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Giornalino parrocchiale del gruppo giovani di San Francesco di Paola
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All’interno troverete :
La Redazione / La Parola ai frati Minimi pag. 2
Maria SS. del Miracolo pag. 3
Minimi in Luce / Papa Francesco NEWS pag. 4/5
Gruppo Giovani “U Santu Patri” pag. 6/7
Angolo del Vangelo pag. 8
Il Parrocchiano… lo spazio dedicato a voi! Pag. 9/10
I Nostri Giochi Pag. 11
Appuntamenti in Parrocchia pag. 12
Anno 1 Numero 4 Gennaio 2014 [email protected]
« Fissai le sue mani e
vidi in esse l’espressione
del perdono e
della misericordia »
Alfonso Ratisbonne
Carissimi Lettori,
Rieccoci dopo le vacanze Natalizie… Vacanze che di sicuro hanno riempito le nostre giornate ma soprattutto
i nostri cuori della tenerezza e della serenità che solo la grotta di Betlemme ci può donare.
Come gruppo abbiamo vissuto, in questo periodo natalizio, delle esperienze spiritualmente forti ma anche di
allegria e fraternità, momenti che continueremo a vivere in questo periodo con il volontariato presso un ospedale
della nostra città e una partita di calcetto... momenti che ci faranno testimoni della carità e della gioia del nostro
patrono San Francesco di Paola.
Per questo vi chiediamo di esserci sempre vicini con la preghiera e con la dolcezza e tenerezza che solo una
“madre” può donare al proprio figlio... Ricordatevi che voi siete la nostra parrocchia e che quindi siete la nostra
“mamma” adottiva…
Sperando che anche questo numero del nostro giornalino sia di vostro gradimento vi auguriamo Buona Lettura!
Cari lettori, amici e parrocchiani,
con la festa del Battesimo del Si-
gnore, nella domenica dopo la so-
lennità della sua Epifania
(manifestazione di Gesù a tutte le
genti), inizia il Tempo Ordinario.
Un tempo che, sovente, vie-
ne considerato “debole” rispetto ai
tempi “forti”, o vuoto rispetto alla
pregnanza delle grandi solennità.
In realtà, il tempo ordinario è il
tempo nel quale i grandi misteri
celebrati nei momenti culminanti
dell’anno liturgico si manifestano
nella vita della Chiesa e nell’agire
dei credenti. Nell’ordinario della
vita quotidiana brilla così lo straor-
dinario della grazia di Dio che ri-
fulge nella sua Parola e nel dono
del suo Figlio, soprattutto nella
Celebrazione Eucaristica.
Il Tempo Ordinario fa sì che
il quotidiano si innervi nel dono
salvifico della Pasqua del Signore.
Anzi, la distribuzione delle letture
bibliche nelle domeniche caratte-
rizza in maniera adeguata questo
tempo nell’affidamento al testo
stesso. È la Parola di Dio, contenu-
ta nel libro biblico e rivelata nella
Celebrazione Liturgica, a converti-
re e rinnovare il cammino della
Chiesa.
È Cristo, Signore e Salvato-
re, il riferimento attorno al quale
tutta la Chiesa imposta il suo agire,
rilegge il suo cammino nel tempo e
orienta la sua missione. In questo
anno A, l’esordio nella II domeni-
ca è stato dato dall’esclamazione
rivelativa di Giovanni il Battista:
“Ecco l’Agnello di Dio!” (Gv
1,36).
I discepoli sono chiamati a
seguirlo, a stare con lui e a riceve-
re da lui una nuova identità: “Tu
sei Simone, il figlio di Giovanni;
sarai chiamato Cefa” (Gv 1,42).
L’ordinario si fa straordinario
nell’incontro con il Messia, i gior-
ni dell’uomo si colorano della no-
vità di Cristo che cambia il tragitto
delle esistenze. Così è avvenuto
per i primi discepoli sulle rive del
lago (Mt 4,12-23), come abbiamo
ascoltato nella III domenica.
Soltanto chi accetta di incon-
trare il Signore, di farne esperienza
viva e di non ridurre la fede a mera
conoscenza di dottrine o a esecu-
zioni di precetti morali fini a se
stessi o di pratiche istituzionali,
può davvero accogliere il suo mes-
saggio contenuto nel Vangelo e
anticipato nel grande discorso del-
la montagna che la liturgia della
parola ci presenta in queste prime
domeniche.
La festa della Presentazione
del Signore, seppure legata al ciclo
natalizio, e che quest’anno prevale
sulla IV domenica del tempo ordi-
nario, è un invito a professare la
fede in colui che Simeone prende
in braccio e acclama luce delle
genti e gloria di Israele (Lc 2,32).
