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12Il Sole 24 Ore
Lunedì10 Gennaio 2011 - N. 9
di Renato Brunetta
Che la crisi finanziaria sia finita, che lepossibili aggressioni speculative con-tro i debiti sovrani siano un pericolo
cessato, non lo ha sostenuto nessuno, e se loavesse fatto sarebbe stato smentito. Rispettoaidueannirecessivi,però,viviamounafasediripresa mondiale, anche se in Italia è ancoratroppocontenutaelenta,perragionistoriche,chenullahannoachefareconlacrisi.Questoè il nostro problema: adottare politiche pub-bliche, non necessariamente di spesa, intra-prendere cambiamenti strutturali, varare ri-formeistituzionali checonsentanodiaccele-rareilpassoeguardareconserenafiduciaallesfidedelpresenteedelfuturo.
Il 2011 sarà un anno decisivo per l’econo-mia.Eladirezioneincuiessaandràdipende-rà in modo cruciale dalla politica. Sono unconvinto liberista e so che non sono i gover-nichepossonodeterminaredasoli lacresci-ta economica. Ma vi sono fasi della storia incui i mercati aspettano segnali dalla politicael’annochesiaprenonpermetteràallapoliti-ca di seguire il detto inglese wait and see.Questovalesulpianoglobale,sulpianoeuro-peoesulpianonazionale.
L’agenda internazionale
La presidenza francese ha posto al centrodell’agenda del G20 per il 2011 la riforma delsistema monetario internazionale. Un temacruciale per almeno tre necessità: a) stabiliz-zarelavolatilitàdeicambiesuperareilperico-lodiunaguerravalutariaafiniprotezionisticichedanneggerebbeilcommerciointernazio-nale;b)offrireaipaesiconfortiriservevaluta-rie la possibilità di finanziare con minori ri-schidicambioipaesiconampidebitipubbli-ci, come chiedono i cinesi; c) determinare intalmodolecondizioniperlaconvergenzadel-lepolitichemacroeconomichetraStatiUniti,EuropaeCinainsostegnodellacrescita.Que-ste politiche oggi divergono fortemente, conuna Europa concentrata sul consolidamentofiscaleadifesadell’euroegliStatiUnitiimpe-gnatiasostenerelacrescitaconmezzimone-tari, cioè iniettando liquidità nei mercati. Ciòdetermina pericolidi inflazione erende indi-spensabileunaccordoglobaleperlacrescita.Solounamaggiorecrescitapuòpermetterediriassorbire la liquidità in eccesso senza infla-zione, ridurre i debiti senza recessione, e ri-durre gli squilibri globali. La globalizzazionenonèoperadimalvagi,sianobanchieriospe-culatorifinanziari,maunarealtàcherichiedeunacapacitàdeigovernidicoordinarelepoli-tiche con una visione strategica. Non sono imercati globalizzati a produrre i mostri, essinonappaionodalnullacomeneivideogiochi,ma sono in gran parte i prodotti delle cattivepoliticheedellecattiveregolamentazioni,so-nocioèfiglideigoverni.
L’agenda europea
All’agendainternazionaleècollegatal’agen-daeuropeachemettealprimopostounamo-difica della governance economica dell’Eu-ropa per conseguire i tre obiettivi principali
oggiindiscussione.Ilprimoèquellodelcon-solidamento fiscale e cioè come assicurarela convergenza rapida di tutti paesi europeiversounapoliticadibilanciocheconsentalasostenibilitàdi lungoperiododeidebitipub-bliciel’equilibriomacroeconomico.Ilsecon-doèquellodistabilireunmeccanismodiga-ranziaper idebitiaccumulatinelcorsodellacrisi in modo da assicurarne il finanziamen-to al riparo dalla volatilità dei mercati finan-ziari.L’emissionediEurobond,perfinanzia-re sia i debiti sovrani europei sia le grandiopere infrastrutturali, rientra in questa pro-spettiva.Il terzoobiettivo,cheècondiziona-todal perseguimento deiprimi due,è quellodi attuare politiche di sostegno alla crescitanonbasatesullaspesaindeficit,maevitandopolitichefortementedeflattiveeconglispa-zi necessari ad attuare le riforme necessarieadaumentare lacompetitività.Se il raggiun-gimentodiquestoterzoobiettivosibasasul-lacapacità diperseguire iprimidue,èancheveroche iprimi due richiedonoun impegnocredibile sull’obiettivo crescita. Ogni puntoinmenodi crescita rende necessario, infatti,aumentare l’avanzo primario per stabilizza-reidebiti,finoarenderequestosforzodista-bilizzazionenonpiùcredibile.
