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SETTIMANALE g 1,00 - ESTERO g 2,00 ANNO XXVII - N. 42 - 2013 LUNEDI 21 OTTOBRE 2013
www.etribuna.com...dal 1986
OECd
Reform R&D tax systems to boostinnovation and help young firms
Most OECd governmentsuse tax incentives to encouragebusinesses to invest in researchand development (r&d) to boo-st innovation and drive economicgrowth. Others, like China, Indiaand South Africa, are doing thesame. But reforming these incen-tives would give countries a bet-ter return on their investment andsupport young innovative firmsthat play a crucial role in jobcreation, according to a newOECd report.
Supporting Investment inKnowledge Capital, Growth andInnovation says that over a thirdof all public support for businessr&d in the OECd is via tax in-centives. Multinational enterpri-ses (MnEs) benefit the most, asthey can use tax planning strate-gies to maximise their supportfor innovation. This can createan unlevel playing field that di-sadvantages purely domestic and
young firms, says the OECd.“Much more needs to be do-
ne to help young firms play a
greater role in driving innova-
tion and creating jobs. They are
the future of the knowledge eco-
nomy and need the same chance
to succeed as the major players.
Improving their access to finance
and making the tax rules fair for
everyone is key,” said AndrewWyckoff, OECd director ofScience, Technology and Indu-stry at the launch of the report inBrussels.
The tax rules that enableMnEs to shift profits from intel-lectual assets, such as patents,are already being reviewed aspart of the OECd’s Action Planon Base Erosion and Profit Shif-ting. Governments should alsoreview their r&d tax incentiveschemes as part of this broadereffort. This would reduce the risk
BAnChE
Continua a crescere la rischiosità dei prestiti
A sostenerlo è l’Abi nel rapporto mensile di settembre
A settembre 2013 l'ammonta-re dei prestiti alla clientela erogatidalle banche operanti in Italia,1.864 miliardi di euro è nettamen-te superiore all'ammontare com-plessivo della raccolta da cliente-la, 1.728 miliardi di euro. A sotto-linearlo, la nota mensile dell’Abi.
A seguito del perdurare dellacrisi e dei suoi effetti – proseguela nota – la rischiosità dei prestitiè ulteriormente cresciuta, le sof-ferenze nette sono risultate adagosto 2013 pari a quasi73,5mld, le lorde 141,8mld; ilrapporto sofferenze nette su im-pieghi totali è del 3,93% ad ago-sto (3,85% a luglio 2013; 2,97%ad agosto 2012).
Il rapporto sofferenze lorde suimpieghi, si legge nella nota - èdel 7,3% ad agosto 2013 (5,9%un anno prima), valore che rag-giunge il 13,1% per i piccoli ope-ratori economici (10,9% ad ago-
sto 2012), l’11,7% per le imprese(8,8% un anno prima) ed il 6,1%per le famiglie consumatrici(5,3% ad agosto 2012).
diminuisce fortemente, pro-segue l’Abi, su base annua, laraccolta a medio e lungo terminecioè tramite obbligazioni, (a set-tembre -10%, con una riduzionesu base mensile in valore assolu-to di circa -2 miliardi di euro),mentre l’andamento della raccol-ta complessiva (depositi da clien-tela residente + obbligazioni) re-gistra un incremento di 2mld di
euro rispetto al mese precedente(-0,5% è la variazione su baseannua a settembre 2013; +0,8%ad agosto 2013). A settembre idepositi aumentano di 4mld dieuro rispetto ad agosto (su baseannua, +4,2% a settembre contro+6,2% di agosto 2013).
A settembre 2013, sempre se-condo il rapporto, il tasso mediosul totale della raccolta bancariada clientela (depositi + obbliga-zioni + pronti contro termine ineuro a famiglie e società non fi-
AMMInISTrATOrI
Quote rosaobbligatorieentro il 2020
Entro il 2020 almeno il 40%degli amministratori senza inca-richi esecutivi dovrebbe esseredonna, secondo le regole soste-nute dai deputati il 14 ottobre.Tale obiettivo dovrebbe essereraggiunto dalle aziende private ditutta l’UE. Mentre il settore pub-blico dovrebbe ottenere questi ri-sultati entro il 2018.
Secondo la proposta sostenutadalla commissione ai diritti delledonne e uguaglianza di genere equella agli Affari legali, le nuoveregole dovranno essere applicatedalle società quotate in Borsa, an-che quelle in cui le donne rappre-sentano attualmente meno del10% della forza lavoro. Le picco-le e medie imprese non sarannoobbligate a seguire queste regole.
Le aziende che non seguiran-
no queste regole entro il 2020dovranno confrontarsi con le au-torità nazionali.
Le sanzioni – come l’esclu-sione dagli appalti pubblici – sa-ranno praticate per coloro chenon seguiranno le procedure inmaniera chiara e trasparente.
Il progetto di relazione emen-dato è stato approvato con 40 vo-ti a favore, 9 contrari e 2 asten-sioni. I negoziatori hanno ricevu-to il mandato di iniziare le tratta-tive con il Consiglio.
ITALIA-CAnAdA
Importantioccasioni di
collaborazioneper le impreseA pochi giorni dalla missione
di sistema negli Emirati Arabi, IlVice Ministro allo Sviluppo Eco-nomico Carlo Calenda ha presoparte alla missione imprenditoria-le organizzata da Confindustria,Ance e dal Gse che ha interessatol'intero Canada, dall'est all'estre-mo ovest, da Montreal all'OceanoPacifico. Con una crescita econo-mica “di qualità”, in grado di ge-nerare occupazione e aumentodella produttività, ampie disponi-bilità di materie prime, soprattuttoenergetiche, un sistema imprendi-toriale tecnologicamente avanzatoe un mercato sofisticato, il Cana-da offre importanti occasioni dicollaborazione che le imprese ita-liane hanno finora poco sfruttato.
La missione - la prima di que-sto genere negli ultimi 12 anni - èl’avvio di una strategia di rilanciodelle relazioni economiche bilate-rali tra i due paesi. Si inizierà conil favorire il riposizionamentoitaliano in tre settori ad alto conte-nuto tecnologico e significatostrategico, come quellidell’oil&gas, infrastrutture e cleantech, nei quali grandi aziende ita-liane – come Enel Green Power eSaipem - hanno già posizioni con-solidate nel mercato canadese epossono essere da traino per lepiccole e medie imprese.
Questa iniziativa si collocasulla scia del successo della visitaa Toronto e Ottawa del Presidentedel Consiglio (22-23 settembrescorsi) e alla vigilia della fase fi-nale del negoziato Canada – UEper il Comprehensive Economicand Trade Agreement (CETA)che, secondo le previsioni, favo-rirà un incremento del 20% deiflussi commerciali tra le particoinvolte e faciliterà gli investi-menti bilaterali.
RAPPORTI AMBASCIATE
a cura di Adriana Caccia
Australia
Nostra intervista
a pag. 6
David Ritchie
Ambasciatore d’Australia in Italia
Nostra intervista
a pag. 5
(continues to page 14)
(continua a pag. 16)
Gianludovico de Martino di Montegiordano
ex Ambasciatore d’Italia in Australia
pag. 2 TRIBUNA ECONOMICA - Anno XXVII Lunedì 21 Ottobre 2013 economia interna
Direttore Responsabile
Francesco Bartolini Caccia
Direttore Pubbliche Relazioni
Adriana Caccia
Grafica e impaginazione
Manuele Pollina
Editore
Editoriale Tribuna Economica
Società Cooperativa
Amministratore Unico
Pietro Capuano
Stampa
AF officina digitale
Vicolo del Divino Amore, 16
00186 Roma
Il giornale pubblica in esclusivai servizi “Rapporti Ambasciate”
PubblicitàCommerciale € 295,00 a modulo
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Registrazione Tribunale di Roman.16/86 del 10/01/86
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Invii postaliVia Sistina, 121 - 00187 Roma
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Sito internet
www.etribuna.com
Questa testata ha usufruitodel contributo statale art. 3 comma 3
legge 7 agosto 1990 nr. 250
www.etribuna.com
re le proprie esportazioni.
La farmaceutica di Frosinone,
sospinta da nuovi investimenti
produttivi esteri, ha addirittura
quadruplicato il suo valore di ex-
Uno studio della Fondazione
Edison evidenzia che tra i distretti
che piu’ hanno recuperato rispetto
ai livelli pre crisi si segnalano so-
prattutto quelli high-tech. In par-
ticolare, dei cinque distretti che
hanno messo a segno la crescita
maggiore, superiore del 50% ri-
spetto all’export del 2008, quattro
appartengono al comparto hi-tech
e sono, nell’ordine, i due distretti
farmaceutici di Frosinone e Lati-
na, l’elettronica dell’Etna Valley
e gli aeromobili di napoli; il quin-
to distretto e’ quello parmense dei
formaggi e latte che, rispetto
all’anno 2008, ha visto raddoppia-
port rispetto al 2008, l’Etna Val-
ley lo ha piu’ che raddoppiato,
l’export di prodotti farmaceutici
di Latina e’ aumentato dell’80%,
quello degli aeromobili di napoli
di oltre il 50%. Ma anche altri tre
distretti tecnologici sono tornati
ampiamente sopra i livelli di ex-
port del 2008: si tratta degli aero-
mobili di Vergiate, le autovetture
sportive di Maranello e la cosme-
tica milanese. Tra i distretti che
oggi esportano molto di piu’ ri-
spetto al 2008 ve ne sono nume-
rosi che appartengono ai comparti
alimentare-vini e abbigliamento-
moda.
COME UnA FErrArI
Inaugurato il Sardinia RadioTelescope (SRT)
MEzzOGIOrnO & IMPrESE
Export dei distretti
dell’high-techin continua
crescita
librerie, grande distribuzione evendite online.
In questi stessi canali la fic-tion segna una flessione contenu-ta (-1,1%), mentre crolla la nonfiction (-9,2%) e anche il settorebambini e ragazzi, sempre piùstrategico, segna un triste -6%.“Una politica per il libro non è
più solo urgente, è in ritardo” -ha detto il presidente dell’AieMarco Polillo. “In due anni ilfatturato è diminuito del 14%,
ogni giorno abbiamo notizie di
librerie che chiudono, la crisi di
liquidità si aggrava, si vanno ri-
determinando gli equilibri com-
petitivi nei canali commerciali
del libro, anche l’export cala.
Serve un dialogo serio, diretto,
subito”.
Il quadro non è dei più idillia-ci: il 2012 per il comparto del li-bro, è stato un vero “annus horri-bilis”, con un dato finale che siattesta su un -6,3% rispetto al2011 (meglio quindi del datonielsen che parlava di vendite incalo del 7,8%), ma se dal conteg-gio si escludono ciò che non èpropriamente libro e il settore re-mainders, si arriva fino alprofondo rosso di un -8,4%.
