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STUDI E DOCUMENTAZIONE DI VITA UNIVERSITARIA STUDENTI NELL'EUROPA DEL DUEMILA Bilancio e futuro del programma Socrates. Le oppor- tunità di Erasmus. L'opinione dei Socrates promoters. Percorsi edu- cativi del programma Grundt- vig POLITECNICO DI MILANO Espansione e decentramento NUOVI ATENEI L'Università di Foggia DOCENTI La legge sullo stato giuridico dispersa al Parlamento IDEE La medicina come scienza umana OLANDA Culture a confronto nell'Uni- versità di Wageningen NEL MONDO Viet Nam , il vecchio e il nuovo. Il diritto ali' educa- zione nel Rapporto Unesco Anno XXI - numero 78 - dicembre 2000 - Ediun Coopergion Rivista trimestrale - Spedizione in abb. art. 2 comma 20/b legge 662/96 (45%) - Filiale di Perugia - ISSN 0393-2702

STUDI E DOCUMENTAZIONE DI VITA UNIVERSITARIAuniversitas.mapnet.it/pdf/universitas n 078.pdf · IL TRIMESTRE Socrates 2000 Massimo Gaudina 2 Il programma Socrates 4 Grundtvig: educazione

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STUDI E DOCUMENTAZIONE DI VITA UNIVERSITARIA

STUDENTI NELL'EUROPA DELDUEMILA Bilancio e futuro delprogramma Socrates. Le oppor­tunità di Erasmus. L'opinione deiSocrates promoters. Percorsi edu­cativi del programma Grundt­vig POLITECNICO DI MILANOEspansione e decentramentoNUOVI ATENEI L'Università diFoggia DOCENTI La leggesullo stato giuridico dispersa alParlamento IDEE La medicinacome scienza umana OLANDACulture a confronto nell'Uni­versità di Wageningen NELMONDO Viet Nam, il vecchioe il nuovo. Il diritto ali'educa­zione nel Rapporto Unesco

Anno XXI - numero 78 - dicembre 2000 - Ediun CoopergionRivista trimestrale - Spedizione in abb. post~le art. 2 comma 20/b legge 662/96

(45%) - Filiale di Perugia - ISSN 0393-2702

IL TRIMESTRESocrates 2000Massimo Gaudina2Il programma Socrates4Grundtvig: educazione degli adulti e altripercorsi educativi6Bilancio di Socrates ISoccorsa Le Moli9Erasmus, un'opportunità da non perderea cura di Livio Frittella12I Socrates promotersFrancesco Anzi, Marco De Bonis, CarloFadda, Biagio FioritoISGli uffici Erasmus20

NOTE ITALIANEDidatticaPolitecnico di Milano/La "potenzaintellettuale"Adriano De Maio27Nuove universitàFoggia/Dal territorio per il territorioAntonio Muscio33StudentiLa parola agli studentiRoberta Cacciamani37CNSU/Primi mesi di attivitàTommaso Agasisti38Nuovi rettori in nove università39Brevitalia40

IDEEMedicina clinica, una scienza umanaAldo Torsoli49

EUROPA OGGICulture a confrontoBurton Bollag53

UNI,ftl.d..•• 78

Direttore responsabilePier Giovanni Palla

Segretaria di redazioneIsabella Ceccarini

RedazioneBurton Bollag, Antonio Ciaschi,

Raffaella Cornacchini, Giovanni MariaDel Re, Giovanni Finocchietti, Livio

Frittella, Stefano Grossi Gondi, MariaLuisa Marino, Umberto Massimo Miozzi,

Roberto Peccenini, Lorenzo Revojera

Comitato scientificoGiuliano Augusti, Paolo Blasi, Vincenzo

Cappelletti, Giovanni D'Addona,Roberto De Antoniis, Umberto Farri,

Tullio Gregory, Guido Martinotti,Vitilio Masiello, Fabio Matarazzo

EditoreEdiun Coopergion scrl

Direzione, redazione, pubblicità,abbonamenti

Viale XXI Aprile, 36 - 00162 ParaTe!. 06/8632128 IFax 06/86322845

E-mail: [email protected]

Abbonamento annuale (4 numeri)Italia: L. 90.000 Estero: L. 150.000

dc postale n.47386008

Registrazione Tribunale di Roma n. 300del 6 settembre 1982

già Tribunale di Bari n. 595del 2 novembre 1979

Iscrizione al Registro Nazionale dellaStampa n. 1655

StampaFinito di stampare nel mese di gennaio

200 I dalla Edimond srldi Città di Castello (PG)

La rivista non assume responsabilità delleopinioni espresse dagli autori

La seconda fase di AlfaCarmen Tata

S5

DIMENSIONE MONDOViet Nam: il vecchio e il nuovo

Elisabetta Durante60

Rapporto Unesco 2000/11 dirittoall'educazione

Roberto Peccenini63

COOPERAZIONE INTERNAZIONALERapporto Fao 2000/ Un millennio libero

dalla fameLuca Cappelletti

68Aspettando una nuova cooperazione

Luca Cristaldi70

Rapporto Cad-Ocse 1999/11 nuovo ruolodell'aiuto

Stefania Lastra72

NORMATIVADocenti/La modifica dello stato giuridico

Renata Valli73

Le classi di laurea specialistica74

BIBLIOTECA APERTAGli "antenati" dei collegi

Giovanna Pasqualin Traversa76

Riflessioni sulla condizione studentescaFabio Murizzi

78Riviste/Segnalazioni

79Libri

80

Le foto di questo numero illustranoil Politecnico di Milano,

l'Università di Foggiae immagini dal Viet Nam

Periodico associato all'UspiUnione stampa periodica italiana

UNIVERSITAS 78

Dal primo Erasmus all' ultimo Socrates. Un rapido excursus tra i programmi europei dimobilità dopo quindici anni di attività e quasi un milione di partecipanti

SOCRATES 2000Massimo Gaudina

Commissione Europea - Direzione Generale Istruzione e Cultura

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"Portare gli studenti in Europa, forta­re l'Europa a tutti gli studenti" . Conquesto slogan Socrates (ed il suo pre­decessore Erasmus) si apprestano avarcare la soglia del milionesimo par­tecipante2 e del quindicesimo anno diattività.Lanciato nel 1987 con un manipolo di300 università "pioniere" e di 3.000coraggiosi studenti, Erasmus (Euro­pean Action Scheme for the Mobility01' University Students) rappresenta,nel suo crescere, la metafora del­l'Unione Europea: un'iniziativa natain sordina, tra una ristretta cerchia diaddetti ai lavori, con un piccolo bud­get, con attività limitate (gli scambi distudenti), per un ristretto numero di

. paesi (inizialmente i Dodici alloramembri della CEE), che si è poi evolu­to, coinvolgendo un crescente nume­ro di università (oggi sono circa1.800), di studenti (più di 100.000 ognianno), di paesi (a tutt'oggi 293) e diattività.Incorporato nel 1995 in Socrates4 (ilprimo programma europeo per l'i­struzione di ogni livello) e poi inSocrates 115 (2000-2006), da sempliceprogramma di scambi studenteschi,Erasmus è divenuto il maggior sh'u­mento di europeizzazione delle uni­versità del Vecchio Continente, attra­verso nuove attività quali la mobilitàdei docenti, i curriculn congiunti, iprogrammi intensivi, le reti tematiche.

Studenti nell'Europa del 2000

La mobilità studentesca ha indubbia­mente rappresentato la parte più visi-

bile, più cospicua e più riuscita delprogramma. Dal 1987 ad oggi, più di800 mila studenti hanno effettuato unperiodo di studi all'estero con unaborsa Erasmus, per un periodo varia­bile tra i 3 e i 12 mesi. Inizialmenteconcentrati nei tre maggiori paesidell'Unione (Francia, Regno Unito eGermania assorbivano nei primi annii due terzi di tutti gli studenti in arri­vo), oggi gli "erasmiani" si recanodappertutto, dalla Finlandia allaGrecia, dall'Estonia al Portogallo (i trepaesi maggiori si attestano oggi intor­no al 45 %)6. L'Italia si colloca al quin­to posto sia tra i paesi di destinazione,sia tra quelli di partenza7. Tutte lediscipline accademiche sono ben rap­presentate, con un particolare attivi­smo degli studenti di Economia (circail 19% del totale), Lingue (15 %) eIngegneria (12 %) e un certo ritardo,in considerazione anche della relativapopolazione studentesca, per quellidelle discipline umanistiche (4%),Medicina (5%) e Scienze dellaFormazione (4%).Secondo numerose indagini8, l'espe­rienza Erasmus è considerata a poste­riori "positiva o molto positiva" sia intermini accademici (91 % di Wl cam­pione di studenti intervistati), sia intermini sociali e culturali (98 % i).La questione del riconoscimento deiperiodi di studio all'estero, talloned'Achille nei primi anni del program­ma, è nettamente migliorata grazie alsistema ECTS (European CreditTransfer System)9, oggi adottato dapiù di mille università in tutta Europae divenuto la base di un sistema dicrediti largamente utilizzato anche in

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ambiti nazionali. Anche la prepara­zione linguistica, condizione indi­spensabile per una mobilità studente­sca di qualità, ha registrato dei pro­gressi grazie a una più consistenteofferta di corsi (prima del soggiornoall'estero o prima dell'inizio deicorsi), sia da parte delle AgenzieNazionali Socrates, sia da parte delleuniversità partecipanti.Ma qual è l'origine - e quale il desti­no - degli studenti Erasmus? Laprima questione, sollevata a piùriprese dal Parlamento Europeo, siriferisce a un certo luogo comune chevuole l'erasmiano come uno studenteprivilegiato, ed Erasmus come unprogramma elitario. In realtà, secon­do lmo studio voluto dal Parlamentostesso, realizzato da esperti indipen­denti e pubblicato dalla Commis­sione10, la popolazione degli erasmia­ni sembra non differire sostanzial­mente da quella degli studenti uni­versitari in genere (il 53% degli inter­vistati definisce il reddito dei genitoridi livello equivalente o inferiore allamedia). Tuttavia, se a livello europeola situazione socio-economica dellafamiglia non sembra rappresentareWl fattore importante, si può rilevareuna relazione tra basso reddito paren­tale e bassa partecipazione a Erasmusin quei paesi, come l'Italia e i paesidel Sud Europa in genere, in cui glistudenti vivono abitualmente con igenitori e in cui i regimi di aiuto aglistudenti sono limitati. Inoltre, laborsa di studio Erasmus (che, ricor­diamo, non intende sovvenzionarel'intero soggiorno all'estero e costitui­sce un semplice aiuto alle cosiddette

IL TRIMESTRE/Studenti nell'Europa del 2000

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"spese di mobilità"), serve in alcunipaesi a compensare la mancanza disovvenzioni pubbliche per studi all'e­stero.A livello europeo, un'interessantecaratteristica degli studenti Erasmusriguarda non tanto il loro backgroundeconomico, con le dovute eccezioni,quanto piuttosto il background cultura­le e educativo delle famiglie di origi­ne: sembra infatti appurato che i geni­tori degli erasmiani siano mediamen­te più qualificati di quelli della popo­lazione universitaria in generalell . Sipuò assumere che, in funzione dellivello d'istruzione dei genitori, deter­minate famiglie abbiano una maggio­re consapevolezza circa l'importanzadello studio all'estero insieme, forse, auna maggiore conoscenza o unmigliore accesso alle informazioni suiprogrammi europei. Il ParlamentoEuropeo, nel rispondere a tale rappor­to, ha sottolineato il bisogno di garan­tire, con Socrates II, un'autenticaparità di opportunità per studenti diogni paese e di ogni background, ath'a­verso studi, dibattiti e campagned'informazione più mirate.Quanto al "post-Erasmus", sembraormai provato12 che lo studio all'este­ro, soprattutto di medio-lungo perio­do (almeno sei mesi, ma soprattuttoun anno), non solo faciliti l'inserimen­to in W1a professione di tipo interna­zionale (in enti pubblici, privati, nongovernativi, etc., che può essere svol­ta all'estero o anche nel paese di ori­gine), ma soprattutto permette diridurre il noto fenomeno di "over-edu­cation" che spinge i laureati ad accet­tare lavori per i quali la laurea non èrichiesta. Sembra infatti che gli ex­studenti Erasmus, intervistati all'in­domani del completamento dei lorostudi universitari, tendano a trovarelavori coerenti con il proprio corso distudi13 e a valorizzare le competenzesviluppate grazie al soggiorno all'e­stero (conoscenza di W1a lingua e diW1 paese straniero, capacità di comu­nicare, di risolvere problemi, etc.).

L'Europa agli studenti

Con il crescere dell'Europa e della"dimensione europea dell'istruzio­ne", con la progressiva internaziona-

lizzazione dell'istruzione superiore econ l'incontestabile successo del pro­gramma Erasmus, Socrates ha affian­cato, alla tradizionale mobilità deglistudenti, una vasta gamma di attivitàeuropee volte a coinvolgere il corpodocente e gli studenti "non mobili",attraverso un impegno dell'intera isti­tuzione accademica accompagnato dauna Dichiarazione di strategia eUrD­pea14 .

Dal 1997 ad oggi sono stati lanciati,con buoni risultati, più di 300 tra corsidi studio, moduli europei, program­mi intensivi in tutte le discipline acca­demiche, organizzati in partenariatoda almeno tre università di paesidiversi15. Oltre a creare dei partena­l'iati transnazionali di grande valoreaccademico, tali progetti hanno arric­chito la gamma di corsi a disposizio­ne degli studenti "locali", con un evi­dente impatto sull'innovazione esulla qualità dell'offerta didattica inEuropa. Restano tuttavia dei progres­si da compiere, sia sul terreno dellaverifica e valorizzazione dei risultaticonseguiti, sia sul piano di un mag­giore "riconoscimento" di tali attività,il cui sostegno finanziario è ancoratroppo limitato (a causa del limitatobudget dell'intero programma Socratese di lID non elevato grado di selezio-

Politecnico di Milano: la "nave" nelcampus Leonardo

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ne) per poter dare luogo a un autenti­co "marchio" di qualità.Interessante l'esperienza delle "retitematiche Socrates", lanciate nel 1996con l'obiettivo di analizzare la dimen­sione europea delle singole disciplineaccademiche o di alcuni tematiche tra­sversali16, attraverso grandi networkpan-europei tra facoltà, istituti, centridi ricerca e associazioni professionali.Più modesti, invece, i risultati conse­guiti dagli scambi di docenti, nono­stante un elevato impatto potenziale(sul docente stesso, sugli studenti esui docenti "visitati", sulla didatticadelle due istituzioni coinvolte): ineffetti, soltanto un quarto delle borsedisponibili per soggiorni all'estero dibreve durata è stato utilizzato17, siaper varie resistenze a lasciare tempo­raneamente la propria cattedra (e ilproprio domicilio), sia per una man­cata valorizzazione, anche in terminidi carriera, di un soggiorno all'esterointeramente dedicato all'insegnamen­to e non alla ricerca. Per l'avvenire, siauspica che la riduzione del periodominimo di insegnamento (otto ore, oW1a settimana) possa facilitare l'usodi tale opportunità.

Conclusione

Molto resta ancora da fare per miglio­rare e facilitare la mobilità di studentie docenti in Europa (le istituzionieuropee stanno attualmente nego­ziando il testo di una Raccomanda­zione agli Stati membri18 per rimuo­vere gli ostacoli ancora esistenti in talsenso, mentre in parallelo la Pre­sidenza di turno francese ha adottatoun Piano d'Azione per la Mobilità 19),ma è indubbio che, come segnalatoanche dal presidente della Com­missione Romano Frodi di fronteall'europarlament020, "Erasmus (epoi Socrates) ha indubbiamente rap­presentato uno dei più significativiprogrammi europei". Nonostante ilimitati mezzi finanziari disponibili,resta llU1egabile il suo impatto suigiovani (in termini di cittadinanzaeuropea, di crescita personale, di"occupabilità"), sui docenti (in termi­ni di apertura internazionale e coope­razione europea), sulle istituzioni("attraversate" da flussi reali e virtua-

li, e dotate di strutture apposite) eanche sui sistemi nazionali: nessunadichiarazione e nessun processo diconvergenza sarebbe oggi possibile,in Europa, senza la caduta di barrierefisiche, tecniche e mentali che pro­grammi come Erasmus e Socrateshanno provocat021 .

NOTE

1 Il presente articolo riflette l'opinione persona­le dell'autore e non impegna in alcun modo laCommissione Europea.2 Soglia che sarà presumibilmente raggiuntanell'anno accademico 2001-023 Ai 15 paesi dell'Unione e ai tre dello SpazioEconomico Emopeo, si sono aggiunti, a partiredal 1997-98, undici paesi associati (dieci paesidell'Europa centro-orientale e Malta) a CLU pre­sto si aggiungerà Cipro. Secondo la DecisIOneche stabilisce il nuovo programma, anche laTurclùa potrebbe in futuro parteciparvi.4 Decisione del Parlamento e del Consiglio n.819/95/CE del 14 marzo 1995.5 Ufficialmente lanciato il 14 Marzo 2000 dalConsiglio Istruzione di Lisbona e con Decisionedel Parlamento e del Consiglio num.253/2000/CE del 24/1/2000, si compone di ot­to azioni di cui quattro pre-esistenti (Erasmus,Comenius, Lingua e Misme di accompagna­mento) e quattro nuove: Grwldtvig (ish'uzlonedegli adulti); Minerva (nuove tecnologie e istru­zione a distanza); Osservazione e innovazione;Azioni congiunte con altri programmi europei.6 Una delle ragioni alla base di Erasmus era ineffetti quella di stimolare la mobilità studentescaverso tutti i paesi della ComlUÙtà, e non soltan­to verso il cosiddetto "triangolo d'oro" costi­tuito dai tre paesi maggiori.7 La destinazione più richiesta è la Francia

UNIVERSITAS 78

(16,3% di studenti), seguita da Germania,Regno Unito, Spagna e Italia; la "classifica" deipaesi di origine è identica, con la sola differen­za che la Spagna è al terzo posto e il RegnoUnito al quarto. Dati riferiti all'anno 2000-01.Occorre sottolineare che la partecipazione ita­liana, inizialmente piuttosto limitata, è netta­mente migliorata in questi ultimi anni, sino agli11.000 studenti Erasmus del 1999-2000.8 In particolare, si vedano lo studio di valuta­zione finale del programma Socrates, realizza­to dall'Università di Kassel nel 2000 (disponibi­le SIi! sito Internet della Comnùssione europea,DG Istruzione e Cultura) e l'indagine sulla con­dizione socio-economica degli studentiErasmus (ibidelll), da cui sono tratte le statisti­che riportate nel testo.9 Secondo lo studio di valutazione finale diSocrates, 1'85 % degli studi seguiti all'estero èstato riconosciuto al ritorno.10 Indngine sul/n condizione socio-econolllicn deglistudenti Erasllllls, Rapporto della CommissioneEuropea, 2000. Si veda http://europa.eu.int/commieducation/socra tesierasmus/survey_i\pdf1 il 59% degli studenti Erasmus ha almeno ungenitore laureato, contro il 30% degli studentilUÙversitari.12 Si vedano F. Maiworm e U. Teichler, SlIidynbrond fl/ld en/'ly Cfl/'ee/'. Expe/'iences of fanne/'Eraslllus students, Jessica Kingsley Publishers,1997 e Socrates 2000, valutazione finale del pro­?famma Socrates.

il 72 % degli intevistati della prima delleinchieste citate in nota 9 risponde di compiereattività "appropriate" o "più che appropriate"allivello degli studi effettuati.14ll "Contratto Istituzionale Socrates" impegnainfatti il rettore, e non più i singoli dip,artimen­ti, per tutte le attività previste; la 'Dichiara­zione di strategia europea" introduce tale con­tratto, attraverso la presentazione dei fini, deimezzi e delle priorità europee dell'istituzione.15 Si tratta per la precisione di 70 CII/'/'iCIIln dilivello universitario, 117 di livello post-univer-

sitario, 131 moduli emopei e 18 corsi di linguaintegrati16 Delle circa cinquanta reti lanciate tra il 1996e il 2000, cinque erano coordinate da istituti ita­liani: "Immaginare l'Emopa - Rete interdisci­p!}nare di. studi filosofici, cult:urali, intermedia­li , coordmata dail'Uruverslta di Urbmo (prof.Baratta); "BIOTECHnology Network", Uni­versità di Perugia (prof.ssa Viola Magni);"crCERO, ELPIS e LYSIAS - Legai Educationand Training in the European Learningsociety", European Law Faculties Associationc/o UETP Toscana (prof. Grementieri);"COTREPA: The study of teaching of literaturefrom a European comparative perspective",Università di Bologna (prof.ssa Fortunati).17 Si tratta di circa 8 mila docenti all'alUlo, suWù di 30 mila posti disponibili.8 Raccomandazione proposta dalla Commis­

sione e in via di adozione da parte delParlamento e del Consiglio.19 Non si tratta di LUl atto legislativo ma di unasemplice raccolta di singole misure volte aincentivare e favorire la mobilità in Europa, daf<erseguire soprattutto a livello nazionale.O Discorso pronLU1Ciato il 4 maggio 1999, in

occasione della sua audizione in qualità diPresidente designato, vedi http://euro­pa.eu.int/comm/commissioners/prodi/spee­ches/designate/040599_en.hhn21 In effetti, molti degli elementi della Dichiara­zione di Bologna (il sistema dei crediti, la pro­mozione della mobilità, la dimensione europeadegli studi, la cooperazione in tema di qualitànell'istruzione, il Diploma supplement e la tra­sparenza dei titoli) si riferiscono implicitamen­te o esplicitamente a programmi e iniziativeeuropee già esistenti, in gran parte lanciate daErasmus.Nel corso del 2000, inoltre, Erasmus è stato ana­lizzato anche ai vertici del G-8 a Okinawa e alConsiglio europeo di Lisbona, dedicato allasocietà della conoscenza, e indicato come unimportante esempio di cooperazione in campoeducativo.

IL PROGRAMMA SOCRATES

Socrates1 è il programma d'azionecomunitaria in materia d'istruzione.La seconda fase del programma copreil periodo che va dal 10 gennaio 2000al 31 dicembre 2006. Farà tesoro del­l'esperienza maturata n.ella primafase (1995-1999) e ne svilupperà gliaspetti positivi, migliorando e inte­grando alcune azioni esistenti intro­ducendo, inoltre, alcune novità.Socrates si basa sugli articoli 149 e 150del Trattato sull'Unione Europea.Secondo l'articolo 149 la Comunità"contribuisce allo sviluppo di un'i­struzione di qualità" mediante unagamma di azioni da realizzare instretta collaborazione con gli Statimembri. li Trattato prevede inoltre

l'impegno a promuovere l'apprendi­mento lungo tutto l'arco della vita pertutti i cittadini dell'Unione.Gli obiettivi che Socrates si prefiggesono specificati nella Decisione cheistituisce il programma2. Essi posso­no essere così sintetizzati:• rafforzare la dimensione europea

dell'istruzione a tutti i livelli e age­volare un ampio accesso transna­zionale alle risorse educative inEuropa, promuovendo nel contem­po le pari opportunità in tutti i set­tori dell'istruzione;

• promuovere un miglioramentoquantitativo e qualitativo dellaconoscenza delle lingue dell'Unio­ne Europea, in particolare di quelle

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meno parlate e meno insegnate;• promuovere la cooperazione e la

mobilità nel settore dell'istruzione,in particolare:- incentivando scambi tra istitutid'istruzione,- incoraggiando l'insegnamentoaperto e a distanza,- perfezionando i sistemi di ricono­scimento dei diplomi e dei periodidi studio,- sviluppando lo scambio di infor­mazioni,- e contribuendo a rimuovere gliostacoli esistenti;

• incoraggiare l'innovazione nellosviluppo di metodologie e materialididattici, nonché esaminare questioni

IL TRIMESTRE/Studenti nell'Europa del 2000

Politecnico di Milano: la sala di lettura della biblioteca

d'interesse comune riguardanti lapolitica in materia di istruzione.Nel perseguimento di questi obiettivi,il programma inten~ promuovere laparità tra donne e uomini e pariopportunità per le persone disabili, econtribuire attivamente alla lotta con­tro l'esclusione sociale, il razzismo ela xenofobia.

Il programma Socrates si realizza tra­mite le seguenti tipologie di attività:mobilità transnazionale delle personenel settore dell'istruzione in Europa;• progetti basati su partenariati trans­

nazionali intesi a sviluppare l'inno­vazione e la qualità nell'istruzione;

• promozione delle conoscenze lin­guistiche e della comprensione del­le diverse culture;

• utilizzo delle tecnologie dell'infor­mazione e della comunicazione(TIC) nel settore dell'istruzione;

• reti di cooperazione transnazionaliche facilitino lo scambio di espe­rienze e di esempi di buona prassi;

• osservazione e analisi comparativadei sistemi educativi e delle politi­che in materia di istruzione;

• attività finalizzate allo scambio diinformazioni e alla diffusione degliesempi di buona prassi e delle inno­vazioni.

Le attività sopra descritte si realizza­no nell'ambito di una serie di "azio­ni" nel settore dell'istruzione.

Comenius si prefigge di migliorare laqualità e rafforzare la dimensioneeuropea dell'insegnamento scolasti­co, incoraggiando la cooperazionetransnazionale fra istituti scolastici econtribuendo ad un miglioramentodelle competenze professionali delpersonale direttamente impegnatonel settore dell'insegnamento scola­stico, e di promuovere la conoscenzadelle lingue e la sensibilizzazioneinterculturale.

Erasmus3 si prefigge di migliorare laqualità e rafforzare la dimensioneeuropea dell'insegnamento superiore,incoraggiando la cooperazione tran­snazionale fra istituti d'insegnamentosuperiore, accrescendo la mobilità distudenti e docenti universitari, miglio­rando la trasparenza e il riconosci­mento accademico degli studi e delle

qualifiche in ogni paese dell'Unione.

Grundtvig4 intende rafforzare la qua­lità, la dimensione europea, la dispo­nibilità e l'accessibilità dell'apprendi­mento lungo tutto l'arco della vitaattraverso l'educazione degli adultinel senso più lato, offrire miglioriopportunità d'istruzione a coloro chelasciano la scuola senza qualifiche dibase e stimolare l'innovazione attra­verso percorsi di apprendimentoalternativi. Oltre all'apprendimentoche avviene nell'ambito di un regola­re sistema educativo, ciò comprendeanche le cognizioni che si acquisisco­no in modo informale o autonomo.

Lingua, che riguarda l'insegnamento el'apprendimento delle lingue, sostienele altre azioni di Socrates con misureintese a promuovere e mantenere ladiversità linguistica nell'ambito dellaComw1ità, a migliorare la qualità del­l'insegnamento e dell'apprendimen­to delle lingue e ad agevolare l'acces­so ad opportunità di apprendimentolinguistico adeguato alle necessitàindividuali lungo tutto l'arco dellavita.

Minerva promuove la cooperazioneeuropea nel settore dell'insegnamen­to aperto e a distanza e in quello delletecnologie dell'informazione e della

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comunicazione applicate all'istruzio­ne. A tale scopo, questa azione pro­muove W1a migliore comprensionetra insegnanti, discenti, decisori egrande pubblico delle implicazionidell'insegnamento aperto e a distanzae delle tecnologie dell'informazione edella comunicazione per l'istruzione;contribuisce a garantire che sia attri­buita adeguata importanza agli aspet­ti didattici nella realizzazione di pro­dotti e servizi educativi multimedialie basati sulle tecnologie dell'informa­zione e della comunicazione; pro­muove l'accesso a metodi e risorseeducative migliori in questo campo.

Osservazione e innovazione in mate­ria di politiche e sistemi educativi.L'azione contribuisce a migliorare laqualità e la trasparenza dei sistemi diistruzione e a dare impulso al proces­so d'innovazione riguardante il setto­re dell'istruzione in Europa mediantelo scambio di informazioni e di espe­rienze, l'individuazione delle buoneprassi, l'analisi comparativa dei siste­mi e delle politiche in tale settore,nonché attraverso il dibattito e l'ana­lisi di questioni d'interesse comuneriguardanti le politiche dell'istruzio­ne. Questa azione prevede anche ilsostegno finanziario per le retiEurydice e Naric nonché per le visitedi studio Arion.

Azioni congiunte, che creano un col­legamento tra Socrates e altri pro­grammi comunitari, in particolareLeonardo da Vinci (per la formazioneprofessionale) e Gioventù.

Misure di accompagnamento a soste­gno di una serie di iniziative che con­tribuiscono alla realizzazione degliobiettivi del programma mediante atti­vità di sensibilizzazione e di informa­zione, di diffusione e formazione, non­ché attività intraprese da associazioni eorganizzazioni non governative.

Possono partecipare a Socrates:• gli Stati membri dell'Unione

Europea: Belgio, Danimarca, Ger­mania, Grecia, Spagna, Francia,Irlanda, Italia, Lussemburgo, PaesiBassi, Austria, Portogallo, Finlan­dia, Svezia e Regno Unito;

• i paesi AELS e SEES: Islanda, Liecht­enstein, Norvegia;

• i paesi candidati all'adesione;• i paesi associati dell'Europa centra­

le e orientale (PECO): Bulgaria,Repubblica ceca, Estonia, Ungheria,Lettonia, Lituania, Polonia, Roma­nia, Slovacchia e Slovenia;

• Cipro, Malta e Turchia.La partecipazione dei paesi sopraelencati che non sono ancora statimembri dell'Unione Europea è sog­getta al perfezionamento delle proce­dure giuridiche formali, che dovreb-

UNIVERSITAS 78

bero - secondo le previsioni - conclu­dersi in tempo utile per consentire atali paesi di partecipare fin dal 2001,eccezion fatta per la Turchia per laquale il 2000 è stato un anno prepara­torio e che comincerà a parteciparesolo in un secondo tempo. Prima dipresentare una domanda di sostegnofinanziario è pertanto auspicabile chei candidati chiedano conferma allapropria Agenzia nazionale circa ipaesi già ammissibili, o che consulti­no, a tal proposito, il sito Internet diSocrates.Per determinate azioni del program­ma 'può essere previsto un sostegnofinanziario di entità limitata per con­sentire a persone o istituti di paesi nonfiguranti nell'elenco di cui sopra dipartecipare ad alcune attività specifi­che. In tal caso, le relative informazio­ni sono reperibili negli inviti annualie/o specifici a presentare proposte enei relativi moduli di candidatura.

Socrates riguarda l'istruzione di ognitipo e livello e si rivolge, in particola­re, a:• alunni, studenti e altri discenti; per­

sonale direttamente coinvolto nel­l'insegnamento;

• tutti i tipi di istituti di istruzionedichiarati eleggibili da ciascunpaese partecipante;

• persone ed organismi responsabilidei sistemi e delle politiche dell'i-

struzione a livello locale, regionalee nazionale.

A determinate azioni del programmapossono partecipare altri organismipubblici o privati, in particolare:• enti e organizzazioni locali e regio­

nali;• associazioni che operano nel settore

dell'istruzione, comprese quelle distudenti, insegnanti e genitori;

• le parti sociali;• centri di ricerca esperti nelle analisi

in materia di istruzione;• imprese e consorzi, organismi pro­

fessionali, organizzazioni di catego­ria e camere di commercio e dell'in­dustria.

Per ulteriori informazioni si possonoconsultare i siti web dell'UnioneEuropea (www.europe.eu.int) Com­missione Europea (www.europe.eu.int/com).

NOTE1 Il testo è un adattamento della presentazionedel programma Socrates contenuta in"Programma Socrates - Guida del candidato~edizlOnemaggio 2000)".

Decisione n. 2S3/2000/CE del Parlamentoeuropeo e del Consiglio del 24 gennaio 2000,Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee n. L28 del 3.2.2000.3 Per maggiori informazioni vedi gli articoli diMassimo Gaudina e Soccorsa Le Moli pubbli­cati in questo "Trimestre".4 Per magl7iori informazioni vedi la schedarelativa aTl Azione Grundtvig pubblicata in~uesto "Trimestre".

Aels: Associazione eUl'Opea di libero scambio;See: Spazio economico europeo.

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GRUNDTVIG: EDUCAZIONE DEGLI ADULTIEALTRI PERCORSI EDUCATIVI

Perché è nato

Grundtvig1 si propone di migliorarela qualità e la dimensione europeadell'educazione degli adulti in sensolato e di contribuire a rendere piùaccessibili per i cittadini europei leopportunità di apprendimento lungotutto l'arco della vita. Unitamente aComenius (insegnamento scolastico)e ad Erasmus (insegnamento superio-

re), costituisce un trio di azioni setto­riali nell'ambito del programmaSocrates volto a promuovere l'inno­vazione e a favorire la qualità, l'acces­sibilità e la dimensione europea del­l'apprendimento lungo tutto l'arcodella vita in tutti i paesi partecipanti.I principali obiettivi operativi diGrundtvig si possono così sintetizzare:• promuovere la cooperazione a livel­

lo europeo in materia di apprendi-

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mento lungo tutto l'arco della vitatra gli organismi operanti nell'edu­cazione degli adulti o nell'istruzio­ne di recupero;

• contribuire a migliorare la forma­zione delle persone impegnate nel­l'educazione degli adulti, secondola definizione ampia che ne dà l'a­zione Grundtvig;

• promuovere la creazione di "pro­dotti" concreti e di altri risultati che

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rivestano un ampio potenziale perpiù paesi europei;

• favorire il dibattito sull'apprendi­mento lungo tutto l'arco della vita econtribuire alla diffusione di buoneprassi.

I destinatari

Il concetto di "apprendimento ededucazione degli adulti" è estrema­mente vasto nell'azione Grundtvig.Esso abbraccia tutte le modalità diapprendimento: da quello che avvie­ne nell'ambito di un regolare sistemaeducativo per adulti, formale e non, aquello che segue modalità più "infor­mali" come l'apprendimento autono­mo, le cognizioni acquisite parteci­pando all'attività di organizzazionilocali o più semplicemente il processodi apprendimento che avviene nelcorso della vita quotidiana.Ai fini dell'azione Grundtvig, per"adulto" s'intende:• tutte le persone di età superiore ai

25 anni;• tutte le persone di età compresa tra

i 16 e i 24 anni, che non sono piùinserite nell'istruzione iniziale alivello secondario superiore nel­l'ambito del sistema scolastico for­male dei paesi partecipanti.

Grundtvig si rivolge alle persone chedesiderano studiare per i motivi piùvari, tra i quali:• migliorare la propria capacità di

svolgere un ruolo pieno e attivonella società e sviluppare la propriasensibilità interculturale;

• migliorare la propria idoneità al­l'occupazione acquisendo nuovecompetenze generali o aggiornandoquelle già possedute;

• migliorare la propria capacità diaccedere o riaccedere al sistemaeducativo formale.

Gmndtvig è pertanto complementarerispetto alle attività rivolte in modo piùspecifico alla formazione professiona­le, che ricevono il sostegno finanziariodel programma Leonardo da Vinci.Benché Grundtvig sia rivolto a tutti idiscenti adulti nel senso più ampiodel termine, ricevono particolareattenzione le attività riguardanti:• persone prive di istruzione e di

qualifiche di base;

• persone che abitano in zone rurali osvantaggiate, o che sono svantag­giati per motivi socioeconomici;

• persone con bisogni speciali inmateria di istruzione;

• persone appartenenti ad altri gmp­pi "difficili da raggiungere" chegeneralmente non prendono parte ainiziative di istruzione per adulti odi istruzione permanente.

Grundtvig è aperto a tutti gli organi­smi che operano nel campo dell'edu­cazione degli adulti, secondo l'ampiadefinizione di cui sopra. La natura elo status di tali organismi possonovariare molto da un paese all'altro ein funzione dei singoli settori in cui siarticola l'educazione degli adulti. Laseguente classificazione dei contestidi apprendimento cui è rivolta l'azio­ne Grundtvig, così come i relativiesempi, hanno valore puramenteindicativo e servono unicamente afornire una base concettuale di riferi­mento ai potenziali beneficiari diGrundtvig in tutti i paesi partecipanti:• organismi appartenenti al sistema

formale: si tratta generalmente diistituti scolastici o universitari cheoffrono corsi speciali per adulti chedesiderano ottenere un diplomad'istruzione di livello base, medio­inferiore, medio-superiore o supe­riore (ossia, scuole secondarie supe­riori per studenti adulti, scuole civi­che per l'educazione degli adulti,università serali, etc.);

• organismi appartenenti al cosiddettosistema non formale: in questa catego­ria possono figurare "attori" di gene­re e livello variabili, quali scuolemedie superiori popolari, associazio­ni, organizzazioni con o senza scopodi lucro, iniziative finanziate daglienti locali etc., che offrono opportu­nità d'istruzione non inserite dinorma in un curriculum concordato evalidato a livello ufficiale (regionaleo nazionale). Qui Grundtvig si tro­verà a operare in territori relativa­mente inesplorati, in continuo muta­mento, con iniziative prese da unnumero sempre crescente di opera­tori non formali dell'istruzione, acominciare da imprese del settoreprivato che gestiscono programmid'istruzione nell'ambito del propriooggetto sociale, per finire agli ospe-

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dali e alle carceri, le cui strutture diapprendimento e i cui corsi fornisco­no spesso ai discenti interessati otti­me occasioni di "recupero";

• apprendimento informale e "altri per­corsi educativi": Grundtvig si rivolgeanche a questi settori. Si definisce"apprendimento informale" quelloche avviene in modo non program­mato, al di fuori delle strutture diapprendimento cosiddette "norma­li" o "convenzionali". Tra queste for­me rientrano gli insegnamenti rice­vuti da persone del proprio livello,l'apprendimento in famiglia, quellonell'ambito di associazioni di volon­tariato e così via. Può essere inseritoin questa categoria anche l'''autoap­prendimento" o "apprendimentoautonomo", benché questo possaavvenire sia a livello individuale siain una struttura organizzata.

Per motivi di brevità e semplicità, nelprosieguo di questo documento i rife­rimenti al sistema non formale s'inten­dono comprendere anche la categoriadell'"apprendimento informale".Sono ammessi a partecipare ai quattrofiloni di attività di Grundtvig gli orga­nismi descritti nel seguente elenco:organismi operanti nell'educazionedegli adulti e appartenenti al sistemaformale o non formale (ad esempio,scuole primarie e secondarie con corsiper adulti, scuole secondarie popola­ri, scuole finanziate da enti locali);università che svolgono attività diricerca e/odi sviluppo di curriculaper adulti, o che offrono opportunitàdi istruzione per discenti adulti; orga­nismi che si occupano della formazio­ne dei docenti per adulti; autoritàlocali e regionali; organismi operantinell'educazione degli adulti e appar­tenenti al sistema non formale e infor­male, ad esempio fondazioni e asso­ciazioni senza scopo di lucro, sinda­cati e associazioni degli imprenditori,biblioteche e musei, ospedali, carcerie riformatori, associazioni sportive,organismi di quartiere e altri "attori"che soddisfano una domanda specifi­ca di apprendimento.

La struttura generale

Grundtvig si articola in quattro sot­toazioni:

GRUNDTVIG 1 - Progetti europei di coo­perazione per l'educazione degli adulti el'apprendimento lungo tutto l'arco dellavita. Un progetto europeo di coopera­zione nell'ambito di Grundtvig èlm'attività consistente nella collabo­razione fra istituti/organismi didiversi paesi europei, che apportanoal progetto il proprio patrimonio diconoscenza ed esperienza per rag­giungere risultati concreti e innovati­vi, di indiscutibile valore europeo. Inmolti casi, ciò significa effettuareesperienze pilota in aree strategiche eprodurre strumenti didattici di eleva­ta qualità. I progetti intendono inoltrerafforzare la dimensione europea nelsettore dell'educazione degli adulti.GRUNDTVIG 2 - Partenariati di apprendi­mento. Il partenariato di apprendi­mento Grundtvig è un dispositivo perattività di cooperazione su piccolascala fra organismi che operano nelcampo dell'educazione degli adultinel senso più ampio del termine.

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Rispetto ai progetti di cooperazione,più orientati al "prodotto" o comun­que ai risultati, i partenariati diapprendimento sono maggiormenteimperniati sul processo, e volti a incre­mentare la partecipazione degli orga­nismi più piccoli che intendono inseri­.~e la cooperazione europea fra le pro­prie attività nel campo dell'istruzione.GRUNDTVIG 3 - Attività individuali dimobilità per il personale degli istituti diistruzione degli adulti. L'obiettivo diGrundtvig 3 è quello di contribuire amigliorare la qualità dell'apprendi­mento lW1go tutto l'arco della vitaconsentendo ai docenti che operanonegli istituti d'istruzione per adulti,nel senso più ampio del termine, e aquelli che operano nella formazionedei docenti di frequentare corsi di for­mazione di durata compresa fra una equattro settimane in un paese diversoda quello in cui normalmente lavora­no. I partecipanti sono così stimolati amigliorare le proprie capacità didatti-

che, formative e di consulenza e adacquisire una più approfondita cono­scenza della formazione permanentein Europa.GRUNDTVIG 4 - Reti Grundtvig. Loscopo delle reti Grundtvig è quello diconsolidare i legami tra i diversi"attori" dell'educazione degli adultinel senso più ampio del termine, dioffrire loro la possibilità di collabora­re in modo più stabile ed efficace e diacquisire una più approfondita cono­scenza della dimensione europeadella formazione permanente.

Per ulteriori informazioni suGrundtvig, con esempi di attività,consultare il sito web http:/ I euro­pa.eu.intlcommieducation/SOCRATESI adult/home.html

NOTA1 Il testo è un adattamento della presentazionedel programma Grundtvig contenuta in"Programma Socrates - Guide del candidato(edizione maggio 2000)".

Veduta dell'area delle ex-Officine del Gas, ridestinata a insediamento del Politecnico di Milano (foto Stefano Topuntoli)

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IL TRIMESTRE/Studenti nell'Europa del 2000

BILANCIO DI SOCRATES ISoccorsa Le Moli

Ministero dell'Università e della Ricerca scientiftca e tecnologica - Ufficio V

Con il programma Socrates I SI evoluto realizzare uno strumento qua­dro che raccogliesse tutte le iniziativecomunitarie del settore istruzione,riconoscendo un carattere trasversalea questioni quali ad esempio l'inse­gnamento e l'apprendimento dellelingue straniere, o l'uso delle nuovemetodologie didattiche.I pochi anni a disposizione (5 anni, dicui almeno 2 di transizione), le risorsefinanziarie non sempre sufficienti, lapresenza di procedure complessehanno consentito di sfruttare solo inparte le potenzialità del programma.Nonostante questo, l'esperienza com­plessivamente positiva ha permessodi rinnovare il programma e di for­mularne la seconda fase con i neces­sari aggiustamenti, tra cui una duratapiù lunga, un budget globale più con­sistente, una struttura adeguatamentemodificata.

La partecipazione italianaa Erasmus

All'interno di questa cornice, Erasmusha rappresentato una delle azioni piùrilevanti alla quale è stato destinatopiù del 50% delle risorse finanziariedi Socrates I.Anche Erasmus è stato oggetto diprofonde modifiche di cui le princi­pali hanno riguardato:-l'inserimento del contratto istituzio-

nale, come strumento di dialogo trale università e la CommissioneEuropea;

-la possibilità di estendere l'uso diECT5 a tutte le istituzioni.

Il contratto istituzionale, realmenteintrodotto a partire dal 1997-98, hatrovato la sua ragione di essere nellaconsiderazione che i tempi eranomaturi per promuovere una interna­zionalizzazione dei percorsi formativicome espressione di una strategia

complessiva di ateneo all'internodella quale il lavoro dei singoli vienepienamente riconosciuto e valorizza­to. All'interno del contratto istituzio­nale si sono collocate tutte le attivitàdi progettazione e sperimentazionedelle istituzioni (curricula integrati,sviluppo di moduli europei, mobilitàdei docenti, etc.), nonché gli accordiinteruniversitari propedeutici allamobilità studentesca.L'estensione di ECT5, inoltre, ha rap­presentato il superamento della fasepilota. Era ormai ampiamente dimo­strata la validità di ECT5 come stru­mento di trasparenza e comparazionedei sistemi.

Il contratto istituzionale

Per quanto riguarda l'Italia, le istitu­zioni hanno aderito al programmacon entusiasmo. Nell'ultimo anno diSocrates I ( a.a. 1999-2000), si è giuntiad avere 95 istihlzioni titolari di uncontratto istituzionale, ossia tutte leuniversità e buona parte di istituzioninon universitarie eleggibili.Grazie alle recenti riforme nazionalidel sistema di formazione superioreartistico e musicale, che ha consentitol'ammissione dei conservatori allaseconda fase del programma, si puòragionevolmente ipotizzare una piùampia partecipazione del settore nonuniversitario nei prossimi anni.La gestione del contratto istituzionaleha comportato necessariamente unaserie di cambiamenti di tipo organiz­zativo all'interno degli atenei. Conmodalità e risultati differenti, granparte delle istituzioni universitariehalmo costituito o riorganizzato i pro­pri uffici per le relazioni internazio­nali l , e hanno attivato strutture e pro­cedimenti interni di coordinamento edi monitoraggio.La partecipazione italiana allo svilup-

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po di progetti curricolari integrati(CDI, CDA) o di moduli europei (EM),seppure con notevoli differenze, èstata nel suo complesso soddisfacen­te. Sarà interessante verificare neiprossimi almi quanti dei progettifinanziati con Socrates supereranno lafase pilota e diventeranno realmenteparte dell'offerta formativa dell'isti­tuzione proponente.La mobilità dei docenti è risultatainvece deludente. L'Italia è stata tra ipaesi che hanno utilizzato meno que­sto strumento, anche se va detto che alivello europeo le cose non sonoandate molto meglio. Per la mobilitàdei docenti esistono difficoltà nel pro­grammare i flussi con largo anticipo edifficoltà legate ai calendari accade­mici e agli impegni didattici.In tre almi accademici si è assistito adun costante incremento di istituzioniche hanno ottenuto un finanziamentoper la messa a punto di ECT5, in alcu­ne o in tutte le aree disciplinari, che sisono sottoposte a valutazione delladocumentazione prodotta2 o che han­no ospitato visite di esperti ECT5.

La mobilità studentesca

Un discorso più approfondito meritala mobilità studentesca. Questa sicolloca come evento finale di unaserie di azioni che l'istituzione diappartenenza mette in atto e che vadalla scelta dei partner, alla stipula diaccordi, ad una programmazione deiflussi. A sua volta, il contratto istitu­zionale rappresenta la garanzia chegli accordi con le università partner,in esso contenuti, trovino l'approva­zione degli organismi didattici com­petenti e che il periodo di studi all'e­stero sia pienamente riconosciuto allostudente.Da un punto di vista quantitativo, sulma mobilità Erasmus pari a circa

347.000 studenti europei nel periodo1995-99, la mobilità italiana realizzataha rappresentato 1'11% con più di38.000 studenti. Nel 1998-99, l'Italia siè collocata al quarto posto, dopoFrancia, Germania e Spagna, con unnumero di studenti pari a 11.868.La domanda di mobilità, nel suo com­plesso, ha subito un incremento ognianno e la maggioranza delle nostreistituzioni ha dimostrato una buonacapacità di programmazione. Ciò haposizionato l'Italia tra i primi duepaesi europei a più alto tasso di rea­lizzazione di mobilità studentesca(60%) rispetto alla previsione inizialecontenuta nel contratto istituzionale.Le aree disciplinari maggiormenteinteressate dalla mobilità sono statequelle umanistiche, linguistiche,sociali ed economiche seguite dai set­tori di giurisprudenza, ingegneria,architettura, agraria e di scienze natu­rali, mentre medicina resta tra i campidisciplinari meno presenti. Questadistribuzione è in linea con i dati dimobilità Erasmus complessiva a livel­lo europeo, anche se con qualche dif­ferenza come nel caso di medicina chenel nostro paese è meno presente chein altri, e dell'area relativa alla forma­zione insegnanti che in Italia solorecentemente vede coinvolto il siste­ma di istruzione superiore.Pur riconoscendo il forte impegnoche tutte le istituzioni italiane hannomostrato nell'offrire ad un più ampionumero di studenti l'opportunità difruire del programma, la percentualedi studenti Erasmus rispetto allapopolazione studentesca di riferi­mento è ancora molto eterogenea.Esistono squilibri regionali tra nord esud, con picchi positivi soprattuttoper le istituzioni situate in regioniquali il Trentino, il Friuli-VeneziaGiulia e il Veneto.Se questa percentuale cambia rispettoall'area geografica di appartenenza,essa varia maggiormente se si consi­dera la mobilità per area disciplinarerispetto agli iscritti ai corsi di studiocorrispondenti. Si osservano ad esem­pio valori intorno al 3,7% nell'arealinguistica, e valori di poco più di 0,5nell'area di ingegneria. Non sempre,tuttavia, tra le aree disciplinari diErasmus ed i corsi di studio vi è per­fetta corrispondenza.

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I paesi verso i quali si è realizzata lamaggior mobilità sono nell'ordine laSpagna, la Francia, la Gran Bretagna ela Germania. Si tratta dei paesi chehanno il maggior potenziale di ricetti­vità in Europa e che, insieme all'Italia,realizzano circa il 70 % della mobilitàstudentesca complessiva in Europa.Tuttavia la preferenza verso laSpagna, rispetto a paesi più ricettiviquali la Germania, può nella maggiorparte dei casi ricondursi all'esistenzadi un maggior numero di accordi traistituzioni italiane e spagnole, aminori ostacoli linguistici nonché alminore costo della vita.

