Traduzione e testi in italiano tratti dall'editoriale "La Tradizione Cattolica"

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La TradizioneCattolicaLa Tradizione CattolicaAnno XXII - n 1 (78) - 2011

La TradizioneCattolicaLarivistaconsultabile inreteallindirizzo:www.sanpiox.itLaTradizioneCattolica inviatagratuitamenteatutti colorochenefannorichiesta. Ricordiamo che essa vive uni-camentedelleoffertedeisuoi Lettori.Perleofferteservirsidelle seguenti coordinate: versamento sul C/C Postale n 92391333intestatoaFraternit San Pio X, La Tradizione Cattolica bonifco bancario intestato a Fraternit San Pio X, La Tra-dizione Cattolica IBAN:IT54K0760113200 000092391333 BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX on line tramite pagamento sicuroconPayPaleCartadi Credito dal sito www.sanpiox.it nella sezione Come aiutarci.SOMMARIO SOMMARIOLa Tradizione CattolicaRivista uffciale del Distretto italiano dellaFraternit Sacerdotale San Pio XAnno XXII n. 1 (78) - 2011Redazione:Priorato Madonna di LoretoVia Mavoncello, 25 - 47923 SPADAROLO (RN)Tel. 0541.72.77.67 - Fax 0541.31.28.24E-mail: [email protected] Direttore:don Davide PagliaraniDirettore responsabile:don Giuseppe RottoliAutorizz. Tribunale di Ivrea - n. 120 del 21-01-1986Stampa: Garattoni - Viserba (RN)3 Editoriale5 Dottrina Perchnonsipossono accettareAssisieciche rappresenta15 Tuttelereligionihanno lostessoDio?didon Franois Knittel23 Formazione Laformazionedeifuturi sacerdotididonPatrick Troadec30 Documenti Perchlasciarelapropria parrocchiaperlaFSSPX? IntervistaadonMas-simo Sbicego35 Testimonianze Ilsacerdotelaprimavit-tima della crisi della Chiesa di don Yannick Escher41 Invito alla Lettura44 La vita della TradizioneESERCIZISPIRITUALIDI SANTIGNAZIOESERCIZISPIRITUALIDI SANTIGNAZIOPer gli uomini: dal 4 al 9 aprile ad Albanodal 9 al 14 maggio a Montalenghedal 1 al 6 agosto ad Albanodal 17 al 22 ottobre a Montalenghedal 14 al 19 novembre ad AlbanoPer le donne:dal 16 al 21 maggio a Montalenghedal 25 al 30 luglio ad Albanodal 10 al 15 ottobre ad AlbanoIn copertina: Domine, quo vadis? (1601-1602) di Annibale Carracci (1560-1609)

La TradizioneCattolicaEditorialeDottrinadi don Davide PagliaraniEditoriale possibile celebrare il XXV anniversario di Assisi 1986, facendo astrazione di ci che quellevento ha signifcato?No, perch i distinguo e le precauzioni, che possono esserci, non raggiungeranno che pochi addetti ai lavori: non si pu correggere un errore senza riconoscerlo come tale e, tanto meno, celebrandolo.Cari lettori,Ilnuovoannoincominciato con lannuncio da parte del Pontefce di una nuova riunione dei rappresen-tanti di tutte le religioni del mondo ad Assisi:hoavutomododisottoli-neare come le grandi religioni possano costituireunimportantefattoredi unit e di pace per la famiglia umana, ed ho ricordato, a tale proposito, che in questo anno 2011 ricorrer il 25 anni-versariodellaGiornataMondialedi Preghiera per la Pace che il Venerabile GiovanniPaoloIIconvocadAssisi nel1986.Perquesto,nelprossimo mese di ottobre, mi recher pellegrino nella citt di san Francesco, invitando adunirsiaquestocamminoifratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini dibuonavolont,alloscopodifare memoria di quel gesto storico voluto dalmioPredecessoreedirinnovare solennemente limpegno dei credenti diognireligioneaviverelapropria federeligiosacomeservizioperla causa della pace1. NonunsegretocheilCard. Ratzinger fosse contrario alla riunione del1986:lasuaassenzaintaleocca-sionenonpassinosservata.Cosa successo? cambiato qualcosa?Aquestopropositononsarebbe onestotaceresullepuntualizzazioni cheilCard.Ratzingerfece,api riprese,perarginareilrischiodisin-cretismo e di relativismo, arrivando a 1 Discorso di Benedetto XVI dopo lAngelus del 1 gennaio 2011. denunciare nelle riunioni interreligiose un pericolo oggettivo in questo senso. altrettanto evidente che nellan-nunciare la giornata dellottobre pros-simoilPapaevitadiparlaredipre-ghiera;infattipassallastoriacome pococonvincentelaprecisazioneche il Vaticano fece nell86 per sottolineare che ad Assisi non pregheremo insieme masaremoinsiemeperpregare.Si trattava dun primo tentativo - un po bizantino-percercaredirispondere alleobiezionideicriticiepertran-quillizzare le coscienze dei perplessi.Cosasuccederesattamentead Assisi non lo sappiamo ancora: ci limi-tiamopertantoadalcunerifessioni inbaseaglielementiattualmentea disposizione.Assisi86rappresentaindubbia-menteunadellegiornatepitristi dellaStoriadellaChiesa:grazieai modernimezzidicomunicazione,il mondo intero ha contemplato i rappre-sentanti di tutte le religioni riuniti dal Papa per espletare i loro culti idolatrici nellechiesediunacittsimbolodel Cattolicesimo. Quella giornata, voluta daGiovanniPaoloIIeperlaquale questo Pontefce passato alla Storia, purtroppolagrandeiconadelsuo pontifcato e del progetto ecumenico-interreligioso,impressapersempre nellamemoriadellumanitintera che non legge i testi del Concilio - n le considerazioni teologiche del Card. Ratzinger-machehavistoquelle immagini storiche. Esse hanno contri-buito in modo determinante a seminare lindifferentismo e lidea che al di fuori

La TradizioneCattolicadiCristoesistanoviealternativeper giungere al Padre e ottenere la pace.Pertantonellamisuraincuiad Assisiaccadessesostanzialmenteci che accaduto 25 anni fa non possiamo chereiterareilnostronullampartem neglistessiterminiutilizzatiinquel-loccasione.Nellamisuraincuilattuale Pontefcevolesserealmentedareun signifcatodiversoatalemanifesta-zione, attraverso una serie di misure, di distinzioni e di precauzioni, ci viene spontanea qualche rifessione.Pur cogliendo - in questa ipotesi - la volont di mettere un freno e di un qualcheripensamento,onestamente cisembraimpossibilerettificareun evento della portata di Assisi 86 senza sconfessarlo. Spieghiamo perch.Taleiniziativastataunatto voluto da un Papa come applicazione e retta interpretazione - allatto pratico - di ci che il Concilio ha decretato in terminidiecumenismoedidialogo interreligioso:proprioinrelazioneai testi stessi del Concilio tale riunione fu ampiamente giustifcata nelle colonne dellOsservatoreRomano.Volerlain qualche modo redimere senza denun-ciareloscandalochehaprovocato appare come un tentativo inadeguato; ovviamente nessuno nega che potrebbe essereimbarazzanteerichiederebbe coraggiosmentirecicheaccaduto nell86,maildannoalleanimeealla Chiesaprovocatodaquellevento postulano-oggettivamente-una riparazioneproporzionataallaquale non ci si pu sottrarre: questo non per dareragioneaicriticiditurno,ma perrimettereCristoelaSuaChiesa alloropostoeperridarealleanime unsegnalesuffcientementechiaroin relazioneallaconfusionegeneratada quellevento catastrofco.Cisembrariemerga,inquesto quadro,unaprospettivaanalogaa quelladellermeneuticadellaconti-nuit: si cerca di correggere le storture senzamettereindiscussioneilloro fondamento.In secondo luogo il Papa intende celebrareunanniversario:eglisi recher ad Assisi, a distanza di venti-cinque anni, allo scopo di far memoria diquelgestostoricovolutodalmio Predecessore, di cui contestualmente vieneannunciatalimminentebea-tificazione.Cisembraimpossibile rettificareilsignificatodiAssisi86 propriocelebrandonelanniversario, previabeatifcazionedicoluichene lartefce,rievocandocostuttoci chequelleventohasignifcatonella coscienza della cristianit e delluma-nit: questo, infatti, leffetto oggettivo della celebrazione di un anniversario.Interzoluogonessunuomodi buonavolontpuignorarecheler-meneutica di un evento eminentemente mediatico non data dai distinguo teo-rici che possono accompagnarlo, n tan-tomeno dalle considerazioni teologiche che - a malapena - gli addetti ai lavori conoscono,madallimpattochetale evento pu avere, valutabile attraverso ci che evoca immediatamente: questa osservazione, pi pastorale e concreta, dovrebbe essere assolutamente prima-rianelmomentoincuicisiispiraad una prassi pastorale; purtroppo Assisi un fatto storico, un evento reale, non untestoaccademicocorreggibilecon qualche nota in calce.Inoltre, sempre su questa linea, ci sembraopportunosottolinearecheal di l di ci che pu accadere in tale o tale altra riunione ecumenica, ormai si consolidatolospiritodi Assisi,cos come oltre al Concilio si consolidato lospiritodelConcilio;ritornaread Assisi dopo venticinque anni signifca, nella percezione comune, riconfermare talespiritocanonizzatodaGiovanni Paolo II in quelloccasione e in quelle cheadessasisonoispirate:questo spirito,incarnatoinunaprassidive-nutacomune,chedeterminailtono realeemediaticodeglieventichead

La TradizioneCattolicaDottrinaDocumentiDottrinaesso si ricollegano. questo spirito che - purtroppo - non viene minimamente smentito nemmeno oggi.Infne nessuno nega che la gerar-chiacattolica,avendodefactouna autoritmoraleuniversale,possae debbalavorareperlapace,allimite coinvolgendorappresentantidialtre religioni: tale intento per deve restare suunpianoeminentementecivilee non religioso. In questa prospettiva, il fatto che un Papa parli di pace davanti - ad esempio - ai rappresentanti delle nazionioaqualcheimperatore,rien-traperfettamenteinunruolostorico acuilaChiesanonsimaisottratta; costruire,invece,lapaceattraverso lapportospecifcochelegrandireli-gioni possono fornire come tali, signi-fca,aprescinderedaognialtracon-siderazione,collocarsidirettamente sudiunpianoreligioso,quantunque non si preghi insieme e quantunque si evitiqualunqueformadisincretismo nelsensotecnicodeltermine.Questa prassinonsolonuova,maappare incompatibileconilMagisteroela prassi costante della Chiesa.Illuminantieprofetichecisem-branoaquestopropositoleparoledi Pio XI nellincipit dellenciclica Mor-talium Animos: Forse in passato non mai accaduto che il cuore delle creature umanefossepresocomeoggidaun cosvivodesideriodifraternit-nel nome della stessa origine e della stessa natura - al fne di rafforzare ed allargare irapportinellinteressedellasociet umana. Infatti, quantunque le nazioni non godano ancora pienamente i doni dellapace,edanziintalunelocalit vecchienuovirancoriesplodanoin sedizioni e lotte civili, n daltra parte possibile dirimere le numerosissime controversiecheriguardanolatran-quillit e la prosperit dei popoli, ove nonintervenganolazioneelopera concordedicolorochegovernanogli Statienereggonoepromuovonogli interessi,facilmentesicomprende- tanto pi che convengono ormai tutti intornoallunitdelgenereumano - come siano molti coloro che bramano vedere sempre pi unite tra di loro le varienazioni,aciportatedaquesta fratellanza universale. Unobiettivonondissimilecer-canodiottenerealcuniperquanto riguardalordinamentodellaNuova Legge, promulgata da Cristo Signore. Persuasi che rarissimamente si trovano uominiprividiqualsiasisentimento religioso,sembranotrarnemotivoa sperarecheipopoli,perquantodis-senzienti gli uni dagli altri in materia di religione, pure siano per convenire senzadiffcoltnellaprofessionedi alcunedottrine,comesuuncomune fondamentodivitaspirituale.Perci sonosolitiindirecongressi,riunioni, conferenze,conlargointerventodi pubblico, ai quali sono invitati promi-scuamente tutti a discutere: infedeli di ognigradazione,cristiani,epersino colorochemiseramenteapostatarono da Cristo o che con ostinata pertinacia negano la divinit della sua Persona e della sua missione. Non possono certo ottenerelapprovazionedeicattolici talitentativifondatisullafalsateoria che suppone buone e lodevoli tutte le religioni,inquantotutte,sebbenein maniera diversa, manifestano e signi-fcanoegualmentequelsentimentoa tutti congenito per il quale ci sentiamo portatiaDioeallossequentericono-scimentodelsuodominio.Orbene,i seguaci di siffatta teoria, non soltanto sononellingannoenellerrore,ma ripudiano la vera religione depravan-done il concetto e svoltano passo passo verso il naturalismo e lateismo; donde chiaramenteconseguechequanti aderisconoaifautoriditaliteoriee tentativi si allontanano del tutto dalla religione rivelata da Dio. Editoriale

