25
Progetto pastorale Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed Urio, in occasione della Visita Pastorale dicembre 2012

Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

  • Upload
    others

  • View
    2

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

Progetto pastorale Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio,

Carate ed Urio, in occasione della Visita Pastorale

dicembre 2012

Page 2: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

2

Parrocchie di

• Brienno (SS. Nazaro e Celso), • Laglio (S. Giorgio), • Carate (SS. Giacomo e Filippo) • Urio (SS. Quirico e Giulitta)

INTRODUZIONE L’occasione della Visita Pastorale, che si terrà nelle nostre parrocchie a partire dal prossimo 16 dicembre 2012, ci offre l’opportunità di fare il punto della situazione. I criteri che hanno guidato la stesura di questo testo sono stati forniti principalmente dal Questionario preparato dalla Diocesi, che nelle pagine iniziali offre delle chiare “Indicazioni per la stesura del Progetto Pastorale attuale” (pagg. 5-6). A quei criteri si è accompagnata la preoccupazione di contestualizzare l’oggi nel solco della storia recente delle nostre Comunità, come per esempio la successione dei parroci, l’unificazione “a due a due” della guida pastorale ad un solo parroco, il rinnovamento della catechesi ecc. Il testo pur qualificandosi come il questionario suggerisce come “Progetto Pastorale” andrebbe inteso anzitutto come strumento di lavoro, testo provvisorio e non definitivo. Mi piacerebbe che fosse letto da tutti, che fosse comunque messo a disposizione di tutti, per raccogliere costruttivamente osservazioni integrative, per suscitare riflessioni pensate, anche correttive, non tanto con l’intendimento di migliorare il testo in sé, ma il nostro lavoro di Comunità. Quali sono i criteri che hanno ispirato la stesura del testo? E’ il Vescovo stesso che fornisce il metodo di lavoro. Prima di porre mano a qualsiasi tipo di progettazione è utile chiarire di che cosa si stia parlando. Che cosa è la parrocchia? Quali sono i tratti distintivi essenziali che ci permettono di dire, osservando quella realtà, “è una parrocchia”? Il Vescovo suggerisce anzitutto in termini generali, che la parrocchia è un luogo concreto in cui sia possibile incontrare l’esperienza cristiana. Il senso dell’esistenza della parrocchia è cioè in relazione alla reale possibilità di offrire l’opportunità dell’incontro con Gesù, vivo, figlio di Dio, Salvatore. In ordine a questo gli elementi essenziali, che potremmo definire strutturali, che caratterizzano la realtà della parrocchia sono:

1) Il primo annuncio del Vangelo: per chi è stato raggiunto dalla bellezza dell’incontro con Gesù, la notizia della possibilità reale di incontrare il Dio vivo, passa attraverso le relazioni: da quelle personali a quelle più strutturate dell’attività pastorali in tutte le sue declinazioni. Sono relazioni che sono animate dal desiderio di raccontare la bellezza di quell’incontro, di portare a Gesù.

2) L’esistenza di itinerari di iniziazione cristiana: percorsi di generazione alla fede e alla vita di fede. Sono percorsi graduali, attenti alle diverse età della vita, che mirano a creare veri cristiani.

3) La celebrazione del giorno del Signore: l’Eucarestia domenicale. 4) L’animazione testimoniale del territorio, che qualifica il radicamento della Chiesa in questo

territorio e la tensione alla vicinanza alla vita quotidiana della gente che vi abita. 5) La missionarietà, legata certamente alla possibilità del primo annuncio, all’animazione

testimoniale del territorio, e che chiama in causa il ruolo particolare dei laici, la valorizzazione dei carismi e in riferimento alla pastorale integrata, la grande occasione di testimoniare qui ed ora la potenza contagiante della Comunione. Conditio sine qua non tuttavia per la qualificazione del volto missionario: l’ospitalità per fare spazio a tutti, la ricerca dei dispersi, l’identità della fede che si deve vedere e risultare attraente, l’ascolto della Parola di Dio. Tra le urgenze particolari del nostro tempo, per la nostra diocesi, si annota: a. L’attenzione al mondo degli adulti, mirando alla maturità della fede

Page 3: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

3

b. L’opportunità di avviare quella che viene chiamata “Pastorale integrata” o parrocchie in rete. Si tratta della capacità di attivare concretamente la “Comunione” (riflettendo nel qui ed ora la realtà stessa di Dio Trinità) tra realtà parrocchiali vicine, che condividendo situazioni simili, sul medesimo territorio, potrebbero attivare la “Comunione dei beni” per assolvere la stessa missione.

Si conclude con un’osservazione interessante: “Tutto questo ci fa pensare che non esiste la parrocchia, ma ne esistono tante, con volti e storie diverse, da far emergere. Il cammino per vivificare questo volto è lungo ed esige pazienza e grande attenzione alle diverse possibilità locali” (pag. 4)

Una volta definiti dal Vescovo i punti di riferimento per riconoscere il volto essenziale della parrocchia, egli chiede di porre lo sguardo all’esistente, alla concretezza della nostra situazione. Si tratta cioè radicalmente di chiederci: nella nostra realtà in che misura sono riscontrabili gli elementi essenziali che strutturano la realtà della parrocchia, di cui ci ha parlato il Vescovo? Il Vescovo propone quindi un itinerario esplorativo, uno schema espositivo, che costituisce la traccia per la stesura di quello che egli chiama “Progetto Pastorale attuale” della parrocchia. Per quanto mi riguarda, ho cercato di svolgere il compito attenendomi a quanto richiesto, sforzandomi di offrire all’interlocutore (al Vescovo) il quadro che dal mio punto di vista riuscivo a vedere. Quando dico il “mio punto di vista” intendo sottolineare che il testo non è nato da un dibattito o da un confronto allargato, da un lavoro d’équipe. Chi legge il testo è avvertito. Il testo va letto tenendo conto di questa prospettiva prevalente: che cosa vede il parroco dal suo punto di vista della nostra Comunità? Che cosa ha capito? Che cosa sottolinea? Che cosa propone? E’ per questo motivo che all’inizio dell’introduzione ho preferito chiamare questo lavoro “strumento”, piuttosto che “progetto”, poiché l’intenzione è quella di fornire alla Comunità cristiana che servo una traccia di lavoro, rivedibile e provvisoria, da cui partire. Ho ben in mente nella ricorrenza del 50mo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II ciò che accadde. All’interno del dibattito dei lavori conciliari spesso i documenti che costituivano gli schemi preparati dalle Commissioni, furono rivisti e corretti, modificati profondamente nel corso del dibattito dei padri. Sia ben chiaro (e questo lo dico al Vescovo): nessuna pretesa o aspettativa riformista dell’impianto della pastorale diocesana! Da ultimo una precisazione sul tipo di sguardo che ho cercato di attivare. Mi ha guidato nella riflessione questo approccio: trovare nell’esistente un centro attorno al quale riuscire a fare ruotare tutto il resto. Detto così potrebbe suonare quasi banale in un contesto di esperienza religiosa cristiana. Il centro chiaramente qui è la fede, la vita della fede che va nutrita con un cibo specifico indispensabile: Sacramenti, Parola di Dio, preghiera e Carità. Senza questi elementi la fede si spegne, muore. Questo centro va tenuto fermo, stabile, nutrito. Lo stesso criterio vale per la vita della nostra Comunità cristiana. Pur tuttavia nell’ipotesi di programmare un progetto per il cammino dei prossimi anni, in una situazione complessa come la nostra e soprattutto con poche risorse a disposizione, l’idea che esista con chiarezza un centro, attorno al quale tutto il resto possa ruotare, possibilmente come una danza, potrebbe essere utile per un cammino sostanzialmente a “barra dritta”. Potrebbe in buona sostanza giovare a chiarire la prospettiva del cammino. Va detto anche che questa operazione solo in parte coincide con il criterio della semplificazione di una realtà complessa, come la parrocchia. Detto altrimenti: è illusorio pensare che semplificare sia semplice. Nella pratica la semplificazione di una realtà complessa è una procedura paradossalmente non semplice ed altrettanto complessa. L’operazione che semplifica a volte corre il rischio di mettere in secondo piano alcuni aspetti della realtà e non sempre rende giustizia immediatamente a tutta la verità della realtà. E’ un’operazione mentale e psicologica che impone la necessità di fare delle scelte: mettere al centro qualcosa (l’essenziale) e mettere da parte altro (il superfluo). Semplificare quindi, con lo scopo di aiutare a fissare l’attenzione su uno o al massimo due aspetti fondamentali, che abbiano queste caratteristiche:

Page 4: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

4

1) che siano anzitutto reali, che esistano nella nostra realtà; 2) che appartengano al volto della parrocchia, che siano centrati cioè su uno di quegli elementi che il Vescovo indica come necessari perché una realtà si possa riconoscere come parrocchia, come Comunità cristiana; 3) che offrano possibilità di sviluppo in molte direzioni, come quando curando la crescita di un solo germoglio promettente, si scopre che crescendo si dirama in molti altri germogli (…), con l’irrobustirsi della pianta. L’esito di questa operazione astratta, l’esercizio della stesura di questo strumento di lavoro, ha lo scopo di aiutare a chiarire un obiettivo, di sottoporlo alla considerazione di tutti, di raccogliere suggerimenti ed infine di avviare nella pratica un processo non facile di semplificazione. Costantemente la bussola è orientata al rafforzamento dell’identità cristiana della nostra parrocchia (questo è l’obiettivo finale). Si tratta quindi di individuare nell’esistente una centralità essenziale attorno alla quale potrebbero (è un condizionale) concentrarsi le nostre risorse migliori, con la consapevolezza, che a partire da lì tutto il resto potrebbe guadagnarci in qualità e significato e da lì molto altro potrebbe nascere. Le conclusioni hanno lo scopo di presentare questa proposta.

don Maurizio, 26/11/2012

1. CONNOTAZIONE TERRITORIALE, SOCIALE E RELIGIOSA

Popolazione (dati censimento 2011) : Carate Urio (1218 ab. Con due parrocchie, Urio e Carate), Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune) e Brienno (403 ab. parrocchia unica corrispondente a tutto il territorio del Comune). Il territorio su cui si sviluppano le nostre parrocchie dista da Como circa 10 Km e si estende per altrettanti Kilometri di lunghezza. La geografia montagnosa a ridosso del lago non favorisce sviluppi longitudinali e non offre ampi spazi aperti. Dal punto di vista economico il territorio verte essenzialmente su Como, Milano e la Svizzera. Non ci sono industrie: solo alcune piccole imprese artigianali. Ci sono alcune strutture alberghiere di medie dimensioni a Carate Urio (2) e a Laglio (4/5) ed alcuni ristoranti nei tre Comuni. Alcuni privati affittano o cedono in gestione ad agenzie del settore, case e ville prevalentemente nel periodo estivo. Pochissimi i bed and breakfast. L’impiego nel settore turistico non è quello prevalente. Durante l’estate pur registrando nelle nostre strade un notevole aumento del traffico dovuto al flusso turistico di passaggio, non si registrano, se non in alcuni luoghi (nei pressi di alcune spiagge o nei pressi della villa di Clooney) e la domenica, aumenti “di massa” nella popolazione. La mancanza di parcheggi e di ampi luoghi di sosta non favorisce la fermata dei turisti di passaggio. La montagna offre percorsi interessanti, sia verso i monti alle nostre località di montagna abitate prevalentemente durante il periodo di vacanza estivo (i monti di Carate, di Urio e di Torriggia), sia a mezza costa. Sono percorsi durante la bella stagione da molti escursionisti la domenica e durante le vacanze estive. La dotazione artistica della parrocchia è notevole, ma non sufficientemente valorizzata all’interno di percorsi guidati o a sfondo anche turistico. Pochissime le richieste da parte delle organizzazioni turistiche per la visita dei luoghi artistici parrocchiali.

Page 5: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

5

Le strutture scolastiche presenti sul territorio della parrocchia sono concentrate a Laglio: scuola elementare (una anche a Moltrasio), un asilo (ente morale privato) e da quest’anno (grazie all’iniziativa dell’ente gestore dell’asilo e la disponibilità del Comune) un nido. I Comuni hanno organizzato per i bambini un servizio di scuolabus. Le scuole medie sono tutte localizzate a Cernobbio. Alcuni ragazzi frequentano scuole della città di Como. Non sono molti i servizi disponibili: una farmacia a Carate Urio, tre uffici postali (uno in ciascun Comune), una banca a Carate Urio. Ogni Comune ha uffici propri. In ogni Comune esiste l’ambulatorio medico. Esistono due biblioteche comunali: a Carate Urio e a Laglio. A Carate il Comune ha a disposizione la struttura chiamata Palagenesio (ex palestra delle scuole) che ha recentemente dotato di una bella cucina, nel quale si svolgono manifestazioni di carattere culturale e ricreativo a disposizione dei cittadini e delle associazioni del Comune. Il territorio è servito da una linea di autobus, che attraversa i paesi sia attraverso la regina Vecchia sia attraverso la Regina nuova. La navigazione attracca regolarmente ogni giorno a Urio, la domenica anche a Brienno. Laglio è sprovvista di fermata della navigazione da molti anni. Pochissimi i negozi, di cui un solo di alimentari a Laglio che effettua consegne domiciliari ed un piccolo emporio di recente apertura a Carate Urio. I prezzi delle case sono piuttosto alti (si registrano quotazioni intorno a € 4000,00/5000,00 il mq), cosa che non è certo di aiuto all’incremento demografico delle famiglie giovani. CONNOTAZIONE RELIGIOSA Per una corretta comprensione della connotazione religiosa delle quattro parrocchie è opportuno ripercorre alcuni passaggi di ordine storico. Dal 1988 le parrocchie di Carate e di Urio pur rimanendo distinte nella loro identità amministrativa, furono affidate alla cura pastorale di un unico sacerdote1. Stessa sorte è toccata alle parrocchie di Laglio e di Brienno a partire dal 19922. Nel settembre del 2006 don Maurizio Uda viene nominato parroco di Carate e di Urio e contemporaneamente don Eugenio Bompani parroco di Laglio e di Brienno. A partire circa dall’anno pastorale 2007, con l'intento di avviare una collaborazione più organica e strutturata, si concordò di avviare in alcuni ambiti importanti un'esperienza pastorale comune. Questo lavoro, che ebbe notevoli risvolti positivi, durò circa tre anni e mezzo. L’8 dicembre 2010 don Eugenio faceva la sua entrata a Bernate e a Casnate e don Maurizio nominato parroco di Brienno e di Laglio. Alcune considerazioni. La situazione attuale (quella venutasi a creare partire dal dicembre 2010) è in parte nuova ed in parte in continuità con il passato. Risulta per certi aspetti abbastanza evidente che nel contesto dell’attuale situazione diocesana questa configurazione trovi in parte una sua ragione e una sua giustificazione3.