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La mobilità verso l'Italia

Un sistema si definisce internazionale'e competitivo se ha anche la capacitàdi attirare studenti sh'anieri in misuraalmeno pari a quanti ne invia all'este­ro. In Socrates I, i dati sui flussimostrano che in Italia, anche se coneccezioni, complessivamente si accol­gono meno studenti di quanti se neinviano: nel 1997-98 abbiamo ospitato5.667 studenti stranieri a fronte di9.334 partiti; nel 1998-99, 6.953 contro10.868 italiani. Anche se questa diffe­renza è legata in parte ad una diversacapacità di realizzazione della mobi­lità da parte delle istituzioni di appar­tenenza, si tratta di lm fenomeno cheva tenuto sotto controllo in quanto inItalia esistono oggettivi fattori dirischio legati principalmente a barrie­re di tipo linguistico e a problemilegati all'accoglienza.Rispetto ai paesi di provenienza, laSpagna è al primo posto seguita dallaGermania, la Gran Bretagna e laFrancia.

Gli studenti Erasmus italiani

Nel 1998, su richiesta del Parlamentoeuropeo, l'allora Direzione GeneraleXXII della Commissione Europea hacondotto una indagine su un campio­ne di 20.000 studenti Erasmus con lacollaborazione delle Agenzie Nazio­nali Socrates-Erasmus, per analizzareil retroterra socio-economico deglistudenti Erasmus.L'indagine è stata oggetto di una rela-

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zione presentata agli inizi del 20003, aconclusione della quale la Com­missione ha formulato alcune racco­mandazioni agli Stati membri tra cuil'approfondimento dello studio alivello nazionale.Il Ministero dell'Università e dellaRicerca scientifica e tecnologica hadeciso di avviare un approfondimen­to sia comparando i risultati dell'in­dagine con i risultati di altri studi,come ad esempio "Eurostudent", siaanalizzando una popolazione di lau­reati che avessero effettuato un'espe­rienza Erasmus rispetto ad una popo­lazione di controllo.Il primo aspetto è stato curato daGiovanni Finocchietti della Fonda­zione Rui, coordinatore italiano del­l'indagine "Eurostudent"; mentre peril secondo tipo di studio è stato inca­ricato Andrea Cammelli, ordinarionell'Università di Bologna, responsa­bile della banca dati Alma Laurea.Evidenziando solo alcuni elementiemersi, rimando alla lettura dellerispettive pubblicazioni per unapprofondimento.4Dal lavoro curato da GiovanniFinocchietti, è risultato che:1) la condizione socio-economicadegli studenti Erasmus italiani è mag­giormente eterogenea della mediacomunitaria. Tra gli italiani, il 62%proviene da famiglie di livello cultu­rale medio-basso contro il 40% rileva­to a livello europeo, così come il 44%degli studenti italiani appartiene afamiglie di condizione socio-econo­miche medio-basse mentre la percen­tuale scende al 32% a livello europeo.Questa situazione rispecchia, anche secon una tendenza verso l'alto, la com­posizione sociale della popolazionestudentesca dell'università italiana.2) Le famiglie tendono a coprire laparte più rilevante delle spese daaffrontare per gli studi all'estero(mediamente il 56%), mentre la borsaErasmus copre circa il 24%, con diffe­renze legate al costo della vita nelpaese di destinazione.3) Nonostante le difficoltà economi­che riscontrate dalla maggioranzadegli studenti italiani intervistatiunite a difficoltà sul piano umano epersonale, la valutazione degli stu­denti rispetto alla propria esperienza

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TIL TRIMESTRE/Studenti nell'Europa del 2000

è positiva sia in termini accademiciche socio-culturali.

Nell'analisi condotta dal prof. Cam­melli su circa 40.000 laureati di 18 uni­versità, di cui poco più del 7% vanta­no un'esperienza Erasmus, 1'8,6% conun'esperienza all'estero di brevedurata, e poco più dell'80% senzaalcuna esperienza di studio all'estero,si evidenziano risultati paragonabiliper quanto riguarda la situazionesocio economica, seppure con qualchedifferenza che può trovare spiegazio­ne nel differente campione utilizzato.L'indagine analizza anche le petfor­mance del gruppo di laureati Erasmusrispetto ai non Erasmus, rilevando untempo mediamente inferiore nel con­seguire il titolo finale nonché unavotazione media di circa 4 puntisuperiore, anche a parità di condizio­ne socio-economica e nell'ambitodello stesso corso di studi.Sebbene le differenze non siano parti­colarmente accentuate, l'indagine hamesso in evidenza come, tra tutti ilaureati che lavorano dopo la laurea,gli Erasmus risultino occupati inminor tempo ed in percentuale mag­giore.

Considerazioni conclusive

È indubbio che il programmaSocrates abbia rappresentato per tuttigli attori coinvolti un laboratorio disperimentazione e abbia svolto la suafunzione di stimolo e di avvicinamen­to tra i sistemi dei diversi paesi.I risultati ottenuti mostrano il cre-

scente interesse del mondo accademi­co italiano nei confronti dei processidi internazionalizzazione. I differentistrumenti a disposizione sono statiutilizzati con maggiore o minore effi­cacia e tra i compiti della nuovaAgenzia Nazionale andrà rafforzatal'azione di diffusione delle buonepratiche.E maturata la consapevolezza che leopportunità offerte dal programmavadano integrate con altre esistenti alivello nazionale e comunitario,garantendo così il raggiungirnento dirisultati più duraturi coerenti anchecon gli obiettivi che il sistema di istru­zione superiore nazionale si è datonegli ultimi anni.Infine, per quanto riguarda la mobi­lità studentesca, dai risultati delleindagini è emerso un problema socio­economico che dovrà essere risoltonelle sedi opportune.Chi va a studiare all'estero per unperiodo della propria carriera di stu­dente utilizza Erasmus. Le borsecomunitarie sono finalizzate a contri­buire in parte alle spese e ciò ha resonecessaria l'integrazione economicada parte delle istituzioni.In futuro, le risorse finanziarie asse­gnate all'Italia saranno insufficientirispetto alla domanda. Se da un latoandranno attivate strategie e proce­dure adeguate a livello locale, analo­gamente andranno attivati o poten­ziati altri strumenti a livello naziona­le. Ad esempio, l'attivazione di unsistema di prestiti così come l'aumen­to delle risorse destinate al diritto alloshldio potranno servire anche a que­sto scopo.

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NOTE1 A. CAMMlSA, P. SCIOLI, L. SARNO, Relazioni vera­mente intel'l1azionali?, in Universitas, n. 72-73,1999.2 P. BLOCK, Report for the EuropeanCorrunission - Qualitative analysis of ECTSinformation packages, August 2000.3 COMMISSIONE EUROPEA, DGEAC, Indagine slillasitllazione socio econoll/ica degli stlldenti Erasll/lIs,COM(2000) 4, def. 18.01.2000, Brussels.4 G. FINOCCHIETII, L'esperienza della II/obilitàil/ternazionale: gli stlldenti EraslI/lis italiani,Fondazione Rui/Murst, 2000.A. CAMMELLI, S. GHISELLI, G. P. MiGNOLI, I lall­reati Socrates-EraSIII/IS anno 1999 - Origine socia­le, Cl/rricllillm stlldiol'lllll, cOl/diziol/e oCCl/paziona­le, Osservatorio Statistico dell'Università diBologna/Murst, 2000.

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"ERASMUS, UN'OPPORTUNITADA NON PERDERE

a cura di Livio Frittella

"Un'esperienza positiva sia dal plmtodi vista accademico che umano";"fantastico"; "migliore di quantopotessi immaginare"; "un'esperienzagrandiosa"; "è stato bellissimo".Questi sono soltanto alcuni dei com­menti entusiastici espressi dai giovaniche hanno effettuato un periodo distudi all'estero nel quadro del pro-·.gramma Erasmus. Le note stonate chehanno caratterizzato un'esperienzaaltrimenti positiva - a giudicare daquanto affermato dagli studenti chehanno risposto al questionario propo­sto da Universitns - sono davveropoche, e riguardano soprattutto l'esi­guità della borsa concessa dal pro­gramma, ritenuta gravemente insuffi­ciente e pertanto da integrare confondi familiari. Però, per tutti gli altriaspetti, si passa da un'enfasi cherasenta il trionfalismo a giudizi intrisidi moderata ma completa soddisfa­zione.Tra questi ultimi, ecco quello espressoda Alessio Laurenzano, 23 anni,facoltà di Economia della Bocconi,quattro mesi a Manchester: "L'hoscelta per la sua notorietà e l'apprez­zata reputazione di cui gode a livellointernazionale, in campo economico escientifico. All'inizio ero un po' scetti­co, soprattutto SlÙ contributo che que­sta esperienza mi avrebbe potutodare dal punto di vista universitario,per le difficoltà a seguire i corsi in lin­gua straniera. In realtà dopo le primesettimane la difficoltà si 'riduce' allostudio di grossi volumi, e la linguanon è più il problema principale. Dalpunto di vista umano, invece, l'arric­chimento è stato subito all'altezzadelle aspettative. InnanziÌutto per lenumerose amicizie che ho fatto e chetuttora, almeno in parte, riesco a man-

Inchiesta per scoprirele caratteristiche delle

esperienze Erasmus di alcunistudenti e verificarne

il gradimento

tenere via Internet, e poi anche perchéper la prima volta ho veramente vis­suto da solo, con oneri e onori delcaso".Della schiera degli entusiasti fa partela catanese Manuela Coci, ventiduen­ne iscritta a Scienze MFN che ha tra­.scorso dieci mesi a Cadice in Spagna("non avevo possibilità di scelta, mane sono stata felice"): "Mi aspettavodi poter imparare, non dico alla per­fezione, ma certamente a un buonlivello, lo spagnolo; l'Università diCadice ha tenuto per tutto l'am10accademico un corso di lingua perstudenti Erasmus, che oltre a passareottime informazioni linguistiche eculturali è sta.to un punto di riferi­mento per tutti noi stranieri. A livellopersonale, ho avuto la possibilità diconoscere molte persone, partendodalla mia compagna di casa (unaragazza originaria della città), com­prendendo la sua famiglia e i suoiamici, nonché i colleghi all'universitàe i professori che si sono mostrati diuna gentilezza squisita".Della sua esperienza (in Finlandia:"scelta per motivi di gusto personalee soprattutto per il desiderio di viverein una metropoli") è soddisfattoanche Lorenzo Cappannari, venti­duenne studente di Economia azien-

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dale ad Ancona: "Le aspettative eranobuone e sono state confermate in toto:alloggio, università, persone, tutto hacontribuito a rendere un'esperienzache si prospettava fantastica ancoramigliore di quanto potessi immagina­re"."Nonostante il metodo sia piuttostodiverso da quello della mia univer­sità,la Luiss - riferisce la ventiduenneSilvia Grechi, studentessa di Scienzepolitiche che ha scelto la Danimarca(alla Luiss mi aveva appassionato uncorso libero di lingua danese!) - icorsi sono stati interessanti per la lorovarietà e multidisciplinarità, nonchéper il fatto di offrire molti contatti conpersone addette dei relativi campi, equindi non solo approcci teorici .Riguardo all'esperienza personale,sono rimasta piacevolmente sorpresadai danesi, che per quel che miriguarda hanno smentito la loro famadi freddezza nei rapporti umani".Dice Irene La Marca, 23 anni, stessoateneo romano ma facoltà diEconomia: "Studiare in Germania, eprecisamente a Berlino - dove avevointenzione di migliorare la mia cono­scenza del tedesco - è stata un'espe­rienza eccezionale: l'università è per­fettamente organizzata e i corsi sonosvolti in modo tale da favorire l'inte­razione tra docente e studenti. Inoltre,Berlino è una città estremamentemultieh1ica che offre infinite opportu­nità culturali, di svago, di incontrocon realtà diverse tra loro e, cosa chenon guasta, ovw1que vi sono facilita­zioni per studenti. Devo dire chenulla è stato inferiore alle mie aspet­tative e dovendo ripetere l'esperienzasceglierei sicuramente di rimanere lmanno invece di un semestre, come hofatto".

IL TRIMESTRE/Studenti nell'Europa del 2000

Politecnico di Milano: la nuova piazza adiacente alla sala lettum

Una piccola nota negativa nel raccon­to di Alessandro Faraci, catanese di 24anni recatosi in Belgio ("un paeseall'avanguardia riguardo alle nuovebiotecnologie del settore agricolo")per perfezionare i suoi studi diScienze e tecnologie agrarie: "L'espe­rienza vissuta è stata grandiosa dalpunto di vista umano e sociale, sottole aspettative dal punto di vista dellostudio, poiché si deve obiettivamentedire che i professori dell'universitàospitante trattano gli studentiSocrates con un particolare occhio diriguardo per cui si studia moltopoco".

Dall'estero all'Italia

Qual è invece il bilancio degli studen­ti stranieri venuti in Italia? Valganoper tutti (considerata la sostanzialeomogeneità di giudizio) le parole diNatalia Gluszkiewicz, ventitreennepolacca di Gdansk, facoltà diEconomia: "Durante il mio periodo distudi ad Ancona ho scritto la mia tesi,in inglese, sulle piccole e medieimprese in Italia. Ho avuto modo difrequentare il Centro linguistico perapprendere l'italiano. Ho imparatomoltissimo: dopo 3 settimane potevoparlare un italiano comprensibile; hoconosciuto la vostra cultura e ora homolti amici italiani, con i quali ho atti­vato una corrispondenza".In merito all'arricchimento del curri­culum degli studi, gli studenti-cam­pione si dichiarano soddisfatti. EccoLorenzo Cappannari: "L'esperienzaestera mi ha arricchito da ogni puntodi vista: le mie prospettive di orienta­mento al lavoro sono passate da unavaga indeterminatezza ad una foca­lizzata presa di coscienza; i miei studisono stati velocizzati (dopo aver con­frontato i tempi medi dei paesi stra­nieri), nonché arricchiti dalla possibi­lità - che intendo sfruttare - di pren­dere una seconda laurea straniera. Seho scoperto qualcosa di nuovo?Anche troppo... La possibilità dilavorare parallelamente agli studi,portando avanti entrambi gli impegnicon successo senza 'impazzire', laprospettiva di completare l'apprendi­mento (tralasciando le ipotesi sull'ap­prendimento continuo) in una età

accettabile, la necessità di entrare incontatto in modo più pratico e fin dasubito con l'ambiente lavorativo,anche nelle università".Gli fanno eco Alessandro Faraci, "hocambiato il mio modo di vedere illau­reato in Agraria, che in Belgio è consi­derato un vero e proprio ingegnere" eSilvia Grechi, "ho chiarito le mie ideesulla direzione da imprimere al mioultimo anno, spero, di università, e hoscelto la materia per la tesi. Ho acqui­sito una certa capacità di ricerca auto­noma, ho scoperto nuove fonti,soprattutto per le tematiche di rilievointernazionale".

Cosa cambia da un paeseall'altro

Inevitabile trovare delle differenze tragli insegnamenti del paese di prove­nienza e quello in cui si è stati ospita­ti (tranne che per la polacca Nataliache non ravvisa diversità fra gli studiin terra natìa e l'esperienza italiana).Manuela Coci parla di "laboratorispagnoli attrezzatissimi, inesistenti aCatania"; Alessio Laurenzano dichia­ra che "la più grossa differenza dellaGran Bretagna rispetto all'Italia sta inuna forte enfasi sulla discussione di

vicende economiche di attualità(Unione Europea in primis ma anchedinamiche dei paesi emergenti) che inItalia vengono un po' trascurate ocomunque non integrate nei corsiimpartiti"; Irene La Marca affermache in Germania "al primo posto c'èun'università interamente a misura distudente e una cultura che esalta l'im­portanza della formazione anche pra­tica, come dimostrano le possibilitàofferte ad ogni studente di fare alme­no due Pmktikum (stage) durante illoro corso di studi". All'estero, secon­do i ragazzi, "ci sono classi ridotte chefacilitano l'interazione con il profes­sore" e maggiore attenzione per l'at­tualità (Laurenzano), "le lezioni sonoun dialogo e le strutture, l'accessibi­lità delle informazioni e la disponibi­lità dei docenti è encomiabile aCopenhagen" (Grechi), "c'è maggioredisponibilità di materiale umano edidattico" (Coci), "la sistema ticamemorizzazione nozionistica italianaalla quale ero abituato si è scontratacon un metodo di studio più pratico eflessibile" (Cappannari), "le lezioni inGermania sono meno teoriche e inmedia il carico di lavoro per ciascw1esame è notevolmente minore" (LaMarca), "in Belgio l'ente universitàcome luogo di formazione e di ricerca

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,,'

è più 'sostenuto' dallo Stato di quan­to lo sia in Italia" (Faraci) ,

Il riconoscimento degli studi

Ed eccoci alla spinosa questione delriconoscimento degli studi fatti all'e­stero, affrontata da alcuni dei nostriintervistati,Laurenzano: "In Inghilterra ho potutofrequentare 4 corsi Master inInternational business e Business eco­nomics che ero certo mi avrebberoconvertito in Italia con esami similigiacché avevo ottenuto la confermadai professori italiani". Coci: "Su 6

.esami sostenuti, mi sono state conva­lidate solo 3 materie (tra l'altroZoologia e Fisiologia corrispondono aCatania a un corso integrato; quindi iltotale sul libretto è 2 materie su 6esami). Le ragioni? Ho rifiutato chemi fossero convalidate con voti infe­riori al 25". Cappannari: "Il program­ma di studi concordato con la mia

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università di partenza consisteva inun totale di 7 esami del ramo diEconomia aziendale da sostenerepresso l'istituzione ospite, convalida­bili in 4 esami italiani (più la linguastraniera, quindi 5). Quanto concor­dato è stato totalmente rispettato, e latabella di conversione voti è stataequa". Grechi: "Tre degli esami cheho svolto sono pienamente ricono­sciuti dalla Luiss, quindi contribui­scono a formare la mia media, mentregli altri due saranno inseriti comun­que nel mio curriculum con il relativovoto, e considerati un di più", Faraci:"Ho frequentato per 12 mesi l'Uni­versità di Agraria di Gent sostenendodiversi esami e svolgendo 3 mesi ditirocinio pratico-applicativo, Tutti gliesami sostenuti mi sono stati ricono­sciuti e, ovviamente anche il tiroci­nio",In conclusione, abbiamo chiesto aglistudenti Erasmus alcw1i suggerimen­ti da dare a cl1i è in partenza per lamedesima esperienza. "Scegliere un

paese dove fare esperienze diverse,come uno nordico, valutare l'univer­sità migliore per il proprio percorsodi studio, contattare studenti chesono già stati in quell'ateneo", consi­glia Alessio Laurenzano, mentreSilvia Grechi invita ad "assorbiretutto il nuovo, senza rinunciare o sot­tovalutare la propria personalità",Manuela Coci suggerisce di "partirecon la voglia di conoscere, di appro­fittare al massimo dell'esperienza, dinon risparmiarsi"; Lorenzo Cap­pannari trova che "spirito di adatta­mento e apertura verso il nuovo sononecessari per godere appieno dell'e­sperienza Erasmus", Secondo IreneLa Marca, non bisogna "aver pauradelle difficoltà: le università che ade­riscono al progetto sono in genereattrezzate per accogliere gli 'sprovve­duti' studenti stranieri", mentreAlessandro Faraci invita a partire"perché è la più bella esperienza cheuno studente possa fare durante lasua carriera universitaria".

Il grande atrio su tre livelli che distribuisce i laboratori didattici della facolM di Architettura del Politecnico di Milano, ricavatidal riadattamel7to dell'ex-complesso produttivo Ceretti & Tanfani (foto Giuseppe BellanO

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IL TRIMESTRE/Studenti nell'Europa del 2000

I SOCRATES PROMOTERSIl lO gennaio 2000 rappresenta unadata importantissima per il mondodell'istruzione in Europa. Da quelladata, infatti, è partito il programmacomunitario Socrates II, che non èsemplicemente un rifinanziamentodel precedente programma scaduto ilgiorno prima, bensì una versione rivi­sta e aggiornata, caratterizzata daimportantissime novità rispetto alpassato1.Vediamo un po' di fare una brevedescrizione storica.Il primo grande significativo pro­gramma a livello comunitario nelcampo dell'istruzione come è ormainoto è stato Erasmus, nato nel 1987.Bisogna rifarsi alla sua istituzione percomprendere al meglio le motivazio­ni che hanno spinto all'evoluzione diSocrates.Negli Anni Ottanta la Corte diGiustizia Europea fu chiamata a sen­tenziare sul caso di uno studente, ilquale reputava che i suoi diritti di cit­tadino europeo fossero stati lesi.All'atto di iscriversi presso una lmi­versità francese, gli venne chiesto dipagare una tassa maggiore rispetto aquella normalmente pagata dai citta­dini francesi. Lo studente vinse lacausa, e la Corte sancì il principio deldiritto all'istruzione dei cittadinieuropei all'interno di qualsiasi Statomembro. Ogni studente doveva averequindi pari diritto e pari opportunitànella scelta dell'università nell'ambi­to delle Comw1ità Europee.L'ammonizione da parte della giuri­sprudenza, così come la spinta digrandi network di studenti europeicome l'AEGEE (Associntion des EtntsGénémux des Etudinnts de l'Europe) chenascevano in quegli anni, convinse gliorgani comunitari a cercare di creareun programma che favorisse i ragazzinella sperimentazione di diversi siste­mi educativi. Il favorire era inteso siadal punto di vista economico (borsadi studio), che dal plillto di vistaburocratico con l'esenzione dal paga­mento di una nuova tassa d'iscrizionee con la promessa (previa autorizza-

zione del consiglio di facoltà, corso dilaurea, indirizzo) del riconoscimentodegli esami sostenuti nelle universitàstraniere. Fu creato infatti l'EuropennCredit TI'nnsfer System (ECTS) , che oggiè parte integrante di tutte le riformeuniversitarie non solo negli Statimembri.Sull'onda del successo riscosso daErasmus, nacquero così anche Come­nius, riservato alle scuole di ognigrado, ed altri programmi e azioni sulmondo dell'istruzione.Perché allora nel 1995 fu creatoSocrates? Socrates veniva definitospesso come "programma-contenito­re": sotto il suo nome infatti venivanoaccomunate azioni eterogenee. PerchéErasmus diventava Socrates/Erasmuse Comenius diventava Socrates/­Comenius? Semplicemente perchéentrambi rappresentano diverse fasidel medesimo percorso dello studen­te: il suo iter formativo.Socrates rappresenta quindi lillO deiprimi riconoscimenti dell'importanzadi una visione generale dei sistemieducativi.Parlare di visione d'insieme dei siste­mi educativi ha senso soprattutto se siprendono in considerazione le azionidi Socrates chiamate spesso erronea­mente "secondarie".Nel Socrates I (1995-1999), ma soprat­tutto nella sua seconda fase, sonocomprese sia le cosiddette joint netionsche le azioni di osservazione e inno­vazione. Le prime mirano a crearelegan1i sia tra i vari programmi comu­nitari (Socrates, Leonardo, Tempus,Gioventù, etc.), che tra le singole azio­ni Socrates, al fine di ricercare appun­to lilla certa continuità tra il mondodella scuola, della ricerca, dell'univer­sità e dell'educazione per adulti.Le seconde invece mirano prettamen­te allo studio dei sistemi educativi(osservazione) e ad un loro sviluppoalla luce degli studi effettuati. Gliobiettivi dello studio e innovazionenel Socrates II non sono più finalizza­ti quasi esclusivamente al mero svi­luppo di sistemi riconoscitivi dei tito-

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li di studio e dei periodi formativieffettuati in paesi stranieri, ma mira­no anche e soprattutto a mettere incomune le esperienze di realtà e isti­tuzioni diverse, affinché ciascunopossa far tesoro delle esperienzealtrui al fine di migliorarsi in proprio,così come per testare la possibilità diun percorso comune.Sfortunatamente non esiste nella lin­gua italiana una parola che renda ilsignificato del motto in inglese delprogramma Socrates II: lifelong lenrn­ing si traduce nella nostra lingua con"istruzione per tutto l'arco della vita",ma anche se il suono non è immedia­to come quello inglese risulta subitoevidente quali siano le volontà politi­che alla base del programma.Socrates non è da considerarsi comeW1a imposizione politica che arrivadall'alto, ma come lo sviluppo distudi ed esperienze che durano ormaida più di un decelmio.È vero che chi gestisce il progetto è laCommissione Europea, chi ne vota itermini finanziari è il ParlamentoEuropeo, ma numerosissimi interlo­cutori sono sopraggiunti negli anniad arricc11ire il bagaglio sperimentalein materia. La Conferenza Europeadei Rettori, ad esempio, è protagoni­sta in prima fila durante le scelte, enon a caso la Dichiarazione diBologna è uno dei fondamenti su cuisi basa Socrates II.Ecco quindi come azioni che nasconodal basso vengono istituzionalizzatedall'alto, ma ritornano poi a un'evo­luzione del tipo bottom-up.All'ultimo Eduention Couneil (novem­bre 2000) tra gli invitati ai lavori vi eraanche lilla delegazione di studenti,chiamati ad esprimere le loro opinio­ni e i risultati dell'ultimo grande mee­ting europeo.

"50crates on the move"

Questa volontà, più volte espressadallo stesso commissario, MadameViviane Reding, si ricollega all'appro-

vazione del progetto "Socrates on themove", rientrante nell'azione cheriguarda le "misure di accompagna­mento". Grazie a tale azione, con illancio ufficiale della seconda fase delProgramma Socrates, è stato approva­to e finanziato dalla CommissioneEuropea il progetto "Socrates on themove".Tale progetto è stato presentato dalletre principali organizzazioni studen­tesche europee: AEGEE-Europe, E5lB­The National Unions of Students, ESN­

Erasmus Student Network.Pur essendo la prima volta che taliorganizzazioni operano in comuneper un progetto europeo, è notevole illavoro che ciascuna di esse ha svoltoin passato, portando un contributonon indifferente al processo di inte­grazione europea, sopra ttu tto nelmondo studentesco.È fondamentale sottolineare che leiniziative di tali associazioni si svol- ­gono su base volontaria, con migliaiadi giovani e studenti che danno il pro­prio contributo alla costruzione diuna Europa civile e democratica, nelrispetto pacifico delle diverse lingue,culture e mentalità del vecchio Con­tinente.Potendo contare sull'esperienza ma­tura ta dalle tre organizzazioni nellungo processo di integrazione euro­pea, la Commissione ha deciso diappoggiare l'idea permettendo di for­mare 50 giovani "Socrates promo­ters" provenienti da 28 diversi paesieuropei, che potessero svolgere unacampagna informativa nel propriopaese attraverso fiere e convegni enello stesso tempo essere un suppor­to per le istituzioni preposte alla dif­fusione dei programmi di mobilità,quali le agenzie nazionali Socrates, leuniversità e le scuole di ogni grado eogni altra istituzione eleggibile perpartecipare al programma.Il progetto "Socrates on the move" haavuto una prima fase di tirocinio per i50 promotori selezionati dalle treorganizzazioni svoltosi a Bruxelles inmarzo, con esperti della DirezioneGenerale Istruzione e Cultura dellaCommissione Europea e della Con­ferenza Europea dei Rettori chehanno presentato e spiegato in modocapillare tutte le azioni introdotte nelprogramma Socrates II, oltre a una

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generale presentazione degli altriprogrammi di mobilità, promossidalla Commissione Europea: Leo­nardo II, Gioventù, Tempus III.

Gli obiettivi principali

Per passare dalla teoria alla pratica,ciascun promotore è rientrato nel pro­prio paese prendendo inizialmentecontatti con le istituzioni preposte alladiffusione di tali programmi e pianifi­cando le attività di promozione dasvolgersi tra aprile e dicembre 2000.I principali obiettivi dei "Socratespromoters" erano da un lato diffon­dere le informazioni su Socrates II,nonché sugli altri rilevanti program­mi della Commissione, le opportunitàche le singole azioni offrono a studen­ti e insegnanti, i diritti degli studentiche si recano in uno dei paesi parteci­panti, oltre all'importanza che puòavere effettuare parte dei propri studiall'estero; dall'altro lato creare deilegami tra studenti, associazioni stu­dentesche, istituzioni universitarie,agenzie nazionali e CommissioneEuropea, per favorire un maggioresviluppo della mobilità studentescain Europa.Noi "Socrates promoters" per l'Italiaabbiamo ricevuto un notevole sup­porto da parte dell'Agenzia Nazio­nale Socrates per l'Italia, che ci hacoinvolto nelle fiere e nei saloni svol­tisi nelle principali città italiane, oltrealla conferenza del lancio ufficiale delprogramma Socrates II ed alcuniseminari di aggiornamento; inoltreabbiamo ricevuto richieste di collabo­razione da alcune università e scuoleper campagne informative, oltre alle"Giornate Erasmus" organizzate incollaborazione con le "antenne" loca­li delle nostre rispettive associazioni;non ultimo, Universitas ci ha permes­so di pubblicare questo articolo sulruolo da noi svolto in questi mesi,oltre alla collaborazione con la Fonda­zione Rui sull'indagine Eurostudent2000, per quanto riguarda i dati sullamobilità internazionale.Inoltre, durante i tre seminari a livel­lo europeo inclusi nel progetto, svolti­si nel mese di ottobre nelle città di trediversi paesi europei (Segovia, Buca­rest, Danzica), abbiamo avuto l'op-

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portunità di confrontarci con altripromotori di differenti paesi.Ciò ha dato l'opportunità a noi pro­motori di confrontarci su aspetti eproblemi comuni rilevati durante lenostre attività, oltre alle diverse esi­genze incontrate dalle migliaia di stu­denti in mobilità in ciascun paese.Dopo circa sette mesi di esperienza,noi del "Socrates in movimento", con­sapevoli del grande valore aggiuntoche può portare un'esperienza effet­tuata in un altro paese, vogliamo sot­tolineare l'importanza che può altresìavere una costante e sempre maggio­re attività di informazione, affinchél'obiettivo proposto dalla Commis­sione Europea di un incremento siaqualitativo che quantitativo di docen­ti e studenti in mobilità possa pianpiano realizzarsi, abbattendo gli osta­çoli tuttora presenti.E per questo che alla conferenza con­clusiva del progetto (Napoli 11-12dicembre 2000), dopo aver tracciatoun bilancio dell'impatto del progettoed un quadro della situazione attualedella mobilità studentesca in Europa,valuteremo insieme alle nostre asso­ciazioni e alla Commissione Europeal'eventualità di creare per i prossimianni un "Socrates on the move" II.

NOTA1 Questo articolo introduttivo e i contributi cheseguono ci sono pervenuti all'inizio del mese didicembre.

-rIL TRIMESTRE/Studenti nell'Europa del 2000

CON GLI OCCHI DELL'EUROPA

UN'ESPERIENZA fONDAMENTALE

Francesca Anzi (Trento)

È già quasi dicembre e, a quanto pare,la conferenza conclusiva di "è alleporte. Napoli ci aspetta per fare ilpunto della situazione di quello che èstato questo primo armo di "Socrateson the move". Solo pochi mesi fa eroa Bruxelles e mi stavo introducendoall'Europa di Socrates; oggi, cometante altre volte durante questi ultimimesi, ho partecipato ad un evento dipromozione: sono stata a Milano allafiera "Dal dire ... al fare". Qui hoavuto la possibilità di conoscerenuove persone, presentare loro il pro­gramma Socrates e cercare di trasmet­tere quella voglia e quel desiderio dipartire, di scoprire luoghi e culturediverse per mettersi alla prova e perconoscersi meglio.

Marco De Bonis (Firenze)

"La mia Europa è un grande paesefondato sul pacifico rispetto dellediversità linguistiche e culturali!".Partendo da questo motto, posso rias­sumere quanto questi cinque anni diesperienze a livello internazionale edi vita intensamente vissuta mi abbia­no arricchito e formato.Dopo una singolare esperienza dilavoro vissuta a 19 anni all'estero, hosviluppato un grande e crescente inte­resse a conoscere luoghi e popolidiversi e la chiave migliore per avvici­narsi all'Europa è stato senz'altro ilcoinvolgimento in AEGEE - AssociatiOlIdes Etats Générnux des Etudiants de['Europe che, nel percorso universitarioclassico, mi ha permesso di aggiw1ge­re le molteplici esperienze, sia di tipoprettamente Iudica, sia a livello pro­fessionale, ultima delle quali il proget­to "Socrates on the move".La mia innata inquietudine non haposto mai ostacoli al "lungo viaggio"che per cinque anni mi ha pratica-

Queste sono state le motivazioni chemi hanno spinto a partecipare adErasmus, all'associazione ErasmusStudent Network e a "Socrates on themove".Durante quest'ultimo anno, dopol'entusiasmante e altrettanto formati­va settimana a Bruxelles, ho avutomodo di prendere contatto con varieistituzioni: l'Agenzia Nazionale, laFondazione Rui, gli uffici Eurodesk,gli uffici Iniormagiovani e le divisionirapporti internazionali delle univer­sità che ho visitato e che mi hannoaiutato a portare avanti il mio "lavo­ro" come promoter. Da una parte essehmmo sicuramente contribuito allamia formazione personale, dall'altraio ho collaborato con loro a divulgare

mente portato a contatto con moltissi­me realtà, persone, culture delVecchio Continente, pur con un cre­scente interesse verso il mio paese, ilmio popolo, la mia lingua.Tutto ciò poteva essere ben conciliatocon le opportunità che Firenze, luogoin cui studio, offriva soprattutto nelcontesto universitario: studenti pro­venienti da tutta Europa, corsi di tuttele principali lingue europee, luoghid'arte incomparabili per escursioni efeste di ogni sorta in cui si creavanoineguagliabili atmosfere internazio­nali!E dai semplici inconh"i per conversa­zioni, escursioni, feste, etc., assieme algruppo di AEGEE mi sono impegnatoper favorire l'integrazione degli stu­denti sh"anieri con la realtà locale,sotto tutti gli aspetti. In tal modo, daisemplici viaggi di piacere ho svilup­pato un interesse sempre maggioreverso le opportunità di studio in altripaesi europei, tenendo contatti con

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il programma Socrates: ho cercato dichiarire le informazioni riguardo aiprogrammi europei laddove eranoconfuse, ma specialmente ho cercatodi rivolgermi a chi non sapeva nullaal riguardo. Mi riferisco ai ragazzidelle scuole superiori che non cono­scono la possibilità, una volta iscrittiall'università, di frequentare dei corsipresso atenei stranieri; oppure agliinsegnanti delle scuole superiori, chenon sanno di poter trascorrere unanno perseguendo, per esempio, gliobiettivi descritti all'interno di unprogetto concordato con alh"e scuoledi paesi stranieri. Penso che sia pro­prio questo il target da raggiungerenello sviluppo Socrates. Ed è propriosu questo che porrò l'accento nell'e­sprimere, ai futuri Socrates promotersla mia esperienza, quando si appre­steranno l'anno prossimo a continua­re quest'iniziativa che già nel prirÌlOam10 ha dato notevoli frutti.

istituzioni preposte alla diffusionedelle informazioni e ponendomicome possibile canale di mediazionetra istituzioni e studenti.L'attività svolta con AEGEE a livelloeuropeo mi ha permesso di sviluppa­re capacità linguistiche, socializzarecon migliaia di studenti europei emantenere un continuo interesseverso la mobilità europea, soprattuttonel contesto universitario.E il "tesoro" raccolto negli anni hah'ovato la migliore forma di espres­sione con il grande progetto "Socrateson the move", che mi ha permesso diformalizzare questa attività come unSocrates promoter.Dopo un iniziale tirocinio formativoho dato la mia collaborazione a uni­versità e istituzioni che svolgono uffi­cialmente attività di promozione deiprogrammi di mobilità, che mi hannodato un notevole supporto e fattoconoscere da vicino le diverse realtàdel contesto nazionale, assieme adaltri tre colleghi Socrates promoterper l'Italia.Per ben sei mesi ho spaziato tra norde sud Italia, tra fiere e università, rice­vendo richieste di collaborazione oinformazione, con W1a continua atti-

vità promozionale che mi ha fatto cre­dere nell'importanza che il mio ruoloriveste, per dare lill pur piccolo mareale contributo alla costruzione dilill'Europa libera da barriere istituzio­nali, che permetta lilla continua e cre­scente mobilità di idee e di persone.La mia attività "on the move" mi haperciò permesso di comprendere lediversità che esistono da lilllato tra lemolteplici realtà italiane, le quali pos­sono tuttavia essere valutate comedifferenti contributi che concorronoper il comlille scopo di informare esensibilizzare studenti, docenti, adul­ti in generale, a sperimentare l'ine­guagliabile valore aggiunto che offrelill'esperienza di studio o di lavoroeffettuata in lill altro paese europeo;dall'altro lato, confrontandomi con icolleghi promoters di altri paesi hoconstatato come altrove si riescano asfruttare meglio tali opportunità, gra­zie all'impegno concreto di governied istituzioni.Avviandomi a terminare l'attivitàcome Socrates promoter mi auguroche si comprenda l'importanza diincrementare tali iniziative, in lillapossibile seconda fase "Socrates onthe move" affinché l'ideale di portarela mobilità studentesca nel contestoeuropeo dall'attuale circa 1% al 10%durante i sei anni di durata delSocrates II possa essere il preludio perlilla futura mobilità pressoché totale,indispensabile per la costruzione diun'Europa fondata sul rispetto dellesue diversità linguistiche e culturali.

Politecnico di Milano: un'aulainformatizzata

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gUALCOSAECAMBIATOCarlo Fadda (Cagliari)

Sono da 6 anni membro dell'AEGEE eposso considerarmi lm "europeistaattivo"; parlo, oltre all'italiano e alsardo, inglese e spagnolo, ma questosarebbe da considerarsi normale, senon fossi di Cagliari. Molti dei mieiamici stranieri, infatti, parlano alme­no due lingue straniere, viaggiano eimparano a scoprire l'Europa, le suetradizioni, la sua cultura. lo sonoancora indietro, anche se le mie atti­vità mirano a contribuire a costruirequello in cui credo.Per quanto riguarda il "Socrates onthe move", io e i miei colleghi ci tro­viamo ormai in dirittura d'arrivo, ecome sempre accade in queste occa­sioni, è tempo di bilanci, personali edi gruppo.Anzitutto quello che mi sono chiestoè: cosa è cambiato in me dopo esserediventato Socrates promoter? Men­tirei sicuramente se dicessi che non ècambiato nulla, è cambiato eccome.È vero che siamo stati selezionati tra iragazzi europei con i migliori curricu­lum in materia di esperienza sul pro­gramma Socrates e sulla sua promo­zione, e questo lascerebbe presagireuna certa continuità con le attivitàpassate. In teoria è così, ma quella set­timana a Bruxelles ha cambiato il miomodo di agire e confrontarmi concerte problematiche.Anzitutto le campagne di sensibiliz­zazione al progetto Socrates che face­vo prima le facevo da ragazzino,

. senza responsabilità e, soprattutto,senza lill'adeguata preparazione.A Bruxelles in realtà ho potuto impa­rare molto poco di quello che dovreb­be essere il bagaglio di preparazionedi un Socrates promotel~ ma ho impa­rato due cose fondamentali: quellache molti giuristi chiamerebbero inmaniera riduttiva ratio legis dei pro­grammi comunitari, ma soprattuttoche credevo nel progetto, e che dove­vo impegnarmi durante il mio man­dato.

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Da ciò ho capito che al ritorno inSardegna dovevo anzitutto sedermidavanti a ili1 computer e davanti adalcuni libri e pubblicazioni e acquisirele competenze che mi mancavano.Certamente trovarsi inseriti in lilladimensione che prima sembrava lon­tanissima mi ha aiutato moltissimo.L'orgoglio nel vedere il mio nome e imiei recapiti pubblicati nel sito inter­net della Commissione Europea conl'esortazione a contattarmi è stato poilill motivo fondamentale di coinvol­gimento.Dal giorno in cui ero Socrates promo­ter a tutti gli effetti qualclillo ha scom­messo su di me, qualcuno ha investi­to, qualclillo di molto importante chenon volevo deludere.Spero che tra lill mese (alla fine del"Socrates on the move") io e i mieicolleghi saremo in grado di vedere lefacce sorridenti di quanti ci hannoaffidato questo compito, leggereinsomma la soddisfazione nei loroocchi, così come la si potrà leggere neinostri. lo ho cercato di spendere tuttele mie energie, e a dire il vero anchemolti dei miei quattrini personali, maso che quanto sto portando avantinon finirà qua, magari neSSlma delleistituzioni con le quali sono venuto acontatto mi telefonerà lill giorno peroffrirmi lill lavoro stabile, ma l'espe­rienza che sto facendo non è certa­mente trascurabile, né dal plmto divista professionale, né dal punto divista umano e pe,rsonale.In questi mesi ho girato tanto, ed hopotuto, oltre che prestare la mia operadi promotore, osservare diverserealtà, diversi colleghi universitari, leloro esigenze, le loro abitudini; allostesso modo sono venuto a contattocon persone e istituzioni che lavoranonel campo dell'istruzione, e ciascunodi essi, ragazzi, ministri, funzionariitaliani e non, ha potuto insegnanniqualcosa.Sarebbe inutile in questa sede annoia­re il lettore con dettagliati report sullemie attività degli ultimi nove mesi, enon intendo farlo.Sarebbe piÙ opporhmo semmai par­lare di quali siano i miei progetti peril futuro, ma le idee non sono moltochiare. Il 12 dicembre a Napoli con i .colleghi si discuterà sull'eventualitàdi reiterare il progetto SOTM, che, stan-

=

IL TRIMESTRE/Studenti nell'Europa del 2000

maid'e

do alle fonti ufficiose da Bruxelles,dovrebbe essere rifinanziato dallaCommissione Europea.Sicuramente quello che vorrei io ènon perdere tutta l'esperienza che ho

accumulato in questo periodo, sfrut­tando l'occasione che mi è stata data econtinuando a lavorare in un ambitoche mi affascina. Quello di cui sonosicuro è che il 31 dicembre per quanto

mi riguarda (e credo che la maggiorparte dei miei colleghi sia d'accordo)non segnerà la fine dell'impegno cheho preso, ma solo la fine di un pro­getto.

).

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aIl

UN MISSIONARIO AD ALTA VELOCITÀBiagio Fiorito (Napoli)

Ho iniziato quest'avventura, quasiper caso, per gioco e ora mi ritrovo adessere un missionario!!! Ma andiamocon ordine.Anch'io ho fatto l'Erasmus (nel 1996),anch'io ho sofferto della "sindromepost-Erasmus", anch'io ho visto comeili1ica cura alla sindrome l'associazio­nismo.Con un paio di amici, anche loro"convalescenti", abbiamo rifondato aNapoli una sezione dell'ErasmusStudent Network, un'associazionesenza scopo di lucro che ha come finequello di favorire l'integrazione deglistudenti stranieri nella città ospitante.Napoli nel mio caso. Altro fine istitu­zionale dell'associazione è il favorirela mobilità dagli studenti locali.Non ho mai fatto il conto di quantemattinate ho trascorso cercandoalloggi per gli studenti Erasmus,quante ore ho trascorso parlando coni loro professori, quante sveglie all'al­ba per poter far visitare loro Pompei,Capri o Sorrento, quante fotocopie hofatto, quante schede telefoniche con­sumato e quanti litri di birra ho bevu­to. Non lo voglio sapere.Non mi è bastato terminare gli studi,non mi è bastato fare capolino nelmondo del lavoro per poter lasciarel'associazione. Per poter abbandonarela mia "famiglia". Già, la mia fami­glia. Lo dico senza esagerare. Quantevolte mi sono scoperto davvero solod'estate quando tutti gli Erasmuserano partiti.Ho h'ascorso gli ultimi cinque amùdella mia vita in lm clima "multicul­hlrale", in una dimensione europea.Concetti difficili da spiegare. Facili davivere. Ma una domanda mi assilla-

va: perché i miei amici napoletani,quelli di scuola, quelli del quartiere,quelli di sempre non mi capivano e,anzi, mi dicevano che "perdevo"troppo tempo con "questi stranieri"?Per la verità io sono convinto che iltempo l'abbiano perduto loro. Hosempre avuto la sensazione che la miavita viaggiasse a una velocità doppia,tripla rispetto alla loro, avevo la sen­sazione che loro fossero immobili,sempre uguali a se stessi, che non cre­scessero, che non si evolvessero, chenon avessero tutti gli strumenti perfare delle scelte, per confrontarsi, peraprire la loro mente.Avrei volentieri regalato a tutti unanno di Erasmus. Facevo una pubbli­cità incredibile ai bandi universitariper l'assegnazione delle borse, miprodigavo a tranquillizzare i partentie a dar loro consigli.Non immaginate il dolore e il dispia­cere che provavo quando sapevo chedelle borse rimanevano inutilizzate,quando sapevo che studenti ritorna­vano a casa dopo una settimana.Improvvisamente, poi il ProgrammaSocrates entrò di nuovo nella miavita. Dopo l'azione Erasmus avevo lapossibilità di prendere parte ad unprogetto che trovai subito geniale: il"Socrates on the move". Un progettoche sembrava fare proprio al casomio. Mi venivano dati tutti gli stru­menti per poter promuovere le diver­se possibilità per fare esperienza inquel famoso clima multiculturale.Promuovere con un diverso approc­cio, questa volta di tipo orizzontale,da studente a studente.Oramai è già un po' di tempo cheorganizzo eventi divulgativi sul pro-

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gramma Socrates II. Ho imparato adorganizzare conferenze, a parlare inpubblico, a relazionarmi con autoritàe con scolari, addirittura ho speri­mentato metod~ di promozione nonconvenzionali. E stata un'esperienzastraordinaria. Soprattutto ho impara­to tantissimo sulle politiche comuni­tarie riguardanti l'istruzione.E stato tutto ili1 continuo susseguirsi diemozioni: la prima volta che ho parla­to davanti a 300 studenti liceali, inPuglia; quando ho collaborato conl'Agenzia Nazionale Socrates-Erasmus"lavorando" nel loro stand; quando hofatto un breve resoconto sull'attivitàdei promoters al CNR, davanti a tutti irappresentanti delle wùversità italiane;infine, quando ho scambiato qualcheparola con Viviane Reding.Quindi, sul piano emotivo e formati­vo questa esperienza mi ha regalatotantissimo e credo, inoltre, che taleattività sia anche molto positiva per ilmio curriculum vitne.In generale, fra gli shldenti ho notatomolto interesse per le varie possibilitàche offre il Socrates II, ho, però,riscontrato anche tantissima disinfor­mazione e confusione.Campagne promozionali come que­sta del "Socrates on the move", sonostrumenti formidabili d'informazionee vanno incoraggiate, portate avanticon continuità ed anche potenziate.C'è una grandissima sete d'informa­zione fra i giovaIù, giovani che amaI10ascoltare i racconti di chi ha vissutoqueste esperienze direttamente, gio­vani che vanno anche rassicurati suciò che potrebbe attenderli. È questala mia missione, è così che mi sento avolte: come lm missionario.