La TradizioneCattolicaAssisi 1986-2011: la continuit evolutiva di un errore Perch non si possono accettare Assisi e ci che rappresentaa cura della RedazioneInvitare i rappresentanti delle false religioni ad Assisi per promuovere il loro impegno religioso per la pace, un implicito riconoscimento della accettabilit da parte di Dio dei loro falsi culti. Tali riunioni oltraggiano Dio e creano tur-bamento e confusione nei fedeli. Pertanto nella misura in cui ad Assisi acca-desse sostanzialmente ci che accaduto 25 anni fa non possiamo che reiterare ilnostronullampartemneglistessiterminiutilizzatiinquelloccasione.Linvito di Benedetto XVI a partecipare ad una nuova edizione dellincontro interreli-gioso per la pace di Assisi, a venticinque anni dalla sua prima edizione (1986), presenta, con quelnefastoevento,pericoloseanalogie,sia pure in presenza di maggiori accortezze. evi-dente che, malgrado tali probabili accortezze, ottobre 2011 innanzitutto una data-anni-versario e, come tale, rievoca e celebra, inevi-tabilmente, ci che ottobre 1986 ha signifcato nella storia del post-concilio. Per ribadire - in un momento per certi aspetti diverso da quello di allora - la costanzadella nostra opposizione a tutto ci che possa suonare come avallo del relativismo e del sincretismo religioso, tante volte condannato dallo stesso Benedetto XVI, riproponiamo ai nostri lettori un articolo, dal titolo ASSISI. Criteri teologici per condan-narelagiornatamondialediPreghieraper la Pace, apparso sulla rivista s s no no proprio nellottobre 1986. stato detto, con precisionecer-tamente involontaria, che lincontro di preghiera di Assisi uniniziativa per-sonale di Giovanni Paolo II. In quanto iniziativapersonale-unuscita,per intenderci-essanonimpegnamini-mamente il suo mandato di pastore e maestro di tutti i Cristiani1 e neppure attienealladottrina,uniformandosial tema, politico, proposto dallONU per questo 1986 proclamato anno interna-zionale della pace.Tuttavialiniziativa,insenelle sueimplicazioni,appareoltremodo pericolosaperlarettacoscienzadei fedeli cattolici. quel che qui di seguito rileveremo.Il27ottobrep.v.,dietroinvito diGiovanniPaoloII,converrannoin Assisi, oltre ai cattolici, i rappresentanti delle altre religioni del mondo per un incontro di preghiera per la pace2.ColorocheGiovanniPaoloII hachiamatorappresentantidelle altrereligionisonostatisemprepi propriamentechiamatidallaChiesa infedeli:inunsensopigenerale 1ConcilioEcumenicoVaticanoI,Costituzione dogmatica Pastor Aeternus (1870) 2Cfr.LOsservatoreRomano27/28gennaio 1986Benedetto XVI inizia il 2011 con lannuncio di una nuova giornata di Assisi

La TradizioneCattolicaDottrinaDottrinasonoinfedelituttiquellichenon hannolaverafede;insensoproprio gliinfedelisonoinonbattezzatiesi distinguonoinmonoteisti(ebreie maomettani), politeisti (ind, buddisti ecc)edatei3.EquellecheGiovanni PaoloIIhachiamatoaltrereligioni sonostatesemprepipropriamente chiamate dalla Chiesa false religioni: falsa ogni religione non cristiana in quantononlareligionecheDioha rivelato e vuole praticata. Anzi, falsa ancheognisettacristiananoncatto-lica, in quanto non accetta e non attua fedelmentetuttoilcontenutodella Rivelazione4.Premesso ci, lincontro di pre-ghiera di Assisi, alla luce della Fede cattolica, non pu che essere valutato:1. Uningiuria a Dio.2. Una negazione delluniversale necessit della Redenzione.3. Una mancanza di giustizia e di carit verso gli infedeli.4. Un pericolo e uno scandalo per i cattolici.5. Untradimentodellamissione della Chiesa di Pietro.Ingiuria a DioLa preghiera, anche di supplica opetizione,unattodiculto5.In 3 F. Roberti P. Palazzini, Dizionario di teologia morale, p. 8134 Ibidem5 Cfr. San Tommaso, Summa Theologiae, II II q. 83quanto tale, deve essere rivolta a Chi dovuta e nel modo dovuto.Achidovuta:allunicovero Dio,CreatoreeSignoredituttigli uomini,alqualeilSignoreNostro GesCristoliharichiamati6,consa-crando il primo precetto della Legge: Io sono il Signore tuo Dio []Non avraialtrideiallinfuoridiMe[] non li adorerai n li servirai7.Nelmododovuto:corrispon-dente, cio, alla pienezza della Rive-lazionedivina,senzamescolanzadi errori: Viene lora, ed questa, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verit; ch tali sono appunto gli adoratori che il Padre vuole8.La preghiera diretta a false divi-nit, o animata da opinioni religiose contrastanti in tutto o in parte con la Divina Rivelazione, non un atto di culto, ma di superstizione, non onora Dio,maLooffende,oggettivamente almeno, un peccato contro il primo comandamento9.6 Cfr. 1 Gv 5, 20 7 Es 20, 2-5; cfr. Mt 4, 3-12; Gv 17, 3; 1 Tm 2, 5; vedi sullargomento P. Palazzini, Vita e virt cri-stiane, p. 52 e R. Garrigou-Lagrange, De Revelatione per Ecclesiam catholicam proposita, Ferrari-Gabala, Roma-Parigi 1918, vol. I, p. 1368 Gv 4, 239 Cfr. SanTommaso, Summa Theologiae, II II, qq. Assisi 1986: laccoglienza degli animistiLa pace diviene il centro ed il fne di tutte le reli-gioni al posto di Cristo, venuto a portare [...] la divisione (Lc 12,51)

La TradizioneCattolicaChipregherannoiconvenutiin Assisi e in che modo? Invitati in veste uffciale di rappresentanti delle altre religioni,pregherannociascuno nellamanieraenellostilechegli proprio. Lo ha spiegato il Card.Wil-lebrands,PresidentedelSegretariato per i non cristiani10. Lo ha confermato il27giugnou.s.ilCard.Etchegaray in una conferenza stampa pubblicata da La Documentation Catholique 7/21 settembre 1986 nella rubrica Actes du Saint Siege: Si tratta di rispettare la preghiera di ciascuno, di permettere a ciascuno di esprimersi nella pienezza della sua fede, della sua credenza.In Assisi,dunque,il27ottobre la superstizione sar largamente pra-ticata e nelle sue specie pi gravi: dal culto falso degli Ebrei, che, nellera della grazia pretendono di onorare Dio negandoilSuoCristo11,allidolatria degli induisti e dei buddisti, che ren-dono culto alla creatura invece che al Creatore12.92-9610Cfr.LOsservatoreRomano27/28gennaio 1986, p. 411Cfr.SanTommaso,SummaTheologiae,IIIq. 10, a. 11 e II II q. 92 a. 2 ad 3m12 Cfr. At 17, 16Nella mitologia induista il carattere duale di benefat-trice maligna reso con le immagini di Durga, Sara-svati, Parvati, Lakshmi, Kali, dove la dea generatrice e distruttrice al tempo stesso.Lapprovazione,quantomeno esterna,dellagerarchiacattolica sommamenteingiuriosaperDio, supponendoelasciandosupporre cheEglipossariguardareconocchio ugualmente benigno tanto un atto di culto, che di superstizione, tanto una manifestazione di Fede che dincredu-lit13, tanto la vera religione che le false; in breve: tanto la verit che lerrore.Negazione delluniversale necessit della RedenzioneC un unico Mediatore tra Dio e gli uomini: Ges Nostro Signore, Figlio diDioeverouomo14.Gliuomini,per natura,sonofliiirae15;permezzodi Lui, invece, sono riconciliati col Padre16 e solo per la Fede in Lui possono avere lardirediaccostarsiaDiocontutta confdenza17.ALuistatodatoognipoterein cieloeinterra18enelSuonomeogni ginocchiodevepiegarsiinCielo,sulla terra e negli inferi19.NessunovaalPadresenonper mezzodiLui20enoncnessunaltro NomesottoilCielonelqualeluomo possa salvarsi21. Egli la Luce vera che illumina ogni uomo che viene in questo mondo22echinonLoseguecammina nelle tenebre23. Chi non per Lui contro diLui24echinonLoonoraoltraggia anche il Padre che Lo ha inviato (come fannoprecisamentegliEbrei)25. ALui 13Cfr.SanTommaso,SummaTheologiae,IIII q. 94 a.114 Cfr. 1 Tm 2, 515 Cfr. Ef 2, 316 Cfr. Col 1, 2017 Cfr. Ef 3, 1218 Cfr. Mt 28, 1819 Cfr. Fil 2, 10-1120 Cfr. Gv 14, 621 Cfr. At 4, 1222 Cfr. Gv 1, 923 Cfr. Gv 8, 1224 Cfr. Mt 13, 3025 Cfr. Gv 5, 23

La TradizioneCattolicaDottrinaDottrinailPadreharimessoilgiudiziodegli uomini26;anzichicredeinLuinon giudicato, ma chi non crede gi stato giudicato,perchnonhacredutonel nome dellUnigenito Figlio di Dio27. Lui e il Padre che lo ha mandato28.Egli,inoltre,ilPrincipedella Pace29, essendo le divisioni, i confitti, le guerre amaro frutto del peccato, dal quale,luomosiliberanonpervirt propria,mainvirtdelSanguedel Redentore.CheparteavrNostroSignore GesCristoinAssisinellapreghiera 26 Cfr. Gv 5, 2227 Cfr. Gv 3, 1828 Cfr. Gv 17, 329 Cfr. Is 9, 6, Ef 2, 14 e Mic 5, 5deirappresentantidellealtrereli-gioninoncristiane?Nessuna,rima-nendo per loro o unincognita, o pietra dinciampo,segnodicontraddizione. Linvito, dunque, rivolto loro a pregare per la pace del mondo suppone ed ine-vitabilmente lascia supporre che ci sono uomini- i cristiani -che debbono acce-dere a Dio per mezzo di Nostro Signore Ges Cristo e nel Suo Nome, ed altri il resto del genere umano che possono accedere a Dio direttamente e in nome proprioprescindendodalMediatore; uomini che debbono piegare le ginoc-chiadinanziaNostroSignoreGes Cristo,edaltrichenesonoesentati; uomini, che debbono cercare la pace nel regno di Nostro Signore Ges Cristo, ed altri, che possono ottenere la pace fuori del Suo regno ed anche opponendosi ad esso. quel che daltronde si desume anche dalle dichiarazioni dei succitati cardinali: Se per noi cristiani Cristo la nostra pace, per tutti i credenti la pace un dono di Dio30; Per i cristiani la preghiera passa per il Cristo31.Lincontrodipreghieradi Assisi,dunque,lanegazionepub-blicadelluniversalenecessitdella Redenzione.Mancanza di giustizia e di carit verso gli infedeliGesCristononfacoltativo (Card.Pie).Noncisonouominiche sono giustifcati per la Fede in Lui ed altri che sono giustifcati prescindendo da Lui: ogni uomo o si salva in Cristo, osiperdesenzaCristo.Ncisono fni ultimi naturali, per i quali luomo possa optare in alternativa al suo unico fnesoprannaturale:se,sviatocom dal peccato, non trova in Cristo la Via32 perconseguireilfneperilquale stato creato, non gli resta che leterna rovina.30WillebrandsneLOsservatoreRomano citato31 Etchegaray ne La Documentation Catholique citata32 Cfr. Gv 4, 6Crocifssione di Salvador Dal. La Croce di Cristo redime ed illumina il mondo: fuori di essa vi solo tenebra. 0La TradizioneCattolicaBrahma,ildioinddellacreazionedallequat-troteste,sulsuomezzoditrasporto:unoca; miniaturaindianadelXVIIIsecolo,scuola Pahari(HimachalPradesh,MuseodiSimla)LaveraFede,nonlabuona fede,dunque,lacondizionesogget-tivadisalvezzapertutti,ancheperi pagani: essendo necessaria di necessit di mezzo in mancanza di essa (anche seincolpevole),assolutamente impossibile di operare la salute eterna (Eb 11, 6)33.Linfedeltvolontariaspiega sanTommasounacolpaelinfe-deltinvolontariacastigo.Gliinfe-deli, infatti, che non si perdono per il peccato dincredulit, cio per il peccato di non aver creduto in Cristo, del quale mai nulla seppero, si perdono per gli altri peccati, che non possono venir rimessi a nessuno senza la vera Fede34.Nulla, dunque, pi importante perluomodellaccettazionedel Redentore e dellunione col Mediatore: questione di vita o di morte eterna. questo che gli infedeli hanno il diritto 33 F. Roberti P. Palazzini, op. cit. p. 6634 Cfr. Mc 16, 15 - 16; Gv 20, 31; Eb 11, 6; Concilio di Trento: Dz. 799 e 801; Vaticano I; Dz. 1793; san Tommaso, Summa Theologiae, II II q. 10 a. 1di sentirsi annunciare dalla Chiesa cat-tolicaconformealcomandodivino35. Ed questo che ha sempre annunciato agliinfedelilaChiesacattolica,pre-gando, non con loro, ma per loro.CheaccadradAssisi?Nonsi pregher per gli infedeli, presumendoli cosimplicitamenteepubblicamente nonpibisognosidellaveraFede.Si pregher,invece,insiemeconloroo, secondo la sottigliezza rabbinica della RadioVaticana,sistarinsiemecon loroperpregare,presumendocos implicitamente e pubblicamente che la preghieradettatadallerrore accetta aDioquantolapreghierainspirito everit36.Sitrattadirispettarela preghieradiciascunohaspiegatoil Card. Etchegaray nella succitata dichia-razione. Il che signifca che gli infedeli, che converranno in Assisi e che si badi bene non sono quei nutriti in silvis, che mai nulla seppero della fede, di cui ipotizzano i teologi quando dibat-tonoilproblemadellasalvezzadegli infedeli37,sarannorispettosamente lasciati nelle tenebre e nellombra di morte38.Autorizzatiapregareinvestedi rappresentantidellealtrereligioni esecondoleloroerroneecredenze religiose,essisonoanziincoraggiatia perseverareinpeccati,quantomeno materiali,controlaFede(infedelt, eresia,etc.).Invitatiapregareperla pace nel mondo, defnita un bene fon-damentale, supremo39, sono dirottati dai beni eterni verso un bene temporale, verso un fne secondario naturale, quasi non avessero un fne ultimo sopranna-turale, esso s, fondamentale e supremo, da conseguire: Cercate il Regno di Dio e la sua giustizia e il resto vi sar dato 35 Cfr. Mc 16, 16 e Mt 28, 19-2036 Gv 4, 2337 Vedi san Tommaso, De Veritate, 14-1138 Lc 1, 7939 Giovanni Paolo II e Card. Willebrands ne LOs-servatore Romano rispettivamente del 7/8 aprile e del 27/28 gennaio 1986