1) Fino al 2010 Laglio e Brienno hanno vissuto per 18 anni con un solo parroco; Urio e Carate per 22 anni. La cura pastorale di due parrocchie affidata ad un solo sacerdote fu

1 Carate e Urio. Dal 1988 al 1996 fu parroco don Sergio Mazzina; dal 1996 al febbraio del 2005 don Maurizio Mosconi e

dal febbraio 2005 al settembre del 2006 don Enrico Pirotta (allora cappellano militare della Guardia di Finanza di Como), come amministratore parrocchiale. 2 Laglio e Brienno. Dal 1992 al 2001 fu parroco don Ernesto Taiana, dal 2001 al 2006 don Mauro Stefanoni. 3 La nomina di don Eugenio a nuovo incarico nelle parrocchie di Casnate e di Bernate, con l'obiettivo di prendersi cura di

due parrocchie in uno stesso Comune (sulla falsariga delle esperienza condotta a Laglio e a Brienno) e l’affidamento di quattro parrocchie a don Maurizio, va letta nel contesto generale non solo della nostra diocesi, ma di moltissime diocesi italiane, che sempre più patiscono il fenomeno della diminuzione del clero e delle vocazioni sacerdotali. Nel riordino quindi della distribuzione del clero, in maniera empirica e pragmatica, sotto la spinta dell'urgenza relativa alla necessità di provvedere il più velocemente possibile alla cura delle parrocchie senza parroco, prevalse il criterio di affidare più parrocchie di piccole dimensioni ad un unico sacerdote.

Page 6: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

6

percepita all'interno di queste Comunità, ancora molto legate all’immagine tradizionale corrispondente allo slogan di "una chiesa, un campanile e un prete", come una situazione che riusciva ancora a garantire e a salvaguardare in parte quest’idea. Alcuni elementi tipici di questa esperienza plurisecolare potevano essere mantenuti senza molta difficoltà: la Messa feriale celebrata nelle parrocchiali ogni due giorni, la Messa domenicale presieduta dal parroco, la cura diretta della pastorale degli ammalati, l’intensità personale dei rapporti, la presenza garantita nelle celebrazioni delle feste tradizionali in ciascuna parrocchia, come pure nei momenti forti dell’anno liturgico, le confessioni settimanali ecc. A ciò si aggiunga il dato non trascurabile della residenzialità del parroco. Il criterio adottato (da 1992 a Laglio e Brienno e dal 1988 a Carate Urio), fu quello di stabilire la residenza del parroco nella parrocchia più grande (Laglio rispetto a Brienno e Carate rispetto a Urio). In tal senso la comunità di residenza del parroco non ebbe la percezione di un cambiamento fortemente discontinuo rispetto al passato: in fondo quella parrocchia continuava ad avere in loco il proprio parroco, rafforzando (involontariamente) l’idea di condividere con la parrocchia vicina più piccola il suo pastore e di mantenere in qualche modo una specie di privilegio, una diversità, che conferiva (erroneamente) anche l’idea di una qualche “supremazia”. A Laglio questa situazione si è mantenuta fino al 2010. A Carate fino al 2005. Attualmente il parroco risiede nella canonica di Urio, la parrocchia numericamente più piccola delle quattro e posta geograficamente al margine più estremo verso Como. La scelta in questo caso fu dettata da motivi di ordine puramente economico e pratico, anche se poi dal punto di vista simbolico ha contribuito in qualche modo a scompaginare e a disorientare i punti di riferimento comuni, adottati fino a quel momento4. A partire quindi dalla prima metà degli anni novanta (1992) le quattro parrocchie incominciarono a trovarsi strutturalmente nelle stesse condizioni (= due parrocchie con un solo parroco). Pastoralmente in questo periodo è segnalata una collaborazione interparrocchiale per le attività estive dei ragazzi5. Nel memorandum lasciato da don

4 La casa parrocchiale di Urio fu ristrutturata tra il 2007 e il maggio del 2008, ad opera di muratori volontari che si prestarono all'impresa con l'intento di venire incontro alle ristrettezze economiche delle due parrocchie e offrire un luogo dignitoso al parroco che dal settembre del 2006 non aveva un luogo in cui vivere stabilmente. La situazione delle strutture delle due case parrocchiali di Carate e di Urio era piuttosto compromessa e con una situazione economica di partenza piuttosto "povera" (circa € 8.000,00 a Carate e circa € 6000,00 a Urio). La CP di Carate necessitava di importanti interventi di consolidamento alle solette del piano secondo, luogo in cui tradizionalmente si svolgevano le attività parrocchiali. Nell'anno pastorale 2006 l'amministratore don Enrico Pirotta trasferisce per motivi di sicurezza le attività catechistiche e parrocchiali al piano primo di quella casa, nel piano cioè adibito all’ abitazione del parroco. Nel settembre del 2006, alla nomina del nuovo parroco, don Maurizio decide di non trasferirsi in quella casa, riservandosi provvisoriamente due piccoli locali (uno per la notte ed uno per l'ufficio parrocchiale) e di destinare la parte restante dell'appartamento alle attività pastorali, che da lì a poco avrebbero dovuto ricominciare. La casa parrocchiale di Urio risultava disabitata dal 1988 e molto trascurata. Essa necessitava di importanti lavori di rinforzo delle solette del piano secondo, il completo rifacimento di parte della soletta del piano primo, la formazione di nuovi infissi e altri lavori meno importanti. Tralascio il resoconto dettagliato dei primi 18 mesi. Fu allestito un progetto di recupero delle strutture ed un piano finanziario articolato per il reperimento delle risorse necessarie, il quale ci permise di avviare e completare la ristrutturazione della casa parrocchiale di Urio e la completa ristrutturazione interna della casa parrocchiale di Carate (destinata a scopi di carattere socio-educativo), senza accedere ad alcun mutuo e soprattutto senza la creazione di alcun debito. Il motivo quindi del trasferimento dell'abitazione del parroco ad Urio fu di carattere pratico e di convenienza economica: si resero disponibili un gruppo di muratori volontari della parrocchia di Urio, i quali avrebbero eseguito gratuitamente tutti i lavori, a fronte della promessa del trasferimento in quell'abitazione del parroco. Avrebbero cioè ottenuto che il parroco vi tornasse ad abitare dopo oltre vent'anni di assenza. Per la casa di Carate, fu redatto invece un progetto di destinazione a carattere socio educativo, che fu ampiamente condiviso e sorretto da don Eugenio, nell'ambito di un progetto educativo comune di prevenzione, che si sarebbe dovuto realizzare sinergicamente da Brienno a Moltrasio. I lavori di ristrutturazione della casa di Urio terminarono nel maggio del 2008. Il 1 maggio 2008 il parroco poté prendervi pieno possesso e nei mesi successivi fare il trasloco definitivo, ponendo fine alla sua precaria condizione abitativa, dopo 18 mesi di grande provvisorietà tra Como e Carate Urio. 5 “Si fa il GREST o si attuano altre iniziative estive collegate alla diocesi? – Sì, in collaborazione con Urio, Laglio e Brienno” (questionario Visita Pastorale 1994- parrocchia SS. Giacomo e Filippo). “Nel campo della pastorale giovanile (Oratorio, incontri formativi, Grest, ecc), si è avviata una buona collaborazione con Laglio e Brienno; c’è la speranza che avvenga altrettanto con Cernobbio (è qui che i ragazzi frequentano la scuola media)” (decreto visita Pastorale, 01/11/1994). "Sta partendo però con il nuovo parroco, una esperienza di Oratorio e, per la prima volta, ci sono alcuni catechisti in loco. Perdura purtroppo una tenace divisione nel mondo giovanile" (parrocchia di Brienno - decreto Visita Pastorale, 28/10/1994").

Page 7: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

7

Maurizio Mosconi al termine del suo mandato a Carate Urio (febbraio del 2005) egli scriveva significativamente: “Visti gli esigui spazi disponibili, la dispersione dei bambini e ragazzi sul territorio e l’assenza di una tradizione, il polo di riferimento è l’Oratorio di Laglio. L’orientamento emerso con l’arrivo del Parroco, don Mauro Stefanoni, andrà opportunamente verificato ed eventualmente migliorato”. E’ l’unica nota dello scritto che indica la possibilità di un lavoro pastorale interparrocchiale, il che ci fa pensare che non ci fosse nulla di strutturato in tal senso, almeno per quanto riguarda gli aspetti importanti e fondanti della evangelizzazione, della catechesi, della pastorale giovanile ed oratoriana e della pastorale familiare. Sappiamo per certo che fino al 2006 la catechesi dell'iniziazione cristiana fu svolta separatamente (a Laglio e a Carate) e con risorse proprie.

2) Dall'anno pastorale 2007 don Maurizio e don Eugenio, avviano la messa a punto della

progettazione comune di alcuni settori pastorali interparrocchiali condivisi. Il primo fu l’ideazione e la messa in opera del progetto educativo Quatrass e la progettazione condivisa di tutte le esperienze educative estive (Grest e vacanze). In secondo luogo fu messa a punto con gradualità un'unica esperienza di catechesi, che consisteva nella messa in comune delle risorse educative disponibili (= catechisti) e delle risorse strutturali (Oratorio e CP di Urio). Inoltre: si condivide la formazione dei catechisti e l’introduzione dello studio della nuova proposta della IC, anche attraverso il coinvolgimento dei catechisti di Moltrasio. Infine si attua la proposta di primo annuncio ed evangelizzazione basata sulla Parola di Dio (esperienza denominata "Betania")6.

In sintesi: La cura pastorale di due parrocchie affidate ad un unico parroco è stata esperienza condivisa dalle quattro parrocchie per lungo tempo. Il lavoro pastorale interparrocchiale non fu mai impostato con l’obiettivo di creare un unico progetto pastorale, ma per salvaguardare sostanzialmente l’identità e l’impostazione tradizionale delle singole parrocchie. Questa caratteristica che di fatto marca l’identità di ciascuna realtà parrocchiale, crediamo vada in qualche modo valorizzata. Alcuni aspetti che appartengono alla tradizione identitaria delle singole parrocchie debbono essere mantenuti (come per esempio feste e tradizioni religiose ed alcune abitudini pastorali) con l’intento di tener in vita la tradizione specifica, che per molti aspetti continua ad esser ancora un valore. Dall’altra la stessa tradizione, che è ricchezza, andrebbe ripensata, nel contesto della relazione vitale con gli altri (le altre parrocchie) nell’atteggiamento del dono condiviso e della partecipazione simpatica alla tradizione altrui. L’identità adulta, che è consapevole della propria singolare diversità, diventa ricchezza nel dialogo, quando si fa dono e quando è capace di sentire l’altro come dono.

3) Nella storia di queste Comunità parrocchiali, tradizionalmente impostate sul modello tridentino, il peso ed il ruolo dei sacerdoti non fu mai secondario. Nel bene e nel male la storia di ciascuna delle nostre parrocchie si è sempre strettamente legata al lavoro e alla storia dei parroci che si sono succeduti7. Come nell'avvio del lavoro di condivisione a partire dal 2007 fu determinante la disponibilità e l'incontro dei due sacerdoti che la resero possibile, così pure meno positivamente la vicenda di don Mauro Stefanoni8, ha

6 Cfr. relazione di verifica del P.P. 2012 consegnata al vescovo e allegata al presente documento. 7 E’ significativo il richiamo dedicato dal Vescovo nel P.P. 2013 a proposito di Eucarestia e preti (p. 35). “Non mancano ai presbiteri le occasioni di ripensare ai sacerdoti che, prima di loro, hanno celebrato per anni la Messa in quella stessa chiesa, lasciando, ciascuno a suo modo, l’impronta di Gesù e del Vangelo. L’insieme di queste tracce, disseminate nei luoghi e nella storia della Diocesi, costituisce un patrimonio che è insieme spiritualità delle Parrocchie e spiritualità del clero diocesano”. Nella sacrestia di Laglio poi ci sono due lapidi con incisi i nomi e le date del ministero sacerdotale dei parroci dalla fondazione ai giorni nostri. Anche a Brienno è conservata in sacrestia una pergamena con i nomi e le date dei parroci di quella parrocchia. 8 don Mauro Stefanoni risulta formalmente parroco di Laglio e di Brienno fino al settembre del 2006, quando viene destinato a Colico da mons. Maggiolini come collaboratore. Il 21/10/2004 viene sporta denuncia contro di lui per abusi sessuali su di un minore della parrocchia di Laglio. La denuncia da parte della famiglia riguarda fatti commessi in parrocchia dall'agosto 2003 al 21.10.2004. Nel novembre dello stesso anno (2004) la polizia inquirente decide improvvisamente di compiere la perquisizione domiciliare della canonica di Laglio. Quella decisione fu resa necessaria dopo alcune intercettazioni, che evidenziarono un intervento da parte di alcuni sacerdoti della Curia di Como che informavano don Mauro dell’esistenza di un’ indagine a suo carico per abusi sessuali e lo mettevano in guardia sulla possibilità di controlli e intercettazioni. La permanenza in parrocchia di don Mauro dura circa fino al maggio del 2005,

