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NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DEL COLLEGIO INTERPROVINCIALE IPASVI DI NOVARA E VERBANO CUSIO OSSOLA anno XIV n. 2 giugno 2012 3 Editoriale 8 Un nuovo Patto per la salute per far fronte alla crisi 10 Il ruolo dell’infermiere nella relazione con il paziente dializzato 14 La relazione assistenziale nella tecnica infermieristica 18 Dialogare... con i Servizi Infermieristici 22 Soddisfazione utente 26 Rubriche 28 Notizie flash 30 Buona lettura... 31 Segreteria 4 Verso il nuovo sistema ECM 6 Evoluzione della professione infermieristica Trimestrale di informazione settoriale AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile ARRENI Antonella - Coordinamento di Redazione Consiglio Direttivo del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbano Cusio Ossola - Redazione Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321 30237 - Fax 0321 393276 e-mail novara.verbania@ipasvi.legalmail.it Impaginazione: Editmedia s.r.l., Omegna (VB) - Stampa: Grafiche Fovana & Caccia s.r.l., Gravellona Toce (VB) - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale – 70% NO/NOVARA INDICE

Trimestrale di informazione settoriale AUT. TRIBUNALE DI ... · ta biografi ca dell’autore. La pubblicazione degli articoli è ... Florence Nightingale (12 maggio 1820), fondatrice

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NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DEL COLLEGIO INTERPROVINCIALE IPASVI DI NOVARA E VERBANO CUSIO OSSOLA anno XIV n. 2 giugno 2012

3 Editoriale

8 Un nuovo Patto per la salute per far fronte alla crisi

10 Il ruolo dell’infermiere nella relazione con il paziente dializzato

14 La relazione assistenziale nella tecnica infermieristica

18 Dialogare...con i Servizi Infermieristici

22 Soddisfazione utente

26 Rubriche

28 Notizie flash

30 Buona lettura...

31 Segreteria

4 Verso il nuovo sistema ECM

6 Evoluzione della professione infermieristica

Trimestrale di informazione settoriale AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile ARRENI Antonella - Coordinamento di RedazioneConsiglio Direttivo del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbano Cusio Ossola - Redazione Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321 30237 - Fax 0321 393276 e-mail [email protected] Impaginazione: Editmedia s.r.l., Omegna (VB) - Stampa: Grafiche Fovana & Caccia s.r.l., Gravellona Toce (VB) - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale – 70% NO/NOVARA

INDICE

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2informazioni

Dialogare è il periodico del Collegio IPASVI della pro-vincia di Novara e Verbano Cusio Ossola che pubblica liberamente articoli previa approvazione del Comitato di Redazione. L’articolo è sot-to la responsabilità dell’au-tore/autori. Il materiale per la pubblicazione dovrà esse-re inviato alla Redazione in formato elettronico. Il testo deve pervenire in formato word. Le parole che gli au-tori desiderano evidenziare devono essere in “grassetto/ bold”. Tabelle e/o immagini (tiff oppure jpeg) devono es-sere numerate e fornite su fi le a parte (il numero andrà anche richiamato nel testo con brevi didascalie). In alle-gato all’articolo dovrà esse-re fornita una sintetica no-ta biografi ca dell’autore. La pubblicazione degli articoli è a titolo gratuito e in nessun caso da diritto a compen-si. Gli articoli inviati saran-no sottoposti all’esame del Comitato di Redazione che si riserva di valutarli, even-tualmente rimaneggiarli. Il materiale inviato non verrà restituito.

Notiziario di iNformazioNe e di aggiorNameNto del collegio iNterproviNciale ipasvi di Novara e vco anno Xiv n. 2 giugno 2012

3 Editoriale

8 Un nuovo Patto per la salute per far fronte alla crisi

10 Il ruolo dell’infermiere nella relazione con il paziente dializzato

14 La relazione assistenziale nella tecnica infermieristica

18 Dialogare...con i Servizi Infermieristici

22 Soddisfazione utente

26 Rubriche

28 Notizie flash

30 Buona lettura...

31 Segreteria

4 Verso il nuovo sistema ECM

6 Evoluzione della professione infermieristica

trimestrale di informazione settoriale aUt. triBUNale di Novara N. 6 del 11/02/1999 - direttore responsabile arreNi antonella - coordinamento di redazioneconsiglio direttivo del collegio interprovinciale ipasvi di Novara e verbania - redazione via Biandrate 20/b, 28100 Novara. tel 0321 30237 - fax 0321 393276 e-mail [email protected] impaginazione: editmedia s.r.l., omegna (vB) - stampa: grafiche fovana & caccia s.r.l., gravellona toce (vB) - spedizione in abbonamento postale 70% - dco/dc Novara - tax perque

INDICE Trimestrale di informazione settoriale – AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999

– Direttore Responsabile ARRENI Antonella – Comitato di Redazione Consiglio Direttivo del

Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbano Cusio Ossola – Redazione via Biandrate

20/b, 28100 Novara. Tel. 0321.30237 – fax. 0321.393276 – e-mail novara.verbania@ipasvi.

legalmail.it – impaginazione: Editmedia s.r.l., Omegna (VB) – Stampa: Grafiche Fovana & Caccia

s.r.l., Gravellona Toce (VB) – Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale - 70% NO/

Novara – Tax perque.

Notiziario di informazione e di aggiornamentodel Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbano Cusio Ossola.

Direzione/Redazione/AmministrazioneVia Biandrate 20/b – 28100 Novara – tel. 0321.30237 Direttore ResponsabileArreni AntonellaComitato di RedazioneArreni Antonella, Binelli Luigi, Corrado Elisabetta, Fasolini Gabriele, Giroldini Luciano, Portaluppi Viviana, Zavaglio AndreinaEditoreCollegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbano Cusio OssolaImpaginazioneEditmedia s.r.l., via De Angeli, 73 – 28887 Omegna (VB)StampaGrafiche Fovana & Caccia s.r.l., via XX Settembre, 111 – 28883 Gravellona Toce (VB)

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3editoriale

Luigi Binelli PresidenteCollegio IPASVI di Novara e VCO

Si sono svolte a Roma presso la se-de della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI, dal 13 al 15 aprile 2012, le votazioni per il rinnovo del

Comitato Centrale per il triennio 2012-2014.

Viene riconfermata la fiducia al gruppo di-rigente uscente, che risulta composto da Annalisa Silvestro, Gennaro Rocco, Barbara Mangiacavalli, Franco Vallicella, Ciro Carbo-ne, M. Adele Schirru (nuova entrata, presi-dente del Collegio di Torino e presidente del Coordinamento dei Collegi del Piemonte) e Beatrice Mazzoleni (nuova entrata, presi-dente del Collegio di Bergamo e presiden-te del Coordinamento dei Collegi della Lom-bardia).

Il Collegio dei Revisori dei conti risulta com-posto da Pierpaolo Pateri, M. Grazia Bedet-ti, Salvatore Occhipinti e Irene Rosini (mem-bro supplente).

Il neo Comitato è stato chiamato a un im-portante confronto in riferimento alla pro-

posta di accordo Stato-Regioni per l’im-plementazione delle competenze della professione infermieristica elaborata dallo specifico Tavolo Tecnico Ministero della Sa-lute e Assessorati Regionali alla Sanità.

Il documento presentato è apparso mol-to vicino a una logica di tipo mansionaria-le, con una elencazione di prestazioni, mol-te delle quali già effettuate dagli infermieri o effettuabili in relazione al profilo profes-sionale.

Nella riunione del 6 giugno scorso, il Consi-glio Nazionale della Federazione dei Collegi ha approvato il documento sull’evoluzione delle competenze infermieristiche, docu-mento che poi è stato portato al confron-to nel tavolo di lavoro Regioni-Ministero del 14 giugno.

Il documento è stato preparato dal Comi-tato Centrale IPASVI con la qualificata col-laborazione di un gruppo di professori di Infermieristica.

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4approfondimenti

Il Programma nazionale ECM ven-ne implementato il primo genna-io 2002, destinatari del programma sono “tutti gli operatori sanitari che direttamente operano nell’ambito della tutela della salute individuale e collettiva, indipendentemente dal-le modalità di esercizio dell’attività,

compresi dunque i liberi professio-nisti”.Dall’1 gennaio 2008, la gestione amministrativa del programma di ECM ed il supporto alla Com-missione Nazionale per la For-mazione Continua, prima di com-petenza del Ministero della Salute,

sono stati trasferiti all’Agenzia na-zionale per i servizi sanitari re-gionali (Agenas).Il DL del 13 agosto 2011, n. 138, stabilisce che entro il 13 agosto 2012, Ordini e Collegi dovranno stabilire le sanzioni da applicare a chi non acquisisce ogni anno i crediti ECM necessari per soddi-sfare gli obblighi formativi. “Pre-visione dell’obbligo per il professioni-sta di seguire percorsi di formazione continua permanente predisposti sulla base di appositi regolamenti emanati dai consigli nazionali, fer-mo restando quanto previsto dalla normativa vigente in materia di Edu-cazione Continua in Medicina (ECM). La violazione dell’obbligo di forma-zione continua determina un illecito disciplinare e come tale è sanzionato sulla base di quanto stabilito dall’or-dinamento professionale che dovrà integrare tale previsione” .Ordini, Collegi e Associazioni dun-que “si collocano all’interno del si-stema quali soggetti del tutto le-gittimati ad esercitare una propria funzione di responsabilità e garan-zia dei professionisti e delle attività da questi svolte verso i cittadini”.