La TradizioneCattolicaDottrinaDottrinain sovrappi40. Per tutto ci lincontro di preghiera di Assisi, una mancanza, quantomenoesterna,digiustiziaedi carit verso gli infedeli.Pericolo e scandalo per i cattoliciLa vera Fede indispensabile alla salvezza. I cattolici, pertanto, hanno il doveredievitareognipericolopros-simo per la Fede. Tra i pericoli esterni c il contatto, non giustifcato da vera necessit, con gli infedeli. Tale contatto illecito per diritto naturale e divino, ancor prima che per diritto ecclesiastico ed anche quando il diritto ecclesiastico non lo proibisce (ad esempio nella vita civile):Haereticumhominemdevita- Evita luomo eretico41.La Chiesa, poi, nella sua materna premura, ha sempre proibito tutto ci chepotesseesserepericattolicinon solo un pericolo per la Fede, ma anche un motivo di scandalo42.Quantoallefalsereligioni,la Chiesa ha sempre negato loro il diritto alcultopubblico;lehatollerate,se necessario,malatolleranzadice sempreordineadmaledapermettere perunaqualcheragioneproporzio-nata43; in ogni caso ha sempre evitato 40 Mt 6, 3341 Tt 3, 1042Vediicanoni1258e2316delCodicepiano-benedettino,riassuntivodeldirittosecolaredella Chiesa; cfr. anche sanTommaso, Summa Theologiae, II II q. 10 a. 9 ad a. 1143 F. Roberti P. Palazzini op. cit. p. 1702e proibito tutto ci che includesse una qualche approvazione esterna dei riti acattolici.ChecosaaccadradAssisi?I cattoliciegliinfedelivisaranno insiemeperpregare(anchesenon per pregare insieme, secondo linde-gno giochetto di parole di cui sopra). Ilchevuoldiresemplicementeche pregheranno insieme ad Assisi, ma da sedi separate e sempre insieme, ma a turno, nella cerimonia conclusiva nella Basilica Superiore di San Francesco. E ci non per tutelare la Fede dei catto-lici o per evitarne almeno lo scandalo. Bensperchsipossapregarecia-scuno nella maniera e nello stile che gli proprio, per rispettare la preghiera di ciascuno e permettere a ciascuno di esprimersi nella pienezza della sua fede, della sua credenza44. Il che com-portalapprovazionealmenoesterna 1) di quei falsi culti, ai quali la Chiesa cattolica ha sempre negato ogni diritto; 2) di quel soggettivismo religioso, che essahasemprecondannatosottoil nome di indifferentismo o latitudina-44 Vedi le succitate dichiarazioni dei Card. Wille-brands ed EtchegarayIl Cardinale Guglielmo Massaja, il grande missio-nario, che defn maledetto il Corano, attribuen-doglilaresponsabilitdelvizioedellignoranza dellapopolazionediAlessandriadEgitto(1846)SanFrancescodiSales,patronodeigiornalistie grande polemista contro i protestanti, calvinisti in particolare, amava a tal punto gli eretici da volerli convertire

La TradizioneCattolicaStemma papale di Gregorio XVI, che, con lenciclica Mirarivos,condannailprotomodernismoela libert religiosa per i culti acattolicirismo e che cerca di giustifcarsi con le pretese esigenze della libert, misco-noscendo i diritti della verit oggettiva, checisimanifestasiacollumedella ragionesiaconquellodellaRivela-zione45. Ora lindifferentismo religioso, che una delle pi deleterie eresie46 e che mette sullo stesso piano tutte le religioni47einduceinevitabilmentea considerareirrilevantelaveritdella credenzareligiosaaifnidellabont dellavitaedellasalvezzaeterna:Si fnisce col considerare la religione come un fatto del tuttoindividuale, in cui ci si adatta alle disposizioni dei singoli, che si formano la loro religione, e col conclu-derechetuttelereligionisonobuone, anche se tra loro contraddittorie48. Ma con questo siamo fuori dellatto di Fede cattolica. Siamo allilluministico atto di fede del Vicario savoiardo di Rousseau, che un atto dincredulit nella divina Rivelazione.Questa,infatti,unfatto reale, una verit accreditata da Dio con segni certi, perch lerrore in tal campo avrebbeperluomoconseguenzegra-45 F. Roberti P. Palazzini op. cit. p. 80546 Ivi47 Ivi48 Ivivissime49. Ora in presenza di un fatto reale o di una verit evidente non si pu essere tolleranti fno al punto di appro-vare latteggiamento di chi li considera inesistentiofalsi.Cicomporterebbe che non crediamo affatto o non siano pienamente convinti della verit della nostraposizioneochesiamo(giudi-chiamo di essere) in presenza di una materiaassolutamenteindifferenteo banale,oppurecheriteniamoverit oderroreposizionipuramenterela-tive50.Epoichlincontrodipre-ghieradiAssisicomportaappunto tuttoquesto,occasionediscandalo per i cattolici ed un serio pericolo per la loro Fede. In forza dellecumenismo, essi si troveranno infne unifcati, s, con gli infedeli, ma nella comune rovina51.Tradimento della missione di Pietro e della ChiesaAnnunciare a tutte le genti:1. che vi un unico vero Dio, che si rivelato per tutti gli uomini in Nostro Signore Ges Cristo; 2. che c ununica vera religione, nella quale unicamente Dio vuole essere onorato, perch Verit e Gli ripugna tutto ci che nelle false religioni dot-trineerronee,precettiimmorali,riti sconvenienti si oppone alla verit;3. cheviunMediatoreunico tra Dio e gli uomini, nel Quale luomo pu sperare di salvarsi, perch tutti gli uominisonopeccatoriepermangono nei loro peccati se privi del Sangue di Cristo;4. cheviununicaveraChiesa, che di questo Sangue divino conser-vatrice eterna e che pertanto bisogna credere che nessuno pu salvarsi fuori dellaChiesaApostolicaRomana,che questalunicaarcadisalvezza,che perirneldiluviochinonvientra52 49 Cfr Leone XIII, Enciclica Libertas50 F. Roberti P. Palazzini op. cit. p. 170351 Cfr Pio XII, Enciclica Humani Generis52 Pio IX, Dz. 1647

La TradizioneCattolicaDottrinaDottrinaalmeno con votum (desiderio), esplicito oimplicitonelladisposizionemorale di compiere tutta la volont di Dio, se lignoranzadavveroinvincibile53; annunciare questo, dicevamo, la mis-sione propria della Chiesa.Andateeammaestratetuttele genti; battezzatele nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, inse-gnando loro ad osservaretutto quanto Iovihocomandato54;Andateper tutto il mondo, predicate lEvangelo ad ogni creatura. Chi crede e sar battez-zato sar salvo; chi invece non creder sar condannato55.Affnch,poi,laChiesa,potesse neisecoliassolvereconsicurezza questasuamissione,NostroSignore Ges Cristo confer a Pietro, e ai suoi successori,lamissionedirappresen-tarlovisibilmente56:QuestoVicario, dunque,nonhaaffattolincaricodi stabilire una nuova dottrina con nuove rivelazioni, o di creare un nuovo stato 53 Ibidem54 Mt 28, 19-2055 Mc 16, 1656 Cfr. Mt 16, 17-19; Gv 21, 15-17di cose, o distituire nuovi sacramenti: non questa la sua funzione. Egli rap-presentaGesCristoallatestadella suaChiesa,lacuicostituzioneper-fetta.Questacostituzioneessenziale, cio la creazione della Chiesa, stata loperapropriadiGesCristo,che Luistessodovevaportareatermine e di cui dice al Padre: Ho compiuto lopera che mi desti da compiere. Non cpinientedaaggiungervi;ma necessario soltanto mantenere questa opera,renderesicuraloperadella Chiesa e presiedere al funzionamento dei suoi organi. Perci due cose sono necessarie:governarlaeperpetuare in essalinsegnamento della verit. Il Concilio Vaticano I riconduce a questi dueoggettilafunzionesuprema delVicariodiGesCristo.Pietro rappresentaGesCristosottoquesti due aspetti57. Potere, dunque, senza egualisullaterrailpoterediPietro, ma potere vicario e, come tale, niente affatto assoluto, ma limitato dal diritto divinodiColuicherappresenta:Il Signore affd a Pietro le pecore, non di Pietro, ma Sue, affnch le pascesse non per se stesso, ma per il Signore58. NonquindinelpoterediPietrodi 57D. A.Grea,DeLEgliseetdesadivineCon-stitution; cfr Concilio Ecumenico Vaticano I, Costi-tuzione dogmatica Pastor Aeternus (1870), cap. IV58 SantAgostino, Sermo 285, n. 3CrocefissionediSanPietrodiCaravaggio (1600 - 1601)Giovanni Paolo II con i rappresentanti delle altre religioni ad Assisi allincontro di preghiera inter-confessionale per la pace

La TradizioneCattolicaSan Francesco Saverio battezza la principessa indiana Neachile, dipinto di Pietro Ligari (1717). Lannuncio di Cristo e della vera Fede non si ferma di fronte ad alcun ostacolo, non di fronte alla diversit di cultura, non allodio, non ai pericoli; arrestato solo dalla mancanza di volont dellannunciatore.promuovere iniziative contrastanti con la missione della Chiesa e del Romano Pontefce, quale evidentemente lin-contro di preghiera di Assisi. Non pu invitarerappresentantidellefalse religioniapregareilorofalsidei,in luoghi consacrati alla Fede del vero Dio, il Vicario di Colui che ha detto: Vattene, satana, perch sta scritto: il Signore Dio tuo adorerai e a lui solo renderai culto59; nonpuautorizzareaprescindereda NostroSignoreGesCristo,ilSucces-sore di colui che ebbe il primato per la sua Fede: Tu sei il Cristo, il fglio del Dio vivente60. Non deve essere di inciampo alla Fede dei suoi fratelli e fgli il Succes-sore di colui che ha ricevuto il mandato di confermarli nella Fede61.Se non assisteremo, come probabile, agli scempi di allora (statue di Buddha sui tabernacoli,inpresenzadelSantissimo; pollisgozzatisuglialtari;ritidireligioni 59 Mt 4, 1060 Mt 16, 16; cfr. Gv 6, 69-7061 Cfr Lc. 22, 32paganedifronteallaPresenzaRealedi NostroSignoreGesCristo);senon cisarpidatodivedereempiecommu-nicationesinsacrisconipagani,poich icattolicipregherannoseparatamentedai seguaci delle false religioni; se la Santa Sede nonperdeoccasioneperribadireche,in ogni caso, questo incontro non deve essere interpretatocomeavalloalsincretismo religiosoedelrelativismodottrinalese tuttoquestovero,comesperiamochelo sia, permane, per, il problema dottrinale di fondo:le preghiere elevate alle false divinit -coscomeilloroincoraggiamento-non sono accette a Dio, indipendentemente dalle intenzioni soggettive dellorante, in quanto oggettivamente idolatriche. La nostra coster-nazione non signifca amarezza: vorremmo solo risparmiare alla Sposa di Cristo, Nostra Madre,questaennesimaumiliazione,che non pu lasciarci indifferenti. Preghiamo ed invitiamo tutti a pregare Maria Santissima, perch interceda presso il suo Divin Figlio evengarisparmiataquestaoffesaalSuo Corpo mistico.

