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Terapia Globale Della Balbuzie - Phillip J Roberts

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TERAPIA GLOBALE DELLA BALBUZIE

Phillip J. Roberts Tutti i diritti riservati. Ogni riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo è proibita senza l’autorizzazione preventiva dell’Autore. Una copia xerografica, fotografica, con film, con banda magnetica o altro costituisce una contraffazione passibile di pene previste dalla legge sulla protezione dei diritti d’autore. Copyright © 2002-2004 Phillip J. Roberts

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Ai miei nonni, ai miei genitori e a mia moglie.

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Indice Prefazione 3 Prima parte: Descrizione teorica della balbuzie Capitolo 1 - L’iceberg della balbuzie 6 Capitolo 2 - Contrazione muscolare e balbuzie 12 Capitolo 3 - Interazione tra i diversi elementi dell’iceberg della balbuzie 17 Capitolo 4 - L’iceberg del buon eloquio 24 Seconda parte: Terapia per gli adulti e gli adolescenti Introduzione 32 Prima serie d’esercizi - Controllo Valsalva Esercizio 1 - Balbuzie volontarie 40 Esercizio 2 - Rilassate l’ano 44 Esercizio 3 - Respirazione addominale 47 Esercizio 4 - Evitate le manovre Valsalva inutili 49 Esercizio 5 - Cambiare il modo in cui il vostro corpo reagisce allo stress 52 Esercizio 6 - Cambiare il modo di percepire le parole 54 Esercizio 7 - Sonorizzate 55

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Esercizio 8 - Emissione d’aria e inizio calmo nel parlare 60 Esercizio 9 - Elocuzione sonorizzata 65 Esercizio 10 - La tecnica di Demostene 70 Esercizio 11 - Esercizi quotidiani 88 Seconda serie d’esercizi: Cambiate comportamenti, emozioni e percezioni Esercizio 12 - Ascoltate gli altri 98 Esercizio 13 - Non siete i soli 101 Esercizio 14 - Ricordatevi le conversazioni piacevoli 103 Esercizio 15 - Accettate la balbuzie 105 Esercizio 16 - Comportatevi come un “non balbuziente” 110 Esercizio 17 - Specchio 112 Esercizio 18 - Guardate le persone dritto negli occhi 113 Esercizio 19 - Parlate con i gesti 117 Esercizio 20 - Fate parlare il corpo 120 Esercizio 21 - Come interrompere le persone mentre parlano 123 Esercizio 22 - Parlare a voce alta 125 Esercizio 23 - Cantate! 129 Esercizio 24 - Fate delle pause! 131 Esercizio 25 - Mostrate i vostri sentimenti 134 Esercizio 26 - Buttatevi! 136 Esercizio 27 - Siate un leader 139 Esercizio 28 - Svelate le vostre intenzioni nascoste 141 Esercizio 29 - Evitate d’evitare 143 Esercizio 30 - Adottate un atteggiamento positivo 146 Conclusione 149 Terza parte - Terapia per i bambini Capitolo 1 - Vostro figlio balbetta 152 Capitolo 2 - Terapia indiretta 155 Capitolo 3 - Terapia diretta 164 Referenze bibliografiche 168

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Prefazione Balbettate e desiderate migliorare ardentemente il vostro modo di parlare.

Pensate che il balbettare blocchi la vostra vita e vorreste trovare il modo di eliminarlo. Forse avete già provato vari metodi ma nessuno è stato veramente efficace.

Questo libro dovrebbe permettervi di migliorare e forse di smettere per sempre di balbettare. Ci vorrà tempo: probabilmente molti mesi e forse anche più di un anno. Forse sognavate un sistema che vi avrebbe permesso di eliminare la balbuzie in pochi giorni e forse siete un po’ delusi nel leggere che ci vorrà più tempo. Dovete capire che balbettate da vari o molti anni. Ecco perché il balbettare è ora un’abitudine profondamente ancorata in voi e ci vorrà per forza tempo per cambiarla.

La prima parte di questo libro vi darà una descrizione teorica della balbuzie. Così avrete le conoscenze di base necessarie per poter controllare la balbuzie e migliorare il vostro eloquio. Capirete che balbettare è un fenomeno complesso che non si limita all’eloquio e include tutti i vostri atteggiamenti che dovranno essere modificati uno a uno se volete eliminarlo in maniera duratura.

La seconda parte di questo volume si compone di 30 esercizi divisi in due parti e volti a migliorare il vostro modo di parlare. Gli esercizi della prima parte riguardano la parola mentre gli esercizi della seconda parte vi aiuteranno a modificare i diversi comportamenti associati al balbettare.

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Probabilmente arriverete a eliminare la balbuzie prima di aver fatto tutti gli esercizi. Se ciò accade vi raccomando di fare lo stesso tutti gli esercizi fino all’ultimo. Riuscire ad eliminare la balbuzie è un compito difficile, ma non è neppure facile mantenere in maniera duratura un buon eloquio. Una ricaduta è sempre possibile ed è indispensabile consolidare quanto appreso così da evitare sgradevoli sorprese.

Attenti. la balbuzie è un fenomeno complesso non ci sono due balbuzienti identici. Questo libro dovrebbe aiutare moltissimo la maggior parte dei balbuzienti ma non posso garantire che sarà efficace per tutti. C’è una ridotta probabilità che dopo aver letto il libro e aver fatto tutti gli esercizi non vediate nessun miglioramento. In questo caso non bisogna abbandonare la battaglia contro la balbuzie. Potete consultare un logopedista o fare ricerche su Internet per un aiuto ulteriore. Se volete veramente controllare la balbuzie troverete il modo di raggiungere l’obiettivo. Ci vorrà forse del tempo, ma perseverando vi riuscirete. Volere è potere! Se vostro figlio balbetta… Se vostro figlio balbetta vi consiglio di iniziare col leggere la prima parte (Descrizione teorica della balbuzie). Queste pagine vi aiuteranno a capire il fenomeno della balbuzie e vi daranno un’idea di ciò che prova un balbuziente.Vi sarà allora più facile capire vostro figlio e di aiutarlo a migliorare nel parlare.

La seconda parte (Terapia per gli adulti e gli adolescenti) non è stata scritta in modo specifico per il bambino. Questa parte è rivolta innanzitutto agli adolescenti e agli adulti. In ogni modo qualunque sia l’età di vostro figlio vi invito a leggere la seconda parte poiché le informazioni contenute in queste pagine vi aiuteranno ad acquisire una migliore comprensione della balbuzie.

La terza parte (Terapia per i bambini) è stata scritta in maniera specifica per voi

e dà informazioni importanti sui bambini e la balbuzie. La terza parte spiega anche cosa potete fare per aiutare vostro figlio ad eliminare la balbuzie e migliorare il suo eloquio.

Vi auguro buona fortuna. Se avete domande o commenti non esitate a

contattarmi attraverso il sito http://www.balbuzie.ch

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Prima parte

Descrizione teorica della balbuzie

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Capitolo 1

L’iceberg della balbuzie

Nel dizionario Secondo il dizionario, la balbuzie è un disturbo della parola caratterizzato dal fatto di ripetere in maniera involontaria o di non potere pronunciare certe sillabe.

Tutti i balbuzienti saranno d’accordo nel trovare la definizione troppo corta poiché descrive solo la parte visibile (o più strettamente la parte udibile) della balbuzie.

Per il balbuziente, la balbuzie rappresenta molto più di una semplice ripetizione

di sillabe; (la balbuzie) è anche la strana sensazione che provate dentro di voi quando sapete che state per balbettare. La balbuzie è sinonimo di frustrazione, di vergogna, di colpa e di senso d’inferiorità; portano a comprare una brioche al cioccolato invece di una pasta alla marmellata di mele perché presentate una difficoltà sulla parola “marmellata”. Oppure comprerete forse delle paste ripiene di composta di mele perché pensate che la parola “due” vi darà sufficiente slancio per poter pronunciare la parola “marmellata” senza troppe difficoltà. Farete poi finta di chiedervi perché non avete abbastanza appetito per mangiare la seconda.

A causa della balbuzie troverete ogni buona ragione per non chiedere un

aumento di stipendio anche se lo meritate chiaramente.

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Per il fatto di essere balbuziente, esitate a rivolgere la parola alla ragazza che amate in segreto e dovrete rassegnarvi a lasciare campo libero ad un altro. La balbuzie è anche l’uso esagerato di ogni sorta di parole e di espressioni inutili come “humm”, “se vuole”, “diciamo che” eccetera.

Se siete balbuzienti, siete regolarmente seccato da persone che vi danno consigli

stupidi e inutili come “calmati!”, “respira!”, “parla lentamente”.

L’iceberg della balbuzie La balbuzie è come un iceberg (vedi il disegno a pagina 11): c’è una parte visibile e una parte nascosta. La parte visibile rappresenta sol il 10% della massa totale dell’iceberg. Il rimanente 90% è immerso sotto la superficie dell’oceano ed è secondo i navigatori la parte più pericolosa dell’iceberg.

I problemi nel parlare del balbuziente rappresentano solo la parte visibile del fenomeno. La parte nascosta dell’iceberg comprende: 1 – La contrazione dei muscoli del meccanismo Valsalva Sarà descritto dettagliatamente nel capitolo seguente. 2 – Una respirazione irregolare I balbuzienti hanno spesso una respirazione irregolare e hanno difficoltà a sincronizzarla con la parola. Cercano talvolta di parlare con pochissima aria nei polmoni. Taluni cercano anche di parlare mentre inspirano. 3 – Emozioni negative, vergogna, colpa, senso d’inferiorità, imbarazzo, mancanza di fiducia in se stessi I balbuzienti provano spesso vergogna dell’incapacità di parlare in modo normale e si sentono sminuiti per le difficoltà nel comunicare con gli altri. Si sentono colpevoli di non realizzare quello di cui sarebbero capaci se non fossero balbuzienti. Sono impacciati dalla balbuzie e dell’impazienza di quelli a cui parlano.

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4 – Timore delle situazioni particolari come l’utilizzo del telefono, ordinare un piatto al ristorante, chiedere la strada a un passante eccetera La balbuzie è più o meno intensa secondo la situazione. Le situazioni propizie alla balbuzie variano secondo gli individui, ma sono in genere più intense quando il balbuziente si rivolge a qualcuno che incarna ai suoi occhi l’autorità: un poliziotto, i genitori, un professore o un diretto superiore. I balbuzienti non hanno in genere difficoltà quando parlano da soli o ad un animale finché non sia un essere umano in grado di ascoltarli. Spesso balbettano meno quando parlano al coniuge probabilmente perché percepiscono questa persona come una specie di doppio se stessi. 5 – Utilizzo esagerato di parole “tappabuchi” Quando un balbuziente sente che sta per inciampare su una parola, ne usa di inutili come “non è vero”, “hum”, “ma”… Tutti di regola adoperano parole stereotipate e inutili ma i balbuzienti ancora di più. Spesso i balbuzienti hanno l’impressione che queste diano loro uno slancio che consente di superare l’ostacolo.

6 – Sostituzione di parole Quando un balbuziente sente che sta per bloccarsi su una parola specifica, usa spesso un sinonimo. Il problema è che spesso il sinonimo è meno appropriato e questo rafforza nel balbuziente l’idea di essere incapace di comunicare in modo efficace. 7 – Restare in secondo piano Un altro modo di non balbettare, è semplicemente evitare di parlare. Vi ricordate probabilmente di aver ascoltato in silenzio una persona che sciorina con disinvoltura le peggiori stupidaggini senza osare prendere la parola per interromperle. È con molta probabilità la situazione più faticosa e più frustante per un balbuziente.

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8 – Evitare di incrociare lo sguardo I balbuzienti tendono ad evitare di incrociare lo sguardo dei loro interlocutori probabilmente perché non possono tollerare di vederne la reazione quando balbettano. Questo atteggiamento rende molto difficile la comunicazione con gli altri. 9 – Tendenza a rimanere rigidi I balbuzienti sono talmente preoccupati dalla paura di balbettare, che dimenticano di usare il linguaggio gestuale. 10 – Parlare con voce debole Molti balbuzienti non parlano forte perché hanno paura che troppi li sentano balbettare. 11 – Resistenza al cambiamento La quasi totalità dei balbuzienti ha evidentemente voglia di eliminare la balbuzie. Ma la natura umana detesta il cambiamento. Consciamente o inconsciamente, il balbuziente sa che se supera il suo handicap, il suo modo di vivere sarà modificato profondamente. Dovrà parlare di più, frequentare più gente, avere una vita sociale più attiva. È probabile che il suo inconscio non si senta pronto ad accettare tutti questi cambiamenti. L’inconscio rischia di rallentare e di far fallire ogni sforzo di miglioramento del modo di parlare.

Ora, cominciate a capire che la balbuzie non è solo un problema di eloquio; è un fenomeno complesso che monopolizza tutto il vostro corpo e la vostra mente. La balbuzie affligge la totalità del vostro essere e include ogni sorta di comportamento, di emozione, di percezione e di sentimento.

Una terapia che si focalizza unicamente sul vostro cattivo modo di parlare fallirà sicuramente. Per poter vincere la balbuzie, bisogna assolutamente ricorrere a una terapia che affronta il problema nella sua globalità.

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Il capitolo seguente vi spiegherà come la contrazione dei muscoli del meccanismo Valsalva interferisca con il modo di parlare. Nel capitolo 3 vedremo come i diversi elementi dell’iceberg della balbuzie interagiscano e si rafforzino reciprocamente.

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L’iceberg della balbuzie

Blocchi ripetizioni di sillabe

Contrazione dei muscoli del meccanismo Valsalva

Sensazioni, emozioni e percezioni negative

Utilizzo di parole tappabuchi

Sostituzione di parole

Tendenza a rimanere in disparte

Tendenza ad evitare di incrociare lo sguardo

Tendenza a rimanere rigido

Parlare a voce fievole

Respirazione Irregolare

Timore di situazioni particolari

Resistenza al cambiamento

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Capitolo 2

Contrazione muscolare e balbuzie In questo capitolo vedremo come la contrazione involontaria di certi muscoli interferisca con l’eloquio e scateni la balbuzie. Questi muscoli fanno parte di quello che la comunità scientifica chiama “il meccanismo Valsalva”. Il modo per cui i muscoli del meccanismo Valsalva interferiscono con la parola è esposto dettagliatamente nell’eccellente libro di William D. Parry “Understanding & Controlling Stuttering. A Comprehensive New Approach Based on the Valsalva Hypothesis”.

Questo capitolo vi darà solo una visione d’insieme del fenomeno. Vi esporrò

soltanto gli elementi che avete bisogno di capire per controllare la balbuzie. Se capite l’inglese e desiderate comprendere in modo più completo il meccanismo Valsalva e il modo in cui interferisce con l’eloquio, vi consiglio vivamente di comprare il libro di William D. Parry. Potete acquistarlo per corrispondenza su www.amazon.com.

La manovra Valsalva

Che accade quando sollevate un oggetto pesante? Cominciate con l’ispirare, poi, bloccate la respirazione. Afferrate l’oggetto e tendete i muscoli del braccio per sollevarlo.

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Vi siete già chiesti perché cominciate con l’ispirare e col bloccare la respirazione prima di sollevare un oggetto pesante? Lo fate per gonfiare il petto e l’addome e renderli abbastanza rigidi per sopportare il peso dell’oggetto.

Per trattenere la respirazione chiudete la laringe. Questa si trova nella gola e ha

due funzioni distinte: emissione di suoni quando parlate e chiusura allo sforzo quando fate uno sforzo intenso, per esempio quando sollevate una grossa valigia.

Trattenere la respirazione chiudendo la laringe non basta per mantenere la

rigidità del petto e dell’addome. Dovete anche contrarre i muscoli addominali. Ciò facendo contraete l’intestino; con conseguenze molto spiacevoli (defecazione involontaria) se non serrate istintivamente i muscoli anali. Infatti, quando defecate intenzionalmente, trattenete la vostra respirazione e tendete i muscoli addominali ma allentate quelli anali invece di contrarli.

Riassumendo: Quando sollevate un oggetto pesante, trattenete la respirazione e

contraete molti muscoli differenti: quelli della laringe, del petto, dell’addome, e dell’ano. Quando contraete in modo simultaneo tutti questi muscoli realizzate quella che si chiama manovra Valsalva. I muscoli del meccanismo Valsalva lavorano insieme sincronicamente. Se contraete i muscoli anali, osserverete che si contraggono anche i muscoli dell’addome, del petto e della laringe.

Cercate di contrarre i muscoli addominali. Che succede? Anche la laringe e

l’ano si contraggono. Allo stesso modo, se chiudete la laringe, i muscoli addominali e anali seguiranno subito il movimento.

Per capire bene quello che accade durante una manovra Valsalva fate il seguente

esercizio: inspirate, bloccate la respirazione e mantenete la pressione nei polmoni come per sollevare un oggetto pesante. Fate questo esercizio moderatamente poiché può essere mortale se avete un problema cardiaco.

Sentite come i muscoli del petto, dell’addome, della laringe sono contratti.

Sentite come l’ano e la laringe sono chiusi. Osservate come le labbra sono fortemente strette. Anche la lingua e le mascelle sono contratte.

In realtà, è la manovra Valsalva che blocca l’insieme del meccanismo delle

parole.

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Manovra Valsalva e balbuzie

La manovra Valsalva è sicuramente un argomento interessante, ma che rapporto ha con la balbuzie?

Come spiegato precedentemente, la laringe ha due funzioni di base: chiusura

allo sforzo ed emissione di suoni (parole). Durante la chiusura allo sforzo, la laringe si chiude completamente ed impedisce

all’aria di uscire dai polmoni. Mentre parlate, le corde vocali della laringe non si chiudono completamente così

che l’aria esce lentamente dai polmoni. Il flusso d’aria fa vibrare le corde vocali e produce così i suoni che costituiscono le parole. La balbuzie si produce quando una manovra Valsalva interferisce con l’emissione dei suoni e provoca la chiusura della laringe. La laringe si chiude completamente e l’aria non può più uscire dai polmoni. Le corde vocali non possono più vibrare e la parola si blocca improvvisamente.

In certi casi, potrete essere capaci di rilasciare un poco i muscoli della laringe e

allora usciranno una sillaba, una o più parole. Poi vi bloccherete di nuovo perché avete realizzato un’altra manovra Valsalva. Forse ripeterete la stessa sillaba ogni volta che riuscirete per un breve istante ad allentare la laringe.

La manovra Valsalva non riguarda solo la laringe. Come spiegato

precedentemente, quando fate una manovra Valsalva, i muscoli dell’ano, dell’addome, il petto e la laringe non sono i soli che si contraggono. Anche i muscoli delle labbra e della lingua si contrarranno. Ricominciate una manovra Valsalva ora e osservate la sensazione nelle labbra e nella lingua. Sono sicuro che vi ricorderà la sensazione che avete in bocca quando balbettate.

Una manovra Valsalva colpisce il meccanismo della parola in modo simultaneo

e in diverse maniere: blocca il flusso d’aria, impedisce alle corde vocali di vibrare e intorpidisce la lingua e le labbra.

Perché fate una manovra Valsalva quando parlate? Le ragioni non sono chiare.

Forse pensate inconsciamente che le parole sono oggetti che devono essere eliminati con forza dal vostro corpo e fate una manovra Valsalva un po’ come quando volete vuotare l’intestino o volete partorire. Forse pensate che parlare è difficile e deve

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implicare sforzi fisici intensi e, d’istinto, pensate che una manovra Valsalva vi aiuterà a far uscire le parole dal corpo.

O forse è dovuto al modo particolare dell’organismo di un balbuziente di reagire

allo stress. La gente reagisce in maniera diversa allo stress. In alcuni lo stress provoca mali di testa, in altri lo stress si traduce con lo sviluppo di un’ulcera allo stomaco o con la perdita dei capelli. Una piccola minoranza (2%) reagisce allo stress contraendo i muscoli del meccanismo Valsalva. Tutti i balbuzienti fanno parte di questa piccola minoranza…

Qualunque siano le ragioni che vi spingono a fare una manovra Valsalva mentre

parlate, è importante che capiate come questo agisce sul parlare. È estremamente importante capire il meccanismo Valsalva se volete essere capaci di controllare la balbuzie.

Facile?

Cominciate forse a pensare: “È molto facile parlare senza balbettare: basta evitare di fare una manovra Valsalva mentre parlo!”

Facile? La prossima volta che andate al forno, non siate sorpresi se tornate con una pasta

alla marmellata invece che con una brioche al cioccolato che volevate mangiare. Sarete molto delusi nel rendervi conto che la comprensione teorica della manovra Valsalva e del suo effetto sul meccanismo della parola non è sufficiente per vincere la balbuzie.

I bambini hanno l’impressione che sia facile guidare un’automobile: non si deve

fare altro che schiacciare l’acceleratore per andare più veloce, il freno per rallentare e girare il volante per cambiare direzione. Sembra facilissimo. Il primo giorno a scuola guida, l’adolescente scopre subito che non è così facile e che gli occorrerà probabilmente guidare per più di mille chilometri prima di sentirsi a proprio agio al volante.

Se avete l’abitudine di guidare una macchina con la trasmissione manuale e vi

capita di noleggiare una auto automatica, incontrerete inevitabilmente delle difficoltà. Occorreranno probabilmente molte centinaia di chilometri prima che il

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piede sinistro si abitui all’ozio. Durante questo tempo cercherà il pedale della frizione ogni volta che vi avviciniate a un semaforo rosso.

Al contrario, se passate da un’auto automatica ad una con la trasmissione

manuale, vi abituerete con difficoltà a cambiare velocità. Vi occorrerà un certo periodo di tempo prima di regolare il motore ai semafori e agli stops.

Imparare a parlare con un buon eloquio, è un po’ come imparare a guidare

un’automobile. Ciò implica l’apprendimento di numerosi automatismi che il nostro corpo mette in opera più o meno coscientemente. Quando cambiate direzione non vi occorre pensare quali muscoli dovete contrarre o rilasciare per girare il volante. Decidete semplicemente dove andare ed il cervello, le mani e le braccia lavorano quasi inconsciamente. Allo stesso modo la parola implica la contrazione e il rilasciamento d’una grande quantità di muscoli che controllano l’inspirazione e l’espirazione, il movimento delle corde vocali, delle labbra e della lingua. Se balbettate, significa che la manovra Valsalva interferisce in maniera inconscia con questo processo complesso. È difficile cambiare le abitudini inconsce e vi occorreranno molti mesi, forse anche un anno, prima che riusciate a parlare senza balbettare.

Nella seconda parte del testo, troverete esercizi che hanno lo scopo di rilassare la

laringe e impedire alle manovre Valsalva d’interferire con la parola. Praticando questi esercizi imparerete in modo graduale a controllare la balbuzie e a migliorare l’espressione orale.

Riferimenti bibliografici

PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering, A Comprehensive New Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

SCHWARTZ, Dr Martin F., Stutter no more, www.stuttering.com, 1991

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Capitolo 3

Interazione tra i diversi elementi dell’iceberg della balbuzie

Nel corso del capitolo 1, abbiamo paragonato la balbuzie ad un iceberg e abbiamo suggerito che la maggior parte del fenomeno si nasconde sotto la superficie. Studieremo ora più a fondo questo concetto e vedremo come i diversi elementi dell’iceberg si rafforzano reciprocamente e lavorano insieme per lo stesso fine autodistruttore: la balbuzie.

Esaminiamo i diversi elementi dell’iceberg e vediamo come interagiscono con

uni con gli altri.

Contrazione dei muscoli del meccanismo Valsalva

Sapete probabilmente quello che si prova quando i muscoli del meccanismo Valsalva sono contratti. L’ano e l’addome sono contratti e questo si traduce in una strana sensazione nella pancia. Quando la contrazione è al massimo, provate anche un intorpidimento delle labbra e della lingua. Avete difficoltà a respirare in modo rilassato.

Sapete che se parlate, molto probabilmente balbetterete. Avete dunque la tendenza a rimanere nell’ombra e ad evitare di parlare. Se non potete evitare di parlare, tenderete a utilizzare parole tappabuchi nella speranza che vi daranno lo slancio per superare le parole che percepite come difficili. Vi rifugerete nella

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sostituzione di parole e userete parole alternative ogni volta che sentirete che state per balbettare. Parlerete con voce debole perché non siete a vostro agio. Eviterete il contatto visivo perché non volete vedere la reazione dell’interlocutore se cominciate a balbettare. Vi sentite a disagio, preferite non muovervi ed evitare il linguaggio corporale perché i muscoli del meccanismo Valsalva sono contratti.

Respirazione irregolare

Parlerete con voce debole, se non avete abbastanza aria nei polmoni. Tenderete a parlare più velocemente per finire la vostra frase prima che i polmoni siano completamente vuoti. Parlare più rapidamente è stressante e può ridurre la contrazione dei muscoli del meccanismo Valsalva. Se inspirate profondamente e trattenete il fiato prima di iniziare a parlare, scatenerete con molta probabilità una manovra Valsalva. Tendenza a rimanere in disparte Se rimanete nell’ombra e tenete per voi quello che volete dire, vi sentirete frustrati dall’incapacità a comunicare. Vi roderete e ciò comporterà uno stress immenso e difficilmente eviterete la contrazione del meccanismo Valsalva. Timore di situazioni particolari Se temete di prendere la parola, probabilmente resterete nell’ombra. Se parlate, ricorrerete a parole tappabuchi e a sostituzioni di parole. Probabilmente parlerete con voce debole e sarete troppo tesi per utilizzare il linguaggio corporale. Il timore porta allo stress e lo stress porta alla contrazione del meccanismo Valsalva. La paura di andare incontro ad una situazione diminuirà la fiducia in voi stessi. Emozioni, sentimenti e percezioni negative Se provate sentimenti di vergogna, colpevolezza, frustrazione, imbarazzo, se vi sentite non considerati e non avete fiducia in voi stessi, parlerete con voce debole ed eviterete il contatto visivo. Se non avete abbastanza fiducia per rivendicare il vostro spazio, tenderete a rimanere teso, eviterete di parlare e resterete

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nell’ombra. Queste emozioni e percezioni negative sono stressanti e sarete portati a contrarre i muscoli del meccanismo Valsalva. Utilizzo delle parole tappabuchi Se utilizzerete parole tappabuchi, può darsi che siate capaci d’evitare con successo di balbettare. Ma proverete vergogna del modo con cui parlate. Sapete molto bene che non è normale utilizzare tante parole inutili che non vogliono dire nulla.

Ciò nuocerà in modo inevitabile alla vostra stima personale. Utilizzate parole parassita per cominciare e poi, accelererete il vostro discorso sperando che la balbuzie non vi raggiungano. Se parlate velocemente sarete stressati e contrarrete i muscoli del meccanismo Valsalva. La vostra mente è talmente occupata ad utilizzare parole tappabuchi che non avete il tempo di utilizzare il linguaggio del corpo.

Sostituzione di parole Se fate ricorso alla sostituzione di parole, vuol dire che dovete scoprire in anticipo le parole temute mentre parlate. Tutte le volte che sentite arrivare una di queste parole temute, dovete pensare ad una alternativa. Tutta questa attività supplementare è faticosa e stressante e rischia di scatenare la contrazione del meccanismo Valsalva.

Tenderete a non esprimere esattamente il vostro pensiero o ad ordinare un piatto che non vi piace e ciò comporterà emozioni e sentimenti negativi come vergogna, frustrazione, imbarazzo, mancanza di fiducia.

Siete talmente occupati ad evitare le parole difficili che dimenticherete probabilmente di utilizzare il linguaggio del corpo. Tendenza ad evitare di incrociare lo sguardo Se non mantenete il contatto visivo, non sarete in fase col vostro interlocutore. Tenderete ad essere imbarazzati, non sarete a proprio agio con lui e la tal cosa genererà stress a cui i balbuzienti reagiscono contraendo il loro meccanismo Valsalva.