E’ quanto emerge da rappor-to sullo stato dell’editoria in Ita-lia 2013, presentato dall’Asso-ciazione italiana editori alla Bu-chmesse di Francoforte. Il mer-cato del libro scende dunque aquota 3,1 miliardi (2,86 se siescludono il non-book e l’usato)e a rendere meno drammatica lachiusura dell’anno sono i risultatidel canale trade, che comprende
2012, anno nero per il libro
“Siamo grandi sostenitori
della vostra adesione alla fami-
glia europea” ha aggiunto Boni-
no, sottolineando che “l’Ue non
e’ solo opportunità ma anche di-
sciplina. Questo vale per tutti”.
La titolare della Farnesina ha poi
auspicato che con la presidenza
Ue del 2014, prima greca e poi
italiana, si trovino “momenti im-
portanti di avanzamento nella
vostra strada di rientro nella fa-
miglia europea”.
L’Italia “ha lavorato affinchéil rapporto della Commissione
Ue sia positivo e il Consiglio eu-
ropeo di dicembre attribuisca lo
status di candidato all’Albania”.
Lo ha detto il ministro degliEsteri, Emma Bonino, nella con-ferenza stampa congiunta con ilcollega albanese, ditmir Bushati,a Tirana.
L’Italia sostienel’Albania
la prima luce l’8 agosto del
2012, quando è stato puntato in
direzione della radiosorgente
hydra A e successivamente ver-
so una magnetar situata nel cen-
tro della Via Lattea, di cui ha
registrato il segnale in alta qua-
li tà. nei prossimi anni, con
SrT, i ricercatori si aspettano
di effettuare importanti scoperte
sulla natura e l’origine dell’uni-
verso.
L’ASI, che fornisce gli equi-
paggiamenti di telecomunicazio-
ni da integrare nel sistema e po-
trà utilizzare il 20% del tempo
antenna per propri scopi, ha con-
tribuito al programma con una
quota di circa il 25% del costo
complessivo.
L’importanza e la solidità deirapporti bilaterali tra Italia e Ser-bia e il forte appoggio del Gover-no italiano all’ingresso di Belgra-do nell’Ue sono stati al centrodella missione in Serbia del ViceMinistro degli Esteri, Marta das-sù. Visita che ha avuto luogo l’8ottobre. nel corso della missione,dassu’ ha avuto colloqui ap-profonditi con diversi e importan-ti esponenti dell’esecutivo serbo,tra i quali il Premier Ivica dacic,il Vice Premier Aleksandar Vu-cic, e il Ministro degli Esteri IvanMrkic.
Dassù, riforme Belgrado fa-
voriranno investimenti italiani.“Italia e Serbia sono legate da
rapporti bilaterali molto forti e
solidi”, a sottolinearlo, Martadassu’ ai giornalisti al termine diun colloquio con il Ministro degliEsteri serbo, Ivan Mrkic. rela-
profondo SRT è un po’ come la
Ferrari, non ci si può andare a
fare la spesa tutti i giorni, ma
quando si vogliono grandi
performance è quello che ci
vuole. C’è ancora molto da fare
per arrivare a sfruttarne appie-
no le potenzialità, ma oggi sap-
piamo che si può contare su uno
strumento eccezionale”.
Ideato per applicazioni di ra-
dioastronomia, geodinamica e
scienze spaziali,
il Sardinia ra-
dio Telescope
(SrT) vanta nu-
meri da record:
è dotato di uno
specchio prima-
rio di 64 metri,
con diverse po-
sizioni focali e
una copertura di
frequenza da 0,3
a 100 Ghz.
L’impianto è
stato finanziato principalmente
dal MIUr, dall’ASI e dalla re-
gione Sardegna e sarà utilizza-
to sia per studiare le sorgenti
radio dell’Universo sia per
operare come stazione riceven-
te di Terra per le sonde inter-
planetarie. Il progetto SrT si
inquadra in un ampio program-
ma di sviluppo scientifico, tec-
nologico e di alta formazione
in Sardegna e si configura co-
me una facility internazionale
di altissimo profilo.
Il difficile e spettacolare as-
semblaggio dello strumento è
stato completato in loco nel
2011. dopo il collaudo mecca-
nico, il radiotelescopio ha visto
“Un successo frutto dell’ec-
cellenza espressa dall’Istituto
Nazionale di Astrofisica e
dall’Agenzia Spaziale Italiana
con il prezioso sostegno del Mi-
nistero dell’Istruzione, Univer-
sità e Ricerca scientifica e della
Regione Sardegna”. Sono state
queste le parole contenute nel
messaggio inviato dal Presidente
della repubblica Giorgio napo-
litano, al Presidente dell’InAF
Giovanni Bi-
gnami in occa-
s i o n e
dell’inaugura-
zione del super
t e l e s c o p i o
SrT, avvenuta
il 30 settembre
scorso, in loca-
lità Pranu San-
guini, nel co-
mune di San
Basilio, in pro-
vincia di Ca-
gliari.
Alla cerimonia hanno preso
parte oltre al sottosegretario del
MIUr, Marco rossi doria, an-
che il Presidente della regione
Sardegna, Ugo Cappellacci e in
rappresentanza di ASI, il Chief
scientist Enrico Flamini. “Que-
sta grande antenna apre nuove
prospettive all’Italia - ha dichia-
rato Flamini - sia per la sua va-
lenza nel campo della ricerca in
radioastronomia, sia perchè ci
pone nella rosa di nazioni in
grado di colloquiare con le son-
de che esplorano i pianeti più
lontani del nostro sistema sola-
re. Nel campo delle antenne per
telecomunicazioni di spazio
zioni bilaterali che, potrebberotrovare un ulteriore incrementoall’indomani del pacchetto di mi-sure economiche varato dal go-verno di Belgrado e del qualedassu’ è stata informata dal Capodella diplomazia serba. “Sonoprovvedimenti e riforme molto
importanti, che miglioreranno il
clima economico e favoriranno
anche gli investimenti italiani in
Serbia”, ha affermato il Vice Mi-nistro, aggiungendo come il pro-gramma di riforme potrà anchefacilitare un accordo con il Fondomonetario internazionale (Fmi),molto importante per la Serbia,dove attualmente operano circa500 imprese italiane.
Vice Ministro, contiamo su
percorso avvicinamento Serbia
a Ue. nel corso degli incontritanti, e tutti di ampio respiro, so-no stati gli argomenti trattati dalVice Ministro italiano con i suoiinterlocutori: dalla preparazionedel vertice intergovernativo diAncona allo sviluppo della strate-gia adriatico-ionica fino al pro-cesso di avvicinamento della Ser-bia all’Ue. E proprio su questopunto dassu’ ha assicurato il for-te appoggio dell’Italia all’ingres-so della Serbia in Ue, sottolinean-do come il vertice italo-serbo del15 ottobre offrirà a Belgrado an-che un supporto tecnico per af-frontare alcuni dei capitoli nego-ziali. “Noi contiamo molto sulpercorso di avvicinamento della
Serbia all’Unione europea. E ciò
sarà particolarmente significati-
vo nel 2014, quando l’Italia nel
secondo semestre avrà la Presi-
denza di turno della Ue. Potremo
fare un tratto di strada insieme in
Europa”, sono state le parole delVice Ministro italiano, che ha fat-to anche cenno alla consulenzache l’ex Ministro degli Esteri ita-liano Franco Frattini ha accettatoal Vice Premier serbo propriosulla tematica europea. La Serbia,secondo quanto stabilito dal Con-siglio europeo di fine giugno, av-vierà il negoziato di adesione conla Ue entro il mese di gennaio,una volta che gli impegni assuntisiano stati attuati.
E. de La.
Italia-Serbia,relazioni
solide
Paroledi elogio
da parte del PresidenteNapolitano
Terza pagina Lunedì 21 Ottobre 2013 TRIBUNA ECONOMICA - Anno XXVII pag. 3
L’autore è da anni il presidente dell’associazione
Difendetevi! Il manuale del Codacons
per la sopravvivenzaScritto dall’avvocato Carlo Rienzi
una famiglia tipo – composta damadre, padre, figli, nonna – chesi trova suo malgrado invischiatain episodi con i quali qualunqueconsumatore potrebbe prima opoi doversi confrontare: prenota-re una vacanza in uno splendidoresort sul mare e trovarsi in unfatiscente palazzone a chilometridi distanza dalla spiaggia; stipu-lare un contratto telefonico a ta-riffe super vantaggiose e vedersirecapitare una bolletta salata perl’uso di servizi non richiesti; ac-quistare titoli proposti dalla pro-pria banca e trovarsi con un pu-gno di mosche… E per facilitareal massimo il cittadino tartassatoe indifeso, il libro proponeun’appendice indispensabile perfar valere i propri diritti: una pri-ma parte con i facsimile di letteredi reclamo o diffide; una secondaparte con i principali riferimenti
normativi suddivisi per argomen-to e infine un’ultima parte congli indirizzi delle istituzioni o as-sociazioni a cui rivolgersi in casodi necessità.
Gli autori sono l’avvocatoCarlo rienzi, nato a Salerno nel1946. nel 1986 ha fondato il Co-dacons (Coordinamento delle as-sociazioni per la difesa dell’am-biente e dei diritti degli utenti edei consumatori). da allora neitribunali e nelle piazze è diventa-to il simbolo delle battaglie che ilcittadino può vincere. Insieme alui daniela Bricca, giornalista,specializzata in economia, che hacollaborato per anni con le asso-ciazioni di consumatori. ha lavo-rato per rai Educational sotto ladirezione di Giovanni Minoli eper rai Tre a Mi Manda Rai Tre.Attualmente fa parte della squa-dra di Ballarò.
Finalmente un vademecumchiaro ed efficace per chi vive inuna selva di cifre, di offerte, dirincari, di nuovi tributi: è dura lavita per il povero consumatore, ildannato dei tempi nostri. Mutui,finanziamenti, investimenti, car-telle esattoriali, assicurazioni,multe, contratti telefonici, pac-chetti vacanze, acquisti on-line:dietro tutto quello che dovrebbeessere ordinaria amministrazionespesso sono in agguato soprusi,truffe, imbrogli, ingorghi buro-cratici. E l’era di Internet, se hareso tutto più immediato, non hacerto contribuito a rendere le co-se più sicure.
Ecco quindi una guida diconsigli concreti, semplici edesaustivi – nata dalla lunga espe-rienza sul campo di Carlo rienzi,fondatore e presidente di Coda-cons – per evitare le possibilitrappole disseminate nella vitadel consumatore, ma anche perrispondere alla domanda che tut-te le vittime di raggiri si pongo-no: mi è successo questo, ora co-sa devo fare concretamente perrisolvere il problema? L’autoreha messo in scena piccoli squarcidi vita quotidiana con le storie di
pagina a cura di Barbara Sala
nel 2013 sono stati letti più romanzi
Ebook, giornali on linee lettori: i dati del Censis
Ed è polemica sui libri digitali
informative sugli smartphone
praticamente raddoppiano, atte-
standosi al 14,4% di utenza, e
Twitter passa dal 2,5% al 6,3%.
Ma per i giovani under 30 il da-
to riferito ai telegiornali (75%)
e’ ormai molto
vicino a quello
di Facebook
(71%), Google
(65,2%) e
Y o u T u b e
(52,7%).