Nonèuncasoche imercati finanziarioggigiudicanoilrischiodisolvibilitàdeidebitiso-vrani, da cui dipende il premio al rischio ri-chiestoperillorofinanziamento,nonsolodaisaldicorrentidibilanciomadaltassodicresci-taprevedibileinbaseallacompetitivitàdeiri-spettivi paesi. Il circuito virtuoso descritto èl’unico possibile affinché non salti l’unionemonetaria, evento che sarebbe drammaticosia per i paesi europei economicamente piùfragilisiaperquelliconsideratipiùforti.L’eu-ro non è difendibile annunciando il pericolodelbaratrofinanziariomaoperandoperriav-viare la competitività delle economie euro-pee. Se quelli descritti sono i problemi da af-frontare,itempiadisposizioneperagiresonostrettie il rigidocalendario del"semestreeu-ropeo"rispecchiaquestaconsapevolezza.
L’agenda nazionale
Il semestre europeo chiarisce la correlazio-ne tra convergenza delle politiche di bilan-cio e convergenza delle riforme a sostegnodella crescita proprio prevedendo la conte-stualepresentazioneinapriledeiduedocu-menti che le contengono. L’Italia ha quindidi fronte quattro mesi cruciali per definirele politiche relative ai due processi di con-vergenzae questaè l’occasione perdefinirein questo orizzonte temporale, un pianocondivisodipoliticaeconomicachesi ispiri
aiconcettidi rigoree sviluppo.Maqualisonolecondizioninellequalique-
sto piano nazionale deve essere sviluppato?LaDecisionedifinanzapubblica2011-2013,ap-provata dal parlamento, delinea un quadrogiàcompatibilecongliobiettivieuropeiechequindinonrichiedemodifichesostanzialiperlaformulazionedelPianodistabilitàeconver-genza.Essaprevedechealegislazionevigen-te,e quindi inassenza di manovre aggiuntivedibilancio,ilrapportodeficit/pil,cheègiàog-gi tra i più bassi dell’Europa, si attesti entro il2013stabilmentesottoil3%echel’avanzopri-marioraggiungail2,6%delPil.Questolivellodell’avanzo primario assicura, secondo i cal-coli europei, la stabilizzazione del rapportodebito/pilelasuaprogressivariduzioneeciòsignificache,secondoleregoleattuali,nonso-no necessarie azioni aggiuntive rispetto aquelleadottate.
Èindiscussione,tuttavia,unanuovaregolaeuropeadirettaadaccelerareilprocessodiri-duzionedeldebito.Essaprevedeunobiettivoannuale di riduzione del rapporto debito/pilpari al 5% del divario di questo rapporto dalvalorediriferimentodel60percento.Seque-sta regola, che prevede fattori di correzionecomeiltassodicrescitadellaricchezzanazio-nale e il livello di indebitamento del settoreprivato, fosse approvata entro l’estate, il rap-porto debito/pil italiano dovrebbe ridursi apartire dal 2015 del 2,7 per cento l’anno e ciòimplicherebbe la necessità di ottenere unavanzo primario di bilancio non di molto su-perioreaquellogiàprevisto. Ilveronodoperlacredibilitàdiquestaprevisionedistabilitàeconvergenzadellafinanzapubblica italianaèche essa si basa sull’ipotesi che si raggiungaun tasso di crescita stabilmente superiore al2%findal2012.Seciònonfossesarebberone-cessarieulteriorimanovrecheciavviterebbe-roinunaspiraleditaglidibilancioerecessio-nealcuiterminec’èsoloildefault.Manonvièalcunmotivoperchéciòavvenga.Visonoog-gi le condizioni internazionali e di finanzapubblica nazionale perché la politica eliminigli ostacoli alla crescita. Questi ostacoli sononoti e sono anche indicati sia nella strategiaEuropa 2020 sia nella versione preliminaredelProgrammanazionalediriformaapprova-to dal Consiglio dei ministri del 5 novembre2010.