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Tendenza a restare rigido e a non utilizzare il linguaggio del corpo Se rimanete rigido, non potete rilassarvi. Rischiate di stressarvi di più e a rafforzare la tendenza a lasciare contrarre il meccanismo Valsalva. Parlare con voce fievole Parlare con voce debole si tradurrà in una mancanza di fiducia in se stessi. Avrete meno autorità e sarete meno convincente e di conseguenza è probabile che la gente non vi ascolterà. Vi sentirete imbarazzati. Resistenza al cambiamento Se l’inconscio resiste al cambiamento, contrarrete deliberatamente il meccanismo Valsalva o balbetterete. Imparerete a vivere con sentimenti, emozioni e percezioni negative. L’utilizzo di parole parassite, il fatto di rimanere in ombra, di evitare di utilizzare il linguaggio del corpo, la paura di situazioni particolari, la fuga dal contatto visivo e la sostituzione di parole saranno parte integrante del vostro stile di vita. Blocchi e ripetizioni di sillabe Se balbettate, sarete stressati e contrarrete il meccanismo Valsalva. Avrete vergogna e sarete imbarazzati. Sarete frustrati per l’incapacità di comunicare. Vi sentirete colpevoli di non riuscire nella vita in quanto balbuzienti. Non avrete fiducia in voi stessi e diminuirà in voi la stima personale.

I blocchi dovuti al balbettare interromperanno il flusso di aria e scateneranno una respirazione irregolare. Userete parole inutili nella speranza di superare le parole difficili. Userete le tecniche di aggiramento del problema per evitare le parole difficili. Il timore delle situazioni particolari, la tendenza a restare in disparte, aumenteranno. Eviterete il contatto visivo perché non volete vedere la reazione di colui che vi ascolta. Parlerete con voce debole perché volete che pochissima gente noti che siete balbuziente.

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Tutto il corpo sarà intorpidito dai blocchi del balbettio e rimarrete teso, incapace di utilizzare il linguaggio del corpo. In certi casi, il fatto di essere balbuziente vi sarà utile; potrete (generalmente inconsciamente) balbettare come scusa per evitare di rispondere a una domanda imbarazzante. Rafforzerà la resistenza al cambiamento.

La complessità della balbuzie

Ora, osserviamo la figura a pagina 23: assomiglia a un gran disordine. Ho semplicemente tirato una linea tra ciascuno degli elementi dell’iceberg della balbuzie che sono stati menzionati sopra. Se la linea ha due frecce, significa che i due elementi sono collegati da una doppia relazione da causa e effetto. Ogni elemento è ad un tempo la conseguenza e la causa dell’altro. Se c’è solo una freccia, significa che c’è una relazione in un solo senso: un elemento è la causa e l’altro la conseguenza, la freccia indica la conseguenza.

Il diagramma mostra in modo chiaro la complessità della balbuzie. La balbuzie non è solo un problema di eloquio, ma una serie di problemi che si rafforzano reciprocamente. Il solo modo di vincere la balbuzie è curare separatamente ogni elemento. Se curate solamente il difetto di eloquio potrete forse esprimervi temporaneamente con facilità, ma molto probabilmente ricadrete alcune settimane o mesi dopo perché gli altri elementi del fenomeno della balbuzie avranno generato di nuovo i problemi di eloquio.

Lo stesso dicasi di ciascuno degli elementi dell’iceberg della balbuzie. Per

esempio, potete pensare in modo positivo per debellare le emozioni, i sentimenti e le percezioni negative legate alla balbuzie. Dopo alcuni giorni, il morale sarà gonfio al massimo, ma gli altri elementi sono sempre là.

Reagirete ancora allo stress e contrarrete il meccanismo Valsalva. Balbetterete

ancora, la conversazione resterà piena di parole parassita, continuerete ad ordinare alimenti di cui non avete voglia, eviterete sempre di guardare la gente negli occhi, avrete ancora una respirazione irregolare, continuerete a parlare con voce debole e il discorso resterà piatto perché non riuscirete ad utilizzare il linguaggio del corpo. E le emozioni, le percezioni e i sentimenti negativi ritorneranno a galla…

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La balbuzie, è come un’erbaccia

Se tagliate un’erba cattiva in giardino, avete l’impressione di aver risolto il problema: l’erba cattiva non c’è più e il giardino sembra pulito. Ma, tagliare l’erba cattiva è solo una soluzione temporanea: probabilmente rispunterà alcuni giorni o settimane dopo. Se volete risolvere il problema definitivamente, dovrete strappare le radici. È più lungo e fastidioso, ma è l’unica soluzione veramente radicale.

Nel prossimo capitolo, vedremo dettagliatamente come strappare le radici della balbuzie.

Riferimenti bibliografici

FRASER, Malcom, Self-therapy for the stutterer, Stuttering Foundation, 1978 HARRISON, John C., Conquer Your Fears of Speaking before People, National Stuttering

Association, 1989 PARRY, William, Understanding & Controlling Stuttering, A Comprehensive New Approach

Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

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Terapia globale della balbuzie i

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La complessità della balbuzie

Blocchi ripetizioni di sillabe

Contrazione dei muscoli del meccanismo Valsalva

Sensazioni, emozioni e percezioni negative

Utilizzo di parole tappabuchi

Sostituzione di parole

Tendenza a rimanere in disparte

Tendenza ad evitare di incrociare lo sguardo

Tendenza a rimanere rigido Parlare a voce fievole

Respirazione Irregolare

Timore di situazioni particolari

Resistenza al cambiamento

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Capitolo 4

L’iceberg del buon eloquio

L’iceberg del buon eloquio è molto simile all’iceberg della balbuzie. Ma è costruttivo non distruttivo. La punta dell’iceberg rappresenta il buon modo di parlare. Sotto la linea di fluttuazione troverete ugualmente undici elementi. Ogni elemento dell’iceberg del buon modo di parlare è la controparte di un elemento dell’iceberg della balbuzie. Tutti gli elementi dell’iceberg del buon modo di parlare interagiscono e si rafforzano contribuendo così allo sviluppo ed al mantenimento di un buon modo di parlare durevole.

Troverete a pagina 29 una figura che mostra l’iceberg del buon modo di parlare.

Vedremo ora come interagiscono insieme i diversi elementi.

Rilassamento dei muscoli del meccanismo Valsalva

Durante questa terapia, imparerete a rilassare i muscoli della laringe contemporaneamente agli altri muscoli del meccanismo Valsalva. Imparerete anche a reagire allo stress rilassando invece di contrarre il meccanismo Valsalva. Queste tecniche contribuiranno al miglioramento del buon eloquio. Se rilassate il meccanismo Valsalva, la respirazione sarà più regolare. Sarete più distesi e di conseguenza sarà più facile utilizzare il linguaggio del corpo. Se rilassate il meccanismo Valsalva, la paura di tutto di blocchi imminenti diminuirà e vi sentirete molto più sicuri di voi e intraprendenti. Userete meno con molta probabilità le parole inutili o la sostituzione. Se la paura non c’è più, sarà più facile guardare le

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persone dritto negli occhi. Se siete più distesi, sarete più convincenti e parlerete più forte.

Respirazione sincronizzata con la parola Imparerete a respirare in maniera distesa e a sincronizzare le parole con la respirazione. La tal cosa avrà un effetto diretto sul vostro eloquio e contribuirà alla decontrazione del meccanismo Valsalva. Il miglioramento della vostra respirazione fornirà ai polmoni abbastanza aria di modo che parlerete più forte. Emozioni, sentimenti e percezioni positive Alcuni esercizi di questa terapia hanno lo scopo di cambiare le emozioni, i sentimenti e le percezioni che avete riguardo ai problemi di eloquio. Imparerete a guardare i problemi in maniera più oggettiva e ciò ridurrà o sopprimerà i sentimenti di vergogna, colpevolezza, frustrazione ed imbarazzo. Ciò impedirà alla balbuzie di distruggere la stima personale e la fiducia in voi stessi. Se non provate vergogna e imbarazzo per la balbuzie, vi sarà più facile guardare la gente negli occhi. Se avrete fiducia in voi stessi, sarete più estroversi, parlerete a voce più alta e userete il linguaggio del corpo. Se avrete emozioni, sentimenti e percezioni positive, vi sentirete più a vostro agio, sarete più distesi e di conseguenza probabilmente meno inclini a scatenare la manovra Valsalva. La mente non sarà tormentata dalla confusione e ciò contribuirà a migliorare il vostro eloquio. Parlare senza parole tappabuchi Se evitate le parole parassita, la struttura grammaticale delle frasi sarà migliore. Vi sentirete meglio e vi affermerete più facilmente. Ciò migliorerà le emozioni, i sentimenti e le percezioni che avete riguardo al vostro modo di parlare. Non sprecherete il flusso d’aria a produrre parole inutili e senza senso e vi sarà più facile sincronizzare parole e respirazione e parlare a voce più forte.

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A proprio agio in ogni circostanza Via via che progredirete nella terapia ridurrete progressivamente la vostra paura nelle situazioni particolari di presa di parola. Voi non resterete più in disparte. Se la paura è ridotta anche lo stress sarà ridotto e voi avrete minor tendenza a contrarre il vostro meccanismo Valsalva. Vi sarà più facile respirare in maniera rilassata. Essendo a vostro agio, le vostre emozioni, sentimenti e percezioni saranno migliori e vi sarà più facile guardare la gente negli occhi e utilizzare il linguaggio corporeo. Utilizzerete probabilmente meno parole tappabuchi. Se siete a vostro agio in ogni circostanza, il vostro inconscio non avrà più ragioni valide per sabotare i vostri sforzi. Estroverso Man mano che andrete avanti con gli esercizi, sarete entusiasmati dai vostri progressi. Ciò vi stimolerà e sarete più chiacchieroni e intraprendenti e questo avrà effetto sugli altri elementi dell’iceberg del buon eloquio. Essendo più estroverso, sarete più a vostro agio in tutte le situazioni anche le più difficili. Sarete fieri della vostra capacità di comunicare e ciò aumenterà le emozioni, i sentimenti, le percezioni positive legate alla parola. Vi affermerete più facilmente e vi sarà più facile guardare il vostro interlocutore dritto negli occhi, parlare più forte e utilizzare il linguaggio del corpo. Parlare senza ricorrere alla sostituzione di parole La tecnica della sostituzione di parole è stressante: dovete continuamente concentrarvi per individuare le parole che vi sembrano difficili e cercare delle alternative. Se rinunciate all’utilizzo della sostituzione, sarete meno stressati e rischierete meno di scatenare una manovra Valsalva. Non tradirete più le vostre opinioni e mangerete quello che avete voglia di mangiare. Avrete un’immagine più positiva di voi stessi. Sarete più sicuri di voi e sarà più facile guardare le persone dritto negli occhi, parlare più forte e utilizzare il linguaggio del corpo.

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Guardare le persone dritto negli occhi Se manterrete un contatto visivo, resterete in contatto con chi vi ascolta. Sarà facile usare il linguaggio del corpo, vi sentirete più distesi e sarà meno probabile che si scateni un meccanismo Valsalva. La comunicazione con gli altri sarà più efficace e questo rafforzerà le emozioni, i sentimenti, le percezioni positive legate al vostro discorso. Il fatto di parlare e di comunicare con gli altri diventerà più piacevole e avrete dunque meno paura delle situazioni difficili di presa di parola. Utilizzo del linguaggio del corpo Utilizzare il linguaggio del corpo rende la comunicazione più efficace e più viva. Se lo utilizzate diventerete più estroversi e più sicuri di voi stessi. Parlerete più forte e avrete voglia di guardare le persone dritto negli occhi per vedere come reagiscono al vostro linguaggio del corpo. Il fatto di muoversi ha un effetto rilassante sul meccanismo Valsalva e vi aiuterà a migliorare la respirazione. Sarete più a vostro agio, anche nelle situazioni più difficili. Se sarete più a vostro agio userete probabilmente meno parole inutili e non ricorrerete alla sostituzione di parole. Parlare più forte Se parlate più forte, le corde vocali vibrano di più e questo ha un effetto rilassante sul meccanismo Valsalva, e migliora l’eloquio. Sarete più convincenti, le persone saranno più disposte ad ascoltarvi e questo rafforzerà la fiducia in voi stessi. Se le persone vi ascoltano di più, parlerete di più e diventerete più estroverso. Vorrete probabilmente animare la conversazione col fare uso del linguaggio del corpo. Se parlate più forte, avrete bisogno di più aria e di conseguenza respirerete in modo più regolare. L’inconscio desideroso di cambiamento Se il vostro inconscio vuole cambiare, allora le cose saranno molto più facili. Sapete che i vostri sforzi non saranno sabotati. L’inconscio avrà un effetto positivo su ciascuno degli elementi dell’iceberg dell’eloquio.

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Buon eloquio Se il vostro modo di parlare è buono, il meccanismo Valsalva sarà più disteso. Non avrete alcuna ragione di utilizzare parole inutili o di sostituirle. Sarete più a vostro agio in ogni circostanza. Avrete più voglia di parlare e sarete più estroverso. Vi sarà più facile guardare le persone negli occhi. Parlerete più forte poiché non ci sarà da nascondere balbettamento alcuno. Vi sentirete fieri di voi e questo migliorerà le emozioni, i sentimenti, le percezioni positive che avete riguardo al modo di parlare. La complessità dell’elocuzione normale Ora guardiamo la figura della pagina 30: sembra disorganica come la figura che descrive la complessità della balbuzie. Ma questa volta è un disordine positivo, che favorisce in modo costruttivo il buon eloquio.

In ogni modo, penso che ora avete capito come funziona la terapia: lavorerete su ciascuno degli elementi dell’iceberg della balbuzie e lo sostituirete con il suo omologo nell’iceberg del buon modo di parlare. Gli elementi di quest’ultimo si rafforzeranno reciprocamente con il tempo e lavoreranno tutti insieme per arrivare ad un buon modo di parlare. Creerete un sistema stabile, capace di mantenere il buon eloquio per tutta la vita.

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L’iceberg del buon eloquio

Buon eloquio

Rilassamento dei muscoli del meccanismo Valsalva

Emozioni, sensazioni e percezioni positive

Parlare senza parole tappabuchi

Parlare senza ricorrere alla sostituzione di parole

Estroverso

Guardare le persone dritto negli occhi

Utilizzazione del linguaggio corporale

Parlare più forte

Respirazione sincronizzata con la parola

A proprio agio in ogni circostanza

L’inconscio desideroso di cambiamento

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La complessità del buon eloquio

Buon eloquio

Rilassamento dei muscoli del meccanismo Valsalva

Emozioni, sensazioni e percezioni positive

Parlare senza parole tappabuchi

Parlare senza ricorrere alla sostituzione di parole

Estroverso

Guardare le persone dritto negli occhi

Utilizzazione del linguaggio corporale

Parlare più forte

Respirazione sincronizzata con la parola

A proprio agio in ogni circostanza

L’inconscio desideroso di cambiamento

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Seconda parte

Terapia per gli adulti e gli adolescenti

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Introduzione

Nella prima parte vi ho dato le basi teoriche che vi occorrono per capire come controllare la balbuzie.

La comprensione del fenomeno è un passo importante nella giusta direzione, ma non è sufficiente per arrivare ad un buon modo di parlare. Dovete fare alcuni esercizi per modificare i diversi elementi legati alla balbuzie.

Questi esercizi sono divisi in due serie. La prima serie mirerà ad impedire il meccanismo Valsalva d’interferire col vostro eloquio. Questi esercizi sono estremamente importanti perché si focalizzano sull’elementi prioritario del fenomeno della balbuzie. Questa prima serie d’esercizi è probabilmente sufficiente da sola a portare a significativi miglioramenti del vostro modo di parlare dopo alcuni giorni, settimane o mesi di pratica.

Ma questa prima serie d’esercizi non è sufficiente se volete arrivare a un controllo duraturo e soddisfacente della balbuzie. Come abbiamo visto nella prima parte, queste sono un fenomeno complesso che include ogni specie di comportamenti ad esse legati. Se questi comportamenti non sono modificati, la balbuzie ritorneranno presto o tardi e vi troverete di nuovo arenato sul loro iceberg.

Perciò la prima serie d’esercizi è seguita da una seconda, destinata a cambiare il vostro comportamento, le vostre emozioni, le vostre sensazioni e le vostre percezioni. Imparerete tra l’altro a guardare dritto negli occhi le persone, a combattere le vostre intenzioni nascoste, ad utilizzare il linguaggio gestuale, a cambiare le vostre percezioni sulla balbuzie, su voi stessi e sugli altri.

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Vi aspettano trenta esercizi e questo vi occuperà per alcuni mesi. Non siate precipitosi. Prendete tempo e fate gli esercizi scrupolosamente. Desiderate probabilmente ottenere un eccellente modo di parlare in alcuni giorni ma sfortunatamente non è possibile. Dovrete lavorare duramente per parecchi mesi prima che il vostro sogno si realizzi.

Se lo desiderate, potete scorrere rapidamente gli esercizi per avere una visione d’insieme della terapia e poi riprenderli gli uni dopo gli altri. Vi raccomando di lavorarci ogni giorno. Alcuni sono semplicissimi, e vi basta leggerli e rifletterci per trenta minuti o un’ora; poi potete passare al successivo.

Altri sono più difficili e includeranno tecniche che dovrete mettere in pratica parecchi giorni o settimane prima di poterli padroneggiare completamente. Per esempio, guardare dritto negli occhi chi vi ascolta vi sembrerà forse difficile e forse vi occorrerà esercitarvi per due o tre settimane prima che questo divenga un secondo modo di essere. Accertatevi di padroneggiare in modo completo un esercizio prima di affrontare il seguente.

Osserverete che questo libro vi insegna diverse tecniche di miglioramento del modo di parlare. Come spiegato in precedenza, non ci sono due balbuzienti uguali ed una tecnica particolare che farà meraviglie per uno, potrà essere del tutto inefficace per un altro. Forse troverete tutte le tecniche utili. Oppure, troverete che una o due, o più non andranno bene per voi. Dovete sentirvi liberi d’adattare la terapia descritta dettagliatamente in questo libro al vostro caso particolare se sentite che è necessario farlo.

Via via che andrete avanti negli esercizi avrete la sensazione di guadagnare terreno nella vostra battaglia contro la balbuzie. I miglioramenti saranno lenti ma duraturi. Una volta fatti i trenta esercizi è possibile che balbettiate ancora anche se sensibilmente meno di prima. Vi raccomando di rileggere tutti gli esercizi e di assicurarvi che avete perfettamente incorporato tutte le tecniche nel vostro nuovo modo di vivere. continuate a lavorare sui vostri punti deboli, assicuratevi che le vostre percezioni e i vostri comportamenti siano cambiati in modo adeguato.

Continuate a fare gli esercizi con perseveranza finché abbiate raggiunto un buon modo di parlare.

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Non forzate troppo

Come spiegato prima, la balbuzie è dovuta al fatto che il balbuziente crede che le parole debbano essere fisicamente espulse dal proprio corpo utilizzando il meccanismo Valsalva. Facendo questi esercizi, dovete stare attenti a non scatenare una manovra Valsalva cercando strenuamente di parlar bene. Tenete a mente che più vi sforzate di parlare bene, più rischiate di balbettare. Prendete tempo e ricordatevi che non potrete eliminare la balbuzie da un giorno all’altro. Ricaduta Il cammino verso il buon eloquio assomiglia a una giostra di montagne russe con numerosi “alti” e “bassi”. È solo dopo parecchi “alti” e “bassi” che il buon modo di parlare diverrà permanente.

Otterrete forse un buon eloquio in alcuni giorni o settimane e potreste credere allora di non balbettare mai più. E poi, poco dopo, farete una ricaduta e avrete l’impressione che il mondo vi crolli addosso.

In caso di ricaduta, non lasciatevi prendere dal panico. Una ricaduta è assolutamente normale e bisogna aspettarsela. Eravate capaci di controllarla prima e, certamente, sarete presto capaci di controllarla di nuovo. Nel frattempo, cercate di balbettare liberamente, senza vergogna e senza imbarazzo. Applicate con calma le tecniche che vi hanno aiutato prima ad ottenere un buon modo di parlare.

Non dite a nessuno che non siete più balbuziente Quando avrete ottenuto un buon eloquio, non dite a nessuno che non siete più balbuziente. Altrimenti, vi metterete in una situazione in cui dovete ad ogni costo evitare di balbettare. Dovrete sforzarvi di parlare bene sempre e più farete sforzi e più rischierete di scatenare in maniera accidentale una manovra di Valsalva e di balbettare.

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Dimenticate di essere balbuziente Come ha detto Wendell Johnson: “La balbuzie si produce quando cercate di non balbettare di nuovo”. In altri termini, balbettate perché vi ricordate d’aver balbettato in passato e siete angosciati all’idea che potreste balbettare di nuovo. Il semplice fatto di pensare alla balbuzie e di ricordarsi esperienze passate di blocco, può contrarre il vostro meccanismo Valsalva e rischiare di riscatenarle.

Se poteste dimenticare di essere balbuziente così facilmente come io dimentico gli anniversari di matrimonio, potreste risolvere subito il vostro problema. Per sfortuna, è difficile dimenticare che siete balbuziente. Più vi concentrate per cercare di dimenticare la balbuzie, più ci pensate.

Invece di cercare di scacciare brutalmente la balbuzie dalla vostra mente, dovete aggirare il problema e procedere in due tappe: dapprima vi concentrate sulla balbuzie, comprendete come funzionano ed imparate a controllarle. Poi diventerà più facile dimenticarle.

Prima fase: Concentratevi sulla balbuzie Vi occorre prima capire il meccanismo della balbuzie e come gli elementi dell’iceberg interagiscono tra loro. Rileggete se necessario i capitoli precedenti.

Poi, fate gli esercizi descritti in questo libro per migliorare il vostro modo di parlare e sostituire uno a uno ciascun elemento dell’iceberg della balbuzie con il suo opposto nell’iceberg del buon eloquio. Facendolo, imparerete a controllarle, ma anche ad eliminare i comportamenti, le percezioni e le sensazioni ad esse associate. Progredendo attraverso gli esercizi, rieducherete il meccanismo della parola, e diverrete per gradi più fiduciosi nell’attitudine a parlare bene. Vi comporterete e percepirete la comunicazione orale nello stesso modo di un non balbuziente. La paura della balbuzie e le altre sensazioni negative spariranno progressivamente.

Seconda fase: Dimenticate di essere balbuziente Una volta che avrete acquistato fiducia nella vostra attitudine a controllare la balbuzie e i suoi comportamenti, percezioni o sensazioni ad esse associate, siete allora pronti a cercare di dimenticare di essere balbuzienti.

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Nascondete questo libro e tutti gli altri che trattano della balbuzie in un cassetto, dimenticate Phillip Roberts, il vostro ortofonista, le tecniche di articolazione fonatoria che avete imparato, i siti web che avete consultato e le paure di parlare che avevate in passato.

Fate come se non foste balbuziente. Uscite e parlate in modo naturale come lo

fareste se non aveste mai balbettato in vita vostra e osservate ciò che succede. Se fallite, potrete sempre ritornare indietro, tirare fuori questo libro dal cassetto,

rifare gli esercizi e tentare poi ulteriormente quando vi sentirete pronti per il grande salto.

Parlate della balbuzie col vostro coniuge Se siete sposati o se dividete la vostra vita con un’altra persona, vi raccomando vivamente di parlare con il partner di questo problema. Man mano che progredirete i questa terapia, la vostra personalità e il vostro comportamento cambieranno e il partner dovrà adattarvisi.

Diverrete probabilmente più chiacchieroni ed intraprendenti. Può darsi che vogliate incontrare più gente e passare più tempo con gli amici; il partner potrebbe vedere questo come una minaccia alla vostra intimità. Gli sarà più facile accettare i cambiamenti se sa perché questi avvengono.

È possibile che vi protegga consciamente o inconsciamente, per esempio,

rispondendo al telefono o ordinando quando siete insieme al ristorante. Via via che progredirete negli esercizi vorrete probabilmente avere maggiormente il controllo della vostra vita e non vorrete che il vostro partner faccia tutto al posto vostro.

Quando parlerete insieme della balbuzie, forse vi renderete conto che non

sospettava che la balbuzie avesse un effetto così devastante su voi. Forse percepisce la vostra balbuzie semplicemente come un modo originale di parlare e non capisce perché perdereste tanto tempo e fareste tanti sforzi per risolvere questo problema apparentemente senza importanza.

Dopo avergli parlato, sarà molto curioso di saperne di più sulla balbuzie e

potrete incoraggiarlo a leggere questo libro. Sarete allora capaci di parlare insieme dei progressi che fate e come vi aiutano i vari esercizi.

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Riferimenti bibliografici British Stammering Association: http://www.stammering.org/ HARRISON, John C., Conquer Your Fears of Speaking before People, National Stuttering

Association, 1989 JOHNSON, Wendell, People in Quandaries, University of Minnesota Press, 1964 PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering, A Comprehensive New

Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992 Stuttering Foundation, Transfer and maintenance, 1982

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Prima serie d’esercizi

Controllo Valsalva

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Esercizio 1

Balbuzie volontarie

Perché balbettare volontariamente? Lo scopo è parlare bene e non siete probabilmente entusiasti all’idea di fare un esercizio in cui vi si chiede di balbettare in modo volontario. Dovete tuttavia farlo scrupolosamente perché porta parecchi importanti benefici:

1) Vi aiuterà a capire come il meccanismo Valsalva può interferire con il vostro modo di parlare.

2) Imparerete così a contrarre ed a rilasciare coscientemente i muscoli del

meccanismo Valsalva mentre parlate. Con un po’ di pratica, arriverete a rilasciarlo ogni volta che vi bloccherete su una parola durante una conversazione.

3) Vi aiuterà a ridurre la paura di balbettare. 4) Vi aiuterà a passare attraverso un blocco di balbuzie senza aver bisogno

delle tecniche di aggiramento.

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Fare una manovra Valsalva Respirate, trattenete il respiro e fate una manovra Valsalva come se sollevaste un oggetto pesante come detto prima, una manovra di Valsalva deve essere fatta con moderazione perché può essere fatale in alcuni casi.

Sentite la tensione muscolare nell’ano, nell’addome, nel petto e nella laringe. Notate come l’ano e la laringe sono ben chiusi. Sentite la tensione nella mascella e nella lingua. Notate come le labbra siano strette. Notate bene come tutti questi muscoli lavorano insieme in un solo e medesimo scopo: irrigidire il corpo per poter sollevare l’oggetto.

Ora, cercate di parlare… Notate che è semplicemente impossibile. Il meccanismo della parola è del tutto bloccato: l’aria non può passare, la laringe è completamente chiusa così come la mascella, la lingua e le labbra. Notate fino a che punto questo assomiglia a quello che provate quando vi bloccate su una parola durante una conversazione reale. Abbiate pienamente coscienza che è proprio impossibile parlare quando si realizza una manovra Valsalva.

Ora, rilasciate il meccanismo Valsalva e sentite come tutti i muscoli che erano

implicati nella manovra sono ora distesi.

Fare una manovra Valsalva volontaria mentre parlate Unite le labbra come per pronunciare una sillaba che comincia con la lettera “p” per esempio “pa”. Poi fate una manovra Valsalva; notate come le labbra sono strette e come la laringe si chiuda.

Rifate lo stesso esercizio ma questa volta posizionate la lingua come per emettere una sillaba che comincia per “t” per esempio “ta”. Poi fate una manovra Valsalva e notate come la punta della lingua sia schiacciata contro il palato. Notate come questo impedisca all’aria di uscire dai polmoni.

Poi, fate lo stesso esercizio con la lettera “k”, sentite come la parte centrale della lingua sia schiacciata contro il palato. Notate anche in questo caso come questo impedisca all’aria di uscire dai polmoni.

