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U. F. PREVENZIONE IGIENE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO

"G. Pieraccini"

AZIENDA SANITARIA DI FIRENZE DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE

ZONA DI FIRENZE

Direzione ed amministrazione via della Cupola, 64 - 50145 Firenze tel. 055 342331 - fax 055 301293

Presidio di San Salvi, via di San Salvi 12 – 50135 Firenze tel. 055 6263525 – fax 055 660839

ATTIVITA’ DI PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO

INDIRIZZI E STRUMENTI OPERATIVI

CONSUNTIVO 2006 PROGRAMMA 2007

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INDICE Nota preliminare 1. Consuntivo dell’attività svolta nell’anno 2006

1.1 Dati di attività pag. 4 1.2 Volumi delle prestazioni pag. 7 1.3 Consuntivo pag. 11

2. Organigramma e “Funzionigramma”

2.1 Organigramma pag. 17 2.2 “Funzionigramma” pag. 18

3. Risorse assegnate

3.1 Personale in organico pag. 21 3.2 Immobili pag. 23 3.3 Dotazioni strumentali pag. 23 3.4 Risorse finanziarie annuali pag. 24

4. Analisi della situazione attuale riferibile all’utenza ed all’U.F. PISLL “Gaetano Pieraccini”

4.1 Dati statistici di riferimento pag. 25 4.2 Analisi dei problemi interni all’organizzazione pag. 28 4.3 Priorità scelte pag. 29

5. Programmi e piani di lavoro 2007

5.1 Schede dei programmi e piani di lavoro pag. 31 5.2 Repertorio progetti e piani 2007 pag. 63

7. Modalità di partecipazione al piano di revisione, gestione e sviluppo del sistema informativo pag. 68 8. Piano operativo di formazione aggiornamento del personale pag. 70 Il disegno riprodotto in prima e quarta di copertina (“Veduta del cantiere della Chiesa di Santa Maria Novella da un altro cantiere”) è del Maestro Salvatore Romano

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NOTA PRELIMINARE La relazione 2007 rappresenta una logica continuazione dei criteri sviluppati nel corso degli anni e consolidati negli schemi proposti dal Dipartimento di Prevenzione ed utilizzati già per la relazione del 2006; a quest’ultima si rimanda per le considerazioni sia costruttive che critiche le quali, non avendo avuto risposte in termini di cambiamenti, rimangono ancor oggi valide. Nella relazione del 2006 erano state riportate informazioni sull’assetto organizzativo e sull’attività routinarie dell’ unità funzionale che, rimaste sostanzialmente invariate, non vengono riproposte oggi.

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Capitolo 1 Consuntivo dell’attività svolta nell’anno 2006 1.1 Dati di attività DATI DI ATTIVITA’ ANNO 2004, 2005 e 2006 Denominazione 2004 2005 2006 1- Unità locali del territorio 2 - Infortuni sul lavoro (referti pervenuti) 4242 4311 4827 3 - Malattie da lavoro 87* 67 54 4 - Risorse professionali e strumentali 5 - Costo della U.F./ costo Dipartimento della Prevenzione (%) 6 - Operatori dell'U.F. / n° infortuni della Zona X 100 7 - Costo del Dipartimento di Prevenzione / Costi totali dell'Azienda USL (%) 8 - "Prodotti" dell'attività"esterne" . 9 – Sopralluoghi X Numero di operatori 1951 1954 2033 10 - Aziende + cantieri oggetto d'intervento "complesso" controllate per la prima volta 11 - Aziende + cantieri oggetto d'intervento complesso / Numero Unità Locali X 1000 12 - Verbali di prescrizione 125 137 189 13 - Provvedimenti emessi 102 222 283 14 - Verbali di prescrizione / Numero aziende + cantieri oggetto d'intervento "complesso" 15 - Verbali di sequestro 1 3 2 16 - Numero provvedimenti ottemperati / Numero provvedimenti verificati 0,965 0,93 0,923 * Una revisione fatta in occasione della stesura della presente relazione, ha fatto rilevare che il numero di n° 113 referti di mal prof riportato nella relazione dell’anno precedente non era corretto INTERVENTI DI CONTROLLO NEI LUOGHI DI LAVORO PER TIPO DI "PRODOTTO” Prodotto 2004 2005 2006 1- Interventi complessi (per cantiere, reparto o azienda) / / / 2 - Inchieste malattie professionali (per m.p.) 47 14 14 3 - Inchieste Infortuni (per infortunio) 60 44 84 4 - Indagini di Igiene Industriale 40 45 107 5 - Verifiche ed autorizzazioni vedi tab. vedi tab. 6 - Verifiche tecniche apparecchi e impianti vedi tab. vedi tab. 7 - Pareri provvedimenti ex art.5 L1204/71 (per lavoratrice) 248 350 271 8 - Formazione: - Iniziative svolte 18 7 7 - Soggetti formati 139 95 104 - Ore totali per iniziative formalizzate 80 61 50 9 - Incontri con RLS 43 28 35 10 - Accertamenti sanitari vedi tab. vedi tab. 11 - Casi esaminati di ricorsi avverso giudizio Medico Competente 33 14 12 12 - Verifiche adempimento provvedimenti emessi 155 127 270 13 - Altri tipo d'intervento 62 105

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AZIENDE INTERESSATE DA ATTI AUTORIZZATIVI, ESAME PIANI DI LAVORO, PROGETTI E NOTIFICHE Natura dell’atto 2004 2005 2006 Deroghe ex art.6-8 Dpr 303/56 11 8 22 Esame notifiche ex art.48 Dpr 303/56 85 69 84 Pareri autorizzativi industrie insalubri 8 - --- Pareri per nuovi insediamenti produttivi 0 33 19 Controlli piani ex art. 34 Dlgs 277/91 407 334 352 Controlli esenzione/modifica periodicità accertamenti sanitari ex art. 35 Dpr 303/56

/ / /

Commissioni miste autorizzative: / / / - Pubblico spettacolo / / / - Cave / / / - Case di riposo e altre strutture socio-sanitarie / / / -conferenze di servizi / 4 7 VERIFICHE TECNICHE IMPIANTISTICHE Tipo 2004 2005 2006 Scariche tmosferiche / / / Impianti di terra 65 106 1605 (110 in carico)Impianti di terra A.D. / / / Apparecchi di sollevamento in genere e ponti sviluppabili / / / Gru a torre / / / Recipienti vapore e gas / / / Generatori di vapore / / / Ascensori e montacarichi / / / Impianti di riscaldamento / / / Altri tipi (specificare) / / / ATTIVITA' SANITARIA Dati 2006/2005 Apprendisti/

Minori Commissioni medico legali

Indagini in piani di comparto o di rischio

Accertamenti specialistici di medicina del lavoro

Attività non istituzionali (consulenza ……..)

TOTALE

Visita medica 1888/2758 707/488 / /71 / 2587/3317 Audiometria 3/0 / / / 216/279 219/279 Spirometria 1/1 / / 15/0 334/444 350/445 Esami monitoraggio biologico (per parametro e per persona)

/

/

/

/ 37/221

37/221

Esami Ematochimici (per persona)

/

/

/

/

179/606

179/606

Altri accertamenti *) 5/26

/ /

/ 77/55 82/81

(*) - Visiotest

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TABELLA INDICATORI SPISSLL PER FLUSSI MINISTERO del TESORO SANITA' (*) ATTIVITA' 2004 2005 2006 Accessi in unità locali (**) 1385 957 1158 Atti amministrativi e giudiziari (***) 1326 1340 1644 Aziende interessate da atti autorizzativi GONIP+Amianto

645 448 443

(*) Altri indicatori ministeriali sono già contenuti nelle tabelle regionali: N° visite mediche effettuate per certificazioni sanitarie, indicando a parte quelle per apprendisti e minori; N° indagini per infortuni e malattie professionali. (**) Il dato esprime il n° di sopralluoghi reali e non è moltiplicato per numero di operatori, come è invece quello richiesto dalla regione in tabella 3 alla voce n.9 (sopralluoghi). (***) Esprimere solo il totale e dettagliare nella sottotabella specifica.

TABELLA ALLEGATA ALLA VOCE "ATTI AMMINISTRATIVI E GIUDIZIARI" ATTIVITA' 2004 2005 2006 Comunicazioni di notizie di reato 183 142 253 Fogli di prescrizione 125 137 189 Fogli di richiamo alla norma 7 6 27 Ammissioni al pagamento sanzioni amministrative 148 120 192 Verbali di adempimento 150 136 178 Verbali di inadempimento 7 7 26 Verbali di sequestro/dissequestro 1 3 2 Altri atti (Richieste informaz., Sanz.ammin., Verbali interr.) 126 105 153 Proposte di ordinanza 0 0 1 Pareri per piani di lavoro amianto 407 334 352 Pareri per magazzini farmaceutici 0 / / Pareri per lavoratrici madri 248 350 271

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1.2 Volumi delle prestazioni

U.F. P.I.S.L.L. ZONA FIRENZE

Aggiornato al 3 febbraio ’05

ELENCO PRESTAZIONI

NORMATIVA DI RIFERIMENTO

VOLUME ATTIVITA’ANNO

PRESTAZIONI PER LA VALUTAZIONE

DELLE CONDIZIONI DI ESPOSIZIONE A FATTORI DI RISCHIO NEI LUOGHI DI LAVORO E PER LA EVENTUALE ASSUNZIONE DI MISURE DI PREVENZIONE

1. Esame dei referti per lesioni da malattie correlate al lavoro Art. 4 C.P.P.

50-100 casi/anno

2. Esame dei referti per lesioni da infortunio sul lavoro Art. 4 C.P.P

4500-4900 referti/anno

3. Certificato di restituibilità di ambienti bonificati dall’amianto

D.M. 6.09.1994

Art. 6

10/anno, con picchi legati a situazioni

eccezionali (Comunale e CTO)

4. Parere richiesto dal Comune sulle deroghe relative ai locali di lavoro (altezza, cubatura esuperficie) DPR 303/56 art. 6

10 casi/anno

5. Parere preventivo sui lavori edilizi per l’esercizio delle attività produttive

L.R. 52/99 e smi Art. 11 c 5

non precisamente prevedibile

6. Parere preventivo igienico sanitario per l’esercizio delle attività produttive

Regolamenti SUAP Comunali

non precisamente prevedibile

7. Verifica di conformità delle autocertificazioni prodotte per dichiarazione di inizio attività

Delibera G.R. n° 7225 del 2002

non precisamente prevedibile

8.

Accertamento delle cause determinanti le malattie da lavoro tramite inchiesta

DPR 520/55 art. 8 Codice penale Artt. 365, 589 e

590

tra 10 e 20 casi/anno

9.

Accertamento delle cause determinanti gli infortuni sul lavoro tramite inchiesta

D.P.R. 520/55 art. 8

C.P artt. 365, 589 e 590

50-100

casi/anno

10.

Accertamenti sulle condizioni sanitarie e di esposizione a fattori di rischio dei lavoratori, sullecondizioni igieniche e di sicurezza dei locali di lavoro e loro dipendenze, sulle misure diprevenzione adottate, su iniziativa della U.F. in singole aziende

DPR 520/55 Art. 8 ed art. 20 della L.833/78

500-600

interventi/anno

11.

Accertamenti sulle condizioni sanitarie e di esposizione a fattori di rischio dei lavoratori, sullecondizioni igieniche e di sicurezza dei locali di lavoro e loro dipendenze, sulle misure diprevenzione adottate, su iniziativa d’ufficio in comparti produttivi o in campioni di aziende conesposizione allo stesso fattore di rischio

DPR 520/55 Art. 8 ed art. 20 della L.833/78

5-10 comparti o

settori

12.

Accertamenti sulle condizioni sanitarie e di esposizione a fattori di rischio dei lavoratori, sullecondizioni igieniche e di sicurezza dei locali di lavoro e loro dipendenze, sulle misure diprevenzione adottate, su richiesta del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

DPR 520/55 Art. 8D. Lgs. 626/64 art. 19 comma1

lett. o

non precisamente

prevedibile

13.

Accertamenti sulle condizioni sanitarie e di esposizione a fattori di rischio dei lavoratori, sullecondizioni igieniche e di sicurezza dei locali di lavoro e loro dipendenze, sulle misure diprevenzione adottate, su richiesta o segnalazione di lavoratori, dei sindacati ed altri soggettiinteressati e non specificati

DPR 520/55 Art. 8 ed art. 20 della L.833/78

non precisamente prevedibile

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9

14.

Accertamenti strumentali per la misurazione nei luoghi di lavoro delle condizioni di esposizione deilavoratori ad alcuni fattori di rischio e/o di verifica dell’efficacia delle misure di prevenzione adottate(misure di Lep a rumore, analisi in frequenza del rumore, tempi di riverbero, misurazione diparametri microclimatici per la valutazione dello stress o del benessere termico, misure di velocitàdell’aria per la valutazione dell’efficacia degli impianti di aspirazione localizzata, prelievo dicampioni d’aria per la ricerca di laboratorio di inquinanti chimici, prelievo di campioni di materieprime e/o di prodotti per l’analisi di laboratorio della loro composizione, prelievo di campioni d’aria alettura immediata per la rilevazione semiquantitativa della presenza di inquinanti chimici, misure diintensità luminosa)

DPR 520/55 Art. 8 ed art. 20 della L.833/78

50 - 100 indagini/anno

15. Iniziative di educazione alla salute su richiesta di altri enti od istituzioni

5-10/anno

16.

Produzione e distribuzione di materiale di educazione alla salute e materiale informativo sui rischilavorativi e relativi danni su richiesta di altri Enti o Istituzioni

non precisamente

prevedibile

17. Verifica sulle notifiche preliminari di inizio lavori edili

D. Lgs 494/96 Art. 11

100% delle pervenute (circa

2000-2500)

18. Verifica sulla comunicazione di nomina del Responsabile Sepp

D. Lgs. 626/94 Art. 8 comma 11

circa 1000

19. Vidimazione registri infortuni

D.Lgs. 626/94 art.4 comma 5 lett. o)

D.M. 12.09.58

2000-2500

registri/anno

20. Esame del piano di lavoro per la demolizione e rimozione dell’amianto

D. Lgs. 257/06 Art. 59-sexies

300-350/anno

21. Verifica e comunicazione dello stato della sicurezza e della tutela dei lavoratori nei cantieri edili diopere pubbliche con contributo regionale

L.R. 8/2000 Art.3 comma 2

10 - 20 cantieri segnalati

22.

Parere su richiesta della Autorità di Pubblica Sicurezza per autorizzazione all'uso di esplosivi nelle attività di scavo per realizzazioni di gallerie e/o estrazioni di materiale

Reg. attuazione TULLPS Art. 104

non precisamente prevedibile

PRESTAZIONI A FAVORE DELLE LAVORATRICI

IN STATO DI GRAVIDANZA E POST PARTUM

23.

Parere su richiesta della Direzione Provinciale del Lavoro per assegnazione ad altra mansione dilavoratrici in stato di gravidanza nei casi di lavoro a rischio

L. 151/02 combinato

disposto art.17 com. 2 e art. 7

non precisamente

prevedibile

24.

Parere su richiesta della Direzione Provinciale del Lavoro di astensione anticipata dal lavoro perlavoratrici in stato di gravidanza nei casi di lavoro a rischio

L. 151/01 Combinato

disposto art. 17 com. 2 e art. 7

50-100 casi/anno

25.

Parere su richiesta della Direzione Provinciale del Lavoro sul prolungamento del periodo diinterdizione obbligatoria dal lavoro nel post partum, nei casi di lavoro a rischio

L. 151/02 combinato

disposto art.17 com. 2 e art. 7

200-250

casi/anno

ACCERTAMENTI AMBULATORIALI PER LA VALUTAZIONE DELLO

STATO DI SALUTE E RELATIVE CERTIFICAZIONI DI IDONEITA’ PSICO-FISICA

26. Esame del ricorso avverso il giudizio di inidoneità o idoneità reso dal medico competente

D.Lgs. 626/94 Art. 17c. 4

10-20 casi/anno

27. Certificazione di idoneità psicofisica per guardia giurata

L. 345/99

non precisamente

prevedibile 28.

Certificazione di idoneità psicofisica per guida alpina

L. 85/96

non precisamente

prevedibile 29.

Certificazione idoneità psicofisica per guida ambientale equestre

L.R. 54/97 Art. 3

non precisamente

prevedibile

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30. Certificazione di idoneità psicofisica per guida ambientale escursionistica

L. R. 54/97 Art. 3

non precisamente

prevedibile 31.

Certificazione di idoneità psicofisica per guida ambientale subacquea

L.R. 54/97 Art. 3

non precisamente

prevedibile 32.

Certificazione di idoneità psicofisica per maestro di sci

L.R. 83/96

non precisamente

prevedibile 33.

Certificazione di idoneità psicofisica per responsabile tecnico autoriparatore

L. 122/92 Art. 7 comma 1

lett. c)

10-20 casi/anno

34. Certificazione di idoneità psicofisica di responsabile tecnico revisione autoveicoli

DPR.495/92 Art. 240

comma 1 lett. f)

10-20 casi/anno

35.

Certificazioni preventive e periodiche per minori addetti a lavori per i quali non è previstasorveglianza sanitaria obbligatoria

L. 977/67 Art. 8 comma 3 modif. da d.lgs

345/99 integrato da d.lgs. 262/00

150-200 casi/anno

36. Certificazione di idoneità per partecipazione di minori ad attività lavorative di carattere culturale,artistico, sportivo o pubblicitario e nel settore dello spettacolo

L. 977/67 Art. 4 comma 2 Art. 8 comma 1

mod. risp. da art.6 c.2 del D.Lgs 345/99

e art. 2 del D.Lgs 262/00

50-100 casi/anno

37.

Accertamenti e consulenze specialistiche in medicina del lavoro su richiesta dei medici curanti

50 richieste/anno

38. Accertamenti strumentali richiesti dal medico competente (audiometrie, impedenzometrie,fotopletismografie, ECG, prove di funzionalità respiratoria, prelievi di campioni biologici per esami ditossicologia occupazionale, prelievi di campioni biologici per esami chimico - clinici, patch test,prick test, test visivi)

(D.Lgs. 626/94 e DPR 303/56)

800-1000

VERIFICHE IMPIANTISTICHE

39.

Verifica delle dichiarazioni di conformità degli impianti elettrici

D.P.R. 462/2001art. 2

100-150/anno

40.

Verifica periodica dell’impianto di messa a terra e dei dispositivi di protezione contro le scaricheatmosferiche

D.P.R. 462/2001art. 4 comma 1

70 - 100

verif/anno

ATTIVITA’ PRESTAZIONALI RESE SU DELEGA DELL’AUTORITA’ GIUDIZIARIA

41.

Accertamenti sulle condizioni sanitarie e di esposizione a fattori di rischio dei lavoratori, sullecondizioni igieniche e di sicurezza dei locali di lavoro e loro dipendenze, sulle misure diprevenzione adottate, su delega dell’Autorità Giudiziaria

DPR 520/55 Art. 8

non precisamente

prevedibile

42.

Esecuzione di sequestro e/o dissequestro su delega dell’Autorità Giudiziaria per assicurazione delle fonti di prova relative ai luoghi di lavoro

C.p.p. artt. 253 e 262

5-10/anno

43.

Interrogatorio su delega dell’Autorità Giudiziaria dell’indiziato di reato per violazione degli artt. 589 e590 del c.p. prima della conclusione delle indagini preliminari

C.p.p. art. 65

5-10/anno

ATTIVITA’ PRESTAZIONALI RESE NELL’AMBITO DI ORGANI

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COLLEGIALI

44.

Valutazione resa in Conferenze di Servizio indette dai Comuni o nella Conferenza Provinciale perla Gestione dei Rifiuti* sui piani di caratterizzazione siti inquinati (* soltanto nel caso che il sito inquinato interessi il territorio di più comuni)

D.M. 471/99 L.R.T. 25/98

art. 8 comma 2 DPGRT 32-r/01

non precisamente

prevedibile

45.

Valutazione resa in Conferenze di Servizio indette dai Comuni nella Conferenza Provinciale per laGestione dei Rifiuti* sui piani di bonifica dei siti inquinanti (progetti preliminari o progetti definitivi) (* soltanto nel caso che il sito inquinato interessi il territorio di più comuni)

D.M. 471/99 L.R.T. 25/98

art. 8 c.2 DPGRT 32-r/01

non precisamente

prevedibile

46.

Valutazione resa sui progetti relativi a nuovi impianti per la gestione dei rifiuti (discariche odimpianti di trattamento)

D.Lgs. 22/97 art. 27

non precisamente

prevedibile

47. Valutazione resa in Conferenza di Servizi sui piani di coltivazione dei siti estrattivi

L.R.T. 78/98

Art. 12

non precisamente prevedibile

ATTIVITA’ PRESTAZIONALI RESE NELL’AMBITO DI ORGANICOLLEGIALI DIPARTIMENTALI

48.

Verifica delle comunicazioni preventive di pratica con apparecchi radiogeni

d.lgs.230/95 art.22

non precisamente

prevedibile

49.

Pareri per l'autorizzazione all'uso di apparecchi generatori di radiazioni ionizzanti superiore a200KeV

d.lgs.230/95 art.27

L.R 23/03 art.3

non precisamente

prevedibile

NOTA: Le prestazioni relative al Suap sono elencate nel catalogo delle attività rese nei Gruppi Interdisciplinari SUAP. Le prestazioni rese nelle Commissioni Invalidi (partecipazione a commissioni invalidi civili, partecipazione a commissioni handicap) sono elencate nel catalogo delle attività rese nel settore Medicina Legale.

