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Nagai Kafū:“Una misteriosa vertigine
provocata dalla paura
carnale; un intenso piacere
derivato dalla reazione ad
una crudeltà fisica;una crudeltà fisica;
tematiche legate al contesto
urbano; la perfezione dello
stile”
ANNI DELLA FORMAZIONE
� Nasce a Tokyo nel quartiere di Nihonbashi, a
Shitamachi, da una famiglia di mercanti (edokko)
� Assiste, attraverso la modernizzazione di
Nihonbashi al declino delle ultime vestigia del
passato
• Ricordi dell’infanzia: ricordi di luoghi perduti• Ricordi dell’infanzia: ricordi di luoghi perduti
� Forte impressione lasciata su di lui dalla madre,
archetipo di bellezza femminile
� Studia letteratura (senza laurearsi) all’Università
di Tokyo negli anni del naturalismo
� Opposto allo stile naturalista, che si limita a
registrare i dati reali senza interferenza della
soggettività dell’artista
LE DUE FASI DELLA PRODUZIONE DI
TANIZAKI
� Due periodi, con diverse influenze e indirizzi
tematici:
� Prima: influenza della letteratura occidentale (in
particolare i decadentisti: Poe, Baudelaire…)
Dopo il trasferimento nel Kansai (dopo il� Dopo il trasferimento nel Kansai (dopo il
terremoto del 1923), e soprattutto dalla fine degli
anni ’20: mito dell’occidente sostituito dal mito
della classicità giapponese: ritorno al Giappone
fisico (Kansai) ed estetico (richiamo alla
produzione letteraria Heian, e in particolare al
Genji Monogatari)
• In questa fase, polemica con Akutagawa
LA PRIMA FASE
� Produzione, lontana dallo shizenshugi e dallo
shishōsetsu,
� Descritta dalla critica con il termine “diabolisme” e
che si ispira
• Al principio della “art for art’s sake”• Al principio della “art for art’s sake”
• Al decadentismo europeo
� Il suo amore per il decadentismo si riflette anche
nella sua collaborazione con la rivista Subaru)
� In alcune opere di questa fase, sperimentazione
delle tecniche del racconto poliziesco, ripresa
anche in seguito (es.: Tomoda to Matsunaga no
hanashi, Storia di Tomoda e Matsunaga, 1926)
� Fra le opere rappresentative di questa
produzione:
• Shisei (Il tatuaggio), 1910: opera con cui si
affermò, che narra di una donna forgiata dalle
mani di un uomo, che poi le diventa sottomessomani di un uomo, che poi le diventa sottomesso
• Chijin no ai (L’amore di uno sciocco), 1924-25,
che segna la transizione alla fase successiva della
sua produzione
TEMATICHE PRINCIPALI
� Esplorazione degli istinti umani, soprattutto
sessuali
� In particolare, l’istinto masochistico di una figura
maschile che si sottomette a una donna
• Tipicamente l’uomo si sottomette in risposta a un
impulso di autodistruzione, una pulsione di morteimpulso di autodistruzione, una pulsione di morte
• La donna viene costruita invece come una femme
fatale, la cui bellezza (in cui Tanizaki esprime il
desiderio nostalgico della madre) si rivela nel
momento in cui ella rivela la sua crudeltà
� A questo elemento si aggiunge quello del feticismo (in
particolare per i piedi della donna)
� N.B.: L’analisi dei risvolti segreti della psiche è
finalizzata, diversamente che nel naturalismo, a
una ricerca estetica
� L’uomo che annulla il proprio io nella donna non
ottiene solo il soddisfacimento di un desiderioottiene solo il soddisfacimento di un desiderio
sessuale, ma completa se stesso realizzando il
proprio ideale di bellezza
CHIJIN NO AI (1924)
� Parodia dello shishōsetsu
� Confessione del narratore in prima persona
� Intento, però, esplicitato: “Questo è un racconto
lungo, un watashi shōsetsu” “Con semplicità e