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Ora, incorporate questi esercizi in frasi complete e fate una manovra Valsalva ogni volta che incontrate sillabe che iniziano con le seguenti consonanti:

p (tranne quando è seguita da un’acca perché sarebbe pronunciata come una “f”) t k (o c dura, cioè una c che si pronuncia come una k) Vi suggerisco di leggere un testo, questo libro per esempio, a voce alta e di fare

una manovra Valsalva ogni volta che incontrerete una di queste consonanti. Mantenete la tensione muscolare nel meccanismo Valsalva per alcuni secondi e poi allentatela dolcemente prima di continuare a leggere. Assicuratevi di allentare dolcemente la pressione. Evitare la distensione esplosiva dell’aria contenuta nei polmoni.

Continuate a far pratica fino a padroneggiare la balbuzie volontaria anche su

queste consonanti. Aggiungete poi le altre consonanti alla lista. Continuate a esercitarvi fino a padroneggiare la balbuzie volontaria anche su queste consonanti.

Chiamate un numero verde e balbettate Sono sicuro che vorrete saltare questo esercizio. Ora che siete arrivati a balbettare in modo volontario al riparo da orecchie indiscrete, farete pratica parlando con gli altri…

So che è un esercizio molto sgradevole e la semplice idea di balbettare in modo volontario in presenza di altre persone vi darà la voglia di sottrarvi ma è molto efficace perché vi permette di desensibilizzare la paura della balbuzie.

Cercate di far pratica con la famiglia o con gli amici. Potete anche praticare

questo esercizio quando ordinate al ristorante. Se non vi sentite a vostro agio in un ambiente in cui conoscete molte persone, trovate un luogo in cui non vi conosce nessuno.

Potete anche chiedere informazioni ai servizi d’informazioni telefoniche o a un

ufficio del turismo. Qualunque sia la vostra scelta, balbettate il più possibile!

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Ricaduta Nel capitolo precedente (Prefazione) abbiamo segnalato il fatto che sono possibilissime ricadute a più riprese durante lo svolgimento della terapia. La balbuzie volontaria sono un mezzo eccellente per prepararsi a gestire al meglio le ricadute.

Quando avrete ottenuto un buon eloquio, vi raccomando di simulare una

ricaduta una volta di quando in quando, balbettando volontariamente poi ritornare ad una normale articolazione. Con l’alternare in modo volontario balbuzie e buon eloquio, sentirete di prendere fiducia e le ricadute vi sembreranno meno spaventose. Avrete probabilmente meno paura e saprete come fare per ritornare ad una buona articolazione.

Riferimenti bibliografici

PARRY, William, Understanding & Controlling Stuttering, A Comprehensive New Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

Stuttering Foundation: Counseling those who stutter, 1981 Stuttering Foundation: Transfer and maintenance, 1982

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Esercizio 2

Rilassate l’ano

Nel corso del capitolo 2, abbiamo visto che la balbuzie è causata dal fatto che il balbuziente effettua una manovra Valsalva mentre parla. Durante questa manovra, i muscoli della laringe sono contratti e l’aria non può più passare. Le corde vocali non possono vibrare e il balbuziente si trova in una situazione di blocco.

Per impedire il prodursi di tale manovra mentre si parla, può essere utile allentare i muscoli della laringe, cosa non facile; ci sono tanti muscoli in gioco che è difficile allentarli tutti. Perché rilassare l’ano?

La manovra Valsalva implica un insieme di parecchi muscoli che sono abituati a lavorare insieme: muscoli situati nella laringe, nel petto, nell’addome e nell’ano. Se contraete un muscolo questo causerà la contrazione degli altri muscoli dell’insieme. Al contrario, se allentate un muscolo, gli altri si allenteranno ugualmente.

Invece di distendere i muscoli della laringe, troverete probabilmente più facile

distendere il muscolo anale e lasciare che il rilassamento si estenda spontaneamente fino alla gola. Certo, questo può sembrare molto sorprendente, ma è così: il modo più facile di allentare la laringe, è concentrarsi sul rilassamento dell’ano.

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Il rilassamento progressivo di Jacobson

Per allentare l’ano utilizzerete il rilassamento progressivo di Jacobson. L’idea di base dietro questo metodo è cominciare a contrarre in modo graduale un muscolo e poi allentarlo sempre gradualmente.

Cominciate a contrarre gradualmente l’ano. Notate la sensazione di tensione

accresciuta nella regione anale. Continuate a contrarlo fino a raggiungere la contrazione massima.

Poi, allentate gradualmente e dolcemente il muscolo anale. Notate la sensazione

di rilassamento crescente nella zona attorno all’ano. Una volta raggiunto il rilassamento massimo, ricominciate parecchie volte di seguito questo procedimento. Contraete gradualmente il muscolo anale e, se possibile, cercate di contrarlo un po’ di più della prima volta. Allentate poi progressivamente l’ano e cercate di rilasciarlo ancora più della volta precedente.

Fatelo 5 o 6 volte. Notate come l’ano si senta rilassato e aperto. Notate come il

rilassamento risalga verso la pancia, il petto e la laringe. Concentratevi sulla laringe e osservate come sia rilassata e aperta. Notate come

il rilassamento si propaghi verso la mascella, la bocca, le labbra e la lingua.

Praticate questo esercizio tutto il giorno

Di tutti gli esercizi contenuti in questo libro, questo è probabilmente uno dei più efficaci. Potete praticarlo in qualunque momento e ovunque e parecchie volte al giorno.

Prima di dovervi esprimere in una situazione difficile, vi suggerisco di rilasciare

l’ano e di assicurarvi che resti rilasciato mentre parlate. Dopo aver rilasciato l’ano, concentratevi sul rilassamento che si estende attraverso l’addome, il petto e fino alla gola e alla bocca.

Assicuratevi che l’ano sia rilassato prima di bussare alla porta del vostro

superiore. Rilasciate l’ano mentre fate la coda dal fornaio o in banca. Avete forse già osservato che più la coda è lunga, più avete il tempo di preoccuparvi e più rischiate di balbettare. La situazione sarà rovesciata se praticate la tecnica del

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rilassamento: più la coda sarà lunga, più avrete il tempo di concentrarvi sul rilassamento dell’ano e avrete meno probabilità di balbettare.

Riferimenti bibliografici

PARRY, William, Understanding & Controlling Stuttering, A Comprehensive New Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

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Esercizio 3

Respirazione addominale Respirazione addominale / Respirazione toracica Ci sono due modi di respirare: o utilizzando i muscoli del petto (respirazione toracica) o utilizzando i muscoli della pancia (respirazione addominale). Il modo più rilassante di respirare è utilizzare i muscoli della pancia. Quando respirate con la pancia, l’addome si sposta da avanti indietro. Potete facilmente verificare se respirate con la pancia distendendovi su un letto e ponendo un oggetto sulla pancia. Se respirate con la pancia, vedrete l’oggetto spostarsi dall’alto in basso. Respirazione addominale e controllo del meccanismo Valsalva La pratica della respirazione addominale vi aiuterà a rilasciare i muscoli implicati nella manovra di Valsalva e nello stesso tempo portare alla laringe il flusso d’aria necessario per emettere i suoni che costituiscono la parola.

Cominciate con rilassare l’ano utilizzando il metodo del rilassamento

progressivo di Jacobson descritto nell’esercizio precedente. Sentite il rilassamento che si propaga fino ai muscoli dell’addome, del petto, della laringe, della lingua, delle labbra e delle mascelle.

Poi, inspirate facendo risaltare dolcemente l’addome. Fate un’inspirazione un

po’ più profonda del solito. Non trattenete il respiro. Espirate dolcemente

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rilasciando i muscoli addominali. Non dovete forzare l’aria ad uscire, ma piuttosto lasciarla passare senza sforzo attraverso la laringe.

Respirare così aiuterà ad allentare il meccanismo Valsalva e a fornire alla

laringe la piccola quantità d’aria di cui ha bisogno per vibrare. Mentre inspirate ed espirate, assicuratevi che l’ano resti aperto. Prendete pienamente coscienza dello stato di rilassamento di tutti i muscoli del sistema Valsalva.

Potete anche praticare questo esercizio in qualunque momento e ovunque. Vi

raccomando di praticarlo più volte al giorno. Potete metterlo in pratica combinato con il precedente (rilassamento dell’ano) prima di esprimervi in situazioni che percepite come potenzialmente difficili.

Riferimenti bibliografici

KEHOE, Thomas David, Overcoming Stuttering in 6 months. A multifactorial Guide To Speech Therapy, Casa Futura Technologies, 2002

PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering. A Comprehensive New Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

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Esercizio 4

Evitate le manovre Valsalva inutili Come spiegato precedentemente, facciamo una manovra Valsalva quando abbiamo bisogno di fare un esercizio intenso. In realtà, facciamo spesso anche una manovra Valsalva quando non è proprio necessario; per esempio, aprendo un cassetto o lo sportello della macchina. Potete anche farne una raccogliendo una graffetta per terra. Certo, in generale, non è una manovra Valsalva intensa. Contraiamo molto leggermente i muscoli del nostro meccanismo Valsalva, ma questo non serve a nulla.

Suggerisco che nei giorni a venire, facciate attenzione a questo fenomeno e che

evitiate deliberatamente di fare tali manovre tranne quando è realmente necessario. Il beneficio di questo esercizio è che vi abituerete a controllarne l’utilizzo e che manterrete i muscoli del meccanismo Valsalva sempre distesi. Vi consentirà di controllare meglio la balbuzie.

Al volante

Avete osservato che tendete a balbettare di più guidando la macchina che quando fate una piacevole passeggiata con un amico o quando siete seduti comodamente su una poltrona?

La ragione è semplice: tendiamo ad effettuare una manovra Valsalva quando

pigiamo i pedali e quando cambiamo marcia.

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Occorre che capiate che una macchina non è come una bicicletta: non è necessario pigiare così forte i pedali! Una manovra Valsalva di piena intensità non è generalmente indispensabile neppure per girare il volante, a meno che non guidiate un autoarticolato sprovvisto di servosterzo.

È ugualmente possibile che lo stress della guida induca la contrazione dei

muscoli del meccanismo Valsalva. Questa contrazione non aiuta in niente alla guida dell’auto e vi suggerisco, quando guidate, di verificare che il meccanismo Valsalva sia sempre disteso.

Praticate la respirazione addominale, rilassate i muscoli, e… rimanete

concentrato sulla strada e il traffico.

Parlare e guidare

Alcune parole riguardo la sicurezza al volante: circa un terzo degli incidenti di macchina è causato dalla distrazione del conducente. Molte cose possono distrarre un conducente: regolare la radio o l’aria condizionata, abbassare un vetro o inserire una musicassetta, parlare al telefono, cambiare marcia (per questa ragione le auto automatiche assicurano una migliore sicurezza) e infine parlare con i passeggeri.

È evidentemente una bruttissima idea litigare con un passeggero guidando. Se

avete bisogno di parlare mentre guidate, l’argomento della conversazione non deve dare motivo di emozione e non vi deve prendere troppo la mente. Non vi lanciate in un dibattito politico appassionato e non chiedete al vostro passeggero di spiegarvi le teorie di Einstein sulla relatività!

È anche una buona idea interrompere la conversazione per :

- cambiare strada, - attraversare un incrocio o una rotonda, - entrare su un’autostrada, - sorpassare, - quando le strade si incrociano, - ogni volta che una situazione potenzialmente pericolosa esige tutta la vostra

concentrazione.

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Prendendo l’abitudine d’interrompere la conversazione in queste situazioni, prenderete in realtà due piccioni con una fava:

1. Accrescerete la sicurezza vostra e quella dei vostri passeggeri. 2. Prenderete il controllo della conversazione, questo migliorerà la fiducia

in voi stessi e vi aiuterà a balbettare meno.

Interrompere la conversazione non è difficile: se state parlando, smettete di parlare; se il passeggero parla, dite semplicemente “aspetta un attimo”. In ambedue i casi, il passeggero noterà che siete molto occupato ad effettuare una manovra delicata e capirà perché gli chiedete di sospendere temporaneamente la conversazione.

Riferimenti bibliografici

PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering. A Comprehensive New Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

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Esercizio 5

Cambiare il modo in cui il vostro corpo reagisce allo stress

Nel corso del capitolo 2, abbiamo visto che le persone reagiscono allo stress in modi diversi e che i balbuzienti appartengono a una piccola minoranza che reagisce allo stress contraendo i muscoli del meccanismo Valsalva. Questo modo particolare di reagire allo stress è probabilmente la causa principale della balbuzie.

Ciò che farete è semplicissimo: nelle settimane seguenti rilasserete

coscientemente il meccanismo Valsalva ogni volta che siete sotto pressione. Fatelo ogni volta che vi sentite stressati anche se non dovete parlare. Utilizzate il metodo di rilassamento progressivo di Jacobson. Assaporate la sensazione di rilassamento che si propaga dall’ano fino alla laringe. Respirate con l’addome.

Se rilassate coscientemente il meccanismo Valsalva ogni volta che siete sotto

pressione, diverrà automatico progressivamente. Ben inteso, continuerete a soffrire di stress come tutti. L’adrenalina continuerà a

scorrere nel flusso sanguigno, causando ogni sorta di spiacevoli effetti secondari. Ma almeno lo stress non lederà il buon modo di parlare.

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Concentratevi sugli altri

Quando siete sotto pressione, tendete probabilmente a concentrarvi sulla sensazione generata dalla tensione del meccanismo Valsalva. Più generalmente, tendete a concentrarvi su ciò che avviene nella vostra testa e nel vostro corpo. Ciò facendo, perdete progressivamente contatto con le persone che vi circondano. Questo aumenta la sensazione di disagio e rende difficile la comunicazione.

Dovreste cambiare questo comportamento. Quando siete sotto pressione, cercate di concentrarvi sulle persone che vi circondano. Se siete in sintonia con gli altri, vi sentirete più a vostro agio e la vostra pressione interna diminuirà. Sarete così aperti al mondo esterno e vi sarà più facile comunicare.

Riferimenti bibliografici

FRASER, Malcom, Self-therapy for the stutterer, Stuttering Foundation, 1978 KEHOE, Thomas David, Overcoming Stuttering in 6 months. A multifactorial Guide To

Speech Therapy, Casa Futura Technologies, 2002 PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering. A Comprehensive New

Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992 SCHWARTZ, Dr Martin F., Stutter no more, www.stuttering.com, 1991

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Esercizio 6

Cambiare il modo di percepire le parole

Abbiamo suggerito nel corso del capitolo 2 che una delle ragioni per cui abbiamo una manovra Valsalva parlando, è che percepiamo le parole come oggetti duri che devono essere espulsi dal corpo. Supponiamo a torto che sia necessaria la forza per fare uscire le parole. Durante la defecazione utilizziamo con successo una manovra Valsalva per vuotare gli intestini, e pensiamo che la stessa strategia potrebbe essere utilizzata con le parole.

Dobbiamo renderci conto che le parole non sono oggetti duri. Una parola è

un’entità virtuale: il risultato di movimenti della lingua e delle labbra, delle vibrazioni della laringe e del flusso d’aria che esce senza sforzo dai polmoni. L’emissione di una parola non richiede sforzo. Per definizione, le parole sono immateriali.

Pensate a questo mentre parlate e cambiate il modo con cui percepite le parole. Se sentite che vi state bloccando su una parola, resistete alla voglia di forzare. Se

vi inceppate malgrado tutto, fermatevi immediatamente, rilassate il meccanismo Valsalva e ricominciate a parlare.

Riferimenti bibliografici

PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering. A Comprehensive New Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

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Esercizio 7

Sonorizzate Vocali, consonanti sonore e consonanti sorde Prima di iniziare questo esercizio, devo prima spiegare la differenza tra le vocali, le consonanti sonore e le consonanti sorde.

Sapete certamente che cos’è una vocale: a, i, u, e, è, o chiuso, o aperto. Mettete la mano sulla laringe e pronunciate successivamente queste vocali: aaaaaa-eeeeee-oooooo-uuuuuu Avete probabilmente constatato una vibrazione continua della laringe. Le vocali

sono fonemi sonori e sono accompagnate da una vibrazione della laringe. Sapete ugualmente che cos’è una consonante. Ci sono in realtà due tipi di

consonanti: le consonanti sonore e le consonanti sorde. Troverete nella pagina seguente la lista delle consonanti sonore e di quelle sorde della lingua italiana.

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Consonanti sonore b d g duro (più a, o, u, come in gatto) g dolce (più e, i, come in giro) gh (più e, i, come in ghiro) gn l m n r s (come in smontare, rosa) v x (pronunciato cs come in taxi) z sonora (come in azalea) Consonanti sorde c duro (più a, o, u, come in caffè) c dolce (più e, i, come in ciliegia) ch (più e, i, come in chilo) f p q sc (come in sciarpa, sciame) t z (come in zio)

La differenza tra le consonanti sonore e le sorde è la seguente: le corde vocali cessano di vibrare quando si pronuncia una consonante sorda. Mentre continuano a vibrare quando si pronuncia una consonante sonora.

Mettete le dita sulla laringe ed emettete il suono seguente:

aaaaabaaaaa

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Avete probabilmente notato che la laringe ha sempre vibrato. Tenete sempre le dita sulla laringe ed emettete il suono seguente:

aaaaapaaaaa Osserverete che la laringe smette brevemente di vibrare quando pronunciate la

lettera “p”. Potete provare con qualsiasi combinazione di vocali e di consonanti sonore o

sorde e osserverete che la laringe smette di vibrare quando si emette una consonante sorda mentre vibra ininterrottamente quando si pronuncia una consonante sonora.

Ad ogni consonante sorda corrisponde una consonante sonora. La consonante

sonora corrispondente è pronunciata con gli stessi movimenti articolari della sorda: per esempio “p” e “b” si pronunciano allo stesso modo; la differenza è che le corde vocali vibrano quando si pronuncia “b” mentre non vibrano nel caso della lettera “p”.

Troverete qui sotto la corrispondenza tra le consonanti sorde e sonore. Consonanti sorde Consonanti sonore c duro (come in caffè) g duro (come in gatto) c dolce (come in ciliegia) g dolce (come in giro) ch (più e, i come in chilo) gh (più e, i come in ghiro) f v p b q g duro (come in gatto) s (come in sera) s (come in rosa) sc (come in sciarpa, sciame) g dolce (come in giro) t d x (come in taxi) gs (g come in gatto, s come in rosa) z (come in zio) z (z come in zero) z (come in lezione) s (come in rosa)

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Esercizio di sonorizzazione

Ora che abbiamo chiarito la differenza tra vocali, consonanti sonore e sorde, farete alcuni esempi di sonorizzazione.

Rilassate prima l’ano, poi chiudete gli occhi e respirate con l’addome parecchie volte.

Ora che il meccanismo Valsalva è perfettamente disteso, respirate e poi espirate

dolcemente e poco dopo emettete il suono aaaaaaaa. È importante cominciare a espirare un secondo o due prima di pronunciare il suono aaaaaaaa; questo vi eviterà di cominciare a emettere il suono in modo dirompente. Emettete il suono aaaaaaaa senza forzare. Lasciate fluire spontaneamente l’aria dai polmoni, sentite la vibrazione delle corde vocali estendersi a tutto il corpo, sentite il rilassamento del meccanismo Valsalva. Le corde vocali possono vibrare solo se il meccanismo Valsalva è disteso; inversamente la vibrazione delle corde vocali ha un effetto rilassante sul meccanismo Valsalva. Pensate a queste equazioni espirando.

Meccanismo Valsalva disteso = vibrazione della laringe = buona elocuzione Meccanismo Valsalva teso = laringe chiusa = balbuzie

Capite ora l’importanza di questi esercizi di sonorizzazione: buona elocuzione,

sonorizzazione e meccanismo Valsalva disteso, lavorano insieme. Concentrandovi sulla sonorizzazione, ottenete una decontrazione più profonda del meccanismo Valsalva e aumentate la probabilità di avere un buon modo di parlare.

Inspirate ancora e cominciate a espirare dolcemente. Poi emettete il suono

seguente: aaaaaaabaaaaaaabaaaaaaaabaaaaaaaaaabaaaaaaaaa Rifate l’esercizio con le altre consonanti sonore: d, g, l, m, n, r, v, z.

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Riferimenti bibliografici

KEHOE, Thomas David, Overcoming Stuttering in 6 months. A multifactorial Guide To Speech Therapy, Casa Futura Technologies, 2002

PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering. A Comprehensive New Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

SCHWARTZ, Dr Martin F., Stutter no more, www.stuttering.com, 1991

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Esercizio 8

Emissione d’aria e inizio calmo nel parlare

Molti balbuzienti usano spontaneamente la tecnica del “Emissione d’aria e inizio calmo nel parlare” per controllare la balbuzie. Il dottor Martin F. Schwartz ne dà una descrizione dettagliata sul sito del National Center for Stuttering (www.stuttering.com). Questo capitolo vi dà solo le conoscenze di base necessarie per poter utilizzare questa tecnica con successo. Se leggete l’inglese e desiderate spiegazioni più precise, potete andare sul sito www.stuttering.com. Espirate brevemente prima di parlare Nel capitolo 3 (respirazione addominale) avete imparato a respirare con l’addome. Questo aiuta a rilassare il meccanismo Valsalva e in seguito favorisce il buon eloquio. Il meccanismo Valsalva raggiunge il rilassamento massimo durante la fase d’espirazione. Quando espirate, la laringe e le corde vocali sono completamente allentate. In un tale stato di rilassamento è quasi impossibile balbettare.

Un modo efficace d’evitare di balbettare consiste nell’espirare brevemente

prima di cominciare a parlare. Espirando rilassate la laringe e il meccanismo Valsalva: questo stato di rilassamento si manterrà mentre parlate. Se lo fate correttamente, siete quasi sicuri al 100% di non balbettare.

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Si devono seguire scrupolosamente le tappe seguenti:

1) Inspirate con l’addome 2) Non trattenete il respiro, aprite la bocca e cominciate subito a espirare

appena avete finito d’inspirare 3) Espirate brevemente senza forzare. Lasciate che l’aria esca liberamente

dai polmoni. Fate ben attenzione a non forzare l’espirazione perché questo potrebbe scatenare una manovra Valsalva. Espirate con calma. Un errore comune è posizionare le labbra e la lingua per la prima sillaba della frase. Dovete espirare come se non foste sul punto di parlare. L’astuzia è ingannare il meccanismo Valsalva facendogli credere che state semplicemente respirando e che non parlerete.

4) Cominciate a parlare dolcemente. Il flusso d’aria non deve essere

interrotto quando cominciate a parlare. Dovete per così dire fondere la fase d’espirazione nella prima sillaba. Questa deve essere detta dolcemente e non troppo forte. Potete poi progressivamente alzare la voce se avete bisogno di parlare forte. È anche ugualmente importante dire la prima parola lentamente. Il miglior modo di farlo è prolungare leggermente la prima sillaba.

5) Accertatevi di non parlare troppo velocemente. Se lo fate, vi stresserete e

questo potrebbe scatenare la balbuzie. Se parlate troppo veloce, prolungate leggermente le sillabe. Questo rallenterà il modo di parlare. Inoltre, prolungando le sillabe, darete più importanza alle vocali e la laringe vibrerà dunque di più. Come abbiamo già spiegato, questo ha un effetto rilassante sul meccanismo Valsalva.

Allenamento Questa tecnica è relativamente semplice ma richiede un po’ d’allenamento. Non dovrebbe richiedervi molto tempo prima di padroneggiarla tranquillamente a casa vostra. Ma, può darsi che non sia così facile quando dovrete parlare in un ambiente stressante. Prima di diventare un esperto nella tecnica del “flusso d’aria e partenza dolce” dovete fare alcuni esercizi complementari.

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Emissione d’aria Rilasciate prima l’ano utilizzando il metodo di rilassamento progressivo di Jacobson. Poi, respirate parecchie volte con l’addome. Tenete sempre la bocca aperta. Quando avete finito d’inspirare, non trattenete il respiro. Espirate subito. Accertatevi di non forzare l’aria ad uscire. lasciate che l’aria esca liberamente dai polmoni.

Mentre buttate fuori l’aria, ascoltate il suono appena udibile dell’aria che esce con dolcezza e senza sforzo dai polmoni. Non dimenticate di tenere la bocca aperta.

Fatelo parecchie volte e prendete coscienza della sensazione dell’aria che esce

senza sforzo dai polmoni.

Inizio calmo del parlare Inspirate poi espirate con dolcezza per alcuni secondi ed emettete il suono aaaaaaaaaaaa con un avvio dolce. Fatelo parecchie volte. Accertatevi di buttar fuori l’aria dolcemente senza forzarla ad uscire prima di emettere il suono aaaaaaaaaaaa,

Accertatevi di non trattenere il respiro prima di cominciare a espirare e di non

fermarvi prima di cominciare il suono aaaaaaaaaaaa. Cominciate la aaaaaaaaaaaa con voce deb e aumentate poi progressivamente il volume. Il suono che emettete dovrà rassomigliare a questo:

……aaaaaaaaaaaaaaaaaaaa (I puntini…. rappresentano l’aria che voi espirate prima di produrre il suono

aaaaaaaaa). Ripetete questo esercizio fino a che padroneggiate perfettamente la tecnica.

Alcuni vi arrivano rapidamente mentre per altri sono necessari parecchi giorni. Prendete tempo e accertatevi d’applicare correttamente tutte le regole riguardanti il “flusso d’aria e partenza dolce”.

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Emissione d’aria e inizio calmo del parlare con parole isolate

Una volta padroneggiata la tecnica del flusso d’aria e della partenza dolce, prima del suono aaaaaaaaaaaa, metterete in pratica la tecnica con parole isolate. Prendete un testo scritto e scegliete parole a caso.

Prendete tempo e allenatevi finché siate diventati esperti. Emissione d’aria e inizio calmo del parlare con piccole frasi

Quando padroneggiate perfettamente la tecnica con una sola parola isolata, esercitatevi con piccole frasi.

Leggete una frase per volta. Seguite scrupolosamente la tecnica. Fate con calma, la qualità è più importante della quantità.

Vi raccomando di mettere in pratica questa tecnica per due sedute di mezz’ora al giorno per parecchi giorni finché divenga naturale.

Aumentate in seguito la lunghezza delle frasi. Continuate a far pratica durante il giorno

Ogni volta che avete un po’ di tempo libero durante il giorno, verificate di respirare con l’addome ed esercitatevi a espirare senza sforzo. Se trovate un posto tranquillo, potete mettere in pratica la tecnica del flusso d’aria e della partenza dolce ad alta voce con piccole frasi.

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Riferimenti bibliografici

KEHOE, Thomas David, Overcoming Stuttering in 6 months. A multifactorial Guide To Speech Therapy, Casa Futura Technologies, 2002

PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering. A Comprehensive New Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

RENTSCHLER, Gary J., http://www-home.cr.duq.edu/-rentschler/index.html, Duquesne University, 2002

SCHWARTZ, Dr Martin F., Stutter no more, www.stuttering.com, 1991

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Esercizio 9

Elocuzione sonorizzata

L’esercizio 7 (Sonorizzate) vi ha insegnato le basi della sonorizzazione e la sua importanza nel controllo della balbuzie. Faremo un esercizio che all’inizio troverete probabilmente un po’ complicato. Per esempio leggerete a voce alta un testo, un libro o un giornale e sostituirete ogni consonante sorda con la consonante sonora corrispondente.

L’ascensore spaziale

Supponiamo che decidiate d’utilizzare l’articolo qui sotto sulla descrizione di un nuovo modo di trasporto spaziale.

L’ascensore spaziale nato più di cento anni fa nella fantasia degli scrittori di fantascienza, potrebbe diventare realtà all’inizio di questo secolo.

Il concetto è semplice: si tratta di tendere un cavo lungo tra la Terra e un

satellite frenato situato settantamila chilometri d’altezza. Il cavo è mantenuto teso dalla forza centrifuga che si esercita sul satellite frenato ed è percorso da ascensori spinti a debole velocità dall’energia di raggi laser.