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1.3. Consuntivo Rimangono attuali le considerazioni riportate a proposito del consuntivo 2005: il sistema di prevenzione delle aziende è oramai un sistema articolato con molteplici figure dedicate ed un bilancio economico rilevante. L’efficacia e l’efficienza complessiva di questo sistema è, però, ancora disomogenea ma mediamente di basso impatto. Sono obbiettivi delle nostre strutture, in primo luogo quello di verificare il funzionamento e l’evoluzione di tale sistema aziendale; in secondo luogo di individuare le leve migliori per stimolarlo, correggerlo o approvarlo dove è il caso. Nonostante si debba rilevare come, rispetto ai decenni 1980 e 1990, sia profondamente cambiato nella pratica così come nell’immaginario dei lavoratori (ed ancor più degli RLS) il ruolo delle UF PISLL e del “pubblico” più in generale nella gestione della prevenzione nei luoghi di lavoro, tuttavia gli obbiettivi e le funzioni sopra enunciate sembrano riconosciute dai vari soggetti della prevenzione; la scommessa è come migliorare l’osservatorio e quando e come scendere in campo per influire sul sistema. Per far questo sarebbero auspicabili contatti speciali con il maggior numero possibile di aziende per individuare i punti critici sui quali è più utile intervenire per produrre ricadute ad ampio raggio. La realtà è variegata e il nostro territorio, come altri, ha modificato sostanzialmente la sua struttura produttiva e, quindi, i possibili rischi per i lavoratori. E’ vero, ad esempio, che se in un settore come l’edilizia, il deterrente di numerosi sopralluoghi è arma più efficace ed indicata per dare forza al ruolo delle figure di coordinatori e responsabile per la sicurezza, nella piccola impresa, invece, la formazione del datore di lavoro nonché responsabile del SePP, finalizzata a renderlo autonomo nella gestione dei problemi della sua piccola impresa, è forse l’arma vincente. In definitiva tutte le occasioni di contatto con le aziende vanno onorate in modo non formale, a partire dalle notifiche, referti, tutela delle lavoratrici, ecc. riguadagnando ai PISLL un ruolo tecnicamente autorevole e non impastato di burocrazia. Pensando ai bisogni prioritari del nostro territorio emerge che oggi, a differenza del passato, le priorità non si individuano in comparti o piani mirati su rischi specifici ma sono legate proprio al sistema di gestione dei rischi nelle più diverse aziende. Rimane la preoccupazione costante di intervenire sulla base di indicatori di danno o di rischio, e questa deve essere mantenuta anche dopo la lettura non particolarmente indicativa dei dati statistici acquisiti, sia in termini di sicurezza che di igiene del lavoro. Lavoro nero, precarietà del lavoro, innovazioni del lavoro e produttive non ponderate ma anche lavori tradizionali con rischi tradizionali, rimangono i punti da tenere sotto controllo e di questi aspetti ci siamo preoccupati di valorizzare nella scelta dei piani di lavoro per il 2007.

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Dati consuntivi dei progetti/piani di lavoro anno 2006 Titolo del progetto/piano Obbiettivi Indicatori di processo Valore

programmato Indicatore di risultato Valore programmato Valori conseguiti

Piano di lavoro 1

Monitoraggio e controllo sull’applicazione delle più recenti norme riguardanti gli agenti chimici

Responsabile: F.Luongo

Verifica dell’applicazione del DL 25 in tintolavanderie, carrozzerie e serigrafie.

Stimolo ed assistenza nella gestione diretta della sicurezza chimica nelle piccolissime aziende

N° sopralluoghi

N° incontri con datori di lavoro

Almeno 18 tra cui 3 tintolavanderie, 5 carrozzerie e 10 serigrafie

N° 3

Buona gestione della sicurezza in autonomia o a seguito del nostro intervento

Autonomia nella gestione del rischio chimico in una percentuale delle aziende

Nel 100% delle aziende controllate entro il 31.12..2006

Almeno 75 datori di lavoro coinvolti entro il 31.12..2006

Effettuati i sopralluoghi nelle tintolavanderie e nelle carrozzerie.

Piano di lavoro 2

Intervento in pelletterie condotte da cittadini R.P. Cinese

Responsabile F.Capacci

Tenere sotto controllo i problemi legati all’uso di solventi ed all’emergenza

Stimolare la capacità di autogestione degli imprenditori cinesi

Organizzare un corso con collaborazioni esterne (sindacato, consolato ecc.)

Entro il 31.12.2006

Sopralluoghi in laboratori cinesi di pelletteria

Coinvolgere gli imprenditori cinesi

Almeno il 30% dei laboratori presenti entro il 31.12.2006

Almeno 10

Sopralluoghi 29, Ditte controllate 132 (su circa 300)

Prescrizioni n. 11; CNR n. 11; Proposte ordinanza n. 1; Richiesta documenti n. 18; Richiami alla norma n. 12

Piano di lavoro 3

Piano mirato cancerogeni:

polveri di legno

silice

formaldeide

Responsabile: F.Carnevale

Legno: verifica dell’applicazione della Check List per l’autovalutazione Silice: Caratterizzazione del rischio “silice” in edilizia e individuazione di interventi di prevenzione Formaldeide: - sollecitare ed assistere nel processo di sostituzione della formaldeide nelle strutture di anatomia patologica

esame in aziende del legno. - descrizione di mansioni a rischio con campioni ambientali e personali. - censimento e caratterizzazione di prodotti per l’edilizia in relazione alla SLC

N° Anat.Pat. coinvolte

almeno 5

- almeno 3 con 15 campioni - almeno 10

N° 2 (ASL ed AOC)

N° di aziende che hanno utilizzato la griglia

Invio dati al Repertorio Nazionale Silice

sostituzione formaldeide

100% entro 31.12.2006

Entro il 31/12/2006

100% entro 31.12.2006

Controllate 4 aziende. Nessuna ha utilizzato la Check List

Sospesa l’attività di campionamento per motivi tecnici

Controllate le due strutture indicate nelle quali la formaldeide non è ritenuta sostituibile

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Piano di lavoro 4

Promozione dell’igiene e della sicurezza del lavoro nelle scuole, con particolare riferimento agli adeguamenti normativi, alla gestione dei cantieri di ristrutturazione ed alle misure di emergenza

Responsabile: F.Caioli

Valutare lo stato degli impegni previsti per adeguarsi alle norme (DLgs 626/94, L. 46/90, D.M. 1992, nel rispetto del D.L. n° 266/2004) Verifica ottemperanza alle norme di sicurezza con particolare riferimento ai piani di emergenza in tutti gli istituti, pubblici e privati oggetto di indagine. Controlli nei cantieri scolastici Controllo del rischio di affaticamento vocale per i docenti tramite valutazione del rumore scolastico

N° incontri con Amministrazioni Provinciale e Comunale

N° sopralluoghi nelle scuole con verifica piani emergenza

Analisi delle notifiche 494 per adeguamento scuole

Relazione finale per le scuole

N° 4 ........ .... ...

N° 15 …………

100% pervenute

Relazione per almeno tre scuole

La sicurezza delle scuole, obbiettivo del piano, sono

solo in minima parte dipendenti dallo stimolo

derivante dal nostro intervento

Pieno adeguamento

Adeguamento dei cantieri

Interventi di bonifica

Non valutabile

100% del campione

100 % dei cantieri visitati

Nel 100%, ove necessario, entro il 31/12/2006

Rispettati gli indicatori proposti

Piano di lavoro 5

Piano mirato di prevenzione nel comparto dell’edilizia tradizionale compresi i grandi cantieri del Comune di Firenze ed i piani straordinari della Regione Toscana

Responsabile: P.Scardigli

Fare applicare nei cantieri edili le norme di sicurezza ed esercitare un generico potere di dissuasione nei confronti dei trasgressori Monitorare l’andamento nel tempo della sicurezza nei cantieri edili a Firenze

Numero di sopralluoghi nel 10% dei cantieri notificati ai sensi del DLgs 494 nel nostro territorio.

Compilazione di schede di sopralluogo per la raccolta di dati qualitativi sui cantieri

n° > 470 di cui 10% da notifiche

100% sopralluoghi

Verifica ottemperanza alle prescrizioni

Relazione sulla sicurezza nei cantieri a Firenze

100%

Entro il 31.12.2006

n° 515 sopralluoghi di cui oltre il 15% da notifiche pervenute nel 2006

circa nel 42% dei sopralluoghi

Piano di lavoro 6

Controllo interventi di scoibentazione dell’amianto e di rimozione di prodotti contenenti amianto

Responsabile: T.Nesi

Garantire la sicurezza dei lavoratori e della comunità durante la rimozione dell’amianto

Facilitare le operazioni di rimozione dell’amianto

Tempestivo esame dei piani di lavoro (art. 34 DLgs 277/91) con invio del parere entro 20 giorni dal ricevimento

Nel 90% delle richieste di parere pervenute

Verifica con sopralluogo ed eventuali prescrizioni anche per il controllo dei rischi tradizionali

In tutti i casi di scoibentazione di amianto friabile e nel 10% dei restanti casi

Rispettati gli indicatori proposti, il piano non viene ripresentato in quanto viene svolto nell’ambito dell’attività istituzionale

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Piano di lavoro 7

Emergenza in alcune aziende della Pubblica Amministrazione ed in altre ad elevata ricettività

Responsabile: M.Vannini

Stimolare la gestione delle emergenze in strutture ad alta recettività.

Verificare il mantenimento dei livelli già raggiunti in strutture esaminate in passato

Interventi in cinema, teatri, scuole e/o sedi universitarie, alberghi, grandi musei e biblioteche

5 cinema e/o teatri 5 scuole e/o sedi Universitarie. 10 alberghi, 5 grandi musei e/o biblioteche già esaminate

Adeguamento completo entro il 31/12/2006

100% strutture esaminate

Effettuati n° 3 sopralluoghi in cinema più 2 teatri. Effettuati n°10 sopralluoghi in Alberghi Effettuati sopralluoghi in 4 grandi musei , ed una biblioteca.

Effettuati n°5 sopralluoghi in scuole e università

Piano di lavoro 8

Tutela della donna al lavoro

Responsabile: A. Trombetti

Facilitare l’accesso delle lavoratrici madri alle prestazioni previste per la loro tutela Verificare la corretta applicazione nei luoghi di lavoro delle norme a tutela delle lavoratrici madri. Condurre interventi specifici nei settori delle tintolavanderie e delle RSA.

Percentuale di pratiche complete della dichiarazione del datore di lavoro evase entro 4 giorni dalla richiesta su N° di pratiche ricevute

Contatti con tutti i soggetti non rispondenti ai questionari inviati nel 2004/05 nell’ambito dei piani mirati nei comparti delle lavanderie ed RSA

Maggiore o uguale a 90%

100% dell’attività programmata entro il 31/12/2006

Percentuale di sopralluoghi nei casi in cui non è stato possibile ottenere la dichiarazione di cambio mansione o mansione limitata da parte del datore di lavoro

Maggiore o uguale al 90%

pervenute n° 267 richieste di interdizione dal lavoro per gravidanza di cui 57 ante e 167 post partum, dato in leggero calo rispetto al 2005; sono state accolte direttamente presso il nostro Servizio N. 32 domande di interdizione. Rispettati gli indicatori proposti

Piano di lavoro 9

Monitoraggio-intervento infortuni sul lavoro.

Responsabile: F.Carnevale

Effettuare i dovuti accertamenti di polizia giudiziaria. Prescrivere gli interventi necessari a ripristinare condizioni di sicurezza lavorativa. Monitorare l’andamento del fenomeno infortunistico per cogliere eventuali opportunità per interventi di prevenzione mirati

N° inchieste infortuni negli infortuni con prognosi superiore a 30 giorni o avvenuti a macchine o a categorie di lavoratori speciali (stranieri, minori, donne). Elaborazione dei referti e dei dati trasmessi dall’INAIL alle Regioni.

N° interventi di prevenzione su N° aziende coinvolte in inchieste di I.L.

recepimento dei risultati nei

programmi di UF

100% delle inchieste effettuate

Raggiunti i risultati proposti, il piano non viene ripresentato in quanto viene svolto nell’ambito dell’attività istituzionale

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Piano di lavoro 10

Ricerca attiva e monitoraggio patologia da lavoro

Responsabile: C.Sgarrella

Effettuare i dovuti accertamenti di polizia giudiziaria. Prescrivere gli interventi necessari a ripristinare condizioni di sicurezza lavorativa.Collaborare al progetto regionale Mal Prof

Esame dei referti di malattia professionale con definizione dei parametri previsti dal progetto mal prof (nesso di causa e qualità della diagnosi). Convocazione a visita dei casi selezionati sulla base della gravità, procedibilità e possibilità di interventi di prevenzione

100% dei referti pervenuti

100% dei selezionati

N° interventi di prevenzione su N° aziende coinvolte in inchieste di MP

Non esiste ancora uno standard che sarà definito nel corso del tempo

Raggiunti i risultati proposti, il piano non viene ripresentato in quanto viene svolto nell’ambito dell’attività istituzionale

Piano di lavoro 11 Controllo e verifica impianti elettrici anche al fine di monitorare l’applicazione del DPR 462/2001 Responsabile. M.Vannini

Rilevare lo stato di applicazione del D.P.R. 462/2001 a tre anni dalla sua entrata in vigore

N° di controlli su un campione composto da: 50% impianti certificati e notificati alla ASL; 50% unità produttive presenti sul territorio suddivise per comparto

Almeno 120 impianti controllati con priorità, tra gli impianti certificati, agli ampliamenti e modifiche sostanziali

Rispettati gli indicatori previsti

Piano di lavoro 12

Settore del facchinaggio e del trasporto trasporto per lo studio ed il controllo dei problemi di salute a sicurezza con riferimento al rischio infortunistico ed ai problemi di ergonomia ed alle particolari iniziative di prevenzione da adottare in presenza di lavoratori atipici e di lavoratori migranti Responsabile: C. Sgarrella

Affrontare il problema della sicurezza del lavoro in un comparto che, dai dati elaborati, risulta ad elevato rischio e particolarmente critico

N° di sopralluoghi in aziende di facchinaggio e/o trasporto con analisi degli infortuni e verifica delle valutazioni relative a movimentazione carichi, organizzazione, formazione e controllo della sicurezza nell’uso dei muletti.

Diffusione e condivisione dei risultati

N° 5 aziende

Con relazione entro 31/12/2007

Verifica ottemperanza alle norme, in autonomia o dietro prescrizione

100% aziende controllate entro 31/12/2007

Rispettati gli indicatori previsti

(v. anche progetto 2007)

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Piano di lavoro 13

Partecipazione alla gestione delle procedure previste per l’inserimento lavorativo di disabili

Responsabile: F.Luongo

Nel 2006 non erano stati individuati indicatori. L’attività di inserimento al lavoro rivolta in particolare ai disabili psichici ha prodotto anche in questo anno risultati significativi.

Il piano non viene ripresentato in quanto svolto nell’ambito della attività istituzionale Nel 2007 sarà costituito il Comitato Tecnico Provinciale con i gruppi operativi zonali .

Piano di lavoro 14

Attività specifica nel settore dei rischi fisici

Responsabile: F.Capacci

Verifica e valutazione rischio vibrazioni, comprese misure strumentali, su addetti al cleaning presso N. Pignone. Verifica sull’applicazione del DLgs 187/05 nel comparto dell’edilizia

Verifica sull’applicazione del DLgs 187/05 nel comparto dei trasporti urbani

Misure di esposizione a vibrazioni mano-braccio Esame in grandi cantieri edili

Esame in società di trasporto urbano (ATAF e Linea

Entro il 31/06/2006 Almeno 5 entro il 31/12/2006

Almeno 2 entro il 31/12/2006

Iniziative per la corretta applicazione della norma

Nel 90% del campione

Iniziativa condotta nei termini sugli avvitatori in un’azienda metalmeccanica

Eseguite le misure

Piano di lavoro 15

Tutoraggio principali aziende del territorio

Responsabile: C.Zamboni

Monitorare, stimolare, correggere od approvare il sistema di prevenzione adottato in un campione di aziende rilevanti

Audit e sopralluoghi in aziende con compilazione di scheda predisposta

almeno 15 aziende Redazione di piani di miglioramento valutabili e credibili nelle aziende monitorate

90% delle aziende entro il 31/12/2006

Rispettati gli indicatori proposti

(v. anche progetto 2007)

Piano di lavoro 16

Censimento e verifica su due aree di insediamento produttivo

Responsabile: M.Lombardini

Censire gli insediamenti produttivi in ognuna delle due aree individuate, individuarne le criticità e dare indicazioni operative di miglioramento. Verificare la tenuta in ambienti “a norma” ex ar5t. 48

Compilare scheda di sopralluogo con individuazione di criticità e di iniziative da intraprendere

100% Sopralluoghi ed audit sui sistemi di prevenzione adottati

Confronto fra stato di progetto e stato attuale in aziende passate in commissione NIP

Almeno 20 aziende

Non esiste standard

Il piano ha soddisfatto il valore programmato degli indicatori

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Capitolo 2. Organigramma e “funzionigramma” 2.1 Organigramma Responsabile di UF è il dott. Francesco Carnevale

L’organizzazione della UF non prevede, come noto, quadri dirigenti intermedi. Per tale motivo l’organigramma si limita alla individuazione del Responsabile della struttura, dott. Francesco Carnevale, il quale individua (ottenendone, come successo sino ad oggi, una risposta positiva) figure “funzionali” di coordinatore per i diversi piani di lavoro ed anche per alcuni aspetti gestionali, come indicato nelle apposite schede di Progetto / Piano di lavoro e nel “funzionigramma” di seguito riportato.

Per completezza si riportano di seguito alcuni operatori che, per la particolarità organizzativa della nostra UF, hanno avuto incarichi particolari:

per il presidio di San Salvi l’ing. Marco Lombardini è stato individuato come “referente di presidio”.

I rapporti tra i Tecnici della Prevenzione (TdP) e la loro UO, così come quelli tra i TdP e il responsabile della UF, sia per gli aspetti professionali che organizzativi, sono coordinati dal TdP Tiziano Nesi, il quale possiede la qualifica per lo “effettivo coordinamento”.

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2.2 “Funzionigramma”

Funzione Nominale per cui si è Responsabile (R) o Coinvolto (C)

Processi

Medico

Ingegnere

Tecnico Prevenzione

Personale infermieristico

Amministrativo

Altro

Referenza nell’ambito dell’attività di Educazione alla Salute

Nesi, Caioli R

Gestione flussi informativi Vannini R Bonini, Taccetti, Frasconi C

Ianniello, Castiglia C

Bray C

Ricognizione e informazione sulla normativa

Carnevale R Castellacci, C Bray C

Coordinamento Tecnici Prevenzione

Carnevale R

Lombardini, Vannini, Scardigli C

Nesi R

Protocollazione Bray, Ciolli, Romano R

Attività di segreteria Ciolli, Bray, Romano R

Richieste esterne di intervento (RLS, lavoratori, OO.SS., privati cittadini, ecc.) + Numero Verde

Carnevale R Capacci C

Lombardini,C Caioli, Corbizzi, Nesi C

Inchieste infortuni Lombardini, Vannini, Scardigli R

Bartoli, Bonini, Caioli, Capanni, Castellacci, Corbizzi, Frasconi, Gaggini, Masi, Nesi, Piazzini, Pieralli, Pizzonia, Sardi, Simonini, Sternini, Taccetti C

Castiglia, Nisticò C

Inchieste malattie professionali Sgarrella R Trombetti Luongo, Zamboni Capacci, Carnevale C

Ianniello C

Gestione interventi in emergenza (VV.FF., 118, ecc.)