Page 8: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

8

segnato pesantemente per molti anni ed ancora oggi, la storia ed il cammino della parrocchia di Laglio. Sebbene questa vicenda in senso assoluto non abbia prodotto la morte dell'esperienza di fede in questa Comunità, essa tuttavia ha lasciato ancora aperte molte ferite profonde. Si tratta di un capitolo doloroso ed imbarazzante, che tuttavia non possiamo consegnare al silenzio con l'illusione che il tempo da solo funga da medico. L'argomento in questione meriterebbe di essere affrontato anche in sede di verifica pastorale. Ci rendiamo conto cioè che risulta impossibile spiegare la nostra storia e parlare di noi stessi senza in qualche modo farvi riferimento. Allo scoppio della vicenda molte famiglie e persone del paese rimasero coinvolte nelle stesse vicende processuali9. Impossibile non ricordare pure la profonda spaccatura che si creò in paese, che per molti aspetti assunse toni veementi e violenti, tra chi sosteneva la colpevolezza del parroco e chi invece la sua innocenza. E’ dato comune a tutte le vicende simili a questa, la creazione di divisioni, spaccature e lacerazioni profonde nel tessuto delle relazioni della Comunità. Non si può quindi negarne l’esistenza. Non possiamo cioè non riconoscere che in questa storia anche la Comunità cristiana di Laglio (e con essa di riflesso quelle vicine, ma in tono decisamente minore), abbia patito il germe della divisione, del sospetto e anche dell’odio. D'altra parte non va taciuto che probabilmente al rinforzo di tale fenomeno, abbia contribuito non poco la linea difensiva assunta da don Mauro e dal suo collegio difensivo, che spiegava l'accusa mossa nei suoi confronti in termini di complotto. E’ anche vera, d’altra parte, come emerge con chiarezza dalle stesse carte processuali, l'esistenza di profonde spaccature relazionali preesistenti o coeve al delitto, tuttavia non sufficienti a spiegare e a motivare la denuncia. In tale contesto già gravido di tensioni, di fatiche relazionali e di sospetti, ha trovato facilmente nutrimento il male della divisione. La scommessa che ci riguarda è la possibilità di attivare positivamente cammini di riconciliazione. Tra i passi necessari va anzitutto messo al primo posto la richiesta di perdono nei confronti della vittima, che facciamo nostra, a partire dal parroco: “Chiediamo insistentemente perdono a Dio ed alle persone coinvolte, mentre intendiamo promettere di voler fare tutto il possibile affinché un tale abuso non possa succedere mai più (…)”10. E’ una richiesta che risulta ancor più doverosa ed efficace nel caso in cui le vittime, come spesso accade, non furono credute11. Anzi: è sempre importante serbare gratitudine per il coraggio della denuncia. In secondo luogo una risposta concreta al problema, che ricalca

quando viene disposta nei suoi confronti la misura cautelare degli arresti domiciliari a Cantù, presso la casa dei suoi familiari. Da quel momento la vicenda diventa di dominio pubblico e don Mauro lascia definitivamente Laglio, che viene affidata alla cura di mons. Gino Discacciati, vicario foraneo della Zona Bisbino. Don Mauro viene rinviato a giudizio l’08/11/2005 dal GIP del Tribunale di Como e gli vengono revocati gli arresti domiciliari. Nel maggio del 2006, sentito il parere del Consiglio episcopale, mons. Maggiolini decide di trasferire a Colico don Mauro. Il trasferimento avviene alla fine dell'estate. In settembre don Eugenio Bompani prende possesso delle parrocchie di Laglio e di Brienno. La condanna in primo grado è del 28/05/2008: don Mauro viene allora rimosso immediatamente da ogni incarico pastorale dal mons. Diego Coletti. Il 23/11/2010 la sentenza viene riconfermata in appello e definitivamente in cassazione il 22/05/2012. Il 23 maggio don Mauro si presenta alle porte del carcere di Bollate, dove attualmente risulta recluso (7 anni, 6 mesi ed otto giorni di carcere). 9 Per rimanere il più possibile ancorati ad elementi oggettivi: nelle diverse fasi del processo il numero dei testimoni chiamati direttamente in causa dalla difesa furono più di 180, molti dei quali di Laglio e del nostro territorio. Si tratta di un dato che fa certamente riflettere sulle dimensioni del coinvolgimento oggettivo nella vicenda. 10

Benedetto XVI, omelia alla Messa di chiusura dell’anno sacerdotale (10 giugno 2010).

Si veda anche l’intervento del cardinal Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, a conclusione del 50no Congresso Eucaristico d’Irlanda il 12/06/2012 che ha detto: “Papa Benedetto XVI mi ha chiesto di venire al santuario di Lough Derg e chiedere perdono a Dio per i tempi nei quali dei chierici hanno sessualmente abusato di bambini non solo in Irlanda ma dovunque nella Chiesa. Vengo qui con la specifica intenzione di chiedere perdono, a Dio e alle Vittime, per il grave peccato dell'abuso sessuale del clero sui bambini. Abbiamo imparato negli ultimi decenni quanto male e disperazione tale abuso ha causato a migliaia di vittime. Abbiamo anche appreso che la risposta di alcune autorità della Chiesa a questi crimini è stata spesso inadeguata e inefficace nel fermare i crimini, nonostante chiare indicazioni del codice di diritto canonico”. 11 “«È importante - ha ribadito la signora Collins, apparsa molto provata al termine del suo intervento davanti a un auditorio emozionato e attento - che i colpevoli chiedano perdono e la Chiesa chieda perdono per non aver protetto i bambini. Il Papa lo ha fatto, i vescovi seguano il Papa. Sta poi alle vittime decidere se concedere o no questo perdono» (dall’intervento di Marie Collins al Simposio internazionale “Verso la guarigione e il rinnovamento”, Roma, Università Gregoriana, 6-9 febbraio 2011). Cfr. anche Civiltà cattolica, quaderno n°3869 del 03/09/2011.

Page 9: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

9

l’indicazione dell’attuale prefetto della Congregazione della fede, è quella di prestare particolare cura alla difesa dei minori.12 Nella concretezza della nostra realtà il progetto “Quatrass” che abbiamo attivato in Oratorio, in qualche modo, rappresenta una traccia che va in quella direzione.

2. L'INIZIAZIONE CRISTIANA. VERSO IL RINNOVAMENTO DELL'IC

La questione del rinnovamento dell'impostazione della IC è un tema messo sul tappeto dei nostri programmi pastorali parrocchiali da alcuni anni, costante oggetto di discussione ed affrontato a diverse riprese, con esisti alterni e discontinui. L'esigenza del rinnovamento è certamente aspetto fortemente condiviso nella sua urgenza e necessità. Il nostro approccio tuttavia alla proposta CEI fatta propria dalla nostra diocesi non è stato semplice e lineare. La questione fu messa ripetutamente a tema sia nell'ambito della Zona (prima della nascita dei nuovi Vicariati), sia nell'ambito dei nostri incontri interparrocchiali13. Dall’anno pastorale 2007, l'impostazione catechistica si caratterizzò per la sua dimensione fortemente interparrocchiale: unica proposta catechistica per le quattro comunità, condivisone delle risorse educative (= catechisti), messa a disposizione delle risorse strutturali disponibili (prevalentemente la struttura dell'Oratorio di Laglio, alcuni locali della CP di Laglio e per tre gruppi tre locali della CP di Urio). E poi: programmazione condivisa, verifica delle attività con tutto il gruppo sotto la supervisione dei due parroci e calendario coordinato con le attività delle rispettive parrocchie, con tutto il corredo delle attività connesse ai tempi liturgici specifici (preghiera ai presepi, mese di maggio ecc.) e programmazione comune degli incontri con i genitori. Per quanto riguarda la celebrazione dei sacramenti si incominciò ad avviare un'unica celebrazione della Confermazione e poi in un secondo tempo anche della Prima Comunione. I contenuti del percorso della IC sono sempre stati tratti dal catechismo CEI e la struttura degli incontri, fino ad ora, sono stati sostanzialmente impostati sulla linea tradizionale di tipo scolastico: 1 ora settimanale (per tutti dalla 14.30 alle 15.30), il sabato pomeriggio, da ottobre a giugno. Alla fine del 2010 ci trovammo ad affrontare uno snodo problematico imprevisto e complesso. E' il periodo nel quale le quattro parrocchie vengono affidate alla cura di un unico parroco. 12

“La seconda considerazione di carattere generale trattata nella Lettera Circolare è la “protezione dei minori”. In alcuni paesi sono già stati avviati programmi da parte delle autorità ecclesiastiche locali nel tentativo di creare “ambienti sicuri” per i minori. Tali iniziative prevedono la selezione e l’educazione dei soggetti impegnati nell’opera pastorale nella Chiesa, nelle scuole e nelle parrocchie, attraverso i programmi per il coinvolgimento dei giovani e per le attività ricreative, in particolare attraverso l’offerta di formazione che permetta di identificare i segnali di abuso”. (“Per una riposta articolata alla sfida dell’abuso sessuale sui minori”, card. William Levada, 6/02/2012) 13

In ambito zonale il tema fu introdotto da don Eugenio al quale era stato affidato il compito di referente zonale per la catechesi. Occorre ammettere che il primo grande ostacolo alla messa in atto del progetto era la scarsa conoscenza da parte dei sacerdoti (ed ancor più da parte dei catechisti) sia dei contenuti che dell'impostazione generale della proposta. Pur rendendosi conto che uno degli aspetti qualificanti del percorso consiste nel recupero genuino della tradizione educativa della Chiesa, ci si rendeva altresì conto che per attuare quel percorso occorreva rimettere profondamente in discussione una prassi consolidata e pur tuttavia insufficiente. Si tratta cioè di un appello al cambiamento profondo del modo di pensare la fede, di viverla e di proporla. Ci si parava davanti un faticoso e complesso itinerario di cambiamento che non riguardava semplicemente una ristrutturazione formale dei percorsi, ma un ripensamento profondo della struttura essenziale della vita dell'intera comunità. Ci si rendeva conto che si trattava di una immensa fatica. A ciò si aggiunga anche la considerazione che il tempo dedicato allo studio e all'approfondimento risultava scarso ed insufficiente. Si decise per tanto di affrontare il primo passo per la conoscenza del percorso, partecipando alla corso promosso dalla Zona di Como centro e Como sud in collaborazione con l'Ufficio catechistico diocesano. L'esito di quel primo impatto non fu molto positivo e chiarificatore. Si ovviò in seconda battuta con la proposta di studiare l'itinerario diocesano di IC a livello Zonale e di aprire uno spazio di confronto tra i catechisti delle nostre quattro parrocchie e i catechisti di Moltrasio. Gli incontri furono tenuti da don Eugenio e durarono circa due anni pastorali. Il merito di quegli incontri fu quello di favorire, per quanto possibile, l'incontro e la conoscenza dei volti dei catechisti. I limiti furono diversi: dal punto di vista dello studio non si entrò nel merito e nella presentazione dei diversi itinerari, il più delle volte rimanendo nell'area generale dei principi ispiratori del percorso. In secondo luogo notammo in crescendo la diserzione nella partecipazione dei catechisti di Moltrasio e sul piano del confronto, la tendenza a leggere il problema condiviso della scarsa efficacia dell'impostazione catechistica, non tanto come originato da quel tipo di impostazione (il che avrebbe dovuto implicare la messa in discussione di se stessi...),quanto un problema rigettato sulla sensibilità delle famiglie. L'esito di questo percorso di fatto non produsse una conoscenza più precisa della proposta diocesana e non ebbe alcuna ricaduta significativamente operativa nell'impostazione della catechesi.

Page 10: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

10

L'impostazione che pensavamo concordemente di attuare subisce un drastico ridimensionamento degli obiettivi14. In clima di urgenza e di oggettivo aumento della complessità gestionale, si stabilisce con i catechisti che si "faccia il possibile e ciascuno secondo le proprie capacità"... In pratica:"si salvi chi può!"... Indicazione perfettamente in linea con la buona e sperimentata arte nazionale di sapersi arrangiare. Pur tuttavia, il cantiere in vista del rinnovamento della IC, sebbene rallentato, non è stato mai chiuso. Il lavoro è proseguito. 1) Ripetutamente la questione dell' insufficienza e della debolezza del modello catechetico in atto è stato posto in sede di verifica e di formazione all'interno del gruppo delle catechiste15. L'insistenza non fu mai tuttavia ossessiva. Il richiamo fu sempre posto all'interno di un giudizio di stima e di rispetto per il servizio delle catechiste verso le famiglie, accompagnato sempre da un sano richiamo al realismo. Si indicava cioè una meta, un obiettivo desiderabile, ma si rilevava onestamente l'impossibilità di raggiungerlo subito. Nessuno di noi era in grado di padroneggiare sufficientemente la nuova proposta. Abbiamo spesso condiviso quel richiamo con le famiglie, durante gli incontri. Diverse volte l'argomento fu trattato in articoli su “Comunità in Cammino”16, con l'intendimento di condividere il problema con l'intera Comunità, indicando una meta, come pure i limiti che ci ancoravano ad un presente piuttosto lontano dalla meta. 2) All'interno poi del gruppo delle catechiste buona parte del lavoro è stato dedicato alla cura dei rapporti nel lavoro d'équipe. Al di là della questione importante del rinnovamento della Iniziazione cristiana, un aspetto piuttosto urgente era la necessità di familiarizzare nella pratica del lavoro di gruppo. Si trattava di prendere confidenza con un clima di un lavoro un po' più sinodale. Oltre i contenuti (acquisibili anche con lo studio personale...) ci sembrava importante prestare attenzione alla pratica delle nostre relazioni: costruire fraternità, condivisione, collaborazione, aiuto ecc. Tra i motivi di questa scelta il fantasma mai sopito di tutte le tensioni e le divisioni che si erano create intorno alla vicenda del delitto compiuto da don Mauro Stefanoni17. Da qualche parte era necessario avviare concretamene, in qualche luogo della parrocchia, un processo di autentica riconciliazione, di buone e sane relazioni adulte. In molte occasioni, all’interno del gruppo abbiamo cercato di condividere, abbiamo parlato dei problemi cercando di affrontarli senza generalizzarli, senza parlarne in modo astratto, ma riferendoli a noi stessi e alle nostre fatiche, entrando il più possibile nella concretezza del problema. Abbiamo lavorato sforzandoci di disinnescare i toni polemici, permettendo a tutti di esprimere i propri stati d'animo senza giudicarli. Ci siamo obbligati ad individuare ipotesi e soluzioni condivise e obiettivi praticabili. Il lavoro di gruppo è stato percepito come risorsa, l'altro come prezioso aiuto collaborativo per la comprensione e la soluzione dei problemi di ciascuno. Ci siamo orientati, per quanto possibile, a modificare l'angolazione dello sguardo, perché i limiti personali e quelli delle spesso difficili situazioni educative, potessero essere lette come opportunità. Abbiamo cercato di sviluppare