A cura di Daniela Imperiali Consigliera IPASVI Novara-VCO

Verso il nuovo sistema ECM

Nuove regole in materia di Educazione Continua in Medicina

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5approfondimenti

ACCORDO STATO, REGIONI, PROVINCE AUTONOME DI TRENTO E BOLZANO 19/04/2012 Crediti formativi per il triennio 2011-2013I crediti ECM che vengono attesta-ti dal provider ai partecipanti agli eventi sono validi su tutto il territo-rio nazionale. Il provider deve tra-smettere tempestivamente all’Ente accreditante ed al Co.Ge.A.P.S. i cre-diti che ha assegnato ad ogni par-tecipante.Confermati in 150 i crediti formati-vi richiesti complessivamente per il triennio. Per ogni anno i professio-nisti dovranno acquisire 50 credi-ti con un minimo di 25 crediti e un massimo di 75. Sarà possibile farsi riconoscere anche un massimo di 45 crediti riportati dal triennio pre-cedente 2008-2010.Il Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie Co.Ge.A.P.S., gestore dell’anagrafe della banca dati nazionale dei crediti ECM, at-traverso l’aggregazione dei dati trasmessi dai provider sui crediti formativi attestati ai professioni-sti sanitari, permetterà l’accesso a tutti i Collegi, Ordini e Associazio-ni professionali per la verifica del-la congruità dei crediti del singolo professionista ai fini della certifica-zione.I Collegi quindi saranno in grado di attestare le partecipazioni dei sin-goli professionisti e certificare il professionista alla fine del triennioI crediti formativi individuali che il professionista potrà chiedere di re-gistrare e attestare al proprio Or-dine, Collegio, Associazione, sono: ●● quelli acquisiti con autoforma-

zione (pubblicazioni su riviste indicizzate, capitoli di testi.. per un massimo del 10% su base an-nua),

●● quelli valorizzati dalle attività di tutoraggio (docenti tutor che ospitano studenti/specializ-

zandi, oppure tutor agli esami di abilitazione),

●● quelli acquisiti con le docenze. Una prossima valutazione da par-te della CNFC ne definirà le regole. Per quanto riguarda la formazio-ne all’estero verrà riconosciuto il 50% dei crediti assegnati dal pro-vider straniero per un massimo di 50 crediti.Non esistono limitazioni al nume-ro di crediti che si possono acqui-sire tramite FAD, con l’unica ecce-zione degli infermieri, per i quali il limite è del 60%.Gli Ordini e i Collegi hanno un ruo-lo attivo nell’organizzazione di cor-si. Accanto alle materie “proprie” di questi soggetti istituzionali (etica,

deontologia, legislazione, infor-matica, inglese e comunicazione), si prevede la possibilità che Or-dini e Collegi organizzino anche corsi su materie tecnico-profes-sionali, ma in modo da non supe-rare il 50% dell’offerta complessiva.

Obiettivi formativiSono 29 le aree in cui si articola-no gli obiettivi formativi dei corsi, che vanno a comporre il “dossier formativo individuale” di ciascun professionista. Gli obiettivi for-mativi devono essere evidenzia-ti nei Piani di Formazione dei sin-goli provider, pubblici e privati, e nei dossier formativi individuali e di gruppo. Sistema di verifiche, controlli e monitoraggio della qualitàLa fase ispettiva si concretizza at-traverso una rete di osservato-ri regionali al fine di “una verifica e controllo delle attività formative svolte, monitorare la loro coerenza agli obiettivi e verificare il manteni-mento dei requisiti da parte dei pro-vider”. Per assicurare alle rilevazioni sistematicità e capillarità, si pro-grammeranno periodici interven-ti di “osservatori” opportunamente preparati e competenti sulle proce-dure, gli strumenti e la finalità delle valutazioni”. Tali auditor potranno essere attivati d’intesa con le Fede-razioni nazionali degli Ordini, Col-legi e Associazioni professionali. Liberi professionistiI liberi professionisti avranno una maggiore flessibilità nell’acquisi-zione dei crediti annuali. Proprio per rispondere alle loro esigenze formative si è data la possibilità ad Ordini, Collegi e Associazioni pro-fessionali di organizzare corsi su materie tecnico-professionali, che però non potranno avere sponso-rizzazioni commerciali e dovranno essere gratuiti o a costo minimo.

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6approfondimenti

Il 12 maggio si celebra la Giorna-ta internazionale dell’infermiere. Una data scelta non a caso, visto che è l’anniversario della nascita di Florence Nightingale (12 maggio 1820), fondatrice  delle Scienze In-fermieristiche moderne. L’International Council of Nurses (Federazione che racchiude più di 130 Associazioni Infermieristiche le quali rappresentano 13 milioni di Infermieri nel mondo) ricorda questa data celebrando in tutto il mondo la Giornata Internazionale dell’Infermiere. Lo slogan di quest’anno della Fe-derazione Nazionale Collegio In-fermieri IPASVI è: “ Venti di Cam-

biamento. Verso altri vent’anni di impegno degli Infermieri Italiani per i nuovi diritti dei Cittadini ” Come ogni anno il Collegio Ipasvi Novara VCO ha organizzato un in-contro con i Colleghi per festeg-giare insieme la professione infer-mieristica. Durante la giornata, si è svolto un interessante evento for-mativo accreditato ECM dal titolo: “Evoluzione della professione in-fermieristica: un lungo percorso tra competenza, etica e deontologia”. I lavori sono iniziati con i saluti di benvenuto ai colleghi da parte del Presidente Luigi Binelli che ha in-trodotto la giornata, ricordando l’importanza della professione in-

fermieristica e l’evoluzione che ha portato allo stato attuale dell’arte.La Dott.ssa Aralda, invitata in rap-presentanza del Sindaco della città di Novara Dott. Andrea Ballarè ha ripercorso la strada degli infermieri che, con lei, hanno lavorato presso l’Azienda Ospedaliera, menzionan-do i grandi passi svolti dalla pro-fessione per arrivare ai giorni no-stri con infermieri con formazione universitaria e ampie possibilità di percorsi formativi post base.In rappresentanza del dirigente S.I.T.R.A. Dott.ssa Cristina Torga-no, il Dr. E. Coppini, (Area Sviluppo Professionale) ha espresso apprez-zamento per la giornata congres-suale che tocca temi di importan-za sempre più rilevante.Il primo intervento della giornata: “Da Florence Nightingale ai gior-ni nostri” da parte della consiglie-ra Viviana Portaluppi ha tracciato il lungo percorso durante il qua-le i modi, i luoghi, i protagonisti hanno conosciuto cambiamenti e modificazioni che, in gran par-

A cura di Viviana PortaluppiConsigliere IPASVI Novara-VCO

“Evoluzione della professione infermieristica: un lungo percorso tra competenza, etica e deontologia”“When all the medical officers have retired for the night (...) she may be observed alone, with a little lamp in her hand, making her solitary rounds.”

12 Maggio 2012: Giornata Internazionale dell’Infermiere

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7approfondimenti

te, hanno seguito la più genera-le evoluzione della società e del-la cultura attraverso i secoli. Un ampio accenno alla “protagoni-sta” della giornata, Florence Nigh-tingale, che, come ricordato nella presentazione, creò una scuola per infermiere con un metodo didatti-co fondato sull’istruzione, la gerar-chia, la disciplina, la dedizione, gli elevati standard di comportamen-to. Fu la prima ad applicare il me-todo scientifico all’assistenza infer-mieristica attraverso l’utilizzo della statistica.A seguire, l’intervento del Vice Pre-sidente del Collegio IPASVI Novara VCO Gabriele Fasolini, con un in-tervento che ha tracciato “L’evolu-zione del Mansionario alla Libera Professione”. Il vero cambiamen-to arriva con Legge 26 febbraio 1999, n. 42 “Disposizioni in materia di professioni sanitarie”. Ci ricorda inoltre l’autonomia come peculiari-tà della professione infermieristica. Tra gli scenari che si affacciano per l’infermiere, prende sempre più va-sto interesse il campo della Libera Professione, in quanto l’utente ha volontà di scegliere il professioni-sta al quale rivolgersi, nell’ambito di un processo di aziendalizzazio-ne della sanità che tende ad abbat-tere drasticamente le spese per i ri-coveri ospedalieri.La relazione conclusiva da parte della consigliera Antonella Arreni, ha tracciato “La Responsabilità dei professionisti”. Un’analisi sul ruolo della figura infermieristica, un mo-mento di riflessione sui profondi cambiamenti che sempre più stan-no caratterizzando la professione sanitaria. Nuova professionalità, nuova formazione, nuova autono-mia, ma anche responsabilità nuo-ve. La figura dell’infermiere cresce e con questa crescono i rischi pro-fessionali.In occasione di questa giornata im-portante per la professione Infer-

mieristica, il Consiglio Direttivo in-tende promuovere il bando per la presentazione di “Progetti di mi-glioramento”. Prossimamente sul sito del Collegio e sulla nostra rivi-sta troverete maggiori informazio-ni sulle procedure di presentazione del Progetto.Gli infermieri sono una vera e pro-

pria risorsa strategica per il sistema sanitario e per questo dovranno di-venire sempre più i protagonisti di una “nuova sanità” che faccia pro-prio il concetto di “integrazione fra ospedale e territorio e coniughi i principi dell’organizzazione con la responsabilità del processo assi-stenziale”.

❝ … gli antichi romani sotto qualche aspetto erano su-periori a noi, ma ad essi mancava l’idea di essere generosi con i malati e i deboli. Questa venne dal cristianesimo. Cri-sto fu l’Autore della nostra professione. L’assistenza agli infermi è diventata ora una professione.

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8approfondimenti

Nei giorni 22-23-24-marzo u.s. si è tenuto presso il Palazzo della Cul-tura e dei Congressi di Bologna il XVI Congresso della Federazione Nazionale Collegi IPASVI, come in-dicato nello scorso numero di Dia-logare.