Carnevale R Capacci C

Lombardini C Bartoli, Bonini, Caioli, Capanni, Castellacci, Corbizzi, Frasconi, Gaggini, Masi, Nesi, Piazzini, Pieralli, Pizzonia, Sardi, Simonini, Sternini, Taccetti, C

Indagini di P.G. richieste dalla Magistratura

Carnevale, Capacci R

Sternini, R

Notifica di nuovo insediamento produttivo art. 48 DPR 303/56

Trombetti C Lombardini R Vannini C

Gaggini, Castellacci, Sardi, Bartoli, Frasconi C

Ciolli C

Parere su rilascio di concessioni edilizie e varianti, cambio di destinazione d’uso di edifici

Trombetti C Lombardini R Vannini C

Gaggini, Castellacci, Sardi, Bartoli, Frasconi C

Ciolli C

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Pareri su piani urbanistici e similari (lottizzazione ed opere di urbanizzazione primaria di insediamenti artigianali, industriali e di servizi, piani di recupero edilizio, piani di sviluppo aziendale, agricolo e zootecnico)

Trombetti C Lombardini R Vannini C

Gaggini, Castellacci, Sardi, Bartoli, Frasconi C

Ciolli C

Pareri preventivi Trombetti C Lombardini R Vannini C

Gaggini, Castellacci, Sardi, Bartoli, Frasconi C

Ciolli C

Controlli su nuovi insediamenti produttivi attivati con procedimento mediante autocertificazione

Trombetti C Lombardini R Vannini C

Gaggini, Castellacci, Sardi, Bartoli, Frasconi C

CiolliC

Autorizzazione in deroga Artt. 6 e 8 DPR 303/56

Trombetti C Lombardini R Vannini C

Gaggini, Castellacci, Sardi, Bartoli, Frasconi C

Ciolli C

Esame del piano di lavoro per la demolizione e rimozione dell’amianto, ovvero dei materiali contenenti amianto dagli edifici, strutture, apparecchi e impianti, nonché dai mezzi di trasporto

Carnevale R Nesi, Capanni R Castellacci C

Notifiche preliminari di cantieri edili temporanei o mobili ex art. 11 D.L.vo 494/96

Scardigli R Corbizzi R

Monitoraggio L.R. 8/2000 Scardigli R

Corbizzi C

Parere per l’anticipazione del periodo di interdizione dal lavoro in corso di gravidanza Parere per il prolungamento del periodo di interdizione dal lavoro dopo il parto

Trombetti R, Sgarrella C

Castiglia, Nisticò, Ianniello, ChitiC

Ciolli C

Esame dei ricorsi dei lavoratori e dei datori di lavoro avverso il giudizio del medico competente – Art. 17 D.L.vo 626/94

Carnevale, R Capacci, Luongo, Trombetti Sgarrella, Zamboni C

Ianniello, Veltroni C

Certificato di idoneità al lavoro di minorii

Trombetti, Sgarrella R Capacci, Zamboni, Luongo C

Ianniello, Chiti, Castiglia, Veltroni, Nisticò C

Esecuzione di accertamenti specialistici di medicina del lavoro (visite + esami)

Trombetti, Sgarrella R Capacci, Carnevale Zamboni, Luongo C

Ianniello, Chiti, Castiglia, Veltroni, Nisticò C

Esecuzione di indagini strumentali su richiesta di medici competenti

Trombetti R

Castiglia, Nisticò, Ianniello, Chiti, Veltroni C

Certificato di idoneità per guardia giurata Certificato di idoneità

Sgarrella R Trombetti,

Castiglia, Nisticò, Ianniello, Chiti,

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responsabili tecnici autoriparazione Certificati di idoneità di minori di 15 anni per attività artistiche Certificato di idoneità di guida escursionistica, equestre e ambientale, etc.

Luongo, Zamboni, Capacci, Carnevale C

Veltroni C

Visite collegiali (invalidi civili) Zamboni,R Luongo Trombetti, Sgarrella Capacci Carnevale C

Pareri espressi in sede di Commissione Provinciale di Collocamento dei Disabili al lavoro (L. 68/99)

Luongo R Zamboni, Trombetti, Capacci, Sgarrella C

Comunicazione di detenzione di apparecchiature radiogene e sorgenti radioattive e parere a Sindaco e Prefetto

Capacci R

Parere per l’autorizzazione di depositi di farmaci

Trombetti R Zamboni C

Pareri espressi in Conferenza Provinciale Rifiuti

Lombardini, Vannini R

Vidimazione registro infortuni Carnevale R

Romano, Bray, Ciolli C

Procedure Qualità di UF Carnevale R Capacci Luongo C

Note: R = Referenti; C = Coinvolti

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Capitolo 3 Risorse assegnate alla Unità Funzionale 3.1 Personale in organico In via della Cupola è stata completata la riunificazione del personale dirigente, del personale sanitario e di quello amministrativo. Nel corso del 2006 vi è stata una riduzione del personale amministrativo, per il pensionamento di una unità e la destinazione di due unità, che operavano al PISLL per il 50 % del loro tempo, ad altre strutture dell’Azienda Sanitaria. Vi è stato inoltre il trasferimento di un operatore tecnico ad un’altra Unità Funzionale del Dipartimento di Prevenzione COGNOME NOME QUALIFICA % IMPEGNO

ORARIO DOVUTO 1. CAPACCI Fabio Dirigente medico di I livello 100 2. CARNEVALE Francesco Dirigente medico di II livello 100 3. LUONGO Franca Dirigente medico di I livello 100 4. SGARRELLA Carla Dirigente medico di I livello 100 5. TROMBETTI Alessandra Dirigente medico di I livello 100 6. ZAMBONI Carla Dirigente medico di I livello 100 COGNOME NOME QUALIFICA % IMPEGNO

ORARIO DOVUTO 7. LOMBARDINI Marco Dirigente ingegnere 100 8. SCARDIGLI Piero Collaboratore tecnico professionale ingegnere 100 9. VANNINI Marco Dirigente ingegnere 67 COGNOME NOME QUALIFICA % IMPEGNO

ORARIO DOVUTO 10. BARTOLI Andrea Collaboratore Prof. San. TDP 100 11. BONINI Leonardo Operatore Prof. San. TPD 100 12. CAIOLI Fabrizio Collaboratore Prof. San. TDP 100 13. CAPANNI Franco Collaboratore Prof. San. TDP 100 14. CASTELLACCI Silvia Operatore Prof. San. TPD 100 15. CORBIZZI Gabriele Operatore Prof. San. TPD 100 16. FRASCONI Filippo Collaboratore Prof. San. TDP 100 17. GAGGINI Andrea Operatore Prof. San. TPD 100 18. MASI Moreno Operatore Prof. San. TPD 100 19. NESI Tiziano Collaboratore Prof. San. TDP 100 20. PIAZZINI Tiberio Operatore Prof. San. TPD 100 21. PIERALLI David Operatore Prof. San. TPD 100 22. PIZZONIA Domenico Assistente tecnico 100 23. SARDI Antonio Operatore Prof. San. TPD 100 24. SIMONINI Franco Collaboratore Prof. San. TDP 100 25. STERNINI Pantaleo Collaboratore Prof. San. TDP 100 26. TACCETTI Emiliano Operatore Prof. San. TPD 67 COGNOME NOME QUALIFICA % IMPEGNO

ORARIO DOVUTO 27. CASTIGLIA Cristina Operatore Prof. San. Inf. 50 28. CHITI Mario Operatore Prof. San. Inf. 100 29. IANNIELLO Giuseppe Assistente sanitario 100 30. NISTICO’ Annarita Operatore Prof. San. Inf. 100 31. VELTRONI Simone Operatore Prof. San. Inf. 100

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COGNOME NOME QUALIFICA % IMPEGNO

ORARIO DOVUTO 32. CIOLLI Adriana Coadiutore Amministrativo 100 33. ROMANO Salvatore Assistente Amministrativo 100 34. BRAY Anna Rosa Collaboratore Amministrativo Professionale 100 35. DEL SERE Ornella Centralinista 100 portineria S.

Salvi Quadro di sintesi Profilo professionale N. Unità equivalenti Amministrativi 4 4 Ingegneri 3 2,67

Medici 6 6 Tecnici della Prevenzione 17 16,67 Infermieri 5 4,50 Totale operatori 35 33,84 con qualifica di UPG 26 24,34

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3.2 Immobili Non sono intervenute variazioni rispetto a quanto descritto per l’anno precedente. 3.3 Dotazioni strumentali

Mezzi di trasporto

TIPO AUTO TARGA ANNO IMMATRICOLAZIONE SEDE DA SOSTITUIRE? FIAT PUNTO DA 337 DT 2006 San Salvi NO FIAT PUNTO DA 343 DT 2006 San Salvi NO FIAT PUNTO DA 344 DT 2006 San Salvi NO FIAT 600 DF 581 AV 2006 San Salvi NO FIAT PUNTO DA 341 DT 2006 Cupola NO FIAT 600 DF 580 AV 2006 Cupola NO FIAT 600 DF 621 AV 2006 Cupola NO FIAT 600 CY 166 ZZ 2006 Cupola NO N° 4 BICICLETTE Cupola NO MOTORINO LIBERTY 6 ACET 2003 Cupola NO

Con tale parco macchine e considerando il numero degli operatori-utenti, si ritiene giusto che dal mese di aprile 2007 (in concomitanza con lo spostamento del GONIP in via della Cupola), 5 auto siano rese disponibili in V. della Cupola e 3 auto siano disponibili a S. Salvi. Strumenti di lavoro Non sono intervenute variazioni rispetto a quanto descritto per l’anno precedente.

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3.4. Risorse finanziarie annuali

Descrizione CdR Codconto Desconto

Budget negoziato anno 2006

Budget comprensivo dei fondi finalizzati 06

Budget riassestato 2006

Consumi Dicembre 2006

Diff budget complessivo/consumi Dicembre 2006

3B010101 PRODOTTI FARMACEUTICI 5,00 5,00 5,00 2,02

3B010104 MATERIALI DIAGNOSTICI PRODOTTI CHIMICI 143,00 143,00

143,00 108,37

3B01010601 PRESIDI CHIRURGICI E MATERIALI SANITARI 5.316,00 5.316,00

5.316,00 836,00

3B01020101 PRODOTTI ALIMENTARI 12,00 12,00 12,00 0,00

3B010202

MATERIALE DI GUARDAROBA,PULIZIA E CONVIV. IN GENER 998,00 998,00

998,00 781,45

3B010204 SUPPORTI INFORMATICI E CANCELLERIA 10.980,00 10.980,00

7.980,00 7.163,73

3B01021001 ALTRI BENI NON SANITARI 45,00 45,00 45,00 176,35

3B01020501 MATERIALE MANUT. IMMOBILI E LORO PERTINENZE - - - 358,22

01 14 02 U.F. PISLL Firenze

3B091005 ALTRI ONERI DI GESTIONE - - - 1.275,79

Totale U.F. PISLL Firenze 17.499,00 17.499,00 14.499,00 10.701,93 3.797,07

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Capitolo 4 Analisi della situazione attuale riferibile all’utenza ed all’UF PISLL di Firenze 4.1 Dati statistici di riferimento Dati demografici Per i dati demografici si fa riferimento a quelli presentati e discussi nella nostra relazione del 2006 ed a quelli, abbondanti, aggiornati che sono consultabili sul sito del Dipartimento di Prevenzione di Firenze http://www.asf.it/uuoo/dipprev/epidemiologia.htm Infortuni sul lavoro Per quanto riguarda i dati degli infortuni sul lavoro, abbiamo la disponibilità dei dati INAIL e di quelli che giungono direttamente a noi come referto dai Pronto Soccorso Ospedalieri. (Tabella n°1) Dai primi, disponibili anche in forma molto dettagliata grazie all’accordo INAIL – ISPESL – Regioni, si ricavano informazioni per la nostra zona di un certo interesse.

L’andamento del fenomeno infortunistico, come è noto, mostra un netto miglioramento fino al 1993, quindi una sostanziale stabilizzazione con fluttuazioni annuali scarsamente significative.

Si tratta comunque di un fenomeno nel suo complesso rilevante, inaccettabile, specialmente per le inabilità temporanee, correlabile ormai, in via generale, con la popolazione attiva più che con la presenza di aziende a più elevato rischio.

L’incremento degli infortuni mortali avviene quasi esclusivamente per incidenti stradali, mentre la graduatoria degli infortuni indennizzati appare stabile e vede ai primi posti l’industria dei trasporti e delle costruzioni.

Il fatto che questi dati siano rimasti stabili negli anni significa che per avviare una nuova tendenza di riduzione è necessario tentare progetti speciali che contengano elementi di novità. E‘ probabile che oramai il deterrente della vigilanza e delle inchieste sulla responsabilità penale, per altri versi necessario, in termini preventivi non sia sufficiente ad ottenere i risultati desiderati. Migliori informazioni, ai nostri fini, se non altro in relazione alla tempestività dell’informazione, visto che i migliori dati dell’INAIL arrivano con un ritardo di almeno 1-2 anni, derivano dal flusso di referti che giungono alla nostra UF (circa 15-20 giorni dopo la data di accadimento con l’eccezione di quelli gravi la cui comunicazione avviene quasi in tempo reale). Anche per l’anno 2006 i dati sugli infortuni sono ricavati dai referti provenienti dai vari P.S./DEA e dalle denunce Inail dell’area fiorentina. Sono presi in esame tutti gli infortuni con prognosi iniziale uguale o maggiore ai 30gg; per questi è stata generalmente aperta una inchiesta; gli infortuni con prognosi tra 15 e 30 giorni sono stati oggetto di inchiesta se mostravano una o più delle seguenti caratteristiche: a. perdita anatomica (es. amputazione); b. danno oculare; c. utilizzo mezzi di elevazione ( es. scale, ponteggi ecc.); d. utilizzo di macchinari.

Con particolare attenzione sono stati guardati quegli eventi che, oltre alle suddette caratteristiche, interessino donne, minori o extracomunitari. Non sono stati invece considerati sino ad oggi gli infortuni stradali. Dall’analisi della totalità dei certificati (n° 4827) pervenuti nell’anno 2006 emerge quanto segue:

- gli infortuni in edilizia sono meno del 5%;

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- la proporzione degli infortuni in lavoratori “extracomunitari” è di circa il 13 %, in edilizia tale proporzione sale vertiginosamente sino al 65% circa

- gli infortuni con prognosi iniziale uguale o maggiore di 30 giorni rappresentano circa il 9% del totale.

Questi dati, come noto, sono da considerare deficitari almeno per due motivi: primo perché non si ha mai la sicurezza che rappresentino la totalità degli infortuni avvenuti (confrontandoli con quelli denunciati all’INAIL risultano essere circa l’85%), il secondo è che non è possibile confrontarli con un denominatore tanto meno nell’attività di edilizia. Tuttavia questi stessi dati ci sembrano più verosimili e tempestivi e quindi più utili rispetto a quelli forniti periodicamente dall’Inail. Stante tale situazione è stato deciso di intervenire per campagne progettate non soltanto ai fini dell’individuazione della responsabilità ma su una ipotesi secondo la quale l’accadimento dell’infortunio rappresenta un input adeguato per agire sul sistema di prevenzione in quell’azienda dove l’infortunio si è determinato, dando indirizzi migliorativi ed affinando comunque le nostre informazioni. Questo potrebbe sopperire alla riduzione di efficacia dell’attività di vigilanza intesa come deterrente. In Italia, a differenza di ciò che avviene in altri paesi, il costo materiale che il datore di lavoro deve sostenere nel caso di un infortunio, anche in termini assicurativi, e quindi l’interesse materiale nel prevenirlo sembra ormai cinicamente valutato a tavolino. Questa ipotesi potrebbe svilupparsi prevedendo di intervenire anche per infortuni con prognosi iniziale inferiore ai 30 giorni ed attuarsi in comparti diversi, eventualmente sulla base di eccessi di infortuni desunti dai dati INAIL per anni precedenti. Malattie professionali I referti di malattia professionale giunti alla nostra UF nel 2006 sono stati 54 (tabella 2). Nell’osservazione dell’andamento dei casi di malattia professionale relativi al triennio 2004/2006, si è registrata una diminuzione progressiva dei casi, soprattutto a carico delle ipoacusie. La maggior parte (53.7%) dei referti pervenuti sono stati redatti dai medici competenti. Prosegue la ricerca del nesso causale fra le patologie refertate e l’espletamento del compito lavorativo per tutti i casi che pervengono alla nostra osservazione. In alcune tipologie di malattie professionali è comunque difficile pensare a iniziative di prevenzione in quanto ci troviamo di fronte ad esposizioni del passato, spesso non più esistenti o modificate o non facilmente riconducibili a singole aziende. Il nostro intervento si è quindi orientato nel porre una maggiore attenzione agli esiti (rientro al lavoro del soggetto, mansione espletata, bonifica del posto di lavoro) dei casi di malattia professionale. Un’eccezione è stata considerata la patologia allergica, sia dermatologica che respiratoria, dove un intervento immediato può contribuire a salvaguardare, se non il “caso”, almeno altri lavoratori. Rispetto a queste conclusioni non pare che i dati forniti dall’Inail possano aggiungere ulteriori stimoli.

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Tabella n° 1. Referti di infortunio sul lavoro pervenuti alla U.F. PISLL Firenze, anno 2006 comunitari “extra-comunitari” Totale

Edilizia 115

75 190

Altro 4065

572 4637

Totale 4180

647 4827

Prognosi comunitari “extra-comunitari” Totale

superiore/uguale a 30 gg

361 57 418

superiore a 3 gg inferiore a 30 gg

3331 517 3848

Inferiore a 3 gg

488 73 561

Totale 4180 647 4827

Tabella n° 2. Referti di malattia professionale pervenuti alla U.F. PISLL Firenze, anni 2004-2005-2006 Patologia repertata 2004 2005 2006 Ipoacusia 32 27 7 STC 9 6 3 Dermatite 10 7 6 Mesotelioma 11 6 6 Muscoloscheletriche 11 12 10 Tendinopatie 2 Angiopatie 4 5 Psicopatologie 3 3 7 Faringiti 1 Asma 1 1 1 ETP 2 2 2 Silicosi 1 Asbestosi 2 Morbo di Parkinson 1 Polmoniti 1 Epatiti 1 Oculoriniti – congiuntiviti 2 Diagnosi non disponibile 1 2 TOTALE 87 67 54

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4.2 Analisi dei problemi interni all’organizzazione I problemi individuati nella relazione dell’anno precedente, come prevedibile, non hanno trovato soluzioni soddisfacenti. Nell’ambito di un progetto di miglioramento della qualità promosso dal Dipartimento di Prevenzione, verrà programmato un intervento sulla valutazione di eventuali problemi di comunicazione interna nella UF e presentato nel corso del 2007.

Nuovi problemi interni emersi nel corso del 2006 sono riportati nello schema seguente

CRITERI

Problemi interni

Importanza Complessità Affrontabilità (al livello di potere dei soggetti agenti)

Scelte

La riduzione del personale amministrativo ha richiesto una riorganizzazione dell’attività che trova ostacolo in alcune rigidità organizzative. In particolare risulta in sofferenza la specifica attività che concerne i Nuovi insediamenti produttivi che, nel corso del tempo, ha visto avvicendarsi personale che dopo uno spesso difficile periodo di addestramento, è stato per diversi motivi spostato ad altre funzioni. In queste vicende emerge l’eccessiva lontananza della gestione centrale delle UO professionali, in questo caso quella amministrativa, dai bisogni delle UF.

media

bassa

media

Iniziative a livello della UO amministrativa di formazione specifica del personale afferente su questioni relative alla gestione delle UF

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4.3 Priorità scelte Utile sarebbe poter fare scaturire la programmazione delle attività dai risultati della elaborazione delle migliori informazioni epidemiologiche disponibili. Tale esercizio doverosamente compiuto purtroppo non sempre fornisce indirizzi semplici ed esaurienti, quindi, anche raccogliendo una varietà di altri stimoli ed informazioni che giungono quotidianamente al servizio sono state fatte le considerazioni che seguono trasformandole in attività di lavoro. Stili di vita

Malattie da lavoro Su tale argomento è sempre attuale la considerazione già espressa l’anno precedente che non vi siano elementi sufficienti per intraprendere progetti speciali su particolari patologie da lavoro che, dai dati statistici e dalla nostra stessa esperienza non si presentano con particolare frequenza nel territorio di nostra competenza. Quasi tutte le patologie indicate tra le priorità del Dipartimento di prevenzione sono peraltro collegate, in termini di probabilità, alle attività lavorative nei confronti delle quali interveniamo e la loro prevenzione rappresenta uno degli obbiettivi (ma non individuabile come obbiettivo specifico nè come indicatore) del nostro intervento di prevenzione.

*Tumori dei seni nasali

* fonte dati CSPO e Inail

Il problema è affrontato nell’ambito dell’intervento sulle polveri di legno e con la collaborazione al Registro regionale tumori del naso (Centro raccolta segnalazioni

tumori naso Area Vasta Centro)

TUMORI *Mesoteliomi

L.Miligi 2003 e CSPO

Non vi sono indicazioni per un intervento speciale di prevenzione che è di fatto compreso nell’attività di vigilanza sull’applicazione della normativa relativa all’amianto

Tumori del polmone

Il rischio per tale patologia è alla base della scelta di intervenire sull’esposizione a silice in edilizia e di mantenere il controllo ispettivo nel comparto galvaniche

MALATTIE RESPIRATORIE

Pneumoconiosi (Silicosi e pneumoconiosi da silicati), asbestosi

Partecipazione al NIS, coordinamento del progetto regionale silice, intervento nel comparto dell’edilizia

MALATTIE ALLERGICHE

Dermatite da contatto

Non abbiamo progetti speciali. Nei casi segnalati viene attivato un intervento tendente a chiarirne l’origine, valutare le possibili sostituzioni ed a controllare l’esposizione per

gli altri lavoratori.

PATOLOGIE MUSCOLOSCHE

LETRICHE

Stc

osteomuscoloscheletrico

Vengono affrontati nell’ambito del progetto nel comparto facchinaggio, trasporto, edilizia e grande distribuzione.

PATOLOGIE DA DISAGIO

LAVORATIVO

L’obbiettivo rimane quello di riconciliare l’azienda al lavoratore in modo da interrompere il processo; d’altra parte si ritiene poco efficace entrare nella gestione del caso sia in termini clinici che medico legali. Soltanto in casi particolari si procede

alla compilazione del primo certificato medico di malattia professionale.

MALATTIE DA RUMORE

Ipoacusie professionali

Il rumore nei luoghi di lavoro richiede un aggiornamento degli interventi a seguito della entrata in vigore della nuova normativa del settore.

Promuovere stili di vita salutari

Abuso di alcool

La UF partecipa con un suo operatore al progetto nazionale finalizzato alla prevenzione dell’uso inadeguato dell’alcool nei luoghi di lavoro. Il progetto è triennale

ed articolato in due sottoprogetti l’uno rivolto alla informazione e formazione del personale di aziende, l’altro di formazione dei formatori.