Farsi discepoli di Cristo e
sedersi davanti a lui come le folle
significa intraprendere un cammi-
no di maturazione nella fede dove
la parola si imprime in noi e rin-
nova la nostra storia. Una Parola
che rivela una sapienza alternati-
va rispetto alle parole del mondo
come afferma l’apostolo Paolo:
“Io ritenni di non sapere altro in
mezzo a voi se non Gesù Cristo, e
Cristo Crocifisso” (1Cor 2,2).
Una sapienza nuova che
spinge i credenti a insaporire la
terra come sale buono e gustoso e
illuminarla con coraggio, senza
infingimenti, e aperti al mondo e
alla sua complessità.
Con questa audacia i cristia-
ni possono accogliere le esigenze
severe del regno, come ammoni-
sce l’insegnamento di Gesù nell’
VIII domenica, ormai alle porte
della Quaresima: “ Cercate anzi-
tutto il regno di Dio e la sua giu-
stizia” (Mt 6,33).
Tempo ordinario, tempo
della consuetudine ove riconosce-
re un primato: quello di Dio nei
sentieri del nostro vivere. Buon
cammino.
I vostri frati minimi
Pagina 2 Anno 1 Numero 4
Pagina 3 Anno 1 Numero 4 -:- U Santu Patri -:-
Ave Maris stella, Dei Mater
alma, atque semper Virgo,
Felix caeli porta
Ogni anno l’Ordine dei Mi-
nimi celebra con solennità la Ver-
gine Santissima nel giorno in cui
apparve nella chiesa di Sant’ An-
drea delle Fratte in Roma, retta
dai Padri Minimi di San France-
sco di Paola.
I Frati Minimi videro que-
sto evento come un segno di be-
nedizione dal cielo e per questo la
elessero patrona dell’Ordine e
ogni anno commemorano
quell’apparizione che convertì
all’istante Alphonse Ratisbonne.
Chi era? Ecco a voi il rac-
conto di quello che accadde il 20
Gennaio 1842.
Alphonse Ratisbonne è
un giovane ebreo di Strasbur-
go che odia la Chiesa Cattoli-
ca a motivo del fratello mag-
giore Théodore diventato
sacerdote.
Prima di sposarsi, deci-
de di fare un viaggio a Geru-
salemme; durante il tragitto
si ferma per qualche settima-
na a Roma, dove incontra il
barone Thèodore de Bussiè-
res, un protestante convertito,
caro amico del fratello sacer-
dote.
Il de Bussières sfida Ra-
tisbonne a portare su di sé la
"Medaglia miracolosa" e a re-
citare mattina e sera la preghie-
ra del “Memorare” scritta da S.
Bernardo a Maria Vergine.
Ratisbonne accetta sicu-
ro di riuscire a dimostrare che
questa è una r idicola
“superstizione cattolica”.
Il 20 gennaio 1842 Rati-
sbonne accompagna il barone
de Bussière presso la chiesa di
Sant'Andrea delle Fratte, dove
Qualcuno lo attende!
Ecco cosa Ratisbonne dice di
quell’incontro: “All'improvviso, mi
sentii preso da uno strano turba-
mento …. La Chiesa mi sembrò
tutta oscura, eccettuata una cap-
pella […] Levai gli occhi verso la
luce che tanto risplendeva e vidi,
in piedi sull'altare, viva, grande,
maestosa, bellissima e dall'aria
misericordiosa, la Santa Vergine
Maria, simile nell'atto e nella
struttura all'immagine della Meda-
glia che mi era stata donata […].
Fissai lo sguardo, allora, sulle sue
mani e vidi in esse l'espressione
del perdono e della misericordia
[…] Alla sua presenza, benché
Ella non abbia detto alcuna pa-
rola, compresi di colpo l'orrore
dello stato in cui mi trovavo, la
deformità del peccato, la bellez-
za della Religione Cattolica, in
una parola compresi tutto”.
Qualche giorno dopo Al-
phonse viene battezzato con il
nome di "Maria". Nel 1848 di-
venta sacerdote e decide di lavo-
rare con il fratello Thèdore in
Terra Santa per la fondazio-
ne della congregazione di
Notre Dame de Sion, che si
occupa della conversione degli e-
brei al Vangelo.
Oggi il Santuario è meta di
pellegrini che onorano la Madonna
sotto il titolo del Miracolo.
Su quell’altare venne posta
una tela, oggetto della pietà popo-
lare, che illustra la Vergine Maria
nell’atto
dell’apparizione al Ratisbonne e
per le numerose conversioni che
si registrarono dinanzi a questa
veneratissima immagine, Papa
Benedetto XV denominò questo
Tempio “la Lourdes romana”.