A cura di Andreina ZavaglioSegretario IPASVI Novara-VCO

La partecipazione della comunità dei professionisti è stata molto elevata: circa 4.000 provenienti da tutta la nazione.I lavori congressuali vengono aperti con la relazione introdut-tiva della Presidente Annalisa Silve-

stro, che si concentra nello speci-fico sulla rilevante crisi economica internazionale che sta coinvol-gendo i Paesi europei e tra questi il nostro Paese.Una crisi alla quale il Governo ha ri-sposto con provvedimenti impor-

Un nuovo Patto per la salute per far fronte alla crisi

XVI Congresso Nazionale IPASVI Bologna 22-23-24-marzo 2012

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9approfondimenti

tanti di contenimento della spesa pubblica e ineludibilmente, in que-sta, è inserita anche la spesa sani-taria.Alla luce di questi elementi, ri-tiene rilevante la definizione per il nuovo Patto per la Salute, che do-vrà necessariamente farsi carico di questa delicata problematica che già vede l’intero sistema in una si-tuazione di pesante affanno e che delinea davvero la possibilità di giungere al già richiamato “punto di non ritorno”.Affronta il tema dell’universali-tà del Servizio Sanitario Naziona-le, dell’innovazione nelle modalità dell’assistenza, dell’approfondi-mento e innovazione dei ruoli, del-la competenza e responsabilità degli infermieri nella quotidiani-tà assistenziale; nelle relazioni in-terprofessionali e per lo sviluppo del sistema sanitario; l’importanza e la necessità di sostenere la nostra rappresentanza professionale e la trasformazione dei Collegi in Ordi-ni che siano modernamente strut-turati attraverso una ridefinizione dell’ordinamento giuridico in mo-do che possano avere sistematiche e istituzionali interlocuzioni in ogni luogo di decisione politica, orga-nizzativa e formativa.Nella prima giornata di Congresso è intervenuto anche il Ministro della Salute Renato Balduzzi: «non si può più rinviare la riforma per trasformare i Collegi in Ordini: si tratta di adeguare la forma alla so-stanza, né più né meno. Gli infer-mieri sono una “componente es-senziale” del Servizio Sanitario Nazionale, un vanto, un orgoglio del nostro Paese». Importante e carico di aspettative per la comunità professionale, l’in-tervento del Ministro che a con-clusione, ha annunciato che la Pre-sidente Annalisa Silvestro, farà parte per la prima volta, della delegazione italiana alla prossima assemblea

dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.Il Congresso è stata anche l’occa-sione per presentare 13 progetti e sperimentazioni che gli infer-mieri hanno attivato nelle diverse realtà regionali. I contributi perve-nuti sono stati ben 170, un’altra te-stimonianza della partecipazione e dell’impegno degli infermieri ita-liani.Un successo che conferma la capa-cità degli infermieri di proporsi of-frendo un contributo prezioso per il presente e futuro della Sanità.Tutti i lavori sono disponibili on line sul portale della Federazione.Sono stati tre giorni di intense ri-flessioni e confronti tra professio-nisti che rivolgono lo sguardo al futuro del “sistema salute” e del Paese; un futuro in cui il ruolo, le funzioni e la presenza forte, sia a livello intellettuale che culturale degli infermieri, non potranno che

essere un valore aggiunto per la collettività.Negli ultimi anni gli infermieri hanno pensato, studiato, ricer-cato, progettato, si sono confron-tati, hanno sperimentato, esperito e ridelineato percorsi e processi assistenziali, organizzativi, didat-tici e relazionali; hanno assunto nuove e più ampie responsabilità, hanno dimostrato competenza, capacità e solidità professionale conseguendo una maggiore con-sapevolezza sulla rilevanza che l’in-fermieristica assume per un’evolu-zione equilibrata ed eticamente responsabile del “sistema salute” del Paese.Il XVI Congresso Nazionale apre un’altra fase storica del “cammino” degli infermieri: quella della consa-pevolezza del proprio volere pro-fessionale e della volontà di un impegno ancora più ampio e re-sponsabile.

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10formazione

Questa tesi nasce dal desiderio di approfondire la conoscenza ri-guardo la relazione e la comunica-zione che si viene a creare tra in-fermiere e paziente nel reparto di emodialisi, avere una panorami-ca della qualità dell’assistenza e la soddisfazione sia del paziente, sia del personale infermieristico e, se possibile, migliorare tale realtà.

Il ruolo dell’infermiere nella relazione con il paziente dializzato: due centri a confronto

ABSTRACT • TeSi di LAuReA in infeRmieRiSTiCA A.A.2010/2011

Candidato: Benedetta ZaiRelatore: Veschetti Giuseppina

La prima parte di questo elaborato fornisce una descrizione generale circa gli aspetti psicologici della vi-ta nel reparto di emodialisi. Vengono analizzati i modelli tera-peutici di riferimento: il modello biomedico, secondo il quale l’og-getto principale è la malattia, defi-nita in termini puramente biologi-ci ed in cui i veri protagonisti sono

la malattia e l’esperto della malat-tia; e il modello umanistico, che af-ferma la pari dignità sia della pa-tologia, sia del vissuto di malattia, affermando la necessità di con-frontarsi con il significato, del tutto soggettivo, che la malattia riveste per il malato. La relazione medico-paziente non è più un mezzo al fi-ne di formulare una diagnosi, ma

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11formazione

un’importante processo che ha co-me protagonista il malato. Un altro tema trattato è la relazione d’aiuto, ossia la ricerca, tramite l’u-so di tecniche comunicative mira-te, di aiutare il soggetto in difficoltà a risolvere il suo stato di sofferen-za con l’utilizzo del dialogo come terapia. Caratteristiche peculiari di una relazione d’aiuto sono: volon-tà reciproca, da parte del terapeuta e del malato, di relazionarsi e l’esi-stenza di un rapporto comunicati-vo tale da permettere l’instaurazio-ne di un clima di fiducia.Nel capitolo successivo viene pre-sentato il tema della comunica-zione, argomento molto importan-te da analizzare in un reparto come quello della dialisi, dove l’intensità del rapporto e le molte ore vissute con il paziente fanno della comu-nicazione un tema fondamentale. La comunicazione interpersonale

costituisce lo strumento indispen-sabile per acquisire i dati necessa-ri all’individuazione dei bisogni di salute delle persone e per attuare, di conseguenza, gli interventi più opportuni.A fronte di quanto presentato, non è possibile escludere dall’a-nalisi il tema del burnout, la situa-zione per cui, dopo mesi o anni di attività svolta con impegno ed ef-ficienza, gli operatori dei servizi so-ciosanitari entrano in una fase di demotivazione e stanchezza mani-festando apatia, nervosismo, indif-ferenza, nei confronti del loro lavo-ro. Questa situazione è ancor più frequente nei reparti dove la rela-zione infermiere – paziente risulta più pesante e di maggior fatica psi-cologica, come la dialisi.Si è dunque pensato di sommini-strare un questionario ad infermie-ri e pazienti, al fine di valutare la

soddisfazione personale, la qualità del lavoro e dell’assistenza e otte-nere punti di partenza per un mi-glioramento della stessa.Per raggiungere tale obiettivo è stato somministrato personalmen-te, nel mese di aprile, un questio-nario da me redatto e valutato da una psicologa, una statistica e dalla relatrice. Il campione include sog-getti di entrambi i sessi e coinvolge 22 infermieri del reparto di Emo-dialisi dell’Ospedale di Novara, 25 infermieri del reparto di Emodia-lisi dell’Ospedale di Biella, 65 pa-zienti in cura nel reparto di Emo-dialisi dell’Ospedale di Novara e 32 pazienti in cura nel reparto di Emodialisi dell’Ospedale di Biella. I pazienti non collaboranti sia per volontà manifesta che per deficit cognitivo o perché in condizioni di salute precarie, sono stati esclu-si dall’indagine.

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12formazione

te in entrambi i reparti e, a simili li-velli, un alto grado di soddisfazione del lavoro svolto negli ospedali del-

I risultati più interessanti che abbia-mo ottenuto indicano un alto grado di soddisfazione delle cure ricevu-

le due città. Si può dire che più che di qualità del servizio si può parlare di eccellenza dei due poli.

Figura 1: distribuzione delle risposte degli infermieri di Biella e Novara alla domanda 5: «È soddisfatto di lavorare in questo reparto?».

Figura 3: distribuzione delle risposte degli infermieri di Biella e Novara alla domanda 18: «Ritiene le occasioni formative fondamentali per garantire una migliore assistenza?».

Un altro aspetto che l’indagine ha messo in luce è la carenza di eventi formativi per gli infermieri e di oc-casioni di sostegno per il paziente

dializzato.L’indagine ha anche evidenziato l’esigenza di entrambi i gruppi di occasioni di formazione e confron-

to, ritenendole fondamentali per il raggiungimento di risultati ancora migliori.

Un primo passo per il miglioramen-to dell’assistenza erogata potreb-be essere l’organizzazione di eventi formativi specifici per gli infermie-ri, mirati a raggiungere una mag-gior consapevolezza del valore del-la relazione e delle conseguenze

che il rapporto paziente-infermie-re può causare. Affrontare preven-tivamente queste situazioni, oltre a migliorare la qualità dell’interven-to, può ridurre il malessere degli operatori ed il burnout.Le occasioni di incontro per i pa-

zienti in trattamento dialitico, po-trebbero essere caratterizzate da un’indagine psicologica e dalla for-mazione di gruppi di auto mutuo aiuto che, in altri contesti, si sono dimostrati efficaci nel combattere i danni psicologici della malattia.

Figura 2: distribuzione delle risposte dei pazienti di Biella e Novara alla domanda 5: «È soddisfatto delle cure che riceve in questo reparto?».