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Esposizioni a fattori di rischio ESPOSIZIONE

AD AGENTI CANCEROGE

NI

Silice libera cristallina Polveri di legno Radiazioni UV

Edilizia: profilo di rischio ed indicazioni di elementi per la valutazione e la prevenzione

Falegnamerie: verifica di applicazione della check list per l’autovalutazione inviata alle ditte del comparto nel 2004

Partecipazione al progetto regionale in collaborazione con CSPO ed Università per la

prevenzione in edilizia ed agricoltura ESPOSIZIONE

AD AGENTI CHIMICI

Piano di controllo in tintolavanderie, tipografie, odontotecnici

ESPOSIZIONE A RUMORE

Intelligibilità e affaticamento vocale nelle scuole, intervento di misura del rumore negli edifici scolastici

ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI

Verifica delle valutazioni in metalmeccanica e nei gommisti anche a seguito dell’entrata in vigore della nuova normativa

Infortuni Infortuni nei comparti

Attivato un osservatorio infortuni per la nostra UF con utilizzo di elaborazioni dei referti che pervengono ed elaborazione dati INAIL per l’individuazione di interventi prioritari di prevenzione e di

polizia giudiziaria, anche attraverso gli istituti della pronta disponibilità e della reperibilità. Nel settore facchinaggio e trasporto, individuato come prioritario per il rischio infortuni nella nostra UF,

è in corso un progetto specifico. Altrettanto per l’edilizia, ma in questo caso deve essere svolto un approfondimento tendente a chiarire in quale sottogruppi di lavoratori edili e/o tipi di cantieri il rischio è prevalente, dal momento che nelle

aziende abitualmente visitate tale rischio non emerge con chiarezza

infortuni nei minori Utilizzato come criterio di scelta per l’attivazione di interventi ispettivi e di prevenzione.

Infortuni negli immigrati

Utilizzato come criterio di scelta per l’attivazione di interventi ispettivi e di prevenzione. Individuato il settore del facchinaggio e trasporto per la presenza di immigrati, oltre che per l’elevato rischio di

infortuni

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Capitolo 5 Programmi e piani di lavoro 2007 5.1 Schede dei programmi e piani di lavoro

Rispetto alla programmazione 2006, per il prossimo periodo di lavoro alcuni piani non vengono riproposti o vengono sostanzialmente modificati. In particolare tutto ciò che fa parte dell’abituale attività di UF e può essere inquadrato tra i processi di competenza della UF (amianto, inchieste infortuni, malattie professionali, disabili ecc.), viene riportato in maniera semplificata con eventuali note da parte dei responsabili di ciascun processo. Vengono invece redatti i progetti relativi ad attività particolari affrontate con programmi che hanno una definizione temporale e degli obbiettivi specifici.

Per quanto riguarda alcuni piani di lavoro condotti negli anni precedenti, di seguito si rende conto succintamente delle modifiche apportate e delle motivazioni. Monitoraggio e controllo agenti chimici

Non verrà più presentato un piano unico il cui comune denominatore è il progetto regionale algoritmo ma verranno redatti piani specifici per alcuni comparti nei quali si intende proseguire per definire standard, condurre attività di vigilanza, verificare l’applicazione della prevenzione, tra questi prosegue l’attività nelle tintolavanderie con un progetto effettuato in collaborazione con l’U.F. Pisll Zona nord-ovest ed il Laboratorio di Sanità Pubblica. Nelle carrozzerie saranno elaborati a breve i dati complessivi del progetto regionale algoritmo che permetterà successivamente, la prosecuzione dell’intervento in questo comparto. Viene aggiunto il comparto degli odontotecnici e delle tipografie. Pelletterie condotte da cinesi

I rischi maggiori per la sicurezza sono sempre rappresentati dalla inidoneità degli impianti elettrici, dalla presenza di bombole a gpl e da dormitori in condizioni fatiscenti e a grave rischio causa i materiali utilizzati per realizzarli a contatto con allacciamenti elettrici artigianali.

Peraltro queste condizioni sono sempre più rare e proseguono i miglioramenti già segnalati nel 2005. Si conferma anche la tendenza verso l’ulteriore sostituzione delle classiche attività di laboratorio con quelle commerciali e, di conseguenza, l’eliminazione di gran parte dei rischi per la sicurezza.

Una nota sull’applicazione della 626: se è vero che si può pretendere che soggetti ormai integrati e padroni della lingua frequentino corsi per Rspp e addetti all’emergenza, bisogna anche ribadire che in ditte al 90% non superiori a 5 addetti e per l’80% familiari, gestite da immigrati che hanno una formazione scolastica ma, soprattutto, sociale profondamente diversa dalla nostra, il rispetto di questi obblighi risulta difficilmente attuabile.

Negli ultimi anni i cambiamenti radicali e rapidi nella tipologia di attività gestite dalla comunità cinese a Firenze, con la progressiva trasformazione in attività commerciali, il rallentamento del flusso migratorio cinese, il miglioramento, spontaneo e/o indotto, delle condizioni di lavoro e la mancanza di un interlocutore istituzionale su questi problemi nell’Amministrazione comunale, ha reso complessa la realizzazione di progetti specifici, come ad esempio quello sul lavoro minorile, e consiglia invece di proseguire la vigilanza ed il controllo nell’ambito della abituale attività di istituto, che viene proseguita anche in collaborazione con la polizia municipale

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Cancerogeni Come per gli agenti chimici, vengono individuati settori di intervento in particolari

comparti ed affrontati nell’insieme dei problemi relativi alla prevenzione dei rischi di tipo igienico e di sicurezza.

Silice: Prosegue la collaborazione con il gruppo nazionale del NIS “Silice in edilizia” che sta lavorando alla stesura di linee guida per il controllo del rischio silice nel comparto edile. In collaborazione con ARPAT e con il gruppo regionale silice, è stato presentato alla Regione un progetto dal titolo “Ricerca per l’individuazione delle cause di variazione della reattività superficiale della silice cristallina, nei principali comparti di lavoro toscani, in relazione alla sua potenziale patogenicità”. Il progetto, per il quale è previsto un finanziamento regionale, coinvolgerà la nostra zona per l’individuazione e la raccolta dei campioni da analizzare. Si rimanda alla stesura del progetto regionale (Responsabile Progetto: Franco Carnevale, gruppo di lavoro: Fabio Capacci, Tiziano Nesi)

Per la formaldeide verranno approfonditi aspetti relativi alla possibilità di sostituzione per gli usi anatomopatologici. Attività specifica su rischi fisici

A fronte dell’avvenuta ripresa dell’attività su questi aspetti, al piano generale verranno sostituiti piani specifici in alcuni settori di interesse (vibrazioni in edilizia e metalmeccanica e rumore nelle scuole).

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Progetto n° 1 Tutoraggio principali aziende del territorio Osservazioni e proposte ll progetto è legato al budget di UF. E’ stato sperimentato nel 2005 ed è proseguito nel 2006. Di seguito si riporta la sintesi dei risultati che sono apparsi interessanti nell’ ultimo anno. A ciascun operatore, tecnico e medico, è stata assegnata un’azienda con il compito di sottoporla ad audit, effettuando almeno un sopralluogo guidato con scheda appositamente predisposta orientati alla precisa verifica del sistema di prevenzione adottato, interagendo con datore di lavoro, responsabile SePP, RLS, consulenti e valutando il programma di miglioramento adottato o da adottare. Gli operatori a cui sono state assegnate aziende sono stati in tutto 23, divenuti nel corso dell’ anno 22 per il trasferimento di uno di essi. Ogni operatore si è avvalso della collaborazione di altri colleghi e pertanto ogni operatore, sempre ai fini del presente progetto, ha mediamente visitato più aziende. In tutto sono state monitorate 27 aziende (alcuni operatori hanno seguito più di una azienda, per lo più omogenee per comparto o per tipologia d rischio prevalente). In alcuni casi (almeno 9, pari al 30% delle aziende assegnate) sono stati effettuati due o più sopralluoghi in tempi diversi, anche al fine di verificare l’ attuazione degli interventi migliorativi programmato nell’ arco dell’ anno. Le attività svolte nell’ ambito del progetto hanno nel loro insieme raggiunto l’obiettivo di monitorare e stimolare e, in qualche caso correggere, le attività preventive nelle aziende. In alcuni casi sono state direttamente effettuate indagini di misura e verifica (rilevamenti fonometrici, campionamenti polveri e approfondimenti sulla organizzazione del lavoro e sulla percezione del rischio). Le informazioni ottenute sono risultate utili sia per la conoscenza del territorio che per facilitare i programmi di miglioramento delle aziende. I sopralluoghi, strumenti indispensabili per la realizzazione del progetto, hanno rappresentato un indicatore inevitabile. La compilazione della scheda è stata un utile strumento per rapportarsi al sistema di prevenzione delle aziende, ma al tempo stesso è, nella sua formulazione, molto ampia. Pertanto nel corso dell’ audit, gli operatori si sono avvalsi di una certa flessibilità, talora privilegiando gli aspetti di maggiore rilevanza in termini di rischi presenti nello specifico settore produttivo o nella singola azienda, altre volte concentrandosi su eventuali punti critici riscontrati durante il monitoraggio effettuato nell’ anno precedente, altre ancora indagando su rischi meritevoli di approfondimenti attraverso nuovi punti di osservazione. Il valore programmato per gli indicatori di processo, di 15 aziende, è stato ampiamente superato. La redazione di piani di miglioramento da parte delle aziende non segue alcun modello precostituito, gli stessi piani sono frequentemente complessi e redatti in modo difforme,la nostra presenza è stata utile per supportarli e orientarli. Altre aziende hanno programmato ed effettuato interventi migliorativi pur essendo più carenti nella redazione di una vera e propria redazione del piano. E’ risultato pertanto utile, in questi casi, compilare la scheda e incontrare le rappresentanze aziendali e dei lavoratori per la sicurezza per far emergere gli effettivi miglioramenti in corso, e valutarne la credibilità al fine di considerarli dei veri e propri piani di monitoraggio. In totale, comunque, programmi di miglioramento si sono riscontrati nelle aziende con percentuali superiori al 90%. Si è constatato che, in poche, ma significative realtà, il sistema di prevenzione e protezione aziendale è ben organizzato e in grado di proporre e mettere in atto autonomamente significativi interventi migliorativi. L’ anno prossimo potremmo cercare di meglio definire questi interventi, anche al fine di valorizzarli come iniziative utili per l’azienda stessa ma anche di stimolo per migliorare gli standard in altre. Viene riproposto il proseguimento del progetto su un nuovo elenco di aziende, che comprenderà in parte le aziende già monitorate nel 2006 e la introduzione di altre, anche a campione, da archivio.

OBIETTIVO

INDICATORE DI PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Monitorare, stimolare, correggere od approvare il sistema di prevenzione adottato in un campione di aziende rilevanti

Audit e sopralluoghi in aziende con compilazione di scheda predisposta

almeno 15 aziende Redazione di piani di miglioramento

valutabili e credibili nelle aziende

monitorate

90% delle aziende entro il 31/12/2007

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Responsabile del progetto Carla Zamboni Gruppo di lavoro Tutti gli operatori tecnici e medici SINTESI DEI RISULTATI DEL PIANO DI MONITORAGGIO E TUTORAGGIO AZIENDE E COMPARTI ANNO 2006 AZIENDA REFERENTI AZIONI DA INTRAPRENDERE 1. Sgarrella,

Castiglia Verifica degli effetti dell’ aumentata formazione e della riorganizzazione tecnica e procedurale ai fini della tutela dei rischi da MMC e mov. ripetuti

2 Trombetti, Nisticò

Buon sistema di prevenzione. Necessità di seguire l’ azienda per il mantenimento dei livelli di sicurezza. Verificare la possibilità di intervenire su altri soggetti coinvolti (per l piano stradale)

3. Bonini Seguite due aziende. Una di queste complessa ma ben organizzata, dovrà essere ancora seguita su problemi specifici (es. sicurezza muletti). L’ altra azienda, di minori dimensioni ha effettuato significativi interventi e può essere superfluo seguirla del 2007.

3. Nesi Buon contenimento dei rischi, considerando anche il prossimo trasferimento. 4. Capacci,

Ianniello In una azienda: verificare l’ andamento dell’ azienda, in attuale riduzione di attività. Presenza di rischio chimico e rumore. In una seconda azienda effettuate misure rumore e sollecitato intervento bonifica, opportune verifiche biennali.

5. Vannini Verifica interventi su progetto di nuovo impianto industriale per nuovi prodotti e verifica condizioni igieniche dei servizi.

6. Luongo, Chiti Piano di miglioramento in corso, da formalizzare gli interventi 7. Zamboni,

Veltroni Seguite due aziende vicine (in origine unica azienda) che hanno avuto molte trasformazione, per cambio gestione p modifiche strutturali. Da verificare in una delle due come proseguono i lavori di ristrutturazione edilizia e destinazione di uso, ma non prima di fine 2007 o, meglio, nel 2008.

8. Scardigli, Capacci, Calafiore

Effettuati rilievi fonometrici e captazione polveri

9. Pieralli, In via di miglioramento le postazioni lavoro in ufficio (rischi rumore, inquinanti) 10. Sardi In programma miglioramenti per rumore e vibrazioni. Da verificare per la mancata

esplicitazione dei tempi di bonifica. 11. Capanni E’ proseguto il completamento della scheda dell’ anno precedente. Opportuna la

continuazione del monitoraggio. 12. Castellacci Ampliamento azienda, dopo cambio gestione, con interventi migliorativi sul

microclima. Da verificare le condizioni effettive l’ anno prossimo 13. Corbizzi Programmata nuova prova evacuazione e verificare quanto applicato sugli interventi

fatti su organizzazione del lavoro e appalti 14. Piazzini Attuati interventi migliorativi su programma manutenzione muletti e su segnaletica.

Modificato un ciclo produttivo con utilizzo nuovi macchinari (maggiore automazione). Si stanno facendo verifiche su infortuni appalti.

15. Frasconi Da seguire perché è in atto una riorganizzazione e per i lavori in scavo (ccoordinamento con altri soggetti, ai fini della programmazione del lavoro in sicurezza)

16. Gaggini Interventi migliorativi lenti ma in atto su microclima e rumore. 17. Simonini Analisi sulla organizzazione del lavoro, da estendere al comparto. 18. Sternini Azienda che ha modificato sostanzialmente l’ ambiente e le procedure per mettere in

sicurezza dal rischio chimico 19. Taccetti Azienda visitata da Capacci con campionamenti in cabina.

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Progetto n° 2 Censimento e verifica su due aree di insediamento produttivo

Osservazioni e proposte Il progetto è legato al budget di UF e viene riproposto per il secondo anno. L’obbiettivo è quello di verificare sul territorio le caratteristiche di insediamenti produttivi relativamente recenti in almeno due zone del comune di Firenze, anche al fine di valutare la tenuta di aziende insediatesi secondo un iter procedurale controllato (attività Nuovi Insediamenti Produttivi). Si vuole valutare in particolare la capacità di gestione della prevenzione in ambienti teoricamente privi di vincoli strutturali. Il progetto nasce anche dalla constatazione che, nel nostro territorio, i rischi non sembrano legati tanto a comparti specifici quanto allo stile di gestione della sicurezza nelle aziende. La valutazione in oggetto sarà condotta anche in relazione agli ultimi decreti sui rischi chimici e fisici interessando, di volta in volta, i componenti dei vari gruppi di lavoro specifici per gli approfondimenti del caso. Tra le zone prescelte una è collocata nel quartiere 5 e l’altra nel quartiere 3 (Piano Insediamento Produttivo PIP dei primi anni ’90).

OBIETTIVO

INDICATORE DI PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Censire gli insediamenti produttivi in ognuna delle due aree individuate, individuarne le criticità e dare indicazioni operative di miglioramento. Verificare la tenuta in ambienti “a norma” ex DPR 303/56 e D.Lgs 626/94

Compilare scheda di sopralluogo con

individuazione di criticità ed iniziative da intraprendere

100%

Sopralluoghi ed audit sui sistemi di

prevenzione adottati

Confronto fra stato di progetto e stato attuale in aziende

esaminate da Gruppo

Suap/Gonip

Almeno 20 aziende (10+10)

Non esiste standard ed il rapporto è di per

se informativo

Il Responsabile Progetto Marco Lombardini Gruppo di lavoro Antonio Sardi, Silvia Castellacci, , Andrea Gaggini, Marco Vannini, Andrea Bartoli, Filippo Frasconi, Alessandra Trombetti..

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Progetto n° 3 Promozione dell'igiene e sicurezza del lavoro nelle scuole, con particolare riferimento agli adeguamenti normativi, alla gestione dei cantieri di ristrutturazione ed alle misure di emergenza Osservazioni e proposte Il progetto è la prosecuzione di quello portato avanti già da alcuni anni e vede come interlocutori i dirigenti scolastici, il Comune e la Provincia per il rispetto del DLgs 626/94, D.M.92 e L .46/90. Il particolare impegno è giustificato anche dalla scadenza dei termini, previsti al 31.12.09, dal D.L. 28.12.06.n° 300 per la completa realizzazione degli interventi di adeguamento nelle scuole. Ad oggi sono aperti vari cantieri del Comune e della Provincia e rimangono ancora da adeguare molte strutture scolastiche, in particolare della Provincia. L’intervento prevede la collaborazione con iniziative che potranno essere assunte da altre UF o dal Dipartimento di Prevenzione.

OBIETTIVO

INDICATORE DI PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Valutare lo stato degli impegni previsti per adeguarsi alle norme (DLgs 626/94, L. 46/90, D.M. 1992, nel rispetto del D.L. n° 266/2004) Verifica ottemperanza alle norme di sicurezza con particolare riferimento ai piani di emergenza in tutti gli istituti, pubblici e privati oggetto di indagine. Controlli nei cantieri scolastici

Numero incontri con Amministrazioni Provinciale e Comunale N° sopralluoghi in scuole già adeguate o in adeguamento Analisi delle notifiche (ex art.12 D.Lgs.494/96) per le scuole inoltrate dalle Amministrazioni Provinciale e Comunale

Almeno 4 incontri

almeno 10 scuole

100/100 di quelle pervenute

La sicurezza delle scuole, obbiettivo del piano, sono solo in minima

parte dipendenti dallo stimolo derivante dal

nostro intervento

Pieno adeguamento

Adeguamento dei cantieri

Non valutabile

100% del campione

100 % dei cantieri visitati

Responsabile Progetto Fabrizio Caioli Gruppo di lavoro Franco Carnevale, Moreno Masi, Antonio Sardi, Fabio Capacci, David Pieralli

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Piano n° 4 Prevenzione nel comparto dell'edilizia tradizionale compresi i grandi cantieri nel Comune di Firenze ed i piani straordinari proposti dalla Regione Toscana

Osservazioni e proposte La scelta del numero dei sopralluoghi e della tipologia dei cantieri da esaminare, caratterizzante il progetto, viene modificata ogni anno per tenere conto dell’apertura di nuovi “grandi” cantieri nel territorio fiorentino, dell’andamento dei “grandi” cantieri già in essere e del numero di “piccoli” cantieri che, sulla base dei dati infortunistici di comune acquisizione, risultano ancora oggi i più critici in termini di rispetto della sicurezza sul lavoro. Durante l’anno 2006 gli operatori del Dipartimento di Prevenzione della zona di Firenze hanno proseguito a compilare la scheda di valutazione qualitativa del cantiere oggetto del loro primo sopralluogo e durante il 2007 proseguiranno tale attività, perché la raccolta di tali dati permetterà di analizzare il “trend” qualitativo dei cantieri, presenti nel territorio, negli anni a seguire. I sopralluoghi da effettuare vengono programmati tenendo conto delle notifiche pervenute (indicanti l’apertura di nuovi cantieri edili), della suddivisione nei 5 quartieri comunali della zona Firenze e delle “grandi” opere attualmente in essere nel territorio che si protrarranno per diversi anni e che sono i seguenti: tramvia Firenze – Scandicci, comprensorio ex area Fiat in via di Novoli, area ex Carapelli e nuovo palazzo di giustizia, area Azienda Ospedaliera Universitaria di Careggi, comprensorio “area carabinieri” di viale XI Agosto, area ospedale Torregalli, area I.O.T., azienda ospedaliera Meyer, complesso edilizio ex area SIME, presidio ospedaliero di S. Maria Nuova, complesso della stazione Leopolda di Porta al Prato, comprensorio ex area Fiat in viale Belfiore. Vi sono inoltre i cantieri per la realizzazione di nuovi edifici di civile abitazione appartenenti al programma denominato “20.000 abitazioni in affitto” (via Allori, via Quarto/Tolentino, via Empoli, via de Pinedo, via Pistoiese/Brozzi, via Arnoldi e via della Sala) che andranno monitorati, in termini di sicurezza sul lavoro,anche su richiesta del Comune di Firenze che eroga alle aziende che li realizzano finanziamenti regionali. Il programma di “vigilanza “ interesserà quindi tutti i cantieri medio – grandi ed un campione non grande, ma rappresentativo dei cantieri più piccoli. Durante il 2007 saranno svolte anche le seguenti attività:

con delibera di attuazione dell’art. 4 comma 1 della legge regionale 64/03, viene ripetuto il progetto di “campagna straordinaria di vigilanza nei cantieri edili “ e attuato quello itinerante di “formazione” dei lavoratori del settore edile da eseguirsi direttamente nei cantieri;

prima dell’apertura di “grandi” cantieri, la cui prosecuzione è prevista durare per alcuni anni, continuerà l’attività di organizzare riunioni preliminari con il Committente, i Coordinatori per la sicurezza ed i Responsabili delle ditte coinvolte al fine di accertare ed esaminare con loro quelle che sono le principali criticità, in materia di igiene e sicurezza sul lavoro, del cantiere in esame;

proseguono le riunioni, iniziate nel 2006, con il Comune di Firenze per il miglioramento della sicurezza sul lavoro nei cantieri nei quali il Comune di Firenze stesso è Committente. Nel corso del 2007 alcuni Tecnici ed Ingegneri del Servizio P.I.S.L.L. parteciperanno ad incontri di approfondimento con il personale tecnico delle Direzioni comunali aventi l’abilitazione a svolgere le funzioni di coordinamento per la sicurezza.