Tutto questo potrebbe diventare possibile grazie alla recente scoperta

d’un materiale leggerissimo e infinitamente più resistente dell’acciaio: i

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nanotubi di carbone. Questo materiale è talmente leggero e resistente di un primo ascensore spaziale potrebbe essere costruito con un cavo dal peso di solo venti tonnellate. Due viaggi con la navetta spaziale sarebbero sufficienti per mettere il cavo in orbita e dispiegarlo.

Questo primo cavo sarebbe in seguito percorso da piccoli ascensori che

isserebbero trecento cavi aggiuntivi. Questi cavi aggiuntivi saranno collegati al cavo iniziale e lo rinforzeranno. Così consolidato, il cavo potrà essere percorso da due ascensori spaziali capaci di trasportare venti tonnellate di carico merci (o passeggeri) a ogni viaggio.

Il costo iniziale stimato dieci miliardi di dollari sarebbe ammortizzato in

qualche anno da una riduzione drastica del costo della messa in orbita dei satelliti. L’ascensore spaziale renderebbe in oltre possibile lo sviluppo di nuove attività nello spazio: produzione di energia solare, di medicine in assenza di gravità, turismo spaziale ecc…

Ecco a cosa assomiglierebbe questo articolo se rimpiazzaste ogni consonante

sorda con la corrispondente sonora.

L’azenzore sbazale nado biù di gendo anni va nella vandazia degli sgriddori di vandazenza, bodrebbe divendare realdà all’inidzio di ghesdo zegolo.

Il gongeddo è zemblige: dzi dradda di dendere un gavo lungo dra la

Derra e un zadellide vrenado dziduado a zeddandamila ghilomedri d’aldezza. Il gavo è mandenudo dezo dalla vorza gendrivuga ghe dzi ezergida zul zadellide vrenado ed è bergorzo da azenzori sbindi a debole velogidà dall’energia di raggi lazer.

Duddo ghesto bodrebbe divendare bodzdzibile grazie alla regende

sgoberda d’un maderiale leggeridzdzimo e invinidamende biù redzisdende dell’aggiaio: i nanodubi di garbone. Ghesdo maderiale è dalmende leggero e redzisdende ghe un brimo azenzore sbazale bodrebbe essere gosdruido gon un gavo dal bezo di zolo vendi donnellade. Due viaggi gon la navedda sbazale zarebbero zuvvigendi ber meddere il gavo in orbida e dispiegarlo.

Guesdo brimo gavo zarebbe in zeguido bergorzo da biggoli azenzori ghe

izzerebbero dregendo gavi aggiuntivi. Guesdi gavi aggiuntivi zaranno

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gollegadi al gavo iniziale e lo rinvorzeranno. Godzì gonzolidado, il gavo bodrà essere bergorzo da due azenzori sbazali gabagi di dtrnspordare vendi donnelade di garigo mergi (o bazzeggeri) a ogni viaggio.

Il gosdo inidziale sdimado diegi miliardi di dollari zarebbe

ammordizzado in gualghe anno da una ridudzione drasdiga del gosdo della mezza in orbida dei zadellidi. L’azenzore sbazale renderebbe inoldre bossibile lo svilubbo di nuove addividà nello sbadzio: brodudzione di energia zolare, di medigine, in azzenza di gravidà, durismo sbadziale…

Se voi poteste parlare così sempre, non balbettereste mai. Sfortunatamente, così non suona giusto e sono convinto che parlando così nessuno capirebbe quello che dite. Tuttavia, se voi praticate l’elocuzione sonorizzata regolarmente, tenderete a sonorizzare sempre anche quando pronunciate delle consonanti sorde. Questa sonorizzazione costante non si sentirà ma sarà sufficiente per migliorare significativamente il vostro modo di parlare.

Per accentuare ancor più la sonorizzazione, potete emettere un suono aaaaaaaaaa

prima di cominciare ogni frase o parte di frase. Allungate la prima sillaba, anche questo aiuterà ad accentuare la sonorizzazione. L’articolo si leggerà così :

aaaaaaaaaa L’azenzore sbazale nado biù di gendo anni aaaaaaaaaa va nella vandazia degli sgriddori di vandazenza, aaaaaaaaaa bodrebbe divendare realdà all’inidzio di ghesdo zegolo.

aaaaaaaaaa Il gongeddo è zemblige: aaaaaaaaaa dzi dradda di dendere un

gavo lungo dra la Derra aaaaaaaaaa e un zadellide vrenado dziduado a zeddandamila ghilomedri d’aldezza. aaaaaaaaaa Il gavo è mandenudo dezo dalla vorza gendrivuga aaaaaaaaaa ghe dzi ezergida zul zadellide vrenado aaaaaaaaaa ed è bergorzo da azenzori sbindi a debole velogidà dall’energia di raggi lazer.

aaaaaaaaaa Duddo ghesto bodrebbe divendare bodzdzibile grazie alla

regende aaaaaaaaaa sgoberda d’un maderiale leggeridzdzimo e invinidamende biù aaaaaaaaaa redzisdende dell’aggiaio: aaaaaaaaaa i nanodubi di garbone. aaaaaaaaaa Ghesdo maderiale è dalmende leggero e redzisdende ghe un brimo azenzore sbaza aaaaaaaaaa le bodrebbe essere gosdruido gon un gavo dal bezo di zolo vendi donnellade. aaaaaaaaaa Due

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viaggi gon la navedda sbazale zarebbero aaaaaaaaaa zuvvigendi ber meddere il gavo in orbida e dispiegarlo.

aaaaaaaaaa Guesdo brimo gavo zarebbe in zeguido bergorzo da biggoli

azenzori ghe izzerebbero dregendo gavi aggiuntivi. aaaaaaaaaa Guesdi gavi aggiuntivi zaranno gollegadi al gavo iniziale e lo rinvorzeranno. aaaaaaaaaa Godzì gonzolidado, il gavo bodrà essere bergorzo da due azenzori sbazali gabagi di dtrnspordare vendi aaaaaaaaaa donnelade di garigo mergi (o bazzeggeri) a ogni viaggio.

aaaaaaaaaa Il gosdo inidziale sdimado diegi miliardi di dollari

aaaaaaaaaa zarebbe ammordizzado in gualghe anno da una ridudzione drasdiga del gosdo aaaaaaaaaa della mezza in orbida dei zadellidi. aaaaaaaaaa L’azenzore sbazale renderebbe inoldre bossibile lo svilubbo di nuove addividà nello sbadzio: aaaaaaaaaa brodudzione di energia zolare, di medigine, in azzenza di gravidà, aaaaaaaaaa durismo sbadziale…

Continuate a praticare l’elocuzione sonorizzata fino ad averne padronanza.

Assicuratevi che il meccanismo Valsalva rimanga rilasciato mentre parlate. All’inizio, praticando l’esercizio di elocuzione sonorizzata vi sentirete forse un

po’ tesi perché vi dovrete concentrare sulla sostituzione di ogni consonante sorda con una consonante sonora. Per questo rilascerete forse con difficoltà il meccanismo Valsalva mentre parlate. Tuttavia, alla lunga dovreste essere capaci di parlare in questo modo strano con facilità.

Non vi preoccupate se dimenticate di sostituire qualche consonante sorda con la

consonante sonora corrispondente. Continuate a esercitarvi e vedrete che queste omissioni diventeranno sempre più rare.

Se dopo una pratica intensa, l’elocuzione sonorizzata continua a rendervi

nervoso, non vi preoccupate. Lasciate perdere l’elocuzione sonorizzata, allenatevi a leggere in modo normale dei testi concentrandovi sulla sonorizzazione e il rilassamento del meccanismo Valsalva mentre parlate. Accentuate le vocali e attenuate le consonanti.

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Prolungate la prima sillaba delle parole temute Come spiegato precedentemente, l’elocuzione sonorizzata ha un effetto rilassante sul meccanismo Valsalva. Prolungando la prima sillaba delle parole temute, mettete l’accento sull’elocuzione sonorizzata e questo vi aiuta a impedire un blocco di balbuzie su queste parole. Se una parola vi sembra particolarmente difficile, potete allungare ogni sillaba della parola temuta.

Così facendo, non potrete forse evitare completamente la balbuzie, ma almeno dovreste riuscire a balbettare in maniera più facile. In realtà, questa tecnica è spesso chiamata “balbuzie facile”. La vostra balbuzie diventerà meno stressante. Certo, il vostro interlocutore noterà probabilmente che avete difficoltà ma, almeno, sarete capaci di pronunciare la parola con minor tensione e lotta. Il fatto di allungare le sillabe, darà forse alla vostra dizione un’aria speciale, ma i vostri interlocutori e voi stessi troverete questo probabilmente meno pesante della balbuzie.

Mettendo in pratica questa tecnica acquisterete fiducia nel vostro atteggiamento

a tirar fuori le parole. Vi sentirete più distesi e avrete sempre meno bisogno di allungare le sillabe.

Riferimenti bibliografici

FRASER Malcom, Self-therapy for the stutter, Stuttering Foundation, 1978 KEHOE, Thomas David, Overcoming Stuttering in 6 months, A multifactoral Guide To

Speech Therapy, Casa Futura Technologies, 2002 PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering, A Comprehensive New

Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

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Esercizio 10

La tecnica di Demostene Avete già probabilmente sentito parlare di Demostene l’oratore greco che è riuscito a eliminare la propria balbuzie parlando sulla spiaggia a voce così alta da coprire il rumore delle onde. Utilizzerete questa tecnica antica sviluppata da Demostene più di 2300 anni fa aggiungendovi la tecnica dell’”emissione d’aria e inizio calmo nel parlare” ed anche la tecnica di rilassamento progressivo di Jacobson e la respirazione addominale. Tutto succede in testa Quasi tutto quello che fate è controllato dal cervello. È vero in maniera particolare per la balbuzie. Se guardate l’iceberg della balbuzie, notate che emozioni, percezioni, sensazioni, resistenza al cambiamento e comportamenti, come rimanere in disparte, paura delle situazioni particolari, tecniche di aggiramento, utilizzo di parole tappabuchi, sono nel cervello. I muscoli del meccanismo Valsalva sono controllati dal vostro cervello. I muscoli della laringe, della lingua e delle labbra che sono utilizzati per una buona elocuzione, sono anch’essi controllati dal cervello.

Quando l’elocuzione è buona questo significa che il cervello invia i messaggi giusti per rilasciare i muscoli del meccanismo Valsalva e tendere in modo giusto i muscoli della laringe, della lingua e delle labbra. Quando voi balbettate questo è

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dovuto al fatto che il vostro cervello invia dei cattivi segnali. Il vostro cervello chiede ai muscoli del vostro meccanismo di contrarsi.

I segnali che il vostro cervello invia ai muscoli si incanalano attraverso il vostro

cervello e il vostro sistema nervoso. Lo scopo di questo esercizio è di rafforzare i percorsi utilizzati dai segnali che permettono di parlare bene. Questi percorsi diventeranno delle autostrade e invece i percorsi utilizzati dai cattivi segnali (quelli che scatenano il meccanismo Valsalva) assomiglieranno invece a delle strade sterrate. Così il vostro cervello sarà spinto maggiormente ad inviare i segnali giusti rispetto a quelli cattivi.

Se volete vincere ai giochi olimpici dovrete allenarvi con forza e determinazione.

Allo stesso modo dovrete allenare il vostro meccanismo linguistico con forza se volete avere un buon eloquio. L’utilizzo della forza è necessario per programmare di nuovo il vostro cervello e rinforzare le connessioni nervose utilizzate quando parlate con una buona elocuzione. In questo esercizio vi viene chiesto di pronunciare suoni e parole a voce alta. Dovrete parlare il più forte possibile. Più forte sarà, meglio sarà.

Se desiderate delle spiegazioni più approfondite sul funzionamento della tecnica

di Demostene, potete programmare libri e siti webs citati alla fine di questo capitolo. Questi libri e siti webs forniscono informazioni dettagliate e anche approcci terapeutici basati sui principi sviluppati da Demostene. Preavviso necessario Prima di cominciare questo esercizio, parto dal principio che giungiate ad avere un buon modo di parlare facendo l’esercizio 8 (Emissione d’aria e inizio calmo del parlare). È perfettamente normale che voi balbettiate ancora in ufficio, o in strada o anche parlando con i membri della vostra famiglia ma dovreste essere capaci di parlare con un buon eloquio quando siete soli a casa mentre praticate l’esercizio 8. Lo scopo del presente esercizio non è evidentemente quello di balbettare con forza! Questo deve essere evitato ad ogni costo, poiché rinforzerebbe la tendenza del cervello a scatenare il meccanismo Valsalva quando parlate.

Se avete difficoltà a ottenere un buon eloquio facendo l’esercizio 8, mi raccomando vivamente di consultare un ortofonista. L’ortofonista dovrebbe essere capace di insegnarvi come ottenere una buona elocuzione quando siete nell’atmosfera rilassante del suo studio o soli a casa.

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Avvertenza In questo esercizio dovrete emettere dei suoni e pronunciare delle parole il più forte possibile. Non esagerate però. Fate attenzione a non affaticare le vostre corde vocali. Se siete raffreddato o avete male alla gola, dovreste rimandare questo esercizio a un altro momento. Nel frattempo potete saltare al secondo gruppo di esercizi (Cambiamento del comportamento) e ritornare a questo appena state meglio.

Notate anche che questi esercizi sono faticosi. A momenti potete sentirvi

stordito, e le vibrazioni prodotte gridando possono essere molto sgradevoli. Se vi sentite stanco, fermatevi qualche minuto e respirate con la pancia prima di riprendere gli esercizi.

Mentre effettuate questi esercizi, vi dovete mettere nello stato d’animo di un

atleta che si alleni per le Olimpiadi. L’allenamento per le Olimpiadi è duro; un atleta deve allenarsi con tenacia per varie ore al giorno. Suda e sente il dolore nei muscoli. Preferirebbe certamente rientrare a casa, fare una doccia e guardare la televisione, ma continua ad allenarsi per ore e ore con una sola idea in testa: la medaglia d’oro.

Esercizio

Questo esercizio è abbastanza lungo e vi occuperà per due buone settimane. Ogni giorno vi concentrerete su un aspetto particolare della tecnica.

Primo giorno: vocali Secondo giorno: consonanti prolungabili Terzo giorno: consonanti non prolungabili e vocali Quarto giorno: consonanti non prolungabili Quinto giorno: consonanti non prolungabili e vocali Sesto giorno: parole di una sillaba comincianti per vocali Settimo giorno: parole di una sillaba comincianti per consonanti

estensibili Ottavo giorno: prolungamento sia della consonante che della vocale Nono giorno: parole di una sillaba che cominciano con una

consonante non prolungabile Decimo giorno: parole plurisillabe comincianti per vocale Undicesimo giorno: parole plurisillabe comincianti per una consonante

prolungabile

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Dodicesimo giorno: parole plurisillabe comincianti per una consonante non prolungabile

Tredicesimo giorno: parole scelte a caso Quattordicesimo giorno: parole temute

Ogni esercizio giornaliero deve essere fatto due volte: un’ora la mattina e una la sera.

Questo può sembrare esigere un grosso impegno ma lo dovrete fare solamente

due settimane. Poi dovrete effettuare delle sedute di esercizi più brevi, mezz’ora la mattina e mezz’ora la sera.

Avrete bisogno di trovare un posto a casa vostra, in cui potrete sederci

comodamente senza essere disturbati. Se ce n’è bisogno, dovrete spiegare in famiglia l’importanza per voi di non essere disturbato per circa un’ora. Inoltre questi esercizi sono piuttosto rumorosi e dovete spiegare ai vostri familiari quello che fate e perché. Forse troverete che la macchina è il luogo più pratico per fare questo esercizio: sarete seduto comodamente e non disturberete nessuno.

Primo giorno: vocali

Come al solito comincerete utilizzando il metodo del rilassamento progressivo di Jacobson. Poi chiuderete gli occhi e respirerete con la pancia per due o tre minuti. In seguito produrrete il suono aaaaaaaaaaaaaaa iniziando con calma e a voce fievole.

….aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Fate questo cinque volte. Non dimenticate di respirare con la pancia e di aspirare

brevemente prima di cominciare a emettere il suono aaaaaaaaaa. I puntini …. rappresentano l’aria che voi espirate prima di produrre il suono aaaaaaaaa.

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In seguito emettete lo stesso suono iniziando con calma, ma questa volta, aumentando progressivamente il volume della voce:

….aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Fatelo cinque volte e poi emettete il suono aaaaaaaaa ma questa volta senza

partenza calma e molto forte.

….aaaaaaaaaa

Fatelo cinque volte ugualmente. Fate in seguito gli stessi esercizi con le altre vocali. a è è ó ò i o Dovrete dire ogni vocale: 5 volte con inizio dolce, a voce fievole 5 volte con inizio dolce, a voce via via più forte 5 volte senza inizio calmo, a voce molto forte.

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Fate con calma. La qualità è più importante della quantità. Riprendete la lista più volte. Ripetete l’esercizio più volte. Vi dovete dedicare circa un’ora.

Secondo giorno: consonanti allungabili Farete ora un esercizio simile con le consonanti. Cominceremo con la lettera Z. Come per le vocali comincerete facendo un suono

prolungato zzzzzzzzzzzzzzz con inizio calmo, a voce fievole. Non dimenticate di espirare un po’ d’aria prima di emettere il suono zzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

….zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz Ripetete questo suono cinque volte e poi fate lo stesso con la tecnica dell’inizio

dolce e aumentando progressivamente il volume:

….zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz

Fatelo cinque volte e poi ripetete lo stesso suono cinque volte senza inizio calmo

ma a voce forte.

….zzzzzzzzzz

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Fate in seguito lo stesso esercizio con le consonanti seguenti: f g (più i, e) l m n r s (come in rosa) sc (più i, e) v y Voi dovete dire ogni consonante:

- 5 volte con inizio dolce a voce fievole - 5 volte con inizio dolce aumentando progressivamente il volume - 5 volte senza inizio dolce e molto forte. Anche in questo caso, la qualità è più importante della quantità e dovete fare con

calma. Ricominciate l’esercizio più volte fino a raggiungere un’ora di allenamento.

Terzo giorno: consonanti allungabili e vocali Faremo lo stesso esercizio del secondo giorno, ma questa volta la consonante

allungata sarà seguita dal suono aaaaaaaaaaaa. Vediamo cosa viene fuori con la lettera z:

5 volte con inizio dolce a voce fievole ….zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa e in seguito 5 volte con inizio dolce e a voce via via più forte.

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….zzzzzzzzzzzzzzzzzzzaaa

E infine 5 volte con inizio dolce a voce molto forte.

….zzzzzzaaaa Fate lo stesso con le altre consonanti: f g (più i, e) l m n r s (come in rosa) sc (più i, e) v y Ripetete questa lista di consonanti più volte. Se volete rendere questo esercizio

più divertente, potete sostituire il suono aaaaaa con altre vocali.

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Quarto giorno: consonanti non allungabili

Avrete probabilmente notato che abbiano saltato varie consonanti agli esercizi del secondo e del terzo giorno. In effetti, tutte le consonanti non sono allungabili. Lavoreremo ora su queste ultime. Cominceremo dalla lettera p. Per prima cosa emettete un suono p, 5 volte a bassa voce. Utilizzate la tecnica dell’emissione d’aria e non quella dell’inizio dolce. L’inizio dolce non ha motivo di essere fatto con questa consonante poiché questa non può essere allungata. Il risultato sarà più o meno questo:

p………………………………… (I puntini dopo la lettera p rappresentano il suono dell’aria che esce dalla bocca

dopo l’emissione del suono p). Emettete lo stesso suono cinque volte a voce alta. Potete utilizzare nuovamente

la tecnica d’emissione d’aria, ma non quella dell’inizio dolce.

….p…….. Fate la stessa cosa con le altre consonanti non allungabili. b c (come caffè) d g (come gatto) gl p t

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Pronuncerete ogni consonante: - 5 volte a voce bassa - 5 volte a voce alta. Ogni volta dovete utilizzare la tecnica dell’emissione d’aria ma non l’inizio

dolce. Ripetete più volte tutta la serie di consonanti.

Quinto giorno: consonanti non allungabili e vocali

Farete lo stesso esercizio del quarto giorno, ma questa volta la consonante sarà seguita dal suono aaaaaaaaaaaaaaa. Vediamo a cosa assomiglia con la lettera p:

paaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Fatelo 5 volte a voce fievole. Utilizzate la tecnica del flusso d’aria, ma non

utilizzate la tecnica dell’inizio calmo. Poi fatelo 5 volte utilizzando l’inizio calmo sulla vocale e aumentando via via il

volume di voce.

….paaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Ora pronunciate con forza 5 volte

….paaaaaaaaa

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Fate la stessa cosa con le altre consonanti non allungabili: b, c (cane), d, g (gatto), p, t.

Sesto giorno: parole di una sillaba che iniziano con una vocale

Ora praticherete questa tecnica su delle parole. Comincerete con delle parole

monosillabiche che iniziano con una vocale. Principiamo con la parola “al” ….aaaaaaaaaaaaaaaaal

Ditela 5 volte con inizio calmo e aumentando gradatamente la voce:

….aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaal

In seguito 5 volte senza inizio dolce e a voce alta

….aaaaaalll

Fate la stessa cosa con le seguenti parole

Ad auf Al Ed El Il In Od un

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Settimo giorno: parole di una sillaba che iniziano con consonante allungabile Farete ora un esercizio simile cominciando con una consonante allungabile: per esempio: “La”

Penso che ora abbiate capito come si deve fare. Pronuncerete 5 volte con inizio

calmo e a basso volume, 5 volte con inizio calmo e aumentando progressivamente il tono della voce e 5 volte a voce alta ma senza inizio calmo:

….llllllllllllllllllllllllllllllllllllllaaaa

….llllllllllllllllllllllllaaaa

….lllllllllllaaaa

Fate lo stesso con le seguenti parole che iniziano con delle consonanti allungabili

Fa fù fui Le li Ma me mi Ne no non Re Rom Sa sci scià sciò si so su Yen yack Zen

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Ottavo giorno: allungate sia la consonante che la vocale

Riprendete ora la lista del settimo giorno e allungate sia la consonante che la vocale che la segue. Guardate cosa succede con la parola “la”

….llllllllllllllllllllllllllllllllllllllaaaaaaaaaaaaa

….lllllllllllllllllllllaaaaa

….llllllaaaaaa

Nono giorno: parole monosillabiche che iniziano con una consonante allungabile Vi ricordate che l’inizio calmo non si applica alle consonanti non allungabili. Ma potete applicare l’inizio dolce alla vocale che segue. Pronuncerete 5 volte a voce bassa e con inizio calmo sulla prima sillaba, 5 volte con inizio calmo sulla prima vocale e alzando gradatamente la voce e infine 5 volte a voce molto alta e senza inizio calmo.

Cominciate con la parola “po” ….pooooooooooooooooooo

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….poooooooooooooooooooooo

….pooooooo

Fate la stessa cosa con la seguente lista di parole:

bah beh bel boh chi che chiù dà di dò don me mi pio pia pii pie tè ti toh tu

Decimo giorno: parole plurisillabe che iniziano con una vocale Cominceremo con la parola “ago”. Allungherete le due vocali. Come in precedenza, all’inizio direte la parola 5 volte con inizio calmo e aumentando per gradi la voce e alla fine 5 volte senza inizio calmo e a voce molto alta.

….iaaaaaaaaaaaaagoooooooooooooo

….iaaaaaaaaaaaaaaaaaaagooo

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….aaaaaaagooo

Fate in seguito lo stesso con le seguenti parole:

Acca agio Entriamo empio Asso elefante Esplica effettivo Eufemismo euro Isidoro inno Indiano indù Olé Oriente Onda onta Otre orso Ubiquo umore

Undicesimo giorno: parole plurisillabe che iniziano con una consonante allungabile

In questo esercizio non solo allungherete le vocali ma anche la prima consonante. Direte ogni parola 5 volte con inizio calmo e a voce bassa, 5 volte con inizio calmo e aumentando via via di volume, 5 volte senza inizio calmo ma a voce alta.

Cominciamo con la parola “zero” ….zzzzzzzzzzeeeeeeeeeeeeeeeerooooooooooo

….zzzzzzzzzzzzzzzzzzzeeeerooo

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….zzzzzeeeeeroooo

Fate la stessa cosa con le parole seguenti:

scialo scemano foulard fetta getta giallo lascio lato misura molle nanna nozione rallista ripper soia salute volute vettura week-end Wallis zebra Zorro

Dodicesimo giorno: parole plurisillabe che iniziano con una consonante non allungabile La prima consonante non può essere allungata e quindi dovete allungare solamente le vocali. Cominceremo con la parola “palo” e la pronuncerete 5 volte con inizio calmo sulla prima sillaba e a voce bassa, 5 volte con inizio dolce sulla prima vocale e aumentando in maniera progressiva la voce E infine 5 volte senza inizio calmo ma a voce alta.

….paaaaaaaaaaaaaloooooooo

….paaaaaaaaaaaaaaaloooo

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….paaaaaaloooooo Continuate nello stesso modo con le seguenti parole:

Ballo butta bontà bottone Calo cupo contò chetichella Diretto dubbio dopare dafne Garza godibile godé guerriero Partire poterono ponderano pustola Tatto tintura tundra tentare

Tredicesimo giorno: parole scelte a caso Prendete un testo scritto, un libro o un giornale per esempio e scegliete delle parole a caso.

Pronuncerete poi queste parole allungando le vocali. Allungate anche la prima lettera se questa è una consonante allungabile.

Direte ogni parola 5 volte con inizio dolce e a voce bassa, 5 volte con inizio

dolce e aumentando gradualmente la voce e poi 5 volte senza inizio dolce ma a voce alta.

Quattordicesimo giorno: parole temute

Scrivete una lista delle parole sulle quali inciampate frequentemente. La lista comprenderà molto probabilmente il vostro nome perché i balbuzienti trovano spesso difficoltà a dire il proprio nome.

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Se nessuna parola temuta vi viene in mente rimandate questo esercizio a un altro giorno. Nel frattempo, tenete con voi un pezzo di carta e un lapis per annotare ogni parola che vi crea difficoltà o che temete ve la possa creare.

Leggerete queste parole come descritto al “tredicesimo giorno”, ma questa volta

le leggerete 10 volte invece di 5. Se avete eccessive difficoltà a dire una parola particolare, allungate ogni consonante allungabile comprese quelle situate all’interno della parola o alla fine. Riferimenti bibliografici

HARKNESS, Richard, Neuropatterning for Stutterers: A Home Course in Programming Your Brain for Fluent Speech, 1997, http://members.aol.com/rharkn/index.htm

KEHOE, Thomas David, Speech Motor Repatterning for Stutterers, Casa Futura Technologies, http://www.casafuturatech.com/

KEHOE, Thomas David, Overcoming Stuttering in 6 months, A multifactoral Guide To Speech Therapy, Casa Futura Technologies, 2002, http://www.casafuturatech.com/

STRYDOM, Jan, Stuttering: Helping Your Youngster Overcome it, http://www.audiblox2000.com/more06.htm

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Esercizio 11

Esercizi quotidiani

Gli esercizi precedenti vi hanno insegnato a:

- Rilasciare il vostro ano - Respirare con la pancia - Utilizzare la tecnica dell’emissione d’aria dell’inizio calmo - Sonorizzare - Parlare in maniera strana che noi abbiamo chiamato “elocuzione

sonorizzata” - Utilizzare la forza per privilegiare le connessioni nervose che favoriscono

il buon eloquio.

Il rilassamento, la respirazione addominale, l’emissione d’aria, l’inizio calmo, la sonorizzazione sono gli elementi chiavi di controllo del meccanismo Valsalva e della balbuzie. Combineremo questi quattro esercizi in un esercizio giornaliero. Le tecniche sviluppate nell’esercizio 10 (La tecnica di Demostene) saranno anche incluse negli esercizi quotidiani.