Figura 4: distribuzione delle risposte dei pazienti di Biella e Novara alla domanda 19: «All’interno del reparto di Emodialisi vengono organizzati eventi, quali?».

51,02%32,65%

16,33%

Abbastanza 32,7%Moltissimo 16,3%Molto 51,0%Totale 100,0%

41,67%

8,33%

39,58%

10,42%

Abbastanza 39,6%Moltissimo 10,4%Molto 41,7%Poco 8,3%Totale 100,0%

52,04% 17,35%

2,04%

28,57%

Abbastanza 17,3%Moltissimo 28,6%Molto 52,0%Poco 2,0%Totale 100,0%

93,02%

6,98%

Nessuno 93,0%Non so 7,0%Totale 100,0%

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13formazione

Bibliografia

Sitografia

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BackgroundL’esperienza della vita di tutti i giorni porta a comprendere l’im-portanza dell’interazione con altri individui: ogni giorno ci capita di entrare in relazione con qualcuno e di gestire scambi comunicativi. Paul Watzlawick introduce il con-

La relazione assistenziale nella tecnica infermieristica: indagine in settori dell’A.S.L. VCO

ABSTRACT • TeSi di LAuReA in infeRmieRiSTiCA A.A.2010/2011

Candidato: Mattia ValentiniRelatore: Luciano Giroldini

cetto di “impossibilità di non co-municazione”, secondo cui qualsi-asi interazione umana è una forma di comunicazione, questo perché qualunque comportamento che viene adottato da una persona, assume un determinato significa-to per le altre.

La relazione diventa quindi un ca-rattere dominante della vita quo-tidiana. In modo particolare ciò è accentuato nelle situazioni di bi-sogno, in cui gli interlocutori assu-mono i ruoli di aiutante e di aiu-tato, instaurando un’interazione, chiamata relazione d’aiuto, che

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offre risorse relazionali-psicologi-che per affrontare adeguatamen-te il bisogno. Questo è ciò che sta alla base dell’assistenza infermieri-stica, un rapporto tra infermiere e paziente costruito su una visione olistica di esso.L’elaborato affronta la tematica della dimensione relazionale-co-municativa tra il personale infer-mieristico, i pazienti e le loro fami-glie, in alcuni settori assistenziali. Questo aspetto rientra nel conte-sto dell’assistenza infermieristica anche attraverso i documenti che regolamentano la professione, ov-vero il Profilo Professionale dell’In-fermiere (in particolare l’articolo 1) e il Codice Deontologico (articoli 2, 8, 20, 22, 23, 24 e 39). La presenza di alcune difficoltà co-municative e di relazione, conse-guenti a vari fattori, quali, ad esem-pio, le condizioni organizzative ed operative, le condizioni assisten-ziali e le condizioni dell’assistito, potrebbero portare ad una ridu-zione della qualità dell’assistenza percepita ed erogata.

ObiettivoLo scopo della ricerca è di osser-vare e descrivere le modalità rela-zionali-comunicative tra equipe in-fermieristica, utenza e le famiglie in tre aree assistenziali differenti (area critica, assistenza domicilia-re e cure palliative) durante l’atti-vità assistenziale, in particolare nel momento della somministrazione della terapia.

Tipo di studioStudio osservazionale di I livello.

Materiali e MetodiLa popolazione dello studio è rap-presentata dagli eventi comuni-cativo-relazionali che si sviluppa-no durante le attività assistenziali, in particolare nel momento del-la somministrazione della terapia;

per un totale di 90 osservazioni a random, suddivise equamente per ogni area durante i diversi turni di lavoro del personale infermieristi-co. Il setting è rappresentato da una Struttura di Cura palliative, da una di Cure domiciliari e da una di Te-rapia intensiva. Il metodo utilizzato per la raccol-ta dei dati è l’osservazione in cie-co, attraverso l’utilizzo di una gri-glia osservazionale costruita ad hoc e desunta dalla revisione bi-bliografica. Tale strumento è costituito da tre parti:●● la prima, descrive le caratteristi-

che del paziente e comprende l’area di appartenenza, il sesso, l’età, la presenza di parenti o ca-regiver, la tipologia di paziente (se vigile, soporoso, confuso o depresso), se vi sono presenti condizioni che possono compli-care la comunicazione, come la difficoltà di comprensione della lingua italiana, la presenza di dolore e le difficoltà uditive,

●● la seconda prende in considera-zione le caratteristiche dell’infer-miere, ovvero, il sesso, gli anni di lavoro come infermiere e nell’a-rea di appartenenza, il turno di lavoro, le ore dall’inizio del turno e le condizioni organizzative (la presenza di altri infermieri, si-

tuazione di urgenza e la varia-zione numerica delle presenze infermieristiche in turno),

●● l’ultima parte prevede le carat-teristiche comunicativo-relazio-nali, nonché un elenco di azioni infermieristiche che sono state osservate durante l’atto di som-ministrazione della terapia.

È stata creata inoltre una legenda al fine di oggettivare le voci della griglia, riducendo il rischio di in-terpretazione personale da parte dell’osservatore.

RisultatiL’analisi dei dati è stata effettua-ta ordinando gli stessi in tabelle e grafici, dapprima quelli inerenti alle caratteristiche del paziente e dell’infermiere, per poi continuare con le variabili comunicativo-rela-zionali osservate durante gli even-ti. Infine, tali variabili sono state poi messe in relazione, attraverso delle tabelle, con le osservazioni svilup-pate, divise per tipologia di pazien-te, condizioni organizzative, condi-zioni ostacolanti la comunicazione e ore dall’inizio del turno. I dati scaturiti dall’indagine pos-sono essere sovrapponibili a ciò che viene descritto in letteratura sull’argomento. Da essi è possibile notare il diverso approccio che as-sume la relazione in rapporto alle diverse situazioni, come ad esem-

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96% del personale infermieristico. Le azioni a minor incidenza risulta-no essere “interrompe il paziente” e cambia argomento di discussione”, compiute rispettivamente dal 4% e dal 7% degli infermieri. Altre variabili significative riguar-dano “utilizza il sorriso” svolto nel 62% dei casi, la “ricerca del contat-to visivo” utilizzata dal 74% del per-sonale infermieristico, il “contatto corporeo” segnalato nel 36% dei casi e infine la variabile “si presen-ta” svolta dal 21% degli infermie-ri, ma nel 66% dei casi non è stato possibile valutarlo in quanto il mo-mento dell’osservazione non rap-

pio, l’area di appartenenza (cure domiciliari, area critica e cure pal-liative), la presenza di ostacoli alla comunicazione (esempio dolore o difficoltà uditive), le condizioni or-ganizzative (in particolare la pre-senza di altri infermieri o meno durante l’azione) e la tipologia di paziente (vigile, soporoso, confu-so o depresso). Tra le variabili relazionali osserva-te, quelle maggiormente svolte si identificano in “offre la possibilità al paziente di esprimersi” e “man-tiene una postura aperta verso il paziente”, che sono state effettua-te rispettivamente dal 97% e dal

Si presenta

Ricerca il contatto visivo

Riafferma

Utilizza il sorriso

Contatto corporeo

Rispecchia

presentava il primo contatto con l’assistito.Le tecniche di comunicazione effi-cace risultano essere state più uti-lizzate nei settori di cure domicilia-ri e di cure palliative (settori dove probabilmente è maggiormente presente l’educazione terapeuti-ca): in particolare nel primo setto-re la più frequente è stata il riaffer-mare (83%) mentre nel secondo il focalizzare (80%). Sul totale del-lo studio la tecnica comunicativa più adottata risulta essere il rias-sumere (62%), mentre quella me-no svolta risulta la verifica consen-suale (10%).

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17formazione

ConclusioniIl Profilo Professionale e il Codice Deontologico delineano l’assisten-za infermieristica come “un’assi-stenza di natura tecnica, relazio-nale ed educativa” (Art. 1 Profilo Professionale), in cui “l’infermiere presta assistenza nel rispetto del-la vita, della salute e della dignità della persona, secondo principi di equità e giustizia” (Art. 3-4 del Co-dice Deontologico). Ciò rappre-senta il punto di partenza su cui costruire l’assistenza e tutto il per-

corso assistenziale, poiché il pa-ziente, prima di “essere paziente”, è persona e come tale deve essere considerato. L’approccio comunicativo-relazio-nale è suscettibile a numerose si-tuazioni, una delle tante può es-sere il sentimento che scaturisce dalla malattia, essa condiziona la vita del paziente, andando a toc-care la sua sfera personale, com-portando reazioni differenti in ogni persona.

È importante dunque adottare un approccio empatico, per compren-dere la sua situazione e costruire un vero e proprio rapporto tera-peutico, servendosi di quelle tec-niche di comunicazione efficace utili a favorire la comprensione da parte dell’infermiere dei bisogni del paziente e l’espressione di essi da parte dell’assistito.Tutto questo al fine di garanti-re un’elevata qualità assistenziale percepita ed erogata.

Chiarisce

Riassume

Focalizza

Verifica consensuale

Testi:1. Mauri Alessandra, Tinti Carla (2002), Formare alla comunicazione.

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2. Bassetti Orlando(2002), Lo specifico relazionale infermieristico: modelli concettuali ed applicati, Roma, Rosini Editore (Capitoli 1-2-3-8).

3. Delfino Vera (2001), La comunicazione paziente-infermiere, Torino, Centro Scientifico Editore ( Capitoli 1-2-3-4 ).

4. Bonaiuto Marino, Maricchiolo Fridanna (2009), La comunicazione non verbale, Roma, Carocci Faber Editore.

5. Sommaruga Marinella (2005), Comunicare con il paziente, Roma, Carocci Faber Editore.

6. Cortese Cecilia, Fedrigotti Agnese (1985), Etica infermieristica: sviluppo morale e professionalità, Milano, Sorbona.

7. Gentili A, Nastasi M, Rigon L. A., Silvestri C., Manganelli P. (2003), Il paziente critico, Milano, Casa Editrice Ambrosiana.