Osservatori sulle attività edili saranno realizzati in collaborazione con i grandi committenti pubblici (Comune di Firenze in primo luogo) e privati, utilizzando relazioni trimestrali redatte dai coordinatori per l’esecuzione lavori, secondo uno schema di massima fornito dal Servizio.

Nell’anno in corso saranno individuate due strade o arterie cittadine che verranno percorse per tutta la loro lunghezza ispezionando tutti i cantieri edili, di più piccola dimensione, presenti; in questo caso saranno focalizzati soltanto i rischi maggiori ed in particolare quello della caduta dall’alto.

Proseguendo l’attività intrapresa nel 2006 (3 giornate), anche per il corrente anno saranno previsti dei sopralluoghi nei cantieri da effettuarsi congiuntamente con D.P.L., INPS ed I.N.A.I.L.

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OBIETTIVO

INDICATORE DI PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Fare applicare nei cantieri edili le norme di sicurezza ed esercitare un generico potere di dissuasione nei confronti dei trasgressori Monitorare l’andamento nel tempo della sicurezza nei cantieri edili a Firenze

Numero di sopralluoghi nel 10% dei cantieri notificati ai sensi del DLgs 494 nel nostro territorio. Compilazione di schede di sopralluogo per la raccolta di dati qualitativi sui cantieri

Almeno 470 sopralluoghi di cui

almeno il 15% selezionati

direttamente dalle notifiche DLgs 494

Nel 100/100 dei

sopralluoghi

Verifica ottemperanza alle

prescrizioni.

Relazione sulla sicurezza in

edilizia a Firenze

100%

Entro la fine di ogni anno

Responsabile Progetto Piero Scardigli Gruppo di lavoro Andrea Bartoli, Gabriele Corbizzi, Filippo Frasconi, Domenico Pizzonia, Moreno Masi, Fabrizio Caioli, Franco Capanni, Antonio Sardi, Pantaleo Sternini, Tiberio Piazzini, Emiliano Taccetti, Silvia Castellacci, David Pieralli, Leonardo Bonini

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Piano n° 5

Piano mirato polveri di legno

Osservazioni Il piano costituisce la prosecuzione autonoma dell’intervento di vigilanza e di controllo che nel 2006 era compreso nel piano n° 3 sui cancerogeni. Si tratta di proseguire nei sopralluoghi di verifica delle iniziative di prevenzione e sensibilizzazione degli artigiani già adottate nel 2002 con la distribuzione per posta della Check list di controllo per le falegnamerie. Nel 2006 gli interventi hanno interessato le aziende di commercio del legname che hanno anche reparti per il taglio del legno. Allo studio delle iniziative di contenimento dell’esposizione a polveri di legno, in alcuni casi interessanti ed originali, si è affiancata l’abituale attività di vigilanza. Il piano proseguirà con analoga impostazione interessando anche le falegnamerie ed eventuali altre aziende di lavorazione del legno. Particolare impegno verrà rivolto a modalità tecniche di prevenzione adeguate alle particolari condizioni ambientali delle falegnamerie del centro storico.

OBIETTIVO

INDICATORE DI PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

verifica dell’applicazione della Check List per l’autovalutazione Documentazione di eventuali soluzioni originali riscontrate Eventuale redazione di prescrizioni per l’adeguamento

esame in aziende del legno.

almeno 10

N° di aziende in

regola

100% entro 31.12.2007

Responsabile Progetto Fabio Capacci Gruppo di lavoro Leonardo Bonini

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Piano n° 6 Piano mirato sull’“emergenza” in alcune aziende della pubblica amministrazione ed in altre ad elevata ricettività

Osservazioni Prosecuzione di attività già intrapresa negli anni precedenti e che ha dato buoni risultati in termini di adeguamento. Dato il cospicuo numero di attività di servizio e ricettive presente nel Comune di Firenze, tale attività deve essere continuata ed attentamente verificata.

OBIETTIVO

INDICATORE DI

PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Stimolare la gestione delle emergenze in strutture ad alta recettività Verificare il mantenimento dei livelli già raggiunti in strutture già esaminate in passato

Effettuazione di sopralluoghi in scuole e Università; riesame di grandi musei e/o biblioteche già esaminati in passato; verifica di alberghi e/o strutture ricettive; programmazione di sopralluoghi in occasione di manifestazioni culturali ad alta affluenza di pubblico (mostre,concerti,convegni,etc)

n° 5 n° 5 n° 10 n° 5

Adeguamento completo entro il 31.12.2007

Verifica del 100% delle strutture esaminate

Il Responsabile Progetto Marco Vannini Gruppo di lavoro Marco Lombardini, Davide Pieralli, Leonardo Bonini, Tiberio Piazzini, Fabrizio Caioli, Andrea Bartoli, Silvia Castellacci, Franco Simonini, Filippo Frasconi

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Progetto n° 7 Tutela della donna al lavoro: - Esame delle richieste di interdizione dal lavoro per maternità; - Piani mirati su rischi lavorativi specifici per la maternità e la tutela del nascituro Osservazioni In seguito alle modifiche introdotte dal documento congiunto della DPL e della Regione Toscana che chiariva le rispettive competenze sul territorio in materia di interdizione dal lavoro, le domande di interdizione sono state anche accolte direttamente presso il nostro Servizio. Tale attività di “accettazione” delle pratiche ha necessitato una formazione del personale ed una riorganizzazione interna dei compiti, con adeguamento della modulistica utilizzata. Come negli anni precedenti, gli accertamenti sui luoghi di lavoro sono stati rivolti soprattutto alle realtà lavorative non ancora conosciute dal Servizio. Non si registrano invece cambiamenti rispetto ai principali settori lavorativi interessati: servizi socio-assistenziali privati e pubblici (cooperative, RSA), servizi di pulizia, sanità privata (in minor misura anche pubblica), pelletterie, commercio e ristorazione. Le pratiche per interdizione nel post-partum restano numericamente superiori alle richiesta per interdizione in gravidanza che vengono evase direttamente dalla DPL. Gli interventi mirati nel settore lavanderie ed RSA intrapresi nel 2005 sono proseguiti nel 2006. Per il primo progetto (tinto lavanderie) è ancora in corso l’elaborazione dei dati ottenuti dalla somministrazione di questionari ed è stato inoltrato il 2°invio dei questionari ai non rispondenti. Il progetto si è utilmente integrato con le iniziative della UF sul rischio chimico nelle tinto lavanderie, con particolare attenzione alla valutazione dell’esposizione. Il secondo progetto (RSA) è stato portato a termine secondo gli obiettivi individuati in fase di programmazione. Si trattava di un progetto specifico sulle RSA per valutare gli adempimenti previsti dal D.Lgs. 151/01 su un comparto con dipendenti a prevalenza femminile e dove sono presenti rischi quali il biologico ed il chimico che comportano l’allontanamento delle lavoratrici madri fino al 7° mese dopo il parto. Il progetto è stato condotto per esaminare come questi rischi venivano valutati ed eventualmente contenuti al fine di conoscere le condizioni di lavoro in cui le dipendenti operavano e la possibilità di mantenerle al lavoro nel periodo dal 4 al 7 mese dopo il parto. Sono stati effettuati sopralluoghi in sei RSA sul territorio fiorentino selezionando quelle di maggiori dimensioni. Le strutture che sono state oggetto di visita sono state: - La Cupolina - Montedomini (2 RSA) - San Silvestro - Il Gignoro - Villa Gisella I pareri espressi nel comparto RSA nell’anno 2006 sono stati 59. Nel corso dei sopralluoghi, sono stati richiesti alcuni documenti: valutazione dei rischi chimico, biologico, movimentazione dei carichi, gestione delle emergenze, tipologia di contratti applicati, valutazione relativa alla gestione delle lavoratrici madri, formazione ed informazione relativamente al D. Lgs 151/01, gestione degli appalti interni. Analisi dei dati raccolti Le maggiori problematiche emerse sono state riscontrate in relazione alla valutazione del rischio chimico. Eccetto che per una RSA, le altre valutazioni sono risultate incomplete o imprecise, anche se tutto sommato i prodotti utilizzati sono prevalentemente quelli per la sanificazione e la disinfezione degli arredi e dei locali; le sostanze sono per la maggior parte classificate irritanti, eccetto una sola sostanza classificata come tossica. Relativamente al rischio biologico si è riscontrata una prevalenza di infortuni da puntura di ago nonostante il basso numero degli infortuni totali registrati. La modalità di registrazione non è omogenea in quanto in alcune RSA la registrazione di tali infortuni viene effettuata su di un registro apposito per meglio monitorare il fenomeno; in tutte le RSA

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visitate il personale viene formato sulle procedure da seguire per ridurre il rischio di puntura da ago. Inoltre in tutte sono stati adottati porta aghi dove vengono stoccati gli aghi usati senza doverli nuovamente incappucciare. In alcune RSA erano presenti porta aghi non idonei per dimensioni (troppo piccoli per contenere tutti i prodotti da stoccare). Per quanto riguarda la movimentazione manuale dei carichi si è rilevato che in 2 RSA la valutazione è stata effettuata tramite metodologia MAPO, in una utilizzando il metodo NIOSH e nelle altre tre non è stata individuata la metodologia utilizzata. In tutte le RSA visitate vengono effettuati corsi di informazione ed formazione specifici sulla modalità di sollevamento dei pazienti, in alcune anche con verifica dell’apprendimento tramite test finali ed in tutte sono presenti sollevatori anche se, a nostro avviso, non in numero sufficiente. La valutazione relativa alla tutela delle lavoratrici madri era presente in tutte le RSA anche se la formazione ed informazione delle lavoratrici non è sempre adeguata ed affidata per lo più alla distribuzione di materiale cartaceo con problemi di comprensione per le numerose dipendenti extracomunitarie e soprattutto senza verifica dell’effettivo recepimento dell’informazione elargita, considerando inoltre la presenza di numerosi contratti di lavoro a tempo determinato o part-time che determinano in alcune realtà un turn-over elevato di lavoratrici. Le problematiche legate ai piani di emergenza sono state rilevate in alcune RSA attribuibili soprattutto alla gestione della sicurezza degli ospiti (che non possono uscire dalla residenza) e/o anche alla presenza di più cooperative all’interno di una stessa struttura, con a volte difficoltà nell’estendere a tutti i lavoratori le procedure per la gestione dell’emergenza stessa. Dal punto di vista della documentazione presente in azienda tre RSA sono in possesso del Certificato di Prevenzione Incendi e le altre tre sono in fase di acquisizione o rinnovo per adeguamenti in corso. La gestione degli appalti all’interno delle strutture riguardano la manutenzione degli impianti (ascensori, estintori, ecc), la gestione della cucina e del servizio di lavanderia effettuati per lo più all’esterno. La situazione più complessa riguarda una RSA che al suo interno ospita dipendenti appartenenti a più enti e/o cooperative che usufruiscono però degli stessi spazi e strutture e che quindi necessitano di un coordinamento per la gestione di rischi comuni. Proposte di interventi per il 2007 Piano di lavoro RSA - Incontro con medici competenti ed RLS (ove presenti) - Invio della relazione conclusiva del progetto a tutte le RSA coinvolte - Eventuali osservazioni e richieste di adeguamento su specifici punti individuati nelle singole realtà. Piano di lavoro Esselunga E’ in corso uno studio sulle mansioni individuate come esenti dal rischio in gravidanza e post-partum nella valutazione del rischio di una azienda della grande distribuzione, l’ Esselunga. Tale approfondimento viene condotto insieme ad altri Servizi Zona NO, in particolare, allo scopo di uniformare le procedure relative alle interdizione anticipata e post-partum delle lavoratrici dell’Esselunga. Sono già stati effettuati alcuni incontri con l’RSPP, il medico competente e RLS del settore oggetto dell’indagine. Ulteriori incontri saranno effettuati nel corso del 2007. Obiettivo del progetto è la verifica della reale assenza di rischio per le lavoratrici come risulta dalla valutazione. Inoltre tale piano di lavoro si integra utilmente con quello intrapreso dalla Unità Funzionale sulla grande distribuzione. Piano di lavoro “ Promozione della tutela della salute della lavoratrice in periodo di gravidanza e post-partum” E’ emerso come dato problematico il riscontro che dopo circa 12 anni di attività il numero di donne che non usufruisce della legge di tutela è ancora elevato, come si evince dai dati riportati su stime effettuate sul numero di gravidanze di donne lavoratrici in settori a rischio / anno rispetto al numero di provvedimenti emessi dalla Direzione Provinciale del Lavoro nello stesso anno. Da questo rapporto risulta uno scarto di circa 1000 donne che non usufruiscono della tutela. Obiettivo del progetto è la riduzione del divario emerso estendendo alla maggioranza dei settori lavorativi presenti sul territorio la conoscenza delle norme di tutela. E’ in corso di elaborazione il metodo da utilizzare per raggiungere l’obiettivo.

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OBIETTIVO

INDICATORE DI

PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Facilitare l’accesso delle lavoratrici madri alle prestazioni previste per la loro tutela Verificare la corretta applicazione nei luoghi di lavoro delle norme a tutela delle lavoratrici madri. Intervento specifico nel settore delle tintolavanderie RSA ESSELUNGA

Percentuale di pratiche complete della dichiarazione del datore di lavoro evase entro 4 giorni dalla richiesta su N° di pratiche ricevute Contatti con tutti i soggetti non rispondenti ai questionari inviati nel 2004/05 nell’ambito del piano mirato nel comparto delle lavanderie Valutazione delle mansioni individuate dalla azienda come compatibili per le lavoratrici in gravidanza e post-partum

Maggiore a 90% 100% dell’attività programmata entro il 31/12/2007 100% dell’attività programmata entro il 31/12/07

Percentuale di sopralluoghi nei casi in cui non è stato possibile

ottenere la dichiarazione di

cambio mansione o mansione

limitata da parte del datore di

lavoro

Effettuazione di n. 6 sopralluoghi e

acquisizione delle valutazioni dei

rischi

Effettuazione di sopralluoghi in 3 unità produttive

Maggiore a 90%

Maggiore a 90% Uguale o maggiore al 90%

Responsabile Progetto Alessandra Trombetti Gruppo di lavoro Carla Sgarrella, Carla Zamboni, Cristina Castiglia, Annarita Nisticò, Giuseppe Ianniello

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Progetto n° 8 Gli apprendisti minorenni: creazione di un osservatorio delle aziende che assumono minori

Osservazioni e Proposte La Giunta della Regione Toscana, con delibera n. 502 del luglio 2006, ha approvato un nuovo schema di controllo sanitario di lavoratori minori e con contratto di apprendistato. Per quanto riguarda l’occupazione dei lavoratori minori, secondo la definizione prevista dall’art. 3 del D.Lgs 345/99 la delibera ha operato una distinzione: 1- i lavoratori minori impegnati in lavorazioni che non presentano rischi saranno sottoposti a visite mediche preventive e periodiche da parte dei medici delle UF PISLL 2- i lavoratori minori, adibiti ad attività lavorative per le quali la vigente legislazione prevede l’obbligo di sorveglianza sanitaria, saranno sottoposti esclusivamente agli accertamenti sanitari preventivi e periodici da parte del medico competente individuato ai sensi dell’art. 16 D. Lgs 626/94. La proposta di lavoro consiste nella creazione di un osservatorio delle aziende che assumono minori, con aspetti di vigilanza e di monitoraggio, in particolare per le aziende che presentano caratteristiche interessanti per tipologia di lavoro e/o per possibili esposizioni a sostanze. E’ stato effettuato un incontro con vari rappresentanti della Provincia di Firenze allo scopo di assicurare alla UF i flussi informativi necessari per avere i dati su tutti gli apprendisti avviati al lavoro (e quindi anche quelli “a rischio”, che non vengono visitati al Servizio).

OBIETTIVO

INDICATORE DI PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Monitoraggio delle aziende che assumono minori

Sopralluoghi nelle aziende che assumono minori

100% delle aziende che impiegano minori che giungono al servizio per la visita , 50% delle aziende ricavate dai flussi informativi della Provincia

Il Responsabile Progetto Alessandra Trombetti Gruppo di Lavoro Carla Sgarrella, Carla Zamboni, Franca Luongo, Mario Chiti, Simone Veltroni, Giuseppe Ianniello

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Progetto n° 9 Gli apprendisti maggiorenni: Valutazione del rischio ergonomico in alcuni comparti a maggiore presenza di apprendisti Approfondimento relativo alla formazione erogata agli apprendisti da parte della Provincia Osservazioni e Proposte Con la delibera regionale n. 502 del luglio 2006, viene superato il vigente regime di sorveglianza sanitaria rivolta agli apprendisti maggiorenni, visto lo scarso rilievo preventivo delle visite preassuntive previste ai sensi dell’art. 4 della legge 25/55 per gli apprendisti maggiorenni impiegati in lavorazioni non a rischio. Gli apprendisti maggiorenni impegnati in lavorazioni considerate a rischio, saranno, invece sottoposti esclusivamente alla sorveglianza sanitaria preventiva e periodica da parte del medico competente. Per una più efficace tutela dei giovani al momento dell’entrata nel mondo del lavoro e per mantenere una continuità di monitoraggio su questi lavoratori, si propone di operare su due versanti:

1- individuare il comparto dove sono più numerosi i contratti dell’apprendistato e su questo effettuare una valutazione del rischio ergonomico,

2- inoltre approfondire come viene erogata la formazione obbligatoria da parte degli Enti deputati al fine di conoscere i contenuti e valutare quanto è dedicato alla sicurezza e salute.

OBIETTIVO

INDICATORE DI PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Valutazione dei rischi ed eventuali bonifiche nel settore individuato. Valutazione della formazione obbligatoria relativa alla sicurezza e salute.

Studio dei flussi informativi provenienti dalla provincia. Valutazione del rischio ergonomico tramite sopralluoghi e/o questionari. Incontri con gli Enti preposti ed eventuali proposte.

70% di sopralluoghi nel comparto individuato.

Il Responsabile Progetto Carla Zamboni Gruppo di Lavoro Alessandra Trombetti, Carla Sgarrella, Mario Chiti, Simone Veltroni, Giuseppe Ianniello

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Progetto n° 10 Prevenzione Rischio da Radiazione Solare Ultravioletta nei Lavoratori Outdoor Osservazioni e proposte La radiazione solare ultravioletta sulla base di studi epidemiologici risulta essere causa di danni alla pelle e agli occhi di natura acuta e cronica , reversibili e non reversibili. La IARC ha classificato la radiazione solare UV nel gruppo 1 (cancerogeno certo per l’uomo) in quanto causa di melanoma maligno e di tumori della pelle non melanocitici. Dai dati dei registri tumori italiani relativi al periodo 1998-2002 emerge che i tumori cutanei non melanocitici risultano essere al primo posto in termini di frequenza per gli uomini e al secondo posto nelle donne. I tassi standardizzati di incidenza dei tumori della pelle non melanocitici x 100.000 abitanti nel periodo 1993-98 nelle province di Prato e Pistoia sono passati dal 43.3 per gli uomini e 29.0 per le donne, al 87.1 per gli uomini e 66.1 per le donne nel periodo 1998-2002, facendo registrare quindi un aumento dell’incidenza. Il sistema informativo internazionale sulle esposizioni professionali a cancerogeni certi o sospetti (CAREX) fa rilevare che la radiazione solare sia la più comune esposizione lavorativa nei paesi della Comunità Europea. La Comunità Europea ha stimato che 9 milioni di lavoratori possono essere esposti a radiazione solare per almeno il 75% del loro tempo lavoro e circa 700.000 lavoratori possono essere esposti a questo cancerogeno; La radiazione solare UV è il fattore di rischio più importante per i NMSC che sono uno dei tumori più frequenti nella popolazione. La radiazione solare deve essere considerata un rischio di natura professionale per i lavoratori outdoor al pari di altri rischi fisici e che il D.Lgs 626/94 obbliga il Datore di lavoro a valutare tutti i rischi lavorativi al fine di mettere in atto misure idonee di tutela (compresi DPI) Per quanto sopra esposto si rendono necessari programmi di prevenzione primaria per quei gruppi di lavoratori ad alto rischio. La nostra UF partecipa ad un piano mirato di prevenzione sul rischio da radiazione solare ultravioletta nei lavoratori che operano all’aperto (outdoor) cui partecipano la Regione Toscana, Azienda Sanitaria di Firenze, Dipartimento di Prevenzione, varie AUSLL Toscane, quali Firenze, Siena, Massa e Carrara,Pistoia, oltre a CSPO, ITT, Università di Siena e Firenze, Ibimet, CNR, LaMMA, ISPESL Roma.(Delibera della Regione Toscana N. 3562 del luglio 2006). Il nostro Servizio ha già intrapreso, insieme al Dipartimento di Scienze Dermatologiche dell’Università di Firenze, le prime fasi del piano mirato suddetto individuando la popolazione lavorativa esposta alla radiazione solare (prevalentemente lavoratori edili). Successivamente si è provveduto alla somministrazione di questionari sulle abitudini di vita /anamnesi personale dermatologica/ test sul confort di alcuni DPI consistenti in indumenti schermati di protezione per la radiazione solare. Nel corso del piano, di durata biennale, la nostra UF contribuirà alle iniziative di prevenzione primaria e secondaria ed alla preparazione di materiale per la formazione/informazione dei lavoratori.