Sulla vi-
cenda digitale
è intervenuto
recentemente
anche lo scrit-
tore Alberto
Arbasino: “Io
ho 80 anni,
leggo solo li-
bri cartacei e
non ho alcuna
intenzione di cominciare ora a
leggere ebook e non ho neppure
nessun strumento meccanico per
farlo, ma credo che il loro suc-
cesso di mercato significhi che
usciranno meno libri di autori
come Gadda, perche’ si preferi-
ra’ sempre di piu’ produrre libri
piu’ commerciali”. Lo scrittore
si è espresso così a margine di
una sua lectio magistralis al re-
gio a Torino, dove e’ giunto per
ricevere il Premio Bottari Lattes
Grinzane 2013 nella sezione
Quercia dedicata ad autori meri-
tevoli, con il suo libro ‘Ingegne-
re in blu’ (Adelphi) dedicato al
suo amico Car-
lo Emilio Gad-
da. Arbasino al
pubblico ha
r a c c o n t a t o
aneddoti della
sua amicizia
con lo scrittore
milanese dia-
logando con
Paolo Mauri.
Prima ha tenu-
to una ‘finta’
lectio magi-
stralis: ha
cioe’ letto un
sua paginetta
nella quale
prende in giro le tante lectio
‘perche’ mai magistralis?’ che
si sentono a convegni e premi.
Trattasi di ‘Monologhi’ , ha
scherzato Arbasino, pensati per
avere il consenso di chi li ascol-
ta, “generalmente politicamente
e linguisticamente corretti, mo-
deratamente trasgressivi, ma
mai troppo, stralunati quel che
basta, su temi mai pericolosi”.
nel 2013 i quotidiani
italiani registrano un calo di let-
tori del 2% (l’utenza complessi-
va si ferma al 43,5% degli italia-
ni), -4,6% la free press (21,1%
di lettori), -1,3% i settimanali
(26,2%), stabili i mensili
(19,4%). Stazionari anche i
quotidiani online (+0,5%), in
crescita gli altri portali web di
informazione, che contano
l’1,3% di lettori in piu’ rispetto
allo scorso anno, attestandosi a
un’utenza complessiva del
34,3%. E’ quanto emerge
dall’110 rapporto del Censis
sulla comunicazione. Buone no-
tizie dal mondo dei libri, dopo la
grave flessione dello scorso an-
no: +2,4% di lettori, benche’ gli
italiani che hanno letto almeno
un libro nell’ultimo anno sono
solo il 52,1% del totale. Gli e-
book arrivano a un’utenza del
5,2% (+2,5%).
Stando al rapporto Censis-
Ucsi, per informarsi, lo strumen-
to condiviso da quasi tutti e’ il
telegiornale: vi ricorre l’86,4%
degli italiani (che erano gia’
l’80,9% nel 2011), mentre cala-
no sia i periodici (settimanali e
mensili scendono dal 46,5% del
2011 al 29,6% del 2013), sia i
quotidiani (quelli gratuiti hanno
perso 16,6 punti percentuali in
due anni, quelli a pagamento
l’8,5%). A crescere nettamente
sono invece i motori di ricerca
su internet come Google (arri-
vati al 46,4% di utenza per
informarsi nel 2013), Facebook
(37,6%), le tv all news (35,3%)
e YouTube (25,9%). Le app
Il romanzo-saggiodi Antonio Cantaro
Primavere arabe,ecco cosa resta
L’autore è docentedi Diritto costituzionaleall'Universita' di Urbino
nell'Universita' di Urbino, con ilsuo “dove vanno le primaverearabe?”, si sofferma da curatoresu un argomento che, in questiultimi mesi, e' stato svisceratosoprattutto nei suoi aspetti politi-ci e sociali, ma che lo studioso,con il contributo di un nutritogruppo di analisti, rende fruibile,anche da parte di chi della situa-zione della regione conosceva oconosce poco. Una galassia chein apparenza ha molti punti dicontatto o di comunanza, ma che,a ben guardare, mostra sempreelementi di originalita', quasi chela natura di questo o quel popolosia riuscito a tracciare il cammi-no verso la democrazia (o qual-cosa che le si avvicini) piegando-la alla propria cultura e al pro-prio essere islamici.
nel nuovo lavoro di AntonioCantaro “dove vanno le prima-vere arabe” ecco un nuovo e in-teressante focus sulla 'primavera'di un Paese in politica: da quan-do cominciarono a sentirsi i pri-mi scricchiolii nel monolite co-munista, ha sempre mutuato ilproprio nome dalla piu' dolcedelle stagioni, cercando forse dicoglierne l'afflato della speranza.E' sempre stato cosi' ed e' anchegiusto perche' sono le primavere,nell'alternarsi delle stagioni, aportare la nuova vita sulla Terra.
Cosi', quando i primi sussulticontro i regimi del nord Africahanno cominciato a manifestarsi,etichettarle come “primavere”,anche in spregio all'esatta collo-cazione nell'anno dei loro avve-nimenti, e' stato scontato, affi-dando a quel nome le speranzeche la democrazia trovasse aliforti per spiccare il volo.
Ma, per la bizzarria della si-tuazione politica, alle “primave-re” in nord Africa ha fatto segui-to un inverno di delusioni per-che', quando a prevalere sonostati i partiti islamici, e' calato ilgelo su chi sperava che si fossevoltato pagina. Antonio Cantaro,docente di diritto costituzionale
Lo scrittore e musicista sarànel nostro Paese a novembre
Premi: il Nobel ad Alice Munro, il Pulitzer Harding in Italia
La scrittrice canadese premiata dall’Accademia di Stoccolma
riferimento obbligato quando siparla della qualità dei suoi rac-conti. Che sono stati pubblicatinegli anni su “The new Yorker”,“The Atlantic Monthly”, “GrandStreet”, “Mademoiselle”, e “TheParis review”.
Il Premio Pulitzer 2010, Paulharding sara’ in Italia il 6, 7 e 8novembre in occasione dell’usci-ta del nuovo romanzo ‘Enon’pubblicato da neri Pozza, sul ri-torno alla vita di un padre che haperduto la figlia. E’ la storiadell’imbianchino Charlie Crosby(nipote del George Crosby de‘L’ultimo inverno’) che trascorrela sua quieta esistenza a Enon,una piccola citta’ a nord di Bo-ston e arrotonda lo stipendio ri-parando le finestre e le porte del-le case dei vicini. ha una bellamoglie, Susan, e una figlia di 13anni, Kate, che viene travolta daun automobilista mentre torna acasa in bici. I soccorsi si rivelanoinutili e la fine della ragazza pre-cipita nella disperazione Charliefinche’ non incontra le amichedella figlia. Pubblicato negli StatiUniti nel 2009 da una casa editri-ce indipendente, la piccola Belle-vue Literary Press, L’ultimo in-verno ha vinto nella sorpresa ge-nerale il premio Pulitzer 2010 eha scalato le classifiche dei best-seller. Enon e’ il secondo ro-manzo di harding.
ha ricevuto la comunicazionecon un messaggio sulla segreteriatelefonica. E pare non si siascomposta più di tanto. AliceMunro, scrittrice canadese di 82anni, ha vinto il Premio nobelper la Letteratura. nella motiva-zione degli accademici si legge‘maestra del racconto breve’. InItalia è arrivata soltanto nel 1989.riuscendo a conquistare tardiva-mente - anche nel nostro Paese -un posto tra i grandi della lettera-tura contemporanea. dal 2001-per Einaudi e con la traduzione diSusanna Basso - sono stati pub-blicati “Il sogno di mia madre”,“nemico, amico, amante...”(2003), “In fuga” (2004), “Il per-corso dell’amore” (2005), “La vi-sta da Castle rock” (2007 e2009), “Segreti svelati” (2008),“Le lune di Giove” (2008),“Troppa felicità” (2011) e “Chi ticredi di essere?” (2012). L’iden-tità regionale marca, assiemeall’interesse per le piccole comu-nità i suoi lavori. Così come ilSud degli Stati Uniti era la cifraimprescindibile della O’Connor.Stile asciutto e affilato, attenzio-ne per i risvolti crudeli e talvoltaviolenti della quotidianità. Storieche sarebbe frettoloso etichettarecome minimaliste. né possonoessere confinate - come alcunedefinizioni iniziali - nella lettera-tura femminile. Cechov è l’altro
Gli ebook
arrivano
a un’utenza
del 5,2%
(+2,5%)
pag. 4 TRIBUNA ECONOMICA - Anno XXVII Lunedì 21 Ottobre 2013 economia interna
collaborazione che vede coin-volti i centri InFn e le Univer-sità di Trento, roma Tor Verga-ta, Perugia e Bologna.
Il satellite avrà a bordo un'in-tera gamma di strumenti (magne-tometri fluxgate e search-coil,rivelatori di particelle di alta en-ergia, LP-rPA e ion drift meter)atti a rivelare congiuntamenteperturbazioni di diversi parametrie grandezze fisiche. Si tratta diun satellite, dopo la realizzazionedi quello francese demeter, des-tinato a raccogliere un'imponentemole di dati nel monitoraggio deicampi elettrico e magnetico, del-la temperatura elettronica e ioni-ca, della densità di plasma e deiflussi di particelle intrappolate.
Il satellite CSES sarà svilup-pato, integrato e testato dallaCnSA. La piattaforma CASTsarà progettata e fornita dallaCnSA attraverso dFh (dFhSatellite Co.ltd) per ospitare ipayload cinesi e italiani. Il pay-load italiano sarà progettato efornito da ASI attraverso unacollaborazione con l'InFn (Isti-tuto nazionale di Fisica nu-cleare). La sua vita operativasarà di cinque anni e il lancio èprevisto per settembre 2016.
L’Ambasciatore d’Italia pres-so la repubblica PopolareCinese, Alberto Bradanini, ha as-sicurato il proseguimento dellacostante azione di sostegno isti-tuzionale dell’Ambasciata, e delprof. Plinio Innocenzi nel suoruolo di Consigliere Scientifico,volta a favorire lo sviluppo diforme di collaborazione tra Italiae Cina nello strategico settorespaziale, in cui l’Italia puòvantare delle punte di eccellenzain campo accademico e industri-ale di livello mondiale.
Fonte: Asi
L’Agenzia Spaziale Italiana ela China national Space Admin-istration hanno firmato a Pechinoun importante Memorandum ofUnderstanding (MoU): il proto-collo d’intesa ha lo scopo di os-pitare un payload italiano a bor-do del satellite cinese CSES(China Seismo-ElectromagneticSatellite). Il principale obiettivoscientifico della missione è laricerca su vari tipi di fenomeni ditipo elettromagnetico e la lorocorrelazione con fenomeni ge-ofisici per contribuire al monitor-aggio dei terremoti dallo spazionel contesto delle Scienze dellaTerra.
diversi studi hanno evidenzi-ato la possibile esistenza di cor-relazioni temporali tra emissionielettromagnetiche legate all'attiv-ità sismica della Terra da unaparte e il verificarsi di pertur-bazioni nel plasma iono-magne-tosferico. L’Italia è sempre stataall’avanguardia in questo settore.
dal 2004 rapporti di regolarecollaborazione tra i gruppi diricerca Italiani dell’InFn guidatidal Prof. roberto Battistondell’Università di Trento (InFn-TIFPA) e cinesi del CEA (ChinaEarthquake Administration) han-no l’obiettivo di sviluppare lastrumentazione di bordo del pri-mo satellite cinese, chiamatoCSES, dedicato allo studio del-l'ambiente elettromagnetico at-torno alla terra e dotato dellastrumentazione più avanzata es-istente nel settore.