Preghiera di San Bernardo
Ricordati, o pietosissima Vergine Maria,
che non si è mai udito dire che alcuno
ricorrendo alla tua protezione, implorando
il tuo aiuto e chiedendo il tuo patrocinio,
sia stato da te abbandonato.
Animato da tale confidenza, a te ricorro, o
Madre, Vergine delle vergini, e consapevole
dei miei peccati mi prostro a chiederti pietà.
Non volere, o Madre del Verbo, disprezzare
le mie preghiere, ma ascoltale benigna ed
esaudiscile.
Amen.
Pagina 4 Anno 1 Numero 4 -:- U Santu Patri -:-
Suor Filomena Ferrer di Santa Colomba Venerabile Monaca Claustrale del II Ordine dei Minimi
Rubrica a cura di S. Alessandro Cusimano
Filomena Ferrer venne alla
luce nella località tarragonese di
Móra d’Ebre il 3 aprile del 1841.
Fu educata cristianamente dai suoi
genitori, specialmente dalla madre,
che si preoccupò scrupolosamente
della sua buona formazione.
Da piccola mostrò
un’inclinazione naturale al bene ed
una speciale sensibilità spirituale,
doti che, unite ad un’accurata for-
mazione umana e cristiana, forgia-
rono in lei un carattere dolce e for-
te allo stesso tempo.
Le persone che la conobbero,
notarono in lei la sua amabilità e
correzione con tutti, come pure la
sua compostezza e docilità nel trat-
to, spiccando per la maturità tanto
umana quanto spirituale che mani-
festava, oltre alle sue doti
d’intelligenza.
Sentendosi attratta da Dio sin
dall’infanzia, all’età di 16 anni ma-
nifestò ai genitori la sua vocazione
contemplativa; a questa manifesta-
zione seguì la violenta opposizione
di sua madre, la quale, influenzata
senza dubbio dal timore di vedere
sua figlia oggetto di vane illusioni,
la sottopose ad una serie di prove
che le procurarono innumerevoli
sofferenze.
Filomena seppe affrontare
questa situazione con una integrità
ed inalterabilità d’animo che erano
superiori a quelle che per sua età le
corrispondevano, vivendo in ogni
momento sottomessa all’autorità
dei genitori e abbandonandosi con
fiducia alla volontà di Dio. Final-
mente, convinti dell’autenticità
della sua vocazione, i genitori le
concessero il desiderato
permesso, e all’età di 19
anni entrò nel Monastero
delle Monache Minime di
Valls (Spagna), distin-
guendosi dall’inizio per la fedeltà
ai suoi doveri religiosi ed alla Re-
gola penitenziale del suo fondato-
re, San Francesco di Paola.
La felicità che la invadeva al
veder realizzata la sua vocazione
religiosa l’accompagnò per tutto il
resto della vita.
Dal primo giorno si donò
pienamente all’orazione, progre-
dendo rapidamente nell’unione
con Dio, centrata in modo partico-
lare nella contemplazione
dell’amore di Dio manifestato nel
Cuore di suo Figlio Gesù Cristo.
All’orazione era unita in modo in-
separabile anche la mortificazione
ed il rinnegamento di se stessa.
Dio l’aveva eletta come stru-
mento della sua misericordia,
concedendole grazie e rivelazio-
ni speciali del Cuore di Gesù,
del quale fu infaticabile apostola
dentro e fuori la comunità.
L’infermità era apparsa molto
presto nella sua vita, come com-
pagna inseparabile di cammino
sin dall’infanzia, ma questa cir-
costanza non fu per lei che un
mezzo in più al servizio della
sua configurazione con Cristo
Gesù.
Già religiosa, sopportava
con grande interezza e nel silen-
zio i disagi dell’infermità, tanto
che le sorelle di comunità, nelle
grandi sofferenze fisiche e nelle
prove interiori delle quali era
oggetto, la videro sempre dolce e
sorridente, prestandosi a realizzare
ogni tipo di servizio e ad aiutare
nei diversi lavori del monastero,
senza far pesare sulle altre nulla di
quanto accadeva nel suo interiore.
A soli 27 anni, il 13 agosto
1868, rendeva l’ anima a Dio. Per
la fama di santità e per i tanti pro-
digi attribuiti alla sua intercessione,
ne fu introdotta la causa di beatifi-
cazione.
Papa Leone XIII la dichiarò
Venerabile.
Si attende la prova del mira-
colo per ascriverla nel libro dei Be-
ati.
Pagina 5 -:- U Santu Patri -:-
Sulle tracce di Papa Francesco !!!