La TradizioneCattolicaDottrinaDottrinaDottrinaDottrinaDocumentiDottrinaDot-tri-naLe religioni sono solo modi diversi di chiamare Dio? Tutte le religioni hanno lo stesso Dio?di don Franois KnittelIlpensieropost-illuminista,penetratoanche,putroppo,allinternodella Chiesa,haabbandonatoilprincipioaristotelicodinoncontraddizione, giungendoasostenerechelediversereligionisonofralorocomplementari: nessuna avrebbe la pienezza della verit e nessuna sarebbe pienamene in errore. Cristiani e musulmani, abbiamo molte cose in comune, come credenti e come uomini. () Noi crediamo nello stesso Dio, lunico Dio, il Dio vivente, il Dio che crea i mondi e porta le sue crea-DocumentiDottrina5gennaio1999.PreghieraIslamicadavantial Duomo di Milano: il Cardinale Tettamanzi la con-sidera un diritto che la Chiesa deve tutelareture alla loro perfezione1: cos parlava il papa Giovanni Paolo II alla presenza dei giovani marocchini nellagosto del 1985.Insostanza,egliriprendevain quella occasione la sua dichiarazione alla comunit giudaica di Magonza sul temadeldialogogiudaico-cattolico: Non si tratta soltanto (), ma prima di tutto del dialogo tra le due religioni, che - con lIslam - poterono donare al mondo la fede nel Dio unico e ineffa-bile che ci parla, e lo vogliono servire a nome di tutto il mondo2. Sembra, dunque, che, a sentire il Pontefce,Cristianesimo,Giudaismo edIslamismoadorinolostessoDio! Possiamo dedurne che tutte le religioni adorino lo stesso Dio? La pratica delle riunioniinterreligioseperlapace,di cuilaprimafuorganizzataad Assisi nellottobre del 1986, sembra accredi-tarnelidea.Nessundubbiocheuna tale dottrina, sostenuta da una pratica tantoesplicativa,diprimoacchito appaiaseducenteainostricontem-poranei.Maresistealsemplicebuon senso e alla fede cattolica? quello che ci proponiamo di esaminare, prima di rispondere ad alcune obiezioni.1 Giovanni Paolo II, Incontro con i giovani musul-mani nello stadio di Casablanca, 19 agosto 1985.2GiovanniPaoloII,Incontroconlacomunit ebraica di Magonza, 17 novembre 1980.

La TradizioneCattolicamio interlocutore sostiene che non lo , uno di noi due ha sicuramente torto.B) Le religioni in generaleOra,cosaosserviamotrale diverse religioni? Esse si contrappon-gono in maniera contraddittoria su dei puntiessenzialidellerispettivedot-trine.IlPadreGarrigou-Lagrangelo constatava molto semplicemente: Tra le diverse religioni vi sono contrariet e contraddizioni di vario tipo:a) Quanto alle verit da credere: trapoliteismo,panteismo,monotei-smo; cos in relazione alla divinit di GesCristo,ammessadalcristiane-simo e rifutata dal Giudaismo e dal-lIslamismo; cos anche sullinfallibilit della Chiesa riconosciuta dai cattolici e rifutata dai protestanti.b)Quantoaiprecetti:lapoliga-mia e il divorzio, che sono permessi in numerose religioni e proibiti in altre, non possono essere simultaneamente lecitieillecitiincircostanzeidenti-che.c)Quantoalculto:certiculti sonopurieonesti,altrisonointrin-secamenteinumaniedisonesti. ingiurioso dire che Dio considererebbe con lo stesso tenore tutte le religioni, quella che insegna la verit e laltra che 1. Il buon sensoSullonda del desiderio di unit e per porre untermine alla lotta senza finetralaveriteglierrori,molti deinostricontemporaneisisonfatti unideadellaveritaloromisura. Nessuno potrebbe possedere la verit tutta intera. In effetti, ognuno sarebbe in possesso di un aspetto della verit. Il che, nel dominio religioso, si traduce inquestitermini:tuttelereligionici parlanodiDio,madapuntidivista diversi e complementari.A)Negazionedelprincipiodinon contraddizioneOra,ammetterequestosignifca abolireognicomprensioneeogni discorso,poich:oquesteverit parzialinonsonocontraddittoriee sicompletanoperfornirciunacono-scenzapiapprofonditadellarealt, o sono contraddittorie e, quindi, una delleduefalsa.Dueaffermazioni relative alla stessa cosa considerata da due punti di vista differenti, possono essere vere entrambe. Per contro, due affermazioni diametralmente opposte su una stessa cosa considerata da un unicopuntodivistanonpotrebbero essere entrambe vere: una certamente falsa. Facciamounesempioconcreto. Se io affermo che la mia auto beige eilmiointerlocutoresostienechesi tratta di una Clio, possibilissimo che abbiamo entrambi ragione. Di contro, se io affermo che la mia auto beige e il Aristotele (384 - 322 a.C.)IlgrandeteologoRginaldGarrigou-Lagrange (1877 - 1964)

La TradizioneCattolicaDottrinaDottrinainsegna lerrore, quella che promette il bene e laltra che promette il male. Dire questosignifcadirecheDiosarebbe indifferente al bene e al male, allonest e alla disonest3.Tutte le religioni hanno lo stesso Dio?Lasemplicerifessioneeilbuon senso ci dicono che le religioni hanno dei dogmi fondamentali contraddittori e inconciliabili tra loro4. Esaminiamo la cosa pi particolarmente per lIslam e il Giudaismo.C) LIslamChe pensa lIslam di alcuni punti fondamentali della Fede cattolica?LaTrinit:Sonocertamente miscredentiquellichedicono:In verit Dio il terzo di tre. Mentre non cDioallinfuoridelDioUnico!5; Non dite Tre, smettete! Sar meglio pervoi.Invero AllahunDiounico. Non si addice alla sua gloria avere un fglio6.LIncarnazione:Inverit,per Dio Ges simile ad Adamo che Egli credallapolvere,poidisse:Siied 3Adestinterdiversasreligionescontrarietas etcontradictiomultipliciter:a)quoadveritates credendas,interpolytheismum,pantheismum, monotheismum; item prout admittitur in christiani-smo divinitas Jesu Christi qu rejicitur a judaismo etIslamismo;itemproutagnosciturinfallibilitas Ecclesi catholic aut e contra rejicitur a protestan-tibus. b) quoad prcepta, polygamia et divortium, quinmultisreligionibuspermittuntur,etinaliis prohibentur, non possunt esse simul licita et illicita in iisdem circumstantiis. c) quoad cultum, alii cultus sunt puri et honesti, alii vero secundum se inhumani etlibidinosi.InjuriosumestDeodicere,Deum quo animo respicere omnes religiones, quarum una verum,alterafalsumedocet,quarumunabonum, altera malum promovet. Hoc est dicere, Deum indif-ferenter se habere ad verum et falsum, ad honestum et inhonestum. (Reginald Garrigou- Lagrange op, De Revelatione, Gabalda, Paris, 1921, t. 2, p. 437).4 Cfr Courrier de Rome-s s no no, n 326, giugno 1992, pp. 1-7.5 Corano, Sura 5, versetto 73.6 Corano, Sura 4, versetto 171.eglifu7.Dicono:AllahSipreso unfiglio.Avetedettoqualcosadi mostruoso.Mancapocochesispac-chino i cieli, si apra la terra e cadano a pezzi le montagne, perch attribui-sconounfglioalCompassionevole. NonsiaddicealCompassionevole, prenderSi un fglio8. La Crocifssione e la Redenzione: dissero:AbbiamouccisoilMessia Ges fglio di Maria, il Messaggero di Dio! Invece non lhanno n ucciso n crocifsso, ma cos parve loro. Coloro che sono in discordia a questo propo-sito,restanoneldubbio:nonhanno altra scienza e non seguono altro che la congettura. Per certo non lo hanno uccisomaAllahlohaelevatofnoa S9.Eccodelledottrinebenincon-traddizioneconlaFedecattolica. Come potrebbero condurci alladora-zione dello stesso Dio? Il Prof. Roger Arnaldezlosottolineaquando,par-landodelmonoteismoscrive:Sotto ilnomedimonoteismoframmisto ditutto.ChevisiaunsoloDiosono inmoltiacrederlo.Laquestione fondamentale,ingeneredimenticata perchcisiconvincachelunicit copra tutto, di sapere chi questo Dio 7 Corano, Sura 3, versetto 59.8 Corano, Sura 19, versetti 88-92.9 Corano, Sura 4, versetti 157-158.Il Corano

La TradizioneCattolicaunico. Allora il monoteismo esplode e si riduce ad una etichetta sotto cui si annovera qualsiasi cosa.Pensiamo adunuomo convinto chequel talmenhir, quella tale pietra diritta,siailDiounico,echeluigli rivolgadellepreghiere.Conquale diritto ci rifuteremmo di riconoscere che costui un monoteista? E che dire deideisti?Iteologicristianilihanno sempre considerati dei nemici, e tutta-via essi credono in un Dio unico: Vol-taireeramonoteista.Ma,sidir,egli ha attaccato linsegnamento cristiano: anche il Corano, che nega i tre misteri essenziali del cristianesimo: la Trinit, lIncarnazione e la Redenzione10.Parlandopispecificamente dellIslam,lostessoautoreprosegue: evidente che se Dio unico e non trino, falso affermare la Trinit; ma, inversamente, se Dio uno e trino, falso affermare che uno e non trino. dunque logicamente inammissibile che il Dio uno e trino sia identico al dio uno e non trino. Ora, il Corano attacca la Trinit. Il dio uno che attacca la Tri-nit non potrebbe dunque confondersi col Dio uno che trino11.Occorredunqueconcludereche ci che crede lIslam non identico a ci che crede la Fede cattolica. Oggetti-vamente, i cattolici non hanno lo stesso Dio dei musulmani.D) Il GiudaismoChepensareadessodelGiudai-smo?verocheilGiudaismodel VecchioTestamentohapreparatoil mondo allavvento di Cristo. Ed per questo che Dio ha preservato il popolo giudaico dal politeismo12 e lha mante-nuto nel monoteismo13. Ma il Vangelo 10 Roger Arnaldez, Rfexion sur le Dieu du Coran dupointdevuedelalogiqueformelle,inAnnie Laurent e col., Vivre avec lIslam?, Ed. Saint Paul, Versailles, 1997, p. 130-131.11 Ibidem, p.132.12 Religione con pi di.13 Religione con un solo dio.ci riveler che in questo Dio unico si trovaunaricchezzainsospettata:la Trinit delle persone. Il mistero della Trinit lo sviluppo e il compimento volutodaDiodelmisterodellaSua unicit.Sidevedunquedirecheil Dio-UnodelVecchioTestamentoe ilDio-TrinitdelNuovoTestamento sono identici.Senza dubbio si obietter che il Dio che si rivelato ai Figli di Israele non s fatto conoscere come trino. esatto, ma questo non impedisce che EglisiailDiodeicristiani,innanzi tuttoperchlaBibbia,adifferenza delCorano,noninsegna,enona caso, che Dio non trino, poi perch la rivelazione biblica, per una pedago-gia biblica facile da rilevare, conduce direttamente al suo compimento nella rivelazione cristiana14.Il dio che pregano oggi i giudei, lui,undiouno,masoprattutto antitrinitario.Ineffetti,seildogma cattolico defnisce il mistero della Tri-nit come il mistero di un solo Dio in tre persone uguali e distinte, i giudei potrebberodefnirelalorodottrina suDio:ilmisterodiunsoloDioin unasolapersona. Allora?Unaotre persone? In realt queste due dottrine sono inconciliabili. Lopposizione tra il Cattolicesimo eilGiudaismosicristallizzasoprat-tuttoattornoallapersonadiNostro 14 Roger Arnaldez, ibidem, p. 132.La Torah