L’Italia contribuirà al satelliteCSES con uno strumento innova-tivo dedicato alla misura delleparticelle energetiche che precip-itano dalle fasce di Van Allen aseguito di disturbi elettromag-netici. Lo strumento Italiano saràchiamato Limadou, in onore delfamoso esploratore italiano Mat-teo ricci e sarà realizzatodall’InFn nell’ambito di una
ITALIA-CInA
Cooperazione spaziale per studio e monitoraggio
delle attività sismichedallo Spazio
I fondi UE affidati alle regioni italiane
a “rischio”I fondi comunitari di cui di-
spone l’Italia per garantire uno
sviluppo omogeneo all’interno
del paese, ammontavano, per il
periodo 2007-2013 a circa 30 mi-
liardi di euro. A ottobre 2013, i
fondi utilizzati ammontano a me-
no del 40% con il serio rischio di
dover restituire una considerevo-
le fetta dei fondi non utilizzati a
Bruxelles che poi girerà ai Paese
più bisognosi di noi (?) ovvero,
Spagna, Grecia, Irlanda e Porto-
gallo. Per l’Italia non è una no-
vità ma è da registrare un peg-
gioramento del 12-13% rispetto
al periodo di programmazione
2000-2006.
Sorprende che in piena crisi
anziché sfruttare tutte le risorse a
nostra disposizione ne utilizzia-
mo addirittura di meno rispetto al
passato. non è masochismo, ma
ciò dipende dai meccanismi co-
munitari. Infatti, l’Europa non fi-
nanzia ma co-finanzia i progetti
di investimento, per cui l’Italia,
sia pubblico che provato, dovrà
contribuire con una somma che
varia in base alle regione in cui
viene realizzato l’investimento.
È evidente che in una situa-
zione di crisi, ne pubblico a cau-
sa del patto di stabilità, ne priva-
to a causa del credit crunch, rie-
scono a contribuire per la propria
parte, nonostante nel 2011 sia
stato aumentato per il Mezzo-
giorno il co-finanziamento euro-
peo dal 50 al 75%.
Oltre ai problemi relativi al
co-finanziamento ci sono i soliti
e noti problemi burocratici che
contribuiscono notevolmente a
rendere il processo molto com-
plicato e legato ancora, molto
spesso, al bacino di utenza politi-
co di riferimento.
nelle ultime settimane si sta
assistendo all’ennesimo scarica
barile generale sulle responsabi-
lità del nuovo fallimento nazio-
nale e dall’altra parte al tentativo
di alcuni di rassicurare che le ri-
sorse verranno utilizzate tutte nei
tempi previsti.
Sarebbero più di 16 i miliardi
non utilizzati nel periodo 2007-
2013, da spendere entro il 2015
ma senza il cofinanziamento non
possono essere toccati. Per far
fronte a questo problema, la
Commissione si sta orientando
sempre più verso interventi diret-
ti alle imprese e sempre meno
verso i fondi strutturali.
Sradicare certi comportamen-
ti non è facile. Si moltiplicano i
livelli di controllo e le Agenzie
Governative per supervisionare e
monitorare la spesa, come la
nuova Agenzia per la coesione
territoriale, che dovrà coordinare
la gestione dei nuovi fondi Ue in
arrivo per il ciclo 2014-2020, e
cioè circa 29 miliardi di euro e
che speriamo non sia un nuovo
carrozzone burocratico.
Ovviamente, data la scarsa
capacità di spesa, non ci siamo
curati nel corso degli anni ad
avviare un processo essenziale e
garantista, che è quella della va-
lutazione ex post. Tutti si pon-
gono la domanda, a cui è diffici-
lissimo dare una risposta, “ma
come verranno spesi i soldi
messi a disposizione dalla
U.E.?”. da un paio di anni è sta-
to lanciato dal Governo il porta-
le “open data” per il monitorag-
gio delle risorse finanziarie na-
zionali e comunitarie. A livello
macroeconomico probabilmente
siamo tra i meglio organizzati;
ogni giorno vengono rilasciati,
da fonti ufficiali, dati impressio-
nanti riguardanti la spesa per gli
investimenti e per il sostegno al-
le fasce più deboli. Stranamente
però siamo ultimi in Europa per
investimenti in qualunque setto-
re e le fasce più bisognose della
popolazione sono sempre più bi-
sognose.
Questo perché manca un mo-
nitoraggio effettivo sul reale uti-
lizzo dei fondi. Una cosa è stan-
ziare le risorse finanziarie un’al-
tra è realizzare un progetto. Ma
come ha commentato un autore-
vole esponente del Governo, è
già tanto se le risorse vengono
stanziate, figuriamoci se lo Stato
può correre il rischio di dover
chiedere al beneficiario la resti-
tuzione di quanto ricevuto.
Considerato che siamo il se-
condo Paese in Europa dopo la
Polonia in termini di risorse asse-
gnate ma allo stesso tempo siamo
la nazione che ne utilizza di me-
no, altre nazioni europee sempre
più spesso sottolineano l’inutilità
di una erogazione a nostro favore
così importante ma non sfruttata,
invece di destinare tali risorse a
nazioni che hanno una capacità
di spesa più elevata.
Per sbloccare la situazione
occorrerebbe sottrarre il potere
decisionale relativo alla destina-
zione di tali risorse alla politica.
È già stato fatto un tentativo del
genere nel 1982 quando fu costi-
tuito il nucleo di Valutazione de-
gli Investimenti Pubblici del CI-
PE presso il Ministero del Teso-
ro, del quale sono stato co-fonda-
tore. Il nucleo, costituito da Tec-
nici di caratura internazionali, la-
vorò per diversi mesi per indivi-
duare delle priorità nazionali uti-
lizzando come parametri per sti-
lare una graduatoria imparziale
l’impatto sull’occupazione e sul
reddito che l’investimento avreb-
be generato nell’area in cui sa-
rebbe stato realizzato.
dopo questa lunga fase pre-
paratoria fu presentato l’elenco
delle infrastrutture prioritarie ai
Ministri, alcuni dei quali, ven-
dendo che l’infrastruttura da rea-
lizzare nell’area del proprio baci-
no di utenza era stata esclusa, de-
cisero di contrastare tale ingeren-
za con tutti i mezzi possibili fa-
cendo così terminare tale interes-
sante esperienza.
Forse sarebbe il caso di ri-
prendere tale discorso abbando-
nato 20 anni fa e limitarlo a un
certo numero di opere, come ad
esempio, l’ultimo caso esploso in
questi giorni e riguardante il por-
to di Molfetta, per il quale sono
stati stanziati 150 milioni di euro
a fronte di un bando pubblico di
circa 80 milioni di euro. Oltre a
ciò, esiste un altro piccolo parti-
colare non considerato nella fat-
tibilità del progetto e cioè la pre-
senza nei fondali antistanti il por-
to di migliaia di ordigni risalenti
alla seconda guerra mondiale che
impediscono qualunque attività
relativa alla realizzazione o am-
pliamento del porto se non a se-
guito di una bonifica dell’area.
Occorre rivedere tutto il pro-
cesso di stanziamento delle risor-
se e non limitare l’attività al mo-
nitoraggio dell’erogazione ma
estendere tale attività anche a
valle affinché sia possibile misu-
rare l’impatto degli interventi sui
beneficiari finali e fare in modo
che il co-finanziamento a carico
degli Enti pubblici o dei privati
sia erogato dagli istituti di credi-
to che nel corso degli ultimi anni
sono stati riforniti di risorse fi-
nanziarie da parte della Banca
centrale Europea.
Prof. Luigi Marsullo
Valutatore
Commissione Europea
e Governo Italiano
Pittrice di Arte ContemporaneaValeria Bartolini
www.valeriabartolini.com
RAPPORTI AMBASCIATE Lunedì 21 Ottobre 2013 TRIBUNA ECONOMICA - Anno XXVII pag. 5
la unità i posti di lavori generatidalle aziende italiane presenti nelPaese.
In notevole crescita e’ la par-tecipazione delle imprese italianenei progetti australiani di svilup-po dei comparti minerario, ener-getico e infrastrutture. Secondodati raccolti dall’Ambasciata, ne-gli ultimi 4 anni le imprese italia-ne si sono aggiudicate appaltipubblici per un ammontare dicirca AUd 3,5 miliardi (ca. Euro2,8 miliardi) e contratti privatiper circa AUd 8 miliardi (ca.Euro 6,5 miliardi).
d’altronde, la spinta derivan-te dalla crescente integrazionee c o n o m i c o - c o m m e r c i a l edell’Australia con le dinamicheeconomie del Sud Est Asiaticoha determinato l’avvio di impo-nenti programmi di investimentonei settori infrastrutture, energiae risorse, che dischiudono dispa-rate opportunità commerciali e diinvestimento per l’imprenditoriaitaliana. Le Autorità di Governofederali e statali, nonché i rap-presentanti dell’industria austra-liana, hanno più volte manifesta-tol’interesse a sviluppare relazio-ni con il nostro Paese, in terminidi partecipazione a gare per larealizzazione di progetti infra-strutturali, investimenti in equity,costituzione di jointventures eaccordi di off-take per lo sfrutta-mento delle risorse, fornitura ditecnologia e macchinari per l’in-dustria mineraria ed energetica.
Il saldo della bilancia com-merciale a favore dell’Italia, haregistrato, nel 2012, per il secon-do anno consecutivo, il valorestoricamente più elevato.nell’anno appena trascorso, in-fatti, il valore delle esportazionidi merci italiane e’ ammontato aeuro 3,712 miliardi, in crescitadel 23% rispetto al 2011 e del36,5% rispetto al 2010. L’Au-stralia rappresenta il terzo merca-to di esportazione italianonell’area dell’Asia/Oceania (do-po Cina e Giappone). L’Australiae’ inoltre il Paese dell’areaAsia/Oceania con cui l’Italia re-gistra il più elevato saldo positi-vo della bilancia commerciale.L’Italia e’ il 12° Paese fornitorecomplessivo dell’Australia ed il3° tra i Paesi fornitori Europei(dopo Germania e regno Unito).
Sono presenti in Australia ol-tre 150 aziende italiane radicatein forma stabile e diretta nel mer-cato locale con impianti di pro-duzione, filiali commerciali o uf-fici di rappresentanza. Una re-cente indagine della Commissio-ne Europea indica in circa 20 mi-
Godono di ottima saluteper le relazioni
economico-commerciali
Australia e Italia
G20 - 2014
Forte sintonia tra Italia e Australia su crescita e lavoro
Tribuna Economica intervista David Ritchie,Ambasciatore di Australia in Italia
quando parlo con gli imprendito-
ri italiani, e cioè che l’Australia
si trova al centro di una delle re-
gioni più dinamiche del mondo e
può offrire alle aziende italiane
un’ottima via di accesso
all’Asia”.