Jorge passo un'infanzia nor-
male, dicono di lui che era molto
vivace e che giocava sempre a cal-
cio con gli altri bambini del quar-
tiere. Quando finì le scuole medie
il padre lo chiamò per farlo lavora-
re. All'età di tredici anni si trovo a
lavorare in una fabbrica di calze.
Finì gli studi diplomandosi come
perito Chimico.
Dovete anche sapere che
Bergoglio all'età di ventuno anni si
trovò a combattere tra la vita e la
morte.
I medici lo davano per morto
in quanto gli fu diagnosticata una
polmonite grave ed inoltre gli fu-
rono trovate tre cisti che dopo gli
vennero asportate attraverso l'abla-
zione della parte superiore del pol-
mone destro. Un giorno men-
tre era in ospedale con dolori tre-
mendi e febbre molto alta, la suora
che lo conosceva da tempo gli dis-
se una cosa che gli restò impressa
nella memoria: “Jorge tu stai se-
guendo l'esempio di Gesù!”.
Quella frase per lui fu una grande
lezione di vita su come bisogna
affrontare cristianamente il dolo-
re.
Ma torniamo un po’ indietro.
All'età di 17 anni all'im-
provviso al giovane Bergoglio
successe qualcosa che gli avrebbe
sconvolto per sempre la vita.
Era il 21 Settembre e come
tanti giovani Bergoglio uscì con i
suoi compagni per festeggiare il
giorno dello studente.
Prima di questo però, da
buon cattolico praticante che fre-
quentava la parrocchia di San Jo-
sè de Flores, decise di iniziare la
sua giornata entrando un attimo
nella sua parrocchia... (continua)
Francesco Neri
Carissimi lettori rieccoci co-
me di consueto con la nostra rubri-
ca dedicata al nostro Papa France-
sco. Mi sorge una domanda. Cono-
sciamo la biografia di Jorge Mario
Bergoglio? Nonchè la sua vita pri-
vata, prima che diventasse Papa?
Non tutti la conoscono, ed è per
questo che abbiamo deciso di inse-
rire dentro questa rubrica lo spa-
zio: "Sulle tracce di Papa France-
sco" per scoprire insieme, ripercor-
rendo a "tappe", i momenti fonda-
mentali della sua vita passata da
Giovane, Uomo e Vescovo.
(Alcune informazioni sono tratte
dal libro "Papa Francesco. Il nuo-
vo papa si racconta" di Sergio Ru-
bin e Francesca Ambrogetti)
Jorge Mario Bergoglio, quar-
to di 5 figli, nasce a Buenos Aires
nel 1936 da genitori italiani. La
sua famiglia emigrò in Argentina
nel 1922. Tre fratelli del nonno di
Jorge lavoravano in una azienda
che realizzava pavimenti. Con la
crisi del 1932 fallirono e dovettero
vendere tutto. Il nonno di Jorge
con duemila pesos in prestito riuscì
ad aprire un negozio. Suo padre
diventò l'aiutante del nonno, facen-
do la consegna delle merci. E cosi
ripartirono da capo con la stessa
naturalezza con cui avevano co-
minciato al loro arrivo.
I suoi genitori si conobbero
in argentina nel 1934, nel ‘35 si
sposarono. Sua madre Maria era
figlia di una piemontese e di un
argentino di origini genovesi.
Pagina 6 Anno 1 Numero 4
… approda anche a Monte Pellegrino
gato con un intero Rosario: questo,
certamente, ci ha fatto entrare
maggiormente nell’ottica del ritiro
spirituale.
Da premettere, comunque,
che non sono mancati i momenti
ricreativi e di svago, che hanno
reso più dolce la preghiera e hanno
alleviato le fatiche del pellegrinag-
gio.
Arrivati al santuario ci siamo
ricongiunti con il resto del gruppo
e abbiamo mangiato dei cornetti
caldi e dei cioccolatini per rifocil-
larci prima di iniziare le attività
organizzate per la giornata. A l l e
dieci circa, abbiamo raggiunto i
padri del santuario, i quali ci han-
no dato ospitalità in una stanza
della loro grande canonica. Il pri-
mo “step” del ritiro è stata la com-
pilazione de “La mia carta
d’identità”. Ciascuno di noi ha
ricevuto un foglio da completare
inserendo diverse informazioni: i
dati anagrafici, la scuola o il lavo-
ro, i membri della propria fami-
glia, i sogni nel cassetto, le paure,
i film preferiti, il miglior difetto,
la migliore qualità e altre cose.