sincerità parlerò dei miei rapporti coniugali”
Il lettore può essere portato a pensare che si� Il lettore può essere portato a pensare che si
tratti di una confessione sincera (makoto), ma il
testo in realtà ironizza sul genere
• I fatti smentiscono il narratore
• Già il titolo predispone il lettore a capire che
l’immagine positiva che il narratore cerca di dare
di sé (ad es., attraverso una serie di riferimenti
colti) è viziata
� Nell’opera continuano a dominare alcuni
elementi tipici del Decadentismo:
� Al centro dell’analisi psicologica del romanzo,
figura della femme fatale e amore masochistico
(del protagonista Kawai Jōji verso l’amata,
Naomi)
• Jōji: tipico esempio della classe media dell’epoca,
rimane personalmente attaccato alla tradizionerimane personalmente attaccato alla tradizione
giapponese, ma forma la ragazza di cui si
innamora, Naomi, secondo un ideale di donna
occidentale
• Naomi: forte della sua nuova “emancipazione”,
ridicolizza e sottomette Jōji
� Spazio esotico: luogo di realizzazione dei desideri
nascosti (attrazione verso l’occidente)
� Parodia del Giappone post modernizzazione:
� L’Occidente, all’inizio elemento di attrazione, per la
libertà e l’emancipazione che rappresenta, viene
esasperato al punto da diventare negativo
� Naomi diviene una modern girl, si adegua ai
costumi occidentali in modo superficiale, solo come
moda: adesione alla società dei consumi
• Naomi è volgare, ma è anche vittima in qualche• Naomi è volgare, ma è anche vittima in qualche
modo innocente, come lo è il Giappone, che non può
fare a meno di attualizzarsi
� Naomi: incarnazione del dramma storico del
Giappone, che imita il modello occidentale senza
assimilare le radici ideologiche della
modernizzazione: successo sul piano internazionale;
ma dissociazione e uno squilibrio nell’individuo
LA SECONDA FASE
� Non radicale cesura: continuità tematica
� Però, il conflitto fra modernità e tradizione si
risolve nel tentativo di ricreare l’esteticagiapponese classica
� Rinnovato interesse per l’epoca Heian
(culminato con la stesura di tre traduzioni in
giapponese moderno del Genji Monogatari)
� Fine anni ’20/inizio degli anni ’30: saggi che
fissano le nuove direzioni artistiche di questa
fase
� In’ei raisan (Elogio della penombra), 1933:
contrapposizione fra estetica occidentale ed estetica
giapponese
� Shunkinshō kōgo (Postscriptum alla Storia di
Shunkin), 1933: monogatari come nuovo modello
per il romanzoper il romanzo
� Gendai kōgobun no ketten ni tsuite (Sui difetti
della moderna lingua scritta colloquiale), 1929, e
Bunshō tokuhon (Manuale di composizione), 1934:
lingua da usare nel romanzo
QUALI PUNTI FONDAMENTALI EMERGONO
DA TALE PRODUZIONE SAGGISTICA?
� In’ei raisan:
� Sensibilità giapponese posta come antitetica a quella
del moderno Occidente
• “Bello” secondo il gusto classico giapponese: ciò che è• “Bello” secondo il gusto classico giapponese: ciò che è
avvolto dalla penombra, caratterizzato da toni
pallidi e sfumati. La bellezza si delinea nella propria
intangibilità, e toccandola si dissolve
• “Bello” per il gusto occidentale: ciò che è chiaro,
luminoso, brillante
� N.B.: Tanizaki non afferma la superiorità di una
concezione sull’altra, ma piuttosto critica la via
scelta dal Giappone
• Invita la letteratura giapponese ad abbracciare la
concezione estetica classica, per preservare il
“mondo dell’ombra” a fronte di un Giappone che in
tutti gli altri ambiti ha abbandonato il passato
� Come si riproduce questo “mondo dell’ombra” in� Come si riproduce questo “mondo dell’ombra” in
letteratura?