È necessario accelerare l’attuazione delleriforme strutturali, che non incidono sul bi-lanciomachepossonoaprireeliberalizzareimercati, far aumentare la produttività e lacompetitività complessiva del sistema. I 5punti del programma sui quali il governo haottenuto la fiducia delParlamentoafine set-tembredevonoessereattuati: fisco,federali-smo fiscale, giustizia, piano per il sud, sicu-rezza e immigrazione. È realizzabile in tem-pi brevi il programma già previsto di inter-ventiperlamodernizzazionedelpaese:sem-plificazioni legislativa e delle procedure bu-rocratiche,liberalizzazioni,apartiredaquel-ladeiservizidipubblicautilità, lariformadi-retta ad aumentare l’efficienza e a ridurre icosti della Pubblica amministrazione ancheattraverso la sua digitalizzazione. Tutto ciò
nonrichiedespesaaggiuntivamacrealecon-dizioniperlariduzionestrutturaledellaspe-sa.Èpossibileanche attuaregli investimentiinfrastrutturali programmati, il piano casa,l’accelerazionedeipagamentidellapubblicaamministrazione, promuovere l’estensionedellabandalarga.
Le riforme e la fiducia
Ungettitoaggiuntivodestinatoaquestefinali-tàpuòvenirenon solodalla lottaall’evasionefiscalemaanchedalladismissionedipartidelpatrimoniopubblicoedallastessariformafi-scale. La riforma fiscale non implicadi per séunariduzionecomplessivadelgettitofiscale.Ilprimoobiettivoèquellodieliminarelestor-tureesistenti, checoncentrano il prelievosuiredditi,inmododapremiarelaproduzionedireddito e quindi preparare le condizioni per-ché anche la pressione fiscale complessiva sipossaridurre.Dallepersoneallecosesiusadi-re. Sui principi che debbono guidare la rifor-ma i ministri di questo governo concordanoda oltre un decennio, ma consumatori e im-preseattendonounsegnalecheincidapositi-vamentesulleloroaspettative.
Ilnumerodegliinterventiè,quindi,ampioedègiàindividuato,maènecessarioelimina-re gli ostacoli politici alla loro realizzazione.Lafiduciadiconsumatorieimprese,cheè inaumento ma che va rafforzata perché la cre-scita si consolidi, richiede che i messaggi in-viati al paese dal governo non siano del tipo"ogginonsipuòfare".Alcontrariooggiside-veagire.Forsesarebbeutile immaginarean-che un indicatore di fiducia dei governi, cheregistri la fiducianeipropriprogrammi,nel-le cose attuate e nei risultati delle politicheavviate. La cosa peggiore è aver paura dellestesse riforme fatte, da quella dell’Universi-tàaquelladellaPubblicaamministrazione,efrenarlenonavendofiducianeirisultatiposi-tiviperilcuiconseguimentosonostatedise-gnateeapprovate.L’approvazionedellostes-so federalismo fiscale sembra frenato dallapaura,quasichesiacaduta lafiducianeisuoieffettipositivi.