14 Il progetto prevedeva che uno dei due parroci, con la collaborazione di qualche laico, si dedicasse allo studio sistematico e approfondito della nuova proposta della IC ed avviasse una traduzione organizzativa pratica nel contesto della nostra realtà parrocchiale. 15 Faceva da sottofondo e da richiamo costante l’intervento dell’allora cardinal J.Ratzinger, rilanciato da mons. Coletti in diverse occasioni e nel P.P. 2013 (p.51), circa “il radicale fallimento di tanta catechesi moderna” . Interessante il contesto di quella nota: “ (…) La Chiesa antica dopo la fine del tempo apostolico sviluppò come Chiesa un’attività missionaria relativamente ridotta, non aveva alcuna strategia propria per l’annuncio della fede ai pagani e che ciononostante il suo tempo divenne un periodo di grande successo missionario. La conversione del mondo antico al cristianesimo non fu il risultato di un’attività pianificata, ma il frutto della prova della fede nel modo come si rendeva visibile nella vita dei cristiani e nella comunità della Chiesa. L’invito reale da esperienza ad esperienza e nient’altro fu, umanamente parlando, la forza missionaria dell’antica Chiesa. La comunità di vita della Chiesa invitava alla partecipazione a questa vita, in cui si svelava la verità da cui veniva questa vita. Viceversa l’apostasia dell’età moderna si fonda sulla caduta di verifica della fede nella vita dei cristiani. In questo si dimostra la grande responsabilità dei cristiani oggi. Essi dovrebbero essere dei punti di riferimento della fede come di persone che sanno di Dio, dimostrare nella loro vita la fede come verità per diventare così dei segnavia per gli altri. (…)”(Guardare Cristo, J.Ratzinger, Jaca Book, 1989,p. 31) 16 Foglio ciclostile di collegamento settimanale, pubblicato il sabato e distribuito in tutte le parrocchie la domenica, disponibile anche sul sito della parrocchia www.uriocarate.org 17 Il riferimento alla cronologia dei fatti può aiutare a comprendere la sottolineatura: nel novembre del 2010, a pochi giorni dell’ingresso ufficiale di don Maurizio Uda, ci fu la sentenza di condanna in secondo grado, a maggio dell’anno successivo la condanna definitiva.

Page 11: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

11

autenticità nell'ascolto e nella comunicazione con l'altro. La sensazione che il gruppo stia crescendo nella qualità delle relazioni interne di “lavoro” è un aspetto che crediamo di poter condividere serenamente come realtà in costruzione18. 2) Alle catechiste è stato chiesto di partecipare alla proposta diocesana di formazione triennale per catechisti e formatori parrocchiali dello scorso anno pastorale (2012) 19. Le catechiste che vi hanno partecipato sono state quattro (tot. gruppo catechiste 10), distribuite nei quattro laboratori del percorso. A ciascuna è stato chiesto di riportare all'interno del gruppo i contenuti affrontati nell'area alla quale hanno partecipato, così che tutte fossero rese partecipi e informate dell’intero percorso. Tutto il materiale didattico e le note bibliografiche sono state rese disponibili, come pure gli appunti personali e varie note in merito redatte dalle partecipanti. La positiva novità di questa esperienza altamente formativa è stata sottolineata da tutte le partecipanti, le quali hanno spontaneamente trasmesso alle altre la caldissima raccomandazione alla partecipazione. Non solo: da alcune di loro è stata positivamente sottolineato il piacevole ritrovamento nello stile del corso, del clima formativo già sperimentato negli incontri di lavoro del nostro gruppo. 3) I prossimi cambiamenti. E’ di questi mesi il lavoro di trasformazione del nostro itinerario di IC sulla falsariga di quello diocesano. Il cantiere sta dando lentamente forma al manufatto. Il punto di partenza da noi scelto riguarda il percorso del discepolato, a partire dal gruppo dei bambini del primo anno (8/9 anni) e via via salendo in progressione fino alla mistagogia. E’ stato stabilito un calendario generale del conferimento dei sacramenti a partire dalla prossima Pasqua 2013 per poter giungere gradualmente all’adeguamento proposto dalla diocesi, che prevede obbligatoriamente a partire dal 2016 la celebrazione dei sacramenti della IC in una delle tre forme indicate. Il processo di cambiamento è stato condiviso ampiamente con le famiglie dandone relazione a partire del mese di settembre, motivandolo all’interno delle ragioni esplicitate dalla nota del Vescovo sulla IC. Per quanto ci riguarda abbiamo optato per un cambiamento significativo e pur tuttavia graduale. In continuità con l’esperienza consolidata negli anni precedenti, abbiamo scelto di mantenere unitariamente un unico giorno di riferimento per l’incontro, sempre il sabato (come da nostra tradizione), non più a cadenza settimanale, ma quindicinale (un sabato per i bambini dai 6 agli 11 anni, l’altro per i ragazzi dagli 11 ai 14 anni); non più di un ora nella prima parte del pomeriggio (ore 14.30 – 15.30), ma nella seconda metà del pomeriggio (dalle ore 16.30 alle 18.00). La prossimità del luogo dell’incontro alla chiesa e alla Messa prefestiva ci è sembrato un’occasione per pensare quest’orario come opportunità favorevole per studiare l’inserimento dell’incontro catechistico nella celebrazione Eucaristica20. E’ questo un aspetto che merita ancora di essere approfondito e che è ancora in fase di studio (come e quando, a chi e come, proporre la partecipazione alla celebrazione eucaristica, in continuità e come parte integrante dell’incontro catechistico)21. Non mancano a questo riguardo questioni aperte: come il 18 In chiave critica e positivamente nella prospettiva del lavoro che ci attende nell’immediato futuro, l’obiettivo più importante da raggiungere (facendo sempre riferimento alla citazione illuminante del teologo Ratzinger) è la “verifica della fede nella vita”, perché la verità della fede si possa rendere tangibilmente incontrabile nell’ esperienza della nostra Comunità (nella “comunità di vita” della nostra parrocchia) e la trasmissione della fede (la spinta evangelizzatrice) avvenga ordinariamente nelle relazioni di ciascuno. La questione centrale riguarda: allo sforzo di rimodellare la proposta della IC fa da supporto un’altrettanta radicale conversione sostanziale della vita e delle relazioni in modo autenticamente cristiano? La domanda è posta non genericamente alla Comunità (senza volto), ma anzitutto ai catechisti e con loro a tutte le famiglie e agli adulti che hanno scelto di giocarsi fino in fondo nell’esperienza della vita cristiana. La domanda che con molti condividiamo è: “Dove trovo la Chiesa? Dove essa diventa per me vivibile quale essa è in verità, al di là della sua dottrina ministeriale e del suo ordine sacramentale?” (J. Ratzinger, ibidem, o.c.) 19 Analoga proposta è stata fatta all'interno del Vicariato. L'obiettivo era quello di favorire la massima partecipazione possibile al corso ed in modo tale che per ciascuna parrocchia del Vicariato ci fosse una sufficiente distribuzione nei quattro laboratori del corso, con l'intenzione di 1) l’importanza strategica della scelta di inviare il maggior numero possibile di catechisti per ciascuna parrocchia del Vicariato, con l’intento di costituire un gruppo trainante di catechisti, capaci di restituire adeguatamente i contenuti essenziali del percorso formativo diocesano ai catechisti che non vi hanno partecipato e con l’obiettivo di dare impulso ad un processo condiviso di rinnovamento della IC nell’intero vicariato. I catechisti che vi hanno partecipato dal Vicariato di Cernobbio sono stati 12 (4 dalle nostre parrocchie, 5 da Moltrasio e 3 dalla BVB). 20 Sacramentum caritatis, catechesi mistagogica, 64 (catechesi mistagogica) 21

Ci sono molti altri aspetti del nuovo percorso della IC che non possediamo e non conosciamo: la sperimentazione che stiamo avviando impone per i prossimi anni molto studio e attenzione alla verifica costante delle proposte e delle scelte. Non solo. Si tratta di un investimento formativo a 360 gradi che richiederà un impiego notevole di energie.

Page 12: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

12

fatto che si tratti di una celebrazione Eucaristica “non propriamente” domenicale22 e lo studio delle forme di partecipazione dei ragazzi e dei bambini alla celebrazione eucaristica23, in relazione anche con la riscoperta dei diversi ministeri nella celebrazione stessa.

In sintesi La proposta del rinnovamento dell’I.C. attualmente in atto assume il valore di un passaggio, di una mediazione, dal tono graduale, che ha lo scopo di accompagnare da una prassi piuttosto consolidata ad un’altra certamente più significativa e sensata, ma non ancora avviata e da consolidare. Il cammino si configura come molto impegnativo, specie per quanto riguarda lo studio e la messa in pratica del coinvolgimento delle famiglie e per quanto riguarda l’attuazione della prima parte del percorso denominata “primo annuncio”. Punti forza ed opportunità: + buona coesione e motivazione da parte dei catechisti + da fare: - appropriarsi con padronanza dei contenuti del nuovo percorso dell’IC24, inserendo tale percorso all’interno del calendario liturgico-pastorale della Parrocchia. - studiare la sezione relativa alla formazione/coinvolgimento della famiglia, non solo nel quadro del riferimento diretto alla catechesi, ma più ampiamente come percorso per la riattivazione di percorsi formativi cristiani adulti e forse anche per la riattivazione della corresponsabilità laicale nella Comunità. + possibili sviluppi collaborativi sinergici:

1) con l’équipe di Quatrass per quanto riguarda gli aspetti educativi della relazione con i minori e la famiglia, per interventi mirati sui “casi” e l’elaborazione di risposte concrete, per la messa in atto della proposta complessiva di animazione e di catechesi del sabato pomeriggio in oratorio perché possa risultare complessivamente espressione di un‘unica azione educativa condivisa. In questo caso il focus (l’aspetto centrale) della proposta riguarda la messa a tema della relazione educativa con i minori ed in prospettiva la questione relativa al coinvolgimento della famiglia. Che cosa accade nella relazione con i minori? Quali problemi emergono? Quali sono le opportunità positive che possiamo riscontare? Per quanto riguarda il coinvolgimento della famiglia: che cosa propone il nuovo percorso della I.C.? Di che cosa si tratta e come si attua? In che modo ci si può preparare al meglio per poterlo attuare?

Anzitutto occorre mantenere la rotta costantemente orientata sulla stella della Fede viva. A partire dal sacerdote tutti condividiamo oggi, come sempre, il rischio di una pratica religiosa svuotata della verità della coscienza trinitaria che sta alla base della nostra fede. “Che cosa resterebbe del cristianesimo quando questa verità fosse svanita o anche solo messa in secondo piano rispetto alla semplice osservanza e <pratica> di una serie, anche lodevole, di generiche abitudini di culto religioso e di comportamento morale?” (Il maestro è qui e cammina con noi” – P.P. 2012 – D. Coletti, “Considerazioni sul momento presente”, p. 17). In secondo luogo e non in alternativa alla esperienza viva della fede, il cambiamento richiede competenze educative specifiche molto importanti. Si tratta cioè di sperimentare come l’autenticità della fede viva fornisca linfa e nutrimento alla qualità della vita e delle relazioni umane, rendendole capaci di tessere relazioni efficaci e significative. Come accade alla coscienza cristiana innestata su di una autentica vita di fede, che cresce e si consolida anche attraverso la formazione e lo studio delle verità della fede, anche le relazioni che espressamente si qualificano come educative ad opera dei catechisti, lo studio e la conoscenza dei meccanismi educativi e delle connessioni che si stabiliscono in tali relazioni, richiede tempo, fatica e crescita di competenza specifica, specie se, come nel nostro caso, il progetto si propone di attivare non tanto il coinvolgimento della famiglia in tale processo educativo, ma di evangelizzare gli adulti (P.P. 2013, p. 53). Si consideri inoltre la complessità diffusa di molte situazioni familiari, la questione mai risolta del disagio minorile, la perdita del potenziale educativo dei genitori ecc. 22 “A motivo di questi valori così importanti – per quanto giustamente il sabato sera sin dai Primi Vespri appartenga già alla Domenica e sia permesso adempiere in esso al precetto domenicale – è necessario rammentare che è la domenica in se stessa che merita di essere santificata, perché non finisca per risultare un giorno « vuoto di Dio » (Sacramentum Caritatis, 73) 23 Il maestro è qui e spezza il pane per noi” (P.P. 2013), Diego Coletti, p. 26 24 I testi di riferimento che abbiamo adottato sono quelli suggeriti dall’Ufficio catechistico diocesano: “Buona notizia”, EDB, Bologna, 2011

Page 13: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

13

2) con l’équipe educativa dell’ente dell’asilo, con l’équipe di Quatrass, per l’elaborazione della proposta “primo annuncio” dell’ I.C.

3) Aspetti promettenti, che si potrebbero connettere strettamente al percorso di rinnovamento della IC in atto nella nostra parrocchia. 3.1 Legata alla proposta di rafforzare il legame tra catechesi ed Eucarestia (= partecipare all’Eucarestia a conclusione dell’incontro catechistico) si potrebbero considerare gli aspetti relativi all’ animazione e alla ministerialità liturgica: lettori, ministranti, canti/coro/musica/strumenti, ministri straordinari dell’Eucarestia (la domenica). 3.2 Legato alla questione della celebrazione Eucaristica quotidiana (attualmente celebrata quotidianamente in una solo parrocchia), potrebbe essere connessa la proposta e l’animazione di momenti liturgici settimanali giornalieri (o periodici) laddove non viene celebrata l’Eucarestia. 3.3 Legata all’annuncio della Parola di Dio, si potrebbe considerare la ripresa della proposta Betania. Per la realizzazione dei tre aspetti occorrono figure laicali, adulte, mature, adeguatamente preparate. Ministerialità in gioco: lettori e ministri straordinari dell’Eucarestia Formazione: 1) il ministero del Ministro straordinario dell’Eucarestia è normato in maniera molto

dettagliata dalla diocesi di Como (cfr. progetto diocesano Ministri). 2) Per il ministero del lettore, strettamente legato all’annuncio della Parola e alla

dimensione della prima evangelizzazione, il PP 2012 ne faceva cenno con chiarezza25. Per la formazione la dimensione vicariale potrebbe risultare quella più idonea. Pur tuttavia potrebbe essere interessante inserire, in attesa che il Vicariato si organizzi in tale direzione, il capitolo della formazione provvisoria dei “lettori”, nell’ambito della formazione dei catechisti in stretta relazione al capitolo (tutto da esplorare) dei cosiddetti “incontri per genitori”. Ci si domanda in particolare cioè, se il percorso di primo annuncio, potrebbe diventare un’occasione non solo finalizzata all’educazione delle famiglie dei bambini da 0 a 6 anni, ma un percorso in grado di scovare ed educare risorse ministeriali per l’intera Comunità.