La TradizioneCattolicaDocumentiDottrinaSignore Ges Cristo. Egli il Figlio di Dio, e Dio Lui stesso? S, rispondono i cattolici. No, ribattono i giudei. Allora? Dio o non Dio? Bisogna scegliere: questedueaffermazioninonpotreb-beroesserecontemporaneamente vere15. Questa opposizione a riguardo di Nostro Signore Ges Cristo nota come tale agli stessi giudei. Ecco quello che scriveva, nel 1962, Albert Memmi, un giudeo tunisino: Si rendono conto oggi, i cristiani, di che cosa pu signi-fcare per un giudeo il nome di Ges, loroDio?Perungiudeochenonha mai cessato di credere e di praticare la sua religione, il cristianesimo la pi grande usurpazione teologica e meta-fsica della sua storia, una blasfemia, uno scandalo spirituale ed una sovver-sione. Per tutti i giudei, fossero anche atei, il nome di Ges il simbolo di una minaccia,diquestagrandeminaccia che pesa sulle loro teste da secoli e che rischia sempre di sfociare in catastrofe senzacheessisappianonilperch nilcomeprevenirla.Questonome fapartedellaccusaassurdaedeli-rante, eppure di una crudelt effcace, cherendelorolavitasocialeappena respirabile.Questonome,infne,ha fnito con lessere uno dei segni, uno 15Cfr.CourrierdeRome-ssnono,n319, novembre 1991, pp. 1-5.dei nomi dellimmenso apparato che li circonda, li condanna e li esclude. Che imieiamicicristianimiperdonino, perchessimicomprendanomeglio eperimpiegareillinguaggioloro proprio, io direi che per i giudei il loro Dio un po il diavolo, se il diavolo, comeessiaffermano,ilsimboloe lasommatoriadelmalesullaterra, iniquo e onnipotente, incomprensibile e ostinato nello schiacciare gli umani smarriti16.La reazione della madre di Edith Stein dopo la conversione della fglia al Cattolicesimo parecchio signifcativa dellattitudinedeigiudeidiogginei confrontidiGesCristo:Iononho niente contro di lui possibile che sia stato un uomo buono Ma perch si fatto simile a Dio?17.Questanegazionedelladivinit diCristoilcementocheuniscei giudei odierni tra loro e con quelli che fecerocondannareamorteilMessia: chiaro, per tutti i lettori dei Vangeli, che Ges stato condannato dal Sine-drio per un motivo religioso: laccusa di blasfemia. Un uomo che si presenta come il Messia e il Figlio di Dio, senza esserlo realmente, un bestemmiatore degnodimorte.Ora,legenerazioni posteriori dei giudei negano che Ges siailMessiaeilFigliodiDio.Per questanegazioneessesottoscrivono logicamenteeinlineadiprincipioil giudizio che ha motivato la condanna di Ges da parte del Sinedrio, anche se nei fatti esse non pronunciano alcuna sentenza di morte e, molto spesso, non vi pensano neanche18.Da quanto detto fn qui, bisogna concluderecheilDiocheadoranoi 16 Albert Memmi, Portrait dun juif, 1962, citato inMons.Lefebvre,LemystredeJsus,Fideliter, Eguelshardt, 1995, p. 42 e pi ampiamente in Lon de Poncins, Le Judasme et le Vatican, cap. 12.17 JoachimBoufet,Edith Stein, philosophe cruci-fe, Presses de la Renaissance, Paris, 1998, p. 208.18 Ansgar Santogrossi, LEvangile prch Isral, Clovis, Etampes, 2002, p. 48.Drer Adorazione della Santissima Trinit0La TradizioneCattolicacattolici e quello a cui rendono omag-gio i giudei contemporanei non sono identici.E) Conoscenza di Dio: totale o ine-sistentePer concludere, torniamo al con-vincimento odierno che vuole che tutte lereligioniciparlinodiDio,mada punti di vista diversi e complementari. La questione che si pone di sapere se possibile avere una conoscenza par-ziale di Dio. Non possibile, insegna sanTommaso,poicherrareparzial-mente nella conoscenza di una realt cos semplice come Dio signifca non conoscerLo affatto: Se essi [i pagani] avevano una certa conoscenza specu-lativadiDio,questaeramischiataa numerosi errori: alcuni Lo privavano della Sua provvidenza su tutte le cose, altri ne facevano lanima del mondo, altriancoraadoravanosimultanea-mente altre divinit. per questo che si dice che essi ignoravano Dio. Se le realtcompostepossonoesserepar-zialmenteconosciuteeparzialmente ignorate,lecosesemplicisonosem-plicementeignoratenelmomentoin cuinonsonoconosciutetotalmente. Dunque, se certuni si sbagliano, anche supochecose,nellaconoscenzadi Dio, si dice che essi Lo ignorano total-mente19.Coloro che ignorano chi Dio, non loconoscono,npossonoadorarLo. Ne consegue che lopinione secondo la quale tutte le religioni adorano lo stesso Dio irricevibile, anche solo dal punto divistadelbuonsensocondivisoda tutti gli uomini. Di pi: per dei cattolici taleopinione una blasfemia, poich essa equivale a considerare Cristo come unimpostoreeisuoiinsegnamenti come tante menzogne.2. La fede cattolicaPerrivolgerciadeicattolici, occorre cambiare il modo di argomen-tare. Perch la nostra argomentazione porti i suoi frutti, essa deve appoggiarsi su dei principi comuni: la sola ragione nellediscussioniconipagani,ilVec-chioTestamentonelledisputeconi giudei,laBibbianellasuatotalitse parliamo con degli eretici, degli scisma-tici o dei cattolici20. Ora, cosa leggono i cattolici nel Nuovo Testamento? Tutto linsegnamentodiCristoinsistesulla necessit di passare per Lui per acce-dere al Padre. LaconoscenzadiGesCristoe lobbedienza ai suoi precetti non sono 19SedsiquidspeculativacognitionedeDeo cognoscebant,hoceratcumadmixtionemultorum errorum, dum quidam subtraherent omnium rerum providentiam;quidamdicereteumesseanimam mundi;quidamsimulcumeomultosaliosdeos colerent. Unde dicuntur Deum ignorare. Licet enim in compositis possit partim sciri et partim ignorari ; in simplicibus tamen dum non attinguntur totaliter, ignorantur.UndeetsiinminimoerrentcircaDei cognitionem, dicuntur eum totaliter ignorare (Super Joannem, c. 17, lect. 6, n 2265).20 Quidam eorum, ut mahumetist et pagani, non convenient nobiscum in auctoritate alicujus Scrip-tur, per quam possint convinci, sicut contra judos disputare possumus per Vetus Testamentum, contra hreticosperNovum.Hiveroneutrumrecipiunt (C.G., I, 2, n 11).FranciscodeZurbarnApoteosidiS.Tommaso dAquino (1631)

La TradizioneCattolicaDocumentiDottrinaBeato Angelico Sermone della Montagnacosefacoltative:maindispensabili.I testiseguentinonhannobisognodi commenti.Iosonolavia,laverite la vita21. Io sono la porta22. Io sono il buon pastore23. Io sono la luce del mondo24. Chiunque crede in lui non muoia,maabbialavitaeterna[]. Chicredeinluinoncondannato; machinoncredegistatocondan-nato, perch non ha creduto nel nome dellUnigenitoFigliodiDio25.Se infattinoncredetecheiosono,mori-reteneivostripeccati26.Chinon onora il Figlio, non onora il Padre che lha mandato27. Chi non con me contro di me28. Non vi infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel qualestabilitochepossiamoessere salvati29.ChiunquenegailFiglio nonpossiedenemmenoilPadre;chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre30.Alla lettura di questi testi, i catto-licicomepossonoancoracredereche tutte le religioni adorino lo stesso Dio, quando, eccetto il Cattolicesimo, tutte lereligionirifutanodipassareperil solomediatoregraditoaDio:Ges Cristo?QualeperditadellaFedein questi cattolici che non credono pi alle parole di Cristo!3. ObiezioniMa,sidir,nonsipotrebbero considerare le false religioni come dei puntidappoggioattiafarpassare progressivamente dalle verit parziali alla verit totale?Certo, tutti gli errori contengono 21 Gv 14, 622 Gv 10, 723 Gv 10, 1424 Gv 8, 1225 Gv 3, 16-1826 Gv 8, 2427 Gv. 5, 2328 Mt 12, 3029 At 4, 1230 1 Gv 2, 23sempre una parte di verit, ma stiamo attenti allillusione che ci segnalava il Padre Garrigou-Lagrange, OP: In una dottrina globalmente falsa la verit non lanima della dottrina, ma la schiava dellerrore31. Cosa che il professore di flosofa Louis Jugnet sviluppava cos: Iteologicattolicinonvoglionoper niente negare che vi siano delle verit nelprotestantesimo,nelGiudaismo, nelbrahmanesimo,malaquestione chesiponetuttaltra.Sitrattadi saperesenelledottrinecondannate queste verit sono, se cos si pu dire, a loro agio, in libert, a casa loro. Ora, noi pensiamo che queste verit hanno solo un ruolo parziale, frammentario, incompleto,chesonocostretteentro degli errori fagranti che le distorcono e ne falsano la vera portata, in modo tale checichedominainunafalsadot-trina, ci per cui essa rischia di essere propriamente disastrosa, lo spirito di errore e di negazione. Esempi: il Giu-daismo e lIslamismo insistono sempre sullunitdiDio(cheunaverit), ma essi lo fanno intenzionalmente, in maniera unilaterale, tanto da escludere il dogma della Trinit. Lutero, insiste sul 31Indoctrinasimpliciterfalsa,veritasnonest ut anima doctrin, sed serva erroris (R. Garigou-Lagrange, op, De Revelatione, Gabalda, Paris, 1921, II, p. 436).

La TradizioneCattolicaConclusioneLasciar credere ai cattolici e a tutti quellichenonlosono,cheadoriamo tuttilostessoDiodunqueunerrore, contrario alla ragione e alla fede cattolica. una mancanza di carit nei confronti degli sviati che sono fermi nellerrore. una mancanza di carit verso i cattolici chevengonomessiarischiodiper-derelafedecattolica.Chefareallora? Ladottrinacattolicaciinsegnacheil primo dovere della carit non sta nella tolleranzadelleconvinzionierrate,per quanto sincere possano essere, n nellin-differenza teorica o pratica per lerrore in cui vediamo cadere i nostri fratelli Se Ges stato buono con gli sviati e i pec-catori, Egli non ha rispettato i loro erronei convincimenti,perquantoapparissero sinceri: Egli ha amato tutti per istruirli, convertirli e salvarli34.Fonte: Nova et Vetra n. 2 (2008)34S.PioX,EnciclicaNotrechargeapostoli-que(25 agosto 1910).fatto che la grazia sola che giustifca, e, in termini elementari, questa formula vera, ma in Lutero questo esclude leco-nomia cattolica dei sacramenti, etc. Lo stesso vale per Kant: egli riconosce che laconoscenzaattiva,maconcepisce questa attivit come cieca e ingannevole, nientaffattoattinenteallEssere.Marx coglie il ruolo molte volte misconosciuto delleconomia,magliconferisceuna portataesclusivaeinaccettabile,etc. Nontuttofalsoneivariaspettidelle dottrine,maillorospiritoammorba tutto. Se queste verit parziali sono rice-vibili e assimilabili, questo possibile a condizionechevenganoavulsedatali false dottrine (ecco perch importante innanzituttolacriticadellerrore)ein qualche modo battezzate, ripensate in tuttaltra prospettiva32.Manonsarebbemegliolasciarei non cattolici nellignoranza invincibile? Questo basterebbe per la loro salvezza, visto che tale ignoranza supposta non colpevole. Ma se essi conoscono la vera religioneelarifutano,illororifuto colpevole e li condurr alla dannazione. Si tratta di un calcolo molto poco sopran-naturale e per nulla rispettoso dello spi-rito umano, creato per conoscere e amare Dio.Signifcaanchedimenticarecheil limite tra lignoranza invincibile e ligno-ranza colpevole, per un dato uomo, il segreto di Dio. Come giocare su un tale azzardolasalvezzaeternadeglialtri? Infine,questosignificapassaresotto silenzioilconsigliopressanterivolto dal Papa Pio XII a coloro che non sono ancora membri visibili della Chiesa: egli diceva che bisogna cercare di aiutarli a uscire da uno stato in cui nessuno pu essere sicuro della sua salvezza eterna; poich, anche se per un certo desiderio e anelito inconscio essi si trovano ordinati alCorpoMisticodelRedentore,sono tuttavia privi di tanti grandi aiuti e favori celesti di cui solo nella Chiesa cattolica possono usufruire33.32CitatoinCourrierdeRome-ssnono,n 283, giugno 1988, p. 8.33EnciclicaMysticicorporis(29giugno 1943).San Cipriano da Cartagine (210- 258), cui attribuita la frase Extra Eccle-siam nulla salus