1. Attraverso l’intertestualità: riprendendo uno o
più ipotesti, di cui vengono disseminate citazioni
nel testo d’arrivo
� Ciò non vuol dire che il testo è una mera
riproduzione di altri testi, ma che, partendo dal
modello passato, si crea qualcosa di nuovo
2. Prediligendo allusività e ambiguità, riprodotte
attraverso l’uso di alcuni strumenti stilistici e
tecniche narrative
� Strutture narrative del mistery e della
confessione, basata sui canoni dello shishōsetsu
ma con narratore inattendibile
� Uso della figura retorica dell’ironia: contraddizione
fittizia fra quel che si dice e quello che si vuole siafittizia fra quel che si dice e quello che si vuole sia
inteso (già in Chijin no ai)
• Processo comunicativo, che implica complicità fra
autore e lettore, che deve comprendere e
interpretare l’ironia
• Implica un distanziamento dell’autore rispetto al
proprio protagonista, anche quando coincide con il
narratore
� Shunkinshō kōgo
� Invito ad adottare come modello di stile il modello
classico del monogatari, piuttosto che quello dello
shōsetsu come si è sviluppato dal Meiji in poi
� Non visto come superiore, ma come più adeguata
versione giapponese del romanzo realista
• Il narratore onnisciente è una tecnica estranea
al modo di narrare giapponese,al modo di narrare giapponese,
• La narrativa, però, deve essere fiction
• Lo stile narrativo dei monogatari concilia
l’elemento fiction e il modo di narrare giapponese:
il punto di vista del narratore si confonde spesso
con quello dei personaggi ma l’autore rimane
comunque nascosto: non una voce ma tante voci
� N.B.: però richiamo a una trama ben strutturata
� Gendai kōgobun no ketten ni tsuite e Bunshōtokuhon
� Appello al miglioramento del genbun’itchi, con
l’utilizzo di una lingua colloquiale, ma non quella
standard di fine periodo Meiji, eccessivamente
contaminata dalle lingue occidentali (hon’yakutai)
• Richiamo all’uso di una lingua che mantenga intatte
le peculiarità del giapponese (indeterminatezza delle peculiarità del giapponese (indeterminatezza del
soggetto, vaghezza nell’uso dei tempi verbali…) e
rifletta la vera lingua parlata (Tokyo e Osaka)
� Appello contro l’eccessivo allargamento del lessico e
l’eccessivo uso di parole nella prosa moderna
• Richiamo a un ritorno al vocabolario delgiapponese classico: poche parole il cui significato
spazia a vari campi semantici (ambiguità)
SASAME YUKI (NEVE SOTTILE), 1948
� Romanzo di “costume”: storia delle quattro sorelle
Makioka, famiglia in declino negli anni antecedenti
al secondo conflitto mondiale
� Eventi minori, no accadimenti particolari,
� Colpito comunque dalla censura perché non in linea� Colpito comunque dalla censura perché non in linea
con la propaganda nazionalista
� Uso del punto di vista alternato (anche se domina
soprattutto quello di una delle sorelle, Sachiko)
� Opera definita “personale Genji” di Tanizaki
� Rappresentativa della sua idea di letteratura come
luogo in cui è possibile “salvare” un mondo che sta
andando inesorabilmente perduto
YUME NO UKIHASHI (IL PONTE DEI SOGNI), 1959
� Racconto incentrato sul tema dell’incesto
� La madre di Otokumi Tadasu, Chinu, muore
� La relazione fra Tadasu e la matrigna si tinge di
toni sessuali
• Dopo che Tadasu compie 18 anni, la matrigna dà
alla luce un fratellastro, Takeshi (suo figlio?)alla luce un fratellastro, Takeshi (suo figlio?)