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GLI UFFICI ERASMUS DELLE UNIVERSITÀ ITALIANEL'elenco degli uffici Socrates/Erasmus di tutte le istituzioni italiane di istruzione superiore è disponibileon·line all'indirizzo www.murst.itlsocrates/institutions.htm alla voce "Uffici Socrates/Erasmus"

ANCONA

Uni'Versità degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Luciana Martini,sig.ra Marta SabbatiniRipartizione relazioni esternePiazza Roma, 2260121 AnconaTel.: 071-220.2318/.2344Fax: 071- 220.2303E-mail:[email protected] Internet:http://www.unian.it/html/socrates1menu.htm

BARI

Università degli studi

Ufficio amministrativo: dottoFrancesco Tritto, dott.ssaMarialucia Chiaia, dott.ssaLucia CioceArea relazioni internazionali ecooperazione per la ricerca ela formazioneSettore IV - Programmiinternazionali di mobilità ecooperazionePiazza Umberto I, 170121 BariTel.: 080-571.4516Fax: 080-571.4463E-mail:francesco. [email protected] Internet:http://www.uniba.it/guida/estero.htrnl

Politecnico

Ufficio amministrativo:dott.ssa Maria FanelliUfficio relazioniinternazionaliVia Celso Ulpiani, 11/1370125 BariTel. e fax: 080-596.2525Fax: 080-596.2580E-mail:[email protected] Internet:http://www.poliba.it

BENEVENTO

Università degli studi delSannio

Docente delegato: prof.Pasquale Dapontefacoltà di Ingegneriapalazzo Bosco - Lucarelli82100 BeneventoTe!.: 0824-305.817Fax: 0824-218.66E-mail: [email protected] Internet:http://www.lmisannio.it/socrates1index.htrnl

BERGAMO

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa M. Paola Riva, sig.raGiovanna Della Cioppa, sig.raPatrizia CortinovisRettorato - Ufficio IVia Salvecchio, 1924129 BergamoTel.: 035-277.202/.204Fax: 035-243.054E-mail: [email protected] Internet:http://www.lmibg.it/erasmus.htm

BOLOGNA

Università degli studi

Ufficio amministrativo: dott.Basilio LambertiSettore rapporti con l'esteroVia Zamboni, 3340126 BolognaTel.: 051-209.9291Fax: 051-209.9351E-mail: [email protected] Internet:http://www.estero.unibo.it

BOLZANO

Libera Università deglistudi

Ufficio amministrativo: sig.ra

Manuela PerilliUfficio relazioniinternazionaliVia della Mostra, 439100 BolzanoTel.: 0471-315.207Fax: 0471-315.199E-mail:[email protected]

BRESCIA

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Elena' Consoli,dott.ssa Alessandra Di Cesare,dott.ssa Patrizia BonomettiUfficio relazioniinternazionaliPiazza Mercato, 1525121 BresciaTe!.: 030-298.8311/.8312Fax: 030-298.8329E-mail: [email protected];[email protected];[email protected]ùbs.itSito Internet:http://master2.cci.unibs.it/ ­erasmus/home.htm

CAGLIARI

Università degli studi

Ufficio amministrativo: dottoRomano Manca, dott.ssaAnna Maria AloiSettore relazioni estereViale Ciusa, 93 - Villa Asquer09131 CagliariTe!.: 070-504.240Fax: 070-522.810E-mai!:

. [email protected] Internet:http://csia.Ulùca .it1notizie1Dossier120001genn20001Dossier016.htrn

CAMERINO

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Francesca Magni

20

Servizio pubbliche relazi01ù eaffari internazionaliVia del Bastione, 262032 CamerinoTel.: 0737-402.000Fax: 0737-402.110E-mail:fmag:tù@camserv.lmicam.itSito Internet:http://càmcic.unicam.it/Ulùversity1serstudlerasmuslintestazione.htm

CAMPOBASSO

Università degli studi delMolise

Ufficio amministrativo:dott.ssa Loredana Di RubboRettorato - Relazi01ùinternazionaliVia F. De Sanctis86100 CampobassoTe!.: 0874-404.258Fax: 0874-418.295E-mail:[email protected] Internet:http://www.lmimoLit/html/erasmus1erasmus.htm

CASSINO

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Rosa Maria MorgilloCentro per i rapportiinternazionaliVia Marconi, lO03043 CassinoTe!.: 0776-299.237Fax: 0776-299.351E-mail: [email protected] Internet:http://www.unicas.it

Docente delegato: prof. PaoloDe PaolisCentro per i rapportiinternazionaliE-mail: [email protected]ùcas.it

CASTELLANZA

Università "CarloCattaneo" di Castellanza

Ufficio amministrativo:dott.ssa Fiona HlmterUfficio relazioniinternazionali

IL TRIMESTRE/Studenti nell'Europa del 2000

eCorso Matteotti, 2221053 CastellanzaTe!.: 0331-572.255Fax: 0331-572.229E-mail: [email protected] Internet:http://www.1iuc.it/servizi/default.htm

CATANIA

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Cinzia Tutino, sig.raVenera CastorinaArea Istituzionale e rapporticon il pubblicoVia Antonino di Sangiuliano,26295124 CataniaTel.: 095-730.7218/ .7204Fax: 095-316.161E-mail: [email protected];[email protected] Internet:http://www.cisi.unito.it/europa / socrate2.htm

CATANZARO

Università degli studi"Magna Gr~cia"

Ufficio amministrativo:dott.ssa Eleonora Consoli,dotto Paolo TianiVia S. Brunone di Colonia ­palazzo Bitonti88100 CatanzaroTel.: 0961-508.2226/.2225Fax: 0961-508.2223E-mail: [email protected];[email protected] Internet:http://www.wlicz.it/socrates/index.htm

CHIETI

Università degli studi"Gabriele D'Annunzio"

Ufficio amministrativo:dott.ssa Gabriella Di PeppeUfficio rapporti internazionaliRettorato - CampusuniversitarioVia dei Vestini, 3166013 Chieti scaloTe!.: 0871-355.6126/.6054Fax: 0871-355.6128E-mail: [email protected]

Sito Internet:http://www.unich.it/uri/index.htm

COSENZA

Università degli studidella Calabria

Ufficio amministrativo:dott.ssa Franca LeonoraMorroneUfficio Socrates e contratti diricerca comlmitariaVia Pietro Bucci - Edificioamministrazione87030 Arcavacata di RendeTe!.: 0984-493.709Fax: 0984-493.624E-mail: [email protected] Internet:http://www.unical.it/socrates/welcome.html

FERRARA

Università degli studi

Ufficio amministrativo: sig.raGiuseppina Antolini, sig.raClaudia FongaroUfficio relazioniinternazionaliVia Savonarola, 944100 FerraraTe!.: 0532-293.200/ .204Fax: 0532-293.203E-mail: [email protected];[email protected] Internet:http://www.urtife.it/ateneo/didattic / socrates.htm

FIRENZE

Università degli studi

Ufficio amminish'ativo:dott.ssa Silvia Garibotti, sig.raIlaria Borselli, sig.ra FedericaBertozzi, sig.ra MichelaFerrettiUfficio organizzazionestrutture didatticheVia Giorgio La Pira, 450121 FirenzeTe!.: 055-275.7671/.7683Fax: 055-275.7681E-mail:[email protected] Internet:http://www.unifi.it/socrates.html

21

50125 FirenzeTel.: 055-240.246/.173Fax: 055-241.799E-mail: [email protected]

GENOVA

Università degli studi

Ufficio amministrativo: sig.raPatrizia VerzellesiServizio ricerca e relazioniinternazionali - Settore IIVia Balbi, 516126 GenovaTel.: 010-209.9300/ .9545/ .9496/ .5012Fax: 010-209.9382E-mail:[email protected];[email protected];[email protected] Internet:http://www.unige.it/coopint/

L'AQUILA

Università degli studi

Ufficio amministrativo: dottoLuigi Di Domenico, sig.Ascenzo GubbiottiUfficio affari generaliPiazza Vincenzo Rivera, 167100 L'AquilaTel.: 0862-432.238/ .092Fax: 0862-432.003E-mail:[email protected] Internet:http://www.lmivaq.it/rein/rein02.htm

LECCE

Università degli studi

Ufficio amministrativo: dottoAntonio Lezzi, sig.ra TizianaMarottaUfficio affari generali edErasmus bureauViale Gallipoli, 4973100 LecceTel.: 0832-336.215/ .214Fax: 0832-336.309E-mail: [email protected];[email protected] Internet:http://www.lmile.it/ateneo/programmi_europei/Default.htm

MACERATA

Università degli studi

Ufficio amministrativo: sig.raClaudia MengoniCentro rapporti internazionalipiaggia dell'Università, 262100 MacerataTel.: 0733-258.632Fax: 0733-258.636E-mail: [email protected]

MESSINA

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Elvira La Rocca,sig.ra Valeria D'Audino, sig.raNorita De AngelisUfficio SocratesPiazza Pugliatti, 198100 MessinaTel. e fax 090-676.4278Fax: 090-717.762E-mail: [email protected]

MILANO

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa AÌ1na Maria DeGaetano, dott.ssa VirnaPiazzi, dott.ssa MonicaSinibaldi, dott.ssa AngelaD'AlessandroDivisione Affari generali ­Ufficio programmi comunitaridi formazioneVia Festa del perdono, 720122 MilanoTel.: 02-5835.2041/ .3500/ .3501/.3504Fax: 02-58304482E-mail:[email protected];virna.piazzi@unimLit;[email protected];[email protected] Internet:http://studenti.divsi.unimi.it/socrates/

Politecnico

Ufficio amministrativo: arch.Paola FerriCri - Centro per le relazioniinternazionaliPiazza Leonardo da Vinci, 3220133 Milano

UNIVERSITAS 78

Tei.: 02-2399.2340Fax: 02-23992339E-mail: [email protected];[email protected] Internet:http://www.polimi.it/facoltaling/leonardo/servizi/Mobill

Università cattolica delSacro cuore

Ufficio amministrativo: dottoGuido Castelli, dott.ssaFloriana Conte, dotto MarioGattiUfficio relazioniinternazionaliVia Morozzo della Rocca, 2/a20123 MilanoTel.: 02-7234.5801Fax: 02-7234.5806E-mail: [email protected];[email protected];[email protected];Sito Internet:http://www.unicattit/serviziIrelintl

Università commerciale"Luigi Bocconi"

Ufficio amministrativo:dott.ssa Sonia GiudiciServizio relazioniinternazionaliVia R. Sarfatti, 2520136 Mi!anoTei.: 02-5836.2254Fax: 02-5836.2204E-mai!:[email protected]­bocconi.itSito Internet:http://www.lIni­bocconi.it/bocconilservizi!estero I estero1.htm

Libera Università dilingue e comunicazione ­Iulm

Ufficio amministrativo:dott.ssa Sonia Giannotto, sig.Francesco OrroUfficio affari internazionaliVia Filippo da Liscate, 120143 MilanoTel.: 02-8914.1345/.1395/.1396Fax: 02-89141266E-mail:[email protected] In ternet:http://www.iulm.it/didatticaB.htm

Libera Università Vita ­Salute "San Raffaele"

Ufficio amministrativo: sig.raLuisa MeldolesiVia Olgettina, 5820123 MilanoTei.: 02-2643.3813Fax: 02-2643.4704E-mai!: [email protected] Internet:http://www.fondazionesanraffaele.it I uhsrI serv_4.h tml

Università degli studi diMilano - Bicocca

Ufficio amminish'ativo:dott.ssa Stefania MilaniUfficio SocratesPiazza dell'Ateneo nuovo, 120126 MilanoTel.: 02-6448.6149Fax: 02-6448.6005E-mail: [email protected] Internet:http://www.unimib.it/socra tes I socrates .htm

MODENA/REGGIOEMILIA

Università degli studi

Ufficio anmlinistrativo:dott.ssa Maria Rosaria Tosco,sig.ra Francesca Bergamini·Ufficio rapporti internazionaliCorso Vittorio Emanuele,53/141100 ModenaTel.: 059-205.6568/.6567Fax: 059-205.6566E-mail:[email protected];[email protected] Internet:http://pinss.lmimo.it/serviziImob.htm

NAPOLI

Università degli studi"Federico II''

Ufficio amministrativo:dott.ssa Antonietta D'AuriaAttanasio, dott.ssa FernandaNicotera, dott.ssa FabriziaVenuta, dott. ClaudioSolimene, sig.ra MariaMonsurrò, sig.ra LuigiaMondo

Ufficio Programmiinternazionali di mobilitàDocenti e studentiVia Alcide De Gasperi, 5580133 NapoliTel.: 081­253.4810/.4808/.4809/.4811/.4812/.4813Tel. e fax 081-253.4801E-mail:[email protected] Internet:http://www.amministrazione.unina.itl studenti!mobilita IMobilitaLaterale.htm

Istituto universitarioorientale

Ufficio anmlinistrativo:dott.ssa Patrizia Zotti, dott.ssaValeria De Bonis, dotto LuigiMondo .Ufficio relazioniinternazionali, ricercascientifica e alta formazioneVia Melisurgo, 4480134 NapoliTel.: 081-760.5313/.5314/.5315Fax: 081-760.5310E-mail: [email protected] Internet:http://wvvw.iuo.it/relaz_int/web_rel_int.htrnll r_in terISocrates.htm

Seconda Università deglistudi

Ufficio amministrativo:dott.ssa A.tmamariaCandalino, dott.ssaAlmerinda De FranciscisUfficio Accordi internazionaliViale Beneduce, lO81100 CasertaTel.: 0823-274.9401.941Fax: 0823-351.839E-mai!:[email protected];[email protected];[email protected] Internet:http://www.lmina2.it/ceda/affgen.htm

PADOVA

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Emanuela PaVia,

22

dott.ssa Roberta Rasa, dottoNicola Benfatto, sig.ra SabrinaMarchioriUfficio relazioniinternazionaliVia VIII Febbraio, 235122 PadovaTei.: 049-827.3061/.3062/.3063Fax: 049-827.3060E-mail: [email protected]ùpd.it;benfalù@lIx1.unipd.it;[email protected] Internet:http:! hvww.unipd.it/programmi!formazione I socrates1.html

PALERMO

Università degli studi

Ufficio anmlinistrativo:dott.ssa Anlalia Ciliberto,dott.ssa Santa CurròUfficio relazioniinternazionaliPiazza Marina, 6190133 PalermoTel.: 091-607.57271.5730Fax: 091-611.1820E-mail: [email protected] Internet:http://www.unipa.it/-relinterISOCRATESI index.htm

PARMA

Università degli studi

Ufficio anmluùstrativo: dottoAlessandro Bernazzoli, sig.raSara Tesemma, sig.ra TizianaCordaroUfficio Socrates/ErasmusVia Università, 1243100 ParmaTei.: 0521-904.203/.289Fax: 0521-904.353E-mail:socra [email protected] Internet:http://relpllb.ceda.unipr.it/settoriscambilculturali.html

PAVIA

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Antonella Soresuli,sig.ra Lorena Bertocchi(mobilità studentesca)Via sant'Agostino, 8

IL TRIMESTRE/Studenti nell'Europa del 2000

na

i3

27100 PaviaTe!.: 0382-504.302Fax: 0382-504.314E-mail: [email protected];[email protected] Internet:http://www.lmipv.it/erasmus/ index.hhnl

dott.ssa Silvia Massara,dott.ssa AlessandraBendiscioliUfficio relazioniinternazionali(contratto istituzionale)sh'ada Nuova, 6527100 PaViaTel.: 0382-504.225/.217Fax: 0382-504.529E-mail: [email protected]

PERUGIA

Università degli studi

Ufficio ammÌlùstrativo:dott.ssa Maria LauraBellocchi, sig.ra MariaNovella Stefanini, sig.ra SoniaTrÌllariUfficio relazioniinternazionaliPiazza Università, 106100 PerugiaTe!.: 075-585.2176 /.2093Fax: 075-584.7225E-mail: Uri@lllÙpg.itSito Internet:http://www.unipg.it/-uri/erasmus.htrn

Università per stranieri

Ufficio amministrativo: sig.raRita GaleatiUfficio affari internazionaliPiazza Fortebraccio, 406100 PerugiaTel.: 075-574.6263Fax: 075-574.6463E-mail: [email protected] Internet:http://www.unistrapg.it

PISA

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Manuela MarÌlù,sig.ra Bruna OrlandoUfficio per lo sviluppo deirapporti internazionali con

enti ed impreseIWlgarno PacÌllotti, 43/4456100 PisaTel.: 050-920.115/.227Fax: 050-920.222E-mail: marÌlù@adm.unipi.it;[email protected]ùpi.itSito Internet:http://www.unipi.it/rappint/ socrates.htrnl

dott.ssa Franca Cancherini,dott.ssa Francesca Ferti, sig.raIvonia Salituri, sig.ra NadiaConfortiDipartinlento amministrativoper le attività istituzionali,Settore 4 - UIùtà operativa lO- Azione 2Via cardinale Maffi, 3956127 PisaTe!.: 050-836.017/ .032/ .030/ .031Fax: 050-552.085E-mai!: [email protected]ùpi.it;[email protected];socra [email protected]

Scuola normale superiore

Ufficio amministrativo: sig.raRomana CampagIÙ, sig.raEmanuela BrustolonUfficio Affari generaliPiazza dei Cavalieri, 756126 PisaTe!.: 050-509.235Fax: 050-509.029E-mai!: [email protected] Internet:http://www.sns.it

Scuola superiore di studiuniversitari e diperfezionamento"Sani'Anna"

Ufficio ammilùstrativo:dott.ssa Chiara BusnelliDivisione formazionewliversitariaVia G. Carducci, 4056100 PisaTe!.: 050-883.273Fax: 050-883.225E-mai!: [email protected] Internet:http://www.sssup.it

POTENZA

Università degli studidella Basilicata

Ufficio arnnùnistrativo:dott.ssa Mariangela ColucciUfficio speciale ricercascientifica e rapportiÌllternazionaliVia Nazario Sauro, 8585100 PotenzaTel.: 0971-202.198/.199Fax: 0971-546.86E-mail: [email protected] Internet:http://www.lmibas.it/ects/index.htm

REGGIO CALABRIA

Università degli studi

Ufficio ammilùstrativo: dottoAntOlÙO RomeoUfficio relazioniinternazionaliVia Zecca, 489125 Reggio CalabriaTel.: 0965-246.12/ .16Fax: 0965-332.201E-mai!: [email protected];yolande.locascio@illÙrc.itSito Internet:http://www.lmirc.it/erasmus/

ROMA

Università degli studi "LaSapienza"

Ufficio ammilùstrativo:dott.ssa Mati!de Capolei,sig.ra Rita Belli, sig.ra NadiaGirolamiSettore prograrnnùinternazionali - RipartizioneIV Studentipalazzo delle Segreterie ­scala C - piano terraPiazzale Aldo Moro, 500185 RomaTel.: 06-4991.2728/ .2729 / .2730Fax: 06-4991.2735E-mail:[email protected] Internet:http://www.uniromal.it/amm/relint/4.htrnl

Università degli studi"Tor Vergata"

Ufficio arnmilùstrativo:dott.ssa Marina TesauroUfficio Scambi culturaliVia O. Raimondo, 800173 Roma

23

Te!.: 06-7259.2556/ .2104Fax: 06-7236.605E-mail: [email protected] Internet:http://www.Wliroma2.it/studenti/erasmus/erasmus.htm

dotto Massimiliano BrancatoUfficio Scambiculturali/Servizio ErasmusVia O. Raimondo, 800173 RomaTel.: 06-7259.2555Fax: 06-7236.605E-mail: [email protected]

Libera Universitàinternazionale degli studisociali "Guido Cadi"

Ufficio arnmilùstrativo:dott.ssa Annamaria Ricciardi,dott.ssa Giovanna Marra,sig.ra Anna LiguoriUfficio relazioniinternazionaliViale di Villa Massimo, 5700161 RomaTel.: 06-8522.5711 / .5722/ .5726Fax: 06-8552.024E-mail: [email protected];[email protected]; [email protected] Internet:http://www.1uiss.it/relazioni_Ìllternazionali/ index.htm

Libera Università "MariaSS. Assunta"

Ufficio a11111Ùnistrativo: sig.raPasqua TamponiUfficio internazionaleVia della Traspontina, 2100193 RomaTe!.: 06-6842.21Fax: 06-6878.357E-mail:lumsa@giannuh·i.caspur.itSito Internet:http://www.1umsa.it/Socrates.htm

Istituto universitariostatale di scienze motorie

Ufficio ammirtistrativo: sig.raCirtzia PaceUfficio relazioniinternazionaliPiazza Lauro de Bosis, 1500194 RomaTe!.: 06-3609.5561Fax: 06-3600.2884/3215.313E-mai!: [email protected]

UNIVERSITAS 78

Libera Università"Campus bio-medico"

Ufficio amministrativo: dottoPaolo ParisiUfficio relazioniinternazionaliVia E. Longoni, 8300155 RomaTe!.: 06-2254.1354Fax: 06-2254.1456E-mai!: [email protected] Internet:http://www.unicampus.it

Università degli studi"Roma Tre"

Ufficio amministrativo:dott.ssa Roberta EvangelistaUfficio relazioniinternazionaliVia Ostiense, 15900154 RomaTe!.: 06-5737.0213/.0251/.0453Fax: 06-5737.0479E-mai!: [email protected];[email protected] Internet:http://w2.uniroma3.it/internazionali1internazionali.asp

Libera Università deglistudi "San Pio V"

Docente delegato: prof.Alberto RimicciVia delle Sette chiese, 13900145 RomaTe!.: 06-5140.101Fax: 06-5140.101/6878.252E-mai!: [email protected] Internet:http://www.luspio.org

SALERNO

Università degli studi

Ufficio amministrativo: dottoDomenico Grillo, dott.ssaAnnunziata Fraiese, dott.ssaGiuliana Ricciardi, dottoGennaro VietriUfficio Socrates/ErasmusVia Ponte don Melillo84084 FiscianoTe!.: 089­966.2401.2451.404/.012Fax: 089-966.255E-mai!: [email protected];[email protected] Internet:http://www.unisa.it/

Erasmuslcopert48.html

SASSARI

Università degli studi

Ufficio amministrativo: dott.Gasperino Pala, dotto GiorgioCau, dott.ssa Anna L.FrassettoUfficio relazioniinternazionalilargo Macao, 3207100 SassariTe!.: 079-229.9801.978Fax: 079-229.979E-mai!: [email protected] Internet:http://www.uniss.it/erasmus-socratesl

SIENA

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Annalisa Poggialini,sig.ra Katia Medaglini, sig.raMilena FaddaUfficio relazioniinternazionaliVia san Vigilio, 653100 SienaTe!.: 0577-232.416/.403/.422Fax: 0577-232.392E-mai!: [email protected];kmedaglini@unisLit;fadda@unisLitSito Internet:http://www.unisLit/ammin/urilse.html

Università per stranieri

Ufficio amministrativo: sig.raGiuseppina Grassiccia,dott.ssa Stefania Eutropi,dott.ssa Laura Failli, sig.raTiziana PetriniDivisione Promozione erelazioni internazionaliVia Pantaneto, 4553100 SienaTe!.: 0577-240.164/.1651.166Fax: 0577-270.630E-mai!: grassiccia@unistrasLit;prorelint@wustrasLitSito Internet:http://www.unistrasi.it

TERAMO

Università degli studi

24

Ufficio amministrativo: dottoEzio Speca, dott.ssa GiovannaCacciatoreUfficio affari internazionaliViale Crucioli, 12264100 TeramoTe!.: 0861-266.223/.291Fax: 0861-266.549E-mai!:[email protected];[email protected] Internet:http://www.unite.it/Ateneo1scambLhtrnl

TORINO

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Mariangela NasiMarengo, dott.ssa Maria RosaCitarda, dotto Georges KaboréArea ricerca e relazioniinternazionali - Sezionemobilità internazionaleVia S. Ottavio, 810124 TorinoTe!.: 011-883.082/.054Fax: 011-836.100E-mail:[email protected] Internet:http://www.rettorato.unito.it1peechi_studia1prog_mobilita 1mobilita1indice_socrates

Politecnico

Ufficio amministrativo:dott.ssa Maria CristinaCaminiti, sig.ra StefaniaPortaiuri, dott.ssa AnnaSolaro, dotto Mirko VaranoSocrates information centerCorso Duca degli Abruzzi, 2410129 TorinoTe!.: 011­564.6124/.62471.6115/.4123Fax: 011-564.6295E-mai!: [email protected];[email protected] Internet:http://www.sds.polito.it/socrates/out_in.html

TRENTO

Università degli studi

Ufficio amministrativo: dott.ssaPatrizia Paoli, sig.ra CinziaChini, sig.ra Lucia Gadotti

Ufficio Socrates ErasmusVia Verdi, 838100 TrentoTe!.: 0461-882.902/.9081.909Fax: 0461-882.916E-mail:socra [email protected] Internet:http://www.gelso.wutn.it/wwwsegr/unione/unione.html

TRIESTE

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Chiara Zingone, dottoRoberto Paoletti, sig.ra MariaLuisa Bressan, sig.ra MariaGabriella RomanatoZangrando, sig.ra LorianaErmanni SauleSezione didattica ­Ripartizione affari generaliPiazzale Europa, 134127 TriesteTe!.: 040-676.3024/.3025Te!. e fax 040-676.3713E-mail:[email protected] Internet:http://www.univ.trieste.it/-socratesl

Scuola internazionalesuperiore di studiavanzati

Via Beirut, 2/434014 Miramare - GrignanoTe!.: 040-378.71Fax: 040-378.7249E-mai!: [email protected] Internet:http://www.sissa.it

UDINE

Università degli studi

Ufficio amministrativo: sig.raBarbara Errico, sig.ra SoniaBoseroCentro rapporti internazionaliVia Palladio, 833100 UdineTe!.: 0432-556.221/.222/.226Fax: 0432-556.229E-mai!:[email protected];[email protected];[email protected]

TIL TRIMESTRE/Studenti nell'Europa del 2000

Sito Internet:http://www.amm.uniud.it/crinisocrates_ita.htm

URBINO

Università degli studi

Ufficio amministrativo: dottoFabrizio Maci, sig.ra IsabellaVasinctonUfficio Socrates e relazioniinternazionaliVia Saffi, 261029 UrbinoTel.: 0722-305.424/ .405Fax: 0722-329.186E-mai!: [email protected]:http://www.uniurb.it/Uborse/menu.htm

VARESE

Università degli studidell'Insubria

Docente delegato: praf.Achille GhidoniDipartimento di Biologia

strutturale e funzionaleVia J. H. Dunant, 321100 VareseTel.: 0332-421.533Fax: 0332-421.500E-mail:[email protected] Internet:http://www.uninsubria.it/rel_int/socrates-erasmus.asp

VENEZIA

Università degli studi

Ufficio amministrativo:dott.ssa Alessandra Ori,dott.ssa Elisa Aghito, sig.raLuciana JovineSezione Affari relazioniinternazionali - DivisioneServizio agli studentiCa' della Zorza, 3859Dorsoduro30123 VeneziaTel.: 041-257.8309/.8221Fax: 041-521.0112E-mail: [email protected];[email protected];[email protected] Internet:

http://helios.unive.it/-sai!erasmus/bando-studenti.htm

VERCELLI

Università degli studi delPiemonte orientale"Amedeo Avogadro"

Ufficio amministrativo:dott.ssa Gisella Favagrossa,dott.ssa Nadia PiloniArea Studenti - relazioniinternazionaliPiazza Risorginlento, 1213100 VercelliTel.: 0161-261.518/.522Fax: 0161-210.718E-mai!:[email protected] Internet:http://www.rettorato.unipmn.it/ relazinterr / default.htm

VERONA

Università degli studi

Ufficio amministrativo:

dott.ssa Lucia Didonè, sig.raMonica GhiroUfficio relazioniinternazionaliVia dell'Artigliere, 8 - palazzoGiuliari37129 VeronaTel.: 045-802.8591/.8596Fax: 045-802.8411E-maìl: [email protected] Internet:http://www.univr.it/carint/Socrates/index.htm

VITERBO

Università degli studidella Tuscia

Ufficio amministrativo: sig.raCristina Rosa, sig.ra DanielaLoreti, sig.ra Paola VitaVia S. Giovanni decollato, 101100 ViterboTel.: 0761-357.820Fax: 0761-357.819E-mail: [email protected] Internet:http://www.unitus.it/relcult/t17i.html

25

UNIVERSITAS 78

abstractTl1e first I1rticle tl1kes us from the first Emsmus to the latestSocrates, Il rapid review of Europel1n mobility progrmnmes I1fterfifteen yel1rs of I1ctivity I1nd 111most Il million pl1rticipants.Incorpomted in 1995 in Socrates (tl1e first Europeanprogramme for education I1t every level) and then in Socrates II(2000-2006), from Il simple student-excl1ange programme,Emsmus I1l1s become the grel1test instrument forEuropel1!l~s~tion of tl1e Old Continent's universities, througl1new I1Ct/V/tIeS such I1S tel1cher mobility, joint curricull1,intensive programmes I1nd teleml1tic networks.Student mobility l1as undoubtedly been tl1e most visible, mostconspicuous I1nd most successful pl1rt of the progm.mme, inwhich Italy is in fiftl1 place both as destination and originoNumerous investigations I1l1ve sl107On tl1l1t tl1e Erasmusexperience is considered "positive or very positive" I1fterwards,both in l1eademic I1nd in socil11l1nd cultuml terms, and this is111so bome out by the interviews presented in the feature.Furthermore, the Emsmus scholl1rship (which, it should beremembered, is not intended to pay for the entire stl1Y abroadbut snnply I1S Il help 70ith the so-cl111ed "mobility costs") servesin some countries to compensate for the lack of publicscholl/rships for study I/brol/d.With the growth of Europe I1nd of the "Europel1n dimension ofeducation", witl1 the progressive intemationl11isl1tion of higheredueation I1nd with the unquestionl1ble success of the Emsmusprogramme, Socmtes hl1s I1dded to the tmditional studentmobility Il vast mnge of European I1ctivities designed to involvetl1e tel/.ching body I1nd "non-mobile" students through Il

cOl11nutment by the entire l1eademic institution, accompanied byIl Declaration of Europel1n strategy.The fel/ture continues with boxes providing geneml informl1tionon Socrates I1l1d on Gnmdtvig, Il progmmme that includesadt~lt edueation I1nd otl1er educl1tion routes, while Il separateI1rt/cle presents Il bl11l1nce sl1eet for tl1e first phl1se of Socmtes.A second series of interviews introduces tl1e "Socmtespromoters". With the officil111l1uncl1 of the second SocmtesProgml11me, the "Socmtes on tl1e move" project hl1s beenI1pproved I1nd finl1lised by the Europel1n Commission.Tl1isproject 70IlS presented by three lel1ding Europel1n StudentOrgl1nisl1tiol1s: Aegee-Europe, Este-The Niltionl11 Union ofStudents, I1nd ESI1-Emsmus StudentNet7Oork.TI1~ ~ommission decided to support the idel1, l1110wing tl1etmInIng of50 young people from 28 different EuropeI/ncountries, who willl1ct on a voluntary bl1sis as "Socratespromoters", conducting I1n information eampl1ign in their o7Oncountries through exhibitiol1s and conferences I1nd I1t the sl1meti~ne ac.t I1s.a support for .t~1e institutions responsible fordissem11111tlOn oftl1e mob/llty progmmmes, tl1l1t is tl1e nl1tionl11Socrates I1gencies, tl1e universities and schools of every level, inI1ddition to other institutions eligible to take part in theprogmmme.Tl1e feature concludes with Il usefullist of Erasmus offices I1nddelegates.

Le premier I1rticle de la rubrique nous amène du premierEmsmus I1U demier Socmtes. Un tour d'horizon rapide pl1nniles programmes européens de mobilité I1U bout de quinze ansd'l/ctivité et presque un million de participl1nts. Incorporé en1995 dl1ns Socmtes (le premier progmmme européen pourl'instruction de tous les niveaux) puis dans Socmtes II (2000­2006), de simple program111e d'échl1nges entre étudil1nts,Emsmus est devenu le principl11 instrument d'européisl1tion desuniversités de l'Ancien Continent, grace ii de nouvelles activitéstelles que 111 mobilité des enseigl1l1nts, les program111es d'étudesconjoints, les progmm111es intensifs, les réseaux tl1éml1tiques.LI/ 1110bilité des étudil1nts a sl1ns doute représel1té 111 pl1rtie 111plus visible, 111 plus importl1nte et 111 plus réussie du progml11medl1n~ leq~/ell'Itlllie se pll1ce ii 111 cinquième pll1ce, des PI1Ys dedestl11atlOn comme despl1Ys de dépl1rt. SelOI1 de nombreusesenquetes, l'expérience Emsmus - comme le montrent lesentretiens rapportés dl1ns 111 rubrique - est considérée aposterioricomme "positive ou très positive" en termes universitl1irescomme en ter111es socillux et culturels. En mitre, 111 boursed'études Erasmus (qui, nous le mppelons, n'est pl1S destinée iisubventionner 111 totl11ité du séjour ii l'étmnger et constituesimplement une l1ide I1UX "dépenses de mobilité") sel't danscertains PI1Ys ii compenser le manque de subventions publiquespour les études ii l'étmnger.Avec 111 croissl1nce de l'Europe et de 111 "dimension européennede l'instruction", I1vec l'internl11isl1tion progressive del'enseignement supérieur et I1vec l'incontestl1ble succès duprogramme Erasmus, Socmtes I1l1jouté ii 111 traditionnellemobilité des étudil1nts une vl1ste gl1mme d'l1ctivités européennesvisl1nt ii impliquer le corps enseignl1nt et les étudil1nts "nonmobiles" gl'ace ii un engagement de toute l'institutionl1eadémique I1ccompl1gné pl1r une Décll1ration de stratégieeuropéenne. La rubrique continue pl1r des ficl1es d'informl1tionsgénérales SUI' Socrates - dont, dl1ns un I1rticle ii pl1rt, estprésenté le bill1n de 111 première pl1l1se d'l1ctivité - et SUl'Gnl11dtvig, un progmmme qui comprend l'édueation desadultes et d'autres pl1rcours édueatifs.Une deuxième série d'entretiens nous fait COl1nl1/tre les"Socmtes promoters". Avec le 1l1ncement officiel de la deuxièmephl1se du progrmnme Socmtes, 111 Commission Européenne Il

I1pprouvé et finl1ncé le projet "Socrates on the move". Ce projetIl été présenté pl1r les trois principl11es orgl1nisl1tions étudil1nteseuropéennes: AGEE-Europe, ESIB-Tl1e Niltionl11 UnionsofStudents, ESN-Erasmus Student Network. LI1 Commissionl1décidé de soutenir l'idée en permettl1nt de former 50 jeunes ­I1gissl1nt SUI' une bl1se bénévole - "Socrates promoters"provenl1nt de 28 PI1Ys européens, qui pourmient mener uneca!npl1gne d'information dl1ns leur propre PI1Ys I1U moyen defon'es et de congrès et etre en meme temps un support pour lesinstitutions préposées ii 111 diffusion des progmmmes demobilité, telles que les I1gences nationl11es Socmtes, lesuniversités et les écoles de tous degrés, et toutes les l1utresinstitutions remplìssl1nt les conditions requises pour pl1rticiperI1U programme. LI1 ntbrique se termil1e pl1r une liste desburel1ux et des délégués Erasmus.

~ ~resume26

NOTE ITALIANE/Didattica

Missione didattica e formativa e ricerca sperimentale, cooperazione e alleanze con il sistemaindustriale: ecco le carte vincenti del Politecnico di Milano, un ateneo proiettato nel futuro

Politecnico di Milano

LA "POTENZA INTELLETTUALE"Adriano De Maio

Rettore del Politecnico di Milano

Politecnico di Milano: la facciata del Rettornto

il Politecnico di Milano è lm'univer­sità scientifico-tecnologica che formaoltre alle storiche figure di ingegneried architetti, anche le nuove di lau­reati in disegno industriale e in piani­ficazione territoriale con molteplici edinnovative specializzazioni, facendosì che la formazione non sia limitataesclusivamente agli aspetti tecnici,ma permetta di essere un professioni­sta il piÙ possibile completo.Fondato nel 1863, il Politecnico, la piÙantica università milanese, continua,aggiornandola, la tradizione di lmaScuola che punta sulla qualità e sul­l'innovazione della didattica e dellaricerca che si sostanziano in un rap­porto sempre piÙ fecondo con larealtà economica e produttiva.TI Politecnico fu voluto dalla comu­nità milanese e lombarda qualemomento fondamentale per lo svilup­po economico, produttivo e culturaledel territorio. Fondamentale apportofu dato dal Comune, dalla Provincia,dalla Carnera di Commercio diMilano, dalla Cariplo, e da Associa­zioni culturali fra cui la Società diIncoraggiamento di Arti e Mestieri incui un ruolo primario fu giocato daCarlo Cattaneo.La missione didattica e formativarappresentò l'obiettivo principale, mafin da subito, con la creazione deiprimi laboratori interni, la ricerca spe­rimentale assunse un valore determi­nante nella vita dell'ateneo. Oggi laricerca è sempre piÙ intrinsecamente

legata alla didattica e costihlisce unimpegno prioritario che ci consente diraggiungere risultati di alto livellointernazionale.L'attività di ricerca costituisce inoltreun percorso parallelo a quello dellacooperazione e delle alleanze con ilsistema industriale. Conoscere il mon­do dove si andrà ad operare è requisi­to indispensabile per la formazionedegli studenti, rapportarsi alle esigen­ze del mondo produttivo, industrialee della pubblica amministrazione

aiuta la ricerca a percorrere terreninuovi e a confrontarsi con la necessitàdi lma costante e rapida innovazione.L'alleanza con il sistema economicoconsente al Politecnico di assecondarela vocazione dei territori in cui opera edi essere da stimolo per il loro svilup­po. Lo stimolo infine alla creazione dinuove imprese è sempre stato, dall'i­nizio, un impegno dell'Ateneo che hacontribuito alla nascita di gran partedelle imprese basate sulla tecnologiadi Milano e della Lombardia.

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UNIVERSITAS 78

Dislocazione delle sedi del Politecnico di Milano

L'impegno del Politecnico di Milanoin questi ultimi anni si è particolar­mente concentrato sul raggiungimen­to di questi obiettivi.La sfida che si gioca oggi proiettaquesta tradizione di forte radicamen­to territoriale oltre i confini del paese,in un confronto che si sviluppa primadi tutto a livello europeo con l'obietti­vo di contribuire alla creazione di un"mercato unico" della formazione.Questa unicità non significa unifor­mità ma capacità di valorizzare ladiversità e la ricchezza culturale diogni singola realtà, in un clima di pro­duttiva competizione.

Università e competitività

Oggi è più che mai diffusa la consa­pevolezza che l'università può e devegiocare un ruolo preciso nella compe­titività di un territorio e, dall'altro,attraverso un sempre più marcatoprocesso di autonomia e di insedia­mento in nuove localizzazioni territo­riali, si è potuto constatare un interes­se assolutamente analogo a quello chesi era avuto a suo tempo. Questo, fral'altro, ha fatto sì che il Politecnico,così come altre università, senza per­dere la sua unitarietà, si sviluppasseoltre che nella sede storica di MilanoCittà Studi, in un nuovo polo aMilano Bovisa, a Como, a Lecco, aMantova, a Cremona ed a Piacenza.Questo sviluppo è stato reso possibi­le, come peraltro avvenne all'attodella fondazione, grazie alla disponi­bilità ed alla spinta delle amministra­zioni locali, delle Camere di Com­mercio e delle associazioni presentisul territorio.Oggi il ruolo pubblico e sociale del­l'università è sempre più evidente esempre più marcato.L'impegno del Politecnico, in tutte lesedi in cui si articola, è quello di pre­parare una classe di professionisti dialto livello che possano costituire unasolida base per lo sviluppo economi­co, sociale, culturale, produttivo.11 modello di Politecnico-rete chesosteniamo in tutti i modi, nonostan­te le difficoltà di gestione, è risultatoessere un modello vincente perchénasce dall'unione della forza, dellavisibilità, della storia, della tradizio-

ne, della rilevanza internazionale,della qualità della ricerca e delladidattica di una grande istituzionecon la vivacità, l'interesse, la parteci­pazione di una comunità in cui l'im­prenditorialità, il lavoro, l'innovazio­ne, costituiscono caratteristiche domi­nanti: questo è l'elemento essenzialedel nostro modello.Da ciò deriva la necessità di speri­mentare modelli di gestione che ren­dano più fluido ed efficace:• il coinvolgimento delle realtà terri­

toriali (Comuni, Province, Regione,Camere di Commercio, Fonda­zioni);

• la mobilitazione di risorse oltre aquelle statali;

• lo svolgimento di attività di servizioe di sostegno alla nuova impren­ditoria, in particolare giovanile;

• il rapporto e la collaborazione tra lesingole università;

• l'interazione con le università stra­niere.

Questo sarà possibile attraverso lacostituzione di una Fondazione man­tenendo, ovviamente, all'internodell'Università, le funzioni istituzio­nali e le relative regole.Essa costituirà il momento di rappre-

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sentanza delle realtà locali, particolar­mente dedicato alla promozione eallo sviluppo territoriale e, se bengestita, svolgerà una preziosa funzio­ne di attrazione di competenze erisorse, alleggerendo l'attività istitu­zionale di compiti amministrativi avolte gravosi. Questo significa che"pubblico" non vuoI dire sempre enecessariamente solo statale. Pub­blico vuoI dire della comunità e, quin­di, delle amministrazioni locali, degliimprenditori, dei cittadini.

Progetti di sviluppo dellesingole sedi

BOVISA - Il grande progetto Bovisa,nell'area cosiddetta dei gasometri è,allo stato attuale, nelle ultime fasi diprogettazione da parte della Ishi­moto, società di architettura e inge­gneria giapponese che ha vinto lagara. Nel prossimo anno dovrebberoquindi avviarsi i lavori.CITTÀ STUDI - Dovrebbe concludersi illungo iter del trasferimento delNeurologico Besta che permetterà diconcretizzare il progetto di insedia­mento negli edifici e nell'area lasciatalibera.

NOTE ITALIANE/Didattica

Politecnico di Milano: la I facoltà di Architettura a Milano Leonardo

PIACENZA - Il 24 ottobre 2000 è statainaugurata la nuova sede dellaCaserma della Neve messa a disposi­zione dal Comune di Piacenza, a cuihanno generosamente contribuito ilComune di Piacenza, la Fondazionedi Piacenza e Vigevano, la RegioneEmilia Romagna, la Banca di Piacen­za e l'Associazione Industriali diPiacenza.COMO - La sede di Como si staampliando. I laboratori di via Anzanisaranno pronti all'inizio del prossimoanno e tutto l'edificio verrà completa­to enh'o l'anno. La sede di Como si svi­lupperà ulteriormente grazie in parti­colare all'accordo di programma conla Regione Lombardia e il Comune diComo su ili1 progetto di Centro diInnovazione per la Ricerca e ilTrasferimento Tecnologico e Organiz­zativo.LECCO - La firma dell'accordo di pro­gramma dopo l'acquisto dell'edificiodi via Cairoli, oggi in fase di ristruttu­razione, permetterà di dare finalmen­te una sede appropriata e coerenteagli impegni e ai progetti di sviluppodel nostro insediamento su Lecco. Lacentralità del sito o le sue dimensionipermetteranno di progettare 1ma sedeftmzionale per le nostre attività didat­tiche e di ricerca, nonché possibili svi­luppi di collaborazione con l'Ospe­dale nel campo bio-ingegneristico.Con l'attuazione della proposta di ac­cordo di programma sottoscritto nel'98 dal Politecnico di Milano con ilComune di Lecco, la Provincia diLecco, la Provincia di Sondrio, laCamera di Commercio di Lecco, laCamera di Commercio di Sondrio, eUniverLecco-Sondrio, si prevede l'ac­quisizione di un'area di circa 45.000mq coperti, necessari per la popola­zione prevista di 3.000 studenti.CREMONA - La sede di Cremona si èormai consolidata con lo sviluppo dialcuni laboratori e servizi didattici e, abreve, potrà essere dotata anche distrutture per l'ospitalità degli studentiin accordo con l'università e l'ISU diPavia e con il sostegno degli enti locali.MANTOVA - La sede di Mantova si staampliando secondo un programma diristrutturazione del complesso immo­biliare che già ospita il corso di laureain Edilizia e quello in Architettura.Entro l'anno saranno appaltati i lavo-

ri per la ristrutturazione degli spazidestinati alla Biblioteca grazie a unfinanziamento della Fondazione Cari­pIo.

Nei progetti dei nuovi insediamenti, apartire dalla "Grande Bovisa" l'Ateneopersegue l'obiettivo di inserire tuttele sedi all'interno della vita dellacomunità e non già di tenerle isolate.Niente più recinti di delimitazionedel sito universitario, accessibilità 24ore, ovviamente differenziata per tipidi utenza e controllata, in modo taleda evitare che vi sia 1m vuoto negliorari e nei giorni in cui non vi sonolezioni, grandi spazi verdi, attrezzatie accessibili a tutti, servizi culturali ­biblioteche, musei, spazi per manife­stazioni - disponibili per la comunità.L'università nella città e per la città e,reciprocamente, la città nell'univer­sità e per l'università.Il progetto più complessivo di Poli­tecnico rete e la rapidità con cui que­sti risultati sono stati raggiunti hapotuto contare sul sostegno spessoentusiastico delle amministrazionilocali e delle realtà economiche,finanziarie e sociali dei territori in cuil'ateneo opera, che hanno saputocogliere il senso della presenza e del­l'attività del Politecnico, quale fattoredi sviluppo del territorio, nonchéall'impegno dei docenti, dei ricercato-

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ri e del personale tutto e grazie allaspinta e alla disponibilità al cambia­mento degli studenti.

Alcune considerazionisulla riforma

Dall'anno accademico 2000-2001 èstato avviato dal Politecnico di Mila­no il nuovo ordinamento per tutti icorsi di laurea, ad eccezione di quelliin Architettura e in Ingegneria edile­Architettura, per i quali l'articolazio­ne deve tener conto anche di una spe­cifica direttiva europea.La riforma è fortunatamente moltomeno rigida di quanto si possa pen­sare. Di questo, a mio avviso, va datomerito a chi ha steso le norme. Nonvi è eccessiva rigidità nella definizio­ne di possibili curricula. Vi sono inte­ressanti spazi per orientare e calibra­re l'accesso al secondo livello (laureaspecialistica), così come per migliora­re la formazione e la specializzazioneprofessionale senza "intasare" inmodo inappropriato percorsi forma­tivi che hanno altri scopi. Se si riesco­no a cogliere tutte le opporhmità, ipunti positivi della riforma sonosuperiori a quelli negativi e questodeve rappresentare per noi un fortestimolo.D'altra parte la ricchezza nasce dalla

I CORSI DI STUDIO

Icorsi di studio sono stati attivati dall'a.a.2000-200 I secondo la nuova articolazio­ne prevista dalla legge di riforma.

I Facoltà di Ingegneria

SEDE DI MILANO LEONARDO

Corsi di studioIngegneria per l'Ambiente e il TerritorioIngegneria BiomedicaIngegneria ChimicaIngegneria CivileIngegneria EdileIngegneria ElettricaIngegneria GestionaleIngegneria dei Materiali

SEDE DI CREMONA

Corsi di studioIngegneria per l'Ambiente e il TerritorioIngegneria Gestionale

Il Facoltà di Ingegneria

SEDE DI COMO

Corsi di studioIngegneria per l'Ambiente e il TerritorioIngegneria GestionaleIngegneria InformaticaIngegneria Informatica (on line)

diversità e la diversità costituisce lavera fonte di innovazione e di pro­gresso. Il Politecnico si è proposto ilraggiungimento degli obiettivi diseguito elencati:• rispondere positivamente alla sem­

pre maggiore globalizzazione:attrarre studenti italiani e stranierid'alta potenzialità e facilitare i lau­reati nell'inserimento in qualsiasitipo di mercato;

• spostare il maggior numero di stu­denti sul curriculum professionaledi h-e anni;

• anticipare e, per quanto possibile,prevenire gli abbandoni;

UNIVERSITAS 78

III Facoltà di Ingegneria

SEDE DI LECCO

Corsi di studioIngegneria CivileIngegneria GestionaleIngegneria MeccanicaEdiliziaIngegneria Edile-Architettura

IV Facoltà di Ingegneria

SEDE DI MILANO BOVISA

Corsi di studioIngegneria AerospazialeIngegneria EnergeticaIngegneria Meccanica

SEDE DI PIACENZA

Corsi di studioIngegnel-ia MeccanicaIngegneria dei Trasporti

V Facoltà di Ingegneria

SEDE DI MILANO LEONARDO

Corsi di studioIngegneria ElettronicaIngegneria InformaticaIngegneria delle Telecomunicazioni

SEDE DI CREMONA

Corsi di studioIngegnel-ia Informatica

• aumentare ulteriormente la qualitàdella laurea specialistica rispettoall'attuale laurea;

• recuperare lo studente "medio"(abbandoni e durata degli studi);

• sfruttare al massimo le potenzialitàofferte di "mix-culturali". Nondovrebbe esserci una elevata per­centuale di diretto legame fra spe­cializzazioni uguali di lO e 20 livello;

• approfittare di quest'occasione perrivedere completamente in che cosadeve consistere la formazione dibase, oggi, per i nostri studenti (diingegneria, ma anche di architettu­ra, di industriaI design, di pianifica-

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I Facoltà di Architettura

SEDE DI MILANO LEONARDO

Corsi di studioArchitetturaPianificazione Territoriale, Urbanistica eAmbientale

SEDE DI MILANO C/O ISTITUTO INDUSTRIALE

EDILE "CARLO BAllI"

Corsi di studioEdilizia

SEDE DI MANTOVA

Corsi di studioArchitetturaEdilizia

Il Facoltà di Architettura

SEDE DI MILANO BOVISA

Corsi di studioArchitettura

III Facoltà di Architettura

SEDE DI MILANO BOVISA

Corsi di studioDisegno Industriale

SEDE DI COMO

Corsi di studioDisegno Industriale

zione territoriale);• aumentare i programmi internazio­

nali congiw1ti;• aumentare la formazione "istituzio­

nale" parallela (master di lO e 20

livello) dopo un'esperienza lavora­tiva.

Il problema più importante in pro­spettiva riguarda l'apertura interdi­sciplinare. I rigidi confini disciplinarinon sono coerenti con l'innovazione,con l'evoluzione scientifica e con iproblemi operativi più critici. Potreb­bero facilitare questo disegno il colle­gamento e le alleanze fra diverse w1i­versità.

NOTE ITALIANE/Didattica

Politecnico di Milano: un gruppo di studenti all'ingresso del campus Leonardo

Le nuove opportunitàformative

Il Politecnico ha avviato alcLUle inizia­tive di grande spessore e che hannoaperto nuove interessanti vie.Le prime riguardano i quattro nuovicorsi istituzionali di seguito elencati:• un corso di studi triennale (lamea

in Ingegneria informatica) intera­mente "on line" sostenuto, per gliaspetti più operativi, da Somediama completamente progettato alnostro interno attraverso il centroMETID e "appoggiato" presso la sededi Como;

• la laurea in Ingegneria dei traspor­ti, attivata presso la nostra sede diPiacenza. È estremamente innovati­va anche perché va nel verso dellamultidisciplinarità: economia easpetti giuridici, integrati con lepolitiche di pianificazione territo­riale e con le competenze ingegneri­stiche in senso stretto dovrebberopermettere di ottenere quella figuradi progettista e di gestore di sistemidi trasporti che oggi rappresentalma grave lacuna nel curriculwn for­mativo e professionale in Italia;

• la laurea specialistica in Architetto­Ingegnere (o Ingegnere-Architetto,come meglio si desidera) appoggia­ta sulla sede di Lecco, che pur

Politecnico di Milano: percorso internodel campus Leonardo

essendo già stata avviata qualcheanno fa è diventata da poco effetti­vamente operativa;

• la laurea in Ingegneria energetica ­da cui, fra l'altro, si può accedere allalaurea specialistica in Nucleare ­appoggiato alla sede di Bovisa è LUlprimo passo verso la costituzione difigme professionali atte a progettaree gestire sistemi di generazione tra­sporto, distribuzione e utilizzo dienergia, che richiede anch'esso lmaforte multidisciplinarità.