Quando tutti quanti abbiamo ter-
minato, Fra Antonio ha letto, sen-
za rivelare l’identità, alcuni dei
punti compilati e tra una lettura e
l’altra cercavamo, in modo anche
scherzoso, di comprendere di vol-
ta in volta di chi fosse il foglio.
Questa prima attività è stata
molto interessante e ha permesso
di capire e conoscere un po’ me-
glio il gruppo: c’è chi ha paura
degli squali, chi della morte, chi
del silenzio; c’è chi si riconosce
la qualità di essere simpatico, chi
sincero, chi di saper ascoltare, chi
di saper essere perseverante nel
portare a termine ciò che si intra-
prende. Tra i vari sogni nel cas-
setto si sono scoperti essere quel-
lo di diventare un avvocato, un
magistrato, un medico, un game
designer, avere un gruppo musi-
cale e tanti altri. Infine, per chi
volesse consigliato qualche film
da vedere, tra i giovani del grup-
po i film preferiti sono stati:
“Midnight in Paris”, “Il tempo
delle mele”, “Titanic”, l’intera
saga del mago più famoso dell’età
contemporanea, ovvero Harry
Potter, eccetera.
Il secondo momento della
giornata è stato dedicato alla let-
tura e al commento di un passo
del vangelo di Matteo, “la Para-
bola dei Talenti”. In questo rac-
conto il padrone chiama tre servi
e consegna loro rispettivamente 5,
3 e 1 Talento. I primi due riesco-
no a far fruttare il denaro, inve-
Giorno 7 Dicembre 2013,
v i g i l i a d e l l a s o l e n n i t à
dell’Immacolata Concezione, il
nostro Gruppo Giovani, “U Santu
Patri”, si è recato a Monte Pelle-
grino per una mattinata di ritiro
spirituale.
L’attività è iniziata ufficial-
mente alle 7.30, ora in cui ci si è
visti in chiesa per una colazione
insieme offerta dalla comunità dei
Padri Minimi. Successivamente
abbiamo preso l’autobus che ci ha
portati sino alle falde del monte.
Qui, i più “avventurieri” hanno
deciso di scendere dal mezzo per
compiere a piedi la cosiddetta
“acchianata” , mentre gli altri, che
per vari motivi non potevano af-
frontare la salita, sono rimasti sul
bus.
Fra Antonio ha deciso di se-
guire il gruppo nell’impresa e ha
reso più piacevole la salita con la
sua, sempre manifesta, allegria.
Inoltre insieme a lui abbiamo pre-
Pagina 7 Anno 1 Numero 4 -:- U Santu Patri -:-
un’opportunità che il Signore ci
propone per mettere in luce noi
stessi a servizio dell’intera comu-
nità. Il gruppo ci ha infatti conces-
so di accrescere la spiritualità,
stringere un rapporto più forte con
la fede, esprimere i nostri pensieri
in piena libertà , insomma crescere
insieme ed uniti con delle persone
che condividono gli stessi valori.
Nell’ultima parte del ritiro
ciascuno si è confrontato con se
stesso e ha cercato di mettersi in
stretto contatto con il Padre. Dopo
aver ascoltato un canto su Maria,
abbiamo dedicato mezz’ora ad un
momento di riflessione e di autoa-
nalisi partendo dalla parola del Si-
gnore letta precedentemente. O-
gnuno ha cercato un posto (chi
dentro il santuario, chi per strada,
chi nel bosco) per pensare in silen-
zio e comunicare con Dio, chie-
dergli qualunque cosa affinché ci
aiuti a svelare i doni che ci ha con-
segnato.
Tornati tutti nella stanza alle
ore 13.00, abbiamo concluso con
una preghiera e pescando a caso un
bigliettino da un cesto. In ognuno
di questi vi era scritto il nome di
uno dei componenti del gruppo e
ciascuno ha preso l’impegno di
pregare fino a Natale per la perso-
na capitata e di consegnargli quel
giorno un dono. Dopo di ciò ab-
biamo pranzato e siamo tornati in
città tutti quanti con il bus, proba-
bilmente un po’ cambiati e toccati
dall’esperienza!
Luca Pipitò
stendolo e raddoppiandolo, mentre
l’ultimo per paura del padrone e
per sfiducia in se stesso, decide di
seppellire la moneta. Giunto il
giorno in cui il padrone richiama i
servi per sapere cosa hanno fatto
del suo denaro, si complimenta coi
primi due e rilascia loro molti pri-
vilegi, mentre rimprovera aspra-
mente il terzo. Come abbiamo di-
scusso insieme durante il commen-
to della parola, i talenti non sono
altro che metafora dei doni che Dio
ci ha dato. Ciascuno di noi possie-
de almeno un dono, ed è bene mo-
strare questi e adoperarli verso il
prossimo, non nasconderli come ha
fatto il servo che temeva il padro-
ne.
