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Sussidi didattici per il corso di PROGETTAZIONE, … · 2014-10-03 · Quindi la "compartimentazione" ai fini della Prevenzione Incendi, non è altro che la suddivisione dell’edificio

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Sussidi didattici per il corso di PROGETTAZIONE,

PREVENZIONE INCENDI

Sussidi didattici per il corso di PROGETTAZIONE, COSTRUZIONI E IMPIANTI

Prof. Ing. Francesco Zanghì

PREVENZIONE INCENDI

AGGIORNAMENTO 02/10/2014

PREVENZIONE INCENDI

Corso di PROGETTAZIONE, COSTRUZIONI E IMPIANTI Prof. Ing. Francesco Zanghì

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NORMATIVA DI RIFERIMENTO

• Autorimesse: DM 1/2/1986

• Edifici di civile abitazione: DM 16/5/1987 n. 246

• Edifici storici: DM Beni Culturali e Ambientali n. 569 del 20/05/1992

• Scuole: DM 26/8/1992

• Impianti sportivi: DM 18/3/1996

• Locali di pubblico spettacolo: DM 19/8/1996

• Alberghi: DM 9/4/1994

• Ospedali: DM 18/9/2002

• Uffici: DM 22/2/2006

• Attività commerciali: DM 27/7/2010

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DEFINIZIONI

Classe di fuoco

-CLASSE A – COMBUSTIBILI SOLIDI (legna, carta, carbone ecc.): Estinguenti: “acqua, schiuma, polveri chimiche”; -CLASSE B - LIQUIDI INFIAMMABILI (benzina, gasolio, alcol, ecc.): Estinguenti: “schiuma, CO2, polveri chimiche”; -CLASSE C - GAS INFIAMMABILI (gas propano, metano, idrogeno ecc.): Estinguenti: “CO2, polveri, idrocarburi alogenati”; -CLASSE D - METALLI INFIAMMABILI (magnesio, potassio, sodio): Estinguenti: “CO2, polveri chimiche"; -ex CLASSE E - Quadri elettrici, cabine elettriche: Estinguenti: “CO2, polveri chimiche, idrocarburi alogenati”. -CLASSE F - Fuochi che interessano mezzi di cottura: Estinguenti: “schiume, PROKF”.

Corso di PROGETTAZIONE, COSTRUZIONI E IMPIANTI

Resistenza al fuoco delle strutture

Si intende per resistenza al fuoco la capacità di un sistema (parete, controparete, controsoffitto ecc..) di mantenere per un certo periodo di tempo, espresso in minuti, le seguenti caratteristiche R.E.I.

R = resistenza meccanica (stabilità statica)

E = tenuta al passaggio di fumi e fiamme

I = isolamento termico (non innalzamento della temperatura delle termocoppie sistema non esposta alla fiamma oltre i 150° C)

I diversi ambienti di un edificio, a seconda del carico d’i

Classe 15-20-30-45-60-90-120

PORTA REI120 SOLAIO REI120

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Resistenza al fuoco delle strutture (Decreti: 16/02/1997 - 09/03/2007)

Si intende per resistenza al fuoco la capacità di un sistema (parete, controparete, controsoffitto ecc..) di mantenere per un certo periodo di tempo, espresso in minuti, le seguenti caratteristiche R.E.I.:

= resistenza meccanica (stabilità statica)

al passaggio di fumi e fiamme

isolamento termico (non innalzamento della temperatura delle termocoppie applicate sulla superficie del sistema non esposta alla fiamma oltre i 150° C)

I diversi ambienti di un edificio, a seconda del carico d’incendio, saranno divisi in compartimenti REI o EI dalla

120-180-240-360

PORTA REI120 SOLAIO REI120

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09/03/2007)

Si intende per resistenza al fuoco la capacità di un sistema (parete, controparete, controsoffitto ecc..) di mantenere

applicate sulla superficie del

ncendio, saranno divisi in compartimenti REI o EI dalla

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Compartimento antincendio

E' parte della costruzione organizzata per rispondere alle esigenze della sicurezza in caso di incendio e delimitata da elementi costruttivi idonei a garantire, sotto l'azione del fuoco e per un dato intervallo di tempo, la capacità di compartimentazione, cioè conservare, sotto l'azione del fuoco, le sue caratteristiche di stabilità, isolamento termico e tenuta a fumi e gas.

Si realizza mediante l'adozione di elementi di separazione:

Quindi la "compartimentazione" ai fini della Prevenzione Incendi, non è altro che la

suddivisione dell’edificio in aree delimitate da strutture con resistenza al fuoco predeterminata al fine di controllare e contenere la propagazione del fuoco in caso di incendio.