� Tadasu si allontana quando la matrigna comincia a
presentarsi come distinta dalla figura della madre
� Sposa, su consiglio del padre morente, Sawako
� La matrigna muore misteriosamente
� Tadasu e Sawako divorziano e Tadasu scrive il
racconto
� Il racconto è strutturato come confessione di
Tadasu, sul modello dello shishōsetsu
� Tuttavia, anche in questo caso, confessioneironica, atto non sincero, ma letterario
• Il narratore-protagonista non è attendibile, e
ammette lui stesso che ha posto dei limiti al dire la
veritàverità
• La confessione è mirata a nascondere più che a
rivelare, usata consapevolmente per trasmettere
una determinata immagine del narratore al lettore
(si intuisce che è rivolta a Takeshi, che è dunque la
vittima dell’ironia)
� La storia è piena di vuoti: gli eventi sono
raccontati non ordine cronologico, confondendo
deliberatamente le acque, e dominano i vuoti e i
silenzi: Takeshi è figlio di Tadasu? Sawako (o
Tadasu stesso) ha ucciso la matrigna?
� Ambiguità (“ombra”)
� Richiamo già dal titolo al Genji monogatari, chiave
di lettura per il testo (matrigna: Fujitsubo;
Takeshi: Reizei)
� Intertestualità
IL GRUPPO
� Shinkakakuha (“scuola della nuova
sensibilità/scuola delle nuove percezioni”):
� Gruppo che si raccoglie attorno alla rivista Bungei
Jidai, fondata nel 1924 da Yokomitsu Riichi e
Yasunari KawabataYasunari Kawabata
� Rappresenta il settore di avanguardia del
modernismo
• Anche sulla base dell’influenza dell’avanguardia
europea, si oppone ancor più apertamente ai
canoni romanzeschi dell’establishment letterario
(shishōsetsu e la sua idea di realismo)
CARATTERISTICHE DISTINTIVE DELLA
PRODUZIONE DELLO SHINKANKAKUHA
� Scopo della scrittura: in posizione opposta, e di
stampo conservatrice, rispetto alla corrente di
scrittori proletari marxisti
• Si appella al principio dello “art for art’s sake”• Si appella al principio dello “art for art’s sake”
• Ricerca di “bellezza” e “purezza”
� Avanguardia = ulteriore sperimentalismo
• A livello tematico-narrativo
• A livello di generi, stili, sintassi
� Attenzione per il mondo urbano, in particolare
dopo il terremoto del ’23, come tipico del
modernismo
� Però, peculiarità: esaltazione di una esteticadella velocità e della meccanizzazione
� Al centro della rappresentazione c’è un io non più
rappresentato coerentemente, ma dissoltorappresentato coerentemente, ma dissolto
� Priorità data alla messa in scena delle
sensazioni: soggetto = semplice tramite per
stimoli esterni
� Metafora dell’ansia della modernizzazione
� Stile:
� Rifiuto della coerenza della struttura narrativa e
del dialogo prodotta artificialmente nei testi
letterari
• Esiste una realtà oggettiva rappresentabile, ma
non è statica, in continuo fluire, e non può essere
colta razionalmentecolta razionalmente
• Adozione di uno stile frammentario, che predilige
le libere associazioni della parola, del pensiero
e dell’esperienza
YOKOMITSU RIICHI (1898-1947)
� Shinkankakuron (1925)
� Esclusione dell’ideologia dalla letteratura
� Letteratura: comprensione immediata della
realtà attraverso i sensi, incentrata sul kankaku
Vero makoto: rappresentazione della percezione• Vero makoto: rappresentazione della percezione
umana attraverso segni esteriori
• Soggetto smarrito, dissolto nella sensazione
� Shanhai
� Spazio urbano cosmopolita e frammentario