Si sta inoltre procedendo alla proget­tazione di ili1 corso di Ingegneriaagraria, presso la nostra sede diCremona, nel completamento di ili1

sistema formativo globale sul restau­ro appoggiato a Mantova e nell'indi­viduazione di altri percorsi formativi,

su più temi h'a i quali quelli sullasicurezza.Anche ath'averso tali iniziative si stadando corpo al modello di Politecnico­rete. Tutte le sedi hanno ugualedignità. Tutte le sedi producono egestiscono innovazione. Tutte le sedisono centri esclusivi di progetti for­mativi di pLUlta. In tutte queste inizia­tive si sta procedendo attraverso LUlaforte collaborazione interdisciplinaresia all'interno dell'Ateneo sia conaltre LUliversità (a Piacenza ad esem­pio il progetto è stato steso insieme aPavia e alla Cattolica).

~icerca e sostegno alleImprese

Lo scarso livello di impegno sullaricerca e sviluppo a base tecnologicacomincia a preoccupare fortemente.Finalmente, da ili1 po' di tempo, que­sto tema sembra avere qualche riso­nanza, anche sugli stessi mezzi dicomunicazione di massa.Sempre più stiamo diventando con­sumatori e non produttori di innova­zione a base tecnologica.Il Politecnico di Milano, dal suo esor­dio, ha sempre avuto tra le sue mis­sioni la creazione di nuova imprendi­toria e il sostegno alle imprese. Oggiquesto avviene attraverso il trasferi­mento tecnologico, l'attività di labo­ratori di prove e misure, la formazio­ne extra-curricolare, l'incubatore dinuove iniziative, l'aiuto nel h'ovarefonti finanziarie di investimento e nelprocesso di brevettazione.Infine si è istituzionalizzato, con ilfondamentale contributo di Fonda­zione Cariplo e della RegioneLombardia, Politecnico IImovazione,costituito nel marzo 2000. Ad essooggi aderiscono: Assolombarda,Camera di Commercio IndustriaArtigianato e Agricoltura di Como,Camera di Commercio IndustriaArtigianato e Agricoltura di Lecco,Camera di Commercio IndustriaArtigianato e Agricoltma di Milano,CNA-Milano, Finlombardia SpA,Istituto Scientifico Breda SpA, PoloScientifico Tecnologico LombardoSpA, API Milano, Unione Industrialidella Provincia di Lecco, UnioneIndustriali di Como.

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Internazionalizzazione ealleanze

Internazionalizzazione ha due signifi­cati: da lm lato accentuare la mobilitàdi studenti, ricercatori, professori versol'esterno e dall'altro attrarre studenti,ricercatori, professori dall'esterno.Per la mobilità e l'attrattività un ruolorilevante giocano le alleanze.Alleanze fra università "locali", rela­tivamente ad attività sia didatticheche di ricerca. Le complementarità ele sinergie possono essere molto ele­vate. Il termine "locale" va peraltrointerpretato e può essere relativo adiversi confini territoriali. Partiamoda Milano: poche città harmo la possi­bilità di offrire un panorama cosìampio di università di alta qualità,fortemente complementari fra loro.Milano città universitaria va interpre­tata in senso radicalmente diverso daaltre realtà storiche in cui questo ter­mine significa che l'università caratte­rizza una città. Milano città universi­taria sta a significare la possibilità didisporre di una concentrazione dirisorse formative e di ricerca chepochi altri luoghi possono proporre.Ma l'estensione alla Lombardia èimmediato. Innanzitutto, perché lanosh'a politica di costituzione di unsistema di wuversità-rete sta funzio­nando e in secondo luogo perché l'e­sistenza formale di lm coordinamentoregionale può, se ben utilizzato, per­mettere scambi, emulazione competi­tiva, collaborazioni che potrannoessere benefiche per ogni università eper il territorio nel suo complesso.Estendendo poi i confini, il termine"locale" può comprendere i confininazionali: in tal senso l'avvio di unrapporto intenso e strategico che si èavuto recentemente con il Politecnicodi Torino, il Sant'Anna di Pisa,l'Università di Lecce sono dimostra­zioni di questa politica. Intendiamoinfine "locale" anche in termini euro­pei. I nostri concorrenti da questopunto di vista sono le università sta­tunitensi. Siamo noi a dover attrarre i

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Il rettore del Politecnico di MilaiwAdriano De Maio

migliori studenti, ricercatori, profes­sori dall'Estremo Oriente, dall'Euro­pa dell'est, dall'India, dall'AmericaLatina, dal bacino del Mediterraneo.È oltremodo importante svilupparealleanze con le amministrazioni locali.Non è facile ma potrebbe rappresenta­re una sostanziale modifica positivadei rapporti fra wuversità, territori,ammuustraziOlU locali, regioni, gover­no centrale. Ed alleanze infine, con inosh'i laureati e diplomati.Siamo ad un momento cruciale dellavita del nostro paese, delle università,del Politecnico. L'autonomia univer­sitaria è uno degli aspetti fondamen­tali. Si può andare verso uno scenarioche prevede forte responsabilizzazio­ne, "liberalizzazione" del valore deltitolo, differenziazione e competizio­ne emulativa fra università, condizio­ne per un incremento costante di qua­lità, elevata mobilità nazionale einternazionale di studenti, ricercatori,professori con il raggiungimento disaldo migratorio nullo o negativo, eli­minazione delle corporazioni accade­miche, professionali, burocratiche,valutazioni severe e non formali, forte

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collegamento con la società esterna.Ma potrebbe verificarsi anche lo sce­nario opposto. Sta a noi impegnarci amuoverci, U1 modo chiaro e conse­guente, verso l'lma o l'altra di questeposizioni.La costituzione della "Fondazione"rappresenta lm modo visibile e unostrumento operativo per legare l'wu­versità al territorio-Stato, alla regione,alla comunità locale.Appare sempre più chiaro lo strettolegame intercorrente tra alta forma­zione, disponibilità di risorse umanequalificate, ricerca, sviluppo, trasferi­mento tecnologico, irmovazione, crea­zione di nuove imprese, sviluppoeconomico, sociale, culturale.Questo legame è a forte "retroazionepositiva": l'aumento di un fattore per­mette e facilita il miglioramento ditutti gli altri e viceversa.Il Politecnico di Milano dedica tutto ilsuo impegno, la sua passione, la suacompetenza, attraverso i suoi docenti,il suo personale, i suoi studenti perpartecipare attivamente alla costitu­zione e all'avvio di nuove possibilitàdi sviluppo tecnologico per l'interopaese. Per questo è fondamentalel'impegno delle forze politiche, indu­striali, culturali, sociali, nazionali,regionali, locali."lo mi augurerei che, come Milano èricca di u1dustrie tutte dovute all'atti­vità privata, così anche l'uuziativaprivata si dirigesse agli istituti diistruzione. Mi pare che molti altridovrebbero prendersi a cuore cheMilano diventasse non solo unapotenza economica, ma anche u1tel­lethlale e lo diventasse non chieden­do favori allo Stato, ma per sua solaforza e ricchezza". Così diceva CarloErba nel 1886 all'atto della fondazio­ne di W1a "scuola speciale di elettri­cità" che si è evoluta nel dipartimentodi Ingegneria elettrica che ancoraporta il suo nome. La correzione ­unica - che oggi va portata a questafrase è che la potenza economica puèdi nuovo essere raggiunta se e solo SE

si è anche una "potenza intellethlale"

l.

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NOTE ITALIANE/Nuove università

Foggia

DAL TERRITORIOPER IL TERRITORIO

Antonio MuscioRettore dell'Università degli Studi di Foggia

La storia

Un primo embrione della futuraUniversità degli Studi di Foggia siintravede fin dall'anno accademico1988-1989, anno in cui il Consorzioper l'Università di Foggia ha organiz­zato alcuni "seminari " svolti dadocenti della facoltà di Economia diBari. A questi sono seguiti, nell'annosuccessivo, altri "seminari" di docen­ti della facoltà di Giurisprudenza enell'anno accademico 1991-1992 quel­li di docenti della facoltà di Lettere eFilosofia.li primo anno accademico ufficiale(1990-91) del Polo Universitario diFoggia è stato inaugurato il 12 gen­naio 1991 alla presenza del ministrodell'Università e della Ricerca scienti­fica e tecnologica, del magnifico retto­re e del Senato accademico dell'Uni­versità di Bari, oltre che di varie auto­rità, docenti e studenti.Dall'anno accademico 1990-91 a Fog­gia sono stati attivati corsi universita­ri ufficiali, relativi alle facoltà diEconomia, Giurisprudenza e Agraria,(con il corso di laurea in Scienze eTecnologie Alimentari) "gemmate"dalle relative facoltà di Bari. Nel­l'anno accademico 1992-93 sono statiattivati i corsi per i seguenti diplomiuniversitari: Economia e gestione deiservizi turistici, Produzioni vegetali,Ingegneria meccanica, Scienze infer­mieristiche e nel 1993-94 sono statiattivati il primo e il quarto anno delcorso di laurea in Medicina eChirurgia della medesima facoltà. Apartire dal 10 novembre 1994 lefacoltà di Agraria e di Economiahanno conseguito l'autonomia didat-

tica, mentre nell'anno accademico1996-97 anche la facoltà di Giurispru­denza ha ottenuto l'autonomia didat­tica.L'Università degli Studi di Foggianasce con il decreto 5 agosto 1999 delministro dell'Università e della Ricer­ca scientifica e tecnologica con ilquale ha istituito l'Università degliStudi di Foggia ampliando il numerodelle facoltà e dei corsi di laurea e didiploma.

L'offerta didattica

Oltre alle facoltà di Agraria, Econo­mia, Giurisprudenza ed il corso dilaurea in Medicina e Chirurgia, già

Università di Foggia: In sede centrale

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operanti da tempo e che accresceran­no la loro offerta didattica con l'atti­vazione di nuovi diplomi universita­ri, dall'anno accademico 1999-2000 èstata attivata la facoltà di Medicina eChirurgia con i corsi di laurea inMedicina e Chirurgia e in Scienzemotorie e i corsi per i diplomi univer­sitari di: Infermiere, Ostetrica/o,Fisioterapista e Tecnico sanitario dilaboratorio biomedico. A partire daquest'anno accademico è stata attiva­ta anche la facoltà di Lettere eFilosofia con il corso di laurea inLettere.L'Università ha attivato anche iseguenti corsi di laurea, corsi didiploma universitario, corsi di perfe­zionamento e scuole di specializza­zione afferenti alle predette facoltà:

c.d.l. Economia aziendale - facoltà diEconomia (dall'a.a. 2001-2002);d.u. Tecnologie alimentari (Ceri­gnola) - facoltà di Agraria (dall'a.a.2001-2002);d.u. Produzioni vegetali (San Severo)- facoltà di Agraria;d.u. Viticoltura ed enologia (SanSevero) - facoltà di Agraria;d.u. Economia, gestione e tutela del­l'ambiente (Manfredonia) - facoltà diEconomia (dall'a.a. 2001-2002);d.u. Scienze Bancarie (San Severo) ­facoltà di Economia (dall'a.a. 2001­2002);d.u. Consulente del lavoro - facoltà diGiurisprudenza (dall'a.a. 2001-2002)d.u. Operatore Giudiziario - facoltàdi Giurisprudenza (dall'a.a. 2001­2002);d.u. Operatore dei beni culturali(Lucera) - facoltà di Lettere eFilosofia (dall'a.a. 2001-2002).

I corsi di perfezionamento sono:AlcologiaL'ansia e le sue implicazioni somati­che e psico-socialiMonitoraggio emodinamico in tera­pia intensivaMicrochirurgia oculareEducazione del pazienteIl doloreIl nursing in ginecologia oncologicaMedicina materno-fetaleManagement diagnostico e terapeuti­co del paziente urologicoPreparazione al parto e riabilitazionepuerperaleChirurgia endocrinaChirurgia laparoscopica

Le scuole di specializzazione com­prendono:Gestione della qualità nelle filiereagro-alimentariGinecologia-OstetriciaCardiologiaChirurgia generaleMedicina internaMedicina legaleOftalmologiaProfessioni legali

Le strutture edilizie

Le strutture edilizie attualmentedisponibili ed utilizzate, assommano

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a circa 19.000 mq, dei quali circa 5.000destinati ad aule, circa 3.000 a labora­tori, circa 800 a biblioteche, circa 3.500a studi, 1.500 a reparti universitarinell'ambito della struttura ospedalie­ra, circa 700 a segreterie studenti, ret­torato, direzione amministrativa, uffi­ci amministrativi. I restanti spazisono rappresentati da seminterrati eda superfici di supporto e connettivo.L'attività della facoltà di Agraria sisvolge nella sede di via Napoli 25, edè costituita da due fabbricati preesi­stenti, di complessivi 1.200 mq. circa eda un nuovo edificio di complessivi4.000 mq. circa, con il quale verrannosoddisfatte tutte le esigenze connesseallo svolgimento delle attività didatti­che.Le facoltà di Economia e di Giurispru­denza, hanno sede presso il PalazzoAteneo assieme agli uffici ammini­strativi. Questo edificio si distribuiscesu circa 8.000 mq., costruito verso lafine del secolo scorso, è costituito daun corpo pentagonale. Inizialmenteadibito ad istituto liceale (V. Lanza),durante il primo conflitto mondialefu utilizzato parzialmente come ospe­dale per i militari feriti e, dal4 ottobre1923, fu utilizzato come sede delTribunale civile e penale. Nel 1931 fucollocato sul fastigio della facciata unorologio elettrico, ancora esistente,vera meraviglia per quei tempi. Nel1990, trasferito il Tribunale nellanuova sede, l'edificio è stato dato incomodato dal Comune di Foggiaall'Università di Bari ed è divenuto lasede dell'Ateneo foggiano.La facoltà di Medicina ha la sua sedepresso la "Azienda Ospedaliera Ospe­dali Riuniti", che consta di circa 900posti di degenza, dei quali circa 150 adirezione universitaria, e di numerosilaboratori e servizi di diagnosi e cura.La facoltà dispone di un complesso dilO aule di varia dimensione, per circa600 posti totali. Per la facoltà diMedicina e Chirurgia il completamentodella struttura impiantistica dellaparte già sistemata del 3° lotto porteràalla disponibilità di 8.000 mq circa dadestinare a 170 posti letto e a servizidi diagnostica; nel frattempo ci si staadoperando per avviare a breve leprocedure per l'edificazione dellasede del triennio biologico in adiacen­za agli Ospedali Riuniti per una super-

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ficie totale di 12.800 mq circa e per ilcompletamento della sistemazionedella parte restante del 3° lotto a curadell'Azienda Ospedali Riuniti confondi regionali previsti nell'ambitodel piano nazionale per l'ediliziasanitaria, che porterebbe a un'ulterio­re disponibilità di 7.300 mq da desti­narsi alle cliniche universitarie. Sirammenta infatti che il protocollod'intesa di recente approvato e sotto­scritto prevede l'istituzione di 384posti letto a direzione universitaria.Il corso di laurea in Scienze motorietrova oggi sistemazione presso l'ex­15EF e sono state avviate le procedureper la stipula delle convenzioni perl'utilizzazione degli impianti sportivi.Per la facoltà di Lettere e Filosofia, lasede didattica è stabilita presso l'ex­ospedale di via Arpi, in complessivi2.300 mq, suddivisi all'interno di unapalazzina di tre piani.

Le motivazionidell'istituzione

La nascita di questa Università si col­loca in un momento particolarmentedelicato della storia nazionale, delMezzogiorno d'Italia, della Regionepugliese e dell'Università italiana. Inuovi scenari aperti dalla creazionedella moneta unica europea, la globa­lizzazione dei mercati, le profondetrasformazioni in atto in importantisettori dell'economia, l'aggravarsi delfenomeno della disoccupazione gio­vanile, ivi compresa quella intellet­tuale, che ha raggiunto in Puglia enella nostra provincia in particolarelivelli molto più alti della medianazionale, costituiscono problemi cherichiedono un forte, rinnova to impe­gno di tutte le istituzioni interessate.Tale impegno coinvolge direttamentel'Università, la quale, rappresentandola massima istituzione nel settoredella ricerca e dell'alta formazione, hail compito di interpretare le esigenzeposte dal territorio e di proporreorientamenti e concrete linee operati­ve per la soluzione dei problemi esa­minati.In tale prospettiva intende collocarsil'Università degli Studi di Foggia,proseguendo una funzione sinorasvolta quale struttura decentrata

Università di Foggia: il pubblico presente all'inaugurazione del primo anno accademico

ileanoa

dell'Università di Bari, in sinergia conil sistema universitario italiano e conquello pugliese in particolare, con leistituzioni territoriali, gli enti pubblicie i rappresentanti del sistema produt­tivo, nella consapevolezza comuneche l'investimento nel campo dellosviluppo culturale e dell'ampliamen­to dell'offerta di alta formazione puòcostituire un fattore determinante perl'armonica crescita del paese, semprepiù proteso verso una reale integra­zione europea.A livello locale in particolare,l'Università di Foggia nasce per favo­rire lo sviluppo socio-economico eculturale della provincia, operandoattivamente sul territorio e collabo­rando con altre istituzioni, pubblichee private.Essa, quindi, quale patrimonio dellacollettività, si propone come volano ocatalizzatore di un processo virtuosoteso a produrre ricchezza ed occupa­zione in una provincia che sta tentan­do di crescere (ed ha tutte le poten­zialità per farlo) attraverso:• la creazione di cultura e di forza

dirigente capace di affrontare i cam­biamenti radicali che investono lasocietà, la competizione tra impre­se, il vivere quotidiano;

• la creazione di conoscenza a sup­porto di enti privati per stimolareuna continua innovazione dellerelative attività;

• il trasferimento agli operatori delletecnologie e delle informazioninecessarie per aumentare la produt­tività del sistema.

Molte sono le forze impegnate insie­me all/Università per raggiungerequesto obiettivo: enti locali, impresecommerciali e industriali, operatoriagricoli, associazioni di categoria,operatori del settore turistico e delterziario. Molte sono anche le iniziati­ve intraprese che dimostrano unagrande vitalità dell/Università. Sipensi, in particolare, all'offerta didat­tica "a domicilio" tramite il decentra­mento di diverse iniziative didattichenei principali Comuni della Provincia(Cerignola, Lucera, Manfredonia, S.Severo) tese a valorizzare le vocazionie le richieste di professionalità territo­riali specifiche; si pensi alle variegatecollaborazioni in atto con il mondoproduttivo e con gli enti territoriali

NOTE ITALIANE/Nuove università

per la programmazione dell'utilizzorazionale delle risorse, delle realizza­zioni e delle gestioni professionali. Lanostra Università ha già da tempoavviato intense collaborazioni con ilmondo istituzionale e con quello pro­duttivo per dare e ricevere impulsicon i quali e attraverso i quali realiz­zare quel progetto di sviluppo del ter­ritorio sotteso alla sua istituzione.

I rapforti con il territorio econ i sistema universitarionazionale e pugliese

In tale contesto è doveroso ricordarele numerose (ben 28) convenzioni inatto con il mondo produttivo per losvolgimento di tesi di laurea e di atti­vità di tirocinio dei nostri studenti eper la realizzazione di programmi diricerca; quelle con enti di ricerca spe­rimentali e altre istituzioni pubbliche(LACHIMER e CESAN della CCIA, IstitutoZooprofilattico Sperimentale dellaPuglia e Basilicata, Istituto Sperimen­tale per le Colture Foraggere, IstitutoSperimentale per la Cerealicoltura)quella con il Parco Nazionale delGargano, di recente sottoscrizione,per la realizzazione di ricerche per unimporto di oltre 300 milioni, la colla­borazione con l'AmministrazioneProvinciale di Foggia per la realizza­zione di un Osservatorio Turistico e

per l/adesione al patto territoriale perl'agricoltura e, insieme all'APT e adiversi Comuni garganici, a quelloper il turismo e per la progettazione ela messa a punto di numerosi proget­ti IFfS.

La collaborazione con il Comune diFoggia, la Regione Puglia, la CCIA diFoggia, l'Unione generale Coltivatoridi Bari, il Consorzio Nuovi Mercatigenerali di Foggia e altre istituzioniprivate per la realizzazione di unCentro Integrato Ortofrutticolo conannesso Centro di sperimentazione ericerche per un importo totale di 551miliardi; l'accordo, con lo stessoComune di Foggia, per il conferimen­to all'Università di venti borse di stu­dio.La collaborazione con l'Associazionedegli Industriali della Provincia diFoggia per la realizzazione, in siner­gia anche con la London School ofEconomics, di corsi per la formazionedi quadri manageriali nell'ambito delcontratto d'area di Manfredonia; l'in­gresso dell'Università nella SocietàConsortile DAICAP, finalizzata allapromozione, organizzazione, poten­ziamento e realizzazione dell'offertaproduttiva locale con particolare rife­rimento alle filiere dell/agricoltura,della zootecnia, della pesca e dell'ac­quacoltura.In concorso con l'Ente Parco Nazionaledel Gargano, la Comunità montana del

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Gargano e l'Associazione ProduttoriOlivicoli e il comune di Vieste,l'Università concorrerà alla creazionedi un Museo-civiltà dell'olivo.L'Università di Foggia collabora,attraverso apposite convenzioni, conquelle della Basilicata, di Bologna, diUdine; con altre università (Ancona,Bari, Salerno, Udine), oltre che conl'Istituto Nazionale della Nutrizionedi Roma, il Centro Ricerche Bonomodi Castel del Monte (Bari), l'IstitutoAgronomico Mediterraneo di Bari,l'Istituto del CNR di Lesina (Foggia) eassociazioni private, ha proceduto,nell'ambito del programma di poten­ziamento della rete di ricerca scientifi­ca e tecnologica finanziato dal MURST

per il Comune di Manfredonia, allamessa a punto di progetti di ricercanello stesso Comune sulla valorizza­zione dei prodotti e degli scarti vege­tali, della pesca e lattiero-caseari perun importo di lO miliardi.La nostra Università è inoltre entrata afar parte della Comunità delle Uni­versità del Mediterraneo, come primafase di un processo di intemazionaliz­zazione che si prefigge di sviluppareper conferire alle sue attività un respiroancora più ampio, nella consapevolez­za che la diffusione e lo sviluppo dellacultura può contribuire al rafforzamen­to dell'unione dei popoli.Particolarmente stretto si presentainfine il legame con gli altri ateneipugliesi, insieme ai quali è entrata afar parte del Comitato UniversitarioRegionale di Coordinamento, delConsorzio Interuniversitario Regio­nale Pugliese, del Consorzio UNI.VER­

SUS-CSEI, della Scuola Interateneo perla formazione degli insegnanti dellescuole medie superiori, ed in collabo­razione con le quali contribuisce inol­tre all'attuazione del ProgrammaOperativo Regionale per i fondi strut­turali 2000-2006.

L'avventura culturale

In definitiva, se esiste un modello diuniversità, si può tranquillamenteaffermare che il modello Foggia,senza dimenticare la ricerca di base,sicuro punto di riferimento per la cre­scita culturale del nostro giovane ate­neo, sarà finalizzato alla crescita

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sociale, culturale ed economica delpaese, nonché, in collaborazione conle altre università pugliesi, all'ulterio­re sviluppo del ruolo del sistemaPuglia nell'ambito dei circuiti cultu­rali nazionali e internazionali.Il lavoro che ci attende è enorme, macertamente non mancheranno l'entu­siasmo e la volontà di impegnarsi nel­l'accettare questa sfida culturaleanche nella convinzione e nella cer­tezza che tutto il nostro ateneo diven­terà una fucina di operosità e di impe­gno e che tutte le sue componenti(docenti, personale e studenti) coope­reranno, come stanno già facendo,per la sua edificazione culturale emateriale per farne, e lo dico conorgoglio, una università di qualità. Ma,cosa importante, siamo certi che inquesta che mi piace definire avventu­ra culturale non verremo mai lasciatisoli perché tutti gli enti e le istituzioniche insieme a noi hanno voluto l'isti­tuzione dell'Università ci sosterralmoe ci aiuteranno nella certezza cheinsieme potremo realizzare, a garan­zia delle attuali e future generazioni,quel progetto di sviluppo sociale, cul­turale ed economico del territorio checonsentirà di guardare al futuro conmaggiore serenità.In conclusione, l'Università degliStudi di Foggia ha aperto una nuovafase della vita del polo universitariofoggiano. Essa nasce "dal territorio"per essere "al servizio del territorio"proponendosi quale volano dello svi-

Il rettore dell'Università di Foggia,Antonio Muscio

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luppo di una provincia dalle poten­zialità ancora inespresse.

UNIVERSITÀ DEGLISTUDI DI FOGGIASEDE CENTRALE EAMMINISTRATIVA

Via IV novembre I, FoggiaTel, 0881.582208 - Fax 0881. 709262E-mail:dir.amm@unifg.~

http://wvvw.unifg.~

FACOLTÀ DI AGRPJlJA

Via Napoli. 25 - 711 ()() FoggiaTel: 0881.711454 Fax: 0881.740211

FACOLTÀ DI ECONOMIA

Via IV Novembre, I - 711 ()() FoggiaTel: 0881.724754 Fax:0881.720566

FACOlTÀ DI MEDICINA ECHIRURGIA

Via Luigi Pinto do Azienda Ospedaliera OspedaliRiuniti - 711 ()() FoggiaTel: 0881.743134 Fax: 0881.747884

FACOLTÀ DI GIURISPRUDENZA

Via IV Novembl'e n, I 71100 FoggiaTel: 0881.723794 Fax: 0881.724337

FACOLTÀ DI LmERE EFILOSOFIA

Via Arpi do ex sede Ospedaliera - 711 ()() FoggiaTel: 0881.582231/232 Fax: 0881.709262

CORSI DI LAUREA

Scienze etecnologie alimental'jGiUl'isprudenzaEconomia eCommel'cioMedicina eChil'UrgiaScienze motorieLettere

CORSI DI DIPLOMA UNIVERSITARIO

Produzioni vegetaliWicoltura ed EnologiaEconomia egestione dei servizi turisticiEconomia eamministrazione delle impreseOstetl'icaInfermiere

. Tecnico sanitario di laboratorio biomedicoFisioterapista

n-

NOTE ITALIANE/Studenti

LA PAROLA AGLI STUDENTIRoberta Cacciamani

Il 14 giugno 2000 si è insediato pressoil MUR5T il Consiglio Nazionale degliStudenti Universitari, primo organoconsultivo di rappresentanza deglistudenti, composto da trenta compo­nenti, di cui ventotto risultati eletti tragli iscritti ai corsi di diploma, di lau­rea, e alle scuole dirette a fini specialie due eletti rispettivamente tra gliiscritti ai corsi di specializzazione edai corsi di dottorato di ricerca.La legge 15 marzo 1997, n. 59 - meglionota come la "prima Bassanini" - pre­vedeva, infatti, l'emanazione di appo­siti regolamenti per disciplinare alcu­ne materie in ambito universitario e,fra queste, anche !'istituzione delCNSU con decreto del Presidente dellaRepubblica 2 dicembre 1997, n. 491.In particolare, veniva stabilito che conordinanza ministeriale venisseroindette le elezioni che avrebbero con­sentito l'individuazione delle previstecomponenti.Operazione delicata, ma soprattuttocomplessa perché avrebbe interessatola popolazione studentesca su tutto ilterritorio nazionale e viva era lapreoccupazione di non riuscire nel­l'intento. L'amministrazione, infattigià aveva vissuto nel passato unasimile esperienza negativa. La legge 2dicembre 1991, n. 390 "Norme suldiritto agli studi universitari" preve­deva, infatti, che presso il Ministerodell'Università e della Ricerca scienti­fica e tecnologica fosse istituita laConsulta nazionale per il diritto aglistudi universitari, ma non furono tro­vate mai le modalità per l'elezione deirappresentanti delle università e, per­tanto, l'amministrazione non fu mes­sa nella condizione di poter realizzarequanto previsto.

Una nuova procedura

Maggiore fu l'impegno perché leaspettative degli studenti non venisse-

ro deluse. L'allora ministro Berlinguere il sottosegretario di Stato, che pose­ro la materia del diritto allo studio trale questioni meritevoli di particolarerilievo, stabilirono di iniziare unaprocedura del tutto nuova per l'am­ministrazione istituendo un tavolo diconcertazione con le associazioni piùrappresentative degli studenti uni­versitari con le quali discutere deiprovvedimenti ministeriali che aves­sero riguardato la condizione studen­tesca e, tra l'altro, portarono all'esamela questione del CNSU.

Iniziò così un iter laborioso e com­plesso attraverso il quale vennero fis­sate le elezioni e svolte tutte le proce­dure perché le stesse si svolgessero il24 e 25 marzo 1999. Solo alla vigilia didette elezioni il Consiglio di Stato ­accogliendo un ricorso - sospese levotazioni.Venne ripresa subito la consultazionecon i rappresentanti delle associazio­ni e delle liste studentesche per nonvanificare il progetto di insediamentodi un organismo così rappresentativoe fu presentata alle stesse la nuovabozza di ordinanza ministeriale chefu discussa in tutta la sua articolazio­ne. Sulla base anche di quanto emersodalle consultazioni, il 7 febbraio 2000venne emanata l'Ordinanza con laquale venivano fissate nuovamente levotazioni per i giorni lO e 11 maggio2000.Per l'elezione dei ventotto studenti lesedi universitarie, secondo la proce­dura elettorale definita nel Regola­mento n. 491/1997, furono raggrup­pate in quattro distretti territoriali,corrispondenti ad altrettanti collegi.Nel primo distretto furono ricompre­se le regioni Trentino-Alto Adige,Veneto, Friuli Venezia Giulia, EmiliaRomagna, Marche; nel secondodistretto il Piemonte, la Lombardia, laLiguria; nel terzo distretto la Toscana,l'Umbria, il Lazio, l'Abruzzo; nelquarto il Molise, la Campania, la

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Puglia, la Basilicata, la Calabria, laSicilia e la Sardegna.Le quattro sedi delle commissionielettorali locali furono individuatedalla Conferenza dei Rettori delleUniversità Italiane in quelle diBologna, Milano, Roma "Tor Vergata"e Napoli "Federico II''.Le candidature relative all'elezionedegli studenti iscritti ai corsi di diplo­ma, di laurea, alle scuole dirette a finispeciali dovevano essere presentateper ciascun collegio mediante liste traloro concorrenti a sistema proporzio­nale, con un numero di candidati nonsuperiore agli eligendi nel distretto,ovvero sette studenti. Per l'elezionedei due rappresentanti degli iscrittialle scuole di specializzazione e aidottorati di ricerca dovevano esserepresentate candidature individuali.Per queste due ultime componentidovevano essere costituiti due distin­ti collegi elettorali su base nazionale.La commissione elettorale centralevalidava le candidature ammesse allacompetizione elettorale in rappresen­tanza degli iscritti ai corsi di specia­lizzazione e ai corsi di dottorato diricerca, nonché - attraverso le opera­zioni delle commissioni elettoralilocali - redigeva gli elenchi delle listeammesse alla competizione elettoralee delle relative candidature per l'ele­zione degli studenti iscritti ai corsi didiploma, di laurea e alle scuole diret­te a fini speciali e li trasmetteva alleuniversità perché ne fosse assicuratala prevista pubblicità.Su un elettorato di 1.513.650 studentielettori, su 70 delle 75 sedi universita­rie coinvolte, hanno esercitato il dirit­to di voto in 148.959. Il 9,5% circadegli aventi diritto al voto ha parteci­pato alle elezioni studentesche.

Gli eletti

In data 17 maggio 2000, sulla base

delle votazioni effettuate sono statiproclamati eletti i rappresentantidegli iscritti ai corsi di specializzazio­ne e ai corsi di dottorato di ricerca,mentre il successivo 29 maggio, sullabase delle risultanze delle operazionielettorali svoltesi presso tutti gli ate­nei, la stessa commissione centraleproclamava eletti i rappresentanti tragli iscritti ai corsi di diploma, di lau­rea e alle scuole dirette a fini speciali,che risultano essere:• per il primo distretto: quattro studenti

della Lista "Student Office" prove­nienti rispettivamente dalle Uni­versità di Bologna, Parma, Ancona,Trento; due della Lista "Unione degliuniversitari-Associazioni e Listeindipendenti" provenienti rispetti­vamente dalle Università diBologna, e Urbino; uno della Lista"Alleanza universitaria-Studenti perle Libertà dell'Università di Trieste;

CNSU/PRIMI MESI DIATTIVITÀTommaso AgasistiPresidente del CNSU (Consiglio Nazionale degliStudenti Universitari)

L'attività del CNSU di questi primi mesI estata prevalentemente costituita da unafase di inserimento dentro l'attività delMURST, operazione certamente non faciledata anche la complessità dei compiti chetale Ministero svolge. La costituzione diquesto organo è di fatto un passo avanti,che ha come obiettivo la valorizzazionedel ruolo degli studenti non solo nelle sin­gole università, ma anche nei punti nevral­gici di decisione riguardo al futuro dell'uni­versità italiana. A pochi mesi dall'inizio deilavori del Consiglio, non si può dire chel'organo abbia acquisito completamentequella capacità di incisività che invece lodovrebbe contraddistinguere. Tuttavia, ladirezione verso cui tendono i nostri sforziè proprio quella di diventare interlocutorereale del Ministro, per portarlo a cono­scenza dei problemi concretamente awer­titi nell'università, e che sicuramente siamoin grado di leggere ed interpretare megliodi chiunque altro.Fino ad ora la nostra attività è stata moltovaria. In primo luogo abbiamo reso alcuni

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• per il secondo distretto: quattro stu­denti della Lista "Ateneo Studenti­Obiettivo Studenti", provenientirispettivamente dall'UniversitàCattolica "Sacro Cuore" di Milano,dall'Università di Milano, dal Poli­tecnico di Milano, dall'Università diGenova; due studenti della Lista"Liste di Sinistra-Studenti Demo­cratici", provenienti dal Politecnicodi Milano e dall'Università diTorino; uno studente della Lista"Alleanza Universitaria-Studentiper le Libertà" dell'Università diPavia;

• per il terzo distretto: tre studenti dellaLista "Alleanza Universitaria­Studenti per le Libertà", provenien­ti dalle Università de L'Aquila, dallaIII Università di Roma, dall'Uni­versità "Tar Vergata" di Roina; duestudenti per la Lista "Lista apertaper il diritto allo studio", dell'Uni-

pareri che il Ministro ci ha chiesto a pro­posito dei decreti ministeriali sulle lauree elauree specialistiche. In tali documentiabbiamo sottolineato l'apprezzamentoverso i principi ispiratori della riforma uni­versitaria, esprimendo tuttavia forti per­plessità su certi aspetti. Tali perplessità atutt'oggi sono rimaste, non abbiamo avutomolti dei chiarimenti chiesti; tuttavia, peressere partecipi nella fase di applicazionedella riforma, in questi giorni (21 dicembre2000) abbiamo redatto un documentoall'indirizzo del Ministro e di tutti i rettoriin cui segnaliamo alcuni nodi fondamentaliper una riuscita significativa e concretadella riforma. In estrema sintesi, la mia opi­nione è che tale riforma debba saper tro­vare l'equilibrio tra due diverse esigenze,entrambe importanti: la prima è quella disalvaguardare l'ampia formazione culturaleche l'università italiana ha sempre fornito;l'altra è quella di dare efficacemente e nelminor tempo possibile una conoscenza dicontenuto professionalizzante. Evidente­mente, tale obiettivo deve essere raggiun­to tenendo presenti le differenze cheintercorrono tra i diversi ambiti di studio:in particolare, non si possono applicare glistessi (l'iteri a corsi di studi scientifici eumanistici (in questi ultimi peraltro, occor­re interrogarsi su cosa significhi creare figu­re professionali dopo tre anni).Un altro campo in cui il ruolo del Consi-

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versità di Chieti e di Firenze; duestudenti per le Liste di Sinistra­Studenti democratici, provenientidalla III Università di Roma edall'Università di Pisa;

• per il quarto distretto: due studentidella Lista "Ateneo Democratico­Confederazione degli Studenti­lev", iscritti alle Università "Federi­co II'' di Napoli e all'Universitàdella Calabria; due studenti dellaLista "Studenti Uniti per il dirittoallo studio" del Politecnico di Bari edell'Università "Federico II'' diNapoli; uno studente per la Lista"Liste di Sinistra-Studenti democra­tici" dell'Università "Federico II'' diNapoli; uno studente della Lista"Unione degli Universitari-Associa­zione e Liste Indipendenti" del­l'Università di Lecce; uno studentedella Lista "Alleanza Universitariadell'Università di Messina.

glio Nazionale degli Studenti Universitaridovrà risultare decisivo è quello del diritto0110 studio universitario. L'atto formale che ilConsiglio attende è quello di rendere ilparere sul nuovo DPCM sul tema "dirittoallo studio", che detta le norme precise inquesto ambito. D'altro canto, è iniziataanche una forma di collaborazione conl'ANCI (Associazione Nazionale deiComuni Italiani), per poter studiare assie­me forme di diritto allo studio da investirenelle singole realtà locali.Un altro argomento su cui il CNSU si è piùvolte espresso è quello della tutela dellopresenza studentesco all'interno dell'univer­sità. Ritengo infatti indispensabile che sianovalorizzate tutte le espressioni culturali,sociali, ricreative ed aggregative promosseda studenti singoli ed associati; è ora chegli atenei riconoscano queste iniziativecome momento fondamentale della vitauniversitaria. Inoltre è fondamentale anchela presenza della componente studentescanei vari organi decisionali dei singoli atenei.Concludendo, l'attività del CNSU fino ad oraè stata piuttosto intensa, e mirata a far sen­tire la voce reale degli studenti, agendo inprima linea nella realtà universitaria.Proprio per questo motivo il CNSU è desti­nato a giocare un ruolo da protagonistanella nuova università, ponendosi comepossibilità per tutti gli studenti di partecipa­re a questa decisiva fase di cambiamento.

NOTE ITALIANE/Studenti

luera­nti

e

nti:0­ti­ri­itàIlatoiedi,ta'a­ditaa­~l­

teia

La rappresentanza in seno al CNSU

degli iscritti ai corsi di specializzazio­ne è affidata ad uno studentedell'Università di Torino e la rappre­sentanza degli iscritti ai corsi di dot­torato di ricerca ad un iscrittoall'Università di Pisa. Trenta compo­nenti che a decorrere dal 14 giugno2000 il ministro ha insediato nelnuovo organo consultivo del MURST:

la voce degli studenti.

Le funzioni svolte

Quali funzioni svolge? Il CNSU, secon­do quanto previsto dal ricordatodecreto del Presidente della Repub­blica 2 dicembre 1997, n. 491, formulapareri e proposte al ministro sui pro­getti di riordino del sistema universi­tario; sui decreti ministeriali con iquali sono definiti i criteri generali perla disciplina degli ordinamenti didatti­ci dei corsi di diploma universitario edi laurea e di specializzazione, di cuiagli articolo 2, 3 e 4 della legge 19

novembre 1990, n. 341, nonché lemodalità e gli strumenti per l'orienta­mento e per favorire la mobilità deglistudenti; sui criteri per l'utilizzazionedella quota di riequilibrio del fondoper il finanziamento ordinario delleuniversità. Inoltre il CNSU ha la suarappresentanza in seno al ConsiglioUniversitario Nazionale; può formula­re proposte e può essere sentito dalministro su altre materie di interessegenerale per l'università; presenta alministro, entro due anni dall'insedia­mento, una relazione sulla condizionestudentesca nell'ambito del sistemauniversitario; può rivolgere quesiti alministro circa fatti o eventi di rilevan­za nazionale riguardanti la didattica ela condizione studentesca.Già nel corso della riunione di insedia­mento le componenti del CNSU harmoeletto un proprio presidente, che risul­ta essere uno studente iscritto al corsodi laurea in Economia e Commerciodell'Università di Bologna. Nella stes­sa riunione i trenta consiglieri harmopoi eletto l'Ufficio di Presidenza.

Niente formalità, niente celebrazioni,ma subito al lavoro. C'era urgenzaper l'amministrazione e una granvoglia, da parte dei neoeletti, di farsentire la propria voce.Perché l'urgenza dell'amministrazio­ne? Il ministro, poco dopo aver uffi­cialmente insediato il CNSU, lo ha inca­ricato di esprimere un parere in meri­to alla definizione delle classi in cuiricomprendere i corsi di laurea didurata triennale, così come previstodal regolamento in materia di autono­mia didattica degli atenei di cui aldecreto 3 novembre 1999, n. 509.Quindici giorni al massimo per farloed i tempi sono stati rispettati. La par­tenza è stata più che buona, e il calen­dario delle riunioni si è andato defi­nendo velocemente; da allora sonotante le questioni sulle quali c'è inte­resse ad intervenire, sia che riguardi­no la vita accademica in generale, siache rientrino tra le competenze istitu­zionali spettanti, sia che rivestanocarattere di urgenza o di particolareattenzione per fatti intervenuti.

Nuovi rettori in nove università Rettori per anzianità di canea

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scientllcae sciert..tecnol

maggioreanzianità

29%scienze giuriOlChe, economiche, politiche e sociali

Provenienza per area disciplinare

1998-2000 199$-1997 1992·1994 1989-1991 1986-1988

Da questo armo accademico nove università sono guidateda nuovi rettori. Si tratta di: Giovanni Girone a Bari,Francesco Lelj Garolla Di Bard a Potenza, Aniello Cimitilea Benevento, Ferdinando Latteri a Catania (subentrato aRizzarelli da aprile), Augusto Marinelli a Firenze, CarloSecchi alla Bocconi di Milano, Gino Ferretti a Parma(subentrato a Occhiocupo ad aprile), Francesco Bistoni aPerugia, Pier Ugo Calzolari a Bologna (dopo la lunga seriedi mandati di Roversi Monaco).Quanto a provenienza disciplinare, 3 appartengono allafacoltà di Ingegneria (Calzolari, Cimitile, Ferretti), 2 allafacoltà di Medicina (Bistoni e Latteri), 2 a quella diEconomia (Girone e Secchi), 1 ad Agraria (Marinelli), ed 1a Scienze matematiche fisiche e naturali (Lelj Garolla).La composizione della Conferenza dei Rettori si è assaimodificata negli ultimi due anni: dei 74 membri, 32 sonoinfatti quelli insediati dalI o novembre 1998.Il Comitato di Presidenza, in carica sino al settembre del2002, è composto dal Presidente, prof. Luciano Modica,rettore dell'Università di Pisa; da due vicepresidenti,Giovanni Cannata (Molise) e Giovanni Marchesini(Padova); dal segretario generale Marco Pacetti (Ancona) eda 7 altri rettori: Bertolino (Torino), Dalla Torre (LUMSA),

Pecere (Cassino), Pontremoli (Genova), Schmid (Pavia),Tosi (Siena) e Venuta (Catanzaro).

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BREVITALIAa cura di Livio Frittella

4 settembre I ScompareAntonio Ruberti

Si spegne in una clinicaromana Antonio Ruberti, ex­ministro dell'Università edella Ricerca Scientifica edex-rettore de "La Sapienza"."È la scomparsa - ha scrittoil presidente del ConsiglioGiuliano Amato in unmessaggio di cordoglio - diun uomo che ha lasciato isegni indelebili della suacultura, del suo buon senso,della sua disponibilità, nelmondo accademico, in quellopolitico, nelle istituzioni.Professore, ministro,commissario europeo: sonole tappe di un percorsoumano e politico digrandissimo valore"."La scomparsa di AntonioRuberti, che ammiravo per laricchezza della suapersonalità e delle sue dotiumane - ha scritto ilPresidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampi - mi haprofondamente addolorato. Èstato insieme uomo discienza e innovazione euomo delle istituzioni,conosciuto e apprezzatonella comunità internazionale.Da studioso ha contribuitocon valoreall'approfondimento dellateoria dei sistemi, da politicosi è impegnato con costanzae rigore per l'organizzazionedella ricerca scientifica comeuna delle principali risorse inItalia e in Europa. Europeistaconvinto, ha legato il suolavoro parlamentare allapromozione di costruttivirapporti fra parlamentinazionali e parlamentoeuropeo per contribuire allariforma delle istituzionicomunitarie".

5·15 settembre III casoMedicina

È il 5 settembre, e mancanodue giorni all'awio dei test diammissione alle facoltà diMedicina e Chirurgia, cheriguardano n mila studenti. APalermo viene trovata unabusta aperta che contiene letracce della prova.Immediatamente, i test sonosospesi in tutta Italia e rinviatia data da definire.Successivamente, la data per itest verrà fissata al 25settembre.Il giorno dopo, il ministroribadisce in un'intervista alGiornale Radio che lasospensione dei test diammissione a Medicina è resa"indispensabile", una volta "cheè venuta meno la segretezzadei quesiti, che avevano tuttele condizioni di trasparenza edi garanzia per gli studenti".Il I 3 settembre, Zecchinoannuncia una novità circa i testdi Medicina, che potrebbediventare operativa giàdall'anno accademico 2001­2002: un nuovo sistema digraduatorie nazionali perstabilire l'accesso al corso dilaurea. È"un'ipotesi chestiamo studiando perché afronte di test unici ed ugualiper tutto il territorionazionale, deve esserci unacondizione di maggioreequanimità che può appuntoderivare dall'unicità dellagraduatoria, data l'esiguità deiposti per l'accesso alla laureain Medicina rispetto allerichieste". Oggi infatti, ricordail ministro, si hanno variesituazioni: "Si possono averecandidati ammessi con unnumero di risposte basso inalcune università e, viceversa,con un numero di risposte più

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ampio candidati non ammessiin altri atenei. Questo crea deiproblemi dal punto di vistadella giustizia del sistema matale punto può esseremigliorato, e una graduatorianazionale renderebbe piùgiustizia al merito deicandidati".Quanto alla "centralizzazione"delle prove per l'accesso allalaurea in Medicina, da molticontestata, Zecchino affermala necessità di "garantire lacentralità delle prove per unaserie di ragioni: per garantireinnanzitutto l'uniformità deicriteri delle modalità divalutazione e pe,- evitare unfenomeno di 'turismouniversitario' dei candidatip,-esso i vari atenei sedi deitest di accesso". Zecchinosottolinea anche la disparitàtra domanda ed offerta per lalaurea in Medicina. A fronte din.ooo domande infatti,ricorda, "vi sono poco più di7.500 posti disponibili. Ildivario è grande - aggiunge ­e mi auguro che un'adeguatapolitica di orientamento possacontribuire ad eliminarlo intempi rapidi".

7 settembre I Ateneiin graduatoria

Bologna si piazza al primoposto nella speciale classificadedicata al sistemauniversitario italiano dal Censise dal quotidiano "LaRepubblica". Gli autoridell'inchiesta, ai fini dellavalutazione nelle varie sediprese in esame, hannoanalizzato innanzi tutto lefacoltà (per didattica, iscritti,laureati e rapportiinternazionali) e consideratoanche il prestigio accademico(attraverso il voto dei presidi difacoltà). Oggetto di interessesono stati anche i servizispecifici offerti da ciascunateneo come mense, postiletto, laboratori, attrezzature

sportive e siti Internet. Ma adavere peso nella valutazionefinale è stato anche il datorelativo alla qualità della vitacittadina nelle diverse sedi.Moltissime sorprese vengonosoprattutto dalla provincia.Nella top-ten, infatti, i piccoliatenei di Trento, Ancona eSiena conquistano cinque stellee si piazzano subito a ridossodi Bologna. Buoni risultatianche per Perugia, Ferrara ePadova (che conquista il sestoposto) e per il Politecnico diTorino, che batte l'omologo diMilano. Pari merito per Pisa eFirenze, mentre i grandi assentidalle prime posizioni sono gliatenei di Roma "La Sapienza",Milano, Genova, Napoli"Federico Il'' e Venezia "Ca'Foscari".

8·10 settembre IGiubileo delle università

Viene inaugurato il Giubileodelle Università con il primoincontro mondiale dei rettori(300 da tutto il mondo) che sisvolge a "La Sapienza" diRoma. "È un incontro cheriunisce non solo cristiani maesponenti di tutte le religioni"dice il rettore dell'Ateneo,Giuseppe D'Ascenzo. "Quelloche ci aspettiamo da questoincontro è che emergano lelinee guida della strategia deirapporti internazionali trauniversità. Ci auguriamo chel'intensificarsi di rapporti trauniversità possa contribuireall'impegno per- la pace con ilsuperamento, attraverso lacultura, delle distinzioni razziali,religiose ed etniche".Il IO settembre, durante laMessa a Piazza San Pietro,Giovanni Paolo Il invita glistudiosi ad aprire lo spirito "ali.verità che rende liberi", laverità cristiana "che vaproposta e mai imposta"per-ché l'università sia il luogodove i giovani trovino"progettualità, sapienza e

NOTE ITALIANE

impulso al servizio qualificatodella società" e dove ciascunadisciplina si interroghi "sulsenso ultimo della realtà".

12 settembre III nomedi Architettura

Crolla un mito del '68.L'Università "La Sapienza" diRoma abolisce infatti ladenominazione "Valle Giulia"per la facoltà di Architettura,nella quale nell'anno dellacontestazione gli studenti disinistra si scontrarono con leforze dell'ordine nel tentativodi rioccupare la facoltà.Oggi il nome "Valle Giulia" è alcentro di una diatriba tra idocenti della facoltà, all'inizio disettembre sdoppiata con undecreto del rettore GiuseppeD'Ascenzo con l'obiettivo didecongestionare un corsouniversitario che conta 9 milaiscritti. Proprio perché né lafacoltà A, con 6 mila iscritti eI IO docenti, né quella B, con 3mila studenti e 59 professori,hanno intenzione di rinunciareallo storico nome, il pl"esideMario Docci decide chel'appellativo vada in pensionecon la nascita delle due facoltà.Nonostante le polemiche, neigiorni precedenti sono statiawiati i test per selezionare le750 matricole che sarannoammesse al primo announiversitario.