Ambasciatore Ritchie, quali
saranno le priorità della presi-
denza australiana del G20 nel
2014?
L’Australia ospiterà tre riu-
nioni importanti nel 2014: due
incontri dei Ministri delle Finan-
ze e dei Governatori delle Ban-
che Centrali ed il Summit dei
Leader che si svolgerà a novem-
bre a Brisbane, nonché numerosi
altri eventi.
Sono lieto di poter dire che
siamo in forte sintonia con il Go-
verno italiano in merito a quali
siano le priorità per il G20: in
poche parole crescita e lavoro.
Ora che l’Italia inizia ad uscire
da un lungo periodo di recessio-
ne si trova ad affrontare un alto
tasso di disoccupazione e la ri-
presa della crescita economica
conterà poco se non riesce a
creare nuovi posti di lavoro. In
Australia siamo stati fortunati,
perché grazie ad una saggia ge-
stione economica e all’impulso
offerto dalle risorse minerarie,
siamo l’unico paese dell’OCSE a
non essere caduto in recessione
in anni recenti e il cui mercato
del lavoro ha mantenuto un anda-
mento piuttosto positivo. Ma an-
che noi risentiamo del tasso di
crescita lento o negativo di altri
paesi ed il G20 può giocare un
ruolo importante per far sì che le
principali economie del mondo
creino le giuste condizioni per la
crescita e non si regredisca a for-
me di protezionismo del passato
che si sono rivelate economica-
mente nocive.
Il G20 ha anche iniziato ad
affrontare questioni geopoliti-
che…
E’ vero, credo sia uno svilup-
po inevitabile quando un gruppo
di leader si riunisce e vi sono im-
portanti questioni internazionali
da affrontare. Lo abbiam o visto
nel corso dell’ultimo summit del
G20 in russia quando la situa-
zione in Siria è diventata una
questione fondamentale. Tutta-
via, le nazioni Unite restano
l’ambito internazionale per af-
frontare queste questioni e vorrei
far presente che a settembre
l’Australia è stata Presidente di
turno del Consiglio di Sicurezza
quindi ci siamo trovati al centro
del dibattito sulla situazione si-
riana. Ma è per questo che l’Au-
stralia si è così impegnata per es-
sere eletta membro del Consiglio
di Sicurezza. L’Australia è un
paese strategicamente importante
nella regione dell’Asia e del Pa-
cifico, ed ha ottimi legami con
l’Europa e gli Stati Uniti, perciò
riteniamo di poter apportare un
utile contributo al dibattito inter-
nazionale sulle questioni geopo-
litiche. Questo è ciò che abbiamo
fatto durante la nostra Presidenza
del Consiglio di Sicurezza ed è
ciò che continueremo a fare fino
alla conclusione del nostro man-
dato (fine 2014) e che sicura-
mente faremo durante la nostra
Presidenza del G20 il prossimo
anno.
Come si è sviluppato il rap-
porto bilaterale Italia-Austra-
lia dall’ultima volta che ci sia-
mo parlati (giugno 2012)?
Sono molto lieto di constatare
che il rapporto va di bene in me-
glio: i tradizionali forti legami tra
le comunità cominciano ad esse-
re sostenuti anche da solide op-
portunità di investimento. Abbia-
mo visto ulteriori successi italia-
ni nel settore delle infrastrutture -
l’ultima volta ho menzionato il
fatto che le aziende Ghella e riz-
zani de Eccher avessero vinto ga-
re d’appalto in Australia. Il loro
successo ha spinto altre aziende a
stabilire degli uffici in Australia
per esplorare possibili opportu-
nità di investimento. A novembre
dello scorso anno si è svolta in
Australia un’importante missione
imprenditoriale del settore infra-
strutture organizzata da Confin-
dustria e continuiamo a vedere
gli effetti positivi di tale missio-
ne. Molto importante inoltre è
stata l’apertura di una sede di
rappresentanza del gruppo ban-
cario Intesa Sanpaolo a Sidney.
Ciò sicuramente stimolerà ulte-
riori investimenti italiani in Au-
stralia.
Gli investimenti australiani in
Italia, devo ammettere, rimango-
no relativamente esigui, ma vi
sono segnali che indicano un in-
teresse delle aziende australiane
per le opportunità che l’Italia può
offrire. Un esempio eccellente è
la decisione del Gruppo West-
field, una delle più importanti
aziende australiane, di entrare in
partnership con un’azienda italia-
na per aprire un grande centro
commerciale vicino a Milano. Il
progetto creerà migliaia di posti
di lavoro durante la fase di co-
struzione e quando sarà operati-
vo, inoltre mi è stato detto che
sarà il centro commerciale più
grande dell’Europa continentale.
Questo è un investimento che si
fa notare, ma vorrei vedere più
investimenti in Italia da parte di
piccole e medie imprese austra-
liane, proprio come avviene con
le Pmi italiane in Australia. Mi
auguro che la ripresa della cre-
scita economica in Italia possa
essere uno stimolo in tal senso.
Vi sono eventi culturali in
programma?
Quest’anno due cantanti liri-
che australiane hanno avuto un
successo significativo in Italia.
Jessica Pratt, soprano di colora-
tura che ha trascorso gran parte
della sua carriera studiando ed
esibendosi in Italia, ha vinto il
prestigioso Premio Siola a mag-
gio e si esibirà a La Scala di Mi-
lano a febbraio del 2014 dove
canterà nelle vesti di Lucia di
Lammermoor nell’omonima ope-
ra di Gaetano donizetti.
nel 2013 Paul Tabone, uno
dei tenori lirici australiani più
promettenti ha collaborato con la
prestigiosa Fondazione Luciano
Pavarotti di Modena.
Vi sono state anche diverse
mostre di arte aborigena austra-
liana, inclusa la mostra Imago
Mundi di Luciano Benetton a
Venezia. Sempre a Venezia at-
tualmente l’artista australiana
Simryn Gill rappresenta l’Au-
stralia nella 55ª Esposizione In-
ternazionale d‘Arte della Bienna-
le di Venezia. L’Australia Coun-
cil for the Arts cura la partecipa-
zione australiana alla Biennale e
al momento sta supervisionando
la costruzione del nuovo padi-
glione australiano della Biennale
che sarà completato entro il
2015.
Lo sport rimane una com-
ponente importante del rap-
porto?
Si certamente e per questo
dobbiamo ringraziare l’European
Training Centre (ETC), in pro-
vincia di Varese, dell’Istituto
dello Sport australiano. Anche
quest’anno ha ospitato numerosi
atleti di diverse discipline sporti-
ve ed ha anche svolto il suo pri-
mo “Open day”, in cui membri
della comunità locale sono stati
invitati presso il centro per pro-
vare in prima persona a praticare
alcuni sport tipicamente austra-
liani e gustare degli alimenti tra-
dizionali. E’ stato un grande suc-
cesso ed oltre 300 persone hanno
visitato il centro.
Guardando in avanti, a no-
vembre è in programma una par-
tita di rugby a Torino in cui gio-
cheranno i Wallabies. I Walla-
bies ormai sono degli abitués
dell’Italia e ciò è dovuto al fatto
che l’Italia è in grado di offrire
degli avversari all’altezza ed an-
che alla magnifica accoglienza
che i Wallabies ricevono ogni
volta che vengono qui.
Personalmente ho avuto re-
centemente il piacere di conosce-
re Alessandro del Piero durante
il tour estivo della sua squadra di
calcio australiana Sydney FC qui
in Italia. E’ stato incredibile ve-
dere con quale affetto del Piero
fosse salutato dai suoi fan nel
corso del tour che è stato un
grande successo.
E’ ancora in attesa di vede-
re una figura di spicco della
politica Italia visitare l’Austra-
lia?
In effetti l’ho menzionato
nella mia ultima intervista con
Lei e si stiamo ancora aspettando
che ciò avvenga, ma so per certo
che con la Presidenza australiana
del G20 nel 2014 avremo dei vi-
sitatori di altissimo livello. Mi
auguro che trovino il tempo in
quella o in un’altra occasione,
per visitare parte dell’Australia e
verificare in prima persona l’af-
fetto che gli australiani nutrono
per l’Italia, in particolare i mem-
bri della numerosa comunità ita-
lo-australiana.
Tribuna Economica
“Le elezioni svoltesi in set-
tembre sono state vinte dalla
coalizione di centro-destra gui-
data da Tony Abbott che ora è
Primo Ministro. Dal punto di vi-
sta dell’Italia è interessante no-
tare che quasi un migliaio di au-
straliani hanno votato in Italia”.
E’ quanto dichiara in apertura
della nostra intervista david rit-
chie, Ambasciatore di Australia
in Italia.
“E’ ancora una fase iniziale,
ma ritengo che il nuovo Governo
concentrerà la sua attenzione in
particolare sull’attrazione di in-
vestimenti esteri e creerà oppor-
tunità per le aziende italiane. Il
Primo Ministro Abbott, annun-
ciando il suo Governo – prose-
gue l’Ambasciatore -, ha dichia-
rato che il Ministro per il Com-
mercio e gli Investimenti, An-
drew Robb, avrebbe aumentato
la partecipazione dell’Australia
ad accordi di libero scambio,
contribuendo a creare occupa-
zione e divenendo in un certo
senso “l’Ambasciatore dell’Au-
stralia per il lavoro”. Successi-
vamente il Ministro per gli Affari
Esteri Julie Bishop ha precisato
che la conclusione di accordi di
libero scambio con Corea del
Sud, Giappone e Cina, sono la
massima priorità del Governo.
Ciò può dare un’idea dell’orien-
tamento dell’Australia ed eviden-
zia un punto, che spesso sollevo
pag. 6 TRIBUNA ECONOMICA - Anno XXVII Lunedì 21 Ottobre 2013 RAPPORTI AMBASCIATE
“Nel corso degli anni si è modificata la composizione
merceologica dei nostri beni esportati”
Nostra intervista a Gianludovico de Martino di Montegiordano,
ex Ambasciatore d’Italia in Australia
va leva essenzialmente sui benimaggiormente emblema del Ma-de in Italy, quali i mobili e il set-tore agro-alimentare, una grossaquota dei nostri beni è ora costi-tuita da prodotti farmaceutici dibase e preparati, da composti or-ganici ed inorganici, da pompe ecomponentistiche meccaniche,macchine rotatrici e componentiidrauliche. Ciò a dimostrazionedel fatto che la tecnologiaall’avanguardia italiana nei beniintermedi di produzione si è fattaampiamente conoscere e apprez-zare, soprattutto negli ultimi cin-que anni e grazie anche ad unasinergia che l’Ambasciata d’Ita-lia ha saputo costruire con Con-findustria e le principali Associa-zioni di settore, giunte in Austra-lia sotto forma di delegazioni set-toriali per presentare l’offertadella propria industria. Molto èstato fatto, ma ancora molte sonole opportunità di crescita perl’esportazione di nostri beni, apartire dalle macchine per il set-tore agricolo alla tecnologia perla diagnostica e segnaletica stra-dale e ferroviaria, passando per iprodotti dell’industria navale eper quelli legati alla tecnologia disicurezza cibernetica - per citarealcuni esempi.