� Questione della presenza giapponese in Asia e
atteggiamento ambivalente verso la modernità
� Membro
fondatore dello
Shinkankakuha
� Scrive opere
vicine al gruppo
soprattutto in una
prima fase della
sua produzione, ma
• Tutta la sua• Tutta la sua
produzione rimane
vicina al
modernismo
• Non si distacca
mai del tutto
dall’influenza del
surrealismo
OPERE LEGATE AL GRUPPO DELLO
SHINKAKAKUHA
� Asakusa Kurenaidan (La banda scarlatta di
Asakusa, 1929-1930)
� Romanzo emblema del movimento, come Shanhai
� Centralità del quartiere di Asakusa
• Narrazione frammentaria, con unico elemento
conduttore il colore rosso, e susseguirsi continuo
di immagini
• Richiamo al terremoto del ‘23
� Stile: frasi brevi e spezzate e forte resa visiva
� Esperienze cinematografiche: Kurutta ippeji
(1926)
� N.B.: Anche dopo l’allontanamento della
produzione di Kawabata dalle forme stilistiche più
vicine allo Shinkankakuha, letteratura vista non
come reinterpretazione “organizzata” del mondo
ma come incanalamento del flusso libero
dell’esistenza
� Preferenza per i racconti brevi: Tanagokoro(tenohira) no shōsetsu掌の小説 (1921 – 1972)(tenohira) no shōsetsu掌の小説 (1921 – 1972)
• 146 racconti, spesso brevissimi, prodotti lungo
tutto l’arco della carriera di Kawabata, vere e
proprie cristallizzazioni delle sue tematiche e del
suo stile
� Anche i romanzi lunghi di Kawabata hanno una
struttura simile a raccolte di racconti
PRODUZIONE DAGLI ANNI ‘20: “NEW
PSYCHOLOGISM” E CLASSICITÀ
� Influenza di Valéry, Gide, James, Proust, e
soprattutto Joyce (traduzione dell’Ulisse di Itō Sei):
� Sperimentazione dello stream of consciousness e
delle associazioni libere applicate all’analisi
dell’inconscio, su ispirazione di Freuddell’inconscio, su ispirazione di Freud
� Al contempo, interesse per il recupero delle forme
della poetica tradizionale
� Desiderio di preservare l’identità culturale del
Giappone e di farla conoscere all’estero
� Tendenza accentuata soprattutto dopo la fine della
guerra, in risposta alla distruzione morale e
materiale del paese
IZU NO ODORIKO (LA BALLERINA DI IZU,
1926)
� Fulcro: idea di amore adolescenziale puro
� Espressione della tipica sensualità descritta da
Kawabata: figure di donne-bambine, di aspetto
pallido e immacolato, belle da osservare ma
caratterizzate solo in funzione dell’apprezzamentocaratterizzate solo in funzione dell’apprezzamento
dello sguardo del protagonista
� Natura vagamente autobiografica
� Richiamo alla tradizione della narrativa diviaggio dai kikō al nō: associazioni estetiche legate
ai luoghi.
“To think of the characteristics of Japanese literature
in its ancient tradition, one of its salient features is
the sentiment felt on a journey. Rather, it is sorrow
felt on a journey. It is in the native songs of Japan.
A pilgrimage was a form of spiritual discipline.
Perhaps it was so in foreign countries, but
Japanese pilgrimages were peculiarly characterized
by the climate of Japan. To a certain extent this
climatization has weakened the literature of Japan. climatization has weakened the literature of Japan.
But even lullabies and military songs of modern
Japan are not free from this peculiarity. Yet this
may contain something to which we have to give a
fresh appreciation. I have desired that I might be
able to leave this ancient strain through returning
to it.”