L’ORATORIO E LA PROPOSTA QUATRASS

L’esperienza educativa dedicata ai ragazzi e ai giovani, quella esperienza che comunemente chiamiamo “oratorio”, nelle nostre parrocchie ha avuto storie e sviluppi differenti, tutte però marcate dalla caratteristica di essere state pensate ed attuate ciascuna nell’ambito prevalente e ristretto della propria parrocchia. E’ molto difficile affermare che nelle nostre parrocchie sia esistita una vera e propria tradizione oratoriana, paragonabile a quella di alcuni oratori storici della città di Como (cfr. S. Agata, S, Filippo, S. Rocco ecc). Forse l’unica esperienza in questo senso è quella che è stata praticata fino verso gli anni 60 a Laglio con la proposta dell’Oratorio festivo, la domenica. Ma al di là di questo, la pastorale giovanile e la cura educativa dei ragazzi e dei giovani si è sviluppata prevalentemente intorno alla vita dei diversi gruppi parrocchiali legati alla catechesi, intorno ai quali si sono 25 “Non ci sfugge la necessità e il compito di preparare idonei “ministri della Parola” per la celebrazione della Parola di Dio nelle comunità in cui non si riesce più a celebrare la Messa in ogni giorno feriale; o addirittura non è possibile garantire sempre il sacrificio eucaristico nei giorni di precetto festivo. Il Papa chiama queste comunità “assemblee domenicali in attesa di sacerdote” (Benedetto XVI, esortazione apostolica postsinodale Verbum Domini, n.65) , indicandole anche come occasioni privilegiate di preghiera perché Dio mandi santi sacerdoti secondo il suo cuore; ma insieme ci sprona a riconoscere la ministerialità insita nei sacramenti del Battesimo e della Cresima” (P.P. 2012, pag. 36)

Page 14: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

14

sviluppate esperienze di animazione (feste, gite, teatro, vacanze ecc) ed in alcuni casi significative esperienze d’esercizio della carità. Tutte queste iniziative ebbero anch’esse per lo più carattere parrocchiale. Solo a partire dai primi anni 90 si avviò una condivisione interparrocchiale stabile dell’esperienza del GREST26e di alcune sporadiche collaborazioni nella formazione dei giovani lungo l’anno. Di fatto però non si trattò mai di una vera e propria programmazione pastorale condivisa. Emerse comunque significativamente all’inizio degli anni 2000, il suggerimento27 e l’auspicio che nell’ambito della pastorale giovanile si procedesse ad una pastorale unitaria, individuando nell’Oratorio di Laglio l’eventuale polo di riferimento strutturale comune per le quattro parrocchie. Dal 2007 è in corso una sperimentazione, finalizzata a riattivare l’Oratorio sulla falsariga originaria dell’intuizione di don Bosco28 ed aperta ad ipotesi di sviluppo in molte direzioni con al centro la famiglia. Al progetto abbiamo dato il nome di "Quatrass". L’idea che guida questa sperimentazione, rafforzata dall’esperienza di qualche anno di lavoro costantemente monitorato e verificato, è quella anzitutto di un luogo posto sul confine, ad alta densità relazionale (presidiato costantemente) e con le porte aperte. La Comunità cristiana vive sul territorio ed entra continuamente in relazione con esso. L’Oratorio in particolare è qui pensato come una delle opportunità più promettenti per un dialogo etimologicamente carico di senso (= significativo, volto cioè a porre come centrale la questione del senso) con le famiglie, i minori e le istituzioni (pubbliche e private) dell’intero territorio. E lo fa anzitutto attraverso l’agire, proponendosi come strumento specifico di educazione per i minori in servizio vicario alla famiglia di tutto il territorio. L’area in cui tale strumento prevalentemente agisce è quello preventivo e non dimentica contemporaneamente la messa a tema della dell’efficacia delle azioni educative, della questione della cura e del senso dell’educare29. L’oratorio è qui pensato come parte del corpo più articolato a cui appartiene (= parrocchia). 26 Questa esperienza condivisa si è mantenuta in essere fino ai nostri giorni, salvo una breve parentesi nell’estate del 2005/2006. 27 Cfr. memorandum del febbraio 2005 di don Maurizio Mosconi, citato a pag. 2 28

Affermava espressamente don Bosco che l’Oratorio aveva il compito di 1) occuparsi dei giovani poveri ed abbandonati; 2) raccoglierli e radunarli per educarli ed istruirli e restituirli alla famiglia e alla società come “buoni cristiani ed onesti cittadini”. 29

Il progetto è certamente una proposta operativa e può essere classificato tra le opere segno dell’azione pastorale. Nel dibattito attuale sull’educazione all’interno della Chiesa si nota la tendenza ad marcare in tono critico una supposta dicotomia tra quello che viene definito il “tecnicismo” dell’educazione e il senso di questa azione, il più delle volte esprimendo a riguardo del cosiddetto tecnicismo un giudizio critico di relativismo. La preoccupazione della Chiesa è quella di rimettere al centro dell’attenzione il senso dell’educare, riproponendo come centrale la questione antropologica (il dibattito sul modello di uomo a cui ci si riferisce ). Il punto nodale quindi dell’urgenza educativa sul quale la Chiesa italiana si sente fortemente coinvolta è di dare il proprio contributo per aiutare a dare senso in ordine alla verità dell’azione educativa. L’idea quindi di educazione è il primo capitolo di tale emergenza, vale a dire il dibattito sul significato, l’atto di pensare o ripensare al senso della vita, di dare un nome alle esperienze riconducendole alla questione della verità. Per tecnicismo al contrario si intende la riduzione del problema educativo a questioni di tipo metodologico, organizzativo, didattico, che limitano l’educazione a istruzione, ad addestramento e trasmissione di contenuti. L’impostazione tuttavia del problema che orienta giustamente la questione dell’emergenza sul piano culturale ed antropologico, corre alcuni rischi: di rimanere anzitutto irretito e circoscritto sul piano alto della cultura astratta e teorica, privilegio di pochi e per lo più ambito della pura discettazione accademica. Offre il fianco a quanti nella Chiesa stessa, assimilati senza rendersene conto fondamentalmente alla cultura in cui siamo immersi (che non ama il cambiamento ed in tutti i modi lotta per la sua sussistenza e il suo mantenimento, che non ama il modo di pensare della tradizione biblica), pensano erroneamente che esista una diversità di valore tra il pensare e l’agire. Essi tendono a privilegiare l’atto del pensare e a classificare con discredito l’agire e le opere nel tecnicismo, spingono l’azione a rimanere circoscritta nell’ambito del puro pensare, si allontanano dalla vita ponendola come appendice del pensare. Occorrerebbe sorvegliare con severità ogni tendenza che separi nettamene e drasticamente l’agire dal pensare e in chiave più radicalmente tradizionale , decisamente più biblica ed originaria, evitare ogni pensare che non sia anzitutto radicato sulla concretezza della vita e dell’agire. Detto con altre parole: occorre radicalmente che si ribalti la prospettiva del dibattito. E’ anzitutto l’agire, la pratica, ciò che si fa, il luogo in cui si svela l’idea e il pensiero. Il modello ermeneutico è la Parola che si fa Carne, che agendo svela il suo discorso. Quando nel dibattito sull’educazione, si classificano le scienze che se occupano come tecniche, senza per altro averne diretta conoscenza, si commette l’errore di credere che non appartenga a questo mondo impastato di materia, l’esercizio faticoso del pensare e della riflessione. Il suggerimento conciliare di GP II dell’uomo come via della Chiesa (Redemptor hominis – 1979) va in questa direzione.

Page 15: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

15

A partire da questa appartenenza il progetto si qualifica come una delle espressioni della Carità stessa di Cristo30, dell’Amore appassionato di Dio, rivolto agli "orfani e alle vedove", ai piccoli e ai poveri, all’umanità bisognosa e ferita. Tra le povertà del nostro tempo, il disagio della famiglia e quello del mondo giovanile ha raggiunto livelli preoccupati di emergenza31, da “sfida educativa”32. E’ questa una delle risposte possibili della parrocchia (meglio se fosse di più parrocchie del Vicariato) al bisogno di educare bene i bambini, i preadolescenti e gli adolescenti, in una realtà complessa, problematica e molto fragile. Ed è per questo che l’Oratorio affina ed aggiorna i propri strumenti, i propri dispositivi pedagogici, anche per essere percepito chiaramente dalle famiglie come strumento efficace di aiuto all’educazione dei propri figli. Nell’impegno educativo mirato ai minori e alle famiglie, ma aperto incondizionatamente a tutto il territorio si esprime inoltre, in linea con la tradizione della parrocchia, la dimensione popolare di questa realtà ecclesiale. E lo fa mantenendo essenzialmente uno stile nel rapporto che sia anzitutto di accoglienza, di apertura al dialogo, in cui l’accesso sia offerto facilmente a quanti ne facciano richiesta, anche occasionalmente. Questo luogo mantiene la caratteristica di una porta d’accesso, di un luogo di passaggio, attraverso il quale si offre l’opportunità di un contatto significativo (che implica chiaramente la necessità di una proposta chiara ed esplicita) con la realtà cristiana della Comunità che lo promuove. Gli elementi che caratterizzano in particolare questa esperienza33.

1) La presenza e l’opera di educatori professionali. Educare è realtà che richiede competenza specifica e tempo, come un lavoro. Educare è azione che deve durare nel tempo, attraverso presenze che rispettino i tempi propri dell’uomo e della sua crescita. E’ l’uomo stesso che richiede la necessità della durata nel tempo. Presenze stabili, garantite all’interno dei ritmi della vita dei minori e delle famiglie. Abbiamo così scelto di chiedere la presenza di professionisti dell’educazione, che condividendo le linee guida del progetto, possano garantire anzitutto durata e presenza. La professionalità è anche metodo di lavoro: essa si realizza all'interno l'équipe ed in supervisione. E’ all’interno di questo importante strumento che, oltre alla verifica tecnica del lavoro, si opera per dare e trarre

30 “La vera novità del Nuovo Testamento non sta in nuove idee, ma nella figura stessa di Cristo, che dà carne e sangue ai concetti — un realismo inaudito. (…) ma nell'agire imprevedibile e in certo senso inaudito di Dio. Questo agire di Dio acquista ora la sua forma drammatica nel fatto che, in Gesù Cristo, Dio stesso insegue la « pecorella smarrita », l'umanità sofferente e perduta. Quando Gesù nelle sue parabole parla del pastore che va dietro alla pecorella smarrita, della donna che cerca la dracma, del padre che va incontro al figliol prodigo e lo abbraccia, queste non sono soltanto parole, ma costituiscono la spiegazione del suo stesso essere ed operare. Nella sua morte in croce si compie quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l'uomo e salvarlo — amore, questo, nella sua forma più radicale” (Deus Caritas est, n. 12) 31

Moltissimi i fenomeni rivelatori del "mal di vivere", radicato nella struttura profonda della nostra società occidentale e della sua cultura, che riguardano gli adulti, la loro capacità generativa e genitoriale e che ricadono senza colpa sui giovani e sui figli, minando non solo il loro futuro personale, ma la qualità della nostra societàl futura(...). Per citare solo alcuni fenomeni relativi al mondo giovanile e minorile. Il bullisimo: "Altissima, e pari al 49,9% del totale, risulta la quota di famiglie che segnala il verificarsi di prepotenze di diverso tipo (verbale, fisico, psicologico)all’interno delle classi frequentate dai propri figli, con una diffusione che risulta elevata in tutti gli ordini di scuola, e particolarmente nella scuola secondaria inferiore dove raggiunge il 59,0% delle classi" (Prima indagine nazionale sul bullismo, Censis, maggio 2008). Affido: 56 minori del distretto di Como in affido familiare (Il settimanale della diocesi di Como del 2/04/2011). Come pure è facilmente riscontrabile nell'esperienza condivisa la preoccupante contiguità degli adolescenti e dei preadolescenti alla sostanze (alcool e droga), l'aumento delle disturbi neuropsichiatrici, la questione relativa alla gestione della propria sessualità, dell'alcolismo, le "malattie" relative alla disfunzioni nelle relazioni interpersonali, separazioni, divorzi, corruzione ecc. 32 “La sfida educativa”, ed. Laterza, 2009. La proposta verte su "ritrovare il baricentro dell'esperienza educativa", che è significativamente indicata nella messa a tema della questione di cosa sia l'uomo (la sua idea, il senso della sua esperienza) e quale progetto di futuro si immagini per lui. 33 Che cosa fanno i bambini e i ragazzi? Alla domanda abbiamo riposto ponendone un’altra: "Come si fa con loro?". Non è stato dedicato espressamente un paragrafo a questo aspetto perché è facile immaginare quali possano essere le attività, le occupazioni che li riguardano, i giochi a cui sono interessati. Ciò che fa la differenza è come l'educatore opera e si rapporta con loro. Ed è questa la questione che costantemente viene messa a tema, al di là delle attività e dei laboratori che si riescono ad ideare ed attuare.

Page 16: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

16

senso al gesto di educare34. La professionalità inoltre abilita al contatto di rete con le realtà strategiche della scuola e dei servizi territoriali e a trattare con queste realtà con pertinenza. La professionalità infine è abilitata alla progettazione e all’ideazione di ulteriori strumenti da mettere a disposizione del progetto stesso per migliorarne la qualità.