Da che cosa è data la note-
vole crescita di partecipazione
delle imprese italiane nei pro-
getti australiani di sviluppo dei
comparti minerario, energetico
e infrastrutture?
di fronte alle notevoli oppor-tunità che l’Australia ha offertogià dalla fine degli anni novantaper quanto concerne i compartiminerario ed energetico, è statoper i nostri principali gruppi delsettore difficile resistervi. EnI hacolto tale occasione, al pari di al-tri competitors internazionali, nelpartecipare alle scoperte e alleestrazioni di giacimenti di gasnaturale e petrolio in WesternAustralia e nel northern Terri-tory, dove attualmente vi è pre-sente in quattro blocchi operatividi ricerche e d’estrazione. Anchealtre industrie italiane hanno poiapprofittato del boom australianoe della crescente domanda di ma-terie prime avanzata dalla Cina eda altre potenze emergenti asiati-che: Saipem, nuovo Pignone,Ansaldo STS e Tenova si sonoaggiudicate importanti commes-se (stimate in 6,8 miliardi diAUd) per la fornitura di turbinee compressori, per l’aggiorna-mento di sistemi di segnalamentoe controllo dei treni e dell’infra-struttura ferroviaria delle miniereo per l’installazione di condottesottomarine. Le competenze e laqualità dell’offerta delle nostreimprese sono assolutamente rico-nosciute anche dai vertici federa-li australiani.
Limitatamente al compartoinfrastrutturale, come sopra men-
zionato, le amministrazioni fede-rali e statali che si sono succedutea partire dallo scoppio della crisieconomica internazionale hannodato vita a programmi integrati dirilancio e ammodernamentodell’infrastruttura nazionale (stra-dale, ferroviaria e delle comuni-cazioni). Anche in questo caso, leindustrie italiane, anche grazie aun’importante opera di ricogni-zione delle principali opere incantiere svolta da quest’Amba-sciata e dall’intera rete consolaredistribuita nel territorio, hannosaputo approfittare di notevoliopportunità. Solo per citare alcu-ni esempi, rammento i casi diPrysmian, rizzani de Eccher,Ghella e Ansaldo STS che si so-no aggiudicati forniture di cavi afibra ottica, lavori di progettazio-ne e costruzione di superstrade, lacostruzione di tunnel autostradalio lavori di ammodernamento deisistemi di segnalazione ferrovia-ria (per un totale stimato di 1,6miliardi di AUd).
Proprio in questi giorni ter-
mina il suo mandato; che cosa
lascia in eredità al suo succes-
sore S.E. Pier Francesco Zazo
e, quali pensa siano le priorità
del suo mandato?
Lascio l’Australia dopo quasicinque anni trascorsi prioritaria-mente a far conoscere le eccel-lenze della nostra industria. Lerecenti elezioni politiche hannoconsegnato all’Australia un’am-ministrazione che si mostra an-ch’essa aperta agli investimentistranieri, votata maggiormenteagli incentivi alle attività produt-tive e alla semplificazione e ri-mozione di alcune disposizioninormative che rendevano la vitadel business piuttosto complica-ta. In questa nuova fase di svi-luppo australiano non potrà man-care un nuovo slancio di vitalitàanche per le stesse imprese italia-
ne, soprattutto quelle legate aicomparti agro-industriali e al set-tore energetico.
L’Ambasciatore zazo potràinoltre focalizzare il suo mandatosull’attrazione di ulteriori impre-se che potrebbero cogliere le op-portunità dei piani infrastruttura-li, stradali e ferroviari, recente-mente lanciati dal Primo Mini-stro Tony Abbott e dal Ministrodelle Infrastrutture e Vice PrimoMinistro, Warren Truss.
Al mio successore toccheràaltresì continuare a tutelare gliinteressi di molti nostri operatoridel comparto agro-alimentare,interessati attualmente da dueprocedure di indagine sull’im-portazione in Australia di pomo-dori in scatola e loro derivati.Sempre con riferimento al com-parto agro-alimentare la politicacommerciale italiana sarà volta amantenere un dialogo costruttivoe risolutivo con le Autorità au-straliane in tema di barriere nontariffarie, troppo spesso penaliz-zanti i nostri prodotti. Parimenti,sarà essenziale continuare a sen-sibilizzare tutti gli stakeholderscoinvolti sulla necessità di abbat-tere il fenomeno per noi perni-cioso dell’Italian Sounding, par-ticolarmente diffuso in Australia.
Infine, lascio al mio succes-sore l’importante opera di stimo-lo alla penetrazione e diffusionedella nostra industria della dife-sa, che già negli ultimi anni haraccolto importanti successi.
Nostra intervista
L’intervista all’Ambasciatorede Martino è stata rilasciata
a Tribuna Economicanella settimana del 7 ottobre
2013; nei giorni seguentil’Ambasciatore de Martino
ha terminato il suo mandatolasciando il posto a
S.E. Pier Francesco Zazo.
Il Paese è un gigantedell’industria nautica mondiale
Con i suoi 35,000 km di costesolo sul continente australiano, acui si sommano i fiumi, laghi, la-gune e tutte le isole, fanno diquesta nazione un paradiso pertutto il settore. La produzione ecompleta con tutta una gamma diimbarcazioni che vanno dallapiccola barca per pesca da dipor-to a imbarcazioni per fondali co-me la barriera corallina oppureescusivi panfili di lusso.
A questo si aggiungono tuttele aziende che forniscono com-ponenti, accessori, equipaggia-menti, apparati di navigazionenonche’ tutti i servizi relativi allanautica e che comprendono ma-nutenzione, rimessaggio etc.
L’industra nautica e’ presen-te, senza nessuna eccezione, intutti gli Stati australiani, con ilQueensland come Stato leaderper produzione. Progettazione,innovazione e alto standard co-struttivo sono i principali fattoridi successo di tutto il settore nau-tico, compreso quello piu pro-priamente commerciale. E’ infat-ti australiano il primo traghettosuper veloce alimentato a gas li-
quido della lunghezza di 99 metrie prodotto dalla Incat. Senza di-menticare industrie ben cono-sciute nel mondo della nauticacome GME, riviera, hydriveEngineering, Maritmo, MuirWinches etc.
L’industria marina australia-na fattura ogni anno 9 miliardidollari australiani (6.4 miliardi diEUrO) con piu 22,000 addettidel settore in piu’ di 2700 azien-de.
Il settore, dopo un momentodi calma a seguito delle catastrofinaturali del 2010, e’ tornato adessere trainante per l’industriamanifatturiera.
L’Import del settore (checomprende tutti i tipi di imbarca-zioni piu’ equipaggiamenti e ap-parati di navigazione) e’ stato nel2012 di circa 2.4 miliardi di Eurocon un aumento del 14% rispettoall’anno precedente e piu’ cheraddoppiato rispetto al 2010.
In aumento e’ tutta la parte
relativa alla motonautica, conesclusione dei motori marini,mentre rimangono negative leimportazioni del settore velistico,sia imbarcazioni che vele e com-ponenti. nel rank per nazioni im-portatrici, Singapore, anche se insignificativo calo, rimane il pae-se principale. La Spagna e’ cre-sciuta in maniera esponenzialeper la consegna avvenuta nel2012 di navi militari.
L’Export australiano non e’significativo poiche’ la interaproduzione e’ dedicata al merca-to interno. I dati totali di exportdel settore per il 2012 riportanosolo di 299 milioni di dollari.
nel rank per nazioni L’Italiae’ posizionata al 20 posto con 13milioni di fatturato, rappresen-tando solo un marginale 0.6%del totale importato ed in sensibi-le riduzione rispetto all’anno pre-cedente quando si e’ fatturato 19milioni di Euro.
Come gia’ precedentemente
riportato le importazioni italianedel settore sono marginali con unfatturato totale per il 2012 di 13milioni di Euro e con una flessio-ne del 32.1%. nello specifico deisettori, la componente che dimaggior rilievo: navi, battelli,natanti, ha avuto un calo del46.8% passando da 16.1 milionidi fatturato a 8.6 milioni di euro.
Questo e’ anche dovuto aduna variazione del valore/cabo-taggio delle imbarcazione impor-tate durante il 2012.
E’ da notare infatti che in ter-mini numerici tra il 2011 ed il2012 il numero delle imbarcazio-ni da diporto vendute e’ stato an-che maggiore, ma ad costo unita-rio molto piu’ basso. nel detta-glio del settore con codice 89, leimbarcazioni da diporto sonopassate da 175 a 204 nel 2012,ma il costo unitario e’ passato da80,000 Euro a poco piu’ di40,000 Euro.
In grande flessione i gommo-ni/strutture gonfiabili che hannofatturato 182,000 Euro con un di-minuzione del 72% rispetto al2011 dove il venduto era stato di652,000Euro.
“All’inizio della crisi finan-
ziaria internazionale, nell’agosto
2007, l’Australia registrava un
tasso di crescita pari al 4,9%, un
trend paragonabile quasi a quel-
lo delle economie emergenti, so-
prattutto asiatiche” afferma aTribuna Economica Gianludovi-co de Martino di Montegiordano,ex Ambasciatore d’Italia in Au-stralia. “L’impatto della crisi èstato fortemente controbilanciato
da Canberra grazie al mix di tre
fattori fondamentali. In primo
luogo – prosegue l’Ambasciatore-, l’Amministrazione laburistache s’insediò nel 2007 ha potuto
contare sull’ottimo stato di salu-
te dei conti pubblici, ragione che
ha permesso il finanziamento di
programmi nazionali di medio-
lungo periodo nei settori
dell’educazione e infrastruttura-
le. In secondo luogo, l’economia
australiana era già entrata nel
pieno della crescita trainata dal
comparto minerario, con impor-
tanti scoperte di giacimenti di
gas e petrolio off-shore nel We-
stern Australia, Northern Terri-
tory e Queensland, Stati che dal
2007 in poi hanno segnato tassi
di crescita anche pari al 14%. In
terzo luogo, il Paese godeva già
allora di una assoluta stabilità
finanziaria e di una politica mo-
netaria tesa a mantenere il livel-
lo di inflazione desiderato (2-
3%) e ad assicurare un ambiente
finanziario favorevole agli inve-
stimenti stranieri”.
Ambasciatore de Martino,
come sono strutturati gli inve-
stimenti italiani in Australia?
Viceversa?