Bisogna, quindi, avere fede e
intimità con Dio, cosicché si trovi
il coraggio di gettarsi in avanti per
alimentare i propri talenti. Dio dà a
ciascuno dei talenti in base alle sue
qualità: non ci chiede di fare qual-
cosa che non è alla nostra portata!
Discutendo riguardo a ciò
siamo giunti alla conclusione che
lo stesso Gruppo Giovani è
Dal Vangelo secondo Matteo 19,16-22
In quel tempo, ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: “Maestro, che cosa devo fare di buono per otte-
nere la vita eterna?” Egli rispose: “Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi
entrare nella vita, osserva i comandamenti”. Ed egli chiese: “Quali?”
Gesù rispose: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il pa-
dre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso”. Il giovane gli disse: “Ho sempre osservato tutte queste
cose; che mi manca ancora?” Gli disse Gesù: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello che possiedi, dallo
ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”.
Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze.
I comandamenti e la vita eterna. Una persona si avvicina a Gesù e gli chiede: "Maestro, cosa devo fare di
buono per ottenere la vita eterna?" Alcuni manoscritti dicono che si tratta di un giovane. Gesù risponde
bruscamente: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono!” Dopo risponde alla domanda e
dice: “Se vuoi entrare nella vita osserva i comandamenti". Il giovane reagisce e chiede: “Quali comanda-
menti?” Gesù ha la bontà di enumerare i comandamenti che il giovane doveva già conoscere: "Non uccide-
re, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il pros-
simo tuo come te stesso”. É molto significativa la risposta di Gesù. Il giovane aveva chiesto cosa fare per
ottenere la vita eterna. Voleva vivere accanto a Dio! Ma Gesù ricorda solo i comandamenti che dicono ri-
spetto per la vita accanto al prossimo! Non menziona i tre primi comandamenti che definiscono la relazione
con Dio! Secondo Gesù, staremo bene con Dio solo se sapremmo stare bene con il prossimo. A nulla serve
ingannarsi. La porta per giungere a Dio è il prossimo.
Osservare i comandamenti, a cosa serve? Il giovane risponde: "Ho sempre osservato tutte queste cose.
Che mi manca, ancora?" Ciò che segue è strano. Il giovane voleva conoscere il cammino che porta alla vita
eterna. Ora, il cammino della vita eterna era e continua ad essere: fare la volontà di Dio, espressa nei co-
mandamenti. Detto con altre parole, il giovane osservava i comandamenti senza sapere a cosa gli servivano!
Se lo avesse saputo, non avrebbe fatto la domanda. E’ come per molti cattolici che non sanno perché sono
cattolici. ”Sono nato cattolico, per questo lo sono!” E’ come se fosse un’usanza, una tradizione!
La proposta di Gesù e la risposta del giovane. Gesù risponde: “Se vuoi essere perfetto, va’, vendi quello
che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi”. Udito questo, il giovane se ne
andò molto triste, perché era molto ricco. L’osservanza dei comandamenti è appena il primo grado di una
scala che va molto più in là e più in alto. Gesù chiede di più! L’osservanza dei comandamenti prepara la
persona per potere giungere al dono totale di sé al prossimo. Marco dice che Gesù guarda il giovane con a-
more (Mc 10,21). Gesù chiede molto, ma lo chiede con molto amore. Il giovane non accetta la proposta di
Gesù e si allontana, “perché era molto ricco”.
Gesù e l’opzione per i poveri. Gesù e la sua comunità vivevano in mezzo alle persone escluse, considerate
impure: pubblicani, peccatori, prostitute, lebbrosi (Mc 2,16; 1,41; Lc 7,37). Gesù riconosce la ricchezza e il
valore che i poveri possiedono (Mt 11,25-26; Lc 21,1-4). Li proclama beati, perché loro è il Regno, dei po-
veri (Lc 6,20; Mt 5,3). Definisce la sua missione così: “annunciare la Buona Novella ai poveri” (Lc 4, 18).
Lui stesso vive da povero. Non possiede nulla per sé, nemmeno una pietra su cui reclinare la testa (Lc 9,58).
E a chi vuole seguirlo per vivere come lui, ordina di scegliere: o Dio, o il denaro! (Mt 6,24). Ordina di sce-
gliere i poveri, come propose al giovane ricco! (Mc 10,21).
Questo modo diverso di accogliere i poveri e di vivere con loro è una dimostrazione del Regno di Dio.
Buona Lectio e buona scelta !!!
Fra Antonio Porretta o.m.