I 3 settembre IContratto di lavoro

Il presidente della Conferenzadei Rettori delle UniversitàItaliane, Luciano Modica,difende il nuovo contratto delpersonale tecnico­amministl"ativo delle università,firmato lo scorso agosto ecriticato da Angelo Panebiancosul "ColTiere della Sera".Tanti,secondo Modica, i risultatipositivi del nuovo contratto. "IIprincipale - afferma - è la

riforma radicale del sistema diinquadramento dei dipendenticon l'obiettivo di far funzionaremeglio le struttureuniversitarie e di consentire dipremiare la professionalità el'impegno dei dipendenti". Nelnuovo contratto, sottolinea,"tutto il personale delleuniversità viene inquadrato insole 4 categorie. All'interno diciascuna, in base al merito, sipossono ottenel"e degliavanzamenti di carriera edeconomici mentre, per passareda una categoria allasupenore, occorre supel"areun concorso pubblico oltre adavere un titolo di studioadeguato". Inoltl"e, scompaionoi mansionari e sono introdottipremi di produzione eincentivi di I"esponsabilità.Compare addirittul"a, primocaso in assolutonell'amministrazione pubblica,afferma Modica, il lavorointerinaie per far fronte aparticolare esigenze lavorativedegli atenei limitate nel tempo.Un contratto, insomma,"moderno e innovativo",commenta il presidente dellaCRUI.

21 settembre I Pochiaumenti per la ricerca

Gli enti pubblici di ricerca e leunivel"sità sono "abbastanzadelusi dal fatto che nellaFinanzial"ia vi siano pochetracce per l'aumento difinanziamenti per la I"icercamentre attendono invecequella risposta minima indicatadalle linee del Programmanazionale della ricercaapprovate a maggio dal Cipe".A lanciare il grido di allal"me èstato il presidente del CNRLucio Bianco, affiancato dalpresidente dell'ENEA CarloRubbia e da quello dellaConferenza dei Rettori,Luciano Modica, in unaconferenza stampa alla Cameradei Deputati. "A fronte di

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finanziamenti, pari mediamenteal 2% del Pii dei paesi europei(con punte del 3% come laFinlandia) - ha proseguitoBianco - l'Italia è passata in 5anni dalI' I ,3-1 ,4 all'I %. I 75.000ricercatori italiani sono la metàdi quelli di Francia e GranBretagna e un terzo di quellidella Germania ed hannoun'età media elevata"."II pericolo di questa situazione- ha detto Rubbia - è quelloche per la ricerca si creiun'Europa a due velocità".Modica ha rincarato la dosesottolineando che "se glistanziamenti italiani per laricerca fossero suddivisi pel" i75.000 ricercatorisignificherebbero 6 milioni atesta che è il costo di un buoncomputer". Il ministro dellaRicerca Ortensio Zecchino haribadito che i fondi richiesticon il Progl"amma nazionaletendono a far raggiungereall'Italia in sei anni il livellomedio attuale europeo, cioè il2%, mentre già oggi l'obiettivodichiarato del ParlamentoEuropeo è il raggiungimentodel 3%. Per fare ciò, oltre ad unmaggiore impegno della ricercaindustriale pl"ivata, Zecchino hachiesto incrementi di spesa di4.000 miliardi per il 200 I, e di2.000 per ognuno dei due annisuccessivi.

2Ssettembre I ACagliari universitàa cfistanza

Tiscali, l'Università e la BancaCis costituiscono a Cagliari il"Consorzio per gli studiuniversitari a distanzaFrancesco Corongiu", pel"consentire ad aree disagiate diuscire dall'isolamentoculturale, favorendone losviluppo economico sociale.Presidente del Consorzio èstato nominato il rettore diCagliari Pasquale Mistl"etta,vicepresidenti GiorgioMazzella, presidente di Banca

Cis, e Renato Soru, presidentedi Tiscali. L'operatività delconsorzio è immediata: daottobre a Sorgono e Ilbono i60 studenti ammessi (sui 184che avevano fatto domanda)seguiranno, con l'ausilio dei piùavanzati strumenti informatici,le stesse lezioni che i propricolleghi frequentanonell'Ateneo cagliaritano ed allafine dei tre anni previsti daltipo di corso presceltoconseguiranno il relativodiploma di laurea.

26 settembre I Fondiper gli atenei disagiati

Il ministro Zecchino, nel corsodi un incontro nella sede delrettorato di Palermo, volto apresentare il nuovo Pianonazionale delle ricerche edegli ordinamenti didatticidell'università italiana, dichiarache "l'aumento delle risorseda destinare ai poli universitaridel Mezzogiorno dovrebbetrovare spazio nella nuovaFinanziaria. Non pocherisorse, inoltre, sarannorecuperate dalla gara perl'assegnazione delle licenzetelefoniche Umts. L'impegno èquello di consentil"e agli ateneidisagiati del Meridione dicolmare il divario che li separadal resto d'Italia".

26·28 settembre IElezioni alla "Sapienza"

I 2.606 docenti erappresentanti di ricercatol"idell'Università "La Sapienza" diRoma votano per scegliel"e ilnuovo rettore per il trienniosuccessivo. Le urne di questapl"ima tornata elettorale, però,rimangono sigillate e i I"isultatisconosciuti, prima delpronunciamento del Consigliodi Stato, che si riunisce il 28, inseguito ad un ricorso ad unasentenza del Tar del luglioscorso che ha escluso

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dall'elettorato attivoricercatori e personale tecnicoe amministrativo, al contrariodi quanto stabilito dal nuovostatuto dell'Ateneo.Il 28 settembre. conun'ordinanza, i giudici dellasesta sezione del Consiglio diStato sospendono la sentenzadel Tar che aveva esclusodall'elettorato attivoricercatori e personale tecnicoe amministrativo."Finalmente possiamoapplicare lo statuto dellaSapienza", commenta ilrettore Giuseppe D'Ascenzo."Era inconcepibile votare conil vecchio regolamento cheescludeva dal voto personeche ne avevano diritto, comesoprattutto gli studenti, iricercatori e il personaletecnico e amministrativo".

1 ottobre I Universitàitalo-tedesca

Il ministro della Ricercascientifica del BadenWuerttenberg, Klaus VonTrotha - ancherappresentante dei I6Laender tedeschi nellacommissione per la ricercascientifica in ambitocomunitario - conferma che aTrento sorgerà un'universitàitalo-tedesca, con corsi dilaurea e master comuni,scambio di studenti e docentie sperimentazione congiuntadi nuove metodologie diinsegnamento eapprendimento. Il ministro,assieme al presidente dellaProvincia autonoma e alrettore dell'Università diTrento, Massimo Egidi, ha

parlato dei rapporti in atto daanni con le università del suoLand, in particolare Karlsruhe,e dello stato di avanzamentodella proposta di fare diTrento e Karlsruhe stessa lesedi permanenti del Comitatoitalo-tedesco per la scienza,organismo incaricatodell'organizzazione, conperiodicità annuale, delColloquio scientifico italo­tedesco, evento aperto allapartecipazione di tutte leuniversità di Italia e Germania.

6 ottobre I Ricercadella Fondazione Agnelli

A Milano, in occasione dellapresentazione del volume Ilfilo di Arianna, dedicatoall'orientamento dei giovani

nella scelta di facoltàuniversitarie con sbocchioccupazionali, è statapresentata una ricerca dellaFondazione Agnelli cheevidenzia due record europeinegativi detenuti dall'universitàitaliana: quello sul bassonumero di laureati (lapercentuale di abbandoni,65%, è la più alta in tutti ipaesi OCSE) e quellodell'anzianità con cui glistudenti conseguono il titolo.Si tratta, secondo laFondazione Agnelli, di undoppio spreco per la risorsasapere nel nostro paese,Infatti, non solo la preferenzadegli italiani per lauree"deboli" e con pocheprospettive lavorative portaalla situazione paradossaledella presenza simultanea di

ADDIO PROVVEDITORATI

Il sistema scuola italiano perde la suacentralità vecchia di quasi un secolo emezzo. Con essa, scompaiono anche gliorgani territoriali che ne garantivano lacapillarità di intervento: i Proweditoratiagli studi. Il regolamento che riforma eriorganizza tutta l'amministrazione scola­stica viene approvato dal Consiglio deiMinistri il 14 luglio. "II riordino - dice unanota della Pubblica Istruzione - rispondeall'esigenza di adeguare le struttureministeriali centrali e periferiche al nuovoassetto complessivo di un sistemaformativo fondato sull'autonomia, cheavrà la sua applicazione a partire dalprossimo primo settembre". Ecco, insintesi, la nuova organizzazione basata suldecreto legislativo 300 del 1999:• scompaiono le attuali otto Direzioni

generali e il ministero è riordinato in 2dipartimenti e in 3 uffici di supporto(informatizzazione, comunicazione, af­fari economici). Un dipartimento èdedicato allo sviluppo complessivodell'istruzione e quindi approfondisce eattua "le politiche della formazionesotto il profilo della definizione e dellaqualità dell'istruzione". Il secondo di­partimento centrale si occupa deiservizi e perciò individua e cerca "di

garantire standard elevati ed omogeneidi servizi sul territorio nazionale";

• vengono creati due dipartimenti diindirizzo: il primo si occupa deiprogrammi e dei curricoli che lo Statodeve definire per tutte le scuole, dellostatus degli studenti, degli esami; delinea,fra l'altro, gli indirizzi per la formazionee l'aggiornamento del personale; cura lerelazioni internazionali in materia diistruzione. Laltro dipartimento definisceindirizzi per l'organizzazione dei servizinel territorio e per la valutazione dellaloro efficienza; si occupa del reclu­tamento e dello stato giuridico delpersonale; si occupa di politichegiovanili e di sport, di istruzione post­secondaria o per gli adulti, dei percorsiintegrati di istruzione e formazione;

• vengono istituiti tre servizi centralizzatidi supporto: il primo deve "garantireun'omogenea e capillare distribuzionedelle risorse tecnologiche nelle scuole;il servizio per la comunicazione deve"garantire una tempestiva e obiettivainformazione su tutti i temi di maggiorrilievo"; il terzo servizio (affari eco­nomici) ha come "compito essenzialequello di censire tutti i bisogni e digarantire una ripartizione perequatadelle risorse economiche sul territorionazionale";

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• vengono soppressi gli attuali Prov­veditorati e le Sovrintendenze regionali,trasformati in semplici organi diconsulenza e di supporto alle scuolerese autonome. Il livello organizzativoterritoriale si sposta nei capoluoghi diregione, dove hanno sede le nuovedirezioni generali di ambito regionale,che hanno il compito di "garantire chegli standard formativi e dei servizitrovino efficace attuazione sul ter­ritorio". Esse devono, inoltre, "offrirealle istituzioni scolastiche tutti i supportinecessari per facilitare e consolidare lagestione dei processi di autonomia";

• alle nuove direzioni generali regionalispetta di esercitare - tra le funzioni cherimarranno allo Stato - le attività disupporto alle scuole; i rapporti con leAmministrazioni e gli Enti locali; irapporti con le università e le agenzieformative; il reclutamento e la mobilitàdel personale; l'assegnazione dellerisorse e del personale alle scuole.

Va ricordato, infine, che il riordino deldicastero della Pubblica Istruzione siinserisce, anticipandola in parte, in unaprospettiva generale di riforma deiministeri che prevede, fra l'altro, unariunificazione di tutte le competenzerelative alla formazione: scuola, universitàe ricerca.

NOTE ITALIANE

imprese senza personale tecnologie dell'informazione e un mondo del lavoro sempre specializzazione. Un percorsoqualificato e disoccupati della comunicazione per la più esigente in fatto di che non contemplerebbe laintellettuali; in più, la laurea formazione a distanza. professionalità". laurea specialistica (2 anni). Il"ritardata" sottrae al mondo Fresco ha poi ricordato che la titolo di laurea specialistica, hadel lavoro gli anni più creativi Fiat ha istituito lo scorso anno, sottolineato Guerzoni, "puòe dinamici dei nuovi 16 ottobre I Marco insieme al Politecnico di essere un 'di più', che lo

à lavoratori. Unendo quindi a Pacetti nuovo Torino, il corso di laurea in studente consegue anche inquesti fattori gli effetti del segretario generale Crui Ingegneria dell'autoveicolo, che contemporanea con la scuolacalo delle nascite, è già ora conta già 60 studenti e ne di specializzazione, e che glipossibile capire - è detto Marco Pacetti, rettore accoglierà altri 120 da questo viene riconosciuto in puntegginella ricerca - che nei dell'Università degli Studi di anno accademico. per i concorsi. Oppure laprossimi anni difficilmente Ancona, è stato designato laurea specialistica può essereavremo una "risorsa sapere" nuovo segretario generale un titolo che il docente già inquantitativamente e della Conferenza dei Rettori 18 ottobre I Siena servizio consegue e che gliqualitativamente sufficiente a delle Università Italiane dal in Antartide viene riconosciuto anche ingarantire una crescita presidente dell'istituzione termini economici".economica adeguata e uno Luciano Modica. Pacetti aveva Il dipartimento di Scienzesviluppo sociale equilibrato già raccolto il maggior numero della Terra dell'Università dinel paese. di preferenze nella votazione Siena partecipa alla sedicesima 11 ottobre I CorsoSecondo la Fondazione con la quale l'assemblea della spedizione italiana in post laurea inAgnelli "l'autonomia CRUI aveva eletto i membri del Antartide. Si recano nel sesto net-economydell'università rappresenta un comitato di presidenza. Si continente Marco Meccheri emomento importante per tratta di un "riconoscimento - Franco Talarico, nell'ambito di L'Università di Trieste hatentare di recuperare si legge nella nota diffusa dalla un programma bilaterale italo- attivato, da quest'anno, unscolarità: permettendo un Conferenza - che, oltre alla americano, oltre a Silvia corso di perfezionamentoaumento dell'efficienza interna persona del prof Pacetti e alle Olmastroni e a Francesco post laurea in net-economy,della didattica, della ricerca e sue capacità, va anche alla Pezzo, del dipartimento di destinato ai giovani laureati diuna maggiore sintonia con il dignità e al rilievo che Scienze ambientali, che Economia e Ingegneria. Ilsistema delle professioni e i l'Università di Ancona, trascorreranno tre mesi in un corso, della durata di tre mesi,mercati del lavoro l'autonomia recentemente segnalata dalla campo isolato dalla base si articolerà in moduli tematici.rappresenta un'opportunità classifica nazionale stilata dal italiana di Terra Nova Bay, ad Si approfondiranno, inper ridurre il tasso di Censis al terzo posto per Edmonson Point. per studiare un'ottica aziendale, materieabbandono delle università efficienza didattica, vivibilità e il comportamento dei pinguini come l'informatica, la statistica,fino ad un fisiologico 15-20%, livello della ricerca scientifica, Adelia nell'ambito di una l'organizzazione, lae ringiovanire l'età media dei si è conquistata nel panorama ricerca italo-australiana. comunicazione, la qualitàlaureati". nazionale in soli trent'anni di nell'e-business, senza però

esistenza" . trascurare gli aspetti giuridici,10 ottobre I Convegno fiscali, economici e finanziari,

I 3 ottobre I Università sulla riforma distinguendo le problematichedell'Euromediterraneo I 7 ottobre I Cingue universitaria del business to business (B2B)

borse di studio f.at rispetto a quelle del businessNel quadro del "Sommet des Durante il convegno nazionale to consumer (B2C). Ognivilles de la Mediterranée" La Fiat ha messo a sulla riforma universitaria modulo (sette in totale)tenutosi a Genova, 22 rettori disposizione dell'Università di presso l'Università di Roma prevede lezioni da parte dihanno fatto il punto sui Torino 450 milioni destinati a "La Sapienza", il docenti universitari, nonchéprogetti comuni con i sindaci cinque borse di studio per sottosegretario all'Università interventi specialistici e didelle città mediterranee. I 22 dottorati di ricerca sui Luciano Guer70ni ha proposto consulenti, discussioni, lavori diatenei di otto paesi (Italia, rapporti tra cultura, università un percorso di sei anni - tra gruppo ed esercitazioniFrancia, Spagna, Algeria, Tunisia, e impresa. "È mia convinzione laurea triennale, orientamento specifiche nelle auleMarocco, Egitto, Libano) - ha detto il presidente Paolo e scuola di specializzazione - informatizzate.partecipano al programma Fresco - che, essendo la per diventare insegnanti nellaTethys, che prevede lo formazione un fondamentale scuola secondaria. Il percorsosviluppo di un ente strumento di competitività, prevederebbe dunque: il titolo 11 ottobre I Nuovointernazionale definito l'industria debba dare ogni di laurea (3 anni); un anno di master a Udine"Università contributo possibile per formazione aggiuntivadeIl'Euromediterraneo". migliorare il sistema finalizzata ad approfondire le L'Università di Udine haL'obiettivo è di realizzare dell'istruzione, specie laddove competenze in ragione attivato - prima in Italia - unprogrammi di formazione e di esso più specificamente dell'indirizzo da scegliere; due master in Diritto dell'Unionericerca comuni, usando le prepara i giovani all'ingresso in anni di scuola di Europea riguardante le regole

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in materia di trasporto.L'iniziativa, riservata a 30laureati, è stata messa a puntoinsieme al Consorzio Etl­European Transport Law,costituito dall'Alitalia, dalleFerrovie dello Stato, dalla Sea,la società che gestiscel'aeroporto "Malpensa 2000",dalle compagnie armatrici diGenova e dall'Autoritàportuale di Trieste. Il corso, atempo pieno e a frequenzaobbligatoria - ha spiegato ilcoordinatore dell'iniziativa,Maurizio Maresca, che è anchepresidente dell'AutoritàPortuale di Trieste - ha ladurata di sei mesi, percomplessive 600 ore di lavoro,di cui 300 in aula e altrettantea carattere seminariale. Allafine i partecipanti svolgerannoanche 300 ore di stage.

13 ottobre I Nuovorettore alla Bocconi

Mettere il bene comune alcentro dell'economia. Questo,in sintesi, il pensiero espressodall'arcivescovo di Milano,Carlo Maria Martini, nellamessa che ha precedutol'inaugurazione del nuovoanno accademico dellaBocconi di Milano. Nellacappella dell'Ateneo, presenteanche il presidentedell'università, Mario Monti,Martini ha accennato "alla falsasicurezza quando l'economia èbasata solo sulle cose esull'accumulo delle ricchezze"."L'attività economica - hasottolineato il cardinale - deveguardare al bene comune, percreare ricchezza eoccupazione".Il nuovo rettore della Bocconiè ora Carlo Secchi, unbocconiano doc: infatti si èlaureato in Economia eCommercio nell'Ateneomilanese nel 1967.Attualmente è ordinario diPolitica economica e direttoredell'Istituto di studi latino-

americani dell'Università. Èstato anche senatore edeputato al ParlamentoEuropeo.

13 ottobre IPreoccupazionedi professori ericercatori

Preoccupazione "per lamancata approvazione delriordino dello stato giuridicodei professori e ricercatori" èstata espressa dai presidi dellefacoltà di Lettere e Filosofiaitaliane, a conclusione dellaconferenza nazionale tenutasitre giorni fa a Roma "LaSapienza". Il documento,diffuso oggi aTorino dalpresidente della conferenzaNicola Tranfaglia (preside dellafacoltà di Torino) è statoinviato ai ministridell'Università, OrtensioZecchino, e della PubblicaIstruzione,Tullio De Mauro. "IIrinvio dell'approvazione deldisegno di legge alla prossimalegislatura - si legge nelcomunicato a proposito deiricercatori - rischia di metterele facoltà e i loro presidi inuna situazione di estremadifficoltà per attuarel'innovazione didattica ecostruire i percorsi previsti daidecreti di area". Dopo averriaffermato l'adesione allariforma e quindi all'autonomiae ai tre livelli di formazione, laconferenza (che rappresenta45 facoltà di Lettere)sottolinea che "non si potràridurre al solo percorsotriennale la preparazionedisciplinare necessaria per gliinsegnanti della scuolasecondaria".

15 ottobre IGraduatorie a Medicina

La graduatoria perl'assegnazione di 612 posticomplessivi alla facoltà di

Medicina de "La Sapienza" ­pubblicata lo scorso IOottobre e subito contestata davari studenti che virawisavano molteplici"scorrettezze" - è stataannullata.La prima graduatoriapubblicata dalla facoltà,denuncia l'Unione degliuniversitari, "impostata sucriteri quanto meno singolari,da un lato sanciva l'ingressoalla facoltà a studenti conpunteggi estremamente bassiche avevano avuto solo lafortuna di preferire un polomedico anziché un altro,dall'altro escludeva tantistudenti con punteggi più chesufficienti". Una "scorrettezza- ha sottolineato l'Udu ­dietro cui, a parer nostro, nonstava solo un semplice erroreburocratico, ma una precisavolontà di mantenere privilegied interessi e affermarne dinuovi, come quelli che stannodietro il polo medico diLatina".Secondo il Ministerodell'Università, all'atto dellaprova per i test di accesso "LaSapienza" aveva invitato icandidati a dichiarare lapropria opzione per la sedeuniversitaria ("La Sapienza", "S.Andrea", Polo pontino diLatina) e, al termine dellaprova, aveva redatto tredistinte graduatorie sulla basedell'opzione degli studenti,"disattendendo così alprincipio della graduatoria dimerito, dal momento checandidati con punteggi minorie con una determinataopzione risultavano ammessiin una graduatoria ed altri conpunteggi maggiori restavanoinvece esclusi".

16 ottobre Il ricorsidegli esclusi

La Camera ha bocciato laproposta di legge di sanatoriaper gli studenti che avevano

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fatto ricorso al Tar contr-ol'esclusione dai corsiuniversitari a numeroprogrammato. "Ha vinto ilprincipio di legalità el'esigenza fondamentale disalvaguardal-e la funzioneformativa del sistemauniversitario", ha commentatoil sottosegretarioall'Università, LucianoGuerzoni. Se, infatti, "fosserostati iscritti per legge glistudenti ammessi con riservain seguito alle sospensive deiTar - ha affermato Guerzoni- interi corsi di studiosarebbero stati stravolti perl'impossibilità di accogliere unnumero di studenti di granlunga superiore allepotenzialità formative dellestrutture universitarie investitedai ricorsi"."Vergognoso" è stato ilgiudizio espressounanimemente dalla Sinistragiovanile (Sg) e dallaConfederazione degli studenti(Cds) in merito alprowedimento della Camera.Secondo Sinistra giovanile è"vergognosa la mancanza dirisposte del Parlamento aiproblemi concreti di tantiragazzi, anche a causa di unatteggiamento massimalista eirresponsabile del Polo e diRifondazione comunista, i cuideputati hanno rifiutato diappoggiare un emendamentoche avrebbe consentito disanare la posizione di tutticoloro che avessero superatoalmeno un esame. Siamopienamente coscienti dellecomplesse implicazioni che lasanatoria avrebbecomportato e condividiamomolte delle riserve di meritoespresse dal governo, ma lasituazione che oggi stannovivendo migliaia di studenti èdi fatto insostenibile". Con ilvoto della Camera "si èsegnata una delle peggioripagine della politicauniversitaria nazionale - haaffermato la Cds - e il

NOTE ITALIANE

Parlamento italiano e i partitiche lo rappresentano hannocommesso una vergognosaingiustizia".Una "vicenda gravissima cheporterà all'espulsione dagliatenei di circa 2.000 studenti,la maggior parte dei qualiaveva sostenuto gli esami delprimo anno". Anche l'Unionedegli universitari (Udu) hacriticato il "no" della Cameraalla sanatoria.Un "forte segnale di speranzaper gli universitari e le nuovegenerazioni meridionali" hainvece commentato ilconsigliere del ministrodell'Università per i problemidella condizione studentescae diritto allo studio, StefanoGraziano. Un segnale che"restituisce piena dignitàall'unica vera logica che deveavere cittadinanza nelle auleuniversitarie e negli atenei: lafiducia nell'intelligenza".

30 ottobre I Operatoredi pace a Torino

Inizierà il prossimo 5 febbraioil corso post-Iaurea dellafacoltà di Scienze politiche diTorino per Operatore dipace, in collaborazione conNazioni Unite, Forze Armate,Carabinieri, Croce Rossa e leorganizzazioni internazionalipresso l'Unione Europea.Durante la presentazione delmaster; il presidente dellaCommissione Affari Esteri delSenato Giangiacomo Migoneha ribadito che aTorino cisono tutte le condizioni perattivare una scuola per "caschiblu". Lo dimostrano lapresenza della Scuolad'Applicazione dell'Esercito edello "staff college" dell'Onupresso il "Bit" che in trent'anniha visto formarsi oltre 55 milapersone provenienti da 172paesi, tutti quadri esecutivi edirigenti di livello medio alto.Il corso di perfezionamento ­denominato "peacekeeping e

intel-venti umanitari" - è unulteriore passo avanti nelladirezione "di rafforzare ilruolo dell'Italia nell'ambitodella cooperazioneinternazionale. Siamosostenitori di un metodo diintervento che è quello dellacollaborazione e nondell'imposizione unilaterale". Ilcorso sarà a numero chiuso(40 iscritti), durerà 14settimane e si svilupperà in280 ore di lezione. Destinataripossono essere laureati siacivili che militari.

1 novembre I Residenzeuniversitarie

La commissione istruzione delSenato ha approvato in sededeliberante il disegno di legge,già approvato dalla Camera,che stanzia 180 miliardi in treanni da destinare allarealizzazione di residenzeuniversitarie. Si tratta di unmeccanismo di co­finanziamento alle regioni eagli enti locali: lo Statometterà a disposizione 60miliardi l'anno fino al 2002per progetti di recupero e diristrutturazione degli immobilida destinare ad uso abitativoper la popolazioneuniversitaria. Il sottosegretarioper- l'Università, LucianoGuerzoni, ha fatto notare cheil prowedimento consentiràdi applicare risorsecomplessive per I .500 miliardifino al 2002. "L'obiettivo,concretamente realizzabile ­ha detto Guerzoni - è lacostruzione di circa 30 milaalloggi, che raddoppierebbel'attuale disponibilità".

6 novembre I Master inInformatica giuridica aBologna

Un mastel- in Informaticagiuridica e Diritto delle nuovetecnologie - con docenti

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come Stefano Rodotà eVietor Uckmar - è statoistituito dalla facoltà diGiurisprudenza dell'Universitàdi Bologna nell'ambito di unmaster- europeo di cui fannoparte alcune universitàconsorziate, fra cui Londra eVienna. È il primo master delgenere in Italia, insieme aquello che partirà più omeno nello stesso periodo aLecce, ed è rivolto a giovanilaureati, professionisti,awocati, dirigenti di impresee funzionari della pubblicaamministrazione. L'obiettivo ègarantire una solidapreparazione professionaleper- rispondere alle esigenzedel mondo delle imprese,delle professioni e dellapubblica amministrazione. Ilmaster; che dura un anno perun totale di 200 ore dilezione di cui 40 dilaboratorio, è riservato alaureati in Giurisprudenza,Economia, Scienze politiche,Scienze dell'Informazione eIngegneria.

6 novembre I 133 annidi "Ca' Foscari"

Inaugurato oggi il I 33° annoaccademico dell'Universitàveneziana "Ca' Foscari". Nellasua relazione introduttiva, ilrettore Maurizio Rispoli haaffermato di "non esserepessimista sul futurodell'Ateneo", ricordando laprossima riforma degliinsegnamenti, che introdurràlauree triennali e master dispecializzazione. Rispoli hainoltl-e ricordato il risultatolusinghiero di 2.243 lauree e225 diplomi rilasciati loscorso anno da "Ca' Foscari",un numero quasi doppiorispetto a quello di cinqueanni fa. "Risorse ecompetenze presentinell'ateneo possonoconsentirci l'obiettivo dieccellere in alcuni campi della

didattica e della ricelTa chesaranno fondamentali nelprossimo decennio per losviluppo economico eculturale del paese".

7 novembre I Anchei computer sbagliano

Caos all'Università di Torino:per un errore del computersono risultati vincenti glistudenti che hanno sbagliato itest d'ingresso al corso diOdontoiatria. Su 40 postidisponibili, solo 7 sono statiattribuiti in modo corretto;agli altri, nonostante abbianogià iniziato le lezioni, è statochiesto dal SenatoAccademico di rinunciare.Prevedibili le proteste e lepromesse di ricorsi e dirichieste di sanatoria. Unacommissione interna è stataincaricata di accertareeventuali responsabilità."Dopo aver corretto 399compiti, contraddistintisoltanto da un numero eassolutamente anonimi - haspiegato il docente LorenzoSilengo - attraverso uncomunissimo programmainformatizzato, vengonoabbinati gli elaborati ai nomidei candidati". A quel punto siè verificato, in circostanzenon chiarite, l'errore inquestione, per cui addiritturadue studenti, che avevanorisposto erroneamente atutte le domande, hannosuperato la prova. A scoprirel'inganno sono stati alcuniesclusi che hanno ottenuto lariverifica dei compiti.

8 novembre I Nuovelauree "strategiche"

Dal prossimo annoaccademico sarà dato il viaalle nuove lauree per leprofessioni sanitarie e aquelle per diventare ufficialidelle Forze Armate. Il

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ministro dell'UniversitàZecchino ha infatti trasmessoai ministri competenti ­Sanità, Difesa e Finanze - glischemi dei decreti sullerelative classi di laurea per iprevisti pareri. Dall'annoaccademico 2001-2002,dunque, per diventareinfermieri, ostetriche,fisioterapisti, ma anchepodologi, tecnici oprofessionisti sanitari dellaprevenzione (dal terapistaoccupazionale all'assistente dicomunità) sarà necessaria unalaurea (durata triennale), chesostituirà gli attuali diplomi.Ed una laurea triennale,seguita eventualmente da unalaurea specialistica (biennale),sarà introdotta per la primavolta anche per diventareufficiali dell'Esercito, Marina,

Aeronautica, Guardia diFinanza e Carabinieri.

14 novembre I Stranieriin Italia

Si è svolto il seminario "Glistudenti stranieri nelleuniversità italiane", organizzatodall'Organismo nazionale dicoordinamento per le politichedi integrazione sociale deglistranieri istituito presso il Cnel,in collaborazione con la Fuci(Federazione universitariacattolica italiana) e l'Udu(Unione degli universitari).Secondo alcuni dati presentatiper l'occasione, sono 20 milagli studenti stranieri chefrequentano gli istitutiaccademici italiani: l' I ,2% deltotale degli iscritti, contro una

media del 4,8% nei paesi Ocse(stima del 1998). Si tratta diuna presenza in fiessionenell'ultimo decennio e tra lepiù basse in Europa.Gli europei che studiano nelleuniversità italianerappresentano il 67,4% deltotale degli iscritti stranieri.Seguono gli asiatici (13,4%), gliafricani (I 1,5%) e gli americani(7,6%). Il restante 0,6% èrappresentato da giovaniprovenienti dall'Oceania e dagliapolidi. Secondo quantoemerso dal seminario, ascoraggiare le iscrizionistraniere sono soprattutto iproblemi che lo studente deveaffrontare: dal rinnovo annualedei permessi di soggiornoall'accesso a borse di studio eall'alloggio, oltre alle questionidegli studenti-lavoratori, dei

profughi e dei rifugiati politici.Per il Cnel è opportuno, oltreche aprire le frontiere,predisporre incentivi perattrarre lo studente, garantirela qualità della formazione,stimolare il dialogo e loscambio tra culture. Laproposta, emersa dalseminario, è stata inoltre quelladi aprire un dibattito sul temadell'immigrazione per motivi distudio, perché "l'universitàrappresenta uno dei maggioriveicoli di mobilità sociale e ciòimpone alle istituzioni diindividuare opportunestrategie di integrazione",anche "dando concretaattuazione alla legge 40 del1998 che ha sancito la paritàtra studenti stranieri e italianiquanto all'accesso all'universitàe al diritto allo studio"

INCHIESTA SULLAVITADEGLI STUDENTI

In occasione dell'inaugurazione dellaSettimana dei diritti dello studente,organizzata in 30 atenei fino al I 3novembre, l'Unione degli universitari hapresentato un'inchiesta sulle condizioni divita degli studenti. Secondo l'Udu, sonomolti i mali sofferti dal mondo accade­mico italiano; fra essi vanno annoverate letasse universitarie tra le più alte inEuropa, le case dello studente in grado diospitare solo il 6% degli studenti fuorisede, le borse di studio il cui numero eimporto è di gran lunga inferiore rispettoalla media europea. Obiettivo del­l'inchiesta, che intende far definitiva lucesulla situazione sperimentata daglistudenti del nostro paese, è ricostruire ibisogni del corpo studentesco "proprionel momento in cui verrà coinvolto nelprocesso di riforma dell'autonomiadidattica". Sarà coinvolto un campione di3.000 studenti, mentre altrettantiuniversitari saranno intel-pellati attra­verso il sito Internet www.studenti.it.Il fondo per il finanziamento degli atenei- ad esempio - viene adeguato nellamisura dell'8% e le risorse per il

programma triennale di sviluppo sonopari a 750 miliardi, mentre 150 miliardil'anno saranno disponibili per l'in­novazione didattica. Occorre peròconsiderare, sottolinea l'Unione, che negliultimi IO anni si è avuta una riduzionedella spesa per studente del 30% e unaumento del peso della contribuzionestudentesca, sul totale delle entrate degliatenei, di circa il 150%. L'aumentoprevisto del fondo, afferma l'Udu, èdunque insufficiente. La richiesta degliuniversitari è invece di aumentare ilfondo del 15% per il prossimo anno ac­cademico.Per quanto riguarda gli alloggi pubbliciper studenti fuori sede in Italia, essi eranonel '99 circa 27.000, contro i 130.000 diFrancia ed i 140.000 della Germania; lacopertura del diritto allo studio è in Italiadel 9% (18% in Francia; 21 % in Germaniae 19% in Spagna); gli studenti idonei chepercepiscono borse di studio sono il79%, contro il 100% degli altri paesi.Infine: le entrate per il diritto allo studiouniversitario nel 1998 sono state di 1.000miliardi di lire. Anni luce, conclude l'Udu,rispetto agli 8.000 miliardi della Francia.Pronta la risposta del sottosegretal-ioLuciano Guerzoni: i finanziamenti com­plessivi per il sistema universitario "sonoindubbiamente insufficienti", ma è "sin-

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golare che la protesta dell'Udu giungaproprio nel primo anno in cui laFinanziaria segna invece una svoltasignificativa". Per la prima volta, haaffermato Guerzoni, la Finanziaria segnaun "incremento significativo di risorse pergli atenei con un adeguamento del fondodi finanziamento per gli atenei dell'8%, 50miliardi in più destinati al fondo per ildiritto allo studio ed il raddoppio deglistanziamenti per la programmazionetriennale 2001-2003. Per la prima volta siregistra una svolta significativa, con unincremento complessivo di oltre 1.300miliardi di lire degli stanziamenti destinatial sistema universitario". Circa 1.500miliardi, ha aggiunto Guerzoni, "sono poiprevisti per l'incremento delle residenzeuniversitarie". Inoltre, ha rilevato ilsottosegretario, i dati, "andrebberoverificati attentamente, dal momento chele analisi sugli indicatori universitari italianifanno in molti casi riferimento ad unnumero di studenti non veritiero". Su1.700.000 studenti iscritti all'università,infatti, ha spiegato Guerzoni, "gli studentiche frequentano realmente non sono piùdi 1.200.000. Tutti i dati, calcolati sulnumero degli studenti iscritti, devonodunque scontare tale 'gap'. Una cosa checertamente non si verifica negli altri paesieuropei".

NOTE ITALIANE

I Snovembre I Cnre Sicilia

Potenziare la ricerca, realizzarenuovi progetti dicollaborazione fra Comune,Università e ConsiglioNazionale delle Ricerche edare una nuova sedeall'istituzione che svolgeattività di ricerca. Il sindacoLeoluca Orlando e il rettoredell'Università di Palermo,Giuseppe Silvestri, hannosottolineato che "occorreattivare e potenziare irapporti con il Cnr, perincrementare e rendere piùefficace l'attività della ricercacome settore strategico per losviluppo sociale, economico eculturale della Sicilia".

17 novembre I Laureabreve in Etica sanitariae bioeticaPer la prima volta in Italia èstata attivata una laurea brevein Etica sanitaria e bioetica. Ilcorso triennale, riservato astudenti con il titolo di scuolamedia superiore e conesperienze in ambito sanitarioè svolto dall'UniversitàCattolica della capitale.Il diploma universitario èstrutturato in corsi semestralie si articola in 4.600 orecomplessive di insegnamentoteorico, teorico-pratico e ditirocinio. "L'obiettivo prioritariodel nuovo corso - ha dettoAntonio Spagnolo professoreassociato di Bioetica - è di farconseguire allo studente lebasi scientifiche, etico­giuridiche, filosofiche emetodologiche, necessarie adinsegnare etica professionale ebioetica nei diplomi universitaridell'area sanitaria".

2~, novembre I Le areeplU gettonate

Secondo il MURST, sono 10.895(più del 50% ragazze) gli

studenti che hanno giàeffettuato le preiscrizioniall'università. Di questi, 4.756hanno richiesto una borsa distudio. Il maggior numero dipreiscrizioni si registra aNapoli (789), seguita daMilano (753) e Torino (534); ilminor numero è invece adEnna: soltanto una.Da queste prime rilevazioniemerge che in testa allaclassifica delle preferenze sicolloca l'area umanistica,seguita da quella giuridica e daingegneria, mentre l'areamedico-sanitaria registra unforte calo. In coda, l'areascientifica. Se i dati venisseroconfermati, ha detto ilsottosegretario all'UniversitàLuciano Guer"Zoni, "si avrebbeper la prima voltaun'inversione di tendenza: nonsarebbe più l'area sanitaria,bensì quella umanistica, adiventare prevalente".Quest'anno si rilevano duetrend: "II primo è positivo ed èil calo di attrazione per l'areasanitaria. A fronte di circasettemila posti disponibili,sono infatti ogni anno oltre 20mila gli studenti che scelgonola facoltà di Medicina, mentrecresce la disoccupazione tra imedici. Il secondo trend èinvece negativo e si trattadella scarsa attrazione per icorsi dell'area scientifica comematematica e fisica; tendenzaperaltro riscontrata anchenegli altri paesi UE. Unasituazione che ci pone in unasituazione di svantaggiorispetto agli Stati Uniti".

10 novembre IRicercatori troppo"anziani"

Durante il IOI o congl"essodella Simi (Societa' italiana dimedicina interna) ospitato dalLingotto, il presidente FrancoDammacco denuncia che nellefacoltà di Medicina delleuniversità italiane mancano i

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giovani ricercatori e il corpodocente è mediamente moltopiù vecchio che all'estero. "IIbudget per la ricerca ècongelato dal 1994 e i 4.636ricercatori delle facoltà dimedicina hanno un'età mediadi 46 anni. Oltre i due terzi (il65%) ha più di 45 anni, e soloil 3,8% (184 unità) è sotto i35. Il mondo accademico èpreoccupato, la ricerca italianaè in pericolo".

11 novembre I La CRUIda Ciampi

Ricevendo al Quirinale irappresentanti dellaConferenza dei Rettori delleUniversità Italiane, ilpresidente della RepubblicaCarlo Azeglio Ciampiraccomanda che ci sia piùdialogo fra atenei e societàcivile, per superare sulterritorio la "discr"asia fradomanda e offerta diformazione", per fare insiemescelte formative che possanoattrarre investimenti elocalizzazioni produttive, per"bloccare la fuga dei cervellidall'Italia".Il prof. Luciano Modica, chepresiede la Conferenza, fra glialtri problemi ha segnalatoquello dei finanziamentipubblici, inferiori alla mediaeuropea, appena sufficienti acoprire gli aumenti deglistipendi, nonostante l'aumentodel 7% previsto dalla leggefinanziaria in discussione.L'anno accademico appenainiziato, ha aggiunto Ciampi,presenta "due grandi novità:l'autonomia e la riforma deicicli", due grandi opportunitàper "disegnare il futuro delleuniversità, che già hanno fattomolta innovazione". Ciampi siaugura che la laurea breve sia"veramente una laurea e nonun diploma rafforzato, unatappa verso il secondo ciclo distudi e verso il master". Equest'ultimo, certamente

richiede la "cooperazione fravarie università". Infine, il capodello Stato riconoscel'importanza, richiamata dairettori, di fissare criterioggettivi per la valutazionecosti-benefici dei singoli ateneie della ricerca.

17 novembre IIIproblema dello statogiuridico

Intervenuto a un dibattitosulla riforma universitaria nellatrasmissione Fahrenheit diRadio 3, il ministrodell'Università OrtensioZecchino ha affermato che ilnuovo stato giuridico deidocenti universitari (all'esamedel Parlamento) è unproblema aperto. Comunque,"non saranno ammesse econsentite, almeno dalgoverno sanatorie di alcuntipo". Il ministro ha quindiaggiunto che "in ognimomento in cui si mettemano alla rivisitazione di unostato giuridico c'è sempre latentazione di 'sistemare' unaserie di situazioni in qualchemodo precarie. lo credo chequesto vada contro la logicadell'elevazione della qualità,anche perché nel frattempo èvenuta meno una delle ragioniche prima dava spazio aqueste spinte: noi oggi infattiabbiamo un sistema diconcorsi che comunque hafortemente velocizzato lapossibilità di assunzioni e diricambio".

18 novembre I Istituitele lauree specialistiche

Il ministro Zecchino hafirmato il decreto pel­l'istituzione delle I04 laureespecialistiche biennali. Conquesto prowedimento, hasottolineato Zecchino duranteuna conferenza stampa aPalazzo Chigi, "si conclude la

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riforma dell'università italiana".Dal prossimo anno, dunque,entrerà in vigore quello che èstato già battezzato il sistemadel "3+2", caratterizzato dadue livelli: la laurea (di duratatriennale e che prevede 42classi) e la laurea specialistica(di durata biennale e con I04indirizzi).L'accesso alla laureaspecialistica non saràgeneralizzato: prerequisitobasilare sarà il possesso deltitolo di laurea e di alcunirequisiti di base, ai quali siaggiungerà un meccanismoper la valutazionedell'adeguatezza dellapreparazione dei candidati.Non si tl-atterà quindi, harilevato Zecchino, di unasemplice prosecuzioneautomatica degli studi, ma diun iter di forte specializzazionesulla base di "criteri selettivimeritocratici". La laurea

triennale assicureràconoscenze scientifiche maanche professionali e, comequella specialistica, si articoleràsui crediti (la misuraconvenzionale per le ore dididattica e di studio, pari a 25ore): per la laul-ea bisogneràraggiungere 180 crediti e 120crediti saranno invecenecessari per la laureaspecialistica.Nell'università italiana nonsaranno introdotte soltanto le104 lauree specialistiche, bensìanche i master di stileanglosassone: dureranno unanno e potranno essere diprimo e secondo livello;completeranno la formazionee sono pensati comestrumento di formazionepermanente. Il master diprimo livello si potràfrequentare dopo la laurea,mentre quello di secondolivello dopo la laurea

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specialistica. A regime, i masterrappresenteranno il bacinodella formazione permanenteper i laureati del futuro: sipotrà infatti seguire un masteranche dopo essersi laureati daanni e come forma diaggiornamento nel percorsodella carriera.Il presidente della Conferenzadei Rettori italiani, LucianoModica, ha dato un giudiziopositivo del decreto cheistituisce le nuove laureespecialistiche e smorza, alcontempo, le polemiche deglistudenti: "Nessun numerochiuso, ma una necessariaverifica della preparazioneiniziale per l'accesso alle laureespecialistiche". Il decl-eto, hasottolineato Modica,"rappresenta l'ultimo atto perun awio della riforma già apartire dal prossimo ottobre.Era l'ultimo tassello, del qualediamo un giudizio positivo".

IDEE

MEDICINA CLINICA,UNA SCIENZA UMANA

Aldo Torsoli

L'università per 1111 nuovo umanesimo è stato illeit motiv del recente Giubileo delle componenti accademiche (su cui Universitasha informato nel numero scorso). Una meta che riguarda l'attività di docenti e studenti, ricercatori, tecnici e amministrativi, ma chepure postula una revisione di contenuti didattici e di modalità d'insegnamento, In questo suo contributo il prof Aldo Torsoli indicale caratteristiche di una "medicina della persona intera" e propone linee percorribili per arricchire il bagaglio professionale delfuturo medico clinico. L'autore, professore di gastroenterologia e coordinatore del Canale Parallelo Romano all' Università di Roma"La SapiellZa", è membro del Nucleo di valutazione di Ateneo, nonché fondatore e direttore della rivista MEDIe.È insegname anche presso l'Università Campus Bio-Medico di Roma.

Introduzione

È abbastanza diffusa nel pubblico l'o­pinione che la prassi attuale dellamedicina, se da lm lato è notevolmen­te progredita dal punto di vista scien­tifico, dall'altro tende spesso ad omet­tere quelle caratteristiche di umanitàe solidarietà che dovrebbero presie­dere al rapporto del medico con ilpaziente1. Si tratta in verità di un'opi­nione non del tutto ingiustificata; lesue origini sono di varia natura, maprimariamente risalgono al progressostesso dell'esercizio professionale edai nuovi assetti che l'assistenza sani­taria si è data negli ultimi decenni.TI progresso medico dei nostri tempi èstato in effetti segnato - con risultatinon sempre positivi - dalla pervasio­ne delle tecnologie specialistiche edalla progressiva frammentazione eseparazione dei saperi. I due fattisono legati da una relazione recipro­ca, ed entrambi hanno contribuito alprevalere anche nella medicina clini­ca della parcellizzazione propria dellaricerca sperimentale2.

I medici, specie quelli piÙ giovani,scelgono sempre piÙ spesso di dedi­carsi interamente a teClùche settoriali,e questo non solo perché è piÙ facileacqlùsirne il know-how e perché piÙremunerative nell'immediato, maanche per la convinzione che i dati"oggettivi" di wl'analisi di laborato-

l'io, di un'indagine di imnging o di unamisma fisiologica, risolvano rapida­mente il percorso altrimenti difficile etortuoso verso la diagnosi e la terapia.In tal modo, tuttavia, questi medicidecadono dalla loro genuina figma,riducendosi a puri mediatori deirisultati della loro particolare tecnolo­gia; risultati che oltretutto - se avulsidal contesto complessivo della perso­na malata - perdono non di radomolto del loro significato.Il malato tende ad essere visto comeun isolato problema d'organo o d'ap-'parato leso, e questo fa sì che le suemotivazioni, attese, speranze, sianoignorate o per lo meno sottovalutate.Eppure è noto che la trascuratezza nelcomunicare col paziente e i suoi fami­liari, il minimizzare informazioni,spiegazioni, consigli, sono causa disegLÙti legali dell'azione professiona­le piÙ di eventuali deficienze tecnico­scientifiche3.I nuovi assetti dell'assistenza sanitaria,a loro volta, hanno tratto origine daun'esigenza etica di equità sociale,ma quasi inevitabilmente si ispiranoad una cultura di massa anziché aduna cultma dell'individuo. Moltipli­cano in estensione gli inconvenientidel progresso medico prima citati, efavoriscono le iniziative di omoge­neizzazione dei percorsi diagnostici eterapeutici (protocolli, linee-guida,etc). Si tratta di iniziative utili al

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medico come strumento di confrontodel proprio sapere e saper fare e comemezzo di prevenzione di eventualierrori; tuttavia non sono prive diinconvenienti se adottate in modoacritico o imposte prescrittivamente,come se la clitùca potesse concepit"sialla stregua di 1m universo di pazien­ti "medi". Tali nuovi assetti, si tratti diassistenza pubblica o privata, nonsono inoltre esenti dal rischio di ante­porre fitlalità di bilancio ad altre con­siderazioni. Certi indebiti l'aziona­menti delle cure ne dalUlo esempio.Possono quindi essere utili alcunirilievi in merito, riguardanti l'orga­nizzazione sanitaria e l'educazionemedica.

Un nuovo governoassistenziale

I servizi sanitari nazionali hannocome obiettivo istituzionale la difesae la promozione della salute per ilmaggior numero di persone, ma tal­volta perseguono in pari tempo obiet­tivi surrogati. In Italia, ad esempio,sono, stati visti anche come strumentodi ammortizzazione sociale, e di quil'elefantiasi ammmistrativa che ècausa non secondaria della loro scar­sa efficienza. L'insoddisfazione neiriguardi degli ospedali e dei presìdi

La nuova sede del Politecnico di Milano a Piacenza

ambulatoriali pubblici (tempi di atte­sa, tempi di degenza, qualità delleprestazioni, organizzazione del lol­low-up, etc) deriva tuttavia, almeno ingran parte, dall'incapacità di questestrutture - o dalla loro non volontà ­di uscire da un'impasse che le tra~tie­

ne: l'essere state cioè, e continuare adessere, puramente autoreferenziali.Sarebbe utile, in proposito, ripensarela posizione del cittadino nei confron­ti dell'organizzazione assistenziale.Rispetto ad essa il cittadino-pazientesi pone come utente, con un rapportoparallelo ma non assimilabile a quellocon il medico; e non riguardantedirettamente lo Stato, il Ministerodella Sanità o la Regione, ma piutto­sto gli enti erogatori. Per migliorare laqualità organizzativa, l'ente deputatoall'assistenza - ad esempio l'ospedale- e i rappresentanti dei cittadini cuil'erogazione è diretta, dovrebberopoter istituzionalmente confrontarsisulla qualità complessiva - fornita epercepita - delle cure messe a dispo­sizione4. La composizione degli orga­ni di governo delle strutture sanitarie,policlinici universitari inclusi, dovreb­be riflettere tale principio e ciò presu­mibilmente varrebbe - come di fatto èaccaduto in altri paesi - ad incremen­tare l'efficienza del sistema. Tramite i

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suoi rappresentanti, in altre parole, ilcittadino-utente verrebbe coinvoltonelle scelte gestionali relative all'ac­cessibilità delle prestazioni, allaquantità dei servizi ed alla definizio­ne della priorità.Si consideri in proposito quanto spes­so si crea un dilemma fra l'etica pro­fessionale, che impone di far tuttoquanto è possibile per il propriomalato, e l'inevitabile necessità dicontrollo dei costi nell'ambito dirisorse necessariamente finite. Per suanatura, il medico non può essere luistesso il controllore restrittivo dellaspesa5; l'assetto di governo assisten­ziale sopra prospettato potrebbealmeno portare ad lma condivisionedelle responsabilità di scelta fra medi­ci e comunità interessate.