Dalla postfazione della seconda edizione del Kawabata Yasunari
senshū, trad. Reiko Tsukimura
YUKIGUNI (IL PAESE DELLE NEVI, 1937-
1948)
� Romanzo lungo (poi riscritto da Kawabata in
versione tenohira nel 1972)
� Linguaggio estremamente visivo, legato alle
percezioni del protagonista Shimamura (retaggio del
Shinkankakuha)Shinkankakuha)
� Debolezza dei personaggi (Shimamura / Komako)
rispetto alla forza delle immagini
� Però maggiore spessore alla figura femminile
� Nakamura Mitsuo: l’“io” narrante di Yukiguni
corrisponde alla figura dello waki nel teatro nō, la
cui funzione e introdurre lo shite, vero protagonista,
Komako
VITTORIA DEL NOBEL (1968)
� Kawabata Yasunari was the first Japanese to win the
Nobel Prize for Literature. The award was made in 1968,
exactly one hundred years after the new era of Japanese
literature opened with the Meiji restoration. Kawabata was
unquestionably a modern man, and his works dealt
exclusively with the lives of contemporaries, but the Nobelexclusively with the lives of contemporaries, but the Nobel
Prize Committee honored him because of the special
affinities his works revealed with Japanese traditions. The
Japanese public was naturally delighted to learn of the
award, though surprise was expressed that a writer who
was difficult to understand even for Japanese should have
been so appreciated abroad.
(Donald KEENE, Dawn to the West, P. 786)
“For his
narrative
mastery, which
with greatwith great
sensibility
expresses the
essence of the
Japanese mind”
DISCORSO PER IL NOBEL: UTSUKUSHII
NIHON NO WATAKUSHI
� Utsukushii Nihon: Kawabata celebra la
bellezza del Giappone, così come emerge nella
visione della natura
Sublimata nella poesia tradizionale, attraverso� Sublimata nella poesia tradizionale, attraverso
cui il poeta esprime le sue emozioni
� Riplasmata nelle altre arti tipicamente
giapponesi (la cerimonia del té, i giardini.)
� Contemplata nello zen
“Il professor Yashiro Yukio, esperto di arte orientale e
occidentale, antica e moderna, (...) ha detto che una delle
“caratteristiche dell’arte giapponese” può essere sintetizzata in
una sola frase poetica: “Pensare agli amici quando è il tempo
della neve, della luna e dei fiori di ciliegio. Quando vediamo la
bellezza della neve, quando vediamo la bellezza della luna, in
breve, quando apriamo gli occhi sulla bellezza dei singoli
momenti nel corso delle stagioni e ne siamo sfiorati, quando
abbiamo la fortuna di venire a contatto con la bellezza, allora
pensiamo agli amici più cari (...); insomma l’emozione della pensiamo agli amici più cari (...); insomma l’emozione della
bellezza risveglia in noi la simpatia, l’affetto per le persone. In
questo caso, penso che “amico” possa essere letto in senso più
ampio, come “essere umano”. Ancora, le parole che esprimono
la bellezza dei singoli momenti nel corso delle stagioni, “neve,
luna, fiori di ciliegio” per tradizione in Giappone sono
diventate parole che indicano la bellezza di monti e fiumi, erbe
e piante, di tutta la natura, dell’universo intero, e che
includono anche le emozioni umane.”
Da “La bellezza del Giappone ed io”, trad. Maria Teresa Orsi
� Watakushi: la letteratura è, per Kawabata, il
personale strumento per raccontare la bellezza del
Giappone all’Occidente
� Nel discorso, riallaccia esplicitamente la sua
produzione letteraria alla letteratura Heian, in
particolare l’Ise monogatari e il Genji monogatari:
“Da ragazzino anche se ancora non conoscevo bene la
lingua antica, le mie letture erano per lo più lingua antica, le mie letture erano per lo più
costituite dai classici della letteratura Heian e fra
questi la Storia di Genji, credo, e l’opera che più si e
impressa nel mio cuore. Per centinaia d’anni, dopo
che la Storia di Genji e stata scritta, il romanzo
giapponese ha cercato di eguagliarlo, ha continuato
a proporne varianti e imitazioni.”
Da “La bellezza del Giappone ed io”, trad. Maria Teresa Orsi
“[dall’Ise monogatari] “...essendo un uomo raffinato,
[Ariwara no Yukihira] aveva sistemato alcuni fiori, e
fra essi uno straordinario trancio di glicine. Era
lungo più di un metro”.