Pagina 8 Anno 1 Numero 4
Cacio-Cavallo all’Argentiera
“cunigghiu all’argentiera”
Ingredienti:
500 grammi caciocavallo fresco
Olio extravergine d’olive
Due spicchi d’aglio
Aceto
Zucchero
origano fresco
Procedimento
Fare rosolare l’aglio, tagliato a pezzetti, in una
padella con l’olio. unire il caciocavallo tagliato a
fette rettangolari, spesse circa un centimetro. A-
spettare che il formaggio prenda colore dalle due
parti ed aggiungere un cucchiaio d’aceto nel
quale avrete sciolto una presa di zucchero. Fare
sfumare l’aceto e spolverare con origano fresco.
Farlo rimanere sul fuoco per qualche altro minu-
to e servire.
“U’ caciu all’argintiera” va mangiato caldissimo.
A Palermo, nel mercato della Vucciria, nell’omonima
piazza è presente la “Fontana del Garraffello. Questa
fontana è caratterizzata dal fatto che ha sette cannule.
I venditori nel passato gridavano la loro mercanzia
(abbanniavanu), la zucca rossa fritta preparata in agro
dolce gridando “u ficatu ri setti cannuola”. L’allegoria
era rivolta a quelle persone che non potendo comprare il
fegato di vitello, compravano la zucca rossa….
Zucca Rossa in Agrodolce
“U Ficatu ri setti cannuala”
Ingredienti:
500 grammi di zucca rossa
Olio extravergine d’olive
1 spicchio d’aglio
Qualche foglia di menta
¼ di bicchiere di aceto
Un cucchiaio scarso di zucchero
Sale
Procedimento
Sbucciare la zucca ed eliminare i semi, tagliarla a
fette spesse circa un centimetro e friggerle. A cottu-
ra ultimata sistemare le fette in un piatto.
Nell’olio di frittura rimasto, unire l’aglio tagliato a
fettine e farlo rosolare facendo attenzione a non far-
lo imbiondire. A questo punto rimettere nella padel-
la la zucca fritta, aggiustare di sale e versare l’aceto
nel quale avremo sciolto lo zucchero. Fare sfumare
l’aceto a fiamma vivace, quindi aggiungere le fo-
glioline di menta e adagiare su un piatto di portata.
Servire freddo.
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Nella ricorrenza del 27° anniversario della morte del
Molto Reverendo Padre Francesco Buono o.m.
già nostro Parroco e Vicario Episcopale della Arcidiocesi di Palermo
innalziamo al Signore preghiere affinché possa ricevere
il dono di esultare per sempre
nella Liturgia del Cielo.
Pagina 10 Anno 1 Numero 4 -:- U Santu Patri -:-
l’infinita pazienza di Dio che
sa attendere i tempi dell’uomo,
dall’altra la crescente
pazienza dell’uomo, che accet-
ta a poco a poco la necessità di
uniformarsi ai progetti di Dio.
Il deserto è il luogo del-
la salvezza e del perdono. “Io
la sedurrò, la condurrò nel de-
serto e parlerò al suo cuore …
Là mi risponderà come nei
giorni della sua giovinezza,
come quando uscì dal paese
d’Egitto” (Osea 2, 16-17)
Per Gesù il deserto è anco-
ra il luogo e tempo privilegiato
per il suo incontro con il Padre
(Mc. 1,35), o per appartarsi con
gli apostoli (Mc 6,31).
Il deserto è un cammino
verso… ; è il luogo del nostro in-
contro con Dio, che chiama e vuo-
le una risposta libera e convinta; è
un tempo di silenzio, in cui rico-
noscere i nostri limiti, far tacere le
nostre pretese, sapere ascoltare
Dio che parla e si manifesta; è il
tempo-luogo della nostra preghie-
ra incessante; è il tempo-luogo
della nostra conversione.
Potremmo a questo punto
chiederci: dove possiamo trovare
il nostro deserto?
Il deserto è innanzitutto in
ciascuno di noi, nel momento in
cui facciamo silenzio, riconoscia-
mo la nostra insufficienza, sco-
priamo che da soli non possiamo
fare nulla, che c’è un Dio che ci
ama, che previene ogni nostro bi-
sogno.
Papa Francesco utilizza
spesso il termine primerear, per
dire che è Dio a prendere
l’iniziativa, perché ci ama e vuole
dare significato alla nostra vita.
Nel deserto non è consen-
tito fermarsi o regredire lascian-
dosi tentare dalla paura del nuo-
vo, dalla nostalgia del passato.
In questo cammino non
siamo soli.