Esercizio della mattina e della sera Troverete qui sotto due esercizi quotidiani: 1) esercizio del mattino da fare prima di uscire

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2) esercizio della sera da fare prima di cena o di andare a letto.

L’esercizio del mattino insiste maggiormente sul rilassamento del meccanismo Valsalva, la sonorizzazione, il flusso d’aria e l’inizio calmo. L’esercizio del mattino avrà certamente degli effetti benefici a lungo termine, ma ha soprattutto uno scopo a breve termine. Ha per scopo di preparare il vostro meccanismo della parola per parlare con un buon eloquio durante tutta la giornata.

L’esercizio della sera mette l’accento su “l’utilizzo della forza”. Il suo scopo

principale è di rinforzare le connessioni nervose che favoriscono il buon eloquio. Ha per scopo di migliorarlo a lungo termine.

Se voi fate dei turni di notte, potrete trovare più efficace fare l’esercizio del

mattino la sera prima di andare a lavoro e quello della sera la mattina quando rientrate a casa.

Ugualmente, se il vostro vicino vi invita per una pizza alle otto di sera, farete un

esercizio simile a quello del mattino alle 18. Questo esercizio vi preparerà nel meccanismo della parola per conversare normalmente con il vicino e gli altri invitati durante la serata.

Esercizio del mattino

1 – Rilassamento generale (un minuto)

Stirate le gambe e le braccia, fate qualche smorfia per distendere i muscoli del viso, girate il collo, aprite la bocca, muovete le mascelle.

Se avete voglia di sbadigliare, approfittatene. È probabilmente questa la maniera

più naturale e più efficace di rilassare il corpo. Avevo una cagnetta di razza Teckel che sbadigliava quando era ansiosa. Aveva probabilmente trovato istintivamente questo mezzo per eliminare lo stress.

2 – Rilassamento del muscolo anale (un minuto)

Rilasciate l’ano utilizzando il rilassamento progressivo di Jacobson. Stringete progressivamente il muscolo anale e allentate gradatamente la tensione. Fate così

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cinque o sei volte. Non dimenticate di fare attenzione al rilassamento che si allarga a tutti gli altri muscoli del meccanismo Valsalva.

3 – Rilassamento addominale (un minuto)

Chiudete gli occhi e respirate con la pancia cinque o sei volte. Respirate con la bocca aperta. Assicuratevi di mantenere ano e laringe aperti mentre respirate. Fate attenzione al rilassamento che si estende a tutto il sistema del meccanismo Valsalva: addome, torace, laringe, lingua, mascelle, labbra. Sentite l’aria che scorre liberamente attraverso la laringe. Ricordatevi che non dovete forzare per espirare. Dovete lasciare l’aria fuoriuscire dolcemente e senza sforzo dai polmoni.

4 – Tecnica di Demostene (otto minuti)

Prendete un testo scritto e scegliete qualche parola a caso. Se avete una lista di parole che temete prendetela. Dovete leggere ogni parola cinque volte con inizio calmo e a voce fievole, cinque volte con inizio calmo, aumentando gradatamente l’intensità. Cinque volte senza inizio calmo e a voce forte.

Non dimenticate di respirare con la pancia e di espirare passivamente prima di cominciare a pronunciare la parola. Allungate ogni vocale. Se la prima consonante è allungabile, procedete ad allungarla.

5 – Rilassamento del muscolo anale (un minuto) Come esercizio 2.

6 – Respirazione addominale (un minuto) Come esercizio 3.

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7 – Sonorizzazione (tre minuti)

Inspirate, poi espirate lentamente per un secondo o due e emettete il suono aaaaaaaaa con inizio calmo. Assicuratevi di non forzare l’espirazione, dovete lasciare uscire l’aria senza sforzo; mettete le dita sulla gola e sentite la vibrazione della laringe che si estende attraverso il meccanismo Valsalva. Ricordatevi l’equazione:

meccanismo Valsalva rilassato = sonorizzazione = buon eloquio Inspirate in seguito ancora una volta e emettete un suono aaaaabaaaaabaaaa.

Fate lo stesso esercizio con le altre consonanti sonore: b, d, g, gh (più e, i), gn, l, m, n, r, s (come in rosa), v, z (come in zero)

8 – Elocuzione sonorizzata (sette minuti)

Prendete ora un testo scritto e leggetelo a voce alta sostituendo ogni consonante sorda con la sua corrispondete sonora. Non dimenticate di insistere sulla sonorizzazione iniziando ogni frase o parte di frase con un suono aaaaaaaaaaaa e allungando la prima sillaba.

Assicuratevi che il vostro ano sia rilassato e aperto, respirate con l’addome ed

evitate di forzare al momento dell’espirazione. Non dimenticate di lasciare un po’ d’aria uscire passivamente prima di emettere il suono aaaaaaaaaaaa.

Nota importante: Quando praticate per la prima volta l’elocuzione sonorizzata, è normale sentirsi un po’ nervosi. Dopo una pratica intensa, vi dovreste sentire a vostro agio e rilassato.

Ciò nonostante se l’elocuzione sonorizzata continua a rendervi nervosi dopo

una pratica intensa, lasciate perdere. Vi raccomando di saltare l’esercizio dell’elocuzione sonorizzata e di compensare questo passando più tempo sull’esercizio di elocuzione naturale.

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9 – Elocuzione naturale (sette minuti)

Ridurrete ora progressivamente la sonorizzazione delle consonanti sorde fino a parlare in modo naturale. Assicuratevi di insistere sulla sonorizzazione. Il miglior modo di calcare sulla sonorizzazione è di iniziare ogni frase o parte di frase con un suono aaaaaaaaaaaa e di allungare la prima sillaba. Non insistete troppo sulle consonanti sorde e allungate leggermente le vocali. Provate a mantenere una vibrazione appena udibile in sottofondo.

Mettete le dita sulla laringe. Se sentite che la laringe vibra in maniera continua

anche quando pronunciate una consonante sorda, questo significa che sonorizzate correttamente. Se poteste parlare così tutta la giornata non balbettereste mai.

Se sentite che la laringe smette di vibrare quando pronunciate una consonante

sorda, questo vuol dire che dovreste non insistere su queste consonanti e rivolgere maggiormente la vostra attenzione sulle vocali.

Leggendo a voce alta assicuratevi che l’ano sia aperto e rilassato, verificate di

respirare con la pancia e di espirare senza sforzo. Non dimenticate di espirare brevemente prima di parlare.

Esercizi della sera Troverete qui sotto lo schema per l’esercizio della sera. Riferitevi all’esercizio

della mattina per i dettagli delle diverse tappe.

1 – Rilassamento generale (un minuto) 2 – Rilassamento del muscolo anale (un minuto) 3 – Respirazione addominale (un minuto) 4 – Utilizzo della forza (ventisette minuti)

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Continuate a esercitarvi durante la giornata Dovete continuare a esercitarvi durante la giornata ogni volta che avete la possibilità o che ne sentiate il bisogno.

È particolarmente importante rilassare l’ano e respirare con la pancia ogni volta

che avvertite una situazione difficile. Potete praticare in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento il rilassamento dell’ano e la respirazione con la pancia.

Verificate regolarmente che ano e laringe siano aperti e rilassati. Assicuratevi di

respirare con la pancia. Concentratevi in ogni momento sulla sonorizzazione. Quando parlate assicuratevi di non forzare l’espirazione. Lasciate uscire l’aria

dai polmoni con calma e senza sforzo.

Annotatevi le parole temute

Durante la giornata portate con voi il necessario per scrivere e annotate tutte le parole sulle quali inciampate o prevedete un blocco. Lavorerete su queste parole durante gli esercizi della mattina e della sera.

Assimilazione passiva

Vi consiglio di praticare questi esercizi tutti i giorni. Ma nello stesso tempo vi raccomando di smettere ogni tanto gli esercizi giornalieri e di riprenderli una o due settimane dopo. Può darsi che a questo momento notiate che il vostro eloquio è migliorato durante questa pausa. Il vostro cervello avrà passivamente assimilato la tecnica.

L’assimilazione passiva non è qualche cosa di specifico all’apprendimento del buon modo di parlare. Ho notato gli effetti dell’assimilazione passiva al momento delle lezioni di scuola guida. Ho iniziato con sei lezioni, poi ho smesso per vari mesi. Quando ho ripreso, ho notato che guidavo molto meglio dell’ultima lezione presa mesi avanti. Avevo imparato passivamente a guidare.

L’assimilazione passiva si manifesta nello stesso modo quando si impara

qualsiasi nuova attività: tennis, nuoto, ecc.

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Non posso dire a che punto e per quanto tempo dovete smettere. Ogni individuo è unico e questa pausa è qualcosa che voi determinate da soli. Se notate che la vostra elocuzione non migliora più, questo può indicare che il vostro cervello è saturo e ha bisogno di riposo. Smettete di fare gli esercizi giornalieri per un certo periodo e vedete che cosa succede.

Cosa aspettarsi?

Come spiegato prima, non potete eliminare la balbuzie dalla sera alla mattina e saranno necessarie probabilmente varie settimane o vari mesi prima di ottenere un miglioramento considerevole.

Nel mio caso, i primi risultati evidenti vennero nelle situazioni che avvertivo

come più difficili. Situazioni durante le quali balbettavo pressappoco il 99% delle volte. Per esempio, quando mi sedevo nell’ufficio di un manager. Dopo qualche giorno di esercizio, ho notato che in queste situazioni balbettavo soltanto all’80% delle volte.

Ho capito a questo punto che avevo finalmente potere sulla mia balbuzie.

Sapevo che la mia battaglia contro questa non era più senza speranza. Sapevo che la balbuzie avrebbe contrattaccato, così avvenne. La mia balbuzie peggiorava qualche volta e in seguito regrediva, ma piano piano, la balbuzie perdeva terreno, il buon eloquio si imponeva settimana dopo settimana; notavo di balbettare sempre meno quando parlavo al manager. Fino a che potei finalmente parlargli normalmente e con sicurezza.

Controllare la balbuzie per parlare al manager era relativamente facile perché

avevo il tempo per rilassare l’ano e di respirare con la pancia prima di bussare alla sua porta. In generale, è molto più facile controllare la balbuzie nelle situazioni difficili che si possono conoscere molto tempo prima. In questo caso disponete di vari minuti per concentrarvi sul rilassamento del meccanismo Valsalva.

Controllare la balbuzie è molto più delicato nel caso di situazioni inattese.

Supponiamo per esempio che voi ascoltiate passivamente dei colleghi che discutono tra di loro, improvvisamente uno di loro vi domanda la vostra opinione. Voi siete sorpreso; non avete alcuna opinione particolare, non sapete cosa dire. Essi aspettano che voi parliate ed evidentemente non avete molto tempo per rilassare l’ano. In una tale situazione può essere difficile controllare la balbuzie. Ma acquisterete sempre

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più fiducia in voi e infine sarete in grado di parlare normalmente in ogni circostanza.

Situazioni difficili

Vi suggerisco di fare una lista delle situazioni difficili. Questa può comprendere per esempio parlare al vostro manager, comprare il pane o l’aspirina, prendere un appuntamento dal dottore, chiedere la strada a un vigile, parlare con i propri genitori, dire il proprio nome, parlare al telefono, dire la fine di una battuta, ecc.

Attaccate ognuna di queste situazioni singolarmente. Per esempio, se parlare al telefono è un problema, chiamate vari numeri verdi ogni giorno e chiedete informazioni. Fatelo finché parlare al telefono non rappresenti più una difficoltà.

Una volta che una situazione è sotto controllo potete essere contento.

Certamente non avete vinto la guerra, ma avete vinto la prima battaglia. Adesso siete fiduciosi di poter vincere le altre battaglie fino a ottenere un eloquio quasi perfetto in ogni circostanza.

Riferimenti bibliografici

HARKNESS, Richard, Neuropatterning for Stutterers: A Home Course in Programming Your Brain for Fluent Speech, 1997

KEHOE, Thomas David, Overcoming Stuttering in 6 months, A multifactoral Guide To Speech Therapy, Casa Futura Technologies, 2002

PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering, A Comprehensive New Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

STRYDOM, Jan, Stuttering: Helping Your Youngster Overcome it, http://www.audiblox2000.com/more06.htm

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Arriviamo alla fine della nostra prima serie di esercizi. Questi esercizi erano concentrati sulla dizione e il rilassamento del meccanismo Valsalva. Nel corso dei mesi a venire, dovrete fare gli esercizi quotidiani. Questo significa probabilmente che vi dovrete alzare trenta minuti prima tutte le mattine, ma ne vale la pena.

Il controllo del meccanismo Valsalva è certamente un passo importante nella

direzione da prendere. Ma non è sufficiente. Ora vi dovete concentrare sui comportamenti legati alla balbuzie e anche su quello che voi percepite. Questo sarà lo scopo della serie di esercizi che segue.

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Seconda serie d’esercizi

Cambiate comportamenti, emozioni e percezioni

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Esercizio 12

Ascoltate gli altri

Nessuna parla perfettamente Secondo le statistiche, i balbuzienti rappresentano circa l’uno per cento della popolazione. Questo significa che l’1% della popolazione balbetta e il rimanente 99% parla perfettamente? Se siete balbuzienti, pensate probabilmente che è così. Ma la realtà non è così chiara.

Ascoltate attentamente gli altri quando parlano. Ascoltate molto attentamente e sarete sorpresi di osservare che pochissime persone s’esprimono con un eloquio perfetto. In realtà, si può affermare che nessuno al mondo parla sempre perfettamente al 100%. La maggior parte delle persone balbetta leggermente ogni volta che apre bocca; balbetta così leggermente che passa inosservato, ma il fatto è che balbetta.

Nella maggior parte dei casi, non è forse, scientificamente parlando, vera

balbuzie, ma un altro tipo di disfunzione del linguaggio. Una persona può avere difficoltà a trovare la parola giusta e dirà “euuuuuuh” per qualche secondo. Oppure, può cominciare la prima sillaba di una parola, rendersi conto che non è quella appropriata, fermarsi, dire “euuuuuuh”, e ricominciare la frase con quella giusta. Poco importa se non si tratta di vera balbuzie; è un problema d’eloquio proprio come il vostro, ma meno importante.

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Queste disfunzioni del linguaggio non sono generalmente osservate perché sono molto frequenti.

Che cosa questo significa per voi? Questa constatazione riveste un’importanza capitale ed ha parecchi coinvolgimenti pratici:

1 - Non siete balbuzienti in mezzo a una popolazione che si esprime alla perfezione. Vivete in mezzo ad un popolo di balbuzienti lievi e balbettate nettamente di più della media. Non sono sicuro che ciò vi conforterà realmente ma dovreste almeno sentirvi un po’ meno male!

2 - Quando un balbuziente decide di lottare contro la balbuzie lo scopo è di

parlare perfettamente. Penso che comprendiate ora che è impossibile raggiungere questo obiettivo. Anche un “non balbuziente” può non raggiungerlo. Si conoscono molti attori famosi e uomini politici che hanno superato solo in parte la balbuzie, e questo non ha impedito loro di fare una brillante carriera.

Se vi prefiggete come obiettivo di parlare con un eloquio senza difetti, vi

mettete in anticipo in una situazione di fallimento. Avete l’impressione di fallire penosamente ogni volta che inciamperete leggermente su una sillaba. Il vostro scopo deve essere quello di diventare un balbuziente lieve, cioè, di non balbettare più della media della popolazione. E anche se balbettare un po’ più della media questo passerà probabilmente inosservato.

3 - Rendersi conto che tutti balbettano lievemente cambierà la percezione che avete della balbuzie. Se balbettate in modo lieve, sapete che non ha importanza poiché tutti balbettano in modo leggero. Se balbettate molto, sapete che non è così grave poiché tutti balbettano un po’. Sapete ora che la balbuzie colpisce praticamente tutti. Siete semplicemente colpito un po’ più degli altri.

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Non dimenticate!

L’obiettivo deve essere ridurre la balbuzie ad un livello accettabile e non sradicarla completamente.

Riferimenti bibliografici

KEHOE, Thomas David, Overcoming Stuttering in 6 months, A multifactoral Guide To Speech Therapy, Casa Futura Technologies, 2002

Stuttering Foundation: Transfer and maintenance, 1982

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Esercizio 13

Non siete i soli

Perché io? Siete balbuzienti e avete la sensazione che questo vi sciupi la vita e che siate vittima d’un ingiustizia. Forse pensate “Perché io? Perché gli altri hanno tutto per essere felici mentre la balbuzie mi sciupa la vita?”

PERCHÉ? È vero che non è divertente essere balbuziente. Ma siete sicuri che gli altri

abbiano veramente tutto per essere felici e non abbiamo altri motivi di lamentarsi? Può darsi che ci sia peggio della balbuzie. Siete sicuri che anche gli altri non trascinino un fardello invisibile?

Osservate gli altri quando camminate per strada La prossima volta che camminerete per strada, osservate attentamente gli altri pedoni. La maggior parte di noi non è soddisfatta del proprio aspetto fisico, della statura e del colore. La maggior parte delle more sognano d’essere bionde e viceversa. Molti vorrebbero avere un naso più lungo o più corto, essere più alti o più bassi, più magri o più grassi ecc…

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Mentre camminate, esaminate ognuna delle persone che incrociate e cercate di indovinare perché ognuna di queste persone potrebbe non essere soddisfatta di se stessa. Cercate di discernere i piccoli dettagli che potrebbero degradare l’opinione che hanno di se stesse.

Ora, cercate di individuare la persona perfetta: bella, sicura di sé ecc… Scommetto che dovete fare parecchi chilometri prima che possiate trovarla! Una volta che l’avrete scovata, osservatela attentamente. Siete sicuri che non si

senta perfetta? Forse non avete osservato un piccolo dettaglio che questa persona vede quando si guarda ad uno specchio. O forse la vita di questa persona è minata da una malattia invisibile, oppure dalla morte di una persona cara, o da una grossa pena d’amore, o …

Spero che capiate che lo scopo di quest’esercizio non è essere cattivi e prendere

in giro il prossimo. Dovete fare quest’esercizio in modo caritatevole. Praticamente tutte le persone che incrociate per la strada sono persone simpatiche (eccezion fatta di una minoranza di criminale che la polizia non ha ancora arrestato). Sì, malgrado le imperfezioni sono tutti essere umani simpatici.

La maggior parte di loro trascina, come voi, un fardello visibile o invisibile; nel

vostro caso è la balbuzie, nel loro caso è un’altra cosa e non sono sicuro che vorreste fare il cambio. Rischiereste di perderci.

È vero, la vita può essere difficile ma tutte queste persone che incrociate per la

strada fanno quello che possono per migliorare la vita. Nessuno è perfetto e non siete un’eccezione in mezzo a 5 miliardi di esseri

imperfetti nel mondo. Potete condurre una vita felice malgrado il problema del buon modo di parlare,

senza contare che grazie a questo libro siete sulla buona strada per risolverlo nelle settimane o mesi a venire.

Fate del vostro meglio e buona fortuna!

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Esercizio 14

Ricordatevi le conversazioni piacevoli Durante questo esercizio, tenterete di cambiare il modo con cui percepite l’espressione orale. Come la maggior parte dei balbuzienti, percepite probabilmente l’espressione orale come un’esperienza dolorosa. Questa percezione è un elemento chiave dell’iceberg della balbuzie e dovrà essere sostituita dalla controparte nell’iceberg del buon eloquio. Ricordatevi le conversazioni piacevoli Cercate di ricordarvi alcune esperienze piacevoli che avete avuto parlando con gli amici e i familiari. Questo può essere difficile di primo acchito. Avete probabilmente l’impressione che parlare non sia mai piacevole: sia che balbettiate sia che temiate di balbettare.

Cercate ancora e forse vi ricorderete del momento così piacevole che avete avuto con gli amici il mese scorso quando pranzavate con loro al ristorante. Ricordatevi che hanno riso allo scherzo che avevate raccontato loro. Certo, avete balbettato da un capo all’altro ma vi ascoltavano. Forse avevano l’aria leggermente imbarazzato quando balbettavate, ma questo non impediva loro di provare piacere ad ascoltarvi. Ricordatevi che hanno riso fino alle lacrime quando siete arrivati alle fine della storia. Ricordatevi come si sono congratulati con voi per questa storia spassosa. I vostri amici mettono in dubbio il vostro valore personale perché balbettate? Certamente no!

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Ricordatevi quando siete andati a pesca con il vostro migliore amico: certamente avete balbettato tutto il giorno ma avete passato veramente una bella giornata. Ricordatevi la cena con i familiari a Natale. Ricordatevi quando facevate domande al nonno sui tempi andati.

Continuate a ricordarvi le esperienze piacevoli che avete avuto parlando. Non

giudicate i ricordi col metro della facilità d’eloquio. Che abbiate balbettato oppure no è assolutamente senza importanza. L’importante è che abbiano provato piacere ad ascoltarvi. Guardate tutte le vostre esperienze in modo positivo.

Il punto importante è rendersi conto che potete perfettamente provare piacere a

parlare anche se balbettate. Un eloquio perfetto non è indispensabile per avere una vita piacevole e provare piacere a parlare con gli altri.

Ora che arrivate ad avere ricordi positivi delle esperienze passate, cercate di

immaginarvi in situazioni di conversazioni immaginarie. Immaginatevi in più possibili situazioni di conversazioni diverse: parlando con gli amici o coi familiari, chiedendo un aumento al vostro capo, comprando un’aspirina, un biglietto del treno, chiedendo la direzione ad un poliziotto ecc…

Non avete bisogno di rappresentarvi che parlate perfettamente perché questo non

sarebbe realistico. Dovete al contrario visualizzarvi come un balbuziente felice. Balbettate senza vergogne, e gli altri accettano la vostra balbuzie. Vi ascoltano con grande interesse anche quando balbettate pesantemente. Balbettate senza timore e vi ascoltano perché avete qualcosa d’interessante da dire e perché a loro piace stare con voi. Sanno che siete una persona in gamba e la balbuzie non affligge in alcun modo la percezione che hanno di voi.

Riferimenti bibliografici

PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering, A Comprehensive New Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

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Esercizio 15

Accettate la balbuzie

L’accettazione della balbuzie è una tappa essenziale verso il buon eloquio. Molti balbuzienti si vergognano del loro handicap. Hanno la sensazione che gli altri vedano nel loro brutto modo di parlare una prova delle loro incapacità. Credono che la balbuzie inciti gli altri a pensare che sono affetti da una specie di malattia mentale.

Questo sentimento di vergogna può essere così opprimente che molti balbuzienti cercano di convincersi di non balbettare veramente. Potete, per esempio, evitare di guardare la realtà in faccia dicendovi che il vostro interlocutore non ha capito quello che dite non perché balbettate in modo atroce ma per il rumore circostante o perché è un po’ sordo.

Evitate probabilmente di guardare in faccia la realtà per preservare il vostro

amor proprio. Tale astuzia può funzionare per un certo periodo, ma presto o tardi, dovrete accettare la realtà com’è: balbettate.

Non è il caso di cercare di convincervi di non balbettare. La balbuzie non è una

malattia vergognosa ma semplicemente un modo di parlare strano e inconsueto. Non significa che siete incapaci, che siete una nullità o che siete pazzi. Siatene sicuri: gli altri non percepiscono la balbuzie come una prova di stupidità. La percepiscono per quella che è: un modo strano e inconsueto di parlare.

Siate onesti con voi stessi ed accettate il fatto che balbettate. Parlate agli amici

ed ai familiari del vostro problema. Fate loro sapere come lo provate e chiedete loro

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quello che ne pensano. Per la maggior parte delle persone che non balbettano, la balbuzie è un mistero. Saranno probabilmente felici di parlare con voi di questo strano fenomeno. Spiegate loro che cos’è un meccanismo Valsalva e come interferisce con la parola inducendo blocchi di balbuzie.

Una volta accettato il fatto di balbettare e condiviso le vostre sensazioni sulla

balbuzie con gli amici e i familiari, potete facilmente vedere il vostro modo di parlare obiettivamente e trarre profitto dalla vostra esperienza. Questo vi permette di misurare i progressi man mano che andate avanti negli esercizi di questo libro.

Percepirete anche la balbuzie in termini meno personali ed avrà un effetto

positivo sul controllo della balbuzie. Sarete meno angosciato all’idea che potreste balbettare e da ciò sarà meno probabile che scateniate accidentalmente una manovra Valsalva mentre parlate. E se nondimeno balbettate non avrà nessun effetto disastroso sulla vostra stima personale. Sapete già di balbettare e l’avete già accettato.

Ammettete la presenza di tutti gli elementi dell’iceberg della balbuzie Il riconoscimento e l’accettazione delle difficoltà d’eloquio non sono sufficienti. Dovete anche capire ed accettare uno dopo l’altro ciascuno degli elementi dell’iceberg della balbuzie. Fatto questo, vi sarà più facile lavorare su ciascuno di questi elementi e di sostituirli con i loro opposti nell’iceberg del buon eloquio.

Dovete guardare con sincerità ciascuno degli elementi dell’iceberg della balbuzie. I comportamenti, sensazioni e percezioni legati alla balbuzie non sono una prova della vostra nullità. Osservateli onestamente ed accettateli come sono.

1. Contrazione dei muscoli del meccanismo di Valsalva Prendete coscienza del fatto che tendete a contrarre i muscoli del meccanismo Valsalva.

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2. Respirazione irregolare Non c’è motivo di comportarsi come se non ci fosse niente di anormale quando parlate accidentalmente senza aria nei polmoni o quando cercate di parlare inspirando. Non c’è niente di vergognoso in questo e vi sarà più facile risolvere il problema se ammettete in modo franco che avete tali difficoltà a sincronizzare inspirazione e parola. 3. Utilizzo di parole tappabuchi e di avvio di conversazione Prendete coscienza del fatto che utilizzate parole parassita per iniziare a parlare e tappare i “vuoti”. Non fate come se queste parole inutili siano necessarie e rendano le vostre frasi più comprensibili. 4. Emozioni, sensazioni e percezioni negative Prendete nota delle emozioni, sensazioni e percezioni negative. Sarà difficile eliminarle se non accettate il fatto che ci sono. Osservate come interferiscono con il vostro eloquio. 5. Timore di prendere la parola in certe circostanze Accettate il fatto di avere paura di prendere la parola in certe circostanze. Osservate quello che provate quando dovete telefonare, parlare con il vostro superiore, con una guardia ecc… Ammettete i vostri timori, ma non permettete loro che vi impediscano di parlare. 6. Restare in disparte Non affermate di non restare in disparte se lo fate. Riconoscete di non essere così intraprendenti ed estroversi come desiderereste e non sostenete di non aver niente da dire per evitare di parlare.

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7. Tecniche per aggirare le difficoltà Osservate attentamente il modo con cui fate ricorso alle tecniche di “aggiramento”. Accettate il fatto che sostituite troppo spesso le parole. 8. Fuga dello sguardo Accettate il fatto che è più difficile per voi che per gli altri mantenere il contatto visivo. 9. Tendenza a rimanere inerte Osservate come siete spesso paralizzato dalla paura di balbettare e come questo vi impedisca di utilizzare il linguaggio del corpo per rafforzare le vostre frasi. 10. Tendenza a parlare a voce bassa Osservate che parlate spesso sottovoce perché non volete che gli altri vi sentano balbettare. 11. Resistenza al cambiamento Riconoscete che l’inconscio non è forse pronto al cambiamento e che questo può ostacolare i progressi. Balbettate senza vergogna Non abbiate la pretesa di parlare in modo normale. Non cercate di nascondere la balbuzie. Se lo fate, vi stresserete e questo avrà per effetto di aumentare le probabilità di balbettare. Dovete al contrario balbettare apertamente e senza vergogna.

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Non siate politicamente corretti con voi stessi Gli anglo-sassoni hanno inventato una parola politicamente corretta per designare i balbuzienti: PWS, un anacronismo che significa “Person Who Stutters” ossia “Persona che balbetta”. La lingua inglese era tuttavia già ricca di due parole che significano balbuziente: “stutterer” soprattutto utilizzata nell’America del Nord e in Australia e “stammerer” preferita dai Britannici e dagli Irlandesi. Ma i fautori del politicamente corretto sono dolci utopisti che credono di poter risolvere i problemi inventando nuove parole e cambiando il senso di parole esistenti.