La TradizioneCattolicaDocumentiDottrinaDottrinaDocumentiDot-tri-naDottrinaDocumentiFormazioneCercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6,33).La formazione dei futuri sacerdotidi don Patrick TroadecOggi si sente dire che solo lamore rende vere le azioni e la vita nel suo com-plesso; laffermazione corretta, ma solo a patto di dare dellamore la corretta defnizione e di indirizzarlo verso il giusto Oggetto. Solo lamore verso Dio e la completa, totale dedizione a Lui possono portare alla felicit, gi su questa terra.Alcuni anni fa a Flavigny stato girato un flm americano, intitolato Le chocolat.Idueattoriprincipalierano JulietteBinocheeJohnnyDepp.In questo flm, la religione cattolica veniva presentata come la religione del sacri-fcio, senza amore, ed era personifcata daunconte,moltoosservante,molto austero, che in quaresima digiunava a paneedacqua.Incontrapposizionea questuomofreddoerigidocerauna donna emancipata, ragazza madre, che arrivanelpaeseinpienaquaresimae apre un negozio di cioccolata. Appare molto premurosa verso gli altri, molto caritatevole,senzaesserepraticante. Essaincarnaunanuovareligione:la religionedellamoresenzasacrifcio. Edovvioche,spontaneamente,si preferiscataledonna.Nelcorsodel flmvediamoilparrocopassaredalla religione del conte a quella della cioc-colataia. Juliette Binoche nel flm Le chocolat (2000)Evidentemente,secivienepro-postodisceglieretraunareligione dellamoreedunareligionedelsacri-fcio, la nostra scelta spontanea andr alla religione dellamore, ma, in realt, unoscontrofallace,perchledue nozionidamoreedisacrifciosono oppostesoloinapparenza.Inrealt, rimandanounaallaltra.Sullaterra, noncamoreverosenzasacrifcio. Quandoungiovanevuolesposare una ragazza, ci che lattira lamore neisuoiconfronti,maquestamore, severoeprofondo,poiloporter alsacrifcio.Nellavitaconiugale,per essere fedeli al proprio coniuge fno alla morte, per accettare i fgli ed educarli cristianamente, necessario sacrifcarsi, perch la vita quaggi non solo una passeggiata. Faccioquestesempioperch rivelalamentalitcorrente. Alluomo modernovabeneunareligionedel-lamore,masenzacontropartita.Cos oggi,anchefraicattolici,sitendea fareunasceltatraleveritinsegnate dallaChiesa,peraccettaresoloquelle che non comportano esigenze. Un Dio immanente che in me come amico, mi sta bene! Un Dio trascendente che inf-nitamente al di sopra di me, che reclama il primo posto nella mia vita e mi porta a Lui tramite la via della croce, questo esagerato!GesSalvatore,s,Ges

La TradizioneCattolicaGiudice,no!UnDiomisericordioso, sonodaccordo.UnDiogiustoche condanna la gente allinferno, beh, non esageriamo! E cos via fnch ognuno si fa una religione su misura.Equestooggirendeparticolar-mentedifficileilnostroministero sacerdotale.Ineffetti,ilsacerdoteil giornodellordinazionericevetre poteri: il potere dinsegnare, il potere di santifcare e il potere di dirigere le anime che gli sono affdate. La santi-fcazionesiproduceessenzialmente grazieaisacramenti.Inquestocaso il sacerdote non che uno strumento nellemanidiNostroSignore.Lui che battezza, Lui che assolve, Lui che si offre a Dio, Suo Padre, nel santo Sacrifcio della Messa.Amore e SacrifcioMa,perchisacramentiprodu-cano gli effetti pi salutari nelle anime, necessario che il sacerdote le prepari ariceverlinellemiglioridisposizioni. Qui il sacerdote potrebbe avere la ten-tazione di accontentarsi dinsegnare le verit piacevoli a intendersi, a scapito delle altre. Ebbene, il sacerdote fedele insegna tutte le verit. cos che Mons. Lefebvre, per riprendere lesempio del-lamore e del sacrifcio, diceva ai suoi seminaristi di Mortain, in Normandia, nel 1945: Per noi peccatori impossi-bilesantifcarcinellacaritsenzafare dellerinunce.Lamisuradellanostra carit sar quella della nostra rinuncia, dellanostraabnegazione,essendola carit il positivo e la rinuncia il nega-tivo:Sequalcunovuoleesseremio discepolo, rinneghi se stesso. la legge della carit.proprioaquestarinunciache ilvescovoinvitaisacerdotiilgiorno dellaloroordinazionequandodice: imitaminiquodtractatis,considerate lazionechecompite,imitateilsacri-fciocheoffrite;celebrandoilmistero dellamortedelSalvatore,cercatedi mortifcarelavostracarnecontuttii suoi vizi e le sue concupiscenze. Perci la vita sacerdotale autentica una vita damoreche,sulleormedelMaestro divino, include il sacrifcio.Un confratello spiritoso ci raccon-tava,scherzando,cheaMarsiglia,in unachiesa,ceranoduemisericordie. Lemisericordiesonoquelletavolette fssate sotto le sedute degli scanni per consentireaisacerdotidiappoggiarsi senzasedersi.Ceranoquelladelpar-roco e quella del vicario. Su quella del parroco cera scritto: sacerdos et pontifex, sacerdoteepontefce,esuquelladel vicario:sacerdosetvictima,sacerdote evittima!Inrealt,tantoilparroco quantoilvicariosonochiamatiad essere non solo pontefci (nel senso lato della parola ponte, cio intermediari tra Dio e le anime), ma anche vittime.Il sacerdote chiamato ad essere vittima quando predica la verit catto-lica nella sua interezza. Infatti esistono veritpiacevoliealtrespiacevoli:un Diomisericordiosopiattraentedi un Dio giusto. Una predica sullamore TabernacolodellaltarmaggioredelDuomodi Valenza(AL),raffiguranteunpellicanochesi strazialecarnidelpettoperdardamangiare aipiccoli,simbolocristianodiGes,chesi strazialecarnisullaCroceperlanostraSal-vezzaesimbolo,quindi,diogniveroamore, chesisostanzianelsacrificioperlamato

La TradizioneCattolicaDocumentiFormazionepiattraentediunasullInferno. Predicarealcunidogmipuattrarre dipichecertipuntiriguardantila morale. Ma il sacerdote autentico deve predicare non soltanto le verit piace-voli, ma anche quelle spiacevoli, anche se,agendocos,nonsiprocurasolo degli amici. Nostro Signore, infatti, ha detto ai suoi Apostoli: Vi mando come pecore tra i lupi1. San Paolo affermava: Se cercassi di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo2. Amore della Verit e senso di DioLa missione del sacerdote il pre-dicare tutte le verit da credere, perch la Fede cattolica si professa o integral-menteoaffatto,comedicevaPapa Benedetto XV. Infatti, a forza di tacere alcuneverit,icattolicifnisconoper metterle in dubbio e, di conseguenza, perperderelaFede.cichespiega Dom Guillerand nel suo libro LErmi-tage, che leggo ogni anno ai seminaristi delcorsodispiritualit:Osservate lealmentelevostrereazioniintime davantiallegrandiVeritesaprete a che punto siete di questo capitolo: il peccatooriginale,lamorte,linferno, la Croce hanno un suono antipatico e antiquato. Il servizio del prossimo attira di pi di quello di Dio, e la sua salvezza vista pi come un suo benefcio che come una gloria del Signore. Lunione conlostessoDiocitentapicomeil coronamentodellanostrapersonalit checomeunarispostadisinteressata alle sue proposte. Si perso il senso di Dioavantaggiodiunsensoerroneo delluomo,chesiponenonpicome un nulla di fronte allEssere divino, ma come unqualcuno che Dio deve considerare.Sarebbesorprendentese una tale atmosfera non vi avesse con-taminato. Questottica allopposto di quella del monaco (potremmo tradurre delnovizioallaricercadiDio).Voi dovete operare questa rettifca. 1 Mt 10, 162 Gal 1, 10[]Guardateinstancabilmente allaBibbiapertrovarviDioqualevi sirivelaEglistesso.Nonopponeteil Dio dAmore del Nuovo Testamento al Dio di timore del Vecchio: unantitesi illusoria. C un solo Dio che non muta enonsicontraddice.Quellocheera primadellIncarnazione,permane. luomo che cambiato. Imbaldanzitosi a causa della sua evoluzione culturale e forse interpretando male le condiscen-denzeevangeliche,assumeriguardo aDiodegliatteggiamentidisinvoltie sfrontati molto estranei allo spirito del Magnifcat.Luomodiogginonparla della sua nullit che sulla punta delle labbramasiriempielaboccadella realizzazionedellasuapersonalit. C dellinsolenza nella rivendicazione del suo io3.Luomo moderno ha fnito col per-dere la nozione chiara di alcune verit cattoliche: come, ad esempio, il peccato originale, il peccato mortale, la grazia, il giudizio fnale, il Paradiso, il Purgato-rio, lInferno, il sacrifcio perch non sono pi insegnate abbastanza.Ilsacerdote,dunque,chiamato adinsegnaretutteleveritdellafede cattolica.Madeveanchemetterein guardiaifedelidaglierrorichepul-lulano,specialmenteoggi.quello cheisacerdotihannosemprefatto. Cos,ildolcesanFrancescodiSales haconvertitoalcattolicesimo70.000 protestanti,perchhanonsoltanto predicato la verit, ma denunciato gli errori del suo tempo. Il cattolico per laverit,maaltempostessocontro lerrore; ed perfno dal grado di odio per lerrore che possibile misurare il suo grado damore per la verit. Colui che lascia che lerrore si ponga a fanco della verit come una regina legittima offende la verit.Perchsonoperlasalute,sono controlamalattia.Perchsonoperla luce,sonocontroletenebre.Laluce 3A.Guillerand,LErmitage,p.99-103;108-109

La TradizioneCattolicamanda via le tenebre. Ce lo dice san Gio-vanni: La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non lhanno accolta4. Perch sono per Dio, io sono contro il demonio. cos che si spiega come, al momento del battesimo, prima del triplice atto di Fede, ci sia una triplice rinuncia a Satana. Dondeugualmentequesteparoledel santo Curato dArs: Se un pastore non vuole dannarsi, occorre che, se nella sua parrocchia si verifca qualche disordine, calpesti il rispetto umano e il timore di essere disprezzato dai suoi parrocchiani; e se fosse sicuro di essere condannato a morte appena sceso dal pulpito, non si fermi per questo. Un pastore che voglia compiereilsuodoveredeveavere sempre la spada in mano5. cos che specialmenteoggiilsacerdotedopo Nostro Signore appare come un segno di contraddizione, perch la condanna degli errori moderni non percepita da molti dei nostri contemporanei. Eppure i Papi a partire dal XVIII secolo hanno condannato successivamente: la masso-4 Gv 1, 55 Mons. F. Trochu,Il curato dArs: san Giovanni MariaBattistaVianney,Marietti,Torino,Roma, 1937neria, il liberalismo, il falso ecumenismo, ilmodernismo.Perquestonelprimo anno di seminario, se lessenza dellinse-gnamento verte sulle verit da credersi, attraverso le lezioni di Sacra Scrittura, di liturgia, di patrologia, di spiritualit, c anche un corso di unora alla settimana sulleenciclichepapaliriguardantigli errori moderni. Studiando queste encicli-che, i seminaristi capiscono la gravit di quegli errori e al tempo stesso la fonda-tezza della nostra posizione dottrinale.La Vita di CristoNon si deve, per, credere che les-senzadellaformazionedeiseminaristi vertasullapartenegativadelnostro essere o sullo studio degli errori moderni. In effetti, se vero che siamo peccatori, noi siamo anche fgli di Dio, arricchiti da un tesoro meraviglioso (la grazia, lina-bitazione della Trinit), ed questo log-getto principale dei nostri studi. I nostri seminaristi devono vivere in compagnia diNostroSignore.CLuiallorigine dellavocazione,cLuialcentrodella vita del seminarista, come di quella del sacerdote.Luiloggettoprincipale degli studi e, al contempo, il compagno di viaggio del seminarista. Cos, questa vitatrascorsavicinoaNostroSignore permette ai nostri seminaristi di acqui-sire non solo una mente sacerdotale ma anche un cuore sacerdotale.Cos,perdiventaretrasparenza diDio,secondolabellaespressione diDomChautardneLanimadiogni apostolato,ilseminaristalavoraal tempostessoperattenuareleferite procurategli dal peccato originale e per vivereconNostroSignoreunavitadi fede, di speranza e di carit. E questi due aspettisonoinscindibili.Infattinonc vita mistica ed unione con Dio senza vita ascetica, senza un preventivo distacco da tutto ci che non Dio.Laformazioneoffertaneinostri seminaritienecontodiquestedueesi-genze.Il genere di vita condotta in semina-rio e vissuta dai sacerdoti nel ministero si San Giovanni Maria Vianney sintetizza, ad un bam-bino, che gli ha indicato la via per Ars,la missione del prete: indicare la strada per il Cielo.