2) La collaborazione fondamentale del volontariato. Sono giovani ed adulti (in genere madri). In prospettiva, con paziente lavoro di formazione, potrebbero diventare famiglie in rete. Per loro l'esperienza è occasione di servizio, ma anche opportunità di crescita in competenza: questo avviene nel confronto in sede di verifica con gli educatori (che possono attuare anche supervisione educativa ai volontari stessi) e in itinerari di formazione specifici o condivisi con gli adulti della parrocchia e del territorio.

3) La partecipazione degli educatori professionali e dei volontari alla programmazione educativa generale della parrocchia, con i catechisti, con i genitori, con il consiglio Pastorale (laddove presente). E’ questa l’occasione per la condivisione non solo dei problemi, ma per la lettura della situazione, per dare senso alle vicende, per avanzare ipotesi di soluzione dei problemi ecc.

4) La tendenza a strutturare (laddove possibile) questo servizio educativo in uno degli standard riconosciuti dal Pubblico nel quadro dei Servizi socio-educativi. E' una decisione importante, che di fatto permette di essere riconosciuti dal Pubblico come strumento educativo idoneo all'accoglimento di utenti, di essere anche pagati per tale servizio e di mantenere economicamente l'équipe professionale.

Ipotesi di sviluppo nell’immediato futuro

1) Occorre dare stabilità al progetto perché possa dispiegare tutte le sue potenzialità. Ma per dare consistenza alle numerose possibilità di sviluppo legate a questo tipo di lavoro (cfr. i punti successivi), occorrerebbe potere dare stabilità all’équipe educativa in termini di impiego (= aumentare il tempo dedicato al lavoro educativo) e parallelamente poter contare sulla stabilità delle risorse economiche. In questa direzione un tassello importante potrebbe essere costituito dalla trasformazione del progetto in Centro diurno, vale a dire nell’accreditamento della struttura nell’ambito di una struttura riconosciuta dai Servizi per l’invio di utenti (per i quali i Servizi pagherebbero quote per l’invio di utenti).

2) Potenziamenti necessari. Essi vanno compresi nel quadro delle opportunità pastorali, delle azioni promosse dalla Comunità parrocchiale che manifestano l’attenzione verso i bisogni della famiglia e dei poveri, che creano legami di solidarietà ed opportunità di contatto con il luogo in cui è in atto l’esperienza della fede. Si tratta di azioni dirette verso i minori e la famiglia: più tempo da dedicare al contatto singolare con la famiglia dei minori per la valutazione dei bisogni specifici del minore e della famiglia stessa, per il contatto con la scuola e gli insegnanti coi quali predisporre percorsi ed ipotesi di lavoro più personalizzati sui minori in carico, per il raccordo con i Servizi sociali del territorio. Da tutta questa serie di contatti è immaginabile che possano derivare nella concretezza dei casi ipotesi di lavoro che richiedano per la loro attuazione molto tempo per la predisposizione delle soluzioni operative, come per esempio l’addestramento dei volontari, ulteriori contatti con altre risorse del territorio da mettere in rete ecc.

34 E’ quello che si diceva nella nota 29 a proposito degli strumenti tecnici. Gli strumenti tecnici in questo caso sono il lavoro d’équipe e la supervisione. Le competenze tecniche e professionali in questo luogo, in équipe ed in supervisione, in alcuni momenti specifici dedicati, sono utilizzati a trarre fuori dall’esperienza in corso le idee che soggiacciono e che guidano le scelte di ciascuno (utenti, professionisti e volontari ecc.). E’ qui che si attua concretamente e consapevolmente la verifica della vita e delle antropologie in gioco, si mettono a confronto i significati personali e quelli più o meno espliciti che guidano le azioni del progetto e delle persone che vi sono implicate (ecc.). Per molti aspetti assume il valore di un luogo di elaborazione del pensiero condiviso riflettendo a partire dalla materia concreta della vita. E’ anche luogo di revisione e se la parola non suonasse troppo impegnativa, di conversione e/o di aiuto.

Page 17: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

17

3) Tra le ipotesi più interessanti di sviluppo immaginiamo tre aree fondamentali: il potenziamento della rete del volontariato educativo in presa diretta con i minori che partecipano a Quatrass, la creazione di una rete familiare solidaristica un po’ più ampia che possa mettersi a disposizione dei bisogni in casi particolari per forme di accudimento in cui sia richiesta la specifica presenza della famiglia e in prospettiva futura, la creazione di una rete formativa aperta alla dimensione del “lavoro” in vista anche dell’impiego. Delle tre aree le prime due risultano potentemente promettenti dal punto di vista formativo: si prestano piuttosto facilmente ad essere svolti in itinerari di formazione permanenti che comportino contemporaneamente azione diretta (il proprio volontariato educativo) e studio (acquisizione di competenze teoriche), esercizio di riflessione in sede di verifica e di confronto con altri volontari e con l’équipe educativa. In questo tipo di formazione il mix vincente di azione e di riflessione a partire dall’azione posta in atto risulta estremamente affine e congeniale alla natura dell’esperienza religiosa. Spesso si presta facilmente a potenti connessioni di significato connaturali all’ esperienza cristiana: si pensi all’interno della relazione educativa alle componenti e al significato dell’amare, del dono di sé, della cura dell’altro, del perdono ecc. Il valore formativo qui viene in qualche modo ancor più rafforzato dalla percezione che non si tratta di un percorso astratto, ma poggia concretamente su di un fare, “si opera”, non da soli, ma all’interno di un comunità impegnata nella realizzazione di azioni educative concrete. Si tratta tra l’altro di un contributo importante alla determinazione di un sentire, di un pensare e di un agire più condiviso e comunitario. Si presta inoltre facilmente ad essere percepito esternamente, al di fuori dell’ambiente strettamente parrocchiale, come un servizio alla persona, alla famiglia e ai suoi bisogni reali e nel confronto sulla concretezza dei problemi, ad un luogo umanamente più accessibile.

In sintesi

Si ritiene che questo progetto, se sviluppato coerentemente e in rete con l’esperienza della I.C., possa essere piuttosto congeniale allo sviluppo e al rafforzamento della vita di una Comunità parrocchiale, alla valorizzazione concreta dell’esperienza familiare, alla formazione di un laicato attivo, alla stessa missionarietà della Chiesa ed alla espressione della Carità.

3. SS. MESSE

La domenica si celebrano cinque S. Messe: ore 8.00 a Torriggia, ore 9.30 a Urio, ore 10.00 a Brienno, ore 11.00 a Carate e ore 11.15 a Laglio. Il sabato ci sono due S. Messe prefestive alle ore 18.00: a Carate e a Laglio. I p. Comboniani di Rebbio collaborano dal dicembre 2010 per la celebrazione delle Messe festive permettendo così al parroco di celebrare con un certa regolarità le Messe in ciascuna parrocchia. Quando il parroco celebra la prefestiva a Laglio, la domenica celebra a Urio e a Carate: la settimana successiva viceversa. Lungo la settimana si celebra la S. Messa regolarmente in ciascuna parrocchia, in genere la mattina alle ore 8.3035. In genere si segue il seguente ordine, non rigidamente stabilito. Il lunedì a Carate, nella cappella di S. Rocco, in centro paese: il martedì a Urio nella chiesa della frazione di Cavadino, il mercoledì nella parrocchiale di Laglio (nella Sala dei Confratelli), il giovedì nella parrocchiale di Brienno e il venerdì nella parrocchiale di Urio. 35 Una volta al mese si celebra nella parrocchiale di Carate la Messa detta “di Padre Pio” a motivo della presenza di questo gruppo, il mercoledì sera. Alle ore 20.30 si avvia il Rosario e segue poi la celebrazione della S. Eucarestia. La partecipazione si aggira intorno alle 15/20 persone al massimo. A Carate Urio si sperimentò il tentativo di celebrare qualche Messa vespertina feriale, ma con scarso successo di partecipazione.

Page 18: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

18

Per quanto riguarda la frequenza: le dimensioni delle chiese, mediamente piuttosto piccole (tranne quella di Laglio), in certi momenti compensano la sensazione di una frequenza non propriamente massiccia. Piuttosto frequentate con stime decisamente approssimative le prefestive (50/60 persone) e la Messa delle ore 9.30 a Urio (ca. 70/80 persone). La domenica a Torriggia vi partecipano circa una ventina di persone, a Brienno 40/50 persone (in calo), a Laglio 70/80 e Carate (30/40 in calo). Durante le Messe feriali la partecipazione mediamente varia da un minimo di 10 ad un massimo di 20 persone. La Messa feriale numericamente più partecipata è quella del lunedì mattina a S. Rocco. Da quando è stato istituito un unico calendario delle celebrazioni si è verificata in alcuni casi una sorta di “osmosi” nella partecipazione delle Messe domenicali: capita cioè che alcuni parrocchiani di una parrocchia decidano di partecipare ad una Messa nella chiesa di un’altra parrocchia. La stessa cosa, in misura decisamente più ridotta, capita durante le Messe feriali. Questo fenomeno è stato positivamente giudicato nella prospettiva dell’integrazione e del senso di appartenenza allargato. Per quanto riguarda le età si riscontra la presenza predominante di anziani, di persone di media età., di famiglie con figli e l’assenza quasi del tutto generalizzata di giovani salvo rare eccezioni (dai 18 ai 30 anni). Non esiste di fatto una Messa domenicale nella quale sia possibile parlare di una vera e propria Celebrazione Comunitaria. Si tratta di un aspetto importate che non contribuisce a dare alimento alla costruzione di una vera e propria identità parrocchiale condivisa. Questo costituisce certamente un problema: con altrettanto realismo dobbiamo riconoscere che probabilmente non ci sono molte altre alternative possibili, aggravato anche dal limite che il parroco per “visitare” ogni parrocchia non può che alternare periodicamente la sua presenza36. L’unica proposta in tal senso è stata quella di fissare periodicamente (una volta al mese) ed in modo alternato (a Laglio, a Brienno e a Carate) “la Messa” chiamata “famiglie insieme”, invitando le famiglie, particolarmente quelle giovani, a convergere unitariamente in quell’appuntamento domenicale. La risposta all’iniziativa ci è sembrata abbastanza positiva. Nell’occasione delle feste patronali (o comunque nelle feste liturgiche che nella tradizione di ciascuna parrocchia ancora sussistono) si celebrano i vespri37. Nei periodi forti in alcune occasioni settimanali si celebrano le lodi mattutine nella Messa e a Carate nelle mattine del triduo pasquale. Sussiste ancora a Laglio la tradizione dell’adorazione mensile del primo venerdì del mese, la mattina dopo la Messa, a volte celebrata nella parrocchia di Urio. Ministerialità liturgica e cura degli ammalati In questi anni (dal 2006 a Carate Urio e dal 2010 a Laglio e Brienno) non è stata curata alcuna formazione e/ o attenzione particolare alla ministerialità liturgica. Qualche attenzione (specie dopo le celebrazioni eucaristiche domenicali) è stata riservata ai ministranti, che sono un numero discreto (circa 15 tra bambini/e e ragazzi). Non esiste un coro parrocchiale. In alcune occasioni (rare e in prossimità delle grandi feste liturgiche) si effettuano prove di canto. A Urio, Brienno e Carate le Messe spesso sono accompagnate dal suono dell’organo. Laglio è completamente sprovvista di organista. Il repertorio dei canti è diversificato. Brienno possiede un repertorio proprio ed uno in comune con Laglio. Carate ed Urio un repertorio comune. Ci sono due ministri straordinari dell’Eucarestia: uno a Laglio e uno a Brienno. La domenica comunicano con regolarità alcuni anziani che non possono recarsi a Messa. Fino al 2010 il parroco di Carate Urio con una certa regolarità riusciva a seguire un discreto numero di anziani con una visita mensile nelle due parrocchie. Dal 2010 la cura sacramentale degli anziani è subito un drastico ridimensionamento. Si svolge attualmente un modo saltuario e discontinuo. Il parroco, quando avvisato e se disponibile, effettua visite agli ammalati negli ospedali di Como. 36 Qualcuno ha anche suggerito di cogliere in questa alternanza una positiva opportunità per i parrocchiani, che non sono costretti a doversi “sorbire” tutte le domeniche il proprio parroco. 37 Madonna del Rosario a Laglio e a Carate, Festa della Madonna di Pobiano (settembre) a Urio, Festa di S. Marta a Carate, Festa di S. Anna a Brienno e nella festa del “Santo Piscen” a Brienno (1 gennaio).