OBIETTIVO

INDICATORE DI

PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Diffondere la cultura personale e di gruppi di lavoratori in edilizia per il controllo del rischio da radiazione solare ultravioletta

Riunioni con lavoratori Predisposizione materiale informativo Trasmissione assistita delle norme di prevenzione

In Primavera 2007 tre grandi cantieri

attivi nel comune di Firenze

120 Lavoratori

coinvolti

Applicazione da parte

dei lavoratori delle misure di prevenzione durante l’estate 2007

Tre cantieri

120 Lavoratori

Responsabile Progetto Alessandra Trombetti Gruppo di lavoro Giuseppe Ianniello, Simone Veltroni

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Piano n° 11 Piano mirato al controllo ed alle verifiche degli impianti elettrici anche al fine di monitorare l’applicazione del D.P.R. 462/2001 Osservazioni Questo progetto si prefigge l’obbiettivo di rilevare lo stato di applicazione del D.P.R. 462 ai fini della sicurezza elettrica. Dato l’esiguità del campione attualmente verificato non è possibile trarre delle conclusioni definitive. L’attività in esame andrà ripetuta negli anni successivi.

OBIETTIVO

INDICATORE DI

PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Rilevare lo stato di applicazione del D.P.R. 462/2001.

Effettuazione dei controlli scelti da un campione composto da: 50% di impianti certificati e notificati alla ASL 50% relativo a unità produttive presenti sul territorio suddivise per comparto

Il numero complessivo di impianti controllati dovrà essere pari a 120. Per quanto riguarda il campione proveniente da impianti certificati, priorità, nella scelta del controllo di questi, deve essere data agli ampliamenti e modifiche sostanziali di impianti

Responsabile del Progetto Marco Vannini Gruppo di lavoro Responsabili delle verifiche : Fabrizio Caioli, Antonio Sardi Altri operatori: Leonardo Bonini, Tiberio Piazzini, David Pieralli, Domenico Pizzonia, Andrea Bartoli, Filippo Frasconi, Franco Capanni, Moreno Masi, Gabriele Corbizzi

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Piano n°12 Settore del facchinaggio e del trasporto: studio e controllo dei problemi di salute e sicurezza con riferimento al rischio infortunistico, ai problemi di ergonomia ed alle particolari iniziative di prevenzione da adottare in presenza di lavoratori atipici e di lavoratori migranti Osservazioni Il campione di aziende è stato scelto in base al numero di infortuni occorsi nel quinquennio 2000-2005 sulle aziende del territorio cittadino estrapolate da un elenco del comparto redatto presso il servizio PISLL della zona NO, che segue un progetto analogo. Un punto critico nella scelta è stato l’individuazione di ditte che operavano solo in settori specifici, trovandoci spesso di fronte ad aziende polivalenti che interessavano più settori: traslochi, facchinaggio, magazzino, trasporti, pulizie, ecc. Il lavoro si è concentrato sulle aziende a più alto tasso di infortuni e che prevalentemente effettuano facchinaggio: le aziende visitate sono state:

1) CFT 2) CAF 3) COOPLAT 4) PERTICHINI 5) COOP. RIFREDI La documentazione richiesta ha riguardato:

- numero di addetti, caratteristiche dei contratti e presenza di migranti; - analisi dei dati infortuni nelle singole aziende; - valutazione dei possibili determinanti del rischio (carenza di gestione dei rischi, carenza di formazione,

organizzazione della sicurezza e del SePP ecc.) - verifica delle valutazioni dei rischi ergonomici. - eventuali piani di miglioramento per il contenimento del fenomeno infortunistico.

Dai sopralluoghi, dagli incontri con i responsabili aziendali e dalla documentazione acquisita è emerso quanto segue:

o In una azienda di quelle indagate gli infortuni sugli addetti che operano su Firenze è in diminuzione rispetto agli addetti che lavorano in appalti fuori Firenze. Questo dato è da attribuire alle migliori condizioni di lavoro, maggiori spazi, migliore segnaletica all’interno del territorio cittadino.

o Punti critici emersi sono stati lo stato di manutenzione dei mezzi, la difficoltà a valutare l’ambienti di lavoro nell’ effettuazione di lavori di facchinaggio quando sono in appalto con richieste di intervento estemporanee, le condizioni di lavoro nel traffico e soprattutto l’impossibilità di parcheggiare l’automezzo in prossimità dei luoghi di scarico merci soprattutto nel centro storico.

o Le valutazioni relative alla MMC sono state effettuate prevalentemente con metodo NIOSH o Fra le modalità di accadimento degli infortuni è ricorrente il dato riferito alla caduta nella salita e discesa dal

mezzo e nel salto dalla banchina di carico. o La formazione è effettuata presso quasi tutte le aziende tramite materiale cartaceo o affiancamento. o L’automazione delle operazioni di carico e scarico determina riduzione degli infortuni, ottimizza i tempi e

riduce le patologie del rachide.

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OBIETTIVI

INDICATORE DI

PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Affrontare il problema della sicurezza del lavoro in un comparto che, dai dati elaborati, risulta ad elevato rischio e particolarmente critico.

N°5 sopralluoghi in aziende di facchinaggio e/o trasporto con analisi degli infortuni e verifica delle valutazioni relative a movimentazione carichi, organizzazione, formazione e controllo della sicurezza nell’uso dei muletti. Diffusione e condivisione dei risultati

N° 5 aziende visitate.

Relazione entro 31/12/2007

Verifica ottemperanza alle

norme, in autonomia o dietro

prescrizione

100% aziende controllate entro

31/12/2007

Responsabile Progetto Carla Sgarrella Gruppo di lavoro Alessandra Trombetti, Carla Zamboni, Fabio Capacci, Silvia Castellacci, Piero Scardigli, Cristina Castiglia, Annarita Nisticò

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Piano n° 13 Settore della Grande Distribuzione: studio e controllo dei problemi di salute a sicurezza con riferimento al rischio di m. m. c. , ai problemi di ergonomia ed alle particolari iniziative di prevenzione da adottare in organizzazioni del lavoro complesse Osservazioni Nell’anno 2006 è stato distribuito di un questionario su aspetti dell’ergonomia della postazione di lavoro e sui disturbi posturali a tutti i lavoratori di:

- 2 negozi COOP - 2 negozi Esselunga

I risultati dell’indagine sono stati inseriti in un database. In occasione dei sopralluoghi oltre agli aspetti specifici della m.m.c. e delle posture alle casse si è controllato le condizioni di sicurezza in generale. Sono stati riscontrati alcuni punti critici presenti in tutti i negozi:

- uso del vestiario di protezione durante l’accesso alle celle frigorifere, - movimentazione meccanica e manuale dei carichi nei magazzini e loro accatastamento, - presenza di ostacoli nei corridoi e vicino alle vie di fuga - esposizione alle polveri di farina durante la lavorazione di impasto, - notevoli carenze di interazione tra le figure adibite ai processi preventivi.

Si sono effettuate misurazioni microclimatiche nel mese di agosto presso il negozio di via Canova in tre postazioni: - posto cassa - locale panificio in prossimità del forno - in prossimità dei banchi per cibi caldi. Le misure non hanno rilevato esposizione a temperature elevate. Peraltro quest’anno il mese d’agosto non ha avuto temperature eccessive. Alcuni lavoratori si sono lamentati della eccessiva gerarchia e controllo con la presenza di forti discriminazioni. Per questo ultimo punto esistono dati riportati sul questionario che potranno darci una misura del problema. Strumenti necessari: Computer portatile (2Gbit di RAM) con programma di Office 2007. Macchina fotografica. Telecamera per riprese.

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OBIETTIVO

INDICATORE DI

PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Affrontare il problema della sicurezza e della salute del lavoro in un comparto che, dai dati esistenti, risulta ad elevata complessità relazionale ed organizzativa.

Valutazione ed elaborazione dei dati del questionario, valutazione e verifica delle interazioni tra le figure adibite alla prevenzione, movimentazione carichi, misura del rischio da polveri di farina, rumore, organizzazione del lavoro e stress, ergonomia e gestione delle emergenze. Diffusione e condivisione dei risultati

Questionari popolazione completa di 4 aziende 2 Esselunga 2 Coop Applicazione del metodo NIOSH in 2 aziende. Rilevamento delle polveri di farina in 1 azienda Esselunga alla preparazione degli impasti. Misura del rumore in 1 azienda Esselunga nelle operazioni di macelleria. 20 sopralluoghi per verifica e controllo dell’ergonomia e delle emergenze.

Con relazione entro 31/12/2007

Verifica ottemperanza alle

norme, in autonomia o dietro prescrizione. Miglioramento delle interazioni tra le figure della prevenzione, in particolare RLS e direttori di negozio.

100% aziende controllate

entro 31/12/2007

Responsabile Progetto Franco Simonini Gruppo di lavoro Alessandra Trombetti per la sola parte ergonomica e per le problematiche connesse alle lavoratrici madri, Marco Fiorelli, Filippo Frasconi

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Piano n° 14 Lo studio del Fattore Umano come elemento di miglioramento del sistema di sicurezza e salute sul lavoro Osservazioni e proposte

Il panorama legislativo è quello relativo alle norme sulla salute e sicurezza del lavoro, in particolare il Decreto Legislativo 626/94.

Dalla fine degli anni 80, molti studi sul concetto di errore umano, hanno messo in evidenza l'indissolubilità della relazione uomo-ambiente: l'errore che può portare all'accadimento di incidenti comincia ad essere considerato non in relazione alla componente meccanica od a quella umana considerate isolatamente dall'ambiente lavorativo in cui sono inserite, inizia a delinearsi una prospettiva "globale" di analisi dei fattori di rischio (e dello studio di possibili soluzioni), prospettiva che prende in considerazione il modo in cui la presenza di elementi tecnici, di elementi umani, di un certo tipo di organizzazione del lavoro etc… possono favorire o impedire l'evenienza di incidenti sul lavoro.

Si passa così all'era della considerazione a tutto campo dei fattori di rischio. Questa visione globale è facilitata da una concezione sistemica dei processi lavorativi, tale concezione costituisce il frame teorico che è alla base del modello proattivo di gestione su cui lavoreremo. Il Progetto si propone 2 finalità: tendere a formare gli RSPP o addetti alla sicurezza dell’azienda SEVES di Firenze, all’ analisi delle lavorazioni definite “critiche” per complessità e pericolosità delle operazioni, mediante una metodologia che consideri anche il fattore umano e socio-organizzativo. Verificare le potenzialità operative della metodologia nel considerare il fattore umano come elemento irrinunciabile dei miglioramenti operativi relativamente alla sicurezza e salute delle operazioni effettuate. Il modello teorico di riferimento sull’errore umano utilizzato è quello proposto da James Reason integrato da uno strumento di analisi Failure Modes and Effects Analysis (FMEA), da utilizzare in maniera proattiva, oppure in maniera reattiva sui “near accidents” o quelli che vengono definiti “errori” nella tassonomia di J. Reason, in una visione “assessment on” del D.V.R., al fine di migliorare qualitativamente il sistema di sicurezza e salute sul lavoro. OBIETTIVO

INDICATORE DI

PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Promozione all’applicazione, da parte dell’azienda, all’analisi del FATTORE UMANO come elemento fondamentale nella gestione e nel miglioramento del sistema di sicurezza e salute sul lavoro.

N° incontri con RSPP e RLS, nonché lavoratori per l’applicazione della metodologia di analisi del fattore umano. N° sopralluoghi Azienda per individuazione fasi “critiche”

N° 3 incontri N° 5 sopralluoghi

Applicazione della metodologia

FMEA su una fase definita “critica”

Diffusione e condivisione dei

risultati

Controllo dell’applicazione della metodologia

FMEA entro 31/12/07

Relazione entro 31/12/2007

Responsabile Progetto Gabriele Corbizzi Gruppo di lavoro Andrea Bartoli, Eleonora Mastrominico (Contarp INAIL DR Toscana), Sara Bonfiglioli (Stagista Univ. Firenze, Facoltà Ingegneria)

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Piano n° 15 I rischi per la salute e la sicurezza nel comparto acconciatori: il rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori Osservazioni Il progetto è parte integrante di uno studio più ampio dell’INAIL D.R. Toscana CONTARP teso alla elaborazione di una mappa di rischio e individuazione delle procedure per la riduzione del rischio nel comparto acconciatori a cui partecipano gli enti: - CSPO Toscana - INAIL D.R. Toscana CONTARP

- Azienda USL 10 Firenze UF. PISLL Firenze

Alla difficile gestione e valutazione del rischio chimico all’interno del comparto in esame, legata alla enorme quantità di sostanze utilizzate ed alla difficile quantificazione del livello di esposizione degli addetti, si associa una riduzione fra le malattie di origine professionale denunciate delle patologie “tradizionalmente” associate alle lavorazioni tipiche del mestiere (dermatiti, allergopatie, asma, ecc.) ed un parallelo aumento delle malattie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori, ovvero di malattie di tipo multifattoriale per le quali non è sempre facile stabilire l’origine professionale. E’ intuitivo che la valutazione dell'esposizione al rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nelle mansioni caratteristiche del comparto in esame comporta notevoli difficoltà in quanto il ciclo lavorativo presenta gradi di variabilità assai ampi, legati alla specificità della lavorazione da realizzare (taglio, tintura, messa in piega, ecc.). Inoltre, le combinazioni nelle lavorazioni esistenti possono essere le più varie e, di conseguenza, cercare di ottenere condizioni di rappresentatività dell'analisi effettuata su una singola mansione è in linea generale piuttosto difficile. A ciò si aggiunge che la definizione di standard relativi alla valutazione del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori è tuttora in fase sperimentale, per cui in letteratura sono disponibili vari approcci, ciascuno dei quali può sottostimare o sovrastimare l’esposizione. OBIETTIVO

INDICATORE DI

PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Valutare la reale entità del rischio professionale relativo alla esposizione dei lavoratori a rischio di sovraccarico biomeccanico degli arti superiori nel comparto acconciatori.

N° incontri con Datori di lavoro e lavoratori per l’analisi delle mansioni. N° sopralluoghi Azienda per individuazione fasi “ciclo lavorativo”

N° 3 incontri N° 3 sopralluoghi

Analisi del rischio da sovraccarico

biomeccanico degli arti superiori nel

comparto acconciatori

Diffusione e condivisione dei

risultati

Applicazione dell’analisi in

almeno 3 aziende del comparto entro

il 31/12/2007

Relazione entro 31/12/2007

Responsabile Progetto Gabriele Corbizzi Gruppo di lavoro Eleonora Mastrominico (Contarp INAIL DR Toscana), Sara Bonfiglioli (Stagista Univ. Firenze, Facoltà Ingegneria)

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Piano n° 16 Studio del clima acustico ambientale nelle scuole in relazione alle patologie foniatriche professionali degli insegnanti Osservazioni Lo studio dei rischi derivanti dal clima acustico ambientale in un campione di scuole nasce dall’esigenza di affrontare i problemi segnalati da alcune lavoratrici e lavoratori della scuola e confermati sia da misure già condotte dalla nostra UF (in risposta a tali richieste) sia dall’indagine di ARPAT in collaborazione con la UF di Igiene Pubblica del nostro Dipartimento. Scadenti condizioni acustiche ambientali nelle aule scolastiche sono responsabili sia di difficoltà nell’apprendimento da parte degli alunni che di sforzo vocale dell’insegnante. Il problema dei disturbi della fonazione negli insegnanti è ben noto e segnalato sia dall’INAIL che da pubblicazioni scientifiche che ne rilevano il principale fattore di rischio, legato ad uno scorretto utilizzo della voce. Anche nell’area Fiorentina una prima indagine condotta in docenti di scuole di vario grado ha evidenziato una inefficiente resa vocale che impedisce di svolgere in maniera efficace il proprio lavoro. Si ritiene possibile ed opportuno progettare un intervento di approfondimento che agli aspetti epidemiologici e clinici delle disfonie professionali negli insegnanti, affianchi anche una valutazione dei locali/aule di lavoro, vista:

- la rappresentatività della scuola nel nostro territorio; - la disponibilità di strumentazione adeguata e di personale esperto nel suo uso; - la collaborazione della UF VIM della ASL di Firenze per le misure ambientali; - la collaborazione della sezione di foniatria dell’Università degli Studi di Firenze - AOC "E.Alajmo" dell'Università

di Firenze - Centro di riferimento Regione Toscana per fisiopatologia voce e linguaggio, nella persona del dr. Salvatore Coscarelli;

- per l’elaborazione di strumenti di indagine epidemiologica e per eventuali approfondimenti diagnostici; Il “Progetto per lo studio del clima acustico ambientale nelle scuole in relazione alle patologie foniatriche professionali degli insegnanti”, verrà presentato ai dirigenti scolastici per il tramite dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Firenze, già contattato e disponibile. Gli istituti scolastici disponibili verranno contattati per la distribuzione agli insegnanti di un questionario clinico anamnestico e lavorativo da autocompilare. Nostro personale sanitario si occuperà della raccolta dei questionari, nel pieno rispetto del segreto professionale, e della loro successiva elaborazione e, in occasione della raccolta dei questionari sarà disponibile per eventuali chiarimenti od indicazioni di tipo clinico e terapeutico. I risultati dell'elaborazione dei questionari potranno servire per individuare un campione significativo di ambienti di lavoro in cui svolgere indagini ambientali mediante rilievi fonometrici e pianificare gli interventi di bonifica acustica ritenuti migliorativi. Al termine dell’intervento saranno resi noti i risultati complessivi dell'indagine anche come strumento di programmazione di piani di miglioramento. Bibliografia di riferimento Berglund B. et al. Guidelines for Community noise. WHO, 1999 Poggi A. et al. Verifica dei requisiti acustici degli edifici scolastici. Indagine a campione sulle scuole medie superiori di Firenze. Relazione presentata presso il Dipartimento di Prevenzione nel dicembre 2005. Tanzariello A. et al. Alterazione della funzione fonatoria in un gruppo di insegnanti. G Ital Med Lav Erg 2004; 26:4, Suppl.. Anzelmo V. et al. Analisi delle cause di fonopatie nei professionisti della voce osservate in un servizio di fonatria ospedaliero. Nota I. Insegnanti. G Ital Me Lav Erg 2003; 25:3 Suppl Coscarelli S et al Indagine epidemiologica in docenti di scuole di vario grado nell’area fiorentina. In press Verdel U. Il rumore in ambiente scolastico e sue conseguenze sulla salute dei lavoratori. Rivista degli infortuni e delle malattie professionali – Fascicolo n.3/2004

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OBIETTIVO

INDICATORE DI

PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

- analizzare l’incidenza delle patologie foniatriche legate al lavoro degli insegnanti; - fornire agli insegnanti che ne hanno la necessità, opportune indicazioni preventive e terapeutiche; - verificare l’eventuale peso delle condizioni ambientali delle aule sulle problematiche dello sforzo vocale; - fornire ai dirigenti scolastici uno strumento per l’applicazione alle aule degli standard previsti dalla specifica normativa tecnica (ISO 9921/2003) per la prevenzione dei disturbi fonatori nei docenti.

Incontri con Amm. Comunale per il coinvolgimento di un numero minimo di scuole e di insegnanti Invio a visita specialistica di casi selezionati Effettuazione di misure fonometriche Relazione su risultati sanitari e sulle misure ambientali con indicazioni per la bonifica degli ambienti e rilevazione delle priorità

Almeno 5 scuole e 300 insegnanti

100% dei casi selezionati

In almeno 3 situazioni

selezionate dall’indagine

Entro il 31.06.2008

Stesura dei piani di miglioramento in

tutte le scuole sottoposte ad

indagine

Entro il 31.12.2008

Responsabile Progetto Fabio Capacci Gruppo di lavoro Fabrizio Caioli, Moreno Masi, David Pieralli, Giuseppe Ianniello

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Piano n° 17 Contributo alla valutazione del rischio da vibrazioni con misure dell’esposizione nel comparto metalmeccanica e nel comparto dei gommisti Osservazioni Sulla base delle rilevazioni del 3rd European Survey on Working Conditions (Dublino, 2001), l'European Agency for Safety and Health at Work ha stimato che circa il 24% dei lavoratori europei è esposto a vibrazioni meccaniche. Per l'Italia tale stima è di poco inferiore (circa il 21%). Tra questi la maggior parte sono esposti a vibrazioni trasmesse al corpo intero mentre una percentuale variabile tra il 2 ed il 5 % del numero complessivo di lavoratori è esposta a vibrazioni al sistema mano – braccio. Le patologie da vibrazioni rappresentano il 4-5 % delle patologia professionali indennizzate dall’INAIL. Nel periodo 2001-2005 sono state denunciate all’INAIL n° 1318 malattie tabellate (osteoarticolari ed angiopatiche) riconducibili ad esposizione a vibrazioni mano – braccio nell’industria e servizi e n° 75 in agricoltura (dove è tabellato solo l’uso di motoseghe in selvicoltura). I riconoscimenti sono circa il 50% (Industria n° 630, agricoltura n° 37). I settori occupazionali a maggior rischio di esposizione a vibrazioni, in Italia come in Europa, sono rappresentati dall'industria delle costruzioni, l’industria metalmeccanica e metallurgica, il comparto cave e miniere, i trasporti terrestri, l'agricoltura e la silvicoltura-foreste. La prevalenza di disturbi angiospastici non correlati a vibrazioni nella popolazione generale è attorno al 6-8%. La promulgazione del dlgs 187/2005 sulla tutela dal rischio da vibrazioni ha rinnovato l’interesse per questo rischio e le possibilità di iniziative di prevenzione e per la valutazione delle esposizioni. Le caratteristiche del territorio fiorentino suggeriscono interventi nel settore delle costruzioni, che sono stati condotti nel corso del 2006. Nel settore metalmeccanico vi sono indicazioni per proseguire l’intervento già iniziato in una grande azienda con misure per definire le esposizioni durante l’uso di avvitatori. Si è presentata anche l’opportunità di contribuire all’aggiornamento della banca dati ISPESLL e, nel 2007 si completerà la campagna di misure sugli avvitatori coinvolgendo anche altre realtà produttive quali quella dei gommisti.