8. Juchli Liliale, Vogel A. (1985), L’assistenza infermieristica di base, Firenze, Rosini Editrice ( Capitoli 1-2-12).

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10. Ripa Paola, Monti Monica (2004), infermieristica clinica, Roma, Carocci Faber Editore (Capitoli 1-7).

Documenti:1. D.M. 14 settembre 1994, n. 739, Profilo Professionale dell’infermiere.2. Codice Deontologico dell’ Infermiere, Gennaio 2009.3. Patto Infermiere-Cittadino, Maggio 1996.4. ACN Medicina Generale, 2005 (Art. 53, allegati G).

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18interviste

A cura di Gabriele Fasolini Vice Presidente Collegio IPASVI Novara-VCO

ialogare...con i Servizi InfermieristiciPresentazione del servizio infermieristico A.S.L. VCO

Breve presentazione iter formativo Diplomato come infermiere nel 1982 presso la scuola Infermieri professionali di Domodossola. Ha la-vorato come infermiere in ambito chirurgico per quattro anni. Nell’an-no 1986/87 ha conseguito il titolo di Abilitazione alle funzioni direttive. Per un anno ha lavorato al servizio infermieristico allora chiamato Uffi-cio CSSA. Dal 1988 al 90 ha lavorato come coordinatore presso la Strut-tura ospedaliera di Urologia del Presidio di Domodossola. Dal 1990 al 1999 ha lavorato come coordinatore della S.C. Rianimazione dello stes-so Presidio . Dal 1999 sino al 2007 ha lavorato come coordinatore dei Pronto Soccorso dei Presidi del VCO e come referente per la formazione dei volontari della Croce Rossa; in questo periodo gli è stata assegnata la posizione organizzativa con il mandato di integrare i pronti soccor-so dei Presidi del VCO. Dal maggio del 2007 dopo selezione interna gli è stata affidata la responsabilità del futuro Servizio infermieristico del presidio di Domodossola. Ha conseguito la laurea Magistrale in scienze infermieristiche e ostetriche nell’anno accademico 2007-2008 presso l’Università Amedeo Avogadro del Piemonte Orientale. Dal 1-10-2010, successivamente al superamento del concorso e alla nomina come di-rigente delle professioni sanitarie, gli è stata assegnata la dirigenza co-me facente funzione della SOC SITRPO dei Presidi e del Territorio A.S.L. VCO; contemporaneamente mantiene la Dirigenza del Servizio Infer-mieristico del Presidio di Domodossola.

L’intervista di questo numero è rivolta al Dirigente Responsabile del SITRPO dell’A.S.L. VCO, Dottor Marcello SENESTRARO

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19interviste

Breve presentazionedell’A.S.L. VCO.

L’Azienda Sanitaria Locale del Ver-bano Cusio ed Ossola – nata come A.S.L. 14 VCO dall’accorpamento, avvenuto il 1° gennaio 1995, delle 3 precedenti Unità Sanitarie Locali (l’Usl 55 di Verbania, 56 di Domo-dossola e 57 di Omegna), deno-minata A.S.L. VCO dal 1° genna-io 2008 – presenta un’estensione territoriale di circa 2300 kmq, per il 96% montani, una densità abita-tiva media di 74 abitanti/Kmq, 84 Comuni e 174.036 abitanti.L’Azienda gestisce:●● l’OSPEDALE UNICO PLURISEDE

con due Presidi Ospedalieri:– Ospedale Castelli di Verbania– Ospedale S. Biagio di Domo-

dossola●● Tre Distretti Sanitari Territoriali:

– Domodossola – Omegna– Verbania

L’A.S.L. VCO è inserita organica-mente nel servizio sanitario regio-nale piemontese con la finalità di proteggere, promuovere e miglio-rare la salute della popolazione re-sidente mediante programmi ed azioni coerenti con i principi e con gli obiettivi indicati dalla pianifica-zione sanitaria e socio assistenziale nazionale e regionale.La missione dell’azienda è rispon-dere ai bisogni ed alle aspettative di salute dei cittadini gestendo con efficienza le risorse disponibili per garantire prestazioni di prevenzio-ne, cura e riabilitazione efficaci ed appropriate, offerte con tempesti-vità, rispetto della persona ed in condizioni di sicurezza.La visione dell’azienda si caratte-rizza per la capacità di sviluppa-re integrazioni, alleanze e sinergie all’interno del sistema sanitario re-gionale e con il contesto locale e sovrazonale, per realizzare una re-te integrata di servizi finalizzata al-

la tutela della salute, in un’ottica di miglioramento continuo, di inno-vazione organizzativa, di sviluppo e valorizzazione delle professionalità.I valori guida che orientano e so-stengono le azioni ed i compor-tamenti dei singoli operatori e dell’intera organizzazione sono: il farsi carico dei bisogni della perso-na – la semplificazione dell’acces-sibilità e fruibilità dei servizi assi-curando equità, solidarietà e pari condizioni – la trasparenza dei pro-cessi decisionali e dell’azione orga-nizzativa – la sistematica informa-zione al cittadino ed ai fruitori dei servizi circa i loro diritti ed oppor-tunità – la responsabilità ed auto-nomia dei professionisti mediante lo sviluppo del governo clinico – l’efficacia e l’appropriatezza delle prestazioni perseguita integrando i servizi sanitari e sociali e costruen-do percorsi diagnostici terapeutici assistenziali improntati alla medici-na basata sulle evidenze scientifi-che – l’aggiornamento e lo svilup-po delle competenze professionali – l’equilibrio economico-finanzia-rio complessivo come risultato del-la qualità e dell’appropriatezza dei servizi resi – l’innovazione organiz-zativa – la sicurezza delle attività e

degli ambienti di lavoro.

Come si articola il SITRPOdell’A.S.L. VCO?

Il SITRPO è in line alla Direzione Generale e operativamente al Di-rettore Sanitario Strategico. Il per-sonale del comparto dipende dal Dirigente del SITRPO ed è in line allo stesso come definito dall’at-to aziendale. Il SITRPO è formato da tre strutture semplici con a ca-po un dirigente infermieristico. Gli Ospedali sono organizzati in base all’intensità di cura. Esistono all’in-terno del SITRPO dei Referenti di Area, coordinatori infermieristici, che hanno un mandato di suppor-to di tipo trasversale. Il referente, con posizione organizzativa, si oc-cupa dei progetti del SITRPO; è un coordinatore di struttura che, co-me da mandato funzionale, si oc-cupa anche di progetti trasversali. I referenti di area sono stati indi-viduati anche in base alla com-plessità dell’area dei singoli Presi-di Ospedalieri; per questo esistono anche referenti di area che si occu-pano di più ospedali. Il SITRPO è composto da tre Diri-genti Infermieristici, fra cui il Dot-

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20interviste

coordinatori infermieristici vengo-no invitati quando alle riunioni di-partimentali ci sono all’ordine del giorno argomenti che interessano l’attività assistenziale.

Quali sono le Funzioni dei Coordinatoridi Dipartimento?

Attualmente non sono individua-ti i Coordinatori Infermieristici di Dipartimento. Ogni Coordinatore Infermieristico gestisce le risorse assegnate. Sono state create del-le apposite procedure che aiutano il singolo Coordinatore nella ge-stione del personale e di tutte le attività correlate all’attività dell’a-rea omogenea. Per i problemi ge-stionali complessi vengono attivati i singoli referenti di area. La super-visione è sempre a carico del Di-rigente infermieristico del singo-lo SITRPO periferico. I tre Dirigenti infermieristici lavorano sempre in sinergia. Tutte le decisioni vengo-no presentate alla Direzione Gene-rale in modo collegiale. Per favorire la circolazione delle informazioni tutti i Coordinatori vengono riuni-ti in plenaria una volta al mese e in plenaria straordinaria ogni volta che occorre prendere una decisio-ne importante di tipo organizzati-vo o assistenziale.

I modelli assistenziali utilizzati dal personale infermieristico e la macroorganizzazione presenteall’interno dell’Azienda.

A oggi, maggiormente nelle strut-ture aggregate in aree omogenee, i Coordinatori, per mandato del SI-TRPO, lavorano per organizzare un nuovo modello assistenziale per piccole equipe o a moduli. Il grup-po si sta orientando verso l’orga-nizzazione dell’assistenza per pic-cole equipe. Ovviamente occorre

minuti di assistenza per assistito al giorno. Altro progetto portato a termi-ne è l’esternalizzazione di alcune attività svolte in precedenza dal personale di supporto, esempio: trasporto campioni biologici, tra-sporto pazienti dai reparti ai servi-zi diagnostici, trasporto materiale di consumo dai magazzini ai repar-ti/servizi. L’esternalizzazione ha permesso di recuperare 8 ore di lavoro per ogni area omogenea. I traspor-ti sono regolamentati con appo-sita procedura che definisce chia-ramente “chi fa che cosa”. Tutti gli addetti al trasporto hanno segui-to dei corsi specifici (movimenta-zione paziente, privacy, BLS, rischio biologico); garantiscono 2100 tra-sporti al mese.Inizialmente è stato difficile per il personale medico e infermieristi-co gestire i posti letto come area omogenea e non come singolo re-parto con “x” posti letto.La direzione SITRPO è presente con diritto di voto in ogni Dipartimento. Ogni Dirigente Infermieristico si occupa di alcune aree omogenee. Alle riunioni di Dipartimento sono presenti anche i referenti di area. I

tor M. Senestraro, che è il respon-sabile facente funzione della S.O.C. SITRPO. In ogni sede, oltre al Dirigente In-fermieristico, vi è un coordinatore infermieristico e un amministrativo per far fronte a tutte le attività del-la struttura semplice.