Esempio: in edifici alti più di 24.00 m si deve realizzare una compartimentazione verticale con strutture (solai e muri) che abbiano una resistenza al fuoco di almeno 120 minuti. Ogni compartimento non deve superare i 2000 mq per piano e non devono esserci aperture tra due compartimenti contigui.

Nel caso di vani scala o ascensori, questi dovranno essere opportunamente protetti e isolati rispetto agli ambienti dei piani.

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Filtro a prova di fumo

Si può considerare una particolare forma di compartimentazione. Sono dei vani delilmitati da strutture REI≥60, aventi due o più porte tagliafuoco e dotati di un camino di ventilazione di sezione ≥ 0.10 mq sfociante al di sopra della copertura dell'edificio o areato verso l'esterno con aperture libere di sup. ≥ 1 mq.

Spazio scoperto

E' lo spazio a cielo libero o superiormente grigliato avente,(anche se delimitato su tutti

ilati):

• superficie minima in pianta S≥3H1

• in ogni caso la distanza fra le strutture verticali che delimitano lo spazio scoperto deve essere ≥ 3,50 m.

(H1 altezza in metri della parete più bassa che lo delimita)

Requisiti dell'area:

• Altezza libera ≥ 4.00 m • Raggio di svolta ≥ 13.00 m • Pendenza ≤ 10% • Carico amm. ≥ 20 t

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Locale caldaia (con combustibili gassosi)

UBICAZIONE

• fuori terra per metano e GPL • seminterrato o interrato (max. -10.00 m) solo per metano (CH4)

ALTEZZA LOCALE

Potenza max. caldaia H [m] ≤ 116 kW 2.00 ≤ 350 kW 2.30 ≤ 580 kW 2.60 > 580 kW 2.90

PARETE ESTERNA

• lunghezza minima verso l’esterno = 15 % del perimetro del locale.

Nei locali interrati: • intercapedine ad uso esclusivo, di sezione

orizzontale netta non inferiore a quella richiesta per l’aerazione e lunga non meno di 60 cm.

Per una stima sommaria della potenza della caldaia sulla base della superficie abitativa: - Vecchia costruzione: 0,12 kW / m² - Nuova costruzione 0,08 kW /m² - Edificio Low - Energy 0,05 kW / m²

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Uscita in caso di emergenza

� Le uscite, atte a consentire il deflusso di persone verso un luogo sicuro, devono avere altezza

� Le vie d'uscita devono essere dimensionate in base al numero massimo di persone che apossono trovarsi nell'ambiente o nei locali serviti dalle stesse vie d'uscita.dell'esodo.

Tipologia localeLocali di riunione

Mense, aule e Uffici e locali di lavoro

Autorimesse non sorvegliateAutorimesse sorvegliate

Locali di depositoCentri commerciali

Sistema di vie d'uscita

E' il percorso senza ostacoli al deflusso cheoccud’esodo deve essere indipendente dalle altre. La lunghezza del percorso per raggiungere la più vicina uscita dai – d’incendio – incendio – incendio

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Uscita in caso di emergenza

Le uscite, atte a consentire il deflusso di persone verso un luogo sicuro, devono avere altezza

Le vie d'uscita devono essere dimensionate in base al numero massimo di persone che apossono trovarsi nell'ambiente o nei locali serviti dalle stesse vie d'uscita. Le porte devono aprirsi nel senso

VALORI DI AFFOLAMENTO TIPICI

Tipologia locale Affollamento [pers./mq] Locali di riunione 0.70

Mense, aule e simili 0.70 Uffici e locali di lavoro 0.10

Autorimesse non sorvegliate 0.10 Autorimesse sorvegliate 0.01

Locali di deposito 0.04 Centri commerciali 0.20

Sistema di vie d'uscita E' il percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle persone che occupano un edificio o un locale di raggiungere un luogo sicuro.d’esodo deve essere indipendente dalle altre. La lunghezza del percorso per raggiungere la più vicina uscita di piano non dovrebbe essere superioreai valori seguenti: 15 ± 30 m (tempo max d’evacuazione 1 minuto) per aree

d’incendio elevato; 30 ± 45 m (tempo max di evacuazione 3 minuti

incendio medio; 45 ± 60 m (tempo max di evacuazione 5 minuti

incendio basso.

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Le uscite, atte a consentire il deflusso di persone verso un luogo sicuro, devono avere altezza ≥ 2.00 m.