OBIETTIVO

INDICATORE DI PROCESSO

VALORE PROGRAMMATO

INDICATORE DI RISULTATO

VALORE PROGRAMMATO

Analisi e valutazione del rischio da esposizione a vibrazione mano-braccio con misure strumentali su addetti del comparto metalmeccanico ed in gommisti durante l’utilizzo di avvitatori pneumatici. Analisi e valutazione del rischio da esposizione a vibrazioni durante le operazioni di cleaning con smerigliatrici in un’azienda metalmeccanica.

Misure al fine di valutare i livelli di esposizione degli addetti a vibrazioni mano-braccio.

Almeno 4 entro il 31/12/2007.

Iniziative tese ad analizzare il livello di rischio, ad integrare la Banca Dati ISPESL, ad individuare criteri di prevenzione.

Responsabile del progetto David Pieralli Gruppo di lavoro Fabrizio Caioli, Fabio Capacci

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Piano n° 18 Valutazione del rischio chimico nel comparto odontotecnici: intervento conoscitivo e individuazione linee di indirizzo per il settore, analisi del “sistema” preventivo aziendale e verifica delle misure preventive e protettive utilizzate nei laboratori Osservazioni Nell'ambito della referenza di comparto del settore odontotecnico, nel corso del 2006, sono stati effettuati complessivamente sei sopralluoghi in aziende rappresentative del comparto. Le aziende visitate configurano un quadro di piccole aziende con pochi dipendenti, di cui molte risultano a gestione autonoma o familiare. Durante l'effettuazione dei sopralluoghi è risaltato immediatamente la complessità del ciclo lavorativo, che prevede la presenza di numerose fasi di lavoro e l'utilizzo di svariati prodotti chimici con pericolosità intrinseca a volte elevata. A termine dei sopralluoghi conoscitivi, considerando che il rischio chimico e quello biologico sembravano i più rilevanti, e che le aziende visitate mostravano carenze tecniche e organizzative su cui è possibile intervenire per migliorare la condizione espositiva dei dipendenti, è stata rilevata la necessità di aprire un progetto specifico di settore.

OBIETTIVO

INDICATORE DI

PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Intervento preventivo nel settore odontotecnico, con particolare riferimento al rischio chimico e biologico

1. Ricostruzione del ciclo lavorativo

2. individuazione degli agenti chimici pericolosi utilizzati nelle varie fasi lavorative

3. Caratterizzazione del rischio biologico

Elaborazione linee di indirizzo di settore

Buona gestione della sicurezza ed igiene del lavoro, in base anche al

materiale di indirizzo inviato

Nel 100% delle aziende controllate, entro il

31/12/2007

Responsabile Progetto Carla Sgarrella Gruppo di lavoro Leonardo Bonini, Carla Zamboni

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Piano n° 19 Comparto tipografie: intervento finalizzato al miglioramento della gestione dell’igiene e della sicurezza del lavoro Osservazioni Il comparto delle tipografie, che in passato è stato oggetto di intervento da parte del nostro servizio, nel corso degli ultimi anni ha visto una trasformazione del ciclo produttivo e dei rischi lavorativi, soprattutto in riferimento all’introduzione di prodotti sostitutivi dei solventi. Si rende necessario un censimento di tale realtà produttiva del territorio con un intervento conoscitivo per la ricostruzione del ciclo produttivo e degli attuali livelli di esposizione a rischio chimico mediante raccolta delle schede di sicurezza dei prodotti utilizzati e delle valutazioni del rischio chimico. Obiettvo generale è quello di assistere le aziende artigiane nell’applicazione della norma e di creare un possibile standard di riferimento.

OBIETTIVO

INDICATORE DI

PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Conoscere gli attuali livelli di esposizione ad agenti chimici in questo comparto e verificare l’applicazione delle più recenti norme e/o procedure capaci di controllare tale rischio. Stimolo ed assistenza alla gestione dell’igiene sicurezza nelle piccole aziende

Ricostruzione del ciclo lavorativo mediante sopralluoghi

Raccolta di schede di sicurezza ed individuazione del tipo e livello di sostanze utilizzate nel ciclo lavorativo

Incontri con datori di lavoro e con le altre figure responsabili

Almeno 10 ditte In tutte le ditte oggetto di sopralluogo Almeno 5

Elaborazione ed invio alle ditte di

check-list di autovalutazione

Entro il 2008 a tutte le ditte censite del territorio

Responsabile Progetto Franca Luongo Gruppo di lavoro Franco Capanni, Tiberio Piazzini, Pantaleo Sternini

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Progetto n° 20 La prevenzione dell’esposizione a percloroetilene nelle tinto lavanderie L’iniziativa nasce a seguito del progetto regionale di sperimentazione e validazione dell’Algoritmo Movarisk, dove le tinto lavanderie erano uno degli 11 comparti in cui è stata fatta la sperimentazione. Una ricaduta di questo progetto prevedeva la stesura di linee guida/procedure specifiche di comparto . 1. ANALISI DELLA SITUAZIONE INIZIALE AMBITO Il progetto riguarda le tinto lavanderie dell’ASL 10 zona NO e FI. Popolazione di riferimento: (fonte INAIL anno 2003) az. FI n. 194 aziende addetti 550 az. Nord ovest n. 93 aziende addetti 180 PROBLEMA DI SALUTE: Esposizione a PCE Nelle lavanderie a secco il rischio chimico è rappresentato dall’esposizione a Percloroetilene o tetracloroetilene (PCE), infatti gli altri prodotti chimici (saponi, additivi, smacchiatori specifici ecc.) sono utilizzati in minima quantità. Il Percloroetilene, classificato dal Decreto Legislativo n. 52 del 3-02-1997 come nocivo (simbolo di pericolo: Xn) con frase di rischio R 40 (corrispondente a: possibilità di effetti cancerogeni - prove insufficienti) e pericoloso per l’ambiente (simbolo di pericolo: N con frase di rischio R51/53 corrispondente a: tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico). Per la IARC è classificato nel gruppo 2 A = probabilmente cancerogeno per l’uomo (Monografia n. 63,1995) Il PCE è stato classificato dalla Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale (CCTN) tra le sostanze da considerare con attenzione a causa di possibili effetti tossici sullo sviluppo. STANDARD DI QUALITA’ per l’esposizione a PCE (Valori limite di esposizione a PCE) Per la valutazione dell’esposizione a PCE viene utilizzato il TCA urinario e la determinazione del PCE aereodisperso I riferimenti sono: TCA urinario BEI (ACGIH, 2005) = 3,5 mg/l a fine turno ed a fine settimana lavorativa TLV-TWA è pari a 170 mg/m3 (25 ppm) ,e il TLV-STEL è pari a 685 mg/m3 (100 ppm). Documentazione del problema (esposizione a PCE) Nello specifico comparto lavanderie a secco, nel periodo 2000-2006, è stata condotta un’indagine nell’ASL 10 di Firenze per valutare l’esposizione attuale a Percloroetilene (PCE) dopo dieci anni dagli interventi precedenti. Infatti nel periodo intercorso sono state introdotte nuove tecnologie con maggiori cautele per ridurre l’esposizione a questa sostanza pericolosa . Risultati dell’ indagine ambientale Sono stati effettuati i campionamenti in 19 aziende per tre giornate e complessivamente sono stati effettuati 246 campioni: 82 in postazione fissa e 164 di tipo personale. Nella tabella n.1, dove è riportata l’analisi descrittiva dei risultati dei campionamenti personali e in postazione fissa, si evidenzia che la media aritmetica e la media geometrica con le relative distribuzioni dei dati (DS e DSG) sono analoghe, anche se i valori di campionamenti in postazione fissa sono leggermente superiori. E’ interessante notare come il range per le due tipologie di campionamento sia uguale. tabella n.1 Campionamenti personali turno di lavoro Campionamenti in postazione fissa numero misure 164 82 media aritmetica 33,1mg/mc 38,6 mg/mc deviazione standard 35,9 mg/mc 38,9 mg/mc media geometrica 21,9 mg/mc 25,7 mg/mc deviazione standard geometrica 2,4 3,0 minimo 1,9 mg/mc 2,0 mg/mc massimo 282,1 mg/mc 272,6 mg/mc Il superamento del valore TLV-TWA è stato verificato in 4 (1,6%) dei 246 campionamenti effettuati.

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Risultati indagine monitoraggio biologico Il monitoraggio biologico, relativo alla determinazione dell’acido tricloroacetico, è stato eseguito campionando le urine di fine turno fine settimana. Nella tabella n. 2 è riportata l’analisi descrittiva dei campionamenti relativi al dosaggio nelle urine di fine turno dell’acido tricloroacetico. Il dati evidenziano come il valore medio, espresso come media geometrica, è circa 1/3 del BEI di 3,5 mg/mc . Il range dei valori misurati mostra dati inferiori al limite di riferimento di 0,2 mg/l e superiori al BEI, di conseguenza è evidente una grande variabilità confermata anche dal dato della DSG che è uguale a 3. tabella n.2 Acido tricolroacetico urinario numero misure 63 media aritmetica 1,43 mg/l deviazione standard 1,36 mg/l media geometrica 0,93 mg/l deviazione standard geometrica 3,0 Minimo 0, 1 mg/ml Massimo 6,8 mg/ml Nella figura n. 1 è riportata una distribuzione delle misure di TCA per le seguenti classi: - valori inferiori o uguali il valore di riferimento di 0,2 mg/l, -valori compresi tra il valore di riferimento e il BEI di 3,5 mg/l, - valori superiori al BEI. Dalla figura 1 si evidenzia come la prevalenza delle misure (85,7%) rientrano tra i valori di riferimento e il BEI, mentre il 6,4 % delle misure supera il BEI. Questa informazione evidenzia che l’esposizione a Percloroetilene può essere ancora elevata nel comparto, anche in presenza di misure di prevenzione e protezione adeguate.

Figura 1 Distribuzione in classi dei valori di TCA

85,70%

7,90%6,40%

TCA uguale o inferiore a 0,2 mg/l0,2 mg/l < TCA < 3,5 mg/lTCA superiore a 3,5 mg/l

E’ stata inoltre valutata la distribuzione in percentili dei valori di TCA urinario. In questa popolazione possiamo ritenere che l’evento sentinella di 2 mg/L (corrispondente all’80° percentile) possa costituire un riferimento per l’esposizione nel comparto lavanderie in quanto il comparto ha caratteristiche omogenee e quindi è possibile che tutti i valori tendano a rientrare in questo valore. Conclusioni I risultati dell’indagine evidenziano:

• che tutti gli addetti sono professionalmente esposti a PCE indipendentemente dalla mansione; • i dati del monitoraggio ambientale e biologico mostrano un’elevata variabilità di esposizione fra i soggetti. Tale

dato essendo confermato anche analizzando le singole ditte evidenzia una variabilità intrinseca alla tipologia di lavoro. I determinanti possono essere: variazione giornaliera dei carichi di lavoro dovuto alla domanda, il grado di manutenzione delle macchine, eventi accidentali piuttosto frequenti;

• riguardo al superamento dei limiti di esposizione abbiamo quattro determinazioni di superamento del TLV-TWA e quattro di superamento del BEI. Tutte le determinazioni sono di lavoratori diversi e di ditte diverse. Il superamento del BEI indica un accumulo nella settimana dell’assorbimento del PCE.

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ANALISI DELLE CAUSE: Dall’indagine effettuata sono emerse le seguenti criticità:

1. organizzazione del lavoro: è elevata la variabilità del turnover, è presente il lavoro sommerso e quindi è difficile un’adeguata formazione informazione dei lavoratori. E’ comunque stata rilevata, durante l’indagine, una scarsa percezione del rischio da parte dei titolari delle aziende che operano loro stessi nella attività .La gestione della sicurezza (DLGS626) è delegata ai consulenti esterni quando presenti. I dati disponibili del monitoraggio biologico non vengono utilizzati come strumento di valutazione del rischio e quindi dell’adozione di misure di prevenzione.

2. aspetti strutturali: il problema principale riguarda la collocazione degli impianti in locali adibiti a negozio e spesso di piccole dimensioni, situazione aggravata da una mancanza di adeguata aereazione o una scorretta progettazione dell’ estrazione ed immissione dell’aria.

3. caratteristiche degli impianti: l’indagine si è svolta dopo dieci anni dalle ultime indagini di comparto, il ciclo è rimasto analogo e in tutte sono presenti macchine abbastanza recenti (dopo 1986), con sistema di deodorizzazione a ciclo chiuso. Quindi i punti critici evidenziati nelle indagini precedenti sono superati, attualmente i problemi riguardano la non programmazione della manutenzione, dopo l’indagine appare importante la periodicità della manutenzione ordinaria e straordinaria, in particolare per quanto riguarda l’integrità delle guarnizioni, l’efficienza del sistema di deodorizzazione, tempi di deodorizzazione corretti arbitrariamente rispetto all’impostazione della macchina, applicazione di procedure non corrette nella fase di pulizia dei filtri (vedi DPI non usati).

OBIETTIVO GENERALE Riduzione dell’esposizione a PCE nelle lavanderie 2 - OBIETTIVO SPECIFICO Riduzione dell’esposizione a PCE nelle lavanderie del campione, valutata attraverso il monitoraggio biologico (TCA urinario) nell’arco di un anno Indicatori di risultato: risultati del TCA urinario Valore soglia o atteso a - numero di misurazioni di TCA superiori al BEI =O b - numero di misurazioni di TCA superiori all’evento sentinella (2 mg/l) = 10% dove l’evento sentinella (al di sotto dell’ 80° percentile) è calcolato sui dati storici del campione (2006) Indicatore di processo:

1. n° di ditte che aderiscono al progetto al maggio 2007 Valore soglia o atteso = 40 ditte

2. n°di ditte che aderiscono al progetto al maggio 2007/ n°di ditte che terminano il progetto al maggio 2008 Valore soglia o atteso = 90% 3 - PIANO DI VALUTAZIONE DEI RISULTATI Verrà utilizzato l’elaborazione del monitoraggio biologico effettuato dalle aziende che fanno parte del campione ( in una fase successiva verrà sviluppato il programma) 4- PROGRAMMA OPERATIVO il progetto si articola nell’ambito di un anno a partire da aprile 2007 Fasi del progetto

1. stesura del protocollo di autovalutazione di prevenzione (con procedura per l’effettuazione del monitoraggio biologico e in caso di superamento del BEI) (aprile 2007)

2. incontro con la CNA e medici competenti per condivisione del protocollo e del progetto (maggio 2007) 3. diffusione del protocollo a tutte le ditte del territorio (FI e NO) ( maggio 2007) 4. incontro con le ditte del campione per la presentazione del progetto (giugno 2007) 5. attivazione di un flusso informativo sui risultati del monitoraggio biologico del campione (az.iscritte alla CNA) ai

fini della costituzione di una banca dati (recupero anno 2006) e ai fini della valutazione dell’efficacia dell’intervento (giugno 2007)

6. valutazione dei risultati del monitoraggio biologico e diffusone dei dati (giugno 2008)

La carta degli impegni verrà redatta dopo una verifica del progetto con la CNA

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Bibliografia: Riviste 1. American Conference of Governmental Industrial Hygienist (ACGIH): Valori limiti di soglia per sostanze

chimiche ed agenti fisici e indici biologici di esposizione . ACGIH 2005. Traduzione italiana a cura dell’AIDII G. Ig. Ind., Suppl. 31 n. 1 (2006)

2. F. Gobba, P. Rosa, S. Ghittori, M. Imbriani, G. Ferrari, A. Cavalleri “Il monitoraggio ambientale e biologico dell’esposizione occupazionale a percloroetilene nelle lavanderie a secco” La Medicina del Lavoro 88, 1997. 24 - 36

3. G.Nano “La valutazione dei rischi da agenti chimici” Giornale degli Igienisti Industriali Vol. 29 gen.2004 4. Maccà I, Scapellato ML, Carrieri M, Lanzi C, Volpin A, Manno M, Treviasan A, Bartolucci GB. Indicatori di dose

e di effetto in soggetti professionalmente esposti a percloroetilene. Folia Medica 71 (S2): 2000;159-165. 5. R. Giua, A. Matrocinque, C. Mirabelli, R. Renò: “Igiene e sicurezza nelle lavanderie a secco della provincia di

Taranto”, 229 - 231, Atti del 20° Congresso Nazionale AIDII, Viterbo 2002 6. R. Riggio ed altri “Il D. Lgs 25/2002 e la valutazione dell’esposizione” Convegno AIDII Atti Corvara 2003. 7. Materna B.L. “Occupational exposure to perchloroethylene in dry cleaning industrial” AM. Ind. Hyg. Assoc. J,

46, 1985: 268-273 8. M Carrieri ed altri “Descrizione delle metodiche analitiche in indagini svolte su soggetti professionalmente

esposti a percloroetilene” 17° Convegno AIDII Atti Pavia 1998 Testi: 1. AIDII Linee Guida "Strategie di controllo dei fattori di rischio chimici negli ambienti di lavoro" 2. Leidel N.A. e coll. Occupational exposure sampling strategy manual US DHEW, Public Health Service-Center

for Disease Control, National Institute of Occupational Safety and Health (NIOSH) Cincinnati Pubblication N.77-173, 1977

3. Bertazzi PA, Alessio L, Duca PG, Marubini E “Monitoraggio biologico negli ambienti di lavoro” Franco Angeli Milano 1988

4. Pozzoli L. “Igiene Industriale” La Goliardica Pavese Pavia 1986 5. Nicolini O., Munari W. “Indagine sulle lavanderie artigiane del comprensorio di Modena” USL 16 – Modena,

SMPIL, 1983 6. Norma UNI EN 689 – Giugno 1997. “Guida alla valutazione dell’esposizione per inalazione a composti chimici

ai fini del confronto con i valori limite e strategia di misurazione. “

OBIETTIVO

INDICATORE DI PROCESSO

VALORE

PROGRAMMATO

INDICATORE DI

RISULTATO

VALORE

PROGRAMMATO

Riduzione dell’esposizione a PCE nelle lavanderie del campione valutata attraverso il monitoraggio biologico (TCA urinario) nell’arco di un anno

numero di ditte che aderiscono al progetto al maggio 2007 numero di ditte che aderiscono al progetto al maggio 2007/ numero di ditte che terminano il progetto al maggio 2008

40 ditte Valore soglia o atteso = 90%

Livelli del TCA urinario n° di misurazioni di TCA superiori al BEI n°di misurazioni di TCA superiori all’evento sentinella

=O =10%

Progetto Dipartimentale svolto in collaborazione con U.F. PISLL Zona Nord Ovest e Laboratorio Sanità Pubblica Responsabile del Progetto Franca Luongo Gruppo di lavoro Franco Capanni, Simone Veltroni

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5.2 Repertorio progetti/piani 2007 N° Titolo Ambito

(dip./zona) U.F. coinvolte

Responsabile Indicazioni per reperire documentazione

1 Tutoraggio principali aziende del territorio

zona Carla Zamboni v. scheda progetto

2 Censimento e verifica su due aree di insediamento produttivo

zona Marco Lombardini v. scheda progetto

3 Promozione dell'igiene e sicurezza del lavoro nelle scuole, con particolare riferimento agli adeguamenti normativi, alla gestione dei cantieri di ristrutturazione ed alle misure di emergenza

zona

Fabrizio Caioli v. scheda progetto

4 Prevenzione nel comparto dell'edilizia tradizionale compresi i grandi cantieri nel Comune di Firenze ed i piani straordinari proposti dalla Regione Toscana

zona Piero Scardigli v. scheda progetto

5 Piano mirato polveri di legno zona Fabio Capacci v. scheda progetto

6 Piano mirato sull’“emergenza” in alcune aziende della pubblica amministrazione ed in altre ad elevata ricettività

zona Marco Vannini v. scheda progetto

7 Tutela della donna al lavoro: Esame delle richieste di interdizione dal lavoro per maternità; Piani mirati su rischi lavorativi specifici per la maternità e la tutela del nascituro

zona Alessandra Trombetti v. scheda progetto

8 Gli apprendisti minorenni: creazione di un osservatorio delle aziende che assumono minori

dipartiment. Alessandra Trombetti v. scheda progetto

9 Gli apprendisti maggiorenni: valutazione del rischio ergonomico in alcuni comparti a maggiore presenza di apprendisti. Approfondimento relativo alla formazione erogata agli apprendisti da parte della Provincia

zona Carla Zamboni v. scheda progetto

10 Prevenzione Rischio da Radiazione Solare Ultravioletta nei Lavoratori Outdoor

regione Pisll Sud-Est

Alessandra Trombetti v. scheda progetto

11 Piano mirato al controllo ed alle verifiche degli impianti elettrici anche al fine di monitorare l’applicazione del D.P.R. 462/2001

zona Marco Vannini v. scheda progetto

12 Settore del facchinaggio e del trasporto: studio e controllo dei problemi di salute e sicurezza con riferimento al rischio infortunistico, ai problemi di ergonomia ed alle particolari iniziative di prevenzione da adottare in presenza di lavoratori atipici e di lavoratori migranti

zona Carla Sgarrella v. scheda progetto

13 Settore della Grande Distribuzione: studio e controllo dei problemi di salute a sicurezza con riferimento al rischio di m. m. c. , ai problemi di ergonomia ed alle particolari iniziative di

zona Franco Simonini v. scheda progetto

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N° Titolo Ambito (dip./zona)

