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Jensen & Meckling
(Theory of the firm: agency costs , 1976)
rilevano che
«un contratto in base al quale una o più persone (il principale) obbliga un’altra persona (l’agente)
a ricoprire per suo conto una data mansione, che implica una delega di potere»
La distinzione tra proprietà e controllo e i problemi di agenzia
Un individuo (il principale) incarica un altro specifico individuo (l’agente) di svolgere per
proprio conto e nel proprio interesse un determinato compito\attività a fronte di un
corrispettivo
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Dissociazione tra proprietà e potere
Tra capitale di comando e capitale controllato, per cui lo status giuridico
di soggetto titolare dell’impresa non coincide con quello economico di soggetto
decisore per i detentori di capitale non di comando (proprietà senza controllo);
Tra proprietà e controllo manageriale, per cui il potere di controllo si
dissocia completamente dalla proprietà essendo affidato alle figure dei direttori
(controllo senza proprietà).
Mercato vs Gerarchia
• teoria dell’informazione
• teoria dei costi di transazione
per spiegare il “fallimento del mercato”
Gerarchia vs Mercato
• teoria dei costi di agenzia• burocrazia
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per spiegare i limiti dell’organizzazione
Oggetto della relazione di agenzia è il
risultato di comportamenti non prevedibili e
osservabili direttamente dal principale
Esistono problemi di
osservabilità dei comportamenti
e di Asimmetrie Informative
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Asimmetrie informative
Se esiste un vantaggio informativo da parte di
una delle due parti si possono generare due
problemi:
SELEZIONE AVVERSA
(opportunismo pre-contrattuale): si
verifica quando una delle parti, al
momento di concludere l’accordo,
non è in grado di osservare
importanti caratteristiche grado di
osservare importanti caratteristiche
relative all’altra parte o al bene
oggetto della transazione.
AZZARDO MORALE (opportunismo
post-contrattuale): si verifica quando
alcune azioni che avvengono dopo
avere stipulato il contratto non sono
osservabili e quindi una delle due parti
può agire perseguendo i propri
interessi senza che l’altro ne sia a
conoscenza.
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Il rischio di comportamenti opportunistici dell’agente
è tanto maggiore quanto più elevato è il livello di
incertezza della variabile ambientale ed è correlato
al livello di complessità della transazione.
Spesso non essendo possibili contratti basati sulle
azioni si stabiliscono contratti basati sui risultati che
implicano una struttura di incentivazione atta a
favorire l’allineamento tra gli obiettivi dell’agente a
quello del principale.
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Conferenti di capitale di risparmio
Manager
• informazioni asimmetriche• opportunismo-razionalità
limitata
rapporti
contrattuali
versus
costi di agenzia
il problema del delegante è quello di predisporre una struttura
del contratto tale che incentivi l’agente ad adottare, seguendo il
proprio interesse, comportamenti compatibili con il
raggiungimento dell’obiettivo aziendale.
i costi di controllo (o costi di sorveglianza e di
incentivazione), cioè quelli che derivano dall’attività del
principal, volta a monitorare i comportamenti dell’agent;
i costi di riassicurazione (o costi di obbligazione), cioè
quelli che derivano dall’attività dell’agent, volta a
convincere il principal della bontà del suo comportamento;
i costi residuali, cioè quelli derivanti da altri conflitti di
interesse che le suddette attività di controllo e di
riassicurazione non sono in grado di ricomporre, si tratta
del costo opportunità misurato dalla differenza tra il
comportamento effettivo dell’agente e quello che
teoricamente avrebbe portato alla massimizzazione
dell’utilità per il principale
Costi di agenzia
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OBIETTIVI
DELLA PROPRIETÀ
OBIETTIVI
DEL MANAGEMENTFINALITÀ
SISTEMICHE
MONITORINGPROPRIETÀ CONTROLLO
Fonte: Adattato da Beer S. (1991), Diagnosi e progettazione organizzativa.
Principi cibernetici, Isedi, pag. 75 e da Golinelli G. M. (2005), L’approccio
sistemico al governo dell’impresa. Volume I: L’impresa sistema Vitale,
Cedam, Padova, pag. 107 e ss.
Il rapporto tra proprietà e controllo
L’approccio sistemico vitale (ASV, GOLINELLI, 2000-2002)
fornisce risposte alle principali questioni teoriche poste dagli
studiosi.
La proprietà scissa dal controllo trova collocazione
all’esterno del sistema tra i sovrasistemi di riferimento
dell’impresa, fra i quali assume rilevanza prioritaria, in quanto
rilascia all’impresa una risorsa critica, il capitale di rischio, ed è
in grado di esercitare un’influenza determinante sul governo
dell’impresa.
La proprietà, come centro di interessi proiettati sull’impresa, è
oggettivamente esterna al sistema, anche quando,
soggettivamente, partecipa all’OdG.
Il contributo dell’Approccio Sistemico Vitale
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La rilevanza assunta dall’impresa nel contesto induce
a spostare il focus dal soggetto ideatore e promotore
all’istituzione che crea, sulla quale sono proiettate le attese
di una di soggetti coinvolti o interessati (impresa come
istitution, PILOTTI).
Si evidenzia nell’impresa un’articolazione complessa
di rapporti di scambio (teoria delle transazioni, COASE),
che legando attraverso diverse formule contrattuali i soggetti
coinvolti nel suo funzionamento, garantiscono la creazione
di valore necessaria alla sua sopravvivenza (impresa come
nesso di contratti, CECCANTI).
Teorie a supporto della visione della proprietà
esterna al sistema
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La proprietà vede sfumare la sua connotazione di
categoria soggettiva assoluta dell’impresa, affermando la
residualità del profitto nella remunerazione delle risorse,
anche se il mandato fiduciario in base al quale il delegato
amministra per conto del delegante ha l’effetto di garantire la
massimizzazione dei suoi interessi, pena il disinvestimento o
la risoluzione del mandato (teoria dell’agenzia, JENSEN,
SCIARELLI).
Si assiste all’evoluzione da una razionalità
strettamente soggettiva ad una razionalità sistemica
(RULLANI), per cui l’impresa diviene strumentale agli interessi
di una pluralità di categorie soggettive (stakeholder), che in
modi differenziati esercitano pressioni sui soggetti decisori,
riuscendo anche a garantirsi una partecipazione diretta
all’attività di governo.
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