Credo che la principale responsabilità diun Governo, soprattutto di fronte a una cosìgravecrisieconomicasiaquelladinonspecu-lareedinonlasciarechesispeculisullapaura.Dopo il voto di fiducia del 14 dicembre e l’in-consistenzapoliticadimostratadalleopposi-zioni unite solo nel tentativo di distruggere,maprivediqualsiasicredibilestrategiaalter-nativaperaffrontareibisognidelpaese,laten-tazioneavrebbepotutoesserequelladiunri-corsoalleurne.Sarebbestatounmodoperlu-crare sulla paura. Invece, si è scelta la stradadellaresponsabilitànelsegnodellastabilità.
La guerra alla crisi è stata condotta sinoracon politiche di "guerra". Adesso è giunto ilmomentodiaccompagnarelavigilanzabelli-caconmisurecheciaiutinoametterealsicu-roirisultatiraggiunti.
Per questo le riforme strutturali sono unanecessitàchedàsensoalrigore,nonunvezzoornamentale.Acominciaredalleriformeisti-tuzionali. Perché una democrazia sfilacciatae instabile è incapace della tempestività checrisicomequestarichiedono.Lastradadelfe-deralismoèunastradaobbligata,mainunpa-esecomel’Italiailfederalismononpuòregge-re l’impatto di una tensione disgregatrice, secontemporaneamentenonvieneequilibratoconilrafforzamentodeglielementiunitari, acominciaredaunsistemapresidenzialecheinostri più lungimiranti costituenti già auspi-cavanonel1948.
Ministroper laPubblicaamministrazioneel’innovazione
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TASSEE CONTRIBUTI
Il governo. La principale responsabilità che lo aspetta?Non speculare e non lasciare che si speculi sulla paura
LaCommissioneeuropea(nellafotoinalto, ilpresidenteJoséManuelBarroso)devepresentarel’indagineannualesullacrescita,chefisseràipuntisucui lavorareneimesisuccessivi
Per un’agenda di rigore e sviluppoIn Italia ripresa troppo contenuta e lenta, ora cambiamenti strutturali in tempi stretti
GIUGNO
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1598 99 00 01 02 03 04 05 06 07 08
Contributi socialiTasse sulla produzione
Tasse sui redditi
La road mapcomunitariadei prossimi mesiAppuntamentidecisiviper l’Europaenonsolo.L’agendadegliimpegniinambitocomunitariosiincrociaconlariformadelsistemamonetariointernazionalechelapresidenzafrancesedelG20hapostocomepriorità.Nelprimosemestreverrannofissateledirettricidellepolitichedibilancio.Toccherà,poi,aisingolistatirispettarleerealizzarleconcretamentenellasecondapartedell’anno.
LA GUERRA ALLA CRISIÈ giunto il momentodi accompagnare la vigilanzabellica con misure checi aiutino a mettere al sicuroi risultati raggiunti
GENNAIO
Il federalismo fiscale. L’approvazione sembra frenata,quasi che sia caduta la fiducia nei suoi effetti positivi
EntromarzoilConsiglioeuropeoelaboralelineeguidadibilancioperlaUeeisingolipaesi.Ametàaprileglistatimembripresentanoipianinazionalidiriformaeipianidistabilitàeconvergenza
LaCommissioneelaboraleraccomandazionidipoliticaeconomicaedibilancioperglistati.Entroilmese,sial’EcofincheilConsigliooccupazioneeaffarisocialiapprovanoleraccomandazioni
RÉAIltassodidisoccupazioneinItalianel2010.In%
Verso la meta. Quattro mesi cruciali nei quali serve un piano condiviso di politica economica ispiratoai concetti di rigore e sviluppo (nella foto, la Volkswagen Touareg di Carlos Sainz al Rally Dakar 2011)
Fonte: Eurostat
Il rapporto rispetto al Pil nei paesi Ue
SENZA IMPIEGO MARZO-APRILE
ERIC GAILLARD/REUTERS
UN ANNO DI RIFORMEIL CALENDARIO
Fonte: Istat
G F M A M G L A S O N
8,38,4
8,5
8,3
8,2
8,4
8,7
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