Un tralcio di glicine che raggiunga quella lunghezza
è davvero sorprendente e si può dubitare che l’autore
dicesse la verità, eppure io vedo in questo fiore di
glicine il simbolo di tutta la cultura di epoca Heian.
Il glicine è un fiore molto giapponese e racchiude in Il glicine è un fiore molto giapponese e racchiude in
sé una grazia tutta femminile, i suoi grappoli che
seguono il soffio leggero del vento appaiono delicati,
flessibili, di una bellezza sommessa, e mentre
mostrano e si nascondono tra il verde di prima estate
sembrano ispirare quell’intenso sentimento verso le
cose che ci circondano, conosciuto come mono no
aware.”
Da “La bellezza del Giappone ed io”, trad. Maria Teresa Orsi
TERMINOLOGIA
� Il termine joryūbungaku (“letteratura di stile
femminile”) nasce negli anni Venti, per indicare
tutte le opere di mano femminile prodotte fra XIX
e XX secolo
� Le autrici erano identificate senza distinzioni� Le autrici erano identificate senza distinzioni
come rappresentative di un determinato stile
• Lirico
• Improntato alla descrizione dei dettagli della vita
quotidiana
� In realtà, giudizio “viziato”: stile comune solo ad
alcune scrittrici e proprio anche di molti autori
uomini
• Ad esempio, molte donne produssero romanzi
ascrivibili allo shishōsetsu, ma nel loro caso si usa
la definizione jidenshōsetsu (romanzo
autobiografico) e non li si ascrive alla “letteratura
alta”alta”
� Oggi preferito, invece di joryū, josei bungaku 女性文学 (“letteratura femminile”)
• Joryūbungaku viene utilizzato invece in
riferimento alla scrittura di periodo Heian
� A posteriori, riconosciute inoltre fasi diverse e
differenziazioni interne nello sviluppo della
letteratura femminile
PERIODO MEIJI
� La posizione della donna in periodo Meiji:
• Esclusione dalla partecipazione politica
• Assegnazione del ruolo di ryōsai kenbo
• Però, buon livello di istruzione, per favorire
gestione della casa e partecipazione ad attivitàgestione della casa e partecipazione ad attività
patriottiche
� Ritrovata l’abitudine alla scrittura, per lo più
dalle donne di più alta estrazione sociale
• Però, numero di argomenti trattati limitatodalle esperienze personali limitate (a causa anche
della etica dello ie) e dalla censura morale
� Modello di scrittrice del periodo: Higuchi Ichiyō
PERIODO TAISHŌ
� Anni ‘10: prime rivendicazioni e attivismo
femminista
� Anni ‘20: nuova generazione di scrittrici mosse
da una coscienza proto-femminista
� Nuova forza lavoro femminile nelle città
• Fra le aspiranti scrittrici, anche figure di bassa
estrazione sociale in lotta con l’establishment
� Caratteristiche della loro scrittura
� Uso soprattutto della forma dell’autobiografia
� Tentativo di allargare la prospettiva sulla figura
della donna (non più solo moglie e madre)
� Autrice più rappresentativa: Hayashi Fumiko
HAYASHI FUMIKO (1903-1951)
� Centro della sua
produzione: zone
marginali della società e
le donne, in particolare
della working class chedella working class che
cercano di crearsi un
proprio spazio nel mondo
patriarcale
� Riflesso della sua stessa
esperienza personale
(trasferitasi a Tokyo nel
1922)
� Hōrōki (Diario di una vagabonda, pubblicato a
puntate su Nyonin geijutsu negli anni 1928-1930,
poi pubblicato a volume):
� Peculiarità del genere
• L’ambientazione a Tōkyō
� Le mōga (modern girls)
� Hayashi fu “penalizzata” dalla sua
categorizzazione nel joryūbungaku,categorizzazione nel joryūbungaku,
� Non riuscì ad essere considerata parte del
bundan che nell’ultimissima fase della sua