Una medicina della personaintera

La medicina, nella sua visione e nelsuo studio dell'uomo, si è affidataspesso a modelli riduzionistici. Ilriduzionismo strumentale, vale a direl'uso di modelli semplificati per risol­vere determinati problemi clinici e diricerca, è senz'altro condivisibile. Il

riduzionismo teoretico, fondato cioèsulla tesi che i modelli riduzionisticipossono effettivamente rappresentarela natura dell'uomo, è invece inaccet­tabile.La scelta del modello ha rilevantiimplicazioni etiche ed educative, inquanto determina l'atteggiamentoverso il malato. Il clinico che vede iproblemi medici in senso puramentebiologico e tecnico basa il suo rappor­to col malato sulla propria autorità; alcontrario, il medico che considera ilpaziente come essere autonomo, valea dire cosciente di sé, capace di sceltemorali e di far piani per il futuro,tende piuttosto a coinvolgerlo nelprocesso decisionalè. In tal modo ilrapporto medico-paziente, da unila­terale o asimmetrico qual era, tende atrasformarsi in una partnership frapersone di uguale dignità.Le ricadute di quest'ultimo approccioriguardano l'intera vicenda clinica, apartire dall'anamnesi. In luogo di uninterrogatorio con connotati rigidi, laricostruzione della storia del malatodiventa un dialogo nel quale entram­bi i partecipanti ham10 la possibilitàdi valutare la personalità dell'altro.Fra l'altro, attraverso il dialogo, esoprattutto ascoltando, il medico puòpercepire un'assai maggiore messe didati, alcuni dei quali talvolta d'im­portanza critica per la diagnosi e laterapia. L'esame fisico, a sua volta,viene eseguito tenendo conto dell'o­biettività che può fornire ed anche delfatto che, agli occhi del malato, essodimostra il grado di coinvolgimentodel medico nello sforzo di risolvere ilproblema che ha di fronte. Viene riaf­fermato il principio che qualsiasiindagine può essere dal clinico dele­gata ad altri, non l'anamnesi e l'esa­me obiettivo: questo sia perché l'unae l'altro sono l'ineludibile backgrounddel percorso diagnostico-terapeutico,sia perché predeterminano in largamisura l'atteggiamento del pazienterispetto alle indicazioni che via viaemergono dall'analisi della sua vicen­da. Trascuratezza e superficialità inquesta prima fase sono la primacausa di non-compliance del malato edanche occasione non infrequente dierrori.Il senso di un'effettiva partnership framedico e paziente si svela ancor piÙ

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di fronte alle decisioni cliniche, tantole minori (scelta delle indagini) che lemaggiori (trattamenti). Il processodecisionale, sia esso implicito o espli­cito, deve infatti considerare non soloi prevedibili esiti anatomo-clinici, maanche le~ "utilità" rappresentantedalle attese e dalle preferenze delpaziente. Le decisioni, in lma parola,non possono più restare apparmaggiodel solo medico ed essere imperative;più che a un assenso del paziente,dato magari con esitazione e sullabase di informazioni succinte o nonben comprese, esse dovrebbero corri­spondere a un'effettiva concordanzasul da farsi.Del malato, in conclusione, si devepensare che nulla di ciò che lo riguar­da gli è esh'aneo, e di qui il principiodi associarlo attivamente alla condot­ta della vicenda clinica. La malattia èciò che emerge visibilmente da uncontesto unitario più vasto, fattoanche di pulsioni, desideri, cultura esperanze, e questo contesto va ugual­mente esplorato con cura. Una rirmo­vata attenzione al riguardo fin dall'i­nizio dei corsi di laurea può oltretuttoriscattare la medicina da certi insuc­cessi che spingono il pubblico a rivol­gersi a pratiche, come quelle cosid­dette alternative, che pur sono privedi un reale fondamento scientifico eche talvolta sono tutt'altro che irmo­cue.

Per una cultura medicaaperta ed integrata

La medicina viene comunementedefinita lma scienza applicata, unascienza soft, in quanto trasferiscenello studio dell'organismo umanocriteri procedurali e conoscenzemutuati dalle scienze hard. La defini­zione, tuttavia, non corrisponde com­pletamente alla realtà. Le scienzemediche cosiddette di base, ad esem­pio, adottano effettivamente metodi­che e tecniche della fisica, della chimi­ca, della statistica etc, ma non di radole ampliano o ne introducono dinuove. La medicina clinica, a suavolta, persegue i propri fini secondo ilmetodo proprio di tutte le scienze:l'osservazione dei fatti, la generazio-

IDEE

ne di ipotesi, il loro controllo finoall'enunciazione di una tesi. In più èricca di altri contenuti, che nel com­plesso ne farmo una vera e propriascienza umana.Questo assunto ha varie implicazioniper la preparazione e la cultura delmedico. In sintesi, alcune di esse sipossono così rappresentare:L'opportunità di conoscenze antropologi­che di base. In clinica sia l'investigato­re che l'oggetto dell'investigazionesono persone. L'aiuto che viene dallariflessione anh'opologica riguarda laconoscenza di sé e dell'altro e delvario evolversi del rapporto interper­sonale; consente cioè al medico dipercepire meglio il background indivi­duale di tradizioni, cultura e visionedel mondo di coloro con cui viene acontatto.La necessità di uno sviluppo delle capa­cità di cOI1ULnicare. Il rapporto delmedico con individui e gruppi esigeun affinamento delle sue capacità dicomunicazione. In proposito non sipuò contare soltanto sulle capacitàirmate, sull'imitazione dei maestri esull'esperienza che lentamente e nonsenza errori può essere guadagnatanel corso della vita professionale. Vi èdel resto evidenza che non solo il rap­porto umano, ma le stesse capacitàdiagnostiche del medico sono favori­te da un'istruzione ad hoc nel campodella comunicazione7.

La necessità di una cultura della salute.Salute e malattia non sono condizioniantitetiche, ma due aspetti di W1 con­tinuum. L'interesse del medico siestende ormai dai pazienti alle popo­lazioni, vale a dire all'ampio spettropsico-fisiologico della condizioneumana e ad obiettivi predittivi, pre­ventivi e riabilitativi. L'osservazionedelle popolazioni ha peraltro ancheun intrinseco valore clinico: basti pen­sare allo sviluppo della probabilisticabayesiana, all'importanza per la pro­gnosi della storia naturale dellemalattie e all'incidenza clinica deirisultati dei trials controllati, che rap­presentano autentici studi di sub­popolazioni. L'epidemiologia è dive­nuta in effetti una delle basi critichedella clinica, che da questo plmto divista non può definirsi tout courtscienza dell'individuale, ma è piutto­sto verifica nell'individuo malato di

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realtà umane di maggior grandezza.In pari tempo, appare opportuno chedel bagaglio culturale del medico fac­ciano parte nozioni di sociologia, eco­nomia e diritto più sviluppate che inpassato.La necessità di un'educazione etica. Ogniazione medica sottintende atteggia­menti e scelte morali, ed infatti lamedicina è stata definita, in essenza,una attività morale fondata su unpatto di fiducia8. Rispetto alle grandiquestioni esistenziali che coinvolgonol'intera società e che costituisconol'oggetto primario della bioetica ­aborto, fecondazione in vitro, manipo­lazione genetica, eutanasia - l'eticamedica è per gran parte etica del quo­tidiano, con risvolti che vanno dal­l'accoglienza e dal rapporto del medi­co col paziente alla prescrizione,all'indicazione degli stili di vita e allacondivisione delle decisioni terapeu­tiche.La stessa ricerca biomedica e l'educa­zione professionale harmo una defini­ta valenza etica. L'etica della ricerca sifonda sulla responsabilità individualee tende a sviluppare lo spirito colla­borativo, la visione della critica aipropri asserti come strumento permigliorare la qualità del lavoro e lacondivisione con altri ricercatori deifrutti di questo lavoro in vista diobiettivi più avanzati e più alti.L'etica dell'educazione riguarda pri­mariamente i docenti, ma comportaanche determinate responsabilitàmorali da parte degli studenti. Irequisiti che, a parte la competenzascientifica, si richiedono ai docenti,sono ormai abbastanza ben esplicitatie sono anche, entro certi limiti, suscet­tibili di misura9. Gli studenti, a lorovolta, debbono essere consapevoli cheil loro ruolo non è quello di acquiren­ti o utenti di un prodotto. L'educa­zione non è un prodotto, è un proces­so: il prodotto è l'efficienza professio­nale del medico e di essa sono giudicii pazienti, gli amministratori e lasocietà. Gli studenti sono attori essistessi e corresponsabili del processoeducativo, alla cui costruzione devo­no contribuire giorno per giorno. Illoro giudizio su corsi e docentiriguarda l'andamento del processo,non la valutazione di qualità del suoesito finale10.

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Politecnico di Milano: vista sulla nuova piazza

La necessità di una cultura epistemologi­cn e logicn, in grado di sostenere ilrigore del ragionamento e di evitarnele fallacie. Al di là di quanto il medicosia competente da altri punti di vista,l'esito del percorso clinico non puòessere ottimale se difettano o sonomal impiegate le capacità di ragiona­mentalI. Un'educazione in questosenso è stata a lungo trascurata;malauguratamente i clinici si sono ingenere poco occupati della filosofiadella loro scienza o addirittura hannomancato di professarla12.L'opportunità di conoscenze nel campodella letteratura e dell'arte. Infine, sem­brerebbe opportlmo che medici e stu­denti coltivassero anche argomentiselezionati della letteratura classica,antica e moderna, e dedicassero unaparte del proprio tempo ad altre arti.LetteratlIra ed arte hanno notevolevalore come addestramento al problemsolving ed offrono occasioni per rime­ditare l'esperienza medica ed eventiimportanti e tuttavia trascurati dall'u­suale istruzione. Si pensi ad esempioal morire ed alla morte, che nei corsidi laurea sono invariabilmente relega­ti in una zona d'ombra. C'è da chie­dersi in proposito quanto lma difetto­sa formazione in merito porti i malatiad essere abbandonati dal medico ­come non di rado avviene - proprionel momento culminante della lorovicenda clinica ed assistenziale.

Conclusione

Ai medici di oggi non è più sufficien­te un corredo teorico e tecnico pura­mente biologico. Missione dellefacoltà di Medicina dovrebbe essere diassicurare loro un profilo più ampio,di tipo bio-psico-sociale ed umanisti­co. Ciò varrebbe ad aumentare nelmedico l'interesse professionale per lasocietà di cui fa parte ed a sviluppare

adeguatamente quel rapporto con ilpaziente, alla cui decadenza si è fattocenno all'inizio. Sembra altrettantoindubbio che il recupero di un com­portamento umano del medico debbapassare attraverso la costruzione diun suo nuovo umanesimo.L'integrazione dei saperi dovrebbeprocedere dalla fiducia nell'unità dellascienza, in particolare dall'accettazio­ne del principio della non separabilitàdella scienza clinica da una serie divalori ad essa sottesi; e dovrebbe esse­re vista non come un Olnamento dianime elette, bensì come sh·umentoper rendere più efficace ed efficientel'azione pratica quotidiana.

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EUROPA OGGI

CULTURE A CONFRONTOBurton Bollag

Appena arrivato dall'Indonesia perstudiare alla Wageningen Agricul­turaI University, Setiyo Hadi Waluyorimase scioccato da quanto accadeva:lo studente che rispondeva in modocorretto alle domande veniva apo­strofato dal professore con un "Haiperfettamente ragione!".Waluyo si chiese: "Cosa sta succeden­do? Gli studenti ne sanno più dei pro­fessori?". Otto anni dopo, alle sogliedel dottorato in Microbiologia, si èabituato al modo in cui i docenti olan­desi incoraggiano la partecipazionedegli studenti e ha imparato adapprezzarlo. Ma il suo disappunto èlo stesso che provano tutti quei ragaz­zi che studiano in un paese con unacultura completamente diversa dallapropria.

Malintesi non sempredivertenti

Aspettative impossibili per quantoriguarda studi, alloggi, cibo o relazio­ni interpersonali possono causareequivoci esilaranti che a volte si chia­riscono tra le risate in un pub. Maaltre volte questi malintesi non sonocosì comici: fanno sentire gli studentiterribilmente isolati, li portano ainterrompere gli studi e - nei casi piùgravi - sfociano in un esaurimentonervoso.Wageningen è l'università olandesepiù internazionale. Nonostante ci siadoperi molto per evitare fraintendi­menti, la grande varietà etnica deglistudenti rende la situazione moltopiù difficile che in altri atenei europei:su 4.500 studenti, 600 sono stranieri eprovengono principalmente da paesiin via di sviluppo (Asia, Africa,America Latina).Jeanine Hermans, che segue gli sh'a­nieri a Wageningen, è un'autorità nelcampo delle comunicazioni intercul-

Cosa significa per uno

straniero studiare in Olanda?

Il caso di Wageningen, la più

internazionale delle

università olandesi, ci fa

capire come da banali. . .

equlvocl possano sorgere verz

problemi, e come sia difficile

seguire dei corsi dove

vengono applicati metodi

totalmente diversi da quelli a

cui si è abituati

turali, della formazione dei docenti edell'assistenza agli studenti prove­nienti da tutta Europa. La RoyalDutch Football Association l'haassunta per insegnare agli allenatori ilmodo migliore per comunicare con ilnumero sempre crescente di giocato­ri stranieri. Janine Hermans ha istitui­to dei seminari per i docenti, conside­rando il forte incremento di iscrittistranieri negli Anni Novanta.

Conflitto di sistemi

Tra le principali lamentele degli stu­denti, c'è la mancanza di dispense chefaciliterebbero la memorizzazionedelle lezioni. Ma, spiega la Hermans,in Olanda i docenti si aspettano chegli studenti siano autonomi, dotati disenso critico e capaci di analizzare idiversi aspetti di un argomento.Purtroppo molti di loro provengonoinvece da un tipo di formazione cherichiede l'ascolto attento del professo-

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re e la ripetizione acritica di quanto èstato detto durante le lezioni: un con­flitto di sistemi che non può non crea­re tensioni.Il discorso vale anche per gli studentidi altri paesi occidentali. All'Uni­versità di Amsterdam, Nico Everstiene corsi di lingua inglese per stra­nieri e sostiene che gli studenti ameri­cani - pur non avendo particolari dif­ficoltà con la lingua inglese - nonsono abituati alle responsabilità di cuisono investiti in Olanda: preferisconouna costante programmazione, addi­rittura settimanale, dei testi da segui­re. Qui in Olanda, però, per un corsopossono essere assegnati anche duesoli testi, con un esame alla fine delsemestre."Qui vige il sistema del bere o affoga­re" sostiene Bryan McAdams, lau­reando in Pubbliche relazioni eMarketing alla University of SouthernCalifornia venuto ad Amsterdam perun semestre di scambio. "Negli StatiUniti cercano di aiutarti in tutti imodi, qui sei responsabile del tuoapprendimento".Elsie Nwankwo è venuta da Chicagoper conseguire un master in Dis­sertazione e Dialettica, un corso checoniuga linguistica e logica per ana­lizzare i diversi tipi di comunicazio­ne. "Negli USA gli appunti sono inrealtà dei saggi, con le tue idee e i tuoipensieri. Qui la maggior parte degliappunti è densa di note che rimanda­no a una ricerca in biblioteca".

Autonomia di ricerca

All'Università di Aix-Marseille III,nella Francia meridionale, MyrnaMagnan - una docente di inglese cheè anche responsabile di alcuni proble­mi interculturali - spesso prepara isuoi studenti per andare a studiare inGran Bretagna: anche qui il sistema

universitario si basa sull'iniziativadegli studenti più di quanto accada inFrancia. "I nostri studenti sono abi­tuati a lunghe ore di lezione e nonsono molto indipendenti" affermaM.me Magnan. "Non sanno cercareinformazioni in modo autonomo. lodico loro di stare attenti, perchéavranno meno ore di lezione, ma que­sto non significa che avranno tempoda perdere". Nelle sue lezioni diinglese prepara gli studenti ad affron­tare gli equivoci che possono crearsi,ad esempio, nel corso di un pranzo dilavoro con un collega tedesco. "Il ciboè terribilmente importante in Fran­cia" continua M.me Magnan. "I pran­zi di lavoro possono andare avantiper ore, ma un tedesco può pensare diperdere il suo tempo".

Corsi di metodologia dellostudio

La distanza tra aspettative e realtà puòessere particolarmente grande per glistudenti extraeuropei. A differenza deiloro colleghi olandesi, gli studentistranieri a Wageningen tendono adessere nel bel mezzo della carriera, emolti di loro vi sono mandati daun'amministrazione pubblica o dall'i­stituzione per la quale lavorano."Sono fortemente motivati" sostieneAndre Boon, coordinatore del masterin Gestione dei sistemi agrari in cuigli studenti coniugano sistemi agraritradizionali e moderni per promuo­vere l'agricoltura nei paesi in via disviluppo. "Per la maggior parte diloro è un'occasione unica e si immer­gono totalmente nello studio". Perprima cosa, Andre Boon fa seguire ai

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nuovi iscritti per sei settimane uncorso di metodologia dello studio. "Illoro problema principale è che nonsanno leggere un articolo in modo cri­tico, ma cercano di memorizzarequello che leggono senza affrontare ilcontenuto" .Questo è vero soprattutto per gli stu­denti dei paesi più poveri, con pochilibri e poche biblioteche, e dove l'i­struzione consiste soprattutto nelmemorizzare le lezioni. Nelle residen­ze studentesche possono sorgere ulte­riori problemi, per ovviare i qualiJeanine Hermans tiene un corso di tregiorni per presentare agli studentistranieri le abitudini di vita olandesi.Eppure, nonostante questo, molti diloro si sentono come se fossero appro­dati a Sodoma e Gomorra.Tuttavia, pur trovando che l'atmosfe­ra delle residenze sia tL.'1 po' libertinae il cibo bizzarro, gli stranieri ricono­scono agli olandesi una grande riser­vatezza. Joseph Muyeti, studenteugandese di Economia agraria, è acapo dell'International Students'Panel, un comitato che rappresentagli studenti stranieri a Wageningen;racconta di vivere nello stesso corri­doio con un collega olandese, ma didover fissare un appuntamento perpoterlo incontrare.

Come cambianoi comportamenti

Studiare in Olanda ha sicuramentecambiato Joseph Muyeti. "Mi sonoaccorto di comportarmi da olandese.Recentemente sono andato a parlarecon un borsista ugandese. Voleva chemangiassimo insieme, ma io mi sono

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sorpreso a rispondergli che sarebbestato meglio discutere bevendo velo­cemente qualcosa, e questo non è uncomportamento ugandese".La presenza di così tanti stranieri haprodotto alcuni cambiamenti tra idocenti di Wageningen. "Quandosaluto uno studente africano" ci diceGert Jan Holfstede, lettore di Sistemiinformatici "gli dedico qualche mo­mento in più stringendogli la mano escambiandoci qualche parola. Gli afri­cani se lo aspettano, gli olandesi no".Ad alcuni problemi si può ovviare conun po' di buona volontà. Due super­mercati locali - dopo che l'universitàaveva segnalato le difficoltà incontra­te dagli studenti stranieri nel fare laspesa - si sono impegnati a indicarecon più chiarezza la natura dei pro­dotti esposti sugli scaffali. Infatti alcu­ni avevano erroneamente acquistatocibo per cani (sui barattoli era scrittosemplicemente "carne", e costavanomeno), oppure tubetti di maionesecredendo che fosse dentifricio.La formazione intel'culturale deveandare in entrambe le direzioni. DineBrinkman, lettore al dipartimento diAgraria, insegna ai ricercatori olande­si a minimizzare le incomprensioniculturali quando si recano all'estero.A volte le sue colleghe offendono lepersone di altri paesi senza renderse­ne conto. "Gli olandesi sono cosìimmediati" sottolinea la Brinkman."Può capitare che entrino in un mini­stero e, senza complimenti, chiedanodi accedere agli archivi, mentre laprocedura prevederebbe una richie­sta formale. Oppure si siedono senzaessere invitati. lo consiglio loro diessere più garbati".

(Traduzione di Isabella Ceccarini)

EUROPA OGGI

Prosegue il programma del!' Unione Europea rivolto alla cooperazione nel campodell' istruzione superiore con i paesi dell' America Latina

LA SECONDA FASE DI ALFACarmen lata

Mantenendo le stesse caratteristichedel programma appena scaduto, ALFA

II prevede di incoraggiare la mobilitàstudentesca a tutti i livelli (studenti dimaster, dottorati ed anche laureandi).Il programma avrà la durata di seianni e potrà contare su un budgetcomplessivo di 42 milioni di euro. Lescadenze per la presentazione delleproposte sono già fissate nei mesi diaprile e ottobre per i primi 4 anni. Isettori scientifici interessati compren­dono:• medicina e scienze sanitarie• ingegneria• scienze economiche e sociali.Come nella fase precedente, ALFA fun-

1994 in risposta ai concetti di istruzio­ne, miglioramento di qualità, adatta­mento alle esigenze locali nel contestoglobalizzato.ALFA risponde alle esigenze del mon­do accademico di raggiungere obietti­vi comuni in cui nessuna controparteha il ruolo predominante secondo ilvecchio binomio donatore-ricevente.Sulla scia del già avviato programmaCRE-COLUMBU5 la Comunità Europeaha creduto opportuno avviare una co­operazione interuniversitaria chepuntasse sui due obiettivi primari diformazione e di miglioramento dellagestione istituzionale delle univer­sità.

Lo strumento di cooperazione ALFA fucreato dalla Comunità Europea nel Politecnico di Milano: la sala consiglio nel Rettorato

Un breve cenno sulprogramma

I risultati positivi, i benefici reciproci el'entusiasmo dimostrato dalle istiht­zioni partecipanti come pure la qualitàdegli 846 progetti approvati, hannoportato la Comunità Europea a lancia­re la seconda fase di ALFA che mira amigliorare e rafforzare le relazioniaccademiche tra Europa e AmericaLatina sia attraverso la cooperazionenel mondo accademico che attraversola formazione delle risorse umane.Nei cinque anni appena trascorsidella prima fase di ALFA è stata dedi­cata una crescente attenzione alla for­mazione, a conferma del fatto che igoverni latino-americani e quellicomunitari sono consci dell'impor­tanza fondamentale che riveste ilcapitale umano nel processo di svi­luppo economico di un paese.La promozione della cooperazionescientifica e istituzionale deve dareun nuovo impulso allo sviluppo, allacrescita e all'evoluzione delle relazio­ni economiche e culturali tra le dueregioni. La cooperazione auspicatadal programma è definita inter paresin quanto il beneficio è reciproco. Leuniversità rivestono un ruolo diprimo piano in questa cooperazioneinter pares e sono il cardine per supe­rare gli ostacoli di una collaborazioneunivoca al fine di incrementare la cul­tura della solidarietà tra i due conti­nenti.

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Fonte: Rapporto dell'Ufficio di Assistenza Tecnica di Bruxelles

Fonte: Rapporto dell'Ufficio di Assistenza Tecnica di Bruxelles

Tabella I - Numero di istituzioni partecipanti

Partecipanti Unione Europea America Latina

Istituzioni accademiche 1.255 704 511%

Tabella 2 . Paesi partecipanti e numero di progetti da loro coordinati

Europa Progetti coordinati America Latina Progetti coordinati

Austria IO Argentina 28Belgio 37 Bolivia IDanimarca 2 Brasile 19Finlandia 19 Chile 28Francia 86 Colombia 5Germania 40 Costa Rica 13Grecia 4 Cuba 2Irlanda O Ecuador 4Italia 81 El Salvador 2Lussemburgo O Guatemala 2Olanda 27 Honduras OPortogallo 52 Messico 28Spagna 255 Nicaragua 2Svezia 12 Panama IGran Bretagna 70 Paraguay O

Perù 4Uruguay 4

Venezuela 8Totale 695 151

te come ALFA incrementi la visibilitàdella cooperazione tra i due continen­ti come pure le possibilità di sinergietra i paesi partecipanti ed offra oppor­tunità a studenti e docenti di speri­mentare nuove realtà accademiche.La mobilità tra gli studenti e il ricono­scimento dei titoli accademici hacostituito una base per future iniziati­ve di integrazione regionale ancheattraverso un miglioramento dellacapacità imprenditoriale delle stesseuniversità coinvolte.Se tuttavia gli aspetti positivi risulta­no così sorprendentemente visibili,non mancano i punti critici quali unacarenza di informazioni e una non deltutto chiara interpretazione degliobiettivi che i partner si erano prefissi.Anche le interazioni tra i partner nonsono state così facili e i processiamministrativi hanno ostacolato lafluidità delle operazioni, rendendoeccessivi i passaggi burocratici. Comesi evince dalla tabella 2, la partecipa­zione ad ALFA non è stata uniformepoiché i paesi europei più vicini aquelli sudamericani per lingua e tra­dizioni hanno fatto necessariamentela parte del leone.Che raccomandazioni fare? Prima fratutti quella relativa al budget: una per­centuale che oscilla tra il 66 e il 75%dovrebbe essere dedicata alla mobi­lità degli studenti, cercando anche dirafforzare il monitoraggio di coloroche stanno all'estero. Accanto alfinanziamento dei corsi di dottorato emaster, si dovrebbero stanziare deifinanziamenti per incontri tra ricerca­tori o gruppi di ricerca che lavoranotutti su uno stesso progetto. Da moltiè stata richiesta una formazioneanche in settori differenti da quelliprevisti con il coinvolgimento di entidiversi dal mondo accademico qualiistituti di ricerca, amministrazionilocali, industrie private. Le procedureburocratiche, a volte oscure e macchi­nose, dovrebbero essere sostituite conuna gestione più snella favorendouna maggiore trasparenza dei proces­si di selezione.Le conclusioni che emergono dal rap­porto di lavoro effettuato dallaCommissione sono comunque rassi­curanti: ALFA continuerà a rappresen­tare il principale motore di coopera­zione tra i mondi accademici di due

Il commento dell'Ufficio diAssistenza Tecnica

1.215 istituzioni di istruzione superio­re di cui 511 provengono dall'A­merica Latina e 704 dall'UnioneEuropea.Il contributo finanziario iniziale èstato di 32 milioni di euro ai quali sisono aggiunti altri 6,4 milioni nel '97.

L'Ufficio di Assistenza Tecnica diBruxelles, preposto alla gestioneamministrativa di ALFA per contodella Commissione, ha stilato un rap­porto di valutazione sulla prima fasedi ALFA appena trascorsa, cercando ditrarre alcune conclusioni ed indivi­duare sia le debolezze che i punti diforza del programma stesso. Esa­minando questi ultimi appare eviden-

zionerà attraverso partnership tran­snazionali che comprendono almeno6 istituzioni di istruzione superiore (3europee e 3 latino-americane). Il pro­gramma è diviso in due sottopro­grammi:A- Gestione istituzionaleB- Formazione tecnica e scientifica(mobilità di post laureati, brevi corsiper ricercatori).Ogni network dovrà scegliere un'isti­tuzione coordinatrice che sarà anche ilresponsabile finanziario del progetto.

Qualche cifra dell'Alfa I(1995-1999)

Nei 5 anni di attività il programma haavuto 7 bandi in cui sono state pre­sentate 2.918 proposte delle quali 846sono state approvate. La prima fase diALFA ha visto la partecipazione di

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realtà sempre più simili attraversomaggiori opportunità per una inte­grazione futura.

Perché anche una valutazioneesterna?

Al fine di assicurare una maggiore tra­sparenza e obiettività dei risultati rag­giunti, la Commissione Europea havoluto affidare la valutazione dell'atti­vità di ALFA nei 5 anni appena trascor­si anche ad un gruppo di esperti ester­ni. La missione ha constatato cometroppi aspetti siano ancora caotici, e siinvoca in generale una maggioreattenzione alla descrizione delle istitu­zioni partecipanti rispetto al contenu­to del progetto stesso. Sicuramente lapubblicità effettuata in questi anni perdivulgare l'iniziativa ha avuto i suoifrutti: si sono susseguiti incontri e riu­nioni in tutti i paesi interessati perpresentare il programma e molte sonostate le testimonianze dirette delle isti­tuzioni partecipanti.Il fatto che il coordinamento dei pro­getti sia stato per la maggior parteappannaggio di istituzioni europee(82%) rispetto a quelle sudamericane(rimanente 18%), può avere una dop­pia chiave di lettura. Da una parteappare logica conseguenza del fattoche i coordinatori siano europei, comed'altronde la prevalenza dei fondi,dall'altro invece dimostra lo squili­brio esistente tra i due sistemi univer­sitari, e la dipendenza degli ateneilatino-americani da quelli europei.La di6tribuzione per coordinatorimostra come la Spagna sia nettamen­te la prima, seguita dagli altri paesimediterranei come Francia, Italia ePortogallo che da soli hanno il coordi­namento di più della metà dei proget­ti approvati. Se si prende invece inconsiderazione l'America Latina,Argentina e Cile guidano la classifica.Che dire sull'impatto avuto dai pro­getti ALFA appena terminati? Trarreconclusioni affrettate appare prema­turo. Si può invece constatare cheALFA ha dato una spinta in più al siste­ma di internazionalizzazione delmondo accademico, consolidando ivecchi legami e creandone di nuovi.Forse bisognerà aspettare ancora

EUROPA OGGI

qualche anno prima di poter afferma­re che ci siano stati effettivi cambia­menti nel sistema di ish'uzione uni­versitario e che sia avvenuta l'auspi­cata osmosi nel campo dell'istruzionesuperiore tra i due continenti.

Una testimonianza diretta

Ad un docente di una università ita­liana coinvolta in uno dei primi pro­getti ALFA approvati abbiamo chiestodi raccontarci la sua esperienza conl'Argentina, paese sede del program­ma di formazione finanziato dallaComunità Europea."Abbiamo realizzato un master ineconomia presso l'Università di Salta,in Argentina della durata di 18 mesi,di cui 3 da trascorrere in Europa pres­so le università europee facenti partedel networlc. La nostra rete era forma­ta da lO università (5 europee e 5 lati-

COSTRUIRE IL FUTURO

La creazione di uno spazio europeo del­l'istruzione superiol'e rappresenta un'oc­casione unica per la comunità accademi­ca europea di costruire in modo effica­ce ed equilibrato il proprio futuro.La Convenzione di Salamanca (29-30marzo 200 I) ha lo scopo di mobilitarele istituzioni di istruzione superiore suprincipi condivisi per approntare unapiattaforma di iniziative comuni. In que­sta occasione si cercherà di individuareobiettivi concreti per lo svolgimento ditali iniziative. sollecitando un impegnointra-europeo volto a promuovere lacompetitività internazionale.A Salamanca le istituzioni di istruzionesuperiol'e cercheranno di infiuire sullepolitiche dei rispettivi governi nonché suquelle europee, anche in vista della riu­nione che si terrà a Praga dopo sei set­timane. In quella sede i ministridell'Istruzione dei 29 paesi firmataridella Dichiarazione di Bologna tracce­l'anno un bilancio delle azioni intrapresedal 1999 e definiranno gli orientamentidel futuro spazio europeo dell'istruzionesuperiore.

I. e.

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no-americane); anche se il coordina­mento è stato gestito in Italia, abbia­mo voluto però realizzare un masterin loco perché avevamo già contatticon l'Università di Salta e c'era unanotevole richiesta di realizzare corsispecializzazione post-laurea in loeo".

Ci può raccontare qualche aspettosignificativo della sua esperienza?Sono stato a Salta circa tre settimaneed ho tenuto un corso di macroecono­mia ed economia della crescita; hofatto lezione in italiano perché tuttiavevano già avuto un corso intensivoin lingua, come previsto dal program­ma. L'università disponeva di struttu­re organizzative e logistiche ad hocproprio per il master. Gli studenti,circa una ventina, al termine dellelezioni a Salta, hanno dovuto supera­re degli esami e solo poco più dellametà di loro hanno proseguito glistudi in Europa presso tre universitàdella rete. Infatti alcuni sono stati boc­ciati e altri invece hanno rinunciato alperiodo di soggiorno all'estero. Pec­cato, perché erano comunque personepreparate.

Quali sono, a suo parere, gli aspettipositivi del programma?La cosa che mi ha più colpito è statol'interesse dimostrato dagli studenti,la loro sete di conoscenza e l'altissimadeterminazione nell'affrontare mate­rie nuove. A Salta infatti non esisteuna laurea in economia; quella chepiù le si avvicina è in business admini­stmtion. Mi sono trovato ad insegnarea contadores, noi diremo contabili,piuttosto che ad economisti veri epropri.

E come punti negativi?I nostri dottorandi italiani sono tuttigiovani e freschi di laurea, invece aSalta i miei studenti erano tutti sui 35­40 anni, gente che lavora già da almi eche solo ora sente la necessità diapprofondire gli studi. Ecco, manca lacultura del dottorato. Mi sono con­frontato con altri colleghi impegnaticome me in altri programmi ALFA edanche loro mi harmo confermato que­sto scollamento esistente in tuttal'America Latina tra i laureandi e i

Politecnico di Milano: la nuova sala di lettura (foto Federico Brunetti)

ALTRI PROGRAMMIA FAVORE DELL'AMERICALATINA

AL-INVE5T - programma I-ivolto allacooperazione tra piccole e medie impl-e­se dei due continenti.

ALURE - programma rivolto all'usorazionale dell'energia in America Latina.

URB-AL - programma per la promozionedella cooperazione tra città e regioni deidue continenti.

Un denominatore comune tra tutti i pro-

UNIVERSITAS 78

grammi rivolti all'America Latina è rappre­sentato dall'enfasi posta sul beneficio dientrambe le controparti (i due continen­ti). Ciò è chiaramente dimostrato dal co­finanziamento, a garanzia che i beneficiarimettano a disposizione fondi propl-i o diterzi per l'esecuzione del programmastesso.Altra caratteristica è la natura decentraliz­zata di questi programmi, aspetto chegarantisce una maggiore autonomia diesecuzione e una maggiore rispondenzaai bisogni dei beneficiari.Un terzo elemento in comune è l'approc­cio regionale dei programmi che facilitaanche la cosiddetta cooperazione sud-sudtra i paesi latino-americani.

dottorandi. I giovani laureati chevogliono proseguire gli shldi vannoall'estero, principalmente negli StatiUniti, dove molto spesso rimangono.Gli altri, appena laureati, cercano dientrare subito nel mondo del lavoro.

Ma allora questi sui studenti"senior" da che cosa sono stati spin­ti a proseguire gli studi?Tra i miei studenti c'erano tutte per­sone che ruotavano attorno al mondoaccademico: professori stessi, funzio­nari di ministeri economici o diamministrazioni locali che hannousato il master come strumento dicrescita professionale. Non ci dimen­tichiamo che abbiamo rilasciato untitolo pienamente riconosciuto dalloro Ministero della Pubblica Istruzio­ne e con questo hanno ottenuto unaprogressione della propria carriera.

Secondo lei l'America Latina è ingrado di dare un nuovo impulso alproprio sistema di istruzione supe­riore con la creazione di corsi postlaurea interamente gestiti in loco?Non voglio essere pessimista, mastare ancorato alla realtà. L'AmericaLatina ha ancora bisogno di noi: biso­gna creare un corpo docente adatto aformare alte professionalità e poilavorare anche sugli strumenti.Potenziare le biblioteche o insegnarea fare progetti di ricerca costituisconostrumenti di lavoro essenziali cheassieme al capitale umano formanoun binomio vincente per una coope­razione paritaria.

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EUROPA OGGI

abstractWhnt does it menn far nforeigner to study in Hollnnd? Thecnse of Wngeningen - the 1110St internntionnl of DutchUniver~ities where most of the foreigners come fram developingcountnes - mnkes us understnnd how renI prablems cnn nrisefram trivinl misunderstnndings nnd how difficult it is to followcourses when the 111ethods used nre totnlly different to those towhich one is nccustomed.It is nbove nll the wny in which study is plnnned thnt crentesgreat perplexity. In Hollnnd, tenchers aim to stimulatenutonomy and pnrticipntion by the students, while theforeigners nre used to a more traditionnl approach thatenvisnges listening to the lesson taught by theteacher andmemorisntion of concepts that nre nssimilnted nnd repraducedquite. uncriticnlly. However, in spite of everything, after a longstny 111 the host country the foreigners eventually becomenccustomed to the system and npprecinte it.The distnnce between expectntion nnd renlity mny bepnrticulnrly grent fornon-Eurapenn students. Unlike theirDutch collengues, foreign students nt Wngeningen tend to bein mid cnreer; in fnct mnny of them hnve been sent bythe publicndministration or institution far which the work. The secondnrticle in the fenture is nbout the Alfn ProgralJ1l11e, which nil11sto im~rave nnd strengthen relations between Eurape and LntinAmencnthraugh both co-operation in the ncndel11ic world nndthe training of hUl11nn resources. The positive results, mutunlbenefits nnd enthusinsm shown by the pnrticipntinginstitutions, together with the qunlity of the 846 projectsnppraved, hnve led the Europenn COl11munity to lmmch thesecond stnge of the pragraml11e.~n the r~cently c~mpleted five yenrs of the Alfn pragramme,lI1crensll~gattentl?n hns been devoted to training, confirmingthnt Lntzn-AJ~erzcnn nnd EU governments are conscious of theflmdnmentallmportance of humnn cnpitnlin the economicdevel~pment of a country. As in the preceding phase, Alfa willftmctlOn thraugh tmnsnationnl partnerships thnt include atlenst 6 higher educntion establishments (3 Eurapean and 3Latin Americnn).The Technicnl Assistance Office in Bnlssels that providesadministrative mnnagement of Alfa on behalf of theCommission, hns dmfted an vnluation report on the recentlycompleted first stage of Alfn, nttempting to dmw someconclusions nnd identiftJ both weak nnd strong points of theprograml11e. The mission found that too mnny nspects are stillchaotic nnd in geneml invokes gl'enter nttention to descriptionof the institutions tnking part thnn to the content of theproject.

Que signifie pour un étranger étudier nux Pnys-Bas? Le cns deWngeningen - In plus internntionnle des universitéshollnndnises, oÙ In plupnrt des étrangers viennent de pays envaie de développement - nous fnit comprendre comment desimples équivoques peuvent donner nnissance à de véritablesproblèmes, et combien il est difficile de suivre des cours oÙ sontnppliquées des 111éthodes totalement différentes de cellesauxquelles nous sommes Iwbitués.C'est surtout In mise en plnce de l'étude qui crée d'énormesperplexités: nux Pnys-Bas, en effet, les prafesseurs ont tendnnceà stimuler l'autonomie et In pnrticipation des étudiants, alorsque les étrangers sont habitués à une méthode plus "classique",comportant l'écoute de In leçon faite par le prafesseur, et Inmémorisation des concepts qui sant assimilés et rapportés defaçon totalement acritique. Mais malgré tout, au bout de longsséjours dnns le pays d'nccueil, les étrangers finissent pars'habituer à ces systèmes et à les apprécier.Ln distnnce entre espérances et réalité peut etrepnrticulièrement grande pour les étudiants qui ne sont pasd'origine européenne. A In différence de leurs compagnons11011nndnis, les étudinnts étrangers à Wageningen sont souventpnrvenus au benu milieu de leur cnrrière, et nombre d'entreeux sont envoyés dans cette université pnr une ndministmtionpublique ou pnr l'institution pour lnquelle ils travnillent. LedeL~xi~m~ nrti~l~ de In J!lbrique porte SUl' le progmmme Alfn,qUi Vlse n nmellOrer et n renforcer les relntions universitairesentre l'Europe et l'Amérique Lntine, tnnt pnr In coopérationdnns le monde universitnire que pnr In formntion des ressourcesIwmnines. Les résultnts positifs, les bénéfices réciproques etl'enthousinsme mnnifesté par les institutions pnrticipnntes,ninsi que In qunlité des 846 projets npprouvés, ont nmené laCommunnuté Européenne à lnncer In deuxième phase duprogml11me.Dumnt les cinq ans écoulés depuis le début de In premièrephase d'Alfa, on a consncré une attention craissante à laformation, confirmant ainsi le fnit que les gouvernementsd'Amérique latine et ceux de la COl11munauté sont conscientsde l'importance fondamentnle du capitaI humain dans leprocessus de développement économique d'un pays. Cammedans In phase précédente, Alfn fonctionnem grace à desaccords de partenarint transnntionallx qui comprennent aumoins 6 institutions d'instruction supérieure (3 européennes et3 latino-nméricnines).Le Bureau d'Assistance Technique de Bruxelles, préposé à Ingestion administrative d'Alfa pour le compte de laCommission, a signé un rapport d'évnluation SUI' la premièrephase d'Alfn tout juste achevée, en essnynnt de tirer quelquesconclusions et de définir les faiblesses et les points forts duprogramme. Ln mission a constnté que trop d'aspects sontencore p~u cohérents, et l'on demande en général plllsd'nttentlOn pour la description des institutions participantespar rapport nu contenu du projet.

~ ~resume59

UNIVERSITAS 78

VIET NAM: IL VECCHIO E IL NUOVOElisabetta Durante

La recente visita in Viet Nam della delegazione USA guidata dal presidente Clinton è un evento di portata storica, ma sottolinea unpassaggio che in realtà si sta già da tempo compiendo: un passaggio annunciato da molti segni, forse meno macroscopici, ma ine­quivocabili. Il Viet Nam degli anni della guerra resta affidato alla memoria di molti che certo non possono né vogliono dimenticare;ma il nuovo paese che sta nascendo, ha una nuova cultura e sta mettendo in piedi un apparato scientifico, tecnologico ed economicoche va sviluppandosi giorno per giorno, e che non a caso si avvale di tutto il suo potenziale intellettuale e universitario per attirareconferenze di importanza internazionale su problematiche di tipo molto avanzato. È questo il Viet Nam che guarda all'Europa eall'America, che punta dritto allo sviluppo, alla new economy, che intende mettere rapidamente a frutto le sue potenzialità, legateanzitutto ad una popolazione molto giovane e sempre piÙ scolarizzata, e che per questo è deciso a stringere alleanze con il sistemascientifico occidentale. Insomma, il nuovo Viet Nam è quello che dedica grande attenzione alle nuove tecnologie dell'informazione,alla ricerca, ed i cui ragazzi affollano sempre piÙ numerosi i cyber café.

L'agricoltura è ancora una importante risorsa economica per il Viet Nam

La nuova politica di apertura che inViet Nam porta il nome di "dai mai"sta accelerando il passo. Prova ne sial'inaugurazione ad Ho Chi Minh Citydella prima Borsa della storia vietna­mita, presentata dalle autorità comel'esordio di un nuovo processo diintegrazione economica; ma non sitratta di un segnale isolato, perchéogni giorno il Viet Nam stringe nuoviaccordi commerciali, tra cui quello diportata storica siglato con gli USA, cheha aperto la via alla recente visitadella delegazione americana guidatadal presidente Clinton.Si autorizzano centinaia di progettistranieri di insediamento industrialeed è sorprendente la quantità di testie normative in lingua inglese chespiegano le molte opportunità e gliincentivi per gli investitori esteri.Sempre più numerose sono le sedioperative e di rappresentanza chesocietà vietnamite aprono nei paesioccidentali: per esempio, la Financingand Promoting Technology inauguragià il suo secondo ufficio in USA, a solisei mesi dall'apertura della primasede nella Silicon Valley, che le ha giàfruttato qualche milione di dollari incontratti per investimenti ed attivitàsu Internet. Intanto apre i battenti ilprimo parco tecnologico, il SaigonSoftware Park che ospita attività diricerca, trasferimento tecnologico,formazione avanzata in informatica eservizi Internet, e si dice pronto a

replicare il miracolo indiano diBangalore. Un altro hi-tech park sor­gerà presto ad Hoa Lac, che sta perdiventare il distretto scientifico-uni­versitario di Ha Noi.I segni del cambiamento sono ovun­que, se si osservano con occhi attenti ipiccoli ma inarrestabili traffici dellagente, che affolla le strade e i mercatidelle caotiche, rumorosissime, opero­se metropoli, in cui i grattaceli si

mescolano ai tuguri e agli edifici diepoca coloniale. Il nuovo avanza agrandi passi: ad esempio, non si con­tano gli Internet o i cyber café, né lebotteghe del vecchio quartiere diHoan Kiem che esibiscono indirizzidi posta elettronica. Sono tutti segnalidi una realtà che in mezzo a millecontraddizioni punta rapidamentealla new economy, pronta a compieremolti salti pur di salire subito in grop-

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DIMENSIONE MONDO

icerche all'avanguardia

il 75% è di proprietà Ford e per il 25%del Ministero dell'Industria. Pur sot­tolineando e forse esagerando i risul­tati raggiunti negli ultimi armi dallepolitiche a favore della ricerca e dellatecnologia, il governo vietnamita di­chiara di avere un secondo obiettivo

La splendida baia di Ha Long

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statale risulta conforme alla normati­va ambientale Iso 14000; sono invecein regola sei imprese straniere:Toyota, Fujitsu, Sony, Sanyo, DaewooHotel e Tae Kwang Vina. La solaindustria ad essere in possesso del­l'Iso 9001 è la Ford Viet Nam, che per

Una tipicn imbarcnzione vietnamitn

d Ha Noi premi Nobel ed esperti ditutto il mondo hanno presentato in

casione di convegni recenti i risul­ti più avanzati della ricerca inmpi sofisticati come la fisica dellete energie e la bio-ingegneria delleiante: un settore quest'ultimo diteresse estremo, potremmo dire

strategico" per lill paese che è ilcondo esportatore di riso nelondo.Viet Nam è anche il paese che haesso al lavoro decine di scienziatii problemi idro-biologici del Mek-

ng e che nelle biotecnologie vede'opportunità fondamentale, anzi

rinunciabile. Oggi però l'attivitàgricola vietnamita è ancora arretrata:ei campi sono i bufali a tirare l'ara­o, mentre la produzione di macchi­e per il movimento della terra nonpre più del 10% del fabbisogno.uello di una tecnologia inesistente osoleta è del resto il maggior ostaco­allo sviluppo del paese: nel campo

ali'automazione come in quello deiateriali, il Ministero per la Scienza,Tecnologia e l'Ambiente denuncia

n ritardo complessivo dell'infra­truttura produttiva di 10-20 anni'spetto ai paesi industrializzati.

si guarda per esempio alle certifi­zioni di qualità, che costituiscono

ggi il passaporto per il mercatoternazionale, nessuna delle cinque­. a aziende vietnamite di proprietà

pa al cavallo dello sviluppo e rag­giungere la terra promessa dellenuove tecnologie.fIa Noi ospita conferenze scientifichedi rilievo internazionale, il cui scopoesplicito è far conoscere la realtàscientifica del paese (il Viet Namconta un centinaio tra università ecollege, e centinaia di piccole struttu­re di ricerca), promuovere il suopot~nzial.e intel~ett.ual~, ~~abilire. c.on~rattl con l magglOn e l plU prestlglOsllaboratori internazionali che, special­mente in Francia, contano da moltianni studiosi di origine vietnamita. Enon è un caso che a ricoprire l'incari­o di commissario per l'Energia ato­mica sia stato chiamato un fisico delERN di Ginevra.

prioritario (dopo il problema dellasostenibilità del debito estero) rappre­sentato dalla necessità di superarerapidamente quel divario tra paesisviluppati e paesi in via di sviluppo,che la rapida evoluzione dell'informn­tion technologtj sta sempre più amplifi­cando.Di fronte ad una vera e propria emer­genza che da anni vede il Viet Namdestinatario di tecnologie-spazzatura(vale a dire energeticamente costoseda un lato ed ambientalmente inso­stenibili dall'altro), il Ministero per laScienza, la Tecnologia e l'Ambientesta mettendo a punto una serie distrumenti atti a bloccare l'importazio­ne e l'uso di tecnologie obsolete, favo­rire l'ingresso della qualità nella pro­duzione industriale, sostenere lanascita di parchi tecnologici e di labo­ratori di ricerca, promuovere jointventures con partner internazionali;un altro degli obiettivi indicati dalGoverno come prioritario è quello diappoggiare quell'industria del soft­ware che viene ritenuta "target sec­tor" degli anni 2000.