Il Signore stesso ci assi-
cura “Siate forti, fatevi animo,
non temete e non vi spaventare,
perché il Signore tuo Dio cam-
mina con te, non ti lascerà e non
ti abbandonerà.” (Dt 31, 6)
2 – continua
Franco Romeo
La pratica penitenziale è
un allenamento verso un traguar-
do: la conversione definitiva a
Dio, per riporre in Lui, in modo
fisso cioè senza possibilità di di-
staccarsi, il nostro cuore, la nostra
vita, tutto il nostro essere.
Chi fa pratica sportiva sa
che l’allenamento comporta meto-
diche, esercizi, sforzi non sempre
facili ed accettabili ma il traguar-
do da raggiungere allevia ogni
difficoltà. Così è il cammino peni-
tenziale.
Dice il salmista “di te ha
sete l’anima mia, come terra de-
serta, arida, senz’acqua” ma
quando raggiungeremo il traguar-
do “a te si stringe l’anima mia e
la forza della tua destra mi sostie-
ne” (Sal 63, 2.9)
Proprio il deserto è la tap-
pa indispensabile per intraprende-
re questo allenamento di conver-
sione continua. Il deserto è una
landa inospitale, priva di vegeta-
zione.
E’ il caos originario. Ma
nella nuova creazione anche il de-
serto si trasformerà: “La terra bru-
ciata diventerà una palude, il suo-
lo riarso sorgenti d’acqua” (Is. 35,
7).
Il tempo del deserto è un
tempo di prova, segnato dalle ri-
bellioni a Dio, dalle mormorazio-
ni, dalle contestazioni. (Es 14,11
16,2; Num. 14,2-4; 20, 2-5 ….)
Un tempo stabilito da Dio “per
umiliarti e metterti alla prova, per
sapere quello che avevi nel cuo-
re” (Dt. 8,2).
Un tempo in cui l’uomo si
rende conto che senza Dio non è
capace di superare la prova.
Il tempo del deserto è il
tempo della pazienza. Da un lato
...prima tappa del cammino penitenziale
Pagina 11 -:- U Santu Patri -:-
DEFINIZIONI
1. LA SALITA AL CIELO DI GESÙ
2. OGNI CRISTIANO È CHIAMATO AD ACCOGLIERE I …………. DELLO SPIRITO
3. GESÙ ANNUNCIA IL REGNO DI ………
4. LO SPIRITO SANTO È ...
5. GESÙ È VENUTO A COSTRUIRE UN REGNO DI …………..
6. LO DEVONO ESSERE I DISCEPOLI
7. OGNI CRISTIANO È CHIAMATO A COSTRUIRE IL …….DEL SIGNORE
8. GESÙ È VENUTO A COSTRUIRE UN REGNO DI …………….
9. LO SPIRITO SANTO È ………
10. IL POSTO CHE INDICA GLI ESTREMI CONFINI DELLA TERRA
11. LA PROMESSA DI GESÙ (2 PAROLE)
12. GESÙ HA DETTO DI ANNUCIARE IL VANGELO IN TUTTO IL ………………
13. GESÙ LASCIA L’INCARICO DI ANNUNCIARE IL VANGELO AI ……………………
14. GESÙ È VENUTO A COSTRUIRE UN REGNO DI ………………..
Cruciverba: ANNUNCIO
Chiave
: And
ate
nel m
ondo
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Gruppo Giovani Riunione tutti i Venerdì
alle ore 21.00 Animazione della Messa ogni
Domenica alle ore 10.30
Segreteria Ufficio Parrocchiale
Lunedì 9.00 - 11.00 Martedì e Giovedì ore 17.00 - 19.00
Orari Sante Messe Feriale: 8.00 - 10.00 - 18.30 Festivo: 8.30 - 10.30 - 12.00
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La redazione e il Gruppo Giovani rivolge con affetto gli auguri a padre Giorgio Terrasi
per il suo VI anniversario di ordinazione sacerdotale celebrato il 19 Gennaio.
Che il Signore ti conservi sempre fedele a questo ministero
sorretto dal nostro Santo Padre del quale sei figlio “minimo”!
In occasione della 36° Giornata per la Vita dal tema GENERARE FUTURO,
nei giorni 1 e 2 Febbraio, sarà possibile acquistare in parrocchia
una “PRIMULA PER LA VITA”.
Il ricavato della profumata iniziativa sarà devoluto a favore delle mamme del nostro Centro
di ascolto parrocchiale che abbiamo deciso di sostenere nel portare a termine la gravidanza
(visite mediche, corredino, latte...). Vi invitiamo quindi a cogliere questa occasione per diffondere semi di speranza e di
nuova operosità a sostegno della vita nascente.