produzione
� Però, seppe sfruttare la propria immagine
anticonvenzionale per affermarsi presso il
pubblico
� N.B.: la diffusione di opere di autori come
Hayashi, considerati di letteratura considerata
“popolare” (taishū), fu favorita
� A partire dal 1926, dalla nascita delle edizioni
economiche (enpon)
� Dalla popolarità delle riviste, che:
• Divennero un importante veicolo per• Divennero un importante veicolo per
l’allargamento del bacino dei lettori
• Divennero territorio di sperimentazione per
quegli scrittori che non intendevano aderire al
corso principale del mondo letterario Meiji, come
gli scrittori proletari, le femministe, i modernisti
IL GENERE
� Romanzo poliziesco
� Una delle più popolari forme di taishū bungaku(letteratura popolare) insieme al jidai shōsetsu
(romanzo popolare di ambientazione storica)
� Il termine tantei shōsetsu nasce come traduzione� Il termine tantei shōsetsu nasce come traduzione
letterale di “detective novel” (anche se si usa
spesso anche il termine mistery)
� Genere nato in Europa con I delitti della Rue
Morgue di Edgar Allan Poe (1841)
CARATTERISTICHE FONDAMENTALI
� Elemento centrale: soluzione di un mistero, i
cui elementi sono presentati chiaramente al
lettore all’inizio della storia, alimentando la sua
curiosità fino alla soluzione finale
Schema caratteristico: delitto, indagini,� Schema caratteristico: delitto, indagini,
scioglimento finale dell’enigma
� Diverse varianti: noir, giallo, thriller, police
procedural, ecc.
� Per lo più legato all’ambiente urbano (uno degli
aspetti che favorì la sua popolarità in Giappone)
STORIA DEL GENERE IN GIAPPONE
� Antecedente in periodo Tokugawa: saihan
shōsetsu (racconto giudiziario), su modello del Tōin
hiji cinese
� Periodo Meiji:
� 1887: Poe e Conan Doyle sullo Yomiuri Shinbun
• Iniziale importazione del modello occidentale
� Ampliamento del pubblico, grazie al giornalismo
� Favore del governo
� Periodo Taishō:
� Grande successo
� Sviluppo in senso più originale rispetto al modello
occidentale (ripresa Tokugawa)
PRINCIPALI AUTORI
� Kuroiwa Ruikō (1862-1920): più strettamente
legato al modello occidentale
� Okamoto Kidō (1872-1939): torimonochō (incontro
fra romanzo poliziesco e romanzo storico), inaugurati
con la serie Hanshichi torimonochō (1917)
Edogawa Ranpō (1894-1965)� Edogawa Ranpō (1894-1965)
� Valore letterario del romanzo poliziesco
� Decadentismo (da Baudelaire a Tanizaki)
� Centralità della rappresentazione psicologica (e non
sempre del delitto) e interesse per personaggi
“deviati” nel contesto cittadino
� Injū (La belva nell’ombra, 1928)
IL MOVIMENTO PROLETARIO IN
LETTERATURA
� Risorgere di socialismo e marxismo nel periodo
Taishō, fra la borghesia più che fra le masse
� Valore politico della letteratura
� Diffondersi del “realismo proletario”
• Introduzione di tematiche nuove e espansione dei
confini della letteratura oltre il bundan
� Vita travagliata del movimento:
� Repressione e dibattito sul rapporto fra ideologia e
letteratura
� Finale repressione e tenkō bungaku
� Però, alcuni autori riprenderanno nel dopoguerra
AUTORI PRINCIPALI
� Kobayashi Tajiki (1903-1933)
� Kani kōsen (Il peschereccio dei granchi, 1928):
esempio di opera centrata non sull’individuo ma
sulla collettività (vs le tendenze affermatesi in
Giappone sin dal periodo Meiji)Giappone sin dal periodo Meiji)
� Miyamoto Yuriko
� Unione di letteratura proletaria (funzione sociale
della letteratura) e letteratura “femminile”
intimistica, in stile autobiografico