Sono parecchi anni che il virus del politicamente corretto ha contaminato l’Italia ed è probabile che la lingua italiana “si arricchisca” in futuro d’una parola politicamente corretta tipo PCB (Persona Che Balbetta).

Qualunque cosa accada, non soccombete alle sirene del politicamente corretto. Non siete né un PWS, né un PCB. Siete balbuziente. Bisogna farvene una ragione e accettarlo.

Riferimenti bibliografici

FRASER, Malcom, Self-therapy for the stutterer, Stuttering Foundation, 1978 KEHOE, Thomas David, Overcoming Stuttering in 6 months, A multifactoral Guide To

Speech Therapy, Casa Futura Technologies, 2002 PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering, A Comprehensive New

Approach Based on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

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Esercizio 16

Comportatevi come un “non balbuziente” Sono sicuro che quando siete in coda dal fornaio, ripetete instancabilmente “un filone, per favore… un filone, per favore… un filone, per favore…”. Se la coda è abbastanza lunga ripeterete probabilmente questa frase parecchie centinaia di volte. Oppure riflettete molto per sapere se dovete dire: “voglio un filone” o “desidererei un filone”. “Voglio un filone” è più corto, cosicché rischiate meno di balbettare. D’altra parte “desidererei un filone” conta quattro sillabe in più prima della temuta parola “filone”. Sperate che queste sillabe in più vi permettano di prendere più slancio per attraversare la parola “filone”. Gli altri in coda Che fanno gli altri che sono in coda con voi dal fornaio? Pensate che si ripetano senza tregua “voglio un cornetto, per favore” o “voglio un panino con l’uvetta, per favore”? Pensate che riflettano a come formuleranno l’ordine? Certamente no! Un “non balbuziente” comincia a riflettere al modo con cui formulerà la domanda, alcuni millesimi di secondi prima di aprire la bocca. Frattanto, dà libero corso alla propria immaginazione, pensa al bel fine settimana che ha passato o alla magnifica auto che vorrebbe comprare. Forse riflette a quello che farebbe se fosse presidente della repubblica oppure allenatore della squadra di calcio italiana… Può darsi anche che attacchi discorso con gli altri che sono in coda.

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Dovreste comportarvi così anche voi. Decidete che cosa volete prima di entrare dal fornaio e non pensateci più mentre siete in coda. Se sapete quello che volete, dovreste essere capace di dirlo perfettamente senza bisogno di ripeterlo centinaia di volte. Il cervello è molto potente e gli bastano alcuni millesimi di secondo per formulare la frase che volete dire.

Ripetendo all’infinito la frase o cercando il modo migliore di formulare il vostro

ordine vi angosciate inutilmente; ricordatevi che lo stress aumenta la probabilità di scatenare una manovra di Valsalva e di balbettare.

Parlate lentamente quando siete sotto pressione Quando un balbuziente è sotto pressione, tende a parlare più velocemente. Parlando svelto, si stressa e questo aumenta la probabilità di un blocco di balbuzie.

Quando un “non balbuziente” è sotto pressione, fa il contrario: rallenta il discorso. Questo ha un effetto rilassante e permette di concentrarsi meglio.

Ancora una volta, dovete cercare di comportarvi come un “non balbuziente”. Più la pressione è forte, più dovete parlare lentamente. Quando parlate lentamente, cercate di provare piacere alla sensazione di rilassamento che procurano le parole che sgorgano dolcemente dalla vostra bocca. Riferimenti bibliografici

FRASER, Malcom, Self-therapy for the stutterer, Stuttering Foundation, 2002

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Esercizio 17

Specchio Sapete probabilmente che i balbuzienti non balbettano quando parlano da soli ad alta voce oppure quando parlano ad un animale. La balbuzie si produce solo in presenza di altri.

Potete simulare la presenza di un’altra persona leggendo di fronte allo specchio. Potete anche usare un registratore o una cinepresa oltre allo specchio. Guardarsi o ascoltarsi non è un’esperienza piacevole all’inizio, ma vi ci abituerete rapidamente.

Qualunque metodo sceglierete, vi aiuterà in modo progressivo a parlare in

presenza di altri. Ridurrà il senso di disagio che potete provare parlando in pubblico. Vi suggerisco di leggere alcuni testi scritti utilizzando la tecnica del flusso d’aria

e dell’inizio dolce. Memorizzate ogni frase o parte di frase e ditela ad alta voce guardandovi dritto negli occhi.

Potete sicuramente includere lo specchio e il registratore o la cinepresa negli

esercizi quotidiani che fate mattina e sera.

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Esercizio 18

Guardate le persone dritto negli occhi L’importanza del contatto visivo Evitare il contatto visivo è uno degli elementi della parte nascosta dell’iceberg della balbuzie ed è importante che cambiate questa abitudine per eliminarla in modo duraturo.

Il contatto visivo è un mezzo di comunicazione non verbale intenso tra due individui. I balbuzienti tendono ad evitare di guardare negli occhi probabilmente perché il contatto visivo trasmette principalmente emozioni e sensazioni; i balbuzienti tendono a nascondere le sensazioni e vogliono tenere sotto controllo le emozioni. Il contatto visivo porta con sé una sensazione d’intimità che i balbuzienti trovano inadeguata e imbarazzante. Inoltre, nel timore di balbettare, i balbuzienti preferiscono guardare altrove perché non vogliono essere confrontati alla reazione del loro interlocutore.

Benché i balbuzienti tendano ad evitare il contatto visivo, capita loro tuttavia,

ogni tanto, di guardare negli occhi dell’interlocutore per ottenere informazioni su quello che pensa o prova. Avete anche probabilmente osservato quanto sia faticoso parlare a qualcuno che porta occhiali scuri che nascondono completamente lo sguardo. È un po’ come parlare a un muro. Non siete sicuri di quello che la persona pensi o provi e neppure se vi ascolta veramente. È interessata da ciò che dite o si annoia da morire? È comprensiva? Potete fidarvi di lei? Vi rendete conto ora della

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quantità d’informazioni che sono occultate da questi occhiali da sole. Vi rendete conto anche dell’importanza del contatto visivo per una comunicazione efficace.

Guardare gli occhi della persona che vi ascolta può insegnarvi molto su quello

che pensa o prova. Se chiude leggermente gli occhi vuole probabilmente dire che ha difficoltà a seguire il vostro ragionamento. Osservando questo, capite che dovete rallentare e spiegare con più precisione quello che volete dire. Se gli occhi sono spalancati, vuol dire che è sorpresa o sbalordita. Se è quello che cercavate, allora sapete che ci siete riusciti. Altrimenti sapete che vi occorre spiegare la vostra posizione più dettagliatamente.

Allenatevi a guardare gli interlocutori dritto negli occhi Nei giorni seguenti, vi sforzerete di mantenere il contatto visivo il più possibile ogni volta che parlate a qualcuno. All’inizio, il mantenimento del contatto visivo vi renderà terribilmente a disagio e gli occhi fuggiranno inevitabilmente e si poseranno su “oggetti di debole intensità” come il naso, le labbra o la cravatta di chi vi ascolta. Oppure lo sguardo si perderà su un oggetto situato sullo sfondo.

La prima impressione sarà che non è possibile mantenere il contatto visivo più di mezzo secondo. Cercate di mantenerlo sempre più a lungo ogni volta. Mi ricordo che dopo due giorni di pratica sono riuscito a mantenerlo per 15 minuti. Sì, 15 lunghi minuti… Prima, non avrei mai pensato che fosse possibile o anche adeguato. Questo non è sembrato essere una prova per il mio collega, ma quando la conversazione è terminata, mi sentivo spassato. Ero annientato dalla strana sensazione d’avere gli occhi avvitati nei suoi. Per quindici minuti, non vidi nient’altro che i due cerchi neri delle sue pupille. Non udii nient’altro che la nostra conversazione. Gli altri colleghi che si spostavano e parlavano attorno, non esistevano più.

Perché i miei amici evitano il contatto visivo? La prima volta che cercherete il contatto visivo, osserverete probabilmente che le persone che non conoscete non eviteranno in genere il contatto visivo con voi. Al contrario, potreste essere sorpresi di constatare che gli amici e i membri della famiglia fuggono sistematicamente il vostro sguardo. A prima vista, potreste vedere qui una prova che è non adeguato guardare le persone dritto negli occhi. Potreste

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cominciare a chiedervi quello che gli altri pensano di voi quando insistete per mantenere il contatto visivo. Potreste temere che questo esercizio possa portare gli altri a pensare che soffrite di una malattia mentale. Non vi preoccupate e continuate a metterlo in pratica. Osserverete, giorno dopo giorno, che gli amici e i familiari smetteranno progressivamente d’evitare il contatto visivo con voi. In realtà, la ragione per cui evitavano di incrociare il vostro sguardo è che, consciamente o inconsciamente, sapevano che avevate difficoltà a mantenerlo e preferivano evitare di mettervi in imbarazzo guardandovi negli occhi.

O forse, semplicemente imitavano il vostro comportamento? Gli esseri umani sono animali sociali e tendono ad imitare il comportamento delle persone che li circondano. Ho osservato che i turisti stranieri tendono a copiare il comportamento della popolazione locale. Per esempio, a Londra, le persone camminano sul lato destro del marciapiede e i turisti stranieri fanno rapidamente lo stesso. Nei paesi in cui i pedoni camminano indisciplinatamente e si fermano in mezzo al passaggio, creando “ingorghi di pedoni”, i turisti stranieri, anche quelli che vengono dai paesi più disciplinati, tendono a fare lo stesso e non esiteranno ad ingombrare il marciapiede mentre cercano di trovare la direzione. In modo curioso capita che gli autoctoni biasimino questi “turisti sciocchi” che ingombrano il marciapiede.

A forza di praticare il contatto visivo, gli amici e i familiari vi imiteranno e

osserveranno il cambiamento del vostro modo di comportarvi e manterranno il contatto visivo con voi.

Giorno dopo giorno, guardare le persone dritto negli occhi vi sembrerà naturale

e dovrete continuare a praticarlo finché divenga una seconda natura.

Stabilite il contatto visivo prima di cominciare a parlare Prima di cominciare a parlare a qualcuno, guardatelo dritto negli occhi per alcuni secondi. Guardando il vostro interlocutore negli occhi, stabilite un legame di comunicazione non verbale. Sapete che l’altro è pronto ad ascoltarvi e aspetta che parliate. Sapete che non occorre affrettarvi e vi sentirete più a vostro agio con lui.

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Mantenete il contatto visivo durante i blocchi dovuti alla balbuzie È importante mantenere il contatto visivo anche quando vi bloccate su una parola. Quando un balbuziente sente che si sta producendo un blocco, tende naturalmente a guardare altrove per evitare di vedere la reazione dell’interlocutore. Dovete resistere a questa tendenza e mantenere il contatto visivo sempre anche se rimanete impantanato su una parola per parecchi secondi. Può sembrare terribilmente scomodo per voi leggere l’imbarazzo sul viso dell’interlocutore, ma bisogna sapere che quest’ultimo sarebbe ancora più imbarazzato se guardaste altrove. Parlare a più persone Quando parlate a una sola persona, dovete guardarla negli occhi il più spesso possibile. Dovete semplicemente bloccare i vostri occhi sui suoi. Quando parlate a parecchie persone, dovete guardare successivamente negli occhi le diverse persone per parecchi secondi. Supponiamo che parliate a Piero, Paolo e Maria. Cominciate a guardare Piero negli occhi alcuni secondi e spostateli verso quelli di Paolo e alcuni secondi dopo verso quelli di Maria.

Dovete anche adottare il tempo prestabilito alle diverse persone secondo le circostanze. Per esempio, se la conversazione si rivolge a Piero, dovete passare più tempo a guardare Piero e ogni tanto date un’occhiata in direzione di Paolo e di Maria per verificare come avvertono quello che dite. Se osservate che Maria non è affatto d’accordo con quello che dite, allora rivolgete la conversazione a Maria e mantenete il contatto visivo con lei il più a lungo pur verificando regolarmente le reazioni di Piero e Paolo.

Riferimenti bibliografici

FRASER, Malcom, Self-therapy for the stutterer, Stuttering Foundation, 1978 HARRISON, John C., Conquer Your Fears of Speaking before People, National Stuttering

Association, 1989 PARRY, William D., Understanding & Controlling Stuttering, A Comprehensive New

Approach on the Valsalva Hypothesis, National Stuttering Association, 1992

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Esercizio 19

Parlate con i gesti Fare dei gesti è importante per una comunicazione efficace I balbuzienti tendono a rimanere immobili mentre parlano, evitando accuratamente di muovere le braccia o ogni altra parte del corpo. Anche molti non balbuzienti hanno questa tendenza ma restare immobili è più diffuso nei balbuzienti. Forse è dovuto al fatto che percepiscono l’eloquio come un’attività pericolosa. Si sentono in pericolo e ricorrono alla stessa strategia di quella usata dai nostri antenati dai tempi preistorici quando si confrontavano con una bestia feroce: restare immobili sperando che la belva non vi noti.

È certamente una buona idea evitare d’essere notato da una bestia feroce: non avete certamente voglia di far parte del suo prossimo pasto… Ma gli altri non sono belve, non vi mangeranno. Perché evitereste di catturare la loro attenzione? Se non lo fate, non vi ascolteranno. A che cosa serve parlare loro se non vi ascoltano? Se non vi ascoltano, ci sono probabilità di non sentirvi a proprio agio e questo probabilmente vi farà balbettare.

Muovendo il corpo, vi sentirete più a vostro agio. Questo impedirà alla tensione

di salire in voi. Ho già parlato della tensione che sentiamo nascere in noi prima di balbettare. Muovere il corpo è un mezzo eccellente per farla sparire.

Gesticolare con disinvoltura e vi sentirete meglio e di rimando anche il vostro

interlocutore si sentirà meglio. Quello che provate ha un impatto maggiore su quello

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che prova l’interlocutore. Una volta che vi sentite ambedue a vostro agio, ci sono molte probabilità che nasca una conversazione fiduciosa e libera. Il fatto che l’interlocutore sia disteso e concentrato su quello che dite, vi aiuterà ancora di più a diminuire la tensione e a rendere la balbuzie molto più improbabile.

Esercitatevi a fare gesti I prossimi giorni, vi eserciterete a gesticolare parlando con gli altri. Ci sono molte cose che potete fare con il corpo per rendere la conversazione più rilassata ed efficace.

Se siete seduti su una sedia, non c’è bisogno di sedervi dritti. Provate posizioni diverse. Provate a piegarvi indietro e ad accavallare le gambe. Forse potete mettere le mani dietro alla testa. Questa posizione vi permette di fare un profondo respiro e di alimentare di ossigeno il sangue. Vi sentite bene così?

Potete anche piegarvi in avanti, avvicinandovi così alla persona che vi ascolta e

rendendo più facile lo scambio di informazioni confidenziali. Se siete in piedi e parlate a un collega seduto alla sua scrivania, potete mettere

una mano sulla spalliera della sua sedia oppure tenere la spalliera di un'altra e piegarvi verso di essa.

Se siete ambedue in piedi, potete forse stendere un braccio e far poggiare la

mano su un muro. Oppure mettere un piede sulla sbarra della sedia. Oppure ancora prendere un oggetto su un tavolo e giocarci.

In alcune circostanze, potete anche toccare la persona a cui parlate. Potete

poggiare la mano sulla spalla del vostro amico o toccargli con dolcezza il gomito mentre gli parlate. Certamente dipende a chi parlate.

Esercitatevi a muovere il corpo per parecchi giorni finché divenga una seconda

natura. E, sicuramente, facendo questo esercizio, non dovete dimenticare la lezione precedente e mantenere bene il contatto visivo. Spostarsi pur tenendo gli occhi fissi sugli occhi della persona che vi ascolta non è facile…

Buona fortuna!

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Riferimenti bibliografici

HARRISON, John C., Conquer Your Fears of Speaking before People, National Stuttering Association, 1989

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Esercizio 20

Fate parlare il corpo L’importanza del linguaggio corporeo Questo esercizio è un po’ simile al precedente ma spinge la tecnica molto più lontano. Al momento dell’esercizio precedente, vi siete allenati a gesticolare pur parlando per sentirvi più a vostro agio nell’ambiente. Avete anche osservato che il fatto d’animare il corpo poteva attivare l’attenzione dell’interlocutore.

Adesso, vedremo come i movimenti del corpo possono far passare un messaggio e rendere la comunicazione più efficace e piacevole. Modulare suoni con la faccia e la laringe non è il solo modo di farsi capire.

In certi casi, il linguaggio corporeo può essere un’alternativa alla comunicazione

orale:

? Girare la testa da due parti significa “no” oppure “non sono d’accordo”.

? Muovere la testa dall’alto in basso parecchie volte vuol dire “sì” o “sono d’accordo”.

? Indicare una bottiglia di succo d’arancia può essere sufficiente per

incitare qualcuno a porgermela. Qualche volta potete anche farvi capire dirigendo lo sguardo in una certa direzione.

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Nella maggior parte dei casi, tuttavia, il linguaggio corporeo è utilizzato simultaneamente con la comunicazione verbale. Questo rende la comunicazione più viva e descrittiva. È un modo eccellente di assicurare la comunicazione e verificare che l’interlocutore vi ascolti.

Fate occhiolino Fate occhiolino e guardate la reazione dell’interlocutore. Lui probabilmente sorriderà o strizzerà l’occhio a sua volta. Come vi sentite? Non è piacevole comunicare così senza parole? Queste vi rende felici e rilassati e l’interlocutore si sente probabilmente allo stesso modo. Vi sentite ambedue rilassati, ciò rende la comunicazione più facile e la balbuzie ha meno probabilità di scatenarsi.

Che significa fare occhiolino? Vuol dire generalmente che siete di buon umore e che siete felici di stare con questa persona. In generale, non è qualcosa che la gente dice con le parole. È talmente più facile e veloce dirlo strizzando l’occhio. Dimostra chiaramente l’importanza del linguaggio corporeo: vi permette di dire le cose più rapidamente e in modo più appropriato.

Parlate con le mani e con la faccia Cercate di utilizzare più possibile il corpo mentre parlate. Mimate quello che dite con le mani. Siete andati a pesca durante il fine settimana e volete far capire al vostro collega la dimensione del pesce: penso che sappiate quello che le mani e i muscoli facciali devono fare. Guardate l’interlocutore: i suoi occhi si spalancano. Sì! Ha ricevuto il messaggio: il pesce era veramente grosso.

Assicuratevi che il volto esprima bene quello che volete dire mentre parlate. Sorridete se ne avete voglia, fate smorfie se qualcosa vi dispiace, sgranate gli occhi quanto potete per esprimere la sorpresa, strizzate gli occhi o smuovete la testa se non riuscite a capire quello che l’altro vi sta spiegando.

Ci sono molte cose che potete fare con il volto, la testa e le mani per farvi capire

in modo efficace e comunicare con gli altri. Cercate di usarli il più possibile e osservate ogni volta quanto questo rende la comunicazione più efficace e piacevole. L’espressione corporea può sia sostituirsi all’espressione orale sia più spesso

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rafforzarla e renderla più vivace e convincente. Osservate come l’espressione corporea contribuisca a rilassarvi.

Cercate almeno una volta al giorno di farvi capire senza dire una sola parola. Lo

scopo non è, ben inteso, evitare di balbettare evitando di parlare. Il puro linguaggio corporeo non è un sostituto alla comunicazione orale. Lo scopo è prendere coscienza a che punto la comunicazione non verbale può essere efficace e di trasformarsi in un commutatore efficace.

Che pensate quando vedete qualcuno che si fa capire con un semplice gesto del

mignolo? Pensate che probabilmente questa persona ha un senso della comunicazione senza pari. Tuttavia è una tecnica che potete facilmente dominare qualunque sia la gravità della balbuzie.

Una volta padroneggiata questa tecnica, le persone che vi stanno intorno vi

percepiranno come un comunicatore efficace. Guadagnerete in fiducia e diminuirà per voi la probabilità di balbettare.

Riferimenti bibliografici

HARRISON, John C., Conquer Your Fears of Speaking before People, National Stuttering Association, 1989

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Esercizio 21

Come interrompere le persone mentre parlano È veramente maleducato? Vi hanno con molta probabilità insegnato nella vostra infanzia che non si dovevano interrompere le persone mentre parlano: è cosa maleducata.

È certamente maleducato, ma nella pratica, dovete spesso interrompere un’altra persona mentre parla. Se avete qualcosa d’urgente da dire, non potete aspettare che questa persona chiacchierona abbia finito di parlare del tempo che fa. Il bollettino meteorologico è un argomento di conversazione infinito, e rischiate di aspettare due ore prima di poter parlare.

Avere qualcosa d’urgente da dire non è la sola ragione per la quale dovete

interrompere le persone. Certe persone sono così chiacchierone che se non volete interromperle, continueranno a parlare tutto il giorno. Anche voi avete il diritto di parlare e dovete rivendicarlo.

Il modo giusto d’interrompere le persone mentre parlano Il peggiore sbaglio sarebbe precipitarsi e cominciare a parlare nello stesso momento dell’altro. È uno sbaglio grossolano perché:

1 - È maleducato

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2 - Nessuno vi ascolterà. Se nessuno vi ascolta, vi renderà nervoso e sconvolto e rischiate molto di più di balbettare.

Per questo è importante interrompere prima la persona chiacchierona dicendo qualcosa come “Paolo mi dispiace di interromperti, ma ho qualcosa d’urgente da dire”. Usate il linguaggio del corpo (potete per esempio alzare la mano) per fargli capire che deve smettere di parlare. Accertatevi che si fermi e che attirate la sua attenzione e quella delle persone che l’ascoltavano. Fate un secondo di pausa, guardatelo negli occhi, poi cominciate a parlare con dolcezza e con fiducia.

Se procedete così, sapete che tutti vi ascolteranno. In queste condizioni non

proverete alcun bisogno di mettervi fretta; sarete fiduciosi perché vi troverete in una situazione in cui è facile rilassarsi e controllarsi. In seguito, rischierete meno di balbettare.

Assicurarsi che avete attirato l’attenzione del vostro uditore è estremamente

importante. Mi ricordo di un ortofonista che mi diceva che balbettavo perché non ero riuscito ad attirare l’attenzione. Penso che non avesse capito niente. La mia opinione è che, in molti casi, balbettavo perché non riuscivo ad attirare l’attenzione. Se avete l’impressione che l’altro non vi ascolti, vi sentite a disagio e svalutato. Tenderete ad accelerare il ritmo della parola e di conseguenza balbettate. Se sapete che l’altro vi ascolta, vi sentite importante e fiducioso. Controllate la conversazione e non provate dunque il bisogno di affrettarvi. Potete prendere tutto il tempo necessario per rilassarvi, questo vi permetterà probabilmente d’avere un buon eloquio.

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Esercizio 22

Parlare a voce alta Gli altri Avete notato che molte persone parlano con voce debole? Quando guido, faccio spesso fatica a sentire quello che dice il passeggero: la sua voce copre appena il rumore del motore. Arrivo a desiderare che il mio passeggero sia, come l’autoradio, provvisto di un bottone che io possa girare per aumentare il volume. Quando chiedo al passeggero di parlare più forte, ottengo spesso la solita risposta sciocca che ho dimenticato di pulirmi le orecchie. Buffissimo!

La verità è che il passeggero è convinto di parlare abbastanza forte: le sue orecchie sono così vicine alla laringe ed alla bocca, che il suono della sua voce gli sembra probabilmente fortissimo. Non può immaginare di poter parlare più forte.

E voi? In realtà, è probabile che anche voi parliate in modo appena udibile. Pensate di parlare molto forte ma gli altri sarebbero probabilmente contenti se parlaste un po’ più forte.

Se balbettate, parlare con voce debole presenta un grosso vantaggio. I vostri ba – ba – ba – ba – ba e p – p – p – p – p – po non possono essere sentiti da troppe persone. Non desiderate che tutta la gente che vi sta d’intorno sappia che balbettate.

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Per questo motivo, avete probabilmente preso l’abitudine di parlare con voce ancora più debole della maggior parte delle persone.

Parlare a voce alta Nei giorni seguenti, cercherete di parlare più forte del solito. Non inquietatevi se balbettate. Certamente, molti sentiranno i vostri balbettamenti. E dopo? Abbiamo già detto che dovete accettare la balbuzie e che non c’è nessun motivo di vergognarsi del vostro brutto modo di parlare. Parlare più forte sarà un eccellente modo di mostrare a voi stessi ed al mondo che potete convivere con la balbuzie e che non vi vergognate.

Come percepite qualcuno che parla più forte della media? Pensate probabilmente che è sicuro di sé. L’ascolterete probabilmente di più e sarete portati a credere a quello che dice.

Se funziona così per gli altri, funzionerà allo stesso modo per voi. Parlando

forte, guadagnerete in fiducia e la gente vi ascolterà probabilmente di più e crederà a quello che dite. E questo migliorerà il vostro eloquio. Avrete fiducia in voi e balbetterete meno.

Parlare forte, ha anche un benefico effetto sul meccanismo Valsalva.

Sonorizzate di più e questo ha un effetto rilassante sulla laringe. Inoltre, se parlate più forte, sarete obbligati a respirare profondamente e anche

questo avrà un effetto rilassante. Aumentate progressivamente il volume della voce giorno dopo giorno. Non

abbiate paura di assordare gli interlocutori. Ricordatevi che la laringe è vicinissima alle orecchie e che vi sentite molto più forte dell’interlocutore. Finché lui non si coprirà le orecchie con le mani, potete forse parlare ancora più forte.

Ora, supponiamo che abbiate bisogno di parlare a Gianni. Gianni è a circa 10

metri. Che farete? Camminare verso di lui e mormorargli il messaggio? No! Certamente no! Resterete lì dove siete e griderete nella sua direzione. Questo vuol dire che 10 o 20 persone sentiranno ciò che dite e forse vi sentiranno balbettare. Non vi vergognate più della balbuzie e non è più un problema per voi.

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Continuate a concentrarvi sulla forza della voce durante i prossimi giorni. Mentre parlate, osservate come vi sentite. Vi sentite un po’ strambi e a disagio? È normale. Vi comportate come non siete abituati e ci vorranno alcuni giorni per riuscirci. Potete allora aumentare ancora il volume della voce.

Vi sentite più fiduciosi ed intraprendenti del solito? Bene! Vuol dire che vi

adattate rapidamente. Potete continuare ad aumentare il volume della voce. Osservate come gli altri reagiscono al vostro modo di parlare. Vi ascoltano con

più attenzione? Vi sembrano più dinamici ed intraprendenti? Non è sorprendente: gli altri si

comportano spesso come uno specchio. Voi sorridete, loro sorridono. Se fate l’occhiolino, ve lo rifanno. Se parlate con voce debole e spenta, avranno l’aria triste. Se parlate con voce forte ed energica, vi rimanderanno tale energia e vi sembreranno dinamici ed intraprendenti.

Osservate come interagite con gli altri. Non siete più nell’angolo a lottare contro

la balbuzie. Al contrario, comunicate intensamente con gli altri. Non solo, scambiate parole ed idee, ma anche, ne potete influenzare i caratteri e i comportamenti.

Non avete bisogno di un buon eloquio per arrivare a questo. Vi basta parlare

forte, usare il linguaggio del corpo, sorridere, strizzare gli occhi ed è tutto.

Giorni buoni e cattivi Avete probabilmente osservato che la balbuzie cambia da un giorno all’altro. Un giorno, non balbettate quasi mai e il giorno dopo balbettate molto. Nessuno sa con precisione perché la balbuzie cambia, ma avete con molta probabilità osservato che tendete a balbettare di più quando siete stanchi o vi sentite male. Suppongo che derivi dal fatto che quando si è stanchi o ci si sente male, siamo portati a parlare meno forte del solito e questo favorisce la balbuzie.