U.F. coinvolte

Responsabile Indicazioni per reperire documentazione

prevenzione da adottare in organizzazioni del lavoro complesse

14 Lo studio del Fattore Umano come elemento di miglioramento del sistema di sicurezza e salute sul lavoro

zona Gabriele Corbizzi v. scheda di progetto

15 I rischi per la salute e la sicurezza nel comparto acconciatori: il rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori

zona Gabriele Corbizzi v. scheda progetto

16 Studio del clima acustico ambientale nelle scuole in relazione alle patologie foniatriche professionali degli insegnanti

zona Fabio Capacci v. scheda progetto

17 Contributo alla valutazione del rischio da vibrazioni con misure dell’esposizione nel comparto metalmeccanica e nel comparto dei gommisti

zona David Pieralli v. scheda progetto

18 Valutazione del rischio chimico nel comparto odontotecnici: intervento conoscitivo e individuazione linee di indirizzo per il settore, analisi del “sistema” preventivo aziendale e verifica delle misure preventive e protettive utilizzate nei laboratori

zona Carla Sgarrella v. scheda progetto

19 Comparto tipografie: intervento finalizzato al miglioramento della gestione dell’igiene e della sicurezza del lavoro

zona Franca Luongo v. scheda progetto

20 La prevenzione dell’esposizione a percloroetilene nelle tinto lavanderie

dipartiment. Pisll Nord-Ovest

Franca Luongo v. scheda progetto

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Di seguito si riportano due progetti che più che nuovi progetti vanno visti come una “specializzazione” di altri più generali già illustrati e condotti dalla U.F.. Essi debbono avere speciale metodologia e visibilità in quanto concordati tra Azienda Sanitaria di Firenze e “Società della Salute di Firenze”: Progetto A

TITOLO DEL PROGETTO SPECIALE INTERVENTO FINALIZZATO AL MIGLIORAMENTO DELLA GESTIONE DELLA SICUREZZA E DELLA IGIENE DEL LAVORO IN ACUNE ATTIVITA’

ARTIGIANALI ATTIVE NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI FIRENZE Soggetto proponente e soggetti collaboratori

Società della Salute di Firenze; U.F. PISLL “G. Pieraccini” Zona Firenze della Azienda Sanitaria di Firenze; Comune di Firenze; parti sociali (organizzazioni degli artigiani e dei lavoratori)

Descrizione del progetto: Campo di intervento e inquadramento territoriale Analisi dei bisogni Motivazione dell’intervento

Le imprese artigianali risultano tradizionalmente ed ancora oggi diffuse nel territorio comunale di Firenze. Differenti tipi di approccio messi in campo negli anni passati per vedere una più efficace gestione dei problemi dell’igiene e della sicurezza del lavoro nelle aziende artigiane ha dato risultati non soddisfacenti. Succede ancora adesso di vedere aziende con vistose carenze nel controllo dei rischi da lavoro (per i titolari oltre che per i suoi collaboratori) dotate di “documentazione” preventiva (prevista dal D. Lgs. 626/94) abbondante e rassicurante; al contrario è possibile constatare condizioni di lavoro molto buone a dispetto di una “documentazione” generica e completamente formale. Esigenze riconosciute sono, da una parte quella di evitare che gli “investimenti”, anche se modesti, per la prevenzione risultino improduttivi; dall’altra parte appare necessario che siano più diffuse delle specifiche misure organizzative e procedurali atte (gestite possibilmente direttamente dagli interessati) a meglio controllare i rischi lavorativi dove sia possibile l’introduzione di misure tecniche di maggiore impegno economico.

Obiettivi dell’intervento e indicatori

Assistere gli artigiani nello svolgimento di operazioni formali (valutazione dei rischi lavorativi) e di intervento (formulazione ed avvio di piani di miglioramento personalizzati) per il controllo sostanziale dei principali rischi del lavoro artigiano; favorire una maggiore autotutela dei lavoratori artigiani anche ricorrendo a misure di prevenzione organizzative e procedurali equivalenti.

Descrizione delle strategie di intervento e modalità di svolgimento del progetto (tempi, fasi, attività)

1. Predisposizione di ceck-list specifiche (da utilizzarsi da parte dei singoli artigiani) capaci di illustrare carenze strutturali ed impiantistiche delle proprie aziende e capaci nel contempo di verificare l’applicazione e l’utilità di procedure capaci di minimizzare i rischi; i comparti del legno, delle tintolavanderie, delle carrozzerie, dell’odontotecnica e della tipografia avranno la precedenza rispetto ad altri che potranno essere presi in esame in un tempo successivo (gennaio-giugno 2007);

2. sopralluoghi in un campione piccolo ma rappresentativo di ognuno dei comparti finalizzati alla individuazione di uno “standard minimo” di prevenzione che non può non essere adottato in ognuna delle aziende del territorio comunale (gennaio-giugno 2007);

3. confronto su questi temi con le organizzazioni degli artigiani per facilitare il processo anche prevedendo la partecipazione degli attuali consulenti delle aziende, compresi i medici competenti (giugno-dicembre 2007);

4. in questo ambito, con la medesima strategia, una azione più specifica deve essere svolta, in collegamento le strutture comunali dello “sviluppo economico” in riferimento al così detto artigianato fiorentino

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tradizionale (restauratori, intagliatori, ecc.) recuperando il censimento ad hoc svolto da questa U.F. PISLL negli anni 2003-2004 (aprile-giugno 2007);

5. assistenza nel trasferimento degli artigiani nella prima porzione del “Conventino” ristrutturato (gennaio-aprile 2007);

6. assistenza nella fase di attuazione dei lavori di ristrutturazione nella seconda porzione del “Conventino” (gennaio-dicembre 2007)

Risorse del progetto e specificazione dei costi

Le risorse sono quelle impegnate, con finalità istituzionali, dall’Azienda sanitaria di Firenze (4 operatori anno, a tempo pieno) e naturalmente quelle messe in campo dai diretti interessati.

Descrizione del modello di verifica e valutazione da adottare

Realisticamente, più od oltre che indicatori di effetti sulla salute (infortuni o patologie e disordini correlabili col lavoro) verranno computati da una parte la quantità e la qualità degli interventi adottati dalla U.F. PISLL e dall’altra la rispondenza (in termini semiquantitativi) delle aziende nella applicazione delle norme e procedure tecniche (sia in senso positivo che negativo)

Progetto B

TITOLO DEL PROGETTO AZIONI ED OSSERVATORIO SU SICUREZZA E SALUTE DEI LAVORATORI NEI CANTIERI EDILI ATTIVI NEL TERRITORIO COMUNALE DI FIRENZE

Soggetto proponente e soggetti collaboratori

Società della Salute di Firenze; U.F. PISLL “G. Pieraccini” Zona Firenze della Azienda Sanitaria di Firenze; Comune di Firenze; parti sociali (organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori).

Descrizione del progetto: Campo di intervento e inquadramento territoriale Analisi dei bisogni Motivazione dell’intervento

Tra i comparti lavorativi presenti nel territorio comunale quello dell’edilizia è uno dei più diffusi e nello stesso tempo uno tra i più rischiosi per la salute e la sicurezza degli addetti. Per questo motivo la SdS di Firenze ha sollecitato la messa in opera, in tale comparto, di tutti gli strumenti utili per attuare un programma generale di miglioramento continuo delle condizioni di igiene e sicurezza del lavoro ed un sistema efficiente per monitorarne l’andamento.

Obiettivi dell’intervento e indicatori

Stimolare, facilitare, prescrivere (osservandone i risultati) la più sostanziale ed efficace applicazione delle norme tecniche di prevenzione da parte di chi ne ha l’obbligo, cioè i committenti ed i titolari dei cantieri con il loro “sistema” di prevenzione; rendere più possibile ed efficace la autotutela dei lavoratori interessati ed in particolare di quelli migranti.

Descrizione delle strategie di intervento e modalità di svolgimento del progetto (tempi, fasi, attività)

1. Recepimento ed esame delle “notifiche” (circa 1.800) indicanti l’apertura di cantieri edili. (in continuo);

2. le informazioni ottenute verranno utilizzate per svolgere un programma di “vigilanza” che interesserà almeno 380 nuovi cantieri. In tale modo verranno esaminati tutti i cantieri medio-grandi ed un campione non grande, ma rappresentativo dei cantieri più piccoli. Nell’ambito di tale azione verrà posta particolare attenzione alle violazioni delle norme di prevenzione, ma anche al sistema di prevenzione messo in atto complessivamente dai soggetti che ne hanno titolo e principalmente le ditte (comprese quelle che lavorano in appalto) ed il committente. Stimoli verranno dati affinché questi stessi soggetti possano dimostrare la bontà delle pratiche messe in atto mediante una relazione trimestrale secondo uno schema fornito dalla U.F. PISLL. In questo

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ambito si incrementerà la collaborazione con i grandi committenti pubblici (Comune di Firenze in primo luogo) e privati (gennaio-dicembre 2007);

3. in ognuna delle quattro stagioni dell’anno in corso verranno individuate due strade o arterie cittadine che verranno percorse per tutta la lunghezza visitando tutti i cantieri edili di più piccola dimensione presenti; in questo caso verranno focalizzati soltanto i rischi maggiori ed in particolare quello della caduta dall’alto. (gennaio-dicembre 2007);

4. verranno accolte tutte le “chiamate” per infortunio in edilizia fatte dagli operatori del 118, dalla polizia municipale e dalla forza pubblica. (gennaio-dicembre 2007);

5. verranno raccolti ed elaborati tutti i dati dei “referti” di infortunio in edilizia provenienti dai Pronto Soccorsi Ospedalieri. Saranno oggetto di intervento tutti i casi con prognosi superiore a 30 giorni e poi un campione di tutti quelli nei quali sono coinvolti lavoratori migranti. (gennaio-dicembre 2007);

6. tutti i dati desumibili da queste azioni complessivamente potranno essere utilizzati, con i dovuti accorgimenti, per formulare dei giudizi e per intraprendere nuove azioni. (gennaio-dicembre 2007);

Risorse del progetto e specificazione dei costi

Le risorse sono quelle impegnate, con finalità istituzionali, dall’Azienda sanitaria di Firenze (12 operatori anno, a tempo pieno) e naturalmente quelle messe in campo dal committente per la realizzazione dell’opera.

Descrizione del modello di verifica e valutazione da adottare

Realisticamente, più od oltre che indicatori di effetti sulla salute (infortuni o patologie e disordini correlabili col lavoro) verranno computati da una parte la quantità e la qualità degli interventi adottati dalla U.F. PISLL e dall’altra la rispondenza (in termini semiquantitativi) delle aziende nella applicazione delle norme e procedure tecniche (sia in senso positivo che negativo).

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Capitolo 7 Modalità di partecipazione al piano di revisione, gestione e sviluppo del sistema informativo Archivi cartacei

L’archivio cartaceo delle ditte è stato unificato presso la sede di via della Cupola con la sola eccezione delle pratiche tuttora aperte riferite al presidio di San Salvi.

- Archivio ditte ex zona Firenze 2 (San Salvi): è posto nel piano seminterrato di via della Cupola (ex sala riunioni). L’archivio è attualmente fermo in quanto le nuove ditte vengono inserite come di seguito specificato.

- Archivio della ex zona Firenze 1: è ubicato nelle stanze della ex radiologia. Le grandi ditte (ad esempio N. Pignone, Comune, Azienda Careggi, Ferrovie, ecc.) sono collocate a parte in appositi armadi. Le ditte della ex USL 10A sono collocate a parte negli scomparti alti degli armadi.

- Ditte nuove di tutto il Comune di Firenze: vengono inserite con numerazione progressiva rispetto all’archivio della ex USL 10D. La loro collocazione spaziale ha seguito l’ordine dell’archivio 10D fino al completamento dello spazio disponibile. Attualmente le nuove pratiche continuano negli armadi della ex sala riunioni.

Nella stanza ex mammografia è presente l’archivio cartaceo sanitario (malattie

professionale, accertamenti sanitari, apprendisti). Nella stanza archivi al 2° piano sono conservati i documenti su infortuni (referti ed

inchieste), edilizia (449 e 494), amianto, radioprotezione. Archivi informatici

Per quanto riguarda il sistema informativo di UF, vengono gestiti da noi i seguenti archivi informatizzati: a. Protocollo; b. Archivio ditte; c. Archivio attività; d. Archivio NIP; e. Archivi sanitari (Mal Prof, Apprendisti, Infortuni) a. Protocollo

Viene utilizzato il programma aziendale unico per tutte le strutture della ASL. E’ stato abolito il vecchio programma che prevedeva un titolario particolare per il Dipartimento di prevenzione. Il protocollo è gestito dalla segreteria e ne hanno accesso esclusivamente gli amministrativi. Tutti e tre gli amministrativi sono in possesso di una password personale di accesso che viene periodicamente rinnovata. b. Archivio ditte

Esistono attualmente due programmi: il primo è il programma che gestisce le ditte della ex zona Firenze 1 (ex D ed ex A) nonché i nuovi inserimenti. Il programma è sulla rete aziendale e l’accesso per la ricerca delle ditte è consentito dai PC della segreteria. Chiunque preleva una pratica dall’archivio deve mettere al suo posto una scheda che indichi ad eventuali altri consultatori, chi ha la pratica. La scheda deve essere ritirata in segreteria.

L’aggiornamento dell’archivio è affidato esclusivamente alla dott. Bray. L’inserimento di nuove aziende avviene dopo aver verificato l’eventuale presenza della ditta in archivio, in modo da non duplicare le posizioni per singole ditte.

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L’accesso ai fascicoli “storici” della ex zona Firenze 2 (San Salvi) avviene attraverso

archivio informatico con collegamento tramite archivi di presidio su server locale. Le password di accesso, per chi non le conosce già, sono disponibili presso la segreteria. c. Archivio attività

Dal 1° gennaio 2007, a seguito del programma regionale “prodotti finiti”, l’attività viene registrata sul programma predisposto da Aliani e che attualmente è stato adottato da tutto il Dipartimento di Prevenzione. Sul programma vengono inserite, in aree diverse, l’attività nelle ditte e quella nei cantieri edili e l’attività sanitaria. d. Archivio NIP

Dall’ aprile 2007 l’attività relativa al Gonip e per una parte del Suap, viene trasferita dalla sede di S.Salvi alle sede di V. della Cupola; l’attività amministrativa correlata, compresa la fase transitoria della gestione della documentazione relativa prima della chiusura della pratica, è affidata al Coad. Amminis. Adriana Ciolli e. Archivi sanitari

Il nuovo archivio attività comprende anche la registrazione delle attività sanitarie e viene curato dall’AS Giuseppe Ianniello

Rimangono attivi e gestiti dal personale sanitario gli archivi relativi a: - progetto mal prof (integra), in quanto contiene informazioni diverse dal programma

dipartimentale; - registrazione dei referti di infortunio sul lavoro che pervengono alla nostra UF, per

elaborazioni statistiche locali; - attività sanitaria (minori, visite specialistiche, art. 17, lavoratrici madri) in quanto

permette di gestire le posizioni di archivio interne.

L’archivio ditte e l’archivio sanitario sono gestiti seguendo i criteri forniti dall’Azienda Sanitaria per i documenti “sensibili”. Biblioteca

La biblioteca di V. della Cupola, della consistenza di circa 2000 volumi, con 15 riviste internazionali in abbonamento, è gestita mediante una catalogazione elettronica, dalla dott. Bray e dall’ AS Giuseppe Ianniello.

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Capitolo 8 Piano operativo di formazione aggiornamento del personale Si considera aggiornamento appropriato quello che viene svolto preliminarmente e contestualmente alle attività programmate ed attuate all’interno dell’Unità Funzionale. Tale aggiornamento viene svolto in effetti, volta per volta, a cura degli stessi operatori che risultano referenti o coinvolti nei singoli piani/progetti di lavoro. Ciò si integra con l’aggiornamento individuale in cui si impegna ognuno degli operatori e quindi con la abbondante formazione programmata a livello dipartimentale e regionale.

Si riporta di seguito, con le voci che richiamano il settore PISLL, il Piano di Formazione

2007 del Dipartimento di Prevenzione. TITOLO TIPOLOGIA e

IMPEGNO SPESA STRUTTURA Responsabil

e 1. Progetto miglioramento della qualità nel

Dipartimento di Prevenzione CORSO REGIONALE finanziamento 2007

DIPARTIMENTO trasversale

Arfaioli

2 La valutazione del progetto Breaf intervention

CORSO REGIONALE (Euro 1500)

DIPARTIMENTO trasversale

Fontana

3 informatica: applicativi di word, excell, access. Applicazioni CEPAS

CORSO AZIENDALE (Euro 1500)

DIPARTIMENTO trasversale

Fontana

4 gestione del massimario di scarto CORSO AZIENDALE (Euro 250)

DIPARTIMENTO Ruolo Amministrativo

Armeni

5 nuovi regolamenti di igiene SEMINARIO AZIENDALE (Euro 100)

DIPARTIMENTO Ruolo Amministrativo

Ciracì

6 il fenomeno Mobbing: il ruolo dei dipartimenti della Prevenzione del SSR

CORSO REGIONALE (Euro 16.000)

PISLL Ciani Passeri

7 Sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici e cancerogeni

CORSO REGIONALE (Euro 11.880)

PISLL Bianchi

8 applicativo informatico algoritmo CORSO REGIONALE finanziamento 2007

PISLL

Cassinelli

9 Direttiva PED e DM 329/04 CORSO REGIONALE finanziamento 2007

PISLL Novelli

10 La V.D.R. delle Macchine: norme tecniche e procedure

CORSO REGIONALE finanziamento 2007

PISLL Novelli

11 la direttiva macchine

CORSO REGIONALE finanziamento 2007

PISLL Novelli

12 I contenuti del PIMUS (piano di montaggio ponteggi) dec.Lgs 235/03

CORSO REGIONALE finanziamento 2007

PISLL Matteucci

13 attuazione del sistema di sorveglianza degli infortuni mortali sul lavoro in toscana

CORSO REGIONALE finanziamento 2007

PISLL Bianchi

14 infortuni sul lavoro: efficacia degli interventi di prevenzione

CORSO

PISLL Baldasseroni

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TITOLO TIPOLOGIA e IMPEGNO SPESA

STRUTTURA Responsabile

NAZIONALE finanziamento 2007 15 la verifica degli obblighi formativi a carico dei

datori di lavoro D. Lgs. 626/94 e seguenti (D.lgs. 195/03, D.Lgs 235/03, D.M. 388/03

SEMINARIO REGIONALE finanziamento 2007

PISLL Bianchi

16 Terza Assemblea RLS di Firenze SEMINARIO REGIONALE (Euro 8.000)

PISLL Fontana

17 Seminario tecnico Sicurezza nei cantieri edili, le linee guida al DPR 222/03

SEMINARIO REGIONALE (Euro 4.500)

PISLL Fontana

18 Alcol e Lavoro: dalle esperienze regionali al progetto nazionale: i risultati,

CONVEGNO REGIONALE (Euro 18.000)

PISLL Fontana

19 il sistema di sorveglianza degli infortuni mortali sul lavoro

CONVEGNO REGIONALE (Euro 10.818)

PISLL Bianchi

20 Sicurezza in cattedra CONVEGNO REGIONALE (E 10.000)

PISLL Fontana

21 Consultazione banche dati CORSO AZIENDALE (Euro 1.000)

PISLL Arfaioli

22 Miglioramento atti di P.G. CORSO AZIENDALE (Euro 1.500 TAV)

PISLL Zanieri

23 evoluzione della normativa in tema di sicurezza delle macchine agroforestale

SEMINARIO AZIENDALE (Euro 748,80)

PISLL Giannelli

24 rischio rumore in ambiente di lavoro: l’adeguamento della normativa comunitaria

SEMINARIO AZIENDALE (Euro 748,80)

PISLL

Calafiore

25 evoluzione delle conoscenze e della normativa sull’amianto e relativa ricadute gestionali

SEMINARIO AZIENDALE (Euro 748,80)

PISLL

Bolognesi

26 Le recenti modifiche normative intervenute in materia di rischio rumore e vibrazioni

RIUNIONE Gruppo Edilizia Matteucci

27 Applicazione del regolamento regionale sulle misure di prevenzione e protezione contro le cadute dall'alto.

RIUNIONE Gruppo Edilizia Matteucci

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