Quali sono le FunzioniCentrali della DirezioneSITRPO?

La funzione più difficile, essendo classificato come unico Ospeda-le con plurisedi, è quella dell’inte-grazione di tutte le attività presenti nei singoli Presidi Ospedalieri. Altra difficoltà è promuovere una politi-ca della gestione delle risorse uma-ne garantendo l’integrazione per aree omogenee basandosi sul cor-retto fabbisogno di risorse. Grosso impegno del SITRPO è ga-rantire il turnover del personale in-fermieristico e di supporto. All’i-nizio l’organico è stato definito tramite il DGR del 1995. Con l’in-troduzione delle aree omogenee, lo standard di riferimento è quel-lo evidenziato dallo studio MAP; ad esempio in un’area omogenea chirurgica vengono garantiti 216

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21interviste

SITRPO in collaborazione con l’a-rea amministrativa preposta, i co-ordinatori e i referenti di area. All’interno dell’Azienda c’è una re-golamentazione per la mobilità in-tra-aziendale; l’operatore può fare domanda al SITRPO che valuterà la documentazione curricolare e la predisposizione tramite collo-quio individuale.

L’organizzazione offre effettive possibilità di carriera per tutti?

Attualmente il percorso di carrie-ra non è ancora ben definito con la Direzione Generale. Gli obiettivi raggiunti sono:●● il riconoscimento degli infer-

mieri consulenti;●● gli infermieri coordinatori di

area;●● i coordinatori che lavorano al-

l’interno del SITRPO;●● il riconoscimento per tutti i co-

ordinatori la doppia indennità di coordinamento.

Quali sono, secondo lei, le cose più urgenti da migliorare nell’Ospedalein cui lavora?

Migliorare l’integrazione multidi-sciplinare all’interno delle nuove aree omogenee appena costituite . Un dato importante è che da par-te dell’utenza ci sono rare presen-tazioni di lamentela nei confronti dell’assistenza infermieristica ero-gata.

Quali sono, secondo lei, le cose da non cambiare nell’Ospedale in cui lavora?

Il rapporto che si è creato all’in-terno della Soc. SITRPO tra i diri-genti infermieristici, i coordinato-ri, gli infermieri e il personale di supporto.

cumentazione informatizzata. La teorica di riferimento è la stessa proposta dall’università (Tassono-mia Nanda) anche se era diversa in alcune strutture; in questo mo-mento si sta lavorando anche per unificare la teorica infermieristi-ca di riferimento. Con la definizio-ne delle aree per intensità di cura si è provveduto a rivedere l’orga-nizzazione del lavoro quotidiano; in molte aree come strumento si utilizza già il briefing e il de briefing evitando all’infermiere il classico giro visita.Come SITRPO si crede molto alla sicurezza e quindi si continuano a organizzare corsi sulla movimenta-zione del paziente. In contempo-ranea con la Direzione Generale si è raggiunto l’obiettivo di for-nire ausili meccanici per la movi-mentazione del paziente a tutte le realtà assistenziali complesse; tut-ti gli operatori continuano ad esse-re sensibilizzati sull’utilizzo corret-to degli ausili. Questo obiettivo ha permesso al SITRPO di ridurre gli spostamenti di operatori con limi-tazioni di carico prescritti dal me-dico competente.Tutto il personale è coinvolto per la definizione degli obiettivi formati-vi per l’anno corrente. Il SITRPO ge-stisce circa 1200 risorse. La formazione ECM è gestita dal

superare le problematiche dovute alla consuetudine di tutti di lavo-rare per compiti. Inoltre molti in-fermieri non sono ancora abitua-ti a lavorare in equipe con gli O.S.S. Oggi nelle aree omogenee a media intensità di cura il rapporto è di un infermiere e un O.S.S. ogni 10 assi-stiti. In questo momento vi è anco-ra la difficoltà di garantire la presa in carico dell’assistito alla singola equipe; la difficoltà potrà essere su-perata solo con una continua for-mazione.Uno strumento che permetterà a tutti gli operatori di lavorare me-glio e in sicurezza è l’introduzione della cartella infermieristica infor-matizzata. Il VCO sta lavorando da tre anni al progetto di informatiz-zare tutta la documentazione. La cartella infermieristica sarà inte-grata con la cartella clinica medica. A livello aziendale si sta sviluppan-do l’attività di consulenza infermie-ristica per alcuni settori: infezioni ospedaliere, lesioni da pressione, cateteri venosi centrali – PIC –.In questa prima fase di sviluppo del lavoro per piccole equipe gli in-fermieri non sono ancora respon-sabili di tutto il percorso del pa-ziente; l’obiettivo del SITRPO è di rendere omogenea entro il 2012 la documentazione clinico infer-mieristica e di utilizzare solo la do-

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22clinica infermieristica

1. INTRODUZIONECon i Decreti Legislativi 502/92 e 517/93 (TITOLO II Prestazioni-Controlli di qualità), viene intro-dotto per la prima volta in un te-sto di legge il concetto di qualità delle prestazioni rese nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale. Le Aziende Sanitarie sono tenute non solo alla realizzazione di risul-tati d’efficienza ed efficacia sul pia-no sanitario e tecnico-economico, ma anche ad una gestione che pro-duca la soddisfazione dell’utenza in relazione alla qualità dei servizi erogati. Si richiede quindi di ascol-tare, dare peso e valutare la qualità percepita dall’utente e di definire obiettivi e standard, misurabili tra-mite l’utilizzo di indicatori di qua-lità dei servizi e delle prestazioni. L’ulteriore impegno consiste nella predisposizione di azioni di miglio-

SODDISFAZIONE UTENTE: il miglioramento della metodologia d’indagine per efficaci azioni correttive

A cura di Daniela ImperialiConsigliera IPASVI Novara-VCOe Anna Porcu Coordinatore infermieristico

Istituto Auxologico ItalianoOspedale San Giuseppe, Piancavallo

ramento qualora gli standard non fossero raggiunti.Negli anni lo Stato, attraverso le indicazioni del Ministero della Sa-lute, ha emanato delle Norme per l’ACCREDITAMENTO ISTITUZIONA-LE, che autorizzano, se rispettate, all’esercizio dell’attività sanitaria e ai rimborsi regionali (in pratica so-stituiscono, ma sono più prescrit-tive, il vecchio sistema di conven-zionamento).In Regione Piemonte il D.C.R. 22.02.2000 definisce i requisiti ge-nerali sulla realizzazione delle in-dagini di soddisfazione recependo il precedente D.P.R. 14.01.97 che a sua volta definiva i requisiti strut-turali, tecnologici e organizzativi minimi per l’esercizio delle attivi-tà sanitarie, da parte delle struttu-re pubbliche e private.Fra i requisiti della Regine Piemon-

te in tema di soddisfazione del cliente (intensa come la reazione emotiva del cliente in risposta al-la sua esperienza nei confronti di un prodotto o di un servizio, stret-tamente legata allo scarto tra le sue attese e la percezione dell’e-sperienza fruita), si segnalano i se-guenti : ●● la Direzione Generale dell’A-

zienda prevede attività siste-matiche atte a valutare e miglio-rare la qualità dei servizi erogati all’utente;

●● vengono effettuate indagini per valutare la soddisfazione degli utenti;

●● esiste un sistema di raccolta de-gli elementi sulla soddisfazione degli utenti (questionari, re-clami, ecc.) rispetto alle attività assicurate dall’Azienda;

●● a seguito delle indagini effet-

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23clinica infermieristica

verati. Semestralmente i dati sono elaborati e presentati graficamente (confronti diacronici, confronti fra servizi o Unità cliniche omogenee). Un’apposita “commissione” si riuni-sce per l’analisi dei risultati, deline-ando le possibili azioni di miglio-ramento con le relative priorità. Il risultato dell’indagine semestra-le, integrato dall’analisi effettuata, è successivamente diffuso a tutti i Responsabili del presidio.

3. IL PROGETTO Dall’analisi dei dati dell’anno 2010 emergevano alcune criticità lega-te alla elevata numerosità delle mancate risposte e all’impossibili-tà di analizzare nello specifico alcu-ni aspetti. Nell’anno 2011 un pia-no di miglioramento prevedeva il perfezionamento dell’indagine di customer attraverso la revisione del questionario di gradimento e le modalità di acquisizione ed ela-borazione dei dati. L’obiettivo fina-le del progetto mirava a ottenere dati chiari e significativi, per me-glio orientare ad intraprendere azioni correttive efficaci.

4. CONCLUSIONII risultati rappresentati ( parziali ri-spetto all’intero progetto) dimo-strano come le modifiche intra-prese ( revisione delle domande del questionario e della modalità di aggregazione del dato per l’a-nalisi) abbiano migliorato la visio-ne del percepito dell’utente, per-mettendo così di entrare nello specifico e consentendo ai diversi Responsabili di attuare azioni cor-rettive mirate rispetto alle proble-matiche emerse.

e informazioni (tra cui risultano importanti quelli derivanti dalla customer satisfaction).

Un’indagine di customer satisfac-tion deve essere innanzitutto ade-guatamente progettata, ovvero seguire un percorso corretto che consenta di stabilire con chiarezza obiettivi, strumenti, attori e moda-lità di verifica dei risultati ottenuti. ( Governo Italiano URP degli URP).

