A., Pettinò L. (1996), Impulsività e autocontrollo, Trento, Erickson.

- Cornoldi C., De Meo T., Offredi F., Vio C. (2001), Iperattività e autoregolazione cognitiva, Trento, Erickson.

- Cornoldi C., Caponi B., Falco G., Focchiatti R., Lucangeli D. e Todeschini M. (1995), Matematica e metacognizione, Trento, Erickson.

- Cornoldi C., Caponi B. (1991), Memoria e metacognizione,Trento, Erickson.

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Bibliografia

- Di Pietro M., Bassi E. e Filoramo G. (2001), L’alunno iperattivo in classe, Trento, Erickson.

- Falaschi E. (2006), Una scuola con equilibrio,Trento, Erickson.

- Friso G., Palladino P. e Cornoldi C. (2006), Avviamento alla metacognizione, Trento, Erickson.

- Marzocchi G. M., Molin A. e Poli S. (2000), Attenzione e metacognizione, Trento, Erickson.

- Vio C., Marzocchi G. M. e Offredi F. (1999), Il bambino con deficit di attenzione/iperattività, Trento, Erickson.

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