Limitatamente agli investi-menti italiani effettuati in Au-stralia, si segnalano oltre 150aziende italiane radicate in formastabile e diretta nel mercato loca-le con impianti di produzione, fi-liali commerciali o uffici di rap-presentanza. Una indagine dellaCommissione Europea del 2009indica in circa 20 mila unità i po-sti di lavori generati dalle azien-de italiane presenti nel Paese eun volume complessivo degli in-vestimenti in equity pari a 8,6miliardi di AUd. nel 2012 gliinvestimenti diretti italiani sonostati pari a 618 milioni di AUd,mentre nel 2013 abbiamo regi-strato sinora due soli investimen-ti (del Gruppo Campari, pari a 20milioni di AUd, e l’apertura diun ufficio a Sydney di IntesaSanPaolo). dal canto loro, gli au-straliani interpretano lo strumen-to dell’investimento diretto inItalia non proprio prioritario.
Nel 2012 il valore delle
esportazioni di merci italiane è
ammontato a 3,712mld di euro,
in crescita del 23% rispetto al
2011 e del 36,5% rispetto al
2010. Che cosa significa per il
nostro sistema?
Particolare enfasi merita ilrapporto commerciale tra Italia eAustralia. nel confermare i datisopra menzionati, mi preme evi-denziare come nel corso dei re-centi anni si sia sostanzialmentemodificata la composizione mer-ceologica dei nostri beni esporta-ti. Se prima il nostro Paese face-
RAPPORTI AMBASCIATE Lunedì 21 Ottobre 2013 TRIBUNA ECONOMICA - Anno XXVII pag. 7
gia, oil and gas, o magari un ac-cordo per un voto concordato sutemi all’Odg dell’Assemblea Ge-nerale dell’OnU o piuttosto a fa-vore della localizzazione di ungrande evento sportivo di rilevan-za mondiale.
E’ evidente in questo contestola necessità di supporto del nostrosistema paese ai maggiori playersdel settore, che non sono in questicasi in grado di competere da soliad armi pari con concorrenti inter-nazionali che di questo tipo disupporto si avvalgono tradizional-mente.
Che cosa significa occuparsidelle grandi opere?
Operazioni molto complesse,coordinando realtà molto diversespesso in paesi di per sé non facilie sempre con l’obiettivo di dareun prodotto di qualità al migliorcosto, perché questa è una garan-zia di affidabilità e di continuitàper mantenere una presenza stabi-le nei vari paesi.
Dai lavori in sotterraneo(metropolitane, ferrovie, auto-strade e opere idrauliche) a im-pianti di produzione di energierinnovabili. Come mai questascelta?
Siamo come Ghella da sempreinteressati allo sviluppo dell’inno-vazione e delle nuove tecnologiesui nostri lavori tradizionali chesono quelli in sotterraneo, conuna particolare attenzione al ri-spetto dell’ambiente. In questa ot-tica l’investimento nelle rinnova-bili è stato quasi uno sviluppo na-turale, assolutamente in linea conla nostra filosofia aziendale, an-che se in un settore diverso.
Qual è il vostro rapportocon l’Australia?
L’Australia rappresenta ungrande mercato avanzato, al toptra quelli mondiali sia per traspa-renza che per richiesta di profes-sionalità. Molto impegnativo siaper quanto riguarda gli investi-menti necessari per partecipare agare d’appalto, che per i lavoripiù importanti sono sempredell’ordine di vari milioni di dol-lari, sia per la necessità di formaregruppi estremamente competitiviper poter giungere ad essere sele-zionati nella short list da invitarea gara, che di norma si riduce anon più di tre qualificati.
detto questo siamo soddisfattidi esserci, ci saremo ancora permolti anni per la gestione delleautostrade urbane che stiamo rea-lizzando a Brisbane e speriamo diavere successo in qualcuna dellealtre iniziative che stiamo seguen-do nel paese.
SB
Le 36 imprese che hanno pre-so parte all’Indagine Ance 2013confermano la dinamicità del set-tore costruzioni, nonostante la cri-si in atto. nel 2012, la crescita delfatturato prodotto oltreconfine,che supera gli 8,7 miliardi di euro,è stata dell’11,4%, un dato cheacquista ancor più valore se para-gonato alla diminuzione del 4,2%del giro d’affari prodotto in Italia.nel periodo 2004-2012, l’estero ècresciuto del 196,2%, con unamedia annua del 14,5%. nel2012, le imprese di costruzioneitaliane hanno acquisito 226 nuo-vi contratti per un controvalore dioltre 12 miliardi di euro.
L’importo totale dei lavori su-pera i 61 miliardi di euro, ai qualisi aggiungono concessioni per ol-tre 63 miliardi di euro, di cui 11,5miliardi di diretta competenzadelle imprese italiane.
L’internazionalizzazione haportato ad uno sviluppo globaledell’attività. In questi anni, il set-tore è diventato molto selettivonelle scelte d’investimento, un at-teggiamento nuovo che ha deter-minato un vero e proprio riposi-zionamento geografico del por-tafoglio commesse.
Analizzando le nuove com-messe del 2012, tra i primi 10mercati, quattro appartengonoall’OCSE e uno ai BrIC, con mi-nor peso dei paesi che stanno in-contrando un certa instabilità poli-tica.
Questo riposizionamento èpotuto avvenire grazie agli inve-stimenti effettuati negli anni, chehanno portato ad un sempre piùspinto livello del know-how tec-nologico della produzione, chepone le imprese italiane ai verticidell’industria mondiale.
Tribuna Economica ha inter-vistato l’Ing. GiandomenicoGhella, Amministratore delegatodi Ghella Spa, che con una produ-zione globale pari a 632mln di eu-ro, una produzione estero pari a542,9mln e valori nuovi contrattiper 452mln di euro, si posizionaterza impresa di costruzioni italia-na presente all’estero:
Ghella è oggi una realtà diprimaria importanza per la co-struzione di grandi opere pub-bliche nel mondo. Quali sono idiversi modi di approccio aimercati?
non c’è un modo di approcciounivoco, evidentemente. Oggi lacompetizione in molte aree si staspostando da una gara tra Con-tractors a una competizione tra si-stemi paese, nell’ambito dellaquale la realizzazione delle infra-strutture è solo una parte di rap-porti complessi, che possono an-dare dal più classico apporto di fi-nanziamenti ad accordi su ener-
GrAndI OPErE
“La competizione sista spostando da una gara
tra Contractors a unacompetizione tra sistemi paese”
Lo sostiene, durante la nostra intervista, l’Ing. Giandomenico Ghella,
Amministratore Delegato di Ghella spa
Molti più turisti inizierannoe termineranno le loro crocieread Adelaide, e potranno passarepiù tempo in città, grazie al pro-getto di una seconda passerellapresso il terminal passeggeri delporto della capitale del SouthAustralia.
Il Governo dello Stato ha, in-fatti, stanziato 170mila dollariaustraliani per la costruzione diuna nuova passerella per adegua-re le strutture del porto di Ade-laide all’incredibile boom che stavivendo l’industria delle navi da
crociera.
Il ministro del Turismo Leon
Bignell si è impegnato, anche nel
suo discorso al Parlamento dello
Stato, a consentire alle grandi na-vi un ampio utilizzo del porto diAdelaide autorizzando le compa-gnie a partire e arrivare in città efavorendo una maggiore rapiditàdelle operazioni di disimbarco.ha affermato, inoltre, che per laprima volta grandi navi da più di1.000 passeggeri potrebbero usa-re Adelaide come “porto di casa”con un conseguente aumento deiposti di lavoro.
La seconda passerella del ter-minal dovrebbe essere pronta en-tro novembre. Giusto in tempoper l’inizio della stagione crocie-ristica 2013/2014, nel corso dellaquale saranno 31 le “visite” di 14diverse navi che porteranno incittà, secondo le stime, 69.000passeggeri più gli equipaggi. nu-meri triplicati rispetto al2007/2008, quando le navi dacrociera in South Australia furo-no otto. Per la stagione2014/2015 sono già programmati37 passaggi di 15 navi ossia100.000 passeggeri cui devonoessere aggiunti gli equipaggi.
“Questo significa che l’obiet-tivo del governo di attrarre 30navi e 11 milioni di dollari dispese dei passeggeri per il 2014 ègià stato superato e siamo sullabuona strada per l’obiettivo del2020”, ha concluso il ministroBignell.
CrOCIErE
Nuovepasserelle
per il portodi Adelaide
Come ogni anno, inoltre, ci fa
sempre molto piacere citare il
World Economic Outlook pubbli-
cato dal Fondo Monetario Inter-
nazionale che riafferma la forza e
la resilience dell’economia Au-
straliana sostenuta da una solida
crescita del Pil, bassa disoccupa-
zione, inflazione sotto controllo,
finanze pubbliche in ordine e una
forte pipeline di progetti ed inve-
stimenti nel settore delle risorse
naturali e nell’infrastruttura pub-
blica. Sempre secondo questo
rapporto, il Pil dell’Australia cre-
scerà del 3.2% fra il 2012 e il
2017, la maggiore crescita fra le
economie mature del mondo.
Qual è il ruolo del Paese
nell’area Asean?
La nostra attività in Italia
punta anche al posizionare l’Au-
stralia come trampolino di lancio
verso i mercati asiatici. L’Au-
stralia ha in essere, infatti, Free
Trade Agreements – ovvero ac-
cordi commerciali con le nazioni
ASEAn – l’Associazione delle
nazioni del Sud-Est Asia - Ma-
laysia, Singapore e Tailandia
Paese ricco di risorse naturali
e caratterizzato da un elevato di-
namismo economico, da oltre
venti anni l’Australia registra
tassi di crescita economica sopra
la media delle economie Ocse.
La solidità dell’economia austra-
liana e’ stata confermata dal li-
mitato impatto generato della cri-
si finanziaria ed economica glo-
bale. A differenza di quanto av-
venuto per le principali econo-
mie avanzate, l’Australia ha
mantenuto un tasso di crescita
economica di segno positivo du-
rante il corso della crisi, senza
mai entrare in recessione.
Tribuna Economica ha rivol-
to alcune domande a Simone de-
smarchelier, Console Generale di
Australia in Italia e direttore Ge-
nerale Austrade:
Dott.ssa Desmarchelier, co-
me si presenta oggi l’economia
australiana?
Per l’Australia il 2012 è stato
il 22° anno di crescita economica
continua e ci posizioniamo oggi
al dodicesimo posto fra le più
grandi economie al mondo aven-
do superato di recente la Spagna,
siamo anche la quarta economia
nell’area Asia-Pacifico.
L’Australia gode di una Tri-
pla A da tutte le principali agen-
zie di Credit rating, uno dei po-
chissimi paesi ad aver raggiunto
e mantenuto questo importante
riconoscimento in anni difficili
per l’economia globale.
senza dimenticarsi di quelli con
Stati Uniti d’America, nuova
zelanda e Chile. Stiamo inoltre
negoziando accordi di questo ti-
po con Cina, Korea del Sud, Pae-
si del Golfo, Giappone, Malesia,
India e Indonesia.
Questo è particolarmente im-
portante perché si stima che nel
2020 la produzione economica
dell’Asia supererà quelle
dell’Europa e del nord America
sommate e che nel 2030 la regio-
ne asiatica rappresenterà il 60%
della spesa mondiale della classe
media. E cosa forse più impor-
tante ogni anno circa 40.000 so-
cietà australiane esportano in
Asia conducendo più di un milio-
ne di transazioni l’anno.