2. IL CONTESTOL’Istituto Auxologico Italiano Ospe-dale San Giuseppe a Piancavallo, nell’ambito dei riferimenti norma-tivi sopracitati, nonché del proprio SGQ, ha definito e documentato un percorso di indagine qualitati-va per realizzare un proprio siste-ma informativo che consenta di comprendere le aspettative e ca-pire come le prestazioni erogate vengano percepite dagli utenti. La dimensione qualitativa considera elementi direttamente percepiti e valutati dal paziente ricoverato tra cui qualità relazionale (cortesia e disponibilità degli operatori, em-patia, rispetto privacy ecc.) quali-tà organizzativa e professionalità.L’Ospedale San Giuseppe ha defi-nito degli standard, a cui le diverse Unità Organizzative devono atten-dere, sulle diverse dimensioni del-la qualità indagata. Il monitoraggio continuo dei dati e gli scostamen-ti rilevati attivano azioni di miglio-ramento che coinvolgono tutto il personale che opera in struttura.Nella nostra esperienza lo stru-mento utilizzato per la rilevazione della qualità percepita è un que-stionario di gradimento autosom-ministrato per tutti i pazienti rico-

tuate sono documentati inter-venti per migliorare la soddi-sfazione degli utenti e degli operatori;

●● vengono svolti confronti diacro-nici, ovvero vengono esaminati gli scostamenti dei livelli di sod-disfazione per le stesse presta-zioni nel corso del tempo;

●● vengono svolti confronti fra ser-vizi simili;

●● i risultati dei questionari ven-gono aggiornati periodica-mente;

●● dall’elaborazione dei questio-nari vengono prodotti un rap-porto di analisi, una priorità degli interventi necessari, una raccolta delle idee di migliora-mento ed una definizione delle azioni possibili nel breve e me-dio periodo.

Il rilevante compito di diffusione della cultura della qualità è sta-to assolto dall’Organizzazione In-ternazionale per le Standardizza-zioni ISO che, già dal 1987, aveva adottato in tema di certificazione di un sistema di qualità, le norme conosciute con il nome ISO 29000, aggiornate nel 1994 con il Nome ISO 9000, fino alle recenti versio-ni del 2000, del 2005 e del novem-bre 2008.Anche in sanità, per evidenziare che prodotti e servizi offerti sono sotto controllo e poter offrire ai clienti la garanzia della qualità, la strada è quella di far certificare vo-lontariamente il Sistema di Gestio-ne per la Qualità (SGQ) aziendale secondo la Norma ISO 9001:2000. Il valore fondamentale in un SGQ è la soddisfazione del cliente.La norma si basa su otto principi di gestione, tra cui:●● l’orientamento al cliente che sot-

tintende la consapevolezza da parte delle organizzazioni di di-pendere dai propri clienti;

●● le decisioni sono basate su dati di fatto quindi sull’analisi di dati

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24clinica infermieristica

AREA

Questionario di gradimento diffuso nel 1° semestre 2010

Diritto alla riservatezza delle informazioni persona-li e della propria vita privata.

●✔ Molto soddisfatto●✔ Soddisfatto●✔ Poco soddisfatto●✔ Insoddisfatto●✔ “Non sa/non risponde” categoria unica dove l’o-peratore URP inserisce le mancate risposte

ANALISILa percentuale di persone che non sanno/ non ri-spondono è troppo elevata, dall’analisi emergono le seguenti considerazioni e ipotesi:●● la domanda potrebbe non essere comprensibile

per l’utente;●● le espressioni “non sa” e “non risponde” possono

sotto intendere significati diversi;●● la modalità di formulazione della domanda non

PRIVACY · soddisfazione utenti1° semestre 2010

non sa/non risponde40,64%

2,16%

3,52%

27,84%

25,84%

insoddisfatto

poco soddisfatto

soddisfatto

molto soddisfatto

consente di identificare un preciso destinatario del giudizio.

AZIONI CORRETTIVEÎÎModificare il testo della domanda definendone un preciso contesto.ÎÎInserire tra le possibili risposte il “non saprei” per separarlo dalle non risposte in sede di acquisi-zione del dato.

IL CAMBIAMENTO

Questionario di gradimento diffuso nel 1° semestre 2011

In Reparto ritiene rispettata la PRIVACY durante– le attività assistenziali mediche– le attività assistenziali infermieristiche

●✔ Ottimo ●✔ Soddisfacente●✔ Insoddisfacente●✔ Pessimo ●✔ Non saprei●✔ “Non risponde”: categoria dove l’operatore URP inserisce le mancate risposte

RISULTATILa chiara identificazione delle aree di valutazione permette:●● all’organizzazione di intraprendere eventuali in-

terventi mirati;

●● all’utente di capire l’oggetto della valutazione, dimostrato dal fatto che i soggetti che non sanno o non rispondono diminuiscono.

PRIVACY · soddisfazione utenti1° semestre 2011

50%48%

36% 35%

4%5% 6%9%3%2% 1%1%

ottimo

soddisf

acente

insoddisf

acente

pessimo

non saprei

non risponde

TUTELA PRIVACY

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25clinica infermieristica

AREA

Questionario di gradimento diffuso nel 1° semestre 2010

Come giudica l’assistenza infermieristica rispetto a:– accoglienza – cortesia – informazioni– attenzione – disponibilità

●✔ Molto soddisfatto●✔ Soddisfatto●✔ Poco soddisfatto●✔ Insoddisfatto●✔ “Non sa/non risponde” categoria unica dove l’o-peratore URP inserisce le mancate risposte

ANALISINonostante i risultati positivi dell’indagine:●● la modalità con cui i dati sono aggregati ( risul-

tati sui diversi item assemblati in unico giudizio) non consente di capire il peso dei singoli;

●● alcuni item sono poco chiari e contestualizzati: ”disponibilità”, “informazioni”.

AZIONI CORRETTIVEÎÎModificare il testo della domanda descrivendo l’oggetto del giudizio in modo dettagliatoÎÎModificare la modalità di rappresentazione del dato consentendo l’analisi di ogni singolo item.

●✔ Insoddisfacente●✔ Pessimo ●✔ Non saprei●✔ “Non risponde”: categoria dove l’operatore URP inserisce le mancate risposte

RISULTATI Emergono chiaramente differenze di giudizio nei diversi item analizzati e nei confronti fra reparti.

IL CAMBIAMENTO

Questionario di gradimento diffuso nel 1° semestre 2011

Come giudica l’assistenza infermieristica rispetto a:– cortesia– accuratezza delle prestazioni assistenziali– informazioni rispetto alle cure ricevute– capacità di farla sentire a proprio agio e sicuro

●✔ Ottimo ●✔ Soddisfacente

ASSISTENZA INFERMIERISTICA

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Consulenza

Responsabilità pRofessionale infeRmieRistiCa

Il Consiglio Direttivo del Collegio IPASVI di Novara - Verbano Cusio Ossola si pone l’obiettivo di fornire la consulenza, ai propri iscritti, su aspetti normativi, giuridico-legali e assicurativi, oltre che deontologici, nell’area della responsabilità professionale infermieristica.

Coloro che intendono avvalersi della consulenza “infermieristica e legale”, possono inoltrare richiesta, compilando il modulo inserito nel sito web, (www.ipasvinovara.it), inviandolo per e-mail o tramite fax (0321/393276), oppure telefonando in segreteria (0321/30237) per concordare un appuntamento. Con le stesse regole, è possibile stabilire, presso la Sede di Verbania, incontri dedicati ai temi sopradescritti.

Per maggiori informazioni visitate il nostro Sito.

CHiusuRa uffiCi peR feRie estiVe

LA SegReTeRiA deL CoLLegio iPASVi noVARA-VCo

RimARRà ChiuSA PeR feRie

dAL 6 AgoSTo AL 18 AgoSTo 2012

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l Collegio

Informiamo gli iscritti che la rivista DIALOGARE

è disponibile sul sitowww.ipasvinovara.it

Nella sezione “Dialogare” del sito è possibile consultare e scaricare

le riviste dal 2009

POSTA ELETTRONICA CERTIFICATAIl Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara - Verbano Cusio Ossola, anche per l’anno 2012 garantisce gratuitamente la casella di posta elettronica certificata (PEC) per tutti i suoi iscritti.

Per coloro che non hanno ancora richiesto l’attivazione della PEC possono farne esplicita richiesta utilizzando l’apposito modulo scaricabile dal sito del Collegio IPASVI di Novara e Verbano Cusio Ossola ed inviarlo al Collegio tramite fax o email.

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A cura di Andreina Zavaglio

AL PRONTO SOCCORSO È L’INFERMIERE CHE “VEDE E TRATTA”tratto da www.ilsole24ore.com

È del 4 aprile la notizia che ha scatenato le ire dei medici; si chiama See&Treat che tradotto in italiano vuol dire “vedere e trattare” il nuovo modo di gestire il pronto soccorso, in cui la fi-gura dell’infermiere diventa sempre più ma-nageriale. La regione Toscana, è stata la prima ad ufficializzare il See&Treat; fino ad allora era stato solo un progetto sperimentale.Ma in cosa consiste il See&Treat nello spe-cifico? All’accesso dell’utente al pronto soc-corso, l’infermiere già incaricato di assegnare il “colore” del triage per stabilire la gravità del caso, può direttamente inviare l’utente dallo specialista senza passare dal medico di pronto soccorso o anche, nel caso di inter-venti minori, intervenire da sé.Dura la risposta della Federazione Nazionale dei Medici: «Le competenze fondanti del ruolo di garanzia del medico non possono essere oggetto di inappropriate sovrappo-sizioni o sottrazioni, costituendo invece un esclusivo obbligo giuridico e un preciso do-vere deontologico del medico».Se quella del See&Treat è una polemica aperta tra medici e infermieri, le “lotte” tra professionisti non si fermano a questa; fisia-tri e fisioterapisti stanno discutendo il nuovo piano di riabilitazione messo a punto dal Mi-nistero della Salute, la contesa degli odon-toiatri al riconoscimento della professione di odontotecnico e degli oculisti al riconosci-mento della professione di ottico è ben nota.