Page 19: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

19

5. VITA RELIGIOSA Presso il Castello di Urio vi sta un Centro dell’Opus Dei. E’ l’unica struttura organizzata “religiosa” presente nelle nostre Parrocchie. E’ una realtà dell’Opera che lavora a livello internazionale dedicata a ritiri e a convegni. Vi risiedono stabilmente una quindicina ca. di numerarie dedicate prevalentemente alla gestione della casa (amministrazione, cucina e pulizia della villa settecentesca e delle annesse strutture per l’accoglienza degli ospiti. Nella casa di portineria risiede la famiglia del giardiniere che si occupa nell’immenso parco della villa). Nei confronti del territorio intessono liberamente rapporti personali, organizzando per le donne e le ragazze corsi di cucina e di “economia domestica”, incontri di preghiera e di formazione religiosa e catechetica, non però finalizzata alla ricezione dei sacramenti. La struttura è assistita da un padre spirituale che segue le numerarie, in genere il fine settimana. All’interno del Castello di Urio si celebra, quando possibile, la Messa feriale e quella festiva, alla quale partecipano le numerarie e gli ospiti. Capita a volte che alcune numerarie partecipino alla Messa feriale o festiva in parrocchia. Da alcuni anni alcune numerarie hanno dato disponibilità per la collaborazione alla catechesi parrocchiale (casi analoghi sono registrati fin dagli anni ‘80). La collaborazione in questo caso risulta molto preziosa per disponibilità e coinvolgimento nel progetto in corso. Non si registrano per il momento altre forme strutturate di collaborazione con la parrocchia, anche se vale la pena sottolineare che la presenza nei rapporti personali con il parroco, le catechiste e molti parrocchiani risulta buona ed attenta, anche nell’ordine di aiuti concretissimi, come per esempio la preparazione di dolci e cibi per le feste parrocchiali, per l’oratorio, la pulizia della chiesa, il rammendo dei paramenti ecc. Non è da trascurare l’aiuto offerto anche attraverso la preghiera. 6. Esperienza di primo annuncio e iniziative caritative Legata all’esperienza dell’iniziazione cristiana, la parte relativa al primo annuncio da 0 a 6 anni, che riguarda la possibilità del primo annuncio, non è stata ancora messa a tema ed affrontata. Si intravede la possibilità di un possibile collaborazione con l’ente morale che attualmente gestisce l’asilo e il nido di Laglio per attuare un percorso di studio della proposta diocesana in stretta collaborazione. La questione è stata recentemente messa sul tappeto (ottobre 2012) con i responsabili dell’Ente, i quali hanno manifestato interesse alla proposta. Registriamo inoltre

1) l’esperienza denominata “Betania”. E’ stata sperimentata ed attuata per quasi due anni in stretta collaborazione con don Eugenio Bompani, allora parroco di Laglio e di Brienno. Dopo aver individuato in fase iniziale alcune persone disponibili e rendendo nota l’iniziativa a tutte le Comunità (uso del “bollettino” settimanale “Comunità in cammino”) - con la disponibilità ad accogliere nell’ambito dell’iniziativa chiunque ne avesse fatto richiesta - si fissavano uno o due appuntamenti settimanali nelle case delle persone disponibili aperti a tutti, per 1) leggere il vangelo della domenica; 2) offrire una spiegazione del testo (minimamente anche esegetica); 3) raccogliere liberamente osservazioni e domande. Durata degli incontri 1H. Orari: pomeridiani e/o serali (dopo cena). Partecipanti: per la maggior parte adulti da un minimo di due a un massimo di 11/12 persone. Agli incontri (fin tanto che è stato possibile) i due sacerdoti erano sempre presenti entrambi. E’ stato calcolato che mediamente le persone coinvolte mensilmente si aggiravano intorno alle 50/60 unità. Durata dell’iniziativa: 5/6 mesi l’anno. Attualmente la proposta risulta congelata, ma non archiviata definitivamente. E’ stata manifestata in diverse occasioni la richiesta di riattivarla, con la collaborazione dei catechisti, di qualche adulto o nucleo familiare. Anche in questo caso la necessità di investire in formazione è condizione indispensabile per la buona riuscita della proposta. E’ possibile che venga ripresa nel prossimo anno pastorale.

Page 20: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

20

2) Il bauletto di Carate Urio Nato dall’iniziativa spontanea di alcune mamme di Laglio con l’idea di creare un centro di raccolta e condivisione di vestiario usato in buono per bambini e ragazzi e altro materiale di uso domestico per la prima infanzia e i ragazzi38, “Il Bauletto di Carate Urio” ha compiuto tre anni di vita. La sede dell’iniziativa è presso la struttura dell’ex Oratorio di Carate Urio in pazza Minoletti: a motivo dell’ubicazione della sede nel nome compare “di Carate Urio”. L’iniziativa fu presentata a don Eugenio con l’intenzione di aprire il servizio a Laglio. Condivisa con don Maurizio, fu valutata l’opportunità di offrire ad hoc l’attuale struttura. L’area di competenza è molto più ampia del nostro ristretto territorio: arrivano spesso persone da Como e da altri Comuni del lago per effetto del passaparola. L’idea originaria è lo scambio e il baratto delle cose usate in buono stato tra famiglie: io porto un oggetto che non mi serve in cambio di un altro che mi serve. Non si chiede denaro per lo scambio. E’ un modo concreto per stabilire relazioni di mutuo aiuto e nel caso anche di solidarietà concreta, per attivare poi lo scambio di informazioni e possibilmente l’incontro tra bisogni e risorse disponibili (dalle camere, al mobilio e in qualche caso il lavoro ecc. Anche se va ribadito, che la finalità principale rimane circoscritta ai vestiti e alla prima infanzia e per il momento non si ha idea o intenzione di allargare a dismisura l’area di intervento). Attualmente il servizio è attivo da settembre/ottobre fino a giugno, principalmente una mattina la settimana (martedì dalle ore 9.00 alle ore 12.00) e da qualche settimana anche il sabato pomeriggio. La parrocchia sostiene le spese di gestione del locale. Pur non configurandosi come un servizio squisitamente parrocchiale, rimane chiaro che l’interesse della parrocchia al servizio è molto alto, condividendone le finalità umane e sociali. Il dialogo informativo è costante, come pure in maniera autonoma, le volontarie del Bauletto hanno saputo creare una rete informativa e relazionale con altri Servizi simili a Lenno e a Como. I servizi sociali sono a conoscenza di questa opportunità e il passaparola fa il resto. A volte capita che il Servizio venga percepito come il magazzino della Caritas in cui è possibile attingere “a piene mani” in caso di bisogno: in questo caso risulta difficile mantenere lo spirito originario del Bauletto. Le volontarie tuttavia lavorano costantemente nell’ambito delle relazioni con le utenti perché si rispetti il più possibile l’idea dello scambio e del baratto e non si identifichi il luogo come il servizio riservato ai soli poveri. Potrebbe essere interessante, mantenendo inalterato il profilo originario del Bauletto, identificare con l’aiuto delle volontarie, eventuali altri bisogni che si manifestino a partire da questa iniziativa per possibili altri servizi correlati. 7. DIMENSIONE VICARIALE

Un capitolo del tutto speciale andrebbe dedicato all’esplorazione dell'esperienza vicariale del nostro Vicariato, anche per la coincidenza del fatto che il parroco di queste Comunità parrocchiali è anche Vicario foraneo. Di fatto la Zona preesistente è esattamente coincidente con l'attuale Vicariato. Decisamente paradossale l'obiettivo della semplificazione. In un contesto complesso ed anche fortemente sproporzionato, ottenere il traguardo della semplificazione, rimane inscritto in un meccanismo altrettanto complesso. Di fatto non sono registrabili significative ricadute pastorali nelle nostre parrocchie, visibili riscontri pratici che la nostra gente possa imputare a questa nuova realtà. Buona parte del lavoro vicariale si è svolto nell'ambito delle relazioni e del lavoro sacerdotale e da pochi mesi, nel Consiglio Pastorale Vicariale. Senza misconoscere la positività di questa esperienza, occorre anche ammettere che molte risorse personali del parroco sono state sottratte al lavoro pastorale delle sue parrocchie ed impiegate in ambito vicariale. Attualmente esiste una sproporzione molto evidente tra la realtà della Comunità Pastorale della Beata Vergine del Bisbino, la parrocchia di Moltrasio e le nostre parrocchie. Si tratta di una sproporzione che si riflette nella distribuzione del clero (che continua ad avere un peso notevolmente determinante nella gestione della pastorale), nelle dimensioni, nella strutturazione 38

Abbigliamento, Articoli e attrezzature sportive, Scarpe, Strumenti musicali, Giochi (anche da esterno), Arredamento specifico per l’infanzia Libri, dvd, fumetti e videogiochi ecc.

Page 21: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

21

stessa di queste realtà ecclesiali39 e nella conseguente percezione della necessità e del valore del Vicariato stesso. Oggettiva la fatica (soprattutto agli esordi) dei sacerdoti della Comunità pastorale della BVB nell'impostare il volto di quella Comunità pastorale. Per molti aspetti risulta difficile capire la strutturazione di quella Comunità pastorale. La nota va intesa in senso letterale: nel senso che non siamo in grado di entrare nel merito del lavoro svolto dai sacerdoti della Comunità della BVB, se non in maniera superficiale e per vaghe informazioni. Occorre aggiungere tuttavia che non sono mancati gli scambi di informazioni e di materiale (anche scritto) da parte dei sacerdoti della BVB nel merito del loro lavoro. Va cioè riconosciuto onestamente la piena disponibilità informativa nel merito di che cosa si fa, meno rispetto al come o sulle procedure decisionali. Da un'analisi molto superficiale l'impressione esterna è quella di una grande Comunità molto articolata nella quale i singoli sacerdoti si occupano settorialmente di un preciso ambito pastorale, coadiuvati dai laici in commissioni, ciascuna delle quali elabora progetti ed indirizzi di settore che poi vengono sottoposti al giudizio del consiglio pastorale parrocchiale. Come poi avvenga e se avvenga una verifica o una modifica dei singoli programmi o delle proposte in seno del Consiglio Pastorale non sappiamo. Per quanto riguarda il Vicariato risulta evidente, per esplicita ammissione dei sacerdoti della Comunità della BVB, che sia stata percepita come una sorta di "doppio lavoro" rispetto a quello già in atto nella loro Comunità. Sarebbe stato interessante nella prospettiva della semplificazione valutare quegli aspetti in costruzione nella Comunità della BVB che potevano essere pensati e realizzati su scala vicariale, ridistribuendo le risorse sacerdotali e laicali in ambiti ed attività pastorali più pertinenti alla parrocchia (come per esempio la pastorale familiare, gli itinerari dei fidanzati, commissioni Caritas e missionaria). Non solo: sarebbe stato interessante porre la questione della verifica del percorso in atto rispetto alla realizzazione della nuova "creatura" pastorale, come se si trattasse di una sorta di laboratorio, da cui trarre indicazioni importanti per percorsi simili. Ci si domanda infatti: come e con quali strumenti (oltre una grande Fede nel Signore) è possibile dare il via a realtà del genere? In ambito interparrocchiale il rapporto con la parrocchia di Moltrasio, al di là dei rapporti personali tra i parroci, non può essere considerata per il momento dell’ambito di una vera e propria collaborazione pastorale. Dei tentativi di collaborazione nel quadro della I.C. si è già detto. Da quell’esperienza, come pure dall’esperienza condivisa in ambito formativo diocesano si sono create relazioni personali che possono essere, per certi versi, premessa per altri tipi di collaborazioni. Si registrano collaborazioni estive sporadiche con il Grest40. A Moltrasio esiste una commissione per la catechesi degli adulti molto ben formata: tutte le iniziative degli scorsi anni di catechesi degli adulti promosse a Moltrasio sono state pubblicizzate e allargate alle nostre parrocchie. L’esito partecipativo è riducibile a pochissime unità41. 39

Molto articolata in gruppi, proposte, opportunità ed iniziative quella della BVB con ricchezza di partecipazione e risorse umane. Un po’ più nell’ordinario e decisamente meno ricche in articolazione pastorale le altre parrocchie. 40 In sede progettuale per quanto riguarda la possibilità di strutturare una collaborazione più significativa nell’ambito educativo, allora presente ancora don Eugenio a Laglio e a Brienno, si era lanciata più volte (per iniziativa nostra) l’idea di impiantare anche a Moltrasio un progetto simile a Quatrass, con l’idea di allargare all’intera fascia il medesimo modello. Il progetto però non è mai decollato. I motivi risiedono probabilmente in una serie di circostanze che sommariamente possono essere così riassunti: 1) a Moltrasio la maggior parte del lavoro educativo in Oratorio era affidato al volontariato dei giovani e dei catechisti, per cui l’idea di introdurre in organico la presenza di educatori professionali non fu mai percepito nel quadro di un bisogno di cui si sentisse la necessità. Esperienze pregresse poi di inserimento di educatori professionali in Oratorio a Moltrasio (ci pare in esperienze estive) furono valutate non molto positivo o particolarmente efficaci 2) Il progetto prevedeva un investimento di carattere economico, ritenuto probabilmente non necessario rispetto al bisogno. 3) la strutturazione poi della parte amministrativa del progetto (che si sarebbe dovuto presentare in Regione) introduceva un certo grado di complessità gestionale, anch’esso non ritenuto necessario rispetto al bisogno. Di fatto per quasi due anni la proposta, senza insistenza, fu ripetutamente presentata, senza particolare successo. Quando poi a Moltrasio fu espresso parere favorevole alla presentazione del progetto in Regione Lombardia (legge 23/99 bando 2010), il progetto fu ammesso, ma non finanziato per esaurimento dei fondi disponibili! Da allora (aprile/maggio 2010) non ci fu l’occasione di tornare sull’argomento. 41 Dalla verifica del P.P. 2012. “In collaborazione con Moltrasio (preparata dall’équipe catechesi degli adulti di questa parrocchia) è stata fatta conoscere e pubblicizzata ai tutti i parrocchiani delle nostre Comunità la proposta “la Famiglia, il lavoro e la festa” (in vista della giornata mondiale delle famiglie di Milano 2012): 7 incontri domenicali dalle 15.00 alle 17.00 (con babysitteraggio ed animazione per i figli al seguito), strutturati con ampie discussioni e lavori di gruppo. Dalle nostre comunità hanno partecipato 2/3 persone… Numero dei partecipanti: 20/21 persone adulte. Conduttori: laici dell’équipe famiglia di Moltrasio.

Page 22: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

22

In diverse occasioni è stata posta sul tappeto42 la questione della creazione di una Comunità pastorale tra le nostre parrocchie e quella di Moltrasio43. Al momento è difficile ravvisare nell’ambito delle relazioni pastorali in essere una relazione tale da essere considerata come favorevole o “naturale” in vista di questo obiettivo. In prospettiva potrebbe essere auspicabile che si individuino alcuni ambiti di collaborazione in alcune aree strategiche fondamentali: I.C., Oratorio e catechesi degli adulti per esempio. In tal modo si potrebbero porre le basi in vista di questo possibile obiettivo44. Più delicata la questione relativa ai sacerdoti. Nell’ipotesi di una Comunità pastorale formata da cinque parrocchie si pone la necessità della presenza di almeno due preti. Tra le condizioni necessarie alla buona riuscita del progetto andrà valutato l’aspetto delle capacità collaborative dei sacerdoti e il rispetto dei desiderata di don Meo, che esplicitamente ha espresso l’intenzione di servire la sua Comunità parrocchiale finché le forze della salute lo assisteranno e gli permetteranno di esercitare pienamente il suo ministero. Nell’ipotesi invece che Moltrasio entri a far parte della Comunità pastorale della BVB, si potrebbe prevedere l’aggiunta di un sacerdote all’organico attuale, già fortemente strutturato e collaudato, e forse tale inserimento, potrebbe risultare potenzialmente meno problematico da gestire, piuttosto che avviare la collaborazione tra due sacerdoti chiamati a servire in solido cinque Comunità.