La prossima volta che avete un giorno cattivo, ricordatevene e cercate di parlare più forte. Basterà forse a trasformare questo “giorno cattivo” in un “giorno buono”!

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Riferimenti bibliografici

HARRISON, John C., Conquer Your Fears of Speaking before People, National Stuttering Association, 1989

STRYDOM, Jan, Stuttering: Helping Your Youngster Overcome it, http://www.audiblox2000.com/more06.htm

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Esercizio 23

Cantate! I balbuzienti non balbettano quando cantano I balbuzienti non balbettano quando cantano. Perché? Forse perché il canto non è elaborato dalla stessa parte del cervello della parola. O forse è dovuto al fatto che, quando cantate, mettete l’accento sulla sonorizzazione e questo impedisce alle corde vocali di chiudersi.

Un modo eccellente d’eliminare la balbuzie sarebbe di cantare sempre. Potreste cantare quando chiedete il pane al fornaio. Potreste cantare nell’ufficio del direttore quando gli chiedete un aumento. Ma, non penso che questa soluzione sia molto realistica!

Aggiungete musicalità alla voce! Quello che potete fare in pratica, è aggiungere musica alla voce. Se ascoltate attentamente, osserverete che molte persone attorno a voi (e tra loro i migliori comunicatori) modulano spesso parlando l’intonazione ed il volume della voce. Mettono l’accento su certe sillabe per attirare l’attenzione degli ascoltatori. Vogliono così far vedere che sono di buon umore e provano spesso un gran piacere a parlare con gli amici.

Ascoltate con attenzione come parlano e cercate di fare lo stesso.

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Per esempio, invece di dire “Buongiorno” con voce monocorde, potete dire “Andreaaaaaaaa! Buongiorno! Come stai oggi?!” con voce forte e allegra.

Andrea sarà sicuramente felice d’essere accolto con una tale energia ed un tale

entusiasmo. Osservate come reagisce. È felice di sentire che lo chiamate per nome. Ciò che lo rende ancora più felice è il modo con cui accentuate il nome prolungando la seconda sillaba. Ora che avete fatto piacere ad Andrea, la comunicazione con lui sarà più facile e più distesa. Rischierete meno di balbettare.

Esercitatevi ad aggiungere musicalità alla voce per alcuni giorni, e osservate

quanto la comunicazione con gli altri diventi più vivace e distesa. Parlare diviene un’esperienza più piacevole e vi sentite meglio nelle relazioni con gli altri.

Riferimenti bibliografici

FRASER, Malcom, Self-therapy for the stutterer, Stuttering Foundation, 2002 HARRISON, John C., Conquer Your Fears of Speaking before People, National Stuttering

Association, 1989

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Esercizio 24

Fate delle pause!

Le pause e i blocchi sono due cose diverse Se siete balbuzienti, avete probabilmente orrore delle pause perché assomigliano moltissimo ai blocchi. Se vi sentite che state per balbettare, parlerete rapidamente per terminare il più presto possibile. Avete l’impressione che se fate una pausa o se perdete tempo, la balbuzie vi prenderà.

Pensate che le pause siano il vostro nemico. Ora, imparerete a trasformarle in alleate. Le pause diventeranno un amico che vi aiuterà a distendervi e a migliorare la comunicazione con gli altri.

Le pause vi aiuteranno a mantenere il controllo. Se farete una pausa, avete la

situazione sotto controllo. Se non fate pause, sarà la balbuzie ad avere il controllo delle parole.

Le pause vi aiuteranno ad attirare l’attenzione degli ascoltatori Supponiamo che vogliate parlare a Rosalia, sapete che un blocco di balbuzie non è lontano e sentite la voglia di affrettare le parole. Ma non serve a niente affrettarsi; l’avete già sperimentato migliaia di volte in passato senza successo.

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Vi suggerisco d’usare un approccio diverso. Cominciate con l’adoperare il linguaggio del corpo per attirare l’attenzione di Rosalia. Per esempio, potete alzare la mano o far segno con il dito. Abbiamo già parlato dei benefici dell’uso del linguaggio del corpo e sapete che è un buon modo per cominciare. Appena siete sicuri che Rosalia è pronta ad ascoltarvi, dite: “Rosalia! Ho qualcosa d’importante da dirti!” Osservate a che punto Rosalia diventa sempre più attenta. Vorrebbe sapere quello che state per dirle. Ora fate una pausa.

Sapete che Rosalia non se ne andrà, poiché è tanto curiosa di sapere quello che

le dite. Aspettate per parecchi secondi e osservate come Rosalia diventa sempre più impaziente di sapere. Controllate la situazione. Non avete bisogno di supplicarla di ascoltarvi. È lei che vi supplica di parlare. Approfittate della pausa per rilassare il meccanismo Valsalva, poi, parlate con calma e con dolcezza. Fate alcune pause mentre parlate. Non c’è nessuna ragione di affrettarvi perché lei vi ascolta, non andrà via prima che abbiate finito.

Potete anche fare delle pause quando raccontate una barzelletta. Ogni volta che

farete una pausa, gli ascoltatori diventeranno più attenti a quello che dite. Aspettano con impazienza la fine della storia e ogni pausa accresce la loro impazienza. Più li rendete impazienti, più rideranno forte quando finirete la storia. Osservate gli ascoltatori quando fate una pausa, vi guardano con gli occhi spalancati, piace loro moltissimo quando la fate perché aumenta la suspense e rende la battuta più piacevole. Sorridono, si preparano a scoppiare a ridere. Guardateli e assaporate il piacere di controllare la situazione. Sentite come comunicate intensamente con l’uditorio, con la parola e i gesti. Assaporate tale sensazione e osservate come il meccanismo Valsalva è rilassato.

Percezione della lunghezza delle pause

Vi può capitare di fare una pausa nel mezzo di una frase perché avete un buco e non trovate la parola giusta. La paura per trovarla vi sembrerà estremamente lunga e vi sentite preso dall’inquietudine. Continuate la frase dopo aver trovato la parola giusta. Siete convinti che l’uditorio è stato sorpreso dal momento d’esitazione: ebbene, sarete sorpresi di sapere che la maggior parte del tempo gli ascoltatori non hanno osservato niente perché questo momento dura infinitamente meno a lungo di quanto crediate! Il modo migliore di convincersene è osservare una videoregistrazione del vostro discorso e potreste constatare che il momento di esitazione era appena percettibile.

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Parlate lentamente e con calma I balbuzienti tendono a parlare più velocemente della media. I non balbuzienti suppongono a torto che i balbuzienti balbettano perché parlano troppo velocemente. Non penso che ciò sia vero. In realtà, probabilmente è piuttosto il contrario: i balbuzienti parlano velocemente perché hanno paura di balbettare e sperano che se parlano veloce, avranno il tempo di finire la frase prima che la balbuzie li raggiunga.

Parlare lentamente non eliminerà da solo la balbuzie, ma vi aiuterà a controllare il modo di parlare. Gli interlocutori saranno più concentrati su quello che dite. Questo vi aiuterà a migliorare il vostro modo di parlare. Riferimenti bibliografici

FRASER, Malcom, Self-therapy for the stutterer, Stuttering Foundation, 2002 HARRISON, John C., Conquer Your Fears of Speaking before People, National Stuttering

Association, 1989

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Esercizio 25

Mostrate i vostri sentimenti Il circolo vizioso dell’adrenalina Se balbettate, tendete a rimanere in disparte. Evitate di parlare ogni volta che sentite che rischiate un blocco. È vero in modo particolare quando sono in gioco delle emozioni. Per esempio, se vi sentite in collera, preferite nascondere i vostri sentimenti perché temete di balbettare se prendete la parola.

Quando siete in collera, l’adrenalina viene scaricata nel vostro flusso sanguigno. Se qualcuno vi irrita bruciate una parte dell’adrenalina mostrando la collera, parlando forte, perfino molto forte.

La scarica d’adrenalina è utilissima quando siete minacciato fisicamente, poiché

vi dà l’energia necessaria per battervi o scappare. La scarica d’adrenalina è meno utile quando il pericolo che dovete affrontare

non è fisico. Per esempio quando qualcuno vi irrita. In questo caso, potete tuttavia bruciare la maggior parte dell’adrenalina esprimendo la vostra collera e parlando forte… molto forte!

Ma che succede se non bruciate l’adrenalina esprimendo la vostra collera? Resta

nel vostro corpo e può generare ogni sorta di effetti indesiderabili. Per esempio, può contrarre i muscoli del meccanismo Valsalva.

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Penso che abbiate capito. Se siete irritato e non dite nulla per timore di balbettare, l’adrenalina si accumulerà nel vostro corpo, e più s’accumula, più vi diviene difficile parlare. Ne risulta sempre più stress con risultato di ancora più adrenalina e ancor più difficoltà a parlare… Abbiamo un circolo vizioso: il circolo vizioso dell’adrenalina.

Non fatevi prendere in trappola Per evitare d’essere trascinato in questo circolo vizioso, dovete far sapere subito a quelli che vi mandano in collera che non vi lasciate pestare i piedi. Non voglio dire con questo che dovete necessariamente urlare come un pazzo dietro qualcuno che vi fa irritare. Non avete bisogno di insultare sua madre o di ricorrere alla violenza fisica. Dovete in ogni circostanza rimanere in limiti socialmente accettabili. Non volete in verità avere nemici, perché questo genererebbe un’altra scarica di adrenalina.

Idealmente, dovreste essere capace di parlare con voce più forte del solito, ma con calma e con determinazione. In questo modo l’altra persona comprenderà che non ha interesse a importunarvi oltre. Siate calmi e determinati, guadagnerete fiducia in voi stessi e gli altri vi rispetteranno. Vi sarà più facile parlare con un buon eloquio.

Certamente, quando esprimete la collera con voce forte e con calma e

determinazione, assicuratevi di rilassare il meccanismo Valsalva e di respirare con l’addome.

Riferimenti bibliografici

HARRISON, John C., Conquer Your Fears of Speaking before People, National Stuttering Association, 1989

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Esercizio 26

Buttatevi! Un’altra persona inveisce con facilità un’inverosimile sequela di assurdità e state là ad ascoltare passivamente. Siete in disaccordo completo con quello che lei dice. Volete prendere la parola per esprimere la vostra opinione. Ma preferite mantenere il silenzio perché sapete che se aprite bocca correte il rischio di balbettare. Restate tranquillo e sentite salire la pressione. Questa situazione vi sembra familiare? È probabilmente una delle frustrazioni peggiori che un balbuziente possa sopportare. Buttatevi e ditelo! Ma non c’è nessuna ragione che sia così: se avete qualcosa da dire, allora, ditelo!

Non ha alcuna importanza se balbettate! Ditelo! Le persone vi ascolteranno anche se balbettate. Forse sembreranno imbarazzati

dal vostro balbettare. E poi dopo? Erano probabilmente ancora più importunati dalle idiozie di quella persona chiacchierona.

Prima di esprimere la vostra opinione, interrompete il chiacchierone utilizzando

una tecnica simile a quella descritta nell’esercizio 24. Dite tranquillamente ma con fiducia qualcosa come “Mi dispiace Giulio, capisco il tuo punto di vista, ma non sono affatto d’accordo”. Usate il linguaggio del corpo per far vedere che non lo siete e che fate valere il vostro diritto di parlare; guardatelo dritto negli occhi.

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Assicuratevi di aver captato la sua attenzione e quella degli altri ascoltatori, poi spiegate tranquillamente e con sicurezza il vostro punto di vista.

Sentite come la tensione scompare dal vostro corpo. Anche se balbettate, vi

sentite bene perché avete il controllo della conversazione. Avete qualcosa da dire e gli altri vi ascoltano.

Non aspettate di avere un buon eloquio Non dovete aspettare di avere eliminato la balbuzie per cominciare a prendere la parola e a dire quello che avete da dire. Gli esercizi dati in questo libro vi aiuteranno ad ottenere un buon eloquio solo se diventate una persona dinamica da subito. Dovete afferrare tutte le occasioni che si presentano per parlare qualunque siano le vostre difficoltà di eloquio attuali. Dovete farlo in tante possibili diverse situazioni.

Ogni volta che avete qualcosa da dire o una domanda da fare, fatelo, anche se sentite che balbetterete.

Non siete proprio interessati all’acquisto di un filtro per l’acqua, ma siete

semplicemente curiosi di saperne il prezzo? Prendete le pagine gialle e chiamate le ditte che li vendono.

Non volete creare un’azienda ma, volete sapere com’è la procedura? Chiamate

la camera di commercio e chiedete. Partecipate ad una riunione e avete un’ottima idea che permetterebbe alla società

di guadagnare di più? Forza ditelo! Non ha importanza se balbettate: il principale è evidentemente lusingato all’idea di realizzare un guadagno maggiore e vi ascolterà con grande interesse.

Abbiate una vita sociale più attiva, invitate amici a pranzo o per un pic-nic. Che

balbettiate o no, dovete diventare audace e implicato in più attività possibili. Non avete bisogno di parlare perfettamente per essere un buon oratore. Una persona dotata di un buon eloquio ma triste e noiosa, farà fuggire tutti. Al

contrario, un balbuziente può essere un oratore molto vivace che saprà avvincere il

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proprio pubblico. Un balbuziente può benissimo diventare la persona più popolare della sua università o del proprio luogo di lavoro.

Non aspettate d’avere un modo di parlare perfetto, fatelo ora! Uscite dal

vostro guscio e parlate!

Riferimenti bibliografici

FRASER, Malcom, Self-therapy for the stutterer, Stuttering Foundation, 2002

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Esercizio 27

Siate un leader Esprimete le vostre opinioni È mezzogiorno. State per andare a pranzo con una mezza dozzina di colleghi. Stanno cercando in quale ristorante andare e state lì ad ascoltare passivamente la loro discussione. Sembra che la maggior parte voglia andare in un fast-food. Voi volete mangiare una pizza ma non dite nulla perché sapete che probabilmente inciamperete sulla piccola pizza. Desiderate segretamente che cambino idea e decidano finalmente di andare in una pizzeria. Certamente, questo probabilmente non accadrà e dovrete mangiare ancora uno di quegli orrendi hamburgers.

Tale situazione vi sembra familiare? Con molta probabilità. Ma non è una fatalità. Dovete sempre esprimere la vostra opinione anche se balbettate. Tutti i vostri colleghi vogliono andare in un fast-food? Dite loro che le pizze sono migliori e più dietetiche. Siate convincenti. Usate tutto il vostro potere di persuasione per far loro cambiare parere e ci riuscirete probabilmente.

Una volta seduti in quella pizzeria, osservate come vi sentite bene. Se non

avevate espresso la vostra opinione, stareste tutti mangiando hamburgers e patatine frette in un fast-food a 500 metri da lì. Sono qui perché VOI avete deciso così. Avete forse balbettato terribilmente, ma i colleghi sono stati abbastanza intelligenti da capire che p-p-p-p-p-p-p-pizza significa pizza ed eravate talmente convincenti che si sono sottomessi. Non siete più uno scialbo collega di lavoro, che aspetta che

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gli altri prendano le decisioni, ora avete carisma e siete popolare. Interpretate la parte di leader quando si tratta di prendere una decisione.

Che ne direste d’un caffè? Nei giorni a venire, cercate di essere un leader. Potete portare gli altri a fare cose semplicissime. Per esempio, se avete bisogno di lavorare su una pianificazione di marketing con un collega, gli potete suggerire di prendere un caffè prima di mettervi al lavoro. Mentre guardate il collega inserire una moneta nel distributore del caffè, osservate che lui è là perché voi lo avete deciso. Giungerete anche a rendervi conto che avete il potere di dirigere e di interagire con gli altri.

La vostra vita non deve più essere un colloquio a tu per tu con la balbuzie. Essa è fatta di interazioni con gli altri. Non concentratevi più sulla balbuzie ma sui rapporti che avete con gli altri. Dovete cercare di provocare le azioni degli altri. Dovete esprimere la vostra opinione ogni volta che si deve prendere una decisione.

In questo modo, aumenterete la stima personale e vi sentirete più a vostro agio

con le persone che vi stanno vicine.

Riferimenti bibliografici

HARRISON, John C., Conquer Your Fears of Speaking before People, National Stuttering Association, 1989

KEHOE, Thomas David, Overcoming Stuttering in 6 months, A multifactoral Guide To Speech Therapy, Casa Futura Technologies, 2002

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Esercizio 28

Svelate le vostre intenzioni nascoste Avete probabilmente già osservato a che punto è talvolta utile far finta d’essere sordi. Se qualcuno vi chiede di fare qualcosa che non avete voglia di fare, affermate semplicemente che non avete capito. Personalmente uso spesso questa tecnica quando mia moglie mi chiede di fare qualcosa che non ho voglia di fare e in generale funziona benissimo. (Ho chiesto a mia moglie di rileggere questo libro per correggere gli errori, e suppongo che mi ucciderà quando leggerà questo!!!)

Lo stesso, un balbuziente può ugualmente affermare inconsciamente che non può parlare. È molto utile quando vi fanno una domanda imbarazzante. L’altro lascerà probabilmente stare dopo che avete balbettato pesantemente 5 o 6 volte di seguito. La balbuzie diventa una specie di corazza che usate per proteggere la vostra intimità.

Non è qualcosa che riconoscerete facilmente perché si produce a livello

inconscio. Non decidete consciamente di balbettare in modo volontario per evitare di rispondere a una domanda imbarazzante. Il vostro inconscio pensa che è quello che bisogna fare per proteggervi.

Il maggiore inconveniente è che questo spinge il vostro inconscio a considerare

la balbuzie come un alleato. Se cercate consciamente di distruggere la balbuzie, l’inconscio effettuerà un lavoro di indebolimento senza che neppure ve ne rendiate conto. Ecco perché è molto importante che capiate come la usate inconsciamente nel vostro interesse. Anno dopo anno, la balbuzie è diventata un modo di vivere. Avete preso l’abitudine di vivere una vita nascosta, protetta dal vostro brutto modo di

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parlare. Avete imparato a vivere comodamente nascosto dietro di essa e vi potete aspettare che il vostro inconscio saboti gli sforzi che fate per controllarla.

Certamente, volete consciamente sbarazzarvene. Ma siete nello stesso tempo

consciamente spaventato all’idea di giungere a parlare in modo perfetto. Una volta ottenuto un buon eloquio, dovrete parlare e rispondere a tutte le domande, anche alle più imbarazzanti. Vi occorrerà cambiare modo di vivere e diventare più audace e più socievole. Vi occorrerà prendere parte attivamente alle conversazioni. Al momento delle cene con gli amici o i familiari, ci si aspetterà che parliate.

Cercate di ricordarvi le circostanze in cui avete balbettato deliberatamente.

Questo rischia d’essere difficile poiché non l’avete fatto in maniera cosciente e non ne siete particolarmente fiero.

L’esercizio diventerà probabilmente più facile, se cercate di ricordarvi le

circostanze in cui il fatto d’aver balbettato pesantemente si può considerare come un vantaggio. In tali circostanze l’inconscio ha fatto probabilmente tutto quello che poteva per impedire un buon eloquio. Pensateci e rendetevi conto quanto questo atteggiamento fosse infantile, irresponsabile e distruttore.

Dovete promettere a voi stessi di evitare un simile comportamento in futuro.

Siete ora una persona responsabile e intraprendente e non avete il diritto di abbassarvi a usare tecniche così stupide. Mantenete il controllo delle capacità di parola, qualunque siano le circostanze. Non dovete permettere alle intenzioni nascoste di impedirvi di parlare.

Riferimenti bibliografici

HARRISON, John C., Conquer Your Fears of Speaking before People, National Stuttering Association, 1989

The Stuttering Foundation, Stuttering therapy: transfer and maintenance, 2002

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Esercizio 29

Evitate d’evitare Tecniche di aggiramento delle difficoltà Quando un balbuziente sente che sta per inciampare su una parola, usa generalmente parecchie specie di tecniche d’aggiramento:

1 - Può evitare la parola temuta e sostituirla con un’altra di senso analogo. Questa parola di sostituzione è spesso meno appropriata ma il balbuziente sente che è più facile da dire.

2 - Può dire qualcosa di completamente diverso che non ha alcun rapporto con

quello che desiderava dire in partenza. Per esempio: può dire “pane” invece di “filone”. Può anche tenere discorsi in disaccordo con le proprie opinioni politiche se sente che la parola “destra” è più facile da dire della parola “sinistra” (o viceversa).

3 - I balbuzienti usano spesso parole per iniziare il discorso o parole

tappabuchi come “bene”, “sapete”, “vediamo”, “diciamo” ecc. Essi hanno l’impressione che tutte queste parole senza interesse daranno loro uno slancio che permetterà loro di passare attraverso parole sulle quali hanno paura di inciampare.

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Queste tecniche di aggiramento possono all’occasione impedire blocchi di balbuzie. Ma nella maggior parte dei casi, sono semplicemente inefficaci ed inutili. Non vi impediranno di balbettare. Presentano inoltre grossi inconvenienti: l’utilizzo eccessivo di queste parole parassite o tappabuchi può diventare estremamente fastidioso per l’ascoltatore, probabilmente più fastidioso della balbuzie stessa. Inoltre, finite molto spesso col dire qualcosa di diverso da quello che volevate dire in partenza.

Evitate le tecniche di aggiramento Durante i giorni seguenti, farete attenzione al modo con cui usate le tecniche di aggiramento quando parlate. Cercherete il più possibile d’evitarle. Forse pensate che abbandonandone l’uso, crescerà il numero di volte in cui balbetterete. È forse vero a breve scadenza.

Ma a lungo termine, evitare di ricorrere a queste tecniche migliorerà il vostro modo di parlare. L’utilizzo delle tecniche di aggiramento implica infatti che stiate continuamente facendo la posta alle parole difficili. Ogni volta che individuate una parola difficile, dovete riflettere fortemente al modo di evitarla. Questo è spossante e genera lo stress. Questo stress aggiuntivo aumenta la probabilità di balbettare.

Ed inoltre, il ricorso alle tecniche di aggiramento tende ad aumentare il timore di

balbettare. E più temere di balbettare, più vi è difficile parlare con un buon eloquio. Ogni volta che avete qualcosa da dire, ditelo direttamente senza cercare di

evitare le parole difficili e senza inserire parole parassita. Fate in modo di usare le parole più appropriate anche se sentite che inciamperete su una. Ricordatevi che è preferibile balbettare sulla parola corretta che pronunciare correttamente un sinonimo meno appropriato.

Non tradite le vostre idee e le vostre opinioni per un migliore modo di parlare ad

ogni costo. Dite quello che pensate anche se dovete balbettare su ogni parola.

Fate una lista delle vostre tecniche di aggiramento Le sostituzioni di parole e le parole tappabuchi non sono le sole tecniche di aggiramento usate dai balbuzienti per evitare di balbettare. I balbuzienti evitano

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spesso le situazioni di presa di parola che ritengono difficili o rimandano a più tardi una telefonata nella speranza che il loro modo di parlare migliorerà nel frattempo. Ogni balbuziente è unico e sapete probabilmente meglio di chiunque quello che fate per evitare le parole difficili o le situazioni temute. I prossimi giorni, fate una lista delle tecniche di aggiramento che utilizzate spesso e cercate di eliminarle l’una dopo l’altra. Procedete in maniera progressiva Certi balbuzienti dipendono talmente dalle tecniche di aggiramento che è loro praticamente impossibile rinunciarci subito. Se è il caso vostro, dovrete eliminarle progressivamente. Continuate ad usarle nelle circostanze per le quali ritenete che non vi potete permettere di balbettare e dove non potreste farne a meno. Cominciate ad evitare d’usare le tecniche di aggiramento nelle circostanze in cui vi sentite più a vostro agio. Una volta acquisita la certezza che non sono più necessarie nelle situazioni facili, cercate di eliminarle nelle situazioni che percepite come più difficili. Riferimenti bibliografici

FRASER, Malcom, Self-therapy for the stutterer, Stuttering Foundation, 1978 MURRAY, Frederick P., A stutterer’s story, Stuttering Foundation of America, 2001

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Esercizio 30

Adottate un atteggiamento positivo Sorridete! Avete osservato che le persone sicure di sé ostentano continuamente un sorriso che riflette la loro fiducia? Se va bene per loro, dovrebbe andar bene anche per voi.

Sorridere richiede meno tensione muscolare che mantenere un viso serio. Sorridere distende il corpo e la mente, dà fiducia e rende più facile la comunicazione con gli altri. Tutti questi effetti positivi miglioreranno il vostro modo di parlare.

Cercate di sorridere più spesso che potete. Sorridete agli altri e sorridete a voi

stessi quando siete soli. Sorridere cambierà in positivo le vostre percezioni. Se sorridete mentre guidate e avete una gomma forata, non penso che salterete di gioia, ma avrete probabilmente una percezione nettamente mano negativa di questa esperienza spiacevole.

Lo stesso, sorridere vi aiuterà a cambiare la vostra percezione della balbuzie. Se

prendete l’abitudine di sorridere quando interagite con gli altri, sarete probabilmente meno sconvolto se vi capita di balbettare. Può anche accadere di scoppiare a ridere spontaneamente col vostro interlocutore al riguardo.

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Adottate un’andatura decisa Cercate di stare dritto e di tenere le spalle indietro. Aumenterà la fiducia in voi e cambierà positivamente il modo in cui gli altri vi percepiscono e quello in cui vi percepite. Stando dritto, vi sarà più facile respirare efficacemente e avrà un diretto effetto positivo sul vostro modo di parlare.

Dovete anche cercare di camminare e di muovere il corpo più rapidamente. Spostandovi rapidamente, sembrerete più decisi e avrete meno tempo di temere la balbuzie e la situazione di conversazione difficile. Cambiate il modo di vita Avete probabilmente notato che la balbuzie varia da un giorno all’altro. Balbettate pesantemente un dato giorno e parlate eloquentemente il giorno dopo. Le variazioni del modo di parlare sembrano essere del tutto imprevedibili e sono difficili da spiegare, ma c’è probabilmente una correlazione con lo stato di salute. Balbetterete probabilmente di più, se state male, se non siete in forma o se non avete dormito a sufficienza. Dovete dunque adottare un modo di vita sano:

1. Assicuratevi di dormire a sufficienza e ad ore regolari. 2. Assicuratevi che i pasti siano sani ed equilibrati. Evitate di spilluzzicare

fuori pasto. Cercate di mangiare ad ore regolari.

3. Bevete acqua a sufficienza. Il cervello non funziona in modo corretto quando siete disidratati e questo può aumentare la balbuzie.

4. Praticate attività fisiche; vi aiuterà ad essere più calmi, intraprendenti, più

a vostro agio. Non rimandate al giorno dopo Evitate di rimandare a domani quello che potete fare oggi! Vi darà la sensazione di controllare la vita. Se avete la sensazione che la vostra vita sia sotto controllo, sarà più facile controllare il modo di parlare.

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Se dovete fare una telefonata e avete un giorno brutto, forse sarete tentati di rimandare la chiamata ad un altro giorno sperando che il vostro modo di parlare sarà migliore. Non è una buona strategia. Più aspettate, più state in pensiero, più vi stressate, e questo non farà che aumentare il rischio di balbuzie. Invece di rimandare la chiamata a più tardi, dovete immediatamente staccare il ricevitore e fare il numero.

Riferimenti bibliografici

FRASER, Malcom, Self-therapy for the stutterer, Stuttering Foundation, 1978 KEHOE, Thomas David, Overcoming Stuttering in 6 months, A multifactoral Guide To

Speech Therapy, Casa Futura Technologies, 2002 MURRAY, Frederick P., A stutterer’s story, Stuttering Foundation of America, 1980

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Conclusione Congratulazioni! Avete fatto i 30 esercizi del libro e avete probabilmente ottenuto miglioramenti significativi del vostro eloquio. Se è così e se balbettate ancora, non vi preoccupate, è perfettamente normale. Continuate a fare gli esercizi giorno per giorno, mattina e sera. I miglioramenti che avete già costatato mostrano che siete sulla buona strada. Vi suggerisco di rifare ancora una volta tutti gli esercizi per assimilare in toto tutte le tecniche.