Tutto questo per dire che gli
Australiani conoscono bene il
mercato asiatico e vi esportano
con successo da oltre 60 anni.
Come si promuove il siste-
ma Australia?
Il nostro lavoro ad Austrade
è di supportare società italiane
ad investire in Australia. Ad
“Un trampolino di lancioverso i mercati asiatici”
Simone Desmarchelier, Console Generaledi Australia in Italia e Direttore Generale
di Austrade risponde alle domandedi Tribuna Economica
(continua a pag. 9)
pag. 8 TRIBUNA ECONOMICA - Anno XXVII Lunedì 21 Ottobre 2013 RAPPORTI AMBASCIATE
APEC 2013: la missione dell’Australia
Guinea, nel 1994 Cile e nel 1998Perù, russia e Vietnam.
Insieme questi Paesi rappre-sentano circa il 40% della popo-lazione mondiale, il 54% del PILtotale e circa il 44% del commer-cio del pianeta. Se da un latol’obiettivo storico è quello di in-crementare il tasso di commerciotra paesi membri, dall’altro è ve-ro anche che gli interessi dell’or-ganizzazione sono molteplici, in-cludendo sicurezza alimentare,protezione dei dati e sicurezzapersonale, cambiamenti climatici,politiche energetiche, politichedemografiche, integrazione eco-nomica, supporto per le piccole emedie imprese e riforme struttu-rali comuni tra i paesi.
L’incontro di quest’anno si èquindi svolto con il preciso obiet-tivo di portare risultati concretinell’ambito dei campi d’azionedell’organizzazione, pur presen-tando alcune criticità importanti.La prima e più visibile di queste èstata la mancata presenza del Pre-sidente USA Barack Obama, co-stretto a rimanere in patria a cau-sa del cosiddetto shutdown dellapubblica amministrazione ameri-cana e rappresentato in sua vecedal Segretario di Stato JohnKerry. Un’altra e più radicatacomplicanza è costituita dal rap-porto piuttosto teso tra Indonesia,padrone di casa, e Australia, pae-se che ha puntato molto sull’in-contro di quest’anno. L’Australia,infatti, mirava ad implementaredue punti in particolare: la costi-tuzione di accordi di libero scam-
bio e l’accomodamento della pro-pria controversa politica migrato-ria.
Il primo punto rappresentauna questione cara e condivisa datutti i paesi membri dell’APEC,ma si è sempre rivelato difficileda mettere in pratica negli an-ni. A confermare la necessità ditali misure sono state le paroledel Presidente Indonesiano SusiloBambang Yudhoyono, che ha di-chiarato “Sentiamo tutti le strettedella crisi. Rimane quindi essen-
ziale lo sviluppo di una coopera-
zione più stretta per accelerare la
crescita economica e la ripresa
di tutti i paesi”. A rappresentarel’Australia era presente Tony Ab-bott, nuovo premier conservatore,che ha affermato “Dobbiamo faretutti la nostra parte per evitare
politiche protezionistiche e conti-
nuare sul nostro cammino di libe-
ralizzazione dei flussi commer-
ciali, in modo da migliorare con-
tinuamente il benessere dei nostri
cittadini. Dobbiamo inoltre assi-
curarci che i rapporti commer-
ciali non siano solo forti ma an-
che ben bilanciati”. L’obiettivoprincipale di Abbott, sotto il pun-to di vista economico, è statoquello di gettare le basi per un ac-cordo di libero scambio con laCina, partner privilegiatodell’Australia e complice dellacontinua crescita economica del
paese nonostante la crisi econo-mica internazionale. A tale pro-posito il premier australiano hadichiarato “Sarebbe meravigliosose durante il mio prossimo viag-
gio in Cina, verso la metà del
prossimo anno, si potesse sotto-
scrivere l’accordo insieme”, ag-giungendo che durante tale viag-gio istituzionale la sua delegazio-ne comprenderà non solo impren-ditori di fama, ma anche persona-lità del mondo accademico,scientifico e delle cultura in gene-rale, perché “Voglio che i rappor-ti con la Cina abbiano le più am-
pie fondamenta possibili”. Abbottha inoltre citato un simile accor-do stipulato tra Cina e nuova ze-landa, aggiungendo come i neo-zelandesi siano stati lungimirantia siglare tale patto nel 2008.
Il secondo punto, più contro-verso, riguarda le politiche mi-gratorie australiane, nuovamenteirrigidite, e la relativa accoglien-za ricevuta a Bali dai Paesi pre-senti. L’Australia è infatti notaper le politiche migratorie estre-mamente protezionistiche edesclusioniste le quali, dopo la re-cente vittoria della coalizione dicentrodestra, si sono ulteriormen-te indurite. Il piano del governoaustraliano è quello di mantenerela PNG Solution (Soluzione dellaPapua nuova Guinea) attuata daiprecedenti esecutivi laburisti, in-tegrandola però con politiche direspingimento forzato tramitel’aiuto di navi della marina mili-tare. All’accordo con la Papuanuova Guinea si potrebbe prestoaggiungere quello con la piccolaisola di nauru, in un progetto chesembra ricordare sempre più lacontroversa Pacific Solution delpassato, smantellata nel 2007. Ladura politica migratoria australia-na ha ricevuto una battuta d’arre-sto, poche settimane fa, quando ilMinistro degli Esteri Indonesianoha dichiarato che non avrebbemai consentito all’Australia dibloccare i barconi di migranti sul-
le proprie coste.La preoccupazio-
ne delle autorità indonesiane tut-
tavia continua, alimentata dal ti-
more che l’amministrazione della
Papua nuova Guinea, elastica e
corruttibile, comporti un flusso
costante di migranti irregolari dal
confine dei due paesi fino al pro-
prio territorio. L’Indonesia, com-
plice il ruolo terzo che si convie-
ne al paese ospitante, ha evitato
di aprire una discussione aperta,
permettendo al premier australia-
no di tornare in patria senza aver
fatto alcun passo indietro. L’in-
contro è stato anche un’occasione
per il Ministro degli Esteri, Julie
Bishop, di esprimere preoccupa-
zione per la sorte di Colin rus-
sell, uno dei trenta attivisti di
Greenpeace detenuti in russia.
Il meeting di quest’anno ha
visto anche alcuni momenti di
tensione, quando tre giovani atti-
visti hanno occupato il consolato
australiano di Bali. Il piano dei
tre prevedeva di portare una lette-
ra al primo ministro australiano
Tony Abbott, in cui si chiedeva
di fare pressioni sul governo in-
donesiano affinché rilasciasse 55
prigionieri politici della parte oc-
cidentale dell’Isola di Papua, ter-
ritorio indonesiano caratterizzato
da storiche spinte indipendenti-
ste.
Abbott, tentando di mantene-
re il difficile clima di cordialità
con il partner indonesiano, ha tut-
tavia dichiarato che “L’Australia
non sarà un trampolino per pro-
teste contro l’Indonesia, con la
quale abbiamo un rapporto molto
stretto. Voglio che questo sia un
punto estremamente chiaro. Inol-
tre, la situazione nella parte occi-
dentale di Papua sta miglioran-
do, non peggiorando, e voglio
renderne atto al lavoro del Presi-
dente Yudhoyono”. È dunque
chiaro l’impegno dell’esecutivo
australiano di proteggere la rin-
novata diplomazia economica
con i partner del sudest asiatico.
Fonte: L’Indro.it
Si è da poco conclusa l’an-nuale conferenza dell’APEC(Asia-Pacific Economic Coope-ration), tenutasi dal 5 al 7 ottobrea Bali, in Indonesia. L’incontro siè svolto con l’intenzione dirafforzare la cooperazione econo-mica tra i paesi presenti, ma èstato caratterizzato anche da alcu-ni momenti di tensione e diffi-coltà.
Le conferenze internazionalidei Paesi del Pacifico si susse-guono, con cadenza annuale, dal1989, anno in cui l’ex premieraustraliano Bob hawke ha ospita-to a Canberra il primo degli in-contri da lui ideati. L’intentodell’APEC è prevalentementequello di promuovere crescita estabilità economica tra gli statiche si affacciano sull’Oceano Pa-cifico, come spiegato efficace-mente dallo statuto dell’organiz-zazione stessa: “L’APEC è ilmaggiore forum economico della
regione Asia-Pacifico. Il nostro
obiettivo principale è quello di
supportare crescita economica
sostenibile e prosperità nella no-
stra regione. Le nostre iniziative
trasformano gli obiettivi politici
in risultati concreti e gli accordi
in benefici tangibili per
tutti”. Gli incontri ospitano 21paesi diversi, di cui sono statifondatori Australia, Brunei, Ca-nada, Indonesia, Giappone, Coreadel Sud, nuova zelanda, Filippi-ne, Singapore, Tailandia e USA,mentre sono stati inclusi nel 1991hong Kong, Cina e Taiwan, nel1993 Messico e Papua nuova
Premiatoil GiardinoBotanico
di Cranbourne
Prima era una cava di sabbia,ora è diventato il paesaggio piùbello del mondo. Stiamo parlan-do del giardino botanico di Cran-bourne in Australia, vicinoa Melbourne, che è stato premia-to come migliore progetto pae-saggistico al World ArchitectureFestival 2013.
Il giardino botanico è diven-tato tale grazie alla riqualifica-zione operata da Taylor CullityLethlean, dal suo team di pae-saggisti e dall’esperto PaulThompson sull’ex cava di sab-bia (un’area di oltre 25 ettari)creando un percorso attraversola flora australiana. nel giardinobotanico di Cranbourne, infatti,si affronta un vero e proprioviaggio alla scoperta dell’Au-
stralia e di ben 170.000 pianteper 1700 specie che la caratte-rizzano, dalla costa al deserto,passando attraverso laghi artifi-ciali e costruzioni,
Come hanno dichiarato i giu-dici, il giardino è stato premiatoperché “E’ una raccolta di diver-sità con un forte comune denomi-
natore: l’evocazione dell’identità
australiana senza bisogno di pa-
role né di cartelli, solo la straor-
dinaria flora del continente”.
NELLA VERSIONE DIGITALE
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RAPPORTI AMBASCIATE Lunedì 21 Ottobre 2013 TRIBUNA ECONOMICA - Anno XXVII pag. 9
Costruzioni
Le sfide determinate dalla crescita economica, dall’incremen-to della popolazione e dal commercio delle materie prime, haspinto le Autorità australiane a presentare ambiziosi piani di svi-luppo infrastrutturale. A partire dall’anno fiscale 2008-09, il Go-verno federale australiano ha stanziato oltre AUd 40 miliardi perinfrastrutture viarie, ferroviarie e portuali del Paese. Ai fondi perle infrastrutture stanziati dal Governo federale vanno aggiuntiquelli stanziati dai Governi statali, nonché gli investimenti priva-ti (specie per le infrastrutture collegate ai progetti di sviluppo mi-nerario ed energetico).
Il Business Council of Australia e deloitte Access Econo-mics hanno recentemente stimato in circa AUd 921 miliardi lapipeline dei progetti d