Le vie d'uscita devono essere dimensionate in base al numero massimo di persone che a qualsiasi titolo Le porte devono aprirsi nel senso

consente alle persone che pano un edificio o un locale di raggiungere un luogo sicuro. Ciascuna via

d’esodo deve essere indipendente dalle altre. La lunghezza del percorso per piano non dovrebbe essere superiore

1 minuto) per aree a rischio

evacuazione 3 minuti) per aree a rischio di

evacuazione 5 minuti) per aree a rischio di

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Scale

� struttura incombustibile e resistente al fuoco;

� rampe rettilinee, di larghezza non inferiore a m 1,20 con non meno di 3 e non più di 15 gradini per rampa;

� i pianerottoli devono avere almeno la stessa larghezza della rampa;

� gradini a pianta rettangolare, con pedata non inferiore a cm 30 ed alzata non superiore a cm 18;

� pareti senza nessuna sporgenza per una altezza di almeno 2 metri dal piano di calpestio;

� ringhiere o balaustre alte almeno 1 metro, atte a sopportare le sollecitazioni derivanti da un rapido deflusso delle persone in situazioni di emergenza o di panico;

� corrimano sporgente non oltre 8 cm dal muro, con le estremità raccordate al muro stesso o verso il basso;

� I vani delle scale interne devono essere provvisti in alto di aperture di aerazione, con superficie non inferiore a 1.00 mq; tali vani di aerazione devono essere sempre aperti, o con infissi ad apertura automatica in caso di incendio.

� Le scale interne devono essere dotate di impianto di illuminazione di sicurezza, e devono immettere direttamente su spazio scoperto o in luogo sicuro.

� Nel vano scale è vietata la presenza di impianti od installazioni pericolose (quali contatori, tubazioni di gas, linee elettriche, etc.), nonché la presenza di materiali comunque combustibili.

� Le porte che immettono nelle scale devono essere dotate di congegno di autochiusura, devono aprirsi nel verso dell'esodo, e la loro apertura non deve ostacolare in alcun modo il deflusso delle persone in salita o in discesa.

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TIPOPLOGIE SCALA PROTETTA E’ una scala racchiusa in un vano costituente compartimento antincendio, avente accesso diretto da ogni piano tramite porte con resistenza al fuoco REI predeterminata, e dotate di congegno di autochiusura.

SCALA A PROVA DI FUMO Scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso per ogni piano, mediante porte di resistenza al fuoco almeno RE predeterminata e dotate di congegno di autochiusura, da spazio scoperto o da disimpegno aperto per almeno un lato su spazio scoperto dotato di parapetto a giorno.

SCALA A PROVA DI FUMO INTERNA Scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso, per ogni piano, da filtro a prova di fumo.

SCALA DI SICUREZZA ESTERNA Scala totalmente esterna rispetto al fabbricato servito, in genere costruita in grigliato metallico o in cemento armato.

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MEZZI ANTINCENDIO Estintori Apparecchiatura contenente un agente estinguente che può essere proiettato e diretto su un fuoco sotto l’azione della pressione interna. (D.M. 20.12.1982).

Idranti Attacco unificato, dotato di valvola di intercettazione ad apertura manuale, collegato a una rete di alimentazione idrica.

Lancia erogatrice Dispositivo provvisto di un bocchello di sezione opportuna e di attacco unificato. Può essere anche dotata di una valvola che permette il getto pieno, il getto frazionato e la chiusura.

Naspo Attrezzatura antincendio costituita da una bobina

mobile su cui è avvolta una tubazione semirigida collegata ad una estremità, in modo permanente, con una rete di alimentazione idrica in pressione e terminante all’altra estremità con una lancia erogatrice munita di valvola regolatrice e di chiusura del getto.

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Impianto automatico di rivelazione d’incendio Insieme di apparecchiature destinate a rivelare, localizzare e segnalare automaticamente un principio di incendio.

Impianto di allarme Insieme di apparecchiature ad azionamento manuale utilizzate per segnalare un principio d’incendio.

Impianto fisso di estinzione

Insieme di sistemi di alimentazione, di valvole, di condutture e di erogatori per proiettare o scaricare un idoneo agente estinguente su una zona d’incendio. La sua attivazione può essere automatica o manuale.

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Fonti

• Manuale Cremonese del Geometra - Zanichelli • http://www.vigilfuoco.it/ • http://www.siniat.it/download/certificati-fuoco/resistenza-al-fuoco/ • http://www.linktrading.com/ita/firetech_prod.php?id=55 • http://www.ordineingegnerilatina.it/data/2010-05-25_853_2275.pdf • http://www.ordingtaranto.it/ • http://www.caleffi.com/sites/default/files/certification_contracts/idraulica_17_it.pdf • http://www.studiofasano.it/convegno_sicurezza/4-sicurezza_impianti.pdf