Se la balbuzie è ora totalmente sotto controllo, è formidabile. Come spiegato a pagina 35, lo scopo finale della terapia è dimostrare che siete balbuzienti. Questo può essere realizzato una volta che avrete sostituito ciascuno degli elementi dell’iceberg della balbuzie con il suo apposto nell’iceberg del buon eloquio. Se vi sentite sicuri che la balbuzie è sotto controllo e che i comportamenti, percezioni e sensazioni associati alla balbuzie sono stati modificati, allora vi raccomando di cercare di dimenticare che siete balbuzienti per vedere quello che succede. Se questo porta a una ricaduta, potete sempre ritornare agli esercizi.

Se non avete ancora osservato il minimo miglioramento del vostro modo di

parlare, non rinunciate. Alcuni hanno bisogno di più tempo per dominare nuove tecniche. Fate gli esercizi giorni per giorno per ancora alcuni mesi. Prendete tempo. Assicuratevi di dominare tutte le tecniche descritte nel libro. Nel caso probabile di un fallimento, allora forse dovete tentare un altro tipo di terapia. Chiedete il parere di un ortofonista e/o cercate sul web ulteriori informazioni.

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Tenetemi al corrente Non esitate a contattarmi per il tramite del sito http://www.balbuzie.ch. Fatemi sapere quello che pensate di questa terapia e come vi ha aiutato a controllare la balbuzie. I vostri commenti saranno molto appropriati e presi in considerazione al momento di una seconda edizione di questo libro.

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Terza parte

Terapia per i bambini

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Capitolo 1

Vostro figlio balbetta Talvolta il vostro bambino ripete parole e sillabe e voi temete che diventi balbuziente per tutta la vita.

Non vi dovete preoccupare troppo: circa il 20% dei bambini piccoli balbettano

ogni tanto e la maggior parte elimina spontaneamente la balbuzie. Perciò è probabile che vostro figlio attraversi semplicemente un periodo normale di disturbo della parola. Ci sono molte probabilità che ritrovi un eloquio normale in seguito.

Tuttavia, un bambino su venti non si libererà in modo spontaneo della balbuzie e

avrà bisogno dell’aiuto dei genitori e, anche in certi casi, dell’aiuto supplementare d’un ortofonista per avere un eloquio normale.

Che devo fare?

Prima di tutto bisogna evitare di reagire in modo eccessivo. Come spiegato sopra, la maggior parte dei bambini si libererà in modo spontaneo di questo disturbo della parola ed è probabile statisticamente che il vostro farà lo stesso. Dovete evitare ad ogni costo di lasciare vedere a vostro figlio che il suo disturbo nel modo di parlare vi preoccupa. Se fate vedere la vostra inquietudine, vostro figlio prenderà coscienza del suo balbettio e si sforzerà di non balbettare più. Facendo questi sforzi, tenderà a contrarre il meccanismo di Valsalva (vedi capitolo 2 – Contrazione muscolare e balbuzie) e ciò aumenterà la sua difficoltà.

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Se la balbuzie di vostro figlio sono leggere, non è necessario cercare immediatamente il parere di un ortofonista. Potete probabilmente migliorare l’eloquio di vostro figlio con una terapia indiretta: i bambini hanno la tendenza ad imitare i genitori e potete influenzare il modo di parlare di vostro figlio cambiando il vostro comportamento e il modo di parlare con lui. Per esempio, potete farlo parlare più lentamente parlando voi stessi più lentamente. Il capitolo seguente (Terapia indiretta) espone dettagliatamente come ciò si può realizzare.

Se non osservate nessun miglioramento in un mese, o se la balbuzie di vostro

figlio sono importanti dovete consultare un ortofonista. Non aspettate, perché più aspetterete, più sarà difficile eliminarle.

Ortofonista È estremamente importante non rafforzare la presa di coscienza del bambino riguardo alle sue difficoltà di eloquio. Per questa ragione, dovete dapprima incontrare l’ortofonista senza il bambino. Al momento della prima visita, assicuratevi che l’ortofonista sia abituato a lavorare con dei bambini in maniera rilassata e che sia in grado di aiutare vostro figlio senza aggravare la presa di coscienza delle sue difficoltà. Se non siete sicuri, provate a cercarne un altro.

Alla visita seguente, porterete il bambino con voi e l’ortofonista farà una

valutazione del suo disturbo. Se l’ortofonista ha esperienza, dovrebbe essere capace di fare ciò senza che vostro figlio se ne renda conto.

Qualunque sia l’approccio terapeutico raccomandato dall’ortofonista, tenete a

mente che giocherete voi il ruolo principale nelle terapie. Il bambino passa parecchie ore al giorno con voi, e avete un’influenza maggiore su di lui. Dovete dunque seguire alla lettera le raccomandazioni date nel capitolo seguente.

Devo parlare con mio figlio della sua balbuzie? Per tutto il tempo che vostro figlio non si rende conto che balbetta, dovete evitare di parlarne con lui.

Se vostro figlio mostra chiaramente che è cosciente delle sue balbuzie o se fa

domande come: “Perché non riesco a parlare?” o “Che cosa ho?” allora dovete

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parlare apertamente con lui del suo problema. Potete allora mettere in opera progressivamente un approccio terapeutico diretto (Vedere Capitolo 3 – Terapia diretta per i dettagli).

È colpa mia se balbetta? No, non è colpa vostra se vostro figlio balbetta. Nessuno sa con certezza ciò che scatena la balbuzie, ma degli studi indicano che la balbuzie non sono causate dal modo con cui i genitori allevano il loro bambino.

Ciò, certamente, non vuol dire che non potete far nulla riguardo alla balbuzie di vostro figlio. Come spiegato precedentemente, potete influenzare positivamente vostro figlio e aiutarlo così ad acquisire un buon modo di parlare. Riferimenti bibliografici

CHELMA, Kristin A., REARDON, Nina, The School-Age Child Who Stutters: Working effectively with Attitudes and Emotions, Stuttering Foundation of America, 2001

DELL, Carl W., Treating the school-age child who stutters: a guide for clinicians, Stuttering Foundation, 2000

KEHOE, Thomas David, Overcoming Stuttering in 6 months. A multifactorial Guide To Speech Therapy, Casa Futura Technologies, 2002

MURRAY, Frederick P., A stutterer’s story, Stuttering Foundation of America, 2001 Stuttering Foundation, If your child stutters, a guide for parents, 2002 Stuttering Foundation, Stuttering and your child, questions and answers, 2002 Stuttering Foundation, The child who stutter: to the pediatrician, 1991

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Capitolo 2

Terapia indiretta Parlare lentamente I bambini che balbettano hanno la tendenza a parlare più velocemente degli altri bambini e voi pensate che forse è la spiegazione del loro balbettio. In realtà, può essere l’inverso: è probabile che il balbuziente tenti di parlare velocemente per evitare che la balbuzie lo raggiungano prima che abbia terminato la frase. Ciò facendo, si stressa e rende la balbuzie inevitabili. Il fatto di parlare velocemente non è probabilmente la causa prima che scatena la balbuzie, ma sicuramente la balbuzie e la rapidità del modo di parlare lavorano insieme per rafforzarsi.

Dovete dunque trovare un modo per rallentare il modo di parlare del vostro bambino. La prima idea che viene è chiedere al bambino di parlare meno velocemente, ma ciò è da evitare ad ogni costo, poiché

1. È praticamente impossibile per un bambino rallentare il suo modo di parlare volontariamente e coscientemente.

2. Chiedendogli di parlare più lentamente, lo rendete ancora più cosciente del

suo disturbo e ciò rischia di aggravare le sue balbuzie.

Dovete piuttosto mostrargli l’esempio e parlargli più lentamente: i bambini hanno una tendenza naturale ad imitare i genitori e così, probabilmente, vostro figlio parlerà meno velocemente.

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Pause

Quando vostro figlio vi fa una domanda prendete l’abitudine di fermarvi un secondo prima di rispondere. Prendete tempo e fermatevi un secondo tra ogni frase.

Ancora una volta, vostro figlio avrà la tendenza a imitarvi e ciò lo porterà a parlare più lentamente e a prendere tempo quando parla. Giornate buone e giornate brutte Avete probabilmente osservato che la balbuzie va e viene: un giorno vostro figlio ha un modo di parlare perfetto o quasi e il giorno dopo balbetta marcatamente. Non vi inquietate di queste intermittenze; sono perfettamente normali. L’aspetto intermittente della balbuzie è misterioso, e nessuno sa veramente perché varia da un giorno all’altro.

Dovete fare attenzione a queste intermittenze e organizzare le attività giornaliere di conseguenza. Se vostro figlio è in un giorno buono (il suo modo di parlare è perfetto o quasi), lasciatelo parlare il più possibile perché provi il piacere di un buon modo di parlare. Il buon eloquio rafforza il buon eloquio e questa esperienza piacevole avrà un effetto a lungo termine.

D’altra parte, se osservate che vostro figlio ha una brutta giornata, cercate di organizzare attività poco esigenti sul piano verbale, come una passeggiata in bicicletta o il nuoto. Non fate troppe domande a vostro figlio Alla maggior parte dei bambini non piace essere assaliti da domande e i bambini che balbettano non sono diversi. Se vostro figlio balbetta e lo pressate di domande, non si sentirà a proprio agio e ciò potrebbe rafforzare la sua balbuzie.

Idealmente, non dovete forzare vostro figlio a parlare. Dovete lasciarlo parlare

quando ne ha voglia e decidere lui stesso l’argomento di conversazione. Se volete fargli una domanda, lasciategli tutto il tempo per rispondere.

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Lasciate che vostro figlio parli forte come desidera Se siete come me, e non vi piace avere bambini che urlano in casa, troverete probabilmente penoso seguire questo consiglio. Sono sempre sorpreso che un bambino molto piccolo possa fare più rumore da solo di una mezza dozzina di adulti riuniti. I bambini parlano con una tonalità nettamente più alta degli adulti e possono senza sforzo riempire la stanza delle loro vocine acute. Dopo una dura giornata di lavoro, avrete probabilmente una voglia irresistibile di chiedere a vostro figlio di parlare meno forte.

È tuttavia essenziale lasciare che vostro figlio parli forte come desidera. Come

spiegato nella seconda parte (Esercizio 22 – Parlate a voce alta), parlare forte ha due effetti positivi: rafforza la fiducia in se stessi e ha un effetto rilassante sulle corde vocali. È più facile parlare bene quando parlate forte. Di conseguenza, trattenetevi dal chiedere a vostro figlio di parlare “meno forte”.

Effettivamente dovreste anche incoraggiare vostro figlio a parlare forte. Il

modo più semplice per incitare vostro figlio ad alzare la voce è probabilmente far finta di essere sordi. Se vostro figlio dice qualcosa, portate la mano all’orecchio a cornetto e chiedetegli di ripetere più forte.

Ciò facendo, state attenti a non accrescere l’inquietudine di vostro figlio

riguardo alla sua balbuzie. La miglior cosa è cominciare “a fare il sordo” quando vostro figlio parla senza balbettare, altrimenti penserà che non lo capite per la sua balbuzie. Potete anche dirgli che il vostro udito diminuisce con l’età e che non è buono come prima. I bambini ridono spesso delle nostre debolezze e a lui piacerà indubbiamente questa spiegazione.

Dovete anche stare attenti a non farne di troppo. Fare il sordo deve

imperativamente restare divertente, altrimenti vostro figlio rischia d’essere contrariato dalle vostre ripetute richieste di “parlare più forte”. Se constatate che questo lo infastidisce, rimandate questo esercizio a un altro giorno.

Potete anche farne un gioco e chiedere a vostro figlio di ripetere sempre più

forte. Ai bambini piace parlare forte e apprezzerà indubbiamente questo gioco. Se non lo apprezzate quanto lui, avrete interesse a procurarvi dei tappi per le orecchie…

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Incoraggiate vostro figlio a cantare I balbuzienti in genere non balbettano quando cantano. Aiuterete vostro figlio a migliorare la sua dizione incoraggiandolo a cantare filastrocche. Ciò aumenterà la sua fiducia per parlare con facilità. La buona dizione di cui fa prova quando canta avrà certamente ricadute positive sulla sua dizione quando parla.

Certamente, potete incoraggiarlo a cantare più forte. In questo modo, prenderete due piccioni con una fava! Mantenere il contatto visivo Cercate di mantenere un contatto visivo naturale con vostro figlio quando gli parlate. Ciò facendo, farete vedere a vostro figlio che l’ascoltate e l’aiuterete a sviluppare le tecniche di comunicazione senza usare la parola. Non sfuggite il suo sguardo quando si blocca su una parola. Evitare di dare consigli a vostro figlio Non dite a vostro figlio di “parlare meno velocemente”, “di respirare profondamente e di ricominciare”. Questi consigli sono semplicemente inutili e possono solo rafforzare la coscienza delle sue difficoltà di eloquio.

Dovete assolutamente lasciar parlare vostro figlio senza interromperlo. Non gli

chiedete di ripetere correttamente una frase sulla quale è inciampato. Ha già faticato abbastanza a dire la frase una volta e sarà realmente tormentato se gli farete una simile richiesta.

Non interrompete vostro figlio Non interrompete vostro figlio mentre parla, ascoltatelo, lasciatelo finire di dire quello che ha da dire prima di cominciare a parlare. Se lo fate, vostro figlio capirà che ha tutto il tempo e che non è necessario affrettarsi.

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Dovete anche educare gli altri figli a parlare ciascuno secondo il loro turno e ad ascoltare quando un’altra persona parla. Ogni membro della famiglia deve parlare ciascuno secondo il proprio turno senza essere interrotto. Così il ritmo della conversazione familiare sarà disteso. Il giovane balbuziente si sentirà a suo agio e parlerà più facilmente.

Tenete a mente che il bambino che balbetta non deve essere trattato in modo

diverso. La balbuzie non è una scusa per monopolizzare la conversazione e vostro figlio, balbuziente o no, deve parlare secondo il proprio turno.

Insegnate ai vostri figli ad ascoltare Dovete insegnare ai vostri figli (ivi compresi quelli che non balbettano) ad ascoltare quando qualcuno parla.

Così vostro figlio che balbetta si sentirà più rilassato perché sarà sicuro che gli

altri membri della famiglia l’ascolteranno. Imparerà così che parlare non è semplicemente far uscire parole dal proprio corpo, ma piuttosto una interazione con gli altri.

Non tappate i buchi

Se vostro figlio si blocca su una parola, aspettate con pazienza che finisca di dirla. Non dite la parola al posto suo. La maggior parte dei balbuzienti detesta che gli interlocutori cerchino di finire le frasi per loro.

Se prendete l’abitudine di tappare i buchi per lui, tenderà a parlare più velocemente per poter finire la frase prima che voi interveniate. Si sentirà stressato e indurrà probabilmente delle manovre di Valsalva e aggraverà la balbuzie. Non dite a vostro figlio di pensare a ciò che vuole dire prima di cominciare a parlare I non balbuzienti hanno spesso l’impressione che i balbuzienti non abbiano un’idea chiara di quello che vogliono dire o che pensino più rapidamente di quanto parlino. I non balbuzienti suppongono spesso che i balbuzienti non balbetterebbero se

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semplicemente prendessero il tempo di selezionare le idee e di pensare al modo di esprimersi prima di parlare.

Queste supposizioni sono false. I balbuzienti, in generale, sanno perfettamente quello che vogliono dire e sanno chiaramente quali parole utilizzare per esprimere le loro idee. La balbuzie può dare al balbuziente una sensazione di disturbo, ma non è il disturbo che è responsabile della balbuzie.

Ecco perché è inutile chiedere a vostro figlio di pensare a quello che vuole dire prima di cominciare a parlare. Inoltre, se lo fate, rafforzerete la presa di coscienza della sua balbuzie e questo rischia di aggravarla. Spegnete la radio e la televisione durante i pasti

Un bambino che balbetta avrà più difficoltà a parlare se teme che la vostra attenzione sia distratta dalla radio o dalla televisione. I pasti sono probabilmente uno dei momenti migliori per la conversazione tra genitori e figli; dovete stare attenti ad essere totalmente concentrati su quello che vostro figlio dice.

Stile di vita

Come spiegato prima, i balbuzienti hanno “giornate cattive” e “giornate buone”. Sebbene nessuno sappia precisamente perché certi giorni sono migliori di altri, sembra che sia più difficile avere un buon eloquio quando si è malati, stanchi, e/o sotto pressione. I balbuzienti balbetteranno probabilmente meno se hanno dormito abbastanza, sono in forma fisica e rilassati. Potete dunque aiutare vostro figlio ad avere più “giorni buoni” cambiando lo stile di vita della famiglia.

1. Uno stile di vita iperattivo può nuocere all’eloquio di vostro figlio e

potete progettare di rallentare il ritmo di vita della famiglia. Questo aiuterà vostro figlio a rilassare il suo meccanismo Valsalva e a prendere tempo quando parla.

2. Accertatevi che vostro figlio non sia implicato in troppe attività.

Altrimenti rischia di non aver tempo per rilassarsi e riposarsi.

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3. Dovete verificare che vostro figlio dorma sufficientemente e si corichi tutte le sere pressappoco alla stessa ora. I balbuzienti in genere balbettano di più quando sono stanchi. In realtà, anche i non balbuzienti hanno talvolta difficoltà d’eloquio quando sono spossati. Siete sicuri di poter dare la vostra destinazione in modo intelligibile al tassista dopo aver percorso 20.000 chilometri in aereo?

4. Una dieta equilibrata può anche aiutare vostro figlio a parlare meglio.

Cercate di avere intervalli regolari tra i pasti; non permettete che spilluzzichi di tutto tra un pasto e l’altro.

5. Attività fisiche, all’aperto, come calcio, nuoto, bicicletta ecc. sono

ugualmente importanti. L’aiuteranno a sentirsi più disteso e questo migliorerà il suo modo di parlare.

6. Accertatevi che beva in modo sufficiente. Il cervello umano non lavora

ottimamente quando è disidratato. Congratulatevi con vostro figlio Congratulatevi con vostro figlio ogni volta che fa qualcosa di buono, questo aumenterà la sua fiducia in se stesso e lo aiuterà dopo a parlare bene.

Fate attenzione a non congratularvi con vostro figlio quando parla bene, perché ne dedurrebbe che balbettare è negativo. Cercherebbe allora d’evitare di balbettare ad ogni costo per farvi piacere e questo potrebbe scatenare una manovra di Valsalva. Canzonature Se vostro figlio balbetta, sarà probabilmente preso in giro per il suo modo bizzarro di parlare. Non dovreste inquietarvi troppo a questo riguardo, poiché tutti i bambini sono esposti alle canzonature per una ragione o per un’altra. Subire le canzonature fa parte della scuola della vita in società. Hanno probabilmente preso in giro anche voi quando eravate bambini, e non penso che siate stati traumatizzati a lungo da questa spiacevole esperienza!

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Detto ciò, se vostro figlio balbuziente è punzecchiato dai fratelli e dalle sorelle, dovreste parlare e spiegare loro che non devono prendere in giro il fratello o la sorella per il suo modo di parlare. Spiegate loro che è un po’ lento ad imparare la tecnica delle parole proprio come altri bambini possono essere un po’ lenti ad imparare a tenere un cucchiaio. Tutti abbiamo i nostri punti deboli; piacerebbe loro essere punzecchiati perché sono lenti ad imparare a nuotare per esempio?

Se vostro figlio dice che è stato punzecchiato a scuola per la sua balbuzie,

dovreste parlare con lui. Spiegategli che le canzonature non hanno molta importanza e che avverranno comunque. I bambini che non balbettano sono presi in giro per diversi motivi perché sono troppo grassi, o troppo magri, troppo piccoli, troppo alti, o per la loro goffaggine o perché il loro cognome è divertente, ecc…

Dedicate un momento privilegiato a vostro figlio almeno una volta al giorno Almeno una volta al giorno, dovete cercare di trovare il tempo per parlare con vostro figlio. Vi occorre trovare un luogo dove sapete che non sarete disturbati; spegnete la radio, la televisione.

Mantenete un contatto visivo mentre gli parlate. Lasciate che vostro figlio conduca la conversazione e assicuratevi che la conversazione avvenga senza fretta e in modo disteso. Concentratevi su quello che dice e non sul come lo dice e fate che sappia che avete capito quello che diceva commentando sia con la parola sia con espressioni del volto (riso, meraviglia, paura etc…)

Fate capire a vostro figlio che gli volete bene così com’è e che la sua balbuzie non vi impedisce di volergli bene. Non mostrate il vostro imbarazzo Non vi fate vedere imbarazzati quando vostro figlio si blocca su una parola. Mantenete con lui un contatto visivo e cercate di rimanere sereni. Concentratevi su quello che vostro figlio dice e non su come lo dice.

Trovate forse la balbuzie di vostro figlio terribilmente imbarazzanti e trovate

dunque difficile non far vedere la vostra inquietudine ed il vostro imbarazzo? Se è

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così dovete, prima di tutto cercare di cambiare la percezione che avete della balbuzie di vostro figlio.

Ascoltate gli altri bambini e osserverete che praticamente nessuno di loro parla

in modo perfetto. Non è mai facile imparare a parlare e la maggior parte dei bambini hanno diverse difficoltà d’eloquio. In realtà, anche la maggior parte degli adulti hanno di quando in quando queste difficoltà. Come abbiamo spiegato nell’esercizio 12 – Ascolta gli altri, nessuno al mondo parla sempre perfettamente al cento per cento. Una volta capito questo, la percezione delle difficoltà di vostro figlio cambierà e vi sarà più facile restare calmi e sereni quando gli capiterà di balbettare.

Riferimenti bibliografici

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Capitolo 3

Terapia diretta Se evidentemente vostro figlio non si rende conto di balbettare, allora è preferibile non alludervi perché questo potrebbe fargli prendere coscienza delle sue difficoltà di eloquio. Dovete cercare di cambiare indirettamente il suo modo di parlare seguendo i consigli dati nel capitolo precedente (Terapia indiretta) e ricercare il parere di un ortofonista se non osservate nessun miglioramento dopo alcune settimane.

D’altra parte, se risulta che vostro figlio è cosciente e inquieto delle sue difficoltà d’eloquio, allora è importante trovare un modo di parlargli apertamente della sua balbuzie. È ugualmente importante parlargliene francamente se ha ascoltato accidentalmente una conversazione riguardante le sue difficoltà.

In molte famiglie, la balbuzie è una specie di tabù che nessuno menziona. I genitori sono spesso spaventati all’idea di parlarne con il loro figlio per paura di urtarlo e d’aggravare le sue difficoltà.

Certo, non è facile parlare di balbuzie con un bambino che balbetta. Ma è importante che troviate un modo di farlo altrimenti vostro figlio avrà rapidamente l’impressione che lo si abbandoni da solo nella sua disperata battaglia. Questo capitolo dà alcuni consigli che vi aiuteranno ad affrontare l’argomento con vostro figlio.

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La balbuzie: è come fare errori Spiegate a vostro figlio che è perfettamente normale fare errori quando s’impara qualcosa di nuovo come: imparare a parlare, tenere un cucchiaio o salire su una bicicletta. La parola è una tecnica complicata che implica centinaia di muscoli in diverse parti del corpo e ci vuole tempo per imparare a coordinarli tutti.

Spiegate a vostro figlio che è del tutto normale che abbia bisogno di un po’ di

tempo e di sforzi degli altri bambini per imparare a parlare. Tutti abbiamo i nostri punti deboli. Potete fargli osservare che è stato più veloce degli altri bambini ad imparare altre tecniche come andare in bicicletta, leggere, contare ecc…

Dite chiaramente a vostro figlio che è del tutto normale fare sbagli quando parla.

L’aiuterà a sentirsi molto più a suo agio con la balbuzie e di conseguenza tenderà mano contrarre il suo meccanismo Valsalva.

Il vostro bambino non è l’unico Se vostro figlio è cosciente della balbuzie, pensa con molta probabilità che è l’unico bambino al mondo a soffrire di questo male. Questa falsa percezione può farlo disperare ed è importante che gli facciate osservare che non è l’unico.

Si pensa che l’1% della popolazione balbetta e circa un bambino su venti balbetta a momenti. Certo, vostro figlio è probabilmente troppo giovane per capire le statistiche e le percentuali e dovreste tradurgli questo in parole a lui comprensibili. Può essere d’aiuto menzionare altri bambini che conosce che hanno difficoltà anche se non possono essere qualificate “balbuzie”.

Evitate le parole che fanno paura Quando parlate a vostro figlio, dovete evitare le parole che fanno paura come “balbuzie” o “ortofonista”. Dovete al contrario usare parole puerili come: “slittamento” o “scivolamento” e potete parlare dell’ortofonista chiamandolo per nome.

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Accettate la balbuzie di vostro figlio Se fate sistematicamente finta di non notare niente quando vostro figlio si blocca a lungo su una parola, può finire per avere l’impressione che la balbuzie è qualcosa di troppo vergognoso per parlarne.

Dovete ogni tanto riconoscere le difficoltà di vostro figlio dicendo qualcosa come: “Ehi! Di’ un po’, questa parola non è facile da dire! Anch’io ho avuto difficoltà a dire questo genere di parole quando avevo la tua età”. Potete fare ulteriori commenti e spiegargli che questo genere di parole diventerà molto più facile da dire quando sarà grande.

Potete anche fargli notare che perfino gli adulti hanno difficoltà a dire certe parole ogni tanto.

Giocare con la balbuzie

Vostro figlio percepisce probabilmente la balbuzie come qualcosa di spaventoso e di vergognoso. Per queste percezioni negative, è angosciato ogni volta che apre la bocca per parlare. Ha la tendenza a contrarre il suo meccanismo Valsalva e questo rende la balbuzie molto più probabile.

Potete cambiare queste percezioni trasformando la balbuzie in gioco. Questo lo desensibilizzerà e non avrà più paura di balbettare. Se non ha più paura di balbettare, il suo meccanismo Valsalva sarà più rilassato e dunque sarà meno suscettibile di balbettare.

A prima vista trasformare la balbuzie in gioco può sembrare difficile. Certo dovete farlo con precauzione ed essere sicuro che vostro figlio è pronto a giocare con la balbuzie. Se notate che è reticente, prendete tempo e rimandate questo esercizio a più tardi.

La prima tappa è di riconoscere che vostro figlio balbetta, come spiegato nella

precedente sezione. Quando avrete osservato che vostro figlio è rassicurato dal vostro modo di

accettare la sua balbuzie, aspettate che si blocchi su una parola e chiedetegli di spiegarvi come balbetta su questa parola.

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Per esempio potete dire qualcosa come: “Ehi, mi piace il modo come inciampi su questa parola! Cercherò di fare come

te…” Imitare la balbuzie non è così facile e forse vostro figlio vi prenderà in giro

perché non riuscite a bloccarvi bene come lui. In ogni modo, assicuratevi che gli piaccia questo gioco. Lo scopo è trasformare la balbuzie in qualcosa di divertente.

Potete anche incitare vostro figlio a divertirsi a balbettare volontariamente o a

sperimentare nuovi modi divertenti di balbettare. Questo l’aiuterà a controllare il suo linguaggio.

Che bisogna sperare? Nel praticare la terapia diretta descritta in questo capitolo vostro figlio si sentirà più rilassato e meno inquieto. Il suo modo di parlare dovrebbe migliorare progressivamente. Se, tuttavia, non notate un miglioramento sostanziale in alcune settimane, dovrete prendere subito un appuntamento con un ortofonista. Non aspettate; più aspettate più sarà difficile eliminare la balbuzie. Riferimenti bibliografici

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Referenze bibliografiche

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