La TradizioneCattolicariferisce a questa concezione delluomo ediDio.Luomo,altempostesso, feritoearricchitodauntesorostraor-dinarioapartiredalbattesimo,Dio, alcontempo,unesseretrascendente, infnitamente al di sopra di noi, Dio di maest, ed il Verbo incarnato, diventato uno di noi, immanente, presente in noi, come amico, se siamo in stato di grazia. Ormai,nonvichiamopiservi[] ma amici6.Vistocheabbiamounanatura ferita ed il mondo circostante tende ad accentuare queste ferite pi che a cica-trizzarle, il seminarista vive lontano dal mondo. San Giovanni, lapostolo della carit, lui, che ha avuto il privilegio di poter posare il capo sul Cuore di Nostro Signore la sera del Gioved Santo, lui che alla fne dei suoi giorni non cessava di ripeterelinvitoadamareglialtri,san Giovanni,lapostoloamatissimo,scri-veva ai giovani: Non amate il mondo, n ci che nel mondo. Se qualcuno ama il mondo, lamore del Padre non in lui. Perch tutto ci che nel mondo : con-cupiscenzadegliocchi,concupiscenza della carne e orgoglio della vita7. Ed interessante notare come questo passo disanGiovannisiastatosceltocome epistola della messa per la perseveranza nella vocazione sacerdotale. Il sacerdote, infatti, deve essere nel mondo ma non del mondo.6 Gv 15, 157 1 Gv 2, 16Una vita regolataPoichDiovuolevivereinuna grandeintimitconnoi,iseminaristi vivononelsilenzio.Allinfuoridelle ricreazioni(amezzogiorno,diserae tralelezioni),noiviviamonelsilenzio. Questosilenzio,cospropizioallapre-ghiera, lo ugualmente allo studio. Se il silenzio unascesi, anche un esercizio dicaritfraternanelpermettereagli altridistudiareenelfavorireanchele buoneconversazioniduranteiltempo per parlare.Il fatto di trovarsi a Flavigny in una casa specifcamente religiosa e in uno dei pibeipaesidiFranciafacilitaleleva-zione a Dio dellanima dei seminaristi.Dalle6delmattinofinoalle22, nelregolamentodelseminarionulla lasciatoalcapricciooallarbitrariet, senzaperquestoescludereimomenti didistensione.Lavitadelseminarista molto densa tra preghiere individuali ecomuni,studi,letture,pasti,servizi, ricreazioni Questo permette di orien-tare le volont e gli sforzi di tutti verso lideale sacerdotale. Infatti, il regolamento del seminario stimola lenergia di alcuni, frena la foga di altri, infne libera le facolt di tutti.Inoltre ci che aiuta i seminaristi a coniugarenellapropriavitailduplice aspetto della rinuncia e dellunione con Dio, la vita liturgica. La giornata in semi-nario incentrata sulla Messa. Preceduta dalluffcio di prima e da una mezzora di preghiera silenziosa, la Messa il sole della giornata del seminarista come del sacerdote. L, il seminarista contempla il pi bellesempio di amore e di sacrifcio, poich come diceva Mons. Lefebvre: La croce lamore spinto fno al sacrifcio.Lesempio di Nostro Signore sulla Croce mi permette di precisare la natura della vera carit cattolica. Lamore mani-festato da Ges crocifsso al di sopra del-lamore-istinto e dellamore-sentimento, si tratta veramente dellamore-dono, che va fno al dono totale. Le braccia aperte di Ges sulla Croce, cos come le parole che DocumentiFormazioneSeminario di Flavigny - Festa della Candelora

La TradizioneCattolicaquello sacerdotale. una tappa molto importantecheconcretizzailloro impegno al servizio di Nostro Signore e della Sua Chiesa. E notate che labito ecclesiastico rifette anchesso il duplice ascetismoemisticismodelsacerdote. Purisultarecostrittivoindossarela talare,soprattuttoallinizio,maessa nellostessomomentoilsegnodi unindefettibileattaccamentoaGes Cristo. Se la talare rappresenta la morte rispetto alluomo vecchio e al mondo, durante gli uffci essa ricoperta dalla cotta, che simboleggia il rivestirsi del-luomo nuovo.La nostra originalitSedeigiovaniscelgonoquesto seminariopiuttostocheunaltro, nonostante tutte le etichette infamanti addossatecidaunacertastampae talvoltaperfino,ahim,daalcuni uominidiChiesa,miparechesiaa causa,altempostesso,delprofumo diautenticitcheliattira,delliden-titchecercanotrapietedottrina edellacoerenzatralinsegnamento dispensato e il modo di vita proposto nella pura linea della Tradizione della Chiesa. Alcuni nostri seminaristi sono nati in seno al movimento tradizionali-sta della Chiesa, ma altri sono cresciuti nellaloroparrocchiaealtriancora sono dei convertiti. Nel corso di questi anni,sonopassatidaFlavignyfran-cesi,svizzeri,italiani,belgi,scozzesi, irlandesi, polacchi, gabonesi, libanesi, americani, srilankesi, canadesi Ed bellissimo constatare losmosi creata tra questi giovani provenienti da orizzonti tantodiversi.unaconfermadella formazione davvero cattolica dei nostri seminari,datochecattolicovuoldire universale.Cos, vedete, come diceva il mio vecchiosuperiorediseminario,la nostraoriginalitilnonessereori-ginali.Noinonfacciamoaltroche quello che ha fatto la Chiesa nei secoli passati.Mons.Lefebvreavevascelto comemottoepiscopaleCredidimus caritati - abbiamo creduto alla carit. pronuncia,mostranocosasialavera caritcattolica.Essatrionfadelmale per mezzo del bene, spingendosi fno allamore per i nemici.Nella scelta delle oblate (il pane eilvinopresentatinelloffertorio), ritroviamo il duplice aspetto di morti-fcazione e di unione. Infatti, i chicchi digranosonomacinatiperfornireil pane, gli acini duva sono pressati per fareilvino.Cos,NostroSignoreha volutosceglierequestecreatureche sarannoanchessestrapazzateasua immagineperdarequelpaneequel vinochecostituisconoglistrumenti della nostra santifcazione. Ma i chic-chidigranosonounitiinsieme,per fareununicapasta,eanchegliacini duva vengono uniti, per fare il vino, manifestandocomelEucaristiasiail sacramento dellunit ed il segno della carit che deve regnare tra i cattolici. Nelleoblate,quindi,ritroviamoil dupliceaspettodelsacrifcioedel-lamore.Inoltre, per tutto lanno liturgico, laChiesa,nelsuoruolopedagogico alternaiperiodifestiviediperiodi penitenzialialloscopodiaiutarci nellostessotempoadattenuarele conseguenze lasciate in noi dal peccato originaleeasvilupparelavitadella grazia ricevuta col battesimo.Nelprimoanno,leventoindi-menticabilerestalavestizione.In quelmomento,iseminaristilasciano per sempre labito civile per rivestire VestizionedeiseminaristialSeminarioInter-nazionaleSantoCuratodArsdiFlavigny

La TradizioneCattolicaquesta carit, questo amore per Nostro Signore,questoamoreperlaChiesa una, santa, cattolica e apostolica che lo ha infuenzato per tutta la vita e che egli ci ha trasmesso. Ha espresso il deside-rio che sulla sua tomba fosse incisa la citazione di san Paolo: Tradidi quod et accepi - ho trasmesso quello che anchio ho ricevuto8. Oggi noi stessi non abbiamo altra ambizionechetrasmettereciche abbiamo ricevuto e, per ricevere questo insegnamento e viverne, i seminaristi hanno bisogno di silenzio, di raccogli-mento e di preghiera. Se il seminarista si isola negli anni della sua formazione, nonperripiegarsisusestesso,ma perriempirsiveramentediDio,per potertrasmetterealleanimeleverit della Fede e la Carit cattolica con una convinzione profonda. Infatti, non pu esserciveroapostolatosenzaspirito dipreghiera,senzaspiritodadora-zione,senzaspiritodisacrificio.Il curato dArs, che abbiamo festeggiato questanno, ce lo ha dimostrato molto bene. Perconcludere,eccolatestimo-nianzadiunseminaristadelprimo anno, quattro mesi dopo il suo ingresso inseminario.Cidimostrache,per quanto sia grande il sacrifcio nel dono di se stessi a Dio, soprattutto la gioia il frutto principale di questo dono totale. E questo si capisce, poich, come dice sanTommasodAquino,idueprimi frutti interiori della Carit sono la pace e la gioia. Ecco quel che afferma questo seminarista: Quello che mi ha colpito dipiinquestoprimotrimestreil fatto di essere veramente felice. Non mi aspettavo di essere cos felice. Quando hodecisodientrareinseminario, vedevo soprattutto la dimensione del sacrifcio del mio passo, vedevo soprat-tuttoquantomicostassedonarmia Dio. Avevodavantiagliocchisoprat-tutto la diffcolt di questo sacrifcio. vero che, una volta presa la decisione, ilturbamentoinerentequalunque situazione in cui si debbano fare delle 8 1Cor 15, 3DocumentiFormazione scelte importanti, svanisce e subentra allora una pace indicibile. Tuttavia, la dimensione sacrifcale del mio ingresso inseminariomierasemprepresente. Non immaginavo che si potesse essere cosfeliciessendoprivatidituttoci incuiperilmondorisiedelafelicit: senzadonna,senzadenaro,senza potere,senzamusica,senzacinema ntelevisione,senzalibertdiuscire quando se ne ha voglia, ecc. La rispo-staerasemplicissima,elhoscoperta nelcorsodiquestiprimimesidivita inseminario:unavitadiunione intimaconDio,cosachenelmondo sipudiffcilmentecomprendere;la gioia di fare la volont di Dio, la gioia di essere l dove Egli vuole che si sia. Adesso,capiscoassaimeglioquesta frasedellImitazionediGesCristo: bisogna dare tutto per trovare tutto. InfattidonandositotalmenteaDio che troviamo Dio e, quando troviamo Dio,troviamotutto.Noncnessun bisognodiandareacercarealtrove una felicit che possiamo trovare solo in Lui. Cos, la mia visione della vita in seminario profondamente cambiata. stata trasformata dallunione con Dio ed io auguro a tutti la stessa grazia.Fonte: Nova et Vetra n. 17 (2010)LAssociazione San Giuseppe Cafasso-ONLUSorganizzaVacanze cristiane per le famiglie in hotel in autogestionedal 6 al 16 agosto 2011a Sansicario (1700 m. slm) in Alta Val di SusaIscrizioni e informazioni: 011 983 92 [email protected] TradizioneCattolicaA mons. Ludovico Furian,Amministratore diocesanoMiaccingoascriverequeste pocherigheperrendereragionedi una scelta che scelta di coscienza, di fede, e soprattutto di coerenza con la chiamata di Nostro Signore al Sacerdo-zio e con lideale sacerdotale. Spesso a noi Sacerdoti viene chiesto se abbiamo incontratoGes;iooggipossodire: S! Io lho incontrato. Lho incontrato ai piedi di una croce che sovrastava un vecchio altare, mentre offrivo la Vittima SantaedImmacolata,perimieipec-cati, per coloro che assistevano a quella S. Messa, per tutti i fedeli cristiani vivi e defunti. Lho incontrato attraverso un rito liturgico, quello di sempre, quello che il Santo Padre vuole rivalorizzare malgrado mille ostacoli, che signifca moltodipidiunacerimoniaeste-riore:essorendepresenterealmente ilCalvarioeilSacrifciodellaCroce tralemiemani,inmodomisterioso ma chiaro mi fa essere e sentire unito aCristo,soprattuttoattraversoil desiderio di imitarlo come sacerdote, pastore e in qualche modo anche come vittima,offrendolemiecrociquoti-dianeinunioneconLui.Celebrando il Santo Sacrifcio il Signore stesso ha risvegliato in me un seme sopito, quasi soffocato da inconcludenti pastorali e da pindariche svolte antropologiche, il seme della chiamata Sua al Sacerdo-zio: ti voglio per Me per la salvezza delle anime lidea che scaturisce dal SantoSacrifciodellaMessa,lunico, laS.Messadisempre.Permeoggi incredibile ed insopportabile che la S. Messa,ilcuorevivoepulsantedella Grazia nella Chiesa, venga sottoposta alvagliodichilagiudicanoiosa, che si senta lesigenza di rifettere su comevalorizzarneisegniinmodo creativo, con chi della vita e del Sacri-Perc hlasciarelapropria parrocchia per la FSSPX?a cura della RedazioneLa vicenda umana e religiosa di don Massimo Sbicego, il sacerdote che ha lasciato la suaparrocchia, dove era stimato e sommamente apprezzato, per entrare nella FSSPX, ha suscitato molto clamore. Una delle cose belle di questa vicenda il clima di correttezza e di serenit ecclesiale in cui maturata e si svolta. Ad ulteriore conferma di ci e per smentire alcune polemiche gratuite, pubblichiamo le lettere di don Massimo allAmministratore diocesano ed ai fedeli della sua (ex) parrocchia e lintervista che lo stesso don Massimo ha rilasciato a Marco Bongi.Don Massimo Sbicego