La via per il cambiamento

Wu Tuyen Hoang, presidente dellaViet Nam Union of Science andTechnology Association, mostra la via

UNIVERSITAS 78

Ln postnzione in un cyber cnfé di Hn Noi

per cambiare il sistema economicovietnamita, che fino ad oggi è statofavorito da un unico fattore, rappre­sentato dal basso costo del lavoro. Levalutazioni di Hoang sono di straordi­naria attualità e assai vicine al dibatti­to in corso in molti paesi sviluppati,tra cui il nosh"o, quando sostiene che il

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Viet Nam ha troppo a lungo trascura­to la ricerca di base per concentraretutte le forze su attività di tipo appli­cato. Questa linea di condotta ha pro­dotto una debolezza complessiva del­l'apparato scientifico e ha privato ilpaese delle risorse umane indispensa­bili a fronteggiare le sfide del XXIsecolo, da Hoang definito "il secolodell'intelletto": egli sottolinea infattiche queste risorse rappresentano unapremessa indispensabile allo svilup­po, capaci come sono di attirare quegliinvestimenti esteri di pregio, che nonpossono essere ath"atti semplicementeda una manodopera conveniente.Il Viet Nam già a partire dal 2000investirà in attività di ricerca il 75%più dello scorso anno: il budget com­plessivo resta però molto limitato(appena 1'1% del PIL quest'anno, cheprobabilmente sarà portato al 2% nel2001) se rapportato all'ambiziositàdei progetti con i quali si voglionosostenere programmi di ricerca avan­zata e creare profili professionali adalta specializzazione (i dottori diricerca vietnamiti sono oggi 2.500).Non è certamente un caso che le con­ferenze internazionali di Ha Noi sisiano concluse con la premiazione di45 giovani aspiranti ricercatori cheavranno l'opportunità di proseguiregli studi nei più importanti laboratoridel mondo.

DIMENSIONE MONDO

RAPPORTO UNESCO 2000IL DIRITTO ALL'EDUCAZIONE

Roberto Peccenini

ZJ

"1. Ogni individuo ha diritto all'edu­cazione". Con queste parole si aprel'art. 26 della Dichiarazione Uni­versale dei Diritti dell'Uomo, che cosìprosegue: "L'istruzione deve esseregratuita almeno per quanto riguardale classi elementari e fondamentali.L'istruzione elementare deve essereobbligatoria. L'istruzione tecnica eprofessionale deve essere messa allaportata di tutti e !'istruzione superio­re deve essere egualmente accessibilea tutti sulla base del merito.2. L'ish'uzione deve essere indirizzataal pieno sviluppo della personalitàumana e al rafforzamento del rispettodei diritti dell'uomo e delle libertàfondamentali. Essa deve promuoverela comprensione, la tolleranza, l'ami­cizia fra tutte le nazioni, i gruppi raz­ziali e religiosi, e deve favorire l'ope­ra delle Nazioni Unite per il manteni­mento della pace.3. I genitori hanno diritto alla prioritànella scelta del genere di istruzioneda impartire ai loro figli".A più di SO anni di distanza dalla pro­clamazione è il caso di domandarsi, inprimo luogo, quali siano il significatoesatto e la portata del diritto all'educa­zione, quindi, se e come i principisolennemente dichiarati abbiano tro­vato attuazione e, infine, quanto questeenunciazioni siano adeguate alle muta­te circostanze della realtà odierna. ilRapporto biennale che l'Unesco dedicaalle problematiche educative nel 20001

è rivolto proprio ad approfondire taliquestioni e, per la prima volta, è diret­tamente accessibile al pubblico italia­no, giacché l'editore Armando, per ini­ziativa della Commissione NazionaleItaliana per l'Unesco e con il contribu­to della Fondazione Banco di Sicilia loha pubblicato in traduzione contempo­raneamente alle edizioni ufficiali infrancese e in inglese.

Le implicazioni del dirittoall'educazione

Una delle parti più interessanti delvolume è l'appendice I, che fornisceun resoconto della fase di elaborazio­ne previa dell'articolo in questione,che conobbe varie stesure, chiaratestimonianza della difficoltà di rag­giw1gere un accordo tra culture esistemi politici diversissimi tra loro2,

eppure uniti dall'aspirazione a porrele basi di una civiltà dei diritti chescongiurasse il risorgere dei totalitari­smi, responsabili delle distruzioni edelle atrocità della guerra.Ai fini del nostro discorso, conoscereil dibattito che ha preceduto la stesu­ra definitiva dell'articolo è fondamen­tale per capire le intenzioni, le proble­matiche e i dubbi di chi ha redatto laDichiarazione e quindi per interpre­tarla in maniera non arbitraria.Innanzi tutto salta chiaramente agliocchi la perentoria apoditticità delprimo periodo dell' articolo 26. Ildiritto all'educazione viene procla­mato come diritto soggettivo senzalimitazioni di sorta. Forti limiti peròscaturivano dalla situazione storica diallora: la maggior parte dell'umanitànon era mai entrata in contatto conalcun sistema formale di istruzione equesta descolarizzazione si traducevain analfabetismo di massa. Quindi,perché il diritto all'educazione nonrisultasse un'astratta petizione diprincipio, fu necessario precisare, nelprosieguo dello comma, alcuni con­cetti: accanto all'istruzione elementa­re si menziona l'istruzione fondamen­tale, espressione oggi desueta, con laquale allora si indicava la formazionedi base destinata agli adulti che nonavevano potuto frequentare la scuola;solo a questi livelli venne prescritta lagratuità, giacché era impensabile

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estendere questo beneficio agli altrilivelli di istruzione quando ancoratanto si doveva fare al livello prima­rio. La gratuità, ovviamente, discendecome logica conseguenza dalla obbli­gatorietà sancita dal terzo periodo delcomma che stiamo esaminando. Il ter­mine "obbligatoria" fu inserito neltesto definitivo non senza contrasti, inquanto vi era chi temeva che taleespressione potesse avallare un mo­nopolio statale dell'istruzione cheledesse il diritto delle famiglie nellascelta della scuola. Per scongiurarequesto rischio fu inserito, su propostadel rappresentante libanese, il terzocomma dell'articolo che tutela la prio­rità dei genitori nella scelta dell'indi­rizzo educativo. L'"obbligo" dell'i­struzione, si chiarisce nel dibattito, sirivolge sia allo stato, che deve fornirele opportunità di istruirsi e assicurareche nessuno resti escluso, sia allasocietà civile e alle famiglie, che nonpossono impedire ai bambini di fre­quentare almeno le classi elementari,ma anzi devono considerare ciò comeun dovere. Non riguarda tuttavia l'e­ducazione "fondamentale", ma soloquella elementare, perché si supposeche gli adulti potessero avere diffi­coltà di lavoro insormontabili tali daimpedire la frequenza scolastica.Il diritto all'accesso all'istruzione tec­nica e professionale, per quanto noninserito nella prima stesura, venneintrodotto senza opposizioni nellesuccessive. Fu invece contrastata laclausola "sulla base del merito" concui viene specificato il diritto all'ac­cesso all'ish'uzione superiore. La rap­presentanza sovietica temeva chequesta espressione potesse dare aditoa discriminazioni. Si concordò cosìche l'espressione inglese che significa"sulla base del merito" andasse intesacon l'espressione russa che significa

"sulla base delle capacità e conoscen­ze personali". Questo però non fuconsiderato lilla garanzia sufficiente,cosicché i rappresentanti dell'uRssproposero un emendamento cheesplicitasse l'esclusione di ogni disCl'i­minazione di razza, sesso, lingua,condizione materiale o appartenenzapolitica. Tale emendamento fu respin­to perché si ritenne che l'esclusionedelle discriminazioni fosse precisatain maniera più ampia e completa nel­l'art. 2 della Dichiarazione. In talmodo venne chiarito che l'articoloriguardante l'educazione si dovesseleggere in congiunzione con quantoenunciato nell'art. 2.Se, procedendo nell'analisi, si esaminail 2° comma dell'art. 26, si passa daconsiderazioni generali e quantitativea una prospettiva qualitativa. Svilup­po della personalità umana, rispettodei diritti e delle libertà, amicizia ecomprensione fra nazioni, razze e reli­gioni. Questi sono i presupposti per­ché il diritto lmiversale all'educazionesi indirizzi verso un'''educazione allapace", ragione stessa dell'esistenzadelle Nazioni Unite. Anche questefinalità generali vanno storicizzate: ilricordo dell'esperienza del nazismoera recente; da questo esempio risulta­va quindi chiaro che l'estendersi del­l'istruzione non avrebbe comportatoautomaticamente una crescita nellacoscienza civile, anzi, il sistema edu-

Politecnico di Milano: lo scalone centraledel Rettorato

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cativo poteva diventare un potentestrumento per violare i diritti fonda­mentali dell'uomo. Ad ulteriore tuteladal rischio di un'educazione totalita­ria venne introdotto anche il 3°comma che, come già abbiamo ricor­dato, stabilisce la priorità dei genitorinelle scelte educative riferite ai lorofigli. Colpisce la consonanza di tonitra lo spirito di questo e altri articolidella Dichiarazione e documenti ditutt'alh'a fonte quali, ad esempio, laPacem in terris di Giovanni XXIII e laPopu/orum progressio di Paolo VI.

L'attuazione dei principi dellaDichiarazione

Come è noto a chi ha qualche dime­stichezza con il diritto internazionale,una Dichiarazione dei diritti non è diper se stessa giuridicamente vinco­lante nepp~re per i paesi che l'hannoapprovata. E necessario che si stipuli­no dei trattati internazionali su mate­rie specifiche comprese nella dichia­razione; una volta ratificati da unnumero congruo di stati firmatari itrattati entrano in vigore pIeno jure.Per questo motivo, dal 1948 ad oggi,si sono susseguiti diversi altri testinormativi di vario genere, ossia con­venzioni, raccomandazioni e dichia­razioni. Elenchiamo i più importanti:la Convenzione contro la discrimina­zione nell'educazione, stipulata nel1960, entrata in vigore nel 1962 eattualmente3 ratificata da più di 80paesi; la Convenzione internazionalesui diritti economici, sociali e cultura­li del 1966, entrata in vigore dieci annidopo, e ratificata da quasi 150 Stati; laConvenzione sui diritti dell'infanzia,sottoscritta nel 1989, entrata in vigorenel 1990 e attualmente ratificata dapoco meno di 200 paesi (non dagliStati Uniti); la Convenzione sull'istru­zione tecnica e professionale, anch'es­sa del 1989, entrata in vigore nel 1991e ratificata, al momento, solo da unaquindicina di Stati. Anche nellaConvenzione internazionale sui dirit­ti civili e politici del 1966, nella Con­venzione sull'eliminazione di tutte leforme di discriminazione contro ledonne del 1979 e in vari trattati inter­nazionali di ambito regionale si famenzione dell'istruzione.

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Se passiamo dal piano giuridico alpiano fattuale, ci troviamo di fronte aun mutamento epocale. Dal 1950 al2000 il numero assoluto di adultianalfabeti nel mondo è cresciuto di150 milioni (da 700 a 850 milioni), main percentuale la riduzione è di pro­porzioni colossali. Anche il continen­te che presenta i maggiori problemi,ossia l'Africa, ha più che dimezzato lapercentuale di analfabeti sul totaledella popolazione (dall'84% al 39%),mentre la scolarizzazione elementaredi massa è un fenomeno ormai ordi­nario in America Latina e in Asia,dove resistono solo porzioni ridottedi minori non alfabetizzati. Nei paesipiù sviluppati e nei paesi in transizio­ne la scolarizzazione secondaria èormai quasi universalmente diffusa el'istruzione terziaria è diventata unfenomeno di massa. Nella maggiorparte dei paesi meno sviluppati l'i­sh'uzione secondaria non è più riser­vata alle élite e la scolarizzazione fem­minile è cresciuta significativamente,tanto da pareggiare, in alcuni casi,quella maschile. Inoltre le università ele altre istituzioni di istruzione terzia­ria, pressoché assenti fino al momen­to della decolonizzazione, si sono dif­fuse in ogni parte del mondo. Il qua­dro generale, quindi, sembra autoriz­zare l'ottimismo, ma non va dimenti­cato che esistono paesi che negli anniOttanta e Novanta hanno compiutopesanti regl'essi e che la piaga stessadell'analfabetismo è ancora lungi dal­l'essere completamente eliminata.Inoltre, se si presta attenzione all'a­spetto qualitativo e alle finalità dell'i­struzione, non sfugge che il rischio diutilizzare questo strumento per soste­nere rivendicazioni nazionalistiche,razziali o conflitti religiosi è presenteancora oggi ovunque si instauri unregime dittatoriale. Tuttavia nonmancano gli approfondimenti deldiritto all'educazione nel senso diw1'educazione alla pace e allo svilup­po. Si possono ricordare la Rac­comandazione sull'Educazione allacomprensione internazionale, alla co­operazione e alla pace, e l'Educazioneriguardante i diritti umani e le libertàfondamentali del 1974, la Dichiara­zione sull'educazione alla pace, aidiritti umani e alla democrazia del1995, entrambe emanate dall'Unesco,

o la Dichiarazione di Copenhagen altermine del Summit mondiale per losviluppo sociale del 1995 e la Di­chiarazione per una cultura di pace,del 1999, entrambe promosse dall'o­NU. Anche singole autorevoli voci sisono levate in questa direzione. Sipuò citare, per esempio, l'economistaAmartya Sen, che sostiene la necessitàdi superare l'idea di "capitaleumano" e di "sviluppo delle risorseumane" in quanto troppo strumenta­li. "Abbiamo bisogno - sostiene lostudioso indiano - di un concetto piùampio di sviluppo che concentri l'at­tenzione sulla vita e sulla libertà del­l'uomo, al di là del fatto che tale pro­mozione sia - o non sia - resa possibi­le da un aumento della produzione dibeni di consumo"4.

DIMENSIONE MONDO

L'evoluzione del concetto di"diritto all'istruzione"

Tracciando una sommaria analisi dia­cronica, si può affermare che gli anniCinquanta hanno visto un approccioprevalentemente quantitativo al pro­blema, centrato sulle esigenze dell'al­fabetizzazione. Questo sforzo, prose­guito negli Anni Sessanta con ilProgramma mondiale sperimentaleper l'alfabetizzazione, si è coniugatocon la fiducia nella possibilità di ume­scare circoli virtuosi di sviluppo eco­nomico e civile agendo esclusivamen­te sui flussi in entrata nel sistema del­l'istruzione. Le successive difficoltàpolitiche, tanto dei paesi in via di svi­luppo quanto di quelli industrializza­ti, e la ristrutturazione economica

susseguita alla crisi petrolifera, se daun lato hanno gelato la speranza inuno sviluppo continuo e senza scosse,dall'altro hanno affinato la riflessionesulle modalità con cui il sistema edu­cativo poteva reagire a queste sfide.Sono stati proprio i trattati applicatividei principi enunciati nella Dichiara­zione del 1948 a favorire l'evoluzionedel concetto di "diritto all'educazio­ne" verso una prospettiva qualitativache privilegia l'apprendimento lungoil corso della vita. Questo cammino èstato segnato dai documenti sopracitati e da numerose conferenze regio­nali e mondiali. Per quanto riguardala lotta all'analfabetismo, si è passatida una generica definizione dell'alfa­betizzazione come "capacità di legge­re e scrivere" al concetto più ricco di

-Politecnico di Milano: un concerto nell'aula magna negli Anni Sessanta

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UNIVERSITAS 78

"alfabetizzazione funzionale". Unapersona può considerarsi funzional­mente alfabetizzata quando ha acqui­sito conoscenze e abilità nel leggere enello scrivere che le consentono diimpegnarsi efficacemente in tuttequelle attività nelle quali il saper leg­gere e scrivere si presume come qual­cosa di normale nella sua cultura onel suo gruppo. Poiché l'alfabetizza­zione funzionale poteva essere consi­derata come pre-requisito imprescin­dibile per poter "imparare ad impara­re", l'attenzione si andò sempre piùconcentrando sulle esigenze basilaridi apprendimento, cosicché il dirittoad imparare divenne il vero fulcro deldiritto all'educazione. Fu, tra gli altri,la Commissione internazionale sullosviluppo dell'educazione (altresì dettaCommissione Faure), istituita dal­l'Unesco nel 1972, a criticare perchéinefficiente e inefficace la "strategia diespansione lineare" dei sistemi diistruzione. Così la necessità dellasostituzione della visione dell'educa­zione centrata sull'insegnamento conquella centrata sull'apprendimento sifece strada, finché non venne adottatadalla Conferenza mondiale sull'edu­cazione per tutti Gomtien, 1990): le"esigenze basilari di orientamento"divennero così l'oggetto del dirittouniversale all'educazione gratuita e iltermine corrispettivo "educazione dibase" inglobò le espressioni "elemen­tare e fondamentale" presenti nellaDichiarazione del 1948.Lo sviluppo sociale ha messo in lucealtri aspetti che difficilmente poteva­no essere inclusi nell'art. 26 dellaDichiarazione universale. Per esem­pio, in esso non si fa menzione dell'i­struzione secondaria, che invece èoggetto di specifica attenzione all'art.4 della Convenzione contro la discri­minazione nell'educazione del 1960.In quegli anni, infatti, il concetto diistruzione secondaria era in fase ditransizione, in quanto si consideravache essa non dovesse più limitarsi afornire solo una preparazione previaai successivi studi universitari, ma siproponeva di sviluppare una forma­zione sia generale sia tecnica che svi­luppasse le opportunità educative tal­volta in forma unitaria, talvolta informa differenziata.Per quanto riguarda l'istruzione ter-

ziaria, lo sviluppo quantitativo a cuisi è assistito è percentualmente anco­ra maggiore rispetto agli altri livelliscolastici, forse perché molti paesipartivano praticamente da zero.Questa espansione dimostra cheerano infondati i timori della rappre­sentanza sovietica, di cui si è discussonel paragrafo precedente, che ladistinzione in base al merito implicas­se una discriminazione economica esociale. In realtà anche gli elementimeritocratici si sono molto attenuatiin questi decenni e, se non si puòescludere che si verifichino discrimi­nazioni, nondimeno si può dire che sisono andate riducendo. A propositodi discriminazioni economiche, perquanto riguarda il problema delfinanziamento dell'istruzione terzia­ria, si è passati dal tentativo diintro­durre progressivamente la gratuitàanche nell'istruzione superiore, al­l'abbandono di tale principio. Infattil'art. 13 della Convenzione interna­zionale sui diritti economici, sociali eculturali (1966) afferma, tra le altrecose: "L'istruzione superiore sia resaegualmente accessibile a tutti, sullabase delle capacità, con ogni mezzoadeguato, ed in particolare con la pro­gressiva introduzione dell'istruzionegratuita". Invece la Convenzione suidiritti dell'infanzia del 1989, moltopiù brevemente stabilisce il doveredegli Stati firmatari di "rendere l'i­struzione superiore accessibile a tuttisulla base della capacità con ognimezzo adeguato". Questo mutatoindirizzo politico si può spiegare siaconsiderando le politiche di restrizio­ne dei bilanci statali a partire dagliAnni Ottanta, sia in base a ragioni diequità, essendo i fruitori dell'istruzio­ne terziaria una quota pur sempreminoritaria dell'intera società.Per quanto attiene le istituzioni cheagiscono a livello di istruzione terzia­ria, in maggior parte sono università,ma negli ultimi trent'anni si è assisti­to, nelle regioni più sviluppate, inAmerica Latina e in Africa a un'e­spansione dell'istruzione terziarianon universitaria. Più o meno inva­riata, invece, rispetto al 1970, è ladistribuzione tra studi umanistici estudi scientifici: in tutte le regioni delglobo il rapporto è di circa 2 a 1 conprevalenza degli studi umanistici.

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Anzi, le regioni che avevano una piùelevata percentuale di studenti dell'a­rea tecnico-scientifica, come l'Africasub-sahariana e i paesi del blocco ex­sovietico, si sono spostati su percen­tuali analoghe agli altri paesi delmondo. La distribuzione per sessodegli iscritti all'istruzione terziaria(media mondiale del 47%di individuidi genere femminile; dato massimoAmerica Settentrionale 55%; datominimo Africa 38%) può far conside­rare con soddisfazione i progressifatti nel superamento di questa formadi diseguaglianza (nel 1950 la mediamondiale era del 32%, con una puntaminima del 17% in Asia e Oceania).E come si lega l'istruzione terziaria altema del diritto alla pace? A cin­quant'anni esatti dalla Dichiarazioneuniversale dei diritti dell'uomo laConferenza mondiale sull'istruzionesuperiore (Parigi 1998) ha prodottouna Dichiarazione mondiale sull'i­struzione superiore. Essa, nel traccia­re gli scenari che si aprono sul XXIsecolo, accanto ai compiti tradizionalidella creazione e divulgazione delsapere attraverso l'insegnamento e laricerca, sottolinea a chiare lettere lafunzione civile dell'istruzione supe­riore che consiste nel contribuire allosviluppo sostenibile della società enel fornire opportunità per un'educa­zione che duri tutta la vita.

NOTEl Unesco, Rapporto mOl/diale sull'educaziol/e2000. Il diritto ali'educazione. La formazione pertutti lUI/go il corso della vita, ed. it. con pref. diKoichiro Matsuura, Tullio De Mauro e GianniPuglisi, Armando, Roma 2000, pp. 184, lit.35.000.2 Nel 1947 e 1948, quando si tennero le rilmionidel comitato di redazione della Dichiarazione,la divisione del mondo in blocchi era già realtà;eppure alla stesura del documento collaboraro­no esponenti di Australia, Cile, Cina, Francia,Libano, Regno Unito, Stati Uniti e Ul'ss.3 I nostri dati sono aggiornati al ]O agosto 1999.4 A. Sen, Hllmal/ Developmellt al/d Fil/al/eialCOl/servatism, in "World Development", n. 4,1998, p. 734, cito in Rapporto UI/esco 2000, p. 89.

DIMENSIONE MONDO

Ln récente visite au Viet-Nam de la délégation USA conduitepart le Président Clinton est un événement de portéehistorique, mais souligne un passage qui en rénlité est en coursdepuis longtemps. Le Viet-Nam des années de la guerre resteconfié à In mémoire de beaucoup de gens qui ne peuvent ni neveulent oublier; mais le nouveau pays en train de naftre à unenouvelle c.ulture r:t de m~ttre SUl: pied un appareil scientifique,tec.h.nologlque et economlque qUI se développe jour après jour,utllzse, et non pas par hasard, tout san potentiel intellectuel etuniversitaire pour attirer des conférences d'importnnceinternationale sur des problématiques très avancées, C'est celnle Viet-Nam qui observe l'Europe et l'Amérique, qui met le capsur le développement, la new economy, qui entend tirermpidement profit de ses potentiels, liés avant tout il unepopulation très jeune et toujours plus scolarisée, raison pourlaquel~e. il est d~cidé à nouer des alliances avec le systèmesClentiflque occldental. En somme, le nouveflu Viet-Nam estcelui qui consncre une gmnde attention aux nouvellestechnologies de l'information, il la recherche, et dont les enfantsse pressent de plus en plus nombreux dnns les cyber cafés. Lanouvelle politique d'ouverture accélère le rythme. La preuve enest l'inaugumtion à Ho Chi Minh-Ville de la première Boursede l'histoire vietnamienne, présentée pnr les autorités camme ledébut d'un nouveau processus d'intégration économique; maisil ne s'agit pas d'un signal isolé, parce que chaque jour le Viet­Nam établit de nouveaux accords commerciaux. On autorise~es centnines de projets étrangers d'implantation industrielle etzl est surprenant de voir la quantité de textes et de normes enlangue anglaise qui expliquent les nombreuses occasions et lesincita~ts offerts aux investisseurs étrangers. Les siègeso~ératlO1~nels et les bureaux de représentation que des sociétésvletnamlennes ouvrent dan sles pays occidentaux sant de plusen plus nombreux.Le deuxième artiele commente le Rnpport Unesco 2000. L'unedes pa.rties les plus intéressantes du volume est l'Annexe I, quifourl1lt un compte rendu de la phase d'élaboration préalable del'artiele 26 de la Déelaration Universelle des Droits del'Homme; les rédactions successives témoignent de la difficultéde trouver un accord entre cultures et systèmes politiques trèsdifférents les uns des nutres, encore qu'unis par l'aspimtion iljeterles bnses d'l~ne ,civilisation des droits, pour conjurer leretour aux totalLtansmes, responsables des destructions et desatracités de la guerre. Développement de la personnnlitéhumaine, respect des droits et des libertés, amitié etcompréhension entre les nations, les races et les religions. Tellessont les conditions de départ pour que le droit universel ill'éducation s'oriente vers une "éducation à la paix", raisollmeme de l'existence des Nations Unies.Le Rapport, en brossnnt les scénnrios qui s'ouvrent SUI' le 21esièele, outre les tfìches traditionnelles de la créntion et de ladivulgation du savoir par l'enseignement et la recherche,souligne elnirement In fonction civile de l'enseignementsupérieur qui consiste il contribuer au développement dumblede In société et il foumir les occasions d'ncquérir une éducntionqui durerait toute la vie.

" "resume67

abstract11e recent visit to Vietnmn of the US delegation headed by1yesidel~t Clinton is an event of historic importance, butmphn~/ses a change that in renlity has been under way farome tl1ne.11e Vietnnl11 of t!1e war yenrs remnins in the memory of manyople who certamly cannot and do not want to forget it. But

he l1ew country thnt is being born has a new culture and isreeting a,scientific, technological nnd economic apparatus thnt'developmg dny by day and that utilises nll its university anddlellectual potentinl to attmct conferences of internntionalOlportnnce on topics ofa very ndvnnced nature. This is thelietl1nm that looks to Eurape and America, that is aimingUrectly at development, nt the new economy, which is aimingobring its potentinl quickly to fruition, linked nbove nll to ary young and increasingly educated population, nnd which

or thnt reason has decided to build alliances with the Westerniientific system. In short, the new Vietnnm is one that devotes~eat nttention to the new tecl11l010gies of informntion and

earch, nnd whose young people crowd the incrensinglyIl/lI1erous cyber cafes.Ule new policy ofopenness is gaining speed. One proofof thatth: opening iJ~ Ho Chi Minh City of the first stock exchange

" Vletnamese hlstory, represented by the authorities as theginning ofa new process of economic integration. But this isI just one isolated signal, because Vietnam signs new tradereements daily. It nuthorises hundreds offoreign industrinlvestment prajects and there is n surprising volume of texts

pld regulations in English to explnin the mnny opportunitiesUld incentives far foreign investors. The representntive offices

~d sents ofopel:ntlOns .opened. by Vietnamese compnnies inestern countnes are mcrensmgly numeraus.le second artiele comments on the Unesco 2000 report. Onethe most interesting parts is Appendix I, which provides ancount of the drafting stnge ofartiele 26 of the Universalec1nrntion of Human Rights. The vnrious dmfts bear witnesst!': difficulty of reaching an agreement between cultures nndll!lca! systems that are very different, though united by theplrat!on to lny the foundntions far a "civilisation of rights"al 10111 nvert a resurrection of totalitarinnism, responsible faredestruction and atrocities of wnr.evelopmen,t of th~ humnn personnlity, respect far rights nndeedoms, fnendslup and understanding between nations, races.'d religions. These nre the preconditions far the universnlrght to education to become "education far pence", the very

SO/1 far the existence of the United Nntions.outlining the scenarios that nppear nt the dnwn of the 21st/Itury, the Report emphnsises not only with the traditionnlks .of crention and dissemination of knowledge thraugh

.chll1g nnd resenrch, but in pnrticular the civil ftmction ofrgher education, which consists in its contribution to thest~inable development of society and providing opportunitiesr life-Iong leaming.

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I dati che emergono dal Rapporto Fao 2000 sono sempre molto drammatici.Sarà mai possibile raggiungere gli obiettivi ideali che vengono posti in

occasione dei grandi vertici mondiali?

Rapporto Fao 2000

UN MILLENNIO LIBERODALLA FAME

Luca Cappelletti

È stato presentato dalla FAO, l'Organiz­zazione delle Nazioni Unite perl'Alimentazione e 1'Agricoltura, ilnuovo Rapporto annuale sullo "Statodell'insicurezza alimentare mondiale2000"; i dati che emergono non sonoconfortanti: in un'epoca di abbondan­za senza precedenti, almeno 826milioni di persone non hanno damangiare a sufficienza e, rispettoall'ultimo censimento, non si è verifi­cato alcun progresso nel tasso didiminuzione del numero di sottoali­mentati cronici nel mondo.Nel periodo 1996-98, 792 milioni dipersone dei paesi in via di sviluppoed altri 34 milioni nei paesi industria­lizzati e in transizione sono state sot­toalimentate, confermando i dati delperiodo 1995-97.Secondo Harting de Haen, vicediret­tore generale della FAO e capo delDipartimento Economico e Sociale, il"Rapporto FAO presenta informazionisu chi sono gli affamati e quanto sonoaffamati. Le società con maggioredeficit alimentare sono pure societàcon alta mortalità infantile ed aspetta­tiva di vita notevolmente inferiore; ilRapporto di quest'anno va oltre lestatistiche e individua specificamentei gruppi più vulnerabili, conferman­do il fatto che le donne sono più sog­gette a problemi di nutrizione.Questo affinamento dell'informazio-

ne è uno strumento importante per iresponsabili delle politiche.Consentirà loro di muoversi in unadirezione più precisa, orientando piùefficacemente azioni e risorse verso iluoghi dove il bisogno è maggiore".Proprio quattro anni fa, i responsabilidi 186 governi riuniti a Roma si eranoimpegnati non solo a ridurre la mal­nutrizione, ma anche a eliminare lafame e realizzare l'obiettivo di garan­tire "cibo per tutti" all'inizio di questoterzo millennio. Infatti, l'impegnoprincipale del Piano d'Azione delVertice Mondiale sull'Alimentazioneera solenne: "Noi assicuriamo unambiente politico, sociale ed econo­mico favorevole, destinato a creare lemigliori condizioni per eliminare lapovertà e raggiungere una pace dure­vole fondata su una completa e pari­tetica partecipazione di donne euomini, particolarmente propizia peril raggiungimento della sicurezza ali­mentare di tutti". A queste parole nonsono però corrisposte azioni o pro­grammi adeguati: le attuali proiezio­ni, infatti, indicano che non si potràraggiungere l'obiettivo stabilito dalVertice Mondiale dell'Alimentazionedel 1996, ovvero di diminuire dialmeno 400 milioni il numero dellepersone sottoalimentate del mondoentro il 2015; se verrà confermata latendenza attuale, l'obiettivo del

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Vertice non verrà raggiunto prima del2030; eppure, secondo la FAO, "le per­sone che muoiono di fame non posso­no aspettare altri 15 anni; la mancan­za di progresso sottolinea l'urgenzadi un'azione immediata, decisa egenuinamente efficace".Secondo il Rapporto - che presentaper la prima volta gli indicatori deldeficit alimentare e le statistiche sulnumero degli affamati nei paesi intransizione - il tasso di diminuzionedel numero di affamati, poco meno diotto milioni l'anno nello scorso de­cennio, è assolutamente inadeguato;per ottenere risultati apprezzabili eavvicinarsi all'obiettivo del Vertice,sarebbe necessario che da qui al 2015ci fosse una riduzione di almeno 20milioni l'anno.

Il deficit alimentare

Il deficit alimentare è misurato para­gonando la quantità media dell'ener­gia alimentare che le persone sottoali­menta te ricevono dal cibo con il fab­bisogno minimo indispensabile amantenere il peso corporeo e svolgereun'attività leggera. In media, 826milioni di persone cronicamente affa­mate nel mondo mancano di 100-400chilocalorie al giorno.In termini puramente numerici, ci

Ila più~affamaticronici in Asia, madeficit alimentare è più alto

ell'Africa subsahariana; in quest'ul­jlla regione, in 19 paesi su 46, i sot­oalimentati hanno un deficit medioli oltre 300 chilocalorie al giorno perl?rsona; parallelamente, solo in tre:ei 19 paesi asiatici i sottoalimentatiaggiungono - secondo il RapportoJ,O - questi livelli.IRapporto raggruppa i paesi in base~ grado di indigenza alimentare. Peri/tenere un quadro più accurato diI"anto le persone possono soffrire laJJIle, la FAO ha individuato cinque~uppi di indigenza: nel gruppo dei)iù indigenti, oltre a 18 paesi africani,roviamo l'Afghanistan, il Bangla­lesh, la Repubblica Democraticapopolare di Corea, Haiti, la Mongolia.Per sconfiggere la fame, secondo ilRapporto della FAO, occorre investire10n solo nella produttività, ma ancheBelle persone sotto forma di istruzio­Be, servizi igienici, sanitari e socialiideguati e aiuti alimentari.Ridurre la fame non ha solo una giu­stificazione umanitaria, ma anche unaforte motivazione economica; ciò,iene ampiamente espresso in unarecente ricerca sostenuta dalla FAO,

che parla di "costi economici dellafume e della malnutrizione - sottoforma di perdita di produttività,malattia e morte - estremamente~ti". Per esempio, il PIL nell'Africaubsahariana avrebbe potuto rag­~ungere livelli da 1.000 a 3.500 dolla­ri nel 1990 se non vi fosse stata sot­loalimentazione, invece è stato diappena 800 dollari.Nel Rapporto vengono presentatiquattro fattori che possono aiutare arisolvere il problema della fame. Ènecessario che ci siano condizionipolitiche stabili e istituzioni capaci dicostruire la pace; maggiori investi­llIenti per una crescita economicaSOstenibile e per la riduzione dellap?vertà; sicurezza sociale per i grup­Pi vulnerabili; rtçerca agronomica~ata al miglioramento della produ­z~one agricola. Un punto, questo, cheviene sottolineato con grande forzanel Rapporto.In Asia, la strategia della Thailandia

....

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

contro l'insicurezza alimentare èdescritta dal rapporto della FAO comeun modello di programma di azionecomunitaria a lungo termine: la per­centuale di persone in condizioni dipovertà è scesa dal 32,6% del 1988all'll,4% nel 1996.Il Rapporto FAO dedica una grandeattenzione all'identificazione deigruppi vulnerabili: "Determinare igruppi vulnerabili in un paese è unostrumento per aiutare a dirigere gliinterventi dei responsabili verso lepersone più esposte all'insicurezzaalimentare". Secondo il Rapporto "ledonne sono spesso più vulnerabilidegli uomini a causa delle loro diver­se esigenze fisiologiche; nella mag­gioranza dei casi una donna ha biso­gno di una maggiore quantità di vita­mine e di minerali in proporzione.all'energia alimentare totale. Quandole donne aspettano un bambino oallattano, i loro cibi devono essere piùricchi di energie e sostanze nutritive".

Indicazioni per il futuro

Parlando del futuro, il Rapporto 2000della FAO sottolinea la necessità dicreare condizioni atte a mettere lepersone in grado di assicurare il dirit­to ad un cibo adeguato. "La stradasarà lunga e difficile; ma si potrà pro­gredire se i singoli paesi e la comunitàinternazionale agiranno in osservan­za degli impegni asslmti nel VerticeMondiale sull'Alimentazione".Un'occasione da non perdere è larecente iniziativa della Banca Mon­diale, del Fondo Monetario Inter­nazionale e di altri donatori per lariduzione del debito, che renderàdisponibili risorse per lo sviluppo inmolti paesi poveri pesantementeindebitati. "La riduzione del debitopuò stimolare progressi verso la ridu­zione della fame, a condizione che lerisorse liberate siano usate non soloper nutrire gli affamati di oggi, maanche per porre, a più lungo termine,paesi e comunità sulla strada dellosviluppo sostenibile grazie ad investi­menti nella sicurezza alimentare".Oltre alla presentazione del Rapporto

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2000, anche quest'anno la FAO ha pro­mosso il Telefood e la GiornataMondiale dell'Alimentazione (chesegna il 55° Anniversario della fonda­zione della FAO), dedicata questa voltaal tema: "Un millennio libero dallafame", un "richiamo forte ad un'azio­ne collettiva da parte di governi,organizzazioni della società civile,settore privato e singoli che voglionoimpegnarsi in un mondo più giusto epiù umano".Nel suo messaggio ufficiale il direttoregenerale Jacques Diouf, ha ricordato ibuoni risultati ottenuti nel passato("negli ultimi tre decenni il numero dipersone che soffrono la fame è dimi­nuito del 14%, mentre la disponibilitàalimentare pro capite è aumentata del32%"), ma ha anche ricordato le urgen­ti sfide per il futuro ("non c'è tempo daperdere nella lotta alla fame, alla mal­nutrizione, alla povertà"); secondoDiouf "è importante aumentare la pro­duzione alimentare locale ... I redditirurali devono crescere e l'accesso all'a­limentazione deve migliorare... Persviluppare la sicurezza alimentaresono essenziali un più ampio accessoalla terra, all'acqua e alle altre risorseproduttive, una migliore gestione cheriduca i costi di produzione, la conser­vazione delle risorse naturali, inclusala pesca e le foreste, la lotta biologicaintegrata, nuove tecnologie, ulterioriopportunità di creare reddito e occu­pazione, accesso ai servizi sociali einfrastrutture funzionali. Ma all'insi­curezza alimentare hanno invece con­tribuito il continuo calo degli investi­menti complessivi nell'agricolturadovuti all'urbanizzazione, il protezio­nismo che domina l'accesso dei pro­dotti agricoli sul mercato, le politicheche impediscono eque opportunità alcommercio agricolo internazionale e iconflitti sociali".Grazie alla campagna Telefood, lan­ciata nel 1997 dalla FAO per reperirefondi a beneficio di chi soffre la famenel mondo, sono stati finora raccoltioltre 6 milioni di dollari, destinati allarealizzazione di microprogetti (conun finanziamento per un massimo dilO mila dollari) destinati a piccoligruppi rurali.

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Ritardi e discussioni stanno caratterizzando il lungo iter legislativo per la riforma dellalegge sulla cooperazione italiana. Si tratta di crisi strutturale o di sistema?

ASPETTANDO UNANUOVA COOPERAZIONE

Luca Cristaldi

Fonte Ministero Affari Esteri. 1998.

·Trattasi dei contributi deliberati ma non effettivamente imputati all'esercizio. Non sono compresi i contributi

a fini di educazione ed informazione allo sviluppo.

"Dato reperito a partire dal 1990.

·"Stanziamenti a dono.

Tab. I - Andamento programmi promossi da Ong rispetto al totale deidoni APS (Aiuto Pubblico allo Sviluppo) 1987-1997

Anno Contributi N. Programmi** Risorsedeliberati complessive***

mld.lire mld.lire*

1987 60.1 - 1.5721988 134.7 - 1.4701989 122 - 1.6171990 117.1 169 2.0781991 102.4 140 2.4351992 26.9 39 2.4171993 57 63 4501994 25.3 29 8061995 6.5 6 6911996 14.2 25 5901997 14.6 20 519

L'Italia, per la propria collocazionegeografica e per il ruolo assunto nelcontesto internazionale - sia comemembro del G7, che come uno deipaesi guida nel processo di unifica­zione europea - dovrebbe costituireun importante attore del sistema dicooperazione. Tuttavia il nostro paesestenta a configurare una politica este­ra univoca ed in grado di assumereuna propria rilevanza.Le risorse pubbliche destinate agliinterventi di cooperazione non-

governativa allo sviluppo hannoavuto un andamento assolutamenteanomalo nel decennio 1987-97 (v.tabella l), registrandosi all'iniziodegli Anni Novanta una netta crescitaimmediatamente seguita da un bru­sco calo.

L'iter legislativo

Nel processo di riforma della coope­razione italiana assume rilevanza fon-

damentale il riassetto normativo delsettore. La legge 49 del 1987, purfacendo propri i più significativiaspetti delle nuove idee di sviluppo,ha ormai dimostrato la sua incapacitàdi offrire una regolamentazione coe­rente ed efficace rispetto alle dinami­che interne ed internazionali.Purtroppo il percorso che conduce alvaro della nuova legge è fortementetravagliato.Il testo emendato della riforma dellalegge sulla cooperazione allo svilup­po è stato approvato il 29 novembredel 2000 dalla Commissione Esteridella Camera e ha cominciato l'iter inaula il 18 dicembre. La legge dovràpoi tornare al Senato per essereapprovata, prima della fine della legi­slatura: una vera corsa contro iltempo.Tale percorso, insieme a una evidenteassenza di uniformità di intenti e allacontrapposizione politica in merito aicontenuti ed alle strategie delle rela­zioni internazionali inficia ogni tenta­tivo di sistemazione organica dellanostra cooperazione.Spesso le difficoltà superano persinol'appartenenza politica, risultandotrasversali agli schieramenti partiticie conducendo alla presentazione dimolteplici proposte legislative (sia inseno alla maggioranza, che all'internodell'opposizione). Le varie iniziativemantengono generalmente la relazio­ne funzionale tra politica estera e coo­perazione, ma prospettano diverse econtrastanti ipotesi per l'assetto isti­tuzionale ed organizzativo (istituzio-

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ne di un ministero ad hoc, creazione diun'agenzia, mantenimento della OGCSiJl una forma più flessibile, sistemadel block grant, etc.).

La proposta di legge

Il disegno di legge di riforma"politica e strumenti della coopera­zione allo sviluppo" riunisce alcunetra le molteplici proposte presentate.In continuità con la normativa prece­dente, la proposta legislativa mantienei principi ed i caratteri fondamentalidella legge 49, promuovendo un con­cetto di sviluppo integrale della perso­na umana e rafforzando l'approcciopartecipativo ed i meccanismi di cre­scita endogena. Essa affida il ruolo diindirizzo politico al Ministero degliAffari Esteri ed al Tesoro (con unaripartizione più rigorosa delle compe­lenze tra le due istituzioni).Tra i suoi elementi di maggior rile­vanza, vi è l'impossibilità al finanzia­mento dell'Aiuto Pubblico allo Svi­luppo per interventi diretti o indirettidi sostegno ad operazioni militari o dipolizia e di sostegno delle esportazio­ni italiane. Inoltre, tale finanziamentonon è vincolato alla fornitura di benie servizi di origine italiana, se non inparticolari circostanze e la cui decisio­ne è assunta dal ministro degli AffariEsteri d'intesa con il ministro delTesoro, del Bilancio e della Program­mazione economica.Del tutto innovativa è l'assegnazionedell'intera gestione ad un'appositaagenzia che, attraverso un fondounico per l'APS, dovrebbe godere dimaggiore flessibilità, efficacia ed effi­cienza sott<? l'aspetto deliberativo edoperativo. E l'Agenzia italiana per lacooperazione allo sviluppo, ente didiritto pubblico dotato di autonomiaregolamentare, amministrativa, con­tabile, organizzativa, patrimoniale,finanziaria e gestionale. Essa sarà sot­toposta alla vigilanza del ministro

....

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Politecnico di Milano: un'aulainformatizzata

degli Affari Esteri ed al controllo par­lamentare.Per quanto concerne la cooperazionenon-governativa e il decentramento,il disegno di legge rafforza il ruolodelle ONG negli interventi di sviluppoed estende i margini di azione deglienti locali.

Elementi critici

Forti perplessità destano non soloalcuni aspetti della normativa propo­sta, ma anche il timing del relativoprocesso legislativo. Sotto quest'ulti­mo profilo, appare infatti indubbioche, per diversi motivi (quali, adesempio, la contrapposizione partiti­ca sulla politica estera, la frammenta­zione tra i vari soggetti attivi dellacooperazione, la preminenza dellequestioni di politica interna, la man­canza di forti incentivi, etc.), il dise­gno di legge non rientra fra le prioritàdell'agenda politica della fine di que­sto decennio. Tale circostanza è assairischiosa perché può acuire lo stallodel settore ed aggravare i forti ritardiche caratterizzano la nostra coopera­zione rispetto ai sistemi degli altripaesi sviluppati.La proposta di legge pone inoltreparecchi dubbi sia in merito ai princi­pi sui quali viene fondata la politica dicooperazione, sia in relazione allascelta degli assetti gestionali, rischian-

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do così di essere obsoleta e superatadagli eventi prima ancora di venirealla luce. Nel dettaglio:• complessa e difficilmente realizza­

bile appare, sotto il profilo dellacoerenza politica e sul piano delcorretto funzionamento, la consi­stenza tra direzione del Ministerodegli Affari Esteri e gestione orga­nizzativa di un soggetto autonomo(l'Agenzia);

• l'inserimento nell'ambito di un det­tato legislativo di due azionisostanzialmente politiche, quali lariduzione del debito dei pvs ed iltendere alla devoluzione dello 0,7%del PIL ai fini dello sviluppo, puòcondurre alla paradossale situazio­ne di una perenne disattenzionedelle norme ed alla consequenzialesvalutazione dei loro significati;

• a fronte del rafforzamento, nellaproposta di legge, dei più impor­tanti ed innovativi caratteri riguar­danti lo sviluppo umano e sosteni­bile, permane comunque un'ampiacommistione tra interessi geo-poli­tici, interessi economico-commer­ciali ed istanze solidaristiche.Anche tra interventi d'emergenza eprogettualità di sviluppo non vienecompiuta alcuna distinzione;

• con riferimento alla cooperazionenon-governativa, al partenariato edal decentramento, emergono ampiedistorsioni interpretative che pos­sono produrre grave confusione traruoli, funzioni, obiettivi ed attivitàdei soggetti coinvolti (cioè le ONG ele altre formazioni sociali impegna­te nella solidarietà, le autonomielocali, le istituzioni e le imprese).

Al di là dei limiti del disegno di legge,il processo di riforma manca di unreale e serrato dibattito sull'identità esulle funzioni attuali della coopera­zione italiana: un elemento essenzialenon solo per il riassetto del settore, masoprattutto per recuperare la parteci­pazione ed il sostegno della societàcivile.

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.Rapporto CAD-OCSE 1999

IL NUOVO RUOLO DELL'AIUTOStefania Lastra

Nell'ultimo Rapporto del CAD(Comitato di Aiuto allo Sviluppo)sulla cooperazione allo sviluppo sicerca di capire come fare in modo chel'aiuto e i capitali privati finanzino losviluppo in modo efficiente contri­buendo a ridurre la povertà e a favo­rire uno sviluppo durevole.Dal Rapporto emerge che 1'APS (AiutoPubblico allo Sviluppo) gioca unruolo fondamentale, ma la sua cresci­ta futura sarà condizionata dall'effi­cacia con la quale concorrerà alla rea­lizzazione degli obiettivi internazio­nali di sviluppo, sia nel quadro di unpartenariato con un singolo paese, siain quello più generale tendente arafforzare l'offerta di beni collettivi suscala mondiale.A partire dagli Anni Novanta gliapporti di capitali privati verso i pvssono aumentati in modo veloce mainstabile, contrariamente agli investi­menti pubblici che hanno avuto unaprogressione regolare ma inferiore (dicirca 20 miliardi di dollari all'anno)alla media degli Anni Settanta eOttanta.Pertanto, è indispensabile che i PVS siintegrino nell'economia mondiale; aquesto proposito il Rapporto 1999evidenzia tre grandi assi strategici inmateria di cooperazione allo svilup­po: il partenariato, la buona gestionedegli affari pubblici e la coerenzadelle politiche.

L'efficacia dell'AiutoPubblico allo Sviluppo

L'APS non sempre ha dato risultatiscontati: questa constatazione costi­tuisce la base delle riflessioni e delleproposte dei paesi industrializzati.Gli esempi asiatici, seppur nella lorodiversità, ci permettono di compren­dere quanto l'aiuto abbia giocato unruolo determinante nella costituzione

delle basi dello sviluppo: la creazionedi un capitale umano di qualità, diinfrastrutture di base, di dinamichefinanziarie in grado di costruire unambiente favorevole agli investimen­ti. Resta però il fatto che, pur in pre­senza di casi positivi, il volume del­l'aiuto è diminuito.La considerazione di politiche di svi­luppo a medio termine, il passaggioda progetti a programmi, il dialogosulle politiche da attuare, l'accento sulpartenariato e il riassetto della gestio­ne hanno giocato un ruolo importan­te. A queste nuove impostazioni sisono accompagnati la riforma delsistema di distribuzione dell'aiuto e ilcoordinamento tra i paesi donatori.La "gestione" ormai non concerne piùsolamente i governi. La "gestione"dell'impresa interessa tutte le parti.La"gestione" pubblica e privata tra­duce quindi in campi diversi le stesseregole e gli stessi principi; l'efficaciadell'aiuto deve beneficiare di un'e­stensione della nozione di partenaria­to al settore privato.Questa evoluzione del ruolo dell'APS

che lo mette in stretta interazione con ilfinanziamento privato non deve entra­re in concorrenza con ciò che rimanedelle priorità immediate o dei bisogni

Immàgine notturna del campus Leonardodel Politecnico di Milano (foto FedericoBrunetti)

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urgenti. Anzi, sarà opportuna unariflessione sulla "gestione dell'aiuto",per conciliare la concentrazione geo­grafica e strategica e la flessibilitànecessarie alla realizzazione delle poli­tiche di sviluppo nel lungo periodo.

Scenari di finanziamentodello sviluppo

Per quanto riguarda il futuro del finan­ziamento dello sviluppo, si ipotizzache i pvs riducano progressivamente laloro dipendenza attirando investimen­ti stranieri e ricorrendo ai mercati inter­nazionali di capitali creando una cre­scita del risparmio interno. Ciò impli­ca una vigorosa azione per realizzare lepolitiche, le istituzioni e le capacitàindispensabili al buon funzionamentoe alla stabilità di un'economia di mer­cato. TI ruolo dell'aiuto è di sostenerequesto processo.Quale dovrà essere il livello dell'aiutoin futuro?Ciò dipenderà dalle volontà politicheche dovraru10 basarsi sulla convinzio­ne comune che:• il partenariato con i paesi poveri dà

risultati e permette di avvicinarsiagli obiettivi di sviluppo: in questomodo i PVS potranno trarre profittoda un aiuto aumentato nel breveperiodo, fino a quando non si rea­lizzi veramente la loro transizionefinanziaria;

• l'investimento in beni collettivimondiali e regionali è giustificato ele idee e le istituzioni possonoorientare la fornitura dei beni giàesistenti.

La frazione del PNL che i paesi dona­tori dovranno dedicare all'aiuto perfar sì che torni ai livelli del passato èmolto piccola (circa lo 0,1% del PNLglobale dei membri del CAD), ma lavolontà politica per realizzare unatale azione deve essere molto forte.