Notizie flash      

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CALL FOR PARTICIPATIONE: L’OMS RECLUTA ESPERTI PER LA ICD-11 tratto da www.who.int

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) lancia un invito a partecipare allo sviluppo di quella che sarà la ICD-11 e che verrà pub-blicata nella sua versione definitiva nel 2015.Per la prima volta, gli esperti di salute pub-blica che lavorano su diagnosi e trattamento dei pazienti hanno l’opportunità di contribu-ire allo sviluppo della nuova edizione della classificazione internazionale delle malattie ICD (International Classification of Diseases).Tra le novità: un nuovo capitolo dedicato alla medicina tradizionale, che costituisce una parte significativa della sanità in molte parti del mondo; la ICD-11 sarà predisposta per usare dati e applicazioni in formato elettronico; sarà aggiornata durante la fase dello sviluppo per riflettere le nuove conoscenze quando vengono aggiunte alla classificazione; la fase di sviluppo si svolgerà in più lingue. Per maggiori informazioni è possibile con-sultare il sito dell’OMS: www.who.int/fea-tures/2012/international_classification_disease/en/index.html.

TELEMEDICINA TAGLIA LA MORTALITÀ DEL 45%tratto da www.ansa.it

Per chi soffre di patologie croniche, la tele-medicina funziona meglio di un farmaco ri-ducendo la mortalità del 45%. Questo dato emerge da uno studio condotto dal Diparti-mento Britannico; lo studio è durato tre anni e ha analizzato più di 6 mila pazienti, a cui è stato installato in casa un dispositivo per il monitoraggio della salute. Dall’analisi si evince inoltre la diminuzione dei ricoveri del 14% con una conseguente riduzione della spesa sanitaria pari all’8%. Laura Gaetano, amministratore delegato dell’University of Pittsburgh Medical Center (Upmc), sostiene che nonostante in Europa la telemedicina sia diffusa a “macchia di leopardo”, ci sono i primi segni di “rivoluzione”: le applicazioni per l’u-tilizzo della telemedicina sono al terzo posto tra le vendite delle industrie sanitarie.

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Buona lettura...Se anche Voi avete letto un libroche vi è piaciuto in modo particolare e volete rendere partecipialtri colleghi, scriveteci, scriveteci e scriveteci...

recensione a cura di Daniela Vadalà recensione a cura di Andreina Zavaglio recensione a cura di Paola Caggiano

COSÌ È LA VITAAutore: Concita De Gregorio Casa Editrice: Giulio Einaudi Editore Anno 2011Pagine 122 Euro 14,50

Un libro stupendo che si legge in due giorni perché non si riesce a smettere! Concita, ricorda che il tempo che passa è un dono inestimabile, il suo libro è un fervido susseguirsi di funerali, morti, libri e film sulla morte. Ma in realtà è un in-no alla vita che stimola la riflessione sulle cose per cui vale la pena vivere per riap-propriarci del senso di precarietà dell’e-sistenza, e obbliga a rivedere ogni vol-ta il nostro rassicurante sistema di valori. Del morire, spesso si parla di nascosto: ai bambini è negata l’esperienza della fine, in ospedale spesso il morire viene cela-to perché si tende a non dire al malato cosa gli sta per accadere. Non parlarne è come non parlare della vita stessa. In questa intensa narrazione, Concita chie-de di seguirla proprio nei luoghi rimossi dal vivere contemporaneo. La parte più toccante del libro è la prima, che introdu-ce alla riflessione: accettare la morte con serenità, come una parte naturale della nostra esistenza.

ZIGULÌAutore: Massimiliano VergaCasa Editrice: Mondadori Anno 2012Pagine 186 Euro 16,50

Il cervello di Moreno è grande come uno Zi-gulì. Inizia così il romanzo di Massimilia-no Verga, padre di Moreno, un bambino di otto anni che è cieco sin dalla nasci-ta e portatore di diversi handicap che lo accompagneranno per tutta la sua vita senza margine di miglioramento. Il pa-dre in questo libro, che ha suscitato mol-teplici critiche e discussioni degli esperti, ci racconta tutta la sua disperazione, rab-bia, stanchezza, difficoltà e amore. Un in-sieme di brevi riflessioni, considerazioni feroci e lunghe descrizioni. Una raccolta di pensieri e immagini quotidiane su che cosa significhi vivere accanto a un disa-bile grave, pensieri molto duri, ma tal-volta anche molto ironici, su una realtà che per diverse ragioni tutti noi preferia-mo spesso ignorare e che forse, proprio perciò, nessuno ha mai raccontato nel-la sua spietata interezza. Questo libro ci mette davanti l’amore incondizionato e la realtà senza ipocrisia che solitamente avvolge questi temi.

IL CAVALIERE CHE AVEVA UN PESO SUL CUOREAutore: Marcia Grad Powers Casa Editrice: Piemme Anno 2010Pagine 254 Euro 15,50

Un viaggio metaforico che conduce il lettore ai confini della realtà. Marcia Grad Powers, specializzata in psicologia, utilizza lo stile favolesco per descrivere i percorsi interiori di Duck, un cacciatore di draghi che ad un certo punto della vita, improvvisamente, per-de la sua forza fisica e interiore. L’impre-vedibile lo annienta, lo disarma di tutte le certezze; DOC il Gufo saggio attraver-so “le lezioni del cuore” saprà infondere all’eroe un nuovo coraggio “elisir” di un eroe come tanti, di un uomo che, supe-rato il “ponte del cambiamento”, ha sa-puto ritrovare la via di casa e della felici-tà perduta. “Che io possa avere la SERENITÀ per ac-cettare ciò che non posso cambiare, il CORAGGIO per cambiare ciò che posso e la SAGGEZZA per capire la differenza. Okay, Universo. Io farò la mia parte e tu sono certo farai la tua!”

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SEGRETERIA SEDE DI NOVARAIndirizzo: Via Biandrate, 20b NOVARAOrari di segreteria:lunedì e mercoledì dalle ore 15:00 alle ore 17:00,venerdì e sabato dalle ore 10:00 alle ore 12:00Recapiti: Tel. 0321.30237 Fax 0321.393276 E-mail: novara.verbania @ ipasvi.legalmail.itSEDE DI VERBANIAIndirizzo: Piazza Aldo Moro, 5 VERBANIAOrari di segreteria: martedì dalle ore 15:00 alle ore 17:00Recapiti: Tel. 366.1544544

CAMBIO RESIDENZA È indispensabile comunicare tempestivamente ogni cambio di residenza con una delle seguenti modalità: •attraversocomunicazionescrittadirettamenteallasegreteriadelCollegio •perposta,faxoe-mail. ColoroiqualicambianoprovinciahannofacoltàdichiederealCollegiodellanuovaresidenzailtrasferimentodell’iscrizione.

SMARRIMENTO TESSERA In caso di smarrimento o furto della tessera di iscrizione al Collegio è necessario: •sporgeredenunciadismarrimento/furtoalleautoritàcompetenti(Questura,Carabinieri) •presentarealCollegiocopiadelladenunciaeduefototesseraperavereilduplicato. Icertificatidiiscrizionehannovaliditàdiseimesi(legge15maggio1997n.127)epossonoessererichiestiinsegrete-

riaconleseguentimodalità:•direttamenteedintemporealepressolasegreteria•telefonicamente,faxoe-mail,indicandolegeneralitàdelrichiedente.Nelcasoincuinonsial’interessatoaritirarlo,lapersonaincaricatadeveesseremunitadidelegaefotocopiadeldocumentodiidentitàdelrichiedeteilcertificato.

Siricordacheilcertificatodiiscrizioneèundocumentoepuòessereautocertificato.

CANCELLAZIONE DALL’ALBO Lapresentazionedelladomandaper la cancellazione dall’Albo deve pervenire al Collegio entro il 30/11/2012. Perlemodalitàconsultareilsitooppurecontattarelasegreteria.

LIBERA PROFESSIONE Chiesercitaointendeintraprenderel’attivitàliberoprofessionaledevedarnecomunicazionealCollegio. Siricordachel’attivitàliberoprofessionaleimplical’iscrizioneallaCassadiPrevidenzaENPAPI.

COLLOQUI ÈpossibileavereunincontroconilPresidenteounmembrodelConsiglioDirettivoprevioappuntamentotelefonico.

POLIZZA R.C. PROFESSIONALE ÈpossibilesottoscriverePolizzaR.C.professionale:WILLISFederazioneNazionaleIPASVI,perilcontrattoelarelati-

vamodulisticacontattarelasegreteriadelCollegiooppuresulsitowww.ipasvinovara.it

SERVIZIO BIBLIOTECA RicordiamoatuttigliiscritticheilCollegiopressolasedediNovarametteadisposizioneunserviziodibibliotecapres-

soilqualesipossonorichiederelibrieconsultarerivistescientifiche.All’internodelsitodelCollegio,nellasezionebi-bliotecapotretetrovareilregolamento,l’elencodeitestiedelleriviste.

SITO www.ipasvinovara.it All’internodelsitoèpossibileadesempioscaricarelamodulisticareperibileinsegreteria,inviareeventualiquesiti(trami-

teillink“contatti”),consultarelediversesezionitematichericchediinformazioniinerentilaformazione,liberaprofessione,creditiformativiecm,oppuresemplicementeconsultarel’elencodeitesti/rivistereperibilipressolabibliotecadelCollegio.

la segreteriainforma

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Il Consiglio Direttivoe il Collegio dei Revisori dei Contiaugurano a tutti

Buone Vacanze!