La TradizioneCattolicaDocumentiDottrinaDottrinaDottrinaDottrinaDocumentiDottrinaDot-tri-naDocumentiDocumentifcio di Nostro Signore ha capito poco o nulla. Daltra parte mi rendo conto chequestoproblemalegatoalla naturaconvivialedelNovusOrdo: lacenasenoncoinvolgente,viva, emozionante, invito sgradito; penso che il rischio concreto sia di costruire una celebrazione ed una Chiesa ado-lescenziali, mirate a coinvolgere pi che a santifcare.Unavoceautorevolehaparlato di apostasia silenziosa: la stessa che ho sperimentato diffondersi tra i nostri ragazziegiovaniinsegnandoalle medieeallesuperiori,incontrandoli in parrocchia piuttosto che per strada; pensocheessaderividallassumere inconsapevolmentelamentalitdel mondocontemporaneoconilsuo egoismo,lassenzadellospiritodi sacrifcio, della mortifcazione, la nega-zione o lignoranza del soprannaturale, ilrelativismoreligiosoedeticoetc. Ilpuntodolenstuttaviacheinostri percorsi di catechismo, i gruppi, lIRC, favoriscono tutto ci, laddove la dot-trina cattolica dimenticata, non inse-gnata,avoltepersinoridicolizzataa favore di dimensioni umane che non giungono mai al dunque: maturare una scelta consapevole e incondizionata di fede e di vita Cattolica.InquestolaSantaMessaTri-dentinaimpone,conlaforzadella Grazia e della Tradizione, una messa in discussione della nostra tiepidezza, unariformapersonaledivita,uni-tamenteadunecclesiologiasensata doveifedeliportanoavantilaloro battaglianelmondo,nellavoro,in famiglia,nellosport,scoprendoche ilmondononliamaperchsonodi Cristo e della Chiesa Cattolica; i Sacer-doti si dedicano a Dio, nellorazione e nellapostolato, per sostenere, esortare, far maturare, donare la Grazia sacra-mentale che Cristo stesso.Unabattagliapacifca,nonire-nica,certamentenondibassopro-flo; sento improrogabile una Chiesa cheabbiailcoraggiodellaVerit,di ridirlaoggi,perchlaDottrinanon sua propriet ma rappresenta il Buon Deposito che Cristo le ha dato: lUni-cit della Salvezza di Nostro Signore; il senso della vita orientata ai Novissimi; ilsensodelSacrificiodiCristodal quale ciascuno pu ricevere la Grazia che salva; il senso di un impegno serio, fatto di ascesi e di caritas che il Signore retribuiralmomentoopportuno;il sensodellaPresenzaVera,Realedi CristonellOstia;ilsensodellaSpe-ranza per tutti i crocifssi della storia perch Cristo stato il primo di loro e continua ad esserlo quotidianamente sullaltare; il senso di una Chiesa capa-ceancoradiinsegnareaigiovaniad inginocchiarsiperrecitareilSanto Rosario; il senso di una Parola al ser-viziodelSantoSacrifcio;unaParola illuminatadallaTradizionecostante piuttostocheabbandonataadinter-pretazioni estemporanee, effmere, al magisterosoggettivodellaCesira, piuttosto che dellimprobabile esegeta di turno, in contrasto con il Magistero della Chiesa.Quanto mi fa rifettere quel passo diSanPaolo:Verrgiorno,infatti, incuinonsisopporterpilasana dottrina,ma,perilpruritodiudire qualcosa, gli uomini si circonderanno dimaestrisecondoleproprievoglie, Monsignor Ludovico Furian, Amministratore Dio-cesano di Vicenza

La TradizioneCattolicagando per Lei, mons. Vicario, e chie-dendole di provvedere alla cura pasto-rale di quegli amati parrocchiani.Finch sono rimasto vi ho dato il mio cuore e ho cercato di trasmettere unpodellaFedeCattolicatuttavia, senza la Santa Messa di sempre, quella Tridentina,ilcielorestachiusoela derivainevitabile(M.Devies,La riforma liturgica anglicana).Certodelreciprocorispettoper unasceltadicoscienzatantotrava-gliataedellavicendevolepreghiera checiunisceallUnicaChiesaCat-tolica,supplicoilSignoreaffinch: CorpusDomininostriIesuChristi custodiatanimamnostraminvitam ternam.Pedemonte, 14 dicembre 2010con fduciadon Massimo SbicegoCarissimi fedeli,mi sembra opportuno, a distanza diqualchegiorno,usciredalriserbo che ha caratterizzato la mia partenza: sappiateanzituttocheancheame dispiaciuto non averVi salutato perso-nalmente testimoniando la stima che ho per Voi.Ladecisionedientrarenella FraternitSacerdotaleSanPioX, unitamenteallemotivazionichela determinano,nondioggi:gidue anni f ne parlai con mons. Nosiglia, allora Arcivescovo Vescovo di Vicenza, per ottenere il permesso di trascorrere un anno sabbatico presso una casa di tale istituto.Ametdicembreu.s.misono aperto nuovamente e con franchezza circalamiadecisioneconmons. Furian;lAmministratoreDiocesano miha accolto e ascoltato con la mas-simabenevolenzamanifestandomiil desiderio che io lasciassi gestire allau-toritdiocesanailcompitodidare spiegazioni. Tale intenzione mi stata successivamentemanifestataanche rifutandodidareascoltoallaverit per volgersi alle favole1 e quanta confusionesento,quantebanalit, quantesparate,quanteteologie la page.Oggisonoprontoperscegliere Nostro Signore forse pi di quando fui ordinato, dieci anni fa, perch vedo la storia che Egli ha fatto con me; pur rat-tristato per tanti confratelli che, anche recentemente,hannoabbandonatoil ministero, con un po di nostalgia per laDiocesichecontinuoadamareed allaqualerimangoprofondamente legato, oggi scelgo di continuare la mia vita di consacrazione l dove Egli pre-sente con Verit, Fede, Dottrina, Spe-ranza,perunfuturodiricostruzione della Chiesa: la Fraternit Sacerdotale San Pio X.Umilmentechiedoadunuomo semplice,dalsorrisosincero,adun Vescovodallastaturaenorme,mons. BernardFellay,diaccoglierminella lottacontrolautodemolizionedella Chiesa,affinchCristorisorganei cuorienellesociet.Conlapresente doquindiledimissionidaparroco dellUnitPastoraleAltaValdastico dal mezzogiorno del 30 dicembre, pre-1 (NdR) 2 Tim 4, 3-4MonsignorBernardFellay,Superioregenerale della FSSPX

La TradizioneCattolicaDocumentiDottrinaDocumentiDot-tri-naDottrinaDocumentiDottrinaDottrinaDottrinaDottrinadal Vicario foraneo. La richiesta mi sembrata ragionevole e laccoglierla mi sembrato un segno di buona volont versoimieisuperiorichehointeso lasciareliberinelgestirealmegliola situazione che si sarebbe creata: me ne sono cos andato senza clamore onde peraltro evitare di coinvolgerVi diret-tamenteinquestadelicataquestione di coscienza. Tutto qui.Quellachetroveretediseguito lastessaletteraelostessobiglietto daccompagnamento,cheinviaia mons. Furian, dopo il nostro colloquio personale di met dicembre; sono testi che esprimono non solo la consapevo-lezza di una situazione ecclesiale, ma anche linteriorit della mia persona.Ringraziotutticolorochein questigiornimihannoespressola loro vicinanza; Vi saluto con affetto e chiedo al Signore di benedirVi.don MassimoComehaconosciutolaFSSPX? Ne aveva sentito parlare prima della conoscenza diretta?Nel1992trovaiunvecchio numerodiLaTradizioneCattolica era interessante: chiss se lo pubbli-cavano ancora ; provai a contattare la redazione e mi abbonai. Nel frattempo conclusi litinerario del seminario, fui ordinatonelgiugno2000einiziaiil ministero; solo del maggio 2007 visitai il priorato di Rimini ed incontrai don Luigi.Quando era seminarista le ave-vanomaiparlatodi mons.Lefebvre e della S. Messa antica?No.LaTradizionenellasua dimensionepositivaassentedal moderno insegnamento in Seminario. Se si cita la Messa pre-conciliare lo si fa solo per sottolineare comera inade-guata quella liturgia e quella teologia. Anche recentemente, in occasione del motuproprio,sochequalcheliturgi-sta ha usato il DVD della santa Messa pubblicatodallaFraternitperderi-derne con i seminaristi rito e gesti.Cosahaprovatolaprimavolta che si avvicinato alla celebrazione della S. Messa di sempre?Di trovarmi alla Presenza di Dio, unpocomeMossulSinai;perla primavoltatuttalacelebrazioneera davantiaLuiedEglistessoeral. Nelritocoptolerubricheprescri-vono che il sacerdoteentriscalzo nel santuario,delrestoilnostrorituale Pontifcale prescrive particolari calzari perilvescovo;laprimavoltacheho celebratolaSantaMessahointuito improvvisamenteilperch:Mosdi fronte al roveto. Ogni volta che entro nelsantuariocos:ilrovetobrucia della Sua presenza.Com la vita nella FSSPX?anzituttounavitasemplicee fraterna.Monsignorelapenssulla scortadellasuaesperienzainterra dimissione:intulimportanzanon solodellapostolato,maanchediun luogonelqualericaricarsispiri-tualmenteedintellettualmente,ove vivereassiemeadaltrisacerdoti, fraternamente;pensadunluogo LaParrocchiadiSantaMariainBrancafora, lasciata da don MassimoDocumenti

La TradizioneCattolicache anche proteggesse i sacerdoti dal mondo;questoluogoilpriorato. bello perch c sempre una buona parola, una battuta piuttosto che una discussionedottrinale,qualcosada sistemare, unospite che viene da lon-tano, una preghiera nellunica liturgia pur nella diversit delle lingue nazio-nali di ciascuno. Poi ci sono le suore, unesempiointutto:dipreghiera, laboriosit, attenzione, modestia, riser-vatezza...edifratelli,deiconsacrati nonsacerdoti,chesiprendonocura con generosit di noi tutti: della casa, degli ospiti, di noi sacerdoti.Iprioratiospitanoancheper-sone esterne?Direicheilprioratoaperto allaccoglienza di quanti ne rispettano ritmiefinalit:perunaparola,un incoraggiamento,untempodiritiro odidiscernimentounsacerdote sempre disponibile. Si organizzano poi specifci incontri per sacerdoti e fedeli; visipredicanopivolteallannogli esercizi ignaziani secondo il metodo di p. Francesco da Paola Vallet e diffuso da p. Ludovico Maria Barielle.Come si svolge la giornata, lapo-stolato ... ?Cisonosostanzialmentedue ritmi di vita diversi: quando siamo in casa (al priorato, durante la settimana olaferia)enellapostolato(alfine settimana o nelle feste). Al priorato la svegliauffcialealle6.00mamolti sacerdoti si svegliano prima per reci-tare il Mattutino e le Lodi; alla 6.30 c larecitacomunediPrima,quindila meditazioneelAngelus;alle7.15la Santa Messa ed il ringraziamento; alle 8.10 la colazione. C quindi il tempo da dedicare allo studio, alla prepara-zione di incontri, catechesi, convegni, agli articoli; per vari lavori manuali ed incombenze, oppure per un ulteriore momentodipreghiera,perilbrevia-rio (Terza), la Sacra Scrittura etc. Alle 12.15clarecitacomunediSestae lAngelus quindi il pranzo alle 12.30. Nel pomeriggio un ulteriore tempo di studio, lavoro o preghiera (la recita in privatodiNonadelVespro)sinoalle 18.50conlarecitacomunedelSanto RosarioedellAngelus(ilgiovedc la Benedizione Eucaristica