CONCLUSIONI

Il progetto pastorale richiesto dal vescovo non chiede di trarre delle conclusioni riassuntive. Spetta al Vescovo alla fine della Visita Pastorale esprimere un giudizio su quanto detto ed indicare le linee e gli indirizzi che riterrà opportuno indicarci per il cammino nel nostro futuro. Anche questo, come detto nell’introduzione, sarà motivo eventualmente di ulteriore verifica e di cambiamento. In attesa tuttavia di quello che egli vorrà dirci, ci permettiamo non tanto di esprimere un giudizio sul nostro lavoro, ma d’indicare l’ipotesi di un percorso possibile. Abbiamo bisogno di una lettura sintetica che ci aiuti, almeno dal punto di vista astratto, a formarci un’ipotesi di lavoro unificante, un’idea di lavoro, convergente in un centro promettente (esistente, vero, reale ecc.) che sia aperto a possibilità di sviluppo ulteriori. Si tratta, lo ripetiamo di un esercizio astratto, fondamentalmente inscritto nell’ attività del pensare, che serve tuttavia a creare unità e chiarezza. Aiuta a creare convergenza e unità d’intenti. Quando poi si tratterà di passare dalla lettura del testo alla traduzione pratica di anche una sola indicazione unificante, ci si renderà conto di quanto questa operazione sia in realtà costellata di molta complessità, di fatica, di una miriade di altri aspetti, che la semplice indicazione non sa rendere e neppure prendere in considerazione nella sua astrattezza. Tutti ne facciamo esperienza. Quando per ipotesi ci rendiamo conto in un rapporto importante che qualcosa va storto e il rapporto sta deteriorandosi, potremmo accorgerci per esempio che manca il tempo per dialogare e stare con l’altro. Possiamo quindi dirci e riconoscere che la terapia sia quella di rimettere al centro la relazione e di curarla con amore. Occorre però poi passare all’azione e qui probabilmente le cose si potrebbero complicare ulteriormente, rendendoci conto per esempio che non è semplicemente questione di tempo, ma di capacità di ascolto, di sé e dell’altro. Ci potremmo rendere conto che il problema non è il dialogo in sé, ma come a volte accade, il senso che attribuisco a particolari atteggiamenti dell’altro e tutto questo dipende dalla mia storia personale che mi suggerisce di dare a questa situazione questo significato e non un altro… Le cose si complicano! Inevitabilmente… IIl confronto è avvenuto nell’ambito degli incontri tra i sacerdoti del Vicariato, specie durante la prima fase di avvio dell’esperienza della Comunità pastorale della BVB, come pure nel dibattito ristretto tra don Meo, Don Eugenio e don Maurizio. 43 La questione non è recente. Se ne di dibatteva ancor prima del 2006. 44 La questione dell’ipotesi della creazione di una Comunità pastorale che comprenda le parrocchie da Brienno a Moltrasio è solo una delle tre possibili. La prima ipotesi è che si mantenga l’attuale strutturazione, nel caso in cui si renda disponibile un sacerdote per quella parrocchia (nel tempo in cui si porrà la necessità di provvedere alla parrocchia di Moltrasio, fermo restando la conditio sine qua non del rispetto dei desiderata di don Meo). La seconda ipotesi è che Moltrasio entri a far parte della Comunità Pastorale della BVB. La terza ipotesi è che si provveda alla Costituzione di un nuova Comunità Pastorale con Urio, Carate, Laglio e Brienno. La situazione rimane incerta. In tale situazione non chiara l’ipotesi di avviare una collaborazione pastorale stabile risulta per il momento un po’ depotenziata e non molto chiara.

Page 23: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

23

Oppure si pensi alla decisione di fare un viaggio. Occorre scegliere una meta e l’itinerario. Si sceglie una meta o se ne scelgono alcune scartandone altre. In base a quali criteri? A quali e quante valutazioni? A quante variabili? Solo questa operazione organizzativa richiede una certa complessità. Ed anche quando decidessimo di andare in un posto solo per visitare un città… Che cosa visitare? In base a quale criteri? Quando si entra nel dettaglio di un viaggio le cose si complicano… inevitabilmente. Illuminate il suggerimento del poeta che dice, considerando Ulisse e il suo complicatissimo viaggio di ritorno ad Itaca: “Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze. (…) Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il pensiero costante. Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull'isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca. Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo sulla strada: che cos'altro ti aspetti?” (Itaca, Kostantin Kavafis). Il suggerimento è interessante: il bel viaggio. Torniamo alla proposta dell’ipotesi di uno sguardo sintesi sul nostro percorso, così che possa fungere da bussola d’orientamento. Al centro una priorità assoluta che riguarda la costruzione dell’identità cristiana e guarda al futuro della Chiesa: il percorso della I.C. Il nuovo percorso ha di mira non solo i bambini e i ragazzi, ma la famiglia ed il suo intelligente coinvolgimento. Andrà impostato sviluppandone tutte le potenzialità che sembra promettere in merito alla valorizzazione del ruolo della famiglia e alla sua formazione, per restituirla alla sua vocazione di essere il vero soggetto della evangelizzazione e della catechesi. Da questo centro intravvediamo la possibilità di dare impulso alla formazione (un lungo percorso) anzitutto dei catechisti, di nuovi catechisti, della famiglia e a spunti di collaborazione interessanti con l’esperienza educativa di Quatrass, promettente strumento educativo, porta aperta della nostra Comunità ai più giovani e al contatto con le famiglie dell’intero territorio. Attorno a questo nucleo formativo che ruota intorno ai Sacramenti, alla centralità dell’Eucarestia, e si sviluppa nell’arco dell’anno liturgico ci si offre la possibilità di rimettere al centro i Sacramenti e la liturgia, a curarne, strada facendo anche gli aspetti formali e nella sostanza, a riproporne il valore per il nutrimento della fede ordinaria dell’intera Comunità. La preghiera quotidiana, la Parola di Dio, la vita sacramentale cadenzata nell’ordinario, gli appuntamenti straordinari delle nostre feste tradizionali ecc.

Page 24: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

24

Allegato Verifica del Piano pastorale 2012 sulla Parola di Dio

Parrocchie di Urio, Carate, Laglio e Brienno don Maurizio Uda

La conoscenza del Piano pastorale Ci sono state occasioni di presentazione e riflessione sul Piano pastorale dedicato alla Parola di Dio, in Parrocchia e nel Vicariato? Se sì, quali? Il piano pastorale della diocesi è strato formalmente consegnato unitariamente a tutto il nostro vicariato in occasione dell’apertura dell’anno Pastorale 2012 lo scorso 8 ottobre a Maslianico. I sacerdoti è molto probabile che abbiano letto il P.P. Meno sicuro che i laici lo abbiano fatto. Del P.P. tuttavia, in relazione al laborioso obiettivo di costruire i presupposti per la costituzione del Nuovo vicariato (nel cotesto più volte richiamato di uno stile realmente sinodale) ed in vista della Visita pastorale, è stato ampiamente riproposta la sostanza del cap. 1.: la Visita pastorale, la parrocchia e il vicariato. Il tema specifico della Parola di Dio non è stato affrontato: la maggior parte del lavoro vicariale si è faticosamente concentrato nel merito della costituzione del Vicariato stesso. L’esito di tale sforzo ha per il momento prodotto la costituzione di un provvisorio CPV, a cui partecipano i laici di tutte le realtà parrocchiali e tutti i sacerdoti. La traduzione pertanto dei contenuti proposti dal P.P. 2012 circa la Parola di Dio è stata completamene affidata alla cura delle singole Comunità. Nelle Comunità di Urio, Carate, Laglio e Brienno non ci sono stati momenti particolarmente dedicati alla presentazione del P.P. Il P.P. è stato consegnato ai catechisti, presentando loro la parte relativa ai lavori in corso nel Vicariato (cap.1). Alcune parti sono state pubblicate sul bollettino settimanale (280 copie) in occasione dell’apertura dell’anno pastorale ed in riferimento alla costituzione del Nuovo Vicariato (cap. 1). Altri stralci del P.P. sono stati utilizzati per alcuni articoli su Comunità in cammino riguardanti il rinnovamento dell’IC (alcuni spunti sono stati tratti dal cap. III) e nell’occasione di incontri con i genitori dei bambini dei sacramenti. La capacità progettuale Quali iniziative, catechistiche, liturgiche, spirituali, e quali scelte sono state messe in atto? L’impostazione catechistica ricalca quella tradizionale: un incontro di un ora settimanale il sabato pomeriggio. All’interno di ogni gruppo, a discrezione di ciascun catechista, la Parola di Dio è variamente utilizzata. In alcuni casi si è sperimentata la lettura costante del Vangelo della domenica. Tre le iniziative messe in campo , programmate e discusse anche in senso al gruppo dei catechisti delle nostre Comunità.

1) La proposta “Betania” (sperimenta ed attuata per quasi due anni in stretta collaborazione con don Eugenio Bompani, allora parroco di Laglio e di Brienno). Dopo aver individuato in fase iniziale alcune persone disponibili e rendendo nota l’iniziativa a tutte le Comunità (uso del “bollettino” settimanale “Comunità in cammino”) - con la disponibilità ad accogliere nell’ambito dell’iniziativa chiunque ne avesse fatto richiesta - si fissavano uno o due appuntamenti settimanali nelle case delle persone disponibili aperti a tutti, per 1) leggere il vangelo della domenica; 2) offrire una spiegazione del testo (minimamente anche esegetica); 3) raccogliere liberamente osservazioni e domande. Durata degli incontri 1H. Orari: pomeridiani e/o serali (dopo cena). Partecipanti: per la maggior parte adulti da un minimo di due a un massimo di 11/12 persone. Agli incontri (fin tanto che è stato possibile) i due sacerdoti erano sempre presenti entrambi. E’ stato calcolato che mediamente le persone coinvolte mensilmente si aggiravano intorno alle 50/60 unità. Durata dell’iniziativa: 5/6 mesi l’anno.

2) Un percorso per adulti dal titolo “adulti nella fede”: rivolto ai genitori dei bambini e dei ragazzi del catechismo, il sabato pomeriggio, durante l’appuntamento settimanale di catechesi dei bambini e dei ragazzi (unico in tutte le Comunità e localizzato a Laglio). I genitori portano i propri figli a catechismo e si fermano anch’essi per un momento di formazione. Durata 4/5 incontri di 1 H ciascuno. Tema trattato: il fondamento della nostra fede secondo il Vangelo. Conduttore : il parroco. Tipo di incontro: lezione frontale, con scheda preparata ad hoc su alcuni brani del Vangelo. Alla fine dell’incontro: possibilità di

Page 25: Strumento di lavoro per le parrocchie di Brienno, Laglio, Carate ed … pastorale/P.P... · 2013-04-01 · Laglio (818 ab.– parrocchia unica corrispondente al territorio del Comune)

25

richieste di chiarimenti sul tema e/o osservazioni libere. Numero dei partecipanti 20/25 ad incontro.

3) Iniziativa “liturgica”: “famiglie insieme”. Invito mensile a tutte le famiglie delle Comunità a partecipare ad una Messa in una delle tre chiese parrocchiali in cui fosse presente il parroco: Carate (ore 11,00), Laglio (ore 11.15) o Brienno (ore 10.00). E’ stata esclusa Urio per motivi di orario (ore 9.30). Il parroco per “visitare” tutte e Comunità la domenica celebra alternativamente la Messa a Urio e a Carate (quel sabato la prefestiva a Laglio) e la domenica successiva a Brienno e a Laglio (quel sabato la prefestiva a Carate). Le altre Messe della domenica sono celebrate dai coadiutori Comboniani di Rebbio. Obiettivo della proposta: convergere unitariamente per la celebrazione domenicale, chiedendo alle famiglie con figli (di fatto quelle dotate di maggior mobilità e che già la esercitano per quanto riguarda il catechismo) di spostarsi. Si è offerta la possibilità a tutti di rendere un po’ più visibile quella domenica la presenza concreta della realtà familiare unitaria delle nostre Comunità (si pesi agli anziani del luogo…). Non è stata introdotto alcun segno in aggiunta alla celebrazione stessa: si è badato solo a chiedere la presenza di un organista per il canti. Attenzione invece nell’omelia alla presenza dei bambini e/o dei ragazzi.

Iniziativa interparrocchiale In collaborazione con Moltrasio (preparata dall’équipe catechesi degli adulti di questa parrocchia) è stata fatta conoscere e pubblicizzata ai tutti i parrocchiani delle nostre Comunità la proposta “la Famiglia, il lavoro e la festa” (in vista della giornata mondiale delle famiglie di Milano 2012): 7 incontri domenicali dalle 15.00 alle 17.00 (con babysitteraggio ed animazione per i figli al seguito), strutturati con ampie discussioni e lavori di gruppo. Dalle nostre comunità hanno partecipato 2/3 persone… Numero dei partecipanti: 2/21 persone adulte. Conduttori: laici dell’équipe famiglia di Moltrasio. La qualità delle scelte: non solo straordinarie, ma strategiche Quali iniziative hanno avuto carattere straordinario, e quali possono essere consolidate e acquisite nella vita normale della comunità? Il criterio guida di queste piccole proposte è stato quello di valorizzare e/o prendere spunto dall’esistente e/o dall’ordinario, domandandosi se fosse possibile, modificandolo con qualche accorgimento, potenziarlo nella direzione dell’accessibilità, della significatività simbolica e della continuità che educa… Tra le cose che già stiamo facendo, nelle quali stiamo immettendo energie e risorse umane, che cosa potrebbe essere una opportunità per educare con più efficacia? Per coinvolgere tutta la famiglia? Per incontrare gli adulti e offrire loro opportunità educative di approfondimento della propria fede? Le cause di un’eventuale mancata attenzione Qualora l’attenzione al Piano pastorale e il suo influsso sulla vita normale della comunità siano stati complessivamente scarsi o assenti, quali sono a tuo avviso, le cause? L’attenzione al P.P. non è stato del tutto assente. Rimane ristretta alla fascia degli “addetti ai lavori” e quasi del tutto ignorata dalla stragrande maggioranza dei fedeli laici delle nostre Comunità (anche il Vangelo patisce la stessa sorte…). Questo chiaramente non ne diminuisce il valore orientativo per la pastorale. Il P.P. corre, come tutti i documenti della Chiesa, di essere annoverato nella sua sovrabbondante verbosità documentale: ben venga quindi ogni tentativo per renderlo sempre più agile, sintetico e di poche pagine.