NORMATIVA

Docenti

LA MODIFICA DELLO STATOGIURIDICO

Renata Valli

Sembra che questa XIII legislaturanon riuscirà a fornire una definizioneorganica della riforma universitaria,attualmente in costruzione. Il percor­so di rinnovamento - iniziato nell'89con la predisposizione di norme perl'autonomia statutaria degli atenei,proseguita nel '93 con l'autonomiafinanziaria, nonché nel 1998 con quel­la concorsuale e nel 2000 con quelladidattica (in via di completamento) ­manca oggi della fondamentale modi­fica dello stato giuridico dei docenti. Emolto probabilmente resterà così finoa nuova legislatura, date le notevolidifficoltà non solo a livello parlamen­tare.La determinazione di un nuovo statogiuridico dei professori universitarinon riesce a trovare soluzione, nono­stante le reiterate enunciazioni, voltea promettere una pronta quanto mainecessaria riforma del DPR 382/80;fino alla dichiarazione di intenti daparte del Governo, avvenuta a fine'98 nell'ambito del Patto sull'occupa­zione siglato con le parti sociali, i pro­getti a riguardo consistevano per lopiù in proposte giacenti presso leCommissioni parlamentari, neanchein corso d'esame.Parallelamente alle proposte di leggesullo stato giuridico, nel corso del1999 l'attenzione venne estesa al ten­tativo di risolvere la lunga vacatio delDPR dell'80 in materia di stato giuridi­co dei ricercatori. Fu la volta, pertan­to, della presentazione del Disegno dilegge (A:C: 5980 e proposte di leggeconcorrenti) relativo all'istituzionedella terza fascia. Seppur a fatica,l'anno scorso tale provvedimentosembrò aver trovato un buon ritmo dimarcia. Approvato, nell'aprile dalla

VII Commissione del Senato, in sededeliberante, venne modificato dall'o­mologa commissione della Camera (il28 ottobre 1999), esaminato in sedelegislativa in ogni suo articolo erimesso all'Aula su richiesta delnumero prescritto di deputati il 16dicembre dello stesso anno. Si com­prese allora che il percorso autonomodeciso per questo progetto di leggecominciava a destare i primi ripensa­menti, dettati dalle esigenze politichedi raggruppare insieme la materiadello stato giuridico. Non erano infat­ti pochi coloro che vedevano intem­pestiva l'approvazione delle disposi­zioni sulla terza fascia, alla luce del­l'esigenza di ridisegnare tutta lamateria sulla base della riforma glo­bale dell'università.La soluzione venne ravvisata quindinell'inserimento della questione deiricercatori in quella della docenzauniversitaria, stralciando il ddl sullaterza fascia e facendolo confluire nelpiù ampio provvedimento relativoappunto alla nuova impalcatura delladocenza.Ci si illuse comunque di tranquilliz­zare gli interessati (e quindi primaria­mente i ricercatori) elevando il mix diproposte di legge sullo stato giuridicodei docenti a Collegato ordinamenta­le della Finanziaria 2000. Fu unamossa che aveva il sapore di salvaredall'accusa di "abuso" lo stralcioeffettuato, attraverso la garanzia che,trattandosi di Collegato, l'interamateria avrebbe avuto una corsia pre­ferenziale e quindi una responsabilenonché veloce approvazione.Come sappiamo, così non è stato. Il26 gennaio 2000 iniziò l'esame delddl 6562 (il Collegato) e dei 13 pro-

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getti di legge abbinati. La discussioneproseguì in sei sedute in febbraio;una a marzo; poi più nulla fino all'8giugno quando venne costituito unComitato ristretto, a testimonianzanon solo delle visioni antitetiche pre­senti nella Commissione cultura dellaCamera dei Deputati, ma anche degliaccesi dibattiti in tutto il mondo acca­demico.A conferma dei dubbi sorti sullaprima stesura del testo governativo,basti notare che il CUN, in sessionestraordinaria (29-30 marzo 2000), ela­borò un suo parere generale sull'im­pianto proposto (in calce al documen­to venne allegata anche una relazionedi minoranza contraria alla valutazio­ne dell'Assemblea), osservando l'ina­deguatezza dell'iter scelto (appunto ilCollegato alla Finanziaria), in quantoincapace di dare il giusto spazio adapprofondimenti doverosi in unamateria tanto delicata. In più, sollevòdubbi sulla proposta relativa al ruolounico della docenza divisa in duefasce, considerando cosa opportunainvece l'articolazione in tre fasce finda subito (e non dopo il novembre2001, come specificato nell'art. 12), alfine di garantire a domanda il ricono­scimento di un adeguato stato giuri­dico dei ricercatori, anche proponen­do una permanenza a· termine in talefascia. Il Consiglio lamentò anche unascarsa valutazione della funzione isti­tuzionale della ricerca scientifica, nonsolo come precipua competenza deidocenti, insieme alla didattica, maanche come necessario nucleo pro­pulsore della vita universitaria, nelquadro della trasformazione del siste­ma della formazione.Comunque, dopo lunghi dibattiti in

Comitato ristretto, i lavori dellaCommissione Camera ripresero il 13luglio 2000, con l'inizio della discus­sione di una nuova versione del ddlgovernativo.Omettendo di riportare in dettaglio laproposta modificata, che si esamineràpiù approfonditamente al momentodella sua approvazione alla Camera,ci si limita a considerare l'inserimentoimmediato della terza fascia nel ruolounico dei professori universitari el'immissione ad esaurimento dellafigura di ricercatore (art.12, co. lO,norme transitorie e finali "Dalla datadi entrata in vigore della presentelegge è fatto divieto di indire proce­dure di reclutamento per posti diricercatore universitario, salvo i con­corsi di cui all'articolo 1, comma lO,della legge 14 gennaio 1999, n. 4").L'esame del provvedimento è conti­nuato lentamente dopo la pausa esti­va (3 sedute a settembre; 2 ad ottobre;3 a novembre; più qualche altra adicembre).Malgrado le notizie annunciate sul-

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l'avvenuto e auspicato accordo tramaggioranza ed opposizione, inrealtà le posizioni rimangono distan­ti. Le critiche da parte dell'opposizio­ne ricalcano alcune osservazioni delCUN, a riprova dell'elaborazione di unnuovo testo, solo formalmente diver­so dal precedente. Si chiede da piùparti lo scollegamento del provvedi­mento dalla sessione finanziaria 2000,e ciò è ormai un dato scontato. Si chie­dono garanzie per quei ricercatoriche, qualora non riuscissero ad essereinseriti nella terza fascia, per il man­cato superamento delle verificheaccademiche previste, si ritroverebbe­ro fuori dal sistema universitario,senza un minimo di riconoscimentodell'impegno pregresso. Si chiedonofondi adeguati per reimpostare le car­riere e una migliore impostazionedella progressione delle retribuzione.Si chiede, più in generale, l'abbando­no della discussione del provvedi­mento, per lasciare alla prossima legi­slatura il compito di concludere lariforma, anche sulla base del comple-

tamento della normativa sull'autono­mia degli atenei a cui il rimodella­mento della docenza è strettamenteconnesso. Si chiede infine il ripristinodel disegno di legge sull'istituzionedella terza fascia per dare almenorisposta a tutti quei ricercatori che dal1980 aspettano una definizione giuri­dica.Non sembra ormai esserci molto spa­zio per l'approvazione di questalegge e perciò per la definizione orga­nica della riforma wuversitaria, comesi diceva all'inizio. Quel che è certo èche i fondi sono inadeguati. Nel 1999all'università sono stati ridotti glistanziamenti nell'ordine del 5%. I ten­tativi di armonizzazione europea par­tono in evidente difficoltà, se non sidà modo ai "cervelli italiani" di esse­re competitivi sul mercato europeo edinternazionale della formazione. Ciòdipende non solo dal livello formati­vo ma anche dall'acquisire consape­volezza che una riforma così ampia inchiave europea non può essere a costozero.

LE CLASSI DI LAUREA SPECIALISTICHE

Nell'attesa che la riforma dei cicli sco­lastici, secondo il programma diattuazione quinquennale definito dalministro de Mauro, acquisti una suafisionomia, si sta gradualmente deli­neando anche la riforma del percorsouniversitario. Dopo il decreto mini­steriale per le lauree di primo livellodel 4 agosto 2000, pubblicato il suc­cessivo 19 ottobre, a fine nov~mbre ilministro Zecchino ha firmato laseconda direttiva in materia di rifor­ma delle classi di laurea, determinan­do le 104 classi specialistiche. li decre­to è ora alla Corte dei Conti per laregistrazione, ma la sua struttura èormai ben delineata dopo i pareridelle Commissioni parlamentari,nonché quelli del CUN e del CN5U.

A parte l'area sanitaria, dove i corsicontinueranno ad essere articolati su

cinque anni, in virtù dei vincoli euro­pei in materia, il nuovo modello diformazione sarà impostato (come giàchiarito nel numero scorso diUNIVERSITAS, al quale rimandiamo perl'analisi delle tappe della riforma), suuna laurea triennale, con titolo pro­fessionalizzante ai fini degli sbocchilavorativi e una laurea specialisticaper ottenere la quale la prima diven­terà un requisito.Come è noto la riforma, che partiràdall'anno accademico 2001-2002, hal'intento di aggiornare il sistema uni­versitario italiano in una strategiaeuropea di ammodernamento deglistandard di formazione culturale eprofessionale, cambiando la strutturadei corsi di studi e cercando di ridur­re il numero degli abbandoni e ladurata effettiva dei percorsi.

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Questa trasformazione determinerà aregime una situazione in cui un terzodei curriculn verranno definiti dai sin­goli atenei, i quali si troveranno anchea gestire i filtri d'accesso all'univer­sità, basati come tiene a sottolineare ilministro Zecchino su criteri di merito.In particolare, per l'accesso alle laureedi primo livello la valutazione nonpotrà prescindere dal fatto che spessola vocazione è ancora poco definita eche la verifica di lacw1e determineràper l'immatricolato specifici obbligruformativi da soddisfare nel primoanno di corso. Per l'ingresso a quellespecialistiche, invece, non sarà suffi­ciente il titolo di laurea triennale, mala selezione dovrà valutare l'adegua­tezza della preparazione, e i requisiticurricolari legati al percorso di secon­do livello scelto.

Isistema sembra proprio mettere gli.lenei in prima linea nella costruzio­le della nuova impalcatura. Ancheispetto alla gestione dei corsi, le sediJIlÌversitarie non solo sono tenute adiggiornare i corsi già disponibili, majovranno progettare anche quelliluovi, previsti dalla riforma, ma non)resenti nel vecchio ordinamento.luesta autonomia di realizzazioneJovrebbe dare fondo alla nascita di un,istema concorrenziale nell'ambitoJJÙversitario. Gli atenei, nel rispettoli alcune indicazioni nazionali, avran­lO infatti la responsabilità non solo ditituire i corsi ma di definirne gli

nsegnamenti e le concrete attivitàIormative, così come dettato dal DM

YJ9/99, avendo inoltre l'opportunitàli realizzare corsi di laurea speciali­ltica con il concorso di più facoltà.ndecreto stabilisce, come detto, 104iorsi di laurea biennali con relativiobiettivi formativi qualificanti, atti­vità formative e numero minimo dicrediti per tipologia, che i regolamen­ti didattici di ateneo assegnerannopoi nel concreto. Anche questo prov­vedimento prevede per gli studenti~à iscritti la possibilità di poter sce­gliere i nuovi percorsi, attraverso lariformulazione da parte degli ateneidegli iter compiuti.Quanto sinora detto riguarda l'impal­catura del nuovo regime; per quantoconcerne, invece, i giudizi espressidalle autorità chiamate a dare parere,vale la pena sottolineare che ilConsiglio Universitario Nazionale hamostrato ancora perplessità e dubbiu tutto l'impianto. Ricordiamo inparticolare che il CON, in occasionedella valutazione sull'istituzionedelle lauree di primo livello, chiese laConcomitante considerazione delloschema di decreto sulle lauree specia­ijstiche. Se in quel caso il Consigliolamentò un'eccessiva frammentazio­ne del disegno riformatore, rilevandobmancanza dei decreti relativi all'a­tea sanitaria e a quella, inedita, delleScienze strategiche, tutt'oggi nonancora varati, con il parere del 27luglio scorso lo stesso Consiglio ha

NORMATIVA

sottolineato, ancora una volta, lanecessità di accompagnare l'interariforma con adeguate risorse finan­ziarie, organizzative ed umane: ilrischio di un fallimento è reale se aisingoli atenei non viene data concre­tamente la facoltà di realizzare effica­cemente il passaggio. Per questo ènecessario dare spazio al settore dellaricerca, ma parallelamente anche alcompletamento della riforma dell'in­segnamento universitario, con l'ap­provazione del famoso collegato 2000sull'università, fermo in Commis­sione Cultura della Camera deiDeputati.Le perplessità del CON hanno riguar­dato, infine, la strutturazione deicorsi. In particolare, la Consulta haproposto alcune modifiche ed accor­pamenti (per altro accolte in minimaparte), constatando il pericolo che sicostruiscano classi di laurea speciali­stiche "in risposta a interessi settoria­li più che in risposta a logiche dicarattere culturale",Nel leggere i pareri previsti dalla nor­mativa vigente, ed in particolare idibattiti all'interno delle istituzioniche li hanno emessi, si rileva uncomune giudizio rispetto al numeroassai elevato delle classi. Ad esempio,se il CUN coglie l'esigenza di accorpa­re le classi riguardanti lo sport, piut­tosto che quelle relative alla storia, oanche di istituire classi nuove, quali"finanza" o "scienza e tecnologie peri beni culturali", le CommissioniIstruzione di Camera e Senato fannoaltro. La Camera dei Deputati, adesempio, ritiene una limitazione cir­coscrivere in tm'unica classe speciali­stica la "giurisprudenza"; perché ciòa suo parere porterebbe a "smarrire ilsenso dell'arricchimento culturale edisciplinare, proprio della figura delgiurisprudente", considerando poiche le lauree del primo triennio pre­vedono sia la classe in "giurispruden­za" che quella in "scienze e tecnichegiuridiche".Come si vede, le diverse interpreta­zioni date al decreto mettono in luceuna sottilissima linea di demarcazio-

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ne tra "accanimento" specialistico enecessità di dare senso alla specializ­zazione.Nel dibattito parlamentare, comeaccennato, viene spesso sottolineato ilnumero eccessivo delle classi bienna­li, soprattutto rispetto alle 42 laureetriennali. In particolare, si teme da unlato che le 42 classi siano poco profes­sionalizzanti per la collocazione nelmondo del lavoro, cosa che rendereb­be di fatto necessario il proseguimen­to degli studi. Dall'altro, che l'altonumero delle classi specialistiche,nascondendo riserve accademichecontraddica lo spirito della riformastessa. Secondo il dettato normativo,infatti, la classe dovrebbe rappresen­tare un alveo dove far nascere diversicorsi. In questo caso c'è, invece, lanetta sensazione che si prediliga trop­po spesso un'identificazione tra clas­se e corso di laurea.L'altro argomento molto sentito nel­l'ambito del dibattito riguarda il pro­blema finanziario. Oltre al CUN, anchei gruppi parlamentari dell'opposizio­ne ed il Consiglio Nazionale degliStudenti Universitari hanno sollevatodubbi in merito. In particolare, il CNSU

ha insistito sulla necessità che la rifor­ma universitaria sia accompagnata daadeguate risorse economiche peraccelerare la progressiva autonomiafinanziaria da parte degli atenei. Lostesso Consiglio ha poi suggerito diaumentare il numero dei crediti asse­gnati alle materie caratterizzanti e diquelli relativi ad attività rimesse allascelta dello studente.La riforma ormai in vigore non poneneanche in questione, il valore legaledei titoli di studio. E chiaro che leclassi di appartenenza assicuranoidentici valori del titolo. Tuttavia, lapercezione è che tale requisito sia unpo' in crisi e che la validità, in quantospendibilità, dei titoli dipenda sem­pre più dalla qualità delle attività for­mative, realizzate nell'ambito di unospecifico corso di studio e dalla qua­lità dell'istituzione universitaria chelo rilascia.

R.V

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GLI "ANTENATI" DEI COLLEGIGiovanna Pasqualin Traversa

Nel caleidoscopico mondo universi­tario, oltre agli atenei, alle accademie,ai gabinetti scientifici e alle scuolemilitari, giocano un ruolo di primopiano anche i collegi, spesso percepitidall'immaginario collettivo comesinonimi dell'istituzione universita­ria, in realtà dotati di connotazionispecifiche assai diverse.Nati tra il XII e il XIII secolo comestrutture di accoglienza per studentiprivi di mezzi, si sono trasformati nelcorso degli anni prima in prestigiosicentri di produzione e diffusione dicultura, successivamente in veri epropri vivai per le future classi diri­genti e in precursori dei futuri istitutidi istruzione secondaria, vale a diredei moderni licei. Denominati halls inGran Bretagna e bursen in Germania,ma anche domus o paedagogia, i colle­gi, ancorché nella pluralità delle loroforme, traggono origine alla fine delXII secolo come fondazioni autonomerispetto agli atenei, con lo scopo diaccogliere e mantenere i pauperes scho­lares concentrati per la durata deglistudi nelle sedi di maggiore prestigio,spesso, come è noto, caratterizzate dacronica penuria di alloggi. Pur nellamolteplicità delle tipologie - talunidestinati esclusivamente all'acco­glienza degli studenti, altri a quelladei maestri, altri ancora, infine, a for­mula mista come quelli di Oxford eCambridge - i collegi sono contraddi­stinti dalla dotazione di rendite rego­lari, di edifici propri, e di uno specifi­co statuto redatto generalmente dalfondatore e approvato dall'autoritàecclesiastica; sono tali elementi agarantire, almeno nel periodo inizia­le, piena autonomia all'istituzione.Vanno menzionati, al riguardo, ipatrimoni fondiari dei citati TrinityCollege di Cambridge e ChristChurch di Oxford, che rendono irispettivi istituti autentici latifondisti.Alla guida del collegio viene preposto

un "guardiano" con il compito didirigerlo curandone il funzionamentoe la disciplina. La visita annuale diun "visitatore" - un magistrato o undignitario ecclesiastico designato dalfondatore - completa l'attività di con­trollo e verifica cui è sottoposta l'isti­tuzione.

Le origini

Da una camera dell'Hotel-Dieu diParigi nasce nel 1180 il primo nucleodi collegio, istituito per il manteni­mento di diciotto studenti da un pel­legrino inglese di ritorno dallaTerrasanta, Josse of London, in lineacon i principi che di lì a poco avreb­bero ispirato il De disciplina schola­rium, manuale scolastico della metàdel XIII secolo secondo il quale lamancanza di mezzi era ostacoloinsormontabile per lo studio, mentreil soddisfacimento dei bisogni disopravvivenza più elementari - qualivitto e alloggio - costitutiva un irri­nunciabile presupposto per un buonrendimento scolastico. Criteri essen­zialmente caritativi e umanitari ispi­rano dunque le istituzioni della primafase, laddove non è ancora viva l'at­tenzione per gli aspetti intellettuali edidattici che costituirà il motore delcambiamento dei periodi successivi.Ne sono ancora esempio i collegi "desBons Enfants" e quello di Navarra.Ma c'è dell'altro: l'amore per i luoghidelle proprie origini e il desiderio ditramandarne la memoria attraversoun'istituzione di prestigio che neinnalzi il livello culturale e spiritualecostituiscono ulteriori motivazioniper i fondatori più antichi.Sono venticinque i collegi istituiti nelXIII secolo, tra cui a Parigi il Collègede la Sorbonne voluto dal dignitarioecclesiastico Robert de Sorbon e quel­li di Sa6ne e d'Harcourt, destinati agli

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studenti di teologia (in generale,insieme a quelli della facoltà di arti, ipiù bisognosi); ottantacinque quellisorti nel secolo successivo, tasselliormai fondamentali del sistema uni­versitario e destinati ad assurgere averi e propri centri di irradiazionedella cultura cui vanno ad aggiunger­si, nel Quattrocento, altre novantaduefondazioni. Ad un'accentuata com­ponente ecclesiastica della popolazio­ne studentesca corrisponde dunqueuna maggiore diffusione dei collegi, ilruolo dei quali risulta viceversa piùmarginale nelle sedi universitariedove è prevalente lo studio del dirittoe della medicina, corsi di maggioredurata e impegno, e pertanto natural­mente riservati a studenti di condi­zione sociale ed economica più eleva­ta e, sovente, di età più adulta. Due,allora, le linee di sviluppo del colle­gio, che rispecchiano la fotografiauniversitaria di un'Europa caratteriz­zata al nord da una matrice ecclesia­stica più accentuata e da un minorecontrollo della Chiesa nell'area meri­dionale e mediterranea.Tra il XIV e il XVI secolo, ancorchésecondo tempi e modalità diverse, siverifica il progressivo trasferimentodelle attività didattiche dalle auleuniversitarie al collegio. In molti isti­tuti, infatti, fin dalle origini agli stu­denti era offerto anche un servizio disostegno allo studio e di insegnamen­to integrativo, fenomeno inizialmenteaccessorio ma che, particolarmentediffuso a Parigi, finisce per trasforma­re il collegio in vera e propria scuoladotata di docenti, aule e biblioteche.Proprio all'alba del Trecento, peraltro,il profondo conflitto consumatosi traBonifacio VIII e Filippo il Bello avevarivelato la potenziale insidia rappre­sentata da una classe di abili funzio­nari fedeli al re cui non corrispondevaun'altrettanto preparata controparte.Di qui, l'urgenza di formare consi-

BIBLIOTECA APERTA

Politecnico di Milnno: il campus Milnno Leonnrdo (foto Federico Brunetti)

eri e uomini di legge competenti evoti al papato attraverso la creazio­dei collegi di Bayeux, Montaigu eil'bonne.

età moderna

eparazione culturale e professiona­ma anche stretto controllo, rigida

,ciplina morale e creazione di élite:no i segni che contraddistinguono,voluzione dei collegi dell'epocananistica, periodo del loro apogeo.attenua, nel contempo, l'attenzionela povertà, fenomeno che si tentaIresì di contenere attraverso prov­!dimenti disciplinari di reclusione!i bisognosi onde prevenire possibi­disordini sociali. Un efficace stru­ento di segregazione diviene alloraJa particolare tipologia di collegio, illidngogium: nel corso del Quattro­'I1to alcune università resero obbli­lloria per tutti gli ~tudenti, ad ecce­one dei nobili, la residenza all'inter-

di un istituto (il pnedngogiumpunto) nel quale la disciplina fosse

'Sicurata da ili) maestro o un baccel­ere. "Martinets" sono chiamati glillievi della facoltà di arti sottopostii vincoli e alle regole del paedago­il/lI1, come stabilito a Parigi dal car­male d'Estouteville nel 1452. Ancherazie ad una politica lliÙversitariarmai tesa a scoraggiare - attraversoaumento delle spese per il dottoratol'obbligo per tutti, senza esenzioni,~I pagamento delle tasse - l'accessogli studi da parte dei meno abbienti,iassiste ad una significativa riduzio­'e del numero degli studenti poveri eduna progressiva evoluzione dell'u­tiversità in senso aristocratico.uovo corso che si rispecchia anche

'el fasto dell'architettura dei collegi,jUali quello di Spagna a Bologna fon­lato dal card. Egidio Albornoz, il~ew College di Oxford e il King'siall e il King's College di Cambridge,ontuosi edifici dotati di biblioteche,iÙe di lavoro, torri, chiostri, cappelle!giardini.Dopo il Concilio di Trento, nella~conda metà del Cinquecento,l'oriz­!onte si arricchisce ulteriormente, purta alterne vicende, con la nascita di~lune fondazioni legate, nei paesiatlolici, a ordini religiosi quali gesui-

ti, barnabiti, scolopi e, in area prote­stante, alla Chiesa luterana e calvini­sta. Fondazioni talvolta in antagoni­smo con l'istituzione lliÙversitaria: aParigi va ricordato al riguardo ilCollège de Clermont, sorto nel 1564 emai equiparato, nonostante i ripetutitentativi dei gesuiti che tra il 1594 e il1603 furono addirittura espulsi dallacapitale, alla facoltà di Arti.La formula del collegio varcal'Oceano e mette radici gradualmenteanche nelle Americhe. Ovunque, aquesta diffusione corrisponde il pro­gressivo inaridirsi e decadere dell'u­niversità; tuttavia, ciò che apparenuova linfa in grado di alimentare evivificare un'istituzione ormai disecoli accentuando gli aspetti discipli­nari e di isolamento nei confronti del­l'esterno in nome di principi educati­vi rigidi e protezionistici, finirà persvuotare e fossilizzare anche l'istitu­zione del collegio. Si tratta peraltro diun quadro non del tutto omogeneo,con varianti legate alle condizionisociali, politiche e culturali dei diver­si Stati. Rimane vario e inquieto ilmosaico della vicenda lliÙversitaria,caratterizzata da incessanti processiinnovativi e continue metamorfosiche registrano la nascita, lo splendoree la decadenza della grande moltepli­cità di istituzioni ad essa collegate.Così, di fronte al tramonto dei collegi- ridotti per lo più a pensionati o alicei - i fermenti che innervano l'atti­vità intellettuale e il dibattito cultura-

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le troveranno dal XVII secolo in poispazio d'espressione nei nuovi luoghidel sapere: accademie, osservatori,gabinetti scientifici e soprattutto uni­versità di nuova fondazione, teseormai, di fronte ad un inarrestabilemoltiplicarsi di mansioni e specializ­zazioni, alla formazione dei nuoviquadri burocratici e amministrativi, esulle quali ogni sovrano esercita un'a­zione di protezione e di controllo.Questa, la parabola storica degli"antenati" degli attuali collegi lliÙ­versitari che, enti riconosciuti dalMinistero dell'Università, sono oggiluoghi non soltanto di mera acco­glienza degli studenti, ma di autenti­ca crescita e formazione culturale eumana dei giovani inseriti in unambiente intellettualmente stimolan­te, multidisciplinare e proiettatoverso il mondo delle imprese e delleprofessioni.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICIG. P. BRIZZI, Stl/del/ti, I/I/iversità, collegi iII Le I/lli­versità dell'El/ropa - Gli I/olllil/i e i II/oghi, Pizzi,Milano 1993.A. L. GABRIEL, Motivatiolls oJ tlle JOl/l/ders oJll/ediaeval colleges il/ Miscellallea Mediaevalia m,Berlino 1964.D. MAfFEI e H. DE RIDDER SYMOENS (a cura di), lcollegi I/I/iversitari il/ EI/ropa tm il XIV e il XVIllsecoro in Atti del Convegno di studi dellaCommissione internazionale per la Storia delleuniversità, Milano 1991.G. PASQUALIN TRAVERSA, La "povertà" dello stl/­del/te: reql/isito oppI/re ostacolo alla prollloziollesociale? in "Idea", n. 1 (gelmaio), Roma 1991.J. VERGER, Histoire des I/lliversités eli Fml/ce,Privat, Tolosa 1986.

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Riflessioni sulla condizione studentesca

Fabio Murizzi

Il "vissuto" dello studente universita­rio è un pianeta che la ricerca sociolo­gica fatica ancora ad esplorare. Conl'eccezione dell'indagine Eurostudent,la letteratura di settore ci consegnaanalisi sui diversi momenti che accom­pagnano il ciclo di vita dello studente(ad esempio, la fruizione della didatti­ca o gli sviluppi occupazionali dei tito­li conseguiti). La condizione studente­sca nella sua interezza è raramenteoggetto di riflessioni; uno spaccato celo dà il volume Il collegio Einaudi fradiritto allo studio ecomunità di eccellenza:indagine sulla condizione studentesca1979 e 1996.Confrontando dati di due diverse rile­vazioni (una del 79, l'altra del 96)emerge con chiarezza il profilo socio­logico degli studenti ospiti del colle­gio.Come si conviene, un profilo o è arti­colato in maniera tale da cogliere lamultidimensionalità degli individui oè rassegna superficiale di dati raccoltie assemblati. Tra questi due estremi sigioca la qualità della ricerca sociale.Lo scrupolo scientifico con cui si deli­neano i riferimenti teorici e l'avvedu­tezza metodologica che guidano la for­mulazione delle ipotesi e l'interpreta­zione dei dati rendono piacevole e sti­molante la lettura del lavoro, che in unimmaginario intervallo di qualitàsecondo i criteri sopra enunciati siandrebbe a collocare SlÙ versante sicu­ramente positivo. Si vedano ad esem­pio l'accuratezza con la quale si tesau­rizza la letteratura sociologica e la sen­sibilità che guida l'interpretazionedella scelta collegio come ottimizzazio­ne di un percorso (lo studio universi­tario) frutto del perseguimento di unash'ategia individuale.La migliore riflessione sociologica(Boudon, Elster ed epigoni) a serviziodi un'indagine empirica è il punto diforza di un lavoro che appare oltre chescientificamente robusto, godibile nel­la sua lettura e nella sua agilità infor­mativa. Dei residenti presso il CollegioEinaudi se ne osserva la tipologia

familiare, l'appartenenza territoriale,variabili contestuali alle azioni e allescelte individuali dei singoli studenti.Scelte che, aggregate, fanno del colle­gio una comunità studentesca d'eccel­lenza, di cui i singoli, si fa con perizianotare, non percepiscono l'esser tale.Ovvero, tra i residenti non serpeggia laconsapevolezza dell'appartenenza aduna comunità, il cui solo esserci forni­sce opportunità formative di ordinesuperiore e arricchisce le biografie diognuno di loro. I residenti intervistatisi limitano ad apprezzare il valoreintangibile dell'ambiente comunitario(pur se la maggioranza diserta gliincontri ufficiali organizzati dal colle­gio), piuttosto che le infrastrutture(biblioteca, risorse informative) dispo­nibili ma sottoutilizzate.Una fruizione che una lettura affretta­ta definirebbe irrazionale (lo stare alcollegio consente la fruizione di servi­zi preclusi ad altri studenti universita­ri non residenti). Il lavoro, invece, sol­levando la questione, introduce ele­menti di riflessione sulla reale qualitàdella nosh'a popolazione universitaria(tra l'altro in questo caso selezionataanche per merito per accedere al colle­gio) e induce a riflettere sulle motiva­zioni latenti e sottese che presiedono lescelte di iscriversi ad un corso univer­sitario. Ovvero: si è attratti dal fine (ilconseguimento della laurea) o anche ein che misura dal mezzo (l'universitàin sé come condizione sociale)?Il libro descrive, analizza, formula ipo­tesi interpretative e suggerisce nuovepiste di ricerca, tutto in 116 pagine.Un'altra buona lettura, si può fareanche tramite Internet al sitowww.impresapolitecnico.polimi.it: èL'indagine sui laureati in ingegneria delPolitecnico di Milano, condotta dall'isti­tuto lARD, il più accreditato centro diricerca su giovani e dintorni (è da pocouscito il quinto rapporto sulla condi­zione giovanile in Italia).Non nuovo a queste iniziative, ilPolitecnico si è potuto giovare dellapossibilità di una lettura diacronica

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dei dati, comparando le precedentirilevazi0!1i già effettuate nel '71 enell'8I. E stimolante perciò leggerecome l'ingegnere del Politecnico si siarapportato con la società in questi annidi impetuoso dinamismo economico esociale.Ad esempio, si registra un minor otti­mismo sul versante del prestigio socia­le e della capacità di reddito, laddovela figura dell'ingegnere non apparepiù unica, inarrivabile. Ma questo,secondo noi, è il segnale del suo suc­cesso. Il credito degli anni precedentiha spinto molti ad investire in una for­mazione ingegneristica; per conse­guenza, le scelte aggregate dei singoli,generando conseguenze inattese, ren­dono meno attraente e competitiva lamedesima. Inoltre, il bisogno di cultu­ra ingegneristica espresso da questasocietà (puntualità nel problem solving,lettura di scenari complessi, ricerca disoluzioni ottirnizzanti) ha consentitoall'ingegnere di far tutto (dalla comu­nicazione alla formazione) e ha spintoaltri saperi a seguire approcci e lin­guaggi ingegneristici. Certo se questodemitizza la figura dell'ingegnere è, alcontempo, l'indicatore che la culturadi cui è depositario è forse quellameglio attrezzata, secondo i più, agovernare e progettare i processi eco­nomici e sociali.Queste, che sono considerazioni delrecensore, sono anche frutto della let­tura di questo libro, ricco di spunti, diindicazioni e tendenze.Scritto con stile piano e lineare, sintesidi un lavoro di indagine capillare earticolato su più piani di analisi: inda­gine quantitativa sui laureati, indaginequalitativa presso le aziende, testimo­nianza di laureati eccellenti.Per evitare che la recensione si trasfor­mi in una pedante elencazione di datiesh'apolati dal libro di cui si occupa,rifuggiamo dalla sintesi dei dati, agil­mente scaricabili da Internet, tra l'altroresi complessi dal confronto diacroni­co ed orizzontale tra le diverse areedisciplinare.

BIBLIOTECA APERTA

uello che appare comunque utileportare è la proiezione nel futuro chelibro affronta con dovizia. Ormai haliSO parlare di esiti della formazioneuversitaria solo se la collochiamo nel!l'corso dinamico introdotto con l'at­!<Izione della riforma degli ordina­.enti universitari, con solerzia sposa­dalle facoltà di Ingegneria.

Tanto più che dal rapporto si evincecome il confronto tra le coorti di lau­reati ci consegna una sostanziale per­manenza della percezione delle caren­ze in campo didattico. Pertanto, lariforma dei corsi riuscirà a colmare ilgap tra quanto auspicato da laureati etestimoniai aziendali e quanto realizza­to in materia di esperienze formative

applicative e professianalizzanti?Per questo e tanto altro di utile custo­dito nel libro, ci sentiamo autorizzati asuggerirne la lettura in primo luogo achi è impegnato nell'impresa di rifor­mulare i percorsi didattici delle facoltàdi Ingegneria. Grazie a loro una suc­cessiva indagine ci dirà se l'auspicio sisarà trasformato in realtà.

RIVISTE/Segnalazioni Uno studio sui laureati in Scienze dell'informazione

n. 9, novembre 2000Valori e stili di vita dei giovani italianiin una recente indagine sociologicaA. Schizzerotta e A. de Lilla

n. S, giugno 2000La Scuola di specializzazione per l'insegnamentosecondario: un bilancio del primo anno

Rivista annuale del Centro interuniverstitario per la storia delleuniversità italiane

n.3/99Stipendi e status sociale de; docenti universitari. Una prospetti­va storica di lungo periodoAZanniniLa ricerca storica sull'università italiana in età contemporaneaG. Fais

FONDAZIONE RUI

Rivista di cultura universitariadella Fondazione Rui

UNIVERSITÀ ESCUOLA

n. 76, settembre 2000Giubileo dell'Università per un nuovo umanesimo

Problemi trasversali e ricerca didatticaPeriodico della Conferenza Nazionale dei Centri Universitariper la Ricerca Educativa e Didattica (CONCURED)

n. I/R - 2000Libro verde sulla formazione degli insegnanti in EuropaInserto speciale a cura di G. Luzzata

Uomini e storiaA. Fumagalli

Il futuro della comunicazione di massaFScianò

IL MULINOSu tutorato e incentivazione nelle universitàG.Michelan Rivista bimestrale di cultura e di politica

SISTEMA UNIVERSITÀn. 391, settembre/ottobre 2000L'irresistibile ascesa del cretino localep Rossi

Notiziario mensile delle Università di Milano e di Milano-Bicocca

n.4, maggio 2000Il numero chiuso all'universitàA. Monti, M. Santambrogia

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LIBRIGUIDA AI SERVIZI PER GLISTUDENTI UNIVERSITARI2000-2001Ministero dell'Universitàe della Ricerca Scientificae TecnologicaCimea de1la FondazioneRui serie "Percorsi", n. 7,marzo 2000

Nella presentazione alvolume il ministroZecchino ricorda che "leuniversità italiane stannodimostrando una notevolevitalità nella creazione dimolti e qualificati serviziper gli studenti; si tratta diun processo che valorizzae qualifica il percorso diattuazione dell'autonomiauniversitaria. In tale ottica,il Ministero, con lapresente guida cheraccoglie tutte leinformazioni sui serviziforniti dalle universitàitaliane, intende offrireun'immagine significativadi tale realtà e continuarecon gli studenti quelpercorso di comunicazioneiniziato ormai da diversianni".Le informazioni sonoaggiornate al marzo 2000 esi riferiscono all'annoaccademico 1999-2000; laloro principale fonte diinformazioni è costituitadalla rilevazione conquestionario svoltanell'autunno 1999 presso lesingole università, le altreistituzioni di istruzionesuperiore e gli enti per ildiritto allo studiouniversitario (osu).La Guida, molto ampia madi facile consultazione, èdivisa in due parti. Nellaprima parte vengonopresentate le principalitipologie di servizi per glistudenti offerti dalle

università e dagli altriistituti di istruzionesuperiore, dagli enti per ilDiritto allo studiouniversitario (osu) ad altrisoggetti (in particolare:enti specializzati, entipubblici, enti senza fini dilucro) che operano inambito universitario chehanno come utenti glistudenti universitari. Perciascuna tipologia la Guidafornisce una scheda in cuivengono descritti i serviziofferti, i soggetti erogatorie le modalità di accesso edi fruizione da parte deglistudenti.Il volume contiene ancheinformazioni su entierogatori di servizi, aiutifinanziari (aiuto diretto eindiretto, borse di studio),assistenza psicologica,attività culturali, di~attica,dimensione internazionale(mobilità e accoglienzadegli studenti stranieri),orientamento (agli studi eal lavoro), ristorazione,servizi abitativi e sanitari,sport, stage, trasporti eturismo studentesco.

I collegi

Tra le novità piùinteressanti, va segnalatala parte riguardante icollegi muversitari statali elegalmente riconosciuti dalMURST. Tali struttureoffrono vari servizi:assicurano la pensionecompleta e dispongono diimpianti sportivi,biblioteche, emeroteche,sale di studio e di musica eaule poHfunzionali; inmolti collegi vengonoorganizzate attivitàculturali, conferenze,seminari e concerti apertianche agli studenti esterni.Nell'ambito delle attivitàprogrammate è moltoattivo il rapporto con il

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mondo accademico,culturale e professionale.La vita nei collegi offremolti stimoli allapartecipazione attiva deglistudenti, che sono idestinatari di un vero eproprio progettoformativo; granderilevanza ha la figura deltutor (spesso uno studentepiù anziano o un laureato),che aiuta gli studenti aprogrammare gli esami, aorganizzare il lavoro e adaffrontare le difficoltà nellostudio; inoltre, fornisce lemetodologie adatte adottimizzare il rendimentouniversitario e stimola unproficuo uso del tempo.In molti collegi si tengonocorsi di metodologia dellostudio e viene offerto unvalido servizio diorientamento che iniziadal momento della sceltauniversitaria (attraversocolloqui personali eincontri di presentazionedelle facoltà e dei corsi dilaurea) e proseguenell'ambito dell'attivitàtutoriale (attraversoincontri con professionisti,visite ad aziende e stage).

Dal lavoro part-time aidisabili

Sempre scorrendo la Guida,va segnalata lma partededicata al garante deglistudenti (o "difensorecivico"): tale figura, ingenere prevista dallostatuto d'ateneo, è stataistituita da alcuneuniversità con il compitodi tutelare gli interessi distudenti che si ritengonolesi nei propri diritti daabusi, disfunzioni, carenzee comportamenti di uffici eanche di singole persone.Nella Guida è ancheinserito un capitolospecifico riguardante il

lavoro part-time deglistudenti, previsto dall'art.13 della legge-quadro sulosu. Le occasioni di lavororiguardano molti settori:dall'orientamento e daltutorato a semplicimansioni di tipoamministrativo o diricerca, a servizi diinformazione e a quelliculturali, sportivi,ricreativi e di biblioteca; avolte gli studenti part-timeoperano anche nei servizisanitari, nelle case dellostudente e nelle mense ocon interventi di assistenzamirati a studenti stranieri edisabili. E proprioquest'ultimo punto vieneapprofondito nella Guida:la riforma del osu e altrenorme hanno individuatonegli studenti disabili e insituazioni di handicap unacategoria cui indirizzareinterventi specifici, pergarantire le miglioripossibilità di accesso allestrutture e di fruizionedella didattica e deiservizi. Olh-e ad interventiper eliminare le barrierearchitettoniche, in alcuniatenei è stato istituito unufficio responsabiledell'accoglienza ai disabilio è presente un docentedelegato del rettore confunzioni di coordinamentoe di monitoraggio delleiniziative poste in atto peraiutare tali studenti.Inoltre, in alcune sedi asostegno degli studentidisabili vengono fornitiservizi didattici, diorientamento, di tutoratospecializzato, diaccompagnamento e dilettura.

Informazionimultimediali

Il MURST offre da tempo unservizio di informazione

BIBLIOTECA APERTA

Ediun CoopergionViale XXI Aprile, 36 - 00162 Roma

Te!. 0686321281 - Fax 06 86322845E-mail: [email protected]

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Umberto Massimo Miozzi

Dalla Legge Casati al Testo Unico (e oltre)

Selezione, reclutamento e valutazionedella docenza (1989-90)

Cresce la polemica (1990-94)

I progetti di revisione dei meccanismi concorsuali(1994-96)

Un passo avanti verso l'autonomia:la 210/98 (1996-99)

IL PROBLEMA DELLADOCENZA FRA CRONACA

E STORIA

L. Ca.

Le riforme nelle istituzioninon sono frutto della solaazione regolatrice delleleggi e delle normestabilite dallo Stato, matraggono linfa vitale ancheda altri stimoli alcambiamento - prodotti inseno alle istituzioni stesse- che fungono da "volanoaggiuntivo" del futuromutamento. Questo è piùche mai vero nel caso delleuniversità non statali, lacui forza risiede "nellapossibilità di generare,creare ed esprimere valoridal proprio interno". Èquesto il senso autenticodell'autonomia secondoGiuseppino Molinari,direttore amministrativodell'Università Cattolicadel Sacro Cuore,all'apertura del ciclo diincontri su "L'autonomiauniversitaria nellanormazione degli anni'90". Le relazioni tenute inquell'occasione - che risaleal 1997 - sono stateraccolte nel volume daltitolo omonimo pubblicatoda Vita e Pensiero.Fra i l'eIa tori ancheDomenico Fazio, ideatore epromotore della serie diincontri. Nel tracciare una

anni è notevolmente.aumentato il numero dicittà divenute sedidecentrate o periferiche dicorsi universitari; i serviziofferti da questi nuoverealtà universitarie sonostati inseriti nella schedarelativa alla "città-madre".

AA.VV., L'AUTONOMIAUNIVERSITARIA NELLANORMAZIONE DEGLIANNI '90Vita e Pensiero, Milano1999, pp. 134, L. 20.000

~timediale agli studentillani e stranieri, basatodifferenti strumenti:J collana di guideormative su cartaIIlpata - realizzata in'Iaborazione con il!Jlea della Fondazionej e periodicamenteJiornate - distribuite in~e le scuole secondarieperiori; guide!J'testuali in Cd-rom,tizie reperibili tramite!ernet:tp:/ jwww.murstit).Ite le università (e moltiti per il DSU) pubblicanoliffondono guidermative e altri tipi di

)'lidi, molto utili per gli:denti e sono presenti su~rnet con propri siti,rendo informazionime per via telematica, oraverso Televideo-Rai, o1video informativi,ppy disk e Cd-rom; laiggior parte delleiversità e molti enti persu hanno proprinettini di informazionertacei o on-line), spessoliati a tutti gli studenti.molte sedi universitarie,che gli studentiIpongono di propriumenti di informazione;atti, il settore dellaIIllpa studentesca, ancheIzie ad Internet, vive unriodo di grande vivacitàInumero dei giornali,Jmalini, bollettinintinua a crescere, anchelZie al sostegno delleUversità e degli enti perIlSU.ella seconda partel1gono descritti i servizisponibili nelle realtàcali. Nelle schede,testate alle città italianeIli di nittorato sono~sentati con chiarezza e:euratezza tutti i servizifferti in base allaPOlogia e agli entirogatori. Negli ultimi

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storia delle istituzioniaccademiche, Faziometteva in evidenza come"autonomia e universitàcostituiscano un binomioinscindibile da sempre",proprio perché gli ateneinacquero come"scuoleprivate"; in seguito, lanatura dell'autonomia siindebolì e il primo verointervento da parte delloStato "comparveufficialmente, almeno inItalia, per ciò che si leggepresso vari autori, conl'editto di re Rotariodell'825, e con iprovvedimenti reali diFederico II di Svevia perl'ateneo di Napoli". Di lì inpoi si susseguironoiniziative per assoggettarequeste libere istituzionialle regole della cosapubblica, in forte contrastocon le azioni normativevolte a salvaguardarel'autonomia da uncondizionamento stataletroppo oppressivo.L'ingerenza del poterecentrale si fece forte, ancheper ovviare a unasituazione di caos diffuso,"attraverso l'azione diaccentramento espressasoprattutto a danno degliorgani elettivistudenteschi" nel XVIIIsecolo.Nel 1859 Gabrio Casati "sifece promotore della primalegge organicasull'istruzione, nella qualeveniva per la prima voltadichiarato il finedell'istruzioneuniversitaria" ed eraprevisto l'accentramento ditutta l'organizzazionescolastica nelle mani delpotere pubblico(suscitando moltepolemiche). Nel 1898veru1e presentata la primalegge sull'autonomia delleuniversità. La riforma di

Giovanni Gentile produssenel 1933 il Testo unico, chestabiliva: "L'istruzioneuniversitaria è impartitanelle universitàgovernative e in quellelibere; le università hannopersonalità giuridica eautonomia amministrativa,didattica e disciplinare, neilimiti stabiliti dallo stessoTesto Unico e sotto lavigilanza dello Stato" echiariva che fIle universitàlibere non hannocontributo a carico delbilancio dello Stato".Nessun cenno, notavaFazio, "riguardoall'esercizio della potestànormativa che è, come ènoto, l'animadell'autonomia". Unalaclma che fu colmatadalla Costituzionerepubblicana (artt. 33 e 34,che conferiscono alleistituzioni il diritto di darsiordinamenti autonomi,purtroppo scarsamenteattuato in seguito). Dalleleggi sul decentramento eda un concetto diautonomia limitato ­aggilmgeva Fazio - sigiunge, nel 1989, a parlaredi una compiutaautonomia con la legge168, che stabiliva"che leuniversità sonodisciplinate, oltre che dairispettivi statuti eregolamenti,esclusivamente da normelegislative che vi operinoesplicito riferimento" esopprimeva il potere divigilanza del Ministero.Sulla necessità diconsiderare l'autonomiacome fondamento di unsistema idoneo a garantirela qualità dell'educazione,si prommciò il secondorelatore, Bruno Civello ­direttore generale delMUR5T - spiegando che si èsempre più "affermato il

convincimento che lariforma del nostro sistemauniversitario debbabasarsi da un lato sulpotenziamentodell'autonomia e dall'altrosulla realizzazione di unefficace sistema divalutazione" e che esiste lanecessità "di delineare, perun corretto e coerentequadro giuridicodell'ordinamentouniversitario, una chiarademarcazione tra ciò che èinteresse e garanziadell'intero sistema, per ilquale devenecessariamenteintervenire l'indirizzopolitico del ministro, e ciòche è rimesso allapossibilità diautodeterminazione dellesingole lmiversità".Visto che l'autonomia nonè soltanto normativa, maanche ovviamentefinanziaria, non potevamancare ili1 contributoconoscitivo in tal senso,affidato a GiovanniD'Addona, direttore delDipartimento AffariEconomici del MUR5T. Nelsuo intervento, D'Addonaricorda come, nel 1990 e1991, fIle università nonstatali abbiano precorso itermini di un'autonomiaspiccata rispetto allestatali. Infatti l'art. 6 dellalegge 245/90, chedeterminava laprogrammazioneuniversitaria e i piani disviluppo degli atenei, haposto le università nonstatali su un gradino moltopiù elevato rispetto allestatali in termini diautonomia.Nel succitato articolo sidichiara che, qualora leuniversità non stataliabbiano ottenutoprecedentemente ilriconoscimento del valore

legale del titolo di studio,esse possono addiritturaformare e attivare nuovefacoltà, purché in sede,alh'imenti queste devonoessere prodotte nell'ambitodel piano triennale disviluppo. Le universitàstatali, invece, sono statefermate dall'art. 2 di quellastessa legge là dove, peristituire nuove facoltà enuovi corsi di laurea, eranecessario il pianotriennale di sviluppo".Continuando a descrivere ivantaggi sperimentatidagli atenei non statali,D'Addona ha chiaritocome questi ultimi abbianoil "privilegio" di"determinare una capacitàimpositiva propria (inmateria di tassazione, ndr)senza limiti da parte delloStato". Altre differenze trauniversità pubbliche e nonstatali risiedono nellapossibilità, da parte diqueste ultime, di"trasmettere soltanto ilbilancio per conoscenza"(senza obblighi) e nellacondizione di non"assoggettamento" allaTesoreria unica.In conclusione, questovolume di Atti del ciclo diincontri su "L'autonomiauniversitaria nellanormazione degli anni '90"fornisce al lettore unospaccato dei cambiamentistorici avvenuti nell'ultimodeceru1Ìo del millennionell'ambitodell'orgal1Ìzzazioneaccademica. Gli spunti diriflessione sono molteplici:dagli interventi pubblicatisi possono trarre utilissimeindicazi011Ì sui percorsi daseguire per garantire agliatenei l'autonomiaindispensabile per faredell'istruzione di qualità.

Livio Frittella

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controller®Più che un conto, un assistente di fiducia.

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